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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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   Harry guardò il gigante. Voleva dirgli grazie, ma le parole si persero prima di arrivargli alle labbra, e quel che invece gli uscì detto fu: ‘Chi sei?’
Il gigante ridacchiò.
‘Giusto, va', non mi sono presentato. Rubeus Hagrid, Custode delle Chiavi e dei Luoghi a Hogwarts’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Il gigante bevve un sorso di tè e si asciugò la bocca col dorso della mano.
‘Chiamami Hagrid’ disse, ‘tutti mi chiamano così. E ho il piacere di informarti che sono il Custode delle Chiavi a Hogwarts. Naturalmente, saprai tutto di Hogwarts’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Mi spiace?’ abbaiò Hagrid voltandosi a guardare i Dursley che si ritrassero in un angolo buio. ‘a loro che deve dispiacere! Sapevo che non ti venivano consegnate le lettere, ma... che non sapessi niente di Hogwarts! Non ti sei mai chiesto dove i tuoi genitori avevano imparato tutto quel po' po' di roba che sapevano?’
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   SCUOLA DI MAGIA
E STREGONERIA DI Hogwarts
Direttore: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi)
Caro Mr Potter, siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1o settembre.
Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Con ossequi,
Minerva Mcgranitt
Vicedirettrice
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Questo non me lo aspettavo proprio’ disse con voce bassa e preoccupata. ‘Quando Silente mi ha detto che potevo avere qualche difficoltà a portarti via, non avevo idea di quanto tu non sapevi. Oh, Harry, non so se sono la persona giusta per dirtelo... ma qualcuno deve pure: non puoi andare a Hogwarts senza sapere’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)


   Naturalmente, qualcuno cercò di fermarlo... e lui lo uccise. In modo orribile. Uno dei pochi posti ancora sicuri era Hogwarts.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Ora, e qui si arriva alla tua mamma e al tuo papà, erano i migliori che io ho mai conosciuto. Ai loro tempi, erano i primi della scuola, a Hogwarts. Il mistero è perché Tu-Sai-Chi non ha cercato mai di tirarli dalla sua parte... Forse sapeva che erano troppo vicini a Silente e non volevano avere niente a che fare con il Lato Oscuro.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   Harry tornò a guardare Hagrid con un sorriso, e si accorse che il gigante glielo ricambiava apertamente. ‘Visto?’ disse Hagrid. ‘Harry Potter non è un mago? Aspetta e vedrai: presto sarai famoso, a Hogwarts!’ Ma zio Vernon non era intenzionato a cedere senza dar battaglia.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Se lui vuole andarsene, neanche un grosso Babbano come te riuscirà a fermarlo’ ringhiò Hagrid. ‘Impedire al figlio di Lily e James Potter di andare a Hogwarts! Roba da pazzi! Il suo nome è scritto da quando è nato. Frequenterà la migliore scuola di stregoneria e sortilegio del mondo. Sette anni laggiù e non si riconoscerà più neanche lui. Starà insieme a giovani della sua specie, tanto per cambiare, sotto il più grande direttore che Hogwarts ha mai avuto, Albus Silen...’
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Che non ti scappi con nessuno, a Hogwarts, eh?’ disse. ‘Ehm... vedi, secondo la regola, io non dovrei fare magie. Mi è stato permesso di farne qualcuna, ma solo per seguire te e per portarti le lettere e robe del genere... e questa era una delle ragioni per cui desideravo tanto ricevere questo incarico’.
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Perché non ti è permesso fare magie?’ chiese Harry. ‘Oh, be', sai... anch'io un tempo frequentavo la scuola di Hogwarts, ma... ehm... per dirla tutta, sono stato espulso. Al terzo anno. Mi hanno spezzato la bacchetta magica a metà, eccetera eccetera. Ma Silente mi ha permesso di rimanere come guardiacaccia. Grand'uomo, Silente!’
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   SCUOLA di MAGIA e
STREGONERIA di Hogwarts
Uniforme
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)
Un mantello invernale (nero con alamari d'argento)
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere
contrassegnati da una targhetta con il nome.
Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli Incantesimi, Volume primo, di Miranda Gadula
Storia della Magia, di Bathilda Bath
Teoria della Magia, di Adalbert Incant
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro
Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di Dante Tremante
Altri accessori
1 bacchetta magica
1 calderone (in peltro, misura standard 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d'ottone
Gli allievi possono portare anche un gufo, oppure un gatto, oppure un rospo.
Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l'uso di manici di scopa personali.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Certo’ rispose Hagrid. ‘Naturalmente, come ministro volevano Silente, ma lui non lascerebbe mai Hogwarts, e così l'incarico è andato al vecchio Cornelius Caramell. E' pasticcione come pochi: perciò, tutte le mattine intruppa Silente di gufi, per chiedere consigli’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Presero posto nella barca. Ma Harry continuava a guardare Hagrid, cercando di immaginarlo volare.
‘Che seccatura dover remare, però’ disse Hagrid lanciando a Harry un'altra delle sue occhiate in tralice. ‘Io cerco di fare un po' più in fretta; ti va di non dire niente, quando saremo a Hogwarts?’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Folletti?’
‘Sì... E bisogna essere matti per tentare una rapina, te lo dico io. Con i folletti non si scherza. La Gringott è il posto più sicuro del mondo, se vuoi mettere qualcosa al sicuro... tranne Hogwarts, forse. Ora che ci penso, alla Gringott ci devo andare in tutti i modi. Per Silente. Questioni che riguardano Hogwarts’. Hagrid gonfiò il petto tutto fiero. ‘In genere lui mi manda a fare le sue commissioni importanti. Venire a prendere te... portargli certe cose dalla Gringott... Sa che di me si può fidare, capisci?
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)


   ‘Non posso, Tom, sono in servizio per Hogwarts’ disse il gigante dando una grossa pacca con la manona sulla spalla di Harry, al quale si piegarono le ginocchia.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Si fece largo un giovanotto pallido dall'aria molto nervosa. Aveva un tic a un occhio.
‘Professor Raptor!’ disse Hagrid. ‘Harry, il professore sarà uno dei tuoi insegnanti a Hogwarts’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Questo non te lo posso dire’ rispose Hagrid con fare misterioso. ‘E' una cosa segretissima. Faccende di Hogwarts. Silente mi ha dato fiducia. Non è nei miei compiti dirtelo’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Hogwarts, caro?’ chiese quando Harry cominciò a parlare. ‘Ho qui tutto l'occorrente... Di là c'è un altro giovanotto che sta provando l'uniforme’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Ciao’ disse il ragazzo. ‘Anche tu a Hogwarts?’
‘Sì’ rispose Harry.
‘Mio padre, nel negozio qui accanto, mi sta comperando i libri, e mia madre sta guardando le bacchette magiche, un po' più avanti’ disse il ragazzo. Aveva una voce annoiata e strascicata. ‘Dopo li trascinerò via per andare a vedere le scope da corsa. Non capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di personali. Penso che costringerò mio padre a comperarmene una e la porterò dentro di straforo, in un modo o nell'altro’.
A Harry ricordò molto Dudley.
‘E tu ce l'hai, un manico di scopa tuo?’ proseguì il ragazzo.
‘No’ disse Harry.
‘Sai giocare a Quidditch?’
‘No’ rispose di nuovo Harry chiedendosi in cuor suo di che cosa mai stesse parlando.
‘Io sì. Papà dice che sarebbe un delitto se non mi scegliessero per far parte della squadra del mio dormitorio, e devo dire che sono proprio d'accordo. Tu sai già in quale dormitorio andrai a stare?’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Quello è Hagrid’ disse Harry tutto contento di sapere qualcosa che il ragazzo ignorava. ‘Lavora a Hogwarts’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Io non penso che dovrebbero permettere agli "altri" di frequentare, non trovi? Loro non sono come noi, non sono capaci di fare quello che facciamo noi. Pensa che alcuni, quando hanno ricevuto la lettera, non avevano mai neanche sentito parlare di Hogwarts. Secondo me, dovrebbero limitare la frequenza alle più antiche famiglie di stregoni. A proposito, tu come ti chiami di cognome?’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Bene, penso che ci rivedremo a Hogwarts’ si congedò il ragazzo, sempre con la stessa parlata lenta e strascicata.
Harry gustò in silenzio il gelato che Hagrid gli aveva comperato (cioccolato e lamponi con granella di noccioline).
‘Che cosa c'è?’ chiese Hagrid.
‘Niente’ mentì Harry. Si fermarono per acquistare pergamena e penne d'oca. Harry divenne di un umore un po' più allegro quando trovò una bottiglia d'inchiostro che, scrivendo, cambiava colore. Una volta fuori dal negozio chiese: ‘Hagrid, che cos'è il Quidditch?’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘E che cosa sono Serpeverde e Tassorosso?’
‘Sono dormitori. A Hogwarts ce ne sono quattro. Tutti dicono che quelli di Tassorosso sono un branco di mollaccioni, ma...’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Vol... oh, scusa... Tu-Sai-Chi è stato a Hogwarts?’
‘Tanti anni fa’ disse Hagrid.
Comperarono i libri di testo per Harry in un negozio chiamato Il ghirigoro dove gli scaffali erano stipati fino al soffitto di libri grossi come lastroni di pietra e rilegati in pelle; libri delle dimensioni di un francobollo, foderati in seta; libri pieni di simboli strani e alcuni con le pagine bianche. Anche Dudley, che non leggeva mai niente, avrebbe fatto pazzie per metterci le mani sopra. Hagrid dovette quasi trascinare via Harry da Maledizioni e Contromaledizioni (Stregate gli amici e confondete i nemici con l'ultimo grido delle vendette: caduta dei capelli, gambe di ricotta, lingua legata e molte altre ancora) del professor Vindictus Viridian.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)


   ‘Non preoccuparti, Harry. Imparerai presto. A Hogwarts tutti i principianti sono uguali. Starai benone. Basta che sei te stesso. Lo so che è dura. Tu sei un prescelto, e questo fa sempre la vita difficile. Ma starai benissimo a Hogwarts... così è stato per me, e lo è ancora, davvero’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Questo è il biglietto per Hogwarts’ disse. ‘1o settembre, King's Cross... è tutto scritto sul biglietto. Se hai problemi con i Dursley, spediscimi una lettera con la tua civetta, lei saprà dove trovarmi... A presto, Harry’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Albus Silente, attuale preside di Hogwarts. Considerato da molti il più grande mago dell'era moderna, Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di drago e per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel. Il professor Silente ama la musica da camera e il bowling.’
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   In quel momento apparve il maggiore dei fratelli. Si era già cambiato d'abito e indossava l'ampia uniforme nera di Hogwarts, e Harry notò che sul petto gli brillava un distintivo d'argento con su incisa la lettera P.
‘Non posso trattenermi a lungo, mamma’ disse. ‘Sono sulla carrozza di testa, i prefetti hanno due scompartimenti riservati...’
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Non piangere, Ginny, ti manderemo stormi di gufi’. ‘Ti manderemo una tazza del gabinetto da Hogwarts’. ‘Ma George!’
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Cinque’ precisò Ron. Per qualche ignota ragione, aveva assunto un'espressione depressa. ‘Io sono il sesto della nostra famiglia a frequentare Hogwarts. Puoi ben dire che mi tocca essere all'altezza di un sacco di aspettative. Bill e Charlie hanno già finito... Bill era capoclasse e Charlie capitano della squadra di Quidditch. E adesso Percy è prefetto. Fred e George sono un po' dei perdigiorno, ma hanno ottimi voti e tutti li trovano davvero spiritosi. In famiglia, ci si aspetta che io sia all'altezza degli altri, ma se poi ci riesco, nessuno la considererà una grande impresa, visto che loro l'hanno fatto prima di me. E poi, con cinque fratelli, non riesci mai a metterti un vestito nuovo. Io mi vesto con gli abiti smessi di Bill, uso la vecchia bacchetta di Charlie e il vecchio topo di Percy’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Zio Vernon grugnì per far capire che stava ascoltando. ‘Ehm... domani devo essere a King's Cross per... per andare a Hogwarts’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Il mattino dopo, Harry si svegliò alle cinque, ma era troppo eccitato e nervoso per riaddormentarsi. Si alzò e si infilò i jeans, perché non voleva arrivare alla stazione con gli abiti da mago: si sarebbe poi cambiato in treno. Controllò ancora una volta l'elenco di Hogwarts per accertarsi di avere tutto quel che gli serviva, verificò che Edvige fosse ben chiusa nella sua gabbia, e cominciò a passeggiare per la stanza, in attesa che i Dursley si alzassero. Due ore dopo, il suo voluminoso e pesante baule era stato caricato sulla macchina dei Dursley, zia Petunia era riuscita a convincere Dudley a sedersi accanto a Harry, ed erano partiti.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Fermò un poliziotto di passaggio, ma non osò fare parola del binario nove e tre quarti. L'agente non aveva mai sentito parlare di Hogwarts e quando si rese conto che Harry non era in grado di dirgli neanche in che regione si trovasse, cominciò a infastidirsi, come se Harry facesse apposta a fare lo stupido. Disperato, Harry chiese del treno in partenza alle undici, ma la guardia disse che non ce n'erano. Finì che la guardia si allontanò imprecando contro i perditempo. A quel punto, Harry lottava per non cadere nel panico. Se il grosso orologio che sovrastava il cartellone degli arrivi funzionava, aveva ancora solo dieci minuti per prendere il treno per Hogwarts, e non aveva la più pallida idea di come fare. Era lì, nel bel mezzo della stazione ferroviaria, con un baule che a stento riusciva a sollevare, le tasche piene di soldi dei maghi e una grossa civetta.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Salve, ragazzo’ gli disse lei. ‘la prima volta che vai a Hogwarts?
Anche Ron è nuovo’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)


   Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello alla testa del treno diceva Espresso per Hogwarts, ore 11. Harry si guardò indietro e, là dove prima c'era il tornello, vide un arco in ferro battuto, con su scritto Binario Nove e Tre Quarti. Ce l'aveva fatta.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Aveva appena fatto in tempo ad alzare in aria la bacchetta che la porta si spalancò di nuovo. Il ragazzo che aveva perso il rospo era tornato, ma questa volta con lui c'era una ragazzina che indossava la sua uniforme di Hogwarts nuova fiammante.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Una voce risuonò per tutto il treno: ‘Tra cinque minuti arriveremo a Hogwarts. Siete pregati di lasciare il bagaglio sul treno; verrà portato negli edifici della scuola separatamente’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Fra un attimo: prima vista panoramica di Hogwarts!’ annunciò Hagrid parlando da sopra la spalla, ‘ecco, dopo questa curva!’
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Hogwarts, Hogwarts del nostro cuore,
te ne preghiamo, insegnaci bene giovani, vecchi, o del Pleistocene,
la nostra testa tu sola riempi
con tante cose interessanti.
Perché ora è vuota e piena di venti,
di mosche morte e idee deliranti. Insegnaci dunque quel che è richiesto, dalla memoria cancella l'oblio
fai del tuo meglio, a noi spetta il resto finché al cervello daremo l'addio.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Benvenuti!’ disse. ‘Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. E cioè: Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre! Grazie!’
E tornò a sedersi. Tutti batterono le mani e gridarono entusiasti. Harry non sapeva se ridere o no.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   luce tremula delle candele, le centinaia di facce che li guardavano sembravano tante pallide lanterne. Qua e là, tra gli studenti, i fantasmi punteggiavano la sala come velate luci argentee. Soprattutto per evitare tutti quegli occhi che li fissavano, Harry alzò lo sguardo in alto e vide un soffitto di velluto nero trapunto di stelle. Udì Hermione bisbigliare: ‘per magia che somiglia al cielo di fuori! L'ho letto in Storia di Hogwarts’.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘I quattro dormitori si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Pecoranera e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti al vostro dormitorio, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, il dormitorio che avrà totalizzato più punti verrà premiato con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro al dormitorio cui verrà destinato.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Benvenuti a Hogwarts’ disse la professoressa Mcgranitt. ‘Il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nei vostri dormitori. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, il vostro dormitorio sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di dormitorio, dormirete nei locali destinati al vostro dormitorio e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo del vostro dormitorio.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘La Trasfigurazione è una delle materie più complesse e pericolose che apprenderete a Hogwarts’ disse. ‘Chiunque faccia confusione nella mia aula verrà espulso e non sarà più riammesso. Siete avvisati’.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   Il giorno dopo, da quando Harry ebbe lasciato il dormitorio, fu inseguito da una miriade di bisbigli. I ragazzi, in fila fuori delle classi, si alzavano in punta dei piedi per dargli un'occhiata anche solo per un attimo, oppure lo superavano lungo i corridoi per poi tornare indietro a osservarlo meglio. Harry avrebbe preferito che non lo facessero, perché stava cercando di concentrarsi sul percorso da seguire per arrivare in classe. A Hogwarts c'erano centoquarantadue scalinate: alcune ampie e spaziose; altre strette e pericolanti; alcune che il venerdì portavano in luoghi diversi; altre con a metà un gradino che scompariva e che bisognava ricordarsi di saltare. Poi c'erano porte che non si aprivano, a meno di non chiederglielo cortesemente o di non far loro il solletico nel punto giusto, e porte che non erano affatto porte ma facevano finta di esserlo. Molto difficile era anche ricordare dove fossero le cose, perché tutto sembrava soggetto a continui spostamenti: i personaggi dei ritratti si allontanavano continuamente per farsi visita l'uno con l'altro, e Harry avrebbe giurato che le armature camminassero.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘Mai... da quando sono a Hogwarts...’
La Mcgranitt era quasi senza parole per l'indignazione e gli occhiali le lampeggiavano furiosamente. ‘Come osi... avresti potuto romperti l'osso del collo...’
‘Non è stata colpa sua, professoressa...’
‘Taci, signorina Patil...’
‘Ma Malfoy...’
‘Basta così, Weasley. Potter, seguimi immediatamente’.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Nessuno si muova mentre io lo accompagno in infermeria. Lasciate le scope dove si trovano, o verrete espulsi da Hogwarts prima di avere il tempo di dire "a". Andiamo, caro’.
Neville, con il volto rigato dalle lacrime e reggendosi il polso, si avviò zoppicando insieme a Madama Bumb, che lo cingeva con il braccio.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘No, non ci dispiace affatto’ disse. ‘A sentire lei, sembra che le abbiamo chiesto noi di seguirci!’
Ma Hermione aveva dato a Harry qualcos'altro cui pensare, mentre si infilava a letto. Il cane faceva la guardia a qualcosa... Che cosa aveva detto Hagrid? La Gringott era il posto più sicuro al mondo, se si voleva nascondere qualcosa... eccetto forse Hogwarts.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Forse per tutte le cose che aveva da fare, con gli allenamenti di Quidditch tre sere a settimana oltre alla gran quantità di compiti, Harry stentava a credere che fossero passati quasi due mesi da quando era arrivato a Hogwarts. Al castello, si sentiva come a casa sua, molto più di quanto non gli fosse mai accaduto a Privet Drive. Anche le lezioni stavano cominciando a diventare sempre più interessanti, ora che avevano imparato a padroneggiare le nozioni fondamentali.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   ‘E... senti: i Bolidi hanno mai ammazzato qualcuno?’ chiese Harry sperando di mantenere un tono disinvolto.
‘A Hogwarts, mai. Abbiamo avuto un paio di mascelle rotte, ma niente di più. Ora, l'ultimo componente della squadra è il Cercatore, e quello sei tu. E tu non devi preoccuparti né della Pluffa né dei Bolidi...’
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Il giorno dopo, quando Malfoy vide Harry e Ron ancora a Hogwarts, stanchi, ma allegri come non mai, non riusciva a credere ai suoi occhi. A dire il vero, dopo averci dormito su, Harry e Ron erano arrivati alla conclusione che l'incontro con il cane a tre teste era stata una splendida avventura, e non vedevano l'ora di averne un'altra. Nel frattempo, Harry aveva informato Ron sul pacchetto che sembrava essere stato trasferito dalla Gringott a Hogwarts, e quindi i due ragazzi passarono un bel po' di tempo a fare congetture su cosa poteva aver bisogno di una sorveglianza così stretta.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   ‘Ma Piton sta cercando di rubarlo!’
‘Stupidate!’ tornò a ripetere Hagrid. ‘Piton è un insegnante di Hogwarts, vuoi che faccia una cosa del genere?’
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Tutto d'un tratto, Harry si sentì completamente sveglio. Con indosso il mantello, tutta Hogwarts gli si spalancava davanti. Si sentì invadere dall'eccitazione, mentre se ne stava lì, avvolto dal buio e dal silenzio. Con quella protezione poteva andare dovunque senza che Gazza lo venisse a sapere.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   uno qualsiasi dei libri proibiti occorreva un'apposita autorizzazione firmata da uno dei professori, e lui sapeva benissimo che non sarebbe mai riuscito a procurarsela. Quelli erano i libri che contenevano i potenti segreti della Magia Nera che non veniva mai insegnata a Hogwarts, e venivano letti soltanto dagli allievi più anziani che si perfezionavano nella Difesa contro le Arti Oscure.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘Quale che sia la ragione, Hagrid, fare a pugni è contro le regole di Hogwarts’ disse Piton con voce flautata. ‘Cinque punti in meno a Grifondoro, Weasley, e ringrazia il cielo che non te ne tolga di più. Levatevi di torno, tutti quanti!’
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘Ehi, Hagrid, serve una mano?’ chiese Ron ficcando la testa tra i rami.
‘Nooo, ce la faccio da solo, Ron, grazie tante’.
‘Ti spiacerebbe tanto toglierti di mezzo?’ fece dietro di loro la voce strascicata e glaciale di Malfoy. ‘Che cosa c'è, stai cercando di guadagnare qualche spicciolo, Weasley? Forse speri di diventare anche tu guardiacaccia quando te ne andrai da Hogwarts... la capanna di Hagrid deve sembrarti una reggia, in confronto a dove abita la tua famiglia’.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘Mi dispiace proprio tanto’ disse un giorno Draco Malfoy, durante la lezione di Pozioni, ‘per tutti quelli che a Natale dovranno restare a Hogwarts perché a casa nessuno li vuole’.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Natale si stava avvicinando. Un mattino di metà dicembre, il castello Hogwarts si svegliò sotto una coltre di neve alta più di un metro. Il lago era diventato una spessa lastra di ghiaccio e i gemelli Weasley erano stati puniti per aver fatto un incantesimo alle palle di neve, che si erano messe a inseguire Raptor dovunque andasse rimbalzando sul dietro del suo turbante. I pochi gufi che riuscivano a fendere il cielo temporalesco per consegnare la posta dovevano poi essere curati da Hagrid prima di poter riprendere il volo.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Harry raggiunse la rimessa. Si appoggiò alla porta di legno e alzò lo sguardo su Hogwarts, con le finestre che luccicavano nel rosso del tramonto. Il Grifondoro era in testa alla classifica. Ce l'aveva fatta, gliel'aveva fatta vedere lui a quel Piton...
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘L'ho trovato!’ bisbigliò. ‘Ho trovato Flamel! Ve l'avevo detto che quel nome l'avevo già letto da qualche parte! stato sul treno, venendo qui a Hogwarts. State a sentire: "Il Professor Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di drago e per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel"!’
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘...ti direbbe che a Hogwarts si è sempre fatto così’ lo rimbeccò Hagrid. ‘Figuriamoci: esercizi! E a che cosa servirebbero? No: farete qualcosa di utile, oppure vi sbatteranno fuori. Se credi che tuo
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Ci andrai, eccome, se vuoi restare a Hogwarts!’ ribatté Hagrid in tono feroce. ‘Avete combinato un guaio, e adesso dovete pagare’.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘E chi se ne importa!’ gridò Harry. ‘Ma non capite? Se Piton si porta via la Pietra, Voldemort torna! Non avete sentito che cosa è successo quando ha tentato di fargli le scarpe? Non ci sarà più una Hogwarts da cui essere espulsi! La raderà al suolo, o la trasformerà in una scuola di Magia Nera! Ormai, perdere punti non ha più importanza, non lo capite? O credete forse che, se il Grifondoro vince il campionato dei dormitori, lui lascerà in pace noi e le nostre famiglie? Se mi pescano prima che io riesca a prendere la Pietra, be', dovrò tornarmene dai Dursley e aspettare che Voldemort mi venga a cercare. Come dire che morirò un po' prima del previsto, visto che io con la Magia Nera non voglio aver niente a che fare! Guardate: io stanotte passo attraverso quella botola, e nulla di quel che direte potrà fermarmi! Ve lo ricordate o no, che Voldemort ha ucciso i miei genitori?’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Be', sì... Insomma, anche dalle parti di Hogwarts, non è che capiti spesso di incontrare cani a tre teste, no? Allora gli ho detto che Fuffi era buono come il pane, se uno sapeva calmarlo. Bastava un po' di musica, e lui si addormentava come un angioletto...’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘E di che cosa avete parlato, Hagrid? Gli hai mai accennato a Hogwarts?’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    «Oh, per odiarti, ti odia» disse Raptor con tono di noncuranza, «ci puoi giurare che ti odia. Era a Hogwarts con tuo padre, lo sapevi? Si detestavano cordialmente. Però non ti ha mai voluto morto».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «…per la migliore partita a scacchi che si sia vista a Hogwarts da molti anni a questa parte, attribuisco al Grifondoro cinquanta punti».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Batté le mani, e istantaneamente i parati verdi si fecero scarlatti e quelli d’argento divennero d’oro; l’enorme serpente di Serpeverde scomparve, lasciando il posto al leone rampante di Grifondoro. Piton stringeva la mano alla professoressa McGranitt con stampato in volto un orribile sorriso stiracchiato. Il suo sguardo incrociò quello di Harry e il ragazzo capì all’istante che i sentimenti di Piton verso di lui non erano cambiati di un ette. Ma questo non lo preoccupava: a quanto pareva, l’anno seguente la vita sarebbe tornata normale… o quanto meno, normale per Hogwarts.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Poi, un bel giorno, i loro guardaroba si svuotarono di colpo, i bauli si riempirono, il rospo di Neville fu trovato acquattato in un angolo dei bagni; a tutti gli studenti vennero distribuiti avvisi scritti di non usare la magia durante le vacanze («Spero sempre che si dimentichino di darceli» aveva detto Fred Weasley tutto triste). Hagrid si presentò per accompagnarli giù al porticciolo sul lago, dove li attendeva una flottiglia di barche per traghettarli; tutti salirono a bordo del Hogwarts Express, ridendo e chiacchierando mentre la campagna filava via sempre più verde e ordinata. Si rimpinzarono di caramelle Tuttigusti+1 mentre fuori del finestrino guardavano sfrecciare le città dei Babbani; si tolsero di dosso i mantelli da mago e rimisero giacche e cappotti; poi, finalmente, giunsero al binario nove e tre quarti della stazione di King’s Cross.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Harry Potter era un mago… un mago fresco di studi, visto che aveva frequentato il primo anno a Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria. Ma se i Dursley non erano contenti di riaverlo a casa per le vacanze, la loro scontentezza era niente in confronto a quel che provava Harry.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Hogwarts gli mancava così tanto che era come avere costantemente mal di stomaco. Gli mancava il castello con i suoi passaggi segreti e i suoi fantasmi, le lezioni (anche se magari non quelle di Piton, il professore di Pozioni), la posta consegnata via gufo, i banchetti nella Sala Grande, i sonni nel suo letto a baldacchino nel dormitorio della torre, le visitine al guardiacaccia Hagrid nella capanna vicino alla foresta proibita, e soprattutto il Quidditch, lo sport più popolare nel mondo dei maghi (sei alti pali alle porte, quattro palle volanti e quattordici giocatori a cavallo di un manico di scopa).
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    E poi, esattamente un anno prima, Harry aveva ricevuto una lettera da Hogwarts e aveva scoperto la verità. Harry era andato a occupare il posto che gli spettava nella scuola dei maghi, dove lui e la sua cicatrice erano famosi… ma ora l’anno scolastico era finito e lui era tornato dai Dursley per le vacanze estive, a essere trattato come un cane rognoso.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Niente cartoline, niente regali e, per giunta, avrebbe trascorso la serata a far finta di non esistere. Il suo sguardo sconsolato si posò sulla siepe. Non si era mai sentito cosi solo. Più di qualsiasi altra cosa avesse lasciato a Hogwarts, più ancora del Quidditch, Harry aveva nostalgia dei suoi migliori amici, Ron Weasley e Hermione Granger. Ma loro non sembravano sentire la sua mancanza. Nessuno dei due gli aveva scritto per tutta l’estate, anche se Ron aveva detto che lo avrebbe invitato a passare qualche giorno da lui.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Che cosa non avrebbe dato per ricevere un messaggio da Hogwarts! Da un mago o da una strega qualsiasi! Sarebbe stato contento perfino di vedere il suo più acerrimo nemico, Draco Malfoy, solo per assicurarsi di non essersi sognato tutto…
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Non che l’anno trascorso a Hogwarts fosse stato tutto rose e fiori. Alla fine dell’ultimo trimestre Harry si era trovato faccia a faccia nientemeno che con Voldemort in persona. Voldemort poteva anche essere un relitto di ciò che era stato, ma era ancora terrificante, scaltro, determinato a riconquistare il potere. Ancora una volta Harry era riuscito a sfuggire alle sue grinfie, ma per un pelo, e anche adesso, a distanza di molte settimane, il ragazzo continuava a svegliarsi di notte coperto di sudore freddo chiedendosi dove fosse Voldemort in quel momento, senza riuscire a dimenticare quel volto livido, quegli occhi folli e sbarrati…
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Mentre Dudley ciondolava in giro mangiando gelati, Harry pulì i vetri, lavò l’auto, falciò il prato e rassettò le aiuole, potò e annaffiò le rose e ridipinse la panchina del giardino. Il sole sfolgorante gli bruciava la nuca. Harry sapeva che non avrebbe dovuto cadere nel tranello di Dudley, ma lui aveva detto esattamente quel che Harry rimuginava dentro di sé… forse era vero che non aveva neanche un amico a Hogwarts
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Harry, che si sentiva il viso decisamente in fiamme, disse: «Qualsiasi cosa tu abbia sentito dire sulla mia grandezza… sono tutte stupidaggini. Non sono neanche il primo del mio corso, a Hogwarts. Hermione lo è; lei sì che…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Ah, signore!» ansimò asciugandosi la faccia con l’angolo della federa lercia che aveva addosso. «Harry Potter è valente e audace! Ha già affrontato coraggiosamente così tanti pericoli! Ma Dobby è venuto per proteggere Harry Potter, per avvertirlo, anche se poi gli toccherà chiudersi le orecchie nello sportello del forno… Harry Potter non deve tornare a Hogwarts».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Co-cosa?» balbettò Harry. «Ma io devo tornarci… L’anno scolastico inizia il primo di settembre. E l’unica cosa che mi aiuta ad andare avanti. Tu non sai com’è qui. Io non appartengo a questo posto. Appartengo al vostro mondo… a Hogwarts».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «No, no, no!» squitti Dobby scuotendo la testa così forte da far sbatacchiare le orecchie di qua e di là. «Harry Potter deve rimanere qui, dove è al sicuro. Lui è troppo grande, troppo buono per essere perduto. Se Harry Potter torna a Hogwarts, correrà un pericolo mortale».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «C’è un complotto, Harry Potter. Un complotto per far succedere le cose più terribili, quest’anno, alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts» sussurrò e prese a tremare all’improvviso. «Dobby lo sa da mesi, signore. Harry Potter non deve mettersi in pericolo. Lui è troppo importante, signore!»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Be’, non riesco a pensare a nessun altro che possa far succedere cose orribili a Hogwarts» disse Harry. «Voglio dire, prima di tutto c’è Silente… Lo sai chi è Silente, non è vero?»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Albus Silente è il più grande direttore che Hogwarts abbia mai avuto. Dobby lo sa, signore. Dobby ha sentito dire che Silente è grande quanto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato quando era al culmine della sua forza. Ma, signore» e qui la voce di Dobby divenne un sussurro concitato, «ci sono poteri che Silente non può… poteri che nessun mago per bene…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Lo vedi come si vive qui?» disse. «Lo capisci perché devo tornare a Hogwarts? È l’unico posto dove ho… be’, dove penso di avere degli amici».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Dobby ce le ha qui, signore» disse l’elio. Allontanandosi agilmente dalla portata di Harry, tirò fuori dalla federa che aveva indosso un gran fascio di buste. Harry riconobbe la scrittura nitida di Hermione, gli scarabocchi disordinati di Ron e anche due righe buttate giù in fretta che sembravano di Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Harry Potter le avrà, signore, se darà a Dobby la sua parola d’onore che non tornerà a Hogwarts. Ah, signore, è un rischio che non deve affrontare! Dica che non ci tornerà, signore!»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    A che scopo uscire dalla stanza con un incantesimo se poi a Hogwarts lo avrebbero espulso per averlo fatto? Ma la vita a Privet Drive non era mai stata così insopportabile. Ora che i Dursley sapevano che non sarebbero stati trasformati in scarafaggi, lui aveva perso la sua unica arma. Dobby poteva anche averlo salvato da eventi orribili a Hogwarts, ma per come stavano andando le cose probabilmente lui sarebbe morto comunque: di fame.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Ammettendo di essere ancora vivo di lì a quattro settimane, che cosa sarebbe successo se non fosse tornato a Hogwarts? Forse avrebbero mandato qualcuno a cercarlo? Sarebbero riusciti a convincere i Dursley a lasciarlo andare?
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Te l’ho detto, non sono stato io… ma è troppo lungo da spiegare. Però puoi dire tu a Hogwarts che i Dursley mi hanno chiuso a chiave e non mi fanno tornare a scuola, e che naturalmente io non posso fare niente di magico per liberarmi, se no il Ministero penserà che è il secondo incantesimo che ho fatto in tre giorni…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    «Ma tutta la mia roba per Hogwarts… la bacchetta magica… il manico di scopa…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    «Be’» disse Fred, «mettiamola cosi: gli elfi domestici hanno poteri magici propri, ma in genere non possono usarli senza il permesso del loro padrone. Mi sa che il vecchio Dobby è stato mandato per impedirti di tornare a Hogwarts. Qualcuno ha pensato di farti uno scherzo. Sai di nessuno, a scuola, che ce l’abbia con te?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Harry taceva. A giudicare dal fatto che Draco Malfoy aveva in genere il meglio del meglio, la sua famiglia doveva nuotare nell’oro, oro di maghi. Non gli riusciva difficile immaginare Malfoy aggirarsi tutto tronfio in un grande maniero. E anche mandare il servo di famiglia per impedire a Harry di tornare a Hogwarts suonava come il genere di cose di cui Malfoy poteva essere capace. Era forse stato ingenuo, Harry, a prendere sul serio Dobby?
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Harry ricevette notizie da Hogwarts una mattina di sole, circa una settimana dopo essere arrivato alla Tana. Lui e Ron erano scesi per fare colazione e avevano trovato i signori Weasley e Ginny già seduti a tavola. Nel vedere Harry, Ginny rovesciò fragorosamente la sua ciotola di porridge: sembrava che la ragazzina tendesse a far cadere qualcosa ogni volta che Harry entrava in una stanza. Si infilò sotto il tavolo per recuperare la ciotola e ne emerse rossa come il sole al tramonto. Facendo finta di non essersi accorto di niente, Harry si sedette e prese il toast che mamma Weasley gli porgeva.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Per qualche minuto regnò il silenzio, perché tutti leggevano la posta. La lettera di Harry gli comunicava di prendere, come al solito, l’Espresso per Hogwarts dalla stazione di King’s Cross, il primo di settembre. C’era anche l’elenco dei libri necessari per il nuovo anno.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «Oh, è il primo anno a Hogwarts?» chiese Harry alla ragazzina.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Lei annuì arrossendo fino alla punta dei capelli fiammanti e infilò un gomito nel piattino del burro. Fortunatamente nessuno tranne Harry se ne accorse, perché proprio allora arrivò il fratello maggiore di Ron, Percy. Era già vestito di tutto punto, con il distintivo di Prefetto di Hogwarts appuntato sulla maglietta.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Bill era il più grande dei fratelli Weasley. Lui e Charlie, il secondogenito, avevano già lasciato Hogwarts. Harry non li aveva mai incontrati, ma sapeva che Charlie era in Romania a studiare i draghi e Bill in Egitto a lavorare per la Gringott, la banca dei maghi.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Con la testa che gli girava, pieno di lividi e tutto coperto di fuliggine, si rimise prontamente in piedi, reggendosi gli occhiali rotti sul naso. Era completamente solo e non aveva la più pallida idea di dove fosse. Poteva dire soltanto che si trovava sulla pietra del camino di quello che sembrava un grande negozio per maghi, debolmente illuminato… Ma di quel che si poteva trovare in un elenco scolastico di Hogwarts, neanche l’ombra.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Il cuore balzò in petto al ragazzo. E anche alla strega; un mucchio di unghie le cascarono ai piedi e lei imprecò, mentre la sagoma massiccia di Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, si avvicinava a gran passi, con gli occhi neri come il carbone che lampeggiavano tra la barba irsuta.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «Be’, io me ne vado» disse Hagrid, a cui mamma Weasley stava quasi storcendo una mano («Notturn Alley! Pensa se non lo avessi trovato, Hagrid!»). «Ci becchiamo a Hogwarts!» E si allontanò a gran passi, sovrastando chiunque altro nella strada affollata.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «Studio sui prefetti di Hogwarts e sulla loro carriera» citò Ron ad alta voce leggendo dal retro della copertina. «Sembra davvero affascinante…»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «Signore e signori» disse a voce alta, chiedendo il silenzio con un gesto della mano. «Che momento straordinario è mai questo! È arrivata l’ora di fare un piccolo annuncio che rimando da troppo tempo! Quando, oggi, il giovane Harry è entrato al Ghirigoro, voleva semplicemente acquistare la mia autobiografia, che ora sono lieto di regalargli» (qui la folla applaudì un’altra volta) «e non aveva la minima idea» continuò Allock dando a Harry un colpetto che gli fece scivolare gli occhiali sulla punta del naso, «che di lì a poco avrebbe avuto ben più del mio libro Magicamente io. Infatti, lui e i suoi compagni avranno magicamente me in carne e ossa. Sì, signore e signori, ho il grande piacere e l’orgoglio di annunciare che a settembre assumerò l’incarico di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

