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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Gigante


   Il silenzio che li circondava era stato lacerato da un rombo cupo. Mentre Silente e la Mcgranitt percorrevano con lo sguardo la stradina per vedere se si avvicinassero dei fari, il rumore si fece sempre più forte, fino a diventare un boato. Entrambi levarono lo sguardo al cielo e dall'aria piovve una Gigantesca motocicletta che atterrò sull'asfalto proprio davanti a loro.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   ‘Un prestito, professor Silente’; e così dicendo, il Gigante scese con circospezione dalla motocicletta. ‘Del giovane Sirius Black. Lui ce l'ho qui, signore’.
‘Ci sono stati problemi?’
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Per poco zio Vernon non tamponò la macchina che lo precedeva. Si voltò di scatto e urlò a Harry, con la faccia che assomigliava a una Gigantesca barbabietola con i baffi: ‘LE MOTOCICLETTE NON VOLANO!’
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   Dopo pranzo, andarono al serpentario. Il luogo era fresco e semibuio, con vetrine illuminate lungo tutte le pareti. Dietro ai vetri, lucertole e serpenti di ogni specie strisciavano e si arrampicavano su tronchi di legno e sassi. Dudley e Piers volevano vedere i Giganteschi e velenosi cobra e i grossi pitoni capaci di stritolare un uomo. Dudley fu molto veloce nell'individuare il serpente più grosso di tutti. Avrebbe potuto benissimo avvolgersi due volte intorno alla macchina di zio Vernon e ridurla alle dimensioni di un bidone per la spazzatura, ma al momento non sembrava in vena. Anzi, era profondamente addormentato. Dudley rimase con il naso spiaccicato contro il vetro, a contemplarne le spire brune e lucenti.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   Harry la raccolse e la fissò con il cuore che gli vibrava come un Gigantesco elastico. Nessuno in vita sua gli aveva mai scritto. E chi avrebbe dovuto farlo? Non aveva amici, non aveva altri parenti; non era neanche socio della biblioteca e quindi non aveva mai ricevuto perentori avvisi di restituire i libri presi in prestito. Eppure, eccola lì, una lettera dall'indirizzo così inequivocabile da non poter essere frainteso: Mr H. Potter Ripostiglio del sottoscala 4, Privet Drive Little Whinging Surrey
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)


   Sulla soglia si stagliò un uomo Gigantesco. Aveva il volto quasi nascosto da una criniera lunga e scomposta e da una barba incolta e aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come neri scarafaggi sotto tutto quel pelame.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Il Gigante sembrò farsi piccolo piccolo per entrare nella catapecchia, piegandosi in modo da sfiorare appena il soffitto con la testa. Poi si chinò a terra, raccolse la porta e la rinfilò nei cardini con la massima disinvoltura. Di fuori, il fragore della tempesta si attutì un poco. Il Gigante si voltò per guardarli a uno a uno.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Con uno squittio, Dudley corse a nascondersi dietro la madre, che per il terrore si era accucciata dietro zio Vernon.
‘Oh, ecco Harry!’ disse il Gigante.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘L'ultima volta che ti ho visto, eri ancora un soldo di cacio’ disse il Gigante. ‘Hai preso dal tuo papà, ma gli occhi sono della mamma’.
Zio Vernon emise uno strano rumore stridulo.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Ma chiudi il becco, scimunito d'un Dursley!’ esclamò il Gigante; allungò la mano oltre lo schienale del divano, strappò il fucile dalle mani di zio Vernon, ci fece un nodo con la massima facilità come fosse stato di gomma, e lo scaraventò in un angolo.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Allora, Harry’ disse il Gigante voltando le spalle ai Dursley, ‘buon compleanno! Ho una cosetta per te... mi sa che mi ci sono seduto sopra, ma il sapore dovrebbe essere ancora buono’.
Da una tasca interna del suo pastrano nero estrasse una scatoletta leggermente schiacciata. Harry l'aprì con dita tremanti. Dentro c'era una torta al cioccolato grossa e appiccicosa con su scritto, a lettere verdi di glassa: ‘Buon Compleanno Harry’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Harry guardò il Gigante. Voleva dirgli grazie, ma le parole si persero prima di arrivargli alle labbra, e quel che invece gli uscì detto fu: ‘Chi sei?’
Il Gigante ridacchiò.
‘Giusto, va', non mi sono presentato. Rubeus Hagrid, Custode delle Chiavi e dei Luoghi a Hogwarts’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Il Gigante tornò a sedersi sul divano che cedette sotto il suo peso, e cominciò a tirare fuori dalle tasche del pastrano ogni sorta di oggetti: un bollitore di rame, un pacchetto di salsicce tutto molle, un attizzatoio, una teiera, alcune tazze sbeccate e un flacone contenente un liquido color ambra di cui bevve una sorsata prima di cominciare a fare il tè. Ben presto la catapecchia fu piena dello sfrigolio e dell'odore di salsiccia. Nessuno disse una parola mentre il Gigante si dava da fare, ma non appena ebbe fatto scivolare dall'attizzatoio le prime sei salsicce, grasse, succulente e leggermente abbrustolite, Dudley diede segni di irrequietezza. Zio Vernon gli disse in tono aspro: ‘Non toccare niente di quel che ti dà, Dudley!’
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Il Gigante ridacchiò beffardo.
‘Quel ciccione di tuo figlio non ha bisogno di ingrassare ancora, Dursley, non ti preoccupare’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   E passò le salsicce a Harry: il ragazzo era talmente affamato che gli parve di non aver mai assaggiato niente di così squisito; intanto, non riusciva a togliere gli occhi di dosso al Gigante. Infine, visto che nessuno si decideva a dare spiegazioni, disse: ‘Scusa, ma ancora non ho capito bene chi sei’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)


   Il Gigante bevve un sorso di tè e si asciugò la bocca col dorso della mano.
‘Chiamami Hagrid’ disse, ‘tutti mi chiamano così. E ho il piacere di informarti che sono il Custode delle Chiavi a Hogwarts. Naturalmente, saprai tutto di Hogwarts’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Anche un uomo più coraggioso di Vernon Dursley avrebbe tremato di paura sotto lo sguardo furibondo che Hagrid gli lanciò. Quando il Gigante parlò, ogni sillaba fu uno scoppio di rabbia.
‘Non glielo hai mai detto? Non gli hai mai detto che cosa c'era scritto nella lettera che Silente gli ha appiccicato addosso? Guarda che io c'ero. Ho visto Silente che lo faceva, Dursley! E gliel'hai tenuta nascosta per tutti questi anni?’
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   All'idea di finire infilzato sul puntale di un ombrello da un Gigante barbuto, il coraggio di zio Vernon venne meno un'altra volta. Si appiattì contro la parete e rimase in silenzio.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Harry tornò a guardare Hagrid con un sorriso, e si accorse che il Gigante glielo ricambiava apertamente. ‘Visto?’ disse Hagrid. ‘Harry Potter non è un mago? Aspetta e vedrai: presto sarai famoso, a Hogwarts!’ Ma zio Vernon non era intenzionato a cedere senza dar battaglia.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘E' stato tutto un sogno’ si disse con fermezza. ‘Ho sognato che un Gigante di nome Hagrid è venuto a dirmi che avrei frequentato una scuola per maghi. Quando aprirò gli occhi mi ritroverò a casa dentro lo sgabuzzino’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Non posso, Tom, sono in servizio per Hogwarts’ disse il Gigante dando una grossa pacca con la manona sulla spalla di Harry, al quale si piegarono le ginocchia.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Ehi, Ron’.
Ecco i gemelli di ritorno.
‘Senti, noi andiamo verso la metà del treno... C'è Lee Jordan che ha una tarantola Gigante’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Ci siamo tutti? E tu, ce l'hai ancora il tuo rospo?’ Hagrid alzò il pugno Gigantesco e bussò tre volte.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   E poi lo udirono: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi Giganteschi; all'estremità di un passaggio sulla sinistra, qualcosa di enorme avanzava verso di loro. Si ritirarono in ombra e lo stettero a guardare mentre si ergeva da una pozza di luce lunare.
Fu una visione orripilante. Alto più di tre metri, aveva la pelle di un color grigio granito senza sfumature, il corpo bitorzoluto come un sasso, con in cima una testa piccola e glabra, come una noce di cocco. Le gambe erano corte e tozze come tronchi d'albero e i piedi piatti e ricoperti di corno. L'odore che emanava da quella creatura era incredibile. Aveva in mano un'immensa clava di legno che strascinava per terra per via delle braccia troppo lunghe.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   La sala era davvero uno spettacolo. Dalle pareti pendevano ghirlande d'agrifoglio e di pungitopo, e tutto intorno erano disposti non meno di dodici Giganteschi alberi di Natale, alcuni decorati di ghiaccioli scintillanti, altri illuminati da centinaia di candeline.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)


   ‘Dai, Hagrid, magari non ce lo vuoi dire, ma lo sai. Tu sai tutto quel che avviene in questo luogo’ lo adulò Hermione con voce calda e suadente. La barba di Hagrid ebbe un fremito: i ragazzi avrebbero giurato che il Gigante stesse sorridendo. ‘Ci chiedevamo soltanto chi si sia occupato della protezione’ proseguì Hermione. ‘Cioè, volevamo sapere, a parte te, di chi può essersi fidato Silente al punto da lasciarsi aiutare’.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Però, c'è sempre Fuffi’ obiettò Hermione.
