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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Bole


   ‘I più di noi credono che è ancora vivo chissà dove, ma che ha perso i suoi poteri, che è troppo deBole per andare avanti. Perché qualcosa di te, Harry, lo ha fermato. successo qualcosa, quella notte, che lui non aveva considerato... Io non so che cosa, e nessuno lo sa... ma c'è qualche cosa, in te, che lo ha sconfitto’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Ma non gli dicevano granché. Le lettere erano talmente consunte che l'oro veniva via a pezzi, e formavano parole in lingue che Harry non capiva. Alcuni, poi, non avevano titolo. Uno mostrava sulla copertina una macchia scura dall'aspetto sinistro, che aveva tutta l'aria di esser sangue. A Harry si rizzarono i capelli in testa. Forse era tutta una sua fantasia, forse no, ma credette di sentire un deBole sussurro provenire dai libri, come se quelli avvertissero la presenza di un intruso.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Le labbra di Neville si stiracchiarono in un deBole sorriso, mentre scartava la Cioccorana.
‘Grazie, Harry... Credo che me ne andrò a letto. Vuoi la figurina? Tu fai collezione, no?’
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Gazza li portò giù al primo piano, nello studio della professoressa Mcgranitt, dove si sedettero in attesa senza scambiarsi una parola. Hermione tremava. Nel cervello di Harry si accavallavano scuse, alibi e racconti di una fantasia sfrenata, ma uno più deBole dell'altro. Stavolta, non vedeva proprio come avrebbero potuto fare per tirarsi fuori dei pasticci. Erano in trappola. Come avevano potuto essere così stupidi da dimenticarsi il mantello? La professoressa Mcgranitt non avrebbe mai accettato nessuna delle scuse che potevano addurre per essere scesi dal letto ed essersi messi a girare per la scuola a notte fonda, per non parlare poi di quando erano saliti sulla torretta più alta, che serviva da osservatorio astronomico, l'accesso alla quale era proibito salvo che in orario di lezione. Se a ciò si aggiungeva Norberto e il mantello che rende invisibili, si capiva che potevano anche cominciare a fare i bagagli.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

    «A volte» disse, «trovo difficile seguire le istruzioni del mio padrone… lui è un mago grande e potente, mentre io sono deBole…».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)


    Sognò di essere in mostra, in uno zoo, dentro una gabbia con su un cartello: ‘Mago Minorenne’. La gente lo guardava stralunata, mentre lui, deBole e affamato, se ne stava rannicchiato su un pagliericcio. Tra la folla vedeva la faccia di Dobby, gridava per chiedergli aiuto, ma Dobby rispondeva: «Qui Harry Potter è al sicuro, signore!» e svaniva. Allora apparivano i Dursley, e Dudley picchiava contro le sbarre della gabbia ridendogli in faccia.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Harry tese l’orecchio. In lontananza, dal piano di sopra, udì la voce, sempre più deBole: «…Sento odore di sangue… SENTO ODORE DI SANGUE!»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    Dobby fece un deBole sorriso.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Malfoy si fece largo tra i compagni, con un sorriso beffardo stampato sul viso, seguito da una ragazza Serpeverde, che ricordò a Harry un’illustrazione del libro In vacanza con le streghe. Era grossa e tarchiata, con l’aria aggressiva. Hermione le rivolse un deBole sorriso, che lei non ricambiò.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Apriti» disse in un sibilo deBole e soffocato.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Fanny gli volteggiava sopra la testa, e il Basilisco cercava furiosamente di addentarla con le zanne lunghe e sottili come sciaBole.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

   Harry riconobbe subito il gufo privo di sensi: si chiamava Errol, e apparteneva alla famiglia Weasley. Harry balzò subito sul letto, slegò le corde attorno alle zampe di Errol, prese il pacco e portò l'uccello nella gabbia di Edvige. Errol aprì un occhio appannato, fece un deBole verso di ringraziamento e tuffò il becco nella vaschetta dell'acqua.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   «Quello lì ha l'aria poco sana, è così piccolo. Succede anche con i cani. Il Colonnello Fubster l'anno scorso me ne ha annegato uno. Una specie di topo, ecco cos'era. DeBole. Malnutrito».
Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3)

   Era una sorta di fischio deBole e tintinnante... Cercarono dappertutto nello scompartimento. «Viene dal tuo baule, Harry» disse Ron, alzandosi per raggiungere il bagaglio di Harry sulla reticella. Un momento dopo aveva estratto lo Spioscopio Tascabile dalle cose di Harry. L'oggetto vorticava sul palmo della mano di Ron, scintillando.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Harry non capiva. Si sentiva deBole e tremante, come se si stesse rimettendo da un brutto raffreddore; sentiva anche le prime avvisaglie della vergogna. Perché lui era crollato cosi, e gli altri no?
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)


