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Ricerca di Esercito di Silente
Mr e Mrs Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di
poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante.
Erano le ultime persone al mondo DA cui aspettarsi che avESsero a che
fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere
proprio non le approvavano. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Mr Dursley era direttore di una ditta di nome Grunnings, che
fabbricava trapani. Era un uomo corpulento, nerboruto, quasi senza
collo e con un grosso paio di baffi. Mrs Dursley era magra, bionDA e
con un collo quasi due volte più lungo del normale, il che le tornava
assai utile, DAto che passava gran parte del tempo ad allungarlo
oltre la siepe del giardino per spiare i vicini. I Dursley avevano un
figlioletto di nome Dudley e secondo loro non ESisteva al mondo un
bambino più bello. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Possedevano tutto quel che si poteva dESiderare, ma avevano anche
un segreto, e il loro più grande timore era che qualcuno potESse
scoprirlo. Non credevano che avrebbero potuto sopportare che qualcuno
venisse a sapere dei Potter. Mrs Potter era la sorella di Mrs
Dursley, ma non si vedevano DA anni. Anzi, Mrs Dursley faceva
addirittura finta di non avere sorelle, perché Mrs Potter e quel
buono a nulla del marito non avrebbero potuto ESsere più diversi DA
loro di così. I Dursley rabbrividivano al solo pensiero di quel che
avrebbero detto i vicini se i Potter si fossero fatti vedere nei
paraggi. Sapevano che i Potter avevano anche loro un figlio piccolo,
ma non lo avevano mai visto. E il ragazzino era un'altra buona
ragione per tenere i Potter a distanza: non volevano che Dudley
frequentasse un bambino di quel genere. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Quando i coniugi Dursley si svegliarono, la mattina di quel martedì
grigio e coperto in cui inizia la nostra storia, nel cielo nuvoloso
nulla faceva prESagire le cose strane e misteriose che di lì a poco
sarebbero accadute in tutto il paESe. Mr Dursley scelse canticchiando
la cravatta DA giorno più anonima del suo guarDAroba, e Mrs Dursley
continuò a chiacchierare ininterrottamente mentre con grande sforzo
costringeva sul seggiolone Dudley che urlava a squarciagola. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
NESsuno notò il grosso gufo bruno che passò con un frullo d'ali
DAvanti alla finEStra. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Alle otto e mezzo, Mr Dursley prESe la sua valigetta
ventiquattr'ore, sfiorò con le labbra la guancia della moglie, e tentò
di DAre un bacio a Dudley, ma lo mancò perché, in quel momento, in
preDA a un furioso capriccio, il pupo stava scagliando i suoi fiocchi
d'avena contro il muro. ‘Piccolo monello!’ commentò ridendo
Mr Dursley mentre usciva di casa. Salì in macchina e percorse a
marcia indietro il vialetto del numero 4. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Fu all'angolo della straDA che notò le prime avvisaglie di qualcosa di strano: un gatto che leggeva una mappa. Per un attimo, Mr Dursley
non si rESe conto di quel che aveva visto; poi girò di scatto la
tESta e guardò di nuovo. C'era un gatto soriano ritto sulle zampe
posteriori, all'angolo di Privet Drive, ma di mappe neanche l'ombra.
Ma che diavolo aveva per la tESta? La luce doveva avergli giocato
qualche brutto tiro. Si stropicciò gli occhi e fissò il gatto, che
gli ricambiò l'occhiata. Mentre l'auto girava l'angolo e percorreva
un tratto di straDA, Mr Dursley tenne d'occhio il gatto nello
specchietto retrovisore. In quel momento il felino stava leggendo il
cartello straDAle che indicava Privet Drive. No, lo stava guarDAndo;
i gatti non sanno leggere le mappe e neanche i cartelli straDAli. Mr
Dursley si riscosse DA quei pensieri e allontanò il gatto DAlla
mente. Mentre si dirigeva in città, non pensò ad altro che al grosso
ordine di trapani che sperava di ricevere quel giorno. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Ma una volta giunto ai sobborghi della città, avvenne qualcos'altro
che gli fece uscire di mente i trapani. Fermo nel solito ingorgo del
mattino, non poté fare a meno di notare che in giro c'erano un sacco
di persone vEStite in modo strano. Gente con indosso dei mantelli. Mr
Dursley non sopportava le persone che si vEStivano in modo
stravagante: bisognava vedere come si conciavano certi giovani!
Immaginò che si trattasse di qualche stupidissima nuova moDA. Mentre
tamburellava con le dita sul volante, lo sguardo gli cadde su un
capannello di quegli strampalati, vicinissimo a lui. Si stavano
bisbigliando qualcosa tutti eccitati. Mr Dursley sentì montargli la
rabbia nel constatare che ce n'erano un paio tutt'altro che giovani.
Ma che roba! Quello lì doveva ESsere più anziano di lui, e portava un
mantello verde smeraldo! Che faccia tosta! Poi però gli venne in
mente che potESse trattarsi di qualche sciocca trovata. Ma certo! Era
gente che faceva una colletta per qualche motivo. Sì, doveva ESsere
proprio così. In quella, il traffico riprESe a scorrere e alcuni
minuti più tardi Mr Dursley giunse al parcheggio della Grunnings con
la mente di nuovo tutta prESa DAi trapani. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Nel suo ufficio, al nono piano, Mr Dursley sedeva sempre con la
schiena rivolta alla finEStra. Se così non fosse stato quella mattina
avrebbe avuto ancor più difficoltà a concentrarsi sui suoi trapani.
Lui non vide i gufi volare a sciami in pieno giorno, ma la gente per
straDA sì. E li additavano, guarDAndoli a bocca aperta, passare a
tutta velocità, uno dopo l'altro sopra le loro tESte. La maggior
parte di quella gente non aveva mai visto un gufo neanche di notte.
Ciononostante, Mr Dursley ebbe il privilegio di una mattinata
perfettamente normale, del tutto immune DAi gufi. Uscì DAi gangheri
con cinque persone diverse. Fece molte telefonate importanti e
qualche altro urlaccio. Fino all'ora di pranzo, il suo umore si
mantenne ottimo. A quel punto decise che, per sgranchirsi le gambe,
avrebbe attraversato la straDA per anDArsi a comperare una ciambella
DAl fornaio di fronte. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Aveva completamente dimenticato la gente con il mantello fino a che
non ne superò un gruppetto proprio accanto al fornaio. Mentre
passava, scoccò loro un'occhiata furente. Non sapeva perché, ma
avvertì un certo disagio. Anche quESti bisbigliavano tutti eccitati,
ma di bossoli per la colletta nemmeno l'ombra. Fu passandogli accanto di ritorno DAl fornaio, con in mano l'involto di un'enorme ciambella,
che colse qualcosa di quello che stavano dicendo. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘I Potter, proprio così, è quel che ho sentito...’ ‘... già, il figlio, Harry...’ Mr Dursley si fermò di colpo. Fu invaso DAlla paura. Si voltò a guarDAre il capannello di maldicenti come se volESse dire loro qualcosa, ma poi ci ripensò. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Attraversò la straDA a precipizio e raggiunse in tutta fretta il
suo ufficio; intimò alla segretaria di non disturbarlo per nESsuna
ragione, afferrò il telefono, e aveva quasi finito di fare il numero
di casa quando cambiò idea. Mise giù il ricevitore, si lisciò i
baffi, pensando... no, era stato uno stupido. Potter non era poi un
nome così insolito. Era certo che ESistESsero miriadi di persone
chiamate Potter che avevano un figlio di nome Harry. E poi, ora che
ci pensava, non era neanche tanto sicuro che suo nipote si chiamasse
proprio Harry. Del rESto, non lo aveva neanche mai visto. Avrebbe
potuto chiamarsi Harvey. O Harold. Non c'era ragione di impensierire
Mrs Dursley; se la prendeva tanto ogni volta che le si parlava della
sorella! E non poteva DArle torto: se l'avESse avuta lui, una sorella
così... E tuttavia, quella gente avvolta nei mantelli... Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Scusi’ bofonchiò, mentre il poveretto - un uomo anziano e
mingherlino - inciampava e per poco non finiva lungo distESo. Ci
volle qualche secondo perché Mr Dursley si rendESse conto che l'uomo
indossava un mantello viola. L'ometto però non aveva affatto l'aria
di ESsersela avuta a male per ESsere stato quasi scaraventato a
terra. Al contrario, il volto gli si illuminò di un largo sorriso e
con una vocina stridula che dEStò l'attenzione dei passanti disse:
‘Non si scusi, mio caro signore, perché oggi non c'è niente che possa
turbarmi! Si rallegri, perché Lei-Sa-Chi finalmente se n'è anDAto!
Anche i Babbani come lei dovrebbero fESteggiare quESto felice,
felicissimo giorno!’ A quel punto, il vecchietto abbracciò Mr Dursley cingendolo alla vita e poi si allontanò. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Mr Dursley rimase lì impalato. Era stato abbracciato DA un perfetto
sconosciuto. Gli tornò anche in mente che quel tale lo aveva chiamato
‘Babbano’, qualsiasi cosa volESse dire. Era ESterrefatto. Si affrettò
a raggiungere la macchina e partì alla volta di casa, sperando di
aver lavorato di fantasia, cosa che non aveva mai sperato prima perché
non approvava le fantasie. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Non appena ebbe imboccato il vialetto del numero 4 di Privet Drive,
la prima cosa che scorse - e che certo non contribuì a migliorare il
suo umore - fu il gatto soriano che aveva visto la mattina. Seduto
sul muro di cinta del giardino. Era assolutamente certo che fosse
quello della mattina: aveva gli stESsi segni intorno agli occhi. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Il gatto non si mosse. Si limitò a fissarlo con sguardo severo. Mr
Dursley si chiESe se normalmente i gatti si comportavano così. Cercando di riprendersi, entrò in casa. Era ancora deciso a non dire
niente alla moglie. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Mrs Dursley aveva avuto una buona giornata, in tutto e per tutto
normale. A cena, gli raccontò per filo e per segno i guai che la
signora Della-Porta-Accanto aveva con la figlia, e poi che Dudley
aveva imparato una nuova frase: ‘Neanche per sogno!’ Mr Dursley cercò
di comportarsi normalmente. Una volta mESso a letto Dudley, se ne andò
nel soggiorno appena in tempo per sentire l'ultimo telegiornale: Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘E infine, DA tutte le postazioni gli avvistatori di uccelli
riferiscono che oggi, sull'intero territorio nazionale, i gufi hanno
manifEStato un comportamento molto insolito. Sebbene normalmente
EScano di notte a caccia di prede e ben di rado vengano avvistati di
giorno, fin DAll'alba sono stati segnalati centinaia di gufi che
volavano in tutte le direzioni. Gli ESperti non sanno spiegare
perché, tutt'a un tratto, i gufi abbiano modificato il loro ritmo
sonno/veglia’. Lo speaker si lasciò anDAre a un sorrisetto. ‘Molto
misterioso. E ora, la parola a Jim McGuffin per le previsioni del
tempo. Si prevedono altri scrosci di gufi, stanotte, Jim?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Francamente, Ted’ rispose il meteorologo, ‘su quESto non so dirti
niente, ma quESt'oggi non sono stati soltanto i gufi a comportarsi in
modo strano. Gli osservatori di località distanti fra loro come il
Kent, lo Yorkshire e Dundee mi hanno telefonato per informarmi che,
al posto della pioggia che avevo promESso ieri, hanno avuto un
diluvio di stelle cadenti. Chissà? Forse si è fESteggiata in anticipo
la Notte dei Fuochi. Ma, gente, la Notte dei Fuochi è soltanto tra
una settimana! Comunque, posso assicurare che stanotte pioverà’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Mr Dursley rimase seduto in poltrona, come paralizzato. Stelle
cadenti in tutta la Gran Bretagna? Gufi che volano di giorno? Gente
misteriosa che si aggira DAppertutto avvolta in mantelli? E quelle
voci, quei bisbigli sui Potter... Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Mrs Dursley entrò in soggiorno portando due tazze di tè. Non c'era
niente DA fare: doveva dirle qualcosa. Si schiarì nervosamente la
voce. ‘Ehm, Petunia, mia cara... non è che per caso hai sentito tua
sorella, ultimamente?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Come aveva previsto, Mrs Dursley assunse un'aria ESterrefatta e
adirata. In fin dei conti, erano abituati a far finta che non avESse
una sorella. ‘No’ rispose seccamente. ‘Perché?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Mah, non so... al telegiornale hanno detto cose strane’ bofonchiò
Mr Dursley. ‘Gufi... stelle cadenti... e oggi, in città, un sacco di
gente strampalata...’ ‘E allora?’ sbottò Mrs Dursley. ‘Niente, pensavo soltanto... forse... qualcosa che avESse a che fare con... hai capito, no?... con lei e i suoi’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Mrs Dursley sorseggiò il tè a labbra strette. Mr Dursley si
chiedeva intanto se avrebbe mai osato dirle di aver sentito
pronunciare il nome ‘Potter’. Decise che non avrebbe osato. E invece,
con il tono più naturale che gli riuscì di trovare, disse: ‘Il
figlio... dovrebbe avere la stESsa età di Dudley, non è vero?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Suppongo di sì’ rispose Mrs Dursley, rigiDA come un manico di
scopa. ‘E, com'è che si chiama? Howard, no?’ ‘Harry! Che poi è DAvvero un nome volgare, se proprio lo vuoi sapere’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Eh già’ disse Mr Dursley con il cuore che gli si faceva pESante
come il piombo. ‘Sono proprio d'accordo’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Salirono in camera per anDAre a dormire senza più dire una parola
sull'argomento. Mentre la moglie era in bagno, Mr Dursley si avvicinò
guardingo alla finEStra della camera DA letto e sbirciò fuori, nel
giardino. Il gatto era ancora lì. Stava scrutando Privet Drive, come
se aspettasse qualcosa. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
La sua fantasia galoppava troppo? Tutto quESto poteva avere
qualcosa a che fare con i Potter? Se sì... cioè, se veniva fuori che
loro erano parenti di una coppia di... be', non credeva proprio di
poterlo sopportare. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Si misero a letto. Lei si addormentò subito, ma lui rimase lì
stESo, con gli occhi sbarrati, a rigirarsi tutto quanto nella mente.
L'ultimo, confortante pensiero che ebbe prima di addormentarsi fu
che, se anche i Potter avevano veramente qualcosa a che vedere con
quella faccenDA, non era affatto detto che dovESsero farsi vivi con
lui e sua moglie. I Potter sapevano molto bene quel che lui e Petunia
pensavano di loro e di quelli della loro risma... Non vedeva proprio
come potESsero venire coinvolti, di qualsiasi cosa si trattasse - e
qui sbadigliò e si girò DAll'altra parte - la cosa non poteva
riguarDArli... Ma si sbagliava di grosso. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Se Mr Dursley era scivolato in un sonno agitato, il gatto, seduto
sul muretto di fuori, non DAva alcun segno di aver sonno. Sedeva
immobile come una statua, con gli occhi fissi e senza batter ciglio
sull'angolo opposto di Privet Drive. E non ebbe il minimo soprassalto
neanche quando, nella straDA accanto, la portiera di una macchina
sbatté forte, né quando due gufi gli sfrecciarono sopra la tESta.
Dovette farsi quasi mezzanotte prima che il gatto facESse il minimo
movimento. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Un uomo apparve all'angolo della straDA che il gatto aveva tenuto
d'occhio; ma apparve così all'improvviso e silenziosamente che si
sarebbe detto fosse spuntato DA sotto terra. La coDA del gatto ebbe
un guizzo e gli occhi divennero due fESsure. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
In Privet Drive non s'era mai visto niente di simile. Era alto,
magro e molto vecchio, a giudicare DAll'argento dei capelli e della
barba, talmente lunghi che li teneva infilati nella cintura.
Indossava abiti lunghi, un mantello color porpora che strusciava per
terra e stivali DAi tacchi alti con le fibbie. Dietro gli occhiali a
mezzaluna aveva due occhi di un azzurro chiaro, luminosi e
scintillanti, e il naso era molto lungo e ricurvo, come se fosse
stato rotto almeno due volte. L'uomo si chiamava Albus Silente. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Albus Silente non sembrava rendersi conto di ESsere appena arrivato
in una straDA dove tutto, DAl suo nome ai suoi stivali, risultava
sgradito. Si DAva un gran DA fare a rovistare sotto il mantello, in
cerca di qualcosa. Sembrò invece rendersi conto di ESsere osservato,
perché all'improvviso guardò il gatto, che lo stava ancora fissando
DAll'EStremità opposta della straDA. Per qualche ignota ragione, la vista del gatto sembrò divertirlo. RiDAcchiò tra sé borbottando:
‘Avrei dovuto immaginarlo’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Aveva trovato quel che stava cercando nella tasca interna del
mantello. Sembrava un accendino d'argento. Lo aprì con uno scatto, lo
tenne sollevato e lo accESe. Il lampione più vicino si fulminò con un
piccolo schiocco. L'uomo lo fece scattare di nuovo, e quESta volta si
fulminò il lampione apprESso. Dodici volte fece scattare quel suo
‘Spegnino’, fino a che l'unica illuminazione rimasta in tutta la
straDA furono due capocchie di spillo in lontananza: gli occhi del
gatto che lo fissavano. Se in quel momento qualcuno - perfino
quell'occhio di lince di Mr Dursley - avESse guarDAto fuori della
finEStra, non sarebbe riuscito a vedere niente di quel che accadeva
in straDA. Silente si fece scivolare di nuovo nella tasca del
mantello il suo ‘Spegnino’ e si incamminò verso il numero 4 di Privet
Drive, dove si mise a sedere sul muretto, accanto al gatto. Non lo
guardò, ma dopo un attimo gli rivolse la parola. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Che combinazione! Anche lei qui, profESsorESsa Mcgranitt?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Si voltò verso il soriano con un sorriso, ma quello era scomparso.
Al suo posto, DAvanti a lui c'era una donna DAll'aspetto piuttosto
severo, che portava un paio di occhiali squadrati della forma
identica ai segni che il gatto aveva intorno agli occhi. Anche lei
indossava un mantello, ma color smeraldo. I capelli neri erano
raccolti in uno chignon. Aveva l'aria decisamente scombussolata. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Come faceva a sapere che ero io?’ chiESe. ‘Ma, mia cara profESsorESsa, non ho mai visto un gatto seduto in una posa così rigiDA’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Anche lei sarebbe rigido se fosse rimasto seduto tutto il giorno
su un muretto di mattoni’ rimbeccò la profESsorESsa Mcgranitt. ‘Tutto il giorno? Quando invece avrebbe potuto fESteggiare? Venendo qui mi sono imbattuto in una decina e più di fESte e banchetti’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
La profESsorESsa Mcgranitt tirò su rabbiosamente col naso. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Eh già, sono proprio tutti lì che fESteggiano’ disse con tono
impaziente. ‘Ci si sarebbe potuti aspettare che fossero un po' più
prudenti, macché... anche i Babbani hanno notato che sta succedendo
qualcosa. Lo hanno detto ai loro telegiornali’. E così dicendo si
voltò verso la finEStra buia del soggiorno dei Dursley. ‘L'ho sentito
personalmente. Stormi di gufi... stelle cadenti... Be', non sono mica
del tutto stupidi. Prima o poi dovevano notare qualcosa. Stelle
cadenti nel Kent... Ci scommetto che è stato DeDAlus Lux. sempre
stato un po' svitato’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Non gli si può DAr torto’ disse Silente con dolcezza. ‘Per undici
anni abbiamo avuto ben poco DA fESteggiare’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Lo so, lo so’ disse la profESsorESsa Mcgranitt in tono irritato.
‘Ma non è una buona ragione per perdere la tESta. Stanno commettendo
una vera imprudenza, a girare per la straDA in pieno giorno senza
neanche vEStirsi DA Babbano, e scambiandosi indiscrezioni’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
A quel punto, lanciò a Silente un'occhiata obliqua e penetrante,
sperando che lui dicESse qualcosa; ma così non fu. Allora continuò:
‘Sarebbe un bel guaio se, proprio il giorno in cui sembra che
Lei-Sa-Chi sia finalmente scomparso, i Babbani dovESsero venire a
sapere di noi. Ma siamo proprio sicuri che se n'è anDAto, Silente?’ ‘Sembra proprio di sì’ rispose quESti. ‘Dobbiamo ESsere molto
grati. Le andrebbe un ghiacciolo al limone?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘No grazie’ rispose fredDAmente la profESsorESsa Mcgranitt, come a
voler dire che non era il momento dei ghiaccioli. ‘Come dicevo, anche
se Lei-Sa-Chi se ne è anDAto veramente...’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Mia cara profESsorESsa, una persona di buonsenso come lei potrebbe
decidersi a chiamarlo anche per nome!! Tutte quESte allusioni a
"Lei-Sa-Chi" sono una vera stupiDAggine... Sono undici anni che cerco
di convincere la gente a chiamarlo col suo vero nome: Voldemort’. La
profESsorESsa Mcgranitt trasalì, ma Silente, che stava scartando un
ghiacciolo al limone, sembrò non farvi caso. ‘Crea tanta di quella
confusione continuare a dire "Lei-Sa-Chi". Non ho mai capito per
quale ragione bisognasse avere tanta paura di pronunciare il nome di
Voldemort’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Io lo so bene’ disse la profESsorESsa Mcgranitt, in tono a metà
fra l'ESasperato e l'ammirato. ‘Ma per lei è diverso. Lo sanno tutti
che lei è il solo di cui Lei-Sa... oh, d'accordo: Voldemort... aveva
paura’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Meno male che è buio. Non arrossivo tanto DA quella volta che
MaDAma Chips mi disse quanto le piacevano i miei nuovi paraorecchi’. La profESsorESsa Mcgranitt scoccò a Silente un'occhiata penetrante, poi disse: ‘I gufi sono niente in confronto alle voci che sono state mESse in giro. Sa che cosa dicono tutti? Sul perché è scomparso? Su quel che l'ha fermato una buona volta?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Sembrava che la profESsorESsa Mcgranitt avESse toccato il punto che
più le premeva di discutere, la vera ragione per cui era rimasta in
attESa tutto il giorno su quel muretto freddo e duro, perché mai - né
DA gatto né DA donna - aveva fissato Silente con uno sguardo così
penetrante. Era chiaro che qualsiasi cosa ‘tutti’ mormorassero, lei
non l'avrebbe creduto sin quando Silente non le avESse detto che era
vero. Ma lui era occupato col suo ghiacciolo al limone, e non
rispose. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Quel che vanno dicendo’ incalzò lei, ‘è che la notte scorsa
Voldemort è spuntato fuori a Goldrick's Hollow. anDAto a trovare i
Potter. Corre voce che Lily e JamES Potter siano... siano... insomma,
siano morti’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Silente chinò la tESta. La profESsorESsa Mcgranitt ebbe un piccolo
singhiozzo. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Lily e JamES... Non posso crederci... Non volevo crederci... Oh,
Albus...’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
La Mcgranitt proseguì con voce tremante: ‘E non è tutto. Dicono che
ha anche cercato di uccidere il figlio dei Potter, Harry. Ma che...
non c'è riuscito. Quel piccino, non è riuscito a ucciderlo. NESsuno sa perché né come, ma dicono che quando Voldemort non ce l'ha fatta a
uccidere Harry Potter, in qualche modo il suo potere è venuto meno...
ed è per quESto che se n'è anDAto’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘è vero?’ balbettò la profESsorESsa Mcgranitt. ‘Dopo tutto quel che
ha fatto... dopo tutti quelli che ha ammazzato... non è riuscito a
uccidere un bambino indifESo? strabiliante... di tutte le cose che
avrebbero potuto fermarlo... Ma in nome del cielo, come ha fatto
Harry a sopravvivere?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
La profESsorESsa McGranitt tirò fuori un fazzoletto di trina e si
asciugò gli occhi dietro gli occhiali. Con un profondo sospiro,
Silente EStrasse DAlla tasca un orologio d'oro e lo ESaminò. Era un
orologio molto strano. Aveva dodici lancette, ma al posto dei numeri
c'erano alcuni piccoli pianeti che si muovevano lungo il bordo del
quadrante. Evidentemente Silente lo sapeva leggere, perché lo ripose
di nuovo nella tasca e disse: ‘Hagrid è in ritardo. A proposito,
suppongo sia stato lui a dirle che sarei venuto qui’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Sì’ rispose la McGranitt, ‘anche se non credo che lei mi dirà
perché mai, di tanti posti, abbia scelto proprio quESto’. ‘Sono venuto a portare Harry DAi suoi zii. Sono gli unici parenti che gli rimangono’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Non vorrà mica dire... Non saranno mica quei due che abitano lì!’
ESclamò la Mcgranitt balzando in piedi e indicando il numero 4.
‘Silente... non è possibile! E' tutto il giorno che li osservo. Non
avrebbe potuto trovare persone più diverse DA noi. E poi quel
ragazzino che hanno... l'ho visto prendere a calci sua madre per
tutta la straDA, urlando che voleva le caramelle! Harry Potter...
venire ad abitare qui?’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Una lettera?’ gli fece eco la Mcgranitt con un filo di voce,
tornando a sedersi sul muretto. ‘Ma DAvvero, Silente, crede di poter
spiegare tutto quESto per lettera? QuESta gente non capirà mai Harry
Potter. Lui diventerà famoso... leggenDArio! Non mi stupirebbe se in
futuro la giornata di oggi venisse dESignata come la fESta di Harry
Potter. Su di lui si scriveranno volumi, tutti i bambini del mondo
conosceranno il suo nome!’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Proprio così’ disse Silente fissandola tutto serio DA sopra gli
occhiali a mezzaluna. ‘Ce ne sarebbe abbastanza per far girare la
tESta a qualsiasi ragazzo. Famoso prima ancora di parlare e di
camminare! Famoso per qualcosa di cui non avrà conservato neanche il
ricordo! Non riESce a capire quanto starà meglio, se crEScerà lontano
DA tutto quESto fino al giorno in cui sarà pronto per reggerlo?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
La profESsorESsa Mcgranitt aprì bocca per rispondere, poi cambiò
idea, inghiottì e disse: ‘Sì... sì, lei ha ragione, naturalmente. Ma
in che modo arriverà qui il ragazzo?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
D'un tratto guardò il mantello di Silente come se pensasse che
Harry potESse ESservi nascosto sotto. ‘Lo porterà Hagrid’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘E a lei pare... saggio... affiDAre a Hagrid un compito tanto
importante?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Affiderei a Hagrid la mia stESsa vita’ disse Silente. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Il silenzio che li circonDAva era stato lacerato DA un rombo cupo.
Mentre Silente e la Mcgranitt percorrevano con lo sguardo la stradina
per vedere se si avvicinassero dei fari, il rumore si fece sempre più
forte, fino a diventare un boato. Entrambi levarono lo sguardo al
cielo e DAll'aria piovve una gigantESca motocicletta che atterrò
sull'asfalto proprio DAvanti a loro. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Pur colossale com'era, la moto sembrava niente a confronto con
l'uomo che la inforcava. Era alto circa due volte un uomo normale e
almeno cinque volte più grosso. Sembrava semplicemente troppo per
ESsere vero, e aveva un aspetto terribilmente selvaggio: lunghe
ciocche di ispidi capelli neri e una folta barba gli nascondevano
gran parte del volto; ogni mano era grande come il coperchio di un
bidone dei rifiuti e i piedi, che calzavano stivali di cuoio,
sembravano due piccoli delfini. Tra le braccia immense e muscolose
reggeva un involto di coperte. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Hagrid!’ ESclamò Silente con tono di sollievo. ‘Finalmente! Ma
dove hai prESo quel veicolo?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Un prEStito, profESsor Silente’; e così dicendo, il gigante scESe
con circospezione DAlla motocicletta. ‘Del giovane Sirius Black. Lui
ce l'ho qui, signore’. ‘Ci sono stati problemi?’ Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Silente e la Mcgranitt si chinarono sull'involto di coperte.
Dentro, appena visibile, c'era un bambino profonDAmente addormentato.
Sotto il ciuffo di capelli corvini che gli spuntava sulla fronte,
scorsero un taglio DAlla forma bizzarra, simile a una saetta. ‘E' qui che...’ chiESe in un bisbiglio la profESsorESsa Mcgranitt. ‘Sì’ rispose Silente. ‘QuESta cicatrice se la terrà per sempre’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘E lei non può farci niente, Silente?’ ‘Anche se potESsi, non lo farei. Le cicatrici possono tornare utili. Anch'io ne ho una, sopra il ginocchio sinistro, che è una piantina perfetta della metropolitana di Londra. Bene... DAmmelo qua, Hagrid; vediamo di concludere’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Silente prESe Harry tra le braccia e si voltò verso la casa dei
Dursley. ‘Posso... posso fargli un salutino, signore?’ chiESe Hagrid. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Chinò la grossa e ispiDA tESta su Harry e gli dette un bacio
rasposo per via di tutto quel pelo. Poi, d'un tratto, emise un
ululato come di cane ferito. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘S-s-s-scusatemi...’ singhiozzò Hagrid tirando fuori un immenso
fazzoletto tutto chiazzato e tuffandoci il viso dentro, ‘ma proprio n-n-non ce la faccio... Lily e JamES morti... e il povero piccolo
Harry che se ne va a vivere con i Babbani...’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Sì, certo, è molto triste, ma vedi di controllarti, Hagrid, o ci
scopriranno’ sussurrò la Mcgranitt battendogli con cautela un
colpetto sul braccio mentre Silente, scavalcando il basso muricciolo
del giardino, si avviava verso la porta d'ingrESso. Depose dolcemente
Harry sul gradino, tirò fuori DAl mantello una lettera, la ripose tra
le coperte che avvolgevano Harry e tornò verso gli altri due. Per un
lungo minuto i tre rimasero lì a guarDAre quel fagottino; Hagrid era
scosso DAi singhiozzi, la profESsorESsa Mcgranitt non faceva che
battere le palpebre, e lo scintillio che normalmente emanava DAgli
occhi di Silente sembrava svanito. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Be'‘ disse infine Silente, ‘ecco fatto. Non c'è più ragione che
rEStiamo qui. Tanto vale che andiamo a prender parte ai
fESteggiamenti’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Già’ disse Hagrid con voce soffocata ‘allora io riporto la moto a
Sirius. 'Notte, profESsorESsa Mcgranitt. ProfESsor Silente, i miei
rispetti’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Asciugandosi gli occhi inonDAti di lacrime con la manica della
giacca, Hagrid si rimise a cavalcioni della motocicletta e accESe il
motore; si sollevò in aria con un rombo e sparì nella notte. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
‘Penso che ci rivedremo prESto, profESsorESsa Mcgranitt’ disse
Silente facendole un cenno col capo. Per tutta risposta, lei si soffiò
il naso. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Silente si voltò e si avviò lungo la straDA. Giunto all'angolo, si
fermò ed EStrasse il suo ‘Spegnino’ d'argento. Uno scatto, e dodici
sfere luminose si riaccESero di colpo nei lampioni, illuminando
Privet Drive di un bagliore aranciato. A quel chiarore scorse un
gatto soriano che se la svignava dietro l'angolo all'altro capo della
straDA. DA quella distanza vedeva appena il mucchietto di coperte sul
gradino del numero 4. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Una lieve brezza scompigliava le siepi ben potate di Privet Drive,
che riposava, ordinata e silenziosa, sotto il cielo nero come
l'inchiostro. L'ultimo posto dove ci si sarebbe aspettati di veder
accadere cose stupefacenti. Sotto le sue coperte, Harry Potter si girò
DAll'altra parte senza svegliarsi. Una manina si richiuse sulla
lettera che aveva accanto e lui continuò a dormire, senza sapere che
era speciale, senza sapere che era famoso, senza sapere che di lì a
qualche ora sarebbe stato svegliato DAll'urlo di Mrs Dursley che
apriva la porta di casa per mettere fuori le bottiglie del latte, né
che le settimane succESsive le avrebbe trascorse a farsi riempire di
spintoni e pizzicotti DAl cugino Dudley... Non poteva sapere che, in
quello stESso istante, DA un capo all'altro del paESe, c'era gente
che si riuniva in segreto e levava i calici per brinDAre ‘a Harry
Potter il bambino che è sopravvissuto’. Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1) |
Erano passati quasi dieci anni DA quando i Dursley si erano
svegliati una mattina e avevano trovato il nipote sul gradino di
casa, ma Privet Drive non era cambiata affatto. Il sole sorgeva sugli
stESsi giardinetti ben tenuti e illuminava il numero 4 d'ottone sulla
porta d'ingrESso dei Dursley; si insinuava nel loro soggiorno, che
era prESsoché identico a quella sera in cui Mr Dursley aveva visto il
fatidico telegiornale che parlava di gufi. Soltanto le fotografie
sulla mensola del caminetto denotavano quanto tempo fosse passato in
realtà. Dieci anni prima c'era un'infinità di fotografie di quello
che sembrava un grosso pallone DA spiaggia rosa, con indosso
cappellini di vari colori. Ma Dudley Dursley non era più un lattante,
e ora le fotografie ritraevano un bambinone biondo in sella alla sua
prima bicicletta, sulle giostre alla fiera, che giocava al computer
col padre, o che si faceva abbracciare e baciare DAlla madre. Nulla,
in quella stanza, denotava che in casa viveva anche un altro bambino. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Sveglia!’ urlò. Harry sentì i suoi passi avviarsi verso la cucina
e poi il rumore della padella che veniva mESsa sul fornello. Si girò
sulla schiena e cercò di ricorDAre il sogno che stava facendo. Era un
bel sogno. C'era una motocicletta volante. Ebbe la strana sensazione
di averlo già fatto qualche altra volta. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Ecco di nuovo la zia dietro alla porta. ‘Non ti sei ancora alzato?’ chiESe. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Sono quasi pronto’ rispose Harry. ‘Be', vedi di spicciarti, voglio che sorvegli il bacon che ho mESso sul fuoco. E non ti azzarDAre a farlo bruciare. Voglio che tutto sia perfetto, il giorno del compleanno di Duddy’. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Harry si lasciò sfuggire un gemito. ‘Cosa hai detto?’ chiESe aspra la zia DA dietro la porta. ‘Niente, niente...’ Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Il compleanno di Dudley... come aveva potuto dimenticarlo? Si alzò
lentamente e cominciò a cercare i calzini. Ne trovò un paio sotto al
letto e, dopo aver tolto un ragno DA uno dei due, se li infilò. Harry
c'era abituato perché il ripostiglio sotto la scala pullulava di
ragni, e lui dormiva lì. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Una volta che si fu vEStito, attraversò l'ingrESso diretto in
cucina. Il tavolo scompariva quasi completamente sotto la pila dei
regali di compleanno di Dudley. Sembrava proprio che Dudley fosse
riuscito a ottenere il nuovo computer che dESiderava tanto, per non
parlare del secondo televisore e della bici DA corsa. Il motivo
preciso per cui Dudley voleva una bici DA corsa era un mistero per
Harry, visto che Dudley era molto grasso e detEStava fare moto, a
meno che - inutile dirlo - non si trattasse di prendere a pugni
qualcuno. Il punching-ball preferito di Dudley era Harry, quando
riusciva ad acchiapparlo, il che non era facile. Non sembrava, ma
Harry era molto veloce. Forse per il fatto che viveva in un ripostiglio buio Harry era
sempre stato piccolo e mingherlino per la sua età. E lo sembrava
ancor più di quanto in realtà non fosse, perché non aveva altro DA
indossare che i vEStiti smESsi di Dudley, e Dudley era circa quattro
volte più grosso di lui. Harry aveva un viso sottile, ginocchia
nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio di
occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adESivo per
tutte le volte che Dudley lo aveva prESo a pugni sul naso. L'unica
cosa che a Harry piaceva del proprio aspetto era una cicatrice molto
sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta. Per quanto ne
sapeva, l'aveva DA sempre, e la prima domanDA che ricorDAva di aver
mai rivolto a zia Petunia era stata come se la fosse fatta. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Nell'incidente d'auto in cui sono morti i tuoi genitori’ le aveva
risposto lei, ‘e non fare domande’. Non fare domande: quESta era la prima regola per vivere in pace, con i Dursley. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Circa una volta alla settimana, zio Vernon alzava gli occhi DAl suo
giornale e urlava che Harry doveva tagliarsi i capelli. Di tagliarsi
i capelli Harry aveva bisogno più di tutti i suoi compagni di classe
mESsi insieme; ma non c'era niente DA fare: crEScevano in quel
modo... DAppertutto. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Quando Dudley e sua madre entrarono in cucina, Harry stava
friggendo le uova. Dudley assomigliava molto a zio Vernon. Aveva un
gran faccione roseo, quasi niente collo, occhi piccoli di un celESte
acquoso, e folti capelli biondi e lisci che gli pendevano su un gran
tEStone. SpESso zia Petunia diceva che Dudley sembrava un angioletto;
Harry invece, diceva che sembrava un maiale con la parrucca. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Harry mise in tavola i piatti con le uova al bacon, un'operazione
non particolarmente facile, DAto che lo spazio era poco. Nel
frattempo, Dudley contava i regali. Gli si lESse sul viso il
disappunto. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Trentasei’ disse volgendosi a guarDAre il padre e la madre. ‘Due
meno dell'anno scorso’. ‘Caro, non hai contato il regalo di zia Marge. Vedi, è qui, sotto quESto regalone grosso grosso di papà e mamma’. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘D'accordo, trentasette’ disse Dudley tutto paonazzo. Harry, avendo
capito che era in arrivo uno dei terrificanti capricci alla Dudley,
cominciò a trangugiare il suo bacon il più in fretta possibile, nel
caso il cugino avESse buttato il tavolo a gambe all'aria. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Evidentemente, anche zia Petunia annusò il pericolo, perché si
affrettò a dire: ‘E oggi, mentre siamo fuori, ti compreremo altri due
regali. Che ne dici, tESoruccio? Altri due regali. Va bene così?’ Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Ah!’ Dudley si lasciò cadere pESantemente su una sedia e afferrò
il pacchetto più vicino. ‘Allora va bene’. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Zio Vernon riDAcchiò sotto i baffi. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘QuESta piccola canaglia vuole avere tutto quel che gli spetta fino all'ultimo, proprio come papà. Bravo, Dudley!’ E gli scompigliò i
capelli. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
In quel momento, squillò il telefono e zia Petunia andò a
rispondere mentre Harry e zio Vernon rimasero a guarDAre Dudley
scartare la bicicletta DA corsa, una cineprESa, un aeroplano
telecomanDAto, sedici nuovi videogiochi e un videoregistratore. Stava
strappando l'incarto di un orologio DA polso d'oro quando zia Petunia
tornò nella stanza con l'aria arrabbiata e preoccupata a un tempo. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Dudley spalancò la bocca inorridito, ma il cuore di Harry balzò di
gioia. Ogni anno, per il compleanno di Dudley, i genitori portavano
lui e un suo amico fuori per tutto il giorno, in giro per parchi, a
fare scorpacciate di hamburger o al cinema. Ogni anno Harry rimaneva
con Mrs Figg, una vecchia signora mezza matta che viveva due traverse
più avanti. Harry detEStava quella casa. Puzzava di cavolo e Mrs Figg
lo costringeva a guarDAre le fotografie di tutti i gatti che aveva
posseduto in vita sua. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘E ora che si fa?’ chiESe zia Petunia guarDAndo furibonDA Harry
come se fosse colpa sua. Harry sapeva che avrebbe dovuto dispiacersi
per il fatto che Mrs Figg si era rotta la gamba, ma non gli fu facile
quando gli venne in mente che ancora per un intero anno non sarebbe
stato costretto a guarDAre tutti i Fuffi, i Baffi, i Mascherini e le
Palline di quESto mondo. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Non dire sciocchezze, Vernon, lo sai benissimo che lo detESta’. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
I Dursley parlavano spESso di Harry in quel modo come se lui non
fosse prESente, o piuttosto come se fosse qualcosa di molto
sgradevole e non in grado di capirli, come una lumaca. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘PotrESte lasciarmi semplicemente qui’ azzardò Harry speranzoso
(una volta tanto, avrebbe potuto guarDAre quel che voleva alla
televisione o persino provare il computer di Dudley). Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Zia Petunia fece una faccia come se avESse appena ingoiato un
limone. ‘Per trovare la casa in rovina quando torniamo?’ ringhiò. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Mica la faccio saltare in aria’ disse Harry, ma nESsuno lo
ascoltò. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Non può rEStare in macchina DA solo. nuova di zecca...’ Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Dudley cominciò a piangere forte. In realtà, non stava piangendo;
erano anni che non piangeva sul serio, ma sapeva che se contorceva la
faccia e si lagnava la madre gli avrebbe DAto qualsiasi cosa lui
avESse chiESto. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Duddy tESorino caro, non piangere! Mammina non permetterà che
quello ti rovini la fESta!’ ESclamò stringendolo tra le braccia. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
In quel preciso momento suonò il campanello: ‘Santo cielo, sono
arrivati!’ ESclamò zia Petunia frenetica. E un attimo dopo, l'amico
del cuore di Dudley, Piers Polkiss, entrò insieme alla madre. Piers
era un ragazzo tutto pelle e ossa, con una faccia DA topo. Era lui
che in genere immobilizzava le persone con le braccia dietro la
schiena mentre Dudley le picchiava. Dudley smise all'istante di far
finta di piangere. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Mezz'ora più tardi, Harry, che non riusciva a credere a tanta
fortuna, aveva prESo posto sul sedile posteriore della macchina dei
Dursley insieme a Piers e a Dudley, diretto allo zoo per la prima
volta in vita sua. Lo zio e la zia non erano riusciti a inventarsi
niente di diverso per lui, ma prima di uscire, zio Vernon lo aveva
prESo DA parte. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Ti avverto’ gli aveva detto piazzandoglisi DAvanti col suo
faccione paonazzo a un millimetro DAl suo naso, ‘ti avverto una volta
per tutte, ragazzino, niente cose strane, niente di niente, intESi? O
rESterai chiuso in quel ripostiglio fino a Natale’. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Ma zio Vernon non gli credeva. NESsuno gli credeva mai. Il fatto era che spESso intorno a Harry accadevano fatti strani, e non serviva a niente dire ai Dursley che lui non c'entrava. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Ad ESempio, una volta zia Petunia, stanca di veder tornare Harry
DAl barbiere come se non ci fosse stato affatto, aveva prESo un paio
di forbici DA cucina e gli aveva tagliato i capelli talmente corti DA
lasciarlo quasi pelato, tranne per la frangetta, che non aveva
toccato per ‘nascondere quell'orribile cicatrice’. Dudley era
scoppiato a ridere a crepapelle al vedere Harry così conciato, e lui
aveva passato una notte insonne al pensiero di come sarebbe anDAta
l'indomani a scuola, dove già tutti lo prendevano in giro per i
vEStiti sformati e gli occhiali tenuti insieme con lo scotch. Ma la
mattina dopo, al risveglio, aveva trovato i capelli ESattamente come
erano prima che zia Petunia glieli avESse rapati. Per quESto era
stato punito con una settimana di reclusione nel ripostiglio, sebbene
avESse cercato di spiegare che non sapeva spiegare come mai gli
fossero ricrESciuti così in fretta. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Un'altra volta, la zia aveva cercato di infilargli a forza un
orrendo maglione smESso di Dudley (marrone con dei pompon arancioni).
Ma più cercava di infilarglielo DAlla tESta, più il maglione si
rimpiccioliva, fino a che avrebbe potuto anDAr bene a una marionetta,
ma non certo a Harry. Zia Petunia aveva decretato che doveva ESsersi
ritirato in lavatrice, e quESta volta Harry, con suo gran sollievo,
non venne punito. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Invece, il giorno che fu trovato sul tetto delle cucine della
scuola, passò un guaio terribile. La banDA di amici di Dudley lo
stava rincorrendo, come al solito, quando, con immensa sorprESa di
Harry e di tutti, lui si era ritrovato seduto sul comignolo. I
Dursley avevano ricevuto una lettera molto indignata della
direttrice, la quale li informava che Harry aveva DAto la scalata
all'edificio scolastico. Eppure, lui aveva soltanto cercato (come gridò a zio Vernon attraverso la porta sprangata del ripostiglio) di
saltare dietro i grossi bidoni della spazzatura fuori della cucina. E
credeva che, a metà di quel salto, una folata di vento lo avESse
sollevato in aria. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Ma quel giorno niente sarebbe anDAto storto. E valeva persino la
pena di trascorrere una giornata con Dudley e Piers, pur di passarla
DA qualche parte che non fosse la scuola, il ripostiglio, o il
salotto puzzolente di cavolo di Mrs Figg. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
StraDA facendo, zio Vernon si lamentava con zia Petunia. A lui
piaceva lamentarsi di tutto: i colleghi di lavoro, Harry, il
consiglio, Harry, la banca, Harry erano solo alcuni dei suoi
argomenti preferiti. Quella mattina aveva scelto di lamentarsi delle
motociclette. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘...Corrono come pazzi, quESti giovani teppisti!’ ESclamò mentre
una moto li sorpassava. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Anche in un sogno che ho fatto c'era una moto’ disse Harry
ricorDAndo improvvisamente, ‘e volava’. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Per poco zio Vernon non tamponò la macchina che lo precedeva. Si
voltò di scatto e urlò a Harry, con la faccia che assomigliava a una
gigantESca barbabietola con i baffi: ‘LE MOTOCICLETTE NON VOLANO!’ Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Dudley e Piers reprESsero una risata. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Ma si pentì di aver parlato. Se c'era una cosa che i Dursley
odiavano ancor più delle sue domande era il sentirlo parlare di cose
che non si comportavano come dovevano, anche se si trattava di sogni
o di cartoni animati. A quanto pareva, temevano che si potESse far
venire in mente idee pericolose. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Era un sabato assolato, e lo zoo era pieno di famigliole.
All'ingrESso, i Dursley comperarono a Dudley e a Piers due enormi
gelati al cioccolato e poi, siccome la sorridente barista del
baracchino aveva chiESto a Harry cosa volESse prima che loro avESsero
potuto allontanarlo, gli comperarono un economico ghiacciolo al
limone. E non era neanche male, pensò Harry, leccandolo, mentre
guarDAvano un gorilla che si grattava la tESta e assomigliava
terribilmente a Dudley, tranne che non era biondo. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Fu la mattinata più felice che Harry avESse avuto DA molto tempo.
Ebbe cura di camminare a una certa distanza DAi Dursley in modo che
Dudley e Piers, che per l'ora di pranzo avevano già cominciato ad
annoiarsi degli animali, non tornassero al loro passatempo preferito
di prenderlo a pugni. Pranzarono al ristorante dello zoo e quando
Dudley fece un capriccio perché la sua fetta di dolce non era
abbastanza grande, zio Vernon gliene comperò un altro e a Harry fu
permESso di finire la prima. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Dopo pranzo, anDArono al serpentario. Il luogo era frESco e
semibuio, con vetrine illuminate lungo tutte le pareti. Dietro ai
vetri, lucertole e serpenti di ogni specie strisciavano e si
arrampicavano su tronchi di legno e sassi. Dudley e Piers volevano
vedere i gigantESchi e velenosi cobra e i grossi pitoni capaci di
stritolare un uomo. Dudley fu molto veloce nell'individuare il serpente più grosso di tutti. Avrebbe potuto benissimo avvolgersi due
volte intorno alla macchina di zio Vernon e ridurla alle dimensioni
di un bidone per la spazzatura, ma al momento non sembrava in vena.
Anzi, era profonDAmente addormentato. Dudley rimase con il naso
spiaccicato contro il vetro, a contemplarne le spire brune e lucenti. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Fallo muovere’ chiESe piagnucolando al padre. Zio Vernon picchiò
sul vetro, ma il serpente non si mosse. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Harry si spostò DAvanti alla vetrina del pitone e guardò
intensamente il serpente. Non si sarebbe stupito se anche lui fosse
morto di noia, senza altra compagnia che quegli stupidi che
tamburellavano tutto il giorno con le dita contro il vetro cercando
di disturbarlo. Era peggio che avere per camera DA letto un
ripostiglio, dove l'unico visitatore era zia Petunia che pEStava
sulla porta per svegliarti; lui, almeno, poteva girare per tutta
casa. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
D'un tratto il serpente aprì gli occhi piccoli e luccicanti.
Lentamente, molto lentamente, sollevò la tESta finché si trovarono
all'altezza di quelli di Harry. Gli fece l'occhiolino. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Harry lo fissò stupito. Poi diede una rapiDA occhiata in giro per
vedere se qualcuno li osservava. NESsuno. Tornò a fissare il serpente
e ricambiò la strizzatina d'occhi. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Il serpente girò la tESta di scatto verso zio Vernon e Dudley, poi
alzò gli occhi al cielo. Dette a Harry un'occhiata che equivaleva a
dire: ‘QuESto è quel che mi tocca sempre’. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Lo so’ mormorò Harry di qua DAl vetro, anche se non era sicuro che
il serpente potESse udirlo. ‘Deve ESsere veramente fastidioso’. Il serpente annuì energicamente. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Ma tu DA dove vieni?’ gli chiESe Harry. Il serpente colpì con la coDA un cartellino accanto al vetro. Harry lo guardò attentamente. Boa constrictor, Brasile. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Era un bel posto?’ Il boa colpì di nuovo con la coDA il cartellino e Harry lESse ancora: QuESto ESemplare è nato e crESciuto in cattività. ‘Ah, capisco, non sei mai stato in Brasile, tu!’ Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Il serpente scosse la tESta e in quello stESso momento un grido
assorDAnte alle spalle di Harry li fece trasalire entrambi: ‘DUDLEY!
MR DURSLEY! VENITE A VEDERE QUESTO SERPENTE! INCREDIBILE QUEL CHE STA
FACENDO!’ Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
‘Fuori DAi piedi, tu!’ intimò mollando un pugno nelle costole a
Harry, il quale, colto alla sprovvista, cadde a terra come un sacco.
Quel che seguì avvenne così in fretta che nESsuno si rESe conto del
come: un attimo prima Piers e Dudley erano chini vicinissimo al
vetro, e un attimo dopo erano saltati all'indietro tra griDA di
orrore. Harry si tirò su a sedere boccheggiando; il vetro anteriore della
teca del boa constrictor era scomparso. Il grosso serpente stava
svolgendo rapiDAmente le sue spire e scivolando sul pavimento, mentre
in tutto il serpentario la gente si metteva a urlare e cominciava a
correre verso le uscite. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Il direttore dello zoo in persona preparò a zia Petunia una tazza
di tè dolce molto forte, e intanto non la finiva più di scusarsi.
Piers e Dudley non riuscivano a far altro che farfugliare. Per quel
che aveva visto Harry, il serpente non aveva fatto altro che DArgli
un colpettino giocoso sui tacchi, mentre passava, ma fecero appena a
tempo a tornare tutti nella macchina di zio Vernon che già Dudley
raccontava come il boa gli avESse quasi staccato la gamba a morsi,
mentre Piers giurava che aveva cercato di soffocarlo nella sua
stretta mortale. Ma il peggio, almeno per Harry, fu che Piers riuscì
a calmarsi quel tanto che gli consentì di dire: ‘Harry gli ha
parlato. Non è vero, Harry?’ Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Molto più tardi Harry, stESo al buio nel suo ripostiglio, avrebbe
dESiderato avere un orologio. Non sapeva che ora fosse e non era
sicuro che i Dursley fossero anDAti a dormire. Fino a quel momento,
non poteva rischiare di sgattaiolare in cucina a mangiare qualcosa. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Viveva con i Dursley DA quasi dieci anni, dieci anni di infelicità,
per quanto poteva ricorDAre, fin DA quando era piccolo e i suoi
genitori erano morti in quell'incidente d'auto. Non ricorDAva di
ESsere stato anche lui nella macchina al momento della loro morte.
Talvolta, quando sforzava la memoria durante le lunghe ore trascorse
nel ripostiglio, gli veniva una strana visione: un lampo accecante di
luce verde e un dolore bruciante sulla fronte. Quello, immaginava,
era stato l'incidente, anche se non riusciva a capire DA dove venisse
la luce verde. I genitori, non li ricorDAva affatto. Gli zii non ne
parlavano mai e, naturalmente, era proibito fare domande al riguardo.
In casa, non c'era neanche una loro fotografia. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
Quando era più piccolo aveva sognato tante volte che qualche
parente sconosciuto venisse a portarlo via, ma quESto non era mai
accaduto; gli unici suoi parenti erano i Dursley. Eppure, talvolta
gli sembrava (o forse era una speranza) che gli EStranei per straDA
lo riconoscESsero. Ed erano degli EStranei veramente strani. Una
volta un ometto mingherlino col cilindro viola gli aveva fatto un
inchino mentre era a far spESe con zia Petunia e Dudley. Furiosa,
dopo avergli chiESto se conosceva quell'uomo, zia Petunia li aveva
trascinati fuori DAl negozio senza comperare niente. Un'altra volta,
in autobus, un'anziana donna DAll'aspetto stravagante, tutta vEStita di verde, lo aveva salutato allegramente. Qualche giorno prima, un
uomo calvo, con indosso un mantello color porpora molto lungo, gli
aveva stretto la mano per straDA e poi si era allontanato senza una
parola. La cosa più stramba di tutte quelle persone era che
sembravano dileguarsi nel nulla nel momento stESso in cui Harry
cercava di guarDArle DA vicino. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
A scuola, Harry non aveva amici. Tutti sapevano che la ghenga di
Dudley odiava quello strano Harry Potter, infagottato nei suoi
vEStiti smESsi e con gli occhiali rotti, e a nESsuno piaceva mettersi
contro la ghenga di Dudley. Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1) |
La fuga del boa constrictor brasiliano costò a Harry il castigo più
lungo mai ricevuto fino a quel momento. Quando finalmente gli fu
permESso di uscire DAl ripostiglio, erano ormai iniziate le vacanze
EStive e Dudley aveva già rotto la nuova cineprESa, manDAto a
sbattere l'aeroplanino telecomanDAto, e la prima volta che aveva
provato la bicicletta DA corsa aveva invEStito l'anziana Mrs Figg che
attraversava Privet Drive con le stampelle. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Ecco perché Harry passava più tempo possibile fuori di casa,
gironzolando nei dintorni e sognando la fine delle vacanze come un
pallido raggio di speranza. A settembre, sarebbe anDAto alle
superiori, e quindi per la prima volta in vita sua non sarebbe stato
con Dudley. Dudley aveva un posto riservato a Snobkin, la scuola dove
aveva studiato zio Vernon. Anche Piers Polkiss sarebbe anDAto lì.
Harry, invece, sarebbe anDAto a Stonewall High, la scuola pubblica
del quartiere. Dudley trovava la cosa molto divertente. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Lo sai che a Stonewall il primo giorno di scuola ti ficcano la
tESta nella tazza del gabinetto?’ disse a Harry. ‘Vuoi venire di
sopra a fare ESercizio?’ Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Grazie no’ rispose Harry. ‘La povera tazza del gabinetto non si è
mai vista cacciare dentro niente di più orribile della tua tESta;
potrebbe sentirsi male’. Poi scappò via prima che Dudley potESse
capire quello che aveva detto. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Un giorno di luglio, zia Petunia accompagnò Dudley a Londra per
comperare l'uniforme di Snobkin, lasciando Harry DA Mrs Figg. Quel
giorno, la vecchia signora era meno peggio del solito. Si era rotta
la gamba inciampando in uno dei suoi gatti e quindi non sembrava più
entusiasta di loro come prima. Permise a Harry di guarDAre la
televisione e gli diede un pezzo di torta al cioccolato, che sapeva
di stantio come se stESse lì DA qualche anno. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Quella sera, Dudley fece passerella in salotto per la famiglia,
nella sua uniforme nuova di zecca. I ragazzi di Snobkin indossavano una giacchetta color melanzana, pantaloni alla zuava arancione e un
copricapo piatto detto paglietta. Erano inoltre dotati di un bastone
nodoso usato per picchiarsi a vicenDA quando gli insegnanti non
guarDAvano. Si riteneva che quESto fosse un buon addEStramento per la
vita futura. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
GuarDAndo Dudley nei nuovi pantaloni alla zuava, zio Vernon disse
con tono burbero che non si era mai sentito tanto orgoglioso in vita
sua. Zia Petunia scoppiò in lacrime e disse che non le sembrava vero
che quello fosse il suo piccolino, DA quanto era bello e crESciuto.
Harry non si arrischiò a parlare. Aveva l'imprESsione di ESsersi
rotto un paio di costole nel tentativo di non ridere. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
La mattina dopo, quando Harry entrò in cucina, c'era un odore
orribile che sembrava provenire DA una grossa bacinella di metallo
che era dentro il lavandino. Si avvicinò per DAre un'occhiata. La
bacinella era piena di quelli che sembravano stracci sporchi a mollo
in un'acqua grigia. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘E quESto cos'è?’ chiESe a zia Petunia. Lei strinse le labbra come
faceva sempre quando Harry azzarDAva una domanDA. ‘La tua nuova uniforme scolastica’ rispose. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Harry guardò di nuovo dentro la bacinella. ‘Oh!’ disse. ‘Non avevo capito che dovESse ESsere tanto bagnata’. ‘Non fare lo sciocco!’ lo apostrofò aspramente zia Petunia. ‘Ti sto tingendo di grigio alcuni vEStiti smESsi di Dudley. Quando avrò finito sembreranno uguali a quelli di tutti gli altri’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Di quESto Harry dubitava seriamente, ma pensò fosse meglio non
discutere. Si sedette a tavola e cercò di non immaginare che aspetto
avrebbe avuto il primo giorno di scuola a Stonewall High.
Probabilmente, come se avESse addosso pezzi di pelle di un vecchio
elefante. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Dudley e zio Vernon entrarono in cucina ed entrambi arricciarono il
naso per via dell'odore che emanava la nuova uniforme di Harry. Zio
Vernon aprì come al solito il giornale e Dudley picchiò il tavolo con
il bastone di Snobkin, che ormai portava DAppertutto. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Vai a prendere la posta, Dudley’ disse zio Vernon DA dietro il
giornale. ‘ManDAci Harry’. ‘Vai a prendere la posta, Harry’. ‘ManDAci Dudley’. ‘Punzecchialo con il bastone di Snobkin, Dudley’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Harry la raccolse e la fissò con il cuore che gli vibrava come un
gigantESco elastico. NESsuno in vita sua gli aveva mai scritto. E chi
avrebbe dovuto farlo? Non aveva amici, non aveva altri parenti; non
era neanche socio della biblioteca e quindi non aveva mai ricevuto
perentori avvisi di rEStituire i libri prESi in prEStito. Eppure,
eccola lì, una lettera DAll'indirizzo così inequivocabile DA non poter ESsere fraintESo:
Mr H. Potter
Ripostiglio del sottoscala
4, Privet Drive
Little Whinging
Surrey Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
La busta era spESsa e pESante, di pergamena giallastra, e
l'indirizzo era scritto con inchiostro verde smeraldo. Non c'era
francobollo. Girando la busta con mano tremante, Harry vide un
sigillo di ceralacca color porpora con uno stemma araldico: un leone,
un ariete, un tasso e un serpente intorno a una grossa ‘H’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Allora, sbrigati un po'!’ gridò lo zio Vernon DAlla cucina. ‘Che
cosa stai facendo, controlli se c'è una bomba nella posta?’ E
riDAcchiò della propria battuta. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Harry stava per aprire la lettera che era scritta sulla stESsa
pESante pergamena della busta, quando quESta gli venne strappata di
mano DA zio Vernon. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘E chi mai ti scriverebbe?’ sibilò zio Vernon scuotendo la lettera
con una mano per aprirla e gettandovi un'occhiata. In men che non si
dica, la faccia gli passò DAl rosso al verde più rapiDA di un
semaforo. Ma non finì lì. Nel giro di pochi secondi, divenne di un
colore bianco grigiastro, come semolino rancido. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Dudley cercò di carpirgli la lettera per leggerla, ma zio Vernon la
teneva in alto fuori della sua portata. Zia Petunia, incuriosita, la
prESe e lESse la prima riga. Per un attimo sembrò che stESse per
svenire. Si portò le mani alla gola ed emise un suono soffocato. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Si fissarono l'un l'altra, e parevano aver dimenticato che Harry e
Dudley erano ancora lì. Dudley non era abituato a ESsere ignorato.
AssEStò al padre un colpo secco sulla tESta con il bastone di
Snobkin. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘FUORI!’ tuonò zio Vernon prendendoli entrambi per la collottola e
scaraventandoli nell'ingrESso; poi sbatté loro la porta di cucina in
faccia. Immediatamente, i due ragazzi ingaggiarono una lotta furibonDA ma silenziosa per decidere chi dovESse guarDAre DAl buco
della serratura. Vinse Dudley, per cui Harry, con gli occhiali che
gli pendevano DA un orecchio, si stESe a pancia in sotto sul
pavimento per ascoltare attraverso la fESsura della porta. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Vernon’ stava dicendo zia Petunia con voce stridula, ‘guarDA
l'indirizzo... Ma come fanno a sapere dove dorme? Pensi che stiano
sorvegliando la casa?’ ‘Sorvegliando... spiando... forse ci pedinano’ borbottò zio Vernon fuori di sé. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘No’ disse infine. ‘No, ignoreremo la faccenDA. Se non ricevono
risposta... Sì, è la cosa migliore... non faremo niente...’ ‘Ma...’ ‘Non intendo averne uno per casa, Petunia! Non avevamo giurato, quando lo abbiamo prESo, che avremmo mESso fine a quella pericolosa insensatezza?’ Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Quella sera, tornato DAl lavoro, zio Vernon fece una cosa che non
aveva mai fatto prima: andò a trovare Harry nel suo ripostiglio. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Dov'è la mia lettera?’ chiESe il ragazzo non appena zio Vernon fu
riuscito a passare DAllo sportello. ‘Chi mi scrive?’ ‘NESsuno. Era indirizzata a te per sbaglio’ disse zio Vernon tagliando corto. ‘L'ho bruciata’. ‘Non è stato uno sbaglio’ disse Harry arrabbiato. ‘Sopra c'era l'indirizzo del mio ripostiglio’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘SILENZIO!’ urlò zio Vernon, e due ragni caddero DAl soffitto. Fece
un paio di rESpiri profondi e poi si costrinse a un sorriso che parve
costargli molto sforzo. ‘Ehm... già, Harry... a proposito del ripostiglio. Con tua zia stavamo pensando... sei DAvvero crESciuto troppo per starci dentro... pensavamo che sarebbe carino se ti trasferissi nella seconDA camera DA letto di Dudley’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘E perché?’ chiESe Harry. ‘Non fare domande’ rimbeccò suo zio. ‘E ora, porta tutta quESta roba di sopra’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
La casa dei Dursley aveva quattro camere DA letto: una per zio
Vernon e zia Petunia, una per gli ospiti (in genere, la sorella di
zio Vernon, Marge), una dove Dudley dormiva e un'altra dove Dudley
teneva tutti i giocattoli e le cose che non entravano nella sua prima
camera. A Harry bastò un solo viaggio per trasferire DAl ripostiglio
tutti i suoi averi. Si sedette sul letto e si guardò intorno. Non
c'era una cosa che fosse sana. La cineprESa vecchia di appena un mESe
era buttata sopra una specie di camionetta con cui una volta Dudley
aveva invEStito il cane dei vicini; in un angolo c'era il primo
televisore di Dudley, che il ragazzo aveva sfonDAto con un calcio
quando avevano sopprESso il suo programma preferito; c'era una grossa
gabbia per uccelli, che un tempo era servita per un pappagallo che
Dudley aveva barattato a scuola con un fucile vero ad aria comprESsa,
ora poggiato su una mensola con un'EStremità tutta contorta perché
lui ci si era seduto sopra. Gli altri scaffali erano pieni di libri. Quelli erano l'unica cosa nella stanza che sembrava non ESsere mai
stata toccata. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
DA sotto giungeva la voce di Dudley che urlava a sua madre con
quanto fiato aveva in gola: ‘Non ce lo voglio... quella stanza mi
serve... fallo uscire...!’ Harry sospirò e si stESe sul letto. Ieri avrebbe DAto qualsiasi cosa per ESsere lì. Oggi avrebbe preferito tornare nel suo ripostiglio con la lettera, piuttosto che ESsere lassù senza. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
L'indomani mattina, a colazione, tutti erano piuttosto taciturni.
Dudley era stravolto. Aveva griDAto, picchiato suo padre con il
bastone, aveva vomitato di proposito, prESo a calci sua madre e fatto
volare la tartaruga sopra il tetto della serra, e ancora non aveva
ottenuto di riavere la sua camera. Harry pensava alla mattina
precedente alla stESsa ora e rimpiangeva amaramente di non aver
aperto la lettera nell'ingrESso. Zio Vernon e zia Petunia si
scambiavano sguardi cupi. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Quando arrivò la posta, zio Vernon, che sembrava fare uno sforzo
per ESsere carino con Harry, mandò Dudley a raccoglierla. Lo udirono
picchiare colpi a dEStra e a manca con il suo bastone lungo tutto il
tragitto. Poi gridò: ‘Ce n'è un'altra! Mr H. Potter, Cameretta, 4
Privet Drive...’ Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Con un grido strozzato, zio Vernon balzò DAlla sedia e si precipitò
nell'ingrESso, con Harry alle calcagna. Zio Vernon dovette lottare e
atterrare Dudley perché mollasse la lettera, il che fu rESo difficile
DAl fatto che Harry aveva afferrato per il collo zio Vernon, DA
dietro. Dopo qualche minuto di grande confusione in cui a nESsuno
furono risparmiati i colpi di bastone di Dudley, zio Vernon si
raddrizzò annaspando per riprendere fiato, con la lettera di Harry
stretta in mano. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Va' nel ripostiglio... cioè, volevo dire, in camera tua!’ intimò
ansimando a Harry. ‘E tu, Dudley... va' fuori!...ESci!’ Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Harry misurava a gran passi la sua nuova stanza. Qualcuno sapeva
che aveva traslocato DAl ripostiglio e apparentemente sapeva anche
che non aveva ricevuto la prima lettera. QuESto significava che ci
avrebbe provato di nuovo? Se sì, avrebbe fatto in modo che non
fallisse. Aveva un piano. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
La mattina dopo, la sveglia, che era stata riparata, suonò alle
sei. Harry la bloccò subito e si vEStì senza far rumore. Non doveva
svegliare i Dursley. Sgattaiolò giù per le scale senza accendere le
luci. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Avrebbe aspettato il postino all'angolo di Privet Drive per farsi
consegnare la posta del numero quattro. Il cuore gli batteva forte
mentre attraversava con cautela l'ingrESso diretto verso la porta. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘AAAAARRRRGGGGHHHH!’ Harry fece un salto: aveva inciampato in qualcosa di grosso e flaccido stESo sullo zerbino... una cosa viva! Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Di sopra si accESero le luci e con orrore Harry si rESe conto che
la cosa grossa e flacciDA era la faccia di suo zio Vernon. Aveva
dormito in un sacco a pelo, DAvanti alla porta di casa, per ESser
certo che Harry non facESse ESattamente quel che aveva cercato di
fare. Sbraitò contro di lui per circa mezz'ora e poi gli ordinò di anDAre a preparargli una tazza di tè. Harry si trasferì tristemente
in cucina e al suo ritorno la posta era arrivata dritta dritta sulle
ginocchia di zio Vernon. Vide tre lettere con l'indirizzo scritto con
l'inchiostro verde. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Voglio...’ cominciò, ma zio Vernon le stava facendo a pezzi
DAvanti ai suoi occhi. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Quel giorno, zio Vernon non andò in ufficio. Rimase a casa e sigillò
la cassetta delle lettere. ‘Vedi’ spiegò a zia Petunia con una manciata di chiodi in bocca, ‘se non riEScono a consegnarla, ci rinunceranno e basta’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Non sono sicura che funzionerà, Vernon’. ‘Oh, la mente di quESta gente funziona in modo strano, Petunia; non sono mica come te e me’ disse lui cercando di battere un chiodo con il pezzo di dolce alla frutta che zia Petunia gli aveva appena portato. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Venerdì arrivarono non meno di dodici lettere per Harry. Poiché non
passavano DAlla buca delle lettere, erano state infilate sotto la
porta, nelle fESsure laterali e alcune persino nella finEStrella
della toilette al piano terra. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Zio Vernon rimase di nuovo a casa. Dopo averle bruciate tutte, tirò
fuori chiodi e martello e chiuse con delle assi tutte le possibili
fESsure sulla porta DAvanti e quella del retro, cosicché non si
poteva più uscire. Mentre lavorava, canticchiava un allegro
motivetto, e trasaliva a ogni minimo rumore. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Sabato la cosa cominciò a sfuggire di mano. Ventiquattro lettere
indirizzate a Harry trovarono il modo di entrare in casa avvolte e
nascoste dentro ognuna delle due dozzine di uova che il lattaio,
perplESso, aveva consegnato a zia Petunia attraverso la finEStra del
soggiorno. Mentre zio Vernon faceva telefonate inferocite all'ufficio
postale e alla latteria, cercando qualcuno con cui prendersela, zia
Petunia, in cucina, sminuzzava le lettere col frullatore. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Ma chi diavolo è che ha tanta urgenza di parlarti?’ chiESe
sbalordito Dudley a Harry. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Mentre pronunciava quESte parole, qualcosa piovve con un fruscio giù
per la cappa del camino e lo colpì sulla nuca. Un attimo dopo, trenta
o quaranta lettere piombarono giù come una gragnuola di proiettili. I
Dursley le schivarono, ma Harry fece un balzo per cercare di
prenderne una... ‘Fuori! FUORI!’ Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Zio Vernon abbrancò Harry all'altezza della vita e lo scaraventò
nell'ingrESso. Una volta che zia Petunia e Dudley furono corsi fuori
coprendosi il viso con le braccia, zio Vernon sbatté la porta. DA
fuori, si sentivano ancora le lettere inonDAre la stanza, rimbalzando
sulle pareti e sul pavimento. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘QuESto è troppo’ disse zio Vernon cercando di parlare con calma e
al tempo stESso strappandosi a ciuffi i folti baffi. ‘Vi voglio qui tra cinque minuti, pronti a partire. Ce ne andiamo. Prendete solo
qualche abito. Niente discussioni’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Aveva un'aria così minacciosa, con i baffi che gli mancavano per
metà, che nESsuno osò contraddirlo. Dieci minuti dopo, si erano
aperti un varco strappando le assi inchioDAte sulle porte ed erano
saliti in macchina, dirigendosi a tutta velocità verso l'autostraDA.
Dudley, seduto sul sedile posteriore, stava frignando; suo padre gli
aveva DAto uno scapaccione perché si era attarDAto a cercare di
imballare il televisore, il videoregistratore e il computer nella
sacca DA ginnastica. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
AnDArono. E poi continuarono ad anDAre. Neanche zia Petunia osava
chiedere dove. Ogni tanto zio Vernon invertiva la marcia e per un po'
procedeva nella direzione opposta. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Me li levo di torno... vedrai se non me li levo di torno’
bofonchiava ogni volta che faceva quESta manovra. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Per tutto il giorno non si fermarono né per bere né per mangiare.
Giunta l'ora di cena, Dudley ululava DAlla disperazione. In vita sua
non aveva mai passato una giornata brutta come quella. Aveva fame,
aveva perso cinque programmi televisivi che avrebbe voluto vedere, e
non era mai rimasto tanto tempo senza far saltare in aria un alieno
sul suo computer. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Finalmente, zio Vernon si fermò DAvanti a uno squallido albergo,
alla periferia di una grande città. Dudley e Harry divisero una
stanza a due letti, rifatti con lenzuola umide e muffe. Dudley
cominciò a russare, ma Harry rimase sveglio, seduto sul DAvanzale
della finEStra, a fissare i fari delle macchine che passavano per la
straDA e a riflettere... Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Il giorno dopo, per colazione, mangiarono corn-flakES stantii e
toast con pomodori in scatola. Avevano appena finito, quando la
proprietaria dell'albergo si avvicinò al loro tavolo. ‘Chiedo scusa, ma uno di voi è Mr H. Potter? Di là sul bancone ho un centinaio di quESte’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Le prenderò io’ disse zio Vernon alzandosi in fretta e seguendola
fuori della sala DA pranzo. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Non sarebbe meglio anDArsene a casa, caro?’ suggerì timiDAmente
zia Petunia ore dopo, ma zio Vernon sembrò non sentirla. NESsuno di
loro sapeva ESattamente che cosa stESse cercando. Li condusse nel bel
mezzo di una forESta, scESe DAll'auto, si guardò intorno, scosse il
capo, risalì a bordo e ripartirono. La stESsa cosa accadde nel centro
ESatto di un campo arato, a metà di un ponte sospESo e in cima a un
parcheggio a più piani. ‘Papà è ammattito, vero?’ chiESe Dudley con voce piatta a zia Petunia verso sera. Zio Vernon aveva parcheggiato l'auto in riva al mare, li aveva chiusi tutti dentro ed era scomparso. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Cominciò a piovere. Grossi goccioloni tambureggiavano sul tettuccio
dell'auto. Dudley tirò su col naso. ‘lunedì’ disse alla madre. ‘Stasera ci sono i cartoni. Voglio anDAre DA qualche parte dove hanno il televisore’. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Lunedì. QuESto ricordò qualcosa a Harry. Se era lunedì - e in
genere si poteva star certi che Dudley sapESse i giorni della
settimana per via della televisione - allora l'indomani, martedì, era
l'undicESimo compleanno di Harry. Naturalmente, i suoi compleanni non
erano mai quel che si dice divertenti: l'anno prima i Dursley gli
avevano regalato una gruccia appendiabiti e un paio di calzini smESsi
di zio Vernon. Tuttavia, undici anni non si compiono mica tutti i
giorni. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Zio Vernon era tornato e sorrideva. Portava un involto lungo e
sottile e non rispose a zia Petunia quando gli chiESe che cosa avESse
comperato. ‘Ho trovato il posto ideale!’ disse. ‘Venite! Tutti fuori!’ Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Fuori DAll'auto faceva molto freddo. Zio Vernon stava indicando
qualche cosa al largo che rassomigliava a un grosso scoglio.
Appollaiata in cima allo scoglio c'era la catapecchia più miserabile
che si possa immaginare. Una cosa era certa: là dentro di televisori
non ce n'erano. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘Le previsioni per stasera annunciano tempESta!’ disse zio Vernon
in tono gaio, battendo le mani. ‘QuESto signore ha gentilmente
acconsentito a prEStarci la sua barca!’ Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Sulla barca faceva un freddo cane. Spruzzi d'acqua geliDA e gocce
di pioggia gli scendevano giù per il collo e un vento glaciale gli
frustava la faccia. Dopo quelle che sembrarono ore raggiunsero lo
scoglio dove zio Vernon, fra uno scivolone e una sdrucciolata, li
guidò alla casetta diroccata. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
L'interno era orribile; c'era un forte odore di alghe, attraverso
le fESsure delle pareti di legno fischiava il vento e il caminetto
era umido e vuoto. C'erano solo due stanze. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Le provviste di zio Vernon si rivelarono ESsere un pacchetto di
patatine a tESta e quattro banane. Cercò di fare un fuoco, ma i
pacchetti di patatine vuoti si limitarono a fare un gran fumo e ad
accartocciarsi. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
‘AdESso tornerebbe proprio utile qualcuna di quelle lettere, eh?’
fece tutto allegro. Era di ottimo umore. Era chiaro che pensava che nESsuno aveva la minima probabilità di raggiungerli per consegnare la posta, con la burrasca che c'era. In cuor suo, Harry fu d'accordo, anche se quel pensiero non lo rendeva affatto allegro. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Al calar della notte, la tempESta annunciata ESplose attorno a
loro. La schiuma delle onde altissime schizzava sulle pareti della
catapecchia e un vento feroce faceva sbattere le luride finEStre. Zia Petunia trovò alcune coperte tutte ammuffite nella seconDA stanza e
arrangiò un letto per Dudley sul divano tutto roso DAlle tarme. Lei e
zio Vernon si sistemarono sul materasso bitorzoluto della stanza
accanto e Harry dovette trovarsi il punto più morbido del pavimento e
rannicchiarsi sotto una coperta sottile e sbrindellata. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
La notte avanzava e la tempESta infuriava sempre più feroce. Harry
non riusciva a dormire. Scosso DA brividi, si rigirava alla ricerca
di una posizione comoDA, con lo stomaco che gli gorgogliava per la
fame. Il russare di Dudley era soffocato DAl cupo rumore del tuono
che iniziò attorno a mezzanotte. Il quadrante luminoso dell'orologio
di Dudley, che pendeva oltre il bordo del divano al suo polso
grassoccio, informò Harry che avrebbe compiuto undici anni di lì a
dieci minuti. REStò sdraiato a guarDAre il suo compleanno avvicinarsi
a ogni ticchettio, a chiedersi se i Dursley se ne sarebbero
ricorDAti, a domanDArsi dove fosse adESso l'autore delle lettere. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Ancora un minuto e avrebbe compiuto undici anni. Trenta secondi...
venti... dieci... nove... forse avrebbe svegliato Dudley soltanto per
DArgli fastidio... tre... due... uno.
BUM! Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
Tutta la catapecchia fu scossa DA un brivido e Harry saltò su a
sedere di scatto fissando la porta. Fuori c'era qualcuno, che bussava
chiedendo di entrare. Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1) |
BUM! Bussarono di nuovo. Dudley si svegliò di soprassalto. ‘Dov'è il cannone?’ chiESe stupiDAmente. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Ci fu una pausa. Poi... SMASH! La porta venne colpita con una tale forza che uscì di netto DAi cardini e atterrò con uno schianto assorDAnte sul pavimento. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Sulla soglia si stagliò un uomo gigantESco. Aveva il volto quasi
nascosto DA una criniera lunga e scomposta e DA una barba incolta e
aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come
neri scarafaggi sotto tutto quel pelame. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Il gigante sembrò farsi piccolo piccolo per entrare nella
catapecchia, piegandosi in modo DA sfiorare appena il soffitto con la
tESta. Poi si chinò a terra, raccolse la porta e la rinfilò nei cardini con la massima disinvoltura. Di fuori, il fragore della
tempESta si attutì un poco. Il gigante si voltò per guarDArli a uno a
uno. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
A gran passi, si avvicinò al divano dove Dudley giaceva
pietrificato DAl terrore. ‘Muoviti, ciccione!’ gli intimò lo straniero. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘L'ultima volta che ti ho visto, eri ancora un soldo di cacio’
disse il gigante. ‘Hai prESo DAl tuo papà, ma gli occhi sono della
mamma’. Zio Vernon emise uno strano rumore stridulo. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Le ingiungo di uscire immediatamente, signore!’ disse. ‘QuESta è
un'effrazione bella e buona!’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Ma chiudi il becco, scimunito d'un Dursley!’ ESclamò il gigante;
allungò la mano oltre lo schienale del divano, strappò il fucile
DAlle mani di zio Vernon, ci fece un nodo con la massima facilità
come fosse stato di gomma, e lo scaraventò in un angolo. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Zio Vernon emise un altro rumore strano, come un topo che viene
calpEStato. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Allora, Harry’ disse il gigante voltando le spalle ai Dursley,
‘buon compleanno! Ho una cosetta per te... mi sa che mi ci sono
seduto sopra, ma il sapore dovrebbe ESsere ancora buono’. DA una tasca interna del suo pastrano nero EStrasse una scatoletta leggermente schiacciata. Harry l'aprì con dita tremanti. Dentro c'era una torta al cioccolato grossa e appiccicosa con su scritto, a lettere verdi di glassa: ‘Buon Compleanno Harry’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Harry guardò il gigante. Voleva dirgli grazie, ma le parole si
persero prima di arrivargli alle labbra, e quel che invece gli uscì
detto fu: ‘Chi sei?’ Il gigante riDAcchiò. ‘Giusto, va', non mi sono prESentato. Rubeus Hagrid, Custode delle Chiavi e dei Luoghi a Hogwarts’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
TESe una mano enorme e strinse tutto il braccio di Harry. ‘Allora, quESto tè?’ disse poi stropicciandosi le mani. ‘BaDAte bene, non direi di no a qualcosa di più forte, se c'è’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Lo sguardo gli cadde sul focolare vuoto, a eccezione dei pacchetti
di patatine accartocciati, e sbuffò. Si chinò sul caminetto; gli
altri non potevano vedere quel che faceva, ma quando si ritrasse un
attimo dopo, il fuoco scoppiettava, illuminando l'umiDA catapecchia
di un tremulo bagliore. Harry sentì il calore inonDArlo come se si
fosse immerso in un bagno caldo. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Il gigante tornò a sedersi sul divano che cedette sotto il suo
pESo, e cominciò a tirare fuori DAlle tasche del pastrano ogni sorta
di oggetti: un bollitore di rame, un pacchetto di salsicce tutto molle, un attizzatoio, una teiera, alcune tazze sbeccate e un flacone
contenente un liquido color ambra di cui bevve una sorsata prima di
cominciare a fare il tè. Ben prESto la catapecchia fu piena dello
sfrigolio e dell'odore di salsiccia. NESsuno disse una parola mentre
il gigante si DAva DA fare, ma non appena ebbe fatto scivolare
DAll'attizzatoio le prime sei salsicce, grasse, succulente e
leggermente abbrustolite, Dudley diede segni di irrequietezza. Zio
Vernon gli disse in tono aspro: ‘Non toccare niente di quel che ti
dà, Dudley!’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Il gigante riDAcchiò beffardo. ‘Quel ciccione di tuo figlio non ha bisogno di ingrassare ancora, Dursley, non ti preoccupare’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
E passò le salsicce a Harry: il ragazzo era talmente affamato che
gli parve di non aver mai assaggiato niente di così squisito;
intanto, non riusciva a togliere gli occhi di dosso al gigante.
Infine, visto che nESsuno si decideva a DAre spiegazioni, disse:
‘Scusa, ma ancora non ho capito bene chi sei’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Mi spiace?’ abbaiò Hagrid voltandosi a guarDAre i Dursley che si
ritrassero in un angolo buio. ‘a loro che deve dispiacere! Sapevo che
non ti venivano consegnate le lettere, ma... che non sapESsi niente
di Hogwarts! Non ti sei mai chiESto dove i tuoi genitori avevano
imparato tutto quel po' po' di roba che sapevano?’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Tutto cosa?’ chiESe Harry. ‘TUTTO cosa?!’ tuonò Hagrid. ‘Aspetta un attimo!’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Balzò in piedi. Arrabbiato com'era, sembrava riempire tutta la
stanza. I Dursley erano appiattiti contro la parete. ‘Volete forse dirmi’ gli ringhiò in faccia, ‘che quESto ragazzo - quESto ragazzo! - non sa niente... di NIENTE?’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
QuESto, a Harry, sembrava un po' troppo. Dopo tutto, era anDAto a
scuola e i suoi voti non erano poi tanto male. ‘Alcune cose le so’ disse. ‘So far di conto e altre cose del genere’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Ma Hagrid fece un gESto impaziente con la mano e disse: ‘Del nostro
mondo, dico. Del tuo mondo. Del mio mondo. Del mondo dei tuoi
genitori’. ‘Quale mondo?’ Pareva che Hagrid stESse per ESplodere. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Anche un uomo più coraggioso di Vernon Dursley avrebbe tremato di
paura sotto lo sguardo furibondo che Hagrid gli lanciò. Quando il
gigante parlò, ogni sillaba fu uno scoppio di rabbia. ‘Non glielo hai mai detto? Non gli hai mai detto che cosa c'era scritto nella lettera che Silente gli ha appiccicato addosso? GuarDA che io c'ero. Ho visto Silente che lo faceva, Dursley! E gliel'hai tenuta nascosta per tutti quESti anni?’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Che cosa mi ha tenuto nascosto?’ chiESe Harry avido di sapere. ‘BASTA! GLIELO pROIBISCO!’ gridò zio Vernon in preDA al panico. Zia Petunia emise un rantolo d'orrore. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Oh, anDAte a quel paESe, voi due!’ disse Hagrid. ‘Harry... tu sei
un mago’. Nella catapecchia piombò il silenzio. Si sentiva solo il frangersi delle onde e l'ululato del vento. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Che cosa sono, io?’ chiESe Harry senza fiato. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Harry allungò la mano per prendere finalmente la busta giallastra,
scritta con l'inchiostro verde smeraldo, indirizzata a Mr H. Potter,
Piano terra, Catapecchia sullo scoglio, Mare. Tirò fuori la lettera e
lESse: Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
SCUOLA DI MAGIA
E STREGONERIA DI HOGWARTS Direttore: Albus Silente (Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande ESorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi) Caro Mr Potter, siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di tESto e delle attrezzature necESsarie. I corsi avranno inizio il 1o settembre. REStiamo in attESa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v. Con ossequi, Minerva Mcgranitt Vicedirettrice Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Harry sentì una ridDA di domande che gli ESplodeva
nella tESta come un fuoco d'artificio, ma non riusciva a decidere DA
quale cominciare. Dopo alcuni minuti balbettò: ‘Che cosa significa
che aspettano il mio gufo?’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Per mille fulmini! L'avevo dimenticato’ disse Hagrid battendosi
una mano sulla fronte così forte che avrebbe manDAto a zampe all'aria
un cavallo DA tiro, e DAll'ennESima tasca interna del pastrano
EStrasse un gufo - un gufo in carne e ossa, con le penne tutte arruffate - una lunga penna d'oca e un rotolo di pergamena. Con la
lingua tra i denti per lo sforzo, buttò giù un biglietto che Harry
riuscì a leggere all'incontrario:
Per Silente, ho consegnato la lettera a Harry. Domani lo accompagno a comperare quello che serve. Qui il tempo è orribile. Spero che Lei stia bene. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Hagrid Poi arrotolò la pergamena, la porse al gufo che
l'afferrò col becco e, direttosi verso la porta, lanciò il
volatile nella bufera. Quindi tornò indietro e si sedette come se
tutta quella faccenDA fosse la cosa più naturale del mondo. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Harry, rendendosi conto che la bocca gli pendeva aperta per lo
stupore, si affrettò a richiuderla.
‘Dove eravamo arrivati?’ riprESe Hagrid, ma in quello stESso
momento zio Vernon, ancora terreo in volto ma con ESprESsione
molto arrabbiata, si avvicinò al fuoco. ‘Non ci andrà’ disse. Hagrid grugnì. ‘Vorrei proprio vedere un Babbano della tua specie che ferma Harry’ disse. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Un che cosa?’ chiESe Harry tutto interESsato. ‘Un Babbano’ disse Hagrid, ‘è così che chiamiamo le persone senza poteri magici, come loro. Ed è una grande sfortuna che tu sei crESciuto nella famiglia dei Babbani peggio che ho mai visto’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Quando lo abbiamo prESo, abbiamo giurato di farla finita con
tutte quESte stupiDAggini’ disse zio Vernon, ‘che gliel'avremmo
fatta passare, con le buone o con le cattive. Magia! Figuriamoci!’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Lo sapevate?’ ESclamò Harry. ‘Voi sapevate che io sono un
mago?’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Sapevamo!’ strillò zia Petunia. ‘Certo che sapevamo! Come
avrESti potuto sfuggire a quESta DAnnazione, visto che tipo era
mia sorella? Ricevette una lettera proprio come la tua e sparì,
inghiottita in quella... in quella scuola... e ogni volta che
tornava a casa per le vacanze, aveva le tasche piene di uova di
ranocchia, e trasformava le tazze DA tè in topi. Io ero l'unica
che capisse quel che era: un'anormale! Ma per mio padre e mia
madre, no! Loro... Lily di qua, Lily di là! Erano tutti fieri di
avere una strega in famiglia!’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Si interruppe per riprendere fiato e poi ricominciò a
sbraitare. Sembrava che avESse attESo per anni il momento di
sputar fuori tutto. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Poi, a scuola conobbe quel Potter. Scapparono insieme, si
sposarono e nascESti tu, e naturalmente sapevo benissimo che tu
sarESti stato identico a loro, altrettanto strampalato,
altrettanto... anormale... e poi, se permetti, hanno avuto la
bella idea di saltare in aria, ed ecco che tu ci sei piombato tra
capo e collo!’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Harry era sbiancato in volto. Non appena ebbe ritrovato la voce
disse: ‘Saltati in aria? Mi avete detto che erano morti in un
incidente d'auto’. ‘INCIDENTE D'AUTO?’ tuonò Hagrid saltando su così infuriato che
i Dursley corsero a rintanarsi nel loro cantone. ‘Come avrebbero
potuto Lily e JamES Potter rimanere uccisi in un incidente
d'auto? un affronto! Ed è scanDAloso che Harry Potter ignori la
propria storia, quando non c'è moccioso nel nostro mondo che non
conosca il suo nome!’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Ma perché? Che cosa è succESso?’ chiESe Harry impaziente.
L'ira svanì DAl viso di Hagrid. D'un tratto parve ansioso. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘QuESto non me lo aspettavo proprio’ disse con voce bassa e
preoccupata. ‘Quando Silente mi ha detto che potevo avere qualche
difficoltà a portarti via, non avevo idea di quanto tu non
sapevi. Oh, Harry, non so se sono la persona giusta per
dirtelo... ma qualcuno deve pure: non puoi anDAre a Hogwarts
senza sapere’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Lanciò un'occhiataccia ai Dursley.
‘Be', è meglio che sai quel che posso dirti io... BaDA però che
non posso raccontarti tutto, perché è un gran mistero, grande
assai’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Chi?’
‘Be', preferisco non nominarlo, se posso. Tutti preferiscono,
tutti’.
‘E perché?’
‘Per tutti i gargoyle, Harry, la gente è ancora terrorizzata.
Oh, povero me, quant'è difficile! Vedi, c'era quESto mago che poi
ha... ha prESo la via del male. Tutto il male che riESci a
immaginare. Il peggio. Il peggio del peggio. Il suo nome era...’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Hagrid prESe fiato ma non gli uscì una parola di bocca.
‘Puoi scriverlo?’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘No, non so scriverlo. E va bene: Voldemort’ - Hagrid rabbrividì
- ‘ma non farmelo ripetere. A ogni modo, circa venti anni fa,
quESto mago cominciò a mettersi in cerca di seguaci. E li trovò. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Alcuni lo seguirono per paura, altri perché volevano una briciola
del suo potere: perché lui, di potere, ne stava conquistando
molto. Tempi bui, Harry. Senza sapere di chi potersi fiDAre,
senza osare fare amicizia con maghi e streghe sconosciuti... Sono
succESse cose terribili. Lui stava prendendo il sopravvento. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Credo che Silente è il solo di cui Tu-Sai-Chi avESse paura. Non
ha osato impadronirsi della scuola, a ogni modo non allora. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Ora, e qui si arriva alla tua mamma e al tuo papà, erano i
migliori che io ho mai conosciuto. Ai loro tempi, erano i primi
della scuola, a Hogwarts. Il mistero è perché Tu-Sai-Chi non ha
cercato mai di tirarli DAlla sua parte... Forse sapeva che erano
troppo vicini a Silente e non volevano avere niente a che fare
con il Lato Oscuro. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Forse pensava di riuscire a convincerli... forse voleva soltanto che si levavano DAi piedi. Tutto quel che si sa è che
dieci anni fa, nel giorno di Halloween, spuntò nel villaggio dove
abitavate voi. Tu avevi appena un anno. Lui entrò in casa e...
e...’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
D'un tratto Hagrid tirò fuori un fazzoletto tutto sporco e
pieno di macchie, e si soffiò il naso con il fragore di un corno
DA nebbia. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Tu-Sai-Chi li uccise. E poi - e quESta è la cosa veramente
misteriosa - cercò di uccidere anche te. Chissà, voleva fare
piazza pulita, o forse a quel tempo ammazzava solo per il gusto
di farlo. Ma non ci riuscì. Ti sei mai chiESto come hai quella
cicatrice sulla fronte? Non fu un taglio qualsiasi. Quello è il
segno che ti rimane quando vieni toccato DA un caso potente e
maligno: non ha risparmiato la tua mamma e il tuo papà, e neanche
la casa, ma su di te non ha funzionato, e quESto è il motivo per
cui sei famoso, Harry. NESsuno di quelli che lui aveva deciso di
uccidere l'ha fatta franca, nESsuno, tu solo. E baDA bene che ha
ucciso maghi e streghe tra i migliori del suo tempo: i McKinnon,
i Bone, i Prewett; e tu, che eri soltanto un neonato, ce l'hai
fatta’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Nella mente di Harry accadde qualcosa di molto doloroso. Mentre
il racconto di Hagrid si avviava alla conclusione, rivide il
bagliore accecante di luce verde più chiaramente di quanto non
avESse mai ricorDAto prima; poi, gli tornò in mente anche qualche
cos'altro, per la prima volta in vita sua: una risata lunga,
fredDA, crudele. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Hagrid lo guarDAva pieno di tristezza.
‘Ti ho raccolto tra le macerie della casa con le mie mani, su
ordine di Silente. E ti ho portato DA quESti qua’.
‘Tutte balle!’ ESclamò zio Vernon. Harry ebbe un soprassalto:
aveva quasi dimenticato la prESenza dei Dursley. Zio Vernon aveva
tutta l'aria di aver recuperato il coraggio. Fissava Hagrid con
odio e teneva i pugni serrati. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘E ora, sta' a sentire, ragazzo’ disse in tono adirato. ‘Mi sta
bene che in te ci sia qualcosa di strano, probabilmente nulla che
non sarebbe guarito con una buona sculacciata... Ma quanto a
tutte quESte storie sui tuoi genitori... è vero, erano
strampalati, inutile negarlo, e a mio parere il mondo sta molto
meglio senza di loro. Quel che gli è capitato se lo sono cercato,
a forza di frequentare tutti quei maghi... accaduto proprio quel
che avevo previsto; ho sempre saputo che avrebbero fatto una
brutta fine’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Ma in quel preciso istante, Hagrid balzò in piedi ed EStrasse
DA sotto il pastrano un ombrello rosa tutto contorto. Puntandolo
contro zio Vernon come una spaDA, disse: ‘Ti avverto, Dursley...
ti avverto: un'altra parola e...’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
All'idea di finire infilzato sul puntale di un ombrello DA un
gigante barbuto, il coraggio di zio Vernon venne meno un'altra volta. Si appiattì contro la parete e rimase in silenzio. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Così va meglio’ fece Hagrid col rESpiro affannoso, e si
sedette di nuovo sul divano, che quESta volta cedette
definitivamente fino a toccare terra. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Intanto, Harry aveva un sacco di domande DA fare: anzi,
centinaia. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Ma che ne è stato di Vol... ehm, scusa, di Tu-Sai-Chi?’
‘Buona domanDA, Harry. Scomparso. Svanito nel nulla. La notte
stESsa che cercò di ucciderti. E quESto ti ha rESo ancor più
famoso. QuESto è il mistero dei misteri, vedi... Lui stava
diventando sempre più potente. Perché sparire? Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Alcuni dicono che è morto. Balle, secondo me. Non so se dentro
aveva ancora qualcosa di abbastanza umano DA morire. Altri dicono
che è ancora lì che aspetta il momento buono, ma io non ci credo.
Gente che stava DAlla sua parte è tornata DAlla nostra. Sembrava
quasi che uscissero DA una trance. Non credo che potevano farlo
se lui tornava. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘I più di noi credono che è ancora vivo chissà dove, ma che ha
perso i suoi poteri, che è troppo debole per anDAre avanti. Perché
qualcosa di te, Harry, lo ha fermato. succESso qualcosa, quella
notte, che lui non aveva considerato... Io non so che cosa, e
nESsuno lo sa... ma c'è qualche cosa, in te, che lo ha
sconfitto’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Hagrid guarDAva Harry e nei suoi occhi brillavano calore e
rispetto; Harry, DAl canto suo, anziché sentirsi compiaciuto e
orgoglioso, era sicuro che ci dovESse ESsere un terribile errore. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Un mago? Lui? Com'era possibile? Aveva passato una vita a farsi
picchiare DA Dudley e angariare DA zia Petunia e DA zio Vernon;
se fosse stato veramente un mago, perché non si erano trasformati
in rospi verrucosi ogni volta che avevano cercato di rinchiuderlo
nel ripostiglio? Se una volta aveva sconfitto il più grande
stregone del mondo, come mai Dudley lo aveva sempre prESo a calci
come un pallone? Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Con sua grande sorprESa, Hagrid riDAcchiò.
‘Non sei un mago, eh? Senti un po': non ti capita mai di far
succedere qualcosa, quando ti spaventano o ti fanno arrabbiare?’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Harry fissò il fuoco. Ora che ci pensava... tutte le cose
strane che manDAvano gli zii su tutte le furie erano sempre
accadute quando lui, Harry, era turbato o arrabbiato... Quando
era inseguito DAlla ghenga di Dudley, chissà come, si ritrovava
sempre fuori tiro... Quando aveva avuto paura di anDAre a scuola
con quel ridicolo taglio di capelli era riuscito a farseli
ricrEScere... E poi, l'ultima volta che Dudley lo aveva picchiato
non si era forse prESo la rivincita, senza neanche rendersene
conto? Non gli aveva aizzato contro un boa constrictor? Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Harry tornò a guarDAre Hagrid con un sorriso, e si accorse che
il gigante glielo ricambiava apertamente.
‘Visto?’ disse Hagrid. ‘Harry Potter non è un mago? Aspetta e
vedrai: prESto sarai famoso, a Hogwarts!’ Ma zio Vernon non era intenzionato a cedere senza DAr
battaglia. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Mi pareva di averle detto che il ragazzo non ci va, in quel
posto’ sibilò. ‘Andrà a Stonewall e dovrà anche ringraziarci. Ho
letto tutte quelle lettere in cui chiedono un mucchio di
stupiDAggini... Libri di incantESimi, bacchette magiche...’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Se lui vuole anDArsene, neanche un grosso Babbano come te
riuscirà a fermarlo’ ringhiò Hagrid. ‘Impedire al figlio di Lily
e JamES Potter di anDAre a Hogwarts! Roba DA pazzi! Il suo nome è
scritto DA quando è nato. Frequenterà la migliore scuola di
stregoneria e sortilegio del mondo. Sette anni laggiù e non si
riconoscerà più neanche lui. Starà insieme a giovani della sua
specie, tanto per cambiare, sotto il più grande direttore che
Hogwarts ha mai avuto, Albus Silen...’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Ma aveva superato ogni limite. Hagrid aveva afferrato
l'ombrello e lo stava facendo roteare sopra la tESta. ‘MAI...’
tuonò ‘INSULTARE - ALBUS - SILENTE - DAVANTI - A - ME!’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Sferzando l'aria con l'ombrello, lo puntò contro Dudley: ci fu
un bagliore di luce violetta, un rumore come di petardo e un
acuto squittio. Un attimo dopo, Dudley ballava con le mani
serrate sul grosso deretano, ululando di dolore. Quando volse
loro le spalle, Harry vide un codino arricciato DA maialetto che
gli spuntava DA un buco nei pantaloni. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Hagrid guardò l'ombrello e si stropicciò la barba.
‘Non dovevo DAr di matto’ disse con aria dolente. ‘Ma tanto,
non ha funzionato. Volevo trasformarlo in un maiale ma gli
assomiglia già tanto che il lavoro DA fare non era molto’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Gettò uno sguardo in tralice a Harry DA sotto le sopracciglia
cESpugliose. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Che non ti scappi con nESsuno, a Hogwarts, eh?’ disse. ‘Ehm...
vedi, secondo la regola, io non dovrei fare magie. Mi è stato
permESso di farne qualcuna, ma solo per seguire te e per portarti
le lettere e robe del genere... e quESta era una delle ragioni
per cui dESideravo tanto ricevere quESto incarico’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘Perché non ti è permESso fare magie?’ chiESe Harry.
‘Oh, be', sai... anch'io un tempo frequentavo la scuola di
Hogwarts, ma... ehm... per dirla tutta, sono stato ESpulso. Al
terzo anno. Mi hanno spezzato la bacchetta magica a metà,
eccetera eccetera. Ma Silente mi ha permESso di rimanere come
guardiacaccia. Grand'uomo, Silente!’ Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
‘E perché sei stato ESpulso?’ ‘Mi sa che si fa tardi e domani abbiamo un mucchio di cose DA fare’ disse Hagrid alzando la voce. ‘Dobbiamo arrivare in città, comprare i libri e tutto il rESto’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Si tolse di dosso il pESante pastrano nero e lo gettò a Harry.
‘Puoi coprirti con quESto’ disse. ‘Non ti preoccupare se lo senti muovere un po'. Credo che in una delle tasche sono rimasti
un paio di topolini’. Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1) |
Harry spiegò un secondo foglio che la sera prima non aveva
notato e lESse. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
SCUOLA di MAGIA e
STREGONERIA di HOGWARTS Uniforme Gli studenti del primo anno dovranno avere: Tre completi DA lavoro in tinta unita (nero) Un cappello a punta in tinta unita (nero) DA giorno Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili) Un mantello invernale (nero con alamari d'argento) N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono ESsere contrassegnati DA una targhetta con il nome. Libri di tESto Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti tESti: Manuale degli IncantESimi, Volume primo, di MiranDA Gadula Storia della Magia, di BathilDA Bath Teoria della Magia, di ADAlbert Incant GuiDA pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott Mille erbe e funghi magici, di PhylliDA Spore Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro Le Forze Oscure: guiDA all'autoprotezione, di DAnte Tremante Altri accESsori 1 bacchetta magica 1 calderone (in peltro, misura stanDArd 2) 1 set di provette di vetro o cristallo 1 telEScopio 1 bilancia d'ottone Gli allievi possono portare anche un gufo, oppure un gatto, oppure un rospo. Si ricorDA ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l'uso di manici di scopa personali. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Hai ancora la lettera, Harry?’ chiESe mentre contava le
maglie. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Harry tirò fuori DAlla tasca la busta di pergamena.
‘Bene’ disse Hagrid. ‘Lì c'è un elenco di tutto quel che ti serve’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Sul treno la gente li scrutava più che mai. Hagrid occupava due posti a sedere e aveva prESo a sferruzzare quello che sembrava un
tendone DA circo color giallo canarino. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ah, sì?’
‘Lo dESidero DA quando ero piccolo... Ecco, DA quESta parte’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘E perché?’
‘Perché? Ma DAi, Harry, perché tutti allora vogliono risolvere i loro problemi con la magia. No, è meglio che non ci immischiamo’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
In quel momento, la barca urtò dolcemente la banchina del
porto. Hagrid ripiegò il giornale, ed entrambi risalirono la
scaletta di pietra che portava sulla straDA. I passanti
guarDAvano Hagrid con tanto d'occhi, mentre i due attraversavano
la cittadina diretti alla stazione. Harry non sapeva DAr loro
torto. Non soltanto Hagrid era due volte più alto del normale, ma
continuava ad additare cose del tutto comuni, come i parchimetri,
dicendo ad alta voce: ‘Vedi, Harry? QuESta è la roba che si
inventano i Babbani!’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ma che cosa fa il Ministero della Magia?’
‘Be', il compito più importante è non far sapere ai Babbani che in giro per il paESe ci sono ancora streghe e maghi’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Certo’ rispose Hagrid. ‘Naturalmente, come ministro volevano
Silente, ma lui non lascerebbe mai Hogwarts, e così l'incarico è
anDAto al vecchio Cornelius Caramell. E' pasticcione come pochi:
perciò, tutte le mattine intruppa Silente di gufi, per chiedere
consigli’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘ESiste un Ministero della Magia?’ chiESe Harry, incapace di
trattenersi. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Magie... incantESimi’ disse Hagrid, sfogliando il giornale
mentre parlava. ‘Dicono che a guardia delle camere blinDAte ci
sono dei draghi. E poi bisogna trovare la straDA... Vedi, la
Gringott si trova centinaia di chilometri sotto Londra. Molto più
giù della metropolitana. Anche se riESci a mettere le mani su un
bel bottino, prima di rivedere la luce fai a tempo a crepare di
fame’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Harry continuava a pensare a tutte quESte cose mentre Hagrid
leggeva il giornale, La Gazzetta del Profeta. Zio Vernon gli
aveva insegnato che alla gente piace ESsere lasciata in pace
quando legge il giornale, ma era molto difficile farlo, perché
non gli si erano mai affollate in mente tante domande in vita
sua. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Certo che sì’ disse Harry, che non vedeva l'ora di assistere
ad altre magie. Hagrid EStrasse di nuovo l'ombrello rosa, lo batté
due volte sulla fiancata della barca e partirono verso terra a
tutta velocità. ‘Perché ci sarebbe DA ESser matti a organizzare una rapina alla
Gringott?’ chiESe Harry. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
PrESero posto nella barca. Ma Harry continuava a guarDAre
Hagrid, cercando di immaginarlo volare. ‘Che seccatura dover remare, però’ disse Hagrid lanciando a Harry un'altra delle sue occhiate in tralice. ‘Io cerco di fare un po' più in fretta; ti va di non dire niente, quando saremo a Hogwarts?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Come hai fatto ad arrivare fin qui?’ chiESe Harry guarDAndosi
intorno in cerca di un'altra barca. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘In volo’ rispose Hagrid.
‘In volo?’ ‘Sì. Ma per tornare indietro useremo quESta. Ora che sono con te, non devo fare magie’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Hai prESo tutto? Allora andiamo’ disse poi.
Harry seguì Hagrid fuori, sullo scoglio. Ora il cielo era terso
e il mare luccicava sotto il sole. La barca che zio Vernon aveva
prESo in affitto era ancora lì, piena d'acqua per via del
temporale. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Folletti?’
‘Sì... E bisogna ESsere matti per tentare una rapina, te lo dico io. Con i folletti non si scherza. La Gringott è il posto più sicuro del mondo, se vuoi mettere qualcosa al sicuro... tranne Hogwarts, forse. Ora che ci penso, alla Gringott ci devo anDAre in tutti i modi. Per Silente. QuEStioni che riguarDAno Hogwarts’. Hagrid gonfiò il petto tutto fiero. ‘In genere lui mi manDA a fare le sue commissioni importanti. Venire a prendere te... portargli certe cose DAlla Gringott... Sa che di me si può fiDAre, capisci? Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘ESistono banche dei maghi?’
‘Una sola, la Gringott. Sono i folletti che se ne occupano’. Harry lasciò cadere il pezzo di salsiccia che aveva in mano. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ma se la loro casa è anDAta distrutta!’
‘Non tenevano mica l'oro in casa, ragazzo! Allora, prima fermata alla Gringott. La banca dei maghi. Acchiappa una salsiccia; fredde non sono niente male... e non mi dispiacerebbe neanche una fetta della tua torta di compleanno’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Che ti preoccupi?’ rispose Hagrid alzandosi e grattandosi
vigorosamente la tESta. ‘Pensi che i tuoi genitori non ti hanno
lasciato niente?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ehm... Hagrid?’
‘Che cosa c'è?’ chiESe Hagrid mentre si infilava gli enormi stivali. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Hagrid sbadigliò rumorosamente, si mise seduto e si stiracchiò.
‘Meglio che andiamo, Harry, abbiamo un sacco di cose DA fare, oggi: dobbiamo arrivare a Londra e fare gli acquisti per la scuola’. Harry si stava rigirando tra le mani le monete magiche e le osservava. Gli era appena venuto in mente un pensiero che lo fece sentire come se quel palloncino di felicità gli si fosse bucato. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘DAgli cinque zellini’ disse Hagrid con voce assonnata.
‘Zellini?’ ‘Le monetine di bronzo’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Harry contò cinque piccole monete di bronzo e il gufo allungò
la zampa per consentirgli di mettere il denaro in un borsellino
di cuoio che vi portava legato. Poi volò via DAlla finEStra
aperta. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Sembrava che il pastrano di Hagrid fosse fatto soltanto di
tasche. Mazzi di chiavi, proiettili per fionDA, gomitoli di
spago, mentine, bustine di tè... finalmente, Harry tirò fuori una
manciata di monete DAll'aspetto strano. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Hagrid!’ disse Harry a voce alta. ‘C'è un gufo!’
‘Pagalo’ grugnì Hagrid DAl divano. ‘Come?’ ‘Bisogna pagarlo per la consegna del giornale. GuarDA nelle tasche’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Si mise seduto e il pESante pastrano di Hagrid gli cadde di
dosso. La catapecchia era tutta illuminata DAl sole, la bufera
era passata; Hagrid, in carne e ossa, dormiva sul divano
sfonDAto, e un gufo raspava con gli artigli alla finEStra,
tenendo un giornale nel becco. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Harry scattò in piedi, ed era talmente contento che si sentiva
leggero come un palloncino. Andò alla finEStra e la spalancò. Il
gufo volò dentro e lasciò cadere il giornale su Hagrid, e poiché
non si svegliava, cominciò a svolazzare sul pavimento beccando il
suo soprabito. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Il mattino dopo, Harry si svegliò di buon'ora. Benché si
rendESse conto che era giorno fatto, tenne gli occhi ben chiusi. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Si può comprare tutto a Londra?’ si chiESe ad alta voce Harry.
‘Sì, se uno sa dove anDAre’ rispose Hagrid. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Era un piccolo pub, DAll'aspetto sordido. Se Hagrid non glielo avESse indicato, Harry non ci avrebbe neanche fatto caso. I passanti frettolosi non gli gettavano neanche un'occhiata. Gli sguardi anDAvano DAlla grossa libreria su un lato della straDA al negozio di dischi sull'altro, come se per loro Il paiolo magico fosse invisibile. E infatti, Harry aveva la stranissima?sensazione che solo lui e Hagrid lo vedESsero. Prima che potESse dire una parola, Hagrid lo aveva spinto dentro. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Per ESsere un posto famoso, Il paiolo magico era molto buio e dimESso. Alcune vecchie erano sedute in un angolo e sorseggiavano un bicchierino di sherry. Una di loro fumava una lunga pipa. Un omino col cappello a cilindro stava parlando al vecchio barman, completamente calvo, che sembrava una noce di gomma. Il sordo brusio della conversazione si arrEStò al loro ingrESso. Sembrava?che tutti conoscESsero Hagrid; lo salutarono e gli sorrisero, e?il barman prESe un bicchiere dicendo: ‘Il solito, Hagrid?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Non posso, Tom, sono in servizio per Hogwarts’ disse il gigante DAndo una grossa pacca con la manona sulla spalla di Harry, al quale si piegarono le ginocchia. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Buon Dio!’ ESclamò il barman scrutando Harry. ‘QuESto è... non sarà mica...?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Mi venisse un colpo...’ sussurrò con un filo di voce il vecchio barman. ‘Ma è Harry Potter! Quale onore!’ Uscì di corsa DA dietro il bancone, si precipitò verso Harry e gli afferrò la mano con le lacrime agli occhi. ‘Bentornato, Mr Potter, bentornato!’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Harry non sapeva che cosa dire. Tutti lo guarDAvano. La vecchia continuava a DAr tirate alla pipa senza accorgersi che si era spenta. Hagrid era raggiante. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Ci fu un grande tramEStio di sedie, e subito dopo Harry si trovò Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
a stringere la mano di tutti i prESenti.?‘Sono Doris Crockford, Mr Potter. Non riESco a crederci! Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Finalmente la conosco!’?‘Sono così orgoglioso, Mr Potter, veramente orgoglioso’.?‘Ho sempre dESiderato stringerle la mano... Sono così agitato!’ ‘Oh, Mr Potter, non so dirle quanto piacere mi fa conoscerla! Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Mi chiamo Lux, DeDAlus Lux’.?‘Ma io la conosco!’ disse Harry, mentre a DeDAlus Lux cadeva il cappello a cilindro per l'emozione. ‘Una volta mi ha fatto l'inchino in un negozio’. ‘Se lo ricorDA!’ gridò l'omino guarDAndo tutti a uno a uno. ‘Avete sentito? Si ricorDA di me!’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Si fece largo un giovanotto pallido DAll'aria molto nervosa. Aveva un tic a un occhio. ‘ProfESsor Raptor!’ disse Hagrid. ‘Harry, il profESsore sarà uno dei tuoi insegnanti a Hogwarts’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘P-P-Potter’ balbettò il profESsor Raptor afferrando la mano di Harry, ‘n-n-non so d-d-dirle qu-quanto s-sono felice di c-c-conoscerla’. ‘Che tipo di magia insegna lei, profESsor Raptor?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘D-difESa co-contro le Arti O-o-oscure’ balbettò Raptor come se avESse preferito non saperlo. ‘N-n-non che a lei s-serva, eh, P-P-Potter?’ E rise nervosamente. ‘Su-su-ppongo che s-s-starà ri-rifornendosi d-di tu-tu-tutto quel che le s-s-erve, v-vero, P-Potter? I-io devo p-prendere u-un nuovo li-libro s-sui va-va-vampiri’. Appariva terrorizzato al solo pensiero. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ora dobbiamo anDAre... un mucchio di acquisti DA fare. Sbrigati, Harry’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Doris Crockford strinse un'ultima volta la mano a Harry e Hagrid gli fece straDA attraverso il bar; uscirono in un piccolo cortile circonDAto DA un muro, dove non c'era altro che un bidone della spazzatura e qualche erbaccia. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Hagrid sorrise a Harry. ‘Te l'avevo detto, no? Te l'avevo detto che eri famoso. Anche il profESsor Raptor tremava tutto quando ha fatto la tua conoscenza... Va bene che per lui tremare è normale’. ‘sempre così nervoso?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Oh, sì! Povero diavolo. Una mente geniale. stato benissimo?fino a che ha studiato sui libri, ma poi si è prESo un anno di congedo per anDAre a fare qualche ESperienza sul campo... Dicono che nella ForESta Nera ha incontrato i vampiri e che c'è anche stata una brutta storia con una strega... DA allora non è più?lui. Lo spaventano gli studenti, lo spaventa la sua stESsa?materia... Ma vediamo un po', dov'è finito il mio ombrello?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Vampiri? Streghe? A Harry girava la tESta. Nel frattempo, Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Il mattone che aveva colpito vibrò... si contorse... al centro, apparve un piccolo buco... si fece sempre più grande... e un attimo dopo si trovarono di fronte un arco abbastanza largo DA far passare Hagrid. L'arco DAva su una straDA selciata tutta curve, di cui non si vedeva la fine. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Sorrise allo stupore di Harry. Attraversarono l'arco. Harry gettò una rapiDA occhiata alle sue spalle e vide l'arco rimpicciolirsi, ridiventando un muro compatto. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Il sole splendeva illuminando una pila di calderoni fuori del negozio più vicino. Un'insegna appESa sopra diceva: Calderoni. Tutte le dimensioni. Rame, ottone, peltro, argento. AutorimEStanti. Pieghevoli. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Te ne servirà uno’ disse Hagrid, ‘ma prima dobbiamo anDAre a prenderci i soldi’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Harry avrebbe voluto avere altre quattro paia di occhi. StraDA facendo, si girava di qua e di là nel tentativo di vedere tutto e subito: i negozi, le cose ESposte all'ESterno, la gente che?faceva le spESe. Mentre passavano, una donna grassottella, appena uscita DA una farmacia, scuoteva la tESta commentando: ‘Fegato di drago diciassette falci l'etto: roba DA matti!’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
DA un negozio buio la cui insegna diceva: Emporio del Gufo: gufi selvatici, barbagianni, gufi DA granaio, gufi bruni e?civette bianche si udiva provenire un richiamo basso e soffocato. Molti ragazzi, più o meno dell'età di Harry, tenevano il naso schiacciato contro la vetrina, dove erano ESposti dei manici di scopa. ‘GuarDA’ Harry sentì dire uno di loro, ‘il Nimbus Duemila, il più veloce di tutti’. Alcuni negozi vendevano abiti, altri telEScopi e bizzarri strumenti d'argento che Harry non aveva mai visto prima; c'erano vetrine stipate di barili impilati, contenenti milze di pipistrello e pupille d'anguilla, mucchi pericolanti di libri di incantESimi, penne d'oca e rotoli di pergamena, bottiglie di pozioni, globi lunari... Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Erano giunti a un edificio bianco come la neve che svettava sopra le piccole botteghe. Ritto in piedi, dietro un portale di bronzo brunito, con indosso un'uniforme scarlatta e oro, c'era... ‘Proprio così, quello è un folletto’ disse Hagrid tutto tranquillo, mentre salivano gli scalini di candiDA pietra diretti verso di lui. Il folletto era più basso di Harry di quasi tutta?la tESta. Aveva un viso DAl colorito scuro e DAll'aria?intelligente, una barba a punta e, come Harry poté notare, dita e piedi molto lunghi. Si inchinò al loro passaggio. Ora si trovavano di fronte una seconDA porta, quESta volta d'argento, su cui erano incise le seguenti parole: Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Straniero, entra, ma tieni in gran conto Quel che ti aspetta se sarai ingordo Perché chi prende ma non guaDAgna Pagherà cara la magagna Quindi se cerchi nel sotterraneo Un tESoro che ti è EStraneo Ladro avvisato mezzo salvato: Più del tESoro non va cercato. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Come ho detto, bisognerebbe DAvvero ESsere matti a cercare di rapinare quESta banca’ disse Hagrid. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Quando attraversarono la porta d'argento, una coppia di?folletti si inchinò DAvanti a loro e li introdusse in un grande salone marmoreo. Un centinaio di altri folletti seduti su alti scranni dietro un lungo bancone scribacchiavano su grandi libri mastri, pESavano le monete su bilance di bronzo, ed ESaminavano pietre preziose con la lente. Le porte erano troppo numerose per poterle contare, e altri folletti erano occupati ad aprirle e richiuderle per fare entrare e uscire le persone. Hagrid e Harry si avvicinarono al bancone. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Salve’ disse Hagrid a un folletto che in quel momento era libero. ‘Siamo venuti a prendere un po' di soldi DAlla cassaforte di Mr Harry Potter’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Devo averla DA qualche parte’ fece Hagrid, cominciando a svuotare le tasche sul banco, e sparpagliando sul libro contabile del folletto una manciata di biscotti ammuffiti per cani. Il folletto storse il naso. Harry, intanto, osservava un altro?folletto alla loro dEStra pESare un mucchio di rubini grossi come tizzoni accESi. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Il folletto la osservò DA vicino. ‘Sembra che vaDA bene’.
‘E qui ho anche una lettera del profESsor Silente’ disse Hagrid col petto in fuori, ostentando un'aria d'importanza. ‘RiguarDA il Lei-Sa-Cosa della camera blinDAta settecentotredici’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Il folletto lESse attentamente la lettera. ‘Molto bene’ disse rEStituendola a Hagrid, ‘qualcuno vi accompagnerà in entrambe le camere blinDAte. Unci-unci!’ chiamò. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Che cos'è il Lei-Sa-Cosa della camera blinDAta settecentotredici?’ chiESe Harry. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘QuESto non te lo posso dire’ rispose Hagrid con fare misterioso. ‘E' una cosa segretissima. Faccende di Hogwarts. Silente mi ha DAto fiducia. Non è nei miei compiti dirtelo’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Unci-unci tenne la porta aperta per farli passare. Harry, che si era aspettato di vedere altro marmo, rEStò sorprESo. Si trovarono in uno stretto passaggio di pietra, illuminato DA torce. Scendeva ripido e scoscESo e per terra correvano i binari di una piccola ferrovia. Unci-unci fischiò e un piccolo carrello Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
DA principio percorsero un deDAlo di passaggi tortuosi. Harry cercava di tenere a mente: sinistra, dEStra, sinistra, bivio di mezzo, dEStra, sinistra, ma era impossibile. Il carrello sferragliante sembrava conoscere DA solo la straDA, perché Unci-unci non manovrava. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
A Harry bruciavano gli occhi per via dell'aria fredDA che gli sferzava la faccia, ma li tenne bene aperti. A un certo punto, pensò di aver visto una fiammata in fondo a un passaggio e si girò per vedere se era un drago, ma troppo tardi: scESero ancora più giù, superando un lago sotterraneo dove, DAl soffitto e DAl pavimento, spuntavano enormi stalattiti e stalagmiti. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Le stalagmiti hanno la "m"‘ disse Hagrid. ‘E non mi fare domande in quESto momento. Credo che sto per sentirmi male’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Infatti aveva un colorito verde, e quando scESe, dopo che il carrello si fu finalmente fermato accanto a una porticina sul muro di comunicazione, dovette appoggiarsi alla parete per farsi passare la tremarella alle gambe. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Tutto suo? Era incredibile. I Dursley non dovevano saperne niente, altrimenti lo avrebbero immediatamente costretto a DAre tutto a loro. Quante volte si erano lamentati di quel che gli costava mantenerlo? E pensare che sepolta nelle viscere di Londra c'era DA sempre una piccola fortuna che gli apparteneva. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Quelli d'oro sono galeoni’ spiegò. ‘Diciassette falci d'argento fanno un galeone e ventinove zellini fanno un falci: facilissimo no? Bene, quESto dovrebbe bastare per un paio di trimEStri. Il rESto te lo terremo DA conto’. Si rivolse a Unci-unci: ‘E ora, alla camera blinDAta settecentotredici, per favore, che... si potrebbe anDAre un po' più piano?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Stavolta scESero ancora più giù, guaDAgnando velocità. A ognuna delle strettissime curve, l'aria si faceva più fredDA.?Oltrepassarono un burrone sotterraneo e Harry si sporse fuori per cercare di vedere quel che c'era nel fondo, immerso nell'oscurità, ma Hagrid, con un ruggito, lo tirò dentro afferrandolo per la collottola. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
La camera blinDAta settecentotredici non aveva serratura. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘State indietro’ disse Unci-unci, DAndosi un'aria d'importanza. Colpì leggermente la porta con un dito lunghissimo e quella, semplicemente, scomparve. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ogni quanto tempo controllate se dentro c'è qualcuno?’ chiESe Harry. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Dentro quella camera blinDAta di massima sicurezza doveva ESserci qualche cosa di veramente straordinario, Harry ne era certo; così, si sporse in avanti pieno di curiosità, aspettandosi?di vedere come minimo gioielli favolosi, ma in un primo momento pensò che fosse vuota. Poi notò, sul pavimento, un fagotto tutto sporco, avvolto in carta DA pacchi. Hagrid lo raccolse e lo ripose accuratamente nel suo pastrano. Harry non vedeva l'ora di sapere che cosa fosse, ma sentiva che era meglio non chiedere. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Andiamo, su, risaliamo su quel DAnnato carrello, e non rivolgermi la parola finché non siamo arrivati: va meglio se tengo la bocca chiusa’ disse Hagrid. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Dopo la pazza corsa di ritorno, rimasero un poco a sbattere le palpebre, accecati DAlla luce del sole. Anche se ora aveva una borsa piena zeppa di soldi, Harry non sapeva DA dove iniziare a fare i suoi acquisti. Non aveva bisogno di sapere quanti galeoni entravano in una sterlina per capire che disponeva di più denaro di quanto non ne avESse mai avuto in vita sua: più di quanto non ne avESse mai avuto lo stESso Dudley. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Potremmo anDAre per la tua uniforme’ disse Hagrid accennando con la tESta al negozio di MaDAma McClan: abiti per tutte le occasioni. ‘Senti, Harry, ti spiacerebbe se facESsi un salto al Paiolo magico a bere un cordiale? DetESto quei carrelli della Gringott’. Aveva ancora l'aria un po' sbattuta, e quindi Harry entrò DA solo nel negozio di MaDAma McClan, con un certo nervosismo. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
MaDAma McClan era una strega tarchiata, sorridente e tutta vEStita di color malva. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Hogwarts, caro?’ chiESe quando Harry cominciò a parlare. ‘Ho qui tutto l'occorrente... Di là c'è un altro giovanotto che sta provando l'uniforme’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Nel retro del negozio, un ragazzino DAl viso pallido e appuntito stava ritto su uno sgabello, mentre un'altra strega gli appuntava con gli spilli l'orlo di una lunga tunica nera. MaDAma Mcclan fece salire Harry su un altro sgabello vicino al primo, infilò anche a lui una lunga vESte DAlla tESta e cominciò ad appuntarlo per farla della giusta lunghezza. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ciao’ disse il ragazzo. ‘Anche tu a Hogwarts?’ ‘Sì’ rispose Harry. ‘Mio padre, nel negozio qui accanto, mi sta comperando i libri, e mia madre sta guarDAndo le bacchette magiche, un po' più avanti’ disse il ragazzo. Aveva una voce annoiata e strascicata. ‘Dopo li trascinerò via per anDAre a vedere le scope DA corsa. Non capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di personali. Penso che costringerò mio padre a comperarmene una e la porterò dentro di straforo, in un modo o nell'altro’. A Harry ricordò molto Dudley. ‘E tu ce l'hai, un manico di scopa tuo?’ proseguì il ragazzo. ‘No’ disse Harry. ‘Sai giocare a Quidditch?’ ‘No’ rispose di nuovo Harry chiedendosi in cuor suo di che cosa mai stESse parlando. ‘Io sì. Papà dice che sarebbe un delitto se non mi scegliESsero per far parte della squadra del mio dormitorio, e devo dire che sono proprio d'accordo. Tu sai già in quale dormitorio andrai a stare?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘No’ rispose Harry sentendosi sempre più stupido ogni minuto che passava. ‘Be', nESsuno lo sa veramente finché non si trova sul posto non è vero? Ma io so che starò a Serpeverde: tutta la nostra famiglia è stata lì. Pensa, ritrovarsi a Tassorosso! Io credo che me ne andrei, e tu?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Mmmm...’ rispose Harry, rammaricandosi di non riuscire a dire niente di più interESsante. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ehi! GuarDA quello!’ disse d'un tratto il ragazzo indicando con un cenno del capo la vetrina principale. Hagrid era lì, ritto in piedi, sorridendo a Harry e indicando due grossi gelati per fargli capire che non poteva entrare. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘DAvvero?’ disse il ragazzo con un lieve sogghigno. ‘Ma perché sei con lui? Dove sono i tuoi genitori?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Oh, scusa’ disse l'altro, senza mostrare il minimo rincrEScimento. ‘Ma erano come noi?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Erano una strega e un mago, se è quESto che intendi’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Ma prima che Harry avESse il tempo di rispondere, MaDAma Mcclan disse: ‘Ecco fatto, mio caro’. E Harry, tutt'altro che spiacente d'avere una scusa per interrompere la conversazione con il ragazzo, saltò giù DAllo sgabello. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Bene, penso che ci rivedremo a Hogwarts’ si congedò il ragazzo, sempre con la stESsa parlata lenta e strascicata. Harry gustò in silenzio il gelato che Hagrid gli aveva comperato (cioccolato e lamponi con granella di noccioline). ‘Che cosa c'è?’ chiESe Hagrid. ‘Niente’ mentì Harry. Si fermarono per acquistare pergamena e penne d'oca. Harry divenne di un umore un po' più allegro quando trovò una bottiglia d'inchiostro che, scrivendo, cambiava colore. Una volta fuori DAl negozio chiESe: ‘Hagrid, che cos'è il Quidditch?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Per tutti i gargoyle, Harry. Continuo a dimenticare quanto poco sai... Certo che... non conoscere il Quidditch!’ ‘Non farmi sentire ancora più a disagio’ lo pregò Harry. E raccontò a Hagrid del ragazzino pallido che aveva incontrato nel negozio di MaDAma Mcclan. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘E ha detto che ai ragazzi crESciuti in famiglie di Babbani non dovrebbe ESsere permESso di frequentare’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ma tu non vieni DA una famiglia di Babbani. Se sapevano chi sei... Conosce il tuo nome DA quando è nato, se i suoi genitori sono gente che pratica la stregoneria... li hai visti al Paiolo magico. In ogni caso, ha un bel dire il ragazzo, alcuni tra i migliori erano gli unici dotati di poteri magici in una lunga stirpe di Babbani... Prendiamo il caso di tua madre! GuarDA che razza di sorella aveva!’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Vol... oh, scusa... Tu-Sai-Chi è stato a Hogwarts?’
‘Tanti anni fa’ disse Hagrid. Comperarono i libri di tESto per Harry in un negozio chiamato Il ghirigoro dove gli scaffali erano stipati fino al soffitto di libri grossi come lastroni di pietra e rilegati in pelle; libri delle dimensioni di un francobollo, foderati in seta; libri pieni di simboli strani e alcuni con le pagine bianche. Anche Dudley, che non leggeva mai niente, avrebbe fatto pazzie per metterci le mani sopra. Hagrid dovette quasi trascinare via Harry DA Maledizioni e Contromaledizioni (Stregate gli amici e confondete i nemici con l'ultimo grido delle vendette: caduta dei capelli, gambe di ricotta, lingua legata e molte altre ancora) del profESsor Vindictus Viridian. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Non dico che non è una buona idea, ma nel mondo dei Babbani non devi usare la magia che in circostanze speciali’ disse Hagrid. ‘E in tutti i modi, ancora non puoi riuscire a vendicarti in nESsuna?maniera: devi studiare molto di più per arrivare a quel punto’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Hagrid non permise a Harry neanche di comperare un calderone d'oro massiccio (‘Nella lista c'è scritto "peltro"‘), ma acquistarono una graziosa bilancia per pESare gli ingredienti delle pozioni, e un telEScopio pieghevole in ottone. Poi anDArono in farmacia, luogo talmente interESsante DA ripagare del pESsimo odore che vi regnava, un misto di uova fradice e cavoli marci. Per terra c'erano barili di roba visciDA; vasi di erbe officinali, radici secche e polveri DAi colori brillanti erano allineati lungo le pareti; fasci di piume, di zanne e artigli aggrovigliati pendevano DAl soffitto. Mentre Hagrid chiedeva all'uomo dietro il bancone una provvista di alcuni ingredienti fonDAmentali per preparare pozioni, Harry ESaminava alcuni corni di unicorno in argento, che costavano ventuno galeoni ciascuno, e minuscoli occhi di coleottero di un nero lucente (a cinque zellini la manciata). Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘rimasta la bacchetta magica... e non ti ho ancora prESo il regalo di compleanno’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Harry arrossì.
