Esplora le Citazioni



Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
Ricerca tra le citazioni:

Ricerca di Gramo e di Grim


   Gli occhi dell'insegnante si spalancarono in maniera teatrale. «Mio caro» disse, «è il Gramo».
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Il Gramo, mio caro, il Gramo!» esclamò la professoressa Cooman, stupita che Harry non avesse capito. «Il cane fantasma gigante che infesta i cimiteri! Caro ragazzo, è un presagio... il peggior presagio di morte!»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Non mi sembra che assomigli a un Gramo» disse con voce piatta.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Sembra un Gramo se lo guardi così» disse strizzando gli occhi fin quasi a chiuderli, «ma visto da qui sembra più un asino» disse piegandosi a sinistra.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Hermione, se Harry ha visto un Gramo, è... è una cosa brutta» disse. «Mio... mio zio Bilius ne ha visto uno... ed è morto ventiquattr'ore dopo!»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)


   «Ecco, appunto» disse Hermione in tono di superiorità. «Vedono il Gramo e muoiono di paura. Il Gramo non è un presagio, è la causa della loro morte! E Harry è ancora con noi perché non è così stupido da vederne uno e pensare va bene, meglio che adesso tiri le cuoia!»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Non c'era niente di confuso nel Gramo dentro quella tazza!» esclamò Ron infuriato.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Era come se la memoria di Harry avesse premuto il tasto di avanzamento veloce. I lampi... Il Gramo... il Boccino... e i Dissennatori...
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Non aveva raccontato a nessuno del Gramo, nemmeno a Ron e Hermione, perché sapeva che Ron si sarebbe spaventato e Hermione lo avrebbe preso in giro. Comunque, restava il fatto che ormai era apparso due volte, e che entrambe le sue apparizioni erano state seguite da incidenti quasi mortali; la prima volta aveva rischiato di essere travolto dal Nottetempo, la seconda era volato giù dal manico di scopa, e da una grande altezza. Il Gramo aveva intenzione di perseguitarlo fino a ottenere la sua morte? Doveva passare il resto dei suoi giorni a guardarsi le spalle dalla bestia?
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Harry non disse niente. Respirò a fondo lasciandosi pervadere dal sollievo; per un attimo aveva creduto che quegli occhi appartenessero al Gramo. Ripartirono alla volta del castello. Vergognandosi un po' di quell'attacco di panico, Harry non disse nulla a Ron, e non si guardò né a destra né a sinistra finché non furono nella Sala d'Ingresso bene illuminata.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Oh, santo cielo!» disse Hermione a voce alta. «Non sarà ancora quel ridicolo Gramo
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   I ragazzi ci misero qualche minuto a calmarsi. La professoressa Cooman sembrava essersi completamente dimenticata del Gramo. Si allontanò bruscamente dal tavolo di Harry e Ron, respirando forte e stringendosi nello scialle di perline.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Che giornata per Hermione, eh?» mormorò Ron a Harry in tono rispettoso. «Sì...»
Harry guardò nella sfera di cristallo, ma non vide altro che una nebbia bianca vorticante. La professoressa Cooman aveva visto davvero il Gramo un'altra volta? E lui? L'ultima cosa di cui aveva bisogno era un altro incidente quasi letale, con la finale di Quidditch che si avvicinava.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry scattò fino al comodino, afferrò gli occhiali e se li infilò, poi tornò di corsa alla finestra. Non poteva essere il Gramo... non ora... non appena prima della partita...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Scrutò di nuovo il prato e dopo un minuto di ricerca frenetica lo individuò. Ora costeggiava il bordo della foresta... non era affatto il Gramo... era un gatto... Harry afferrò la cornice della finestra, sollevato, riconoscendo la coda cespugliosa. Era solo Grattastinchi...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)


