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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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   «No, Grattastinchi, NO!» gridò la strega, ma Crosta le guizzò via dalle mani come una saponetta, atterrò a pelle d'orso sul pavimento e poi filò verso la porta.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Non l'ha fatto apposta, vero, Grattastinchi?» disse Hermione.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «A proposito, hai dimenticato lo Sciroppo Ratto» disse Hermione, e porse a Ron la bottiglietta rossa. «Smettila di preoccuparti. Grattastinchi starà nel mio dormitorio e Crosta nel tuo, dov'è il problema? Povero Grattastinchi, la strega ha detto che ce l'aveva in negozio da un secolo, nessuno lo voleva».
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Va tutto bene, Grattastinchi» lo blandì Hermione attraverso i vimini. «Ti farò uscire sul treno».
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Quando gli altri Weasley e Hermione li ebbero raggiunti, Harry e il signor Weasley aprirono la strada verso la coda del treno, oltre una serie di scompartimenti affollati, fino a una carrozza che sembrava vuota. I ragazzi caricarono i bauli, sistemarono Edvige e Grattastinchi sulla reticella, poi tornarono sulla banchina per salutare i signori Weasley.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)


   Mentre parlava, giocherellava con le cinghiette che chiudevano il cestino di Grattastinchi.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Non far uscire quella cosa!» disse Ron. Troppo tardi: Grattastinchi balzò fuori dal cestino, si stiracchiò, sbadigliò e balzò sulle ginocchia di Ron. Il rigonfiamento nella tasca di Ron si mise a tremare, mentre il ragazzo spingeva via il gatto con rabbia.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   L'Espresso di Hogwarts puntava dritto a nord e il paesaggio fuori dal finestrino diventava sempre più cupo e selvaggio mentre le nuvole nel cielo s'infittivano. Oltre la porta dello scompartimento i ragazzi si rincorrevano avanti e indietro. Grattastinchi si era sistemato su un sedile vuoto, col muso schiacciato rivolto verso Ron e gli occhi gialli fissi sulla tasca interna della sua giacca.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Ron si alzò così in fretta che rovesciò a terra il cestino di Grattastinchi. Il professor Lupin grugnì nel sonno.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Ci fu un sibilo acuto e un gemito di dolore. Neville aveva cercato di sedersi su Grattastinchi.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Hermione aprì la bocca per ribattere, ma in quel momento Grattastinchi le balzò in grembo. Dalla bocca gli penzolava un grosso ragno morto.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Bravo Grattastinchi, l'hai preso tutto da solo?» disse Hermione.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Grattastinchi masticò lentamente il ragno, gli occhi gialli che fissavano Ron con insolenza.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Hermione, che disapprovava chi copia, strinse le labbra ma non disse niente. Grattastinchi continuava a fissare Ron senza battere ciglio, agitando
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «EHI!» ruggì Ron, afferrando la borsa, mentre Grattastinchi vi affondava gli artigli e cominciava a tirare e strappare con furia. «VATTENE, STUPIDO ANIMALE!»
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)


   Ron cercò di sottrarre la borsa a Grattastinchi, ma il gatto vi rimase aggrappato, soffiando e graffiando.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «PRENDETE QUEL GATTO!» urlò Ron, mentre Grattastinchi si districava dai resti della borsa, sfrecciava sotto il tavolo e si gettava all'inseguimento di uno spaventatissimo Crosta.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   George Weasley cercò di bloccare il gatto, ma non ci riuscì; Crosta passò attraverso venti paia di gambe e s'infilò sotto un vecchio cassettone; Grattastinchi si immobilizzò, si appiattì e prese a sferrare zampate furiose sotto il mobile.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Grattastinchi non può capire!» disse Hermione con voce tremante. «Tutti i gatti danno la caccia ai topi, Ron!»
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Oh, che sciocchezza» disse Hermione impaziente. «Grattastinchi ha sentito l'odore, Ron, altrimenti come avrebbe fatto a...»
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Sì, un mucchio» ribadì Ron. Lui e Hermione alla fine avevano dimenticato la lite scatenata da Grattastinchi di fronte ai problemi di Harry.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Mentre apriva la porta, qualcosa gli si strusciò contro la gamba. Si chinò appena in tempo per afferrare Grattastinchi per la coda cespugliosa e trascinarlo fuori.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   rivolto al gatto. «Ci sono un sacco di topi qui in giro, vai a prenderli. Dài» aggiunse, spingendo Grattastinchi col piede giù per la scala a chiocciola, «lascia in pace Crosta».
