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Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
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   ‘Alzi il braccio. Così’. Misurò il braccio di Harry dalla spalla?alla punta delle dita, poi dal polso al gomito, dalla spalla a terra,?dal ginocchio all'ascella e poi prese anche la circonferenza della testa. E intanto diceva: ‘Ogni bacchetta costruita da Olivander ha il nucleo fatto di una potente sostanza magica, Mr Potter. Usiamo peli di unicorno, penne della coda della Fenice e corde del cuore di draghi. Non esistono due bacchette costruite da Olivander che siano uguali, così come non esistono due unicorni, due draghi o due fenici del tutto identici. E naturalmente, non si ottengono mai risultati altrettanto buoni con la bacchetta di un altro mago’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Acero e piume di Fenice. Sette pollici. Molto flessibile. La provi’.
Harry la provò, ma ancora una volta, non aveva fatto in tempo ad alzarla che Mr Olivander gli strappò di mano anche quella.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Un cliente difficile, eh? No, niente paura, troveremo quella che va a pennello... Ora, mi chiedo... sì, perché no... combinazione insolita... agrifoglio e piume di Fenice, undici pollici, bella flessibile’.
Harry la prese in mano. Avvertì un calore improvviso alle dita. La alzò sopra la testa, la abbassò sferzando l'aria polverosa e una scia di scintille rosse e d'oro si sprigionò dall'estremità come un fuoco d'artificio, proiettando sulle pareti minuscoli riflessi danzanti di luce. Hagrid gridò d'entusiasmo e batté le mani e Mr Olivander esclamò: ‘Bravo! Sì, proprio così, molto bene. Bene, bene, bene... che strano... ma che cosa davvero strana...’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Rimise la bacchetta di Harry in una scatola e la avvolse in carta da pacchi sempre borbottando: ‘Ma che strano... davvero strano’.
‘Scusi’ fece Harry, ‘ma che cosa c'è di strano?’
Mr Olivander lo fissò con i suoi occhi sbiaditi.
‘Ricordo una per una tutte le bacchette che ho venduto, Mr Potter.
Una per una. Si dà il caso che la Fenice dalla cui coda proviene la piuma della sua bacchetta abbia prodotto un'altra piuma, una sola. E' veramente molto strano che lei sia destinato a questa bacchetta, visto che la sua gemella... sì, la sua gemella le ha procurato quella ferita’.
Harry deglutì.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

    «Vedi, Harry, Fanny è una Fenice. E le Fenici, quando è arrivato il momento di morire, prendono fuoco e poi rinascono dalle loro stesse ceneri. Sta’ a vedere…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)


    Harry si guardò intorno. Niente Fenice Fanny; niente strani congegni d’argento. Questa era Hogwarts come l’aveva conosciuta Riddle, e ciò significava che il Preside era quel mago sconosciuto e non Silente, e che lui, Harry, era poco più di un fantasma, invisibile per la gente di cinquant’anni prima.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    «È una Fenice…» commentò Riddle restituendo all’uccello uno sguardo scaltro.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Harry indietreggiò fino a sbattere contro la parete opposta; strinse forte gli occhi e si sentì sfiorare la guancia dall’ala di Fanny che si era alzata in volo. Voleva gridare: «Non lasciarmi!» ma che possibilità aveva una Fenice contro il re dei serpenti?
