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Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Grifondoro e di Gryffindor


   ‘Sul serio?’ chiese Harry sentendosi tutto confuso.
‘Ma santo cielo, non lo sapevi? Io, se fossi in te, avrei cercato di sapere tutto il possibile’ disse Hermione. ‘Sapete in quale dormitorio andrete? Io ho chiesto in giro, e spero di essere a Grifondoro; sembra di gran lunga il migliore; ho sentito dire che c'è andato anche Silente, ma penso che anche Pecoranera non dovrebbe poi essere tanto male... Comunque, meglio che ci muoviamo e andiamo a cercare il rospo di Neville. E voi due fareste bene a cambiarvi, sapete? Credo che tra poco saremo arrivati’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Grifondoro’ disse Ron. E di nuovo sembrò offuscato da un velo di tristezza. ‘Anche papà e mamma sono stati lì. Chissà che cosa diranno se io non ci vado. Non credo che Pecoranera sarebbe tanto male, ma pensa se mi mettono a Serpeverde...’
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Aprendosi un varco tra la ressa che si attardava ancora in chiacchiere, i Grifondoro del primo anno seguirono Percy, uscirono dalla Sala Grande e salirono al piano di sopra passando per la scala di marmo.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

    Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è a Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all'istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante!
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Così’ disse irritato. Si afferrò l'orecchio destro e tirò. Tutta la testa gli si staccò dal collo e gli ricadde sulla spalla come se fosse incernierata. Qualcuno aveva evidentemente provato a decapitarlo, ma non lo aveva fatto a dovere. Tutto compiaciuto per gli sguardi sbalorditi che lesse sui loro volti, con un movimento deciso, Nick-Quasi-Senza-Testa si rimise la testa sul collo, tossì e disse: ‘Allora... nuovi Grifondoro! Spero che ci aiuterete a vincere il campionato di quest'anno. Non è mai successo che Grifondoro non vincesse per tanto tempo: Serpeverde ha vinto la coppa per sei anni di fila! Il Barone Sanguinario sta diventando a dir poco insopportabile... ehm... sarebbe il fantasma di Serpeverde’.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)


   ‘Ma perché, tu non puoi...?’
‘Sono circa quattrocento anni che non mangio’ disse il fantasma.
‘Naturalmente, non ne ho bisogno, ma uno finisce col sentirne la mancanza. Forse non mi sono presentato. Sir Nicholas de Mimsy-Porpington al tuo servizio. Il fantasma ufficiale di Grifondoro’.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   E ora erano rimaste solo tre persone da smistare. ‘Turpin Lisa’ divenne una Pecoranera e poi fu il turno di Ron. Il ragazzo aveva assunto ormai un colorito terreo. Harry incrociò le dita sotto il tavolo, e un attimo dopo il cappello gridò: ‘Grifondoro!’
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Harry udì il cappello gridare l'ultima parola a tutta la sala. Se lo tolse di testa e si avviò con passo vacillante verso il tavolo dei Grifondoro. Il sollievo di essere stato scelto per quel dormitorio e non per Serpeverde era tale che a malapena si accorse di essere stato salutato dall'applauso più fragoroso. Il prefetto Percy si alzò in piedi e gli strinse vigorosamente la mano, mentre i gemelli Weasley si sgolavano: ‘Potter è dei nostri! Potter è dei nostri!’ Harry si sedette davanti al fantasma con la gorgiera che aveva visto prima. Questo gli batté un colpetto sul braccio, dandogli l'improvvisa, orribile sensazione di averlo appena immerso in un catino di acqua ghiacciata.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Non a Serpeverde, eh?’ disse la vocina. ‘Ne sei proprio così sicuro? Potresti diventare grande, sai: qui, nella tua testa, c'è di tutto, e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su questo non c'è dubbio... No? Be', se sei proprio così sicuro... meglio Grifondoro!’
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Poi fu chiamato il ragazzo che perdeva continuamente il suo rospo, Neville Paciock, il quale, lungo il percorso verso lo sgabello, cadde. Con lui, il cappello impiegò molto tempo a decidere. Quando finalmente gridò ‘Grifondoro!’, Neville corse via senza neanche toglierselo dalla testa, e tra scrosci di risa dovette correre a consegnarlo a ‘Macdougal Morag’.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Granger Hermione!’
Hermione arrivò quasi di corsa allo sgabello e si pigiò il cappello in testa con gesto impaziente.
Grifondoro!’ gridò il cappello. Ron emise un gemito.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Harry notò che qualche volta il cappello gridava all'istante il nome del dormitorio e altre volte, invece, ci metteva un po' a decidersi. ‘Finnigan Seamus’, il ragazzo dai capelli color sabbia che precedeva Harry nella fila rimase seduto quasi per un minuto prima di venire dichiarato un Grifondoro.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Anche ‘Brocklehurst Mandy’ fu assegnata a Pecoranera, ma ‘Brown Lavanda’ fu la prima nuova Grifondoro e il tavolo all'estrema sinistra esplose in un evviva generale; tuttavia Harry notò che i fratelli gemelli di Ron fischiavano.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘I quattro dormitori si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Pecoranera e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti al vostro dormitorio, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, il dormitorio che avrà totalizzato più punti verrà premiato con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro al dormitorio cui verrà destinato.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   All'estremità del corridoio, era appeso il ritratto di una donna molto grassa, con indosso un abito di seta rosa.
‘La parola d'ordine?’ chiese.
‘Caput Draconis’ disse Percy, e il ritratto si staccò dal muro scoprendo un'apertura circolare. Passarono tutti, aiutandosi con le mani e coi piedi - Neville ebbe bisogno di una spinta - e sbucarono nella sala di ritrovo di Grifondoro, una stanza accogliente a pianta rotonda, piena di soffici poltrone.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)


   La cosa era così ingiusta che Harry aprì bocca per ribattere, ma Ron gli diede un calcio da dietro al loro calderone. ‘Non esagerare’ gli soffiò a bassa voce. ‘Ho sentito dire che Piton può diventare molto cattivo’.
Un'ora dopo, lasciato il sotterraneo, mentre risalivano le scale, la mente di Harry galoppava e il suo umore era... sottoterra. In una sola settimana, aveva fatto perdere due punti a Grifondoro... Ma perché Piton lo odiava tanto?
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   Neville frignava perché le bolle avevano cominciato a spuntargli anche sul naso.
‘Portalo in infermeria!’ intimò Piton a Seamus in tono sprezzante. Poi si girò verso Harry e Ron, che avevano lavorato accanto a Neville.
‘E tu, Potter... perché non gli hai detto di non aggiungere gli aculei? Pensavi che se lui sbagliava ti saresti messo in luce, non è vero? E questo è un altro punto in meno per i Grifondoro’.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   Ci fu un improvviso rovistare in cerca di penne e pergamene. Sovrastando il rumore, Piton disse: ‘E al dormitorio di Grifondoro verrà tolto un punto per la tua faccia tosta, Potter’.
Col procedere della lezione di Pozioni, la situazione dei Grifondoro non migliorò. Piton li divise in coppie e li mise a fabbricare una semplice pozione per curare i foruncoli. Intanto, avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la classe, osservandoli pesare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente, muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a Malfoy, che sembrava stargli simpatico. Aveva appena cominciato a dire agli altri di osservare il modo perfetto in cui Malfoy aveva stufato le sue lumache cornute, quando il sotterraneo fu invaso da una nube di fumo verde e acido e da un sibilo potente. Non si sa come, Neville era riuscito a fondere il calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava le scarpe degli astanti facendoci dei buchi. In pochi secondi, tutti i ragazzi erano saltati sugli sgabelli, salvo Neville, che si era bagnato con la pozione quando il calderone si era bucato e adesso piangeva di dolore, mentre sulle braccia e sulle gambe gli spuntavano bolle infiammate.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘Quanto vorrei che la Mcgranitt favorisse noi’ disse Harry. La professoressa Mcgranitt era la direttrice del dormitorio Grifondoro, ma questo non le aveva impedito, il giorno prima, di dargli una montagna di compiti.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era assai sgradevole quando uno di loro, all'improvviso, scivolava attraverso una porta che un ragazzo stava cercando di aprire. Nick-Quasi-Senza-Testa era sempre felice di indicare ai Grifondoro la giusta direzione, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a trabocchetto. Ti tirava in testa il cestino della carta straccia, ti sfilava il tappeto da sotto i piedi, ti lanciava addosso pezzi di gesso oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso e strillava: ‘PRESO!’
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘Ve l'avevo detto, io’ mormorò Hermione premendosi una mano sul petto, ‘ve l'avevo detto!’
‘Dobbiamo tornare alla torre di Grifondoro il più in fretta possibile’ disse Ron.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   I due ragazzi non seppero mai quel che erano. Hermione si era voltata verso il ritratto della Signora Grassa per tornare dentro, ma si era trovata di fronte un quadro vuoto. La Signora Grassa era andata a fare una passeggiata notturna e Hermione si trovò chiusa fuori della torre di Grifondoro.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘A voi non interessa niente di Grifondoro. A voi interessa solo di voi stessi. Io non voglio che i Serpeverde vincano la coppa, e voi ci farete perdere tutti i punti che ho ottenuto dalla professoressa Mcgranitt quando mi ha interrogato sugli Incantesimi di Trasfigurazione’.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Sono le undici e mezzo’ bisbigliò finalmente Ron. ‘Dobbiamo andare’.
Si infilarono la vestaglia, presero ciascuno la propria bacchetta magica e attraversarono la stanza della torre, scesero per la scala a chiocciola e raggiunsero la sala di ritrovo di Grifondoro. Dal camino, arrivava ancora il bagliore di alcuni tizzoni, che trasformava le poltrone in ombre nere e contorte. Avevano quasi raggiunto il buco coperto dal ritratto, quando, dalla poltrona più vicina, si sentì una voce: ‘Non ci posso credere, Harry! Ma che cosa stai facendo?’
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘E ti pareva?’ bofonchiò Ron.
‘... e non dovete assolutamente andare in giro di notte per la scuola. Pensa ai punti che farete perdere ai Grifondoro se vi beccano... e vi beccano di sicuro. davvero egoista da parte vostra’.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)


   ‘Baston è il capitano della squadra dei Grifondoro’ spiegò la Mcgranitt.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

    Grifondoro correvano giù per le scale alla volta del campo, per la prima lezione di volo. Era una giornata chiara e ventosa, e l'erba si piegava sotto i loro passi, mentre scendevano di corsa giù per la collina verso un pianoro dalla parte opposta del parco, in direzione della foresta proibita, le cui chiome ondeggiavano, nere, in lontananza.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Neville stava sforzandosi di ricordare che cosa mai avesse dimenticato, quando Draco Malfoy, che proprio in quel momento passava accanto al tavolo dei Grifondoro, gli strappò di mano la palla.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Harry non avrebbe mai creduto possibile incontrare un ragazzo più odioso di Dudley; questo, prima di conoscere Draco Malfoy. Eppure, i Grifondoro del primo anno frequentavano con i Serpeverde soltanto il corso di Pozioni e quindi non gli toccava sopportarlo troppo a lungo. O per lo meno, fu così fino a quando, nella bacheca della sala di ritrovo di Grifondoro, non comparve un avviso che li fece gemere di disperazione. Il giovedì successivo sarebbero iniziate le lezioni di volo, cui Grifondoro e Serpeverde avrebbero partecipato insieme.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Che cos'è la pallacanestro?’ chiese Baston curioso.
‘Lascia perdere’ si affrettò a dire Harry.
‘Ogni squadra ha un giocatore che si chiama Portiere... Io sono il Portiere del Grifondoro. Il mio compito è volare intorno agli anelli e impedire agli avversari di segnare’.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Piton si chinò sul mostro. La Mcgranitt guardava i ragazzi. Harry non l'aveva mai vista tanto arrabbiata. Aveva le labbra livide. La speranza di guadagnare cinquanta punti per i Grifondoro svanì all'istante.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   ‘Signorina Granger, per questo a Grifondoro verranno tolti cinque punti’ disse la professoressa Mcgranitt. ‘Mi hai molto delusa. Se non sei ferita, torna immediatamente alla torre di Grifondoro. Gli studenti stanno finendo di festeggiare Halloween nei rispettivi dormitori’.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Hermione uscì.
La professoressa Mcgranitt si rivolse a Harry e Ron.
‘Bene, torno a dire che siete stati fortunati, ma non molti allievi del primo anno avrebbero saputo tenere testa a un mostro di montagna così grosso. Vincete cinque punti ciascuno per Grifondoro. Il professor Silente ne sarà informato. Potete andare’.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Poi accadde di nuovo. Era come se la scopa stesse cercando di disarcionarlo. Ma una Nimbus Duemila non decideva da sola, tutto d'un tratto, di disarcionare il suo cavaliere. Harry cercò di tornare indietro verso i pali della porta del Grifondoro; aveva una mezza idea di chiedere a Baston di far fischiare un intervallo. Ma poi si rese conto che la scopa non rispondeva assolutamente più ai comandi. Non riusciva a sterzare. Non riusciva a dirigerla dove voleva. Zigzagava nell'aria dando dei violenti scossoni che stavano per disarcionarlo.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘E va bene. Flitt per poco non ammazza il Cercatore del Grifondoro, il che naturalmente può succedere a chiunque, quindi un rigore per i Grifondoro, battuto da Spinnet che mette in rete senza difficoltà e il gioco prosegue, con i Grifondoro ancora in possesso di palla’.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)


   Madama Bumb si rivolse a Flitt con parole irate e poi ordinò un rigore a favore del Grifondoro. Ma, come era da aspettarsi, in tutta quella confusione il Boccino era scomparso di nuovo.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘Fallo!’ gridarono i Grifondoro.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   WHAM! Un boato di rabbia venne dai Grifondoro, sotto di loro. Marcus Flitt aveva bloccato Harry di proposito e la scopa di Harry sbandò, mentre il ragazzo cercava disperatamente di reggersi in sella.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   L'aria gelida fu saturata dall'applauso dei Grifondoro e dalle urla e dai fischi dei Serpeverde.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   A commentare la partita era Lee Jordan, l'amico dei due gemelli Weasley, sorvegliato a vista dalla professoressa Mcgranitt. ‘...La ragazza si muove davvero veloce, lassù. Effettua un passaggio puntuale ad Alicia Spinnet, un'ottima scoperta di Oliver Baston, che l'anno scorso ha giocato soltanto come riserva... indietro alla Johnson e... no, la Pluffa è stata intercettata dal capitano del Serpeverde Marcus Flitt, che se la porta via: eccolo che vola alto come un'aquila... sta per... no, bloccato da un'ottima azione del Portiere del Grifondoro Baston, e il Grifondoro è di nuovo in possesso della Pluffa. Ed ecco la Cacciatrice del Grifondoro Katie Bell... bella picchiata intorno a Flitt, poi di nuovo su... AHI!... deve averle fatto male quel colpo di Bolide dietro la testa! La Pluffa ritorna al Serpeverde. Ecco Adrian Pucey che parte a tutta birra verso i pali della porta, ma è bloccato da un secondo Bolide lanciatogli contro da Fred o George Weasley, non riesco a distinguere chi dei due... comunque, davanti a lei il campo è sgombero, e si allontana e letteralmente vola via - schiva un micidiale Bolide... è davanti alla porta - vai, Angelina! - il Portiere Bletchley si tuffa... manca il bersaglio... IL Grifondoro HA SEGNATO!
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Johnson del Grifondoro... che brava Cacciatrice è questa ragazza, e anche piuttosto carina...’
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘Chiudete il becco, voi due!’ disse Baston. ‘Quella di oggi è la squadra migliore che Grifondoro ha avuto da anni. Vinceremo. Lo so’. Li guardò come a dire: ‘Altrimenti dovrete fare i conti con me’.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Ron e Hermione si unirono a Neville, Seamus e Dean, il tifoso del calcio, che erano sulla gradinata più alta. Per fare una sorpresa a Harry, avevano dipinto un grosso striscione, ricavato da uno dei lenzuoli che il topo Crosta aveva rosicchiato. Sopra ci avevano scritto Potter sei tutti noi, e sotto Dean, che era molto bravo a disegnare, aveva schizzato un grosso leone, simbolo di Grifondoro. Poi Hermione aveva fatto un piccolo, ingegnoso incantesimo per cui i colori apparivano cangianti.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Harry se ne andò prima che Piton avesse il tempo di togliere altri punti a Grifondoro. Risalì di corsa le scale.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

    Quella sera, la sala di ritrovo di Grifondoro era tutta un brusio di voci. Harry, Ron e Hermione sedevano insieme vicino a una finestra. Hermione stava correggendo i compiti di Incantesimi di Harry e Ron. Lei non avrebbe mai permesso che copiassero (‘Altrimenti, come imparate?’) ma chiedendole di correggerglieli, i due ragazzi riuscivano a ottenere comunque le soluzioni esatte.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘È proibito portare fuori dagli edifici scolastici i libri della biblioteca’ disse Piton. ‘Dammelo. Cinque punti in meno per Grifondoro’.
‘Questa regola se l'è inventata’ borbottò Harry risentito mentre Piton si allontanava zoppicando. ‘Mi chiedo che cosa si è fatto alla gamba’.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   All'inizio di novembre cominciò a fare molto freddo. Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago divenne una lastra di gelido metallo. Tutte le mattine il terreno era coperto di brina. Dalle finestre delle scale dei piani superiori si vedeva Hagrid intento a scongelare i manici di scopa nel campo da Quidditch, infagottato in un lungo pastrano di fustagno, guanti di pelo di coniglio ed enormi stivali foderati di castoro. La stagione del Quidditch era iniziata. Quel sabato, Harry avrebbe giocato la sua prima partita dopo settimane di allenamento: Grifondoro contro Serpeverde. Se avesse vinto, il Grifondoro avrebbe rimontato la classifica, passando al secondo posto nel campionato dei dormitori.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘Non l'ha preso, l'ha quasi inghiottito’ strillava Flitt ancora venti minuti dopo, ma tanto non aveva importanza. Harry non aveva violato nessuna regola e Lee Jordan stava ancora annunciando a squarciagola il risultato: il Grifondoro aveva vinto per centosettanta a sessanta. Ma tutto questo Harry non lo udì. Era nella capanna di Hagrid insieme a Ron e a Hermione, e si stava facendo preparare una tazza di tè.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Harry e i fratelli Weasley trascorsero un pomeriggio felice a giocare a palle di neve all'aperto. Poi, infreddoliti, bagnati e senza fiato, tornarono a scaldarsi davanti al fuoco della sala di ritrovo di Grifondoro, dove Harry inaugurò la sua nuova scacchiera facendosi dare una spettacolare batosta da Ron. Ma ebbe il sospetto che le sue sconfitte non sarebbero state così irrimediabili se Percy non avesse cercato di aiutarlo con tanto impegno.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘Quale che sia la ragione, Hagrid, fare a pugni è contro le regole di Hogwarts’ disse Piton con voce flautata. ‘Cinque punti in meno a Grifondoro, Weasley, e ringrazia il cielo che non te ne tolga di più. Levatevi di torno, tutti quanti!’
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Tutti quanti non vedevano l'ora che cominciassero le vacanze. Mentre nella sala di ritrovo di Grifondoro e nella Sala Grande ardevano fuochi scoppiettanti, i corridoi pieni di spifferi erano gelidi, e un vento sferzante faceva sbattere le imposte nelle aule. Il peggio erano le lezioni del professor Piton, che si tenevano nei sotterranei, dove il respiro si condensava in nuvolette e tutti cercavano di starsene il più vicino possibile ai calderoni bollenti.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Harry raggiunse la rimessa. Si appoggiò alla porta di legno e alzò lo sguardo su Hogwarts, con le finestre che luccicavano nel rosso del tramonto. Il Grifondoro era in testa alla classifica. Ce l'aveva fatta, gliel'aveva fatta vedere lui a quel Piton...
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Harry uscì da solo dagli spogliatoi qualche tempo dopo, per riportare la sua Nimbus Duemila nella rimessa. Non ricordava di essersi mai sentito tanto felice in vita sua. Aveva davvero fatto una cosa di cui andare fiero: nessuno avrebbe più potuto dire che il suo era soltanto un nome famoso. L'aria della sera non era mai stata così dolce. Camminava sull'erba umida, rivivendo l'ora appena trascorsa nella sua mente piacevolmente confusa: quelli del Grifondoro che gli correvano incontro e se lo issavano sulle spalle; Hermione e Ron in lontananza che saltavano su e giù, con quest'ultimo, in preda a una forte emorragia dal naso, che urlava di gioia.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Harry saltò giù dalla sua scopa, a trenta centimetri da terra. Non riusciva a crederci. Ce l'aveva fatta: la partita era finita dopo essere durata appena cinque minuti. Mentre i giocatori del Grifondoro sfilavano sul campo, scorse Piton che atterrava lì accanto, livido e con le labbra strette. Poi sentì una mano posarglisi sulla spalla e, quando levò lo sguardo, si vide davanti il volto sorridente di Silente.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Ron! Ron! Ma dove ti sei cacciato? La partita è finita! Harry ha vinto! Abbiamo vinto! Il Grifondoro è in testa alla classifica!’ strillava Hermione, improvvisando un balletto sul suo sedile e abbracciando Calì Patil, che sedeva nella fila davanti.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Sai come penso che facciano, per scegliere chi gioca per il Grifondoro?’ disse Malfoy a voce alta qualche istante dopo, mentre Piton regalava un altro rigore al Tassorosso senza motivo. ‘Scelgono quelli che gli fanno pena. E difatti ci gioca Potter, che non ha i genitori, ci giocano i Weasley, che non hanno il becco d'un quattrino... anche tu dovresti far parte della squadra, Paciock, visto che non hai cervello’.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Tu vali dodici Malfoy’ disse. ‘E' stato il Cappello Parlante ad assegnarti a Grifondoro, non è vero? E Malfoy, dov'è finito? In quella fogna di Serpeverde’.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Non hai bisogno di dirmi che non sono abbastanza coraggioso per far parte della squadra del Grifondoro: ci ha già pensato Malfoy’ fece Neville con voce strozzata.
Harry si cacciò una mano nella tasca del mantello e ne estrasse una Cioccorana, l'ultimissima della scatola che Hermione gli aveva regalato a Natale. La porse a Neville, che sembrava sull'orlo delle lacrime.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   In quel preciso istante, Neville piombò nella sala di ritrovo. Non si capiva come avesse fatto a passare dal buco dietro il ritratto, perché aveva le gambe bloccate insieme da quello che riconobbero immediatamente come l'Incantesimo della Pastoia: probabilmente aveva fatto tutta la strada fino alla torre di Grifondoro a balzelloni, come un coniglio.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Fa' finta che ti sei rotto una gamba’ suggerì Hermione. ‘Rompitela davvero’ rincarò Ron.
‘Non posso’ rispose Harry. ‘Non c'è un Cercatore di riserva. Se io mi ritiro, il Grifondoro non può proprio giocare’.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Il che era un'ottima cosa, pensò Harry, ma lui aveva un motivo diverso per desiderare di trovarsi accanto a Piton mentre giocava a Quidditch...
Il resto della squadra rimase indietro per chiacchierare come sempre accadeva al termine dell'allenamento; invece Harry si diresse dritto filato verso la sala di ritrovo di Grifondoro, dove trovò Ron e Hermione che giocavano a scacchi. Gli scacchi erano l'unico gioco in cui a Hermione capitasse mai di perdere, il che, secondo Harry e Ron, ogni tanto le faceva bene.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Ma volete piantarla di fare confusione!’ strillò. ‘Questo è precisamente il genere di sciocchezze che ci farà perdere la partita! Stavolta, l'arbitro è Piton, che certo non mancherà di trovare tutte le scuse per togliere punti al Grifondoro!’
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Nella gran confusione suscitata dalla retrocessione di Grifondoro, Harry aveva dimenticato che li attendeva il castigo. Temeva quasi che Hermione protestasse perché avrebbero perso un'intera nottata di ripasso. Ma la ragazzina non disse una parola: al pari di Harry, anche lei sentiva che se l'erano meritata.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Però non hanno mai fatto perdere a Grifondoro centocinquanta punti in un colpo solo! O no?’ rispose Harry affranto.
‘Be'... effettivamente no’ ammise Ron.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   Il mattino seguente, passando accanto alle gigantesche clessidre che segnavano il punteggio di Grifondoro, gli studenti in un primo momento pensarono che si trattasse di un errore. Com'era possibile che il dormitorio avesse improvvisamente centocinquanta punti meno del giorno prima? Poi cominciò a spargersi la voce: Harry Potter, il famoso Harry Potter, l'eroe di ben due partite a Quidditch, aveva fatto perdere loro tutti quei punti. Lui e un altro paio di imbecilli del primo anno.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   Centocinquanta punti in meno! Grifondoro sarebbe finito all'ultimo posto della classifica. Nel giro di una sola notte, avevano mandato a monte la possibilità che il loro dormitorio vincesse la coppa. Harry aveva l'impressione che il mondo gli fosse crollato addosso. Come avrebbe potuto rimediare a una cosa del genere?
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Ma professoressa... la prego...’
‘Non può...’
‘Non sarai tu a dirmi quello che posso e non posso fare, Potter! E adesso, tornatevene a letto tutti quanti. Mai e poi mai ho provato tanta vergogna per degli studenti di Grifondoro’.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Sono indignata’ disse la Mcgranitt. ‘Quattro studenti che si alzano e vanno in giro nella stessa nottata! Non si è mai sentito niente del genere! Quanto a te, signorina Granger, credevo che avessi più senno. E tu, Potter: credevo che Grifondoro significasse qualcosa di più per te. Adesso, andrete in castigo tutti e tre... sì, anche tu, Paciock, perché nulla ti autorizza ad andartene a zonzo per la scuola di notte, specie di questi tempi! troppo pericoloso! E in più, toglierò cinquanta punti a Grifondoro’.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Non potete uscire’ insisté Neville. ‘Vi pescheranno un'altra volta, e Grifondoro sarà nei guai più di prima’.
‘Non capisci’ disse Harry, ‘è importante’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘E chi se ne importa!’ gridò Harry. ‘Ma non capite? Se Piton si porta via la Pietra, Voldemort torna! Non avete sentito che cosa è successo quando ha tentato di fargli le scarpe? Non ci sarà più una Hogwarts da cui essere espulsi! La raderà al suolo, o la trasformerà in una scuola di Magia Nera! Ormai, perdere punti non ha più importanza, non lo capite? O credete forse che, se il Grifondoro vince il campionato dei dormitori, lui lascerà in pace noi e le nostre famiglie? Se mi pescano prima che io riesca a prendere la Pietra, be', dovrò tornarmene dai Dursley e aspettare che Voldemort mi venga a cercare. Come dire che morirò un po' prima del previsto, visto che io con la Magia Nera non voglio aver niente a che fare! Guardate: io stanotte passo attraverso quella botola, e nulla di quel che direte potrà fermarmi! Ve lo ricordate o no, che Voldemort ha ucciso i miei genitori?’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Allora voi vi credete più furbi di una sfilza di incantesimi!’ li aggredì. ‘Ne ho abbastanza di questa storia! Se vengo a sapere che vi siete avvicinati un'altra volta a questa porta, tolgo altri cinquanta punti a Grifondoro! Sì, Weasley, hai capito bene: e lo farò anche se è il mio dormitorio!’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Voi dovete stare più attenti’ fece Piton. ‘Se ciondolate così, la gente può pensare che state combinando chissà cosa. E Grifondoro non può mica permettersi di perdere altri punti, no?’
Harry arrossì. Si voltarono per tornare fuori, ma Piton li richiamò.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    Il frastuono divenne assordante. Quelli che erano riusciti a fare il conto mentre gridavano a squarciagola, sapevano che il Grifondoro aveva raggiunto quattrocentosettantadue punti, esattamente come il Serpeverde. La coppa sarebbe stata loro… se soltanto Silente avesse dato a Harry un punto in più!
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Ma certo» disse Raptor, sempre in tono gelido. «Perché credi che volesse arbitrare lui la tua seconda partita? Cercava di evitare che io ci riprovassi. Veramente buffo… Non c’era bisogno che si desse tanta pena. Non avrei potuto fare niente comunque, con Silente che assisteva alla partita. Tutti gli altri insegnanti pensavano che Piton stesse cercando di ostacolare la vittoria del Grifondoro, lui si è reso veramente impopolare… e che gran perdita di tempo, visto che nonostante tutto, stanotte ti ammazzo».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Vedo Silente che mi stringe la mano» disse, inventando tutto di sana pianta. «Io… ho appena fatto vincere a Grifondoro la coppa del campionato».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Quando Harry entrò, ci fu un improvviso silenzio: poi tutti cominciarono a parlare ad alta voce. Lui si infilò in un posto rimasto libero tra Ron e Hermione al tavolo di Grifondoro, facendo finta di non vedere che tutti gli altri erano in piedi e lo guardavano.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Ora, se ho ben capito» proseguì, «deve essere assegnata la Coppa delle Case, e la classifica è questa: al quarto posto Grifondoro, con trecentododici punti; terzo Tassorosso con trecentocinquantadue punti; secondo Corvonero, con quattrocentoventisei punti e primo Serpeverde, con quattrocentosettantadue».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «…per la migliore partita a scacchi che si sia vista a Hogwarts da molti anni a questa parte, attribuisco al Grifondoro cinquanta punti».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Gli applausi dei Grifondoro raggiunsero quasi il soffitto incantato; le stelle, da lassù, sembravano fremere. Si sentiva Percy dire agli altri prefetti: «È mio fratello, sapete? Il mio fratello più piccolo! Ha passato la prova alla scacchiera gigante della McGranitt!»
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Secondo, alla signorina Hermione Granger… per avere usato freddamente la sua logica di fronte al fuoco, attribuisco al dormitorio di Grifondoro cinquanta punti».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Hermione si nascose il viso tra le braccia; Harry ebbe il forte sospetto che fosse scoppiata in lacrime. Alla tavola di Grifondoro, i ragazzi non stavano più nella pelle… avevano guadagnato cento punti!
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Terzo, al signor Harry Potter…» proseguì Silente. Nella sala non si udì più volare una mosca. «…per il suo sangue freddo e l’eccezionale coraggio, attribuisco al Grifondoro altri sessanta punti!»
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Chi si fosse trovato fuori della sala avrebbe potuto credere che ci fosse stata un’esplosione, tanto fu il baccano che scoppiò alla tavola del Grifondoro. Harry, Ron e Hermione si erano alzati in piedi gridando e battendo le mani, mentre Neville, bianco come un cencio per lo shock, scompariva sotto un capannello di compagni che cercavano di abbracciarlo. Prima di allora, non aveva mai vinto neanche un punto per Grifondoro! Harry, che stava ancora applaudendo, diede qualche calcio sugli stinchi a Ron indicandogli Malfoy, il quale non avrebbe potuto apparire più stupefatto e inorridito se qualcuno gli avesse fatto l’Incantesimo della Pastoia Total-Body.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Batté le mani, e istantaneamente i parati verdi si fecero scarlatti e quelli d’argento divennero d’oro; l’enorme serpente di Serpeverde scomparve, lasciando il posto al leone rampante di Grifondoro. Piton stringeva la mano alla professoressa McGranitt con stampato in volto un orribile sorriso stiracchiato. Il suo sguardo incrociò quello di Harry e il ragazzo capì all’istante che i sentimenti di Piton verso di lui non erano cambiati di un ette. Ma questo non lo preoccupava: a quanto pareva, l’anno seguente la vita sarebbe tornata normale… o quanto meno, normale per Hogwarts.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «E a cosa serve, se non sono nella squadra?» disse Malfoy tutto imbronciato e stizzito. «L’anno scorso Harry Potter aveva una Nimbus Duemila e un permesso speciale di Silente per farlo giocare con il Grifondoro. E non è nemmeno così bravo! Solo perché è famoso… famoso per quella stupida cicatrice sulla fronte…»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Ogni anno quel millenario cappello, tutto rappezzato, consunto e lercio, assegnava i nuovi studenti ai dormitori delle quattro Case di Hogwarts (Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde). Harry ricordava bene quando lo aveva indossato lui, esattamente un anno prima, ed era rimasto impalato, ad aspettare la sua decisione, mentre quello gli bofonchiava all’orecchio i suoi commenti. Per alcuni, spaventosi secondi aveva temuto che il cappello lo avrebbe assegnato a Serpeverde, la Casa da cui, più di qualsiasi altra, erano usciti streghe e maghi malefici… ma invece era stato assegnato a Grifondoro, insieme a Ron, Hermione e a tutti gli altri fratelli Weasley. Nell’ultimo semestre, Harry e Ron avevano contribuito a far vincere a Grifondoro la Coppa di fine anno, sconfiggendo Serpeverde per la prima volta dopo sette anni.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Harry e Ron si guardarono, bianchi come cenci. Harry non aveva più fame: ora si sentiva male. Cercò di non guardare un oggetto grosso e viscido che galleggiava in un liquido verde su uno scaffale dietro alla scrivania di Piton. Se Piton era andato a chiamare la professoressa McGranitt, responsabile del Grifondoro, la loro sorte non sarebbe stata certo migliore. Lei avrebbe potuto essere più giusta di Piton, ma era comunque estremamente severa.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «La Cerimonia dello Smistamento è terminata» disse la McGranitt. «Anche tua sorella è con i Grifondoro».
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «E, a proposito del Grifondoro…» proseguì aspra la McGranitt, ma Harry la interruppe: «Professoressa, quando noi abbiamo preso la macchina, il semestre non era ancora iniziato e quindi… quindi in realtà al Grifondoro non dovrebbe essere tolto nessun punto, non trova?» e terminò la frase guardandola con ansia.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Non toglierò punti al Grifondoro» disse, e Harry sentì il cuore farsi più leggero. «Ma entrambi sarete puniti».
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Quando ebbero mangiato quanti più tramezzini potevano (il vassoio tornava a riempirsi da solo) si alzarono e lasciarono la stanza, percorrendo il familiare tragitto fino alla torre dei Grifondoro. Il castello era immerso nel silenzio; sembrava che la festa fosse terminata. Oltrepassarono i ritratti brontoloni e le armature cigolanti, salirono le anguste rampe della scala di pietra e finalmente raggiunsero il passaggio dove si trovava l’ingresso segreto alla torre dei Grifondoro, dietro al quadro a olio della Signora Grassa nel suo vestito di seta rosa.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Non conoscevano la parola d’ordine valida per il nuovo anno dal momento che non erano ancora stati presentati al Prefetto del Grifondoro, ma l’aiuto gli giunse quasi immediatamente. Udirono un passo affrettato dietro alle loro spalle e, voltandosi, videro Hermione che correva verso di loro.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Ma le sue parole vennero interrotte da un’improvvisa raffica di applausi, quando il ritratto della Signora Grassa lasciò aperto il varco. Sembrava che l’intero dormitorio di Grifondoro fosse sveglio: erano tutti pigiati nella sala comune circolare, in piedi sopra i tavoli sbilenchi e sulle molli poltrone, in attesa del loro arrivo. Alcune braccia si tuffarono attraverso l’apertura lasciata dal quadro per tirare dentro Harry e Ron, e a Hermione non rimase che affrettarsi a seguirli.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