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Harry trascorse davanti al fuoco le ore che lo separavano dall'alba, alzandosi ogni tanto per impedire a Grattastinchi di sgattaiolare di nuovo su per la scala dei ragazzi. Alla fine, pensando che fosse ora di colazione, si diresse da solo verso il buco del ritratto.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Harry sprofondò in una poltrona vicino al fuoco. La neve continuava a cadere oltre i vetri. Grattastinchi era disteso davanti al fuoco come un grosso tappeto rosso.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)


   Cadde il silenzio. Grattastinchi si stiracchiò voluttuosamente, estraendo gli artigli. La tasca di Ron rabbrividì.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Hermione era appena entrata. Era in vestaglia e portava in braccio Grattastinchi, che aveva l'aria molto imbronciata e un festone argentato legato al collo.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «Non portarlo qui dentro!» disse Ron, estraendo in fretta Crosta dalle profondità del suo letto e ficcandoselo nella tasca del pigiama. Ma Hermione non gli diede retta. Lasciò cadere Grattastinchi sul letto vuoto di Seamus e fissò la Firebolt a bocca aperta.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Ma prima che Hermione potesse rispondere, Grattastinchi balzò dal letto puntando dritto al petto di Ron.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «PORTALO FUORI DI QUI!» ruggi Ron, mentre gli artigli di Grattastinchi gli strappavano il pigiama e Crosta tentava una fuga disperata sulla sua spalla. Ron afferrò Crosta per la coda e sferrò al gatto un calcio che invece colpì il baule ai piedi del letto di Harry. Il baule si rovesciò e Ron prese a saltellare, strillando.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Il pelo di Grattastinchi si rizzò all'improvviso. Un acuto fischio metallico riempi la stanza. Lo Spioscopio Tascabile era scivolato fuori dai vecchi calzini di zio Vernon e ora vorticava e riluceva sul pavimento.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Lo Spioscopio girava e fischiava sulla palma della sua mano. Grattastinchi sibilava e soffiava contro il piccolo strumento.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «È meglio se porti via quel gatto, Hermione» disse Ron furioso. Era seduto sul letto di Harry e si massaggiava l'alluce. «Non puoi spegnere quella roba?» aggiunse rivolto a Harry, mentre Hermione usciva con Grattastinchi che teneva ancora i maligni occhi gialli fissi su Ron.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Lo spirito natalizio era decisamente scarso nella sala comune dei Grifondoro quella mattina. Hermione aveva chiuso Grattastinchi nel dormitorio femminile, ma era arrabbiata con Ron perché aveva cercato di dargli un calcio; Ron era ancora furibondo per il recente tentativo di Grattastinchi di divorare Crosta. Harry rinunciò a cercare di farli parlare tra loro e si dedicò a un attento esame della Firebolt, che si era portato di sotto. Per qualche motivo, anche questo parve irritare Hermione, che non disse nulla, ma continuò a guardare cupamente la scopa come se anche quella avesse criticato il suo gatto.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Ron era furioso perché Hermione non aveva mai preso sul serio i tentativi di Grattastinchi di divorare Crosta, non si era preoccupata di tenerlo d'occhio e tentava ancora di farlo passare per innocente, visto che gli suggeriva di cercare il topo sotto i letti dei ragazzi. Hermione, da parte sua, sosteneva che Ron non aveva nessuna prova che Grattastinchi avesse mangiato Crosta, che i peli rossi potevano essere lì da Natale, e che Ron era sempre stato prevenuto nei confronti del gatto, fin da quando Grattastinchi gli era balzato in testa al Serraglio Stregato.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)


   Personalmente, Harry era sicuro che Grattastinchi si fosse mangiato Crosta, e quando cercò di far notare a Hermione che tutte le prove puntavano in quella direzione, lei perse la pazienza anche con lui.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Un raggio di luce attraversò l'erba, colpì un albero e ne illuminò i rami; lì, accovacciato tra le foglie nuove, c'era Grattastinchi.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Vattene via!» ruggì Ron, chinandosi per raccogliere un grosso sasso, ma prima che lo potesse lanciare, Grattastinchi sparì con un guizzo della lunga coda rossiccia.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Hermione aprì la bocca per ribattere, ma Grattastinchi le balzò in grembo soffiando dolcemente. Hermione lanciò uno sguardo spaventato a Ron, prese in braccio Grattastinchi e corse via verso il dormitorio delle ragazze.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Ron si era assunto la responsabilità dell'appello di Fierobecco. Quando non faceva i compiti, era chino su enormi volumi con titoli come Manuale di Psicologia dell'Ippogrifo e Feroce o Ferace? Studi sulla Brutalità dell'Ippogrifo. Era così concentrato che dimenticava perfino di trattar male Grattastinchi.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Scrutò di nuovo il prato e dopo un minuto di ricerca frenetica lo individuò. Ora costeggiava il bordo della foresta... non era affatto il Gramo... era un gatto... Harry afferrò la cornice della finestra, sollevato, riconoscendo la coda cespugliosa. Era solo Grattastinchi...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Ma era davvero solo Grattastinchi? Harry socchiuse gli occhi e schiacciò il naso contro il vetro. A quanto pareva, Grattastinchi si era fermato. Harry era certo che qualcos'altro si stesse muovendo all'ombra degli alberi.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Un attimo dopo comparve: era un enorme cane nero peloso che si muoveva furtivo sul prato, con Grattastinchi che trotterellava al suo fianco. Harry sgranò gli occhi. Che cosa voleva dire? Se anche Grattastinchi vedeva il cane, come poteva essere un presagio di morte per Harry?
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Grattastinchi e il cane erano spariti. Harry si arrampicò sulla cornice della finestra per guardare giù, nell'ombra proiettata dal castello, ma non c'erano. Dov'erano andati?
