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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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   Silente e la Mcgranitt si chinarono sull'involto di coperte. Dentro, appena visibile, c'era un bambino profondamente addormentato. Sotto il ciuffo di capelli corvini che gli spuntava sulla fronte, scorsero un tAglio dalla forma bizzarra, simile a una saetta.
‘E' qui che...’ chiese in un bisbiglio la professoressa Mcgranitt.
‘Sì’ rispose Silente. ‘Questa cicatrice se la terrà per sempre’.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Silente si voltò e si avviò lungo la strada. Giunto all'angolo, si fermò ed estrasse il suo ‘Spegnino’ d'argento. Uno scatto, e dodici sfere luminose si riaccesero di colpo nei lampioni, illuminando Privet Drive di un bAgliore aranciato. A quel chiarore scorse un gatto soriano che se la svignava dietro l'angolo all'altro capo della strada. Da quella distanza vedeva appena il mucchietto di coperte sul gradino del numero 4.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   ‘N-n-non... voglio... che... venga... pure lui!’ gridò Dudley tra un finto singhiozzo e l'altro. ‘Lui rovina s-s-sempre tutto!’ E lanciò a Harry un'occhiata malevola attraverso uno spirAglio tra le braccia della madre.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   Un'altra volta, la zia aveva cercato di infilargli a forza un orrendo mAglione smesso di Dudley (marrone con dei pompon arancioni). Ma più cercava di infilarglielo dalla testa, più il mAglione si rimpiccioliva, fino a che avrebbe potuto andar bene a una marionetta, ma non certo a Harry. Zia Petunia aveva decretato che doveva essersi ritirato in lavatrice, e questa volta Harry, con suo gran sollievo, non venne punito.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   ‘Dov'è la mia lettera?’ chiese il ragazzo non appena zio Vernon fu riuscito a passare dallo sportello. ‘Chi mi scrive?’
‘Nessuno. Era indirizzata a te per sbAglio’ disse zio Vernon tagliando corto. ‘L'ho bruciata’.
‘Non è stato uno sbAglio’ disse Harry arrabbiato. ‘Sopra c'era l'indirizzo del mio ripostiglio’.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)


   Sulla soglia si stagliò un uomo gigantesco. Aveva il volto quasi nascosto da una criniera lunga e scomposta e da una barba incolta e aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come neri scarafaggi sotto tutto quel pelame.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Lo sguardo gli cadde sul focolare vuoto, a eccezione dei pacchetti di patatine accartocciati, e sbuffò. Si chinò sul caminetto; gli altri non potevano vedere quel che faceva, ma quando si ritrasse un attimo dopo, il fuoco scoppiettava, illuminando l'umida catapecchia di un tremulo bAgliore. Harry sentì il calore inondarlo come se si fosse immerso in un bagno caldo.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Tu-Sai-Chi li uccise. E poi - e questa è la cosa veramente misteriosa - cercò di uccidere anche te. Chissà, voleva fare piazza pulita, o forse a quel tempo ammazzava solo per il gusto di farlo. Ma non ci riuscì. Ti sei mai chiesto come hai quella cicatrice sulla fronte? Non fu un tAglio qualsiasi. Quello è il segno che ti rimane quando vieni toccato da un caso potente e maligno: non ha risparmiato la tua mamma e il tuo papà, e neanche la casa, ma su di te non ha funzionato, e questo è il motivo per cui sei famoso, Harry. Nessuno di quelli che lui aveva deciso di uccidere l'ha fatta franca, nessuno, tu solo. E bada bene che ha ucciso maghi e streghe tra i migliori del suo tempo: i McKinnon, i Bone, i Prewett; e tu, che eri soltanto un neonato, ce l'hai fatta’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Nella mente di Harry accadde qualcosa di molto doloroso. Mentre il racconto di Hagrid si avviava alla conclusione, rivide il bAgliore accecante di luce verde più chiaramente di quanto non avesse mai ricordato prima; poi, gli tornò in mente anche qualche cos'altro, per la prima volta in vita sua: una risata lunga, fredda, crudele.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Harry fissò il fuoco. Ora che ci pensava... tutte le cose strane che mandavano gli zii su tutte le furie erano sempre accadute quando lui, Harry, era turbato o arrabbiato... Quando era inseguito dalla ghenga di Dudley, chissà come, si ritrovava sempre fuori tiro... Quando aveva avuto paura di andare a scuola con quel ridicolo tAglio di capelli era riuscito a farseli ricrescere... E poi, l'ultima volta che Dudley lo aveva picchiato non si era forse preso la rivincita, senza neanche rendersene conto? Non gli aveva aizzato contro un boa constrictor?
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Sferzando l'aria con l'ombrello, lo puntò contro Dudley: ci fu un bAgliore di luce violetta, un rumore come di petardo e un acuto squittio. Un attimo dopo, Dudley ballava con le mani serrate sul grosso deretano, ululando di dolore. Quando volse loro le spalle, Harry vide un codino arricciato da maialetto che gli spuntava da un buco nei pantaloni.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Sono morti’ tagliò corto Harry. Non si sentiva molto in vena di approfondire l'argomento con quel ragazzo.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Eccoci arrivati, ragazzo. Binario nove... binario dieci. Il tuo dovrebbe essere circa a metà strada, ma non sembra che l'abbiano ancora costruito, o sbAglio?’
Era evidente che aveva pienamente ragione. Sopra un binario torreggiava un grosso numero nove, in plastica, e su quello accanto un altrettanto grosso numero dieci, sempre in plastica; ma tra i due, niente.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Sei sicuro che sia un incantesimo, vero?’ chiese la ragazza. ‘Comunque, non funziona molto bene, o sbAglio? Io ho provato a fare alcuni incantesimi semplici semplici e mi sono riusciti tutti. Nella mia famiglia, nessuno ha poteri magici; è stata una vera sorpresa quando ho ricevuto la lettera, ma mi ha fatto un tale piacere, naturalmente, voglio dire, è la migliore scuola di magia che esista, ho sentito dire... Ho imparato a memoria tutti i libri di testo, naturalmente, spero proprio che basti... E... a proposito, io mi chiamo Hermione Granger, e voi?’
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Una voce risuonò per tutto il treno: ‘Tra cinque minuti arriveremo a Hogwarts. Siete pregati di lasciare il bagAglio sul treno; verrà portato negli edifici della scuola separatamente’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)


   Forse Harry aveva mangiato un po' troppo, perché fece un sogno molto strano. Indossava il turbante del professor Raptor, e il turbante gli parlava senza posa, dicendogli che doveva trasferirsi a Serpeverde immediatamente, perché a quello era destinato. Harry gli rispondeva che no, non voleva andarci; allora il turbante diventava sempre più pesante e Harry cercava di sfilarselo dalla testa, ma quello lo stringeva sempre più facendogli molto male; e c'era anche Malfoy che si faceva beffe di lui, mentre era alle prese col turbante, e poi Malfoy si tramutava nell'insegnante dal naso adunco, Piton, che rideva in modo stridulo e glaciale. Poi ci fu un bAgliore di luce verde e Harry si destò, madido di sudore e scosso dai brividi.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Il corso che tutti non vedevano l'ora di frequentare era Difesa contro le Arti Oscure, ma le lezioni di Raptor si dimostrarono un po' una barzelletta. L'aula odorava fortemente di Aglio: tutti dicevano servisse a tenere lontano un vampiro che egli aveva incontrato in Romania, e che temeva che sarebbe tornato un giorno o l'altro a prenderlo per portarlo via. Il turbante, così disse ai suoi allievi, lo aveva ricevuto in dono da un principe africano, come pegno di gratitudine per averlo liberato di un fastidioso zombie; ma loro non erano così sicuri che quella storia fosse vera. Tanto per cominciare, quando Seamus Finnigan aveva chiesto a Raptor di raccontare come aveva fatto a scacciare lo zombie, lui era diventato tutto rosso e aveva cominciato a parlare del tempo. E poi avevano notato che intorno al turbante aleggiava uno strano odore, e i gemelli Weasley insistevano che anche quello era imbottito d'Aglio, perché Raptor fosse protetto ovunque andasse.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   Harry si chiese se Hagrid l'aveva fatto apposta a cambiare argomento. Mentre Ron raccontava a Hagrid che lavoro faceva Charlie con i draghi, Harry prese un pezzetto di carta che era stato lasciato sul tavolo, sotto la teiera. Era il ritAglio di un trafiletto dalla Gazzetta del Profeta:
ULTIMISSIME SULLA RAPINA ALLA GRINGOTT
Proseguono le indagini sulla rapina avvenuta alla Gringott il 31 luglio scorso a opera di ignoti maghi o streghe dalle Arti Oscure. Oggi i folletti della Gringott hanno ripetutamente affermato che nulla è stato trafugato. Anzi, la camera di sicurezza che i rapinatori avevano preso di mira era stata svuotata il giorno stesso.
‘Ma tanto non vi diremo che cosa conteneva; quindi, se non volete guai, non ficcate il naso in questa faccenda’: così ha dichiarato oggi pomeriggio il folletto portavoce della Gringott. Harry ricordò che, sul treno, Ron gli aveva detto che qualcuno aveva cercato di rapinare la Gringott, ma senza dire in che data.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘Sono le undici e mezzo’ bisbigliò finalmente Ron. ‘Dobbiamo andare’.
Si infilarono la vestaglia, presero ciascuno la propria bacchetta magica e attraversarono la stanza della torre, scesero per la scala a chiocciola e raggiunsero la sala di ritrovo di Grifondoro. Dal camino, arrivava ancora il bAgliore di alcuni tizzoni, che trasformava le poltrone in ombre nere e contorte. Avevano quasi raggiunto il buco coperto dal ritratto, quando, dalla poltrona più vicina, si sentì una voce: ‘Non ci posso credere, Harry! Ma che cosa stai facendo?’
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Maledizione!’ esclamò Harry disperato rivolto a Ron, e afferrato un rubinetto, lo scagliò con tutta la forza che aveva contro la parete.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   A commentare la partita era Lee Jordan, l'amico dei due gemelli Weasley, sorvegliato a vista dalla professoressa Mcgranitt. ‘...La ragazza si muove davvero veloce, lassù. Effettua un passaggio puntuale ad Alicia Spinnet, un'ottima scoperta di Oliver Baston, che l'anno scorso ha giocato soltanto come riserva... indietro alla Johnson e... no, la Pluffa è stata intercettata dal capitano del Serpeverde Marcus Flitt, che se la porta via: eccolo che vola alto come un'aquila... sta per... no, bloccato da un'ottima azione del Portiere del Grifondoro Baston, e il Grifondoro è di nuovo in possesso della Pluffa. Ed ecco la Cacciatrice del Grifondoro Katie Bell... bella picchiata intorno a Flitt, poi di nuovo su... AHI!... deve averle fatto male quel colpo di Bolide dietro la testa! La Pluffa ritorna al Serpeverde. Ecco Adrian Pucey che parte a tutta birra verso i pali della porta, ma è bloccato da un secondo Bolide lanciatogli contro da Fred o George Weasley, non riesco a distinguere chi dei due... comunque, davanti a lei il campo è sgombero, e si allontana e letteralmente vola via - schiva un micidiale Bolide... è davanti alla porta - vai, Angelina! - il Portiere Bletchley si tuffa... manca il bersAglio... IL GRIFONDORO HA SEGNATO!
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘P come Prefetto! Infilatelo anche tu, dai, ce li siamo messi tutti! Anche Harry ne ha avuto uno’.
‘Ma io... non... voglio...’ bofonchiò, mentre i gemelli gli infilavano a forza il mAglione dalla testa, mandandogli gli occhiali di traverso.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘Che cos'è tutto questo chiasso?’
Percy Weasley infilò la testa dentro la stanza con aria di disapprovazione. Si vedeva che anche lui aveva cominciato a scartare i suoi regali, perché, come i fratelli, si era buttato sul braccio un mAglione bitorzoluto, che Fred afferrò subito.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘Ehi, guarda... anche Harry ha un mAglione alla Weasley!’
Fred e George indossavano due mAglioni blu, uno con una grossa F in giallo, e l'altro con una G.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Harry aveva aperto il pacchetto e ci aveva trovato un pesante mAglione di lana lavorato ai ferri, color verde smeraldo, e una grossa scatola di caramelle mou fatte in casa.
‘Ci fa un mAglione per uno tutti gli anni’ disse Ron scartando il suo, ‘e i miei sono sempre color melanzana’.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)


   ‘Credo di sapere da chi viene quello’ disse Ron arrossendo leggermente e indicando un grosso pacco informe. ‘Da mia mamma. Le ho detto che non ti aspettavi nessun regalo, e allora... Oh, no!’ gemette poi, ‘ti ha fatto un mAglione alla Weasley!’
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘M-ma i-io n-non so...’
‘Benissimo’ tagliò corto Piton. ‘Faremo presto un'altra bella chiacchierata, quando avrai avuto il tempo di pensarci su e di decidere da che parte stai’.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Ma a scacchi è così!’ tagliò corto Ron. ‘Bisogna pur sacrificare qualche cosa! Ora farò un passo avanti e lei mi mangerà... e voi sarete liberi di dare scacco matto al re, Harry!’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘So quel che dico, Potter’ tagliò corto la McGranitt. Poi si chinò a raccogliere i libri che le erano caduti. ‘E adesso, vi consiglio di tornarvene tutti fuori a godervi questo bel sole’.
Ma loro non seguirono il suo consiglio.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    Harry avrebbe voluto urlare ma non riuscì a emettere alcun suono. Nel punto dove normalmente avrebbe dovuto trovarsi la nuca del professore, c’era un volto, il volto più orrendo che Harry avesse mai visto. Era bianco come il gesso, con occhi rossi che mandavano bAgliori, e per narici due fessure, come un serpente.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Molto» rispose Harry. «Signora, volevo dirle grazie per le caramelle e il mAglione».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Probabilmente sì, se non sbAglio non è un nome molto comune» disse Harry. «Perché?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Un pallido bAgliore rosato era visibile all’orizzonte, verso oriente.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Ma dopo molte ore trascorse senza eventi degni di nota, Harry dovette ammettere che un po’ del divertimento era svanito. Le caramelle gli avevano messo una gran sete e loro non avevano niente da bere. Si erano tolti i mAglioni, ma la T-shirt di Harry si appiccicava al sedile, e gli occhiali continuavano a scivolargli sulla punta del naso sudato. Le forme fantastiche delle nuvole non gli interessavano più, e pensava con nostalgia al treno che correva qualche miglio sotto di loro, dove una strega paffutella spingeva un carrello da cui si poteva comprare succo di zucca ghiacciato. Ma perché non erano riusciti a raggiungere il binario nove e tre quarti?
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Ed entrambi finsero di non accorgersi del cigolio che andava aumentando, mentre il cielo si oscurava sempre più. Nel buio, cominciarono a spuntare le stelle. Harry si rimise il mAglione, cercando di ignorare che ora i tergicristalli si muovevano debolmente, in segno di protesta.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)


