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Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
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   ‘Mio caro Frate, non abbiamo forse dato a Pix tutte le possibilità che meritava? Non fa che gettare discredito sul nostro nome, e poi lo sai, non è neanche un vero e proprio fantasma... Ehi, dico, che cosa ci fate qui?’
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Un fascio di bastoni da passeggio fluttuava a mezz'aria davanti a loro e, quando Percy fece per avvicinarsi, quelli cominciarono a menargli colpi all'impazzata.
Pix’ sussurrò Percy a quelli del primo anno. ‘Un Poltergeist’. Poi, alzando la voce: ‘Pix... fatti vedere!’
Rispose un suono potente e volgare, come quando si fa uscire di colpo l'aria da un pallone.
‘Vuoi che vada dal Barone Sanguinario?’
Ci fu uno schiocco e un omino dai neri occhi maligni e una gran bocca apparve galleggiando nell'aria a gambe incrociate, e afferrò i bastoni.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Oooooooh!’ esclamò con una risata maligna. ‘Pivellini del primo anno. Ma che bello!’
Si gettò a capofitto su di loro. Tutti si chinarono per schivarlo.
‘Vattene, Pix, o dirò tutto al Barone, sta' sicuro!’ gli ringhiò Percy.
Pix svanì con una linguaccia, lasciando cadere i bastoni sulla testa di Neville. Lo udirono allontanarsi di corsa, sbatacchiando le armature al suo passaggio.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Dovete guardarvi da Pix’ disse Percy mentre riprendevano a camminare. ‘Il Barone Sanguinario è l'unico che riesca a controllarlo; Pix non dà retta neanche a noi prefetti. Eccoci arrivati’.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Ancor peggio di Pix, se possibile, era il custode Argus Gazza. Harry e Ron riuscirono a prenderlo per il verso sbagliato fin dalla prima mattina. Gazza li sorprese mentre cercavano di passare per una porta, che sfortunatamente risultò essere l'entrata al corridoio del terzo piano di cui era vietato l'accesso agli studenti. Non volle credere che si fossero smarriti, convinto com'era che stessero cercando di forzarne l'entrata di proposito, e minacciò di rinchiuderli in prigione, se non fosse stato per il professor Raptor che passava in quel momento e li salvò.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)


   Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era assai sgradevole quando uno di loro, all'improvviso, scivolava attraverso una porta che un ragazzo stava cercando di aprire. Nick-Quasi-Senza-Testa era sempre felice di indicare ai Grifondoro la giusta direzione, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a trabocchetto. Ti tirava in testa il cestino della carta straccia, ti sfilava il tappeto da sotto i piedi, ti lanciava addosso pezzi di gesso oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso e strillava: ‘PRESO!’
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘No, se non ci fai la spia, Pix. Ti prego!’
‘Dovrei proprio dirlo a Gazza’ disse Pix con voce serafica, ma gli occhi gli brillavano di cattiveria. ‘E' per il vostro bene, sapete?’ ‘Ma levati di mezzo!’ sbottò Ron colpendolo con forza... ma fu un grosso errore.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Era Pix. Li vide ed emise uno squittio di contentezza. ‘Zitto, Pix... per piacere... o ci farai espellere’.
Pix ridacchiò.
‘In giro per il castello a mezzanotte, pivellini? Ah, ah, ah! Sciocchi e insulsi, sarete espulsi!’
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Fuori, Pix!’ gli gridò. Pix lanciò il gessetto in un recipiente, facendolo risuonare rumorosamente, e sparì imprecando. La Mcgranitt gli sbatté la porta alle spalle e si voltò a guardare i due ragazzi.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   La professoressa indicò loro una classe che sarebbe stata vuota, non fosse stato per Pix, tutto intento a scrivere parolacce sulla lavagna.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘ALLIEVI fuori dalle camerate!’ cominciò a gridare Pix, ‘ALLIEVI fuori dalle camerate, nel CORRIDOIO degli INCANTESIMI!’ Si tuffarono sotto di lui e spiccarono una corsa con tutta la forza che avevano nelle gambe, dritti verso l'estremità del corridoio, dove andarono a sbattere contro una porta... chiusa a chiave.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Udirono dei passi: era Gazza, che correva più in fretta che poteva verso il punto da cui provenivano le grida di Pix.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Da che parte sono andati, Pix?’ stava chiedendo Gazza. ‘Svelto, parla!’
‘Di' "per favore"‘.
‘Non farmi perdere tempo, Pix. Dimmi, dove sono andati?’ ‘Non ti dirò un bel niente se non me lo chiedi per favore’ disse
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Pix con la sua fastidiosa cantilena.
‘E va bene... per favore!’
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘NIENTE! Ah-ha! Te l'avevo detto che non avrei detto niente se non dicevi per favore! Ha ha! Haaaa!’ E i ragazzi udirono Pix allontanarsi con un sibilo mentre Gazza, furente, lanciava maledizioni.
‘Crede che questa porta sia chiusa a chiave’ bisbigliò Harry. ‘Penso che siamo salvi... E piantala, Neville!’ Infatti, era un minuto circa che Neville tirava la manica della vestaglia di Harry. ‘Che cosa c'è?’