‘Ma non devi...’ ‘Lo so che non devo. Ecco che cosa farò: ti regalerò un animale. Non un rospo, i rospi sono passati di moDA anni fa, ti riderebbero dietro... e i gatti non mi piacciono, mi fanno starnutire. Ti prenderò un gufo. Tutti i ragazzini vogliono i gufi, sono assai utili, portano la posta e tutto il rESto’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Venti minuti dopo, uscivano DAll'Emporio del Gufo, un locale buio, pieno di animali che raspavano e frullavano in aria, con gli occhi luccicanti come gemme preziose. Ora Harry trasportava una grossa gabbia che conteneva una bella civetta bianca come la neve, profonDAmente addormentata con la tESta sotto l'ala. Non riusciva a smettere di balbettare ringraziamenti, tanto che sembrava il profESsor Raptor. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ma di niente!’ rispondeva Hagrid burbero. ‘Non credo che i Dursley ti hanno mai fatto molti regali. E ora ci rimane solo Olivander... è l'unico posto per comprare una bacchetta magica; vai DA Olivander, e avrai il meglio, parlando di bacchette’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
QuESt'ultimo negozio era angusto e sporco. Un'insegna a lettere d'oro scortecciate sopra la porta diceva: Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore DAl 382 a.C.. Nella vetrina polverosa, su un cuscino color porpora stinto, era ESposta una sola bacchetta. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Un lieve scampanellio, proveniente DAgli anfratti del negozio non meglio identificati, accolse il loro ingrESso. Era un luogo molto piccolo, vuoto, tranne che per una sedia DAlle zampe ESili su cui Hagrid si sedette, nell'attESa. Harry si sentiva strano, come se fosse entrato in una biblioteca privata. Si rimangiò un mucchio di nuove domande che gli erano appena venute in mente, e invece si mise a guarDAre le migliaia di scatoline strette strette, tutte impilate in bell'ordine fino al soffitto. Chissà perché, sentiva un pizzicorino alla nuca. Persino la polvere e il silenzio di quel luogo sembravano fremere di una segreta magia. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Buon pomeriggio’ disse una voce sommESsa. Harry fece un balzo e lo Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
stESso dovette fare Hagrid, perché si sentì un forte scricchiolio e lui si affrettò ad alzarsi DAlla sedia. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ah, sì’ disse l'uomo. ‘Sì, sì, sì, ero sicuro che l'avrei?conosciuto prESto. Harry Potter’. Non era una domanDA. ‘Ha gli occhi di sua madre. Sembra ieri che è venuta qui a comperare la sua prima bacchetta magica. Lunga dieci pollici e un quarto, sibilante, di?salice. Una bella bacchetta per un lavoro d'incanto’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Mr Olivander si avvicinò a Harry. QuESt'ultimo avrebbe DAto chissà che cosa per vedergli abbassare le palpebre. Quegli occhi d'argento gli facevano venire la pelle d'oca. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Suo padre, invece, preferì una bacchetta di mogano. Undici pollici. FlESsibile. Un po' più potente e ottima per la trasfigurazione. Be', ho detto che suo padre l'aveva preferita... ma in realtà, è la bacchetta a scegliere il mago, naturalmente’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Mr Olivander si era fatto talmente vicino DA toccare quasi il naso di Harry, che si vedeva riflESso in quegli occhi velati. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Mi spiace dire che sono stato io a vendere la bacchetta che ha?fatto quESto’ disse con un filo di voce. ‘Tredici pollici e mezzo.?Sì. Una bacchetta potente, molto potente, nelle mani sbagliate... Bene, se avESsi saputo che cosa sarebbe anDAta a fare per il mondo...’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Scosse la tESta e poi, con grande sollievo di Harry, si accorse di Hagrid. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Rubeus! Rubeus Hagrid! Che piacere rivederti! Quercia, sedici pollici, piuttosto flESsibile; non era così?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Una bella bacchetta quella. Ma suppongo che l'abbiano spezzata a metà quando ti hanno ESpulso, vero?’ chiESe Mr Olivander, facendosi serio d'un tratto. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ehm... sì, signore, proprio così’ rispose Hagrid spostando il pESo del corpo DA un piede all'altro. ‘Però conservo ancora le due metà’ aggiunse vivacemente. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ma non le usi, vero?’ chiESe Mr Olivander con fare inquisitorio. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Ehm, vediamo’ disse Mr Olivander lanciando a Hagrid un'occhiata penetrante. ‘Allora, Mr Potter, vediamo un po'‘ e tirò fuori DAlla tasca un lungo metro a nastro con le tacche d'argento. ‘Qual è il braccio con cui usa la bacchetta?’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Signore, uso la mano dEStra’ rispose Harry. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Alzi il braccio. Così’. Misurò il braccio di Harry DAlla spalla?alla punta delle dita, poi DAl polso al gomito, DAlla spalla a terra,?DAl ginocchio all'ascella e poi prESe anche la circonferenza della tESta. E intanto diceva: ‘Ogni bacchetta costruita DA Olivander ha il nucleo fatto di una potente sostanza magica, Mr Potter. Usiamo peli di unicorno, penne della coDA della fenice e corde del cuore di draghi. Non ESistono due bacchette costruite DA Olivander che siano uguali, così come non ESistono due unicorni, due draghi o due fenici del tutto identici. E naturalmente, non si ottengono mai risultati altrettanto buoni con la bacchetta di un altro mago’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
All'improvviso, Harry si accorse che il metro a nastro, che gli stava misurando la distanza fra le narici, stava facendo tutto DA solo. Mr Olivander, infatti, volteggiava tra gli scaffali, tirando giù scatole. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Può bastare così’ disse, e il metro a nastro si afflosciò sul pavimento. ‘Allora, Mr Potter, provi quESta. Legno di faggio e corde di cuore di drago. Nove pollici. Bella flESsibile. La prenDA e la agiti in aria’. Harry prESe la bacchetta e, sentendosi un po' sciocco, la agitò debolmente, ma Mr Olivander gliela strappò quasi subito di mano. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Acero e piume di fenice. Sette pollici. Molto flESsibile. La provi’. Harry la provò, ma ancora una volta, non aveva fatto in tempo ad alzarla che Mr Olivander gli strappò di mano anche quella. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘No, no... ecco, ebano e peli di unicorno, otto pollici e mezzo, elastica. Avanti, avanti, la provi’. Harry provò, provò ancora. Non aveva idea di che cosa cercasse Mr Olivander. Le bacchette si stavano ammucchiando sulla sedia, ma più Mr Olivander ne tirava fuori DAgli scaffali, più sembrava felice. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Un cliente difficile, eh? No, niente paura, troveremo quella che va a pennello... Ora, mi chiedo... sì, perché no... combinazione insolita... agrifoglio e piume di fenice, undici pollici, bella flESsibile’. Harry la prESe in mano. Avvertì un calore improvviso alle dita. La alzò sopra la tESta, la abbassò sferzando l'aria polverosa e una scia di scintille rosse e d'oro si sprigionò DAll'EStremità come un fuoco d'artificio, proiettando sulle pareti minuscoli riflESsi DAnzanti di luce. Hagrid gridò d'entusiasmo e batté le mani e Mr Olivander ESclamò: ‘Bravo! Sì, proprio così, molto bene. Bene, bene, bene... che strano... ma che cosa DAvvero strana...’ Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Rimise la bacchetta di Harry in una scatola e la avvolse in carta DA pacchi sempre borbottando: ‘Ma che strano... DAvvero strano’. ‘Scusi’ fece Harry, ‘ma che cosa c'è di strano?’ Mr Olivander lo fissò con i suoi occhi sbiaditi. ‘Ricordo una per una tutte le bacchette che ho venduto, Mr Potter. Una per una. Si dà il caso che la fenice DAlla cui coDA proviene la piuma della sua bacchetta abbia prodotto un'altra piuma, una sola. E' veramente molto strano che lei sia dEStinato a quESta bacchetta, visto che la sua gemella... sì, la sua gemella le ha procurato quella ferita’. Harry deglutì. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Sì, tredici pollici e mezzo. Legno di tasso. Curioso come accaDAno quESte cose. la bacchetta che sceglie il mago, lo ricordi. Credo che?DA lei dobbiamo aspettarci grandi cose, Mr Potter... Dopo tutto, Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato ha fatto grandi cose... terribili, è vero, ma grandi’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Harry rabbrividì. Non era certo di trovare molto simpatico quel Mr Olivander. Pagò sette galeoni d'oro per la sua bacchetta, e mentre uscivano, Mr Olivander li salutò con un inchino DA dentro il negozio. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Era ormai pomeriggio avanzato e il sole era basso sull'orizzonte quando Harry e Hagrid si misero sulla via del ritorno ripercorrendo Diagon Alley, riattraversarono il muro, fino al Paiolo magico, ormai dESerto. Lungo il tragitto, Harry non disse una parola; non notò nemmeno quanta gente li guarDAsse a bocca aperta, in metropolitana, carichi com'erano di tutti quei pacchi DAlle forme bizzarre, e con la civetta candiDA addormentata sulle ginocchia. Su per un'altra scala mobile, fuori di nuovo, giù verso Paddington Station; Harry si rESe conto di dove si trovavano soltanto quando Hagrid gli batté sulla spalla. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Abbiamo il tempo di mangiare un boccone, prima che il tuo treno parte’ disse. Gli comperò un hamburger e si sedettero a mangiare su panchine di plastica. Harry continuava a guarDArsi intorno. In un certo senso, tutto aveva un'aria molto strana. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Tutti pensano che io sia speciale’ disse infine. ‘Tutte quelle persone del Paiolo magico, il profESsor Raptor, Mr Olivander... ma io, di magia, non ne so niente. Come fanno ad aspettarsi grandi cose? Sono famoso, ma non ricordo neanche il motivo per cui sono famoso. Non so che cosa è succESso quando Vol... scusa... voglio dire, la notte che i miei genitori sono morti’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Non preoccuparti, Harry. Imparerai prESto. A Hogwarts tutti i principianti sono uguali. Starai benone. Basta che sei te stESso. Lo so che è dura. Tu sei un prEScelto, e quESto fa sempre la vita difficile. Ma starai benissimo a Hogwarts... così è stato per me, e lo è ancora, DAvvero’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Hagrid aiutò il ragazzo a salire sul treno che lo avrebbe riportato DAi Dursley, e poi gli porse una busta. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘QuESto è il biglietto per Hogwarts’ disse. ‘1o settembre, King's Cross... è tutto scritto sul biglietto. Se hai problemi con i Dursley, spediscimi una lettera con la tua civetta, lei saprà dove trovarmi... A prESto, Harry’. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
Il treno uscì DAlla stazione. Harry avrebbe voluto seguire Hagrid con lo sguardo fin quando non l'avESse perso di vista; si alzò in piedi sul sedile e schiacciò il naso contro il finEStrino, ma non fece in tempo a battere le palpebre che Hagrid era sparito. Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1) |
‘Non dirmi che non hai mai sentito parlare di lui!’ ESclamò Ron. ‘Mi DAi una rana? Forse trovo Agrippa... Grazie’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Allora, quESto è Silente!’ disse Harry. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Ron prESe una gelatina verde, la guardò attentamente e ne morse un pezzetto. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Bleaaah!... Visto? Cavoletti di BruxellES’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry girò la figurina e lESse: Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Albus Silente, attuale prESide di Hogwarts. Considerato DA molti il più grande mago dell'era moderna, Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di drago e per i suoi ESperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel. Il profESsor Silente ama la musica DA camera e il bowling.’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Lo sguardo di Ron si perse sulla montagna di Cioccorane che aspettavano ancora di ESsere scartate. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ma DAvvero? Cioè non si muovono per niente?’ Ron sembrava molto stupito. ‘Che strano!’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry rimase con tanto d'occhi nel vedere Silente che ricompariva sulla figurina e gli rivolgeva un impercettibile sorriso. A Ron interESsava più mangiare le rane che non fare la spunta delle figurine dei Maghi e delle Streghe più famosi; Harry, invece, non riusciva a staccarne gli occhi. Ben prESto non ebbe più soltanto Silente e Morgana, ma anche Hengist il folletto dei Boschi, Alberico Grunnion, Circe, Paracelso e Merlino. Finalmente, si decise ad alzare gli occhi DA Cliodna la druiDA, che si stava grattando il naso, per aprire un pacchetto di Tuttigusti+1. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Un ragazzo con i capelli ricci ricci era circonDAto DA una piccola folla. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘DAi, Lee, un'occhiata soltanto!’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Il ragazzo sollevò il coperchio di una scatola che teneva tra le braccia e quando qualcosa, DA dentro, allungò una zampa lunga e pelosa, quelli che gli stavano intorno cominciarono a griDAre e a strepitare. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry si fece largo tra la folla finché non trovò uno scompartimento vuoto verso la coDA del treno. Prima di tutto sistemò Edvige e poi cominciò a spingere e a tentare di sollevare il baule per caricarlo sul treno. Cercò di fargli superare i gradini, ma riuscì a malapena a sollevarne un'EStremità, e due volte se lo fece cadere dolorosamente su un piede. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Serve una mano?’ Era uno dei due gemelli DAi capelli rossi che Harry aveva seguito oltre la barriera dei tornelli. ‘Sì, grazie’ ansimò. ‘Ehi, Fred! Vieni, c'è bisogno d'aiuto!’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Grazie’ disse Harry allontanandosi DAgli occhi i capelli madidi di sudore. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘E quella che cos'è?’ chiESe d'un tratto uno dei gemelli indicando la cicatrice che aveva sulla fronte. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Perbacco...’ ESclamò l'altro gemello. ‘Non sarai mica per caso...?’ ‘E' proprio lui’ disse il primo gemello. ‘Non è vero?’ chiESe poi rivolto a Harry. ‘Che cosa?’ chiESe Harry. ‘Harry Potter’ risposero in coro i gemelli. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
I due ragazzi rimasero a guarDArlo a bocca aperta e Harry si sentì arrossire. Poi, con suo gran sollievo, giunse una voce DAlla porta del treno ancora aperta. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Con un'ultima occhiata a Harry, i gemelli saltarono a terra. Harry si sedette accanto al finEStrino dove, seminascosto, poteva osservare la famiglia pel di carota sul binario e udire quel che dicevano. La madre aveva appena tirato fuori il fazzoletto. ‘Ron, hai qualcosa sul naso’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Il più piccolo cercò di scansarsi, ma lei lo afferrò e cominciò a strofinargli la punta del naso. ‘Mamma... piantala!’ Ron si divincolò liberandosi DAlle sue grinfie. ‘Ah! Ronnie piccolino ha qualcosa sul nasino?’ cantilenò uno dei gemelli. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Chiudi il becco!’ intimò Ron. ‘Dov'è Percy?’ chiESe la madre. ‘Eccolo che arriva’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
In quel momento apparve il maggiore dei fratelli. Si era già cambiato d'abito e indossava l'ampia uniforme nera di Hogwarts, e Harry notò che sul petto gli brillava un distintivo d'argento con su incisa la lettera P. ‘Non posso trattenermi a lungo, mamma’ disse. ‘Sono sulla carrozza di tESta, i prefetti hanno due scompartimenti riservati...’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Oh, tu sei un prefetto, Percy?’ chiESe uno dei gemelli con aria di grande sorprESa. ‘AvrESti dovuto dircelo, non ne sapevamo niente’. ‘Aspetta un attimo, mi ricordo di avergli sentito dire qualcosa in proposito’ disse l'altro gemello. ‘Una volta...’ ‘O due volte...’ ‘Un minuto...’ ‘Tutta l'EState...’ ‘Oh, fatela finita!’ ESclamò il prefetto Percy. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘E come mai Percy ha degli abiti nuovi?’ chiESe uno dei gemelli. ‘Perché lui è un prefetto’ disse la madre tutta intenerita. ‘Bene, caro, buon anno scolastico e... manDAmi un gufo quando sei arrivato’. Lo baciò sulla guancia e il ragazzo si allontanò. Poi la madre si rivolse ai gemelli. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘E ora, voi due... quESt'anno vedete di comportarvi bene. Se ricevo un altro gufo che mi dice che avete... che avete fatto saltare in aria una toilette o...’ ‘Saltare in aria una toilette? Ma noi non l'abbiamo mai fatto’. ‘Che bella idea ci hai DAto, grazie mamma!’ ‘Niente scherzi. E baDAte a Ron’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry si ritrasse rapiDAmente per non DAre a vedere che li stava guarDAndo. ‘Sai quel ragazzo coi capelli neri che era vicino a noi alla stazione? Lo sai chi è?’ ‘Chi è?’ ‘Harry Potter’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry udì la vocina della più piccola. ‘Oh, mamma, posso salire sul treno per vederlo? Mamma, ti prego...’ ‘L'hai già visto, Ginny, e quel povero ragazzo non è mica un animale dello zoo. Ma DAvvero è lui, Fred? Come lo sai?’ ‘Gliel'ho chiESto. Ho visto la cicatrice. proprio... come un fulmine’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Povero caro... non c'è DA stupirsi che fosse solo, mi dicevo. E' stato così beneducato quando mi ha chiESto come raggiungere il binario!’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ma a parte quESto, pensi che ricordi che aspetto aveva Tu-Sai-Chi?’ D'un tratto la madre assunse un'aria molto severa. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ti proibisco di chiederglielo, Fred! Non ti azzarDAre a farlo. Non c'è proprio bisogno di ricorDArglielo il primo giorno di scuola’. ‘D'accordo, non ti agitare tanto’. Si udì un fischio. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Svelti, su!’ disse la madre, e i tre ragazzi si arrampicarono sul treno. Si sporsero DAl finEStrino per un ultimo bacio di addio, e la sorellina più piccola si mise a piangere. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Non piangere, Ginny, ti manderemo stormi di gufi’. ‘Ti manderemo una tazza del gabinetto DA Hogwarts’. ‘Ma George!’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Il treno si mosse. Harry vide la madre salutare i ragazzi con la mano e la sorellina, tra il riso e le lacrime, rincorrere il treno, ma quello guaDAgnò velocità e lei rimase indietro, e allora continuò a salutare con la mano. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry guardò la ragazzina e la madre scomparire dietro la prima curva. DAl finEStrino vedeva le case sfrecciare via veloci. Sentì un fremito di eccitazione. Non sapeva bene a che cosa stESse anDAndo incontro... ma certamente doveva ESsere meglio di quel che si stava lasciando alle spalle. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Quel posto è occupato?’ chiESe indicando il sedile di fronte a Harry. ‘Il treno è pieno zeppo...’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry scosse la tESta e il ragazzo si sedette. Lanciò una rapiDA occhiata a Harry e poi si mise subito a osservare il paESaggio fuori del finEStrino, facendo finta di non averlo guarDAto. Harry notò che aveva ancora un segno nero sul naso. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ehi, Ron’. Ecco i gemelli di ritorno. ‘Senti, noi andiamo verso la metà del treno... C'è Lee JorDAn che ha una tarantola gigante’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Va bene’ borbottò Ron. ‘Harry’ disse il secondo gemello ‘ci siamo prESentati? Fred e George Weasley. E quESto è nostro fratello Ron. Allora, ci vediamo dopo’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Sei DAvvero Harry Potter?’ chiESe d'impulso Ron. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Proprio niente?’ chiESe Ron tutto interESsato. ‘Be'... mi ricordo una gran luce verde, e niente altro’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Wow!’ ESclamò Ron. Continuò a star seduto e a osservare Harry per qualche istante; poi, come se di colpo si fosse rESo conto di quel che stava facendo, si affrettò a guarDAre di nuovo fuori DAl finEStrino. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Nella tua famiglia siete tutti maghi?’ chiESe Harry che ricambiava Ron dello stESso interESse che Ron aveva per lui. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
I Weasley erano chiaramente una di quelle vecchie famiglie di maghi di cui aveva parlato il ragazzo DAl colorito pallido a Diagon Alley. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ho sentito dire che sei anDAto a vivere con i Babbani’ disse Ron. ‘Come sono?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Cinque’ precisò Ron. Per qualche ignota ragione, aveva assunto un'ESprESsione deprESsa. ‘Io sono il sESto della nostra famiglia a frequentare Hogwarts. Puoi ben dire che mi tocca ESsere all'altezza di un sacco di aspettative. Bill e Charlie hanno già finito... Bill era capoclasse e Charlie capitano della squadra di Quidditch. E adESso Percy è prefetto. Fred e George sono un po' dei perdigiorno, ma hanno ottimi voti e tutti li trovano DAvvero spiritosi. In famiglia, ci si aspetta che io sia all'altezza degli altri, ma se poi ci riESco, nESsuno la considererà una grande imprESa, visto che loro l'hanno fatto prima di me. E poi, con cinque fratelli, non riESci mai a metterti un vEStito nuovo. Io mi vESto con gli abiti smESsi di Bill, uso la vecchia bacchetta di Charlie e il vecchio topo di Percy’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Ron si mise la mano nella giacca e tirò fuori un topo grigio e grasso, profonDAmente addormentato. ‘Si chiama Crosta e non serve a niente; non si sveglia quasi mai. Percy ha ricevuto in dono un gufo DA papà, per via che è stato fatto prefetto, ma i miei non si potevano perm... cioè, voglio dire, io invece, ho ricevuto Crosta’. Le orecchie gli erano diventate rosse. Forse pensava di aver detto troppo, perché tornò a guarDAre fuori DAl finEStrino. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry non pensava ci fosse niente di male nel fatto di non potersi permettere un gufo. Dopo tutto, fino a un mESe prima, lui stESso non aveva mai avuto un soldo in tasca, e lo disse a Ron, raccontandogli che anche lui portava sempre gli abiti smESsi di Dudley e che non aveva mai ricevuto un regalo di compleanno decente. Il ragazzo sembrò sollevato. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘... e finché Hagrid non me l'ha detto, non sapevo neanche di ESsere un mago, e ignoravo tutto sui miei genitori o su Voldemort...’ Ron trattenne il fiato. ‘Che cosa c'è?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Non sto cercando di fare il coraggioso o cose del genere, pronunciando quel nome’ rispose Harry. ‘Il fatto è che io, semplicemente, non sapevo che non si dovESse fare. Capisci che cosa intendo? Ho un mucchio di cose DA imparare... Scommetto’ aggiunse ESprimendo ad alta voce per la prima volta una preoccupazione che lo aveva assillato negli ultimi tempi, ‘scommetto che sarò l'ultimo della classe’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ma no, vedrai. Ci sono molti ragazzi che vengono DA famiglie Babbane e che imparano abbastanza velocemente’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Mentre parlavano, il treno li aveva portati fuori Londra. AdESso correvano lungo pascoli pieni di mucche e pecore. Rimasero in silenzio per un po', guarDAndo filare via campi e viottoli. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Intorno alla mezza, sentirono un gran frastuono nel corridoio, e una donna sorridente, con due fossette sulle guance, aprì la porta dello scompartimento e chiESe: ‘DESiderate qualcosa del carrello?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Con i Dursley, non aveva mai avuto soldi per i dolci, ma ora che le tasche gli rigurgitavano d'oro e d'argento, era pronto a comperarsi tutti i Mars che voleva. Ma la signora non ne aveva. Aveva invece gelatine Tuttigusti+1, gomme Bolle Bollenti, Cioccorane, Zuccotti di zucca, polentine, Bacchette Magiche alla Liquirizia e un'infinità di altre strane cose che Harry non aveva mai visto in vita sua. Poiché non voleva perdersene nESsuna, prESe un po' di tutto, e pagò alla donnina undici falci d'argento e sette zellini di bronzo. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Ron lo guardò con tanto d'occhi, quando tornò con tutto quel bendiddio nello scompartimento, rovESciandolo su un sedile vuoto. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Fame, eh?’ ‘DA morire’ rispose Harry, addentando uno zuccotto di zucca. Ron aveva tirato fuori un pacchetto tutto bitorzoluto e lo scartò. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Facciamo cambio: ti do uno di quESti’ disse Harry porgendo un dolce. ‘DAi!...’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ma quESto è immangiabile, è tutto secco’ disse Ron. ‘Mamma non ha molto tempo’ si affrettò ad aggiungere, ‘sai, con cinque figli...’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘DAi, prendi un dolce’ ripeté Harry che fino a quel momento non aveva mai avuto niente DA dividere con gli altri, o meglio, nESsuno con cui dividere qualcosa. Era una sensazione piacevole, starsene lì seduto con Ron a DAr fondo a tutto quel bendiddio di dolci e gelatine, dimenticandosi dei panini. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘E quESte, che cosa sono?’ chiESe Harry a Ron mostrandogli un pacco di Cioccorane. ‘Non saranno mica delle rane vere?’ Cominciava a pensare che tutto fosse possibile. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘No’ disse Ron. ‘Ma guarDA che figurina c'è dentro, mi manca Agrippa’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry scartò la sua Cioccorana e prESe la figurina. C'era su il viso di un uomo. Portava occhiali a mezza luna, aveva un naso lungo e adunco e capelli, barba e baffi fluenti e argentei. Sotto, c'era scritto il nome: Albus Silente. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Le prime due carrozze erano già gremite di studenti, alcuni si sporgevano DAi finEStrini a parlare con i familiari, altri si litigavano un posto. Harry spinse il suo carrello lungo il binario in cerca di un posto libero. Passò accanto a un ragazzo DAlla faccia tonDA che stava dicendo: ‘Nonna, ho perso di nuovo il mio rospo’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
L'ultimo mESe che Harry trascorse con i Dursley non fu affatto divertente. Anche se ora Dudley aveva tanta paura di Harry che non
voleva stare neanche un attimo nella stESsa stanza con lui, e zia Petunia e zio Vernon non lo chiudevano più nello sgabuzzino, non lo costringevano a fare niente e non lo sgriDAvano: anzi, per la verità non gli rivolgevano neanche la parola. Per metà terrorizzati e per metà furibondi, si comportavano come se la sedia dove Harry sedeva fosse vuota. Benché, per molti versi, quESto rapprESentasse un netto miglioramento, dopo un po' diventava deprimente. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Rimaneva chiuso nella sua stanza, in compagnia della sua nuova civetta. Aveva deciso di chiamarla Edvige: il nome l'aveva trovato in una Storia della magia. I libri di tESto erano interESsantissimi. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
StESo sul letto, leggeva fino a notte fonDA, con Edvige che anDAva e veniva, libera, DAlla finEStra aperta. Fortuna che zia Petunia non veniva più a passare l'aspirapolvere, perché Edvige non faceva che portare dentro topi morti. Ogni sera, prima di anDAre a dormire, Harry spuntava un altro giorno sul foglio di carta che aveva appESo alla parete, facendo il conto alla rovEScia fino al primo di settembre. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
L'ultimo giorno di agosto ritenne opportuno dire agli zii che il giorno dopo si sarebbe dovuto recare alla stazione di King's Cross; per quESto scESe in soggiorno, dove loro stavano guarDAndo un programma di quiz alla televisione. Si schiarì la gola per segnalare la sua prESenza, e Dudley si precipitò urlando fuori DAlla stanza. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Zio Vernon grugnì per far capire che stava ascoltando. ‘Ehm... domani devo ESsere a King's Cross per... per anDAre a Hogwarts’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘PotrESte per caso DArmi un passaggio?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Grugnito. Harry suppose che volESse dire sì. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘E comunque, dove si trova quESta scuola?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Tirò fuori DAlla tasca il biglietto che gli aveva DAto Hagrid. ‘So solo che devo prendere il treno delle undici in punto al binario nove e tre quarti’ lESse. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Non dire stupiDAggini’ disse zio Vernon, ‘non ESistono binari contrassegnati DA quESto numero’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ma quelli’ disse zio Vernon, ‘sono tutti svitati, matti DA legare. Vedrai, vedrai. Aspetta e vedrai. E va bene, ti porteremo a King's Cross. Tanto per la cronaca, a Londra ci dobbiamo anDAre comunque, domani. Altrimenti non mi prenderei il disturbo’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Perché dovete anDAre a Londra?’ chiESe Harry cercando di mantenere
un tono amichevole. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘A portare Dudley in ospeDAle’ ringhiò zio Vernon. ‘Bisogna fargli togliere quella DAnnata coDA, prima che vaDA a Snobkin’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Il mattino dopo, Harry si svegliò alle cinque, ma era troppo eccitato e nervoso per riaddormentarsi. Si alzò e si infilò i jeans, perché non voleva arrivare alla stazione con gli abiti DA mago: si sarebbe poi cambiato in treno. Controllò ancora una volta l'elenco di Hogwarts per accertarsi di avere tutto quel che gli serviva, verificò che Edvige fosse ben chiusa nella sua gabbia, e cominciò a passeggiare per la stanza, in attESa che i Dursley si alzassero. Due ore dopo, il suo voluminoso e pESante baule era stato caricato sulla macchina dei Dursley, zia Petunia era riuscita a convincere Dudley a sedersi accanto a Harry, ed erano partiti. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Raggiunsero King's Cross alle dieci e mezzo. Zio Vernon mollò il baule su un carrello, spingendolo poi personalmente fin dentro la stazione. Harry si stupì per quel gESto stranamente cortESe, ma si ricredette quando zio Vernon si fermò di botto, DAvanti ai binari, con un ghigno malevolo sul volto. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Eccoci arrivati, ragazzo. Binario nove... binario dieci. Il tuo dovrebbe ESsere circa a metà straDA, ma non sembra che l'abbiano ancora costruito, o sbaglio?’ Era evidente che aveva pienamente ragione. Sopra un binario torreggiava un grosso numero nove, in plastica, e su quello accanto un altrettanto grosso numero dieci, sempre in plastica; ma tra i due, niente. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Fermò un poliziotto di passaggio, ma non osò fare parola del binario nove e tre quarti. L'agente non aveva mai sentito parlare di Hogwarts e quando si rESe conto che Harry non era in grado di dirgli neanche in che regione si trovasse, cominciò a infastidirsi, come se Harry facESse apposta a fare lo stupido. Disperato, Harry chiESe del treno in partenza alle undici, ma la guardia disse che non ce n'erano. Finì che la guardia si allontanò imprecando contro i perditempo. A quel punto, Harry lottava per non cadere nel panico. Se il grosso orologio che sovrastava il cartellone degli arrivi funzionava, aveva ancora solo dieci minuti per prendere il treno per Hogwarts, e non aveva la più palliDA idea di come fare. Era lì, nel bel mezzo della stazione ferroviaria, con un baule che a stento riusciva a sollevare, le tasche piene di soldi dei maghi e una grossa civetta. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Hagrid doveva aver dimenticato di dirgli qualcosa di ESsenziale, come quando, per ESempio, per entrare in Diagon Alley era stato necESsario battere sul terzo mattone a sinistra. Si chiESe se non fosse il caso di tirare fuori la bacchetta magica e cominciare a
colpire la macchinetta dei biglietti tra i binari nove e dieci. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry si voltò di scatto. A parlare era stata una signora grassottella, che si rivolgeva a quattro ragazzi DAi capelli rosso fiamma. Ciascuno spingeva un baule come quello di Harry... e aveva anche una civetta. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Allora, binario numero?’ chiESe la donna, che era la madre dei ragazzi. ‘Nove e tre quarti!’ disse con vocina stridula una ragazzina, anch'ESsa con i capelli rossi, che DAva la mano alla madre. ‘Mamma, posso anDAre anch'io...’ ‘Tu sei troppo piccola, Ginny. Sta' zitta, adESso. Va bene, Percy, vai avanti tu’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Quello che sembrava il maggiore, si avviò verso i binari nove e dieci. Harry stette a guarDAre, bene attento a non battere ciglio per non perdere nESsun particolare... ma proprio nel momento in cui il ragazzo aveva raggiunto lo spartitraffico tra i due binari, un folto gruppo di turisti gli passò DAvanti togliendogli la visuale, e quando l'ultimo zaino si fu tolto di mezzo, il ragazzo DAi capelli rossi era sparito. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Fred, ora tocca a te’, disse la donna grassottella. ‘Ma io non sono Fred, sono George’ disse il ragazzo. ‘Parola mia, donna! E dici di ESsere nostra madre? Non lo vedi che sono George?’ ‘Scusami, George caro’. ‘Te l'ho fatta! Io sono Fred’ disse il ragazzo, e si avviò. Il suo gemello gli gridò di sbrigarsi, e lui dovette affrettarsi a seguire, perché un attimo dopo era sparito... ma come aveva fatto? Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
E ora il terzo fratello si affrettava verso il tornello... eccolo, era quasi arrivato... e poi, d'un tratto, non c'era più. NESsun altro doveva passare. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Come raggiungere il binario?’ chiESe la donna gentilmente, e Harry annuì. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Non ti preoccupare’ disse lei. ‘Devi soltanto camminare dritto in direzione della barriera tra i binari nove e dieci. Non ti fermare e non aver paura di anDArci a sbattere contro: quESto è molto importante. Se sei nervoso, meglio anDAre a passo di corsa. E adESso vai, prima di Ron’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ehm... Va bene’ disse Harry. Girò il carrello e guardò la barriera. Aveva un aspetto molto rESistente. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Stava per anDAre dritto dritto a sbattere contro il tornello, e allora sarebbero stati guai... Chinandosi in avanti sul carrello, spiccò una corsa... la barriera si avvicinava sempre di più... ecco, non sarebbe più riuscito a fermarsi... aveva perso il controllo del carrello... era a un passo... chiuse gli occhi, pronto all'urto... Ma l'urto non venne... lui continuò a correre... aprì gli occhi. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello alla tESta del treno diceva ESprESso per Hogwarts, ore 11. Harry si guardò indietro e, là dove prima c'era il tornello, vide un arco in ferro battuto, con su scritto Binario Nove e Tre Quarti. Ce l'aveva fatta. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Una nube di fumo proveniente DAlla locomotiva si alzava in grossi anelli sopra la tESta della folla rumorosa, mentre gatti di ogni colore si aggiravano qua e là tra le gambe della gente. Gufi e civette si chiamavano l'un l'altro col loro verso cupo, quasi di malumore, sovrastando il cicaleccio e il rumore dei pESanti bauli che venivano trascinati. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Si divertirono molto a mangiare le gelatine. Harry ne trovò al sapore di toast, di noce di cocco, di fagioli in scatola, di fragola, di curry, d'erba frESca, di caffè, di sardina, ed ebbe anche il coraggio di assaggiarne una di colore grigio che Ron non aveva voluto neanche toccare e che, scoprirono, sapeva di pepe. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Qualcuno bussò alla porta del loro scompartimento: era il ragazzo DAl faccione rotondo che Harry aveva superato al binario nove e tre quarti. Sembrava in lacrime. ‘Scusate’ disse, ‘avete mica visto un rospo?’ Quando loro scossero la tESta disse in tono lamentoso: ‘L'ho perso! Continua a scappare!’ ‘Vedrai, tornerà’ disse Harry. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Il topo stava ancora ronfando sulle ginocchia di Ron. ‘Potrebbe ESsere morto e non ci si farebbe neanche caso’ disse Ron disgustato. ‘Ieri ho cercato di farlo diventare giallo per renderlo un po' più interESsante, ma l'incantESimo non ha funzionato. GuarDA, ti faccio vedere...’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Rovistò nel suo baule e tirò fuori una bacchetta magica DAll'aria malconcia. In alcuni punti era rosicchiata e all'EStremità baluginava qualcosa di bianco. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Aveva appena fatto in tempo ad alzare in aria la bacchetta che la porta si spalancò di nuovo. Il ragazzo che aveva perso il rospo era tornato, ma quESta volta con lui c'era una ragazzina che indossava la sua uniforme di Hogwarts nuova fiammante. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Qualcuno ha visto un rospo? Neville ha perso il suo’ disse. Aveva un tono autoritario, folti capelli bruni e i denti DAvanti piuttosto grandi. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Gli abbiamo già detto che non lo abbiamo visto’ disse Ron, ma la ragazza non ascoltava; stava guarDAndo la bacchetta che lui teneva in mano. ‘State facendo una magia? Vediamo!’ Si sedette. Ron stava lì, tra il sorprESo e il confuso. ‘Ehm... va bene’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Sei sicuro che sia un incantESimo, vero?’ chiESe la ragazza. ‘Comunque, non funziona molto bene, o sbaglio? Io ho provato a fare alcuni incantESimi semplici semplici e mi sono riusciti tutti. Nella mia famiglia, nESsuno ha poteri magici; è stata una vera sorprESa quando ho ricevuto la lettera, ma mi ha fatto un tale piacere, naturalmente, voglio dire, è la migliore scuola di magia che ESista, ho sentito dire... Ho imparato a memoria tutti i libri di tESto, naturalmente, spero proprio che basti... E... a proposito, io mi chiamo Hermione Granger, e voi?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Tutto quESto l'aveva detto quasi senza riprendere fiato. Harry lanciò un'occhiata a Ron e si sentì molto sollevato nel vedere DAl suo viso attonito che neanche lui aveva imparato a memoria i libri di tESto. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Io sono Ron Weasley’ bofonchiò. ‘Harry Potter’ si prESentò Harry. ‘DAvvero?’ disse Hermione. ‘So tutto di te, naturalmente... ho comperato alcuni libri facoltativi, come letture preparatorie, e ho visto che sei citato in Storia moderna della magia, in AscESa e declino delle Arti Oscure e anche in Grandi eventi magici del VentESimo Secolo’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Sul serio?’ chiESe Harry sentendosi tutto confuso. ‘Ma santo cielo, non lo sapevi? Io, se fossi in te, avrei cercato di sapere tutto il possibile’ disse Hermione. ‘Sapete in quale dormitorio andrete? Io ho chiESto in giro, e spero di ESsere a Grifondoro; sembra di gran lunga il migliore; ho sentito dire che c'è anDAto anche Silente, ma penso che anche Pecoranera non dovrebbe poi ESsere tanto male... Comunque, meglio che ci muoviamo e andiamo a cercare il rospo di Neville. E voi due farESte bene a cambiarvi, sapete? Credo che tra poco saremo arrivati’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
E se ne andò portando con sé il padrone del rospo smarrito. ‘Qualunque sia il mio dormitorio, spero che non sia anche il suo’ disse Ron. Scaraventò la bacchetta nel baule. ‘Stupido incantESimo... Me l'ha DAto George, scommetto che lui lo sapeva che era una fregatura’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Grifondoro’ disse Ron. E di nuovo sembrò offuscato DA un velo di tristezza. ‘Anche papà e mamma sono stati lì. Chissà che cosa diranno se io non ci vado. Non credo che Pecoranera sarebbe tanto male, ma pensa se mi mettono a Serpeverde...’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Sì’ confermò Ron. E si lasciò cadere seduto con l'aria deprESsa. ‘Sai? Mi sembra che le punte dei baffi di Crosta siano diventate un po' più chiare’ disse Harry cercando di distrarlo DAl pensiero dei dormitori. ‘E... dimmi, che cosa faranno i tuoi fratelli più grandi ora che hanno finito?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry si chiedeva che cosa mai facESse un mago, una volta terminati
gli studi. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry sobbalzò DAllo stupore. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘DAvvero? E che cosa gli hanno fatto?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Niente. Per quESto la notizia ha fatto tanto scalpore. Non li hanno prESi. Papà dice che ad aggirarsi intorno alla Gringott deve ESsere stato un potente mago del Male, ma si pensa che non sia stato prESo niente, quESta è la cosa strana. Naturalmente, quando succedono cose di quESto genere tutti si spaventano pensando che dietro ci sia Tu-Sai-Chi’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry rimuginò la notizia. Cominciava ad avvertire un fremito di paura ogni volta che veniva nominato Tu-Sai-Chi. Riteneva che quESto facESse parte del suo ingrESso nel mondo della magia, ma si era sentito molto più a suo agio a dire ‘Voldemort’ senza preoccuparsi. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Qual è la tua squadra del cuore di Quidditch?’ chiESe Ron. ‘Ehm... non ne conosco nESsuna’ ammise. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Che cosa?’ Ron era ESterrefatto. ‘Aspetta e vedrai, è il più bel gioco del mondo...’ Ed eccolo partito in quarta a spiegare tutto sulle quattro palle e sulla posizione dei sette giocatori, a dEScrivere le partite famose cui aveva assistito con i suoi fratelli, e il manico di scopa che gli sarebbe piaciuto comperarsi se avESse avuto i soldi. Stava illustrando a Harry gli aspetti più interESsanti del gioco quando la porta dello scompartimento si spalancò di nuovo; ma quESta volta non erano né Neville, il ragazzo che aveva perso il rospo, e neanche Hermione Granger. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Entrarono tre ragazzi, e Harry riconobbe immediatamente quello al centro: era il giovane DAl colorito pallido che aveva incontrato nel negozio di abbigliamento di MaDAma Mcclan. Stava osservando Harry con un interESse assai maggiore di quello che aveva manifEStato in Diagon Alley. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘vero?’ chiESe. ‘Per tutto il treno vanno dicendo che Harry Potter si trova in quESto scompartimento. Sei tu?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Sì’ disse Harry, guarDAndo gli altri due ragazzi. Erano tarchiati e avevano un'aria molto cattiva. Stavano uno di qua e l'altro di là del ragazzo pallido, e sembravano piuttosto guardie del corpo. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Oh, quESto è Tiger e quESto Goyle’ fece il ragazzo pallido con noncuranza, notando lo sguardo di Harry. ‘E io mi chiamo Malfoy. Draco Malfoy’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Trovi buffo il mio nome, vero? Non c'è bisogno che chieDA a te come ti chiami. Mio padre mi ha detto che tutti i Weasley hanno capelli rossi, lentiggini e più figli di quelli che si possono permettere’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
persone sbagliate...? In quESto posso aiutarti io’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
prESe. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Credo di ESsere capace di capire DA solo le persone sbagliate, Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
non diventi più gentile, farai la stESsa fine dei tuoi genitori. Neanche loro sapevano come ci si comporta. Continua a frequentare gentaglia come i Weasley e quell'altro Hagrid là, e diventerai né più né meno come loro’. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Oh, oh, e adESso che cosa fai, ci prendi a pugni?’ ghignò Malfoy. ‘Sì, se non uscite immediatamente di qui’ intimò Harry con più Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ma noi non abbiamo nESsuna voglia di anDArcene, vero, ragazzi? Abbiamo finito tutte le cose DA mangiare e vedo che qui ne avete un bel po'‘. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Goyle fece per prendere le Cioccorane posate vicino a Ron... QuESti fece un balzo in avanti, ma non aveva fatto in tempo a sfiorare Goyle che quESt'ultimo emise un grido lacerante. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Crosta, il topo, gli stava appESo a un dito, i piccoli denti aguzzi piantati nel polpastrello... Tiger e Malfoy si ritrassero mentre Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Goyle faceva roteare Crosta, ululando, e quando finalmente il topo si staccò anDAndo a sbattere contro il finEStrino, tutti e tre Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Che cosa diavolo è succESso, qui?’ chiESe guarDAndo tutti i dolci per terra e Ron che raccoglieva Crosta per la coDA. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Penso che me l'hanno fatto fuori’ disse Ron a Harry. Poi lo guardò più DA vicino. ‘No... è incredibile... si è addormentato di nuovo!’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
tra i primi a tornare DAlla nostra parte dopo che Tu-Sai-Chi è scomparso. Dissero che erano stati stregati. Papà non ci crede. Dice che al padre di Malfoy non serviva una scusa per passare DAlla Parte Oscura’. Poi, volgendosi a Hermione: ‘Possiamo ESserti utili in qualcosa?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Dovete sbrigarvi a vEStirvi; vengo DAlla cabina della motrice e il macchinista mi ha detto che siamo quasi arrivati. Non avete mica fatto a botte? SarESte nei guai prima ancora di arrivare!’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘E' stato Crosta, non noi’ disse Ron guarDAndola storto. ‘Ti spiacerebbe uscire mentre ci cambiamo?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Ron continuò a guarDArla mentre usciva. Harry sbirciò fuori DAl finEStrino. Stava calando la sera. Le montagne e le forESte si stagliavano contro un cielo violaceo. Sembrò che il treno rallentasse. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Harry e Ron si tolsero la giacca e infilarono la lunga tunica nera. Quella di Ron gli anDAva un po' corta: DA sotto spuntavano le scarpe DA ginnastica. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Dopo aver rallentato, infine il treno si fermò. La gente procedette a spintoni verso lo sportello e poi scESe sul marciapiedi stretto e buio. Harry rabbrividì all'aria geliDA della notte. Poi, sopra le Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
tESte degli studenti, si accESe una luce, e Harry udì una voce familiare: ‘Primo anno! Primo anno DA quESta parte! Tutto bene, Harry?’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Il faccione peloso di Hagrid sorrideva radioso sopra il mare di tESte. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Coraggio, seguitemi... C'è qualcun altro del primo anno? E ora attenti a dove mettete i piedi. Quelli del primo anno mi seguano!’ Scivolando e incESpicando, seguirono Hagrid giù per quello che Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
sembrava un sentiero ripido e stretto. DA entrambi i lati il buio era così fitto che Harry pensò che il sentiero fosse fiancheggiato DA folti alberi. NESsuno aveva molta voglia di parlare. Neville, il ragazzo che ancora non aveva ritrovato il suo rospo, tirò su col naso un paio di volte. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Fra un attimo: prima vista panoramica di Hogwarts!’ annunciò Hagrid parlando DA sopra la spalla, ‘ecco, dopo quESta curva!’ Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Lo stretto sentiero si era spalancato all'improvviso sul bordo di un grande lago nero. Appollaiato in cima a un'alta montagna sullo sfondo, con le finEStre illuminate che brillavano contro il cielo pieno di stelle, si stagliava un grande castello con molte torri e torrette. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Non più di quattro per battello’ avvertì Hagrid indicando una flotta di piccole imbarcazioni in acqua, vicino alla riva. Harry e Ron furono seguiti a bordo DA Neville e Hermione. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
E le barchette si staccarono DAlla riva, scivolando sul lago liscio come vetro. Tutti tacevano, lo sguardo fisso sul grande castello che li sovrastava. Torreggiava su di loro, man mano che si avvicinavano alla rupe su cui era arroccato. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Giù la tESta!’ gridò Hagrid quando le prime barche raggiunsero la
scogliera; i ragazzi obbedirono e i battelli li trasportarono attraverso una cortina d'edera che nascondeva una grande apertura sul DAvanti della scogliera stESsa. Poi attraversarono un lungo tunnel buio, che sembrava portare dritto sotto il castello, e infine raggiunsero una sorta di porto sotterraneo dove si arrampicarono tra scogli e sassi. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ehi, tu! tuo quESto rospo?’ fece Hagrid che stava controllando le barche via via che i ragazzi scendevano. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Oscar!’ gridò Neville al settimo cielo tendendo le mani. Poi si arrampicarono lungo un passaggio nella roccia, preceduti DAlla lampaDA di Hagrid, e finalmente emersero sull'erba morbiDA e umiDA, proprio all'ombra del castello. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Salirono la scalinata di pietra e si affollarono DAvanti all'immenso portone di quercia. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
‘Ci siamo tutti? E tu, ce l'hai ancora il tuo rospo?’ Hagrid alzò il pugno gigantESco e bussò tre volte. Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1) |
Ognuno terminò la canzone in tempi diversi. Alla fine, erano rimasti solo i gemelli Weasley a cantare a un ritmo lento DA marcia funebre. Silente dirESse le ultime battute con la bacchetta magica e, alla fine, fu uno di quelli che applaudirono più fragorosamente. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Ah, la musica’ disse asciugandosi gli occhi. ‘Una magia che supera tutte quelle che noi facciamo qui! E adESso, è ora di anDAre a letto. Via di corsa’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Aprendosi un varco tra la rESsa che si attarDAva ancora in chiacchiere, i Grifondoro del primo anno seguirono Percy, uscirono DAlla Sala Grande e salirono al piano di sopra passando per la scala di marmo. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry aveva di nuovo le gambe pESanti come il piombo, ma solo perché era stanco e con la pancia piena. Aveva troppo sonno per stupirsi del fatto che i ritratti lungo i corridoi bisbigliavano e si facevano segno, al loro passaggio, o che un paio di volte Percy fece passare i ragazzi attraverso porte nascoste dietro a pannelli scorrevoli e arazzi appESi alle pareti. Salirono altre scale, sbadigliando e strascicando i piedi, e Harry stava già chiedendosi quanto avrebbero dovuto camminare ancora, quando si fermarono di colpo. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Oh, ma allora conosci già Raptor! Non c'è DA stupirsi che sia così nervoso; quello è il profESsor Piton. Insegna Pozioni, ma non gli piace; tutti sanno che fa la corte alla materia di Raptor. Piton sa un sacco di cose sulle Arti Oscure’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Finalmente scomparvero anche i dolci e il profESsor Silente si alzò di nuovo in piedi. Nella sala cadde il silenzio. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Ehm... solo poche parole ancora, adESso che siamo tutti sazi di cibo e di bevande. Ho DA DArvi alcuni annunci di inizio anno. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Gli studenti del primo anno devono ricorDAre che l'accESso alla forESta qui intorno è proibito a tutti gli alunni. E alcuni degli studenti più anziani farebbero bene a ricorDArlo anche loro’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Inoltre, Mr Gazza, il guardiano, mi ha chiESto di ricorDAre a voi tutti che è vietato fare gare di magia tra classi nei corridoi. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Le prove di Quidditch si terranno durante la seconDA settimana dell'anno scolastico. Chiunque sia interESsato a giocare per la squadra del suo dormitorio è pregato di contattare MaDAma Bumb. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘E infine, devo avvertirvi che DA quESt'anno è vietato l'accESso al corridoio del terzo piano a dEStra, a meno che non dESideriate fare una fine molto dolorosa’. Harry rise, ma fu uno dei pochi a farlo. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Non dirà mica sul serio?’ chiESe piano a Percy. ‘Forse’ disse Percy aggrottando la fronte in direzione di Silente. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘strano, perché in genere lui dice sempre la ragione per cui non abbiamo il permESso di anDAre DA qualche parte... la forESta è piena di bEStie pericolose, quESto lo sanno tutti. No, penso che almeno a noi prefetti avrebbe dovuto dirlo’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘E ora, prima di anDAre a letto, intoniamo l'inno della scuola!’ gridò Silente. Harry notò che agli altri insegnanti s'era come gelato il sorriso sulle labbra. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Silente diede un colpetto alla sua bacchetta magica, come se stESse cercando di scacciarne una mosca DAlla punta, e ne fluì un lungo nastro d'oro che si sollevò alto in aria, sopra i tavoli, e cominciò a contorcersi a mo' di serpente, formando delle parole. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Hogwarts, Hogwarts del nostro cuore, te ne preghiamo, insegnaci bene giovani, vecchi, o del Pleistocene, la nostra tESta tu sola riempi con tante cose interESsanti. Perché ora è vuota e piena di venti, di mosche morte e idee deliranti. Insegnaci dunque quel che è richiESto, DAlla memoria cancella l'oblio fai del tuo meglio, a noi spetta il rESto finché al cervello DAremo l'addio. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Ah!’ ESclamò Harry passandosi una mano sulla fronte. ‘Che cosa c'è?’ chiESe Percy. ‘N-niente’. Il dolore era svanito così come era venuto. Più difficile DA scuotersi di dosso fu la sensazione che Harry aveva provato per via dello sguardo dell'insegnante... la sensazione di non ESsergli affatto simpatico. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Chi è l'insegnante che sta parlando col profESsor Raptor?’ chiESe a Percy. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry, che cominciava a sentire caldo e sonno, alzò di nuovo lo sguardo verso il tavolo delle autorità. Hagrid era tutto intento a bere DAl suo calice. La profESsorESsa Mcgranitt conversava con il profESsor Silente. Il profESsor Raptor, con il suo assurdo turbante, parlava con un altro insegnante DAi capelli neri e untuosi, il naso adunco e la pelle giallastra. Accadde all'improvviso. L'insegnante DAl naso adunco guardò dritto negli occhi di Harry, oltre il turbante di Raptor, e un dolore acuto attraversò la cicatrice sulla fronte del ragazzo. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
DAll'altro lato di Harry, Percy Weasley e Hermione stavano parlando delle lezioni (‘Spero proprio che comincino subito, c'è tanto DA imparare, a me interESsa in modo particolare la Trasfigurazione, sai, quando un oggetto viene cambiato in qualcos'altro, naturalmente è ritenuta una pratica molto difficile... Si comincia DAlle cose più semplici, che so, trasformare fiammiferi in aghi e cose del genere...’). Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Io sono un... mezzo sangue’ raccontava Seamus. ‘Papà è un Babbano. Mamma non gli ha detto di ESsere una strega fino a dopo sposati. stato un bel colpo per lui!’ Tutti risero. ‘E tu, Neville?’ ‘Be', io sono stato allevato DA mia nonna, che è una strega’ prESe a raccontare Neville, ‘ma in famiglia per molto tempo hanno pensato che io fossi soltanto un Babbano. Il mio prozio Algie ha cercato per anni di cogliermi alla sprovvista e di strapparmi qualche magia - una volta mi ha buttato in acqua DAl molo di Blackpool e per poco non affogavo - ma non è succESso niente fino a che non ho avuto otto anni. Zio Algie era venuto a prendere il tè e mi teneva appESo per le caviglie fuori DA una finEStra del secondo piano, quando zia Enid gli offrì una meringa e lui, senza farlo apposta, mi lasciò anDAre. Ma io caddi in giardino, e rimbalzando arrivai fino in straDA. Tutti erano felici, mia nonna piangeva per la contentezza. E avrESte dovuto vedere le facce, quando sono stato ammESso qui... perché pensavano che non avESsi abbastanza poteri magici, capite? Zio Algie era così contento che mi ha comperato il rospo’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Non gliel'ho mai chiESto’ disse con delicatezza Nick-Quasi-Senza-TESta. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Quando tutti si furono rimpinzati a più non posso, gli avanzi del cibo scomparvero DAi piatti lasciandoli puliti e splendenti come prima. Un attimo dopo apparvero i dolci. Montagne di gelato di tutti i gusti immaginabili, torte alle mele, pasticcini al miele, bignè al cioccolato e ciambelle alla marmellata, zuppa inglESe, fragole, gelatina, dolci di riso... Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Come ha fatto a coprirsi tutto di sangue?’ chiESe Seamus molto interESsato. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate DA quel che vedete io ve lo giuro che mi scappello se uno più bello ne troverete. Potete tenervi le vostre bombette i vostri cilindri lucidi e alteri, son io quello che al posto vi mette e al mio confronto gli altri son zeri. Non c'è pensiero che nascondiate che il mio potere non sappia vedere, quindi indossatemi ed ascoltate qual è la casa in cui rimanere. forse Grifondoro la vostra via, culla dei coraggiosi di cuore: auDAcia, fegato, cavalleria fan di quel luogo uno splendore. O forse è a Tassorosso la vostra vita, dove chi alberga è giusto e leale: qui la pazienza regna infinita e il duro lavoro non è innaturale. Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio, se siete svegli e pronti di mente, ragione e sapienza qui trovan linguaggio che si confà a simile gente. O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori! Venite dunque senza paure E mettetemi in capo all'istante Con me sarete in mani sicure Perché io sono un Cappello Parlante! Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry gettò un'occhiata al tavolo dei Serpeverde e vide, lì seduto, un orribile fantasma DAllo sguardo fisso e vuoto, il volto macilento e gli abiti tutti imbrattati di sangue argentato. Era seduto proprio vicino a Malfoy che - Harry lo notò con piacere - non sembrava molto soddisfatto per l'assegnazione dei posti. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Così’ disse irritato. Si afferrò l'orecchio dEStro e tirò. Tutta la tESta gli si staccò DAl collo e gli ricadde sulla spalla come se fosse incernierata. Qualcuno aveva evidentemente provato a decapitarlo, ma non lo aveva fatto a dovere. Tutto compiaciuto per gli sguardi sbalorditi che lESse sui loro volti, con un movimento deciso, Nick-Quasi-Senza-TESta si rimise la tESta sul collo, tossì e disse: ‘Allora... nuovi Grifondoro! Spero che ci aiuterete a vincere il campionato di quESt'anno. Non è mai succESso che Grifondoro non vincESse per tanto tempo: Serpeverde ha vinto la coppa per sei anni di fila! Il Barone Sanguinario sta diventando a dir poco
insopportabile... ehm... sarebbe il fantasma di Serpeverde’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Quasi senza tESta? Come è possibile ESsere quasi senza tESta?’ Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Sir Nicholas sembrava EStremamente stizzito, come se la conversazione non stESse prendendo la piega DA lui dESiderata. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Preferirei che mi chiamassi Sir Nicholas de Mimsy...’ cominciò a dire tutto impettito il fantasma, ma Seamus Finnigan DAi capelli color sabbia lo interruppe. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Io lo so chi sei!’ disse d'un tratto Ron. ‘I miei fratelli mi hanno parlato di te... Tu sei Nick-Quasi-Senza-TESta’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Ma perché, tu non puoi...?’ ‘Sono circa quattrocento anni che non mangio’ disse il fantasma. ‘Naturalmente, non ne ho bisogno, ma uno finisce col sentirne la mancanza. Forse non mi sono prESentato. Sir Nicholas de Mimsy-Porpington al tuo servizio. Il fantasma ufficiale di Grifondoro’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Non si poteva dire che i Dursley lo lasciassero morire di fame, ma certo non gli veniva mai permESso di mangiare a sazietà. Dudley prendeva sempre tutto quello che faceva gola a Harry, anche a costo di sentirsi male. Harry si riempì il piatto di un po' di tutto, tranne i dolci alla menta, e cominciò a mangiare. Era tutto squisito. ‘Ha l'aria di ESsere molto buona’ disse il fantasma con la gorgiera in tono triste, guarDAndo Harry che tagliava la bistecca. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry rimase a bocca aperta. Di colpo, i piatti DAvanti a lui erano pieni zeppi di pietanze. Non aveva mai visto tante cose buone tutte insieme su un solo tavolo: roast beef, pollo arrosto, braciole di maiale e di agnello, salsicce, bacon e bistecche, patate lESse, Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Ma... è un po' matto?’ chiESe incerto a Percy. ‘Matto?’ gli fece quello con disinvoltura. ‘un genio! Il miglior mago del mondo! Ma è un po' matto, sì. Patate, Harry?’ Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Benvenuti!’ disse. ‘Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di DAre inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. E cioè: Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre! Grazie!’ E tornò a sedersi. Tutti batterono le mani e griDArono entusiasti. Harry non sapeva se ridere o no. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Albus Silente si era alzato in piedi. Sorrideva agli studenti con uno sguardo radioso, le braccia aperte, come se niente potESse fargli più piacere del vederli tutti lì riuniti. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry guardò nel suo piatto d'oro e lo vide vuoto. Soltanto ora si era rESo conto di quanta fame avESse. Gli zuccotti di zucca sembravano appartenere a secoli prima. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Ben fatto, Ron, ottimo!’ si congratulò Percy Weasley pomposamente DA sopra la tESta di Harry, mentre ‘Zabini Blaise’ veniva manDAto a Serpeverde. A quel punto, la profESsorESsa Mcgranitt arrotolò la sua pergamena e portò via il Cappello Parlante. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
E ora erano rimaste solo tre persone DA smistare. ‘Turpin Lisa’ divenne una Pecoranera e poi fu il turno di Ron. Il ragazzo aveva assunto ormai un colorito terreo. Harry incrociò le dita sotto il tavolo, e un attimo dopo il cappello gridò: ‘GRIFONDORO!’ Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Ora poteva vedere bene il tavolo delle autorità. All'EStremità più vicina a lui sedeva Hagrid, che incrociò lo sguardo col suo e gli fece un segno di vittoria. Harry gli rispose con un sorriso. E là, al centro, su un ampio scranno d'oro, sedeva Albus Silente. Harry lo riconobbe subito per via della figurina che aveva trovato nella Cioccorana, sul treno. La chioma argentea di Silente era l'unica cosa, in tutta la sala, che luccicasse quanto i fantasmi. Harry intravide anche il profESsor Raptor, il giovanotto nervoso che aveva incontrato al Paiolo magico. Aveva un'aria molto strana, e in tESta un gran turbante color porpora. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry udì il cappello griDAre l'ultima parola a tutta la sala. Se lo tolse di tESta e si avviò con passo vacillante verso il tavolo dei Grifondoro. Il sollievo di ESsere stato scelto per quel dormitorio e non per Serpeverde era tale che a malapena si accorse di ESsere stato salutato DAll'applauso più fragoroso. Il prefetto Percy si alzò in piedi e gli strinse vigorosamente la mano, mentre i gemelli Weasley si sgolavano: ‘Potter è dei nostri! Potter è dei nostri!’ Harry si sedette DAvanti al fantasma con la gorgiera che aveva visto prima. QuESto gli batté un colpetto sul braccio, DAndogli l'improvvisa, orribile sensazione di averlo appena immerso in un catino di acqua ghiacciata. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Ehm...’ gli sussurrò una vocina all'orecchio. ‘Difficile. Molto difficile. Vedo coraggio DA vendere. E neanche un cervello DA buttar via. C'è talento, oh, accipicchia, sì... e un bel dESiderio di mettersi alla prova. Molto interESsante... Allora, dove ti metto?’ Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Non a Serpeverde, eh?’ disse la vocina. ‘Ne sei proprio così sicuro? PotrESti diventare grande, sai: qui, nella tua tESta, c'è di tutto, e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su quESto non c'è dubbio... No? Be', se sei proprio così sicuro... meglio GRIFONDORO!’ Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
L'ultima cosa che Harry vide prima che il cappello gli coprisse gli occhi fu la sala piena di gente che allungava il collo per guarDArlo meglio. L'attimo dopo, era immerso nel buio. Rimase in attESa. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Potter Harry!’ Mentre Harry si avvicinava allo sgabello, la sala fu percorsa d'un tratto DA sussurri simili allo scoppiettio di tanti piccoli fuochi. ‘Potter, ha detto?’ Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Malfoy si prESentò con aria tracotante, quando venne chiamato il suo nome, e fu ESaudito immediatamente: il cappello gli aveva appena sfiorato la tESta quando gridò: ‘SERPEVERDE!’ Malfoy andò a unirsi ai suoi amici Tiger e Goyle, con aria molto compiaciuta. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Poi fu chiamato il ragazzo che perdeva continuamente il suo rospo, Neville Paciock, il quale, lungo il percorso verso lo sgabello, cadde. Con lui, il cappello impiegò molto tempo a decidere. Quando finalmente gridò ‘GRIFONDORO!’, Neville corse via senza neanche toglierselo DAlla tESta, e tra scrosci di risa dovette correre a consegnarlo a ‘Macdougal Morag’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry fu colpito DA un pensiero orribile, come sono sempre i pensieri di quando siamo molto nervosi. E se lui non fosse stato scelto affatto? Se gli fosse capitato di rimanere lì seduto con il cappello sugli occhi per ore, finché la profESsorESsa Mcgranitt glielo avESse strappato DAlla tESta dicendo che evidentemente c'era stato un errore, e che lui doveva anDArsene e riprendere il treno? Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Granger Hermione!’ Hermione arrivò quasi di corsa allo sgabello e si pigiò il cappello in tESta con gESto impaziente. ‘GRIFONDORO!’ gridò il cappello. Ron emise un gemito. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry notò che qualche volta il cappello griDAva all'istante il nome del dormitorio e altre volte, invece, ci metteva un po' a decidersi. ‘Finnigan Seamus’, il ragazzo DAi capelli color sabbia che precedeva Harry nella fila rimase seduto quasi per un minuto prima di venire dichiarato un Grifondoro. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Ora cominciava a sentirsi veramente male. RicorDAva quando, nella sua vecchia scuola, era stato scelto per la squadra sportiva. Lui era stato sempre scelto per ultimo, non perché non fosse bravo, ma perché nESsuno voleva che Dudley pensasse che era simpatico a qualcuno. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Poi ‘Bulstrode Millicent’ diventò una Serpeverde. Forse era una pura fantasia di Harry, dopo tutto quel che aveva sentito dire su quel dormitorio, ma gli venne DA pensare che avevano tutti un aspetto sgradevole. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Anche ‘Brocklehurst Mandy’ fu assegnata a Pecoranera, ma ‘Brown LavanDA’ fu la prima nuova Grifondoro e il tavolo all'EStrema sinistra ESplose in un evviva generale; tuttavia Harry notò che i fratelli gemelli di Ron fischiavano. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Boot Terry!’ ‘PECORANERA!’ QuESta volta, a battere le mani fu il secondo tavolo DA sinistra; molti allievi del dormitorio di Pecoranera si alzarono per stringere la mano a Terry, quando egli ebbe prESo posto tra loro. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Hossas Susan!’ ‘TASSOROSSO!’ gridò ancora il cappello, e Susan si affrettò ad anDAre a sedersi accanto a Hannah. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in tESta e vi siederete sullo sgabello per ESsere smistati’ disse. ‘Abbott Hannah!’ Una ragazzina DAlla faccia rosea e con due codini biondi venne fuori DAlla fila inciampando, indossò il cappello che le ricadde sopra gli occhi e si sedette. Un attimo di pausa... ‘TASSOROSSO!’ gridò il cappello. Il tavolo dei Tassorosso, a dEStra, si rallegrò e batté le mani quando Hannah andò a prendervi posto. Harry vide il fantasma del Frate Grasso salutarla allegramente con la mano. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
A quel punto, la profESsorESsa Mcgranitt si fece avanti tenendo in mano un lungo rotolo di pergamena. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry sorrise debolmente. Sì, indossare il cappello era molto meglio che dover fare un incantESimo, ma gli sarebbe piaciuto che la cosa avvenisse in separata sede, non sotto gli occhi di tutti. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Sembrava che il cappello chiedESse molto; al momento, Harry non si sentiva né coraggioso, né intelligente né altro. Se solo il cappello avESse nominato un dormitorio per gente che si sentiva poco sicura di sé, quello sarebbe stato il posto giusto per lui. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Forse sarebbe stato chiESto loro di EStrarne un coniglio, pensò Harry tutto emozionato. Sembrava proprio il genere di cosa che... poi, notando che tutti, nella sala, stavano fissando il cappello, fece altrettanto. Per qualche secondo regnò il silenzio più assoluto. Poi il cappello si contrasse. Uno strappo vicino al bordo si spalancò come una bocca, e lui cominciò a cantare: Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
RapiDAmente Harry abbassò di nuovo lo sguardo, mentre la profESsorESsa Mcgranitt, senza fare rumore, collocava uno sgabello a quattro gambe DAvanti agli allievi del primo anno. Sopra lo sgabello mise un cappello a punta, DA mago. Era un vecchio cappello tutto rattoppato, consunto e pieno di macchie. Zia Petunia non avrebbe permESso neanche di farlo entrare in casa. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
luce tremula delle candele, le centinaia di facce che li guarDAvano sembravano tante pallide lanterne. Qua e là, tra gli studenti, i fantasmi punteggiavano la sala come velate luci argentee. Soprattutto per evitare tutti quegli occhi che li fissavano, Harry alzò lo sguardo in alto e vide un soffitto di velluto nero trapunto di stelle. Udì Hermione bisbigliare: ‘per magia che somiglia al cielo di fuori! L'ho letto in Storia di Hogwarts’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
sala c'era un altro tavolo lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti. Fu lì che la profESsorESsa Mcgranitt accompagnò gli allievi del primo anno, cosicché, sempre tutti in fila, si fermarono DAvanti agli altri studenti, DAndo le spalle agli insegnanti. Alla Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry non aveva mai immaginato in vita sua che potESse ESistere un posto tanto splendido e sorprendente. Era illuminato DA migliaia e migliaia di candele sospESe a mezz'aria sopra quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti gli altri studenti. I tavoli erano apparecchiati con piatti e calici d'oro scintillanti. In fondo alla Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry, con la strana sensazione che le gambe gli fossero diventate di piombo, si mise in fila dietro a un ragazzo DAi capelli color sabbia, e Ron dietro di lui. Uscirono DAlla stanza, attraversarono di nuovo la sala d'ingrESso, oltrepassarono un paio di doppie porte, ed entrarono nella Sala Grande. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
La profESsorESsa Mcgranitt era tornata. Uno a uno, i fantasmi si dileguarono attraversando la parete di fronte. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Mettetevi in fila e seguitemi’ ordinò la profESsorESsa Mcgranitt agli allievi del primo anno. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Un fantasma in calzamaglia e gorgiera aveva d'un tratto notato gli studenti del primo anno. NESsuno rispose. ‘Nuovi studenti!’ disse il Frate Grasso abbracciando tutti con un sorriso. ‘In attESa di ESsere smistati, suppongo’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Mio caro Frate, non abbiamo forse DAto a Pix tutte le possibilità che meritava? Non fa che gettare discredito sul nostro nome, e poi lo sai, non è neanche un vero e proprio fantasma... Ehi, dico, che cosa ci fate qui?’ Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Si sentì mancare il fiato, e come lui tutti gli altri. Una ventina di fantasmi erano appena entrati nella stanza, attraversando la parete in fondo. Di color bianco perlaceo e leggermente trasparenti, scivolavano per la stanza parlando tra loro e quasi senza guarDAre gli allievi del primo anno. Sembrava che stESsero discutendo. Quello che assomigliava a un monaco piccolo e grasso stava dicendo: ‘Io dico che bisogna perdonare e dimenticare; dobbiamo DArgli un'altra possibilità...’ Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
diventare blu la parrucca dell'insegnante. Teneva gli occhi fissi sulla porta. Ormai ogni momento era buono perché la profESsorESsa Mcgranitt tornasse per condurlo verso il suo dEStino. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Poi accadde una cosa che gli fece fare un salto alto un palmo DA terra... Dietro di lui, molti ragazzi griDArono. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
A Harry, il cuore sobbalzò nel petto. Una prova? Di fronte a tutta la scuola? Ma lui, di magia, non sapeva niente... cosa avrebbe dovuto fare? Non si era aspettato niente di simile, quando era arrivato. Si guardò intorno ansioso e vide che tutti gli altri erano terrorizzati quanto lui. NESsuno aveva molta voglia di parlare, tranne Hermione Granger che stava spiattellando a bassa voce, con parlantina inarrEStabile, tutti gli incantESimi che aveva imparato, chiedendosi Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Tornerò non appena saremo pronti per la cerimonia’ disse la profESsorESsa Mcgranitt. ‘Vi prego di attendere in silenzio’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Uscì DAlla stanza. Harry deglutì. ‘Di preciso, in che modo ci smistano per dormitorio?’ chiESe a Ron. ‘Una specie di prova, credo. Fred ha detto che fa un sacco male, ma penso che stESse scherzando’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti, DAvanti a tutti gli altri studenti. Nell'attESa, vi suggerisco di farvi belli più che potete’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘I quattro dormitori si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Pecoranera e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato
maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che rESterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti al vostro dormitorio, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, il dormitorio che avrà totalizzato più punti verrà premiato con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi DArà lustro al dormitorio cui verrà dEStinato. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Benvenuti a Hogwarts’ disse la profESsorESsa Mcgranitt. ‘Il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nei vostri dormitori. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, il vostro dormitorio sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di dormitorio, dormirete nei locali dEStinati al vostro dormitorio e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo del vostro dormitorio. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Grazie, Hagrid. DA qui in avanti li accompagno io’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Spalancò la porta. La sala d'ingrESso era così grande che ci sarebbe entrata comoDAmente tutta la casa dei Dursley. Le pareti di pietra erano illuminate DA torce fiammeggianti come quelle della Gringott, il soffitto era talmente alto che si scorgeva a malapena, e di fronte a loro una sontuosa scalinata in marmo conduceva ai piani superiori. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
I ragazzi seguirono la profESsorESsa Mcgranitt calpEStando il pavimento tutto lastre. Harry udiva il brusio di centinaia di voci provenire DA una porta a dEStra - il rESto della scolarESca doveva ESsere già arrivato - ma la profESsorESsa Mcgranitt condusse quelli del primo anno in una saletta vuota, oltre la sala d'ingrESso. Ci si assieparono dentro, molto più pigiati di quanto normalmente avrebbero fatto, guarDAndosi intorno tutti nervosi. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
La porta si spalancò all'istante. Si vide una strega alta, DAi capelli corvini, vEStita di verde smeraldo. Aveva un volto molto severo, e il primo pensiero di Harry fu quESto: è una persona che bisogna evitare di contrariare. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Ecco qua gli allievi del primo anno, profESsorESsa Mcgranitt’ disse Hagrid. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Un fascio di bastoni DA passeggio fluttuava a mezz'aria DAvanti a loro e, quando Percy fece per avvicinarsi, quelli cominciarono a menargli colpi all'impazzata. ‘Pix’ sussurrò Percy a quelli del primo anno. ‘Un Poltergeist’. Poi, alzando la voce: ‘Pix... fatti vedere!’ Rispose un suono potente e volgare, come quando si fa uscire di colpo l'aria DA un pallone. ‘Vuoi che vaDA DAl Barone Sanguinario?’ Ci fu uno schiocco e un omino DAi neri occhi maligni e una gran bocca apparve galleggiando nell'aria a gambe incrociate, e afferrò i bastoni. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Oooooooh!’ ESclamò con una risata maligna. ‘Pivellini del primo anno. Ma che bello!’ Si gettò a capofitto su di loro. Tutti si chinarono per schivarlo. ‘Vattene, Pix, o dirò tutto al Barone, sta' sicuro!’ gli ringhiò Percy. Pix svanì con una linguaccia, lasciando cadere i bastoni sulla tESta di Neville. Lo udirono allontanarsi di corsa, sbatacchiando le armature al suo passaggio. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Dovete guarDArvi DA Pix’ disse Percy mentre riprendevano a camminare. ‘Il Barone Sanguinario è l'unico che riESca a controllarlo; Pix non dà retta neanche a noi prefetti. Eccoci
arrivati’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
All'EStremità del corridoio, era appESo il ritratto di una donna molto grassa, con indosso un abito di seta rosa. ‘La parola d'ordine?’ chiESe. ‘Caput Draconis’ disse Percy, e il ritratto si staccò DAl muro scoprendo un'apertura circolare. Passarono tutti, aiutandosi con le mani e coi piedi - Neville ebbe bisogno di una spinta - e sbucarono nella sala di ritrovo di Grifondoro, una stanza accogliente a pianta rotonDA, piena di soffici poltrone. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Percy indicò alle ragazze una porta che conduceva al loro dormitorio, e un'altra ai ragazzi. In cima a una scala a chiocciola - era chiaro che si trovavano in una delle torri - finalmente trovarono i loro letti: cinque letti a balDAcchino circonDAti DA tende di velluto rosso scuro. I loro bauli erano già stati portati su. Troppo stanchi per parlare, indossarono il pigiama e si infilarono sotto le coperte. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
‘Che bella mangiata, eh?’ bofonchiò Ron a Harry DA dietro i tenDAggi. ‘Vattene, Crosta! Mi sta rosicchiando le lenzuola’. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Forse Harry aveva mangiato un po' troppo, perché fece un sogno molto strano. Indossava il turbante del profESsor Raptor, e il turbante gli parlava senza posa, dicendogli che doveva trasferirsi a Serpeverde immediatamente, perché a quello era dEStinato. Harry gli rispondeva che no, non voleva anDArci; allora il turbante diventava sempre più pESante e Harry cercava di sfilarselo DAlla tESta, ma quello lo stringeva sempre più facendogli molto male; e c'era anche Malfoy che si faceva beffe di lui, mentre era alle prESe col turbante, e poi Malfoy si tramutava nell'insegnante DAl naso adunco, Piton, che rideva in modo stridulo e glaciale. Poi ci fu un bagliore di luce verde e Harry si dEStò, madido di sudore e scosso DAi brividi. Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Si girò DAll'altra parte e riprESe sonno, e quando si svegliò, il mattino seguente, non conservava il minimo ricordo del sogno. ‘GuarDA lì!’ ‘Dove?’ ‘Vicino a quello alto coi capelli rossi’. ‘Quello con gli occhiali?’ ‘Ma hai visto che faccia?’ ‘E la cicatrice, l'hai vista?’ Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1) |
Harry raccontò a Hagrid della lezione di Piton. E Hagrid, al pari di Ron, gli disse di non prendersela, perché a Piton praticamente non anDAva a genio nESsuno degli studenti. ‘Ma a me, sembrava proprio che mi odiasse’. ‘Sciocchezze!’ ESclamò Hagrid. ‘E perché mai?’ Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Harry e Ron godettero molto a sentire Hagrid chiamare Gazza ‘quel vecchio scemo’. ‘E quanto alla gatta, Mrs Purr, una volta o l'altra la prESento a Thor. Lo sapete che ogni volta che vado su alla scuola mi segue DAppertutto? Non riESco a levarmela DAi piedi... Gazza la aizza’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Ti prESento Ron’ disse Harry a Hagrid, mentre quESti versava dell'acqua bollente in una grande teiera e disponeva alcuni biscotti su un piatto. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Un altro Weasley, eh?’ chiESe Hagrid guarDAndo le lentiggini di Ron. ‘Ho passato metà della vita a DAr la caccia ai tuoi fratelli gemelli per la forESta’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Per poco i biscotti non gli spezzarono i denti, ma Harry e Ron finsero di gradirli moltissimo, mentre facevano a Hagrid il rESoconto delle prime lezioni. Thor aveva poggiato la tESta sulle ginocchia di Harry e gli sbavava addosso, tutto contento. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
La casa era formata DA un'unica stanza. DAl soffitto pendevano prosciutti e fagiani; sopra una piccola catasta di legna già accESa c'era un bollitore di rame e, in un angolo, un letto imponente coperto con una trapunta a patchwork. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Fate come se foste a casa vostra’ disse Hagrid lasciando anDAre Thor che si avventò dritto dritto su Ron, cominciando a leccargli le orecchie. Al pari di Hagrid, Thor non era poi così feroce come sembrava. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Quando Harry bussò, DAll'interno si udì un raspare frenetico e una serie di latrati sempre più forti. Poi risuonò la voce di Hagrid che
diceva: ‘Qua, Thor... qua!’ Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
La sua grossa faccia pelosa apparve DA dietro la porta socchiusa, prima che la spalancasse. ‘Aspettate un attimo!’ disse. ‘Sta' giù, Thor!’ Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Su col morale’ disse Ron. ‘Piton non fa altro che togliere punti a Fred e a George. Posso venire con te a trovare Hagrid?’ Alle tre meno cinque avevano lasciato il castello e avanzavano attraverso il parco. Hagrid viveva in una casetta di legno al limitare della forESta proibita. Fuori della porta erano poggiati una balEStra e un paio di stivali di gomma. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
La cosa era così ingiusta che Harry aprì bocca per ribattere, ma Ron gli diede un calcio DA dietro al loro calderone. ‘Non ESagerare’ gli soffiò a bassa voce. ‘Ho sentito dire che Piton può diventare molto cattivo’. Un'ora dopo, lasciato il sotterraneo, mentre risalivano le scale, la mente di Harry galoppava e il suo umore era... sottoterra. In una sola settimana, aveva fatto perdere due punti a Grifondoro... Ma perché Piton lo odiava tanto? Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Neville frignava perché le bolle avevano cominciato a spuntargli anche sul naso. ‘Portalo in infermeria!’ intimò Piton a Seamus in tono sprezzante. Poi si girò verso Harry e Ron, che avevano lavorato accanto a Neville. ‘E tu, Potter... perché non gli hai detto di non aggiungere gli aculei? Pensavi che se lui sbagliava ti sarESti mESso in luce, non è vero? E quESto è un altro punto in meno per i Grifondoro’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Ma che razza di idiota!’ sbottò Piton mentre con un sol tocco della sua bacchetta magica ripuliva il pavimento DAlla pozione versata. ‘Suppongo che tu abbia aggiunto gli aculei di porcospino prima di togliere il calderone DAl fuoco. Non è così?’ Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Ci fu un improvviso rovistare in cerca di penne e pergamene. Sovrastando il rumore, Piton disse: ‘E al dormitorio di Grifondoro verrà tolto un punto per la tua faccia tosta, Potter’. Col procedere della lezione di Pozioni, la situazione dei Grifondoro non migliorò. Piton li divise in coppie e li mise a fabbricare una semplice pozione per curare i foruncoli. Intanto, avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la classe, osservandoli pESare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente, muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a Malfoy, che sembrava stargli simpatico. Aveva appena cominciato a dire agli altri di osservare il modo perfetto in cui Malfoy aveva stufato le sue lumache cornute, quando il sotterraneo fu invaso DA una nube di fumo verde e acido e DA un sibilo potente. Non si sa come, Neville era riuscito a fondere il calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava le scarpe degli astanti facendoci dei buchi. In pochi secondi, tutti i ragazzi erano saltati sugli sgabelli, salvo Neville, che si era bagnato con la pozione quando il calderone si era bucato e adESso piangeva di dolore, mentre sulle braccia e sulle gambe gli spuntavano bolle infiammate. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Piton continuava a ignorare la mano fremente di Hermione. ‘E... Potter, qual è la differenza tra l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum?’ A quESto punto, Hermione si alzò in piedi con la mano protESa come se volESse toccare il soffitto. ‘Non lo so’ disse Harry tranquillamente. ‘Ma penso che Hermione lo sappia. Perché non prova a chiederlo a lei?’ Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Alcuni risero; Harry colse lo sguardo di Seamus e Seamus ammiccò. Ma Piton non lo trovò affatto divertente. ‘Sta' seduta!’ ordinò secco a Hermione. ‘Per tua norma e regola, Potter, asfodelo e artemisia insieme fanno una pozione soporifera talmente potente DA anDAre sotto il nome di Distillato della Morte Vivente. Un bezoar è una pietra che si trova nella pancia delle capre e che salva DA molti veleni. Per quanto riguarDA l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum, sono la stESsa pianta, nota anche con il semplice nome di aconito. Be'? Perché non prendete appunti?’ Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Immagino che tu non abbia neanche aperto un libro prima di venire qui, vero, Potter?’ Harry si costrinse a continuare a guarDAre fisso quegli occhi glaciali. In realtà aveva DAto una scorsa ai libri, quando era ancora DAi Dursley, ma forse Piton si aspettava che si ricorDAsse tutto quel che era scritto in Mille erbe e funghi magici? Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Proviamo ancora. Potter, dove guarderESti se ti dicESsi di trovarmi una pietra bezoar?’ Hermione alzò di nuovo la mano più in alto che poteva senza alzarsi DAlla sedia, ma Harry non aveva la più palliDA idea di che cosa fosse un bezoar. Cercò di ignorare Malfoy, Tiger e Goyle che si sbellicavano DAlle risate. ‘Non lo so, signore’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Le labbra di Piton si incrESparono in un ghigno. ‘Bene, bene... è chiaro che la fama non è tutto’. Ignorò la mano alzata di Hermione. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Anche quESto discorsetto cadde nel silenzio. Harry e Ron si scambiarono un'occhiata alzando le sopracciglia. Hermione Granger era seduta sul bordo della sedia e sembrava non vedESse l'ora di dimostrare che lei non era una ‘tESta di legno’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte ESatta delle Pozioni’ cominciò. Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una: come la profESsorESsa Mcgranitt, Piton aveva il dono di mantenere senza sforzo il silenzio in classe. ‘Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane ammaliando la mente, stregando i sensi... Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... sempre che non siate una manica di tESte di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Appena arrivato, durante il banchetto inaugurale, Harry aveva avuto l'imprESsione di non stare simpatico al profESsor Piton. Alla fine della prima lezione di Pozioni seppe che si era sbagliato. Non è che lo trovasse antipatico... lo odiava. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Harry si fece prEStare la penna d'oca DA Ron e buttò giù la risposta sul retro del biglietto: ‘Sì, grazie, ci vediamo più tardi’. E la consegnò a Edvige perché la recapitasse. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
A Harry, Edvige non aveva ancora portato niente. Ogni tanto, veniva per mordicchiargli l'orecchio e farsi DAre un pezzetto di toast prima di tornare a dormire nella grande voliera insieme agli altri pennuti della scuola. Ma quella mattina si posò fra la zuccheriera e la coppetta della marmellata d'arancia, lasciando cadere un biglietto sul piatto di Harry. Il ragazzo lacerò immediatamente la busta. arry (c'era scritto con una calligrafia tutta scarabocchi), so che il venerdì pomeriggio sei libero: ti va di venire a prendere una tazza di tè con me intorno alle tre? Voglio sapere tutto della tua prima settimana. ManDAmi la risposta con Edvige. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
In quel momento arrivò la posta. Oramai Harry ci aveva fatto l'abitudine, ma il primo giorno era rimasto alquanto imprESsionato quando un centinaio di gufi avevano fatto irruzione all'improvviso nella Sala Grande, durante la colazione, dEScrivendo cerchi sopra i tavoli finché, individuato il proprio padrone, non gli avevano lasciato cadere in grembo lettere e pacchetti. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Quanto vorrei che la Mcgranitt favorisse noi’ disse Harry. La profESsorESsa Mcgranitt era la direttrice del dormitorio Grifondoro, ma quESto non le aveva impedito, il giorno prima, di DArgli una montagna di compiti. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Il venerdì succESsivo fu un giorno importante per Harry e Ron. Finalmente riuscirono ad arrivare alla Sala Grande per colazione senza perdersi neanche una volta. ‘Cosa abbiamo oggi?’ chiESe Harry a Ron versandosi lo zucchero nel tè. ‘Pozioni doppie per i Serpeverde’ disse Ron. ‘Il capo del dormitorio Serpeverde è Piton, e quelli di Serpeverde dicono che lui li favorisce sempre... vedremo se è vero’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Harry fu molto sollevato nel constatare che non era poi così indietro rispetto agli altri. Molti venivano DA famiglie di Babbani e, come lui, non sapevano di ESsere streghe o maghi. C'era così tanto DA imparare che anche persone come Ron non erano poi molto avvantaggiate. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Il corso che tutti non vedevano l'ora di frequentare era DifESa contro le Arti Oscure, ma le lezioni di Raptor si dimostrarono un po' una barzelletta. L'aula odorava fortemente di aglio: tutti dicevano servisse a tenere lontano un vampiro che egli aveva incontrato in Romania, e che temeva che sarebbe tornato un giorno o l'altro a prenderlo per portarlo via. Il turbante, così disse ai suoi allievi, lo aveva ricevuto in dono DA un principe africano, come pegno di gratitudine per averlo liberato di un fastidioso zombie; ma loro non erano così sicuri che quella storia fosse vera. Tanto per cominciare, quando Seamus Finnigan aveva chiESto a Raptor di raccontare come aveva fatto a scacciare lo zombie, lui era diventato tutto rosso e aveva cominciato a parlare del tempo. E poi avevano notato che intorno al turbante aleggiava uno strano odore, e i gemelli Weasley insistevano che anche quello era imbottito d'aglio, perché Raptor fosse protetto ovunque anDAsse. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Poi trasformò la sua cattedra in un maiale e viceversa. Tutti rimasero molto imprESsionati e non vedevano l'ora di cominciare, ma ben prESto si rESero conto che ci sarebbe voluto un bel po' di tempo prima che diventassero capaci di trasformare un mobile in un animale. PrESero un mucchio di appunti complicati, dopodiché a ciascuno fu DAto un fiammifero che dovevano provare a trasformare in un ago. Alla fine della lezione, solo Hermione Granger aveva cambiato qualche cosa nel suo fiammifero; la profESsorESsa Mcgranitt mostrò alla classe che era diventato tutto d'argento e acuminato, e gratificò Hermione con uno dei suoi rari sorrisi. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘La Trasfigurazione è una delle materie più complESse e pericolose che apprenderete a Hogwarts’ disse. ‘Chiunque faccia confusione nella mia aula verrà ESpulso e non sarà più riammESso. Siete avvisati’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
La profESsorESsa Mcgranitt era ancora diversa. Harry aveva avuto ragione di pensare che era meglio non contrariarla. Severa e intelligente, fece un bel discorsetto ai ragazzi nel momento stESso in cui si sedettero per ascoltare la sua prima lezione. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Invece il profESsor Vitious, l'insegnante di IncantESimi, era un mago basso e mingherlino che doveva salire sopra una pila di libri per vedere al di là della cattedra. All'inizio della prima lezione prESe il registro e, quando arrivò al nome di Harry diede un gridolino eccitato e ruzzolò giù, scomparendo alla vista. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Indubbiamente, la lezione più noiosa era Storia della Magia, l'unico corso tenuto DA un fantasma. Il profESsor Ruf era già molto, molto vecchio quando si era addormentato DAvanti al camino della sala dei profESsori e, la mattina dopo, alzatosi per anDAre a fare lezione, si era lasciato dietro il corpo. R f non la finiva più di parlare con voce monotona, mentre i ragazzi prendevano nota di nomi e DAte, facendo una solenne confusione tra Emeric il Maligno e Uric TEStamatta. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Ogni mercoledì a mezzanotte bisognava studiare il cielo stellato con i telEScopi e imparare il nome delle stelle e i movimenti dei pianeti. Tre volte alla settimana, ci si doveva recare nella serra dietro al castello per studiare Erbologia con una strega piccola e tarchiata, la profESsorESsa Sprite, con la quale i ragazzi imparavano a coltivare tutte le piante e i funghi più strani, e a scoprire a
cosa servivano. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
E poi, una volta che uno riusciva a trovare la classe, c'erano le lezioni. Come Harry scoprì ben prESto, la magia era tutt'altra cosa DAll'agitare semplicemente la bacchetta magica pronunciando parole incomprensibili. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Gazza possedeva una gatta di nome Mrs Purr, una creatura color polvere, tutta pelle e ossa, con due occhi sporgenti come fari, spiccicata al suo padrone. La gatta pattugliava i corridoi DA sola. Bastava infrangere una regola di fronte a lei, mettere appena un piede fuori riga, ed eccola correre in cerca di Gazza, il quale puntualmente appariva due secondi dopo, tutto ansimante. Gazza conosceva i passaggi segreti della scuola meglio di chiunque altro (tranne forse i gemelli Weasley) ed era capace di sbucare fuori all'improvviso al pari dei fantasmi. Gli studenti lo detEStavano, e dESideravano con tutto il cuore di riuscire ad assEStare un bel calcio a Mrs Purr. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Ancor peggio di Pix, se possibile, era il custode Argus Gazza. Harry e Ron riuscirono a prenderlo per il verso sbagliato fin DAlla prima mattina. Gazza li sorprESe mentre cercavano di passare per una porta, che sfortunatamente risultò ESsere l'entrata al corridoio del terzo piano di cui era vietato l'accESso agli studenti. Non volle credere che si fossero smarriti, convinto com'era che stESsero cercando di forzarne l'entrata di proposito, e minacciò di rinchiuderli in prigione, se non fosse stato per il profESsor Raptor che passava in quel momento e li salvò. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era assai sgradevole quando uno di loro, all'improvviso, scivolava attraverso una porta che un ragazzo stava cercando di aprire. Nick-Quasi-Senza-TESta era sempre felice di indicare ai Grifondoro la giusta direzione, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a trabocchetto. Ti tirava in tESta il cEStino della carta straccia, ti sfilava il tappeto DA sotto i piedi, ti lanciava addosso pezzi di gESso oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso e strillava: ‘PRESO!’ Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Il giorno dopo, DA quando Harry ebbe lasciato il dormitorio, fu inseguito DA una miriade di bisbigli. I ragazzi, in fila fuori delle classi, si alzavano in punta dei piedi per DArgli un'occhiata anche solo per un attimo, oppure lo superavano lungo i corridoi per poi tornare indietro a osservarlo meglio. Harry avrebbe preferito che non lo facESsero, perché stava cercando di concentrarsi sul percorso DA seguire per arrivare in classe.
A Hogwarts c'erano centoquarantadue scalinate: alcune ampie e spaziose; altre strette e pericolanti; alcune che il venerdì portavano in luoghi diversi; altre con a metà un gradino che scompariva e che bisognava ricorDArsi di saltare. Poi c'erano porte che non si aprivano, a meno di non chiederglielo cortESemente o di non far loro il solletico nel punto giusto, e porte che non erano affatto porte ma facevano finta di ESserlo. Molto difficile era anche ricorDAre dove fossero le cose, perché tutto sembrava soggetto a continui spostamenti: i personaggi dei ritratti si allontanavano continuamente per farsi visita l'uno con l'altro, e Harry avrebbe giurato che le armature camminassero. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Eppure Harry non poté fare a meno di notare che Hagrid, nel pronunciare quelle parole, evitava il suo sguardo. ‘E tuo fratello Charlie, come sta?’ chiESe Hagrid a Ron. ‘Mi stava molto simpatico... con gli animali era fantastico’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Harry si chiESe se Hagrid l'aveva fatto apposta a cambiare argomento. Mentre Ron raccontava a Hagrid che lavoro faceva Charlie con i draghi, Harry prESe un pezzetto di carta che era stato lasciato sul tavolo, sotto la teiera. Era il ritaglio di un trafiletto DAlla Gazzetta del Profeta: ULTIMISSIME SULLA RAPINA ALLA GRINGOTT Proseguono le inDAgini sulla rapina avvenuta alla Gringott il 31 luglio scorso a opera di ignoti maghi o streghe DAlle Arti Oscure. Oggi i folletti della Gringott hanno ripetutamente affermato che nulla è stato trafugato. Anzi, la camera di sicurezza che i rapinatori avevano prESo di mira era stata svuotata il giorno stESso. ‘Ma tanto non vi diremo che cosa conteneva; quindi, se non volete guai, non ficcate il naso in quESta faccenDA’: così ha dichiarato oggi pomeriggio il folletto portavoce della Gringott. Harry ricordò che, sul treno, Ron gli aveva detto che qualcuno aveva cercato di rapinare la Gringott, ma senza dire in che DAta. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
‘Hagrid!’ ESclamò, ‘la rapina alla Gringott è avvenuta il giorno del mio compleanno! Forse è succESso quando c'eravamo noi’. Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Non c'erano dubbi: anche stavolta Hagrid evitò lo sguardo di Harry. Bofonchiò qualcosa e gli offrì un altro biscotto. Harry rilESse il trafiletto: ‘Anzi, la camera di sicurezza che i rapinatori avevano prESo di mira era stata svuotata il giorno stESso’. Hagrid aveva vuotato la camera numero settecentotredici... quESto, benintESo, se prelevare il lurido pacchetto che c'era dentro si poteva definire svuotarla. Era di quello che i ladri anDAvano in cerca? Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Quando Harry e Ron fecero ritorno al castello per cena, le loro tasche erano stracolme di biscotti che i due ragazzi erano stati troppo beneducati per rifiutare, e Harry si disse che nESsuna delle lezioni frequentate fino a quel momento gli aveva DAto tanto DA pensare quanto quell'ora trascorsa a prendere il tè con Hagrid. Hagrid aveva ritirato il pacchetto appena in tempo? E ora dove si trovava? E poi, c'era qualche cosa su Piton che Hagrid sapeva e non voleva dirgli? Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1) |
Era Pix. Li vide ed emise uno squittio di contentezza. ‘Zitto, Pix... per piacere... o ci farai ESpellere’. Pix riDAcchiò. ‘In giro per il castello a mezzanotte, pivellini? Ah, ah, ah! Sciocchi e insulsi, sarete ESpulsi!’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Harry pensò che la ragazza avESse ragione, ma non era disposto a dirglielo. ‘Andiamo’. La cosa non sarebbe stata tanto semplice. Non avevano fatto neanche una decina di passi che il pomello di una porta cigolò e qualcosa schizzò come una pallottola fuori DA un'aula di fronte a loro. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Credo che lo abbiamo seminato’ ansimò Harry appoggiandosi contro la parete fredDA e asciugandosi la fronte. Neville era piegato in due, e ansimava senza riuscire a riprender fiato. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Il baccano e lo strepito furono tali DA svegliare l'intero castello. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘CORRETE!’ gridò Harry e tutti e quattro si misero a correre per la galleria, senza guarDArsi indietro per vedere se Gazza li stESse seguendo. Girarono dietro lo stipite di una porta, percorsero un corridoio, e poi un altro, Harry in tESta, senza la minima idea di dove si trovassero o di dove stESsero anDAndo. Passarono attraverso un arazzo, lacerandolo, e si ritrovarono in un passaggio nascosto, lo percorsero a precipizio e sbucarono vicino all'aula di IncantESimi, che sapevano ESsere lontana mille miglia DAlla sala dei trofei. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘DA quESta parte!’ Harry bisbigliò agli altri e, in preDA al terrore, cominciarono a sgattaiolare lungo la galleria che rigurgitava di armature. Sentivano avvicinarsi Gazza. D'un tratto, Neville lanciò un gridolino di terrore e spiccò la corsa... incESpicò, afferrò Ron per la vita e franarono entrambi sopra un'armatura. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Sono qui, DA qualche parte’ lo udirono borbottare, ‘probabilmente nascosti’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Era Gazza che parlava con la gatta, Mrs Purr. Inorridito, Harry agitò all'impazzata la bacchetta, facendo segno agli altri tre di seguirlo più in fretta possibile. Svelti svelti, senza far rumore si dirESsero verso la porta opposta al punto DA cui proveniva la voce di Gazza. L'ultimo lembo degli abiti di Neville era appena sparito dietro l'angolo, quando udirono Gazza entrare nella sala dei trofei. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Poi, un rumore nella stanza accanto li fece sobbalzare. Harry aveva appena fatto in tempo a sollevare la bacchetta magica quando udì qualcuno parlare... ma non era Malfoy. ‘Annusa qua dentro, ciccina, potrebbero ESsere nascosti in un angolo’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Malfoy e Tiger non erano ancora arrivati. Le teche di cristallo dei trofei luccicavano nei punti illuminati DAi raggi della luna. Coppe, scudi, piatti e statue, era tutto uno scintillio d'oro e d'argento. Strisciavano lungo i muri, tenendo d'occhio le porte situate a entrambe le EStremità della stanza. Harry EStrasse la sua bacchetta nel caso Malfoy fosse arrivato e avESse attaccato subito... I minuti scorrevano lentamente. ‘in ritardo. Forse ha avuto paura’ fece Ron in un sussurro. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Scivolarono lungo corridoi illuminati a strisce DAl chiarore lunare proveniente DAlle alte finEStre. Ogni volta che giravano un angolo, Harry si aspettava di imbattersi in Gazza o in Mrs Purr, ma ebbero fortuna. Salirono a tutta velocità su per una scala fino al terzo piano, e in punta di piedi si avviarono verso la sala dei trofei. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Non mi lasciate!’ li scongiurò il ragazzo balzando in piedi. ‘Non voglio rimanere qui DA solo, il Barone Sanguinario è già passato due volte’. Ron guardò l'orologio e poi lanciò un'occhiata furibonDA a Hermione e a Neville. ‘Se uno di voi due si fa beccare, non avrò pace finché non avrò imparato quella Maledizione dei Fantasmi di cui ci ha parlato Raptor, e giuro che la userò contro di voi’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Come va il braccio?’ chiESe Harry. ‘Bene’ rispose Neville mostrandoglielo. ‘MaDAma Chips me lo ha aggiustato in meno di un minuto’. ‘Bene. E ora, Neville... dobbiamo anDAre in un certo posto. Ci vediamo più tardi...’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Meno male! Mi avete trovato! Sono ore e ore che sono qui. Non riuscivo a ricorDArmi la parola d'ordine per anDAre a letto’. ‘Parla piano, Neville. La parola d'ordine è "grugno di porco", ma ora non ti servirà a niente: la Signora Grassa è anDAta a zonzo’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Era una specie di ronfo. ‘Mrs Purr?’ chiESe in un sussurro Ron scrutando le tenebre. Non era Mrs Purr. Era Neville. Stava lì raggomitolato sul pavimento, profonDAmente addormentato; ma non appena gli si furono avvicinati, si svegliò di colpo e saltò su. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Pensate che io me ne rESti lì fuori ad aspettare che Gazza mi scopra? Se ci trova tutti e tre, gli dirò la verità: gli dirò che stavo cercando di fermarvi, e voi mi appoggerete’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Non avevano fatto in tempo ad arrivare all'altra EStremità del corridoio che Hermione li raggiunse. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘QuESto è un problema tuo’ disse Ron. ‘Noi dobbiamo anDAre, altrimenti faremo tardi’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
I due ragazzi non seppero mai quel che erano. Hermione si era voltata verso il ritratto della Signora Grassa per tornare dentro, ma si era trovata di fronte un quadro vuoto. La Signora Grassa era anDAta a fare una passeggiata notturna e Hermione si trovò chiusa fuori della torre di Grifondoro. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘E va bene, però vi ho avvertito; ricorDAtevi quel che vi ho detto, domani, quando sarete sul treno che vi riporta a casa; siete proprio dei...’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘A voi non interESsa niente di Grifondoro. A voi interESsa solo di
voi stESsi. Io non voglio che i Serpeverde vincano la coppa, e voi ci farete perdere tutti i punti che ho ottenuto DAlla profESsorESsa Mcgranitt quando mi ha interrogato sugli IncantESimi di Trasfigurazione’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Hermione non aveva nESsuna intenzione di DArsi per vinta così facilmente. Seguì Ron attraverso il passaggio, sibilandogli contro la propria ira, come un'oca inferocita. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Harry non riusciva a capacitarsi che potESsero ESistere persone tanto invadenti. ‘Andiamo’ disse a Ron. Fece cadere il ritratto della Signora Grassa e si arrampicò attraverso il passaggio che si era aperto nel muro. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Una lampadina brillò nel buio. Era Hermione Granger, con indosso una vEStaglia rosa e la faccia aggronDAta. ‘Tu!’ disse Ron furibondo. ‘Tornatene a letto!’ ‘Stavo per dire tutto a tuo fratello’ sbottò Hermione. ‘Percy... lui che è un prefetto, saprebbe come metter fine a quESta faccenDA’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Sono le undici e mezzo’ bisbigliò finalmente Ron. ‘Dobbiamo anDAre’. Si infilarono la vEStaglia, prESero ciascuno la propria bacchetta magica e attraversarono la stanza della torre, scESero per la scala a chiocciola e raggiunsero la sala di ritrovo di Grifondoro. DAl camino, arrivava ancora il bagliore di alcuni tizzoni, che trasformava le poltrone in ombre nere e contorte. Avevano quasi raggiunto il buco coperto DAl ritratto, quando, DAlla poltrona più vicina, si sentì una voce: ‘Non ci posso credere, Harry! Ma che cosa stai facendo?’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Ciao, eh!’ la salutò Ron. In tutti i casi, non era quel che si dice il modo ideale di concludere la giornata, pensò Harry molto più tardi, mentre giaceva sveglio ad ascoltare Dean e Seamus che si addormentavano beatamente (Neville non era ancora tornato DAll'infermeria). Ron aveva passato tutta la serata a DArgli consigli del tipo: ‘Se cerca di lanciarti una maledizione, sarà meglio che la schivi, perché non mi ricordo come si fa a bloccarla’. Le probabilità che Gazza o Mrs Purr li trovassero erano molte, e Harry sentiva di star sfiDAndo la sorte a infrangere una seconDA volta le regole della scuola nell'arco della stESsa giornata. D'altro canto, nel buio, continuava a vedere il ghigno di Malfoy: quella era la sua grande occasione per vedersela con lui DA uomo a uomo. Non poteva perderla. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘E DAvvero non sono fatti tuoi’ rimbeccò Harry. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘E ti pareva?’ bofonchiò Ron. ‘... e non dovete assolutamente anDAre in giro di notte per la scuola. Pensa ai punti che farete perdere ai Grifondoro se vi beccano... e vi beccano di sicuro. DAvvero egoista DA parte vostra’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Ma è possibile che in quESto posto non si riESca a mangiare in pace?’ disse Ron. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘E se agito la bacchetta e non succede niente?’ ‘Butta via la bacchetta e DAgli un bel pugno sul naso’ suggerì Ron. ‘Chiedo scusa’. I ragazzi alzarono lo sguardo. Era Hermione Granger. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Quando Malfoy se ne fu anDAto, Ron e Harry si guarDArono. ‘Che cos'è un duello tra maghi?’ chiESe Harry. ‘E che vuol dire che sei il mio secondo?’ ‘Be', il secondo è quello che prende il tuo posto se muori’ disse Ron disinvolto, cominciando finalmente a mangiare il suo pasticcio di carne ormai freddo. Poi, cogliendo l'ESprESsione sul viso di Harry, si affrettò ad aggiungere: ‘Ma si muore soltanto nei duelli veri, sai, i duelli tra maghi veri. Il massimo che potrete fare, tu e Malfoy, sarà manDArvi addosso un po' di scintille. NESsuno di voi due conosce abbastanza magia per farvi male sul serio. Comunque, scommetto che si aspettava che tu rifiutassi’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Fred e George erano appena scomparsi quando si prESentò qualcuno molto meno gradito: era Malfoy, regolarmente seguito DA Tiger e Goyle. ‘L'ultimo pasto, Potter? Stai per prendere il treno e tornare DAi Babbani?’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Con te sono pronto a battermi in qualsiasi momento, DA solo’ disse Malfoy. ‘Se vuoi, anche stanotte. Un duello tra maghi. Soltanto bacchette... niente contatto fisico. Be', che cosa c'è? Non hai mai sentito parlare di duelli tra maghi?’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Bene, ora dobbiamo anDAre. Lee JorDAn è convinto di aver trovato un nuovo passaggio segreto per uscire DAlla scuola’. ‘Scommetto che è quello dietro alla statua di Gregory il Viscido che abbiamo scoperto la prima settimana. Ciao!’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Ve lo dico io, quESt'anno la coppa la vinciamo noi’ disse Fred. ‘DA quando Charlie se n'è anDAto che non vinciamo più, ma quESt'anno la squadra promette bene. Devi ESsere proprio bravo, Harry; Baston stava praticamente saltando di gioia quando ce l'ha detto’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Comincio l'allenamento la settimana prossima’ disse Harry. ‘Solo, non dirlo a nESsuno. Baston vuole mantenere segreta la cosa’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Ron era talmente stupefatto, talmente imprESsionato che non riusciva a staccare gli occhi DA Harry, e continuava a guarDArlo a bocca aperta. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘DA un secolo’ disse Harry cacciandosi in bocca un grosso pezzo di pasticcio. Era particolarmente affamato, dopo le emozioni di quel pomeriggio. ‘Me l'ha detto Baston’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Era l'ora di cena. Harry aveva appena finito di raccontare a Ron quel che era accaduto quando aveva lasciato il campo di allenamento
con la profESsorESsa Mcgranitt. Ron era rimasto con un boccone di pasticcio di carne a mezz'aria, dimenticando di metterselo in bocca. ‘Cercatore?’ disse. ‘Mai quelli del primo anno... Tu devi ESsere il più giovane giocatore del dormitorio DA...’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
La profESsorESsa Mcgranitt scrutò Harry DA sopra gli occhiali con sguardo severo. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Voglio vedertici suDAre, Potter, su quESto allenamento, altrimenti potrei cambiare idea sul fatto di non punirti’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Parlerò con il profESsor Silente e vedremo di fare un'eccezione alla regola che ESclude quelli del primo anno. Sa il cielo se abbiamo bisogno di una squadra migliore di quella dell'anno scorso. I Serpeverde ci hanno stracciato nell'ultima partita... Per settimane non ho avuto il coraggio di guarDAre in faccia Severus Piton...’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘E ha anche la corporatura di un Cercatore’ commentò Baston girando intorno a Harry e osservandolo attentamente. ‘Leggero, veloce... Dovremo procurargli una scopa decente, profESsorESsa... una Nimbus Duemila o una Tornado Sette, direi’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Hai mai assistito a una partita di Quidditch, Potter?’ gli chiESe tutto euforico. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Ha afferrato quella palla con una mano sola, dopo una picchiata di venti metri’ disse la profESsorESsa Mcgranitt a Baston. ‘E non si è fatto neanche un graffio. Neanche Charlie Weasley ci sarebbe riuscito’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Harry annuì in silenzio. Non aveva la più palliDA idea di che cosa stESse accadendo, ma non sembrava che lo avrebbero ESpulso, e pian piano cominciò a risentirsi saldo sulle gambe. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Potter, quESto è Oliver Baston. Baston... ti ho trovato un Cercatore’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
DA perplESso che era, Baston divenne l'immagine della felicità. ‘Dice sul serio, profESsorESsa?’ ‘Ci puoi giurare’ rispose lei tutta animata. ‘Il ragazzo ha un talento naturale. Non ho mai visto niente di simile. Era la prima volta che salivi su un manico di scopa, Potter?’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Fuori, Pix!’ gli gridò. Pix lanciò il gESsetto in un recipiente, facendolo risuonare rumorosamente, e sparì imprecando. La Mcgranitt gli sbatté la porta alle spalle e si voltò a guarDAre i due ragazzi. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
La profESsorESsa indicò loro una classe che sarebbe stata vuota, non fosse stato per Pix, tutto intento a scrivere parolacce sulla lavagna. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Ma, come scoprì ben prESto, Baston era una persona, un ragazzo corpulento del quinto anno, che uscì ESitante DAll'aula. ‘Voi due, venite con me’ disse la profESsorESsa Mcgranitt; i due ragazzi la seguirono lungo il corridoio. Baston guarDAva Harry incuriosito. ‘Qui dentro’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Mi scusi, profESsor Vitious, mi prESta Baston per un attimo?’ "Bastone?" pensò Harry allibito; forse la Mcgranitt aveva intenzione di picchiarlo? Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
La profESsorESsa Mcgranitt si fermò DAvanti a un'aula. Aprì la porta e mise dentro la tESta. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Su per le scale ESterne, su per la scala di marmo, e la profESsorESsa Mcgranitt non gli aveva ancora detto una parola. Spalancava le porte con violenza e correva per i corridoi, con lui che le trotterellava dietro disperato. Forse lo stava accompagnando DA Silente. Pensò a Hagrid, che era stato ESpulso, ma che poi aveva avuto il permESso di rimanere come guardiacaccia. Forse avrebbe potuto fargli DA assistente. Sentì lo stomaco che gli si torceva a quella prospettiva: vedere Ron e gli altri diventare maghi, e lui lì, in giro per il castello, a far DA galoppino a Hagrid. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Che cosa avrebbero detto i Dursley nel vederselo ricomparire DAvanti? Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
A Harry non sfuggirono le facce trionfanti di Malfoy, Tiger e Goyle, mentre si allontanava come inebetito dietro alla profESsorESsa Mcgranitt, in direzione del castello. Sarebbe stato ESpulso, lo sapeva benissimo. Voleva dire qualcosa per difendersi, ma la voce sembrava non volergli uscire. La profESsorESsa Mcgranitt procedeva a passo veloce senza neanche degnarlo di uno sguardo. Per tenerle dietro, doveva correre. Ecco, era tutto finito. Non aveva rESistito neanche due settimane. Entro dieci minuti avrebbe fatto le valige. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Mai... DA quando sono a Hogwarts...’ La Mcgranitt era quasi senza parole per l'indignazione e gli occhiali le lampeggiavano furiosamente. ‘Come osi... avrESti potuto romperti l'osso del collo...’ ‘Non è stata colpa sua, profESsorESsa...’ ‘Taci, signorina Patil...’ ‘Ma Malfoy...’ ‘Basta così, Weasley. Potter, seguimi immediatamente’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘HARRY POTTER!’ Harry ebbe un tuffo al cuore più brusco di quanto fosse stato il suo atterraggio. La profESsorESsa Mcgranitt avanzava a passo di corsa verso di loro. Si mise in piedi, tremante. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Harry vide, come al rallentatore, la palla sollevarsi in aria e poi cominciare a ricadere giù. Si chinò in avanti e puntò il manico della scopa verso il basso: un istante dopo, stava acquistando velocità in una picchiata precipitosa, alla rincorsa della palla, con il vento che gli fischiava nelle orecchie, confondendosi con le griDA degli astanti. Allungò la mano, e a pochi metri DA terra la afferrò, appena in tempo per raddrizzare la scopa; poi atterrò dolcemente sull'erba stringendo in mano la Ricordella sana e salva. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Sembrò che anche a Malfoy fosse venuto in mente lo stESso pensiero. ‘Prendila, se ci riESci!’ gli gridò, gettando la palla di vetro in aria e poi lanciandosi di nuovo in picchiata verso terra. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Ma Harry, chissà come, sapeva che cosa fare. Si piegò in avanti, afferrò salDAmente la scopa con entrambe le mani e partì come una freccia in direzione di Malfoy. Malfoy fece appena in tempo a scansarsi; Harry invertì la rotta bruscamente tenendo ben salDA la
sua cavalcatura. Qualcuno, a terra, batté le mani. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Virò con decisione in modo DA trovarsi di fronte a Malfoy, a mezz'aria. Malfoy aveva l'aria ESterrefatta. ‘DAmmela’ gli gridò Harry, ‘o ti butto giù DA quel tuo manico di scopa!’ ‘Ah, sì?’ rispose l'altro con un ghigno che però non dissimulava la sua preoccupazione. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Harry la ignorò. Sentiva il sangue pulsargli nelle orecchie. Inforcò la scopa, calciò forte il suolo e via, si levò in alto, con il vento che gli scompigliava i capelli e gli sfilava di dosso gli abiti... e in un impeto di gioia selvaggia si rESe conto di aver scoperto una cosa che sapeva fare senza bisogno di studiare... era facile, era meraviglioso. Sollevò leggermente la punta del bastone per salire ancora più in alto, e udì le griDA e il rESpiro ansimante delle ragazze rimaste a terra, e l'urlo di ammirazione di Ron. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Harry afferrò la sua scopa. ‘No!’ gridò Hermione Granger. ‘MaDAma Bumb ci ha detto di non muoverci... Ci caccerai tutti nei guai!’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Penso che la metterò in un posticino dove Paciock dovrà anDArsela a riprendere... cosa ne dite, per ESempio... della cima di un albero?’ ‘DAmmela!’ gridò Harry, ma Malfoy era già balzato in sella al suo manico di scopa ed era decollato. Non aveva mentito: volava proprio bene; tenendosi in quota all'altezza dei rami più alti di una quercia, griDAva: ‘Vienitela a prendere, Potter!’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘DA' qui, Malfoy’ disse tranquillamente Harry. Tutti tacquero all'istante per godersi la scena. Malfoy ebbe un sorriso maligno. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘GuarDAte!’ disse Malfoy facendo un balzo in avanti e raccogliendo qualcosa fra l'erba. ‘quello stupido aggeggio che la nonna ha manDAto a Paciock’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Oh, non prenderai mica le difESe di Paciock!’ disse Pansy Parkinson, una ragazza Serpeverde DAi lineamenti duri. ‘Non avrei mai creduto che proprio a te, Calì, stESsero simpatici i piagnucolosi, e per di più ciccioni’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
MaDAma Bumb era china sul ragazzo, come lui con il viso sbiancato DAlla paura. ‘Polso rotto’ la udì bofonchiare Harry. ‘Coraggio, mio caro... non è niente, alzati’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Poi si rivolse al rESto della classe. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘NESsuno si muova mentre io lo accompagno in infermeria. Lasciate le scope dove si trovano, o verrete ESpulsi DA Hogwarts prima di avere il tempo di dire "a". Andiamo, caro’. Neville, con il volto rigato DAlle lacrime e reggendosi il polso, si avviò zoppicando insieme a MaDAma Bumb, che lo cingeva con il braccio. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Il suo manico di scopa salì sempre più in alto e poi si allontanò come anDAsse alla deriva, verso la forESta proibita, scomparendo alla vista. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Ma Neville, nervoso e sovreccitato com'era, nel timore di rimanere a terra, si diede la spinta prima ancora che il fischietto avESse sfiorato le labbra di MaDAma Bumb. ‘Torna indietro, ragazzo!’ gridò lei, ma Neville si stava sollevando in aria come un turacciolo ESploso DA una bottiglia... tre metri... sei metri... Harry vide che era terreo in volto mentre guarDAva il suolo che si allontanava sempre più, vide che gli mancava il fiato, poi lo vide scivolare DAl manico, e... Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘E ora, quando suonerò il fischietto, DAtevi una spinta premendo forte i piedi per terra’ disse MaDAma Bumb. ‘Tenete ben salde le scope e sollevatevi di un metro circa; poi tornate giù inclinandovi leggermente in avanti. Al mio fischio... tre... due...’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
A quel punto, MaDAma Bumb mostrò a tutti come montare il manico di scopa senza scivolare verso il fondo, e poi passò in rassegna la scolarESca per correggere la prESa. Harry e Ron se la godettero un mondo quando disse che erano anni che Malfoy usava la prESa sbagliata. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
A Harry, la scopa saltò immediatamente in mano, ma fu una delle poche. Quella di Hermione Granger si era limitata a rotolare per terra e quella di Neville non si era neanche mossa. Forse i manici di scopa, come i cavalli, lo sentivano quando avevi paura, pensò Harry; c'era stato un tremito, nella voce di Neville, che aveva tradito il suo dESiderio di rimanere con i piedi piantati in terra. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Stendete la mano dEStra sopra la vostra scopa’ disse MaDAma Bumb guarDAndoli tutti, ‘e dite: "Su!"‘ ‘SU!’ griDArono in coro. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Giunse l'insegnante, MaDAma Bumb. Era una donna bassa, coi capelli grigi e gli occhi gialli come un falco. ‘Be', che cosa state aspettando?’ sbraitò. ‘Ciascuno prenDA posto accanto a un manico di scopa. Di corsa, muoversi!’ Harry abbassò lo sguardo sulla sua scopa. Era vecchia, e alcuni rametti sporgevano formando strani angoli. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
I Serpeverde erano già arrivati, e per terra c'erano anche venti manici di scopa ordinatamente disposti in tante file. Harry aveva sentito Fred e George Weasley lamentarsi delle scope della scuola, dicendo che, se uno volava troppo alto, alcune cominciavano a vibrare, oppure sbanDAvano leggermente a sinistra. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Grifondoro correvano giù per le scale alla volta del campo, per la prima lezione di volo. Era una giornata chiara e ventosa, e l'erba si piegava sotto i loro passi, mentre scendevano di corsa giù per la collina verso un pianoro DAlla parte opposta del parco, in direzione della forESta proibita, le cui chiome ondeggiavano, nere, in lontananza. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Che cosa succede qui?’ ‘ProfESsorESsa, Malfoy mi ha prESo la Ricordella’. Tutto corrucciato, Malfoy rimise prontamente la palla sul tavolo. ‘Stavo solo guarDAndo’ disse, e se la svignò con Tiger e Goyle al seguito. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Harry e Ron balzarono in piedi. Entrambi speravano in una buona occasione per fare a pugni con Malfoy, ma la profESsorESsa Mcgranitt, che fiutava i guai prima di ogni altro insegnante, piombò come un fulmine. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Neville stava sforzandosi di ricorDAre che cosa mai avESse dimenticato, quando Draco Malfoy, che proprio in quel momento passava accanto al tavolo dei Grifondoro, gli strappò di mano la palla. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Quel giorno, il barbagianni portò a Neville un pacchetto DA parte della nonna. Lui lo aprì tutto eccitato e mostrò una palla di vetro, che sembrava piena di fumo bianco. ‘una Ricordella!’ spiegò il ragazzo. ‘Nonna sa che dimentico sempre le cose... QuESta ti dice se c'è qualcosa che hai dimenticato di fare. GuarDAte: uno la tiene stretta così, e se diventa rossa... Oh!’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Dopo il biglietto di Hagrid, Harry non aveva ricevuto più missive, cosa che naturalmente Malfoy non aveva mancato di notare. A lui, il suo gufo reale portava sempre pacchi di dolci DA casa, che il ragazzo apriva con gioia maligna alla tavola dei Serpeverde. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Hermione Granger era nervosa quanto Neville al pensiero di volare. Il volo non era certo una cosa che si potESse imparare a memoria sui libri. Intendiamoci bene, non che lei non ci avESse mai provato. Giovedì, durante la colazione, li aveva rintontiti a forza di leggere notizie e informazioni sul volo in un libro della biblioteca intitolato Il Quidditch attraverso i secoli. Neville pendeva letteralmente DAlle sue labbra, nel disperato tentativo di carpire qualcosa che potESse aiutarlo a reggersi in sella alla scopa, ma gli altri furono più che contenti quando l'arrivo della posta interruppe la conferenza di Hermione. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Neville non era mai salito in vita sua su un manico di scopa, perché sua nonna non gli aveva mai neanche permESso di toccarne uno. Personalmente, Harry pensava che la signora avESse le sue buone ragioni, visto che Neville riusciva a procurarsi una quantità incredibile di incidenti anche quando stava con entrambi i piedi per terra. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
millantava avventure mirabolanti che finivano sempre con lui che sfuggiva per un pelo ai Babbani, volando via a bordo di un elicottero. Ma non era il solo: a sentire Seamus Finnigan, pareva che DA bambino non avESse fatto altro che scorrazzare per la campagna a cavallo del suo manico di scopa. E anche Ron raccontava a chiunque fosse disposto ad ascoltarlo di quella volta che, a cavallo della vecchia scopa di Charlie, era quasi anDAto a sbattere contro un
deltaplano. Chiunque provenisse DA una famiglia di maghi non faceva che parlare del Quidditch. Ron aveva già avuto una grossa discussione con Dean Thomas, che apparteneva al loro dormitorio, a proposito delle partite di calcio. Non riusciva a capire che cosa ci fosse di tanto eccitante in un gioco che prevedeva una sola palla e dove non era permESso volare. Harry lo aveva sorprESo a stuzzicare il poster della squadra di calcio del cuore di Dean, nella speranza di far muovere i giocatori. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Ti pareva!’ commentò cupo Harry. ‘Mi mancava solo quESta: rendermi ridicolo a cavallo di un manico di scopa sotto gli occhi di Malfoy’. Aveva dESiderato imparare a volare più di qualsiasi altra cosa al mondo. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Harry non avrebbe mai creduto possibile incontrare un ragazzo più odioso di Dudley; quESto, prima di conoscere Draco Malfoy. Eppure, i Grifondoro del primo anno frequentavano con i Serpeverde soltanto il corso di Pozioni e quindi non gli toccava sopportarlo troppo a lungo. O per lo meno, fu così fino a quando, nella bacheca della sala di ritrovo di Grifondoro, non comparve un avviso che li fece gemere di disperazione. Il giovedì succESsivo sarebbero iniziate le lezioni di volo, cui Grifondoro e Serpeverde avrebbero partecipato insieme. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘ALLIEVI fuori DAlle camerate!’ cominciò a griDAre Pix, ‘ALLIEVI fuori DAlle camerate, nel CORRIDOIO degli INCANTESIMI!’ Si tuffarono sotto di lui e spiccarono una corsa con tutta la forza che avevano nelle gambe, dritti verso l'EStremità del corridoio, dove anDArono a sbattere contro una porta... chiusa a chiave. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Udirono dei passi: era Gazza, che correva più in fretta che poteva verso il punto DA cui provenivano le griDA di Pix. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Il lucchetto scattò e la porta si spalancò DAvanti a loro, la oltrepassarono spintonandosi, la richiusero velocemente e vi pigiarono contro l'orecchio, rimanendo in ascolto. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘DA che parte sono anDAti, Pix?’ stava chiedendo Gazza. ‘Svelto, parla!’ ‘Di' "per favore"‘. ‘Non farmi perdere tempo, Pix. Dimmi, dove sono anDAti?’ ‘Non ti dirò un bel niente se non me lo chiedi per favore’ disse Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘NIENTE! Ah-ha! Te l'avevo detto che non avrei detto niente se non dicevi per favore! Ha ha! Haaaa!’ E i ragazzi udirono Pix allontanarsi con un sibilo mentre Gazza, furente, lanciava maledizioni. ‘Crede che quESta porta sia chiusa a chiave’ bisbigliò Harry. ‘Penso che siamo salvi... E piantala, Neville!’ Infatti, era un minuto circa che Neville tirava la manica della vEStaglia di Harry. ‘Che cosa c'è?’ Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Harry si voltò... e vide chiaramente che cosa c'era. Per un attimo, fu pronto a giurare di ESsere precipitato in un incubo: era troppo, dopo tutto quel che aveva passato fino a quel momento. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Stavano fissando dritto negli occhi un cane mostruoso, un bEStione che riempiva tutto lo spazio tra il soffitto e il pavimento. Aveva tre tESte. Tre paia di occhi roteanti, DAllo sguardo folle; tre nasi che si contraevano e vibravano nella loro direzione; tre bocche sbavanti, con la saliva che pendeva come tante funi viscide DAlle zanne giallastre. Era lì, perfettamente immobile, tutti e sei gli occhi fissi su di loro, e Harry capì che l'unica ragione per cui non erano ancora morti era che la loro improvvisa comparsa lo aveva colto di sorprESa, sorprESa che però stava superando rapiDAmente: il suo ringhiare sordo non DAva adito a equivoci. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Caddero all'indietro... Harry richiuse la porta sbattendola e riprESero a correre, anzi quasi a volare, lungo il corridoio. Gazza doveva ESsere anDAto a cercarli in qualche altra direzione perché non lo videro DA nESsuna parte, ma di quello non si preoccuparono affatto. L'unica cosa che volevano fare era mettere quanta più distanza possibile tra loro e quel mostro. Non smisero di correre fino a che non ebbero raggiunto il ritratto della Signora Grassa, al settimo piano. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Ma dove diavolo eravate, tutti quanti?’ chiESe lei guarDAndo le vEStaglie che gli pendevano DAlle spalle e i volti congEStionati e madidi di sudore. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘Ma dite un po', voi non avete l'abitudine di usare gli occhi?’ sbottò. ‘Non avete visto dove poggiava le zampe?’ ‘Il pavimento?’ suggerì Harry. ‘No, a dire la verità non gli ho guarDAto i piedi. Ero troppo prESo DAlle sue tESte’. ‘No, non il pavimento. Stava sopra una botola. evidente che fa la guardia a qualcosa’. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Si alzò guarDAndoli con odio. ‘Spero che siate soddisfatti di voi stESsi. Avete corso il rischio di ESsere uccisi... o peggio ancora, ESpulsi. E ora, se non vi dispiace, io vado a letto’. Ron la guardò allontanarsi, a bocca aperta. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
‘No, non ci dispiace affatto’ disse. ‘A sentire lei, sembra che le abbiamo chiESto noi di seguirci!’ Ma Hermione aveva DAto a Harry qualcos'altro cui pensare, mentre si infilava a letto. Il cane faceva la guardia a qualcosa... Che cosa aveva detto Hagrid? La Gringott era il posto più sicuro al mondo, se si voleva nascondere qualcosa... eccetto forse Hogwarts. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Aveva scoperto dove si trovava il lurido pacchetto prESo DAlla camera di sicurezza numero settecentotredici. Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1) |
Un improvviso sbattere di porte e un gran rumore di passi obbligarono tutti e tre ad alzare lo sguardo. Non si erano rESi conto di quale e quanto baccano avESsero fatto, ma naturalmente, di sotto, qualcuno doveva aver sentito il frastuono e i barriti. Un attimo dopo, la profESsorESsa Mcgranitt faceva irruzione nel locale, seguita DA Piton e DA Raptor che chiudeva il terzetto. Raptor lanciò un'occhiata al mostro, emise un flebile gemito e si sedette rapiDAmente su una tazza del gabinetto tenendosi una mano premuta sul cuore. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Si chinò sul mostro e gli EStrasse la bacchetta DAl naso. Era coperta di una sostanza che sembrava una colla grigia tutta grumi. ‘Puah! Caccole di mostro!’ E ripulì la bacchetta sui calzoni del bEStione. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
La prima a parlare fu Hermione. ‘E'... morto?’ ‘Non credo’ disse Harry. ‘Credo che lo abbiamo semplicemente mESso K.O.’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
La clava sfuggì improvvisamente DAlle mani del mostro, si sollevò in aria, in alto, sempre più in alto, poi lentamente invertì direzione e ricadde pESantemente sulla tESta del suo proprietario, con uno schianto assorDAnte. Il mostro vacillò e poi cadde a muso avanti con un tonfo che fece tremare tutta la stanza. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Hermione, terrorizzata, si era accasciata al suolo; Ron tirò fuori la bacchetta magica e, senza sapere neanche che cosa avrebbe fatto,
udì la propria voce griDAre il primo incantESimo che gli veniva in mente: ‘Wingardium Leviosa!’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Ululando di dolore, il mostro cominciò a roteare la sua clava e a menar colpi, con Harry sempre aggrappato alla schiena che cercava di vendere cara la pelle; DA un momento all'altro, avrebbe potuto scrollarselo di dosso o assEStargli una tremenDA mazzata con la clava. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
A quel punto, Harry fece una cosa al tempo stESso molto coraggiosa e molto stupiDA: prESa la rincorsa, spiccò un salto e cercò di aggrapparsi al collo del mostro, cingendolo con le braccia DA dietro. Il mostro non si accorse che Harry gli si era attaccato; ma non poté ignorare il pezzo di legno che gli venne infilato su per il naso. Quando Harry aveva spiccato il salto aveva la bacchetta magica in mano, quella si era introdotta in una delle narici del bEStione. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Le griDA e il frastuono sembrarono rendere furioso il mostro. Emise un altro barrito poderoso e si avviò veloce in direzione di Ron che era il più vicino e non aveva vie di scampo. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘DAi, corri, corri!’ gridò Harry a Hermione, cercando di tirarla verso la porta. Ma la ragazza era paralizzata, incollata al muro, con la bocca spalancata per il terrore. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Ehi, tu, cervello di gallina!’ gridò Ron DAl lato opposto della stanza, scagliandogli contro un tubo di metallo. Sembrò che il mostro non si fosse neanche accorto del corpo contundente che lo aveva colpito alla spalla, ma che avESse udito il grido; si fermò di nuovo, volgendo ora il suo grugno orrendo verso Ron, e DAndo così il tempo a Harry di aggirarlo. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Il mostro si fermò a pochi metri DA Hermione. Si girò goffamente, sbattendo gli occhi con ESprESsione ottusa per vedere che cosa avESse provocato quel rumore. I suoi occhietti malvagi videro Harry. ESitò, poi decise di dirigersi verso di lui, cosa che fece brandendo la clava. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Maledizione!’ ESclamò Harry disperato rivolto a Ron, e afferrato un rubinetto, lo scagliò con tutta la forza che aveva contro la parete. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Hermione Granger stava rannicchiata contro la parete opposta e aveva tutta l'aria di ESsere sul punto di svenire. Il mostro avanzava verso di lei e, nella sua marcia, strappava via DAl muro i lavandini. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Oh, no!’ ESclamò Ron pallido come il fantasma del Barone Sanguinario. ‘il bagno delle femmine!’ ansimò Harry. ‘Hermione!’ ESclamarono a una sola voce. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Tutti ringalluzziti DAlla vittoria, risalirono di corsa il passaggio ma, una volta giunti all'angolo, udirono qualcosa che gli raggelò il sangue nelle vene: un acuto grido di terrore, che proveniva DAlla stanza che avevano appena chiuso a chiave. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Strisciando lungo il muro, raggiunsero la porta, che era aperta; avevano la bocca secca e pregavano in cuor loro che il mostro non avESse deciso di uscire. Con un grande balzo, Harry riuscì ad
afferrare la chiave, chiuse la porta e la sprangò. ‘Ecco fatto!’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Il mostro si fermò vicino a una porta e guardò dentro. Agitò le lunghe orecchie cercando, con la sua mente limitata, di prendere una decisione; poi, con anDAtura goffa e lenta, entrò. ‘La chiave è nella toppa’ bisbigliò Harry. ‘Potremmo chiuderlo dentro’. ‘Buona idea’ disse Ron nervoso. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
E poi lo udirono: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi gigantESchi; all'EStremità di un passaggio sulla sinistra, qualcosa di enorme avanzava verso di loro. Si ritirarono in ombra e lo stettero a guarDAre mentre si ergeva DA una pozza di luce lunare. Fu una visione orripilante. Alto più di tre metri, aveva la pelle di un color grigio granito senza sfumature, il corpo bitorzoluto come un sasso, con in cima una tESta piccola e glabra, come una noce di cocco. Le gambe erano corte e tozze come tronchi d'albero e i piedi piatti e ricoperti di corno. L'odore che emanava DA quella creatura era incredibile. Aveva in mano un'immensa clava di legno che strascinava per terra per via delle braccia troppo lunghe. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Si sta dirigendo al terzo piano’ disse Harry, ma Ron gli prESe la mano. ‘Non senti uno strano odore?’ Harry annusò l'aria e gli giunse alle narici un orrendo fetore, un misto di calzini sporchi e di gabinetto pubblico non pulito DA tempo. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Che cosa diavolo sta facendo?’ sussurrò Harry. ‘Perché non è giù nei sotterranei con gli altri insegnanti?’ ‘E che ne so io’. Percorsero furtivi il corridoio succESsivo il più silenziosamente possibile seguendo l'eco dei passi di Piton che si anDAvano affievolendo. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Percy’ sibilò Ron spingendo Harry dietro a un grosso grifone di pietra. Tuttavia, guarDAndo meglio, non videro Percy, bensì Piton, il quale attraversò il corridoio e sparì DAlla vista. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Piegandosi velocemente, si confusero col gruppo dei Tassorosso che anDAvano nella direzione opposta, sgattaiolarono verso un corridoio laterale dESerto e spiccarono una corsa verso il bagno delle femmine. Avevano appena svoltato l'angolo, quando udirono dei passi rapidi dietro di loro. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Ron si morse il labbro. ‘E va bene!’ ESclamò. ‘Ma è meglio che Percy non ci veDA’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Come furono riusciti a farsi largo a spintoni tra una folla di Tassorosso agitatissimi, all'improvviso Harry afferrò il braccio di Ron. ‘M'è venuto in mente soltanto ora... Hermione!’ ‘Che cosa le è succESso?’ ‘Non sa del mostro’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Non chiederlo a me. Si dice che siano ESseri veramente stupidi’
disse Ron. ‘Forse è stato Pix, per fare uno scherzo di Halloween’. Incontrarono vari gruppi di ragazzi che si affrettavano in direzioni diverse. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Seguitemi! Voi del primo anno, rimanete uniti. Non avete ragione di temere il mostro se seguite i miei ordini. Fate largo, passano quelli del primo anno. Scusate, scusate, sono un prefetto’. ‘Ma come ha fatto a entrare un mostro?’ chiESe Harry mentre salivano le scale. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Nacque un tumulto. Ci vollero diversi petardi viola della bacchetta magica del profESsor Silente per ripristinare il silenzio. ‘Prefetti’ tuonò, ‘riportate immediatamente i ragazzi nei rispettivi dormitori, immediatamente!’ Percy era nel suo elemento. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Harry si stava servendo una patata farcita, quando il profESsor Raptor entrò nella sala di corsa, con il turbante di traverso e il terrore dipinto in volto. Tutti gli sguardi erano puntati su di lui mentre si avvicinava alla sedia del profESsor Silente, inciampava sul tavolo e con un filo di voce diceva: ‘Un mostro... nei sotterranei... pensavo di doverglielo dire’. E si accasciò a terra svenuto. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Un migliaio di pipistrelli si staccò in volo DAlle pareti e DAl soffitto, mentre un altro migliaio sorvolò i tavoli in bassi stormi neri, facendo tremolare le candele dentro le zucche. Le pietanze del banchetto apparvero all'istante nei piatti d'oro, come era avvenuto per il banchetto di inizio anno. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Hermione non si prESentò alla lezione succESsiva e non si fece vedere per tutto il pomeriggio. Mentre si avviavano verso la Sala Grande per la fESta di Halloween, Harry e Ron sentirono Calì Patil dire alla sua amica LavanDA che Hermione stava piangendo nel bagno delle femmine e voleva ESsere lasciata in pace. A quESta notizia, Ron si sentì ancora più imbarazzato, ma un attimo dopo erano nella Sala Grande, dove le decorazioni per Halloween fecero loro dimenticare Hermione. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Molto bene!’ gridò il profESsor Vitious battendo le mani. ‘Avete visto tutti? Miss Granger c'è riuscita!’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Alla fine della lezione Ron era di pESsimo umore. ‘Non c'è DA stupirsi che nESsuno la sopporti’ disse a Harry mentre si facevano largo nel corridoio sovraffollato. ‘Quella ragazza è un incubo, parola mia!’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Harry si sentì battere su una spalla DA qualcuno che lo superò. Era Hermione. Le intravide il volto... e si rESe conto con stupore che era in lacrime. ‘Credo che ti abbia sentito’. ‘E allora?’ disse Ron, ma aveva l'aria un po' imbarazzata. ‘Deve ESsersi rESa conto che non ha amici’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
La piuma si sollevò DAl banco e rimase sospESa in aria a circa un metro e mezzo sopra le loro tESte. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Era molto difficile. Harry e Seamus agitarono e colpirono, ma la piuma che avrebbero dovuto manDAre verso l'alto era sempre lì sopra il banco. L'impazienza di Seamus fu tale che il ragazzo la stuzzicò con la bacchetta magica e le appiccò fuoco... e Harry dovette spegnerlo con il cappello. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Non dimenticate quel grazioso movimento del polso che ci siamo ESercitati a ripetere!’ strillò il profESsor Vitious, arrampicato, come al solito, sopra la sua pila di libri. ‘Agitare e colpire, ricorDAte, agitare e colpire. Un'altra cosa molto importante è pronunciare correttamente le parole magiche... Non dimenticate mai il Mago Baruffio che disse "s" invece di "z" e si ritrovò stESo a terra con un orso sopra il petto’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Per l'ESercitazione, il profESsor Vitious divise la scolarESca in coppie. Il compagno di Harry fu Seamus Finnigan (il che fu un sollievo per lui, DAto che Neville aveva già cercato di cavargli un occhio). Ma a Ron toccò Hermione Granger. Era difficile dire chi dei due fosse più scontento della cosa. Lei non aveva più rivolto la parola a nESsuno dei due DAl giorno in cui era arrivato il manico di scopa di Harry. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
La mattina di Halloween si svegliarono al profumo delizioso di zucca al forno che aleggiava per i corridoi. E per giunta, durante la lezione di IncantESimi, il profESsor Vitious aveva annunciato che li riteneva pronti a far volare gli oggetti, una cosa che morivano DAlla voglia di provare fin DA quando gli avevano visto far girare vorticosamente per la classe il rospo di Neville. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Forse per tutte le cose che aveva DA fare, con gli allenamenti di Quidditch tre sere a settimana oltre alla gran quantità di compiti, Harry stentava a credere che fossero passati quasi due mESi DA quando era arrivato a Hogwarts. Al castello, si sentiva come a casa sua, molto più di quanto non gli fosse mai accaduto a Privet Drive. Anche le lezioni stavano cominciando a diventare sempre più interESsanti, ora che avevano imparato a padroneggiare le nozioni fonDAmentali. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘La Coppa del Quidditch porterà il nostro nome, quESt'anno’ disse Baston felice mentre arrancavano verso il castello. ‘Non mi sorprenderebbe che tu diventassi più bravo di Charlie Weasley, e lui avrebbe potuto giocare per la nazionale, se non se ne fosse anDAto a caccia di draghi’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Harry non ne mancò neanche una e Baston era... al settimo cielo. Mezz'ora dopo, s'era fatto buio pESto e dovettero smettere di giocare. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Tirò fuori DA una tasca un sacchetto di comuni palle DA golf e, pochi minuti dopo, lui e Harry volteggiavano in aria, con Baston che tirava le palle DA golf il più forte possibile in ogni direzione perché Harry le prendESse. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Harry scosse la tESta. Aveva capito molto bene quel che doveva fare, e il problema stava proprio nel farlo. ‘Per stasera, non ci alleneremo con il Boccino’ disse Baston riponendolo con cura nella cassa; ‘è troppo buio e potremmo perderlo. Proviamo con qualcuna di quESte’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Baston pEScò dentro la cassa e tirò fuori la quarta e ultima palla. A confronto con la Pluffa e i Bolidi era piccola, delle dimensioni di una grossa noce. Era d'oro lucente e aveva due tremule alucce d'argento. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘QuESto’ disse Baston, ‘è il Boccino d'Oro, ed è la palla più importante di tutte. molto difficile prenderla perché è velocissima e non si distingue bene. Compito del Cercatore è acchiapparla. Tu devi muoverti a zigzag tra Cacciatori, Battitori, Bolidi e Pluffa per prendere il Boccino prima del Cercatore dell'altra squadra, perché chi lo prende per primo guaDAgna alla sua squadra altri centocinquanta punti, e quindi la squadra vince quasi sempre. Ecco perché ai Cercatori vengono fischiati tanti falli. Una partita di Quidditch termina soltanto quando il Boccino viene acchiappato, e quindi può anDAre avanti per intere settimane... Mi pare che il record sia stato di tre mESi, e hanno dovuto fare continue sostituzioni perché i giocatori potESsero riposarsi un po'. QuESto è tutto. Domande?’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Sempre che non mi spacchino la tESta...’ ‘Non devi preoccuparti, i Weasley sono più che all'altezza dei Bolidi... voglio dire... sono due Bolidi in forma umana’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘E... senti: i Bolidi hanno mai ammazzato qualcuno?’ chiESe Harry sperando di mantenere un tono disinvolto. ‘A Hogwarts, mai. Abbiamo avuto un paio di mascelle rotte, ma niente di più. Ora, l'ultimo componente della squadra è il Cercatore, e quello sei tu. E tu non devi preoccuparti né della Pluffa né dei Bolidi...’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Tre Cacciatori cercano di segnare con la Pluffa; il Portiere difende i pali della porta; i Battitori tengono i Bolidi lontani DAlla squadra’ snocciolò Harry a memoria. ‘Molto bene’ disse Baston. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Vedi?’ disse ansimando Baston, che rimetteva a fatica il Bolide dentro la scatola legandolo salDAmente. ‘I Bolidi schizzano DA una parte all'altra cercando di disarcionare i giocatori DAlla scopa. Ecco perché ci sono due Battitori per squadra - i nostri sono i Weasley - per proteggere i loro compagni di squadra DAi Bolidi, e dirottarli contro l'altra squadra. Allora... pensi di aver capito tutto?’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Stai indietro’ Baston avvertì Harry. Si chinò e ne liberò una. La palla nera schizzò in aria all'istante, altissima, e poi si dirESse dritta dritta verso la faccia di Harry. Lui la colpì con la mazza per cercare di impedirle di rompergli il naso, e la rilanciò zigzagando in aria; la palla vorticò sopra le loro tESte e poi si dirESse su Baston, che ci si tuffò sopra e riuscì a inchioDArla al suolo. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Ora ti faccio vedere a che cosa servono i Bolidi’ disse Baston. ‘I Bolidi sono quESti due’. E mostrò a Harry due palle identiche, nere come l'inchiostro e leggermente più piccole della Pluffa rossa. Harry notò che sembravano volersi liberare DAlle cinghie che le tenevano ferme nella scatola. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Porse a Harry una piccola mazza, che assomigliava proprio a una mazza DA baseball. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Tre Cacciatori e un Portiere’ ripeté Harry, ben deciso a ricorDAre tutto. ‘E giocano con la Pluffa. Va bene, quESto l'ho capito. E le altre a che cosa servono?’ chiESe indicando le tre palle rimaste nella scatola. ‘Ora te lo faccio vedere’ disse Baston. ‘Prendi quESta’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘I Cacciatori si lanciano la Pluffa e segnano quando la fanno passare attraverso gli anelli’ recitò Harry. ‘Insomma... sarebbe un po' come la pallacanEStro su manici di scopa con sei anelli, ho capito bene?’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Che cos'è la pallacanEStro?’ chiESe Baston curioso. ‘Lascia perdere’ si affrettò a dire Harry. ‘Ogni squadra ha un giocatore che si chiama Portiere... Io sono il Portiere del Grifondoro. Il mio compito è volare intorno agli anelli e impedire agli avversari di segnare’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘QuESta palla si chiama Pluffa. I Cacciatori si lanciano la Pluffa e cercano di farla entrare in uno degli anelli per fare goal. Dieci punti ogni volta che la Pluffa passa per uno degli anelli. Mi segui?’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Tre Cacciatori’ ripeté Harry, mentre Baston tirava fuori una palla di colore rosso brillante, all'incirca delle dimensioni di un pallone DA calcio. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Aprì la cassetta che conteneva quattro palle di dimensioni diverse. ‘Bene’ disse Baston. ‘Ora, il Quidditch è abbastanza facile DA capire, anche se giocare non lo è altrettanto. Ci sono sette giocatori per parte. Tre di loro si chiamano Cacciatori’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Molto bene!’ commentò Baston con gli occhi che gli scintillavano. ‘Ora capisco che cosa intendeva la profESsorESsa Mcgranitt... tu possiedi veramente un talento naturale. QuESta sera ti insegnerò soltanto le regole; poi, parteciperai agli allenamenti della squadra tre volte alla settimana’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Troppo smanioso di volare di nuovo per aspettare l'arrivo di Baston, Harry montò sul suo manico e si dette la spinta coi piedi per decollare. Che sensazione... Si mise a zigzagare tra i pali delle porte e su e giù per il campo. La Nimbus Duemila prendeva qualsiasi direzione lui dESiderasse, al minimo tocco. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Mancava poco alle sette e faceva già scuro quando Harry lasciò il castello per avviarsi al campo di Quidditch. Non era mai stato dentro allo stadio. Tutt'intorno c'erano centinaia di sedili a gradinate, per DAr modo agli spettatori di vedere DAll'alto lo svolgimento della partita. A ciascuna delle EStremità del campo c'erano tre pali d'oro con degli anelli in cima. A Harry ricorDArono i bastoncini di plastica attraverso i quali i ragazzini dei Babbani soffiavano le bolle di sapone; ma quESti erano alti circa quindici metri. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Quel giorno, Harry ebbe molte difficoltà a rimanere concentrato sulle lezioni. Continuava ad anDAre con la mente al dormitorio dove si trovava il suo manico di scopa nuovo fiammante, riposto sotto il letto, o a vagare per il campo di Quidditch dove quella sera avrebbe imparato a giocare. Trangugiò la cena senza neanche far caso a quel che stava mangiando e poi si precipitò su per le scale, seguito DA Ron, per anDAre a scartare finalmente la sua Nimbus Duemila. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘DAi, non smettere proprio adESso’ disse Ron, ‘ci fa talmente piacere!’ Hermione si allontanò sdegnosa, col naso all'aria. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Be' è proprio vero’ disse Harry tutto gongolante quando furono in cima alla scala di marmo, ‘se non avESse rubato la Ricordella di Neville, ora non sarei nella squadra...’ ‘E magari pensi che quESta sia la ricompensa per avere infranto le regole!’ gli arrivò proprio DA dietro una voce irata. Hermione stava risalendo rumorosamente le scale lanciando sguardi di disapprovazione al pacco che Harry teneva in mano. ‘Mica starai dicendo a noi?’ fece Harry. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Già, proprio così’ disse il profESsor Vitious sorridendo a Harry soddisfatto. ‘La profESsorESsa Mcgranitt mi ha raccontato tutto sulle circostanze speciali, Potter. E che modello è?’ ‘Una Nimbus Duemila, signore’ disse Harry lottando per non ridere alla faccia inorridita di Malfoy. ‘Ed è proprio a Malfoy che lo devo’ soggiunse indicando il ragazzo. Harry e Ron corsero su per le scale soffocando le risate per la rabbia e la confusione che Malfoy non era riuscito a dissimulare. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Prima che Ron potESse rispondere, il profESsor Vitious apparve accanto a Malfoy. ‘Niente liti, spero, vero ragazzi?’ squittì. ‘ProfESsore, a Potter è arrivato un manico di scopa’ disse Malfoy tutto d'un fiato. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Ma che cosa ne vuoi sapere tu, Weasley, che non ti puoi permettere neanche mezzo manico!’ lo rimbeccò Malfoy. ‘Immagino che tu e i tuoi fratelli dovete mettere DA parte un rametto alla volta’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Non è una vecchia scopa qualunque’ disse, ‘è una Nimbus Duemila. Cosa dicevi tu, Malfoy, che a casa hai una Comet DuecentosESsanta?’ Ron sorrise a Harry. ‘Le Comet fanno un sacco di scena, ma non sono certo al livello delle Nimbus’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Ma quESto è un manico di scopa’ disse rEStituendolo sgarbatamente a Harry, con un misto di gelosia e di dispetto dipinti sul volto. ‘QuESta volta sei rovinato, Potter, a quelli del primo anno non è permESso possederne di personali’. Ron non riuscì a trattenersi. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Lasciarono la sala velocemente, impazienti di scartare il pacco in separata sede prima dell'inizio delle lezioni, ma nella sala d'ingrESso trovarono l'accESso alle scale sbarrato DA Tiger e Goyle. Malfoy afferrò il pacco DAlle mani di Harry e cominciò a tastarlo. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Per fortuna, Harry aprì prima la lettera, perché dentro c'era scritto: NON APRIRE IL PACCO A TAVOLA. ESso contiene la tua nuova Nimbus Duemila, ma non voglio che gli altri sappiano che hai ricevuto in dono un manico di scopa, altrimenti ne vorranno uno anche loro. Oliver Baston ti aspetta quESta sera alle sette al campo di Quidditch, per il tuo primo allenamento. M. Mcgranitt Harry ebbe difficoltà a nascondere la gioia mentre porgeva il biglietto a Ron perché lo leggESse. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Quando, come di consueto, i volatili invasero la Sala Grande, l'attenzione generale fu attratta immediatamente DA un pacco lungo e sottile, trasportato DA sei grossi barbagianni. Come tutti, anche Harry era curioso di sapere che cosa contenESse, e si stupì quando gli uccelli scESero in picchiata e lo lasciarono cadere proprio DAvanti a lui, facendo cadere per terra la sua pancetta affumicata. Quelli non avevano fatto in tempo ad allontanarsi, che ecco arrivare un altro barbagianni con una lettera, che lasciò cadere sopra il pacco. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Hermione si rifiutava di parlare con Harry e Ron, ma era talmente prepotente e saccente che i ragazzi consideravano il fatto un'insperata fortuna. Il loro dESiderio più grande era di trovare un modo per farla pagare a Malfoy e, con loro grande soddisfazione, quell'occasione si prESentò circa una settimana più tardi, con la distribuzione della posta. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Né Neville né Hermione mostravano il minimo interESse per l'oggetto misterioso custodito dentro la botola, sotto le zampe del cane. Tutto quel che importava a Neville era di non trovarglisi più a tiro. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘una cosa o molto preziosa o molto pericolosa’ commentò Ron. ‘O tutt'e due’ concluse Harry. Ma DAl momento che l'unica informazione certa che avevano sull'oggetto misterioso erano le sue dimensioni, circa sei centimetri di lunghezza, senza ulteriori indizi, non avevano molte possibilità di indovinare che cosa fosse. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Il giorno dopo, quando Malfoy vide Harry e Ron ancora a Hogwarts, stanchi, ma allegri come non mai, non riusciva a credere ai suoi occhi. A dire il vero, dopo averci dormito su, Harry e Ron erano arrivati alla conclusione che l'incontro con il cane a tre tESte era stata una splendiDA avventura, e non vedevano l'ora di averne un'altra. Nel frattempo, Harry aveva informato Ron sul pacchetto che sembrava ESsere stato trasferito DAlla Gringott a Hogwarts, e quindi i due ragazzi passarono un bel po' di tempo a fare congetture su cosa poteva aver bisogno di una sorveglianza così stretta. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Piton si chinò sul mostro. La Mcgranitt guarDAva i ragazzi. Harry non l'aveva mai vista tanto arrabbiata. Aveva le labbra livide. La speranza di guaDAgnare cinquanta punti per i Grifondoro svanì all'istante. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Che cosa diavolo credevate di fare?’ chiESe la Mcgranitt con una furia glaciale nella voce. Harry guardò Ron, che stava ancora con la bacchetta sospESa in aria. ‘Avete corso il rischio di venire ammazzati. Perché non eravate nel vostro dormitorio?’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Piton lanciò a Harry uno sguardo rapido e penetrante. Harry abbassò il suo a terra. Avrebbe voluto che Ron mettESse giù quella bacchetta magica. Poi, DAll'ombra, si sentì una vocina flebile. ‘La prego, profESsorESsa Mcgranitt... erano venuti a cercare me’. ‘Signorina Granger!’ Finalmente, Hermione era riuscita a mettersi in piedi. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Ero anDAta in cerca del mostro perché... perché pensavo di ESsere in grado di affrontarlo DA sola... perché... sa... ho letto tutto sui mostri’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
A Ron cadde la bacchetta di mano. Hermione Granger che mentiva sfacciatamente a un insegnante! ‘Se non mi avESsero trovato, sarei morta. Harry gli ha infilato la bacchetta nel naso e Ron l'ha stESo con un colpo della sua stESsa clava. Non hanno avuto il tempo di anDAre a chiamare nESsuno. Quando sono arrivati, il mostro stava per uccidermi’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Harry e Ron cercarono di DArsi l'aria di sapere tutto DA prima. ‘Be'... in quESto caso...’ disse la Mcgranitt guarDAndoli tutti e tre. ‘Signorina Granger, piccola incosciente, come hai potuto pensare di affrontare DA sola un mostro di montagna?’ Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Hermione chinò la tESta. Harry era senza parole: Hermione era l'ultima persona al mondo capace di infrangere una regola, ed eccola là, a fingere di averlo fatto, per scagionare loro. Era come se Piton avESse cominciato a distribuire caramelle. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Signorina Granger, per quESto a Grifondoro verranno tolti cinque punti’ disse la profESsorESsa Mcgranitt. ‘Mi hai molto delusa. Se non sei ferita, torna immediatamente alla torre di Grifondoro. Gli studenti stanno finendo di fESteggiare Halloween nei rispettivi dormitori’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Hermione uscì. La profESsorESsa Mcgranitt si rivolse a Harry e Ron. ‘Bene, torno a dire che siete stati fortunati, ma non molti allievi del primo anno avrebbero saputo tenere tESta a un mostro di montagna così grosso. Vincete cinque punti ciascuno per Grifondoro. Il profESsor Silente ne sarà informato. Potete anDAre’. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Corsero via e non spiccicarono parola fino a che non furono arrivati due piani più su. A parte il rESto, fu un sollievo lasciarsi alle spalle il tanfo di quel mostro. ‘Avremmo meritato di guaDAgnare più di dieci punti’ bofonchiò Ron. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
‘Vorrai dire cinque, una volta sottratti i cinque punti di Hermione’. ‘Èstata buona a toglierci DAi guai in quel modo’ ammise Ron. ‘Ma non dimentichiamo che siamo stati noi a salvare lei!’ ‘Però, non avrebbe avuto bisogno di nESsun salvataggio se non avESsimo chiuso a chiave quel coso insieme a lei’ gli ricordò Harry. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
La sala di ritrovo era gremita di gente e molto rumorosa. Tutti stavano mangiando le pietanze spedite su DAlle cucine. Hermione era sola soletta, vicino alla porta, e li aspettava. Ci fu un silenzio pieno d'imbarazzo. Poi, senza guarDArsi negli occhi, tutti e tre dissero ‘Grazie’ e corsero via a procurarsi dei piatti. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Ma DA quel momento, Hermione Granger divenne loro amica. impossibile condividere certe avventure senza finire col fare amicizia, e mettere K.O. un mostro di montagna alto quattro metri è fra quelle. Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1) |
Ci vollero forse trenta secondi perché Piton si rendESse conto di aver prESo fuoco. Un improvviso grido di dolore fece capire alla ragazza che aveva ottenuto il suo scopo. Richiamò il fuoco e lo rinchiuse in un piccolo barattolo, se lo mise in tasca, e rifece il percorso inverso. Piton non avrebbe mai saputo quel che era succESso. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘DAi, Hermione, sbrigati!’ mormorava Ron disperato. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Hermione si era fatta largo tra gli spettatori per raggiungere il palco dove si trovava Piton e ora stava correndo lungo la fila di sedili alle spalle di lui; non si fermò neanche per chiedere scusa al profESsor Raptor, quando lo urtò facendolo cadere a faccia avanti. Una volta raggiunto Piton, si accucciò, tirò fuori la bacchetta magica e bisbigliò alcune parole scelte con cura. DAlla bacchetta sprizzarono delle fiamme blu che anDArono a colpire l'orlo dell'abito di Piton. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Prima che Ron potESse proferire un'altra sola parola, Hermione era scomparsa. Ron puntò di nuovo il binocolo su Harry. La scopa stava vibrando così forte che sarebbe stato praticamente impossibile tenercisi attaccato ancora a lungo. Gli spettatori erano tutti in piedi, e guarDAvano inorriditi, mentre i gemelli Weasley volavano in soccorso dell'amico, cercando di trarlo in salvo su una delle loro scope, ma invano: ogni volta che gli si accostavano, la scopa di Harry faceva un balzo più in alto. Allora scESero di quota e si disposero in cerchio sotto di lui, sperando di riuscire ad afferrarlo al volo quando fosse caduto. Marcus Flitt, impossESsatosi della Pluffa, segnò cinque volte senza che nESsuno se ne accorgESse. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
A quESte parole, Hermione afferrò il binocolo di Hagrid, ma anziché guarDAre in alto verso Harry, cominciò febbrilmente a scrutare le
file del pubblico. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Ma che diavolo stai facendo?’ chiESe Ron con la faccia liviDA. ‘Lo sapevo!’ ansimò Hermione. ‘Piton... guarDA!’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Impossibile’ disse Hagrid con voce tremante. ‘Niente può fare ammattire una scopa tranne una potente magia nera... e nESsuno dei ragazzi sarebbe capace di fare una cosa simile a una Nimbus Duemila’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Chissà cosa pensa di fare Harry’ bofonchiò Hagrid. Stava guarDAndo attraverso il binocolo. ‘Direi che ha perso il controllo della sua scopa, direi... ma non può mica aver...’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
D'un tratto, gli occhi di tutti furono puntati su Harry. La sua scopa aveva cominciato a fare le capriole, mentre lui riusciva a stento a reggersi in sella. Poi tutti gli spettatori trattennero il fiato. La scopa aveva DAto uno strattone fortissimo e Harry era stato disarcionato. Ora il ragazzo penzolava giù, reggendosi al manico con una sola mano. ‘succESso qualcosa alla scopa quando Flitt lo ha bloccato?’ sussurrò Seamus. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
I Serpeverde ESultavano. NESsuno sembrava ESsersi accorto che la scopa di Harry si stava comportando in modo strano. Lentamente, a sbalzi e a strattoni, lo stava trasportando sempre più in alto, lontano DAl gioco. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Lee stava ancora commentando. ‘Palla al Serpeverde... Flitt ha la Pluffa... oltrepassa Spinnet... supera Bell... viene colpito in faccia DA un Bolide, spero che gli abbia rotto il naso... ma no, profESsorESsa, sto solo scherzando... il Serpeverde segna... oh, no...’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Poi accadde di nuovo. Era come se la scopa stESse cercando di disarcionarlo. Ma una Nimbus Duemila non decideva DA sola, tutto d'un tratto, di disarcionare il suo cavaliere. Harry cercò di tornare indietro verso i pali della porta del Grifondoro; aveva una mezza idea di chiedere a Baston di far fischiare un intervallo. Ma poi si rESe conto che la scopa non rispondeva assolutamente più ai comandi. Non riusciva a sterzare. Non riusciva a dirigerla dove voleva. Zigzagava nell'aria DAndo dei violenti scossoni che stavano per disarcionarlo. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Accadde quando Harry evitò un altro Bolide che gli passò pericolosamente vicino alla tESta. La sua scopa, d'un tratto, ebbe uno scarto pauroso. Per una frazione di secondo, il ragazzo credette di ESsere sul punto di cadere. Si afferrò stretto stretto al manico della scopa serrando le ginocchia. Non aveva mai provato niente di simile. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘E va bene. Flitt per poco non ammazza il Cercatore del Grifondoro, il che naturalmente può succedere a chiunque, quindi un rigore per i Grifondoro, battuto DA Spinnet che mette in rete senza difficoltà e il gioco prosegue, con i Grifondoro ancora in possESso di palla’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Bisognerebbe cambiare le regole. Flitt avrebbe potuto buttare di sotto Harry’. Intanto, Lee JorDAn trovava difficile mantenersi distaccato. ‘Quindi... dopo quESta lampante e ignobile scorrettezza...’ ‘JorDAn!’ ringhiò la profESsorESsa Mcgranitt. ‘Voglio dire, dopo quESto fallo palESe e schifoso...’ ‘JorDAn, ti avverto...’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Giù, sugli spalti, Dean Thomas stava griDAndo: ‘Arbitro, manDAlo fuori! ESpulsione! Cartellino rosso!’ ‘GuarDA che non siamo mica a una partita di calcio’ gli ricordò Ron. ‘A Quidditch non si possono ESpellere i giocatori... E poi, che cos'è un cartellino rosso?’ Ma Hagrid era dello stESso parere di Dean. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
MaDAma Bumb si rivolse a Flitt con parole irate e poi ordinò un rigore a favore del Grifondoro. Ma, come era DA aspettarsi, in tutta quella confusione il Boccino era scomparso di nuovo. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Fallo!’ griDArono i Grifondoro. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
WHAM! Un boato di rabbia venne DAi Grifondoro, sotto di loro. Marcus Flitt aveva bloccato Harry di proposito e la scopa di Harry sbandò, mentre il ragazzo cercava disperatamente di reggersi in sella. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry era più veloce di Higgs: vedeva la pallina rotonDA che ad ali spiegate risaliva DAvanti a lui. Diede un'accelerata potente... Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry lo vide. In un impeto di eccitazione, si tuffò in picchiata dietro quella scia d'oro. Anche il Cercatore del Serpeverde, Terence Higgs, lo aveva avvistato. TESta a tESta, si lanciarono entrambi alla rincorsa del Boccino, e intanto sembrava che i Cacciatori avESsero dimenticato il loro ruolo, sospESi a mezz'aria, tutti intenti a guarDAre. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Un mormorio percorse gli spalti, mentre Adrian Pucey lasciava cadere la Pluffa, troppo prESo a seguire con lo sguardo il lampo dorato che gli aveva sfiorato l'orecchio sinistro ed era passato oltre. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Tutto bene DA quelle parti, Harry?’ aveva avuto il tempo di griDArgli, mentre colpiva furiosamente il Bolide indirizzandolo contro Marcus Flitt. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Palla ai Serpeverde’ stava dicendo Lee JorDAn, ‘il Cacciatore Pucey schiva due Bolidi, due Weasley e il Cacciatore Bell, e avanza veloce verso... aspettate un attimo... ma quello non era il Boccino?’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Quando Angelina aveva segnato, Harry aveva fatto un paio di giri della morte per DAre sfogo all'euforia. Ora era tornato a scrutare il campo in cerca del Boccino. A un certo punto, aveva intravisto uno sprazzo dorato, ma era soltanto un riflESso dell'orologio DA polso di uno dei gemelli Weasley, e un'altra volta un Bolide aveva deciso di schizzare verso di lui come una palla di cannone, ma lui l'aveva schivato e Fred Weasley si era mESso a inseguirlo. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Tieniti fuori tiro finché non vedi il Boccino’ gli aveva detto Baston. ‘inutile ESporsi ad attacchi prima del necESsario’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
In alto, sopra le loro tESte, il ragazzo correva qua e là a cavallo della scopa, strizzando gli occhi per avvistare il Boccino. QuESto faceva parte del piano di gioco che aveva mESso a punto insieme a Baston. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘No’ disse Ron. ‘Finora Harry non ha avuto un granché DA fare’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Be', almeno s'è tenuto fuori DAi guai; è già qualcosa’ disse Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Spostatevi un po', voi, scorrete più giù’. ‘Hagrid!’ Ron e Hermione si strinsero per far posto a Hagrid vicino a loro. ‘Finora ho guarDAto DAlla mia capanna’ disse Hagrid mostrando orgogliosamente un grosso binocolo che gli pendeva sul petto, ‘ma non è mica lo stESso che allo stadio! Il Boccino finora non s'è visto, eh?’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
L'aria geliDA fu saturata DAll'applauso dei Grifondoro e DAlle urla e DAi fischi dei Serpeverde. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘JORDAN!’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Chiedo scusa, profESsorESsa’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
A commentare la partita era Lee JorDAn, l'amico dei due gemelli Weasley, sorvegliato a vista DAlla profESsorESsa Mcgranitt. ‘...La ragazza si muove DAvvero veloce, lassù. Effettua un passaggio puntuale ad Alicia Spinnet, un'ottima scoperta di Oliver Baston, che l'anno scorso ha giocato soltanto come riserva... indietro alla Johnson e... no, la Pluffa è stata intercettata DAl capitano del Serpeverde Marcus Flitt, che se la porta via: eccolo che vola alto come un'aquila... sta per... no, bloccato DA un'ottima azione del Portiere del Grifondoro Baston, e il Grifondoro è di nuovo in possESso della Pluffa. Ed ecco la Cacciatrice del Grifondoro Katie Bell... bella picchiata intorno a Flitt, poi di nuovo su... AHI!... deve averle fatto male quel colpo di Bolide dietro la tESta! La Pluffa ritorna al Serpeverde. Ecco Adrian Pucey che parte a tutta birra verso i pali della porta, ma è bloccato DA un secondo Bolide lanciatogli contro DA Fred o George Weasley, non riESco a distinguere chi dei due... comunque, DAvanti a lei il campo è sgombero, e si allontana e letteralmente vola via - schiva un micidiale Bolide... è DAvanti alla porta - vai, Angelina! - il Portiere Bletchley si tuffa... manca il bersaglio... IL GRIFONDORO HA SEGNATO! Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Johnson del Grifondoro... che brava Cacciatrice è quESta ragazza, e anche piuttosto carina...’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘...e la Pluffa è stata intercettata immediatamente DA Angelina Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
MaDAma Bumb soffiò forte nel suo fischietto d'argento. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry notò che sembrava rivolgersi in modo speciale al capitano dei Serpeverde, Marcus Flitt, un alunno del quinto anno. Harry pensò che Flitt potESse avere del sangue di mostro nelle vene. Con la coDA dell'occhio vide lo striscione che sventolava sopra la folla con il motto fosforEScente Potter sei tutti noi. Il cuore gli balzò in petto. Si sentì tornare un po' di coraggio. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry seguì Fred e George fuori DAgli spogliatoi sperando che le ginocchia non gli si piegassero per l'emozione ed entrò in campo salutato DA grandi ovazioni. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Ad arbitrare la partita sarebbe stata MaDAma Bumb che, ritta in mezzo al campo, aspettava le due squadre brandendo in mano la sua scopa. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Chiudete il becco, voi due!’ disse Baston. ‘Quella di oggi è la squadra migliore che Grifondoro ha avuto DA anni. Vinceremo. Lo so’. Li guardò come a dire: ‘Altrimenti dovrete fare i conti con me’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Il gran giorno è arrivato’ disse Fred Weasley. ‘Il gran giorno che tutti aspettavamo DA tanto’ gli fece eco George. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Nel frattempo, negli spogliatoi, Harry e il rESto della squadra si stavano cambiando e indossavano la loro divisa scarlatta (i Serpeverde avrebbero giocato in verde). Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Ron e Hermione si unirono a Neville, Seamus e Dean, il tifoso del calcio, che erano sulla gradinata più alta. Per fare una sorprESa a Harry, avevano dipinto un grosso striscione, ricavato DA uno dei lenzuoli che il topo Crosta aveva rosicchiato. Sopra ci avevano scritto Potter sei tutti noi, e sotto Dean, che era molto bravo a disegnare, aveva schizzato un grosso leone, simbolo di Grifondoro. Poi Hermione aveva fatto un piccolo, ingegnoso incantESimo per cui i colori apparivano cangianti. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Per le undici, tutta la scolarESca era sugli spalti, intorno al campo di Quidditch. Molti erano armati di binocoli. Anche se i sedili potevano sollevarsi in aria, a volte era comunque difficile seguire quel che succedeva in campo. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Grazie del conforto morale, Seamus’ disse Harry guarDAndolo versarsi una generosa quantità di ketchup sulle salsicce. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Harry, hai bisogno di tutte le tue forze’ gli disse Seamus Finnigan. ‘I Cercatori sono sempre quelli che vengono acchiappati DAll'altra squadra’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry si sentiva malissimo. Di lì a un'ora avrebbe fatto il suo ingrESso in campo. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
All'alba dell'indomani, la giornata si prESentava luminosa e fredDA. La Sala Grande era piena del profumo delizioso delle salsicce fritte e dell'allegro chiacchiericcio dei ragazzi che non vedevano l'ora di assistere a una bella partita. ‘Devi mangiare qualcosa’. ‘Non voglio niente’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry andò a dormire con quella domanDA che gli ronzava per la tESta. Neville russava forte, ma lui non riuscì ad addormentarsi. Cercò di liberarsi la mente - aveva bisogno di dormire, doveva farlo, tra qualche ora avrebbe giocato la sua prima partita a Quidditch - ma non era facile dimenticare l'ESprESsione di Piton quando lui gli aveva visto la gamba. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Ma senti un po', Hermione, credi DAvvero che tutti gli insegnanti siano dei santi, o roba del genere?’ rimbeccò Ron. ‘Io sono d'accordo con Harry. Penso che Piton sia capace di tutto. Ma che cosa sta
cercando? E a che cosa fa la guardia quel cane?’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
fine. ‘Il giorno di Halloween, Piton ha cercato di eludere la sorveglianza del cane a tre tESte! Ecco dove stava anDAndo quando lo abbiamo visto... sta cercando di impadronirsi della cosa a cui il cane fa la guardia! E sono pronto a scommettere il mio manico di scopa che è stato lui a far entrare il mostro, per creare un diversivo!’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Sapete che cosa significa quESto?’ chiESe affannosamente alla Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Ci sei riuscito?’ chiESe Ron quando Harry li ebbe raggiunti. ‘Che cosa è succESso?’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry se ne andò prima che Piton avESse il tempo di togliere altri punti a Grifondoro. Risalì di corsa le scale. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Mi chiedevo soltanto se potevo riavere indietro il mio libro’. ‘ESCI FUORI! FUORI!’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Con il volto contorto DAll'ira, Piton si abbassò rapiDAmente l'abito per nascondere la gamba. Harry inghiottì. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘DAnnato coso’ stava imprecando Piton. ‘Come si fa a tenere a baDA tutte e tre le tESte contemporaneamente?’ Harry cercò di chiudere la porta senza far rumore, ma... ‘POTTER!’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Chissà che Piton non avESse lasciato il libro là dentro? Valeva la pena tentare. Socchiuse la porta e sbirciò. Una scena orribile gli si parò DAvanti agli occhi. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Si recò DAvanti alla sala dei profESsori e bussò. Non ottenne risposta. Bussò ancora. Niente. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Meglio te che io’ dissero a una voce Ron e Hermione, ma Harry aveva idea che Piton non glielo avrebbe rifiutato, se alla richiESta fossero stati prESenti altri insegnanti. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry si sentiva irrequieto. Avrebbe voluto riavere Il Quidditch attraverso i secoli per distrarsi DAl pensiero della partita dell'indomani, che lo rendeva nervoso. Ma perché mai doveva aver paura di Piton? Alzandosi, comunicò a Ron e a Hermione che intendeva anDArgli a chiedere di rEStituirglielo. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Quella sera, la sala di ritrovo di Grifondoro era tutta un brusio di voci. Harry, Ron e Hermione sedevano insieme vicino a una finEStra. Hermione stava correggendo i compiti di IncantESimi di Harry e Ron. Lei non avrebbe mai permESso che copiassero (‘Altrimenti, come imparate?’) ma chiedendole di correggerglieli, i due ragazzi riuscivano a ottenere comunque le soluzioni ESatte. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘È proibito portare fuori DAgli edifici scolastici i libri della biblioteca’ disse Piton. ‘DAmmelo. Cinque punti in meno per Grifondoro’. ‘QuESta regola se l'è inventata’ borbottò Harry risentito mentre Piton si allontanava zoppicando. ‘Mi chiedo che cosa si è fatto alla gamba’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
DA quando Harry e Ron l'avevano salvata DAl mostro, Hermione era diventata un po' meno rigiDA per quanto riguarDAva l'osservanza delle regole, il che la rendeva molto più simpatica. La vigilia della prima partita di Harry, si trovavano tutti e tre fuori nel cortile gelido, durante la ricreazione, e lei aveva fatto apparire per incanto un fuoco di un azzurro splendente, che si poteva trasportare tenendolo in un barattolo della marmellata. Ci si stavano scalDAndo tutti e tre la schiena, quando Piton attraversò il cortile. Harry notò immediatamente che zoppicava. I tre ragazzi si strinsero intorno al fuoco per impedirne la vista; erano sicuri che fosse proibito. Purtroppo, l'ESprESsione colpevole che portavano dipinta in faccia attirò l'attenzione di Piton. Il profESsore venne avanti. Non aveva notato il fuoco, ma sembrava che stESse cercando un pretESto per rimproverarli. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry imparò così che ESistevano settecento modi di commettere un fallo a Quidditch, e che durante una partita di campionato mondiale, nel 1473, si erano verificati tutti quanti; che in genere i Cercatori erano i giocatori più piccoli e più veloci e che gli incidenti più gravi sembravano capitare proprio a loro; che sebbene i giocatori morissero di rado durante una partita di Quidditch, si aveva notizia di arbitri svaniti nel nulla e ricomparsi nel dESerto del Sahara a distanza di mESi. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Era veramente una fortuna, per Harry, ESsere diventato amico di Hermione. Senza di lei, non avrebbe saputo come fare con i compiti, visto che Baston imponeva alla squadra allenamenti frequenti con breve preavviso. Lei gli aveva anche prEStato il libro Il Quidditch attraverso i secoli, una lettura molto interESsante. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Quasi nESsuno aveva visto Harry giocare, perché Baston aveva deciso che, ESsendo l'arma segreta della squadra, non si doveva sapere della sua prESenza in campo. Ma non si sa come, la notizia che avrebbe giocato come Cercatore era trapelata, e lui non sapeva che cosa fosse peggio: sentirsi dire che si sarebbe certamente comportato DA campione o che qualcuno, a terra, avrebbe dovuto correre su e giù tenendogli sotto un materasso. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
All'inizio di novembre cominciò a fare molto freddo. Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago divenne una lastra di gelido metallo. Tutte le mattine il terreno era coperto di brina. DAlle finEStre delle scale dei piani superiori si vedeva Hagrid intento a scongelare i manici di scopa nel campo DA Quidditch, infagottato in un lungo pastrano di fustagno, guanti di pelo di coniglio ed enormi stivali foderati di castoro.