   glio dopo il cioccolato, ma era ancora deBole. Ron e Hermione continuavano a lanciargli occhiate preoccupate, come se temessero di vederlo svenire di nuovo.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Ma insomma, che cos'avete oggi?» domandò la professoressa McGranitt, tornando se stessa con un deBole pop e guardandoli tutti quanti uno a uno. «Non che sia importante, ma è la prima volta che la mia trasformazione non viene accolta da un applauso».
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Hermione rise. Harry si sentì un po' meglio. Era più difficile aver paura di un mucchietto di foglie di tè lontano dalla deBole luce rossa e dal profumo troppo intenso dell'aula della professoressa Cooman. Non tutti erano convinti, comunque. Ron aveva ancora l'aria preoccupata, e Lavanda sussurrò: «Ma allora, la tazza di Neville?»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   L'incantesimo di Hermione fece il miracolo. Harry era ancora intirizzito, era ancora più zuppo di quanto non fosse mai stato in vita sua, ma almeno ci vedeva. Pieno di una nuova determinazione, spinse la scopa nell'aria turBolenta, cercando il Boccino in tutte le direzioni, evitando un Bolide, tuffandosi sotto Diggory che filava nella direzione opposta...
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Non ha niente a che vedere con la deBolezza» disse il professor Lupin seccamente, come se gli avesse letto nel pensiero. «I Dissennatori tormentano te più degli altri perché nel tuo passato ci sono cose terribili che gli altri non hanno vissuto».
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Proprio così. Black era stanco di fare il doppio gioco, era pronto a dichiarare apertamente che stava dalla parte di VoiSapeteChi, e pare che avesse progettato di farlo alla morte dei Potter. Ma, come tutti sappiamo, VoiSapeteChi fallì col piccolo Harry Potter. Svaniti i suoi poteri, terribilmente deBole, fuggì. E questo lasciò Black in una posizione molto spiacevole. Il suo Signore era caduto proprio nel momento in cui lui, Black, aveva mostrato la sua vera anima di traditore. Non ebbe altra scelta se non fuggire a sua volta...»
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   A peggiorare le cose, le legioni AntiDissennatore non stavano andando affatto bene come sperava. Per parecchie volte di fila, Harry riuscì a produrre una confusa ombra argentata tutte le volte che il MolliccioDissennatore gli si avvicinava, ma il suo Patronus era troppo deBole per scacciarlo. Non faceva altro che aleggiare come una nuvola semitrasparente, prosciugando le energie di Harry che lottava per trattenerlo. Harry era arrabbiato con se stesso e si sentiva in colpa per il suo segreto desiderio di risentire le voci dei genitori.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Sì» rispose Harry, pensando al suo deBole Patronus e desiderando che fosse più forte.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Il secondo Bolide sfiorò il gomito di Harry. L'altro Battitore, Bole, si avvicinava.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry ebbe una visione fugace di Bole e Derrick che filavano verso di lui con le mazze levate...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)


   Puntò la Firebolt verso l'alto all'ultimo minuto, e Bole e Derrick si scontrarono con un fragore assordante.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Stava diventando la partita più sporca a cui Harry avesse mai preso parte. Furiosi che Grifondoro fosse passato in vantaggio così in fretta, i Serpeverde ricorrevano ormai a ogni mezzo per prendere la Pluffa. Bole colpì Alicia con la mazza e si giustificò dicendo che l'aveva scambiata per un Bolide. George Weasley in cambio diede una gomitata in faccia a Bole. Madama Bumb assegnò altri rigori a entrambe le squadre, e Baston fece un altro salvataggio spettacolare. Il punteggio era quaranta a dieci per Grifondoro.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   intorno, le mazze levate, in caso che un Serpeverde meditasse vendetta. Bole e Derrick approfittarono dell'assenza di Fred e George per sparare entrambi i Bolidi contro Baston; lo colpirono allo stomaco, uno dopo l'altro, e Baston rotolò nell'aria, stretto alla scopa, col fiato mozzo.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Non si attacca il Portiere se la Pluffa non è nell'area di rigore!» strillò contro Bole e Derrick. «Rigore per Grifondoro!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Vai! Vai! Vai!» Harry spronò la scopa... stavano per raggiungere Malfoy... Harry si appiattì lungo il manico mentre Bole gli lanciava contro un Bolide... era alle calcagna di Malfoy... era pari...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Lily e James ti hanno scelto come Custode Segreto solo perché gliel'ho detto io» ringhiò Black in tono così velenoso che Minus fece un passo indietro. «Credevo che fosse un piano perfetto... un inganno... Voldemort avrebbe di certo dato la caccia a me, non avrebbe mai immaginato che avessero scelto una creatura deBole e ottusa come te... dev'essere stato il momento più bello della tua misera vita, dire a Voldemort che potevi consegnargli i Potter».
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   «Non so come ho fatto» disse lentamente. «Immagino che l'unico motivo per cui non sono impazzito è che sapevo di essere innocente. Non era un bel pensiero, quindi i Dissennatori non sono riusciti a portarmelo via... ma mi ha conservato il senno, e non ho perso me stesso... mi ha aiutato a mantenere i miei poteri... così quando tutto è diventato... troppo... sono riuscito a trasformarmi nella mia cella... sono diventato un cane. I Dissennatori, sapete, non ci vedono...» Deglutì. «Vanno a tentoni verso le persone captando le loro emozioni... capivano che le mie emozioni erano meno... meno umane, meno complesse quando ero un cane... ma naturalmente hanno pensato che stessi perdendo la testa come tutti gli altri là dentro, e non si sono preoccupati. Ma ero deBole, molto deBole, e non avevo alcuna speranza di allontanarli da me senza una bacchetta magica...
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   «Hermione, pensa a qualcosa di allegro!» urlò Harry, alzando la bacchetta e battendo furiosamente le palpebre per cercare di snebbiarsi la vista, scuotendo la testa per svuotarla dal deBole urlo che aveva cominciato a levarsi dentro di lui...
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Alla deBole luce del suo informe Patronus, vide un Dissennatore arrestarsi, molto vicino. Non riuscì ad attraversare la nuvola di nebbiolina argentea che Harry aveva evocato. Una viscida mano morta scivolò fuori da sotto il mantello. Fece un gesto come per spingere da parte il Patronus.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   A faccia in giù, troppo deBole per muoversi, scosso dalla nausea e dai brividi, Harry aprì gli occhi. La luce accecante illuminava l'erba attorno a lui... L'urlo si era arrestato, il freddo arretrava...
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)