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Ma Harry aveva appena visto Grattastinchi che scivolava verso di loro, il corpo appiattito, i grandi occhi gialli che scintillavano inquietanti nell'oscurità. Non seppe dire se li vedesse o se stesse seguendo gli squittii di Crosta.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   «Grattastinchi!» gemette Hermione. «No, vai via, Grattastinchi! Vai via!»
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Troppo tardi. Il topo scivolò tra le dita di Ron che cercava di trattenerlo, cadde a terra e fuggì. In un balzo, Grattastinchi scattò alle sue calcagna, e prima che Harry o Hermione potessero impedirglielo, Ron si tolse il Mantello dell'Invisibilità e sparì nell'oscurità.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Lei e Harry si scambiarono un'occhiata. Era impossibile correre sotto il Mantello, così uscirono allo scoperto e si gettarono all'inseguimento di Ron: sentivano i suoi passi risuonare davanti a loro, e le sue grida contro Grattastinchi.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Grattastinchi balzò in avanti. Strisciò come un serpente tra i rami agitati e appoggiò le zampe anteriori sopra un nodo nel tronco.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   «Grattastinchi!» sussurrò Hermione incerta. Poi strinse forte il braccio di Harry, tanto da fargli male. «Come faceva a sapere...?»
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   In un attimo raggiunsero il tronco, ma prima di arrivare alla fessura nelle radici, Grattastinchi li precedette scivolando all'interno con un guizzo della coda cespugliosa. Harry lo seguì; avanzò a quattro zampe e scivolò giù per una china di terra fino al fondo di un tunnel molto basso. Grattastinchi era un po' più avanti, gli occhi che lampeggiavano alla luce della bacchetta di Harry. Un attimo dopo, Hermione strisciò al suo fianco.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   «Da questa parte» disse Harry, avanzando dietro Grattastinchi, con la schiena curva.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Avanzavano più velocemente possibile, quasi piegati in due; davanti a loro, la coda di Grattastinchi spariva e riappariva. La galleria proseguiva, sembrava lunga almeno come quella per Mielandia. Harry riusciva a pensare solo a Ron e a quello che l'enorme cane poteva fargli... boccheggiava, traendo brevi respiri dolorosi, e correva chino...
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   E poi il tunnel prese a salire; poco dopo curvò, e Grattastinchi sparì. Harry vide una macchia di luce fioca che penetrava da una piccola apertura.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Su uno splendido letto a baldacchino con le cortine polverose era disteso Grattastinchi. Alla loro vista le fusa si fecero più intense. Sul pavimento c'era Ron, che si teneva la gamba, piegata con una strana angolatura.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Grattastinchi si era tuffato nella mischia e aveva affondato gli artigli nel braccio di Harry, che se lo scrollò di dosso. Ma Grattastinchi scattò verso la bacchetta...
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Prima che uno dei due potesse aggiungere altro, qualcosa di rosso sfrecciò davanti a Harry; un attimo dopo, Grattastinchi balzò su Black e si sistemò sul suo petto. Black batté le palpebre e guardò il gatto.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Ma Grattastinchi affondò gli artigli negli abiti di Black e non si mosse. Voltò il brutto muso schiacciato verso Harry e lo guardò con gli occhioni gialli. Alla sua destra, Hermione ruppe in un singhiozzo.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Harry guardò Black e Grattastinchi, la presa sempre più salda sulla bacchetta. E allora, che cosa gli importava di dover uccidere anche il gatto? Era alleato di Black... se era pronto a morire per cercare di proteggerlo, non erano affari di Harry... se Black voleva salvarlo, era solo la prova che gli importava più di Grattastinchi che dei genitori di Harry...
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   I secondi si allungarono, e Harry era ancora lì paralizzato, la bacchetta a mezz'aria, mentre Black lo guardava tenendo Grattastinchi sul petto. Dal baldacchino arrivava il respiro affannoso di Ron; Hermione taceva.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Black fece un gesto di sorpresa che riuscì quasi a far sloggiare Grattastinchi; Harry strinse convulsamente la bacchetta... Fallo adesso! disse una voce dentro di lui, ma i passi ormai risuonavano sulle scale e Harry non era ancora entrato in azione.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   La bacchetta di Harry volò via ancora una volta; così fecero le due che aveva Hermione. Lupin le afferrò tutte al volo, poi avanzò guardando Black, con Grattastinchi sul petto a difenderlo.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Ma non finì mai la domanda, perché quello che vide gli spense la voce in gola. Lupin stava abbassando la bacchetta. Un momento dopo era al fianco di Black, gli afferrava la mano, lo aiutava a rialzarsi facendo cadere a terra Grattastinchi e lo abbracciava come un fratello.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   «E SI SBAGLIAVA! LEI LO HA SEMPRE AIUTATO!» urlò Harry indicando Black, che all'improvviso andò verso il letto e vi sprofondò, il volto nascosto da una mano tremante. Grattastinchi gli balzò accanto e gli si piazzò in grembo, facendo le fusa. Ron si ritrasse da entrambi, trascinando la gamba.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Ron esitò, poi s'infilò una mano sotto gli abiti. Ne emerse Crosta, che si divincolava disperatamente; Ron dovette afferrarlo per la lunga coda pelata per impedirgli di fuggire. Grattastinchi alzò la testa e soffiò.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   E Grattastinchi finì sul pavimento mentre Black si scagliava contro Crosta. Ron urlò di dolore quando Black finì con tutto il suo peso sulla gamba rotta.