   La fine delle vacanze estive arrivò troppo presto per i gusti di Harry. Non vedeva l’ora di tornare a Hogwarts, ma il mese passato alla Tana era stato il più felice della sua vita. Gli riusciva difficile non invidiare Ron quando pensava ai Dursley e al benvenuto che doveva aspettarsi da parte loro, non appena avesse rimesso piede a Privet Drive.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Già l’anno prima Harry aveva preso l’Espresso per Hogwarts. Il difficile era arrivare al binario nove e tre quarti, ben nascosto agli occhi dei Babbani. Per riuscirci bisognava passare attraverso la robusta barriera che divideva le banchine nove e dieci. Non faceva male, ma era un’impresa che richiedeva molta concentrazione perché i Babbani non si accorgessero che uno spariva.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Possiamo volare con la macchina fino a Hogwarts
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Non c’è problema» disse Ron girando il carrello verso l’uscita. «Su, andiamo! Se ci sbrighiamo riusciremo a seguire l’Espresso per Hogwarts».
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    L’Espresso di Hogwarts si snodava sotto di loro come un serpente scarlatto.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Era come essere immersi in un sogno favoloso. Questo, pensava Harry, era certamente il modo migliore di viaggiare: tra mulinelli e torri di nuvole bianche come la neve, comodamente seduti in un’auto baciata da un sole caldo e luminoso, con un pacco di caramelle nel cassetto del cruscotto e la prospettiva di far morire d’invidia Fred e George quando fossero atterrati trionfalmente sul grande prato davanti al castello di Hogwarts.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Contro il nero dell’orizzonte, alte sulla rupe che sovrastava il lago, si stagliavano le molte torri e torrette del castello di Hogwarts.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Attraverso il mare di cappelli neri a punta dell’uniforme di Hogwarts, Harry vide una lunga fila di allievi del primo anno dall’aria spaurita che stava facendo il suo ingresso. Tra questi c’era Ginny, riconoscibile per via dei capelli rossi marca Weasley. Nel frattempo la professoressa McGranitt, una strega occhialuta con i capelli raccolti in uno stretto chignon, sistemava il famoso Cappello Parlante su uno sgabello di fronte ai nuovi arrivati.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Ogni anno quel millenario cappello, tutto rappezzato, consunto e lercio, assegnava i nuovi studenti ai dormitori delle quattro Case di Hogwarts (Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde). Harry ricordava bene quando lo aveva indossato lui, esattamente un anno prima, ed era rimasto impalato, ad aspettare la sua decisione, mentre quello gli bofonchiava all’orecchio i suoi commenti. Per alcuni, spaventosi secondi aveva temuto che il cappello lo avrebbe assegnato a Serpeverde, la Casa da cui, più di qualsiasi altra, erano usciti streghe e maghi malefici… ma invece era stato assegnato a Grifondoro, insieme a Ron, Hermione e a tutti gli altri fratelli Weasley. Nell’ultimo semestre, Harry e Ron avevano contribuito a far vincere a Grifondoro la Coppa di fine anno, sconfiggendo Serpeverde per la prima volta dopo sette anni.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Harry non aveva la minima idea di che cosa volesse dire. Stava per aprire bocca, ma Allock proseguì: «Non sono mai rimasto tanto scioccato. Far volare un’automobile fino a Hogwarts! Be’, naturalmente ho capito subito perché l’avevi fatto. Era lampante. Harry, Harry, Harry».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Così potrò dimostrare di averti incontrato» disse Colin Canon tutto eccitato avvicinandosi ancora un poco. «Io so tutto di te. Tutti ne parlano. Che sei sopravvissuto quando Tu-Sai-Chi cercò di ucciderti e che lui è scomparso e tutto il resto e che tu hai ancora sulla fronte una cicatrice a forma di saetta» (e qui i suoi occhi scrutarono rapidamente l’attaccatura dei capelli di Harry), «e un ragazzo del mio dormitorio ha detto che se svilupperò la pellicola nella pozione giusta, le foto si muoveranno». Colin tirò un profondo respiro di emozione che lo fece fremere e proseguì: «È meraviglioso qui, non è vero? Io non ho mai saputo che tutte le strane cose che riuscivo a fare erano magiche fino a che non ho ricevuto la lettera da Hogwarts. Mio padre fa il lattaio, e neanche lui voleva crederci. Per questo sto scattando montagne di foto da mandargli. E sarebbe davvero stupendo averne una tua» guardò Harry con aria implorante, «forse la potrebbe scattare il tuo amico così io mi metto accanto a te? E poi me la potresti firmare?»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Nel cortile risuonò, sonora e aspra, la voce di Draco Malfoy. Si era fermato proprio dietro a Colin, scortato, come sempre quando era a Hogwarts, da quei due teppisti di grossa stazza che erano suoi amici Tiger e Goyle.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Non era da Hagrid criticare un insegnante di Hogwarts e Harry lo guardò sorpreso. Ma Hermione disse con un tono di voce un po’ più alto del solito: «Penso che tu sia un po’ ingiusto. È ovvio che il professor Silente ha pensato che fosse il migliore per quell’incarico…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Harry notò l’ombrello rosa a fiori di Hagrid appoggiato alla parete, in fondo alla capanna. Harry aveva già avuto ragione di credere che quell’ombrello non fosse soltanto quel che sembrava; in realtà, aveva la netta impressione che vi fosse nascosta la bacchetta magica dei tempi in cui Hagrid frequentava la scuola. Hagrid non poteva usare la magia. Era stato espulso da Hogwarts quando faceva il terzo anno, ma Harry non era mai riuscito a scoprire perché: un minimo accenno all’argomento e subito Hagrid cominciava a schiarirsi fragorosamente la gola e diventava stranamente sordo, fino a che non si cambiava discorso.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Sai, mi ricorda qualcosa» disse lentamente Ron. «Forse qualcuno una volta mi ha raccontato la storia di una camera segreta a Hogwarts… può essere stato Bill…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Ma in fondo tu Mrs Purr non l’hai neanche conosciuta» le disse Ron per rincuorarla. «Te lo assicuro, senza di lei stiamo tutti molto meglio». A Ginny tremarono le labbra. «Cose di questo genere non capitano spesso a Hogwarts» la rassicurò il fratello. «Vedrai che acciufferanno quel matto che l’ha aggredita e lo sbatteranno fuori in un batter d’occhio. Spero solo che prima di venire espulso ce la faccia a pietrificare Gazza. Sto scherzando…» si affrettò ad aggiungere, perché Ginny era sbiancata come un cencio.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Non c’è più una copia disponibile di Hogwarts: storia di una Scuola di Magia» disse andandosi a sedere vicino ai suoi amici. «E c’è una lista d’attesa di due settimane. Come vorrei non aver lasciato la mia a casa! Ma con tutti quei libri di Allock non sono riuscita a farlo entrare nel baule!»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Naturalmente, sapete tutti che Hogwarts è stata fondata più di mille anni fa — si ignora la data precisa — dai due maghi e dalle due streghe più famosi dell’epoca. Le quattro Case prendono nome da loro: Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde. Insieme, essi costruirono questo castello, lontano dagli occhi curiosi dei Babbani, perché a quel tempo la magia era molto temuta dalla gente comune, e maghi e streghe erano crudelmente perseguitati».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    S’interruppe, volse intorno alla stanza uno sguardo opaco e proseguì: «Per alcuni anni, i quattro fondatori lavorarono insieme in grande armonia, andando in cerca di giovani che mostrassero doti magiche e portandoli al castello per educarli. Ma un giorno tra loro nacquero dei dissapori. Fra Serpeverde e gli altri cominciò a crearsi una spaccatura. Serpeverde voleva essere più severo nella scelta degli studenti da ammettere a Hogwarts. Era convinto che il sapere magico dovesse essere custodito nelle famiglie di maghi. Non gli piaceva prendere studenti nati in famiglie di Babbani: li riteneva inaffidabili. Dopo qualche tempo, tra Grifondoro e Serpeverde scoppiò una gravissima lite al riguardo e Serpeverde lasciò la scuola».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Stupidaggini, Gannifin» disse Rüf annoiato. «Se tanti direttori e direttrici di Hogwarts non hanno trovato…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Ma allora chi può essere?» disse a bassa voce, come riprendendo una conversazione interrotta poco prima. «Chi può volere che tutti i Maghinò e i figli dei Babbani abbandonino Hogwarts
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Dobby è rimasto così sconvolto quando ha sentito che Harry Potter era tornato a Hogwarts che ha fatto bruciare il pranzo del suo padrone! Dobby non aveva mai ricevuto una frustata come quella, signore…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Ah, se solo Harry Potter sapesse!» gemette Dobby inondando di altre lacrime la sua federa cenciosa. «Se lui sapesse cosa significa per noi, per noi ultimi, per noi schiavi, per noi che siamo la feccia del mondo della magia! Dobby ricorda com’era quando Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era al culmine del suo potere, signore! Noi elfi della casa eravamo trattati come vermi, signore! Naturalmente Dobby viene ancora trattato così, signore» ammise asciugandosi la faccia sulla federa, «ma in generale, per la gente della mia specie, signore, la vita è migliorata da quando lei ha trionfato su Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Harry Potter è sopravvissuto e il potere del Signore Oscuro si è infranto, ed è sorto un nuovo giorno, signore, e Harry Potter ha brillato come un raggio di speranza per quelli di noi che pensavano che i giorni Oscuri non avrebbero mai avuto fine, signore… E ora a Hogwarts stanno per accadere cose terribili, forse stanno già accadendo, e Dobby non può lasciare che Harry Potter rimanga qui ora che la storia sta per ripetersi, ora che la Camera dei Segreti è di nuovo aperta…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Dopo il duplice attentato a Justin e a Nick-Quasi-Senza-Testa, quello che fino a quel momento era serpeggiato come un semplice nervosismo divenne vero e proprio panico. Strano a dirsi, quel che sembrava preoccupare di più era la sorte toccata a Nick-Quasi-Senza-Testa. Chi poteva fare una cosa del genere a un fantasma? Quale forza terribile aveva il potere di far del male a chi era già morto? Tutti si precipitarono a prenotare i posti sull’Espresso di Hogwarts per tornare a casa per Natale.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Edvige gli mordicchiò l’orecchio in segno di affetto e per Harry fu un regalo molto più bello di quello che lei gli aveva recapitato, e che risultò provenire dai Dursley. Gli avevano mandato uno stuzzicadenti, insieme a un biglietto in cui gli dicevano di vedere se avrebbe potuto restare a Hogwarts anche per le vacanze estive.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Nessuno, neanche chi era spaventato al pensiero di dover prendere, di lì a poco, la Pozione Polisucco, poté fare a meno di godersi il pranzo di Natale a Hogwarts.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Lucius Malfoy, membro del Consiglio di amministrazione della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove l’automobile stregata si è schiantata all’inizio di quest’anno, ha chiesto le dimissioni del signor Weasley.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Lo sai che non ce l’ho, Goyle, quante volte te lo devo ripetere?» sbottò Malfoy. «E mio padre non vuole dirmi niente sull’ultima volta che la Camera è stata aperta. Certo, è successo cinquant’anni fa, e quindi prima che lui fosse a Hogwarts, ma conosce la storia nei minimi particolari e dice che fu messo tutto a tacere; per cui, se io ne sapessi troppo apparirebbe sospetto. Una cosa, però, la so: l’ultima volta che la Camera dei Segreti è stata aperta è morto un mezzosangue. Perciò scommetto che è soltanto questione di tempo: anche questa volta uno di loro ci rimetterà la pelle… Spero proprio che sia la Granger» concluse tutto soddisfatto.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Vorrei proprio sapere perché qualcuno abbia cercato di buttarlo via» disse Harry. «E anche in che modo Riddle si è guadagnato quel premio per servigi speciali a Hogwarts».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Harry non riuscì a spiegare neanche a se stesso perché non gettasse via il diario di Riddle. Il fatto era che, pur sapendo che le sue pagine erano intonse, continuava a sfogliarle distrattamente, come se ci fosse scritta una storia che voleva finire di leggere. Era sicuro di non a’ver mai sentito prima il nome di T.O. Riddle, e tuttavia gli pareva che significasse qualcosa per lui, come se Riddle fosse un amico d’infanzia, quasi dimenticato. Ma tutto questo era assurdo. Lui non aveva mai avuto amici prima di andare a Hogwarts: Dudley aveva fatto di tutto per impedirglielo.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Un sole pallido aveva ricominciato a brillare su Hogwarts. Nel castello, l’umore tendeva allo speranzoso. Dopo l’aggressione a Justin e a Nick-Quasi-Senza-Testa gli attentati non si erano più ripetuti e Madama Chips era lieta di far sapere che le mandragole stavano diventando lunatiche e scontrose, il che significava che stavano rapidamente uscendo dall’infanzia.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Voglio dire che questo diario custodisce il ricordo di cose terribili. Cose che sono state occultate. Cose accadute nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    È li che mi trovo in questo momento scrisse velocemente Harry. Sono a Hogwarts, e stanno accadendo cose orribili. Sai niente della Camera dei Segreti?
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Certo che so della Camera dei Segreti. Ai miei tempi ci dissero che era una leggenda, che non esìsteva. Ma era una bugia. Quando frequentavo il quinto anno, la Camera venne aperta, il mostro aggredì molti studenti e alla fine ne uccise una. Io presi la persona che aveva aperto la Camera e questa fu espulsa. Ma il professor Dippet, il Preside, vergognandosi che a Hogwarts fosse accaduta una cosa del genere, mi proibì di raccontare la verità. Fu messa in giro la storia che la ragazza era morta in un misterioso incidente. A me, per il disturbo, fu consegnato un bel trofeo lucente tutto istoriato, e mi fu intimato di tenere la bocca chiusa. Ma sapevo che la cosa avrebbe potuto ripetersi. Il mostro rimase in vita e l’unica persona dotata del potere di liberarlo non fu messa in prigione.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Harry si guardò intorno. Niente fenice Fanny; niente strani congegni d’argento. Questa era Hogwarts come l’aveva conosciuta Riddle, e ciò significava che il Preside era quel mago sconosciuto e non Silente, e che lui, Harry, era poco più di un fantasma, invisibile per la gente di cinquant’anni prima.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    «No» rispose prontamente Riddle. «Preferirei molto di più restare a Hogwarts che tornare in quel… in quel…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    «È finita» disse. «Sarò costretto a consegnarti, Rubeus. Se non finiscono gli attentati, si parla di chiudere Hogwarts».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    «Coraggio, Rubeus» disse Riddle avvicinandosi. «I genitori della ragazza morta saranno qui domani. Il minimo che Hogwarts può fare è assicurarsi che la cosa che gli ha ucciso la figlia sia fatta fuori…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

   Harry, Ron e Hermione avevano sempre saputo dell’incresciosa simpatia di Hagrid per le creature grandi e mostruose. Durante il primo anno a Hogwarts, Hagrid aveva tentato di allevare un drago nella sua capanna di legno e i tre non avrebbero dimenticato tanto facilmente il gigantesco cane a tre teste da lui battezzato Fuffi. Se poi, da ragazzo, Hagrid avesse sentito dire che da qualche parte, nel castello, si nascondeva un mostro, Harry era certo che avrebbe fatto carte false pur di dargli un’occhiata. Probabilmente aveva pensato che era un peccato tenere il mostro rinchiuso tanto a lungo e che meritava di sgranchirsi le sue innumerevoli zampe. Poteva vederlo, il tredicenne Hagrid, cercare di infilargli guinzaglio e collare. Ma era altrettanto sicuro che non avesse mai voluto uccidere.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «E se Hogwarts chiudeva, Riddle sarebbe dovuto tornare in un orfanotrofio di Babbani» disse Harry. «Non posso dargli torto se voleva restare qui…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Una cosa molto spiacevole, Silente» disse Malfoy con voce strascicata, estraendo un grosso rotolo di pergamena. «Ma i consiglieri ritengono che sia arrivato il momento che lei si faccia da parte. Questo è un Ordine di Sospensione… in calce troverà tutte e dodici le firme. Mi spiace dire che riteniamo che lei stia perdendo la sua autorità. Quanti attentati ci sono stati finora? Altri due questo pomeriggio, vero? Di questo passo non ci resterà neanche più un figlio di Babbano, a Hogwarts, e tutti sappiamo quale terribile perdita sarebbe per la scuola».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «In ogni caso» proseguì Silente parlando con grande lentezza e scandendo le parole, in modo che nessuno potesse perderne neanche una, «lei si accorgerà che io avrò veramente lasciato la scuola soltanto quando non ci sarà più nessuno che mi sia fedele. E si accorgerà anche che a Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Harry non faceva che ripetersi l’ultima frase di Silente: Io avrò lasciato veramente la scuola soltanto quando non ci sarà più nessuno che mi sia fedele… A Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre. Ma a che cosa servivano quelle parole? A chi avrebbero dovuto chiedere aiuto, quando tutti erano spaventati e confusi quanto loro?
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    «Domani dovremo rimandare a casa tutti gli studenti» disse la McGranitt. «Questo segna la fine di Hogwarts. Silente ha sempre detto…»
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Bene» disse la McGranitt con le narici frementi. «E con questo ce lo siamo levato dai piedi. I Responsabili devono informare gli studenti dell’accaduto. Dite loro che l’Espresso di Hogwarts li riporterà a casa domani al più presto. Gli altri, sono pregati di accertarsi che nessuno studente sia rimasto fuori del proprio dormitorio».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Harry lo fissò. Tom Riddle aveva studiato a Hogwarts cinquant’anni prima, eppure eccolo lì, avvolto in un’aura misteriosa e opalescente: non poteva avere più di sedici anni.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Vedi?» bisbigliò. «Era un nome che già usavo a Hogwarts, ma naturalmente soltanto con gli amici più intimi. Credi forse che intendessi usare per sempre lo sporco nome da Babbano di mio padre? Io, che per parte di madre ho nelle vene il sangue di Salazar Serpeverde? Io, chiamarmi con il nome di uno stupido Babbano qualunque, che mi aveva abbandonato ancor prima che nascessi solo perché aveva scoperto che sua moglie era una strega? No, Harry. Mi sono creato un nuovo nome, un nome che, quando fossi diventato il più grande stregone di tutti i tempi, al solo pronunciarlo avrebbe fatto tremare tutti i maghi della terra!»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Non sei il più grande mago di tutti i tempi» disse Harry con il respiro affannoso. «Spiacente di deluderti, ma il più grande mago al mondo è Albus Silente. Tutti lo dicono. Anche quando eri forte, non hai mai osato prendere il potere a Hogwarts. Silente ti capì al volo, quando eri a scuola, e ancor oggi ti fa paura, ovunque tu continui a nasconderti».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «E così tua madre è morta per salvarti? Sì, devo ammettere che si tratta di un potente contro-incantesimo. Ora lo capisco… in fin dei conti, in te non c’è niente di speciale. Me lo chiedevo, capisci? Perché fra noi, Harry Potter, esistono strane somiglianze. Perfino tu devi averle notate. Tutti e due siamo mezzosangue, orfani, e allevati da Babbani. Probabilmente gli unici Rettilofoni che mai abbiano frequentato Hogwarts dai tempi del grande Serpeverde. Anche fisicamente ci assomigliamo un po’… Ma in fondo a salvarti da me è stato solo un caso, un caso fortunato. Era quello che m’interessava sapere».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Parlami, Serpeverde, tu che sei il più grande dei Quattro di Hogwarts».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Mi cacceranno dalla scuola!» singhiozzava Ginny mentre Harry la aiutava a rimettersi in piedi a fatica. «E pensare che non vedevo l’ora di venire a Hogwarts fin da quando c’era Bill, e ora dovrò andarmene… c-che cosa diranno papà e mamma?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Eccezionale» disse piano. «Certo, fu forse l’allievo più brillante che sia mai passato a Hogwarts». Si girò verso i Weasley, che avevano un’aria assolutamente attonita.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Pochi sanno che una volta Voldemort si chiamava Tom Riddle. Io stesso sono stato uno dei suoi insegnanti, cinquant’anni fa, qui a Hogwarts. Dopo che ebbe lasciato la scuola scomparve… viaggiò per ogni dove… si immerse profondamente nelle Arti Oscure, si alleò con i peggiori della nostra specie, subì tali e tante trasformazioni pericolose e magiche, che quando ricomparve come Lord Voldemort era quasi irriconoscibile. Quasi nessuno lo collegò al ragazzo brillante e avvenente che un tempo era stato Caposcuola qui».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Allora!» esclamò Lucius Malfoy fissando Silente con i suoi occhi gelidi. «È tornato. I consiglieri l’avevano sospeso, e tuttavia lei ha creduto bene di tornare a Hogwarts».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Harry aveva partecipato a molti banchetti a Hogwarts, ma nessuno poteva essere paragonato a quello. Tutti indossavano il pigiama e i festeggiamenti durarono tutta la notte. Non avrebbe saputo dire quale fosse stato il momento più bello. Forse quando Hermione gli era corsa incontro gridando: «Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!»; oppure quando Justin, alzandosi dal tavolo dei Tassorosso per andargli a stringere la mano, non la finiva più di chiedergli scusa per avere sospettato di lui; o quando era tornato Hagrid, alle tre e mezzo del mattino, e aveva dato a lui e a Ron una pacca sulla spalla così poderosa da mandarli con la faccia dentro al piatto di zuppa inglese; o quando avevano saputo di aver guadagnato quattrocento punti per il Grifondoro, assicurandosi così la vittoria della Coppa per il secondo anno consecutivo. O ancora, quando la professoressa McGranitt si era levata in piedi per annunciare che gli esami erano stati annullati come regalo della scuola («Oh, noi» aveva esclamato Hermione). O quando Silente aveva annunciato che purtroppo il professor Allock non avrebbe potuto tornare a insegnare l’anno seguente, perché doveva andare a recuperare la memoria. Non pochi insegnanti si unirono all’ovazione che accolse questo annuncio.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Il resto dell’estate trascorse in un trionfo di sole. Hogwarts era tornata alla normalità con pochi piccoli cambiamenti: le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure erano state annullate («tanto, abbiamo fatto un bel po’ di esercizio» aveva commentato Ron con Hermione, contrariata per la notizia) e Lucius Malfoy era stato licenziato dal suo incarico di amministratore della scuola. Draco non se ne andava più in giro tutto tronfio come se fosse il padrone del posto. Al contrario, aveva un’aria risentita e imbronciata. Infine Ginny Weasley era tornata la ragazzina felice che era sempre stata.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Il giorno del rientro a casa con l’Espresso di Hogwarts giunse fin troppo presto. Harry, Ron, Hermione, Fred, George e Ginny occuparono uno scompartimento tutto per loro. Sfruttarono al massimo le ultime ore che gli restavano per sparare magie all’impazzata prima delle vacanze. Giocarono a Spara Schiocco, fecero scoppiare gli ultimi fuochi d’artificio Filibuster di Fred e George e si esercitarono a disarmarsi a vicenda con incantesimi vari. Harry stava diventando un campione in questa specialità.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    L’Espresso di Hogwarts rallentò e infine si fermò.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

   giorni mancanti al suo ritorno a Hogwarts. Poi si tolse gli occhiali e si distese, a occhi aperti, fissando i tre biglietti di compleanno.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   A Harry parve alquanto allarmante che Hagrid considerasse utile un libro mordace, ma mise il suo biglietto vicino a quelli di Ron e di Hermione, con un sorriso più largo che mai. Restava solo la lettera da Hogwarts.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Ci pregiamo di informarla che il nuovo anno scolastico comincerà il primo settembre. L'Espresso di Hogwarts partirà dalla stazione di King's Cross, binario nove e tre quarti, alle undici in punto.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Oltre ai suoi amici, la cosa di Hogwarts che a Harry mancava di più era il Quidditch, lo sport più popolare del mondo della magia: altamente pericoloso, molto eccitante, si giocava su manici di scopa. Harry eccelleva nel Quidditch; era il più giovane giocatore degli ultimi cento anni. Una delle
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Mise da parte l'astuccio di pelle e prese l'ultimo pacco. Riconobbe immediatamente lo scarabocchio sulla carta marrone: era di Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts. Strappò il primo strato di carta e intravide qualcosa di verde, apparentemente di pelle, ma prima che finisse di scartarlo il pacchetto ebbe uno strano fremito, e il suo contenuto, qualunque cosa fosse, fece uno schiocco secco e forte, come se avesse le mascelle.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Ron dice che sarà a Londra l'ultima settimana di vacanze. Tu ce la farai? Tua zia e tuo zio ti lasceranno venire? Spero proprio di sì. Altrimenti ci vediamo sull'Espresso di Hogwarts il primo settembre!
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Harry ricordava fin troppo bene la circostanza in cui la vecchia bacchetta di Ron si era spezzata. Era successo quando l'auto volante con cui stavano andando a Hogwarts si era schiantata contro un albero nel cortile della
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Harry guardò di nuovo le fotografie. Percy, che frequentava il settimo e ultimo anno a Hogwarts, aveva l'aria particolarmente compiaciuta. Un nuovo distintivo d'argento scintillava sul fez che portava sopra gli occhiali cerchiati di corno.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Harry non riconobbe il terzo gufo, un bell'animale fulvo, ma capì all'istante da dove veniva perché, oltre a un terzo grosso pacco, portava una lettera con il sigillo di Hogwarts. Quando Harry gli prese il pacco, il gufo arruffò le piume con aria d'importanza, spalancò le ali e spiccò il volo nella notte attraverso la finestra.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   In seguito, Harry si era trovato faccia a faccia con lui a Hogwarts. Nel ricordare il loro ultimo incontro, lì in piedi davanti alla finestra buia, Harry dovette ammettere di essere fortunato ad aver raggiunto il suo tredicesimo compleanno.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Ron Weasley, uno dei migliori amici di Harry a Hogwarts, proveniva da un'intera famiglia di maghi e sapeva un sacco di cose che Harry ignorava, ma non aveva mai usato un telefono. Per colmo di sfortuna era stato zio Vernon a sollevare la cornetta.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Ron naturalmente capì di aver messo Harry nei guai, perché non richiamò. Nemmeno l'altra sua grande amica di Hogwarts, Hermione Granger, si era fatta viva. Harry sospettava che Ron avesse avvertito Hermione di non chiamare, il che era un peccato, perché Hermione, la studentessa più brillante del loro corso, aveva genitori Babbani, sapeva perfettamente come usare un telefono e probabilmente avrebbe avuto abbastanza buonsenso da non dire che frequentava Hogwarts.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   La famiglia Dursley di Privet Drive numero 4 era il motivo per cui Harry non si era mai goduto le vacanze estive. Zio Vernon, zia Petunia e il loro figlio Dudley erano i suoi unici parenti, tutti e tre Babbani e con un atteggiamento davvero medioevale nei confronti della magia. I genitori scomparsi di Harry, una strega e un mago, non venivano mai nominati sotto il tetto dei Dursley, e per anni zia Petunia e zio Vernon avevano tiranneggiato Harry in tutti i modi, nella speranza di soffocare in lui ogni scintilla di magia. Con loro grande scorno, avevano fallito, e in quei giorni vivevano nel terrore che qualcuno scoprisse che Harry aveva trascorso gran parte degli ultimi due anni alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il massimo che potevano fare, comunque, era mettere sotto chiave i libri di incantesimi, la bacchetta magica, il calderone e il manico di scopa di Harry sin dall'inizio delle vacanze estive e proibirgli di parlare con i vicini.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   La famiglia Weasley trascorrerà un mese in Egitto, ma tornerà in tempo per l'inizio del nuovo anno scolastico a Hogwarts, dove attualmente sono iscritti cinque dei sette ragazzi Weasley.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Harry era ancora un mago minorenne, e la legge dei maghi gli proibiva di fare magie fuori dalla scuola. Ma il suo curriculum non era proprio immacolato in questo senso. Solo l'estate precedente aveva ricevuto una severa ammonizione ufficiale: se il Ministero avesse avuto notizia di altre pratiche magiche compiute a Privet Drive, Harry sarebbe stato espulso da Hogwarts.
Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3)

   Ma dopo dieci minuti di solitudine totale nella stradetta buia, una nuova emozione lo travolse: il panico. Non si era mai trovato in un guaio peggiore, in tutti i sensi. Era solo, abbandonato nel cupo mondo Babbano, senza un posto dove andare. E, quel che era peggio, aveva appena praticato una vera magia, il che voleva dire che sarebbe stato quasi certamente espulso da Hogwarts. Aveva violato il Decreto per la Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni con tanta evidenza che era sorpreso che gli emissari del Ministero della Magia non gli fossero già alle costole.
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   Lui, Harry, aveva infranto la legge dei maghi proprio come Sirius Black. Gonfiare zia Marge era così grave da farlo finire ad Azkaban? Harry non sapeva nulla della prigione dei maghi, anche se ne parlavano tutti con autentico terrore. Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, ci aveva trascorso due mesi solo l'anno prima. Harry non avrebbe dimenticato facilmente la paura sul viso di Hagrid quando gli avevano detto dove l'avrebbero portato, e Hagrid era una delle persone più coraggiose che Harry conoscesse.
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   «Ah, sei preoccupato per la reazione dei tuoi zii?» chiese Caramell. «Be', non lo nego, sono molto arrabbiati, Harry, ma sono pronti a riprenderti con loro la prossima estate, purché tu rimanga a Hogwarts per le vacanze di Natale e di Pasqua».
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   «Rimango sempre a Hogwarts per le vacanze di Natale e di Pasqua» dis
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   «L'anno scorso ho ricevuto un'ammonizione ufficiale solo perché un elfo domestico ha spiaccicato una torta in casa di mio zio!» disse a Caramell. accigliato. «Il Ministero della Magia ha detto che sarei stato espulso da Hogwarts se avessi praticato un altro incantesimo laggiù!»
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   «Be', i ragazzi del terzo anno a Hogwarts hanno il permesso di andare a Hogsmeade, ma i miei zii non hanno firmato il modulo. Crede che potrebbe...?»
Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3)

   Dopo aver riempito la borsa di galeoni d'oro, falci d'argento e zellini di bronzo ritirati dalla sua camera blindata alla Gringott, Harry dovette esercitare un notevole autocontrollo per non spendere tutto in una volta. Solo continuando a ripetersi che lo aspettavano ancora cinque anni a Hogwarts, e quanto sgradevole sarebbe stato dover chiedere ai Dursley il denaro per i libri di incantesimi, riuscì a trattenersi dal comprare un magnifico set di Gobbiglie d'oro massiccio (un gioco magico simile alle biglie, in cui le sferette spruzzavano un liquido puzzolente sulla faccia dell'avversario quando perdeva un punto). Fu tremendamente tentato anche dal perfetto, commovente modellino della galassia in una grande sfera di vetro, che gli sarebbe servito per non dover seguire più nemmeno una lezione di Astronomia. Ma la cosa che più mise alla prova la fermezza di Harry comparve nel suo negozio preferito, Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, una settimana dopo il suo arrivo al Paiolo magico.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Hogwarts?» gli chiese a bruciapelo. «Sei venuto a comprare i libri nuovi?»
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Mentre i giorni passavano, Harry prese a cercare Ron o Hermione dappertutto. Molti studenti di Hogwarts arrivavano a Diagon Alley, con l'inizio della scuola ormai cosi vicino. Harry incontrò Seamus Finnigan e Dean Thomas, due del Grifondoro, da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, dove anche loro occhieggiavano la Firebolt; e fuori dal Ghirigoro incrociò Neville Paciock, un ragazzino tondo e distratto. Harry non si fermò a chiacchierare: Neville a quanto pareva aveva perso la lista dei libri e sua nonna, una vecchietta terribile, lo stava sgridando.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Harry si svegliò l'ultimo giorno delle vacanze pensando che almeno avrebbe incontrato Ron e Hermione il giorno dopo, sull'Espresso di Hogwarts. Si alzò, si vestì, andò a dare un'ultima occhiata alla Firebolt e stava pensando a dove pranzare quando qualcuno lo chiamò costringendolo a voltarsi.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Hermione annuì sorridendo. «I miei mi hanno accompagnata qui stamattina con tutte le mie cose per Hogwarts».
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   In quel momento entrò la signora Weasley, carica di borse e sacchetti, seguita dai gemelli, Fred e George, che stavano per cominciare il quinto anno a Hogwarts, dal neoeletto Caposcuola, Percy, e dalla più piccola della
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Ginny, che aveva da sempre una grande passione per Harry, fu ancora più imbarazzata del solito quando lo vide, probabilmente perché lui le aveva salvato la vita l'anno prima a Hogwarts. Diventò tutta rossa e mormorò 'ciao' senza guardarlo. Percy, invece, gli tese la mano con solennità, come se lui e Harry non si conoscessero, e disse:
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Ma Harry sarà assolutamente al sicuro a Hogwarts...»
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Credevamo che Azkaban fosse un posto assolutamente sicuro. Se Black è riuscito a fuggire da Azkaban, può anche penetrare a Hogwarts...»
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Molly, quante volte te lo devo ripetere? Non era scritto sui giornali perché Caramell ha voluto che non si sapesse, ma Caramell è andato ad Azkaban la notte della fuga di Black. Le guardie gli hanno detto che Black negli ultimi giorni parlava nel sonno. Diceva sempre le stesse cose... 'è a Hogwarts... è a Hogwarts...' Black è incontrollabile, Molly, e vuole Harry morto. Secondo me, è convinto che l'assassinio di Harry riporterà al potere TuSaiChi. Black ha perso tutto la notte in cui Harry ha fermato TuSaiChi, e ha avuto dodici anni di solitudine ad Azkaban per meditarci sopra...»
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Prima saliamo sul treno meglio è» disse. «Almeno a Hogwarts riuscirò a stare alla larga da Percy. Ora mi accusa di aver versato il tè sulla sua foto di Penelope Light. Sai» Ron fece una smorfia, «la sua fidanzata. Si è nascosta sotto la cornice perché ha il naso tutto a macchie...»
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Un attimo dopo l'attraversarono ritrovandosi sul binario nove e tre quarti davanti all'Espresso di Hogwarts, un treno a vapore scarlatto, che sbuffava fumo su un binario affollato di streghe e maghi che salutavano i loro figli.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Dentro c'era un solo passeggero, un uomo profondamente addormentato, seduto vicino al finestrino. Harry, Ron e Hermione rimasero sulla soglia a guardarlo. L'Espresso di Hogwarts di solito era riservato agli studenti e non avevano mai visto un adulto a bordo, a parte la strega che portava il tè e i sandwich.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   L'Espresso di Hogwarts puntava dritto a nord e il paesaggio fuori dal finestrino diventava sempre più cupo e selvaggio mentre le nuvole nel cielo s'infittivano. Oltre la porta dello scompartimento i ragazzi si rincorrevano avanti e indietro. Grattastinchi si era sistemato su un sedile vuoto, col muso schiacciato rivolto verso Ron e gli occhi gialli fissi sulla tasca interna della sua giacca.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Draco Malfoy e Harry erano nemici sin dal momento in cui si erano incontrati durante il primo viaggio verso Hogwarts. Malfoy, che aveva un viso pallido, appuntito e beffardo, era nella Casa dei Serpeverde; giocava da Cercatore nella squadra di Quidditch del Serpeverde, lo stesso ruolo di Harry nel Grifondoro. Tiger e Goyle sembravano essere al mondo solo per
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Harry aprì gli occhi. C'erano luci sopra di lui, e il pavimento vibrava. L'Espresso di Hogwarts era di nuovo in movimento ed era tornata la luce. Era scivolato a terra. Ron e Hermione erano inginocchiati vicino a lui, dietro di loro Neville e il professor Lupin lo stavano guardando. Harry si sentiva malissimo; quando alzò la mano per aggiustarsi gli occhiali, sentì il viso coperto di sudore freddo.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Saremo a Hogwarts tra dieci minuti» disse il professor Lupin. «Stai bene, Harry?»
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   I nuovi arrivati a Hogwarts indossavano il Cappello Parlante, che li assegnava strillando alle case a cui erano più adatti (Grifondoro, Corvonero, Tassorosso o Serpeverde). La professoressa McGranitt si avviò verso il suo posto al tavolo degli insegnanti, mentre Harry e Hermione si dirigevano, cercando di non farsi notare, verso il tavolo dei Grifondoro. Tutti si voltarono a guardarli mentre strisciavano lungo il muro della sala, e alcuni indicarono Harry. La storia del suo svenimento davanti al Dissennatore si era diffusa cosi in fretta?
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Benvenuti!» disse Silente, con la luce delle candele che gli risplendeva nella barba. «Benvenuti a un altro anno a Hogwarts! Devo dirvi solo poche cose, e siccome sono tutte molto serie, credo che sia meglio toglierci il pensiero prima che finiate frastornati dal nostro ottimo banchetto...»
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Come ormai tutti saprete dopo la perquisizione dell'Espresso di Hogwarts, la nostra scuola attualmente ospita alcuni dei Dissennatori di Azkaban, che sono qui in missione per conto del Ministero della Magia».
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Fu un banchetto delizioso; la sala risuonava di chiacchiere, risate e del tintinnio di coltelli e forchette. Harry, Ron e Hermione, comunque, non vedevano l'ora che finisse per poter parlare con Hagrid. Sapevano che cosa significava per lui diventare insegnante. Hagrid non era un mago diplomato; era stato espulso da Hogwarts al terzo anno per una colpa che non aveva commesso, ed erano stati loro tre a riabilitarlo l'anno prima.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Il viaggio fino alla Torre Nord fu lungo. In due anni a Hogwarts non avevano ancora imparato tutto sul castello, e non erano mai stati nella Torre Nord prima d'allora.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Harry stava guardando il quadro. Un grasso pony pomellato grigio si era appena fatto avanti e ora brucava con aria noncurante. Harry era abituato al fatto che i soggetti dei quadri di Hogwarts si muovessero e uscissero dalle cornici per farsi visita, ma osservarli era sempre un divertimento. Un attimo dopo, un basso, tozzo cavaliere in armatura entrò nel quadro sferragliando, all'inseguimento del pony. A giudicare dalle macchie d'erba sulle ginocchiere di metallo, era appena caduto.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Gazza era il custode di Hogwarts, un mago fallito dal pessimo carattere, perennemente in guerra contro gli studenti e anche contro Pix. Comunque, Pix non prestò attenzione alle parole del professor Lupin e, anzi, fece una fragorosa pernacchia spruzzando saliva dappertutto.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Oliver Baston era un corpulento ragazzo di diciassette anni che frequentava il settimo e ultimo anno a Hogwarts. C'era una sorta di quieta disperazione nella sua voce quando si rivolse ai sei compagni di squadra negli spogliatoi gelidi ai confini del campo di Quidditch già immerso nelle tenebre.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Ma... professoressa, i miei zii... lo sa, sono Babbani, e non capiscono bene le cose di Hogwarts, i moduli, e tutto il resto» obiettò Harry, mentre Ron lo esortava ad andare avanti annuendo con vigore. «Se lei dice che posso andare...»
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dagli spettri di Hogwarts. Balzarono fuori dai muri e su dai tavoli per fare un numero di volo in formazione; NickQuasiSenzaTesta, il fantasma di Grifondoro, riscosse un grande successo reinterpretando la scena della propria maldestra decapitazione.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Ma insomma, io sono l'unica che si è presa la briga di leggere Storia di Hogwarts?» disse Hermione irritata a Harry e Ron.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Hanno piantato il Platano Picchiatore l'anno che sono arrivato a Hogwarts. Allora facevamo un gioco, bisognava cercare di avvicinarsi e toccare il tronco. Alla fine un ragazzo, David Gudgeon, ha quasi perso un occhio, e ci è stato proibito di avvicinarci. Sarebbe ora di sradicarlo... Ne parlerò con il professor Silente...»
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   provviso di un candore opalino e abbagliante e una mattina i prati fangosi si ricoprirono di gelo lucente. Nel castello c'era aria di Natale. Il professor Vitious, l'insegnante di Incantesimi, aveva già decorato le classi con luci scintillanti che si rivelarono essere autentiche fate svolazzanti. Gli studenti discutevano allegramente dei loro progetti per le vacanze. Sia Ron che Hermione avevano deciso di rimanere a Hogwarts, e anche se Ron disse che era perché non poteva sopportare l'idea di due settimane con Percy, e Hermione insistette che aveva bisogno di andare in biblioteca, Harry sapeva benissimo che lo facevano per tenergli compagnia, e gliene fu molto grato.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Era una mappa che mostrava ogni particolare del castello e del parco di Hogwarts. Ma la cosa davvero sorprendente erano le minuscole macchie d'inchiostro che si muovevano sulla carta, ciascuna contrassegnata da un nome scritto molto piccolo su un cartiglio. Stupefatto, Harry si curvò sulla cartina. Una macchiolina con il suo cartiglio nell'angolo superiore sinistro mostrava il professor Silente intento a camminare su e giù per il suo studio; il gatto del custode, Mrs Purr, si aggirava per il secondo piano, e Pix il Poltergeist al momento attraversava a balzi la sala dei trofei. E mentre il suo sguardo percorreva i familiari corridoi, Harry notò qualcos'altro.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Mielandia era così affollato di studenti di Hogwarts che nessuno notò Harry. Il ragazzo si fece largo tra loro, guardandosi intorno, e soffocò una risatina immaginando lo stupore sulla faccia porcina di Dudley se avesse potuto vederlo in quel momento.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Lo sa che faccio ancora fatica a crederci?» disse Madama Rosmerta pensierosa. «Di tutti quelli che passano al Lato Oscuro, Sirius Black era l'ultimo che mi sarei immaginata... voglio dire, me lo ricordo da ragazzo a Hogwarts. Se lei mi avesse detto allora che cosa sarebbe diventato, avrei pensato che forse aveva bevuto troppo idromele».
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Dici che te lo ricordi a Hogwarts, Rosmerta» mormorò la professoressa
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Minus... quel ragazzino grasso che gli correva sempre dietro a Hogwarts?» chiese Madama Rosmerta.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Non avete idea» disse Hagrid piano. «Mai stato in un posto così. Credevo di diventare matto. Continuavo a pensare cose terribili dentro la mia testa... al giorno che mi hanno buttato fuori da Hogwarts... al giorno che il mio papà è morto... al giorno che ho dovuto lasciar andare Norberto...»
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Quando raggiunsero il ritratto trovarono Sir Cadogan che festeggiava il Natale con un paio di frati, parecchi precedenti direttori di Hogwarts e il suo grasso pony. Sollevò il cimiero e brindò a loro alzando un calice di idromele.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «Io... sì, in realtà» disse Lupin. «Eravamo amici a Hogwarts. Ascolta, Harry... forse per questa sera dovremmo lasciar perdere. Questo incantesimo è troppo avanzato... Non dovevo nemmeno proporti di provarci...»
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Il momento in cui aveva scoperto che era un mago, e che avrebbe lasciato casa Dursley per andare a Hogwarts! Se non era quello un ricordo felice, allora... Concentrandosi molto intensamente su ciò che aveva provato quando aveva capito che se ne sarebbe andato da Privet Drive, Harry si alzò e affrontò ancora una volta la cassa.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Niente... voglio dire, so solo che anche loro erano amici qui a Hogwarts...»
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Neville era nella disgrazia più totale. La professoressa McGranitt era così arrabbiata con lui che gli aveva interdetto qualunque futura gita a Hogsmeade, lo aveva punito e aveva proibito a tutti di dirgli la parola d'ordine per entrare nella Torre. Il povero Neville era costretto ad aspettare tutte le sere fuori dalla sala comune che qualcuno lo facesse entrare, mentre i troll della sorveglianza lo fissavano minacciosi. Nessuna di queste punizioni, comunque, uguagliava quella che sua nonna aveva in serbo per lui. Due giorni dopo l'incursione di Black, spedì a Neville la cosa peggiore che uno studente di Hogwarts potesse ricevere per colazione: una Strillettera.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Anche i fantasmi di Hogwarts la evitano» disse Ron, mentre si arrampicavano sulla staccionata per guardare meglio. «Ho chiesto a NickQuasiSenzaTesta... dice che sa che ci vivono dei tipi poco raccomandabili. Nessuno può entrare; Fred e George ci hanno provato, naturalmente, ma tutti gli ingressi sono chiusi con i sigilli...»
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Mi dispiacerebbe che tu ti facessi un'idea sbagliata di tuo padre, Potter» disse, mentre un ghigno orribile gli deformava la faccia. «Hai forse immaginato un atto di glorioso eroismo? Allora lascia che ti corregga. Il tuo santissimo padre e i suoi amici hanno fatto uno scherzo davvero spiritoso che si sarebbe concluso con la mia morte se tuo padre all'ultimo momento non avesse avuto paura. Non ci fu niente di coraggioso in quello che fece. Fu solo per salvare la sua pelle quanto la mia. Se lo scherzo fosse riuscito, sarebbe stato espulso da Hogwarts».
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Cara Hermione,
abbiamo perso. Mi hanno dato il permesso di riportarlo a Hogwarts. La data dell'esecuzione deve essere ancora fissata.
A Becco Londra è piaciuta.
Non dimenticherò l'aiuto che ci hai dato.
Hagrid