   «Ah, be', Piton... Harry Potter, sa... abbiamo tutti un deBole per lui».
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Dall'altro capo della corsia si levò un deBole gemito. Ron si era svegliato. Lo videro alzarsi a sedere, massaggiarsi la testa e guardarsi intorno.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    Si alzò a sedere, una mano ancora sulla fronte, l’altra tesa nel buio a cercare gli occhiali sul comodino. Li inforcò e mise lentamente a fuoco la stanza, illuminata dal deBole, nebuloso chiarore che filtrava dalla strada attraverso le tende.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Ma zia Petunia non aveva idea di cosa era nascosto sotto l’asse mobile al piano di sopra. Non sospettava minimamente che Harry non stesse affatto seguendo la dieta. Nel momento in cui aveva capito che ci si aspettava che sopravvivesse all’estate sgranocchiando carote, Harry aveva spedito Edvige dai suoi amici con richieste d’aiuto, e loro avevano risposto munificamente all’appello. Edvige era tornata da casa di Hermione con una grossa scatola piena zeppa di merendine senza zucchero (i genitori di Hermione facevano i dentisti). Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, aveva offerto un sacco pieno dei suoi dolcetti rocciosi fatti in casa (Harry non ne aveva toccato uno: aveva già sperimentato abbastanza la cucina di Hagrid). E la signora Weasley aveva mandato il gufo di famiglia, Errol, con un’enorme torta alla frutta e pasticcini assortiti. Al povero Errol, che era vecchio e deBole, ci erano voluti cinque giorni interi per riprendersi dal viaggio. E poi per il suo compleanno (che i Dursley avevano completamente ignorato) aveva ricevuto quattro splendide torte di compleanno, da Ron, da Hermione, da Hagrid e da Sirius. Harry ne aveva ancora due, e così, pregustando una vera colazione una volta tornato di sopra, prese a mangiare il suo pompelmo senza fiatare.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Prima che uno di loro potesse dire qualcosa, si udì un deBole schiocco, e il signor Weasley comparve dal nulla al fianco di George. Harry non lo aveva mai visto così arrabbiato.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Parecchi dei loro amici vennero a salutarli mentre il pomeriggio avanzava, compresi Seamus Finnigan, Dean Thomas e Neville Paciock, un ragazzo molto distratto dalla faccia tonda che era stato cresciuto da una formidabile nonna strega. Seamus portava ancora la coccarda dell’lrlanda. Un po’ della magia sembrava essersi consumata; strillava ancora «Troy! Mullet! Moran!» ma in tono molto deBole e sfinito. Dopo una mezz’oretta, Hermione, stanca delle interminabili chiacchiere sul Quidditch, si seppellì di nuovo nel Manuale di Incantesimi, volume quarto, e cominciò a cercare di imparare un Incantesimo di Appello.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Stavo dicendo, mio caro, che è evidente che sei nato sotto l’influenza funesta di Saturno» disse la professoressa Cooman, una deBole nota di risentimento nella voce per il fatto che chiaramente Harry non pendeva dalle sue labbra.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    «A quanto pare, la professoressa Sprite ha detto al professor Moody che sono proprio bravo in Erbologia» disse Neville. Nella sua voce c’era una deBole nota di orgoglio che Harry aveva colto di rado prima d’allora. «Così ha pensato che mi sarebbe piaciuto».
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Dalla loro postazione in cima ai prati che sovrastavano il parco, potevano vedere chiaramente la liscia superficie nera dell’acqua, solo che all’improvviso non fu più affatto liscia. Al centro, in profondità, c’era una strana turBolenza; grandi bolle si formavano in superficie, ondate si abbattevano sulle rive fangose… e poi, proprio al centro del lago, apparve un vortice, come se un tappo gigante fosse appena stato tirato via dal fondo…
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Karkaroff aveva una voce leziosa, untuosa; quando entrò nel fascio di luce che dilagava dal portone del castello, videro che era alto e sottile come Silente, ma i suoi capelli bianchi erano corti, e il pizzetto (che finiva con un piccolo ricciolo) non riusciva a nascondere del tutto il mento deBole. Quando raggiunse Silente, gli strinse la mano tra le sue.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Ron diventò paonazzo. La fissò di sotto in su, apri la bocca per rispondere, ma non ne uscì altro che un deBole gorgoglio.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Harry rispose subito a questo interrogativo. Sì, qualcuno lo voleva morto, fin da quando aveva solo un anno… Voldemort. Ma come avrebbe potuto assicurarsi che il nome di Harry finisse nel Calice di Fuoco? Voldemort doveva trovarsi molto, molto lontano, in qualche paese remoto, nascosto, solo… deBole e privo di potere…
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    L’ultima settimana del trimestre divenne sempre più turBolenta. Dappertutto correvano voci sul Ballo del Ceppo, anche se Harry non credeva alla metà di esse: per esempio, si diceva che Silente avesse acquistato ottocento barili di idromele aromatico da Madama Rosmerta. Pareva certo, invece, che avesse ingaggiato le Sorelle Stravagarie. Harry non sapeva esattamente chi o che cosa fossero le Sorelle Stravagarie, non avendo mai avuto la possibilità di ascoltare una radio da maghi, ma dalla folle eccitazione di quelli che erano cresciuti con le frequenze di RSN (Radio Strega Network) ne dedusse che si trattava di un gruppo musicale molto famoso.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Congratulazioni per essere riuscito a superare lo Spinato, chiunque abbia messo il tuo nome in quel Calice non deve essere troppo felice adesso! Volevo suggerirti un Incantesimo Conjunctivitus, visto che gli occhi sono il punto deBole dei draghi…
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Con la punta della bacchetta accesa, sgattaiolò lungo gli scaffali, sfilando altri libri: libri di stregonerie e di incantesimi, libri sulle sirene e sui mostri marini, libri su maghi e streghe celebri, su invenzioni magiche, su qualunque cosa potesse comprendere una citazione di passaggio su come sopravvivere sott’acqua. Li portò tutti a un tavolo, poi si mise al lavoro, consultandoli alla deBole luce della bacchetta, controllando l’orologio di quando in quando…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    La mattina dopo i tre amici uscirono dal castello a mezzogiorno. Un deBole sole argenteo brillava sul parco. Il clima non era mai stato così mite dall’inizio dell’anno: il tempo di arrivare a Hogsmeade, e tutti e tre avevano dovuto togliersi i mantelli. Il cibo che Sirius aveva chiesto loro di portare era nella borsa di Harry; avevano rubato una dozzina di cosce di pollo, una pagnotta grande e un fiasco di succo di zucca dalla tavola del pranzo.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Non credo» rispose Harry, scuotendo la testa. «Sembrava proprio deBole… Non credo che volesse Smaterializzarsi o altro».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Harry rimase ancora una volta seduto in silenzio, gli occhi fissi al turBolento contenuto del Pensatoio. C’erano altre due domande che moriva dalla voglia di fare… ma riguardavano le colpe di persone viventi…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    La cosa sembrava quasi innocua; levò le braccine e le mise attorno al collo di Codaliscia, che lo sollevò. Nel farlo, il cappuccio gli ricadde indietro, e nel bagliore del fuoco Harry vide l’espressione di disgusto sul volto pallido e deBole di Codaliscia mentre portava la creatura fino alla bocca del calderone. Per un istante, Harry vide la malvagia faccia piatta illuminata dalle scintille che danzavano sulla superficie della pozione. E poi Codaliscia vi immerse la creatura. Quella scomparve sotto la superficie con un sibilo; Harry udì il suo corpo fragile cadere sul fondo con un tonfo lieve.