‘Forse Piton ha scoperto come eludere la sua sorveglianza senza chiedere niente a Hagrid’ disse Ron alzando gli occhi sulle migliaia di volumi che li circondavano. ‘Scommetto che qua dentro, da qualche parte, c'è un libro che spiega come fare per mettere fuori combattimento un Gigantesco cane a tre teste. E allora, che cosa facciamo, Harry?’
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   Il mattino seguente, passando accanto alle Gigantesche clessidre che segnavano il punteggio di Grifondoro, gli studenti in un primo momento pensarono che si trattasse di un errore. Com'era possibile che il dormitorio avesse improvvisamente centocinquanta punti meno del giorno prima? Poi cominciò a spargersi la voce: Harry Potter, il famoso Harry Potter, l'eroe di ben due partite a Quidditch, aveva fatto perdere loro tutti quei punti. Lui e un altro paio di imbecilli del primo anno.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Continua a suonare’ consigliò Ron a Harry mentre sgusciavano fuori da sotto il mantello e strisciavano verso la botola. Passando accanto alle tre teste Gigantesche del cane, sentirono il suo fiato caldo e puzzolente.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   Hermione si divertiva sempre a rivedere gli esercizi dopo l'esame, ma Ron le disse che gli faceva venire mal di stomaco, e così si diressero verso il laghetto e si stesero comodamente sotto un albero. I gemelli Weasley e Lee Jordan stavano facendo il solletico ai tentacoli di un calamaro Gigante che si crogiolava nell'acqua tiepida e poco profonda.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   Davanti a voi è il pericolo, dietro la sicurezza
Due tra di noi vi aiutano, usate la destrezza
Una sola, di sette, vi lascerà avanzare
Se un'altra ne berrete, vi farebbe arretrare
Due son piene soltanto di nettare d'ortica
Tre, assassine, s'apprestano alla loro fatica.
Scegliete o resterete per sempre tra i supplizi.
Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi:
Primo, seppur subdolamente il velen non si svela,
Il vino delle ortiche alla sinistra cela;
Secondo, differenti sono quelle agli estremi
Ma per andare avanti rimangono problemi;
Terzo, come vedete, non ve n'è una uguale
Sol di nana e Gigante il vin non è letale;
Quarto, la seconda a dritta e la seconda a sinistra
Sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    «Chi, Severus?» Raptor rise, e non fu la sua solita risatina tremula, bensì una risata fredda e tagliente. «Sì, Severus sembra proprio il tipo giusto, non è vero? È talmente utile averlo qui a svolazzare dappertutto, come un pipistrello Gigante! Con lui in giro, chi sospetterebbe mai del po-povero, ba-balbuziente p-professor Ra-Raptor?» Harry non credeva alle proprie orecchie. Non poteva essere vero!
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Gli applausi dei Grifondoro raggiunsero quasi il soffitto incantato; le stelle, da lassù, sembravano fremere. Si sentiva Percy dire agli altri prefetti: «È mio fratello, sapete? Il mio fratello più piccolo! Ha passato la prova alla scacchiera Gigante della McGranitt!»
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «I Cannoni di Chudley» disse Ron indicando il copriletto arancione guarnito con due ‘C’ Gigantesche e una palla di cannone lanciata a tutta velocità. «Nona in classifica».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Ebbe la sensazione di essere risucchiato in un Gigantesco imbuto. Gli sembrò di girare vorticosamente… il rombo nelle orecchie era assordante… Cercò di tenere gli occhi aperti, ma il turbinio delle fiamme verdi lo faceva sentir male… Qualcosa di duro gli colpì il gomito, e lui se lo strinse al corpo, continuando a roteare… Poi gli parve che delle mani gelide lo stessero schiaffeggiando… Socchiuse gli occhi e attraverso gli occhiali vide una fila confusa di camini, con dietro delle stanze… 1 panini al prosciutto gli ballavano nello stomaco… Chiuse gli occhi, desiderando per l’ennesima volta di fermarsi e poi… cadde a faccia in giù su una fredda pietra e senti gli occhiali andare in frantumi.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)


    Tenendosi alla meglio gli occhiali rotti sul naso, si guardò intorno. Era emerso in un sordido vicolo dove sembravano esserci esclusivamente negozi dedicati alle Arti Oscure. Quello da cui era appena uscito. Magie Sinister, sembrava il più grande, ma di fronte c’era un’orribile mostra di teste avvizzite e due porte più giù un’immensa gabbia brulicava di Giganteschi ragni neri. Due maghi in malarnese lo osservavano da dietro un portale bisbigliando tra loro. Con un certo nervosismo Harry si avviò, sempre tenendosi gli occhiali e augurandosi, contro ogni speranza, di trovare la strada per uscire da quel posto.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Harry alzò gli occhi sul Gigantesco orologio con una sensazione dolorosa alla bocca dello stomaco. Dieci secondi… nove secondi…
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Mi volete spiegare che cosa c’è di male nell’impedire che un maledetto serpente Gigantesco stacchi la testa a Justin?» chiese. «Che cosa conta in che modo l’ho fatto, visto che a Justin è stato risparmiato l’ingresso nella schiera dei Cavalieri Senzatesta?»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Ron-Tiger stringeva i pugni Giganteschi. Rendendosi conto che se avesse mollato un cazzotto a Malfoy si sarebbero immancabilmente traditi, Harry fulminò l’amico con un’occhiata e chiese: «Ma quello che ha aperto la Camera… l’hanno preso?»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Può essere stato per una cosa qualsiasi» azzardò Ron. «Forse aveva ottenuto trenta G.U.F.O., oppure aveva salvato un professore dal calamaro Gigante. Forse ha ammazzato Mirtilla, con il che avrebbe reso un grande favore alla collettività…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

   Harry, Ron e Hermione avevano sempre saputo dell’incresciosa simpatia di Hagrid per le creature grandi e mostruose. Durante il primo anno a Hogwarts, Hagrid aveva tentato di allevare un drago nella sua capanna di legno e i tre non avrebbero dimenticato tanto facilmente il Gigantesco cane a tre teste da lui battezzato Fuffi. Se poi, da ragazzo, Hagrid avesse sentito dire che da qualche parte, nel castello, si nascondeva un mostro, Harry era certo che avrebbe fatto carte false pur di dargli un’occhiata. Probabilmente aveva pensato che era un peccato tenere il mostro rinchiuso tanto a lungo e che meritava di sgranchirsi le sue innumerevoli zampe. Poteva vederlo, il tredicenne Hagrid, cercare di infilargli guinzaglio e collare. Ma era altrettanto sicuro che non avesse mai voluto uccidere.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Soltanto per un breve periodo» disse Caramell evitando lo sguardo del Gigante. «Non è una punizione, Hagrid; più che altro è una precauzione. Se verrà preso qualcun altro, tu verrai liberato con tanto di scuse…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Si diresse verso la porta, la spalancò, salutò l’uscita di Silente con un inchino. Caramell, sempre giocherellando con la bombetta, aspettava che Hagrid lo precedesse, ma il Gigante non si mosse d’un passo, fece un respiro profondo e sillabò: «Chi ha voglia di trovare qualcosa, deve seguire i ragni. Questo lo porterà sulla pista giusta. E tutto quel che ho da dire».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Ragni. Non ragni piccoli come quelli che si arrampicavano sulle foglie sottostanti. Ragni delle dimensioni di cavalli da tiro, con otto occhi e otto zampe, neri, pelosi, Giganteschi. L’enorme esemplare che lo stava trasportando imboccò la ripida discesa, diretto verso una ragnatela a cupola, avvolta nella caligine, proprio al centro della cavità, mentre i suoi compagni si richiudevano a cerchio schioccando le chele, eccitati alla vista del suo carico.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Dei molti, spaventosi animali e mostri che popolano la nostra terra, nessuno è più insolito e micidiale del Basilisco, noto anche come il Re dei Serpenti. Questo serpente, che può raggiungere dimensioni Gigantesche e che vive molte centinaia di anni, nasce da un uovo di gallina covato da un rospo. Esso uccide in modo portentoso: oltre alle zanne, che contengono un potente veleno, anche lo sguardo del Basilisco provoca morte istantanea. I ragni fuggono davanti al Basilisco, perché è il loro nemico mortale e il Basilisco fugge solo quando ode il canto del gallo, che gli è fatale.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Ron» ansimò, «ecco quello che cercavamo. Questa è la risposta. Il mostro nella Camera è un Basilisco… un serpente Gigante. Ecco perché sentivo quella voce dappertutto e nessun altro poteva udirla. È perché io capisco il Serpentese».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Ma come ha fatto il Basilisco ad arrivare fin qui?» chiese Ron. «Un orrendo serpente Gigante… Qualcuno avrebbe potuto vederlo…»
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    La luce si posò su una Gigantesca pelle di serpente di un vivido color verde fiele che giaceva arrotolata e vuota sul pavimento. La creatura che l’aveva abbandonata doveva essere lunga almeno sei metri.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    E si avviò da solo, oltrepassando la pelle del serpente Gigante.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Dovette piegare indietro il collo per riuscire a intravedere il volto Gigantesco che lo sovrastava: era il volto antico e scimmiesco di un vecchio mago, con una lunga barba rada che gli arrivava quasi fino all’orlo della veste scolpita, lunga fino a terra, e due enormi piedi grigi che poggiavano sul pavimento levigato della stanza. Tra i piedi, giaceva bocconi una figurina vestita di nero dai capelli rosso fiamma.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Indicò il pavimento, in direzione dei piedi Giganteschi della statua. Lì accanto, aperto, c’era il piccolo diario nero che Harry aveva trovato nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Per un attimo, il ragazzo si chiese come avesse fatto ad arrivare fin lì… ma c’erano questioni più urgenti da affrontare.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Il Gigantesco volto di pietra di Serpeverde si mosse. Inorridito, Harry vide la sua bocca spalancarsi sempre più fino a diventare un immenso buco nero.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Qualcosa di pesante cadde con un tonfo sul pavimento di pietra: Harry lo senti tremare sotto i piedi. Sapeva quel che stava accadendo, lo intuiva, gli sembrava quasi di vedere il serpente Gigantesco srotolarsi dalla bocca di Serpeverde. Poi udì il sibilo di Riddle: «Uccidilo!»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

   Con un grido, rotolò sul marciapiedi, appena in tempo. Un attimo dopo, un Gigantesco paio di ruote sovrastate da due enormi fanali frenava bruscamente a pochi centimetri da lui. Come Harry poté constatare, il tutto apparteneva a un autobus a tre piani di un viola intenso, apparso dal nulla. Le lettere d'oro sul parabrezza dicevano: Il Nottetempo.