    Il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice si può trovare al numero dodici di Grimmauld Place, Londra.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Harry pensò e, non appena ebbe raggiunto la parte che riguardava il numero dodici di Grimmauld Place, una porta malconcia affiorò dal nulla tra i numeri undici e tredici, seguita in fretta da muri sudici e finestre incrostate di sporco. Era come se una casa in più si fosse gonfiata, spingendo da parte quelle ai lati. Harry la guardò a bocca aperta. Lo stereo al numero undici continuò a pulsare. A quel che pareva, i Babbani all’interno non si erano accorti di nulla.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Nonostante dormisse ancora male e sognasse ancora corridoi e porte chiuse che gli facevano prudere la cicatrice, Harry riuscì a divertirsi per la prima volta in tutta l’estate. Finché era indaffarato, era sereno; ma quando sospendevano il lavoro e abbassava la guardia, o giaceva sfinito a letto osservando ombre sfocate muoversi sul soffitto, lo riprendeva l’ansia per l’udienza imminente. La paura gli perforava le viscere al pensiero di che cosa gli sarebbe successo se fosse stato espulso. L’idea era così terribile che non osava esprimerla, nemmeno a Ron e Hermione, i quali, anche se lui li vedeva spesso sussurrare tra loro e gettargli sguardi ansiosi, seguivano il suo esempio e non ne parlavano mai. A volte non poteva impedire alla sua fantasia di mostrargli un funzionario senza volto del Ministero che spezzava in due la sua bacchetta e gli ordinava di tornare dai Dursley… ma non ci sarebbe andato. Su questo era fermissimo. Sarebbe tornato in Grimmauld Place a vivere con Sirius.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Ron e Hermione si sedettero davanti a lui, felici come mai da quando era arrivato in Grimmauld Place, e la sensazione di vertiginoso sollievo di Harry, che in qualche modo era stata intaccata dall’incontro con Lucius Malfoy, si dilatò di nuovo. La tetra casa sembrava all’improvviso più calda e più accogliente; perfino Kreacher parve meno brutto quando infilò il naso a gnigno in cucina per indagare sulla fonte di tutto quel fracasso.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Nei giorni che seguirono, Harry non poté fare a meno di notare che una persona al numero dodici di Grimmauld Place non sembrava proprio sopraffatta dalla gioia al pensiero che lui sarebbe tornato a Hogwarts. Sirius aveva ostentato una più che credibile parvenza di felicità alla notizia, aveva stretto la mano a Harry e aveva fatto dei gran sorrisi come tutti gli altri. Ben presto, tuttavia, divenne più scontroso e corrucciato che mai: parlava meno con tutti, Harry compreso, e passava sempre più tempo chiuso nella stanza di sua madre con Fierobecco.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Incrociò i suoi occhi per un istante e intuì, dal modo in cui aveva congiunto le sopracciglia, che lei sapeva che “Londra” voleva dire “Grimmauld Place, numero dodici”.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Non ti sembra che sia diventato… in qualche modo… imprudente… da quando è confinato a Grimmauld Place? Non credi che stia… in un certo senso… vivendo attraverso di noi?»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «L’ultima volta è stato perché era contento» disse. «Molto contento. Credeva… che stesse per succedere qualcosa di buono. E la notte prima che tornassimo a Hogwarts…» Ripensò al momento in cui la cicatrice gli aveva fatto male da morire, nella stanza che occupava con Ron a Grimmauld Place «…era furioso…»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    …Hermione diceva che Sirius stava diventando imprudente laggiù a Grimmauld Place…
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Hermione alzò gli occhi al cielo, ma Harry ne fu enormemente sollevato: la prospettiva del Natale alla Tana era davvero meravigliosa, anche se appena offuscata dal senso di colpa per non passare le feste con Sirius. Si chiese se fosse possibile convincere la signora Weasley a invitare il suo padrino. Anche se dubitava che Silente avrebbe permesso a Sirius di lasciare Grimmauld Place, non poté fare a meno di pensare che la madre di Ron non l’avrebbe voluto; erano sempre ai ferri corti. Sirius non l’aveva più cercato da quell’ultima apparizione nel fuoco, e anche se Harry si rendeva conto che con la Umbridge all’erta sarebbe stato poco prudente cercare di parlargli, non gli piaceva il pensiero di Sirius solo nella vecchia casa di sua madre, magari a dividere una solitaria galletta con Kreacher.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)


    «Sirius sa che non deve distruggere il tuo ritratto» ribatté Silente, e Harry si ricordò dove aveva già sentito quella voce: in una cornice apparentemente vuota nella sua stanza da letto a Grimmauld Place. «Devi riferirgli che Arthur Weasley è gravemente ferito e che la moglie, i figli e Harry Potter arriveranno tra breve a casa sua. Chiaro?»