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Voldemort scoppiò in una risatina dolce al suo orecchio, poi tolse il dito e continuò a parlare, rivolto ai Mangiamorte. «Avevo fatto male i miei conti, amici miei, lo ammetto. Il mio maleficio fu deviato dall’insensato sacrificio di quella donna, e mi rimbalzò contro. Fui strappato via dal mio corpo, diventai meno che spirito, meno del più miserabile fantasma… eppure ero vivo. Che cosa fossi, nemmeno io lo so… Io, che mi sono spinto più in là di ogni altro sul sentiero che conduce all’immortalità. Conoscete il mio obiettivo: dominare la morte. E allora fui messo alla prova, e a quanto pare uno o più dei miei esperimenti funzionarono… perché non ero morto, anche se il maleficio avrebbe dovuto uccidermi. Comunque, ero inerme come la più deBole creatura, e non potevo fare nulla… perché non avevo corpo, e qualunque incantesimo in grado di aiutarmi richiedeva l’uso di una bacchetta…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Il servo morì quando lasciai il suo corpo, e mi ritrovai deBole come non mai» riprese Voldemort. «Tornai al mio nascondiglio remoto, e non fingerò con voi di non aver temuto, allora, di non riuscire mai a riguadagnare i miei poteri… sì, quella fu forse la mia ora più cupa… non potevo sperare che mi venisse mandato un altro mago da possedere… e avevo smesso di sperare, ormai, che uno dei miei Mangiamorte si preoccupasse di ciò che era stato di me…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Il corpo di Codaliscia, naturalmente, era poco adatto a essere posseduto, poiché tutti lo credevano morto, e avrebbe attirato troppa attenzione se fosse stato visto. Comunque, era il servo robusto di cui avevo bisogno, e, benché come mago sia scarso, riuscì a eseguire le istruzioni che gli diedi, che mi restituirono un corpo rozzo e deBole, un corpo che potessi abitare in attesa degli ingredienti essenziali a una vera rinascita… uno o due incantesimi di mia creazione… un piccolo aiuto dalla mia cara Nagini» — gli occhi rossi di Voldemort si soffermarono sul serpente che continuava a strisciare in cerchio — «una pozione ottenuta bollendo sangue di unicorno, e il veleno di serpente fornito da Nagini… ben presto fui restituito a una forma quasi umana, e fui abbastanza in forze da poter viaggiare.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Schiantato… controllato dalla Maledizione Imperius… molto deBole» sentenziò. «Naturalmente avevano bisogno di tenerlo in vita. Harry, buttami giù il mantello di quell’impostore, Alastor è gelato. Madama Chips dovrà occuparsi di lui, ma non sembra in pericolo immediato».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    La sua voce risuonò deBole e remota. Un altro sbuffo di fumo d’argento, più esile del primo, si levò dalla bacchetta: non riusciva a far altro, l’incantesimo non funzionava.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    Zia Petunia emise un deBole urlo.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Harry fece un deBole sorriso. La signora Weasley lo abbracciò.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    «Guarda che cosa ci ha portato Dung» disse George, tendendo la mano verso Harry. Era piena di quelli che sembravano baccelli avvizziti. Emettevano un deBole ticchettio, pur essendo completamente immobili.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Aprì con forza la porta d’ingresso e uscì nel deBole sole settembrino. Harry e il cane la seguirono. La porta si richiuse con un tonfo alle loro spalle e gli strilli della signora Black s’interruppero all’istante.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Il tempo rimase incerto anche più a nord. La pioggia spruzzava i vetri di malavoglia, poi il sole faceva una deBole comparsa prima che le nuvole lo coprissero di nuovo. Quando calò il buio e le lampade si accesero negli scompartimenti, Luna arrotolò Il Cavillo, lo ripose con cura nella borsa e prese invece a fissare tutti i compagni di viaggio.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Il buio cadde oltre la finestra della Umbridge. Harry non chiese quando avrebbe potuto smettere. Non guardò nemmeno l’orologio. Sapeva che lei lo stava osservando in cerca di segnali di deBolezza e non voleva mostrarne alcuno, nemmeno se avesse dovuto restare lì fino al mattino a squarciarsi la mano con quella piuma…
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Harry era ottimista sulle possibilità di Grifondoro; dopotutto non erano mai stati battuti dalla squadra di Malfoy. Bisognava ammettere che le prestazioni di Ron non erano all’altezza di quelle di Baston, ma si stava impegnando davvero molto. Il suo punto deBole era la tendenza a perdere fiducia quando commetteva un errore; se lasciava passare un tiro si agitava e aumentavano le possibilità che sbagliasse di nuovo. D’altra parte, Harry aveva visto Ron fare alcune parate davvero spettacolari quando era in forma; durante un allenamento memorabile si era appeso con una sola mano alla scopa e aveva calciato via la Pluffa dalla porta così forte che quella aveva attraversato il campo ed era finita nella porta avversaria. L’intera squadra dichiarò che era una parata degna di quella di Barry Ryan, il Portiere della Nazionale Irlandese, contro il miglior Cacciatore della Polonia, Ladislaw Zamojski. Persino Fred aveva detto che Ron poteva ancora rendere fieri lui e George, e che stavano prendendo in seria considerazione l’ipotesi di ammettere di essere suoi parenti, cosa che, gli assicurò Fred, cercavano di negare da quattro anni.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Allora, ho avuto solo adesso la formazione ufficiale di Serpeverde» disse Angelina, consultando una pergamena. «I Battitori dell’anno scorso, Derrick e Bole, sono andati via, ma a quanto pare Montague li ha rimpiazzati con i soliti gorilla, invece che con gente brava a volare. Sono due tipi che si chiamano Tiger e Goyle, non so molto di loro…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Be’, non sembrano abbastanza svegli da distinguere un capo della scopa dall’altro» commentò Angelina infilandosi la pergamena in tasca, «ma in fondo mi ha sempre sorpreso che Derrick e Bole trovassero la strada per il campo senza cartelli indicatori».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Allora sarai una facile preda per l’Oscuro Signore!» gridò Piton. «Gli sciocchi che portano il proprio cuore con orgoglio sul bavero, che non riescono a controllare le emozioni, che si crogiolano nei ricordi tristi e si lasciano provocare così facilmente… gente deBole, in altre parole… non hanno alcuna possibilità contro il suo potere! Entrerà nella tua mente con una facilità inverosimile, Potter!»
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «Io non sono deBole» disse Harry a voce bassa, mentre la furia montava così rapida che avrebbe potuto aggredire Piton da un momento all’altro.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Stava correndo lungo il corridoio dell’Ufficio Misteri, davanti alle pareti di pietra, alle torce accese… la porta nera si faceva sempre più grande; lui correva così forte che ci avrebbe sbattuto contro, era a pochi metri e vedeva la striscia di deBole luce azzurra…
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Hermione non fiatò per il resto della lezione, ma Harry nutriva forti sospetti che il suo silenzio non sarebbe durato a lungo. Infatti nell’intervallo, quando uscirono dal castello nel deBole sole di maggio, lei lo fissò con sguardo penetrante e aprì la bocca con aria determinata.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Voglio dire che potrai… potrai controllare se è a casa oppure no, mentre io monto la guardia. Non credo che dovresti entrare da solo. Lee ha già dimostrato che la finestra è un punto deBole, facendoci passare gli Snasi».
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    L’ufficio era silenzioso, a parte i suoni soffocati dei Serpeverde che cercavano di tenere fermi Ron e gli altri. Ron gocciolava sangue dal labbro sul tappeto della Umbridge mentre lottava per liberarsi dalla presa di Warrington; Ginny si sforzava ancora di prendere a calci la ragazza del sesto anno che le aveva bloccato le braccia in una morsa ferrea; Neville stava diventando sempre più paonazzo nel deBole tentativo di allentare la stretta di Tiger attorno al suo collo; Hermione cercava invano di togliersi di dosso Millicent Bulstrode. Luna, invece, era immobile al fianco della Serpeverde che l’aveva catturata, e guardava distrattamente fuori dalla finestra, come se la faccenda non la riguardasse.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Oh, tu non conosci Potter, Bellatrix» replicò Malfoy dolcemente. «Ha un deBole per gli atti eroici: l’Oscuro Signore lo sa bene. Adesso dammi la profezia, Potter».
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Nient’affatto» rispose Harry, gli occhi che andavano rapidi da un Mangiamorte all’altro, cercando un anello deBole, una via di fuga. «Perché Voldemort ci tiene tanto?»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Harry, bi dispiage!» gridò Neville, addolorato, le gambe sempre in agitazione. «Bi dispiage, Harry, non Bolebo…»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Ti sbagli» replicò Silente, continuando ad avvicinarsi e parlando in tono leggero, come se stessero facendo due chiacchiere davanti a un bicchiere. Vedendolo camminare così indifeso, privo di scudo, Harry ebbe timore; avrebbe voluto gridare un avvertimento, ma il suo guardiano senza testa continuava a tenerlo contro la parete, bloccando ogni suo tentativo di liberarsi. «In verità, l’incapacità di capire che esistono cose assai peggiori della morte è sempre stata la tua più grande deBolezza…»