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   Due enormi rospi violetti dall'aria bavosa si stavano facendo una scorpacciata di tafani morti. Una tartaruga Gigante con il carapace tempestato di pietre preziose luccicava vicino alla finestra. Parecchie lumache velenose di color arancione strisciavano lente su per la parete del loro terrario di vetro, e un grasso coniglio bianco continuava a trasformarsi in un cappello a cilindro e poi di nuovo in coniglio, accompagnando ogni metamorfosi con uno schiocco secco. Poi c'erano gatti di tutti i colori, una rumorosa gabbia di corvi, un cestino di buffe palle di pelo color crema che ronzavano forte e, sul bancone, una grande gabbia piena di lustri topi neri che giocavano a saltare la corda con le lunghe code pelate.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Quelli del primo anno da questa parte!» gridò una voce familiare. Harry, Ron e Hermione si voltarono e all'altro capo della banchina videro la sagoma Gigantesca di Hagrid, che riuniva i nuovi, spaventatissimi studenti per la tradizionale traversata del lago.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Il Gramo, mio caro, il Gramo!» esclamò la professoressa Cooman, stupita che Harry non avesse capito. «Il cane fantasma Gigante che infesta i cimiteri! Caro ragazzo, è un presagio... il peggior presagio di morte!»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Prese la copia di Hermione e strappò via il Magiscotch che la teneva chiusa. Il libro cercò di morderlo, ma Hagrid fece scorrere il Gigantesco indice lungo il dorso e il libro rabbrividì, poi si aprì e rimase immobile nella sua mano.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Qualcuno urlò. Un ragno Gigante, alto due metri e coperto di peli, avanzava verso Ron, agitando le tenaglie, minaccioso. Per un attimo, Harry pensò che Ron fosse come paralizzato. E poi...
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Il passaggio era tutto curve e zigzag, un po' come la tana di un coniglio Gigante. Harry lo percorse in fretta, inciampando spesso sul terreno sconnesso, la bacchetta sfoderata davanti a sé.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Mentre Harry si serviva di patate arrosto, le porte della Sala Grande si aprirono di nuovo. Era la professoressa Cooman, che scivolò verso di loro come se avesse le ruote. Per l'occasione indossava un abito verde coperto di lustrini, che la faceva somigliare più che mai a una scintillante libellula Gigante.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Un Bolide sfrecciò accanto all'orecchio destro di Harry, colpito dal Gigantesco Battitore di Serpeverde, Derrick. Un attimo dopo...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Quando Harry, Ron e Hermione uscirono dall'infermeria la mattina dopo a mezzogiorno, trovarono il castello semideserto. Grazie alla calura opprimente e alla fine degli esami tutti si stavano godendo un'altra visita a Hogsmeade. Né Ron né Hermione avevano voglia di andarci, comunque, così vagarono per i prati assieme a Harry, discutendo ancora gli eventi straordinari della notte passata e chiedendosi dove fossero Sirius e Fierobecco in quel momento. Seduto vicino al lago, dove la piovra Gigante muoveva pigramente i tentacoli sull'acqua, Harry si distrasse guardando verso la riva opposta. Solo la notte prima il cervo era venuto al galoppo verso di lui proprio da laggiù...
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    Qualcosa strisciava verso di lui sul pavimento del corridoio buio, e mentre si avvicinava allo spiraglio illuminato dal fuoco, Frank capì con un brivido di orrore che si trattava di un serpente Gigantesco, lungo almeno quattro metri. Terrorizzato, esterrefatto, Frank lo fissò mentre il suo corpo ondeggiante tracciava un ampio solco curvilineo sullo spesso strato di polvere che ricopriva il pavimento, avvicinandosi sempre di più… che fare? La sola via di scampo era entrare nella stanza dove due uomini sedevano tramando omicidi, ma se fosse rimasto dov’era il serpente lo avrebbe ucciso di sicuro…
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    Era scivolata sulla lumaca Gigante, che esplose. La sua invettiva li seguì nell’aria immobile, mescolata agli ululati del piccolo: «Rotto lumaca! Rotto lumaca!»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

   Tenendo ben stretti i loro acquisti, il signor Weasley in I testa, si affrettarono tutti a entrare nel bosco, seguendo il percorso illuminato dalle lanterne. Sentivano i rumori di migliaia di persone che si muovevano attorno a loro, urla e risate, frammenti di canzoni. L’atmosfera di eccitazione febbrile era altamente contagiosa; Harry non riusciva a smettere di sorridere. Camminarono nel bosco per venti minuti, parlando e scherzando a voce alta, finché uscirono all’aperto e si ritrovarono all’ombra di uno stadio Gigantesco. Anche se Harry riuscì a vedere solo una piccola porzione degli immensi muri d’oro che circondavano il campo, si rese conto che dieci cattedrali ci sarebbero state dentro comodamente.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Centomila maghi e streghe prendevano posto sui sedili che si elevavano a strati sul lungo campo ovale. Tutto era pervaso da una misteriosa luce dorata che sembrava emanare dallo stadio stesso. Da lassù, il campo sembrava liscio come velluto. Alle due estremità del campo c’erano tre cerchi d’oro a quindici metri di altezza; proprio di fronte a loro, quasi al livello dello sguardo di Harry, c’era un tabellone Gigantesco. Una grafia d’oro continuava a sfrecciare su di esso come se la mano di un Gigante invisibile lo scarabocchiasse e poi cancellasse tutto; guardandolo, Harry vide che sparava messaggi pubblicitari per tutto il campo.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    I Lepricani si erano rialzati a mezz’aria e questa volta formarono una mano Gigante, che faceva un gesto molto maleducato rivolto alle Veela dall’altra parte del campo. Per tutta risposta le Veela persero il controllo. Si slanciarono attraverso il campo scagliando quelle che sembravano manciate di fuoco contro i Lepricani. Harry vide attraverso l’Omniocolo che non erano affatto belle, in quel momento: al contrario, i loro volti si allungavano in affilate teste d’uccello dai becchi feroci, e lunghe ali squamose spuntavano dalle loro spalle…
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «Ciao, Hagrid!» gridò Harry individuando una sagoma Gigantesca all’estremità della banchina.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Il piccolo Dennis Canon barcollò in avanti, inciampando nella pelliccia di talpa di Hagrid, proprio mentre quest’ultimo scivolava nella Sala attraverso una porta dietro il tavolo degli insegnanti. Alto due volte un uomo normale, e largo almeno tre, Hagrid, con la sua lunga barba nera aggrovigliata e incolta, aveva un aspetto vagamente inquietante — una falsa impressione, perché Harry, Ron e Hermione sapevano che Hagrid era di natura assai gentile. Il Gigante fece loro l’occhiolino mentre sedeva all’estremità del tavolo degli insegnanti e guardava Dennis Canon infilarsi il Cappello Parlante. Lo squarcio vicino all’orlo si spalancò…
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Forte!» disse Colin con lo stesso tono eccitato. «Probabile che fosse la piovra Gigante, Dennis!»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Wow!» disse Dennis, come se nessuno, nemmeno nel sogno più selvaggio, potesse sperare di meglio che finire dentro un lago profondissimo agitato dalla tempesta ed esserne ributtato fuori da un mostro marino Gigante.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Io non lo farò» dichiarò Draco Malfoy con decisione, quando Hagrid fece questa proposta con l’aria di un Babbo Natale che estrae un giocattolo Gigante dal suo sacco. «Ne ho abbastanza di vedere queste cose schifose durante le lezioni, grazie».