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)


   ‘Non chiederlo a me. Si dice che siano esseri veramente stupidi’ disse Ron. ‘Forse è stato Pix, per fare uno scherzo di Halloween’. Incontrarono vari gruppi di ragazzi che si affrettavano in direzioni diverse.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Si assicurò che Pix non fosse da quelle parti prima di chiudersi la porta alle spalle, e poi raccontò loro per filo e per segno tutto quel che aveva visto e sentito.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Quando giunse il momento di dire addio a Norberto, avrebbero anche potuto provare pena per Hagrid, se non fossero stati tanto preoccupati al pensiero di quel che avrebbero dovuto fare. Era una notte molto buia e nuvolosa, e arrivarono alla capanna con un po' di ritardo perché avevano dovuto aspettare nel salone d'ingresso che Pix la smettesse di giocare a tennis contro il muro e si togliesse di torno.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Ma certo, signore, ci conti, signore’ rispose Pix levandosi in alto. ‘Spero che passi una buona nottata, barone: io non la disturberò’.
E se la filò senza guardarsi indietro.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Oh, mi scusi tanto, Eccellenza Sanguinaria!’ disse con voce untuosa. ‘stato un deplorevole errore... non l'avevo vista... E per forza non l'avevo vista: lei è invisibile... Signore, perdoni l'innocente scherzetto di un povero vecchietto...!’
‘Ho da fare qui, Pix’ fece Harry sempre gracchiando. ‘Per questa notte, veda di starsene alla larga’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   Pix rimase tanto scioccato che stava per cadere giù dall'aria.
Ma si riprese in tempo e rimase a galleggiare a trenta centimetri dai gradini.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   Improvvisamente, Harry ebbe un'idea.
Pix’ disse piano, con voce roca e contraffatta, ‘il Barone Sanguinario ha le sue buone ragioni per rendersi invisibile’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   Non incontrarono nessun altro fino a quando non furono saliti al terzo piano. A metà della rampa c'era Pix che, ballonzolando a mezz'aria, scostava il tappeto nella speranza che qualcuno ci inciampasse.
‘Chi è là?’ chiese a un tratto mentre salivano. Poi socchiuse i maligni occhi scuri. ‘Anche se non vi vedo, lo so che siete lì. Siete mostricini, fantasmini o insulsi studentini?’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Capirai dopo, Neville’ disse Ron mentre lo scavalcavano e si coprivano con il mantello che rende invisibili.
Ma lasciare il compagno steso immobile per terra non sembrava molto di buon auspicio. Nervosi com'erano, vedevano Gazza nell'ombra di ogni statua, e in ogni alito di vento che soffiava a distanza credevano di sentire Pix che piombava su di loro.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    «Pix!» tuonò Gazza buttando via la penna in un impeto di rabbia. «Questa volta ti prendo, vedrai se non ti prendo!»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)


    Pix il Poltergeist era il folletto del castello, una minaccia volante dal ghigno malevolo, che viveva per provocare scompiglio e dare il tormento. A Harry, Pix non stava molto simpatico, ma non poté fare a meno di essergli grato per il suo tempismo. Confidava che qualsiasi danno avesse combinato (questa volta sembrava che l’avesse fatta grossa), avrebbe allontanato da lui l’attenzione di Gazza.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Quell’armadietto che scompare è stato molto utile!» stava dicendo allegramente a Mrs Purr. «Questa volta, gioia mia, Pix ce lo siamo tolto dai piedi».
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Molto bene… vattene pure… e acqua in bocca… non che… e comunque, se dici che non l’hai letta… ora vattene pure. Devo scrivere il rapporto di Pix… vattene».
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Ho convinto Pix a farlo cadere esattamente sopra l’ufficio di Gazza» disse Nick eccitato. «Ho pensato che potesse distrarlo…»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Salve, Pix» disse Harry cauto.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    A differenza dei fantasmi presenti, il folletto Pix era tutto meno che pallido e trasparente. Indossava un cappellino di carta arancione, una cravatta a farfalla che girava come un’elica, e sul faccione maligno era stampato un largo sorriso.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Vi ho sentito parlare della povera Mirtilla» disse Pix con gli occhi che gli danzavano nelle orbite. «Siete stati crudeli con la poverina». Fece un respiro profondo e gridò: «EHI! MIRTILLA!»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Oh, no, ti prego, Pix, non riferirle quel che ho detto, ci rimarrà malissimo» bisbigliò Hermione tutta affannata. «Non intendevo… Non mi importa se lei… Ehm, salve Mirtilla».