    «Siete stati visti!» sibilò Piton mostrandogli il titolo di testa: UNA FORD ANGLIA VOLANTE SCONCERTA I BABBANI. Cominciò a leggere ad alta voce: «’Due Babbani, a Londra, affermano di aver visto una vecchia automobile volare sopra la torre dell’ufficio postale… a mezzogiorno, a Norfolk, la signora Hetty Bayliss, mentre stava stendendo il bucato… il signor Angus Fleet, di Peebles, ha riferito alla polizia…’ sei o sette Babbani in tutto. SbAglio o tuo padre lavora nell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani?» chiese alzando lo sguardo su Ron con un sorriso ancor più maligno. «Per tutti i gargoyle… proprio suo figlio…»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Spiegatevi» proseguì la McGranitt, con bAgliori sinistri negli occhiali.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Non molto» disse Ron asciugandosi in fretta con la manica il tAglio che aveva sopra l’occhio. «Professoressa, volevo vedere lo Smistamento di mia sorella…»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Sudiciume!» gridò con la pappagorgia tremula e gli occhi che mandavano pericolosi bAgliori, indicando la pozza fangosa prodotta dalla tuta di Harry. «Disordine e sporco dappertutto! Adesso ne ho abbastanza! Seguimi, Potter!»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    La pioggia continuava a battere contro i vetri, che ora erano neri come l’inchiostro, ma dentro l’atmosfera era calda e allegra. I bAgliori del fuoco illuminavano le soffici poltrone dove i ragazzi erano sprofondati chi a leggere, chi a parlare, chi a fare i compiti o, come nel caso di Fred e George Weasley, a scoprire cosa sarebbe successo se una salamandra avesse inghiottito un fuoco d’artificio Filìbuster. Infatti, Fred aveva ‘salvato’ da una lezione di Cura delle Creature Magiche una Salamandra del Fuoco di un bel colore arancio brillante, che in quel momento stava bruciando dolcemente su un tavolo, circondata da un capannello di curiosi.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    Fu cosi che il giorno di Halloween, alle sette di sera, Harry, Ron e Hermione oltrepassarono la porta della affollatissima Sala Grande, da cui provenivano invitanti bAgliori di piatti d’oro e di candele, per raggiungere i sotterranei.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Cinque punti in meno al Grifondoro!» tagliò corto Percy indicando il suo cartellino di Prefetto. «E spero che questo ti insegni qualcosa. Niente più giocare al detective o scrivo a mamma!»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Allora, Harry» disse Allock mentre Hermione ripiegava il biglietto e con dita tremanti lo riponeva nella cartella, «domani, se non sbAglio, si gioca la prima partita di Quidditch della stagione. Grifondoro contro Serpeverde, vero? Mi dicono che sei molto bravo. Anch’io giocavo come Cercatore. Mi chiesero di entrare nella Nazionale, ma ho preferito dedicare la vita a combattere le Forze Oscure. Se dovessi sentire il bisogno di allenarti un po’ privatamente, non esitare a chiedermelo. Sono sempre felice di trasmettere la mia esperienza a giocatori meno abili…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Harry non ebbe il tempo di replicare. In quel preciso istante, un pesante Bolide nero gli si scagliò contro; lui lo evitò per un pelo, tanto che si sentì scarmigliare i capelli al suo passaggio.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «E con questo è fuori uso!» gridò felice Fred. Ma si sbagliava. Come attratto magneticamente da Harry, il Bolide si scagliò di nuovo contro di lui e il ragazzo fu costretto ad allontanarsi a tutta velocità.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Quando riprese i sensi era steso sul campo da gioco, con la pioggia che gli sferzava la faccia; qualcuno era chino su di lui. Vide un bAgliore di denti.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Entrambi sollevarono la bacchetta in alto puntandola poi sulla spalla dell’altro. Piton gridò: «Expelliarmus!» Ci fu un accecante bAgliore di luce scarlatta e Allock fu scaraventato a gambe all’aria: volò all’indietro giù dal palco e sbatté contro la parete, su cui si accasciò, finendo a terra.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Quella notte Harry rimase sveglio per ore. Da uno spirAglio delle cortine del suo letto a baldacchino, rimase a guardare la neve che cominciava a fioccare davanti alla finestra della torre, e rimuginava tra sé.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Justin fu portato in infermeria, ma per Nick-Quasi-Senza-Testa sembrava che nessuno sapesse cosa fare. Alla fine la McGranitt fece apparire dall’aria un grosso ventAglio, che consegnò a Ernie con l’incarico di sventolare Nick-Quasi-Senza-Testa e di sospingerlo su per le scale. E così fece Ernie, sventolando Nick lungo il tragitto, come un nuvolone nero. A quel punto, Harry e la professoressa McGranitt rimasero soli.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Non è una questione di mia competenza, Potter» tagliò corto la McGranitt.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Oh, non fate così!» gemeva quando Fred, a voce altissima, chiedeva a Harry chi fosse la prossima vittima o quando George fingeva di tenerlo lontano con un grosso spicchio d’Aglio.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Gli altri regali di Natale furono molto più gratificanti. Da Hagrid ricevette una grossa scatola di caramelle mou, che Harry mise ad ammorbidire davanti al fuoco; Ron gli aveva regalato un libro intitolato I Magnifici Sette, pieno di aneddoti interessanti sulla sua squadra del cuore; Hermione gli aveva comperato una lussuosa penna d’aquila. Nell’ultimo pacco Harry trovò un altro dei famosi mAglioni fatti a mano dalla signora Weasley e un grosso ciambellone. Mentre sistemava il suo bigliettino di auguri fu assalito di nuovo dai sensi di colpa al pensiero dell’automobile del signor Weasley, che da quando era andata a schiantarsi contro il Platano Picchiatore non s’era vista più, e di tutto quel po’ po’ di regole che lui e Ron stavano organizzando di infrangere.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    La Sala Grande era uno splendore. Non solo era addobbata con una dozzina di alberi di Natale coperti di ghiaccio e con grossi festoni di agrifoglio e di vischio che andavano da una parte all’altra del soffitto, ma dall’alto fioccava anche neve magica, calda e asciutta. Silente diresse il canto corale di alcune delle sue carole preferite, mentre Hagrid, man mano che tracannava grog, batteva il tempo sempre più freneticamente. Percy non s’era accorto che Fred aveva fatto un incantesimo al suo cartellino di Prefetto, su cui ora si leggeva ‘Perfetto’, e continuava a chiedere che avessero tanto da ridere. Dalla tavola dei Serpeverde, Draco Malfoy, con voce stentorea, faceva commenti maligni sul mAglione nuovo di Harry, ma lui lo ignorava. Con un po’ di fortuna, di lì a poche ore lo avrebbe sistemato a dovere.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Si aprì la porta di Ron. I due ragazzi si fissarono. A parte il pallore e l’aria stravolta, Ron non si sarebbe potuto distinguere da Tiger: tutto era identico a lui dal tAglio dei capelli a ciotola capovolta alle braccia da gorilla.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Un attimo dopo Malfoy fu di ritorno con un ritAglio di giornale. Lo mise sotto il naso di Ron.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Non ti preoccupare, Hermione» tagliò corto Harry. «Ora ti portiamo in infermeria. Madama Chips non fa mai troppe domande…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Infuriato al pensiero di ricevere un San Valentino davanti a una folla di studenti del primo anno, tra cui Ginny Weasley, Harry cercò di scappare. Ma il nano gli tagliò la ritirata tra la folla tirando calci sugli stinchi a tutti e lo raggiunse prima che avesse potuto fare due passi.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    «Se non sbAglio, trascorri le vacanze in un orfanotrofio di Babbani» disse Dippet.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Un corpo immenso, basso e peloso, e un groviglio di zampe nere; il bAgliore di una miriade di occhi e un paio di chele taglienti come lame di rasoio. Riddle alzò di nuovo la bacchetta, ma troppo tardi. La cosa lo travolse al suo passaggio e poi sparì veloce lungo il corridoio. Riddle si rialzò annaspando e le corse dietro; fece per sollevare la bacchetta, ma il ragazzo corpulento con un balzo gli fu addosso, gliela strappò di mano e lo scaraventò all’indietro gridando: «Nooooooo!»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

   Harry, Ron e Hermione avevano sempre saputo dell’incresciosa simpatia di Hagrid per le creature grandi e mostruose. Durante il primo anno a Hogwarts, Hagrid aveva tentato di allevare un drago nella sua capanna di legno e i tre non avrebbero dimenticato tanto facilmente il gigantesco cane a tre teste da lui battezzato Fuffi. Se poi, da ragazzo, Hagrid avesse sentito dire che da qualche parte, nel castello, si nascondeva un mostro, Harry era certo che avrebbe fatto carte false pur di dargli un’occhiata. Probabilmente aveva pensato che era un peccato tenere il mostro rinchiuso tanto a lungo e che meritava di sgranchirsi le sue innumerevoli zampe. Poteva vederlo, il tredicenne Hagrid, cercare di infilargli guinzAglio e collare. Ma era altrettanto sicuro che non avesse mai voluto uccidere.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Afferrò la bacchetta magica, pur sapendo che non sarebbe servita a niente: erano in troppi. Ma proprio nel momento in cui cercava di tirarsi su, pronto a morire combattendo, si udì una nota lunga e penetrante e un bAgliore illuminò la cavità.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    «Forse non ti ho ancora detto» riprese Riddle abbassando la voce, «che non mi interessa più ammazzare i mezzosangue. Da molti mesi a questa parte, il mio nuovo bersAglio sei tu».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Nei suoi occhi famelici brillava ora un sinistro bAgliore rossastro.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Più tardi» tagliò corto Harry. Non gli pareva una buona idea dire a Ron chi aveva aperto la Camera, perlomeno non davanti a Ginny. «E Allock dov’è?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Guidati da Fanny, le cui ali illuminavano di un tenue bAgliore dorato l’oscurità, rifecero il percorso fino all’imboccatura del tubo. Lì stava seduto Gilderoy Allock, canticchiando placidamente fra sé e sé.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Istintivamente guardò Silente, che ricambiò lo sguardo con un lieve sorriso, dietro alle lenti dei suoi occhiali a mezzaluna su cui si riflettevano i bAgliori del fuoco.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Così dicendo, si avvicinò alla scrivania della McGranitt, prese la spada d’argento macchiata di sangue e gliela porse. Come inebetito, Harry la rivoltò; i rubini mandavano bAgliori luminosi alla luce del fuoco. Fu allora che vide il nome inciso proprio sotto l’elsa.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Lucius Malfoy rimase impietrito, fissando l’elfo. Poi si scagliò contro Harry.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

   Harry si sedette sul letto e prese il pacco di Errol, strappò l'involucro e scoprì un regalo avvolto in carta dorata, insieme al primo biglietto d'auguri della sua vita. Con dita tremanti, aprì la busta. Ne scivolarono fuori due fogli di carta: una lettera e un ritAglio di giornale.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Il ritAglio proveniva chiaramente dal quotidiano dei maghi, La Gazzetta del Profeta, perché le foto in bianco e nero erano animate. Harry lo prese, lo dispiegò e lesse:
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   «Esatto» disse Harry, fissando tranquillamente il faccione paonazzo di zio Vernon. «È lungo da ricordare. E dovrò sembrare credibile, vero? E se per sbAglio mi lascio scappare qualcosa?»
Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3)

   Dudley caracollò avanti, i capelli biondi incollati piatti sul testone, il cravattino appena visibile sotto molteplici strati di doppio mento. Zia Marge scagliò la valigia nello stomaco di Harry, mozzandogli il respiro, sollevò da terra Dudley, lo strizzò forte con il braccio libero e gli stampò un grosso bacio sulla guancia.
Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3)

   «Non è niente» grugnì zia Marge, asciugandosi la faccia col tovAgliolo. «Devo averlo stretto troppo. Mi è successa la stessa cosa l'altro giorno a casa del Colonnello Fubster. Non agitarti, Petunia, è solo che ho una presa molto salda...»
Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3)

   Così pagarono i gelati e attraversarono la strada fino al SerrAglio Stregato.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Ripercorsero la strada affollata fino al SerrAglio Stregato. Hermione sta
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Era una sorta di fischio debole e tintinnante... Cercarono dappertutto nello scompartimento. «Viene dal tuo baule, Harry» disse Ron, alzandosi per raggiungere il bagAglio di Harry sulla reticella. Un momento dopo aveva estratto lo Spioscopio Tascabile dalle cose di Harry. L'oggetto vorticava sul palmo della mano di Ron, scintillando.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   eseguire gli ordini di Malfoy. Erano entrambi grossi e muscolosi; Tiger era più alto, con un tAglio di capelli a scodella e il collo taurino, Goyle aveva ispidi capelli corti e lunghe braccia scimmiesche.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Eccovi qui, voi tre» disse Hagrid, asciugandosi la faccia lustra nel tovAgliolo. «Non ci credo ancora... grand'uomo, Silente... è venuto da me dopo che il professor Kettleburn ha detto che non ci stava più... era proprio quello che desideravo...»
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Sopraffatto dall'emozione, nascose il viso nel tovAgliolo, e la professoressa McGranitt fece loro cenno di andarsene.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Passami la marmellata» tagliò corto Hermione.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Allora è per quello che lo tieni al collo» disse Harry, tremante di rabbia, decapitando per sbAglio un bruco morto. «Per cercare di far licenziare Hagrid».
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   «Questa è la nostra ultima possibilità la mia ultima possibilità di vincere la Coppa del Quidditch» disse camminando avanti e indietro. «Alla fine di quest'anno me ne andrò. Non avrò un'altra occasione. Il Grifondoro non vince da sette anni. Ok, siamo stati sfortunatissimi: prima gli incidenti, poi l'annullamento del torneo l'anno scorso...» Baston deglutì, come se il ricordo gli facesse venire ancora un groppo in gola. «Ma sappiamo anche che la nostra è la squadra migliore della scuola» disse, battendo col pugno sul palmo della mano, con l'antico bAgliore fanatico negli occhi.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Il Marciotto emise un rumore orrendo e si scagliò contro il vetro.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Un altro mAglione dalla mamma... marrone, un'altra volta... guarda se ce l'hai anche tu».
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Ma Harry, che ricordava quanto aveva detto la strega del SerrAglio Stregato sul fatto che i topi vivono solo tre anni, non poté fare a meno di pensare che, a meno che Crosta non possedesse poteri che non aveva mai rivelato, la sua fine era vicina. E nonostante Ron si lamentasse spesso di Crosta definendolo un topo noioso e inutile, Harry era certo che Ron sarebbe stato molto triste se Crosta fosse morto.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Ron era furioso perché Hermione non aveva mai preso sul serio i tentativi di Grattastinchi di divorare Crosta, non si era preoccupata di tenerlo d'occhio e tentava ancora di farlo passare per innocente, visto che gli suggeriva di cercare il topo sotto i letti dei ragazzi. Hermione, da parte sua, sosteneva che Ron non aveva nessuna prova che Grattastinchi avesse mangiato Crosta, che i peli rossi potevano essere lì da Natale, e che Ron era sempre stato prevenuto nei confronti del gatto, fin da quando Grattastinchi gli era balzato in testa al SerrAglio Stregato.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Sappiamo che non entra da Mielandia» tagliò corto Ron. «Lo avremmo saputo se qualcuno fosse penetrato nel negozio».
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Magnifico, così puoi aiutare me!» disse Neville, con un'espressione di ansia sul volto paffuto. «Non riesco a capire quella faccenda dell'Aglio: devono mangiarlo o...»
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Sapessi quanto assomigli a tuo padre, Potter» disse Piton all'improvviso, con un bAgliore negli occhi. «Anche lui era straordinariamente arrogante. Quel suo po' di talento a Quidditch gli dava la certezza di essere superiore agli altri. Come te. Andava in giro a pavoneggiarsi con i suoi amici e ammiratori... la somiglianza fra voi due è straordinaria».
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Presero a risalire il prato verso il castello. Ora il sole calava rapido; il cielo era diventato di un grigio chiaro striato di viola, ma verso ovest c'era un bAgliore rosso rubino.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   «Severus era molto curioso di sapere dove andavo tutti i mesi» spiegò Lupin a Ron, Harry e Hermione. «Eravamo nello stesso anno, sapete, e non... ehm... non ci amavamo molto. Quello che gli piaceva meno di tutti era James. Era geloso, credo, del talento di James sul campo di Quidditch... comunque, Piton mi aveva visto attraversare il parco con Madama Chips una sera mentre mi accompagnava al Platano Picchiatore per trasformarmi. Sirius pensò che sarebbe stato... ehm... divertente dire a Piton che bastava premere il nodo sul tronco con un lungo bastone e avrebbe potuto seguirmi. Be', naturalmente Piton lo fece... se fosse riuscito ad arrivare fin qui, avrebbe incontrato un Lupo Mannaro completamente sviluppato... ma tuo padre, che aveva scoperto cosa aveva fatto Sirius, segui Piton e lo fece tornare indietro, mettendo a repentAglio la propria vita... Piton però riuscì a vedermi, alla fine del tunnel. Silente gli proibì di raccontare agli altri che cosa aveva visto, ma da allora seppe che cos'ero...»
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   «Si, ma è un bene concedergli un trattamento così speciale? Personalmente cerco di trattarlo come tutti gli altri studenti. E qualunque altro studente verrebbe sospeso, come minimo, per aver messo a repentAglio le vite dei suoi amici come ha fatto lui. Ci pensi, Ministro: contro tutte le regole della scuola, dopo tutte le precauzioni prese per proteggerlo, uscire di notte, farsi complice di un Lupo Mannaro e di un assassino... e ho anche ragione di credere che abbia fatto visita illegalmente a Hogsmeade...»
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