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Harry si rialzò; erano arrivati nella buia cucina nel seminterrato di Grimmauld Place numero dodici. Le uniche fonti di luce erano il focolare e una candela tremolante, che illuminavano i resti di una cena solitaria. Kreacher si dileguò nel corridoio, voltandosi a guardarli con malevolenza mentre si aggiustava il gonnellino; Sirius corse loro incontro, preoccupato. Non si era fatto la barba ed era ancora vestito da giorno; emanava anche un vago sentore di alcol stantio, come Mundungus.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Caro, sei sicuro di star bene?» insisté la signora Weasley preoccupata, mentre attraversavano la macchia di prato incolto al centro di Grimmauld Place. «Sei così pallido… ma hai riposato questa mattina? Adesso vai su e dormi un paio d’ore prima di cena, d’accordo?»
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    C’era una sola cosa da fare: doveva andar via subito da Grimmauld Place. Avrebbe passato il Natale a Hogwarts senza gli altri, che così sarebbero stati al sicuro almeno per le vacanze… ma no, non funzionava, c’erano ancora tante persone a Hogwarts da mutilare e ferire. E se la prossima volta fosse toccato a Seamus, Dean o Neville? Smise di marciare su e giù e fissò la cornice vuota del ritratto di Phineas Nigellus. Era come se avesse del piombo in fondo allo stomaco. Non c’erano alternative: doveva ritornare a Privet Drive, separarsi completamente dagli altri maghi.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    La sensazione di essere sporco si acuì. Desiderò quasi di non aver obbedito a Silente… se questa era la vita che lo aspettava a Grimmauld Place d’ora in poi, tanto valeva tornare a Privet Drive.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Harry non voleva lasciare di nuovo Sirius con Kreacher come unica compagnia; in realtà, per la prima volta nella sua vita, non aveva voglia di tornare a Hogwarts. Andare a scuola voleva dire sottostare di nuovo alla tirannia di Dolores Umbridge, che senza dubbio era riuscita a imporre un’altra dozzina di decreti in loro assenza; non c’era il Quidditch, ora che era stato squalificato; con ogni probabilità il carico di compiti si sarebbe aggravato con l’avvicinarsi degli esami; e Silente restava più lontano che mai. Se non fosse stato per l’ES, Harry avrebbe chiesto volentieri a Sirius il permesso di lasciare Hogwarts e rimanere in Grimmauld Place.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «No!» rispose indignato Harry, cercando di ricordare che cosa potesse aver fatto perché Piton lo inseguisse fino in Grimmauld Place. Forse il suo ultimo compito aveva meritato una “T”?
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    La cena di quella sera avrebbe dovuto essere un’occasione allegra, con il ritorno del signor Weasley. Harry vide che Sirius si sforzava di renderla tale, eppure, quando non si costringeva a ridere forte alle battute di Fred e George o a offrire cibo, il suo viso tornava cupo e meditabondo. Tra lui e Harry erano seduti Mundungus e Malocchio, che erano passati per fare le congratulazioni al signor Weasley. Harry voleva parlare con Sirius, dirgli che non doveva ascoltare nemmeno una parola di Piton, che lo provocava apposta, e che nessuno di loro credeva che lui fosse un codardo perché obbediva a Silente e restava in Grimmauld Place. Ma non ne ebbe l’opportunità, e guardando l’espressione di Sirius si chiese se avrebbe mai osato sollevare l’argomento. Invece sussurrò a Ron e Hermione che avrebbe preso lezioni di Occlumanzia da Piton.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Dopo una colazione frettolosa, indossarono giacche e sciarpe contro il gelido mattino di gennaio. Harry provava una spiacevole stretta al petto; non voleva salutare Sirius. Aveva un brutto presentimento su questa separazione; non sapeva quando si sarebbero rivisti, e si sentiva in obbligo di dire qualcosa per impedirgli di fare sciocchezze… Harry temeva che l’accusa di codardia di Piton avesse colpito Sirius al punto di fargli progettare qualche viaggio sconsiderato fuori da Grimmauld Place. Prima che riuscisse a pensare a qualcosa da dire, però, Sirius gli fece cenno di avvicinarsi.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    L’ultima volta che Harry aveva viaggiato sul Nottetempo era di sera, e i tre piani erano stipati di letti d’ottone. Ora, di prima mattina, era zeppo di sedie scompagnate, ammucchiate a caso attorno ai finestrini. Molte dovevano essere cadute quando l’autobus aveva frenato di colpo in Grimmauld Place; alcuni maghi e streghe si stavano ancora rialzando tra i brontolii, e un sacchetto della spesa si era rovesciato distribuendo per tutta la lunghezza dell’autobus uno sgradevole miscuglio di uova di rana, scarafaggi e budini.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)