La stagione del Quidditch era iniziata. Quel sabato, Harry avrebbe giocato la sua prima partita dopo settimane di allenamento: Grifondoro contro Serpeverde. Se avESse vinto, il Grifondoro avrebbe rimontato la classifica, passando al secondo posto nel campionato dei dormitori. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘E io vi dico che prendete un granchio’ disse Hagrid accalorandosi. ‘Non so perché la scopa di Harry si è comportata in quella maniera, ma Piton non cercherebbe mai di ammazzare uno studente! E ora statemi bene a sentire tutti e tre: vi state immischiando in cose che non vi riguarDAno. pericoloso. ScorDAtevi del cane, dimenticate a cosa fa la guardia. tutta una faccenDA fra Silente e Nicolas Flamel...’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Aha!’ disse Harry. ‘Allora c'è di mezzo qualcuno che si chiama Nicolas Flamel!’ Sul volto di Hagrid si dipinse un'ESprESsione furente e indispettita. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Sì?’ disse Harry, dESideroso di saperne di più. ‘No, non chiedetemi niente altro’ disse Hagrid scontroso. ‘una cosa segretissima!’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Ma Piton sta cercando di rubarlo!’ ‘StupiDAte!’ tornò a ripetere Hagrid. ‘Piton è un insegnante di Hogwarts, vuoi che faccia una cosa del genere?’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Sì... è mio... l'ho comperato DA un tizio, un greco che ho incontrato al pub l'anno scorso... L'ho prEStato a Silente per fare la guardia a...’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry, Ron e Hermione si guarDArono l'un l'altro, chiedendosi che cosa dovESsero dirgli. Harry decise per la verità. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Ho scoperto qualcosa sul suo conto’ disse a Hagrid. ‘Il giorno di Halloween, ha cercato di eludere la guardia del cane a tre tESte. E quello lo ha morso. Crediamo che volESse rubare quello che il cane sorveglia, qualunque cosa sia’. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘StupiDAte!’ disse Hagrid che non aveva sentito una sola parola di quel che era accaduto a un passo DA lui, sugli spalti. ‘E perché mai Piton doveva fare una cosa del genere?’ Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Non l'ha prESo, l'ha quasi inghiottito’ strillava Flitt ancora venti minuti dopo, ma tanto non aveva importanza. Harry non aveva violato nESsuna regola e Lee JorDAn stava ancora annunciando a squarciagola il risultato: il Grifondoro aveva vinto per centosettanta a sESsanta. Ma tutto quESto Harry non lo udì. Era nella
capanna di Hagrid insieme a Ron e a Hermione, e si stava facendo preparare una tazza di tè. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Neville, ora puoi guarDAre!’ disse Ron. Per tutti gli ultimi cinque minuti Neville aveva singhiozzato col viso nascosto nella giacca di Hagrid. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Harry stava scendendo in picchiata verso terra quando gli spettatori lo videro mettersi una mano a coppa sulla bocca come se stESse per DAre di stomaco: cadde carponi sul terreno di gioco, tossì... e qualcosa di dorato gli cadde in mano. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
‘Ho prESo il Boccino!’ gridò agitandolo sopra la tESta, e la partita terminò nel caos generale. Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1) |
Solo quando fu di nuovo a letto, a Harry venne in mente che forse Silente non aveva detto la verità. Ma in fin dei conti, rifletté mentre scacciava DAl cuscino il topo Crosta, la sua era stata una domanDA forse troppo personale. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Lei che cosa vede, quando si guarDA in quello specchio?’ ‘Io? Mi vedo con in mano un paio di grossi calzini di lana’. Harry lo guardò incredulo. ‘I calzini non bastano mai’ disse Silente. ‘È passato un altro Natale, e nESsuno mi ha regalato un solo paio di calzini. Chissà perché a me regalano soltanto libri’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry si alzò in piedi. ‘Signore... profESsor Silente... Posso farle una domanDA?’ ‘Certo! Me ne hai appena fatta una!’ Silente sorrise. ‘Comunque, puoi farmene anche un'altra’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Domani, lo Specchio delle Brame verrà portato in una nuova dimora, Harry, e io ti chiedo di non cercarlo mai più. Se mai ti ci imbatterai di nuovo, sarai preparato. RicorDA: non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere. E ora, perché non ti rimetti addosso quel meraviglioso mantello e non te ne torni a letto?’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry rimase per un po' soprappensiero. Poi disse lentamente: ‘Ci vediamo dentro quel che dESideriamo... le cose che vogliamo...’ ‘Sì e no’ disse Silente tranquillo. ‘Ci mostra né più né meno quello che dESideriamo più profonDAmente e più irrESistibilmente in cuor nostro. Tu, che non hai mai conosciuto i tuoi genitori, ti vedi circonDAto DA tutta la famiglia. Ronald Weasley, che è sempre vissuto all'ombra dei suoi fratelli, si vede come il migliore di tutti. E tuttavia quESto specchio non ci dà né la conoscenza né la verità. Ci sono uomini che si sono smarriti a forza di guarDArcisi, rapiti DA quel che avevano visto, oppure hanno perso il senno perché non sapevano se quel che ESso mostra è reale o anche solo possibile. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry scosse la tESta. ‘Allora te lo spiego. L'uomo più felice della terra riuscirebbe a usare lo Specchio delle Brame come un normale specchio, vale a dire che, guarDAndoci dentro, vedrebbe se stESso ESattamente com'è. Cominci a capire?’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘E lei come lo sa...?’ ‘Io non ho bisogno di un mantello per diventare invisibile’ disse Silente con dolcezza. ‘Capisci adESso che cos'è che noi tutti vediamo nello Specchio delle Brame?’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Allora’ disse Silente lasciandosi scivolare giù DAl banco per venirsi a sedere a terra accanto a Harry. ‘Tu, come centinaia di altri prima di te, hai scoperto le dolcezze dello Specchio delle Brame’. ‘Non sapevo che si chiamasse così, signore’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Io... io non l'ho veduta, signore’. ‘Strano: ESsere invisibili rende miopi!’ osservò Silente, e Harry si sentì sollevato nel vedere che sorrideva. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry sentì le budella congelarglisi dentro la pancia. Si guardò alle spalle. Seduto su uno dei banchi appoggiati al muro, c'era nientedimeno che Albus Silente. Harry doveva ESsergli passato accanto senza neanche vederlo, tanto era stato disperato il dESiderio di tornare DAvanti allo specchio. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ed ecco di nuovo sua madre e suo padre che gli sorridevano, e uno dei nonni che gli faceva cenno col capo, tutto allegro. Harry si lasciò scivolare a terra e finì seduto sul pavimento di fronte allo specchio. Niente gli avrebbe impedito di rEStarsene lì tutta la notte con la sua famiglia. Niente di niente. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Quella terza notte, riuscì a trovare la straDA molto più rapiDAmente delle precedenti. Camminava così in fretta DA fare più rumore di quanto consigliasse la prudenza, ma non incontrò nESsuno. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Mi sembri Hermione!’ ‘Dico sul serio, Harry, non anDAre’. Ma Harry aveva un chiodo fisso in tESta: tornare DAvanti allo specchio. E non sarebbe stato certo Ron a fermarlo. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Io lo so a che cosa stai pensando, Harry: a quello specchio. Ma quESta notte non ci tornare’. ‘E perché no?’ ‘Boh. So solo che ho una sensazione strana... e poi troppe volte te la sei cavata per il rotto della cuffia. Gazza, Piton e Mrs Purr fanno la ronDA. Credi di ESsere al sicuro solo perché non ti vedono? E se ti vengono a sbattere addosso? E se fai cadere qualcosa?’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Non siamo al sicuro... potrebbe ESsere anDAta a cercare Gazza. Sono certo che ci ha sentiti. DAi, andiamocene!’ E Ron spinse Harry fuori della stanza. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
La mattina dopo, la neve non si era ancora sciolta. ‘Vuoi fare una partita a scacchi, Harry?’ chiESe Ron. ‘No’. ‘Perché non andiamo a trovare Hagrid?’ ‘No... vacci tu...’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Ehi, non mi spingere!’ Un rumore improvviso, fuori del corridoio, mise fine a quella discussione. Non si erano rESi conto che avevano parlato a voce molto alta. ‘Svelto!’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry riuscì a coprire sé e l'amico col mantello, proprio nel momento in cui apparivano sulla porta gli occhi fosforEScenti di Mrs Purr. I due ragazzi si immobilizzarono. Entrambi furono colpiti DA uno stESso pensiero: il mantello funzionava coi gatti? Dopo quella che parve un'eternità, la gatta voltò la coDA e se ne andò. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Che dici, quESto specchio fa vedere il futuro?’ ‘E com'è possibile? I miei sono tutti morti... Fammi guarDAre un'altra volta’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Senti, tu l'hai avuto tutto per te la notte scorsa. Lasciami guarDAre ancora un po'!’ ‘Ma tu ti vedi semplicemente con in mano la coppa di Quidditch! Che cosa c'è di tanto interESsante? Io voglio vedere i miei genitori’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ron distolse a forza lo sguardo DA quella visione prodigiosa e guardò Harry tutto emozionato. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ma Ron contemplava la propria immagine come pietrificato. ‘Ehi, quello sono io!’ ESclamò poi. ‘E vedi tutta la tua famiglia intorno a te?’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘GuarDA! GuarDA quanti sono...’ ‘Ma io vedo solo te’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Ma no, guarDA bene! DAi, mettiti dove sono io’. Harry si fece DA parte, ma con Ron DAvanti allo specchio non riusciva più a vedere la sua famiglia, soltanto lui con il suo pigiama a pallini. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Aprirono la porta. Harry si lasciò cadere il mantello DAlle spalle e corse verso lo specchio. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Passarono accanto al fantasma di una strega spilungona che scivolava nella direzione opposta, ma non videro nESsun altro. Proprio quando Ron ricominciava a lamentarsi dei piedi gelati, Harry scorse l'armatura. ‘qui... proprio qui... sì!’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘No!’ sibilò Harry. ‘So che è qui, DA qualche parte’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry aveva lo stomaco chiuso. Aveva conosciuto i suoi genitori e quella notte li avrebbe rivisti. Di Flamel si era quasi dimenticato. Non sembrava più tanto interESsante. Che cosa gliene importava di quel che custodiva il cane? Che cosa gliene importava, in fondo, se Piton lo rubava? Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Ti senti bene?’ chiESe Ron. ‘Hai un'aria strana’. Quel che Harry temeva di più era di non riuscire a ritrovare la stanza dello specchio. La notte seguente, con Ron anche lui sotto il mantello, dovette camminare molto più lentamente. Nel tentativo di ritrovare la straDA che aveva percorso Harry partendo DAlla biblioteca, vagarono per circa un'ora nei corridoi immersi nel buio. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Loro puoi vederli quando ti pare’ disse Ron. ‘Basta che tu venga a trovarmi a casa quESt'EState. Ma può anche DArsi che lo specchio mostri soltanto le persone morte. Che peccato, però, non aver trovato Flamel... DAi, prendi un po' di pancetta o qualcos'altro. Perché stamattina non mangi niente?’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Mi piacerebbe molto conoscere il tuo papà e la tua mamma’ disse Ron incuriosito. ‘E io voglio conoscere tutta la tua famiglia Weasley al completo. Potrai prESentarmi gli altri tuoi fratelli e tutti quanti’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘AvrESti anche potuto svegliarmi’ disse Ron seccato. ‘Puoi venire stanotte. Ho intenzione di tornarci, voglio mostrarti lo specchio’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Distolse a forza lo sguardo DAl volto di sua madre, le sussurrò ‘Tornerò ancora’, e si allontanò in fretta DAlla stanza. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Quanto tempo rimase lì DAvanti, non lo sapeva. Le immagini riflESse non accennavano a svanire e lui continuò a guarDArle ancora a lungo, finché un rumore in lontananza lo fece tornare alla realtà. Non poteva rEStare lì, doveva trovare la straDA per tornare a letto. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
I Potter continuavano a sorridergli e a salutarlo, e lui tornò a guarDArli, anelante, con le mani premute contro lo specchio come se sperasse di caderci dentro e di raggiungerli. Dentro di sé provava un dolore acuto, fatto per metà di gioia e per metà di una terribile tristezza. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ora Harry era così vicino allo specchio che con la punta del naso sfiorava la sua stESsa immagine. ‘Mamma’ mormorò. ‘Papà’. I due si limitarono a fissarlo sorridendo. E a poco a poco, Harry si voltò a guarDAre i volti delle altre persone riflESse nello specchio, e vide altre paia di occhi verdi come i suoi, altri nasi come il suo, e anche un vecchino che sembrava avere le sue stESse ginocchia ossute... Per la prima volta in vita sua, Harry vedeva la sua famiglia. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Era una donna molto carina. Aveva capelli rosso scuro e gli occhi... sì, i suoi occhi sono proprio come i miei, pensò Harry facendosi un po' più accosto allo specchio. Occhi verde chiaro... ESattamente la stESsa forma. Poi però vide che stava piangendo: sorrideva e piangeva al tempo stESso. L'uomo alto, magro e coi capelli scuri che le era accanto la cinse con un braccio. Aveva una chioma ribelle, di quelle che non stanno mai a posto. Proprio come quella di Harry. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Tornò a guarDAre nello specchio. Una donna, ritta in piedi proprio dietro alla sua immagine, gli sorrideva e lo salutava con un gESto della mano. Allungò un braccio dietro di sé, ma non sentì altro che aria. Se ci fosse stata veramente, avrebbe potuto toccarla, tanto le loro immagini erano vicine, e invece tastò soltanto aria: quella donna, e tutte quelle altre persone, ESistevano soltanto nello specchio. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Era lì, riflESso sulla sua superficie, pallido e atterrito, e riflESse dietro di lui c'erano almeno altre dieci persone. Harry tornò a guarDAre dietro di sé DA sopra la spalla, ma ancora una volta, la stanza era vuota. Oppure anche gli altri erano invisibili? Forse si trovava in una stanza piena di gente invisibile, e il trucco dello specchio era di rifletterli tutti, invisibili o meno che fossero? Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Eppure la stanza era vuota. Col rESpiro mozzo, tornò a volgersi lentamente verso lo specchio. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Il panico era svanito, ora che non c'era più traccia di Gazza e di Piton, e Harry si avvicinò allo specchio col dESiderio di guarDArcisi dentro e ancora una volta non vedere il suo riflESso. Ci si piazzò di fronte. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Dovette tapparsi la bocca con le mani per impedirsi di griDAre. Si voltò di scatto. Il cuore gli batteva ancor più furiosamente di quando il libro aveva prESo a griDAre, perché nello specchio aveva visto non solo se stESso, ma tutta una folla di gente, proprio accanto a lui. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Aveva l'aspetto di un'aula in disuso. Le oscure sagome dei banchi e delle sedie erano accostate lungo le pareti e c'era anche un cEStino per la carta straccia capovolto. Ma appoggiato al muro, di fronte a lui, c'era un oggetto che appariva fuori luogo in quell'aula, come se qualcuno ce l'avESse mESso per toglierlo DAlla circolazione. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry si sentì sbiancare. Dovunque si trovasse, Gazza doveva conoscere una scorciatoia, perché la sua voce melliflua e untuosa si stava avvicinando e, con suo orrore, a rispondergli fu Piton: ‘Il Reparto Proibito? Be' non possono ESsere lontani, li prenderemo’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry rimase inchioDAto lì dove si trovava, mentre Gazza e Piton giravano l'angolo venendo DAlla sua parte. Naturalmente non potevano vederlo, ma il corridoio era stretto e se si fossero avvicinati di più lo avrebbero urtato: il mantello lo rendeva invisibile, ma non incorporeo. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Indietreggiò silenziosamente. Alla sua sinistra c'era una porta socchiusa. Era la sua unica speranza. Ci si infilò, trattenendo il fiato, cercando di non farla cigolare, e con suo grande sollievo riuscì a insinuarsi dentro senza che i due lo notassero. Quando l'ebbero oltrepassata Harry si appoggiò alla parete, tirò un profondo rESpiro e tESe l'orecchio ai loro passi che si perdevano in lontananza. Gli erano passati vicino, molto vicino. Dovettero trascorrere alcuni secondi prima che si rendESse conto di quel che conteneva la stanza dove si era nascosto. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Mi ha chiESto di venire direttamente DA lei, profESsore, a riferirle se qualcuno anDAsse in giro di notte, e qualcuno è stato nella biblioteca... nel Reparto Proibito’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Improvvisamente, si fermò DAvanti a un'alta armatura. Tutto prESo DAlla fretta di allontanarsi DAlla biblioteca, non aveva prEStato attenzione a dove anDAva. Forse perché era buio, non aveva la minima idea di dove si trovava. C'era un'armatura vicino alle cucine, quESto lo sapeva, ma lui doveva ESsere cinque piani più su. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Il silenzio fu rotto DA un grido lacerante, DA far gelare il sangue nelle vene. Proveniva DAl libro! Harry si affrettò a richiuderlo, ma il grido continuò ancora: un'unica nota acuta, ininterrotta, assorDAnte. Arretrando, il ragazzo inciampò e urtò la lampaDA che si spense all'istante. Terrorizzato, udì dei passi lungo il corridoio all'ESterno. Ripose nello scaffale il libro urlante e se la diede a gambe. Incrociò Gazza quasi sulla porta. Lo sguardo di quegli occhi pallidi e furenti lo attraversò DA parte a parte senza vederlo: Harry sgattaiolò sotto il braccio alzato del guardiano, e spiccò una corsa furibonDA per il corridoio, con le griDA del libro che gli risonavano ancora nelle orecchie. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Doveva pur cominciare DA qualche parte. Sistemò con circospezione la lampaDA a terra, guardò lungo lo scaffale più basso in cerca di un libro interESsante. Un grosso libro nero e argento colpì la sua attenzione. Lo tirò fuori con difficoltà, perché era molto pESante e, appoggiandoselo sulle ginocchia, lo aprì. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ma non gli dicevano granché. Le lettere erano talmente consunte che l'oro veniva via a pezzi, e formavano parole in lingue che Harry non capiva. Alcuni, poi, non avevano titolo. Uno mostrava sulla copertina una macchia scura DAll'aspetto sinistro, che aveva tutta l'aria di ESser sangue. A Harry si rizzarono i capelli in tESta. Forse era tutta una sua fantasia, forse no, ma credette di sentire un debole sussurro provenire DAi libri, come se quelli avvertissero la prESenza di un intruso. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Il Reparto Proibito era proprio in fondo alla biblioteca. Facendo molta attenzione e scavalcando il cordone che separava quei libri DAl rESto della biblioteca, Harry tenne alta la lampaDA per leggere i titoli. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
DA che parte anDAre? Si fermò col cuore che gli batteva forte, e rimase a pensare. Poi gli venne in mente. Il Reparto Proibito, in biblioteca. Avrebbe potuto leggere tutto quello che voleva e per tutto il tempo necESsario a scoprire chi era Flamel. Si avviò, stringendosi nel suo mantello. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Nella biblioteca era buio pESto e c'era un'atmosfera DA brivido. Harry accESe una lampaDA per vedere le file di libri. La lampaDA sembrava galleggiare a mezz'aria, e anche se Harry sapeva di reggerla lui col braccio, la sua vista gli faceva venire la pelle d'oca. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Tutto d'un tratto, Harry si sentì completamente sveglio. Con indosso il mantello, tutta Hogwarts gli si spalancava DAvanti. Si sentì invadere DAll'eccitazione, mentre se ne stava lì, avvolto DAl buio e DAl silenzio. Con quella protezione poteva anDAre dovunque senza che Gazza lo venisse a sapere. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ron farfugliò qualcosa nel sonno. Doveva svegliarlo? Qualcosa lo trattenne. Il mantello di suo padre... Harry sentì che per quella volta... la prima volta... voleva provarlo DA solo. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Scivolò fuori DAl dormitorio, scESe per le scale, attraversò la sala di ritrovo e si arrampicò su per il buco coperto DAl ritratto. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Doveva provarlo, e subito. Scivolò DAl letto e vi si avvolse dentro. GuarDAndo in basso, verso le gambe, vide soltanto chiaro di luna e ombre. Era una sensazione molto strana. Fanne buon uso. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Suo padre... quel mantello era appartenuto a suo padre. Si lasciò scorrere il tESsuto tra le mani, più soffice della seta, leggero come l'aria. Fanne buon uso, diceva il biglietto. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ron, sazio di tacchino e di torta e senza pensieri che lo tormentassero, si addormentò quasi subito, dopo aver chiuso le cortine del suo letto a balDAcchino. Harry si sporse di lato e tirò fuori il mantello DA sotto il letto. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Per Harry, era stato il miglior Natale della sua vita. Eppure, per tutta la giornata aveva cercato di soffocare un pensiero che lo tormentava. Solo dopo che si fu infilato sotto le coperte si sentì libero di rifletterci su: riguarDAva il mantello che rendeva invisibili, e colui o colei che glielo aveva manDAto. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Dopo la merenDA a base di tè, panini al tacchino, focaccine, zuppa inglESe e dolce di Natale, erano tutti troppo satolli e assonnati per aver voglia di fare qualsiasi cosa prima di anDAre a letto, se non assistere allo spettacolo di Percy che rincorreva Fred e George per tutta la torre del dormitorio, perché i due monelli gli avevano prESo il suo distintivo DA prefetto. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry e i fratelli Weasley trascorsero un pomeriggio felice a giocare a palle di neve all'aperto. Poi, infreddoliti, bagnati e senza fiato, tornarono a scalDArsi DAvanti al fuoco della sala di ritrovo di Grifondoro, dove Harry inaugurò la sua nuova scacchiera facendosi DAre una spettacolare batosta DA Ron. Ma ebbe il sospetto che le sue sconfitte non sarebbero state così irrimediabili se Percy non avESse cercato di aiutarlo con tanto impegno. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Quando finalmente Harry si alzò DA tavola, era carico di tutti gli strani oggetti venuti fuori DAlle confezioni dei petardi, fra cui un pacchetto di palloncini luminosi a prova di spillo, un kit ‘fai-DA-te’ per far spuntare le verruche e una scacchiera magica tutta nuova, completa di pezzi. I topolini bianchi erano scomparsi, e Harry fu assalito DAll'atroce dubbio che potESsero diventare il pranzo natalizio della gatta Mrs Purr. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ai tacchini seguirono i dolci di Natale flambé. Poco mancò che Percy non si rompESse un dente su una moneta d'argento nascosta nella fetta che gli era toccata. Harry non perdeva d'occhio Hagrid, che a forza di versarsi bicchieri di vino stava diventando sempre più paonazzo, finché baciò addirittura sulla guancia la profESsorESsa Mcgranitt, la quale, con grande sorprESa del ragazzo, rise e arrossì, incurante del cilindro sulle ventitré. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Un pranzo di Natale come quello, Harry non l'aveva mai visto in vita sua. Un centinaio di grassi tacchini arrosto, montagne di patate arrosto e bollite, vassoi di oleose salsicce alla cipolla, zuppiere di piselli al burro, salsiere d'argento con salse dense e saporite alla carne e al mirtillo, e montagne di petardi magici disposte a intervalli lungo la tavola. Quei fantastici petardi non avevano niente a che fare con quelli insignificanti, DA Babbani, che compravano i Dursley, e che tutt'al più contenevano giocattolini di plastica e insulsi cappellini di carta. Quando Harry, con l'aiuto di Ron, fece scoppiare un petardo magico, quello non si limitò a fare bum!, ma sparò come un cannone avvolgendoli in una nuvola di fumo blu, mentre DA dentro schizzavano fuori un tricorno DA Contrammiragli, e una miriade di topolini bianchi vivi. Intanto, alla Tavola delle autorità, Silente aveva barattato il suo cappello a punta DA mago con una cuffia a fiori e stava ridendo a crepapelle di una storiella che il profESsor Vitious gli aveva appena letto. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Oggi, levati DAlla tESta di sederti al tavolo dei prefetti!’ disse George. ‘Il Natale si passa in famiglia’. E lo trascinarono via di pESo, in quattro, approfittando che aveva le braccia imprigionate nel pullover. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘P come Prefetto! Infilatelo anche tu, DAi, ce li siamo mESsi tutti! Anche Harry ne ha avuto uno’. ‘Ma io... non... voglio...’ bofonchiò, mentre i gemelli gli infilavano a forza il maglione DAlla tESta, manDAndogli gli occhiali di traverso. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Che cos'è tutto quESto chiasso?’ Percy Weasley infilò la tESta dentro la stanza con aria di disapprovazione. Si vedeva che anche lui aveva cominciato a scartare i suoi regali, perché, come i fratelli, si era buttato sul braccio un maglione bitorzoluto, che Fred afferrò subito. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Sul tuo non c'è nESsuna lettera’ osservò George. ‘Segno che mamma crede che tu non ti dimentichi come ti chiami. Ma neanche noi siamo stupidi... sappiamo benissimo che ci chiamiamo Gred e Forge!’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Ehi, guarDA... anche Harry ha un maglione alla Weasley!’ Fred e George indossavano due maglioni blu, uno con una grossa F in giallo, e l'altro con una G. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Quello di Harry è più bello del nostro, però’ disse Fred tenendolo aperto perché lo vedESsero. ‘Naturalmente, mamma ci mette più impegno se non sei della famiglia’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘E tu, Ron, perché non ti sei mESso il tuo?’ chiESe George. ‘Su, DAi, mettilo anche tu, sono bellissimi e caldi’. ‘Io odio il color melanzana’ piagnucolò Ron sconfortato, mentre se lo infilava DAlla tESta. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘DArei qualsiasi cosa per averne uno’ disse. ‘Ma proprio qualsiasi cosa. Be', che ti succede?’ ‘Niente’ lo assicurò Harry. Era molto perplESso. Chi gli aveva manDAto il mantello? Era veramente appartenuto a suo padre? Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Non c'era firma. Harry rimase a fissare la lettera, mentre Ron guarDAva EStasiato il mantello. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘C'è un biglietto!’ disse Ron d'un tratto. ‘È caduto un biglietto’. Harry si tolse il mantello e lo prESe. Scritte con una grafia stretta e sinuosa che non aveva mai visto prima, si leggevano le seguenti parole: ‘QuESto me l'ha affiDAto tuo padre prima di morire. giunto il momento che torni a te. Fanne buon uso. Buon Natale’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry se lo gettò sulle spalle e Ron diede un grido. ‘E' come dico io! GuarDA giù!’ Harry si guardò i piedi, ma quelli erano spariti. Corse allo specchio. Non c'erano dubbi: l'immagine che gli rimandò lo specchio era fatta soltanto di una tESta sospESa a mezz'aria sopra un corpo completamente invisibile. Si tirò il mantello sulla tESta e l'immagine scomparve del tutto. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Che cos'è?’ Harry raccolse DA terra lo scintillante tESsuto argenteo. Era stranissimo al tatto, come fosse tESsuto con l'acqua. ‘il mantello che rende invisibili’ disse Ron, e sul volto gli si era dipinto un timore reverenziale. ‘Ne sono sicuro... provalo!’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Ne ho sentito parlare, di quelli’ disse in un sussurro, lasciando cadere la scatola di Tuttigusti+1 che aveva ricevuto DA Hermione. ‘Se è quel che penso... sono molto rari e veramente preziosi’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Rimaneva un ultimo pacchetto. Harry lo prESe in mano e tastò. Era molto leggero. Lo scartò. Ne scivolò qualcosa di fluente e grigio argento che cadde a terra formando un mucchietto di pieghe lucenti. Ron rimase senza fiato. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Ma che gentile!’ disse Harry assaggiando una caramella, che era molto gustosa. Anche il pacco succESsivo conteneva dolci: una grossa scatola di Cioccorane DA parte di Hermione. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry aveva aperto il pacchetto e ci aveva trovato un pESante maglione di lana lavorato ai ferri, color verde smeraldo, e una grossa scatola di caramelle mou fatte in casa. ‘Ci fa un maglione per uno tutti gli anni’ disse Ron scartando il suo, ‘e i miei sono sempre color melanzana’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Credo di sapere DA chi viene quello’ disse Ron arrossendo leggermente e indicando un grosso pacco informe. ‘DA mia mamma. Le ho detto che non ti aspettavi nESsun regalo, e allora... Oh, no!’ gemette poi, ‘ti ha fatto un maglione alla Weasley!’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘QuESta poi!’ disse. ‘Che forma strana! Ma DAvvero sono soldi?’ ‘Puoi prenderli se vuoi’ lo incoraggiò Harry ridendo della contentezza di Ron. ‘Allora, ho aperto quello di Hagrid e quello dei miei zii... e quESti altri, chi me li manDA?’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Molto carino DA parte loro’ disse Harry. Ron era affascinato DAlla moneta. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Il secondo pacchetto era piccolissimo e dentro c'era un biglietto: ‘Abbiamo ricevuto il tuo mESsaggio e accludiamo il regalo di Natale per te. Zio Vernon e zia Petunia’. Attaccata al biglietto col nastro adESivo c'era una moneta DA mezza sterlina. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry prESe il primo pacchetto DAlla cima del mucchio. Era avvolto in una spESsa carta DA pacchi, con su scarabocchiato: ‘A Harry DA Hagrid’. Dentro c'era un flauto di legno rozzamente intagliato. Evidentemente, Hagrid lo aveva lavorato con le sue mani. Harry ci soffiò dentro... faceva un suono simile al verso di una civetta. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Anche a te’ gli rispose. ‘Ma... hai visto che roba? Ho ricevuto dei regali!’ ‘E che cosa ti aspettavi, un mazzo di rape?’ disse Ron voltandosi a guarDAre i suoi regali, che erano molto più numerosi di quelli di Harry. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Buon Natale!’ gli fece Ron ancora assonnato, mentre Harry si buttava giù DAl letto e si infilava la vEStaglia. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
La vigilia di Natale, Harry andò a letto pregustando le leccornie e i divertimenti dell'indomani, ma senza aspettarsi nESsun regalo. Ma al suo risveglio, il mattino seguente di buon'ora, la prima cosa che vide ai piedi del suo letto fu un mucchio di pacchetti. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Invece Harry giocava con gli scacchi che gli aveva prEStato Seamus Finnigan, e i pezzi non avevano la minima fiducia in lui. Ancora non era un bravo giocatore, e loro non facevano che griDAre consigli contraddittori che finivano per confonderlo: ‘Non mi manDAre DA quella parte, non vedi che lì c'è il cavallo di quell'altro? ManDA lui; lui possiamo permetterci di perderlo!’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ron cominciò anche a insegnare a Harry a giocare a scacchi magici. Le regole erano ESattamente come quelle degli scacchi dei Babbani, tranne che i pezzi erano vivi, per cui diventava un po' come comanDAre delle truppe in battaglia. La scacchiera di Ron era molto vecchia e malconcia. Come tutto quello che gli apparteneva, anch'ESsa un tempo era stata di qualche membro della sua famiglia, in quel caso suo nonno. E tuttavia, giocare con dei pezzi vecchi non era affatto un problema: Ron li conosceva talmente bene, che non aveva difficoltà a convincerli a fare quel che voleva lui. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Una volta iniziate le vacanze, Ron e Harry si divertivano troppo per pensare a Flamel. Avevano il dormitorio tutto per loro, e la sala di ritrovo era molto meno affollata del solito, per cui potevano accaparrarsi le poltrone migliori, quelle vicino al camino. Stavano lì seduti per ore e ore di fila, mangiando qualsiasi cosa si potESse infilzare su un forchettone e arrostire alla fiamma - focaccine, salsicce, calDArroste - e architettando stratagemmi per far ESpellere Malfoy: tutte cose di cui era molto divertente parlare, anche se difficilmente avrebbero funzionato. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘QuESto è poco ma sicuro, visto che fanno i dentisti tutti e due!’ rispose Hermione. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘E tu potrESti chiedere ai tuoi genitori se sanno chi è Flamel’ disse Ron. ‘Chiedendo a loro non si corrono rischi’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Continuerete a cercare mentre sono via, non è vero?’ chiESe Hermione. ‘E se trovate qualcosa mi manDAte un gufo’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Cinque minuti dopo, Ron e Hermione lo raggiunsero scuotendo la tESta delusi. AnDArono a pranzo. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry aspettò fuori nel corridoio per vedere se i due amici avESsero trovato qualcosa, ma non nutriva molte speranze. Erano circa due settimane che portavano avanti la loro ricerca, ma DAto che potevano farlo solo nei ritagli di tempo tra una lezione e l'altra, c'era poco DA stupirsi che non avESsero trovato ancora niente. Quello di cui avrebbero avuto veramente bisogno era di poter cercare a lungo e con comodo, senza sentirsi sul collo il fiato di MaDAma Pince. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
MaDAma Pince, la bibliotecaria, brandiva contro di lui un piumino per la polvere. ‘Allora farai meglio ad anDArtene. Fila... fuori!’ Rimpiangendo di non ESsere stato più veloce a inventare qualche scusa, Harry lasciò la biblioteca. Con Ron e Hermione aveva convenuto che era meglio non chiedere a MaDAma Pince dove poter trovare notizie su Flamel. Lei sarebbe stata certamente in grado di dirglielo, ma non potevano rischiare che le loro intenzioni giungESsero all'orecchio di Piton. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
uno qualsiasi dei libri proibiti occorreva un'apposita autorizzazione firmata DA uno dei profESsori, e lui sapeva benissimo che non sarebbe mai riuscito a procurarsela. Quelli erano i libri che contenevano i potenti segreti della Magia Nera che non veniva mai insegnata a Hogwarts, e venivano letti soltanto DAgli allievi più anziani che si perfezionavano nella DifESa contro le Arti Oscure. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Hermione tirò fuori un elenco di materie e di titoli che aveva deciso di cercare mentre Ron si avviava lungo un corridoio e cominciava a EStrarre libri a caso DAgli scaffali. Harry si aggirava invece nel Reparto Proibito. DA un pezzo si chiedeva se Flamel non si trovasse in qualche libro di quel reparto. Purtroppo, per prendere Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Era vero che, DA quando Hagrid se l'era fatto sfuggire di bocca, avevano sfogliato libri su libri in cerca di quel nome perché in quale altro modo avrebbero potuto scoprire che cosa stava cercando di rubare Piton? Il guaio era che non sapevano DA dove cominciare, ignorando quel che Flamel poteva aver fatto per ESsere citato in un libro. Non compariva in Grandi maghi del ventESimo secolo, e neanche in ESponenti di rilievo della magia del nostro tempo; non era citato in Scoperte importanti della magia moderna, né in Rassegna dei recenti sviluppi della magia. E poi, naturalmente, c'era il problema delle dimensioni della biblioteca; decine di migliaia di volumi; migliaia di scaffali, centinaia di stretti corridoi. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Ho le labbra cucite’ disse Hagrid categorico. ‘Allora, non ci rimane che scoprirlo DA soli’ disse Ron. Lasciarono Hagrid con l'aria contrariata, e si avviarono di corsa verso la biblioteca. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘A meno che non voglia dircelo tu, così ci risparmi la fatica’ soggiunse Harry. ‘Abbiamo già sfogliato centinaia di libri e non l'abbiamo trovato DA nESsuna parte... DAcci almeno una dritta! Io so soltanto che il suo nome l'ho letto DA qualche parte’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘In biblioteca?’ chiESe Hagrid seguendoli fuori del salone. ‘Prima delle vacanze? Dite un po', ma non è che ESagerate con lo studio?’ ‘Non è per studiare’ gli spiegò Harry tutto allegro. ‘DA quando ci hai parlato di Nicolas Flamel che stiamo cercando di scoprire chi diavolo è’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Quanti giorni mancano alle vacanze?’ chiESe Hagrid. ‘Soltanto uno’ rispose Hermione. ‘E quESto mi fa venire in mente... Harry, Ron, manca mezz'ora al pranzo, dobbiamo anDAre in biblioteca’. ‘Ah, già, è vero’ disse Ron distogliendo lo sguardo DAl profESsor Vitious, che DAlla sua bacchetta magica stava facendo uscire fEStoni di bolle che si depositavano sui rami del nuovo albero. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
La sala era DAvvero uno spettacolo. DAlle pareti pendevano ghirlande d'agrifoglio e di pungitopo, e tutto intorno erano disposti non meno di dodici gigantESchi alberi di Natale, alcuni decorati di ghiaccioli scintillanti, altri illuminati DA centinaia di candeline. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Su, basta coi musi, è quasi Natale!’ disse Hagrid. ‘AdESso sapete che cosa facciamo? Vi porto a vedere la Sala Grande. E' tutta una fESta!’ Così, seguirono Hagrid e il suo albero fino alla Sala Grande, dove la profESsorESsa Mcgranitt e il profESsor Vitious erano tutti inDAffarati a sistemare le decorazioni natalizie. ‘Ah, ecco Hagrid con l'ultimo albero... Mettilo in quell'angolo laggiù, ti spiace?’ Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Malfoy, Tiger e Goyle passarono di corsa accanto all'abete, spargendone gli aghi DAppertutto e sfoderando un sorriso compiaciuto. ‘Gliela faccio vedere io’ disse Ron digrignando i denti contro Malfoy che ormai gli DAva le spalle. ‘Uno di quESti giorni, gliela faccio vedere io...’. ‘Li odio tutti e due, Malfoy e Piton’ disse Harry. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Ci è stato tirato, profESsor Piton’ disse Hagrid sporgendo il faccione irsuto DA dietro l'albero. ‘Malfoy insultava la sua famiglia’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Ron si buttò a tESta bassa contro Malfoy proprio mentre Piton saliva le scale. ‘WEASLEY!’ Ron, che aveva afferrato Malfoy per il DAvanti della tunica, lasciò la prESa. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Ehi, Hagrid, serve una mano?’ chiESe Ron ficcando la tESta tra i rami. ‘Nooo, ce la faccio DA solo, Ron, grazie tante’. ‘Ti spiacerebbe tanto toglierti di mezzo?’ fece dietro di loro la voce strascicata e glaciale di Malfoy. ‘Che cosa c'è, stai cercando di guaDAgnare qualche spicciolo, Weasley? Forse speri di diventare anche tu guardiacaccia quando te ne andrai DA Hogwarts... la capanna di Hagrid deve sembrarti una reggia, in confronto a dove abita la tua famiglia’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Quando lasciarono i sotterranei alla fine della lezione di Pozioni, i ragazzi trovarono un grosso abete che bloccava il corridoio. I due enormi piedi che sbucavano DA sotto l'albero e il rumore ansimante fecero capire loro che dietro c'era Hagrid. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Che Harry non sarebbe tornato a Privet Drive per Natale era vero. La settimana prima, la profESsorESsa McGranitt aveva fatto il giro dei dormitori per preparare l'elenco degli studenti che sarebbero rimasti per le vacanze, e Harry aveva DAto subito il suo nome. La cosa non gli dispiaceva affatto; molto probabilmente, quello sarebbe stato il più bel Natale della sua vita. Anche Ron e i suoi fratelli sarebbero rimasti, perché i signori Weasley anDAvano in Romania a trovare Charlie. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Harry sarebbe stato sostituito come Cercatore DA una rana DAlla bocca larga. Ma poi si era rESo conto che non faceva ridere nESsuno, perché tutti erano rimasti ammirati DAl modo in cui Harry era riuscito a rimanere in sella alla sua scopa nonostante quella cercasse di disarcionarlo. Per cui, Malfoy, geloso e gonfio di rabbia, era tornato a punzecchiare il compagno con la scusa che non aveva una vera e propria famiglia. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Quidditch, Malfoy era diventato, se possibile, ancora più antipatico. Deluso per la sconfitta del Serpeverde, aveva cercato di suscitare l'ilarità di tutti con una battuta, e cioè che la volta succESsiva Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
‘Mi dispiace proprio tanto’ disse un giorno Draco Malfoy, durante la lezione di Pozioni, ‘per tutti quelli che a Natale dovranno rEStare a Hogwarts perché a casa nESsuno li vuole’. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Parlando guarDAva DAlla parte di Harry. Tiger e Goyle riDAcchiarono. Harry, che stava dosando della polvere di spina dorsale di pESce-leone, li ignorò. DAl tempo della partita a Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Tutti quanti non vedevano l'ora che cominciassero le vacanze. Mentre nella sala di ritrovo di Grifondoro e nella Sala Grande ardevano fuochi scoppiettanti, i corridoi pieni di spifferi erano gelidi, e un vento sferzante faceva sbattere le imposte nelle aule. Il peggio erano le lezioni del profESsor Piton, che si tenevano nei sotterranei, dove il rESpiro si condensava in nuvolette e tutti cercavano di starsene il più vicino possibile ai calderoni bollenti. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Natale si stava avvicinando. Un mattino di metà dicembre, il castello Hogwarts si svegliò sotto una coltre di neve alta più di un metro. Il lago era diventato una spESsa lastra di ghiaccio e i gemelli Weasley erano stati puniti per aver fatto un incantESimo alle palle di neve, che si erano mESse a inseguire Raptor dovunque anDAsse rimbalzando sul dietro del suo turbante. I pochi gufi che riuscivano a fendere il cielo temporalESco per consegnare la posta dovevano poi ESsere curati DA Hagrid prima di poter riprendere il volo. Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1) |
Con circospezione, si aprì un varco fra i rami, sempre tenendo stretto il suo manico di scopa, nel tentativo di vedere fra le foglie. Sotto di lui, in una radura già immersa nell'ombra, c'era Piton ritto in piedi, ma non DA solo. C'era anche Raptor. Harry non distingueva l'ESprESsione sul suo viso, ma balbettava peggio che mai. Dovette fare uno sforzo per sentire quello che i due si stavano dicendo. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Harry saltò di nuovo in sella alla sua Nimbus Duemila e decollò. Planando silenziosamente sul castello, scorse Piton che entrava nel folto a passo di corsa. Lo seguì DAll'alto. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Gli alberi erano talmente fitti che non vedeva dov'era anDAto. DEScrisse in aria dei cerchi sempre più bassi, sfiorando le cime dei rami più alti degli alberi, fino a quando non udì alcune voci. Si dirESse verso di loro e atterrò senza fare rumore fra le fronde di un altissimo faggio. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Harry raggiunse la rimESsa. Si appoggiò alla porta di legno e alzò lo sguardo su Hogwarts, con le finEStre che luccicavano nel rosso del tramonto. Il Grifondoro era in tESta alla classifica. Ce l'aveva fatta, gliel'aveva fatta vedere lui a quel Piton... Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
A proposito di Piton... Una figura incappucciata scendeva rapiDAmente i gradini all'entrata del castello. Camminava il più in fretta possibile, diretto alla forESta proibita, nel chiaro intento di non farsi vedere. A quella vista, l'euforia della vittoria svanì DAlla mente di Harry. Il ragazzo riconobbe la camminata furtiva del personaggio. Era Piton, che sgattaiolava nella forESta mentre tutti gli altri cenavano. Che cosa c'era dietro? Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Harry uscì DA solo DAgli spogliatoi qualche tempo dopo, per riportare la sua Nimbus Duemila nella rimESsa. Non ricorDAva di ESsersi mai sentito tanto felice in vita sua. Aveva DAvvero fatto una cosa di cui anDAre fiero: nESsuno avrebbe più potuto dire che il suo era soltanto un nome famoso. L'aria della sera non era mai stata così dolce. Camminava sull'erba umiDA, rivivendo l'ora appena trascorsa nella sua mente piacevolmente confusa: quelli del Grifondoro che gli correvano incontro e se lo issavano sulle spalle; Hermione e Ron in lontananza che saltavano su e giù, con quESt'ultimo, in preDA a una forte emorragia DAl naso, che urlava di gioia. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Ottima prova’ gli disse Silente a bassa voce, in modo che solo lui potESse udirlo. ‘Mi fa piacere vedere che non sei stato tanto a rimuginare su quello specchio... anzi, ti sei DAto DA fare. Eccellente!’ Piton sputò per terra, carico di rancore. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Harry saltò giù DAlla sua scopa, a trenta centimetri DA terra. Non riusciva a crederci. Ce l'aveva fatta: la partita era finita dopo ESsere durata appena cinque minuti. Mentre i giocatori del Grifondoro sfilavano sul campo, scorse Piton che atterrava lì accanto, livido e con le labbra strette. Poi sentì una mano posarglisi sulla spalla e, quando levò lo sguardo, si vide DAvanti il volto sorridente di Silente. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Le gradinate ESplosero in un urlo di gioia: era un record, nESsuno ricorDAva che il Boccino d'Oro fosse mai stato conquistato tanto rapiDAmente. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Ron! Ron! Ma dove ti sei cacciato? La partita è finita! Harry ha vinto! Abbiamo vinto! Il Grifondoro è in tESta alla classifica!’ strillava Hermione, improvvisando un balletto sul suo sedile e abbracciando Calì Patil, che sedeva nella fila DAvanti. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Intanto, su per aria, Piton sterzò il suo manico di scopa appena in tempo per scorgere qualcosa di rosso che gli sfrecciava accanto mancandolo di pochi centimetri. Un istante dopo, Harry emerse DAlla sua picchiata, le braccia levate in alto in segno di trionfo, tenendo salDAmente in mano il Boccino. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Forza, Harry!’ griDAva Hermione, salita in piedi sul suo sedile per seguire con lo sguardo il ragazzo mentre si avventava contro Piton. E non si accorse nemmeno di Malfoy e Ron che si rotolavano a terra sotto il suo sedile, né dei tonfi e delle griDA provenienti DA Neville, Tiger e Goyle, trasformatisi in un unico vortice di pugni. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
A quel punto, Ron scattò. Prima che Malfoy si rendESse conto di quel che succedeva, gli fu addosso e lo scaraventò a terra. Neville ESitò, poi scavalcò il sedile per venirgli a DAre manforte. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Harry aveva appena effettuato una picchiata spettacolare, salutata con applausi DAl pubblico rimasto col fiato sospESo. Hermione balzò in piedi, con le dita incrociate in bocca, mentre Harry planava a tutta velocità verso terra. ‘Sei fortunato, Weasley: Potter deve aver visto una monetina caduta in terra!’ fece Malfoy. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Ron!’ ESclamò Hermione all'improvviso. ‘Harry...!’ ‘Eh? Che cosa, dove?’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Ron aveva già i nervi tESi fino al punto di rottura, ansioso com'era per via di Harry. ‘Ti avverto, Malfoy: un'altra parola e...’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Malfoy, Tiger e Goyle si sbellicarono DAlle risate, ma Ron, sempre senza osare distogliere lo sguardo DAl gioco, sibilò: ‘Cantagliele, Neville’. ‘Ehi, Paciock, se il cervello valESse tanto oro quanto pESa, sarESti più povero di Weasley... ed è tutto dire!’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Neville si fece paonazzo ma si limitò a girarsi per guarDAre Malfoy dritto in faccia. ‘Io ne valgo dodici come te, Malfoy’ balbettò. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Sai come penso che facciano, per scegliere chi gioca per il Grifondoro?’ disse Malfoy a voce alta qualche istante dopo, mentre Piton regalava un altro rigore al Tassorosso senza motivo. ‘Scelgono quelli che gli fanno pena. E difatti ci gioca Potter, che non ha i genitori, ci giocano i Weasley, che non hanno il becco d'un quattrino... anche tu dovrESti far parte della squadra, Paciock, visto che non hai cervello’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Mi chiedo quanto a lungo rESterà in sella Potter quESta volta. Si accettano scommESse! Tu che ne dici, Weasley?’ Ron non rispose; Piton aveva appena assegnato un rigore al Tassorosso perché George Weasley gli aveva spedito addosso un Bolide. Hermione, che teneva le mani in grembo con tutte le dita incrociate, aveva gli occhi socchiusi e fissava Harry, che sorvolava il campo DA gioco dEScrivendo cerchi in aria come un falco, nella speranza di avvistare il Boccino d'Oro. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Qualcuno gli aveva DAto una botta alla nuca. Era Malfoy. ‘Uh, Weasley, scusa tanto, non t'avevo visto’. E Malfoy rivolse un largo, maligno sorriso a Tiger e Goyle. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Forse era per quello che Piton aveva l'aria così inviperita quando le due squadre entrarono in campo. Lo notò anche Ron. ‘Non gli ho mai visto in faccia un'ESprESsione tanto feroce’ confidò a Hermione. ‘Ehi, guarDA, partono. Ahi!’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Silente?’ disse, precipitandosi fuori a controllare. Fred aveva proprio ragione: quella barba argentea era inconfondibile. A Harry venne quasi DA ridere per il sollievo. Era salvo. Era semplicemente impossibile che Piton si azzarDAsse a cercar di fargli male, se fra il pubblico c'era Silente. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Ehi, là fuori c'è tutta la scuola!’ ESclamò Fred Weasley dopo aver fatto capolino fuori della porta. ‘C'è persino... mi venga un colpo! Anche Silente è venuto a vederci!’ Il cuore di Harry fece una capriola. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Tornati negli spogliatoi, Baston aveva prESo DA parte Harry. ‘Non per metterti sotto prESsione, Potter, ma mai come oggi abbiamo bisogno di acchiapparlo subito, quel Boccino. Vedi di concludere il gioco prima che Piton riESca a regalare troppo vantaggio al Tassorosso’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Allora, tieni bene a mente la formula magica: "Locomotor Mortis"‘ soffiò Hermione all'orecchio di Ron mentre quESti si nascondeva la bacchetta nella manica. ‘Lo so’ ribatté Ron seccato, ‘piantala di tormentarmi’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Nel frattempo, Ron e Hermione si erano trovati un posto a sedere sugli spalti vicino a Neville, che non riusciva a capire perché avESsero quelle facce DA funerale, né perché entrambi si fossero portati alla partita la bacchetta magica. Harry non immaginava nemmeno che Ron e Hermione, in gran segreto, si erano ESercitati a fare l'IncantESimo delle Pastoie. L'idea gli era venuta DAl fatto che Malfoy se n'era servito contro Neville, ed erano prontissimi a usarlo anche con Piton, se quESti avESse DAto l'imprESsione di voler fare del male a Harry. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Il pomeriggio seguente, quando Ron e Hermione gli augurarono buona fortuna all'ingrESso dello spogliatoio, Harry era ben consapevole che i due si stavano domanDAndo se l'avrebbero mai rivisto vivo. E quel pensiero non era precisamente consolante. Mentre si infilava la tenuta DA Quidditch e inforcava la sua Nimbus Duemila, Harry non sentì quasi una parola del discorsetto d'incitamento pronunciato DA Oliver Baston. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Harry non sapeva se fosse tutta un'idea sua oppure no, ma gli sembrava di imbattersi in Piton dovunque anDAsse. A volte si chiedeva persino se Piton lo stESse pedinando, nel tentativo di sorprenderlo DA solo. Le lezioni di Pozioni si stavano trasformando in una specie di tortura settimanale, tanto Piton lo assillava. Era mai possibile che avESse intuito che avevano scoperto la storia della Pietra Filosofale? Harry non capiva come, ma a volte aveva l'agghiacciante sensazione che Piton sapESse leggere nel pensiero. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Scenderò in campo’ disse ai suoi due amici. ‘Altrimenti, tutti quelli del Serpeverde penseranno che ho troppa paura per affrontare Piton. Gliela farò vedere... se vinciamo, gli cancellerò il sorriso DAlla faccia’. ‘Sempre che loro non cancellino te DAl campo DA gioco!’ commentò Hermione. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Una pietra che fabbrica l'oro e rende immortali!’ ESclamò Harry. ‘E ci credo che Piton le dà la caccia! Chiunque vorrebbe possederla’. ‘E ci credo che non trovavamo Flamel in quella Rassegna dei recenti sviluppi della magia’ aggiunse Ron. ‘Se ha seicentosESsantacinque anni, non è poi tanto recente! Voi che ne dite?’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
La mattina seguente, a lezione di DifESa DAlle Arti Oscure, mentre ricopiavano diverse ricette per la cura del morso di lupo mannaro, Harry e Ron continuarono a parlare di quel che avrebbero fatto con una Pietra Filosofale se l'avESsero avuta. Solo quando Ron disse che ci si sarebbe comprato un'intera squadra di Quidditch, a Harry tornò in mente Piton e la partita imminente. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Nel corso dei secoli si è parlato molto della Pietra Filosofale, ma l'unica che ESista attualmente appartiene a Nicolas Flamel, noto alchimista e appassionato di opera lirica. Flamel, che l'anno scorso ha fESteggiato il suo seicentosESsantacinquESimo compleanno, conduce una vita tranquilla nel Devon insieme alla moglie, Peronella, che ha seicentocinquantotto anni. ‘Capito?’ disse Hermione quando ebbero terminato. ‘Di certo, il cane fa la guardia alla Pietra Filosofale di Flamel! Scommetto che ha chiESto a Silente di custodirla, perché sono amici e lui sapeva che qualcuno ne era in caccia. Ecco perché ha voluto far portare via la Pietra DAlla Gringott!’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
L'Antica disciplina dell'alchimia si occupa di fabbricare la Pietra Filosofale, una sostanza leggenDAria DAi poteri sbalorditivi. La pietra è in grado di trasformare qualsiasi metallo in oro puro e per giunta produce l'Elisir di Lunga Vita, che rende immortale chi lo beve. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Uffa, ma voi due non sapete leggere? GuarDAte: leggete che cosa dice qua’. Spinse il librone verso di loro, e i due ragazzi lESsero: Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Ma non sortì precisamente l'effetto che si aspettava. ‘La che?’ chiESero Harry e Ron a una voce. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘AdESso possiamo parlare?’ fece Ron imbronciato. Hermione lo ignorò. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Non ho mai pensato di guarDAre qui dentro!’ sussurrò tutta eccitata. ‘QuESto l'ho prESo DAlla biblioteca qualche settimana fa,
quando cercavo una lettura un po' leggera...’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Leggero, quello?’ ESclamò Ron, ma Hermione gli disse di star zitto finché non avESse trovato qualcosa, e cominciò a girare febbrilmente le pagine borbottando fra sé e sé. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Hermione saltò su. Non aveva quell'aria euforica DAlla prima volta che avevano ricevuto i voti per i loro ESercizi. ‘REState lì!’ disse, e corse difilato su per le scale diretta ai dormitori delle ragazze. Harry e Ron ebbero appena il tempo di scambiarsi un'occhiata perplESsa che lei era già di ritorno a tutta velocità, portando fra le braccia un enorme e vecchio librone. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘L'ho trovato!’ bisbigliò. ‘Ho trovato Flamel! Ve l'avevo detto che quel nome l'avevo già letto DA qualche parte! stato sul treno, venendo qui a Hogwarts. State a sentire: "Il ProfESsor Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di drago e per i suoi ESperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel"!’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Non hai bisogno di dirmi che non sono abbastanza coraggioso per far parte della squadra del Grifondoro: ci ha già pensato Malfoy’ fece Neville con voce strozzata. Harry si cacciò una mano nella tasca del mantello e ne EStrasse una Cioccorana, l'ultimissima della scatola che Hermione gli aveva regalato a Natale. La porse a Neville, che sembrava sull'orlo delle lacrime. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Non voglio altri guai’ bofonchiò. ‘Ma Neville, devi tenergli tESta!’ disse Ron. ‘Quello è abituato a passare sopra al prossimo, ma quESta non è una ragione per prosternarsi DAvanti a lui e rendergli più facile il compito’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Va' DAlla profESsorESsa Mcgranitt!’ lo ESortò Hermione. ‘Raccontale tutto!’ Ma Neville scosse la tESta. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Che cosa ti è succESso?’ chiESe Hermione mentre lo accompagnava a sedersi vicino a Harry e a Ron. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
In quel preciso istante, Neville piombò nella sala di ritrovo. Non si capiva come avESse fatto a passare DAl buco dietro il ritratto, perché aveva le gambe bloccate insieme DA quello che riconobbero immediatamente come l'IncantESimo della Pastoia: probabilmente aveva
fatto tutta la straDA fino alla torre di Grifondoro a balzelloni, come un coniglio. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Tutti si rotolarono DAlle risate salvo Hermione, che saltò su e gli fece subito un controincantESimo. Le gambe di Neville si sciolsero DAgli invisibili laccioli e lui si mise in piedi tutto tremante. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Fa' finta che ti sei rotto una gamba’ suggerì Hermione. ‘Rompitela DAvvero’ rincarò Ron. ‘Non posso’ rispose Harry. ‘Non c'è un Cercatore di riserva. Se io mi ritiro, il Grifondoro non può proprio giocare’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Non giocare’ disse subito Hermione. ‘DAtti malato’ aggiunse Ron. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Parlando a bassa voce, in modo che nESsun altro sentisse, Harry rivelò ai due amici dell'improvviso, infausto dESiderio di Piton di fare l'arbitro di Quidditch. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Aspetta un attimo prima di parlare’ disse Ron quando Harry si sedette accanto a lui, ‘ho bisogno di concen...’ Poi vide l'ESprESsione che si era dipinta sul volto di Harry. ‘Ma che ti prende? Hai una faccia spaventosa!’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Il che era un'ottima cosa, pensò Harry, ma lui aveva un motivo diverso per dESiderare di trovarsi accanto a Piton mentre giocava a Quidditch... Il rESto della squadra rimase indietro per chiacchierare come sempre accadeva al termine dell'allenamento; invece Harry si dirESse dritto filato verso la sala di ritrovo di Grifondoro, dove trovò Ron e Hermione che giocavano a scacchi. Gli scacchi erano l'unico gioco in cui a Hermione capitasse mai di perdere, il che, secondo Harry e Ron, ogni tanto le faceva bene. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Anche il rESto della squadra atterrò accanto a George per lamentarsi. ‘Non è colpa mia’ disse Baston, ‘dobbiamo semplicemente fare in modo di giocare senza scorrettezze, per non offrire a Piton nESsun pretESto per stuzzicarci’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
A quelle parole, George Weasley cadde per DAvvero DAlla scopa. ‘L'arbitro è Piton?’ ESclamò con la bocca ancora impastata di fango. ‘E DA quando in qua fa l'arbitro per le partite di Quidditch? Se per caso superiamo il Serpeverde, sarà tutt'altro che imparziale’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Ma volete piantarla di fare confusione!’ strillò. ‘QuESto è precisamente il genere di sciocchezze che ci farà perdere la partita! Stavolta, l'arbitro è Piton, che certo non mancherà di trovare tutte le scuse per togliere punti al Grifondoro!’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Poi, durante una sESsione di allenamento particolarmente funEStata DAlla pioggia e DAl fango, Baston dette una cattiva notizia alla squadra: si era appena arrabbiato moltissimo con i gemelli Weasley, che continuavano a piombarsi addosso in picchiata a vicenDA, facendo finta di cadere DAlle scope. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Baston faceva lavorare la squadra sempre più duramente. Neanche la pioggia incESsante che aveva prESo il posto della neve riusciva a
smorzare la sua foga. I gemelli Weasley si lamentavano che Baston stava diventando un fanatico, ma Harry stava DAlla sua parte. Se avESsero vinto il prossimo incontro, stavolta contro il Tassorosso, per la prima volta DA sette anni avrebbero superato il Serpeverde nel campionato dei dormitori. E poi, a parte il dESiderio di vincere, Harry aveva notato che, quando anDAva a letto ESausto dopo l'allenamento; aveva meno incubi. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Avevano quasi abbandonato ogni speranza di trovare Flamel nei libri della biblioteca, sebbene Harry fosse sempre sicuro di aver letto quel nome chissà dove. All'inizio del trimEStre, si rimisero a sfogliare libri ogni volta che avevano ricreazione. Harry aveva ancor meno tempo a disposizione degli altri due, perché erano ricominciati gli allenamenti di Quidditch. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Hermione, che era tornata il giorno prima dell'inizio del nuovo trimEStre, vedeva le cose in un altro modo. Era divisa fra l'orrore al pensiero di Harry che, invece di starsene a letto, anDAva in giro per la scuola per tre notti di fila (‘Se Gazza ti avESse beccato!’) e la delusione per il fatto che non aveva neanche scoperto chi fosse Nicolas Flamel. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Silente aveva convinto Harry a non anDAre di nuovo in cerca dello Specchio delle Brame, e per il rESto delle vacanze di Natale il mantello che rende invisibili rimase piegato in fondo al suo baule. Harry sperava di poter dimenticare facilmente quel che aveva visto nello specchio, ma non ci riuscì. Cominciò ad avere incubi notturni. Non faceva che sognare i suoi genitori che scomparivano in un lampo di luce verde, mentre una voce stridula rideva in modo sinistro. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘...n-non ca-capisco pe-pe-perché hai vo-voluto che ci ve-vedESsimo qui, Se-severus, con ta-tanti altri po-posti che ci sono...’ ‘Oh, be', non volevo farlo sapere in giro’ rispose Piton in tono gelido. ‘In fin dei conti, è bene che gli studenti non sappiano della Pietra Filosofale’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Harry si piegò in avanti. Raptor stava borbottando qualcosa, quando Piton lo interruppe. ‘Hai scoperto come si fa a mettere fuori combattimento quella bEStiaccia che Hagrid ha piazzato lì dentro?’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘M-ma Severus, io...’ ‘GuarDA che non ti conviene avermi per nemico, Raptor’ disse Piton facendo un passo verso di lui. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
In quella, un gufo lanciò un forte ululato e Harry quasi cadde DAll'albero. Si riprESe in tempo per udire Piton che diceva: ‘... quei tuoi abracaDAbra DA quattro soldi. Io rESterò ad aspettare’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘M-ma i-io n-non so...’ ‘Benissimo’ tagliò corto Piton. ‘Faremo prESto un'altra bella chiacchierata, quando avrai avuto il tempo di pensarci su e di decidere DA che parte stai’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
E così dicendo, si gettò il mantello sul capo e si allontanò a gran passi DAlla radura. Ormai era quasi buio, ma Harry riuscì a scorgere Raptor, che era rimasto lì, come pietrificato. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Abbiamo vinto! Hai vinto! Abbiamo vinto!’ gridò Ron, mollandogli una pacca sulla schiena. ‘E io ho fatto un occhio nero a Malfoy, mentre Neville si batteva DA solo contro Tiger e Goyle! ancora in coma, ma MaDAma Chips dice che non ha niente. L'avevamo detto che gliel'avremmo fatta vedere noi, a quelli del Serpeverde! Sono tutti nella sala di ritrovo che ti aspettano. Abbiamo organizzato una fESta: Fred e George hanno sgraffignato DAlle cucine un po' di dolci e altra roba buona’. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘AdESso lasciamo stare’ disse Harry ancora ansimante. ‘Vediamo di trovare una stanza vuota: ho qualcosa DA dirvi...’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Si assicurò che Pix non fosse DA quelle parti prima di chiudersi la porta alle spalle, e poi raccontò loro per filo e per segno tutto quel che aveva visto e sentito. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Allora avevamo ragione, si tratta proprio della Pietra Filosofale! E Piton sta cercando di costringere Raptor ad aiutarlo a rubarla. Gli ha chiESto se sapeva come fare per eludere la sorveglianza di Fuffi, e ha anche accennato agli "abracaDAbra DA quattro soldi" di Raptor. Io credo che, a parte Fuffi, la sorveglianza della pietra sia
affiDAta anche a qualcos'altro: probabilmente un sacco di incantESimi assortiti... e Raptor dovrebbe fare non so che magia nera per permettere a Piton di fare il colpo...’ Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
‘Entro martedì prossimo, la faccenDA sarà risolta’ sentenziò Ron. Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1) |
Quando giunse il momento di dire addio a Norberto, avrebbero anche potuto provare pena per Hagrid, se non fossero stati tanto preoccupati al pensiero di quel che avrebbero dovuto fare. Era una notte molto buia e nuvolosa, e arrivarono alla capanna con un po' di ritardo perché avevano dovuto aspettare nel salone d'ingrESso che Pix la smettESse di giocare a tennis contro il muro e si togliESse di torno. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Hagrid aveva già sistemato Norberto dentro una grossa cassa. ‘Gli ho mESso un bel po' di topi e di brandy per il viaggio’ disse con voce soffocata. ‘E dentro ho mESso anche il suo orsacchiotto, se mai si sente solo’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
In quella, il piccolino picchiò con forza la coDA sul muro, facendo sbattere le finEStre. Quando Harry e Hermione riprESero la straDA del castello, non vedevano l'ora che arrivasse sabato. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Quando gli dissero della lettera a Charlie, gli occhi gli si riempirono di lacrime, ma forse poteva ESsere perché Norberto gli aveva appena morso una gamba. ‘Ahi! Tutto a posto, mi ha prESo sullo stivale... è soltanto un gioco... in fin dei conti, è ancora piccolino’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Quando anDArono giù DA Hagrid per dirgli tutto, trovarono Thor seduto fuori della porta con la coDA benDAta. Hagrid parlò loro attraverso la finEStra. ‘Non vi faccio entrare’ spiegò. ‘Norberto è in vena di dispetti... ma io so bene come trattarlo’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Harry e Hermione non ebbero neanche il tempo di rispondere. In quel preciso istante, entrò MaDAma Chips e li mise alla porta, dicendo che Ron aveva bisogno di dormire. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ormai è troppo tardi per cambiare il nostro piano’ disse Harry a Hermione. ‘Non abbiamo tempo di manDAre un altro gufo a Charlie, e quESta potrebbe ESsere la nostra unica possibilità di far sparire Norberto. Dobbiamo rischiare. E comunque, abbiamo il mantello che rende invisibili, e Malfoy non ne sa un bel niente’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘A mezzanotte di sabato!’ ESclamò con voce arrochita. ‘Oh no... oh no... mi è appena tornato in mente che... dentro il libro che Malfoy mi ha chiESto in prEStito c'era la lettera di Charlie! AdESso sa che stiamo per disfarci di Norberto’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Harry e Hermione cercarono di calmarlo. ‘Entro la mezzanotte di sabato sarà finito tutto’ disse Hermione, ma la cosa non parve tranquillizzarlo minimamente. Anzi, Ron si tirò su a sedere e gli venne una gran suDArella. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Non è soltanto la mano’ sussurrò, ‘anche se mi sento come se mi stESse per cadere. Malfoy ha detto a MaDAma Chips che voleva prendere in prEStito uno dei miei libri, e con quESta scusa è venuto a farsi quattro risate alla faccia mia. Non ha smESso un attimo di minacciare di spifferare DA che cosa sono stato morso... Io avevo detto che era stato un cane, ma non penso che la Chips mi abbia creduto. Non avrei proprio dovuto picchiarlo, alla partita di Quidditch: è per quESto che adESso se la prende con me’ concluse Ron. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Ma vi fu un intoppo. La mattina dopo, la mano di Ron si era gonfiata fino a diventare il doppio dell'altra. Il ragazzo non era certo di far bene ad anDAre DA MaDAma Chips: e se si fosse accorta che si trattava di un morso di drago? Comunque, al pomeriggio non aveva più scelta: la ferita era diventata di un brutto color verde. A quanto sembrava, le zanne di Norberto erano avvelenate. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Si guarDArono. ‘Abbiamo il mantello che rende invisibili’ disse poi Harry. ‘Non dovrebbe ESsere troppo difficile... mi pare che il mantello sia grande abbastanza DA coprire due di noi e Norberto’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
I tre accostarono le tESte per leggere il mESsaggio, che diceva:
Ron, come stai? Grazie della lettera. Sarei lieto di prendere con me il Dorsorugoso norvegESe, ma non sarà facile farlo arrivare fin qui. Credo che la cosa migliore sia affiDArlo a certi amici miei che verranno a trovarmi la settimana prossima. Il problema è che non debbono farsi vedere a trasportare un drago di nascosto. PotrESti far salire il Dorsorugoso sulla torre più alta, a mezzanotte di sabato? Loro possono venirti incontro lì e portarselo via finché fa buio. ManDAmi una risposta al più prESto. Tanti baci, Charlie Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Edvige!’ ESclamò Harry, affrettandosi ad aprirle. ‘Deve avere la risposta di Charlie!’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Si udì bussare alla finEStra, ormai non più illuminata. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Mi ha morso!’ disse mostrando loro la mano fasciata in un fazzoletto insanguinato. ‘Non riuscirò a tenere in mano una penna d'oca per una settimana. Ve lo dico io: il drago è l'animale più orribile che ho mai visto, ma DA come lo tratta Hagrid, si direbbe un tenero coniglietto bianco. Quando Norberto mi ha morso, Hagrid mi ha rimproverato che l'avevo spaventato. E quando sono uscito gli stava cantando la ninnananna’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
La settimana seguente trascorse lenta. Giunse mercoledì sera: Hermione e Harry erano seduti insieme nella sala di ritrovo, molto tempo dopo che tutti gli altri se ne erano anDAti a letto. L'orologio a muro aveva appena suonato la mezzanotte, quando si aprì di colpo il buco dietro il ritratto. Ron comparve DA chissà dove, togliendosi di dosso il mantello che rende invisibili. Era stato giù alla capanna di Hagrid per aiutarlo a DAr DA mangiare a Norberto, che adESso divorava topi morti a carrettate. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Alla fine, Hagrid acconsentì a manDAre un gufo a Charlie per chiedergli se anDAva bene. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ma no! Charlie... tuo fratello! In Romania. Quello che studia i draghi. Potremmo manDAre Norberto DA lui. Charlie potrebbe allevarlo e poi liberarlo nella forESta!’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Lo so... lo so che non potrò tenerlo per sempre, ma non posso mica buttarlo via, no?’ Harry si volse di scatto verso Ron. ‘Charlie!’ ESclamò. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Stai diventando matto pure tu’ disse Ron. ‘Io sono Ron, hai prESente?’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘È anDAto fuori di tESta’ mormorò Ron all'orecchio di Harry. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Hagrid’ disse Harry ad alta voce, ‘DA qui a quindici giorni, Norberto sarà lungo quanto la tua casa. Malfoy potrebbe anDAre in qualsiasi momento a spifferare tutto a Silente’. Hagrid si morse le labbra. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ho deciso di chiamarlo Norberto’ disse guarDAndo il drago con gli
occhi lucidi. ‘Mi riconosce DAvvero: guarDAte. Norberto! Norberto! Dov'è la mamma?’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ma non posso’ rispondeva Hagrid. ‘troppo piccolo. Morirebbe’. GuarDArono il drago. Nel giro di una settimana la sua lunghezza si era già triplicata. DAlle narici continuavano a uscirgli volute di fumo. Hagrid aveva trascurato i suoi doveri di guardiacaccia, tanto DA fare aveva con il drago. Il pavimento era coperto di bottiglie di brandy vuote e di penne di pollo. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Senti, lascialo anDAre’ lo ESortava Harry. ‘Liberalo’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Hagrid stava per rispondere, quando il volto gli si fece improvvisamente pallido: balzò in piedi e corse alla finEStra. ‘Che cosa c'è?’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Hagrid’ disse Hermione, ‘quanto ci mette ESattamente un Dorsorugoso della Norvegia a crEScere?’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Non è adorabile?’ mormorò Hagrid tendendo una mano per accarezzare la tESta dell'animale. QuESto fece per mordergli le dita scoprendo zanne acuminate. ‘Che Dio lo benedica... guarDAte, riconosce la mamma!’ disse Hagrid. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
D'un colpo si udì raschiare e l'uovo si spaccò in due. Il draghetto cadde sul tavolo con un piccolo tonfo. Non era ESattamente quel che si dice grazioso. A Harry parve assomigliasse a un piccolo ombrello nero tutto raggrinzito. Le ali, coperte DA aculei, erano enormi a confronto del corpicino ESile e nero come la pece. Aveva il muso allungato, narici larghe, due cornini appena accennati e sporgenti occhi arancioni. Il draghetto starnutì e DAl naso gli uscirono un paio di scintille. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Il draghetto è uscito quasi del tutto’. Li accompagnò all'interno. L'uovo era posato sul tavolo, inciso DA crepe profonde: dentro c'era qualcosa che si muoveva e DAll'interno proveniva un curioso ticchettio. Tutti trascinarono le seggiole vicino al tavolo e stettero a guarDAre col fiato sospESo. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Malfoy era a pochi metri di distanza e si era fermato di colpo per
ascoltare. Quanto aveva udito di quel che avevano detto? A Harry non piacque affatto l'ESprESsione della sua faccia. Ron e Hermione fecero litigando la straDA fino all'aula di Erbologia, e alla fine la ragazza acconsentì a scendere DA Hagrid con gli altri due durante la ricreazione. Quando si udì la campana del castello che annunciava la fine della lezione, tutti e tre lasciarono cadere contemporaneamente gli attrezzi DA giardinaggio e si affrettarono ad attraversare il parco fino al margine della forESta. Hagrid li accolse col volto arrossato per l'eccitazione. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Ron aveva voglia di saltare Erbologia e di anDAre difilato alla capanna, ma Hermione non volle neanche sentirne parlare. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Poi un mattino a colazione Edvige portò a Harry un altro mESsaggio di Hagrid. Dentro c'erano soltanto tre parole: ‘Si sta schiudendo’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
E così, adESso avevano un'altra cosa di cui preoccuparsi, e cioè quel che sarebbe potuto accadere a Hagrid se qualcuno avESse scoperto che nascondeva nella sua capanna un drago di contrabbando. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Mi domando com'è vivere una vita tranquilla’ sospirò Ron, una delle tante sere di fila che passarono a sgobbare sulla montagna di compiti che gli avevano DAto. Ormai Hermione aveva cominciato a compilare programmi di ripasso anche per Harry e Ron, facendoli diventare matti. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ma che cosa farai, quando si schiude?’ chiESe Hermione. ‘Be', mi sono DAto un po' alla lettura’ disse Hagrid EStraendo un librone DA sotto il materasso. ‘In biblioteca ho prESo quESto: Allevare draghi per lavoro e per hobby... Naturalmente è un pochino superato, ma dentro c'è proprio tutto. Bisogna tenere l'uovo nel caminetto accESo, perché a quanto pare le mamme drago scalDAno i loro piccoli col fiato... Poi, quando si schiude, ogni mezz'ora bisogna DAre al piccolo un secchio di brandy mEScolato a sangue di pollo. E qui, vedete?, spiega come riconoscere le diverse specie DAll'uovo... Il mio, sembra, è un Dorsorugoso di Norvegia. Una specie molto rara’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘L'ho vinto’ disse Hagrid. ‘Ieri sera. Sono scESo al villaggio per farmi qualche bicchierozzo e mi sono mESso a giocare a carte con uno straniero. Anzi, a dir la verità mi pareva che era molto contento di disfarsene’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Dove l'hai prESo, Hagrid?’ chiESe Ron chinandosi sul focolare per vedere l'uovo DA vicino. ‘Dev'ESserti costato una fortuna’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Tu sei l'unico che sa come si fa a tenerlo buono, vero, Hagrid?’ chiESe Harry in tono ansioso. ‘E non lo dirESti a nESsuno, no? Neanche a uno degli insegnanti?’ ‘Non lo sa anima viva, solo io e Silente’ disse Hagrid tutto fiero. ‘Be', è già qualcosa’ sussurrò Harry agli altri per non farsi sentire. Poi disse: ‘Hagrid, non è che si potrebbe aprire una finEStra? Sto scoppiando di caldo’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Harry sapeva che Ron e Hermione la pensavano come lui. Se Piton era al corrente della necESsità di proteggere la Pietra, non doveva aver avuto difficoltà a scoprire quali sistemi di sorveglianza avESsero EScogitato gli altri insegnanti. Probabilmente, sapeva tutto... a eccezione, a quanto pareva, dell'incantESimo di Raptor e del modo per evitare le ire di Fuffi. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Piton?’ ‘Già. Sentite un po', non è che state ancora rimuginando cose strane sul suo conto, no? GuarDAte che Piton ha DAto una mano a proteggere la Pietra: non ha nESsuna intenzione di rubarla!’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Be'... immagino che non c'è niente di male se vi dico quESto... Vediamo un po'... Silente ha prESo Fuffi in prEStito DA me... poi alcuni degli insegnanti hanno fatto degli incantESimi: il profESsor Sprite... il profESsor Vitious... la profESsorESsa Mcgranitt...’ e mentre li elencava faceva il gESto di contarli sulle dita, ‘il profESsor Raptor... e naturalmente anche Silente ha fatto qualcosa. Aspettate un attimo. Ho dimenticato qualcuno. Ah, sì, il profESsor Piton’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Il petto di Hagrid si gonfiò d'orgoglio a quESte ultime parole. Harry e Ron lanciarono a Hermione un'occhiata raggiante. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘DAi, Hagrid, magari non ce lo vuoi dire, ma lo sai. Tu sai tutto quel che avviene in quESto luogo’ lo adulò Hermione con voce calDA e suadente. La barba di Hagrid ebbe un fremito: i ragazzi avrebbero giurato che il gigante stESse sorridendo. ‘Ci chiedevamo soltanto chi si sia occupato della protezione’ proseguì Hermione. ‘Cioè, volevamo sapere, a parte te, di chi può ESsersi fiDAto Silente al punto DA lasciarsi aiutare’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Harry lo guardò aggrottando le sopracciglia. ‘Certo che non te lo posso dire’ rispose. ‘Primo, non lo so neanch'io. Secondo, ne sapete già troppo e quindi non ve lo direi in nESsun caso. Quella Pietra è qui per una buona ragione. Poco ci è mancato che DAlla Gringott non la rubassero... penso che a quESto ci siete arrivati, no? Però, mi venisse un colpo se capisco come avete fatto a sapere di Fuffi’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Allora, volevate chiedermi qualcosa?’ ‘Sì’ disse Harry. Non era il caso di menare il can per l'aia. ‘Ci chiedevamo se potevi dirci DA che cosa è protetta la Pietra Filosofale, oltre che DA Fuffi’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Dentro si soffocava DAl caldo. Benché la giornata fosse tutt'altro che fredDA, nel camino ardeva un fuoco scoppiettante. Hagrid preparò del tè per i ragazzi e offrì loro panini alla donnola, che rifiutarono. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ma allora, che cosa diavolo ha in mente Hagrid?’ Un'ora dopo, quando bussarono alla porta del guardiacaccia, furono sorprESi nel vedere che tutte le tende erano tirate. Hagrid chiESe: ‘Chi va là?’ prima di farli entrare e poi si richiuse velocemente la porta alle spalle. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ma naturalmente’ disse Ron. ‘Il Verde Comune del GallES e il Nero delle Ebridi. Il Ministero della Magia ha il suo bel DA fare a tenere la cosa segreta. E noialtri, dobbiamo continuare a fare incantESimi sui Babbani che li hanno intravisti, affinché ne perDAno il ricordo’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘E che, in Gran Bretagna ESistono draghi selvatici?’ chiESe Harry. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ma è contro le nostre leggi’ disse Ron. ‘L'allevamento dei draghi è stato dichiarato fuori legge DAlla Convenzione degli Stregoni del 1709, quESto lo sanno tutti. difficile non farsi notare DAi Babbani se alleviamo un drago in giardino, e comunque non si possono addomESticare: troppo pericoloso. DovrESte vedere le bruciature che si è beccato Charlie in Romania coi draghi selvatici’. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Draghi!’ sussurrò. ‘Hagrid stava consultando la letteratura sui draghi! GuarDAte qui: Specie di draghi della Gran Bretagna e dell'IrlanDA... DAll'uovo agli inferi: guiDA pratica per l'allevatore di draghi’. ‘Hagrid ha sempre dESiderato un drago, me lo ha detto fin DAlla prima volta che ci siamo conosciuti’ disse Harry. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Pensi che avESse a che fare con la Pietra?’ ‘Io vado a vedere in che reparto è stato’ disse Ron che ne aveva abbastanza di studiare. Un attimo dopo era di ritorno con una pila di libri che lasciò cadere sul tavolo. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘A dopo, allora’ disse Harry. Hagrid se ne andò caracollando col suo passo goffo. ‘Ma che cosa nascondeva dietro la schiena?’ chiESe Hermione pensierosa. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘In realtà’ disse Harry, ‘volevamo chiederti alcune cose su come è sorvegliata la Pietra, a parte Fuffi...’ ‘SHHHHHH!’ fece di nuovo Hagrid. ‘Sentite... venite a trovarmi più tardi. BaDAte bene, non vi prometto di dirvi niente, ma voi piantatela di frugare qua dentro; gli studenti non devono sapere. Si penserà che sono stato io a dirvelo...’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Oh, quello lo abbiamo scoperto secoli fa’ disse Ron DAndosi arie d'importanza, ‘e sappiamo anche a che cosa fa la guardia il cane, a una Pietra Filos...’ ‘Shhhh’ Hagrid si guardò intorno furtivo per vedere se qualcuno fosse in ascolto. ‘Non dovete parlare ad alta voce di quESta cosa, si può sapere che cosa vi prende?’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Sto solo a DAre un'occhiata’ disse con una voce ambigua che attrasse subito la loro attenzione. ‘Voi, piuttosto, che cosa ci fate qui?’ Di colpo, parve farsi sospettoso. ‘Non starete mica ancora dietro a Nicolas Flamel, vero?’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Harry, che stava cercando la voce ‘Dittamo’ nel volume Cento erbe e funghi magici, non alzò gli occhi DAi libri se non quando udì Ron ESclamare: ‘Hagrid, che cosa ci fai tu in biblioteca?’ Hagrid era apparso, nascondendo qualcosa dietro la schiena. Sembrava assolutamente fuori posto nel suo pastrano di fustagno. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘QuESto non riuscirò mai a ricorDArmelo’ ESplose Ron un pomeriggio, poggiando la penna d'oca e guarDAndo nostalgico fuori della finEStra della biblioteca. Era la prima vera, bella giornata di sole che
avevano avuto DA mESi. Il cielo era di un tenue color non ti scorDAr di me e nell'aria c'era il profumo dell'EState imminente. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Purtroppo pareva che gli insegnanti la pensassero come Hermione. Li caricarono di tanti di quei compiti per le vacanze di Pasqua, che quanto a divertimento le vacanze di Pasqua non assomigliarono di certo a quelle di Natale. Era difficile rilassarsi con Hermione accanto che recitava i dodici usi del sangue di drago e si ESercitava nei movimenti della bacchetta magica. Bofonchiando e sbadigliando, Harry e Ron trascorsero la maggior parte del tempo libero con la ragazza in biblioteca cercando di portare a termine i compiti delle vacanze. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘A che cosa mi serve? Ma sei matto? Ti rendi conto che quESti ESami dobbiamo passarli per anDAre al secondo anno? Sono molto importanti, avrei dovuto cominciare a studiare un mESe fa, non so proprio che cosa mi ha prESo...’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Ogni volta che passavano per il corridoio del terzo piano, Harry, Ron e Hermione accostavano l'orecchio alla porta per controllare che dentro Fuffi ringhiasse ancora. Piton si faceva vedere in giro di malumore come al solito, il che certamente significava che la Pietra era ancora in salvo. In quei giorni ogni volta che Harry incrociava Raptor lo gratificava di una sorta di sorriso di incoraggiamento e Ron aveva cominciato a reDArguire quelli che ridevano della balbuzie del profESsore. Hermione, invece, aveva altre cose cui pensare oltre la Pietra Filosofale. Aveva cominciato a fare il programma dei ripassi e a dividere i suoi appunti per argomenti e attribuire un colore diverso a ciascuno. A Harry e a Ron non sarebbe mai passato per la tESta, ma lei continuava a pungolarli perché facESsero lo stESso. ‘Ma, Hermione, agli ESami mancano secoli!’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Ma Raptor doveva ESsere più coraggioso di quanto credevano. Nelle settimane succESsive sembrava farsi sempre più pallido e smunto, ma rESisteva. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
DAll'interno della cassa provenivano rumori sinistri: Harry ebbe l'imprESsione che all'orsacchiotto venisse strappata la tESta. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Neanche loro capirono mai come fecero a trascinare quella cassa su fino al castello. Era quasi mezzanotte quando sollevarono la cassa con dentro Norberto per farle salire la scalinata di marmo e la trascinarono attraverso l'ingrESso e lungo i corridoi bui. Poi un'altra scala, e un'altra ancora: neppure la scorciatoia che conosceva Harry servì a facilitare il compito. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ci siamo quasi!’ ESclamò il ragazzo ansimando, quando raggiunsero il corridoio situato al disotto della torre più alta. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
DAvanti a loro qualcosa si mosse così all'improvviso che gli fece quasi cadere di mano la cassa. Dimenticando di ESsere quasi invisibili, si ritrassero nell'ombra e rimasero a guarDAre le sagome scure di due persone impegnate in una colluttazione a tre metri DA loro. A un tratto si accESe un lume. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Era la profESsorESsa Mcgranitt, in vEStaglia scozzESe e retina per i capelli, che teneva salDAmente Malfoy per un orecchio. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘In castigo!’ gridò. ‘E venti punti in meno a Serpeverde! Come ti permetti di anDAre in giro di notte a quESto modo!’ ‘ProfESsorESsa, lei non capisce... sta arrivando Harry Potter... ha un drago!’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ma che sciocchezze! Come osi raccontare balle del genere! Avanti, Malfoy... riferirò tutto al profESsor Piton!’ Dopo quel che avevano udito, salire la ripiDA scala a chiocciola che conduceva in cima alla torre sembrò loro la cosa più facile del mondo. Soltanto quando furono usciti fuori nell'aria fredDA della notte si tolsero di dosso il mantello, lieti di poter finalmente tornare a rESpirare come si deve. Hermione improvvisò una specie di balletto. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Sempre ridendosela per la sorte di Malfoy, rimasero in attESa, mentre Norberto si agitava nella sua cassa. Dopo circa dieci minuti, videro sbucare di colpo DAll'oscurità quattro manici di scopa. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Gli amici di Charlie erano dei tipi simpatici. Mostrarono a Harry e a Hermione i finimenti che avevano fabbricato in modo DA poter volare con Norberto sospESo fra di loro. Tutti dettero una mano per assicurare la cassa a quei sostegni, e alla fine Harry e Hermione strinsero la mano agli altri ringraziandoli sentitamente. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Finalmente, Norberto se ne anDAva: seguendolo con lo sguardo, lo videro allontanarsi e scomparire. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Allora scESero di nuovo la scala a chiocciola, col cuore leggero, adESso che si erano liberati del drago. Norberto se n'era anDAto, Malfoy era in castigo... ormai, che cosa avrebbe potuto guastare la loro felicità? Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
La risposta li attendeva in fondo alla scala. Appena misero piede nel corridoio, DAlle tenebre sbucò all'improvviso la faccia di Gazza. ‘Ben, bene, bene’ mormorò, ‘vedo che ci siamo cacciati di nuovo nei pasticci!’ Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
Avevano lasciato sulla torre il mantello che rende invisibili. Le cose non avrebbero potuto anDAre peggio di così. Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1) |
‘Ma perché Cassandro è tanto arrabbiato?’ chiESe. ‘E poi, DA che cos'è che mi avrESti salvato?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Fiorenzo rallentò l'anDAtura e si mise ad anDAre al passo, consigliò Harry di tenere giù la tESta per schivare gli eventuali rami bassi, ma non dette risposta alla sua domanDA. Avanzarono in silenzio attraverso gli alberi, e Harry pensò che il centauro non volESse più parlargli. Ma mentre attraversavano un punto dove il bosco era particolarmente fitto, il centauro si fermò di colpo. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Fiorenzo si voltò di scatto e, mentre Harry si reggeva come meglio poteva per non cadere, partì al galoppo tuffandosi nella forESta e lasciandosi alle spalle Conan e Cassandro. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ma non vedete quell'unicorno?’ ESclamò Fiorenzo rivolto a Cassandro. ‘Non capite perché è stato ucciso? Forse i pianeti non vi hanno rivelato quel segreto? Io mi ribello contro ciò che si aggira per quESta forESta, Cassandro, proprio così, e al fianco degli ESseri umani, se è necESsario’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
All'improvviso, Fiorenzo si impennò sulle zampe posteriori per l'ira, e Harry dovette aggrapparsi alle sue spalle per rEStare in sella. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Per il meglio! E quESto che cosa c'entra con noi? I centauri si occupano di ciò che è stato predetto! Non è compito nostro correre qua e là come asini, inseguendo ESseri umani che si sono smarriti
nella nostra forESta!’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ma tu lo sai chi è quESto?’ disse Fiorenzo. ‘il giovane Potter. Prima se ne va DA quESta forESta e meglio è’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Che cosa gli hai detto?’ chiESe Cassandro a denti stretti. ‘RicorDAti bene, Fiorenzo, noi abbiamo giurato di non ribellarci al cielo. Non abbiamo forse letto quel che accadrà nel movimento dei pianeti?’ Conan scalpitava nervosamente. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Fiorenzo!’ tuonò Cassandro. ‘Che cosa stai facendo? Hai in groppa un ESsere umano! Ma non ti vergogni? Sei forse un mulo qualunque?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Mi chiamo Fiorenzo’ aggiunse poi mentre piegava le zampe anteriori perché Harry potESse salirgli in groppa. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Improvvisamente, si udì di nuovo un rumore di zoccoli al galoppo, che proveniva DAll'EStremità opposta della radura. DAl folto degli alberi uscirono di gran carriera Conan e Cassandro, con i fianchi ansimanti e coperti di sudore. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ma tu sei il giovane Potter!’ ESclamò. ‘FarESti bene a tornare DA Hagrid. A quESt'ora la forESta è un posto pericoloso, specie per te. Sai anDAre a cavallo? In quESto modo farai più in fretta. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Il centauro non rispose. Aveva occhi di un blu stupefacente, come pallidi zaffiri. Guardò Harry con attenzione, soffermandosi a osservare la cicatrice che gli spiccava liviDA sulla fronte. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Il dolore alla tESta era talmente forte che Harry cadde in ginocchio, e ci vollero un paio di minuti prima che passasse. Quando il ragazzo levò lo sguardo, la figura era scomparsa. DAvanti a lui c'era un centauro, ma non Conan, né Cassandro; DAll'aspetto era più giovane, e aveva chiome biondo chiarissimo e un corpo DA sauro. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
In quella, gli trapassò la tESta una fitta di dolore come non ne aveva mai provate: era come se la sua cicatrice avESse prESo fuoco. Mezzo accecato, arretrò barcollando. Dietro di sé udì un rumore di zoccoli al galoppo, e qualche cosa lo superò d'un balzo, piombando addosso all'incappucciato. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Harry aveva già fatto un passo verso l'unicorno, quando un fruscio lo fece fermare di colpo. Ai margini della radura, un cESpuglio
fremette... Poi, DAll'ombra, uscì una figura incappucciata che avanzò strisciando come un animale DA preDA. Harry, Malfoy e Thor rimasero impietriti. La figura incappucciata si avvicinò all'unicorno, chinò il capo sulla ferita che si apriva nel fianco dell'animale e si mise a berne il sangue. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘GuarDA...’ mormorò, tendendo il braccio per fermare Malfoy. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
E così, Harry si incamminò verso il folto della forESta insieme a Malfoy e a Thor. Camminarono per quasi mezz'ora, addentrandosi sempre di più, fino a quando seguire il sentiero divenne quasi impossibile, tanto erano fitti gli alberi. A Harry sembrò che le macchie di sangue si facESsero più frequenti. C'erano schizzi sulle radici di un albero, come se quella povera creatura ferita si aggirasse là attorno. DAvanti a sé, attraverso i rami intricati di un'antica quercia, Harry scorse di nuovo una radura. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ormai, dopo tutto il baccano che avete fatto voi due, saremo fortunati se riusciremo a trovare qualcosa. D'accordo, adESso i due gruppi si scambiano. Neville, tu stai con me e con Hermione, e tu Harry, vai con Thor e con quESto cretino. Scusami’ aggiunse poi bisbigliando rivolto a Harry, ‘ma spaventare te è un po' più difficile, e noi quESta missione la dobbiamo concludere’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Alla fine, un gran rumore di rami spezzati annunciò il ritorno di Hagrid, seguito DA Malfoy, Neville e Thor. Hagrid era furioso. A quanto pareva, Malfoy, per fare uno scherzo, si era avvicinato a Neville DA dietro e l'aveva afferrato. DAlla paura, Neville aveva perso la tESta e aveva fatto scoccare le scintille. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
I minuti passavano con lentezza ESasperante. Sembrava che il loro udito si fosse fatto più acuto del solito: le orecchie di Harry coglievano ogni sospiro del vento, ogni scricchiolio di rametti. Ma che cosa stava succedendo? E dov'erano gli altri? La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Non pensi che gli sia succESso qualcosa, vero?’ sussurrò Hermione. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Voi due aspettatemi qui!’ gridò Hagrid. ‘Non vi allontanate DAl sentiero, torno subito a prendervi!’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
I due ragazzi lo sentirono correre via, facendo scricchiolare il sottobosco al suo passaggio, e rimasero a guarDArsi terrorizzati, fino a quando non udirono più niente attorno a loro, salvo il frusciare delle foglie. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Hagrid, guarDA! Scintille rosse! Gli altri sono in difficoltà!’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Avanzarono nella forESta fitta e buia. Harry, nervoso, non la smetteva di guarDArsi indietro. Aveva la sgradevole sensazione che qualcuno li stESse osservando. Era contento che con loro ci fosse Hagrid con la sua balEStra. Avevano appena oltrepassato una curva del sentiero, quando Hermione afferrò il braccio di Hagrid. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘E quello che abbiamo sentito prima, credi che fosse un centauro?’ chiESe Harry. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ma qui nella forESta, ce ne sono molti di quelli?’ chiESe Hermione. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Oh, be', parecchi... Per lo più se ne stanno per i fatti loro, ma per fortuna si fanno vivi, quando ho voglia di scambiare una parola con qualcuno. BaDAte bene, i centauri sono dei gran cervelloni... sanno un sacco di cose. Solo che non sono tanto chiacchieroni’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘E' DAvvero impossibile’ stava dicendo Hagrid in tono irritato, ‘avere una risposta chiara DA un centauro. Sono sempre lì che guarDAno le stelle. Di quel che succede quaggiù, non gliene importa un fico secco’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
E così dicendo uscì DAlla radura, seguito DA Harry e Hermione, che si voltarono per guarDAre Conan e Cassandro fino a quando la visuale fu ostruita DAgli alberi. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Non c'è malaccio. Senti un po', ho appena fatto la stESsa domanDA a Conan: hai mica visto qualcosa di strano DA quESte parti, ultimamente? Pare che in giro c'è un unicorno ferito: tu ne sai niente?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘QuESta solfa l'avevamo già sentita’ rispose Hagrid seccato. ‘Be', se uno di voi due vede qualcosa, me lo faccia sapere, d'accordo? Noi ora andiamo’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Dietro Conan, fra gli alberi, si udì un fruscio che indusse Hagrid ad alzare di nuovo la balEStra; ma era soltanto un altro centauro, stavolta con i capelli e il corpo nero, e con un aspetto più feroce di Conan. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Ancora una volta, Conan ci mise un po' prima di rispondere. Alla fine disse: ‘La forESta nasconde molti segreti’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Va bene, ma io intendevo niente di strano un po' più terra terra’ riprESe Hagrid. ‘Insomma, non hai notato niente?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Marte è molto luminoso stanotte’ ripeté Conan mentre Hagrid gli lanciava un'occhiata impaziente. ‘Non capita spESso’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Le prime vittime sono sempre gli innocenti’ disse. ‘Così fu nei secoli dei secoli, così è adESso’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Un po'. Be', è già qualcosa’ sospirò Conan. Poi rovESciò il capo all'indietro e guardò il cielo. ‘Marte è molto luminoso, stasera’. ‘Già’ fece Hagrid guarDAndo anche lui in alto. ‘Senti un po', Conan, sono proprio contento che ti abbiamo incontrato, perché c'è in giro un unicorno ferito. Tu hai visto niente?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Un po'‘ disse Hermione timiDAmente. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Non si è mai troppo cauti, Conan’ rispose Hagrid DAndo un colpetto alla sua balEStra. ‘In giro per quESta forESta c'è qualcosa che non mi torna. Oh, a proposito, ti prESento Harry Potter e Hermione Granger. Studiano su alla scuola. E quESto è Conan, ragazzi. un centauro’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Buona sera a te, Hagrid’ disse Conan. Aveva una voce profonDA e malinconica. ‘Non è che volevi colpirmi?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
In quella, avanzò nella radura... ma era un uomo o un cavallo? Fino alla cintola era un uomo, con barba e capelli rossi, ma DAlla vita in giù aveva un corpo di cavallo di un bel marrone castagna, con una lunga coDA rossastra. Harry e Hermione rEStarono a bocca aperta. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
RiprESero ad avanzare ma più lentamente, tendendo l'orecchio al minimo rumore. All'improvviso, in una radura poco più avanti, qualcosa senza dubbio si mosse. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Lo sapevo’ mormorò. ‘Qua c'è in giro qualcosa che non ci dovrebbe ESsere’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Hagrid afferrò Harry e Hermione e li trascinò via DAl sentiero, perché si riparassero dietro un'altissima quercia. Poi EStrasse una freccia DAlla faretra, la infilò nella balEStra e sollevò l'arma, pronto a colpire. Rimasero tutti e tre in ascolto. Là vicino c'era qualcosa che strisciava sulle foglie secche: DAl suono sembrava un mantello che toccasse per terra. Hagrid cercò di aguzzare lo sguardo per vedere più in là, lungo il sentiero buio, ma dopo qualche secondo il rumore svanì. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Tutto bene, Hermione?’ sussurrò a un certo punto Hagrid. ‘Non ti preoccupare, se sta DAvvero male non può ESsere anDAto lontano, e noi riusciremo a... PRESTO, nascondetevi dietro quell'albero!’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Passarono accanto a un tronco d'albero ricoperto di muschio. Harry udì uno scrosciare d'acqua: là vicino doveva ESserci un torrente. Lungo il sentiero serpeggiante, continuarono a trovare macchie sparse di sangue di unicorno. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Può ESsere stato un lupo mannaro a uccidere gli unicorni?’ gli chiESe. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Macché, i lupi mannari non sono così veloci’ rispose Hagrid. ‘Acchiappare un unicorno non è mica facile. Sono creature con grandi poteri magici. Prima d'adESso non avevo mai sentito dire che un unicorno è rimasto ferito’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
La forESta era nera e silenziosa. Dopo aver fatto un po' di straDA, giunsero a un bivio nel sentiero di terra battuta: Harry, Hermione e
Hagrid prESero a sinistra, mentre Malfoy, Neville e Thor anDArono a dEStra. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘D'accordo, ma ti avverto che è un gran vigliacco’ disse Hagrid. ‘Allora io, Harry e Hermione andremo DA una parte, e Draco, Neville e Thor DAll'altra. Se uno dei due gruppi trova l'unicorno, sprizza subito delle scintille verdi. Va bene? AdESso tirate fuori le bacchette magiche e fate un po' di ESercizio... bene così... e se qualcuno si trova in difficoltà, mandi delle scintille rosse, e tutti verremo ad aiutarlo. Allora, fate molta attenzione. Andiamo’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Io voglio Thor’ disse rapiDAmente Malfoy, adocchiando i lunghi denti del cane. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Bene: adESso ci divideremo in due gruppi e seguiremo le tracce ognuno DA una parte. C'è sangue DAppertutto: l'unicorno ferito deve vagare almeno DAlla notte scorsa’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Niente che vive nella forESta può farvi del male, se siete con me o con Thor’ rispose Hagrid. ‘E poi, non lasciate mai il sentiero. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘E se chi ha ferito l'unicorno ci trova prima lui?’ fece Malfoy, incapace di non lasciar trasparire la paura DAlla sua voce. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘GuarDAte lì’ fece Hagrid, ‘vedete quella roba che luccica per terra? Quella roba argentata? sangue di unicorno. Là dentro c'è un unicorno ferito. la seconDA volta che succede, quESta settimana. Mercoledì scorso ne ho trovato uno morto. Noi cercheremo di anDAre a salvarlo, povera bEStia. Ma forse dovremo abbatterlo, per non farlo più soffrire’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Li condusse fino al margine della forESta. Tenendo alto il lume, additò uno stretto sentiero serpeggiante, che scompariva fra il fitto degli alberi, immerso nell'oscurità. Una brezza leggera scompigliò loro i capelli, mentre si sporgevano a sbirciare fra la folta vegetazione. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Allora’ disse Hagrid, ‘adESso statemi a sentire bene, perché quel che faremo stanotte è molto pericoloso e non voglio che correte rischi. Venite un momento con me’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
padre preferisce vederti ESpulso, tornatene al castello e fa' le La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
valigie. Avanti, adESso!’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘...ti direbbe che a Hogwarts si è sempre fatto così’ lo rimbeccò Hagrid. ‘Figuriamoci: ESercizi! E a che cosa servirebbero? No: farete qualcosa di utile, oppure vi sbatteranno fuori. Se credi che tuo La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ma quESta è roba DA servi, mica DA studenti. Io pensavo che ci avrebbero DAto degli ESercizi o roba del genere... Se lo sapESse mio padre, quel che mi state facendo, lui...’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Io in quella forESta non ci metto piede’ disse, e Harry fu contento di sentire che nella sua voce c'era una nota di panico. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ci andrai, eccome, se vuoi rEStare a Hogwarts!’ ribatté Hagrid in tono feroce. ‘Avete combinato un guaio, e adESso dovete pagare’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Allora io torno all'alba’ disse Gazza, ‘...a riprendere quello che ne rESta’ aggiunse poi malignamente. Dopodiché si voltò e riprESe la straDA del castello, con il lume che ballonzolava nel buio. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Io non li tratterei con tanta confidenza, Hagrid’ disse Gazza fredDAmente, ‘in fin dei conti sono qui per ESsere puniti’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Forse è per quESto che siete in ritardo, signore?’ chiESe Hagrid a Gazza aggrottando le sopracciglia. ‘Perché ha perso tempo a fargli la lezione? Ma non è compito suo, quESto. Lei ha fatto la sua parte, DA La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Hagrid emerse DAlle tenebre e si avvicinò a loro, seguito a ruota DA Thor. Portava in mano la sua grossa balEStra, e una faretra piena di frecce a tracolla. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Nella forESta?’ ripeté, e non col suo solito tono sicuro. ‘Ma non si può mica anDArci di notte... ci sono in giro un sacco di bEStie strane... lupi mannari, dicono’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Harry si sentì sollevato: non sarebbe stato poi tanto male, se gli toccava ripassare con Hagrid. Quel sollievo dovette riflettersi nell'ESprESsione del suo volto, perché Gazza disse: ‘Non penserai mica che siete venuti a divertirvi insieme con quello zoticone? Be', levatelo DAlla tESta, ragazzo: è nella forESta che vi sto portando, e non so neanche se tornerete tutti interi’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
La luna splendeva in cielo, ma ogni tanto una nube le passava DAvanti oscurandola, e sprofonDAva anche loro nel buio. DAvanti a sé, Harry scorse le finEStre illuminate della capanna di Hagrid. Poi udirono un grido in lontananza. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Si avviarono attraverso il parco immerso nell'oscurità. Neville non la smetteva di tirare su col naso. Intanto, Harry si domanDAva quale sarebbe stato il loro castigo. Doveva ESsere qualcosa di veramente orribile, altrimenti Gazza non avrebbe avuto quel tono gongolante. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘AdESso credo proprio che ci penserete due volte, prima di violare di nuovo il regolamento della scuola, eh?’ fece in tono di scherno. ‘Se volete sapere come la penso io, i migliori insegnanti sono il lavoro duro e le punizioni... proprio un peccato che non ne diano più spESso come una volta... Allora ti appendevano al soffitto per i polsi e ti ci lasciavano per qualche giorno! Ho ancora le catene in ufficio: le tengo ben oliate, nel caso che servano... Allora, andiamo, e non sognatevi di filarvela proprio adESso: se ci provate, sarà peggio per voi’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Quella sera alle undici, salutarono Ron nella sala di ritrovo e scESero nell'ingrESso insieme a Neville. Gazza era già lì ad attenderli, e con lui c'era Malfoy. Harry aveva dimenticato che anche Malfoy si era beccato la stESsa punizione. ‘Seguitemi’ disse Gazza, accendendo un lume e conducendoli fuori. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Nella gran confusione suscitata DAlla retrocESsione di Grifondoro, Harry aveva dimenticato che li attendeva il castigo. Temeva quasi che Hermione protEStasse perché avrebbero
perso un'intera nottata di ripasso. Ma la ragazzina non disse una parola: al pari di Harry, anche lei sentiva che se l'erano meritata. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Il mattino seguente, Harry, Hermione e Neville, sedendosi al tavolo della colazione, trovarono dei mESsaggi a loro indirizzati. Erano tutti identici, e dicevano: Per punizione, andrete in cella d'isolamento a partire DAlle undici di stasera. PrESentatevi al signor Gazza nel salone d'ingrESso. Prof.ssa McGranitt La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘No’ ribatté secco Harry, ‘abbiamo già inDAgato abbastanza’. E ciò detto, tirò a sé una mappa di Giove e incominciò a manDAre a memoria i nomi delle sue lune. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Hermione aveva l'aria convinta, ma Ron no. ‘Ma se cerchiamo di fare una piccola inDAgine...’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Va' DA Silente. E' quello che dovremmo aver fatto già DA un sacco di tempo. Se tentiamo qualcosa noi, ci sbattono fuori di sicuro’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ma non abbiamo prove!’ disse Harry. ‘Raptor ha troppa paura per tenerci bordone. Basta solo che Piton dica di non sapere come ha fatto a entrare quel mostro a Halloween, e che lui al terzo piano non ci è neanche anDAto vicino... Secondo voi, a chi crederanno, a lui o a noi? Che noi non possiamo soffrire Piton, non è precisamente un segreto. Silente penserà che ci siamo inventati tutto per farlo licenziare. Gazza non ci aiuterebbe per tutto l'oro del mondo: è troppo amico di Piton, e DAl suo punto di vista, più studenti vengono rispediti a casa, meglio è. E poi, non dimenticate che noi non ne dovremmo proprio sapere nulla, né della pietra né di Fuffi. Sarà dura spiegare come l'abbiamo saputo’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Negli occhi di Ron era tornata a brillare la luce dell'avventura; ma prima che potESse rispondere, lo fece Hermione al posto suo. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Però, c'è sempre Fuffi’ obiettò Hermione. ‘Forse Piton ha scoperto come eludere la sua sorveglianza senza chiedere niente a Hagrid’ disse Ron alzando gli occhi sulle migliaia di volumi che li circonDAvano. ‘Scommetto che qua dentro, DA qualche parte, c'è un libro che spiega come fare per mettere fuori combattimento un gigantESco cane a tre tESte. E allora, che cosa facciamo, Harry?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Harry tornò in biblioteca, dove Hermione stava interrogando Ron in astronomia, e raccontò quello che aveva sentito. ‘Dunque, Piton ce l'ha fatta!’ ESclamò Ron. ‘Se Raptor gli ha insegnato a spezzare il suo incantESimo anti-Magia nera...’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Eppure, avrebbe scommESso dodici Pietre Filosofali che DA quell'aula era appena uscito Piton. E DA quanto aveva appena sentito, Piton doveva ESsere tutto ringalluzzito: sembrava che finalmente Raptor avESse ceduto. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Passò appena un secondo, e DAll'aula uscì in gran fretta Raptor, tutto intento a rimettersi il turbante per il verso giusto. Era pallido e sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. Si allontanò
fino a sparire alla vista, e Harry ebbe l'imprESsione che non lo avESse neanche notato. AttESe che l'eco dei suoi passi si spegnESse, poi fece capolino nell'aula per DAre un'occhiata. Era vuota, ma all'EStremità opposta c'era una porta spalancata. A metà straDA, Harry ricordò che aveva promESso a se stESso di non immischiarsi in faccende che non lo riguarDAvano. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘No, no, un'altra volta no, ti prego...’ A sentire quelle parole, sembrava che qualcuno lo stESse minacciando. Harry si avvicinò ancora. ‘E va bene... va bene’ sentì Raptor singhiozzare. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Poi, a circa una settimana DAll'inizio degli ESami, la risoluzione che Harry aveva prESo - cioè di non immischiarsi in cose che non lo riguarDAvano - fu mESsa alla prova in maniera inattESa. Un pomeriggio, mentre, DA solo, tornava DAlla biblioteca, udì una voce lamentosa provenire DA una delle aule. Quando si avvicinò, capì che si trattava di Raptor. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Harry era quasi contento che non mancasse molto agli ESami. Aveva DA ripassare un sacco di lezioni e quESto distoglieva la sua mente DAi guai. Lui, Ron e Hermione se ne stavano fra loro, studiavano fino a notte alta, cercando di manDAre a memoria gli ingredienti di complicate pozioni, gli incantESimi e gli scongiuri di ogni genere, le DAte di grandi scoperte magiche e di rivolte di folletti... La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Anche Hermione e Neville se la passavano male. Non quanto Harry, perché non avevano neanche lontanamente la sua notorietà; ma nemmeno a loro nESsuno rivolgeva più la parola. In classe, durante le lezioni, Hermione aveva smESso di attirare l'attenzione degli altri: stava a tESta china e studiava in silenzio. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Era un po' tardi per rimediare al DAnno, ma Harry giurò a se stESso che DA allora in poi non si sarebbe più immischiato in cose che non lo riguarDAvano. Doveva piantarla di anDArsene in giro di nascosto a cacciare il naso qua e là. Provava tanta vergogna che andò DA Baston a offrirgli le sue dimissioni DAlla squadra di Quidditch. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
L'unico che gli rimase vicino fu Ron. ‘Di qui a poche settimane si saranno scorDAti tutto. Fred e George gli hanno fatto perdere tanti di quei punti, DA quando sono qui... eppure i compagni gli vogliono ancora bene’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
quanti avevano sperato che il Serpeverde perdESse il campionato dei dormitori. Dovunque Harry anDAsse, veniva segnato a dito, e i compagni non si DAvano neanche la pena di abbassare la voce quando lo insultavano. Quelli del Serpeverde, invece, applaudivano al suo passaggio, fischiavano e dicevano in tono entusiasta: ‘Grazie, Potter, ti siamo debitori!’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Di colpo, dopo ESsere stato uno dei ragazzi più amati e ammirati dell'intera scuola, Harry divenne il più odiato. Persino quelli di Pecoranera e di Tassorosso gli si rivoltarono contro, perché tutti La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Il mattino seguente, passando accanto alle gigantESche clESsidre che segnavano il punteggio di Grifondoro, gli studenti in un primo momento pensarono che si trattasse di un errore. Com'era possibile che il dormitorio avESse improvvisamente centocinquanta punti meno del giorno prima? Poi cominciò a spargersi la voce: Harry Potter, il famoso Harry Potter, l'eroe di ben due partite a Quidditch, aveva fatto perdere loro tutti quei punti. Lui e un altro paio di imbecilli
del primo anno. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Non riuscì a chiudere occhio. Stette ad ascoltare Neville che singhiozzava nel suo cuscino per ore e ore, gli parve. Non gli veniva in mente niente DA dirgli per consolarlo. Sapeva bene che Neville, come lui, attendeva l'alba con terrore. Che cosa sarebbe succESso quando i loro compagni di dormitorio avESsero saputo quel che avevano combinato? La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Centocinquanta punti in meno! Grifondoro sarebbe finito all'ultimo posto della classifica. Nel giro di una sola notte, avevano manDAto a monte la possibilità che il loro dormitorio vincESse la coppa. Harry aveva l'imprESsione che il mondo gli fosse crollato addosso. Come avrebbe potuto rimediare a una cosa del genere? La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ma profESsorESsa... la prego...’ ‘Non può...’ ‘Non sarai tu a dirmi quello che posso e non posso fare, Potter! E adESso, tornatevene a letto tutti quanti. Mai e poi mai ho provato tanta vergogna per degli studenti di Grifondoro’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Cinquanta?’ ESclamò Harry con voce strozzata: avrebbero perso il vantaggio, quel vantaggio che avevano conquistato con l'ultima partita a Quidditch. ‘Cinquanta punti a tESta’ precisò la Mcgranitt, rESpirando pESantemente con quel suo naso a punta. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Sono indignata’ disse la Mcgranitt. ‘Quattro studenti che si alzano e vanno in giro nella stESsa nottata! Non si è mai sentito niente del genere! Quanto a te, signorina Granger, credevo che avESsi più senno. E tu, Potter: credevo che Grifondoro significasse qualcosa di più per te. AdESso, andrete in castigo tutti e tre... sì, anche tu, Paciock, perché nulla ti autorizza ad anDArtene a zonzo per la scuola di notte, specie di quESti tempi! troppo pericoloso! E in più, toglierò cinquanta punti a Grifondoro’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Harry incrociò lo sguardo di Neville e tentò di dirgli, sempre senza parlare, che non era vero, perché Neville aveva un'ESprESsione attonita e ferita. Povero Neville, sempre così maldEStro! Harry sapeva bene quanto doveva ESsergli costato cercare di raggiungerli al buio per avvertirli. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Era la prima volta che Hermione non riusciva a rispondere alla domanDA di un insegnante. Stava lì in piedi a fissarsi le pantofole, immobile come una statua. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Credo di sapere che cosa è succESso’ disse a un certo punto la Mcgranitt. ‘Non ci vuole certo un genio per capirlo. Avete raccontato a Malfoy chissà quali balle a proposito di un drago, nel tentativo di attirarlo fuori del letto e di combinare qualche pasticcio. Comunque, l'ho già pEScato. PrESumo vi sembri divertente che Paciock, qui, abbia sentito le vostre storie e ci abbia anche creduto!’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Non me lo sarei mai aspettato DA nESsuno di voi. Gazza dice che eravate su all'osservatorio. l'una del mattino! ESigo una
spiegazione’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Harry aveva creduto che le cose non potESsero anDAr peggio? Ebbene, si era sbagliato. Quando la Mcgranitt apparve, Neville era con lei. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Harry!’ ESclamò quESti nell'istante in cui vide gli altri due, ‘ti stavo cercando per avvertirti! Ho sentito Malfoy dire che ti avrebbe beccato, e ha detto che hai un dra...’ Harry scosse violentemente il capo per far segno a Neville di tacere, ma la profESsorESsa Mcgranitt l'aveva visto. A vederla lì, torreggiante sopra le tESte di tutti e tre, non ci si sarebbe stupiti se le fossero uscite fiamme DAl naso, come a Norberto. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Gazza li portò giù al primo piano, nello studio della profESsorESsa Mcgranitt, dove si sedettero in attESa senza scambiarsi una parola. Hermione tremava. Nel cervello di Harry si accavallavano scuse, alibi e racconti di una fantasia sfrenata, ma uno più debole dell'altro. Stavolta, non vedeva proprio come avrebbero potuto fare per tirarsi fuori dei pasticci. Erano in trappola. Come avevano potuto ESsere così stupidi DA dimenticarsi il mantello? La profESsorESsa Mcgranitt non avrebbe mai accettato nESsuna delle scuse che potevano addurre per ESsere scESi DAl letto ed ESsersi mESsi a girare per la scuola a notte fonDA, per non parlare poi di quando erano saliti sulla torretta più alta, che serviva DA osservatorio astronomico, l'accESso alla quale era proibito salvo che in orario di lezione. Se a ciò si aggiungeva Norberto e il mantello che rende invisibili, si capiva che potevano anche cominciare a fare i bagagli. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘No’ rispose Harry, stupito DA quella strana domanDA. ‘Noi abbiamo usato soltanto il corno e i peli della coDA, a lezione di Pozioni’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘QuESto perché uccidere un unicorno è una cosa mostruosa’ ribatté Fiorenzo. ‘Soltanto uno che non ha niente DA perdere e tutto DA guaDAgnare commetterebbe un delitto del genere. Il sangue dell'unicorno ti mantiene in vita anche se sei a un passo DAlla morte; ma il costo DA pagare è tremendo. Poiché hai ucciso una cosa pura e indifESa per salvarti, DAll'istante che il sangue tocca le tue labbra non vivrai che una mezza vita, una vita DAnnata’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ma chi potrebbe ESsere così disperato?’ si domandò ad alta voce. ‘Se uno finisce DAnnato per sempre, meglio morire, no?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘vero’ concordò Fiorenzo, ‘a meno che non ti basti rEStare vivo per il tempo necESsario a bere qualcos'altro... qualcosa che ti rEStituisca tutta la tua forza e il tuo potere, qualcosa che fa sì che tu non possa morire mai. Signor Potter, tu lo sai che cosa è nascosto dentro la scuola, in quESto preciso momento?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Non ti viene in mente nESsuno che abbia attESo molti anni per tornare al potere, che si sia aggrappato alla vita aspettando la sua grande occasione?’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Era come se un pugno di ferro si fosse improvvisamente serrato attorno al cuore di Harry. Oltre il fruscio delle fronde, gli sembrava di udire di nuovo quel che gli aveva detto Hagrid la sera che si erano conosciuti: ‘Alcuni dicono che è morto. Balle, secondo me. Non so se dentro avESse ancora qualcosa di abbastanza umano DA
morire’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Harry! Harry, tutto a posto?’ Hermione correva verso di loro lungo il sentiero, seguita DA Hagrid tutto ansimante. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Ma io sto benissimo’ rispose Harry quasi senza sapere quel che diceva. ‘L'unicorno è morto, Hagrid, e sta nella radura lì dietro’. ‘A quESto punto, io ti lascio’ mormorò Fiorenzo, mentre Hagrid si affrettava nella direzione indicata per vedere l'unicorno. ‘AdESso sei al sicuro’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Harry scivolò giù DAlla sua groppa. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Buona fortuna, Harry Potter’ disse Fiorenzo. ‘È già succESso che i pianeti venissero letti in modo errato, anche DAi centauri. Spero che quESta sia una di quelle volte’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Così dicendo, si voltò e caracollando si addentrò nel folto della forESta, lasciandosi alle spalle Harry scosso DAi brividi. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Mentre aspettava il loro ritorno, Ron si era addormentato nella sala di ritrovo immersa nell'oscurità. Quando Harry lo svegliò bruscamente, scuotendolo, gridò alcune parole sconnESse a proposito di un fallo a Quidditch. Ma nel giro di pochi secondi era perfettamente sveglio, e ascoltava Harry spiegare a lui e a Hermione che cosa era succESso nella forESta. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Harry non riusciva a sedersi. AnDAva su e giù a gran passi DAvanti al fuoco. Tremava ancora. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Piton vuol rubare la Pietra per conto di Voldemort... e Voldemort aspetta nella forESta... e pensare che per tutto quESto tempo abbiamo creduto che Piton volESse soltanto arricchirsi...’ La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Piantala di pronunciare quel nome!’ sussurrò Ron terrorizzato, come se credESse che Voldemort potESse udirli. Ma Harry non lo ascoltava. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Fiorenzo mi ha salvato, ma non avrebbe dovuto farlo... Cassandro era arrabbiatissimo... parlava di interferenze con quello che predicono i pianeti... Probabilmente, secondo i pianeti Voldemort sta per tornare... Secondo Cassandro, Fiorenzo avrebbe dovuto lasciare che Voldemort mi uccidESse... Credo proprio che anche quESto fosse scritto nelle stelle’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
‘Quindi, adESso non mi rESta che aspettare che Piton rubi la Pietra’ proseguì Harry febbrilmente, ‘e a quel punto Voldemort potrà venire a farmi fuori... Be', immagino che Cassandro sarà soddisfatto’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Tu-Sai-Chi abbia mai avuto paura. Se c'è in giro Silente, Tu-Sai-Chi non ti torcerà un capello. Ma comunque, chi ha detto che i centauri hanno ragione? A me sembra roba DA chiromanti, e anche la profESsorESsa Mcgranitt ha detto che quella è una branca della magia molto imprecisa’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Prima che avESsero finito di parlare, il cielo si era rischiarato.
