Esplora le Citazioni



Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
Ricerca tra le citazioni:

Ricerca di Leotordo


   Una lieve brezza scomPigliava le siepi ben potate di Privet Drive, che riposava, ordinata e silenziosa, sotto il cielo nero come l'inchiostro. L'ultimo posto dove ci si sarebbe aspettati di veder accadere cose stupefacenti. Sotto le sue coperte, Harry Potter si girò dall'altra parte senza svegliarsi. Una manina si richiuse sulla lettera che aveva accanto e lui continuò a dormire, senza sapere che era speciale, senza sapere che era famoso, senza sapere che di lì a qualche ora sarebbe stato svegliato dall'urlo di Mrs Dursley che apriva la porta di casa per mettere fuori le bottiglie del latte, né che le settimane successive le avrebbe trascorse a farsi riempire di spintoni e pizzicotti dal cugino Dudley... Non poteva sapere che, in quello stesso istante, da un capo all'altro del paese, c'era gente che si riuniva in segreto e levava i calici per brindare ‘a Harry Potter il bambino che è sopravvissuto’.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   ‘Questa piccola canaglia vuole avere tutto quel che gli spetta fino all'ultimo, proprio come papà. Bravo, Dudley!’ E gli scomPigliò i capelli.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   La busta era spessa e pesante, di pergamena giallastra, e l'indirizzo era scritto con inchiostro verde smeraldo. Non c'era francobollo. Girando la busta con mano tremante, Harry vide un sigillo di ceralacca color porpora con uno stemma araldico: un leone, un ariete, un tasso e un serpente intorno a una grossa ‘H’.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   ‘Quelli d'oro sono galeoni’ spiegò. ‘Diciassette falci d'argento fanno un galeone e ventinove zellini fanno un falci: facilissimo no? Bene, questo dovrebbe bastare per un paio di trimestri. Il resto te lo terremo da conto’. Si rivolse a Unci-unci: ‘E ora, alla camera blindata settecentotredici, per favore, che... si potrebbe andare un po' più piano?’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Dopo la pazza corsa di ritorno, rimasero un poco a sbattere le palpebre, accecati dalla luce del sole. Anche se ora aveva una borsa piena zeppa di soldi, Harry non sapeva da dove iniziare a fare i suoi acquisti. Non aveva bisogno di sapere quanti galeoni entravano in una sterlina per capire che disponeva di più denaro di quanto non ne avesse mai avuto in vita sua: più di quanto non ne avesse mai avuto lo stesso Dudley.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)


   Hagrid non permise a Harry neanche di comperare un calderone d'oro massiccio (‘Nella lista c'è scritto "peltro"‘), ma acquistarono una graziosa bilancia per pesare gli ingredienti delle pozioni, e un telescopio pieghevole in ottone. Poi andarono in farmacia, luogo talmente interessante da ripagare del pessimo odore che vi regnava, un misto di uova fradice e cavoli marci. Per terra c'erano barili di roba viscida; vasi di erbe officinali, radici secche e polveri dai colori brillanti erano allineati lungo le pareti; fasci di piume, di zanne e artigli aggrovigliati pendevano dal soffitto. Mentre Hagrid chiedeva all'uomo dietro il bancone una provvista di alcuni ingredienti fondamentali per preparare pozioni, Harry esaminava alcuni corni di unicorno in argento, che costavano ventuno galeoni ciascuno, e minuscoli occhi di coleottero di un nero lucente (a cinque zellini la manciata).
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Alzi il braccio. Così’. Misurò il braccio di Harry dalla spalla?alla punta delle dita, poi dal polso al gomito, dalla spalla a terra,?dal ginocchio all'ascella e poi prese anche la circonferenza della testa. E intanto diceva: ‘Ogni bacchetta costruita da Olivander ha il nucleo fatto di una potente sostanza magica, Mr Potter. Usiamo peli di unicorno, penne della coda della fenice e corde del cuore di draghi. Non esistono due bacchette costruite da Olivander che siano uguali, così come non esistono due unicorni, due draghi o due fenici del tutto identici. E naturalmente, non si ottengono mai risultati altrettanto buoni con la bacchetta di un altro mago’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Harry rabbrividì. Non era certo di trovare molto simpatico quel Mr Olivander. Pagò sette galeoni d'oro per la sua bacchetta, e mentre uscivano, Mr Olivander li salutò con un inchino da dentro il negozio.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Benvenuti!’ disse. ‘Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. E cioè: Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre! Grazie!’
E tornò a sedersi. Tutti batterono le mani e gridarono entusiasti. Harry non sapeva se ridere o no.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Granger Hermione!’
Hermione arrivò quasi di corsa allo sgabello e si Pigiò il cappello in testa con gesto impaziente.
‘GRIFONDORO!’ gridò il cappello. Ron emise un gemito.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   I ragazzi seguirono la professoressa Mcgranitt calpestando il pavimento tutto lastre. Harry udiva il brusio di centinaia di voci provenire da una porta a destra - il resto della scolaresca doveva essere già arrivato - ma la professoressa Mcgranitt condusse quelli del primo anno in una saletta vuota, oltre la sala d'ingresso. Ci si assieparono dentro, molto più Pigiati di quanto normalmente avrebbero fatto, guardandosi intorno tutti nervosi.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Percy indicò alle ragazze una porta che conduceva al loro dormitorio, e un'altra ai ragazzi. In cima a una scala a chiocciola - era chiaro che si trovavano in una delle torri - finalmente trovarono i loro letti: cinque letti a baldacchino circondati da tende di velluto rosso scuro. I loro bauli erano già stati portati su. Troppo stanchi per parlare, indossarono il Pigiama e si infilarono sotto le coperte.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Harry la ignorò. Sentiva il sangue pulsargli nelle orecchie. Inforcò la scopa, calciò forte il suolo e via, si levò in alto, con il vento che gli scomPigliava i capelli e gli sfilava di dosso gli abiti... e in un impeto di gioia selvaggia si rese conto di aver scoperto una cosa che sapeva fare senza bisogno di studiare... era facile, era meraviglioso. Sollevò leggermente la punta del bastone per salire ancora più in alto, e udì le grida e il respiro ansimante delle ragazze rimaste a terra, e l'urlo di ammirazione di Ron.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Il lucchetto scattò e la porta si spalancò davanti a loro, la oltrepassarono spintonandosi, la richiusero velocemente e vi Pigiarono contro l'orecchio, rimanendo in ascolto.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Ron e Hermione si unirono a Neville, Seamus e Dean, il tifoso del calcio, che erano sulla gradinata più alta. Per fare una sorpresa a Harry, avevano dipinto un grosso striscione, ricavato da uno dei lenzuoli che il topo Crosta aveva rosicchiato. Sopra ci avevano scritto Potter sei tutti noi, e sotto Dean, che era molto bravo a disegnare, aveva schizzato un grosso leone, simbolo di Grifondoro. Poi Hermione aveva fatto un piccolo, ingegnoso incantesimo per cui i colori apparivano cangianti.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)


   ‘Ma no, guarda bene! Dai, mettiti dove sono io’.
Harry si fece da parte, ma con Ron davanti allo specchio non riusciva più a vedere la sua famiglia, soltanto lui con il suo Pigiama a pallini.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Era uno specchio meraviglioso, alto fino al soffitto, con una cornice d'oro riccamente decorata che si reggeva su due zampe di leone. In cima, portava incisa un'iscrizione: ‘Erouc li amotlov li ottelfirnon’.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Un pranzo di Natale come quello, Harry non l'aveva mai visto in vita sua. Un centinaio di grassi tacchini arrosto, montagne di patate arrosto e bollite, vassoi di oleose salsicce alla cipolla, zuppiere di piselli al burro, salsiere d'argento con salse dense e saporite alla carne e al mirtillo, e montagne di petardi magici disposte a intervalli lungo la tavola. Quei fantastici petardi non avevano niente a che fare con quelli insignificanti, da Babbani, che compravano i Dursley, e che tutt'al più contenevano giocattolini di plastica e insulsi cappellini di carta. Quando Harry, con l'aiuto di Ron, fece scoppiare un petardo magico, quello non si limitò a fare bum!, ma sparò come un cannone avvolgendoli in una nuvola di fumo blu, mentre da dentro schizzavano fuori un tricorno da Contrammiragli, e una miriade di topolini bianchi vivi. Intanto, alla Tavola delle autorità, Silente aveva barattato il suo cappello a punta da mago con una cuffia a fiori e stava ridendo a crepapelle di una storiella che il professor Vitious gli aveva appena letto.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Parlando guardava dalla parte di Harry. Tiger e Goyle ridacchiarono. Harry, che stava dosando della polvere di spina dorsale di pesce-leone, li ignorò. Dal tempo della partita a
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Li condusse fino al margine della foresta. Tenendo alto il lume, additò uno stretto sentiero serpeggiante, che scompariva fra il fitto degli alberi, immerso nell'oscurità. Una brezza leggera scomPigliò loro i capelli, mentre si sporgevano a sbirciare fra la folta vegetazione.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

    Batté le mani, e istantaneamente i parati verdi si fecero scarlatti e quelli d’argento divennero d’oro; l’enorme serpente di Serpeverde scomparve, lasciando il posto al leone rampante di Grifondoro. Piton stringeva la mano alla professoressa McGranitt con stampato in volto un orribile sorriso stiracchiato. Il suo sguardo incrociò quello di Harry e il ragazzo capì all’istante che i sentimenti di Piton verso di lui non erano cambiati di un ette. Ma questo non lo preoccupava: a quanto pareva, l’anno seguente la vita sarebbe tornata normale… o quanto meno, normale per Hogwarts.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Ma mi hai preso per scemo?» ringhiò zio Vernon con un pezzetto di uovo fritto imPigliato nei baffoni. «So bene cosa succederebbe a lasciar libero quell’animale».
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Harry non riusciva a crederci… era libero. Tirò giù il finestrino, con l’aria della notte che gli scomPigliava i capelli, e guardò i tetti di Privet Drive che si allontanavano alle sue spalle. Zio Vernon, zia Petunia e Dudley erano rimasti a guardare, ammutoliti, dalla finestra di Harry.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    La signora Weasley stava attraversando il cortile a passo di marcia, gettando lo scomPiglio tra i polli, e per quanto fosse una donna bassa, rotondetta e dal viso gentile, in quel momento assomigliava notevolmente a una tigre dai denti a sciabola.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    «Posta da scuola» disse il signor Weasley allungando a Harry e a Ron due buste identiche di pergamena giallastra, con l’indirizzo scritto in inchiostro verde. «Silente sa già che tu sei qui, Harry… Non gliene scappa una, a quello. C’è posta anche per voi» aggiunse rivolto a Fred e George che entravano in quel momento, assonnati e in Pigiama.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)


    Harry non disse niente. Si sentiva un po’ a disagio. Chiusa nei sotterranei della Gringott, a Londra, c’era una piccola fortuna che i suoi genitori gli avevano lasciato. Naturalmente solo nel mondo dei maghi lui possedeva dei soldi; non era possibile usare galeoni, zellini e falci nei negozi dei Babbani. Non aveva mai parlato ai Dursley del suo conto in banca alla Gringott; era sicuro che il loro orrore per qualsiasi cosa avesse a che fare con la magia sarebbe scomparso d’incanto di fronte a un bel gruzzolo d’oro.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «Signor Malfoy, che piacere rivederla» disse Sinister con una voce untuosa come la sua caPigliatura. «Lietissimo… e anche il signorino Malfoy… Che gioia! In che cosa posso servirvi? Devo mostrarvi una cosa che mi è arrivata proprio oggi, a un prezzo assai ragionevole…»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «Sei tutto fetente!» disse Hagrid burbero, scrollandogli di dosso la fuliggine con tale energia da farlo quasi cadere in un barile di guano di drago. «Ma che ti Piglia, vagolare per Notturn Alley… Posto infame, Harry… Non mi garba che ti fai vedere qui…»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Le camere blindate venivano raggiunte utilizzando dei piccoli carrelli guidati da folletti che, lungo rotaie in miniatura, correvano per i sotterranei della banca. A Harry piacque molto la scarrozzata a rotta di collo fino alla camera blindata dei Weasley ma si sentì terribilmente a disagio, molto peggio di come si era sentito a Notturn Alley, quando venne aperta. C’era un esiguo mucchietto di zellini d’argento e soltanto un galeone d’oro. Mamma Weasley ispezionò ben bene gli angoli, prima di raccogliere tutto nella borsa. Harry si sentì ancor peggio quando raggiunsero la sua camera blindata. Cercò di impedire la vista di quel che conteneva, mentre in fretta e furia infilava alcune manciate di monete in una borsa di cuoio.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Sorvolavano il lago… il castello era davanti a loro… Ron Pigiò sull’acceleratore.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Ma le sue parole vennero interrotte da un’improvvisa raffica di applausi, quando il ritratto della Signora Grassa lasciò aperto il varco. Sembrava che l’intero dormitorio di Grifondoro fosse sveglio: erano tutti Pigiati nella sala comune circolare, in piedi sopra i tavoli sbilenchi e sulle molli poltrone, in attesa del loro arrivo. Alcune braccia si tuffarono attraverso l’apertura lasciata dal quadro per tirare dentro Harry e Ron, e a Hermione non rimase che affrettarsi a seguirli.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «’Notte» disse Harry a Hermione che aveva messo su un ciPiglio come quello di Percy.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    La professoressa Sprite era una strega piccola e tarchiatella, con un cappello tutto rattoppato sui capelli scomPigliati; in genere aveva i vestiti tutti sporchi di terra e le sue unghie avrebbero fatto svenire zia Petunia. Gilderoy Allock, invece, era inappuntabile nei suoi svolazzanti abiti color turchese, con le chiome dorate che brillavano sotto un cappello in tinta e bordato d’oro, indossato in modo impeccabile.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Anche gli altri giocatori della squadra del Grifondoro avevano raggiunto gli spogliatoi. Baston sembrava l’unico davvero sveglio. Fred e George Weasley se ne stavano seduti con gli occhi gonfi di sonno e i capelli scomPigliati vicino a una ragazza del quarto anno, Alicia Spinnet, che sembrava sul punto di addormentarsi in piedi contro la parete. Dalla parte opposta le sue compagne Cacciatrici, Katie Bell e Angelina Johnson, sbadigliavano una accanto all’altra.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Era così tardi che la sala comune dei Grifondoro era quasi deserta. Harry salì dritto filato al dormitorio. Ron non era ancora tornato. Indossò il Pigiama, si infilò a letto e rimase in attesa. Mezz’ora più tardi arrivò l’amico, massaggiandosi il braccio destro e portandosi dietro nella stanza buia una gran puzza di lucidante per l’argento.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)