    Harry e Ron diedero a Stan undici falci ciascuno e l’autobus ripartì, ondeggiando in modo sinistro. Rombò attorno a Grimmauld Place, salendo anche sul marciapiede, e poi, con un altro fragoroso BANG, tutti gli occupanti vennero catapultati all’indietro; la sedia di Ron si rovesciò e Leotordo, che era sulle sue ginocchia, uscì dalla gabbia e volò davanti fischiando come un pazzo, per poi posarsi sulla spalla di Hermione. Harry, che aveva evitato per un pelo di cadere afferrandosi a un candelabro, guardò fuori dal finestrino: sfrecciavano lungo quella che sembrava un’autostrada.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «Dove andrà, Silente?» bisbigliò la professoressa McGranitt. «In Grimmauld Place?»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Si sforzò di convincersi che Piton se l’era meritato, ma Lily non aveva forse chiesto: «Che cosa ti ha fatto?» E James aveva risposto: «È più il fatto che esiste, non so se mi spiego». James aveva dato inizio a tutto solo perché Sirius si annoiava. Rammentò quando, in Grimmauld Place, Lupin aveva detto che Silente lo aveva nominato prefetto nella speranza che riuscisse a tenere sotto controllo James e Sirius… ma da quanto aveva visto nel Pensatoio, Lupin era rimasto lì a guardare…
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Tu che cosa ne pensi?» chiese Hermione a Ron, e a Harry tornò in mente la signora Weasley che si rivolgeva al marito durante la loro prima cena in Grimmauld Place.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Al numero dodici di Grimmauld Place!» disse con voce forte e chiara.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Devo andare!» esclamò, e ritrasse di scatto la testa dal camino di Grimmauld Place. Per un momento ebbe l’impressione che gli piroettasse sulle spalle, ma un attimo dopo si ritrovò in ginocchio davanti al fuoco della Umbridge, la testa ben ferma al suo posto, mentre le fiamme verde smeraldo guizzavano e si spegnevano.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Ma è così… così improbabile!» esclamò lei disperata. «Harry, come ha fatto Voldemort a catturare Sirius, che è sempre stato rinchiuso in Grimmauld Place?»
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Si tolsero il Mantello. Hermione si mise accanto alla finestra, tenendosi nascosta, scrutando i prati, con la bacchetta pronta. Harry scattò verso il camino, afferrò la scatolina di Polvere Volante e ne gettò un pizzico nel focolare, facendovi esplodere fiamme smeraldine. Senza perdere tempo, s’inginocchiò, infilò la testa nel fuoco danzante e gridò: «Grimmauld Place, numero dodici!»
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Le ginocchia rimasero saldamente piantate sul freddo pavimento dell’ufficio e la testa prese a girargli come se fosse appena sceso da una giostra. Tenne gli occhi serrati per evitare che si riempissero di cenere, e quando il vortice si fermò li riaprì, davanti alla lunga, fredda cucina di Grimmauld Place.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Harry voltò la testa in tempo per vederlo uscire a grandi passi dal quadro, e intuì che era andato a visitare gli altri dipinti in Grimmauld Place. Forse sarebbe passato di ritratto in ritratto, chiamando Sirius per tutta la casa…
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Come?» chiese Harry con aria vacua. «Sono anni che non esce da Grimmauld Place».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Kreacher mi ha confessato tutto la notte scorsa» disse Silente. «Vedi, quando gli hai gridato quell’avvertimento criptico, il professor Piton ha intuito che dovevi aver visto Sirius prigioniero nei meandri dell’Ufficio Misteri. E, come te, ha subito tentato di mettersi in contatto con lui. Naturalmente i membri dell’Ordine della Fenice possono contare su mezzi di comunicazione più affidabili del camino di Dolores Umbridge. E così il professor Piton ha scoperto che Sirius era vivo e al sicuro in Grimmauld Place.