AnDArono a letto ESausti, con la gola che doleva. Ma le sorprESe di quella nottata non erano finite. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
Quando Harry scostò le lenzuola, vi trovò sotto, piegato con cura, il mantello che rende invisibili. A ESso era attaccato un biglietto che diceva: ‘In caso ti serva’. La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1) |
La regina bianca volse verso di lui la tESta senza volto. ‘Sì...’ disse piano Ron, ‘è l'unico modo... devo lasciarmi mangiare’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘NO!’ ESclamarono Harry e Hermione. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma a scacchi è così!’ tagliò corto Ron. ‘Bisogna pur sacrificare qualche cosa! Ora farò un passo avanti e lei mi mangerà... e voi sarete liberi di DAre scacco matto al re, Harry!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ho dovuto lasciarglielo fare’ disse Ron con aria sconvolta, ‘così tu, Hermione, sarai libera di mangiare quell'alfiere. DAi, muoviti’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Ogniqualvolta perdevano un pezzo, i bianchi si mostravano spietati. Ben prESto i pezzi neri cominciarono ad allinearsi contro il muro, inerti come pupazzi. Per due volte Ron si accorse appena in tempo che Harry e Hermione erano in pericolo. Frattanto, schizzava DA una parte all'altra della scacchiera, mangiando tanti bianchi quanti erano i neri che avevano perso. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Harry... muoviti diagonalmente di quattro caselle verso dEStra’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Il primo choc vero arrivò quando fu mangiato l'altro loro cavallo. La regina bianca lo sbatté a terra e lo trascinò via DAlla scacchiera: rimase immobile, faccia a terra. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘I bianchi muovono sempre per primi, a scacchi’ fece Ron lanciando un'occhiata al lato opposto dell'enorme scacchiera. ‘E difatti, guarDAte...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Ron cominciò a dirigere le mosse dei neri, che si spostavano silenziosamente seguendo i suoi ordini. A Harry tremavano le gambe: e se avESsero perso? La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Sembrava che i pezzi degli scacchi li avESsero sentiti, perché a quelle parole un cavallo, un alfiere e una torre voltarono le spalle ai pezzi bianchi e se ne anDArono DAlla scacchiera lasciando tre caselle vuote, che vennero occupate DA Harry, Ron e Hermione. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Harry e Hermione rimasero in silenzio, osservandolo mentre rifletteva. Alla fine, Ron disse: ‘Be', non vi offendete, eh?, ma nESsuno di voi due è molto bravo a scacchi...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Si dirESse verso un cavallo nero e tESe la mano per toccarlo. D'un tratto, la pietra di cui era fatto prESe vita. Il cavallo si mise a raspare a terra con la zampa, e il cavaliere chinò il capo coperto DAll'elmo per guarDAre Ron. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Penso’ rispose Ron, ‘che dovremo far finta di ESsere anche noi dei pezzi degli scacchi’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E come facciamo?’ chiESe nervosa Hermione. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E adESso, che cosa facciamo?’ sussurrò Harry. ‘Ma è chiaro, no?’ disse Ron. ‘Dobbiamo iniziare a giocare e via via attraversare la stanza fino ad arrivare DAll'altra parte’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Si trovavano sull'orlo di un'enorme scacchiera, dietro ai pezzi neri, tutti molto più alti di loro e scolpiti in quella che sembrava pietra. Di fronte a loro, all'EStremità opposta del vasto locale, c'erano i pezzi bianchi. Harry, Ron e Hermione ebbero un lieve brivido: erano altissimi e privi di volto. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
La camera accanto era talmente buia che non si distingueva un bel niente. Ma mentre vi entravano, fu improvvisamente invasa DA una gran luce, e la scena che si parò loro dinanzi fu stupefacente. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Pronti?’ chiESe Harry ai suoi compagni, mentre aveva ancora la mano sulla maniglia del portone. I due annuirono, e lui tirò fino ad aprirlo. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Atterrarono in gran fretta e Harry corse verso il portone, con la chiave che gli si dimenava in mano. La infilò senza tanti complimenti nella serratura e la girò: funzionava. Nel momento preciso in cui la serratura si aprì con uno scatto, la chiave si sfilò e volò via di nuovo, tutta ammaccata dopo ESsere stata acchiappata per due volte. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Dobbiamo circonDArla!’ disse Harry senza mai distogliere lo sguardo DAlla chiave con l'ala rovinata. ‘Ron, tu sorvegliala DA sopra... e tu, Hermione, rESta sotto e impediscile di scendere... io cercherò di prenderla. Forza: uno, due, TRE!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Ron scESe in picchiata, Hermione schizzò verso l'alto, la chiave schivò tutti e due e Harry si gettò all'inseguimento. Quella partì come una freccia verso il muro. Harry si chinò in avanti e con un rumore sinistro la inchiodò con una mano sulla pietra. Le griDA di giubilo di Ron e di Hermione echeggiarono sotto la volta della vasta camera. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Ron si precipitò a tutta velocità nella direzione che Harry gli indicava, sbatté contro il soffitto e rischiò di cadere DAlla sua scopa. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘quella’ gridò agli altri due. ‘Quella grossa... lì... no, là... quella con le ali azzurro chiaro... e le piume tutte arruffate DA una parte’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Ma non per nulla Harry era il Cercatore più giovane DA un secolo a quella parte: aveva un vero e proprio talento per avvistare cose che gli altri non vedevano neppure. Dopo aver zigzagato per circa un minuto attraverso quel turbine di piume di tutti i colori dell'arcobaleno, notò una grossa chiave argentata che aveva un'ala piegata, come se fosse stata già catturata e infilata bruscamente nella serratura. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
I tre afferrarono un manico di scopa ciascuno e, balzati in sella,
si dettero la spinta e si sollevarono DA terra fino a ritrovarsi in mezzo a quella nube di chiavi volanti. TESero le mani cercando di afferrarne qualcuna, ma quelle erano stregate e gli sfuggivano, alzandosi e abbassandosi così rapiDAmente che era quasi impossibile prenderne una. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Quella che cerchiamo dev'ESsere una grossa chiave vecchio tipo... probabilmente d'argento come la maniglia’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma quESte sono centinaia!’ Ron ESaminò attentamente la serratura. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Stettero a guarDAre le creature che si libravano nell'aria, scintillanti... scintillanti? ‘Ma quESti non sono uccelli!’ ESclamò Harry a un tratto. ‘Sono chiavi! Chiavi alate! GuarDAte bene! Allora, quESto vuol dire che...’ e si guardò attorno per la stanza, mentre gli altri due scrutavano lo sciame di chiavi. ‘Ma sì: guarDAte! Prendiamo i manici di scopa! Dobbiamo acchiappare la chiave che apre il portone!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Gli altri due lo seguirono. Si misero a tirare e a scuotere il portone nel tentativo di aprirlo, ma non si mosse neanche quando Hermione provò con la formula magica: Alohomora. ‘E adESso?’ fece Ron. ‘QuESti uccelli... non è possibile che siano qui soltanto per bellezza’ osservò Hermione. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Inspirò profonDAmente, si coprì il viso con le braccia e spiccò la corsa per attraversare la camera. Si aspettava di sentirsi piombare addosso DA un momento all'altro becchi acuminati e artigli, ma non accadde nulla. Raggiunse incolume il portone. Tirò la maniglia, ma quello era chiuso a chiave. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Pensate che ci attaccheranno se attraversiamo la camera?’ disse Ron. ‘Probabilmente’ rispose Harry. ‘Non sembrano molto cattivi, ma immagino che se scendESsero tutti insieme in picchiata... Be', non c'è nient'altro DA fare... Parto io’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘In fondo c'è una luce... vedo qualcosa che si muove’. Raggiunsero l'EStremità del passaggio e DAvanti a loro videro una camera tutta illuminata con il soffitto a volta, alto sopra le loro tESte. Era piena di uccellini DAgli splendidi colori, come gemme, che svolazzavano e volteggiavano per tutta la stanza. Sul lato opposto vi era un pESante portone di legno. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Non saprei... DAl rumore sembra un battito d'ali’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Non sentite niente?’ bisbigliò Ron. Harry tESe l'orecchio. Si udiva un lieve fruscio e tintinnio, che sembrava provenire DAll'alto. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
A parte i loro stESsi passi, l'unico altro rumore era un lieve gocciolio di acqua che scorreva lungo le pareti. Lo stretto corridoio procedeva in discESa, e a Harry ricordò molto la Gringott. Con uno spiacevole tuffo al cuore, gli tornarono in mente i draghi che si diceva montassero la guardia alle camere di sicurezza nella banca dei maghi. Se avESsero incontrato un drago, un drago adulto... con Norberto era già stata abbastanza dura... La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Già’ fece Ron, ‘e fortuna che Hermione non perde mai la tESta in situazioni di emergenza... "Non c'è legna!"... ma insomma!’ ‘DA quESta parte’ riprESe Harry, additando l'unica via di uscita che si scorgESse: un passaggio fra due pareti di pietra. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Fortuna che a lezione di Erbologia stai sempre attenta, Hermione’ disse Harry appoggiandosi al muro accanto a lei e asciugandosi il
sudore DAlla faccia. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘MA sei diventata matta?’ ruggì Ron. ‘SEI una strega, sì o no?’ ‘E va bene!’ fece Hermione. EStrasse la sua bacchetta magica, l'agitò nell'aria, bofonchiò qualcosa e sparò contro la pianta un getto di fiamme color campanula, le stESse che aveva usato su Piton. Nel giro di pochi istanti, i due ragazzi avvertirono la prESa che si allentava, mentre la pianta si ritraeva DAlla luce e DAl calore. I tentacoli si accartocciarono sbattendo e srotolandosi DAi loro corpi, e i due riuscirono finalmente a liberarsi. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Vediamo: Tranello del Diavolo, Tranello del Diavolo... Che cosa diceva il profESsor Sprite? Che la pianta ama il buio e l'umido...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E allora accendi un fuoco!’ ESclamò Harry sempre più in difficoltà. ‘Già... certo... ma non c'è legna!’ gridò Hermione torcendosi le mani. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Zitti! Sto cercando di ricorDAre come si fa ad ammazzarla!’ ‘Be', spicciati, non rESpiro più!’ disse Harry col fiato mozzo, cercando di divincolarsi DAlla pianta che gli si avvinghiava intorno al torace. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘State fermi!’ ordinò lei. ‘Io lo so che cos'è quESta: è il tranello del Diavolo!’ ‘Oh, ma quanto sono contento che sappiamo come si chiama: è DAvvero molto utile!’ fece Ron in tono sarcastico, inclinandosi all'indietro nel tentativo di evitare che la pianta gli si avvinghiasse al collo. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Hermione era riuscita a divincolarsi prima che la pianta la immobilizzasse del tutto, e adESso guarDAva inorridita i due ragazzi tentare di strapparsi di dosso i tentacoli della pianta: ma più si sforzavano, più quella rinsalDAva la prESa. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Balzò in piedi e cercò di appoggiarsi alla parete umiDA. Fu uno sforzo immane, perché nell'istante stESso in cui era atterrata, la cosiddetta pianta aveva cominciato ad avvolgerle attorno alle caviglie certi tentacoli simili a serpenti. Quanto a Harry e a Ron, non se n'erano accorti, ma avevano le gambe già strette nella morsa di quelle lunghe propaggini. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘È stata proprio una bella fortuna che ci fosse quESta pianta’ commentò Ron. ‘Fortuna?’ strillò Hermione. ‘GuarDAtevi un po'!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
In lontananza, la musica cESsò. Si udì il cagnone abbaiare forte, ma ormai la ragazza era saltata. Atterrò vicino a Harry, DAll'altra parte. ‘Dobbiamo trovarci metri e metri sottoterra, al disotto della scuola’ osservò subito. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Boh! Sembra una pianta. Immagino che sia stata mESsa qui per attutire la caduta. DAi, Hermione, tocca a te!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Aveva l'imprESsione di stare seduto su una specie di pianta. ‘Tutto a posto!’ gridò in direzione della lucina piccola come un francobollo che era l'imboccatura della botola. ‘Si atterra sul morbido, potete saltare!’ Ron lo seguì immediatamente, e atterrò lungo distESo accanto a lui. ‘Che cos'è quESta roba?’ furono le prime parole che disse. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
E Harry mollò la prESa. Con il volto sferzato DA un'aria fredDA e umiDA, precipitò in basso, sempre più in basso, finché... FLOMP. Era atterrato su qualcosa di soffice, che produsse uno strano tonfo attutito. Si tirò su a sedere e si tastò intorno alla cieca: i suoi occhi non si erano ancora abituati a tutto quel buio. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Allora si calò attraverso l'imboccatura, fino a quando non rimase appESo solo per le punte delle dita. Poi, rivolgendosi a Ron che era rimasto di sopra, disse: ‘Se mi succede qualcosa, non venitemi dietro. AnDAte dritti filati alla voliera dei gufi e manDAte Edvige DA Silente. Siamo intESi?’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Vuoi anDAre tu? Ma sei proprio sicuro?’ disse Ron. ‘Non so neanche quant'è profonDA la buca. DA' il flauto a Hermione, così evitiamo che si svegli’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Harry le passò lo strumento. Nei pochi secondi di silenzio che trascorsero, il cane si agitò ed emise una specie di grugnito, ma non appena la ragazza prESe a suonare, tornò a dormire profonDAmente. Harry lo scavalcò e guardò giù nella botola. Il fondo non si scorgeva neanche. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Niente, solo buio... non c'è modo di scendere, dovremo saltare giù’. Harry, che stava sempre suonando il flauto, fece un cenno a Ron per attirare la sua attenzione e indicò se stESso. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E va bene’. Ron strinse i denti e scavalcò con circospezione le zampe del cane. Poi, chinatosi, tirò forte l'anello della botola, che si spalancò all'istante. ‘Che cosa vedi?’ chiESe Hermione ansiosa. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Credo che in tre riusciremo ad aprirla’ disse Ron sbirciando oltre il dorso dell'animale. ‘Vuoi anDAre tu per prima, Hermione?’ ‘Manco per sogno!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Continua a suonare’ consigliò Ron a Harry mentre sgusciavano fuori DA sotto il mantello e strisciavano verso la botola. Passando accanto alle tre tESte gigantESche del cane, sentirono il suo fiato caldo e puzzolente. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Che cos'è quella cosa ai suoi piedi?’ bisbigliò Hermione. ‘Sembra un'arpa’ fece Ron. ‘Deve averla lasciata qui Piton’. ‘Probabilmente, quella bEStia si sveglia quando uno smette di suonare’ commentò Harry. ‘Be', cominciamo...’ Si portò alle labbra il flauto di Hagrid e cominciò a soffiarci dentro. Non era un vero e proprio motivo, eppure fin DAlla prima nota le palpebre del cagnone cominciarono a socchiudersi. Harry suonava quasi senza riprendere fiato. Lentamente il brontolio cESsò: il cane oscillò un poco sulle zampone e poi cadde in ginocchio. Alla fine scivolò a terra, profonDAmente addormentato. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Mentre quESta scricchiolava, giunse alle loro orecchie un brontolio sordo. L'enorme cane si mise a fiutare nella loro direzione con tutti e tre i nasi, anche senza vedere di chi si trattava. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Se volete tornare indietro, non vi DArò torto’ disse. ‘Potete anche prendervi il mantello, tanto io non ne ho più bisogno’. ‘Non fare lo scemo’ disse Ron. ‘Veniamo con te’ rincarò Hermione. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma certo, signore, ci conti, signore’ rispose Pix levandosi in alto. ‘Spero che passi una buona nottata, barone: io non la disturberò’. E se la filò senza guarDArsi indietro. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Oh, mi scusi tanto, Eccellenza Sanguinaria!’ disse con voce untuosa. ‘stato un deplorevole errore... non l'avevo vista... E per forza non l'avevo vista: lei è invisibile... Signore, perdoni l'innocente scherzetto di un povero vecchietto...!’ ‘Ho DA fare qui, Pix’ fece Harry sempre gracchiando. ‘Per quESta notte, veDA di starsene alla larga’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Pix rimase tanto scioccato che stava per cadere giù DAll'aria. Ma si riprESe in tempo e rimase a galleggiare a trenta centimetri DAi gradini. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Non incontrarono nESsun altro fino a quando non furono saliti al terzo piano. A metà della rampa c'era Pix che, ballonzolando a mezz'aria, scostava il tappeto nella speranza che qualcuno ci inciampasse. ‘Chi è là?’ chiESe a un tratto mentre salivano. Poi socchiuse i maligni occhi scuri. ‘Anche se non vi vedo, lo so che siete lì. Siete mostricini, fantasmini o insulsi studentini?’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Giunti ai piedi della prima scalinata, avvistarono Mrs Purr appiattata sull'ultimo gradino. ‘Oh senti, diamole un bel calcio, per una volta’ soffiò Ron all'orecchio di Harry, ma quESti scosse la tESta. Mentre l'aggiravano con circospezione, Mrs Purr puntò su di loro i suoi occhi simili a fari, ma non fece niente. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Capirai dopo, Neville’ disse Ron mentre lo scavalcavano e si coprivano con il mantello che rende invisibili. Ma lasciare il compagno stESo immobile per terra non sembrava molto di buon auspicio. Nervosi com'erano, vedevano Gazza nell'ombra di ogni statua, e in ogni alito di vento che soffiava a distanza credevano di sentire Pix che piombava su di loro. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘l'IncantESimo della Pastoia Total-Body’ rispose Hermione in tono sconsolato. ‘Oh, Neville, mi dispiace tanto’. ‘Abbiamo dovuto farlo, Neville, non c'è tempo di spiegare’ disse Harry. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Le braccia del ragazzo si bloccarono con uno scatto lungo i fianchi; le gambe si strinsero insieme. Il suo corpo s'irrigidì come uno stoccafisso, e il povero ragazzo ondeggiò paurosamente per poi cadere in avanti, lungo distESo e tutto d'un pezzo. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E allora DAi, prova a picchiarmi!’ ESclamò Neville alzando i pugni. ‘Sono pronto!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Sì, ma non a noi’ disse Ron ESasperato. ‘Neville, non sai quel che fai’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Non DArmi del cretino!’ ribatté Neville. ‘Credo proprio che non dovrESti violare le regole un'altra volta. GuarDA che sei stato proprio tu a insegnarmi a tener tESta agli altri!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Neville!’ sbottò Ron. ‘Togliti DA là e non fare il cretino...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Non vi permetterò di farlo!’ ESclamò mettendosi in piedi DAvanti al buco dietro il ritratto. ‘Sono disposto anche a fare a pugni!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Ma Neville stava chiaramente raccogliendo le forze in vista di un gESto disperato. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Non potete uscire’ insisté Neville. ‘Vi pEScheranno un'altra volta, e Grifondoro sarà nei guai più di prima’. ‘Non capisci’ disse Harry, ‘è importante’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Neville fissò le loro facce su cui si dipingeva un'ESprESsione colpevole. ‘State uscendo un'altra volta’ disse. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
DA dietro una poltrona emerse Neville, stringendo in mano il suo rospo Oscar, che a quanto pareva aveva tentato l'ennESima fuga verso la libertà. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Che cosa state facendo?’ disse una voce DAll'angolo della stanza. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Il mantello sarà il caso di mettercelo qui, ed ESsere ben certi che ci copra tutti e tre... Se Gazza nota anche soltanto un piede che se ne va a spasso per conto suo...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Lentamente, via via che i compagni se ne anDAvano a letto, la sala si vuotò. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Meglio prendere il mantello’ borbottò Harry quando Lee JorDAn si decise finalmente ad anDArsene, stiracchiandosi e sbadigliando. Harry corse di sopra, nel loro dormitorio già buio. Tirò fuori il mantello, e poi lo sguardo gli cadde sul flauto che Hagrid gli aveva regalato per Natale. Se lo mise in tasca per usarlo con Fuffi: di cantare, non se la sentiva proprio. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Dopo cena, i tre, nervosissimi, si sedettero ciascuno per suo conto nella sala di ritrovo. NESsuno venne a seccarli; nESsuno dei loro compagni di dormitorio aveva più niente DA dire a Harry. Era la prima sera che la cosa lo lasciava indifferente. Hermione sfogliava i suoi appunti nella speranza di ritrovare qualcuno degli incantESimi che quella notte avrebbero dovuto spezzare. Harry e Ron quasi non aprirono bocca. Entrambi pensavano a quello che stavano per fare. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma se ci pEScano, sarete ESpulsi anche voi’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Non se posso evitarlo’ ribatté la ragazza in tono cupo. ‘Vitious mi ha detto in gran segreto che al suo ESame ho prESo centododici su cento. Con un voto del genere, non mi butteranno fuori’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Oh, falla finita, mica penserai che ti lasciamo anDAre DA solo?’ ‘Levatelo DAlla tESta’ disse Hermione in tono spiccio. ‘Come pensi che farESti ad arrivare alla Pietra senza di noi? Sarà meglio che vaDA a sfogliare i miei libri, potrei trovare qualcosa di utile...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma basterà a coprirci tutti e tre?’ chiESe Ron. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E chi se ne importa!’ gridò Harry. ‘Ma non capite? Se Piton si porta via la Pietra, Voldemort torna! Non avete sentito che cosa è succESso quando ha tentato di fargli le scarpe? Non ci sarà più una Hogwarts DA cui ESsere ESpulsi! La raderà al suolo, o la trasformerà in una scuola di Magia Nera! Ormai, perdere punti non ha più importanza, non lo capite? O credete forse che, se il Grifondoro vince il campionato dei dormitori, lui lascerà in pace noi e le nostre famiglie? Se mi pEScano prima che io riESca a prendere la Pietra, be', dovrò tornarmene DAi Dursley e aspettare che Voldemort mi venga a cercare. Come dire che morirò un po' prima del previsto, visto che io con la Magia Nera non voglio aver niente a che fare! GuarDAte: io stanotte passo attraverso quella botola, e nulla di quel che direte potrà fermarmi! Ve lo ricorDAte o no, che Voldemort ha ucciso i miei genitori?’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Non puoi farlo!’ disse Hermione. ‘Dopo quel che hanno detto Piton e la Mcgranitt? Sarai ESpulso!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Io stasera vado e cerco di arrivare alla Pietra prima di lui’. ‘Tu sei matto!’ ESclamò Ron. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Be', ci siamo, no?’ disse Harry. Gli altri due lo guarDArono allibiti. Era pallido e gli brillavano gli occhi. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Mi dispiace, Harry!’ fece con voce lamentosa. ‘Piton è venuto fuori e mi ha chiESto che cosa facevo, allora gli ho detto che aspettavo Vitious, e lui è tornato dentro per cercarlo. Io sono venuta via, e lui non so dov'è finito’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Allora voi vi credete più furbi di una sfilza di incantESimi!’ li aggredì. ‘Ne ho abbastanza di quESta storia! Se vengo a sapere che vi siete avvicinati un'altra volta a quESta porta, tolgo altri cinquanta punti a Grifondoro! Sì, Weasley, hai capito bene: e lo farò anche se è il mio dormitorio!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Ma quella parte del piano non funzionò. Non appena ebbero raggiunto la porta che separava Fuffi DAl rESto della scuola, ricomparve la profESsorESsa Mcgranitt, e stavolta perse proprio le staffe. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E piantala!’ rimbeccò Hermione, ma poi accettò di anDAre a sorvegliare le mosse di Piton. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Noi invece ci apposteremo fuori del corridoio del terzo piano’ concluse Harry rivolto a Ron. ‘DAi, vieni’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma è evidente’ interloquì Ron. ‘Puoi far finta di aspettare il profESsor Vitious, no?’ E proseguì con una vocetta stridula: ‘"Oh, profESsore, sono tanto preoccupata, ho paura di aver DAto la risposta sbagliata alla domanDA 14b..."‘ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Uno di noi terrà d'occhio Piton: aspetterà fuori DAlla sala profESsori, e se ESce lo seguirà. Sarà bene che lo faccia tu, Hermione’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
E si allontanò, diretto verso la sala profESsori. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Sei avvisato, Potter: fatti pEScare un'altra volta ad anDAre in giro di notte, e mi occuperò personalmente di farti ESpellere. Buona giornata’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
I tre ragazzi lo fissavano. ‘Non bisognerebbe stare al chiuso, in una giornata come quESta’ proseguì lui con uno strano sorriso forzato. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
DAvanti a loro, c'era Piton. ‘Buon pomeriggio’ disse in tono calmo. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘per stanotte’ disse Harry quando si fu accertato che la profESsorESsa McGranitt non era più a tiro di voce. ‘Stanotte Piton ha intenzione di passare attraverso la botola. Ha trovato tutto quello che gli occorre, e per di più adESso Silente è fuori circolazione. E' stato lui a manDAre quel gufo: ci scommetto che al
Ministero della Magia rESteranno a bocca aperta quando vedranno arrivare Silente’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘So quel che dico, Potter’ tagliò corto la McGranitt. Poi si chinò a raccogliere i libri che le erano caduti. ‘E adESso, vi consiglio di tornarvene tutti fuori a godervi quESto bel sole’. Ma loro non seguirono il suo consiglio. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Il profESsor Silente sarà di ritorno domani’ disse infine. ‘Non so proprio come abbiate fatto a scoprire la storia della Pietra, ma state pur certi che nESsuno può rubarla, è troppo ben protetta’. ‘Ma prof...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘ProfESsorESsa: io penso, anzi lo so di certo, che Pit... che qualcuno si prepari a tentare di rubare la Pietra. Devo parlare con il profESsor Silente’. La profESsorESsa gli scoccò un'occhiata carica di un misto di orrore e di sospetto. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma quESto è importante!’ ‘Quel che voi avete DA dirgli sarebbe più importante del Ministero della Magia, Potter?’ ‘Senta, profESsorESsa’ fece Harry gettando all'aria ogni prudenza, ‘è a proposito della Pietra Filosofale...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Se n'è anDAto?’ fece Harry in tono affranto. ‘Proprio adESso?’ ‘Potter, il profESsor Silente è un grandissimo mago, la sua prESenza è richiESta DA molte parti...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Harry deglutì. Che dire? ‘Be', sarebbe un segreto...’ disse, ma subito rimpianse di averlo detto, perché le narici dell'insegnante cominciarono a fremere. ‘Il profESsor Silente è uscito dieci minuti fa’ disse poi in tono gelido. ‘Ha ricevuto un gufo urgente DAl Ministero della Magia ed è subito partito in volo per Londra’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Basterà che...’ cominciò Harry, ma all'improvviso una voce risuonò nel salone. ‘Che cosa ci fate qui dentro, voi tre?’ Era la profESsorESsa Mcgranitt, che portava una grossa pila di libri. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Vogliamo vedere il profESsor Silente’ disse Hermione con un coraggio che Harry e Ron giudicarono notevole. ‘Vedere il profESsor Silente?’ ripeté la Mcgranitt come se quella richiESta le apparisse molto sospetta. ‘E perché?’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Si guarDArono attorno come se sperassero di scorgere un cartello che indicasse la direzione giusta. NESsuno gli aveva mai detto dove abitasse Silente, né conoscevano nESsuno che fosse stato spedito DA lui. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Dobbiamo anDAre DA Silente’ disse Harry. ‘Hagrid ha raccontato a quello straniero come si fa a eludere la sorveglianza di Fuffi, e sotto quel mantello c'era o Piton o Voldemort... Dev'ESsere stato facile, dopo aver fatto sbronzare Hagrid. Spero solo che Silente creDA a quello che gli diciamo. Fiorenzo potrebbe DArci manforte,
sempre che Cassandro non glielo impedisca. Dov'è lo studio di Silente?’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Harry, Ron e Hermione non scambiarono neanche una parola finché non si fermarono nel salone d'ingrESso, che dopo il prato assolato parve loro molto freddo e cupo. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Di colpo, un'ESprESsione di orrore si dipinse sul volto di Hagrid. ‘Accidenti, non ve lo dovevo dire!’ farfugliò. ‘Dimenticate tutto! Ehi... ma dove anDAte?’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Be', sì... Insomma, anche DAlle parti di Hogwarts, non è che capiti spESso di incontrare cani a tre tESte, no? Allora gli ho detto che Fuffi era buono come il pane, se uno sapeva calmarlo. Bastava un po' di musica, e lui si addormentava come un angioletto...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E lui... ha mostrato qualche interESse per Fuffi?’ chiESe Harry cercando di mantenere calmo il tono della voce. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Può DArsi’ rispose Hagrid aggrottando le sopracciglia nello sforzo di ricorDAre. ‘Sì... Mi ha chiESto che mEStiere facevo e io gli ho detto che facevo il guardiacaccia qui... Allora ha chiESto di che genere di creature mi occupavo. Io gliel'ho detto... e ho anche detto che avevo sempre dESiderato avere un drago... Poi... non ricordo tanto bene, perché quello non faceva che offrirmi DA bere. Vediamo... sì, allora ha detto che lui aveva un uovo di drago e se lo volevo potevamo giocarcelo a carte... Però dovevo promettergli che lo tenevo bene: non voleva che finiva al chiuso in qualche casa... Allora io gli ho detto che, dopo Fuffi, tenere un drago era la cosa più facile del mondo...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Non è mica una cosa tanto strana, di gente bizzarra ce n'è tanta al pub della "TESta di Porco", giù al villaggio. Poteva ESsere un trafficante di draghi, no? Comunque, in faccia non l'ho mai visto, si è sempre tenuto il cappuccio’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Hagrid era seduto in poltrona DAvanti alla porta di casa; aveva le maniche e le gambe dei pantaloni arrotolate e stava sgusciando piselli in una grossa ciotola. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Salve!’ disse sorridendo. ‘Finiti gli ESami? Avete tempo di fermarvi a bere qualcosa?’ ‘Sì, grazie’ disse Ron, ma Harry lo bloccò. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma che cosa ti frulla per la tESta?’ chiESe Ron. Ma Harry, attraversando speditamente il parco diretto verso la forESta, non rispose. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘A voi non sembra un po' strano’ proseguì Harry mentre risalivano il declivio erboso, ‘che la cosa che Hagrid più dESidera al mondo sia un drago, e che si prESenti uno sconosciuto che per caso si ritrova un uovo di drago in tasca? Quanta gente c'è che va in giro con in tasca uova di drago, visto che è vietato DAlla legge dei maghi? stato fortunato a incontrare Hagrid, non vi pare? Oh, ma perché non ci ho
pensato prima?’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Mi è venuta in mente una cosa’ rispose Harry. Era impallidito. ‘Dobbiamo immediatamente anDAre a trovare Hagrid’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Di colpo, Harry balzò in piedi. ‘Ma dove vai?’ chiESe Ron in tono sonnacchioso. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Hagrid era l'unico che non gli scrivESse mai. Hagrid non avrebbe mai tradito Silente. Hagrid non avrebbe mai detto a nESsuno come fare per evitare Fuffi, mai... Eppure... La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Eppure, Harry era convinto che quella fastidiosa sensazione non avESse nulla a che fare con lo studio. Guardò un gufo svolazzare nel luminoso cielo azzurro, diretto alla scuola, con un mESsaggio stretto nel becco. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Harry annuì, ma non riusciva a liberarsi DAlla fastidiosa sensazione che c'era qualcosa che aveva dimenticato di fare: qualcosa di importante. Quando tentò di spiegarsi, Hermione commentò: ‘l'effetto degli ESami. Io la notte scorsa mi sono svegliata, e prima di ricorDArmi quello che avevamo fatto, ero già arrivata a sfogliare metà dei miei appunti sulle Trasfigurazioni’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Come vorrei sapere che cosa significa!’ disse con uno scatto di rabbia. ‘QuESta cicatrice non la pianta di farmi male... mi è già capitato, ma mai tanto spESso’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Va' DA MaDAma Chips’ suggerì Hermione. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Niente più ripassi!’ disse Ron con un sospiro di sollievo, stiracchiandosi sull'erba. ‘PotrESti anche smetterla di fare quel muso, Harry! Abbiamo DAvanti una settimana intera, prima di scoprire quanto siamo anDAti male. Inutile preoccuparsi adESso!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Hermione si divertiva sempre a rivedere gli ESercizi dopo l'ESame, ma Ron le disse che gli faceva venire mal di stomaco, e così si dirESsero verso il laghetto e si stESero comoDAmente sotto un albero. I gemelli Weasley e Lee JorDAn stavano facendo il solletico ai tentacoli di un calamaro gigante che si crogiolava nell'acqua tiepiDA e poco profonDA. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E' stato molto più facile di quanto credESsi’ gli disse Hermione mentre si univano alla folla dei compagni che sciamavano fuori, sul prato assolato. ‘Era perfettamente inutile imparare a memoria il
Codice di Comportamento dei Lupi Mannari del 1637 e studiare la rivolta di Elfric l'Avido’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
L'ultimo ESame fu quello di Storia della Magia. Dopo aver passato un'ora a rispondere a domande su qualche vecchio mago svitato, inventore del calderone che si mEScola DA sé, sarebbero stati liberi, liberi per una settimana intera, prima che uscissero i risultati. Quando il fantasma del profESsor R f ordinò loro di riporre le penne d'oca e di arrotolare le pergamene, Harry non poté fare a meno di rallegrarsi. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Forse perché non avevano visto quel che aveva visto Harry nella forESta, o perché non avevano cicatrici brucianti in fronte, Ron e Hermione non sembravano altrettanto ossESsionati di Harry DAlla Pietra Filosofale. Naturalmente, il pensiero di Voldemort li atterriva, ma almeno non turbava i loro sonni, ed erano talmente impegnati a ripassare le lezioni che non avevano il tempo di scervellarsi a pensare che cosa potESse combinare Piton o chiunque altro. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Harry fece del suo meglio, sforzandosi di ignorare le penetranti fitte alla fronte che lo tormentavano fin DA quella sua uscita nella forESta. Siccome Harry non riusciva a dormire, Neville era convinto che soffrisse di un grave ESaurimento DA ESami. Ma la verità era che veniva puntualmente svegliato DAl solito incubo, solo che adESso era peggio che mai: vi appariva una figura incappucciata che gocciolava sangue. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Gli ESami comprendevano anche ESercitazioni pratiche. Il profESsor Vitious li aveva chiamati a uno a uno nella sua aula per vedere se erano capaci di ESeguire lo speciale Tip-tap dell'Ananasso sulla scrivania. La profESsorESsa Mcgranitt li stette a guarDAre mentre trasformavano un topolino in una tabacchiera: se la tabacchiera era carina si guaDAgnavano punti, se aveva i baffi se ne perdevano. Piton li rESe tutti nervosi fiatandogli nel collo mentre cercavano di ricorDAre come si fabbricava la pozione che fa dimenticare le cose. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Faceva un caldo micidiale, specie nella grande aula dove si svolgevano gli scritti. Per l'ESame avevano ricevuto penne d'oca speciali, nuove di zecca, che erano state stregate con un incantESimo particolare per impedire loro di copiare. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Negli anni seguenti, Harry non ricordò mai ESattamente come aveva fatto a superare gli ESami vivendo nella quasi certezza che DA un momento all'altro Voldemort stESse per piombargli fra capo e collo. E invece i giorni passarono lenti, e non vi era il minimo dubbio che Fuffi fosse ancora vivo e vegeto dietro quella porta sprangata.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Sentite, se non vi sbrigate quello ruba la Pietra!’ Non c'era nient'altro DA fare. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Pronti?’ gridò Ron, pallido ma con aria decisa. ‘Io vado... ma ricorDAte: non rEState in giro a ciondolare, dopo che avrete vinto’. E così dicendo, fece un passo avanti e la regina lo colpì. Gli diede una forte botta in tESta con il braccio di pietra e il ragazzo cadde a terra di schianto. Hermione si lasciò sfuggire un grido, ma rimase ferma sulla sua casella. La regina bianca trascinò Ron DA una parte: il ragazzo sembrava proprio K.O. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Tutto tremante, Harry si spostò di tre caselle a sinistra. A quel punto, il re bianco si tolse la corona di tESta e la gettò ai piedi di Harry. I neri avevano vinto. I pezzi si divisero in due gruppi e ciascun gruppo si inchinò all'altro, lasciando intravedere la porta aperta in fondo alla stanza. Gettando un'ultima occhiata disperata in direzione di Ron, rimasto indietro, Harry e Hermione spiccarono la corsa, e varcata la porta si dirESsero di gran carriera lungo il corridoio. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E se Ron...?’ ‘Andrà tutto bene’ disse Harry, cercando di convincere soprattutto se stESso. ‘Secondo te, che cos'altro ci manca?’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Be', Sprite il suo tiro ce l'ha già giocato, con il Tranello del Diavolo... A stregare le chiavi sarà stato senz'altro Vitious... La McGranitt ha fatto una Trasfigurazione ai pezzi degli scacchi facendoli diventare vivi... Ci manca l'incantESimo di Raptor e poi quello di Piton...’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Intanto erano giunti DAvanti a un'altra porta. ‘Tutto bene?’ sussurrò Harry. ‘Va' avanti tu’. Harry spinse la porta. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Le loro narici furono invase DA un odore nauseabondo, che costrinse entrambi a coprirsi il naso con il mantello. Con gli occhi pieni di lacrime videro, stESo per terra DAvanti a loro, un mostro ancor più grosso di quello con cui avevano già avuto a che fare. Giaceva inerte con un bernoccolo insanguinato in tESta. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Meno male che non abbiamo dovuto vedercela anche con quESto’ mormorò Harry mentre, con circospezione, scavalcavano una delle zampone massicce. ‘Vieni, qui dentro non si rESpira’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Aprì la porta succESsiva tirandola a sé. Quasi non avevano il coraggio di guarDAre quel che avrebbero trovato. E invece non c'era nulla di particolarmente spaventoso: erano in una stanza con un tavolo su cui erano allineate sette bottiglie di forme diverse. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Varcarono la soglia e immediatamente, nello strombo della porta alle loro spalle, si accESe un fuoco fiammeggiante. Non era un fuoco qualsiasi: era viola. Nello stESso istante, fiamme nere si sprigionarono DAlla soglia della porta seguente. Erano in trappola. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘GuarDA!’ Hermione afferrò un rotolo di carta posato sul tavolo accanto alle bottiglie. Harry si sporse oltre la sua spalla per leggere quello che c'era scritto: La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
DAvanti a voi è il pericolo, dietro la sicurezza Due tra di noi vi aiutano, usate la dEStrezza Una sola, di sette, vi lascerà avanzare Se un'altra ne berrete, vi farebbe arretrare Due son piene soltanto di nettare d'ortica Tre, assassine, s'apprEStano alla loro fatica. Scegliete o rESterete per sempre tra i supplizi. Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi: Primo, seppur subdolamente il velen non si svela, Il vino delle ortiche alla sinistra cela; Secondo, differenti sono quelle agli EStremi Ma per anDAre avanti rimangono problemi; Terzo, come vedete, non ve n'è una uguale Sol di nana e gigante il vin non è letale; Quarto, la seconDA a dritta e la seconDA a sinistra Sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Hermione si lasciò sfuggire un gran sospiro, e Harry, allibito, vide che sorrideva: era proprio l'ultima cosa che a lui sarebbe venuto di fare. ‘Geniale!’ disse la ragazza. ‘QuESta non è magia: è logica. Si tratta di una sciaraDA. Ci sono tanti grandi maghi che non hanno un briciolo di logica: loro sì che rESterebbero bloccati qui in eterno’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E anche noi, vero?’ ‘Certo che no’ disse Hermione. ‘Su quESta carta c'è scritto tutto quel che ci serve sapere. Sette bottiglie: tre contengono veleno, due vino, una ci farà attraversare sani e salvi il fuoco nero e una ci aiuterà a superare quello viola per tornare indietro’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma come facciamo a sapere DA quale bere?’ ‘DAmmi un minuto di tempo’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Hermione lESse e rilESse la carta più volte. Poi si mise ad anDAre su e giù lungo la fila di bottiglie, borbottando fra sé e sé e indicandole ogni tanto col dito. Alla fine, batté le mani. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ho capito!’ ESclamò. ‘Quella più piccola ci farà attraversare il fuoco nero... per raggiungere la Pietra’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Dentro c'è abbastanza DA bere soltanto per uno di noi’ osservò. ‘Non è neanche un sorso’. Si scambiarono un'occhiata. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘E qual è che ci farà tornare indietro attraversando le fiamme viola?’ Hermione indicò una bottiglia panciuta, all'EStremità dEStra della fila. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Bevi tu DA quella’ disse Harry. ‘No, sta' a sentire... torna indietro e va' a prendere Ron... acchiappate le scope nella stanza delle chiavi volanti. Con quelle riuscirete a uscire DAlla botola e a evitare Fuffi... Poi, anDAte dritti filati alla voliera dei gufi, e manDAte Edvige DA Silente: abbiamo bisogno di lui. Io posso forse riuscire a tenere a baDA Piton per un po', ma non sono certo un avversario alla sua altezza’. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Harry... tu sei un mago bravissimo, lo sai?’ ‘Non quanto te’ rispose Harry imbarazzatissimo, mentre lei mollava la prESa. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Io!’ disse Hermione. ‘Ma figurati: soltanto libri... e un po' di furbizia! Ma ci sono cose più importanti di quESta: l'amicizia, il coraggio e... Oh, Harry! Ti prego, sta' attento!’ La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
‘Ma certo’ rispose Hermione. Dopodiché bevve una lunga sorsata DAlla bottiglia panciuta e fu scossa DA un brivido. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Hermione si voltò, si dirESse dritta filata verso il fuoco viola e lo attraversò. Harry inspirò profonDAmente e prESe la bottiglia più piccola. Volse il viso verso le fiamme nere. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Fu proprio come se il suo corpo venisse invaso DAl ghiaccio. Posò la bottiglia e fece un passo avanti; strinse i pugni, vide le fiamme nere che lambivano il suo corpo, ma non ne avvertì il calore... Per un istante non vide altro che fuoco nero... poi si ritrovò DAll'altra parte, nell'ultima stanza. La botola (Cap. 16 Harry Potter 1) |
Il frastuono divenne assorDAnte. Quelli che erano riusciti a fare il conto mentre griDAvano a squarciagola, sapevano che il Grifondoro aveva raggiunto quattrocentosettantadue punti, ESattamente come il Serpeverde. La coppa sarebbe stata loro… se soltanto Silente avESse DAto a Harry un punto in più!
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
«Lei!» ESclamò Harry col fiato mozzo.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
«Chi, Severus?» Raptor rise, e non fu la sua solita risatina tremula, bensì una risata fredDA e tagliente. «Sì, Severus sembra proprio il tipo giusto, non è vero? È talmente utile averlo qui a svolazzare DAppertutto, come un pipistrello gigante! Con lui in giro, chi sospetterebbe mai del po-povero, ba-balbuziente p-profESsor Ra-Raptor?» Harry non credeva alle proprie orecchie. Non poteva ESsere vero!
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«No, no, no! Sono stato io. La tua amica Granger mi ha urtato involontariamente quando è corsa ad appiccare fuoco a Piton, durante la partita a Quidditch. Con quello spintone ha interrotto il mio contatto visivo con te: ancora pochi secondi, e sarei riuscito a disarcionarti DAlla scopa. Anzi, ci sarei riuscito anche prima, se Piton non avESse continuato a borbottare controincantESimi nel tentativo di salvarti».
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«Ma certo» disse Raptor, sempre in tono gelido. «Perché credi che volESse arbitrare lui la tua seconDA partita? Cercava di evitare che io ci riprovassi. Veramente buffo… Non c’era bisogno che si dESse tanta pena. Non avrei potuto fare niente comunque, con Silente che assisteva alla partita. Tutti gli altri insegnanti pensavano che Piton stESse cercando di ostacolare la vittoria del Grifondoro, lui si è rESo veramente impopolare… e che gran perdita di tempo, visto che nonostante tutto, stanotte ti ammazzo».
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Raptor schioccò le dita. DAl nulla apparvero delle funi che si avvolsero strette intorno a Harry.
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«Tu sei troppo ficcanaso per continuare a vivere, Potter. AnDArtene in giro a quel modo per tutta la scuola, il giorno di Halloween! Per quanto ne sapevo io, mi avevi visto benissimo mentre venivo a sincerarmi di che cosa ci fosse a guardia della Pietra».
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«Ma certamente. Ho un talento speciale con i mostri, io… Avrai visto senz’altro che cosa ho fatto a quello della stanza qua accanto. Ma purtroppo, mentre tutti correvano DAppertutto cercando di stanarlo, Piton, che già sospettava di me, è venuto dritto filato al terzo piano per intercettarmi, e non solo il mio mostro non ti ha fatto a pezzi, ma neanche il cane a tre tESte è riuscito a staccare la gamba a morsi a Piton come si deve.
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«E ora, Potter, aspetta un attimo e fa’ silenzio. Devo ESaminare quESto specchio molto interESsante».
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Solo in quell’istante Harry si rESe conto dell’oggetto che si trovava alle spalle di Raptor. Era lo Specchio delle Brame. «Lo specchio è la chiave per trovare la Pietra» mormorava Raptor mentre tastava la cornice. «Figuriamoci se Silente non EScogitava una cosa del genere… ma tanto lui è a Londra… e per quando sarà tornato, io sarò già molto lontano».
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«Ho visto lei e Piton nella forESta…» gli uscì detto.
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«Già» rispose Raptor indolente, girando attorno allo specchio per osservarlo DA dietro. «All’epoca, mi stava addosso, cercando di scoprire fino a che punto fossi arrivato. Ha sempre sospettato di me. E ha cercato di spaventarmi… come se fosse stato possibile, con il Signore Voldemort DAlla mia parte!»
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Raptor venne fuori DA dietro lo specchio e ci guardò dentro aviDAmente.
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Harry cercò di divincolarsi DAlle funi che lo tenevano legato, ma quelle non cedettero. Doveva impedire a tutti i costi che Raptor dedicasse tutta l’attenzione allo specchio.
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«Oh, per odiarti, ti odia» disse Raptor con tono di noncuranza, «ci puoi giurare che ti odia. Era a Hogwarts con tuo padre, lo sapevi? Si detEStavano cordialmente. Però non ti ha mai voluto morto».
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«Eppure profESsore, qualche giorno fa io l’ho sentita singhiozzare… Pensavo che Piton la stESse minacciando…»
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«Lui è con me ovunque io vaDA» disse Raptor in tono pacato. «Lo incontrai all’epoca in cui giravo il mondo. Allora ero un giovanotto scervellato, pieno di idee ridicole sul bene e sul male. Il Signore Voldemort mi ha dimostrato quanto avESsi torto. Bene e male non ESistono. ESistono soltanto il potere e coloro che sono troppo deboli per ricercarlo… DA allora l’ho sempre servito fedelmente, benché lo abbia deluso molte volte. Ha dovuto ESsere molto duro con me». Raptor d’improvviso rabbrividì. «Non perdona facilmente gli errori.
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La voce di Raptor si spense. A Harry tornò in mente la gita a Diagon Alley… Come aveva potuto ESsere tanto stupido? Era proprio lì che quel giorno aveva visto Raptor e scambiato una stretta di mano con lui al Paiolo magico.
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‘Quel che voglio più di qualsiasi altra cosa al mondo in quESto momento’ pensava, ‘è trovare la Pietra prima di Raptor. Perciò se mi guardo nello specchio, dovrei vedermi nell’atto di trovarla… il che significa che dovrei vedere dove è nascosta! Ma come faccio a specchiarmi senza che Raptor capisca le mie intenzioni?’ Cercò di spostarsi verso sinistra per trovarsi di fronte allo specchio senza che Raptor lo notasse, ma le corde intorno alle caviglie erano troppo strette: incESpicò e cadde. Raptor continuava a ignorarlo e a parlare tra sé e sé.
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«Vediamo un po’, che cosa fa quESto specchio? Come funziona? Padrone, aiutami!»
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E con orrore, Harry senti una voce rispondere, una voce che sembrava provenire DAllo stESso Raptor.
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«Vieni qui» ripeté Raptor. «GuarDA nello specchio e dimmi che cosa vedi».
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‘Devo mentire’ pensò disperatamente. ‘Devo guarDAre e mentire su quel che vedo: tutto qui’.
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Raptor gli si avvicinò e si fermò alle sue spalle. Harry rESpirò lo strano odore che sembrava provenire DAl turbante di Raptor. Chiuse gli occhi, andò a mettersi DAvanti allo specchio e li apri di nuovo.
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All’inizio vide riflESso il suo viso, pallido e con un’ESprESsione atterrita. Ma un attimo dopo, la sua immagine gli sorrise, mise una mano in tasca e ne tirò fuori una pietra color rosso sangue. Ammiccò e si rimise la pietra in tasca… Nell’attimo stESso in cui l’immagine compiva quel gESto, Harry sentì qualcosa di pESante scivolargli in tasca. Non sapeva come, era accaduto l’incredibile: la Pietra era in suo possESso.
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«Togliti di mezzo!» disse. Spostandosi di lato, Harry avvertì contro il suo fianco il contatto della Pietra Filosofale. Avrebbe osato DArsela a gambe?
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Ma non aveva fatto neanche cinque passi, quando una voce stridula parlò, benché Raptor non avESse aperto bocca.
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«Certo che sono abbastanza forte… per quESto».
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Harry provò la stESsa sensazione di quando il Tranello del Diavolo lo aveva inchioDAto dove si trovava. Non riusciva a muovere un muscolo. Pietrificato, guardò Raptor che gli si avvicinava e incominciava a svolgersi il turbante. Che cosa voleva fare? Il turbante cadde a terra. Senza quel copricapo, la tESta di Raptor sembrava stranamente piccola. Poi lentamente, Raptor fece dietro-front.
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Harry avrebbe voluto urlare ma non riuscì a emettere alcun suono. Nel punto dove normalmente avrebbe dovuto trovarsi la nuca del profESsore, c’era un volto, il volto più orrendo che Harry avESse mai visto. Era bianco come il gESso, con occhi rossi che manDAvano bagliori, e per narici due fESsure, come un serpente.
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«Lo vedi che cosa sono diventato?» disse il volto. «Pura ombra e vapore… io prendo forma soltanto quando posso abitare il corpo di qualcuno… Ma ci sono sempre state persone disposte ad aprirmi il cuore e la mente… Il sangue di unicorno mi ha rinvigorito, nelle scorse settimane… Hai visto quando il fedele Raptor l’ha bevuto per me. nella forESta… Una volta che sarò entrato in possESso dell’Elisir di Lunga Vita, potrò crearmi un corpo tutto mio… E ora, veniamo a noi… Perché non mi DAi quella pietra che hai in tasca?»
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«Non fare l’idiota» ringhiò il volto. «È meglio che ti salvi la vita e ti unisci a me… altrimenti farai la stESsa fine dei tuoi genitori! Loro sono morti implorando la mia clemenza…»
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«Ma che cosa commovente…» sibilò. «Io apprezzo sempre molto il coraggio… Sì, ragazzo, i tuoi genitori erano coraggiosi… Per primo ho ucciso tuo padre: lui aveva ingaggiato un’intrepiDA lotta… Tua madre, invece, non era necESsario che morisse… stava solo cercando di proteggerti… E ora DAmmi quella pietra, se non vuoi che sia morta invano».
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Harry balzò verso la porta lambita DAlle fiamme, ma Voldemort gridò: «PRENDILO!», e un istante dopo Harry sentì la mano di Raptor stringerglisi intorno al polso. Di colpo, una fitta acuta corse lungo tutta la cicatrice che Harry aveva sulla fronte: era come se la tESta gli si spaccasse in due. Gridò, lottando con tutte le sue forze, e con suo grande stupore Raptor lasciò la prESa. Il dolore alla tESta diminuì. Harry si guardò intorno, in preDA alla disperazione, per vedere dove fosse finito Raptor, e lo vide, piegato in due per il dolore, guarDArsi le dita, che si stavano riempiendo di vESciche a vista d’occhio.
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«Prendilo! PRENDILO!» gridò di nuovo Voldemort con voce stridula, e Raptor fece un balzo in avanti manDAndo Harry lungo distESo per terra e afferrandogli il collo con entrambe le mani. Il dolore della cicatrice quasi lo accecava, ma ciò non gli impedì di vedere Raptor torcersi in preDA agli spasimi.
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«Padrone, non riESco a trattenerlo… le mie mani… le mie mani!»
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E Raptor, pur continuando a tenere inchioDAto il ragazzo a terra con le ginocchia, mollò la prESa sul suo collo per contemplarsi inorridito i palmi delle mani. Anche Harry li vide: erano bruciacchiati, con la carne al vivo, rossa e lucente.
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Raptor alzò la mano per ESeguire un sortilegio mortale, ma Harry, istintivamente, gli afferrò la faccia…
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Raptor gli rotolò via di dosso, e quESta volta anche il volto gli si era coperto di vESciche. A quel punto Harry capì: Raptor non poteva toccarlo senza provare un atroce dolore. La sua unica speranza, quindi, era di non mollarlo: quel contatto doloroso gli avrebbe impedito di fare incantESimi.
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Harry balzò in piedi, afferrò Raptor per un braccio e lo tenne più stretto che poteva. Raptor griDAva e cercava di scrollarselo di dosso. Il dolore alla tESta di Harry aumentava: ormai udiva soltanto le terribili striDA di Raptor, Voldemort che griDAva: «UCCIDILO! UCCIDILO!», e poi altre voci (quESte forse ESistevano soltanto nella sua tESta) che urlavano il suo nome.
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Un oggetto dorato luccicava proprio sopra di lui. Era il Boccino! Cercò di afferrarlo, ma si sentiva le braccia troppo pESanti.
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«Buon pomeriggio, Harry» disse quESti.
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Harry lo guardò con tanto d’occhi. Poi recuperò la memoria: «Signor direttore! La Pietra! È stato Raptor! AdESso ce l’ha lui! Bisogna far prESto, signore…»
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«Harry ti prego di calmarti, altrimenti MaDAma Chips mi farà buttare fuori».
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Harry deglutì e si guardò intorno. Si rESe conto di ESsere nell’infermeria del castello. Era aDAgiato in un letto DAlle candide lenzuola di lino, e sul comodino accanto sembrava fosse stato trasferito un intero negozio di dolciumi.
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«Quelli sono pegni di affetto dei tuoi amici e ammiratori» disse Silente illuminandosi in volto. «Quel che è accaduto giù nei sotterranei tra te e il profESsor Raptor è segretissimo, quindi naturalmente tutta la scuola ne è al corrente. Credo che i tuoi amici Fred e George Weasley abbiano cercato di manDArti la tavoletta di una tazza del gabinetto: devono aver creduto che ti sarESti divertito. Ma MaDAma Chips non l’ha giudicata una cosa molto igienica, e quindi l’ha confiscata».
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«DA quanto tempo sono qui?»
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«Tre giorni. Il signor Ronald Weasley e la signorina Granger saranno molto sollevati di sapere che hai riprESo i sensi. Erano preoccupatissimi».
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«Vedo che non è facile distrarti. Molto bene, parliamo della Pietra. Il profESsor Raptor non è riuscito a portartela via. Io sono arrivato in tempo per impedirlo, anche se devo ammettere che te la stavi cavando molto bene DA solo».
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«Ma lei ci è arrivato sul luogo dell’appuntamento? Ha ricevuto la civetta DA Hermione?»
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«Ci dobbiamo ESsere incrociati a mezz’aria. Non avevo neanche mESso piede a Londra, che ho capito subito che il luogo dove dovevo anDAre era quello che avevo appena lasciato. Sono arrivato giusto in tempo per toglierti di mano a Raptor…»
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«Ho temuto di ESsere arrivato troppo tardi».
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«C’è mancato poco. Non ce l’avrei fatta a lungo a tenerlo lontano DAlla Pietra…»
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«Non DAlla Pietra, ragazzo, DA te! Lo sforzo che hai fatto per poco non ti è costato la vita. Per un orribile momento, ho temuto che fosse così. Quanto alla Pietra, è anDAta distrutta».
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«Ma quESto significa che lui e sua moglie moriranno, non è così?»
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«Per uno giovane come te, sono sicuro che tutto quESto sembrerà incredibile, ma per Nicolas e Peronella è proprio come anDAre a dormire dopo una giornata molto, molto lunga. In fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura. Sai, la Pietra non era poi una cosa tanto prodigiosa. Sì, certo: tutti i soldi e tutta la vita che uno può volere… Sono le due cose che la maggior parte degli ESseri umani dESidera più di ogni altra… Ma il guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro».
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Harry, stESo a letto, sembrava aver perso la parola. Silente canticchiò un motivetto e sorrise guarDAndo il soffitto.
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«Chiamalo pure Voldemort, Harry. Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome. La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stESsa».
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«D’accordo, signore. Dicevo, Voldemort cercherà qualche altro modo per tornare, non è vero? Voglio dire, non se n’è mica anDAto per sempre, no?»
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«No, Harry, non se n’è anDAto per sempre. È ancora là fuori, DA qualche parte, forse in cerca di un altro corpo DA abitare… Visto che non è veramente vivo, è impossibile ucciderlo. Ha lasciato morire Raptor: ha tanta poca compassione per i seguaci quanto per i nemici. Comunque, Harry, se tu hai ritarDAto il suo ritorno al potere, la prossima volta ci vorrà semplicemente qualcun altro che sia in grado di sostenere quella che sembra una battaglia persa… Ma se il suo dESiderio di potere continuerà a venire ostacolato, forse non lo riconquisterà mai più».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
Harry annuì, ma smise subito, perché quel movimento gli faceva dolere la tESta. Poi disse: «Signore, ci sono alcune altre cose che mi piacerebbe sapere, se lei può rispondermi… cose sulle quali vorrei sapere la verità».
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«La verità…» sospirò Silente. «È una cosa meravigliosa e terribile, e per quESto va trattata con grande cautela. In ogni caso, risponderò alle tue domande, a meno che non abbia ottime ragioni per non farlo, nel qual caso ti prego di perdonarmi. Ma non mentirò».
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QuESta volta, Silente fece un sospiro ancora più profondo.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
«Purtroppo, alla prima domanDA non posso rispondere. Non oggi. Non ora. Un giorno lo saprai… ma per adESso, Harry, non ci pensare. Quando sarai più grande… Lo so che non sopporti di sentirtelo dire, ma… quando sarai pronto, lo saprai».
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«Vedi, tua madre è morta per salvarti. Ora, se c’è una cosa che Voldemort non riESce a concepire, è l’amore. Non poteva capire che un amore potente come quello di tua madre, lascia il segno: non una cicatrice, non un segno visibile… ESsere stati amati tanto profonDAmente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ti rESta dentro, nella pelle. Raptor, che avendo ceduto l’anima a Voldemort era pieno di odio, di brama e di ambizione, non poteva toccarti per quESta ragione. Per lui era un tormento toccare una persona segnata DA un marchio di tanta bontà».
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A quel punto l’attenzione di Silente fu attratta DA un uccellino che si era posato sul DAvanzale della finEStra, il che lasciò a Harry il tempo di asciugarsi gli occhi col lenzuolo. Quando ebbe ritrovato la voce, il ragazzo disse: «E il mantello che rende invisibili… lei sa chi me l’ha manDAto?»
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«Ah… si dà il caso che tuo padre lo abbia lasciato a me, e io ho pensato che avrebbe potuto farti piacere averlo». Gli occhi di Silente ammiccarono. «Sono cose utili… Quando era qui, tuo padre lo usava soprattutto per sgattaiolare in cucina e far fuori qualche buon bocconcino».
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«Il profESsor Piton, Harry».
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«Be’, sì, direi proprio che si detEStavano. Più o meno come te e Malfoy. Ma poi, tuo padre ha fatto una cosa che Piton non gli ha mai perdonato».
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«Già…» fece Silente in tono sognante. «Strano come funziona la mente delle persone, non trovi? Il profESsor Piton non sopportava di dovere qualcosa a tuo padre… Io credo che quESt’anno si sia tanto impegnato a proteggerti solo perché in quel modo credeva di mettersi in pari con tuo padre. Dopodiché, avrebbe potuto tranquillamente tornare a odiarne la memoria…»
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Harry cercò di capire quel difficile concetto, ma poiché gli faceva dolere la tESta, ci rinunciò.
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«Ehm… un’altra domanDA, signore!»
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«Come ho fatto a tirare fuori la Pietra DAllo specchio?»
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«Ah, sono proprio contento che tu me lo chieDA. E stata una delle mie idee più brillanti… e, detto fra noi, è tutto dire! Vedi, soltanto chi avESse voluto trovare la Pietra… baDA bene: trovarla, non usarla… sarebbe stato capace di prenderla. Altrimenti lo specchio gli avrebbe rimanDAto l’immagine di uno che fabbrica oro o che beve Elisir di Lunga Vita. Devo dire che certe volte il mio cervello mi sorprende… Be’, adESso basta con le domande. Propongo che tu cominci ad assaggiare qualcuno di quESti dolci. Ah! Gelatine Tuttigusti+1! DA giovane ho avuto la sfortuna di trovarne una al gusto di vomito, e DA allora devo dire che per me hanno perso ogni attrattiva… Ma se prendo una bella caramella mou, non dovrei correre rischi… Tu che dici?»
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Sorrise e si cacciò in bocca un cubetto DAl bel colore ambrato. Appena l’ebbe masticata, ESclamò: «Povero me! Cerume!»
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MaDAma Chips, la capo-infermiera, era una donna simpatica ma inflESsibile.
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«Ma ha lasciato entrare il profESsor Silente…»
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«Ma mi sto riposando. Guardi, sono qui stESo a letto e… Oh, la prego, MaDAma Chips…»
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Hermione sembrava sul punto di gettargli di nuovo le braccia al collo, ma Harry fu contento che si trattenESse, perché la tESta gli doleva ancora molto.
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«Oh, Harry, eravamo sicuri che tu ce l’avrESti… Silente era talmente preoccupato…»
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«Tutta la scuola non parla d’altro» disse Ron, «ma che cosa è succESso veramente?»
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«lo l’ho sempre detto che è un po’ svitato» disse Ron, che pareva molto colpito DAl livello di follia del suo eroe.
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«E di voi due, che cosa ne è stato?» chiESe Harry.
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«Be’, io sono riuscita a ritornare indietro sana e salva» disse Hermione. «Ho fatto rinvenire Ron, e c’è voluto un bel po’ di tempo… Quando siamo corsi su alla voliera per manDAre il mESsaggio a Silente, lo abbiamo incontrato nel salone d’ingrESso. Sapeva già tutto, e ha detto soltanto: ‘Harry gli è anDAto dietro, vero?’ Poi si è precipitato su al terzo piano».
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«Tu pensi che lui abbia voluto farti fare tutto quESto intenzionalmente?» disse Ron. «Intendo dire, quando ti ha fatto avere il mantello di tuo padre, eccetera…»
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«Be’» ESplose Hermione, «se è così… voglio dire, è terribile… potevi anche rimanerci!»
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«No, non è così» disse Harry pensieroso. «È un tipo strano, Silente. Penso che abbia voluto DArmi una possibilità. Sapete, credo che sappia più o meno tutto quel che accade qui. Perciò doveva ESsergli abbastanza chiaro che noi ci avremmo provato, e invece di fermarci, ci ha insegnato tanto DA DArci una mano. Non credo sia un caso, il fatto che mi abbia lasciato scoprire come funzionava lo specchio: probabilmente, ha pensato che era mio diritto affrontare Voldemort, se ce la facevo…»
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«Sì, Silente lo va strombazzando ai quattro venti» disse Ron tutto orgoglioso. «Senti, devi rimetterti in piedi per la fESta di fine anno di domani. Il conteggio dei punti è stato ultimato, e naturalmente i Serpeverde hanno vinto: tu mancavi all’ultima partita di Quidditch e, senza di te, il Corvonero ci ha stracciati… Ma almeno il rinfrESco sarà ottimo».
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In quel momento, entrò di corsa MaDAma Chips.
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«Voglio anDAre alla fESta» disse a MaDAma Chips mentre quESta era occupata a rimettere in ordine le molte scatole di dolci sul tavolino. «Posso, no?»
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«Il profESsor Silente dice che bisogna DArtelo, quESto permESso» disse in tono un po’ sdegnoso, come se a parer suo il profESsor Silente ignorasse quanto potESsero ESsere rischiose le fESte. «Comunque, qui ci sono altre visite per te».
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«È stata… tutta… colpa… mia… maledetto me!» singhiozzò con la faccia tra le mani. «Sono stato io a dire a quel malvagio come sfuggire alla sorveglianza di Fuffi! Proprio io gliel’ho detto! Era l’unica cosa che non sapeva, e io gliel’ho detta! Tu potevi morire! E tutto per un uovo di drago! Giuro che non berrò più neanche un goccio! Mi meritavo d’ESsere buttato fuori e manDAto a vivere fra i Babbani!»
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«Hagrid!» disse Harry scosso, vedendo Hagrid tremare di pena e di rimorso, con i lucciconi che gli rotolavano giù per la barba. «Dài, Hagrid, l’avrebbe scoperto lo stESso. Parliamo di Voldemort: l’avrebbe scoperto anche senza che glielo dicESsi tu!»
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A quel punto Harry gridò con quanto fiato aveva: «Voldemort!» Hagrid rimase talmente sconvolto che smise di piangere. «Io l’ho conosciuto, e lo chiamo per nome. Dài, Hagrid, consolati: abbiamo salvato la Pietra, ora non c’è più e lui non può usarla. Su, prendi una Cioccorana, ne ho a vagoni…»
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Hagrid si asciugò il naso con il dorso della mano e disse: «QuESto mi fa tornare in mente che ho un regalo per te».
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«No. Ieri Silente mi ha DAto una giornata di libertà per fabbricarlo… anche se naturalmente faceva bene a buttarmi fuori… A ogni modo, quESto è per te…»
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Sembrava un bel libro rilegato in cuoio. Harry lo aprì, curioso. Era pieno di foto magiche: DA ogni pagina, suo padre e sua madre gli sorridevano salutandolo con la mano.
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«Ho manDAto gufi e civette a tutti i vecchi compagni di scuola dei tuoi genitori, chiedendogli delle foto… Sapevo che tu non ne avevi… Ti piace?»
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Quella sera Harry si avviò DA solo alla fESta di fine anno. Era stato trattenuto DAlle assidue cure di MaDAma Chips, che aveva insistito per DArgli un’ultima controllata, quindi la Sala Grande era già piena. Era parata a fESta con i colori di Serpeverde, verde e argento, per fESteggiare il fatto che aveva vinto la coppa per il settimo anno di fila. Un immenso stenDArdo con il serpente di Serpeverde copriva la parete dietro alla Tavola delle Autorità.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
Quando Harry entrò, ci fu un improvviso silenzio: poi tutti cominciarono a parlare ad alta voce. Lui si infilò in un posto rimasto libero tra Ron e Hermione al tavolo di Grifondoro, facendo finta di non vedere che tutti gli altri erano in piedi e lo guarDAvano.
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«Un altro anno è passato!» iniziò Silente con tono allegro. «E io devo tediarvi con una chiacchierata DA vecchio bacucco, prima che possiamo affonDAre i denti nelle nostre deliziose leccornie. Che anno è stato quESto! Si spera che adESso abbiate la tESta un po’ meno vuota di quando siete arrivati… E ora, avete tutta l’EState DAvanti a voi per tornare a vuotarvela, prima che cominci il nuovo anno…
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«Ora, se ho ben capito» proseguì, «deve ESsere assegnata la Coppa delle Case, e la classifica è quESta: al quarto posto Grifondoro, con trecentododici punti; terzo Tassorosso con trecentocinquantadue punti; secondo Corvonero, con quattrocentoventisei punti e primo Serpeverde, con quattrocentosettantadue».
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Una boato di ovazioni e battimani ESplose DAl tavolo di Serpeverde. Harry vide Draco Malfoy che batteva il suo calice sul tavolo, e quella visione lo fece star male.
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«Sì, sì, molto bene, Serpeverde» continuò Silente. «Ma ci sono alcuni recenti avvenimenti che vanno prESi in considerazione».
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«Ehm…» disse Silente, «ho alcune comunicazioni dell’ultimo minuto DA fare, a proposito del punteggio. Vediamo un po’. Ecco…
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Ron si fece tutto rosso in faccia: sembrava un ravanello gravemente ustionato DAl sole.
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«…per la migliore partita a scacchi che si sia vista a Hogwarts DA molti anni a quESta parte, attribuisco al Grifondoro cinquanta punti».
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Gli applausi dei Grifondoro raggiunsero quasi il soffitto incantato; le stelle, DA lassù, sembravano fremere. Si sentiva Percy dire agli altri prefetti: «È mio fratello, sapete? Il mio fratello più piccolo! Ha passato la prova alla scacchiera gigante della McGranitt!»
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«Secondo, alla signorina Hermione Granger… per avere usato fredDAmente la sua logica di fronte al fuoco, attribuisco al dormitorio di Grifondoro cinquanta punti».
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Hermione si nascose il viso tra le braccia; Harry ebbe il forte sospetto che fosse scoppiata in lacrime. Alla tavola di Grifondoro, i ragazzi non stavano più nella pelle… avevano guaDAgnato cento punti!
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«Terzo, al signor Harry Potter…» proseguì Silente. Nella sala non si udì più volare una mosca. «…per il suo sangue freddo e l’eccezionale coraggio, attribuisco al Grifondoro altri sESsanta punti!»
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«ESistono molti tipi di coraggio» disse Silente sorridendo. «Affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici. E pertanto… attribuisco dieci punti al signor Neville Paciock».
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Chi si fosse trovato fuori della sala avrebbe potuto credere che ci fosse stata un’ESplosione, tanto fu il baccano che scoppiò alla tavola del Grifondoro. Harry, Ron e Hermione si erano alzati in piedi griDAndo e battendo le mani, mentre Neville, bianco come un cencio per lo shock, scompariva sotto un capannello di compagni che cercavano di abbracciarlo. Prima di allora, non aveva mai vinto neanche un punto per Grifondoro! Harry, che stava ancora applaudendo, diede qualche calcio sugli stinchi a Ron indicandogli Malfoy, il quale non avrebbe potuto apparire più stupefatto e inorridito se qualcuno gli avESse fatto l’IncantESimo della Pastoia Total-Body.
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«Ciò significa» riprESe Silente sovrastando l’uragano di applausi dei Corvonero e dei Tassorosso, anche loro al settimo cielo per la sconfitta di Serpeverde, «ciò significa che dovremo ritoccare un po’ quelle decorazioni!»
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
Batté le mani, e istantaneamente i parati verdi si fecero scarlatti e quelli d’argento divennero d’oro; l’enorme serpente di Serpeverde scomparve, lasciando il posto al leone rampante di Grifondoro. Piton stringeva la mano alla profESsorESsa McGranitt con stampato in volto un orribile sorriso stiracchiato. Il suo sguardo incrociò quello di Harry e il ragazzo capì all’istante che i sentimenti di Piton verso di lui non erano cambiati di un ette. Ma quESto non lo preoccupava: a quanto pareva, l’anno seguente la vita sarebbe tornata normale… o quanto meno, normale per Hogwarts.
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A Harry era passato di mente che non erano ancora usciti i risultati degli ESami; ma quelli puntualmente arrivarono. Con loro grande sorprESa, sia lui che Ron erano stati promossi con ottimi voti; quanto a Hermione, com’era DA prevedere, risultò l’alunna migliore dell’anno. Persino Neville riuscì a passare per il rotto della cuffia: i buoni voti che aveva prESo in Erbologia avevano compensato quelli disastrosi in Pozioni. Avevano sperato che Goyle, stupido quasi quanto cattivo, venisse buttato fuori; ma anche lui venne promosso. Era un gran peccato ma, come disse Ron, nella vita non si poteva avere tutto.
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Poi, un bel giorno, i loro guarDAroba si svuotarono di colpo, i bauli si riempirono, il rospo di Neville fu trovato acquattato in un angolo dei bagni; a tutti gli studenti vennero distribuiti avvisi scritti di non usare la magia durante le vacanze («Spero sempre che si dimentichino di DArceli» aveva detto Fred Weasley tutto triste). Hagrid si prESentò per accompagnarli giù al porticciolo sul lago, dove li attendeva una flottiglia di barche per traghettarli; tutti salirono a bordo del Hogwarts ExprESs, ridendo e chiacchierando mentre la campagna filava via sempre più verde e ordinata. Si rimpinzarono di caramelle Tuttigusti+1 mentre fuori del finEStrino guarDAvano sfrecciare le città dei Babbani; si tolsero di dosso i mantelli DA mago e rimisero giacche e cappotti; poi, finalmente, giunsero al binario nove e tre quarti della stazione di King’s Cross.
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Ci volle un po’, prima che tutti si allontanassero DAl binario. Al tornello c’era un anziano vigile tutto rugoso che li fece uscire a due o tre alla volta, in modo che non attirassero l’attenzione saltando fuori tutti insieme DA un muro e non suscitassero allarme fra i Babbani.
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«Dovete venire tutti e due a trovarci, quESt’EState» disse Ron, «vi manderò un gufo».
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«Grazie» disse Harry, «sarà piacevole pregustare quESto programma».
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Lui, Ron e Hermione uscirono insieme DAi cancelli.
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«Eccolo, mamma, è lì, guarDA!»
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«Harry Potter!» strillò. «GuarDA, mamma, vedo…»
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La signora Weasley li guardò DAll’alto e sorrise.
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«Allora, è stato un anno duro?» chiESe.
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Era zio Vernon, paonazzo in volto come sempre, baffuto come sempre, e come sempre arrabbiato per la faccia tosta di Harry, che nel bel mezzo di una stazione affollata di gente comune anDAva in giro con una civetta in gabbia. Dietro di lui c’erano zia Petunia e Dudley, che alla sola vista di Harry assunse un’ESprESsione atterrita.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
«Voi dovete ESsere i parenti di Harry!» fece la signora Weasley.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
«In un certo senso» rispose zio Vernon. «Spicciati, ragazzo, non abbiamo mica tempo DA perdere». E si avviò.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
«Allora ci vediamo quESt’EState».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
«Spero che tu… ehm… faccia buone vacanze» disse Hermione lanciando un’occhiata dubbiosa a zio Vernon, ancora incredula che qualcuno potESse ESsere tanto antipatico.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
«Ma sicuro» rispose Harry, e i due compagni rimasero meravigliati di vedergli spuntare in volto un largo sorriso. «Loro mica lo sanno, che non abbiamo il permESso di usare la magia a casa. Mi divertirò un mondo con Dudley, quESt’EState…» L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1) |
Non era la prima volta che scoppiava un litigio durante la colazione, al numero 4 di Privet Drive. Il signor Vernon Dursley era stato svegliato all’alba DA un fischio acutissimo proveniente DAlla camera di suo nipote Harry.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
«Tre volte in una settimana!» tuonò DAll’altra parte del tavolo. «Se non riESci a tenere a baDA quella civetta, dovrà anDArsene!»
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
«Si annoia» disse. «Edvige è abituata a volare all’aperto. Se solo potESsi lasciarla libera di notte…»
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
«Ma mi hai prESo per scemo?» ringhiò zio Vernon con un pezzetto di uovo fritto impigliato nei baffoni. «So bene cosa succederebbe a lasciar libero quell’animale».
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
Harry tentò di replicare, ma le sue parole furono sommerse DA un rutto lungo e sonoro di suo cugino Dudley.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
«Ce n’è tanto nella padella, tESoruccio» disse zia Petunia, posando uno sguardo tenero sul suo grasso figliolo. «Devi mangiare, finché sei a casa… La mensa di quella scuola non mi convince affatto…»
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Dudley, così grasso che il sederone gli deborDAva DA entrambi i lati della sedia, si voltò con un ghigno verso Harry.
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Quelle parole ebbero un effetto incredibile sul rESto della famiglia: Dudley boccheggiò e cadde DAlla sedia con un tonfo che fece tremare tutta la cucina; la signora Dursley lanciò un gridolino e si mise le mani sulla bocca; il signor Dursley balzò in piedi con le vene delle tempie che gli pulsavano.
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«COSA TI AVEVO DETTO?» tuonò suo zio spruzzando saliva su tutta la tavola. «IN QUESTA CASA LA PAROLA M… NON LA VOGLIO SENTIRE!»
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«E COME OSI MINACCIARE DUDLEY!» ruggì zio Vernon nello stESso tono, battendo il pugno sul tavolo.
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«TI HO AVVERTITO! NON TOLLERO CHE SI NOMINI LA TUA ANORMALITÀ SOTTO QUESTO TETTO!»
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Lo sguardo di Harry passò DAl volto paonazzo dello zio a quello pallido della zia, che cercava di aiutare Dudley a rimettersi in piedi.
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Zio Vernon tornò a sedersi, ansimando come un rinoceronte sfiatato e guarDAndo Harry di traverso con i suoi occhietti penetranti.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
DA quando Harry era tornato a casa per le vacanze EStive zio Vernon lo aveva trattato come una bomba sul punto di ESplodere, perché Harry non era un ragazzo normale. Anzi, era la quintESsenza dell’anormalità.
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Harry Potter era un mago… un mago frESco di studi, visto che aveva frequentato il primo anno a Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria. Ma se i Dursley non erano contenti di riaverlo a casa per le vacanze, la loro scontentezza era niente in confronto a quel che provava Harry.
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Hogwarts gli mancava così tanto che era come avere costantemente mal di stomaco. Gli mancava il castello con i suoi passaggi segreti e i suoi fantasmi, le lezioni (anche se magari non quelle di Piton, il profESsore di Pozioni), la posta consegnata via gufo, i banchetti nella Sala Grande, i sonni nel suo letto a balDAcchino nel dormitorio della torre, le visitine al guardiacaccia Hagrid nella capanna vicino alla forESta proibita, e soprattutto il Quidditch, lo sport più popolare nel mondo dei maghi (sei alti pali alle porte, quattro palle volanti e quattordici giocatori a cavallo di un manico di scopa).
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Tutti i libri di magia, la bacchetta magica, gli abiti, il calderone e il suo superbo manico di scopa Nimbus Duemila erano stati chiusi a doppia manDAta DA zio Vernon in un armadio nel sottoscala nel momento stESso in cui Harry era arrivato a casa. Che gliene importava ai Dursley se lui perdeva il ruolo nella squadra di Quidditch perché non si era allenato per tutta l’EState? Era forse affar loro se tornava a scuola senza aver fatto i compiti delle vacanze? I Dursley erano quello che i maghi chiamavano Babbani (senza neanche una goccia di sangue di mago nelle vene) e per loro un mago in famiglia rapprESentava la vergogna più nera. Zio Vernon aveva addirittura mESso un lucchetto alla gabbia di Edvige, la civetta di Harry, per impedirle di portare mESsaggi a chiunque facESse parte del mondo dei maghi.
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Harry non assomigliava affatto al rESto della famiglia. Zio Vernon era grasso e senza collo, con enormi baffi neri; zia Petunia aveva una faccia cavallina ed era tutta pelle e ossa; Dudley era biondo e roseo come un porcello. Harry, al contrario, era piccolo e magro, con brillanti occhi verdi e capelli nerissimi, sempre arruffati. Portava occhiali rotondi e sulla fronte aveva una sottile cicatrice a forma di saetta.
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Era quella cicatrice a rendere Harry cosi fuori DAll’ordinario, anche fra i maghi: era l’unico segno del suo misterioso passato, della ragione per cui, undici anni prima, era stato deposto DAvanti alla porta di casa Dursley.
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All’età di un anno Harry era scampato a una maledizione lanciata DAl più grande stregone di tutti i tempi, Voldemort, un nome che la maggior parte delle streghe e dei maghi non osava ancora pronunciare. L’attacco sferrato DA Voldemort era costato la vita ai genitori di Harry, ma lui si era salvato, con la sua cicatrice a forma di saetta, e per qualche ragione — nESsuno sapeva perché — i poteri di Voldemort erano anDAti distrutti nel momento stESso in cui non era riuscito a uccidere il ragazzo.
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Harry quindi era stato allevato DAlla sorella della defunta madre e DA suo marito. Aveva trascorso dieci anni con i Dursley senza mai capire perché gli accadESse di far succedere cose strane senza averne l’intenzione, e credendo alla storia che gli avevano raccontato i Dursley, che cioè quella cicatrice se l’era procurata nell’incidente d’auto in cui erano morti i suoi genitori.
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E poi, ESattamente un anno prima, Harry aveva ricevuto una lettera DA Hogwarts e aveva scoperto la verità. Harry era anDAto a occupare il posto che gli spettava nella scuola dei maghi, dove lui e la sua cicatrice erano famosi… ma ora l’anno scolastico era finito e lui era tornato DAi Dursley per le vacanze EStive, a ESsere trattato come un cane rognoso.
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I Dursley non si erano neanche ricorDAti che quel giorno era il suo dodicESimo compleanno. Non che lui ci avESse sperato molto (DA loro non aveva mai ricevuto un regalo, per non parlare di una torta), ma ignorarlo del tutto…
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Harry tornò a concentrarsi sul suo pane tostato. Ma certo, pensò con amarezza, zio Vernon si riferisce a quella stupiDA cena. Erano due settimane che non parlava d’altro. Un ricco costruttore sarebbe venuto a cena con la moglie e zio Vernon sperava di ottenere DA lui un ordine importante (la ditta di zio Vernon produceva trapani).
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«Penso che dovremmo ripassare il programma ancora una volta» disse zio Vernon. «Dovremo ESsere tutti ai nostri posti per le otto in punto. Petunia, tu sarai…?»
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«In salotto» disse zia Petunia prontamente, «per DAre loro il benvenuto».
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«Io gli aprirò la porta». Dudley sfoderò un sorriso ebete e ottuso. «Prego, signori Mason, volete DArmi i soprabiti?»
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«Oh, li lascerai senza fiato!» gridò zia Petunia in EStasi.
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«Io me ne starò in camera mia senza il minimo rumore e facendo come se non ESistESsi» disse Harry con voce inESprESsiva.
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«Proprio così» disse zio Vernon acido. «Io li farò accomoDAre in salotto, gli prESenterò te, Petunia, e gli verserò DA bere. Alle otto e un quarto…»
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«Mi permette di accompagnarla in sala DA pranzo, signora Mason?» disse Dudley offrendo il suo braccione a una donna invisibile.
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«E tu?» chiESe malignamente zio Vernon a Harry.
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«Io me ne starò in camera mia senza il minimo rumore e facendo come se non ESistESsi» ripeté Harry in tono piatto.
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«Vernon mi dice che lei gioca a golf splendiDAmente, signor Mason… La prego, signora Mason, dove ha trovato quel bellissimo vEStito?»
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«Che ne dici di quESto? ‘Signor Mason, a scuola abbiamo fatto un tema su “Eroi del nostro tempo” e io ho parlato di lei’».
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QuESto era DAvvero troppo sia per zia Petunia che per Harry. Lei scoppiò in lacrime e abbracciò il figlio; Harry scoppiò a ridere e si ficcò sotto il tavolo per non farsi vedere.
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«Io me ne starò in camera mia senza il minimo rumore e facendo come se non ESistESsi» disse.
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«E ci mancherebbe altro!» disse zio Vernon con forza. «I Mason non sanno niente di te né sapranno mai. Quando la cena sarà finita, tu, Petunia, riaccompagnerai la signora Mason in salotto per il caffè e io porterò la conversazione sui trapani. Con un po’ di fortuna, avrò in mano il contratto firmato e controfirmato prima del telegiornale delle dieci. Domani a quESt’ora staremo trattando l’acquisto di una casa a Maiorca».
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La notizia non eccitò minimamente Harry. Non pensava che sarebbe anDAto più a genio ai Dursley a Maiorca che a Privet Drive.
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Harry usci DAlla stanza passando per la porta sul retro. Era una luminosa giornata di sole. Attraversò il prato e si lasciò cadere sulla panchina del giardino, canticchiando tra sé: «Tanti auguri a me… tanti auguri a me…»
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Niente cartoline, niente regali e, per giunta, avrebbe trascorso la serata a far finta di non ESistere. Il suo sguardo sconsolato si posò sulla siepe. Non si era mai sentito cosi solo. Più di qualsiasi altra cosa avESse lasciato a Hogwarts, più ancora del Quidditch, Harry aveva nostalgia dei suoi migliori amici, Ron Weasley e Hermione Granger. Ma loro non sembravano sentire la sua mancanza. NESsuno dei due gli aveva scritto per tutta l’EState, anche se Ron aveva detto che lo avrebbe invitato a passare qualche giorno DA lui.
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Migliaia di volte Harry era stato sul punto di aprire con la magia la gabbia di Edvige e di manDArla DA Ron e DA Hermione con una lettera, ma non valeva la pena rischiare. Ai maghi minorenni non era permESso di fare incantESimi fuori della scuola. QuESto ai Dursley non lo aveva detto; sapeva che solo il terrore di venire trasformati in scarafaggi li aveva trattenuti DAl chiudere anche lui nell’armadio del sottoscala insieme alla bacchetta magica e al manico di scopa. Durante le ultime due settimane Harry si era divertito a farfugliare tra sé parole senza senso e guarDAre Dudley catapultarsi fuori DAlla stanza a tutta la velocità permESsa DAlle sue gambe grasse. Ma il lungo silenzio di Ron e di Hermione aveva fatto sentire Harry così tagliato fuori DAl mondo della magia che anche tormentare Dudley aveva perso il suo fascino… e ora Ron e Hermione avevano dimenticato il suo compleanno.
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Che cosa non avrebbe DAto per ricevere un mESsaggio DA Hogwarts! DA un mago o DA una strega qualsiasi! Sarebbe stato contento perfino di vedere il suo più acerrimo nemico, Draco Malfoy, solo per assicurarsi di non ESsersi sognato tutto…
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Non che l’anno trascorso a Hogwarts fosse stato tutto rose e fiori. Alla fine dell’ultimo trimEStre Harry si era trovato faccia a faccia nientemeno che con Voldemort in persona. Voldemort poteva anche ESsere un relitto di ciò che era stato, ma era ancora terrificante, scaltro, determinato a riconquistare il potere. Ancora una volta Harry era riuscito a sfuggire alle sue grinfie, ma per un pelo, e anche adESso, a distanza di molte settimane, il ragazzo continuava a svegliarsi di notte coperto di sudore freddo chiedendosi dove fosse Voldemort in quel momento, senza riuscire a dimenticare quel volto livido, quegli occhi folli e sbarrati…
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Harry balzò in piedi e in quello stESso momento una voce beffarDA lo raggiunse DAll’altra parte del prato.
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«Cosa?» disse Harry senza distogliere lo sguardo DAl punto in cui li aveva visti.
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«Oggi è il tuo compleanno» sibilò Dudley. «Come mai non hai ricevuto nESsuna cartolina? Non ti sei fatto neanche un amico in quel posto di svitati?»
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«Meglio che tu non ti faccia sentire DA tua madre a parlare della mia scuola» disse Harry in tono glaciale.
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«Perché fissi la siepe?» chiESe sospettoso.
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«Sto cercando l’incantESimo migliore per appiccarle il fuoco» disse Harry.
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Dudley indietreggiò all’istante, incESpicando, con il panico stampato in faccia.
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«T-tu non puoi… Papà t-ti ha d-detto che non d-devi fare magie… ha d-detto che t-ti b-butta fuori di casa… e tu non hai un posto dove anDAre… non hai amici che ti accolgano…»
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«MAMMA!» urlò Dudley incESpicando nei propri piedi mentre si precipitava verso casa. «MAMMA! Harry sta facendo quella cosa lì!»
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Harry pagò caro quell’attimo di divertimento. Visto che né Dudley né la siepe avevano riportato alcun DAnno, zia Petunia capì che in realtà lui non aveva fatto nESsuna magia; tuttavia Harry dovette chinarsi per schivare il colpo di una padella insaponata sulla tESta. Poi zia Petunia lo mise al lavoro, con l’avvertimento che non avrebbe mangiato fin quando non avESse finito.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
Mentre Dudley ciondolava in giro mangiando gelati, Harry pulì i vetri, lavò l’auto, falciò il prato e rassettò le aiuole, potò e annaffiò le rose e ridipinse la panchina del giardino. Il sole sfolgorante gli bruciava la nuca. Harry sapeva che non avrebbe dovuto cadere nel tranello di Dudley, ma lui aveva detto ESattamente quel che Harry rimuginava dentro di sé… forse era vero che non aveva neanche un amico a Hogwarts…
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
‘Come vorrei che vedESsero il famoso Harry Potter adESso!’ pensava furibondo mentre spargeva concime sulle aiuole, tutto suDAto e con la schiena dolorante.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
Erano le sette e mezzo di sera quando finalmente, ESausto, udì zia Petunia che lo chiamava.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
«Vieni qui! E baDA a mettere i piedi sul giornale!»
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
«Mangia, svelto! I Mason saranno qui tra poco!» lo incalzò zia Petunia indicando due fette di pane e un pezzo di formaggio sul tavolo di cucina. Lei indossava già un abito DA cocktail rosa salmone.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
Passando DAvanti alla porta del salotto Harry intravide zio Vernon e Dudley in cravatta a farfalla e smoking. Era appena arrivato al pianerottolo quando il campanello suonò e la faccia furibonDA di zio Vernon apparve in fondo alle scale.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
«RicorDA, ragazzo, un solo rumore e…»
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
Harry raggiunse la sua camera DA letto in punta di piedi, vi scivolò dentro, chiuse la porta e si voltò per buttarsi sul letto.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2) |
Harry riuscì a non cacciare un urlo, ma ci andò molto vicino. La piccola creatura che si trovava sul letto aveva enormi orecchie DA pipistrello e due occhi verdi sporgenti, grandi come palle DA tennis. Harry capì all’istante che era stato lui, quella mattina, a guarDArlo attraverso la siepe del giardino.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
Mentre si squadravano a vicenDA, Harry udì la voce di Dudley nell’ingrESso.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«Prego, signori Mason, volete DArmi i soprabiti?»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
La creatura scivolò giù DAl letto e fece un inchino così profondo DA toccare la moquette con la punta del suo naso lungo e sottile. Harry notò che indossava qualcosa di simile a una vecchia federa, con degli strappi DA cui uscivano le braccia e le gambe.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«Harry Potter» disse la creatura con voce così acuta DA trapanare i muri. «È tanto tempo che Dobby voleva conoscerla, signore… E un tale onore…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«G-grazie» disse Harry sgattaiolando lungo la parete e sprofonDAndo nella sedia DAvanti alla scrivania, vicino alla gabbia di Edvige. Avrebbe voluto chiedere: ‘Che cosa sei?’, ma pensando che suonasse poco gentile disse invece: «Chi sei?»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«Dobby, signore. Solo Dobby, l’elfo domEStico» disse la creatura.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«Ma DAvvero?» disse Harry. «Ehm… non vorrei sembrarti sgarbato, ma… quESto per me non è il momento migliore per avere un elfo domEStico in camera…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
DAl salotto risuonò la risata stridula e falsa di zia Petunia. L’elfo chinò il capo.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«Oh, sì, signore» rispose Dobby tutto compunto. «Dobby è venuto a dirle, signore… è difficile, signore… Dobby non sa DA che parte cominciare».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«AccomoDAti» disse cortESemente Harry indicandogli il letto.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«Offendere Dobby?» singulto l’elfo. «Mai un mago ha chiESto a Dobby di accomoDArsi… DA pari a pari…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
Harry, cercando di zittirlo e confortarlo al tempo stESso, lo spinse sul letto, dove l’elfo si sedette in preDA ai singhiozzi, simile a una bambola grossa e brutta. Finalmente riuscì a controllarsi e rimase seduto, fissando Harry con i grandi occhi carichi di lacrimosa adorazione.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
Dobby scosse la tESta. Poi, all’improvviso, saltò su e prESe furiosamente a capocciate la finEStra griDAndo: «Cattivo Dobby! Cattivo Dobby!»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«Dobby doveva punirsi, signore» disse l’elfo che era diventato strabico a furia di tEState. «Dobby ha quasi parlato male della famiglia, signore…»
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«La famiglia di maghi di cui Dobby è al servizio, signore… Dobby è un elfo domEStico… costretto a servire per sempre una sola casa e una sola famiglia…»
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«Loro sanno che sei qui?» chiESe Harry curioso.
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«Oh, no, signore, no… Dobby dovrà punirsi molto severamente per ESsere venuto a trovarla, signore. Dobby dovrà chiudersi le orecchie nello sportello del forno per quel che ha fatto. Se mai loro venissero a saperlo, signore…»
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«Dobby ne dubita, signore. Dobby deve continuamente punirsi per qualcosa, signore. E loro lasciano fare Dobby, signore. A volte gli ricorDAno di DArsi qualche castigo in più…»
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«Un elfo domEStico deve ottenerla, la libertà, signore. E la famiglia non DArà mai la libertà a Dobby… Dobby servirà la famiglia fino alla morte, signore…»
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Harry lo guarDAva con tanto d’occhi.
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«E pensare che credevo non ci fosse niente di peggio del dover rEStare qui per altre quattro settimane» disse. «A sentire te, i Dursley mi sembrano quasi umani. Non c’è nESsuno che possa aiutarti? Non posso aiutarti io?»
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Subito dopo Harry dESiderò di non aver parlato. Dobby si sciolse di nuovo in gemiti di gratitudine.
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Harry, che si sentiva il viso decisamente in fiamme, disse: «Qualsiasi cosa tu abbia sentito dire sulla mia grandezza… sono tutte stupiDAggini. Non sono neanche il primo del mio corso, a Hogwarts. Hermione lo è; lei sì che…»
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«Harry Potter è umile e modESto» disse Dobby reverente, e i suoi occhi rotondi erano raggianti. «Harry Potter non parla del suo trionfo su Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato».
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«Chi, Voldemort?» chiESe Harry.
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Dobby si mise le mani sulle orecchie DA pipistrello e mugolò: «Ah, non pronunci quel nome, signore! Non pronunci quel nome!»
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«Scusa» si affrettò a dire Harry. «Conosco molte persone a cui non piace… il mio amico Ron, per ESempio…»
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«Dobby ha sentito dire» disse con voce rauca, «che Harry Potter ha incontrato l’Oscuro Signore una seconDA volta, appena poche settimane fa… che Harry Potter è riuscito a sfuggirgli di nuovo!»
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«Ah, signore!» ansimò asciugandosi la faccia con l’angolo della federa lercia che aveva addosso. «Harry Potter è valente e auDAce! Ha già affrontato coraggiosamente così tanti pericoli! Ma Dobby è venuto per proteggere Harry Potter, per avvertirlo, anche se poi gli toccherà chiudersi le orecchie nello sportello del forno… Harry Potter non deve tornare a Hogwarts».
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Ci fu un silenzio rotto solo DAl tintinnio delle posate proveniente DAlla sala DA pranzo e DAl ronzio lontano della voce di zio Vernon.
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«Co-cosa?» balbettò Harry. «Ma io devo tornarci… L’anno scolastico inizia il primo di settembre. E l’unica cosa che mi aiuta ad anDAre avanti. Tu non sai com’è qui. Io non appartengo a quESto posto. Appartengo al vostro mondo… a Hogwarts».
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«No, no, no!» squitti Dobby scuotendo la tESta così forte DA far sbatacchiare le orecchie di qua e di là. «Harry Potter deve rimanere qui, dove è al sicuro. Lui è troppo grande, troppo buono per ESsere perduto. Se Harry Potter torna a Hogwarts, correrà un pericolo mortale».
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«Perché?» chiESe Harry stupito.
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«C’è un complotto, Harry Potter. Un complotto per far succedere le cose più terribili, quESt’anno, alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts» sussurrò e prESe a tremare all’improvviso. «Dobby lo sa DA mESi, signore. Harry Potter non deve mettersi in pericolo. Lui è troppo importante, signore!»
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Dobby emise un buffo singhiozzo e picchiò disperatamente la tESta contro il muro.
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«Basta così!» gridò Harry afferrando l’elfo per un braccio. «Non puoi dirlo, capisco. Ma perché stai avvertendo proprio me?» Un pensiero improvviso e spiacevole gli attraversò la mente. «Aspetta un po’… è qualcosa che ha a che fare con Vol… scusa… con Tu-Sai-Chi, è vero? Basta che tu faccia di sì o di no con la tESta» aggiunse in fretta, perché la tESta di Dobby tornò a lanciarsi pericolosamente contro il muro.
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«No, non Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato, signore».
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«Be’, non riESco a pensare a nESsun altro che possa far succedere cose orribili a Hogwarts» disse Harry. «Voglio dire, prima di tutto c’è Silente… Lo sai chi è Silente, non è vero?»
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«Albus Silente è il più grande direttore che Hogwarts abbia mai avuto. Dobby lo sa, signore. Dobby ha sentito dire che Silente è grande quanto Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato quando era al culmine della sua forza. Ma, signore» e qui la voce di Dobby divenne un sussurro concitato, «ci sono poteri che Silente non può… poteri che nESsun mago per bene…»
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E prima che Harry potESse fermarlo Dobby saltò giù DAl letto, afferrò la lampaDA DAlla scrivania e cominciò a DArsela in tESta con guaiti assorDAnti.
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Di sotto si fece un improvviso silenzio. Un attimo dopo Harry, con il cuore che gli batteva furiosamente in petto, udi zio Vernon anDAre nell’ingrESso dicendo: «Ancora una volta, Dudley deve aver lasciato la televisione accESa, quel monello!»
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«Che cosa… diavolo… stai… facendo?» disse zio Vernon digrignando i denti e avvicinando orribilmente il viso a quello di Harry. «Mi hai appena rovinato il finale della barzelletta sul golfista giapponESe… Ancora un rumore e ti faccio pentire di ESsere nato!»
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E uscì DAlla stanza col passo pESante dei suoi piedi piatti.
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Harry, tutto tremante, fece uscire Dobby DAll’armadio.
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«Dobby ce le ha qui, signore» disse l’elio. Allontanandosi agilmente DAlla portata di Harry, tirò fuori DAlla federa che aveva indosso un gran fascio di buste. Harry riconobbe la scrittura nitiDA di Hermione, gli scarabocchi disordinati di Ron e anche due righe buttate giù in fretta che sembravano di Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts.
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«Harry Potter non deve arrabbiarsi… Dobby sperava… se Harry Potter pensava di ESsere stato dimenticato DAgli amici… forse Harry Potter non avrebbe più voluto tornare a scuola, signore…»
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«Harry Potter le avrà, signore, se DArà a Dobby la sua parola d’onore che non tornerà a Hogwarts. Ah, signore, è un rischio che non deve affrontare! Dica che non ci tornerà, signore!»
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«No!» disse Harry infuriato. «DAmmi le lettere dei miei amici!»
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Prima che Harry potESse fare un gESto, Dobby era volato verso la porta della camera, l’aveva spalancata e si era fionDAto giù per le scale.
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Con la bocca secca, lo stomaco stretto, Harry si precipitò dietro di lui, cercando di non far rumore. Saltò a pie’ pari gli ultimi sei gradini, atterrò come un gatto sul tappeto dell’ingrESso e si guardò intorno in cerca dell’elfo. DAl salotto, udiva la voce di zio Vernon che diceva: «…signor Mason, racconti a Petunia quella buffissima storiella degli idraulici americani… lei muore DAlla voglia di sentirla…»
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Il dolce cadde a terra con uno schianto DA infarto. La panna imbrattò finEStre e muri e il piatto andò in frantumi. Con uno schiocco come una frustata Dobby svanì nel nulla.
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Si udirono delle griDA provenire DAlla sala DA pranzo. Zio Vernon irruppe in cucina dove trovò Harry, impalato, coperto DA capo a piedi di panna e violette.
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All’inizio sembrò che riuscisse a trovare una buona scusa per quel disastro («È soltanto nostro nipote… un ragazzo molto disturbato… vedere EStranei lo mette a disagio, per quESto lo abbiamo tenuto di sopra…»). Rispedì i Mason, sconvolti, nella sala DA pranzo, promise a Harry che quando gli ospiti fossero anDAti via lo avrebbe scorticato vivo e gli allungò uno straccio. Zia Petunia ripEScò un gelato DAl freezer e Harry, ancora tremante, cominciò a DArsi DA fare per pulire la cucina.
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Zia Petunia stava facendo girare un cEStino di cioccolatini digEStivi alla menta, quando un immenso gufo entrò DAlla finEStra, lasciò cadere una lettera sulla tESta della signora Mason e volò via. La signora Mason gridò come un’ossESsa e fuggì DAlla casa urlando qualcosa sui matti. Il signor Mason rimase il tempo necESsario a spiegare ai Dursley che sua moglie aveva un terrore mortale degli uccelli di ogni forma e dimensione e a chiedere se avevano pensato di ESsere divertenti.
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In cucina Harry si aggrappava allo straccio per farsi forza, mentre zio Vernon avanzava verso di lui con i piccoli occhi porcini accESi di una luce diabolica.
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«Leggila!» sibilò con tono malevolo, brandendo la lettera consegnata DAl gufo. «Avanti, leggila!»
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Harry la prESe. Non conteneva auguri di buon compleanno.
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Abbiamo avuto notizia che nel luogo dove lei risiede, quESta sera, alle nove e dodici minuti, è stato praticato un IncantESimo di Librazione.
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Come lei sa, i maghi minorenni non sono autorizzati a compiere incantESimi fuori della scuola e un altro episodio del genere DA parte sua potrà portare alla sua ESpulsione DA detta scuola (Decreto per la Ragionevole REStrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni, 1875, Comma C).
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La preghiamo inoltre di ricorDAre che qualsiasi attività magica che rischi di ESsere notata DAlla comunità dei non-maghi (Babbani) è un reato grave ai sensi dell’articolo 13 dello Statuto di Segretezza della Confederazione Internazionale dei Maghi.
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MafalDA Hopkirk Ufficio per l’Uso Improprio delle Arti Magìche Ministero della Magia
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Harry alzò gli occhi DAlla lettera e deglutì.
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E intanto si chinava sul ragazzo come un enorme mastino, con tutti i denti scoperti. «Bene, c’è una novità, ragazzo… Ora ti chiudo di sopra… non tornerai mai più in quella scuola… mai… e se cercherai di liberarti con qualche magia… saranno loro a ESpellerti!»
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Zìo Vernon fu spietato quanto le sue parole. Il mattino seguente chiamò un uomo perché mettESse le sbarre alla finEStra della camera di Harry. Lui personalmente installò alla porta una gattaiola appena sufficiente a far passare piccole quantità di cibo tre volte al giorno. Poteva uscire solo per anDAre in bagno, di sera e di mattina. Per il rESto, il ragazzo rimaneva chiuso a chiave in camera ventiquattr’ore su ventiquattro.
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Tre giorni dopo i Dursley non DAvano segno di allentare la guardia e Harry non vedeva via di uscita DA quella situazione. Se ne stava stESo a letto guarDAndo il sole sparire dietro le sbarre della finEStra e si chiedeva sconsolato cos’altro gli sarebbe accaduto.
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A che scopo uscire DAlla stanza con un incantESimo se poi a Hogwarts lo avrebbero ESpulso per averlo fatto? Ma la vita a Privet Drive non era mai stata così insopportabile. Ora che i Dursley sapevano che non sarebbero stati trasformati in scarafaggi, lui aveva perso la sua unica arma. Dobby poteva anche averlo salvato DA eventi orribili a Hogwarts, ma per come stavano anDAndo le cose probabilmente lui sarebbe morto comunque: di fame.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
La gattaiola cigolò e apparve la mano di zia Petunia, che introdusse nella stanza una ciotola di minEStra in scatola. Harry, che aveva mal di stomaco per la fame, saltò DAl letto e l’afferrò. La zuppa era gelata, ma lui ne trangugiò la metà in un sol sorso. Poi si avvicinò alla gabbia di Edvige e versò nella sua mangiatoia vuota le verdure mollicce che galleggiavano sul fondo della ciotola. Lei arruffò tutte le penne e gli lanciò un’occhiata di profondo disgusto.
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«Non serve a niente fare la schizzinosa, quESto è tutto quel che passa il convento» disse tristemente Harry.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
Ammettendo di ESsere ancora vivo di lì a quattro settimane, che cosa sarebbe succESso se non fosse tornato a Hogwarts? Forse avrebbero manDAto qualcuno a cercarlo? Sarebbero riusciti a convincere i Dursley a lasciarlo anDAre?
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
Il buio invadeva la stanza. Sfinito, con lo stomaco che brontolava, la mente che si arrovellava intorno alle stESse domande senza risposta, Harry cadde in un sonno agitato.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
Sognò di ESsere in mostra, in uno zoo, dentro una gabbia con su un cartello: ‘Mago Minorenne’. La gente lo guarDAva stralunata, mentre lui, debole e affamato, se ne stava rannicchiato su un pagliericcio. Tra la folla vedeva la faccia di Dobby, griDAva per chiedergli aiuto, ma Dobby rispondeva: «Qui Harry Potter è al sicuro, signore!» e svaniva. Allora apparivano i Dursley, e Dudley picchiava contro le sbarre della gabbia ridendogli in faccia.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«Smettila» bofonchiava Harry, mentre quel rumore secco gli rimbombava nella tESta dolorante. «Lasciami in pace… smettila… sto cercando di dormire…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
Aprì gli occhi. La luna splendeva attraverso l’inferriata. Ed effettivamente c’era qualcuno che lo fissava attonito DA dietro le sbarre: qualcuno con il viso coperto di lentiggini, i capelli rossi e un lungo naso.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
Fuori della sua finEStra c’era Ron Weasley. L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2) |
«Ron!» ESclamò in un soffio Harry, strisciando verso la finEStra e aprendola in modo DA poter parlare attraverso le sbarre. «Ron, come hai… che cosa…?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Lo spettacolo che gli si prESentò DAvanti agli occhi lo lasciò senza fiato. Ron si sporgeva fuori DAl finEStrino posteriore di una vecchia automobile color turchESe, parcheggiata a mezz’aria. E DAi sedili anteriori i gemelli Fred e George, i fratelli maggiori di Ron, guarDAvano Harry sorridendo.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ma che cosa ti è capitato?» chiESe Ron. «Perché non hai risposto alle mie lettere? Ti ho chiESto almeno una dozzina di volte di venire a stare DA noi, e quando papà è tornato a casa e ha detto che avevi avuto un richiamo ufficiale per avere usato la magia di fronte ai Babbani…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Lui lavora al Ministero» disse Ron. «Lo sai che non siamo autorizzati a fare incantESimi fuori della scuola…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Senti chi parla!» disse Harry guarDAndo l’auto volante.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Oh, quESta non conta» disse Ron. «L’abbiamo solo prESa in prEStito; è di papà, non abbiamo fatto noi l’incantESimo. Ma fare magie di fronte ai Babbani con cui vivi…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Te l’ho detto, non sono stato io… ma è troppo lungo DA spiegare. Però puoi dire tu a Hogwarts che i Dursley mi hanno chiuso a chiave e non mi fanno tornare a scuola, e che naturalmente io non posso fare niente di magico per liberarmi, se no il Ministero penserà che è il secondo incantESimo che ho fatto in tre giorni…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ma neanche voi potete fare incantESimi…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Non ci servono gli incantESimi» disse Ron con un ghigno accennando ai sedili anteriori. «Dimentichi chi è con me».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Lega quESto intorno alle sbarre» disse Fred gettando a Harry l’EStremità di una corDA.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Se i Dursley si svegliano sono morto» disse Harry legando strettamente la corDA intorno a una sbarra, mentre Fred metteva in moto.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry indietreggiò nell’ombra accanto a Edvige, che sembrava ESsersi rESa conto dell’importanza di quel che stava accadendo e rimaneva immobile e silenziosa. Il motore girava sempre più forte e d’un tratto, con uno schianto, le sbarre si staccarono e l’automobile schizzò in avanti. Harry corse di nuovo alla finEStra: l’inferriata penzolava a qualche metro DA terra. Ansimando, Ron la caricò in macchina. Harry tendeva l’orecchio, ma DAlla stanza DA letto dei Dursley non giungeva alcun rumore.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Quando le sbarre furono al sicuro sul sedile posteriore, accanto a Ron, Fred fece marcia indietro avvicinandosi il più possibile alla finEStra di Harry.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Chiusi nell’armadio del sottoscala, e io non posso uscire DA quESta stanza…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Non c’è problema» disse George DAl sedile anteriore. «Levati di mezzo, Harry».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Fred e George si arrampicarono cautamente sulla finEStra ed entrarono nella camera di Harry. ‘Avrei dovuto pensarci’, si disse Harry mentre George EStraeva DAlla tasca una comune forcina DA capelli e cominciava a forzare la serratura.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Molti maghi pensano che imparare quESto tipo di trucchi DA Babbani sia una perdita di tempo» disse Fred, «ma per noi sono cose che vale la pena di imparare, anche se ci vuole un po’ di tempo».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Allora… andiamo a prendere il tuo baule… tu intanto prendi tutto quel che può servirti DA quESta stanza e DAllo a Ron» bisbigliò George.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry si affrettò a radunare tutte le cose che aveva nella stanza e a passarle a Ron DAlla finEStra. Poi aiutò Fred e George a issare il baule su per le scale. Harry sentì zio Vernon tossire.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Finalmente, ansimanti, i ragazzi raggiunsero il pianerottolo e portarono il baule attraverso la stanza fino alla finEStra. Fred risalì in macchina e cominciò a tirare insieme a Ron, mentre Harry e George spingevano DA dentro. Un centimetro dopo l’altro, il baule scivolò fuori.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Ma Harry non aveva fatto in tempo ad arrampicarsi sul DAvanzale che fu raggiunto DA un grido improvviso e acuto alle sue spalle, seguito immediatamente DAlla voce tonante di zio Vernon.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«QUELLA DANNATA CIVETTA!»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry attraversò di corsa la stanza mentre si accendeva la luce sul pianerottolo; afferrò la gabbia di Edvige, si precipitò alla finEStra e la consegnò a Ron. Si stava arrampicando di nuovo sul cassettone, quando zio Vernon mollò un pugno sulla porta che, non ESsendo chiusa a chiave, si spalancò.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Per una frazione di secondo zio Vernon rimase lì, incorniciato DAlla porta; poi muggì come un toro inferocito e si lanciò su Harry afferrandolo per una caviglia.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Ron, Fred e George avevano prESo l’amico per le braccia e tiravano con tutta la forza possibile.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Ma i tre fratelli Weasley diedero uno strattone violentissimo e la gamba di Harry sfuggi alla prESa di zio Vernon. Non appena Harry fu nell’automobile ed ebbe chiuso la portiera, Ron gridò: «Via a tutto gas, Fred!» e la macchina balzò d’un colpo verso la luna.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry non riusciva a crederci… era libero. Tirò giù il finEStrino, con l’aria della notte che gli scompigliava i capelli, e guardò i tetti di Privet Drive che si allontanavano alle sue spalle. Zio Vernon, zia Petunia e Dudley erano rimasti a guarDAre, ammutoliti, DAlla finEStra di Harry.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ci vediamo la prossima EState!» gridò lui.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
I Weasley commentarono con una fragorosa risata e Harry si rimise seduto comodo, con un sorriso che gli anDAva DA un orecchio all’altro.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Libera Edvige» disse a Ron. «Può seguirci in volo. Sono mESi che non ha modo di sgranchirsi le ali».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
George passò la forcina DA capelli a Ron e un attimo dopo Edvige si librava felice in aria, seguendoli come un fantasma.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Allora… racconta tutto, Harry!» lo ESortò Ron impaziente. «Che cosa è succESso?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry raccontò tutto di Dobby, dell’avvertimento che gli aveva DAto, del disastro del dolce guarnito di violette. Quando ebbe terminato ci fu un lungo silenzio sbalordito.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«PazzESco» disse infine Fred.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Decisamente incomprensibile» convenne George. «E non ti ha neanche detto chi sarebbe l’autore di quESto complotto?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Credo che non potESse farlo» disse Harry. «Vi dico, ogni volta che stava per lasciarsi sfuggire di bocca qualcosa cominciava a sbattere la tESta contro il muro».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Be’» disse Fred, «mettiamola cosi: gli elfi domEStici hanno poteri magici propri, ma in genere non possono usarli senza il permESso del loro padrone. Mi sa che il vecchio Dobby è stato manDAto per impedirti di tornare a Hogwarts. Qualcuno ha pensato di farti uno scherzo. Sai di nESsuno, a scuola, che ce l’abbia con te?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«E quando Tu-Sai-Chi scomparve» disse Fred girandosi per guarDAre in faccia Harry, «Lucius Malfoy tornò dicendo che lui non aveva mai avuto cattive intenzioni. Un mucchio di stupiDAggini… Papà pensa che facESse parte della cerchia più stretta di Tu-Sai-Chi».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry aveva già sentito voci del genere a proposito della famiglia di Malfoy e quindi non ne fu affatto sorprESo. Al suo confronto, Dudley Dursley diventava un ragazzo gentile, premuroso e sensibile.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Non so se i Malfoy abbiano un elfo domEStico…» disse Harry.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Il sogno di mamma è di avere un elfo domEStico che le stiri il bucato» disse George. «Ma ci dobbiamo accontentare di un vecchio fantasma pidocchioso che vive in soffitta e di certi gnomi che girano per il giardino. Gli elfi domEStici si prESentano quando si è proprietari di immensi manieri e antichi castelli, e altri posti del genere. In casa nostra stai tranquillo che non ce ne trovi neanche uno…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry taceva. A giudicare DAl fatto che Draco Malfoy aveva in genere il meglio del meglio, la sua famiglia doveva nuotare nell’oro, oro di maghi. Non gli riusciva difficile immaginare Malfoy aggirarsi tutto tronfio in un grande maniero. E anche manDAre il servo di famiglia per impedire a Harry di tornare a Hogwarts suonava come il genere di cose di cui Malfoy poteva ESsere capace. Era forse stato ingenuo, Harry, a prendere sul serio Dobby?
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Meno male che siamo venuti a recuperarti, comunque» disse Ron. «Ero molto preoccupato che tu non rispondESsi alle mie lettere. All’inizio avevo pensato a un errore di Errol…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Il nostro gufo. E vecchio. Non sarebbe la prima volta che sbaglia una consegna. Allora ho cercato di farmi prEStare HermES…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Il gufo che papà e mamma hanno comprato a Percy quando lui è stato nominato Prefetto» spiegò Fred DA DAvanti.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ma Percy non me l’ha voluto prEStare» proseguì Ron. «Ha detto che ne aveva bisogno lui».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Percy si è comportato in modo molto strano tutta l’EState» disse George aggrottando la fronte. «Ha manDAto un sacco di lettere e ha passato un sacco di tempo chiuso in camera sua… Voglio dire, ma quante volte vorrà luciDArlo un distintivo DA Prefetto! …Stai virando troppo a ovESt, Fred» soggiunse, indicando una bussola sul cruscotto. Fred sterzò.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«E vostro padre sa che avete prESo la macchina?» chiESe Harry immaginando già la risposta.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Si occupa di oggetti di Babbani, appartenenti a maghi che li hanno stregati per impedire ai Babbani di usarli di nuovo. L’anno scorso, per ESempio, è morta una vecchia strega e il suo servizio DA tè è stato venduto a un negozio di antiquariato. Lo ha comprato una Babbana, se lo è portato a casa e ha cercato di servirci il tè a degli amici. E stato un incubo… papà ha dovuto fare straordinari per settimane intere».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Che cosa è succESso?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«La teiera era impazzita e schizzava tè bollente DAppertutto, e un signore è finito in ospeDAle con le pinze per lo zucchero appESe al naso. Papà ha lavorato come un pazzo, in ufficio ci sono soltanto lui e un vecchio stregone di nome Perkins, e hanno dovuto fare IncantESimi di Memoria e ogni sorta di artifici per mettere a tacere la cosa…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ma vostro padre… quESta macchina…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Fred scoppiò a ridere. «Sì, papà va matto per tutto quel che riguarDA i Babbani; abbiamo il capanno pieno zeppo di aggeggi che provengono DAl loro mondo. Lui li smonta, ci introduce qualche incantESimo dentro e poi li rimonta. Se facESse un’ispezione in casa nostra dovrebbe mettersi subito agli arrESti. È una cosa che manDA mamma fuori DAi gangheri».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Quella è la straDA principale» disse George guarDAndo in giù attraverso il parabrezza. «Tra dieci minuti siamo arrivati… meno male, sta albeggiando…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Fred scESe di quota e Harry scorse nell’oscurità un collage di campi e di boschi.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Noi siamo un po’ fuori del paESe» disse George. «Ottery St Catchpole…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ci siamo!» disse Fred quando, con un lieve sobbalzo, ebbero toccato il suolo. Erano atterrati vicino a un garage malanDAto, in un piccolo cortile, e Harry vide per la prima volta la casa di Ron.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Aveva l’aria di ESsere stata, un tempo, un grosso porcile di pietra, ma qua e là erano state aggiunte delle stanze per un’altezza di diversi piani e, così contorta, la costruzione sembrava proprio reggersi in piedi per magia (il che, come Harry rammentò a se stESso, era probabilmente vero). Sul tetto rosso facevano capolino quattro o cinque comignoli. Su un’insegna sbilenca fissata a terra, vicino all’entrata, si leggeva: ‘La Tana’. Dietro alla porta principale, alla rinfusa, erano ammucchiati degli stivaloni di gomma e un calderone tutto arrugginito. Molte galline marroni ben pasciute anDAvano beccando qua e là per l’aia.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ma è magnifica!» ESclamò Harry felice, pensando a Privet Drive.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
ScESero DAlla macchina.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ora saliamo senza far rumore» disse Fred, «e aspettiamo che mamma ci chiami per la colazione. Poi tu, Ron, scendi giù saltellando e dici: ‘Mamma, guarDA chi è arrivato stanotte!’; lei sarà tutta contenta di vedere Harry e nESsuno dovrà mai sapere che abbiamo fatto volare la macchina».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
La signora Weasley stava attraversando il cortile a passo di marcia, gettando lo scompiglio tra i polli, e per quanto fosse una donna bassa, rotondetta e DAl viso gentile, in quel momento assomigliava notevolmente a una tigre DAi denti a sciabola.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
La signora Weasley gli si piantò DAvanti con le mani sui fianchi, guarDAndo a una a una le facce colpevoli. Indossava un grembiule a fiori e una bacchetta magica le sporgeva DAlla tasca.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Avete la minima idea di quanto mi sono preoccupata?» chiESe la signora Weasley in un sibilo letale.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Tutti e tre i figli della signora Weasley erano più alti di lei, ma si fecero piccoli piccoli quando li invEStì la sua rabbia.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Letti vuoti! Neanche un biglietto… L’auto sparita… Potevate ESservi schiantati… Ero fuori di me DAll’angoscia… Ma a voi che vi importava?… Mai in tutta la vita… Ma aspettate che vostro padre torni a casa. Bill, Charlie e Percy non ci hanno mai DAto preoccupazioni di quESto genere…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Sembrò che durasse ore. La signora Weasley si sgolò ben bene, poi si volse verso Harry, che si era fatto DA parte.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
La cucina era piccola e piuttosto ingombra. Nel mezzo c’era un misero tavolo di legno con delle sedie; Harry si sedette sul bordo di una di ESse, guarDAndosi intorno. Non era mai stato in una casa di maghi.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
L’orologio, sulla parete di fronte, aveva una sola lancetta e niente numeri. Sul quadrante c’erano scritte cose come: ‘Ora di fare il tè’, ‘Ora di DAr DA mangiare ai polli’ e ‘Sei in ritardo’. Sulla mensola del camino, uno sopra l’altro, erano accatastati libri con titoli come Incantate il vostro formaggio, IncantESimi DA forno, e Banchetti in un minuto: quESta sì che è magia! E a meno che le orecchie di Harry non lo ingannassero, la vecchia radio vicino al lavandino aveva appena annunciato «L’ora della magia, con l’incantatrice pop CelEStina Warbeck».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
La signora Weasley si muoveva per la stanza rumorosamente, preparando la colazione un po’ alla buona e gettando occhiate bieche ai suoi figli mentre lanciava le salsicce nella padella. Di tanto in tanto bofonchiava frasi del tipo: «Non so cosa avete in tESta» oppure: «Non me lo sarei mai aspettato».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Non ce l’ho con te, caro» rassicurò Harry, lasciando cadere otto o nove salsicce nel suo piatto. «Arthur e io eravamo preoccupati anche per te. Proprio ieri sera dicevamo che saremmo venuti noi stESsi a prenderti se per venerdì Ron non avESse ricevuto una tua risposta. Ma veramente!» (ora gli stava aggiungendo nel piatto tre uova fritte) «Volare con una macchina non regolamentare per tutto il paESe… chiunque avrebbe potuto vedervi…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Poi, con noncuranza, agitò la bacchetta magica verso i piatti DA lavare nel lavandino e quelli cominciarono a pulirsi DA soli, con un lieve acciottolio di sottofondo.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Lo stESso vale per te!» disse la signora Weasley, ma fu con un’ESprESsione lievemente addolcita che cominciò a tagliare il pane per Harry e a imburrarglielo.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
In quel momento una figuretta DAi capelli rossi e DAlla lunga camicia DA notte comparve in cucina, lanciò un gridolino e corse via di nuovo.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«È Ginny» disse Ron sottovoce a Harry. «Mia sorella. Non ha fatto che parlare di te tutta l’EState».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Sì, vedrai che ti chiederà l’autografo, Harry» commentò Fred ridendo, ma poi, cogliendo l’occhiata di sua madre, chinò la faccia sul piatto senza più dire una parola. Regnò il silenzio fino a che tutti e quattro i piatti non furono puliti, il che richiESe un tempo sorprendentemente breve.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Nossignore!» lo interruppe la signora Weasley. «È colpa tua se sei stato alzato tutta la notte. AdESso vai in giardino e provvedi a ripulirlo degli gnomi che lo hanno invaso e sono diventati insopportabili».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«E voi due lo aiuterete» proseguì lei guarDAndo Ron e Fred. «Tu puoi anDAre a letto, caro» soggiunse rivolta a Harry. «Non sei stato tu a chiedergli di far volare quel rottame di macchina».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Ma Harry, che si sentiva ben sveglio, si affrettò a dire: «Io aiuto Ron, non ho mai visto ripulire un giardino DAgli gnomi…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«E molto gentile DA parte tua, ma è un lavoro noioso» disse la signora Weasley. «Vediamo un po’ cosa ha DA dirci Allock in proposito».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
E prESe un librone DAlla mensola del camino. George emise un gemito.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Mamma, sappiamo come manDAre via gli gnomi DAl giardino».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry guardò la copertina del libro. In elaborate lettere d’oro c’era scritto: GuiDA alla disinfEStazione domEStica, di Gilderoy Allock. Sul frontESpizio, c’era una grande foto di un mago molto avvenente, con i capelli biondi ondulati e due luminosi occhi azzurri. Come sempre la foto era animata; il mago, che Harry immaginò ESsere Gilderoy Allock, ammiccava con aria impertinente a tutti loro. La signora Weasley gli sorrise.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Oh, è straordinario» disse. «NESsuno è più ESperto di disinfEStazioni, è un libro meraviglioso…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Non ESsere ridicolo, Fred» disse la signora Weasley diventando alquanto rossa. «E va bene, se voi pensate di saperne più di Allock DAtevi DA fare, e guai a voi se trovo in giro anche un solo gnomo!»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Sbadigliando e borbottando, i fratelli Weasley uscirono trascinando i piedi. Harry li seguì: il giardino era grande e corrispondeva ESattamente alla sua idea di giardino. Ai Dursley non sarebbe piaciuto: era pieno di erbacce e aveva urgente bisogno di una sistemata, ma tutt’intorno al muro di cinta c’erano alberi nodosi, DAlle aiuole spuntavano piante che Harry non aveva mai visto e c’era un grosso stagno verde pieno di ranocchie.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Anche i Babbani hanno gli gnomi DA giardino, sai?» disse Harry a Ron mentre attraversavano il prato.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Sì, le ho viste quelle cose che loro scambiano per gnomi» disse Ron con la tESta infilata in un cESpuglio di peonie. «Come tanti piccoli e grassi Babbo Natale con la canna DA pESca…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Si udì un violento rumore di zuffa, il cESpuglio di peonie tremò tutto e Ron si raddrizzò: «QuESto è uno gnomo» disse tutto serio.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Di certo non assomigliava a Babbo Natale. Era piccolo e coriaceo, con una grossa tESta calva e bitorzoluta, tale e quale a una patata. Ron lo tenne sospESo in aria, mentre quello scalciava con i suoi piccoli piedi duri. Lo prESe per le caviglie e lo mise a tESta in giù.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ecco come bisogna fare» disse. Sollevò lo gnomo sopra la tESta («Lasssiami!») e lo fece roteare in aria come un lazo, dEScrivendo grandi cerchi. Poi vide la faccia sconvolta di Harry e aggiunse: «Non si fanno male… Ma bisogna stordirli in modo che non ritrovino la straDA delle loro tane».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Mollò la prESa e quello volò a dieci metri di altezza per poi atterrare con un tonfo nel campo oltre la siepe.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Fai pena» disse Fred. «Scommetto che io riESco a lanciare il mio oltre quella ceppaia».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Hany imparò ben prESto a non provare troppo dispiacere per gli gnomi. Stava per lanciare il primo che prESe al di là della siepe, ma lo gnomo, avvertendo la sua indecisione, gli affondò i denti affilati come rasoi nel dito e Harry ebbe molta difficoltà a scrollarselo di dosso fino a che…
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Ben prESto l’aria fu annebbiata DA gnomi volanti.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Lo vedi? Non sono molto intelligenti» disse George afferrandone cinque o sei alla volta. «Quando capiscono che si sta facendo la disinfEStazione EScono tutti fuori per guarDAre. Ormai dovrebbero avere imparato a starsene fermi».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Poco dopo, frotte di gnomi cominciarono ad allontanarsi DAl giardino in ordine sparso.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Torneranno» disse Ron guarDAndoli scomparire nella siepe, DAll’altra parte del campo. «Ci stanno bene qui… Papà è troppo indulgente con loro, li trova divertenti…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
In quel momento si udì sbattere la porta di ingrESso.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Il signor Weasley era crollato su una sedia in cucina, si era tolto gli occhiali e se ne stava a occhi chiusi. Era magro e quasi calvo, ma quei pochi capelli che gli erano rimasti erano dello stESso colore rosso di tutti i suoi figli. Indossava un lungo abito verde, tutto impolverato e sgualcito DAl viaggio.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Che nottata!» bofonchiò allungando la mano per prendere la teiera, mentre i ragazzi gli si sedevano intorno. «Nove sopralluoghi. Nove! E il vecchio Mundungus Fletcher ha cercato di farmi il malocchio mentre ero girato DAll’altra parte…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Trovato niente, papà?» chiESe Fred tutto premuroso.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Tutto quel che sono riuscito a prendere è qualche chiave che si rimpicciolisce e un bollitore che morde» sbadigliò il signor Weasley. «Abbiamo visto anche roba molto sospetta, ma per fortuna non era di mia competenza. Morlake è stato portato via per ESsere interrogato su alcuni stranissimi furetti, ma quESto, grazie al cielo, riguarDA il Comitato per gli IncantESimi Sperimentali…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Perché uno si dovrebbe prendere la briga di far rimpicciolire delle chiavi?» chiESe George.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«È una trappola per i Babbani» sospirò il signor Weasley. «Vendergli una chiave che si rimpicciolisce, in modo che quando ne hanno bisogno non riEScono a trovarla… Naturalmente è molto difficile arrEStare qualcuno, perché non ESiste Babbano che ammetterebbe che la sua chiave rimpicciolisce… Direbbe di averla persa. Benedetta gente, farebbero qualsiasi cosa per far finta che la magia non ESiste, anche quando ce l’hanno sotto il naso… D’altra parte, è DA non credersi la roba su cui i nostri fanno gli incantESimi…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«COME LE AUTOMOBILI, PER ESEMPIO?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
La signora Weasley era comparsa brandendo un lungo attizzatoio come fosse una spaDA. Il signor Weasley spalancò gli occhi e rivolse alla moglie uno sguardo carico di sensi di colpa.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Proprio così, macchine, Arthur» replicò la signora Weasley con gli occhi DArdeggianti. «Immagina un mago che compra una vecchia automobile arrugginita e dice alla moglie che vuole solo smontarla per vedere come funziona, mentre in realtà intende fare un incantESimo per farla volare».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Be’, mia cara, penso che converrai con me che facendo quESto lui è perfettamente in regola, anche se… ehm… forse avrebbe fatto meglio a… dire alla moglie la verità… Vedi, c’è una scappatoia nella legge… per cui se lui non intendeva far volare la macchina, il fatto che la macchina potESse volare non…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Harry?» chiESe stupefatto il signor Weasley. «Harry chi?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«QuESta notte, i tuoi figli hanno volato con quella macchina fino a casa di Hany e poi sono tornati indietro!» gridò la signora Weasley. «Che cosa hai DA dire al riguardo?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Ma DAvvero?» disse il signor Weasley tutto eccitato. «Ed è anDAto tutto bene? V-voglio dire» balbettò mentre gli occhi di sua moglie manDAvano faville, «a-avete f-fatto m-molto male, ragazzi… molto molto male…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«Lasciamoli a sbrogliarsela DA soli» bisbigliò Ron a Harry, mentre la signora Weasley si gonfiava come un tacchino. «Vieni, ti faccio vedere la mia stanza».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Sgusciarono fuori DAlla cucina e attraversarono uno stretto corridoio fino a una scala zigzagante che conduceva ai piani superiori. Al terzo c’era una porta socchiusa: Harry fece in tempo a vedere un paio di occhi scuri e luminosi che lo guarDAvano fisso prima che la porta si chiudESse con uno scatto.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«È Ginny» disse Ron. «E strano che sia cosi timiDA. Di solito non sta mai zitta…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry entrò, sfiorando con la tESta il soffitto spiovente, e sbatté gli occhi: era come entrare in una fornace. Quasi tutto, nella stanza di Ron, sembrava ESsere di un violento color arancio: il copriletto, le pareti, perfino il soffitto. Poi Harry si rESe conto che Ron aveva ricoperto quasi completamente la consunta carta DA parati con poster delle stESse sette persone, che salutavano animatamente, tutti con indosso sgargianti abiti arancioni, e muniti di manici di scopa.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«La tua squadra di Quidditch?» chiESe Harry.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
«I Cannoni di Chudley» disse Ron indicando il copriletto arancione guarnito con due ‘C’ gigantESche e una palla di cannone lanciata a tutta velocità. «Nona in classifica».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
I libri di scuola di Ron erano ammonticchiati in un angolo, accanto a una pila di fumetti della serie Le avventure di Martin Miggs, il Babbano matto. La bacchetta magica di Ron era buttata sul DAvanzale della finEStra, sopra una boccia DA pESci piena di uova di rana; in un angolino assolato dormiva beatamente Crosta, il topo grigio.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Harry scavalcò un mazzo di carte DA gioco AutorimEScolanti sparse sul pavimento e guardò fuori DAll’angusta finEStra. Nei campi, in lontananza, vide un ESercito di gnomi strisciare furtivi, in fila indiana, sotto la siepe dei Weasley. Poi si voltò a guarDAre Ron, che lo stava osservando piuttosto nervoso, come in attESa della sua opinione.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
Ma Harry disse con un largo sorriso: «QuESta è la casa più bella dove sia mai stato».
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2) |
La vita alla Tana era quanto di più diverso DA Privet Drive si potESse immaginare. Ai Dursley piaceva che tutto fosse pulito e in ordine; la casa dei Weasley era tutta stranezze e imprevisti. Harry rimase scioccato la prima volta che, guarDAndosi allo specchio sul camino della cucina, quello gli gridò: «Infilati la camicia dentro i pantaloni, sciamannato!». Lo spiritello della soffitta ululava e batteva sui tubi ogni volta che gli pareva regnasse troppa calma, e le piccole ESplosioni provenienti DAlla camera di Fred e George erano considerate perfettamente normali. Ma quello che Harry trovava EStremamente insolito, per quanto riguarDAva la sua vita a casa di Ron, non erano lo specchio parlante e lo spiritello rumoroso: era la sensazione di ESsere simpatico a tutti.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2) |
Mamma Weasley era preoccupatissima dello stato dei suoi calzini e a tavola cercava di costringerlo a servirsi di ogni pietanza quattro volte. A cena il signor Weasley voleva che sedESse accanto a lui, in modo DA poterlo bombarDAre di domande sulla vita dei Babbani, e chiedergli di spiegare in che modo funzionassero cose come le prESe elettriche e il servizio postale.
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Harry ricevette notizie DA Hogwarts una mattina di sole, circa una settimana dopo ESsere arrivato alla Tana. Lui e Ron erano scESi per fare colazione e avevano trovato i signori Weasley e Ginny già seduti a tavola. Nel vedere Harry, Ginny rovESciò fragorosamente la sua ciotola di porridge: sembrava che la ragazzina tendESse a far cadere qualcosa ogni volta che Harry entrava in una stanza. Si infilò sotto il tavolo per recuperare la ciotola e ne emerse rossa come il sole al tramonto. Facendo finta di non ESsersi accorto di niente, Harry si sedette e prESe il toast che mamma Weasley gli porgeva.
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«Posta DA scuola» disse il signor Weasley allungando a Harry e a Ron due buste identiche di pergamena giallastra, con l’indirizzo scritto in inchiostro verde. «Silente sa già che tu sei qui, Harry… Non gliene scappa una, a quello. C’è posta anche per voi» aggiunse rivolto a Fred e George che entravano in quel momento, assonnati e in pigiama.
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Per qualche minuto regnò il silenzio, perché tutti leggevano la posta. La lettera di Harry gli comunicava di prendere, come al solito, l’ESprESso per Hogwarts DAlla stazione di King’s Cross, il primo di settembre. C’era anche l’elenco dei libri necESsari per il nuovo anno.
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Gli studenti del secondo anno dovranno fornirsi dei seguenti tESti:
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Manuale degli incantESimi, Volume secondo di MiranDA Gadula
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A merenDA con la morte di Gilderoy Allock
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«Anche a te hanno detto di prendere tutti i libri di Allock!» ESclamò. «Il nuovo insegnante di DifESa contro le Arti Oscure deve ESsere un suo fan… Scommetto che è una strega».
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«QuESta volta non ce la caviamo con poco» disse George lanciando un’occhiata ai genitori. «I libri di Allock costano parecchio…»
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«Be’, ce la faremo» disse mamma Weasley, ma aveva l’aria preoccupata. «Molte delle cose che servono a Ginny penso che potremo prenderle di seconDA mano».
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«Oh, è il primo anno a Hogwarts?» chiESe Harry alla ragazzina.
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Lei annuì arrossendo fino alla punta dei capelli fiammanti e infilò un gomito nel piattino del burro. Fortunatamente nESsuno tranne Harry se ne accorse, perché proprio allora arrivò il fratello maggiore di Ron, Percy. Era già vEStito di tutto punto, con il distintivo di Prefetto di Hogwarts appuntato sulla maglietta.
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Si sedette sull’ultima sedia rimasta libera, ma si rialzò quasi subito di scatto, levandosi DA sotto un piumino per la polvere grigio, tutto spennacchiato… o per lo meno, così pensò Harry fintanto che non si accorse che il piumino rESpirava.
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«Errol!» disse Ron prendendo DAlle mani di Percy il gufo zoppicante ed EStraendo una lettera DA sotto la sua ala. «Finalmente! Ha portato la risposta di Hermione. Le avevo scritto dicendole che avremmo cercato di salvarti DAi Dursley».
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Andò a posare Errol su un trESpolo dietro la porta posteriore, cercando di farlo stare dritto, ma quello si accasciò di nuovo, per cui Ron lo distESe sullo scolatoio mormorando: «Patetico!» Poi strappò la busta e lESse ad alta voce la lettera di Hermione:
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Spero che tutto sia anDAto liscio, e che Harry stia bene e che non abbiate fatto niente di illegale per portarlo via, Ron, perché se così fosse quESto metterebbe nei guai anche lui. Sono stata sinceramente preoccupata e se Harry sta bene, fatemelo sapere immediatamente (magari usando un altro gufo, perché forse un’altra consegna sarebbe fatale a quello che avete ora).
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Naturalmente ho molto DA fare con i compiti di scuola («Ma come fa?» disse Ron in preDA all’orrore. «Siamo in vacanza!») e il prossimo mercoledì andremo a Londra a comprare i libri per il nuovo anno. Perché non ci vediamo a Diagon Alley?
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DAtemi notizie appena potete.
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«Be’, casca proprio a fagiolo. Possiamo anDAre anche noi a comprare tutto quel che vi serve» disse mamma Weasley cominciando a sparecchiare. «Quali sono i vostri programmi?»
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Harry, Ron, Fred e George pensavano di risalire la collina fino a un piccolo campo recintato di proprietà dei Weasley. Era circonDAto DA alberi che lo nascondevano alla vista del villaggio sottostante, il che significava potersi allenare a Quidditch, purché non volassero troppo alto. Non potevano usare vere palle DA Quidditch perché se avESsero raggiunto il villaggio in qualche lancio troppo auDAce sarebbe stato difficile DAre spiegazioni; così si ESercitavano lanciandosi delle mele. A turno usavano la Nimbus Duemila, la scopa volante di Harry, che era la migliore di tutte; la vecchia Stella Cadente di Ron spESso veniva superata in volo DA farfalle sfaccenDAte.
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Cinque minuti dopo eccoli in marcia verso la collina, scope in spalla. Avevano invitato anche Percy, ma lui aveva risposto che aveva troppo DA fare. Fino a quel momento Harry lo aveva visto soltanto alle ore dei pasti; per tutto il rESto del tempo se ne stava chiuso in camera.
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«Mi piacerebbe sapere che cosa sta combinando» disse Fred aggrottando la fronte. «Non è più lui. I risultati degli ESami sono usciti il giorno prima che arrivassi tu: dodici G.U.F.O., e lui a mala pena se n’è rallegrato».
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«Giudizio Unico per i Fattucchieri Ordinari» spiegò George vedendo lo sguardo interrogativo di Harry. «Anche Bill aveva prESo dodici. Se non stiamo attenti, rischiamo di avere un altro Caposcuola in famiglia. Penso che non reggerei alla vergogna».
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«Non so proprio come faranno papà e mamma ad affrontare tutte le spESe della scuola, quESt’anno» disse George dopo un po’. «Cinque serie di libri di Allock! E Ginny ha bisogno di vEStiti, bacchetta magica e tutto il rESto…»
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Harry non disse niente. Si sentiva un po’ a disagio. Chiusa nei sotterranei della Gringott, a Londra, c’era una piccola fortuna che i suoi genitori gli avevano lasciato. Naturalmente solo nel mondo dei maghi lui possedeva dei soldi; non era possibile usare galeoni, zellini e falci nei negozi dei Babbani. Non aveva mai parlato ai Dursley del suo conto in banca alla Gringott; era sicuro che il loro orrore per qualsiasi cosa avESse a che fare con la magia sarebbe scomparso d’incanto di fronte a un bel gruzzolo d’oro.
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Il mercoledì succESsivo mamma Weasley li svegliò tutti di buon’ora. Dopo uno spuntino veloce, di soli cinque o sei panini al prosciutto a tESta, si infilarono i giubbotti; mamma Weasley prESe un vaso DA fiori sulla mensola del camino e ci guardò dentro.
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E gli porse il vaso DA fiori.
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«Sono anDAto con la metropolitana…»
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«Ma DAvvero?» chiESe Weasley tutto interESsato. «C’erano le scale nobili? E come funzio…»
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PrESe DAl vaso un pizzico di polvere scintillante, si avvicinò al fuoco e la gettò tra le fiamme.
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Con un rombo, DAl camino si sollevò una fiammata altissima verde smeraldo. Fred ci saltò dentro, gridò: «Diagon Alley!» e scomparve.
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«Il giusto cosa?» chiESe Harry nervoso mentre il fuoco inghiottiva anche George.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2) |
«Non credo che gliene importerebbe molto» la rassicurò Harry. «Se sparissi su per un camino, Dudley lo considererebbe un magnifico scherzo, non vi preoccupate di quESto»
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«Allora… va bene… Vai dopo Arthur» disse mamma Weasley. «Quando entri nel fuoco, di’ dove devi anDAre…»
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«Non agitarti, altrimenti potrESti cadere nel camino sbagliato» disse Ron.
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«Ma non farti prendere DAl panico, e non uscire troppo prESto. Aspetta di vedere Fred e George».
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Cercando disperatamente di tenere a memoria tutte quelle istruzioni, Harry prESe un pizzico di Polvere Volante e si avvicinò al fuoco. RESpirò profonDAmente, gettò la polvere tra le fiamme e fece un passo in avanti: il fuoco sembrava una brezza calDA. Aprì la bocca e immediatamente inghiottì una gran quantità di cenere bollente.
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Ebbe la sensazione di ESsere risucchiato in un gigantESco imbuto. Gli sembrò di girare vorticosamente… il rombo nelle orecchie era assorDAnte… Cercò di tenere gli occhi aperti, ma il turbinio delle fiamme verdi lo faceva sentir male… Qualcosa di duro gli colpì il gomito, e lui se lo strinse al corpo, continuando a roteare… Poi gli parve che delle mani gelide lo stESsero schiaffeggiando… Socchiuse gli occhi e attraverso gli occhiali vide una fila confusa di camini, con dietro delle stanze… 1 panini al prosciutto gli ballavano nello stomaco… Chiuse gli occhi, dESiderando per l’ennESima volta di fermarsi e poi… cadde a faccia in giù su una fredDA pietra e senti gli occhiali anDAre in frantumi.
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Con la tESta che gli girava, pieno di lividi e tutto coperto di fuliggine, si rimise prontamente in piedi, reggendosi gli occhiali rotti sul naso. Era completamente solo e non aveva la più palliDA idea di dove fosse. Poteva dire soltanto che si trovava sulla pietra del camino di quello che sembrava un grande negozio per maghi, debolmente illuminato… Ma di quel che si poteva trovare in un elenco scolastico di Hogwarts, neanche l’ombra.
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In una teca di vetro c’erano una mano avvizzita, appoggiata su un cuscino, un mazzo di carte macchiate di sangue e un occhio di vetro che lo guarDAva fisso. DAlle pareti, maschere DAll’ESprESsione maligna sembravano spiarlo, sopra al bancone era accatastato un assortimento di ossa umane e DAl soffitto pendevano strumenti arrugginiti e acuminati. Ma la cosa peggiore di tutte era che la straDA stretta e buia che Harry intravedeva attraverso la vetrina polverosa decisamente non era Diagon Alley.
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Prima usciva di lì e meglio era. Con il naso ancora dolorante nel punto in cui aveva sbattuto contro la pietra del focolare Harry si affrettò a raggiungere silenziosamente la porta, ma era appena a mezza straDA quando, DAll’altra parte del vetro, apparvero due individui… uno dei quali era l’ultima persona che Harry spaESato, coperto di fuliggine e con un paio di occhiali rotti sul naso avrebbe voluto incontrare in quel momento: Draco Malfoy.
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Harry si guardò velocemente intorno e vide un grosso armadio nero alla sua sinistra: ci si infilò dentro e chiuse gli sportelli, lasciando una piccola fESsura per guarDAre fuori. Un attimo dopo un campanello suonò e Malfoy entrò nel negozio.
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L’uomo che lo seguiva non poteva ESsere che suo padre. Aveva lo stESso viso pallido e appuntito, e gli stESsi occhi freddi e grigi. Il signor Malfoy attraversò il negozio guarDAndo distrattamente gli oggetti ESposti, suonò il campanello sul bancone e raccomandò al ragazzo: «Non toccare niente, Draco».
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Malfoy, che aveva allungato una mano per prendere l’occhio di vetro, disse: «Credevo che volESsi farmi un regalo».
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«Ho detto che ti avrei comprato una scopa DA corsa» disse suo padre tamburellando con le dita sul bancone.
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«E a cosa serve, se non sono nella squadra?» disse Malfoy tutto imbronciato e stizzito. «L’anno scorso Harry Potter aveva una Nimbus Duemila e un permESso speciale di Silente per farlo giocare con il Grifondoro. E non è nemmeno così bravo! Solo perché è famoso… famoso per quella stupiDA cicatrice sulla fronte…»
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Malfoy si chinò per ESaminare uno scaffale pieno zeppo di tESchi.
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«Lo hai già detto mille volte» disse il signor Malfoy con un’occhiata raggelante, «e vorrei ricorDArti che non è… prudente… mostrarsi poco entusiasti di Harry Potter, non quando la maggior parte di noi lo considera l’eroe che ha causato la scomparsa dell’Oscuro Signore… Ah, signor Sinister».
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Un signore curvo era apparso dietro al bancone, scostandosi DAl viso una ciocca di capelli unti.
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«Avrà sentito dire, naturalmente, che il Ministero sta facendo molti controlli» disse Malfoy tirando fuori DA una tasca interna un rotolo di pergamena e svolgendolo per DAr modo a Sinister di leggerlo. «Io ho… qualche… oggetto, a casa, che potrebbe mettermi in difficoltà se il Ministero dovESse venire a farmi visita…»
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«Ancora non ho ricevuto nESsun avviso. Il nome dei Malfoy impone ancora un certo rispetto; e tuttavia il Ministero si sta facendo sempre più invadente. Girano voci su una nuova Legge per la Protezione dei Babbani: senza dubbio, dietro ci deve ESsere quel pidocchioso Babbanofilo di Arthur Weasley…»
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«… e, come lei può vedere, alcuni di quESti veleni potrebbero far sembrare…»
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«Ah, la Mano della Gloria!» ESclamò Sinister abbandonando l’elenco di Malfoy e precipitandosi verso Draco. «Se vi inserite una candela, fa luce, ma solo a colui che la regge! È l’amica fiDAta di ladri e scassinatori. Suo figlio ha molto gusto, signore!»
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«Spero bene che mio figlio riuscirà a fare qualcosa di meglio che non il ladro o lo scassinatore, Sinister» disse fredDAmente Malfoy e Sinister si affrettò a rispondere: «Non volevo certo offenderla signore, no certo…»
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«Però, se i suoi voti a scuola non migliorano» disse Malfoy con voce ancor più geliDA, «quella potrebbe ESsere l’unica attività aDAtta a lui».
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«Avrei creduto che ti sarESti vergognato a farti superare in tutti gli ESami DA una ragazza di una famiglia di Babbani!» sbottò Malfoy.
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‘Ah! Ah!’ ESultò Harry tra sé, felice di vedere Draco confuso e arrabbiato.
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«No, signore, neanche per me, signore» rispose Sinister inchinandosi profonDAmente.
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«In quESto caso, forse possiamo tornare al mio elenco» disse Malfoy tagliando corto. «Ho una certa fretta, Sinister, ho affari importanti che mi aspettano altrove, oggi».
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Cominciarono a contrattare. Con un certo nervosismo Harry vide Draco avvicinarsi sempre più al suo nascondiglio, ESaminando gli oggetti in vendita. Il ragazzo si fermò a guarDAre un lungo rotolo di corDA per impiccagioni e si soffermò a leggere, con un ghignetto, il cartellino appESo su una stupenDA collana di opali: Attenzione: non toccare. Letale. Fino a oggi è costata la vita a diciannove Babbane che l’hanno posseduta.
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«Fatto» disse Malfoy DAl bancone. «Vieni, Draco!»
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Poi, bofonchiando parole oscure, Sinister scomparve nel retrobottega. Harry attESe qualche minuto, nel caso fosse tornato indietro, poi, più furtivamente possibile, sgusciò fuori dell’armadietto, oltrepassò le teche di vetro e uscì DAl negozio.
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Tenendosi alla meglio gli occhiali rotti sul naso, si guardò intorno. Era emerso in un sordido vicolo dove sembravano ESserci ESclusivamente negozi dedicati alle Arti Oscure. Quello DA cui era appena uscito. Magie Sinister, sembrava il più grande, ma di fronte c’era un’orribile mostra di tESte avvizzite e due porte più giù un’immensa gabbia brulicava di gigantESchi ragni neri. Due maghi in malarnESe lo osservavano DA dietro un portale bisbigliando tra loro. Con un certo nervosismo Harry si avviò, sempre tenendosi gli occhiali e augurandosi, contro ogni speranza, di trovare la straDA per uscire DA quel posto.
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DA una vecchia insegna straDAle di legno, appESa sopra a un negozio di candele velenose, capì di trovarsi a Notturn Alley. QuESto non lo aiutò affatto, DAto che non aveva mai sentito parlare di un posto del genere. Pensò di non aver detto abbastanza chiaramente la sua dEStinazione, con tutta quella cenere che gli era entrata in bocca nel camino dei Weasley. Cercando di non perdere la calma, si interrogò sul DA farsi.
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DAvanti a lui c’era una vecchia strega con in mano un vassoio di quelle che assomigliavano orribilmente a unghie umane. Lo guardò con occhi avidi, mostrando una fila di denti verDAstri. Harry fece un passo indietro.
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«HARRY! Che ci fai DA ’ste parti, ragazzo?»
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Hagrid lo agguantò per la collottola e lo tirò via DAlla strega, buttandole all’aria il vassoio. Le sue striDA li inseguirono lungo il vicolo tortuoso, fin quando furono fuori, alla luce del sole. In lontananza, Harry vide un edificio di marmo candido che gli risultò familiare: la banca Gringott. Hagrid lo aveva portato dritto dritto a Diagon Alley.
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«Sei tutto fetente!» disse Hagrid burbero, scrollandogli di dosso la fuliggine con tale energia DA farlo quasi cadere in un barile di guano di drago. «Ma che ti piglia, vagolare per Notturn Alley… Posto infame, Harry… Non mi garba che ti fai vedere qui…»
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«Me ne sono rESo conto» disse Harry cercando di schivare un’altra energica spazzolata. «Te l’ho detto, mi sono perso… E tu, allora, che ci facevi?»
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«Sto a casa dei Weasley, ma ci siamo divisi» spiegò Harry. «Devo anDAre a cercarli».
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Si avviarono insieme per la straDA.
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«lo a te t’ho scritto, perché tu no?» chiESe Hagrid mentre Harry gli trotterellava accanto (per ogni falcata degli enormi stivali del guardiacaccia lui doveva fare tre passi). Harry gli raccontò di Dobby e dei Dursley.
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«Harry! Harry! DA quESta parte!»
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Harry guardò in alto e vide Hermione Granger in cima alla candiDA scalinata della Gringott. Lei spiccò una corsa per anDArgli incontro, con i folti capelli castani al vento.
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«Cos’è succESso ai tuoi occhiali? Ciao, Hagrid… Oh, è meraviglioso rivedervi… Stai anDAndo alla Gringott, Harry?»
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Harry e Hermione si guarDArono intorno; su per la straDA affollata, Ron, Fred, George, Percy e il signor Weasley si stavano avvicinando a grandi passi.
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«Harry» ansimò il signor Weasley. «Speravamo che tu fossi scESo solo un focolare più in là». Si asciugò la pelata lucente. «Molly è disperata… Sta arrivando».
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«Dove sei uscito?» chiESe Ron.
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«Grande!» ESclamarono Fred e George all’unisono.
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«Noi non abbiamo mai avuto il permESso di anDArci» commentò Ron pieno di invidia.
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Riprendendo fiato, tirò fuori DAlla borsa una grossa spazzola DA panni e cominciò a togliergli di dosso la fuliggine che Hagrid non era riuscito a eliminare con le sue manate. Il signor Weasley prESe gli occhiali di Harry, gli diede un colpetto con la sua bacchetta magica e glieli rEStituì come nuovi.
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«Be’, io me ne vado» disse Hagrid, a cui mamma Weasley stava quasi storcendo una mano («Notturn Alley! Pensa se non lo avESsi trovato, Hagrid!»). «Ci becchiamo a Hogwarts!» E si allontanò a gran passi, sovrastando chiunque altro nella straDA affollata.
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«Indovinate un po’ chi ho visto DA Magie Sinister?» chiESe Harry a Ron e a Hermione mentre salivano le scale della Gringott. «Malfoy e suo padre».
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«E Lucius Malfoy ha comprato niente?» chiESe il signor Weasley in tono tagliente.
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«E così tu pensi che io non sappia tenere tESta a Lucius Malfoy?» chiESe il signor Weasley indignato; ma subito dopo venne distratto DAlla vista dei genitori di Hermione, in piedi tutti nervosi DAvanti al bancone che correva lungo la sala marmorea, in attESa di ESsere prESentati.
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«Ma voi siete Babbani!» ESclamò eccitato il signor Weasley. «Dobbiamo brinDAre! Che cos’è che avete là? Ah, state cambiando la moneta dei Babbani. GuarDA, Molly!» e indicò entusiasticamente le banconote DA dieci sterline che il signor Granger teneva in mano.
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«Ci rivediamo qui» disse Ron a Hermione, mentre i Weasley e Harry venivano accompagnati DA un altro folletto della banca alle loro camere blinDAte sotterranee.
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Le camere blinDAte venivano raggiunte utilizzando dei piccoli carrelli guiDAti DA folletti che, lungo rotaie in miniatura, correvano per i sotterranei della banca. A Harry piacque molto la scarrozzata a rotta di collo fino alla camera blinDAta dei Weasley ma si sentì terribilmente a disagio, molto peggio di come si era sentito a Notturn Alley, quando venne aperta. C’era un ESiguo mucchietto di zellini d’argento e soltanto un galeone d’oro. Mamma Weasley ispezionò ben bene gli angoli, prima di raccogliere tutto nella borsa. Harry si sentì ancor peggio quando raggiunsero la sua camera blinDAta. Cercò di impedire la vista di quel che conteneva, mentre in fretta e furia infilava alcune manciate di monete in una borsa di cuoio.
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Infine, si ritrovarono tutti sulla scalinata di marmo. Percy accennò bofonchiando di aver bisogno di una nuova penna d’oca; Fred e George avevano intravisto un compagno di scuola, Lee JorDAn; Mamma Weasley e Ginny dovevano anDAre in un negozio di abiti di seconDA mano. Il signor Weasley insisteva per invitare i Granger al Paiolo magico a bere qualcosa.
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«Ci vediamo tra un’ora al Ghirigoro per comprare i libri» disse mamma Weasley allontanandosi con Ginny. «E state lontani DA Notturn Alley!» gridò ai due gemelli che già stavano DAndosela a gambe.
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Harry, Ron e Hermione si avviarono lungo l’acciottolato della via tortuosa. Le monete d’oro, d’argento e di bronzo tintinnavano allegramente nella borsa di Harry e reclamavano di ESsere spESe. Fu cosi che comprò tre grossi gelati alla fragola e al burro di noccioline che divorarono tutti felici, gironzolando e guarDAndo le vetrine. Ron si fermò EStasiato di fronte a una divisa completa dei Cannoni di Chudley ESposta DA AccESsori di Prima Qualità per il Quidditch, finché Hermione non li trascinò a comprare inchiostro e pergamena al negozio accanto. Nella bottega di Scherzi DA maghi incontrarono Fred, George e Lee JorDAn che facevano rifornimento di Favolosi Fuochi d’Artificio Freddi del dottor Filibuster con InnESco ad Acqua, e in un piccolo negozio di cianfrusaglie, pieno di bacchette magiche rotte, di traballanti bilance d’ottone e di vecchi mantelli tutti impataccati trovarono Percy, immerso nella lettura di un noiosissimo libretto DAl titolo: Prefetti che hanno conquistato il potere.
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«Studio sui prefetti di Hogwarts e sulla loro carriera» citò Ron ad alta voce leggendo DAl retro della copertina. «Sembra DAvvero affascinante…»
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«Certo, lui è molto ambizioso. Ha programmato tutto… Vuole diventare Ministro della Magia…» disse sottovoce Ron a Harry e Hermione mentre lasciavano Percy al suo dEStino.
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Un’ora più tardi si avviarono verso Il Ghirigoro. Ma non erano certo i soli: quando furono più vicini, videro con grande sorprESa una vera e propria folla che sgomitava per entrare. La ragione di tutto ciò era spiegata DA una grande insegna, appESa alle vetrine del piano superiore:
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Oggi, DAlle 12,30 alle 14,30GlLDEROY ALLOCKfirmerà copie della sua autobiografiaMagicamente io
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«Potremo conoscerlo!» gridò Hermione. «Voglio dire, è lui che ha scritto quasi tutti i nostri libri di tESto!»
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La folla sembrava composta per lo più di streghe dell’età di mamma Weasley. Un mago, DAll’aria sfinita, stava sulla porta raccomanDAndo: «Piano, per favore, signore… Ehi, là, non spingete… Attenzione ai libri…»
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Harry, Ron e Hermione sgattaiolarono dentro. Una lunga fila si snoDAva fino al retro del negozio, dove Gilderoy Allock stava autografando i suoi libri. Tutti e tre i ragazzi afferrarono una copia del manuale A merenDA con la morte, e si intrufolarono tra la folla fino a raggiungere i Weasley, che facevano la fila insieme ai Granger.
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Gilderoy Allock apparve lentamente, seduto a un tavolo e circonDAto DA gigantografie della sua faccia. Erano tutte ammiccanti e mostravano alla folla due file di denti di un candore abbagliante. Il vero Allock indossava un abito color non-ti-scorDAr-di-me, che si aDAttava perfettamente al colore dei suoi occhi; sui capelli ondulati portava, disinvoltamente poggiato di lato, il cappello a punta DA mago.
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Un ometto basso e irascibile gli DAnzava intorno scattando foto con una grossa macchina fotografica nera che a ogni guizzo accecante del flash emetteva nuvolette di fumo color porpora.
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«Ehi tu, levati di torno» intimò a Ron arretrando per prendere un’inquadratura migliore. «QuESta è per La Gazzetta del Profeta».
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«Ma chi ti credi di ESsere?» commentò Ron stropicciandosi il piede che il fotografo gli aveva pEStato.
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La folla fece largo, bisbigliando tutta eccitata. Allock si tuffò letteralmente in avanti, prESe Harry per un braccio e lo trascinò in prima fila. Il pubblico scoppiò in un applauso. Harry era paonazzo, mentre Allock gli stringeva la mano per ESsere riprESo DAl fotografo, che scattava foto all’impazzata inonDAndo di fumo denso tutti i Weasley.
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«Fai un bel sorriso, Harry» disse Allock mettendo in mostra la sua fulgiDA dentatura. «Tu e io, insieme, siamo degni della prima pagina».
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«Signore e signori» disse a voce alta, chiedendo il silenzio con un gESto della mano. «Che momento straordinario è mai quESto! È arrivata l’ora di fare un piccolo annuncio che rimando DA troppo tempo! Quando, oggi, il giovane Harry è entrato al Ghirigoro, voleva semplicemente acquistare la mia autobiografia, che ora sono lieto di regalargli» (qui la folla applaudì un’altra volta) «e non aveva la minima idea» continuò Allock DAndo a Harry un colpetto che gli fece scivolare gli occhiali sulla punta del naso, «che di lì a poco avrebbe avuto ben più del mio libro Magicamente io. Infatti, lui e i suoi compagni avranno magicamente me in carne e ossa. Sì, signore e signori, ho il grande piacere e l’orgoglio di annunciare che a settembre assumerò l’incarico di insegnante di DifESa contro le Arti Oscure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts!»
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Tutti si rallegrarono e batterono le mani e Harry si ritrovò tra le braccia l’intera pila delle opere complete di Gilderoy Allock. Barcollando leggermente sotto tutto quel pESo riuscì a farsi largo fuori DAi riflettori guaDAgnando il fondo della sala, dove si trovava Ginny, in piedi accanto al suo nuovo paiolo.
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«Tu prendi quESti» le bofonchiò Harry scaraventando i libri nel calderone. «Io me li comprerò…»
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«Lascialo in pace, non è stato lui a volere tutto quESto!» disse Ginny. Era la prima volta che parlava di fronte a Harry. Stava guarDAndo fisso fisso Malfoy.
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«Potter, ti sei fatto una ragazza!» ESclamò Malfoy strascicando le parole. Ginny arrossì violentemente. Intanto, facendosi largo, Ron e Hermione si avvicinarono, carichi di libri di Allock.
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«Ah, sei tu!» disse Ron guarDAndo Malfoy come se fosse qualcosa di sgradevole che gli si era attaccato alla suola di una scarpa. «Scommetto che sei sorprESo di vedere Harry qui, eh?»
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«Non tanto sorprESo quanto di vedere te dentro un negozio, Weasley» replicò Malfoy. «Suppongo che i tuoi genitori faranno la fame per un mESe per pagare tutta quella roba».
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«Ron!» disse il signor Weasley avanzando a fatica con Fred e George. «Cosa stai facendo? Qua dentro è pazzESco, andiamo fuori».
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Era il signor Malfoy. In piedi, con la mano sulla spalla di Draco, aveva lo stESso ghigno del figlio.
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Si avvicinò al calderone di Ginny e DAl mucchio dei libri nuovi fiammanti di Allock EStrasse una copia vecchia e consunta di GuiDA pratica alla trasfigurazione per principianti.
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«Ovviamente no» prosegui. «Santo cielo, a che serve ESsere un’onta al nome stESso di mago se non la pagano neanche a sufficienza?»
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«Mi sembra chiaro» replicò Malfoy, e volse i suoi occhi sbiaditi sui Granger, che li guarDAvano con apprensione. «Le compagnie che lei frequenta, Weasley… eppure avrei detto che la sua famiglia avESse già toccato il fondo…»
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Ci fu un tonfo metallico e il calderone di Ginny volò in aria; il signor Weasley si era avventato su Lucius Malfoy, scaraventandolo contro uno scaffale. Decine di pESanti libri di incantESimi caddero sulle loro tESte con gran fracasso. Si udì il grido unanime di Fred e George: «Prendilo, papà!» Anche mamma Weasley griDAva: «No, Arthur, no!» La folla si ritrasse, facendo cadere altri scaffali. «Signori, vi prego… vi prego!» griDAva il mago-commESso, e poi una voce che superava quella di tutti gli altri intimò: «Basta un po’, gente!»
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Hagrid avanzava verso di loro attraverso quel mare di libri. In un attimo separò Weasley e Malfoy. Il primo aveva un labbro spaccato, mentre l’altro era stato colpito a un occhio DA un volume dell’Enciclopedia dei funghi velenosi. Stringeva ancora in mano il vecchio libro di trasfigurazione di Ginny. Lo lanciò alla ragazzina, con un guizzo maligno negli occhi. «Tieni, ragazzina… prendi il tuo libro… è tutto quel che tuo padre riESce a DArti!»
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E liberandosi DAlla prESa di Hagrid, fece un cenno a Draco e uscì in tutta fretta DAl negozio.
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«Non ci dovevi DAr retta, Arthur» disse Hagrid quasi sollevando il signor Weasley DA terra, mentre lui si ricomponeva gli abiti. «Marcissimi sono, tutta la famiglia, lo sanno tutti. Non c’è un Malfoy che vale un fico secco. Sangue cattivo, ecco cos’è. Andiamo, su».
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Sembrò che il commESso volESse impedire loro di uscire, ma poiché arrivava a stento alla cintola di Hagrid parve ripensarci. Si incamminarono in fretta, i Granger ancora spaventati e la signora Weasley fuori di sé per la rabbia.
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«Bell’ESempio DA DAre ai tuoi figli… una rissa in pubblico… che cosa avrà pensato Gilderoy Allock…»
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Ma era un gruppo ormai placato quello che giunse al Paiolo magico, DA dove Harry, i Weasley e tutti i loro acquisti avrebbero fatto ritorno alla Tana usando la Polvere Volante. Si accomiatarono DAi Granger, che stavano uscendo DAl pub diretti DAlla parte opposta, per raggiungere i quartieri dei Babbani. Il signor Weasley cominciò a chiedergli come funzionavano le fermate degli autobus, ma vista la faccia della moglie si affrettò a interrompersi.
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La fine delle vacanze EStive arrivò troppo prESto per i gusti di Harry. Non vedeva l’ora di tornare a Hogwarts, ma il mESe passato alla Tana era stato il più felice della sua vita. Gli riusciva difficile non invidiare Ron quando pensava ai Dursley e al benvenuto che doveva aspettarsi DA parte loro, non appena avESse rimESso piede a Privet Drive.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
L’ultima sera mamma Weasley organizzò una cena sontuosa con tutte le pietanze preferite di Harry e, per finire, un budino di melassa DA far venire l’acquolina in bocca. Fred e George conclusero degnamente la serata con uno spettacolo di fuochi d’artificio Filibuster inonDAndo la cucina di stelle rosse e blu che rimbalzarono DAl soffitto alle pareti per una buona mezz’ora. Infine, venne il momento di un’ultima tazza di cioccolata calDA, e poi a letto.
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La mattina dopo ci volle la mano di dio per riuscire a partire. Si erano alzati al canto del gallo, ma non si sa come tutti avevano un mucchio di cose DA fare. Mamma Weasley correva di qua e di là in cerca di calzini spaiati e di penne d’oca; nel trambusto, tutti si scontravano su e giù per le scale, mezzi svEStiti e masticando panini, e poco mancò che il signor Weasley non si rompESse il collo inciampando in una gallina di passaggio mentre attraversava il cortile per caricare in macchina il baule di Ginny.
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Harry non capiva in che modo otto persone, sei grossi bauli, due gufi e un topo potESsero entrare in una piccola Ford Anglia. Ma naturalmente non aveva fatto i conti con le modifiche speciali apportate DAl signor Weasley.
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«Non una parola con Molly» bisbigliò quESt’ultimo a Harry quando apri il bagagliaio e gli mostrò l’incantESimo che aveva fatto per allargarlo, così DA farci entrare comoDAmente i bauli.
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Quando finalmente furono tutti in macchina, mamma Weasley dette un’occhiata al sedile posteriore, dove, comoDAmente seduti uno accanto all’altro, c’erano Harry, Ron, Fred, George e Percy e disse: «I Babbani ne sanno più di quanto noi non crediamo, non è vero?» Lei e Ginny si installarono sul sedile anteriore, che era stato allungato tanto DA assomigliare a una panchina del parco. «Voglio dire, DAl di fuori non si direbbe mai che quESta macchina è così spaziosa, non trovate?»
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Il signor Weasley mise in moto e l’auto si avviò fuori del cortile. Harry si voltò a DAre un’ultima occhiata alla casa. Ma non aveva fatto in tempo a chiedersi quando l’avrebbe rivista, che già erano tornati indietro: George aveva dimenticato la scatola dei suoi fuochi d’artificio Filibuster. Cinque minuti dopo, nuova brusca frenata nel cortile perché Fred doveva correre a prendere il suo manico di scopa. Avevano quasi raggiunto l’autostraDA, quando Ginny, con uno strillo, disse di aver dimenticato il diario. Quando la ragazzina si fu di nuovo arrampicata in macchina erano decisamente in ritardo e gli animi si stavano surriscalDAndo.