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «La signorina Granger stava proprio parlando di te…» le sussurrò subdolamente all’orecchio Pix.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Dicevo… dicevo che stasera sei veramente carina!» disse Hermione lanciando un’occhiataccia a Pix.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)


    «Non mi raccontate frottole» singhiozzò Mirtilla; ora le lacrime le inondavano la faccia, mentre Pix se la rideva felice sopra la sua spalla. «Pensate che non sappia quel che la gente mi dice dietro? Mirtilla grassona! Mirtilla racchiona! Mirtilla piagnona, malcontenta, Mirtilla che fa le boccacce!»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Ti sei dimenticata ‘Mirtilla brufolosa’» le sibilò Pix all’orecchio.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    La malcontenta Mirtilla scoppiò in singhiozzi disperati e abbandonò il sotterraneo. Lanciandole dietro le noccioline ammuffite, Pix la rincorse gridando: «Brufolosa! Brufolosa!»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Non ci ho fatto caso» rispose Mirtilla con aria melodrammatica. «Pix mi ha sconvolto così tanto, quella sera, che me ne sono venuta qui e ho cercato di ammazzarmi. Poi naturalmente mi sono ricordata che sono… che sono…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    Stava lì, in preda al panico, quando una porta accanto a lui si aprì di scatto e ne schizzò fuori Pix il Poltergeist.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Ora Pix svolazzava per aria, con un sorriso maligno, osservando la scena: a Pix era sempre piaciuta la confusione. Quando gli insegnanti si chinarono su Justin e su Nick-Quasi-Senza-Testa per esaminarli intonò la canzoncina:
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Smettila, Pix!» tuonò la McGranitt, e lui piroettò facendo una linguaccia a Harry.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Ernie Macmillan del Tassorosso non condivideva questa visione ottimistica. Era ancora convinto che il colpevole fosse Harry, che si era svelato durante il Duello. Pix non contribuiva certo a sdrammatizzare la situazione: continuava a spuntare nei corridoi affollati cantando «È Potter canaglia che infuria e si scaglia…», e per di più accompagnava la canzone con un balletto.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Alla fine decisero di non dirgli niente a meno che non si verificasse un’altra aggressione, e visto che i giorni passavano e la voce disincarnata non si faceva sentire, cominciarono a sperare che non ci sarebbe mai stato bisogno di chiedergli perché era stato espulso. Erano circa quattro mesi che Justin e Nick-Quasi-Senza-Testa erano stati pietrificati e quasi tutti sembravano dell’idea che l’aggressore, chiunque fosse, avesse rinunciato una volta per tutte. Pix si era finalmente stancato di canticchiare È Potter canaglia che infuria e si scaglia; un giorno, alla lezione di Erbologia, Ernie Macmillan chiese a Harry con grande gentilezza di passargli un secchio di funghi; e a marzo, nella Serra numero Tre, molte mandragole fecero festa a lungo e rumorosamente, il che rese molto felice la professoressa Sprite.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

   Lupin, che li guidò fuori dalla classe, lungo il corridoio deserto e oltre un angolo, dove la prima cosa che videro fu Pix il Poltergeist che fluttuava a mezz'aria a testa in giù e ficcava una gomma masticata nella toppa più vicina.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Pix fece finta di niente finché il professor Lupin non gli fu vicinissimo, poi agitò i piedi dalle dita arricciate e canticchiò:
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Per quanto in genere fosse maleducato e intrattabile, di solito Pix rispettava gli insegnanti. Tutti guardarono il professor Lupin per vedere come avrebbe risposto: con loro grande sorpresa, stava sorridendo.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   «Se fossi in te, Pix, toglierei quella cicca dalla toppa» disse in tono amabile. «O Mastro Gazza non riuscirà a prendere le sue scope».
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Gazza era il custode di Hogwarts, un mago fallito dal pessimo carattere, perennemente in guerra contro gli studenti e anche contro Pix. Comunque, Pix non prestò attenzione alle parole del professor Lupin e, anzi, fece una fragorosa pernacchia spruzzando saliva dappertutto.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Sollevò il braccio, disse «Waddiwasi!» e puntò la bacchetta verso Pix.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Con la forza di un proiettile, la pallottola di gomma da masticare schizzò fuori dalla toppa e s'infilò su per la narice sinistra di Pix, che sobbalzò e filò via imprecando.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Era Pix il Poltergeist, che fluttuava sopra la folla, soddisfattissimo, come sempre quando qualcosa non andava per il verso giusto.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Che cosa vuoi dire, Pix?» gli chiese Silente con calma, e il ghigno di Pix si attenuò: non osava farsi beffe di Silente. Invece mise fuori una vocetta untuosa, non più gradevole della sua risatina beffarda.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Oh, sì, Capodirettore, signore» disse Pix con l'aria di uno che culla una bomba. «Sa, si è arrabbiato moltissimo quando lei non l'ha lasciato entrare». Pix fece una capriola e rivolse un ghigno a Silente di sotto in su, con la testa che spuntava tra le gambe. «Che caratteraccio, quel Sirius Black».
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   La mattina dopo Harry si svegliò molto presto, così presto che era ancora buio. Per un attimo gli parve di essere stato svegliato dal fischio del vento, poi sentì una corrente fredda dietro il collo e sedette di scatto: Pix il Poltergeist gli aleggiava accanto e gli aveva soffiato nell'orecchio.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Pix gonfiò le guance, soffiò forte e schizzò fuori dalla stanza ridacchiando.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Harry cercò a tentoni la sveglia e la guardò. Erano le quattro e mezzo. Maledicendo Pix, si ridistese e cercò di riprendere sonno, ma era molto difficile, ora che era sveglio, ignorare il rombo del tuono, l'urto del vento contro i muri del castello e gli scricchiolii lontani degli alberi nella foresta proibita. Di lì a poche ore sarebbe stato fuori, sul campo da Quidditch, a combattere nella tempesta. Alla fine rinunciò a dormire, si alzò, si vestì, prese la sua Nimbus Duemila e uscì dal dormitorio senza fare rumore.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Era una mappa che mostrava ogni particolare del castello e del parco di Hogwarts. Ma la cosa davvero sorprendente erano le minuscole macchie d'inchiostro che si muovevano sulla carta, ciascuna contrassegnata da un nome scritto molto piccolo su un cartiglio. Stupefatto, Harry si curvò sulla cartina. Una macchiolina con il suo cartiglio nell'angolo superiore sinistro mostrava il professor Silente intento a camminare su e giù per il suo studio; il gatto del custode, Mrs Purr, si aggirava per il secondo piano, e Pix il Poltergeist al momento attraversava a balzi la sala dei trofei. E mentre il suo sguardo percorreva i familiari corridoi, Harry notò qualcos'altro.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Pix!» borbottò Harry, afferrando Hermione per il polso. «Qui dentro!»