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    La Fenice scese in picchiata. Il suo lungo becco d’oro scomparve e un attimo dopo un torrente di sangue nero schizzò sul pavimento. Il serpente menava colpi con la coda; mancò di poco Harry, e prima che il ragazzo facesse in tempo a chiudere gli occhi si voltò. Harry lo fissò e vide che la Fenice gli aveva perforato gli occhi gialli e sporgenti; il sangue colava a fiotti sul pavimento e il mostro, agonizzante, sputava.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Sei spacciato, Harry Potter» disse dall’alto la voce di Riddle. «Spacciato. Anche la Fenice di Silente lo sa. Vedi cosa fa, Potter? Piange».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Le lacrime della Fenice» disse Riddle piano, fissando il braccio di Harry. «Ma certo… poteri taumaturgici… avevo dimenticato…»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Ron scosse la testa, ma la Fenice aveva superato Harry e ora muoveva le ali davanti a lui con gli occhi che brillavano nell’oscurità e agitando le lunghe penne dorate della coda. Harry la guardò incerto.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Accarezzò la Fenice, che si era accovacciata sulle sue ginocchia. Harry sorrise imbarazzato mentre Silente lo guardava.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    … Quattro estati prima, il giorno del suo undicesimo compleanno, Harry entrò con Hagrid nel negozio del signor Olivander. Questi gli prese le misure e cominciò a fargli provare le bacchette. Harry impugnò probabilmente tutte le bacchette del negozio, finché finalmente non trovò quella adatta a lui: fatta di agrifoglio, lunga undici pollici e con un’unica piuma dalla coda di una Fenice. Il signor Olivander rimase molto sorpreso dal fatto che Harry fosse compatibile con quella bacchetta. «Curioso» disse, «… curioso», ma solo dopo che Harry glielo ebbe chiesto spiegò cosa c’era di tanto curioso: la piuma di quella bacchetta proveniva dalla stessa Fenice che aveva fornito il nucleo di quella di Voldemort.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Fanny, la Fenice del professor Silente, era appollaiata sul trespolo d’oro accanto alla porta. Grande come un cigno, coperta di splendide piume scarlatte e dorate, agitò la lunga coda e strizzò gli occhi in uno sguardo benevolo.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)


    E poi una musica ultraterrena e bellissima pervase l’aria… veniva da ogni filo della rete intessuta di luce che vibrava attorno a Harry e Voldemort. Era una musica che Harry riconobbe, anche se l’aveva udita solo una volta prima d’allora… il canto della Fenice
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    Concentrò ogni minima particella della mente sullo sforzo di ricacciare la perla indietro, verso Voldemort, le orecchie invase dal canto della Fenice, gli occhi ardenti, fissi… e lentamente, molto lentamente le perle si arrestarono tremando, e poi, altrettanto lentamente, presero a muoversi nella direzione opposta… ora era la bacchetta di Voldemort a vibrare foltissimo… era Voldemort ad apparire stupefatto, e quasi impaurito…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «ORA!» urlò Harry: non credeva di poter resistere un istante di più. Puntò la bacchetta in alto con un potente strattone, e il filo d’oro si spezzò; la gabbia di luce svanì, il canto della Fenice si spense… ma le sagome d’ombra delle vittime di Voldemort non scomparvero: accerchiarono Voldemort, nascondendo Harry alla sua vista…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    Si udì un morbido frullo d’ali. Fanny la Fenice si librò dal trespolo, attraversò in volo l’ufficio e atterrò sul ginocchio di Harry.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    La Fenice emise un verso dolce e tremulo. Vibrò nell’aria, e Harry avvertì come una goccia di liquido bollente scorrergli dalla gola allo stomaco, riscaldandolo e dandogli forza.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Proprio così» rispose Silente. «La bacchetta di Harry e quella di Voldemort hanno la stessa anima. Entrambe contengono una piuma della coda della stessa Fenice. Di questa Fenice, in effetti» aggiunse, indicando l’uccello oro e scarlatto appollaiato tranquillo sul ginocchio di Harry.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Si accorse all’improvviso che Fanny non era più sul suo ginocchio. La Fenice si era posata a terra. La bella testa indugiò contro la gamba di Harry, e grosse lacrime simili a perle stillarono dagli occhi sulla ferita inflitta dal ragno. Il dolore svanì. La pelle guarì. La gamba tornò sana.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Lo dirò ancora» disse Silente, mentre la Fenice spiccava il volo e si posava di nuovo sul trespolo vicino alla porta. «Questa notte hai dato prova di un coraggio ben superiore a quanto mi sarei aspettato da te, Harry. Hai dimostrato un coraggio pari a quello di coloro che sono morti combattendo Voldemort al massimo del suo potere. Ti sei fatto carico della responsabilità di un mago adulto e ti sei scoperto pari a lui — e ora ci hai dato ciò che abbiamo il diritto di aspettarci. Vieni con me in infermeria. Non voglio che torni in dormitorio stanotte. Una Pozione Sonnifera, e un po’ di pace… Sirius, ti andrebbe di restare con lui?»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice si può trovare al numero dodici di Grimmauld Place, Londra.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    «Be’, no… ma è per questo che ha messo gente dell’Ordine della Fenice a sorvegliarti di continuo…»
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)


    «Il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice» rispose subito Ron.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «Qualcuno si prende il disturbo di dirmi che cos’è l’Ordine della Fenice
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Il terzetto spiò cauto oltre il corrimano. Il tetro ingresso era affollato di maghi e streghe, compresa la scorta di Harry al completo. Sussurravano eccitati. Al centro del gruppo Harry vide la testa scura e unticcia e il naso prominente dell’insegnante di Hogwarts che meno amava, il professor Piton. Si sporse un po’ di più. Voleva proprio sapere che cosa faceva Piton per l’Ordine della Fenice
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «Perché il Ministero della Magia mi sta ancora cercando e Voldemort ormai saprà che sono un Animagus, Codaliscia gliel’avrà detto. Così il mio brillante travestimento è inutile. Non c’è molto che possa fare per l’Ordine della Fenice… o almeno è ciò che pensa Silente».