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«Ma nESsuno ci vedrebbe. QuESto bottoncino qui è il Turbo Invisibile che ho installato… che ci farebbe sollevare… e poi voleremmo sopra le nuvole. Arriveremmo in dieci minuti e nESsuno ne saprebbe niente…»
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Arrivarono alla stazione di King’s Cross alle undici meno un quarto. Il signor Weasley attraversò di corsa la straDA per procurarsi i carrelli portabagagli e poi, tutti insieme, si precipitarono in stazione.
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Già l’anno prima Harry aveva prESo l’ESprESso per Hogwarts. Il difficile era arrivare al binario nove e tre quarti, ben nascosto agli occhi dei Babbani. Per riuscirci bisognava passare attraverso la robusta barriera che divideva le banchine nove e dieci. Non faceva male, ma era un’imprESa che richiedeva molta concentrazione perché i Babbani non si accorgESsero che uno spariva.
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«Prima Percy» disse mamma Weasley guarDAndo nervosamente il grande orologio della stazione, DAl quale risultava che avevano soltanto cinque minuti per scomparire tutti quanti disinvoltamente attraverso la barriera.
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Harry si assicurò che la gabbia di Edvige fosse ben fissata sopra al baule e portò il suo carrello di fronte alla barriera. Si sentiva perfettamente sicuro di sé; quESto non era difficile come usare la Polvere Volante. Tutti e due i ragazzi si chinarono sull’impugnatura dei loro carrelli e si incamminarono verso la barriera, acquistando velocità. A pochi metri di distanza spiccarono una corsa e…
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Entrambi i carrelli urtarono contro la barriera e rimbalzarono all’indietro. Il baule di Ron ruzzolò con un gran tonfo. Harry fu scaraventato a terra, la gabbia di Edvige rimbalzò sul pavimento consumato e l’uccello rotolò via, griDAndo tutto indignato. La gente lì vicino li guarDAva con tanto d’occhi e una guardia li apostrofò: «Ma cosa diavolo vi salta in mente?»
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«Perderemo il treno» bisbigliò Ron. «Non riESco a capire perché l’uscita si è sbarrata…»
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Harry alzò gli occhi sul gigantESco orologio con una sensazione dolorosa alla bocca dello stomaco. Dieci secondi… nove secondi…
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«È anDAta» disse Ron frastornato. «Il treno è partito. E se papà e mamma non riEScono a tornare indietro? Hai mica qualche soldo dei Babbani?»
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Harry rise cupamente. «I Dursley non mi DAnno la paghetta DA circa sei anni».
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Ron appoggiò l’orecchio contro la barriera geliDA.
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«Non si sente niente» disse tutto tESo. «E ora che facciamo? Non so quanto ci metteranno papà e mamma a tornare indietro».
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Si guarDArono intorno. La gente li stava ancora osservando, soprattutto per via di Edvige che continuava a starnazzare.
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«Harry!» ESclamò Ron con gli occhi che gli brillavano. «La macchina!»
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«Siamo bloccati, giusto? E a scuola ci dobbiamo anDAre, giusto? E anche i maghi minorenni sono autorizzati a fare magie se si tratta di una vera emergenza, articolo 19 o qualcosa di simile della Legge sulla REStrizione dei cosi…»
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«Non c’è problema» disse Ron girando il carrello verso l’uscita. «Su, andiamo! Se ci sbrighiamo riusciremo a seguire l’ESprESso per Hogwarts».
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Si avviarono fendendo la folla di Babbani incuriositi, uscirono DAlla stazione e raggiunsero la straDA laterale dove era parcheggiata la vecchia Ford Anglia.
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Ron aprì il capiente portabagagli con qualche leggero colpetto di bacchetta magica. Caricarono di nuovo i bauli, misero Edvige sul sedile posteriore e salirono DAvanti.
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«Controlla che nESsuno stia guarDAndo» disse Ron accendendo il motore con un altro colpo di bacchetta magica. Harry sporse la tESta fuori del finEStrino: sulla via principale il traffico era sostenuto, ma la straDA dove si trovavano loro era dESerta.
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Ron premette un bottoncino d’argento sul cruscotto. La macchina divenne invisibile e altrettanto accadde a loro. Harry sentiva vibrare il sedile, sentiva il motore, si sentiva le mani poggiate sulle ginocchia e gli occhiali sul naso, ma a quel che poteva vedere era diventato un paio di pupille fluttuanti a pochi metri DA terra, in una squalliDA straDA piena di macchine parcheggiate.
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«Partenza!» disse la voce di Ron alla sua dEStra.
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«Oh!» ESclamò Ron DAndo qualche colpetto al Turbo Invisibile. «È difettoso…»
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Entrambi lo prESero a pugni. L’auto scomparve. Poi riapparve di nuovo.
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«E ora?» disse Harry sbattendo gli occhi DAvanti alla massa di nuvole compatte che li avvolgeva DA tutte le parti.
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«Dobbiamo trovare il treno per sapere in quale direzione anDAre» disse Ron.
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«PrESto, giù in picchiata…»
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ScESero di nuovo sotto le nuvole e si guarDArono intorno, perlustrando a terra.
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«Eccolo!» gridò Harry. «Là DAvanti, a dEStra!»
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L’ESprESso di Hogwarts si snoDAva sotto di loro come un serpente scarlatto.
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Si guarDArono e scoppiarono a ridere e per molto tempo non riuscirono a smettere.
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Era come ESsere immersi in un sogno favoloso. QuESto, pensava Harry, era certamente il modo migliore di viaggiare: tra mulinelli e torri di nuvole bianche come la neve, comoDAmente seduti in un’auto baciata DA un sole caldo e luminoso, con un pacco di caramelle nel cassetto del cruscotto e la prospettiva di far morire d’invidia Fred e George quando fossero atterrati trionfalmente sul grande prato DAvanti al castello di Hogwarts.
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Controllarono regolarmente il percorso del treno, mentre volavano sempre più a nord, e ogni immersione sotto le nuvole mostrava loro un paESaggio diverso. A Londra, che fu ben prESto lontana, si sostituirono i contorni nitidi dei campi verdi, che si avvicenDAvano alla brughiera selvaggia color violaceo, ai villaggi DAlle chiESe piccole come giocattoli, e alla vista di una grande città brulicante di automobili, come tante formiche DAi mille colori.
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Ma dopo molte ore trascorse senza eventi degni di nota, Harry dovette ammettere che un po’ del divertimento era svanito. Le caramelle gli avevano mESso una gran sete e loro non avevano niente DA bere. Si erano tolti i maglioni, ma la T-shirt di Harry si appiccicava al sedile, e gli occhiali continuavano a scivolargli sulla punta del naso suDAto. Le forme fantastiche delle nuvole non gli interESsavano più, e pensava con nostalgia al treno che correva qualche miglio sotto di loro, dove una strega paffutella spingeva un carrello DA cui si poteva comprare succo di zucca ghiacciato. Ma perché non erano riusciti a raggiungere il binario nove e tre quarti?
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«Non dovremmo ESsere molto lontani, non trovi?» disse Ron qualche ora più tardi con voce arrochita, mentre il sole cominciava a sprofonDAre dietro le nuvole che gli facevano DA pista, colorandole di un rosa intenso. «Sei pronto per un altro controllo al treno?»
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L’ESprESso era ancora sotto di loro e arrancava lungo il percorso tortuoso di una montagna coperta di neve. Sotto il balDAcchino di nuvole era molto più buio.
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«Probabilmente è solo stanco» disse Ron. «Non ha mai percorso distanze di quESto genere prima d’ora…»
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Ed entrambi finsero di non accorgersi del cigolio che anDAva aumentando, mentre il cielo si oscurava sempre più. Nel buio, cominciarono a spuntare le stelle. Harry si rimise il maglione, cercando di ignorare che ora i tergicristalli si muovevano debolmente, in segno di protESta.
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Qualche minuto dopo, quando scESero nuovamente sotto le nuvole, dovettero aguzzare la vista per intravedere nelle tenebre un punto di riferimento noto. «Là!» gridò Harry facendo sobbalzare Ron e Edvige. «DAvanti a te!»
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«Dài, su» la incitò Ron con fare persuasivo, DAndo una piccola scossa al volante, «DAi, ci siamo quasi…»
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Il motore gemette. DA sotto il cofano uscivano sottili getti di vapore. Mentre volavano diretti verso il lago, Harry si aggrappò con tutte le forze ai bordi del sedile.
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L’auto ebbe un fremito sinistro. GuarDAndo fuori DAl finEStrino, un miglio sotto di loro, Harry vide la superficie dell’acqua liscia, nera e cristallina. Le nocche di Ron erano bianche DAllo sforzo di reggere il volante. L’auto tremò ancora.
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«E dài, su!» sbottò Ron.
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Sorvolavano il lago… il castello era DAvanti a loro… Ron pigiò sull’acceleratore.
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«Oh!» ESclamò Ron nel silenzio.
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Col muso in giù, la macchina cominciò a perdere rapiDAmente quota. Stavano precipitando e acquistavano velocità, dritti contro la massiccia muraglia del castello.
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«Noooooo!» gridò Ron sterzando vigorosamente. Evitarono per un pelo la muraglia di pietra nera e la macchina dEScrisse un grande arco, volteggiando sopra le serre, poi sopra l’orto e poi ancora più in là, sui prati bui, sempre perdendo quota.
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Ron abbandonò completamente il volante e tirò fuori DAlla tasca posteriore la bacchetta magica.
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«FERMA! FERMA!» gridò colpendo il cruscotto e il parabrezza, ma la picchiata non si arrEStò e il suolo sottostante gli veniva incontro vorticosamente.
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Con un tonfo assorDAnte di metallo che si schiantava contro il legno colpirono il grosso tronco e piombarono a terra con un gran sobbalzo. DAl cofano accartocciato usciva vapore a fiotti; Edvige griDAva di terrore; nel punto in cui Harry aveva battuto la tESta si era formato un bernoccolo grosso quanto una palla DA golf e, alla sua dEStra, Ron emise un gemito soffocato e lamentoso.
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«La mia bacchetta magica!» disse Ron con voce tremante. «GuarDA la mia bacchetta magica!»
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La bacchetta si era spezzata praticamente in due; la punta ciondolava inerte, tenuta insieme DA qualche scheggia di legno.
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Harry aprì bocca per dire che certamente a scuola avrebbero saputo aggiustargliela, ma non riuscì a pronunciare neanche una parola. In quel momento, infatti, qualcosa colpì l’auto DAlla sua parte con la forza di un toro inferocito, scaraventandolo addosso a Ron, mentre un altro colpo altrettanto forte faceva tremare il tetto.
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Ron sussultò guarDAndo attraverso il parabrezza e Harry si voltò appena in tempo per vedere un ramo grosso quanto un pitone che si abbatteva sull’auto. L’albero contro cui si erano schiantati era partito all’attacco. Aveva il tronco piegato in due e i suoi rami nodosi percuotevano ogni centimetro quadrato dell’automobile.
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«AAAH!» gridò Ron mentre un altro ramo contorto ammaccava malamente una portiera; ora il parabrezza tremava sotto la raffica dei colpi e un secondo ramo grosso quanto un ariete martellava furiosamente il tetto, che sembrava sul punto di sfonDArsi.
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«Diamocela a gambe!» gridò Ron buttandosi di pESo contro la portiera DAlla sua parte; ma un attimo dopo era stato scagliato indietro tra le braccia di Harry DA un pugno vigoroso sferratogli DA un altro ramo.
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«Siamo spacciati!» gemette mentre il tetto cedeva; ma tutt’a un tratto il pianale dell’auto cominciò a vibrare: il motore si era riaccESo.
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«Ingrana la retromarcia!» gridò Harry, e l’auto partì all’indietro come una freccia. L’albero stava ancora cercando di colpirli; udivano le sue radici scricchiolare come se avESse voluto svellersi DAl suolo, e continuava a menare fendenti, mentre i ragazzi cercavano di mettersi in salvo.
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Ma l’auto era giunta ormai allo stremo. Con due schiocchi le portiere si spalancarono e Harry sentì che il suo sedile veniva sbalzato di lato. Poi non seppe più niente fino a quando si ritrovò sdraiato sul terreno umido. Alcuni tonfi sordi gli fecero capire che l’automobile stava sputando DAl bagagliaio le loro cose; la gabbia di Edvige volò in aria e si spalancò; l’uccello ne uscì emettendo un grido stridulo e arrabbiato e volò via verso il castello senza voltarsi indietro. Poi, tutta ammaccata, scorticata e fumante, l’automobile si immerse rombando nell’oscurità, con le luci posteriori che lampeggiavano di collera.
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Ma quella scomparve con un ultimo sbuffo DAl tubo di scappamento.
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«Certo che abbiamo avuto una bella fortuna!» disse Ron mEStamente chinandosi a raccogliere Crosta, il suo topo grigio. «Di tutti gli alberi contro cui potevamo anDAre a sbattere dovevamo scegliere proprio quello che prende a schiaffi!»
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Si voltò a guarDAre l’annosa pianta che ancora agitava minacciosamente i suoi rami.
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«DAi» disse Harry con voce stanca, «è meglio che raggiungiamo la scuola…»
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Non fu proprio l’arrivo trionfale che avevano immaginato. Indolenziti, infreddoliti e pieni di lividi, prESero i loro bauli e cominciarono a trascinarli su per il pendio erboso, verso i grandi portali di quercia dell’entrata principale.
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«Penso che la fESta sarà già cominciata» disse Ron lasciando il baule DAvanti agli scalini dell’entrata e avvicinandosi con circospezione per guarDAre DA una finEStra vivacemente illuminata. «Ehi, Harry, vieni a vedere… è lo Smistamento».
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Innumerevoli candele galleggiavano a mezz’aria sopra quattro lunghi tavoli riccamente apparecchiati; i piatti e i calici d’oro scintillavano. In alto, il soffitto incantato che rifletteva la volta celESte era tutto sfavillante di stelle.
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Attraverso il mare di cappelli neri a punta dell’uniforme di Hogwarts, Harry vide una lunga fila di allievi del primo anno DAll’aria spaurita che stava facendo il suo ingrESso. Tra quESti c’era Ginny, riconoscibile per via dei capelli rossi marca Weasley. Nel frattempo la profESsorESsa McGranitt, una strega occhialuta con i capelli raccolti in uno stretto chignon, sistemava il famoso Cappello Parlante su uno sgabello di fronte ai nuovi arrivati.
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Ogni anno quel millenario cappello, tutto rappezzato, consunto e lercio, assegnava i nuovi studenti ai dormitori delle quattro Case di Hogwarts (Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde). Harry ricorDAva bene quando lo aveva indossato lui, ESattamente un anno prima, ed era rimasto impalato, ad aspettare la sua decisione, mentre quello gli bofonchiava all’orecchio i suoi commenti. Per alcuni, spaventosi secondi aveva temuto che il cappello lo avrebbe assegnato a Serpeverde, la Casa DA cui, più di qualsiasi altra, erano usciti streghe e maghi malefici… ma invece era stato assegnato a Grifondoro, insieme a Ron, Hermione e a tutti gli altri fratelli Weasley. Nell’ultimo semEStre, Harry e Ron avevano contribuito a far vincere a Grifondoro la Coppa di fine anno, sconfiggendo Serpeverde per la prima volta dopo sette anni.
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In quel momento un ragazzo mingherlino DAi capelli color topo era stato chiamato a indossare il cappello. Lo sguardo di Harry non si fermò su di lui ma si fissò sul prESide, il profESsor Silente, che assisteva allo Smistamento seduto al tavolo delle autorità, con la lunga barba d’argento e gli occhiali a mezzaluna che brillavano sotto il riflESso delle candele. Seduto qualche posto più in là, Harry vide Gilderoy Allock, che indossava un abito color acquamarina. E all’EStremità del tavolo c’era Hagrid, immenso e villoso, intento a bere aviDAmente DAl suo calice.
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Il profESsor Severus Piton era l’insegnante meno simpatico a Harry. E si DAva il caso che Harry fosse lo studente meno simpatico a Piton. Crudele, sarcastico e sgradito a tutti, tranne agli studenti della sua Casa (Serpeverde), Piton insegnava Pozioni.
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«Forse se n’è anDAto» disse Harry, «perché ancora una volta non è stato nominato insegnante di DifESa contro le Arti Oscure».
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«O magari è stato licenziato!» suggerì Ron con entusiasmo. «Voglio dire, tutti lo detEStano…»
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Harry si voltò di scatto. DAvanti a loro, con l’abito nero che svolazzava nella geliDA brezza, stava Severus Piton. Era magro, con la pelle giallastra, il naso adunco e i capelli neri e untuosi che gli arrivavano alle spalle, e DAl suo sorriso Harry e Ron intuirono di trovarsi in guai molto seri.
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Senza osare guarDArsi, i due ragazzi lo seguirono su per le scale e poi nell’enorme ingrESso vasto illuminato DA torce fiammeggianti. DAlla Sala Grande si diffondeva un delizioso profumo di vivande, ma Piton li sottrasse al tepore e alla luce e li condusse giù per una stretta scala di pietra che portava ai sotterranei.
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Ron deglutì. Non era la prima volta che Piton DAva a Harry l’imprESsione di saper leggere nel pensiero. Ma un attimo dopo, quando Piton aprì l’edizione serale della Gazzetta del Profeta, comprESe tutto.
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«Siete stati visti!» sibilò Piton mostrandogli il titolo di tESta: UNA FORD ANGLIA VOLANTE SCONCERTA I BABBANI. Cominciò a leggere ad alta voce: «’Due Babbani, a Londra, affermano di aver visto una vecchia automobile volare sopra la torre dell’ufficio postale… a mezzogiorno, a Norfolk, la signora Hetty Bayliss, mentre stava stendendo il bucato… il signor Angus Fleet, di PeeblES, ha riferito alla polizia…’ sei o sette Babbani in tutto. Sbaglio o tuo padre lavora nell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani?» chiESe alzando lo sguardo su Ron con un sorriso ancor più maligno. «Per tutti i gargoyle… proprio suo figlio…»
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Harry ebbe come la sensazione di ESsere stato colpito allo stomaco DA uno dei rami più grossi dell’albero impazzito. Se qualcuno scopriva che il signor Weasley aveva stregato l’automobile… a quESto non aveva pensato…
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«Mentre ispezionavo il parco ho notato che un Platano Picchiatore, una pianta di valore inEStimabile, sembra ESser stato gravemente DAnneggiato» prosegui Piton.
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«Silenzio!» intimò di nuovo Piton. «Con mio grandissimo rammarico, voi non appartenete alla mia Casa e la decisione di ESpellervi non compete a me. Ora vado a cercare qualcuno cui spetta quESto felice compito. Voi rEState qui».
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Harry e Ron si guarDArono, bianchi come cenci. Harry non aveva più fame: ora si sentiva male. Cercò di non guarDAre un oggetto grosso e viscido che galleggiava in un liquido verde su uno scaffale dietro alla scrivania di Piton. Se Piton era anDAto a chiamare la profESsorESsa McGranitt, rESponsabile del Grifondoro, la loro sorte non sarebbe stata certo migliore. Lei avrebbe potuto ESsere più giusta di Piton, ma era comunque EStremamente severa.
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Piton tornò dieci minuti dopo e naturalmente con lui c’era la profESsorESsa McGranitt. Sebbene Harry l’avESse vista arrabbiata in molte occasioni, o aveva dimenticato quanto potESsero diventare sottili le sue labbra, o non l’aveva mai vista tanto in collera. Nell’entrare, la McGranitt levò in aria la sua bacchetta magica. Harry e Ron indietreggiarono, ma lei la puntò semplicemente sul caminetto spento, dove subito guizzò il fuoco.
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Ron si lanciò nel racconto, cominciando DAlla barriera della stazione che si era rifiutata di lasciarli passare.
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«…e quindi non abbiamo avuto altra scelta, profESsorESsa, non potevamo prendere il treno».
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«Perché non ci avete manDAto una lettera via gufo? Penso che tu abbia un gufo» chiESe la McGranitt geliDA, rivolgendosi a Harry.
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Harry ricambiò lo sguardo. Ora che lei lo aveva detto, sembrava la cosa più ovvia DA fare.
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«QuESto» disse la profESsorESsa McGranitt, «mi pare evidente».
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Si sentì bussare alla porta e Piton, che in quel momento sembrava più felice che mai, andò ad aprire. Era il prESide, il profESsor Silente.
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Harry si sentì gelare il sangue nelle vene. Silente aveva un’aria insolitamente grave. DAll’alto del suo naso aquilino squadrò i due ragazzi e d’un tratto Harry dESiderò di trovarsi ancora, insieme a Ron, sotto i fendenti del Platano Picchiatore.
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Se avESse griDAto sarebbe stato meglio. Harry non sopportava la delusione che si avvertiva nella sua voce. Per qualche ragione non riuscì a guarDArlo negli occhi e quindi parlò fissando le sue ginocchia. Gli disse tutto, tranne il fatto che il signor Weasley possedeva un’auto stregata, facendo sembrare che a lui e a Ron era capitato per caso di trovare un’auto volante, parcheggiata fuori della stazione. Sapeva che Silente non l’avrebbe bevuta, ma il prESide non fece domande sull’automobile. Quando Harry ebbe terminato il racconto continuò semplicemente a guarDArli attraverso gli occhiali.
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«Be’, penso che saremo ESpulsi, non è così?» disse Ron.
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Harry gettò una rapiDA occhiata a Silente.
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«Non oggi, Weasley» disse quESt’ultimo. «Ma intendo ribadire la gravità di quel che avete fatto. Stasera scriverò alle vostre famiglie. Devo inoltre avvertirvi che se rifarete una cosa simile, non avrò altra scelta che ESpellervi».
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Fu come se avESsero detto a Piton che il Natale era stato sopprESso. Si schiarì la gola e disse: «ProfESsor Silente, quESti ragazzi si sono prESi gioco del Decreto di REStrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni, hanno DAnneggiato gravemente un antico e prezioso albero… senza dubbio, atti di quESta natura…»
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«Sarà la profESsorESsa McGranitt a decidere la punizione, Severus» disse con calma Silente. «Loro appartengono alla sua Casa e quindi la rESponsabilità è sua». Poi, rivolgendosi alla McGranitt: «Io devo tornare al banchetto, Minerva, devo DAre alcuni annunci. Venga, Severus, c’è un dolce alla crema DAll’aspetto delizioso che non voglio perdermi».
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Piton scoccò un’occhiata di puro veleno a Harry e Ron mentre veniva trascinato fuori del suo ufficio e i due rimasero soli con la profESsorESsa McGranitt, che li stava ancora guarDAndo come un’aquila inferocita.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Tu, Weasley, è meglio che vaDA in infermeria, stai sanguinando».
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Non molto» disse Ron asciugandosi in fretta con la manica il taglio che aveva sopra l’occhio. «ProfESsorESsa, volevo vedere lo Smistamento di mia sorella…»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Oh, bene!» ESclamò Ron.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«E, a proposito del Grifondoro…» proseguì aspra la McGranitt, ma Harry la interruppe: «ProfESsorESsa, quando noi abbiamo prESo la macchina, il semEStre non era ancora iniziato e quindi… quindi in realtà al Grifondoro non dovrebbe ESsere tolto nESsun punto, non trova?» e terminò la frase guarDAndola con ansia.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
La McGranitt gli lanciò un’occhiata penetrante, ma lui fu sicuro che avESse quasi sorriso. In tutti i modi, le sue labbra erano diventate meno taglienti.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Era meglio di quel che Harry si sarebbe aspettato. Per quanto riguarDAva la lettera che Silente avrebbe scritto ai Dursley, non c’era DA preoccuparsi: si sarebbero solo rammaricati che il Platano Picchiatore non lo avESse ridotto a una frittella.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Pensavo di ESsere spacciato» disse afferrando un tramezzino.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Ma ti rendi conto quanto siamo stati sfortunati?» disse Ron con la bocca piena di pollo e prosciutto. «Fred e George devono aver fatto volare quella macchina almeno cinque o sei volte e nESsun Babbano li ha mai visti, a loro». Inghiottì e dette un altro grosso morso al tramezzino. «Ma perché non siamo riusciti a passare attraverso la barriera?»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Harry si strinse nelle spalle. «Dobbiamo stare molto attenti a quel che facciamo, d’ora in poi» disse bevendo un sorso di succo di zucca ristoratore. «Quanto mi sarebbe piaciuto anDAre al banchetto…»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Quando ebbero mangiato quanti più tramezzini potevano (il vassoio tornava a riempirsi DA solo) si alzarono e lasciarono la stanza, percorrendo il familiare tragitto fino alla torre dei Grifondoro. Il castello era immerso nel silenzio; sembrava che la fESta fosse terminata. Oltrepassarono i ritratti brontoloni e le armature cigolanti, salirono le anguste rampe della scala di pietra e finalmente raggiunsero il passaggio dove si trovava l’ingrESso segreto alla torre dei Grifondoro, dietro al quadro a olio della Signora Grassa nel suo vEStito di seta rosa.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Parola d’ordine?» chiESe lei quando si furono avvicinati.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Non conoscevano la parola d’ordine valiDA per il nuovo anno DAl momento che non erano ancora stati prESentati al Prefetto del Grifondoro, ma l’aiuto gli giunse quasi immediatamente. Udirono un passo affrettato dietro alle loro spalle e, voltandosi, videro Hermione che correva verso di loro.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Eccovi! Ma dove vi eravate cacciati? Sono girate le voci più assurde… c’è chi dice che siete stati ESpulsi perché avete avuto un incidente con una macchina volante».
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Be’, non siamo stati ESpulsi» la rassicurò Harry.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Non vorrete mica dirmi che avete veramente volato fin qui?» chiESe Hermione con un tono severo quanto quello della profESsorESsa McGranitt.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Colibrì» disse Hermione altrettanto impaziente, «ma non è quESto il punto…»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Ma le sue parole vennero interrotte DA un’improvvisa raffica di applausi, quando il ritratto della Signora Grassa lasciò aperto il varco. Sembrava che l’intero dormitorio di Grifondoro fosse sveglio: erano tutti pigiati nella sala comune circolare, in piedi sopra i tavoli sbilenchi e sulle molli poltrone, in attESa del loro arrivo. Alcune braccia si tuffarono attraverso l’apertura lasciata DAl quadro per tirare dentro Harry e Ron, e a Hermione non rimase che affrettarsi a seguirli.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Eccezionale!» gridò Lee JorDAn. «Un vero colpo di genio! Che arrivo spettacolare! A bordo di una macchina volante dritta dritta sul Platano Picchiatore! Se ne parlerà per anni!»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Complimenti» disse un ragazzo del quinto anno con cui Harry non aveva mai parlato; qualcuno gli stava battendo sulle spalle come se avESse appena vinto una maratona. Fred e George si fecero largo per guaDAgnare la prima fila e dissero all’unisono: «Dite un po’, perché non ci avete chiamati?»
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Ron era paonazzo e sorrideva imbarazzato, ma Harry vide qualcuno con l’aria tutt’altro che allegra. Percy sovrastava alcuni ragazzi del primo anno, eccitatissimi, e sembrava assolutamente intenzionato a DArgli una lavata di capo. Harry diede una gomitata nelle costole a Ron e accennò al fratello. Ron afferrò al volo.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Devo anDAre di sopra… sono un po’ stanco» disse, e insieme a Harry cominciò a farsi largo verso l’altra parte della stanza, dove si trovava la porta che conduceva alla scala a chiocciola e ai dormitori.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«’Notte» disse Harry a Hermione che aveva mESso su un cipiglio come quello di Percy.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Riuscirono a guaDAgnare il lato opposto della sala comune, sempre accompagnati DA sonore pacche sulle spalle, e poi, finalmente, raggiunsero la pace della scala a chiocciola. Salirono di corsa fino in cima e, come Dio volle, ecco la porta del loro vecchio dormitorio, che ora portava un’insegna con su scritto ‘Alunni del secondo anno’. Entrarono nella ben nota stanza rotonDA, con i cinque letti a balDAcchino circonDAti DA tende di velluto rosso scuro e con le finEStre alte e strette. I bauli erano già stati portati di sopra e posti ai piedi dei loro letti.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
«Incredibile!» ESclamò Seamus radioso.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Harry non poté rESistere. Anche lui si sciolse in un largo sorriso. Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2) |
Ma il giorno dopo Harry sorrise molto meno. Le cose cominciarono a mettersi male fin DAlla prima colazione, nella Sala Grande. Le quattro lunghe tavole, sotto il soffitto magico (quel giorno di un grigio nuvoloso uniforme), erano apparecchiate con zuppiere di porridge, piatti di aringhe affumicate, montagne di toast e vassoi di uova e bacon. Harry e Ron si sedettero al tavolo di Grifondoro accanto a Hermione, che teneva aperta la sua copia di In viaggio con i vampiri, appoggiandola contro una brocca di latte. Ci fu una sfumatura lievemente rigiDA nel modo in cui disse «Buongiorno», il che fece capire a Harry che ancora disapprovava il modo in cui erano arrivati. Neville Paciock, al contrario, li salutò allegramente. Neville era un ragazzo DAlla faccia rotonDA un tantino maldEStro; era una delle persone più smemorate che Harry avESse conosciuto.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«La posta dovrebbe arrivare DA un momento all’altro… Penso che la nonna mi manderà alcune cose che ho dimenticato» disse.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Harry aveva appena cominciato a mangiare il suo porridge quando, com’era prevedibile, si udì un fruscio precipitoso e circa un centinaio di gufi irruppero, volteggiando per la sala e lasciando cadere lettere e pacchetti sulla folla dei ragazzi vocianti. Un grosso pacchetto bitorzoluto rimbalzò sulla tESta di Neville e dopo un istante qualcosa di grosso e grigio cadde nella brocca di Hermione, spruzzandoli tutti di latte e piume.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Errol!» ESclamò Ron tirando fuori per una zampa il gufo tutto zuppo. Errol, svenuto, ricadde pESantemente sul tavolo, le zampe in aria e una busta rossa tutta bagnata stretta nel becco.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Oh, no!» ESclamò Ron col fiato mozzo.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Non sono preoccupato per quESto… ma per quella!»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Ron indicò la busta rossa. A Harry sembrò una busta qualunque, ma Ron e Neville la stavano guarDAndo come se dovESse ESplodere DA un momento all’altro.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Qual è il problema?» chiESe Harry.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Mi ha… mi ha manDAto una Strillettera» disse Ron con un filo di voce.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«È meglio che la apri, Ron» disse Neville in un timido sussurro. «Sarà peggio se non lo fai. Una volta mia nonna me ne ha manDAta una e io ho fatto finta di niente e…» deglutì, «è stato orribile».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Lo sguardo di Harry passò DAi loro volti pietrificati alla busta rossa.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Che cos’è una Strillettera?» chiESe.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Ma tutta l’attenzione di Ron era concentrata sulla busta, che aveva cominciato a emettere fumo DAgli angoli.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Ron allungò una mano tremante, prESe la busta DAl becco di Errol e la aprì. Neville si tappò le orecchie con le dita. Dopo una frazione di secondo, Harry capì perché. Per un attimo pensò che la lettera fosse ESplosa; un ruggito riempi l’immensa sala facendo cadere la polvere DAi soffitti.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«…RUBARE LA MACCHINA! NON MI AVREBBE SORPRESO SE TI AVESSERO ESPULSO! ASPETTA CHE TI PRENDA! NON HAI PENSATO NEANCHE PER UN ISTANTE A QUEL CHE ABBIAMO PASSATO TUO PADRE E IO QUANDO ABBIAMO VISTO CHE NON C’ERA PIÙ…»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Le urla di mamma Weasley, cento volte più acute del normale, fecero tremare piatti e cucchiai sul tavolo e rimbombarono assorDAnti tra le mura di pietra. Tutti i ragazzi nella sala si voltarono per vedere chi avESse ricevuto la Strillettera e Ron sprofondò nella sedia, così che si vedeva soltanto la sua fronte paonazza.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«…UNA LETTERA DA SILENTE IERI SERA! HO CREDUTO CHE TUO PADRE SAREBBE MORTO PER LA VERGOGNA! NON TI ABBIAMO ALLEVATO PERCHÉ TU TI COMPORTASSI IN QUESTO MODO! TU E HARRY POTEVATE MORIRE…»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Harry si era chiESto quando sarebbe saltato fuori il suo nome. Cercò con tutte le forze di far finta di non udire la voce che gli stava rompendo i timpani.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«…ASSOLUTAMENTE DISGUSTATA! IN UFFICIO TUO PADRE VERRÀ SOTTOPOSTO A UN’INCHIESTA! È TUTTA COLPA TUA, E SE PROVI A FARE UN ALTRO PASSO FALSO TI RIPORTIAMO DRITTO FILATO A CASA!»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Cadde un silenzio assoluto. La busta rossa, caduta DAlla mano di Ron, prESe fuoco e si contorse fino a ridursi in cenere. Harry e Ron sedevano attoniti, come se gli fosse passata sopra l’onDA di un maremoto. Alcuni risero e lentamente si levò di nuovo un brusio di voci.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Hermione chiuse il libro e abbassò lo sguardo sulla tESta di Ron.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Harry allontanò il suo porridge. Si sentiva bruciare DAi sensi di colpa. Il signor Weasley sarebbe stato sottoposto a un’inchiESta. Dopo tutto quel che i Weasley avevano fatto per lui, durante l’EState…
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Ma non ebbe tempo di rimuginare su quESti pensieri; la profESsorESsa McGranitt si stava avvicinando al tavolo del Grifondoro per distribuire gli orari delle lezioni. Harry prESe il suo e vide che per cominciare avrebbero fatto due ore di Erbologia con i Tassorosso.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Harry, Ron e Hermione lasciarono insieme il castello, attraversarono il fazzoletto d’orto e si dirESsero verso le serre dove venivano custodite le piante magiche. Per lo meno, DAlla Strillettera una cosa buona era venuta: sembrava che Hermione pensasse che i suoi amici fossero stati puniti abbastanza ed era tornata amichevole come sempre.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Avvicinandosi alle serre videro il rESto della classe in attESa della profESsorESsa Sprite. I tre ragazzi avevano appena fatto in tempo a unirsi ai compagni quando lei apparve attraversando il prato a gran passi, accompagnata DA Gilderoy Allock. Portava una bracciata di bende e con un’altra fitta al cuore Harry vide DA lontano che il Platano Picchiatore aveva molti rami fasciati.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
La profESsorESsa Sprite era una strega piccola e tarchiatella, con un cappello tutto rattoppato sui capelli scompigliati; in genere aveva i vEStiti tutti sporchi di terra e le sue unghie avrebbero fatto svenire zia Petunia. Gilderoy Allock, invece, era inappuntabile nei suoi svolazzanti abiti color turchESe, con le chiome dorate che brillavano sotto un cappello in tinta e borDAto d’oro, indossato in modo impeccabile.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Salve a tutti!» salutò Allock rivolgendo un sorriso radioso agli studenti lì riuniti. «Ho appena finito di mostrare alla profESsorESsa Sprite il modo corretto di medicare un Platano Picchiatore! Ma non voglio che pensiate che io sia più ESperto di lei in Erbologia! È solo che nei miei viaggi mi è capitato di vedere molte di quESte piante ESotiche…»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Serra numero Tre, ragazzi!» disse la profESsorESsa Sprite che appariva decisamente contrariata e non allegra come al solito.
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Ci fu un mormorio di curiosità. Fino a quel momento avevano lavorato soltanto nella Serra numero Uno. Ma nella numero Tre c’erano piante molto più interESsanti e pericolose. La profESsorESsa Sprite si staccò DAlla cintura una grossa chiave e aprì la porta. Harry percepì un odore di terra umiDA e di concime, che si mischiava al greve profumo di alcuni fiori giganti, delle dimensioni di un ombrello, appESi al soffitto. Stava per entrare dietro a Ron e a Hermione quando Allock tESe una mano verso di lui.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Harry! Volevo dirti una parola… Non le spiace, vero, profESsorESsa Sprite, se glielo rubo per un paio di minuti?»
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A giudicare DAll’ESprESsione accigliata della profESsorESsa le spiaceva eccome, ma Allock disse: «QuESto è lo scotto» e le chiuse la porta della serra in faccia.
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Harry non aveva la minima idea di che cosa volESse dire. Stava per aprire bocca, ma Allock proseguì: «Non sono mai rimasto tanto scioccato. Far volare un’automobile fino a Hogwarts! Be’, naturalmente ho capito subito perché l’avevi fatto. Era lampante. Harry, Harry, Harry».
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«Ti ho fatto provare il gusto per la pubblicità, non è vero?» proseguì Allock. «Ti ho contagiato. Sei finito sulla prima pagina del giornale insieme a me e non vedevi l’ora che accadESse di nuovo».
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«Oh no, profESsore, vede…»
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«Harry, Harry, Harry» ripeté Allock allungando un braccio e passandoglielo intorno alle spalle. «Io ti capisco. È naturale voler riassaporare una cosa che si è gustata per la prima volta… e io devo rimproverarmi per ESserne stato la causa, perché dovevo prevedere che ti avrebbe DAto alla tESta… Ma vedi, giovanotto, non puoi cominciare a far volare le automobili per cercare di farti notare. Ti devi calmare, d’accordo? Avrai tutto il tempo per farlo quando sarai più grande. Sì, sì, lo so cosa stai pensando! ‘Fa prESto a parlare lui che è già un mago famoso in tutto il mondo!’ Ma quando avevo dodici anni non ero proprio nESsuno, come te adESso. Anzi, direi che ero ancor meno che nESsuno! Voglio dire che qualcuno ha già sentito parlare di te, non è così? Tutte quelle storie a proposito di Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato!» Lanciò un’occhiata alla cicatrice a forma di saetta sulla fronte di Harry. «Lo so, lo so che non è piacevole come vincere cinque volte di fila il Premio per il Sorriso-Più-Affascinante indetto DAl Settimanale delle Streghe, come è succESso a me… ma è comunque un modo per iniziare, Harry, è un modo per iniziare».
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Gli strizzò l’occhio con aria complice e si allontanò a grandi passi. Harry rimase lì impalato per alcuni secondi poi, ricorDAndosi che avrebbe dovuto ESsere nella serra, aprì la porta ed entrò senza far rumore.
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La profESsorESsa Sprite era in piedi dietro a un bancone poggiato su due cavalietti, al centro della serra. Sul bancone erano posate circa venti paia di paraorecchi di colore diverso. Quando Harry ebbe prESo posto tra Ron e Hermione l’insegnante disse: «Oggi rinvaseremo le mandragole. Allora, chi sa dirmi le proprietà della mandragola?»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
NESsuno fu sorprESo nel vedere la mano di Hermione alzarsi per prima.
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«La mandragola è un efficace ricostituente» disse Hermione che, come al solito, sembrava avere inghiottito tutto il libro di tESto. «Si usa per riportare nella condizione originale le persone che sono state trasfigurate o sottoposte a un incantESimo».
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«Ottimo. Dieci punti per il Grifondoro» disse la profESsorESsa Sprite. «La mandragola è un componente fonDAmentale della maggior parte degli antidoti. Ma è anche pericolosa. Chi sa dirmi perché?»
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«Proprio così. Altri dieci punti» disse la profESsorESsa Sprite. «Ora, le mandragole che abbiamo qui sono tutte molto giovani».
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Così dicendo indicò una fila di vaschette profonde, e tutti si sporsero in avanti per vedere meglio. Dentro, tutte in fila, vi crEScevano un centinaio di pianticelle ricche di ciuffi color verde marcio. A Harry, che non aveva la minima idea di quel che intendESse Hermione quando aveva parlato del ‘pianto’ della mandragola, non parvero particolarmente degne di nota.
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«Ognuno prenDA un paio di paraorecchi» disse la profESsorESsa Sprite.
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Ci fu una mischia perché nESsuno voleva finire con un vaporoso paraorecchi rosa.
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«Quando vi dirò di indossarli, assicuratevi di avere le orecchie completamente coperte» disse la profESsorESsa. «Quando non sarà pericoloso toglierli, vi farò un cenno. Bene… indossate i paraorecchi».
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Harry ESeguì il comando. I paraorecchi EScludevano completamente qualsiasi suono. Anche la profESsorESsa Sprite ne indossò un paio rosa e vaporoso, si tirò su le maniche, afferrò salDAmente una piantina cESpugliosa e tirò forte.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Harry ebbe un fremito di sorprESa che nESsuno avvertì.
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Al posto delle radici, DAlla terra venne fuori un minuscolo neonato coperto di fango e terribilmente brutto. Le foglie gli spuntavano direttamente DAlla tESta. Aveva la pelle verDAstra tutta chiazze ed era chiaro che stava urlando con quanta forza aveva nei polmoni.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
La profESsorESsa Sprite prESe un grosso vaso DA sotto il tavolo e vi ficcò dentro la mandragola, sotterrando il pupo sotto uno strato di concime nero e umido e lasciando fuori soltanto i ciuffi di foglie. Poi si scrollò la terra DAlle mani, dette il segnale convenuto e si tolse i paraorecchi.
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«Poiché le nostre mandragole sono solo piantine DA semenzaio, il loro pianto ancora non uccide» disse tranquilla, come se non avESse fatto niente di più emozionante che annaffiare una begonia. «Però possono mettervi fuori combattimento per molte ore e poiché sono sicura che nESsuno di voi vuole perdersi il primo giorno di lezioni, quando ci lavorate assicuratevi di indossare correttamente i paraorecchi. Quando sarà ora di interrompere, vi farò il solito cenno.
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«Justin Finch-Fletchley» si prESentò allegramente, stringendo la mano a Harry. «So chi sei, naturalmente, il famoso Harry Potter; e tu sei Hermione Granger, sempre la migliore in tutto…» (Hermione sorrise radiosa mentre il ragazzo stringeva la mano anche a lei), «e tu, Ron Weasley. La macchina volante non era la tua?»
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«Quell’Allock è veramente eccezionale, non trovate?» disse Justin garrulo mentre cominciavano a riempire i vasi di concime allo sterco di drago. «È un tipo terribilmente coraggioso. Avete letto i suoi libri? Io sarei morto di paura se fossi stato intrappolato in una cabina telefonica DA un lupo mannaro; ma lui no, ha mantenuto il sangue freddo e… zac… Semplicemente fantastico.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Io avrei dovuto anDAre a Eton, sapete? Ma non so dirvi quanto sono felice di ESsere venuto qui. Naturalmente mia madre è rimasta un po’ delusa, ma DA quando le ho fatto leggere i libri di Allock credo che abbia cominciato a capire quanto sia utile avere in famiglia un mago bene addEStrato…»
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Dopo di che non ebbero molte altre occasioni di parlare. Avevano indossato di nuovo i paraorecchi e dovevano concentrarsi sulle mandragole. A sentire la profESsorESsa Sprite sembrava una cosa EStremamente facile, ma non lo era affatto. Alle mandragole non piaceva venire fuori DA sotto terra, ma non sembrava piacergli neanche tornarci dentro. Si dimenavano, scalciavano, battevano i piccoli pugni e digrignavano i denti; Harry passò dieci minuti buoni a cercare di cacciarne una particolarmente grassa in un vaso.
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Alla fine della lezione Harry, come gli altri, era suDAto, dolorante e tutto sporco di terriccio. Fecero ritorno al castello per DArsi una lavata veloce, e poi i Grifondoro si affrettarono per la lezione di Trasfigurazione.
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Le lezioni della profESsorESsa McGranitt erano sempre pESanti, ma quel giorno fu particolarmente difficile. Tutto quel che Harry aveva imparato l’anno prima sembrava ESsergli uscito completamente DAlla tESta durante l’EState. Quel che gli veniva richiESto, quella mattina, era di trasformare uno scarafaggio in un bottone, ma riuscì solo a far fare un bel po’ di ginnastica al suo scarafaggio, che scorrazzava sulla scrivania evitando la sua bacchetta magica.
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Nel frattempo Ron era alle prESe con problemi assai peggiori. Aveva aggiustato alla meglio la sua bacchetta con del nastro adESivo magico prESo in prEStito, ma sembrava DAnneggiata irreparabilmente. Di tanto in tanto scoppiettava, lanciava scintille nei momenti più impensati e ogni volta che Ron la usava per trasformare il suo scarafaggio, quello gli spruzzava addosso un puzzolente fumo grigio. E DAto che quESto gli impediva di vedere quel che faceva, Ron schiacciò inavvertitamente il suo scarafaggio con il gomito, e quindi dovette chiederne un altro. La profESsorESsa McGranitt non fu molto contenta.
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Harry fu molto sollevato nell’udire la campanella del pranzo. Si sentiva il cervello come una spugna strizzata. Tutti uscirono in fila DAlla classe tranne lui e Ron, che stava sbatacchiando furiosamente la bacchetta magica sul banco.
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«Scrivi a casa e fattene manDAre un’altra» suggerì Harry, visto che la bacchetta emetteva una raffica di ESplosioni come petardi.
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ScESero a pranzo, dove l’umore di Ron non migliorò di certo quando Hermione mostrò la manciata di perfetti bottoni DA soprabito DA lei prodotti durante la lezione di Trasfigurazione.
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«Cosa abbiamo quESto pomeriggio?» chiESe Harry affrettandosi a cambiare argomento.
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«DifESa contro le Arti Oscure» rispose pronta Hermione.
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«E perché» chiESe Ron strappandole di mano l’orario, «hai incorniciato tutte le lezioni di Allock con dei cuoricini?»
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Terminato il pranzo uscirono in cortile: il cielo era tutto nuvoloso. Hermione si sedette su un gradino di pietra e sprofondò di nuovo nella lettura di In viaggio con i vampiri. Harry e Ron rimasero a parlare di Quidditch per qualche minuto prima che Harry si rendESse conto che qualcuno lo stava osservando attentamente. Alzando lo sguardo scorse il ragazzo mingherlino, DAi capelli color topo che la sera prima aveva visto provarsi il Cappello Parlante. Lo fissava come pietrificato. Si teneva stretta quella che sembrava una comune macchina fotografica DA Babbani e quando Harry lo guardò arrossì violentemente.
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«Tutto bene, Harry? Io sono… sono Colin Canon» disse ansimando e azzarDAndo un passo avanti. «Anch’io sono del Grifondoro. Pensi… sarebbe possibile… posso scattarti una foto?» chiESe sollevando speranzoso la macchina fotografica.
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«Così potrò dimostrare di averti incontrato» disse Colin Canon tutto eccitato avvicinandosi ancora un poco. «Io so tutto di te. Tutti ne parlano. Che sei sopravvissuto quando Tu-Sai-Chi cercò di ucciderti e che lui è scomparso e tutto il rESto e che tu hai ancora sulla fronte una cicatrice a forma di saetta» (e qui i suoi occhi scrutarono rapiDAmente l’attaccatura dei capelli di Harry), «e un ragazzo del mio dormitorio ha detto che se svilupperò la pellicola nella pozione giusta, le foto si muoveranno». Colin tirò un profondo rESpiro di emozione che lo fece fremere e proseguì: «È meraviglioso qui, non è vero? Io non ho mai saputo che tutte le strane cose che riuscivo a fare erano magiche fino a che non ho ricevuto la lettera DA Hogwarts. Mio padre fa il lattaio, e neanche lui voleva crederci. Per quESto sto scattando montagne di foto DA manDArgli. E sarebbe DAvvero stupendo averne una tua» guardò Harry con aria implorante, «forse la potrebbe scattare il tuo amico così io mi metto accanto a te? E poi me la potrESti firmare?»
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Nel cortile risuonò, sonora e aspra, la voce di Draco Malfoy. Si era fermato proprio dietro a Colin, scortato, come sempre quando era a Hogwarts, DA quei due teppisti di grossa stazza che erano suoi amici Tiger e Goyle.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Geloso?» disse Malfoy che ora non aveva più bisogno di griDAre, DAto che metà del cortile lo stava ascoltando. «E di che cosa? Grazie tante, ma non voglio certo una stupiDA cicatrice sulla fronte. Per quanto mi riguarDA, non penso che farsi spaccare la tESta in due renDA così speciali».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Tiger e Goyle riDAcchiavano come due ebeti.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Attento a te, Weasley» fece Malfoy con una smorfia. «Non vuoi cacciarti in un altro guaio, vero? Altrimenti la tua mammina dovrà venire a prenderti e a portarti via DA scuola». E con voce acuta e penetrante proseguì: «SE PROVI A FARE UN ALTRO PASSO FALSO…»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
A quESte parole, un gruppetto di Serpeverde del quinto anno scoppiò a ridere sonoramente.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Cosa succede qui?» Gilderoy Allock si stava avvicinando con l’abito turchESe svolazzante. «Chi è che sta distribuendo autografi?»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Harry aveva cominciato a spiegarsi, ma fu interrotto DA Allock che gli mise un braccio intorno alle spalle e tuonò con voce gioviale: «Non c’era bisogno di chiederlo! Ci incontriamo un’altra volta, Harry!»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Allora, coraggio, signor Canon» disse Allock rivolgendo a Colin un sorriso radioso. «Una foto a tutti e due; non potrei immaginare una cosa più giusta di quESta e te la firmeremo entrambi».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Tutto confuso, Colin afferrò maldEStramente la macchina fotografica e scattò la foto proprio nel momento in cui suonava la campanella delle lezioni pomeridiane.
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«Fuori tutti, svelti» disse Allock rivolto agli studenti, e si incamminò verso il castello con Harry ancora attaccato al fianco, che avrebbe DAto qualsiasi cosa per saper fare un incantESimo e sparire.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«A buon intenditor poche parole, Harry» gli disse Allock in tono paterno mentre entravano nell’edificio per la porta laterale. «Io ti ho coperto, con il giovane Canon… Con una foto scattata anche a me, i tuoi compagni non penseranno che tu ti creDA chissà chi…»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Voglio soltanto dirti che distribuire foto autografate in quESta fase della tua carriera non è molto sensato… anzi, per parlare chiaro ti fa sembrare un ragazzo prESuntuoso, Harry. Verrà, verrà il tempo in cui, come me, dovrai tenere una pila di foto a portata di mano dovunque vai, ma…» fece una risatina, «non mi pare che tu sia già arrivato a quel punto».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Avevano raggiunto la classe di Allock, che finalmente lasciò anDAre il ragazzo. Harry si riassEStò i vEStiti e andò a sedersi molto in fondo, dove fu occupatissimo a impilare tutti e sette i libri di Allock DAvanti a sé, in modo DA risparmiarsi la vista dell’autore in carne e ossa.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Il rESto della classe entrò chiacchierando e Ron e Hermione anDArono a sedersi accanto a Harry.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Quando tutta la classe fu entrata Allock si schiari rumorosamente la gola e cadde il silenzio. Lui si avvicinò ai banchi, prESe la copia del suo Trekking con i troll DAl banco di Neville Paciock e la sollevò per mostrare il proprio ritratto ammiccante in copertina.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Io» disse indicandolo e ammiccando lui stESso, «Gilderoy Allock, Ordine di Merlino, Terza Classe, Membro Onorario della Lega per la DifESa contro le Arti Oscure e cinque volte vincitore del premio per il Sorriso più Seducente promosso DAl Settimanale delle Streghe… ma lasciamo stare. Non mi sono certo liberato della strega Bandon facendole un sorriso!»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Aspettò che tutti ridESsero. Ma soltanto poche labbra si incurvarono leggermente.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Quando ebbe distribuito i tESti della prova, tornò DAvanti ai banchi e disse: «Avete trenta minuti. Pronti… via!»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Harry guardò i suoi fogli e lESse:
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3. Secondo voi, qual è il risultato più importante conseguito finora DA Gilderoy Allock?
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
E continuava così per altre tre pagine, fino all’ultima domanDA:
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Mezz’ora dopo Allock raccolse i fogli e li ESaminò DAvanti a tutta la classe.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Oh, oh… quasi nESsuno ricorDAva che il mio colore preferito è il lilla. Lo dico in Un anno con lo yeti. E poi alcuni di voi dovranno leggere con più attenzione A passeggio con i lupi mannari… Nel capitolo dodici dico chiaramente che il mio regalo di compleanno ideale sarebbe l’armonia tra il popolo dei maghi e dei non maghi… anche se non rifiuterei una bella bottiglia di Whisky Incendiario Ogden Stravecchio!»
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Lanciò alla scolarESca un’altra occhiatina maliziosa. Ron lo fissava con un’ESprESsione incredula; Seamus Finnigan e Dean Thomas, che sedevano ai primi banchi, erano scossi DA sussulti di riso reprESso. Hermione, invece, ascoltava Allock con attenzione rapita e trasalì quando lui pronunciò il suo nome.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«…invece, la signorina Hermione Granger sapeva che la mia ambizione segreta è di liberare il mondo DAl maligno e mettere in vendita tutta la mia gamma di pozioni per la cura dei capelli. Brava ragazza! E infatti…» voltò il foglio del suo compito, «ha ottenuto il massimo dei voti! Dov’è la signorina Hermione Granger?»
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Si chinò per raccogliere una grossa gabbia coperta DA un panno e la posò sulla cattedra.
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«Ora… un avvertimento! Il mio compito è quello di armarvi contro le più orrende creature note alla stirpe dei maghi! In quESta stanza potrete trovarvi a dover affrontare le vostre peggiori paure. Sappiate soltanto che niente di male potrà accadervi fintanto che io sono qui. Vi chiedo solo di rimanere calmi».
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Suo malgrado, Harry si sporse oltre la pila di libri per guarDAre meglio la gabbia. Allock mise una mano sul panno. Ora Dean e Seamus avevano smESso di ridere. Neville, nel suo banco in prima fila, si era fatto piccolo piccolo.
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«Devo chiedervi di non griDAre» disse Allock abbassando la voce. «Potrebbe aizzarli».
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Mentre la classe tratteneva il rESpiro Allock tolse la coperta.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Be’, non sono… non sembrano molto… pericolosi» disse Seamus soffocando DAlle risate.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Se fossi in te non ne sarei tanto sicuro» disse Allock scuotendo un dito ammonitore in direzione del ragazzo. «Possono ESsere tipetti discretamente diabolici!»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Ci fu un pandemonio. I folletti schizzavano in tutte le direzioni come missili. Due di loro afferrarono Neville per le orecchie e lo sollevarono in aria. Molti si fionDArono contro le finEStre, innaffiando di vetri rotti quelli dell’ultima fila. Gli altri si impegnarono a distruggere la classe meglio di un rinoceronte infuriato. Afferrarono i calamai e spruzzarono inchiostro DAppertutto, ridussero a brandelli libri e fogli di carta, strapparono i quadri DAlle pareti, rovESciarono il cEStino della carta, afferrarono borse e libri e li scaraventarono fuori DAlle finEStre rotte; nel giro di pochi minuti metà della classe si riparava sotto i banchi e Neville oscillava appESo al candelabro sul soffitto.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Su, muovetevi, radunateli, radunateli! In fondo sono soltanto folletti…» griDAva Allock.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Si tirò su le maniche, brandì la bacchetta magica e ruggì: «PESkipiksi PESternomi!»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Non accadde assolutamente nulla; uno dei folletti ghermì la bacchetta di Allock e scaraventò anche quella fuori DAlla finEStra. Allock strabuzzò gli occhi e si tuffò sotto la cattedra, evitando per un pelo di ESsere schiacciato DA Neville, che si schiantò al suolo perché il candelabro aveva ceduto.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
La campanella suonò e ci fu un fuggi fuggi verso l’uscita. Nella calma relativa che seguì Allock si rialzò in piedi, vide Harry, Ron e Hermione che avevano quasi raggiunto la porta e disse: «Bene, affido a voi il compito di acchiappare quelli che sono rimasti fuori e di rimetterli nella gabbia». Li sorpassò come una saetta e si chiuse rapiDAmente la porta alle spalle.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Roba DA non credere!» tuonò Ron mentre un folletto gli mordeva un orecchio.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Vuole semplicemente farci fare ESperienza» disse Hermione mentre immobilizzava in un colpo due folletti con un astuto IncantESimo di Congelamento e li rimetteva nella gabbia.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«ESperienza?» disse Harry cercando di agguantare un folletto che si teneva fuori tiro e faceva le linguacce. «Hermione, te lo dico io: non aveva la più palliDA idea di quel che stava facendo».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
«Sciocchezze» disse Hermione. «Hai letto i suoi libri… GuarDA tutte le cose strabilianti che ha fatto…»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2) |
Nei giorni succESsivi, Harry passò molto tempo a mimetizzarsi ogni volta che intravedeva Gilderoy Allock per un corridoio. Più difficile DA evitare era Colin Canon, che sembrava avESse imparato a memoria i suoi orari. Niente sembrava emozionarlo di più del chiedergli sei o sette volte al giorno: «Tutto bene, Harry?» e del sentirsi rispondere DA lui un laconico ed ESasperato «Ciao, Colin».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Edvige ce l’aveva sempre con Harry per il disastroso viaggio in macchina e la bacchetta magica di Ron era ancora in avaria: aveva superato se stESsa il venerdì mattina, quando era sfuggita DAlle mani di Ron durante la lezione di IncantESimi e aveva colpito il piccolo profESsor Vitious dritto in mezzo agli occhi, procurandogli un grosso e doloroso foruncolo verde.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Perciò, fra una cosa e l’altra, Harry fu molto contento che fosse arrivato il week-end. Lui, Ron e Hermione volevano anDAre a trovare Hagrid il sabato mattina. Ma proprio quel sabato Harry fu svegliato DA Oliver Baston, il capitano della squadra di Quidditch del Grifondoro, diverse ore prima di quanto avrebbe voluto.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Che succede?» chiESe mezzo intontito.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Allenamento di Quidditch!» disse Baston. «Giù DAlle brande!»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Harry sbirciò fuori della finEStra. SospESa tra il rosa e l’oro del cielo c’era una nebbiolina sottile. Ora che si era svegliato non riusciva a capire come avESse potuto dormire con tutto il baccano degli uccelli.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Appunto» disse Baston. Era un ragazzo del sESto anno, alto e tarchiato, e in quel momento lo sguardo gli brillava di un folle entusiasmo. «Fa parte del nostro nuovo programma di allenamento. Muoviti, prendi il tuo manico di scopa e andiamo» disse concitato. «NESsuna delle altre squadre ha cominciato gli allenamenti, noi saremo i primi in classifica quESt’anno…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Tra brividi e sbadigli Harry scESe DAl letto e cominciò a cercare la tuta DA Quidditch.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Trovata la tuta scarlatta e buttatosi sulle spalle il mantello per scalDArsi un po’, Harry scarabocchiò un biglietto per Ron spiegandogli dove era anDAto e, Nimbus Duemila in spalla, scESe la scala a chiocciola che portava alla sala comune. Aveva quasi raggiunto il varco coperto DAl ritratto quando udì un rumore alle sue spalle: era Colin Canon che scendeva come un razzo giù per la scala a chiocciola, con la macchina fotografica appESa al collo che oscillava furiosamente e qualcosa stretto in mano.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Ho sentito qualcuno fare il tuo nome per le scale, Harry! GuarDA che cosa ho qui! L’ho fatta sviluppare, volevo mostrartela…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Un Allock in bianco e nero strattonava un braccio che Harry riconobbe come suo. Fu con piacere che vide la propria immagine fotografica lottare niente male e rifiutarsi di ESsere inquadrata. Poi vide Allock rinunciare e cadere, ansimando, contro il bordo bianco della foto.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Me la firmi?» chiESe Colin ansioso.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«No» rispose Harry in tono deciso, guarDAndosi intorno per controllare che nella stanza non ci fosse nESsuno. «Scusami, Colin, ma ho fretta… allenamento di Quidditch».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Si arrampicò su per il varco lasciato libero DAl quadro.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Tu sei il giocatore più giovane del Grifondoro negli ultimi cento anni, non è vero, Harry? Di’, non è vero?» insistette Colin trotterellandogli a fianco. «Devi ESsere molto bravo. Io non ho mai volato. È facile? E quella scopa è proprio tua? È la migliore che ESiste?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Harry non sapeva come liberarsi di lui. Era come avere un’ombra EStremamente chiacchierona.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«E le altre palle a che cosa servono?» chiESe Colin incESpicando e rotolando due gradini perché continuava a guarDAre Harry a bocca aperta.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Be’, la Pluffa — una palla rossa, piuttosto grossa — serve per fare goal. Tre Cacciatori per ogni squadra si lanciano la Pluffa e cercano di farla passare attraverso i pali all’EStremità del campo: sono tre lunghi pali con in cima degli anelli».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«…è il Boccino d’Oro» disse Harry, «che è molto piccolo, molto veloce e difficilissimo DA prendere. Ma quello è compito dei Cercatori, perché la partita non finisce fino a che non viene prESo il Boccino d’Oro. E il Cercatore che ci riESce guaDAgna altri centocinquanta punti per la sua squadra».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«E tu sei il Cercatore del Grifondoro, non è vero?» chiESe Colin con reverente ammirazione.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Sì» rispose Harry; intanto erano usciti DAl castello e si avviavano giù per il pendio bagnato di rugiaDA. «E c’è anche il Portiere. A difESa delle porte. Tutto qua, DAvvero».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Ma non ci fu verso che Colin smettESse di tempEStarlo di domande mentre attraversavano i prati che degraDAvano verso il campo DA gioco e Harry riuscì a levarselo di torno soltanto quando arrivò agli spogliatoi. Colin gli gridò dietro con la sua vocetta stridula: «Vado a scegliermi un posto in prima fila, Harry!» e spiccò una corsa verso le tribune.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Anche gli altri giocatori della squadra del Grifondoro avevano raggiunto gli spogliatoi. Baston sembrava l’unico DAvvero sveglio. Fred e George Weasley se ne stavano seduti con gli occhi gonfi di sonno e i capelli scompigliati vicino a una ragazza del quarto anno, Alicia Spinnet, che sembrava sul punto di addormentarsi in piedi contro la parete. DAlla parte opposta le sue compagne Cacciatrici, Katie Bell e Angelina Johnson, sbadigliavano una accanto all’altra.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Finalmente sei arrivato, Harry! Cosa ti è succESso?» chiESe brusco Baston. «Bene. Prima di entrare in campo volevo fare due chiacchiere con voi, perché ho passato l’EState a mettere a punto un nuovo programma di allenamento che secondo me cambierà radicalmente le cose…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Baston aveva in mano la grande pianta di un campo di gioco, su cui erano state tracciate linee, frecce e croci con inchiostri di colore diverso. Tirò fuori la bacchetta magica con cui diede un colpetto al suo grafico e le frecce cominciarono a contorcersi come millepiedi. Mentre Baston si lanciava in una dissertazione sulla sua nuova tattica Fred Weasley abbandonò la tESta sulla spalla di Alicia Spinnet e cominciò a russare.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Allora!» concluse Baston scuotendo Harry DA una nostalgica fantasia al pensiero di quel che avrebbe potuto mangiare a colazione, in quel preciso momento, su al castello. «Tutto chiaro? Ci sono domande?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Sì, io ne ho una, Oliver» disse George che si era svegliato di soprassalto. «Perché tutto quESto non ce l’hai detto ieri, quando eravamo svegli?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Statemi bene a sentire tutti» disse guarDAndoli torvo. «L’anno scorso avremmo dovuto vincere il Campionato di Quidditch. Siamo senz’altro la squadra migliore. Ma purtroppo, a causa di circostanze indipendenti DAlla nostra volontà…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Seduto dove si trovava, Harry si fece piccolo piccolo per la vergogna. L’anno prima, quando era stata giocata la partita finale, lui era ricoverato in infermeria, privo di sensi, e quESto aveva comportato che il Grifondoro era rimasto a corto di un giocatore e aveva subito la peggiore sconfitta degli ultimi trecento anni.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Quindi quESt’anno ci alleneremo molto più di quanto non abbiamo mai fatto… Bene, ora andiamo a mettere in pratica le nostre nuove teorie!» ESclamò Baston afferrando il suo manico di scopa e precedendoli fuori DAgli spogliatoi. Con i muscoli freddi e ancora sbadigliando, la squadra lo segui.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Erano rimasti cosi a lungo negli spogliatoi che il sole era ormai sorto del tutto, anche se sull’erba dello stadio ristagnava ancora qualche rESiduo di nebbia. Quando Harry entrò in campo vide Ron e Hermione seduti sugli spalti.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Non avete ancora finito?» chiESe incredulo Ron.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Non abbiamo neanche cominciato» rispose Harry guarDAndo con invidia il toast e la marmellata d’arancia che Ron e Hermione si erano portati DAlla Sala Grande. «Baston ci ha insegnato delle nuove mosse».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Inforcò il suo manico di scopa, si dette la spinta e si sollevò in volo. L’aria fredDA del mattino gli sferzò la faccia, svegliandolo assai più del lungo sermone di Baston. Era meraviglioso trovarsi di nuovo sul campo di Quidditch. Sorvolò lo stadio a tutta velocità, facendo a gara con Fred e George.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Che cos’è quESto rumore di scatti?» chiESe Fred prendendo una curva a tutta birra.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Harry si voltò a guarDAre verso le tribune. Colin era anDAto a sedersi su una delle file più in alto: brandiva la macchina fotografica e scattava foto all’impazzata, e nello stadio dESerto il rumore veniva stranamente amplificato.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«GuarDA DA quESta parte, Harry! DA quESta parte!» gridò con la sua vocetta acuta.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«E quello chi è?» chiESe Fred.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Non ne ho idea» menti Harry, e diede un’accelerata che lo portò il più lontano possibile DA Colin.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Che succede?» chiESe Baston accigliato, raggiungendoli in volo. «Perché quel ragazzo del primo anno scatta foto? Non mi piace. Potrebbe ESsere una spia dei Serpeverde che cerca di saperne di più sul nuovo programma di allenamento».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Perché dici così?» chiESe Baston con aria inquisitoria.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Un gruppetto in tuta verde stava facendo il suo ingrESso in campo, manici di scopa in rESta.
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«Non ci posso credere!» sibilò Baston indignato. «Il campo l’ho prenotato io per tutta la giornata! AdESso la vedremo!»
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ScESe in picchiata e, arrabbiato com’era, atterrò più bruscamente di quanto non fosse sua intenzione, tanto che una volta smontato barcollò leggermente. Harry, Fred e George lo seguirono.
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«Flitt!» gridò Baston al capitano dei Serpeverde. «QuESto è il nostro turno di allenamento. Ci siamo alzati di buon’ora apposta. E ora fuori DAi piedi!»
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Marcus Flitt era ancora più grosso di Baston. Sul viso aveva un’ESprESsione di diabolica furbizia: «C’è spazio a volontà per tutti, Baston» rispose.
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Si erano avvicinate anche Angelina, Alicia e Katie. Non c’erano ragazze nella squadra dei Serpeverde… che, spalla a spalla, facevano muro DAvanti ai Grifondoro gettando occhiate maliziose a qualcuno dietro di loro.
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«Ah!» replicò Flitt, «ma io ho un permESso speciale del profESsor Piton. Il sottoscritto, profESsor S. Piton, autorizza la squadra del Serpeverde ad allenarsi oggi sul campo di Quidditch per l’istruzione del suo nuovo Cercatore».
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«Avete un nuovo Cercatore?» chiESe Baston preoccupato. «E dov’è?»
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E DA dietro ai sei possenti personaggi che fronteggiavano la squadra dei Grifondoro ne comparve un settimo: era un ragazzo più mingherlino e il suo viso pallido e appuntito era illuminato DA un sorriso gongolante. Era Draco Malfoy.
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«Non sei per caso il figlio di Lucius Malfoy?» chiESe Fred guarDAndo il ragazzo con aria disgustata.
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«Ultimissimo modello. È uscito soltanto il mESe scorso» disse Flitt con aria indifferente togliendo un granello di polvere DAlla sua scopa. «Credo che superi di molto il vecchio modello Duemila. Quanto poi alle ScopalinDA» proseguì con un sorriso maligno a Fred e George che avevano entrambi una ScopalinDA Cinque, «potete anche spazzarci il campo!»
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Sul momento nESsuno del Grifondoro trovò di che replicare. Malfoy ghignava così soddisfatto che gli occhi gli si erano ridotti a due fESsure.
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«Oh, guarDAte» disse Flitt. «Un’invasione di campo».
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Ron e Hermione si stavano avvicinando per vedere cosa stESse accadendo.
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«Che succede?» chiESe Ron a Harry. «Perché non giocate? E lui che ci fa qui?»
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Ron rimase a guarDAre a bocca aperta i sette superbi manici di scopa che gli si paravano DAvanti agli occhi.
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«Belli, vero?» disse Malfoy con voce suadente. «Ma non è detto che anche la squadra dei Grifondoro non riESca a mettere insieme un po’ di soldi per comprarsi delle scope nuove. Se mettete all’asta quelle vecchie carrette della ScopalinDA Cinque, vedrete che qualche museo pagherà per averle».
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«Per lo meno, nESsuno nella squadra del Grifondoro si è dovuto comprare l’ammissione» commentò Hermione aspra. «Loro sono stati scelti per il talento».
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«NESsuno ha chiESto il tuo parere, sporca mezzosangue» buttò lì.
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Harry capì subito che Malfoy doveva aver detto una cosa veramente cattiva perché le sue parole suscitarono un’istantanea ribellione. Flitt dovette tuffarsi DAvanti a Malfoy per impedire che Fred e George gli saltassero addosso; Alicia strillò: «Ma come osi!» e Ron affondò la mano nelle pieghe del vEStito, EStrasse la bacchetta magica griDAndo: «QuESta la paghi, Malfoy!» e la puntò furibondo contro di lui.
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Uno scoppio tremendo risuonò per tutto lo stadio: un fascio di luce verde uscì DAlla parte sbagliata della bacchetta di Ron, lo colpì allo stomaco e lo scaraventò a terra.
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Ron fece per parlare ma non riuscì a dire neanche una parola. Emise invece un potente rutto e DAlla bocca gli uscirono una quantità di lumache che gli caddero sulle ginocchia.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
La squadra dei Serpeverde era paralizzata DAl ridere. Flitt era piegato in due e per non cadere si reggeva al suo nuovo manico di scopa. Malfoy era caduto a quattro zampe e picchiava freneticamente il pugno a terra. I Grifondoro erano tutti intorno a Ron, che continuava a vomitare grosse lumache lucenti. Sembrava che nESsuno volESse toccarlo.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Forse è meglio portarlo DA Hagrid, che è più vicino» disse Harry a Hermione, la quale annuì coraggiosamente; entrambi cominciarono a tirare Ron per le braccia.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Che cosa è succESso, Harry? Che cosa è succESso? Sta male? Ma tu puoi curarlo, non è vero?» Colin si era precipitato giù DAlla tribuna e ora gli saltellava intorno, mentre loro lasciavano il campo. Ron ebbe un altro enorme conato di vomito, anche quESto seguito DA una fuoriuscita di lumache.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Oooh!» ESclamò Colin affascinato, brandendo la macchina fotografica. «Harry, riESci a tenermelo fermo?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Fuori DAi piedi, Colin!» gli gridò Harry infuriato. Poi, insieme a Hermione, trascinò Ron fuori dello stadio e poi giù, attraverso i campi, verso il limitare della forESta.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Erano a meno di sESsanta metri DAlla capanna di Hagrid quando la porta si apri, ma a uscirne non fu il guardiacaccia, bensì Gilderoy Allock, che quel giorno indossava un abito color malva pallido.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Svelti, nascondetevi qua dietro» sibilò Harry trascinando Ron dietro a un cESpuglio lì vicino. Hermione lo seguì, anche se con una certa riluttanza.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Harry attESe che Allock fosse sparito, quindi EStrasse Ron DAl cESpuglio e lo trascinò fino alla porta del capanno. Bussarono con impazienza.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Be’, gliel’avete fatta a venire a trovarmi… Entrate… entrate… Credevo che era un’altra volta quel profESsore lì…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Harry e Hermione aiutarono Ron a entrare nell’unica stanza della capanna che conteneva un letto enorme in un angolo e un fuoco scoppiettante nell’altro. Hagrid non sembrò affatto impensierito DAl problema delle lumache che Harry si affrettò a spiegargli mentre aiutava l’amico a mettersi seduto.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Meglio fuori che dentro» disse allegramente, scaraventandogli DAvanti ai piedi un grosso bacile di rame. «Buttale fuori tutte, Ron».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Credo che non ci sia altro DA fare che aspettare che finiscano» disse Hermione ansiosa, osservando Ron. «Già è una magia difficile in condizioni ottimali, figuriamoci con una bacchetta rotta…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Hagrid si stava DAndo DA fare a preparare un tè. Thor, il suo cane DA caccia nero, faceva le fESte a Harry.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Che cosa voleva Allock DA te, Hagrid?» chiESe il ragazzo DAndo a Thor una grattatina sulle orecchie.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Uh, mi diceva come cavare gli spiritelli DAl pozzo» grugnì Hagrid togliendo DAl tavolo malconcio un galletto mezzo spennato e poggiandovi la teiera. «Non c’ho capito niente. E poi come aveva fatto a sgominare non so che streghe. Mi mangio il paiolo se c’era solo mezza parola di vero!»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Non era DA Hagrid criticare un insegnante di Hogwarts e Harry lo guardò sorprESo. Ma Hermione disse con un tono di voce un po’ più alto del solito: «Penso che tu sia un po’ ingiusto. È ovvio che il profESsor Silente ha pensato che fosse il migliore per quell’incarico…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Il solo, non il migliore» disse Hagrid offrendo ai ragazzi un vassoio di caramelle mou, mentre Ron tossiva e vomitava nel bacile. «Solo come l’occhio di un orbo nel paESe dei ciechi. Diventa sempre più tosto rimediare qualcuno per le Arti Oscure. Girano tutti al largo, capito? Pensano che la materia porta male. NESsuno rESiste a lungo. Ma ditemi un po’» proseguì accennando con il capo a Ron, «chi ha cercato di incantare?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Malfoy ha insultato Hermione. Dev’ESsere stata una cosa pESante perché tutti si sono arrabbiati».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Era pESante» disse Ron con voce roca sollevando la tESta pallido e suDAto. «Malfoy l’ha chiamata ‘mezzosangue’, Hagrid…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Ron si interruppe per via di una nuova onDAta di lumache. Hagrid s’indignò moltissimo.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Ma DAvvero?» ruggì rivolto a Hermione.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Forse è la cosa più offensiva che gli poteva venire in mente» disse Ron boccheggiante, riemergendo DA sopra il bacile. «’Mezzosangue’ è un insulto spregevole e significa un mago nato Babbano… voglio dire, DA genitori non maghi. Alcuni — come la famiglia di Malfoy, per ESempio — pensano di ESsere meglio di tutti perché sono quello che la gente chiama ‘purosangue’». Ebbe un lieve conato e quESta volta un’unica lumaca gli cadde nella mano tESa. La gettò nel bacile e proseguì: «Tutti quanti noi sappiamo che non fa nESsuna differenza. Prendi Neville Paciock: lui è un purosangue, eppure non riESce neanche a fare star dritto un paiolo».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Mentre non l’hanno ancora fatto l’incantESimo che ’sta streghetta non sa fare» disse Hagrid tutto orgoglioso, e a quESte parole le guance di Hermione divennero di un bel rosso papavero.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«È una cosa disgustosa DA dire a una persona» disse Ron asciugandosi con mano tremante il sudore che gli imperlava la fronte. «Sangue misto. Come dire sangue sporco. È roba DA matti. Tanto, oggigiorno, quasi tutti i maghi sono mezzosangue. Se non avESsimo sposato dei Babbani saremmo tutti EStinti».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Fu scosso DA un altro conato e si tuffò di nuovo sul bacile.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Harry avrebbe voluto dire che non vedeva guaio peggiore del dover vomitare lumache, ma non ci riuscì; la caramella mou che gli aveva DAto Hagrid gli aveva cementato le mascelle.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Oh, Harry» disse Hagrid tutt’a un tratto come colpito DA un pensiero improvviso. «Ora che ci penso… Com’è che mandi in giro le tue foto a tutti tranne che a me?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Furibondo, Harry riuscì a staccare i denti DA quella morsa appiccicosa.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Io non mando in giro foto con l’autografo» disse accalorandosi. «Se Allock mette ancora in giro quESta voce…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Ci sei cascato!» disse DAndogli una manata gioviale sulla schiena che lo mandò a sbattere con la faccia sul tavolo. «Lo sapevo che non eri stato tu. Gliel’ho detto al profESsor Coso: tu non ce n’hai bisogno, sei più famoso di lui senza sbracciarti tanto».
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«Mi sa di no» disse Hagrid gongolante. «E gli ho pure detto che non ho mai letto manco uno dei suoi libri e a quel punto se n’è anDAto. Una caramella mou, Ron?» disse quando Ron riapparve.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«GuarDAte un po’ cosa mi sto coltivando» disse Hagrid quando Harry e Hermione ebbero finito di bere il tè.
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Nel piccolo orto dietro alla capanna c’era una dozzina di zucche, le più grosse che Harry avESse mai visto. Avevano le dimensioni di un macigno.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Con che cosa le hai concimate?» chiESe Harry.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Harry notò l’ombrello rosa a fiori di Hagrid appoggiato alla parete, in fondo alla capanna. Harry aveva già avuto ragione di credere che quell’ombrello non fosse soltanto quel che sembrava; in realtà, aveva la netta imprESsione che vi fosse nascosta la bacchetta magica dei tempi in cui Hagrid frequentava la scuola. Hagrid non poteva usare la magia. Era stato ESpulso DA Hogwarts quando faceva il terzo anno, ma Harry non era mai riuscito a scoprire perché: un minimo accenno all’argomento e subito Hagrid cominciava a schiarirsi fragorosamente la gola e diventava stranamente sordo, fino a che non si cambiava discorso.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Un IncantESimo di Ingozzamento, suppongo» disse Hermione tra il critico e il divertito. «Be’, hai fatto un buon lavoro».
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«Ehi, occhio!» tuonò Hagrid scostando Ron DAlle sue preziose zucche.
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Era quasi ora di pranzo e poiché DA quando si era alzato all’alba Harry aveva mangiato solo una caramella mou era alquanto ansioso di sedersi a tavola.
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Salutarono Hagrid e tornarono al castello. Ogni tanto Ron era scosso DA un singhiozzo, ma vomitò solo due lumache molto piccole.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Non avevano fatto in tempo a mettere piede nella geliDA sala d’ingrESso che udirono una voce. «Eccovi finalmente, Potter, Weasley». La McGranitt veniva verso di loro con aria severa. «QuESta sera sconterete tutti e due la vostra punizione».
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«Che cosa dovremo fare, profESsorESsa?» chiESe Ron cercando nervosamente di reprimere un rigurgito.
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Ron deglutì. Gazza, il custode, era odiato DA tutti gli studenti della scuola.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«E tu, Potter, aiuterai il profESsor Allock a rispondere alle lettere dei suoi ammiratori» proseguì la McGranitt.
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«Oh, no… Non posso anDAre anch’io a luciDAre l’argento?» chiESe Harry disperato.
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«Certo che no» rispose la McGranitt sollevando le sopracciglia. «Il profESsor Allock ha chiESto ESprESsamente di te. Alle otto in punto. Tutti e due».
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Harry e Ron si trascinarono fino alla Sala Grande in uno stato di profonDA prostrazione, seguiti DA Hermione che aveva inaugurato un’ESprESsione del tipo così-imparate-a-violare-il-regolamento. Harry non gustò il pasticcio di carne e puré come aveva pensato. Sia lui che Ron ritenevano di ESsere stati trattati ingiustamente.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Gazza mi terrà lì tutta la notte» disse Ron deprESso. «Niente magia! In quella stanza ci saranno almeno cento coppe DA luciDAre. Io non sono bravo nelle faccende DA Babbani!»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Ah, ecco il furfante!» ESclamò. «Entra, Harry, entra pure».
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Sulle pareti pendevano un’infinità di sue fotografie, incorniciate e illuminate DAlla luce di molte candele. Alcune erano anche autografate. Sulla scrivania ne troneggiava un’altra pila.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Puoi scrivere gli indirizzi sulle buste!» disse Allock a Harry con l’aria di fargli una grande concESsione. «La prima è per Gladys Gudgeon, che Dio la benedica, una mia grande ammiratrice».
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I minuti passavano con lentezza ESasperante. Harry si lasciava scorrere addosso la voce di Allock e di tanto in tanto rispondeva con un «Mmm», «Giusto», «Già». Sporadicamente faceva caso a una frase del tipo: «La fama è un’amica volubile, caro Harry», oppure: «La celebrità è passeggera, non dimenticarlo mai».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Le candele si consumavano lentamente e la loro luce tremula DAnzava sugli innumerevoli volti mobili di Allock che lo guarDAvano. Harry allungò la mano indolenzita su quella che doveva ESsere la millESima busta e scrisse l’indirizzo di Veronica Smethley. ‘Dovrebbe ESsere quasi l’ora di anDArsene’ pensò. ‘Dio mio, fa’ che stia per finire…’
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Poi udì qualcosa, qualcosa di molto diverso DAllo sfrigolio delle candele morenti e DAlle ciance di Allock sulle sue ammiratrici.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Era una voce, una voce che gelava il sangue, una voce così velenosa DA togliere il rESpiro, una voce geliDA come il ghiaccio.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Vieni… vieni DA me… Ti squarterò… Ti farò a pezzi… Ti ucciderò…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Lo so» disse Allock. «Sei mESi di seguito in cima alle classifiche dei bESt-seller! Ho polverizzato ogni record!»
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«Prego?» disse Allock con l’aria perplESsa. «Quale voce?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Ma di che cosa stai parlando, Harry? Forse sei un po’ stanco? Per tutti i gargoyle… guarDA che ora è! Abbiamo lavorato per quasi quattro ore! Non l’avrei mai detto… il tempo è volato, non pare anche a te?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Era così tardi che la sala comune dei Grifondoro era quasi dESerta. Harry salì dritto filato al dormitorio. Ron non era ancora tornato. Indossò il pigiama, si infilò a letto e rimase in attESa. Mezz’ora più tardi arrivò l’amico, massaggiandosi il braccio dEStro e portandosi dietro nella stanza buia una gran puzza di luciDAnte per l’argento.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Non mi sento più i muscoli» gemette sprofonDAndo nel letto. «Mi ha fatto strofinare quattordici volte la coppa del Quidditch prima di ESsere soddisfatto. E poi ho avuto un altro attacco di lumache e ho vomitato tutto sopra un Premio Speciale per i Servigi rESi alla Scuola. Mi ci sono voluti secoli per togliere tutta quella bava… Come è anDAta con Allock?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«E Allock ha detto che non la sentiva?» chiESe Ron. Alla luce della luna, Harry lo vide aggrottare la fronte. «Non hai pensato che stESse mentendo? Ma non capisco… anche un ESsere invisibile avrebbe dovuto aprire la porta».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
«Lo so» disse Harry tornando a stendersi e fissando il balDAcchino sopra la sua tESta. «Neanche io capisco». Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2) |
Arrivò ottobre, che stESe una coltre di freddo umido sui campi e nel castello. In infermeria, MaDAma Chips ebbe il suo DAffare a curare un’improvvisa epidemia di raffreddore che aveva colpito profESsori e studenti. Il suo decotto Tiramisù aveva un effetto immediato, anche se lasciava con le orecchie fumanti per molte ore. Ginny Weasley, che aveva anche lei un’aria smunta, fu costretta DA Percy a berne un po’. E col fumo che le usciva DA sotto i capelli rosso fuoco sembrava proprio che avESse la tESta in fiamme.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Per giorni e giorni, gocce di pioggia grosse come pallottole picchiarono sulle finEStre del castello; il livello del lago salì, le aiuole divennero rigagnoli fangosi e le zucche di Hagrid raggiunsero le dimensioni di capanni DA giardino. Ma l’entusiasmo di Oliver Baston nell’organizzare regolarmente gli allenamenti non venne meno; fu per quESto motivo che in un tempEStoso sabato pomeriggio, pochi giorni prima di Halloween, Harry fu visto far ritorno alla torre del Grifondoro fradicio fino al midollo e completamente inzaccherato.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
A parte la pioggia e il vento, non era stato un allenamento felice. Fred e George, che avevano spiato la squadra dei Serpeverde, avevano constatato con i propri occhi la superiorità delle nuove Nimbus Duemila Uno. Riferirono che la squadra dei Serpeverde era composta DA sette forme indistinte, di colore verDAstro, che saettavano nell’aria come aerei DA decollo verticale.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Harry aveva imboccato il corridoio, sciaguattando con le scarpe piene d’acqua, quando incontrò qualcuno DAll’aria preoccupata quasi quanto la sua. Nick-Quasi-Senza-TESta, il fantasma della Torre del Grifondoro, stava guarDAndo cupamente fuori DAlla finEStra e bofonchiava tra sé e sé: «…non risponde ai requisiti… un centimetro e mezzo, a dir tanto…»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Salve, salve» rispose lui sobbalzando e guarDAndosi intorno. Di traverso sui lunghi capelli ondulati portava un magnifico cappello piumato e indossava una tunica con una gorgiera che nascondeva la sua tESta quasi del tutto recisa DAl collo. Era pallido come un cencio e attraverso il suo corpo diafano Harry poteva vedere il cielo scuro e la pioggia che veniva giù a catinelle.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Ah» Nick-Quasi-Senza-TESta agitò una mano con gESto elegante. «Una quEStione di scarsa importanza… non è che proprio dESiderassi di entrare a far parte… avevo pensato di fare domanDA, ma a quanto pare ‘non rispondo ai requisiti’».
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
A dispetto del tono disinvolto, la sua faccia ESprimeva una profonDA amarezza.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Ma non avrESti pensato anche tu» sbottò tutto d’un tratto ritirando fuori la lettera, «che ESsere stati colpiti al collo quarantacinque volte con un’ascia non affilata avrebbe dovuto rapprESentare un buon passaporto per partecipare alla Caccia dei SenzatESta?»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Be’… sì» rispose Harry, DA cui il fantasma si aspettava ovviamente un consenso.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Voglio dire, nESsuno più di me avrebbe dESiderato che tutto avvenisse nel modo più rapido e pulito e che la mia tESta si staccasse come si deve… voglio dire… mi avrebbe risparmiato un bel po’ di dolore e di ridicolo. Tuttavia…»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Nick-Quasi-Senza-TESta spiegò la lettera e lESse con voce furibonDA:
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Possiamo accettare soltanto Cacciatori la cui tESta si sia completamente separata DAl corpo. Lei comprenderà certamente che altrimenti non sarebbe possibile ai soci partecipare ad attività di caccia quali i Giochi di DEStrezza a Cavallo con Lancio e RiprESa della TESta e il Polo con le TESte al posto della Palla. E quindi la informiamo, con grandissimo rammarico, che lei non risponde ai nostri requisiti. Con i migliori auguri, Sir Patrick Delaney-Podmore.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Fumante di collera, Nick-Quasi-Senza-TESta ripose la lettera.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Per un centimetro e mezzo di pelle e di tendine che mi tengono attaccata la tESta al collo, Harry! Chiunque penserebbe che uno debba considerarsi bello decapitato, e invece no, per Sir Decapitato-a-Puntino Podmore non basta».
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Nick-Quasi-Senza-TESta tirò alcuni rESpiri profondi e poi, con tono più calmo, disse: «Allora… cos’è che ti preoccupa? Posso fare qualcosa per te?»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Il rESto della frase fu coperto DA un acuto miagolio all’altezza delle sue caviglie. Abbassò lo sguardo e vide un paio di occhi gialli e grossi come fanali che lo fissavano. Era Mrs Purr, la scheletrica gatta grigia di cui Gazza si serviva come arma segreta nella lotta senza fine contro gli studenti.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«È meglio che te ne vaDA di qui, Harry» si affrettò a suggerirgli Nick. «Mastro Gazza non è di buon umore. Prima di tutto ha l’influenza e poi alcuni studenti del terzo anno gli hanno impiastricciato di cervello di rana tutto il soffitto del sotterraneo numero cinque. Lui ha passato la mattina a pulire e se ti vede schizzare fango DAppertutto…»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«D’accordo» disse Harry sottraendosi allo sguardo accusatore di Mrs Purr. Ma non fu abbastanza rapido. Attirato sul luogo DAlla forza misteriosa che sembrava legarlo alla sua malefica gatta, tutt’a un tratto Gazza schizzò fuori DA un arazzo alla dEStra di Harry, ansimante e stralunato, alla caccia del trasgrESsore. Intorno alla tESta portava una pESante sciarpa scozzESe e aveva il naso rosso come un peperone.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Sudiciume!» gridò con la pappagorgia tremula e gli occhi che manDAvano pericolosi bagliori, indicando la pozza fangosa prodotta DAlla tuta di Harry. «Disordine e sporco DAppertutto! AdESso ne ho abbastanza! Seguimi, Potter!»
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Harry fece un saluto deprESso a Nick-Quasi-Senza-TESta e seguì Gazza giù per le scale, moltiplicando le impronte fangose sul pavimento.
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Prima di allora Harry non era mai stato nell’ufficio di Gazza; la maggior parte degli studenti cercava di tenersene alla larga. Era un locale squallido e privo di finEStre, illuminato DA un’unica lampaDA a petrolio che pendeva DAl basso soffitto. Su tutto, aleggiava un vago odore di pESce fritto. Lungo le pareti erano appoggiati degli armadi DA archivio di legno e DAlle etichette Harry capì che contenevano i rapporti su tutti gli alunni puniti DA Gazza. Fred e George Weasley avevano un intero cassetto tutto per loro. AppESa sulla parete dietro alla scrivania, faceva mostra di sé una collezione lustra e smagliante di catene e manette. Tutti sapevano che Gazza implorava continuamente Silente di lasciargli appendere qualche studente al soffitto per le caviglie.
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Gazza afferrò una penna d’oca DA un calamaio posto sulla scrivania e cominciò a frugare in cerca di una pergamena.
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«Sterco» imprecava furioso, «gran caccole sfrigolanti di drago… cervelli di rana… intEStini di topo… non ne posso più… tanto per fare un ESempio… dov’è il modulo… ecco…»
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Recuperò un grosso rotolo di pergamena DAl cassetto della sua scrivania e lo srotolò DAvanti a Harry, intingendo nel calamaio la lunga penna nera.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Era solo un pochino di fango!» protEStò Harry.
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«Solo un pochino di fango per te, ragazzo, ma per me è un’ora di più DA sgobbare!» sbraitò Gazza mentre una sgradevole gocciolina gli pendeva DAl naso bitorzoluto. «Reato… Insudiciava il castello… ConDAnna proposta…»
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Strofinandosi il naso gocciolante, Gazza socchiuse gli occhi e rivolse uno sguardo antipatico a Harry che aspettava il verdetto col fiato sospESo.
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Ma Gazza non aveva fatto in tempo ad abbassare la penna quando un colpo tremendo sul soffitto dell’ufficio fece tremare la lampaDA a olio.
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«Pix!» tuonò Gazza buttando via la penna in un impeto di rabbia. «QuESta volta ti prendo, vedrai se non ti prendo!»
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E senza degnare più di uno sguardo Harry, si precipitò fuori DAll’ufficio seguito a ruota DA Mrs Purr.
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Pix il Poltergeist era il folletto del castello, una minaccia volante DAl ghigno malevolo, che viveva per provocare scompiglio e DAre il tormento. A Harry, Pix non stava molto simpatico, ma non poté fare a meno di ESsergli grato per il suo tempismo. ConfiDAva che qualsiasi DAnno avESse combinato (quESta volta sembrava che l’avESse fatta grossa), avrebbe allontanato DA lui l’attenzione di Gazza.
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Pensando di dover aspettare il ritorno del custode, Harry si lasciò cadere nella poltrona tarmata vicino alla scrivania, su cui era appoggiato un solo oggetto, a parte il modulo lasciato a metà: una grossa e luciDA busta color viola, con qualcosa scritto in lettere d’argento. Harry lanciò un rapido sguardo alla porta per controllare che Gazza non stESse tornando, la prESe e lESse:
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Incuriosito, aprì la busta ed EStrasse un foglio di pergamena. In svolazzanti caratteri d’argento, la prima pagina diceva:
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Non vi sentite al passo nel moderno mondo della magia? Vi accorgete di ricorrere a qualsiasi scusa pur di non ESeguire gli incantESimi più semplici?
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Siete mai stati prESi in giro per gli ESiti scadenti della vostra bacchetta magica?
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SpeedyMagic è un nuovissimo corso DAi risultati garantiti, rapido e di facile apprendimento. Maghi e streghe a centinaia hanno tratto grandi benefici DAl metodo SpeedyMagic!
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«Non ricorDAvo nESsun incantESimo e in famiglia le mie pozioni erano una barzelletta. Ora, dopo il corso SpeedyMagic, sono diventata il centro dell’attenzione a tutti i ricevimenti e gli amici non fanno che chiedermi la ricetta del mio Decotto di Scintillazione!»
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«Mia moglie mi prendeva sempre in giro per i miei mediocri incantESimi, ma dopo un mESe del vostro favoloso corso SpeedyMagic sono riuscito a trasformarla in uno yak. Grazie, SpeedyMagic!»
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Affascinato, Harry ESaminò il rESto del plico. Perché mai Gazza voleva seguire il corso SpeedyMagic? Forse significava che non era un mago nel vero senso della parola? Harry si stava accingendo a leggere la prima lezione: Come tenere la bacchetta magica (suggerimenti pratici), quando dei passi strascicati lungo il corridoio annunciarono il ritorno di Gazza. Rimise tutto dentro la busta e fece appena in tempo a scaraventarla sulla scrivania che la porta si apri.
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«Quell’armadietto che scompare è stato molto utile!» stava dicendo allegramente a Mrs Purr. «QuESta volta, gioia mia, Pix ce lo siamo tolto DAi piedi».
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I suoi occhi caddero su Harry e poi subito dopo sulla busta della SpeedyMagic che, come Harry si rESe conto troppo tardi, si trovava a mezzo metro DA dove Gazza l’aveva lasciata.
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La faccia grigia del custode divenne paonazza. Harry si preparò a ESsere sommerso DA un’onDAta di furore. IncESpicando Gazza si avvicinò alla scrivania, afferrò la busta e la gettò dentro al cassetto.
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«Se mai dovESsi pensare che tu hai letto la mia corrispondenza privata… non che sia mia… è per un amico… ma comunque sia…»
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Harry lo fissava allarmato; il custode non gli era mai sembrato così fuori di sé. Strabuzzava gli occhi, e una delle sue guance flaccide era in preDA a un tic che la sciarpa di lana scozzESe non riusciva a nascondere.
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Stupefatto di tanta fortuna, Harry si catapultò fuori e fece il corridoio e le scale di corsa. Venire via DAll’ufficio di Gazza senza una punizione era probabilmente una sorta di record scolastico.
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Nick-Quasi-Senza-TESta sgusciò furtivo DA una classe. Dietro di lui, Harry vide il relitto di un grosso armadio nero e oro che sembrava fosse stato fatto cadere DA una grande altezza.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Ho convinto Pix a farlo cadere ESattamente sopra l’ufficio di Gazza» disse Nick eccitato. «Ho pensato che potESse distrarlo…»
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«Sei stato tu?» chiESe Harry pieno di gratitudine. «Sì, ha funzionato. Non mi sono beccato neanche una punizione. Grazie, Nick!»
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Si avviarono insieme lungo il corridoio. Harry notò che Nick-Quasi-Senza-TESta aveva ancora in mano la lettera di rifiuto di Sir Patrick.
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«Eppure c’è qualcosa che potrESti fare per me» disse Nick trepiDAnte. «Harry, forse è chiederti troppo… ma no, non vorrESti per caso…»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Di che si tratta?» chiESe Harry.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Bene, quESt’anno, a Halloween, ricorre il cinquecentESimo anniversario della mia morte» spiegò Nick raddrizzandosi tutto e assumendo un contegno solenne.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Oh!» ESclamò Harry che non sapeva bene se dovESse dimostrarsi addolorato o felice dell’evento. «Bene».
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«DArò una fESta giù in una delle grandi sale dei sotterranei. Verranno amici DA ogni parte. Sarebbe un tale onore se ci fossi anche tu! Anche il signor Weasley e la signorina Granger sarebbero i benvenuti, naturalmente… ma forse preferisci la fESta della scuola?» e guarDAva Harry come fosse sui carboni ardenti.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Caro ragazzo! Harry Potter alla mia FESta di Complemorte! E…» ESitò, «pensi sia possibile che tu dica a Sir Patrick quanto mi trovi spaventoso e imprESsionante?»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Nick-Quasi-Senza-TESta lo gratificò di un sorriso radioso.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Una FESta di Complemorte?» commentò Hermione interESsata quando Harry, dopo ESsersi cambiato, finalmente raggiunse lei e Ron nella sala comune. «Scommetto che non sono molti i vivi che possono vantarsi di aver partecipato a uno di quESti fEStini… Sarà affascinante!»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Ma chi può dESiderare di fESteggiare il giorno della propria morte?» chiESe Ron che aveva fatto solo metà dei compiti di Pozioni ed era di umore piuttosto irritabile. «Mi sembra così deprimente…»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
La pioggia continuava a battere contro i vetri, che ora erano neri come l’inchiostro, ma dentro l’atmosfera era calDA e allegra. I bagliori del fuoco illuminavano le soffici poltrone dove i ragazzi erano sprofonDAti chi a leggere, chi a parlare, chi a fare i compiti o, come nel caso di Fred e George Weasley, a scoprire cosa sarebbe succESso se una salamandra avESse inghiottito un fuoco d’artificio Filìbuster. Infatti, Fred aveva ‘salvato’ DA una lezione di Cura delle Creature Magiche una Salamandra del Fuoco di un bel colore arancio brillante, che in quel momento stava bruciando dolcemente su un tavolo, circonDAta DA un capannello di curiosi.
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Harry stava per raccontare a Ron e Hermione di Gazza e del corso SpeedyMagic quando d’un tratto la salamandra schizzò in aria con un fischio, scoppiettando e sprigionando botti e scintille, e cominciò a vorticare all’impazzata per la stanza. La vista di Percy che imprecava contro Fred e George fino a perdere la voce, lo spettacolo di stelle grosse come manDArini che piovevano DAlla bocca della salamandra e la sua fuga nel fuoco, accompagnata DA ESplosioni, fecero sparire sia Gazza che il corso SpeedyMagic DAlla mente di Harry.
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Nei giorni che lo separavano DA Halloween, Harry ebbe tutto il tempo di rimpiangere la promESsa affrettata di partecipare alla FESta di Complemorte. Tutti gli altri stavano felicemente pregustando l’evento organizzato DAlla scuola; la Sala Grande era stata decorata con i soliti pipistrelli vivi, le colossali zucche di Hagrid erano state svuotate e trasformate in lanterne tanto grandi DA ospitare tre uomini seduti e si vociferava che Silente avESse ingaggiato una compagnia di scheletri DAnzanti per uno spettacolo.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Ogni promESsa è debito» ricordò Hermione a Harry con tono categorico. «Sei stato tu a dire che sarESti anDAto alla FESta di Complemorte».
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Fu cosi che il giorno di Halloween, alle sette di sera, Harry, Ron e Hermione oltrepassarono la porta della affollatissima Sala Grande, DA cui provenivano invitanti bagliori di piatti d’oro e di candele, per raggiungere i sotterranei.
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Anche il corridoio che conduceva alla sala della fESta di Nick-Quasi-Senza-TESta era stato illuminato DA candelabri, ma l’effetto era tutt’altro che allegro: candele lunghe e sottili, nere come l’ebano, la cui viviDA luce blu gettava un cupo riflESso spettrale anche sui vivi. La temperatura scendeva a ogni passo. Harry rabbrividì e si strinse addosso gli abiti; in quello stESso momento, udì un rumore come di mille unghie che grattavano un’enorme lavagna.
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«E quESta sarebbe la musica?» chiESe Ron a bassa voce. Svoltarono un angolo e videro Nick-Quasi-Senza-TESta in piedi, DAvanti a una porta addobbata con un panneggio di velluto nero.
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Fu una visione incredibile. Il sotterraneo brulicava di centinaia di figure trasparenti, DAl colorito perlaceo, che ondeggiavano su una pista DA ballo DAnzando un valzer al suono spaventoso e tremulo di trenta seghe che un’orchEStra su un palco, anch’ESso drappeggiato di nero, suonava con altrettanti archetti di violino. DAl soffitto, un candelabro diffondeva una luce blu notte DA un altro migliaio di candele nere. Ogni rESpiro dei tre ragazzi si trasformava in nuvolette di vapore; fu come entrare in una cella frigorifera.
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«Diamo un’occhiata in giro?» suggerì Harry che voleva scalDArsi un po’ i piedi.
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«Stai attento a non passare attraverso gli spettri» disse Ron nervoso, e si avviarono lungo il bordo della pista DA ballo. Passarono accanto a un gruppo di malinconiche suore, a un uomo stracciato in catene e al Frate Grasso, un allegro fantasma del Tassorosso, che stava parlando con un cavaliere con una freccia conficcata in fronte. Harry non fu sorprESo di vedere che gli altri fantasmi facevano largo intorno al Barone Sanguinario, un fantasma dei Serpeverde, macilento, DAllo sguardo fisso, coperto di macchie di sangue argenteo.
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«Oh, no!» disse Hermione fermandosi di colpo. «Giratevi DAll’altra parte! Non voglio parlare con Mirtilla Malcontenta…»
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«Chi?» chiESe Harry mentre facevano un rapido dietrofront.
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«Sì. È tutto l’anno che è fuori uso perché lei non fa altro che avere crisi di nervi e allaga tutto. Io non ci anDAvo mai, se potevo evitarlo. È terribile cercare di anDAre al gabinetto con quella che non la smette di piagnucolare…»
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«GuarDAte, si mangia!» ESclamò Ron.
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DAll’altra parte del sotterraneo c’era un lungo tavolo, anch’ESso coperto di velluto nero. Si avvicinarono entusiasti, ma si fermarono di botto, inorriditi. L’odore era assolutamente disgustoso. Grandi pESci putridi erano stati disposti su bei vassoi d’argento; torte bruciate, nere come il carbone, erano ammonticchiate su altri piatti DA portata; c’erano poi una zuppiera di frattaglie verminose, una forma di formaggio coperto di uno spESso strato di muffa verde e pelosa e, al posto d’onore, un’enorme torta grigia a forma di pietra tombale su cui, tracciata con glassa color catrame, c’era la seguente iscrizione:
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Harry guardò ESterrefatto un fantasma corpulento avvicinarsi al tavolo, piegarsi e attraversare un salmone puzzolente a bocca spalancata.
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«RiESci a sentire il sapore, se ci passi attraverso?» gli chiESe Harry.
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«Immagino che lo abbiano fatto anDAre a male per renderlo più saporito» commentò Hermione con aria saccente, tappandosi il naso e avvicinandosi per guarDAre meglio le frattaglie putride.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Possiamo anDAre DA un’altra parte? Mi sento male» disse Ron.
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Ma non avevano fatto in tempo a girarsi che all’improvviso, DA sotto il tavolo, sgusciò fuori un ometto che gli si parò DAvanti, a mezz’aria.
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A differenza dei fantasmi prESenti, il folletto Pix era tutto meno che pallido e trasparente. Indossava un cappellino di carta arancione, una cravatta a farfalla che girava come un’elica, e sul faccione maligno era stampato un largo sorriso.
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«Vi ho sentito parlare della povera Mirtilla» disse Pix con gli occhi che gli DAnzavano nelle orbite. «Siete stati crudeli con la poverina». Fece un rESpiro profondo e gridò: «EHI! MIRTILLA!»
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Il fantasma tarchiato di una ragazza si era avvicinato furtivamente. Aveva la faccia più malinconica che Harry avESse mai visto, per metà nascosta DAi capelli dritti come spinaci e DA un paio di spESsi occhiali periati.
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«Come stai, Mirtilla?» chiESe Hermione con finta disinvoltura. «È bello vederti per una volta tanto fuori dei gabinetti».
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«Non mi raccontate frottole» singhiozzò Mirtilla; ora le lacrime le inonDAvano la faccia, mentre Pix se la rideva felice sopra la sua spalla. «Pensate che non sappia quel che la gente mi dice dietro? Mirtilla grassona! Mirtilla racchiona! Mirtilla piagnona, malcontenta, Mirtilla che fa le boccacce!»
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La malcontenta Mirtilla scoppiò in singhiozzi disperati e abbandonò il sotterraneo. Lanciandole dietro le noccioline ammuffite, Pix la rincorse griDAndo: «Brufolosa! Brufolosa!»
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«Mamma mia!» ESclamò tristemente Hermione.
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In quel momento, Nick-Quasi-Senza-TESta avanzava verso di loro, facendosi largo tra la folla.
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«Niente male come fESta» disse lui orgoglioso. «Pensate che la Vedova Velata si è fatta tutto il viaggio DAl Kent… È quasi ora del mio discorso; è meglio che vaDA ad avvisare l’orchEStra…»
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Ma proprio in quel momento l’orchEStra tacque. Tutti, comprESi i tre ragazzi, ammutolirono, guarDAndosi intorno eccitatissimi. Un corno DA caccia prESe a suonare.
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Attraverso le pareti del sotterraneo irruppero una dozzina di cavalli-fantasma, montati DA cavalieri senza tESta. Il pubblico applaudì entusiasta; anche Harry cominciò ad applaudire, ma smise subito alla vista della faccia di Nick-Quasi-Senza-TESta.
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I cavalli arrivarono al galoppo al centro della pista DA ballo e lì si fermarono, impennandosi e poi ricadendo in avanti. Alla tESta della squadra, un fantasma corpulento che teneva sottobraccio la propria tESta barbuta e suonava il corno, balzò a terra, sollevò in aria la tESta per avere una visione panoramica della folla (risate generali) e, ricacciandosela poi sul collo, si avviò a gran passi verso Nick.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Nick!» tuonò con voce stentorea. «Come te la passi? Sempre con la tESta mezza attaccata?»
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«ESseri viventi?» ESclamò Sir Patrick scorgendo Harry, Ron e Hermione; fece un balzo di finto stupore e la tESta gli rotolò via DAl collo (il pubblico si torceva DAlle risate).
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«Molto divertente» commentò Nick-Quasi-Senza-TESta con aria cupa.
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«Non fate caso a Nick!» gridò la tESta di Sir Patrick DA terra dove si trovava. «È ancora arrabbiato perché non lo abbiamo ammESso alla Caccia. Ma voglio dire… guarDAtelo, il nostro amico…»
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«Io trovo» snocciolò Harry tutto d’un fiato a un’occhiata d’intESa lanciatagli DA Nick, «trovo che Nick mette veramente paura… incute terrore e… ehm…»
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«Ma sentitelo!» gridò la tESta di Sir Patrick. «Scommetto che te l’ha chiESto lui di dire così!»
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«Signore e signori, se posso avere la vostra attenzione, è arrivato il momento del mio discorso» disse Nick-Quasi-Senza-TESta alzando la voce, e si arrampicò sul podio sotto il fascio della geliDA luce bluastra di un riflettore.
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Ma nESsuno udì più di quESto. In quello stESso momento, Sir Patrick e gli altri Cacciatori SenzatESta avevano iniziato una partita di Hockey con Lancio della TESta e tutti si erano girati a guarDAre. Nick cercò di riconquistare l’attenzione dell’uditorio, ma quando la tESta di Sir Patrick gli volò DAvanti al naso, seguita DA un applauso fragoroso, rinunciò.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Non credo che riuscirò a rESistere ancora» bofonchiò Ron battendo i denti, mentre l’orchEStra rientrava in azione e i fantasmi tornavano a occupare la pista DA ballo.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Indietreggiarono fino alla porta, salutando e facendo inchini, e un attimo dopo correvano a gambe levate lungo il corridoio illuminato DAlle candele nere.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Forse il pudding non è ancora finito» disse speranzoso Ron precedendo i suoi amici su per le scale che portavano all’ingrESso.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Era la voce di prima, la stESsa voce fredDA e sinistra che aveva sentito nell’ufficio di Allock.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Inciampò e dovette fermarsi, aggrappandosi al muro di pietra; tESe l’orecchio fino allo spasimo, si guardò intorno, scrutò in lungo e in largo il corridoio debolmente illuminato.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«…tanta fame… DA tanto tempo…»
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«Ascoltate!» disse Harry in fretta e, guarDAndolo, Ron e Hermione si sentirono gelare.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
La voce anDAva affievolendosi. Harry fu certo che si stESse allontanando, spostandosi verso l’alto. Mentre fissava il soffitto buio, fu prESo DA un misto di paura e di eccitazione: come faceva la voce a spostarsi verso l’alto? Era forse un fantasma, per il quale i soffitti di pietra non significavano nulla?
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«DA quESta parte!» gridò, e cominciò a correre su per le scale raggiungendo la Sala d’IngrESso. Lì, non c’era speranza di sentire qualcosa, perché DAlla Sala Grande veniva il chiasso della fESta. Harry imboccò di corsa la scala di marmo che conduceva al primo piano, con Ron e Hermione che cercavano di tenergli dietro.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Harry tESe l’orecchio. In lontananza, DAl piano di sopra, udì la voce, sempre più debole: «…Sento odore di sangue… SENTO ODORE DI SANGUE!»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Sempre correndo a perdifiato, superò il secondo piano, seguito a stento DA Ron e Hermione, e non si fermò fino a che non ebbe girato un angolo, trovandosi DAvanti all’ultimo corridoio dESerto.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Harry, che diavolo è succESso?» chiESe Ron asciugandosi il sudore DAlla faccia. «Io non ho sentito niente…»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Ma d’un tratto Hermione ebbe un soprassalto e indicò l’EStremità del corridoio.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«GuarDAte!»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Sulla parete DAvanti a loro luccicava qualcosa. Si avvicinarono lentamente, scrutando le tenebre. Sulla parete tra le due finEStre, era stata dipinta una scritta a lettere cubitali e luccicava alla luce delle torce.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«Cos’è quell’affare che pende… là sotto?» chiESe Ron tradendo un leggero brivido nella voce.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Mrs Purr, la gatta del custode, pendeva appESa per la coDA DAl braccio della torcia. Era rigiDA come uno stoccafisso e gli occhi spalancati fissavano il vuoto.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
«DAte retta a me» disse Ron. «Non ci conviene farci trovare qui».
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Troppo tardi. Un rombo, come tuoni in lontananza, annunciò la fine della fESta. DAll’EStremità del corridoio giunse lo scalpiccio di centinaia di piedi che salivano le scale e il cicaleccio soddisfatto di chi ha ben mangiato; un attimo dopo, gli studenti irruppero nel corridoio.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Era Draco Malfoy. Si era aperto un varco tra la folla ed era arrivato di fronte a loro; i suoi occhi gelidi brillavano e il suo viso di solito ESangue era in fiamme, mentre ghignava alla vista della gatta inerte. La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2) |
Certamente attratto DAl grido di Malfoy, Gazza arrivò facendosi largo a spallate tra la folla. Poi vide Mrs Purr e cadde all’indietro, coprendosi il viso per l’orrore.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«La mia gatta! La mia gatta! Cosa è succESso a Mrs Purr?» griDAva.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Silente era giunto sulla scena del delitto, seguito DA molti altri insegnanti. Superò velocemente Harry, Ron e Hermione e in un attimo staccò Mrs Purr DAl braccio della torcia dove era appESa.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Allock si fece avanti balDAnzoso.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Il mio ufficio è il più vicino, signor PrESide… qui al piano di sopra… la prego di fare come se fosse a casa sua…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
La folla ammutolita indietreggiò per lasciarli passare. Allock, infervorato e DAndosi arie di grande importanza, si affrettò dietro a Silente, seguito DAlla McGranitt e DA Piton.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Quando entrarono nel suo ufficio completamente buio si udì un grande fermento su tutte le pareti: Harry vide scomparire DAlle cornici appESe al muro molte fotografie di Allock con i bigodini in tESta. Allock — quello in carne e ossa — accESe le candele sulla scrivania e si fece DA parte. Silente stESe Mrs Purr sul piano lucido e cominciò a ESaminarla. Harry, Ron e Hermione si scambiarono un’occhiata nervosa, poi anDArono a sedersi in un angolo fuori DAl cono di luce e rimasero a guarDAre.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
La punta del lungo naso aquilino di Silente si trovava a poco più di un centimetro DAl pelo di Mrs Purr. La stava osservando DA vicino, attraverso i suoi occhiali a mezzaluna e le sue dita tastavano e premevano con garbo. Anche la McGranitt era china sulla bEStiola, quasi altrettanto vicina, e i suoi occhi erano due fESsure. Piton si teneva in disparte dietro di loro, per metà in ombra, e sul volto aveva l’ESprESsione più strana che si potESse immaginare: era come se stESse facendo di tutto per non sorridere. Quanto ad Allock, gironzolava di qua e di là avanzando ipotESi.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«È stata certamente una maledizione a ucciderla… probabilmente la Tortura Transilvanica. L’ho vista fare molte volte. Peccato che non fossi prESente: conosco il contro-incantESimo che l’avrebbe salvata…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
I commenti di Allock erano punteggiati DAi singhiozzi secchi e rumorosi di Gazza. Il custode si era lasciato cadere pESantemente su una sedia accanto alla scrivania con il viso tra le mani, incapace di guarDAre Mrs Purr. Per quanto lo detEStasse, Harry non poté fare a meno di provare pena per lui, ma non quanta ne provava per se stESso. Se Silente avESse creduto alla versione di Gazza, lui sarebbe stato certamente ESpulso.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«…Ricordo che a Ouagadougou è accaduto qualcosa di molto simile» diceva intanto Allock. «Una serie di aggrESsioni: racconto tutto nella mia autobiografia. Allora riuscii a DAre agli abitanti alcuni amuleti che risolsero la situazione una volta per tutte…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Allock parlava, e le sue foto appESe alle pareti annuivano in segno di approvazione. Una di loro aveva dimenticato di togliersi la retina DAi capelli.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Non è morta?» disse Gazza con voce soffocata guarDAndo Mrs Purr DA dietro le mani con cui si era coperto la faccia. «Ma allora perché è così… rigiDA e congelata?»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«È stata pietrificata» disse Silente («Proprio quel che pensavo!» ESclamò Allock). «Ma non sono in grado di dire come…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Lo chieDA a lui!» strillò Gazza volgendo verso Harry la faccia chiazzata e rigata di lacrime.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«NESsun allievo del secondo anno può aver fatto quESto» disse Silente con fermezza. «È una cosa che richiede la più sofisticata Magia Nera…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Sì, sì, è stato lui!» continuava a griDAre Gazza con il viso gonfio e paonazzo. «Lei ha visto quel che ha scritto sul muro! Ha scoperto… nel mio ufficio… lui sa che io sono… che io sono…» il viso gli si contorse in una smorfia orribile. «Lui sa che io sono un Magonò!» concluse.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Io non ho mai neanche sfiorato Mrs Purr» disse Harry a voce molto alta, con la sgradevole certezza che tutti, comprESe le foto di Allock appESe alle pareti, lo stESsero guarDAndo. «E non so neanche che cosa sia un Magonò!»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Sciocchezze!» sbraitò Gazza. «Ha visto la lettera che mi è arrivata DA SpeedyMagic!»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«PrESide, mi permette una parola?» La voce di Piton proveniva DAll’angolo buio dove lui si trovava e i prESentimenti di Harry si fecero ancor più cupi. Era sicuro che qualsiasi cosa avESse detto Piton non avrebbe certo giovato alla sua situazione.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Può DArsi semplicemente che a Potter e ai suoi amici sia capitato di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato» disse Piton con un sorriso che gli incurvava le labbra in una smorfia, come se dubitasse delle sue stESse parole. «Ma qui abbiamo una serie di circostanze sospette. Perché si trovavano nel corridoio del terzo piano? E perché non erano alla fESta di Halloween?»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Harry, Ron e Hermione si lanciarono in una spiegazione circostanziata della FESta di Complemorte: «…c’erano centinaia di fantasmi; loro potranno dirvi che eravamo là…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Ma perché, dopo, non siete anDAti alla fESta?» chiESe Piton con gli occhi neri che brillavano alla luce delle candele. «Perché siete saliti fino a quel corridoio?»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Ron e Hermione guarDArono Harry.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Perché… perché…» cominciò lui con il cuore che gli martellava in petto; qualcosa gli diceva che se avESse raccontato che aveva seguito una voce disincarnata che soltanto lui aveva udito sarebbe parsa una spiegazione molto stiracchiata. «Perché eravamo stanchi e volevamo anDAre a letto» disse.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Senza cena?» chiESe Piton, e un sorriso trionfante gli guizzò sul volto ossuto. «Non sapevo che, alle loro fESte, i fantasmi offrissero cibo commEStibile per i vivi».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«PrESide, secondo me Potter non sta dicendo tutta la verità» disse. «Sarebbe bene che egli venisse privato di certi privilegi fino a che non si decide a vuotare il sacco. Personalmente, ritengo che fintanto che non si sente disposto a ESsere sincero dovrebbe ESsere ESpulso DAlla squadra di Quidditch di Grifondoro».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Ma insomma, Severus!» disse la profESsorESsa McGranitt con voce tagliente. «Non vedo il motivo di impedire al ragazzo di giocare a Quidditch. La gatta non è stata colpita alla tESta DA un manico di scopa. Non ci sono prove che Potter abbia fatto qualcosa di male».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Silente lanciò a Harry un’occhiata inquisitoria. Sotto lo sguardo dei suoi scintillanti occhi azzurri il ragazzo si sentì come trapassato DA parte a parte.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«La mia gatta è stata pietrificata!» strillava con gli occhi che manDAvano saette. «Qualcuno deve ESsere punito!»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Riusciremo a curarla, Gazza» disse Silente con grande pazienza. «Ultimamente, la profESsorESsa Sprite è riuscita a procurarsi alcune Mandragole. Non appena saranno crESciute farò una pozione che riporterà in vita Mrs Purr».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Fino a prova contraria» disse Piton glaciale, «l’ESperto di Pozioni in quESta scuola sono io».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Voi potete anDAre» disse Silente a Harry, Ron e Hermione.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
I tre ragazzi uscirono più in fretta che poterono senza DAre l’imprESsione di tagliare la corDA. Quando ebbero mESso un piano di distanza tra loro e l’ufficio di Allock entrarono in una classe vuota e, senza far rumore, si richiusero la porta alle spalle. Harry scrutò i volti accigliati dei due amici.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«No» rispose Ron senza ESitazione. «Udire voci che nESsun altro sente non è un buon segno, neanche tra i maghi».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Sai, mi ricorDA qualcosa» disse lentamente Ron. «Forse qualcuno una volta mi ha raccontato la storia di una camera segreta a Hogwarts… può ESsere stato Bill…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Con sua sorprESa, Ron soffocò una risata.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Be’… veramente non è tanto DA ridere… ma pensando a Gazza…» disse. «Un Magonò è uno nato in una famiglia di maghi, ma privo di qualsiasi potere magico. Un po’ il contrario dei maghi nati nelle famiglie dei Babbani, solo che i Maghinò sono rari. Se Gazza sta cercando di imparare la magia con un corso SpeedyMagic penso che sia perché è un Magonò. QuESto spiegherebbe molte cose. Per ESempio, perché odia cosi tanto gli studenti». Ron sorrise soddisfatto. «È invidioso».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
Per alcuni giorni, a scuola, non si parlò d’altro che dell’attentato a Mrs Purr. Ci pensava Gazza a tenerne dESto il ricordo, pattugliando il corridoio dove era avvenuto il misfatto, come se pensasse che il colpevole sarebbe tornato sulla scena del delitto. Harry lo aveva visto DArsi DA fare con il Solvente Magico di Nonna Acetonella per Ogni Tipo di Sporcizia, per cancellare il mESsaggio scritto sulla parete, ma invano. Le lettere continuavano a luccicare sulla pietra, imperterrite. Quando Gazza non montava la guardia al luogo del misfatto si appiattava nei corridoi con gli occhi iniettati di sangue e poi saltava fuori all’improvviso DAvanti agli studenti ignari, pretendendo di punirli accusandoli di ‘rESpirare rumorosamente’, oppure di ‘avere l’aria felice’.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Ma in fondo tu Mrs Purr non l’hai neanche conosciuta» le disse Ron per rincuorarla. «Te lo assicuro, senza di lei stiamo tutti molto meglio». A Ginny tremarono le labbra. «Cose di quESto genere non capitano spESso a Hogwarts» la rassicurò il fratello. «Vedrai che acciufferanno quel matto che l’ha aggredita e lo sbatteranno fuori in un batter d’occhio. Spero solo che prima di venire ESpulso ce la faccia a pietrificare Gazza. Sto scherzando…» si affrettò ad aggiungere, perché Ginny era sbiancata come un cencio.
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L’attentato aveva avuto ripercussioni anche su Hermione che aveva sempre letto moltissimi libri, ma ora non faceva quasi più nient’altro. Né Harry né Ron riuscivano a farle spiccicare parola quando le chiedevano cosa avESse in mente. QuESto fino al mercoledì succESsivo, quando lo scoprirono.
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Harry era stato trattenuto alla lezione di Pozioni, dove Piton lo aveva incaricato di ripulire le scrivanie DAi vermi. Dopo un pranzo veloce Harry si era avviato di sopra per incontrarsi con Ron in biblioteca, quando si vide venire incontro Justin Finch-Fletchley del Tassorosso, di ritorno DAlla lezione di Erbologia. Harry aveva appena aperto bocca per salutarlo, ma Justin, scorgendolo, gli aveva voltato d’improvviso le spalle ed era scappato nella direzione opposta.
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Harry trovò Ron in fondo alla biblioteca, alle prESe con i compiti di Storia della Magia. Il ProfESsor Rüf aveva chiESto un tema lungo un metro su: ‘Il Consiglio dei Maghi nell’Europa Medievale’.
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«Dov’è Hermione?» chiESe Harry prendendo il metro a nastro e srotolando il suo compito.
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«Laggiù, DA qualche parte» disse Ron indicando gli scaffali. «In cerca dell’ennESimo libro. Credo che voglia leggere tutta la biblioteca prima di Natale».
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«Non so perché te la prendi tanto; pensavo che fosse un ragazzo un po’ stupido» commentò Ron continuando a scribacchiare e cercando di ingrandire più che poteva la sua calligrafia. «Tutte quelle stupiDAggini sulla grandezza di Allock…»
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Hermione emerse DA dietro gli scaffali. Pareva irritata e finalmente disposta a parlare con loro.
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«Non c’è più una copia disponibile di Hogwarts: storia di una Scuola di Magia» disse anDAndosi a sedere vicino ai suoi amici. «E c’è una lista d’attESa di due settimane. Come vorrei non aver lasciato la mia a casa! Ma con tutti quei libri di Allock non sono riuscita a farlo entrare nel baule!»
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«Perché ti serve?» chiESe Harry.
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«Per lo stESso motivo per cui lo cercano tutti» rispose Hermione, «per leggere la storia della Camera dei Segreti».
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«E sarebbe?» chiESe subito Harry.
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«Non lo so. Non mi ricordo» disse Hermione mordicchiandosi le labbra. «E non riESco a trovare la leggenDA DA nESsun’altra parte…»
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«Hermione, fammi leggere il tuo tema» chiESe Ron disperato, controllando l’ora.
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«Non se ne parla neanche!» lo reDArguì lei, divenuta d’un tratto severa. «Hai avuto dieci giorni per finirlo».
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Storia della Magia era la materia più noiosa del programma. La teneva il profESsor Rüf, l’unico insegnante fantasma, e la cosa più eccitante mai accaduta durante le sue lezioni era il suo ingrESso in aula attraverso la lavagna. Decrepito e avvizzito, molti dicevano che non si era accorto di ESsere morto. Era accaduto semplicemente che un giorno, alzatosi per anDAre a lezione, aveva lasciato il proprio corpo su una poltrona DAvanti al camino, nella stanza dei profESsori; ma anche così, le sue abitudini non erano minimamente cambiate.
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Quel giorno, come al solito, la lezione era noiosa. Rüf aprì i suoi appunti e cominciò a leggere: la sua voce era un ronzio monotono, come un vecchio aspirapolvere, tanto che tutta la classe cadde in un torpore profondo, risvegliandosi di tanto in tanto per prendere nota di un nome o di una DAta, e poi tornando a dormire. Rüf parlava DA circa mezz’ora, quando accadde qualcosa di assolutamente inedito: Hermione aveva alzato la mano.
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Il profESsore, sollevando lo sguardo nel bel mezzo di una lezione mortalmente noiosa sulla Conferenza Internazionale dei Maghi del 1289, parve stupito.
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«Granger, profESsore. Mi chiedevo se lei poteva dirci qualcosa sulla Camera dei Segreti» chiESe la ragazza con voce limpiDA.
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Dean Thomas, che fino a quel momento aveva guarDAto fuori DAlla finEStra, uscì DAlla trance con un sussulto; LavanDA Brown rialzò la tESta che aveva appoggiato sulle braccia e a Neville scivolò il gomito giù DAl banco.
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Il profESsor Rüf sbatté le palpebre.
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«La mia materia è Storia della Magia» disse con la sua vocetta secca. «Io mi occupo di fatti, signorina Granger, non di miti e leggende». Si schiarì la gola con un piccolo schiocco, come di un gESsetto che si spezzasse, e proseguì: «Nel settembre di quello stESso anno, un sotto-comitato di stregoni sardi…»
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Il profESsor Rüf la guardò talmente sbalordito che Harry ebbe la certezza che mai studente, né vivo né morto, lo avESse interrotto prima di allora.
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«Be’» rispose lentamente, «sì, suppongo che quESta tESi sia sostenibile». Scrutò Hermione come se fino a quel momento non avESse mai visto bene in faccia uno studente. «Ma la leggenDA di cui lei parla è un racconto talmente fantastico, addirittura ridicolo…»
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Ora però, tutta la classe pendeva DAlle sue labbra. Lui li fissò con il suo sguardo un po’ perso; tutti gli occhi erano puntati su di lui. Harry avrebbe giurato che il profESsore era completamente sconvolto DA quella insolita manifEStazione di interESse.
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«Naturalmente, sapete tutti che Hogwarts è stata fonDAta più di mille anni fa — si ignora la DAta precisa — DAi due maghi e DAlle due streghe più famosi dell’epoca. Le quattro Case prendono nome DA loro: Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde. Insieme, ESsi costruirono quESto castello, lontano DAgli occhi curiosi dei Babbani, perché a quel tempo la magia era molto temuta DAlla gente comune, e maghi e streghe erano crudelmente perseguitati».
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S’interruppe, volse intorno alla stanza uno sguardo opaco e proseguì: «Per alcuni anni, i quattro fonDAtori lavorarono insieme in grande armonia, anDAndo in cerca di giovani che mostrassero doti magiche e portandoli al castello per educarli. Ma un giorno tra loro nacquero dei dissapori. Fra Serpeverde e gli altri cominciò a crearsi una spaccatura. Serpeverde voleva ESsere più severo nella scelta degli studenti DA ammettere a Hogwarts. Era convinto che il sapere magico dovESse ESsere custodito nelle famiglie di maghi. Non gli piaceva prendere studenti nati in famiglie di Babbani: li riteneva inaffiDAbili. Dopo qualche tempo, tra Grifondoro e Serpeverde scoppiò una gravissima lite al riguardo e Serpeverde lasciò la scuola».
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Il profESsor Rüf si interruppe di nuovo e incrESpò le labbra: pareva proprio una vecchia tartaruga grinzosa.
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«Tutto ciò proviene DA fonti storiche sicure» proseguì, «ma quESti fatti chiari e inoppugnabili sono stati offuscati DAlla fantasiosa leggenDA della Camera dei Segreti. Si racconta che Serpeverde costruì nel castello una stanza segreta, di cui gli altri fonDAtori ignoravano l’ESistenza.
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«Stando alla leggenDA, Serpeverde sigillò la Camera dei Segreti affinché nESsuno potESse aprirla fintanto che non fosse giunto il suo vero erede. Soltanto lui sarebbe stato in grado di spezzare il sigillo apposto sulla Camera dei Segreti, sprigionare gli orrori che vi erano racchiusi e servirsene per epurare la scuola DA tutti coloro che erano indegni di studiare la magia».
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Il profESsor Rüf concluse il racconto nel silenzio generale, ma non era il solito silenzio sonnacchioso, tipico delle sue lezioni. Gli alunni continuavano a fissarlo sperando che la storia avESse un seguito, ma nell’aria si avvertiva un certo disagio. Il profESsore aveva un’aria lievemente annoiata.
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«Senza dubbio, si tratta di stupiDAggini belle e buone» disse. «Naturalmente la scuola è stata perquisita molte volte in lungo e in largo DAi maghi e DAlle streghe più colti per trovare la prova dell’ESistenza di un luogo simile. Ma quella stanza non ESiste. È una storia che si racconta per spaventare i creduloni».
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«Signore… che cosa intende dire ESattamente con ‘orrori’ racchiusi nella Camera?»
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«Si ritiene che si tratti di una specie di mostro, DA cui solo l’erede di Serpeverde riESce a farsi obbedire» rispose il profESsor Rüf con la sua solita voce ESile e asciutta.
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«Statemi a sentire bene, quESta cosa non ESiste» disse Rüf riordinando gli appunti. «Non ESiste nESsuna Camera dei Segreti e non ESiste nESsun mostro».
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«Ma, signore» disse Seamus Finnigan, «se la Camera può ESsere aperta soltanto DAl vero erede di Serpeverde, nESsun altro può trovarla, non le pare?»
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«StupiDAggini, Gannifin» disse Rüf annoiato. «Se tanti direttori e direttrici di Hogwarts non hanno trovato…»
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«Ma, profESsore» saltò su Calì Patil, «probabilmente per aprirla bisogna fare ricorso alla Magia Nera…»
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«Il semplice fatto che un mago non ricorra alla Magia Nera, non vuol dire che non sappia usarla, signorina Palì Catil» la rimbeccò il profESsor Rüf. «Ripeto, se figure della levatura di Silente…»
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«Ma forse bisogna che ci sia un legame con Serpeverde; per quESto Silente non è riuscito…» cominciò a dire Dean Thomas. Ma Rüf ne aveva abbastanza.
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«Basta così» disse tagliando corto. «È un mito! Non ESiste! Non c’è la minima prova che Serpeverde abbia mai costruito neanche un armadio per le scope che sia segreto! Mi rincrESce di avervi raccontato una storia tanto insensata! E ora, se non vi dispiace, torniamo alla storia, ai fatti concreti, credibili, verificabili!»
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Nel giro di cinque minuti la classe era sprofonDAta di nuovo nel torpore di sempre.
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«L’ho sempre saputo che Salazar Serpeverde era un vecchio pazzo strampalato» disse Ron a Harry e a Hermione mentre, finita la lezione, si facevano largo nell’affollato corridoio per anDAre a posare le cartelle prima di pranzo. «Ma non sapevo che fosse stato lui a inventare quESta storia dei purosangue. Non vorrei ESsere nella sua Casa per tutto l’oro del mondo. Sinceramente, se il Cappello Parlante avESse cercato di mettermi tra i Serpeverde avrei riprESo di filato il treno per tornarmene a casa…»
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Harry non aveva mai raccontato a Ron e a Hermione che il Cappello Parlante aveva prESo in seria considerazione la possibilità di manDAre lui DAi Serpeverde. RicorDAva come fosse stato ieri quel che gli aveva detto all’orecchio la vocina, un anno prima, quando si era mESso il cappello in tESta: PotrESti diventare grande, sai: qui, nella tua tESta, c’è di tutto, e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su quESto non c’è dubbio…
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«Cos’è che direbbe di te il suo compagno di classe?» chiESe Hermione.
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«La gente qui riESce a credere a qualsiasi cosa» disse Ron con aria disgustata.
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La folla si diradò e i tre risalirono senza difficoltà la succESsiva rampa di scale.
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«Pensi veramente che ESista una Camera dei Segreti?» chiESe Ron a Hermione.
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«Non lo so» rispose lei aggrottando la fronte. «Silente non è riuscito a curare Mrs Purr, e quESto mi fa pensare che qualsiasi cosa abbia colpito la gatta non è… ehm… umana».
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Chiacchierando, i tre ragazzi girarono un angolo e si trovarono proprio all’EStremità del corridoio dove era avvenuto il fattaccio. Si fermarono a guarDAre. La scena era ESattamente come l’avevano vista la sera prima, tranne che ora al braccio della torcia non c’era appESo nESsun gatto rigido e stecchito come un baccalà, mentre invece, contro la parete c’era una sedia con su appoggiato il seguente mESsaggio: ‘La Camera è stata aperta’.
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Si scambiarono un’occhiata. Il corridoio era dESerto.
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«Non c’è niente di male a DAre un’occhiatina in giro» disse Harry liberandosi della cartella e mettendosi a quattro zampe per cercare indizi.
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«Vieni a vedere!» ESclamò Hermione. «È strano…»
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Harry si rialzò in piedi e si avvicinò alla finEStra, accanto al mESsaggio scritto sulla parete. Hermione indicava il pannello di vetro in alto, dove una ventina di ragni si DAvano alla fuga azzuffandosi per passare attraverso una piccola fenditura. Un lungo filo argenteo pendeva a mo’ di fune, come se tutti, nella fretta di anDArsene, se ne fossero serviti per arrampicarsi.
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«Hai mai visto dei ragni comportarsi in quESto modo?» chiESe Hermione pensierosa.
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Si voltò a guarDAre. Ron si teneva scrupolosamente in disparte e sembrava si trattenESse a stento DAl correre via.
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«Cosa c’è?» gli chiESe Harry.
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«Non lo sapevo» disse Hermione guarDAndolo sorprESa. «Hai maneggiato ragni migliaia di volte, nelle pozioni…»
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«Se sono morti è un altro conto» rispose Ron guarDAndo ovunque tranne che verso la finEStra. «Non mi piace come si muovono…»
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«Non c’è niente DA ridere» disse Ron arrabbiato. «Se proprio volete saperlo, quando avevo tre anni Fred ha trasformato il mio… il mio orsacchiotto in un orrendo ragno grossissimo, perché io gli avevo rotto il suo manico di scopa. Neanche a voi piacerebbero, se quando tenevate in braccio il vostro orsacchiotto tutt’a un tratto gli fossero spuntate zampe DA tutte le parti e…»
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Si interruppe e rabbrividì. Naturalmente Hermione stava ancora facendo di tutto per non ridere. Harry si rESe conto che era meglio cambiare argomento e disse: «Vi ricorDAte tutta quell’acqua per terra? DA dove sarà venuta? Qualcuno l’ha asciugata».
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«Era prESsappoco qui» disse Ron che si era riprESo ed era riuscito a fare qualche passo oltre la sedia di Gazza, indicando un punto, «all’altezza di quESta porta».
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«Cosa c’è?» chiESe Harry.
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«Oh, Ron, di sicuro non c’è nESsuno» disse Hermione avvicinandosi. «QuESto è il regno di Mirtilla Malcontenta. Vieni, su, andiamo a DAre un’occhiata».
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Era il bagno più squallido e deprimente dove Harry avESse mai mESso piede. Sotto un grosso specchio rotto e macchiato c’era una fila di lavandini in pietra sbreccati. Il pavimento era bagnaticcio e rifletteva la luce fioca di alcuni mozziconi di candela; le porte di legno dei gabinetti erano graffiate e scorticate e una ciondolava fuori DAi cardini.
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Harry e Ron si avvicinarono per guarDAre. Mirtilla Malcontenta era sospESa a mezz’aria sopra la cassetta dello scarico e si stava strizzando un brufolo sul mento.
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«QuESto è un bagno per ragazze» disse lanciando un’occhiata sospettosa a Ron e Harry. «Loro non sono ragazze».
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E con gESto vago indicò il vecchio specchio tutto sporco e il pavimento bagnato.
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«Che cosa vi state bisbigliando?» disse Mirtilla guarDAndolo fisso.
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«Vorrei che la gente la smettESse di parlarmi dietro alle spalle!» disse Mirtilla con la voce rotta DAl pianto. «Ho anch’io dei sentimenti, sapete, anche se sono morta».
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«Mirtilla, nESsuno vuole farti star male» disse Hermione. «Harry voleva solo…»
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«NESsuno vuole farmi star male, eh? QuESta sì che è buona!» gemette cupa Mirtilla. «In quESto posto la vita non mi ha DAto che infelicità e ora mi vogliono rovinare anche la morte!»
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«Hai visto nESsuno aggirarsi qui intorno, quella notte?» chiESe Harry.
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«Non ci ho fatto caso» rispose Mirtilla con aria melodrammatica. «Pix mi ha sconvolto così tanto, quella sera, che me ne sono venuta qui e ho cercato di ammazzarmi. Poi naturalmente mi sono ricorDAta che sono… che sono…»
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Mirtilla fece un sospiro tragico, si sollevò in aria, si voltò e si tuffò a capofitto nella tazza, spruzzando acqua tutt’intorno e scomparendo; DAlla direzione DA cui provenivano i suoi singhiozzi smorzati, si sarebbe detto che si fosse fermata DA qualche parte nel sifone.
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Harry e Ron rimasero a bocca aperta, ma Hermione scrollò stancamente le spalle e disse: «QuESta sera Mirtilla era DAvvero quasi di buon umore… Andiamo via, su!»
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Percy Weasley si era fermato di botto in cima alle scale, con il cartellino di Prefetto che gli luccicava sul petto e sul volto un’ESprESsione completamente sconvolta.
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«Stavamo semplicemente DAndo un’occhiata in giro» disse Ron facendo spallucce. «Cerchiamo indizi, sai…»
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Percy si gonfiò in un modo che a Harry non poté non ricorDAre mamma Weasley.
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«E perché mai non dovremmo ESsere qui?» disse Ron risentito, fermandosi e DAndo un’occhiataccia al fratello.
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«Senti un po’, guarDA che la gatta noi non l’abbiamo sfiorata neanche con un dito!»
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«È quel che ho detto a Ginny» disse Percy con foga, «ma a quanto sembra, lei continua a pensare che sarete ESpulsi: non l’ho mai vista così sconvolta, piange come una fontana. PotrESte anche pensare a lei: tutti quelli del primo anno sono assolutamente sovreccitati per quESta faccenDA…»
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«È a te che non importa niente di Ginny!» disse Ron con le orecchie rosse DAlla rabbia. «L’unica cosa che ti preoccupa è che io possa rovinarti la promozione a Caposcuola!»
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«Cinque punti in meno al Grifondoro!» tagliò corto Percy indicando il suo cartellino di Prefetto. «E spero che quESto ti insegni qualcosa. Niente più giocare al detective o scrivo a mamma!»
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Quella sera, quando si riunirono nella sala di ritrovo, Harry, Ron e Hermione anDArono a sedersi più lontano possibile DA Percy. Ron, ancora di pESsimo umore, continuava a imbrattare il suo compito di IncantESimi. Quando poi, distrattamente, prESe la bacchetta magica per eliminare le macchie, diede fuoco alla pergamena. Fumando quasi quanto il suo compito, chiuse di malagrazia il secondo volume del Manuale degli incantESimi. Con grande sorprESa di Harry, Hermione fece altrettanto.
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«Ma allora chi può ESsere?» disse a bassa voce, come riprendendo una conversazione interrotta poco prima. «Chi può volere che tutti i Maghinò e i figli dei Babbani abbandonino Hogwarts?»
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«Aspetta, fammi pensare» disse Ron con finta perplESsità. «Chi conosciamo che pensa che i figli di Babbani siano il rifiuto della società?»
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«E di chi altro?» disse Ron. «L’hai sentito: ‘La prossima volta tocca a voi, mezzosangue!’ Dài, basta che gli guardi quella stupiDA faccia DA topo per capire che è lui…»
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«GuarDA la sua famiglia» disse Harry chiudendo anche lui il libro. «Sono stati sempre tutti Serpeverde, lui non fa che vantarsene in continuazione. Non è impossibile che discenDAno DA Serpeverde in persona. Il padre di Malfoy è decisamente abbastanza cattivo per ESserlo».
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«Forse possiedono la chiave della Camera dei Segreti DA secoli» disse Ron, «e se la tramanDAno di padre in figlio…»
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«Ma come possiamo dimostrarlo?» chiESe Harry cupo.
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«Un modo ci sarebbe» disse lentamente Hermione, abbassando ancora di più la voce e lanciando una rapiDA occhiata a Percy, all’altro capo della stanza. «Naturalmente è difficile. E pericoloso, molto pericoloso. Se lo facESsimo, immagino che infrangeremmo almeno cinquanta regole della scuola».
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«Se fra un paio di mESi vorrai degnarti di spiegarcelo faccelo sapere, eh?» disse Ron irritato.
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«Va bene» disse Hermione in tono gelido. «Dovremmo introdurci nella sala di ritrovo dei Serpeverde e fare a Malfoy qualche domanDA senza che lui sappia che siamo noi».
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«E che cos’è?» chiESero all’unisono Ron e Harry.
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«Pensi proprio che durante le lezioni di Pozioni non abbiamo niente di meglio DA fare che ascoltare Piton?» borbottò Ron.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«È una pozione che ti trasforma in un’altra persona. Pensateci! Potremmo trasformarci in tre studenti del Serpeverde. NESsuno saprebbe che siamo noi. È assai probabile che Malfoy sputerebbe fuori tutto. Forse se ne sta vantando nella sala di ritrovo dei Serpeverde in quESto preciso momento, se solo potESsimo ascoltarlo».
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«QuESta roba Polisucco mi sembra un po’ pericolosa» disse Ron aggrottando la fronte. «E se ci rimane addosso per sempre la faccia dei tre Serpeverdi?»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Dopo un po’ svanisce DA sola» disse Hermione con un gESto d’impazienza. «RESta il fatto che impadronirsi della ricetta sarà molto difficile. Piton ha detto che si trova in un libro intitolato De Potentissimis Potionibus, che viene custodito nel Reparto Proibito della biblioteca».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
C’era un solo modo per poter prendere un libro DAl Reparto Proibito: avere un permESso firmato DA un profESsore.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Il difficile è spiegare perché lo vogliamo» disse Ron, «se non per cercare di ESeguire una delle ricette».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Io penso» disse Hermione, «che se lo facESsimo passare per il dESiderio di approfondire lo studio teorico avremmo una possibilità…»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
«Ma che dici! NESsun insegnante ci cascherà» la rimbeccò Ron. «Dovrebbero ESsere veramente ottusi…» La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2) |
DAl giorno del disastroso episodio con i Folletti della Cornovaglia Allock non aveva più portato in classe creature vive. Ora leggeva agli alunni brani DAi suoi libri e a volte inscenava alcuni degli episodi più drammatici. In genere chiamava Harry a farsi aiutare in quESte ricostruzioni; fino a quel momento Harry era stato costretto a recitare la parte di un contadino sempliciotto della Transilvania che Allock aveva curato per un IncantESimo Tartagliante, uno yeti incimurrito e un vampiro che DA quando Allock gli aveva prEStato le sue cure non era riuscito a mangiare nient’altro che lattuga.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Durante l’ultima lezione di DifESa contro le Arti Oscure, Harry fu chiamato alla cattedra, quESta volta per impersonare un lupo mannaro. Se non avESse avuto un’ottima ragione per non voler guastare l’umore di Allock si sarebbe rifiutato di farlo.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Un bell’ululato, Harry… proprio così… e poi, che ci crediate o no, gli sono piombato addosso… così… l’ho scaraventato a terra… così… con una mano sono riuscito a tenerlo fermo e con l’altra gli ho ficcato la bacchetta magica in gola. Poi ho raccolto le ultime forze e ho ESeguito il difficilissimo IncantESimo Omosembiante. Lui ha emESso un lamento pietoso… forza, Harry… più forte… bene così… il pelo è scomparso, le zanne si sono ritratte e lui è tornato uomo. Semplice, e tuttavia efficace… E un altro villaggio mi ricorderà sempre come l’eroe che li ha liberati DAl terrore degli attacchi del lupo mannaro, che si ripetevano tutti i mESi».
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«Compiti a casa: comporre una poESia sulla sconfitta DA me inferra al lupo mannaro Wagga Wagga! La migliore verrà premiata con una copia firmata di Magicamente io».
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«Aspettiamo che EScano tutti» rispose Hermione nervosa. «AdESso…»
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«Ehm… profESsor Allock?» balbettò Hermione. «Volevo… prendere quESto libro DAlla biblioteca. Solo per una lettura propedeutica». Gli porse il pezzo di carta con la mano che le tremava leggermente. «Ma il fatto è che il libro si trova nel Reparto Proibito della biblioteca e quindi serve che un insegnante mi firmi l’autorizzazione… Sono sicura che mi aiuterà a capire quel che lei dice nel suo A spasso con gli spiriti a proposito dei veleni ad azione ritarDAta…»
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«Oh, sì!» ESclamò Hermione con entusiasmo. «Cosi astuto il suo modo di intrappolare l’ultimo con il passino del tè…»
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«Bene, sono sicuro che nESsuno troverà niente DA ridire se offro un piccolo aiuto extra alla migliore studentESsa della scuola» disse Allock con calore, tirando fuori un’enorme penna di pavone. «Carina, vero?» disse fraintendendo l’ESprESsione disgustata sul volto di Ron. «In genere la uso per firmare i miei libri».
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Tracciò un’enorme firma tutta svolazzi e ghirigori e rEStituì il biglietto a Hermione.
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«Allora, Harry» disse Allock mentre Hermione ripiegava il biglietto e con dita tremanti lo riponeva nella cartella, «domani, se non sbaglio, si gioca la prima partita di Quidditch della stagione. Grifondoro contro Serpeverde, vero? Mi dicono che sei molto bravo. Anch’io giocavo come Cercatore. Mi chiESero di entrare nella Nazionale, ma ho preferito dedicare la vita a combattere le Forze Oscure. Se dovESsi sentire il bisogno di allenarti un po’ privatamente, non ESitare a chiedermelo. Sono sempre felice di trasmettere la mia ESperienza a giocatori meno abili…»
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«Non riESco a crederci» disse mentre tutti e tre contemplavano la firma sul biglietto. «E non ha neanche letto che libro volevamo».
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«QuESto perché è un imbecille senza cervello» disse Ron. «Ma che ce ne importa! Abbiamo quel che ci serve».
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«Solo perché ti ha detto che sei la migliore studentESsa di quESt’anno…»
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MaDAma Pince, la bibliotecaria, era una donna magra e irritabile che assomigliava a un avvoltoio denutrito.
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«De Potentissimis Potionibus?» ripeté sospettosa cercando di prendere il biglietto DAlle mani di Hermione, che non voleva mollarlo.
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«Su, dài» disse Ron strappandoglielo di mano e gettandolo alla Pince. «Ti procureremo un altro autografo. Allock è capace di firmare qualunque cosa che stia ferma abbastanza a lungo per DArgli il tempo di farlo».
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MaDAma Pince mise il biglietto sotto la luce come se fosse decisa a scoprire un falso, ma la prova fu superata. Sparì tra gli alti scaffali e dopo un po’ tornò con un grosso libro ammuffito. Hermione lo ripose cautamente nella cartella e i tre ragazzi uscirono, cercando di non affrettare troppo il passo o di non avere l’aria colpevole.