   Ma il giorno dopo Harry sorrise molto meno. Le cose cominciarono a mettersi male fin dalla prima colazione, nella Sala Grande. Le quattro lunghe tavole, sotto il soffitto magico (quel giorno di un grigio nuvoloso uniforme), erano apparecchiate con zuppiere di porridge, piatti di aringhe affumicate, montagne di toast e vassoi di uova e bacon. Harry e Ron si sedettero al tavolo di Grifondoro accanto a Hermione, che teneva aperta la sua copia di In viaggio con i vampiri, appoggiandola contro una brocca di latte. Ci fu una sfumatura lievemente rigida nel modo in cui disse «Buongiorno», il che fece capire a Harry che ancora disapprovava il modo in cui erano arrivati. Neville Paciock, al contrario, li salutò allegramente. Neville era un ragazzo dalla faccia rotonda un tantino maldestro; era una delle persone più smemorate che Harry avesse conosciuto.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Ma non ebbe tempo di rimuginare su questi pensieri; la professoressa McGranitt si stava avvicinando al tavolo del Grifondoro per distribuire gli orari delle lezioni. Harry prese il suo e vide che per cominciare avrebbero fatto due ore di Erbologia con i Tassorosso.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Ottimo. Dieci punti per il Grifondoro» disse la professoressa Sprite. «La mandragola è un componente fondamentale della maggior parte degli antidoti. Ma è anche pericolosa. Chi sa dirmi perché?»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Alla fine della lezione Harry, come gli altri, era sudato, dolorante e tutto sporco di terriccio. Fecero ritorno al castello per darsi una lavata veloce, e poi i Grifondoro si affrettarono per la lezione di Trasfigurazione.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Tutto bene, Harry? Io sono… sono Colin Canon» disse ansimando e azzardando un passo avanti. «Anch’io sono del Grifondoro. Pensi… sarebbe possibile… posso scattarti una foto?» chiese sollevando speranzoso la macchina fotografica.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Ottimo!» sorrise Allock. «Veramente ottimo! Lei conquista dieci punti per il Grifondoro! E ora, al lavoro…»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Perciò, fra una cosa e l’altra, Harry fu molto contento che fosse arrivato il week-end. Lui, Ron e Hermione volevano andare a trovare Hagrid il sabato mattina. Ma proprio quel sabato Harry fu svegliato da Oliver Baston, il capitano della squadra di Quidditch del Grifondoro, diverse ore prima di quanto avrebbe voluto.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Tu sei il giocatore più giovane del Grifondoro negli ultimi cento anni, non è vero, Harry? Di’, non è vero?» insistette Colin trotterellandogli a fianco. «Devi essere molto bravo. Io non ho mai volato. È facile? E quella scopa è proprio tua? È la migliore che esiste?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Sì» disse infine Harry rassegnandosi a spiegare le complicate regole del Quidditch. «Si chiamano Bolidi. Ogni squadra ha due Battitori muniti di mazze per allontanare i Bolidi. I Battitori del Grifondoro sono Fred e George Weasley».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «E tu sei il Cercatore del Grifondoro, non è vero?» chiese Colin con reverente ammirazione.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Anche gli altri giocatori della squadra del Grifondoro avevano raggiunto gli spogliatoi. Baston sembrava l’unico davvero sveglio. Fred e George Weasley se ne stavano seduti con gli occhi gonfi di sonno e i capelli scompigliati vicino a una ragazza del quarto anno, Alicia Spinnet, che sembrava sul punto di addormentarsi in piedi contro la parete. Dalla parte opposta le sue compagne Cacciatrici, Katie Bell e Angelina Johnson, sbadigliavano una accanto all’altra.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Seduto dove si trovava, Harry si fece piccolo piccolo per la vergogna. L’anno prima, quando era stata giocata la partita finale, lui era ricoverato in infermeria, privo di sensi, e questo aveva comportato che il Grifondoro era rimasto a corto di un giocatore e aveva subito la peggiore sconfitta degli ultimi trecento anni.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «È del Grifondoro» si affrettò a dire Harry.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Si erano avvicinate anche Angelina, Alicia e Katie. Non c’erano ragazze nella squadra dei Serpeverde… che, spalla a spalla, facevano muro davanti ai Grifondoro gettando occhiate maliziose a qualcuno dietro di loro.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    E da dietro ai sei possenti personaggi che fronteggiavano la squadra dei Grifondoro ne comparve un settimo: era un ragazzo più mingherlino e il suo viso pallido e appuntito era illuminato da un sorriso gongolante. Era Draco Malfoy.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Tutti e sette sfoderarono la propria scopa. Al sole del primo mattino, sette manici lustri e sette targhette d’oro fino, con su scritto ‘Nimbus Duemila Uno’ brillarono sotto il naso dei Grifondoro.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Sul momento nessuno del Grifondoro trovò di che replicare. Malfoy ghignava così soddisfatto che gli occhi gli si erano ridotti a due fessure.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Belli, vero?» disse Malfoy con voce suadente. «Ma non è detto che anche la squadra dei Grifondoro non riesca a mettere insieme un po’ di soldi per comprarsi delle scope nuove. Se mettete all’asta quelle vecchie carrette della Scopalinda Cinque, vedrete che qualche museo pagherà per averle».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Per lo meno, nessuno nella squadra del Grifondoro si è dovuto comprare l’ammissione» commentò Hermione aspra. «Loro sono stati scelti per il talento».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    La squadra dei Serpeverde era paralizzata dal ridere. Flitt era piegato in due e per non cadere si reggeva al suo nuovo manico di scopa. Malfoy era caduto a quattro zampe e picchiava freneticamente il pugno a terra. I Grifondoro erano tutti intorno a Ron, che continuava a vomitare grosse lumache lucenti. Sembrava che nessuno volesse toccarlo.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Era così tardi che la sala comune dei Grifondoro era quasi deserta. Harry salì dritto filato al dormitorio. Ron non era ancora tornato. Indossò il pigiama, si infilò a letto e rimase in attesa. Mezz’ora più tardi arrivò l’amico, massaggiandosi il braccio destro e portandosi dietro nella stanza buia una gran puzza di lucidante per l’argento.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Per giorni e giorni, gocce di pioggia grosse come pallottole picchiarono sulle finestre del castello; il livello del lago salì, le aiuole divennero rigagnoli fangosi e le zucche di Hagrid raggiunsero le dimensioni di capanni da giardino. Ma l’entusiasmo di Oliver Baston nell’organizzare regolarmente gli allenamenti non venne meno; fu per questo motivo che in un tempestoso sabato pomeriggio, pochi giorni prima di Halloween, Harry fu visto far ritorno alla torre del Grifondoro fradicio fino al midollo e completamente inzaccherato.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    Harry aveva imboccato il corridoio, sciaguattando con le scarpe piene d’acqua, quando incontrò qualcuno dall’aria preoccupata quasi quanto la sua. Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma della Torre del Grifondoro, stava guardando cupamente fuori dalla finestra e bofonchiava tra sé e sé: «…non risponde ai requisiti… un centimetro e mezzo, a dir tanto…»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Preside, secondo me Potter non sta dicendo tutta la verità» disse. «Sarebbe bene che egli venisse privato di certi privilegi fino a che non si decide a vuotare il sacco. Personalmente, ritengo che fintanto che non si sente disposto a essere sincero dovrebbe essere espulso dalla squadra di Quidditch di Grifondoro».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Naturalmente, sapete tutti che Hogwarts è stata fondata più di mille anni fa — si ignora la data precisa — dai due maghi e dalle due streghe più famosi dell’epoca. Le quattro Case prendono nome da loro: Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde. Insieme, essi costruirono questo castello, lontano dagli occhi curiosi dei Babbani, perché a quel tempo la magia era molto temuta dalla gente comune, e maghi e streghe erano crudelmente perseguitati».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    S’interruppe, volse intorno alla stanza uno sguardo opaco e proseguì: «Per alcuni anni, i quattro fondatori lavorarono insieme in grande armonia, andando in cerca di giovani che mostrassero doti magiche e portandoli al castello per educarli. Ma un giorno tra loro nacquero dei dissapori. Fra Serpeverde e gli altri cominciò a crearsi una spaccatura. Serpeverde voleva essere più severo nella scelta degli studenti da ammettere a Hogwarts. Era convinto che il sapere magico dovesse essere custodito nelle famiglie di maghi. Non gli piaceva prendere studenti nati in famiglie di Babbani: li riteneva inaffidabili. Dopo qualche tempo, tra Grifondoro e Serpeverde scoppiò una gravissima lite al riguardo e Serpeverde lasciò la scuola».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    Ma Harry, che aveva già sentito dire che la Casa di Serpeverde aveva fama di aver formato molti maghi oscuri, aveva pensato disperatamente: Non a Serpeverde, non a Serpeverde! Allora il cappello aveva detto: Be’, se sei proprio così sicuro… meglio Grifondoro!
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Cinque punti in meno al Grifondoro!» tagliò corto Percy indicando il suo cartellino di Prefetto. «E spero che questo ti insegni qualcosa. Niente più giocare al detective o scrivo a mamma!»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Allora, Harry» disse Allock mentre Hermione ripiegava il biglietto e con dita tremanti lo riponeva nella cartella, «domani, se non sbaglio, si gioca la prima partita di Quidditch della stagione. Grifondoro contro Serpeverde, vero? Mi dicono che sei molto bravo. Anch’io giocavo come Cercatore. Mi chiesero di entrare nella Nazionale, ma ho preferito dedicare la vita a combattere le Forze Oscure. Se dovessi sentire il bisogno di allenarti un po’ privatamente, non esitare a chiedermelo. Sono sempre felice di trasmettere la mia esperienza a giocatori meno abili…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Sabato mattina Harry si svegliò di buon’ora e rimase a letto pensando all’imminente partita a Quidditch. Lo innervosiva il pensiero di quel che avrebbe detto Baston se il Grifondoro avesse perso, ma anche l’idea di dover affrontare una squadra che montava le più veloci scope da corsa reperibili sul mercato. Mai come in quel momento aveva desiderato battere i Serpeverde. Rimase mezz’ora steso a letto a rimuginare tutti questi pensieri, poi si alzò, si vestì e scese a fare colazione. Era presto, e nella Sala Grande trovò gli altri compagni di squadra del Grifondoro seduti intorno al lungo tavolo semideserto, taciturni e tesi.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Sul far delle undici, tutta la scuola cominciò ad avviarsi allo stadio. Era una giornata umida e coperta, e nell’aria c’era odore di temporale. Ron e Hermione arrivarono di corsa per augurare buona fortuna a Harry che stava entrando negli spogliatoi per cambiarsi. La squadra indossò la tuta scarlatta dei Grifondoro e poi si sedette ad ascoltare, come di consueto, il fervorino di Baston prima della partita.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Che succede?» chiese Baston quando la squadra del Grifondoro si fu riunita, mentre i Serpeverde facevano partire una bordata di fischi. «Ci stanno facendo a pezzi. Fred, George, dove eravate quando l’altro Bolide ha impedito ad Angelina di segnare?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Ora la pioggia cadeva più fitta. Al fischio di Madama Bumb Harry scalciò con forza sollevandosi in aria, e subito udì il sibilo che tradiva la presenza del Bolide alle sue spalle. Il ragazzo volò sempre più in alto. Descrisse ampie curve e scese a capofitto, si mosse a spirale, a zig-zag e si capovolse. Anche se lievemente stordito, riusciva a tenere gli occhi bene aperti. La pioggia picchiettava sui suoi occhiali e, quando Harry dovette fare una capriola per evitare un’altra picchiata feroce del Bolide, gli si infilò su per le narici. Da terra, gli giungeva l’eco delle risate della folla; si rendeva conto di essere molto ridicolo, ma il Bolide fellone era pesante e non poteva cambiare direzione rapidamente come lui. Cominciò a salire e scendere in picchiata lungo tutto il perimetro dello stadio, cercando di distinguere, attraverso il fitto lenzuolo di pioggia argentea, la porta del Grifondoro, dove Adrian Pucey stava cercando di superare Baston…
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Non sa quel che dice» commentò Allock a voce alta ai preoccupati giocatori del Grifondoro radunati attorno a lui. «Niente paura, Harry, adesso ti rimetto a posto il braccio».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    In quel momento, la porta dell’infermeria si spalancò. Sporchi e fradici, i compagni di squadra del Grifondoro erano venuti a trovare Harry.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Harry si vestì più in fretta che poté e si avviò di gran carriera verso la torre dei Grifondoro, ansioso di raccontare a Ron e a Hermione di Colin e di Dobby. Ma non li trovò. Partì alla loro ricerca, chiedendosi dove si fossero cacciati e sentendosi un po’ offeso dal loro disinteresse per la sorte del suo braccio.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Salve, Harry» lo salutò. «Ottimo volo, ieri, veramente superbo. Il Grifondoro è già in testa alla classifica per la Coppa delle Case… hai vinto cinquanta punti!»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Nel frattempo, all’insaputa dei professori, fra gli studenti prendeva piede un fiorente commercio di talismani, amuleti e altre protezioni. Neville Paciock acquistò una grossa cipolla verde e maleodorante, un cristallo appuntito color viola e una coda di tritone putrefatta prima che i suoi compagni del Grifondoro gli spiegassero che lui non correva pericolo: essendo un purosangue, era assai improbabile che venisse aggredito.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Le lezioni di Pozioni si tenevano in una vasta sala dei sotterranei. Quel giovedì pomeriggio la lezione si svolse nel modo consueto. Venti calderoni fumanti erano stati sistemati fra i banchi di legno, su cui erano poggiate bilance d’ottone e i barattoli degli ingredienti necessari. Piton si aggirava in mezzo a tutto quel fumo, facendo osservazioni pungenti sul lavoro dei Grifondoro, mentre i Serpeverde sogghignavano in segno di approvazione. Draco Malfoy, che era il cocco del professore, continuava a lanciare occhi di pesce-palla su Ron e Harry, il quale sapeva che qualsiasi rappresaglia sarebbe costata loro una punizione immediata.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Ron lo trascinò fuori dalla sala e Hermione li seguì. Quando attraversarono il portone, tutti si ritrassero facendogli ala, come se temessero di prendersi un contagio. Harry non aveva la più pallida idea di quel che stesse accadendo, e Ron e Hermione non gli diedero spiegazioni fino a che non lo ebbero trascinato nella sala di ritrovo del Grifondoro. Allora Ron lo costrinse a sedere in poltrona e disse: «Tu sei un Rettilofono… Perché non ce l’hai detto?»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    ‘Ma io sono nel Grifondoro’ pensò. ‘Se avessi sangue di Serpeverde nelle vene, il Cappello Parlante non mi avrebbe messo qui…’
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Harry rimuginava tutto questo, seduto accanto al fuoco nella sala di ritrovo del Grifondoro, mentre Ron e Hermione ingannavano il tempo giocando a scacchi magici.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Finalmente il trimestre si chiuse e sul castello scese un silenzio profondo, come quello che regnava sui campi bianchi di neve. Harry trovava confortevole e non triste quell’atmosfera, e gli piaceva molto che lui, Hermione e i fratelli Weasley avessero il dominio incontrastato della torre del Grifondoro, il che significava poter giocare a Spara Schiocco senza disturbare nessuno, ed esercitarsi fra di loro a duello. Fred, George e Ginny avevano preferito rimanere a scuola, anziché andare a trovare Bill in Egitto, con i genitori. Percy, che li disapprovava per quello che definiva un comportamento puerile, non passava molto tempo nella sala di ritrovo del Grifondoro. Aveva spiegato con gran sussiego che rimaneva a scuola per Natale soltanto perché era suo dovere di Prefetto aiutare gli insegnanti in quel momento di difficoltà.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Non trovi che Allock è l’individuo più viscido che hai mai incontrato in vita tua?» chiese Ron a Harry mentre lasciavano il dormitorio e si avviavano su per le scale verso la torre del Grifondoro. Piton gli aveva assegnato tanti di quei compiti che si sarebbero ritrovati al sesto anno senza averli ancora finiti. Ron si stava appunto rammaricando di non aver chiesto a Hermione quante code di topo andavano aggiunte alla pozione Drizzacapelli, quando, dal piano di sopra, gli giunse alle orecchie uno scoppio di grida.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    I primi di febbraio una Hermione finalmente priva di baffi, coda e pelo lasciò l’infermeria. La sera stessa del suo ritorno alla Torre del Grifondoro Harry le mostrò il diario di T.O. Riddle e le raccontò in che modo lo avevano trovato.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Gilderoy Allock sembrava convinto di essere stato lui a metter fine agli attentati. Harry glielo sentì dire alla professoressa McGranitt, una volta che i Grifondoro si stavano preparando per la lezione di Trasfigurazione.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Quel che intendesse Allock quando parlava di sostegno morale fu chiaro la mattina del 14 febbraio, a colazione. La notte prima Harry non aveva dormito molto per via di un allenamento notturno di Quidditch e quando arrivò trafelato al tavolo dei Grifondoro era in leggero ritardo. Per un attimo credette di avere varcato la porta sbagliata.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Le pareti erano coperte di grossi fiori di un rosa acceso. Come se non bastasse, dal soffitto color azzurro pallido piovevano coriandoli a forma di cuore. Harry si avvicinò al tavolo dei Grifondoro, dove Ron sembrava in preda a un attacco di nausea e Hermione rideva in maniera insulsa.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Per tutto il giorno i nani non smisero di fare irruzione nelle aule per consegnare gli auguri di San Valentino, con grande disappunto degli insegnanti; più tardi, nel pomeriggio, mentre i Grifondoro stavano salendo in classe per la lezione di Incantesimi, un nano chiamò Harry a gran voce.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Ma a Harry non importava un accidente: aveva avuto la meglio su Malfoy, e per questo valeva la pena di far perdere anche cinque punti al Grifondoro. Malfoy era furibondo e quando Ginny gli passò accanto per entrare in classe, le gridò dietro con voce dispettosa: «Non credo proprio che a Potter sia piaciuto il tuo San Valentino!»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Tutto cominciò a girare vorticosamente, il buio divenne completo, Harry si sentì cadere e con un tonfo atterrò all’indietro, a braccia e gambe aperte, sul suo letto a baldacchino, nel dormitorio del Grifondoro. Sulla pancia giaceva, aperto, il diario di Riddle.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    La prossima partita di Quidditch il Grifondoro l’avrebbe giocata contro i Tassorosso. Baston insisteva per allenare la squadra tutte le sere dopo cena, per cui Harry non aveva tempo per altro che non fossero il Quidditch e i compiti. Ma le sessioni di allenamento stavano migliorando, o quantomeno si facevano più all’asciutto, e la sera della vigilia dell’incontro Harry salì nel suo dormitorio per posare il manico di scopa con la sensazione che le probabilità dei Grifondoro di vincere la coppa non erano mai state tanto alte.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Harry si girò nervosamente verso la porta della stanza e Ron uscì dietro di lui. Scesero di corsa nella sala comune del Grifondoro, mezza deserta, e si avvicinarono a Hermione che, tutta sola, stava leggendo un libro dal titolo Metodo semplificato per la lettura delle Antiche Rune.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Ma… soltanto un Grifondoro può averlo rubato… nessun altro conosce la nostra parola d’ordine…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Harry continuava a scrutare l’affollato tavolo dei Grifondoro, chiedendosi se per caso il nuovo proprietario del diario di Riddle non si trovasse proprio di fronte a lui. Hermione aveva insistito perché denunciasse il furto, ma a lui l’idea non piaceva. Avrebbe dovuto raccontare tutto a un insegnante; ma quanti sapevano il motivo per cui Hagrid era stato espulso, cinquant’anni prima? Non voleva certo essere lui a riportare a galla quella storia.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Harry salì di corsa alla torre del Grifondoro per prendere la sua Nimbus Duemila e poi si unì alla folla che sciamava verso il campo; ma con la mente era ancora al castello, dove aveva udito la voce. Mentre negli spogliatoi s’infilava la tuta scarlatta, la sua unica consolazione fu il pensiero che in quel momento tutti erano fuori per la partita.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Ma professoressa» gridò, «noi dobbiamo giocare… la coppa… il Grifondoro…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Vi scorterò fino alla Torre del Grifondoro» disse la McGranitt cupa. «In ogni caso, devo fare alcune comunicazioni agli studenti.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    I Grifondoro, tutti stipati nella sala comune, la ascoltavano in silenzio. La McGranitt riavvolse il rotolo di pergamena che aveva appena letto e disse con voce soffocata: «Inutile dire che raramente ho provato tanta angoscia. È probabile che la scuola verrà chiusa, a meno che il responsabile di tutti questi attentati non venga preso. Raccomando a chiunque pensi di sapere qualcosa al riguardo di farsi avanti».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Usci a fatica dal buco del ritratto e subito tra i Grifondoro si accese un’animata conversazione.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «E con questo i Grifondoro colpiti sono due, senza contare un fantasma del Grifondoro, una Corvonero e un Tassorosso» commentò Lee Jordan, l’amico dei gemelli Weasley, contando sulla punta delle dita. «Nessuno degli insegnanti ha notato che i Serpeverde sono tutti incolumi? Non è evidente che all’origine di tutta questa storia c’è Serpeverde? L’erede di Serpeverde, il mostro di Serpeverde… perché non li buttano fuori tutti?» tuonò tra cenni di assenso e sporadici applausi.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Il guaio era che, al castello, di ragni da seguire sembrava non ne fosse rimasta neanche l’ombra. Harry non mancava di perlustrare qualsiasi luogo in cui gli capitasse di andare, aiutato (anche se con una certa riluttanza) da Ron. Naturalmente l’ostacolo maggiore era il fatto che non erano liberi di andarsene in giro da soli, ma dovevano spostarsi in branco con gli altri compagni del Grifondoro. I più parevano contenti di venire scortati dagli insegnanti da una classe all’altra, ma Harry lo trovava fastidioso.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    In quei giorni, dato che dalle sei di sera in poi gli studenti non potevano andare da nessun’altra parte, la sala comune dei Grifondoro era sempre molto affollata. E poi avevano molto di che parlare, con il risultato che spesso la sala non si svuotava fino a dopo mezzanotte.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Quando furono più vicini al castello Harry sistemò con cura il mantello per assicurarsi che fossero nascosti fino ai piedi e socchiuse il portone cigolante. Riattraversarono con cautela la Sala d’Ingresso quindi risalirono la scalinata di marmo, trattenendo il fiato mentre percorrevano i corridoi pattugliati da vigili sentinelle. Finalmente furono in salvo nella sala comune dei Grifondoro, dove il fuoco si era consumato lasciando soltanto un mucchio di braci tremolanti. Si tolsero il mantello e salirono la scala a chiocciola che portava al dormitorio.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Ginny non rispose, ma passò in rassegna tutta la tavolata dei Grifondoro con uno sguardo spaventato che a Harry ricordò qualcuno, ma non sapeva dire chi.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Per Harry quello fu forse il giorno peggiore della sua vita. Insieme a Ron, Fred e George se ne rimase seduto in un angolo della sala comune dei Grifondoro; i quattro ragazzi non riuscirono a scambiarsi neanche una parola. Percy si era assentato. Era andato a spedire un gufo ai signori Weasley e poi si era chiuso nella sua stanza.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Quel pomeriggio sembrò eterno, e mai la torre dei Grifondoro era stata tanto affollata e al tempo stesso tanto silenziosa. Al tramonto, Fred e George se ne andarono a letto, incapaci di rimanere lì seduti un attimo di più.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Siccome Harry non riusci a pensare a niente di meglio e voleva disperatamente avere qualcosa da fare, acconsentì. Intorno a loro, gli altri Grifondoro erano così tristi e sconsolati e talmente dispiaciuti per i Weasley che nessuno cercò di fermarli quando si alzarono, attraversarono la sala e uscirono passando per il buco del ritratto.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Il che sta a dimostrare che anche i migliori fra noi, a volte, sono costretti a rimangiarsi quel che dicono» proseguì Silente con un sorriso. «Riceverete entrambi un Encomio Speciale per i Servigi resi alla scuola e poi… vediamo un po’… sì, duecento punti ciascuno per il Grifondoro».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Io non credo di essere come lui!» disse Harry con voce più alta di quanto avesse voluto. «Voglio dire, io sono… io appartengo al Grifondoro, io sono…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Ti ha assegnato al Grifondoro» disse Silente sempre calmo. «Ascoltami bene, Harry. Si dà il caso che tu abbia molte qualità che Salazar Serpeverde apprezzava nei suoi alunni, che selezionava accuratamente. Il dono molto raro del Serpentese… intraprendenza… determinazione… un certo disprezzo per le regole» soggiunse, e ancora una volta i suoi baffi vibrarono. «E tuttavia, il Cappello Parlante ti ha assegnato al Grifondoro. Tu sai perché. Pensaci».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Appunto» disse Silente ancora una volta tutto raggiante. «Il che ti rende assai diverso da Tom Riddle. Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità». Harry sedeva immobile, esterrefatto. «Se vuoi una prova che appartieni al Grifondoro, ti consiglio di dare un’occhiata più da vicino a questo».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Godric Grifondoro.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Soltanto un vero Grifondoro avrebbe potuto estrarla dal cappello, Harry» disse semplicemente Silente.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Harry aveva partecipato a molti banchetti a Hogwarts, ma nessuno poteva essere paragonato a quello. Tutti indossavano il pigiama e i festeggiamenti durarono tutta la notte. Non avrebbe saputo dire quale fosse stato il momento più bello. Forse quando Hermione gli era corsa incontro gridando: «Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!»; oppure quando Justin, alzandosi dal tavolo dei Tassorosso per andargli a stringere la mano, non la finiva più di chiedergli scusa per avere sospettato di lui; o quando era tornato Hagrid, alle tre e mezzo del mattino, e aveva dato a lui e a Ron una pacca sulla spalla così poderosa da mandarli con la faccia dentro al piatto di zuppa inglese; o quando avevano saputo di aver guadagnato quattrocento punti per il Grifondoro, assicurandosi così la vittoria della Coppa per il secondo anno consecutivo. O ancora, quando la professoressa McGranitt si era levata in piedi per annunciare che gli esami erano stati annullati come regalo della scuola («Oh, noi» aveva esclamato Hermione). O quando Silente aveva annunciato che purtroppo il professor Allock non avrebbe potuto tornare a insegnare l’anno seguente, perché doveva andare a recuperare la memoria. Non pochi insegnanti si unirono all’ovazione che accolse questo annuncio.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