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «Ti devo una spiegazione, Harry» riprese Silente. «La spiegazione degli errori di un vecchio. Perché ora capisco che il mio comportamento nei tuoi confronti ha tutti i segni delle deBolezze dell’età. I giovani non possono sapere quello che i vecchi pensano e provano. Ma i vecchi sono colpevoli, se dimenticano che cosa significa essere giovani… e ultimamente sembra che io l’abbia dimenticato…»
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    Silente chiuse gli occhi e si coprì il viso con le mani dalle lunghe dita, ma quell’insolito segno di stanchezza, tristezza o qualunque cosa fosse non addolcì Harry. Anzi, lo fece infuriare ancora di più. Silente non aveva il diritto di mostrarsi deBole quando lui voleva soltanto urlargli contro, maltrattarlo.
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Però conoscevo anche il suo punto deBole. E così decisi. Saresti stato protetto da un’antica magia che Voldemort conosce ma disprezza, e ha perciò sempre sottovalutato… a proprie spese. Mi riferisco, naturalmente, al fatto che tua madre è morta per salvarti. Così facendo ti ha fornito una protezione duratura che Voldemort non aveva previsto, una protezione che ancora ti scorre nelle vene. Perciò riposi la mia fiducia nel sangue di tua madre. Ti affidai a sua sorella, la sua unica parente ancora in vita».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Ma nel mio meraviglioso piano c’era una pecca» disse Silente. «Una pecca ovvia, e già allora ero consapevole che avrebbe potuto mandarlo a rotoli. Eppure, sapendo quanto fosse importante che il mio piano avesse successo, decisi di non permettere a quell’unica pecca di rovinarlo. Io solo potevo impedirlo, perciò io solo dovevo essere forte. E affrontai la mia prima prova quando tu eri in infermeria, ancora deBole dopo la battaglia contro Voldemort».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Sì» rispose Luna con semplicità. «Mia madre. Era una strega straordinaria, ma aveva un deBole per gli esperimenti e un giorno uno dei suoi incantesimi è andato male. Avevo nove anni».
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Il Primo Ministro, con le ginocchia molli, sprofondò nella poltrona più vicina. L’idea di creature invisibili che fluttuavano per città e campagne, seminando dolore e disperazione tra i suoi elettori, lo faceva sentire molto deBole.
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    «Credo che tu voglia sapere anche» continuò a voce un po’ più alta, perché Bellatrix dava segno di volerlo interrompere, «come mai mi sono frapposto tra il Signore Oscuro e la Pietra Filosofale. La risposta è facile. Lui non sapeva se poteva fidarsi di me. Pensava, come te, che da fedele Mangiamorte fossi diventato il tirapiedi di Silente. Era in condizioni pietose, molto deBole, e condivideva il corpo di un mago mediocre. Non osò rivelarsi a un alleato del passato, se quell’alleato poteva consegnarlo a Silente o al Ministero. Rimpiango profondamente che non abbia avuto fiducia in me. Sarebbe tornato al potere tre anni prima. Invece io ho visto solo l’avido, inetto Raptor che tentava di rubare la Pietra e, lo ammetto, ho fatto tutto ciò che potevo per ostacolarlo».
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Ho recitato bene la mia parte»rispose Piton. «E tu trascuri la più grande deBolezza di Silente: deve credere il meglio delle persone. Gli ho raccontato una storia di profondissimo rimorso quando sono entrato a far parte del corpo insegnanti, fresco dei miei giorni di Mangiamorte, e lui mi ha accolto a braccia aperte, anche se, come dicevo, mi ha tenuto lontano dalle Arti Oscure per quanto ha potuto. Silente è stato un grandissimo mago… oh, sì, lo è stato» (perché Bellatrix aveva fatto un verso sarcastico), «anche il Signore Oscuro lo ammette. Sono felice di dire, tuttavia, che sta invecchiando. Il duello con il Signore Oscuro sostenuto il mese scorso lo ha scosso. Dopo di allora ha riportato una brutta ferita, perché le sue reazioni sono più lente di un tempo. Ma in tutti questi anni non ha mai smesso di avere fiducia in Severus Piton, ed è qui che sta il mio grande valore per il Signore Oscuro».
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Non molto bene» rispose pronto Lumacorno. «Sono deBole di petto. Ho l’asma. E anche i reumatismi. Non riesco a muovermi come una volta. Be’, c’era da aspettarselo. L’età. La stanchezza».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Harry scoppiò a ridere. La signora Weasley emise un deBole gemito e fissò il poster a occhi sbarrati. Le sue labbra si muovevano, articolando in silenzio ‘No-Pupù-No-Pipì’.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Un po’ deBole, pensò Harry. Ed evidentemente Sinister era della stessa opinione.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Fuori dai finestrini, il tempo era incerto come lo era stato per tutta l’estate; attraversavano banchi di nebbia fredda alternati alla deBole, chiara luce del sole. Fu durante uno di questi momenti luminosi, quando il sole era quasi allo zenit, che Ron e Hermione finalmente entrarono nello scompartimento.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Preferivo quello vecchio» commentò Piton, con evidente malignità nella voce. «Quello nuovo sembra deBole».
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Niente» rispose Ron, distogliendo subito gli occhi dal bancone, ma Harry sapeva che stava cercando di attirare l’attenzione della sinuosa, attraente barista, Madama Rosmerta, per la quale aveva un deBole da tempo.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    E infatti dall’interno si udiva un deBole sbatacchiare. Per la prima volta, Riddle parve spaventato.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Mi dissero che Riddle era ossessionato dalla sua stirpe. Questo è comprensibile, naturalmente; era cresciuto in un orfanotrofio ed era ovvio che desiderasse sapere come c’era arrivato. Pare che abbia cercato invano tracce di Tom Riddle Senior sugli scudi nella sala dei trofei, tra le liste dei prefetti nei vecchi documenti scolastici, perfino sui libri di Storia della Magia. Infine fu costretto ad accettare il fatto che il padre non aveva mai messo piede a Hogwarts. Fu allora, credo, che abbandonò il suo nome per sempre, assunse l’identità di Lord Voldemort e cominciò le indagini sulla famiglia della madre che fino ad allora aveva disprezzato, la donna che, ricorderai, era convinto non potesse essere una strega, poiché aveva ceduto alla vergognosa deBolezza umana della morte.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «No, credo che sarebbe sciocco cercare di estrarre con la forza la verità al professor Lumacorno, e potrebbe rivelarsi più dannoso che utile; io non desidero che se ne vada da Hogwarts. Tuttavia ha le sue deBolezze come tutti noi e credo che tu sia la sola persona in grado di penetrare le sue difese. È importantissimo che ci impossessiamo del vero ricordo, Harry… Quanto importante, lo sapremo solo quando l’avremo visto. Quindi buona fortuna… e buonanotte».
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Be’» balbettò Harry, senza sapere che cosa aggiungere. Il suo unico tentativo di impadronirsene gli sembrò tutt’a un tratto scandalosamente deBole. «Be’… il giorno che Ron ha inghiottito per sbaglio il filtro d’amore, l’ho portato dal professor Lumacorno. Pensavo che se fossi riuscito a metterlo abbastanza di buonumore…»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Sono deBole…» mormorò.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    «L’ha ucciso Piton» rispose Harry. «Io c’ero, l’ho visto. Siamo tornati e siamo atterrati sulla Torre di Astronomia perché c’era il Marchio… Silente non stava bene, era deBole, ma deve aver capito che era una trappola quando abbiamo sentito dei passi lungo le scale. Mi ha immobilizzato, non ho potuto far niente. Ero sotto il Mantello dell’Invisibilità… e poi è arrivato Malfoy e l’ha Disarmato…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Piton» ripeté questa con voce deBole, lasciandosi cadere sulla sedia. «Ci chiedevamo tutti… ma lui si fidava… sempre… Piton… Non posso crederci…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