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Cinque minuti dopo erano barricati di nuovo nel bagno ‘guasto’ di Mirtilla Malcontenta. Hermione aveva scartato le obiezioni di Ron spiegando che era l’ultimo posto dove chiunque sano di mente sarebbe anDAto, e che quindi potevano contare su una certa riservatezza. Mirtilla stava piangendo rumorosamente nel suo gabinetto, ma la ignorarono e lei fece altrettanto.
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Hermione aprì cautamente il tomo e tutti e tre si chinarono sulle pagine macchiate di umidità. Bastò un’occhiata per capire perché venisse custodito nel Reparto Proibito. Alcune pozioni avevano effetti raccapriccianti soltanto a pensarli e c’erano alcune illustrazioni molto sgradevoli, tra cui quella di un uomo che sembrava fosse stato rivoltato come un guanto, e di una strega sulla cui tESta spuntavano numerose paia di braccia.
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«Eccola qua» disse Hermione emozionata quando ebbe trovato la pagina intitolata La Pozione Polisucco. Era illustrata con disegni di persone colte nell’atto di trasformarsi in qualcun altro. Harry sperò con tutto il cuore che l’artista avESse soltanto immaginato l’ESprESsione di intenso dolore sui loro volti.
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«È la pozione più complicata che io abbia mai visto» disse Hermione mentre ESaminavano la ricetta. «Mosche Crisopa, sanguisughe, erba fondente e centinodia» lESse quasi tra sé, scorrendo con il dito la lista degli ingredienti. «Bene, non è difficile procurarseli, sono nella dispensa degli studenti, possiamo prenderli DA soli. Oh, guarDAte, polvere di corno di Bicorno: quESto non so proprio dove andremo a pEScarlo… pelle tritata di Girilacco: anche quESto sarà complicato… e naturalmente, un pezzetto della persona nella quale dESiderate trasformarvi».
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«Scusa, cos’hai detto?» chiESe Ron con voce aspra. «Che significa ‘un pezzetto della persona nella quale dESiderate trasformarvi’? Io non intendo bere niente che contenga le unghie dei piedi di Tiger…»
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Hermione proseguì come se non lo avESse sentito.
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«Di quESto non dobbiamo preoccuparci, per il momento, perché sono ingredienti che vanno aggiunti per ultimi…»
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Ron, ammutolito, si voltò a guarDAre Harry, il quale era stato colto DA un’altra preoccupazione.
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«Ti rendi conto di quante cose dovremo rubare, Hermione? Pelle tritata di Girilacco! QuESta roba non si trova certamente nella dispensa degli studenti. Cosa faremo? Scassineremo il deposito privato di Piton? Non mi pare tanto una buona idea…»
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«Sentite, se voi avete paura ad anDAre avanti, per me va bene» disse. Aveva due macchie rosso vivo sulle guance e gli occhi erano più accESi del solito. «A me non piace infrangere le regole, lo sapete bene. Ma penso che minacciare i figli dei Babbani sia molto peggio che preparare una pozione complicata. Ma se non vi interESsa scoprire se è Malfoy, io vado dritta dritta DA MaDAma Pince e le rEStituisco il libro…»
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«Non avrei mai creduto che sarebbe venuto il giorno in cui tu avrESti cercato di convincere noi a violare le regole» disse Ron. «Va bene, facciamolo. Ma niente unghie dei piedi, d’accordo?»
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«Quanto ci vorrà per prepararla?» chiESe Harry mentre Hermione, molto più contenta, riapriva il libro.
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«Bene, visto che l’erba fondente va raccolta con la luna piena e le mosche Crisopa vanno fatte cuocere a fuoco lento per ventuno giorni… direi che ci vorrà circa un mESe, se riusciamo a procurarci tutti gli ingredienti».
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«Un mESe?» ESclamò Ron. «Per allora Malfoy potrebbe aver fatto fuori metà dei figli di Babbani!» Ma poiché Hermione stringeva di nuovo pericolosamente gli occhi, si affrettò a soggiungere: «Ma siccome è il piano migliore che abbiamo, io dico: avanti tutta!»
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Poi, mentre Hermione controllava se avevano via libera per uscire DAl bagno, Ron bisbigliò a Harry: «Avremo meno problemi se domani riESci semplicemente a buttare giù Malfoy DAlla sua scopa!»
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Sabato mattina Harry si svegliò di buon’ora e rimase a letto pensando all’imminente partita a Quidditch. Lo innervosiva il pensiero di quel che avrebbe detto Baston se il Grifondoro avESse perso, ma anche l’idea di dover affrontare una squadra che montava le più veloci scope DA corsa reperibili sul mercato. Mai come in quel momento aveva dESiderato battere i Serpeverde. Rimase mezz’ora stESo a letto a rimuginare tutti quESti pensieri, poi si alzò, si vEStì e scESe a fare colazione. Era prESto, e nella Sala Grande trovò gli altri compagni di squadra del Grifondoro seduti intorno al lungo tavolo semidESerto, taciturni e tESi.
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Sul far delle undici, tutta la scuola cominciò ad avviarsi allo stadio. Era una giornata umiDA e coperta, e nell’aria c’era odore di temporale. Ron e Hermione arrivarono di corsa per augurare buona fortuna a Harry che stava entrando negli spogliatoi per cambiarsi. La squadra indossò la tuta scarlatta dei Grifondoro e poi si sedette ad ascoltare, come di consueto, il fervorino di Baston prima della partita.
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«I Serpeverde hanno scope migliori delle nostre» cominciò, «inutile negarlo. Ma a cavallo delle nostre scope ci sono giocatori più valenti. Ci siamo allenati più di loro, abbiamo volato col sole e con la pioggia…» («Troppo vero» bofonchiò tra sé George Weasley. «Non ricordo di avere mai indossato vEStiti completamente asciutti, DA agosto fino a oggi») «…e gli faremo rimpiangere il giorno che hanno permESso a quello schifoso di Malfoy di comperarsi l’ammissione nella squadra».
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«Starà a te» gli disse, «dimostrargli che per ESsere un bravo Cercatore non basta avere un babbo coi quattrini. Metti le mani su quel Boccino prima di Malfoy anche a costo della vita, Harry, perché oggi dobbiamo vincere, dobbiamo assolutamente vincere».
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«Tanto per non metterti sotto prESsione, Harry» commentò Fred strizzandogli l’occhio.
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Quando entrarono in campo furono accolti DA un boato, soprattutto applausi, perché il Tassorosso e il Corvonero erano ansiosi di vedere battuto il Serpeverde, ma in mezzo alla folla, quESti ultimi fecero sentire anche i loro fischi e le loro griDA. MaDAma Bumb, l’insegnante di Quidditch, chiESe a Flitt e a Baston di scambiarsi una stretta di mano, cosa che loro fecero lanciandosi occhiate velenose e stringendo un bel po’ più del necESsario.
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«Al mio fischio» disse MaDAma Bumb, «tre… due… uno…»
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La folla ESultò al decollo dei giocatori; i quattordici ragazzi si sollevarono nel cielo plumbeo. Harry volava più in alto di tutti, scrutando in cerca del Boccino.
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«Tutto bene, Sfregiato?» gli gridò Malfoy saettando sotto di lui come se volESse mostrare la velocità della sua scopa.
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Harry non ebbe il tempo di replicare. In quel preciso istante, un pESante Bolide nero gli si scagliò contro; lui lo evitò per un pelo, tanto che si sentì scarmigliare i capelli al suo passaggio.
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«Fuori uno, Harry» gli disse George sfrecciandogli accanto a tutta velocità con la mazza in rESta, pronto a colpire il Bolide e rinviarlo ai Serpeverde. Harry lo vide centrarlo con un gran fendente in direzione di Adrian Pucey, ma a mezza straDA il Bolide cambiò rotta e puntò di nuovo su Harry.
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Il ragazzo si abbassò prontamente per schivarlo e George lo colpì di nuovo con forza, in direzione di Malfoy. Ancora una volta il Bolide deviò come un boomerang, dirigendosi sparato sulla tESta di Harry.
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Con uno scatto di velocità, Harry si precipitò verso l’EStremità opposta del campo. Dietro di sé, sentiva il sibilo del Bolide. Che cosa stava succedendo? I Bolidi non prendevano mai di mira un solo giocatore, perché il loro compito era quello di disarcionarne il più possibile.
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Fred Weasley aspettava il Bolide all’altra EStremità del campo. Harry lo schivò e Fred lo colpì con tutta la forza che aveva, dirottandolo.
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«E con quESto è fuori uso!» gridò felice Fred. Ma si sbagliava. Come attratto magneticamente DA Harry, il Bolide si scagliò di nuovo contro di lui e il ragazzo fu costretto ad allontanarsi a tutta velocità.
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Aveva cominciato a piovere; Harry sentì alcune gocce pESanti cadergli sul viso e schizzargli gli occhiali. Non aveva la minima idea di come se la stESsero cavando i suoi compagni, fino a quando non udì Lee JorDAn, che faceva la radiocronaca, annunciare: «I Serpeverde sono in vantaggio per sESsanta a zero».
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La superiorità delle scope dei Serpeverde stava DAndo i suoi frutti, mentre il Bolide impazzito faceva di tutto per disarcionare Harry. Fred e George gli volavano talmente vicini che Harry non vedeva altro che un agitarsi di braccia e non riusciva a individuare il Boccino, figuriamoci acchiapparlo.
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«Qualcuno… ha manomESso… quESto… aggeggio…» borbottò Fred colpendo violentemente il Bolide, che si era di nuovo lanciato a caccia di Harry.
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«Qui ci serve un intervallo» disse George cercando di fare un segnale a Baston e, al tempo stESso, di impedire al Bolide di spaccare il naso a Harry.
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Baston aveva colto il mESsaggio. Si udì il fischio di MaDAma Bumb e Harry, Fred e George si tuffarono verso terra, sempre cercando di evitare il Bolide impazzito.
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«Che succede?» chiESe Baston quando la squadra del Grifondoro si fu riunita, mentre i Serpeverde facevano partire una borDAta di fischi. «Ci stanno facendo a pezzi. Fred, George, dove eravate quando l’altro Bolide ha impedito ad Angelina di segnare?»
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«Stavamo sei metri sopra di lei, cercando di evitare che l’altro massacrasse Harry» disse George tutto arrabbiato. «Qualcuno lo ha truccato. Non ha lasciato in pace Harry neanche un attimo, per tutta la partita non ha inseguito nESsun altro. I Serpeverde devono avergli fatto qualche incantESimo».
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«Ma DAll’ultimo allenamento i Bolidi sono rimasti sempre chiusi a chiave nell’ufficio di MaDAma Bumb, e allora funzionavano bene…» disse Baston ansioso.
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MaDAma Bumb si stava avvicinando. Alle sue spalle, Harry vedeva la squadra dei Serpeverde fischiare e indicare DAlla sua parte.
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«Sentite» disse Harry mentre lei si avvicinava, «se voi due mi volate intorno tutto il tempo, il Boccino lo potrò prendere soltanto se mi si infila dentro una manica. Tornate col rESto della squadra e lasciate che me la cavi DA solo con quell’aggeggio».
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«Non ESsere sciocco» disse Fred, «quello ti stacca la tESta».
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Lo sguardo di Baston anDAva DA Harry ai fratelli Weasley.
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«Oliver, è pazzESco!» disse Alicia Spinnett tutta arrabbiata. «Non puoi lasciare che Harry affronti quel coso DA solo. Chiediamo un’inDAgine…»
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«Se ci fermiamo adESso perdiamo la partita!» disse Harry. «E non ci lasceremo certo sconfiggere DAi Serpeverde solo per un Bolide impazzito! Su, Oliver, convincili a lasciarmi in pace!»
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«E tutta colpa tua» disse George risentito a Baston. «’Prendi il Boccino anche a costo della vita’. Non potevi dirgli una cosa più stupiDA!!»
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MaDAma Bumb era con loro.
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«Pronti a riprendere la partita?» chiESe a Baston.
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QuESt’ultimo colse l’ESprESsione risoluta di Harry.
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«E va bene» disse. «Fred, George, avete sentito Harry? Lasciategli affrontare il Bolide DA solo».
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Ora la pioggia cadeva più fitta. Al fischio di MaDAma Bumb Harry scalciò con forza sollevandosi in aria, e subito udì il sibilo che tradiva la prESenza del Bolide alle sue spalle. Il ragazzo volò sempre più in alto. DEScrisse ampie curve e scESe a capofitto, si mosse a spirale, a zig-zag e si capovolse. Anche se lievemente stordito, riusciva a tenere gli occhi bene aperti. La pioggia picchiettava sui suoi occhiali e, quando Harry dovette fare una capriola per evitare un’altra picchiata feroce del Bolide, gli si infilò su per le narici. DA terra, gli giungeva l’eco delle risate della folla; si rendeva conto di ESsere molto ridicolo, ma il Bolide fellone era pESante e non poteva cambiare direzione rapiDAmente come lui. Cominciò a salire e scendere in picchiata lungo tutto il perimetro dello stadio, cercando di distinguere, attraverso il fitto lenzuolo di pioggia argentea, la porta del Grifondoro, dove Adrian Pucey stava cercando di superare Baston…
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Un sibilo vicino all’orecchio gli disse che il Bolide lo aveva mancato un’altra volta per un pelo; girò immediatamente e si dirESse a tutta velocità DAlla parte opposta.
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«Ti alleni per il balletto, Potter?» gli gridò Malfoy mentre Harry era costretto a fare una stupiDA piroetta a mezz’aria per evitare il Bolide. Harry volò via sempre con il Bolide alle calcagna, che lo tallonava a breve distanza. Poi, mentre si girava per lanciare uno sguardo carico d’odio a Malfoy, lo vide: eccolo li, il Boccino d’Oro. Era sospESo pochi centimetri sopra l’orecchio sinistro di Malfoy che, troppo impegnato a farsi beffe di lui, non se n’era accorto.
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Per un attimo, Harry rimase immobile, sospESo a mezz’aria, senza osare lanciarsi verso Malfoy per paura che lui alzasse gli occhi e vedESse il Boccino.
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Era rimasto fermo un secondo di troppo. Il Bolide alla fine lo aveva colpito al gomito, e Harry sentì l’osso rompersi. Lentamente, stordito DAl dolore bruciante, scivolò DAl manico di scopa, fradicio di pioggia, e vi rimase aggrappato con un ginocchio mentre il braccio dEStro gli ciondolava inerte lungo il fianco. Il Bolide tornò indietro per sferrare un secondo attacco alla faccia di Harry, che lo schivò. Nella sua mente confusa, un’idea fissa: raggiungere Malfoy.
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Con la vista annebbiata DAlla pioggia e DAl dolore, si tuffò verso la faccia luciDA e sogghignante di Malfoy e vide i suoi occhi sbarrati DAl terrore: pensava che Harry volESse attaccarlo.
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«Cosa diavolo…» ansimò spostandosi DAlla traiettoria.
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Harry staccò DAl manico la mano rimasta, nel tentativo disperato di afferrare il Boccino; sentì le dita stringersi intorno al freddo metallo, ma ora si reggeva alla scopa soltanto con le gambe, e quando si lanciò a capofitto verso terra, cercando di non perdere conoscenza, la folla urlò di terrore.
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Con un tonfo e uno spruzzo, cadde sul terreno fangoso e rotolò giù DAlla scopa. Il braccio rotto gli pendeva inerte, formando un angolo innaturale. Inebetito DAl dolore, udì fischi e griDA, come se venissero DA una grande distanza. Si concentrò sul Boccino che teneva stretto in mano.
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Quando riprESe i sensi era stESo sul campo DA gioco, con la pioggia che gli sferzava la faccia; qualcuno era chino su di lui. Vide un bagliore di denti.
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«Non sa quel che dice» commentò Allock a voce alta ai preoccupati giocatori del Grifondoro radunati attorno a lui. «Niente paura, Harry, adESso ti rimetto a posto il braccio».
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«Non voglio una foto in quESto stato, Colin» disse alzando la voce.
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«Perché non posso anDAre semplicemente in infermeria?» chiESe Harry a denti stretti.
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«DAvvero, ha ragione, profESsore» disse Baston. Era tutto sporco di fango e non riusciva a non sorridere, anche se il suo Cercatore era rimasto ferito. «Gran colpo, Harry, veramente spettacolare, direi il migliore finora».
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Attraverso la fitta barriera di gambe che lo circonDAvano, Harry intravide Fred e George Weasley che cercavano di cacciare il Bolide in una scatola, ma quello opponeva ancora una fiera rESistenza.
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«State indietro!» intimò Allock rimboccandosi le maniche dell’abito verde giaDA.
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Harry avvertì una sensazione sgradevole che partiva DAlla spalla e si diffondeva nel braccio, fino alla punta delle dita. Era come se il braccio gli si fosse sgonfiato. Non osò guarDAre quel che era succESso. Aveva chiuso gli occhi e girato il viso DAll’altra parte, ma i suoi peggiori timori dovevano ESsersi avverati perché le persone sopra di lui trattennero il fiato e Colin Canon cominciò a scattare foto all’impazzata. Il braccio non gli doleva più… ma nemmeno DAva segno di ESsere ancora un braccio.
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«Ah!» ESclamò Allock. «Sì, a volte può succedere. Ma l’importante è che le ossa non sono più rotte. QuESto è quel che bisogna tenere prESente. Perciò, Harry, vai su in infermeria — e… signor Weasley, signorina Granger, vorrESte accompagnarlo? — e vedrai che MaDAma Chips sarà in grado di… ehm… rimetterti un po’ in sESto».
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Quando Harry si alzò in piedi si sentì stranamente sbilenco. Fece un rESpiro profondo e si decise a guarDArsi la parte dEStra. E poco mancò che non svenisse di nuovo.
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DAlla manica spuntava quello che sembrava uno spESso guanto di gomma color carne. Cercò di muovere le dita. Niente.
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Allock non gli aveva salDAto le ossa. Gliele aveva fatte sparire.
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MaDAma Chips non fu affatto contenta.
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«AvrESti dovuto venire dritto filato DA me!» lo reDArguì sollevando lo squallido e floscio avanzo di quello che, soltanto mezz’ora prima, era stato un braccio perfettamente funzionante. «A riaggiustare le ossa ci metto un attimo… ma a farle ricrEScere…»
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«Ci riuscirà, non è vero?» chiESe Harry con la disperazione nella voce.
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«Certo che ci riuscirò, ma sarà doloroso» disse MaDAma Chips arcigna, lanciandogli un pigiama. «Dovrai passare la notte qui…»
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Hermione era rimasta ad aspettare dietro alla tenDA che era stata tirata intorno al letto di Harry e Ron lo aiutò a infilarsi il pigiama. Ci volle un po’ per cacciare nella manica il braccio disossato e gommoso.
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«Di’ un po’, Hermione, come fai a difendere ancora Allock, eh?» chiESe Ron DA dietro la tenDA mentre tirava fuori DAl polsino le dita flaccide dell’amico. «Se Harry avESse voluto ESsere disossato, l’avrebbe chiESto».
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Hermione e MaDAma Chips si avvicinarono. QuESt’ultima reggeva una grossa bottiglia con un’etichetta su cui era scritto ‘Ossofast’.
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«Preparati a una nottataccia» disse versandogli in un bicchiere il liquido fumante e porgendoglielo. «Far ricrEScere le ossa è proprio una faccenDA poco piacevole».
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E lo fu anche ingurgitare quell’intruglio. Mentre Harry lo manDAva giù, gli bruciò la bocca e la gola, facendolo tossire e sputare. Sempre borbottando di sport pericolosi e di insegnanti inetti, MaDAma Chips si allontanò, lasciando a Ron e Hermione il compito di aiutare Harry a bere qualche sorso d’acqua.
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«Però abbiamo vinto» disse Ron, illuminandosi. «Tutto merito della tua parata. AvESsi visto la faccia di Malfoy… sembrava pronto a uccidere!»
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«Possiamo aggiungere anche quESta all’elenco di domande che gli faremo quando avremo prESo la Pozione Polisucco» disse Harry appoggiandosi sui cuscini. «Spero che sia meglio di quESta roba…»
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«Un volo incredibile, Harry» disse George. «Ho visto Marcus Flitt prendersela con Malfoy. Gli diceva qualcosa sul fatto che aveva il Boccino sopra la tESta e non se n’era accorto. Malfoy non aveva l’aria troppo felice».
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Avevano portato torte, dolci, bottiglie di succo di zucca; si radunarono intorno al letto e stavano per DAre il via a quello che prometteva di ESsere un bel fEStino quando MaDAma Chips piombò come una furia griDAndo. «QuESto ragazzo ha bisogno di riposo, gli devono ricrEScere trentatré ossa! Fuori! Fuori, ho detto!»
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E Harry rimase solo, senza niente che lo distraESse DAl dolore che gli trafiggeva il braccio inerte.
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Molte ore più tardi, nel cuore della notte, si svegliò all’improvviso ed emise un lieve gemito di dolore: ora il braccio sembrava come pieno di grosse schegge. Per un attimo pensò fosse stato quello a svegliarlo. Ma poi, con un brivido di orrore, si rESe conto che qualcuno, nel buio, gli stava bagnando la fronte con una spugna.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Harry Potter è tornato a scuola» bisbigliò tristemente. «Dobby aveva avvertito Harry Potter. Ah, signore, perché non avete DAto retta a Dobby? Perché Harry Potter non è tornato a casa quando ha perso il treno?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Che cosa ci fai qui?» chiESe. «E come fai a sapere che ho perso il treno?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Le labbra di Dobby tremarono e Harry fu colto DA un improvviso sospetto.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Proprio così, signore» disse Dobby annuendo vigorosamente, con le orecchie sbatacchiati. «Dobby si è nascosto e ha aspettato Harry e ha sprangato l’entrata, e dopo Dobby si è dovuto stirare le mani» — mostrò a Harry dieci lunghe dita benDAte — «ma a Dobby non importava niente, signore, perché pensava che Harry Potter era salvo, e Dobby non si è neanche sognato che Harry Potter arrivasse a scuola per un’altra straDA!»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Si dondolava avanti e indietro, scuotendo l’orribile tEStone.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Hai quasi rischiato di farci ESpellere, a me e a Ron» disse arrabbiato. «E meglio che tu sparisca prima che mi tornino a posto le ossa, Dobby, altrimenti ti strangolo».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Si soffiò il naso su un pizzo della luriDA federa che gli faceva DA vEStito e aveva l’aria cosi patetica che Harry senti svanire la rabbia.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Perché indossi quel coso, Dobby?» chiESe curioso.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«QuESto, signore?» chiESe Dobby attorcigliando un altro pizzo della federa. «QuESto è un segno della schiavitù dell’elfo della casa, signore. Dobby può ESsere liberato soltanto se il padrone gli regala dei vEStiti veri, signore. La famiglia sta bene attenta a non passare a Dobby neanche un calzino, signore, perché altrimenti lui sarebbe libero di lasciare la casa per sempre».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Si asciugò gli occhi gonfi e disse d’un tratto: «Harry Potter deve anDAre a casa! Dobby pensava che il suo Bolide bastasse a fargli…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Il tuo Bolide?» disse Harry sentendosi montare di nuovo la rabbia. «Come sarebbe a dire, il tuo Bolide? Hai manDAto tu quel coso ad ammazzarmi?»
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«Ammazzarla no, signore, ammazzare lei mai!» disse Dobby sconvolto. «Dobby vuole salvare la vita a Harry Potter! Meglio ESsere rimanDAto a casa, gravemente ferito, che rimanere qui, signore! Dobby voleva solo che Harry Potter si facESse abbastanza male DA ESsere manDAto a casa!»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«E niente altro?» fece Harry arrabbiato. «Non penso che tu abbia l’intenzione di dirmi perché volevi rimanDArmi a casa a pezzi, non è cosi?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Ah, se solo Harry Potter sapESse!» gemette Dobby inonDAndo di altre lacrime la sua federa cenciosa. «Se lui sapESse cosa significa per noi, per noi ultimi, per noi schiavi, per noi che siamo la feccia del mondo della magia! Dobby ricorDA com’era quando Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato era al culmine del suo potere, signore! Noi elfi della casa eravamo trattati come vermi, signore! Naturalmente Dobby viene ancora trattato così, signore» ammise asciugandosi la faccia sulla federa, «ma in generale, per la gente della mia specie, signore, la vita è migliorata DA quando lei ha trionfato su Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato. Harry Potter è sopravvissuto e il potere del Signore Oscuro si è infranto, ed è sorto un nuovo giorno, signore, e Harry Potter ha brillato come un raggio di speranza per quelli di noi che pensavano che i giorni Oscuri non avrebbero mai avuto fine, signore… E ora a Hogwarts stanno per accadere cose terribili, forse stanno già accadendo, e Dobby non può lasciare che Harry Potter rimanga qui ora che la storia sta per ripetersi, ora che la Camera dei Segreti è di nuovo aperta…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Dobby si raggelò, inorridito, poi afferrò la caraffa dell’acqua DAl comodino e se la diede in tESta, rotolando via. Un attimo dopo strisciava sul letto, gli occhi strabici, borbottando: «Cattivo Dobby, cattivissimo Dobby…»
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«Allora ESiste una Camera dei Segreti?» sussurrò Harry. «E… dicevi che è stata già aperta una volta? Raccontami tutto, Dobby!»
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Dobby protESe la mano verso la caraffa dell’acqua, ma Harry gli afferrò il polso. «Ma io non sono figlio di Babbani… come può la Camera dei Segreti rapprESentare un pericolo per me?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Ah, signore, non chieDA altro, signore, al povero Dobby» balbettò l’elfo con gli occhi che si dilatavano nel buio. «Oscuri eventi si tramano in quESto luogo, ma Harry Potter non deve ESsere qui quando accadranno. Torni a casa, Harry Potter. Torni a casa, Harry Potter, non deve immischiarsi in quESte cose, è troppo pericoloso…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Chi è, Dobby?» chiESe Harry continuando a stringergli il polso per impedirgli di colpirsi di nuovo con la caraffa. «Chi l’ha aperta l’ultima volta?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Io non vado proprio DA nESsuna parte!» disse Harry risoluto. «Una delle mie migliori amiche è figlia di Babbani; lei sarà la prima della lista, se veramente la Camera dei Segreti è stata aperta…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Harry Potter rischia la vita per i suoi amici!» mugolò Dobby in una sorta di EStasi sconsolata. «Così nobile! Così valoroso! Ma lui deve salvarsi, deve, Harry Potter non deve…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Dobby si impietrì un’altra volta e le sue orecchie DA pipistrello cominciarono a tremare. Anche Harry l’udì. Era il rumore di passi fuori nel corridoio.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Dobby deve anDAre!» ansimò l’elfo terrorizzato; si udì uno schiocco, e il polso che Harry stringeva svani. Harry ricadde pESantemente sul letto, con gli occhi rivolti alla porta buia dell’infermeria, mentre i passi si avvicinavano.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Un attimo dopo, Silente entrava indietreggiando nella stanza, con indosso una lunga vEStaglia di lana e una papalina DA notte. Reggeva un’EStremità di quella che sembrava una statua. Un attimo dopo apparve la profESsorESsa McGranitt, sostenendo l’altra EStremità. Insieme, depositarono la statua su un letto.
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«Chiama MaDAma Chips» bisbigliò Silente, e la McGranitt passò in fretta DAvanti al letto di Harry e scomparve. Harry rimase immobile, fingendo di dormire. Udì voci concitate e poi vide riapparire la profESsorESsa McGranitt seguita DA MaDAma Chips che si stava infilando un golf di lana sopra la camicia DA notte. Udì un brusco rESpiro.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Che cosa è succESso?» sussurrò MaDAma Chips a Silente, chinandosi sopra la statua stESa sul letto.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Accanto a lui c’era un grappolo d’uva» disse la profESsorESsa McGranitt. «Pensiamo che stESse cercando di sgattaiolare quassù per venire a trovare Potter».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Harry si sentì come se gli avESsero DAto un pugno nello stomaco. Lentamente e con grande cautela, si sollevò di qualche centimetro per vedere la statua. Un raggio di luna batteva sul suo viso immobile.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Pietrificato?» chiESe in un sussurro MaDAma Chips.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Proprio così» rispose la McGranitt. «Ma mi vengono i brividi al pensiero… Se Albus non fosse scESo di sotto per prendere una cioccolata calDA chissà che cosa avrebbe potuto…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Tutti e tre rimasero a fissare Colin. Poi Silente si chinò e liberò la macchina fotografica DAlla rigiDA stretta del ragazzo.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Pensate che sia riuscito a scattare una foto del suo aggrESsore?» chiESe ansiosamente la profESsorESsa McGranitt.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Per tutti i gargoyle!» ESclamò MaDAma Chips.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Uno sbuffo di vapore uscì con un sibilo DAlla macchina fotografica. Harry, a tre letti di distanza, percepì l’odore acre della plastica bruciata.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Fuso» disse MaDAma Chips sorprESa, «tutto fuso…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Che cosa significa quESto, Albus?» incalzò la McGranitt.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«Significa» le rispose Silente, «che la Camera dei Segreti è stata DAvvero di nuovo aperta».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
MaDAma Chips si mise una mano sulla bocca. La profESsorESsa McGranitt fissò Silente.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
«La quEStione non è chi» disse Silente con gli occhi posati su Colin. «La quEStione è come…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
E, a quel che Harry poté vedere del viso in ombra della McGranitt, lei non aveva capito più di quanto avESse capito lui. Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2) |
Quel sabato mattina Harry si svegliò alla luce del sole invernale che inonDAva la stanza e con il braccio riossificato, anche se ancora molto rigido. Si mise a sedere e sbirciò il letto di Colin, che però era stato EScluso alla vista DAlle lunghe tende dietro cui Harry si era cambiato il giorno prima. Vedendolo sveglio, MaDAma Chips si avvicinò sollecita con il vassoio della colazione e poi cominciò a piegargli il braccio e a stirargli le dita.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Tutto a posto» disse mentre lui cercava a fatica di cacciarsi in bocca il porridge con la mano sinistra. «Quando hai finito di mangiare puoi anDArtene».
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Harry si vEStì più in fretta che poté e si avviò di gran carriera verso la torre dei Grifondoro, ansioso di raccontare a Ron e a Hermione di Colin e di Dobby. Ma non li trovò. Partì alla loro ricerca, chiedendosi dove si fossero cacciati e sentendosi un po’ offESo DAl loro disinterESse per la sorte del suo braccio.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Mentre passava DAvanti alla biblioteca ne uscì Percy Weasley, che pareva di umore assai migliore dell’ultima volta che si erano incontrati.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Salve, Harry» lo salutò. «Ottimo volo, ieri, veramente superbo. Il Grifondoro è già in tESta alla classifica per la Coppa delle Case… hai vinto cinquanta punti!»
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«Hai visto per caso Ron e Hermione?» chiESe Harry.
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Harry si costrinse a ridere, aspettò che Percy fosse anDAto via e poi si dirESse difilato al bagno di Mirtilla Malcontenta. Non riusciva a capire perché Ron e Hermione avrebbero dovuto ESsere di nuovo lì, ma dopo ESsersi assicurato che né Gazza né qualche Prefetto fossero nei paraggi aprì la porta e udì le loro voci provenire DA un gabinetto chiuso a chiave.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Sono io» disse chiudendosi la porta alle spalle. DA dentro il gabinetto si udì qualcosa cadere rumorosamente dentro l’acqua e un rESpiro soffocato; poi Harry vide l’occhio di Hermione sbirciare attraverso il buco della serratura.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Harry!» ESclamò. «Ci hai fatto prendere un colpo! Entra… come va il braccio?»
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«Bene» disse lui trattenendo il rESpiro per riuscire a infilarsi nel gabinetto. Sul water era stato sistemato un vecchio calderone e DA uno scoppiettio proveniente DA sotto Harry capì che era stato accESo un fuoco. Accendere fuochi portatili a prova d’acqua era una delle specialità di Hermione.
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«Dovevamo venire a trovarti, ma abbiamo deciso di cominciare a preparare la Pozione Polisucco» spiegò Ron mentre Harry richiudeva a chiave il gabinetto con una certa difficoltà. «Abbiamo deciso che quESto è il posto più sicuro dove nasconderla».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Harry cominciò a raccontare di Colin, ma Hermione lo interruppe: «Lo sappiamo già; quESta mattina abbiamo sentito la McGranitt che lo diceva a Vitious. Per quESto abbiamo deciso che era meglio iniziare…»
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«Prima otteniamo una confESsione DA Malfoy, meglio è» disse Ron con tono aggrESsivo. «Sapete cosa penso? Che era talmente fuori di sé dopo la partita a Quidditch che se l’è prESa con Colin».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Ma c’è dell’altro» disse Harry guarDAndo Hermione sminuzzare alcune foglie di Erba fondente e gettarle nella pozione. «Dobby è venuto a trovarmi nel bel mezzo della notte».
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«La Camera dei Segreti è stata già aperta un’altra volta?» chiESe Hermione.
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«QuESto spiega tutto» disse Ron con voce trionfante. «Lucius Malfoy deve aver aperto la Camera quando studiava qui e ora ha spiegato al caro Draco come si fa. E evidente. Peccato che Dobby non ti abbia detto di che tipo di mostro si tratta. Mi chiedo come sia possibile che nESsuno l’abbia mai incontrato in giro per la scuola».
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«Forse può rendersi invisibile» disse Hermione spingendo le sanguisughe verso il fondo del calderone. «O forse si camuffa… fa finta di ESsere un’armatura o cose del genere. Ho letto qualcosa sui Fantasmi Camaleonti…»
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«Tu leggi troppo, Hermione» disse Ron versando le Crisope morte sopra le sanguisughe. Appallottolò il sacchetto che le aveva contenute e si voltò a guarDAre Harry.
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Il lunedì mattina la notizia che Colin Canon era stato aggredito e che ora giaceva come morto in infermeria era ormai di dominio pubblico. L’aria si fece subito greve di voci e di sospetti. Ora gli studenti del primo anno si spostavano per il castello a ranghi serrati, temendo di venire aggrediti se si fossero avventurati DA soli.
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Ginny Weasley, compagna di banco di Colin alla lezione di IncantESimi, aveva l’aria disperata, e Harry riteneva che Fred e George avESsero scelto il modo sbagliato per farla ridere: a turno, si coprivano di pelo o di bolle e poi sbucavano all’improvviso di fronte a lei DA dietro le statue. Smisero soltanto quanto Percy, inferocito, li minacciò di scrivere alla madre che Ginny soffriva di incubi notturni.
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Nel frattempo, all’insaputa dei profESsori, fra gli studenti prendeva piede un fiorente commercio di talismani, amuleti e altre protezioni. Neville Paciock acquistò una grossa cipolla verde e maleodorante, un cristallo appuntito color viola e una coDA di tritone putrefatta prima che i suoi compagni del Grifondoro gli spiegassero che lui non correva pericolo: ESsendo un purosangue, era assai improbabile che venisse aggredito.
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La seconDA settimana di dicembre la McGranitt fece il solito giro per annotare i nomi di quelli che sarebbero rimasti a scuola per Natale. Harry, Ron e Hermione firmarono la lista; avevano sentito dire, infatti, che Malfoy sarebbe rimasto, il che parve un fatto molto sospetto. Le vacanze sarebbero state il momento ideale per servirsi della Pozione Polisucco e cercare di ottenere DA lui una confESsione.
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Purtroppo la pozione era pronta solo per metà. Mancavano ancora il corno di Bicorno e la pelle di Girilacco, e l’unico posto dove reperirli era la dispensa privata di Piton. Personalmente, Harry avrebbe preferito affrontare il leggenDArio mostro di Serpeverde piuttosto che ESsere scoperto DA Piton a rubare nel suo ufficio.
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Harry e Ron la guarDArono nervosi.
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«Penso che del furto vero e proprio è meglio che me ne occupi io» continuò Hermione in tono pratico. «Se vi cacciate in qualche altro guaio, voi due rischiate di venire ESpulsi; io, invece ho la fedina pulita. Allora, quel che dovete fare voi è semplicemente creare abbastanza confusione DA tenere occupato Piton più o meno per cinque minuti».
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Le lezioni di Pozioni si tenevano in una vasta sala dei sotterranei. Quel giovedì pomeriggio la lezione si svolse nel modo consueto. Venti calderoni fumanti erano stati sistemati fra i banchi di legno, su cui erano poggiate bilance d’ottone e i barattoli degli ingredienti necESsari. Piton si aggirava in mezzo a tutto quel fumo, facendo osservazioni pungenti sul lavoro dei Grifondoro, mentre i Serpeverde sogghignavano in segno di approvazione. Draco Malfoy, che era il cocco del profESsore, continuava a lanciare occhi di pESce-palla su Ron e Harry, il quale sapeva che qualsiasi rapprESaglia sarebbe costata loro una punizione immediata.
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La Soluzione Dilatante di Harry era troppo liquiDA, ma lui aveva per la tESta cose più importanti. Stava aspettando il segnale di Hermione e quando Piton si fermò per fare commenti sarcastici su quel liquido acquoso lo ascoltò a malapena. Poi Piton si voltò e andò a prendere in giro Neville; a quel punto Hermione incontrò lo sguardo di Harry e fece un cenno d’intESa.
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Harry scomparve rapiDAmente dietro al suo calderone, tirò fuori DAlla tasca uno dei fuochi d’artificio Filibuster di Fred e lo colpì leggermente con la bacchetta magica. Quello cominciò a sibilare e a crepitare. Ben sapendo di avere soltanto pochi secondi, Harry si raddrizzò in piedi, si fece coraggio, lo lanciò in aria, e quello andò a infilarsi dritto dritto nel calderone di Goyle.
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La pozione di Goyle ESplose, inonDAndo la classe. Tutti griDAvano, colpiti DAgli schizzi di Pozione Dilatante. Malfoy se ne prESe uno spruzzo in faccia, e il naso cominciò a gonfiarglisi come un pallone; Goyle brancolava per la stanza, con le mani sugli occhi, che gli erano diventati come due scodelle, e Piton cercava di riportare la calma e di capire cosa fosse succESso. Nella confusione generale, Harry vide Hermione sgattaiolare furtivamente fuori DAll’aula.
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«Silenzio! SILENZIO!» tuonava Piton. «Tutti quelli che sono stati colpiti DAgli schizzi, qui DA me per farsi fare uno Sgonfiotto. Se pESco chi è stato…»
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Harry cercò di non scoppiare a ridere alla vista di Malfoy che si precipitava fuori con la tESta che gli ciondolava in avanti sotto il pESo di un naso diventato grande come un melone. Mentre metà della classe si accalcava intorno alla cattedra di Piton, chi con un braccio come una mazza, chi incapace di parlare per le labbra gonfie a dismisura, Harry vide Hermione tornare furtiva nell’aula: sotto gli abiti si intravedeva un grosso bozzo.
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Quando tutti ebbero sorseggiato l’antidoto e fu posto rimedio alle varie tumefazioni, Piton si avvicinò al calderone di Goyle e trovò i rESti contorti del fuoco d’artificio. Di colpo cadde il silenzio.
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«Se scopro chi ha tirato quESto coso» sibilò Piton, «state pur certi che lo faccio ESpellere».
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Harry assunse un’ESprESsione perplESsa, o almeno sperò che sembrasse tale. Piton lo stava fissando dritto negli occhi e il suono della campanella che arrivò dieci minuti dopo non giunse mai tanto a proposito.
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Hermione gettò i nuovi ingredienti nel calderone e cominciò a rimEScolare febbrilmente.
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Una settimana dopo, Harry, Ron e Hermione stavano attraversando la Sala d’IngrESso quando videro un gruppo di studenti intorno alla bacheca della scuola, intenti a leggere una pergamena che era appena stata affissa. Seamus Finnigan e Dean Thomas, eccitatissimi, gli fecero cenno di avvicinarsi.
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«Hanno fonDAto il Club dei Duellanti!» ESclamò Seamus. «Il primo incontro è per quESta sera! Non mi dispiacerebbe prendere lezioni di duello; coi tempi che corrono, potrebbe tornare utile…»
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«Pensi proprio che il mostro di Serpeverde sappia duellare?» commentò Ron, ma anche lui lESse l’avviso con interESse.
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«Potrebbe ESsere utile» disse a Harry e Hermione mentre si avviavano a pranzo. «Ci andiamo anche noi?»
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I due amici furono d’accordissimo, e perciò quella sera alle otto scESero di nuovo nella Sala Grande. Gli immensi tavoli DA pranzo erano scomparsi e lungo una parete era apparso un palcoscenico d’oro, illuminato DA migliaia di candele sospESe in aria. Sotto la magica volta del soffitto, di un nero vellutato, sembravano ESsersi DAti convegno quasi tutti, armati di bacchette magiche e molto eccitati.
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«Chissà chi è l’istruttore…?» disse Hermione avanzando a fatica tra la folla. «Ho sentito dire che DA giovane Vitious è stato campione di duello. Forse sarà lui».
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«Purché non sia…» cominciò Harry, ma si interruppe con un gemito: in quel momento Gilderoy Allock comparve sul palcoscenico, splendido nel suo abito color prugna scuro, e accompagnato nientemeno che DA Piton, come al solito vEStito di nero.
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Allock chiESe il silenzio con un gESto, poi gridò: «Avvicinatevi! Avvicinatevi! Mi vedete tutti? Mi sentite tutti? Molto bene! Il profESsor Silente mi ha DAto il permESso di fonDAre quESto piccolo Club dei Duellanti perché possiate allenarvi, nel caso dovESte avere bisogno di difendervi, come è capitato a me innumerevoli volte. Per ulteriori particolari, si veDAno i lavori DA me pubblicati.
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«Permettete che vi prESenti il mio assistente, il profESsor Piton» continuò Allock con un largo sorriso stampato in faccia. «Mi dice di intendersi un po’ dell’arte del duello e molto sportivamente ha accettato di collaborare per una breve dimostrazione, prima di iniziare. Niente paura, ragazzi… quando avrò finito avrete ancora il vostro insegnante di Pozioni tutto intero, non temete!»
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«Non sarebbe male che si facESsero fuori a vicenDA» borbottò Ron all’orecchio di Harry.
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Il labbro superiore di Piton stava assumendo una piega strana. Harry si chiedeva come facESse Allock a continuare a sorridere; se Piton avESse guarDAto lui a quel modo, sarebbe scappato a gambe levate.
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«Come potete vedere, stiamo tenendo le bacchette nella posizione regolamentare di combattimento» commentava Allock per la folla che assisteva in silenzio. «Al tre, ci lanceremo i primi incantESimi. NESsuno dei due mirerà a uccidere, naturalmente».
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Entrambi sollevarono la bacchetta in alto puntandola poi sulla spalla dell’altro. Piton gridò: «Expelliarmus!» Ci fu un accecante bagliore di luce scarlatta e Allock fu scaraventato a gambe all’aria: volò all’indietro giù DAl palco e sbatté contro la parete, su cui si accasciò, finendo a terra.
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Allock si stava rialzando DA terra con gambe malferme. Il cappello gli era caduto e i capelli ondulati gli s’erano drizzati in tESta.
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«Ecco fatto!» disse mentre tornava sul palco barcollando. «QuESto era un IncantESimo di Disarmo… come potete vedere, ho perso la bacchetta magica… ah, grazie signorina Brown. Sì, ottima idea DAvvero, mostrargli quESto, profESsor Piton, ma non se la prenDA se le dico che le sue intenzioni erano molto evidenti. Avrei potuto fermarla in qualsiasi momento. Ma ho pensato che fosse più istruttivo che i ragazzi vedESsero…»
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Piton aveva uno sguardo omiciDA. Probabilmente Allock se ne rESe conto, perché soggiunse: «Basta con le dimostrazioni! Ora io passo in mezzo a voi e formerò delle coppie. ProfESsor Piton, se vuole aiutarmi…»
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Così fecero. Allock abbinò Neville con Justin Finch-Fletchley, ma Piton si dirESse immediatamente verso Harry e Ron.
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«No, non penso proprio!» disse Piton con un sorriso glaciale. «Venga qui, signor Malfoy. Vediamo cosa è capace di fare del famoso Potter. E lei, signorina Granger… lei può anDAre con la signorina Bulstrode».
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Malfoy si fece largo tra i compagni, con un sorriso beffardo stampato sul viso, seguito DA una ragazza Serpeverde, che ricordò a Harry un’illustrazione del libro In vacanza con le streghe. Era grossa e tarchiata, con l’aria aggrESsiva. Hermione le rivolse un debole sorriso, che lei non ricambiò.
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Harry e Malfoy chinarono a malapena la tESta, senza staccarsi gli occhi di dosso.
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«Bacchette in posizione!» gridò Allock. «Al mio ‘tre’, lanciate l’incantESimo di disarmo al vostro avversario… soltanto per disarmarlo, naturalmente… non vogliamo incidenti. Uno… due… tre…»
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Harry sollevò la bacchetta sopra la spalla, ma Malfoy aveva cominciato al ‘due’: il suo incantESimo colpì Harry con inaudita violenza, come una formiDAbile padellata in tESta. Il ragazzo barcollò, ma poiché non sembrava fosse accaduto niente, senza perdere altro tempo, puntò la sua bacchetta magica contro Malfoy, griDAndo: «Rictusempra!»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Ho detto di disarmare soltanto!» gridò Allock allarmato sovrastando gli sfiDAnti, mentre Malfoy cadeva in ginocchio; Harry lo aveva colpito con un IncantESimo di Solletico e Malfoy, prESo DA un convulso di risa, poteva muoversi a stento. Harry si ritirò, con la vaga sensazione che sarebbe stato poco sportivo fare un sortilegio a Malfoy mentre era a terra, ma fu un errore. Riprendendo fiato, quello puntò la sua bacchetta sulle ginocchia di Harry e gridò: «Tarantallegra!» Un attimo dopo, le gambe di Harry avevano prESo ad agitarsi senza controllo, in una specie di forsennata tarantella.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Ferma! Ferma!» griDAva Allock, ma Piton prESe in mano la situazione.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Finite Incantatem!» gridò; i piedi di Harry smisero di DAnzare, Malfoy smise di ridere, ed entrambi furono in grado di alzare lo sguardo.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Una cortina di fumo verDAstro aleggiava sulla scena. Neville e Justin giacevano a terra, ansimanti; Ron stava aiutando Seamus, pallido come un cencio, a rialzarsi, scusandosi per quel che la sua bacchetta rotta aveva provocato; ma Hermione e Millicent Bulstrode combattevano ancora; Millicent aveva afferrato per la tESta Hermione che strillava, ma le loro bacchette giacevano a terra, dimenticate. Harry fece un balzo in avanti e allontanò Millicent, anche se con difficoltà, perché la ragazza era molto più corpulenta di lui.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Oh santo cielo!» ESclamò Allock svolazzando tra la folla e contemplando le conseguenze provocate DAl duello. «Su, in piedi, Macmillan… attenta là, signorina Fawcett… stringi forte, Boot, e vedrai che in un attimo smetterà di sanguinare…
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Penso sarà meglio che vi insegni a bloccare gli incantESimi ostili» disse agitato, in mezzo alla sala. Gettò un’occhiata a Piton, che lo stava fulminando con gli occhi, e subito distolse lo sguardo. «Proviamo con una coppia di volontari… Paciock e Finch-Fletchley, vi va?»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«PESsima idea, profESsor Allock» disse Piton muovendosi silenzioso come un grosso e sinistro pipistrello. «Paciock fa guai anche con gli incantESimi più semplici. Vogliamo manDAre dritti in infermeria i rESti di Finch-Fletchley dentro una scatola di fiammiferi?» Il faccione di Neville diventò ancor più paonazzo. «Che ne dice di Malfoy e Potter?» suggerì Piton con un sorriso che era piuttosto un ghigno.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Ottima idea!» ESclamò Allock gESticolando in direzione di Harry e Malfoy, che si trovavano al centro della sala, mentre la folla indietreggiava per fare largo a entrambi.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Allora, Harry» disse Allock, «quando Draco punta contro di te la bacchetta magica, tu fai quESto».
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E così dicendo, sollevò la sua bacchetta, tentò una specie di complicata contorsione e se la lasciò sfuggire di mano. Piton sorrise malignamente, mentre Allock la raccoglieva lESto commentando: «Ohi, ohi!… la mia bacchetta magica è un po’ sovreccitata».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Piton si avvicinò a Malfoy, si piegò e gli bisbigliò qualcosa all’orecchio. Anche Malfoy sorrise maligno. Harry guardò nervosamente Allock e disse: «ProfESsore, potrebbe mostrarmi di nuovo quella mossa per bloccare…?»
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«Paura, eh?» borbottò Malfoy in modo che Allock non potESse udirlo.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Allock batté allegramente sulla spalla di Harry: «Fai ESattamente quel che ho fatto io, Harry!»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
La punta della sua bacchetta ESplose. Harry la fissava sbalordito mentre un lungo serpente nero ne veniva letteralmente sparato fuori, cadeva pESantemente a terra e si rizzava, pronto a colpire. La folla arretrò rapiDAmente griDAndo.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Non ti muovere, Potter» disse Piton con tono indolente, palESemente divertito alla vista di Harry che, immobile, fissava negli occhi il serpente arrabbiato. «Ci penso io a manDArlo via…»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Mi consenta!» ESclamò Allock. Brandì la sua bacchetta contro il rettile. Ci fu un boato; anziché scomparire, il serpente volò a tre metri di altezza e poi ricadde a terra con un gran tonfo. Inferocito, sibilando furiosamente, strisciò verso Justin Finch-Fletchley, si erESse un’altra volta, a zanne scoperte, pronto a colpire.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
In seguito Harry si chiESe che cosa l’avESse indotto ad agire. Non si rESe neanche conto di averlo fatto. Sapeva soltanto che le gambe lo avevano spinto in avanti, come se avESse avuto le rotelle, e che aveva griDAto stupiDAmente al serpente: «Lascialo stare!» E come per miracolo — inspiegabilmente — quello si era accsciato a terra, innocuo come un tubo di gomma per annaffiare, e ora guarDAva Harry. Harry sentì dissolversi la paura dentro di sé. Sapeva che ora il rettile non avrebbe più attaccato nESsuno, anche se non avrebbe saputo spiegare cosa gliene dESse la certezza.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Guardò Justin sorridendo e aspettandosi di vederlo rincuorato, o perplESso, o anche grato… ma certamente mai arrabbiato e spaventato.
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«A che gioco stai giocando?» gli gridò, e prima che Harry potESse dire una parola gli aveva voltato le spalle ed era uscito di corsa DAlla sala.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Piton si fece avanti, agitò la bacchetta e il serpente si dissolse in una nuvoletta di fumo nero. Anche lui guarDAva Harry con un’ESprESsione inaspettata: era uno sguardo scaltro e calcolatore, che a Harry non piacque affatto. Per giunta, il ragazzo avvertì vagamente un mormorio sinistro levarsi DA ogni parte. Poi si sentì tirare per i vEStiti.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Ron lo trascinò fuori DAlla sala e Hermione li seguì. Quando attraversarono il portone, tutti si ritrassero facendogli ala, come se temESsero di prendersi un contagio. Harry non aveva la più palliDA idea di quel che stESse accadendo, e Ron e Hermione non gli diedero spiegazioni fino a che non lo ebbero trascinato nella sala di ritrovo del Grifondoro. Allora Ron lo costrinse a sedere in poltrona e disse: «Tu sei un Rettilofono… Perché non ce l’hai detto?»
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«Che cosa sarei io?» chiESe Harry.
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«Lo so» disse Harry. «Voglio dire che è solo la seconDA volta che lo faccio. Una volta mi è capitato per caso di aizzare un boa constrictor contro mio cugino Dudley, allo zoo — è una lunga storia —, ma lui mi aveva detto che non aveva mai visto il Brasile e io, senza volerlo, l’ho liberato. È accaduto prima di sapere che ero un mago…»
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«No che non sanno farlo!» ESclamò Ron. «Non è un dono molto comune, Harry, è una cosa malefica».
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«Che cosa c’è di malefico?» chiESe Harry che cominciava DAvvero ad arrabbiarsi. «Ma che cosa vi prende a tutti quanti? Stammi bene a sentire, se non avESsi detto a quel serpente di non attaccare Justin…»
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«Ah, quESto è quel che gli hai detto?»
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«Ti ho sentito parlare SerpentESe» disse Ron, «la lingua dei serpenti. AvrESti potuto dire qualsiasi cosa. Non c’è DA stupirsi che Justin si sia spaventato; sembrava che tu stESsi aizzando il serpente o qualcosa di simile. Era DA far venire i brividi, lo sai?»
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Ron scosse la tESta. Sia lui che Hermione avevano una faccia DA funerale. Harry non riusciva a capire che cosa ci fosse di tanto terribile.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Mi volete spiegare che cosa c’è di male nell’impedire che un maledetto serpente gigantESco stacchi la tESta a Justin?» chiESe. «Che cosa conta in che modo l’ho fatto, visto che a Justin è stato risparmiato l’ingrESso nella schiera dei Cavalieri SenzatESta?»
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«Conta, eccome!» disse Hermione prendendo finalmente la parola con voce strozzata. «Perché la capacità di parlare ai serpenti era la cosa per cui era famoso Salazar Serpeverde. Per quESto il simbolo della sua Casa è un serpente».
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Harry rEStò a bocca aperta.
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«Ma non è vero!» disse Harry prESo DA un panico che non riusciva a spiegarsi.
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«Non ti sarà facile dimostrarlo» disse Hermione. «Lui è vissuto circa mille anni fa; per quanto ne sappiamo potrESti benissimo ESserlo».
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Quella notte Harry rimase sveglio per ore. DA uno spiraglio delle cortine del suo letto a balDAcchino, rimase a guarDAre la neve che cominciava a fioccare DAvanti alla finEStra della torre, e rimuginava tra sé.
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Poteva ESsere DAvvero un discendente di Salazar Serpeverde? Dopo tutto, lui non sapeva niente della famiglia di suo padre. I Dursley gli avevano sempre proibito di fare domande sui suoi antenati maghi.
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A bassa voce cercò di dire qualcosa in SerpentESe. Ma le parole non gli venivano. Perché ciò accadESse, sembrava che dovESse trovarsi faccia a faccia con un rettile.
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‘Ma io sono nel Grifondoro’ pensò. ‘Se avESsi sangue di Serpeverde nelle vene, il Cappello Parlante non mi avrebbe mESso qui…’
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‘Ah!’ ESclamò una vocina maligna dentro di lui. ‘Ma il Cappello Parlante voleva metterti tra i Serpeverde, non ti ricordi?’
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Harry si voltò DAll’altra parte. Il giorno dopo avrebbe visto Justin alla lezione di Erbologia e gli avrebbe spiegato che aveva richiamato il serpente, non il contrario: ma qualsiasi stupido l’avrebbe capito, pensò prendendo furiosamente a pugni il cuscino.
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Ma la mattina dopo la neve che aveva cominciato a cadere di notte si era trasformata in una tormenta così fitta che l’ultima lezione di Erbologia del trimEStre fu sospESa. La profESsorESsa Sprite voleva mettere calze e sciarpe alle mandragole, un’operazione delicata che non si sentiva di affiDAre a nESsuno, ora che era diventato così importante che le mandragole crEScESsero in fretta per riportare in vita Mrs Purr e Colin Canon.
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Harry rimuginava tutto quESto, seduto accanto al fuoco nella sala di ritrovo del Grifondoro, mentre Ron e Hermione ingannavano il tempo giocando a scacchi magici.
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«Per l’amor del cielo, Harry» ESclamò Hermione ESasperata mentre un alfiere di Ron le faceva fuori un cavallo, trascinandolo via DAlla scacchiera. «Vai a cercare Justin, se per te è così importante!»
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Harry si alzò e uscì DAlla sala passando per il buco del Ritratto e chiedendosi dove mai potESse ESsere Justin.
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Il castello, che già normalmente era buio anche di giorno, quella mattina lo era ancor più del solito per via della fitta neve grigia che fioccava, oscurando tutte le finEStre. Scosso DA un brivido, Harry passò DAvanti alle classi dove si tenevano le lezioni, cercando di capire che cosa stESse accadendo dentro. La profESsorESsa McGranitt stava rimproverando qualcuno che, a quanto pareva, aveva trasformato il suo amico in un tasso. RESistendo all’impulso di entrare a DAre un’occhiata Harry passò oltre, pensando che forse Justin aveva deciso di sfruttare l’ora libera per portarsi avanti con i compiti per l’indomani, e decise di anDAre a vedere prima in biblioteca.
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Infatti, un gruppetto di ragazzi del Tassorosso che avrebbero dovuto ESsere alla lezione di Erbologia si trovavano nel retro della biblioteca, ma non sembrava stESsero studiando. Tra le lunghe file degli alti scaffali, Harry poteva vederli raccolti in circolo, impegnati in una conversazione animata. Non riuscì a vedere se tra loro c’era Justin. Mentre si avvicinava colse un brandello di quella conversazione e si fermò ad ascoltare, nascosto nel Reparto Invisibilità.
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«In ogni caso» stava dicendo un ragazzo corpulento, «ho detto a Justin di nascondersi nel nostro dormitorio. Voglio dire, se Potter lo ha prESo di mira come sua prossima vittima è meglio che lui si tenga alla larga per un po’. Inutile dire che Justin si aspettava qualcosa del genere DA quando s’era lasciato sfuggire con Potter che era figlio di Babbani. In realtà Justin gli ha spiattellato che era stato scelto per Eton, e non è certo il genere di cose che uno va a strombazzare quando è in giro l’erede di Serpeverde, non trovate?»
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«Ma allora, Ernie, sei proprio sicuro che sia Potter?» chiESe ansiosamente una ragazza con le treccine bionde.
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«Hannah» disse solennemente il ragazzo corpulento, «lui è un Rettilofono. Tutti sanno che quello è il segno della Magia Oscura. Hai mai sentito dire che un mago per bene parli ai serpenti? Lo stESso Serpeverde veniva chiamato ‘Lingua di Serpente’».
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QuESte parole furono seguite DA un animato mormorio; poi Ernie prosegui: «Vi ricorDAte quel che era scritto sui muri? Temete, Nemici dell’Erede. Potter ha avuto una specie di battibecco con Gazza. Sappiamo che subito dopo la gatta di Gazza ha subito un attentato. Quel ragazzo del primo anno, Canon, ha infastidito Potter durante la partita di Quidditch, scattandogli foto mentre lui era lungo distESo nel fango. E non passano poche ore che anche Canon viene aggredito».
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«Ma è sempre così carino, però» disse Hannah con voce incerta, «e… be’, è lui che ha fatto sparire Voi-Sapete-Chi. Non può ESsere cattivo, no?»
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Ernie abbassò la voce come per svelare qualcosa di misterioso; i suoi compagni gli si strinsero intorno e Harry si avvicinò tanto DA poter udire le sue parole.
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«NESsuno sa come ha fatto a sopravvivere a quell’attacco di Voi-Sapete-Chi. Voglio dire, a quell’epoca era soltanto un neonato. Normalmente sarebbe stato fatto a pezzi. Solo un Mago Oscuro veramente potente poteva sopravvivere a un’offensiva del genere». A quESto punto, la sua voce divenne un bisbiglio: «QuESta è probabilmente la vera ragione per cui Voi-Sapete-Chi voleva ucciderlo. Non voleva la concorrenza di un altro Signore Oscuro. Chissà quali altri poteri nasconde Potter».
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Harry non poté trattenersi oltre. Schiarendosi rumorosamente la gola, uscì DA dietro gli scaffali. Non fosse stato per la gran rabbia che aveva dentro avrebbe trovato buffa la scena che accolse il suo arrivo: tutti i Tassorosso sembrarono effettivamente pietrificati al vederlo ed Ernie divenne pallidissimo.
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I peggiori prESentimenti dei Tassorosso venivano chiaramente confermati. Tutti guarDArono Ernie impauriti.
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«Che cosa vuoi DA lui?» gli chiESe Ernie con la voce che gli tremava.
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«Tutto quel che ho visto» disse Ernie tEStardo, per quanto tremante, «è che tu parlavi in SerpentESe e aizzavi il serpente contro Justin».
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«Non l’ho aizzato contro di lui!» ESclamò Harry con voce tremante di rabbia. «Il serpente non lo ha neanche sfiorato!»
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«Lo ha mancato di poco» replicò Ernie. «E nel caso tu ti stESsi facendo venire in mente qualche strana idea» si affrettò a soggiungere, «posso dirti che per quanto indietro tu voglia risalire nell’albero genealogico della mia famiglia non troverai altro che generazioni di streghe e di maghi, e che il mio sangue è purissimo, quindi…»
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«Ho sentito dire che detESti i Babbani con cui vivi» si affrettò a dire Ernie.
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Girò sui tacchi e uscì di corsa DAlla biblioteca, procurandosi un’occhiataccia DA parte di MaDAma Pince che stava luciDAndo la copertina dorata di un librone d’incantESimi.
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Era talmente infuriato che fece il corridoio di corsa, senza neanche far caso a dove stESse anDAndo, col risultato che rimbalzò contro qualcosa di molto voluminoso e solido, e piombò a terra.
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La tESta di Hagrid era completamente nascosta DA un passamontagna di lana, tutto coperto di neve, ma non poteva ESsere altro che lui, perché occupava mezzo corridoio, avvolto nel suo pastrano di fustagno. DA una delle sue manone guantate pendeva un galletto morto.
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«Che ti succede, Harry?» chiESe sollevando il passamontagna per poter parlare. «Perché non sei in classe?»
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«Lezione sospESa» spiegò Harry rialzandosi. «E tu cosa ci fai qui?»
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«È il secondo che mi schiatta, in tre mESi» spiegò. «O sono le volpi o è uno Spauracchio Succhia-Sangue e mi serve il permESso del prESide per fare un incantESimo intorno al pollaio».
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Scrutò Harry più DA vicino DA sotto le folte sopracciglia piene di neve.
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«Non è niente» disse. «Ma ora devo anDAre, Hagrid. La prossima lezione è Trasfigurazione e devo salire a prendere i libri».
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Naturalmente Justin aspettava che qualcosa del genere accadESse fin DA quando si era lasciato sfuggire con Potter che era figlio di Babbani…
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Salì le scale e poi svoltò per un altro corridoio, particolarmente buio; le torce erano state spente DA un forte spiffero gelato che soffiava attraverso una finEStra semichiusa. Giunto a metà straDA, inciampò e cadde sopra qualcosa che giaceva sul pavimento.
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Si voltò per guarDAre cosa fosse e si sentì un vuoto allo stomaco.
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StESo a terra, rigido e freddo, c’era Justin Finch-Fletchley, la faccia contratta in un’ESprESsione di terrore e gli occhi vuoti, fissi al soffitto. E non era tutto. Accanto a lui c’era un’altra sagoma, lo spettacolo più strano che Harry avESse mai visto.
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Era Nick-Quasi-Senza-TESta, non più del suo colore bianco perlaceo e trasparente ma nero e fumoso, che galleggiava immobile e orizzontale a un metro e mezzo DA terra. La tESta era per metà staccata DAl collo e sul viso aveva un’ESprESsione sconvolta, identica a quella di Justin.
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Harry si rialzò; ansimava e il cuore gli batteva come un tamburo contro le costole. Disperato, guardò su e giù lungo il corridoio dESerto e vide una fila di ragni che si allontanavano DAi due corpi a tutta velocità. Gli unici rumori erano le voci attutite degli insegnanti che provenivano DAlle classi lungo il corridoio.
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Avrebbe potuto correre via e nESsuno avrebbe mai saputo che era stato lì. Ma non poteva lasciare quei due stESi li per terra… doveva chiamare aiuto. Avrebbero creduto che con quella faccenDA lui non c’entrava niente?
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Stava lì, in preDA al panico, quando una porta accanto a lui si aprì di scatto e ne schizzò fuori Pix il Poltergeist.
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«Ah, c’è Potter picchiatello!» chiocciò il folletto passando DAvanti a Harry a tutta velocità e manDAndogli di traverso gli occhiali. «Che cosa sta facendo Potter? Perché Potter si aggira furtivo…»
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Poi si interruppe, facendo un salto mortale a mezz’aria. DA sotto in su, vide Justin e Nick-Quasi-Senza-TESta. Tornò in posizione eretta, si riempì i polmoni d’aria e prima che Harry potESse fermarlo cominciò a griDAre: «ATTENTATO! ATTENTATO! NÉ MORTALI NÉ FANTASMI SONO AL SICURO! METTETEVI IN SALVO! ATTENTATOOOOOO!»
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Sbam… sbam… sbam… una dopo l’altra, le porte del corridoio si spalancarono e gli studenti uscirono precipitosamente DAlle aule. Per alcuni lunghi minuti regnò una tale confusione che Justin corse il pericolo di venire schiacciato e nESsuno si accorse di occupare lo spazio incorporeo di Nick-Quasi-Senza-TESta.
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Harry si trovò schiacciato contro la parete mentre gli insegnanti chiedevano a gran voce di fare silenzio. La profESsorESsa McGranitt sopraggiunse di corsa seguita DAi suoi allievi, uno dei quali aveva ancora i capelli a strisce bianche e nere. Batté un grande colpo di bacchetta magica, ripristinando il silenzio, quindi ordinò a tutti di anDAre in classe. Era appena tornato un po’ d’ordine quando il Tassorosso Ernie arrivò sulla scena col fiatone.
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«Colto sul fatto!» gridò con il viso bianco come uno straccio lavato e puntando il dito contro Harry con gESto drammatico.
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Ora Pix svolazzava per aria, con un sorriso maligno, osservando la scena: a Pix era sempre piaciuta la confusione. Quando gli insegnanti si chinarono su Justin e su Nick-Quasi-Senza-TESta per ESaminarli intonò la canzoncina:
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Justin fu portato in infermeria, ma per Nick-Quasi-Senza-TESta sembrava che nESsuno sapESse cosa fare. Alla fine la McGranitt fece apparire DAll’aria un grosso ventaglio, che consegnò a Ernie con l’incarico di sventolare Nick-Quasi-Senza-TESta e di sospingerlo su per le scale. E così fece Ernie, sventolando Nick lungo il tragitto, come un nuvolone nero. A quel punto, Harry e la profESsorESsa McGranitt rimasero soli.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«DA quESta parte, Potter» fece lei.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«ProfESsorESsa» disse subito Harry, «io le giuro che non…»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Non è una quEStione di mia competenza, Potter» tagliò corto la McGranitt.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Camminarono in silenzio, girarono un angolo e si fermarono DAvanti a un orribile e immenso mascherone di pietra.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
«Sorbetto al limone!» disse lei. Evidentemente era una parola d’ordine, perché tutt’a un tratto il mascherone prESe vita e fece un balzo di lato, mentre la parete si apriva. Quantunque molto spaventato per quel che sarebbe succESso, Harry non riuscì a trattenere lo stupore. Dietro la parete c’era una scala a chiocciola che si muoveva dolcemente verso l’alto, come una scala mobile. Vi sali insieme alla McGranitt e a quel punto udì il tonfo della parete che si richiudeva alle loro spalle. Salirono a spirale, su su, sempre più in alto, fino a che Harry, leggermente stordito, vide DAvanti a sé una porta di quercia lucente con un batacchio di rame a forma di grifone.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Seppe allora dove si trovava. Quello doveva ESsere il luogo in cui viveva Silente. Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2) |
Una volta giunti in cima scESero DAlla scala mobile di pietra. La profESsorESsa McGranitt bussò alla porta, che si aprì senza fare rumore. Entrarono. Poi la McGranitt disse a Harry di attendere e lo lasciò DA solo.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Il ragazzo si guardò intorno. Una cosa era certa: di tutte le stanze degli insegnanti che gli era capitato di vedere fino a quel momento, lo studio di Silente era senza dubbio il più interESsante. Non fosse stato per la paura matta di ESsere ESpulso DAlla scuola sarebbe stato entusiasta di DAre un’occhiata a quel luogo. Era una stanza circolare, grande e bella, piena di rumorini strani. Su alcuni tavoli DAlle gambe lunghe e sottili, avvolti in nuvolette di fumo, erano posati molti curiosi strumenti d’argento. Le pareti erano ricoperte di ritratti di vecchi e vecchie prESidi, garbatamente appisolati nelle loro cornici. C’era anche un’enorme scrivania con le zampe ad artiglio, e dietro, su uno scaffale, era poggiato un cappello DA mago, frusto e stracciato… il Cappello Parlante.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Il ragazzo ESitò. Gettò un’occhiata circospetta ai maghi e alle streghe addormentati tutt’intorno, sulle pareti. In fondo, che male c’era se prendeva il cappello e se lo metteva in tESta un’altra volta? Solo per vedere… solo per accertarsi che lo avESse effettivamente assegnato al dormitorio giusto.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Piano, senza far rumore, passò dietro alla scrivania, prESe il cappello DAllo scaffale e cautamente se lo mise in tESta. Il cappello era troppo largo e gli scivolò fin sopra gli occhi, come era già accaduto quando lo aveva indossato la prima volta. Harry rimase lì in attESa, fissando la fodera nera. Poi una vocina gli disse: «Pulce nell’orecchio, eh, Harry Potter?»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Ti chiedi se ti ho mESso nel posto giusto» disse il cappello con grande perspicacia. «Sì, devo ammetterlo… è stata una decisione particolarmente difficile. Ma rimango del mio parere» il cuore di Harry gli balzò in petto, «sarESti stato benissimo tra i Serpeverde».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Il ragazzo si sentì mancare il rESpiro. Afferrò il cappello per la punta e se lo tolse. Quello gli si afflosciò tra le mani, sudicio e consunto. Lo rimise sullo scaffale; aveva la nausea.
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«GuarDA che ti sbagli» disse ad alta voce rivolto al cappello che ora, immobile e silenzioso, giaceva sullo scaffale. Ma quello non si mosse. Harry arretrò di qualche passo, tenendolo d’occhio. Poi un suono gutturale alle sue spalle lo costrinse a voltarsi.
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Allora non era solo! Su un trESpolo d’oro, dietro alla porta, stava appollaiato un uccello DAll’aria decrepita, che assomigliava terribilmente a un tacchino spennacchiato. Harry lo fissò e quello gli rEStituì un’occhiata minacciosa, continuando a fare il suo verso gutturale. Harry pensò che aveva un’aria molto malanDAta. Il suo sguardo era opaco, e mentre Harry lo fissava gli caddero un paio di penne DAlla coDA.
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‘Ci manca solo che l’uccello preferito di Silente deciDA di anDAre al creatore proprio mentre sono qui con lui, DA solo’ pensò il ragazzo. E in quel preciso istante l’uccello prESe fuoco.
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Fuori di sé, Harry lanciò un grido e indietreggiò verso la scrivania. Si guardò febbrilmente intorno, nel caso DA qualche parte ci fosse un bicchier d’acqua, ma non ne vide. Intanto l’uccello, che era diventato una palla di fuoco, emise un grido stridulo e un attimo dopo era scomparso, lasciando sul pavimento soltanto un mucchietto di ceneri fumanti.
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«ProfESsore» ansimò Harry, «il suo uccello… non ho potuto fare niente… ha semplicemente prESo fuoco…»
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RiDAcchiò di fronte all’aria attonita di Harry.
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«Vedi, Harry, Fanny è una Fenice. E le Fenici, quando è arrivato il momento di morire, prendono fuoco e poi rinascono DAlle loro stESse ceneri. Sta’ a vedere…»
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«Peccato che tu l’abbia vista soltanto oggi, il Giorno del Falò» proseguì Silente sedendosi dietro alla scrivania. «Per la maggior parte della sua vita è un animale veramente bello, con uno splendido piumaggio rosso e oro. Creature affascinanti, le fenici. RiEScono a trasportare carichi pESantissimi, le loro lacrime hanno poteri curativi e, come animali domEStici, sono fedelissimi».
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Ma prima che il PrESide avESse il tempo di aprire bocca, la porta dell’ufficio si spalancò con un colpo violento e Hagrid irruppe nella stanza. Aveva lo sguardo stravolto, il passamontagna sulle ventitré, capelli arruffati e il galletto morto tra le mani.
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«Non è stato Harry, profESsor Silente!» proruppe. «Ci ho parlato un attimo prima che l’altro ragazzino… cioè… non poteva avere il tempo, signore…»
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Silente tentò di dire qualcosa, ma Hagrid continuava a sbraitare agitato, scuotendo il galletto e spargendo piume DAppertutto.
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«…non può ESsere stato lui, glielo giuro DAvanti al Ministro della Magia, se serve…»
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«…ha prESo quello sbagliato, signore, Harry lo conosco, io, e non è capace di…»
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«Ah, be’!» ESclamò Hagrid, e il galletto gli si afflosciò lungo il fianco. «Bene. Allora aspetto fuori, Signore».
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«DAvvero lei non pensa che sia stato io, profESsore?» ripeté Harry col cuore che gli si riapriva alla speranza, mentre Silente toglieva penne di galletto sparse DAppertutto sulla scrivania.
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«No, Harry, non lo penso» disse Silente. Ma sul volto gli era riapparsa quell’ESprESsione cupa. «Però voglio chiederti qualcosa».
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Harry attESe nervoso, mentre Silente lo squadrava, accostando le punte delle sue lunghe dita.
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«Devo chiederti, Harry, se c’è qualcosa di cui dESideri parlarmi» disse con voce gentile. «Di qualsiasi cosa si tratti».
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Harry non sapeva cosa dire. Pensò a Malfoy che aveva griDAto: La prossima volta toccherà a voi, mezzosangue! e alla Pozione Polisucco che bolliva pian piano nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Poi pensò alle due volte che aveva udito la voce disincarnata e ricordò le parole di Ron: ‘Udire voci che nESsun altro sente non è un buon segno, neanche tra i maghi’. Pensò anche a tutte le dicerie che giravano su di lui e alla sua crEScente paura di avere in qualche modo a che fare con Salazar Serpeverde…
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«No, profESsore» disse. «Non ho niente DA dire».
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Dopo il duplice attentato a Justin e a Nick-Quasi-Senza-TESta, quello che fino a quel momento era serpeggiato come un semplice nervosismo divenne vero e proprio panico. Strano a dirsi, quel che sembrava preoccupare di più era la sorte toccata a Nick-Quasi-Senza-TESta. Chi poteva fare una cosa del genere a un fantasma? Quale forza terribile aveva il potere di far del male a chi era già morto? Tutti si precipitarono a prenotare i posti sull’ESprESso di Hogwarts per tornare a casa per Natale.
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«Di quESto passo, rimarremo soli» disse Ron a Harry e a Hermione. «Noi, Malfoy, Tiger e Goyle. Bella vacanza che ci si prepara!»
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Infatti anche Tiger e Goyle, che facevano sempre tutto quel che diceva Malfoy, avevano firmato per rEStare in collegio durante le vacanze. Ma a Harry sorrideva l’idea che la maggior parte degli studenti partisse. Era stanco di vedersi evitato quando qualcuno lo incontrava per i corridoi, come se DA un momento all’altro dovESse tirar fuori le zanne o schizzare veleno; stanco di ESsere chiacchierato, segnato a dito, insultato.
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Per Fred e George, invece, tutto quESto era molto divertente. Avrebbero fatto qualsiasi cosa per precedere Harry lungo i corridoi, griDAndo: «Fate largo all’Erede di Serpeverde, passa un mago pericoloso e cattivo…»
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«Non c’è niente DA ridere» disse un giorno con voce sferzante.
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«Proprio così: sta sgattaiolando nella Camera dei Segreti per prendere un tè con il suo servitore zannuto» disse George riDAcchiando.
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Harry non se la prendeva; lo confortava il pensiero che almeno Fred e George giudicassero ridicola l’idea che lui fosse l’erede di Serpeverde. Chi invece sembrava infastidito DA quelle pagliacciate era Draco Malfoy, che reagiva ogni volta in maniera sempre più irritata.
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«È perché muore DAlla voglia di dire che l’erede di Serpeverde, in realtà, è lui» disse Ron astuto. «Lo sapete che non sopporta di ESsere secondo a nESsuno, di qualsiasi cosa si tratti, e che qualcun altro si prenDA il merito delle sue mascalzonate».
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«Non durerà a lungo» disse Hermione soddisfatta. «La Pozione Polisucco è quasi pronta. Uno di quESti giorni gli tireremo fuori la verità».
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Finalmente il trimEStre si chiuse e sul castello scESe un silenzio profondo, come quello che regnava sui campi bianchi di neve. Harry trovava confortevole e non triste quell’atmosfera, e gli piaceva molto che lui, Hermione e i fratelli Weasley avESsero il dominio incontrastato della torre del Grifondoro, il che significava poter giocare a Spara Schiocco senza disturbare nESsuno, ed ESercitarsi fra di loro a duello. Fred, George e Ginny avevano preferito rimanere a scuola, anziché anDAre a trovare Bill in Egitto, con i genitori. Percy, che li disapprovava per quello che definiva un comportamento puerile, non passava molto tempo nella sala di ritrovo del Grifondoro. Aveva spiegato con gran sussiego che rimaneva a scuola per Natale soltanto perché era suo dovere di Prefetto aiutare gli insegnanti in quel momento di difficoltà.
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L’alba del giorno di Natale si annunciò geliDA e nevosa. Harry e Ron, i soli rimasti nel loro dormitorio, furono svegliati di buon’ora DA Hermione che irruppe nella stanza vEStita di tutto punto, carica di regali per entrambi.
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«Sveglia!» disse in tono squillante aprendo le finEStre.
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«Hermione… non dovrESti ESsere qui» disse Ron riparandosi gli occhi DAlla luce.
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«Buon Natale anche a te» disse Hermione lanciandogli il suo regalo. «Io sono in piedi DA quasi un’ora e sono anDAta ad aggiungere la Crisopa nella pozione. È pronta».
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«Affermativo» disse Hermione spostando Crosta, il topo di Ron, in modo DA potersi sedere ai piedi del letto. «Se siamo sempre decisi a farlo, io dico che dovrebbe ESsere per stasera».
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Edvige gli mordicchiò l’orecchio in segno di affetto e per Harry fu un regalo molto più bello di quello che lei gli aveva recapitato, e che risultò provenire DAi Dursley. Gli avevano manDAto uno stuzzicadenti, insieme a un biglietto in cui gli dicevano di vedere se avrebbe potuto rEStare a Hogwarts anche per le vacanze EStive.
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Gli altri regali di Natale furono molto più gratificanti. DA Hagrid ricevette una grossa scatola di caramelle mou, che Harry mise ad ammorbidire DAvanti al fuoco; Ron gli aveva regalato un libro intitolato I Magnifici Sette, pieno di aneddoti interESsanti sulla sua squadra del cuore; Hermione gli aveva comperato una lussuosa penna d’aquila. Nell’ultimo pacco Harry trovò un altro dei famosi maglioni fatti a mano DAlla signora Weasley e un grosso ciambellone. Mentre sistemava il suo bigliettino di auguri fu assalito di nuovo DAi sensi di colpa al pensiero dell’automobile del signor Weasley, che DA quando era anDAta a schiantarsi contro il Platano Picchiatore non s’era vista più, e di tutto quel po’ po’ di regole che lui e Ron stavano organizzando di infrangere.
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NESsuno, neanche chi era spaventato al pensiero di dover prendere, di lì a poco, la Pozione Polisucco, poté fare a meno di godersi il pranzo di Natale a Hogwarts.
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La Sala Grande era uno splendore. Non solo era addobbata con una dozzina di alberi di Natale coperti di ghiaccio e con grossi fEStoni di agrifoglio e di vischio che anDAvano DA una parte all’altra del soffitto, ma DAll’alto fioccava anche neve magica, calDA e asciutta. Silente dirESse il canto corale di alcune delle sue carole preferite, mentre Hagrid, man mano che tracannava grog, batteva il tempo sempre più freneticamente. Percy non s’era accorto che Fred aveva fatto un incantESimo al suo cartellino di Prefetto, su cui ora si leggeva ‘Perfetto’, e continuava a chiedere che avESsero tanto DA ridere. DAlla tavola dei Serpeverde, Draco Malfoy, con voce stentorea, faceva commenti maligni sul maglione nuovo di Harry, ma lui lo ignorava. Con un po’ di fortuna, di lì a poche ore lo avrebbe sistemato a dovere.
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«Dobbiamo ancora procurarci un pezzetto delle persone nelle quali dobbiamo trasformarci» disse in tono molto pratico, come se li stESse manDAndo al supermercato a comperare detersivo per i piatti. «Naturalmente il massimo sarebbe che riusciste a procurarvi qualcosa di Tiger e Goyle; sono i migliori amici di Malfoy, e lui, con loro, vuoterà il sacco. E poi c’è DA accertarsi che i veri Tiger e Goyle non spuntino come funghi mentre noi stiamo facendo il terzo grado al loro capo.
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«Ho pensato a tutto» proseguì senza riprender fiato, ignorando le facce sbigottite di Harry e Ron. Mostrò loro due soffici pasticcini al cioccolato. «Li ho riempiti di una semplice Pozione Soporifera. Basta fare in modo che Tiger e Goyle li trovino. Lo sapete quanto sono golosi; non rESisteranno e li mangeranno di certo. Una volta che si saranno addormentati strappategli alcuni capelli e nascondeteli».
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Ma la ragazza lo zittì con un’occhiata geliDA, molto simile a quelle della profESsorESsa McGranitt.
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«Io ho già quel che mi serve!» disse Hermione animandosi ed EStraendo DAlla tasca una bottiglietta con un unico capello dentro. «Vi ricorDAte Millicent Bulstrode con cui mi sono accapigliata al Club dei Duellanti? Quando stava cercando di strangolarmi mi ha lasciato quESto sul vEStito. Lei è anDAta a casa per Natale… ma basterà che io dica ai Serpeverde che ho deciso di tornare».
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Quando Hermione si fu allontanata per controllare ancora una volta la Pozione Polisucco, Ron guardò Harry con aria rassegnata: «Hai mai visto un piano con così tante cose che possono anDAre storte?»
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Ma con grande sorprESa di Harry e Ron, la fase numero uno dell’operazione andò liscia come Hermione aveva previsto. Dopo il tè, si attarDArono nella Sala d’IngrESso dESerta in attESa di Tiger e Goyle che, rimasti soli al tavolo dei Serpeverde, si stavano rimpinzando di una quarta porzione di zuppa inglESe. Harry aveva appoggiato i pasticcini al cioccolato sulla balaustra delle scale. Quando videro Tiger e Goyle uscire DAlla Sala Grande, Harry e Ron si nascosero in fretta dietro a un’armatura, accanto al portone principale.
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«Ma si può ESsere così idioti?» bisbigliò Ron in tono EStatico quando Tiger indicò allegramente a Goyle i pasticcini e li afferrò. Ridendo come due ebeti, fecero sparire i dolci in un sol boccone. Per un attimo masticarono ingorDAmente con aria di trionfo: poi, senza cambiare faccia, anDArono giù come birilli.
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La parte più complicata fu nasconderli dentro l’armadio, DAlla parte opposta della stanza. Poi, una volta che li ebbero mESsi al sicuro tra secchi e stracci, Harry strappò un paio di peli DAlle irsute sopracciglia di Goyle e Ron strappò alcuni capelli a Tiger. Gli portarono via anche le scarpe, perché le loro erano troppo piccole per piedi di quella misura. Poi, ancora ESterrefatti per quel che erano riusciti a fare, si affrettarono a raggiungere il bagno di Mirtilla Malcontenta.
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Ci si vedeva a malapena, per via del denso fumo nero che usciva DAl gabinetto dove Hermione stava rimEStando la Pozione. Coprendosi la faccia con i vEStiti, Harry e Ron bussarono discretamente alla porta.
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Udirono stridere il chiavistello, e la ragazza uscì, la faccia luciDA e lo sguardo ansioso. Dietro di lei, si sentiva il blop blop della pozione che sobbolliva. Sul sedile della tazza erano pronti tre bicchieri di vetro.
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«Li avete prESi?» chiESe Hermione in un soffio.
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«Bene. E io ho trafugato quESti abiti di ricambio DAlla lavanderia» disse Hermione indicando un sacchetto. «Una volta che sarete diventati Tiger e Goyle, avrete bisogno di taglie più grandi».
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Tutti e tre guarDArono dentro al calderone. Vista DA vicino, la pozione sembrava una fanghiglia densa e scura.
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«Sono sicura di aver fatto tutto a dovere» disse nervosamente Hermione, scorrendo ancora una volta la pagina impataccata del De Potentissimis Potionibus. «Mi sembra che il libro dica che… dopo averla bevuta, avremo ESattamente un’ora prima di riprendere le nostre sembianze».
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DAlla pozione venne un sibilo come di un bollitore, poi si formò una schiuma abbonDAnte. Un attimo dopo, l’intruglio aveva assunto un color giallo-vomito.
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«Puah… ESsenza di Millicent Bulstrode» disse Ron guarDAndola con ripugnanza. «Scommetto che è disgustosa».
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«Su, mettete dentro i capelli» li ESortò Hermione.
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«Aspettate un attimo» disse Harry, mentre Ron e Hermione allungavano la mano verso i loro bicchieri. «È meglio che non la beviamo qua dentro: appena ci saremo trasformati non ci staremo più. E anche Millicent Bulstrode non è un cosino DA niente».
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«Pronti?» chiESe Harry.
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Immediatamente sentì torcersi le budella come se avESse inghiottito dei serpenti vivi: piegato in due, si chiedeva quando avrebbe vomitato; poi si sentì bruciare tutto, DAllo stomaco fino alla punta delle dita delle mani e dei piedi. Un attimo dopo ebbe l’orribile sensazione di sciogliersi, come se tutta la pelle fosse fatta di cera bollente, e DAvanti agli occhi le mani crebbero, le dita s’ingrossarono, le unghie si allargarono e le nocche si gonfiarono come bulloni. Le spalle gli si stirarono dolorosamente e DAl prurito sulla fronte capì che i capelli gli stavano crEScendo quasi attaccati alle sopracciglia; il torace gli si allargò come un barile a cui saltassero i cerchioni, gli abiti si strapparono; aveva i piedi doloranti per via delle scarpe, che erano di quattro misure più piccole…
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Così com’era iniziato, tutto cESsò di colpo. Harry si stESe faccia a terra sul freddo pavimento di pietra, ascoltando il cupo gorgogliare di Mirtilla. Si tolse le scarpe con difficoltà e si alzò in piedi. Dunque, ecco come ci si sentiva nei panni di Goyle. Con la grossa mano tremante si tolse i calzoni che gli arrivavano due palmi sopra le caviglie, si infilò quelli nuovi e si allacciò le scarpe di Goyle, che sembravano due barche. Fece per togliersi i capelli DAgli occhi, ma sentì soltanto peli ispidi e corti che gli crEScevano lungo la bassa attaccatura della fronte. Poi si rESe conto che gli occhiali gli DAvano fastidio, perché ovviamente Goyle non ne aveva bisogno. Se li tolse e chiESe: «Tutto bene, voi due?» con la voce bassa e gracchiante di Goyle.
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«Sì» gli rispose DA dEStra il grugnito di Tiger.
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Harry aprì la porta e andò a guarDArsi allo specchio incrinato. Goyle lo fissava con occhi ottusi e infossati. Harry si grattò l’orecchio. Così faceva Goyle.
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Si aprì la porta di Ron. I due ragazzi si fissarono. A parte il pallore e l’aria stravolta, Ron non si sarebbe potuto distinguere DA Tiger: tutto era identico a lui DAl taglio dei capelli a ciotola capovolta alle braccia DA gorilla.
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«È incredibile» ESclamò Ron avvicinandosi allo specchio e grattando il naso piatto di Tiger. «Incredibile!»
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«È meglio che ci avviamo» disse Harry allentando il cinturino dell’orologio che gli stava segando il grosso polso DA Goyle. «Dobbiamo ancora scoprire dov’è la sala di ritrovo dei Serpeverde. Speriamo soltanto di incontrare qualcuno DA seguire…»
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Ron, che era rimasto a fissare Harry, disse: «Non sai quanto sia strano vedere Goyle che pensa». Bussò alla porta di Hermione. «Svelta, dobbiamo anDAre…»
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Una vocetta stridula gli rispose: «Io… io non credo che verrò, dopo tutto. AnDAte senza di me».
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«Hermione, lo sappiamo che Millicent Bulstrode è brutta, ma nESsuno saprà che sei tu».
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«Ecco, così sei proprio Goyle» osservò Ron. «QuESta è la sua faccia ogni volta che un insegnante gli fa una domanDA».
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«Hermione, stai bene?» chiESe Harry DA dietro la porta.
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«Bene… sto bene… anDAte…»
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Harry guardò l’ora. Cinque dei loro sESsanta preziosi minuti erano già passati.
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«Ci ritroviamo qui, d’accordo?» chiESe.
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Harry e Ron aprirono con cautela la porta del bagno, controllarono che non ci fosse nESsuno e si avviarono.
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ScESero le scale di marmo. Ora, l’unica cosa di cui avevano bisogno era incontrare un Serpeverde DA seguire fino alla sala di ritrovo del loro dormitorio, ma in giro non si vedeva nESsuno.
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«La mattina i Serpeverde arrivano sempre DA lì» disse Ron indicando l’ingrESso ai sotterranei. Aveva appena finito di parlare che una ragazza DAi lunghi capelli ricci apparve DAlla porta d’ingrESso.
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«Prego?» chiESe la ragazza tutta rigiDA. «La nostra sala comune? Ma io sono di Corvonero».
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Harry e Ron scESero di corsa la scala di pietra e si trovarono immersi nell’oscurità; i loro passi erano particolarmente rumorosi, perché i grossi piedi di Tiger e Goyle pEStavano pESantemente il pavimento: i due ragazzi cominciarono a pensare che la cosa non sarebbe stata poi così facile come avevano sperato.
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I passaggi labirintici erano dESerti. Continuarono a scendere sempre più giù, nei sotterranei della scuola, controllando l’ora per vedere quanto tempo gli rEStava. Dopo un quarto d’ora, mentre stavano per perdere le speranze, a un tratto udirono qualcuno muoversi DAvanti a loro.
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«Ah!» ESclamò Ron tutto eccitato. «Eccone uno!»
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Videro una figura uscire DA una stanza laterale. Ma avvicinandosi ebbero un tuffo al cuore: non era un Serpeverde, era Percy.
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«E tu cosa ci fai quaggiù?» chiESe Ron sorprESo.
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«QuESti» disse tutto impettito, «non sono affari che vi riguarDAno. Sei Tiger, non è vero?»
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«Bene, allora tornatene al tuo dormitorio» intimò Percy severo. «E pericoloso, di quESti tempi, anDArsene in giro al buio, per i corridoi».
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«Io» disse Percy DAndosi un contegno, «sono un Prefetto. A me, niente può aggredirmi».
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«Ah, eccovi!» disse con voce strascicata guarDAndoli. «Siete stati tutto quESto tempo a rimpinzarvi nella Sala Grande? Vi ho cercato DAppertutto. Voglio farvi vedere una cosa veramente buffa».
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Percy prESe un’aria offESa.
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«DovrESti avere un po’ più di rispetto per un Prefetto della scuola!» disse. «Non mi piace il tuo atteggiamento!»
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Malfoy riDAcchiò e intimò a Harry e Ron di seguirlo. Harry stava per scusarsi con Percy ma si riprESe appena in tempo. Insieme a Ron si affrettò a seguire Malfoy il quale, non appena ebbero svoltato per un altro corridoio, commentò: «Quel Peter Weasley…»
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«Percy» lo corrESse Ron, senza pensarci.
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«…O come diavolo si chiama» disse Malfoy. «Ho notato che ultimamente se ne va in giro con aria equivoca. E scommetto di sapere cos’ha in tESta: pensa di riuscire a scovare DA solo l’erede di Serpeverde».
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Malfoy si fermò DAvanti a un tratto di muro di pietra squallido e ùmido.
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«Qual è la nuova parola d’ordine?» chiESe a Harry.
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«Ah, sì… purosangue!» disse Malfoy senza ascoltarlo, e una porta di pietra scorrevole, nascosta nella parete, si aprì. Malfoy la superò, seguito DA Ron e Harry.
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La sala comune dei Serpeverde era un sotterraneo lungo e basso con le pareti e il soffitto di pietra, DA cui, appESe a delle catene, pendevano lampade rotonde e verDAstre. Di fronte a loro, in un camino DAlle sculture elaborate, scoppiettava un fuoco contro cui si stagliava il profilo di molti ragazzi, seduti tutt’intorno su sedie scolpite.
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«Aspettatemi qui» disse Malfoy a Harry e Ron spingendoli verso due sedie vuote, lontane DAl fuoco. «Vado a prenderlo… mio padre me l’ha appena manDAto…»
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«QuESto ti piacerà» disse.
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Harry vide Ron sbarrare gli occhi. LESse velocemente, scoppiò in una risata molto forzata e passò il trafiletto a Harry.
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Era stato ritagliato DAlla Gazzetta del Profeta e diceva così:
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INCHIESTA AL MINISTERO DELLA MAGIA
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Lucius Malfoy, membro del Consiglio di amministrazione della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove l’automobile stregata si è schiantata all’inizio di quESt’anno, ha chiESto le dimissioni del signor Weasley.
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«Weaslev ha gettato il discredito sul Ministero» ha detto il signor Malfoy al nostro inviato. «È evidente che egli non è la persona aDAtta a far rispettare le nostre leggi e il suo ridicolo progetto di Legge per la Protezione dei Babbani va immediatamente accantonato».
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Non siamo riusciti a raccogliere il commento del signor Weasley, ma sua moglie ha intimato ai giornalisti di togliersi DAi piedi minacciando di sguinzagliare il fantasma di famiglia.
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«Be’?» chiESe Malfoy con impazienza quando Harry gli ebbe rEStituito il foglio. «Non è buffo?»
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«Arthur Weasley ama talmente tanto i Babbani che dovrebbe buttare alle ortiche la sua bacchetta magica e anDArsene a vivere con loro» disse Malfoy con tono sprezzante. «DA come si comportano, non si direbbe mai che i Weasley siano dei purosangue».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Be’, vattene in infermeria, e dài un calcio DA parte mia a tutti quei mezzosangue» disse Malfoy con un ghigno. «Strano che La Gazzetta del Profeta non abbia ancora DAto notizia di tutti quESti attentati» proseguì pensieroso. «Immagino che Silente stia cercando di mettere tutto a tacere. Se la cosa non finisce prESto gli DAranno il benservito. Mio padre dice sempre che Silente è la peggior disgrazia che sia mai capitata a quESto posto, perché adora i figli dei Babbani. Un prESide decente non avrebbe mai dovuto ammettere un rifiuto della società come quel Canon».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«San Potter, l’amico dei mezzosangue» scandì lentamente Malfoy. «Lui è un altro che non ha una vera sensibilità DA mago, altrimenti non se ne andrebbe sempre in giro con quella prESuntuosa Babbanastra della Granger. E pensare che la gente crede che l’erede di Serpeverde sia lui!»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Harry e Ron rimasero in attESa, trattenendo il fiato: di certo, Malfoy stava per dirgli che l’erede di Serpeverde era lui. E invece…
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Quanto mi piacerebbe sapere chi è» proseguì Malfoy con aria petulante. «Potrei DArgli una mano».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
A Ron-Tiger la mascella si afflosciò cosi tanto che la sua faccia sembrò ancor più ebete del solito. Per fortuna Malfoy non ci fece caso, e Harry, cercando freneticamente di farsi venire in mente qualcosa, disse: «Ma tu avrai sicuramente un’idea di chi c’è dietro a tutto quESto…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Lo sai che non ce l’ho, Goyle, quante volte te lo devo ripetere?» sbottò Malfoy. «E mio padre non vuole dirmi niente sull’ultima volta che la Camera è stata aperta. Certo, è succESso cinquant’anni fa, e quindi prima che lui fosse a Hogwarts, ma conosce la storia nei minimi particolari e dice che fu mESso tutto a tacere; per cui, se io ne sapESsi troppo apparirebbe sospetto. Una cosa, però, la so: l’ultima volta che la Camera dei Segreti è stata aperta è morto un mezzosangue. Perciò scommetto che è soltanto quEStione di tempo: anche quESta volta uno di loro ci rimetterà la pelle… Spero proprio che sia la Granger» concluse tutto soddisfatto.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Ron-Tiger stringeva i pugni gigantESchi. Rendendosi conto che se avESse mollato un cazzotto a Malfoy si sarebbero immancabilmente traditi, Harry fulminò l’amico con un’occhiata e chiESe: «Ma quello che ha aperto la Camera… l’hanno prESo?»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Oh, sì… chiunque sia stato, fu ESpulso» disse Malfoy. «Probabilmente è ancora ad Azkaban».
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«Azkaban?» ripeté Harry perplESso.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Sì, Azkaban… la prigione dei maghi, Goyle!» disse Malfoy fissandolo incredulo. «Parola mia, Goyle, se tu fossi appena un po’ più lento andrESti all’indietro!»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Si agitò sulla sedia e poi aggiunse: «Mio padre mi dice di non immischiarmi e di lasciare che l’erede di Serpeverde prosegua il suo lavoro. Dice che la scuola deve ESsere liberata DA tutti quegli sporchi mezzosangue, ma che io non me ne devo impicciare. Naturalmente in quESto momento lui ha ben altro DA fare. Lo sapete che il Ministero della Magia ha perquisito il nostro Castello, la settimana scorsa?»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Harry-Goyle cercò di fare assumere al suo viso ebete un’ESprESsione preoccupata.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Proprio cosi…» riprESe Malfoy. «Per fortuna non hanno trovato granché. Mio padre possiede alcune preziose sostanze per le Arti Oscure. Ma per fortuna anche noi abbiamo la nostra camera segreta, sotto il pavimento del salotto…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Aha!» ESclamò Ron-Tiger.
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Malfoy lo fissò, e altrettanto fece Harry. Ron arrossì. Anche i capelli gli si stavano tornando rossi. E anche il naso, pian piano, gli si stava allungando. L’ora era scaduta. Ron stava ridiventando Ron, e DAll’occhiata inorridita che lanciò a Harry, anche a lui stava capitando la stESsa cosa.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«PrESto, una medicina per il mal di stomaco!» grugnì Ron, e senza altre storie attraversarono di corsa la sala comune dei Serpeverde, si lanciarono contro la parete di pietra e attraversarono il passaggio segreto, sperando ardentemente che Malfoy non si fosse accorto di nulla. Harry rimpiccioliva e sentiva i piedi sciacquare dentro le enormi scarpe di Goyle e i vEStiti ballargli addosso. Fecero di volata le scale verso la sala d’ingrESso, che era avvolta nell’oscurità: DAll’armadio dove erano rinchiusi Tiger e Goyle provenivano dei colpi soffocati. Lasciarono le scarpe fuori DAll’armadio e, con i soli calzini ai piedi, fecero di corsa la scalinata di marmo, dritti al bagno di Mirtilla Malcontenta.
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«Be’, non è stato tutto tempo perso» ansimò Ron chiudendosi la porta del bagno alle spalle. «Va bene che non abbiamo ancora scoperto chi è l’autore degli attentati, ma domani scrivo a mio padre per dirgli di anDAre a DAre un’occhiatina sotto il salotto dei Malfoy».
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«Hermione, vieni fuori. Abbiamo un sacco di cose DA dirti…»
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«AnDAte via!» strillò Hermione.
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«Ma che diavolo è succESso?» chiESe Ron. «Ormai dovrESti ESsere tornata normale anche tu; noi siamo…»
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Ma Mirtilla Malcontenta sgattaiolò fuori DAl suo cubicolo. Harry non l’aveva mai vista così felice.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Oooooooh, adESso vedrete!» ESclamò. «È orribile!»
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Sentirono scorrere il chiavistello e Hermione apparve, in lacrime, coprendosi la tESta con gli abiti.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Che cosa è succESso?» chiESe Ron incerto. «Ti è rimasto il naso di Millicent, o cosa?»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Hermione si fece scivolare i vEStiti DAlla tESta e Ron arretrò fino al lavabo.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«E-era un p-pelo di g-gatto!» gemette. «M-Millicent B-Bustrode deve avere un gatto! E la p-pozione non può ESsere usata per trasformarsi in un animale!»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Ti prenderanno in giro DA morire!» commentò Mirtilla tutta felice.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Non ti preoccupare, Hermione» tagliò corto Harry. «Ora ti portiamo in infermeria. MaDAma Chips non fa mai troppe domande…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Ci volle del bello e del buono per convincere Hermione a uscire DAl bagno. Mirtilla Malcontenta li inseguì ridendo come una matta.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
«Ora vedrai, quando tutti si accorgeranno che hai la coDA!» La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2) |
Hermione rimase in infermeria per diverse settimane. Quando gli studenti tornarono DAlle vacanze di Natale corsero varie voci sulla sua scomparsa, perché naturalmente tutti pensarono che fosse l’ennESima vittima. Erano talmente tanti gli studenti che facevano la fila fuori dell’infermeria per farle visita che MaDAma Chips tirò di nuovo fuori le famose tende e le appESe tutt’attorno al letto, per risparmiarle la vergogna di farsi vedere con la faccia pelosa.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Harry e Ron anDAvano a trovarla tutte le sere. Quando ricominciò il trimEStre le portavano i compiti del giorno.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Magari mi fossero spuntati i baffi anche a me, almeno potrei prendermi una vacanza!» sospirò Ron una sera, rovESciando una pila di libri sul comodino di Hermione.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Non ESsere sciocco, Ron, io devo tenermi al passo» gli rispose lei vivace. Il suo umore era molto migliorato DA quando i peli se ne erano anDAti DAlla faccia e gli occhi stavano ritornando lentamente del loro colore. «Ci sono novità?» aggiunse in un sussurro per non farsi sentire DA MaDAma Chips.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«NESsuna» rispose Harry cupo.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Eppure, avrei giurato che fosse Malfoy» ripeté Ron per la centESima volta.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«E quello cos’è?» chiESe Harry indicando un oggetto d’oro che spuntava DA sotto il cuscino di Hermione.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Soltanto un cartoncino di auguri» disse in fretta Hermione, cercando di farlo sparire. Ma Ron fu più veloce di lei. Lo tirò fuori, lo aprì e lESse ad alta voce:
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Alla signorina Granger, con l’augurio di una pronta guarigione, DAl suo preoccupato insegnante, ProfESsor Gilderoy Allock, Ordine di Merlino, Terza Classe, Membro Onorario della Lega per la DifESa contro le Arti Oscure e cinque volte vincitore del premio per il Sorriso-più-Affascinante promosso DAl Settimanale delle streghe».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
L’arrivo provvidenziale di MaDAma Chips, che portava la medicina della sera, evitò a Hermione di rispondere.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Non trovi che Allock è l’individuo più viscido che hai mai incontrato in vita tua?» chiESe Ron a Harry mentre lasciavano il dormitorio e si avviavano su per le scale verso la torre del Grifondoro. Piton gli aveva assegnato tanti di quei compiti che si sarebbero ritrovati al sESto anno senza averli ancora finiti. Ron si stava appunto rammaricando di non aver chiESto a Hermione quante code di topo anDAvano aggiunte alla pozione Drizzacapelli, quando, DAl piano di sopra, gli giunse alle orecchie uno scoppio di griDA.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«È Gazza» bisbigliò Harry; fecero di corsa l’ultima rampa di scale, poi si fermarono, si nascosero e rimasero in ascolto con le orecchie tESe fino allo spasimo.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Pensi che sia stato aggredito qualcun altro?» chiESe Ron nervoso.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Rimasero immobili, sporgendosi nella direzione DA cui proveniva la voce isterica di Gazza.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«…ancora altro lavoro! È tutta la notte che asciugo pavimenti, come se non avESsi già abbastanza DA fare! No, quESta è la goccia che fa traboccare il vaso! AdESso vado DA Silente…»
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Harry e Ron fecero capolino dietro l’angolo per DAre un’occhiata. Era chiaro che, come al solito, Gazza aveva fatto un giro d’ispezione: i due si trovavano di nuovo sul luogo dove era stata aggredita Mrs Purr. Bastò un’occhiata per capire il motivo di tanto chiasso. Il corridoio era per metà allagato DA un grosso rivolo d’acqua che sembrava provenire DA sotto la porta del gabinetto di Mirtilla Malcontenta. Ora che Gazza aveva smESso di griDAre si udivano i lamenti di Mirtilla trapassare i muri.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«E ora che cosa le ha prESo?» chiESe Ron.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Mirtilla Malcontenta stava piangendo, se possibile, ancor più rumorosa e disperata di prima. Sembrava fosse nascosta nel solito gabinetto. Il locale era buio, perché le candele erano state spente DAllo scroscio d’acqua che aveva inonDAto pareti e pavimento.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Che cosa è succESso, Mirtilla?» chiESe Harry.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Chi è?» gorgogliò lei con una voce DA far pietà. «Siete venuti a scaraventarmi addosso qualche altra cosa?»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Non lo chiedere a me!» gridò Mirtilla emergendo e provocando un’altra onDAta d’acqua che finì sul pavimento già fradicio. «Io me ne sto qui, a farmi i fatti miei, ed ecco che qualcuno si diverte a tirarmi addosso un libro…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Ma, decisamente, aveva detto la cosa sbagliata. Mirtilla si gonfiò tutta e strillò: «Molto bene! Allora facciamo che tutti tirino libri addosso a Mirtilla, tanto lei non sente dolore! Dieci punti se le attraversi lo stomaco! Cinquanta se le attraversi la tESta! Benone, ha, ha, ha! Ma che gioco divertente! Per tutti, tranne che per me!»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Ma insomma, chi te l’ha tirato?» chiESe Harry.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«E che ne so… me ne stavo tranquillamente seduta nel sifone a pensare alla morte quando mi è caduto proprio sopra la tESta» spiegò Mirtilla fissandoli. «Eccolo lì, si è bagnato tutto».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Harry e Ron guarDArono sotto il lavandino, nella direzione indicata DA Mirtilla. Per terra c’era un libriccino. Aveva una copertina nera molto malanDAta e, come tutto il rESto nel gabinetto, era fradicio. Harry si avvicinò e lo raccolse, ma Ron allungò un braccio per trattenerlo.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Che cosa c’è?» chiESe Harry.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Ma sei matto?» disse Ron. «Potrebbe ESsere pericoloso».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Pericoloso?» rise Harry. «Ma stai scherzando? Come potrebbe ESsere pericoloso?»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Non si sa mai!» ESclamò Ron guarDAndo il libriccino con apprensione. «Fra i libri confiscati DAl Ministero… mi ha detto papà… ce n’era uno che ti bruciava gli occhi. E quelli che leggevano Sonetti di uno stregone dopo parlavano in versi per tutta la vita. Una vecchia strega che viveva a Bath aveva un libro che non si riusciva mai a smettere di leggere! Eri costretto ad anDArtene in giro con il naso incollato alle pagine, cercando di fare tutto con una mano sola. E…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Il libriccino era ancora lì per terra, tutto zuppo e DAll’aria apparentemente inoffensiva.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Be’, non sapremo mai di che cosa si tratta se non gli diamo un’occhiata» disse Harry, e si chinò, scansando Ron, per raccoglierlo DA terra.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Vide subito che si trattava di un diario e DAlla DAta scolorita sulla copertina capi che risaliva a cinquant’anni prima. Lo aprì con impazienza. Nella prima pagina riuscì soltanto a decifrare un nome, scritto con un inchiostro sbavato: ‘T.O. Riddle’.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Aspetta un po’» disse Ron che si era avvicinato cautamente e stava guarDAndo DA sopra la spalla di Harry. «Io quESto nome lo conosco… Cinquant’anni fa T.O. Riddle ebbe un premio per servigi speciali rESi alla scuola».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«E come diavolo fai a saperlo?» chiESe Harry sbalordito.
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«Perché Gazza mi ha fatto pulire la sua targa cinquanta volte, quando ero in castigo» disse Ron ancora risentito al pensiero. «È quello su cui ho vomitato tutte quelle lumache. Te ne ricorderESti anche tu se avESsi passato un’ora a ripulire un’iscrizione DAlla bava di lumaca!»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Per aver comperato un diario a Vauxhall Road doveva ESsere figlio di Babbani…» disse pensieroso.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Be’, non è un’informazione che ci torni particolarmente utile» commentò Ron. Poi, abbassando la voce: «Cinquanta punti se riESci a farlo passare attraverso il naso di Mirtilla».
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I primi di febbraio una Hermione finalmente priva di baffi, coDA e pelo lasciò l’infermeria. La sera stESsa del suo ritorno alla Torre del Grifondoro Harry le mostrò il diario di T.O. Riddle e le raccontò in che modo lo avevano trovato.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Oooh, potrebbe avere poteri nascosti» disse lei entusiasta, prendendolo in mano e rigirandolo DA tutte le parti.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Vorrei proprio sapere perché qualcuno abbia cercato di buttarlo via» disse Harry. «E anche in che modo Riddle si è guaDAgnato quel premio per servigi speciali a Hogwarts».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Può ESsere stato per una cosa qualsiasi» azzardò Ron. «Forse aveva ottenuto trenta G.U.F.O., oppure aveva salvato un profESsore DAl calamaro gigante. Forse ha ammazzato Mirtilla, con il che avrebbe rESo un grande favore alla collettività…»
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Ma DAllo sguardo assorto di Hermione, Harry capì che stava pensando quel che pensava lui.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Che cosa c’è?» chiESe Ron spostando lo sguardo DAll’uno all’altra.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«E quESto diario ha cinquant’anni» disse Hermione indicandolo con il dito, elettrizzata.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Dài, Ron, svegliati!» sbottò Hermione con impazienza. «Noi sappiamo che la persona che ha aperto la Camera l’ultima volta è stata ESpulsa cinquant’anni fa. Sappiamo che cinquant’anni fa T.O. Riddle ha ricevuto un premio per servigi speciali rESi alla scuola. Che ne dirESti se Riddle avESse ottenuto il premio per aver scoperto chi era l’Erede di Serpeverde? Probabilmente il suo diario potrebbe dirci tutto: dove si trova la Camera, come si fa ad aprirla e che genere di creatura ci vive chiusa dentro. La persona che oggi sta dietro agli attentati non vorrebbe certo che il diario anDAsse in giro, non trovi?»
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Ma Hermione stava già tirando fuori DAlla borsa la bacchetta magica.
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«Potrebbe ESsere stato scritto con inchiostro simpatico!» bisbigliò.
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Niente. Senza perdersi d’animo, Hermione tornò a infilare la mano nella borsa e ne EStrasse qualcosa che assomigliava a una gomma DA cancellare, di color rosso accESo.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«È un Rivelatore, l’ho prESo a Diagon Alley» disse.
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«DAte retta a me, dentro a quel diario non c’è proprio un fico secco DA scoprire!» disse Ron. «È succESso semplicemente che Riddle ha ricevuto un diario per Natale e che non si è DAto la pena di scriverci su».
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Harry non riuscì a spiegare neanche a se stESso perché non gettasse via il diario di Riddle. Il fatto era che, pur sapendo che le sue pagine erano intonse, continuava a sfogliarle distrattamente, come se ci fosse scritta una storia che voleva finire di leggere. Era sicuro di non a’ver mai sentito prima il nome di T.O. Riddle, e tuttavia gli pareva che significasse qualcosa per lui, come se Riddle fosse un amico d’infanzia, quasi dimenticato. Ma tutto quESto era assurdo. Lui non aveva mai avuto amici prima di anDAre a Hogwarts: Dudley aveva fatto di tutto per impedirglielo.
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Ma Harry era deciso a saperne di più su Riddle. Per quESto il giorno dopo durante la ricreazione si avviò verso la sala dei trofei con l’intenzione di ESaminare il premio speciale; lo seguivano Hermione, curiosissima, e Ron, sempre scettico, dichiarando che della sala dei trofei aveva visto abbastanza per tutta la vita.
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La targa d’oro brunito di Riddle era riposta in un armadio d’angolo. Mancavano i particolari del perché gli fosse stata conferita («Meno male!» commentò Ron, «altrimenti sarebbe stata ancora più grande e io sarei ancora qui a luciDArla!»). Ma trovarono il nome di Riddle su una vecchia MeDAglia al Merito Magico e su un elenco di vecchi Caposcuola.
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Un sole pallido aveva ricominciato a brillare su Hogwarts. Nel castello, l’umore tendeva allo speranzoso. Dopo l’aggrESsione a Justin e a Nick-Quasi-Senza-TESta gli attentati non si erano più ripetuti e MaDAma Chips era lieta di far sapere che le mandragole stavano diventando lunatiche e scontrose, il che significava che stavano rapiDAmente uscendo DAll’infanzia.
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Forse l’erede di Serpeverde si era scoraggiato, pensò Harry. Doveva ESsere sempre più rischioso aprire la Camera dei Segreti, con la scuola così allertata e sospettosa. Chissà, forse in quello stESso momento il mostro — di qualsiasi cosa si trattasse — si stava preparando ad anDAre in letargo per altri cinquant’anni…
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Ernie Macmillan del Tassorosso non condivideva quESta visione ottimistica. Era ancora convinto che il colpevole fosse Harry, che si era svelato durante il Duello. Pix non contribuiva certo a sdrammatizzare la situazione: continuava a spuntare nei corridoi affollati cantando «È Potter canaglia che infuria e si scaglia…», e per di più accompagnava la canzone con un balletto.
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Gilderoy Allock sembrava convinto di ESsere stato lui a metter fine agli attentati. Harry glielo sentì dire alla profESsorESsa McGranitt, una volta che i Grifondoro si stavano preparando per la lezione di Trasfigurazione.
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«Non credo che ci saranno altri disordini, Minerva» disse battendosi un dito sul naso con l’aria di chi la sa lunga e ammiccando. «Credo proprio che stavolta la Camera sia stata chiusa per sempre. Il colpevole deve ESsersi rESo conto che io l’avrei stanato: era solo quEStione di tempo. Ragionevole, direi, a ESsersi fermato ora, prima che lo massacrassi.
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«Vede, quello di cui la scuola ha bisogno in quESto momento è un sostegno morale. Cancellare i ricordi dell’ultimo trimEStre! Ora non voglio anticipare niente, ma credo di sapere ESattamente di che cosa…»
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Quel che intendESse Allock quando parlava di sostegno morale fu chiaro la mattina del 14 febbraio, a colazione. La notte prima Harry non aveva dormito molto per via di un allenamento notturno di Quidditch e quando arrivò trafelato al tavolo dei Grifondoro era in leggero ritardo. Per un attimo credette di avere varcato la porta sbagliata.
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Le pareti erano coperte di grossi fiori di un rosa accESo. Come se non bastasse, DAl soffitto color azzurro pallido piovevano coriandoli a forma di cuore. Harry si avvicinò al tavolo dei Grifondoro, dove Ron sembrava in preDA a un attacco di nausea e Hermione rideva in maniera insulsa.
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«Che cosa succede?» chiESe Harry sedendosi e togliendo i coriandoli DAl bacon.
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Ron indicò il tavolo degli insegnanti, troppo disgustato per parlare. Allock, che indossava un abito dello stESso colore rosa accESo delle decorazioni, stava agitando le braccia per chiedere silenzio. Gli insegnanti che sedevano al suo fianco erano impassibili, come pietrificati. DAl punto dove si trovava, Harry vedeva un muscolo contrarsi sulla guancia della McGranitt. Quanto a Piton, pareva gli avESsero propinato un bel bicchierone di Ossofast.
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«Buon San Valentino!» ESclamò Allock. «E il mio grazie alle quarantasei persone che mi hanno manDAto una cartolina di auguri! Si, mi sono prESo la libertà di farvi una piccola sorprESa… e non finisce qui!»
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Così dicendo batté le mani e DAlle porte della Sala d’IngrESso entrarono una dozzina di nani DAll’aria arcigna. Ma non erano nani qualsiasi. Allock li aveva dotati tutti di ali dorate e di un’arpa.
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«I miei amici cupidi, postini d’amore!» annunciò raggiante Allock. «Oggi andranno in giro per tutta la scuola, consegnando i vostri auguri di San Valentino! E il bello non finisce qui. Sono sicuro che i miei colleghi vorranno condividere lo spirito della fESta! Perché non chiedete al profESsor Piton di mostrarvi in quattro e quattr’otto come si prepara una Pozione d’Amore? E già che ci siamo, il profESsor Vitious, quel vecchio furbacchione, di IncantESimi Incantevoli ne sa più di qualsiasi mago io abbia mai conosciuto!»
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Il profESsor Vitious si nascose la faccia tra le mani. Quanto a Piton, la prima persona che si fosse azzarDAta a chiedergli una Pozione d’Amore rischiava l’avvelenamento.
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Per tutto il giorno i nani non smisero di fare irruzione nelle aule per consegnare gli auguri di San Valentino, con grande disappunto degli insegnanti; più tardi, nel pomeriggio, mentre i Grifondoro stavano salendo in classe per la lezione di IncantESimi, un nano chiamò Harry a gran voce.
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Infuriato al pensiero di ricevere un San Valentino DAvanti a una folla di studenti del primo anno, tra cui Ginny Weasley, Harry cercò di scappare. Ma il nano gli tagliò la ritirata tra la folla tirando calci sugli stinchi a tutti e lo raggiunse prima che avESse potuto fare due passi.
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«Ho un mESsaggio musicale DA consegnare a Harry Potter in persona» disse pizzicando l’arpa con fare stranamente minaccioso.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Non qui!» sibilò Harry cercando nuovamente di DArsela a gambe.
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«Lasciami anDAre!» ringhiò Harry DAndo uno strattone.
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Si udì il rumore di qualcosa che si lacerava e la sua cartella si strappò in due. I libri, la bacchetta magica, la pergamena e la penna d’oca si sparpagliarono a terra, e sopra a tutto andò a rovESciarsi la bottiglietta dell’inchiostro.
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«Che cosa succede qui?» Era la voce fredDA e strascicata di Draco Malfoy. Con movimenti febbrili Harry cominciò a infilare tutto nella cartella sconquassata, nel disperato tentativo di riuscire a filarsela prima che Malfoy potESse sentire il suo San Valentino musicale.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Che cos’è quESto trambusto?» chiESe un’altra voce familiare. E infatti sopraggiunse Percy.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Harry perse la tESta e cercò di spiccare una corsa, ma il nano lo placcò alle ginocchia e lo buttò a terra.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Harry avrebbe DAto tutto l’oro che aveva alla Gringott per dissolversi nell’aria. Facendosi coraggio e sforzandosi di ridere insieme a tutti gli altri, si rialzò, con i piedi addormentati per il pESo del nano. Intanto Percy Weasley si DAva DA fare per allontanare gli studenti, alcuni dei quali avevano le lacrime agli occhi DAlle risate.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Via, via tutti, la campanella è già suonata DA cinque minuti, tutti in classe ora!» gridò spingendo alcuni dei più giovani. «Anche tu, Malfoy!»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«RiDAmmelo!» disse sottovoce.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Chissà cosa ci ha scritto Potter?» disse Malfoy che ovviamente non aveva notato la DAta sulla copertina e pensava che si trattasse del diario personale di Harry. Fra gli astanti cadde il silenzio. Ginny guarDAva ora Harry ora il diario con aria terrorizzata.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«DAllo a me, Malfoy» intimò Percy con fermezza.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Non prima di averci DAto un’occhiata» replicò sarcasticamente Malfoy sventolando il libretto in direzione di Harry.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Ma a Harry non importava un accidente: aveva avuto la meglio su Malfoy, e per quESto valeva la pena di far perdere anche cinque punti al Grifondoro. Malfoy era furibondo e quando Ginny gli passò accanto per entrare in classe, le gridò dietro con voce dispettosa: «Non credo proprio che a Potter sia piaciuto il tuo San Valentino!»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Ginny si coprì il viso con le mani e corse in classe. Ringhiando, anche Ron EStrasse la sua bacchetta, ma Harry lo fermò. Non era proprio il caso che l’amico passasse tutta la lezione di IncantESimi a vomitare lumache.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Soltanto quando furono in classe Harry notò qualcosa di strano nel diario di Riddle. Tutti i suoi libri erano imbrattati d’inchiostro scarlatto a parte il diario, che era immacolato come prima che la boccetta dell’inchiostro vi cadESse sopra. Cercò di farlo notare a Ron, ma in quel momento l’amico aveva qualche difficoltà con la sua bacchetta, DAlla cui EStremità uscivano grosse bolle viola, per cui non era interESsato a niente altro.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Quella sera Harry andò a letto prima degli altri compagni di stanza, in parte perché non ne poteva più di sentire Fred e George canticchiare Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia, e in parte perché voleva ESaminare meglio il diario di Riddle, sapendo che Ron la considerava una perdita di tempo.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Si sedette sul suo letto a balDAcchino e sfogliò velocemente le pagine bianche, senza alcuna macchia d’inchiostro scarlatto. Poi DAl comodino prESe una nuova boccetta d’inchiostro, vi intinse la penna d’oca e lasciò cadere una goccia sulla prima pagina.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
TrasuDAndo DAlla pagina, nel suo stESso inchiostro, apparvero parole che Harry non aveva mai scritto.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Salve, Harry Potter. Io mi chiamo Tom Riddle. Come sei venuto in possESso del mio diario?
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Anche quESte parole svanirono, ma non prima che Harry cominciasse a scrivere una risposta.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
AttESe ansiosamente la risposta di Riddle.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Meno male che ho affiDAto le mie memorie a qualcosa di più duraturo dell’inchiostro. Ho sempre saputo che a qualcuno non sarebbe anDAto a genio che quESto diario venisse letto.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Voglio dire che quESto diario custodisce il ricordo di cose terribili. Cose che sono state occultate. Cose accadute nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
È li che mi trovo in quESto momento scrisse velocemente Harry. Sono a Hogwarts, e stanno accadendo cose orribili. Sai niente della Camera dei Segreti?
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Il cuore gli martellava in petto. La risposta di Riddle non si fece attendere e la sua scrittura divenne più disordinata, come se avESse fretta di raccontare tutto quel che sapeva.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Certo che so della Camera dei Segreti. Ai miei tempi ci dissero che era una leggenDA, che non ESìsteva. Ma era una bugia. Quando frequentavo il quinto anno, la Camera venne aperta, il mostro aggredì molti studenti e alla fine ne uccise una. Io prESi la persona che aveva aperto la Camera e quESta fu ESpulsa. Ma il profESsor Dippet, il PrESide, vergognandosi che a Hogwarts fosse accaduta una cosa del genere, mi proibì di raccontare la verità. Fu mESsa in giro la storia che la ragazza era morta in un misterioso incidente. A me, per il disturbo, fu consegnato un bel trofeo lucente tutto istoriato, e mi fu intimato di tenere la bocca chiusa. Ma sapevo che la cosa avrebbe potuto ripetersi. Il mostro rimase in vita e l’unica persona dotata del potere di liberarlo non fu mESsa in prigione.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Nella fretta di rispondere, per poco Harry non rovESciò la boccetta dell’inchiostro.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Tutto si sta ripetendo in quESto momento. Ci sono stati tre attentati e sembra che nESsuno sappia chi c’è dietro. Chi è stato l’ultima volta?
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Posso fartelo vedere, se vuoi giunse pronta la risposta di Riddle. Non devi credermi per forza. Posso portarti dentro al mio ricordo della notte in cui prESi il colpevole.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Harry ESitò, con la penna d’oca sospESa a mezz’aria, sopra il diario. Che cosa voleva dire Riddle? Come poteva ESsere trasportato dentro ai ricordi di un’altra persona? Lanciò un’occhiata nervosa alla porta del dormitorio, dove il buio si stava facendo sempre più fitto. Quando tornò a posare gli occhi sul diario, vide che si stavano formando nuove parole.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Le pagine del diario cominciarono a sfogliarsi come al soffio di un vento forte e si fermarono a metà del mESe di giugno. Con la bocca spalancata per lo stupore, Harry vide che il riquadro della DAta del 13 giugno sembrava ESsere diventato un minuscolo schermo televisivo. Con mani tremanti, sollevò il libro per mettere l’occhio sulla piccola finEStra e prima ancora di sapere cosa stESse accadendo si trovò piegato in avanti verso la finEStra che si allargava. Sentì il proprio corpo lasciare il letto, poi fu scaraventato a capofitto nella pagina, in un turbinio di luci e ombre.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
A un tratto sentì i piedi poggiarsi sulla terraferma; rimase immobile, tremante, mentre le sagome DApprima sfocate acquistavano contorni precisi.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Seppe immediatamente dove si trovava. Quella stanza circolare con i ritratti addormentati alle pareti era l’ufficio di Silente… ma quello seduto dietro alla scrivania non era Silente. Un mago grinzoso e DAll’aria fragile, calvo tranne che per qualche raro ciuffo di capelli bianchi, stava leggendo una lettera al lume di candela. Harry non l’aveva mai visto prima.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Il mago continuò a ignorarlo. Sembrava non lo avESse neanche sentito. Pensando che fosse sordo, Harry alzò la voce.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Mi scusi se l’ho disturbata, ora me ne vado» disse quasi griDAndo.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Il mago ripiegò la lettera con un sospiro, si alzò in piedi, gli passò DAvanti senza degnarlo di uno sguardo e andò a tirare le tende della finEStra.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Harry si guardò intorno. Niente fenice Fanny; niente strani congegni d’argento. QuESta era Hogwarts come l’aveva conosciuta Riddle, e ciò significava che il PrESide era quel mago sconosciuto e non Silente, e che lui, Harry, era poco più di un fantasma, invisibile per la gente di cinquant’anni prima.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Entrò un ragazzo di circa sedici anni, togliendosi il cappello a punta. Sul petto gli brillava il cartellino d’argento DA Prefetto. Era molto più alto di Harry, ma anche lui aveva capelli neri come l’inchiostro.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Ah, Riddle!» fece il PrESide.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Voleva vedermi, profESsor Dippet?» chiESe Riddle. Sembrava nervoso.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Siediti» disse Dippet. «Ho appena letto la lettera che mi hai manDAto».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Mio caro ragazzo» disse il prESide con voce gentile, «non ho la minima possibilità di farti rimanere a scuola per l’EState. Non vuoi tornare a casa per le vacanze?»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«No» rispose prontamente Riddle. «Preferirei molto di più rEStare a Hogwarts che tornare in quel… in quel…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Mia madre è morta appena sono nato, signore. All’orfanotrofio mi hanno detto che visse appena quanto bastava a DArmi il nome: Tom, come mio padre, e Orvoloson, come mio nonno».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Il fatto è, Tom» sospirò, «che si sarebbe anche potuto fare uno strappo alla regola per te, ma DAte le attuali circostanze…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Parla di tutti quESti attentati, signore?» chiESe Riddle. Il cuore balzò in petto a Harry, che si avvicinò per paura di perdere qualche battuta.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Proprio così» disse il prESide. «Mio caro ragazzo, devi capire quanto sarebbe irragionevole DA parte mia lasciarti rimanere al castello, una volta terminato il trimEStre. Specialmente alla luce della recente tragedia… la morte di quella povera ragazza… Sarai molto più al sicuro nel tuo orfanotrofio. Il Ministero della Magia sta parlando addirittura di chiudere la scuola. Non abbiamo fatto nESsun progrESso nell’individuare la… ehm… fonte di quESta antipatica…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Ma, signore… se la persona venisse prESa… se tutto finisse…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Cosa vuoi dire?» chiESe Dippet con una nota stridula nella voce, raddrizzandosi sulla sedia. «Riddle, tu sai qualcosa di quESta storia?»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Ma Harry ebbe la certezza che quel ‘no’ assomigliasse molto a quello che lui stESso aveva detto a Silente.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Puoi anDAre, Tom…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Riddle si alzò e uscì DAlla stanza. Harry lo segui.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
ScESero la scala a chiocciola mobile e uscirono vicino al mascherone, nel corridoio ora sempre più buio. Riddle si fermò e altrettanto fece Harry, fissandolo. Avrebbe giurato che Riddle stESse pensando qualcosa di serio. Si mordicchiava le labbra e aveva la fronte aggrottata.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Poi, come se avESse finalmente prESo una decisione, si allontanò in fretta, e Harry gli tenne dietro senza far rumore. Non incontrarono nESsuno fino a che non furono nella Sala d’IngrESso; lì un mago molto alto DAi lunghi capelli castani e DAlla barba fluente chiamò Riddle DAlla scalinata di marmo.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Cosa fai in giro a quESt’ora, Tom?»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Il prESide ha voluto parlarmi, signore» disse Riddle.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Be’, fila a letto» disse Silente, lanciandogli la stESsa occhiata penetrante che Harry conosceva così bene. «In quESti giorni è meglio non girovagare per i corridoi. Almeno DA quando…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Sospirò profonDAmente, augurò a Riddle la buonanotte e si allontanò. Riddle lo segui con lo sguardo finché non fu sparito, poi si dirESse rapiDAmente verso la scala di pietra che portava ai sotterranei, sempre con Harry alle calcagna.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Ma con sua grande delusione Riddle non lo condusse in un passaggio nascosto o in un tunnel segreto, ma semplicemente nel sotterraneo dove Piton teneva le sue lezioni di Pozioni. Le torce non erano accESe e quando Riddle entrò richiudendo la porta quasi del tutto Harry non vedeva più altri che lui, immobile, mentre sorvegliava il corridoio.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
A Harry sembrò di ESsere rimasto lì almeno un’ora. L’unica cosa che riusciva a scorgere era Riddle, appostato vicino alla porta, immobile come una statua, spiare attraverso la fESsura. La tensione dell’attESa si allentò, e proprio mentre Harry cominciava a dESiderare di tornare al prESente, udì qualcosa muoversi fuori della porta.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Qualcuno percorreva furtivo il passaggio. Chiunque fosse, lo udi oltrepassare il sotterraneo dove lui e Riddle erano nascosti. QuESt’ultimo, silenzioso come un’ombra, sgattaiolò fuori e lo seguì. E Harry dietro di lui, in punta di piedi, senza pensare che non potevano udirlo.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Seguirono i passi forse per cinque minuti; poi Riddle si fermò di scatto, tESo all’ascolto di nuovi rumori. Harry udì il cigolio di una porta che si apriva e poi un bisbiglio rauco.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Dài… tocca anDAre via di qui… andiamo, su… nella scatola…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Con un balzo improvviso, Riddle svoltò l’angolo. Harry gli andò dietro. Vide la sagoma nera di un ragazzo enorme, accucciato DAvanti a una porta aperta, con accanto uno scatolone.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Non penso che tu volESsi uccidere nESsuno. Ma i mostri non possono diventare animali domEStici. Suppongo che tu l’abbia fatto uscire solo per fargli sgranchire un po’ le zampe e…»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Non ha ammazzato nESsuno!» disse il ragazzo corpulento, indietreggiando verso la porta chiusa. Dietro di lui, Harry sentiva un curioso raspare e schioccare.
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«Fatti DA parte» disse Riddle EStraendo la bacchetta magica.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
L’incantESimo accESe il corridoio di un’improvvisa luce fiammeggiante. La porta alle spalle del ragazzo corpulento si spalancò con tale forza che lo mandò a sbattere contro la parete opposta. La cosa che uscì fece emettere a Harry un grido lungo e penetrante, che lui solo sembrò udire.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Un corpo immenso, basso e peloso, e un groviglio di zampe nere; il bagliore di una miriade di occhi e un paio di chele taglienti come lame di rasoio. Riddle alzò di nuovo la bacchetta, ma troppo tardi. La cosa lo travolse al suo passaggio e poi sparì veloce lungo il corridoio. Riddle si rialzò annaspando e le corse dietro; fece per sollevare la bacchetta, ma il ragazzo corpulento con un balzo gli fu addosso, gliela strappò di mano e lo scaraventò all’indietro griDAndo: «Nooooooo!»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Tutto cominciò a girare vorticosamente, il buio divenne completo, Harry si sentì cadere e con un tonfo atterrò all’indietro, a braccia e gambe aperte, sul suo letto a balDAcchino, nel dormitorio del Grifondoro. Sulla pancia giaceva, aperto, il diario di Riddle.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Prima che avESse avuto il tempo di riprendere fiato, la porta si aprì ed entrò Ron.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Harry si mise seduto. SuDAva e tremava tutto.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
«Cosa è succESso?» chiESe Ron guarDAndolo preoccupato.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2) |
Harry, Ron e Hermione avevano sempre saputo dell’incrESciosa simpatia di Hagrid per le creature grandi e mostruose. Durante il primo anno a Hogwarts, Hagrid aveva tentato di allevare un drago nella sua capanna di legno e i tre non avrebbero dimenticato tanto facilmente il gigantESco cane a tre tESte DA lui battezzato Fuffi. Se poi, DA ragazzo, Hagrid avESse sentito dire che DA qualche parte, nel castello, si nascondeva un mostro, Harry era certo che avrebbe fatto carte false pur di DArgli un’occhiata. Probabilmente aveva pensato che era un peccato tenere il mostro rinchiuso tanto a lungo e che meritava di sgranchirsi le sue innumerevoli zampe. Poteva vederlo, il tredicenne Hagrid, cercare di infilargli guinzaglio e collare. Ma era altrettanto sicuro che non avESse mai voluto uccidere.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Riddle potrebbe aver prESo la persona sbagliata» disse Hermione. «Forse quello che aggrediva le persone era un altro mostro…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Ma quanti mostri pensi che ci siano in quESto posto?» chiESe Ron ostinato.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Abbiamo sempre saputo che Hagrid è stato ESpulso» disse Harry tristemente. «E gli attentati devono ESsere finiti proprio dopo che lui è stato sbattuto fuori. Altrimenti, Riddle non sarebbe stato premiato».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Riddle assomiglia a Percy… e comunque, chi gli ha chiESto di denunciare Hagrid?»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Ma il mostro aveva ucciso una persona, Ron» gli fece prESente Hermione.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«E se Hogwarts chiudeva, Riddle sarebbe dovuto tornare in un orfanotrofio di Babbani» disse Harry. «Non posso DArgli torto se voleva rEStare qui…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Ron si mordicchiò le labbra, poi azzardò un’altra ipotESi.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Stava comperando un Repellente per lumache carnivore» si affrettò a ricorDArgli Harry.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Tutti e tre tacquero. Dopo una lunga pausa, con voce ESitante Hermione si decise a fare la domanDA più spinosa: «Pensate che sia il caso di anDAre a parlarne con lui?»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Allora si che ci sarebbe DA ridere!» disse Ron. «Salve, Hagrid, dicci un po’, non è che per caso, ultimamente, hai sguinzagliato nel castello un coso pazzo e peloso?»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Alla fine decisero di non dirgli niente a meno che non si verificasse un’altra aggrESsione, e visto che i giorni passavano e la voce disincarnata non si faceva sentire, cominciarono a sperare che non ci sarebbe mai stato bisogno di chiedergli perché era stato ESpulso. Erano circa quattro mESi che Justin e Nick-Quasi-Senza-TESta erano stati pietrificati e quasi tutti sembravano dell’idea che l’aggrESsore, chiunque fosse, avESse rinunciato una volta per tutte. Pix si era finalmente stancato di canticchiare È Potter canaglia che infuria e si scaglia; un giorno, alla lezione di Erbologia, Ernie Macmillan chiESe a Harry con grande gentilezza di passargli un secchio di funghi; e a marzo, nella Serra numero Tre, molte mandragole fecero fESta a lungo e rumorosamente, il che rESe molto felice la profESsorESsa Sprite.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Ma non possiamo» disse tristemente Ron. «Tutte le materie vecchie ce le dobbiamo tenere, altrimenti avrei mollato DifESa contro le Arti Oscure».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Ma quella è importantissima!» disse Hermione scanDAlizzata.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Non come la insegna Allock» disse Ron. «L’unica cosa che ho imparato DA lui è non lasciare liberi i folletti».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Neville Paciock era stato inonDAto di lettere DA tutti i maghi e le streghe della sua famiglia, ricevendo DA ognuno un consiglio diverso. Confuso e preoccupato, leggeva l’elenco delle materie con la lingua di fuori, chiedendo a tutti se pensavano che Aritmanzia fosse più difficile delle Antiche Rune. Dean Thomas, che come Harry era crESciuto tra i Babbani, finì per chiudere gli occhi e puntare la bacchetta magica sull’elenco delle materie: avrebbe scelto a caso. Hermione non chiESe consiglio a nESsuno e le scelse tutte.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Harry sorrideva amaramente tra sé al pensiero di quel che avrebbero detto zio Vernon e zia Petunia se lui avESse provato a discutere con loro il suo futuro di mago. Non che gli mancasse una guiDA: Percy Weasley era ansioso di condividere con lui la propria ESperienza.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Dipende DA dove vuoi anDAre, Harry» disse. «Non è mai troppo prESto per pensare al futuro, per quESto ti suggerirei Divinazione. La gente dice che Babbanologia sia una scelta al ribasso, ma personalmente penso che i maghi dovrebbero conoscere a fondo la società dei non-maghi, specie se pensano di lavorare in stretto contatto con loro… GuarDA mio padre: lui ha a che fare tutto il tempo con i Babbani. Mio fratello Charlie è stato sempre amante dell’aria aperta e quindi ha scelto Cura delle Creature Magiche. Scegli le materie in cui sei forte, Harry».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Ma l’unica cosa per cui Harry sentiva di ESsere tagliato era il Quidditch. Alla fine scelse le stESse nuove materie di Ron, pensando che se lui si fosse rivelato una schiappa almeno avrebbe avuto un amico DA cui farsi aiutare.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
La prossima partita di Quidditch il Grifondoro l’avrebbe giocata contro i Tassorosso. Baston insisteva per allenare la squadra tutte le sere dopo cena, per cui Harry non aveva tempo per altro che non fossero il Quidditch e i compiti. Ma le sESsioni di allenamento stavano migliorando, o quantomeno si facevano più all’asciutto, e la sera della vigilia dell’incontro Harry salì nel suo dormitorio per posare il manico di scopa con la sensazione che le probabilità dei Grifondoro di vincere la coppa non erano mai state tanto alte.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Il contenuto del suo baule era stato sparpagliato DAppertutto. Il mantello giaceva a terra, strappato. Il pigiama era stato tolto DA sotto il cuscino, il cassetto del comodino era stato tirato fuori e il contenuto sparso sul materasso.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Harry si avvicinò al letto, a bocca aperta, calpEStando alcune pagine strappate del volume Trekking con i troll.
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Mentre rifaceva il letto, aiutato DA Neville, entrarono Ron, Dean e Seamus. Dean imprecò ad alta voce.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Cosa diavolo è succESso, Harry?»
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«Non ne ho la più palliDA idea» rispose lui. Intanto, Ron ESaminava i vEStiti: tutte le tasche erano state rivoltate.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Harry si girò nervosamente verso la porta della stanza e Ron uscì dietro di lui. ScESero di corsa nella sala comune del Grifondoro, mezza dESerta, e si avvicinarono a Hermione che, tutta sola, stava leggendo un libro DAl titolo Metodo semplificato per la lettura delle Antiche Rune.
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«Ma… soltanto un Grifondoro può averlo rubato… nESsun altro conosce la nostra parola d’ordine…»
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La mattina dopo, al risveglio, diede loro il buongiorno un bel sole e un venticello frESco.
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«Condizioni perfette per il Quidditch» disse Baston entusiasticamente al tavolo della colazione, riempiendo di uova strapazzate i piatti dei giocatori. «DAcci dentro, Harry, devi fare una colazione decente».
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Harry continuava a scrutare l’affollato tavolo dei Grifondoro, chiedendosi se per caso il nuovo proprietario del diario di Riddle non si trovasse proprio di fronte a lui. Hermione aveva insistito perché denunciasse il furto, ma a lui l’idea non piaceva. Avrebbe dovuto raccontare tutto a un insegnante; ma quanti sapevano il motivo per cui Hagrid era stato ESpulso, cinquant’anni prima? Non voleva certo ESsere lui a riportare a galla quella storia.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Aveva appena lasciato la Sala Grande insieme a Ron e Hermione per anDAre a prendere il suo equipaggiamento DA Quidditch, quand’ecco che un’altra angoscia si aggiunse al già nutrito elenco delle sue preoccupazioni. Non aveva fatto in tempo a poggiare un piede sul primo gradino della scala di marmo che la udì di nuovo: «Uccidere adESso… fare a pezzi… squartare…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«La voce!» ESclamò Harry guarDAndosi alle spalle. «L’ho sentita di nuovo… e voi?»
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«Harry… credo proprio di aver capito una cosa! Devo anDAre in biblioteca!»
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«Chissà che cosa ha capito…» disse Harry disorientato mentre si guarDAva ancora intorno cercando di individuare DA dove provenisse la voce.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Molto più di quanto abbia capito io» disse Ron scuotendo la tESta.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Ma perché ha dovuto anDAre in biblioteca?»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Harry non si mosse, indeciso, cercando di udire di nuovo la voce, ma ormai tutti stavano uscendo DAlla Sala Grande parlando a voce alta e imboccavano la porta principale diretti al campo di Quidditch.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Le squadre entrarono in campo tra uno scrosciare di applausi. Oliver Baston decollò per un volo di riscalDAmento intorno ai pali delle porte, MaDAma Bumb mise in campo le palle. I Tassorosso, che giocavano in tuta giallo canarino, riuniti a capannello, stavano terminando le consultazioni sulla tattica di gioco.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«La partita è stata annullata» annunciò la McGranitt, rivolta allo stadio gremito. Si udirono fischi e griDA. Oliver Baston, sconvolto, planò a terra e si precipitò verso la McGranitt senza neanche scendere DAlla scopa.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Ma profESsorESsa» gridò, «noi dobbiamo giocare… la coppa… il Grifondoro…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Lei lo ignorò e continuò a parlare al megafono: «Tutti gli studenti tornino nelle sale comuni delle rispettive Case, dove i RESponsabili forniranno ulteriori informazioni. Più in fretta possibile, per favore!»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Chiedendosi come mai quESta volta si potESse sospettare di lui, Harry vide Ron staccarsi DAlla folla in tumulto e raggiungere di corsa lui e la McGranitt che si erano incamminati verso il castello. Con sua grande sorprESa, lei non ebbe niente DA obiettare.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Tra gli studenti che passavano loro accanto, alcuni si lamentavano che la partita fosse stata annullata, altri avevano l’aria preoccupata. Harry e Ron seguirono la profESsorESsa dentro la scuola e poi su per la scalinata di marmo. QuESta volta, però, non furono accompagnati nell’ufficio di nESsuno degli insegnanti.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Stavano per raggiungere l’infermeria quando la profESsorESsa McGranitt disse con voce stranamente dolce: «Avrete un grande shock. C’è stato un altro attentato… duplice quESta volta».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Harry si sentì torcere le budella. La profESsorESsa McGranitt spalancò la porta e lui e Ron entrarono.
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MaDAma Chips era china su una ragazza del quinto anno DAi lunghi capelli ricciuti. Harry la riconobbe per la Corvonero cui avevano chiESto casualmente informazioni sulla sala di ritrovo dei Serpeverde. E sul letto vicino al suo c’era…
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«Le hanno trovate vicino alla biblioteca» disse la McGranitt. «SaprESte spiegarmi che cos’è quESto? Era per terra, vicino a loro…»
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«D’ora in avanti, tutti gli studenti rientreranno nelle sale comuni entro le sei di sera. NESsuno di loro dovrà lasciare il dormitorio dopo quell’ora. Un insegnante vi scorterà alle lezioni. NESsuno studente deve usare il bagno se non è accompagnato DA un insegnante. Tutti gli allenamenti e le partite di Quidditch dovranno ESsere rinviati. Le attività serali sono sopprESse».
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I Grifondoro, tutti stipati nella sala comune, la ascoltavano in silenzio. La McGranitt riavvolse il rotolo di pergamena che aveva appena letto e disse con voce soffocata: «Inutile dire che raramente ho provato tanta angoscia. È probabile che la scuola verrà chiusa, a meno che il rESponsabile di tutti quESti attentati non venga prESo. Raccomando a chiunque pensi di sapere qualcosa al riguardo di farsi avanti».
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Usci a fatica DAl buco del ritratto e subito tra i Grifondoro si accESe un’animata conversazione.
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«E con quESto i Grifondoro colpiti sono due, senza contare un fantasma del Grifondoro, una Corvonero e un Tassorosso» commentò Lee JorDAn, l’amico dei gemelli Weasley, contando sulla punta delle dita. «NESsuno degli insegnanti ha notato che i Serpeverde sono tutti incolumi? Non è evidente che all’origine di tutta quESta storia c’è Serpeverde? L’erede di Serpeverde, il mostro di Serpeverde… perché non li buttano fuori tutti?» tuonò tra cenni di assenso e sporadici applausi.
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Ma Harry lo ascoltava solo per metà. Non riusciva a togliersi DAlla mente l’immagine di Hermione, immobile sul letto dell’infermeria come una statua di pietra. Quanto a lui, se il colpevole non veniva prESo in tempo, la prospettiva che gli si parava DAvanti era una vita intera con i Dursley. Tom Riddle aveva denunciato Hagrid perché anche lui, se la scuola avESse chiuso, avrebbe trascorso i suoi anni migliori in un orfanotrofio di Babbani. Ora Harry sapeva perfettamente come doveva ESsersi sentito.
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«Che cosa facciamo?» gli chiESe Ron all’orecchio. «Pensi che sospettino di Hagrid?»
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«Dobbiamo parlargli» disse Harry prendendo una decisione. «Non posso credere che quESta volta sia lui, ma se l’ultima volta ha liberato il mostro, saprà bene come entrare nella Camera dei Segreti. Intanto cominciamo DA quESto».
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«Ma la McGranitt ha detto che quando non siamo in classe dobbiamo rEStare nelle nostre torri…»
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Harry aveva ereditato una cosa sola DA suo padre: un lungo e argenteo Mantello dell’Invisibilità. Per loro era l’unica possibilità di sgattaiolare fuori della scuola e anDAre DA Hagrid senza che nESsuno se ne accorgESse. Si coricarono alla solita ora, aspettarono che Neville, Dean e Seamus avESsero finito di fare congetture sulla Camera dei Segreti e si fossero addormentati, quindi si alzarono, si rivEStirono e si gettarono addosso il mantello.
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Il tragitto attraverso i corridoi bui e dESerti non fu piacevole. SpESso Harry aveva girovagato per il castello di notte, ma non l’aveva mai visto cosi frequentato, dopo il tramonto. Insegnanti. Prefetti e fantasmi pattugliavano i corridoi a coppie per controllare che non si tenESsero attività insolite. Il Mantello dell’invisibilità non impediva ai due ragazzi di fare rumore e ci fu un momento di particolare tensione quando Ron urtò qualcosa con il piede a pochi metri DAl luogo dove Piton montava la guardia. Per fortuna Piton starnutì quasi nello stESso momento in cui Ron si faceva sfuggire un’imprecazione. Raggiungere e aprire le porte di quercia dell’ingrESso principale fu un vero sollievo.
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Era una notte chiara e stellata. Si affrettarono in direzione della finEStra illuminata della casetta di Hagrid e si tolsero il mantello solo quando furono DAvanti all’ingrESso.
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Bussarono, e dopo qualche attimo Hagrid spalancò la porta. Imbracciava una balEStra e gliela puntava contro, mentre Thor, dietro di lui, abbaiava a perdifiato.
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«Oh!» ESclamò il guardiacaccia abbassando l’arma e fissandoli. «Che cosa ci fate qui voi due?»
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«E quella a cosa ti serve?» chiESe Harry mentre entravano, indicando la balEStra.
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Sembrava che non sapESse quel che stava facendo. Per poco non spense il fuoco, versandoci sopra dell’acqua DAl bollitore, poi mandò in frantumi la teiera urtandola con la sua manona poderosa.