    Pix il Poltergeist era il folletto del castello, una minaccia volante dal ghigno malevolo, che viveva per provocare scomPiglio e dare il tormento. A Harry, Pix non stava molto simpatico, ma non poté fare a meno di essergli grato per il suo tempismo. Confidava che qualsiasi danno avesse combinato (questa volta sembrava che l’avesse fatta grossa), avrebbe allontanato da lui l’attenzione di Gazza.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Certo che ci riuscirò, ma sarà doloroso» disse Madama Chips arcigna, lanciandogli un Pigiama. «Dovrai passare la notte qui…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Hermione era rimasta ad aspettare dietro alla tenda che era stata tirata intorno al letto di Harry e Ron lo aiutò a infilarsi il Pigiama. Ci volle un po’ per cacciare nella manica il braccio disossato e gommoso.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Forse può rendersi invisibile» disse Hermione spingendo le sanguisughe verso il fondo del calderone. «O forse si camuffa… fa finta di essere un’armatura o cose del genere. Ho letto qualcosa sui Fantasmi Camaleonti…»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Nel frattempo, all’insaputa dei professori, fra gli studenti prendeva piede un fiorente commercio di talismani, amuleti e altre protezioni. Neville Paciock acquistò una grossa cipolla verde e maleodorante, un cristallo appuntito color viola e una coda di tritone putrefatta prima che i suoi compagni del Grifondoro gli spiegassero che lui non correva pericolo: essendo un purosangue, era assai improbabile che venisse aggredito.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Io ho già quel che mi serve!» disse Hermione animandosi ed estraendo dalla tasca una bottiglietta con un unico capello dentro. «Vi ricordate Millicent Bulstrode con cui mi sono accaPigliata al Club dei Duellanti? Quando stava cercando di strangolarmi mi ha lasciato questo sul vestito. Lei è andata a casa per Natale… ma basterà che io dica ai Serpeverde che ho deciso di tornare».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Arthur Weasley, Direttore dell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani, ha ricevuto oggi una multa di cinquanta Galeoni per aver stregato un’automobile dei Babbani.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Il contenuto del suo baule era stato sparpagliato dappertutto. Il mantello giaceva a terra, strappato. Il Pigiama era stato tolto da sotto il cuscino, il cassetto del comodino era stato tirato fuori e il contenuto sparso sul materasso.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Strano che i mezzosangue non abbiano ancora fatto le valige» proseguì Malfoy. «Scommetto cinque galeoni che il prossimo morirà. Peccato non sia toccato alla Granger…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Gli parve di aver camminato almeno una mezz’ora, con gli abiti che si imPigliavano sui rami più bassi e sui rovi. Poi gli sembrò che il terreno degradasse in un pendio, anche se gli alberi rimanevano fitti.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Poi, da destra, furono investiti da un improvviso fascio di luce così intenso, dopo tutto quel buio, che entrambi alzarono le braccia per ripararsi gli occhi. Thor guaì e cercò mettersi a correre, ma rimase imPigliato in un groviglio di spine e ricominciò a guaire ancora più forte.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Harry lo seguì brancolando verso la luce, imPigliandosi e incespicando, e un attimo dopo sbucarono in una radura.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Un sorriso increspò le labbra di Riddle che non staccava gli occhi da Harry e continuava Pigramente a giocherellare con la bacchetta.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Pochi sanno che una volta Voldemort si chiamava Tom Riddle. Io stesso sono stato uno dei suoi insegnanti, cinquant’anni fa, qui a Hogwarts. Dopo che ebbe lasciato la scuola scomparve… viaggiò per ogni dove… si immerse profondamente nelle Arti Oscure, si alleò con i peggiori della nostra specie, subì tali e tante trasformazioni pericolose e magiche, che quando ricomparve come Lord Voldemort era quasi irriconoscibile. Quasi nessuno lo collegò al ragazzo brillante e avvenente che un tempo era stato Caposcuola qui».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Harry aveva partecipato a molti banchetti a Hogwarts, ma nessuno poteva essere paragonato a quello. Tutti indossavano il Pigiama e i festeggiamenti durarono tutta la notte. Non avrebbe saputo dire quale fosse stato il momento più bello. Forse quando Hermione gli era corsa incontro gridando: «Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!»; oppure quando Justin, alzandosi dal tavolo dei Tassorosso per andargli a stringere la mano, non la finiva più di chiedergli scusa per avere sospettato di lui; o quando era tornato Hagrid, alle tre e mezzo del mattino, e aveva dato a lui e a Ron una pacca sulla spalla così poderosa da mandarli con la faccia dentro al piatto di zuppa inglese; o quando avevano saputo di aver guadagnato quattrocento punti per il Grifondoro, assicurandosi così la vittoria della Coppa per il secondo anno consecutivo. O ancora, quando la professoressa McGranitt si era levata in piedi per annunciare che gli esami erano stati annullati come regalo della scuola («Oh, noi» aveva esclamato Hermione). O quando Silente aveva annunciato che purtroppo il professor Allock non avrebbe potuto tornare a insegnare l’anno seguente, perché doveva andare a recuperare la memoria. Non pochi insegnanti si unirono all’ovazione che accolse questo annuncio.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