La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Ed ecco i Grifondoro!» urlò Lee Jordan, che come al solito faceva la cronaca. «Potter, Bell, Johnson, Spinnet, Weasley, Weasley e Baston. Ampiamente accreditata come la squadra migliore che Hogwarts abbia avuto da parecchi anni...»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Ma non potevano permetterselo: gli esami erano vicini, e invece di impigrire in giro, gli studenti erano costretti a rimanere al castello, cercando di obbligare i cervelli a concentrarsi mentre seducenti sbuffi di aria estiva penetravano dalle finestre. Anche Fred e George Weasley furono visti studiare: dovevano ottenere il G.U.F.O. (Giudizio Unico per i Fattucchieri Ordinari). Percy invece si preparava per il M.A.G.O. (Magia Avanzata Grado Ottimale), il diploma più alto che si potesse prendere a Hogwarts. Dal momento che sperava di entrare al Ministero della Magia, doveva ottenere il massimo dei voti. Diventava sempre più irritabile, e assegnava punizioni molto severe a chiunque disturbasse la pace serale della sala comune. In effetti, l'unica persona più tesa di lui era Hermione.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   «Sono qui per una missione sgradevole, Harry. Il Comitato per la Soppressione delle Creature Pericolose ha richiesto un testimone per l'esecuzione di un Ippogrifo rabbioso. E siccome dovevo già venire a Hogwarts per verificare come vanno le cose con Black, hanno mandato me».
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   «Hai ragione un'altra volta, Hermione!» disse. «Ma il Ministero non ha mai saputo che esistevano tre Animagi non classificati che si aggiravano a Hogwarts».
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   «Prima che la Pozione Antilupo venisse scoperta, comunque, una volta al mese diventavo un mostro a tutti gli effetti. Sembrava impossibile che riuscissi a frequentare Hogwarts. Gli altri genitori non avrebbero voluto che i loro figli entrassero in contatto con me.
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   «Ma poi Silente diventò Preside, e trovò la soluzione. Disse che se prendevamo alcune precauzioni non c'era motivo per cui io non potessi venire a scuola...» Lupin sospirò e guardò apertamente Harry. «Qualche mese fa ti ho detto che il Platano Picchiatore fu piantato l'anno che sono arrivato a Hogwarts. La verità è che fu piantato perché sono arrivato a Hogwarts. Questa casa...» e Lupin si guardò intorno desolato, «...e il tunnel che porta qui... furono costruiti per me. Una volta al mese mi facevano uscire di nascosto dal castello e venivo qui a trasformarmi. L'albero fu messo all'entrata del tunnel per impedire a chiunque di incrociarmi quando ero pericoloso».
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   «Ci sto arrivando, Sirius, ci sto arrivando... be', ora che potevamo trasformarci tutti e quattro ci si aprirono davanti parecchie eccitanti opportunità. Ben presto di notte prendemmo ad abbandonare la Stamberga Strillante e a vagare per i prati del castello e per il villaggio. Sirius e James si trasformavano in animali così grossi che erano più che in grado di tener testa a un Lupo Mannaro. Dubito che qualche altro studente di Hogwarts abbia mai scoperto più cose sul parco e su Hogsmeade... E fu così che finimmo per disegnare la Mappa del Malandrino e firmarla con i nostri soprannomi. Sirius è Felpato. Peter è Codaliscia. James era Ramoso».
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   «A volte mi sento in colpa per aver tradito la fiducia di Silente, è chiaro... mi aveva ammesso a Hogwarts quando nessun altro Preside avrebbe fatto una cosa del genere, e non aveva idea che io infrangessi le regole che aveva stabilito per la mia sicurezza e quella degli altri. Non seppe mai che avevo indotto tre compagni a diventare Animagi illegalmente. Ma riuscivo sempre a dimenticare i miei sensi di colpa quando sedevamo insieme, noi quattro, a progettare l'avventura del prossimo mese. E non sono cambiato...»
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   Il volto di Lupin si era indurito, e nella sua voce c'era scarsa stima di sé. «Per tutto quest'anno ho combattuto con me stesso, chiedendomi se dovevo dire a Silente che Sirius era un Animagus. Ma non l'ho fatto. Perché? Perché ero troppo vigliacco. Avrebbe significato ammettere che avevo tradito la sua fiducia quando ero qui a scuola, ammettere che avevo coinvolto altre persone... E la fiducia di Silente ha significato tutto per me. Mi ha fatto entrare a Hogwarts da ragazzo, e mi ha dato un lavoro, quando tutti mi hanno sempre sfuggito in tutta la mia vita di adulto, e non sono mai riuscito a trovare un lavoro vero a causa di quello che sono. E così mi convinsi che Sirius cercasse di entrare a scuola servendosi di arti oscure apprese da Voldemort, che il fatto di essere un Animagus non c'entrava nulla... quindi, in un certo senso, Piton ha sempre avuto ragione sul mio conto».
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   «Da Caramell» disse Black. «Quando è venuto per l'ispezione ad Azkaban l'anno scorso, mi ha dato il suo giornale. E in prima pagina c'era Peter... sulla spalla del ragazzo... l'ho riconosciuto subito... quante volte l'ho visto trasformarsi? E la didascalia diceva che il ragazzo sarebbe tornato a Hogwarts... dove c'era Harry...»
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   «Ma poi ho visto Peter in quella foto... Ho capito che era a Hogwarts con Harry... nelle condizioni ideali per agire, se gli fosse giunta voce che il Lato Oscuro stava riprendendo potere...»
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   A Harry venne in mente quello che il signor Weasley aveva detto alla signora Weasley: Le guardie dicono che parla nel sonno... sempre le stesse parole... 'È a Hogwarts'.
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   «Conoscevo molto bene tuo padre, sia a Hogwarts che dopo, Harry» disse con gentilezza. «Anche lui avrebbe risparmiato Minus, ne sono certo».
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Nessuno a Hogwarts seppe la verità su ciò che accadde la notte in cui Sirius, Fierobecco e Minus scomparvero, a parte Harry, Ron, Hermione e il professor Silente. Mentre si avvicinava la fine del trimestre, Harry sentì molte teorie diverse su ciò che era successo veramente, ma nessuna di esse si avvicinava alla verità.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   La mattina dopo, mentre l'Espresso di Hogwarts si allontanava dalla stazione, Hermione comunicò a Harry e Ron alcune sorprendenti novità.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   «Avevo promesso di non dirlo a nessuno» disse Hermione in tono severo. Cercò lo sguardo di Harry, che guardava Hogwarts sparire dalla vista al di là di una montagna. Due mesi interi prima di rivederla...
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Caro Harry,
Spero che questa lettera ti venga recapitata prima che tu arrivi dai tuoi zii. Non so se sono abituati alla posta via gufo.
Io e Fierobecco siamo in clandestinità. Non ti dirò dove, nel caso che questo messaggio finisca nelle mani sbagliate. Ho qualche dubbio sull'affidabilità del gufo, ma è il migliore che ho trovato, e sembrava impaziente di affrontare la missione.
Credo che i Dissennatori mi stiano ancora cercando, ma non hanno alcuna speranza di trovarmi qui dove sono. Sto progettando di farmi vedere al più presto da alcuni Babbani, molto lontano da Hogwarts, di modo che venga tolta la sorveglianza al castello.
C'è una cosa che non sono riuscito a dirti nel nostro unico breve incontro. Sono stato io a mandarti la Firebolt...

Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Grattastinchi ha portato l'ordine all'Ufficio Gufi per conto mio. Ho usato il tuo nome, ma ho dato disposizione di prelevare il denaro dal sotterraneo numero 711 della Gringott, il mio. Ti prego di accettarla come dono del tuo padrino per il tuo tredicesimo compleanno.
Voglio anche chiederti scusa per lo spavento che temo di averti fatto prendere quella notte dell'anno scorso, quando te ne sei andato dalla casa dei tuoi zii. Speravo solo di poterti vedere per un attimo prima di intraprendere il viaggio verso nord, ma credo di averti fatto paura.
Accludo un'altra cosa per te, una cosa che credo renderà più piacevole il tuo prossimo anno a Hogwarts.
Se hai bisogno di me, manda un messaggio. Il tuo gufo mi troverà.
Ti scriverò presto.
Sirius

Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    «Un altro incantesimo… il mio fedele servo a Hogwarts… Harry Potter è praticamente già mio, Codaliscia. È deciso. Non ci saranno altre discussioni. Ma ora zitto… credo di aver sentito Nagini…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    Eppure… eppure… Harry, irrequieto, tornò verso il letto e vi si sedette, toccandosi di nuovo la cicatrice. Non era il dolore a preoccuparlo; male fisico e ferite non erano una novità per lui. Una volta aveva perso le ossa del braccio destro, e gli erano ricresciute tutte, dolorosamente, in una notte. Poco tempo dopo lo stesso braccio era stato dilaniato da una zanna velenosa lunga trenta centimetri. Solo l’anno prima Harry aveva fatto un volo di quindici metri da un manico di scopa volante. Era abituato agli incidenti più bizzarri: erano inevitabili, se frequentavi la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e avevi il dono di attirarti un sacco di guai.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Addormentati: era così che Harry preferiva i Dursley; da svegli non erano per lui di alcuna utilità. Zio Vernon, zia Petunia e Dudley erano i soli parenti di Harry al mondo. Erano Babbani (ovvero non-maghi) che odiavano e disprezzavano la magia in qualunque forma, e questo significava che Harry era benvenuto nella loro casa quasi quanto una torma di insetti infestanti. Avevano raccontato a tutti che, negli ultimi tre anni, Harry era stato assente non perché frequentava Hogwarts, bensì il Centro di Massima Sicurezza San Bruto per Ragazzi Irrimediabilmente Criminali. Sapevano benissimo che, in quanto mago minorenne, Harry non aveva il permesso di usare la magia al di fuori di Hogwarts, ma erano sempre pronti ad accusarlo di qualunque cosa andasse storta a casa loro. Harry non aveva mai potuto contare su di loro, o rivelare alcunché della sua vita nel mondo dei maghi. La sola idea di parlargli della cicatrice che gli faceva male e delle sue preoccupazioni per Voldemort era ridicola.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Fu un bel colpo per Harry, in occasione del suo undicesimo compleanno, scoprire di essere un mago; e fu ancora più sconcertante rendersi conto che nel mondo segreto della magia tutti conoscevano il suo nome. Harry arrivò a Hogwarts per scoprire che ovunque andasse tutti si voltavano a guardarlo e un mormorio incessante lo seguiva. Ma ormai ci si era abituato; alla fine dell’estate avrebbe cominciato il suo quarto anno a Hogwarts, e stava già contando i giorni che lo separavano dal ritorno al castello.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Decisamente, quello sarebbe stato il consiglio di Hermione: andar dritto dal Preside di Hogwarts, e nel frattempo consultare un libro. Harry guardò fuori dalla finestra, verso il cielo nero d’inchiostro. Dubitava alquanto che un libro lo potesse aiutare. Per quanto ne sapeva, era l’unico essere vivente sopravvissuto a una maledizione come quella di Voldemort; era altamente improbabile, quindi, trovare i suoi sintomi elencati in Comuni Disturbi e Malanni Magici. Quanto a informare il direttore, Harry non aveva idea di dove andasse Silente durante le vacanze estive. Si divertì per un attimo a immaginarlo, la lunga barba argentea, il mantello lungo da mago e il cappello a punta, disteso su una spiaggia, a spalmarsi l’abbronzante sul lungo naso adunco. Ovunque si trovasse Silente, Harry era certo che Edvige sarebbe stata in grado di trovarlo; la civetta di Harry fino ad allora non aveva mai mancato di consegnare una lettera a chicchessia, anche senza indirizzo. Ma che cosa avrebbe scritto?
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    C’era una ragione molto semplice per spiegare la totale assenza di Sirius dalla vita di Harry fino ad allora: Sirius si trovava ad Azkaban, la terribile prigione dei maghi, i cui guardiani erano creature chiamate Dissennatori, demoni ciechi che succhiavano l’anima e che erano venuti a cercare Sirius a Hogwarts quando era fuggito. Ma Sirius era innocente: gli omicidi per i quali era stato condannato erano stati commessi da Codaliscia, il servitore di Voldemort, che tutti credevano morto e che Harry, Ron e Hermione avevano incontrato faccia a faccia l’anno prima, anche se il solo a credere alla loro storia era stato il professor Silente.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Però questa mattina è successa una cosa strana. La cicatrice mi ha fatto male di nuovo. L’ultima volta è successo quando Voldemort era a Hogwarts. Ma non credo che ora possa essere da queste parti, no? Sai per caso se le cicatrici da anatema possono far male a distanza di anni?
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Ma zia Petunia non aveva idea di cosa era nascosto sotto l’asse mobile al piano di sopra. Non sospettava minimamente che Harry non stesse affatto seguendo la dieta. Nel momento in cui aveva capito che ci si aspettava che sopravvivesse all’estate sgranocchiando carote, Harry aveva spedito Edvige dai suoi amici con richieste d’aiuto, e loro avevano risposto munificamente all’appello. Edvige era tornata da casa di Hermione con una grossa scatola piena zeppa di merendine senza zucchero (i genitori di Hermione facevano i dentisti). Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, aveva offerto un sacco pieno dei suoi dolcetti rocciosi fatti in casa (Harry non ne aveva toccato uno: aveva già sperimentato abbastanza la cucina di Hagrid). E la signora Weasley aveva mandato il gufo di famiglia, Errol, con un’enorme torta alla frutta e pasticcini assortiti. Al povero Errol, che era vecchio e debole, ci erano voluti cinque giorni interi per riprendersi dal viaggio. E poi per il suo compleanno (che i Dursley avevano completamente ignorato) aveva ricevuto quattro splendide torte di compleanno, da Ron, da Hermione, da Hagrid e da Sirius. Harry ne aveva ancora due, e così, pregustando una vera colazione una volta tornato di sopra, prese a mangiare il suo pompelmo senza fiatare.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Aveva quasi detto “Espresso di Hogwarts”, e quello era un modo sicuro per far arrabbiare lo zio. Nessuno pronunciava mai il nome della scuola di Harry ad alta voce in casa Dursley.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

   Per le dodici del giorno dopo, il baule di Harry era stipato delle sue cose di scuola e di tutti i suoi più cari averi: il Mantello dell’Invisibilità ereditato da suo padre, il manico di scopa ricevuto in dono da Sirius, la mappa incantata di Hogwarts regalatagli da Fred e George Weasley l’anno prima. Aveva svuotato di tutte le provviste il nascondiglio sotto l’asse mobile, controllato ogni angolo della camera da letto in cerca di libri d’incantesimi o penne d’aquila dimenticate, e staccato il foglio appeso al muro su cui contava i giorni che lo separavano dal primo settembre, la data del suo ritorno a Hogwarts.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    A questo non aveva pensato. Come avrebbero fatto i Weasley a venire a prenderlo? Non avevano più l’auto; la loro vecchia Ford Anglia al momento scorrazzava libera nella Foresta Proibita a Hogwarts. Ma l’anno prima il signor Weasley aveva preso in prestito un’auto del Ministero della Magia; forse avrebbe fatto lo stesso anche stavolta?
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    «Non è che non abbiano cervello» riprese seccata, mettendo la padella sul fornello e accendendolo con un altro colpo di bacchetta, «ma lo sprecano, e se non si rimettono in riga in fretta, finiranno nei guai, guai seri. Ho ricevuto più gufi da Hogwarts per loro che per tutti gli altri messi insieme. Se continuano così, finiranno davanti all’Ufficio per l’Uso Improprio della Magia».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Il G.U.F.O. era il Giudizio Unico per i Fattucchieri Ordinari, il diploma che gli studenti di Hogwarts prendevano alla fine del quinto anno.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Solo che gran parte della roba — be’, in realtà tutta — era un po’ pericolosa» disse Ron, «e, sai, pensavano di venderla a Hogwarts per fare un po’ di soldi, e mamma è andata fuori dai gangheri. Gli ha detto che non dovevano permettersi di andare oltre, e ha bruciato tutti i moduli… è furiosa con loro perché, non hanno preso il G.U.F.O. che si aspettava».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Bill si alzò sorridendo e strinse anche lui la mano a Harry. Bill fu piuttosto una sorpresa. Harry sapeva che lavorava per la banca dei maghi, la Gringott, che era stato Caposcuola di Hogwarts, e aveva sempre immaginato che fosse una versione più vecchia di Percy: irritabile se si trattava di infrangere delle regole e deciso a trattare tutti dall’alto in basso. Invece Bill era — non c’era altra definizione — forte. Era alto, con lunghi capelli stretti in una coda. Portava un orecchino da cui pendeva una specie di zanna. I suoi vestiti non sarebbero sembrati fuori posto a un concerto rock, a parte il fatto che gli stivali non erano di cuoio ma di pelle di drago.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Che cosa è successo?» chiese Harry avido, rimpiangendo più che mai l’isolamento dal mondo della magia che subiva a Privet Drive. Harry era un grande appassionato di Quidditch. Giocava come Cercatore nella squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro fin dal suo primo anno a Hogwarts e possedeva una Firebolt, una delle migliori scope da corsa del mondo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Cedric Diggory era un ragazzo molto bello di circa diciassette anni. Era capitano e Cercatore della squadra di Quidditch della Casa di Tassorosso a Hogwarts.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Al ritorno, carichi d’acqua, riattraversarono il campeggio più lentamente. Qua e là videro facce più familiari: altri studenti di Hogwarts con le loro famiglie. Oliver Baston, l’ex capitano della squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro, che aveva appena lasciato Hogwarts, trascinò Harry fino alla tenda dei genitori per presentarlo, e gli disse in tono eccitato che era appena stato ingaggiato nella riserva della squadra del Puddlemore United. Poi furono salutati da Ernie Macmillan, uno del quarto anno di Tassorosso, e un po’ più in là videro Cho Chang, una ragazzina molto graziosa che giocava da Cercatrice per la squadra di Corvonero. Salutò Harry con la mano e gli sorrise, e lui si rovesciò parecchia acqua addosso per rispondere al saluto. Più che altro per far smettere Ron di fare smorfie, Harry indicò in fretta un bel gruppo di ragazzi che non aveva mai visto prima.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Chi credi che siano?» chiese. «Non sono di Hogwarts, vero?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Harry rise. Era rimasto sorpreso alla notizia che esistevano altre scuole di magia, ma ora che vedeva nel campeggio maghi di così tante nazionalità, pensò che era stato sciocco a non capire che Hogwarts non poteva essere l’unica. Scoccò un’occhiata a Hermione, che non sembrava affatto stupita. Senza alcun dubbio aveva già letto la cosa in qualche libro.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Oh, i dettagli!» disse Bagman, scacciando via la parola come un nugolo di moscerini. «Hanno firmato, no? Si sono accordati, no? Scommetto quello che vuoi che questi ragazzi lo scopriranno molto presto. Voglio dire, è a Hogwarts che…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Che cosa succederà a Hogwarts. papà?» chiese subito Fred. «Di che cosa stavano parlando?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Harry e Draco Malfoy erano nemici fin dal loro primo viaggio verso Hogwarts. Pallido, il viso a punta e i capelli di un biondo quasi bianco, Draco somigliava moltissimo a suo padre. Anche sua madre era bionda, alta e sottile, e sarebbe stata carina se non avesse avuto l’aria di chi ha una gran puzza sotto il naso.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Le reazioni di Ron e Hermione furono quasi esattamente quelle che Harry aveva immaginato nella sua stanza a Privet Drive. A Hermione si mozzò il fiato, poi prese a snocciolare consigli uno dopo l’altro, citando un gran numero di enciclopedie, e tutti quanti da Albus Silente a Madama Chips, l’infermiera di Hogwarts.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Ron era semplicemente ammutolito. «Ma… non era là, vero? Tu-Sai-Chi? Cioè… l’ultima volta che la cicatrice ti faceva male, lui era a Hogwarts, vero?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    La professoressa Cooman era la loro insegnante di Divinazione a Hogwarts.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «È un gran trambusto» disse loro Percy con solennità la domenica sera prima del previsto ritorno a Hogwarts. «Non ho fatto altro che spegnere incendi tutta la settimana. La gente continua a mandare Strillettere e naturalmente se non apri immediatamente una Strillettera quella esplode. Bruciature su tutta la mia scrivania e la mia penna d’aquila più bella ridotta in cenere».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Dai, mamma» disse Fred guardandola con aria addolorata. «Se l’Espresso di Hogwarts deragliasse domani, e io e George morissimo, come ti sentiresti sapendo che l’ultima cosa che ti abbiamo sentito dire era un’accusa infondata?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Si sentì bussare alla porta e la signora Weasley entrò con una bracciata di divise di Hogwarts lavate e stirate di fresco.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

   C’era decisamente una tetraggine da fine-delle-vacanze nell’aria quando Harry si svegliò la mattina dopo. Una pioggia pesante picchiettava ancora contro la finestra mentre s’infilava i jeans e una felpa; la divisa della scuola l’avrebbe indossata sull’Espresso di Hogwarts.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Arthur ha cercato di farsi prestare delle auto del Ministero per noi» sussurrò a Harry mentre si trovavano nel giardino lavato dalla pioggia a guardare i tassisti che caricavano sei pesanti bauli di Hogwarts nei portabagagli. «Ma non ce n’erano libere… oh cielo, non sembrano felici, vero?»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    L’Espresso di Hogwarts, un treno a vapore di un rosso lucente, era già là sputando nuvole di fumo, da cui i molti studenti di Hogwarts e i loro genitori sulla banchina emergevano come cupi fantasmi. Leo si fece più rumoroso che mai in risposta ai versi di molti gufi nella nebbia. Harry, Ron e Hermione andarono a prendere i posti, e ben presto sistemarono i bagagli in uno scompartimento a metà del treno. Poi saltarono giù di nuovo sulla banchina, per salutare la signora Weasley, Bill e Charlie.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Sì, vorrei tanto tornare a Hogwarts quest’anno» disse Bill, le mani in tasca, guardando il treno con aria quasi malinconica.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Oh, è stato un piacere, cari» disse la signora Weasley. «Vi inviterei per Natale, ma… be’, suppongo che vorrete tutti restare a Hogwarts, visto che… insomma, fra una cosa e l’altra».
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Dicci che cosa succederà a Hogwarts!» urlò Fred spenzolandosi dal finestrino mentre la signora Weasley, Bill e Charlie si allontanavano a gran velocità. «Che regole sono cambiate?»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Bagman voleva dirci che cosa succederà a Hogwarts» disse imbronciato, sedendo vicino a Harry. «Alla Coppa del Mondo, vi ricordate? E mia madre non vuole dirmelo. Chissà cosa…»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «… Mio padre ha seriamente preso in considerazione l’idea di mandarmi a Durmstrang invece che a Hogwarts, sapete. Conosce il Preside, vedete. Be’, lo sapete che cosa pensa di Silente — quello ama i Mezzosangue — e Durmstrang non ammette quel genere di plebaglia. Ma a mia madre non piaceva l’idea che andassi a scuola così lontano. Mio padre dice che Durmstrang ha una posizione molto più ragionevole di Hogwarts sulle Arti Oscure. Gli studenti di Durmstrang le imparano, non fanno solo quelle sciocchezze di difesa come noi…»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Andiamo» disse Ron cominciando a ridere. «Durmstrang dev’essere grande come Hogwarts, come si fa a nascondere un castello enorme?»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Ma Hogwarts è nascosto» disse Hermione sorpresa, «lo sanno tutti… be’, tutti quelli che hanno letto Storia di Hogwarts, comunque».
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Solo tu, allora» disse Ron. «Vai avanti: come si fa a nascondere un posto come Hogwarts
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Il cattivo umore di Ron durò per tutto il viaggio. Non parlò molto mentre indossavano la divisa della scuola, ed era ancora incupito quando l’Espresso di Hogwarts finalmente rallentò e si fermò nel buio impenetrabile della stazione di Hogsmeade.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Quelli del primo anno per tradizione approdavano al castello di Hogwarts attraversando il lago in barca con Hagrid.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Oooh, non mi piacerebbe affatto attraversare il lago con questo tempo» disse Hermione convinta, tremando mentre avanzavano lentamente lungo la banchina buia col resto della folla. Un centinaio di carrozze senza cavallo erano schierate in attesa fuori dalla stazione. Harry, Ron, Hermione e Neville si arrampicarono con sollievo in una di esse, la porta si chiuse con un colpo secco e, qualche momento dopo, la lunga processione di carrozze si fece strada rombando e schizzando acqua su per il sentiero che conduceva al castello di Hogwarts.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

   Le carrozze avanzarono pesantemente attraverso i cancelli, fiancheggiati da statue di cinghiali alati, e su per il ripido viale, oscillando pericolosamente in quella che stava diventando in fretta una tempesta. La fronte contro il finestrino, Harry vide Hogwarts avvicinarsi, le molte finestre illuminate confuse e tremolanti al di là della fitta cortina di pioggia. Un fulmine dardeggiò nel cielo mentre la loro carrozza si fermava davanti ai grandi portoni di quercia in cima alla rampa di gradini di pietra. Chi era a bordo delle carrozze davanti a loro già si affrettava a salire e a entrare nel castello; anche Harry, Ron, Hermione e Neville balzarono giù e sfrecciarono per gli scalini, alzando lo sguardo solo quando si trovarono al riparo nell’imponente Sala d’Ingresso illuminata dalle torce con la sua grandiosa scalinata di marmo.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Harry scrutò il tavolo con maggiore attenzione. Il minuscolo professor Vitious, l’insegnante di Incantesimi, era seduto su una grossa pila di cuscini accanto alla professoressa Sprite, l’insegnante di Erbologia, che aveva il cappello di traverso sui capelli neri svolazzanti; stava parlando con la professoressa Sinistra di Astronomia. Accanto sedeva il giallastro, aquilino, untuoso insegnante di Pozioni, Piton — la persona meno gradita a Harry di tutta Hogwarts. Il disgusto di Harry per Piton era pari solo all’odio di Piton per lui, un odio che, se possibile, era aumentato l’anno prima, quando Harry aveva aiutato Sirius a fuggire sotto il lungo naso di Piton… Piton e Sirius erano nemici fin dai tempi della scuola.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Or son mille anni, o forse anche più, che l’ultimo punto cucito mi fu: vivevano allor quattro maghi di fama, che ancora oggi celebri ognuno qui chiama. Il fier Grifondoro, di cupa brughiera, e Corvonero, beltà di scogliera, e poi Tassorosso, signor di vallata, e ancor Serpeverde, di tana infossata. Un solo gran sogno li accomunava, un solo progetto quei quattro animava: creare una scuola, stregoni educare. E Hogwarts insieme poteron fondare. Ciascuno dei quattro una casa guidava, ciascuno valori diversi insegnava: ognuno stimava diverse virtù e quelle cercava di accrescer vieppiù. E se Grifondoro il coraggio cercava e il giovane mago più audace premiava, per Corvonero una mente brillante fu tosto la cosa davvero importante. Chi poi nell’impegno trovava diletto del buon Tassorosso vinceva il rispetto, e per Serpeverde la pura ambizione contava assai più di ogni nobile azione. I quattro, concordi, gli allievi diletti sceglievan secondo criteri corretti. Ma un giorno si dissero: chi li spartirà quando ognuno di noi defunto sarà? Così Grifondoro un modo trovava e me dal suo capo veloce sfilava: poi con i tre maghi una mente mi fece capace di scegliere in loro vece. E se sulle orecchie mi avrete calato, voi state pur certi, non ho mai sbagliato: nelle vostre teste un occhiata darò e alla Casa giusta vi assegnerò!
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il Barone Sanguinario era lo spettro di Serpeverde, un fantasma magro e silenzioso coperto di macchie di sangue argentato. Era l’unico a Hogwarts in grado di controllare Pix.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Ci sono elfi domestici qui?» esclamò, guardando con orrore Nick-Quasi-Senza-Testa. «Qui a Hogwarts
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Silente riprese: «Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà per tutto l’anno scolastico, impegnando molto del tempo e delle energie degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho l’immenso piacere di annunciare che quest’anno a Hogwarts…»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Come stavo dicendo» disse, sorridendo alla marea di studenti davanti a lui, tutti con gli occhi ancora puntati su Malocchio Moody, «nei prossimi mesi avremo l’onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quest’anno si terrà a Hogwarts».
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Il Torneo Tremaghi fu indetto per la prima volta settecento anni fa, come competizione amichevole tra le tre maggiori scuole europee di magia: Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Venne scelto un campione per rappresentare ciascuna scuola, e i tre campioni gareggiarono in tre imprese magiche. Le scuole si alternavano nell’ospitare il Torneo ogni cinque anni, e tutti convennero che fosse un modo eccellente per stabilire legami tra giovani streghe e maghi di diverse nazionalità… almeno fino a quando il tributo di morti non divenne così elevato che fu deciso di sospendere il Torneo».
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Io ci sto!» sibilò Fred Weasley lungo il tavolo, il viso acceso d’entusiasmo alla prospettiva di tanta gloria e ricchezza. Non era il solo a immaginarsi campione di Hogwarts: ai tavoli di ciascuna Casa, Harry vide ragazzi e ragazze che guardavano rapiti verso Silente o confabulavano con i vicini. Ma in quel momento Silente parlò di nuovo, e la Sala si zittì un’altra volta.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Pur sapendo quanto ciascuno di voi sia desideroso di portare a Hogwarts la Coppa Tremaghi» disse, «i Presidi delle scuole partecipanti, assieme al Ministero della Magia, hanno convenuto di imporre un limite d’età per gli sfidanti di quest’anno. Solo gli studenti dell’età giusta — cioè da diciassette anni in su — potranno proporsi per la selezione. Questa» — Silente alzò un po’ la voce, perché una rumorosa protesta si scatenò a quelle parole, e i gemelli Weasley all’improvviso divennero furibondi — «è una misura che riteniamo necessaria, dal momento che le prove del Torneo saranno pur sempre difficili e pericolose, quali che siano le precauzioni che prenderemo, ed è altamente improbabile che gli studenti al di sotto del sesto e del settimo anno siano in grado di affrontarle. Mi assicurerò personalmente che nessuno studente di età inferiore inganni il nostro giudice imparziale e lo induca a nominarlo campione di Hogwarts». I suoi occhi azzurro chiaro scintillarono indugiando sulle facce ribelli di Fred e George. «Pertanto vi prego di non perdere tempo a iscrivervi se avete meno di diciassette anni.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang arriveranno in ottobre e resteranno con noi per la maggior parte dell’anno. So che tutti voi tratterete con la massima gentilezza i nostri ospiti stranieri durante il loro soggiorno, e darete il vostro sincero sostegno al campione di Hogwarts quando verrà designato o designata. E ora è tardi e so quanto è importante che ciascuno di voi sia ben sveglio e riposato quando comincerete le lezioni domani mattina. Ora di andare a letto! Forza, veloci!»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il piede di Neville era sprofondato in un gradino a metà della rampa. C’erano molte scale truccate a Hogwarts; a gran parte degli studenti più anziani veniva ormai istintivo saltare quel gradino in particolare, ma la memoria di Neville era notoriamente scarsa. Harry e Ron lo afferrarono sotto le ascelle e lo tirarono fuori, mentre un’armatura in cima alle scale scricchiolava e sbatacchiava, scossa da una risata asmatica.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Penso di sì…» Harry si rigirò, mentre una serie di nuove immagini sfolgoranti si formava nella sua testa… eccolo indurre il giudice imparziale a credere che aveva diciassette anni… eccolo diventare il campione di Hogwarts… eccolo in campo, le braccia alzate in segno di trionfo davanti a tutta la scuola impegnata ad applaudire e a urlare… aveva appena vinto il Torneo Tremaghi… il viso di Cho spiccava nitido nella folla confusa, raggiante di ammirazione…
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Quell’idiota, campione di Hogwarts?» disse Ron, mentre si facevano largo nella folla vociante puntando verso la scala.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    La comparsa del cartello nella Sala d’Ingresso ebbe un effetto notevole su tutti. La settimana seguente, parve esserci un solo argomento di conversazione, ovunque Harry andasse: il Torneo Tremaghi. Le voci si propagavano di studente in studente come virus altamente contagiosi: chi voleva farsi avanti come campione di Hogwarts, in cosa sarebbe consistito il Torneo, in che cosa gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang erano diversi da loro.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Quando scesero per colazione la mattina del 30 ottobre, scoprirono che la Sala Grande era stata addobbata durante la notte. Enormi stendardi di seta pendevano dai muri. Ciascuno rappresentava una Casa di Hogwarts: rosso con un leone d’oro per Grifondoro, blu con un’aquila di bronzo per Corvonero, giallo con un tasso nero per Tassorosso, e verde con un serpente d’argento per Serpeverde. Dietro il tavolo degli insegnanti, lo stendardo più grande di tutti portava il blasone di Hogwarts: leone, aquila, tasso e serpente uniti sotto una grande H.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Notò che tutti la fissavano e disse, con il solito tono d’impazienza nel constatare che nessun altro aveva letto i libri che lei invece conosceva: «È tutto scritto in Storia di Hogwarts. Anche se, naturalmente quel libro non è del tutto affidabile. Storia RIVEDUTA E CORRETTA di Hogwarts sarebbe un titolo più calzante. O anche Storia DECISAMENTE PREVENUTA E SELETTIVA di Hogwarts, CHE GLISSA SUGLI ASPETTI PIÙ SPREGEVOLI DELLA SCUOLA».
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Degli elfi domestici!» esclamò Hermione ad alta voce, come Harry s’immaginava. «In oltre mille pagine di Storia di Hogwarts, non si dice nemmeno una volta che siamo tutti complici nello sfruttamento di un centinaio di schiavi!»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Sono tornato e sono al sicuro. Voglio che tu mi tenga informato su tutto ciò che accade a Hogwarts. Non usare Edvige, continua a cambiare gufi, e non preoccuparti per me, pensa solo a guardarti le spalle. Non dimenticare quello che ho detto a proposito della cicatrice.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Non è possibile Materializzarsi dentro i confini di Hogwarts, quante volte devo dirtelo?» sbuffò Hermione.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Mia cara Madame Maxime» disse. «Benvenuta a Hogwarts».
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Harry, la cui attenzione si era completamente concentrata su Madame Maxime, notò in quel momento che una dozzina circa di ragazzi e ragazze — tutti, a occhio e croce, tra i diciassette e i diciott’anni — erano spuntati dalla carrozza e ora erano in piedi dietro Madame Maxime. Tremavano, cosa tutt’altro che sorprendente dato che i loro abiti sembravano di seta leggera, e nessuno portava il mantello. Alcuni si erano avvolti sciarpe e scialli attorno alla testa. Per quel che Harry poté vedere delle loro facce (erano all’ombra di Madame Maxime), stavano contemplando Hogwarts con aria preoccupata.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «I miei destrieri hanno bisogno di… ehm… una mano descisa» disse Madame Maxime, con l’aria di dubitare che qualunque insegnante di Cura delle Creature Magiche di Hogwarts fosse all’altezza dell’incarico. «Loro sono tanto forti…»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Venite» disse Madame Maxime imperiosa ai suoi studenti, e la folla di Hogwarts si dischiuse per lasciarli salire le scale di pietra.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Cara vecchia Hogwarts» disse, guardando in su verso il castello e sorridendo; aveva i denti giallastri, e Harry notò che il sorriso non si estendeva agli occhi, che rimasero freddi e penetranti. «Com’è bello essere qui, com’è bello… Viktor, vieni dentro, al caldo… non ti dispiace, Silente? Viktor ha un po’ di raffreddore…»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