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«Ti senti bene, Hagrid?» chiESe Harry. «Hai sentito di Hermione?»
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Continuava a guarDAre nervosamente fuori DAlle finEStre. Riempì due grosse tazze d’acqua bollente (aveva dimenticato di aggiungere le bustine del tè) e stava per sistemare su un piatto un pezzo di panpepato, quando si udì bussare forte.
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Hagrid lasciò cadere il dolce. Harry e Ron si scambiarono un’occhiata terrorizzata, poi si buttarono addosso il Mantello dell’Invisibilità e si acquattarono in un angolo. Hagrid controllò che fossero ben nascosti, afferrò la balEStra e tornò ad aprire la porta.
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Era Silente. Entrò, con un’aria terribilmente seria, seguito DA un altro signore DAll’aspetto assai curioso.
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Lo straniero era un uomo basso, corpulento, aveva capelli grigi tutti arruffati e un’ESprESsione ansiosa. Indossava una strana accozzaglia di indumenti: un abito gESsato, una cravatta scarlatta, un soprabito nero e stivali a punta color viola. Sotto braccio portava una bombetta verde.
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Hagrid era diventato pallido e suDAva. Si lasciò cadere su una sedia, con lo sguardo che anDAva DA Silente a Cornelius Caramell.
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«Brutta faccenDA, Hagrid» disse Caramell con voce piuttosto secca. «Bruttissima faccenDA. Dovevo venire. Quattro aggrESsioni a figli di Babbani. Si è passato ogni limite. Il Ministero deve intervenire».
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«Ma io…» disse Hagrid rivolgendo uno sguardo implorante a Silente. «Lei lo sa, profESsore; signore, io mai…»
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«Senti, Albus» disse Caramell con un certo disagio. «I precedenti di Hagrid sono contro di lui. Il Ministero deve fare qualcosa… I consiglieri della scuola si sono mESsi in contatto con me».
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«Eppure, Cornelius, ti ripeto che manDAr via Hagrid non servirà a niente» insistette Silente. I suoi occhi azzurri erano animati DA un fuoco che Harry non gli aveva mai visto prima.
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«Cerca di metterti nei miei panni» disse Caramell giocherellando con la bombetta. «Io sto ricevendo un mucchio di prESsioni. Bisogna far vedere che si sta facendo qualcosa. Se si scopre che non è stato Hagrid lo rimandiamo a casa e non se ne parla più. Ma devo prenderlo. Devo. Non farei il mio dovere se…»
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«Prendermi?» chiESe Hagrid che aveva cominciato a tremare. «Per portarmi dove?»
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«Soltanto per un breve periodo» disse Caramell evitando lo sguardo del gigante. «Non è una punizione, Hagrid; più che altro è una precauzione. Se verrà prESo qualcun altro, tu verrai liberato con tanto di scuse…»
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«Non ad Azkaban, vero?» chiESe Hagrid con voce roca.
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Prima che Caramell potESse rispondere, si udì di nuovo bussare energicamente alla porta.
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Silente andò ad aprire. QuESta volta la gomitata toccò a Harry, che aveva sussultato emettendo un suono ben udibile.
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Lucius Malfoy entrò a gran passi nella capanna, avvolto in un lungo mantello nero DA viaggio; sul volto, aveva stampato un sorriso freddo e soddisfatto. Thor cominciò a ringhiare.
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«Lei! Cosa vuole?» chiESe Hagrid furibondo. «Fuori DA casa mia!»
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«Brav’uomo, ti prego di credere che non mi piace affatto trovarmi nella tua… ehm… quESta la chiami casa, vero?» disse Lucius Malfoy lanciando un’occhiata alla piccola stanza con un ghigno malevolo. «Ero semplicemente venuto a scuola e mi hanno detto che il PrESide si trovava qui».
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«E, di preciso, che cosa voleva DA me, Lucius?» chiESe Silente. Parlava in tono gentile, ma i suoi occhi azzurri manDAvano fiamme.
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«Una cosa molto spiacevole, Silente» disse Malfoy con voce strascicata, EStraendo un grosso rotolo di pergamena. «Ma i consiglieri ritengono che sia arrivato il momento che lei si faccia DA parte. QuESto è un Ordine di Sospensione… in calce troverà tutte e dodici le firme. Mi spiace dire che riteniamo che lei stia perdendo la sua autorità. Quanti attentati ci sono stati finora? Altri due quESto pomeriggio, vero? Di quESto passo non ci rESterà neanche più un figlio di Babbano, a Hogwarts, e tutti sappiamo quale terribile perdita sarebbe per la scuola».
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«Su, andiamo, Lucius» disse Caramell allarmato. «Silente sospESo… no, no… è l’ultima cosa che deve succedere in quESto momento…»
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«L’incarico o la sospensione del PrESide sono di competenza dei consiglieri, Caramell» disse Malfoy con aria serafica. «E siccome Silente non è riuscito a mettere fine agli attentati…»
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«Lucius, devi capire una cosa: se non ci riESce Silente…» disse Caramell con il labbro superiore madido di sudore, «voglio dire… chi può riuscirci?»
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«QuESto è tutto DA vedere» replicò Malfoy con un sorriso maligno. «Ma DAl momento che abbiamo votato tutti e dodici…»
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Hagrid balzò in piedi e la sua nera tESta arruffata sfiorò il soffitto.
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«Oh, oh, uno di quESti giorni quESto tuo caratterino finirà per metterti nei guai, Hagrid» disse Malfoy. «Ti consiglio di non griDAre a quESto modo con le guardie di Azkaban. A loro non piacerebbe affatto».
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«Non potete manDAre via Silente!» gridò Hagrid, tanto che Thor guaì e corse a rannicchiarsi nella sua cuccia. «ManDAtelo via e i figli dei Babbani non avranno una sola possibilità! La prossima volta ammazzeranno qualcuno!»
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«Se i consiglieri vogliono la mia rimozione, naturalmente mi farò DA parte».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Silente non aveva smESso di fissare i suoi luminosi occhi azzurri in quelli freddi e grigi di Lucius Malfoy.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«In ogni caso» proseguì Silente parlando con grande lentezza e scandendo le parole, in modo che nESsuno potESse perderne neanche una, «lei si accorgerà che io avrò veramente lasciato la scuola soltanto quando non ci sarà più nESsuno che mi sia fedele. E si accorgerà anche che a Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Per un attimo Harry avrebbe giurato che Silente avESse ammiccato verso l’angolo dove si trovavano lui e Ron.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Sentimenti ammirevoli» disse Malfoy inchinandosi. «Tutti sentiremo la mancanza… ehm… del suo… modo personalissimo… di fare le cose, Albus, e non ci rESterà che sperare che chi prenderà il suo posto riuscirà a impedire qualsiasi… ehm… eventuale… assassinio».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Si dirESse verso la porta, la spalancò, salutò l’uscita di Silente con un inchino. Caramell, sempre giocherellando con la bombetta, aspettava che Hagrid lo precedESse, ma il gigante non si mosse d’un passo, fece un rESpiro profondo e sillabò: «Chi ha voglia di trovare qualcosa, deve seguire i ragni. QuESto lo porterà sulla pista giusta. E tutto quel che ho DA dire».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Va bene, vengo» disse poi infilandosi il pastrano di fustagno. Ma prima di seguire Caramell, si fermò DAvanti alla porta e disse di nuovo, ad alta voce: «E ricorDAtevi di DAr DA mangiare a quello, mentre sono via».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
«Ora sì che siamo nei guai» disse con voce roca. «Tanto varrebbe che chiudESsero la scuola stanotte stESsa. Senza più Silente, ci sarà un attentato al giorno».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2) |
Nel parco intorno al castello si sentiva il profumo dell’EState; il cielo e il lago erano di un blu pervinca e fiori grossi come cavoli sbocciavano nelle serre. Ma a Harry, che DAlle finEStre non vedeva più Hagrid anDAre per i campi con Thor alle calcagna, lo scenario non sembrava quello giusto; e certo non era meglio dell’atmosfera che si rESpirava al castello, dove le cose anDAvano tragicamente storte.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Insieme a Ron, Harry aveva tentato di anDAre a trovare Hermione, ma ora l’accESso all’infermeria era vietato ai visitatori.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Non vogliamo più correre rischi» aveva detto MaDAma Chips severa, parlandogli attraverso una fESsura della porta. «No, mi dispiace, ma il rischio che l’aggrESsore si rifaccia vivo per DAre il colpo di grazia a quESte persone è troppo grosso…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Con l’allontanamento di Silente la paura era dilagata come mai prima di allora e per quanto il sole intiepidisse le mura del castello sembrava non riuscisse a varcare le finEStre. Non c’era sguardo, a scuola, che non apparisse preoccupato e tESo, e se per i corridoi si udiva una risata quESta risuonava stridula e innaturale e veniva soffocata rapiDAmente.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Harry non faceva che ripetersi l’ultima frase di Silente: Io avrò lasciato veramente la scuola soltanto quando non ci sarà più nESsuno che mi sia fedele… A Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre. Ma a che cosa servivano quelle parole? A chi avrebbero dovuto chiedere aiuto, quando tutti erano spaventati e confusi quanto loro?
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Molto più facile DA capire era l’allusione di Hagrid ai ragni…
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Il guaio era che, al castello, di ragni DA seguire sembrava non ne fosse rimasta neanche l’ombra. Harry non mancava di perlustrare qualsiasi luogo in cui gli capitasse di anDAre, aiutato (anche se con una certa riluttanza) DA Ron. Naturalmente l’ostacolo maggiore era il fatto che non erano liberi di anDArsene in giro DA soli, ma dovevano spostarsi in branco con gli altri compagni del Grifondoro. I più parevano contenti di venire scortati DAgli insegnanti DA una classe all’altra, ma Harry lo trovava fastidioso.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Una sola persona sembrava godere dell’atmosfera di terrore e di sospetto: Draco Malfoy se ne anDAva in giro tutto tronfio come se fosse stato appena nominato Caposcuola. Harry comprESe cosa lo rendeva tanto contento solo durante la lezione di Pozioni, una quindicina di giorni dopo che Silente e Hagrid se n’erano anDAti, quando, seduto proprio dietro di lui, lo udì per caso gongolare malignamente con Tiger e Goyle.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Ho sempre pensato che mio padre sarebbe riuscito a liberarsi di Silente» disse senza preoccuparsi di abbassare la voce. «Ve lo dicevo che per lui Silente è il PrESide peggiore che la scuola abbia mai avuto. Forse ora riusciremo ad averne uno decente. Qualcuno che non vorrà che la Camera dei Segreti venga chiusa. La McGranitt non durerà a lungo, sta soltanto facendo le veci…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Signore» disse Malfoy a voce alta, «signore, perché non fa domanDA lei, per l’incarico di PrESide?»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Andiamo, Malfoy!» disse Piton senza tuttavia riuscire a trattenere un sorriso a mezza bocca. «Il profESsor Silente è stato semplicemente sospESo DAl consiglio di amministrazione. Credo che tornerà fra noi abbastanza prESto».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Sì, sì, va bene» disse Malfoy con un ghigno. «Ma credo che se lei volESse fare domanDA per quell’incarico avrebbe senz’altro il voto di mio padre, signore. Ci penserò io a dirgli che qui lei è il migliore insegnante, signore…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
La profESsorESsa Sprite li mise tutti a potare i Fichi Avvizziti dell’Abissinia. Harry uscì per anDAre a buttare una bracciata di rami secchi nel mucchio della composta e si trovò faccia a faccia con Ernie Macmillan. Ernie tirò un profondo rESpiro e disse in tono molto formale: «Volevo dirti, Harry, che mi dispiace di aver sospettato di te. So che non avrESti mai aggredito Hermione Granger e quindi ti chiedo scusa per tutte le cose che ho detto. Siamo tutti nella stESsa barca ora, e be’…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
TESe la sua mano paffuta e Harry la strinse.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Ernie e la sua amica Hannah vennero a lavorare sulla stESsa pianta di Harry e Ron.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Quel Draco Malfoy!» commentò Ernie tagliando rametti morti. «Sembra che tutta quESta situazione lo diverta, non pare anche a voi? Sapete che vi dico? Penso che l’erede dei Serpeverde potrebbe ESsere proprio lui».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«E tu, Harry, pensi che sia Malfoy?» chiESe Ernie.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«No» rispose Harry, e il suo tono era talmente deciso che Ernie e Hannah alzarono gli occhi per guarDArlo.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Un istante dopo Harry vide qualcosa che lo spinse a colpire la mano di Ron con le forbici DA potatura.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Sembra che siano diretti verso la forESta…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Alla fine della lezione Piton scortò la classe nell’aula di DifESa contro le Arti Oscure. Harry e Ron si attarDArono dietro in modo DA poter parlare lontani DA orecchie indiscrete.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Dovremo ritirare fuori il Mantello dell’Invisibilità» disse Harry. «Possiamo portarci dietro Thor. Lui è abituato ad anDAre nella forESta con Hagrid. Potrebbe ESserci di aiuto».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Giusto» convenne Ron rigirandosi nervosamente tra le mani la bacchetta magica. «Ehm… non è previsto… non si dice che nella forESta ci siano i lupi mannari?» soggiunse mentre, come sempre durante la lezione di Allock, prendevano posto nei banchi dell’ultima fila.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Harry preferì non rispondere a quESta domanDA, e invece disse: «Ci sono anche cose benevole, là dentro. I centauri sono buoni e anche gli unicorni sono buoni».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Ron non era mai stato nella forESta proibita. Harry invece sì e aveva sperato di non doverlo fare mai più.
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Allock entrò piroettando nell’aula sotto lo sguardo ESterrefatto di tutta la classe. Gli altri insegnanti avevano un’ESprESsione più grave del solito ma lui, invece, sembrava decisamente euforico. «Ma insomma!» sbottò volgendo attorno uno sguardo lieto. «Cosa sono tutti quESti musi lunghi?»
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Tutti si scambiarono occhiate ESasperate, ma nESsuno rispose.
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«Ma vi rendete conto, gente» disse Allock sillabando le parole, come se avESse DAvanti a sé un uditorio di stupidi, «che il pericolo è passato? E che il colpevole è stato portato via?»
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«E chi lo dice?» chiESe Dean Thomas ad alta voce.
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«Signor Weasley, mi pregio di saperne un pizzico più di lei sull’arrESto di Hagrid» disse Allock in tono compiaciuto.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Ron voleva dire che non ne era poi tanto sicuro, ma si interruppe a metà frase, raggiunto sotto il banco DA un calcio di Harry.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Ma l’irritante buonumore di Allock, i suoi accenni al fatto che aveva sempre pensato che Hagrid fosse un poco di buono, la sua convinzione che tutta la faccenDA fosse ormai superata, urtarono Harry a tal punto che ebbe voglia di tirare su quella stupiDA faccia uno dei suoi libri di tESto. Invece si limitò a scrivere una sola parola per Ron: ‘Stanotte’.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Letto il mESsaggio, a Ron si seccò la gola; poi si voltò a guarDAre il posto vuoto di Hermione. A quella vista la sua decisione parve rafforzarsi, e annuì.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
In quei giorni, DAto che DAlle sei di sera in poi gli studenti non potevano anDAre DA nESsun’altra parte, la sala comune dei Grifondoro era sempre molto affollata. E poi avevano molto di che parlare, con il risultato che spESso la sala non si svuotava fino a dopo mezzanotte.
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Harry andò a prendere il Mantello dell’Invisibilità nel suo baule e trascorse la serata seduto sopra, in attESa che tutti se ne anDAssero. Fred e George sfiDArono Harry e Ron a qualche partita di Spara Schiocco e Ginny si sedette a guarDArli, molto abbattuta, sulla sedia occupata di solito DA Hermione. Harry e Ron cominciarono a perdere di proposito, cercando di finire rapiDAmente le partite, ma anche così quando Fred, George e Ginny si decisero ad anDAre a letto, la mezzanotte era passata DA un pezzo.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Attraversare il castello evitando gli insegnanti di ronDA, fu ancora una volta un’imprESa ardua. Ma alla fine raggiunsero la Sala d’IngrESso, tirarono il chiavistello del portone di quercia, lo socchiusero e, cercando di evitare il minimo scricchiolio, sgattaiolarono fuori, sui campi illuminati DAlla luna.
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«Naturalmente» disse all’improvviso Ron mentre attraversavano i prati, «può anche DArsi che arriviamo fino alla forESta e scopriamo che non c’è niente DA seguire. Può DArsi che quei ragni anDAssero DA tutt’altra parte. Lo so che parevano avviati in quella direzione, ma sai com’è…»
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Lasciò la frase in sospESo con una nota di speranza.
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Raggiunsero la casetta di Hagrid, cui le finEStre spente DAvano un’aria triste e sconsolata. Harry aprì la porta e Thor, al vederli, gli balzò incontro pazzo di gioia. Temendo che con i suoi latrati potESse svegliare tutto il castello, i ragazzi gli tirarono alcune caramelle mou che gli incollarono i denti.
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Harry lasciò sul tavolo il Mantello dell’Invisibilità. Non ne avrebbero avuto bisogno nel buio pESto della forESta.
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«Vieni, Thor, andiamo a fare una passeggiata» disse poi battendogli su una zampa, e il cane li seguì felice fuori di casa, precipitandosi veloce come una freccia fino al limitare della forESta, dove fece pipì contro un grosso sicomoro.
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Harry EStrasse la bacchetta magica, pronunciò la parola: «Lumos!» e in punta si accESe una flebile luce, sufficiente a illuminare il sentiero e le tracce dei ragni.
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«Buona idea!» ESclamò Ron. «Anch’io accenderei la mia, ma lo sai… probabilmente scoppierebbe o chissà cos’altro…»
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Harry gli batté sulla spalla, indicando l’erba. Due ragni solitari stavano scappando a gran velocità DAl cono di luce della bacchetta per rifugiarsi all’ombra degli alberi.
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Così, con Thor che gli saltellava intorno annusando radici e foglie, si addentrarono nella selva. Alla tenue luce della bacchetta di Harry, seguirono la fila ininterrotta dei ragni che si spostavano lungo il sentiero. Camminarono per circa venti minuti, senza parlare, ma tendendo spasmodicamente l’orecchio ai rumori che non fossero lo scricchiolio di un ramo o il fruscio delle foglie. Poi, quando gli alberi si fecero talmente fitti DA impedire la vista del cielo stellato, e l’unica luce a brillare in quel mare di tenebre fu la bacchetta di Harry, videro i ragni abbandonare il sentiero.
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Harry si fermò cercando di individuare in quale direzione anDAssero, ma fuori del piccolo fascio di luce della sua bacchetta era buio pESto. Non si era mai addentrato così tanto nella forESta. Nella sua mente era vivissimo il ricordo dell’ultima volta che c’era stato, e di Hagrid che lo ammoniva a non abbandonare il sentiero. Ora, invece, Hagrid era lontano centinaia di chilometri, probabilmente chiuso in una cella di Azkaban, e per giunta gli aveva detto di seguire i ragni.
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Poi, sentendosi sfiorare la mano DA qualcosa di umido, fece un balzo all’indietro pEStando un piede di Ron: ma si trattava semplicemente del naso di Thor.
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«Cosa facciamo?» chiESe a Ron, nei cui occhi si rifletteva la luce della bacchetta.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Gli parve di aver camminato almeno una mezz’ora, con gli abiti che si impigliavano sui rami più bassi e sui rovi. Poi gli sembrò che il terreno degraDAsse in un pendio, anche se gli alberi rimanevano fitti.
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«Cosa c’è?» chiESe Ron ad alta voce, scrutando il buio e stringendo con forza il gomito di Harry.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«C’è qualcosa che si muove DA quella parte» disse Harry in un soffio. «Ascolta… Pare qualcosa di molto grosso».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
TESero le orecchie. Alla loro dEStra, a una certa distanza, la ‘grossa cosa’ si apriva un varco attraverso gli alberi, spezzando rametti al passaggio.
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«Oh no!» ESclamò Ron. «Oh no, oh no, oh…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Sentire me, dici?» ESclamò Ron con la voce in falsetto DAlla paura. «Ma ha già sentito Thor!»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Il buio era così denso che se lo sentivano premere sugli occhi mentre se ne stavano li, terrorizzati, in attESa. Si udi uno strano rimbombo, poi silenzio.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Cosa credi che stia facendo?» chiESe Harry.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Pensi che se ne sia anDAto?» sussurrò Harry.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Poi, DA dEStra, furono invEStiti DA un improvviso fascio di luce così intenso, dopo tutto quel buio, che entrambi alzarono le braccia per ripararsi gli occhi. Thor guaì e cercò mettersi a correre, ma rimase impigliato in un groviglio di spine e ricominciò a guaire ancora più forte.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Harry!» gridò Ron con la voce rotta DAl sollievo. «Harry, è la nostra automobile!»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Harry lo seguì brancolando verso la luce, impigliandosi e incESpicando, e un attimo dopo sbucarono in una radura.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
L’automobile del signor Weasley era là, in uno spiazzo contornato DA grossi alberi, sotto una volta di rami frondosi, vuota e con i fari accESi. Quando Ron fece per avvicinarsi, a bocca aperta per lo stupore, cominciò ad avanzare lentamente verso di lui, ESattamente come un grosso cane color turchESe che corra incontro al padrone.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«È rimasta qui tutto il tempo!» ESclamò Ron deliziato, girandole intorno. «GuarDAla! La forESta l’ha rESa un po’ selvatica…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Infatti le ali della macchina erano scorticate e coperte di fango. A quanto pareva, se n’era anDAta in giro DA sola per la forESta. Thor non si mostrava affatto entusiasta; si teneva vicino a Harry, che lo sentiva tremare. Con il rESpiro via via meno affannoso Harry ripose la bacchetta magica fra le pieghe del mantello.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«E noi che pensavamo ci volESse aggredire!» ESclamò Ron chinandosi sul veicolo e DAndogli dei colpetti affettuosi. «Mi ero chiESto dove fosse anDAta a finire!»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Li abbiamo persi» disse. «Dài, muoviti, andiamo a cercarli».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Ron non parlò. Non si mosse. I suoi occhi fissavano un punto a circa tre metri DAl suolo, proprio dietro Harry. Era livido di terrore.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Harry non ebbe neanche il tempo di voltarsi. Si udì un forte schiocco, e tutt’a un tratto il ragazzo sentì qualcosa di lungo e peloso ghermirlo alla vita e sollevarlo DA terra, lasciandolo penzolare a tESta in giù. Terrorizzato, cercò di divincolarsi ma, dopo un altro schiocco, vide anche i piedi di Ron staccarsi DA terra, udì Thor guaire e ululare e un attimo dopo fu trascinato nel folto degli alberi.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Con la tESta ciondoloni, Harry vide la cosa che lo aveva ghermito camminare su otto zampe lunghissime e pelose: le due anteriori lo tenevano stretto sotto un paio di chele nere e lucenti. Dietro di sé avvertiva la prESenza di un’altra creatura simile, che doveva certamente trasportare Ron. Si stavano inoltrando sempre più nel folto della forESta. Harry sentiva Thor che lottava per liberarsi DA un terzo mostro, abbaiando forte. Anche se avESse voluto, non avrebbe potuto griDAre; gli sembrava che la sua voce fosse rimasta con l’automobile, nella radura.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Non seppe mai per quanto tempo rimase tra le grinfie della creatura; si accorse solo che d’un tratto l’oscurità si era diraDAta e ora poteva vedere che il terreno coperto di foglie pullulava di ragni. Sbirciando di lato, si rESe conto che avevano raggiunto il ciglio di una grande cavità, una cavità dove gli alberi erano stati abbattuti, e dove le stelle illuminavano la scena più orrenDA che lui avESse mai visto.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Ragni. Non ragni piccoli come quelli che si arrampicavano sulle foglie sottostanti. Ragni delle dimensioni di cavalli DA tiro, con otto occhi e otto zampe, neri, pelosi, gigantESchi. L’enorme ESemplare che lo stava trasportando imboccò la ripiDA discESa, diretto verso una ragnatela a cupola, avvolta nella caligine, proprio al centro della cavità, mentre i suoi compagni si richiudevano a cerchio schioccando le chele, eccitati alla vista del suo carico.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Il ragno mollò la prESa e Harry cadde a terra carponi. Poi caddero anche Thor e Ron. Thor, che non latrava più, si rannicchiò là dove si trovava. Ron era l’immagine vivente di come si sentiva Harry: la bocca spalancata in una sorta di grido senza voce e gli occhi fuori DAlle orbite.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
D’un tratto, Harry si rESe conto che il ragno che lo aveva lasciato cadere a terra stava dicendo qualcosa. Era difficile capire cosa dicESse, perché a ogni parola faceva schioccare le chele.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
E DAl bel mezzo della caliginosa ragnatela a cupola, molto lentamente, emerse un ragno DAlle dimensioni di un piccolo elefante. La schiena e le zampe erano grigie, e sulla tESta orribile, fornita di chele, spiccavano gli occhi color bianco latte. Era cieco.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Cosa c’è?» chiESe schioccando repentinamente le chele.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«ESseri umani» rispose il ragno che aveva catturato Harry.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«È Hagrid?» chiESe Aragog avvicinandosi, con i suoi occhi lattiginosi che vagavano senza posarsi su niente.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«EStranei» disse il ragno che aveva trasportato Ron.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Siamo amici di Hagrid» gridò Harry. Era come se il cuore gli fosse schizzato via DAl petto e gli battESse furiosamente in gola.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Hagrid non ha mai manDAto ESseri umani nella nostra tana» disse lentamente.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Hagrid è nei guai» disse Harry col rESpiro affannato. «Ecco perché siamo venuti noi».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Nei guai?» chiESe il vecchio ragno, e a Harry parve che ora lo schiocco delle sue chele ESprimESse preoccupazione. «Ma perché ha manDAto voi?»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Harry avrebbe voluto alzarsi in piedi, ma decise che era meglio di no; era convinto che le gambe non lo avrebbero retto. Parlò DA terra, senza muoversi, con il tono più calmo che gli riuscì di tirare fuori.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Aragog schioccò le chele furiosamente e intorno gli fece eco il consESso dei ragni; era come un applauso, solo che, in genere, gli applausi non facevano sentir male Harry DAlla paura.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Ma quESto è succESso tanti anni fa» disse Aragog stizzito. «Anni e anni fa. Me lo ricordo bene. È stata quella la ragione per cui lo hanno costretto a lasciare la scuola. Credevano che fossi io il mostro che vive in quella che loro chiamano la Camera dei Segreti. Pensavano che Hagrid avESse aperto la Camera e mi avESse liberato».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Ma allora tu… tu non venivi DAlla Camera dei Segreti?» chiESe Harry, mentre la fronte gli si imperlava di sudore freddo.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Io?» ESclamò Aragog con uno schiocco irato. «Ma io non sono nato nel castello. Io vengo DA una terra lontana. Un viaggiatore mi ha DAto a Hagrid quando ero un uovo. Hagrid era soltanto un ragazzo, ma si è prESo cura di me, mi ha nascosto in una credenza, al castello, e mi DAva DA mangiare gli avanzi della tavola. Hagrid è mio buon amico, è un brav’uomo. Quando mi scoprirono e fui incolpato della morte di una ragazza lui mi protESse. DA allora vivo qui nella forESta, dove lui viene ancora a trovarmi. Mi ha anche trovato una moglie, Mosag, e vedi DA te quanto è diventata numerosa la nostra famiglia! Tutto per merito di Hagrid…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Allora tu non hai mai… non hai mai aggredito nESsuno?»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Mai» rispose il vecchio ragno con voce roca. «Non che non ne avESsi l’istinto, ma per rispetto verso Hagrid non ho mai torto un capello a un ESsere umano. Il corpo della ragazza che era stata uccisa fu trovato in un gabinetto. Io non ho mai visto niente del castello, tranne la credenza dove sono crESciuto. La nostra specie ama il buio e il silenzio…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Ma allora… Tu conosci la cosa che ha ucciso la ragazza?» chiESe Harry. «Perché, di qualsiasi cosa si tratti, è tornata e le aggrESsioni sono ricominciate…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
QuESte ultime parole furono sommerse DA uno scroscio di schiocchi e DAllo scalpiccio rabbioso di molte lunghe zampe; grosse ombre nere si mossero intorno al ragazzo.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«La cosa che vive al castello» disse Aragog, «è un’antica creatura che noi ragni temiamo più di ogni altra al mondo. Ricordo che quando ebbi la percezione che la bEStia scorrazzava per il castello pregai Hagrid di lasciarmi anDAre».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Di che si tratta?» chiESe Harry ansioso.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Ancora schiocchi e ancora scalpiccii. Sembrava che i ragni si stESsero avvicinando.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Noi non ne parliamo!» disse Aragog in tono perentorio. «Non pronunciamo nemmeno il nome di quella terrificante creatura! Non l’ho detto mai neanche a Hagrid, eppure lui me l’ha chiESto molte volte».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Harry non volle insistere, visto che i ragni lo circonDAvano. Sembrava che Aragog fosse stanco di parlare. Lentamente, tornò a rintanarsi nella sua ragnatela a cupola, ma gli altri continuarono ad avanzare inESorabilmente verso i due ragazzi.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Be’, allora noi andiamo!» gridò Harry disperato ad Aragog, sentendo ormai vicinissimo, dietro di sé, il fruscio delle foglie calpEState.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Ve ne anDAte?» disse Aragog lentamente. «Non credo proprio…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«A Hagrid i miei figli e le mie figlie non torcono un capello perché obbediscono a un mio ordine. Ma non posso certo negargli il piacere della carne frESca, quando qualcuno sconfina nel nostro territorio e ci si offre con tanta spontaneità. Addio, amici di Hagrid!»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Harry si voltò di scatto. A pochi metri, si vide sovrastato DA una compatta muraglia di ragni che avanzavano schioccando le chele, con gli occhi lucenti sulle orribili tESte nere…
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Era l’automobile del signor Weasley che, rombando, scendeva lungo il pendio, a fari accESi e sirene spiegate, travolgendo i ragni al suo passaggio: molti caddero a terra riversi, e continuarono per un pezzo ad agitare in aria le zampe. Con uno stridore di freni l’automobile si fermò DAvanti a Harry e Ron e le portiere si spalancarono.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Prendi Thor!» gridò Harry tuffandosi sul sedile anteriore. Ron afferrò il cane per la pancia e lo lanciò, ululante, sul sedile posteriore. Le portiere sbatterono. Ron non toccò neanche l’acceleratore, ma il veicolo non aveva bisogno di lui. Parti con un rombo, urtando altri ragni. Risalirono il pendio a tutta velocità, uscirono DAlla fossa e ben prESto attraversarono la forESta, con i rami che sbattevano contro i finEStrini. L’automobile, con grande sagacia, seguiva il percorso migliore, scegliendo i passaggi meno angusti, lungo un tragitto che aveva tutta l’aria di conoscere bene.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Harry si voltò a guarDAre Ron: aveva ancora la bocca spalancata in quel grido senza voce, ma non aveva più gli occhi di fuori.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Ron guarDAva fisso DAvanti a sé, incapace di parlare.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Avanzavano a tutta velocità attraverso il sottobosco; Thor latrava rumorosamente sul sedile posteriore e quando passarono molto vicino a una grossa quercia Harry vide lo specchio retrovisore ESterno staccarsi di schianto DAll’ala. Dopo dieci minuti di quella frastornante gimcana gli alberi si fecero più radi e Harry riuscì a intravedere di nuovo qualche fazzoletto di cielo.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Poi la macchina inchiodò così all’improvviso che per poco i ragazzi non furono scaraventati contro il parabrezza. Erano arrivati al limitare della forESta. Thor, che non vedeva l’ora di scendere, si lanciava contro il finEStrino e quando Harry aprì la portiera schizzò via attraverso gli alberi, verso la casa di Hagrid, con la coDA tra le zampe. Uscì anche Harry e Ron, che sembrava aver recuperato l’uso degli arti, dopo un paio di minuti lo seguì con il collo ancora rigido e lo sguardo fisso. Harry diede un colpetto di gratitudine all’automobile mentre quESta ingranava la marcia indietro e tornava a immergersi nella forESta.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Seguite i ragni» disse Ron con voce flebile, asciugandosi la bocca sulla manica. «QuESta non gliela perdono, a Hagrid. Siamo vivi per miracolo».
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«QuESto è ESattamente il problema di Hagrid» disse Ron battendo un pugno sulla parete della capanna. «Lui pensa sempre che i mostri non siano cattivi come li si dipinge, ma guarDA quESto dove l’ha portato! In una cella ad Azkaban!» Ora non riusciva più a frenare un tremito convulso. «A che cosa è servito manDArci fin lì? Che cosa abbiamo scoperto? Mi piacerebbe proprio saperlo!»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Quando furono più vicini al castello Harry sistemò con cura il mantello per assicurarsi che fossero nascosti fino ai piedi e socchiuse il portone cigolante. Riattraversarono con cautela la Sala d’IngrESso quindi risalirono la scalinata di marmo, trattenendo il fiato mentre percorrevano i corridoi pattugliati DA vigili sentinelle. Finalmente furono in salvo nella sala comune dei Grifondoro, dove il fuoco si era consumato lasciando soltanto un mucchio di braci tremolanti. Si tolsero il mantello e salirono la scala a chiocciola che portava al dormitorio.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
La creatura anniDAta DA qualche parte, nel castello, pensava, sembrava una specie di Voldemort mostruoso… neanche gli altri mostri volevano pronunciare il suo nome. Ma lui e Ron non avevano saputo niente di più su chi fosse, o in che modo pietrificasse le sue vittime. Neanche Hagrid aveva mai saputo cosa si nascondESse nella Camera dei Segreti.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Tirò su le gambe e si sedette sul letto, appoggiato ai cuscini, guarDAndo la luna che, attraverso la finEStra della torre, lo inonDAva di luce.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Non riusciva a capire cos’altro potESsero fare. DA qualunque lato ESaminasse la situazione erano a un punto morto. Riddle aveva prESo la persona sbagliata, l’erede di Serpeverde se l’era svignata, e nESsuno era in grado di dire se quESta volta fosse stata la stESsa persona o qualcun altro ad aprire la Camera. Non c’era più nESsuno a cui poter chiedere. Harry si sdraiò, continuando a pensare alle parole di Aragog.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Ron… la ragazza che è morta. Aragog ha detto che fu trovata in un gabinetto» disse Harry ignorando Neville che russava fragorosamente DAll’altra parte della stanza. «E se non fosse mai uscita DAl gabinetto? E se fosse ancora là?»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
«Pensi forse… non sarà mica Mirtilla Malcontenta?» chiESe. Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2) |
Era già stata un’ardua imprESa seguire i ragni. Ma sfuggire alla sorveglianza degli insegnanti per intrufolarsi nel bagno delle ragazze, che per giunta era vicino al luogo della prima aggrESsione, sarebbe stato quasi impossibile.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Ma durante la prima lezione del mattino, quella di Trasfigurazione, accadde qualcosa che, per la prima volta DA settimane, gli fece passare di mente la Camera dei Segreti. A dieci minuti DAll’inizio della lezione, la profESsorESsa McGranitt annunciò che gli ESami avrebbero avuto inizio il primo di giugno, di lì a una settimana.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«ESami?» gemette Seamus Finnigan. «Ancora si parla di ESami?»
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Dietro a Harry si udì un gran tonfo, perché la bacchetta magica di Neville Paciock era scivolata, facendo scomparire una delle gambe del banco. La profESsorESsa McGranitt la riparò con un sol gESto della sua e si voltò accigliata verso Seamus.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«L’unica ragione per tenere aperta la scuola, in quESto momento è che voi riceviate un’istruzione» disse inflESsibile. «Gli ESami si terranno quindi come di consueto, e confido che tutti vi stiate impegnando nello studio».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Impegnare nello studio! A Harry non era mai passato neanche per la tESta che in quelle condizioni ci potESsero ESsere gli ESami. La classe insorse, cosa che rESe ancora più inflESsibile la profESsorESsa McGranitt.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Le istruzioni del profESsor Silente sono di mantenere il normale anDAmento della scuola» disse. «E non serve ricorDArvi che ciò significa verificare quanto avete apprESo quESt’anno».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Harry abbassò lo sguardo sui due conigli bianchi che avrebbe dovuto trasformare in pantofole. Che cosa aveva imparato, quell’anno? Non gli venne in mente niente che gli potESse tornare utile a un ESame.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Ron aveva l’aria abbattuta come se gli fosse stato appena comunicato che doveva anDAre a vivere nella forESta proibita.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Mi ci vedi, tu, a fare gli ESami con quESta?» chiESe a Harry mostrando la bacchetta magica che proprio in quel momento aveva cominciato a sibilare rumorosamente.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Mancavano tre giorni alla prima prova d’ESame quando, a colazione, la profESsorESsa McGranitt fece un altro annuncio.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Torna Silente!» griDArono molti, felici.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Avete prESo l’Erede di Serpeverde!» squittì una ragazza al tavolo dei Tassorosso.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Quando il baccano si fu placato la profESsorESsa McGranitt disse: «La collega Sprite mi ha informato che le mandragole sono finalmente pronte per ESsere raccolte. Stanotte saremo in grado di rianimare le persone che sono state pietrificate. Inutile ricorDArvi che una di loro potrebbe ESsere in grado di dirci chi, o che cosa, li ha aggrediti. Ho la speranza che quESt’anno tremendo si concluderà con la cattura del colpevole».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Ci fu un’ESplosione di applausi. Harry lanciò un’occhiata al tavolo dei Serpeverde e non fu affatto sorprESo nel constatare che Draco Malfoy non si era unito al tripudio. Ron, invece, sembrava felice come non lo vedeva DA molti giorni.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Allora non importa se non abbiamo mai interrogato Mirtilla!» disse a Harry. «Quando la risveglieranno, Hermione avrà probabilmente tutte le risposte. Tieni prESente che quando scoprirà che fra tre giorni ci sono gli ESami le prenderà una crisi di nervi. Non ha fatto il ripasso. Forse sarebbe più gentile lasciarla dov’è fino a che non finiscono».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Proprio in quel momento, Ginny Weasley si avvicinò e andò a sedersi accanto a Ron. Aveva l’aria tESa e nervosa, e Harry notò che si tormentava le mani in grembo.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Che succede?» chiESe Ron servendosi un’altra porzione di porridge.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Devo dirvi una cosa» balbettò Ginny, ben attenta a non guarDAre Harry.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Ginny aprì bocca, ma non ne uscì alcun suono. Harry si piegò in avanti e parlò sottovoce, in modo che solo Ginny e Ron potESsero udirlo.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«È qualcosa che riguarDA la Camera dei Segreti? Hai visto qualcosa? O qualcuno che si comportava in maniera strana?»
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Ginny fece un rESpiro profondo ma proprio in quel momento apparve Percy Weasley, pallido e stanco.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Ginny saltò su come se nella sedia fosse passata la corrente elettrica, lanciò di sfuggita a Percy un’occhiata spaventata e se la diede a gambe. Percy si sedette e prESe una tazza DAl centro del tavolo.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Che genere di cosa?» chiESe tossendo.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Le avevo appena chiESto se aveva visto niente di strano e lei aveva cominciato a dire…»
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«E tu che ne sai?» chiESe Ron alzando le sopracciglia.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Be’… ehm… se proprio volete saperlo, Ginny… ehm… è entrata mentre io stavo… be’, fa niente… il fatto è che mi ha visto mentre stavo facendo una cosa e io… ehm… le ho chiESto di non dirlo a nESsuno. Devo dire che pensavo che avrebbe mantenuto la parola. In realtà non è niente, preferirei…»
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Che cosa stavi facendo, Percy?» disse Ron sorridendo. «Dài, diccelo, ti prometto che non rideremo».
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Harry sapeva bene che tutto il mistero avrebbe potuto ESsere risolto l’indomani, senza il loro contributo, ma non intendeva rinunciare a parlare con Mirtilla. L’occasione si prESentò a metà mattinata, mentre l’intera classe si recava, accompagnata DA Gilderoy Allock, alla lezione di Storia della Magia.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Allock, che tanto spESso li aveva rassicurati che ogni pericolo era svanito per ESsere smentito sempre un attimo dopo, ora era fermamente convinto che non valESse la pena di accompagnarli lungo i corridoi per proteggerli. I suoi capelli non erano impeccabili come al solito; sembrava fosse rimasto in piedi tutta la notte a fare la ronDA al quarto piano.
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«RicorDAtevi bene quel che vi dico» annunciò quando ebbero svoltato un angolo, «le prime parole che usciranno DAlla bocca di quei poveri ESseri pietrificati saranno: è stato Hagrid. Francamente, mi meraviglio che la profESsorESsa McGranitt ritenga necESsario tutte quESte misure di sicurezza».
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«Grazie, Harry» disse Allock affabilmente mentre aspettavano che passasse una lunga fila di Tassorosso. «Voglio dire, noi insegnanti abbiamo già abbastanza DA fare senza dover accompagnare gli studenti in classe e montare la guardia tutta la notte».
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«Giusto» commentò Ron che stavolta aveva capito. «Perché non ci lascia qui, signore? Ci è rimasto un solo corridoio DA percorrere».
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«Lo sai, Weasley? Credo proprio che farò così» disse Allock. «Devo anDAre a preparare la mia prossima lezione».
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«Sì, proprio a preparare la lezione!» gli sogghignò dietro Ron. «lo dico che è anDAto a mettersi i bigodini».
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Lasciarono che i compagni li superassero, poi sgusciarono svelti lungo un passaggio laterale in direzione del bagno di Mirtilla Malcontenta. Ma proprio mentre si stavano congratulando a vicenDA per il piano astuto che avevano EScogitato…
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Era la profESsorESsa McGranitt e le sue labbra erano sottili e taglienti come non mai.
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«Stavamo… stavamo…» balbettò Ron. «Stavamo anDAndo… a trovare…»
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«Sono secoli che non la vediamo, profESsorESsa» proseguì Harry precipitosamente, mollando un pEStone a Ron, «e… be’… pensavamo di sgattaiolare in infermeria per anDArle a dire che le mandragole sono quasi pronte, e… ehm… di non preoccuparsi».
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La McGranitt continuava a fissarlo, e per un istante Harry pensò che era sul punto di ESplodere; ma quando parlò la sua voce aveva una strana tonalità gutturale.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Ma certo» disse, e con grande stupore di Harry nei suoi piccoli occhi lucenti spuntò una lacrima. «Certo, mi rendo conto che chi ha sofferto di più sono gli amici dei ragazzi che sono stati… Capisco benissimo. Si, Potter, certo che potete anDAre a trovare la signorina Granger. Lo dirò io al profESsor Rüf. Dite a MaDAma Chips che il permESso ve l’ho DAto io».
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Ora non avevano scelta: dovevano anDAre in infermeria e dire a MaDAma Chips che avevano il permESso della McGranitt di far visita a Hermione.
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Anche se con una certa riluttanza, MaDAma Chips li fece entrare.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«In realtà non ha senso parlare a una persona pietrificata» disse, e quando i due ragazzi si furono seduti accanto a Hermione, dovettero ammettere che aveva ragione. Era chiaro che la ragazza non aveva il minimo sentore che qualcuno fosse venuto a trovarla e che se avESsero detto al comodino di non preoccuparsi sarebbe stata la stESsa cosa.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Chissà se ha visto chi l’ha aggredita?» chiESe Ron fissando tristemente il volto rigido della ragazza. «Perché se si è avvicinato a tutti di soppiatto, nESsuno saprà mai…»
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Ma Harry non fissava il viso di Hermione. Era più interESsato a osservare la sua mano dEStra, che giaceva inerte e serrata sopra le coperte. Chinandosi per vedere meglio, scorse un pezzetto di carta appallottolato nel pugno.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Si accertò che MaDAma Chips non fosse nei paraggi e lo indicò a Ron.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
«Cerca di sfilarglielo di mano» sussurrò lui, spostando la sedia in modo DA chiudere la visuale a maDAma Chips.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Non fu facile. La mano di Hermione era talmente serrata attorno a quel bigliettino che a un certo punto Harry temette di strapparlo. Mentre Ron montava la guardia Harry tirò e spinse finché, dopo parecchi minuti di tensione, riuscì a EStrado.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Era una pagina strappata DA un vecchio volume della biblioteca. Eccitato, Harry la lisciò e Ron si avvicinò per leggere a sua volta.
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Dei molti, spaventosi animali e mostri che popolano la nostra terra, nESsuno è più insolito e micidiale del Basilisco, noto anche come il Re dei Serpenti. QuESto serpente, che può raggiungere dimensioni gigantESche e che vive molte centinaia di anni, nasce DA un uovo di gallina covato DA un rospo. ESso uccide in modo portentoso: oltre alle zanne, che contengono un potente veleno, anche lo sguardo del Basilisco provoca morte istantanea. I ragni fuggono DAvanti al Basilisco, perché è il loro nemico mortale e il Basilisco fugge solo quando ode il canto del gallo, che gli è fatale.
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Fu come se gli si fosse accESa una lampadina nel cervello.
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«Ron» ansimò, «ecco quello che cercavamo. QuESta è la risposta. Il mostro nella Camera è un Basilisco… un serpente gigante. Ecco perché sentivo quella voce DAppertutto e nESsun altro poteva udirla. È perché io capisco il SerpentESe».
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«Il Basilisco uccide le persone con lo sguardo. Ma nESsuno era morto… perché nESsuno l’ha guarDAto dritto negli occhi. Colin lo ha visto attraverso l’obbiettivo della macchina fotografica. Lo sguardo del Basilisco gli ha bruciato la pellicola, ma Colin è rimasto soltanto pietrificato. Justin… Justin deve aver visto il Basilisco attraverso Nick-Quasi-Senza-TESta! Nick ne è stato invEStito in pieno, ma non poteva mica morire di nuovo… e accanto a Hermione e all’altra ragazza, il Prefetto dei Corvonero, è stato trovato uno specchio. Hermione aveva capito che il mostro era un Basilisco. Sono pronto a scommettere che ha avvertito la prima persona che ha incontrato di non girare un angolo senza prima averci guarDAto dietro con uno specchio! Così quella ragazza ha tirato fuori lo specchietto… e…»
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«L’acqua…» disse lentamente. «L’acqua che veniva giù DAl gabinetto di Mirtilla Malcontenta. Scommetto che Mrs Purr ha visto soltanto il riflESso…»
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RilESse con foga la pagina che aveva in mano. Più la guarDAva, più capiva.
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«Il canto del gallo gli è fatale» lESse ad alta voce. «I galli di Hagrid sono stati uccisi! Una volta aperta la Camera, l’Erede di Serpeverde non ne voleva vedere neanche uno intorno al castello! I ragni fuggono DAvanti a lui! Torna tutto!»
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«Ma come ha fatto il Basilisco ad arrivare fin qui?» chiESe Ron. «Un orrendo serpente gigante… Qualcuno avrebbe potuto vederlo…»
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«L’ingrESso alla Camera dei Segreti!» disse con voce roca. «E se fosse in un gabinetto? Se fosse nel…»
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Rimasero lì seduti, percorsi DA un fremito di emozione, quasi increduli.
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«E adESso cosa facciamo?» chiESe Ron con gli occhi lucenti di eccitazione. «Andiamo difilato a dirlo alla McGranitt?»
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«Andiamo nella sala dei profESsori» propose Harry balzando in piedi. «Lei ci sarà fra una diecina di minuti. È quasi l’ora della ricreazione».
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Fecero le scale di corsa. Poiché non volevano ESsere scoperti a bighellonare in un altro corridoio, s’infilarono direttamente nella sala dei profESsori, che era dESerta. Era una stanza grande, rivEStita di legno, piena di sedie, anch’ESse di legno scuro. Harry e Ron passeggiarono avanti e indietro, troppo eccitati per sedersi.
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Al suo posto si udì la voce della profESsorESsa McGranitt rimbombare per tutti i corridoi, amplificata per magia.
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«Tutti gli studenti tornino immediatamente nei loro dormitori. Tutti gli insegnanti tornino nella sala profESsori. Immediatamente, per favore».
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Harry si girò a guarDAre Ron.
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«Che cosa facciamo?» chiESe Ron atterrito. «Torniamo al dormitorio?»
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«No» rispose Harry guarDAndosi intorno. Alla sua sinistra c’era un brutto armadio, dove erano appESi i mantelli degli insegnanti. «Entriamo là dentro. Sentiamo di che cosa si tratta. Poi diremo quello che abbiamo scoperto».
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Si nascosero; sopra la loro tESta sentirono il trambusto di centinaia di piedi; poi la porta della sala venne spalancata. Spiando attraverso le pieghe ammuffite dei mantelli, i due ragazzi videro entrare gli insegnanti. Alcuni avevano l’aria perplESsa, altri apparivano decisamente spaventati. Infine arrivò la profESsorESsa McGranitt.
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«È accaduto l’inevitabile» disse agli insegnanti ammutoliti. «Una studentESsa è stata rapita. Il mostro l’ha portata direttamente nella Camera».
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Il profESsor Vitious si lasciò sfuggire un grido soffocato. La profESsorESsa Sprite si serrò le mani contro la bocca. Piton afferrò lo schienale di una sedia e chiESe: «Come fai a ESserne tanto sicura?»
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«L’Erede dei Serpeverde ha lasciato un altro mESsaggio» disse la profESsorESsa McGranitt pallidissima. «Proprio sotto al primo. Il suo scheletro giacerà nella Camera, per sempre».
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Il profESsor Vitious scoppiò in lacrime.
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«Di chi si tratta?» chiESe MaDAma Bumb, cui si erano piegate le ginocchia e che si era accasciata su una sedia. «Chi è la ragazza?»
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«Ginny Weasley» disse la profESsorESsa McGranitt.
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«Domani dovremo rimanDAre a casa tutti gli studenti» disse la McGranitt. «QuESto segna la fine di Hogwarts. Silente ha sempre detto…»
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La porta della sala profESsori si spalancò un’altra volta. Per un folle momento, Harry fu certo che fosse Silente. E invece era Allock, raggiante.
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«Lupus in fabula!» ESclamò. «Ecco la persona giusta. Una ragazza è stata rapita DAl mostro, Allock, ed è stata portata proprio nella Camera dei Segreti. Finalmente è venuto il tuo momento».
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«È giusto, Gilderoy» intervenne la profESsorESsa Sprite. «Non sei tu che ieri sera dicevi di avere sempre saputo quale fosse l’ingrESso alla Camera dei Segreti?»
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«Io ricordo con certezza che hai detto che ti dispiaceva di non aver potuto DAre una lezione al mostro prima che Hagrid venisse arrEStato» disse Piton. «Non sei stato tu a dire che si era fatta molta confusione e che avrebbero dovuto DArti carta bianca fin DAll’inizio?»
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Allock guardò a uno a uno i volti inESprESsivi dei suoi colleghi.
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«Lasciamo la cosa nelle tue mani, Gilderoy» disse la profESsorESsa McGranitt. «Stanotte sarà il momento ideale per intervenire. Provvederemo a che nESsuno ti intralci. Potrai affrontare il mostro tutto DA solo. Carta bianca, finalmente!»
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Allock volse attorno a sé uno sguardo disperato, ma nESsuno gli venne in aiuto. Delle sue belle sembianze non rEStava che un’ombra stravolta. Gli tremavano le labbra, e senza il suo solito sorriso tutto denti sembrava smunto e sparuto.
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E uscì DAlla stanza.
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«Bene» disse la McGranitt con le narici frementi. «E con quESto ce lo siamo levato DAi piedi. I RESponsabili devono informare gli studenti dell’accaduto. Dite loro che l’ESprESso di Hogwarts li riporterà a casa domani al più prESto. Gli altri, sono pregati di accertarsi che nESsuno studente sia rimasto fuori del proprio dormitorio».
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Per Harry quello fu forse il giorno peggiore della sua vita. Insieme a Ron, Fred e George se ne rimase seduto in un angolo della sala comune dei Grifondoro; i quattro ragazzi non riuscirono a scambiarsi neanche una parola. Percy si era assentato. Era anDAto a spedire un gufo ai signori Weasley e poi si era chiuso nella sua stanza.
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Quel pomeriggio sembrò eterno, e mai la torre dei Grifondoro era stata tanto affollata e al tempo stESso tanto silenziosa. Al tramonto, Fred e George se ne anDArono a letto, incapaci di rimanere lì seduti un attimo di più.
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«Lei sapeva qualcosa, Harry» disse Ron parlando per la prima volta DA quando si erano infilati nell’armadio della sala dei profESsori. «Per quESto è stata rapita. Non si trattava neanche lontanamente di Percy: aveva scoperto qualcosa sulla Camera dei Segreti. Deve ESsere quESto il motivo per cui è stata…» Ron si strofinò energicamente gli occhi. «Voglio dire, lei era una purosangue. Non può ESserci altra ragione».
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Harry guarDAva il sole rosso sangue sparire lentamente all’orizzonte. Non si era mai sentito così infelice. Se solo avESsero potuto fare qualcosa. Qualsiasi cosa.
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«Harry» chiESe Ron, «pensi che ci sia qualche probabilità che Ginny non sia… hai capito, no…?»
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Harry non sapeva cosa rispondergli. Non vedeva come Ginny potESse ESsere ancora viva.
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«Sai una cosa?» disse Ron. «Credo che dovremmo scendere DA Allock. Dirgli quel che sappiamo. Lui sta per entrare nella Camera. Possiamo dirgli dove crediamo che si trovi e che dentro c’è un Basilisco».
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Siccome Harry non riusci a pensare a niente di meglio e voleva disperatamente avere qualcosa DA fare, acconsentì. Intorno a loro, gli altri Grifondoro erano così tristi e sconsolati e talmente dispiaciuti per i Weasley che nESsuno cercò di fermarli quando si alzarono, attraversarono la sala e uscirono passando per il buco del ritratto.
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Scendeva il buio mentre si avviavano verso l’ufficio di Allock. DA fuori si sentiva un grande affaccenDArsi. I ragazzi udirono stropiccii, colpi e un frettoloso andirivieni.
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Quando Harry bussò, all’interno cadde un improvviso silenzio. Poi la porta venne socchiusa di pochi millimetri e i due ragazzi videro uno degli occhi di Allock che sbirciava attraverso la fESsura.
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«Oh… signor Potter… signor Weasley…» disse aprendo un po’ di più. «In quESto momento sono piuttosto inDAffarato. Se volete fare in fretta…»
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«ProfESsore, abbiamo alcune informazioni DA DArle» disse Harry. «Pensiamo che potrebbero ESserle utili».
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Il suo ufficio era quasi del tutto smantellato. Per terra c’erano due grossi bauli spalancati. In uno, ripiegati in fretta, c’erano abiti di tutti i colori: verde giaDA, lilla, blu notte. Nell’altro erano ammonticchiati alla rinfusa dei libri. Le fotografie che avevano ricoperto le pareti erano stipate dentro alcune scatole appoggiate sulla scrivania.
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«Sta anDAndo DA qualche parte?» chiESe Harry.
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«Ehm… be’… sì» disse Allock staccando DA dietro la porta un poster che lo raffigurava a grandezza naturale e cominciando ad arrotolarlo. «Una chiamata urgente… improrogabile… devo anDAre…»
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«E mia sorella?» chiESe brusco Ron.
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«Ah, sì… una vera disgrazia» fu il commento di Allock, che evitò di guarDArlo negli occhi mentre apriva con uno strattone un cassetto e rivoltava il contenuto in una borsa. «NESsuno se ne rammarica più di me…»
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«Ma lei è l’insegnante di DifESa contro le Arti Oscure!» ESclamò Harry «Non può anDArsene ora! Non con tutti quESti fatti di magia nera che stanno accadendo!»
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«Be’, devo ammettere… Quando ho accettato l’incarico…» balbettò Allock che adESso stava buttando le calze sopra agli abiti, «nel mansionario non c’era proprio niente che… non mi aspettavo di…»
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«Intende dire che ha intenzione di squagliarsela?» chiESe Harry incredulo. «Dopo tutto quel che ha raccontato di aver fatto nei suoi libri?»
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«I libri possono portare fuori straDA» disse Allock con tono diplomatico.
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«Ma li ha scritti lei!» ESclamò Harry.
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«Mio caro ragazzo» disse Allock raddrizzandosi e fissandolo con la fronte aggrottata. «Un po’ di buon senso. I miei libri non avrebbero venduto neanche la metà se la gente non avESse pensato che a fare tutte quelle cose ero stato io. A nESsuno piace leggere le imprESe di un mago armeno brutto e vecchio, anche se ha salvato un intero paESe DAi lupi mannari. La sua immagine in copertina avrebbe veramente sfigurato! Non aveva nESsun gusto nel vEStirsi. Quanto poi alla maga che ha mESso in fuga l’anima in pena della strega Bandon, aveva il labbro leporino. Insomma, cerca di capire…»
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«E così lei si è prESo il merito di quel che altri hanno fatto?» chiESe Harry sempre più incredulo.
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«Harry, Harry» disse Allock scuotendo la tESta con impazienza. «Non è così semplice. Non ho mica lavorato poco, sai? Ho dovuto anDAre a scovare quESte persone. Chiedergli come erano riuscite a compiere le loro imprESe. Poi ho dovuto fargli un IncantESimo di Memoria perché non ricorDAssero più quel che avevano fatto. Se c’è una cosa di cui vado fiero è proprio il mio IncantESimo di Memoria. No, DAvvero, il lavoro DA fare è stato tanto, Harry. Non basta firmare autografi sui libri e distribuire foto pubblicitarie, sai? Se vuoi la fama devi ESsere pronto a faticare, con costanza».
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«Oh, vediamo» disse. «Penso di aver prESo tutto. Sì. Manca una cosa sola».
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«Spiacente, miei cari, ma anche a voi dovrò fare un IncantESimo di Memoria. Non posso certo permettere che ve ne andiate in giro a spiattellare tutti i miei segreti. Altrimenti non venderò più neanche una copia…»
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Allock fu scaraventato all’indietro e cadde riverso sopra i bauli. La sua bacchetta magica piroettò in aria; Ron l’afferrò e la fece volare fuori della finEStra.
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«Non avrebbe dovuto permettere che il profESsor Piton ci insegnasse quESto incantESimo» disse Harry furibondo, scansando con un calcio il baule di Allock. QuESt’ultimo levò lo sguardo su di lui, sempre più pallido e ansioso. Harry lo teneva sempre sotto tiro.
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«Che cosa volete che faccia?» chiESe Allock debolmente. «Io ignoro dove si trovi la Camera dei Segreti. Non posso fare niente».
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Spinsero Allock fuori DAll’ufficio, e poi giù per la più vicina rampa di scale e lungo il corridoio dove erano ESposti i mESsaggi fino alla porta del gabinetto di Mirtillla Malcontenta.
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«Oh, sei tu!» ESclamò quando vide Harry. «Che cosa vuoi, quESta volta?»
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In un attimo il volto di Mirtilla si trasfigurò. Era come se nESsuno le avESse mai chiESto una cosa del genere e ne era lusingata.
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«Ooooh, è stato orribile!» ESclamò deliziata. «È succESso proprio qui dentro. Sono morta in quESto cubicolo. Me lo ricordo così bene! Mi ero nascosta perché Olive Hornby mi stava prendendo in giro per via degli occhiali. La porta era chiusa a chiave e io stavo piangendo, quando ho sentito qualcuno entrare. Diceva cose strane. Credo che parlasse un’altra lingua. Era la voce di un ragazzo… e quESto mi ha tratto in inganno. E cosi ho aperto la porta per dirgli di anDAre nel bagno dei maschi e subito dopo…» e qui la voce di Mirtilla assunse un’aria d’importanza e il suo volto divenne raggiante, «…sono morta».
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«Ma in che modo?» chiESe Harry.
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«Non ne ho la più palliDA idea» disse Mirtilla in tono confidenziale. «Ricordo solo di aver visto due immensi occhi gialli. È stato come se tutto il mio corpo si fermasse e poi svanisse galleggiando…» Guardò Harry con occhi sognanti. «Poi sono tornata. Ero decisa a perseguitare Olive Hornby sotto forma di fantasma, capisci? L’ho fatta pentire di avermi prESo in giro per gli occhiali!»
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«In che punto, ESattamente, hai visto gli occhi?» chiESe Harry.
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«DA quella parte» rispose Mirtilla indicando vagamente verso lo scarico di fronte al suo gabinetto.
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Harry e Ron vi si precipitarono. Allock si teneva indietro con un’ESprESsione di terrore indicibile.
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Sembrava uno scarico qualunque. Lo ESaminarono centimetro per centimetro, dentro e fuori, comprESi i tubi sottostanti. Poi, d’un tratto, Harry lo vide: inciso su uno dei rubinetti di rame c’era un piccolo serpente.
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«Harry, di’ qualcosa in SerpentESe» suggerì Ron. «Ma…» Harry si concentrò a pensare a qualcosa DA dire. Le uniche volte che era riuscito a parlare quella lingua misteriosa era stato quando si era trovato DAvanti a un serpente vero. Fissò la piccola incisione, cercando di immaginare che fosse un serpente in carne e ossa. «Apriti!» disse.
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Poi guardò Ron, ma lui scosse la tESta. «Niente» disse.
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Harry tornò a fissare il serpente, imponendosi di credere che fosse vivo. Alla luce della candela sembrava quasi che si muovESse.
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QuESta volta le parole ebbero un suono diverso: uscirono in uno strano sibilo e subito il rubinetto brillò di una viviDA luce bianca e prESe a girare. Un attimo dopo il lavandino cominciò a muoversi. Sprofondò e scomparve alla vista lasciando scoperto un grosso tubo, un tubo largo abbastanza DA lasciar passare un uomo.
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«Io mi ci calo dentro» disse. Doveva farlo, specie ora che avevano trovato l’ingrESso della Camera e che c’era la speranza — per quanto palliDA, remota e tenue — che Ginny fosse viva.
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«Ma ragazzi!» disse con un filo di voce, «ragazzi, a che cosa vi servirà tutto quESto?»
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Harry lo pungolò DA dietro con la bacchetta. Allock infilò le gambe nel tubo.
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«Non credo proprio…» cominciò a dire, ma Ron gli diede uno spintone e Allock sparì. Harry lo seguì rapido. Si calò lentamente nel tubo e lasciò la prESa.
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Fu come scivolare lungo una pista visciDA e senza fondo. Vide altri tubi diramarsi in tutte le direzioni, ma nESsuno era grosso come il loro, ripido, tutto curve e giravolte. Capì che stavano sprofonDAndo sotto il livello della scuola, addirittura oltre quello dei sotterranei. Dietro sentiva Ron che, a ogni curva, urtava leggermente contro le pareti.
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Poi, quando già cominciava a preoccuparsi di quel che sarebbe accaduto se avESsero toccato terra, il tubo tornò in piano e lui fu catapultato fuori con uno splash, atterrando sul pavimento bagnato di un buio tunnel di pietra, abbastanza spazioso DA permettergli di stare in piedi. Un po’ più in là, Allock si stava rialzando, coperto di melma e pallido come un cencio. Harry si fece DA parte, mentre anche Ron schizzava fuori DAl tubo.
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«Dobbiamo trovarci a centinaia di metri sotto la scuola» disse Harry, e DAll’oscurità del tunnel gli giunse l’eco della sua voce.
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Tutti e tre si voltarono a scrutare l’oscurità che gli si spalancava DAvanti.
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Il tunnel era così buio che riuscivano a vedere soltanto a pochi metri DAl naso. Alla flebile luce della bacchetta le loro ombre sulle pareti gocciolanti assumevano forme mostruose.
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«Appena sentite qualcosa muoversi» disse Harry a bassa voce mentre procedevano con circospezione, «ricorDAtevi di chiudere immediatamente gli occhi…»
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Ma nel tunnel regnava un silenzio di tomba e il primo rumore inattESo che li fece sobbalzare fu un sonoro scricchiolio, perché Ron aveva pEStato qualcosa che poi risultò ESsere il tESchio di un topo. Harry abbassò la bacchetta per ispezionare il pavimento, dove vide una miriade di piccole ossa di animali. Sforzandosi in tutti i modi di non pensare all’aspetto che avrebbe potuto avere Ginny se l’avESsero trovata, proseguì, superando una curva.
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Quel che videro li raggelò. Harry riuscì a intravedere soltanto la sagoma di qualcosa di immenso, tutto spire, stESo di traverso nel tunnel. Era immobile.
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«Forse dorme» disse trattenendo il rESpiro e voltandosi a guarDAre i suoi compagni. Allock si era coperto gli occhi con le mani. Harry si voltò di nuovo verso la cosa, con il cuore che gli martellava così forte DA fargli male.
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La luce si posò su una gigantESca pelle di serpente di un vivido color verde fiele che giaceva arrotolata e vuota sul pavimento. La creatura che l’aveva abbandonata doveva ESsere lunga almeno sei metri.
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«Per la miseria!» ESclamò Ron con un filo di voce.
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«Qui si conclude l’avventura, ragazzi!» ESclamò. «Porterò su a scuola un pezzetto di quESta pelle, dirò che sono arrivato troppo tardi per salvare la ragazza e che voi due avete tragicamente perso il senno alla vista del suo corpo straziato. Dite addio ai vostri ricordi!»
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La bacchetta ESplose con la forza di una bomba. Harry si coprì la tESta con le braccia e spiccò una corsa, scivolando sopra le spire della pelle di serpente e cercando di schivare i grossi massi che DAl soffitto franavano fragorosamente a terra. Un attimo dopo si ritrovò solo, DAvanti a una parete compatta di detriti di roccia.
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«Sono qui!» gli giunse la sua voce soffocata DAll’altra parte. «Io sto bene, ma quESto verme no… La bacchetta gli ha fatto fare un bel volo».
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Si udì un tonfo sordo e un sonoro «Ahi!», come se Ron avESse mollato ad Allock un calcio sugli stinchi.
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«E ora che cosa facciamo?» chiESe Ron disperato. «Non possiamo passare. Ci vorrebbero secoli…»
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Harry alzò lo sguardo sul soffitto del tunnel, dove si erano aperte crepe enormi. Non aveva mai provato a usare la magia per spaccare in due cose grosse quanto quei macigni e adESso non gli sembrava il momento più opportuno per provarci… E se tutta la volta del tunnel avESse ceduto?
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DA dietro le macerie si udì un altro tonfo e un altro «Ahi!» Stavano solo perdendo tempo. Erano ore, ormai, che Ginny si trovava nella Camera dei Segreti. Harry capì che c’era una sola cosa DA fare.
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«Tu aspetta qui» disse a Ron. «RESta con Allock. Io proseguo. Se non sono di ritorno fra un’ora…»
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«Ci vediamo tra poco» disse Harry cercando di DAre alla sua voce tremante un tono fiducioso.
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E si avviò DA solo, oltrepassando la pelle del serpente gigante.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Ben prESto non sentì più il rumore dei massi spostati DA Ron. Superò un’altra curva e poi un’altra ancora. Sentiva ogni nervo tendersi in modo sgradevole. Non vedeva l’ora di arrivare alla fine del tunnel, eppure aveva paura di quel che avrebbe trovato in fondo. Poi, dopo un’ennESima curva si trovò di fronte una parete su cui erano scolpiti due serpenti attorcigliati che al posto degli occhi avevano due grandi smeraldi scintillanti.
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Harry si avvicinò. Aveva la gola secca. QuESta volta non c’era nESsun bisogno di fingere che i serpenti di pietra fossero veri: i loro occhi, infatti, sembravano stranamente vivi.
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I serpenti si sciolsero DAl loro groviglio e la parete cominciò a spalancarsi, dividendosi in due metà. Tremando DAlla tESta ai piedi, Harry entrò. La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2) |
Si ritrovò nell’ingrESso di una sala molto lunga, debolmente illuminata. Pilastri di pietra torreggianti, formati DA altri serpenti avvinghiati, si levavano fino al soffitto, perdendosi nel buio e gettando lunghe ombre nere nella strana oscurità verDAstra che avvolgeva il luogo.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Poi, giunto all’ultima coppia di colonne torreggianti contro la parete di fondo, si ritrovò DAvanti una statua alta fino al soffitto.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Dovette piegare indietro il collo per riuscire a intravedere il volto gigantESco che lo sovrastava: era il volto antico e scimmiESco di un vecchio mago, con una lunga barba raDA che gli arrivava quasi fino all’orlo della vESte scolpita, lunga fino a terra, e due enormi piedi grigi che poggiavano sul pavimento levigato della stanza. Tra i piedi, giaceva bocconi una figurina vEStita di nero DAi capelli rosso fiamma.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Ginny!» bisbigliò Harry precipitandosi verso di lei. «Ginny! Dimmi che non sei morta! Ti prego, dimmi che non sei morta!» Poggiò la bacchetta accanto a sé, prESe la ragazzina per le spalle e la voltò. Aveva il volto bianco e freddo come l’alabastro ma gli occhi erano chiusi, il che significava che non era pietrificata. Ma allora, voleva dire che era…?
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Ginny, ti prego, svegliati!» bisbigliò disperato, scuotendola. La tESta di Ginny ciondolò inerte.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Al pilastro più vicino era appoggiato un ragazzo alto DAi capelli neri. I contorni della sua figura erano stranamente sfocati, come se Harry lo vedESse attraverso una finEStra appannata. Ma come non riconoscerlo?
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Riddle annuì, senza levare gli occhi DA Harry.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Che cosa significa che non si sveglierà?» chiESe Harry disperato. «Non sarà mica… non sarà mica…?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry lo fissò. Tom Riddle aveva studiato a Hogwarts cinquant’anni prima, eppure eccolo lì, avvolto in un’aura misteriosa e opalEScente: non poteva avere più di sedici anni.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Sei un fantasma?» gli chiESe con voce incerta.
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Indicò il pavimento, in direzione dei piedi gigantESchi della statua. Lì accanto, aperto, c’era il piccolo diario nero che Harry aveva trovato nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Per un attimo, il ragazzo si chiESe come avESse fatto ad arrivare fin lì… ma c’erano quEStioni più urgenti DA affrontare.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Devi aiutarmi, Tom» disse sollevando di nuovo il capo di Ginny. «Dobbiamo portarla fuori di qui. C’è un Basilisco… Non so dove si trovi, ma potrebbe arrivare DA un momento all’altro. Ti prego, aiutami!»
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Riddle non si mosse. Madido di sudore, Harry cercò di sollevare Ginny DA terra; poi si chinò di nuovo a raccogliere la bacchetta magica.
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Un sorriso incrESpò le labbra di Riddle che non staccava gli occhi DA Harry e continuava pigramente a giocherellare con la bacchetta.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Senti» disse Harry tutto affannato con le ginocchia che cominciavano a cedergli sotto il pESo morto di Ginny, «dobbiamo anDArcene di qui! Se arriva il Basilisco…»
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«Cosa intendi dire?» chiESe. «Dài, rendimi la bacchetta, potrebbe servirmi».
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«Era tanto che aspettavo quESto momento, Harry Potter» disse Riddle. «Il momento di incontrarti. Di parlarti».
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«No, invece, parliamo adESso» disse Riddle con il suo largo sorriso, infilandosi in tasca la bacchetta di Harry.
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«Come ha fatto Ginny a ridursi in quESto stato?» chiESe lentamente.
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«QuESta sì che è una domanDA interESsante» disse Riddle con tono amabile. «Ed è anche una storia molto lunga. Suppongo che la principale ragione dello stato in cui si trova Ginny è che ha aperto il suo cuore a un EStraneo invisibile, rivelandogli tutti i suoi segreti».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Ma di che cosa stai parlando?» chiESe Harry.
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«Il diario» rispose Riddle. «Il mio diario. Sono mESi che la piccola Ginny ci scrive fiumi di parole, raccontandomi tutte le sue lacrimevoli preoccupazioni e angosce: che i suoi fratelli la prendono in giro, che è dovuta venire a scuola con abiti e libri di seconDA mano, che…» — e qui gli occhi di Riddle manDArono un lampo — «…che non pensava di riuscire mai a piacere al famoso, al bravo, al grande Harry Potter…»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«È una gran noia dover stare a sentire gli sciocchi, piccoli turbamenti di una ragazzina di undici anni» proseguì. «Ma sono stato paziente. Le ho risposto, sono stato comprensivo, sono stato gentile. E adESso lei mi adora. ‘NESsuno mi ha mai capito come te, Tom… Sono così felice di avere quESto diario a cui confiDArmi… è come avere un amico DA portare sempre con me in tasca…’»
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Rise: una risata stridula, fredDA, che non gli si addiceva affatto, e che fece rizzare i capelli in tESta a Harry.
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«ModEStia a parte, Harry, ho sempre avuto il dono di affascinare le persone di cui avevo bisogno. Così, Ginny mi ha schiuso la sua anima e la sua anima era ESattamente quella che io volevo. Mi sono alimentato delle sue paure più profonde, dei suoi segreti più oscuri, che mi hanno rESo sempre più forte. Sono diventato potente, molto più potente della piccola Ginny Weasley. Abbastanza DA cominciare a raccontarle qualcuno dei miei segreti, DA cominciare a riversare un po’ della mia anima nella sua…»
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«Cosa vuoi dire?» chiESe Harry con la bocca secca.
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«Non hai ancora capito, Harry Potter?» chiESe Riddle con dolcezza. «È stata Ginny Weasley ad aprire la Camera dei Segreti. È stata lei a strangolare i galli e a scrivere mESsaggi minacciosi sulle pareti. Lei ad aizzare il Serpente di Serpeverde contro quattro mezzosangue oltre che contro la gatta di Gazza».
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«E invece sì» riprESe Riddle con calma. «Naturalmente all’inizio lei non sapeva quel che stava facendo. Era molto divertente. Quanto vorrei che tu avESsi potuto leggere le annotazioni che scriveva via via sul diario… Col tempo, sono diventate sempre più interESsanti… ‘Caro Tom’ recitò fissando il volto inorridito di Harry ‘credo di star perdendo la memoria. Mi trovo attaccate ai vEStiti penne di gallo e non so come ci siano arrivate. Caro Tom, non mi ricordo quel che ho fatto la notte di Halloween, ma un gatto è stato aggredito e io sono tutta sporca di vernice. Caro Tom, Percy continua a ripetermi che sono palliDA e che non sembro più io, penso che sospetti di me… Oggi c’è stata un’altra aggrESsione, e io non so dove mi trovavo. Tom, che cosa devo fare? Forse sto impazzendo… Credo di ESsere io quella che aggredisce tutti, Tom!’»
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Harry serrò i pugni tanto che le unghie gli affonDArono nella carne.
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«C’è voluto molto tempo perché la piccola, stupiDA Ginny smettESse di fiDArsi del suo diario» proseguì Riddle. «Ma alla fine ha cominciato ad avere dei sospetti e ha cercato di disfarsene. Ed ecco dove entri in scena tu, Harry. Tu l’hai trovato, e io sono anDAto in brodo di giuggiole. Fra tutti quelli che avrebbero potuto venirne in possESso, quello che più dESideravo incontrare eri tu…»
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«E perché volevi incontrarmi?» chiESe Harry. Si sentiva montare la rabbia, e dovette fare uno sforzo per mantenere ferma la voce.
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«Vedi, Ginny mi ha raccontato tutto di te, Harry» disse Riddle. «Tutta la tua affascinante storia». Posò gli occhi sulla cicatrice a forma di saetta e la sua ESprESsione divenne ancor più famelica. «Sapevo di dover scoprire altre cose sul tuo conto, di doverti parlare, incontrarti, se potevo. Per quESto ho deciso di mostrarti l’episodio della mia famosa cattura di quel gran sempliciotto di Hagrid: per conquistarmi la tua fiducia».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Ma Hagrid è mio amico!» disse Harry, e quESta volta la voce gli tremò. «E tu l’hai incastrato, non è così? Io credevo che tu avESsi commESso un errore, ma…»
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«Era la mia parola contro quella di Hagrid. Be’, puoi immaginare DA te com’è rimasto il vecchio Armando Dippet. DA una parte Tom Riddle, povero in canna ma brillante, orfano ma così coraggioso, Prefetto della scuola, studente modello; DAll’altra quel gran pasticcione confusionario di Hagrid, che si metteva nei guai una settimana sì e una no, che tentava di allevare cuccioli di lupi mannari sotto il letto, che sgattaiolava nella forESta proibita per combattere i troll. Ma devo ammettere che persino io sono rimasto sorprESo della riuscita del mio piano. Pensavo che qualcuno si sarebbe rESo conto che l’Erede di Serpeverde non poteva assolutamente ESsere Hagrid. C’erano voluti a me cinque anni interi per scoprire quel che c’era DA sapere sulla Camera dei Segreti e trovarne l’ingrESso… figuriamoci se Hagrid poteva avere il cervello o il potere per farlo!
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«Soltanto Silente, l’insegnante di Trasfigurazione, sembrava persuaso dell’innocenza di Hagrid. Convinse Dippet a tenerlo e a istruirlo come guardiacaccia. Si, credo che Silente avESse indovinato. Silente non mi ha mai apprezzato quanto gli altri insegnanti…»
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«Be’, certo, dopo l’ESpulsione di Hagrid non mi ha mai perso d’occhio, e la cosa era molto seccante» disse Riddle con indifferenza. «Sapevo che riaprire la Camera mentre ero ancora a scuola non era prudente. Ma non avevo certo intenzione di buttare al vento tutti gli anni che avevo passato a cercarla. Decisi allora di lasciare un diario che conservasse tra le sue pagine la memoria di quel che io ero a sedici anni; in quESto modo, con un po’ di fortuna, sarei riuscito a istruire qualcuno abbastanza per seguire le mie orme e a portare a compimento la nobile opera di Salazar Serpeverde».
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«Be’, non è il caso che tu canti vittoria» disse Harry con aria di trionfo. «QuESta volta non è morto nESsuno, neanche il gatto. Fra qualche ora sarà pronta la pozione di mandragola e tutti quelli che sono stati pietrificati torneranno normali».
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«Forse non ti ho ancora detto» riprESe Riddle abbassando la voce, «che non mi interESsa più ammazzare i mezzosangue. DA molti mESi a quESta parte, il mio nuovo bersaglio sei tu».
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«Immagina la mia rabbia quando ho scoperto che chi aveva riaperto il diario per scrivermi non eri tu, ma Ginny. Lei te l’ha visto in mano ed è stata prESa DAl panico. Cosa sarebbe succESso se tu avESsi scoperto come funzionava e se io ti avESsi spiattellato tutti i suoi segreti? O se — peggio ancora — io ti avESsi detto chi era stato a strangolare i galli? Cosi, quella stupiDA mocciosa ha aspettato che nel tuo dormitorio non ci fosse nESsuno e ha trafugato il diario. Ma io sapevo cosa fare. Ormai mi era chiaro che tu eri sulle tracce dell’Erede di Serpeverde. DA tutto quel che Ginny mi aveva detto di te, sapevo che avrESti risolto il mistero a ogni costo, specie poi se a ESsere aggredita fosse stata una delle tue migliori amiche. E Ginny mi aveva detto che a scuola aveva suscitato un grande scalpore il fatto che tu parlassi il SerpentESe…
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«Perciò, ho convinto Ginny a scrivere un addio sul muro, a venire quaggiù e ad aspettare. Lei ha pianto, si è dimenata, ed è diventata DAvvero noiosa. Ma in lei non è rimasta più tanta vita: ha mESso troppo di sé nel diario, dentro di me. Abbastanza, comunque, DA permettermi di abbandonare finalmente quelle pagine. DA quando siamo quaggiù non ho fatto che aspettare il tuo arrivo. Sapevo che sarESti venuto. Ho molte domande DA farti, Harry Potter».
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«Per ESempio?» sbottò Harry con i pugni ancora serrati.
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«Be’» disse Riddle sorridendo amabilmente, «come è potuto accadere che un neonato senza alcun particolare talento magico sia riuscito a sconfiggere il più grande mago di tutti i tempi? Come hai fatto a cavartela solo con una cicatrice, mentre i poteri di Lord Voldemort sono anDAti distrutti?»
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«Perché ti importa tanto di sapere come ho fatto a cavarmela?» chiESe Harry lentamente. «Voldemort è vissuto dopo di te».
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«Voldemort» disse Riddle piano, «è il mio passato, il mio prESente e il mio futuro. Harry Potter…»
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Tirò fuori DAlla tasca la bacchetta magica di Harry e cominciò a rotearla in aria, tracciando tre parole scintillanti:
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«Vedi?» bisbigliò. «Era un nome che già usavo a Hogwarts, ma naturalmente soltanto con gli amici più intimi. Credi forse che intendESsi usare per sempre lo sporco nome DA Babbano di mio padre? Io, che per parte di madre ho nelle vene il sangue di Salazar Serpeverde? Io, chiamarmi con il nome di uno stupido Babbano qualunque, che mi aveva abbandonato ancor prima che nascESsi solo perché aveva scoperto che sua moglie era una strega? No, Harry. Mi sono creato un nuovo nome, un nome che, quando fossi diventato il più grande stregone di tutti i tempi, al solo pronunciarlo avrebbe fatto tremare tutti i maghi della terra!»
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A Harry parve che il cervello gli si fosse inceppato. Fissava con sguardo ottuso Riddle, l’orfano crESciuto per uccidere i suoi genitori, e tanti altri ancora… Finalmente si costrinse a parlare.
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«Non è vero cosa?» chiESe Riddle.
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«Non sei il più grande mago di tutti i tempi» disse Harry con il rESpiro affannoso. «Spiacente di deluderti, ma il più grande mago al mondo è Albus Silente. Tutti lo dicono. Anche quando eri forte, non hai mai osato prendere il potere a Hogwarts. Silente ti capì al volo, quando eri a scuola, e ancor oggi ti fa paura, ovunque tu continui a nasconderti».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Scomparso il sorriso DAl volto, Riddle divenne molto brutto.
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«È bastato il ricordo di me a cacciare Silente DA quESto castello!» sibilò.
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«Non credere che se ne sia anDAto come pensi!» ribatté Harry. Stava parlando a vanvera, col solo dESiderio di spaventare Riddle; sperava che le sue parole fossero vere, ma non osava crederci.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
DA qualche parte risuonò una musica. Riddle si guardò intorno, scrutando con gli occhi la camera vuota. La musica risuonò più forte. Aveva un che di misterioso, di ultraterreno, faceva correre i brividi lungo la schiena; Harry sentì rizzarsi i capelli in tESta e il cuore allargarsi come se fosse raddoppiato di volume. Poi la musica raggiunse un volume cosi alto che se la sentì vibrare dentro la cassa toracica; fu allora che, sulla sommità della colonna più vicina, eruppe una fiamma.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Apparve un uccello vermiglio delle dimensioni di un cigno, che riempiva la stanza del suo canto arcano, fino alle volte del soffitto. Aveva una coDA d’oro scintillante lunga quanto quella di un pavone e due artigli, anche quelli d’oro lucente, tra cui stringeva un fagotto cencioso.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Un attimo dopo volò in direzione di Harry. Lasciò cadere ai suoi piedi l’involto stracciato, poi atterrò pESantemente sulla sua spalla, ripiegando le grandi ali. Sollevando lo sguardo, Harry vide che aveva un lungo becco aguzzo, anch’ESso dorato, e piccoli occhi neri.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«È una fenice…» commentò Riddle rEStituendo all’uccello uno sguardo scaltro.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«QuESto è l’aiuto che ti manDA Silente? Un uccello canterino e un vecchio cappello! Ti senti coraggioso, Harry Potter? Ti senti al sicuro, adESso?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry non rispose. Non capiva bene di quale utilità potESsero ESsergli Fanny o il Cappello Parlante, ma non era più solo; si sentì tornare dentro il coraggio e aspettò che Riddle finisse di ridere.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry rifletteva freneticamente, valutando le sue possibilità di farcela. Riddle aveva la bacchetta magica. Lui, Harry, aveva Fanny e il Cappello Parlante, ma nESsuno dei due gli sarebbe stato di grande aiuto in un duello. La situazione pareva disperata. Ma ogni minuto concESso a Riddle, era un minuto di vita sottratto a Ginny… e poi, tutt’a un tratto, Harry notò che i contorni del suo avversario si facevano più nitidi, più reali. Se dovevano combattere, meglio prima che poi.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«NESsuno sa perché hai perso i tuoi poteri quando mi hai aggredito» disse a un tratto. «Non lo so neanche io. Ma so perché non sei riuscito a uccidermi. Perché mia madre è morta per salvarmi. Mia madre, nata DAlla volgare stirpe dei Babbani» aggiunse, tremando d’ira reprESsa. «È stata lei a impedire che tu mi uccidESsi. E io ho visto chi tu sei veramente. Ti ho visto l’anno scorso. Sei un relitto. Più morto che vivo. Ecco dove ti ha portato tutto il tuo potere. Vivi nascosto. Sei brutto, sei un vigliacco!»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«E così tua madre è morta per salvarti? Sì, devo ammettere che si tratta di un potente contro-incantESimo. Ora lo capisco… in fin dei conti, in te non c’è niente di speciale. Me lo chiedevo, capisci? Perché fra noi, Harry Potter, ESistono strane somiglianze. Perfino tu devi averle notate. Tutti e due siamo mezzosangue, orfani, e allevati DA Babbani. Probabilmente gli unici Rettilofoni che mai abbiano frequentato Hogwarts DAi tempi del grande Serpeverde. Anche fisicamente ci assomigliamo un po’… Ma in fondo a salvarti DA me è stato solo un caso, un caso fortunato. Era quello che m’interESsava sapere».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry rimase immobile, tESo, aspettando che l’altro sollevasse la bacchetta magica. Ma un bieco sorriso tornò a illuminare il volto di Riddle.
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«Ora, Harry, voglio DArti una piccola lezione. Misuriamo i poteri di Lord Voldemort, Erede di Salazar Serpeverde e quelli del famoso Harry Potter, munito delle migliori armi che Silente e in grado di offrirgli».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Lanciò uno sguardo divertito a Fanny e al Cappello Parlante poi si allontanò. Harry, con le gambe intorpidite e molli per la paura, lo vide fermarsi fra le due immense colonne e guarDAre in alto, verso il volto di pietra di Serpeverde, che lo sovrastava nella semioscurità. Riddle spalancò la bocca, e ne uscì un sibilo. Ma Harry capiva quel che stava dicendo.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry si voltò a guarDAre la statua, Fanny si dondolava sulla sua spalla.
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Il gigantESco volto di pietra di Serpeverde si mosse. Inorridito, Harry vide la sua bocca spalancarsi sempre più fino a diventare un immenso buco nero.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
E dentro la bocca qualcosa si mosse. Qualcosa risaliva strisciando DAlle profondità delle sue viscere di pietra.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry indietreggiò fino a sbattere contro la parete opposta; strinse forte gli occhi e si sentì sfiorare la guancia DAll’ala di Fanny che si era alzata in volo. Voleva griDAre: «Non lasciarmi!» ma che possibilità aveva una fenice contro il re dei serpenti?
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Qualcosa di pESante cadde con un tonfo sul pavimento di pietra: Harry lo senti tremare sotto i piedi. Sapeva quel che stava accadendo, lo intuiva, gli sembrava quasi di vedere il serpente gigantESco srotolarsi DAlla bocca di Serpeverde. Poi udì il sibilo di Riddle: «Uccidilo!»
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Il Basilisco strisciò verso Harry; il ragazzo sentiva il suo corpo massiccio scivolare pESantemente sul pavimento polveroso. Con gli occhi ancora ben chiusi, cominciò a correre di lato, alla cieca, aiutandosi con le mani per trovare la straDA. Riddle rideva…
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry inciampò. Cadde di pESo sulla pietra e sentì in bocca il sapore del sangue. Il serpente era a pochi metri DA lui, lo sentiva avvicinarsi.
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Proprio sopra di lui si udì un sibilo lacerante, poi Harry fu colpito DA qualcosa di molto pESante che lo schiacciò contro la parete. Aspettò di sentire le zanne del serpente affonDArgli nella carne, ma il sibilo si fece sempre più furibondo e qualcosa si dibatté violentemente fra le colonne.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Fu più forte di lui. Aprì gli occhi quel tanto che bastava per DAre un’occhiata alla scena.
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L’immenso serpente DAl lucente corpo verde fiele, grosso come il tronco di una quercia, si era rizzato e la sua grossa tESta massiccia ondeggiava fra le colonne, come se fosse ubriaco. Harry tremava: non appena il mostro si fosse girato era pronto a richiudere gli occhi; ma proprio in quel momento vide cos’era stato a distrarlo.
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Fanny gli volteggiava sopra la tESta, e il Basilisco cercava furiosamente di addentarla con le zanne lunghe e sottili come sciabole.
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La fenice scESe in picchiata. Il suo lungo becco d’oro scomparve e un attimo dopo un torrente di sangue nero schizzò sul pavimento. Il serpente menava colpi con la coDA; mancò di poco Harry, e prima che il ragazzo facESse in tempo a chiudere gli occhi si voltò. Harry lo fissò e vide che la fenice gli aveva perforato gli occhi gialli e sporgenti; il sangue colava a fiotti sul pavimento e il mostro, agonizzante, sputava.
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«No!» Harry udì Riddle griDAre. «Lascia perdere l’uccello! Lascia perdere l’uccello’. Il ragazzo è dietro di te! Puoi ancora fiutarlo! Uccidilo!»
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Il serpente accecato si dimenò, confuso, ma ancora micidiale. Fanny gli volteggiava sopra la tESta: aveva riprESo a cantare la sua arcana melodia, colpendo il naso squamoso del mostro che continuava a sanguinare DAgli occhi trafitti.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Ancora una volta, la coDA del serpente sferzò il pavimento. Harry la schivò. Poi fu colpito in faccia DA un oggetto morbido.
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Il Basilisco gli aveva fatto volare tra le braccia il Cappello Parlante. Harry lo afferrò. Era tutto quel che gli rimaneva, l’unica e ultima possibilità. Se lo cacciò in tESta e poi si buttò a terra, dove rimase stESo, mentre la coDA del Basilisco continuava a infierire su di lui.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Il cappello non rispose, ma si contrasse, come strizzato DA una mano invisibile.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Un oggetto duro e pESante cadde sulla tESta di Harry, facendolo quasi svenire. Tramortito, afferrò il cappello per la punta per sfilarselo DAlla tESta ma così facendo sentì sotto le mani qualcosa di lungo e duro.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Dentro al cappello era apparsa una spaDA d’argento lucente, con l’impugnatura tempEStata di rubini grossi come un uovo.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry balzò in piedi, pronto al combattimento. La tESta del Basilisco ciondolava, il corpo si afflosciava e si attorcigliava, sbattendo contro i pilastri. Harry vide le immense cavità sanguinanti di quelli che erano stati i suoi occhi, vide la sua bocca spalancarsi tanto DA inghiottirlo tutto intero, mostrando una fila di denti lunghi come la sua spaDA, sottili, lucidi, velenosi…
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Il Basilisco fece un balzo in avanti, alla cieca. Harry lo schivò, facendolo sbattere contro la parete. Quello fece un altro balzo, e la sua lingua biforcuta sferzò il fianco del ragazzo. Harry sollevò la spaDA con entrambe le mani.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Il Basilisco scattò di nuovo, dritto contro di lui. Harry prESe lo slancio e gli conficcò la spaDA nel palato fino all’elsa.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Mentre il sangue caldo gli inzuppava le braccia, avvertì un dolore lancinante proprio sopra al gomito. Una lunga zanna velenosa si stava conficcando sempre più a fondo nel suo braccio e si spezzò dentro, quando il Basilisco si rovESciò sul fianco e ricadde a terra con uno spasimo.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry si afflosciò lungo la parete e cadde. Afferrò la zanna che gli spargeva il veleno nel corpo e se la strappò DAl braccio. Ma era tardi, lo sapeva. Lento, ma inESorabile, un dolore incandEScente si irradiava DAlla ferita. Mentre lasciava cadere il frammento di zanna e guarDAva il suo stESso sangue inzuppargli i vEStiti, gli si annebbiò la vista. La stanza si dissolse in un turbinio di colori opachi.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
DAvanti agli occhi vide una macchia scarlatta e udì accanto a sé un lieve sbattere di ali.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Fanny?» Aveva la lingua impastata. «Sei stata bravissima, Fanny…» Sentì l’uccello posare la sua splendiDA tESta nel punto in cui era stato ferito DAlla zanna del serpente.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Udì un rimbombare di passi e poi un’ombra scura gli si parò DAvanti.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Sei spacciato, Harry Potter» disse DAll’alto la voce di Riddle. «Spacciato. Anche la fenice di Silente lo sa. Vedi cosa fa, Potter? Piange».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry sbatté le palpebre. La tESta di Fanny si sfocava e si rimetteva a fuoco DAvanti ai suoi occhi. Grosse lacrime perlacee scorrevano sulle penne lucenti dell’uccello.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«QuESta è la fine del famoso Harry Potter» disse la voce lontana di Riddle. «Solo, nella Camera dei Segreti, abbandonato DAgli amici, sconfitto finalmente DAl Signore Oscuro che così incautamente ha osato sfiDAre. PrESto rivedrai la tua amata madre mezzosangue, Harry… Ti ha regalato dodici anni di vita… ma Lord Voldemort ti ha prESo, alla fine, come ben sapevi che sarebbe succESso».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Se quESto è morire, pensò Harry, non è poi così male. Anche il dolore lo stava abbandonando…
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Ma stava morendo DAvvero? Anziché dissolversi, la Camera sembrava rimettersi a fuoco. Harry scosse lievemente il capo e sentì che Fanny gli teneva ancora la tESta poggiata sul braccio. Una macchia perlacea formata DAlle sue lacrime luccicava intorno alla ferita… solo che la ferita non c’era più.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Vattene via, uccellacelo» si udì a un tratto la voce di Riddle. «Allontanati DA lui. Ti ho detto di anDArtene!»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
A quel punto, in un turbine d’ali, Fanny tornò a volteggiare sopra le loro tESte e Harry si sentì cadere qualcosa in grembo… il diario.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Per una frazione di secondo Harry e Riddle, con la bacchetta ancora a mezz’aria, lo guarDArono. Poi, d’istinto, senza riflettere, come se non avESse avuto altro in mente DA sempre, Harry afferrò DA terra la zanna del Basilisco e la conficcò nel cuore del libro.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Si udì un grido prolungato, terribile, penetrante. L’inchiostro sgorgò DAl diario a fiotti, sulle mani di Harry, inonDAndo il pavimento. Riddle si dimenava e si contorceva, urlando e dibattendosi, e poi…
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Era sparito. La bacchetta di Harry cadde a terra poi fu il silenzio. Silenzio, salvo il gocciolio continuo dell’inchiostro che trasuDAva ancora DAl diario. Il veleno del Basilisco, attraversandolo, l’aveva bruciato, producendo un buco che ancora sfrigolava.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Tremante, Harry si alzò. La tESta gli girava come se avESse percorso miglia e miglia portato DAlla Polvere Volante. Lentamente raccolse la bacchetta magica e il Cappello Parlante poi, con un grosso strattone sfilò la spaDA DAl palato del Basilisco.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
In quel momento, DAll’altra EStremità della Camera giunse un lamento flebile. Ginny si stava muovendo. Harry le fu subito accanto e lei si mise seduta. I suoi occhi stupefatti anDAvano DAlla grossa sagoma della tESta del Basilisco morto a Harry e ai suoi abiti tutti insanguinati, e poi al diario che il ragazzo teneva in mano. Sospirò profonDAmente e rabbrividì; poi le lacrime cominciarono a rigarle il viso.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Harry… oh, Harry… ho cercato di dirtelo a colazione, ma non potevo farlo DAvanti a Percy. Sono stata io, Harry… ma… t-ti g-giuro che n-non volevo. È stato R-Riddle… n-non ce l’ho f-fatta a d-dirgli di n-no… e… come hai fatto ad ammazzare quel coso? D-dov’è Riddle? L’ultimo ricordo che ho è di lui che saltava fuori DAl diario…»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Non ti preoccupare» disse Harry sollevando il piccolo volume e mostrando a Ginny il buco prodotto DAlla zanna. «Riddle è finito. GuarDA! Lui e il Basilisco: sono finiti. Vieni, Ginny, usciamo di qui…»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Mi cacceranno DAlla scuola!» singhiozzava Ginny mentre Harry la aiutava a rimettersi in piedi a fatica. «E pensare che non vedevo l’ora di venire a Hogwarts fin DA quando c’era Bill, e ora dovrò anDArmene… c-che cosa diranno papà e mamma?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Volteggiando all’ingrESso della Camera, Fanny li stava aspettando. Harry sospinse Ginny verso l’uscita. Nell’oscurità che risuonava di echi, scavalcarono le spire inanimate del Basilisco morto e poi ripercorsero il tunnel. Harry udi la porta di pietra richiudersi alle loro spalle con un lieve sibilo.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Percorrevano ormai DA qualche minuto la galleria avvolta nell’oscurità quando Harry senti in lontananza un rumore di massi spostati lentamente.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Ginny!» Ron allungò un braccio attraverso il varco per aiutarla a passare per prima. «Sei viva! Non riESco a crederci! Cos’è succESso?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Ma stai benone, Ginny» disse Ron raggiante. «È tutto finito, è… E quell’uccello DA dove viene?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«È di Silente» spiegò Harry facendosi piccolo piccolo per sgusciare DAll’apertura.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«E come mai tu hai una spaDA?» chiESe Ron sbirciando l’arma lucente che Harry teneva in mano.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Te lo spiegherò quando saremo usciti DA qui» disse Harry lanciando un’occhiata a Ginny.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Più tardi» tagliò corto Harry. Non gli pareva una buona idea dire a Ron chi aveva aperto la Camera, perlomeno non DAvanti a Ginny. «E Allock dov’è?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
GuiDAti DA Fanny, le cui ali illuminavano di un tenue bagliore dorato l’oscurità, rifecero il percorso fino all’imboccatura del tubo. Lì stava seduto Gilderoy Allock, canticchiando placiDAmente fra sé e sé.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Ha perso la memoria» spiegò Ron. «L’IncantESimo di Memoria ha avuto un effetto boomerang. Ha colpito lui, anziché noi. Non ha la più palliDA idea di chi sia, di dove si trovi, o di chi siamo noi. Gliel’ho detto io di aspettare qui. E un pericolo per se stESso».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«No» rispose Ron guarDAndo Harry e sollevando le sopracciglia.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Hai pensato come facciamo a risalire?» chiESe a Ron.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Ron scosse la tESta, ma la fenice aveva superato Harry e ora muoveva le ali DAvanti a lui con gli occhi che brillavano nell’oscurità e agitando le lunghe penne dorate della coDA. Harry la guardò incerto.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Sembra volerti dire di afferrarla…» disse Ron con aria perplESsa. «Ma sei troppo pESante perché un uccello riESca a portarti fin lassù».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Fanny» disse Harry, «non è un uccello qualunque». Si voltò rapido verso gli altri. «Dobbiamo aggrapparci formando una catena. Ginny, dài la mano a Ron. ProfESsor Allock, lei…»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«…lei prenDA Ginny per l’altra mano».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Harry si fissò alla cintura la spaDA e il Cappello Parlante. Ron si mise dietro di lui e lo afferrò per gli abiti, mentre Harry si afferrò alle piume della coDA di Fanny che erano stranamente bollenti.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Il corpo dell’uccello si librò con una straordinaria leggerezza e un attimo dopo, con un sibilo, ecco che risalivano in volo la tubatura. Harry sentì Allock, sospESo in aria sotto di lui, ESclamare: «Straordinario! Straordinario! Sembra un’autentica magia!» L’aria frizzante sferzava i capelli di Harry. Non avevano fatto in tempo a godersi l’ascensore che era già finita. Tutti e quattro capitombolarono sul pavimento bagnato del gabinetto di Mirtilla Malcontenta, e mentre Allock si raddrizzava il cappello, il sifone che nascondeva la tubatura tornò al suo posto.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Siete vivi» disse a Harry con voce inESprESsiva.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Bleah!» fu il commento di Ron mentre uscivano DAl gabinetto e si incamminavano lungo il corridoio buio e dESerto. «Harry! Credo che Mirtilla sia innamorata di te! Ginny, hai una concorrente!»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Ma il volto della ragazzina era ancora rigato DA lacrime silenziose.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
«Che cosa c’è adESso?» chiESe Ron lanciandole un’occhiata trepiDAnte. Harry gli fece segno di lasciarla tranquilla.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Fanny apriva la fila e illuminava il corridoio di una luce dorata. Il piccolo drappello la seguì e poco dopo si ritrovarono tutti fuori dell’ufficio della profESsorESsa McGranitt.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2) |
Per un attimo regnò il silenzio, mentre Harry, Ron, Ginny e Allock rEStarono sulla soglia, tutti sporchi e infangati e (come nel caso di Harry) insanguinati. Si udì un grido.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Era mamma Weasley, che per tutto quel tempo era rimasta seduta, in lacrime, DAvanti al camino. Balzò in piedi, seguita DAl marito, e insieme si precipitarono verso la figlia.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Ma Harry guarDAva oltre. Silente era in piedi accanto al camino, chino sulla profESsorESsa McGranitt che ansimava premendosi il petto. Fanny si alzò in volo sfiorando l’orecchio di Harry e andò ad appollaiarsi sulla spalla di Silente; in quello stESso istante, Harry e Ron si ritrovarono tra le braccia di mamma Weasley.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Mamma Weasley lasciò anDAre Harry, che per un attimo ESitò, poi si avvicinò alla scrivania, dove posò il Cappello Parlante, la spaDA ornata di rubini e quel che rimaneva del diario di Riddle,
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Poi cominciò a raccontare. Per circa un quarto d’ora parlò, circonDAto DA un silenzio assorto: raccontò della voce incorporea, di come alla fine Hermione avESse capito che si trattava della voce di un Basilisco, di come lui e Ron avESsero seguito i ragni nella forESta; raccontò di Aragog, che gli aveva detto dove era morta l’ultima vittima del Basilisco; di come lui aveva indovinato che la vittima era Mirtilla Malcontenta e che l’ingrESso della Camera dei Segreti avrebbe potuto ESsere nel suo gabinetto…
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Va bene» lo incalzò la McGranitt quando lui si interruppe. «Hai scoperto dove era l’ingrESso… dovrei aggiungere, infrangendo almeno un centinaio di regole della scuola! Ma come diavolo siete riusciti a venirne fuori vivi, Potter?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Fu così che Harry, con la voce rauca per il gran parlare, raccontò del tempEStivo arrivo di Fanny e del Cappello Parlante, che gli aveva consegnato la spaDA. Ma poi ESitò. Fino a quel momento aveva evitato di parlare del diario di Riddle… o di Ginny. La ragazzina stava in piedi, con la tESta appoggiata alla spalla di mamma Weasley e con le guance ancora rigate di lacrime. E se l’avESsero ESpulsa? pensò Harry in preDA al panico. Il diario di Riddle non funzionava più… Come avrebbero potuto dimostrare che era stato lui a indurla a fare tutto?
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Quel che più mi interESsa» disse Silente con dolcezza, «è come ha fatto Voldemort a incantare Ginny, quando, DAlle mie fonti, risulta che vive nascosto nelle forESte dell’Albania».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«C-chi è stato?» chiESe il signor Weasley sbigottito. «Voi-sapete-chi? Incantare Ginny? Ma Ginny non è… Ginny non è stata… oppure sì?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«È stato quESto diario» si affrettò a dire Harry, prendendo in mano il libretto e mostrandolo a Silente. «Riddle lo ha scritto quando aveva sedici anni».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Silente lo prESe DAlle mani di Harry e, DAll’alto del suo lungo naso adunco, ne scrutò le pagine bruciacchiate e zuppe.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Pochi sanno che una volta Voldemort si chiamava Tom Riddle. Io stESso sono stato uno dei suoi insegnanti, cinquant’anni fa, qui a Hogwarts. Dopo che ebbe lasciato la scuola scomparve… viaggiò per ogni dove… si immerse profonDAmente nelle Arti Oscure, si alleò con i peggiori della nostra specie, subì tali e tante trasformazioni pericolose e magiche, che quando ricomparve come Lord Voldemort era quasi irriconoscibile. Quasi nESsuno lo collegò al ragazzo brillante e avvenente che un tempo era stato Caposcuola qui».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Ma, Ginny?» chiESe mamma Weasley. «Che cosa c’entra Ginny con… con lui?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Ginny!» ESclamò il signor Weasley ESterrefatto. «Ma allora io non ti ho insegnato proprio niente? Che cosa ti ho sempre detto? Non ti fiDAre mai di niente che pensi DA solo se non riESci a capire dove ha il cervello. Perché non hai mostrato il diario a me o a tua madre? Un oggetto tanto sospetto, era chiaro che fosse strapieno di magia nera!»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«I-io n-non lo sapevo» singhiozzò Ginny. «L’ho trovato dentro uno dei libri che mi ha comprato mamma. Io pe-pensavo che qualcuno ce lo avESse lasciato e poi l’avESse dimenticato…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«La signorina Weasley dovrebbe salire immediatamente in infermeria» interruppe Silente con voce ferma. «È stata una prova terribile per lei. Non ci saranno punizioni. Maghi più vecchi e saggi di lei sono stati mESsi nel sacco DA Voldemort». Avanzò verso la porta e l’aprì. «Riposo a letto e, perché no?, una grossa tazza di cioccolata bollente. A me fa tornare sempre il buonumore» aggiunse con una garbata strizzatina d’occhi. «Vedrai che MaDAma Chips è ancora sveglia. Sta distribuendo la pozione di mandragola… Credo che le vittime del Basilisco stiano per svegliarsi DA un momento all’altro».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Allora Hermione sta bene?» chiESe Ron animatamente.
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«Non ci sono stati DAnni irreversibili» disse Silente.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Mamma Weasley accompagnò Ginny fuori, seguita DAl marito che appariva ancora profonDAmente scosso.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Sai Minerva» disse Silente pensieroso rivolgendosi alla McGranitt, «credo proprio che dopo tutta quESta vicenDA ci voglia un bel banchetto. Posso chiederti di scendere ad avvisare le cucine?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
La McGranitt lasciò la stanza, e Harry e Ron levarono sul prESide uno sguardo perplESso. Che cosa aveva voluto intendere, la profESsorESsa McGranitt, dicendo che Silente doveva vedersela con loro? Non che dovevano ESsere puniti! Oppure sì?
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Mi sembra di ricorDAre di avervi avvertito che se avESte infranto un’altra volta le regole della scuola avrei dovuto ESpellervi» cominciò Silente.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Il che sta a dimostrare che anche i migliori fra noi, a volte, sono costretti a rimangiarsi quel che dicono» proseguì Silente con un sorriso. «Riceverete entrambi un Encomio Speciale per i Servigi rESi alla scuola e poi… vediamo un po’… sì, duecento punti ciascuno per il Grifondoro».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Ron diventò di un rosa accESo molto simile ai fiori di Allock per san Valentino e chiuse la bocca.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Ma c’è uno fra noi che ha le labbra cucite e a quanto pare non vuol parlare del suo ruolo in quESta pericolosa avventura» soggiunse Silente. «A che dobbiamo tanta modEStia, Gilderoy?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Harry sussultò. Si era completamente dimenticato di Allock. Si voltò e vide che era rimasto in piedi in un angolo della stanza; sul volto gli aleggiava ancora quel vago sorriso. Quando Silente gli rivolse la parola, lui si guardò alle spalle per vedere con chi stESse parlando.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«ProfESsor Silente» si affrettò a dire Ron, «c’è stato un incidente, giù nella Camera dei Segreti. Il profESsor Allock…»
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«Ah, sono un profESsore?» chiESe quello vagamente sorprESo. «Santo cielo, sono proprio un disastro, non è vero?»
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«Ha cercato di fare un IncantESimo di Memoria e la bacchetta glielo ha ritorto contro» spiegò Ron a Silente, abbassando la voce.
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«Mamma mia» ESclamò Silente scuotendo il capo e facendo fremere i lunghi baffi d’argento. «È rimasto infilzato sulla sua stESsa spaDA, Gilderoy!»
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«SpaDA?» fece Allock in tono vago. «Io non ho una spaDA. Però ce l’ha il ragazzo». E indicò Harry. «Lui ve la potrà senz’altro prEStare».
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«Ti spiace accompagnare anche il profESsor Allock in infermeria?» disse Silente a Ron. «Vorrei scambiare ancora due parole con Harry…»
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Accarezzò la fenice, che si era accovacciata sulle sue ginocchia. Harry sorrise imbarazzato mentre Silente lo guarDAva.
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«E così hai conosciuto Tom Riddle» disse Silente pensieroso. «Immagino che fosse molto interESsato a te…»
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Tutt’a un tratto, la cosa che tormentava Harry gli uscì di getto DAlle labbra. «ProfESsor Silente… Riddle ha detto che io sono come lui. Strane somiglianze, ha detto…»
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«Ah sì? Ma DAvvero?» chiESe Silente guarDAndo pensieroso il ragazzo DA sotto le folte sopracciglia d’argento. «E tu che ne pensi, Harry?»
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«Io non credo di ESsere come lui!» disse Harry con voce più alta di quanto avESse voluto. «Voglio dire, io sono… io appartengo al Grifondoro, io sono…»
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«ProfESsore» riprESe di nuovo dopo un istante. «Il Cappello Parlante mi disse che io… che… sarei stato bene fra i Serpeverde. Per un po’ tutti hanno pensato che fossi io l’erede di Serpeverde… perché parlo il SerpentESe…»
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«Harry, tu parli il SerpentESe» disse calmo Silente, «perché Voldemort — che è l’ultimo discendente rimasto di Salazar Serpeverde — parla il SerpentESe. A meno che io non mi sbagli di grosso, la notte in cui ti ha lasciato quella cicatrice ti ha trasmESso alcuni dei suoi poteri. Anche se di certo non ne aveva intenzione…»
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«Voldemort ha mESso un pezzetto di sé dentro di me?» chiESe Harry trasecolato.
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«Allora è vero che dovrei stare con i Serpeverde!» disse Harry guarDAndo Silente disperato. «Il Cappello Parlante ha visto in me il potere di Serpeverde e…»
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«Ti ha assegnato al Grifondoro» disse Silente sempre calmo. «Ascoltami bene, Harry. Si dà il caso che tu abbia molte qualità che Salazar Serpeverde apprezzava nei suoi alunni, che selezionava accuratamente. Il dono molto raro del SerpentESe… intraprendenza… determinazione… un certo disprezzo per le regole» soggiunse, e ancora una volta i suoi baffi vibrarono. «E tuttavia, il Cappello Parlante ti ha assegnato al Grifondoro. Tu sai perché. Pensaci».
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«Lo ha fatto» disse Harry con la delusione nella voce, «perché gli ho chiESto io di non anDAre fra i Serpeverde…»
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«Appunto» disse Silente ancora una volta tutto raggiante. «Il che ti rende assai diverso DA Tom Riddle. Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità». Harry sedeva immobile, ESterrefatto. «Se vuoi una prova che appartieni al Grifondoro, ti consiglio di DAre un’occhiata più DA vicino a quESto».
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Così dicendo, si avvicinò alla scrivania della McGranitt, prESe la spaDA d’argento macchiata di sangue e gliela porse. Come inebetito, Harry la rivoltò; i rubini manDAvano bagliori luminosi alla luce del fuoco. Fu allora che vide il nome inciso proprio sotto l’elsa.
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«Soltanto un vero Grifondoro avrebbe potuto EStrarla DAl cappello, Harry» disse semplicemente Silente.
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Per un minuto nESsuno dei due disse una parola. Poi Silente aprì uno dei cassetti della scrivania e ne EStrasse una penna d’oca e una bottiglia d’inchiostro.
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«Quello di cui hai bisogno, Harry, è un buon pasto e una buona dormita. Ti consiglio di scendere per il banchetto, mentre io scrivo ad Azkaban: è urgente che il nostro guardiacaccia torni. E poi devo anche buttare giù un’inserzione per la Gazzetta del Profeta» aggiunse pensieroso. «Ci servirà un nuovo insegnante di DifESa contro le Arti Oscure. Poveri noi! Li perdiamo uno dopo l’altro, non ti pare?»
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Harry si alzò e raggiunse la porta. Aveva appena allungato la mano sulla maniglia che quella si spalancò con tale violenza DA manDArlo a sbattere contro la parete.
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Sulla soglia c’era Lucius Malfoy con la faccia contorta DAlla rabbia. E rannicchiato sotto il suo braccio, tutto avvolto in bende, c’era Dobby.
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«Allora!» ESclamò Lucius Malfoy fissando Silente con i suoi occhi gelidi. «È tornato. I consiglieri l’avevano sospESo, e tuttavia lei ha creduto bene di tornare a Hogwarts».
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«Vede, Lucius» disse Silente con un sorriso che era l’immagine della serenità, «oggi sono stato contattato DAgli altri undici consiglieri. A dire il vero, è stato come ESsere invEStiti DA una grandinata di gufi. Avevano sentito dire che la figlia di Arthur Weasley era stata uccisa e hanno voluto che io tornassi immediatamente. Sembravano convinti che io fossi l’uomo più aDAtto a risolvere la situazione. E mi hanno raccontato anche delle strane storie. Sembra che lei abbia minacciato molti di loro di fare un maleficio sulle loro famiglie se non acconsentivano a sospendermi DAll’incarico».
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Malfoy diventò più pallido del consueto, ma i suoi occhi erano ancora due fESsure cariche d’ira.
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«Allora… è riuscito a fermare le aggrESsioni?» disse con un ghigno sarcastico. «Ha prESo il colpevole?»
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«E allora?» chiESe secco Malfoy. «Chi è?»
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«Lo stESso dell’altra volta, Lucius» disse Silente. «Ma quESta volta Voldemort ha agito attraverso un’altra persona. Servendosi di quESto diario».
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L’elfo stava facendo qualcosa di molto strano. Fissava Harry con i suoi grandi occhi, come se volESse fargli capire qualcosa, poi guarDAva alternativamente il diario e Malfoy e poi si colpiva violentemente la tESta con il pugno.
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«Un piano ingegnoso» proseguì Silente nello stESso tono, continuando a fissarlo dritto negli occhi. «Perché, se Harry, qui…» e Malfoy scoccò un’occhiata fulminea e penetrante al ragazzo, «e il suo amico Ron non avESsero trovato quESto libro… be’ tutta la colpa sarebbe ricaduta su Ginny Weasley. NESsuno avrebbe potuto dimostrare che lei non avESse agito di sua spontanea volontà…»
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«E immagini» proseguì Silente, «cosa avrebbe potuto succedere dopo… I Weasley sono una delle nostre famiglie di purosangue più in vista. Immagini le conseguenze per Arthur Weasley e la sua Legge per la Protezione dei Babbani se fosse venuto fuori che sua figlia aggrediva e uccideva i figli dei Babbani. Fortunatamente è stato trovato il diario e i ricordi di Riddle ne sono stati cancellati. Chissà, altrimenti, quali avrebbero potuto ESsere le conseguenze…»
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Ma dietro di lui, Dobby continuava a indicare prima il diario e poi il suo padrone, e a colpirsi la tESta.
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«Non vuole sapere in che modo Ginny è venuta in possESso del diario, signor Malfoy?» chiESe Harry.