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Da quando uno deve far parte dell’Ordine della Fenice per fare delle domande?» chiese Sirius. «Harry è rimasto intrappolato in quella casa Babbana per un mese. Ha il diritto di sapere che cosa sta succe…»
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Non è un membro dell’Ordine della Fenice!» lo interruppe la signora Weasley. «Ha solo quindici anni e…»
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Grazie a te, Silente ha potuto riconvocare l’Ordine della Fenice solo un’ora dopo il ritorno di Voldemort» disse Sirius.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Ma che cosa fa l’Ordine della Fenice?» chiese Harry, guardandoli a uno a uno.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Siamo riusciti a convincere un paio di persone, però» disse il signor Weasley. «Tonks, per esempio: è troppo giovane per aver fatto parte dell’Ordine della Fenice l’ultima volta, e avere degli Auror dalla nostra parte è un enorme vantaggio. Anche Kingsley Shacklebolt è stato un bell’acquisto: è responsabile della caccia a Sirius, e così fa credere al Ministero che Sirius sia in Tibet».
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Ascoltatemi bene» sibilò la signora Weasley. Tremava lievemente, guardando Sirius. «Avete dato a Harry un sacco di informazioni. Ditegli qualcos’altro, e tanto vale ammetterlo direttamente nell’Ordine della Fenice».
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)


    «Undici pollici, anima di piuma di Fenice, in uso da quattro anni. Corretto?»
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Un’emozione potente era sorta nel petto di Harry alla vista di Silente, una sensazione di forza e di speranza simile a quella che gli infondeva il canto della Fenice. Voleva incrociare il suo sguardo, ma Silente non guardava dalla sua parte; continuava a guardare in su, verso un Caramell in evidente stato di agitazione.
L’udienza (Cap. 8 Harry Potter 5)

    «Ma lui ce l’avrà, la compagnia!» ribatté Hermione. «È il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, no? Solo che sperava che Harry sarebbe venuto a vivere qui con lui».
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Il fatto era che vivere al Quartier Generale del movimento anti-Voldemort non era neanche da lontano così eccitante quanto Harry si sarebbe aspettato. Anche se i membri dell’Ordine della Fenice andavano e venivano regolarmente, e a volte si fermavano per i pasti o per scambiare informazioni sottovoce, la signora Weasley faceva in modo che Harry e gli altri fossero tenuti accuratamente fuori tiro d’orecchio (Oblungo o normale) e nessuno, nemmeno Sirius, pareva credere che Harry avesse bisogno di sapere qualcosa di più di quello che aveva sentito la notte del suo arrivo.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «L’Ordine della Fenice originario» ringhiò. «L’ho trovata ieri sera mentre cercavo il mio Mantello dell’Invisibilità di riserva, visto che Podmore non ha avuto il garbo di restituirmi quello buono… ho pensato che alla gente qui sarebbe piaciuto vederla».
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Non era mai stato così felice di vederla; era di un membro dell’Ordine della Fenice che aveva bisogno in quel momento, non di qualcuno che facesse un sacco di storie o prescrivesse inutili pozioni.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    La McGranitt estrasse la bacchetta dalla tasca della vestaglia e la agitò; tre sedie comparvero dal nulla, di legno e con lo schienale diritto, piuttosto diverse dalla comoda poltrona di chintz che Silente aveva evocato durante l’udienza di Harry. Harry si sedette, e voltando il capo osservò il Preside sfiorare con un dito la cresta dorata di Fanny. La Fenice si svegliò subito, raddrizzò la bella testa e guardò Silente con i lucidi occhi scuri.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Ci fu un lampo di fuoco, e la Fenice sparì.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Vostro padre è rimasto ferito nel corso del suo lavoro per l’Ordine della Fenice» disse Silente, prima che Harry potesse parlare. «È stato portato all’Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche. Ora vi rimando a casa di Sirius, che è molto più comoda della Tana per raggiungere l’ospedale. Vostra madre arriverà lì».