   Mentre i giorni passavano, Harry prese a cercare Ron o Hermione dappertutto. Molti studenti di Hogwarts arrivavano a Diagon Alley, con l'inizio della scuola ormai cosi vicino. Harry incontrò Seamus Finnigan e Dean Thomas, due del Grifondoro, da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, dove anche loro occhieggiavano la Firebolt; e fuori dal Ghirigoro incrociò Neville Paciock, un ragazzino tondo e distratto. Harry non si fermò a chiacchierare: Neville a quanto pareva aveva perso la lista dei libri e sua nonna, una vecchietta terribile, lo stava sgridando.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Harry fece una risatina lugubre. La professoressa McGranitt, direttrice della Casa di Grifondoro, era molto rigorosa.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Draco Malfoy e Harry erano nemici sin dal momento in cui si erano incontrati durante il primo viaggio verso Hogwarts. Malfoy, che aveva un viso pallido, appuntito e beffardo, era nella Casa dei Serpeverde; giocava da Cercatore nella squadra di Quidditch del Serpeverde, lo stesso ruolo di Harry nel Grifondoro. Tiger e Goyle sembravano essere al mondo solo per
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Harry e Hermione si voltarono, sorpresi. La professoressa McGranitt, insegnante di Trasfigurazione e direttrice della Casa di Grifondoro, li stava chiamando al di sopra della folla. Era una strega dall'aria severa con i ca
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   I nuovi arrivati a Hogwarts indossavano il Cappello Parlante, che li assegnava strillando alle case a cui erano più adatti (Grifondoro, Corvonero, Tassorosso o Serpeverde). La professoressa McGranitt si avviò verso il suo posto al tavolo degli insegnanti, mentre Harry e Hermione si dirigevano, cercando di non farsi notare, verso il tavolo dei Grifondoro. Tutti si voltarono a guardarli mentre strisciavano lungo il muro della sala, e alcuni indicarono Harry. La storia del suo svenimento davanti al Dissennatore si era diffusa cosi in fretta?
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Harry, Ron e Hermione si scambiarono una serie di occhiate stupefatte. Poi si unirono all'applauso, che fu fragoroso soprattutto alla tavola dei Grifondoro. Harry si protese per guardare Hagrid, che era di un rosso paonazzo e si fissava le manone, con un gran sorriso nascosto nel groviglio della barba nera.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Harry, Ron e Hermione si unirono ai Grifondoro che sciamavano su per la scalinata di marmo e, sempre più stanchi, percorrevano altri corridoi e salivano altre scale fino all'ingresso nascosto alla Torre di Grifondoro. Un grande ritratto di una signora grassa vestita di rosa chiese loro: «Parola d'ordine?»
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Harry si lasciò cadere su una sedia al tavolo dei Grifondoro, accanto a George Weasley.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Comunque, vedremo come riderà Malfoy dopo la prima partita a Quidditch» disse Fred. «Grifondoro contro Serpeverde, il primo incontro della stagione, ti ricordi?»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Tutto bene?» disse allegramente, fermandosi al tavolo dei Grifondoro. «La mia prima lezione! Subito dopo pranzo! Sono in piedi dalle cinque che preparo tutto... spero che va tutto bene... io, insegnante... davvero...»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Vado a vedere se sta bene!» disse Pansy, e corse su per la scalinata. I Serpeverde, sempre confabulando contro Hagrid, si avviarono verso la loro sala comune nei sotterranei; Harry, Ron e Hermione salirono verso la torre del Grifondoro.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Dopo cena salirono nell'affollata sala comune di Grifondoro e cercarono di fare i compiti assegnati dalla professoressa McGranitt, ma tutti e tre continuavano a distrarsi e a guardare fuori dalla finestra,
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Malfoy non si ripresentò a lezione fino a martedì mattina tardi, quando i Serpeverde e i Grifondoro erano a metà della doppia ora di Pozioni. Entrò spavaldo nel sotterraneo, il braccio destro bendato e appeso al collo, con l'aria baldanzosa, almeno secondo Harry, di uno che è eroicamente sopravvissuto a una tremenda battaglia.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   I Grifondoro osservarono la scena intimoriti. I Serpeverde avevano l'aria eccitata. Piton prese il rospo e lo sistemò nella mano sinistra, immerse un cucchiaino nella pozione di Neville, che ora era verde, e ne fece colare alcune gocce nella gola di Oscar.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   I Grifondoro applaudirono. Piton, irritato, prese una bottiglietta dalla tasca del mantello e versò qualche goccia sul rospo, che ritornò della sua taglia adulta.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   «Cinque punti in meno per i Grifondoro» disse Piton, cancellando in un attimo i sorrisi dalle facce dei ragazzi. «Ti avevo detto di non aiutarlo, signorina Granger... La lezione è finita».
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   «Eccellente!» tuonò il professor Lupin mentre la classe applaudiva. «Eccellente, Neville. Siete stati tutti bravi... vediamo un po'... cinque punti per ciascuno ai Grifondoro che hanno affrontato il Molliccio, dieci a Neville perché l'ha fatto due volte... e cinque per ciascuno a Hermione e Harry».
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   All'inizio di ottobre, comunque, Harry ebbe qualcos'altro a cui pensare, qualcosa di così piacevole da compensare le lezioni insoddisfacenti. Si avvicinava la stagione del Quidditch, e Oliver Baston, capitano della squadra dei Grifondoro, un giovedì sera indisse una riunione per discutere le tattiche per il nuovo campionato.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Questa è la nostra ultima possibilità la mia ultima possibilità di vincere la Coppa del Quidditch» disse camminando avanti e indietro. «Alla fine di quest'anno me ne andrò. Non avrò un'altra occasione. Il Grifondoro non vince da sette anni. Ok, siamo stati sfortunatissimi: prima gli incidenti, poi l'annullamento del torneo l'anno scorso...» Baston deglutì, come se il ricordo gli facesse venire ancora un groppo in gola. «Ma sappiamo anche che la nostra è la squadra migliore della scuola» disse, battendo col pugno sul palmo della mano, con l'antico bagliore fanatico negli occhi.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Una sera dopo gli allenamenti Harry tornò nella sala comune del Grifondoro intirizzito e indolenzito, ma soddisfatto di com'erano andate le cose, e trovò la stanza pervasa da un ronzio eccitato.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Harry lo ignorò e si avviò tutto solo su per la scalinata di marmo, attraversò i corridoi deserti e tornò alla Torre del Grifondoro.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dagli spettri di Hogwarts. Balzarono fuori dai muri e su dai tavoli per fare un numero di volo in formazione; NickQuasiSenzaTesta, il fantasma di Grifondoro, riscosse un grande successo reinterpretando la scena della propria maldestra decapitazione.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Harry, Ron e Hermione seguirono il resto dei Grifondoro lungo il consueto percorso fino alla torre, ma quando raggiunsero il corridoio che finiva con il ritratto della Signora Grassa lo trovarono stipato di studenti.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Un attimo dopo, ecco il professor Silente avanzare verso il ritratto. I Grifondoro si fecero da parte per lasciarlo passare, e Harry, Ron e Hermione si avvicinarono per vedere che cosa stava succedendo.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Il professor Silente rispedì tutti i ragazzi del Grifondoro nella Sala Grande, dove dieci minuti più tardi li raggiunsero gli studenti di Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, tutti estremamente confusi.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   La Sala si riempì in un attimo di mormoni eccitati; i Grifondoro raccontarono l'accaduto al resto della scuola.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Bene. Ora è inutile spostarli. Ho trovato un guardiano temporaneo per il ritratto del Grifondoro. Domani potrai farli trasferire».
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   La McGranitt lo fissò intensamente. Harry sapeva che ci teneva molto alle sorti della squadra dei Grifondoro; dopotutto, lei era stata la prima a proporlo come Cercatore. Attese, trattenendo il respiro.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Il tempo peggiorò costantemente mentre si avvicinava la prima partita di Quidditch. Imperterrita, la squadra dei Grifondoro si allenava più decisa che mai sotto gli occhi di Madama Bumb. Poi, agli ultimi allenamenti prima della partita del sabato, Oliver Baston comunicò alla sua squadra alcune spiacevoli novità.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «La lezione è cominciata dieci minuti fa, Potter, quindi suppongo che dovremo togliere dieci punti ai Grifondoro. Siediti».
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Niente di mortale» disse, con l'aria di desiderare che invece fosse così. «Altri cinque punti in meno per i Grifondoro, e se devo chiederti un'altra volta di sederti, diventeranno cinquanta».
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «È la seconda volta che parli non richiesta, signorina Granger» disse tranquillamente Piton. «Altri cinque punti in meno ai Grifondoro, per essere un'insopportabile sotutto».
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Harry spalancò gli occhi. Era in infermeria. La squadra di Quidditch dei Grifondoro, schizzata di fango da capo a piedi, era riunita attorno al suo letto. C'erano anche Ron e Hermione, con l'aria di essere appena usciti da una piscina.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Harry ebbe fiumi di visitatori, tutti decisi a tenerlo di buonumore. Hagrid gli mandò un mazzo di fiori imparruccati che sembravano cavoli gialli e Ginny Weasley, arrossendo furiosamente, sì presentò con un biglietto d'auguri che aveva fatto lei e che cantava a squarciagola a meno che Harry non lo tenesse chiuso sotto la ciotola della frutta. La squadra dei Grifondoro tornò a fargli visita domenica mattina, questa volta accompagnata da Baston, che con voce cupa e desolata assicurò a Harry che non lo riteneva assolutamente responsabile della sconfitta. Ron e Hermione si allontanavano dal letto di Harry solo la sera. Ma nulla e nessuno poteva far stare meglio Harry, perché nessuno sapeva nemmeno la metà di ciò che lo turbava.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Per Harry fu un sollievo tornare al caos della scuola il lunedì, essere costretto a pensare ad altro, anche se dovette sopportare la persecuzione di Draco Malfoy. Malfoy era quasi fuori di sé per la gioia dopo la sconfitta dei Grifondoro. Finalmente si era tolto le bende, e festeggiava il recuperato uso di entrambe le mani producendosi in ispirate imitazioni di Harry che precipitava dal manico di scopa. Malfoy trascorse gran parte della lezione di Pozioni imitando i Dissennatori per tutto il sotterraneo; Ron alla fine non ne poté più e gli lanciò contro un grosso, viscido cuore di coccodrillo che gli si spiaccicò sulla faccia e diede a Piton l'opportunità di togliere cinquanta punti ai Grifondoro.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Un po' per la promessa di Lupin di dargli qualche lezione AntiDissennatore, un po' per il pensiero che forse non avrebbe mai più dovuto riascoltare la morte di sua madre, un po' per il fatto che Corvonero aveva schiacciato Tassorosso nell'incontro alla fine di novembre, l'umore di Harry migliorò decisamente. Grifondoro dopotutto non era fuori gara, anche se non poteva permettersi di perdere un'altra partita. Baston tornò in possesso della sua energia frenetica, e fece lavorare la squadra come sempre nei turbini di pioggia gelida che continuarono anche in dicembre. Harry non vide traccia di Dissenatori nel territorio della scuola. La furia di Silente sembrava trattenerli nelle loro postazioni agli ingressi.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Il sabato mattina della gita a Hogsmeade, Harry salutò Ron e Hermione, imbacuccati in mantelli e sciarpe, poi sali da solo la scalinata di marmo e si diresse verso la Torre dei Grifondoro. Fuori aveva cominciato a nevicare, e il castello era molto tranquillo.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Harry ce l'aveva. La signora Weasley gli aveva mandato un golf scarlatto con il leone dei Grifondoro ricamato davanti, una dozzina di tortini fatti in casa, un dolce di Natale e una scatola di croccante alle nocciole. Mentre metteva da parte tutte queste cose, scorse un lungo pacchetto sottile che era rimasto sotto.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Lo spirito natalizio era decisamente scarso nella sala comune dei Grifondoro quella mattina. Hermione aveva chiuso Grattastinchi nel dormitorio femminile, ma era arrabbiata con Ron perché aveva cercato di dargli un calcio; Ron era ancora furibondo per il recente tentativo di Grattastinchi di divorare Crosta. Harry rinunciò a cercare di farli parlare tra loro e si dedicò a un attento esame della Firebolt, che si era portato di sotto. Per qualche motivo, anche questo parve irritare Hermione, che non disse nulla, ma continuò a guardare cupamente la scopa come se anche quella avesse criticato il suo gatto.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Anche se la McGranitt era la responsabile del Grifondoro, Harry l'aveva vista solo una volta nella sala comune, ed era stato per dare un annuncio molto serio. Lui e Ron la fissarono, stringendo entrambi la Firebolt. Hermione li superò, si sedette, prese il libro più vicino e vi nascose la faccia.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Anche Ron era furioso con Hermione. Per quello che lo riguardava, smontare una Firebolt nuova di zecca non era niente di meno che un crimine. Hermione, sempre convinta di aver agito per il meglio, prese a evitare la sala comune. Harry e Ron immaginarono che si fosse rifugiata in biblioteca, e non cercarono di convincerla a tornare. Dopotutto furono contenti quando gli altri fecero ritorno a scuola subito dopo il primo dell'anno, e la Torre dei Grifondoro fu di nuovo affollata e rumorosa.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Andrò a parlarle, Harry» promise. «La farò ragionare... una Firebolt... una vera Firebolt nella nostra squadra... lei vuole quanto noi che Grifondoro vinca... Le farò capire... una Firebolt...»
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Alle otto di giovedì sera, Harry uscì dalla Torre dei Grifondoro e si diresse verso la classe di Storia della Magia. Era buia e vuota quando arrivò, ma accese le lanterne con la bacchetta magica e dopo soli cinque minuti apparve il professor Lupin con una grossa cassa da imballaggio, che posò sulla scrivania del professor Rüf.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Harry rifletté e decise che i suoi sentimenti quando il Grifondoro aveva vinto la Coppa delle Case l'anno prima si potevano proprio definire di grande felicità. Brandì di nuovo la bacchetta con forza, e riprese il suo posto al centro della classe.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Pronto» rispose Harry, tentando con tutte le sue forze di riempirsi la testa di pensieri allegri sulla vittoria dei Grifondoro, e non di pensieri cupi su quello che sarebbe successo una volta aperta la cassa.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Si alzò, si ficcò in bocca l'ultimo pezzo di cioccolato e si diresse verso la Torre dei Grifondoro.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Corvonero giocò contro Serpeverde una settimana dopo l'inizio del trimestre. Vinse Serpeverde, anche se di stretta misura. Secondo Baston, era un bene per Grifondoro, che si sarebbe piazzato secondo se a sua volta avesse battuto Corvonero. Quindi Baston portò il numero degli allenamenti a cinque la settimana. Con le lezioni AntiDissennatore di Lupin, che da sole erano più faticose di sei allenamenti di Quidditch, Harry aveva solo una sera la settimana per fare i compiti. Anche così, non parve accusare lo sforzo tanto quanto Hermione, il cui immenso carico di lavoro cominciava a farsi sentire. Tutte le sere, senza eccezioni, Hermione era in un angolo della sala comune, con parecchi tavoli coperti di libri, schemi di Aritmanzia, dizionari di rune, diagrammi di Babbani che sollevavano oggetti pesanti e quaderni su quaderni di appunti fitti fitti; quasi non parlava con nessuno, e quando veniva interrotta scattava, nervosissima. «Come fa?»
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Capisco» disse Lupin, sospettoso. «Be'... beviamo alla vittoria di Grifondoro contro Corvonero! Anche se io non dovrei tenere per nessuno, essendo un insegnante...» aggiunse in fretta.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Sono appena venuta a cercarti nella sala comune dei Grifondoro. Be', allora, abbiamo fatto tutto quello che ci veniva in mente, e sembra che non abbia niente che non va... hai un vero amico da qualche parte, Potter...»
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Ammutolito, Harry portò la Firebolt di sopra, nella Torre dei Grifondoro. Mentre girava un angolo, vide Ron che sfrecciava verso di lui con un sorriso da un orecchio all'altro.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Svoltarono nel corridoio che portava alla Torre del Grifondoro e videro Neville Paciock che supplicava Sir Cadogan, che non lo voleva lasciar entrare.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Nell'estremo tentativo di rincuorare Ron, Harry lo convinse ad accompagnarlo all'ultimo allenamento dei Grifondoro prima della partita contro i Corvonero, così alla fine avrebbe potuto fare un giro sulla Firebolt. La cosa parve distrarre per un attimo Ron dal pensiero di Crosta («Splendido! Posso provare a fare qualche goal?»), e così i due ragazzi si diressero insieme verso il campo.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Madama Bumb, che continuava ad assistere agli allenamenti dei Grifondoro per tenere d'occhio Harry, fu colpita dalla Firebolt quanto gli altri. Prima del decollo la prese, la studiò da vicino ed espresse il suo giudizio tecnico.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Lei e Ron uscirono dal campo e presero posto sulle tribune, mentre la squadra dei Grifondoro si riuniva attorno a Baston per le istruzioni finali prima della partita del giorno dopo.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   La squadra dei Grifondoro scoppiò in una sonora risata. Gli occhi pallidi di Malfoy diventarono due fessure, e il ragazzo si allontanò. Lo guardarono raggiungere il resto della squadra di Serpeverde, che si riunì a confabulare, certo per chiedere a Malfoy se la scopa di Harry fosse davvero una Firebolt.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Alle undici meno un quarto, la squadra di Grifondoro si avviò agli spogliatoi. Il tempo non avrebbe potuto essere più diverso da quello della partita contro Tassorosso. Era una giornata limpida e fresca, con un venticello leggero; questa volta non ci sarebbero stati problemi di visibilità, e Harry, seppur nervoso, cominciava ad avvertire l'eccitazione che solo una partita di Quidditch poteva portare con sé. Udirono il resto della scuola che prendeva posto nello stadio. Harry si tolse la divisa scolastica nera, estrasse la bacchetta dalla tasca e la infilò nella maglietta che avrebbe indossato sotto la divisa da Quidditch. Sperava solo di non averne bisogno. All'improvviso si chiese se il professor Lupin sarebbe stato tra la folla a guardare.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Sono partiti, e l'attenzione di tutti in questa partita è puntata sulla Firebolt che Harry Potter cavalca per Grifondoro. Secondo la Guida ai Manici di Scopa, la Firebolt sarà la scopa prescelta dalle squadre nazionali alla Coppa del Mondo di quest'anno...»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Ok, ok, Grifondoro in possesso di palla, Katie Bell di Grifondoro sfreccia verso la porta...»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Harry spinse in avanti la Firebolt mentre giravano attorno alle porte di Corvonero, e Cho rimase indietro. Proprio mentre Katie segnava il primo goal della partita, e i giocatori di Grifondoro esultavano, lo vide: il Boccino era quasi a terra e svolazzava vicino a una delle barriere.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Dai tifosi di Grifondoro si alzò un grosso «Oooooh» di delusione e dall'ala di Corvonero esplose un fragoroso applauso per il Battitore. George Weasley manifestò il suo disappunto sparando il secondo Bolide direttamente contro il Battitore avversario, che fu costretto a rovesciarsi a mezz'aria per evitarlo.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Grifondoro è in vantaggio per ottanta a zero, e guardate quella Firebolt come fila! Potter la sta mettendo davvero alla prova, guardate come la fa
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Corvonero si riscosse; segnò tre reti, lasciando a Grifondoro un vantaggio di soli cinquanta punti. Se Cho avesse preso il Boccino prima di Harry, Corvonero avrebbe vinto. Harry planò verso il basso, evitando di stretta misura un Cacciatore di Corvonero, e scrutò il campo, in ansia. Un brillio d'oro, un palpito di piccole ali... il Boccino era laggiù, attorno alla porta di Grifondoro...
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Madama Bumb fischiò, Harry si voltò a mezz'aria e vide sei macchie scarlatte che puntavano su di lui. Un attimo dopo, tutta la squadra lo abbracciava così forte che quasi lo fece cadere dalla scopa. In basso echeggiavano le urla dei Grifondoro tra la folla.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Così si fa!» ripeteva Baston urlando. Alicia, Angelina e Katie avevano baciato Harry, Fred lo teneva così stretto che la testa rischiava di saltargli via. Nel caos più totale, la squadra riuscì a scendere a terra. Harry smontò dalla scopa e vide un branco schiamazzante di tifosi di Grifondoro che correvano in campo, Ron in testa. Prima di rendersene conto, si trovò circondato da una folla festante.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Maledettamente bravo!» esplose Hagrid sulle teste dei Grifondoro che si accalcavano.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Davvero un tiro spregevole!» urlava. «Un basso, vile tentativo di sabotare il Cercatore dei Grifondoro! Siete tutti puniti, e cinquanta punti in meno per Serpeverde! Ne parlerò con il professor Silente, non dubitate! Ah, eccolo che arriva!»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Fu il miglior suggello alla vittoria dei Grifondoro. Ron, che si era fatto largo tra la folla al fianco di Harry, era piegato in due dalle risate mentre Malfoy cercava di districarsi dal mantello in cui era ancora impigliata la testa di Goyle.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Andiamo, Harry!» disse George avvicinandosi, «andiamo a festeggiare! Nella sala comune di Grifondoro, subito!»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   La festa dei Grifondoro finì solo quando la professoressa McGranitt comparve in vestaglia scozzese e retina sui capelli, all'una di notte, insistendo perché andassero tutti a dormire. Harry e Ron salirono nel dormitorio, discutendo la partita. Alla fine, esausto, Harry s'infilò nel letto, chiuse le tende del baldacchino per intercettare un raggio di luna, si distese e scivolò quasi immediatamente nel sonno...
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Sono felice che Grifondoro abbia vinto la partita, ma la cosa sta diventando ridicola! Percy, da te mi aspettavo di più!»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Sir Cadogan, avete lasciato entrare un uomo nella Torre di Grifondoro
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Quella notte nessuno dormì nella Torre del Grifondoro. Sapevano che il castello sarebbe stato perquisito un'altra volta, e tutta la Casa rimase sveglia nella sala comune, in attesa di scoprire se Black era stato catturato. La professoressa McGranitt tornò all'alba per far sapere ai ragazzi che era riuscito a fuggire.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   E così alle sei del pomeriggio Harry e Ron uscirono dalla Torre dei Grifondoro, superarono di corsa i troll della sorveglianza e scesero nella Sala d'Ingresso.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Passarono il resto della visita a discutere delle aumentate possibilità di Grifondoro di vincere la Coppa del Quidditch. Alle nove, Hagrid li riaccompagnò al castello.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Davvero?» disse Piton. «Tu hai l'abitudine di apparire nei posti più inaspettati, Potter, ed è raro che sia senza una buona ragione... Suggerirei che voi due torniate alla Torre dei Grifondoro, è precisamente là che dovete stare».
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Ero su nella Torre dei Grifondoro» disse Harry. «Come ha detto lei...»
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Credi che Malfoy le abbia fatto qualcosa?» chiese Ron ansioso mentre salivano di corsa alla Torre dei Grifondoro.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry, nel frattempo, doveva far convivere i compiti e le lezioni con l'allenamento quotidiano di Quidditch, per non parlare delle interminabili discussioni di tattica con Baston. La partita GrifondoroSerpeverde si sarebbe tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in testa di duecento punti esatti. Il che voleva dire (come Baston ricordava costantemente alla sua squadra) che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la responsabilità della vittoria pesava soprattutto su Harry, perché la cattura del Boccino valeva da sola centocinquanta punti.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Tutta la Casa di Grifondoro era ossessionata dall'imminente incontro. Grifondoro non vinceva il trofeo da quando il leggendario Charlie Weasley (il secondo fratello di Ron in ordine di età) era Cercatore. Ma Harry dubitava che tutti loro, Baston compreso, volessero vincere quanto lui. La rivalità tra Harry e Malfoy era giunta al culmine. A Malfoy bruciava ancora l'incidente col fango a Hogsmeade, ed era ancora più arrabbiato perché Harry in qualche modo era riuscito a evitare la punizione. Harry non aveva dimenticato il tentativo di Malfoy di farlo cadere nella partita contro Corvonero, ma era la faccenda Fierobecco a renderlo ancora più deciso a battere Malfoy davanti all'intera scuola.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Mai, a memoria di nessuno, l'attesa di una partita era trascorsa in un'atmosfera così elettrica. Alla fine delle vacanze, la tensione tra le due squadre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei corridoi esplosero piccole risse, che culminarono in un brutto scontro in cui un quarto anno di Grifondoro e un sesto anno di Serpeverde finirono in infermeria con dei porri che gli spuntavano dalle orecchie.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Per Harry fu un gran brutto periodo. Non poteva andare a lezione senza che qualche Serpeverde non cercasse di fargli lo sgambetto; Tiger e Goyle sbucavano da tutte le parti, e strisciavano via delusi quando lo vedevano circondato da altri ragazzi. Baston aveva dato istruzioni perché Harry venisse scortato ovunque, nel caso che i Serpeverde tentassero di metterlo fuori gioco. Tutta la Casa di Grifondoro raccolse la sfida con entusiasmo, così che per Harry era impossibile arrivare alle lezioni in orario perché era sempre circondato da un'enorme folla rumorosa. Era più preoccupato per la sicurezza della sua Firebolt che per la propria. Quando non la cavalcava, la chiudeva al sicuro nel suo baule, e spesso durante gli intervalli sfrecciava su nella Torre di Grifondoro a controllare che ci fosse ancora.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   La sera prima della partita, tutte le attività abituali furono abbandonate nella sala comune di Grifondoro. Anche Hermione mise da parte i libri.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry e il resto della squadra di Grifondoro la mattina dopo entrarono nella Sala Grande salutati da un fragoroso applauso. Harry non poté fare a meno di sorridere quando vide che anche i tavoli di Corvonero e di Tassorosso li applaudivano. Al loro passaggio, dal tavolo di Serpeverde si alzò un fischio acuto. Harry notò che Malfoy era ancora più pallido del solito.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   quarti della folla portavano coccarde scarlatte, agitavano bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra o brandivano striscioni con slogan come 'VAI Grifondoro!' e 'LA COPPA AI LEONI'. Dietro la porta di Serpeverde, comunque, erano schierate almeno duecento persone in verde; il serpente argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, e il professor Piton era seduto in prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia un sorriso sgradevole.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Ed ecco i Grifondoro!» urlò Lee Jordan, che come al solito faceva la cronaca. «Potter, Bell, Johnson, Spinnet, Weasley, Weasley e Baston. Ampiamente accreditata come la squadra migliore che Hogwarts abbia avuto da parecchi anni...»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Grifondoro in possesso di palla. Alicia Spinnet di Grifondoro ha la Pluffa e si dirige verso la porta di Serpeverde, vai così, Alicia! Argh, no... Pluffa intercettata da Warrington, Warrington di Serpeverde attraversa il campo... WHAM! Bel colpo di Bolide per George Weasley, Warrington perde la Pluffa, la prende Johnson, Grifondoro è di nuovo in possesso, forza, Angelina... bel dribbling su Montague... stai giù, Angelina, è un Bolide!... E SEGNA! DIECI A ZERO PER Grifondoro