   «La mia fonte mi ha avvisato che parte del piano è seminare una falsa traccia; dev'essere questa. Dawlish dev'essere sotto l'effetto di un Incantesimo Confundus. Non sarebbe la prima volta, è noto che è un suo punto deBole».
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   Ora procedette con più cautela. S'inginocchiò di nuovo accanto al baule, frugò nel fondo e, dopo aver recuperato una vecchia spilla che lampeggia va deBole i suoi due messaggi, Tifate per Cedric Diggory e Potter fa schifo, uno Spioscopio incrinato e consunto e un medaglione d'oro dentro il quale era stato nascosto un messaggio firmato 'R.A.B.', finalmente scoprì l'oggetto tagliente che l'aveva ferito. Lo riconobbe subito: era un frammento lungo cinque centimetri dello specchio magico che gli aveva regalato il suo padrino scomparso, Sirius. Harry lo posò da un lato e tastò cauto dentro il baule in cerca del resto, ma dell'ultimo dono del suo padrino non restava altro che vetro polverizzato, attaccato allo strato più profondo di detriti come sabbia scintillante.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   «Cosa stavi facendo?» gli chiese Hermione, dura. «Secondo te?» ribatté Harry con deBole spavalderia. «Hai urlato come un pazzo!» disse Ron.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Ron era ancora pallido e sudato. Sembrava troppo deBole persino per tentare di mettersi seduto. La prospettiva di spostarlo era scoraggiante. «Per ora restiamo qui» decise Harry.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «Rispetto?» ripeté Harry, ma Hermione gli scoccò uno sguardo d'avvertimento: non doveva litigare con Ron quando era così deBole.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Calò il silenzio per un po', rotto solo dal rumore delle mandiBole al lavoro; poi Ted parlò di nuovo.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   La bacchetta di Hermione sussultò lievemente, ma non le volò via dalla mano. Il deBole tentativo di magia fu troppo per quella di Harry, che si spezzò di nuovo in due. Lui la fissò, stupefatto, incapace di accettare quello che vedeva... la bacchetta che era sopravvissuta a tanto...
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   «Sei stato t-tu?» chiese infine Harry battendo i denti, la voce più deBole del solito: in fondo era stato quasi strangolato.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Hermione scese dal letto e avanzò come una sonnambula verso Ron, gli occhi fissi sul suo volto pallido. Si fermò davanti a lui, le labbra socchiuse, gli occhi sgranati. Ron tentò un deBole sorriso speranzoso e fece per alzare le braccia.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