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Posò la bottiglia più forte di quanto volesse, e un po’ di Burrobirra traboccò sul tavolo. Nessuno ci badò. Poi una lingua di fuoco a mezz’aria illuminò i piatti sporchi di fronte a loro, e tra esclamazioni di sorpresa un rotolo di pergamena cadde sul tavolo, insieme a una piuma dorata di Fenice.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    E poi, con un terribile senso di panico, pensò: questa è una follia… se sono posseduto da Voldemort, in questo momento gli sto dando una visione perfetta del Quartier Generale dell’Ordine della Fenice! Saprà chi fa parte dell’Ordine e dove si trova Sirius… e da quando sono qui ho sentito un mucchio di cose che non avrei dovuto sapere, tutto quello che Sirius mi ha detto la prima notte, quando sono arrivato…
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    La madre di Neville veniva verso di loro furtiva. Non aveva più il viso tondo e allegro che Harry aveva visto nella vecchia foto del primo Ordine della Fenice che gli aveva mostrato Moody. Era magra e sciupata, gli occhi sembravano enormi e i capelli, che erano diventati bianchi, ricadevano in ciocche stoppose. Non sembrava che volesse parlare, o forse non poteva, ma fece dei timidi gesti verso Neville, porgendogli qualcosa nella mano tesa.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    La polvere finì di depositarsi, mostrando le disastrose condizioni dell’ufficio: la scrivania era stata rovesciata, e così pure i tavoli dalle lunghe gambe sottili; gli strumenti d’argento erano in pezzi; Caramell, la Umbridge, Kingsley e Dawlish erano a terra, privi di sensi. Fanny la Fenice si librava in ampi cerchi sopra di loro, cantando sommessamente.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Fanny fece il giro dell’ufficio e si librò bassa sopra di lui. Silente lasciò andare Harry e levò una mano per afferrare la lunga coda dorata della Fenice. Un attimo dopo erano entrambi scomparsi in un lampo di fuoco.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Malfoy s’infilò la bacchetta di Harry nella veste e uscì sogghignando, ma Harry quasi non vi badò. Si era appena reso conto di una cosa, e non riusciva a credere di essere stato così sciocco da non pensarci. Aveva creduto che tutti i membri dell’Ordine della Fenice, tutti coloro che potevano aiutarlo a salvare Sirius, se ne fossero andati… ma si era sbagliato. A Hogwarts ce n’era ancora uno: Piton.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Per la prima volta sembrava spaventato, anche se Harry non riusciva a capire perché: l’Atrium era vuoto, a parte loro due, Bellatrix che singhiozzava intrappolata sotto la statua della strega, e Fanny, Fenice neonata, che cinguettava piano sul pavimento…
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «Bene, Harry» disse infine, voltando le spalle alla neonata Fenice, «sarai lieto di sapere che nessuno dei tuoi compagni soffrirà danni permanenti in seguito agli eventi di questa notte».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Kreacher mi ha confessato tutto la notte scorsa» disse Silente. «Vedi, quando gli hai gridato quell’avvertimento criptico, il professor Piton ha intuito che dovevi aver visto Sirius prigioniero nei meandri dell’Ufficio Misteri. E, come te, ha subito tentato di mettersi in contatto con lui. Naturalmente i membri dell’Ordine della Fenice possono contare su mezzi di comunicazione più affidabili del camino di Dolores Umbridge. E così il professor Piton ha scoperto che Sirius era vivo e al sicuro in Grimmauld Place.
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Il fatto strano, Harry» sussurrò Silente, «è che potevi non essere tu. La profezia di Sibilla poteva applicarsi a due giovani maghi: entrambi erano nati quell’anno alla fine di luglio, e i genitori di entrambi facevano parte dell’Ordine della Fenice ed erano sfuggiti a Voldemort per tre volte. Uno, naturalmente, eri tu. L’altro era Neville Paciock».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Rifletti!» esclamò Piton, di nuovo impaziente. «Rifletti! Aspettando due ore, solo due ore, ho fatto in modo di poter restare a Hogwarts come spia! Da allora, lasciando credere a Silente che tornavo dalla parte del Signore Oscuro solo perché mi era stato ordinato, ho potuto passare informazioni su Silente e sull’Ordine della Fenice! Pensaci, Bellatrix: il Marchio Nero si stava rafforzando da mesi, sapevo che lui stava per tornare, tutti i Mangiamorte lo sapevano! Ho avuto un sacco di tempo per pensare a cosa volevo fare, per progettare la mia mossa successiva, per fuggire come Karkaroff, no?
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Ho avuto ordine di restare indietro» rispose Piton. «Forse sei in disaccordo con il Signore Oscuro, forse credi che Silente non se ne sarebbe accorto se mi fossi unito ai Mangiamorte per combattere l’Ordine della Fenice? E… perdonami… parli di rischi… Hai affrontato sei ragazzini, no?»
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Bene, Harry» esordì questi, «è sorta una difficoltà che spero riuscirai a risolvere per noi. Quando dico noi, intendo l’Ordine della Fenice. Ma prima di tutto devo dirti che una settimana fa è stato ritrovato il testamento di Sirius e che ha lasciato a te tutto ciò che possedeva».