   «Non ci credo» esclamò Ron stupefatto, mentre gli studenti di Hogwarts risalivano in fila i gradini dietro la delegazione di Durmstrang. «Krum, Harry! Viktor Krum!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Mentre riattraversavano la Sala d’Ingresso con gli altri studenti di Hogwarts, diretti alla Sala Grande, Harry vide Lee Jordan che saltava su e giù per riuscire a veder meglio la nuca di Krum. Parecchie ragazze del sesto anno si stavano frugando freneticamente in tasca mentre camminavano («Oh, non ci posso credere, non ho nemmeno una penna», «Credi che mi firmerà il cappello col rossetto?»)
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Quando tutti gli studenti furono entrati nella Sala e si furono sistemati ai tavoli delle loro Case, gli insegnanti entrarono, raggiunsero in fila il tavolo più lontano e si sedettero. Il professor Silente, il professor Karkaroff e Madame Maxime furono gli ultimi. Quando apparve la loro Preside, gli allievi di Beauxbatons scattarono in piedi. Alcuni studenti di Hogwarts risero. Il gruppo di Beauxbatons non sembrò minimamente imbarazzato, e nessuno tornò a sedere se non dopo che Madame Maxime ebbe preso posto alla sinistra di Silente. Quest’ultimo però rimase in piedi e il silenzio calò sulla Sala Grande.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Buona sera, signore e signori, fantasmi e — soprattutto — ospiti» disse Silente rivolgendo un gran sorriso agli studenti stranieri. «È un grande piacere per me darvi il benvenuto qui a Hogwarts. Spero e confido che la vostra permanenza qui sarà tanto comoda quanto piacevole».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    La Sala Grande sembrava molto più affollata del solito, anche se c’erano una ventina scarsa di studenti in più; forse era perché le uniformi di colore diverso spiccavano contro il nero della divisa di Hogwarts. Ora che si erano tolti le pellicce, gli studenti di Durmstrang apparvero vestiti di un intenso rosso sangue.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Vi dico che non è una ragazza normale!» disse Ron, allungando la testa per non perderla di vista. «Non le fanno così a Hogwarts
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Le fanno benone, a Hogwarts» disse Harry senza riflettere. Si dava il caso che Cho Chang fosse seduta a pochi posti di distanza dalla ragazza coi capelli d’argento.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Tutti quelli di Durmstrang» rispose lei. «Ma non ho ancora visto nessuno di Hogwarts».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Harry guardò affascinato Fred che estraeva dalla tasca un foglietto di pergamena con scritto sopra “Fred Weasley — Hogwarts”. Fred avanzò fino alla linea, e lì rimase, dondolandosi sulle punte dei piedi come un tuffatore che si accinge a un volo di quindici metri. Poi, con gli occhi di tutti i presenti puntati addosso, trasse un gran respiro e superò la linea.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Le decorazioni della Sala Grande quella mattina erano cambiate. Era Halloween: una nuvola di pipistrelli vivi svolazzava sul soffitto incantato, mentre centinaia di zucche intagliate sogghignavano da tutti gli angoli. Harry si diresse verso Dean e Seamus, che stavano discutendo degli studenti di Hogwarts di diciassette anni o più che probabilmente si sarebbero fatti avanti.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Quando anche Fleur Delacour fu scomparsa nella sala accanto, calò di nuovo il silenzio, ma questa volta era un silenzio carico di un’eccitazione quasi palpabile. Era la volta del campione di Hogwarts
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Il campione di Hogwarts» scandì, «è Cedric Diggory!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Vorrei saperlo anch’io, Silente» disse il professor Karkaroff. Aveva un sorriso gelido, e i suoi occhi azzurri erano pezzetti di ghiaccio. «Due campioni per Hogwarts? Non ricordo che nessuno mi abbia detto che alla scuola ospite sono concessi due campioni… o non ho letto le regole abbastanza attentamente?»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Credo di sì» rispose Silente, guardando Crouch con aria preoccupata. «Sei sicuro che non vuoi fermarti a dormire a Hogwarts stanotte, Barty?»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Dai, Barty, io resto qui!» esclamò allegramente Bagman. «Hogwarts è il centro di tutto, adesso, è molto più eccitante qui che in ufficio!»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Scrivere a Sirius. Devi dirgli che cosa è successo. Ti ha chiesto di tenerlo al corrente di tutto quello che succede a Hogwarts… è come se si aspettasse qualcosa del genere. Ho qui una pergamena e una penna…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Mi hai detto di tenerti informato su quello che succede a Hogwarts, così eccomi qui. Non so se hai sentito, ma il Torneo Tremaghi si tiene quest’anno e sabato sera sono stato scelto come quarto campione. Non so chi ha messo il mio nome nel Calice di Fuoco, perché non sono stato io. L’altro campione di Hogwarts è Cedric Diggory, di Tassorosso.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    I giorni che seguirono furono tra i più brutti di Harry a Hogwarts. Era arrivato a sentirsi così male solo durante quei mesi del secondo anno, in cui gran parte della scuola lo aveva sospettato di pietrificare i suoi compagni. Ma allora Ron era suo amico. Harry era convinto che sarebbe riuscito a sopportare il resto della scuola se solo avesse potuto riavere Ron al suo fianco, ma non intendeva cercare di convincerlo a parlargli se lui non voleva. Ora si sentiva solo, con il livore che gli pioveva addosso da tutte le parti.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    TIFATE PER CEDRIC DIGGORY — IL VERO CAMPIONE DI Hogwarts!
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Harry a Hogwarts ha finalmente trovato l’amore. Il suo intimo amico Colin Canon dice che Harry è quasi sempre in compagnia di una certa Hermione Granger, una ragazza straordinariamente graziosa, Babbana per nascita, che, come Harry, è una degli studenti migliori della scuola.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    I Tre Manici di Scopa era pieno zeppo, soprattutto di studenti di Hogwarts che si godevano il pomeriggio di libertà, ma anche di personaggi magici che si potevano incontrare solo lì. Harry immaginava che Hogsmeade, essendo il solo villaggio completamente magico di tutta la Gran Bretagna, fosse una sorta di porto franco per creature come le megere, che non erano abili come i maghi nel camuffarsi.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Lentamente, con molta cautela, Harry si rialzò e ripartì, più velocemente possibile senza far troppo rumore, e si affrettò nell’oscurità diretto a Hogwarts.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Fu catturato, era ad Azkaban con me, ma è stato rilasciato. Scommetterei qualunque cosa che Silente ha voluto un Auror a Hogwarts quest’anno per tenerlo d’occhio. Moody prese Karkaroff e lo schiaffò ad Azkaban».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «… e leggendo tra le righe del pezzo di quella Skeeter il mese scorso, be’, Moody è stato aggredito la sera prima di cominciare a lavorare a Hogwarts. Si, lo so che lei sostiene che si è trattato di un altro falso allarme» aggiunse Sirius in fretta, vedendo che Harry stava per parlare, «ma io non credo che sia così. Credo che qualcuno abbia tentato di impedirgli di venire a Hogwarts. Credo che qualcuno sapesse che il suo compito sarebbe stato molto più difficile con lui nei paraggi. E nessuno ha intenzione di indagare a fondo, Malocchio denuncia intrusi un po’ troppo spesso. Ma questo non significa che non sia più in grado di riconoscere i pericoli. Moody era l’Auror migliore che il Ministero abbia mai avuto».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Senti, conosco Bertha Jorkins» disse Sirius con una smorfia. «Era a Hogwarts quando c’ero anch’io, qualche classe avanti a me e a tuo padre. Ed era un’idiota. Molto indiscreta, e senza cervello, nemmeno un po’. Non è una bella combinazione. Sarebbe stato molto facile attirarla in una trappola».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Harry si raddrizzò, nascondendo il fuoco. Se qualcuno avesse visto la faccia di Sirius entro le mura di Hogwarts, sarebbe successo un pandemonio: il Ministero sarebbe stato coinvolto; lui, Harry, sarebbe stato interrogato su dove si trovava Sirius…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Quella notte Harry dormì appena. Quando si svegliò il lunedì mattina, per la prima volta in assoluto prese seriamente in considerazione l’idea di fuggire da Hogwarts. Ma mentre si guardava intorno nella Sala Grande a colazione, pensò a ciò che avrebbe significato lasciare il castello, e seppe che non poteva. Era l’unico posto in cui fosse stato mai felice… be’. doveva esserlo stato anche con i suoi genitori, ma non se lo ricordava.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    L’inizio di dicembre portò a Hogwarts vento e nevischio. Per quanto d’inverno il castello fosse sempre pieno di spifferi, Harry si rallegrava dei suoi fuochi e dei muri spessi tutte le volte che passava davanti alla nave di Durmstrang. che beccheggiava sul lago al vento forte, le vele nere gonfie contro il cielo oscuro. Probabilmente, rifletteva, anche la carrozza di Beauxbatons era piuttosto gelida. Hagrid si assicurava che i cavalli di Madame Maxime fossero sempre ben riforniti della loro bevanda preferita, whisky di malto; i vapori che si levavano dall’abbeveratoio nell’angolo del loro recinto bastavano a far girare la testa a tutta quanta la classe di Cura delle Creature Magiche. Cosa inutile se non dannosa, dal momento che si stavano ancora occupando degli orrendi Schiopodi e avevano bisogno di essere del tutto lucidi.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Dobby è venuto a lavorare a Hogwarts, signore!» strillò Dobby eccitato. «Il professor Silente ha trovato un lavoro a Dobby e a Winky, signore!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Almeno un centinaio di piccoli elfi gremivano la cucina: sorridevano, si inchinavano e facevano riverenze mentre Dobby guidava Harry. Portavano tutti la stessa uniforme: uno strofinaccio con ricamato il blasone di Hogwarts, drappeggiato a mo’ di toga.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Gli elfi domestici di Hogwarts avevano cominciato a tenersi a distanza da Dobby, come se avesse una malattia contagiosa. Winky rimase dov’era, anche se il volume del suo pianto si alzò decisamente.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Dobby riprese il suo racconto, urlando per sovrastare gli strilli di Winky. «E poi a Dobby è venuta l’idea, Harry Potter, signore! “Perché Dobby e Winky non trovano lavoro insieme?” dice Dobby. “Dove c’è abbastanza lavoro per due elfi domestici?” dice Winky. E Dobby pensa, e poi gli viene in mente, signore! A Hogwarts! Così Dobby e Winky sono venuti a trovare il professor Silente, signore, e il professor Silente ci ha presi!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «I signori ha visto il mio padrone?» esclamò Winky senza fiato, alzando la faccia striata di lacrime dalla gonna e fissando Hermione. «I signori l’ha visto a Hogwarts
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Oh, si riprenderà» disse Hermione, anche se sembrava un po’ perplessa. «Quando lo shock sarà passato, e lei si sarà abituata a Hogwarts, capirà quanto sta meglio senza quel Crouch».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Ma questo NON significa» continuò la professoressa McGranitt «che saranno ammesse eccezioni alle regole di comportamento richieste agli studenti di Hogwarts. Sarò profondamente rammaricata se uno studente di Grifondoro metterà in imbarazzo la scuola in qualunque maniera».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «Fa parte della tradizione» disse la professoressa McGranitt con fermezza. «Tu sei un campione di Hogwarts, e farai quello che ci si aspetta da te come rappresentante della scuola. Quindi fai in modo di procurarti una dama, Potter».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Harry non aveva mai visto tanta gente decidere di rimanere a Hogwarts per Natale; lui lo faceva sempre, naturalmente, perché l’alternativa era tornare a Privet Drive, e fino ad allora aveva sempre fatto parte della minoranza che restava. Quell’anno, invece, sembrava che tutti i ragazzi dal quarto anno in su avessero deciso di rimanere, e a Harry pareva che fossero tutti ossessionati dal ballo imminente — almeno le ragazze lo erano, ed era straordinario quante ragazze all’improvviso c’erano a Hogwarts; non l’aveva quasi notato prima. Ragazze che bisbigliavano nei corridoi, ragazze che scoppiavano a ridere al passaggio dei maschi, ragazze eccitate che si scambiavano mucchi di bigliettini su quello che avrebbero indossato la notte di Natale…
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Il corpo insegnante di Hogwarts, nello sforzo continuo di impressionare i visitatori di Beauxbatons e Durmstrang, sembrava deciso a mostrare il castello al suo meglio per Natale. Quando le decorazioni furono tutte al loro posto, Harry notò che erano le più straordinarie che avesse mai visto a scuola. Ghiaccioli Sempiterni erano stati appesi ai corrimani della scalinata di marmo; i soliti dodici alberi di Natale della Sala Grande erano coperti di qualunque cosa, dalle bacche luminose di agrifoglio ad autentici gufi d’oro ululanti, e le armature erano state tutte stregate in modo da intonare canti di Natale quando qualcuno gli passava davanti. Era davvero una cosa straordinaria sentire Venite, fedeli cantato da un elmo vuoto che sapeva solo metà delle parole. Gazza il custode dovette estrarre parecchie volte Pix dalle armature, dove aveva preso l’abitudine di nascondersi, colmando le lacune nelle canzoni con rime di sua invenzione, tutte decisamente maleducate.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «Oh, non mi sognerei mai di pretendere di conoscere tutti i segreti di Hogwarts, Igor» disse Silente in tono amabile. «Solo stamattina, per esempio, ho preso la direzione sbagliata mentre andavo in bagno e mi sono ritrovato in una stanza di magnifiche proporzioni che non avevo mai visto prima, che ospitava una collezione di vasi da notte davvero notevole. Quando sono tornato indietro per guardare meglio, ho scoperto che la stanza era sparita. Ma devo tenerla d’occhio. È probabile che sia accessibile solo alle cinque e mezza del mattino. O che compaia solo quando la luna è a un quarto… o quando colui che la cerca ha la vescica straordinariamente gonfia».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Nel frattempo Fleur Delacour criticava le decorazioni di Hogwarts parlando con Roger Davies.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «È di Durmstrang!» esplose Ron. «Gareggia contro Harry! Contro Hogwarts! Tu… tu stai…» Ron evidentemente stava cercando parole abbastanza forti per definire il crimine di Hermione, «fraternizzando con il nemico, ecco che cosa stai facendo!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Allora scappa» disse bruscamente la voce di Piton. «Vattene, farò io le tue scuse. Io, comunque, rimango a Hogwarts».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Albus Silente, eccentrico Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, non ha mai avuto paura di fare scelte discutibili in fatto di personale docente, scrive Rita Skeeter, inviato speciale. A settembre di quest’anno ha assunto Alastor «Malocchio» Moody, il noto ex Auror iettatore, per insegnare Difesa contro le Arti Oscure, una decisione che ha fatto aggrottare molte fronti al Ministero della Magia, data la ben nota abitudine di Moody di aggredire chiunque faccia un movimento brusco in sua presenza. Malocchio Moody, comunque, sembra gentile e responsabile, se confrontato con il semiumano che Silente ha assunto per insegnare Cura delle Creature Magiche.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Rubeus Hagrid, che ammette di essere stato espulso da Hogwarts al terzo anno, da allora si gode il posto di guardiacaccia, lavoro garantitogli da Silente. Lo scorso anno, però, Hagrid ha fatto uso della sua misteriosa influenza sul Preside per assicurarsi anche il posto di insegnante di Cura delle Creature Magiche, davanti a parecchi candidati con migliori credenziali.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Be’… be’, sì» disse Bagman impaziente, «ma… andiamo, Harry… vogliamo tutti che vinca Hogwarts, no?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Questa è stata fatta subito dopo che ero entrato a Hogwarts» disse Hagrid con voce gracchiante. «Papà era arcicontento… certo che potevo anche non essere mica un mago, sapete, per via che la mia mamma… be’, insomma. Certo che non sono mai stato granché in magia, davvero… ma almeno non ha saputo che mi avevano buttato fuori. Sapete, è morto che facevo il secondo anno…
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Silente è quello che è stato dalla mia parte dopo che papà se n’è andato. Mi ha trovato il lavoro di guardiacaccia… si fida della gente, lui. Ci dà a tutti un’altra possibilità… è per questo che è diverso dagli altri Presidi, ecco. Piglierebbe chiunque a Hogwarts, basta che ci hanno talento. Lo sa che la gente può venir fuori ok anche se le loro famiglie non erano… be’… proprio rispettabili. Ma alcuni non lo capiscono. Ce ne sono certi che te lo rinfacciano sempre… ci sono certi che farebbero finta di essere solo un po’ grossi invece di alzarsi e dire: sono quello che sono e non mi vergogno. “Non vergognarti mai” mi diceva il mio vecchio, “e se qualcuno te lo rinfaccia, è gente che non vale una cicca”. E ci aveva ragione. Io con lei non ci perdo più tempo, ve lo prometto. Ossa grandi… gliele do io, le ossa grandi».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «La sai una cosa, Harry?» disse, alzando lo sguardo dalla foto del padre, gli occhi molto luminosi. «La prima volta che ti ho visto mi ricordavi un po’ me. Niente mamma e papà, e credevi che a Hogwarts non ti ci saresti mica ritrovato, ti ricordi? Non eri sicuro di essere all’altezza… e adesso guardati, Harry! Campione della scuola!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Harry preparò accuratamente il suo piano, perché era già stato sorpreso una volta da Gazza il custode fuori dal letto e nel posto sbagliato nel cuore della notte, e non desiderava ripetere l’esperienza. Il Mantello dell’Invisibilità, naturalmente, sarebbe stato fondamentale, e come ulteriore precauzione Harry pensò di portare con sé la Mappa del Malandrino, che, insieme al Mantello, era il mezzo più efficace che possedesse per infrangere le regole. Sulla mappa era riportata l’intera Hogwarts, comprese le sue molte scorciatoie e i passaggi segreti, e, cosa più importante di tutte, mostrava le persone all’interno del castello, ferme o in movimento, come minuscoli puntini con tanto di nome, così che Harry avrebbe potuto individuare in tempo chiunque si fosse avvicinato al bagno.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Harry fissò la macchiolina. Il signor Crouch stava troppo male per andare a lavorare o per partecipare al Ballo del Ceppo: e allora che cosa stava facendo di nascosto a Hogwarts all’una del mattino? Harry guardò attentamente mentre il puntino girava per la stanza, fermandosi qua e là…
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Una mappa di Hogwarts» disse Harry, sperando che Moody lo tirasse fuori presto dalla scala; la gamba gli faceva proprio male.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Harry si chiese quanto poteva dire. Non voleva che Moody sospettasse che aveva una fonte d’informazione al di fuori di Hogwarts; ciò avrebbe potuto portare a domande spinose su Sirius.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Harry tornò lentamente alla Torre di Grifondoro, assorto: pensava a Piton, e a Crouch, e a quel che significava tutta la faccenda… perché Crouch fingeva di essere ammalato, se poteva entrare a Hogwarts quando voleva? Cosa credeva che Piton nascondesse nel suo ufficio?
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Per soddisfare il desiderio di Sirius di sapere tutto ciò che di strano accadeva a Hogwarts, quella sera Harry gli spedì una lettera via gufo bruno, e gli raccontò tutto: che il signor Crouch era penetrato nell’ufficio di Piton, e della conversazione tra Moody e Piton. Poi rivolse tutta la sua attenzione al problema più urgente che gli stava davanti: come sopravvivere sott’acqua per un’ora il 24 febbraio.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    A Ron piaceva l’idea di usare ancora l’Incantesimo di Appello: Harry aveva parlato di respiratori da sub, e Ron non capiva perché Harry non avrebbe dovuto farne arrivare uno dalla più vicina città babbana. Hermione demolì il piano sottolineando che, nell’improbabile eventualità che Harry riuscisse a imparare come si usa un respiratore entro il tempo massimo di un’ora, sarebbe stato di certo squalificato per infrazione al Codice Internazionale di Segretezza Magica: era troppo sperare che nessun Babbano avrebbe visto un respiratore filare per la campagna in direzione di Hogwarts.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    È un ragazzo fuori dal comune, forse, eppure è un ragazzo che vive tutti i consueti tormenti dell’adolescenza. Privato degli affetti fin dalla tragica fine dei suoi genitori, Harry Potter, quattordici anni, credeva di aver trovato conforto nella sua fidanzata ufficiale a Hogwarts, Hermione Granger, Babbana di nascita. Certo non poteva immaginare che ben presto avrebbe dovuto subire un altro grande dolore in una vita già costellata di gravi perdite personali.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Hermione Granger, una ragazza bruttina ma ambiziosa, sembra aver sviluppato un’inclinazione per i maghi celebri che Harry da solo non riesce a soddisfare. Fin dall’arrivo a Hogwarts di Viktor Krum, Cercatore della Nazionale Bulgara ed eroe della scorsa Coppa del Mondo di Quidditch, Hermione Granger gioca con i sentimenti di entrambi. Krum, palesemente innamorato cotto dell’ambigua ragazza, l’ha già invitata a fargli visita in Bulgaria durante le vacanze estive, e ripete: «Non ho mai provato niente di simile per nessun’altra».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    I Filtri d’Amore naturalmente sono proibiti a Hogwarts, e senz’alcun dubbio Albus Silente vorrà indagare su queste accuse. Nel frattempo, i sostenitori di Harry Potter devono augurarsi che la prossima volta egli affidi il suo cuore a una candidata più meritevole.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Ma Sirius scosse la testa. «Senti, se Crouch vuole indagare su Piton, perché non è venuto a fare il giudice al Torneo? Sarebbe stata la scusa ideale per far visita regolarmente a Hogwarts e tenerlo d’occhio».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Sirius fissò la parete della caverna, poi fece un sorriso amaro. «C’è ancora il fatto che Silente si fida di Piton, e io so che Silente si fida là dove molte altre persone non io farebbero, ma non ce lo vedo a permettere che Piton faccia l’insegnante a Hogwarts se avesse mai lavorato per Voldemort».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Be’» rispose Sirius lentamente, «non escludo che Malocchio abbia perquisito gli uffici di ogni singolo insegnante quando è arrivato a Hogwarts. Prende sul serio la sua Difesa contro le Arti Oscure, Moody. Non so se esiste qualcuno di cui si fida, e con le cose che ha visto non mi sorprende. Ma c’è da dire una cosa a favore di Moody, che non ha mai ucciso se poteva evitarlo. Ha sempre consegnato prigionieri vivi, per quanto era possibile. Era duro, ma non è mai sceso al livello dei Mangiamorte. Crouch, però… è di un’altra pasta… sarà davvero malato? E se sì, perché ha fatto la fatica di trascinarsi fino all’ufficio di Piton? E se no… che cos’ha in mente? Che cosa doveva fare di tanto importante alla Coppa del Mondo da non mettere piede in Tribuna d’Onore? Che cosa faceva mentre avrebbe dovuto prendere parte al Torneo come giudice?»
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «È meglio che torniate a scuola» disse Sirius, alzandosi. «Ora, sentite…» Lanciò un’occhiata particolarmente intensa a Harry. «Non voglio che voi tre scappiate via da scuola per venire a trovarmi, capito? Mandatemi dei messaggi e basta. Voglio ancora sapere se succede qualcosa di strano. Ma non dovete uscire da Hogwarts senza permesso, sarebbe l’occasione ideale se qualcuno vi volesse aggredire».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Harry, Ron e Hermione riattraversarono Hogsmeade e puntarono verso Hogwarts.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Harry spiegò che si trattava di microfoni nascosti, microspie e attrezzature di registrazione. Ron ne fu affascinato, ma Hermione li interruppe. «Voi due non leggerete mai Storia di Hogwarts
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Tutti i surrogati della magia che usano i Babbani — l’elettricità, e i computer e i radar e quelle cose là — impazziscono attorno a Hogwarts, c’è troppa magia nell’aria. No, Rita usa la magia per origliare, dev’essere così… se solo riuscissi a scoprire che cos’è… ooh, se è illegale, l’avrò in pugno…»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Ma nulla a Hogwarts si era mai mosso solo perché gli strillavi contro. Harry guardò su e giù per il corridoio buio. Forse Silente era in sala professori? Prese a correre più veloce che poteva verso la scala…
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Non ci si può Smaterializzare entro i confini di Hogwarts, ve l’ho detto mille volte!» esclamò Hermione.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    «È quella loro idea del negozio di scherzi» disse Ron. «Credevo che ne parlassero solo per irritare la mamma, ma fanno sul serio, vogliono aprirne uno. Gli manca solo un anno per finire Hogwarts, continuano a ripetersi che è ora di pensare al futuro, e papà non li può aiutare, e hanno bisogno di soldi per cominciare».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Harry, che cosa ti viene in mente di andare nella Foresta con Viktor Krum? Voglio che tu mi giuri a stretto giro di gufo che non uscirai di notte con nessuno. C’è qualcuno estremamente pericoloso a Hogwarts. E evidente che questo qualcuno voleva impedire a Crouch di incontrare Silente ed è probabile che tu ti sia trovato nell’oscurità a pochi metri da costui. Potevi rimanere ucciso.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Il parco di Hogwarts non era mai apparso cosi invitante, da quando Harry doveva restare chiuso dentro il castello. Nei giorni che seguirono trascorse tutto il suo tempo libero in biblioteca con Hermione e Ron, a studiare stregonerie, o in qualche classe vuota dove sgattaiolavano per esercitarsi. Harry si era concentrato sullo Schiantesimo, che non aveva mai usato prima. Il guaio era che fare pratica comportava parecchi sacrifici da parte di Ron e Hermione.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Harry entrò. Era già stato una volta nell’ufficio di Silente; era una camera circolare, molto bella, tappezzata di ritratti di Presidi di Hogwarts del passato, tutti immersi in un sonno profondo, il petto che si alzava e si abbassava dolcemente.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Una luce fioca illuminava l’ambiente; poteva trovarsi sottoterra, perché non c’erano finestre, solo torce sorrette da bracci come quelle che illuminavano le sale di Hogwarts. Abbassando il viso fin quasi a sfiorare col naso la sostanza vetrosa, Harry vide file e file di maghi e streghe seduti lungo tutte le pareti, sopra quelle che sembravano panche disposte a diverse altezze. Nel centro della stanza troneggiava una sedia vuota. Aveva un aspetto vagamente sinistro. Dai braccioli pendevano delle catene.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Dov’era quel luogo? Certo non a Hogwarts; non aveva mai visto una sala del genere nel castello. Per di più, la folla nella sala misteriosa in fondo al bacile era formata da adulti, e Harry sapeva che non ce n’erano così tanti a Hogwarts. Pareva che stessero aspettando qualcosa; anche se vedeva solo le punte dei loro cappelli, sembrava che fossero tutti rivolti nella stessa direzione, e non parlavano tra loro.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Non sei l’unico corrispondente di Sirius» disse Silente. «Anch’io sono in contatto con lui da quando se n’è andato da Hogwarts l’anno scorso. Sono stato io a suggerirgli che la caverna sul fianco della montagna era il posto più sicuro dove nascondersi».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Non è possibile» disse Hermione. «Ve l’ho detto, quelle cose lì non funzionano a Hogwarts. Andiamo, Harry» aggiunse in tono pratico, allontanandosi dalla finestra e tornando al centro della stanza, «riproviamo il Sortilegio Scudo».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Sirius spediva gufi tutti i giorni, ormai. Come Hermione, sembrava deciso a concentrarsi su come far superare a Harry l’ultima prova, prima di pensare ad altro. In ogni lettera gli ricordava che qualunque cosa stesse accadendo al di fuori delle mura di Hogwarts non era sua responsabilità, né era in suo potere modificarla.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Il ragazzo che ha sconfitto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è instabile e potenzialmente pericoloso, scrive Rita Skeeter, inviato speciale. Sono venute alla luce testimonianze allarmanti sullo strano comportamento di Harry Potter, che insinuano seri dubbi sull’opportunità che partecipi a una gara impegnativa come il Torneo Tremaghi, e perfino che frequenti la scuola di Hogwarts.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    La Gazzetta del Profeta, intanto, ha scoperto fatti preoccupanti a proposito di Harry Potter che Albus Silente, Preside di Hogwarts, ha accuratamente tenuto nascosti al pubblico mago.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Potter parla il Serpentese» rivela Draco Malfoy, uno studente del quarto anno di Hogwarts. «Un paio di anni fa si sono verificate parecchie aggressioni ai danni di studenti, e tutti pensavano che dietro ci fosse Potter: aveva perso la testa al Club dei Duellanti e aveva aizzato un serpente contro un altro ragazzo. Ma è stato tutto messo a tacere. Lui però ha anche fatto amicizia con lupi mannari e giganti. Siamo convinti che farebbe qualunque cosa per un briciolo di potere».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Ignoralo» gli disse Cedric a bassa voce, guardando accigliato suo padre. «È arrabbiato da quando è uscito quell’articolo di Rita Skeeter sul Torneo Tremaghi… sai, quando lasciò capire che eri il solo campione di Hogwarts».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Signore e signori, sta per cominciare la terza prova del Torneo Tremaghi, la prova finale! Permettete che vi ricordi la situazione del punteggio! Al primo posto, alla pari, con ottantacinque punti ciascuno… il signor Cedric Diggory e il signor Harry Potter, entrambi della Scuola di Hogwarts!» Le grida e gli applausi fecero alzare in volo nel cielo sempre più scuro gli uccelli appollaiati sugli alberi della Foresta Proibita. «Al secondo posto, con ottanta punti… il signor Viktor Krum, dell’Istituto Durmstrang!» Altri applausi. «E al terzo posto… Mademoiselle Fleur Delacour, dell’Accademia di Beauxbatons!»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «La prenderemo nello stesso istante. È sempre una vittoria di Hogwarts. Finiremo alla pari».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Quel luogo non faceva assolutamente parte del territorio di Hogwarts; era chiaro che avevano viaggiato per chilometri — forse centinaia di chilometri — perché anche le montagne che circondavano il castello erano sparite. Si trovavano in un cimitero buio e abbandonato; il profilo nero di una chiesetta era riconoscibile oltre un grande tasso alla loro destra. Alla loro sinistra s’innalzava una collina, sul cui versante Harry riuscì a distinguere la sagoma di una bella dimora antica.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    «Si trova a Hogwarts, quel servo fedele, ed è stato grazie ai suoi sforzi che il nostro giovane amico è arrivato stasera…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Mi disse che il Torneo Tremaghi si sarebbe tenuto a Hogwarts quest’anno. Mi disse che sapeva di un Mangiamorte fedele che avrebbe avuto una gran voglia di aiutarmi, se solo fossi riuscito a mettermi in contatto con lui. Disse molte cose… ma gli strumenti che usai per esercitare l’Incantesimo della Memoria su di lei erano potenti, e quando le ebbi strappato tutte le informazioni utili, la sua mente e il suo corpo erano entrambi irreparabilmente rovinati. Ormai era servita al suo scopo. Non potevo possederla. Me ne liberai».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Ma come arrivare a Harry Potter? Perché è stato protetto meglio di quanto credo sappia lui stesso, protetto in modi architettati tempo fa da Silente, quando toccò a lui provvedere al futuro del ragazzo. Silente invocò un’antica magia per assicurare la protezione del ragazzo finché è affidato ai suoi parenti. Nemmeno io posso toccarlo quando è là… poi, naturalmente, ci fu la Coppa del Mondo di Quidditch… pensai che laggiù la sua protezione avrebbe potuto essere più labile, lontano dai parenti e da Silente, ma non ero ancora abbastanza forte da poter cercare di rapirlo nel bel mezzo di un’orda di maghi del Ministero. E poi il ragazzo sarebbe tornato a Hogwarts, dove è sotto il naso di quello sciocco filoBabbano da mane a sera. Allora, come fare per catturarlo?
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Be’… ma usando le informazioni di Bertha Jorkins, naturalmente. Usando il mio fedele Mangiamorte, di stanza a Hogwarts, per assicurarmi che il nome del ragazzo venisse inserito nel Calice di Fuoco. Usando il mio Mangiamorte per assicurarmi che il ragazzo vincesse il Torneo — che toccasse la Coppa Tremaghi per primo — la Coppa che il mio Mangiamorte aveva trasformato in una Passaporta, che lo avrebbe portato qui, lontano dall’aiuto e dalla protezione di Silente, tra le mie braccia aperte. Ed eccolo qui… il ragazzo che tutti voi avete creduto fosse stato la mia fine…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    A quelle parole Harry ricordò, come se appartenesse a una vita precedente, il Club dei Duellanti a Hogwarts che aveva frequentato per poco tempo due anni prima… tutto ciò che aveva imparato era l’Incantesimo di Disarmo, Expelliarmus… e a cosa sarebbe servito, anche se vi fosse riuscito, privare Voldemort della sua bacchetta, quando era circondato da Mangiamorte in una proporzione di almeno trenta a uno? Non aveva mai imparato nulla che potesse rivelarglisi utile in quella circostanza. Sapeva di trovarsi di fronte alla cosa contro la quale Moody lo aveva sempre messo in guardia… l’inesorabile Maledizione Avada Kedavra — e Voldemort aveva ragione — sua madre questa volta non era lì a morire per lui… era decisamente inerme…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «Quando il contatto s’interromperà, rimarremo qui solo per pochi istanti… ma ti daremo il tempo… devi correre alla Passaporta, ti riporterà a Hogwarts… hai capito, Harry?»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    Ma Harry all’improvviso ricordò. Avrebbe dovuto dirlo a Silente, avrebbe dovuto dirlo subito… «C’è un Mangiamorte a Hogwarts! C’è un Mangiamorte qui… è stato lui a mettere il mio nome nel Calice di Fuoco, è stato lui a fare in modo che arrivassi fino alla fine…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Arrivò a casa nostra nel cuore della notte, tra le braccia del suo servo Codaliscia. Il mio signore aveva scoperto che ero ancora vivo. Aveva catturato Bertha Jorkins in Albania. L’aveva torturata. E lei gli aveva detto molte cose. Gli aveva detto del Torneo Tremaghi. Gli aveva detto che Moody, l’anziano Auror, avrebbe insegnato a Hogwarts. La torturò finché non spezzò l’Incantesimo della Memoria che mio padre aveva scagliato su di lei. Gli disse che ero fuggito da Azkaban. Gli disse che mio padre mi teneva prigioniero per impedire che andassi a cercare il mio signore. E così il mio signore seppe che ero ancora il suo fedele servitore: forse il più fedele di tutti. Concepì un piano sulla base delle informazioni che Bertha gli aveva fornito. Aveva bisogno di me. Giunse a casa nostra verso mezzanotte. Mio padre aprì la porta».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Mi chiese se ero pronto a rischiare tutto per lui. Ero pronto. Era il mio sogno, la mia più grande ambizione, servirlo, dimostrargli la mia abilità. Mi disse che aveva bisogno di infiltrare a Hogwarts un suo servo fedele. Un servo che aiutasse Harry Potter a vincere il Torneo Tremaghi senza farsi notare. Un servo che vegliasse su Harry Potter. Che si assicurasse di fargli raggiungere la Coppa Tremaghi. Che trasformasse la Coppa in una Passaporta, che avrebbe portato dal mio padrone la prima persona che l’avesse toccata. Ma prima…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Fummo io e Codaliscia. Avevamo preparato in anticipo la Pozione Polisucco. Raggiungemmo la sua casa. Moody reagì lottando. Ci fu un’esplosione. Riuscimmo a soggiogarlo appena in tempo. Lo infilammo a forza in un comparto del suo baule magico. Gli prendemmo dei capelli e li aggiungemmo alla Pozione. Io la bevvi e divenni il sosia di Moody. Gli presi la gamba e l’occhio. Fui pronto ad affrontare Arthur Weasley quando venne a sistemare i Babbani che avevano sentito dei rumori. Feci muovere i bidoni della spazzatura nel cortile. Gli dissi che avevo sentito aggirarsi degli estranei, che avevano fatto saltare i bidoni. Poi raccolsi gli abiti di Moody e i Detector Oscuri, li misi nel baule con Moody e partii per Hogwarts. Lo tenni in vita, sotto l’effetto della Maledizione Imperius. Volevo riuscire a interrogarlo. Per sapere del suo passato, imparare le sue abitudini, in modo da poter ingannare anche Silente. Mi servivano anche i suoi capelli per preparare la Pozione Polisucco. Gli altri ingredienti erano facili da trovare. Rubai la pelle di Girilacco dalle cantine. Quando il responsabile delle Pozioni mi trovò nel suo ufficio, dissi che avevo avuto l’ordine di perquisirlo».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Sì. Dopo un po’ cominciò a contrastare la Maledizione Imperius proprio come avevo fatto io. C’erano momenti in cui capiva ciò che stava succedendo. Il mio signore decise che non era più prudente lasciarlo uscire di casa. Lo costrinse a inviare lettere al Ministero. Gli fece scrivere che era malato. Ma Codaliscia trascurò i suoi doveri. Non lo sorvegliò abbastanza. Mio padre fuggì. Il mio signore suppose che fosse diretto a Hogwarts. Mio padre avrebbe detto tutto a Silente, avrebbe confessato. Avrebbe ammesso di avermi fatto uscire di nascosto da Azkaban.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «La mappa di Hogwarts di Potter. Potter mi ci ha visto. Una sera Potter mi ha visto rubare altri ingredienti per la Pozione Polisucco dall’ufficio di Piton. Credeva che fossi mio padre, visto che abbiamo lo stesso nome di battesimo. Quella sera ho preso a Potter la mappa. Gli ho detto che mio padre odiava i Maghi Oscuri. Potter ha creduto che mio padre stesse seguendo Piton.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Per una settimana attesi l’arrivo di mio padre a Hogwarts. Finalmente, una sera, sulla mappa comparve mio padre che entrava nel parco. Indossai il Mantello dell’Invisibilità, e gli andai incontro. Stava costeggiando la Foresta. Poi arrivarono Potter e Krum. Attesi. Non potevo fare del male a Potter, il mio padrone aveva bisogno di lui. Potter corse a chiamare Silente. Schiantai Krum. Uccisi mio padre».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    La sera seguente Harry tornò alla Torre di Grifondoro. Da quanto gli avevano raccontato Ron e Hermione, Silente aveva parlato a tutta la scuola quella mattina a colazione. Aveva semplicemente chiesto che lasciassero in pace Harry, che nessuno gli facesse domande o insistesse per farsi raccontare ciò che era successo nel labirinto. Moltissimi, osservò Harry, lo scansavano nei corridoi evitando il suo sguardo. Alcuni sussurravano al suo passaggio, nascondendo la bocca con la mano. Immaginò che molti di loro avessero creduto all’articolo di Rita Skeeter su quanto fosse disturbato e potenzialmente pericoloso. Forse stavano elaborando le loro teorie sulla morte di Cedric. Scoprì che non gliene importava granché. La cosa migliore era stare con Ron e Hermione mentre loro parlavano di altre cose, oppure lo lasciavano star lì in silenzio mentre giocavano a scacchi. Era come se tutti e tre avessero stretto un patto che non aveva bisogno di parole. Ciascuno di loro era in attesa di un segnale, una parola su quanto stava succedendo al di fuori di Hogwarts, ed era inutile fare congetture finché non avessero saputo qualcosa di certo. L’unica volta che affrontarono l’argomento fu quando Ron disse a Harry dell’incontro che la signora Weasley aveva avuto con Silente appena prima di tornare a casa.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Harry Potter è riuscito a sfuggire a Voldemort» disse Silente. «Ha rischiato la vita per riportare il corpo di Cedric a Hogwarts. Ha dimostrato, in tutti i sensi, il coraggio che pochi maghi hanno mostrato nell’affrontare Voldemort, e per questo io gli rendo onore».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    George scoppiò in una risata molto amara. «Sì, è quello che abbiamo pensato anche noi, all’inizio. Abbiamo pensato che scrivendogli, dicendogli che aveva fatto un errore, avrebbe sganciato i nostri soldi. Ma niente da fare. Ha ignorato la nostra lettera. Abbiamo cercato di parlargli un sacco di volte a Hogwarts, ma trovava sempre qualche scusa per sfuggirci».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Non dirmelo» disse George. «Naturalmente alla fine abbiamo scoperto che cosa stava succedendo. Anche il padre di Lee Jordan ha fatto fatica a ottenere da Bagman il denaro che gli spettava. È venuto fuori che era nei pasticci con i goblin. Ha preso in prestito da loro un sacco di denaro. Una loro banda lo ha assalito nel bosco dopo la Coppa del Mondo e gli ha portato via tutto l’oro che aveva, e non è nemmeno bastato a coprire tutti i suoi debiti. L’hanno seguito fino a Hogwarts per tenerlo d’occhio. Ha perso tutto al gioco. Non ha più un galeone. E lo sapete quell’imbecille come ha cercato di risarcire i goblin?»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Il resto del viaggio fu abbastanza piacevole. Harry si scoprì a desiderare che continuasse per tutta l’estate, in modo da non arrivare mai a King’s Cross… ma come aveva imparato quell’anno nel modo più duro, il tempo non rallenta quando ti aspetta qualcosa di sgradevole, e ben presto — troppo presto — l’Espresso di Hogwarts rallentò e si fermò sul binario nove e tre quarti. Il rumore e la confusione consueti riempirono i corridoi mentre gli studenti cominciavano a scendere. Ron e Hermione scavalcarono con difficoltà Malfoy, Tiger e Goyle, trascinando i bauli.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    La gravità di questa infrazione al Decreto per la Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni si è tradotta nella sua espulsione dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Rappresentanti del Ministero saranno tra breve al suo domicilio per distruggere la sua bacchetta.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Harry lesse tutta la lettera due volte. Aveva solo una vaga idea del fatto che zio Vernon e zia Petunia stessero parlando. Dentro la sua testa, tutto era gelato e stordito. Un solo fatto era penetrato nella sua coscienza come un dardo paralizzante: era stato espulso da Hogwarts. Era tutto finito. Non sarebbe mai tornato.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Il cervello temporaneamente inebetito di Harry parve risvegliarsi. Rappresentanti del Ministero saranno tra breve al suo domicilio per distruggere la sua bacchetta. Cera una sola cosa da fare: doveva fuggire, e subito. Dove sarebbe andato, Harry non lo sapeva, ma era sicuro di una cosa: a Hogwarts o fuori, aveva bisogno della bacchetta. In uno stato simile al sogno, la estrasse e si voltò per uscire dalla cucina.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Silente stava cercando di sistemare tutto… che cosa voleva dire? Quanto potere aveva Silente per contrastare il Ministero della Magia? C’era la possibilità che lui venisse riammesso a Hogwarts, allora? Un piccolo barlume di speranza si accese nel petto di Harry, quasi subito soffocato dal panico: come faceva a rifiutarsi di consegnare la bacchetta senza ricorrere alla magia? Avrebbe dovuto duellare con i rappresentanti del Ministero e, in quel caso, sarebbe stato fortunato a sfuggire ad Azkaban, per non parlare dell’espulsione.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    In seguito a una discussione con il Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, il Ministero ha convenuto che la questione della sua espulsione verrà anch’essa discussa in quell’occasione. Dovrà dunque considerarsi sospeso dalla scuola fino a ulteriori indagini.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Era molto strano, trovarsi lì in piedi nella cucina chirurgicamente asettica di zia Petunia, accanto al frigorifero ultimo modello e al televisore wide-screen, a parlare tranquillamente di Lord Voldemort con zio Vernon. L’arrivo dei Dissennatori a Little Whinging sembrava aver aperto una breccia nell’enorme muro invisibile che separava il mondo inesorabilmente non magico di Privet Drive dal mondo al di là. Le due vite di Harry si erano in un certo modo fuse e tutto era stato rovesciato; i Dursley chiedevano dettagli del mondo magico, e la signora Figg conosceva Albus Silente; i Dissennatori veleggiavano per Little Whinging, e lui rischiava di non tornare mai più a Hogwarts. La testa di Harry pulsò in modo ancor più doloroso.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