    Le dita d'argento mollarono la presa. Harry non se l'era aspettato: si liberò, esterrefatto, tenendo la mano sulla bocca di Codaliscia. Vide i suoi occhietti acquosi da topo dilatarsi per la paura e lo stupore: sembrava sorpreso quanto lui per quello che la sua mano aveva fatto, per il minuscolo moto di umanità che aveva avuto, e continuò a lottare con più energia, come per annullare quell'attimo di deBolezza.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Ron e Hermione, confusi ma impressionati, lo seguirono attraverso il piccolo pianerottolo e bussarono alla porta di fronte a quella di Bill e Fleur. Un deBole «Entrate!» fu la risposta.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Hermione scosse il capo e continuò a disporre le forchette. Apparve Bill, che accompagnava il signor Olivander giù per le scale. Il fabbricante di bacchette sembrava ancora molto deBole e si aggrappava al braccio di Bill, che con l'altra mano trasportava una grossa valigia.
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   Harry prese dal mucchio di ciarpame più vicino due manici di scopa che gli sembravano sufficientemente solidi e ne gettò uno a Ron, che trascinò Hermione in sella dietro di lui. Harry cavalcò la seconda scopa e scalciando forte a terra si levarono in volo, evitando il becco cornuto di un rapace infuocato che schioccò le mandiBole a pochi centimetri da loro. Il fumo e il calore erano opprimenti: sotto, le fiamme maledette consumavano i traffici illeciti di generazioni di studenti, i colpevoli frutti di mille esperimenti vietati, i segreti di innumerevoli anime che avevano cercato rifugio in quella stanza. Harry non vide traccia di Malfoy, Tiger o Goyle: volò più basso che poté sui mostri di fiamma, ma non c'era altro che fuoco: che morte terribile... non aveva mai voluto questo...
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Parli come Lucius. Nessuno di voi capisce Potter quanto me. Non serve cercarlo. Potter verrà da me. Conosco la sua deBolezza, vedi, il suo grande difetto. Non sopporterà di vedere gli altri cadere attorno a lui, sapendo di esserne la causa. Vorrà porvi fine a ogni costo. Verrà».
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Pensi?» chiese Silente in tono grave. «Non ne sono così sicuro. Da giovane avevo dimostrato che il potere era la mia deBolezza e la mia tentazione. è curioso, Harry, ma forse i governanti migliori sono quelli che non l'hanno mai desiderato. Quelli che, come te, si vedono affidare la guida e raccolgono lo scettro perché devono, e scoprono con loro sorpresa di impugnarlo bene.
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   «Ero sicuro che ci avrebbe provato, da quando la tua bacchetta sconfisse la sua nel cimitero di Little Hangleton. All'inizio temeva che l'avessi battuto per la tua abilità superiore. Dopo aver rapito Olivander, tuttavia, scoprì l'esistenza dei nuclei gemelli. Pensò che questo spiegasse tutto. Ma la bacchetta presa in prestito non si comportò meglio! E Voldemort, invece di chiedersi quale tua caratteristica avesse reso la tua bacchetta così forte, quale dono tu possedessi che a lui mancava, si mise a cercare l'unica bacchetta che secondo la leggenda avrebbe sconfitto tutte le altre. L'ossessione per la Bacchetta di Sambuco era diventata feroce quasi quanto quella per te. è convinto che la Bacchetta di Sambuco elimini il suo ultimo punto deBole e lo renda veramente invincibile. Povero Piton...»
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   «Vuoi dire che era un deBole!» urlò Voldemort. «Troppo deBole per osare, troppo deBole per prendere ciò che avrebbe potuto essere suo e invece sarà mio!»
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    Di questo possiamo star certi: che qualsivoglia mago dimostri gradimento della società dei Babbani sia di modesto intelletto, di magia tanto fiacca e meschina ch'egli può sentirsi superiore soltanto se si circonda d'ignobili Babbani.
Nulla è più sicuro segno di deBole magia che una predilezione per la compagnia non magica.