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «Preferiresti che passasse nelle mani di Bellatrix Lestrange? Sapendo che ha trascorso l’ultimo anno nel Quartier Generale dell’Ordine della Fenice
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «Comunque…. il mago prudente tiene la testa bassa in tempi come questi. Silente ha un bel dire, ma lavorare a Hogwarts adesso sarebbe come dichiarare pubblica fedeltà all’Ordine della Fenice! E anche se sono certo che siano assolutamente ammirevoli e coraggiosi e quant’altro, personalmente non apprezzo il tasso di mortalità…»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Piton non parlò per qualche minuto. Harry sentiva l’odio emanare a ondate dal proprio corpo, ondate così potenti che sembrava impossibile che Piton non se ne sentisse avvolto; non solo Harry lo detestava dal loro primo incontro, ma per di più, con il suo atteggiamento verso Sirius, Piton si era posto per sempre e irrevocabilmente al di là di ogni possibile perdono. Harry aveva avuto tutto il tempo di riflettere durante l’estate: qualunque cosa dicesse Silente, era convinto che le insinuazioni di Piton sul fatto che Sirius restasse nascosto, mentre il resto dell’Ordine della Fenice combatteva Voldemort, probabilmente erano state decisive nello spingere Sirius a correre al Ministero la notte della sua morte. Harry si aggrappava a questa idea perché gli dava modo di incolpare Piton, cosa che lo consolava, e poi perché sapeva che, se qualcuno al mondo non era per nulla dispiaciuto per la morte di Sirius, questi era l’uomo che ora camminava davanti a lui nel buio.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Va bene» assentì Harry, che aveva per la testa argomenti più gravi, e cercava furtivo con lo sguardo qualche indizio di ciò che Silente aveva deciso di fare con lui quella sera. L’ufficio circolare aveva l’aspetto di sempre: i delicati strumenti d’argento sbuffavano fumo e ronzavano su tavolini dalle gambe sottili; i ritratti dei passati Presidi sonnecchiavano nelle loro cornici; e la magnifica Fenice di Silente, Fanny, appollaiata sul suo trespolo dietro la porta, osservava Harry con vivace interesse. Non sembrava che Silente avesse fatto spazio per un duello d’allenamento.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    Silente aprì la bocca per parlare e poi la richiuse. Alle spalle di Harry, Fanny la Fenice levò un basso, dolce grido musicale. Con enorme imbarazzo, Harry all’improvviso si accorse che i vividi occhi azzurri di Silente erano umidi, e si affrettò ad abbassare lo sguardo sulle proprie ginocchia. Quando Silente parlò, tuttavia, la sua voce era ferma.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Fanny la Fenice si voltò, i lucidi occhi neri che riflettevano l’oro del tramonto oltre i vetri. Silente era in piedi alla finestra e guardava il parco, con un lungo mantello nero da viaggio tra le braccia.
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    «Forse ti conviene continuare la tua missione da solo» suggerì Silente. «E se i tuoi rinforzi sono stati fermati dalla mia guardia? Come avrai capito, stanotte ci sono anche membri dell’Ordine della Fenice. E del resto non hai veramente bisogno di aiuto… Non ho la bacchetta, al momento… Non posso difendermi».
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «Qualcuno è morto» rispose Malfoy, e la sua voce salì di un’ottava. «Uno dei suoi… non so chi, era buio… Ho scavalcato il corpo… Dovevo aspettare quassù il suo ritorno, solo che la sua Fenice si è intromessa…»
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Madama Chips deglutì, si premette le dita sulla bocca, gli occhi dilatati. Da qualche parte, fuori, nella notte, una Fenice cantava in un modo che Harry non aveva mai sentito prima: un doloroso lamento di terribile bellezza. E Harry capì, come aveva capito altre volte ascoltando una Fenice cantare, che la musica era dentro di lui, non fuori: era il suo stesso strazio mutato per magia in canto che echeggiava nel parco e attraverso le finestre del castello.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Harry si alzò, mormorò «ci vediamo fra poco» a Ron, Hermione e Ginny e seguì la professoressa McGranitt lungo la corsia. I corridoi erano deserti e l’unico suono era il canto remoto della Fenice. Passarono parecchi minuti prima che Harry si rendesse conto che non erano diretti nell’ufficio della McGranitt, ma in quello di Silente, e qualche altro secondo prima che capisse che, naturalmente, lei era la Vicepreside… quindi ora era la Preside… la stanza dietro il gargoyle adesso era sua…