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   Harry si guardò intorno. Ron e Hermione avevano cercato di disarmare Piton esattamente nello stesso istante. La bacchetta di Piton disegnò un alto arco a mezz'aria e atterrò sul letto, vicino a Grattastinchi.
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   «Ha paura di quel gatto pazzo!» disse Ron, accennando a Grattastinchi che continuava a fare le fusa sul letto.
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   Ma non era vero, Harry rifletté all'improvviso... Crosta aveva cominciato a non star bene prima di incontrare Grattastinchi... fin dal ritorno di Ron dall'Egitto... da quando Black era fuggito...
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   «Questo gatto non è pazzo» disse Black con voce rauca. Tese una mano ossuta ad accarezzare la testa soffice di Grattastinchi. «È l'esemplare più intelligente della sua specie che io abbia mai incontrato. Ha riconosciuto subito Peter per quello che era. E quando ha incontrato me, ha capito che non ero un cane. Ci ha messo un po' a fidarsi... alla fine, sono riuscito a spiegargli chi stavo cercando, e mi ha aiutato...»
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   gatto... come lo avete chiamato, Grattastinchi?... mi ha detto che Peter aveva lasciato del sangue sulle lenzuola... immagino che si sia morsicato... be', fingere la propria morte aveva già funzionato una volta...»
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   Fu come vedere la ripresa accelerata di un albero che cresce. Dal suolo si levò una testa; spuntarono braccia e gambe; un attimo dopo, nel punto in cui era caduto Crosta comparve un uomo che cercava di farsi piccolo piccolo e si torceva le mani. Grattastinchi soffiava e sibilava sul letto, col pelo ritto sulla schiena.
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   Black fece apparire dal nulla delle pesanti manette; presto Minus fu di nuovo in piedi, il braccio sinistro incatenato al destro di Lupin, il destro al sinistro di Ron. Ron aveva un'espressione risoluta. Sembrava aver preso la vera identità di Crosta come un insulto personale. Grattastinchi balzò giù dal letto con leggerezza e precedette gli altri fuori dalla stanza, la coda cespugliosa ben diritta.
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   Harry non aveva mai fatto parte di un gruppo più strano. Grattastinchi apriva la strada giù per le scale; seguivano Lupin, Minus e Ron, simili a concorrenti di una gara a tre gambe. Poi veniva il professor Piton, aleggiando sinistramente a mezz'aria, le punte dei piedi che urtavano ogni gradino mentre scendeva, sorretto dalla sua stessa bacchetta che Black gli puntava contro. Harry e Hermione chiudevano il corteo.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Tornare nel tunnel fu complicato. Lupin, Minus e Ron dovettero mettersi di lato per riuscirci; Lupin aveva sempre Minus a tiro di bacchetta. Harry li vide avanzare goffamente nel tunnel uno a uno. Grattastinchi era ancora il primo della fila. Harry entrò subito dopo Black, che faceva galleggiare Piton davanti a loro; il professore continuava a picchiare la testa ciondolante contro il soffitto basso. Harry aveva l'impressione che Black non facesse nessuno sforzo per evitarlo.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Non parlarono più fino alla fine del tunnel. Grattastinchi balzò fuori per primo; evidentemente aveva premuto la zampa sul nodo del tronco, perché Lupin, Minus e Ron si arrampicarono fuori senza che si udisse alcun sibilo di rami infuriati.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Si udì un terribile ringhio. La testa di Lupin si stava allungando. Anche il corpo. Le spalle gli si incurvarono. I peli spuntarono a vista d'occhio sul suo viso e sulle mani, che si trasformarono in zampe artigliate. Il pelo di Grattastinchi era di nuovo ritto e il gatto indietreggiò...
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Minus si era tuffato in avanti per afferrare la bacchetta magica caduta a Lupin. Ron, in precario equilibrio sulla gamba bendata, cadde. Ci fu uno schiocco, un lampo di luce... E Ron giacque a terra immobile. Un altro schiocco... Grattastinchi volò per aria e ricadde a terra.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   «Quello era Grattastinchi che ha premuto il nodo» disse Hermione.
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Harry si voltò e guardò fuori. Qualcosa di grigio e molto piccolo appariva e spariva oltre il vetro. Si alzò per vedere meglio e si accorse che era un piccolo gufo che trasportava una lettera decisamente troppo grande per lui. Il gufo, in effetti, era così piccolo che continuava a rovesciarsi a mezz'aria, sbatacchiato di qua e di là dalla corrente del treno. Harry aprì rapido il finestrino, tese il braccio e lo afferrò. Sotto le dita sembrava un Boccino molto soffice. Lo tirò dentro cautamente. Il gufo lasciò cadere la lettera sul sedile di Harry e prese a svolazzare nello scompartimento, evidentemente molto soddisfatto di aver portato a termine la sua missione. Edvige fece schioccare il becco in tono di dignitosa disapprovazione. Grattastinchi si mise seduto e prese a seguire il volo del gufo con i suoi grandi occhi gialli. Ron, che se n'era accorto, afferrò il gufo e lo mise al sicuro, fuori dalla portata del gatto.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Grattastinchi ha portato l'ordine all'Ufficio Gufi per conto mio. Ho usato il tuo nome, ma ho dato disposizione di prelevare il denaro dal sotterraneo numero 711 della Gringott, il mio. Ti prego di accettarla come dono del tuo padrino per il tuo tredicesimo compleanno.