    Qualcosa strisciava verso di lui sul pavimento del corridoio buio, e mentre si avvicinava allo spirAglio illuminato dal fuoco, Frank capì con un brivido di orrore che si trattava di un serpente gigantesco, lungo almeno quattro metri. Terrorizzato, esterrefatto, Frank lo fissò mentre il suo corpo ondeggiante tracciava un ampio solco curvilineo sullo spesso strato di polvere che ricopriva il pavimento, avvicinandosi sempre di più… che fare? La sola via di scampo era entrare nella stanza dove due uomini sedevano tramando omicidi, ma se fosse rimasto dov’era il serpente lo avrebbe ucciso di sicuro…
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    Ma prima che potesse decidersi, il serpente gli fu di fronte, e poi, incredibilmente, miracolosamente, attirato dai sibili prodotti dalla voce fredda al di là della porta, lo superò: in pochi istanti la punta della sua coda sparì nello spirAglio.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    Harry aveva un anno la notte in cui Voldemort — il più potente Mago Oscuro del secolo, un mago che in undici anni aveva toccato le vette del potere — andò a casa sua e uccise suo padre e sua madre. Poi Voldemort puntò la bacchetta su Harry; scagliò l’anatema che aveva stroncato molti maghi e molte streghe adulti nel corso della sua inarrestabile scalata al potere… e, incredibilmente, non funzionò. Invece di uccidere il bambino, la maledizione rimbalzò contro Voldemort. Harry sopravvisse senza altro segno che la cicatrice a forma di saetta sulla fronte, e Voldemort fu ridotto a una cosa che a malapena poteva dirsi viva. Persi i poteri, la vita quasi estinta, Voldemort fuggì; la cappa di terrore sotto la quale la comunità segreta dei maghi e delle streghe era vissuta tanto a lungo si dissolse, i seguaci di Voldemort si dispersero, e Harry Potter diventò famoso.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Tuttavia, anche se non potevano stare insieme, Sirius era stato di grande aiuto: era grazie a lui se ora Harry poteva tenere tutte le sue cose di scuola in camera con sé. I Dursley non gliel’avevano mai permesso prima; il loro costante desiderio di rendere la vita di Harry un inferno, unito alla paura dei suoi poteri, li aveva indotti a chiudere a chiave il suo baule scolastico nel ripostiglio del sottoscala per tutte le estati precedenti. Ma da quando avevano scoperto che il padrino di Harry era un assassino pericoloso, il loro atteggiamento era cambiato. E Harry aveva accuratamente nascosto il dettAglio che Sirius era innocente.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Zio Vernon si era messo il suo vestito migliore. Ad alcuni questo sarebbe potuto sembrare un gesto di benvenuto, ma Harry sapeva che in realtà zio Vernon voleva apparire impressionante e minaccioso. Dudley, d’altro canto, pareva come rimpicciolito. Non per gli effetti della dieta, ma per il terrore: l’ultima volta che si era imbattuto in un mago adulto ne era uscito con una coda di maiale a cavatappi che gli spuntava dal fondo dei pantaloni, e zia Petunia e zio Vernon avevano dovuto farlo operare in una clinica privata di Londra. Non c’era affatto da stupirsi, quindi, se Dudley continuava a strofinarsi nervosamente la mano sul sedere e si spostava da una stanza all’altra camminando di lato, come per non offrire lo stesso bersAglio al nemico.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    Ma invece di essere rassicurati, i Dursley furono ancor più presi dal panico: zia Petunia singhiozzava isterica, strattonando la lingua di Dudley come se fosse decisa a strappargliela via; Dudley sembrava sul punto di soffocare grazie all’effetto combinato di sua madre e della sua lingua, e zio Vernon, che aveva perso completamente il controllo di sé, afferrò una statuetta di porcellana dalla credenza e la scagliò con tutte le sue forze contro il signor Weasley, che si chinò mandando il soprammobile in frantumi dentro il camino esploso.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    La signora Weasley stava mescolando il contenuto di un grosso tegame sul fornello, mentre il signor Weasley era seduto a tavola e controllava un fascio di grossi biglietti di pergamena. Alzò gli occhi mentre entravano i ragazzi, e allargò le braccia per farsi vedere: indossava una specie di mAglione da golfista e un paio di jeans vecchissimi, un po’ troppo larghi per lui, tenuti su da una spessa cintura di pelle.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    «È stato un problema organizzativo cruciale» sospirò il signor Weasley. «Il guaio è che alla Coppa del Mondo arrivano qualcosa come centomila maghi, e naturalmente non abbiamo un sito magico abbastanza grande da accoglierli tutti. Ci sono luoghi in cui i Babbani non possono entrare, ma prova a immaginare di stipare centomila maghi a Diagon Alley o sul binario nove e tre quarti. Così abbiamo dovuto trovare una bella landa deserta e mettere in atto tutte le precauzioni anti-Babbani possibili. L’intero Ministero ci ha lavorato per mesi. Prima di tutto, naturalmente, bisogna scAglionare gli arrivi. Quelli con i biglietti più a buon mercato devono arrivare con due settimane d’anticipo. Un numero limitato usa mezzi di trasporto babbani, ma gli altri non possono affollare i loro pullman e treni: ricorda che i maghi arrivano da tutto il mondo. Alcuni si Materializzano, naturalmente, ma dobbiamo trovare dei luoghi sicuri per la loro Materializzazione, a distanza di sicurezza dai Babbani. Credo che per questo ci sia un bosco comodo. Per quelli che non vogliono o non possono Materializzarsi, ci sono le Passaporte, oggetti che servono a trasportare i maghi da un posto all’altro in un orario prestabilito. Si possono organizzare gruppi numerosi, se occorre. Ci sono duecento Passaporte disposte in punti strategici in tutta la Gran Bretagna, e la più vicina a noi è in cima al Col dell’Ermellino, ed è lì che siamo diretti».
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Krum, gli abiti rossi luccicanti del sangue che gli colava dal naso, saliva dolcemente per aria, il pugno in alto, un bAgliore d’oro racchiuso nella mano.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Ben presto si trovarono imbottigliati nella folla in uscita dallo stadio verso il campeggio. Canti rauchi si levavano nell’aria notturna mentre ripercorrevano il cammino lungo il sentiero illuminato dalle lanterne, e i Lepricani continuavano a sfrecciare sopra le loro teste, ridacchiando e agitando i loro lumini. Quando finalmente raggiunsero le tende, nessuno aveva voglia di dormire, e visto il livello di chiasso attorno a loro, il signor Weasley decise che potevano prendere un’ultima tazza di cioccolata insieme prima di coricarsi. Ben presto si ritrovarono a discutere animatamente sulla partita; il signor Weasley si fece trascinare in una disputa con Charlie sulle sgomitate, e fu solo quando Ginny cadde addormentata sul tavolino e rovesciò cioccolata calda su tutto il pavimento che il signor Weasley dette un tAglio ai commenti e li mandò tutti a letto. Hermione e Ginny entrarono nella tenda accanto, e Harry e gli altri Weasley s’infilarono il pigiama e si arrampicarono nei loro letti a castello. Dall’altra parte del campeggio si udivano ancora canti e l’eco di qualche sporadica esplosione.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Nel letto sopra quello di Ron, Harry rimase sveglio a fissare il soffitto di tela, da cui trapelava ogni tanto il bAgliore di un’occasionale lanterna di Lepricani, e rivivendo nel pensiero alcune delle più spettacolari azioni di Krum. Moriva dalla voglia di tornare a cavallo della sua Firebolt e provare la Finta Wronsky… con tutti i suoi schemi contorti Oliver Baston non era mai riuscito a spiegare per bene come fare quell’azione… Harry si vide vestito di abiti con il suo nome ricamato sulla schiena, e immaginò la sensazione che si doveva provare ascoltando il ruggito di una folla di centomila persone, mentre la voce di Ludo Bagman echeggiava per tutto lo stadio: «Ecco a voi… Potter!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Poi Bill, togliendo il lenzuolo dal braccio per controllare il suo tAglio, disse: «Be’, non ci ha aiutato questa notte, chiunque l’abbia evocato. Ha messo in fuga i Mangiamorte nell’istante in cui l’hanno visto. Si sono Smaterializzati tutti prima che riuscissimo ad avvicinarci tanto da smascherarne uno. Siamo riusciti ad afferrare i Roberts prima che toccassero terra, però. Gli stanno modificando la memoria proprio adesso».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Mamma, mi hai portato per sbAglio il vestito nuovo di Ginny» disse Ron, tendendole la cosa marrone.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Pix tirò fuori la lingua, scagliò gli ultimi gavettoni e sfrecciò via su per la scalinata di marmo, ridendo come un pazzo.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    La pioggia tamburellava ancora pesantemente contro le alte, scure finestre. Un altro tuono scosse i vetri, e il soffitto tempestoso fu attraversato da un bAgliore che illuminò i piatti d’oro mentre gli avanzi della prima portata sparivano e venivano sostituiti all’istante da altre pietanze.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Una luce cruda aveva illuminato il volto dell’uomo, un volto diverso da tutti quelli che Harry avesse mai visto. Era come se fosse stato scolpito nel legno stagionato da qualcuno che avesse solo una vaga idea di come dovevano essere le facce umane, e non fosse molto abile con lo scalpello. Ogni centimetro di pelle sembrava coperto di cicatrici. La bocca pareva un tAglio diagonale, e mancava un grosso pezzo di naso. Ma furono gli occhi dell’uomo a spaventarlo.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Ma siete indietro — molto indietro — sulle maledizioni» disse Moody. «Quindi sono qui per spiegarvi nel dettAglio quello che i maghi possono farsi gli uni agli altri. Ho un anno per insegnarvi come affrontare le Forze…»
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Moody chiamò gli studenti uno alla volta e scagliò contro ciascuno la Maledizione Imperius. Harry rimase a guardare i suoi compagni mentre, uno dopo l’altro, venivano obbligati a fare le cose più straordinarie: Dean Thomas fece per tre volte il giro della stanza a balzi, cantando l’inno nazionale; Lavanda Brown imitò uno scoiattolo; Neville si esibì in una serie di esercizi ginnici piuttosto stupefacenti che certo non sarebbe stato in grado di eseguire in condizioni normali. Nessuno di loro parve in grado di opporsi, e ciascuno di loro si riprese solo quando Moody ebbe sciolto l’incantesimo.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    E poi Silente gridò dall’ultima fila, dove si trovava assieme agli altri insegnanti: «Aha! O mi sbAglio di grosso, oppure sta arrivando la delegazione di Beauxbatons!»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Il suo viso si distese in un sorriso cortese, e avanzò verso Silente, tendendo una mano tutta bAgliori. Silente, benché fosse ben alto, dovette chinarsi appena per baciarla.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Bagman si asciugò il faccione rotondo con il fazzoletto e guardò Crouch, che era lontano dal bAgliore del fuoco, quasi del tutto nascosto nell’ombra. Era vagamente inquietante, e nella semioscurità il suo viso sembrava molto più vecchio, quasi scheletrico. Quando parlò, comunque, fu con il suo consueto tono asciutto. «Dobbiamo seguire le regole, e le regole stabiliscono chiaramente che le persone i cui nomi escono dal Calice di Fuoco sono tenute a gareggiare nel Torneo».
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Ciao» disse lei, porgendogli una pila di toast avvolti in un tovAgliolo. «Ti ho portato questi… ti va una passeggiata?»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Tiger e Goyle scoppiarono docilmente a ridere, ma Malfoy non poté andare avanti perché Hagrid spuntò da dietro la capanna, portando una torre pericolante di cassette, ciascuna delle quali conteneva uno Schiopodo molto grosso. Con orrore della classe, Hagrid spiegò che la ragione per cui gli Schiopodi si ammazzavano a vicenda era un eccesso di energia repressa, e che la soluzione era che ciascuno di loro mettesse un guinzAglio a uno Schiopodo e lo portasse a fare una passeggiatina. La sola cosa buona del progetto fu che distrasse completamente Malfoy da Harry.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Portare questa roba a passeggio?» ripeté Malfoy disgustato, guardando dentro una delle cassette. «E dove esattamente dovremmo far passare il guinzAglio? Attorno al pungiglione, alla coda esplosiva o alla ventosa?»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Silente!» strillò Rita Skeeter, apparentemente deliziata: ma Harry notò che penna e pergamena erano spariti all’improvviso da sopra la scatola di Solvente Magico, e le dita artigliate di Rita facevano scattare in gran fretta il fermAglio della sua borsa di coccodrillo. «Come sta?» disse, alzandosi e tendendo una delle sue manone mascoline a Silente. «Spero che durante l’estate abbia letto il mio articolo sulla Conferenza della Confederazione Internazionale dei Maghi…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Il signor Olivander scagliò con la bacchetta di Cedric una scia di anelli di fumo d’argento attraverso la stanza, si disse soddisfatto e poi esclamò: «Signor Krum, prego».
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Hmmm» disse Olivander, «questa è una creazione di Gregorovich, o mi sbAglio? Un bravo fabbricante di bacchette, anche se il suo design non è mai proprio… comunque…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Era molto difficile spostarsi tra la folla con addosso il Mantello dell’Invisibilità, perché potevi pestare per sbAglio i piedi a qualcuno, cosa che tendeva ad attirare domande inopportune. Harry avanzò lentamente verso un tavolo libero nell’angolo mentre Hermione andava a prendere le bibite. Attraversando il pub, Harry notò Ron seduto con Fred, George e Lee Jordan. Resistendo all’impulso di dargli una bella manata sulla nuca, finalmente raggiunse il tavolo e si sedette.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Harry si sfilò il Mantello dell’Invisibilità e si lasciò cadere in una poltrona davanti al fuoco. La stanza era immersa nella semioscurità; le fiamme erano l’unica fonte di luce. Lì accanto, sul tavolo, le spille TIFA PER CEDRIC DIGGORY che i Canon avevano cercato di modificare scintillavano al bAgliore del fuoco: ora dicevano POTTER FA DAVVERO SCHIFO. Harry tornò a guardare le fiamme e sobbalzò.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Harry afferrò una delle spille POTTER FA DAVVERO SCHIFO dal tavolo e la scagliò con violenza attraverso la stanza. La spilla colpì Ron sulla fronte e rimbalzò a terra.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Pulì il tAglio con una spruzzata di un liquido violetto che fumava e bruciava, poi gli sfiorò la spalla con la bacchetta e la sentì guarire all’istante.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Harry uscì dalla tenda, raggiunse Ron e insieme camminarono lungo il limitare della Foresta, parlando fitto; Harry voleva sapere nel dettAglio che cos’avevano fatto gli altri campioni. Poi, mentre aggiravano il ciuffo di alberi dietro il quale Harry aveva visto i draghi ruggire per la prima volta, una strega gli si parò davanti all’improvviso.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Harry notò che i suoi occhi passavano in rassegna Dean (che aveva un brutto tAglio sulla guancia), Lavanda (che aveva i vestiti bruciacchiati), Seamus (che aveva parecchie dita scottate) e poi si posarono sulle finestre della capanna, dietro le quali si trovava gran parte della classe, i nasi schiacciati contro il vetro, aspettando il via libera.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Nel complesso, Harry dovette ammettere che anche con l’imbarazzante prospettiva di dover aprire il ballo, la vita era decisamente migliorata dopo la prima prova. Nei corridoi non era più il bersAglio di tante battute sarcastiche, e sospettava che la cosa avesse parecchio a che fare con Cedric: doveva aver detto ai Tassorosso di lasciare in pace Harry, in cambio della soffiata sui draghi. Circolavano anche meno spille TIFA PER CEDRIC DIGGORY. Draco Malfoy, naturalmente, citava ancora l’articolo di Rita Skeeter tutte le volte che se ne presentava l’occasione, ma suscitava sempre meno risate. E ad aumentare il senso di benessere di Harry, sulla Gazzetta del Profeta non erano apparse pagine su Hagrid.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «I calzini sono i vestiti preferitissimi di Dobby, signore!» disse, sfilandosi quelli vecchi e mettendosi quelli di zio Vernon. «Io ne ha sette adesso, signore… ma, signore…» disse, gli occhi sgranati, dopo aver tirato su al massimo i calzini che ora sfioravano l’orlo dei pantaloncini, «loro ha fatto uno sbAglio al negozio, Harry Potter, loro ti ha dato due calzini uguali!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Harry, Ron, Seamus, Dean e Neville indossarono gli abiti da cerimonia su nel dormitorio, tutti molto impacciati anche se mai quanto Ron, che si guardava atterrito nel lungo specchio nell’angolo. Non c’era niente da fare: quel coso assomigliava tremendamente a un vestito da donna. In un disperato tentativo di farlo sembrare più maschile, scagliò un Incantesimo Tagliuzzante sui pizzi al collo e ai polsi. Funzionò a meraviglia: i pizzi erano spariti, anche se non aveva fatto un lavoro molto preciso, e gli orli erano ancora spaventosamente sfilacciati mentre si apprestavano a scendere.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Lui, Ron e Hermione erano seduti in fondo alla classe di Incantesimi con un tavolo tutto per loro. Quel giorno dovevano esercitarsi nell’opposto dell’Incantesimo di Appello: l’Incantesimo di Esilio. A causa del rischio di brutti incidenti quando gli oggetti continuavano a volare per la stanza, il professor Vitious aveva dato a ciascuno una pila di cuscini con cui fare esercizio, perché non facessero del male a nessuno se non arrivavano a destinazione. Era giusto, in teoria, ma in pratica non funzionava granché. La mira di Neville era cosi scarsa che continuava a spedire per sbAglio attraverso la stanza cose molto più pesanti: come il professor Vitious, per esempio.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Relascio!» urlò Harry, ma non uscì alcun suono… una grossa bolla gli scivolò fuori dalla bocca, e la bacchetta, invece di spedire scintille all’indirizzo degli Avvincini, scagliò loro quello che pareva un getto di acqua bollente, perché sulla loro pelle verde, nei punti colpiti, comparvero macchie di un vivido rosso. Harry sfilò la caviglia dalla presa dell’Avvincino e nuotò più veloce che poteva, sparando di quando in quando altri getti di acqua bollente oltre la spalla, dietro di sé, a caso; ogni tanto un Avvincino tentava di nuovo di afferrargli il piede, e scalciava forte; alla fine, sentì il piede cozzare contro un cranio cornuto e guardando indietro vide l’Avvincino stordito allontanarsi nell’acqua, arrabbiato, mentre i suoi compagni alzavano i pugni contro Harry e ripiombavano tra le alghe.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

   Una delle cose più belle dei giorni successivi fu che tutti facevano a gara per sapere nel dettAglio ciò che era accaduto in fondo al lago, e per una volta Ron condivise con Harry le luci della ribalta. C’è da dire che la versione dei fatti data da Ron cambiava leggermente ogni volta che la ripeteva. All’inizio, raccontò quella che pareva la verità, o almeno collimava con il racconto di Hermione: nell’ufficio della professoressa McGranitt, Silente aveva fatto cadere tutti gli ostaggi in un sonno incantato, dopo aver assicurato loro che non avrebbero corso rischi e si sarebbero svegliati una volta fuori dall’acqua. Una settimana dopo, però, Ron narrava di un rapimento sensazionale in cui aveva lottato da solo contro cinquanta tritoni armati fino ai denti che dovettero dargli un sacco di botte per riuscire a legarlo.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Hermione, vuoi darci un tAglio con quell’elfa?» disse Ron.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Tese a Harry il tovAgliolo e il fiasco vuoto, e andò ad accarezzare Fierobecco per salutarlo. «Verrò con voi fino all’inizio del villaggio» disse, «così vedo se riesco a scroccare un altro giornale».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Ahi!» gridò Hermione, e gli occhi le si riempirono di lacrime mentre cercava di pulirsi le mani con un tovAgliolo, ma ormai le sue dita erano talmente coperte di piaghe doloranti che sembrava avesse indosso un paio di guanti bitorzoluti.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    L’incantesimo colpì la corazza dello Schiopodo, e rimbalzò indietro; Harry si chinò appena in tempo, ma sentì odore di capelli bruciati: gli aveva strinato la testa. Lo Schiopodo emise un lampo di fuoco dalla coda, e gli si scagliò addosso.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    La cosa sembrava quasi innocua; levò le braccine e le mise attorno al collo di Codaliscia, che lo sollevò. Nel farlo, il cappuccio gli ricadde indietro, e nel bAgliore del fuoco Harry vide l’espressione di disgusto sul volto pallido e debole di Codaliscia mentre portava la creatura fino alla bocca del calderone. Per un istante, Harry vide la malvagia faccia piatta illuminata dalle scintille che danzavano sulla superficie della pozione. E poi Codaliscia vi immerse la creatura. Quella scomparve sotto la superficie con un sibilo; Harry udì il suo corpo fragile cadere sul fondo con un tonfo lieve.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