   Non ci potevo credere quando papà ha vinto il Super Galeone d'Oro della Gazzetta. Settecento galeoni! Li abbiamo spesi quasi tutti per questa vacanza, ma mi compreranno una nuova bacchetta magica per il nuovo anno scolastico.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Arthur Weasley, Direttore dell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani al Ministero della Magia, ha vinto il primo premio della lotteria annuale Super Galeone d'Oro della Gazzetta del Profeta.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Dopo aver riempito la borsa di galeoni d'oro, falci d'argento e zellini di bronzo ritirati dalla sua camera blindata alla Gringott, Harry dovette esercitare un notevole autocontrollo per non spendere tutto in una volta. Solo continuando a ripetersi che lo aspettavano ancora cinque anni a Hogwarts, e quanto sgradevole sarebbe stato dover chiedere ai Dursley il denaro per i libri di incantesimi, riuscì a trattenersi dal comprare un magnifico set di Gobbiglie d'oro massiccio (un gioco magico simile alle biglie, in cui le sferette spruzzavano un liquido puzzolente sulla faccia dell'avversario quando perdeva un punto). Fu tremendamente tentato anche dal perfetto, commovente modellino della galassia in una grande sfera di vetro, che gli sarebbe servito per non dover seguire più nemmeno una lezione di Astronomia. Ma la cosa che più mise alla prova la fermezza di Harry comparve nel suo negozio preferito, Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, una settimana dopo il suo arrivo al Paiolo magico.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Ho ancora dieci galeoni» disse controllando il portafogli. «Fra poco è il
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Anche se avrebbe preferito ritrarsi, Harry avanzò lentamente verso l'Ippogrifo e tese una mano. Gli carezzò il becco alcune volte e l'Ippogrifo chiuse Pigramente gli occhi, soddisfatto.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Sì» disse Malfoy inalberando un ciPiglio coraggioso. Ma Harry lo vide strizzare l'occhio a Tiger e a Goyle quando Pansy distolse lo sguardo.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Il ragno senza zampe era sparito. Per un attimo, tutti si guardarono intorno per capire dov'era finito. Poi videro una sfera di un bianco argenteo galleggiare a mezz'aria davanti a Lupin, che disse «Riddikulus!» quasi Pigramente.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   «Sì, può darsi» disse Harry mentre raggiungevano l'ingresso ed entravano nella Sala Grande. Era stata decorata con centinaia e centinaia di zucche piene di candele accese, un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti e tantissime stelle filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano Pigramente lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti d'ac qua.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Una corrente improvvisa gli scomPigliò i capelli. La porta dei Tre Manici si era riaperta. Harry gettò uno sguardo in quella direzione da sopra l'orlo del boccale e la Burrobirra gli andò di traverso.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Harry ce l'aveva. La signora Weasley gli aveva mandato un golf scarlatto con il leone dei Grifondoro ricamato davanti, una dozzina di tortini fatti in casa, un dolce di Natale e una scatola di croccante alle nocciole. Mentre metteva da parte tutte queste cose, scorse un lungo pacchetto sottile che era rimasto sotto.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «Ma quello era di mio padre» disse Harry. «Silente me l'ha solo consegnato. Non spenderebbe centinaia di galeoni per me. Non può permettersi di regalare cose del genere agli studenti...»
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «Non portarlo qui dentro!» disse Ron, estraendo in fretta Crosta dalle profondità del suo letto e ficcandoselo nella tasca del Pigiama. Ma Hermione non gli diede retta. Lasciò cadere Grattastinchi sul letto vuoto di Seamus e fissò la Firebolt a bocca aperta.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «PORTALO FUORI DI QUI!» ruggi Ron, mentre gli artigli di Grattastinchi gli strappavano il Pigiama e Crosta tentava una fuga disperata sulla sua spalla. Ron afferrò Crosta per la coda e sferrò al gatto un calcio che invece colpì il baule ai piedi del letto di Harry. Il baule si rovesciò e Ron prese a saltellare, strillando.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Ron gettò qualcosa sulla traduzione runica di Hermione. Lei e Harry si sporsero per vedere. Sulle strane forme sPigolose c'erano parecchi lunghi peli rossi di gatto.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Su, su, Penny, niente sabotaggi!» disse Percy cordialmente, mentre la ragazza esaminava la Firebolt da vicino. «Io e Penelope abbiamo fatto una scommessa» disse agli altri. «Dieci galeoni sul risultato della partita!»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Harry, fai in modo di vincere» disse Percy con un sussurro frettoloso. «Io non ce li ho, dieci galeoni. Sì, vengo, Penny!» E si affrettò a raggiungerla davanti a una fetta di pane tostato.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Benfatto, Harry!» disse Percy entusiasta. «Ho vinto dieci galeoni! Devo andare a cercare Penelope, scusa...»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Fu il miglior suggello alla vittoria dei Grifondoro. Ron, che si era fatto largo tra la folla al fianco di Harry, era piegato in due dalle risate mentre Malfoy cercava di districarsi dal mantello in cui era ancora imPigliata la testa di Goyle.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Tornate tutti di sopra!» disse Percy, entrando di corsa nella sala comune e agganciandosi il distintivo di Caposcuola sul Pigiama.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Calò il silenzio totale, rotto solo da una specie di Pigolio. Neville Paciock, tremando dalla punta dei capelli ai piedi calzati in soffici pantofole, alzò lentamente la mano.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Tiger scattò, le lunghe braccia tese come uno zombie. Harry balzò via, prese un bastone e picchiò Tiger sulla schiena. Poi rimase lì, piegato in due da una risata silenziosa, mentre Tiger faceva una specie di piroetta a mezz'aria per cercare di vedere chi era stato. Siccome Ron era l'unica persona in vista, fu verso di lui che puntò, ma Harry tese la gamba, Tiger inciampò e il suo piedone piatto s'imPigliò nell'orlo del Mantello di Harry, che sentì uno strattone mentre il cappuccio gli scivolava via dal volto.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   quarti della folla portavano coccarde scarlatte, agitavano bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra o brandivano striscioni con slogan come 'VAI GRIFONDORO!' e 'LA COPPA AI LEONI'. Dietro la porta di Serpeverde, comunque, erano schierate almeno duecento persone in verde; il serpente argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, e il professor Piton era seduto in prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia un sorriso sgradevole.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Ma non potevano permetterselo: gli esami erano vicini, e invece di imPigrire in giro, gli studenti erano costretti a rimanere al castello, cercando di obbligare i cervelli a concentrarsi mentre seducenti sbuffi di aria estiva penetravano dalle finestre. Anche Fred e George Weasley furono visti studiare: dovevano ottenere il G.U.F.O. (Giudizio Unico per i Fattucchieri Ordinari). Percy invece si preparava per il M.A.G.O. (Magia Avanzata Grado Ottimale), il diploma più alto che si potesse prendere a Hogwarts. Dal momento che sperava di entrare al Ministero della Magia, doveva ottenere il massimo dei voti. Diventava sempre più irritabile, e assegnava punizioni molto severe a chiunque disturbasse la pace serale della sala comune. In effetti, l'unica persona più tesa di lui era Hermione.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   Quando Harry, Ron e Hermione uscirono dall'infermeria la mattina dopo a mezzogiorno, trovarono il castello semideserto. Grazie alla calura opprimente e alla fine degli esami tutti si stavano godendo un'altra visita a Hogsmeade. Né Ron né Hermione avevano voglia di andarci, comunque, così vagarono per i prati assieme a Harry, discutendo ancora gli eventi straordinari della notte passata e chiedendosi dove fossero Sirius e Fierobecco in quel momento. Seduto vicino al lago, dove la piovra gigante muoveva Pigramente i tentacoli sull'acqua, Harry si distrasse guardando verso la riva opposta. Solo la notte prima il cervo era venuto al galoppo verso di lui proprio da laggiù...
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    «Se?» sussurrò la prima voce. «Se? Se seguirai il piano, Codaliscia, il Ministero non dovrà mai sapere che qualcun altro è scomparso. Lo farai con calma, senza creare scomPiglio; vorrei solo poterlo fare io, ma nelle mie attuali condizioni… andiamo, Codaliscia, basta rimuovere un altro ostacolo e la strada che ci porta a Harry Potter sarà sgombra. Non ti sto chiedendo di farlo da solo. Per allora, il mio fedele servo ci avrà raggiunto…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    Lentamente, storcendo la faccia, come uno che avrebbe preferito fare qualunque cosa piuttosto che avvicinarsi al suo padrone e al tappeto dove si trovava il serpente, l’ometto avanzò e prese a voltare la poltrona. Il serpente sollevò la brutta testa triangolare e sibilò lievemente mentre le gambe della poltrona s’imPigliavano nel tappeto.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    Zio Vernon fece un gran sospiro che gli scomPigliò i baffoni cespugliosi e prese il cucchiaio.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Harry… PAPÀ HA I BIGLIETTI! Irlanda contro Bulgaria, lunedì sera. Mamma ha scrìtto ai Babbani per chiedergli di lasciarti stare da noi. Forse hanno già ricevuto la lettera. Non so quanto è rapida la posta babbana, ma ho pensato comunque di mandarti questo con Leo.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Harry fissò la parola “Leo”, poi guardò il minuscolo gufo che ora sfrecciava attorno al lampadario sul soffitto. Mai visto niente con un nome così poco appropriato. Forse non riusciva a leggere la calligrafia di Ron. Tornò alla lettera:
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Verremo a prenderti, che ai Babbani piaccia o meno, non puoi perderti la Coppa del Mondo, solo che mamma e papà pensano che è meglio se facciamo finta di chiedere il loro permesso prima. Se dicono di sì, manda subito indietro Leo con la risposta, e saremo da te domenica alle cinque. Se dicono di no, rimanda subito Leo e verremo a prenderti domenica alle cinque comunque. Hermione arriva oggi pomeriggio. Percy ha cominciato a lavorare all’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Non parlare assolutamente di Estero quando sarai qui a meno che tu non voglia farti strappar via le mutande dalla noia.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Leo sfrecciò nella gabbia, tubando in tono acutissimo. Harry conosceva Ron troppo bene per prenderlo sul serio. Si era lamentato continuamente del suo vecchio topo Crosta, ma era rimasto sconvolto quando sembrò che il gatto di Hermione, lo avesse divorato.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Ron è uno stupido» disse Ginny. «Il suo vero nome è Leotordo».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Sì, e questo non è un nome stupido, vero?» disse Ron sarcastico. «Gliel’ha dato Ginny» spiegò a Harry. «Secondo lei è simpatico. E io ho cercato di cambiarglielo, ma era troppo tardi, ormai non risponde se lo chiamo in un altro modo. Così adesso è Leo. Devo tenerlo quassù perché dà fastidio a Errol e a Hermes. Dà fastidio anche a me, se è per quello».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Ehm… perché quel gufo lo chiami Leo?» chiese Harry a Ron.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Sta’ zitto, Leo» disse Ron, infilandosi tra due dei quattro letti che erano stati fatti entrare a forza nella stanza. «Fred e George dormono con noi perché nella loro stanza ci sono Bill e Charlie». disse a Harry. «Percy riesce a tenersi la camera tutta per sé perché deve lavorare».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Ci siamo dovuti alzare alle due, vero, Ced? Te lo assicuro, sarò felice quando avrà passato l’esame di Materializzazione. Ma non mi lamento, la Coppa del Mondo di Quidditch non me la perderei per un sacco pieno di galeoni… e in effetti i biglietti costano quasi altrettanto. E tieni conto che me la sono cavata a buon mercato…» Amos Diggory lanciò uno sguardo allegro ai ragazzi. «Sono tutti tuoi, Arthur?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    «Oh… avanti, allora» disse il signor Weasley. «Vediamo… un galeone sull’Irlanda vincente?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Un galeone?» Ludo Bagman parve vagamente deluso, ma si riprese subito. «Molto bene, molto bene… altre puntate?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Scommettiamo trentasette galeoni, quindici zellini e tre falci» disse Fred, mentre lui e George radunavano in fretta tutto il denaro che avevano, «l’Irlanda vince… ma Viktor Krum prende il Boccino. Oh, e aggiungiamo una bacchetta finta».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Eccellente! Non ne vedevo una così credibile da anni! Pagherei cinque galeoni per averla!»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Non fare il guastafeste, Arthur!» tuonò Ludo Bagman, facendo risuonare le tasche eccitato. «Sono abbastanza grandi da sapere quello che vogliono! Dite che vince l’Irlanda ma Krum prende il Boccino? Impossibile, ragazzi, impossibile… Vi darò delle buone quote per questa scommessa… aggiungeremo cinque galeoni per quella buffa bacchetta, allora, d’accordo…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Venditori ambulanti si Materializzavano ogni pochi metri, trasportando vassoi e spingendo carretti carichi di merci straordinarie. C’erano coccarde luminose — verdi per l’Irlanda, rosse per la Bulgaria — che strillavano i nomi dei giocatori, cappelli a punta verdi coperti di trifogli danzanti, sciarpe bulgare adorne di leoni che ruggivano per davvero, bandiere di entrambi i paesi che suonavano l’inno nazionale quando le agitavi; c’erano modellini di Firebolt che volavano veramente, e pupazzetti da collezione di giocatori celebri che camminavano sul palmo della mano, pavoneggiandosi.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Omniocolo» disse il venditore con foga. «Si può fare il replay dell’azione… passare tutto al rallentatore… e vedere tutto azione per azione, se vi va. È un affare: dieci galeoni l’uno».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Gli elfi domestici non si paga, signore!» disse con un Pigolio soffocato. «No, no, no, io dice a Dobby, io dice trovati una bella famiglia e sistemati, Dobby. Lui sta facendo su un gran baccano, signore, e non è una cosa adatta a un elfo domestico. Vai avanti a far fracasso così, Dobby, io gli dice, e la prossima che sento è che sei finito davanti all’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, come un goblin qualunque».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Ben presto si trovarono imbottigliati nella folla in uscita dallo stadio verso il campeggio. Canti rauchi si levavano nell’aria notturna mentre ripercorrevano il cammino lungo il sentiero illuminato dalle lanterne, e i Lepricani continuavano a sfrecciare sopra le loro teste, ridacchiando e agitando i loro lumini. Quando finalmente raggiunsero le tende, nessuno aveva voglia di dormire, e visto il livello di chiasso attorno a loro, il signor Weasley decise che potevano prendere un’ultima tazza di cioccolata insieme prima di coricarsi. Ben presto si ritrovarono a discutere animatamente sulla partita; il signor Weasley si fece trascinare in una disputa con Charlie sulle sgomitate, e fu solo quando Ginny cadde addormentata sul tavolino e rovesciò cioccolata calda su tutto il pavimento che il signor Weasley dette un taglio ai commenti e li mandò tutti a letto. Hermione e Ginny entrarono nella tenda accanto, e Harry e gli altri Weasley s’infilarono il Pigiama e si arrampicarono nei loro letti a castello. Dall’altra parte del campeggio si udivano ancora canti e l’eco di qualche sporadica esplosione.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Scivolò giù dal letto a castello e cercò i suoi vestiti, ma il signor Weasley, che si era infilato i jeans sul Pigiama, disse: «Non c’è tempo, Harry… prendi una giacca ed esci… in fretta!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Si spaventano per un nonnulla, vero?» disse Pigramente. «Immagino che tuo padre abbia detto a tutti quanti di nascondersi… Che cosa sta facendo? Cerca di salvare i Babbani?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Un gruppo di ragazzini in Pigiama stava litigando ad alta voce un po’ più avanti. Quando videro Harry, Ron e Hermione, una ragazza con fitti capelli ricci si voltò e chiese in fretta: «Où est Madame Maxime? Nous l’avons perdue…»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «È la gente come te, Ron» cominciò Hermione infervorata, «che appoggia sistemi marci e ingiusti solo perché è troppo Pigra per…»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Io guadagno cento sacchi di galeoni l’anno» gridò uno di loro. «Faccio il killer di draghi per il Comitato per la Soppressione delle Creature Pericolose!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Harry richiuse il suo Kit di Manutenzione per Manici di Scopa, si mise la Firebolt in spalla e tornò di sopra con Ron. Lassù la pioggia rimbombava ancora più fragorosamente, ed era accompagnata da forti sibili e gemiti del vento, per non parlare degli sporadici ululati del fantasma che viveva in soffitta. Leo prese di nuovo a cantare e a sfrecciare nella sua gabbia quando entrarono nella stanza di Ron. La vista dei bauli quasi pronti sembrava averlo precipitato in un delirio d’eccitazione.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Harry infilò alcuni Biscottini Gufici tra le sbarre della gabbia di Leo, poi si voltò verso il suo baule. La gabbia di Edvige era li accanto, ancora vuota.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Depose una pila di pacchi sulla brandina di Harry e vi lasciò cadere accanto il sacchetto col denaro e un mucchio di calze. Harry prese ad aprire i pacchi: a parte il Manuale di Incantesimi, volume quarto, di Miranda Gadula, aveva un mazzetto di penne nuove, una dozzina di rotoli di pergamena e ricambi per il suo kit di pozioni — era a corto di leonella ed essenza di belladonna. Stava ammucchiando la biancheria nel calderone quando alle sue spalle Ron fece un versaccio di disgusto.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    E uscì sbattendo la porta. Alle loro spalle si udì un buffo rumore sputacchiante. Leo stava soffocando dopo aver inghiottito un Biscottino Gufico troppo grosso.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Perché tutte le cose che ho sono schifezze?» esclamò Ron furibondo, attraversando la stanza per disimpastare il becco di Leo.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Harry preferì non dire alla signora Weasley che i tassisti babbani trasportano di rado gufi sovreccitati, e Leo stava facendo un fracasso spaccatimpani. Certo non contribuì il fatto che un certo numero di Favolosi Fuochi d’Artificio Freddi del dottor Filibuster con Innesco ad Acqua partirono a sorpresa quando il baule di Fred si aprì di scatto, strappando al tassista ululati di paura e dolore mentre Grattastinchi si arrampicava ad artigli sguainati su per la gamba del poveretto.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Harry era ormai abituato a raggiungere il binario nove e tre quarti. Si trattava semplicemente di camminare dritti attraverso l’apparentemente solida barriera che separava i binari nove e dieci. L’unica parte complicata era farlo così da non dare nell’occhio, in modo da evitare di attirare l’attenzione dei Babbani. Quel giorno lo fecero a gruppi; Harry, Ron e Hermione (i più vistosi, dal momento che avevano Leo e Grattastinchi) andarono per primi; si appoggiarono alla barriera con aria noncurante, chiacchierando tranquillamente, e scivolarono di lato attraverso di essa… e il binario nove e tre quarti si materializzò davanti a loro.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    L’Espresso di Hogwarts, un treno a vapore di un rosso lucente, era già là sputando nuvole di fumo, da cui i molti studenti di Hogwarts e i loro genitori sulla banchina emergevano come cupi fantasmi. Leo si fece più rumoroso che mai in risposta ai versi di molti gufi nella nebbia. Harry, Ron e Hermione andarono a prendere i posti, e ben presto sistemarono i bagagli in uno scompartimento a metà del treno. Poi saltarono giù di nuovo sulla banchina, per salutare la signora Weasley, Bill e Charlie.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Harry, Ron e Hermione tornarono nel loro scompartimento. La pioggia fitta che spruzzava i finestrini rendeva molto difficile guardare fuori. Ron aprì il suo baule, estrasse l’abito da cerimonia marrone e lo gettò sulla gabbia di Leo per farlo star zitto.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Weasley… che cos’è quella?» disse Malfoy, indicando la gabbia di Leo. Una manica dell’abito da cerimonia di Ron penzolava, oscillando al movimento del treno, mettendo chiaramente in mostra il polsino di pizzo tarlato.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Mentre le portiere si aprivano, in alto echeggiò un rombo di tuono. Hermione avvolse Grattastinchi nel suo mantello e Ron lasciò l’abito da cerimonia sopra Leo mentre scendevano dal treno, le teste chine e gli occhi ridotti a fessure per il diluvio. La pioggia ora scendeva così fitta e rapida che era come se sulle loro teste venissero continuamente rovesciati secchi d’acqua ghiacciata.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Moody parve del tutto indifferente all’accoglienza men che tiepida. Ignorando la caraffa di succo di zucca davanti a sé, infilò di nuovo la mano nel mantello da viaggio, estrasse una fiaschetta e bevve una lunga sorsata. Mentre alzava il braccio, il mantello si sollevò leggermente da terra, e Harry vide sotto il tavolo parecchi centimetri di una gamba di legno intagliato che terminava in un piede a zampa di leone.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «I Presidi di Beauxbatons e di Durmstrang arriveranno in ottobre con la loro squadra scelta di campioni, e la selezione dei tre sfidanti avverrà a Halloween. Un giudice imparziale deciderà quali studenti saranno più degni di gareggiare per la Coppa Tremaghi, la gloria della loro scuola e un premio personale in denaro pari a mille galeoni».
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Non riusciranno a impedirmi di partecipare» disse Fred cocciuto, scrutando accigliato il tavolo degli insegnanti. «I campioni faranno un sacco di cose che normalmente uno non ha il permesso di fare. E il premio di mille galeoni!»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Si» disse Ron, lo sguardo remoto. «Sì, mille galeoni…»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Harry, Ron e Neville s’infilarono il Pigiama e si ficcarono a letto. Qualcuno — un elfo domestico, senza dubbio — aveva sistemato degli scaldini tra le lenzuola. Era molto piacevole, star li distesi sotto le coperte ad ascoltare la tempesta che infuriava di fuori.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Di sopra, nel dormitorio, s’infilò il Pigiama e si ficcò nel letto a baldacchino, ma non si sentiva nemmeno lontanamente stanco.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Gli ci volle un po’ per convincerla a svegliarsi e poi a dargli retta, mentre lei continuava a ritrarsi sul suo trespolo, mostrandogli la coda. Evidentemente era ancora offesa per la sua mancanza di gratitudine la sera prima. Alla fine Harry buttò lì che probabilmente era troppo stanca, e che forse avrebbe chiesto a Ron di prestargli Leo. E fu questo a indurla a tendere la zampa e a consentirgli di legarvi la lettera.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Quando scesero per colazione la mattina del 30 ottobre, scoprirono che la Sala Grande era stata addobbata durante la notte. Enormi stendardi di seta pendevano dai muri. Ciascuno rappresentava una Casa di Hogwarts: rosso con un leone d’oro per Grifondoro, blu con un’aquila di bronzo per Corvonero, giallo con un tasso nero per Tassorosso, e verde con un serpente d’argento per Serpeverde. Dietro il tavolo degli insegnanti, lo stendardo più grande di tutti portava il blasone di Hogwarts: leone, aquila, tasso e serpente uniti sotto una grande H.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Ci divideremo i mille galeoni se vince uno di noi tre» disse Lee, con un gran sorriso.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Perché lui vuole lamontarsi?» proruppe Fleur Delacour, picchiando un piede per terra. «Può ontrare in gara, no? Sono settimane che noi voliamo essere scelti! L’onore della nostra scuola! Il premio di mille galeoni… Lui muore dalla volia di provare!»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Va bene, lo sai, a me puoi dire la verità» disse. «Se non vuoi che nessun altro lo sappia, d’accordo, ma non capisco perché ti preoccupi di mentire, non sei finito nei guai, no? Quell’amica della Signora Grassa, quella Violet, ci ha già raccontato tutto. Silente ti lascia partecipare. Un premio in denaro di mille galeoni, eh? E non devi nemmeno fare gli esami di fine anno…»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    … Quattro estati prima, il giorno del suo undicesimo compleanno, Harry entrò con Hagrid nel negozio del signor Olivander. Questi gli prese le misure e cominciò a fargli provare le bacchette. Harry impugnò probabilmente tutte le bacchette del negozio, finché finalmente non trovò quella adatta a lui: fatta di agrifoglio, lunga undici pollici e con un’unica piuma dalla coda di una fenice. Il signor Olivander rimase molto sorpreso dal fatto che Harry fosse compatibile con quella bacchetta. «Curioso» disse, «… curioso», ma solo dopo che Harry glielo ebbe chiesto spiegò cosa c’era di tanto curioso: la piuma di quella bacchetta proveniva dalla stessa fenice che aveva fornito il nucleo di quella di Voldemort.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Era terribilmente agitato. All’occhiello esibiva un fiore che assomigliava a un enorme carciofo. Sembrava che avesse smesso di usare la morchia, ma evidentemente aveva cercato di pettinarsi: Harry distinse i denti spezzati del pettine imPigliati nella sua chioma.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Hai pensato che dovevi venire a ficcare il naso, eh?» gridò Harry. Sapeva che Ron non aveva idea di ciò che aveva interrotto, sapeva che non l’aveva fatto apposta, ma non gì’importava: in quel momento odiava tutto di Ron, perfino i parecchi centimetri di caviglie nude che spuntavano dai pantaloni del suo Pigiama a disegni marrone.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Scappò via dalla stanza e si precipitò per le scale; una parte di lui si aspettava che Ron lo fermasse, magari che gli tirasse un pugno, ma Ron restò lì nel suo Pigiama troppo piccolo, e Harry giacque a lungo insonne e agitato, e non lo sentì salire a dormire.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