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Basta così!» strillò Madama Bumb sfrecciando fra di loro. «Rigore a Grifondoro, per attacco immotivato al suo Cacciatore! Rigore a Serpeverde, per deliberata aggressione al suo Cacciatore!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Forza, Alicia!» strillò Lee nel silenzio che era sceso sulla folla. «SÌ! HA BATTUTO IL PORTIERE! VENTI A ZERO PER Grifondoro
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry voltò bruscamente la Firebolt e vide Flitt che, sempre sanguinando abbondantemente, volava in avanti per battere il rigore a favore di Serpeverde. Baston era accovacciato davanti alla porta di Grifondoro, le mascelle serrate.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Sollevato, Harry sfrecciò via, cercando il Boccino con lo sguardo, ben attento a non perdere una parola del commento di Lee. Era fondamentale tenere Malfoy lontano dal Boccino finché Grifondoro non avesse avuto almeno cinquanta punti di vantaggio...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Grifondoro in possesso, no, è Serpeverde in possesso... no! ...Grifondoro torna in possesso, ed è Katie Bell, Katie Bell per Grifondoro con la Pluffa, sta risalendo il campo... L'HA FATTO APPOSTA!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry avvertì un'ondata di eccitazione. Aveva visto il Boccino... scintillava accanto a una delle porte di Grifondoro... ma non doveva prenderlo,
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Ha haaa!» urlò Lee Jordan, mentre i Battitori di Serpeverde si allontanavano l'uno dall'altro tenendosi la testa fra le mani. «Peccato, ragazzi! Dovete darvi una sveglia se volete battere una Firebolt! E Grifondoro è di nuovo in possesso, ecco Johnson che prende la Pluffa... Flitt la segue... colpiscilo nell'occhio, Angelina! Scherzavo, professoressa, scherzavo... oh, no... Flitt in possesso, Flitt vola verso le reti di Grifondoro, dài, Baston, prendila!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Mi perdoni, professoressa, mi perdoni! Non succederà più! Allora, Grifondoro è in vantaggio trenta a dieci, ed è in possesso...»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Stava diventando la partita più sporca a cui Harry avesse mai preso parte. Furiosi che Grifondoro fosse passato in vantaggio così in fretta, i Serpeverde ricorrevano ormai a ogni mezzo per prendere la Pluffa. Bole colpì Alicia con la mazza e si giustificò dicendo che l'aveva scambiata per un Bolide. George Weasley in cambio diede una gomitata in faccia a Bole. Madama Bumb assegnò altri rigori a entrambe le squadre, e Baston fece un altro salvataggio spettacolare. Il punteggio era quaranta a dieci per Grifondoro.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Il Boccino era sparito di nuovo. Malfoy continuava a stare alle calcagna di Harry che sorvolava la partita cercando di individuare la pallina scintillante: quando Grifondoro fosse stato in vantaggio di cinquanta punti...
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Non si attacca il Portiere se la Pluffa non è nell'area di rigore!» strillò contro Bole e Derrick. «Rigore per Grifondoro
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   La folla di Grifondoro si sgolava: ora la squadra aveva sessanta punti di vantaggio, e se Harry avesse preso il boccino, avrebbe vinto la Coppa. Harry sentiva centinaia di occhi seguirlo mentre volava per il campo, alto sulla partita, con Malfoy che filava alle sue spalle.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Rigore! Rigore per Grifondoro! Non ho mai visto un comportamento simile!» strillò Madama Bumb, sfrecciando in su mentre Malfoy riscivolava a cavalcioni della sua Nimbus Duemilauno.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Alicia batté il rigore per Grifondoro, ma era così arrabbiata che mancò la porta di diversi metri. La squadra di Grifondoro stava perdendo la concentrazione e i Serpeverde, eccitati dal fallo di Malfoy su Harry, cavalcavano a spron battuto, sempre più in alto.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Serpeverde in possesso, Serpeverde avanza verso la porta... Montague segna...» gemette Lee. «Settanta a venti per Grifondoro...»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Angelina Johnson prende la Pluffa per il Grifondoro, dài, Angelina, DAI!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «HA SEGNATO! HA SEGNATO! Il Grifondoro è in testa ottanta a venti...»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Poi Baston sfrecciò verso Harry, accecato dalle lacrime; gli saltò al collo e scoppiò in un pianto irrefrenabile sulla sua spalla. Harry sentì due colpi secchi sulle spalle, il saluto di Fred e George; poi le voci di Angelina, Alicia e Katie: «Abbiamo vinto la Coppa! Abbiamo vinto la Coppa!» Aggrovigliata in un enorme abbraccio collettivo, la squadra di Grifondoro scese
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Ondate di tifosi scarlatti si riversarono in campo scavalcando le barriere. Mani festanti battevano sulle schiene dei giocatori. Harry ebbe una confusa impressione di rumore e di corpi che premevano contro il suo. Poi lui e il resto della squadra furono issati sulle spalle della folla. Spinto verso la luce, vide Hagrid tappezzato di coccarde scarlatte. «Li hai battuti, Harry, li hai battuti! Aspetta solo che lo dico a Fierobecco!» C'era Percy che, dimenticata ogni dignità, saltava su e giù come un pazzo. La professoressa McGranitt singhiozzava più forte di Baston, asciugandosi gli occhi in un'enorme bandiera di Grifondoro; e laggiù c'erano Ron e Hermione che si facevano largo a fatica verso Harry. Non trovarono le parole. Sorrisero e basta, mentre Harry veniva trasportato verso le tribune, dove Silente attendeva in piedi con l'enorme Coppa del Quidditch tra le mani.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   decidere per il Comitato per la Soppressione delle Creature Pericolose. Draco, che dal trionfo di Grifondoro nella finale di Quidditch era stato insolitamente tranquillo, negli ultimi giorni aveva riacquistato un po' della vecchia spavalderia. A giudicare da qualche sprezzante osservazione colta per caso, Malfoy era certo che Fierobecco sarebbe stato giustiziato, e sembrava assolutamente soddisfatto di sé per essere riuscito a ottenere quel risultato. Harry riuscì a stento a trattenersi dall'imitare Hermione prendendo a schiaffi Malfoy, in quelle occasioni. E la cosa peggiore era che non avevano né il tempo né la possibilità di andare a trovare Hagrid, perché le nuove, severe misure di sicurezza non erano state allentate, e Harry non osava recuperare il Mantello dell'Invisibilità dall'interno della strega orba.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   Cinque minuti dopo filava oltre i troll della sorveglianza, verso l'ingresso della Torre di Grifondoro, con in mente l'eco delle parole della profes
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   Scesero a cena con tutti gli altri, ma alla fine non tornarono alla Torre di Grifondoro. Harry aveva nascosto il Mantello sotto i vestiti; doveva tenere le braccia incrociate per nascondere il rigonfio. S'infilarono in una stanza vuota accanto alla Sala d'Ingresso, in ascolto, finché non furono certi che fosse deserta. Sentirono ancora qualcuno attraversare l'ingresso di corsa, e una porta che sbatteva. Hermione fece capolino dalla porta.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   «Ha cercato di portarmi Peter, ma non ce l'ha fatta... così ha rubato per me le parole d'ordine per la Torre di Grifondoro... Per quello che ho capito, le ha prese dal comodino di un ragazzo...»
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   la Signora Grassa, è entrato nella Torre di Grifondoro armato di pugnale... senza Minus, vivo o morto, non abbiamo alcuna possibilità di modificare la sorte di Sirius».
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Percy aveva ottenuto il suo M.A.G.O. a pieni voti; Fred e George erano riusciti a strappare una manciata di G.U.F.O. per ciascuno. La Casa di Grifondoro, intanto, grazie soprattutto alla sua spettacolare prestazione nella Coppa del Quidditch, aveva vinto la Coppa delle Case per il terzo anno di fila. E così il banchetto di fine trimestre fu celebrato in un trionfo di decorazioni scarlatte e dorate, e il tavolo dei Grifondoro fu il più rumoroso di tutti, perché tutti festeggiavano. Perfino Harry riuscì a dimenticare per un po' il ritorno dai Dursley che lo attendeva l'indomani, mangiando, bevendo, chiacchierando e ridendo assieme agli altri.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    «Che cosa è successo?» chiese Harry avido, rimpiangendo più che mai l’isolamento dal mondo della magia che subiva a Privet Drive. Harry era un grande appassionato di Quidditch. Giocava come Cercatore nella squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro fin dal suo primo anno a Hogwarts e possedeva una Firebolt, una delle migliori scope da corsa del mondo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Tutti risposero «Ciao» tranne Fred e George, che fecero appena un cenno. Non avevano mai veramente perdonato a Cedric di aver sconfitto la loro squadra, Grifondoro, nel primo incontro di Quidditch dell’anno passato.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Era Seamus Finnigan, un compagno del quarto anno di Grifondoro. Era seduto davanti alla sua tenda coperta di trifoglio, con una donna dai capelli color sabbia che doveva essere sua madre, e col suo migliore amico, Dean Thomas, anche lui di Grifondoro.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Al ritorno, carichi d’acqua, riattraversarono il campeggio più lentamente. Qua e là videro facce più familiari: altri studenti di Hogwarts con le loro famiglie. Oliver Baston, l’ex capitano della squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro, che aveva appena lasciato Hogwarts, trascinò Harry fino alla tenda dei genitori per presentarlo, e gli disse in tono eccitato che era appena stato ingaggiato nella riserva della squadra del Puddlemore United. Poi furono salutati da Ernie Macmillan, uno del quarto anno di Tassorosso, e un po’ più in là videro Cho Chang, una ragazzina molto graziosa che giocava da Cercatrice per la squadra di Corvonero. Salutò Harry con la mano e gli sorrise, e lui si rovesciò parecchia acqua addosso per rispondere al saluto. Più che altro per far smettere Ron di fare smorfie, Harry indicò in fretta un bel gruppo di ragazzi che non aveva mai visto prima.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    La professoressa McGranitt, vicepreside della scuola e direttrice della Casa di Grifondoro, era arrivata di fretta dalla Sala Grande; scivolò sul pavimento bagnato e si aggrappò al collo di Hermione per non cadere. «Oops… Chiedo scusa, signorina Granger…»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    La Sala Grande era magnifica come sempre, decorata per il banchetto d’inizio anno. Piatti e calici d’oro scintillavano alla luce di centinaia e centinaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sopra i tavoli. Le quattro lunghe tavolate delle case erano affollate di studenti vocianti; in fondo alla Sala, gli insegnanti sedevano lungo un solo lato di un quinto tavolo, di fronte ai loro allievi. Lì dentro faceva molto più caldo. Harry, Ron e Hermione passarono oltre i Serpeverde, i Corvonero e i Tassorosso e si sedettero con gli altri di Grifondoro all’estremità della Sala, vicino a Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro. Nick quella sera portava il suo solito farsetto, con una gorgiera particolarmente ampia, che serviva al doppio scopo di avere un’aria festaiola e di assicurare che la testa non ciondolasse troppo sul collo in parte tagliato.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «È davvero emozionato!» esclamò Colin, praticamente saltellando. «Spero solo che finisca a Grifondoro! Incrocia le dita, eh, Harry?»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Ehm… si, certo» disse Harry. Poi si rivolse di nuovo a Ron, Hermione e Nick-Quasi-Senza-Testa. «I fratelli e le sorelle di solito vanno nelle stesse Case, vero?» disse. Lo deduceva dai Weasley, che erano stati assegnati tutti e sette a Grifondoro.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Or son mille anni, o forse anche più, che l’ultimo punto cucito mi fu: vivevano allor quattro maghi di fama, che ancora oggi celebri ognuno qui chiama. Il fier Grifondoro, di cupa brughiera, e Corvonero, beltà di scogliera, e poi Tassorosso, signor di vallata, e ancor Serpeverde, di tana infossata. Un solo gran sogno li accomunava, un solo progetto quei quattro animava: creare una scuola, stregoni educare. E Hogwarts insieme poteron fondare. Ciascuno dei quattro una casa guidava, ciascuno valori diversi insegnava: ognuno stimava diverse virtù e quelle cercava di accrescer vieppiù. E se Grifondoro il coraggio cercava e il giovane mago più audace premiava, per Corvonero una mente brillante fu tosto la cosa davvero importante. Chi poi nell’impegno trovava diletto del buon Tassorosso vinceva il rispetto, e per Serpeverde la pura ambizione contava assai più di ogni nobile azione. I quattro, concordi, gli allievi diletti sceglievan secondo criteri corretti. Ma un giorno si dissero: chi li spartirà quando ognuno di noi defunto sarà? Così Grifondoro un modo trovava e me dal suo capo veloce sfilava: poi con i tre maghi una mente mi fece capace di scegliere in loro vece. E se sulle orecchie mi avrete calato, voi state pur certi, non ho mai sbagliato: nelle vostre teste un occhiata darò e alla Casa giusta vi assegnerò!
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Grifondoro!» gridò il Cappello.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Hagrid batté le mani con quelli di Grifondoro, mentre Dennis Canon, con un sorriso smisurato, si sfilava il Cappello e correva a raggiungere Colin.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Spero che quelli di Grifondoro di quest’anno siano all’altezza della situazione» disse Nick-Quasi-Senza-Testa, applaudendo mentre “McDonald, Natalie!” si univa al tavolo di Grifondoro. «Non vorremo perdere la nostra serie di vittorie, vero?»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Grifondoro aveva vinto la Coppa delle Case tre anni di fila.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Salirono fino all’ingresso della Torre di Grifondoro, che era nascosta dietro un grande ritratto di una signora grassa vestita di seta rosa.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il rimbombo di una campana echeggiò dal castello attraverso i prati umidi, segnalando la fine della lezione, e la classe si divise; i Tassorosso rientrarono per andare a Trasfigurazione, e i Grifondoro presero la direzione opposta e percorsero il prato in discesa verso la piccola capanna di legno di Hagrid, che si trovava al limitare della Foresta Proibita.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    Sedettero al tavolo di Grifondoro e si servirono di costolette d’agnello e patate. Hermione cominciò a mangiare così in fretta che Harry e Ron la fissarono esterrefatti.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    «Non dite niente» sussurrò Ron a Harry e Hermione, mentre poco dopo si sedevano al tavolo di Grifondoro, circondati da chiacchiere eccitate su ciò che era appena accaduto.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    Gli studenti di Grifondoro del quarto anno aspettavano la prima lezione di Moody con tanta ansia che il giovedì arrivarono subito dopo pranzo e si disposero in fila davanti alla sua classe prima ancora che la campana suonasse. La sola persona assente era Hermione, che comparve appena in tempo per la lezione.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Hermione non si unì alla conversazione di Harry e Ron durante la cena, ma mangiò a velocità forsennata e poi ripartì alla volta della biblioteca. Harry e Ron tornarono alla Torre di Grifondoro, e stavolta fu Harry, che non aveva pensato ad altro per tutta la cena, ad affrontare l’argomento delle Maledizioni Senza Perdono.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    La Signora Grassa scattò in avanti rivelando il passaggio, e i due salirono nella sala comune di Grifondoro, che era affollata e rumorosa.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    I Grifondoro si rotolarono dalle risate. Malfoy divenne rosso di rabbia, ma evidentemente il ricordo della punizione di Moody era ancora abbastanza doloroso da impedirgli di ribattere. Harry, Ron e Hermione tornarono al castello alla fine della lezione col morale alle stelle: vedere Hagrid che metteva sotto Malfoy era particolarmente appagante, soprattutto perché Malfoy aveva fatto davvero del suo meglio per far licenziare Hagrid l’anno prima.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Non è un idiota, è solo che non ti piace perché ha battuto Grifondoro a Quidditch» disse Hermione. «Ho sentito dire che è uno studente davvero brillante… ed è anche un Prefetto».
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Quando scesero per colazione la mattina del 30 ottobre, scoprirono che la Sala Grande era stata addobbata durante la notte. Enormi stendardi di seta pendevano dai muri. Ciascuno rappresentava una Casa di Hogwarts: rosso con un leone d’oro per Grifondoro, blu con un’aquila di bronzo per Corvonero, giallo con un tasso nero per Tassorosso, e verde con un serpente d’argento per Serpeverde. Dietro il tavolo degli insegnanti, lo stendardo più grande di tutti portava il blasone di Hogwarts: leone, aquila, tasso e serpente uniti sotto una grande H.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Harry, Ron e Hermione individuarono Fred e George al tavolo di Grifondoro. Ancora una volta, cosa del tutto insolita, sedevano lontano da tutti gli altri e parlavano a bassa voce. Ron fu il primo a raggiungerli.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Harry scosse la testa e si concentrò sulle uova strapazzate. Lo scarso entusiasmo suo e di Ron non era affatto riuscito a scalfire la determinazione di Hermione nel perseguire la giustizia per gli elfi domestici. Era vero, entrambi avevano sborsato due zellini per la spilla CREPA, ma l’avevano fatto solo per farla star calma. I loro zellini erano stati sprecati, comunque; semmai avevano reso Hermione più battagliera. Da allora perseguitava Harry e Ron prima perché portassero le spille, poi perché convincessero altri a fare lo stesso, e aveva anche cominciato a battere la sala comune di Grifondoro tutte le sere, mettendo alle strette i compagni e scuotendo il salvadanaio sotto il loro naso.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Quel giorno nell’aria c’era un piacevole senso di attesa. Nessuno fu molto attento in classe, tutti erano molto più interessati all’arrivo delle delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang; anche Pozioni fu più sopportabile del solito, visto che durò mezz’ora di meno. Quando la campana suonò in anticipo, Harry, Ron e Hermione corsero su alla Torre di Grifondoro, depositarono borse e libri, s’infilarono i mantelli e tornarono giù di corsa nella Sala d’Ingresso.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Raggiunsero il tavolo di Grifondoro e presero posto. Ron si premurò di sedere sul lato che guardava l’ingresso, perché Krum e i suoi compagni di Durmstrang erano ancora riuniti laggiù, apparentemente incerti su dove sedersi. Gli studenti di Beauxbatons si erano sistemati al tavolo di Corvonero e si guardavano intorno imbronciati. Tre di loro si stringevano ancora sciarpe e scialli attorno alla testa.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Nell’Ingresso si udirono applausi e grida. Tutti si voltarono sulle sedie e videro entrare Angelina Johnson con un sorriso imbarazzato. Angelina, una ragazza nera alta che giocava da Cacciatrice nella squadra di Quidditch di Grifondoro, li raggiunse, si sedette e disse: «Be’, fatto! Ho appena consegnato il mio nome!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Be’, sono contenta che si presenti qualcuno di Grifondoro» disse Hermione. «Spero davvero che tu ce la faccia, Angelina!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Harry si voltò verso Ron e Hermione; oltre le loro teste, vide tutti i Grifondoro che lo fissavano a bocca aperta.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    Harry si alzò, inciampò nell’orlo dell’abito e barcollò un po’. S’incamminò lungo lo spazio tra il tavolo di Grifondoro e quello di Tassorosso. Gli parve un percorso infinitamente lungo; il tavolo principale non sembrava affatto avvicinarsi, e sentiva centinaia e centinaia di occhi fissi su di lui, come tanti riflettori. Il brusio divenne sempre più intenso. Dopo quella che gli parve un’ora, si trovò di fronte a Silente, con gli sguardi di tutti gli altri insegnanti puntati addosso.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Harry, Cedric, vi consiglio di andare su a dormire» disse Silente, sorridendo a entrambi. «Sono sicuro che Grifondoro e Tassorosso non vedono l’ora di festeggiare con voi, e sarebbe un peccato privarli di quest’ottima scusa per fare un bel po’ di baccano».
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    Il boato che scaturì all’apertura del ritratto quasi lo ributtò indietro. Un attimo dopo, una dozzina di paia di mani lo trascinavano dentro, e Harry si trovò faccia a faccia con la Casa di Grifondoro al completo, che urlava, applaudiva e fischiava.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    Ma Angelina lo aveva ghermito. «Oh, se non posso essere io, almeno è un Grifondoro…»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Potrai ripagare Diggory per l’ultima partita a Quidditch, Harry!» strillò Katie Bell, un’altra dei Cacciatori di Grifondoro.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    Ma nessuno volle sentire che era sazio; nessuno volle sentire che non aveva messo il nome nel Calice; non una singola persona parve accorgersi che non era affatto dell’umore giusto per festeggiare… Lee Jordan aveva recuperato da qualche parte uno stendardo di Grifondoro, e insistette per avvolgerlo attorno a Harry come un mantello. Harry non riuscì ad allontanarsi, tutte le volte che cercava di sgattaiolare verso la scala che portava ai dormitori, la folla attorno a lui serrava i ranghi e lo costringeva a trangugiare un’altra Burrobirra, e gli ficcava in mano patatine e noccioline… tutti volevano sapere come aveva fatto, come aveva raggirato la Linea dell’Età di Silente ed era riuscito a mettere il suo nome nel Calice…
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    Sorrideva, ma il suo era un sorriso molto strano, forzato. Harry si rese conto all’improvviso che indossava ancora lo stendardo scarlatto di Grifondoro che Lee gli aveva legato al collo. Si affrettò a toglierselo, ma era annodato molto stretto. Ron rimase sul letto senza muoversi, a guardare Harry che cercava di levarselo di dosso.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    Harry si vestì e scese la scala a chiocciola che portava nella sala comune. Nell’istante in cui comparve, i ragazzi che avevano già fatto colazione scoppiarono di nuovo in un applauso. La prospettiva di scendere nella Sala Grande e affrontare il resto dei Grifondoro, che lo trattava come una specie di eroe, non era allettante; o così, comunque, o rimanere lì e lasciarsi assediare dai fratelli Canon, che gli facevano entrambi gesti frenetici perché si unisse a loro. Si diresse deciso verso il buco del ritratto, lo aprì e si trovò faccia a faccia con Hermione.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Scesero, attraversarono in fretta l’Ingresso senza guardare dentro la Sala Grande, e ben presto si trovarono a percorrere il prato in direzione del lago, dove era ormeggiata la nave di Durmstrang, sagoma nera riflessa nell’acqua. Era una mattinata gelida, e camminarono mangiando, mentre Harry raccontava a Hermione che cosa era successo esattamente dopo che aveva lasciato il tavolo di Grifondoro la sera prima. Con suo immenso sollievo, Hermione accettò la sua storia senza riserve.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Se Harry aveva pensato che le cose sarebbero migliorate non appena tutti si fossero abituati all’idea che era uno dei campioni, il giorno seguente gli dimostrò quanto si sbagliava. Non poté più evitare il resto della scuola quando ripresero le lezioni — ed era chiaro che il resto della scuola, proprio come i Grifondoro, era convinto che Harry si fosse proposto per il Torneo. A differenza dei Grifondoro, però, non sembravano affatto entusiasti.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    I Tassorosso, che di solito erano in ottimi rapporti con i Grifondoro, erano diventati decisamente freddi nei loro confronti: una lezione di Erbologia bastò a dimostrarlo. Evidentemente i Tassorosso sentivano che Harry aveva rubato la gloria al loro campione; un sentimento inasprito, forse, dal fatto che la casa di Tassorosso molto di rado si copriva di gloria, e che Cedric era uno dei pochi ad avergliene conferita, quando aveva battuto Grifondoro a Quidditch. Ernie Macmillan e Justin Finch-Fletchley, con i quali Harry di solito andava molto d’accordo, non gli rivolsero la parola anche se stavano trapiantando Bulbi Balzellanti allo stesso tavolo: in compenso risero in maniera piuttosto sgradevole quando uno dei Bulbi Balzellanti si divincolò dalla presa di Harry e lo schiaffeggiò. Nemmeno Ron gli rivolgeva la parola: Hermione sedeva tra di loro, sforzandosi di fare conversazione, ma anche se tutti e due le rispondevano normalmente, evitavano di guardarsi. Harry pensò che perfino la professoressa Sprite sembrava fredda con lui: ma d’altra parte era la Direttrice della casa di Tassorosso.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Poteva capire l’atteggiamento dei Tassorosso, anche se non gli piaceva; avevano il loro campione da sostenere. Non si aspettava altro che biechi insulti dai Serpeverde — era estremamente impopolare tra loro e lo era sempre stato, perché con i colori di Grifondoro li aveva battuti un’infinità di volte, sia a Quidditch che nella Coppa delle Case. Ma aveva sperato che i Corvonero sarebbero stati disposti a tifare per lui come per Cedric. Invece no: i Corvonero parevano convinti in gran parte che avesse imbrogliato il Calice solo perché era avido di celebrità.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Vediamo» disse con voce quanto mai suadente. «Cinquanta punti in meno a Grifondoro e una punizione per Potter e Weasley. Ora entrate, o la punizione durerà una settimana».
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Harry scese a cena. Hermione non c’era — immaginò che si trovasse ancora in infermeria a farsi sistemare i denti. Cenò tutto solo all’estremità del tavolo, poi tornò alla Torre di Grifondoro. pensando a tutto il lavoro extra sugi; Incantesimi di Appello che doveva fare. Su in dormitorio, incrociò Ron.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Non posso dire tutto quello che vorrei per lettera, è troppo rischioso nel caso che il gufo venga intercettato: dobbiamo parlare, faccia a faccia. Puoi fare in modo di trovarti da solo vicino al fuoco nella Torre di Grifondoro il 22 novembre all’una di notte?
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