   Codaliscia si avvicinò a Harry, che tentò affannosamente di rimettersi in piedi, di reggersi prima che le corde fossero slegate. Codaliscia alzò la nuova mano d’argento, sfilò il tampone di tessuto che imbavagliava Harry e poi, con un solo colpo, tagliò le funi che lo fissavano alla pietra tombale.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «Ora ci inchiniamo, Harry» disse Voldemort, curvandosi appena, senza distogliere il viso di serpente da Harry. «Andiamo, bisogna osservare le regole nel dettAglio… Silente sarebbe lieto che facessi sfoggio delle tue buone maniere… inchinati alla morte, Harry…»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    Prima che il viso serpentino di Voldemort spuntasse da dietro la lapide, Harry si rialzò… strinse forte la bacchetta, la tese davanti a sé, e si scagliò dall’altra parte della lapide, affrontando Voldemort.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «Sì» rispose Crouch, sbattendo di nuovo le palpebre. «Una strega dell’ufficio di mio padre. Bertha Jorkins. Venne da noi con dei documenti da far firmare a mio padre. Lui non era in casa. Winky la fece entrare e tornò in cucina, da me. Ma Bertha Jorkins la sentì parlare con me. Venne a vedere. Ascoltò abbastanza da indovinare chi si nascondeva sotto il Mantello dell’Invisibilità. Mio padre tornò. Lei lo affrontò. Lui le scagliò un potente Incantesimo della Memoria per farle dimenticare ciò che aveva scoperto. Troppo potente. Disse che le aveva danneggiato per sempre la memoria».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    Quando Harry disse che Codaliscia lo aveva ferito al braccio col pugnale, comunque, Sirius reagì con veemenza; e Silente si alzò così in fretta che Harry sobbalzò: fece il giro della scrivania e chiese a Harry di tendere il braccio. Harry mostrò a entrambi il punto in cui la veste era strappata e il tAglio sotto la stoffa.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Proprio così» rispose Hermione. «E Viktor mi ha tolto uno scarabeo dai capelli dopo che avevamo parlato vicino al lago. E se non mi sbAglio di grosso, Rita era appollaiata sul davanzale dell’aula di Divinazione il giorno che ti faceva male la cicatrice. È tutto l’anno che ronza in giro in cerca di storie».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Fu come se qualcuno avesse fatto esplodere una cassa di fuochi d’artificio nello scompartimento. Accecato dal bAgliore degli incantesimi che erano schizzati da tutte le parti, assordato da una serie di scoppi, Harry strizzò le palpebre, e guardò sul pavimento.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Non sapeva quanto fosse rimasto seduto sull’altalena prima che un rumore di voci interrompesse le sue riflessioni. Alzò lo sguardo. I lampioni delle strade attorno gettavano un bAgliore nebuloso abbastanza intenso da delineare un gruppo di persone che avanzavano nel parco. Uno cantava a gran voce una canzone volgare. Gli altri ridevano. Un dolce ticchettio si alzava dalle costose bici da corsa che spingevano.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    La sua testa pulsava nel bAgliore del neon. La sua rabbia si sgonfiò. Si sentiva svuotato, esausto. I Dursley lo fissavano, tutti e tre.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Mostrò a Harry il dito indice della mano destra, che esibiva un tAglio quasi rimarginato ma profondo.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Il bAgliore tiepido che gli si era acceso dentro alla vista dei suoi due migliori amici si spense e qualcosa di ghiacciato gli invase la bocca dello stomaco. All’improvviso — dopo aver desiderato di vederli per un mese intero — avrebbe preferito che Ron e Hermione lo lasciassero in pace.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «Grazie, Eric» tagliò corto il signor Weasley, e prendendo Harry per una spalla lo guidò lontano dalla scrivania, di nuovo nel fiume di maghi e streghe.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Harry buttò le ultime cacche in un sacchetto della spazzatura e lo scagliò oltre la testa di Ron, nel cestino nell’angolo, che lo inghiottì e fece un gran rutto. Poi aprì la sua lettera. Conteneva due fogli di pergamena: uno era il solito avviso che la scuola cominciava il primo settembre; l’altro elencava i libri per il nuovo anno.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Me la riprendo, grazie» tagliò corto Luna, gelida. Si chinò in avanti e strappò la rivista dalle mani di Harry. Sfogliò fino a pagina cinquantasette, la ribaltò con aria decisa e scomparve dietro di essa, proprio quando la porta dello scompartimento si aprì per la terza volta.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Una lanterna avanzò dondolando verso Harry, rivelandogli il mento prominente e il severo tAglio di capelli della professoressa Caporal, la strega che l’anno prima aveva sostituito per qualche tempo Hagrid come insegnante di Cura delle Creature Magiche.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «Oh, lascia perdere» tagliò corto Hermione irritata, e i due passarono il resto della cena immersi in un silenzio scocciato.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Oh, smettetela, voi due» sbottò Harry con veemenza, mentre Ron apriva la bocca per rispondere a tono. Sia lui che Hermione rimasero lì immobili, arrabbiati e offesi. «Non potete darci un tAglio?» continuò Harry. «Non fate altro che beccarvi, è una cosa che mi fa impazzire». E, abbandonando il suo arrosto, si gettò di nuovo la borsa in spalla e li piantò lì seduti.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    Harry scagliò il pugno in aria. Di nuovo, la professoressa Umbridge gli voltò rapida le spalle, ma ormai parecchi ragazzi avevano la mano alzata.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    Emise un gemito di dolore. Le parole erano comparse sulla pergamena in quello che sembrava scintillante inchiostro rosso. Nello stesso tempo, erano apparse anche sul dorso della mano destra di Harry, incise sulla sua pelle come tracciate da un bisturi: mentre lui era ancora intento a fissare il tAglio luccicante, la pelle si richiuse, lasciando il punto dove si era aperta appena più rosso di prima, ma liscio.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «È solo un tAglio… non è niente… è…»
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Non devo dire bugie, scrisse Harry. Il tAglio sul dorso della mano destra si aprì e riprese a sanguinare.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Non devo dire bugie. Il tAglio si fece più profondo; pungeva e bruciava.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Harry si allontanò dagli altri in retromarcia e raggiunse l’altra estremità del campo. Ron si ritrasse verso la porta di fronte. Angelina prese la Pluffa con una mano e la scagliò forte a Fred, che la passò a George, che la passò a Harry, che la passò a Ron, che la lasciò cadere.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Ce la portiamo noi» si offrì Fred. «Deve… ehm… aver mangiato per sbAglio una Vescicola Sanguinolenta…»
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Ma credo, mi corregga se sbAglio, che lei sia la prima nella sua famiglia a possedere la Seconda Vista dai tempi di Cassandra».
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Il tAglio sul dorso della mano di Harry si era rimarginato a stento e il mattino dopo già sanguinava di nuovo. Harry non si lamentò durante la punizione serale: era deciso a non dare soddisfazione alla Umbridge. Scrisse e riscrisse Non devo dire bugie senza che un suono uscisse dalle sue labbra, anche se il tAglio si faceva più profondo a ogni lettera.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «È una cosa urgente» tagliò corto Harry.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «E tutti gli anni, da quando è arrivato qui a scuola, ha fatto regolarmente domanda per quel posto, se non sbAglio».
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Oh, sì» rispose la Umbridge. «Sì, il Ministero vuole un quadro completo del… ehm… bagAglio di esperienze degli insegnanti».
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Te l’ho appena spiegato, lo sa già» tagliò corto Harry alzandosi. «Non ha senso raccontarglielo di nuovo». Prese il mantello dall’attaccapanni e se lo mise sulle spalle.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Ah, allora va bene» tagliò corto lei, e non sollevò altre obiezioni.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Già… preferisco il tuo stile» rispose Harry con un sorriso, facendosi scivolare il galeone in tasca. «Immagino che l’unico rischio sia che questo puoi spenderlo per sbAglio».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «È stato un incidente» bisbigliò, infelice. «Non l’ho fatto apposta… sono scivolato dalla scopa quando voi non guardavate e mentre cercavo di risalire ho dato un calcio alla Pluffa per sbAglio».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Le palle furono liberate e i quattordici giocatori decollarono. Con la coda dell’occhio, Harry vide Ron volare verso la porta. Harry volò più in alto, evitando un Bolide, e fece un gran giro di campo, cercando con lo sguardo un bAgliore d’oro; dall’altra parte dello stadio, Draco Malfoy faceva esattamente lo stesso.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Il paletto venne sollevato, la porta si aprì cigolando e la testa di Hagrid apparve nello spirAglio.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Non è niente, niente!» tagliò corto Hagrid, chiudendo la porta alle loro spalle e affrettandosi a tirare tutte le tende; ma Hermione continuò a fissarlo scioccata.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Fa niente» tagliò corto. «Non me la ricordo tanto. Non era una gran madre».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Ero Sottosegretario Anziano del Ministro, sì» disse la Umbridge, che camminava per la capanna registrando ogni dettAglio, dallo zaino appoggiato alla parete al mantello da viaggio abbandonato. «Ora sono docente di Difesa contro le Arti Oscure…»
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Non fa niente» tagliò corto lui, «non ti preoccupare».
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Harry arrivò presto nella Stanza delle Necessità per l’ultima riunione dell’ES prima delle vacanze, e meno male, perché quando le torce si accesero vide che Dobby si era dato la pena di abbellire il locale con decorazioni natalizie. Era sicuro che fosse stato l’elfo: nessun altro avrebbe potuto appendere al soffitto cento medAglioni dorati, tutti con il ritratto di Harry e con la scritta: «BUON NATALE HARRY POTTER SIGNORE!»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Dopo dieci minuti di Incantesimo di Ostacolo, coprirono il pavimento di cuscini e ricominciarono con gli Schiantesimi. Lo spazio era davvero troppo poco perché tutti lavorassero nello stesso momento; metà del gruppo stava a guardare gli altri per un po’, poi si scambiavano. Harry si sentì pieno d’orgoglio mentre li osservava. A dire il vero, Neville Schiantò Padma Patil al posto di Dean, ma sbagliò davvero di poco, e tutti gli altri erano migliorati tantissimo.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Entrò nella dispensa e Sirius lo seguì. Senza preamboli, Harry gli raccontò ogni dettAglio della sua visione, compreso il fatto che il serpente che aveva attaccato il signor Weasley era proprio lui.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Corsia quarantanove, ma temo che stia perdendo il suo tempo» tagliò corto la strega. «È in stato confusionale, sa… crede ancora di essere una teiera. Il prossimo!»
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «No, non me la sto battendo» tagliò corto Harry, trascinando il baule di qualche altro passo.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Sai» urlò ancora più forte Phineas Nigellus, «questo è precisamente il motivo per cui insegnare mi faceva schifo! Voi giovani avete questa convinzione infernale di avere assolutamente ragione su tutto! Non ti è venuto in mente, mio povero damerino tronfio, che potrebbe esserci una ragione eccellente per cui il Preside di Hogwarts non ti rivela ogni dettAglio dei suoi piani? Ti sei mai soffermato un istante, uomo navigato, a pensare che eseguire gli ordini di Silente non ti ha mai provocato dei danni? No. No, come tutti i ragazzini, sei sicuro di essere il solo a sentire e a pensare, a riconoscere il pericolo, a essere abbastanza sveglio da capire i piani dell’Oscuro Signore…»
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Sirius e Lupin avevano donato a Harry una bellissima serie di libri dal titolo Magia Difensiva Pratica: Come Usarla contro le Arti Oscure, che contenevano splendide illustrazioni animate a colori di tutte le controfatture e dei sortilegi descritti. Harry sfogliò avido il primo volume e vide subito che gli sarebbe stato utilissimo nei suoi programmi per l’ES. Hagrid gli aveva mandato un portamonete marrone, peloso e dotato di zanne, che Harry presumeva dovessero fungere da dispositivo antifurto, ma che purtroppo impedivano di metterci dentro i soldi a meno di farsi amputare le dita. Il regalo di Tonks era un modellino perfettamente funzionante di Firebolt, che Harry guardò volare per la stanza, desiderando di riavere la sua; Ron gli aveva regalato una scatola enorme di Gelatine Tuttigusti+1; i signori Weasley il solito mAglione fatto a mano e dei pasticci di carne, e Dobby un quadro davvero agghiacciante che Harry sospettava avesse dipinto lui stesso. L’aveva appena girato a testa in giù per vedere se migliorava quando, con un sonoro crac, Fred e George si Materializzarono ai piedi del suo letto.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «La mamma piange di nuovo» spiegò Fred in tono grave. «Percy ha rimandato indietro il mAglione di Natale».
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Molto somigliante» commentò Fred con un sorriso. Harry gli scagliò addosso il suo nuovo diario, che colpì la parete di fronte e cadde a terra canticchiando: «Se hai messo i puntini sulle i e i trattini alle ti, puoi uscire di qui!»
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Sì, sì, lo sappiamo, grazie» tagliò corto Tonks. «Su, salite…»
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «Tu prendi ripetizioni?» gli chiese Zacharias Smith in tono sdegnoso, dopo averlo incastrato nella Sala d’Ingresso alla fine del pranzo. «Santo cielo, devi essere un disastro. Piton di solito non dà ripetizioni, se non sbAglio».
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «Lo sappiamo e basta» tagliò corto Piton. «L’importante è che l’Oscuro Signore ora è a conoscenza del fatto che tu hai accesso ai suoi pensieri e sensazioni. Ha dedotto che il processo probabilmente funziona anche al contrario; vale a dire che potrebbe avere accesso ai tuoi pensieri e sensazioni…»
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Hagrid era accanto al portone nella Sala d’Ingresso, e aspettava il passaggio di una folla di Corvonero. Aveva il volto ancora tumefatto come il giorno in cui era tornato dalla missione e un nuovo tAglio gli attraversava il naso.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Harry la fissò esterrefatto, mentre lei si tamponava il viso umido con un tovAgliolino ricamato.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Vai via!» esclamò Cho, piangendo nel tovAgliolo. «Non capisco perché mi hai chiesto di uscire se prendi appuntamenti con altre ragazze… quante altre ne vedi, dopo Hermione?»
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Dunque continui a sostenere che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è di nuovo tra noi?» chiese Rita, abbassando il bicchiere e lanciando a Harry uno sguardo perforante, mentre il suo dito si allungava goloso verso il fermAglio della borsetta di coccodrillo. «Sostieni tutte le idiozie che dice Silente sul fatto che Tu-Sai-Chi è tornato e tu sei l’unico testimone?»
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Precisamente» rispose Hermione. «La vera storia. Tutti i fatti, tali e quali Harry li riferisce. Le racconterà tutti i particolari, le dirà i nomi dei Mangiamorte che ha visto lì, le descriverà l’aspetto di Voldemort adesso… oh, si controlli» aggiunse in tono sprezzante, lanciando un tovAgliolino attraverso il tavolo. Rita, infatti, al nome di Voldemort aveva fatto un tale balzo che si era versata addosso metà del suo Whisky Incendiario.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Per Harry non fu semplice parlare della notte in cui Voldemort era tornato. Rita lo incalzò perché raccontasse ogni dettAglio e lui le disse tutto quello che ricordava, conscio che era un’opportunità enorme per far sapere al mondo la verità. Si chiedeva come avrebbe reagito la gente. Immaginava che per molti sarebbe stata la conferma che lui era del tutto fuori di senno, anche perché la sua intervista sarebbe apparsa di seguito a pure idiozie sugli Snorticoli Cornuti. Ma la fuga di Bellatrix Lestrange e dei suoi amici Mangiamorte gli aveva messo addosso il desiderio ardente di fare qualcosa, che funzionasse o no…
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Non devo dirlo a nessuno» tagliò corto Harry. «Non l’avrei visto affatto, se fossi bravo in Occlumanzia. Dovrei aver imparato a chiudere fuori questa roba. È questo che loro vogliono».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Harry e Ron aspettarono fino all’intervallo, il giorno dopo, per raccontare tutto a Hermione; volevano essere assolutamente certi di non essere ascoltati. Nel loro solito angolo fresco e ventoso del cortile, Harry le raccontò ogni dettAglio che riuscì a ricordare del sogno. Quando finì, lei non disse nulla per qualche istante, ma fissò con una sorta di dolorosa intensità Fred e George: entrambi senza testa, vendevano cappelli magici da sotto i mantelli all’altro capo del cortile.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    La professoressa Sprite uscì in fretta dalla folla e afferrò l’altro braccio della Cooman. Insieme la guidarono su per le scale, passando davanti alla Umbridge. Il professor Vitious puntò la bacchetta davanti a sé, esclamò «Baule Locomotor!» e il bagAglio della Cooman si alzò a mezz’aria e la seguì per le scale, con Vitious a chiudere il corteo.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Lupin aveva preso un libro e leggeva. Sirius guardava gli studenti che ciondolavano sul prato. James continuava a giocare col Boccino: lasciava che si allontanasse sempre di più e lo riacchiappava all’ultimo secondo. Codaliscia lo fissava a bocca aperta, trattenendo il fiato e applaudendo a ogni presa particolarmente difficile. Dopo cinque minuti di quella scena, Harry cominciò a chiedersi perché James non gli diceva di darci un tAglio, ma James sembrava godersi tutta quell’attenzione. Notò anche che suo padre aveva l’abitudine di passarsi una mano fra i capelli come per evitare che stessero troppo in ordine, e che continuava a lanciare occhiate alle ragazze in riva al lago.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Troppo tardi. Piton aveva già puntato la bacchetta contro James: ne scaturì un lampo di luce, e su una guancia di James comparve un tAglio che gli schizzò la veste di sangue. James ruotò su se stesso, partì un secondo lampo di luce e un attimo dopo Piton penzolava per aria all’ingiù, la veste che gli ricadeva sopra la testa mostrando le pallide gambe ossute e un paio di mutande grigiastre.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Piton lo scagliò lontano con tanta violenza che Harry ruzzolò sui lastroni di pietra. «Non ripeterai mai a nessuno quello che hai visto!» ululò.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «No» tagliò corto Harry. «Lascia perdere, va bene?»
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Ron sembrava deciso a non esprimere la sua opinione e a non dare consigli; non voleva guardare Harry, ma quando Hermione aprì la bocca per una nuova predica, le sibilò: «Adesso dacci un tAglio, eh? Può decidere da solo».
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Gli studenti del quinto anno pranzarono insieme agli altri (erano ricomparsi i quattro grandi tavoli) e poi si riunirono nella piccola stanza accanto alla Sala Grande, dove rimasero in attesa di essere chiamati per l’esame di pratica. Mentre i primi gruppetti venivano convocati in ordine alfabetico, gli altri borbottavano incantesimi e si esercitavano con la bacchetta, a volte infilandosela per sbAglio fra le costole o in un occhio.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Tanto in quello eravamo destinati alla bocciatura» commentò cupo Ron mentre scendevano la scalinata di marmo. Aveva appena tirato su di morale Harry dicendogli che lui si era dilungato a parlare dell’orrido tipo con una verruca sul naso che vedeva nella sfera di cristallo, e quando aveva alzato lo sguardo si era reso conto di aver descritto fino all’ultimo dettAglio il riflesso del suo esaminatore.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    L’uomo sul pavimento lanciò un urlo e tentò di alzarsi, ma poi ricadde, contorcendosi. Harry rideva. Levò la bacchetta, scagliò di nuovo la maledizione, e la figura gemette e restò immobile.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «E… mi… one… no!» biascicò Ron attraverso il bavAglio.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Certo che no» rispose Hermione severa. «Hagrid avrebbe potuto azionarla per sbAglio».
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    «È proprio quello che… oh, insomma, muoviamoci!» tagliò corto Hermione, girando attorno alla piattaforma. Dall’altro lato, anche Ginny e Neville erano immobili, gli occhi puntati sul velo. Senza una parola, Hermione prese Ginny per un braccio, Ron acciuffò Neville, e insieme li trascinarono verso la panca più bassa, poi si arrampicarono su fino alla porta.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    Avanzarono cauti, guardandosi alle spalle, superando una dopo l’altra file di scaffali le cui estremità lontane svanivano nell’oscurità quasi totale. Piccole etichette ingiallite erano fissate sotto ogni sfera di vetro. Alcune sfere emanavano uno strano bAgliore liquido; altre erano opache e scure come lampadine fulminate.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    La donna si fece avanti e spinse indietro il cappuccio. Azkaban aveva scavato il viso di Bellatrix Lestrange: lo aveva smagrito come un teschio, ma era vivo di un bAgliore febbrile, fanatico.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Lei scagliò una maledizione al di sopra della spalla. La vasca si sollevò e s’inclinò. Harry fu inondato dal liquido puzzolente: i cervelli gli caddero addosso, srotolando i lunghi tentacoli colorati, ma gli bastò urlare «Wingardium Leviosa!» per farli volare via. Scivolando e sbandando, corse verso la porta; superò con un balzo Luna che gemeva sul pavimento, Ginny che gridò: «Harry… cosa…?», Ron che ridacchiava piano e Hermione, ancora svenuta. Spalancò la porta che dava nel nero atrio circolare e vide Bellatrix sparire in quella di fronte; davanti a lei c’era il corridoio che portava agli ascensori.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    Ne uscì prima ancora che si fosse completamente riaperto e si guardò attorno. Bellatrix aveva quasi raggiunto la cabina telefonica all’altro capo dell’ingresso, ma mentre lui si lanciava all’inseguimento, lei si voltò e gli scagliò un’altra maledizione. Harry si tuffò dietro la fontana dei Magici Fratelli, e l’incantesimo colpì sibilando i cancelli d’oro battuto, facendoli rintoccare come campane. Il suono di passi cessò. Bellatrix si era fermata. Harry si rannicchiò dietro le statue, in ascolto.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    Lottando contro il dolore terribile che quasi gli spaccava il cranio, Harry rise di nuovo, perché sapeva che questo l’avrebbe fatta infuriare ancora di più. Rimase al riparo del goblin con l’orecchio mozzato, agitò la mano vuota e la ritrasse in fretta quando lei gli scagliò contro un altro getto di luce verde.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «Perciò fanno cinquanta punti l’uno per Potter, i due Weasley, Paciock e la signorina Granger» contò la professoressa McGranitt; mentre parlava, una pioggia di rubini cadde sul fondo della clessidra di Grifondoro. «E cinquanta anche per la signorina Lovegood, direi» aggiunse, e un certo numero di zaffiri cadde nella clessidra di Corvonero. «Ora, se non sbAglio lei voleva toglierne dieci al signor Potter, vero, professor Piton…? Perciò…»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    C’era Malocchio Moody, la bombetta inclinata a nascondere l’occhio magico che gli dava un’aria decisamente sinistra (la stessa, in effetti, che avrebbe avuto senza bombetta), le mani nodose strette sul pomo di un lungo bastone, il corpo avvolto in un ampio mantello da viaggio. Tonks era subito dietro di lui, i capelli rosa acceso scintillanti nel sole che entrava dai lucemari sporchi della stazione, un paio di jeans costellati di toppe e una sgargiante maglietta viola con la scritta Le Sorelle Stravagarie. Accanto a lei c’era Lupin, pallido, i capelli ingrigiti, un lungo pastrano logoro sopra un mAglione e un paio di pantaloni trasandati. E davanti a tutti c’erano il signore e la signora Weasley, agghindati nel loro migliore stile Babbano, e Fred e George, entrambi con giubbotti nuovi fiammanti di uno squamoso materiale verde livido.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Bussò alla porta prima che Bella, imprecando sottovoce, la raggiungesse. Insieme rimasero in attesa, ansanti, inalando l’odore del fiume sporco portato dalla brezza notturna. Pochi secondi dopo, avvertirono un movimento dietro la porta, che si aprì di uno spirAglio. Lo spicchio di un uomo le guardò, un uomo con lunghi capelli corvini spartiti in due bande attorno al volto olivastro dagli occhi neri.
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    Narcissa scagliò via il bicchiere, che scivolò sul tavolo mentre lei dal divano si buttava ai piedi di Piton, gli prendeva la mano tra le sue e vi posava le labbra.
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    Il volto stupefatto di Bellatrix si accese di rosso nel bAgliore di una terza lingua di fiamma, che esplose dalla bacchetta, si aggiunse alle altre e si strinse attorno alle mani intrecciate, come una fune, come un feroce serpente.
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