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Dennis aveva quasi indovinato. Mentre la Gigantesca sagoma nera sfiorava le cime degli alberi della Foresta Proibita, illuminata dalle luci del castello, videro un’enorme carrozza di un blu polveroso, delle dimensioni di una vasta dimora, che fluttuava verso di loro, trainata nell’aria da una dozzina di cavalli alati, tutti palomino, grandi come elefanti.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Dalla loro postazione in cima ai prati che sovrastavano il parco, potevano vedere chiaramente la liscia superficie nera dell’acqua, solo che all’improvviso non fu più affatto liscia. Al centro, in profondità, c’era una strana turbolenza; grandi bolle si formavano in superficie, ondate si abbattevano sulle rive fangose… e poi, proprio al centro del lago, apparve un vortice, come se un tappo Gigante fosse appena stato tirato via dal fondo…
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Mentre si avvicinavano alla capanna di Hagrid al limitare della Foresta Proibita, fu svelato il mistero della sistemazione notturna di Beauxbatons: gli studenti stavano risalendo a bordo della Gigantesca carrozza blu polvere, ora parcheggiata a un centinaio di metri dalla porta di casa di Hagrid. I pachidermici cavalli volanti pascolavano in un recinto improvvisato lì accanto.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    La capanna di Hagrid era in realtà una sola stanza: un letto Gigantesco con una coperta patchwork era sistemato in un angolo. Un tavolo di legno e alcune sedie ugualmente smisurate si trovavano davanti al fuoco, sotto un’abbondanza di prosciutti salati e uccelli morti penzolanti dal soffitto. I ragazzi sedettero al tavolo mentre Hagrid preparava il tè. e ben presto furono immersi nell’ennesima discussione sul Torneo Tremaghi. Hagrid sembrava eccitato quanto loro.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Madame Maxime si erse in tutta la sua considerevole altezza. La sommità della sua bella testa sfiorò il candeliere carico di ceri, e il suo Gigantesco petto foderato di satin nero si sollevò.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Di che si tratta?» chiese Harry cauto, chiedendosi se gli Schiopodi avessero deposto le uova, o Hagrid fosse riuscito a comprare un altro cane Gigante a tre teste da uno straniero in un pub.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Quattro enormi draghi completamente sviluppati, dall’aria malvagia, si impennavano in uno spazio recintato da spesse assi di legno, ruggendo e sbuffando: torrenti di fuoco sprizzavano nel cielo buio dalle loro bocche spalancate e zannute, sorrette dai colli tesi a quindici metri di altezza. Ce n’era uno di un blu argenteo con lunghe corna appuntite, che ringhiava e tentava di mordere i maghi a terra; uno verde ricoperto di scaglie lisce, che si contorceva e pestava i piedi con tutte le sue forze; uno rosso con una strana frangia d’oro lucente attorno al muso, che sparava nuvole di fuoco a forma di fungo nell’aria; e uno nero Gigantesco, più simile a un lucertolone degli altri, il più vicino a loro.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Diede una gomitata a Ron e indicò il quadro alle spalle di Hermione. Ritraeva una Gigantesca ciotola d’argento piena di frutta.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Lo afferrò di nuovo per il braccio, lo trascinò davanti al quadro della ciotola Gigante, tese l’indice e fece il solletico alla grossa pera verde, che prese a contorcersi, ridacchiando, e all’improvviso si trasformò in una grossa maniglia verde. Hermione la afferrò, spalancò la porta e spinse con decisione Harry all’interno.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Un altro MezzoGigante, naturalmente!» disse Hagrid.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Lo sapevi?» sussurrò. «Che Hagrid era MezzoGigante’?»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Dall’occhiata di Ron capì all’istante che stava rivelando una volta ancora la sua scarsa conoscenza del mondo magico. Era stato cresciuto dai Dursley, e quindi c’erano molte cose che i maghi davano per scontate e che per lui erano rivelazioni: ma queste sorprese erano diminuite da quando era entrato a scuola. In quel momento, però, si rese conto che la maggior parte dei maghi non avrebbe detto «E allora?» scoprendo che uno dei loro amici aveva per madre una Gigantessa.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Ma chi se ne importa se sua madre era una Gigantessa?»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Ma chi vuole prendere in giro, quella Maxime?» disse Harry, osservando Madame Maxime seduta da sola al tavolo dei giudici, con aria molto cupa. «Se Hagrid è un MezzoGigante, allora lo è anche lei. Ossa grandi… la sola cosa con ossa più grandi delle sue è un dinosauro».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Ron e Hermione parevano aver raggiunto un tacito accordo: non parlare della loro lite. Erano piuttosto amichevoli l’uno verso l’altra, anche se stranamente formali. Ron e Harry comunque le raccontarono subito della conversazione tra Madame Maxime e Hagrid, ma Hermione, a differenza di Ron, non trovò affatto spaventosa la notizia che Hagrid fosse un MezzoGigante.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Be’, me lo immaginavo» disse, alzando le spalle. «Sapevo che non poteva essere un Gigante puro, perché sono alti sei metri. Ma sinceramente, tutta questa agitazione per i giganti… Non possono essere tutti terribili… è lo stesso tipo di pregiudizio che la gente nutre nei confronti dei Lupi Mannari… è solo fanatismo, no?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    L’ERRORE GiganteSCO DI SILENTE
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Come se non bastasse, la Gazzetta del Profeta ha ora scoperto le prove del fatto che Hagrid non è — come ha sempre finto di essere — un mago purosangue. In effetti non è nemmeno un umano purosangue. Siamo in grado di rivelare in esclusiva che sua madre è nientemeno che la Gigantessa Fridwulfa, il cui domicilio è attualmente sconosciuto.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Be’, credo che con questo la carriera di insegnante di quel deficiente dovrebbe essere finita» disse Malfoy, con gli occhi che brillavano. «MezzoGigante… e io che pensavo che si fosse trangugiato una bottiglia di Crescicresci da piccolo… ai nostri genitori questa faccenda non andrà proprio giù… avranno paura che si mangi i loro figli, ah, ah…»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Noi non l’abbiamo fatto apposta!» disse Ron indignato. «Non avevamo scelta! Quell’idiota, parlare della sua mamma Gigantessa dove chiunque poteva sentirlo!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Perché ci evita?» disse Hermione, quando finalmente si furono arresi e s’incamminarono di nuovo verso la scuola. «Non crederà che c’importi che è un MezzoGigante
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Sì, ma c’è sempre la piovra Gigante» disse Ron. Non sembrava preoccupato: speranzoso, semmai. Hermione notò il suo tono di voce e si accigliò.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Chi se ne importa se è un MezzoGigante?» urlò Harry. «Lui è a posto!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Hagrid!» urlò Hermione, picchiando sulla porta. «Hagrid, adesso basta! Lo sappiamo che sei lì dentro! Non importa a nessuno se tua madre era una Gigantessa, Hagrid! Non puoi permettere a quella viscida Skeeter di farti questo! Hagrid, vieni fuori, ti stai comportando…»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Lei… lei non è un MezzoGigante!» gracchiò Hagrid.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Sott’acqua…» disse Harry lentamente. «Mirtilla… che cosa vive nel lago, a parte la piovra Gigante