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    In silenzio salirono la scala mobile a chiocciola ed entrarono nell’ufficio circolare. Non sapeva che cosa si fosse aspettato: che la stanza fosse adorna di paramenti neri, forse, o perfino che il corpo di Silente si trovasse lì disteso. In realtà aveva quasi lo stesso aspetto di quando lui e Silente l’avevano lasciata poche ore prima: gli strumenti d’argento ronzavano e sbuffavano sui tavoli dalle gambe sottili, la spada di Grifondoro nella teca di vetro scintillava alla luce lunare, il Cappello Parlante stava sulla mensola dietro la scrivania. Ma il posatoio di Fanny era vuoto; la Fenice stava ancora cantando il suo lamento nel parco. E un nuovo ritratto si era unito ai vecchi Presidi di Hogwarts… Silente dormiva in una cornice d’oro sopra la scrivania, gli occhiali a mezzaluna in bilico sul naso adunco, tranquillo e indisturbato.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    E seppe, senza sapere come, che la Fenice era andata, che aveva lasciato Hogwarts per sempre, proprio come Silente aveva lasciato la scuola, aveva lasciato il mondo… aveva lasciato lui.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Uno straordinario assortimento di persone aveva già preso posto: sciatti ed eleganti, vecchi e giovani. Harry non ne riconobbe la gran parte, ma alcuni sì, compresi i membri dell’Ordine della Fenice: Kingsley Shacklebolt, Malocchio Moody, Tonks dai capelli tornati miracolosamente di un accesissimo rosa, Remus Lupin, mano nella mano con lei, i signori Weasley, Bill sorretto da Fleur e seguito da Fred e George, che indossavano giacche di pelle di drago nera. Poi c’erano Madame Maxime, che occupava da sola due sedie e mezzo, Tom, il padrone del Paiolo Magico, Arabella Figg, la vicina Maganò di Harry, la villosa bassista del gruppo magico le Sorelle Stravagarie, Ernie Urto, autista del Nottetempo, Madama McClan del negozio di vestiti di Diagon Alley, e alcune persone che Harry conosceva solo di vista, come il barista della Testa di Porco e la strega che spingeva il carrello dell’Espresso per Hogwarts. C’erano anche i fantasmi del castello, appena visibili alla splendente luce del sole, riconoscibili solo quando si muovevano, tremando evanescenti nell’aria luminosa.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    Poi molte persone urlarono. Bianche fiamme splendenti si erano levate attorno a Silente e alla tavola sulla quale giaceva; diventarono sempre più alte, nascondendo il corpo. Fumo bianco salì a spirale nell’aria disegnando strane forme: Harry credette, per un istante che gli fermò il cuore, di vedere una Fenice volare gioiosa nell’azzurro, ma un attimo dopo il fuoco era sparito. Al suo posto c’era una tomba di marmo bianco, che racchiudeva il corpo di Silente e la tavola sulla quale aveva riposato.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   «Mio Signore, l'Ordine della Fenice intende trasferire Potter dal suo attuale rifugio sabato prossimo al calare della notte».
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   In libreria la prossima settimana le rivelazioni shock sul genio imperfetto considerato da molti il più grande mago della sua generazione. Smantellando la tradizionale immagine di serena barbuta saggezza, Rita Skeeter rivela l'infanzia disturbata, la giovinezza sregolata, le interminabili faide e i colpevoli segreti che Silente ha portato con sé nella tomba. PER CHé il più volte candidato al ruolo di Ministro della Magia si accontentò di restare un semplice preside? QUALE era il vero scopo della società segreta nota come Ordine della Fenice? COME si concluse davvero la vita di Silente? Le risposte a queste e a molte altre domande nell'esplosiva biografia Vita e Menzogne di Albus Silente di Rita Skeeter. Intervista esclusiva all'autrice di Betty Braithwaite, a pagina 13.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   «... le lacrime di Fenice» concluse Harry, annuendo.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

    rifletteva. Quindi Voldemort stava cercando un famoso fabbricante di bacchette e Harry non dovette chiedersi a lungo come mai: per quello che la sua bacchetta aveva fatto la notte dell'inseguimento. L'agrifoglio e la piuma di Fenice avevano battuto la bacchetta presa in prestito, cosa che Olivander non aveva previsto né compreso. Gregorovich ne sapeva di più? Era davvero più abile di Olivander, a conoscenza di segreti che Olivander ignorava?
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Errando tra la folla per sfuggire a uno zio ubriaco di Ron che non sapeva se lui era suo figlio, Harry notò un vecchio mago seduto da solo a un tavolo. La nube di capelli bianchi su cui poggiava un fez tarlato lo faceva assomigliare a un soffione invecchiato. Aveva un'aria vagamente familiare: Harry frugò nel proprio cervello e infine lo riconobbe. Era Elphias Doge, membro dell'Ordine della Fenice, autore del necrologio di Silente.