   Sono appena stato attaccato dai Dissennatori e potrei essere espulso da Hogwarts. Voglio sapere che cosa sta succedendo e quando uscirò di qui.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Andò su e giù, divorato dalla rabbia e dalla frustrazione, digrignando i denti e serrando i pugni, scoccando sguardi furiosi al cielo vuoto e trapunto di stelle tutte le volte che passava davanti alla finestra. Dissennatori mandati a prenderlo, la signora Figg e Mundungus Fletcher che lo pedinavano, poi la sospensione da Hogwarts e un’udienza al Ministero della Magia, e ancora nessuno che gli dicesse che cosa stava succedendo.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    «Lei è un Auror?» domandò Harry, colpito. Essere un cacciatore di Maghi Oscuri era l’unica carriera a cui avesse mai pensato dopo Hogwarts.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    «È quello che ci siamo chiesti anche noi» disse Ron, che sembrava assai desideroso di continuare con una normale conversazione ora che Harry aveva smesso di urlare. «È tornato a casa tutto compiaciuto — anche più del solito, se riesci a figurartelo — e ha detto a papà che gli era stato offerto un posto nell’ufficio di Caramell. Un posto davvero buono per uno uscito da Hogwarts da appena un anno: Assistente del Ministro. Si aspettava che papà fosse colpito, credo».
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Il terzetto spiò cauto oltre il corrimano. Il tetro ingresso era affollato di maghi e streghe, compresa la scorta di Harry al completo. Sussurravano eccitati. Al centro del gruppo Harry vide la testa scura e unticcia e il naso prominente dell’insegnante di Hogwarts che meno amava, il professor Piton. Si sporse un po’ di più. Voleva proprio sapere che cosa faceva Piton per l’Ordine della Fenice…
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «Dove?» chiese Ron in fretta. «A Hogwarts
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    «Non lo guardo da anni. Ecco Phineas Nigellus, il mio bisbisnonno, sai? Il Preside meno amato che Hogwarts abbia mai avuto… e Araminta Melliflua, cugina di mia madre… ha cercato di far passare un progetto di legge al Ministero per legalizzare la caccia ai Babbani… e la cara zia Elladora… ha avviato la tradizione di famiglia di decapitare gli elfi domestici quando diventavano troppo vecchi per portare i vassoi del tè… Naturalmente, tutte le volte che la famiglia ha prodotto qualcuno di appena decente, è stato diseredato. Vedo che Tonks qui non c’è. Forse è per questo che Kreacher non vuole prendere ordini da lei… lui dovrebbe fare tutto ciò che qualsiasi membro della famiglia gli chiede…»
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Harry si sentì come se lo stomaco gli fosse sprofondato nella moquette polverosa. Non aveva più pensato all’udienza dalla cena della sera prima; nell’eccitazione di essere di nuovo tra le persone che preferiva, e di essere messo al corrente di quanto stava succedendo, gli era del tutto passata di mente. Alle parole di Sirius, però, lo schiacciante senso di terrore fece ritorno. Fissò Hermione e i Weasley, che stavano addentando i loro panini, e pensò a come si sarebbe sentito se loro fossero tornati a Hogwarts senza di lui.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Ron era disteso sulla schiena, a braccia aperte, con la bocca spalancata, profondamente addormentato. Non si mosse nemmeno quando Harry attraversò la stanza, uscì sul pianerottolo e richiuse piano la porta. Cercando di non pensare alla prossima volta in cui avrebbe visto Ron, se non fossero più stati compagni di scuola a Hogwarts, Harry discese piano le scale, passò sotto le teste degli antenati di Kreacher e scese in cucina.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Se non mi espellono da Hogwarts, butto dieci galeoni, Harry si ritrovò a pensare disperatamente.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Raggiunsero la base delle scale e fecero di corsa un altro corridoio, che assomigliava moltissimo a quello che portava al sotterraneo di Piton a Hogwarts, con torce appese alle pareti di pietra viva. Le porte che oltrepassarono erano di legno massiccio con chiavistelli e serrature di ferro.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    «L’elfo domestico in questione è al momento un dipendente della Scuola di Hogwarts» disse Silente. «Posso convocarlo qui in un attimo a testimoniare, se lo desideri».
L’udienza (Cap. 8 Harry Potter 5)

    «Il Ministero non ha il potere di espellere gli studenti da Hogwarts, Cornelius, come ti ho ricordato la sera del due agosto» disse Silente. «Né ha il diritto di confiscare bacchette finché le accuse non sono state pienamente provate, come ti ho ricordato sempre la sera del due agosto. Nella tua ammirevole fretta di assicurare che le leggi siano rispettate, pare che, certamente senza volerlo, tu stesso ne abbia trascurata qualcuna».
L’udienza (Cap. 8 Harry Potter 5)

    «E che cosa farà per il bagno?» chiese Harry con un ghigno. All’improvviso tutto sembrava cinque volte più buffo del solito. Cominciava a rendersene conto: era stato scagionato, sarebbe tornato a Hogwarts.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Nei giorni che seguirono, Harry non poté fare a meno di notare che una persona al numero dodici di Grimmauld Place non sembrava proprio sopraffatta dalla gioia al pensiero che lui sarebbe tornato a Hogwarts. Sirius aveva ostentato una più che credibile parvenza di felicità alla notizia, aveva stretto la mano a Harry e aveva fatto dei gran sorrisi come tutti gli altri. Ben presto, tuttavia, divenne più scontroso e corrucciato che mai: parlava meno con tutti, Harry compreso, e passava sempre più tempo chiuso nella stanza di sua madre con Fierobecco.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Non vorrai sentirti in colpa!» esclamò Hermione con fermezza, quando Harry confidò le sue sensazioni a lei e Ron mentre ripulivano un armadio ammuffito al terzo piano, qualche giorno dopo. «Tu appartieni a Hogwarts e Sirius lo sa. Personalmente, credo che si comporti da egoista».
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Harry si scoprì a fantasticare su Hogwarts sempre più spesso via via che si avvicinava la fine delle vacanze; non vedeva l’ora di ritrovare Hagrid, di giocare a Quidditch, perfino di passeggiare tra i rettangoli dell’orto verso le serre di Erbologia; sarebbe stata una festa solo lasciare quella casa polverosa e muffita, dove metà degli armadi erano ancora sprangati e nell’ombra Kreacher sibilava insulti, anche se Harry stava bene attento a non lasciar indovinare questi suoi sentimenti a Sirius.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Ron non rispose. Harry si voltò. L’amico era assolutamente immobile, con la bocca un po’ aperta, e fissava la sua lettera da Hogwarts.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Ron, che non aveva ancora detto una parola, la fissò per un momento, poi la tese a Harry come cercando una muta conferma della sua autenticità. Harry la prese. Una grossa “P” era sovrapposta al leone di Grifondoro. Aveva visto una spilla identica sul petto di Percy il suo primo giorno a Hogwarts.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Era la verità, pensò Harry; non era migliore di Ron a scuola. Ma fuori dalle aule? E quelle avventure che lui, Ron e Hermione avevano vissuto da quando avevano cominciato a frequentare Hogwarts, rischiando spesso molto più che l’espulsione?
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Impiegarono venti minuti per raggiungere King’s Cross a piedi, e l’unico avvenimento significativo fu quando Sirius spaventò un paio di gatti per divertire Harry. Una volta dentro la stazione, indugiarono con aria disinvolta vicino alla barriera tra i binari nove e dieci finché non ci fu via libera, poi ciascuno di loro vi si appoggiò a turno e passò tranquillamente sul binario nove e tre quarti, dove l’Espresso per Hogwarts eruttava vapore fuligginoso lungo un marciapiede affollato di studenti in partenza e delle loro famiglie. Harry inspirò l’odore ben noto e sentì il morale decollare… tornava davvero a Hogwarts.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «Lo so» Harry sogghignò. Ma vedendo Hermione e Ron che trascinavano i bauli, Grattastinchi e la gabbia con Leotordo verso la locomotiva, Harry provò uno strano senso di abbandono. Non aveva mai viaggiato sull’Espresso per Hogwarts senza Ron.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «È molto, molto rara» spiegò Neville con un gran sorriso. «Non so se ce n’è una nemmeno nella serra di Hogwarts. Non vedo l’ora di mostrarla alla professoressa Sprite. Me l’ha presa il mio prozio Algie in Assiria. Voglio vedere se riesco a farla riprodurre».
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Harry era seduto con la fronte premuta contro il finestrino e cercava di avvistare un primo scorcio di Hogwarts, ma era una notte senza luna e il vetro rigato di pioggia era sudicio.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Sbatacchiando e ondeggiando, le carrozze avanzarono in fila lungo la strada. Quando passarono dal cancello che portava nel territorio della scuola, fra gli alti pilastri di pietra sovrastati da cinghiali alati, Harry si sporse in avanti per cercare di vedere se c’erano luci accese nella capanna di Hagrid vicino alla foresta proibita, ma i prati erano immersi in una completa oscurità. Il Castello di Hogwarts, tuttavia, incombeva sempre più vicino: una massa imponente di torrette, nero giaietto contro il cielo scuro, e qua e là una finestra diffondeva una luce vibrante sopra di loro.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Un tempo, quand’ero assai nuovo berretto e Hogwarts neonata acquistava rispetto, i gran fondatori del nobil maniero sortivan tra loro un patto sincero: divisi giammai, uniti in eterno per crescere in spirito sano e fraterno la scuola di maghi migliore del mondo, per dare ad ognuno un sapere profondo. ’Insieme insegnare, vicini restare!’ Il motto riuscì i quattro amici a legare: perché mai vi fu sodalizio più vero che tra Tassorosso e il fier Corvonero, e tra Serpeverde e messer Grifondoro l’unione era salda, l’affetto un ristoro. Ma poi cosa accadde, che cosa andò storto per rendere a tale amicizia gran torto? Io c’ero e ahimè qui vi posso narrare com’è che il legame finì per errare. Fu che Serpeverde così proclamò: «Di antico lignaggio studenti vorrò». E il fier Corvonero si disse sicuro: «Io stimerò sol l’intelletto più puro». E poi Grifondoro: «Darò gran vantaggio a chi compie imprese di vero coraggio». E ancor Tassorosso: «Sarà l’uguaglianza del mio insegnamento la sana sostanza». Fu scarso il conflitto all’inizio, perché ciascuno dei quattro aveva per sé un luogo in cui solo i pupilli ospitare, e a loro soltanto la scienza insegnare. Così Serpeverde prescelse diletti di nobile sangue, in astuzia provetti, e chi mente acuta e sensibile aveva dal fier Corvonero ricetto otteneva, e i più coraggiosi, i più audaci, i più fieri con ser Grifondoro marciavano alteri, e poi Tassorosso i restanti accettava, sì, Tosca la buona a sé li chiamava. Allora le Case vivevano in pace, il patto era saldo, il ricordo a noi piace. E Hogwarts cresceva in intatta armonia, e a lungo, per anni, regnò l’allegria. Ma poi la discordia tra noi s’insinuò e i nostri difetti maligna sfruttò. Le Case che con profondissimo ardore reggevano alto di Hogwarts l’onore mutarono in fiere nemiche giurate, e si fronteggiaron, d’orgoglio malate. Sembrò che la scuola dovesse crollare, amico ed amico volevan lottare. E infine quel tetro mattino si alzò che Sal Serpeverde di qui se ne andò. La disputa ardente tra gli altri cessava ma le Case divise purtroppo lasciava, né furon mai più solidali da che i lor fondatori rimasero in tre. E adesso il Cappello Parlante vi appella e certo sapete qual è la novella che a voi tutti quanti annunciare dovrò: ma sì, nelle Case io vi smisterò. Però questa volta è un anno speciale, vi dico qualcosa ch’è senza l’uguale: e dunque, vi prego, attenti ascoltate e del mio messaggio tesoro ora fate. Mi spiace dividervi, ma è mio dovere: eppure una cosa pavento sapere. Non so se sia utile voi separare: la fine che temo potrà avvicinare. Scrutate i pericoli, i segni leggete, la storia v’insegna, su, non ripetete l’errore commesso nel nostro passato. Adesso su Hogwarts sinistro è calato un grande pericolo, un cupo nemico l’assedia da fuori, pericolo antico. Uniti, e compatti resister dobbiamo se il crollo di Hogwarts veder non vogliamo. Io qui ve l’ho detto, avvertiti vi ho… e lo Smistamento or comincerò.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Il Cappello Parlante di solito si limitava a descrivere le qualità diverse che ciascuna delle quattro Case di Hogwarts ricercava e il proprio ruolo nel riconoscerle. Harry non ricordava che avesse mai cercato di dare consigli alla scuola.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Per quanto fosse amareggiato dal comportamento del suo Preside, Harry fu in qualche modo tranquillizzato nel vedere Silente davanti a tutti loro. Tra l’assenza di Hagrid e la presenza di quei cavalli simili a draghi, sentiva che il ritorno tanto atteso a Hogwarts era pieno di sorprese inaspettate, come note stonate in una canzone familiare. Ma questo, almeno, era come doveva essere: il loro Preside che si alzava per salutarli tutti prima del banchetto d’inizio anno.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Silente parve stupito solo per un attimo, poi si sedette prontamente e guardò con molta attenzione la professoressa Umbridge, come se non desiderasse altro che ascoltarla. Altri membri del corpo insegnanti non furono così abili nel nascondere la loro sorpresa. Le sopracciglia della professoressa Sprite scomparvero sotto i capelli svolazzanti e la bocca della professoressa McGranitt era sottile come Harry non l’aveva mai vista. Nessun nuovo insegnante aveva mai interrotto Silente prima d’allora. Molti studenti ammiccarono; era chiaro che quella donna non sapeva come andavano le cose a Hogwarts.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Be’, devo dire che è delizioso essere di nuovo a Hogwarts!» Sorrise, rivelando denti molto aguzzi. «E vedere queste faccette felici che mi guardano!»
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Ogni Preside mago o strega di Hogwarts ha portato il proprio contributo all’oneroso compito di governare questa scuola storica, ed è così che dev’essere, perché senza progresso vi sarebbero torpore e decadenza. E tuttavia, il progresso per il progresso dev’essere scoraggiato, perché le nostre consolidate tradizioni spesso non richiedono correzioni. Un equilibrio, dunque, fra il vecchio e il nuovo, fra la stabilità e il cambiamento, fra la tradizione e l’innovazione…»
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Te lo spiego io» rispose Hermione minacciosa. «Vuol dire che il Ministero si sta intromettendo negli affari di Hogwarts».
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Non voleva che tornassi a Hogwarts».
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «I miei sono Babbani, amico» disse Dean con un’alzata di spalle. «Non sanno niente di morti a Hogwarts, perché non sono così stupido da raccontarglielo».
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Le mie orecchie m’ingannano?» domandò Fred, arrivando con George e stringendosi sulla panca vicino a Harry. «I prefetti di Hogwarts certo non desiderano saltare le lezioni, vero?»
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Non abbiamo intenzione di sprecare l’ultimo anno che passiamo qui, però» disse Fred, e guardò con affetto la Sala Grande. «Lo useremo per fare un po’ di ricerche di mercato, scoprire esattamente che cosa chiede lo studente medio di Hogwarts a un negozio di scherzi, valutare con attenzione i risultati della nostra indagine e infine proporre prodotti che soddisfino la domanda».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Voi lo sapete che cosa volete fare dopo Hogwarts?» chiese Harry agli altri due poco dopo, quando uscirono dalla Sala Grande diretti a Storia della Magia.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    Nessuno dei due rispose; tutti e tre sapevano che l’ostilità reciproca tra Piton e Harry era totale dal momento in cui Harry aveva messo piede a Hogwarts.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Buongiorno» disse la professoressa Cooman con la sua solita voce nebulosa e sognante, e Harry tacque. Di nuovo, un po’ era irritato e un po’ si vergognava di se stesso. «E bentornati a Divinazione. Naturalmente ho seguito le vostre sorti con estrema attenzione durante le vacanze e sono assai lieta di vedere che siete tutti tornati a Hogwarts sani e salvi… come, naturalmente, sapevo che sarebbe successo.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Sì… ha detto… che il progresso verrà proibito o… be’, voleva dire che… che il Ministero della Magia sta cercando di interferire a Hogwarts».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

   La cena nella Sala Grande non fu un’esperienza piacevole per Harry. La notizia della sua urlata con la Umbridge aveva viaggiato con straordinaria rapidità anche per gli standard di Hogwarts. Quando si sedette a mangiare con Ron e Hermione udì tutto un sussurrare attorno. Il buffo era che nessuno sembrava preoccuparsi che lui sentisse che cosa dicevano. Al contrario era come se sperassero che si arrabbiasse e ricominciasse a urlare, in modo da poter ascoltare la sua storia di prima mano.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Due cose sostennero Harry quel giorno. Il pensiero che era quasi la fine della settimana; e il fatto che, per quanto terribile dovesse essere l’ultimo castigo con la Umbridge, dalla finestra del suo ufficio si vedeva da lontano il campo di Quidditch, e con un po’ di fortuna sarebbe riuscito a scorgere qualcosa del provino di Ron. Raggi di luce piuttosto deboli, era vero, ma Harry era grato per qualunque cosa potesse illuminare la sua attuale oscurità; non aveva mai passato una prima settimana di scuola peggiore a Hogwarts.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Le cime degli alberi della foresta proibita dondolavano alla brezza leggera. Harry le osservò, assaporando l’aria fresca sul viso, pensando al Quidditch che lo aspettava… poi lo vide. Un enorme cavallo alato, di quelli che trainavano le carrozze di Hogwarts, con le ali nere di cuoio spalancate come uno pterodattilo, si librò dagli alberi simile a un grottesco uccello gigante. Planò disegnando un grande cerchio, poi si tuffò di nuovo tra le chiome. Il tutto accadde così in fretta che Harry riuscì a stento a credere a ciò che aveva visto, se non per il cuore che gli martellava forte.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «È senza dubbio la scrittura di Percy» disse Ron, sprofondando di nuovo nella poltrona e fissando le parole sull’esterno del rotolo: Ronald Weasley, Casa di Grifondoro, Hogwarts. Guardò gli altri due. «Che cosa ne pensate?»
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Ho saputo solo ora (nientemeno che dal Ministro della Magia in persona, che l’ha appreso dalla vostra nuova insegnante, la professoressa Umbridge) che sei diventato prefetto di Hogwarts.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Da qualcosa che il Ministro si è lasciato sfuggire quando mi ha comunicato che ora sei un prefetto, deduco che frequenti ancora molto Harry Potter. Devo dirti, Ron, che nulla potrebbe farti rischiare di perdere la tua spilla più del continuo fraternizzare con quel ragazzo. Sì, sono certo che sarai sorpreso di sentirmelo dire, e senza dubbio obietterai che Potter è sempre stato il prediletto di Silente, ma mi sento in dovere di dirti che Silente potrebbe non essere Preside di Hogwarts per molto tempo ancora e la gente che conta ha una visione molto diversa — e probabilmente più precisa — del comportamento di Potter. Non dirò altro qui, ma se leggi La Gazzetta del Profeta di domani ti farai un’idea di come tira il vento… vedi se riesci a riconoscere da che parte soffia il tuo!
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Questo mi conduce al secondo consiglio. Come ho accennato prima, la direzione di Silente a Hogwarts potrebbe ben presto finire. La tua fedeltà, Ron, non dovrebbe andare a lui, ma alla scuola e al Ministero. Sono molto dispiaciuto di sapere che finora la professoressa Umbridge incontra assai scarsa cooperazione da parte del corpo insegnanti quando invece si sforza di apportare a Hogwarts quei necessari cambiamenti che il Ministero desidera così ardentemente (anche se dovrebbe trovarlo più facile dalla prossima settimana: di nuovo, leggi La Gazzetta del Profeta domani!) Dirò solo questo: uno studente che ora si dimostrasse volonteroso nell’aiutare la professoressa Umbridge potrebbe essere in un’ottima posizione per diventare Caposcuola entro un paio d’anni!
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Sapeva che metà delle persone a Hogwarts lo considerava strano, perfino pazzo; sapeva che La Gazzetta del Profeta faceva maligne allusioni a lui da mesi, ma vederle scritte così dalla grafia di Percy, sapere che Percy consigliava a Ron di lasciarlo perdere e anche di andare a fare la spia alla Umbridge, gli dava il senso della situazione come nient’altro. Conosceva Percy da quattro anni, era stato a casa sua per le vacanze estive, aveva diviso una tenda con lui alla Coppa del Mondo di Quidditch, si era visto perfino assegnare da lui i pieni voti nella seconda prova del Torneo Tremaghi l’anno prima, eppure ora Percy lo giudicava uno squilibrato, addirittura violento.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Ieri sera, con una mossa a sorpresa, il Ministero della Magia ha approvato un decreto legge che gli attribuisce un controllo senza precedenti sulla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Il Ministro da qualche tempo manifesta un certo disagio riguardo alle vicende di Hogwarts» ha dichiarato l’Assistente Percy Weasley. «Questa è la risposta alle istanze espresse da genitori preoccupati che la scuola prenda una direzione che non approvano».
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Non è la prima volta nelle ultime settimane che il Ministro Cornelius Caramell adotta nuove leggi per apportare miglioramenti alla Scuola di Magia. Lo scorso 30 agosto è stato approvato il Decreto Didattico Numero Ventidue, secondo il quale, nel caso in cui l’attuale Preside non sia in grado di presentare un candidato per un posto di docente, il Ministero ha facoltà di selezionare la persona più indicata. «È così che Dolores Umbridge ha ricevuto l’incarico di insegnante a Hogwarts» ha dichiarato Weasley ieri sera. «Silente non è riuscito a trovare nessuno, perciò il Ministro ha nominato la Umbridge, che naturalmente ha ottenuto un successo immediato…»
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «…un successo immediato, rivoluzionando totalmente l’insegnamento di Difesa contro le Arti Oscure e fornendo al Ministro un riscontro sul campo riguardo a ciò che succede davvero a Hogwarts».
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    È quest’ultima funzione che il Ministero ha formalizzato approvando il Decreto Didattico Numero Ventitré, che istituisce la nuova figura di Inquisitore Supremo di Hogwarts.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «È una nuova, entusiasmante fase del piano ministeriale per affrontare quello che qualcuno definisce calo degli standard a Hogwarts» ha dichiarato Weasley. «L’Inquisitore avrà la facoltà di sottoporre a verifica i suoi colleghi insegnanti e assicurarsi che siano all’altezza del loro compito. Il posto è stato offerto alla professoressa Umbridge in aggiunta alla sua cattedra e siamo lieti di annunciare che lei ha accettato».
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    La nuova strategia del Ministero ha ottenuto il favore entusiastico di genitori e studenti di Hogwarts.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Secondo molte voci, Albus Silente, ex Supremo Pezzo Grosso della Confederazione Internazionale dei Maghi ed ex Stregone Capo del Wizengamot, non sarebbe più all’altezza del compito di gestire la prestigiosa scuola di Hogwarts.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Ritengo che l’istituzione dell’Inquisitore sia un primo passo verso la garanzia che a capo di Hogwarts ci sia un preside nel quale tutti noi possiamo riporre la nostra fiducia» ha dichiarato un membro del Ministero ieri sera.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    I membri anziani del Wizengamot Griselda Marchbanks e Tiberius Ogden hanno dato le dimissioni in segno di protesta contro l’introduzione della carica di Inquisitore a Hogwarts.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Hogwarts è una scuola, non una succursale dell’ufficio di Cornelius Caramell» ha detto Madama Marchbanks. «Questo è un ulteriore, disgustoso tentativo di gettare discredito su Albus Silente».
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Da quanto tempo insegna a Hogwarts?» domandò la Umbridge.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «In generale» disse la professoressa Umbridge, tornando accanto alla Caporal dopo un lungo colloquio con Dean Thomas, «lei, in quanto membro temporaneo del personale… da esterna, possiamo dire… come trova Hogwarts? Ritiene di ricevere un sostegno sufficiente da parte della direzione della scuola?»
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Zacharias disse sdegnoso: «Silente ci ha detto soltanto che Cedric Diggory era stato ucciso da Tu-Sai-Chi e che tu avevi riportato il suo corpo a Hogwarts. Non ci ha raccontato nessun particolare, non ci ha detto com’è stato ucciso Diggory, credo che tutti noi vorremmo sapere…»
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    PER ORDINE DELL’INQUISITORE SUPREMO DI Hogwarts
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «È una vecchia regola» spiegò Hermione, che dopo una graziosa scivolata era atterrata su un tappeto davanti a loro e si stava alzando. «In Storia di Hogwarts si dice che i fondatori pensavano che i ragazzi fossero meno affidabili delle ragazze. A proposito, come mai avete cercato di entrare?»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Mmm» mormorò, muovendo appena la pipa mentre parlava. «Sembra che sia stata aggredita, ma non riesco a immaginare da cosa. A volte i Thestral attaccano gli uccelli, certo, ma Hagrid ha addestrato quelli di Hogwarts a non toccare i gufi».
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Ricordati» gli disse in fretta, a bassa voce, senza distogliere lo sguardo dalla pergamena nella sua mano, «che i canali di comunicazione da e per Hogwarts potrebbero essere sorvegliati, è chiaro?»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Bene… da quanto tempo insegna a Hogwarts?» chiese la Umbridge, con la piuma pronta sulla tavoletta.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «L’anno scorso tutto suggeriva che qualcuno all’interno di Hogwarts stesse cercando di ucciderti, Harry!» rispose Sirius, impaziente. «Quest’anno sappiamo che c’è qualcuno fuori da Hogwarts che vorrebbe ucciderci tutti, quindi credo che imparare a difendersi come si deve sia un’ottima idea!»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «L’ultima volta è stato perché era contento» disse. «Molto contento. Credeva… che stesse per succedere qualcosa di buono. E la notte prima che tornassimo a Hogwarts…» Ripensò al momento in cui la cicatrice gli aveva fatto male da morire, nella stanza che occupava con Ron a Grimmauld Place «…era furioso…»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Harry non pensava più a quelle parole da settimane; era stato troppo assorbito da quanto succedeva a Hogwarts, troppo occupato con la Umbridge, con l’ingiustizia delle interferenze del Ministero… ma ecco che gli tornavano alla mente, e lo facevano riflettere: la rabbia di Voldemort avrebbe avuto senso se fosse stato ancora lontano dal mettere le mani sull’arma, di qualunque cosa si trattasse. L’Ordine lo aveva forse ostacolato, impedendogli di prenderla? Dove era nascosta? Chi ce l’aveva in quel momento?
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Dobby conosce un posto perfetto, signore!» esclamò contento. «Dobby l’ha sentito dire dagli altri elfi domestici quando è arrivato a Hogwarts, signore. Noi la chiamiamo Stanza Va-e-Vieni, signore, oppure Stanza delle Necessità!»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Sulla superficie bianca della pergamena apparve una mappa di Hogwarts. Piccoli punti neri mobili, ciascuno etichettato con un nome, indicavano la posizione di diverse persone.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Ottobre passò tra raffiche di vento e scrosci d’acqua, e novembre arrivò, freddo come ferro ghiacciato, con grandi gelate ogni mattina e piogge che tagliavano mani e viso. Il cielo e il soffitto della Sala Grande si fecero di un grigio tenue e perlaceo, le montagne attorno a Hogwarts si coprirono di neve e la temperatura nel castello si abbassò tanto che molti studenti indossavano spessi guanti di pelle di drago nei corridoi, tra una lezione e l’altra.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Sì» disse la Umbridge, sempre sorridendo. «In effetti, Minerva, è stata proprio lei a farmi capire che era necessario un ulteriore emendamento… ricorda come mi ha scavalcato, quando non volevo consentire alla squadra di Quidditch di Grifondoro di ricomporsi? Ha portato il caso davanti a Silente, che ha insistito perché la squadra tornasse a giocare. Be’, non potevo accettarlo. Ho preso subito contatti con il Ministro, e lui ha convenuto che l’Inquisitore Supremo deve avere il potere di sottrarre privilegi agli allievi, o non avrebbe… o, per meglio dire, non avrei più autorità di un qualsiasi insegnante! E ora vede, Minerva, che avevo ragione a non volere che la squadra di Grifondoro si ricostituisse? Hanno dei caratteri spaventosi… stavo leggendo il Decreto, comunque… hem hem… All’Inquisitore Supremo è conferita la massima autorità sulle punizioni, sanzioni e soppressioni di privilegi riguardanti gli allievi di Hogwarts, nonché la facoltà di alterare punizioni, sanzioni e soppressioni di privilegi comminate da altri membri del personale. Firmato Cornelius Caramell, Ministro della Magia, Ordine di Merlino, Prima Classe eccetera eccetera».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…e Inquisitore Supremo di Hogwarts» concluse la Umbridge, senza dare segno di averlo sentito.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Un Thestral» rispose con orgoglio Hagrid, e alle sue spalle Hermione emise un leggero «Oh» di comprensione. «A Hogwarts ce n’abbiamo una mandria intera. Chi di voi sa…?»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Harry, che non aveva avuto il cuore di dirle che era Dobby a portar via tutti i suoi lavori a maglia, si concentrò ancora di più sul tema di Storia della Magia. In ogni caso, non aveva voglia di pensare al Natale. Per la prima volta nella sua carriera scolastica desiderava ardentemente passarlo lontano da Hogwarts. Tra la squalifica dal Quidditch e il rischio che Hagrid fosse messo in verifica, provava un profondo risentimento nei confronti della scuola. L’unica cosa che aspettava con ansia erano le riunioni dell’ES, e quelle sarebbero state interrotte per le vacanze, visto che quasi tutti i componenti avrebbero passato il Natale con le famiglie. Hermione sarebbe andata a sciare con i suoi genitori, idea che divertì moltissimo Ron, che non aveva mai sentito di Babbani che si legavano assi di legno ai piedi per scivolare giù dalle montagne. Lui tornava alla Tana. Harry lo invidiò per molti giorni prima che Ron dicesse, rispondendo alla sua domanda su come sarebbe tornato a casa per Natale: «Ma vieni anche tu! Non te l’ho detto? La mamma mi ha scritto di invitarti settimane fa!»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Entrambi assentirono e uscirono di lato dalle cornici, ma invece di riapparire nei quadri vicini (come succedeva di solito a Hogwarts) non si videro più. Una cornice conteneva ormai soltanto lo sfondo di un tendaggio nero, l’altra una bella poltrona di cuoio. Harry notò che molti altri Presidi sulle pareti, pur russando e sbavando in maniera molto convincente, continuavano a sbirciarlo da sotto le ciglia, e capì chi stava parlando quando avevano bussato.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Everard e Dilys sono stati due dei più celebrati Presidi di Hogwarts» spiegò Silente, aggirando Harry, Ron e la McGranitt per avvicinarsi al magnifico uccello che dormiva sul trespolo.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Siamo obbligati dall’onore a servire l’attuale Preside di Hogwarts!» gridò un vecchio mago dall’aria fragile, che Harry riconobbe come Armando Dippet, il predecessore di Silente. «Vergognati, Phineas!»
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Quando Ron si svegliò, Harry finse di essersi goduto anche lui un sonno ristoratore. I loro bauli arrivarono da Hogwarts durante il pranzo, così poterono vestirsi da Babbani per andare al San Mungo. Tutti tranne Harry erano chiassosamente felici e ciarlieri mentre scambiavano le vesti con jeans e felpe. Quando Tonks e Malocchio arrivarono per scortarli attraverso Londra, li salutarono con calore: risero di cuore alla vista della bombetta che Malocchio portava sulle ventitré per nascondere l’occhio magico e gli assicurarono che Tonks, nonostante i capelli rosa acceso e di nuovo corti, avrebbe attirato l’attenzione molto meno di lui in metropolitana.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Dilys DerwentGuaritrice al San Mungo1722–1741Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts1741–1768
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Io sono l’arma, pensò Harry, e fu come se nelle vene gli scorresse un veleno che lo raggelava, facendolo sudare mentre assecondava il dondolio del treno nella galleria buia. È me che Voldemort sta cercando di usare, ecco perché mi sorvegliano ovunque vada, non è per proteggere me, ma gli altri, solo che non funziona, non possono seguirmi dappertutto a Hogwarts… ho attaccato io il signor Weasley la notte scorsa, sono stato io. Voldemort mi ha costretto a farlo e ora potrebbe essere dentro di me, e ascoltare i miei pensieri…
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    C’era una sola cosa da fare: doveva andar via subito da Grimmauld Place. Avrebbe passato il Natale a Hogwarts senza gli altri, che così sarebbero stati al sicuro almeno per le vacanze… ma no, non funzionava, c’erano ancora tante persone a Hogwarts da mutilare e ferire. E se la prossima volta fosse toccato a Seamus, Dean o Neville? Smise di marciare su e giù e fissò la cornice vuota del ritratto di Phineas Nigellus. Era come se avesse del piombo in fondo allo stomaco. Non c’erano alternative: doveva ritornare a Privet Drive, separarsi completamente dagli altri maghi.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Be’, se era così, si disse, non aveva senso aspettare. Cercando con tutte le forze di non pensare a come avrebbero reagito i Dursley trovandolo sulla soglia di casa sei mesi prima del previsto, andò verso il suo baule, chiuse il coperchio, poi si guardò meccanicamente intorno in cerca di Edvige prima di ricordare che era ancora a Hogwarts… be’, una cosa in meno da portare… Afferrò una maniglia del baule ed era già a metà strada verso la porta quando una voce sprezzante disse: «Ce la battiamo, eh?»
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Sai» urlò ancora più forte Phineas Nigellus, «questo è precisamente il motivo per cui insegnare mi faceva schifo! Voi giovani avete questa convinzione infernale di avere assolutamente ragione su tutto! Non ti è venuto in mente, mio povero damerino tronfio, che potrebbe esserci una ragione eccellente per cui il Preside di Hogwarts non ti rivela ogni dettaglio dei suoi piani? Ti sei mai soffermato un istante, uomo navigato, a pensare che eseguire gli ordini di Silente non ti ha mai provocato dei danni? No. No, come tutti i ragazzini, sei sicuro di essere il solo a sentire e a pensare, a riconoscere il pericolo, a essere abbastanza sveglio da capire i piani dell’Oscuro Signore…»
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Be’, a dirti la verità, lo sci non fa per me» rispose Hermione. «Così sono venuta qui a passare il Natale». Aveva la neve sui capelli e il viso rosso per il freddo. «Ma non dirlo a Ron. Gli ho detto che sciare è magnifico, visto che non smetteva di ridere. Mamma e papà erano un po’ contrariati, ma ho spiegato che chiunque prenda seriamente gli esami rimane a Hogwarts per studiare. Vogliono che vada bene, mi capiranno. Comunque» disse bruscamente, «andiamo nella tua stanza, la mamma di Ron ha acceso il fuoco e ha mandato su dei panini».
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Un giorno» disse Hermione, esasperata, «leggerai Storia di Hogwarts, e forse ti ricorderai che non ci si può Materializzare o Smaterializzare nella scuola. Nemmeno Voldemort avrebbe potuto farti volare via dal tuo dormitorio».
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Ma come era potuto venirgli in mente di tornare a Privet Drive per Natale? La gioia di Sirius nell’avere di nuovo la casa piena, e soprattutto nel riavere Harry, era contagiosa. Non era più imbronciato come l’estate passata; pareva deciso a fare in modo che tutti si divertissero quanto a Hogwarts, se non di più, e trascorse i giorni prima di Natale a pulire e decorare senza sosta, con l’aiuto di tutti, così che quando andarono a dormire la sera della vigilia la casa era a stento riconoscibile. I lampadari anneriti non erano più carichi di ragnatele ma di ghirlande di agrifoglio e festoni d’oro e d’argento; mucchi di neve magica scintillavano sui tappeti lisi; un grande albero di Natale, procurato da Mundungus e addobbato con fate vive, nascondeva l’albero genealogico di Sirius, e perfino le teste d’elfo imbalsamate sulle pareti portavano barbe e cappelli da Babbo Natale.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    L’ex insegnante di Difesa contro le Arti Oscure di Hogwarts aprì le porte e avanzò verso di loro. Indossava una lunga vestaglia lilla.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Ehm… sì» rispose Harry. «Lei insegnava nella nostra classe a Hogwarts, ricorda?»
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Harry non fece parola dei suoi vaghi sospetti con Sirius, sempre meno allegro, ora che il Natale era passato. Via via che si avvicinava la data del loro ritorno a Hogwarts, Sirius tendeva a cadere in quelli che la signora Weasley chiamava “attacchi di broncio”, durante i quali diventava taciturno e accigliato, e spesso si ritirava per ore nella stanza di Fierobecco. Il suo malumore si diffuse per la casa, filtrando sotto le porte come un gas nocivo, e alla fine contagiò tutti.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Harry non voleva lasciare di nuovo Sirius con Kreacher come unica compagnia; in realtà, per la prima volta nella sua vita, non aveva voglia di tornare a Hogwarts. Andare a scuola voleva dire sottostare di nuovo alla tirannia di Dolores Umbridge, che senza dubbio era riuscita a imporre un’altra dozzina di decreti in loro assenza; non c’era il Quidditch, ora che era stato squalificato; con ogni probabilità il carico di compiti si sarebbe aggravato con l’avvicinarsi degli esami; e Silente restava più lontano che mai. Se non fosse stato per l’ES, Harry avrebbe chiesto volentieri a Sirius il permesso di lasciare Hogwarts e rimanere in Grimmauld Place.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «Dimmi, come sta Lucius Malfoy in questi giorni? Sarà contento che il suo cagnolino lavori a Hogwarts, non è così?»
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Dovevano tornare a Hogwarts con il Nottetempo l’indomani, scortati ancora una volta da Tonks e Lupin; erano entrambi in cucina quando Harry, Ron e Hermione scesero, la mattina dopo. Gli adulti sembravano immersi in una conversazione sussurrata; ma non appena Harry aprì la porta, tutti si voltarono e tacquero di colpo.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «Tranquilli, Hogwarts è la prossima dopo questa» disse allegramente Stan, ondeggiando tra loro. «Quella donna prepotente che è salita con voi ci ha dato una piccola mancia per andarci subito. Prima dobbiamo far scendere Madama Palude, però.» Dal piano di sotto venne il rumore di un conato di vomito e delle sue conseguenze. «Non si sente troppo bene».
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Stavano attraversando Hogsmeade, coperta di neve. Harry intravide la Testa di Porco in fondo alla sua stradina laterale, l’insegna con la testa di cinghiale mozzata che cigolava nel vento freddo, mentre la neve cadeva sul grande parabrezza dell’autobus. Alla fine si fermarono davanti ai cancelli di Hogwarts.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «L’Oscuro Signore si trova a una considerevole distanza e le mura e i terreni di Hogwarts sono protetti da molti incantesimi antichi che garantiscono l’incolumità fisica e mentale di coloro che vi abitano» rispose Piton. «Il tempo e lo spazio sono importanti nella magia, Potter. Il contatto visivo è spesso essenziale per la Legilimanzia».
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Nei giorni seguenti il fatto che Hagrid era in verifica divenne di pubblico dominio, ma con grande indignazione di Harry quasi nessuno ne fu turbato; al contrario alcuni ragazzi, tra i quali spiccava Draco Malfoy, furono decisamente contenti. Quanto alla strana morte di un oscuro dipendente dell’Ufficio Misteri ricoverato al San Mungo, Harry, Ron e Hermione sembravano gli unici a esserne al corrente e a preoccuparsene. C’era solo un argomento di conversazione nei corridoi, ormai: la fuga dei dieci Mangiamorte. La storia si era finalmente diffusa nella scuola grazie ai pochi che leggevano il giornale. Girava voce che alcuni evasi fossero stati visti a Hogsmeade, si nascondessero nella Stamberga Strillante e stessero per introdursi a Hogwarts, come aveva già fatto una volta Sirius Black.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    I ragazzi che venivano da famiglie di maghi erano cresciuti sentendo pronunciare i nomi dei Mangiamorte con altrettanto timore di quello di Voldemort; i crimini che avevano commesso durante il suo regno di terrore erano leggendari. C’erano parenti delle vittime tra gli studenti di Hogwarts, che si ritrovavano loro malgrado a godere di una sorta di macabra fama riflessa: Susan Bones, i cui zii e cugini erano tutti morti per mano di uno di quei dieci, disse cupa durante la lezione di Erbologia che capiva bene come doveva sentirsi Harry.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    PER ORDINE DELL’INQUISITORE SUPREMO DI Hogwarts
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Harry era convinto che l’evasione da Azkaban avrebbe fatto abbassare la cresta alla Umbridge, che la catastrofe avvenuta proprio sotto il naso del suo adorato Caramell l’avrebbe sconvolta. Invece il suo desiderio furioso di portare sotto il proprio controllo ogni aspetto della vita di Hogwarts si intensificò. Sembrava determinata a ottenere almeno un licenziamento quanto prima, e l’unica domanda era se sarebbe toccato alla professoressa Cooman o a Hagrid.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    A Harry sembrava che la Umbridge lo privasse sistematicamente di tutto ciò che rendeva la vita a Hogwarts degna di essere vissuta: le visite a Hagrid, le lettere di Sirius, la sua Firebolt e il Quidditch. Si vendicò nel solo modo possibile: raddoppiando i suoi sforzi per l’ES.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Scuola di Hogwarts
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    PER ORDINE DELL’INQUISITORE SUPREMO DI Hogwarts
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Lei non p-può!» ululò la Cooman, con le lacrime che scendevano sotto le lenti enormi. «Lei non p-può licenziarmi! Sono q-qui da sedici anni! H-Hogwarts è la mia c-casa!»
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Su, su, Sibilla… calmati… soffiati il naso… non è così brutto come sembra… non dovrai lasciare Hogwarts…»
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «La sua, professor Silente?» La Umbridge diede in una risatina sgradevole. «Temo che lei non capisca la situazione. Io ho qui» e trasse un rotolo di pergamena dalla tasca, «un Ordine di Licenziamento firmato da me e dal Ministro della Magia. Ai sensi del Decreto Didattico Numero Ventitré, l’Inquisitore Supremo di Hogwarts ha il potere di fare indagini, mettere in verifica e licenziare qualunque insegnante ella, vale a dire io, non ritenga all’altezza degli standard richiesti dal Ministero della Magia. Non ho ritenuto la professoressa Cooman all’altezza, e l’ho licenziata».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Con enorme sorpresa di Harry, Silente continuò a sorridere. Guardò la professoressa Cooman, che ancora singhiozzava sul suo baule, e disse: «Naturalmente ha ragione, professoressa Umbridge. Come Inquisitore Supremo ha tutto il diritto di licenziare i miei insegnanti. Tuttavia non ha l’autorità di mandarli via dal castello. Temo» proseguì con un piccolo inchino, «che quel potere spetti ancora al Preside, ed è mio desiderio che la professoressa Cooman continui a vivere a Hogwarts».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «N-no, me ne vado, Silente! Io l-lascerò Hogwarts e c-cercherò fortuna altrove…»
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Non abbia paura, cara, non ce n’è bisogno» la incoraggiò mielata, dandole dei colpetti rassicuranti sulla schiena. «Andrà tutto bene. Ha fatto la cosa giusta. Il Ministro è molto contento di lei. Dirà a sua madre quanto è stata brava. Sua madre» spiegò, lanciando un’occhiata a Caramell, «è la signora Edgecombe dell’Ufficio del Trasporto Magico, Autorità della Metropolvere… ci aiuta a sorvegliare i camini di Hogwarts».
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Sì, invece, Minerva!» la bloccò Silente. «Hogwarts ha bisogno di lei!»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Oh, no» rispose Silente con un sorriso cupo, «non ho intenzione di nascondermi. Vi prometto che presto Caramell si augurerà di non avermi mai allontanato da Hogwarts».
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Dolores Jane Umbridge (Inquisitore Supremo) sostituirà Albus Silente in qualità di Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Benissimo, Potter. Per questa volta accetterò la sua parola, ma lei è avvertito: ho il pieno appoggio del Ministero. Tutti i canali di comunicazione della scuola sono sotto controllo. Un Controllore Metropolvere tiene d’occhio ogni camino di Hogwarts… tranne il mio, naturalmente. La Squadra d’Inquisizione fermerà tutti i gufi per aprire e leggere la posta in entrata e in uscita dal castello. E il signor Gazza sorveglierà i passaggi segreti. Se trovo uno straccio di prova…»
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Harry s’infilò nel letto sbadigliando. Senza gli occhiali, i fuochi che di tanto in tanto passavano davanti alla finestra gli apparivano come chiazze indistinte, simili a nubi scintillanti, belle e misteriose contro il cielo nero. Si rigirò, chiedendosi che cosa ne pensava la Umbridge del suo primo giorno al posto di Silente e come avrebbe reagito Caramell alla notizia che a Hogwarts regnava il caos. Chiuse gli occhi sorridendo fra sé…
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Posò sul tavolo una scatola avvolta in carta marrone, chiaramente aperta e richiusa alla meno peggio. Sopra era scarabocchiato in inchiostro rosso: Ispezionato e Approvato dall’Inquisitore Supremo di Hogwarts.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Allora, Potter, scopo di questo colloquio è discutere di quale carriera desideri intraprendere, e aiutarti a decidere le materie da seguire nel sesto e settimo anno» disse la professoressa McGranitt. «Hai già pensato a che cosa ti piacerebbe fare dopo aver lasciato Hogwarts
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «…a meno che tu non sia preparato ad affrontare nuovi esami dopo essere uscito da Hogwarts, faresti meglio a cercare un altro…»
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Sconti speciali per gli studenti di Hogwarts che giureranno di usare i nostri prodotti per sbarazzarsi di quella vecchia megera» aggiunse George, accennando alla Umbridge.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