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Piccoli pesci saettavano oltrepassandolo come frecce d’argento. Una o due volte gli parve di vedere qualcosa di più grosso muoversi davanti a lui, ma quando si avvicinò, scoprì che non era altro che un grosso tronco annerito, o un fitto cespo di alghe. Non c’era traccia degli altri campioni, di sirene, di Ron — né, per fortuna, della piovra Gigante.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Harry nuotò più in fretta, e presto vide una grossa roccia spuntare nell’acqua fangosa davanti a sé. Sopra c’erano disegni che raffiguravano il popolo sirenesco; i personaggi brandivano lance e inseguivano quello che sembrava la piovra Gigante. Harry superò la roccia, seguendo la canzone delle sirene.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Una folla di sirene e tritoni nuotava davanti alle case che fiancheggiavano quella che sembrava la versione sirenesca della piazza di un villaggio. Al centro cantava un coro di sirene, per attirare i campioni, e dietro si ergeva una statua molto rozza: un tritone Gigantesco sbozzato in una roccia. Quattro persone erano legate strette alla sua coda di pietra.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Dalla sua bocca uscirono solo bolle, ma ebbe la chiara impressione che i tritoni lo avessero capito, perché all’improvviso cessarono di ridere. I loro occhi giallastri erano puntati sulla bacchetta di Harry, e sembravano spaventati. Potevano anche essere in netta maggioranza, ma Harry capì dalle loro espressioni che di magia ne sapevano quanto la piovra Gigante.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Poi, alla fine, Sirius sparì dalla loro vista, e quando raggiunsero il luogo in cui era scomparso, videro una piccola apertura nella roccia. Vi s’insinuarono e si trovarono in una fresca caverna quasi completamente buia. Legato sul fondo, un capo della corda fissato attorno a una grossa roccia, c’era Fierobccco l’Ippogrifo. Metà cavallo grigio, metà aquila Gigante, Fierobecco fece lampeggiare i fieri occhi arancioni alla loro vista. Tutti e tre gli fecero un profondo inchino, e dopo averli scrutati con aria arrogante per un attimo, l’animale piegò le ginocchia squamate, e permise a Hermione di avvicinarsi e di accarezzargli il collo piumato. Harry, invece, guardava il cane nero, che si era appena trasformato nel suo padrino.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «A lei non abbiamo mai pensato, vero?» disse Ron lentamente. «Badate, è chiaro che ha sangue di Gigante, e non vuole ammetterlo…»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Certo che no» sbottò Hermione, alzando gli occhi. «Guarda cos’è successo a Hagrid quando Rita ha scoperto di sua madre. Guarda Caramell, che salta alle conclusioni su di lei solo perché è in parte Gigante. Chi vuole quel genere di pregiudizio? Anch’io probabilmente direi che ho le ossa grandi se sapessi quel che ci guadagno a dire la verità».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Cedric aveva ragione: era proprio enorme. Lungo tre metri, sembrava più che altro uno scoipione Gigante. Il suo lungo pungiglione era inarcato sopra la schiena. La spessa corazza brillò alla luce della bacchetta di Harry, che gliela puntò contro.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Cedric si voltò a guardare appena in tempo per evitare l’urto e gettarsi oltre la cosa, ma inciampò nello slancio. La bacchetta gli sfuggì di mano, mentre un ragno Gigantesco calava sul sentiero e avanzava verso di lui.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Udì dei rumori e guardò in giù: un serpente Gigantesco strisciava nell’erba, aggirando la pietra tombale a cui era legato. Il respiro rapido e affannoso di Codaliscia diventava di nuovo più forte. Era come se stesse spingendo qualcosa di pesante. Poi tornò nel campo visivo di Harry, che lo vide spingere un calderone di pietra ai piedi della tomba. Era pieno di quella che sembrava acqua — Harry ne sentì lo sciacquio — ed era più grande di qualunque calderone Harry avesse mai usato; un enorme ventre di pietra abbastanza vasto da contenere un uomo adulto seduto.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Qualcosa era successo alla notte. Il cielo indaco cosparso di stelle all’improvviso era diventato nero come la pece e privo di luci: le stelle, la luna, i lampioni nebulosi ai due capi del vicolo erano scomparsi. Il rombo lontano delle auto e il sussurro degli alberi erano spariti. La serata fragrante all’improvviso era fredda e pungente. Erano circondati da un’oscurità totale, impenetrabile, silenziosa, come se una mano Gigante avesse gettato uno spesso mantello ghiacciato sull’intero vicolo, accecandoli.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    «Ma è sparito» disse zio Vernon impaziente, senza minimamente pensare che l’assassinio dei genitori di Harry potesse essere un argomento penoso. «L’ha detto quel tipo Gigante. È sparito».
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    «Probabilmente che sarai divorato da un marshmallow Gigante o roba del genere» rispose Harry, voltando distrattamente le pagine dell’Oracolo dei Sogni. Era molto noioso cercare frammenti di sogni in quel libro, e Harry non si rallegrò quando la professoressa Cooman diede loro il compito di tenere un diario dei sogni per un mese. Quando suonò la campana, lui e Ron furono i primi a scendere la scala. Ron si lamentava a gran voce.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Oooh, Potteruccio fa i capricci» disse Pix; inseguì Harry lungo il corridoio sfrecciando sopra di lui e guardandolo con astio. «Che cosa c’è questa volta, caro il mio amico Potty? Senti delle voci? Hai delle visioni? Parli delle strane…» e diede in una pernacchia Gigante, «lingue?»
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

   La mattina dopo Harry fu il primo del suo dormitorio a svegliarsi. Rimase disteso a guardare la polvere vorticare nel raggio di sole che passava dalle tende del baldacchino, e assaporò il pensiero che era sabato. La prima settimana di scuola sembrava essersi protratta in eterno, come una Gigantesca lezione di Storia della Magia.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Le cime degli alberi della foresta proibita dondolavano alla brezza leggera. Harry le osservò, assaporando l’aria fresca sul viso, pensando al Quidditch che lo aspettava… poi lo vide. Un enorme cavallo alato, di quelli che trainavano le carrozze di Hogwarts, con le ali nere di cuoio spalancate come uno pterodattilo, si librò dagli alberi simile a un grottesco uccello Gigante. Planò disegnando un grande cerchio, poi si tuffò di nuovo tra le chiome. Il tutto accadde così in fretta che Harry riuscì a stento a credere a ciò che aveva visto, se non per il cuore che gli martellava forte.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Tra queste eccentriche decisioni ci sono senza dubbio le controverse assunzioni di personale precedentemente descritte su queste pagine, che hanno visto l’ingaggio del licantropo Remus Lupin, del mezzoGigante Rubeus Hagrid e del visionario ex Auror “Malocchio” Moody.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Che cosa si regala a un Gigante?» chiese Ron, curioso. «Cibo?»
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Nooo, un Gigante si può prendere tutto il cibo che vuole» rispose Hagrid. «Gli abbiamo portato la magia. Ai giganti ci piace la magia, solo che non ci piace quando la usiamo contro di loro. Insomma, il primo giorno ci abbiamo portato un ramo di Fuoco Gubraithiano».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Siete andati a parlargli?» chiese Ron incredulo. «Dopo che l’avevate visto staccare la testa a un altro Gigante
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «E quindi… quindi non verrà nessun Gigante?» disse Ron, deluso.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Quella specie di gargoyle ripugnante, ignobile e bugiarda!» esplose Hermione mezz’ora più tardi, mentre tornavano al castello lungo i solchi tracciati prima nella neve. «Visto che cosa vuole fare? Odia gli ibridi, e cerca di far passare Hagrid per una specie di troll ritardato solo perché sua madre era una Gigantessa… oh, non è giusto, non è stata affatto una brutta lezione… voglio dire, capirei se fossero stati Schiopodi Sparacoda, ma i Thestral vanno bene… in effetti, per gli standard di Hagrid sono dolcissimi!»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «No!» rispose Harry furioso; possibile che nessuno capisse? «Prima stavo facendo un sogno completamente diverso, una cosa stupida… e poi questo l’ha interrotto. Era vero, non l’ho immaginato. Il signor Weasley dormiva sul pavimento ed è stato attaccato da un serpente Gigantesco, c’era un sacco di sangue, lui è svenuto, qualcuno deve scoprire dov’è…»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «Io… ecco, io stavo dormendo…» cominciò Harry e, nonostante la paura e l’ansia di farsi capire da Silente, fu un po’ irritato dal fatto che il Preside non lo guardasse, ma tenesse gli occhi fissi sulle proprie dita intrecciate. «Ma non era un sogno normale… era vero… l’ho visto succedere…» Respirò a fondo. «Il papà di Ron, il signor Weasley… è stato aggredito da un serpente Gigantesco».