   Quella sera Harry, Ron e Hermione salirono alla Guferia a cercare Leo: Harry voleva scrivere a Sirius per dirgli che era riuscito a superare incolume la prova del drago. Lungo le scale, Harry aggiornò Ron su tutto quello che Sirius gli aveva detto di Karkaroff. Sulle prime Ron fu sconvolto dalla notizia che Karkaroff era stato un Mangiamorte, ma quando entrarono nella Guferia decretò che avrebbero dovuto sospettarlo fin dall’inizio.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Leo era cosi sovreccitato all’idea di una consegna che continuava a svolazzare attorno alla testa di Harry, ululando ininterrottamente. Ron afferrò il piccolo gufo e lo tenne ben stretto mentre Harry gli fissava la lettera alla zampa.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Non è assolutamente possibile che le altre prove siano cosi pericolose: come potrebbero?» riprese Ron portando Leo verso la finestra. «La sai una cosa? Scommetto che potresti vincere il Torneo, Harry, dico sul serio».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Lanciò Leo fuori dalla finestra. Il gufetto precipitò per quattro metri prima di riuscire a rimettersi diritto; la lettera fissata alla sua zampa era molto più lunga e pesante del solito, perché Harry non aveva potuto fare a meno di scrivere la cronaca dettagliata di come aveva schivato, accerchiato e infine giocato l’Ungaro Spinato.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Guardarono Leo sparire nell’oscurità, e poi Ron disse: «Be’, sarà meglio scendere per la tua festa a sorpresa, Harry. Fred e George ormai dovrebbero aver rubato abbastanza cibo dalle cucine».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «E il professor Silente dice che pagherà Dobby, signore, se Dobby vuole essere pagato! E così Dobby è un elfo libero, signore, e Dobby guadagna un galeone alla settimana e ha un giorno libero al mese!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Il professor Silente ha offerto a Dobby dieci galeoni la settimana, e i finesettimana di riposo» disse Dobby, con un improvviso piccolo brivido, come se la prospettiva di tanti agi e ricchezze fosse spaventosa, «ma Dobby gli ha fatto abbassare il prezzo, signorina… A Dobby piace la libertà, signorina, ma lui non pretende troppo, signorina, preferisce il lavoro».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «È Natale, Hermione» disse Harry Pigramente: stava rileggendo per la decima volta I Magnifici Sette sprofondato in una poltrona vicino al fuoco.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «Ron, ci presti Leo?» chiese George.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «Be’… quando sono andata da Madama Chips a farmeli rimpicciolire, lei ha preso uno specchio e mi ha detto di fermarla quando fossero tornati alla loro misura» disse. «E io l’ho solo… lasciata andare avanti un po’». Il sorriso divenne ancora più largo. «Mamma e papà non saranno tanto contenti. Sono secoli che cerco di convincerli a farmeli rimpicciolire, ma loro volevano che continuassi con l’apparecchio. Sapete, sono dentisti, pensano che denti e magia non dovrebbero… guardate! È tornato Leo!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Stupido piccolo idiota piumato!» sibilò Ron, correndo su per le scale e afferrando Leo. «Le lettere le devi portare dritto al destinatario! Non devi perdere tempo a metterti in mostra!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Leo cantò allegramente, la testina che spuntava dal pugno di Ron. Le ragazzine del terzo anno sembravano scioccate.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Sparite!» sbottò Ron, agitando il pugno che strizzava Leo, il quale cantò più allegramente che mai. «Ecco… prendila, Harry» aggiunse sottovoce, mentre le ragazzine del terzo anno filavano via con aria scandalizzata. Sfilò la risposta di Sirius dalla zampa di Leo, Harry se la cacciò in tasca e corsero su alla Torre di Grifondoro per leggerla.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Piton e Karkaroff svoltarono l’angolo. Piton aveva la bacchetta in mano, e faceva saltar via i cespugli di rose, con un ciPiglio decisamente ostile. Da molti dei cespugli si levarono strilli e spuntarono sagome scure.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