   La storia della fuga di Fred e George fu ripetuta così spesso nei giorni successivi che — Harry ne era sicuro — presto sarebbe diventata leggenda a Hogwarts: nel giro di una settimana, perfino coloro che avevano assistito alla scena erano quasi convinti di aver visto i gemelli scendere in picchiata sulla Umbridge con le loro scope e tempestarla di Caccabombe prima di sfrecciare fuori dal portone. Già molti parlavano di imitarli: Harry sentì diversi studenti fare battute del tipo «Certi giorni avrei proprio voglia di saltare sulla scopa e piantare questo posto», o «Un’altra lezione del genere e me la svigno come i Weasley».
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Nel frattempo divenne chiaro che, prima di lasciare Hogwarts, Fred e George erano riusciti a vendere una consistente provvista di Merendine Marinare. Appena la Umbridge entrava in classe gli studenti cominciavano a svenire, vomitare, avvampare di febbre, perdere sangue dal naso. Strillando di rabbia e di frustrazione, lei cercò di risalire alla causa dei sintomi misteriosi, ma gli allievi continuavano a ripetere ostinati di essere afflitti da “Umbridgite”. Alla fine, dopo aver messo in castigo quattro classi una dopo l’altra senza riuscire a scoprire il loro segreto, fu costretta a permettere agli studenti sanguinanti, vacillanti, febbricitanti o vomitanti di lasciare l’aula in blocco.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Nel frattempo, un fiorente mercato nero di sostanze capaci di accrescere concentrazione, agilità mentale e prontezza di riflessi fioriva tra gli studenti del quinto e del settimo anno. Harry e Ron furono molto tentati dall’Elisir Cerebro di Baruffio offerto loro da Eddie Carmichael, uno studente del sesto anno di Corvonero, che gli attribuiva tutto il merito dei nove “Eccezionale” ottenuti al G.U.F.O. l’estate precedente, e ne offriva un’intera pinta per soli dodici galeoni. Ron assicurò Harry che gli avrebbe restituito il denaro appena fosse uscito da Hogwarts e avesse trovato un lavoro, ma prima che potessero concludere l’affare, Hermione confiscò la bottiglia di Elisir a Carmichael e la vuotò dentro un water.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Harry levò la bacchetta, guardò la Umbridge dritto negli occhi e immaginò che venisse licenziata da Hogwarts.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Il malumore di Hermione durò per la maggior parte del finesettimana, ma per Harry e Ron non fu difficile ignorarla: passarono quasi tutto il tempo a ripassare Pozioni per l’esame di lunedì, quello che Harry temeva di più… e che, ne era sicuro, avrebbe distrutto ogni sua ambizione di diventare Auror. In effetti trovò difficile l’esame scritto, anche se era convinto di aver azzeccato la risposta alla domanda sulla Pozione Polisucco: visto che durante il suo secondo anno a Hogwarts l’aveva bevuta di nascosto, fu in grado di descriverne gli effetti con estrema precisione.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Hermione, non m’importa se l’ha fatto per attirarmi oppure no… la McGranitt è al San Mungo, a Hogwarts non è rimasto nessuno dell’Ordine a cui possa rivolgermi, e se non andiamo Sirius morirà!»
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Bene bene» disse la Umbridge, osservando gli sforzi di Ginny. «A quanto pare fra poco a Hogwarts non resterà nemmeno un Weasley».
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Malfoy s’infilò la bacchetta di Harry nella veste e uscì sogghignando, ma Harry quasi non vi badò. Si era appena reso conto di una cosa, e non riusciva a credere di essere stato così sciocco da non pensarci. Aveva creduto che tutti i membri dell’Ordine della Fenice, tutti coloro che potevano aiutarlo a salvare Sirius, se ne fossero andati… ma si era sbagliato. A Hogwarts ce n’era ancora uno: Piton.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Sono Dolores Umbridge!» La voce della Umbridge era acuta, terrorizzata. «Sottosegretario Anziano del Ministro della Magia, Preside e Inquisitore Supremo di Hogwarts
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    In un baleno si lasciarono alle spalle Hogwarts e Hogsmeade; sotto di loro scorrevano montagne e burroni. Mentre la luce del giorno svaniva, Harry scorse i piccoli grappoli di luce dei villaggi, e poi una strada tortuosa sulla quale una sola auto arrancava tra le colline.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    Non voleva ascoltarlo; non voleva sentirsi dire che era stato uno sciocco, o che era meglio tornare a Hogwarts, ma una vampa rovente si diffondeva sul suo viso e avrebbe voluto rintanarsi là sotto, al buio, per un bel po’ prima di affrontare la luce dell’Atrium e gli sguardi di rimprovero degli altri…
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    «Parleremo dopo che avrò rimandato Harry a Hogwarts» disse Silente.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «Tu darai ordine di allontanare Dolores Umbridge da Hogwarts» disse Silente. «E dirai ai tuoi Auror di smetterla di dare la caccia al mio insegnante di Cura delle Creature Magiche, così potrà tornare al lavoro. Stanotte ti concederò…» tirò fuori di tasca un orologio con dodici lancette e lo studiò un momento «…mezz’ora del mio tempo: sarà più che sufficiente per informarti su quanto è successo qui. Dopo di che dovrò tornare alla mia scuola. Naturalmente, se ti servisse ancora aiuto, potrai entrare in contatto con me a Hogwarts. Mi raggiungerà qualunque lettera indirizzata al Preside».
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    Per un momento Silente guardò al di là della finestra i prati illuminati dal sole, prima di fissare di nuovo Harry. «Cinque anni fa» disse infine, «sei arrivato a Hogwarts sano e salvo, come avevo progettato e desiderato. Be’… non proprio. Avevi sofferto. Quando ti lasciai sui gradini della casa dei tuoi zii sapevo quale sarebbe stata la tua vita. Sapevo di condannarti a dieci anni difficili e bui».
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Cinque anni fa» continuò Silente, come se non avesse mai interrotto la sua storia, «sei arrivato a Hogwarts, forse non felice né nutrito come avrei desiderato, ma vivo e in buona salute. Non un principino viziato, ma un ragazzo normale, per quanto lo permettessero le circostanze. Fino ad allora il mio piano aveva funzionato.
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «E poi… be’, ricorderai che cos’è successo durante il tuo primo anno a Hogwarts. Hai affrontato splendidamente la sfida che ti aspettava e presto — molto prima di quanto avessi previsto — ti sei trovato faccia a faccia con Voldemort. E di nuovo sei sopravvissuto. Meglio ancora: gli hai impedito di riacquistare i suoi pieni poteri. Hai lottato come un uomo. Ero fiero di te… più di quanto tu possa immaginare.
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «E così arriviamo al tuo secondo anno a Hogwarts. Di nuovo hai incontrato sfide che nemmeno maghi adulti hanno mai affrontato; e di nuovo ti sei comportato meglio che nei miei sogni più entusiastici. Tuttavia non hai chiesto di nuovo perché Voldemort ti aveva lasciato quel marchio. Abbiamo parlato della cicatrice, sì… siamo arrivati molto, molto vicini all’argomento. Perché non ti ho rivelato tutto?
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    Albus Silente, reintegrato nella posizione di Preside di Hogwarts (Scuola di Stregoneria e Magia), di membro della Confederazione Internazionale dei Maghi e di Stregone Capo del Wizengamot, si è finora rifiutato di rilasciare dichiarazioni. Durante lo scorso anno aveva più volte affermato che Voi-Sapete-Chi non era morto, come tutti avevano sperato e creduto, ma aveva ripreso a reclutare seguaci per tentare nuovamente di impadronirsi del potere. Intanto, il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto…
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Per niente» disse Ginny. «È tristissimo…» Abbassò la voce. «Non fa che ripetere che la Umbridge era la cosa migliore mai capitata a Hogwarts…»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Tre giorni prima della fine della scuola, Ron e Hermione lasciarono l’infermeria del tutto ristabiliti. Hermione continuava a voler parlare di Sirius, ma Ron la zittiva ogni volta che lei ne pronunciava il nome. Quanto a Harry, non era ancora sicuro di voler affrontare l’argomento: i suoi desideri variavano con il suo umore. Ma di una cosa almeno era sicuro: per quanto avvilito fosse, di lì a pochi giorni, una volta tornato al numero quattro di Privet Drive, avrebbe sentito da morire la mancanza di Hogwarts. E anche se ormai sapeva perché doveva tornarci ogni estate, non per questo si sentiva meglio. Anzi, non aveva mai temuto tanto di farvi ritorno.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    La professoressa Umbridge lasciò Hogwarts il giorno prima della fine delle lezioni. Sgattaiolò fuori dall’infermeria all’ora di cena, nella chiara speranza di allontanarsi inosservata, ma purtroppo per lei incontrò Pix, che afferrò al volo l’ultima possibilità di obbedire a Fred e la inseguì allegramente fino al cancello, picchiandola un po’ con un bastone da passeggio, un po’ con una calza piena di gesso. Molti studenti corsero nella Sala d’Ingresso per assistere alla sua fuga, e i Direttori delle Case tentarono con scarsa convinzione di fermarli. Per la precisione, dopo qualche fiacca protesta la professoressa McGranitt tornò a sedersi al tavolo degli insegnanti esprimendo a gran voce il disappunto per non poterla inseguire personalmente dal momento che Pix le aveva preso il bastone.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «È così, no?» insisté Harry. «Sei morto, però sto parlando con te… puoi girare per Hogwarts e tutto, non è vero?»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Il giorno dopo, il viaggio sull’Espresso per Hogwarts fu movimentato sotto diversi punti di vista. Per cominciare, Malfoy, Tiger e Goyle — che evidentemente aspettavano da tutta la settimana l’occasione di colpire senza insegnanti fra i piedi — tesero un agguato a Harry mentre tornava dal bagno. E avrebbero forse avuto successo, se non lo avessero attaccato davanti a uno scompartimento pieno di membri dell’ES, che accorsero in suo aiuto. Quando Ernie Macmillan, Hannah Abbott, Susan Bones, Justin Finch-Fletchley, Anthony Goldstein e Terry Steeval finirono di usare l’ampia gamma di fatture e incantesimi che Harry aveva loro insegnato, Malfoy, Tiger e Goyle somigliavano a tre lumaconi strizzati nella divisa di Hogwarts; dopo di che Harry, Ernie e Justin li infilarono nella rastrelliera dei bagagli e li lasciarono lì a spurgare. «Muoio dalla voglia di vedere la faccia di sua madre quando scenderà dal treno» commentò soddisfatto Ernie, osservando Malfoy contorcersi sopra di lui. Non gli aveva mai perdonato i punti sottratti a Tassorosso nel breve periodo di gloria della Squadra d’Inquisizione.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Il treno rallentò avvicinandosi a King’s Cross, e Harry si disse che non aveva mai desiderato meno di tornare a Privet Drive. Si chiese fuggevolmente che cosa sarebbe successo se si fosse rifiutato di scendere, se fosse rimasto seduto lì fino al primo settembre, quando il treno lo avrebbe riportato a Hogwarts. Ma quando infine il treno si fermò sbuffando, prese la gabbia di Edvige e si preparò a trascinare giù il baule, come al solito.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Poi, tre anni prima, in una notte molto simile a quella, il ritratto aveva di nuovo annunciato l’arrivo imminente di Caramell, il quale era sbucato dal camino, fradicio e in un evidente stato di panico. Prima che lui riuscisse a chiedergli perché stesse gocciolando sul suo Axminster, Caramell aveva cominciato a farneticare di una prigione di cui il Primo Ministro non aveva mai sentito parlare, di un uomo chiamato ‘Serius’ Black, di una roba che si chiamava Hogwarts o giù di lì e di un ragazzo di nome Harry Potter, tutte cose che per lui non avevano il minimo senso.
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    Bellatrix non disse nulla, ma per la prima volta parve vagamente a disagio. Piton non insistette. Prese di nuovo il bicchiere, bevve alcuni sorsi e continuò: «Mi chiedi dov’ero quando il Signore Oscuro cadde. Ero dove mi aveva ordinato di stare, alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, perché desiderava che spiassi Albus Silente. Immagino tu sappia che è stato per ordine del Signore Oscuro che ho preso il posto di insegnante».
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Il gesto!» strillò lei; nella sua collera c’era una vena di follia. «Mentre io sopportavo i Dissennatori, tu sei rimasto a Hogwarts, a fare il cocco di Silente!»
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Rifletti!» esclamò Piton, di nuovo impaziente. «Rifletti! Aspettando due ore, solo due ore, ho fatto in modo di poter restare a Hogwarts come spia! Da allora, lasciando credere a Silente che tornavo dalla parte del Signore Oscuro solo perché mi era stato ordinato, ho potuto passare informazioni su Silente e sull’Ordine della Fenice! Pensaci, Bellatrix: il Marchio Nero si stava rafforzando da mesi, sapevo che lui stava per tornare, tutti i Mangiamorte lo sapevano! Ho avuto un sacco di tempo per pensare a cosa volevo fare, per progettare la mia mossa successiva, per fuggire come Karkaroff, no?
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Non hai capito? Solo la protezione di Silente mi ha tenuto fuori da Azkaban! Non trovi che assassinare il suo studente preferito l’avrebbe indotto a cambiare idea su di me? Ma c’è dell’altro. Quando Potter arrivò per la prima volta a Hogwarts circolavano ancora molte storie su di lui, voci secondo le quali lui stesso era un grande Mago Oscuro, e per questo era sopravvissuto all’attacco del Signore Oscuro. A dire il vero, molti vecchi seguaci del Signore Oscuro pensarono che Potter potesse essere un vessillo attorno al quale potevamo tutti stringerci ancora. Ero curioso, lo ammetto, e nient’affatto incline a ucciderlo nel momento in cui avesse messo piede nel castello.
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Naturalmente mi è stato subito chiaro che non possedeva alcun talento straordinario. È riuscito a cavarsela in un certo numero di situazioni difficili grazie alla combinazione di pura fortuna e amici più brillanti di lui. È del tutto mediocre, pur se odioso e pieno di sé come suo padre. Ho fatto il possibile per farlo espellere da Hogwarts, luogo al quale credo che non appartenga affatto, ma ucciderlo, o lasciare che venisse ucciso sotto i miei occhi? Sarei stato uno sciocco a rischiare, con Silente a un passo».
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    Piton la prese per i polsi e si liberò dalla sua stretta. Guardandole il volto striato di lacrime, disse lentamente: «Credo che voglia che lo faccia io, alla fine. Ma ha deciso che Draco provi per primo. Vedi, nell’improbabile eventualità che Draco riesca, io potrei restare a Hogwarts ancora qualche tempo, a ricoprire il mio utile ruolo di spia».
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    Il neodesignato Ministro della Magia, Rujus Scrimgeour, ha parlato oggi delle rigide misure prese dal suo Ministero per garantire la sicurezza degli studenti che faranno ritorno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts quest’autunno.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «Per ovvie ragioni, il Ministero non entrerà nel dettaglio del nuovo rigoroso piano di sicurezza» ha dichiarato il Ministro, anche se fonti a lui vicine hanno confermato che le misure comprendono magie e incantesimi difensivi, una complicata gamma di contromaledizioni e una piccola pattuglia di Auror assegnata esclusivamente alla protezione della Scuola di Hogwarts.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «No, se non vuoi» rispose Silente. «Se posso darti un suggerimento, potresti mandarlo a Hogwarts a lavorare nelle cucine. Così gli altri elfi domestici lo terranno d’occhio».
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «Sicuro» disse Harry, sollevato, «sì, farò così. Ehm… Kreacher… voglio che tu vada a Hogwarts e lavori nelle cucine con gli altri elfi domestici».
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

   Pur avendo trascorso ogni momento di veglia degli ultimi giorni nella febbrile attesa di Silente, Harry si sentì strano quando si avviarono insieme lungo Privet Drive. Non aveva mai sostenuto una vera conversazione con il suo Preside fuori da Hogwarts; di solito c’era una scrivania tra loro. Anche il ricordo del loro ultimo faccia a faccia continuava a riaffiorare, aggravando il suo imbarazzo; in quella circostanza aveva urlato parecchio, senza contare che aveva fatto del suo meglio per distruggere molti degli oggetti più preziosi di Silente. Che però sembrava del tutto rilassato.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Ah sì, certo, non te l’ho detto» rispose Silente. «Be’, ho perso il conto del numero di volte che l’ho detto negli ultimi anni, ma al nostro corpo insegnanti manca di nuovo un componente. Siamo qui per convincere un mio vecchio collega a lasciare la vita ritirata e tornare a Hogwarts».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Perché sarebbe stato sgarbato quanto buttar giù a calci la porta» spiegò Silente. «La cortesia impone che offriamo ai colleghi maghi l’opportunità di negarci l’ingresso. In ogni caso, gran parte delle abitazioni di maghi sono protette da incantesimi contro i Materializzatori indesiderati. A Hogwarts, per esempio…»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Ingegnoso» commentò Silente. «Ma mi sembra un’esistenza piuttosto faticosa per un povero vecchio malridotto in cerca di una vita tranquilla. Ora, se dovessi tornare a Hogwarts…»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Comunque…. il mago prudente tiene la testa bassa in tempi come questi. Silente ha un bel dire, ma lavorare a Hogwarts adesso sarebbe come dichiarare pubblica fedeltà all’Ordine della Fenice! E anche se sono certo che siano assolutamente ammirevoli e coraggiosi e quant’altro, personalmente non apprezzo il tasso di mortalità…»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Non deve unirsi all’Ordine per insegnare a Hogwarts» obiettò Harry, senza riuscire a evitare una nota di scherno: era difficile provare comprensione per l’esistenza viziata di Lumacorno quando ricordava Sirius accovacciato in una caverna a vivere di ratti. «Molti insegnanti non ne fanno parte e nessuno di loro è stato ucciso… be’, a parte Raptor, e ha avuto quello che meritava, visto che lavorava con Voldemort».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Be’, mi spiace che tu non voglia il posto, Horace» disse Silente, levando la mano sana in un gesto d’addio. «Hogwarts sarebbe stata lieta di rivederti. Nonostante le nostre misure di sicurezza siano enormemente aumentate, le tue visite saranno sempre benvenute».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Oh, sì. Hai mostrato con precisione a Horace quanto ci guadagna a tornare a Hogwarts. Che ti pare di lui?»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «A Horace» proseguì Silente, sollevando Harry dalla responsabilità di dire una di queste cose, «piacciono gli agi. Gli piace anche la compagnia dei famosi, dei potenti e delle persone di successo. Gode della sensazione di avere influenza su queste persone. Non ha mai voluto occupare il trono di persona; preferisce star dietro le quinte, dove si sta più larghi, capisci. Aveva l’abitudine di scegliersi dei prediletti a Hogwarts, a volte per la loro ambizione o il loro cervello, a volte per il fascino o il talento, e aveva un’insolita abilità nello scegliere coloro che sarebbero diventati personalità di spicco nei vari campi. Horace formava una specie di club dei suoi prediletti con se stesso al centro, presentava l’uno all’altro, creava utili contatti tra i membri, e otteneva sempre qualche beneficio in cambio, che fosse una scatola del suo adorato ananas candito o la possibilità di raccomandare un giovane all’Ufficio delle Relazioni con i Folletti».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Gli occhi gli bruciarono all’improvviso e batté le palpebre. Si sentiva stupido ad ammetterlo, ma il fatto di aver avuto qualcuno fuori da Hogwarts a cui importava di lui, quasi come un genitore, era stata una delle cose più belle… e ora i gufi non gli avrebbero mai più portato quella consolazione…
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Primo, vorrei che d’ora in poi tu portassi sempre con te il Mantello dell’Invisibilità. Anche dentro Hogwarts. Non si sa mai, mi capisci?»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Be’, ci vediamo a Hogwarts, Harry» disse Silente. «Stammi bene. Molly, servo tuo».
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    «È stato l’insegnante mio e di Arthur» proseguì la signora Weasley. «Ha lavorato a Hogwarts per secoli, ha cominciato con Silente, credo. Che te n’è parso?»
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    Il giorno dopo quel tetro compleanno, arrivarono da Hogwarts le lettere e le liste dei libri. Quella di Harry recava una sorpresa: era stato nominato Capitano della squadra di Quidditch.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Allora metti la testa a posto, ragazzo, prima che io decida che sei troppo immaturo per venire con noi!» lo sgridò sua madre. Afferrò l’orologio, con tutte le nove lancette ancora puntate su pericolo mortale,e lo mise in equilibrio su una pila di strofinacci appena lavati. «E questo vale anche per il ritorno a Hogwarts
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Harry scrutò fuori dal finestrino; il suo cuore fece una capriola. Non c’erano Auror in attesa davanti alla locanda, ma la sagoma gigantesca e barbuta di Rubeus Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts. Indossava una lunga pelliccia di castoro e appena vide Harry fece un enorme sorriso, ignorando gli sguardi stupiti dei passanti Babbani.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Per la prima volta a memoria di Harry, il Paiolo Magico era vuoto. Della vecchia folla era rimasto solo il proprietario Tom, raggrinzito e sdentato. Alzò lo sguardo speranzoso al loro ingresso ma, prima che potesse parlare, Hagrid disse con aria solenne: «Oggi siamo solo di passaggio, Tom, mi spiace. Faccende di Hogwarts, hai capito».
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Lui e Harry entrarono per primi. Era stipato di clienti; Harry non riusciva ad avvicinarsi agli scaffali. Si guardò intorno, osservando gli scatoloni accatastati fino al soffitto: erano le Merendine Marinare che i gemelli avevano perfezionato durante il loro ultimo, incompiuto anno a Hogwarts. Harry notò che il Torrone Sanguinolento era assai richiesto, dato che ne restava solo una confezione ammaccata sullo scaffale. C’erano bidoni pieni di bacchette trabocchetto, dalle più economiche (che si limitavano a trasformarsi in polli di gomma o mutande quando venivano agitate) alle più costose (che picchiavano l’incauto possessore sulla testa e sul collo), e scatole di piume nelle varietà Autoinchiostrante, Autocorreggente e Rispostapronta. Un varco si aprì tra la folla e Harry si spinse fino al banco, dove un gruppo di festanti bambini di dieci anni osservava un minuscolo omino di legno che saliva i gradini di una vera forca, il tutto sopra una scatola che recitava: ‘Impiccato Rimpiccabile — Se sbagli si impicca!’
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Ah, Harry!» esclamò la signora Weasley, interrompendo il monologo di Fleur. «Bene, volevo parlarti delle misure per il viaggio a Hogwarts di domani. Abbiamo di nuovo delle auto del Ministero, e ci saranno Auror ad attenderci alla stazione…»
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «So camminare, grazie» sbottò Harry irritato, liberando il braccio dalla presa dell’Auror. Spinse il carrello direttamente contro la massiccia barriera, ignorando il suo silenzioso compagno, e un attimo dopo si ritrovò sul binario nove e tre quarti, dove l’Espresso per Hogwarts rosso scarlatto eruttava vapore sulla folla.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Il pomeriggio passò noioso tra altri aneddoti su maghi illustri a cui Lumacorno aveva fatto da insegnante, tutti felicissimi di unirsi a quello che definiva il ‘Lumaclub’ a Hogwarts. Harry non vedeva l’ora di andarsene, ma non sapeva come farlo educatamente. Infine il treno riemerse da un altro lungo tratto nebbioso dentro un tramonto rosso, e Lumacorno si guardò attorno, strizzando gli occhi davanti al crepuscolo.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Be’, chissenefrega. Che cos’è, a pensarci bene? Solo uno stupido insegnante». Sbadigliò vistosamente. «Voglio dire, può darsi che il prossimo anno io non sia nemmeno a Hogwarts, che cosa me ne importa se piaccio o no a un vecchio grasso relitto?»
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Come sarebbe, può darsi che il prossimo anno tu non sia nemmeno a Hogwarts?» chiese Pansy indignata, smettendo subito di pettinarlo.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Ecco Hogwarts» disse Malfoy, godendo chiaramente dell’effetto che aveva creato e indicando un punto oltre il finestrino annerito. «Meglio vestirsi».
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Ron e Hermione avrebbero pensato che fosse sceso senza di loro. Ora che fossero arrivati a Hogwarts e avessero preso posto nella Sala Grande, percorso con lo sguardo il tavolo di Grifondoro un po’ di volte e compreso alla fine che non c’era, lui sarebbe già stato a metà strada verso Londra.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Poiché era sempre salito al castello in carrozza, Harry non aveva mai capito bene quanto fosse lontana Hogwarts dalla stazione di Hogsmeade. Con enorme sollievo vide infine le alte colonne ai due lati dei cancelli, ciascuna col suo cinghiale alato in cima. Aveva freddo, fame e una gran voglia di lasciarsi alle spalle questa nuova, cupa Tonks. Ma quando protese una mano per aprire i cancelli, scoprì che erano chiusi da catene.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Non potrò mai sottolineare abbastanza quanto siano pericolose le attuali circostanze, e quanta attenzione ciascuno di noi a Hogwarts debba prestare per garantire la nostra sicurezza. Le difese magiche del castello sono state rafforzate durante l’estate, siamo protetti con mezzi nuovi e potenti, ma dobbiamo mantenere alto il livello di guardia contro le eventuali negligenze di studenti o di personale della scuola. Vi raccomando dunque di attenervi a tutte le restrizioni che i vostri insegnanti potrebbero imporvi, per quanto fastidiose vi appaiano: in particolare, il divieto di trovarvi fuori dai vostri letti di notte. Vi supplico, se doveste notare qualcosa di strano o sospetto dentro o fuori il castello, di riferirlo subito a un insegnante. Confido che vi comporterete sempre con il massimo rispetto per la sicurezza vostra e di tutti gli altri».
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Come fai a sapere che Voldemort non ha bisogno di qualcuno a Hogwarts? Non sarebbe il primo…»
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

   La mattina dopo Harry e Ron incontrarono Hermione nella sala comune prima di colazione. Sperando di trovare un sostegno alla propria teoria, Harry raccontò in tutta fretta a Hermione quello che aveva sentito dire a Malfoy sull’Espresso per Hogwarts.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «Che cosa?» fece Ron, guardando Hermione con gli occhi sgranati. «Ma Hogwarts è più sicura delle loro case, non c’è storia! Abbiamo gli Auror, e tutti quegli incantesimi di protezione, e Silente!»
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Certo, la mia!» dichiarò Harry. «A King’s Cross gli ho detto di Malfoy e della cosa che stava cercando di far riparare a Sinister! Be’, se non è a casa loro, qualunque cosa sia, deve averla portata con sé a Hogwarts…»
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Gli altri due annuirono; la gita era stata un fiasco e il tempo peggiorava. Si avvolsero di nuovo nei mantelli, risistemarono le sciarpe, s’infilarono i guanti; poi seguirono Katie Bell e un’amica fuori dal pub e su per High Street. Sulla strada verso Hogwarts, arrancando nella fanghiglia gelata, Harry lasciò vagare i propri pensieri su Ginny. Non si erano incontrati: sicuramente, lei e Dean erano rinchiusi al calduccio della sala da tè di Madama Piediburro, il rifugio delle coppie felici. Accigliato, chinò il capo contro la gelida pioggia vorticante trascinando i piedi.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «È per questo che stavamo litigando. Aveva il pacchetto quando è uscita dal bagno dei Tre Manici di Scopa, ha detto che era una sorpresa per qualcuno a Hogwarts e lei doveva consegnarlo. Era tutta strana mentre lo diceva… Oh no, oh no… scommetto che era sotto la Maledizione Imperius, e io non me ne sono accorta!»
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Impossibile» rispose Harry, «se no Katie si sarebbe voltata e me l’avrebbe data, no? Sono sempre stato dietro di lei da quando siamo usciti dai Tre Manici di Scopa. Sarebbe stato molto più sensato consegnare il pacchetto fuori da Hogwarts, visto che Gazza perquisisce tutti quelli che entrano ed escono. Chissà perché Malfoy le ha detto di portarlo dentro il castello…»
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    Il ritratto si aprì per farli passare. La sala comune era piuttosto affollata e odorava di vestiti umidi; a quel che pareva molti ragazzi erano tornati presto a Hogwarts per via del maltempo. Non c’erano brusii spaventati o scambi di congetture, tuttavia: evidentemente la notizia della sorte di Katie non si era ancora diffusa.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Impertinente» intervenne una voce flebile da uno dei ritratti sulla parete: Phineas Nigellus Black, il bis-bisnonno di Sirius, che un attimo prima sembrava addormentato, alzò la testa che teneva appoggiata alle braccia. «Ai miei tempi io non avrei permesso a uno studente di mettere in discussione le regole di Hogwarts».
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Si chiama Hogwarts».
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Te l’ho detto. Mi chiamo professor Silente e sono venuto a offrirti un posto a Hogwarts, la mia scuola… la tua nuova scuola, se vorrai venire».
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Io non vengo dal manicomio» disse Silente con pazienza. «Sono un professore e se vuoi sederti tranquillo ti racconterò di Hogwarts. Ma se preferisci non venire nella mia scuola nessuno ti costringerà…»
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Hogwarts» continuò Silente, come se non avesse sentito, «è una scuola per ragazzi con capacità speciali…»
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Lo so che non sei pazzo. Hogwarts non è una scuola per pazzi. È una scuola di magia».
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Se, come deduco, accetti di venire a Hogwarts…»
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Harry era sicuro che Silente avrebbe rifiutato, che avrebbe detto a Riddle che ci sarebbe stato un sacco di tempo per le dimostrazioni pratiche a Hogwarts, che al momento si trovavano in un edificio pieno di Babbani, e quindi dovevano essere cauti. E invece, con sua enorme sorpresa, Silente estrasse la bacchetta da una tasca interna della giacca, la puntò verso lo squallido armadio nell’angolo e l’agitò appena, con noncuranza.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Li restituirai ai loro proprietari con le tue scuse» ordinò Silente con calma, infilando di nuovo la bacchetta dentro la giacca. «Saprò se questo è stato fatto o no. E ti avverto: il furto non è tollerato a Hogwarts».
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «A Hogwarts» continuò Silente, «si insegna non solo a usare la magia, ma a controllarla. Tu, di sicuro inavvertitamente, hai usato i tuoi poteri in un modo che non viene né insegnato né ammesso nella nostra scuola. Non sei il primo, e non sarai l’ultimo, che consente alla propria magia di prendere il sopravvento: ma devi sapere che Hogwarts può espellere gli studenti, e che il Ministero della Magia — sì, esiste un Ministero — punisce chi infrange la legge con severità ancora maggiore. Tutti i nuovi maghi devono accettare, entrando nel nostro mondo, di attenersi alle nostre leggi».
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «A questo si può porre rimedio» ribatté Silente, ed estrasse dalla tasca un borsellino di pelle pieno di monete. «A Hogwarts esiste un fondo per aiutare chi ne ha bisogno a comprare libri e abiti. Forse dovrai accontentarti di libri e altre cose di seconda mano, ma…»
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Mia madre non può essere stata magica, se no non sarebbe morta» disse Riddle, più a se stesso che a Silente. «Quindi doveva esserlo lui. Allora… quando avrò preso tutta la mia roba… quando vengo a questa Hogwarts
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Ci rivediamo a Hogwarts, Tom».
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Sapevo di aver appena incontrato il più pericoloso mago Oscuro di tutti i tempi? No, non avevo idea che crescendo sarebbe diventato quello che è» rispose Silente. «Tuttavia fui senza dubbio affascinato da lui. Tornai a Hogwarts deciso a tenerlo d’occhio, cosa che avrei dovuto fare in ogni caso, perché era solo e senza amici; ma già sentivo di doverlo fare per il bene degli altri quanto per il suo.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Ciao» replicò Harry. «Come stai? Resti a Hogwarts, allora? Ho sentito che i tuoi genitori volevano portarti via».
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    «Non lo odio e non lo amo» rispose Lupin. «No, Harry, dico la verità» aggiunse, perché Harry aveva assunto un’espressione scettica. «Non saremo mai amici, forse; dopo tutto quello che è successo tra James, Sirius e Severus c’è troppo rancore. Ma non dimentico che, durante l’anno in cui ho insegnato a Hogwarts, Severus ha preparato la Pozione Antilupo per me tutti i mesi, alla perfezione, perché non soffrissi durante la luna piena».
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    «Non c’entra niente con me!» ribatté Harry indignato. «Il Principe Mezzosangue era uno studente di Hogwarts, io ho il suo vecchio libro di Pozioni. L’ha riempito di incantesimi di sua invenzione. Uno è il Levicorpus…»
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    «Oh, quello era molto di moda quando andavo a Hogwarts» ricordò Lupin. «Al quinto anno, per diversi mesi non potevi fare un passo senza finire appeso in aria per la caviglia».
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    «Be’, forse ti darà qualche idea sul periodo in cui il Principe è stato a Hogwarts» suggerì Lupin.
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    Ron si addormentò quasi subito, ma prima di andare a letto Harry frugò nel suo baule ed estrasse Pozioni Avanzate. Lo sfogliò, finché trovò la data di pubblicazione sulla prima pagina. Aveva quasi cinquant’anni. Né suo padre né gli amici di suo padre erano a Hogwarts cinquant’anni prima. Deluso, Harry gettò il libro nel baule, spense la lampada e si rigirò, pensando ai lupi mannari e a Piton, a Stan Picchetto e al Principe Mezzosangue, infine cadde in un sonno inquieto, denso di ombre striscianti e di urla di bambini morsi…
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    «Che cos’ha in testa Silente?» chiese Scrimgeour in tono brusco. «Dove va durante le sue assenze da Hogwarts
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    «Può provarci» replicò Harry con indifferenza. «Ma lei sembra più abile di Caramell, quindi avrà imparato dai suoi errori. Lui ha cercato di intromettersi a Hogwarts. Avrà notato che non è più Ministro, ma Silente è ancora Preside. Lo lascerei in pace, se fossi in lei».
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