   Harry Potter russava forte. Era rimasto per quasi quattro ore seduto su una sedia vicino alla finestra di camera sua, a fissare la strada sempre più avvolta nel buio, e infine si era addormentato con una guancia schiacciata contro il vetro freddo, gli occhiali storti e la bocca spalancata. L’alone nebuloso lasciato dal suo respiro sulla finestra scintillava al bAgliore aranciato del lampione, e la luce artificiale privava il suo volto di ogni colore, dandogli un’aria spettrale sotto il ciuffo ribelle di capelli neri.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «Per ovvie ragioni, il Ministero non entrerà nel dettAglio del nuovo rigoroso piano di sicurezza» ha dichiarato il Ministro, anche se fonti a lui vicine hanno confermato che le misure comprendono magie e incantesimi difensivi, una complicata gamma di contromaledizioni e una piccola pattuglia di Auror assegnata esclusivamente alla protezione della Scuola di Hogwarts.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    Gli ci vollero poco più di dieci minuti per recuperare tutto ciò di cui aveva bisogno; infine riuscì a estrarre il Mantello dell’Invisibilità da sotto il letto, a riavvitare il tappo sulla boccetta di Inchiostro Cambiacolore e a costringere il coperchio del baule a chiudersi sopra il suo calderone. Poi, trascinando il bagAglio con una mano e reggendo la gabbia di Edvige nell’altra, tornò di sotto.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «Neanche per sogno!» tagliò corto il signor Weasley. «I ragazzi non lo farebbero mai, non ora che la gente è alla disperata ricerca di sicurezza!»
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    La stanza di Fred e George era al secondo piano. La signora Weasley puntò la bacchetta verso una lampada sul comodino, che si accese subito, inondando la stanza di un piacevole bAgliore dorato. Anche se un grosso vaso di fiori era stato posato su una scrivania di fronte alla piccola finestra, il loro profumo non riusciva a coprire un odore stagnante che a Harry sembrò polvere da sparo. Un’ampia zona del pavimento era occupata da un gran numero di anonimi scatoloni di cartone sigillati, tra i quali si trovava il baule di Harry. A quanto pareva la stanza veniva usata come deposito temporaneo.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    Sulla soglia c’era una ragazza, di una bellezza così mozzafiato che la stanza sembrò improvvisamente sottovuoto. Era alta e flessuosa, con lunghi capelli biondi, e pareva emanare un vago bAgliore argenteo. Per completare quella visione perfetta, portava un vassoio carico di una ricca colazione.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    «Oh, be’, adesso non è importante!» tagliò corto Hermione. «Harry, oh, Harry…»
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    Harry non commentò; non gli piaceva molto l’idea di fare compere circondato da un battAglione di Auror. Aveva ficcato il Mantello dell’Invisibilità nello zaino e pensava che, se Silente lo riteneva una protezione adeguata, il Ministero doveva fare altrettanto, anche se a pensarci bene non era sicuro che il Ministero sapesse del Mantello.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Qualunque cosa vi abbia detto Ron è una menzogna» tagliò corto Ginny tranquilla, sporgendosi in avanti per prendere dallo scaffale un vasetto rosa. «Questo cos’è?»
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Bene, è un piacere straordinario» continuò Lumacorno in tono intimo. «Un’opportunità per conoscervi un po’ meglio. Ecco, prendete un tovAgliolo. Mi sono portato il pranzo da casa, il carrello, se ricordo bene, ci va pesante con le Bacchette di Liquirizia, e il sistema digestivo di un povero vecchio non regge… un po’ di fagiano, Belby?»
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Bene. Allora me lo riprendo» tagliò corto Harry, e lo prese bruscamente dal tavolo, ma gli scivolò di mano e atterrò sul pavimento.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «Lo vedi questo?»strillò, agitando verso di lui un pesante medAglione d’oro, mentre Merope sputacchiava e ansimava, col respiro mozzo.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «Tom» disse ancora la voce della ragazza, ora così vicina che doveva essere appena fuori dalla casa, «forse mi sbAglio… ma qualcuno ha inchiodato un serpente a quella porta?»
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «Oh, piantala, Harry» tagliò corto lui.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Sì, ne siamo entrati in possesso in circostanze curiose. Ci fu portata da una giovane strega appena prima di Natale, oh, ormai sono passati tanti anni. Disse che aveva un disperato bisogno di denaro, be’, era evidente. Era coperta di stracci e parecchio avanti con… aspettava un bambino, insomma. Disse che il medAglione era appartenuto a Serpeverde. Be’, sentiamo di continuo storie del genere — ‘Oh, questa era di Merlino, sul serio, la sua teiera prefenta’ — ma, quando lo guardai, vidi che portava veramente il suo blasone, e bastarono pochi semplici incantesimi a rivelarmi la verità. Naturalmente questo lo rendeva senza prezzo. Lei non sembrava avere la minima idea di quanto valesse. Fu felice di prendere dieci galeoni. L’affare migliore che abbiamo mai fatto!»
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Riddle balzò in piedi. Harry non poté biasimarlo quando gemette per la sorpresa e la rabbia; tutto ciò che possedeva doveva trovarsi là dentro; ma non appena Riddle si scagliò verso Silente le fiamme svanirono, lasciando l’armadio intatto.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Non ho bisogno di lei» tagliò corto Riddle. «Sono abituato a fare le cose da solo, vado sempre in giro per Londra per conto mio. Come si arriva in questa Diagon Alley… signore?» chiese, incrociando lo sguardo di Silente.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