   Il 26 dicembre tutti si svegliarono tardi. La sala comune di Grifondoro era molto più tranquilla di quanto non fosse stata ultimamente, e frequenti sbadigli punteggiavano le Pigre conversazioni. I capelli di Hermione erano di nuovo crespi; confessò a Harry di aver usato una gran quantità della Tricopozione Lisciariccio per il ballo, «ma è troppo complicato farlo tutti i giorni» concluse in tono pratico, grattando dietro le orecchie un Grattastinchi impegnato a fare le fusa.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Silente è quello che è stato dalla mia parte dopo che papà se n’è andato. Mi ha trovato il lavoro di guardiacaccia… si fida della gente, lui. Ci dà a tutti un’altra possibilità… è per questo che è diverso dagli altri Presidi, ecco. Piglierebbe chiunque a Hogwarts, basta che ci hanno talento. Lo sa che la gente può venir fuori ok anche se le loro famiglie non erano… be’… proprio rispettabili. Ma alcuni non lo capiscono. Ce ne sono certi che te lo rinfacciano sempre… ci sono certi che farebbero finta di essere solo un po’ grossi invece di alzarsi e dire: sono quello che sono e non mi vergogno. “Non vergognarti mai” mi diceva il mio vecchio, “e se qualcuno te lo rinfaccia, è gente che non vale una cicca”. E ci aveva ragione. Io con lei non ci perdo più tempo, ve lo prometto. Ossa grandi… gliele do io, le ossa grandi».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Ne scorse acqua mischiata a vari tipi di bagnoschiuma, anche se era un genere di bagnoschiuma che Harry non aveva mai provato prima. Da un rubinetto schizzavano bolle rosa e azzurre grandi come palloni da calcio, un altro versava una schiuma candida così densa all’aspetto che pareva ci si potesse camminare sopra; un terzo spruzzava nubi violette dall’aroma intenso che galleggiavano appena sopra l’acqua. Harry si divertì per un po’ ad aprire e chiudere i rubinetti, apprezzandone soprattutto uno, dal getto che rimbalzava in ampi archi sulla superficie dell’acqua. Poi, quando la piscina fu piena di acqua calda, schiuma e bolle (e ci mise pochissimo tempo, considerate le dimensioni), Harry chiuse tutti i rubinetti, si sfilò la vestaglia, il Pigiama e le pantofole, e scivolò dentro.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Recuperò l’uovo dal fondo della vasca, si arrampicò fuori, si asciugò e si rimise il Pigiama e la vestaglia.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Scese le scale più piano che poteva, anche se i volti in alcuni ritratti si girarono incuriositi allo scricchiolio di un’asse, al fruscio del suo Pigiama. Sgattaiolò lungo il corridoio, spinse di lato un arazzo a metà strada e imboccò una scala più stretta, una scorciatoia che lo avrebbe portato due piani più in basso. Continuava a scrutare la mappa, perplesso… non era in carattere con il corretto, rigoroso signor Crouch intrufolarsi nell’ufficio di un’altra persona a quell’ora della notte…
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Cos’è, un Pigiama party?» ringhiò su per le scale.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Compio il mio dovere di padrino» rispose Sirius, rosicchiando l’osso di pollo con Piglio molto cantino. «Non preoccuparti per me, fingo di essere un adorabile randagio».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Buona idea» disse Ron. «Diamo qualcosa da fare a Leo. Non potreste darci un po’ di cibo in più, eh?» disse agli elfi che lo circondavano. Quelli s’inchinarono rapiti e corsero a prendere altra roba.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Leo era troppo piccolo per trasportare un prosciutto intero su per la montagna da solo, così Harry chiese anche l’aiuto di due allocchi di palude della scuola. Quando furono decollati nella luce del tramonto, tre bizzarre sagome che trasportavano insieme il grosso pacco, Harry si appoggiò al davanzale, guardando il parco, le cupe cime fruscianti degli alberi della Foresta Proibita, e le vele agitate della nave di Durmstrang. Un gufo reale attraversò in volo il filo di fumo che saliva dal camino di Hagrid; planò verso il castello, circumnavigò la Guferia e sparì. Guardando in giù, Harry vide Hagrid scavare con foga davanti alla capanna. Si chiese che cosa stesse facendo; era come se stesse preparando un nuovo orticello. In quel momento Madame Maxime sbucò dal carro di Beauxbatons e raggiunse Hagrid. Cercò di coinvolgerlo in una conversazione. Hagrid si appoggiò alla pala, ma non sembrava desideroso di prolungare la chiacchierata, perché Madame Maxime poco dopo tornò alla sua carrozza.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Dev’essere bello» disse Ron all’improvviso, mentre si servivano di roast-beef e contorni vari. «Avere così tanti soldi da non accorgerti se ti sparisce una manciata di galeoni».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Ehm… si» rispose Harry, guardandolo negli occhi. Come faceva Silente a sapere che proprio in quell’istante aveva pensato di spedire Leo difilato da Sirius, per fargli sapere cosa era successo?
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Agitò la bacchetta e le lampade si spensero. Il fuoco rimase l’unica fonte di luce. La professoressa Cooman si chinò e prese da sotto la sedia un modellino in miniatura del sistema solare rinchiuso sotto una cupola di vetro. Era un oggetto molto bello; ciascuna delle lune scintillava dolcemente al suo posto attorno ai nove pianeti e al sole che brillava forte, e ciascun globo galleggiava a mezz’aria sotto il vetro. Harry guardò Pigramente mentre la professoressa Cooman cominciava a indicare l’angolo affascinante che Marte formava con Nettuno. Vapori dal greve profumo gli aleggiavano addosso, e l’arietta che entrava dalla finestra gli giocherellava sul viso. Udì il morbido ronzio di un insetto da qualche parte dietro la finestra. Le palpebre gli si fecero pesanti…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Harry e Ron salirono lentamente le scale che portavano al loro dormitorio. Mentre Harry s’infilava il Pigiama, guardò verso il letto di Neville. Aveva mantenuto la parola e non aveva raccontato a Ron e Hermione dei genitori di Neville. Mentre si toglieva gli occhiali e si arrampicava sul letto a baldacchino, cercò di immaginare che cosa si prova ad avere i genitori ancora in vita, ma incapaci di riconoscerti. Gli estranei avevano spesso compassione di lui perché era orfano, ma mentre ascoltava Neville russare, pensò che l’amico ne meritava molta di più. Disteso al buio, Harry provò un moto di rabbia e odio verso quelli che avevano torturato i Paciock… gli tornarono alla mente le grida di scherno della folla mentre il figlio di Crouch e i suoi compari venivano trascinati fuori dal tribunale dai Dissennatori… capiva cos’avevano provato… poi ripensò al viso bianco latteo del ragazzo urlante, e si rese conto con un sussulto che era morto un anno dopo…
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Oh… bene» disse Ron. «Non mi ricordavo i nomi di tutti i goblin ribelli, così ne ho inventati un po’. Non ti preoccupare» aggiunse, servendosi di pasticcio della Cornovaglia, mentre la signora Weasley assumeva un ciPiglio severo, «hanno tutti nomi tipo Bodrod il Barbuto e Urg l’Unticcio, non è stato difficile».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Un cervo d’argento sbucò dalla punta della bacchetta di Harry e avanzò al galoppo verso il Dissennatore, che cadde indietro e s’imPigliò nell’orlo della veste… Harry non aveva mai visto un Dissennatore inciampare.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Era una sfinge. Aveva il corpo di un leone molto grosso, enormi zampe dotate di artigli, e una lunga coda giallastra che terminava con un ciuffo marrone. La testa, invece, era di donna. Puntò gli occhi a mandorla su Harry mentre quest’ultimo si avvicinava. Lui levò la bacchetta, esitante. Non era rannicchiata come per balzare, ma misurava il sentiero a grandi passi, sbarrandogli la strada.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Fuori il braccio» disse Voldemort Pigramente.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Riprese il suo ciPiglio orribile e annusò, allargando le narici a fessura.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Si rimetterà» disse Madama Chips. Diede a Harry un Pigiama e tirò le tende. Lui si svestì, s’infilò il Pigiama e andò a letto. Ron, Hermione, Bill, la signora Weasley e il cane nero spostarono le tende e sedettero al suo fianco. Ron e Hermione lo fissavano quasi guardinghi, come se avessero paura di lui.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Caramell arrossi un po’, ma assunse un ciPiglio caparbio e insolente.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «La tua vincita» disse asciutto, estrasse un sacchetto gonfio dalla tasca e lo lasciò cadere sul comodino di Harry. «Mille galeoni. Doveva esserci una cerimonia di consegna, ma date le circostanze…»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Durante il viaggio di ritorno a King’s Cross, il tempo non avrebbe potuto essere più diverso da quello del viaggio di andata. Non c’era nemmeno una nuvola in cielo. Harry, Ron e Hermione erano riusciti a trovare uno scompartimento tutto per loro. Leo era stato di nuovo nascosto sotto l’abito da sera di Ron, per impedirgli di continuare a ululare. Edvige dormicchiava, la testa sotto l’ala, e Grattastinchi era acciambellato su un sedile vuoto come un grosso, peloso cuscino rossiccio. Harry. Ron e Hermione parlarono più a lungo e più liberamente del resto della settimana, mentre il treno li portava sfrecciando verso sud. Era come se il discorso di Silente alla festa di fine anno avesse sbloccato Harry. Era meno doloroso, ora, discutere dell’accaduto. Solo all’arrivo del carrello del pranzo interruppero le loro congetture sui provvedimenti che forse in quello stesso momento Silente stava prendendo per fermare Voldemort.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Non dirmelo» disse George. «Naturalmente alla fine abbiamo scoperto che cosa stava succedendo. Anche il padre di Lee Jordan ha fatto fatica a ottenere da Bagman il denaro che gli spettava. È venuto fuori che era nei pasticci con i goblin. Ha preso in prestito da loro un sacco di denaro. Una loro banda lo ha assalito nel bosco dopo la Coppa del Mondo e gli ha portato via tutto l’oro che aveva, e non è nemmeno bastato a coprire tutti i suoi debiti. L’hanno seguito fino a Hogwarts per tenerlo d’occhio. Ha perso tutto al gioco. Non ha più un galeone. E lo sapete quell’imbecille come ha cercato di risarcire i goblin?»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Harry» disse George debolmente, soppesando il sacchetto con il denaro, «ci devono essere un migliaio di galeoni qui dentro».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Harry guardò il proprio corpo, o meglio ciò che era stato il suo corpo, perché non ne aveva più l’aspetto. Non era invisibile; aveva soltanto preso l’esatto colore e la precisa consistenza del mobile da cucina alle sue spalle. Sembrava che fosse diventato un camaleonte umano.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Colse un rapido scorcio di una tetra stanza con il soffitto alto e due letti gemelli; poi si udì un forte cinguettio, seguito da uno stridio ancora più forte, e il suo campo visivo fu completamente oscurato da una gran quantità di capelli molto cespugliosi. Hermione gli si era gettata addosso stringendolo in un abbraccio che quasi lo stese, mentre il minuscolo gufo di Ron, Leotordo, sfrecciava eccitato attorno alle loro teste.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Ogni pensiero amaro e rancoroso che Harry aveva formulato nell’ultimo mese si riversò fuori: la frustrazione per la mancanza di notizie, il dolore che loro fossero insieme senza di lui, la rabbia per essere stato seguito senza saperlo… tutti i sentimenti di cui un po’ si vergognava infine esplosero. Edvige si spaventò per il fracasso e volò di nuovo in cima all’armadio. Leotordo cinguettò allarmato e sfrecciò ancora più rapido attorno alle loro teste.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Con due schiocchi sonori i gemelli Fred e George, i fratelli maggiori di Ron, erano comparsi dal nulla nel centro della stanza. Leotordo cinguettò più selvaggiamente che mai e sfrecciò a raggiungere Edvige in cima all’armadio.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «Il tempo è galeoni, fratellino» ribatté Fred. «Comunque, Harry, stai disturbando la ricezione. Orecchie Oblunghe» aggiunse in risposta alle sopracciglia inarcate di Harry, e mostrò il filo che, Harry se ne accorse in quel momento, si dipanava fin sul pianerottolo. «Stiamo cercando di sentire che cosa succede di sotto».
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «Idiota» disse Fred Pigramente.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «In fondo, Caramell sa che Silente è molto più abile di lui, è un mago molto più potente, e nei primi giorni del suo Ministero gli chiedeva sempre aiuto e consiglio» disse Lupin. «Ma pare che si sia affezionato al potere, e che sia molto più sicuro di sé. Adora fare il Ministro della Magia ed è riuscito a convincersi di essere lui quello abile, e che Silente stia solo creando scomPiglio per il gusto di farlo».
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Be’, visto che in giro si crede che io sia un pazzo terrorista e il Ministero ha messo una taglia di diecimila galeoni sulla mia testa, non è che possa passeggiare per la strada a distribuire volantini, no?» disse Sirius irrequieto.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    La signora Weasley chiuse la porta dietro a Harry con un colpo secco. La stanza sembrava, se possibile, ancora più umida e squallida che al primo sguardo. Il quadro vuoto alla parete respirava lento e profondo, come se il suo invisibile abitante fosse addormentato. Harry si infilò il Pigiama, si tolse gli occhiali e salì nel letto gelato mentre Ron gettava dei Biscottini Gufici in cima all’armadio per placare Edvige e Leotordo, che facevano ticchettare le unghie e scuotevano le ali irrequieti.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    «Non possiamo lasciarli uscire a caccia tutte le notti» spiegò Ron infilandosi il Pigiama marrone. «Silente non vuole troppi gufi che planano nella piazza, sarebbe sospetto. Oh, sì… dimenticavo…»
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Edvige e Leotordo tubarono dolorosamente. Il pavimento scricchiolò di nuovo e sentirono la signora Weasley salire a controllare Fred e George.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Harry fece un gran sorriso. Aveva convinto i gemelli Weasley ad accettare il premio di mille galeoni che aveva vinto al Torneo Tremaghi per aiutarli a realizzare la loro ambizione di aprire un negozio di scherzi, ma era contento che la signora Weasley non sapesse del suo contributo. Lei non pensava che avere un negozio di scherzi fosse una carriera adatta a due dei suoi figli.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Se non mi espellono da Hogwarts, butto dieci galeoni, Harry si ritrovò a pensare disperatamente.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Ancora una volta le porte dell’ascensore si aprirono e scesero quattro o cinque maghi e streghe; nello stesso tempo, parecchi aeroplani di carta vi entrarono planando. Harry li guardò stupito volteggiare Pigramente sopra la sua testa: erano di un violetto pallido; riuscì a leggere Ministero della Magia stamPigliato lungo l’orlo delle ali.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Guardò in su il bel volto del mago, ma da vicino lo trovò scialbo e un po’ insulso. La strega aveva un sorriso svaporato da concorso di bellezza e, per quello che Harry sapeva di goblin e centauri, era alquanto improbabile che li si potesse sorprendere a guardare in modo così svenevole qualunque genere di umani. Solo l’atteggiamento di strisciante servilismo dell’elfo domestico era convincente. Con un sorriso al pensiero di quello che avrebbe detto Hermione se avesse visto la statua dell’elfo, Harry rovesciò la borsa vuotando nella vasca non solo dieci galeoni, ma tutto il suo contenuto.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Ron, che non aveva ancora detto una parola, la fissò per un momento, poi la tese a Harry come cercando una muta conferma della sua autenticità. Harry la prese. Una grossa “P” era sovrapposta al leone di Grifondoro. Aveva visto una spilla identica sul petto di Percy il suo primo giorno a Hogwarts.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Ginny mi ha detto che finalmente sono arrivate le liste dei libri» disse, guardando le buste mentre raggiungeva il letto e cominciava a dividere i vestiti in due pile. «Se le date a me, le porto a Diagon Alley oggi pomeriggio e vi prendo i libri mentre voi fate i bagagli. Ron, dovrò comprarti altri Pigiami, questi sono troppo corti di almeno quindici centimetri, è incredibile come stai crescendo in fretta… che colore ti piacerebbe?»
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Ci volle un momento perché le parole di Fred facessero breccia nella mente della signora Weasley, concentrata sui Pigiami.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «No, no, lo farò io più tardi» rispose la signora Weasley raggiante, «tu serviti da bere. Stiamo festeggiando…» Indicò lo striscione scarlatto. «Il quarto prefetto in famiglia!» disse con affetto, scomPigliando i capelli di Ron.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Dieci galeoni per tutti, allora, Dung?»
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Le piccole persone nella foto si Pigiarono e quelli nascosti in seconda fila si fecero avanti.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Lo so» Harry sogghignò. Ma vedendo Hermione e Ron che trascinavano i bauli, Grattastinchi e la gabbia con Leotordo verso la locomotiva, Harry provò uno strano senso di abbandono. Non aveva mai viaggiato sull’Espresso per Hogwarts senza Ron.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Ron e Hermione non comparvero per quasi un’ora. Nel frattempo il carrello del cibo era già passato. Harry, Ginny e Neville avevano finito i loro Zuccotti di zucca ed erano occupati a scambiarsi le figurine delle Cioccorane quando la porta dello scompartimento si aprì e i due amici entrarono, accompagnati da Grattastinchi e da Leotordo, che strideva acutissimo nella sua gabbia.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «Muoio di fame» annunciò Ron. Stipò Leotordo vicino a Edvige, afferrò una Cioccorana di Harry e si gettò nel sedile vicino al suo. Strappò la busta, staccò con un morso la testa della rana e ricadde all’indietro con gli occhi chiusi, come se avesse appena passato una mattinata estenuante.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Infine il treno prese a rallentare; lungo il convoglio, con un gran chiasso, tutti si davano da fare per recuperare bagagli e animali. Poiché Ron e Hermione dovevano sorvegliare tutto questo, scomparvero di nuovo, lasciando Harry e gli altri a occuparsi di Grattastinchi e Leotordo.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «lo porto il gufo, se vuoi» disse Luna a Harry, e tese la mano per prendere Leo; Neville ripose con grande cautela Oscar in una tasca interna.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «Dov’è Leo?» domandò la voce di Ron appena dietro a Harry.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «Non ho ancora Leo!» disse Ron, ma Hermione era già diretta verso la carrozza vuota più vicina. Harry rimase indietro con Ron.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Luna apparve reggendo la gabbia di Leotordo tra le braccia; il minuscolo gufo cinguettava eccitato, come sempre.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    La professoressa Umbridge qui fece una pausa e rivolse un breve inchino ai colleghi, nessuno dei quali rispose. Le scure sopracciglia della professoressa McGranitt si erano contratte tanto da darle il ciPiglio di un falco, e Harry la vide chiaramente scambiare uno sguardo eloquente con la professoressa Sprite, mentre la Umbridge faceva un altro piccolo “hem, hem” e continuava il suo discorso.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Ehi, Harry» rispose Dean, che si stava infilando un Pigiama con i colori dei West Ham. «Belle vacanze?»
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Seamus si voltò e prese il Pigiama dal baule, sempre senza guardare Harry.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Seamus non rispose finché non ebbe finito di abbottonarsi il Pigiama.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Harry non replicò. Gettò la bacchetta sul comodino, si tolse la veste, la ficcò rabbioso nel baule e s’infilò il Pigiama. Era stufo marcio; stufo di essere la persona che tutti fissavano e di cui tutti parlavano di continuo. Se avessero saputo, se uno solo di loro avesse avuto la più vaga idea di come ci si sentiva a essere quello a cui erano successe tutte quelle cose… Che ne sapeva la signora Finnigan, quella stupida? pensò con ferocia.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    GALLONI DI GALEONI!
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Perché gli avevi messo della polvere di Bulbadox nel Pigiama» gli rammentò George.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Sai, me lo chiedo anch’io» disse Ron, la fronte aggrottata. «Mi hanno regalato un nuovo corredo di vestiti quest’estate e non sono riuscito a capire dove hanno preso i galeoni…»
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Mi dispiace se sono stata un po’ dura con te, Potter» disse bruscamente. «È faticosa, questa faccenda di dirigere la squadra, sai, comincio a pensare di essere stata ingiusta con Baston, qualche volta». Osservò Ron da sopra l’orlo del suo calice con un vago ciPiglio.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Ron srotolò la pergamena e cominciò a leggere. Più i suoi occhi scendevano lungo il foglio, più marcato diventava il suo ciPiglio. Quando ebbe finito, era disgustato. Gettò la lettera a Harry e Hermione, che si curvarono per leggerla insieme.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Ma la professoressa Umbridge non era presente a Storia della Magia, che fu noiosa quanto il lunedì precedente, e nemmeno nel sotterraneo di Piton. Nel corso delle due ore di Pozioni, il tema sulla pietra di luna fu restituito a Harry con una grande, sPigolosa “D” nera scarabocchiata in un angolo in alto.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Gli occhi di Hannah Abbott erano tondi come galeoni.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    Prima Fred dava un morso all’estremità arancione di una caramella gommosa, e vomitava in modo spettacolare in un secchio. Poi inghiottiva l’estremità viola e il vomito cessava di botto. Lee Jordan, nel ruolo di assistente, faceva Pigramente Evanescere il vomito a intervalli regolari, con lo stesso incantesimo che Piton usava sulle pozioni di Harry.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Non sono utili?» obiettò Ron, piccato. «Hermione, hanno già tirato su ventisei galeoni».
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    Hermione escogitò ben presto un sistema di comunicazione molto astuto per far sapere la data e l’ora dell’incontro a tutti i membri del gruppo, perché sarebbe parso sospetto se ragazzi di Case diverse si fossero raggruppati troppo spesso nella Sala Grande. Diede a ciascun membro dell’ES un falso galeone (Ron si entusiasmò moltissimo quando vide il cestino, convinto che lei stesse davvero distribuendo oro).
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Vedete le cifre attorno al bordo delle monete?» disse Hermione, mostrandone una alla fine del quarto incontro. La moneta splendeva grossa e gialla alla luce delle torce. «Sui galeoni veri è solo un numero di serie riferito al goblin che li ha coniati. Su questi falsi, invece, il numero cambierà per comunicare l’ora e la data del prossimo incontro. Quando la data cambia, le monete diventeranno calde; ve ne accorgerete se le portate in tasca. Ne prendiamo una ciascuno: ho messo un Incanto Proteus su tutte, così quando Harry decide la nuova data e il numero sulla sua moneta cambia, anche le altre cambieranno».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Be’… credevo che fosse una buona idea» disse incerta. «Cioè, se la Umbridge ci chiede di vuotare le tasche, non c’è niente di sospetto in un galeone, no? Ma certo… se non volete…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Be’, il Cappello Parlante ha preso seriamente in considerazione l’idea di mandarmi a Corvonero» disse Hermione allegramente, «ma alla fine ha deciso per Grifondoro. Questo significa che useremo i galeoni?»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Già… preferisco il tuo stile» rispose Harry con un sorriso, facendosi scivolare il galeone in tasca. «Immagino che l’unico rischio sia che questo puoi spenderlo per sbaglio».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Non c’è pericolo» disse Ron, che stava esaminando la sua moneta falsa con aria un po’ lugubre, «io non ho galeoni veri con cui confonderlo».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Ciao» disse una voce sognante alle loro spalle. Harry si voltò: Luna Lovegood veleggiava verso di loro dal tavolo di Corvonero. Molti la fissavano e alcuni ridevano apertamente; sulla sua testa, in equilibrio precario, c’era un cappello a forma di testa di leone a grandezza naturale.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Alzò la mano e toccò il cappello con la bacchetta. Il leone spalancò la bocca ed emise un ruggito molto realistico che fece trasalire tutti i vicini.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Mica difficile» disse. «Era il più grosso, il più brutto e il più Pigro. Se ne stava lì seduto a farsi portare il cibo dagli altri. Capre morte e roba del genere. Karkus, si chiamava. Sarà stato almeno sette metri e mezzo, e pesava come due elefanti maschi. Pelle come un rinoceronte eccetera».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    Harry guardò prima il miscuglio di curiosità e ilarità sul viso di Ron, poi il vago ciPiglio di Hermione, e annuì.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Si spogliarono e si misero i Pigiami in silenzio; Dean, Seamus e Neville erano già addormentati. Harry posò gli occhiali sul comodino e s’infilò nel letto, ma non chiuse le tende; rimase a guardare la striscia di cielo stellato visibile dalla finestra vicina al letto di Neville. Se ieri notte a quell’ora avesse saputo che entro ventiquattr’ore avrebbe baciato Cho Chang…
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «Io sto bene!» tossì Harry pulendosi la bocca sul Pigiama, sempre scosso da brividi incontrollabili. «Io non ho niente, è di tuo padre che ti devi preoccupare… dobbiamo scoprire dov’è, sta sanguinando, io ero… era un serpente enorme».
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Scivolò via dalla cornice e sparì, proprio nel momento in cui la porta dell’ufficio si apriva di nuovo. Fred, George e Ginny entrarono, seguiti dalla professoressa McGranitt, tutti e tre sconvolti e arruffati, ancora in Pigiama.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Dobbiamo andare al San Mungo» disse Ginny affannata. Guardò i fratelli; ovviamente erano ancora tutti in Pigiama. «Sirius, puoi prestarci dei mantelli o qualcosa del genere?»
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Harry lo ignorò. La sua mano era già sulla maniglia quando Phineas Nigellus aggiunse Pigramente: «Ho un messaggio per te da Albus Silente».
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    La porta della cucina si aprì e apparve l’intera famiglia Weasley più Hermione, tutti molto felici, con il signor Weasley che avanzava orgoglioso in mezzo al gruppo, vestito con un Pigiama a righe e un impermeabile.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Harry e Ron diedero a Stan undici falci ciascuno e l’autobus ripartì, ondeggiando in modo sinistro. Rombò attorno a Grimmauld Place, salendo anche sul marciapiede, e poi, con un altro fragoroso BANG, tutti gli occupanti vennero catapultati all’indietro; la sedia di Ron si rovesciò e Leotordo, che era sulle sue ginocchia, uscì dalla gabbia e volò davanti fischiando come un pazzo, per poi posarsi sulla spalla di Hermione. Harry, che aveva evitato per un pelo di cadere afferrandosi a un candelabro, guardò fuori dal finestrino: sfrecciavano lungo quella che sembrava un’autostrada.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Porse loro i biglietti e continuò a fissare incantato Harry. A quanto pareva, a Stan non importava quanto uno era matto, se era abbastanza famoso da finire sui giornali. Il Nottetempo oscillò in modo allarmante, sorpassando una fila di macchine sulla corsia interna. Harry vide Hermione coprirsi gli occhi con le mani, mentre Leotordo dondolava felice sulla sua spalla.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «Cappelli Decapitati!» gridò George, mentre Fred sventolava davanti al pubblico un cappello a punta ornato di piume rosa. «Due galeoni l’uno, guardate Fred, ora!»
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    S’incamminarono verso Mondomago. Un piccolo gruppo di abitanti del villaggio stava guardando un grande manifesto affisso alla vetrina. Si spostarono quando Harry e Cho si avvicinarono, e Harry si ritrovò ancora una volta a fissare le immagini dei dieci Mangiamorte evasi. Il manifesto, Per ordine del Ministero della Magia, offriva una ricompensa di mille galeoni a qualunque mago o strega che fornisse informazioni utili alla cattura dei fuggiaschi.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Nella sala regnava un silenzio totale. Gli occhi di tutti erano puntati su Harry. Lui gettò un galeone sul tavolo, si tolse i coriandoli rosa dai capelli e seguì Cho fuori.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Harry avrebbe preferito buttarsi dalla Torre di Astronomia piuttosto che ammetterlo, ma dopo aver visto la partita il sabato successivo avrebbe dato qualunque somma di galeoni per infischiarsene anche lui del Quidditch.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Sei Pigro e sciatto, Potter, e non mi meraviglia che l’Oscuro Signore…»
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Invece arresti me» concluse Silente sorridendo. «È come perdere uno zellino e trovare un galeone, vero?»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Ecco qui». Gli consegnò la tazza. «Lo beva prima che si raffreddi, mi raccomando. E ora, signor Potter… Mi sembrava il caso di fare una chiacchierata dopo tutto lo scomPiglio di ieri sera».
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Ne è valsa la pena, però» disse Fred, che stava raccogliendo ordinazioni dai vocianti Grifondoro. «Se vuoi aggiungere il tuo nome alla lista delle prenotazioni, Hermione, sono cinque galeoni per una scatola di Spari Standard e venti per una di Detonazioni Deluxe…»
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Al tre…» disse Pigramente Piton. «Uno… due…»
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Voltandosi, Harry vide Piton muoversi fra i banchi verso la porta che dava nella Sala d’Ingresso, chiaramente ancora concentrato sull’esame. SPigoloso nonostante le spalle curve, camminava con l’andatura nervosa di un ragno, i capelli unti appiccicati sul viso.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Però da domani si torna al lavoro» riprese allegramente Fred. «E visto che abbiamo intenzione di sollevare un bel paraPiglia, tanto vale che Harry ne approfitti per fare quattro chiacchiere con Sirius».
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    La professoressa Umbridge si alzò. Era così bassa che non faceva grande differenza, ma il suo atteggiamento Pignolo e affettato aveva ceduto il posto a una rigida furia che rendeva stranamente sinistra la sua larga faccia molle.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Già, e c’è un’altra cosa: come si sono procurati i locali?» disse Ron, battendo la bacchetta sulla tazza con tanta energia che le si piegarono di nuovo le gambe e crollò agitandosi davanti a lui. «È un po’ strano, non trovi? Servono galeoni a palate per affittare un posto a Diagon Alley. E lei vorrà sapere come sono riusciti a mettere le mani su tanto oro».
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Harry si voltò e vide il faccione barbuto di Hagrid spuntare fra i sedili. A quanto pareva si era fatto spazio nella fila dietro di loro, perché i suoi occupanti — studenti del primo e del secondo anno — avevano un’aria vagamente scomPigliata e appiattita. Per chissà quale motivo, Hagrid stava curvo come se volesse passare inosservato, ma anche così sovrastava chiunque altro di almeno un metro.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Sì, insomma, avevo già incassato il tiro di Davies, quindi non ero tanto tranquillo, ma quando ho visto Bradley venirmi addosso, praticamente è sbucato dal nulla, ho pensato: Puoi farcela! Avevo sì e no un secondo per decidere da che parte volare, sapete, e sembrava che lui puntasse a destra — la mia destra, ossia la sua sinistra — ma avevo come la sensazione che fosse una finta, e ho rischiato e mi sono tuffato a sinistra — alla sua destra, insomma — e, be’, avete visto com’è andata» concluse modestamente. Buttò indietro i capelli in modo che sembrassero scomPigliati dal vento, e si guardò attorno per controllare se le persone più vicine — un gruppo di ragazze chiacchierine del terzo anno di Tassorosso — lo avevano sentito. «Così, quando cinque minuti dopo mi è venuto incontro Chambers… Che cosa c’è?» S’interruppe e fissò Harry. «Perché sorridi?»
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Nel frattempo, un fiorente mercato nero di sostanze capaci di accrescere concentrazione, agilità mentale e prontezza di riflessi fioriva tra gli studenti del quinto e del settimo anno. Harry e Ron furono molto tentati dall’Elisir Cerebro di Baruffio offerto loro da Eddie Carmichael, uno studente del sesto anno di Corvonero, che gli attribuiva tutto il merito dei nove “Eccezionale” ottenuti al G.U.F.O. l’estate precedente, e ne offriva un’intera pinta per soli dodici galeoni. Ron assicurò Harry che gli avrebbe restituito il denaro appena fosse uscito da Hogwarts e avesse trovato un lavoro, ma prima che potessero concludere l’affare, Hermione confiscò la bottiglia di Elisir a Carmichael e la vuotò dentro un water.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Ah, be’» commentò Pigramente Ron, «in fin dei conti è soltanto un errore, prenderai comunque…»
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Ci metti un paio di galeoni anche tu, Harry? Harold Dingle ci può vendere un po’ di Whisky Incendiario…»
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Preceduti da un notevole paraPiglia in corridoio, diversi robusti Serpeverde entrarono trascinandosi dietro Ron, Ginny, Luna e — con sbalordimento di Harry — Neville, che aveva un braccio di Tiger stretto attorno al collo e sembrava sul punto di soffocare. Tutti e quattro erano stati imbavagliati.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Una freccia le volò così vicino che s’imPigliò nei suoi capelli color topo: con un urlo lacerante, la Umbridge si portò di scatto le mani alla testa, e i centauri esplosero in grida di approvazione e risate rauche. Il suono delle loro selvagge risate simile a nitriti echeggiò nella penombra della radura, e la vista degli zoccoli scalpitanti era davvero terribile.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Dopo il buio dell’altra stanza, le lampade appese a catene dorate fissate al soffitto facevano sembrare la lunga camera rettangolare molto più luminosa, però non c’erano le luci guizzanti e mobili che Harry aveva visto in sogno. La stanza era vuota, a parte qualche scrivania e un’enorme vasca di cristallo al centro, piena di un liquido verde scuro, abbastanza grande perché potessero nuotarci dentro tutti quanti; vi galleggiavano Pigramente diversi oggetti di un bianco perlaceo.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    Si avvicinò. Era meno alto di Ron, perciò dovette allungare il collo per leggere l’etichetta sullo scaffale sotto la piccola sfera impolverata. Una calligrafia sPigolosa vi aveva scritto una data di più o meno sedici anni prima, e subito sotto:
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    «Lo so, Williamson, lo so, l’ho visto anch’io!» balbettò Caramell, che indossava un Pigiama sotto il manto gessato e ansimava come se avesse corso per chilometri. «Per la barba di Merlino… qui… qui!… nel Ministero della Magia!… cieli supremi… non sembra possibile… parola mia… ma come può…?»
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «Tutto bene, Harry!» disse sorridendo quando lo vide avvicinarsi alla staccionata. «Vieni, vieni, che ci facciamo una tazza di succo di dente di leone… Come va?» gli chiese, mentre si sedevano al tavolo di legno davanti a due bicchieri pieni di succo ghiacciato. «Tu… ehm… stai bene, sì?»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «CHE COSA?» strillò Ron, rovesciando la scacchiera; Grattastinchi si lanciò all’inseguimento dei pezzi, mentre Edvige e Leo cinguettavano e tubavano, irritati.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Il primo, sciocco pensiero del Primo Ministro fu che Rufus Scrimgeour assomigliava molto a un vecchio leone. C’erano ciocche grigie nella sua criniera di capelli fulvi e nelle sopracciglia cespugliose; aveva ardenti occhi giallastri dietro un paio di occhiali cerchiati di metallo e, pur zoppicando leggermente, possedeva una certa grazia slanciata e scattante. Dava un’impressione immediata di acume e durezza; il Primo Ministro pensò di capire perché la comunità magica preferisse Scrimgeour a Caramell come guida in quei tempi pericolosi.
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    «Come avrai capito, Codaliscia, abbiamo ospiti» disse Piton Pigramente.
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    Gran parte della prima pagina era occupata da una grande foto in bianco e nero di un uomo con una criniera leonina e il volto angosciato. La foto si muoveva: l’uomo agitava la mano verso il soffitto.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    Dudley aveva sbirciato in quel momento dalla soglia del salotto. Il suo testone biondo che spuntava dal colletto a righe del Pigiama sembrava curiosamente staccato dal corpo, e la bocca era spalancata in una smorfia di stupore e paura. Silente attese per vedere se qualcuno dei Dursley diceva qualcosa, ma quando il silenzio si protrasse sorrise.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    Agitò la bacchetta per la quinta volta. Si udì un forte crac e apparve un elfo domestico, con il naso a grugno, orecchie giganti da pipistrello ed enormi occhi iniettati di sangue, rannicchiato sulla folta moquette pelosa dei Dursley e coperto di stracci sudici. Zia Petunia emise uno strillo da far rizzare i capelli: niente di così sporco era entrato in casa sua a memoria d’uomo; Dudley sollevò dal pavimento i rosei piedoni nudi e rimase seduto tenendoli quasi sopra la testa, come se pensasse che la creatura potesse risalirgli su per i pantaloni del Pigiama, e zio Vernon urlò: «Che diavolo è quello?»
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    Nessuno dei Dursley disse nulla. Dudley era un po’ accigliato, come se stesse ancora cercando di capire quando mai era stato maltrattato. Zio Vernon sembrava avere qualcosa imPigliato in gola; zia Petunia, invece, era stranamente colorita.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    La luce della bacchetta scintillava sulla pelata brillante, sugli occhi sporgenti, sugli enormi baffi argentei da tricheco e sui lustrissimi bottoni della giacca di velluto ruggine che indossava sopra un Pigiama di seta lilla. La sua testa raggiungeva appena il mento di Silente.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Sembrava un collezionista avido che fosse stato sconfitto a un’asta. Chiaramente smarrito nei suoi ricordi, scrutò la parete di fronte, ondeggiando Pigramente quel tanto da assicurare un calore diffuso al proprio sedere.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Grazie, Molly. È stata una nottataccia. C’è un idiota che vende Mutamedaglie. Mettile al collo e potrai modificare il tuo aspetto a piacere. Centomila travestimenti, per soli dieci galeoni!»
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    Edvige tubò allegra dalla sua postazione in cima a un grande armadio, poi spiccò il volo e uscì dalla finestra; Harry capì che aveva aspettato di vederlo prima di andare a caccia. Diede la buonanotte alla signora Weasley, si mise il Pigiama e s’infilò in uno dei letti. C’era qualcosa di duro nella federa. Frugò dentro ed estrasse una caramella appiccicosa arancione e viola, che riconobbe per una Pasticca Vomitosa. Sorridendo tra sé, rotolò su un fianco e si addormentò all’istante.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    «A dir poco» confermò Ron. «Si rotolano nei galeoni! Non vedo l’ora di andarci. Non siamo ancora stati in Diagon Alley: mamma vuole che ci sia anche papà, per ragioni di sicurezza, e lui ha un sacco di lavoro al Ministero, ma sembra proprio un gran bel posto».
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    Né Harry né Ron comprarono niente in farmacia, visto che non avrebbero più studiato Pozioni, ma entrambi acquistarono grosse confezioni di noci per Edvige e Leotordo all’Emporio del Gufo. Poi, con la signora Weasley che controllava l’orologio ogni minuto, fecero un altro tratto di strada in cerca di Tiri Vispi Weasley, il negozio di scherzi di Fred e George.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Gli fai fare il giro? Vieni nel retro, Harry, è qui che si fanno i soldi sul serio… Prova a sgraffignare qualcosa, tu, e non pagherai solo in galeoni!» aggiunse minaccioso, rivolto a un bambinetto che ritrasse rapido la mano dal tubo che diceva: ‘Marchi Neri Commestibili — Nausea Garantita!’
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Puffole Pigmee» disse George. «Ne vendiamo tantissime, non facciamo in tempo ad allevarle. E un tale Michael Corner?»
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Ginny si voltò a guardarlo, le mani sui fianchi. Aveva un ciPiglio così da signora Weasley che Harry fu sorpreso che Fred non facesse un passo indietro.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Fanno tre galeoni, nove falci e uno zellino» contò Fred, osservando le numerose scatole tra le braccia di Ron. «Sgancia».
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Ed è nostra la roba che ti stai portando via. Tre galeoni e nove falci. Ti faccio lo sconto dello zellino».
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Ma io non ho tre galeoni e nove falci!»
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Mamma, posso comprare una Puffola Pigmea?» chiese subito Ginny.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    La signora Weasley si spostò per guardare le Puffole Pigmee, e Harry, Ron e Hermione videro per un attimo la strada oltre la vetrina. Draco Malfoy correva lungo la via, solo. Quando passò davanti a Tiri Vispi Weasley, si guardò alle spalle. Qualche attimo dopo oltrepassò la vetrina e scomparve alla vista.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Si guardò intorno. La signora Weasley e Ginny erano chine sulle Puffole Pigmee. Il signor Weasley, incantato, osservava un mazzo Babbano di carte da gioco segnate. Fred e George erano impegnati coi clienti. Dall’altra parte della vetrina, Hagrid dava loro la schiena, guardando lungo la via.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Se hai millecinquecento galeoni» rispose Sinister freddo.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Sedici galeoni».
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    E in effetti la partenza la mattina dopo filò più liscia del solito. Le auto del Ministero li trovarono già in attesa davanti alla Tana con i bauli pronti, il gatto di Hermione Grattastinchi rinchiuso al sicuro nel suo cestino da viaggio; e Edvige, Leotordo e Arnold, la nuova Puffola Pigmea viola di Ginny, nelle loro gabbie.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Harry afferrò la maniglia e spinse forte; Zabini, ancora aggrappato alla maniglia, cadde in grembo a Gregory Goyle. Nella confusione che seguì Harry s’infilò nello scompartimento, balzò sul sedile momentaneamente vuoto di Zabini e si issò sulla reticella portabagagli. Fu una fortuna che Goyle e Zabini si ringhiassero addosso, attirando l’attenzione di tutti, perché Harry era quasi sicuro che il Mantello, ondeggiando, gli avesse scoperto piedi e caviglie; addirittura, per un terribile istante aveva creduto di vedere gli occhi di Malfoy seguire la sua scarpa da tennis che sfrecciava verso l’alto, ma poi Goyle chiuse la porta con violenza e si tolse di dosso Zabini, che cadde al proprio posto tutto scomPigliato, Vincent Tiger tornò al suo fumetto e Malfoy, sogghignando, si distese su due sedili con la testa in grembo a Pansy Parkinson. Harry rimase scomodamente rannicchiato sotto il Mantello per assicurarsi che ogni centimetro del suo corpo restasse nascosto, e osservò Pansy accarezzare i lisci capelli biondi sulla fronte di Malfoy con il sorriso compiaciuto di chi pensa che chiunque sarebbe stato felice di trovarsi al suo posto. Le lanterne che dondolavano dal soffitto gettavano una luce vivida sulla scena: Harry riusciva a leggere ogni singola parola del fumetto di Tiger, proprio sotto di lui.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Senza preavviso, Malfoy aveva puntato la bacchetta contro Harry, che rimase paralizzato all’istante. Come al rallentatore, si ribaltò oltre la reticella e cadde ai piedi di Malfoy con un tonfo doloroso che scosse il pavimento, il Mantello dell’Invisibilità imPigliato sotto il corpo ora del tutto visibile, le gambe ancora assurdamente raccolte in quella scomoda posizione rannicchiata. Non poteva muovere un muscolo; riuscì solo ad alzare lo sguardo su Malfoy, che fece un gran sorriso.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Piton, seduto alla destra di Silente, non si alzò quando fu citato, ma levò solo una mano in Pigro ringraziamento per l’applauso della tavola di Serpeverde. Harry però fu certo di aver riconosciuto il trionfo sul volto tanto detestato.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    La segreta era, cosa alquanto insolita, già piena di fumi e strani odori. Ron e Hermione annusarono interessati passando accanto ai grandi calderoni ribollenti. I quattro Serpeverde si raggrupparono attorno a un tavolo, come i quattro Corvonero. Così Harry, Ron e Hermione divisero il tavolo con Ernie. Scelsero quello più vicino a un calderone dorato che esalava uno degli aromi più seducenti che Harry avesse mai inspirato: gli ricordava al tempo stesso la torta di melassa, l’odore di legno di un manico di scopa e quello dei fiori che poteva aver annusato alla Tana. A un tratto si accorse che il suo respiro era diventato lento e profondo, e che i vapori della pozione sembravano saziarlo come una bibita. Un’enorme contentezza lo pervase; fece un gran sorriso a Ron, che gli sorrise Pigramente di rimando.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Harry fece scivolare la minuscola bottiglia di liquido dorato nella tasca interna, con uno strano miscuglio di gioia per le espressioni furiose dei Serpeverde e di senso di colpa per il ciPiglio deluso di Hermione. Ron era semplicemente sbalordito.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Si udì un rumore strascicato nell’angolo vicino alla finestra aperta e Harry si accorse che c’era qualcun altro nella stanza, una ragazza dal lacero abito grigio, dello stesso colore del sudicio muro di pietra dietro di lei. Era in piedi davanti a una pentola fumante su un fornello nero coperto di sporcizia, e trafficava con le squallide Pignatte e padelle su uno scaffale sopra di lei. Aveva i capelli flosci e sbiaditi e una faccia brutta, pallida, dall’ossatura grossa. I suoi occhi, come quelli del fratello, guardavano in direzioni diverse. Sembrava un po’ più pulita dei due uomini, ma Harry non aveva mai visto una persona dall’aria così sconfitta.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «Signor Gaunt, la prego!» esclamò Ogden indignato, mentre Merope, che aveva già raccolto la Pignatta, diventava tutta rossa. Se la fece sfuggire di nuovo, estrasse la bacchetta di tasca con mano tremante, la puntò e borbottò un breve inudibile incantesimo. La pentola sfrecciò sul pavimento, colpì la parete di fronte e si spaccò in due.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    I gufi postali planarono attraverso le finestre punteggiate dalla pioggia, spruzzando tutti di goccioline. Un sacco di ragazzi ricevevano più posta del solito; i genitori, preoccupati, volevano avere notizie dei figli e rassicurarli a loro volta che a casa andava tutto bene. Harry non riceveva posta dall’inizio della scuola: l’unico che gli scriveva con una certa regolarità era morto e Harry, anche se aveva sperato che Lupin gli mandasse una lettera ogni tanto, finora era rimasto deluso. Fu molto sorpreso dunque di vedere la candida Edvige volteggiare tra tutti i gufi marroni e grigi. Atterrò davanti a lui con un grosso pacco quadrato. Un attimo dopo arrivò un pacco identico per Ron, schiacciando il suo minuscolo, sfinito portatore, Leotordo.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Restituirò a Lumacorno quella nuova. Non può lamentarsi, è costata nove galeoni».
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Momentaneamente spiazzato, Harry guardò per un po’ Ginny Weasley che giocava con Arnold la Puffola Pigmea, prima di trovare una risposta.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Harry!» esclamò Hagrid, che aveva il nevischio imPigliato nelle sopracciglia e nella barba, e indossava l’enorme, irsuta pelliccia di castoro. «Sono andato a trovare Grop, cresce così bene che non ci si…»
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Sì, ne siamo entrati in possesso in circostanze curiose. Ci fu portata da una giovane strega appena prima di Natale, oh, ormai sono passati tanti anni. Disse che aveva un disperato bisogno di denaro, be’, era evidente. Era coperta di stracci e parecchio avanti con… aspettava un bambino, insomma. Disse che il medaglione era appartenuto a Serpeverde. Be’, sentiamo di continuo storie del genere — ‘Oh, questa era di Merlino, sul serio, la sua teiera prefenta’ — ma, quando lo guardai, vidi che portava veramente il suo blasone, e bastarono pochi semplici incantesimi a rivelarmi la verità. Naturalmente questo lo rendeva senza prezzo. Lei non sembrava avere la minima idea di quanto valesse. Fu felice di prendere dieci galeoni. L’affare migliore che abbiamo mai fatto!»
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Solo dieci galeoni?» ripeté Harry, indignato.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Dove si comprano i libri di incantesimi?» lo interruppe Riddle, che aveva preso la pesante borsa di monete senza ringraziarlo, e stava osservando un grosso galeone d’oro.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Quello prese vita all’istante; i pungenti tralci simili a rovi schizzarono dalla cima e cominciarono a frustare l’aria. Uno si imPigliò nei capelli di Hermione e Ron lo neutralizzò con un paio di cesoie; Harry riuscì a bloccare due tralci e ad annodarli insieme; un buco si aprì al centro di tutti i rami tentacolari; Hermione tuffò coraggiosa il braccio nel buco, che si chiuse come una trappola attorno al suo gomito; Harry e Ron tirarono e torsero i tralci, costringendo il buco a riaprirsi, e Hermione liberò il braccio, stringendo fra le dita un baccello come quello di Neville. Subito i tralci pungenti si ritrassero all’interno del ceppo contorto, che rimase come un innocente ciocco di legno inanimato.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Cosa fai, baci Leotordo? O hai una foto di zia Muriel nascosta sotto il cuscino?»
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Uscirono sul campo accolti da cori tumultuosi. Una curva dello stadio era un tappeto rosso e oro; l’altra un mare verde e argento. Anche molti Tassorosso e Corvonero si erano schierati: tra le urla e gli applausi Harry distinse il ruggito del celebre cappello a forma di leone di Luna Lovegood.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Harry non vide Hermione alla festa di Grifondoro, che al suo arrivo era al culmine. Nuovi applausi e grida salutarono il suo ingresso e ben presto fu circondato da una folla di gente che si congratulava con lui. Fra il tentativo di liberarsi dei fratelli Canon, che volevano un’analisi della partita azione per azione, e il vasto branco di ragazze che lo circondava ridendo a ogni sciocchezza e sbattendo le ciglia, gli ci volle un po’ per trovare Ron. Infine si liberò di Romilda Vane, che gli fece chiaramente capire quanto le sarebbe piaciuto andare alla festa di Natale di Lumacorno con lui. Si tuffò verso il tavolo delle bibite e s’imbatté in Ginny, con Arnold la Puffola Pigmea che le viaggiava sulla spalla e Grattastinchi che miagolava speranzoso ai suoi piedi.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Hermione s’interruppe di botto. L’aveva sentito anche Harry: qualcuno si era mosso molto vicino, alle loro spalle, tra gli scaffali bui. Rimasero in attesa, e un attimo dopo il ciPiglio da avvoltoio di Madama Pince apparve da dietro l’angolo, le guance incavate, la pelle come pergamena e il lungo naso adunco illuminato in modo poco lusinghiero dalla lampada che reggeva.
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    La signora Weasley entrò appena in tempo per vedere Ron scagliare il coltello dei cavolini contro Fred, che lo trasformò in un aeroplano di carta con un Pigro colpo di bacchetta.
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    «Precisamente» Pigolò la Signora Grassa, e si spostò per rivelare il buco dietro il ritratto.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Iscrizione: 12 galeoni.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Era un Horace Lumacorno molto più giovane. Harry era così abituato alla sua calvizie che trovò sconcertante vederlo con folti, lucenti capelli giallastri; era come se gli avessero coperto la testa di paglia, ma aveva già una chiazza pelata grande come un galeone in cima alla testa. I baffi, allora meno ingombranti, erano biondo zenzero. Non era grasso come il Lumacorno che conosceva Harry, anche se i bottoni d’oro sul panciotto a complicati ricami erano sottoposti a una certa tensione. I piccoli piedi erano poggiati su un puf di velluto ed era sprofondato in una comoda poltrona; con una mano stringeva un bicchiere di vino, con l’altra frugava in una scatola di ananas canditi.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Hermione, lustra in volto e macchiata di fuliggine sul naso, era livida. Il suo antidoto incompiuto, che contava cinquantadue ingredienti compresa una ciocca dei suoi capelli, ribolliva Pigro alle spalle di Lumacorno, che aveva occhi solo per Harry.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Io li tenevo d’occhio, Potty!» esclamò indignato, indicando la zuffa. Poi emise una risatina stridula. «Guarda le creaturine che si accaPigliano, mordi mordi, picchia picchia…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Lei accennò un sorriso. «Mi stai Pigliando in giro, vero?» domandò. «Hanno detto tutti che è stata tremenda».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Il signor Burke vorrebbe aumentare l’offerta per l’armatura dei folletti» rispose Voldemort. «Cinquecento galeoni, la ritiene più che onesta…»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Oh, il signor Burke, bah!»esclamò Hepzibah, agitando la manina. «Ho da farti vedere una cosa che a lui non ho mai mostrato! Sai tenere un segreto, Tom? Mi prometti che non ne parlerai al signor Burke? Non mi lascerebbe in pace se lo sapesse, e non ho intenzione di venderla, né a lui né ad altri. Ma tu, Tom, tu la apprezzerai per la sua storia, non per i galeoni che ne potresti ricavare…»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «…è un orribile spreco non raccoglierlo… una pinta potrebbe fruttare cento galeoni… Per essere sincero, il mio stipendio non è alto…»
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Deve aver spremuto da Aragog un sacco di ottimo veleno,pensò Harry, perché Lumacorno si avvicinò all’orlo della fossa con un ciPiglio soddisfatto e declamò con voce lenta e solenne: «Addio, Aragog, re degli aracnidi, la cui lunga e fedele amicizia non sarà dimenticata da coloro che ti conobbero! Anche se il tuo corpo si decomporrà, il tuo spirito aleggia nei luoghi tranquilli e fitti di ragnatele della tua Foresta natia. Possano i tuoi discendenti dai molti occhi prosperare e i tuoi amici umani trovare consolazione per la perdita che hanno subito».
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    «Sì, certo»rispose lui, noncurante. «Gli viene via dalla coda, s’imPigliano nei rami nella Foresta, sai…»
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Dopo non molto, Hagrid si fece di nuovo piagnucoloso e consegnò tutta quanta la coda di unicorno al collega, che la intascò urlando: «All’amicizia! Alla generosità! Ai dieci galeoni al pelo!»
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Il bagno parve tremare davanti ai suoi occhi; lottò per bloccare tutti i pensieri ma, per quanto tentasse, il libro del Principe Mezzosangue galleggiò Pigro nella sua mente, in primo piano…
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    «Che è un Ungaro Spinato» disse Ginny, voltando Pigramente una pagina del giornale. «Fa molto più macho».
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    «Una Puffola Pigmea, ma non le ho detto dove».
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    Harry si precipitò verso di lei e l’aiutò a rialzarsi. Alcune delle collane luccicanti le si erano imPigliate negli occhiali.
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    «… capite che cosa vuol dire?» concluse Harry, concitato. «Silente non sarà qui stanotte, quindi Malfoy avrà un’ottima possibilità di tentare qualunque cosa abbia in mente. No, ascoltatemi!»sibilò rabbioso quando sia Ron che Hermione diedero segno di volerlo interrompere. «So che era Malfoy quello che festeggiava nella Stanza delle Necessità. Ecco…» Ficcò in mano a Hermione la Mappa del Malandrino. «Dovete sorvegliarlo, lui e anche Piton. Usate chiunque altro riusciate a mettere insieme dell’ES. Hermione, quei galeoni a contatto funzionano ancora, giusto? Silente dice che ha imposto alla scuola una protezione supplementare, ma se Piton è coinvolto saprà di quale protezione si tratta, e come evitarla… però non si aspetterà che tutti voi stiate in guardia, no?»
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