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Ma Sirius non aveva alcuna intenzione di restare con le mani in mano: perciò è andato con gli altri, affidando a Kreacher il compito di raccontarmi tutto. Così, quando sono arrivato a Grimmauld Place poco dopo la loro partenza, è stato l’elfo a dirmi — fra una risata e l’altra — dov’era andato Sirius».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Aveva ragione, Harry. Quando decidemmo di stabilire a Grimmauld Place il nostro Quartier Generale, avvertii Sirius di trattare Kreacher con gentilezza e rispetto. E gli dissi anche che quell’elfo domestico poteva diventare pericoloso. Ma temo che non mi abbia preso molto sul serio, né che abbia mai visto Kreacher come una creatura dotata di sentimenti profondi quanto quelli di un essere umano…»
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    Capì quasi subito che cos’era. Sirius gliel’aveva dato prima che lasciasse Grimmauld Place. «Voglio che lo usi se hai bisogno di me, intesi?»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Sì» rispose Silente. Non chiese a Harry perché non si era confidato con i Dursley. «Il nostro problema» riprese, come se non ci fosse stata alcuna interruzione, «è che Sirius ti ha lasciato anche il numero dodici di Grimmauld Place».
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «Potete continuare a usarla come Quartier Generale» disse Harry. «Non m’importa. Potete tenerla, non la voglio». Non voleva mai più rimettere piede al numero dodici di Grimmauld Place, se poteva evitarlo. Sarebbe stato ossessionato per sempre dal ricordo di Sirius che si aggirava da solo in quelle cupe stanze muffite, prigioniero del luogo che aveva così disperatamente desiderato lasciare.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «Be’, questo semplifica le cose» commentò Silente con allegria. «Pare che Sirius sapesse quello che faceva. Sei il legittimo proprietario del numero dodici di Grimmauld Place, e di Kreacher».
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    A Harry andò di traverso la Burrobirra; si era dimenticato di essere il proprietario del numero dodici di Grimmauld Place.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Quel vecchio Mezzosangue rognoso ruba i cimeli di famiglia dei Black?» esclamò Phineas Nigellus, irritato; e sparì dalla cornice, indubbiamente per far visita al proprio ritratto al numero dodici di Grimmauld Place.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

   Spesso li raggiungevano per cena alcuni membri dell'Ordine, dato che la Tana aveva sostituito il dodici di Grimmauld Place come Quartier Generale. Il signor Weasley aveva spiegato che dopo la morte di Silente, il loro Custode Segreto, ciascuna delle persone a cui il Preside aveva rivelato la posizione di Grimmauld Place era diventata a sua volta un Custode Segreto.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Non era quello che ha visto un Gramo ed è morto ventiquattr'ore dopo?» chiese Hermione.
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   «Che alternative abbiamo?» gli chiese Hermione, facendo una smorfia quando gli ubriachi cominciarono a fischiare al suo indirizzo. «Non possiamo mica prendere delle stanze al Paiolo Magico, no? E Grimmauld Pla ce è da escludere, se Piton può entrarci... potremmo provare a casa dei miei, anche se può darsi che vadano a controllare... oh, perché non chiudono il becco!»