   La mattina dopo Harry aveva Erbologia alla prima ora. In Sala Grande non aveva raccontato a Ron e Hermione della serata con Silente per paura di essere udito dagli altri, e così li ragguagliò mentre attraversavano l’orto diretti alle serre. Il vento brutale era finalmente cessato; la strana nebbia era tornata e i ragazzi impiegarono un po’ più tempo del solito a trovare la serra giusta.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    È sua sorella,si disse Harry con fermezza. Sua sorella. È proibita. Non voleva mettere a repentAglio la sua amicizia con Ron per nulla al mondo. Prese a pugni il cuscino per dargli una forma più confortevole e aspettò che il sonno arrivasse, sforzandosi di impedire ai pensieri di deviare in zona Ginny.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Harry scosse il capo. Ron lo guardò a bocca aperta per un istante, poi si scagliò contro Hermione, facendole il verso.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    E si scagliò verso Riddle, bacchetta e pugnale in aria.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Già, l’ha lasciata, e le sta bene, sposare quella feccia!»ringhiò Orfin, sputando di nuovo per terra. «Ci ha derubati, sai, prima di scappare! Dov’è il medAglione, eh, dov’è il medAglione di Serpeverde?»
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «È molto, molto divertente» tagliò corto Harry, «ma lo scherzo è finito, d’accordo? Smettila».
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Professore, mi dispiace disturbarla» bisbigliò Harry, mentre Ron si issava in punta di piedi nel tentativo di vedere la stanza oltre Lumacorno, «ma il mio amico Ron ha ingerito per sbAglio un filtro d’amore. Non potrebbe dargli un antidoto? Lo porterei da Madama Chips, ma noi studenti non dovremmo possedere niente che provenga da Tiri Vispi Weasley e, sa… strane domande…»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Be’, intanto avrebbero dovuto tutte e due essere letali e non lo sono state per pura fortuna. E poi né il veleno né la collana sembrano aver raggiunto la persona che doveva essere uccisa. Naturalmente» aggiunse meditabonda, «questo rende il colpevole ancora più pericoloso, in un certo senso, perché sembra che non gli importi quanta gente fa fuori prima di colpire il bersAglio».
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Be’» balbettò Harry, senza sapere che cosa aggiungere. Il suo unico tentativo di impadronirsene gli sembrò tutt’a un tratto scandalosamente debole. «Be’… il giorno che Ron ha inghiottito per sbAglio il filtro d’amore, l’ho portato dal professor Lumacorno. Pensavo che se fossi riuscito a metterlo abbastanza di buonumore…»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Fece scivolare indietro il fine fermAglio di filigrana e aprì la scatola. Lì, sul liscio velluto cremisi, era adagiato un pesante medAglione d’oro.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Questa volta Voldemort tese la mano senza aspettare un invito, e alzò il medAglione verso la luce, fissandolo.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Esatto!» si rallegrò Hepzibah, chiaramente incantata alla vista di Voldemort che scrutava come paralizzato il suo medAglione. «L’ho pagato un occhio della testa, ma non potevo lasciarmelo sfuggire, un tesoro come quello, dovevo averlo nella mìa collezione. A quanto pare Burke l’ha comprato da una donna cenciosa che forse l’aveva rubato, ma non aveva idea del suo vero valore…»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Credevo… ma sarà stato uno scherzo della luce, immagino…» continuò Hepzibah, innervosita, e Harry pensò che anche lei avesse notato il momentaneo bAgliore rosso negli occhi di Voldemort. «Ecco, Hokey, portali via e mettili di nuovo sotto chiave… coi soliti incantesimi…»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Esatto. Era vecchia, ammise di aver avvelenato la bevanda e nessuno al Ministero si prese la briga di indagare più a fondo. Come nel caso di Orfin, quando la rintracciai e riuscii a estrarle questo ricordo, la sua vita era quasi finita… ma la sua memoria, naturalmente, prova solo che Voldemort sapeva dell’esistenza della coppa e del medAglione.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Quando Hokey fu condannata, la famiglia di Hepzibah si era già resa conto che mancavano due dei suoi più preziosi tesori. C’era voluto un po’ di tempo per accertarlo, perché lei aveva un sacco di nascondigli, avendo sempre custodito gelosamente la sua collezione. Ma prima che fossero assolutamente certi che la coppa e il medAglione erano entrambi svaniti, il commesso di Magie Sinister, il giovane che così spesso aveva fatto visita a Hepzibah e l’aveva affascinata tanto, aveva dato le dimissioni ed era sparito nel nulla. I suoi superiori non avevano idea di dove fosse andato; erano sorpresi quanto chiunque altro. E per lungo tempo non si vide né si sentì più parlare di Tom Riddle.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Ora, se non ti spiace, Harry, voglio fare un’altra pausa per richiamare la tua attenzione su alcuni punti della nostra storia. Voldemort aveva commesso un altro omicidio, non so se fosse il primo dopo l’assassinio dei Riddle, ma credo di sì. Questa volta, come avrai visto, non uccise per vendetta ma per profitto. Voleva i due favolosi trofei che quella povera vecchia infatuata gli aveva mostrato. Come aveva derubato gli altri bambini all’orfanotrofio, come aveva rubato l’anello di suo zio Orfin, così fuggì con la coppa e il medAglione di Hepzibah».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Una follia per te, forse, ma non per Voldemort»rispose Silente. «Spero che a tempo debito capirai esattamente che cosa significavano per lui quegli oggetti, ammetterai però che non è difficile immaginare che abbia considerato almeno il medAglione come suo di diritto».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Il medAglione, forse» consentì Harry, «ma perché prendere anche la coppa?»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Ci sarà pure un modo» tagliò corto Harry. «Sei stato bravissimo, Dobby».
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Sciocchezze» tagliò corto Lumacorno, «con capacità come le tue, è lampante che discendi da una rispettabile stirpe magica. No, andrai lontano, Tom, non mi sono mai sbagliato su uno studente».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Il medAglione!» esclamò Harry. «La coppa di Tassorosso!»
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «E così» riepilogò Harry, «il diario è distrutto, l’anello è distrutto. La coppa, il medAglione e il serpente sono ancora intatti e secondo lei ci potrebbe essere un Horcrux che un tempo appartenne a Corvonero o a Grifondoro?»
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «D’accordo» tagliò corto Harry; aveva sentito fin troppo spesso la Cooman parlare del suo Occhio Interiore. «E le ha detto chi era?»
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    «Sì» rispose Silente. «Con il sangue, se non mi sbAglio».
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    «Sei molto gentile, Harry» rispose Silente, passandosi sul braccio la punta della bacchetta. Il profondo tAglio si rimarginò all’istante, come le ferite di Malfoy guarite da Piton. «Ma il tuo sangue vale più del mio. Ah, pare che abbia funzionato, eh?»
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    Si avviò sul bordo del lago e Harry lo seguì. I loro passi risuonavano sullo stretto orlo di roccia. Camminarono e camminarono, ma lo scenario non mutò: da un lato, la ruvida parete della caverna; dall’altro, la sconfinata distesa di nero liscio e vitreo, al centro della quale riluceva quel misterioso bAgliore verdastro. Harry trovava il luogo e il silenzio opprimenti, snervanti.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    Silente si avvicinò al bacile e Harry lo seguì. Fianco a fianco, guardarono dentro. Il bacile era pieno di un liquido smeraldino da cui emanava il bAgliore fosforescente.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    Balzò in piedi e afferrò il calice che aveva lasciato cadere nel bacile; quasi non notò il medAglione d’oro sul fondo.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    Silente raccolse il medAglione dal fondo del bacile di pietra e lo ripose dentro la veste, poi fece segno a Harry di mettersi al suo fianco. Impazziti dal terrore per le fiamme, gli Inferi parvero non accorgersi che la loro preda stava fuggendo. Silente guidò Harry alla barca: e l’anello di fuoco si muoveva con loro, attorno a loro, e gli Inferi confusi li accompagnarono fino al limitare dell’acqua, dove scivolarono grati nei loro oscuri abissi.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    Nel tenue bAgliore, Harry vide Silente afferrarsi il petto con la mano annerita.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Harry vide gli occhi pallidi di Malfoy spostarsi di nuovo su Silente nel bAgliore del Marchio.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Afferrò Malfoy per il colletto e lo spinse oltre la porta, davanti agli altri; Greyback e i due fratelli tarchiati li seguirono, gli ultimi due ansanti di eccitazione. Harry si rese conto che riusciva di nuovo a muoversi; ciò che ora lo teneva paralizzato contro la parete non era magia, ma orrore e raccapriccio. Scagliò da parte il Mantello dell’Invisibilità nello stesso momento in cui il Mangiamorte dalla faccia volgare, l’ultimo a lasciare la cima della Torre, spariva oltre la porta.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Superò con un balzo gli ultimi dieci scalini e si fermò, la bacchetta alzata. Il corridoio illuminato fiocamente era pieno di polvere; metà del soffitto sembrava essere crollata e davanti a lui impazzava una battaglia ma, mentre cercava di capire chi combatteva contro chi, udì l’odiata voce gridare «È finita, andiamo!» e vide Piton sparire dietro l’angolo in fondo al corridoio. Lui e Malfoy evidentemente si erano fatti strada incolumi nella battaglia. Harry si lanciò dietro di loro, ma uno dei combattenti si allontanò dalla mischia e si scagliò su di lui: era il lupo mannaro, Greyback. Gli fu addosso prima che riuscisse ad alzare la bacchetta: Harry cadde all’indietro, sentendo i sudici capelli arruffati premergli sul volto, mentre il puzzo di sudore e sangue gli riempiva naso e bocca, l’avido fiato caldo sulla gola…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    La sua maledizione colpì in pieno petto Amycus, che squittì come un maiale: lo sollevò da terra e lo scagliò contro la parete opposta, dove cadde alle spalle di Ron, della professoressa McGranitt e di Lupin, ciascuno impegnato contro un Mangiamorte. Più in là, Harry vide Tonks combattere contro un enorme mago biondo che scagliava anatemi ovunque: rimbalzavano sulle pareti, spaccavano la pietra, mandavano in frantumi la finestra più vicina…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Girò un altro angolo e una maledizione gli volò addosso: si tuffò dietro un’armatura che esplose. Vide i due fratelli Mangiamorte imboccare la scalinata di marmo e scagliò delle fatture, ma riuscì solo a colpire alcune streghe imparruccate in un ritratto sul pianerottolo, che scapparono strillando nei dipinti vicini. Balzò oltre l’armatura in pezzi e udì urlare ancora; altri nel castello sembravano essersi svegliati…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Hagrid prese Harry sotto le ascelle e lo sollevò con tanta forza da staccarlo da terra per un attimo prima di tirarlo in piedi. Harry vide un rivolo di sangue colargli lungo la guancia: aveva un tAglio profondo sotto un occhio, che si stava rapidamente gonfiando.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Il medAglione che erano riusciti a rubare poche ore prima era caduto dalla tasca di Silente e si era aperto, forse per la violenza della caduta. E anche se Harry non poteva essere più addolorato, straziato o triste di quanto già fosse, capì subito che qualcosa non andava…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Si rigirò il medAglione fra le dita. Non era grande come quello che aveva visto nel Pensatoio, e non recava segni, nessuna traccia della S elaborata del marchio di Serpeverde. Per giunta, dentro non c’era nulla, tranne un pezzetto di pergamena ripiegata infilato con cura nel posto in cui avrebbe dovuto esserci un ritratto.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Questo non è… il momento di discuterne» tagliò corto Lupin, evitando gli sguardi di tutti e guardandosi attorno, tormentato. «Silente è morto…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Senza parlare, Harry estrasse dalla tasca il medAglione falso, lo aprì e lo diede a Ron. Il resto della storia poteva aspettare… non importava, quella notte… niente importava, eccetto la fine, la fine della loro inutile avventura, la fine della vita di Silente…
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Non era più come in passato, quando era emozionato, incuriosito, desideroso di risolvere un mistero; ora, scoprire la verità sull’autentico Horcrux era un compito da portare a termine prima di procedere sul lungo, tortuoso sentiero che si stendeva davanti a lui, il sentiero sul quale lui e Silente si erano incamminati insieme, e che ora sapeva di dover percorrere da solo. Potevano esserci ancora fino a quattro Horcrux e bisognava trovarli ed eliminarli tutti per poter avere anche solo una possibilità di uccidere Voldemort. Continuava a recitarne i nomi tra sé e sé, come se elencarli potesse avvicinarli alla sua portata: «Il medAglione… la coppa… il serpente… qualcosa di Grifondoro o di Corvonero… il medAglione… la coppa… il serpente… qualcosa di Grifondoro o di Corvonero…»
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    Harry si ripeteva questo mantra la sera prima di addormentarsi, e i suoi sogni erano popolati da coppe, medAglioni e oggetti misteriosi che non riusciva a raggiungere, anche se Silente gli offriva una scala di corda che si trasformava in un intreccio di serpenti non appena lui cominciava a salire…
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    Aveva mostrato a Hermione il biglietto dentro il medAglione la mattina dopo la morte di Silente, e anche se lei non aveva riconosciuto subito le iniziali come quelle di qualche oscuro mago di cui aveva letto, da allora correva in biblioteca un po’ più spesso del necessario per qualcuno che non aveva più compiti.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    E poi, a sorpresa, gli si riversò addosso la spaventosa verità, assoluta e irreversibile. Silente era morto, se n’era andato… strinse in mano il freddo medAglione, così forte da farsi male, ma non riuscì a evitare che lacrime bollenti gli scivolassero dagli occhi: distolse lo sguardo da Ginny e dagli altri e guardò oltre il lago, verso la Foresta, mentre l’ometto in nero continuava a declamare monotono… Ci fu un movimento tra gli alberi. Anche i centauri erano venuti a rendere omaggio. Non uscirono allo scoperto ma Harry li vide immobili, seminascosti nell’ombra, osservare i maghi, gli archi appesi al fianco. E ricordò la sua prima gita da incubo nella Foresta, la prima volta che aveva incontrato la cosa che allora era Voldemort, e come l’aveva affrontato, e come non molto tempo dopo lui e Silente avevano parlato del fatto di combattere una battaglia persa. Era importante, aveva detto Silente, combattere, e ancora combattere, e continuare a combattere, perché solo così il male poteva essere tenuto a bada, anche se non poteva mai essere completamente sradicato…
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   «Basta» tagliò corto Voldemort, accarezzando il serpente innervosito. «Basta».
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   «Sì, m-mio Signore» esalò un ometto a metà del tavolo, da una sedia che a prima vista era sembrata vuota, tanto vi era sprofondato. Ora ne sgusciò via e sgattaiolò fuori dalla sala, lasciando dietro di sé uno strano bAgliore argenteo.
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   Chi aveva parlato era seduto proprio davanti al camino, quindi all'inizio fu difficile per i nuovi arrivati distinguere qualcosa di più della sua sagoma. Avvicinandosi, tuttavia, videro il volto brillare nell'oscurità, glabro, serpentesco, con due fessure al posto delle narici e scintillanti occhi rossi dalle pupille verticali. Era così pallido che sembrava emanare un bAgliore perlaceo.
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   Era stupido, inutile, incredibilmente seccante dover passare ancora quattro giorni senza poter usare la magia... ma doveva ammettere che quel tAglio irregolare nel dito l'avrebbe comunque sconfitto. Non aveva mai imparato a rimarginare le ferite e a pensarci bene soprattutto considerando i suoi progetti per l'immediato futuro era una seria lacuna nella sua istruzione magica. Pensò che doveva ricordarsi di farselo spiegare da Hermione, prese un bel po' di carta igienica, asciugò il tÈ versato, poi tornò in camera sbattendo la porta.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Ora procedette con più cautela. S'inginocchiò di nuovo accanto al baule, frugò nel fondo e, dopo aver recuperato una vecchia spilla che lampeggia va debole i suoi due messaggi, Tifate per Cedric Diggory e Potter fa schifo, uno Spioscopio incrinato e consunto e un medAglione d'oro dentro il quale era stato nascosto un messaggio firmato 'R.A.B.', finalmente scoprì l'oggetto tagliente che l'aveva ferito. Lo riconobbe subito: era un frammento lungo cinque centimetri dello specchio magico che gli aveva regalato il suo padrino scomparso, Sirius. Harry lo posò da un lato e tastò cauto dentro il baule in cerca del resto, ma dell'ultimo dono del suo padrino non restava altro che vetro polverizzato, attaccato allo strato più profondo di detriti come sabbia scintillante.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Gli ci volle un'altra ora per vuotarlo, gettar via le cose inutili e dividere il resto in pile, a seconda di quanto gli sarebbero servite da quel momento in poi. Le vesti di scuola e da Quidditch, il calderone, la pergamena, le piume e gran parte dei libri di testo finirono ammucchiati in un angolo. Chissà che cosa ne avrebbero fatto gli zii; li avrebbero bruciati nel cuore della notte, probabilmente, come prove di un crimine orrendo. Gli abiti Babbani, il Mantello dell'Invisibilità, il kit per le pozioni, alcuni libri, l'album di foto che gli aveva regalato Hagrid, un pacco di lettere e la bacchetta andarono a riempire un vecchio zaino. In una tasca sul davanti c'erano la Mappa del Malandrino e il medAglione col messaggio firmato 'R.A.B.' Il medAglione meritava il posto d'onore non perché fosse prezioso in sé era privo di valore ma per quello che era costato impossessarsene.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   «Be', allora perché non possono proteggerci loro? Mi pare che in quanto vittime innocenti, colpevoli solo di ospitare un bersAglio dei terroristi, dovremmo avere diritto a una protezione governativa!»
La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7)

   «Be', è impegnato» tagliò corto Harry. «Ma Hestia Jones e Dedalus Lux sono perfettamente in grado...»
La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7)

   «Non si può» tagliò corto Hestia. «Malocchio ti spiegherà».
La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7)

   «Pronto, Didino?» chiese zia Petunia, trafficando con il fermAglio della borsetta per evitare di guardare Harry.
La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7)

   Poi il sidecar cominciò a precipitare. Il terzo Mangiamorte scagliò una maledizione così vicina che Harry dovette abbassarsi sotto il bordo della carrozzeria: sbatté contro il sedile e gli saltò via un dente...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Le maledizioni ripresero a sfrecciare nello spazio che li separava, mentre Hagrid sterzava e zigzagava; Harry capì che non osava premere di nuovo il pulsante del fuoco di drago, con lui così in bilico. Spedì una raffica di Schiantesimi contro gli inseguitori, ma riuscì solo a rallentarli. Scagliò loro un'altra fattura bloccante: il Mangiamorte più vicino scartò per evitarla e il cappuccio gli cadde indietro. Alla luce rossa dello Schiantesimo seguente Harry riconobbe il volto stranamente inespressivo di Stanley Picchetto... Stan...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «Lo sapevano» tagliò corto Harry.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   La donna e Ted si guardarono. Un misto di paura e senso di colpa atta nagliò Harry; se qualcuno degli altri era morto, era colpa sua, tutta colpa sua. Aveva acconsentito al piano, dato i suoi capelli...
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Ecco perché se n'È andato... per inseguire voi!» esclamò Kingsley. «Non riuscivo a capire come mai fosse sparito. Ma che cosa lo ha indotto a cambiare bersAglio
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Ron è stato straordinario» disse Tonks con calore, separandosi da Lupin. «Meraviglioso. Ha Schiantato un Mangiamorte, dritto in testa, e quando miri a un bersAglio mobile in sella a una scopa volante...»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Questo R.A.B. Sapete, quello che ha rubato il vero medAglione». Hermione annuì.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Sì, ma dovremo comunque rintracciare il medAglione vero, no?» osservò Hermione. «Per scoprire se è stato distrutto».
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   Una volta raggiunto il prato appena falciato, Ron si scagliò contro
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Ginny non cercò un'altra occasione per restare sola con Harry per tutto il resto della giornata, né dai suoi sguardi o dai suoi gesti trasparì che avessero condiviso altro che una garbata conversazione nella sua stanza. Ma l'arrivo di Charlie fu un sollievo per Harry. Fu una distrazione vedere la signora Weasley costringere il figlio a sedersi, levare minacciosa la bacchetta e annunciargli che stava per subire un sacrosanto tAglio di capelli.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Avevo tutti i diritti» tagliò corto Scrimgeour. «Il Decreto per la Giustificabile Confisca dà al Ministero il potere di confiscare il contenuto di un testamento...»
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Su in soffitta, Ron osservò il suo Deluminatore e Harry riempì la borsa di Mokessino di Hagrid non con denaro, ma con gli oggetti più preziosi che possedeva, anche quelli in apparenza privi di valore: la Mappa del Malandrino, il frammento dello specchio magico di Sirius e il medAglione di R.A.B. Strinse bene i lacci e si fece scivolare il sacchetto attorno al collo, poi si sedette col vecchio Boccino tra le dita, guardando le ali che sbatacchiavano debolmente. Finalmente Hermione bussò e sgattaiolò dentro.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Non era mai stato a un matrimonio, quindi non poteva dire se i festeggiamenti magici fossero diversi da quelli Babbani, ma era sicuro che in questi ultimi non ci fossero torte sormontate da fenici in miniatura che prendevano il volo al momento del tAglio, né bottiglie di champagne che svolazzavano da sole tra la folla. Mentre calava la sera e le falene cominciavano a sfrecciare sotto il padiglione, ora illuminato da lanterne danzanti dorate, la baldoria divenne sempre più sfrenata. Fred e George erano da tempo spariti nell'oscurità con due cugine di Fleur; Charlie, Hagrid e un basso e tozzo mago con un cappello a cupola viola cantavano Odo l'eroe in un angolo.
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   «Come lo conoscevano tutti» rispose Doge, tamponandosi gli occhi con un tovAgliolo. «Certo da molto più tempo di chiunque altro, se non consideri Aberforth... e pare che nessuno consideri mai Aberforth».
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Il Mangiamorte biondo e grosso fu colpito in viso da un getto di luce rossa e si afflosciò, privo di sensi. Il suo compagno, non vedendo chi aveva scagliato l'incantesimo, ne spedì un altro: corde nere e lucide volarono dalla punta della sua bacchetta e legarono Ron dalla testa ai piedi. La cameriera strillò e corse verso l'uscita. Harry scagliò un altro Schiantesimo contro il Mangiamorte dalla faccia storta che aveva legato Ron, ma l'incanto fallì il colpo, rimbalzò contro la vetrina e colpì la cameriera, che cadde davanti alla porta.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «D-diffindo» disse, puntando la bacchetta verso Ron, che gemette perché gli aveva squarciato i jeans al ginocchio, lasciando un tAglio profondo. «Oh, scusami, Ron, mi trema la mano! Diffindo!»
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «P-padron Regulus si è tolto dalla tasca un medAglione come quello che aveva il Signore Oscuro» continuò Kreacher, mentre le lacrime gli scorrevano ai lati del grugno. «E ha detto a Kreacher di prenderlo, e quando il bacile era vuoto Kreacher doveva scambiare i medAglioni...»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