   La prospettiva di parlare faccia a faccia con Sirius fu la sola cosa che sostenne Harry per i quindici giorni che seguirono, l’unica luce in un orizzonte che non era mai stato più cupo. Lo shock di essere campione della scuola ormai si era un po’ attenuato, e cominciava a farsi strada la paura per ciò che lo attendeva. La prima prova era sempre più vicina; la sentiva acquattata davanti a lui come un mostro orrendo che gli sbarrava il cammino. I suoi nervi non avevano mai sofferto così tanto, nemmeno prima di un incontro di Quidditch, compreso l’ultimo contro Serpeverde, in cui Grifondoro aveva vinto la Coppa. Harry non riusciva a pensare a un dopo, era come se tutta la sua vita lo avesse condotto alla prima prova, e con questa dovesse finire…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

   Harry si alzò la domenica mattina, e si vestì così distrattamente che ci mise un po’ ad accorgersi che stava cercando di infilarsi il cappello sul piede al posto del calzino. Quando finalmente ebbe sistemato tutti gli abiti sulle parti giuste del corpo, andò a cercare Hermione, e la trovò nella Sala Grande al tavolo di Grifondoro, dove stava facendo colazione con Ginny. Troppo irrequieto per mangiare, Harry attese che Hermione ingollasse la sua ultima cucchiaiata di porridge, poi la trascinò fuori per un’altra passeggiata. Mentre facevano un altro lungo giro attorno al lago, le raccontò tutto dei draghi, e quasi tutto quello che aveva detto Sirius.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Cercò di buttar giù qualcosa per cena dopo Divinazione, poi tornò nell’aula vuota con Hermione, usando il Mantello dell’Invisibilità per evitare gli insegnanti. Continuarono ad allenarsi fino a mezzanotte passata. Sarebbero rimasti anche più a lungo, ma comparve Pix, che fingendo di credere che Harry volesse farsi tirare addosso le cose, cominciò a scaraventare sedie per la stanza. Harry e Hermione se ne andarono di corsa prima che il frastuono attirasse Gazza, e tornarono nella sala comune di Grifondoro, che ora era misericordiosamente vuota.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Ma a Harry non importava, non gli sarebbe importato nemmeno se Karkaroff gli avesse dato zero; l’indignazione di Ron valeva almeno cento punti per lui. Non lo disse a Ron, naturalmente, ma il suo cuore era più leggero dell’aria quando si voltò per uscire dallo steccato. E non era solo Ron… non erano solo i Grifondoro quelli che applaudivano nella folla. Quando si era arrivati al dunque, quando avevano visto che cosa doveva affrontare, gran parte dei ragazzi della scuola si erano schierati dalla sua parte, come da quella di Cedric… non gli importava dei Serpeverde, ora poteva sopportare qualunque insulto da parte loro.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    E quando fecero il loro ingresso nella sala comune di Grifondoro questa esplose di nuovo di urla e applausi. C’erano montagne di torte e brocche di succo di zucca e di Burrobirra dappertutto; Lee Jordan aveva sparato alcuni Favolosi Fuochi d’Artificio Freddi del dottor Filibuster con Innesco ad Acqua, e l’aria era pervasa di stelline e scintille; e Dean Thomas, che disegnava benissimo, aveva appeso alcuni stendardi nuovi davvero notevoli, con Harry che sfrecciava attorno alla testa dello Spinato sulla sua Firebolt, anche se, a dir la verità, un paio mostravano Cedric con la testa in fiamme. Harry aveva quasi dimenticato cht cosa si provava ad aver davvero fame, e si sedette con Ron e Hermione. Non riusciva a credere alla sua felicità: aveva di nuovo Ron al suo fianco, aveva superato la prima prova, e non avrebbe dovuto affrontare la seconda prima di tre mesi.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Chissà dov’è andata» disse Ron, mentre lui e Harry tornavano alla Torre di Grifondoro.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Ma questo NON significa» continuò la professoressa McGranitt «che saranno ammesse eccezioni alle regole di comportamento richieste agli studenti di Hogwarts. Sarò profondamente rammaricata se uno studente di Grifondoro metterà in imbarazzo la scuola in qualunque maniera».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «È proprio perfido» disse Ron amaramente quella sera nella sala comune di Grifondoro. «Assegnarci un test l’ultimo giorno. Rovinare l’ultimo pezzetto di trimestre con un bel mucchio di ripasso».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Del tutto dimentico della cena, risalì lentamente fino alla Torre di Grifondoro, con la voce di Cho che gli risuonava nelle orecchie a ogni gradino. “Cedric… Cedric Diggory”. Cedric aveva cominciato quasi a piacergli: era disposto a sorvolare sul fatto che una volta lo aveva battuto a Quidditch, e che era bello, e famoso, e che era il campione preferito praticamente da tutti. Ora all’improvviso realizzò che Cedric in effetti era un inutile bamboccio che non aveva abbastanza cervello da riempirci un portauovo.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

   Nonostante l’enorme mole di compiti per le vacanze, Harry non era dell’umore giusto per stare chino sui libri alfa fine del trimestre, e trascorse la settimana che precedeva il Natale divertendosi più che poteva insieme a tutti gli altri. La Torre di Grifondoro era di poco meno affollata che durante l’anno scolastico; sembrava anche che si fosse rimpicciolita, dal momento che i suoi occupanti erano molto più scalmanati del solito. Fred e George avevano avuto un gran successo con le loro Crostatine Canarine, e nei primi due giorni delle vacanze c’era dappertutto gente che si riempiva di piume all’improvviso. In breve, tutti i Grifondoro impararono a trattare con estrema cautela il cibo che veniva loro offerto, nel caso che avesse una Crostatina Canarina nascosta al centro, e George rivelò a Harry che lui e Fred al momento stavano lavorando alla creazione di qualcosa di nuovo. Harry prese mentalmente nota di non accettare nemmeno una patatina da Fred e George in futuro: non aveva ancora dimenticato Dudley e la Mou Mollelingua.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Sparite!» sbottò Ron, agitando il pugno che strizzava Leo, il quale cantò più allegramente che mai. «Ecco… prendila, Harry» aggiunse sottovoce, mentre le ragazzine del terzo anno filavano via con aria scandalizzata. Sfilò la risposta di Sirius dalla zampa di Leo, Harry se la cacciò in tasca e corsero su alla Torre di Grifondoro per leggerla.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Harry e Ron s’incontrarono con Hermione in sala comune, e scesero insieme a colazione. Passarono gran parte della mattinata nella Torre di Grifondoro, dove tutti si stavano godendo i loro regali, poi tornarono nella Sala Grande per un pranzo sontuoso, che comprendeva almeno cento tacchini e pudding di Natale, e montagne di Cracker Magici.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Harry tornò alla Torre di Grifondoro da solo. Era un consiglio estremamente bizzarro. Perché mai un bagno avrebbe dovuto aiutarlo a capire che cosa voleva dire l’uovo ululante? Cedric lo stava prendendo in giro? Stava cercando di fargli fare la figura dell’idiota, cosi Cho per contro lo avrebbe ammirato ancora di più?
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