Voglio anche chiederti scusa per lo spavento che temo di averti fatto prendere quella notte dell'anno scorso, quando te ne sei andato dalla casa dei tuoi zii. Speravo solo di poterti vedere per un attimo prima di intraprendere il viaggio verso nord, ma credo di averti fatto paura.
Accludo un'altra cosa per te, una cosa che credo renderà più piacevole il tuo prossimo anno a Hogwarts.
Se hai bisogno di me, manda un messaggio. Il tuo gufo mi troverà.
Ti scriverò presto.
Sirius

Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   «Tenerlo?» disse in tono incerto. Per un attimo guardò il gufo da vicino, poi, con grande sorpresa di Harry e Hermione, lo tese a Grattastinchi perché lo annusasse.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Grattastinchi fece le fusa.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    Avevano fatto solo pochi passi quando Grattastinchi, il gatto di Hermione, fulvo e dalle zampe alquanto storte, scattò fuori dal giardino, la coda a scovolo ritta in aria, inseguendo quella che sembrava una patata fangosa con le gambe. Harry riconobbe uno gnomo: alto a stento venticinque centimetri, aveva piedini callosi che scalpicciavano rapidissimi mentre sfrecciava attraverso il cortile e si tuffava di testa in uno degli stivali di gomma sparpagliati attorno alla porta. Harry udì lo gnomo ridacchiare come un pazzo mentre Grattastinchi infilava una zampa nello stivale, tentando di afferrarlo. Contemporaneamente, dal giardino sul lato opposto della casa si levò un fracasso tremendo: Bill e Charlie, con le bacchette sguainate, avevano incominciato un duello tra due vecchi tavoli che fluttuavano a mezz’aria, facendoli cozzare uno contro l’altro nel tentativo di abbattersi a vicenda. Fred e George facevano il tifo; Ginny rideva e Hermione guardava in disparte, incerta se divertirsi o preoccuparsi.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Dov’è Grattastinchi?» chiese Harry a Hennione.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Prima del dolce (gelato di fragola fatto in casa), il signor Weasley fece apparire delle candele per illuminare il giardino sempre più buio, e quando ebbero finito le falene svolazzavano basse sul tavolo e l’aria tiepida era carica degli aromi dell’erba e del caprifoglio. Harry si sentiva molto sazio e in pace col mondo mentre osservava parecchi gnomi filare tra i cespugli di rose, ridendo come matti, con Grattastinchi alle calcagna.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Harry preferì non dire alla signora Weasley che i tassisti babbani trasportano di rado gufi sovreccitati, e Leo stava facendo un fracasso spaccatimpani. Certo non contribuì il fatto che un certo numero di Favolosi Fuochi d’Artificio Freddi del dottor Filibuster con Innesco ad Acqua partirono a sorpresa quando il baule di Fred si aprì di scatto, strappando al tassista ululati di paura e dolore mentre Grattastinchi si arrampicava ad artigli sguainati su per la gamba del poveretto.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Il viaggio fu scomodo, poiché vennero tutti stipati nel retro dei taxi coi loro bauli. Grattastinchi ci mise un po’ a riprendersi dai fuochi d’artificio, e Harry, Ron e Hermione arrivarono a Londra seriamente graffiati. Furono molto sollevati di scendere a King’s Cross, anche se la pioggia cadeva più fitta che mai, e per trasportare i bauli attraverso la strada affollata e dentro la stazione si inzupparono fino all’osso.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Harry era ormai abituato a raggiungere il binario nove e tre quarti. Si trattava semplicemente di camminare dritti attraverso l’apparentemente solida barriera che separava i binari nove e dieci. L’unica parte complicata era farlo così da non dare nell’occhio, in modo da evitare di attirare l’attenzione dei Babbani. Quel giorno lo fecero a gruppi; Harry, Ron e Hermione (i più vistosi, dal momento che avevano Leo e Grattastinchi) andarono per primi; si appoggiarono alla barriera con aria noncurante, chiacchierando tranquillamente, e scivolarono di lato attraverso di essa… e il binario nove e tre quarti si materializzò davanti a loro.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Mentre le portiere si aprivano, in alto echeggiò un rombo di tuono. Hermione avvolse Grattastinchi nel suo mantello e Ron lasciò l’abito da cerimonia sopra Leo mentre scendevano dal treno, le teste chine e gli occhi ridotti a fessure per il diluvio. La pioggia ora scendeva così fitta e rapida che era come se sulle loro teste venissero continuamente rovesciati secchi d’acqua ghiacciata.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Continuarono a inventare predizioni (che divennero sempre più tragiche) per un’altra ora, mentre la sala comune attorno a loro si svuotava lentamente e i ragazzi salivano a dormire. Grattastinchi li raggiunse, balzò agilmente in una poltrona vuota e fissò Harry con aria imperscrutabile, come avrebbe potuto fare Hermione se avesse saputo che non stavano facendo i compiti come si deve.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Fred e George se n’erano andati da una decina di minuti quando il ritratto si aprì e Hermione entrò nella sala comune con un fascio di fogli in una mano e nell’altra una scatola il cui contenuto sbatacchiò. Grattastinchi inarcò la schiena e si mise a fare le fusa.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    «Non ti aspetta un gran bel mese, vero?» disse sardonica, mentre Grattastinchi le si acciambellava in grembo.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