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «Grimmauld Place» propose Harry.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «E portarlo qui in Grimmauld Place» aggiunse Harry. «Credi di poter fare questo per noi?»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Col trascorrere di agosto, il quadrato di erba incolta al centro di Grimmauld Place avvizzì al sole fino a diventare secco e marrone. Gli abitanti del numero dodici non furono mai visti da nessuno delle case intorno, e del resto nemmeno il numero dodici. I Babbani che abitavano in Grimmauld Place avevano da tempo accettato il buffo errore di numerazione che aveva posto il numero undici accanto al numero tredici.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Eppure la piazza attirava da qualche tempo uno stillicidio di visitatori che sembravano trovare l'anomalia affascinante. Non passava giorno senza che una o due persone arrivassero in Grimmauld Place senza altro scopo evidente che appoggiarsi alla ringhiera di fronte ai numeri undici e tredici a osservare il punto d'unione tra le due case. Le persone appostate non erano mai le stesse per due giorni di fila, anche se parevano condividere il disprezzo per l'abbigliamento normale. Gran parte dei londinesi che passavano da quelle parti era abituata a tenute eccentriche e non ci faceva caso, ma ogni tanto qualcuno si voltava a guardarli, chiedendosi che senso avesse portare lunghi mantelli con quel caldo.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Scusa?» fece Ron, ma Harry aveva capito. L'immagine dipinta di Phineas Nigellus Black era in grado di viaggiare tra il ritratto in Grimmauld Place e quello nello studio del Preside a Hogwarts, la stanza circolare in cima alla Torre dove senza alcun dubbio in quel momento sedeva Piton, prendendo trionfale possesso della collezione di delicati strumenti d'argento di Silente, del Pensatoio di pietra, del Cappello Parlante e, se non era stata spostata altrove, della spada di Grifondoro.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   E poi vide la porta del numero dodici di Grimmauld Place, con il suo battente a forma di serpente, ma prima che riuscisse a riprendere fiato si levarono un urlo e un lampo di luce viola; la mano di Hermione all'improvviso si chiuse sulla sua come una morsa e tutto fu di nuovo buio.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   «Come ha fatto? CioÈ» Harry scosse il capo, cercando di chiarirsi le idee, di capire cos'era accaduto, «perché siamo qui? Credevo che stessimo tornando in Grimmauld Place...»
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «Mentre ci Smaterializzavamo, Yaxley mi ha afferrato e non sono riuscita a liberarmi, era troppo forte, e quando siamo arrivati a Grimmauld Place mi teneva ancora, poi... be', deve aver visto la porta, avrà pensato che ci saremmo fermati lì, allora ha allentato la presa e io me lo sono tolto di dosso e vi ho portato qui, invece!»
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «E lui dov'È? Un momento... non vorrai dire che è in Grimmauld Place? Non può entrare, vero?»
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Aveva fame ed era un po' stordito. Hermione non aveva infilato scorte di cibo nella borsa magica, convinta che sarebbero tornati a Grimmauld Place quella notte. Quindi non avevano mangiato altro che qualche fungo selvatico raccolto da Hermione tra gli alberi vicini e cotto in una gavetta. Dopo pochi bocconi, Ron aveva spinto da parte il suo piatto, nauseato; Harry si era impegnato a finire solo per non ferire i sentimenti di Hermione.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   La cicatrice prese a pizzicare di nuovo. Temette che fosse a causa di quei pensieri e cercò di rivolgerli altrove. Pensò al povero Kreacher, che aveva atteso il loro ritorno e invece si era visto arrivare Yaxley. L'elfo avrebbe tenuto la bocca chiusa o avrebbe rivelato al Mangiamorte tutto quello che sapeva? Harry voleva credere che Kreacher fosse cambiato nell'ultimo mese, che sarebbe stato leale, ora, ma chi poteva dirlo? E se i Mangiamorte l'avessero torturato? Orribili immagini gli si affollarono nella mente e Harry tentò di respingere anche quelle, perché non poteva far nulla per Kreacher: lui e Hermione avevano già deciso di non tentare di Appellarlo; se con lui fosse comparso anche qualcuno del Ministero? Non potevano giurare che la Materializzazione elfica fosse immune allo stesso problema che aveva condotto Yaxley in Grimmauld Place attaccato alla manica di Hermione.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Harry era davanti allo specchio sopra il camino, uno specchio grande, con una cornice dorata a volute. Attraverso le palpebre semichiuse vide il proprio riflesso per la prima volta da quando aveva lasciato Grimmauld Place.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Sì... sì... un maschietto» ripeté Lupin, che pareva stordito dalla felicità. Fece il giro del tavolo e abbracciò Harry; la scenata nel seminterrato di Grimmauld Place sembrava non essere mai accaduta.
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   Bellatrix Lestrange, accompagnata da Unci-unci, avanzava sul prato e stava infilando la borsetta di perline nella tasca interna di un vecchio abito preso in Grimmauld Place. Harry sapeva benissimo che era Hermione, ma non poté reprimere un brivido di orrore. Era più alta di lui, i lunghi capelli neri ricadevano sulla schiena, gli occhi dalle palpebre pesanti si posarono alteri su di lui; ma poi parlò, e Harry sentì Hermione nella voce grave di Bellatrix.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)