   Il 26 dicembre tutti si svegliarono tardi. La sala comune di Grifondoro era molto più tranquilla di quanto non fosse stata ultimamente, e frequenti sbadigli punteggiavano le pigre conversazioni. I capelli di Hermione erano di nuovo crespi; confessò a Harry di aver usato una gran quantità della Tricopozione Lisciariccio per il ballo, «ma è troppo complicato farlo tutti i giorni» concluse in tono pratico, grattando dietro le orecchie un Grattastinchi impegnato a fare le fusa.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «No» rispose Harry, avanzando verso il tavolo di Grifondoro e lasciandosi cadere su una sedia, furioso. «Non l’ha mai detto nemmeno a noi, no? Suppongo che fosse così arrabbiata perché lui non gli ha detto un sacco di roba schifosa su di me che è andata in giro a ficcare il naso per vendicarsi».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Fuori, nel buio corridoio, Harry studiò la Mappa del Malandrino per controllare che la strada fosse ancora libera. Sì, i puntini con i nomi di Gazza e Mrs Purr erano ancora al sicuro nei loro uffici… tutto sembrava immobile tranne Pix, che saltellava nella sala dei trofei al piano di sopra… Harry aveva fatto il primo passo verso la Torre di Grifondoro, quando qualcos’altro sulla mappa attrasse la sua attenzione… qualcosa di decisamente strano.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Harry tornò lentamente alla Torre di Grifondoro, assorto: pensava a Piton, e a Crouch, e a quel che significava tutta la faccenda… perché Crouch fingeva di essere ammalato, se poteva entrare a Hogwarts quando voleva? Cosa credeva che Piton nascondesse nel suo ufficio?
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Alle otto, Madama Pince aveva spento tutte le lampade e venne a cacciar via Harry dalla biblioteca. Barcollando sotto il peso di tutti i libri che riusciva a trasportare, Harry tornò nella sala comune di Grifondoro, trascinò un tavolo in un angolo e riprese a cercare. Non c’era nulla in Mitiche Magie per Stregoni Stravaganti… nulla in Guida alla Stregoneria Medievale… nemmeno un accenno a gesta subacquee in Antologia degli Incantesimi del Diciottesimo Secolo, né in Allucinanti Abitatori degli Abissi, né in Poteri che Non Sapevate di Avere: Cosa Farvene ora che Avete Aperto gli Occhi.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Per quanto affascinante possa essere la tua vita sociale, e certo lo è, signorina Granger» disse una voce gelida alle loro spalle, «devo chiederti di non discuterne durante le mie lezioni. Dieci punti in meno per Grifondoro».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Ah, in più leggete sotto il banco?» aggiunse Piton, afferrando la copia del Settimanale delle Streghe. «Altri dieci punti in meno per Grifondoro… oh, ma naturalmente…» Gli occhietti neri di Piton scintillarono indugiando sull’articolo di Rita Skeeter. «Potter deve tenersi aggiornato con la rassegna stampa…»
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Harry non ribatté. Sapeva che Piton stava cercando di provocarlo; l’aveva già fatto in passato. Senza dubbio sperava di trovare un’altra scusa per togliere una bella cinquantina di punti a Grifondoro prima della fine della lezione.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Harry non aveva voglia di tornare nella Torre di Grifondoro ad ascoltare Ron e Hermione che si insultavano. Così guardò Hagrid scavare finché l’oscurità non lo inghiottì, e i gufi attorno a lui presero a risvegliarsi e si tuffarono nella notte a gran colpi d’ala.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Il giorno dopo a colazione il malumore di Ron e di Hermione si era dissipato, e con gran sollievo di Harry, le cupe profezie di Ron sul fatto che a causa degli insulti di Hermione gli elfi domestici avrebbero mandato cibo più scadente al tavolo di Grifondoro si rivelarono false; il bacon, le uova e le aringhe affumicate erano buoni come sempre.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    La settimana dopo Hermione continuò a ricevere lettere anonime, e anche se lei seguì il consiglio di Hagrid e smise di aprirle, parecchi dei suoi nemici spedirono Strillettere, che esplosero al tavolo di Grifondoro coprendola di insulti davanti a tutta la Sala Grande. Anche quelli che non leggevano il Settimanale delle Streghe ormai sapevano tutto del presunto triangolo Harry-Krum-Hermione. Harry cominciava a essere stanco di ripetere a tutti che Hermione non era la sua fidanzata.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Così quella sera alle otto e mezzo Harry lasciò Ron e Hermione nella Torre di Grifondoro e scese le scale. Mentre attraversava la Sala d’Ingresso, Cedric sali dalla sala comune di Tassorosso.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Tu riporti Harry a scuola, Hagrid» ripeté Silente con decisione. «Portalo difilato su alla Torre di Grifondoro. E Harry, voglio che tu vi rimanga. Qualunque cosa ti venga in mente di fare — qualunque gufo tu voglia spedire — possono aspettare fino a domattina, mi hai capito?»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Il tuo nome non è finito per caso nel Calice di Fuoco. Se qualcuno sta cercando di farti del male, ha la sua ultima possibilità. Non allontanarti da Ron e Hermione, non uscire dalla Torre di Grifondoro la sera, e preparati alla terza prova. Esercitati a Schiantare e Disarmare. Non sarebbe male che provassi anche qualche stregoneria. Non puoi fare niente per Crouch. Giù la testa e bada a te stesso. Aspetto una tua lettera in cui mi dai la tua parola che non uscirai più dal castello.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Si sentiva molto più tranquillo ora che si trovava nell’ufficio di Silente, sapendo che di lì a poco gli avrebbe raccontato il suo sogno. Guardò la parete dietro la scrivania. Il Cappello Parlante, rattoppato e strappato, si trovava su una mensola. Una bacheca di vetro lì accanto racchiudeva una splendida spada d’argento, con grossi rubini incastonati nell’elsa, e Harry la riconobbe: era quella che aveva estratto dal Cappello Parlante al secondo anno. La spada era appartenuta a Godric Grifondoro, fondatore della Casa di Harry. La fissò, ricordando come era venuta in suo aiuto quando ormai credeva che ogni speranza fosse perduta, e fu allora che notò una macchia di luce argentata danzare e vibrare sulla teca di vetro. Si volse a cercarne la fonte, e vide una lama di luce di un biancore argenteo scintillare da un armadio nero alle sue spalle: lo sportello non era stato chiuso bene. Harry esitò, lanciò un’occhiata a Fanny, poi si alzò, attraversò l’ufficio e aprì lo sportello dell’armadio.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    La mattina della terza prova la colazione al tavolo di Grifondoro fu molto rumorosa. Comparvero i gufi postini e consegnarono a Harry una cartolina di auguri da parte di Sirius. Era solo un foglio di pergamena piegato in due con stampata davanti un’impronta fangosa, ma Harry la gradì comunque. A Hermione arrivò un barbagianni con l’edizione del mattino della Gazzetta del Profeta, come al solito. Lei aprì il giornale, diede un’occhiata alla prima pagina e sputacchiò una sorsata di succo di zucca.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Mamma… Bill!» esclamò Ron esterrefatto arrivando al tavolo di Grifondoro. «Che cosa ci fate qui?»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Harry si alzò. Tutti i Grifondoro lo applaudirono; i Weasley e Hermione gli augurarono tutti quanti buona fortuna, e lui uscì dalla Sala Grande con Cedric, Fleur e Krum.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    La sera seguente Harry tornò alla Torre di Grifondoro. Da quanto gli avevano raccontato Ron e Hermione, Silente aveva parlato a tutta la scuola quella mattina a colazione. Aveva semplicemente chiesto che lasciassero in pace Harry, che nessuno gli facesse domande o insistesse per farsi raccontare ciò che era successo nel labirinto. Moltissimi, osservò Harry, lo scansavano nei corridoi evitando il suo sguardo. Alcuni sussurravano al suo passaggio, nascondendo la bocca con la mano. Immaginò che molti di loro avessero creduto all’articolo di Rita Skeeter su quanto fosse disturbato e potenzialmente pericoloso. Forse stavano elaborando le loro teorie sulla morte di Cedric. Scoprì che non gliene importava granché. La cosa migliore era stare con Ron e Hermione mentre loro parlavano di altre cose, oppure lo lasciavano star lì in silenzio mentre giocavano a scacchi. Era come se tutti e tre avessero stretto un patto che non aveva bisogno di parole. Ciascuno di loro era in attesa di un segnale, una parola su quanto stava succedendo al di fuori di Hogwarts, ed era inutile fare congetture finché non avessero saputo qualcosa di certo. L’unica volta che affrontarono l’argomento fu quando Ron disse a Harry dell’incontro che la signora Weasley aveva avuto con Silente appena prima di tornare a casa.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Il vero Malocchio Moody era al tavolo degli insegnanti; la gamba di legno e l’occhio magico erano tornati al loro posto. Era estremamente nervoso, e sobbalzava tutte le volte che qualcuno gli rivolgeva la parola. Harry non poté biasimarlo: la sua paura di essere aggredito doveva essere ben aumentata in dieci mesi di prigionia nel proprio baule. La sedia del professor Karkaroff era vuota. Harry si chiese, mentre prendeva posto con gli altri di Grifondoro, dove si trovava in quel momento, e se Voldemort era riuscito a raggiungerlo.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Be’, adesso che capisci quanto è terribile la loro vita, forse ti darai un po’ più da fare per il CREPA!» disse Hermione speranzosa, mentre la signora Weasley li lasciava. «Sai, forse non sarebbe una cattiva idea mostrare esattamente alla gente com’è tremendo dover pulire di continuo: potremmo fare una pulizia sponsorizzata della sala comune di Grifondoro, e destinare i proventi al CREPA; questo potrebbe accrescere la conoscenza del problema, oltre che i fondi».
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Ron, che non aveva ancora detto una parola, la fissò per un momento, poi la tese a Harry come cercando una muta conferma della sua autenticità. Harry la prese. Una grossa “P” era sovrapposta al leone di Grifondoro. Aveva visto una spilla identica sul petto di Percy il suo primo giorno a Hogwarts.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Be’, credo che un brindisi sia d’obbligo» disse il signor Weasley quando tutti ebbero da bere. Levò il calice. «A Ron e Hermione, i nuovi prefetti di Grifondoro
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Nell’ultima carrozza incontrarono Neville Paciock, compagno di Harry tra i Grifondoro del quinto anno, la faccia tonda lucente per lo sforzo di trascinare il baule e trattenere con una mano sola il suo rospo agitato, Oscar.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Luna si allontanò da loro per raggiungere il tavolo di Corvonero. Quando furono a quello di Grifondoro, Ginny fu chiamata da alcuni compagni del quarto anno e andò con loro. Harry, Ron, Hermione e Neville si sedettero vicini a metà del tavolo tra Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, e Calì Patil e Lavanda Brown; queste ultime rivolsero a Harry saluti fin troppo amichevoli, dai quali capì che avevano smesso di parlare di lui un attimo prima. Ma Harry aveva preoccupazioni più importanti: guardò oltre le teste degli studenti il tavolo degli insegnanti, lungo la parete in fondo alla Sala.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Un tempo, quand’ero assai nuovo berretto e Hogwarts neonata acquistava rispetto, i gran fondatori del nobil maniero sortivan tra loro un patto sincero: divisi giammai, uniti in eterno per crescere in spirito sano e fraterno la scuola di maghi migliore del mondo, per dare ad ognuno un sapere profondo. ’Insieme insegnare, vicini restare!’ Il motto riuscì i quattro amici a legare: perché mai vi fu sodalizio più vero che tra Tassorosso e il fier Corvonero, e tra Serpeverde e messer Grifondoro l’unione era salda, l’affetto un ristoro. Ma poi cosa accadde, che cosa andò storto per rendere a tale amicizia gran torto? Io c’ero e ahimè qui vi posso narrare com’è che il legame finì per errare. Fu che Serpeverde così proclamò: «Di antico lignaggio studenti vorrò». E il fier Corvonero si disse sicuro: «Io stimerò sol l’intelletto più puro». E poi Grifondoro: «Darò gran vantaggio a chi compie imprese di vero coraggio». E ancor Tassorosso: «Sarà l’uguaglianza del mio insegnamento la sana sostanza». Fu scarso il conflitto all’inizio, perché ciascuno dei quattro aveva per sé un luogo in cui solo i pupilli ospitare, e a loro soltanto la scienza insegnare. Così Serpeverde prescelse diletti di nobile sangue, in astuzia provetti, e chi mente acuta e sensibile aveva dal fier Corvonero ricetto otteneva, e i più coraggiosi, i più audaci, i più fieri con ser Grifondoro marciavano alteri, e poi Tassorosso i restanti accettava, sì, Tosca la buona a sé li chiamava. Allora le Case vivevano in pace, il patto era saldo, il ricordo a noi piace. E Hogwarts cresceva in intatta armonia, e a lungo, per anni, regnò l’allegria. Ma poi la discordia tra noi s’insinuò e i nostri difetti maligna sfruttò. Le Case che con profondissimo ardore reggevano alto di Hogwarts l’onore mutarono in fiere nemiche giurate, e si fronteggiaron, d’orgoglio malate. Sembrò che la scuola dovesse crollare, amico ed amico volevan lottare. E infine quel tetro mattino si alzò che Sal Serpeverde di qui se ne andò. La disputa ardente tra gli altri cessava ma le Case divise purtroppo lasciava, né furon mai più solidali da che i lor fondatori rimasero in tre. E adesso il Cappello Parlante vi appella e certo sapete qual è la novella che a voi tutti quanti annunciare dovrò: ma sì, nelle Case io vi smisterò. Però questa volta è un anno speciale, vi dico qualcosa ch’è senza l’uguale: e dunque, vi prego, attenti ascoltate e del mio messaggio tesoro ora fate. Mi spiace dividervi, ma è mio dovere: eppure una cosa pavento sapere. Non so se sia utile voi separare: la fine che temo potrà avvicinare. Scrutate i pericoli, i segni leggete, la storia v’insegna, su, non ripetete l’errore commesso nel nostro passato. Adesso su Hogwarts sinistro è calato un grande pericolo, un cupo nemico l’assedia da fuori, pericolo antico. Uniti, e compatti resister dobbiamo se il crollo di Hogwarts veder non vogliamo. Io qui ve l’ho detto, avvertiti vi ho… e lo Smistamento or comincerò.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Il bambino terrorizzato che Harry aveva già notato avanzò barcollando e si mise in testa il Cappello, che non gli cadde fino alle spalle solo perché aveva le orecchie molto sporgenti. Il Cappello meditò un istante, poi lo strappo vicino al bordo si aprì di nuovo e urlò: «Grifondoro
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Harry applaudì forte con gli altri Grifondoro; Euan Abercrombie si avvicinò malsicuro al tavolo e si sedette, con l’aria di chi avrebbe molto gradito sprofondare nel pavimento e non farsi mai più vedere.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Be’, ecco, non dovresti assumere questo atteggiamento» lo rimproverò Nick. «Cooperazione pacifica, questa è la chiave. Noi fantasmi, anche se apparteniamo a Case distinte, manteniamo legami di amicizia. Nonostante la competitività tra Grifondoro e Serpeverde, non mi sognerei mai di scatenare una disputa con il Barone Sanguinario».
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Un gruppo di nuovi studenti si avviò timidamente lungo lo spazio fra i tavoli di Grifondoro e di Tassorosso, ciascuno deciso a non passare per primo. Sembravano davvero molto piccoli; Harry era certo di non aver avuto un’aria così giovane al suo arrivo. Rivolse loro un gran sorriso. Un ragazzino biondo vicino a Euan Abercrombie rimase pietrificato; diede una gomitata a Euan e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Euan Abercrombie sembrò altrettanto spaventato e scoccò uno sguardo di terrore a Harry, che sentì il gran sorriso scivolargli via dalla faccia come Puzzalinfa.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Harry aveva raggiunto la fine del corridoio che portava nella sala comune di Grifondoro e si arrestò davanti al ritratto della Signora Grassa prima di rendersi conto che non conosceva la nuova parola d’ordine.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    La sala comune di Grifondoro era accogliente come sempre, una confortevole stanza rotonda in una torre, piena di poltrone spellate e mollicce e di vecchi tavoli traballanti. Un fuoco scoppiettava allegramente nel camino e alcuni ragazzi si scaldavano le mani prima di salire nei loro dormitori; dall’altra parte della stanza, Fred e George Weasley stavano appendendo qualcosa alla bacheca. Harry li salutò con la mano e puntò diritto verso la porta che conduceva al dormitorio dei maschi; non aveva molta voglia di chiacchierare al momento. Neville lo seguì.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Vi piacerebbe guadagnare un po’? Contattate Fred e George Weasley, sala comune di Grifondoro, per un impiego semplice, part-time, virtualmente indolore. (purtroppo il lavoro è a rischio e pencolo dei candidati.)
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Silente non ha nemmeno detto quanto resterà la Caporal» osservò Harry, mentre raggiungevano il tavolo di Grifondoro.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Ciao» disse lei in tono spiccio, «bella estate?» E senza aspettare risposta: «Senti, sono diventata Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «E a proposito delle vostre Merendine Marinare» intervenne Hermione, scrutando Fred e George con gli occhi fiammeggianti, «non potete attaccare annunci sulla bacheca di Grifondoro per cercare cavie».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Dieci punti in meno per Grifondoro, signor Potter».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    Già in un’altra occasione Harry si era aspettato di venire bacchettato dalla professoressa McGranitt e invece si era visto assegnare alla squadra di Quidditch di Grifondoro. Sprofondò in una sedia di fronte a lei e prese uno Zenzerotto, confuso e spiazzato come quella volta.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    La pioggia picchiava sulle finestre dei corridoi deserti che portavano alla Torre di Grifondoro. Harry aveva la sensazione che il primo giorno fosse durato una settimana, ma aveva ancora una montagna di compiti da fare prima di andare a dormire. Un dolore sordo e pulsante stava aumentando sopra il suo occhio destro. Guardò fuori da una finestra lavata dalla pioggia, verso il parco buio, mentre svoltavano nel corridoio della Signora Grassa. Nella capanna di Hagrid ancora nessuna luce.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Aveva ragione; Harry trovò gli Incantesimi Evanescenti tremendamente difficili. Alla fine delle due ore né lui né Ron erano riusciti a far sparire le lumache con le quali si stavano esercitando, anche se Ron dichiarò speranzoso che la sua gli sembrava un po’ più pallida. Hermione, d’altra parte, fece svanire con successo la sua lumaca al terzo tentativo, ottenendo un bonus di dieci punti per Grifondoro dalla professoressa McGranitt. Fu la sola a non avere compiti; a tutti gli altri venne ordinato di esercitarsi subito nell’incantesimo, pronti per un nuovo tentativo con le lumache il pomeriggio seguente.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Cinque punti per Grifondoro» disse la professoressa Caporal. «Sì, questi sono Asticelli e, come giustamente dice la signorina Granger, di solito vivono sugli alberi il cui legno è di qualità da bacchette. Qualcuno sa che cosa mangiano?»
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Nessuno si stupì quando la professoressa Sprite tenne un discorsetto sull’importanza dei G.U.F.O. Harry avrebbe preferito che i professori la smettessero; cominciava a provare un senso di ansia e confusione tutte le volte che ricordava quanti compiti doveva fare, sensazione che peggiorò drammaticamente alla fine della lezione, quando la professoressa Sprite assegnò un altro tema. Stanchi e intrisi del forte odore di cacca di drago, il fertilizzante preferito della Sprite, un’ora e mezza dopo i Grifondoro si avviarono a ranghi compatti verso il castello, e nessuno di loro parlò molto: era stata un’altra lunga giornata.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Siccome Harry era affamato, e aveva la prima punizione con la Umbridge alle cinque, andò subito a cena senza passare a lasciare la borsa nella Torre di Grifondoro, in modo da buttar giù qualcosa prima di affrontare ciò che era in serbo per lui. Ma non aveva ancora raggiunto l’ingresso della Sala Grande, che una voce forte e rabbiosa urlò: «Ehi, Potter!»
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Secondo te quante probabilità ci sono che la Umbridge ti lasci libero venerdì?» chiese Ron scettico, mentre si sedevano al tavolo di Grifondoro.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Be’, io… io faccio parte della squadra di Quidditch di Grifondoro. E venerdì alle cinque dovevo essere al provino per il nuovo Portiere, e mi stavo… mi chiedevo se posso saltare la punizione quella sera e farla… farla un’altra sera… invece…»
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    La situazione dei suoi compiti però era ormai disperata, e quando tornò alla sala comune di Grifondoro non andò a letto, pur essendo sfinito, ma aprì i libri e cominciò il tema per Piton sulla pietra di luna. Quando ebbe terminato erano le due e mezza. Sapeva di aver fatto un lavoro pessimo, ma non ci poteva far niente; se non avesse consegnato qualcosa, sarebbe stato punito anche da Piton. Poi buttò giù delle risposte alle domande assegnate dalla professoressa McGranitt, mise insieme qualcosa sul corretto trattamento degli Asticelli per la professoressa Caporal e barcollò a letto, dove crollò sulle coperte vestito di tutto punto e si addormentò all’istante.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Harry non aveva mai pensato prima d’allora di poter odiare un altro insegnante più di Piton, ma tornando alla Torre di Grifondoro dovette ammettere che Piton aveva un valido concorrente. È cattiva, pensò, salendo una scalinata per andare al settimo piano, è una perfida, perversa vecchia pazza…
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Io… be’… be’, va bene, te lo dico, ma tu non ridere, d’accordo?» disse Ron sulla difensiva, diventando ogni secondo più rosso. «Io… io pensavo di fare il provino per il posto da Portiere di Grifondoro adesso che ho una scopa decente. Ecco. Avanti. Ridi».
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Harry prese la piuma e guardò oltre la finestra. Se spostava la sedia di appena qualche centimetro a destra… Con la scusa di avvicinarsi al tavolo, ci riuscì. Ora vedeva da lontano la squadra di Quidditch di Grifondoro che volteggiava su e giù per il campo e una mezza dozzina di sagome nere ai piedi delle tre alte porte, evidentemente in attesa del loro turno per fare i provini. Era impossibile dire quale fosse Ron da quella distanza.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    A giudicare dal silenzio sonnacchioso della stanza e dalla luce acerba del raggio di sole, era appena passata l’alba. Scostò le tende attorno al letto, si alzò e cominciò a vestirsi. Il solo rumore, a parte il cinguettio remoto degli uccelli, era il lento, profondo respiro dei suoi compagni di Grifondoro. Aprì la borsa dei libri con cautela, prese piuma e pergamena e uscì dal dormitorio, diretto alla sala comune.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Ehi, Grifondoro ha già un nuovo Portiere?» chiese.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «’Giorno» disse Harry allegro a Ron e Hermione, unendosi al tavolo di Grifondoro nella Sala Grande.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Be’, riproviamo» disse Angelina. Stava ignorando i Serpeverde, che avevano intonato Grifondoro schiappe, Grifondoro schiappe, ma c’era senza dubbio una certa rigidità nel suo modo di cavalcare la scopa.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    I Serpeverde continuarono a scandire i loro slogan e i Grifondoro si trascinarono verso lo spogliatoio.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Né Harry né Ron andarono molto avanti con i compiti quella sera. Harry sapeva che Ron era troppo preoccupato per come aveva giocato e lui faticava a farsi uscire dalla testa quel coro di Grifondoro schiappe.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Passarono tutta la domenica nella sala comune, sepolti nei loro libri mentre la stanza si riempiva e si svuotava. Era un’altra bella giornata serena e gran parte dei loro compagni di Grifondoro la passarono fuori nel parco, a godersi quello che poteva essere uno degli ultimi giorni di sole dell’anno. A sera, Harry si sentiva come se qualcuno gli avesse fatto sbattere il cervello contro l’interno del cranio.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «È senza dubbio la scrittura di Percy» disse Ron, sprofondando di nuovo nella poltrona e fissando le parole sull’esterno del rotolo: Ronald Weasley, Casa di Grifondoro, Hogwarts. Guardò gli altri due. «Che cosa ne pensate?»
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Sedettero insieme al tavolo di Grifondoro.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Basta così» disse la Umbridge. Tornò al suo posto e fronteggiò la classe; tutta la gaiezza di cui aveva fatto mostra all’inizio della lezione era sparita. «Signorina Granger, ho deciso di togliere cinque punti alla Casa di Grifondoro».
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    La parte peggiore di quella seconda settimana di punizione, come George aveva previsto, fu la reazione di Angelina. Lo bloccò appena arrivò al tavolo di Grifondoro per la colazione di martedì mattina e urlò così forte che la professoressa McGranitt si alzò dal tavolo degli insegnanti e venne verso di loro.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Signorina Johnson, come osi fare un tale baccano nella Sala Grande? Cinque punti in meno per Grifondoro
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Potter, tu devi controllarti! Ti stai mettendo in guai seri! Altri cinque punti in meno per Grifondoro
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Ha tolto punti a Grifondoro perché mi faccio squarciare la mano tutte le sere! Ma ti sembra giusto?»
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Un cartello era stato affisso alla bacheca di Grifondoro, così grande da coprire tutto il resto: l’elenco dei libri usati di incantesimi in vendita, i continui memorandum di Argus Gazza sul regolamento, l’orario degli allenamenti di Quidditch, le offerte di scambio di figurine di Cioccorane, gli ultimi annunci dei Weasley in cerca di volontari, le date dei finesettimana a Hogsmeade e gli avvisi di oggetti smarriti. Il nuovo cartello era stampato in grossi caratteri neri, e in fondo, accanto a una firma precisa e vezzosa, c’era un sigillo dall’aria ufficiale.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    Fu subito chiaro, all’ingresso nella Sala Grande, che l’avviso della Umbridge non era apparso solo nella Torre di Grifondoro. Il chiacchiericcio aveva un’intensità particolare e c’era un gran movimento di gente che andava su e giù fra i tavoli discutendo di quello che aveva letto. Harry, Ron e Hermione avevano appena preso posto quando Neville, Dean, Fred, George e Ginny piombarono su di loro.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Vi rendete conto che parlava anche del Quidditch?» disse Angelina senza ascoltarlo. «Dobbiamo andare a chiederle il permesso di riformare la squadra di Grifondoro
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Sì, la Umbridge ha dato subito il permesso alla squadra di Quidditch di Serpeverde di continuare a giocare, gliel’ho chiesto per prima cosa questa mattina. Be’, è stato praticamente automatico, lei conosce benissimo mio padre, lui entra ed esce dal Ministero come gli pare… sarà interessante vedere se anche Grifondoro otterrà il permesso, non credete?»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Aiutami!» disse Harry a Ron. Riuscì a passare un braccio attorno al collo di Neville e a trascinarlo via, lontano dai Serpeverde. Tiger e Goyle avevano fatto un passo avanti, i pugni in guardia, pronti alla rissa. Ron afferrò il braccio di Neville e insieme a Harry riuscì a trascinarlo nella fila di Grifondoro. Neville era paonazzo; la pressione del braccio di Harry sulla sua gola rendeva incomprensibili le strane parole che gli uscivano dalle labbra.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    La porta dell’aula si aprì e apparve Piton. I suoi occhi neri scorsero la fila di Grifondoro fino al punto in cui Harry e Ron stavano lottando con Neville.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Potter, Weasley, Paciock… state facendo a botte?» chiese con la sua voce fredda e beffarda. «Dieci punti in meno per Grifondoro. Lascia andare Paciock, Potter, o ti prendi una punizione. Dentro, avanti».
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    Ma Harry riusciva a immaginare quale piacere provasse la Umbridge a brandire sulle loro teste la minaccia di non ricostituire la squadra di Grifondoro, e capiva benissimo come mai non volesse rinunciare tanto in fretta a quell’arma.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Winky beve ancora tanto, signore» disse malinconico, abbassando gli enormi occhi verdi, grandi come palle da tennis. «Ancora non vuole vestiti, Harry Potter. E nemmeno gli altri elfi domestici. Nessuno di loro pulirà più la Torre di Grifondoro, con tutti i berretti e calzini nascosti ovunque, per loro è un insulto, signore. Dobby fa tutto da solo, signore, ma a Dobby non importa, perché lui spera sempre di incontrare Harry Potter e stanotte è successo!» Dobby fece un altro profondo inchino. «Ma Harry Potter non sembra felice» proseguì, raddrizzandosi e guardandolo timidamente. «Dobby lo ha sentito mormorare nel sonno. Harry Potter stava facendo un brutto sogno?»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Alle sette e mezza, Harry (che aveva in mano una certa vecchia pergamena), Ron e Hermione lasciarono la sala comune di Grifondoro. Agli allievi del quinto anno era permesso restare nei corridoi fino alle nove, ma i tre continuarono a guardarsi nervosamente intorno per tutta la strada fino al settimo piano.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Estrasse di nuovo la Mappa del Malandrino e controllò attentamente la presenza di insegnanti al settimo piano. Fece uscire tutti, tre o quattro alla volta, e rimase a osservare preoccupato i loro puntini sulla mappa finché non giunsero sani e salvi ai dormitori: i Tassorosso lungo il passaggio seminterrato che portava anche alle cucine; i Corvonero in una torre sul lato ovest del castello, e i Grifondoro lungo il corridoio fino al ritratto della Signora Grassa.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Be’, il Cappello Parlante ha preso seriamente in considerazione l’idea di mandarmi a Corvonero» disse Hermione allegramente, «ma alla fine ha deciso per Grifondoro. Questo significa che useremo i galeoni?»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    All’avvicinarsi della prima partita di Quidditch della stagione, Grifondoro contro Serpeverde, le riunioni dell’ES furono sospese perché Angelina pretese allenamenti quasi quotidiani. Il fatto che la Coppa di Quidditch non si tenesse da molto tempo aumentava di parecchio l’interesse e l’eccitazione per la partita; per Corvonero e Tassorosso il risultato era importante, perché naturalmente avrebbero incontrato entrambe le squadre nel corso dell’anno; e i Direttori delle Case in campo, malgrado tentassero di esibire un decoroso equilibrio, erano determinati a veder vincere la propria parte. Harry si rese conto di quanto la professoressa McGranitt tenesse a battere Serpeverde quando lei si astenne dall’assegnare compiti la settimana prima dell’incontro.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Piton non era meno partigiano; aveva prenotato il campo di Quidditch per gli allenamenti di Serpeverde così spesso che Grifondoro aveva difficoltà ad andare a giocare. Faceva anche orecchie da mercante alle varie testimonianze di fatture scagliate dai Serpeverde sui giocatori di Grifondoro nei corridoi. Quando Alicia Spinnet si presentò in infermeria con le sopracciglia così folte che le oscuravano la vista e le finivano in bocca, Piton sostenne che doveva aver tentato un Incantesimo Parruccone su se stessa e rifiutò di ascoltare i quattordici testimoni oculari che dichiaravano di aver visto il Portiere di Serpeverde, Miles Bletchley, colpirla alle spalle con un incantesimo mentre studiava in biblioteca.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Harry era ottimista sulle possibilità di Grifondoro; dopotutto non erano mai stati battuti dalla squadra di Malfoy. Bisognava ammettere che le prestazioni di Ron non erano all’altezza di quelle di Baston, ma si stava impegnando davvero molto. Il suo punto debole era la tendenza a perdere fiducia quando commetteva un errore; se lasciava passare un tiro si agitava e aumentavano le possibilità che sbagliasse di nuovo. D’altra parte, Harry aveva visto Ron fare alcune parate davvero spettacolari quando era in forma; durante un allenamento memorabile si era appeso con una sola mano alla scopa e aveva calciato via la Pluffa dalla porta così forte che quella aveva attraversato il campo ed era finita nella porta avversaria. L’intera squadra dichiarò che era una parata degna di quella di Barry Ryan, il Portiere della Nazionale Irlandese, contro il miglior Cacciatore della Polonia, Ladislaw Zamojski. Persino Fred aveva detto che Ron poteva ancora rendere fieri lui e George, e che stavano prendendo in seria considerazione l’ipotesi di ammettere di essere suoi parenti, cosa che, gli assicurò Fred, cercavano di negare da quattro anni.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Furono accolti da un fragoroso benvenuto al tavolo di Grifondoro, dove tutti vestivano di rosso e oro, ma invece di sollevare il morale di Ron l’ovazione parve sotterrare quello che ne restava; si lasciò cadere sulla panca con l’aria di uno che sta per affrontare l’ultimo pasto.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Io faccio il tifo per Grifondoro» disse Luna, indicando inutilmente il cappello. «Guardate che cosa fa…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…solo una battutina, professoressa, un po’ di colore… schiva Warrington, supera Montague, e… ahi… è stata colpita alle spalle da un Bolide di Tiger… Montague prende la Pluffa, ecco che risale all’indietro e… bel Bolide di George Weasley, un bel Bolide in testa a Montague, che lascia cadere la Pluffa, la prende Katie Bell, passaggio all’indietro di Katie Bell di Grifondoro per Alicia Spinnet, Spinnet si lancia…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…prima prova per il nuovo Portiere di Grifondoro Weasley, fratello dei Battitori Fred e George, nuovo promettente talento della squadra… forza, Ron!»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…Grifondoro torna in possesso di palla ed è Katie Bell che risale il campo…» gridò animoso Lee, ma il canto era così assordante che a stento riusciva a farsi sentire.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…di nuovo Warrington» ululò Lee, «che passa a Pucey, Pucey supera Spinnet, forza, Angelina, puoi prenderlo ora… e invece no… bel Bolide di Fred Weasley, cioè George Weasley, oh, chi se ne importa, uno di loro, e Warrington perde la Pluffa e Katie Bell… ehm… la perde anche lei, è Montague con la Pluffa, il Capitano di Serpeverde Montague prende la Pluffa e si lancia, forza Grifondoro, bloccalo!»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Harry non ebbe bisogno di guardare per sapere che cos’era successo: sentì il rumoroso disappunto dei tifosi di Grifondoro, insieme a nuove grida e applausi di Serpeverde. Harry guardò giù e vide la faccia rincagnata di Pansy Parkinson in piedi di fronte agli spalti, con le spalle al campo, che dirigeva il coro dei tifosi di Serpeverde:
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…Katie Bell di Grifondoro dribbla Pucey, schiva Montague, bella virata Katie, e lancia a Johnson, Angelina Johnson prende la Pluffa, supera Warrington, si lancia verso la porta, forza, Angelina… E Grifondoro SEGNA! Quaranta a dieci, quaranta a dieci per Serpeverde e Pucey ha la Pluffa…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Harry udì il ridicolo cappello di Luna ruggire nella curva festante di Grifondoro e si sentì rincuorato; solo trenta punti, non era nulla, potevano recuperare facilmente. Harry evitò un Bolide che Tiger aveva sparato verso di lui e riprese la frenetica ricerca del Boccino, con un occhio a Malfoy, nel caso desse segno di averlo visto; ma Malfoy, come lui, continuava a librarsi sullo stadio, cercando invano…
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Tutto si concluse in due fulminei, disperati secondi: le dita di Harry si chiusero attorno alla pallina che si dibatteva e le unghie di Malfoy graffiarono invano il dorso della mano di Harry, che puntò in alto la scopa reggendo il Boccino. Gli spettatori di Grifondoro urlarono la loro soddisfazione…
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Erano salvi, quei tiri fatti passare da Ron non significavano nulla, nessuno li avrebbe ricordati dato che Grifondoro aveva vinto…
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Avevano appena raggiunto la porta dell’ufficio della professoressa McGranitt quando la sentirono arrivare alle loro spalle a passo deciso. Portava una sciarpa di Grifondoro, ma se la strappò dal collo con mani tremanti. Era livida.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Dentro!» esclamò furiosa, indicando la porta. Harry e George entrarono. Lei si mise dietro la scrivania e li fronteggiò, tremando dalla rabbia e gettando da una parte la sciarpa di Grifondoro.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Sì» disse la Umbridge, sempre sorridendo. «In effetti, Minerva, è stata proprio lei a farmi capire che era necessario un ulteriore emendamento… ricorda come mi ha scavalcato, quando non volevo consentire alla squadra di Quidditch di Grifondoro di ricomporsi? Ha portato il caso davanti a Silente, che ha insistito perché la squadra tornasse a giocare. Be’, non potevo accettarlo. Ho preso subito contatti con il Ministro, e lui ha convenuto che l’Inquisitore Supremo deve avere il potere di sottrarre privilegi agli allievi, o non avrebbe… o, per meglio dire, non avrei più autorità di un qualsiasi insegnante! E ora vede, Minerva, che avevo ragione a non volere che la squadra di Grifondoro si ricostituisse? Hanno dei caratteri spaventosi… stavo leggendo il Decreto, comunque… hem hem… All’Inquisitore Supremo è conferita la massima autorità sulle punizioni, sanzioni e soppressioni di privilegi riguardanti gli allievi di Hogwarts, nonché la facoltà di alterare punizioni, sanzioni e soppressioni di privilegi comminate da altri membri del personale. Firmato Cornelius Caramell, Ministro della Magia, Ordine di Merlino, Prima Classe eccetera eccetera».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

   Domenica mattina Hermione arrancò verso la capanna di Hagrid sfidando mezzo metro di neve. Harry e Ron volevano andare con lei, ma la loro montagna di compiti aveva di nuovo raggiunto un’altezza allarmante, perciò rimasero di malavoglia nella sala comune, cercando di ignorare gli strilli di gioia che venivano da fuori, dove gli studenti si divertivano a pattinare sul lago ghiacciato, ad andare in slitta e, cosa peggiore di tutte, a stregare le palle di neve perché sfrecciassero su fino alla Torre di Grifondoro e colpissero forte le finestre.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Il ritorno di Hagrid al tavolo degli insegnanti, il giorno dopo a colazione, non fu salutato con entusiasmo da tutti gli studenti. Alcuni, come Fred, George e Lee, emisero ululati di gioia e si precipitarono fra i tavoli di Grifondoro e Tassorosso per andare a stringergli la mano enorme; altri, come Calì e Lavanda, si scambiarono occhiate cupe scuotendo la testa. Harry sapeva che molti di loro preferivano le lezioni della Caporal, e la cosa peggiore era che una piccolissima, obiettiva parte di lui era d’accordo: per lezione interessante la Caporal non intendeva un’ora in cui la gente rischiava di vedersi staccare la testa.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Ci fu un mormorio di assenso tra i Serpeverde e anche alcuni Grifondoro parvero pensare che Malfoy non avesse tutti i torti.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «Esattissimamente» commentò Hagrid in tono solenne, «dieci punti a Grifondoro. Allora, i Thestral…»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «Pensavo» disse Phineas Nigellus, accarezzandosi la barba a punta, «che per appartenere alla Casa di Grifondoro si dovesse essere coraggiosi… A me pare che saresti stato meglio nella mia. Noi di Serpeverde siamo coraggiosi, certo, ma non stupidi. Per esempio, se possiamo, scegliamo sempre di salvarci la pelle»,
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Le parole, proprio com’era successo nello spogliatoio della squadra di Grifondoro, suonarono come se un estraneo le avesse pronunciate con le sue labbra, ma Harry sapeva che era la verità. Respirò a fondo; non voleva vomitare addosso a Ron. Fu molto felice che Dean e Seamus non fossero lì a guardare, stavolta.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Cho Chang entrò nella Sala con l’amica Marietta e lo stomaco di Harry si contorse in modo spiacevole, ma lei non guardò verso il tavolo di Grifondoro, e si sedette voltandogli le spalle.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Ron e Ginny andarono a ripulirsi, dopo cena; Harry e Hermione tornarono nell’affollata sala comune di Grifondoro e alla loro solita catasta di compiti. Harry stava litigando da mezz’ora con una nuova carta astrale, quando comparvero Fred e George.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    La cosa migliore della partita fu che era stata breve; gli spettatori di Grifondoro avevano dovuto patire solo ventidue minuti. Difficile dire qual era stato il momento peggiore: secondo Harry era una dura lotta tra la quattordicesima parata sbagliata da Ron, Sloper che mancava un Bolide ma sferrava una mazzata sui denti ad Angelina, e Kirke che cadeva all’indietro dalla scopa, strillando, mentre Zacharias Smith sfrecciava verso di lui con la Pluffa. Il miracolo fu che Grifondoro aveva perso solo di dieci punti: Ginny era riuscita a strappare il Boccino sotto il naso di Summersby, il Cercatore di Tassorosso, così che il punteggio finale fu di duecentoquaranta a duecentotrenta.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Harry si infilò nel letto, ripensando alla partita. Era stato immensamente frustrante vederla dagli spalti. La prestazione di Ginny l’aveva abbastanza colpito, ma sapeva che, se avesse giocato lui, avrebbe potuto prendere il Boccino prima… c’era stato un momento in cui aveva svolazzato attorno alla caviglia di Kirke; se Ginny non avesse esitato, avrebbe potuto strappare la vittoria per Grifondoro.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Che cosa succede?» chiese Ron stupito, mentre tutto il tavolo di Grifondoro si sporgeva a guardare e altri sette gufi attenavano stridendo, tubando e agitando le ali.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Bello, no?» domandò Luna, che aveva veleggiato verso il tavolo di Grifondoro e ora si insinuava sulla panca tra Fred e Ron. «È uscito ieri, ho chiesto a papà di mandartene una copia omaggio. Credo che questa» e indicò i gufi ancora accalcati sul tavolo davanti a Harry, «sia la posta dei lettori».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Non ci saranno più finesettimana a Hogsmeade per lei, signor Potter» sibilò. «Come osa… come ha potuto…» Respirò a fondo. «Ho provato e riprovato a insegnarle a non dire bugie. A quanto pare il messaggio non è giunto a destinazione. Cinquanta punti in meno a Grifondoro e un’altra settimana di punizione».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Agli insegnanti naturalmente era proibito menzionare l’intervista per via del Decreto Didattico Numero Ventisei, ma trovarono lo stesso il modo di esprimere i loro sentimenti. La professoressa Sprite assegnò venti punti a Grifondoro quando Harry le passò l’annaffiatoio; un radioso professor Vitious gli infilò in mano una scatola di garruli topi di zucchero alla fine della lezione di Incantesimi, disse «Ssst!» e corse via; e la professoressa Cooman scoppiò in singhiozzi isterici durante Divinazione e annunciò alla classe sbalordita, e a una Umbridge quanto mai contrariata, che dopotutto Harry non sarebbe morto precocemente, ma avrebbe raggiunto un’età veneranda, sarebbe diventato Ministro della Magia e avrebbe avuto dodici figli.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Harry fu salutato come un eroe nella sala comune di Grifondoro, quella sera. Fred e George, temerari, avevano scagliato un Incantesimo di Ingrandimento sulla copertina del Cavillo e l’avevano appesa al muro, così che una testa gigantesca di Harry sorvegliava tutto, e ogni tanto tuonava: «MINISTERO DI DEFICIENTI» e «VAI A MANGIARE LETAME, UMBRIDGE». Hermione non lo trovò molto divertente; disse che disturbava la sua concentrazione e finì per andare a letto presto, irritata. Harry dovette ammettere che dopo un’ora o due il manifesto non era più tanto buffo, soprattutto quando l’incantesimo parlante cominciò a svanire, e gridava parole sconnesse come “LETAME” e “UMBRIDGE” a intervalli sempre più frequenti e con voce sempre più acuta. Anzi cominciò a dargli il mal di testa, e la sua cicatrice riprese a bruciare in modo sgradevole. Tra i borbottii contrariati di quelli che, seduti attorno a luì, gli chiedevano di raccontare per l’ennesima volta l’intervista, annunciò che anche lui aveva bisogno di andare a riposare.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Cercava di raggiungere la Torre di Grifondoro» disse la Umbridge. Nella sua voce vibrava un’eccitazione indecente, la stessa gioia perversa che Harry le aveva visto mentre guardava la professoressa Cooman sciogliersi in lacrime nella Sala d’Ingresso. «È stato il giovane Malfoy a fermarlo».
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Temo che dovrò togliere qualche punto a Grifondoro e a Tassorosso» annunciò in tono strascicato.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Ma Harry, Ron e Hermione si erano già voltati verso le grandi clessidre incastonate nella parete alle loro spalle, dove erano segnati i punti di ogni Casa. Quella mattina, Grifondoro e Corvonero erano in testa alla pari. Ma ora, davanti ai loro occhi, molte piccole pietre scintillanti volarono in alto, diminuendo la quantità nella parte in basso. In effetti, la sola clessidra che sembrava invariata era quella di Serpeverde, ancora piena di smeraldi.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Malfoy ci ha appena tolto un sacco di punti» protestò Harry furibondo, guardando le pietre spostarsi verso l’alto nella clessidra di Grifondoro.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Signor Potter» disse la Umbridge, «le ricordo che in ottobre ho quasi catturato il criminale Black nel camino di Grifondoro. So perfettamente che era lì per incontrarsi con lei, e se ne avessi avuto le prove nessuno di voi due sarebbe in libertà al momento, glielo assicuro. Allora, signor Potter… dov’è Sirius Black?»
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Il risultato fu che la professoressa Umbridge passò il suo primo pomeriggio da Preside correndo qua e là per rispondere agli appelli degli altri insegnanti, nessuno dei quali sembrava in grado di liberarsi dei fuochi d’artificio senza il suo aiuto. Mentre tornava alla Torre di Grifondoro alla fine delle lezioni, fu con immensa soddisfazione che Harry vide una Umbridge arruffata e sporca di fuliggine uscire barcollando, la faccia lucida di sudore, dall’aula del professor Vitious.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Quella sera, Fred e George furono accolti da eroi nella sala comune di Grifondoro. Perfino Hermione si fece largo tra la folla per congratularsi con loro.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Ne è valsa la pena, però» disse Fred, che stava raccogliendo ordinazioni dai vocianti Grifondoro. «Se vuoi aggiungere il tuo nome alla lista delle prenotazioni, Hermione, sono cinque galeoni per una scatola di Spari Standard e venti per una di Detonazioni Deluxe…»
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Fuori dalle finestre della Torre di Grifondoro svolazzavano porcellini rosei dalle ali argentate. Harry rimase ad ascoltare le grida di esultanza dei compagni nei dormitori ai piani di sotto. E si sentì stringere lo stomaco quando gli venne in mente che la sera dopo lo aspettava un’altra lezione di Occlumanzia.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Da questa parte» le disse Harry, lieto di una scusa per ritardare il suo incontro con Piton, e le fece cenno di raggiungerlo accanto alle enormi clessidre. Quella di Grifondoro era ormai praticamente vuota. «Tutto bene? La Umbridge non ti ha interrogato sull’ES, vero?»
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Non aveva voglia di tornare così presto nella Torre di Grifondoro, né di raccontare a Ron e Hermione quello che aveva scoperto. Perché a riempirlo di orrore e infelicità non era stata la reazione rabbiosa di Piton, ma il fatto che lui, Harry, sapeva fin troppo bene che cosa si prova a essere umiliati davanti a tutti e perciò che cosa aveva provato Piton mentre James si faceva beffe di lui. E a ferirlo era anche il fatto che, a giudicare da quanto aveva appena visto, suo padre era davvero un presuntuoso arrogante, proprio come Piton gli aveva sempre detto.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Col trascorrere delle vacanze di Pasqua l’aria si fece più ventosa, luminosa e tiepida, ma Harry, come gli altri studenti del quinto e del settimo anno, rimase chiuso nel castello a ripassare, trascinandosi avanti e indietro dalla biblioteca. Quanto al suo malumore, fingeva che dipendesse solo dagli esami imminenti e, dato che anche tutti i suoi compagni di Grifondoro erano stufi di studiare, la scusa funzionò.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Si voltò. Ginny Weasley, piuttosto spettinata, lo aveva raggiunto al tavolo della biblioteca dov’era seduto tutto solo. Era domenica sera tardi: Hermione era tornata alla Torre di Grifondoro per ripassare Antiche Rune, e Ron aveva l’allenamento di Quidditch.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Come per sottolineare l’importanza degli esami in arrivo, prima della fine delle vacanze sui tavoli della Torre di Grifondoro apparve una pila di opuscoli, volantini e avvisi relativi alle diverse professioni magiche, e sulla bacheca fu affisso un nuovo annuncio:
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Poteva immaginarsi la reazione della professoressa McGranitt se fosse stato sorpreso nell’ufficio della Umbridge poche ore dopo che lei si era esposta in quel modo per lui… Tutto sommato, niente gli impediva di tornare nella Torre di Grifondoro e sperare che durante le vacanze estive gli capitasse la possibilità di parlare con Sirius della scena del Pensatoio… niente, a parte il fatto che la sola idea di seguire quella ragionevole linea di condotta lo faceva sentire come se avesse del piombo nello stomaco… E poi c’erano Fred e George, che avevano già preparato il loro piano diversivo, per non parlare del coltello regalatogli da Sirius, che al momento si trovava nella sua borsa insieme al Mantello dell’Invisibilità.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    E poi ricordò una cosa che Sirius gli aveva detto quando era apparso nel camino della sala comune di Grifondoro
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «E chi se ne frega?» replicò irritato Ron mentre la sua tazza si rialzava barcollando, come ubriaca, con le ginocchia che tremavano forte. «Non avrebbe dovuto cercare di togliere punti a Grifondoro. Se vuoi preoccuparti per qualcuno, Hermione, preoccupati per me!»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    La partita conclusiva della stagione di Quidditch — Grifondoro contro Corvonero — si sarebbe svolta l’ultimo finesettimana di maggio. Serpeverde era stata sconfitta di misura da Tassorosso, ma Grifondoro non osava sperare in una vittoria, soprattutto per colpa (anche se naturalmente nessuno glielo diceva) delle disastrose prestazioni del suo Portiere. Ron sembrava tuttavia pervaso da un insolito ottimismo.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Harry e Hermione gemettero insieme agli altri Grifondoro. Prevedibilmente, orrendamente, sulla tribuna di fronte gli odiosi Serpeverde attaccarono in coro:
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