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    L’accettazione aveva un’aria piacevolmente festosa: i globi di cristallo erano stati colorati di rosso e oro per trasformarli in Gigantesche decorazioni natalizie; l’agrifoglio era appeso a ogni porta; e in ciascun angolo scintillava un albero di Natale candido, coperto di neve e ghiaccioli magici e sormontato da una luminosa stella d’oro. La sala era meno affollata dell’ultima volta, anche se a un certo punto Harry fu spinto da parte da una strega con un mandarino nella narice sinistra.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Harry fu salutato come un eroe nella sala comune di Grifondoro, quella sera. Fred e George, temerari, avevano scagliato un Incantesimo di Ingrandimento sulla copertina del Cavillo e l’avevano appesa al muro, così che una testa Gigantesca di Harry sorvegliava tutto, e ogni tanto tuonava: «MINISTERO DI DEFICIENTI» e «VAI A MANGIARE LETAME, UMBRIDGE». Hermione non lo trovò molto divertente; disse che disturbava la sua concentrazione e finì per andare a letto presto, irritata. Harry dovette ammettere che dopo un’ora o due il manifesto non era più tanto buffo, soprattutto quando l’incantesimo parlante cominciò a svanire, e gridava parole sconnesse come “LETAME” e “UMBRIDGE” a intervalli sempre più frequenti e con voce sempre più acuta. Anzi cominciò a dargli il mal di testa, e la sua cicatrice riprese a bruciare in modo sgradevole. Tra i borbottii contrariati di quelli che, seduti attorno a luì, gli chiedevano di raccontare per l’ennesima volta l’intervista, annunciò che anche lui aveva bisogno di andare a riposare.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Non accetterei nemmeno se dovessi scegliere fra te e una piovra Gigante» replicò Lily.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    In effetti Harry sentì un rombo ritmico, lontano, che faceva pensare al lavorio di due polmoni Giganteschi. Harry lanciò un’occhiata di sbieco a Hermione e la vide guardare a bocca aperta il cumulo. Era atterrita.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Non fa niente!» strillò Hermione. Hagrid le fece freneticamente cenno di abbassare la voce, mentre la Gigantesca creatura davanti a loro grugniva e si rigirava nel sonno. «È lui che continua a picchiarti, vero? Ecco perché sei sempre coperto di lividi e di ferite!»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Insomma… fratellastro» si corresse Hagrid. «Il fatto è che dopo aver lasciato il mio papà la mamma si è messa con un altro Gigante e ha avuto Grop…»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Sì… insomma, quando dice il suo nome suona proprio così» continuò Hagrid ansioso. «Non sa parlare tanto bene, capite… ci sto provando a insegnarci… però, ecco, non è che ci piaceva più di quanto ci piacevo io. Per le Gigantesse è importante avere dei bei cuccioli robusti, e lui è sempre stato gracilino… neanche cinque metri…»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Ma Hagrid, perché non lo hai lasciato?» disse Hermione, afflosciandosi su un albero sradicato e nascondendo il volto tra le mani. «Che cosa credi di fare con un Gigante violento che non vuole nemmeno stare qui?»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Harry non disse nulla, ma si voltò a guardare la sagoma Gigantesca distesa a terra davanti a loro. A differenza di Hagrid, che sembrava solo un essere umano un po’ troppo grosso, il suo fratellastro era stranamente deforme. Quella che Harry aveva preso per un masso coperto di muschio sulla sinistra era in realtà la testa di Grop: molto grande rispetto al corpo, quasi perfettamente rotonda e piena di fitti capelli ricci color felce. Sulla cima era visibile il contorno di un grosso orecchio carnoso che sembrava spuntare, un po’ come le orecchie di zio Vernon, direttamente dalla spalla, con poco o niente collo nel mezzo. La schiena, coperta da una sorta di sudicia camicia marrone fatta di pelli d’animali cucite alla meglio, era molto vasta; i rozzi punti che tenevano insieme le pelli si tendevano a ogni respiro. Grop dormiva su un fianco, le gambe raggomitolate sotto il corpo, mostrando le piante di enormi, sporchi piedi nudi, grossi come slittini, poggiati l’uno sull’altro.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Il ruggito del Gigante echeggiò nella foresta silenziosa. Gli uccelli appollaiati sugli alberi volarono via strepitando, mentre una mano enorme si abbatteva sul terreno, facendolo tremare, e l’immenso Grop si tirava su voltando il testone per vedere chi o che cosa lo aveva disturbato.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Hermione e Harry arretrarono il più possibile, senza perdere d’occhio il Gigante. Quando Grop si inginocchiò fra due alberi non ancora sradicati, la sua faccia galleggiò sulla radura e su di loro come un’enorme, grigiastra luna piena. Sembrava che i suoi lineamenti fossero stati rozzamente sbozzati in una grossa palla di pietra. Il naso era schiacciato e informe; la bocca obliqua, piena di denti storti e gialli, grandi come mattoni; gli occhi, piccoli per quel testone, erano di un fangoso verdebruno e ancora cisposi di sonno. Grop sollevò le nocche sudicie, ognuna grossa quanto una palla da tennis, si strofinò vigorosamente le palpebre e di scatto, con velocità e agilità sorprendenti, si alzò.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Gli alberi ai quali erano legate le funi strette attorno alle braccia e alle gambe del Gigante scricchiolarono pericolosamente. Come aveva detto Hagrid, era alto un po’ meno di cinque metri. Dopo essersi guardato attorno con occhi offuscati, tese una mano grossa quanto un ombrellone per strappare un nido dai rami più alti di un pino e lo capovolse, con quello che parve un ruggito di disappunto per l’assenza degli uccelli; Hagrid si protesse con le braccia dal bombardamento di uova.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Il Gigante lasciò andare il pino, che ondeggiò in modo allarmante, provocando una pioggia di aghi, e abbassò lo sguardo.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Solo in quel momento il Gigante parve rendersi conto della presenza di Harry e Hermione. Trepidanti, lo videro abbassare il testone per scrutarli con gli occhi cisposi.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    La mano di Grop era scattata verso Hermione. Più rapido di lui, Harry la afferrò e la trascinò dietro l’albero, così che il pugno del Gigante graffiò il tronco ma si chiuse sul vuoto.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Per un po’ nessuno parlò, nemmeno quando un boato lontano segnalò che Grop aveva finalmente sradicato il pino. Hermione era pallida e tesa. Harry non riusciva a trovare una sola cosa da dire. Che cosa sarebbe successo se qualcuno avesse scoperto il segreto di Hagrid? Per giunta, lui si era impegnato — anche per Ron e Hermione — a proseguire i vani sforzi per civilizzare il Gigante. Come poteva Hagrid, sia pure con la sua smisurata capacità di scambiare i più orridi mostri zannuti per adorabili animaletti innocui, illudersi al punto da credere che un giorno Grop sarebbe riuscito a mescolarsi con gli esseri umani?
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Calmarmi! Un Gigante! Un Gigante nella foresta! E noi dobbiamo dargli lezioni d’inglese! Sempre che riusciamo a evitare quel branco di centauri assassini, naturalmente. Non… posso… crederci!»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Dev’essere il suo sangue di Gigante» rispose Hermione con voce tremula. «È molto difficile Schiantare un Gigante, sono un po’ come i troll, incredibilmente resistenti… ma la povera professoressa McGranitt… quattro Schiantesimi in pieno petto, e non è più una ragazzina, no?»
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Ma che cos’altro fossero i centauri non lo sentirono, perché in quel momento ai margini della radura risuonò uno schianto cosi fragoroso che tutti, Harry, Hermione e i cinquanta e più centauri, si voltarono di scatto. Le mani che stringevano Harry lo lasciarono ricadere a terra e scattarono verso l’arco e la faretra. Anche Hermione era finita a terra, e Harry si affrettò a raggiungerla mentre due tronchi massicci si scostavano con lentezza minacciosa e nel varco compariva la figura mostruosa di Grop il Gigante.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    La bocca del Gigante si aprì ancora di più.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    «Vattene, Gigante!» gridò Magorian. «Non sei il benvenuto fra noi!»
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    In quel momento Grop li vide, i soli due umani in un mare di centauri. Calò la testa di un’altra trentina di centimetri e li fissò assorto. Harry sentì Hermione tremare mentre il Gigante spalancava di nuovo la bocca e tuonava: «Hermy».
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Era quello che gli altri stavano aspettando: le dita tese di Grop erano a meno di mezzo metro da Harry quando più di cinquanta frecce sibilarono verso il Gigante e gli si conficcarono nella faccia, facendolo ululare di dolore e di rabbia. Si raddrizzò di scatto, strofinandosi il volto con le mani enormi, spezzando le frecce ma spingendo le punte ancora più in profondità.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Urlò di dolore e pestò i piedi, e i centauri si dispersero, portandosi fuori tiro; gocce di sangue grosse come ciottoli piovvero su Harry mentre aiutava Hermione a rimettersi in piedi e tutti e due correvano a perdifiato al riparo degli alberi. Una volta al sicuro, si voltarono a guardare: Grop, accecato dal sangue che gli scorreva sulla faccia, brancolava in direzione dei centauri, che arretravano disordinati, galoppando verso gli alberi dall’altra parte della radura. Harry e Hermione videro il Gigante lanciarsi al loro inseguimento con un altro ruggito furioso, abbattendo un altro po’ di piante.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Lo scalpitare dei centauri e i tonfi del Gigante diventarono sempre più deboli. Mentre Harry tendeva l’orecchio, sentì una fitta lancinante attraversargli la cicatrice e un’ondata di terrore lo sommerse.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Riconobbe subito la bella luce danzante che brillava diamantina. Mentre i suoi occhi si abituavano allo sfavillio, vide orologi luccicare da ogni parte, grandi e piccoli, pendole e sveglie, appesi fra le librerie o posati sui tavoli allineati. Un ticchettio costante, ritmico, riempiva la stanza, come il suono di migliaia di piccoli piedi in marcia. La luce danzante, simile a uno scintillio di pietre preziose, proveniva da una Gigantesca campana di vetro posta su un tavolo al capo opposto della stanza.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    Il castello sembrava molto silenzioso, per essere domenica. A quanto pareva, erano tutti sul prato a godersi la fine degli esami e la prospettiva degli ultimi giorni di scuola liberi da ripassi e compiti. Percorse lentamente il corridoio deserto, guardando di tanto in tanto fuori dalle finestre; vide alcuni studenti svolazzare sopra il campo di Quidditch e qualcun altro che nuotava nel lago insieme alla piovra Gigante.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    In condizioni normali, Harry avrebbe tentato in tutti i modi di fargli cambiare idea: la prospettiva che un secondo Gigante, magari ancora più violento e brutale di Grop, si stabilisse nella foresta era terrificante, ma al momento non aveva l’energia necessaria per mettersi a discutere. Desiderava di nuovo restare solo e per far prima trangugiò il succo a lunghe sorsate, quasi svuotando il bicchiere.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Sono stati i Mangiamorte» spiegò Caramell. «I seguaci di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. E… e sospettiamo l’implicazione di un Gigante».