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Si precipitarono in una classe deserta alla loro sinistra. Appena in tempo. Pix procedeva a balzi nel corridoio, ridendo come un pazzo, e sembrava di ottimo umore.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Aspettarono finché la voce maligna di Pix non si spense in lontananza, poi scivolarono di nuovo fuori dalla porta e ripresero a correre.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    Un grosso palloncino rosso pieno d’acqua era caduto giù dal soffitto sulla testa di Ron ed era esploso. Inzuppato e sputacchiante, Ron barcollò e urtò Harry; un secondo palloncino mancò per un soffio Hermione ed esplose ai piedi di Harry, sollevando un’ondata di acqua fredda sulle sue scarpe da tennis e fin dentro i calzini. I ragazzi intorno strillarono e presero a spintonarsi nel tentativo di uscire dalla linea di tiro. Harry alzò la testa: sei metri più su, a mezz’aria, Pix il Poltergeist, un omino con il berretto coperto di campanelle e il papillon arancione, prendeva la mira con la faccia maligna deformata dalla concentrazione.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Pix!» urlò una voce adirata. «Pix, vieni giù IMMEDIATAMENTE!»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Pix, scendi SUBITO!» abbaiò la professoressa McGranitt, raddrizzandosi il cappello a punta e gettando un’occhiataccia in su attraverso gli occhiali con la montatura squadrata.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Non faccio niente!» ridacchiò Pix, scagliando una bomba d’acqua contro alcune ragazze del quinto anno, che urlarono e si precipitarono in Sala Grande. «Sono già bagnati, no? Piccoli presuntuosi! Vaaaaaaai!» E colpi un gruppo di ragazzi del secondo anno che erano appena arrivati.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Chiamerò il Preside!» gridò la professoressa McGranitt. «Ti avverto, Pix…»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Pix tirò fuori la lingua, scagliò gli ultimi gavettoni e sfrecciò via su per la scalinata di marmo, ridendo come un pazzo.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Pix, naturalmente» disse Nick-Quasi-Senza-Testa scuotendo la testa, che oscillò pericolosamente. Sì sistemò la gorgiera un po’ più su e riprese: «La solita questione, sapete. Voleva partecipare al banchetto: be’, non se ne parla proprio, sapete com’è fatto, così tremendamente incivile, appena vede un piatto di cibo lo lancia. Abbiamo tenuto un consiglio di spettri — il Frate Grasso voleva che gli dessimo una possibilità — ma assai saggiamente, secondo me, il Barone Sanguinario è stato fermissimo».
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il Barone Sanguinario era lo spettro di Serpeverde, un fantasma magro e silenzioso coperto di macchie di sangue argentato. Era l’unico a Hogwarts in grado di controllare Pix.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Sì, l’avevamo capito che Pix sembrava eccitato per qualcosa» disse Ron cupo. «E allora che cos’ha combinato nelle cucine?»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Poi uscì dal buco del ritratto, salì nel castello silenzioso (ostacolato solo per un attimo da Pix, che cercò di rovesciargli addosso un grosso vaso a metà del corridoio del quarto piano), e infine giunse alla Guferia, che si trovava in cima alla Torre Ovest.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Cercò di buttar giù qualcosa per cena dopo Divinazione, poi tornò nell’aula vuota con Hermione, usando il Mantello dell’Invisibilità per evitare gli insegnanti. Continuarono ad allenarsi fino a mezzanotte passata. Sarebbero rimasti anche più a lungo, ma comparve Pix, che fingendo di credere che Harry volesse farsi tirare addosso le cose, cominciò a scaraventare sedie per la stanza. Harry e Hermione se ne andarono di corsa prima che il frastuono attirasse Gazza, e tornarono nella sala comune di Grifondoro, che ora era misericordiosamente vuota.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Il corpo insegnante di Hogwarts, nello sforzo continuo di impressionare i visitatori di Beauxbatons e Durmstrang, sembrava deciso a mostrare il castello al suo meglio per Natale. Quando le decorazioni furono tutte al loro posto, Harry notò che erano le più straordinarie che avesse mai visto a scuola. Ghiaccioli Sempiterni erano stati appesi ai corrimani della scalinata di marmo; i soliti dodici alberi di Natale della Sala Grande erano coperti di qualunque cosa, dalle bacche luminose di agrifoglio ad autentici gufi d’oro ululanti, e le armature erano state tutte stregate in modo da intonare canti di Natale quando qualcuno gli passava davanti. Era davvero una cosa straordinaria sentire Venite, fedeli cantato da un elmo vuoto che sapeva solo metà delle parole. Gazza il custode dovette estrarre parecchie volte Pix dalle armature, dove aveva preso l’abitudine di nascondersi, colmando le lacune nelle canzoni con rime di sua invenzione, tutte decisamente maleducate.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «Cosine da nionte» disse in tono sbrigativo, guardando le pareti scintillanti della Sala Grande. «Al palazzo di Beauxbatons abiamo sculture di ghiascio tutto intorno la Sala da Pranzo a Natale. Non si sciolgono, naturalmonte… sono grondi statue di diamonte che brillano. E il mongiare è sempliscemonte superbe. E abiamo cori di ninfe dei boschi, mentre mongiamo. Non abiamo quelle brutte armature nei corridoi, e se un Poltergeist mai ontra a Beauxbatons, viene espulso comme ça». E colpi sonoramente il tavolo con la mano.