   Il 26 dicembre tutti si svegliarono tardi. La sala comune di Grifondoro era molto più tranquilla di quanto non fosse stata ultimamente, e frequenti sbadigli punteggiavano le pigre conversazioni. I capelli di Hermione erano di nuovo crespi; confessò a Harry di aver usato una gran quantità della Tricopozione Lisciariccio per il ballo, «ma è troppo complicato farlo tutti i giorni» concluse in tono pratico, grattando dietro le orecchie un Grattastinchi impegnato a fare le fusa.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Grattastinchi si arrampicò in grembo a Harry e si acciambellò, facendo le fusa. La sala comune si svuotò lentamente attorno a Harry. Tutti continuavano a fargli gli auguri per la mattina dopo con voci allegre e fiduciose come quella di Hagrid, tutti evidentemente convinti che stesse per mettere a segno un’altra stupefacente esibizione come quella che era riuscito a compiere nella prima prova. Harry non riusciva a rispondere, si limitava ad annuire, con la sensazione che gli si fosse incastrata in gola una pallina da golf. Dalle dieci a mezzanotte rimase solo nella stanza con Grattastinchi. Aveva sfogliato tutti i libri che restavano, e Ron e Hermione non erano tornati.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Dimenticando di avere in grembo Grattastinchi, Harry si alzò di botto; Grattastinchi soffiò irato mentre piombava a terra, rivolse a Harry uno sguardo di disgusto e se ne andò con la coda a scovolo per aria, ma Harry stava già correndo su per la scala a chiocciola che portava al dormitorio… voleva prendere il Mantello dell’Invisibilità e tornare in biblioteca, sarebbe rimasto là tutta la notte, se ce n’era bisogno…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Durante il viaggio di ritorno a King’s Cross, il tempo non avrebbe potuto essere più diverso da quello del viaggio di andata. Non c’era nemmeno una nuvola in cielo. Harry, Ron e Hermione erano riusciti a trovare uno scompartimento tutto per loro. Leo era stato di nuovo nascosto sotto l’abito da sera di Ron, per impedirgli di continuare a ululare. Edvige dormicchiava, la testa sotto l’ala, e Grattastinchi era acciambellato su un sedile vuoto come un grosso, peloso cuscino rossiccio. Harry. Ron e Hermione parlarono più a lungo e più liberamente del resto della settimana, mentre il treno li portava sfrecciando verso sud. Era come se il discorso di Silente alla festa di fine anno avesse sbloccato Harry. Era meno doloroso, ora, discutere dell’accaduto. Solo all’arrivo del carrello del pranzo interruppero le loro congetture sui provvedimenti che forse in quello stesso momento Silente stava prendendo per fermare Voldemort.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Grattastinchi» rispose Ginny senza arrossire. «Gli piace tanto giocarci».
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Harry sentì qualcosa strusciare contro le sue ginocchia e sussultò, ma era solo Grattastinchi, il gatto rosso con le gambe storte di Hermione, che girò ancora una volta attorno alle sue caviglie, facendo le fusa, poi balzò in grembo a Sirius e si acciambellò. Sirius lo grattò dietro le orecchie con aria assente e si rivolse a Harry, senza abbandonare la sua espressione cupa.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    Harry e Sirius ridevano; Mundungus, che si era rovesciato all’indietro ed era caduto dalla sedia, si rialzò imprecando; Grattastinchi con un sibilo rabbioso se l’era battuta sotto la credenza, da dove ora i suoi grandi occhi gialli brillavano nel buio.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    Tre porzioni di torta al rabarbaro con crema pasticcera più tardi, la cintura dei jeans di Harry si rivelò fastidiosamente stretta (il che la diceva lunga, visto che in passato erano appartenuti a Dudley). Mentre posava il cucchiaio ci fu un momento di quiete generale: il signor Weasley, abbandonato contro lo schienale della sedia, sembrava sazio e rilassato; Tonks faceva dei gran sbadigli, col naso tornato normale; e Ginny, che aveva tirato fuori Grattastinchi da sotto la credenza, era seduta per terra a gambe incrociate e lo faceva giocare con dei tappi di Burrobirra.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    La dedoxizzazione delle tende occupò gran parte della mattina. Era mezzogiorno passato quando finalmente la signora Weasley si tolse la sciarpa protettiva, sprofondò in una poltrona pericolante e balzò di nuovo su con aria disgustata: si era seduta sul sacco di ratti morti. Le tende non ronzavano più; pendevano flosce e umide per le spruzzate intensive. Ai loro piedi i Doxy svenuti giacevano ammucchiati nel secchio vicino a una ciotola piena delle loro uova nere, che Grattastinchi stava annusando e Fred e George covavano con sguardi avidi.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Harry si stava infilando le scarpe da ginnastica quando Hermione entrò correndo nella stanza, tutta agitata. Edvige si dondolava sulla sua spalla, e lei reggeva tra le braccia Grattastinchi che si divincolava.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «Lo so» Harry sogghignò. Ma vedendo Hermione e Ron che trascinavano i bauli, Grattastinchi e la gabbia con Leotordo verso la locomotiva, Harry provò uno strano senso di abbandono. Non aveva mai viaggiato sull’Espresso per Hogwarts senza Ron.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Ron e Hermione non comparvero per quasi un’ora. Nel frattempo il carrello del cibo era già passato. Harry, Ginny e Neville avevano finito i loro Zuccotti di zucca ed erano occupati a scambiarsi le figurine delle Cioccorane quando la porta dello scompartimento si aprì e i due amici entrarono, accompagnati da Grattastinchi e da Leotordo, che strideva acutissimo nella sua gabbia.