   Un tardo pomeriggio, qualche giorno dopo Capodanno, Harry, Ron e Ginny si misero in fila accanto al camino della cucina per tornare a Hogwarts. Il Ministero aveva predisposto un collegamento straordinario alla Metropolvere per far tornare gli studenti a scuola rapidamente e in tutta sicurezza. Cera solo la signora Weasley a salutarli, perché il signor Weasley, Fred, George, Bill e Fleur erano tutti al lavoro. La signora Weasley si sciolse in lacrime al momento di separarsi. In verità le ci voleva poco, ultimamente; piangeva a intermittenza da quando Percy se n’era andato dopo la sua visita a sorpresa con gli occhiali schizzati di purè di pastinaca (atto del quale sia Fred che George che Ginny rivendicavano il merito).
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Harry entrò nel fuoco smeraldino e gridò: «Hogwarts!» Ebbe un’ultima fugace visione della cucina e del volto lacrimoso della signora Weasley prima che le fiamme lo avvolgessero; vorticando, colse lampi sfocati di altre case magiche, che sfrecciarono via prima che riuscisse a guardare bene; poi rallentò e infine si fermò nel camino dell’ufficio della professoressa McGranitt. Lei alzò appena lo sguardo dal lavoro mentre lui si arrampicava fuori dal focolare.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Scrimgeour voleva sapere dove va quando non è a Hogwarts» proseguì Harry, continuando a fissarsi le ginocchia.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Quindi» proseguì Silente con voce sonora, «ci incontriamo questa sera per continuare la storia di Tom Riddle, che all’ultima lezione abbiamo lasciato sospeso sulla soglia dei suoi anni a Hogwarts. Ricorderai quanto si era emozionato nello scoprire di essere un mago, che rifiutò la mia compagnia per il giro in Diagon Alley e che io, a mia volta, lo misi in guardia contro il perseverare nei furti una volta a scuola.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Col passare del tempo, raccolse attorno a sé un gruppo di amici zelanti; li definisco così per mancanza di una definizione migliore, anche se, come ho già accennato, Riddle non provava alcun affetto per loro. Questo gruppo esercitava una sorta di fascino oscuro all’interno del castello. Erano una compagnia eterogenea: un misto di deboli in cerca di protezione, ambiziosi in cerca di gloria condivisa, e di bruti che gravitavano attorno a un capo in grado di mostrare loro forme più sofisticate di crudeltà. In altre parole, erano i precursori dei Mangiamorte, e difatti alcuni di loro divennero i primi Mangiamorte, dopo aver lasciato Hogwarts.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Strettamente controllati da Riddle, non furono mai sorpresi a compiere aperte malefatte, anche se i loro sette anni a Hogwarts furono segnati da una serie di incidenti ai quali non furono mai collegati con piena soddisfazione. Il più grave di questi fu, naturalmente, l’apertura della Camera dei Segreti, che culminò con la morte di una ragazza. Come sai, Hagrid fu accusato a torto di quel crimine.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Non sono riuscito a trovare molti ricordi di Riddle a Hogwarts» continuò Silente, posando la mano rattrappita sul Pensatoio. «Pochi di coloro che lo conobbero allora sono disposti a parlare di lui, sono troppo spaventati. Quello che so l’ho scoperto dopo che se n’era andato da Hogwarts, con molti penosi sforzi, dopo aver braccato i pochi che potevano essere convinti a parlare, aver frugato tra vecchi documenti e interrogato altri testimoni sia Babbani che maghi.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Mi dissero che Riddle era ossessionato dalla sua stirpe. Questo è comprensibile, naturalmente; era cresciuto in un orfanotrofio ed era ovvio che desiderasse sapere come c’era arrivato. Pare che abbia cercato invano tracce di Tom Riddle Senior sugli scudi nella sala dei trofei, tra le liste dei prefetti nei vecchi documenti scolastici, perfino sui libri di Storia della Magia. Infine fu costretto ad accettare il fatto che il padre non aveva mai messo piede a Hogwarts. Fu allora, credo, che abbandonò il suo nome per sempre, assunse l’identità di Lord Voldemort e cominciò le indagini sulla famiglia della madre che fino ad allora aveva disprezzato, la donna che, ricorderai, era convinto non potesse essere una strega, poiché aveva ceduto alla vergognosa debolezza umana della morte.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «No, credo che sarebbe sciocco cercare di estrarre con la forza la verità al professor Lumacorno, e potrebbe rivelarsi più dannoso che utile; io non desidero che se ne vada da Hogwarts. Tuttavia ha le sue debolezze come tutti noi e credo che tu sia la sola persona in grado di penetrare le sue difese. È importantissimo che ci impossessiamo del vero ricordo, Harry… Quanto importante, lo sapremo solo quando l’avremo visto. Quindi buona fortuna… e buonanotte».
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Nel frattempo, la biblioteca di Hogwarts aveva tradito Hermione per la prima volta a memoria d’uomo. Era così sconvolta che dimenticò perfino di essere irritata con Harry per il trucchetto del bezoar.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «… così che molti di voi possano affrontare l’esame» continuò Twycross, come se non fosse stato interrotto. «Come saprete, di solito è impossibile Materializzarsi o Smaterializzarsi entro i confini di Hogwarts. Il Preside ha sospeso questo incantesimo solo per la Sala Grande e per un’ora, per consentirvi di esercitarvi. Vorrei sottolineare che non riuscirete a Materializzarvi fuori dalle pareti di questa Sala, e che sarebbe assai poco saggio provarci.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Non era ancora tornata da San Mungo. E in più La Gazzetta del Profeta aveva riferito di altre sparizioni, tra cui quelle di numerosi parenti di allievi di Hogwarts.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Silente pensa che Voldemort lo volesse dalla sua parte» spiegò Harry. «Lumacorno si è nascosto per un anno prima di venire a Hogwarts. E…» pensò al ricordo che Silente non era ancora riuscito a estrarre «… e forse Voldemort vuole toglierlo di mezzo, forse crede che possa essere prezioso per Silente».
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Metà della nostra famiglia ti deve la vita, adesso che ci penso». Il signor Weasley aveva la voce soffocata dall’emozione. «Be’, posso dire solo che è stato un giorno fortunato per i Weasley quando Ron ha deciso di sedersi nel tuo scompartimento sull’Espresso per Hogwarts, Harry».
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Penso che ha cento e cento idee, con un cervello come il suo» rispose Hagrid con fermezza. «Ma non sa chi ha mandato la collana e nemmeno chi ha messo il veleno in quel vino, se no li avevano già presi, no? Quello che a me mi preoccupa» proseguì, a bassa voce e guardandosi indietro (Harry, per sicurezza, controllò che non ci fosse Pix sul soffitto), «è quanto tempo Hogwarts può stare aperta se c’è qualcuno che ce l’ha con i ragazzi. È la stessa storia della Camera dei Segreti, no? Ci sarà panico, altri genitori che ritirano i ragazzi, e in un baleno quelli del Consiglio…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Devi metterti nelle loro teste» continuò Hagrid, grave. «Cioè, è sempre stato un po’ un rischio mandare i ragazzi a Hogwarts, no? Degli incidenti te li aspetti, no, con centinaia di maghi minorenni tutti chiusi insieme, però tentato omicidio è diverso. Sfido che Silente è arrabbiato con Pi…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Sì, signore» rispose subito Harry. «Voldemort ha ucciso suo padre e i nonni e ha fatto in modo che la colpa fosse attribuita a suo zio Orfin. Poi è tornato a Hogwarts e ha chiesto… ha chiesto al professor Lumacorno degli Horcrux» borbottò, imbarazzato.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Ma ora, Harry» proseguì Silente, «ora le cose si fanno più confuse e più strane. Se è stato difficile trovare prove sul ragazzo Riddle, è stato quasi impossibile trovare qualcuno disposto a raccontare i propri ricordi dell’uomo Voldemort. In effetti dubito che ci sia anima viva, a parte lui, che possa fornirci un resoconto completo della sua vita da quando lasciò Hogwarts. Tuttavia ho due ultimi ricordi che vorrei condividere con te». Silente indicò le due bottigliette di cristallo che scintillavano vicino al Pensatoio. «Sarò lieto di sapere se le conclusioni che ne ho tratto ti sembrano plausibili».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Spero che tu non sia stanco di tuffarti nei ricordi altrui, perché sono memorie strane, queste»osservò. «La prima viene da un’elfa domestica molto anziana di nome Hokey. Prima di vedere quello a cui assistette Hokey, devo raccontarti brevemente come Lord Voldemort se ne andò da Hogwarts.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Raggiunse il settimo anno di istruzione, come puoi immaginare, con il massimo dei voti in tutti gli esami. Attorno a lui, i compagni sceglievano il mestiere da intraprendere una volta lasciata Hogwarts. Quasi tutti si aspettavano cose spettacolari da Tom Riddle, prefetto, Caposcuola, vincitore del Premio Speciale per i Servigi Resi alla Scuola. So che parecchi insegnanti, tra cui il professor Lumacorno, gli suggerirono di andare a lavorare al Ministero della Magia, si offrirono di procurargli dei colloqui, gli fornirono contatti utili. Rifiutò tutte le offerte. E dopo un po’ di tempo gli insegnanti vennero a sapere che Voldemort lavorava da Magie Sinister».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Da Magie Sinister» confermò Silente tranquillo. «Capirai quali attrattive esercitava su di lui quel luogo quando saremo entrati nel ricordo di Hokey. Ma quella non fu la prima scelta di Voldemort. Allora non lo sapeva quasi nessuno — io fui uno dei pochi a cui lo confidò l’allora Preside — ma Voldemort per prima cosa avvicinò il professor Dippet e chiese se poteva restare a Hogwarts come insegnante».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Per svariate ragioni, credo, anche se non ne rivelò alcuna al professor Dippet» rispose Silente. «Prima di tutto, cosa molto importante, credo che Voldemort fosse più affezionato a questa scuola di quanto lo sia mai stato a una persona. Hogwarts era il luogo in cui era stato più felice, il primo e l’unico in cui si era sentito a casa».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Harry provò un certo disagio a queste parole, perché era esattamente quello che provava anche lui per Hogwarts.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «E terzo, da insegnante avrebbe avuto un enorme potere e un grandissimo ascendente sui giovani maghi e streghe. Forse a dargli l’ispirazione era stato il professor Lumacorno, l’insegnante con cui era in rapporti migliori, che aveva dimostrato quale influenza può avere un docente. Non ho mai pensato che Voldemort immaginasse di passare il resto della sua vita a Hogwarts, ma credo che la vedesse come un utile terreno di reclutamento, e un luogo nel quale poter cominciare a costruirsi un esercito».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Difesa contro le Arti Oscure. A quel tempo la insegnava una vecchia professoressa di nome Galatea Gaiamens, che era a Hogwarts da quasi cinquant’anni.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Era appartenuta a un altro fondatore di Hogwarts» spiegò Silente. «Forse provava ancora un forte attaccamento alla scuola e non riuscì a resistere a un oggetto così impregnato della sua storia. C’erano altre ragioni, credo… spero di riuscire a fartele comprendere a tempo debito.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Be’, allora, quale posto migliore per cominciare le mie nuove ricerche se non qui, a Hogwarts?»domandò Voldemort. «Mi consentirà di tornare? Mi permetterà di condividere la mia conoscenza con i suoi studenti? Pongo me stesso e i miei talenti a sua disposizione. Sono ai suoi ordini».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Oh, vuoi tornare a Hogwarts, ma non vuoi insegnare più di quanto lo volessi a diciott’anni. Che cosa cerchi, Tom? Perché non provi con una richiesta sincera, per una volta?»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Era la sua immaginazione, o Malfoy, come Tonks, era più magro? Certamente era più pallido; la sua pelle aveva ancora quella sfumatura grigiastra, forse perché ultimamente vedeva di rado la luce del sole. Ma non c’era compiacimento né eccitazione né superbia sul suo volto; nessuna traccia dell’arroganza che aveva ostentato sull’Espresso per Hogwarts, quando si era vantato della missione affidatagli da Voldemort… Poteva esserci solo una spiegazione, secondo Harry: l’incarico, qualunque fosse, stava andando male.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Il ritratto si richiuse dietro Harry, non prima che lui avesse udito Dean ribattere irritato… Con crescente euforia, Harry attraversò il castello. Non dovette fare attenzione, perché non incontrò nessuno, ma la cosa non lo sorprese affatto: quella sera era la persona più fortunata di tutta Hogwarts.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Dopo un’ora, Hagrid e Lumacorno cominciarono a fare brindisi bizzarri: a Hogwarts, a Silente, al vino elfico e a…
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    «No… insomma… è molto difficile trovare a Hogwarts un libro che parli degli Horcrux, Tom. È roba molto Oscura, molto Oscura davvero» ribatté Lumacorno.
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «E in ogni caso, Tom… tieni per te quello che ti ho detto… cioè, quello che abbiamo discusso. Alla gente non piacerebbe sapere che parliamo di Horcrux. È un argomento bandito a Hogwarts… Silente è severissimo a questo proposito…»
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Più o meno» convenne Silente. «Ma vedi, Harry: se voleva che il diario finisse in mano a uno studente di Hogwarts, o addirittura ne prendesse possesso, dimostrava anche una sorprendente indifferenza per quel prezioso frammento della sua anima. Lo scopo di un Horcrux, come ha spiegato il professor Lumacorno, è di mantenere parte di sé nascosta e protetta, non di scaraventarla sul cammino di qualcun altro e rischiare che venga distrutta, come in effetti è successo: quel particolare brandello d’anima non esiste più; hai provveduto tu alla sua fine.
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Proprio così». Silente levò la mano annerita e bruciata. «L’anello, Harry. L’anello di Orvoloson. Una terribile maledizione lo proteggeva. Se non fosse stato — perdonami la mancanza di modestia — per la mia straordinaria abilità, e per l’intervento tempestivo del professor Piton quando sono tornato a Hogwarts terribilmente ferito, forse non sarei qui a raccontarlo. Tuttavia, una mano raggrinzita non è un prezzo irragionevole per un settimo dell’anima di Voldemort. L’anello non è più un Horcrux».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Crede che fosse quella la ragione per cui voleva tanto tornare a Hogwarts, signore?» domandò Harry. «Per trovare oggetti degli altri fondatori?»
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Ma io credevo che avesse detto lui a Lucius Malfoy di introdurre il diario a Hogwarts…»
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «Sì, anni fa, quando era certo di poter creare altri Horcrux; a ogni modo Lucius avrebbe dovuto aspettare l’ordine, che non ricevette mai, perché Voldemort scomparve poco dopo avergli consegnato il diario. Senza dubbio pensava che Lucius non avrebbe osato fare altro se non custodire l’Horcrux con cura, ma si fidò troppo del timore di Lucius per un padrone sparito da anni e creduto morto. Certo, Malfoy non sapeva che cos’era il diario: ritengo che Voldemort gli avesse detto solo che era stato abilmente incantato perché facesse riaprire la Camera dei Segreti. Se Lucius avesse saputo di tenere tra le mani una parte dell’anima del suo padrone, l’avrebbe trattata con maggiore riguardo… Invece si dedicò al compimento di un vecchio progetto personale: facendo ritrovare il diario alla figlia di Arthur Weasley, sperava di screditare lui, farmi buttare fuori da Hogwarts e liberarsi di un oggetto altamente incriminante in un colpo solo. Ah, povero Lucius… fra la rabbia di Voldemort per l’Horcrux e il fiasco al Ministero l’anno scorso, non mi sorprenderei se fosse segretamente felice di trovarsi al sicuro ad Azkaban».
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «O qualcuno che sembrava una ragazza o una donna» precisò Harry. «Non dimenticare che c’era un calderone pieno di Pozione Polisucco a Hogwarts. Sappiamo che in parte è stata rubata…»
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Rimase senza fiato. Nonostante la fretta, il panico, la paura di ciò che lo aspettava nel bagno, non poté non restare intimidito davanti a quella visione. Si trovava in una stanza grande come una cattedrale: dalle alte finestre piovevano lame di luce su una sorta di città dai muri altissimi, fatta degli oggetti nascosti da generazioni di abitanti di Hogwarts. C’erano strade e vicoli delimitati da pile pericolanti di mobili rotti e danneggiati, messi via forse per occultare le prove di magie maldestre, oppure nascosti da elfi domestici decisi a mantenere alta la dignità del castello. C’erano migliaia e migliaia di libri, banditi o scarabocchiati o rubati. C’erano catapulte alate e Frisbee Zannuti, alcuni ancora abbastanza vitali da svolacchiare sulle montagne di altri oggetti proibiti; c’erano bottiglie sbeccate di pozioni rapprese, cappelli, gioielli, mantelli; c’erano gusci di uova di drago, bottiglie tappate il cui contenuto scintillava ancora malvagio, diverse spade arrugginite e una pesante ascia macchiata di sangue.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    «Il signor Gazza cercava qualcuno che riordinasse questi vecchi archivi» continuò Piton, soave. «Sono i registri di altri malfattori di Hogwarts e delle loro punizioni. Dove l’inchiostro è sbiadito, o le schede sono state danneggiate dai topi, vorremmo che ricopiassi i misfatti e le punizioni e, assicurandoti che siano in ordine alfabetico, rimettessi le schede nei contenitori. Non devi usare la magia».
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Harry prese il pezzo di carta mezzo stracciato e fissò la foto animata, ingiallita dal tempo; anche Ron si chinò a guardare. La foto mostrava una ragazza magra sui quindici anni. Non era carina; pareva insieme imbronciata e cupa, con pesanti sopracciglia e un lungo volto pallido. Sotto la foto, la didascalia recitava: ‘Eileen Prince, Capitano della Squadra di Gobbiglie di Hogwarts’.
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    E indicò il cielo su Hogwarts. Il terrore s’impadronì di Harry… Si voltò a guardare.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «Rosmerta, per favore, manda un messaggio al Ministero» continuò Silente, montando sulla scopa più vicina. «Può darsi che nessuno a Hogwarts si sia ancora accorto che qualcosa non va… Harry, mettiti il Mantello dell’Invisibilità».
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «L’altro si trova da Magie Sinister» continuò Malfoy, «formano una specie di passaggio. Montague mi ha detto che quando è rimasto chiuso in quello di Hogwarts era come intrappolato in una specie di limbo. Non riusciva a farsi sentire da nessuno, ma a volte ascoltava quello che succedeva a scuola, e altre volte quello che succedeva nel negozio, come se l’Armadio viaggiasse dall’una all’altro. Alla fine è riuscito a Materializzarsi e a venir fuori, anche se non aveva mai dato l’esame. Per poco non ci lasciava le penne. Hanno pensato tutti che fosse una bellissima storia, ma io sono stato l’unico a capire cosa significasse… nemmeno Sinister lo sapeva… l’unico a capire che si poteva raggiungere Hogwarts attraverso gli Armadi, se avessi aggiustato quello rotto».
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Di sotto si levò un altro urlo, più intenso. Malfoy si guardò di nuovo nervosamente alle spalle, poi tornò a fissare Silente, che riprese: «E così la povera Rosmerta è stata costretta ad appostarsi nel suo stesso bagno per passare quella collana alla prima studentessa di Hogwarts che fosse entrata da sola? E l’idromele avvelenato… Be’, naturalmente Rosmerta è riuscita ad avvelenarlo prima di mandare la bottiglia a Lumacorno, convinta che dovesse essere il mio regalo di Natale… Sì, perfetto… perfetto… il povero signor Gazza non ha pensato di dover controllare una bottiglia di Rosmerta… Dimmi, come facevi a comunicare con lei? Credevo che avessimo sotto controllo tutti i canali da e per la scuola».
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «Non mi perderei una gita a Hogwarts per nulla al mondo, Silente» latrò Greyback con la sua voce aspra. «Non quando ci sono gole da lacerare… buonissime…»
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Harry non cercò di ribattere né di spiegarsi. Stava ancora tremando senza riuscire a fermarsi. Hagrid avrebbe saputo la verità presto, troppo presto… Risalendo verso il castello, vide molte finestre illuminate: immaginò i ragazzi che andavano di stanza in stanza, raccontandosi che i Mangiamorte erano entrati, che il Marchio brillava sopra Hogwarts, che qualcuno doveva essere stato ucciso…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    In silenzio salirono la scala mobile a chiocciola ed entrarono nell’ufficio circolare. Non sapeva che cosa si fosse aspettato: che la stanza fosse adorna di paramenti neri, forse, o perfino che il corpo di Silente si trovasse lì disteso. In realtà aveva quasi lo stesso aspetto di quando lui e Silente l’avevano lasciata poche ore prima: gli strumenti d’argento ronzavano e sbuffavano sui tavoli dalle gambe sottili, la spada di Grifondoro nella teca di vetro scintillava alla luce lunare, il Cappello Parlante stava sulla mensola dietro la scrivania. Ma il posatoio di Fanny era vuoto; la fenice stava ancora cantando il suo lamento nel parco. E un nuovo ritratto si era unito ai vecchi Presidi di Hogwarts… Silente dormiva in una cornice d’oro sopra la scrivania, gli occhiali a mezzaluna in bilico sul naso adunco, tranquillo e indisturbato.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Voglio parlarvi di ciò che accadrà a Hogwarts prima del suo arrivo» disse in fretta. «Personalmente non credo che la scuola debba riaprire il prossimo anno. La morte del Preside per mano di uno dei nostri colleghi è una macchia terribile per la storia di Hogwarts. Terribile».
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Ma avremo anche un solo allievo dopo questo?» domandò Lumacorno, asciugandosi la fronte sudata con un fazzoletto di seta. «I genitori vorranno tenere i figli a casa, e non posso certo biasimarli. Non credo che siamo più in pericolo a Hogwarts che in qualunque altro luogo, ma non ci si può aspettare che una madre ragioni così. Vorranno tenere unite le famiglie, è naturale».
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Sono d’accordo» dichiarò la professoressa McGranitt. «In ogni caso, non si può dire che Silente non abbia mai previsto che Hogwarts potesse chiudere. Lo prese in considerazione quando la Camera dei Segreti venne riaperta… e l’assassinio del professor Silente mi turba assai più dell’idea che il mostro di Serpeverde abitasse nelle viscere del castello…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Hagrid, tu non hai detto niente» osservò la McGranitt. «Qual è la tua opinione, Hogwarts dovrebbe restare aperta?»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Be’, io resto» rispose Hagrid. Grosse lacrime gli scendevano dagli angoli degli occhi fin dentro la barba arruffata. «È la mia casa, è la mia casa da quando avevo tredici anni. E se ci sono dei ragazzi che vogliono che io ci insegno, lo farò. Ma… non so… Hogwarts senza Silente…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Ora, quanto a mandare a casa gli studenti… c’è ragione di farlo al più presto. Potremmo fare in modo che l’Espresso per Hogwarts arrivi domani, se necessario…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Be’…» fece la professoressa McGranitt. Perse un po’ del suo tono brusco e la sua voce s’incrinò. «Io… io so che era desiderio di Silente essere sepolto qui, a Hogwarts…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Hogwarts dovrebbe essere il luogo del riposo eterno di Silente» aggiunse Vitious.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    E seppe, senza sapere come, che la fenice era andata, che aveva lasciato Hogwarts per sempre, proprio come Silente aveva lasciato la scuola, aveva lasciato il mondo… aveva lasciato lui.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

   Tutte le lezioni furono sospese, tutti gli esami posticipati. Alcuni studenti furono portati frettolosamente via da Hogwarts dai genitori nei due giorni che seguirono: le gemelle Patil partirono prima di colazione la mattina dopo la morte di Silente, e Zacharias Smith fu scortato fuori dal castello dal suo altezzoso padre. Seamus Finnigan, invece, si rifiutò categoricamente di seguire la madre a casa; fecero a chi urlava di più nella Sala d’Ingresso, e la sfida si risolse quando lei acconsentì a lasciarlo a scuola per il funerale. Ebbe difficoltà a trovare un letto a Hogsmeade, raccontò Seamus a Harry e Ron, perché maghi e streghe si riversavano nel villaggio, preparandosi a rendere l’ultimo tributo a Silente.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    Tra gli studenti più giovani corse una certa agitazione quando una carrozza che non avevano mai visto, di un blu polveroso, grande come una casa, trainata da una dozzina di immensi cavalli palomino alati, planò dal cielo nel tardo pomeriggio prima del funerale e atterrò al limitare della Foresta. Harry vide dalla finestra una bella donna gigantesca, con la pelle olivastra e i capelli neri, scendere i gradini della carrozza e gettarsi tra le braccia di Hagrid, che la aspettava. Nel frattempo una delegazione di funzionari del Ministero, compreso il Ministro della Magia in persona, veniva alloggiata nel castello. Harry evitò accuratamente ogni contatto con loro; era sicuro che prima o poi avrebbe dovuto di nuovo rendere conto dell’ultima escursione di Silente fuori da Hogwarts.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    Il giorno dopo si alzò presto per fare i bagagli: l’Espresso per Hogwarts sarebbe partito un’ora dopo il funerale. In Sala Grande trovò un’atmosfera sommessa. Tutti indossavano vesti da cerimonia e nessuno sembrava avere molta fame. La professoressa McGranitt aveva lasciato vuota la poltrona simile a un trono al centro della tavola degli insegnanti. Anche la sedia di Hagrid era vuota: Harry si disse che forse non era riuscito ad affrontare la colazione; il posto di Piton, invece, era stato semplicemente occupato da Rufus Scrimgeour. Harry evitò i suoi occhi giallastri che percorrevano la Sala; ebbe la spiacevole sensazione che stesse cercando proprio lui. Nel seguito di Scnmgeour notò i capelli rossi e gli occhiali cerchiati di corno di Percy Weasley. Ron non diede segno di averlo visto, ma trafisse la sua aringa affumicata con insolita ferocia.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    Uno straordinario assortimento di persone aveva già preso posto: sciatti ed eleganti, vecchi e giovani. Harry non ne riconobbe la gran parte, ma alcuni sì, compresi i membri dell’Ordine della Fenice: Kingsley Shacklebolt, Malocchio Moody, Tonks dai capelli tornati miracolosamente di un accesissimo rosa, Remus Lupin, mano nella mano con lei, i signori Weasley, Bill sorretto da Fleur e seguito da Fred e George, che indossavano giacche di pelle di drago nera. Poi c’erano Madame Maxime, che occupava da sola due sedie e mezzo, Tom, il padrone del Paiolo Magico, Arabella Figg, la vicina Maganò di Harry, la villosa bassista del gruppo magico le Sorelle Stravagarie, Ernie Urto, autista del Nottetempo, Madama McClan del negozio di vestiti di Diagon Alley, e alcune persone che Harry conosceva solo di vista, come il barista della Testa di Porco e la strega che spingeva il carrello dell’Espresso per Hogwarts. C’erano anche i fantasmi del castello, appena visibili alla splendente luce del sole, riconoscibili solo quando si muovevano, tremando evanescenti nell’aria luminosa.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    «Non sopporto l’idea che potremmo non tornare mai più» mormorò con dolcezza. «Come può Hogwarts essere chiusa?»
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    «Forse non lo sarà» obiettò Ron. «Non siamo più in pericolo qui che a casa, no? Ogni posto è lo stesso, ormai. Direi che Hogwarts è più sicura, ci sono più maghi dentro, a difenderla. Che cosa ne pensi, Harry?»
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   «Ma tu non avrai seguito le sue lezioni» osservò Voldemort. «Per coloro che non lo sanno, questa sera è tra noi Charity Burbage, che fino a poco tempo fa insegnava alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts».
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   Arrivato in fondo alla pila, Harry rallentò, in cerca di un numero, arrivato poco dopo il suo ritorno in Privet Drive quell'estate; ricordava che in prima pagina c'erano poche righe sulle dimissioni di Charity Burbage, l'insegnante di Babbanologia a Hogwarts. Finalmente lo trovò. Andò a pagina
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Conobbi Albus Silente all'età di undici anni, il nostro primo giorno a Hogwarts. La reciproca attrazione fu senza dubbio dovuta al fatto che ci sentivamo entrambi estranei al luogo. Io avevo contratto il vaiolo di drago poco prima di arrivare a scuola e ormai non ero più contagioso, ma il mio volto segnato dalle cicatrici e il colorito verdastro non incoraggiavano molti ad avvicinarsi. Per parte sua, Albus era giunto a Hogwarts col fardello di una celebrità indesiderata. Poco più di un anno prima suo padre Percival era stato condannato per la selvaggia aggressione ai danni di tre giovani Babbani, di cui molto s'era parlato.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Tre anni dopo di noi arrivò a Hogwarts il fratello di Albus, Aberforth. I due non si somigliavano; Aberforth non fu mai un grande amante dei libri e, a differenza di Albus, preferiva risolvere le dispute con un duello piuttosto che con una discussione pacata. Tuttavia è certamente errato insinuare, come alcuni hanno fatto, che i fratelli non fossero amici. Andavano d'accordo come possono andare d'accordo due ragazzi tanto diversi. Per amor di giustizia, bisogna riconoscere che vivere all'ombra di Albus non dev'essere stato gradevole. Venire costantemente eclissato era il prezzo che bisognava pagare per essere suo amico, e per un fratello non può essere stato più piacevole.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Quando Albus e io lasciammo Hogwarts, eravamo intenzionati a intraprendere un giro del mondo insieme, com'era tradizione allora, per visitare e osservare maghi stranieri prima di seguire carriere diverse. Ma purtroppo accadde una tragedia. Alla vigilia del nostro viaggio, la madre di Albus, Kendra, morì, lasciando lui a capo e unico sostegno della famiglia. Rimandai la mia partenza quanto bastò per rendere i dovuti rispetti al funerale di Kendra, poi partii per quello che fu un viaggio solitario. Con un fratello e una sorella più giovani di cui prendersi cura e poco denaro, per Albus fu impossibile accompagnarmi.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Albus Silente non fu mai superbo o vanesio; riusciva a trovare qualcosa di pregevole in ognuno, per quanto insignificante o derelitto, e sono convinto che i suoi precoci lutti l'avessero dotato di sconfinate umanità e compassione. La sua amicizia mi mancherà più di quanto io riesca a esprimere, ma la mia perdita è nulla rispetto a quella del mondo magico. Non si può mettere in dubbio che sia stato il più illuminante e il più amato di tutti i Presidi di Hogwarts. è morto come è vissuto: lavorando sempre per il bene superiore e, fino all'ultima ora, altrettanto pronto a tendere la mano a un bambino con il vaiolo di drago quanto lo fu il giorno che lo conobbi.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   «Be', non voglio rivelare troppo è tutto nel libro ma testimoni oculari dentro il castello di Hogwarts hanno visto Potter fuggire pochi istanti dopo che Silente cadde, si buttò o fu spinto. Potter poi testimoniò contro Se verus Piton, per il quale da sempre, com'È noto, nutre una forte ostilità. è tutto come appare? Lo deciderà la comunità magica... dopo aver letto il mio libro».
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   «Quale creatura c'era nell'angolo la prima volta che Harry Potter entrò nel mio ufficio a Hogwarts?» chiese, scuotendo Harry. «Rispondi!»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   La profezia di Ron si avverò poche ore dopo. Appena prima di pranzo, la signora Weasley prese da parte Harry chiedendogli di aiutarla a identificare un calzino solitario che pensava fosse uscito dal suo zaino. Dopo averlo incastrato nella minuscola lavanderia accanto alla cucina, buttò lì come nulla fosse: «A quanto pare, Ron e Hermione pensano che voi tre abbandonerete Hogwarts».
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   Si guardarono, e nell'espressione di Ginny c'era qualcosa di più che spavento. All'improvviso Harry si rese conto che era la prima volta che si trovava solo con lei da quelle ore rubate negli angoli remoti del parco a Hogwarts. Era sicuro che anche lei le stesse ricordando. Sobbalzarono entrambi quando la porta si aprì ed entrarono il signor Weasley, Kingsley e Bill.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Certo, Ron, ma la gente è terrorizzata» rispose il signor Weasley, «hanno paura di essere i prossimi a sparire, che i loro figli siano i prossimi a essere attaccati! Corrono voci orribili; io, per esempio, non credo che la professoressa di Babbanologia a Hogwarts abbia dato le dimissioni. Non la si vede ormai da settimane. Intanto, Scrimgeour resta chiuso tutto il giorno nel suo ufficio; spero solo che stia lavorando a un piano».
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Ah ah» fece Hermione, guardando il Sillabario dei Sortilegi. «Chissà... dovremo tradurre delle rune? è possibile... meglio portarlo, non si sa mai». Lasciò cadere il sillabario sulla pila più alta e prese Storia di Hogwarts. «Ascoltate» disse Harry.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Come previsto» sospirò lei, tornando ai libri. «Sapete, credo che porterò Storia di Hogwarts. Anche se non ci torneremo, non mi sentirei a posto senza...»
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Ma sì!» esclamò Ron, deluso perché Harry non aveva colto l'acume del suo piano. «Senti, quando noi tre non torneremo a Hogwarts, tutti penseranno che io e Hermione siamo con te, giusto? Il che vuol dire che i Mangiamorte andranno dritti dalle nostre famiglie per vedere se sanno dove sei».
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   Harry vide il signor Weasley scambiare uno sguardo preoccupato con la moglie. Lui, Ron e Hermione si alzarono e si avviarono verso la casa in silenzio. Harry sapeva che i suoi amici stavano pensando la stessa cosa: Scrimgeour doveva aver saputo che non sarebbero tornati a Hogwarts.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Se non eri in rapporti stretti con Silente, allora come mai ti ha ricordato nel suo testamento? I suoi lasciti privati sono straordinariamente ridotti. La maggior parte delle sue proprietà la sua biblioteca privata, i suoi strumen ti magici e altri effetti personali è stata lasciata a Hogwarts. Perché pensi di essere stato scelto?»
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «'A Harry James Potter'» lesse, e le viscere di Harry si contrassero per l'improvvisa agitazione, «'lascio il Boccino che catturò nella sua prima partita di Quidditch a Hogwarts, in memoria delle ricompense che perseveranza e abilità meritano''».
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Perché nessuno l'ha mai vista, Elphias?» incalzò Muriel con voce roca. «Perché molti non sapevano nemmeno della sua esistenza finché non hanno portato la bara fuori di casa e le hanno fatto il funerale? Cosa faceva quel santo di Albus mentre Ariana era rinchiusa in cantina? Faceva il genietto a Hogwarts, e al diavolo quello che succedeva a casa sua!»
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   «Lo dici tu, Elphias, ma allora spiegami perché non ha mai frequentato Hogwarts!» insisté zia Muriel. Poi, rivolta a Harry: «Ai nostri tempi si evitava di parlare dei Maghinò. Anche se arrivare all'estremo di imprigionare una bambina in casa e far finta che non esistesse...»
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Doge era sull'orlo delle lacrime. Zia Muriel, al colmo del divertimento, schioccò le dita per chiedere altro champagne. Stordito, Harry pensò a come i Dursley l'avevano zittito, rinchiuso, confinato, per il crimine di essere un mago. La sorella di Silente aveva subito la stessa sorte per la ragione opposta? Imprigionata per la sua mancanza di magia? E Silente l'aveva davvero lasciata al suo destino per andare a Hogwarts a fare sfoggio delle sue straordinarie doti?
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   «La magia elfica non è come quella dei maghi» obiettò Ron. «CioÈ, loro possono Materializzarsi e Smaterializzarsi dentro e fuori da Hogwarts, e noi no».
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Un piccolo sbuffo di polvere si levò dal copriletto quando lei si sedette per leggere gli articoli. Nel frattempo Harry aveva notato un'altra foto, in cui i giocatori di una squadra di Quidditch di Hogwarts salutavano con la mano, sorridenti. Si avvicinò e vide il serpente sul loro petto: Serpeverde. Regulus, immediatamente riconoscibile, era il ragazzo seduto al centro della prima fila; aveva gli stessi capelli neri e l'aria un po' altera del fratello, anche se era più basso, più magro e decisamente meno attraente di Sirius.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Da adolescente Sirius aveva tappezzato le pareti con un tale numero di poster e foto da lasciar libere solo poche strisce della seta grigio argento sottostante. Harry dedusse che i genitori di Sirius non erano riusciti a spezzare l'Incantesimo di Adesione Permanente che assicurava le immagini alle pareti, perché era certo che non gradissero i gusti del figlio maggiore. E Sirius doveva aver esagerato apposta per irritarli. C'erano molti stendardi di Grifondoro, rosso e oro sbiadito, a sottolineare la sua distanza dal resto della famiglia Serpeverde. C'erano molte foto di motociclette Babbane e anche (Harry ammirò il coraggio del padrino) poster di ragazze Babbane in bikini; si capiva che erano Babbane perché restavano immobili nelle foto, i sorrisi scoloriti e gli occhi vitrei pietrificati sulla carta. Un bel contrasto con l'unica foto magica appesa: quattro studenti di Hogwarts che ridevano tenendosi a braccetto.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Sul secondo pianerottolo si apriva la camera in cui lui e Ron avevano dormito l'ultima volta; entrò a dare un'occhiata. Le ante dell'armadio erano aperte e le lenzuola erano state rivoltate. Ricordò la zampa di troll rovesciata di sotto. Qualcuno aveva perquisito la casa da quando l'Ordine se n'era andato. Piton? O forse Mundungus, che aveva rubacchiato in lungo e in largo sia prima che dopo la morte di Sirius? Lo sguardo di Harry indugiò sul ritratto che qualche volta ospitava Phineas Nigellus Black, il bis bisnonno di Sirius, ma era vuoto; si vedeva solo una striscia di sfondo fangoso. Evidentemente Phineas Nigellus passava la notte nello studio del Preside a Hogwarts.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Ron, visto che siamo in fuga con Harry Potter, la persona più ricercata del paese, non credo che sia importante. Se dovessi tornare a scuola sarebbe diverso. Che piani ha Voldemort per Hogwarts?» chiese a Lupin.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Frequenza obbligatoria per tutti i giovani maghi e streghe» rispose Lupin. «L'annuncio è di ieri. è una novità, perché non è mai stata obbligatoria. Naturalmente quasi tutti i maghi e le streghe della Gran Bretagna hanno studiato a Hogwarts, ma i loro genitori potevano scegliere di istruirli a casa o all'estero. Così Voldemort avrà l'intera popolazione magica sotto controllo fin dalla giovane età. Ed è anche un altro modo per estirpare i Nati Babbani, perché tutti gli studenti dovranno avere lo Stato di Sangue cioÈ dovranno aver dimostrato al Ministero la loro ascendenza magica prima di essere ammessi».
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   Harry provò un misto di rabbia e nausea: in quel momento c'erano degli undicenni entusiasti, chini su pile di libri d'incantesimi appena acquistati, senza sapere che non avrebbero mai visto Hogwarts e forse nemmeno rivisto le loro famiglie.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Tu mi hai visto sempre solo in mezzo ai compagni dell'Ordine o sotto la protezione di Silente a Hogwarts! Non sai come gran parte del mondo magico considera le creature come me! Quando vengono a sapere della mia condizione, non mi rivolgono nemmeno la parola! Non capisci quello che ho fatto? Perfino la sua famiglia è disgustata dal nostro matrimonio, quali genitori vorrebbero che la loro unica figlia sposasse un lupo mannaro? E il bambino... il bambino...»
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   La prossima settimana: Albus Silente a Hogwarts. Gloria e finzione.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   La grossa foto di un uomo a loro ben noto, con i capelli neri e il naso adunco, li fissava tutti da sotto il titolo: SEVERUS PITON CONFERMATO PRESIDE DI Hogwarts.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «'Severus Piton, da molti anni insegnante di Pozioni alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, è stato oggi nominato Preside. è il più importante di una serie di cambiamenti nel corpo docente dell'antica scuola. In seguito alle dimissioni della precedente insegnante di Babbanologia, Alecto Carrow prenderà il suo posto, mentre il fratello Amycus ricoprirà la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Ci sono ancora un sacco di Mangiamorte che sorvegliano la casa» raccontò a Ron. «Più del solito. Come se sperassero di vederci uscire coi bauli di scuola per andare a prendere l'Espresso per Hogwarts».
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Scusa?» fece Ron, ma Harry aveva capito. L'immagine dipinta di Phineas Nigellus Black era in grado di viaggiare tra il ritratto in Grimmauld Place e quello nello studio del Preside a Hogwarts, la stanza circolare in cima alla Torre dove senza alcun dubbio in quel momento sedeva Piton, prendendo trionfale possesso della collezione di delicati strumenti d'argento di Silente, del Pensatoio di pietra, del Cappello Parlante e, se non era stata spostata altrove, della spada di Grifondoro.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Gli parve di essere tornato indietro nel tempo. La stanza era identica all'ufficio della Umbridge a Hogwarts: tovagliette di pizzo, centrini e fiori secchi ricoprivano ogni superficie. Alle pareti erano appesi gli stessi piatti decorativi, ciascuno col suo nauseante gattino infiocchettato a colori squillanti, che saltellava e faceva capriole. La scrivania era coperta da una tovaglia a fiori con i falpalà. Dietro l'occhio di Malocchio, un dispositivo telescopico consentiva alla Umbridge di spiare gli scrivani dall'altro lato della porta. Harry ci guardò dentro: erano ancora tutti riuniti attorno al Detonatore Abbindolante. Strappò il telescopio dalla porta, lasciando un foro, sfilò l'occhio magico e se lo mise in tasca. Poi si voltò, levò la bacchetta e mormorò: «Accio medaglione».
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   C'era uno schedario dietro la scrivania: Harry lo setacciò. Come quelli di Gazza a Hogwarts, era pieno di cartellette, ciascuna etichettata con un nome. Solo nell'ultimo cassetto vide qualcosa che lo distrasse dalla ricerca: il fascicolo del signor Weasley.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Famiglia: Moglie (Purosangue), sette figli, i due più giovani a Hogwarts. N.B.: figlio maschio più giovane attualmente a casa, gravemente ammalato, confermato da ispettori del Ministero.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Di primo acchito pensò che fosse la Foresta Proibita e per un attimo, pur cosciente di quanto sarebbe stato folle e rischioso apparire nel territorio di Hogwarts, ebbe un tuffo al cuore pensando di sgattaiolare tra gli alberi fino alla capanna di Hagrid. Ma nei pochi istanti che occorsero a Ron per emettere un basso grugnito e a lui per strisciare verso l'amico, si rese conto che quella non era la Foresta Proibita: gli alberi erano più giovani, più radi, il terreno più sgombro.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Era sprofondato in una delle vecchie poltrone di Perkins e si sentiva ogni istante più umiliato. Temeva che dentro di lui qualcosa si fosse guastato. Ieri sembrava un sacco di tempo fa: oggi gli pareva di essere ancora un tredicenne, l'unico a svenire sull'Espresso per Hogwarts.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Fu il loro primo incontro col fatto che lo stomaco pieno voleva dire buonumore, lo stomaco vuoto battibecchi e depressione. Harry fu il meno sorpreso, perché dai Dursley qualche volta aveva rischiato di morire di fame. Hermione sopportava abbastanza bene le sere in cui non riuscivano a raccattare altro che bacche o biscotti muffiti: diventava solo un po' più impaziente del solito e si chiudeva in silenzi cupi. Ron, invece, era sempre stato abituato a tre deliziosi pasti al giorno, grazie a sua madre o agli elfi domestici di Hogwarts, e la fame lo rendeva irragionevole e irascibile. Ogni volta che la mancanza di cibo coincideva col suo turno di portare l'Horcrux, diventava decisamente sgradevole.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Secondo quanto Silente aveva detto a Harry, Voldemort aveva nascosto gli Horcrux in luoghi per lui importanti, perciò continuavano a recitare, in una sorta di tetra litania, i posti dove sapevano che Voldemort era vissuto o era stato. L'orfanotrofio in cui era nato e cresciuto; Hogwarts, dove aveva ricevuto un'istruzione; Magie Sinister, dove aveva lavorato dopo la scuola; poi l'Albania, dove aveva trascorso gli anni dell'esilio: queste erano le basi delle loro ipotesi.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