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Stato di Sangue: Purosangue, ma con inaccettabili inclinazioni filoBabbane. Noto membro dell'Ordine della Fenice.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   E Ron si voltava, senza nascondere la delusione. Harry sapeva che sperava di avere notizie della sua famiglia, o del resto dell'Ordine della Fenice, ma dopotutto lui, Harry, non era un'antenna televisiva; vedeva solo quello che stava pensando Voldemort in quel momento, non poteva sintonizzarsi su quello che gli pareva. Evidentemente Voldemort si soffermava senza posa sul giovane ignoto dalla faccia allegra, e Harry era certo che nemmeno lui ne conoscesse nome e indirizzo. Poiché la cicatrice continuava a bruciare e il gioioso ragazzo biondo galleggiava tentatore nella sua memoria, Harry imparò a reprimere ogni segno di dolore o disagio, perché gli altri due non mostravano altro che impazienza alla sola menzione del ladro. Non poteva del tutto biasimarli, visto il loro disperato bisogno di un indizio sugli Horcrux.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   La bacchetta di agrifoglio e Fenice era quasi spezzata in due. Un fragile filamento di piuma di Fenice teneva insieme i due pezzi. Il legno si era tranciato. Harry la prese fra le mani come se fosse una cosa viva che ha subito una terribile ferita. Non riusciva a riflettere: tutto era una macchia di panico e terrore. Poi la diede a Hermione.
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

    la stessa sensazione provata quando Ron se n'era andato. Si era fidato di Silente, l'aveva creduto l'incarnazione della bontà e della saggezza. Tutto era cenere: quanto ancora poteva perdere? Ron, Silente, la bacchetta di Fenice...
Vita e Menzogne di Albus Silente (Cap. 18 Harry Potter 7)

    stava dietro quella domanda. L'idea che Silente fosse riuscito a tornare, che vegliasse su di loro sarebbe stata di ineffabile consolazione. Scosse il capo. «Silente è morto» disse. «Io c'ero, ho visto il cadavere. è andato via per sempre. E comunque il suo Patronus era una Fenice, non una cerva».
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   Il ragno non rimpicciolì. Harry fissò la bacchetta di prugnolo. Tutti gli incanti minori che aveva provato erano risultati meno potenti di quelli che eseguiva con la bacchetta di Fenice. La nuova gli era fastidiosamente estranea, come se avesse la mano di un altro cucita all'estremità del braccio.
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   «Nel frattempo a Gaddley una famiglia Babbana di cinque persone è stata trovata morta in casa. Le autorità Babbane attribuiscono i decessi a una fuga di gas, ma alcuni membri dell'Ordine della Fenice mi informano che è stato un Anatema che Uccide: una prova ulteriore, se ce ne fosse bisogno, del fatto che le stragi di Babbani stanno diventando qualcosa di più che un'attività ricreativa sotto il nuovo regime.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Infine siamo dolenti di informare i nostri ascoltatori che i resti di Bathilda Bath sono stati scoperti a Godric's Hollow. A quanto pare la morte risale a diversi mesi fa. L'Ordine della Fenice ci informa che il suo corpo mostrava inconfondibili tracce di ferite da Magia Oscura.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Lo sai a chi piaceva pronunciare il nome del Signore Oscuro, Weasley?» ringhiò Greyback. «A quelli dell'Ordine della Fenice. Ti dice niente?»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Le urla di Hermione echeggiarono dalle pareti di sopra. Ron, quasi in singhiozzi, prese a pugni i muri e Harry, per pura disperazione, si sfilò dal collo la saccoccia di Hagrid e cercò a casaccio: estrasse il Boccino di Silente e lo scosse, sperando in qualunque cosa, ma non successe nulla; agitò le due metà spezzate della bacchetta di Fenice, ma erano inerti; il frammento di specchio cadde a terra scintillando e Harry vide un bagliore di un azzurro chiarissimo...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Agrifoglio e piuma di Fenice» commentò Olivander con voce tremula.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Il Signore Oscuro» riprese Olivander in tono frettoloso e spaventato «era sempre stato soddisfatto della bacchetta che gli avevo fabbricato io stesso tasso e piuma di Fenice, tredici pollici e mezzo finché non ha scoperto la connessione dei nuclei gemelli. Ora cerca un'altra bacchetta più potente, il solo modo per sconfiggere la tua».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Io...» Harry era sopraffatto; non riusciva a spiegarsi, quindi decise di contrattaccare. «Ma anche lei lotta, fa parte dell'Ordine della Fenice...» «Una volta» lo corresse Aberforth. «L'Ordine della Fenice non c'È più. Tu-Sai-Chi ha vinto, è finita, e chiunque finga di credere il contrario si sbaglia. Qui non sarai mai al sicuro, Potter, lui ti vuole troppo. Vai all'estero, entra in clandestinità, salvati. Meglio se porti questi due con te». E indicò Ron e Hermione col pollice. «Saranno sempre in pericolo, adesso che tutti sanno che lavorano con te».