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Fuori, nel buio corridoio, Harry studiò la Mappa del Malandrino per controllare che la strada fosse ancora libera. Sì, i puntini con i nomi di Gazza e Mrs Purr erano ancora al sicuro nei loro uffici… tutto sembrava immobile tranne Pix, che saltellava nella sala dei trofei al piano di sopra… Harry aveva fatto il primo passo verso la Torre di Grifondoro, quando qualcos’altro sulla mappa attrasse la sua attenzione… qualcosa di decisamente strano.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Pix non era la sola cosa in movimento. Un singolo puntino volteggiava in una stanza nell’angolo in basso a sinistra: l’ufficio di Piton. Ma il puntino non era marchiato “Severus Piton”… era Bartemius Crouch.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Pix
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Che cos’è questo fracasso? Vuoi svegliare tutto il castello? Ti prenderò, Pix, ti prenderò, sai… e questo cos’è?»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    I passi di Gazza si arrestarono; si udì un tintinnio di metallo contro metallo, e l’ululato s’interruppe. Gazza aveva raccolto l’uovo e l’aveva chiuso. Harry rimase immobile, una gamba ancora incastrata profondamente nel gradino magico, in ascolto. Da un momento all’altro, Gazza avrebbe scostato l’arazzo, aspettandosi di vedere Pix… e non ci sarebbe stato nessun Pix… ma se avesse salito le scale, avrebbe visto la Mappa del Malandrino… e, Mantello dell’Invisibilità o no, la mappa avrebbe mostrato un “Harry Potter” nel punto esatto in cui si trovava lui.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Pix!» ruggì Gazza trionfante. «Hai rubato!»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Ti nascondi, eh?» disse piano. «Vengo a prenderti, Pìx… hai rubato un enigma del Tremaghi, Pix… Silente ti butterà fuori di qui per questo, sporco ladruncolo di un Poltergeist…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «È Pix, professore» sussurrò Gazza, malevolo. «Ha gettato quest’uovo giù dalle scale».
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Pix?» disse piano Piton, guardando l’uovo tra le mani di Gazza. «Ma Pix non avrebbe potuto entrare nel mio ufficio…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «… L’ha tirato Pix, professore…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Ma Pix non poteva…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Gazza guardò con desiderio su per le scale, passando da parte a parte Harry, che capì che esitava a rinunciare all’opportunità di incastrare Pix. Vai, lo supplicò in silenzio, vai con Piton… vai… Mrs Purr spiava da dietro le gambe di Gazza… Harry ebbe la netta impressione che riuscisse a fiutarlo… perché aveva riempito la vasca con tutta quella schiuma profumata?
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Il fatto è, professore» disse Gazza in tono supplichevole, «che il Preside dovrà starmi a sentire questa volta, Pix ha rubato a uno studente, potrebbe essere la mia occasione per farlo espellere dal castello una volta per tutte…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Gazza, non m’importa un accidente di quel maledetto Poltergeist, è il mio ufficio che è…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Io e il professor Piton abbiamo sentito dei rumori, professore» disse subito Gazza. «Pix il Poltergeist, che buttava roba in giro come al solito… e poi il professor Piton ha scoperto che qualcuno è penetrato nel suo uff…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «No!» disse Gazza, stringendo l’uovo come se fosse il suo figlioletto primogenito. «Professor Moody, questa è la prova della slealtà di Pix
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Piton scese le scale e oltrepassò Moody senza aggiungere una parola. Gazza richiamò Mrs Purr, che fissò Harry con sguardo vacuo per qualche altro istante prima di voltarsi e seguire il suo padrone. Col respiro ancora affannoso, Harry sentì Piton allontanarsi lungo il corridoio; Gazza tese a Moody l’uovo, e sparì a sua volta, borbottando rivolto a Mrs Purr: «Non importa, carina… domattina andremo da Silente… gli diremo che cos’ha combinato Pix…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Lui lo prese e uscì dall’aula senza fiatare, senza nemmeno voltarsi a guardare Ron e Hermione. Sbatté la porta alle proprie spalle, percorse in fretta il corridoio con il biglietto per la McGranitt stretto in mano, e voltando un angolo cozzò contro Pix il Poltergeist, un ometto con una gran bocca che svolazzava sulla schiena a mezz’aria, facendo il giocoliere con parecchi calamai.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Ma guarda, è Pottino Potter!» chiocciò Pix, lasciando cadere due calamai che si frantumarono a terra e schizzarono le pareti di inchiostro; Harry balzò indietro con un ringhio.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Alla larga, Pix».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Oooh, Potteruccio fa i capricci» disse Pix; inseguì Harry lungo il corridoio sfrecciando sopra di lui e guardandolo con astio. «Che cosa c’è questa volta, caro il mio amico Potty? Senti delle voci? Hai delle visioni? Parli delle strane…» e diede in una pernacchia gigante, «lingue?»