   Harry sentiva odore di salsedine e udiva il rumore delle onde; una leggera brezza gelata gli scomPigliava i capelli: guardò il mare illuminato dalla luna e il cielo trapunto di stelle. Si trovava su un grosso scoglio di roccia scura, con l’acqua che schiumava e ribolliva sotto di lui. Dietro si levava un’altissima scogliera: un precipizio nero e informe da cui sembravano essersi staccati, in qualche era passata, enormi massi, come quello sul quale si trovavano Harry e Silente. Era uno spettacolo brullo e aspro; mare e roccia privi del conforto di alberi o declivi erbosi o sabbia.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    «Prendi quella!» urlò la professoressa McGranitt, e Harry scorse la Mangiamorte, Alecto, che sfrecciava lungo il corridoio con le braccia sopra la testa e il fratello alle calcagna. Harry si lanciò all’inseguimento, ma il suo piede s’imPigliò in qualcosa e un attimo dopo era steso sulle gambe di qualcuno: vide il pallido volto tondo di Neville, a terra.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Lo so, li seguo!» esclamò Harry, scagliando una fattura contro l’enorme Mangiamorte biondo che provocava gran parte dello scomPiglio. L’incantesimo lo colpì al volto e l’uomo ululò di dolore; si voltò, barcollò e poi scappò via dietro fratello e sorella.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Si precipitò verso una scorciatoia, sperando di superare i due Mangiamorte in fuga e di avvicinarsi a Piton e Malfoy, che ormai dovevano aver raggiunto il parco; ricordandosi di saltare il gradino evanescente a metà della scala nascosta, attraversò un arazzo in fondo e uscì in un corridoio occupato da diversi Tassorosso sconvolti, in Pigiama.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Incarce…»ruggì Harry, ma Piton deviò l’incantesimo con un cenno quasi Pigro del braccio.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    La signora Weasley prese l’unguento maleodorante da Madama Chips e cominciò a spalmarlo sulle ferite di Bill.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    L’ultima parola gli rimase imPigliata in gola, ma la professoressa Sprite finì la frase al posto suo.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Un ometto con i capelli a ciuffi e una semplice veste nera si era alzato e stava diritto davanti al corpo di Silente. Harry non riuscì a sentire che cosa diceva. Strane parole fluttuavano fino a loro sopra le centinaia di teste. «Nobiltà di spirito»… «contributo intellettuale»… «grandezza di cuore»… non voleva dire granché. Aveva poco a che fare con il Silente che Harry aveva conosciuto. Si ricordò di che cosa intendeva Silente per ‘qualche parola’: «Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre» e di nuovo dovette trattenere il sorriso… ma che cosa gli succedeva?
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   «E il nucleo?»
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   «Oh, mia cara» sorride la Skeeter, picchiettandomi affettuosamente sulle nocche, «sai anche tu quante informazioni si possono ottenere con una borsa gonfia di galeoni, il rifiuto di sentire la parola 'no' e una bella Penna Prendiappunti affilata! C'era la coda per gettare fango su Silente, del resto. Non tutti pensavano che fosse così straordinario, sai: ha pestato un sacco di piedi importanti. Ma il vecchio Doggi Doge può anche scendere dal suo Ippogrifo, perché io ho avuto accesso a una fonte per la quale molti giornalisti si venderebbero la bacchetta, una persona che non ha mai parlato pubblicamente prima d'ora e che è stata vicina a Silente nella fase più violenta e disturbata della sua giovinezza».
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   «Siediti!» esclamò zio Vernon. Harry inarcò le sopracciglia. «Per favore!» aggiunse zio Vernon, facendo una smorfia come se la formula gli si fosse imPigliata in gola.
La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7)