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «'L'Ordine della Fenice non c'È più'» ripeté Harry. «'Tu-Sai-Chi ha vinto,
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   Luna tese la mano pallida, quasi uno spettro danzante a mezz'aria, separato dal braccio e dal corpo. Bussò una sola volta e nel silenzio a Harry parve un colpo di cannone. Subito il becco del corvo si spalancò, ma invece del verso di un uccello, una dolce voce musicale domandò: «Chi viene prima, la Fenice o la fiamma?»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

    Fred. «Non potevano perdersi il divertimento, Harry, e l'ES l'ha fatto sapere all'Ordine della Fenice, e c'È stato un po' di effetto valanga».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Con un boato, un'ondata di persone si lanciò ai piedi delle scale; Harry si ritrovò schiacciato contro la parete mentre i membri dell'Ordine della Fenice, dell'Esercito di Silente e della sua vecchia squadra di Quidditch lo oltrepassavano di corsa, tutti con le bacchette sfoderate, pronti a riversarsi nel castello.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

    alla Sala. Dietro di lei erano schierati gli insegnanti rimasti, tra cui Fiorenzo, il centauro palomino, e i membri dell'Ordine della Fenice che erano arrivati per combattere.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Manca solo mezz'ora a mezzanotte, dobbiamo agire in fretta! Gli insegnanti di Hogwarts e l'Ordine della Fenice hanno concordato un piano. I professori Vitious, Sprite e McGranitt condurranno gruppi di combattenti in cima alle tre torri più alte quella di Corvonero, di Astronomia e di Grifondoro dove avranno una buona visuale e posizioni ottime per scagliare
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Calò un lungo silenzio, interrotto solo da uno strano ticchettio. Fanny la Fenice stava becchettando un osso di seppia.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Devi suggerire all'Ordine della Fenice» mormorava «di usare dei sosia. Pozione Polisucco. Dei Potter identici. è l'unica soluzione. Dimenticherai che te l'ho suggerito io. La proporrai come idea tua. Chiaro?»
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Se solo fosse successo quella notte d'estate che era uscito per l'ultima volta dal numero quattro di Privet Drive, quando invece la nobile bacchetta di piuma di Fenice l'aveva salvato! Se avesse potuto morire come Edvige, così in fretta da non rendersene conto! Se si fosse potuto gettare davanti a una bacchetta per salvare una persona amata... invidiava perfino la morte dei suoi genitori. Quella passeggiata a sangue freddo verso la propria fine avrebbe richiesto un altro genere di coraggio. Sentì le dita tremare e fece uno sforzo per controllarle, anche se nessuno poteva vederlo; i ritratti alle pareti erano vuoti.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   «Ma che importanza ha?» mormorò il Signore Oscuro. «Anche se tu avessi ragione, Potter, non farebbe alcuna differenza per te e per me. Non hai più la bacchetta di Fenice: il nostro sarà un duello di pura abilità... e dopo che avrò ucciso te, potrò occuparmi di Draco Malfoy...»
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Ma Harry aveva occhi solo per l'uomo in piedi nel ritratto più grande, proprio dietro la poltrona del Preside. Le lacrime cadevano dietro gli occhiali a mezzaluna per finire nella lunga barba d'argento, e l'orgoglio e la gratitudine che emanava colmarono Harry di un balsamo simile al canto della Fenice.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Frugò nella saccoccia che portava al collo e ne estrasse le due metà di agrifoglio ancora attaccate soltanto per un sottilissimo filo di piuma di Fenice. Hermione aveva detto che non poteva essere riparata, che il danno era troppo grave. Lui sapeva solo che se non funzionava questo, non avrebbe funzionato nient'altro.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   La sua bacchetta si saldò e dalla punta scaturirono scintille rosse. Harry capì che ce l'aveva fatta. Prese la bacchetta di agrifoglio e di Fenice e sentì un improvviso calore alle dita, come se mano e bacchetta esultassero per essersi ritrovate.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    [14] [La Professoressa McGranitt, attuale Preside di Hogwarts, mi prega di precisare che è diventata un Animagus solo in seguito alle proprie estese ricerche in tutti i campi della Trasfigurazione, e che non ha mai usato la sua capacità di trasformarsi in un soriano per nessuna attività clandestina, eccezion fatta per legittime missioni svolte per conto dell'Ordine della Fenice, nelle quali segretezza e dissimulazione erano indispensabili. JKR]
Note (Cap. 7 Harry Potter 8)