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Tutti risero, ma nessuno forte come Luna Lovegood. Le sue urla sguaiate svegliarono Edvige che sbatté le ali indignata; Grattastinchi balzò sulla rastrelliera dei bagagli, soffiando. Luna rideva così forte che la rivista le sfuggì di mano e scivolò a terra.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Infine il treno prese a rallentare; lungo il convoglio, con un gran chiasso, tutti si davano da fare per recuperare bagagli e animali. Poiché Ron e Hermione dovevano sorvegliare tutto questo, scomparvero di nuovo, lasciando Harry e gli altri a occuparsi di Grattastinchi e Leotordo.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «Malfoy è stato assolutamente tremendo con uno del primo anno, laggiù. Giuro che farò rapporto, ha la spilla da tre minuti e la usa per fare il bullo… dov’è Grattastinchi
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Ginny era appena sbucata dalla folla; teneva stretto Grattastinchi, che si divincolava.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    La sala comune era quasi vuota; quasi tutti erano ancora giù a cena. Grattastinchi si srotolò, balzò giù da una poltrona e trotterellò verso di loro facendo le fusa, e quando Harry, Ron e Hermione portarono le loro tre poltrone preferite vicino al fuoco balzò lieve in grembo a Hermione e vi si appallottolò come un rosso cuscino peloso. Harry guardò le fiamme; si sentiva svuotato e sfinito.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Com’è possibile che Silente l’abbia permesso?» gemette Hermione all’improvviso, facendo trasalire Harry e Ron; Grattastinchi balzò via, offeso. Lei per la rabbia prese a pugni i braccioli della poltrona, tanto che pezzetti d’imbottitura sfuggirono dai buchi. «Come può permettere che quella donna orribile sia nostra insegnante? E nell’anno dei G.U.F.O., per di più!»
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Harry la guardò; era seduta con Grattastinchi in grembo e chiacchierava allegramente con Ginny mentre un paio di ferri da calza, a mezz’aria davanti a lei, sferruzzavano un paio di informi calzini da elfo.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Era mezzanotte passata e la sala comune era deserta, a parte loro tre e Grattastinchi. Gli unici rumori erano quelli della piuma di Hermione che cancellava frasi qua e là sui loro temi, e il fruscio delle pagine mentre controllava varie informazioni nei libri sparsi sul tavolo. Harry era sfinito. Provava anche uno strano senso di nausea e di vuoto allo stomaco, che niente aveva a che vedere con la stanchezza e tutto con la lettera che ormai si arricciava nera nel cuore del fuoco.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Harry immerse la mano insanguinata e dolorante nella ciotola e provò una meravigliosa sensazione di sollievo. Grattastinchi gli si strusciò contro le gambe, facendo le fusa, poi gli saltò in grembo e si acciambellò.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    La ciotola di essenza di Purvincolo cadde a terra e si ruppe. Harry si ritrovò in piedi, anche se non ricordava di essersi alzato. Grattastinchi schizzò via sotto un divano. Il sorriso di Ron e Hermione era svanito.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Ciao» risposero in coro Harry, Ron e Hermione, inginocchiandosi sul tappeto davanti al camino. Grattastinchi fece le fusa e si avvicinò al fuoco, cercando, nonostante il calore, di annusare il viso di Sirius.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Non un granché» rispose Harry, mentre Hermione allontanava Grattastinchi per impedirgli di incendiarsi i baffi. «Il Ministero ha imposto un altro decreto, per cui non è più permesso avere squadre di Quidditch…»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    Ci fu un’altra pausa durante la quale Grattastinchi, miagolando, cercò di toccare la testa di Sirius con la zampa, e Ron giocherellò con un buco nel tappeto.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    A quanto pareva Hermione era andata a letto presto, lasciando Grattastinchi acciambellato su una sedia e un assortimento di bitorzoluti berretti da elfo su un tavolo accanto al fuoco. Harry fu piuttosto contento di non trovarla, perché non aveva voglia di discutere della sua cicatrice dolorante e di sentire anche lei che lo esortava ad andare da Silente. Ron continuava a lanciargli occhiate ansiose, ma Harry prese i libri di Incantesimi e si mise a finire il suo tema, anche se fingeva solo di concentrarsi; quando Ron annunciò che anche lui andava a dormire, non aveva scritto quasi nulla.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    …si stava caldi e comodi in quella poltrona accanto al fuoco, con la pioggia che ancora batteva sui vetri, Grattastinchi che faceva le fusa e il crepitio del fuoco…
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Harry fissava infelice la finestra scura. Nevicava. Il Boccino che aveva catturato sfrecciava su e giù per la sala comune; la gente lo guardava come ipnotizzata e Grattastinchi saltava da una sedia all’altra, cercando di acchiapparlo.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Harry, caro» disse la signora Weasley, affacciandosi nella camera dove lui e Ron giocavano a scacchi magici, mentre Hermione, Ginny e Grattastinchi stavano a guardare. «Puoi venire giù in cucina? Il professor Piton vorrebbe parlarti».