    «Kreacher ha bevuto, e mentre beveva ha visto cose terribili... gli bruciava la pancia... Kreacher ha chiamato padron Regulus per farsi salvare, ha chiamato la sua padrona Black, ma il Signore Oscuro ha riso... ha fatto bere a Kreacher tutta la pozione... ha messo un medAglione nel bacile vuoto... lo ha riempito con altra pozione.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Hai detto che il medAglione era di padron Regulus» insisté Harry. «Perché? Da dove veniva? Che cosa c'entrava Regulus? Kreacher, siediti e raccontami tutto quello che sai su quel medAglione e su Regulus!»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Così può picchiarsi con l'attizzatoio?» sbuffò Harry, inginocchiandosi accanto all'elfo. «Non credo proprio. Avanti, Kreacher, voglio la verità: come fai a sapere che Mundungus Fletcher ha rubato il medAglione?»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «... e il medAglione, il medAglione di padron Regulus, Kreacher ha sbagliato, Kreacher non ha obbedito agli ordini!»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Due anni fa» continuò Harry, il cuore che adesso gli martellava contro le costole, «c'era un grosso medAglione d'oro nel salotto di sopra. Noi l'abbiamo buttato via. Lo hai ripreso tu?»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Cera un medAglione».
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Potrebbe essere da qualche altra parte in casa, però» suggerì Hermione in tono incoraggiante mentre scendevano le scale: Harry e Ron erano sempre più delusi e invece lei sembrava ancora più decisa. «Che sia riuscito a distruggerlo o meno, avrebbe certamente voluto tenerlo nascosto da Voldemort, no? Ricordate tutte quelle cose orrende di cui ci siamo sbarazzati quando siamo stati qui l'ultima volta? Quell'orologio che sparava dardi e quei vecchi abiti che hanno cercato di strangolare Ron: Regulus potrebbe averli messi per proteggere il nascondiglio del medAglione, anche se non l'abbiamo capito al... al...»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Setacciarono ogni centimetro della stanza per più di un'ora, ma infine dovettero concludere che il medAglione non c'era.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Come quello che Voldemort ha imposto al bacile di pietra nella caverna» disse Harry, ricordando che non era riuscito ad Appellare il medAglione falso.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «C'È un modo più semplice» intervenne Hermione mentre Harry si ripuliva le dita macchiate sui jeans. Levò la bacchetta e disse: «Accio medAglione!»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Cosa? Era il fratello di Sirius, no? Regulus Arcturus... Regulus... R.A.B.! Il medAglione... non pensi che...?»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «E ha ordinato... a Kreacher di andare via... senza di lui. E ha detto a Kreacher... di andare a casa... e di non dire mai alla padrona... che cosa aveva fatto... ma di distruggere... il primo medAglione. E ha bevuto... tutta la pozione... e Kreacher ha scambiato i medAglioni... ed è rimasto a guardare... e padron Regulus è stato trascinato sott'acqua... e...»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «E così hai riportato a casa il medAglione» insisté, implacabile, perché era deciso a sapere tutta la storia. «E hai cercato di distruggerlo?»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Niente di quello che ha fatto Kreacher ha lasciato neanche un segno sul medAglione» gemette l'elfo. «Kreacher ha provato tutto, tutto quello che sapeva, ma niente, niente ha funzionato... tanti potenti incantesimi proteggevano quel medAglione, Kreacher era sicuro che per distruggerlo bisognava entrarci, ma non si apriva... Kreacher si è punito, ha tentato di nuovo, si è punito, ha tentato di nuovo. Kreacher non è riuscito a obbedire agli ordini, Kreacher non è riuscito a distruggere il medAglione! E la sua padrona era pazza di dolore, perché padron Regulus era scomparso, e Kreacher non poteva dirle cos'era successo nella grotta, perché padron Regulus gli aveva p-p-proibito di dirlo a chiunque della f-f-famiglia...»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Kreacher, per favore, voglio che tu vada a cercare Mundungus Fletcher. Dobbiamo trovare il medAglione, il medAglione di padron Regulus. è molto importante. Dobbiamo finire il lavoro che ha cominciato padron Regulus, vogliamo... ehm... fare in modo che non sia morto invano».
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Kreacher annuì e si alzò. Harry ebbe un'ispirazione improvvisa. Estrasse il borsellino di Hagrid e ne tolse il falso Horcrux, il medAglione in cui Re gulus aveva nascosto il messaggio per Voldemort.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Kreacher, io, ehm, vorrei regalarti questo» disse, e premette il medAglione nella mano dell'elfo. «Apparteneva a Regulus e sono sicuro che vorrebbe che lo tenessi tu come segno di gratitudine per quello che hai...»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   L'elfo, dopo aver guardato il medAglione, cacciò un ululato di spavento e di dolore e si gettò di nuovo a terra.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Impiegarono quasi mezz'ora per calmare Kreacher, così sopraffatto all'idea di ricevere in dono un cimelio di famiglia dei Black tutto per sé da non riuscire a reggersi sulle ginocchia. Quando infine fu in grado di muovere qualche passo barcollante, lo accompagnarono tutti al suo armadio, lo guardarono infilare il medAglione al sicuro tra le coperte sudicie e gli garantirono che mentre era via l'avrebbero custodito con la massima cura. Poi l'elfo fece due profondi inchini a Harry e Ron e rivolse perfino una buffa piccola smorfia a Hermione che forse era un tentativo di saluto rispettoso, prima di Smaterializzarsi col solito sonoro crac.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Harry osservò l'immagine con più attenzione. Il padre di Silente, Percival, era un bell'uomo con gli occhi brillanti anche nella vecchia immagine sbiadita. La piccola Ariana era poco più lunga di un filoncino di pane e non molto più interessante. La madre, Kendra, aveva lunghi capelli nerissimi raccolti in un alto chignon; il suo volto sembrava scolpito nella pietra. Portava un vestito di seta a collo alto, ma i suoi occhi scuri, gli zigomi alti e il naso diritto ricordavano a Harry gli indiani d'America. Albus e Aberforth avevano giacche identiche con i colletti di pizzo e lo stesso tAglio di
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Quando hai ripulito la casa di tutti gli oggetti di valore che sei riuscito a trovare» ricominciò Harry, «hai preso molta roba dall'armadio della cucina. C'era anche un medAglione». Harry all'improvviso aveva la bocca secca: sentiva che anche Ron e Hermione erano tesi e agitati. «Che cosa ne hai fatto?»
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Stavo vendendo la roba in Diagon Alley e quella viene a chiedermi se ho la licenza per commerciare in oggetti magici. Maledetta ficcanaso. Voleva farmi la multa, ma quel medAglione le piaceva tanto e mi ha detto che lo prendeva lei e per questa volta mi lasciava andare e che dovevo considerarmi fortunato».
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   La cucina era quasi irriconoscibile. Tutte le superfici splendevano: pentole e padelle di rame erano state lucidate fino a emanare un roseo brillio, il piano del tavolo era lustro, calici e piatti già disposti per la cena scintillavano alla luce di un fuoco allegro, sul quale ribolliva un calderone. Nessuna trasformazione però era più impressionante di quella dell'elfo domestico che corse incontro a Harry, vestito con uno strofinaccio candido, i peli delle orecchie puliti e vaporosi come cotone, il medAglione di Regulus che gli rimbalzava sul petto scarno.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Cominciò a mangiare. La qualità della cucina di Kreacher era migliorata in modo impressionante da quando gli aveva regalato il medAglione di Regulus: la zuppa di cipolle alla francese di quella sera era la più buona che Harry avesse mai assaggiato.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Sì» rispose Harry. «Non possiamo essere più preparati di così, anche se ci appostiamo davanti all'ingresso del Ministero per un altro mese. Più rimandiamo, più il medAglione rischia di allontanarsi. C'È già la possibilità che la Umbridge l'abbia buttato via; quell'affare non si apre».
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Sarà lo stesso anche se passiamo altri tre mesi a prepararci» tagliò corto
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Gli parve di essere tornato indietro nel tempo. La stanza era identica all'ufficio della Umbridge a Hogwarts: tovagliette di pizzo, centrini e fiori secchi ricoprivano ogni superficie. Alle pareti erano appesi gli stessi piatti decorativi, ciascuno col suo nauseante gattino infiocchettato a colori squillanti, che saltellava e faceva capriole. La scrivania era coperta da una tovaglia a fiori con i falpalà. Dietro l'occhio di Malocchio, un dispositivo telescopico consentiva alla Umbridge di spiare gli scrivani dall'altro lato della porta. Harry ci guardò dentro: erano ancora tutti riuniti attorno al Detonatore Abbindolante. Strappò il telescopio dalla porta, lasciando un foro, sfilò l'occhio magico e se lo mise in tasca. Poi si voltò, levò la bacchetta e mormorò: «Accio medAglione».
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Non accadde nulla, ma l'aveva previsto: la Umbridge era un'esperta di incantesimi e sortilegi protettivi. Così corse alla scrivania e aprì i cassetti. Vide piume e blocchi e Magiscotch; graffette magiche che si attorcigliavano e si alzavano come serpenti e che dovette ricacciare dentro; una frivola scatolina di pizzo piena di fiocchi e mollette per capelli; ma del medAglione nessuna traccia.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Più infuriato che mai, continuò a frugare in fondo ai vasi e ai cestini di fiori secchi, ma non si stupì di non trovare il medAglione. Diede un'ultima occhiata all'ufficio e il suo cuore perse un colpo. Silente lo fissava da un piccolo specchio rettangolare appoggiato su uno scaffale vicino alla scrivania.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Affrettandosi verso gli ascensori, Harry fece il punto della situazione. Non c'erano mai state molte probabilità di trovare il medAglione al Ministero e non c'era alcuna speranza di riuscire a estorcere notizie con la magia alla Umbridge finché si trovava in un'aula affollata. Adesso la loro priorità era uscire dal Ministero prima di essere scoperti, poi ci avrebbero riprovato un altro giorno. Intanto bisognava trovare Ron e studiare un modo per far uscire Hermione dall'aula.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Harry di strangolarla. Si protese sopra la balaustra, per vedere meglio la sua vittima, e un oggetto d'oro scivolò in avanti, penzolando nel vuoto: il medAglione.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   «Cosa?» chiese brusca la Umbridge, guardando in giù. «Oh, sì... un vecchio cimelio di famiglia» osservò, picchiettando il medAglione adagiato sul suo largo petto. «La 'S' di Selwyn... sono imparentata con i Selwyn... in realtà sono poche le famiglie Purosangue con le quali non sono imparentata... peccato» riprese a voce più alta, sfogliando il questionario della signora Cattermole, «che non si possa dire lo stesso di lei. Professione dei genitori: fruttivendoli».
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Fu la menzogna della Umbridge che fece salire a Harry il sangue al cervello, spazzando via ogni cautela, l'idea che potesse usare il medAglione estorto a un criminale da quattro soldi per sostenere le proprie credenziali di Purosangue. Levò la bacchetta, senza nemmeno darsi la pena di nasconderla sotto il Mantello, ed esclamò: «Stupeficium!»
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   «Lo so, Harry, ma se si sveglia e non trova più il medAglione... devo duplicarlo... Geminio! Ecco, dovrebbe ingannarla...»
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Harry aprì gli occhi e fu accecato da una luce verde e oro; non sapeva che cosa fosse successo, sapeva solo di essere disteso tra foglie e rametti. Si sforzò di inspirare aria nei polmoni che sentiva compressi, batté le palpebre e scoprì che quel bAgliore sgargiante era la luce del sole che pioveva attraverso un tetto di foglie. Poi qualcosa si mosse vicino al suo viso. Si mise carponi, pronto ad affrontare una piccola creatura feroce, ma si accorse che era il piede di Ron. Si guardò intorno e vide che loro due e Hermione erano distesi in una foresta, soli.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «Perché abbiamo fatto tutta questa fatica? Il medAglione! Dov'È il medAglione?»
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Tirò fuori il medAglione dalla tasca dell'abito per consegnarlo a Ron.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Mentre parlava, lo colpì l'improvvisa consapevolezza di ciò che aveva tra le dita, di cosa viveva dietro quelle porticine d'oro. Anche dopo tutti gli sforzi fatti per trovarlo, provò il violento impulso di scagliare via il medAglione. Riprese il controllo e cercò di aprirlo con le dita, poi tentò con l'incantesimo che Hermione aveva usato per forzare la porta della camera di Regulus. Niente da fare. Restituì il ciondolo a Ron e a Hermione. Entrambi fecero del loro meglio, ma non ebbero maggiore successo.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

    aver capito che cosa intendeva Ron. Era il proprio sangue che sentiva pulsare nelle vene, o qualcosa che batteva dentro il medAglione, come un minuscolo cuore di metallo?
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «Lo teniamo al sicuro finché non avremo scoperto come distruggerlo» rispose Harry e, per quanto di malavoglia, si appese la catena al collo, nascondendo il medAglione sotto i vestiti, sul petto, accanto alla saccoccia che gli aveva regalato Hagrid.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Ora Harry correva lungo un corridoio buio nella scia del tozzo Gregorovich, che reggeva una lanterna; entrò nella stanza in fondo al corridoio e la lanterna illuminò un laboratorio; trucioli e oro brillavano nella pozza di luce dondolante, e lì, sul davanzale della finestra, stava appollaiato come un enorme uccello un giovane dai capelli biondi. Nell'istante in cui la luce della lanterna lo investì, Harry vide la gioia sul suo bel volto, poi l'intruso scagliò uno Schiantesimo e fece un tuffo preciso all'indietro, lanciandosi dalla finestra con un grido di giubilo.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Harry strizzò gli occhi nello sforzo di ricordare ogni dettAglio, poi sussurrò nell'oscurità.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «Ma certo!» strillò Hermione, battendosi una mano sulla fronte e riducendo gli altri due al silenzio. «Harry, dammi il medAglione! Sbrigati» disse, impaziente, schioccandogli le dita davanti al naso, «l'Horcrux, Harry, ce l'hai ancora addosso!»
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Punzecchiò di malavoglia i grumi di pesce grigio bruciacchiato sul piatto. Harry guardò automaticamente il collo di Ron e, come aveva previsto, vide scintillare la catena d'oro dell'Horcrux. Cercò di reprimere l'impulso di insultarlo, sapendo che il suo atteggiamento sarebbe un po' migliorato al momento di togliersi il medAglione.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Lo so!» urlò lui in risposta. Incapace di trattenersi, prese a pugni l'aria: era più di quanto avesse osato sperare. Si mise a camminare su e giù per la tenda: sentiva che avrebbe potuto correre per un chilometro; non aveva nemmeno più fame. Hermione stava pigiando di nuovo il ritratto nella bor sa di perline; chiuso il fermAglio, la gettò di lato e alzò il volto radioso verso Harry.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «E Silente non me l'ha data perché ne aveva ancora bisogno, voleva usarla per aprire il medAglione...»
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

    «Togliti il medAglione, Ron» disse Hermione a voce insolitamente acuta. «Per favore, toglilo. Non parleresti così se non l'avessi tenuto addosso tutto il giorno».
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Ron si tolse la catena e gettò il medAglione su una sedia. Si rivolse a Hermione.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Tuttavia lasciò trapelare qualche dettAglio. Piton era alle prese con la costante ribellione sotterranea di uno zoccolo duro di studenti. A Ginny erano state proibite le visite a Hogsmeade. Piton aveva reintegrato il vecchio decreto della Umbridge che proibiva i raduni di tre o più studenti o qualunque organizzazione studentesca non ufficiale.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