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Ho detto di lasciarmi IN PACE!» urlò Harry, scendendo di corsa la più vicina rampa di scale, ma Pix scivolò con la schiena lungo il corrimano.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «In molti son convinti che blateri insensato, alcuni, più gentili, lo danno per malato, ma Pix lo sa benissimo che Potty è un po’ suonato…»
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Si può sapere perché diamine urli, Potter?» scattò, mentre Pix gongolava allegramente e sfrecciava via. «Perché non sei a lezione?»
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Io non andrei da quella parte se fossi in te» disse Nick-Quasi-Senza-Testa, attraversando una parete appena davanti a Harry che scendeva per il corridoio. «Pix sta tramando uno spassoso scherzo ai danni della prossima persona che passerà davanti al busto di Paracelso a metà del corridoio».
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Deglutì, si tamponò le guance umide con l’orlo dello scialle, poi trasse dalla manica un fazzolettino ricamato e si soffiò il naso con un rumore che ricordava una delle pernacchie di Pix.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    Durante la ricreazione, ebbero il permesso di restare dentro la scuola per via della fitta pioggia. Trovarono posto in un’aula rumorosa e affollata al primo piano, in cui Pix vagava sognante dalle parti del lampadario, soffiando di tanto in tanto bolle d’inchiostro sulla testa di qualcuno. Si erano appena seduti quando Angelina venne loro incontro, facendosi largo a fatica tra i gruppi di studenti chiacchieroni.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Pix li sorvolò a pancia in giù, con la cerbottana pronta; con un gesto automatico, i tre si ripararono la testa con le borse finché non li ebbe superati.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Una bolla d’inchiostro passò sibilando accanto a loro e colpì Katie Bell in pieno orecchio. Hermione vide Katie alzarsi e cominciare a scagliare oggetti contro Pix; qualche istante dopo parlò di nuovo, e parve scegliere le parole con molta cura.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Hermione si morse il labbro e non rispose. La campanella suonò proprio mentre Pix passava in volo su Katie e le vuotava sulla testa un calamaio intero.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Arrivò dicembre e portò con sé altra neve e un’autentica valanga di compiti per gli allievi del quinto anno. I doveri di prefetto di Ron e Hermione divennero ancora più gravosi via via che Natale si avvicinava. Furono incaricati di sovrintendere alla decorazione del castello («Provaci tu ad appendere un festone quando all’altro capo c’è Pix che tenta di strozzarti» disse Ron), di sorvegliare gli allievi del primo e del secondo anno che dovevano trascorrere gli intervalli all’interno per via del freddo pungente («E fanno anche gli arroganti, quei mocciosi, noi non eravamo così maleducati al primo anno» osservò Ron) e di pattugliare i corridoi a turno con Argus Gazza, che sospettava che lo spirito vacanziero potesse esprimersi in improvvisi duelli di magia («Ha il letame al posto del cervello, quello lì» commentò Ron furioso). Erano così impegnati che Hermione aveva perfino smesso di sferruzzare berretti da elfo e si rammaricava perché gliene mancavano solo tre.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «Sissignore… glielo dicevo da anni, a Silente, che era troppo tenero con voialtri». Sbottò in una risatina maligna. «Voi sudicioni non avreste mai tirato una sola Pallottola Puzzola se aveste saputo che potevo cavarvi la pelle a frustate! E nessuno avrebbe osato lanciare Frisbee Zannuti nei corridoi se avessi potuto appendervi per le caviglie nel mio ufficio! Ma quando entrerà in vigore il Decreto Didattico Numero Ventinove, allora avrò mano libera… e lei ha chiesto al Ministro di firmare un ordine per l’espulsione di Pix… oh, sì! Le cose saranno molto diverse, con lei al timone…»
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Era come la sera del licenziamento della Cooman. Gli studenti erano in piedi lungo le pareti (alcuni, notò Harry, coperti di una sostanza stranamente simile a Puzzalinfa), e c’erano anche insegnanti e fantasmi. Tra la folla spiccavano i membri della Squadra d’Inquisizione, che ostentavano un’aria estremamente compiaciuta; Pix, librandosi al di sopra della calca, guardava Fred e George che — immobili al centro — avevano l’espressione inconfondibile di chi è appena stato incastrato.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «FERMATELI!» strepitò lei, ma troppo tardi. All’avvicinarsi della Squadra d’Inquisizione, Fred e George si staccarono dal pavimento, schizzando a quasi cinque metri da terra, il piolo di ferro che oscillava minaccioso sotto di loro. Fred individuò il Poltergeist che, al capo opposto della Sala, si librava alla sua stessa altezza.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Falle vedere i sorci verdi anche per noi, Pix».