   L’euforia di Ron per aver contribuito alla vittoria di Grifondoro era tale che il giorno seguente gli fu impossibile applicarsi a qualunque cosa. Non faceva altro che parlare della partita, e per Harry e Hermione non fu facile trovare il momento adatto per dirgli di Grop. Non che si sforzassero; nessuno dei due era ansioso di riportare così brutalmente Ron alla realtà. Alla fine, approfittando della bella giornata tiepida, lo convinsero a unirsi a loro per un ripasso sotto il faggio in riva al lago, dove c’erano meno possibilità che qualcuno origliasse. All’inizio Ron non fu particolarmente entusiasta dell’idea — se la godeva troppo a farsi dare pacche sulle spalle da ogni Grifondoro di passaggio, per non parlare dei cori di Perché Weasley è il nostro re che ancora esplodevano di tanto in tanto — ma poi ammise che l’aria fresca gli avrebbe fatto bene.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Non sorrido» rispose in fretta Harry, e abbassò lo sguardo sui suoi appunti di Trasfigurazione, sforzandosi di restare serio. La verità era che Ron gli aveva appena ricordato un altro giocatore di Quidditch di Grifondoro che un tempo si era seduto sotto quello stesso albero, arruffandosi i capelli nello stesso modo. «Sono contento che abbiamo vinto, tutto qui».
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Devo avvertirvi che ai fogli che userete sono stati applicati i più severi incantesimi antiimbroglio. È proibito l’uso di Piume a Risposta Automatica, come pure di Ricordelle, Polsini Copiativi e Inchiostro Autocorrettivo. Mi dispiace dire che ogni anno sembra che ci sia almeno uno studente convinto di poter aggirare le regole fissate dalla Commissione Magica d’Esame. Mi auguro solo che stavolta non sia nessuno di Grifondoro. La nostra nuova… Preside…» e pronunciò la parola con la stessa espressione di zia Petunia quando contemplava una macchia di sudiciume particolarmente resistente, «…ha chiesto ai Direttori delle Case di informare gli allievi che qualunque imbroglio sarà severamente punito… poiché, ovviamente, dai risultati degli esami verrà giudicato anche il nuovo regime imposto dalla Preside…»
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Solo altri quattro esami» sospirò Calì Patil mentre tornavano verso la sala comune di Grifondoro.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Quando entrarono nella sala comune di Grifondoro, la trovarono affollatissima. Il fracasso aveva svegliato molti studenti, che a loro volta si erano affrettati a svegliare gli amici ancora addormentati. Seamus e Dean, arrivati poco prima di loro, stavano raccontando quello che avevano visto e udito dall’alto della Torre.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Il sole era ormai alto: l’ufficio di Silente era immerso nella luce. La teca di vetro che conteneva la spada di Godric Grifondoro scintillava di un bianco smorto, i frammenti e i cocci degli strumenti fracassati rilucevano come gocce di pioggia sul pavimento, e alle spalle di Harry la piccola Fanny cinguettava sommessa nel suo nido di cenere.
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Ah. Vedo che a Grifondoro non sono rimasti punti da togliere. In tal caso, Potter, dovremo…»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Perciò fanno cinquanta punti l’uno per Potter, i due Weasley, Paciock e la signorina Granger» contò la professoressa McGranitt; mentre parlava, una pioggia di rubini cadde sul fondo della clessidra di Grifondoro. «E cinquanta anche per la signorina Lovegood, direi» aggiunse, e un certo numero di zaffiri cadde nella clessidra di Corvonero. «Ora, se non sbaglio lei voleva toglierne dieci al signor Potter, vero, professor Piton…? Perciò…»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Non più» rispose Ginny decisa. «Non gli è andata giù che Grifondoro abbia sconfitto Corvonero a Quidditch; è diventato così musone che l’ho mollato, e lui si è precipitato a consolare Cho». Si grattò il naso con la piuma, rigirò Il Cavillo e cominciò a controllare le risposte esatte. Ron era raggiante.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Ero direttore di Serpeverde» disse Lumacorno. «Oh, adesso» continuò in fretta, notando l’espressione di Harry e agitandogli contro un dito tozzo, «non avercela con me per questo! Tu sei Grifondoro come lei, immagino. Sì, in genere è una cosa ereditaria. Non sempre, però. Mai sentito parlare di Sirius Black? Immagino di sì… È stato sui giornali per gli ultimi due anni… È morto qualche settimana fa…»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Be’, comunque era un grande amico di tuo padre, a scuola. Tutta la famiglia Black era stata nella mia Casa, ma Sirius finì a Grifondoro! Peccato… era un ragazzo pieno di talento. Io ho avuto suo fratello Regulus quando è stato il momento, ma li avrei preferiti tutti e due».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Zabini non diede segno di riconoscerli né li salutò, e nemmeno Harry o Neville lo fecero: gli studenti di Grifondoro e Serpeverde si detestavano per principio.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «McLaggen di Grifondoro» rispose Zabini.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Ron e Hermione avrebbero pensato che fosse sceso senza di loro. Ora che fossero arrivati a Hogwarts e avessero preso posto nella Sala Grande, percorso con lo sguardo il tavolo di Grifondoro un po’ di volte e compreso alla fine che non c’era, lui sarebbe già stato a metà strada verso Londra.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Cinquanta punti in meno per Grifondoro grazie al tuo ritardo, direi» cominciò Piton. «E, fammi pensare, altri venti per il tuo abbigliamento Babbano. Sai, non credo che nessuna Casa abbia mai avuto un punteggio tanto negativo in così poco tempo: non siamo ancora arrivati al dolce. Forse hai stabilito un record, Potter».
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Finalmente raggiunsero la scalinata del castello e mentre i grandi battenti di quercia si spalancavano sull’enorme Sala d’Ingresso lastricata, un’esplosione di chiacchiere, risate, piatti e bicchieri li accolse attraverso la porta della Sala Grande. Harry si chiese se doveva rimettersi il Mantello dell’Invisibilità, guadagnando così il proprio posto alla lunga tavola di Grifondoro (che purtroppo era la più lontana dalla Sala d’Ingresso) senza farsi notare.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Ve lo spiego dopo» replicò lui, asciutto. Sapeva che Ginny, Neville, Dean e Seamus erano lì in ascolto; perfino Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, era arrivato fluttuando lungo la panca per origliare.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Non ora, Hermione» scandì Harry in un eloquente tono cupo. Sperava che tutti pensassero che fosse stato coinvolto in qualcosa di eroico, possibilmente con un paio di Mangiamorte e un Dissennatore. Naturalmente Malfoy avrebbe raccontato la storia più diffusamente che poteva, ma c’era sempre una probabilità che non raggiungesse troppe orecchie di Grifondoro.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Harry guardò verso la tavola degli insegnanti e fece un gran sorriso a Hagrid, che in effetti stava agitando la mano. Hagrid non riusciva mai a comportarsi con la dignità della professoressa McGranitt, direttore della Casa di Grifondoro, la cui testa spuntava tra il suo gomito e la sua spalla, visto che erano seduti fianco a fianco, e che osservava con disapprovazione quel saluto entusiastico. Harry fu sorpreso di vedere l’insegnante di Divinazione, la professoressa Cooman, seduta all’altro lato di Hagrid; abbandonava di rado la sua stanza nella torre e lui non l’aveva mai vista al banchetto d’inizio anno. Era stravagante come al solito, tutta uno scintillio di perline e scialli drappeggiati, gli occhi enormemente dilatati dagli occhiali. Avendola sempre considerata un po’ un’impostora, Harry era rimasto scioccato, alla fine dell’anno precedente, scoprendo che era lei l’autrice della profezia che aveva indotto Voldemort a uccidere i suoi genitori e ad aggredire lui. Saperlo l’aveva reso ancora meno desideroso di ritrovarsi in sua compagnia, ma grazie al cielo quell’anno non avrebbe più seguito Divinazione. Gli enormi occhi a fanale della professoressa Cooman ruotarono su Harry, che distolse in fretta lo sguardo per puntarlo sulla tavola di Serpeverde. Draco Malfoy stava mimando la rottura di un naso, in mezzo a risate roche e applausi. Harry abbassò lo sguardo sulla torta alla melassa, e si sentì di nuovo ribollire. Che cosa non avrebbe dato per sfidare Malfoy faccia a faccia…
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Ancora una volta dimostri la sensibilità di un’ascia smussata» ribatté Nick-Quasi-Senza-Testa in tono offeso. Si librò a mezz’aria e svolazzò via verso l’estremità della tavola di Grifondoro proprio mentre Silente si alzava dalla tavola degli insegnanti. Le chiacchiere e le risate nella Sala si zittirono quasi all’istante.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Con il solito grattare assordante, le panche furono ritirate e centinaia di studenti presero a scorrere fuori dalla Sala Grande verso i loro dormitori. Harry, che non aveva alcuna fretta di sfilare davanti a una folla occhieggiante, né di avvicinarsi a Malfoy tanto da consentirgli di raccontare di nuovo la storia del naso calpestato, rimase indietro, fingendo di riallacciarsi la scarpa e lasciando che gran parte dei Grifondoro lo superassero. Hermione era scattata in avanti per adempiere al suo dovere di prefetto e guidare i ragazzini del primo anno, ma Ron rimase con Harry.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Sono certa che il professor Lumacorno potrà prestarteli» lo tranquillizzò lei. «Molto bene, Potter, ecco il tuo orario. Oh, tra l’altro, venti giovani di belle speranze si sono già iscritti alle selezioni per la squadra di Quidditch di Grifondoro. Ti passerò la lista a tempo debito e potrai fissare le prove a tuo piacimento».
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Anche se Piton non lo sapeva, l’anno prima Harry aveva insegnato ad almeno metà della classe (a tutti quelli che erano stati membri dell’ES) a eseguire un Sortilegio Scudo. Nessuno di loro, tuttavia, l’aveva mai fatto senza parlare. Ne seguì una certa quantità di scorrettezze. Molti ragazzi si limitarono a sussurrare la formula invece di recitarla ad alta voce. Come al solito, entro dieci minuti Hermione riuscì a respingere la Fattura Gambemolli borbottata da Neville senza pronunciare una sola parola, impresa che le avrebbe meritato venti punti per Grifondoro da parte di qualunque insegnante normale, pensò Harry amareggiato, ma che Piton ignorò. Passeggiava tra loro mentre si esercitavano, simile a un pipistrello troppo cresciuto, e indugiò a osservare Harry e Ron che si arrabattavano a eseguire il compito.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Harry si voltò: Jack Sloper, uno dei Battitori di Grifondoro dell’anno prima, correva verso di lui con un rotolo di pergamena.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «Bene, bene, venti meritatissimi punti per Grifondoro, signorina Granger» flautò Lumacorno gioviale.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «Esatto. Altri dieci punti per Grifondoro. Sì, è una pozioncina bizzarra, la Felix Felicis» spiegò Lumacorno. «Assurdamente difficile da preparare, e disastrosa se si sbaglia. Tuttavia, se viene lavorata correttamente, come questa, scoprirete che tutti i vostri sforzi tendono ad avere successo… almeno finché l’effetto dura».
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Una volta al sicuro alla tavola di Grifondoro per la cena, però, si sentì abbastanza tranquillo da rivelarlo. Il volto di Hermione si pietrificò sempre più a ogni parola.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Cinque minuti dopo, quando si alzarono dalla tavola di Grifondoro per scendere al campo di Quidditch, passarono accanto a Lavanda Brown e Calì Patil. Dopo quel che aveva detto Hermione, Harry non fu stupito di vedere che le due grandi amiche bisbigliavano con aria afflitta; piuttosto, lo sorprese il fatto che, quando Ron le affiancò, Calì diede all’improvviso una gomitata a Lavanda, che si voltò e rivolse a Ron un gran sorriso. Lui la guardò sbattendo le palpebre, poi sorrise a sua volta, incerto, e prese a camminare quasi a passo di marcia. Harry si trattenne dal ridere, ricordando che anche Ron l’aveva fatto dopo che Malfoy gli aveva spaccato il naso; Hermione invece fu fredda e distante lungo tutta la strada fino allo stadio sotto la fresca pioggerellina, e andò a sedersi nelle tribune senza augurare in bocca al lupo a Ron.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Come Harry si era aspettato, i provini occuparono gran parte della mattinata. Sembrava che si fosse presentata metà della Casa di Grifondoro, da quelli del primo anno, che stringevano nervosamente alcune tremende vecchie scope della scuola, a quelli del settimo anno, che torreggiavano sugli altri con aria elegantemente intimidatoria. Tra gli ultimi c’era un ragazzone coi capelli crespi che Harry riconobbe all’istante.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Se c’è qualcun altro che non è di Grifondoro» ruggì Harry, che cominciava a essere seriamente irritato, «se ne vada subito, per favore!»
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Niente» risposero in coro Harry e Hermione, e lo seguirono di corsa. Il profumo del roast beef inflisse allo stomaco di Harry una fitta di fame, ma si erano appena avviati verso il tavolo di Grifondoro quando il professor Lumacorno bloccò loro il passo.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Dopo cena tornarono nella Torre di Grifondoro. La sala comune era molto affollata, perché quasi tutti avevano finito di cenare, ma riuscirono a trovare un tavolo libero e si sedettero; Ron, che era di malumore fin dall’incontro con Lumacorno, incrociò le braccia e fissò accigliato il soffitto. Hermione prese una copia del Profeta della Sera,che qualcuno aveva abbandonato su una sedia.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Katie Bell era ancora all’Ospedale San Mungo senza alcuna prospettiva di uscirne, e ciò significava che la promettente squadra di Grifondoro che Harry allenava con tanta cura da settembre aveva un Cacciatore di meno. Continuava a rimandare la sostituzione di Katie nella speranza che guarisse, ma la partita inaugurale contro Serpeverde incombeva e alla fine dovette accettare il fatto che non sarebbe tornata in tempo per giocare.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Seamus non fu l’unico scontento: ci furono molti borbottii in sala comune sul fatto che Harry avesse scelto due compagni di classe per la squadra. Avendo sopportato maldicenze ben peggiori nella sua carriera scolastica, Harry non se ne preoccupò molto; ma la necessità di assicurarsi una vittoria nell’imminente partita contro Serpeverde diventò più forte. Se Grifondoro avesse vinto, Harry era sicuro che l’intera Casa avrebbe dimenticato ogni critica, giurando di aver sempre saputo che quella era una squadra eccezionale. Se avesse perso… be’, pensò Harry amaramente, aveva sempre sopportato di peggio…
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Mantenne un flusso ininterrotto di incoraggiamenti per tutta la strada di ritorno al castello, e quando ebbero raggiunto il secondo piano Ron era appena appena più allegro. Poi, quando Harry spinse da parte l’arazzo per prendere la solita scorciatoia verso la Torre di Grifondoro, si ritrovarono faccia a faccia con Dean e Ginny, stretti in un abbraccio mozzafiato che si baciavano con furia, come se fossero incollati.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    La mattina dopo la colazione fu, come al solito, agitata: i Serpeverde fischiarono e vociarono ogni volta che un membro della squadra di Grifondoro entrò nella Sala Grande. Harry diede un’occhiata al soffitto e vide un pallido, limpido cielo azzurro: un buon segno.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    A mezz’ora dal fischio d’inizio, Grifondoro era in vantaggio, sessanta a zero. Ron aveva fatto alcune parate davvero spettacolari, qualcuna con la punta dei guanti, e Ginny aveva segnato quattro dei sei gol di Grifondoro. Non potendo più chiedersi ad alta voce se i due Weasley fossero in squadra solo perché erano amici di Harry, Zacharias Smith cominciò a prendere di mira Peakes e Coote.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Sembrava che Grifondoro non potesse sbagliare. Segnarono più e più volte, e più e più volte dall’altra parte del campo Ron parò con evidente disinvoltura. Ormai sorrideva e, quando la folla celebrò una parata particolarmente efficace con l’antico, amato coro Perché Weasley è il nostro re,fece finta di dirigerla dall’alto.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Madama Bumb era voltata e, anche se i Grifondoro sugli spalti urlarono di rabbia, quando finalmente guardò in alto Harper se l’era già filata. Con la spalla dolorante, Harry lo inseguì, deciso a rendergli la botta…
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Harry accelerò; il vento gli fischiava nelle orecchie inghiottendo il commento di Smith e i fragori della folla, ma Harper era ancora più su, e Grifondoro era in vantaggio di soli cento punti; se Harper fosse arrivato prima, la partita sarebbe stata persa… e ormai Harper era a pochi metri, con la mano tesa…
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Ginny, dove vai?» gridò Harry, avviluppato con il resto della squadra in un abbraccio volante collettivo, ma Ginny li superò di corsa finché con grande fracasso cozzò contro il podio del cronista. Tra le urla e le risate del pubblico, la squadra di Grifondoro atterrò accanto alla catasta di legno sotto cui Zacharias si agitava debolmente, e Harry udì Ginny spiegare allegramente a un’irata McGranitt: «Mi sono dimenticata di frenare, professoressa, mi scusi».
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Ridendo, Harry si liberò dal resto della squadra e abbracciò Ginny, ma la lasciò andare molto in fretta. Senza guardarla negli occhi, diede invece una gran pacca a un festante Ron mentre, dimenticata ogni ostilità, la squadra di Grifondoro lasciava il campo tenendosi a braccetto, brandendo i pugni in aria e salutando i tifosi.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Ron e Harry rimasero per ultimi. Stavano per uscire quando entrò Hermione. Tormentava la sciarpa di Grifondoro e sembrava scombussolata ma decisa.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Harry non vide Hermione alla festa di Grifondoro, che al suo arrivo era al culmine. Nuovi applausi e grida salutarono il suo ingresso e ben presto fu circondato da una folla di gente che si congratulava con lui. Fra il tentativo di liberarsi dei fratelli Canon, che volevano un’analisi della partita azione per azione, e il vasto branco di ragazze che lo circondava ridendo a ogni sciocchezza e sbattendo le ciglia, gli ci volle un po’ per trovare Ron. Infine si liberò di Romilda Vane, che gli fece chiaramente capire quanto le sarebbe piaciuto andare alla festa di Natale di Lumacorno con lui. Si tuffò verso il tavolo delle bibite e s’imbatté in Ginny, con Arnold la Puffola Pigmea che le viaggiava sulla spalla e Grattastinchi che miagolava speranzoso ai suoi piedi.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Esatto» rispose Hermione con dolcezza. «Quello che è quasi»e sottolineò accuratamente il quasi,«diventato Portiere di Grifondoro».
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    Harry si raddrizzò gli occhiali e si appiattì i capelli mentre Ron appariva roteando. Quando fu arrivata anche Ginny, uscirono tutti dall’ufficio della McGranitt, diretti alla Torre di Grifondoro. Harry guardò fuori dalle finestre del corridoio: il sole stava già calando sul parco coperto da una coltre di neve più alta di quella del giardino della Tana. In lontananza scorse Hagrid che dava da mangiare a Fierobecco davanti alla sua capanna.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Esatto!» gongolò Lumacorno. «Dieci punti per Grifondoro! Ora, se accettiamo la Terza Legge di Golpalott…»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Ora di metter via tutto!» annunciò Lumacorno. «E altri dieci punti a Grifondoro per la sfacciataggine!»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Perplesso, Ron seguì Harry di corsa su alla Torre di Grifondoro. Furono trattenuti da Pix, che aveva chiuso una porta al quarto piano e si rifiutava di lasciar passare chiunque a meno che non si desse fuoco alle mutande, ma Harry e Ron si limitarono a tornare indietro e a prendere una delle loro fidate scorciatoie. Di lì a cinque minuti varcavano il buco del ritratto.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Qualcuno magari ce l’ha con la squadra di Quidditch di Grifondoro?» suggerì Hagrid preoccupato. «Prima Katie, adesso Ron…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Harry non se lo fece dire due volte; sia lui che Hermione corsero via, e le voci di Hagrid e Gazza echeggiarono dietro di loro. Oltrepassarono Pix vicino alla svolta per la Torre di Grifondoro, ma il poltergeist filava allegramente verso la fonte delle urla, ridacchiando e gridando:
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    La notizia dell’avvelenamento di Ron si diffuse in fretta il giorno dopo, ma non provocò lo scalpore suscitato dall’attacco a Katie. Tutti sembravano pensare che fosse stato un incidente, visto che in quel momento Ron si trovava nella stanza dell’insegnante di Pozioni, e siccome gli era stato somministrato un antidoto sul posto non era successo niente di grave. In effetti i Grifondoro erano molto più interessati alla partita di Quidditch contro Tassorosso: molti di loro volevano vedere Zacharias Smith, che era il Cacciatore avversario, ricevere la meritata punizione per i suoi commenti durante la partita inaugurale.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Ecco Smith di Tassorosso con la Pluffa» una voce sognante echeggiò sul campo. «La volta scorsa era lui a fare la cronaca, e Ginny Weasley l’ha travolto, credo apposta… o almeno così pareva. Smith è stato piuttosto insolente con Grifondoro, immagino che se ne penta, adesso che sta giocando contro di loro… Oh, guardate, ha perso la Pluffa, Ginny gliel’ha presa, lei mi piace, è molto carina…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Di già?» domandò Luna distrattamente. «Oh, guardate! Il Portiere di Grifondoro si è impadronito di una delle mazze da Battitore».
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Sei di nuovo in ritardo, Potter» lo apostrofò Piton, gelido, quando lui entrò di corsa nell’aula illuminata dalle candele. «Dieci punti in meno per Grifondoro».
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Altri dieci punti in meno per Grifondoro» dichiarò. «Non mi sarei aspettato niente di più sofisticato da te, Ronald Weasley, un ragazzo così concreto che non riesce a Materializzarsi quindici centimetri più in là di dove si trova».
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Siccome era domenica mattina, quasi tutti gli studenti si trovavano nelle sale comuni, i Grifondoro in una torre, i Corvonero in un’altra, i Serpeverde nei sotterranei e i Tassorosso nella cantina vicino alle cucine. Qua e là uno studente isolato vagava per la biblioteca o in un corridoio… c’era un gruppetto fuori nel prato… e là, solo nel corridoio del settimo piano, c’era Gregory Goyle. Non c’era traccia della Stanza delle Necessità, ma Harry non se ne preoccupava; se Goyle stava facendo la guardia, la Stanza era aperta, che la Mappa lo sapesse o no. Quindi filò su per le scale, rallentando solo quando raggiunse l’angolo che svoltava nel corridoio, e lì cominciò ad avvicinarsi, molto lentamente, alla bambinetta che reggeva la pesante bilancia di ottone, la stessa che Hermione aveva aiutato con tanta gentilezza due settimane prima. Aspettò di trovarsi alle sue spalle prima di chinarsi su di lei e sussurrare: «Ciao… sei molto carina, lo sai?»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Silente sorrise. «Sarei pronto a scommettere — forse non la mano che mi resta ma almeno un paio di dita — che quelli sono diventati gli Horcrux numero tre e quattro. Gli altri due, sempre supponendo che ne abbia creati sei in tutto, sono più problematici, ma azzarderò l’ipotesi che, essendosi assicurato trofei di Tassorosso e Serpeverde, abbia deciso di rintracciarne altri posseduti da Grifondoro o Corvonero. Quattro oggetti dei quattro fondatori avrebbero esercitato sull’immaginazione di Voldemort un’attrattiva irresistibile. Non so dire se sia riuscito a trovare qualcosa di Corvonero; ho però la certezza che il solo cimelio noto di Grifondoro è al sicuro».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Se anche ha trovato qualcosa di Corvonero o di Grifondoro, resta un sesto Horcrux»rifletté Harry, contando sulle dita. «A meno che non li abbia trovati tutti e due».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «E così» riepilogò Harry, «il diario è distrutto, l’anello è distrutto. La coppa, il medaglione e il serpente sono ancora intatti e secondo lei ci potrebbe essere un Horcrux che un tempo appartenne a Corvonero o a Grifondoro
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    Non era il solo; l’interesse per la partita Grifondoro-Corvonero era alle stelle in tutta la scuola: era decisiva per il campionato, che era ancora aperto. Se Grifondoro avesse battuto Corvonero con un margine di trecento punti (un obiettivo ambizioso, eppure Harry non aveva mai visto la sua squadra volare meglio), avrebbe vinto il campionato. Se avesse vinto con meno di trecento punti, sarebbe stata seconda alle spalle di Corvonero; se avesse perso per cento punti sarebbe stata terza dietro Tassorosso, e se avesse perso per più di cento punti sarebbe finita quarta, e Harry sapeva che nessuno gli avrebbe mai, mai permesso di dimenticare che era stato lui a condurre la squadra all’ultimo posto per la prima volta in due secoli.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Inutile discutere. Harry si voltò all’istante e uscì dal bagno, sollevando schizzi d’acqua. Una volta in corridoio, sfrecciò verso la Torre di Grifondoro. Quasi tutti camminavano in senso contrario; lo fissavano a bocca aperta, zuppo d’acqua e di sangue com’era, ma lui continuò a correre e non rispose a nessuna delle loro domande.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    «Alle dieci» sussurrò Piton, con un sorriso che gli scoprì i denti gialli. «Povero Grifondoro… quest’anno finirà al quarto posto, temo…»
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Il suo buonumore non durò a lungo. Il giorno dopo dovette sopportare le frecciate dei Serpeverde, per non parlare della rabbia dei Grifondoro, inviperiti che il loro Capitano si fosse fatto bandire dalla partita decisiva della stagione. Ora di sabato mattina, anche se non l’avrebbe mai ammesso con Hermione, Harry avrebbe scambiato con gioia tutta la Felix Felicis del mondo per poter scendere in campo con Ron, Ginny e gli altri. Fu quasi insopportabile allontanarsi dalla massa di studenti che sciamavano fuori nel sole, carichi di coccarde, cappelli, stendardi e sciarpe, e scendere invece gli scalini che portavano ai sotterranei finché i rumori della folla furono cancellati, sapendo che non sarebbe riuscito a sentire né una parola della cronaca né un grido di esultanza o di disperazione.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Esitò fuori dalla Sala Grande affollata, poi corse su per la scalinata di marmo; che Grifondoro avesse vinto o perso, la squadra di solito festeggiava o si leccava le ferite in sala comune.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    «Fuori dai piedi!» urlò Harry, spingendo da un lato due ragazzi. Sfrecciò verso il pianerottolo e scese il resto della scalinata di marmo. Avevano fatto saltare il portone di quercia; c’erano macchie di sangue sulle lastre di pietra e parecchi studenti terrorizzati si schiacciavano contro le pareti, uno o due ancora rannicchiati con le braccia sulla testa; la clessidra gigante di Grifondoro era stata colpita da una maledizione e i rubini continuavano a cadere, con un fragoroso acciottolio, sul pavimento di pietra…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Una mano molto più piccola e calda aveva stretto la sua e la tirava verso l’alto. Obbedì senza pensarci. Solo attraversando la folla, senza guardare, capì da un leggero profumo di fiori nell’aria che era Ginny a guidarlo verso il castello. Voci incomprensibili lo circondavano, singhiozzi e urla e gemiti trafiggevano la notte, ma Harry e Ginny andarono avanti, salirono i gradini fino alla Sala d’Ingresso: facce galleggiavano ai margini del campo visivo di Harry, ragazzi lo guardavano furtivi, interrogativi, e i rubini di Grifondoro scintillavano sul pavimento come gocce di sangue mentre i due si facevano strada verso la scalinata di marmo.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    In silenzio salirono la scala mobile a chiocciola ed entrarono nell’ufficio circolare. Non sapeva che cosa si fosse aspettato: che la stanza fosse adorna di paramenti neri, forse, o perfino che il corpo di Silente si trovasse lì disteso. In realtà aveva quasi lo stesso aspetto di quando lui e Silente l’avevano lasciata poche ore prima: gli strumenti d’argento ronzavano e sbuffavano sui tavoli dalle gambe sottili, la spada di Grifondoro nella teca di vetro scintillava alla luce lunare, il Cappello Parlante stava sulla mensola dietro la scrivania. Ma il posatoio di Fanny era vuoto; la fenice stava ancora cantando il suo lamento nel parco. E un nuovo ritratto si era unito ai vecchi Presidi di Hogwarts… Silente dormiva in una cornice d’oro sopra la scrivania, gli occhiali a mezzaluna in bilico sul naso adunco, tranquillo e indisturbato.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Andò alla porta e gliela aprì. Harry corse giù per la scala a chiocciola e lungo il corridoio deserto. Aveva lasciato il Mantello dell’Invisibilità in cima alla Torre di Astronomia, ma non gli importava; nessuno lo vide passare nei corridoi, nemmeno Gazza, Mrs Purr o Pix. Non incontrò anima viva finché non svoltò nel corridoio che portava alla sala comune di Grifondoro.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Non era più come in passato, quando era emozionato, incuriosito, desideroso di risolvere un mistero; ora, scoprire la verità sull’autentico Horcrux era un compito da portare a termine prima di procedere sul lungo, tortuoso sentiero che si stendeva davanti a lui, il sentiero sul quale lui e Silente si erano incamminati insieme, e che ora sapeva di dover percorrere da solo. Potevano esserci ancora fino a quattro Horcrux e bisognava trovarli ed eliminarli tutti per poter avere anche solo una possibilità di uccidere Voldemort. Continuava a recitarne i nomi tra sé e sé, come se elencarli potesse avvicinarli alla sua portata: «Il medaglione… la coppa… il serpente… qualcosa di Grifondoro o di Corvonero… il medaglione… la coppa… il serpente… qualcosa di Grifondoro o di Corvonero…»
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    «È quasi ora»annunciò. «Per favore, seguite i direttori delle vostre Case nel parco. Grifondoro, dietro di me».
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   «La spada di Godric Grifondoro» rispose.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Purtroppo» riprese Scrimgeour «Silente non aveva la facoltà di donare quell'arma. La spada di Godric Grifondoro è un importante oggetto storico, e come tale appartiene...»
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Secondo attendibili fonti storiche, la spada può offrirsi a qualunque valoroso Grifondoro» ribatté Scrimgeour. «Questo non ne fa una proprietà esclusiva del signor Potter, qualunque cosa Silente possa aver deciso». Scrimgeour si grattò la barba mal rasata, osservando Harry. «Perché pensi...?»
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Non è uno scherzo, Potter!» ringhiò Scrimgeour. «È perché Silente credeva che solo la spada di Godric Grifondoro potesse sconfiggere l'Erede di Serpeverde? Ha voluto darti quella spada, Potter, perché era convinto, come molti, che tu sia il predestinato a distruggere Colui-Che-Non-DeveEssere-Nominato?»
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Da adolescente Sirius aveva tappezzato le pareti con un tale numero di poster e foto da lasciar libere solo poche strisce della seta grigio argento sottostante. Harry dedusse che i genitori di Sirius non erano riusciti a spezzare l'Incantesimo di Adesione Permanente che assicurava le immagini alle pareti, perché era certo che non gradissero i gusti del figlio maggiore. E Sirius doveva aver esagerato apposta per irritarli. C'erano molti stendardi di Grifondoro, rosso e oro sbiadito, a sottolineare la sua distanza dal resto della famiglia Serpeverde. C'erano molte foto di motociclette Babbane e anche (Harry ammirò il coraggio del padrino) poster di ragazze Babbane in bikini; si capiva che erano Babbane perché restavano immobili nelle foto, i sorrisi scoloriti e gli occhi vitrei pietrificati sulla carta. Un bel contrasto con l'unica foto magica appesa: quattro studenti di Hogwarts che ridevano tenendosi a braccetto.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Scusa?» fece Ron, ma Harry aveva capito. L'immagine dipinta di Phineas Nigellus Black era in grado di viaggiare tra il ritratto in Grimmauld Place e quello nello studio del Preside a Hogwarts, la stanza circolare in cima alla Torre dove senza alcun dubbio in quel momento sedeva Piton, prendendo trionfale possesso della collezione di delicati strumenti d'argento di Silente, del Pensatoio di pietra, del Cappello Parlante e, se non era stata spostata altrove, della spada di Grifondoro.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Sì» fece un'altra voce. Harry, Ron e Hermione si fissarono, zitti, ma fuori di sé per l'emozione, certi di aver riconosciuto Dean Thomas, il loro compagno di Grifondoro.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Non hai sentito, Ted?» chiese Dirk. «Dei ragazzi che hanno cercato di rubare la spada di Grifondoro dallo studio di Piton a Hogwarts?»
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «La spada di Grifondoro
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   L'originale fu forgiato secoli fa dai folletti e aveva alcune caratteristiche che solo le armi fatte dai folletti possiedono. Ovunque si trovi la vera spada di Grifondoro, non è alla Gringott».
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