IL MAGO E IL PENTOLONE SALTERINO (Cap. 1 Harry Potter 8)

    E allora la piccola pentolina d'oro danzò per la gioia - hoppitti, hoppiti, hop! - sui piedini di rosa! Gigetta Cosetta aveva curato tutte le bamBole dal male al pancino, e la pentolina era così felice che si colmò di dolcetti per Gigetta Cosetta e le sue bamboline!
«Ma mi raccomando di lavarti i dentini!» gridò la pentola.
E Gigetta Cosetta baciò e abbracciò la pentolina saltellosa e promise di aiutare sempre le bamBole e di non fare mai più la vecchia cicciosa lagnosa.

IL MAGO E IL PENTOLONE SALTERINO (Cap. 1 Harry Potter 8)

   C'era una volta un giovane stregone bello, ricco e pieno di talento, che aveva notato come i suoi amici, quando si innamoravano, diventassero sciocchi, sgambettassero e si azzimassero, perdessero l'appetito e la dignità. Risolto a non cadere mai preda di tali deBolezze, il giovane stregone ricorse alle Arti Oscure per assicurarsene l'immunità.
LO STREGONE DAL CUORE PELOSO (Cap. 3 Harry Potter 8)

    Ovviamente, tale ricerca non è altro che una sciocca fantasia. Nessun uomo e nessuna donna vivente, maghi o meno, sono mai sfuggiti a una qualche forma di lesione, fisica, mentale o emotiva. E tuttavia, noi maghi sembriamo particolarmente inclini all'idea di poter piegare la natura stessa dell'esistenza alla nostra volontà. Il giovane stregone[9] di questa storia, per esempio, decide che innamorarsi metterebbe a repentaglio la sua comodità e la sua sicurezza. Percepisce l'amore come umiliazione, deBolezza, un prosciugamento delle proprie risorse emotive e materiali.
LO STREGONE DAL CUORE PELOSO (Cap. 3 Harry Potter 8)

    Naturalmente, nel tentativo di diventare superumano, questo imprudente giovanotto si rende disumano. Il cuore che ha imprigionato lentamente si restringe e diventa peloso, simBoleggiando la propria discesa nella bestialità. Alla fine si è ridotto a un animale violento che prende ciò che vuole con la forza e muore nel futile tentativo di riconquistare ciò che ormai è per sempre al di fuori della sua portata: un cuore umano.
LO STREGONE DAL CUORE PELOSO (Cap. 3 Harry Potter 8)

    Ciò che non può non colpire qualsiasi mente dotata di buonsenso che studi la cosiddetta storia della Bacchetta di Sambuco è che ogni uomo che si sia mai vantato di possederla[27] ha sempre sostenuto che fosse 'invincibile', mentre il suo stesso passaggio di mano in mano dimostra non solo che è stata vinta centinaia di volte, ma che attira guai quanto Ghiozza la Capra Zozza attira le mosche. In fin dei conti, la ricerca della Bacchetta di Sambuco non fa che confermare un'osservazione che ho avuto più volte occasione di ripetere nel corso della mia lunga vita, e cioè che gli esseri umani hanno un deBole esattamente per le cose che sono peggiori per loro.
LA STORIA DEI TRE FRATELLI (Cap. 5 Harry Potter 8)