    Ron sbadigliò a bella posta. Reprimendo la voglia di tirargli qualcosa, Harry insisté: «Continuo a pensare che possa aver nascosto qualcosa a Hogwarts».
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «L'ho sentito con le mie orecchie: Silente ha detto di non aver mai avuto la pretesa di conoscere tutti i segreti di Hogwarts. Vi dico che se c'È un posto dove Vol...»
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «TU-SAI-CHI, allora!» urlò Harry, esasperato. «Se c'È un posto veramente importante per Tu-Sai-Chi, quello è Hogwarts
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Va bene» concluse Harry, sconfitto. «Lasciamo perdere Hogwarts».
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

    sempre fuggire, non vi avrebbe mai celato una parte della sua anima. Silente gli aveva mostrato che Voldemort cercava magnificenza o nobiltà mistica nei suoi nascondigli; quello squallido, grigio angolo di Londra era quanto di più lontano da Hogwarts si potesse immaginare, o dal Ministero, o da un edificio come la Gringott, la banca magica, con le sue porte d'oro e i pavimenti di marmo.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Harry non poteva fare a meno di chiedersi se avessero accettato di seguirlo in quel viaggio, che ora sembrava inutile e inconcludente, solo perché erano convinti che lui avesse un piano segreto, che avrebbero appreso a tempo debito. Ron non provava nemmeno più a nascondere il malumore e Harry cominciava a temere che anche Hermione fosse delusa dalla sua scarsa attitudine al comando. Disperato, cercò di pensare ad altri possibili nascondigli per gli Horcrux, ma gli veniva in mente sempre e solo Hogwarts, e siccome nessuno degli amici lo riteneva un luogo probabile, smise di suggerirlo.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Non hai sentito, Ted?» chiese Dirk. «Dei ragazzi che hanno cercato di rubare la spada di Grifondoro dallo studio di Piton a Hogwarts
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Ancora bendato, tastò il lato della cornice, cercando l'uscita dal quadro per tornare in quello appeso a Hogwarts. Harry ebbe un'ispirazione improvvisa.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Evidentemente non solo i figli dei Babbani sono ignoranti, Potter. I ritratti di Hogwarts possono comunicare l'uno con l'altro, ma non possono uscire dal castello se non per far visita a un ritratto gemello appeso in un altro luogo. Silente non può venire qui con me e, dopo il trattamento che mi avete riservato, posso garantirvi che nemmeno io tornerò a farvi visita!»
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Non a Hogwarts» rispose Harry, riprendendo la marcia.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Non parlarono di Ron nei giorni che seguirono. Harry era deciso a non nominarlo mai più e Hermione evidentemente capiva che era inutile insistere, anche se a volte, di notte, quando era convinta che lui dormisse, Harry la sentiva piangere. Intanto lui aveva preso l'abitudine di aprire la Mappa del Malandrino e di esaminarla alla luce della bacchetta. Aspettava il momento in cui il puntino con il cartiglio che diceva 'Ron' fosse ricomparso nei corridoi di Hogwarts, dimostrando che era tornato al sicuro nel castello, protetto dal suo Stato di Purosangue. Ma Ron non apparve, e dopo un po' Harry si ritrovò ad aprire la Mappa solo per guardare il nome di
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Passarono molte serate quasi in totale silenzio e Hermione incominciò a tirar fuori il ritratto di Phineas Nigellus e appoggiarlo su una sedia, come se potesse in qualche modo riempire il vuoto lasciato da Ron. Pur avendo dichiarato che non sarebbe mai tornato a trovarli, Phineas Nigellus non riusciva a resistere alla tentazione di scoprire i piani di Harry e acconsentiva a ricomparire, bendato, ogni due o tre giorni. Harry era quasi lieto di vederlo, perché era una compagnia, sebbene sprezzante e sarcastica. Erano avidi di qualsiasi notizia su Hogwarts, ma Phineas Nigellus non era un informatore ideale. Venerava Piton, il primo Preside di Serpeverde da quando lui stesso aveva diretto la scuola, e dovevano stare attenti a non criticarlo o fare troppe domande impertinenti, se no Phineas Nigellus andava via all'istante.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

    Queste scarse notizie gli suscitavano un desiderio di rivederla così intenso che gli sembrava di avere il mal di stomaco; ma lo costringevano anche a ripensare a Ron, a Silente, e alla stessa Hogwarts, che gli mancavano quasi quanto la sua ex fidanzata. Una volta, mentre Phineas Nigellus raccontava delle misure restrittive di Piton, in un istante di pura follia Harry immaginò di tornare a scuola per unirsi alla resistenza contro il nuovo Preside: essere nutrito, avere un letto morbido, e che il peso della responsabilità gravasse su altre spalle era la prospettiva più straordinaria del mondo, in quel momento. Ma poi ricordò di essere l'Indesiderabile Numero Uno, con una taglia di diecimila galeoni sulla testa, e Hogwarts in quei tempi era pericolosa quanto il Ministero della Magia. Ed era proprio Phineas Nigellus a sottolinearlo involontariamente, buttando lì domande insidiose sul luogo in cui si trovavano Harry e Hermione. Lei lo ricacciava nella borsetta ogni volta, dopodiché Phineas Nigellus si rifiutava invariabilmente di riapparire per diversi giorni.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Il canto aumentava di volume man mano che si avvicinavano. Harry sentì un nodo alla gola, gli ricordava Hogwarts, Pix che ululava versioni volgari delle carole da dentro le armature, i dodici alberi di Natale nella Sala Grande, Silente che indossava un cappello che aveva trovato in un petardo magico, Ron col suo golf fatto a maglia...
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Ogni tanto riconosceva un cognome che, come Abbott, aveva incontrato a Hogwarts. A volte ritrovava diverse generazioni della stessa famiglia di maghi: dalle date Harry arguiva che doveva essersi estinta o trasferita altrove. Man mano che s'inoltrava fra le tombe, ogni volta che raggiungeva una nuova lapide avvertiva un piccolo sussulto di apprensione e attesa.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   In prossimità del suo diciottesimo compleanno, Silente lasciò Hogwarts circonfuso da un alone di gloria: Caposcuola, Prefetto, Vincitore del Premio Barnabus Finkley per Incantamenti Eccezionali, Rappresentante Giovanile Britannico al Wizengamot, Vincitore della Medaglia d'Oro per il Contributo Innovativo alla Conferenza Alchemica Internazionale del Cairo. Silente aveva intenzione di intraprendere un Grand Tour con l'amico Elphias 'Fiatodicane' Doge, l'ottuso ma devoto scherano che si era scelto a scuola.
Vita e Menzogne di Albus Silente (Cap. 18 Harry Potter 7)

   Un'altra amica di famiglia credulona era Bathilda Bath, la celebre storica della magia che vive da molti anni a Godric's Hollow. Kendra, come sappiamo, aveva respinto il suo tentativo di dare il benvenuto alla famiglia appena arrivata. Parecchi anni dopo, tuttavia, la nota storica spedi un gufo ad Albus a Hogwarts, per complimentarsi per il suo articolo sulla Trasformazione Transpecie pubblicato su Trasfigurazione Oggi. Questo contatto iniziale la portò a conoscere l'intera famiglia Silente. All'epoca della morte di Kendra, Bathilda era l'unica abitante di Godric's Hollow a intrattenere rapporti con lei.
Vita e Menzogne di Albus Silente (Cap. 18 Harry Potter 7)

   Luna aveva affrescato il soffitto della sua stanza con cinque ritratti, dipinti con cura e talento: Harry, Ron, Hermione, Ginny e Neville. Non si muovevano come quelli di Hogwarts, ma possedevano comunque una certa magia: pareva che respirassero. Attorno ai volti s'intrecciavano quelle che a prima vista sembravano sottili catene d'oro, ma guardando meglio Harry si rese conto che si trattava di una sola parola, ripetuta un migliaio di volte in vernice dorata: amici... amici... amici...
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   Diagon Alley, Hogwarts, Casa Riddle, Magie Sinister, l'Albania, tutti i luoghi in cui sapevano che Tom Riddle era vissuto, aveva lavorato o aveva ucciso, Ron e Hermione li ripassarono al setaccio. Harry si univa a loro solo per far smettere Hermione di tormentarlo. Sarebbe stato felice di restare
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Abbiamo anche saputo nelle ultime ore che Rubeus Hagrid...» e tutti e tre trattennero rumorosamente il respiro, rischiando di perdersi il resto della frase «... noto guardiacaccia alla Scuola di Hogwarts, è sfuggito per un soffio all'arresto nel territorio della Scuola, dove corre voce che abbia ospitato una festa 'Pro Harry Potter'. Tuttavia Hagrid non è stato fatto prigioniero e pensiamo che si sia dato alla macchia».
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Ci vuole un attimo a controllare» disse Scabior. «Ma sembrano tutti in età da Hogwarts...»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Quindi non sei ricercato, Vernon? O sei su quella lista sotto un altro nome? A che casa appartenevi a Hogwarts
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Fu come sprofondare in un vecchio incubo; per un attimo si ritrovò inginocchiato accanto al corpo di Silente ai piedi della torre più alta di Hogwarts, ma in realtà stava fissando un corpo minuscolo rannicchiato sull'erba, trafitto dal pugnale d'argento di Bellatrix. Harry continuava a ripetere «Dobby... Dobby...» pur sapendo che l'elfo era in un luogo da cui non poteva essere richiamato.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «... per fortuna Ginny è in vacanza. Se fosse stata a Hogwarts, sarebbero riusciti a portarla via prima che la raggiungessimo. Ora sappiamo che anche lei è al sicuro».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Dobby non avrebbe più potuto dire loro chi l'aveva mandato nel sotterraneo, ma Harry sapeva che cosa aveva visto. Un penetrante occhio azzurro l'aveva guardato dal frammento di specchio e l'aiuto era arrivato. 'A Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre'. Si asciugò le mani, indifferente alla bellezza della scena fuori dalla finestra e al mormorio degli altri in salotto. Guardò l'oceano e, in quell'alba, si sentì più vicino di quanto non fosse mai stato al cuore di tutto quanto.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Harry non aveva intenzione di dirlo in modo così diretto; le parole gli uscirono a forza mentre il dolore gli incendiava la cicatrice e vedeva di nuovo il profilo di Hogwarts. Chiuse la mente, deciso. Prima doveva trattare con Unci-unci. Ron e Hermione lo fissavano come se fosse impazzito.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Secondo me, però, non ha rivelato a Bellatrix che si trattava di un Hor crux. Non ha mai detto la verità sul diario a Lucius Malfoy. Probabilmente le ha detto soltanto che era un oggetto molto prezioso e le ha chiesto di custodirlo nella sua camera blindata. Il posto più sicuro del mondo se vuoi nascondere qualcosa, mi ha detto Hagrid... a parte Hogwarts».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Voldemort era in piedi davanti ai cancelli di Hogwarts; Harry lo vide, e vedeva anche la lampada che ondeggiava nella primissima luce dell'alba, sempre più vicina.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «A Hogwarts» rispose Harry, sforzandosi di restare con loro nel giardino in cima alla scogliera.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Non lo so... ma tu puoi spiegare come ha fatto Silente a mandarlo da noi se giace in una tomba a Hogwarts
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   «... e se vieni a casa nostra ti faccio vedere il corno, papà mi ha scritto ma non l'ho ancora visto, perché i Mangiamorte mi hanno portato via dall'Espresso per Hogwarts e non sono tornata a casa a Natale» continuò Luna accendendo il fuoco insieme a Dean.
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   «Conosco i folletti» proseguì questi. «Lavoro alla Gringott da quando ho lasciato Hogwarts. Per quanto sia possibile per maghi e folletti fare amicizia, ho amici folletti... o almeno, folletti che conosco bene e che stimo». Di nuovo, esitò. «Harry, cosa vuoi da Unci-unci e cosa gli hai promesso in cambio?»
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

    sulla stradina lastricata chiamata Diagon Alley. Era tranquilla, molti negozi erano ancora chiusi, e non c'erano clienti in giro. La stradina storta e acciottolata adesso era molto diversa dal luogo brulicante che Harry aveva conosciuto prima di andare a Hogwarts, tanti anni addietro. Moltissimi negozi erano sprangati, ma dalla sua ultima visita ne erano stati aperti di nuovi dedicati alle Arti Oscure. Il suo stesso volto lo scrutava dai manifesti incollati su molte vetrine, sempre corredati dalla didascalia: 'Indesiderabile Numero Uno'.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Ma doveva sapere, doveva esserne certo... Misurò la stanza a grandi passi, scalciando via il corpo del folletto, e le immagini si confusero e bruciarono nel suo cervello ribollente: il lago, la baracca, Hogwarts...
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Quanto alla scuola, lui solo sapeva dove aveva nascosto l'Horcrux a Hogwarts, perché lui solo aveva scandagliato i suoi più profondi segreti...
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   E Hogwarts... ma sapeva che il suo Horcrux là era al sicuro, era impos sibile che Potter andasse a Hogsmeade senza essere intercettato, men che meno a scuola. Tuttavia era più prudente avvertire Piton che il ragazzo avrebbe potuto cercare di tornare al castello... spiegargli il perché, ovviamente, sarebbe stato sciocco; era stato un grave errore fidarsi di Bellatrix e di Malfoy; la loro stupidità e negligenza non avevano dimostrato quanto è incauto, sempre, fidarsi?
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   «Lo sa». La sua voce era stranamente bassa dopo le urla acute di Voldemort. «Lo sa e andrà a controllare gli altri, e l'ultimo» era già in piedi «È a Hogwarts. Lo sapevo. Lo sapevo».
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   È...» Harry ricordò tutti quei morti «È davvero arrabbiato, e anche spaventato, non capisce come abbiamo fatto a saperlo e adesso andrà a controllare che gli altri siano al sicuro, prima di tutti l'anello. Crede che quello nascosto a Hogwarts sia più al sicuro degli altri, perché c'È Piton, perché sarà quasi impossibile non farci prendere se ci torniamo, credo che quello lo controllerà per ultimo, ma potrebbe comunque arrivare entro poche ore...»
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   «Hai visto dov'È, a Hogwarts?» chiese Ron, alzandosi.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

    «Ve lo immaginate cosa farà quando scoprirà che l'anello e il medaglione sono spariti? E se sposta l'Horcrux da Hogwarts, se decide che non è abbastanza al sicuro?»
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   I piedi di Harry toccarono il suolo. Vide High Street di Hogsmeade, dolorosamente familiare: vetrine buie, il profilo delle montagne nere oltre il villaggio, la curva là in fondo che portava a Hogwarts e la luce alle finestre dei Tre Manici di Scopa. Con una stretta al cuore fu trafitto dal ricordo di come fosse arrivato proprio lì, quasi un anno prima, sorreggendo un Silente senza forze; tutto questo nell'istante dell'atterraggio, ma quando ancora stava allentando la stretta sulle braccia di Ron e Hermione, accadde.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Noi non ce ne andiamo» rispose Harry. «Dobbiamo entrare a Hogwarts».
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Ma dopo qualche settimana non ne potevo più. Era quasi il momento di tornare a Hogwarts, così gliel'ho detto, a tutti e due, faccia a faccia, così come adesso sono qui con voi». Aberforth abbassò lo sguardo su Harry e non ci volle molta immaginazione per figurarselo come un adolescente magro e arrabbiato che affrontava il fratello maggiore. «Ho detto: è meglio che lasci perdere, adesso. Non puoi spostarla, non sta abbastanza bene, non te la puoi portare dietro, ovunque tu stia pensando di andare a fare i tuoi discorsi, a cercare di farti un seguito. Non gli è piaciuto» continuò Aberforth, gli occhi schermati per un attimo dalla luce del fuoco sulle lenti, che brillarono di nuovo vuote e bianche. «A Grindelwald non è piaciuto per niente. Si è arrabbiato. Mi ha detto che ero un ragazzino stupido, che cercavo di intralciare lui e quel genio di mio fratello... non capivo che la mia povera sorella non avrebbe più dovuto nascondersi una volta che avessero cambiato il mondo, tirato i maghi fuori dalla clandestinità e messo al loro posto i Babbani?
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   Ron e Hermione lo fissarono. Non aveva mai raccontato nei particolari che cos'era accaduto sull'isola al centro del lago: gli eventi dopo il ritorno suo e di Silente a Hogwarts avevano eclissato tutto il resto.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Dobbiamo entrare a Hogwarts» riprese Harry. «Se non può aiutarci, aspetteremo l'alba, la lasceremo in pace e cercheremo di trovare un modo da soli. Se invece può... be', questo è un ottimo momento per dirlo».
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «C'È solo un modo per entrare, ormai» spiegò Aberforth. «Dovete sapere che sorvegliano tutti i vecchi passaggi segreti da una parte e dall'altra, ci sono Dissennatori tutto attorno alle mura di cinta e pattuglie regolari dentro la scuola, stando alle mie fonti. Hogwarts non è mai stata così ben sorvegliata. Cosa pensi di poter fare una volta dentro, con Piton al comando e i Carrow come suoi vice... be', in fondo è quello che cerchi, no? Hai detto che sei pronto a morire».
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Hai ragione» rispose Harry, «ma raccontaci di Hogwarts, Neville, non sappiamo niente».
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «È... be', non è più la vera Hogwarts» rispose Neville, e il suo sorriso sparì. «Sai dei Carrow?»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Già» fece Neville allegramente. «Solo che quando hanno capito che non avevano modo di ricattarmi hanno deciso che in fondo Hogwarts poteva fare a meno di me. Non so se avevano in mente di uccidermi o di spedirmi ad Azkaban, ma comunque ho capito che era ora di tagliare la corda».
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Ma» obiettò Ron, decisamente confuso «non... non stiamo tornando dritti a Hogwarts
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «No» rispose Harry. Guardò Ron e Hermione, cercando di comunicare con gli occhi che Voldemort aveva appena scoperto di aver perduto un altro Horcrux. Il tempo stringeva: se Voldemort avesse deciso di venire a Hogwarts come prossima mossa, avrebbero perso l'occasione.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Certo che lo significa» ribatté Luna vivacemente. «Non è così, Harry? Li cacceremo da Hogwarts, vero?»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Dobbiamo trovare una cosa» proseguì Harry. «Una cosa... che ci aiuterà a sconfiggere Voi-Sapete-Chi. è a Hogwarts, ma non sappiamo dove. Forse apparteneva a Corvonero. Qualcuno ha sentito parlare di un oggetto del genere? Qualcuno ha mai visto qualcosa con il corvo inciso sopra, per esempio?»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   La cicatrice di Harry bruciò di nuovo: per un attimo la Stanza delle Necessità danzò davanti a lui e Harry vide la scura terra scorrere sotto di sé e sentì l'enorme serpente attorno alle spalle. Voldemort era di nuovo in volo, ma se fosse diretto al lago sotterraneo o al castello di Hogwarts, Harry non lo sapeva: in ogni caso, non c'era più tempo da perdere.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Solo la differenza tra la verità e la menzogna, tra il coraggio e la vigliaccheria» replicò la professoressa McGranitt, impallidita, «una differenza, in breve, che lei e sua sorella sembrate incapaci di comprendere. Ma mi lasci mettere in chiaro una cosa. Lei non scaricherà le sue molte inettitudini sugli studenti di Hogwarts. Non glielo permetterò».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «... se Hogwarts sta per essere presa d'assedio, con il Signore Oscuro ai cancelli, sarebbe opportuno allontanare più innocenti possibile. Con la Metropolvere sotto sorveglianza e il divieto di Materializzarsi entro i confini...»
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «No!» squittì Vitious, alzando la bacchetta. «Non commetterai altri omicidi a Hogwarts
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Hogwarts è in pericolo!» urlò la professoressa McGranitt. «Presidiate i confini, proteggeteci, fate il vostro dovere per la nostra scuola!»
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Era un po' che ci pensavo» rispose Percy, asciugandosi gli occhi sotto le lenti con un angolo del mantello da viaggio. «Ma dovevo trovare un modo di venir via e non è facile al Ministero, sbattono in prigione traditori uno dopo l'altro. Sono riuscito a mettermi in contatto con Aberforth e dieci minuti fa mi ha fatto sapere che Hogwarts stava per dare battaglia, e così sono tornato».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «So che vi state preparando a combattere». Ci furono urla tra gli studenti; alcuni si aggrapparono ai compagni, guardandosi intorno terrorizzati in cerca della fonte del suono. «I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago».
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Manca solo mezz'ora a mezzanotte, dobbiamo agire in fretta! Gli insegnanti di Hogwarts e l'Ordine della Fenice hanno concordato un piano. I professori Vitious, Sprite e McGranitt condurranno gruppi di combattenti in cima alle tre torri più alte quella di Corvonero, di Astronomia e di Grifondoro dove avranno una buona visuale e posizioni ottime per scagliare
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «È urgente» insisté deciso. «Se quel diadema si trova a Hogwarts, devo trovarlo, e in fretta».
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Le ho già detto che non voglio indossarlo!» ribatté Harry con veemenza. «Non c'È tempo per spiegarle... ma se ci tiene a Hogwarts, se vuole vedere Voldemort sconfitto, deve dirmi tutto quello che sa su quel diadema!»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Harry non sapeva come aveva fatto a ottenere la sua fiducia e non lo chiese: si limitò ad ascoltarla con tutta la sua attenzione. «Mia madre, dicono, non ha mai ammesso che il diadema era sparito, ha finto di averlo ancora. Ha nascosto il furto, il mio terribile tradimento, anche agli altri fondatori di Hogwarts.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   E così Voldemort era riuscito a farsi dire dalla Dama Grigia, con moine e lusinghe, il nascondiglio del diadema perduto. Aveva viaggiato fino a quella remota foresta e recuperato il gioiello, forse subito dopo aver lasciato Hogwarts, prima ancora di cominciare a lavorare da Magie Sinister.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Generazioni di studenti non erano riuscite a trovare il diadema; il che faceva pensare che non fosse nella Torre di Corvonero... ma se non era lì, allora dove? Quale nascondiglio aveva scoperto Tom Riddle nel castello di Hogwarts, convinto che sarebbe rimasto segreto per sempre?
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Tom Riddle, che non si fidava di nessuno e agiva da solo, forse era stato tanto arrogante da pensare di essere l'unico ad aver penetrato i misteri più profondi del castello di Hogwarts. Naturalmente Silente e Vitious, studenti modello, non ci avevano mai messo piede, ma lui, Harry, nel corso della sua carriera scolastica aveva deviato dal sentiero tracciato... ecco infine un segreto che lui e Voldemort condividevano e Silente non aveva mai scoperto...
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Ma si interruppe perché urla e grida e l'inconfondibile fragore di un duello riempirono il corridoio. Harry si guardò intorno e si sentì mancare: i Mangiamorte erano entrati a Hogwarts. Fred e Percy stavano duellando contro due uomini mascherati e incappucciati.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

    La sua voce riverberava dalle pareti e dal pavimento, e Harry capì che stava parlando a tutta Hogwarts e dintorni, che gli abitanti di Hogsmeade e coloro che ancora combattevano dentro il castello l'avrebbero sentita chiaramente come se fosse stato accanto a loro, il suo respiro sul collo, mortalmente vicino.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Calò un breve silenzio. Lily raccolse un bastoncino e lo agitò, e Harry capì che immaginava di vederne uscire una pioggia di scintille. Poi lo lasciò cadere, si sporse verso Piton e chiese: «È vero, no? Non è uno scherzo? Petunia dice che mi racconti delle bugie. Dice che Hogwarts non esiste. è proprio vero?»
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Lily si tradì rivolgendo un mezzo sguardo a Piton. Petunia boccheggiò. «L'ha trovata quel ragazzo! Siete entrati di nascosto in camera mia!» «No... non di nascosto...» Adesso Lily era sulla difensiva. «Severus ha visto la busta e non poteva credere che una Babbana avesse preso contatti con Hogwarts, tutto qui! Dice che alle poste devono esserci dei maghi che lavorano in incognito per...»
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   La scena sfumò di nuovo. Piton correva lungo il corridoio dell'Espresso per Hogwarts, che sferragliava attraverso la campagna. Si era già cambiato e indossava la divisa: la prima occasione per liberarsi di quegli orrendi abiti Babbani. Finalmente si fermò, fuori da uno scompartimento in cui alcuni ragazzi chiassosi stavano chiacchierando. Rannicchiata nell'angolo vicino alla finestra c'era Lily, il volto premuto contro il vetro.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Ma ci stiamo andando!» esclamò lui, incapace di trattenere la gioia. «Ci siamo! Stiamo andando a Hogwarts
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Lord Voldemort prevede un momento nel prossimo futuro in cui non avrà bisogno di una spia a Hogwarts
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «E se effettivamente vi cade» proseguì Silente, quasi come se fosse un dettaglio di scarsa rilevanza, «ho la tua parola che farai tutto ciò che è in tuo potere per proteggere gli studenti di Hogwarts
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Devi riferire a Voldemort la data esatta della partenza di Harry da casa degli zii» disse Silente. «Non farlo susciterebbe dei sospetti, visto che Voldemort ti crede così bene informato. Tuttavia, devi dare a qualcuno l'idea dei sosia... ritengo che possa garantire a Harry l'incolumità. Prova a Confondere Mundungus Fletcher. E Severus, se sarai costretto a prendere parte all'inseguimento, vedi di recitare la tua parte in modo convincente... Ho bisogno che tu resti nelle grazie di Lord Voldemort il più a lungo possibile, o Hogwarts sarà alla mercé dei Carrow...»
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Ma era a casa. Hogwarts era la prima e la migliore casa che avesse conosciuto. Lui e Voldemort e Piton, i ragazzi abbandonati, avevano tutti trovato una casa lì...
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   «Io stavo meglio a Hogwarts. Credo di essere stato un buon insegnante...»
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

    Harry vide volare schizzi di luce rossa e d'argento per celebrare l'evento. Continuò a fingersi morto e capì. Narcissa sapeva che il solo modo per entrare a Hogwarts e trovare suo figlio era insieme all'esercito vittorioso.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Ti ha sconfitto!» urlò Ron, e l'incantesimo si ruppe: i difensori di Hogwarts urlarono e urlarono di nuovo fino a quando una seconda esplosione più potente li zittì un'altra volta.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Non vi saranno altri Smistamenti alla scuola di Hogwarts» annunciò Voldemort. «Non vi saranno più Case. Lo stemma e i colori del mio nobile antenato, Salazar Serpeverde, basteranno per tutti, non è vero, Neville Paciock?»
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    Puntò la Bacchetta contro Neville, che s'irrigidì, poi gli ficcò in testa il Cappello, che gli cadde sugli occhi. La folla davanti al castello fu percorsa da un fremito e come un sol uomo i Mangiamorte levarono le bacchette, per tenere a bada i combattenti di Hogwarts.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    pugni; tanto i difensori di Hogwarts quanto i Mangiamorte di Voldemort furono costretti a rientrare nel castello. Harry scagliava maledizioni contro tutti i Mangiamorte che gli passavano vicino, tramortendoli senza che sapessero chi o che cosa li aveva colpiti; i loro corpi venivano calpestati dalla folla in ritirata.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   E ce n'erano altri, tanti altri che si lanciavano su per i gradini del castello: Charlie Weasley superò Horace Lumacomo, ancora con il suo pigiama color smeraldo. Erano tornati alla testa di parenti e amici di tutti gli studenti di Hogwarts rimasti a combattere, insieme ai negozianti e agli abitanti di Hogsmeade. I centauri Cassandro, Conan e Magorian galopparono nella Sala in un rombo di zoccoli, e dietro Harry la porta che conduceva alle cucine venne scardinata da un'esplosione.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Gli elfi domestici di Hogwarts sciamarono nella Sala d'Ingresso, urlando e brandendo trincianti e mannaie; al loro comando, col medaglione di Regulus Black che gli ballonzolava sul petto, c'era Kreacher, la voce da rana chiara e sonora anche sopra quel baccano. «Lottate! Lottate! Combattete per il mio padrone, difensore degli elfi domestici! Combattete il Signore Oscuro, nel nome del prode Regulus! Lottate!»
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Il sole sorgeva su Hogwarts e la Sala Grande ardeva di vita e di luce. Harry era una parte indispensabile in quelle manifestazioni di giubilo e lutto, dolore ed esultanza mescolati. Volevano che fosse lì con loro, il loro capo e simbolo, il loro salvatore e la loro guida, e che non avesse dormito, che bramasse la compagnia di pochi intimi non passò per la mente a nessuno. Doveva parlare con i famigliari delle vittime, stringere loro le mani, guardare le loro lacrime, ricevere i loro ringraziamenti, ascoltare le notizie che rimbalzavano da ogni dove col procedere del mattino: in tutto il paese quelli che erano stati colpiti da una Maledizione Imperius erano tornati in sé, i Mangiamorte fuggivano o venivano catturati, gli innocenti di Azkaban liberati, e Kinsgley Shacklebolt era stato nominato Ministro della Magia ad interim...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Ma erano applausi. Dalle pareti, i Presidi di Hogwarts in piedi nei loro ritratti gli battevano le mani; agitavano i cappelli e in qualche caso le parrucche, si sporgevano dalle cornici per felicitarsi a vicenda, saltavano sulle poltrone; Dilys Derwent singhiozzava senza pudore, Dexter Fortebraccio sventolava il cornetto acustico; e Phineas Nigellus gridò con la sua voce acuta ed esile: «Vorrei rimarcare che la Casa di Serpeverde ha fatto la sua parte! Che il nostro contributo non sia dimenticato!»
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «E non devi credere a tutto quello che ti dice su Hogwarts» aggiunse
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Fianco a fianco, spinsero il secondo carrello, prendendo velocità. Quando arrivarono alla barriera, Albus trattenne il fiato, ma non ci fu nessuno scontro. La famiglia emerse sul binario nove e tre quarti, oscurato dal denso vapore bianco che usciva dal rosso Espresso per Hogwarts. Sagome indistinte sciamavano nella nebbiolina che aveva già inghiottito James.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Rose, che già indossava la divisa di Hogwarts nuova di zecca, gli sorrise radiosa.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Sul marciapiede Lily e Hugo, il fratello minore di Rose, erano immersi in un'animata discussione sulla Casa in cui sarebbero stati Smistati una volta a Hogwarts.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Albus Severus» mormorò, in modo che nessuno sentisse a parte Ginny, e lei, con molto tatto, finse di salutare Rose, già sul treno. «Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto».
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Le Fiabe di Beda il Bardo sono una raccolta di storie scritte per giovani maghi e streghe. Sono state popolari favole serali per secoli, perciò il Pentolone Salterino e la Fonte della Buona Sorte sono altrettanto familiari a molti studenti di Hogwarts quanto Cenerentola e la Bella Addormentata nel Bosco lo sono ai bambini Babbani (non magici).
Introduzione (Cap. 0 Harry Potter 8)

    Un mago dei giorni nostri che condivideva simili idee era, naturalmente, il Professor Albus Percival Wulfric Brian Silente, Ordine di Merlino (Prima Classe), Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Supremo Pezzo Grosso della Confederazione Internazionale dei Maghi, e Stregone Capo del Wizengamot. È stata ciononostante una sorpresa scoprire, tra le molte carte che Silente ha lasciato in eredità agli Archivi di Hogwarts, una serie di commenti alle Fiabe di Beda il Bardo. Non sapremo mai se siano stati scritti per il proprio piacere o in vista di una pubblicazione; ma per. gentile concessione della Professoressa Minerva McGranitt, attuale Preside di Hogwarts, siamo oggi lieti di pubblicare in questa sede i commenti del Professor Silente, insieme a una nuova traduzione del testo di Beda a cura di Hermione Granger. Confidiamo che le intuizioni del Professor Silente, che includono osservazioni sulla storia della magia, ricordi personali e informazioni illuminanti sugli elementi chiave di ogni fiaba, faranno apprezzare a una nuova generazione di maghi e di Babbani Le Fiabe di Beda il Bardo. Chiunque abbia avuto la fortuna di conoscere il Professor Silente non può non credere che sarebbe stato felice di contribuire a questo progetto, dato che i diritti d'autore saranno donati al Children's High Level Group, che opera per aiutare i bambini in disperato bisogno di essere ascoltati.
Introduzione (Cap. 0 Harry Potter 8)

    Ci corre l'obbligo di aggiungere una piccola osservazione alle note del Professor Silente. Per quanto possiamo arguire, le note furono terminate circa diciotto mesi prima dei tragici eventi che si verificarono in cima alla Torre di Astronomia di Hogwarts. Chi conosce la storia della più recente guerra tra 343f59d maghi (per esempio chi ha letto tutti e sette i volumi sulla vita di Harry Potter) si accorgerà che il Professor Silente rivela qualcosa di meno di quello che sa - o sospetta - a proposito dell'ultima fiaba di questo libro. Il motivo di tale omissione sta, forse, in quanto Silente ebbe a dire sulla verità, molti anni or sono, al suo pupillo preferito e più famoso:
Introduzione (Cap. 0 Harry Potter 8)

    La Fonte della Buona Sorte è un classico intramontabile, tanto che fu il soggetto dell'unico tentativo di inserire una recita natalizia nelle celebrazioni festive di Hogwarts.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)

    Basti dire che i nostri cercatori di Buona Sorte non arrivarono mai in vetta al Colle. Il sipario si era appena alzato quando la 'Serpe' del Professor Kettleburn - rivelando di essere un Ashwinder[5] sotto Incantesimo di Ingozzamento - esplose in una pioggia di scintille incandescenti e polvere, riempiendo la Sala Grande di fumo e frammenti di scenografia. Mentre le enormi uova infuocate che aveva deposto ai piedi del mio Colle incendiavano le tavole del palcoscenico, 'Amata' e 'Asha' si scagliarono l'una contro l'altra, duellando con tanto ardore che il Professor Beery cadde vittima di fuoco incrociato, gli insegnanti dovettero evacuare la Sala e l'inferno che si era scatenato sul palco rischiò di inghiottire tutto quanto. L'intrattenimento serale si concluse con un'infermeria piena; ci vollero diversi mesi prima che la Sala Grande perdesse l'aroma pungente del legno bruciato, e molto di più perché la testa del Professor Beery riassumesse le normali dimensioni, mentre il Professor Kettleburn fu messo in verifica.[6] Il Preside Armando Dippet vietò ogni futura rappresentazione, una tradizione non teatrale che Hogwarts è fiera di continuare tutt'oggi.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)

    Nonostante il nostro fiasco, La Fonte della Buona Sorte è probabilmente la più popolare delle fiabe di Beda, benché, come Il Mago e il Pentolone Salterino, abbia i suoi detrattori. Più di un genitore ha chiesto la rimozione di questa fiaba dalla biblioteca di Hogwarts, tra cui, curiosamente, un discendente di Brutus Malfoy nonché ex membro del Consiglio di Hogwarts, il signor Lucius Malfoy. Il signor Malfoy sottopose per iscritto la sua richiesta di bandire la fiaba:
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)

    Qualsiasi opera, di carattere narrativo o meno, che raffiguri l'unione di maghi e Babbani dovrebbe essere bandita dagli scaffali di Hogwarts. Non desidero che mio figlio, influenzato dalla lettura di storie che incoraggiano il matrimonio tra maghi e Babbani, possa rischiare di sporcare la purezza della propria linea di sangue.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)

    Questo scambio epistolare segnò l'inizio della lunga campagna di Lucius Malfoy per sollevarmi dalla posizione di Preside di Hogwarts, e della mia per sollevare lui da quella di Mangiamorte Preferito di Lord Voldemort.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)

    [4] Il Professor Beery avrebbe poi lasciato Hogwarts per insegnare alla A.M.A.D. (Accademia Magica di Arti Drammatiche) dove, mi confessò una volta, mantenne una forte avversione nei confronti delle rappresentazioni di questa storia, ritenendo che portasse iella.
Note (Cap. 7 Harry Potter 8)

    [6] Il Professor Kettleburn fu messo in verifica per ben sessantadue volte durante la sua carriera di insegnante di Cura delle Creature Magiche. I suoi rapporti con il mio predecessore a Hogwarts, il Professor Dippet, furono sempre tesi, dato che il Professor Dippet lo considerava un po' uno scavezzacollo. Quando io diventai Preside, tuttavia, il Professor Kettleburn si era notevolmente calmato, sebbene alcuni cinici sostenessero che con solo uno e mezzo dei suoi arti originali a disposizione avesse dovuto per forza prendere la vita con maggiore serenità.
Note (Cap. 7 Harry Potter 8)

    [14] [La Professoressa McGranitt, attuale Preside di Hogwarts, mi prega di precisare che è diventata un Animagus solo in seguito alle proprie estese ricerche in tutti i campi della Trasfigurazione, e che non ha mai usato la sua capacità di trasformarsi in un soriano per nessuna attività clandestina, eccezion fatta per legittime missioni svolte per conto dell'Ordine della Fenice, nelle quali segretezza e dissimulazione erano indispensabili. JKR]
Note (Cap. 7 Harry Potter 8)