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    E Pix, che fino ad allora Harry non aveva mai visto prendere ordini da nessuno, levò il berretto a sonagli e scattò sull’attenti mentre, fra gli applausi tumultuosi degli altri studenti, Fred e George eseguivano un’inversione di marcia e sfrecciavano fuori dal portone, verso il tramonto radioso.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Ma nemmeno i consumatori di Merendine Marinare potevano competere col signore del caos, Pix, che evidentemente aveva preso a cuore le parole di congedo di Fred. Ridacchiando come un folle, sfrecciava per la scuola rovesciando tavoli, sbucando a sorpresa dalle lavagne, capovolgendo statue e vasi; e per ben due volte chiuse Mrs Purr dentro un’armatura, dalla quale fu estratta ululante dal custode furioso. Pix frantumava lanterne e spegneva candele, faceva volteggiare torce fiammeggianti sulle teste degli studenti atterriti, scagliava ordinate pile di pergamene tra le fiamme o fuori dalla finestra; aprì tutti i rubinetti dei bagni, inondando il secondo piano; rovesciò un sacco pieno di tarantole in mezzo alla Sala Grande durante la colazione; e quando aveva voglia di rilassarsi, svolazzava per ore dietro alla Umbridge, facendole una pernacchia ogni volta che lei apriva bocca.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Di tutto il personale, soltanto Gazza sembrava intenzionato ad aiutarla. Addirittura, una settimana dopo la fuga di Fred e George, Harry vide la professoressa McGranitt passare accanto a Pix che trafficava intorno a un lampadario di cristallo, e poteva giurare di averla sentita sussurrare al Poltergeist: «Si svita dall’altra parte».
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Bene». Hermione prese a camminare avanti e indietro fra i banchi, torcendosi le mani. «Bene… vediamo… qualcuno di noi deve andare dalla Umbridge e… e spedirla dalla parte sbagliata, il più lontano possibile dall’ufficio. Potrebbe dirle… non so… che Pix sta combinando qualche disastro come al solito…»
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Ci vado io» si offrì subito Ron. «Le dirò che sta distruggendo il Dipartimento di Trasfigurazione, che è a chilometri dal suo. Adesso che ci penso, se strada facendo incontrassi Pix, potrei convincerlo a distruggerlo per davvero».
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Allora, Potter» disse. «Ha piazzato un paio di sentinelle attorno al mio ufficio e ha mandato quell’idiota» accennò a Ron, il che fece ridere Malfoy perfino più forte, «a raccontarmi che il Poltergeist combinava disastri nel Dipartimento di Trasfigurazione, mentre sapevo benissimo che era impegnato a sparare inchiostro sulle lenti di tutti i telescopi della scuola… come mi aveva appena riferito il signor Gazza. A quanto pare, aveva fretta di parlare con qualcuno. Con Albus Silente, forse? O con quell’ibrido… Hagrid? Dubito che si trattasse di Minerva McGranitt… ho sentito che sta troppo male per parlare con chiunque».
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    La professoressa Umbridge lasciò Hogwarts il giorno prima della fine delle lezioni. Sgattaiolò fuori dall’infermeria all’ora di cena, nella chiara speranza di allontanarsi inosservata, ma purtroppo per lei incontrò Pix, che afferrò al volo l’ultima possibilità di obbedire a Fred e la inseguì allegramente fino al cancello, picchiandola un po’ con un bastone da passeggio, un po’ con una calza piena di gesso. Molti studenti corsero nella Sala d’Ingresso per assistere alla sua fuga, e i Direttori delle Case tentarono con scarsa convinzione di fermarli. Per la precisione, dopo qualche fiacca protesta la professoressa McGranitt tornò a sedersi al tavolo degli insegnanti esprimendo a gran voce il disappunto per non poterla inseguire personalmente dal momento che Pix le aveva preso il bastone.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «AHA!» urlò una voce dall’alto, ed entrambi sussultarono; senza accorgersene erano appena passati sotto Pix, appeso a testa in giù a un lampadario, con un ghigno malvagio.
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    Perplesso, Ron seguì Harry di corsa su alla Torre di Grifondoro. Furono trattenuti da Pix, che aveva chiuso una porta al quarto piano e si rifiutava di lasciar passare chiunque a meno che non si desse fuoco alle mutande, ma Harry e Ron si limitarono a tornare indietro e a prendere una delle loro fidate scorciatoie. Di lì a cinque minuti varcavano il buco del ritratto.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Penso che ha cento e cento idee, con un cervello come il suo» rispose Hagrid con fermezza. «Ma non sa chi ha mandato la collana e nemmeno chi ha messo il veleno in quel vino, se no li avevano già presi, no? Quello che a me mi preoccupa» proseguì, a bassa voce e guardandosi indietro (Harry, per sicurezza, controllò che non ci fosse Pix sul soffitto), «è quanto tempo Hogwarts può stare aperta se c’è qualcuno che ce l’ha con i ragazzi. È la stessa storia della Camera dei Segreti, no? Ci sarà panico, altri genitori che ritirano i ragazzi, e in un baleno quelli del Consiglio…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Harry non se lo fece dire due volte; sia lui che Hermione corsero via, e le voci di Hagrid e Gazza echeggiarono dietro di loro. Oltrepassarono Pix vicino alla svolta per la Torre di Grifondoro, ma il Poltergeist filava allegramente verso la fonte delle urla, ridacchiando e gridando:
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Se scateni liti, o guai chiama Pix e li raddoppierai!