    Con il cuore in gola, Harry aprì gli occhi. Erano mano nella mano in un vicolo innevato sotto un cielo blu scuro in cui le prime stelle della notte stavano già debolmente luccicando. Da una parte e dall'altra della stradina, c'erano villette con le finestre illuminate dalle decorazioni natalizie. Poco più avanti, un bAgliore di lampioni dorati indicava il centro del villaggio.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «Sicuro» tagliò corto Harry, poi aggiunse: «Continuiamo a cercare» e si voltò, desiderando di non aver mai visto quella tomba. Non voleva che la sua trepidazione fosse sciupata dal rancore.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Lei annuì di nuovo. Harry percepì il medAglione contro la pelle; la cosa al suo interno che a volte ticchettava o batteva si era risvegliata; la sentì pulsare attraverso l'oro freddo. Sapeva, sentiva che ciò che l'avrebbe distrutta era vicino?
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Poi lei chiuse gli occhi e accaddero molte cose contemporaneamente: la cicatrice di Harry cominciò a bruciare; l'Horcrux batté così forte da muovere il mAglione; la buia stanza fetida svanì per un attimo. Harry provò un moto di gioia ed esclamò, con voce acuta e fredda: «Tienilo!»
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Corse via, trascinando Hermione con sé, e il serpente si gettò di nuovo su di loro; quando colpì, Hermione gridò «Confringo!» e il suo incantesimo volò per la stanza, facendo esplodere lo specchio dell'armadio e rimbalzando indietro, dal soffitto al pavimento; Harry sentì il calore scottargli il dorso della mano. Un vetro gli tagliò la guancia quando, sempre avvinghiato a Hermione, saltò dal letto al tavolino infranto e poi fuori dalla finestra, nel nulla; l'urlo di Hermione echeggiò nella notte, mentre roteavano a mezz'aria...
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Harry scostò la maglietta umida e guardò. C'era un ovale scarlatto sul suo cuore, dove il medAglione l'aveva scottato. Vide anche i segni del morso quasi cicatrizzati sull'avambraccio.
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Spostò un vecchio cuscino all'ingresso della tenda e si sedette. Indossava tutti i mAglioni che poteva ma aveva lo stesso i brividi. Il buio s'infittì col passare delle ore, fino a diventare quasi impenetrabile. Harry stava per prendere la Mappa del Malandrino e contemplare per un po' il puntino di Ginny, ma poi si ricordò che erano le vacanze di Natale e che doveva essere tornata alla Tana.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Harry non ebbe la forza di alzare la testa e scoprire l'identità del suo salvatore. Riuscì solo a portare una mano tremante alla gola e a tastare il punto in cui il medAglione gli aveva inciso un tAglio netto nella carne. Era sparito: qualcuno l'aveva liberato. Poi una voce affannata parlò sopra la sua testa.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Harry non seppe rispondere. La cerva d'argento non era nulla, nulla a confronto del ritorno di Ron; non riusciva a crederci. Tremante, raccolse la pila di vestiti che lo aspettavano sulla riva e cominciò a infilarseli. Passandosi sopra la testa un mAglione dopo l'altro fissava Ron, come se si aspettasse di vederlo sparire ogni volta che lo perdeva di vista, eppure doveva essere vero: si era appena tuffato nel laghetto, gli aveva salvato la vita.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   L'Horcrux penzolava ancora dalla mano di Ron. Il medAglione si muoveva. Harry sapeva che la cosa all'interno era di nuovo agitata. Aveva avvertito la presenza della spada e aveva cercato di uccidere Harry per evitare che la prendesse. Non era più il momento di lunghi discorsi: bisognava
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

    distruggere il medAglione una volta per tutte. Harry si guardò intorno, tenendo alta la bacchetta di Hermione, e individuò il posto adatto: una pietra piatta all'ombra di un platano.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   «Perché quella cosa mi fa male!» sbottò Ron, allontanandosi dal medAglione sulla pietra. «Non posso toccarlo! Harry, non cerco scuse per come mi sono comportato, ma su di me ha più effetto che su di te e Hermione, mi ha messo in testa delle cose, cose che pensavo comunque, ma le ha peggiorate, non riesco a spiegarlo, poi me lo toglievo e ritornavo in me, ma poi dovevo rimettermelo addosso... non posso farlo, Harry!»
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   «Al tre» rispose Harry. Guardò di nuovo il medAglione e strizzò le palpebre, concentrandosi sulla lettera 'S', immaginando un serpente, mentre il contenuto del ciondolo si agitava come uno scarafaggio in trappola. Sarebbe stato facile provar pena per lui, ma il tAglio sul collo di Harry bruciava ancora.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   L'ultima parola suonò come un sibilo e un ringhio e le porticine d'oro del medAglione si spalancarono con un piccolo scatto.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   «Colpisci» ordinò Harry, tenendo fermo il medAglione sulla pietra.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   «Ron, colpiscilo adesso!» tuonò Harry: sentiva il medAglione vibrare nella sua presa e aveva paura di quello che poteva succedere. Ron levò ancora più alta la spada e in quel momento gli occhi di Riddle s'incendiarono di rosso.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Ron urlò di spavento e indietreggiò mentre le sagome si dilatavano uscendo dal medAglione, prima il petto, poi la vita, poi le gambe, finché non si ersero fianco a fianco come alberi con una sola radice, oscillando sopra Ron e il vero Harry, che aveva mollato il ciondolo, perché era diventato all'improvviso incandescente.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Le versioni mostruose di lui e Hermione erano svanite: c'era solo Ron, in piedi con la spada in mano, che guardava i resti infranti del medAglione sulla pietra piatta.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   La spada produsse un suono metallico quando Ron la lasciò cadere a terra. Era in ginocchio, la testa fra le braccia. Tremava, ma Harry capì che non era per il freddo. Si ficcò in tasca il medAglione rotto, s'inginocchiò accanto a Ron e gli posò cautamente una mano sulla spalla. Interpretò come un buon segno che l'amico non la allontanasse.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Hermione si scagliò in avanti e cominciò a prendere a pugni ogni centimetro di lui che riusciva a raggiungere.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Ron spiegò che aveva visto Harry gettarsi nella pozza e aveva aspettato che tornasse su; quando aveva capito che qualcosa non andava, si era tuffato per salvarlo, poi era tornato a prendere la spada. Arrivò fino all'apertura del medAglione, poi esitò e s'inserì Harry.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Le tirò il medAglione in grembo; con cautela lei lo prese e osservò le finestrelle perforate.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Rinfrancati dalla distruzione del medAglione, ripresero a discutere di dove potessero trovarsi gli altri e, sebbene avessero già affrontato la questione, Harry era ottimista, certo che altre novità decisive sarebbero seguite alla prima. Il broncio di Hermione non riusciva a guastare il suo buonumore: l'improvvisa svolta della loro sorte, l'apparizione della cerva misteriosa, il recupero della spada di Grifondoro e soprattutto il ritorno di Ron lo rendevano così felice che faticava a restare serio.
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   «'Quella stessa notte, un altro mago si avvicinò furtivo al giaciglio dove dormiva il primo fratello, ubriaco fradicio. Il ladro rubò la bacchetta e per buona misura tagliò la gola al fratello più anziano.
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Non se ne parla» tagliò corto Ron. «Si tolga di mezzo, ce ne andiamo». Xenophilius aveva un aspetto spaventoso, era invecchiato di un secolo, la bocca contratta in un sorrisetto orrendo.
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Lei sì» tagliò corto Harry. Non sopportava nemmeno l'idea del contrario. «È forte, Luna, molto più forte di quanto sembri. Probabilmente sta insegnando ai compagni di cella tutto quello che sa su Gorgosprizzi e Nargilli».
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Una sagoma scura corse verso di loro e Harry vide un bAgliore argentato
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Le urla di Hermione echeggiarono dalle pareti di sopra. Ron, quasi in singhiozzi, prese a pugni i muri e Harry, per pura disperazione, si sfilò dal collo la saccoccia di Hagrid e cercò a casaccio: estrasse il Boccino di Silente e lo scosse, sperando in qualunque cosa, ma non successe nulla; agitò le due metà spezzate della bacchetta di fenice, ma erano inerti; il frammento di specchio cadde a terra scintillando e Harry vide un bAgliore di un azzurro chiarissimo...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

    tAglio profondo sul volto del folletto, che cadde urlando ai suoi piedi. Lei lo calciò via. «E ora» annunciò trionfante, «chiamiamo il Signore Oscuro!»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Va bene» tagliò corto Harry. «Be', ho bisogno di aiuto, Unci-unci, e tu puoi darmelo».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Scostò il colletto della vestaglia per mostrare il tAglio sottile inciso da Bellatrix, scarlatto sulla sua gola.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Appena si mossero lungo la strada, i mendicanti avvistarono Hermione e parvero liquefarsi davanti a lei; alcuni si coprirono il volto col cappuccio, altri fuggirono più veloci che poterono. Lei li osservò incuriosita, finché l'uomo con la benda insanguinata non le tagliò la strada, barcollando.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   L'uomo le si scagliò addosso, cercando di afferrarla alla gola; poi, con un'esplosione e uno schizzo di luce rossa, cadde a terra, privo di sensi. Ron aveva ancora la bacchetta tesa e l'aria spaventata dietro la barba. Da un lato e dall'altro della strada spuntarono volti alle finestre, mentre un gruppetto di passanti dall'aria florida raccoglieva le vesti e trotterellava via in fretta e furia.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Non ha importanza, non lo rifarà» tagliò corto Hermione.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   La Bacchetta di Sambuco tagliò l'aria e una luce verde schizzò nella stanza. Il folletto inginocchiato cadde, morto, e i maghi si dispersero terrorizzati: Bellatrix e Lucius Malfoy ne travolsero alcuni nella loro fuga verso la porta, e la sua bacchetta calò di nuovo, e coloro che erano rimasti furono trucidati, tutti, per avergli portato quella notizia, per aver saputo della coppa d'oro...
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   E come avrebbe potuto il ragazzo, o chiunque altro, sapere della caverna o infrangerne le protezioni? La sola idea che il medAglione venisse rubato era assurda...
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

    «Ve lo immaginate cosa farà quando scoprirà che l'anello e il medAglione sono spariti? E se sposta l'Horcrux da Hogwarts, se decide che non è abbastanza al sicuro?»
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   «Naturalmente Grindelwald tagliò la corda. Aveva già collezionato una bella lista di malefatte nel suo paese e non voleva che anche Ariana fosse messa sul suo conto. E così Albus era libero. Libero dal fardello della sorella, libero di diventare il mago più grande del...»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

    Dall'altra parte c'erano scalini di pietra levigata: sembrava che quel passaggio fosse lì da anni. Lampade di ottone erano appese al muro e il pavimento di terra battuta era liscio e consunto; mentre avanzavano, le loro ombre si aprivano a ventAglio sulle pareti.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

    «Già» riprese Neville. «È così che mi sono procurato questo» e indicò un tAglio più profondo degli altri nella guancia. «Mi sono rifiutato. Ma ad alcuni piace; a Tiger e a Goyle, per esempio. è la prima volta che sono i migliori in qualcosa, probabilmente.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Alecto, la sorella di Amycus, insegna Babbanologia, che è una materia obbligatoria. Siamo costretti a sentirci spiegare che i Babbani sono come animali, stupidi e sporchi, che hanno costretto i maghi alla clandestinità con atti di ferocia, e che l'ordine naturale ora è stato restaurato. Mi sono beccato questo» indicò un altro tAglio «per averle chiesto quanto sangue Babbano hanno lei e suo fratello».
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   Harry chiuse gli occhi, la cicatrice pulsava e lui decise di immergersi di nuovo nella mente di Voldemort... era nella galleria che portava alla prima caverna... voleva controllare che il medAglione fosse al suo posto prima di andarsene... ma non gli ci sarebbe voluto molto...
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

    A queste parole, un'ira simile a dolore fisico attraversò Harry da parte a parte, incendiando la cicatrice, e per un attimo lui guardò dentro un bacile colmo di una pozione che era diventata trasparente e vide che sotto la superficie non c'era alcun medAglione d'oro...
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «È venuto il momento che la Casa di Serpeverde decida da che parte stare» tagliò corto la professoressa McGranitt. «Vai a svegliare i tuoi studenti, Horace».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Ginny liberò il braccio dalla stretta della madre con uno strattone che le sventagliò i capelli.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «È quello che hai fatto tu per aprire il medAglione» si giustificò con Harry. «Mi ci è voluto qualche tentativo, ma alla fine siamo passati» concluse, con una modesta scrollata di spalle.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Basta che non siano dei nostri!» intervenne una voce. Harry si voltò e vide Ginny e Tonks, le bacchette tese, alla finestra accanto, a cui mancavano diverse lastre di vetro. Proprio in quel momento Ginny scagliò con precisione una fattura su una folla di combattenti di sotto.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   La bacchetta volò via di mano a Goyle e sparì nel torrione di oggetti accanto a lui; Goyle si mise a saltare stupidamente sul posto, cercando di recuperarla; Malfoy schivò il secondo Schiantesimo di Hermione, e Ron, apparso all'improvviso in fondo al passaggio, scagliò un Incantesimo Petrificus contro Tiger, ma lo mancò di un soffio.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Ah, Ministro!» urlò Percy, e scagliò una fattura contro O'Tusoe, che lasciò cadere la bacchetta e portò le mani al petto, in evidente difficoltà. «Le ho detto che do le dimissioni?»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Ha portato degli amici!» gridò Harry, guardando dallo squarcio nella parete: altri ragni giganti si arrampicavano, liberati dalla Foresta Proibita nella quale erano evidentemente penetrati i Mangiamorte. Harry scagliò Schiantesimi contro di loro e abbatté il primo della fila, che cadde sui suoi compagni, trascinandoseli dietro. Altre maledizioni volarono sopra la testa di Harry, così vicine che ne sentì la forza spostargli i capelli.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Indietro!» urlò Ron, e lui, Harry e Hermione si schiacciarono contro una porta al passaggio di una mandria di banchi di scuola al galoppo, guidata dalla professoressa McGranitt. Non li vide nemmeno: aveva i capelli sciolti e un tAglio alla guancia. Voltò l'angolo gridando: «CARICA!»
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Ma lui lo gettò addosso a tutti e tre; per quanto grandi fossero, dubitava che qualcuno avrebbe notato i loro piedi tra la polvere che appesantiva l'aria, le pietre che cadevano, il bAgliore degli incantesimi.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   C'erano altri duelli lungo le scale e nell'ingresso, e Mangiamorte ovunque: Yaxley, vicino al portone, contro Vitious, e lì accanto uno mascherato contro Kingsley. Gli studenti correvano ovunque; alcuni sorreggevano o trascinavano gli amici feriti. Harry scagliò uno Schiantesimo contro il Mangiamorte mascherato, lo mancò e rischiò di colpire Neville, emerso dal nulla con una bracciata di Tentacula Velenosa, che si abbarbicò allegramente al Mangiamorte più vicino e cominciò ad avvilupparlo.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «E se effettivamente vi cade» proseguì Silente, quasi come se fosse un dettAglio di scarsa rilevanza, «ho la tua parola che farai tutto ciò che è in tuo potere per proteggere gli studenti di Hogwarts?»
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Dalla punta della sua bacchetta affiorò la cerva d'argento: atterrò sul pavimento dell'ufficio, fece un balzo e si tuffò fuori dalla finestra. Silente la guardò volar via e quando il suo bAgliore argenteo svanì si rivolse a Piton, con gli occhi pieni di lacrime.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Nascosto sotto il Mantello dell'Invisibilità, Harry scagliò un Sortilegio Scudo tra Neville e Voldemort prima che quest'ultimo potesse alzare la Bacchetta. Poi, sopra le grida, i ruggiti, i colpi dei giganti, l'urlo di Hagrid risuonò più forte di tutto.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Gli elfi domestici di Hogwarts sciamarono nella Sala d'Ingresso, urlando e brandendo trincianti e mannaie; al loro comando, col medAglione di Regulus Black che gli ballonzolava sul petto, c'era Kreacher, la voce da rana chiara e sonora anche sopra quel baccano. «Lottate! Lottate! Combattete per il mio padrone, difensore degli elfi domestici! Combattete il Signore Oscuro, nel nome del prode Regulus! Lottate!»
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Un bAgliore d'oro rosso divampò all'improvviso nel soffitto incantato sopra di loro e uno spicchio di sole accecante apparve sul davanzale della finestra più vicina. La luce colpì i due volti nello stesso momento e quello di Voldemort divenne una macchia infuocata. Harry udì la voce acuta strillare e urlò anche lui la sua speranza estrema verso il cielo, puntando la bacchetta di Draco.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    Così il cavaliere sferragliò negli ultimi raggi del tramonto e si bagnò nella Fonte della Buona Sorte, esterrefatto di essere stato scelto tra centinaia e. stordito dalla propria incredibile fortuna.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)

    Le cosiddette famiglie Purosangue mantengono la propria presunta purezza negando, cancellando o nascondendo la presenza di Babbani o nati-Babbani nel proprio albero genealogico. Dopodiché cercano di imporre la loro ipocrisia su di noi, chiedendoci di bandire opere che parlano delle verità da loro negate. Non esistono maghi o streghe il cui sangue non sia mischiato a quello dei Babbani, pertanto ritengo tanto illogico quanto immorale togliere dal bagAglio di conoscenze dei nostri studenti opere che trattino tale argomento.[7]
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)

    Ovviamente, tale ricerca non è altro che una sciocca fantasia. Nessun uomo e nessuna donna vivente, maghi o meno, sono mai sfuggiti a una qualche forma di lesione, fisica, mentale o emotiva. E tuttavia, noi maghi sembriamo particolarmente inclini all'idea di poter piegare la natura stessa dell'esistenza alla nostra volontà. Il giovane stregone[9] di questa storia, per esempio, decide che innamorarsi metterebbe a repentAglio la sua comodità e la sua sicurezza. Percepisce l'amore come umiliazione, debolezza, un prosciugamento delle proprie risorse emotive e materiali.
LO STREGONE DAL CUORE PELOSO (Cap. 3 Harry Potter 8)

    Quella stessa notte, un altro mago si avvicinò furtivo al giaciglio dove dormiva il primo fratello, ubriaco fradicio. Il ladro rubò la bacchetta e per buona misura tagliò la gola al fratello più anziano.
LA STORIA DEI TRE FRATELLI (Cap. 5 Harry Potter 8)