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    Caramell fece una smorfia. «Ha usato i Giganti l’ultima volta, quando voleva gli effetti speciali. L’Ufficio Fraintendimenti sta lavorando ventiquattr’ore su ventiquattro, abbiamo squadre di Obliviatori impegnate a modificare la memoria di tutti i Babbani che hanno visto quello che è successo davvero, abbiamo messo gran parte dell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche a setacciare il Somerset, ma non riusciamo a trovare il Gigante… è un disastro».
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    Ma l’altra era corsa avanti. Strofinandosi la mano, Bella ricominciò a correre, tenendosi ora a distanza mentre si addentravano nel labirinto deserto di case di mattoni. Infine Narcissa imboccò una strada chiamata Spinner’s End, sulla quale la torreggiante ciminiera sembrava incombere come un Gigantesco dito ammonitore. I suoi passi echeggiarono sull’acciottolato davanti a finestre sprangate e rotte, finché giunse all’ultima casa, dove una luce tenue baluginava attraverso le tende di una stanza al piano terra.
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    Harry scrutò fuori dal finestrino; il suo cuore fece una capriola. Non c’erano Auror in attesa davanti alla locanda, ma la sagoma Gigantesca e barbuta di Rubeus Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts. Indossava una lunga pelliccia di castoro e appena vide Harry fece un enorme sorriso, ignorando gli sguardi stupiti dei passanti Babbani.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    In contrasto con le squallide facciate dei negozi soffocate dai manifesti, le vetrine di Fred e George colpivano come uno spettacolo di fuochi d’artificio. I passanti si voltavano a guardarle, e alcune persone stupefatte si erano fermate, come paralizzate. La vetrina di sinistra riluceva di un assortimento di oggetti che giravano su se stessi, esplodevano, lampeggiavano, rimbalzavano e strillavano: a Harry lacrimavano gli occhi alla sola vista. La vetrina di destra era coperta da un poster Gigante, viola come quelli del Ministero, ma stampato a gialle lettere lampeggianti:
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Sul serio?» chiese Harry, facendo attenzione a non incrociare lo sguardo di Ron; l’ultima volta che aveva incontrato il fratellastro di Hagrid, un feroce Gigante con uno spiccato talento per sradicare gli alberi, il suo vocabolario comprendeva cinque parole, e due non riusciva a pronunciarle bene.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Hermione batté Hagrid sulla spalla, senza trovare nulla da dire. Harry la capiva. Aveva visto Hagrid regalare un orsacchiotto a un feroce cucciolo di drago, canticchiare canzoncine a scorpioni giganti armati di ventose e pungiglioni, tentare di ragionare con quel bruto Gigantesco del suo fratellastro, ma quella era forse la più incomprensibile di tutte le sue fantasie mostruose: il Gigantesco ragno, Aragog, che abitava nel fitto della Foresta Proibita e al quale lui e Ron erano sfuggiti per un soffio quattro anni prima.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Mi piacerebbe che succedesse tra me e Lavanda» mugugnò Ron funereo, osservando Hermione che picchiettava con la punta della bacchetta le parole sbagliate, una a una. «Ma più butto lì che voglio finirla, più mi si attacca. È come stare con la piovra Gigante».
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Senti che è una buona idea seppellire un ragno Gigante?» chiese Ron, esterrefatto.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    «Be’, è per via di quel ragno Gigante, l’ha tenuto per anni… viveva nella Foresta… sapeva parlare eccetera…»
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Hagrid annuì e fece un passo avanti. Sollevò il Gigantesco ragno tra le braccia e con un poderoso grugnito lo fece rotolare nella buca. La bestia urtò il fondo con un orribile tonfo scricchiolante. Hagrid ricominciò a piangere.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Lumacorno bevve un altro gran sorso dal suo boccale. Il suo sguardo attento si spostava per la capanna, in cerca di nuovi tesori da convertire in un’abbondante scorta di idromele barricato, ananas candito e giacche da camera di velluto. Riempì di nuovo il proprio boccale e quello di Hagrid, e interrogò il Gigante sulle creature della Foresta e su come riuscisse a prendersene cura. Hagrid, diventato espansivo sotto l’influenza dell’alcol e dell’interesse di Lumacorno, smise di asciugarsi gli occhi e si tuffò in un’allegra dissertazione sull’allevamento degli Asticelli.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    «Fuori dai piedi!» urlò Harry, spingendo da un lato due ragazzi. Sfrecciò verso il pianerottolo e scese il resto della scalinata di marmo. Avevano fatto saltare il portone di quercia; c’erano macchie di sangue sulle lastre di pietra e parecchi studenti terrorizzati si schiacciavano contro le pareti, uno o due ancora rannicchiati con le braccia sulla testa; la clessidra Gigante di Grifondoro era stata colpita da una maledizione e i rubini continuavano a cadere, con un fragoroso acciottolio, sul pavimento di pietra…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    E poi vide la vasta sagoma di Hagrid, illuminata dalla luce della mezzaluna sbucata all’improvviso da dietro le nuvole. Il Mangiamorte biondo cercava di colpirlo con una maledizione dopo l’altra, ma la forza immane e la pelle indurita che aveva ereditato dalla madre Gigantessa proteggevano Hagrid. Piton e Malfoy, tuttavia, continuavano a correre; ben presto sarebbero stati al di là dei cancelli, in grado di Smaterializzarsi…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Avanzò barcollando verso la casa in fiamme. Una Gigantesca ombra affiorava dall’incendio trasportando Thor sulla schiena. Con un urlo di gratitudine, Harry cadde in ginocchio; tremava, il corpo gli faceva male dappertutto e il fiato gli usciva in fitte dolorose.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «L’ho visto correre verso di noi, ma subito dopo la fattura del Mangiamorte Gigante mi ha sfiorato e mi sono abbassata e non ho capito più niente» intervenne Ginny.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Tra gli studenti più giovani corse una certa agitazione quando una carrozza che non avevano mai visto, di un blu polveroso, grande come una casa, trainata da una dozzina di immensi cavalli palomino alati, planò dal cielo nel tardo pomeriggio prima del funerale e atterrò al limitare della Foresta. Harry vide dalla finestra una bella donna Gigantesca, con la pelle olivastra e i capelli neri, scendere i gradini della carrozza e gettarsi tra le braccia di Hagrid, che la aspettava. Nel frattempo una delegazione di funzionari del Ministero, compreso il Ministro della Magia in persona, veniva alloggiata nel castello. Harry evitò accuratamente ogni contatto con loro; era sicuro che prima o poi avrebbe dovuto di nuovo rendere conto dell’ultima escursione di Silente fuori da Hogwarts.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    Non videro bene ciò che accadde davanti. Hagrid doveva aver posato Silente sulla tavola. Si ritirò lungo il corridoio, soffiandosi il naso con alti strombettii che attrassero gli sguardi scandalizzati di alcuni presenti, fra cui, notò Harry, Dolores Umbridge… ma luì sapeva che Silente non ci avrebbe badato. Tentò di rivolgere un gesto amichevole a Hagrid mentre passava, ma gli occhi del guardiacaccia erano così gonfi che c’era da meravigliarsi che sapesse dove metteva i piedi. Harry lanciò un’occhiata alla fila in fondo, dove si dirigeva Hagrid e capì che cosa lo guidava: laggiù, vestito con giacca e pantaloni grandi ciascuno come una piccola tenda, c’era il Gigante Grop, il brutto testone roccioso chino, docile, quasi umano. Hagrid sedette vicino al suo fratellastro e Grop gli diede una pacca sulla testa, tanto forte da far sprofondare le gambe della sedia nel terreno. Harry ebbe una meravigliosa, momentanea gran voglia di ridere. Ma poi la musica cessò e lui si voltò di nuovo a guardare la scena.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   Dudley non rispose, ma rimase lì con la bocca socchiusa. A Harry ricordò un po' il Gigante Grop.
La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7)

   «Tu sei un MezzoGigante» rispose Lupin, guardandolo. «La Pozione Polisucco funziona solo con gli umani».