    «Può darsi» rispose Harry, sapendo che così avrebbe mantenuto vivo l'interesse di Nigellus. «Abbiamo un paio di domande da farle... sulla spada di Grifondoro».
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Credo che l'ultima volta che ho visto la spada di Grifondoro uscire dalla sua teca sia stato quando il professor Silente l'ha usata per spezzare un anello».
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   La pioggia martellava sulla tela, le lacrime cadevano sul volto di Hermione, e l'entusiasmo di qualche momento prima era svanito come se non ci fosse mai stato, un effimero fuoco d'artificio che era esploso e si era spento, lasciando tutto buio, freddo e bagnato. La spada di Grifondoro era nascosta chissà dove, loro erano solo tre ragazzi in una tenda e l'unico risultato che avevano ottenuto era di non essere morti, per ora.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Di giorno, si dedicavano a ipotizzare dove potesse trovarsi la spada di Grifondoro, ma più parlavano di dove Silente poteva averla nascosta, più le loro teorie si facevano disperate e azzardate. Per quanto si spremesse le meningi, Harry non riusciva a ricordare che Silente avesse mai parlato di posti dove nascondere qualcosa. In certi momenti non sapeva se essere più arrabbiato con Ron o con Silente. Pensavamo che tu sapessi cosa stavi facendo... pensavamo che Silente ti avesse dato delle istruzioni... pensavamo che avessi un vero piano!
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «Ma la spada, Harry! Silente avrà immaginato che avresti voluto tornare laggiù, e insomma, Godric's Hollow è il paese dov'È nato Godric Grifondoro...»
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «Sul serio? Grifondoro era di Godric's Hollow?»
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «'Alla firma dello Statuto Internazionale di Segretezza nel 1689, i maghi entrarono in clandestinità per sempre. Fu perciò una conseguenza naturale il formarsi di piccole comunità all'interno di altre comunità. Molti piccoli villaggi e borghi attirarono svariate famiglie magiche, che si unirono a reciproco sostegno e protezione. I villaggi di Tinworth in Cornovaglia, Upper Flagley nello Yorkshire e Ottery St Catchpole sulla costa meridionale dell'Inghilterra furono celebri dimore di gruppi di famiglie magiche che vissero fianco a fianco con tolleranti e qualche volta Confusi Babbani. Il più celebrato di questi luoghi semimagici è probabilmente Godric's Hollow, il villaggio nel West Country dove nacque il grande mago Godric Grifondoro e dove Bowman Wright, fabbro magico, forgiò il primo Bocci no d'Oro. Il cimitero pullula di nomi di antiche famiglie magiche, il che spiega senza dubbio le storie di spiriti che da secoli sono associate alla piccola chiesa'.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «Non parla di te e dei tuoi genitori» disse Hermione chiudendo il libro «perché arriva solo fino alla fine del Diciannovesimo secolo. Ma hai capito? Godric's Hollow, Godric Grifondoro, la spada di Grifondoro: non credi che Silente si aspettasse che facessi il collegamento?»
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Harry considerò l'ipotesi. Bathilda era ormai molto vecchia e secondo Muriel 'rimbambita'. Possibile che Silente avesse nascosto proprio da lei la spada di Grifondoro? Se così era, Silente aveva lasciato molto al caso: non aveva mai rivelato di aver sostituito la spada con una copia, né accennato all'amicizia con Bathilda. Ma non era il momento di dubitare della teoria di Hermione, visto che era così inaspettatamente disposta ad assecondare il più grande desiderio di Harry.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

    rosso cupo... era una spada con l'elsa incrostata di rubini... la spada di Grifondoro giaceva sott'acqua, nella foresta.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Che cosa gli aveva detto Silente, pensò Harry riprendendo a camminare, l'altra volta che aveva recuperato la spada? 'Soltanto un vero Grifondoro avrebbe potuto estrarla dal cappello'. E quali erano le qualità che definivano un Grifondoro? Una vocina dentro la sua testa gli rispose: audacia, fegato, cavalleria.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Solo la sorpresa di sentire quella voce riuscì a dargli la forza di alzarsi. Tremando violentemente, si rimise in piedi. Davanti a lui c'era Ron, vestito da capo a piedi ma bagnato fradicio, i capelli incollati al viso, la spada di Grifondoro in una mano e l'Horcrux che penzolava dalla catena spezzata nell'altra.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   Rinfrancati dalla distruzione del medaglione, ripresero a discutere di dove potessero trovarsi gli altri e, sebbene avessero già affrontato la questione, Harry era ottimista, certo che altre novità decisive sarebbero seguite alla prima. Il broncio di Hermione non riusciva a guastare il suo buonumore: l'improvvisa svolta della loro sorte, l'apparizione della cerva misteriosa, il recupero della spada di Grifondoro e soprattutto il ritorno di Ron lo rendevano così felice che faticava a restare serio.
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   Distolto per la prima volta dopo giorni dalle sue riflessioni sui Doni della Morte, Harry corse dentro e vide Ron e Hermione inginocchiati accanto alla radiolina. Hermione, che tanto per fare qualcosa stava lucidando la spada di Grifondoro, fissava a bocca aperta il minuscolo altoparlante da cui usciva una voce molto familiare.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

    alla luce delle bacchette. Avevano trovato la spada di Grifondoro. «Moooolto carina» commentò Greyback in tono ammirato, prendendola dal compagno. «Oh, davvero molto carina. Sembra opera di folletti, quella.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Non erano alla sua altezza, anche se erano quattro contro una: lei era una strega, come Harry ben sapeva, straordinariamente dotata e del tutto priva di coscienza. Crollarono a terra tutti, tranne Greyback, che però fu costretto in ginocchio a braccia aperte. Con la coda dell'occhio, Harry vide Bellatrix china sul lupo mannaro, la spada di Grifondoro stretta in pugno, il volto cereo.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Harry e Ron si guardarono, poi, abbandonato il corpo di Codaliscia sul pavimento, si precipitarono su per le scale. Percorsero cauti il corridoio buio che conduceva al salotto, strisciando, fino alla porta socchiusa. Da lì videro Bellatrix china su Unci-unci, che reggeva tra le lunghe dita la spada di Grifondoro. Hermione era sdraiata ai piedi di Bellatrix, immobile.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Con l'ultima parola, si sentì un curioso stridio venire dall'alto. Tutti guardarono in su appena in tempo per vedere il lampadario di cristallo che vibrava; poi, con un cigolio e un minaccioso tintinnio, cominciò a cadere. Bellatrix era proprio sotto; lasciò Hermione e si gettò di lato con un urlo. Il lampadario si fracassò sul pavimento in un'esplosione di cristallo e catene, sopra Hermione e il folletto che ancora stringeva la spada di Grifondoro. Schegge scintillanti di cristallo volarono ovunque; Draco si piegò in due, coprendosi con le mani il volto insanguinato.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Era sparito nell'ignoto; non poteva che ripetere il nome della destinazione e sperare che bastasse per arrivarci. Il dolore alla fronte lo trafiggeva e il peso del folletto lo opprimeva; sentiva la lama della spada di Grifondoro urtargli la schiena; la mano di Dobby si contrasse nella sua; si chiese se l'elfo stava cercando di assumere la guida, di trascinarli nella giusta direzione, e tentò, stringendogli le dita, di fargli capire che per lui andava bene...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Reggeva ancora la spada di Grifondoro e aveva una strana espressione, metà aggressiva metà interessata. Harry osservò la pelle giallastra, le dita affusolate, gli occhi neri. Fleur gli aveva tolto le scarpe: i lunghi piedi era no sporchi. Era più grande di un elfo domestico, ma non di molto. La sua testa a cupola era molto più grossa di quella di un uomo.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Sì, certo» mormorò Harry, ma prima di uscire si sporse a prendere la spada di Grifondoro che giaceva accanto al folletto. Unci-unci non protestò, ma mentre chiudeva la porta Harry pensò di aver scorto un lampo di rancore nei suoi occhi.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   I suoi occhi neri brillavano; i suoi occhi erano privi di bianco. «Voglio la spada. La spada di Godric Grifondoro».
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   «Noi siamo Grifondoro ed era di Godric Grifondoro...»
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   «E prima di essere di Godric Grifondoro, a chi apparteneva?» chiese il folletto, raddrizzando la schiena.
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   «No!» gridò il folletto furioso, puntandogli addosso un lungo dito. «La solita arroganza dei maghi! Quella spada era di Ranci il Primo, e gli fu portata via da Godric Grifondoro! è un tesoro perduto, un capolavoro di arte folletta! Appartiene ai folletti! La spada è il prezzo dei miei servigi, prendere o lasciare!»
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

    «È vero?» chiese Harry a Hermione. «La spada è stata rubata da Grifondoro
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   «Non lo so» rispose lei desolata. «La storia magica spesso glissa su quello che i maghi hanno fatto alle altre razze, ma io non conosco nessun resoconto che dica che Grifondoro rubò la spada».
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

    Chiuse gli occhi per qualche istante e ascoltò il rumore del mare. L'idea che Grifondoro potesse aver rubato la spada era sgradevole; si era sempre sentito fiero di essere un Grifondoro; Grifondoro era stato il difensore dei Mezzosangue, il mago che aveva combattuto i Serpeverde amanti dei Purosangue...
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   «Forse mente» disse, riaprendo gli occhi. «Unci-unci. Forse Grifondoro non ha rubato quella spada. Come facciamo a sapere che la versione del folletto è quella giusta?»
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   «Ho la tua parola, Harry Potter, che mi darai la spada di Grifondoro se vi aiuto?»
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   Harry non ci aveva pensato; fu preso dal violento desiderio di spezzarla, di tagliarla a metà con la spada di Grifondoro, che era appoggiata alla parete accanto a lui.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Anche se avrebbe sentito la mancanza di Bill, Fleur, Luna e Dean, per non parlare delle comodità domestiche che si era goduto nelle ultime settimane, Harry era contento di sfuggire alla prigionia di Villa Conchiglia. Era stanco di dover sempre controllare che nessuno origliasse, stanco di restare rinchiuso nella minuscola stanza da letto buia. Soprattutto, non vedeva l'ora di liberarsi di Unci-unci, ma come e quando si sarebbero separati da lui senza consegnargli la spada di Grifondoro era una domanda che restava ancora senza risposta. Non ne avevano potuto discutere, perché il folletto di rado si allontanava da loro per più di cinque minuti di fila. «In confronto mia madre è una novellina» ringhiava Ron, quando vedeva le lunghe dita sbucare sulle cornici delle porte. Memore degli ammonimenti di Bill, Harry non poteva fare a meno di sospettare che Unci-unci stesse all'erta contro possibili imbrogli. Hermione disapprovava così radicalmente il loro doppio gioco che Harry aveva rinunciato a consultarla per trovare il modo migliore di metterlo in atto; Ron, nelle rare occasioni in cui erano riusciti a rimanere soli, non aveva saputo dire altro che «Mi sa che dovremo improvvisare, caro mio».
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Harry illuminò tutto attorno a sé con la bacchetta: il raggio cadde su cumuli di gioielli scintillanti. Vide la falsa spada di Grifondoro appoggiata su un'alta mensola tra un mucchio di catene. Anche Ron e Hermione avevano acceso le bacchette e stavano esaminando le pile di oggetti che li circondavano.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Non riconobbe la stanza. Era enorme e assomigliava all'interno di una casa sull'albero particolarmente lussuosa, o forse a una gigantesca cabina di nave. Amache multicolori erano appese al soffitto e a una balconata che correva tutto intorno alle pareti rivestite di legno scuro e senza finestre, adorne di vivaci arazzi: Harry vide il leone d'oro di Grifondoro in campo scarlatto; il tasso nero di Tassorosso su fondo giallo, e il corvo di bronzo di Corvonero sul blu. Mancavano solo il verde e l'argento di Serpeverde. C'erano librerie traboccanti, alcuni manici di scopa appoggiati alle pareti, e nell'angolo una grossa radio nel suo mobiletto di legno.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Nella Stanza delle Necessità, ovvio!» rispose Neville. «Ha superato se stessa, vero? I Carrow mi davano la caccia e io sapevo di avere solo un nascondiglio possibile: sono riuscito a passare dalla porta e ho trovato questo! Be', non era proprio così quando sono arrivato, era molto più piccola, c'erano solo un'amaca e l'arazzo di Grifondoro. Ma si è allargata via via che sono arrivati altri dell'ES».
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Ora, Potter» riprese la McGranitt, «È meglio che tu e la signorina Lovegood torniate dai vostri amici e li portiate in Sala Grande... io sveglierò gli altri Grifondoro».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Molti studenti sembravano pietrificati. Ma mentre Harry costeggiava le pareti, cercando Ron e Hermione al tavolo di Grifondoro, Ernie Macmillan si alzò da quello di Tassorosso e urlò: «E se vogliamo restare a combattere?»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Per ricorrere a un comune modo di dire, se l'È data a gambe» replicò la professoressa McGranitt, e un boato di gioia si levò dai Grifondoro, dai Tassorosso e dai Corvonero.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Harry risalì la Sala lungo il tavolo di Grifondoro, sempre in cerca di Ron e Hermione. Al suo passaggio molti si voltarono a guardarlo, tra un fitto mormorio.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Prima che Harry potesse parlare, ci fu un movimento collettivo. I Grifondoro si alzarono a fronteggiare non lui, ma i Serpeverde. Poi anche i Tassorosso si alzarono, e quasi nello stesso istante i Corvonero: davano tutti le spalle a Harry e guardavano Pansy. Harry, sgomento e commosso, vide bacchette sbucare dappertutto, sfilate da sotto i mantelli e dalle maniche.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Harry raggiunse di corsa i Weasley, tutti insieme al tavolo di Grifondoro.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Manca solo mezz'ora a mezzanotte, dobbiamo agire in fretta! Gli insegnanti di Hogwarts e l'Ordine della Fenice hanno concordato un piano. I professori Vitious, Sprite e McGranitt condurranno gruppi di combattenti in cima alle tre torri più alte quella di Corvonero, di Astronomia e di Grifondoro dove avranno una buona visuale e posizioni ottime per scagliare
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Si fece strada a forza controcorrente alla marea di studenti e infine arrivò ai piedi della scalinata, dove Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, lo aspettava.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Ha nascosto il diadema nel castello la notte che chiese a Silente un posto di insegnante!» Dirlo ad alta voce gli diede modo di rimettere ogni cosa al suo posto. «Deve averlo nascosto quando è salito nello studio di Silente, o quando è sceso! Ma valeva comunque la pena di cercare di ottenere quel posto... così avrebbe potuto rubare anche la spada di Grifondoro... grazie, grazie mille!»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «'Grifondoro... culla dei coraggiosi di cuore!' Come mio padre».
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Guardò sua madre camminare con le gambe incerte e sedersi sullo sgabello traballante. La professoressa McGranitt le mise in testa il Cappello Parlante e, un secondo dopo essersi posato sulla chioma rosso scuro, il Cappello gridò: «Grifondoro
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Harry sentì Piton emettere un flebile gemito. Lily si tolse il Cappello, lo diede alla professoressa McGranitt, poi corse verso i Grifondoro esultanti, ma a metà strada si girò e rivolse a Piton un rapido sguardo e un sorrisino triste. Harry vide Sirius farle posto sulla panca. Lei lo guardò, lo riconobbe, incrociò le braccia e gli voltò le spalle con decisione.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

    Sirius al tavolo di Grifondoro. Infine, quando restava solo una dozzina di studenti da Smistare, la professoressa McGranitt chiamò Piton.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Era notte. Lily, in vestaglia, era davanti al ritratto della Signora Grassa, a braccia incrociate, all'ingresso della Torre di Grifondoro.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Sulla scrivania davanti a Silente c'era l'anello di Orvoloson Gaunt. Era spezzato; accanto, la spada di Grifondoro.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Lo so» rispose Piton asciutto. Si avvicinò al ritratto di Silente e tirò da un lato della cornice. Si aprì, rivelando una cavità nascosta, dalla quale prese la spada di Grifondoro.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Finalmente poté camminare nella Sala senza essere intercettato. Vide Ginny due tavoli più in là, con la testa posata sulla spalla della madre: ci sarebbe stato tempo per parlare più tardi, ore e giorni e forse anni. Vide Neville, che mangiava con la spada di Grifondoro accanto al piatto, circondato da un manipolo di ammiratori. Passò fra i tavoli e vide i tre Malfoy, stretti come se non sapessero se star lì o no, ma nessuno vi faceva caso. Ovunque guardasse scorgeva famiglie riunite, poi finalmente vide i due che cercava.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Quella bacchetta procura più guai di quel che vale» concluse Harry. Poi voltò le spalle ai dipinti. Pensava solo al letto a baldacchino che lo aspettava nella Torre di Grifondoro: chissà se Kreacher gli avrebbe portato un panino lassù. «E sinceramente» aggiunse, «ho passato abbastanza guai per una vita intera».
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Se non finisci in Grifondoro ti diserediamo» intervenne Ron, «ma non voglio metterti pressione».
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «... vorrà dire che la Casa di Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no? A noi non importa, Al. Ma se per te è importante, potrai scegliere Grifondoro invece di Serpeverde. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta».
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    [1] Naturalmente le vere streghe e i veri maghi erano per lo più in grado di sfuggire al rogo, al ceppo e al capestro (cfr. le annotazioni su Lisette de Lapin nel mio commento a Baba Raba e il Ceppo Ghignante). Tuttavia, alcune esecuzioni ebbero effettivamente luogo: Sir Nicholas de Mimsy-Porpington (un mago della corte reale durante la vita, e durante la morte fantasma della Torre di Grifondoro) fu privato della propria bacchetta prima di venire rinchiuso in una segreta e si trovò quindi nell'impossibilità di sfuggire alla morte; soprattutto, le famiglie di maghi rischiavano di perdere i giovani rampolli che, per la loro incapacità di controllare la magia, si facevano notare dai cacciatori di streghe Babbani e risultavano vulnerabili.
Note (Cap. 7 Harry Potter 8)