   Si sentiva accerchiato e ricattato: credevano che non sapesse che cosa avevano fatto per lui, non capivano che era proprio quella la ragione per cui voleva andarsene, perché non soffrissero ancora per colpa sua? Calò un lungo, imbarazzante silenzio. La cicatrice continuava a prudere e pulsare. Infine la signora Weasley chiese, per cambiare argomento: «Dov'È Edvige, Harry? Possiamo metterla di sopra con Leotordo e darle qualcosa da mangiare».
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Ma... sembra... di solito i demoni si mettono il Pigiama?»
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   Harry contemplò la creatura, un po' disgustato. Era umana per forma e taglia, e quello che indossava era chiaramente, ora che la sua vista si era adattata all'oscurità, un vecchio Pigiama di Ron. Harry era anche sicuro che i demoni in genere fossero viscidi e calvi, non pelosi e coperti di bolle viola acceso.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   Harry non aveva mai visto il cortile della Tana così tirato a lucido. I calderoni arrugginiti e i vecchi stivali di gomma che di solito ingombravano i gradini della porta erano spariti, rimpiazzati da due nuovi Cespugli Farfallini in grandi portavasi ai lati della soglia; anche senza vento, le foglie si agitavano Pigre con un gradevole effetto ondeggiante. Le galline erano state rinchiuse, il cortile spazzato e il giardino accanto potato, ripulito e agghindato, anche se Harry, a cui piaceva più selvatico, lo trovava triste senza il consueto drappello di gnomi saltellanti.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   Harry aprì gli occhi. Era di nuovo disteso sulla branda nella squallida soffitta di Ron. Il sole non era ancora sorto e la stanza era foderata di ombre. Vide Leotordo addormentato con la testa sotto la piccola ala. La cicatrice lo tormentava.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Guardò la gabbietta di Leotordo, concentrandosi... Perché il nome
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Godendosi la liberazione dalla Traccia, Harry spedì le cose di Ron in volo per tutta la stanza, svegliando Leotordo che prese a sbatacchiare agitato nella gabbia. Cercò anche di allacciarsi le scarpe da tennis con la magia (gli ci vollero parecchi minuti per poi slacciarle a mano) e, per il puro piacere di farlo, trasformò l'arancione delle divise sui poster dei Cannoni di Chudley in blu elettrico.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Dietro di lui, il tendone si apriva su file e file di fragili sedie dorate ai due lati di un lungo tappeto color porpora. Ai pali di sostegno erano intrecciati fiori bianchi e oro. Fred e George avevano fissato un enorme grappolo di palloncini anch'essi dorati sopra il punto preciso in cui Bill e Fleur sarebbero diventati marito e moglie. Fuori, farfalle e api volavano Pigre sull'erba e sulle siepi. Harry si sentiva a disagio: il ragazzo Babbano di cui aveva preso le sembianze era un po' più grasso di lui e l'abito da cerimonia era stretto e caldissimo nel fulgore della giornata estiva.
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