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    L’orrore gli fece spalancare la bocca. Si voltò verso Ron, Hermione e Ginny, che gli restituirono lo stesso sguardo. Grattastinchi, che Hermione tratteneva con difficoltà da un quarto d’ora, saltò felice sulla scacchiera e seminò il panico tra i pezzi, che corsero a nascondersi urlando.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Hermione non replicò: stava guardando Harry che fissava con aria assente la parete di fronte, mentre Grattastinchi gli sfiorava una mano, tentando di convincerlo a grattargli le orecchie.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Prese una copia di Teoria della Magia Difensiva e fece finta di cercare qualcosa nell’indice. Grattastinchi decise di lasciarlo perdere e si ritirò sotto la sedia di Hermione.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «CHE COSA?» strillò Ron, rovesciando la scacchiera; Grattastinchi si lanciò all’inseguimento dei pezzi, mentre Edvige e Leo cinguettavano e tubavano, irritati.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Allora Hermione è qui?»chiese lui, allegro, solleticando Grattastinchi dietro un orecchio.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    «’Notte, signor Weasley» disse Harry spingendo indietro la sedia. Grattastinchi balzò leggero dal suo grembo e uscì dalla stanza.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    E in effetti la partenza la mattina dopo filò più liscia del solito. Le auto del Ministero li trovarono già in attesa davanti alla Tana con i bauli pronti, il gatto di Hermione Grattastinchi rinchiuso al sicuro nel suo cestino da viaggio; e Edvige, Leotordo e Arnold, la nuova Puffola Pigmea viola di Ginny, nelle loro gabbie.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Ron parve un po’ a disagio e cominciò a giocare con il Frisbee Zannuto che Hermione aveva sequestrato al ragazzo del quarto anno. Quello sfrecciò attraverso la sala comune ringhiando e tentando di staccare frammenti di tappezzeria. Grattastinchi lo seguì con i suoi occhi gialli, e soffiò quando il Frisbee si avvicinò troppo.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Harry non vide Hermione alla festa di Grifondoro, che al suo arrivo era al culmine. Nuovi applausi e grida salutarono il suo ingresso e ben presto fu circondato da una folla di gente che si congratulava con lui. Fra il tentativo di liberarsi dei fratelli Canon, che volevano un’analisi della partita azione per azione, e il vasto branco di ragazze che lo circondava ridendo a ogni sciocchezza e sbattendo le ciglia, gli ci volle un po’ per trovare Ron. Infine si liberò di Romilda Vane, che gli fece chiaramente capire quanto le sarebbe piaciuto andare alla festa di Natale di Lumacorno con lui. Si tuffò verso il tavolo delle bibite e s’imbatté in Ginny, con Arnold la Puffola Pigmea che le viaggiava sulla spalla e Grattastinchi che miagolava speranzoso ai suoi piedi.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Gli diede un colpetto sul braccio; Harry sentì lo stomaco sprofondare, ma poi lei si allontanò per prendere dell’altra Burrobirra. Grattastinchi trotterellò dietro di lei, gli occhi gialli fissi su Arnold.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

   «Sto pulendo, sto pulendo! Oh, sei tu» fece Ron sollevato, quando Harry entrò. Tornò a stendersi sul letto, da cui chiaramente si era appena alzato. La stanza era disordinata come era stata per tutta la settimana; l'unica differenza era Hermione nell'angolo più lontano, col suo soffice gatto rosso Grattastinchi ai piedi, intenta a dividere un mucchio di libri, tra cui Harry riconobbe alcuni dei suoi, in due enormi pile.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

    lasciò cadere a terra Segreti dell'Arte Più Oscura; Grattastinchi strisciò sotto il letto, soffiando indignato; Ron balzò in piedi, scivolò su una carta di Cioccorana e batté la testa contro il muro di fronte, e Harry d'istinto si tuffò per prendere la bacchetta prima di rendersi conto che stava fissando la signora Weasley, spettinata e stravolta dalla rabbia.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Come... come facciamo a entrare?» chiese Ron con il respiro affannoso. «Vedo... il punto... se solo avessimo... Grattastinchi...»
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Grattastinchi?» sibilò Hermione, piegata in due, con le mani al petto. «Sei un mago o cosa?»
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)