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Due elfi domestici si rotolavano sul pavimento: uno indossava uno striminzito pullover ruggine e parecchi cappelli di lana, l’altro un vecchio straccio sudicio legato sui fianchi come un perizoma. Poi si udì un altro schiocco sonoro, e Pix il Poltergeist apparve a mezz’aria sopra gli elfi in lotta.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «… scalcia, graffia!» gridò Pix allegramente, scagliando gessetti sugli elfi per aizzarli. «Pizzica, sgomita!»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Non riuscirono a scoprire che cosa di preciso avrebbe detto la padrona di Kreacher, perché in quel momento Dobby gli affondò il pugnetto nodoso in bocca e gli staccò metà dei denti. Harry e Ron balzarono giù dai letti e li separarono. I due elfi continuavano a cercare di colpirsi, istigati da Pix che svolazzava attorno alla lampada strillando: «Ficcagli le dita su per il nasino, sturalo bene e tiragli le orecchie…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Harry puntò la bacchetta contro Pix e ordinò: «Languelingua!»Pix si strinse le mani alla gola, deglutì e volò via dalla stanza facendo gesti osceni ma senza poter parlare, perché la lingua gli si era incollata al palato.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

   Mentre tornava furtivo al castello, Harry sentì l’effetto della Felix Felicis dissiparsi. La porta d’ingresso era rimasta aperta, ma al terzo piano incontrò Pix ed evitò la punizione per un pelo, tuffandosi in una delle sue scorciatoie. Quando arrivò al ritratto della Signora Grassa e si sfilò il Mantello dell’Invisibilità, non fu sorpreso di trovarla assai poco collaborativa.
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    Corse fuori dalla sala comune e attraversò a razzo il settimo piano, incrociando solo Pix, che con aria annoiata gli gettò addosso pezzetti di gesso e ridacchiò sonoramente scansando la sua fattura difensiva. Quando Pix fu sparito, il silenzio calò nei corridoi; mancavano solo quindici minuti al coprifuoco e quasi tutti erano già tornati nelle sale comuni.
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    Andò alla porta e gliela aprì. Harry corse giù per la scala a chiocciola e lungo il corridoio deserto. Aveva lasciato il Mantello dell’Invisibilità in cima alla Torre di Astronomia, ma non gli importava; nessuno lo vide passare nei corridoi, nemmeno Gazza, Mrs Purr o Pix. Non incontrò anima viva finché non svoltò nel corridoio che portava alla sala comune di Grifondoro.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

   Il canto aumentava di volume man mano che si avvicinavano. Harry sentì un nodo alla gola, gli ricordava Hogwarts, Pix che ululava versioni volgari delle carole da dentro le armature, i dodici alberi di Natale nella Sala Grande, Silente che indossava un cappello che aveva trovato in un petardo magico, Ron col suo golf fatto a maglia...
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Harry aveva vagato molte volte per il castello di notte, ma mai con il cuore che gli martellava così forte, né mai era stato così importante non farsi intercettare. Oltrepassarono quadrati di luce lunare sul pavimento, armature i cui elmi cigolarono al rumore dei loro passi felpati, angoli dietro i quali si nascondeva chissà che cosa. Controllavano la Mappa del Malandrino non appena la luce lo consentiva e si fermarono due volte per lasciar passare un fantasma senza attirare la sua attenzione. Harry si aspettava di incontrare un ostacolo da un momento all'altro; temeva soprattutto Pix e tendeva l'orecchio a ogni passo per sentire in anticipo i segnali della sua presenza.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «È lì che devono essere, pezzo di deficiente!» urlò la McGranitt. «Adesso vada a fare qualcosa di costruttivo! Trovi Pix
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «P-Pix?» balbettò Gazza, come se non avesse mai sentito prima quel nome.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

    «Sì, Pix, idiota, Pix! è un quarto di secolo che si lagna di lui! Vada a prenderlo, subito!»
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Scesero di corsa un'altra scala e finirono in un corridoio affollato di duellanti. I ritratti ai due lati erano stipati di figure che urlavano consigli e incoraggiamenti, mentre i Mangiamorte, mascherati e no, lottavano contro studenti e insegnanti. Dean si era procurato una bacchetta, perché era alle prese con Dolohov, mentre Calì fronteggiava Travers. Harry, Ron e Hermione alzarono subito le bacchette, pronti ad aiutarli, ma i duelli erano così rapidi che rischiavano di colpire un amico. Rimasero all'erta, aspettando l'occasione per intervenire, quando sentirono un altissimo wiiiiiiiiiii! Harry alzò lo sguardo e vide Pix sfrecciare in alto scagliando baccelli di Pugnacio: i Mangiamorte si ritrovarono con la testa in un groviglio di tuberi verdi che si contorcevano come grassi vermi.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Da qualche parte in lontananza sentirono Pix che sfrecciava nei corridoi intonando un canto di vittoria di propria composizione:
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Ciao, Al» disse Harry, mentre il figlio lo abbracciava. «Non dimenticare che Hagrid ti ha invitato a prendere il tÈ venerdì prossimo. Non perdere tempo con Pix. Non sfidare a duello nessuno finché non avrai imparato. E non farti prendere in giro da James».
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)