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Mentre attraversava il cortile buio, l'enorme, scheletrico Thestral alzò gli occhi, agitò le Gigantesche ali da pipistrello e riprese a brucare. Harry si fermò al cancello che dava nel giardino e fissò le piante troppo cresciute, strofinandosi la fronte in fiamme e pensando a Silente.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Si alzò goffamente; non era abituato ad avere così tanto corpo. L'enorme Atrium era più buio di come lo ricordava. Una volta, al centro del salone troneggiava una fontana dorata che riverberava macchie di luce tremolante sul pavimento di legno lucido e sulle pareti. Ora una Gigantesca statua di pietra nera dominava la scena. Era spaventosa, raffigurava una strega e un mago seduti su troni riccamente intagliati, che osservavano dall'alto i dipendenti del Ministero rotolare fuori dai camini sotto di loro. Alla base della statua, in lettere alte trenta centimetri, era inciso il motto: 'LA MAGIA è POTERE'.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Nevicava quando Hermione cominciò il suo turno di veglia, a mezzanotte. I sogni di Harry furono confusi e tormentati: Nagini vi scivolava dentro e fuori, prima attraverso un Gigantesco anello spezzato, poi attraverso una corona di elleboro. Si svegliò più volte, nel panico, convinto che qualcuno l'avesse chiamato in lontananza, scambiando il vento che frustava la tenda per il suono di passi o di voci.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   «Aha!» gridò Ron con il vento che gli frustava i capelli e gli abiti. Indicò in alto, verso la cima della collina dove erano sbucati: una casa dall'aspetto molto stravagante si stagliava contro il cielo, un enorme cilindro nero con una luna spettrale sospesa alle sue spalle nel cielo del pomeriggio. «Quella dev'essere casa di Luna, chi altri abiterebbe in un posto del genere? Sembra una tuba Gigante
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   Appena ebbero varcato la porta Xenophilius la chiuse dietro di loro. Si trovavano nella cucina più bizzarra che Harry avesse mai visto. La stanza era perfettamente circolare, così che sembrava di stare dentro un macinapepe Gigante. Tutto era curvo per adattarsi alle pareti: i fornelli, il lavandino e gli armadietti, e tutto era stato dipinto a fiori, insetti e uccelli in vivaci colori primari. Harry riconobbe lo stile di Luna: l'effetto, in uno spazio così chiuso, era un po' opprimente.
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   Mentre Scabior parlava, la cicatrice di Harry, che era tirata sulla fronte gonfia, arse dolorosamente. Più nitida di qualunque altra cosa attorno a lui, vide una torre. Una cupa fortezza, minacciosa e nera come la pece. I pensieri di Voldemort erano improvvisamente tornati chiarissimi; avanzava scivolando verso la Gigantesca costruzione con serena e gioiosa determinazione...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Un drago Gigantesco era incatenato al pavimento, in modo da sbarrare l'accesso a quattro o cinque delle camere blindate più profonde. Le squame della bestia erano sbiadite e screpolate per la lunga prigionia nel sottosuolo; i suoi occhi erano di un rosa lattiginoso; entrambe le zampe posteriori erano strette in pesanti ceppi le cui catene erano assicurate alla roccia da enormi picchetti. Teneva le immense ali spinate lungo il corpo, ma se le avesse aperte avrebbero riempito tutta la caverna; girò verso di loro il brutto testone, ruggì con un fragore che fece tremare la roccia e sputò un getto di fuoco che li costrinse ad arretrare di corsa nel cunicolo.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Stava aiutando il drago ad allargare il passaggio, scavando nella parete superiore intanto che la creatura si arrampicava verso l'aria più fresca, lontano dal rumore e dalle urla dei folletti: Harry e Ron le diedero man forte, facendo esplodere il soffitto con altri incantesimi. Superarono il lago sotterraneo, e l'enorme bestia che arrancava ringhiando sembrava avvertire la libertà e lo spazio davanti a sé. Alle loro spalle, il tunnel era invaso dalla coda aculeata del drago, da cumuli di rocce, da Gigantesche stalattiti spez zate, e il fragore dei folletti era più soffocato, man mano che il drago si apriva la strada col fuoco...
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Per un attimo la luce del fuoco rese le lenti unte degli occhiali di Aberforth opache, di un bianco luminescente e piatto, che a Harry ricordò gli occhi ciechi del ragno Gigante, Aragog.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   Non riconobbe la stanza. Era enorme e assomigliava all'interno di una casa sull'albero particolarmente lussuosa, o forse a una Gigantesca cabina di nave. Amache multicolori erano appese al soffitto e a una balconata che correva tutto intorno alle pareti rivestite di legno scuro e senza finestre, adorne di vivaci arazzi: Harry vide il leone d'oro di Grifondoro in campo scarlatto; il tasso nero di Tassorosso su fondo giallo, e il corvo di bronzo di Corvonero sul blu. Mancavano solo il verde e l'argento di Serpeverde. C'erano librerie traboccanti, alcuni manici di scopa appoggiati alle pareti, e nell'angolo una grossa radio nel suo mobiletto di legno.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   Tra urla e clangori, l'orda di statue superò Harry: alcune più piccole, altre Gigantesche. C'erano anche degli animali, e le fragorose armature brandivano spade e mazzafrusti.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Perso nelle sue disperate elucubrazioni, Harry imboccò un nuovo corridoio, ma aveva mosso solo pochi passi quando la finestra alla sua sinistra si spalancò con un frastuono assordante di vetri rotti. Balzò di lato per evitare un corpo Gigantesco che volò dentro e andò a finire contro la parete opposta. Qualcosa di grosso e peloso si separò uggiolando dal nuovo arrivato e si gettò su Harry.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Harry ormai sapeva dove andare: partì di corsa, con Hagrid e Thor che gli galoppavano dietro. Passarono davanti a una serie di ritratti e le figure dipinte corsero con loro, maghi e streghe con gorgiere e calzabrache, armature e mantelli, si stipavano nelle tele altrui, urlando notizie raccolte in altre parti del castello. Quando arrivarono alla fine di quel corridoio, l'intero edificio tremò e Harry capì, vedendo esplodere un vaso Gigantesco sul suo piedistallo, che era preda di incantesimi più sinistri di quelli degli insegnanti e dell'Ordine.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Quando tornarono nel corridoio, fu evidente che nei pochi minuti che avevano trascorso nella Stanza delle Necessità la situazione nel castello era decisamente peggiorata: pareti e soffitto erano sempre più squassati dalle vibrazioni; la polvere riempiva l'aria e dalla finestra più vicina Harry vide lampi di luce verde e rossa ai piedi del castello, il che voleva dire che i Mangiamorte erano prossimi a entrare. Guardando in giù vide Grop il Gigante che brandiva un gargoyle di pietra strappato dal tetto e ruggiva il suo disappunto.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Malfoy afferrò Goyle Schiantato e lo trascinò con sé: Tiger li sorpassò tutti, terrorizzato; Harry, Ron e Hermione schizzarono dietro di lui, e il fuoco dietro di loro. Non era un fuoco normale; Tiger aveva usato una ma ledizione ignota a Harry: quando voltavano un angolo le fiamme li inseguivano come se fossero vive, coscienti, decise a ucciderli. Poi il fuoco si trasformò, formando un branco Gigantesco di bestie feroci: serpenti fiammeggianti, Chimere e draghi sorsero e ricaddero e risorsero, e i detriti secolari dei quali si stavano cibando venivano scagliati nelle loro fauci, lanciati in alto dai loro stessi artigli prima di essere consumati dall'inferno.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Gli parve di distinguere un enorme braccio agitarsi nel groviglio di ragni, ma quando stava per lanciarsi all'inseguimento fu ostacolato da un piede monumentale, che gli calò davanti dal buio, facendo tremare il suolo. Guardò in su: un Gigante torreggiava su di lui, alto sette metri, la testa nascosta nelle tenebre. La luce che veniva dal portone del castello riusciva a illuminare solo gli stinchi pelosi, grossi come alberi. Con un solo brutale, fluido movimento, infilò un enorme pugno in una finestra dei piani alti e il vetro piovve su Harry, costringendolo a cercare riparo dentro la soglia.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Oh, no...!» strillò Hermione, raggiungendo Harry con Ron e guardando il Gigante che cercava di abbrancare la gente attraverso la finestra.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Dall'angolo del castello spuntò Grop; Harry si rese conto solo adesso che in effetti era un Gigante di taglia ridotta. Il mostro gargantuesco che cercava di schiacciare la gente ai piani di sopra voltò la testa e ruggì. Avanzò a passi pesanti verso il suo simile più piccolo, facendo vibrare i gradini di
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Con un ruggito e un tremito da terremoto, un altro Gigante arrivò barcollando dalla Foresta: brandiva una mazza più alta di chiunque di loro.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Scappiamo!» gridò Ron. Il Gigante roteava la mazza e i suoi muggiti echeggiavano per tutto il parco, dove lampi di luce rossa e verde continuavano a squarciare l'oscurità.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

    Penso di poter dire, senza eccessiva vanità, che sia la Fonte sia il Colle fecero discretamente la loro parte. Ahimè, non altrettanto si può dire del resto del cast. Tralasciando per un momento il comportamento della Gigantesca 'Serpe' messa a disposizione dal nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche, il Professor Silvanus Kettleburn, l'elemento umano fu un disastro. Il Professor Beery, nel suo ruolo di regista, era pericolosamente ignaro degli intrecci sentimentali che si consumavano sotto il suo naso. Non aveva idea che gli studenti che interpretavano Amata e Messer Senzafortuna erano stati fidanzati fino a un'ora prima del levarsi del sipario, momento scelto da 'Messer Senzafortuna' per spostare i propri affetti su 'Asha'.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)