    venuto per farle complimenti. Con un ciPiglio cupo, chiese: «Chi è qvello con festito ciallo?»
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Posò a terra un grosso quadro incorniciato e prese la borsetta di perline da sopra la credenza. La aprì e ci Pigiò dentro il quadro che, nonostante fosse infinitamente troppo grande, dopo qualche secondo sparì, come molte altre cose, nei vasti recessi della borsa.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «E tu dovresti essere alla Tana che muori di spruzzolosi! Se c'È uno che non deve venire è Harry, ha una taglia di diecimila galeoni sulla testa...»
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Signora Cattermole, al suo arrivo al Ministero oggi le è stata requisita una bacchetta» stava dicendo la Umbridge. «Otto pollici e tre quarti, ciliegio, nucleo di pelo di unicorno. Riconosce la descrizione?»
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

    a meno di pensare che avrebbero causato un qual certo scomPiglio. Era appena giunto a questa spiacevole conclusione che l'ascensore si fermò sferragliando davanti a loro.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   «Lo so!» urlò lui in risposta. Incapace di trattenersi, prese a pugni l'aria: era più di quanto avesse osato sperare. Si mise a camminare su e giù per la tenda: sentiva che avrebbe potuto correre per un chilometro; non aveva nemmeno più fame. Hermione stava Pigiando di nuovo il ritratto nella bor sa di perline; chiuso il fermaglio, la gettò di lato e alzò il volto radioso verso Harry.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

    Queste scarse notizie gli suscitavano un desiderio di rivederla così intenso che gli sembrava di avere il mal di stomaco; ma lo costringevano anche a ripensare a Ron, a Silente, e alla stessa Hogwarts, che gli mancavano quasi quanto la sua ex fidanzata. Una volta, mentre Phineas Nigellus raccontava delle misure restrittive di Piton, in un istante di pura follia Harry immaginò di tornare a scuola per unirsi alla resistenza contro il nuovo Preside: essere nutrito, avere un letto morbido, e che il peso della responsabilità gravasse su altre spalle era la prospettiva più straordinaria del mondo, in quel momento. Ma poi ricordò di essere l'Indesiderabile Numero Uno, con una taglia di diecimila galeoni sulla testa, e Hogwarts in quei tempi era pericolosa quanto il Ministero della Magia. Ed era proprio Phineas Nigellus a sottolinearlo involontariamente, buttando lì domande insidiose sul luogo in cui si trovavano Harry e Hermione. Lei lo ricacciava nella borsetta ogni volta, dopodiché Phineas Nigellus si rifiutava invariabilmente di riapparire per diversi giorni.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Harry barcollò: la buia stanza maleodorante era di nuovo attorno a lui; non sapeva cosa fosse successo.
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Si svegliò bruscamente nel buio maleodorante; Nagini l'aveva lasciato andare. Si alzò a fatica e contro la luce del pianerottolo vide il serpente attaccare e Hermione gettarsi di lato con uno strillo: la sua maledizione, deviata, colpì la finestra che andò in frantumi. L'aria gelida invase la stanza, Harry si abbassò per evitare un'altra pioggia di vetri rotti e il suo piede scivolò su qualcosa di simile a una matita... la sua bacchetta...
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Non avevano tirato le tende, li vide distintamente nel piccolo salotto: l'uomo alto e bruno con gli occhiali faceva uscire sbuffi di fumo colorato dalla punta della bacchetta per divertire il piccolo con i capelli neri nel suo Pigiama azzurro. Il bambino rideva e cercava di afferrare il fumo, di acchiapparlo con la manina...
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Forzò la porta, gettò da un lato la sedia e le scatole frettolosamente accatastate con un Pigro gesto della bacchetta... lei era in piedi, il bambino in braccio. Nel vederlo, depose il piccolo nel lettino alle sue spalle e apri le braccia, come se potesse servire a qualcosa, come se nascondendolo sperasse di poter essere scelta al suo posto...
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   «Albus era fuori di sé per la morte di Ariana. Fu terribile per i due fratelli. Avevano perso tutti, restavano solo loro due. Non c'È da stupirsi che ci fosse tensione. Aberforth accusò Albus, come può succedere in circostanze così tragiche. Ma Aberforth era sempre un po' sopra le righe, povero ragazzo. Però, spaccare il naso di Albus al funerale non era una cosa da fare. Avrebbe distrutto Kendra vedere i suoi figli accaPigliarsi sul cadavere della sorella. Peccato che Gellert non fosse potuto restare per il funerale... sarebbe stato di conforto a Silente, almeno...»
Vita e Menzogne di Albus Silente (Cap. 18 Harry Potter 7)

   «Andremo in un posto più riparato» convenne, e tremando infilò una felpa sopra il Pigiama. «Mi sembrava sempre di sentire dei movimenti, là fuori. Ho persino creduto di vedere qualcuno, un paio di volte».
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   «Non è ancora escluso che lo rifaccia» arrivò la voce di Hermione soffocata da sotto le coperte, ma Harry vide Ron accennare un sorrisetto mentre prendeva il Pigiama marrone dallo zaino.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   «Chi comanda qui?» ruggì Greyback, celando il proprio momento di inadeguatezza. «Io dico che è Potter, e lui più la sua bacchetta fanno duecentomila galeoni tondi tondi! Ma se non avete il fegato di seguirmi, mi terrò tutto io, e con un po' di fortuna mi daranno anche la ragazza!»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Tanto vale portarli tutti. Abbiamo due Nati Babbani, e fanno dieci galeoni in più. Dammi anche la spada. Se sono rubini, è un'altra piccola fortuna».
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Un forte vento batteva contro le finestre della villetta quando Bill e Olivander partirono nel buio. Gli altri si strinsero attorno alla tavola: gomito a gomito, quasi senza lo spazio sufficiente a muoversi, cominciarono a mangiare. Il fuoco scoppiettava nel caminetto accanto a loro. Fleur, osservò Harry, giocherellava col cibo e continuava a guardare la finestra; Bill fu di ritorno alla fine della prima portata, i lunghi capelli scomPigliati dal vento.
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   Puntarono le bacchette in tutti gli angoli e le fessure, girando cauti su se stessi. Era impossibile non urtare qualcosa; Harry provocò una cascata di falsi galeoni che si unirono ai calici per terra, e non ci fu più posto dove
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Estrasse dalla tasca una moneta d'oro e Harry la riconobbe: era uno dei galeoni falsi che l'Esercito di Silente aveva usato per scambiarsi messaggi. «Sono eccezionali» disse Neville, con un gran sorriso a Hermione. «I Carrow non hanno mai scoperto come facevamo a comunicare, sono diventati pazzi. Uscivamo di soppiatto la notte e scrivevamo sui muri: 'Esercito di Silente, il reclutamento è ancora aperto', cose così. Piton le detestava».
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   Non riconobbe la stanza. Era enorme e assomigliava all'interno di una casa sull'albero particolarmente lussuosa, o forse a una gigantesca cabina di nave. Amache multicolori erano appese al soffitto e a una balconata che correva tutto intorno alle pareti rivestite di legno scuro e senza finestre, adorne di vivaci arazzi: Harry vide il leone d'oro di Grifondoro in campo scarlatto; il tasso nero di Tassorosso su fondo giallo, e il corvo di bronzo di Corvonero sul blu. Mancavano solo il verde e l'argento di Serpeverde. C'erano librerie traboccanti, alcuni manici di scopa appoggiati alle pareti, e nell'angolo una grossa radio nel suo mobiletto di legno.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «L'ho mandata a chiamare io» rispose Neville, mostrando il galeone falso. «Avevo promesso a lei e a Ginny che se foste arrivati gliel'avrei fatto sapere. Pensavamo che il tuo ritorno avrebbe significato la rivoluzione. Che avremmo rovesciato Piton e i Carrow».
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Ho ricevuto il messaggio» gli disse, mostrando il suo galeone falso, e andò a sedersi vicino a Michael Corner.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Per combattere, no?» rispose Dean, sfilando di tasca il suo galeone fal so. «Il messaggio diceva che Harry era tornato e che avremmo combattuto! Dovrò procurarmi una bacchetta, però...»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   I piedi di Luna apparvero dal nulla; Harry corse al suo fianco e lei fece ricadere il Mantello su di loro. La porta si aprì e una fiumana di Corvonero, tutti in Pigiama o in camicia da notte, si riversò nella sala comune. Ci furono strilli di sorpresa quando videro Alecto a terra priva di sensi. Lentamente si avvicinarono alla strega, come fosse una bestia feroce che avrebbe potuto svegliarsi da un momento all'altro e aggredirli. Poi un coraggioso bambino del primo anno le si avvicinò di corsa e le premette l'alluce sulla schiena.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   A quella vista Harry si sentì ribollire d'odio: di fronte all'enormità dei suoi crimini, aveva dimenticato i particolari dell'aspetto di Piton, quegli unti capelli neri che pendevano come due tende ai lati del volto e l'espressione morta, gelida dei suoi occhi. Non era in Pigiama, ma indossava il solito mantello nero e aveva anche lui la bacchetta sfoderata, pronto a combattere.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Harry!» esclamò ansimante, massaggiandosi il petto immenso sotto il Pigiama di seta verde smeraldo. «Mio caro ragazzo... che sorpresa... Minerva, ti prego, spiegami... Severus... cosa...?»
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Si separarono sul pianerottolo successivo: Harry e Luna tornarono di corsa all'ingresso nascosto della Stanza delle Necessità. Incrociarono gruppi di studenti, molti avvolti in mantelli da viaggio sopra il Pigiama. Insegnanti e prefetti li guidavano verso la Sala Grande.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Doveva essere Ardemonio!» Pigolò Hermione, lo sguardo fisso sui pezzi del diadema.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

    pietra. Grop spalancò la bocca storta, mettendo in mostra denti gialli e grandi come mezzi mattoni, poi si scagliarono l'uno contro l'altro con la ferocia di due leoni.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Dopo aver assicurato questa doppia connessione, legato i vostri destini più saldamente di quanto due maghi siano mai stati uniti nella storia, Voldemort ti attaccò con una bacchetta che aveva lo stesso nucleo della tua. E qui accadde qualcosa di molto strano, come sappiamo. I nuclei reagirono in un modo che Lord Voldemort, il quale non sapeva che la tua bacchetta era gemella della sua, non si aspettava.
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   «Muoviti» ordinò Voldemort, e Hagrid barcollò in avanti, aprendosi la strada fra gli alberi fitti, riattraversando la Foresta. I rami si imPigliavano ai capelli e agli abiti di Harry, che però rimase immobile, la bocca spalancata, gli occhi chiusi, e al buio, tra i Mangiamorte accalcati attorno a loro e Hagrid che singhiozzava disperato, nessuno guardò se una vena pulsava nel collo scoperto di Harry Potter...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   E ce n'erano altri, tanti altri che si lanciavano su per i gradini del castello: Charlie Weasley superò Horace Lumacomo, ancora con il suo Pigiama color smeraldo. Erano tornati alla testa di parenti e amici di tutti gli studenti di Hogwarts rimasti a combattere, insieme ai negozianti e agli abitanti di Hogsmeade. I centauri Cassandro, Conan e Magorian galopparono nella Sala in un rombo di zoccoli, e dietro Harry la porta che conduceva alle cucine venne scardinata da un'esplosione.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    E Amata s'imPigliò nell'armatura di un cavaliere dall'aspetto lugubre, in groppa a un cavallo magro fino all'osso.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)