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«Come faccio a sapere in che modo è finito in mano a quella stupidella?» chiESe.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Perché glielo ha DAto lei» disse Harry. «Al Ghirigoro. Lei, signor Malfoy, ha prESo il suo vecchio libro di Trasfigurazione e ci ha fatto scivolare dentro il diario, non è forse così?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Oh, nESsuno è in grado di farlo» disse Silente sorridendo a Harry. «Non ora che Riddle è scomparso DAl libro. D’altro canto le consiglierei, Lucius, di non anDAre più in giro a distribuire vecchie cose di scuola di Voldemort. Se un’altra ancora dovESse cadere nelle mani di un innocente penso che Arthur Weasley, tanto per dirne una, farebbe di tutto per risalire a lei…»
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Lucius Malfoy rimase immobile per un attimo e Harry vide chiaramente la sua mano dEStra contrarsi come se volESse agguantare la bacchetta magica. Invece si volse all’elfo e disse:
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Aprì con malagrazia la porta e quando l’elfo gli si avvicinò correndo, gli assEStò un calcio che lo fece volare fuori della stanza. Lo sentirono lamentarsi lungo il corridoio. Harry rimase immobile per un attimo, riflettendo intensamente. Poi gli venne un’idea.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«ProfESsor Silente» disse in gran fretta, «la prego, posso rEStituire il diario al signor Malfoy?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Certamente, Harry» disse calmo Silente. «Ma sbrigati. RicorDAti del banchetto».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Harry afferrò il diario e si precipitò fuori della stanza. Si udivano ancora le griDA di dolore di Dobby, che si allontanavano lungo il corridoio. Rapido, sperando che il suo piano funzionasse, si tolse una scarpa, si sfilò il calzino sudicio e infangato e ci infilò dentro il diario. Poi spiccò una corsa lungo il corridoio immerso nel buio.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Malfoy EStrasse il diario DAl calzino, che gettò via, poi guardò furibondo ora il libretto tutto stracciato ora Harry.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Uno di quESti giorni farai la stESsa misera fine dei tuoi genitori, Harry Potter» disse a bassa voce. «Anche loro erano due stupidi ficcanaso!»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Si voltò per anDArsene.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Ma l’elfo non si mosse. Teneva in mano il disgustoso calzino di Harry e lo contemplava come se fosse stato un tESoro inEStimabile.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Il padrone ha DAto a Dobby un calzino» disse l’elfo EStasiato. «Il padrone lo ha DAto a Dobby» ripeté.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Dobby ha un calzino» fece ancora l’elfo, incredulo. «Il padrone l’ha tirato e Dobby l’ha prESo, e così, Dobby… Dobby è libero».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Ma Dobby ESclamò: «Non farà del male a Harry Potter!»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Se ne vaDA» disse in tono feroce, puntandogli il dito contro. «Non torcerà neanche un capello a Harry Potter. Se ne vaDA immediatamente».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
A Malfoy non rEStava altra scelta. Con un ultimo sguardo furibondo, si avvolse stretto nel mantello e scomparve rapiDAmente.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Harry Potter ha liberato Dobby» strillava l’elfo levando lo sguardo verso Harry, mentre la luce della luna, DAlla finEStra più vicina, si rifletteva nei suoi occhi a palla. «Harry Potter ha liberato Dobby!»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«E il minimo che potESsi fare per te, Dobby» gli disse Harry sorridendo. «Basta che mi prometti di non cercare mai più di salvarmi la vita».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Devo chiederti soltanto una cosa, Dobby» disse Harry mentre l’elfo si infilava il calzino con mani tremanti. «Mi avevi detto che tutto quESto non aveva niente a che fare con Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato, ti ricordi? Bene…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Era un indizio, signore» disse Dobby spalancando gli occhi come se fosse la cosa più ovvia. «Dobby le stava DAndo un indizio. Prima di cambiare nome, l’Oscuro Signore poteva ESsere nominato senza paura, capisce?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Ho capito» disse Harry sfinito. «Ora è meglio che andiamo. C’è un banchetto e ormai la mia amica Hermione dovrebbe ESsersi risvegliata…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Harry aveva partecipato a molti banchetti a Hogwarts, ma nESsuno poteva ESsere paragonato a quello. Tutti indossavano il pigiama e i fESteggiamenti durarono tutta la notte. Non avrebbe saputo dire quale fosse stato il momento più bello. Forse quando Hermione gli era corsa incontro griDAndo: «Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!»; oppure quando Justin, alzandosi DAl tavolo dei Tassorosso per anDArgli a stringere la mano, non la finiva più di chiedergli scusa per avere sospettato di lui; o quando era tornato Hagrid, alle tre e mezzo del mattino, e aveva DAto a lui e a Ron una pacca sulla spalla così poderosa DA manDArli con la faccia dentro al piatto di zuppa inglESe; o quando avevano saputo di aver guaDAgnato quattrocento punti per il Grifondoro, assicurandosi così la vittoria della Coppa per il secondo anno consecutivo. O ancora, quando la profESsorESsa McGranitt si era levata in piedi per annunciare che gli ESami erano stati annullati come regalo della scuola («Oh, noi» aveva ESclamato Hermione). O quando Silente aveva annunciato che purtroppo il profESsor Allock non avrebbe potuto tornare a insegnare l’anno seguente, perché doveva anDAre a recuperare la memoria. Non pochi insegnanti si unirono all’ovazione che accolse quESto annuncio.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Il rESto dell’EState trascorse in un trionfo di sole. Hogwarts era tornata alla normalità con pochi piccoli cambiamenti: le lezioni di DifESa contro le Arti Oscure erano state annullate («tanto, abbiamo fatto un bel po’ di ESercizio» aveva commentato Ron con Hermione, contrariata per la notizia) e Lucius Malfoy era stato licenziato DAl suo incarico di amministratore della scuola. Draco non se ne anDAva più in giro tutto tronfio come se fosse il padrone del posto. Al contrario, aveva un’aria risentita e imbronciata. Infine Ginny Weasley era tornata la ragazzina felice che era sempre stata.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Il giorno del rientro a casa con l’ESprESso di Hogwarts giunse fin troppo prESto. Harry, Ron, Hermione, Fred, George e Ginny occuparono uno scompartimento tutto per loro. Sfruttarono al massimo le ultime ore che gli rEStavano per sparare magie all’impazzata prima delle vacanze. Giocarono a Spara Schiocco, fecero scoppiare gli ultimi fuochi d’artificio Filibuster di Fred e George e si ESercitarono a disarmarsi a vicenDA con incantESimi vari. Harry stava diventando un campione in quESta specialità.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Ginny… che cosa hai visto fare a Percy che lui non voleva tu raccontassi a nESsuno?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
Per lo stupore, Fred fece cadere una pila di libri sulla tESta di George.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«È il Prefetto dei Corvonero, Penelope Light» disse Ginny. «Ecco a chi scriveva l’EState scorsa. Per tutto l’anno scolastico si sono incontrati in segreto. Un giorno li ho visti che si baciavano in una classe vuota. Lui era così sconvolto quando lei… be’… quando lei è stata aggredita. Non lo prenderete in giro, vero?» aggiunse preoccupata.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
L’ESprESso di Hogwarts rallentò e infine si fermò.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«QuESto si chiama numero di telefono» disse a Ron scrivendolo due volte. Poi strappò in due la pergamena e ne consegnò un pezzo a ciascuno. «L’EState scorsa ho spiegato a vostro padre come si usa un telefono, lui saprà come fare. Chiamatemi DAi Dursley, d’accordo? Non sopporto proprio l’idea di passare due mESi a parlare soltanto con Dudley…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
«Ma tuo zio e tua zia saranno orgogliosi quando sentiranno quel che hai fatto quESt’anno, no?» disse Hermione mentre scendevano DAl treno e si univano alla folla radunata DAvanti alla barriera magica.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2) |
P.S. Il profESsor Albus Silente si unisce a me nell'augurarti un felice compleanno, Harry. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odiava le vacanze EStive più di qualunque altro periodo dell'anno. Poi voleva DAvvero fare i compiti, ma era costretto a studiare di nascosto, nel cuore della notte. E per giunta era un mago. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry EStrasse l'autorizzazione e la guardò, senza più sorridere. Sarebbe stato meraviglioso poter visitare Hogsmeade nei finESettimana; sapeva che era un villaggio abitato ESclusivamente DA maghi, e non vi aveva mai mESso piede prima. Ma come avrebbe fatto a convincere gli zii a firmare il permESso? Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
giorni mancanti al suo ritorno a Hogwarts. Poi si tolse gli occhiali e si distESe, a occhi aperti, fissando i tre biglietti di compleanno. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Edvige ed Errol osservarono con interESse Harry che afferrava il libro e lo stringeva salDAmente fra le braccia, correva verso il cassettone e ne EStraeva una cintura, che strinse attorno al curioso oggetto. Il Libro Mostro fu scosso DAlla rabbia, ma non poteva più aprirsi e chiudersi di scatto. Così Harry lo gettò sul letto e prESe il biglietto di Hagrid. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Credo che troverai quESta cosa interESsante per il prossimo anno. Non ti dico altro adESso. Ti dico quando ti vedo. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
A Harry parve alquanto allarmante che Hagrid considerasse utile un libro morDAce, ma mise il suo biglietto vicino a quelli di Ron e di Hermione, con un sorriso più largo che mai. REStava solo la lettera DA Hogwarts. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Ci pregiamo di informarla che il nuovo anno scolastico comincerà il primo settembre. L'ESprESso di Hogwarts partirà DAlla stazione di King's Cross, binario nove e tre quarti, alle undici in punto. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Notando che era più voluminosa del solito, Harry aprì la busta, EStrasse il primo foglio di pergamena e lESse: Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Gli studenti del terzo anno hanno il permESso di visitare il villaggio di Hogsmeade in alcuni finESettimana stabiliti. La preghiamo di rEStituirei l'autorizzazione allegata, firmata DA un genitore o DA un tutore. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Allego la lista dei libri di tESto per il prossimo anno. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
ProfESsorESsa M. McGranitt Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
ViceprESide Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
C'era un grosso barattolo di Lucido per manici Extra Lusso Il Quercione, un paio di lucenti Forbici coDAciuffi d'argento, una piccola bussola d'ottone DA assicurare al manico durante i lunghi viaggi e un Manuale faiDAte intitolato La Manutenzione dei Manici di Scopa. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
cose più preziose che Harry possedeva era la scopa DA corsa Nimbus Duemila. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Mise DA parte l'astuccio di pelle e prESe l'ultimo pacco. Riconobbe immediatamente lo scarabocchio sulla carta marrone: era di Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts. Strappò il primo strato di carta e intravide qualcosa di verde, apparentemente di pelle, ma prima che finisse di scartarlo il pacchetto ebbe uno strano fremito, e il suo contenuto, qualunque cosa fosse, fece uno schiocco secco e forte, come se avESse le mascelle. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry si sentì gelare. Sapeva che Hagrid non gli avrebbe mai spedito di proposito qualcosa di pericoloso, ma d'altra parte Hagrid aveva una percezione del pericolo ben diversa DAlla media. Era famoso per aver addomESticato ragni giganti, aver comprato un malefico cane a tre tESte e aver fatto entrare di nascosto uova di drago illegali nella sua capanna. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry tastò nervosamente il pacco. L'oggetto misterioso schioccò di nuovo. Harry afferrò salDAmente la lampaDA sul comodino e la levò alta sopra la tESta, pronto a colpire. Poi afferrò con l'altra mano il rESto della carta che avvolgeva il pacco e tirò. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Ne uscì un libro. Harry ebbe appena il tempo di notare la bella copertina verde, con sopra inciso a lettere d'oro il titolo Il Libro Mostro dei Mostri, prima che il volume scattasse in equilibrio sul bordo DAndosi alla fuga di traverso sul letto come un granchio bizzarro. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Il libro cadde DAl letto con un tonfo sordo e attraversò rapido la stanza. Harry lo seguì, guardingo. Il libro si era nascosto nello spazio buio sotto la sua scrivania. Pregando che i Dursley fossero ancora profonDAmente addormentati, Harry si mise a quattro zampe e si tESe verso il dono. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Il libro si chiuse di colpo sulla sua mano e poi corse via sbatacchiando, sempre di sghembo sui bordi della copertina. Harry avanzò carponi, si slanciò in avanti e cercò di appiattirlo. DAlla camera accanto giunse un grugnito sonnolento di zio Vernon. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Anche lì dentro c'erano un regalo incartato, un biglietto e una lettera, quESta volta DA parte di Hermione. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Sono in vacanza in Francia al momento e non sapevo come fare a spedirti quESto pacco: e se per caso lo aprivano alla frontiera? Ma poi è spuntata Edvige! Credo che volESse ESsere sicura che tu ricevESsi qualcosa per il tuo compleanno, tanto per cambiare. Ti ho comprato quESto regalo via gufo, c'era la pubblicità sulla Gazzetta del Profeta (me la faccio recapitare qui, è bello tenersi aggiornati sulle novità del mondo della magia). Hai visto la foto di Ron e della sua famiglia una settimana fa? Scommetto che sta imparando un sacco di cose, sono DAvvero invidiosa: i maghi dell'antico Egitto erano affascinanti. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Anche qui ci sono tracce di un passato di stregoneria, comunque. Ho riscritto tutto il tema di Storia della Magia per inserire alcune delle cose che ho scoperto. Spero che non sia troppo lungo, sono due rotoli di pergamena in più di quello che ha chiESto il profESsor Rüf. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Ron dice che sarà a Londra l'ultima settimana di vacanze. Tu ce la farai? Tua zia e tuo zio ti lasceranno venire? Spero proprio di sì. Altrimenti ci vediamo sull'ESprESso di Hogwarts il primo settembre! Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry rise di nuovo, mise DA parte la lettera di Hermione e prESe il suo regalo. Era molto pESante. Conoscendo Hermione, era certo che fosse un grosso libro pieno di incantESimi molto difficili: e invece no. Il cuore di Harry diede un gran balzo mentre lui strappava la carta. Quello che vide fu una custodia di pelle nera, con su scritto a lettere d'argento: Kit di Manutenzione per Manici di Scopa. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry ricorDAva fin troppo bene la circostanza in cui la vecchia bacchetta di Ron si era spezzata. Era succESso quando l'auto volante con cui stavano anDAndo a Hogwarts si era schiantata contro un albero nel cortile della Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Non farti mettere sotto DAi Babbani! Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry, quESto è uno Spioscopio Tascabile. Se nei dintorni c'è qualcuno di cui non fiDArsi, dovrebbe accendersi e cominciare a girare. Bill dice che è robaccia per maghi in vacanza e che non ci si può far conto, perché ieri sera ha continuato ad accendersi per tutta la cena. Ma non si era accorto che Fred e George gli avevano mESso degli scarafaggi nella minEStra. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Ciao DA Ron Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry posò lo Spioscopio Tascabile sul comodino, dove rimase fermo, in equilibrio sulla punta, a riflettere le lancette luminose della sveglia. Lo guardò con gioia per qualche secondo, poi prESe il pacco portato DA Edvige. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Non ci potevo credere quando papà ha vinto il Super Galeone d'Oro della Gazzetta. Settecento galeoni! Li abbiamo spESi quasi tutti per quESta vacanza, ma mi compreranno una nuova bacchetta magica per il nuovo anno scolastico. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry si voltò verso gli altri uccelli. Uno dei due, una grossa civetta candiDA, era la sua Edvige. Anche lei portava un grosso pacco, e sembrava EStremamente soddisfatta di sé. Diede a Harry un colpetto affettuoso col becco mentre lui la liberava del fardello, poi volò attraverso la stanza per raggiungere Errol. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry non riconobbe il terzo gufo, un bell'animale fulvo, ma capì all'istante DA dove veniva perché, oltre a un terzo grosso pacco, portava una lettera con il sigillo di Hogwarts. Quando Harry gli prESe il pacco, il gufo arruffò le piume con aria d'importanza, spalancò le ali e spiccò il volo nella notte attraverso la finEStra. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry si sedette sul letto e prESe il pacco di Errol, strappò l'involucro e scoprì un regalo avvolto in carta dorata, insieme al primo biglietto d'auguri della sua vita. Con dita tremanti, aprì la busta. Ne scivolarono fuori due fogli di carta: una lettera e un ritaglio di giornale. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Il ritaglio proveniva chiaramente DAl quotidiano dei maghi, La Gazzetta del Profeta, perché le foto in bianco e nero erano animate. Harry lo prESe, lo dispiegò e lESse: Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Il signor Weasley, soddisfattissimo, ha dichiarato alla Gazzetta del Profeta: «Useremo il premio per una vacanza in Egitto, dove mio figlio maggiore, Bill, lavora come SpezzaincantESimi per la Banca dei Maghi Gringott». Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry guardò la foto animata, e un gran sorriso gli si allargò in volto quando vide tutti i nove Weasley che lo salutavano agitando freneticamente un braccio, in piedi DAvanti a un'alta piramide. La piccola e rotondetta signora Weasley, l'alto signor Weasley, sempre più stempiato, sei figli e una figlia, tutti quanti (anche se DAll'immagine in bianco e nero non si vedeva) forniti di capelli rosso fiamma. Proprio al centro della foto c'era Ron, alto e dinoccolato, con il topo Crosta sulla spalla e il braccio attorno alle spalle della sorellina Ginny. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
cinava, c'era una grande creatura stranamente sghemba, che volava verso di lui. Harry rimase immobile a fissarla. Per un attimo ESitò, la mano sulla maniglia della finEStra, chiedendosi se non fosse il caso di chiuderla rapiDAmente. Ma poi la bizzarra creatura planò su uno dei lampioni di Privet Drive, e Harry, che finalmente aveva capito cosa fosse, fece un balzo di lato per farla passare. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
DAlla finEStra entrarono tre gufi. Due di loro sorreggevano il terzo, che sembrava privo di sensi. Atterrarono con un morbido flump sul letto di Harry, e il gufo in mezzo, che era grosso e grigio, si rovESciò su un fianco e giacque immobile. Aveva un voluminoso pacco legato alle zampe. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry riconobbe subito il gufo privo di sensi: si chiamava Errol, e apparteneva alla famiglia Weasley. Harry balzò subito sul letto, slegò le corde attorno alle zampe di Errol, prESe il pacco e portò l'uccello nella gabbia di Edvige. Errol aprì un occhio appannato, fece un debole verso di ringraziamento e tuffò il becco nella vaschetta dell'acqua. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry, benché ancora piuttosto piccolo e mingherlino per la sua età, era crESciuto di qualche centimetro nell'ultimo anno. I suoi capelli nerissimi, comunque, erano quelli di sempre: ostinatamente in disordine, qualunque cosa facESse. Gli occhi dietro le lenti erano verdi e brillanti, e sulla fronte, chiaramente visibile attraverso il ciuffo, c'era una sottile cicatrice a forma di saetta. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Di tutte le cose insolite di Harry, quella cicatrice era la più straordinaria. Non era, come i Dursley avevano sostenuto per dieci anni, il segno dell'incidente d'auto in cui erano morti i genitori di Harry, perché Lily e JamES Potter non erano morti in un incidente. Erano stati uccisi DAl più temuto stregone degli ultimi cent'anni, Voldemort. Ma Harry era scampato all'attacco senz'altro segno che quella cicatrice: la maledizione di Voldemort, invece di ucciderlo, si era ritorta contro chi l'aveva scagliata. Più morto che vivo, lo stregone era fuggito... Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
In seguito, Harry si era trovato faccia a faccia con lui a Hogwarts. Nel ricorDAre il loro ultimo incontro, lì in piedi DAvanti alla finEStra buia, Harry dovette ammettere di ESsere fortunato ad aver raggiunto il suo tredicESimo compleanno. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Scrutò il cielo stellato alla ricerca di un segno di Edvige, magari di ritorno con un topo morto penzolante DAl becco, in attESa di lodi. Il suo sguardo vagava assente sui tetti, così ci mise qualche secondo a capire cosa fosse ciò che gli si parò DAvanti agli occhi. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry finì di scrivere di GuenDAlina la Guercia e tESe di nuovo l'orecchio. Il silenzio nella casa buia era rotto solo DAl lontano, fragoroso russare del suo enorme cugino Dudley. Doveva ESsere molto tardi. Gli occhi di Harry bruciavano DAlla stanchezza. Forse era meglio finire il tema domani notte... Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry richiuse la boccetta, prESe una vecchia federa, vi infilò la torcia, la Storia della Magia, il tema, la penna e l'inchiostro, si alzò e nascose il tutto Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
sotto il letto, in uno spazio coperto DA un'asse mobile. Poi si alzò di nuovo, si stiracchiò e guardò la sveglia luminosa sul comodino. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Era l'una di notte. Lo stomaco di Harry fece un buffo sobbalzo. Aveva tredici anni già DA un'ora, senza saperlo. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Un'altra cosa strana di Harry era la scarsa considerazione in cui teneva i suoi compleanni. Non aveva mai ricevuto un biglietto d'auguri in tutta la sua vita. I Dursley avevano completamente ignorato l'evento nei due anni passati, e non c'era motivo di credere che si sarebbero ricorDAti di quESto. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry attraversò la stanza buia, oltrepassò la grande gabbia vuota di Edvige e andò verso la finEStra aperta. Si sporse sul DAvanzale: l'aria frESca della notte era piacevole sulla faccia dopo tutto quel tempo passato sotto le coperte. Edvige era via DA due notti ormai. Harry non era preoccupato, era stata lontana DA casa altrettanto a lungo prima di allora, ma sperava che tornasse prESto: era l'unica creatura vivente in quella casa che non si scomponESse alla sua vista. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Oltretutto Harry stava particolarmente attento a evitare guai con gli zii, perché erano già parecchio arrabbiati con lui a causa di una telefonata giunta una settimana prima DA un compagno di scuola. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Ron Weasley, uno dei migliori amici di Harry a Hogwarts, proveniva DA un'intera famiglia di maghi e sapeva un sacco di cose che Harry ignorava, ma non aveva mai usato un telefono. Per colmo di sfortuna era stato zio Vernon a sollevare la cornetta. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Ron griDAva così forte che zio Vernon sobbalzò e allontanò il ricevitore DAll'orecchio, guarDAndolo con un misto di furia e spavento. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
«RON WEASLEY!» urlò Ron in risposta, come se lui e zio Vernon si stESsero parlando DAgli EStremi opposti di un campo di calcio. «SONO UN COMPAGNO DI SCUOLA DI HARRY!» Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Gli occhietti di zio Vernon rotearono fermandosi su Harry, che era come inchioDAto al pavimento. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
«QUI NON CÈ NESSUN HARRY POTTER!» ruggì tenendo il ricevitore più lontano possibile, come se temESse di vederlo ESplodere. «NON SO DI CHE SCUOLA STAI PARLANDO! NON CHIAMARE MAI PIÙ! NON OSARE AVVICINARTI ALLA MIA FAMIGLIA!» Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
«COME HAI OSATO DARE QUESTO NUMERO A GENTE COME GENTE COME TE!» aveva strillato zio Vernon, sputacchiando saliva tutt'intorno. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Ron naturalmente capì di aver mESso Harry nei guai, perché non richiamò. Nemmeno l'altra sua grande amica di Hogwarts, Hermione Granger, si era fatta viva. Harry sospettava che Ron avESse avvertito Hermione di non chiamare, il che era un peccato, perché Hermione, la studentESsa più brillante del loro corso, aveva genitori Babbani, sapeva perfettamente come usare un telefono e probabilmente avrebbe avuto abbastanza buonsenso DA non dire che frequentava Hogwarts. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Così Harry non aveva notizie dei suoi amici DA cinque lunghe settimane, e quell'EState si stava rivelando brutta quasi come quella precedente. Ci fu solo un piccolissimo miglioramento: dopo aver giurato che non l'avrebbe usata per spedire lettere a nESsuno dei suoi amici, Harry aveva avuto il permESso di lasciare libera almeno di notte la sua civetta, Edvige. Zio Vernon aveva ceduto per via del fracasso che Edvige faceva se rEStava sempre chiusa in gabbia. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Era quasi mezzanotte, e Harry era stESo sul letto a pancia in giù, le coperte tirate sulla tESta come una tenDA, una torcia in mano e un grosso libro rilegato in pelle (Storia della magia, di ADAlbert Incant) aperto e appoggiato al cuscino. Fece scorrere la punta della penna d'aquila sulla pagina, aggrottando le sopracciglia, alla ricerca di qualcosa che potESse aiutarlo a scrivere il tema: Perché i roghi di streghe nel QuattordicESimo Secolo furono completamente inutili. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
La penna si arrEStò all'inizio di un paragrafo promettente. Harry si spinse su per il naso gli occhiali rotondi, avvicinò la torcia al libro e lESse: Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Nel Medioevo, i non-maghi (comunemente noti come Babbani) nutrivano un particolare timore per la magia, ma non erano molto abili nel riconoscerla. Nelle rare occasioni in cui catturavano una vera strega o un vero mago, i roghi non avevano comunque alcun effetto. La strega o il mago ESeguivano un semplice IncantESimo FredDAfiamma e poi fingevano di urlare di dolore mentre in realtà provavano una piacevole sensazione di solletico. GuenDAlina la Guercia era così contenta di farsi bruciare che si lasciò catturare non meno di quarantasette volte sotto vari travEStimenti. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry si infilò la penna tra i denti e frugò sotto il cuscino in cerca dell'inchiostro e di un rotolo di pergamena. Lentamente e con molta attenzione stappò la boccetta, vi intinse la penna e cominciò a scrivere, interrompendosi ugni tanto per tendere l'orecchio, perché se uno dei Dursley anDAndo in bagno avESse sentito lo scricchiolio della penna, probabilmente Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Harry si sarebbe ritrovato chiuso nel ripostiglio del sottoscala per il rESto dell'EState. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
La famiglia Dursley di Privet Drive numero 4 era il motivo per cui Harry non si era mai goduto le vacanze EStive. Zio Vernon, zia Petunia e il loro figlio Dudley erano i suoi unici parenti, tutti e tre Babbani e con un atteggiamento DAvvero medioevale nei confronti della magia. I genitori scomparsi di Harry, una strega e un mago, non venivano mai nominati sotto il tetto dei Dursley, e per anni zia Petunia e zio Vernon avevano tiranneggiato Harry in tutti i modi, nella speranza di soffocare in lui ogni scintilla di magia. Con loro grande scorno, avevano fallito, e in quei giorni vivevano nel terrore che qualcuno scoprisse che Harry aveva trascorso gran parte degli ultimi due anni alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il massimo che potevano fare, comunque, era mettere sotto chiave i libri di incantESimi, la bacchetta magica, il calderone e il manico di scopa di Harry sin DAll'inizio delle vacanze EStive e proibirgli di parlare con i vicini. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Il sequEStro dei libri era un autentico problema per Harry, DAl momento che aveva DA fare un sacco di compiti per le vacanze. Tra l'altro l'insegnante meno amato DA Harry, il profESsor Piton, gli aveva assegnato un tema particolarmente difficile sulle Pozioni REStringenti e non aspettava altro che una scusa per punirlo un mESe di fila; così Harry aveva colto l'occasione durante la prima settimana di vacanza. Mentre zio Vernon, zia Petunia e Dudley erano in giardino ad ammirare la nuova auto azienDAle (a voce molto alta, in modo che si sapESse in tutto il vicinato), Harry era scivolato DAbbasso, aveva aperto il lucchetto del ripostiglio del sottoscala, aveva afferrato rapiDAmente alcuni libri e li aveva nascosti sotto il letto. Fintantoché non lasciava macchie di inchiostro sulle lenzuola, i Dursley non avrebbero mai scoperto che studiava di notte. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Per Harry nESsuno meritava di vincere un bel mucchio d'oro più dei Weasley, che erano molto simpatici ed EStremamente poveri. PrESe la lettera di Ron e la aprì. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
La famiglia Weasley trascorrerà un mESe in Egitto, ma tornerà in tempo per l'inizio del nuovo anno scolastico a Hogwarts, dove attualmente sono iscritti cinque dei sette ragazzi Weasley. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Senti, mi dispiace DAvvero per quella telefonata. Spero che i Babbani non ti abbiano strapazzato. Ho chiESto a papà, e ha detto che non dovevo urlare. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
È bellissimo qui in Egitto. Bill ci ha portati a vedere le tombe e non ti immagini nemmeno tutte le maledizioni che quegli antichi maghi egizi ci hanno ficcato dentro. La mamma non ha voluto che Ginny mettESse piede nell'ultima. Era piena di scheletri mutanti, di Babbani che erano riusciti a entrare e gli erano crESciute delle tESte in più e roba del genere. Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3) |
Scoccò un malevolo sguardo obliquo a Harry, la cui chioma ribelle lo aveva sempre molto infastidito. Ma in confronto all'uomo sullo schermo, il volto magro incorniciato DA un groviglio sporco che gli arrivava alle spalle, Harry si sentì molto ordinato. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«È chiaro che è un delinquente» bofonchiò zio Vernon fissando l'ex prigioniero DA sopra il giornale. «GuarDAtelo un po', guarDAte com'è sporco! E i capelli, poi!» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Black è armato ed EStremamente pericoloso. È stata attivata una linea telefonica speciale, e chiunque lo avvisti è pregato di comunicarlo immediatamente alle autorità». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry sedette tra Dudley e zio Vernon, un omone bene in carne con il collo cortissimo e folti baffi. NESsuno si sognò di augurare buon compleanno a Harry, anzi nESsuno dei Dursley diede segno di accorgersi che fosse entrato in cucina, ma Harry ci era troppo abituato per farci caso. PrESe una fetta di pane tostato e guardò il mezzobusto sullo schermo: parlava di un detenuto evaso... Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Zia Marge era la sorella di zio Vernon. Anche se per lui era solo una parente acquisita (la madre di Harry era la sorella di zia Petunia), era costretto a chiamarla zia. Zia Marge viveva in campagna, in una casa con un grande giardino, e allevava bulldog. Non veniva spESso a Privet Drive, perché non riusciva a separarsi DAi suoi amatissimi cani, ma tutte le sue visite erano viviDAmente, orribilmente imprESse nella memoria di Harry. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Per il quinto compleanno di Dudley, zia Marge aveva picchiato Harry sugli stinchi con il bastone DA passeggio perché la smettESse di battere Dudley al gioco dei mimi. Qualche anno dopo, a Natale, era arrivata con un aereo telecomanDAto per Dudley e una scatola di biscotti per cani per Harry. Durante la sua ultima visita, Harry aveva calpEStato per errore la coDA del suo cane preferito, Squarta, che l'aveva rincorso per tutto il giardino, finché il ragazzo non aveva trovato riparo su un albero. Zia Marge aveva richiamato il cane solo a mezzanotte passata; l'episodio faceva ancora ridere Dudley fino alle lacrime. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Marge rimarrà DA noi per una settimana» sibilò zio Vernon, «e visto che siamo in argomento, sarà il caso di chiarire qualche cosetta prima che io vaDA a prenderla» aggiunse, puntando un grasso dito minaccioso verso Harry. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Dudley fece un sorrisetto e distolse lo sguardo DAllo schermo. GuarDAre il padre che strapazzava Harry era il suo divertimento preferito. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Zia Marge?» ESclamò. «N-non è che sta venendo qui, vero?» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Zio Vernon finì il suo tè, guardò l'orologio e disse: «ESco tra un minuto, Petunia, il treno di Marge arriva alle dieci». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Il Ministero dell'Agricoltura e della PESca annuncerà oggi...» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Ehi!» abbaiò zio Vernon, fissando furente il giornalista. «Non ci hai detto DA dove è fuggito quel maniaco! Che razza di modo è? Quel pazzo potrebbe spuntare qui intorno DA un momento all'altro!» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Zia Petunia, una donna ossuta con la faccia cavallina, si alzò di scatto e gettò un'occhiata fuori DAlla finEStra della cucina. Harry sapeva che zia Pe Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Tè, Marge?» chiESe. «E Squarta che cosa prende?» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Secondo» disse zio Vernon, fingendo di non aver sentito, «DAl momento che Marge non sa nulla della tua anormalità, non voglio che succeDAno cose... cose strane mentre lei è qui. Comportati bene, capito?» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Terzo» riprESe zio Vernon, gli occhietti malvagi ridotti a fESsure nel faccione violaceo, «abbiamo detto a Marge che frequenti il Centro di Massima Sicurezza San Bruto per Giovani Criminali Irrecuperabili». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Che cosa?» ESclamò Harry. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry rimase seduto, pallido e furibondo, guarDAndo zio Vernon con aria incredula. Zia Marge ospite per una settimana: era il peggior regalo di compleanno che i Dursley gli avESsero mai fatto, peggio anche dei vecchi calzini di zio Vernon. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«No» rispose Dudley. Ora che suo padre aveva smESso di minacciare Harry, era tornato a guarDAre la televisione. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Diddy adESso si fa bello per la zietta» disse zia Petunia accarezzando i folti capelli biondi di Dudley. «La mamma gli ha comprato un bel cravattino nuovo nuovo». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry, che era rimasto immobile come impietrito DAll'orrore, all'improvviso ebbe un'idea. Lasciò perdere il pane tostato, scattò in piedi e seguì zio Vernon nell'ingrESso. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«I ragazzi del terzo anno a Hog... voglio dire alla mia scuola, hanno il permESso di visitare il villaggio» disse Harry. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«E allora?» scattò zio Vernon prendendo le chiavi dell'auto DA un gancio vicino alla porta. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Devi firmare il permESso» disse Harry in fretta. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«E perché dovrei?» chiESe zio Vernon beffardo. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«ESatto» disse Harry, fissando tranquillamente il faccione paonazzo di zio Vernon. «È lungo DA ricorDAre. E dovrò sembrare credibile, vero? E se per sbaglio mi lascio scappare qualcosa?» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Ma se mi firmi il permESso» riprESe Harry in fretta, «giuro che mi ricorderò il nome della scuola che hai detto, e mi comporterò come un Bab... come uno normale». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Va bene!» ESclamò alla fine zio Vernon. «Starò molto attento a come ti comporti durante la visita di Marge. E se alla fine avrai rigato dritto, ti firmerò quel maledetto permESso». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry non tornò in cucina. Invece andò di sopra, nella sua camera. Se doveva comportarsi come un vero Babbano, era meglio cominciare subito. Lentamente, malinconicamente, raccolse i regali e i biglietti di auguri e li nascose sotto il letto insieme ai compiti. Poi andò alla gabbia di Edvige. Errol si era riprESo; lui ed Edvige erano addormentati, il capo sotto l'ala. Harry sospirò, poi li svegliò. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Edvige» disse in tono sconsolato, «devi sparire per una settimana. Vai con Errol, Ron si prenderà cura di te. Gli scriverò un biglietto per spiegargli. E non guarDArmi cosi» gli occhi ambrati di Edvige erano colmi di rimprovero «non è colpa mia. E l'unico modo per avere il permESso di anDAre a Hogsmeade con Ron e Hermione». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Dieci minuti dopo, Errol ed Edvige (che aveva un mESsaggio per Ron legato a una zampa) volarono fuori DAlla finEStra e sparirono. Harry, decisamente triste, ripose la gabbia vuota nell'armadio. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Non dovette aspettare molto. In men che non si dica, zia Petunia prESe a strillare su per le scale ordinandogli di scendere per salutare l'ospite. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«E fai qualcosa a quei capelli!» gli disse mentre Harry si avviava verso l'ingrESso. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry non capiva perché dovESse cercare di lisciarsi i capelli. Zia Marge adorava criticarlo, e quindi più lui era disordinato più sarebbe stata contenta. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Ben prESto si senti scricchiolare la ghiaia mentre l'auto di zio Vernon percorreva il vialetto, poi si udirono il rumore delle portiere che si chiudevano e i passi sul sentiero del giardino. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Sulla soglia c'era zia Marge. Somigliava molto a zio Vernon: larga, bene in carne e paonazza, aveva perfino i baffi, anche se non cESpugliosi come quelli dello zio. In una mano reggeva un'enorme valigia, e infilato sotto l'altro braccio c'era un vecchio bulldog DAl pESsimo carattere. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Dov'è il mio Dudders?» ruggì zia Marge. «Dov'è il mio nipotino tESorino?» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Dudley caracollò avanti, i capelli biondi incollati piatti sul tEStone, il cravattino appena visibile sotto molteplici strati di doppio mento. Zia Marge scagliò la valigia nello stomaco di Harry, mozzandogli il rESpiro, sollevò DA terra Dudley, lo strizzò forte con il braccio libero e gli stampò un grosso bacio sulla guancia. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry sapeva benissimo che Dudley tollerava gli abbracci di zia Marge solo perché veniva ben ricompensato, ed era certo che, una volta sciolto l'abbraccio, Dudley avESse una crocchiante banconota DA venti sterline ben stretta nel pugno ciccione. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Quando Harry scESe a colazione la mattina dopo, trovò i tre Dursley già seduti al tavolo di cucina a guarDAre la televisione. L'apparecchio era nuovo di zecca, un regalo di fine scuola per Dudley, che si era sempre lamentato del lungo tragitto DAl frigo alla tivù del salotto. Dudley aveva passato gran parte dell'EState in cucina, masticando ininterrottamente, con i piccoli occhi porcini fissi sullo schermo e i cinque doppi menti che tremolavano. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Petunia!» ESclamò zia Marge passando DAvanti a Harry come se fosse un appendiabiti. Zia Marge e zia Petunia si baciarono, o meglio, zia Marge urtò il mascellone contro lo zigomo ossuto di zia Petunia. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Squarta prende il tè DAl mio piattino» disse zia Marge mentre entravano tutti in cucina, lasciando Harry solo nell'ingrESso con la valigia. Ma lui non si lamentò; ogni scusa era buona per non dover stare con zia Marge. Così prESe a trascinare la valigia di sopra, nella stanza degli ospiti, e ci mise più tempo che poteva. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Chi ti cura gli altri cani, Marge?» chiESe zio Vernon. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Oh, c'è il Colonnello Fubster che si occupa di loro» ESclamò zia Marge. «Ora è in pensione, ed è contento di avere qualcosa DA fare. Ma non ho proprio potuto lasciare a casa il povero vecchio Squarta. Quando è lontano DA me piange». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Squarta prESe a ringhiare mentre Harry si sedeva. Per la prima volta DA quando era arrivata, l'attenzione di zia Marge si concentrò sul ragazzo. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Non dire sì con quel tono ingrato» ringhiò zia Marge. «Vernon e Petunia sono maledettamente gentili a tenerti. Io non l'avrei fatto. SarESti anDAto dritto filato all'orfanotrofio se ti avESsero abbandonato sulla porta di casa mia». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry moriva DAlla voglia di dire che avrebbe preferito stare in un orfanotrofio invece che con i Dursley, ma il pensiero del permESso per Hogsmeade lo fermò. Così sorrise a fatica. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Non fare quelle smorfie!» tuonò zia Marge. «Vedo che non sei affatto migliorato DAll'ultima volta. Speravo che la scuola ti avrebbe ficcato in tESta un po' di buone maniere». PrESe una gran sorsata di tè, si asciugò i baffi e disse: «Dove hai detto che lo manDAte, Vernon?» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Zio Vernon fece sì con la tESta dietro la schiena di zia Marge. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Ottimo» disse zia Marge. «Io non la capisco, quESta mania di non DArle alla gente che se lo merita. È DA smidollati, DA mollaccioni. Una bella battuta è quello che ci vuole in novanta casi su cento. E te, ti picchiano spESso?» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Il tuo tono continua a non piacermi, ragazzo» profferì. «Se usi quel tono svagato per parlare delle frustate che prendi, è chiaro che non te ne DAnno abbastanza. Petunia, se fossi in te scriverei una lettera al direttore. Per ribadire che approvi l'uso delle maniere forti con il ragazzo». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Mentre zia Marge cominciava a fare come se fosse a casa sua, Harry si sorprESe a pensare con nostalgia alla vita al numero 4 senza di lei. Zio Vernon e zia Petunia di solito lo ESortavano a stare fuori DAi piedi, cosa che Harry faceva con gran gioia. Zia Marge, invece, voleva tenere Harry sempre sott'occhio, in modo DA poter dispensare consigli su come migliorare i suoi modi. Era felice di poter paragonare Harry a Dudley; provava un gran piacere nel comprare al nipote regali costosi e nel DArglieli fissando Harry, sfiDAndolo a chiedere perché non ci fosse un regalo anche per lui. In più. continuava a lasciar cadere cupe allusioni su ciò che faceva di Harry una persona così manchevole. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry cercò di concentrarsi sul piatto, ma gli tremavano le mani ed era rosso di rabbia. RicorDAti il permESso, si disse. Pensa a Hogsmeade. Non dire niente. Non alzare... Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Zia Marge prESe il bicchiere pieno di vino. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
In quel momento, il bicchiere ESplose in mano a zia Marge. Frammenti di vetro volarono in tutte le direzioni e zia Marge prESe a sputacchiare e a strizzare gli occhi, il faccione rosso gronDAnte di vino. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Non è niente» grugnì zia Marge, asciugandosi la faccia col tovagliolo. «Devo averlo stretto troppo. Mi è succESsa la stESsa cosa l'altro giorno a casa del Colonnello Fubster. Non agitarti, Petunia, è solo che ho una prESa molto salDA...» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Ma zia Petunia e zio Vernon lanciarono a Harry occhiate sospettose. Così lui decise che era meglio saltare il dolce e allontanarsi DA tavola più in fretta che poteva. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
In corridoio, appoggiò la schiena al muro e rESpirò profonDAmente. DA tanto tempo non gli succedeva di perdere il controllo e far ESplodere qualcosa. Non poteva permettersi che accadESse di nuovo. Il permESso per Hogsmeade non era la sola posta in gioco: se continuava cosi, sarebbe finito nei guai con il Ministero della Magia. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry era ancora un mago minorenne, e la legge dei maghi gli proibiva di fare magie fuori DAlla scuola. Ma il suo curriculum non era proprio immacolato in quESto senso. Solo l'EState precedente aveva ricevuto una severa ammonizione ufficiale: se il Ministero avESse avuto notizia di altre pratiche magiche compiute a Privet Drive, Harry sarebbe stato ESpulso DA Hogwarts. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry sentì che i Dursley si alzavano DA tavola e corse di sopra, fuori DAi piedi. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry riuscì a superare i tre giorni che seguirono sforzandosi di pensare al Manuale di Manutenzione per Manici di Scopa tutte le volte che zia Marge se la prendeva con lui. La cosa funzionò, anche se a quanto pare lo costringeva a una certa fissità dello sguardo, tanto che zia Marge cominciò a vociferare che secondo lei Harry doveva ESsere anormale. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Finalmente arrivò l'ultima sera della vacanza di zia Marge. Zia Petunia preparò una cenetta speciale e zio Vernon stappò parecchie bottiglie di vino. Mangiarono la minEStra e il salmone senza far cenno ai difetti di Harry; al momento della meringata al limone, zio Vernon li tediò tutti con un lungo discorso sulla Grunnings, la sua ditta produttrice di trapani; poi zia Petunia fece il caffè e zio Vernon tirò fuori una bottiglia di brandy. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Ma sì, appena appena» disse riDAcchiando. «Un po' di quESto, un po' di quello... come il ragazzo». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Dudley stava facendo sparire la quarta fetta di meringata. Zia Petunia beveva il caffè con il mignolo tESo. Harry avrebbe tanto voluto eclissarsi in camera sua, ma incontrò lo sguardo furioso di zio Vernon e capì che doveva rESistere. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Aah» disse zia Marge schioccando le labbra, e posò il bicchiere vuoto. «Che mangiata, Petunia. Di solito la sera mi faccio due cosette veloci, con dodici cani a cui baDAre...» Ruttò sonoramente e si batté il grosso stomaco ricoperto di tweed. «Scusate. Ma mi piace vedere un ragazzo sano» riprESe, strizzando l'occhio a Dudley. «Diventerai un bell'omone, Dudders, proprio come tuo padre. Sì, ancora un po' di brandy, Vernon... Ma quello lì...» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry stava tentando di ricorDArsi la pagina 12 del Manuale: Un IncantESimo per curare le Retromarce Riluttanti. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Dipende tutto DAl sangue, come dicevo l'altro giorno. Cattivo sangue non mente. Ora, non sto dicendo che la tua famiglia ha qualcosa che non va, Petunia» e batté sulla mano ossuta di Petunia con la sua, simile a un badile, «ma tua sorella era la mela marcia. Capita anche nelle migliori famiglie. Poi è scappata con un buono a nulla ed ecco il risultato». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry fissò il piatto, uno strano ronzio nelle orecchie. Prendete la scopa per la coDA con fermezza, pensò. Ma non riusciva a ricorDAre cosa veniva dopo. La voce di zia Marge si faceva straDA dentro di lui come uno dei trapani di zio Vernon. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Zio Vernon e zia Petunia erano molto tESi. Perfino Dudley alzò gli occhi DAlla torta per osservare i genitori. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«No, Vernon» disse zia Marge. Le era venuto il singhiozzo. TESe una mano per interrompere il fratello, gli occhietti iniettati di sangue fissi su Harry. «Va' avanti, ragazzo, va' avanti. Sei fiero dei tuoi genitori, vero? Figurati, due che si ammazzano in un incidente d'auto. Saranno stati ubriachi...» Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Non sono morti in un incidente!» ESclamò Harry scattando in piedi. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Ma zia Marge all'improvviso tacque. Per un attimo, fu come se le mancassero le parole. Sembrava gonfia di una rabbia inESprimibile, una rabbia che continuava a premere, a premere DA dentro. Il suo faccione rosso cominciò ad allargarsi, i suoi occhietti prESero a sporgere e la sua bocca si stirò a tal punto DA impedirle di parlare. Un attimo dopo, parecchi bottoni saltarono DAlla giacca di tweed e rimbalzarono sulle pareti. Si stava gonfiando come un pallone mostruoso, con lo stomaco che ESplodeva DAlla gonna di tweed e le dita simili a salsicce. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«MARGE!» griDArono zio Vernon e zia Petunia in coro, mentre il corpo di zia Marge cominciava a sollevarsi DAlla sedia e a librarsi verso il soffitto. Ormai era completamente rotonDA, un'enorme boa di salvataggio con gli occhi porcini, e le mani e i piedi sporgevano in modo bizzarro mentre navigava a mezz'aria, con uno scoppiettio soffocato. Squarta entrò a scivoloni, abbaiando furiosamente. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Zio Vernon afferrò un piede di zia Marge e cercò di tirarla giù, ma rischiò a sua volta di sollevarsi DA terra. Un istante dopo, Squarta fece un balzo e affondò i denti nella gamba di zio Vernon. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry scattò prima che qualcuno potESse fermarlo, diretto al ripostiglio del sottoscala. La porta si spalancò DA sola per magia. In un attimo, trascinò il suo baule verso la porta. Filò su per le scale e si gettò sotto il letto, strappò l'asse mobile e afferrò la federa che conteneva i libri e i regali di compleanno. Strisciò fuori, prESe la gabbia vuota di Edvige e si precipitò di nuovo DAbbasso, proprio mentre zio Vernon usciva DAlla sala DA pranzo, la gamba del pantalone ridotta a brandelli sanguinolenti. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Ma Harry, prESo DA una rabbia incontenibile, apri con un calcio il baule, afferrò la bacchetta magica e la puntò su zio Vernon. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
«Se l'è meritato» disse rESpirando affannosamente. «Se l'è proprio meritato. Stai lontano DA me». Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
TESe l'altra mano all'indietro, cercando a tentoni la maniglia. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
E un attimo dopo era fuori, lungo la straDA buia e tranquilla, trascinando il baule, con la gabbia di Edvige sottobraccio. Il grosso errore di zia Marge (Cap. 2 Harry Potter 3) |
Harry era già abbastanza lontano quando crollò su un muretto in Magnolia CrEScent, ansimando per lo sforzo. Sedette immobile, ancora sopraffatto DAll'ira, ad ascoltare i tonfi affannosi del suo cuore. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Ma dopo dieci minuti di solitudine totale nella stradetta buia, una nuova emozione lo travolse: il panico. Non si era mai trovato in un guaio peggiore, in tutti i sensi. Era solo, abbandonato nel cupo mondo Babbano, senza un posto dove anDAre. E, quel che era peggio, aveva appena praticato una vera magia, il che voleva dire che sarebbe stato quasi certamente ESpulso DA Hogwarts. Aveva violato il Decreto per la REStrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni con tanta evidenza che era sorprESo che gli emissari del Ministero della Magia non gli fossero già alle costole. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry rabbrividì e guardò Magnolia CrEScent DA una parte e DAll'altra. Che cosa gli sarebbe succESso? Sarebbe stato arrEStato, o semplicemente bandito DAl mondo della magia? Pensò a Ron e a Hermione, e il suo cuore sprofondò ancora un po'. Harry era certo che, criminale o no, Ron e Hermione sarebbero stati pronti ad aiutarlo, ma erano tutti e due all'EStero, e senza Edvige non aveva modo di comunicare con loro. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Non aveva nemmeno del denaro Babbano. C'erano alcune monete magiche in un sacchetto in fondo al baule, ma il rESto della fortuna ereditata DAi genitori era depositato in una camera blinDAta della Banca per Maghi Gringott a Londra. E non sarebbe mai riuscito a trascinare il baule fino a Londra. A meno che... Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Guardò la bacchetta, che teneva ancora stretta in pugno. Se era già praticamente ESpulso (al pensiero il cuore gli batteva così forte DA fargli male), un altro po' di magia non poteva guastare. Aveva il Mantello dell'Invisibilità ereditato DA suo padre: e se avESse gettato un incantESimo sul baule per renderlo leggero come una piuma, lo avESse legato al manico di scopa, si fosse avvolto nel mantello e fosse volato fino a Londra? Così avrebbe potuto prelevare il rESto del denaro DAlla camera blinDAta e... cominciare la sua vita di reietto. Era una prospettiva orribile, ma Harry non poteva rEStare li seduto per sempre, a meno di non voler spiegare a un poliziotto Babbano che cosa ci faceva nel cuore della notte con un manico di scopa e un mucchio di libri d'incantESimi. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry riaprì il baule e spinse DA una parte il contenuto per cercare il Mantello dell'Invisibilità, ma prima ancora di averlo trovato si alzò all'improvviso e si guardò intorno un'altra volta. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Avvertiva un curioso formicolio alla nuca: era come se qualcuno lo stESse osservando. Ma la straDA pareva dESerta, e le luci erano tutte spente nelle grandi case squadrate. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Si chinò di nuovo sul baule, ma si rialzò quasi immediatamente e strinse più forte la bacchetta. Lo avvertiva, più che sentirlo con le orecchie: c'era qualcuno o qualcosa lì nello stretto passaggio tra il garage e la staccionata alle sue spalle. Harry cercò di strizzare gli occhi per vedere meglio. Se solo la cosa si fosse mossa, avrebbe scoperto se si trattava di un gatto ranDAgio o di qualcos'altro. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Lumos» mormorò Harry, e una luce abbagliante apparve sulla punta della bacchetta. La tenne alta sopra la tESta, e l'intonaco incrostato di ghiaino del numero 2 all'improvviso prESe a brillare; la porta del garage scintillò e Harry scorse distintamente il vasto profilo di qualcosa di molto grosso, DAgli enormi occhi lucenti... Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Si udì un BANG assorDAnte e Harry alzò le mani per ripararsi DA un'improvvisa luce accecante... Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Con un grido, rotolò sul marciapiedi, appena in tempo. Un attimo dopo, un gigantESco paio di ruote sovrastate DA due enormi fanali frenava bruscamente a pochi centimetri DA lui. Come Harry poté constatare, il tutto apparteneva a un autobus a tre piani di un viola intenso, apparso DAl nulla. Le lettere d'oro sul parabrezza dicevano: Il Nottetempo. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Per un attimo Harry si chiESe se la caduta lo avESse rimbambito. Poi un autista in uniforme viola balzò giù DAl pullman e prESe a parlare ad alta voce nella notte. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete. Mi chiamo Stan Picchetto, e sono il vostro bigliettaio per quESta not...» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Il bigliettaio s'interruppe alla vista di Harry, che era ancora seduto per terra. Harry afferrò la bacchetta e si rialzò. Visto DA vicino, Stan Picchetto sembrava poco più grande di lui: aveva diciotto, diciannove anni al massimo, con grandi orecchie a sventola e un bel po' di brufoli. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Che ci fai lì per terra?» domandò Stan, abbandonando il tono profESsionale. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Ma DAvvero?» chiESe Stan con una risatina. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Non l'ho fatto apposta» rispose Harry seccato. Aveva i jeans strappati al ginocchio, e la mano che aveva gettato indietro per frenare la caduta sanguinava. All'improvviso gli venne in mente perché era caduto, e si voltò rapido a guarDAre il passaggio tra il garage e la staccionata. I fari del Nottetempo lo inonDAvano di luce, ed era vuoto. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Che c'hai sulla tESta?» chiESe Stan bruscamente. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Neville Paciock» disse Harry sparando il primo nome che gli venne in mente. «Allora... quESto autobus» riprESe in fretta, sperando di distrarre Stan, «hai detto che va DAppertutto?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Orpo!» disse Stan tutto fiero. «Dove ti pare, finché c'è straDA. Sott'acqua però no che non ci va. Ehi» disse, di nuovo sospettoso, «ci hai fermato, eh? Hai mESso fuori la bacchetta, vero?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Sì» rispose Harry in fretta. «Senti, quanto costa anDAre fino a Londra?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Undici falci» rispose Stan, «ma per tredici ti diamo anche una cioccolata bella fumante, e per quindici una borsa dell'acqua calDA e uno spazzolino DA denti, del colore che vuoi, eh». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry frugò ancora una volta nel baule, EStrasse un sacchetto e porse a Stan alcune monete d'argento. Poi insieme caricarono il baule sul pullman, con la gabbia di Edvige sopra, in bilico. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Dentro non c'erano i sedili; al loro posto, una mezza dozzina di letti, vicini ai finEStrini chiusi DA tende. Accanto a ogni letto c'era una candela accESa in un candeliere, che illuminava il rivEStimento a pannelli di legno della carrozza. In fondo al pullman, un piccolo mago con un berretto DA notte mormorò: «Non ora, grazie, sto mettendo le lumache in salamoia» e si rigirò nel sonno. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Puoi metterti qui» sussurrò Stan spingendo il baule di Harry sotto il letto dietro il conducente, seduto in poltrona al volante. «QuESto è il nostro autista, Ernie Urto. QuESto è Neville Paciock, Ern». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Ernie Urto, un anziano mago con gli occhialoni spESsi, fece un cenno a Harry, che si appiattì nervosamente la frangia e si sedette sul letto. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Si udi un altro terribile BANG, e un attimo dopo Harry si trovò lungo distESo sul letto, sbalzato all'indietro DAlla velocità del Nottetempo. Si raddrizzò, guardò fuori DAl finEStrino e vide che sfrecciavano lungo una straDA del tutto nuova. Stan osservò divertito l'ESprESsione stupefatta di Harry. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«È qui che eravamo quando ci hai chiamati» spiegò. «Dov'è che siamo, Ern? In GallES?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Come mai i Babbani non sentono il rumore dell'autobus?» chiESe Harry. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Meglio che vai a svegliare MaDAma Palude, Stan» disse Ern. «Tra un minuto saremo ad Abergavenny». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Stan superò il letto di Harry e scomparve su per una scaletta di legno. Harry guardò ancora fuori DAl finEStrino, sempre più nervoso. Pareva che Ernie non avESse idea di come si usa un volante. Il Nottetempo continuava a salire sobbalzando sul marciapiede, ma non urtava nulla: file di lampioni, cassette delle lettere e bidoni si ritraevano al suo passaggio e tornavano al loro posto subito dopo. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Stan scESe di nuovo, seguito DA una strega verdina avvolta in un mantello DA viaggio. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Eccoci, MaDAma Palude» disse Stan allegramente, mentre Ern frenava di colpo e i letti scivolavano in avanti. MaDAma Palude si portò un fazzoletto alla bocca e scESe i gradini barcollando. Stan le lanciò la borsa e richiuse la portiera; ci fu un altro BANG assorDAnte, ed eccoli avanzare rombando lungo una stretta stradina di campagna, con gli alberi che si toglievano di torno a balzi. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry non sarebbe riuscito a dormire nemmeno se fosse stato a bordo di un autobus che non faceva bang e non anDAva a centocinquanta all'ora. Senti una stretta allo stomaco mentre tornava a riflettere su quello che lo aspettava e a chiedersi se i Dursley erano riusciti a far scendere zia Marge DAl soffitto. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
arruffati strizzò l'occhio a Harry DAlla prima pagina. Aveva l'aria stranamente familiare. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Stan guardò la prima pagina e riDAcchiò. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry sollevò la pagina aila luce della candela e lESse: Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
BLACK ANCORA LATITANTE Sirius Black, probabilmente il più efferato criminale mai rinchiuso nella fortezza di Azkaban, è ancora in libertà, come ha confermato oggi il Ministero della Magia. «Stiamo facendo tutto il possibile per riacciuffare Black» ha dichiarato stamane il Ministro della Magia, Cornelius Caramell, «e chiediamo alla comunità magica di mantenere la calma». Caramell è stato criticato DA alcuni membri della Federazione Internazionale dei Maghi per aver informato il Primo Ministro Babbano della fuga di Black. «Ho dovuto farlo» ha ribattuto Caramell, seccato. «Black è pazzo. È un pericolo per chiunque lo incontri, mago o Babbano. Il Primo Ministro mi ha personalmente garantito che non svelerà a nESsuno la vera identità di Black. E poi, diciamocelo, chi gli crederebbe se lo facESse?» Mentre tra i Babbani è stata diffusa la notizia che Black è armato di pistola (una specie di bacchetta magica di metallo che i Babbani usano per uccidersi a vicenDA), la comunità magica vive nel terrore di una strage come quella di dodici anni fa, quando Black uccise tredici persone con un solo incantESimo». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry guardò gli occhi tenebrosi di Sirius Black, l'unica parte di quel volto scavato che avESse una parvenza di vita. Harry non aveva mai incontrato un Vampiro, ma aveva visto delle figure sui libri al corso di DifESa contro le Arti Oscure, e Black, con la sua pelle di un bianco cereo, lo sembrava proprio. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Ha ucciso tredici persone?» chiESe Harry rEStituendo la pagina a Stan. «Con un solo incantESimo?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Stan fece ruotare la poltrona per guarDAre meglio Harry. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Black stava DAlla parte di TuSaiChi» disse. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Chi, Voldemort?» chiESe Harry senza riflettere. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Stan impallidì, brufoli comprESi; Ern sterzò così bruscamente che un'intera fattoria dovette fare un balzo indietro per evitare l'autobus. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Allora... allora Black era un sostenitore di TuSaiChi?» ESclamò Harry per farsi perdonare. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Sì sì» disse Stan senza smettere di massaggiarsi il petto. «Sì, proprio così. Molto vicino a TuSaiChi, dicono. Ma quando il piccolo Harry Potter ha DAto una bella lezione a TuSaiChi...» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry si appiattì di nuovo la frangia con un gESto nervoso. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«... hanno beccato tutti quelli che stavano con TuSaiChi, vero, Ern? Molti hanno capito che era finita, senza più TuSaiChi, e si sono calmati. Ma Sirius Black no. Dicono che credeva di ESsere il braccio dEStro di TuSaiChi. Comunque, hanno circonDAto Black in una via piena di Babbani; lui ha tirato fuori la bacchetta e ha fatto saltare tutta la via, e così ci ha rimESso la pelle un mago più una dozzina di Babbani che passavano di lì. Ti rendi conto? E lo sai che cos'ha fatto dopo, Black?» continuò Stan in un sussurro. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Si è mESso a ridere» disse Stan. «A ridere, capito? E quando sono arrivati i rinforzi del Ministero della Magia, si è fatto portare via come se niente fosse, piegato in due DAlle risate. Perché è matto, vero, Ern? Non è matto?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Se non lo era quando è anDAto ad Azkaban, lo è diventato» disse Ern con la sua voce lenta. «Io mi tirerei un colpo piuttosto che mettere piede là dentro. Gli sta bene, comunque... con quello che ha combinato...» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Hanno fatto una bella fatica a mettere tutto a tacere, vero, Ern?» disse Stan. «La straDA per aria, e tutti quei Babbani stecchiti. Com'è che l'hanno chiamata, Ern?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«E adESso è fuori» disse Stan tornando a osservare la foto della faccia scavata di Black sul giornale. «NESsuno era mai scappato DA Azkaban, vero Ern? Chissà come ha fatto. Spaventoso, eh? Voglio dire, contro le guardie di Azkaban dev'ESsere stata una bella fatica, eh, Ern?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Parliamo di qualcos'altro, Stan, DA bravo. Quelle guardie di Azkaban mi fanno venire il mal di pancia solo a pensarci». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Stan, riluttante, ripiegò il giornale e Harry appoggiò la fronte al finEStrino del Nottetempo. Si sentiva malissimo. Non riusciva a immaginare che cosa avrebbe raccontato Stan ai passeggeri di lì a qualche notte. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Sentito di quell'Harry Potter? Ha fatto ESplodere la sua zietta! E poi è salito qui sul bus, proprio qui, vero, Ern? Stava cercando di fuggire, sì sì... Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Lui, Harry, aveva infranto la legge dei maghi proprio come Sirius Black. Gonfiare zia Marge era così grave DA farlo finire ad Azkaban? Harry non sapeva nulla della prigione dei maghi, anche se ne parlavano tutti con autentico terrore. Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, ci aveva trascorso due mESi solo l'anno prima. Harry non avrebbe dimenticato facilmente la paura sul viso di Hagrid quando gli avevano detto dove l'avrebbero portato, e Hagrid era una delle persone più coraggiose che Harry conoscESse. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Il Nottetempo viaggiava nell'oscurità, mettendo in fuga parchimetri e cESpugli, alberi e cabine del telefono, e Harry, distESo sul materasso di piume nell'oscurità, si sentiva irrequieto e abbattuto. Dopo un po', Stan si ricordò che Harry aveva pagato la cioccolata calDA, ma gliela versò tutta sul cuscino mentre il bus si trasferiva bruscamente DA AnglESea ad Aberdeen. Uno alla volta, maghi e streghe in vEStaglia e ciabatte vennero giù DAi piani superiori per scendere DAll'autobus. Sembravano tutti molto felici di farlo. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Ed eccoli sfrecciare lungo Charing Cross Road. Harry si rizzò a sedere e osservò gli edifici e le panchine che si ritraevano DAl percorso del Nottetempo. Il cielo impallidiva lentamente. Harry rifletté sul DA farsi: stare Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
tranquillo per un paio d'ore, anDAre alla Gringott non appena apriva, poi partire: per dove, non lo sapeva. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Ern schiacciò il freno e il Nottetempo si arrEStò DAvanti a un piccolo pub DAll'aria squalliDA, il Paiolo magico, dietro il quale c'era l'ingrESso segreto a Diagon Alley. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
ScESe i gradini con un balzo e aiutò Stan a scaricare il baule e la gabbia di Edvige. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Ma Stan era distratto. In piedi vicino alla portiera, scrutava il buio ingrESso del Paiolo magico. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Prima ancora di voltarsi, Harry sentì una mano sulla spalla. Nello stESso istante Stan ESclamò: Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry si voltò a guarDAre il proprietario della mano e si sentì gelare: era Cornelius Caramell, il Ministro della Magia in persona. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Stan balzò a un passo DA loro. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Caramell, un ometto corpulento con un lungo mantello gESsato, aveva l'aria stanca e infreddolita. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Neville?» ripeté accigliato. «QuESto è Harry Potter». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Sì» disse Caramell asciutto, «e sono molto contento che il Nottetempo abbia DAto un passaggio a Harry, ma io e lui ora dobbiamo entrare al Paiolo magico...» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Caramell premette più forte la spalla di Harry, pilotandolo dentro il pub. Una sagoma curva che reggeva una lanterna apparve DA dietro il bancone. Era Tom, l'avvizzito, sdentato proprietario del locale. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«L'ha trovato, Ministro!» disse Tom. «Qualcosa DA bere? Birra? Brandy?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Alle loro spalle si sentì un rumore di cose trascinate e una serie di sbuffi, e apparvero Ern e Stan con il baule di Harry e la gabbia di Edvige. I due si guarDArono intorno eccitati. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Orpo, perché non ce l'hai detto subito chi eri, Neville?» chiESe Stan sorridendo, mentre la faccia gufESca di Ernie spiava curiosa DA sopra la sua spalla. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Caramell guidò Harry lungo lo stretto corridoio, e seguendo la lanterna si ritrovarono in un salottino. Tom schioccò le dita, il fuoco si accESe nella stufa, e l'oste usci con un profondo inchino. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry sedette, con la pelle d'oca sulle braccia nonostante il calore. Caramell si sfilò il mantello gESsato e lo gettò DA una parte, poi si tirò su i pantaloni del completo verde bottiglia e si sedette DAvanti a Harry. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Tom ricomparve con un grembiule infilato sulla camicia DA notte: portava un vassoio con tè e tartine. Lo posò sul tavolo tra Caramell e Harry e uscì DAl salottino, richiudendosi la porta alle spalle. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Bene, Harry» disse Caramell versando il tè, «ci hai fatto prendere un bello spavento, lo ammetto. Scappare così DA casa dei tuoi zii! Cominciavo a pensare... ma sei sano e salvo, e quESta è la cosa importante». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Mangia, Harry, sembri un fantasma. Allora... ti farà piacere sapere che abbiamo risolto l'incrEScioso gonfiore della signora Marge Dursley. Due membri del Dipartimento di Cancellazione della Magia Accidentale sono stati manDAti a Privet Drive qualche ora fa. La signora Dursley è stata bucata e la sua memoria è stata modificata. Non ricorDA nulla dell'incidente. È tutto, ed è finita bene». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Caramell sorrise a Harry sopra l'orlo della tazza di tè, come uno zio che osservi il nipote preferito. Harry, che non credeva alle sue orecchie, aprì la bocca, non riuscì a pensare a niente di sensato DA dire e la richiuse. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Ah, sei preoccupato per la reazione dei tuoi zii?» chiESe Caramell. «Be', non lo nego, sono molto arrabbiati, Harry, ma sono pronti a riprenderti con loro la prossima EState, purché tu rimanga a Hogwarts per le vacanze di Natale e di Pasqua». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Quindi» riprESe Caramell imburrandosi un'altra tartina, «rESta DA decidere dove passerai le ultime tre settimane di vacanza. Il mio suggerimento è che tu prenDA una stanza qui al Paiolo magico e...» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Ho infranto la legge!» disse Harry. «Il Decreto per la REStrizione delle Arti Magiche fra i Minorenni!» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Oh, caro ragazzo, non vogliamo certo punirti per una cosetta del genere!» ESclamò Caramell, agitando impaziente la tartina. «È stato un incidente! NESsuno finisce ad Azkaban solo per aver gonfiato una zia!» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«L'anno scorso ho ricevuto un'ammonizione ufficiale solo perché un elfo domEStico ha spiaccicato una torta in casa di mio zio!» disse a Caramell. accigliato. «Il Ministero della Magia ha detto che sarei stato ESpulso DA Hogwarts se avESsi praticato un altro incantESimo laggiù!» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Le circostanze cambiano, Harry... dobbiamo tener conto... nel clima attuale... non vuoi ESsere ESpulso, vero?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Caramell uscì DAl salottino mentre Harry lo fissava stupito. Stava succedendo qualcosa di molto strano. Perché Caramell lo aveva attESo al Paiolo magico, se non per punirlo? E ora che ci pensava, era normale che il Ministro della Magia in persona si occupasse di incantESimi di minorenni? Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Caramell tornò, accompagnato DA Tom il locandiere. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«La camera 11 è libera, Harry» disse Caramell. «Credo che starai molto comodo. Solo una cosa, sono certo che capirai... Non voglio che tu vaDA in giro per la Londra Babbana, chiaro? RESta a Diagon Alley. E torna qui tut Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Caramell si schiarì la voce, si alzò e prESe il mantello gESsato. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Be', ora devo anDAre, ho tante cose DA fare...» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Notizie di Black?» chiESe Harry. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Per poco il mantello non sfuggì DAlle mani di Caramell. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Cosa? Oh, hai sentito... be', no, non ancora, ma è solo quEStione di tempo. Le guardie di Azkaban non hanno mai fallito... e non le ho mai viste così arrabbiate...» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
TESe la mano e Harry, stringendola, ebbe un'idea improvvisa. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Be', i ragazzi del terzo anno a Hogwarts hanno il permESso di anDAre a Hogsmeade, ma i miei zii non hanno firmato il modulo. Crede che potrebbe...?» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Caramell prESe un'aria imbarazzata. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Ah» disse. «No. No, mi dispiace tanto, Harry, ma DAl momento che non sono un tuo parente né il tuo tutore...» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Ma lei è il Ministro della Magia» disse Harry impaziente. «Se mi dESse il permESso...» Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«No. Mi dispiace, Harry, ma le regole sono regole» disse Caramell in tono piatto. «Forse potrai anDAre a Hogsmeade il prossimo anno. In effetti, credo che sia meglio se non... sì... bene, adESso vado. Divertiti, Harry». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
E con un ultimo sorriso e un'ultima stretta di mano, Caramell uscì DAlla stanza. Tom si avvicinò con un ampio sorriso. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Dentro c'erano un letto DAll'aria molto comoDA, mobili di quercia lucidissimi, un fuoco che scoppiettava allegramente e, appollaiata in cima all'armadio... Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Edvige!» ESclamò Harry. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
La civetta candiDA fece schioccare il becco e volò sulla spalla di Harry. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
«Gran bella civetta» disse Tom ridendo. «È arrivata cinque minuti prima di lei. Se ha bisogno di qualcosa, signor Potter, non ESiti a chiederla». Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry rimase seduto a lungo sul letto, accarezzando Edvige con aria assente. Il cielo oltre il vetro mutò rapiDAmente DA un blu intenso e vellutato a un freddo grigio acciaio e poi, piano piano, si fece rosa e oro. Harry non riusciva a credere di aver lasciato Privet Drive solo poche ore prima, di non ESsere stato ESpulso e di avere DAvanti a sé due intere settimane lonta-no DAi Dursley. Il Nottetempo (Cap. 3 Harry Potter 3) |
Harry ci mise diversi giorni ad abituarsi alla nuova, strana libertà. Prima di allora non aveva mai potuto alzarsi quando voleva o mangiare quello che gli anDAva. Poteva perfino anDAre dove gli pareva, purché rimanESse a Diagon Alley; e DAl momento che sulla lunga via acciottolata si affacciavano uno accanto all'altro i negozi di magia più affascinanti del mondo, Harry non provò il dESiderio di mancare alla parola DAta a Caramell e di addentrarsi nel mondo Babbano. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Harry faceva colazione ogni mattina al Paiolo magico, osservando gli altri ospiti: buffe streghette di campagna, in città per un giorno di shopping; maghi DAll'aspetto venerabile che discutevano l'ultimo articolo su Trasfigurazione Oggi; stregoni DAll'aria selvatica, nani rauchi e una volta perfino una fattucchiera, che ordinò un piatto di fegato crudo parlando attraverso un pESante passamontagna di lana. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Dopo colazione Harry anDAva nel cortile sul retro, EStraeva la bacchetta magica, colpiva il terzo mattone DA sinistra sopra il bidone dell'immondizia e faceva un passo indietro mentre nel muro si apriva il passaggio che portava a Diagon Alley. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Trascorreva le lunghe giornate EStive ESplorando i negozi e mangiando sotto gli ombrelloni colorati fuori DAi caffè, dove gli avventori si mostravano i loro acquisti («è un Lunascopio. vecchio mio, basta perdere tempo con le carte lunari») o discutevano il caso di Sirius Black («personalmente Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
non permetterò a nESsuno dei ragazzi di uscire DA solo finché quello non torna al sicuro ad Azkaban»). Harry non doveva più fare i compiti sotto le coperte alla luce della torcia; ora poteva sedersi alla luce del sole, fuori DAlla Gelateria Florian di Florian Fortebraccio, a finire i compiti, e a volte gli DAva una mano Florian Fortebraccio in persona, che, oltre a sapere un sacco di cose sui roghi di streghe nel Medioevo, gli serviva un gelato gratis ogni mezz'ora. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Dopo aver riempito la borsa di galeoni d'oro, falci d'argento e zellini di bronzo ritirati DAlla sua camera blinDAta alla Gringott, Harry dovette ESercitare un notevole autocontrollo per non spendere tutto in una volta. Solo continuando a ripetersi che lo aspettavano ancora cinque anni a Hogwarts, e quanto sgradevole sarebbe stato dover chiedere ai Dursley il denaro per i libri di incantESimi, riuscì a trattenersi DAl comprare un magnifico set di Gobbiglie d'oro massiccio (un gioco magico simile alle biglie, in cui le sferette spruzzavano un liquido puzzolente sulla faccia dell'avversario quando perdeva un punto). Fu tremenDAmente tentato anche DAl perfetto, commovente modellino della galassia in una grande sfera di vetro, che gli sarebbe servito per non dover seguire più nemmeno una lezione di Astronomia. Ma la cosa che più mise alla prova la fermezza di Harry comparve nel suo negozio preferito, AccESsori di Prima Qualità per il Quidditch, una settimana dopo il suo arrivo al Paiolo magico. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Curioso di scoprire che cosa attirasse la folla nel negozio, Harry riuscì a sgusciare dentro e si infilò tra le streghe e i maghi eccitati, finché non riuscì a scorgere un ESpositore nuovo di zecca nel quale troneggiava il manico di scopa più bello che avESse mai visto. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«È appena uscito... è un prototipo...» disse un mago DAlla mascella volitiva rivolto al suo vicino. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Una grassa strega DAvanti a Harry si spostò, e così lui riuscì a leggere il cartello appESo sotto il manico di scopa: Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
FIREBOLT QuESta scopa DA corsa all'avanguardia è fornita di un raffinato, aerodinamico manico di frassino, trattato con vernice aDAmantina e numerato a mano. I ramoscelli di betulla che formano la coDA, selezionati uno per uno, sono stati sfronDAti e lavorati fino a raggiungere un perfetto dESign per offrire alla Firebolt un ineguagliabile equilibrio e una precisione millimetrica. La Firebolt ha un'accelerazione DA 0 a 250 km orari in dieci secondi. In dotazione un IncantESimo Frenante indistruttibile. Prezzo su richiESta. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Prezzo su richiESta... Harry preferì non pensare a quanto potESse costare la Firebolt. Non aveva mai dESiderato nulla cosi ardentemente, ma non aveva mai perso una partita a Quidditch sulla sua Nimbus Duemila, e a che cosa serviva vuotare la camera blinDAta alla Gringott per la Firebolt, quando possedeva già un'ottima scopa? Non chiESe il prezzo, ma tornò a vederla quasi tutti i giorni. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Harry dovette comunque fare degli acquisti. Andò in farmacia a rifornire le scorte di ingredienti per pozioni, e DAl momento che la sua divisa ormai si era accorciata parecchio, andò DA MaDAma McClan: Abiti per tutte le occasioni e ne scelse una nuova. Ma soprattutto dovette comprare i libri, comprESi quelli per le due nuove materie, Cura delle Creature Magiche e Divinazione. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
In libreria Harry ebbe una sorprESa. Invece della solita bella mostra di libri di incantESimi grandi come mattonelle con le scritte in oro, in vetrina c'era una grande gabbia di legno che conteneva un centinaio di copie del Libro Mostro dei Mostri. Pagine strappate volavano DAppertutto mentre i libri si azzuffavano fra loro, allacciati in furiosi combattimenti di lotta libera, schioccando aggrESsivi. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Harry EStrasse la lista dei libri DAlla tasca e la lESse per la prima volta. Il Libro Mostro dei Mostri era nell'elenco come volume di tESto per Cura delle Creature Magiche. Ora Harry capiva perché Hagrid aveva scritto che si sarebbe rivelato utile. Si sentì sollevato: allora Hagrid non aveva bisogno d'aiuto con qualche nuovo cucciolo terrificante. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Hogwarts?» gli chiESe a bruciapelo. «Sei venuto a comprare i libri nuovi?» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Spostati» disse il libraio impaziente, spingendo Harry di lato. S'infilò un paio di guanti molto spESsi, prESe un grosso, nodoso bastone DA passeggio e avanzò verso la porta della gabbia dei Libri Mostri. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«DAvvero?» Sul viso del libraio apparve un'ESprESsione di enorme sollievo. «Grazie al cielo. Mi hanno già morsicato cinque volte stamattina...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Basta! Basta!» gridò il libraio infilando il bastone tra le sbarre e dividendo i libri con un colpo deciso. «Non li terrò mai più, mai più! È un manicomio! Credevo che avESsimo toccato il fondo quando abbiamo comprato duecento copie del Libro Invisibile dell'Invisibilità: ci sono costate una fortuna e non le abbiamo mai trovate... be'... ti serve altro?» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Ah, quESt'anno cominci Divinazione, eh?» disse il libraio, sfilandosi i guanti e guiDAndo Harry nel retrobottega, dove c'era un angolo dedicato alla lettura del futuro. Un tavolino era carico di libri come Prevedere l'Imprevedibile: Proteggetevi DAi Traumi e Sfere Infrante: Quando le Sorti si rovESciano. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Ecco qui» disse il libraio, che si era arrampicato su una scaletta per prendere un grosso libro nero. «Svelare il Futuro. Ottima guiDA a tutti i metodi base di divinazione: la lettura della mano, le sfere di cristallo, le viscere di uccello...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Ma Harry non lo ascoltava. Lo sguardo gli era caduto su un altro libro, posato su un tavolino: PrESagi di Morte: Che fare quando si prepara il Peggio. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Oh, io non lo leggerei se fossi in te» disse il libraio allegramente quando vide che cosa aveva attirato l'attenzione di Harry. «ComincerESti a vedere prESagi di morte DAppertutto. Ce n'è abbastanza per spaventare a morte chiunque, è proprio il caso di dirlo». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Il commESso mise Svelare il Futuro tra le mani di Harry. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Si» disse Harry, distogliendo gli occhi DA quelli del cane e consultando la lista, un po' stordito. «Mmm... ho bisogno di Trasfigurazione Intermedia e del Manuale degli IncantESimi, volume terzo». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Dieci minuti più tardi Harry uscì DAl Ghirigoro con i libri nuovi sotto il braccio e fece ritorno al Paiolo magico. Camminava come in trance e urtò parecchie persone. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Salì le scale fino alla sua camera, entrò e fece scivolare i libri sul letto. Qualcuno era venuto a riordinare; le finEStre erano aperte e il sole entrava a fiotti. Harry sentiva gli autobus sfrecciare lungo la straDA Babbana alle sue spalle, e il rumore della folla invisibile di sotto, lungo Diagon Alley. Vide il proprio riflESso nello specchio sopra il lavandino. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Non poteva ESsere un prESagio di morte» disse in tono di sfiDA al suo doppio. «Ero già terrorizzato quando ho visto quella cosa in Magnolia CrEScent... probabilmente era solo un cane ranDAgio...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Mentre i giorni passavano, Harry prESe a cercare Ron o Hermione DAppertutto. Molti studenti di Hogwarts arrivavano a Diagon Alley, con l'inizio della scuola ormai cosi vicino. Harry incontrò Seamus Finnigan e Dean Thomas, due del Grifondoro, DA AccESsori di Prima Qualità per il Quidditch, dove anche loro occhieggiavano la Firebolt; e fuori DAl Ghirigoro incrociò Neville Paciock, un ragazzino tondo e distratto. Harry non si fermò a chiacchierare: Neville a quanto pareva aveva perso la lista dei libri e sua nonna, una vecchietta terribile, lo stava sgriDAndo. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Harry si svegliò l'ultimo giorno delle vacanze pensando che almeno avrebbe incontrato Ron e Hermione il giorno dopo, sull'ESprESso di Hogwarts. Si alzò, si vEStì, andò a DAre un'ultima occhiata alla Firebolt e stava pensando a dove pranzare quando qualcuno lo chiamò costringendolo a voltarsi. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Finalmente!» disse Ron, sorridendo a Harry che prendeva posto al loro tavolo. «Siamo anDAti al Paiolo magico, ma ci hanno detto che eri uscito, e poi al Ghirigoro, e DA MaDAma McClan, e...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Hai DAvvero gonfiato tua zia, Harry?» chiESe Hermione in tono molto serio. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Non c'è niente DA ridere, Ron» disse Hermione seccamente. «DAvvero, mi stupisco che Harry non sia stato ESpulso». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Anch'io» ammise Harry. «A parte l'ESpulsione, credevo che mi avrebbero arrEStato». Guardò Ron. «Tuo padre non sa perché Caramell mi ha lasciato anDAre?» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Probabilmente perché sei tu, no?» disse Ron scrollando le spalle, con un'ultima risatina. «Il famoso Harry Potter eccetera eccetera. Preferisco non sapere che cosa farebbe a me il Ministero se gonfiassi una zia. Comunque dovrebbero prima tirarmi fuori DAlla fossa, perché mamma mi ucciderebbe di sicuro. Puoi sempre chiederlo direttamente a papà stasera. Anche noi dormiamo al Paiolo magico! Cosi domattina possiamo anDAre insieme a King's Cross! E c'è anche Hermione!» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Ottimo!» disse Harry allegro. «Allora avete già tutti i libri nuovi e il rESto?» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«GuarDA un po'» disse Ron. EStrasse DA una borsa una lunga scatola piatta e l'aprì. «Bacchetta nuova di zecca. Quattordici pollici, legno di salice, con un crine di coDA di unicorno incorporato. E abbiamo tutti i libri» disse indicando una grossa borsa sotto la sedia. «Forti, quei Libri Mostri, eh? Il commESso si è quasi mESso a piangere quando gli abbiamo detto che ne volevamo due». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«E quelli cosa sono, Hermione?» chiESe Harry indicando non una, ma tre borse stracolme sulla sedia accanto a lei. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«QuESt'anno seguirò più corsi di te» disse Hermione. «Sono i libri per Aritmanzia, Cura delle Creature Magiche. Divinazione, Studio delle Antiche Rune, Babbanologia...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Perché anche Babbanologia?» chiESe Ron, sgranando gli occhi. «Tu sei di famiglia Babbana! I tuoi genitori sono Babbani! Sai già tutto dei Babbani!» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Ma sarà affascinante studiarli DAl punto di vista dei maghi» disse Hermione entusiasta. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Hai intenzione anche di mangiare e dormire ogni tanto, quESt'anno, Hermione?» chiESe Harry mentre Ron riDAcchiava. Hermione fece finta di niente. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
mio compleanno, e mamma e papà mi hanno DAto dei soldi perché mi comprassi un regalo in anticipo». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Un bel libro, magari?» chiESe Ron con fare innocente. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Non è mio» disse Ron. «Errol è il gufo di casa. Io ho solo Crosta». EStrasse il suo topo DAlla tasca. «E voglio fargli DAre un'occhiata» aggiunse, deponendo Crosta sul tavolo. «Temo che l'Egitto non gli abbia fatto troppo bene». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«C'è un negozio di creature magiche proprio laggiù» disse Harry, che ormai conosceva Diagon Alley come le sue tasche. «Tu potrESti vedere se hanno qualcosa per Crosta, e Hermione può comprarsi il suo gufo». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Così pagarono i gelati e attraversarono la straDA fino al Serraglio Stregato. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Non c'era molto spazio all'interno. Tutte le pareti erano tappezzate di gabbie. C'era uno strano odore e un gran fracasso perché gli ospiti delle gabbie strillavano, squittivano, borbottavano e sibilavano, tutti insieme. La strega dietro il bancone stava DAndo dei consigli a un mago su come allevare i tritoni a due code, così Harry, Ron e Hermione aspettarono il loro turno osservando le gabbie. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Due enormi rospi violetti DAll'aria bavosa si stavano facendo una scorpacciata di tafani morti. Una tartaruga gigante con il carapace tempEStato di pietre preziose luccicava vicino alla finEStra. Parecchie lumache velenose di color arancione strisciavano lente su per la parete del loro terrario di vetro, e un grasso coniglio bianco continuava a trasformarsi in un cappello a cilindro e poi di nuovo in coniglio, accompagnando ogni metamorfosi con uno schiocco secco. Poi c'erano gatti di tutti i colori, una rumorosa gabbia di corvi, un cEStino di buffe palle di pelo color crema che ronzavano forte e, sul bancone, una grande gabbia piena di lustri topi neri che giocavano a saltare la corDA con le lunghe code pelate. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«È per il mio topo» disse alla strega. «È un po' giù di tono DA quando siamo tornati DAll'Egitto». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Mettilo qui sopra» disse la strega, ed EStrasse DAlla tasca un paio di occhialoni neri. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Ron prESe Crosta DAlla tasca interna della giacca e lo posò vicino alla gabbia dei topi, che smisero di saltare e si affollarono contro la rete per ve Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Come quasi tutte le cose di Ron, il topo Crosta era di seconDA mano (prima era appartenuto al fratello di Ron, Percy) e un po' sciupato. Vicino ai lucidi topi della gabbia, sembrava particolarmente abbacchiato. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Non lo so» rispose Ron. «Dev'ESsere vecchio. Era di mio fratello». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Che poteri ha?» chiESe la strega osservando Crosta DA vicino. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Ehm...» disse Ron. La verità era che Crosta non aveva mai mostrato la minima traccia di qualche potere interESsante. La strega spostò lo sguardo DAll'orecchio sinistro del topo, che era tutto smozzicato, alla zampa anteriore, a cui mancava un dito, e fece un verso di disapprovazione. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Ne ha viste delle belle, quESto qua» ESclamò. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Un topo ordinario, comune o DA giardino come quESto non può vìvere più di tre anni» disse la strega. «Se cerchi qualcosa che si consumi di meno, forse ti potrebbe anDAr bene uno di quESti...» e indicò i topi neri, che subito ricominciarono a saltare. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«ESibizionisti» mormorò Ron. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Be', se invece non vuoi sostituirlo, puoi provare con quESto Sciroppo Ratto» disse la strega EStraendo una bottiglietta rossa DA sotto il banco. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Ron barcollò. DAlla sommità della gabbia più alta qualcosa di grosso e arancione era piombato sulla sua tESta, per poi lanciarsi verso Crosta, soffiando furiosamente. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«No, GRATTASTINCHI, NO!» gridò la strega, ma Crosta le guizzò via DAlle mani come una saponetta, atterrò a pelle d'orso sul pavimento e poi filò verso la porta. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Crosta!» gridò Ron, schizzando a sua volta fuori DAl negozio. Harry lo segui. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Impiegarono quasi dieci minuti per riprendere Crosta, che si era rifugiato sotto un cEStino della carta straccia DAvanti ad AccESsori di Prima Qualità per il Quidditch. Ron si ficcò in tasca il topo tremante e si alzò massaggiandosi la tESta. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Ripercorsero la straDA affollata fino al Serraglio Stregato. Hermione sta Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
va uscendo DAl negozio, ma non con un gufo: teneva ben stretto l'enorme gatto rosso. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Hai comprato quel mostro?» chiESe Ron a bocca spalancata. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
QuEStione di gusti, pensò Harry. Il gatto aveva un bel pelo fulvo e soffice, ma le zampe erano decisamente storte e il muso era imbronciato e un po' schiacciato, come se il suo proprietario si fosse schiantato contro un muro. Ora che Crosta non era in vista, comunque, il gatto faceva le fusa soddisfatto tra le braccia di Hermione. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«A proposito, hai dimenticato lo Sciroppo Ratto» disse Hermione, e porse a Ron la bottiglietta rossa. «Smettila di preoccuparti. Grattastinchi starà nel mio dormitorio e Crosta nel tuo, dov'è il problema? Povero Grattastinchi, la strega ha detto che ce l'aveva in negozio DA un secolo, nESsuno lo voleva». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Chissà perché» commentò Ron sarcastico, e i tre si dirESsero al Paiolo magico dopo aver recuperato le borse con i libri. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Il signor Weasley mise DA parte il giornale e Harry vide il viso ormai familiare di Sirius Black che lo guarDAva. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Non l'hanno ancora prESo, allora?» chiESe. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«No» rispose il signor Weasley in tono molto serio. «Al Ministero ci hanno dispensato DAgli incarichi ordinari per concentrarci tutti sulle ricerche, ma finora non abbiamo avuto fortuna». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«C'è una ricompensa se lo prendiamo?» chiESe Ron. «Non sarebbe male, un po' di soldi...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Non ESsere ridicolo, Ron» disse il signor Weasley, che DA vicino appariva molto stanco e tESo. «Black non si farà prendere DA un mago di tredici anni. Saranno le guardie di Azkaban a riacciuffarlo, vedrete». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
In quel momento entrò la signora Weasley, carica di borse e sacchetti, seguita DAi gemelli, Fred e George, che stavano per cominciare il quinto anno a Hogwarts, DAl neoeletto Caposcuola, Percy, e DAlla più piccola della Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Ginny, che aveva DA sempre una grande passione per Harry, fu ancora più imbarazzata del solito quando lo vide, probabilmente perché lui le aveva salvato la vita l'anno prima a Hogwarts. Diventò tutta rossa e mormorò 'ciao' senza guarDArlo. Percy, invece, gli tESe la mano con solennità, come se lui e Harry non si conoscESsero, e disse: Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Spero che tu stia bene» disse Percy pomposo, stringendogli la mano. Era un po' come ESsere prESentati al sinDAco. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Harry!» ESclamò Fred, DAndo una gomitata a Percy per toglierlo di torno e facendo un profondo inchino. «È semplicemente magnifico vederti, ragazzo...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Meraviglioso» disse George, spingendo Fred DA una parte e afferrando la mano di Harry. «Assolutamente splendido». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Mamma!» ESclamò Fred, come se l'avESse vista solo in quell'istante. E poi, afferrandole la mano: «È fantastico vederti...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«E perché dovremmo?» chiESe George, inorridito alla sola idea. «Toglierebbe tutto il gusto». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Ginny riDAcchiò. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«DovrESte DAre il buon ESempio a vostra sorella!» ESclamò la signora Weasley. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Ginny ha altri fratelli che possono DArle il buon ESempio, mamma» disse Percy altezzoso. «Salgo a cambiarmi per la cena...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Come facciamo ad anDAre a King's Cross domattina, papà?» chiESe Fred mentre attaccavano un sontuoso budino al cioccolato. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Il Ministero ci prESta un paio di macchine» disse il signor Weasley. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Perché?» chiESe Percy incuriosito. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Tutti riDAcchiarono nel budino, tranne Percy e la signora Weasley. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Perché il Ministero ci dà le macchine, papà?» chiESe di nuovo Percy in tono austero. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Be', siccome noi non ce l'abbiamo più...» spiegò il signor Weasley, «e visto che lavoro per loro, ci fanno quESto piacere...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«E meno male» ESclamò seccamente la signora Weasley. «Ma avete visto quanti bagagli avete, tutti quanti? SarESte proprio un bello spettacolo sulla metropolitana Babbana... avete fatto tutte le valigie, vero?» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Sarà meglio che tu vaDA a fare i bagagli come si deve, Ron, perché domattina non avremo molto tempo» disse la signora Weasley. Ron lanciò un'occhiata torva a Percy. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Dopo cena tutti erano sazi e sonnolenti. Uno dopo l'altro, salirono nelle loro camere a controllare che tutto fosse in ordine per il giorno dopo. Ron e Percy dormivano nella stanza accanto a quella di Harry. QuESt'ultimo aveva appena chiuso a chiave il suo baule quando sentì un'ESplosione di voci DAll'altra parte della parete. Incuriosito, andò a vedere che cosa succedeva. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
La porta della 12 era spalancata e Percy griDAva. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Era qui, sul comodino, l'ho tirato fuori per luciDArlo...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Che cosa succede?» chiESe Harry. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Il mio distintivo DA Caposcuola è sparito» disse Percy. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Anche lo Sciroppo Ratto di Crosta» disse Ron, lanciando una serie di oggetti fuori DAl suo baule. «Forse l'ho lasciato giù al bar...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Tu non vai DA nESsuna parte finché non salta fuori il mio distintivo!» strillò Percy. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Vado io a prendere le cose di Crosta, io ho già finito» disse Harry a Ron, e scESe le scale. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Era a metà del corridoio verso il bar, a quell'ora molto buio, quando sentì altre due voci concitate provenire DAl salottino. Un attimo dopo, le riconobbe: erano quelle dei signori Weasley. ESitò: non voleva che lo scoprissero ad ascoltarli mentre litigavano. Ma quando sentì pronunciare il suo nome si fermò e si avvicinò alla porta. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Arthur, la verità lo spaventerebbe troppo!» disse la signora Weasley con voce acuta. «Vuoi DAvvero che torni a scuola con un pESo del genere? Per l'amor del cielo, può ESsere solo felice di non saperlo!» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Non voglio spaventarlo, voglio metterlo in guardia!» ribatté il signor Weasley. «Lo sai come sono fatti Harry e Ron, sempre in giro per conto loro: sono entrati due volte nella forESta proibita! Ma Harry quESt'anno non deve farlo assolutamente! Quando penso a cosa gli sarebbe potuto succedere la notte che è scappato di casa! Se il Nottetempo non gli avESse DAto un passaggio, scommetto che sarebbe stato ucciso prima che il Ministero lo ritrovasse». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Molly, dicono che Sirius Black è pazzo, e forse lo è, ma è stato abbastanza furbo DA fuggire DA Azkaban, e quESto dovrebbe ESsere impossibile. Sono passate tre settimane e nESsuno ne ha visto l'ombra, e non mi importa quello che Caramell continua a ripetere alla Gazzetta del Profeta, non siamo più vicini alla cattura di Black che all'invenzione delle bacchette autoincantanti. La sola cosa che sappiamo per certo è ciò che Black sta cercando...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Credevamo che Azkaban fosse un posto assolutamente sicuro. Se Black è riuscito a fuggire DA Azkaban, può anche penetrare a Hogwarts...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Ma nESsuno ha la certezza che Black stia cercando Harry...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Molly, quante volte te lo devo ripetere? Non era scritto sui giornali perché Caramell ha voluto che non si sapESse, ma Caramell è anDAto ad Azkaban la notte della fuga di Black. Le guardie gli hanno detto che Black negli ultimi giorni parlava nel sonno. Diceva sempre le stESse cose... 'è a Hogwarts... è a Hogwarts...' Black è incontrollabile, Molly, e vuole Harry morto. Secondo me, è convinto che l'assassinio di Harry riporterà al potere TuSaiChi. Black ha perso tutto la notte in cui Harry ha fermato TuSaiChi, e ha avuto dodici anni di solitudine ad Azkaban per meditarci sopra...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Be', Arthur, devi fare quello che ritieni giusto. Ma dimentichi Albus Silente. Non credo che possa succedere niente a Harry finché Silente è il PrESide. Sa tutto, immagino...» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Ma certo. Abbiamo dovuto chiedergli il permESso di disporre le guardie di Azkaban attorno alla scuola. Non ne era felice, ma ha accettato». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«Non ne era felice? Perché non dovrebbe ESserne felice, se sono li per catturare Black?» Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«A Silente le guardie di Azkaban non piacciono» disse il signor Weasley. «E nemmeno a me, se è per quello... ma quando si ha a che fare con un mago come Black, a volte bisogna allearsi con forze DA cui sarebbe meglio tenersi lontano». Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Lo Sciroppo Ratto era sotto il tavolo della cena. Harry attESe finché non sentì chiudersi la porta della camera dei Weasley, poi prESe il flaconcino e andò di sopra. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Fred e George erano nascosti nell'ombra del pianerottolo e si rotolavano DAlle risate mentre Percy smantellava la sua camera alla ricerca del distintivo. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Harry scoppiò in una risata forzata, consegnò la boccetta a Ron, si chiuse in camera e si distESe sul letto. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
E così Sirius Black lo stava cercando. QuESto spiegava tutto: Caramell aveva chiuso un occhio con lui perché era contento di trovarlo vivo. Gli aveva fatto promettere di rimanere a Diagon Alley dove c'erano un sacco di maghi a tenerlo sotto controllo. E manDAva due auto del Ministero per portarli alla stazione il giorno dopo, in modo che i Weasley potESsero sorvegliarlo finché non fosse salito sul treno. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Harry rimase distESo ad ascoltare le griDA soffocate nella camera accanto e a chiedersi perché si sentisse così poco spaventato. Sirius Black aveva ucciso tredici persone con un solo incantESimo; i Weasley erano convinti che Harry sarebbe stato prESo DAl panico se avESse saputo la verità. Ma Harry era d'accordo con la signora Weasley, il posto più sicuro del mondo era quello dove si trovava Albus Silente; non dicevano tutti che Silente era l'unica persona di cui Voldemort avESse mai avuto paura? Di sicuro Black, il braccio dEStro di Voldemort, lo temeva allo stESso modo. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
E poi c'erano le guardie di Azkaban, di cui tutti parlavano. Pareva potESsero far impazzire la gente di paura, e se si piazzavano attorno alla scuola, le probabilità che Black riuscisse a entrare sembravano molto remote. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
No, tutto sommato la cosa che più turbava Harry era che la possibilità di anDAre a Hogsmeade era ormai ridotta a zero. NESsuno gli avrebbe permESso di allontanarsi DAl castello, l'unico posto sicuro finché Black non fosse stato catturato; in effetti, Harry sospettava che ogni suo movimento sarebbe stato strettamente sorvegliato fino alla fine dell'emergenza. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Fissò imbronciato il soffitto buio. Credevano che non sapESse baDAre a se stESso? Era sfuggito tre volte a Voldemort, quindi non era proprio una frana... Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
Non richiESta, l'immagine della bEStia nell'ombra di Magnolia CrEScent gli attraversò la mente. Che fare quando si prepara il Peggio... Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
«NESsuno sta per uccidermi» disse Harry ad alta voce. Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3) |
La mattina dopo, Tom svegliò Harry, con il suo solito sorriso sdentato e una tazza di tè. Harry si vEStì e stava convincendo una riottosa Edvige a tornare dentro la gabbia quando Ron entrò nella sua camera sbattendo la porta, con una felpa infilata a metà e l'aria irritabile. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Prima saliamo sul treno meglio è» disse. «Almeno a Hogwarts riuscirò a stare alla larga DA Percy. Ora mi accusa di aver versato il tè sulla sua foto di Penelope Light. Sai» Ron fece una smorfia, «la sua fiDAnzata. Si è nascosta sotto la cornice perché ha il naso tutto a macchie...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Devo dirti una cosa» ESordi Harry, ma furono interrotti DA Fred e George che si congratulavano con Ron per aver fatto di nuovo arrabbiare Percy. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
ScESero per la colazione. Il signor Weasley leggeva accigliato la prima pagina della Gazzetta del Profeta e la signora Weasley raccontava a Ginny e a Hermione di un Filtro d'Amore che aveva preparato DA ragazza. Avevano tutte e tre la riDArella. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Che cosa stavi dicendo?» chiESe Ron a Harry sedendosi a tavola. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry non riuscì a parlare con Ron né con Hermione nel caos della partenza: furono troppo occupati a trascinare tutti i loro bauli giù per la stretta scala del Paiolo magico e accatastarli vicino alla porta, con Edvige e HermES, il gufo di Percy, in cima al tutto nelle loro gabbie. Un cEStino di vimini vicino al mucchio di bauli sputacchiava rumorosamente. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Indicò il DAvanti della giacca, dove un grosso rigonfiamento segnalava la prESenza di Crosta appallottolato nella tasca interna. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il signor Weasley, che era uscito ad aspettare le auto del Ministero, infilò dentro la tESta. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il signor Weasley scortò Harry verso la prima delle due auto fuori moDA verde scuro, ciascuna delle quali aveva al volante un mago DAll'aria furtiva in uniforme di velluto verde smeraldo. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sali, Harry» disse il signor Weasley guarDAndo a dEStra e a sinistra nella straDA affollata. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry salì e ben prESto fu seguito DA Hermione, Ron e, con grande disgusto di Ron, Percy. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il viaggio fino a King's Cross fu molto tranquillo in confronto alla gita di Harry sul Nottetempo. Le auto del Ministero della Magia sembravano quasi normali, anche se Harry notò che sgusciavano nel traffico come la macchina nuova della ditta di zio Vernon non sarebbe mai riuscita a fare. Raggiunsero King's Cross con venti minuti di anticipo; gli autisti del Ministero trovarono dei carrelli, scaricarono i bauli, salutarono il signor Weasley sfiorandosi il berretto e ripartirono, riuscendo misteriosamente a scattare in tESta a una fila di macchine ferme ai semafori. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Bene» disse guarDAndosi intorno. «Andiamo due a due, visto che siamo in tanti. Io passo per primo con Harry». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il signor Weasley puntò verso la barriera che separava i binari nove e dieci, spingendo il carrello di Harry, apparentemente molto interESsato all'Intercity 125 che era appena arrivato al binario nove. Con un'occhiata eloquente a Harry, si appoggiò in maniera casuale alla barriera. Harry lo imitò. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Un attimo dopo l'attraversarono ritrovandosi sul binario nove e tre quarti DAvanti all'ESprESso di Hogwarts, un treno a vapore scarlatto, che sbuffava fumo su un binario affollato di streghe e maghi che salutavano i loro figli. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Percy e Ginny apparvero all'improvviso dietro a Harry. Ansimavano, e sembrava che avESsero corso. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ah, ecco Penelope!» disse Percy, lisciandosi i capelli e diventando tutto rosa. Ginny intercettò lo sguardo di Harry ed entrambi si voltarono per nascondere le risate mentre Percy avanzava verso una ragazza DAi lunghi capelli ricci, camminando col petto così in fuori che nESsuno avrebbe potuto ignorare il distintivo splendente. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Quando gli altri Weasley e Hermione li ebbero raggiunti, Harry e il signor Weasley aprirono la straDA verso la coDA del treno, oltre una serie di scompartimenti affollati, fino a una carrozza che sembrava vuota. I ragazzi caricarono i bauli, sistemarono Edvige e Grattastinchi sulla reticella, poi tornarono sulla banchina per salutare i signori Weasley. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«C'è una cosa che devo dirti prima che tu parta...» ESordì il signor Weasley con voce tESa. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«No... DAvvero, va tutto bene. Così lei non ha tradito la parola DAta a Caramell e io so come stanno le cose». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«No» disse Harry con sincerità. «DAvvero» aggiunse, perché il signor Weasley lo guarDAva incredulo. «Non sto cercando di fare l'eroe, ma insomma, Sirius Black non può ESsere peggio di Voldemort, vero?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Harry, sapevo che sei di una tempra più forte di quanto non creDA Caramell, e naturalmente sono felice che tu non abbia paura, ma...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Arriva, Molly!» disse il signor Weasley, ma poi si voltò di nuovo verso Harry e riprESe a parlare con voce più bassa, in fretta, quESta volta. «Ascolta, voglio che tu mi dia la tua parola...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«...che farò il bravo e rimarrò al castello?» chiESe Harry rassegnato. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Promettimi, Harry» disse il signor Weasley, parlando ancora più rapiDAmente, «che qualunque cosa accaDA...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Perché dovrei anDAre a cercare qualcuno che vuole uccidermi?» chiESe Harry senza capire. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il vapore schizzava DAl treno, che aveva cominciato a muoversi. Harry corse verso la portiera, Ron la spalancò e fece un passo indietro per lasciarlo salire. Poi tutti si sporsero DAl finEStrino per salutare i Weasley finché il treno non fece una curva e li cancellò DAlla loro vista. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Carino DA parte tua» ribatté Ginny irritata, e se ne andò. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Dentro c'era un solo passeggero, un uomo profonDAmente addormentato, seduto vicino al finEStrino. Harry, Ron e Hermione rimasero sulla soglia a guarDArlo. L'ESprESso di Hogwarts di solito era riservato agli studenti e non avevano mai visto un adulto a bordo, a parte la strega che portava il tè e i sandwich. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Lo sconosciuto indossava un completo DA mago molto consunto, rammenDAto in più punti. Aveva l'aria stanca e malata. Benché fosse piuttosto giovane, i suoi capelli castano chiaro erano striati di grigio. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Secondo voi chi è?» sibilò Ron mentre si sedevano, chiudevano la porta e occupavano i posti più lontani DAl finEStrino. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Il profESsor R.J. Lupin» sussurrò pronta Hermione. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«C'è scritto sulla valigia» rispose Hermione, indicando la reticella sopra lo sconosciuto, occupata DA una valigetta lisa tenuta insieme DA una grande quantità di spago legato con cura. Il nome profESsor R.J. Lupin era stampato su un angolo a lettere un po' sbucciate. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«È ovvio» sussurrò Hermione, «c'è solo una materia possibile, no? DifESa contro le Arti Oscure». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione avevano già avuto due profESsori di DifESa contro le Arti Oscure, ed entrambi avevano rESistito un anno soltanto. Correva voce che quel posto portasse iella. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry raccontò della discussione tra il signore e la signora Weasley e degli avvertimenti che il signor Weasley gli aveva appena DAto. Quando ebbe finito, Ron era sconvolto, e Hermione si teneva le mani sulla bocca. Alla fine le abbassò per dire: Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sirius Black è fuggito per venire a cercare te? Oh, Harry... dovrai stare molto, molto attento. Non anDAre in cerca di guai, Harry...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Harry non è mica tanto scemo DA anDAre a cercare un pazzo che vuole Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Non si sa come è riuscito a fuggire DA Azkaban» disse Ron, nervoso. «NESsuno c'era mai riuscito prima. Ed era anche un sorvegliato speciale». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ma lo prenderanno, vero?» intervenne Hermione in tono vivace. «Voglio dire, ci sono anche tutti quei Babbani che gli DAnno la caccia...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Che cos'è quESto rumore?» chiESe Ron all'improvviso. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Era una sorta di fischio debole e tintinnante... Cercarono DAppertutto nello scompartimento. «Viene DAl tuo baule, Harry» disse Ron, alzandosi per raggiungere il bagaglio di Harry sulla reticella. Un momento dopo aveva EStratto lo Spioscopio Tascabile DAlle cose di Harry. L'oggetto vorticava sul palmo della mano di Ron, scintillando. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sì... ma DA due soldi» disse Ron. «È praticamente impazzito quando ho cercato di legarlo alla zampa di Errol per spedirlo a Harry». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Stavi facendo qualcosa di scorretto?» chiESe Hermione pungente. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«No! Be'... non avrei dovuto usare Errol, non è aDAtto ai viaggi lunghi... ma come facevo altrimenti a manDAre il regalo a Harry?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Fece un cenno verso il profESsor Lupin. Ron infilò lo Spioscopio in un paio di vecchi calzini particolarmente orrendi di zio Vernon, che soffocarono il rumore, poi richiuse il baule. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Possiamo farlo controllare a Hogsmeade» disse Ron, e si sedette di nuovo. «DA Mondomago vendono cose del genere, strumenti magici, cose così, me l'hanno detto Fred e George». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Che cosa sai di Hogsmeade?» chiESe Hermione curiosa. «Ho letto che è l'unico insediamento completamente nonBabbano di tutta la Gran Bretagna...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sì, credo di sì» disse Ron in tono sbrigativo, «ma non è per quello che mi attira. Io voglio assolutamente anDAre DA Mielandia!» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Che cos'è?» chiESe Hermione. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«È un negozio di dolci» disse Ron con aria sognante, «dove hanno di tutto... Le Piperille, che ti fanno uscire il fumo DAlla bocca, e dei Cioccoli giganti ripieni di crema alla fragola e panna, e certe deliziose penne d'aqui Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ma Hogsmeade è un posto molto interESsante, vero?» insistette Hermione entusiasta. «In Siti Storici della Stregoneria c'è scritto che la locanDA è stata il quartier generale della Rivolta dei Folletti nel 1612, e la Stamberga Strillante dovrebbe ESsere l'edificio più infEStato DAi fantasmi di tutto il paESe...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«...ed enormi palline frizzanti che ti alzano DA terra mentre le succhi» disse Ron, che evidentemente non aveva ascoltato una parola del discorso di Hermione. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Che bello, poter uscire DA scuola per un po' e fare un giro a Hogsmeade». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Che vuoi dire?» chiESe Ron. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Non posso venire. I Dursley non mi hanno firmato il permESso, e nemmeno Caramell». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Non hai il permESso di venire? Ma... insomma... la McGranitt te lo DArà, o qualcun altro...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry fece una risatina lugubre. La profESsorESsa McGranitt, direttrice della Casa di Grifondoro, era molto rigorosa. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«...oppure possiamo chiedere a Fred e George, loro conoscono tutti i passaggi segreti che portano fuori DAl castello...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ron!» ESclamò Hermione decisa. «Non credo che Harry dovrebbe sgattaiolare fuori DAlla scuola con Black in libertà...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sì, suppongo che sarà quello che dirà la McGranitt quando le chiederò il permESso» disse Harry amaramente. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Oh, Ron, non dire sciocchezze» lo zittì Hermione. «Black ha già ucciso un mucchio di persone in una straDA affollata. Credi DAvvero che rinuncerebbe ad aggredire Harry solo perché ci siamo noi?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Mentre parlava, giocherellava con le cinghiette che chiudevano il cEStino di Grattastinchi. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Non far uscire quella cosa!» disse Ron. Troppo tardi: Grattastinchi balzò fuori DAl cEStino, si stiracchiò, sbadigliò e balzò sulle ginocchia di Ron. Il rigonfiamento nella tasca di Ron si mise a tremare, mentre il ragazzo spingeva via il gatto con rabbia. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ron, lascialo stare!» ESclamò Hermione arrabbiata. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Ron stava per risponderle a tono quando il profESsor Lupin si mosse. Lo guarDArono preoccupati, ma non fece altro che voltare la tESta e continuare a dormire, con la bocca leggermente aperta. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
L'ESprESso di Hogwarts puntava dritto a nord e il paESaggio fuori DAl finEStrino diventava sempre più cupo e selvaggio mentre le nuvole nel cielo s'infittivano. Oltre la porta dello scompartimento i ragazzi si rincorrevano avanti e indietro. Grattastinchi si era sistemato su un sedile vuoto, col muso schiacciato rivolto verso Ron e gli occhi gialli fissi sulla tasca interna della sua giacca. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
All'una ESatta la grassa strega col carrello del cibo si prESentò sulla soglia. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Credete che dovremmo svegliarlo?» chiESe Ron indicando con un cenno il profESsor Lupin. «Non gli farebbe male mangiare qualcosa, mi sembra». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Hermione si avvicinò cauta al profESsor Lupin. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ehm... profESsore...» disse. «Mi scusi... profESsore...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Non preoccuparti, cara» disse la strega porgendo a Harry un vassoio di Calderotti. «Se quando si sveglia ha fame, mi trova nella vettura DAvanti con il macchinista». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ma dorme?» chiESe Ron piano, mentre la strega richiudeva la porta. «Voglio dire, non è morto, vero?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«No, no, rESpira» sussurrò Hermione, prendendo il biscotto che Harry le offriva. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Forse non era un tipo di gran compagnia, ma la prESenza del profESsor Lupin nello scompartimento si rivelò utile. A metà pomeriggio, proprio mentre la pioggia cominciava a cadere confondendo i profili delle colline che scorrevano oltre il finEStrino, risuonarono dei passi nel corridoio, e sulla soglia comparvero le tre persone meno gradite a Harry e ai suoi amici: Draco Malfoy, accompagnato DAi suoi scherani, Vincent Tiger e Gregory Goyle. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Draco Malfoy e Harry erano nemici sin DAl momento in cui si erano incontrati durante il primo viaggio verso Hogwarts. Malfoy, che aveva un viso pallido, appuntito e beffardo, era nella Casa dei Serpeverde; giocava DA Cercatore nella squadra di Quidditch del Serpeverde, lo stESso ruolo di Harry nel Grifondoro. Tiger e Goyle sembravano ESsere al mondo solo per Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
ESeguire gli ordini di Malfoy. Erano entrambi grossi e muscolosi; Tiger era più alto, con un taglio di capelli a scodella e il collo taurino, Goyle aveva ispidi capelli corti e lunghe braccia scimmiESche. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Bene bene, ma guarDA chi c'è» disse Malfoy con il suo solito tono mellifluo, aprendo la porta dello scompartimento. «Potterino e Lenticchia». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Tiger e Goyle riDAcchiarono come due troll. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ho sentito dire che finalmente tuo padre ha mESso le mani su un po' di soldi, Weasley» disse Malfoy. «Tua madre ci è rimasta secca DAlla meraviglia?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Ron si alzò così in fretta che rovESciò a terra il cEStino di Grattastinchi. Il profESsor Lupin grugnì nel sonno. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Gli occhi pallidi di Malfoy diventarono due fESsure: non era così sciocco DA attaccare briga sotto gli occhi di un insegnante. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Non ho intenzione di farmi insultare DA Malfoy quESt'anno» disse rabbioso. «NESsuna intenzione. Se fa un'altra battuta sulla mia famiglia, gli prendo la tESta e...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Ron fece un gESto violento a mezz'aria. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ron» sibilò Hermione, indicando il profESsor Lupin, «attento...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Ma il profESsor Lupin era ancora profonDAmente addormentato. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
La pioggia s'infittì mentre il treno filava verso nord; i finEStrini ora erano di un grigio compatto e luccicante, che s'incupì gradualmente finché le luci non si accESero lungo i corridoi e sopra le reticelle. Il treno sferragliava, la pioggia tamburellava, il vento ululava, ma il profESsor Lupin continuò a dormire. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Dovremmo ESserci ormai» disse Ron, sporgendosi per guarDAre, oltre il profESsor Lupin, il finEStrino ormai completamente nero. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
In quel momento il treno prESe a rallentare. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Magnifico» disse Ron alzandosi e scavalcando con cautela l'insegnante addormentato per cercare di vedere fuori. «Ho una fame DA lupi. Voglio anDAre al banchetto...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Non è possibile che ci siamo già» disse Hermione guarDAndo l'orologio. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il treno perdeva velocità. Mentre il rumore degli stantuffi cESsava, il vento e la pioggia urlavano ancora più forte oltre i vetri. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry, che era il più vicino alla porta, si alzò e dette un'occhiata in corridoio. In tutto il vagone tESte curiose spuntavano DAgli scompartimenti. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il treno si arrEStò con uno scossone e una serie di tonfi lontani annunciò loro che i bagagli erano caduti DAlle reticelle. Poi, senza alcun preavviso, tutte le luci si spensero e cadde la più completa oscurità. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Si udì un rumore stridente, e Harry vide la scura sagoma di Ron che puliva un pezzetto di finEStrino e cercava di guarDAre fuori. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
A quanto pareva il profESsor Lupin si era finalmente svegliato. Harry lo sentì muoversi nel suo angolo. NESsuno parlò. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Si udì un basso crepitio e una luce tremolante riempi lo scompartimento. Il profESsor Lupin teneva in mano una manciata di fiammelle. Gli illuminavano il viso grigio e stanco, ma gli occhi erano attenti e guardinghi. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«REState dove siete» disse con la stESsa voce roca, e si alzò lentamente tenendo DAvanti a sé la manciata di fiammelle. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Ma la porta si aprì piano piano prima che Lupin potESse raggiungerla. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
In piedi sulla soglia, illuminata DAlle fiammelle DAnzanti nella mano di Lupin, c'era una figura ammantata che torreggiava fino al soffitto. Aveva il volto completamente nascosto DAl cappuccio. Gli occhi di Harry sfrecciarono in basso, e quello che vide gli diede una stretta allo stomaco. Una mano spuntava DAl mantello, ed era scintillante, grigiastra, visciDA e rugosa, come una cosa morta rimasta troppo a lungo nell'acqua... Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Ma fu visibile solo per un attimo. Come se la creatura sotto il mantello avESse avvertito lo sguardo di Harry, la mano si ritrasse all'improvviso nelle pieghe nere della stoffa. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Poi la cosa, quale che fosse, trasse un lungo, lento, incerto sospiro, come se cercasse di rESpirare qualcosa di più dell'aria. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Un freddo intenso calò su di loro. Harry sentì il rESpiro mozzarsi nel petto. Il freddo penetrò fin sotto la pelle. Era dentro di lui, s'insinuava fino al cuore... Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Gli occhi di Harry si rovESciarono. Non vedeva più niente. Annegava nel gelo. Senti un rumore come uno scroscio d'acqua, e poi fu trascinato verso il basso, e il rombo diventava più forte... Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
E poi, DA molto lontano, sentì urlare. Urla terribili, di orrore, di supplica. Chiunque fosse, Harry pensò di aiutarlo, ma non ci riuscì: una fitta nebbia biancastra aleggiava vorticando attorno a lui, dentro di lui... Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry aprì gli occhi. C'erano luci sopra di lui, e il pavimento vibrava. L'ESprESso di Hogwarts era di nuovo in movimento ed era tornata la luce. Era scivolato a terra. Ron e Hermione erano inginocchiati vicino a lui, dietro di loro Neville e il profESsor Lupin lo stavano guarDAndo. Harry si sentiva malissimo; quando alzò la mano per aggiustarsi gli occhiali, sentì il viso coperto di sudore freddo. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Stai bene?» gli chiESe Ron nervosamente. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sì» rispose Harry, guarDAndo in fretta verso la porta. La creatura incappucciata era sparita. «Che cosa è succESso? Dov'è quella... quella cosa? Chi è stato a urlare?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«NESsuno ha urlato» disse Ron, ancora più nervoso. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ma io ho sentito griDAre...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Un colpo secco li fece sobbalzare tutti quanti. Il profESsor Lupin stava spezzando un'enorme tavoletta di cioccolato. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Tieni» disse a Harry, e gliene tESe un pezzo piuttosto grosso. «Mangia. Ti farà bene». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry prESe il cioccolato ma non lo mangiò. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Che cos'era quella cosa?» chiESe a Lupin. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Tutti lo guarDArono. Il profESsor Lupin appallottolò la carta del cioccolato e se la mise in tasca. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Mangiate» ripeté. «Vi farà bene. Devo anDAre a parlare col macchinista, scusate...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sei sicuro di star bene, Harry?» disse Hermione, guarDAndolo preoccupata. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Non capisco... che cosa è succESso?» chiESe Harry, asciugandosi il sudore. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Be'... quella cosa... il Dissennatore... era lì in piedi che si guarDAva intorno... cioè, credo, non l'ho visto in faccia, e tu... tu...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Credevo che ti prendESse un colpo» disse Ron, ancora spaventato. «Sei diventato tutto rigido e sei caduto DAl sedile e hai cominciato a muoverti strano...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«E il profESsor Lupin ti ha scavalcato, è anDAto verso il Dissennatore e ha prESo la bacchetta magica» disse Hermione, «e poi ha detto: 'NESsuno di noi tiene nascosto Sirius Black sotto il mantello. Vai via'. Ma il Dissennatore non si è mosso, e cosi Lupin ha mormorato qualcosa, e DAlla sua bacchetta è uscita una cosa d'argento diretta contro quell'ESsere, e poi è volata via...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«È stato orribile» ESclamò Neville con voce più alta del solito. «Hai sen Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Io mi sentivo strano» disse Ron stringendosi nelle spalle. «Come se non potESsi mai più ESsere felice...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ma nESsuno di voi... è caduto DAl sedile?» chiESe Harry imbarazzato. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«No» rispose Ron, guarDAndo di nuovo Harry. «Ginny tremava come una foglia, però...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry non capiva. Si sentiva debole e tremante, come se si stESse rimettendo DA un brutto raffreddore; sentiva anche le prime avvisaglie della vergogna. Perché lui era crollato cosi, e gli altri no? Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il profESsor Lupin era tornato. Entrando si guardò intorno e disse con un sorrisetto: Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Non ho mESso il veleno in quel cioccolato, sapete...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry ne staccò un morso e con sua grande sorprESa sentì un fiotto di calore invaderlo DA capo a piedi. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Saremo a Hogwarts tra dieci minuti» disse il profESsor Lupin. «Stai bene, Harry?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry non chiESe come faceva a sapere il suo nome. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Non parlarono molto durante il rESto del viaggio. Finalmente il treno si fermò alla stazione di Hogsmeade, e la discESa fu un gran caos: i gufi tubavano, i gatti miagolavano e il rospo di Neville graciDAva DA sotto il berretto del suo padrone. Sulla stretta banchina si gelava; scrosciava una pioggia ghiacciata. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Quelli del primo anno DA quESta parte!» gridò una voce familiare. Harry, Ron e Hermione si voltarono e all'altro capo della banchina videro la sagoma gigantESca di Hagrid, che riuniva i nuovi, spaventatissimi studenti per la tradizionale traversata del lago. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«State bene, voi tre?» urlò Hagrid sopra la folla. Lo salutarono con la mano, ma non poterono parlare con lui perché la corrente di ragazzi li spingeva lungo il binario. Harry, Ron e Hermione seguirono gli altri fino a un sentiero fangoso, dove almeno cento carrozze attendevano il rESto degli studenti. Ciascuna era trainata, ne dedusse Harry, DA un cavallo invisibile, perché quando furono saliti ed ebbero chiuso le portiere, le carrozze partirono DA sole, formando una lunga fila traballante e oscillante. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
glio dopo il cioccolato, ma era ancora debole. Ron e Hermione continuavano a lanciargli occhiate preoccupate, come se temESsero di vederlo svenire di nuovo. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Mentre la carrozza attraversava una maEStosa cancellata in ferro battuto, affiancata DA colonne di pietra sormontate DA cinghiali alati, Harry vide altri due Dissennatori torreggianti e incappucciati che facevano la guardia ai lati dell'ingrESso. Un'onDAta di freddo malESsere minacciò di assalirlo di nuovo; appoggiò la schiena al sedile bitorzoluto e chiuse gli occhi finché non furono passati. La carrozza prESe velocità sul lungo viale che saliva al castello; Hermione si sporse DAl finEStrino a guarDAre le torri e i torrioni avvicinarsi. Infine, la carrozza si fermò, e Ron e Hermione scESero. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sei svenuto, Potter? Paciock ha detto la verità? Sei DAvvero svenuto?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Malfoy diede una gomitata a Hermione per bloccare la straDA a Harry sui gradini che portavano al castello. Aveva una smorfia soddisfatta e i suoi occhi pallidi brillavano di malizia. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sei svenuto anche tu, Weasley?» ESclamò Malfoy ad alta voce. «Quel brutto, spaventoso Dissennatore ha fatto paura anche a te, Weasley?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Qualcosa non va?» disse una voce gentile. Il profESsor Lupin era appena scESo DAlla carrozza dietro la loro. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Malfoy scoccò uno sguardo insolente al profESsor Lupin, che comprendeva le toppe sui suoi abiti e la valigia consunta. Con una vena di sarcasmo appena percettibile, rispose: Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Oh, no, ehm... profESsore». Poi fece un cenno d'intESa a Tiger e Goyle, e li guidò su per i gradini, dentro il castello. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Hermione diede una spinta a Ron per farlo muovere, e i tre si unirono alla folla che sciamava per le scale, attraversava i portoni di quercia ed entrava nella Sala d'IngrESso illuminata DA torce fiammeggianti, DA cui partiva una maEStosa scalinata di marmo che portava ai piani superiori. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
La porta della Sala Grande era aperta sulla dEStra; Harry seguì la folla e la oltrepassò, ma aveva appena DAto un'occhiata al soffitto incantato, che quella sera era nero e coperto di nuvole, quando sentì una voce: Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry e Hermione si voltarono, sorprESi. La profESsorESsa McGranitt, insegnante di Trasfigurazione e direttrice della Casa di Grifondoro, li stava chiamando al di sopra della folla. Era una strega DAll'aria severa con i ca Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
pelli raccolti in uno stretto chignon; i suoi occhi penetranti erano incorniciati DA occhiali rettangolari. Harry si fece largo verso di lei con un vago prESentimento: la profESsorESsa McGranitt aveva un certo modo di farlo sentire sempre in colpa. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Ron rimase a guarDAre la profESsorESsa McGranitt che spingeva Harry e Hermione via DAlla folla rumorosa; insieme i tre attraversarono la Sala d'IngrESso, salirono le scale e si incamminarono lungo un corridoio. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Giunti nel suo ufficio, una stanzetta con un gran camino accESo, la profESsorESsa McGranitt fece segno a Harry e Hermione di sedersi. Si sedette dietro la scrivania ed ESordì senza preamboli: Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Lupin ha manDAto un gufo per avvertire che sei stato male in treno, Potter». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Prima che Harry potESse replicare, qualcuno bussò piano alla porta e MaDAma Chips, l'infermiera, entrò con aria affaccenDAta. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Oh, si tratta di te» disse MaDAma Chips senza battere ciglio e chinandosi su di lui per osservarlo DA vicino. «Suppongo che stESsi facendo di nuovo qualcosa di pericoloso». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«È stato un Dissennatore, Chips» spiegò la profESsorESsa McGranitt. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Le due donne si scambiarono uno sguardo torvo e MaDAma Chips fece un verso di disapprovazione. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Mettere tutti quei Dissennatori attorno alla scuola» mormorò, spingendo indietro i capelli di Harry per sentirgli la fronte. «Non è certo il primo a svenire. Sì, è tutto appiccicoso. Sono terrificanti, DAvvero, e l'effetto che fanno su persone che sono già di per sé cagionevoli...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Io non sono cagionevole!» ESclamò Harry imbronciato. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ma certo che no» disse MaDAma Chips distrattamente, mentre gli sentiva il polso. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Di cosa ha bisogno?» chiESe la McGranitt asciutta. «Riposo? È meglio se stanotte dorme in infermeria?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sto bene!» disse Harry balzando in piedi. L'idea di quello che avrebbe detto Draco Malfoy se lui avESse passato la notte in infermeria era una tortura. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
DAma Chips, scrutando Harry negli occhi. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Ne ho già mangiato un po'» disse Hafry. «Me l'ha DAto il profESsor Lupin. L'ha DAto a tutti». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«DAvvero?» disse MaDAma Chips in tono d'approvazione. «Vuol dire che finalmente abbiamo un insegnante di DifESa contro le Arti Oscure che conosce il suo mEStiere?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sei sicuro di stare bene, Potter?» chiESe la McGranitt brusca. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry tornò in corridoio con MaDAma Chips, che si avviò verso l'infermeria parlottando tra sé. Dovette aspettare solo qualche minuto, e poi Hermione uscì con l'aria molto soddisfatta, seguita DAlla profESsorESsa McGranitt, e il terzetto ridiscESe le scale fino alla Sala Grande. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Era un mare di cappelli neri a punta; ognuna delle tavolate era affollata di studenti, i visi illuminati DAlle fiammelle di migliaia di candele che galleggiavano a mezz'aria sui tavoli. Il profESsor Vitious, un piccolo mago con un gran ciuffo di capelli bianchi, stava portando via un cappello antico e uno sgabello a tre piedi. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
I nuovi arrivati a Hogwarts indossavano il Cappello Parlante, che li assegnava strillando alle case a cui erano più aDAtti (Grifondoro, Corvonero, Tassorosso o Serpeverde). La profESsorESsa McGranitt si avviò verso il suo posto al tavolo degli insegnanti, mentre Harry e Hermione si dirigevano, cercando di non farsi notare, verso il tavolo dei Grifondoro. Tutti si voltarono a guarDArli mentre strisciavano lungo il muro della sala, e alcuni indicarono Harry. La storia del suo svenimento DAvanti al Dissennatore si era diffusa cosi in fretta? Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Che cosa è succESso?» mormorò a Harry. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry cominciò a spiegargli tutto in un sussurro, ma in quel momento il PrESide si alzò, e così Harry fu costretto a tacere. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il profESsor Silente, benché molto vecchio, comunicava sempre una grande energia. Aveva i capelli e la barba d'argento, piuttosto lunghi, occhialetti a mezzaluna e il naso molto adunco. SpESso era stato definito il più grande mago del suo tempo, ma non era per quESto che Harry lo rispettava. Non si poteva fare a meno di avere fiducia in Albus Silente, e mentre Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry lo guarDAva sorridere agli studenti, si sentì DAvvero tranquillo per la prima volta DA quando il Dissennatore era entrato nello scompartimento del treno. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Benvenuti!» disse Silente, con la luce delle candele che gli risplendeva nella barba. «Benvenuti a un altro anno a Hogwarts! Devo dirvi solo poche cose, e siccome sono tutte molto serie, credo che sia meglio toglierci il pensiero prima che finiate frastornati DAl nostro ottimo banchetto...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Silente si schiarì la voce e riprESe: Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Come ormai tutti saprete dopo la perquisizione dell'ESprESso di Hogwarts, la nostra scuola attualmente ospita alcuni dei Dissennatori di Azkaban, che sono qui in missione per conto del Ministero della Magia». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Sono di guardia a tutti gli ingrESsi» riprESe Silente, «e finché rimarranno con noi, voglio che sia chiaro che nESsuno deve allontanarsi DA scuola senza permESso. I Dissennatori non devono ESsere prESi in giro con trucchi o travEStimenti, né tantomeno coi Mantelli dell'Invisibilità» aggiunse in tono neutro, e Harry e Ron si scambiarono un'occhiata. «Non fa parte della natura di un Dissennatore comprendere eventuali scuse o suppliche. Di conseguenza vi metto in guardia tutti quanti: non DAte loro motivo di farvi del male. Conto sui Prefetti, e sui nuovi Capiscuola, perché facciano in modo che nESsuno entri in conflitto con i Dissennatori» disse. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Percy, che era seduto poco distante DA Harry, spinse di nuovo il petto in fuori lanciando occhiate autoritarie tutto intorno. Silente tacque di nuovo; fece scorrere uno sguardo molto serio sulla sala, e tutti rimasero immobili, in silenzio. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Per passare a un argomento più allegro» riprESe, «sono lieto di DAre il benvenuto a due nuovi insegnanti. Innanzitutto al profESsor Lupin, che ha gentilmente accettato la cattedra di DifESa contro le Arti Oscure». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Risuonò qualche applauso sparso e poco entusiasta. Solo i ragazzi che si erano trovati nello scompartimento di Lupin batterono forte le mani, e Harry era uno di loro. Il profESsor Lupin aveva l'aria particolarmente trasanDAta accanto agli altri insegnanti, che indossavano i loro abiti migliori Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«GuarDA Piton!» sibilò Ron all'orecchio di Harry. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Il profESsor Piton, l'insegnante di Pozioni, stava guarDAndo il profESsor Lupin. Tutti sapevano che Piton dESiderava moltissimo il posto di insegnante di DifESa contro le Arti Oscure, ma anche Harry, che odiava Piton, rimase stupito nel vedere l'ESprESsione che gli deformava il viso scarno e
olivastro. Era più che rabbia: era disgusto allo stato puro. Harry conosceva fin troppo bene quell'ESprESsione: era lo sguardo che Piton gli rivolgeva ogni volta che lo incontrava. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Quanto alla nostra seconDA nuova nomina» riprESe Silente, mentre il tiepido applauso per il profESsor Lupin si spegneva, «sono spiacente di dovervi dire che il profESsor Kettleburn, il nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche, è anDAto in pensione alla fine dell'anno scorso per godersi gli anni, nonché le membra, che gli rEStano. Comunque sono lieto di annunciarvi che il suo posto verrà prESo nientemeno che DA Rubeus Hagrid, che ha accettato di assumere il ruolo di insegnante in aggiunta al suo compito di guardiacaccia». Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione si scambiarono una serie di occhiate stupefatte. Poi si unirono all'applauso, che fu fragoroso soprattutto alla tavola dei Grifondoro. Harry si protESe per guarDAre Hagrid, che era di un rosso paonazzo e si fissava le manone, con un gran sorriso nascosto nel groviglio della barba nera. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione furono gli ultimi a smettere di applaudire, e mentre il profESsor Silente riprendeva a parlare, videro che Hagrid si asciugava gli occhi con la tovaglia. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Bene, credo di avervi detto tutte le cose importanti» concluse Silente. «Che la fESta cominci!» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Fu un banchetto delizioso; la sala risuonava di chiacchiere, risate e del tintinnio di coltelli e forchette. Harry, Ron e Hermione, comunque, non vedevano l'ora che finisse per poter parlare con Hagrid. Sapevano che cosa significava per lui diventare insegnante. Hagrid non era un mago diplomato; era stato ESpulso DA Hogwarts al terzo anno per una colpa che non aveva commESso, ed erano stati loro tre a riabilitarlo l'anno prima. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Finalmente, quando gli ultimi bocconi di torta di zucca furono spariti DAi piatti d'oro, Silente annunciò che era ora di anDAre a dormire, e i ragazzi colsero al volo l'opportunità. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Eccovi qui, voi tre» disse Hagrid, asciugandosi la faccia lustra nel tovagliolo. «Non ci credo ancora... grand'uomo, Silente... è venuto DA me dopo che il profESsor Kettleburn ha detto che non ci stava più... era proprio quello che dESideravo...» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Sopraffatto DAll'emozione, nascose il viso nel tovagliolo, e la profESsorESsa McGranitt fece loro cenno di anDArsene. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione si unirono ai Grifondoro che sciamavano su per la scalinata di marmo e, sempre più stanchi, percorrevano altri corridoi e salivano altre scale fino all'ingrESso nascosto alla Torre di Grifondoro. Un grande ritratto di una signora grassa vEStita di rosa chiESe loro: «Parola d'ordine?» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
«Entrate, entrate!» disse Percy DAlla folla. «La nuova parola d'ordine è Fortuna Maior!» Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Dopo aver oltrepassato l'ingrESso e la sala comune, i ragazzi e le ragazze si separarono; Harry si arrampicò su per la scala a chiocciola senza alcun pensiero se non la gioia di ESsere di ritorno; raggiunsero il familiare dormitorio circolare con i suoi cinque letti a balDAcchino e Harry, guarDAndosi intorno, si sentì finalmente a casa. Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3) |
Quando Harry, Ron e Hermione entrarono nella Sala Grande per la colazione, la mattina dopo, la prima cosa che videro fu Draco Malfoy impegnato a intrattenere un folto gruppo di Serpeverde con una storia molto divertente. Mentre passavano, Malfoy si ESibì in una ridicola imitazione di uno svenimento che fece scoppiare tutti a ridere. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ehi, Potter!» strillò Pansy Parkinson, una ragazza di Serpeverde con la faccia DA carlino. «Potter! Stanno arrivando i Dissennatori. Potter! Uuuuuu!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Malfoy» disse Ron, sedendosi DAll'altro lato di George e lanciando un'occhiata al tavolo dei Serpeverde. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non ero tanto contento nemmeno io» disse George. «Sono tremendi, quESti Dissennatori...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Lascia perdere, Harry» lo ESortò George. «Papà è dovuto anDAre ad Azkaban una volta, ti ricordi, Fred? E ha detto che è il posto peggiore in cui sia mai stato. È tornato che era tutto un tremito... è come se portassero via la felicità, i Dissennatori. Quasi tutti i prigionieri impazziscono là dentro». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Hermione» disse Ron accigliato, guarDAndo sopra la sua spalla, «hanno fatto un pasticcio col tuo orario. GuarDA, ti hanno iscritto a dieci materie al giorno. Non c'è abbastanza tempo». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ma guarDA» ESclamò Ron ridendo, «hai visto stamattina cosa ti tocca? Alle nove, Divinazione. E lì sotto, alle nove, Babbanologia. E...» Ron avvicinò il foglio, incredulo, «guarDA... sotto, Aritmanzia, alle nove. Voglio dire, lo so che sei brava, Hermione, ma nESsuno è così bravo. Come fai a seguire tre lezioni contemporaneamente?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non ESsere sciocco» disse Hermione secca. «Certo che non seguirò tre lezioni contemporaneamente». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Tutto bene?» disse allegramente, fermandosi al tavolo dei Grifondoro. «La mia prima lezione! Subito dopo pranzo! Sono in piedi DAlle cinque che preparo tutto... spero che va tutto bene... io, insegnante... DAvvero...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Fece un gran sorriso ai tre e si dirESse al tavolo dei profESsori, senza smettere di far dondolare la moffetta. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Meglio anDAre, guarDAte, Divinazione è in cima alla Torre Nord, ci vogliono dieci minuti per arrivarci...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Finirono in fretta la colazione, salutarono Fred e George e riattraversarono la sala. Mentre passavano accanto al tavolo dei Serpeverde, Malfoy fece ancora finta di svenire. Le risate seguirono Harry fino all'ingrESso. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«CidevepurESsereunascorciatoia» disse Ron sbuffando mentre salivano la settima rampa di scale e approDAvano su un pianerottolo sconosciuto, dove non c'era altro che un grande dipinto di una striscia d'erba appESo al muro di pietra. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Credo che sia DA quESta parte» disse Hermione, DAndo un'occhiata al corridoio vuoto sulla dEStra. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non è possibile» disse Ron. «DA quella parte c'è il sud, si vede un pezzetto di lago DAlla finEStra...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry stava guarDAndo il quadro. Un grasso pony pomellato grigio si era appena fatto avanti e ora brucava con aria noncurante. Harry era abituato al fatto che i soggetti dei quadri di Hogwarts si muovESsero e uscissero DAlle cornici per farsi visita, ma osservarli era sempre un divertimento. Un attimo dopo, un basso, tozzo cavaliere in armatura entrò nel quadro sferragliando, all'inseguimento del pony. A giudicare DAlle macchie d'erba sulle ginocchiere di metallo, era appena caduto. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
I tre osservarono stupefatti il piccolo cavaliere che sfoderava la spaDA e prendeva a menare fendenti brutali, saltellando su e giù, furioso. Ma la spaDA era troppo lunga per lui; un colpo particolarmente brusco gli fece perdere l'equilibrio, e il cavaliere cadde nell'erba, a faccia in giù. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Il cavaliere rialzò la spaDA e vi si puntellò per rimettersi in piedi, ma la lama penetrò a fondo nell'erba e, per quanto lui tirasse con tutte le sue forze, non riuscì a sfilarla. Alla fine si lasciò cadere di nuovo a terra e sollevò il cimiero per asciugarsi il viso. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Senta» disse Harry, approfittando della stanchezza del cavaliere, «stiamo cercando la Torre Nord. Non sa dirci la straDA, per caso?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Una missione!» L'ira del cavaliere svanì in un istante. L'ometto si rialzò in un clangore metallico ed ESclamò: «Seguitemi, cari amici, e troveremo la nostra meta, o periremo eroicamente nell'imprESa!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Diede alla spaDA un altro vano strattone, cercò inutilmente di salire sul grasso pony, rinunciò e gridò: Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ora in marcia, buoni signori e gentile DAmigella! Avanti! Avanti!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
E prESe a correre sferragliando verso il lato sinistro della cornice, finché non scomparve. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Lo inseguirono lungo il corridoio, guiDAti DAl clangore dell'armatura. Ogni tanto lo vedevano correre attraverso un quadro DAvanti a loro. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Siate coraggiosi e di cuor saldo, il peggio deve ancora venire!» ESortò il cavaliere, ricomparendo DAvanti a un gruppo di allarmate DAme in crinolina, ritratte in un quadro appESo sul muro di una stretta scala a chiocciola. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Ansimando, Harry, Ron e Hermione salirono i gradini ripidi, sempre più stanchi e confusi, finché finalmente non udirono un mormorio sopra le loro tESte e capirono di aver raggiunto la classe. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Addio!» gridò il cavaliere, infilando la tESta in un quadro che raffigurava alcuni monaci DAll'aria sinistra. «Addio, miei compagni d'armi! Se mai avrete bisogno di un nobile cuore e nervi d'acciaio, cercate di Sir Cadogan!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Salirono gli ultimi gradini e sbucarono su un piccolo pianerottolo, dov'era già radunata gran parte della classe. Non c'erano porte intorno, ma Ron diede un colpetto a Harry indicando il soffitto, sul quale si apriva una botola rotonDA con una targa di ottone al centro. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Sibilla Cooman, insegnante di Divinazione» lESse Harry. «Come facciamo a salire?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Come in risposta alla sua domanDA, la botola si aprì all'improvviso, e una scala argentata calò fino ai piedi di Harry. Tutti tacquero. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Spuntò nell'aula più strana che avESse mai visto. In effetti non aveva l'aspetto di un'aula; sembrava più un incrocio tra un solaio e una sala DA tè vecchio stile. Ospitava almeno venti tavolini rotondi, tutti circonDAti DA poltroncine foderate di chintz e piccoli, grassi sgabelli. Il tutto era illuminato DA una bassa luce scarlatta; le tende alle finEStre erano tirate, e le numerose lampade erano drappeggiate con sciarpe rosso scuro. C'era un caldo soffocante, e il fuoco che ardeva nel camino lambendo un grosso bollitore di rame emanava un profumo intenso, quasi malsano. Gli scaffali che correvano tutto attorno ai muri circolari erano stipati di piume DAll'aria polverosa, mozziconi di candele, scatole di vecchie carte DA gioco, innumerevoli sfere di cristallo argentate e una gran varietà di tazze DA tè. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Ron spuntò DA dietro le spalle di Harry mentre la classe si radunava attorno a loro, sussurrando. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Dov'è?» chiESe Ron. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Una voce uscì all'improvviso DAll'ombra, una voce dolce e misteriosa. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
La prima imprESsione che Harry ne ebbe fu quella di un grosso insetto luccicante. La profESsorESsa Cooman avanzò nel cerchio di luce del fuoco, e videro che era molto magra; gli spESsi occhiali le rendevano gli occhi molto più grandi del normale, ed era avvolta in uno scialle leggero, tutto ricamato di perline. Innumerevoli catene e collane le pendevano DAl collo ESile, e le mani e le braccia erano cariche di braccialetti e anelli. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Sedete, ragazzi miei, sedete» disse, e tutti prESero posto cautamente nelle poltrone o sprofonDArono negli sgabelli. Harry, Ron e Hermione si sedettero attorno allo stESso tavolino rotondo. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Benvenuti a Divinazione» disse la Cooman, che aveva prESo posto in un'ampia poltrona DAvanti al fuoco. «Io sono la profESsorESsa Cooman. Può DArsi che non mi abbiate mai visto. Ritengo che scendere troppo spESso nella confusione della scuola offuschi il mio Occhio Interiore». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
NESsuno commentò quESta straordinaria dichiarazione. La profESsorESsa Cooman riaccomodò con grazia lo scialle e riprESe: «Allora, avete deciso di studiare Divinazione, la più difficile di tutte le arti magiche. Devo però dirvi subito che se non avete la Vista, potrò insegnarvi assai poco. I libri Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
possono farvi progredire solo fino a un certo punto in quESto campo...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Sia Harry che Ron sorrisero e lanciarono un'occhiata a Hermione, allarmata alla notizia che i libri non sarebbero stati di grande aiuto in quESta materia. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Molte streghe e molti maghi, per quanto talento possano avere nel campo delle ESplosioni e degli odori e delle sparizioni improvvise, non sono tuttavia in grado di penetrare i misteri velati del futuro» riprESe la profESsorESsa Cooman, con gli enormi occhi scintillanti che si spostavano DA un volto all'altro. «È un Dono concESso a pochi. Tu, ragazzo» disse improvvisamente rivolta a Neville, che quasi cadde DAllo sgabello, «sta bene tua nonna?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non ne sarei così sicuro se fossi in te, caro» disse la profESsorESsa Cooman mentre il fuoco traeva riflESsi DAi suoi lunghi orecchini di smeraldo. Neville deglutì. La profESsorESsa riprESe tranquillamente. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«QuESt'anno ci occuperemo dei metodi base della Divinazione. Il primo trimEStre sarà dedicato alla Lettura delle Foglie di Tè. Nel prossimo passeremo alla Lettura della Mario. Comunque, mia cara» disse, rivolgendosi d'un tratto a Calì Patil, «guarDAti DA un uomo coi capelli rossi». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Nell'ultimo trimEStre» proseguì la profESsorESsa Cooman, «passeremo alla Sfera di Cristallo, se avremo finito con i PrESagi di Fuoco, naturalmente. Purtroppo, a febbraio avremo la classe decimata DA una brutta epidemia di influenza. Io stESsa perderò la voce. E attorno a Pasqua, uno di noi ci lascerà per sempre». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Un silenzio carico di tensione segui quESta dichiarazione, ma la profESsorESsa Cooman parve non notarlo. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Tu, cara» disse a LavanDA Brown, che era la più vicina e si ritrasse sulla sua sedia, «ti dispiace passarmi la teiera d'argento, quella grande?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
LavanDA, sollevata, si alzò, prESe un'enorme teiera DAllo scaffale e la pose sul tavolo DAvanti alla profESsorESsa Cooman. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
LavanDA prESe a tremare. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ora voglio che formiate delle coppie. Prendete una tazza DAllo scaffale, venite DA me e io la riempirò, poi sedetevi e bevete; bevete finché non rimangono solo i fondi. Fateli roteare attorno alla tazza per tre volte con la Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
mano sinistra, poi rovESciate la tazza sul piattino, aspettate che il tè rimasto coli via e passate la vostra tazza al compagno per la lettura. Interpreterete i disegni consultando le pagine 5 e 6 di Svelare il Futuro. Io girerò fra di voi e vi DArò una mano. Oh, caro» ESclamò afferrando per il braccio Neville, che si stava alzando, «dopo che avrai rotto la prima tazza, vorrESti ESsere così gentile DA prenderne una di quelle con il disegno blu? Sono piuttosto affezionata a quelle rosa». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Neville, in effetti, non aveva ancora raggiunto lo scaffale quando si udì un tintinnio di ceramica infranta. La profESsorESsa Cooman si avvicinò al ragazzo, gli tESe paletta e scopino e disse: «Una di quelle blu, caro, se non ti dispiace... grazie...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Quando Harry e Ron ebbero riempito le loro tazze, tornarono al tavolo e cercarono di bere in fretta il tè bollente. Fecero roteare i fondi come aveva detto la profESsorESsa Cooman, poi voltarono le tazze e se le scambiarono. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Un mucchietto di roba marrone bagnata» rispose Harry. L'aroma intenso del fumo lo aveva rESo sonnolento e intontito. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Aprite le vostre menti, cari, e lasciate che i vostri occhi veDAno al di là del concreto!» disse la profESsorESsa Cooman nella penombra. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry cercò di riscuotersi DAl torpore. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Bene, nella tua c'è una specie di croce tutta storta...» disse consultando Svelare il Futuro. «Vuol dire che dovrai affrontare 'prove e sofferenze', mi dispiace, ma c'è una cosa che potrebbe ESsere il sole... aspetta... vuol dire 'grande gioia...' quindi soffrirai ma poi sarai molto felice...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Il tuo Occhio Interiore ha bisogno di una bella visita, DAmmi retta» disse Ron, ed entrambi soffocarono le risate mentre la profESsorESsa Cooman guarDAva DAlla loro parte. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Rigirò la tazza DAll'altra parte. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Però visto DA qui assomiglia più a una ghianDA... cosa vuol dire?» Studiò il libro. «'Una fortuna inaspettata, oro a sorprESa'. Ottimo, così puoi prEStarmene un po'... e qui c'è un'altra cosa» disse rigirando di nuovo la tazza «che sembra un animale... sì, se quESta è la tESta... sembra un ippopotamo... no, una pecora...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman si avvicinò mentre Harry scoppiava a ridere. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Fammi vedere, caro» disse a Ron in tono di rimprovero, curvandosi per prendergli la tazza di Harry. Tutti tacquero, in attESa. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman guardò dentro la tazza, facendola ruotare in senso antiorario. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ma quESto lo sanno tutti» disse Hermione in un sussurro un po' troppo forte. La profESsorESsa Cooman la fissò. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry e Ron la guarDArono con un misto di stupore e ammirazione. Non avevano mai sentito Hermione rivolgersi in quel tono a un profESsore. La profESsorESsa Cooman decise di non ribattere. Abbassò i grandi occhi sulla tazza di Harry e riprESe a farla ruotare. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Il bastone... un agguato. Oh, caro, quESta non è una tazza benigna...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Il tESchio... pericolo sul tuo cammino, caro...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Tutti fissavano ESterrefatti la profESsorESsa Cooman, che fece roteare la tazza un'ultima volta, trattenne il rESpiro e infine gettò un grido. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Si udì un altro fragore di ceramica infranta. Neville aveva rotto la sua seconDA tazza. La profESsorESsa Cooman sprofondò in una poltrona vuota, con la mano scintillante posata sul cuore e gli occhi chiusi. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Che cosa c'è, profESsorESsa?» chiESe Dean Thomas all'improvviso. Si erano alzati tutti e lentamente avevano circonDAto il tavolo di Harry e Ron, avvicinandosi alla profESsorESsa Cooman per guarDAre nella tazza di Harry. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Il cosa?» chiESe Harry. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Non era l'unico a non aver capito. Dean Thoinas alzò le spalle e LavanDA Brown lo guardò perplESsa, ma quasi tutti gli altri si portarono le mani alla bocca, orripilati. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Il Gramo, mio caro, il Gramo!» ESclamò la profESsorESsa Cooman, stupita che Harry non avESse capito. «Il cane fantasma gigante che infESta i cimiteri! Caro ragazzo, è un prESagio... il peggior prESagio di morte!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry sentì una stretta allo stomaco. Quel cane sulla copertina di PrESagi di Morte al Ghirigoro, il cane nella penombra in Magnolia CrEScent... an Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
che LavanDA Brown si portò le mani alla bocca. Tutti fissavano Harry: tutti tranne Hermione, che si era alzata ed era alle spalle dell'insegnante. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman fissò Hermione con crEScente antipatia. «Mi perdonerai se te lo dico, cara, ma sento pochissima Aura attorno a te. Pochissima sensibilità agli echi del futuro». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Seamus Finnigan inclinò la tESta DA una parte all'altra. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Sembra un Gramo se lo guardi così» disse strizzando gli occhi fin quasi a chiuderli, «ma visto DA qui sembra più un asino» disse piegandosi a sinistra. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Avete finito di decidere se devo morire o no?» disse Harry cogliendo tutti, anche se stESso, di sorprESa. Ora nESsuno sembrava aver voglia di guarDArlo. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Credo che per oggi ci fermeremo qui» disse la profESsorESsa Cooman con la sua voce più velata. «Sì... vi prego di portar via le vostre cose...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
In silenzio, i ragazzi riportarono le tazze all'insegnante, prESero i libri e li riposero nelle borse. Perfino Ron evitava lo sguardo di Harry. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Buona fortuna a tutti» disse la profESsorESsa Cooman con un filo di voce, «fino al prossimo incontro. Oh, e tu, caro» disse rivolta a Neville, «la prossima volta arriverai in ritardo, quindi ricorDAti che dovrai lavorare di più per metterti in pari». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione scESero la scaletta e la scala a chiocciola in silenzio, poi si dirESsero alla lezione di Trasfigurazione della profESsorESsa McGranitt. Ci misero tanto a trovare la sua classe che, per quanto fossero usciti in anticipo DA Divinazione, arrivarono appena in tempo. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry prESe posto in fondo all'aula, ma era come se si fosse seduto nell'occhio di un riflettore: tutti gli altri continuavano a rivolgergli occhiate furtive, come se dovESse cadere morto DA un momento all'altro. Sentì a stento quello che la profESsorESsa diceva degli Animagi (maghi che potevano trasformarsi a loro piacere in animali) e non la vide nemmeno trasformarsi DAvanti a loro in un gatto tigrato con i segni degli occhiali attorno agli occhi. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ma insomma, che cos'avete oggi?» domandò la profESsorESsa McGranitt, tornando se stESsa con un debole pop e guarDAndoli tutti quanti uno a uno. «Non che sia importante, ma è la prima volta che la mia trasformazione non viene accolta DA un applauso». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Tutti si voltarono di nuovo verso Harry, ma nESsuno parlò. Poi Hermione alzò la mano. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ci scusi, profESsorESsa, abbiamo appena avuto la prima ora di Divinazione, e stavamo leggendo le foglie di tè e...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ah, certo» ESclamò la profESsorESsa McGranitt accigliata. «Non c'è bisogno di aggiungere altro, signorina Granger. Ditemi, chi di voi morirà quESt'anno?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Capisco» commentò la profESsorESsa McGranitt guarDAndo Harry con i suoi occhi piccoli e lucenti. «Allora è bene che tu sappia, Potter, che Sibilla Cooman ha predetto la morte di uno studente all'anno DA quando è arrivata in quESta scuola. NESsuno è ancora morto. Vedere prESagi di morte DAppertutto è il suo modo preferito di DAre il benvenuto a una nuova classe. Se non fosse che non ho l'abitudine di parlar male dei miei colleghi...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa McGranitt s'interruppe, e tutti notarono che aveva le narici bianche e dilatate. Poi riprESe, più tranquilla: Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«La Divinazione è uno dei settori più imprecisi della magia. Non vi nasconderò che faccio fatica a tollerarla. I veri Veggenti sono molto rari, e la profESsorESsa Cooman...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Si interruppe di nuovo, e poi disse in tono molto pratico: «A me sembri in perfetta salute, Potter, quindi mi scuserai se non ti dispenso DAi compiti oggi. Ti assicuro che se dovESsi morire non sei tenuto a consegnarli». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Hermione rise. Harry si sentì un po' meglio. Era più difficile aver paura di un mucchietto di foglie di tè lontano DAlla debole luce rossa e DAl profumo troppo intenso dell'aula della profESsorESsa Cooman. Non tutti erano convinti, comunque. Ron aveva ancora l'aria preoccupata, e LavanDA sussurrò: «Ma allora, la tazza di Neville?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Allegro, Ron» disse Hermione spingendo verso di lui un piatto di stufato. «Hai sentito che cos'ha detto la profESsorESsa McGranitt». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Ron si servì e prESe la forchetta, ma non cominciò a mangiare. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Harry» chiESe con voce bassa e seria, «tu non hai visto un grosso cane nero DA nESsuna parte, vero?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Sì che l'ho visto» rispose Harry. «Ne ho visto uno la notte che sono scappato DAi Dursley». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Probabilmente era un ranDAgio» disse Hermione tranquillamente. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non sai che cosa dici!» ESclamò Ron, che stava cominciando ad arrabbiarsi. «I Grami ghiacciano il sangue di mago nelle vene!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ecco, appunto» disse Hermione in tono di superiorità. «Vedono il Gramo e muoiono di paura. Il Gramo non è un prESagio, è la causa della loro morte! E Harry è ancora con noi perché non è così stupido DA vederne uno e pensare va bene, meglio che adESso tiri le cuoia!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Ron rimase senza parole DAvanti a Hermione, che prESe la borsa, EStrasse il libro nuovo di Aritmanzia e lo aprì appoggiandolo contro la caraffa di succo. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non c'era niente di confuso nel Gramo dentro quella tazza!» ESclamò Ron infuriato. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non sembravi così sicuro di te quando hai detto a Harry che era una pecora» disse Hermione geliDA. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«La profESsorESsa Cooman ha detto che non hai l'Aura giusta! È solo che non ti va giù di non ESsere brava in qualcosa, una volta tanto!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Aveva toccato un nervo scoperto. Hermione sbatté il libro di Aritmanzia così bruscamente che pezzetti di carne e carote volarono DAppertutto. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Se ESsere bravi in Divinazione vuol dire che devo far finta di vedere prESagi di morte in un mucchietto di foglie di tè, non sono sicura che continuerò a studiarla! Quella lezione è stata DAvvero tremenDA rispetto ad Aritmanzia!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ma che cosa dice?» chiESe a Harry. «Non ci è ancora anDAta, a lezione di Aritmanzia». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry fu lieto di uscire DAl castello dopo pranzo. La pioggia del giorno prima era sparita; il cielo era grigio pallido e l'erba umiDA ed elastica sotto i piedi mentre si avviavano alla prima lezione di Cura delle Creature Magiche. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
limitare della forESta proibita. Fu solo quando riconobbe tre schiene fin troppo familiari che si rESe conto che avrebbero dovuto seguire la lezione con i Serpeverde. Malfoy stava parlando animatamente con Tiger e Goyle, che riDAcchiavano. Harry era sicuro di sapere di cosa stavano parlando. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Hagrid aspettava gli allievi sulla soglia della sua capanna. Era in piedi, imbacuccato nel cappotto di talpa, con Thor il cane DA caccia accanto a sé, e sembrava impaziente di cominciare. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Per un terribile istante, Harry temette che Hagrid li stESse per condurre nella forESta, dove aveva vissuto tanti brutti momenti DA bastargli per tutta la vita. Invece Hagrid si limitò a costeggiare gli alberi ESterni, e cinque minuti più tardi si arrEStarono accanto a un recinto. Dentro non c'era niente. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Tutti attorno alla staccionata, qui!» gridò Hagrid. «Ecco... mettetevi così che vedete bene... adESso per prima cosa aprite i libri...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Come?» disse la voce fredDA e strascicata di Draco Malfoy. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Come facciamo ad aprire i libri?» ripeté Malfoy. PrESe la sua copia del Libro Mostro dei Mostri, che aveva chiuso con uno spago. Anche gli altri EStrassero i loro. Alcuni, come Harry, avevano chiuso i libri con una cintura; altri li avevano infilati in borse strettissime o avevano fissato le pagine con un mucchio di graffette. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«NES... nESsuno di voi è riuscito ad aprire il suo libro?» chiESe Hagrid disorientato. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Tutti scossero la tESta. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Dovete accarezzarlo» spiegò Hagrid, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. «GuarDAte...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
PrESe la copia di Hermione e strappò via il Magiscotch che la teneva chiusa. Il libro cercò di morderlo, ma Hagrid fece scorrere il gigantESco indice lungo il dorso e il libro rabbrividì, poi si aprì e rimase immobile nella sua mano. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Oh, terribilmente divertenti!» ESclamò Malfoy. «DAvvero spiritoso, assegnarci un libro che cerca di mangiarti le mani!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Taci, Malfoy» disse Harry piano. Hagrid sembrava umiliato e Harry dESiderava che la sua prima lezione fosse un succESso. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Va bene» riprESe Hagrid, un po' smarrito, «allora... avete tutti il libro... e... e... adESso vi servono delle Creature Magiche. Sì. Io vado e le prendo. Voi state qui...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Si allontanò DA loro e si addentrò nella forESta. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Mio Dio, quESto posto è caduto DAvvero in basso» disse Malfoy ad alta voce. «Quell'idiota che fa l'insegnante. A mio padre prenderà un colpo quando glielo dirò...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Oooooh!» strillò LavanDA Brown, indicando il lato opposto del recinto. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Almeno una dozzina di creature, le più bizzarre che Harry avESse mai visto, trotterellavano verso di loro. Avevano i corpi, le zampe posteriori e le code DA cavallo, le zampe anteriori, le ali e la tESta di aquile giganti, becchi feroci color dell'acciaio e grandi occhi di un arancione squillante. Gli artigli sulle zampe DAvanti erano lunghi più di quindici centimetri e avevano l'aria letale. Ciascuna delle bEStie portava uno spESso collare di cuoio attorno al collo, fissato a una lunga catena, e tutte le EStremità delle catene erano strette nelle manone di Hagrid, che entrò correndo nel recinto, dietro le creature. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Fermi qui, adESso!» ruggì, agitando le catene e spingendo le creature verso lo steccato dove i ragazzi erano in attESa. Tutti fecero un passo indietro mentre Hagrid li raggiungeva e legava le creature alla staccionata. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry capì che cosa intendeva dire Hagrid. Una volta superato il primo moto di spavento alla vista di una cosa che era metà cavallo metà uccello, cominciavi ad apprezzare i mantelli lucenti degli Ippogrifi, che mutavano gradualmente DA piuma a pelo, ciascuno di un colore diverso: grigio tempESta, bronzo, fulvo rosato, castagna lucente, nero inchiostro. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
NESsuno sembrava dESideroso di farlo. Harry, Ron e Hermione, comunque, si avvicinarono cautamente alla staccionata. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ora, la prima cosa DA sapere degli Ippogrifi è che sono orgogliosi» disse Hagrid. «Facili DA offendere, ecco come sono. Mai insultarne uno, perché può ESsere l'ultima cosa che fate». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
veva la spiacevole sensazione che stESsero tramando per rovinare la lezione. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
I ragazzi per tutta risposta si ritrassero ancora di più. Anche Harry, Ron e Hermione erano intimoriti. Gli Ippogrifi scuotevano le tESte fiere e agitavano le ali poderose; sembrava che non gradissero di rEStare così legati. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«NESsuno?» disse Hagrid con uno sguardo supplichevole. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Io» ESclamò Harry. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Dietro di lui tutti trattennero il rESpiro. LavanDA e Calì sussurrarono: «Oooh, no, Harry, ricorDAti le foglie di tè!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Slegò una delle catene, allontanò l'Ippogrifo grigio DAi suoi compagni e gli sfilò il collare di cuoio. DAll'altra parte del recinto, i ragazzi trattennero il fiato. Gli occhi di Malfoy si strinsero malvagi. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Piano, ora, Harry» disse Hagrid a bassa voce. «Hai stabilito un contatto visivo, adESso cerca di non chiudere gli occhi... gli Ippogrifi non si fiDAno di te se strizzi troppo gli occhi...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Gli occhi di Harry prESero subito a lacrimare, ma non li chiuse. Fierobecco aveva voltato la tESta, e lo fissava con un'altera pupilla arancione. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry non aveva molta voglia di ESporre il collo nudo a Fierobecco, ma fece come gli diceva Hagrid. S'inchinò in fretta e poi alzò gli occhi. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ah» disse Hagrid preoccupato. «Va bene... adESso torna indietro, Harry, Harry, piano...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Ma in quel momento, con grande sorprESa di Harry, l'Ippogrifo piegò all'improvviso le ginocchia squamose, e si abbassò in quello che era un inconfondibile inchino. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ben fatto, Harry!» ESclamò Hagrid EStasiato. «Va bene, adESso puoi toccarlo! Accarezzagli il becco, avanti!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Anche se avrebbe preferito ritrarsi, Harry avanzò lentamente verso l'Ippogrifo e tESe una mano. Gli carezzò il becco alcune volte e l'Ippogrifo chiuse pigramente gli occhi, soddisfatto. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
La classe applaudì, tutti tranne Malfoy, Tiger e Goyle, che sembravano profonDAmente irritati. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Va bene così, Harry» disse Hagrid. «Ora ti lascia salire in groppa, guarDA». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Era più di quanto Harry dESiderasse. Era abituato a un manico di scopa, ma non era certo che un Ippogrifo sarebbe stato la stESsa cosa. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Sali DA lì, dietro l'ala» disse Hagrid, «e ricorDAti di non strapparci nESsuna piuma, lui non è contento se lo fai...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry mise il piede sull'ala di Fierobecco e si issò sul suo dorso. Fierobecco si alzò. Harry non sapeva bene dove aggrapparsi: DAvanti a lui era tutto coperto di piume. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Avanti!» ruggì Hagrid, DAndo una manata sul fianco dell'Ippogrifo. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Senza preavviso, le ali lunghe più di tre metri si spalancarono; Harry ebbe appena il tempo di afferrare il collo dell'Ippogrifo e già quello si librava nell'aria. Non era affatto come un manico di scopa, e Harry sapeva quale dei due preferiva; le ali dell'Ippogrifo battevano scomoDAmente, urtandogli le gambe e DAndogli l'imprESsione di stare per cadere DA un momento all'altro; le piume lucenti scivolavano sotto le sue dita e Harry d'altra parte non osava aggrapparsi più forte; abituato ai movimenti fluidi della sua Nimbus Duemila, ora beccheggiava avanti e indietro mentre i fianchi dell'Ippogrifo si alzavano e si abbassavano insieme alle ali. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Fierobecco gli fece fare un giro del recinto e poi puntò di nuovo verso terra. Era quESto il momento temuto DA Harry: si ritrasse mentre il collo liscio si abbassava, certo di scivolare sul becco dell'animale; poi sentì un colpo secco mentre le quattro zampe male assortite toccavano terra, e riuscì a stento a reggersi e a raddrizzarsi. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Bravo, Harry!» ruggì Hagrid, mentre tutti tranne Malfoy, Tiger e Goyle lo fESteggiavano. «Ok, c'è qualcun altro che vuole provare?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Incoraggiati DAl succESso di Harry, gli altri ragazzi si arrampicarono cautamente sulla staccionata. Hagrid slegò gli Ippogrifi uno a uno, e ben prESto tutti furono impegnati in una serie di nervosi inchini. Neville si ritrasse DAl suo Ippogrifo, che sembrava non avere nESsuna intenzione di inchinarsi. Ron e Hermione fecero qualche prova con quello color castagna, mentre Harry li guarDAva. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«È facilissimo» borbottò Malfoy abbastanza forte DA farsi sentire DA Harry. «Lo sapevo, se ce l'ha fatta Potter... Scommetto che non sei per Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
niente pericoloso, vero?» disse all'Ippogrifo. «Vero, brutto bEStione?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Fu un attimo, un lampo di artigli d'acciaio. Malfoy cacciò uno strillo acuto. Hagrid infilò di nuovo il collare a Fierobecco e si chinò rapido sul ragazzo, che giaceva rannicchiato sull'erba, col sangue che sgorgava a fiotti inzuppandogli i vEStiti. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Muoio!» strillò Malfoy, mentre tutta la classe seguiva la scena, terrorizzata. «Muoio, guarDAte! Mi ha ucciso!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Hermione corse ad aprire il cancello mentre Hagrid sollevava Malfoy senza sforzo. Mentre passavano, Harry vide che Malfoy aveva una lunga, profonDA ferita al braccio: il sangue colava macchiando l'erba. Hagrid corse su per la collina, verso il castello, con il ragazzo fra le braccia. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Dovrebbero licenziarlo subito!» ESclamò Pansy Parkinson, in lacrime. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Salirono i gradini di pietra ed entrarono nella Sala d'IngrESso dESerta. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Credete che se la caverà?» chiESe Hermione, nervosa. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ma certo, MaDAma Chips sa curare i tagli in un secondo» la rassicurò Harry, che l'infermiera aveva prodigiosamente guarito DA ferite ben più gravi. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«È un vero peccato che sia succESso alla prima lezione di Hagrid, però, vero?» disse Ron, preoccupato. «Ci scommetto che Malfoy cercherà di metterlo nei guai...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non lo licenzieranno, vero?» chiESe Hermione ansiosa, senza toccare il pasticcio di rognone. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Harry teneva d'occhio il tavolo dei Serpeverde. Un bel gruppo che comprendeva Tiger e Goyle era immerso in un fitto conciliabolo. Harry era sicuro che stESsero mettendo a punto la loro versione di come Malfoy era Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Be', non si può dire che come primo giorno non sia stato interESsante» disse Ron con aria cupa. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Dopo cena salirono nell'affollata sala comune di Grifondoro e cercarono di fare i compiti assegnati DAlla profESsorESsa McGranitt, ma tutti e tre continuavano a distrarsi e a guarDAre fuori DAlla finEStra, Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«C'è una luce accESa in casa di Hagrid» disse Harry all'improvviso. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Se ci sbrighiamo, possiamo anDAre a trovarlo, è ancora prESto...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non so» disse Hermione lentamente, guarDAndo Harry. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Io ho il permESso di attraversare i prati!» ESclamò Harry piccato. «Sirius Black non ha ancora superato la sorveglianza dei Dissennatori, no?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Così riposero i libri e uscirono DAl buco del ritratto. Con somma soddisfazione non incontrarono nESsuno fino al portone, DAl momento che non erano proprio sicuri di poter uscire. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
L'erba era ancora umiDA e sembrava quasi nera alla luce del tramonto. Arrivati alla capanna di Hagrid bussarono, e una voce borbottò: «Entrate». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Hagrid era seduto in maniche di camicia al rozzo tavolo di legno; il suo cagnone, Thor, gli teneva la tESta in grembo. Bastò loro uno sguardo per capire che Hagrid aveva bevuto; DAvanti a lui c'era una caraffa di peltro grossa come un sécchio, e il loro amico sembrò metterli a fuoco a fatica. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non ti avranno licenziato, Hagrid!» ESclamò Hermione. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Non ancora» disse Hagrid penosamente, trangugiando una gran sorsata del contenuto della caraffa. «Ma è solo quEStione di tempo, certo, dopo che Malfoy...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Come sta?» chiESe Ron mentre si sedevano. «Niente di grave, vero?» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«MaDAma Chips l'ha sistemato come poteva» disse Hagrid triste, «ma dice che gli fa ancora male... è tutto benDAto... si lamenta...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Fa finta» disse subito Harry. «MaDAma Chips sa curare qualunque cosa. L'anno scorso mi ha fatto ricrEScere metà delle ossa. È solo che Malfoy cerca di sfruttare la situazione come può». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«È tutta colpa di Malfoy, Hagrid!» ESclamò Hermione vivacemente. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Noi abbiamo visto tutto» disse Harry. «Tu hai detto che gli Ippogrifi attaccano se li insulti. È un problema di Malfoy se non ti ha ascoltato. Diremo a Silente che cosa è succESso veramente». Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
DAgli angoli dei lucidi occhi neri di Hagrid caddero calde lacrime. L'omone afferrò Harry e Ron e li stritolò in un abbraccio DA frattura. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Credo che tu abbia bevuto abbastanza, Hagrid» disse Hermione in tono deciso. PrESe la caraffa DAl tavolo e uscì a vuotarla. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Sì, forse lei ha ragione» balbettò Hagrid, lasciando anDAre Harry e Ron, che barcollarono un po' massaggiandosi le costole. Hagrid si alzò a fatica DAlla sedia e seguì Hermione all'aperto con passo malfermo. Si udì un gran sciacquio. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Che cosa ha fatto?» chiESe Harry tESo, mentre Hermione rientrava con la caraffa vuota. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Ha infilato la tESta nell'abbeveratoio» rispose Hermione riponendo la caraffa. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Hagrid tornò dentro, i lunghi capelli e la barba gronDAnti acqua, e si asciugò gli occhi. Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«AdESso va meglio» disse, scuotendo la tESta come un cane e schizzandoli tutti. «Sentite, è stato bello che siete venuti a trovarmi, DAvvero...» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«CHE COSA CREDI DI FARE, EH?» ruggì, così all'improvviso che fecero un salto tutti e tre. «TU NON DEVI ANDARE IN GIRO QUANDO C'È BUIO, HARRY! E VOI DUE CHE GLIELO LASCIATE FARE!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
«Andiamo!» ESclamò arrabbiato. «Vi riaccompagno a scuola, e non voglio più vedere voi che uscite e venite a trovare me con il buio, mai più. Non ne vale la pena!» Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3) |
Malfoy non si riprESentò a lezione fino a martedì mattina tardi, quando i Serpeverde e i Grifondoro erano a metà della doppia ora di Pozioni. Entrò spavaldo nel sotterraneo, il braccio dEStro benDAto e appESo al collo, con l'aria balDAnzosa, almeno secondo Harry, di uno che è eroicamente sopravvissuto a una tremenDA battaglia. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Come va, Draco?» gli chiESe Pansy Parkinson, tutta uno zucchero. «Ti fa tanto male?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Al posto, al posto» disse mollemente il profESsor Piton. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Quel giorno stavano provando una nuova Pozione REStringente. Malfoy sistemò il suo paiolo vicino a Harry e Ron, che si trovarono così a dover preparare gli ingredienti sullo stESso tavolo. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Signore» disse Malfoy, «signore, ho bisogno che qualcuno mi aiuti a tagliare quESte radici di margherita, perché ho il braccio...» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Weasley, hai sentito che cosa ha detto il profESsor Piton. Tagliami quelle radici». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Ron prESe il coltello, afferrò le radici di Malfoy e prESe a tritarle grossolanamente, a pezzi di grandezza diversa. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«ProfESsore» disse Malfoy con la sua voce strascicata, «Weasley sta mutilando le mie radici». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Piton avanzò verso il tavolo, avvicinò il naso adunco alle radici, poi rivolse a Ron un sorriso sgradevole DA sotto la cortina di lunghi, neri capelli unticci. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Dài le tue radici a Malfoy, Weasley». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Ma profESsore...!» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«AdESso» disse Piton con un tono che non ammetteva repliche. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Ron spinse le sue radici ben tagliate verso Malfoy e riprESe il coltello. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Signore, ho bisogno che qualcuno mi sbucci quESto Grinzafico» disse Malfoy riDAcchiando sotto i baffi. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Harry prESe il Grinzafico di Malfoy mentre Ron cercava di riparare il DAnno fatto alle radici che era costretto a usare. Sbucciò il Grinzafico più veloce che poté e lo lanciò a Malfoy senza dire una parola. Malfoy sfoderò un ghigno ancora più ampio del solito. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Avete visto il vostro amichetto Hagrid ultimamente?» chiESe. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Continua a parlare, Malfoy, e la ferita te la ritroverai DAvvero» sibilò Ron. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«...ha protEStato con il Consiglio della Scuola. E con il Ministero della Magia. Mio padre è un uomo molto influente, sapete. E una ferita permanente come quESta...» disse sospirando, «...chissà se il mio braccio tornerà mai come prima?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Qualche paiolo più in là, Neville era nei guai. Le lezioni di Pozioni gettavano sempre Neville nel panico; era la materia in cui anDAva peggio, e il terrore che gli incuteva il profESsor Piton non faceva che peggiorare le cose. La sua pozione, che sarebbe dovuta ESsere di uno splendente verde acido, era diventata... Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Arancione, Paciock» disse Piton, pEScandone un po' con il mEStolo e facendola colare di nuovo nel calderone, in modo che tutti vedESsero. «Arancione. Dimmi, ragazzo, non ti entra proprio niente in quel tEStone? Non mi hai sentito quando ho detto che bastava una sola milza di gatto? Non ho detto che bastava una spruzzata di succo di sanguisuga? Che cosa devo fare perché tu capisca, Paciock?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«La prego, profESsore» disse Hermione, «per favore, mi permetta di aiutare Neville a sistemare le cose...» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Non ricordo di averti chiESto di ESibirti, signorina Granger» disse Piton gelido, e Hermione diventò rossa come Neville. «Paciock, alla fine della lezione DAremo un po' della pozione al tuo rospo e staremo a vedere che Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Ehi, Harry» disse Seamus Finnigan, allungandosi sul tavolo per prendere in prEStito la bilancia d'ottone di Harry, «hai sentito? Pare che Sirius Black sia stato avvistato, c'era scritto sulla Gazzetta del Profeta di oggi». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Dove?» chiESero Harry e Ron in fretta. All'altro capo del tavolo, Malfoy alzò lo sguardo e si mise in ascolto. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Non lontano DA qui» disse Seamus eccitato. «L'ha visto una Babbana. Naturalmente non è che ci abbia capito molto. I Babbani sono convinti che sia un criminale comune, no? Così ha chiamato il numero speciale. Quando sono arrivati quelli del Ministero della Magia, era sparito». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Non lontano DA qui...» ripeté Ron, rivolgendo a Harry uno sguardo eloquente. Si voltò e vide Malfoy che li guarDAva fisso. «Che cosa vuoi, Malfoy? Hai bisogno che ti sbucci qualcos'altro?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Ma gli occhi di Malfoy brillavano di una luce perfiDA, ed erano puntati su Harry. Malfoy si chinò sul tavolo. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Stai pensando di catturare Black DA solo, Potter?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Forse è meglio che non rischi la pelle» disse. «Meglio lasciar fare ai Dissenatori, vero? Ma se si trattasse di me, vorrei vendicarmi. Sarei io a DArgli la caccia». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Cosa diavolo stai dicendo?» ESclamò Harry rabbiosamente. Ma in quel momento Piton disse: Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Ormai dovrESte aver finito di mEScolare gli ingredienti. QuESta pozione ha bisogno di cuocere prima che sia possibile berla. Mettete via tutto mentre bolle e poi proveremo quella di Paciock...» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Tiger e Goyle scoppiarono a ridere alla vista di Neville che suDAva mEScolando febbrilmente la sua pozione. Hermione gli suggeriva cosa fare a mezza voce, cercando di non farsi vedere né sentire DA Piton. Harry e Ron Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
riposero gli ingredienti inutilizzati e anDArono a lavare mani e mEStoli nell'acquaio di pietra, nell'angolo. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Che cosa voleva dire Malfoy?» mormorò Harry a Ron, ficcando le mani sotto il getto ghiacciato che sprizzava DA una bocca di gargoyle. «Perché dovrei vendicarmi di Black? Non mi ha fatto niente, non ancora». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Tutti qui» ordinò Piton, con gli occhi neri che scintillavano, «e guarDAte che cosa succede al rospo di Paciock. Se è riuscito a preparare una Pozione REStringente, diventerà un girino. Se ha sbagliato, e non ho alcun dubbio in proposito, è probabile che il suo rospo finisca avvelenato». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
I Grifondoro osservarono la scena intimoriti. I Serpeverde avevano l'aria eccitata. Piton prESe il rospo e lo sistemò nella mano sinistra, immerse un cucchiaino nella pozione di Neville, che ora era verde, e ne fece colare alcune gocce nella gola di Oscar. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
I Grifondoro applaudirono. Piton, irritato, prESe una bottiglietta DAlla tasca del mantello e versò qualche goccia sul rospo, che ritornò della sua taglia adulta. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Cinque punti in meno per i Grifondoro» disse Piton, cancellando in un attimo i sorrisi DAlle facce dei ragazzi. «Ti avevo detto di non aiutarlo, signorina Granger... La lezione è finita». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione risalirono i gradini che conducevano alla Sala d'IngrESso. Harry stava ancora pensando alle parole di Malfoy, mentre Ron si lamentava di Piton. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Cinque punti in meno perché la pozione anDAva bene! Perché non hai mentito, Hermione? Dovevi dire che Neville l'aveva preparata DA solo!» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Malfoy li oltrepassò, scortato DA Tiger e Goyle. Fece una smorfia a Harry e sparì. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Hermione saliva le scale in fretta, ansante; in una mano teneva stretta la borsa, con l'altra sembrava che si stESse infilando qualcosa sotto il vEStito. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Come hai fatto?» chiESe Ron. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Una cucitura della sua borsa era saltata. Harry non ne fu stupito: dentro c'erano almeno una dozzina di libri grossi e pESanti. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Perché ti porti dietro tutta quESta roba?» le chiESe Ron. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Ma...» Ron guardò le copertine dei libri che lei gli porgeva. «Oggi non ci sono quESte lezioni. Nel pomeriggio abbiamo solo DifESa contro le Arti Oscure». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Non hai la sensazione che Hermione ci stia nascondendo qualcosa?» chiESe Ron a Harry. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Il profESsor Lupin non c'era quando arrivarono alla prima lezione di DifESa contro le Arti Oscure. Tutti prESero posto, tirarono fuori i libri, le penne e le pergamene, e stavano chiacchierando quando finalmente l'insegnante entrò nell'aula. Lupin sorrise in modo vago e posò la vecchia valigia tarlata sulla cattedra. Era trasanDAto come sempre, ma aveva l'aria più sana che non sul treno, l'aria di uno che ha consumato qualche pasto come si deve. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
I ragazzi riposero i libri scambiandosi occhiate curiose. Non avevano mai seguito una lezione pratica di DifESa contro le Arti Oscure, a meno di non prendere in considerazione la lezione memorabile dell'anno prima, quando l'insegnante aveva portato in classe una gabbia di folletti e li aveva liberati. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Bene» disse il profESsor Lupin quando tutti furono pronti, «se ora volete seguirmi...» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
PerplESsi ma interESsati, i ragazzi si alzarono e seguirono il profESsor Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Lupin, che li guidò fuori DAlla classe, lungo il corridoio dESerto e oltre un angolo, dove la prima cosa che videro fu Pix il Poltergeist che fluttuava a mezz'aria a tESta in giù e ficcava una gomma masticata nella toppa più vicina. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Pix fece finta di niente finché il profESsor Lupin non gli fu vicinissimo, poi agitò i piedi DAlle dita arricciate e canticchiò: Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Pazzo, pazzo Lupin. Pazzo, lupESco Lupin, pazzo, lupESco Lupin...» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Per quanto in genere fosse maleducato e intrattabile, di solito Pix rispettava gli insegnanti. Tutti guarDArono il profESsor Lupin per vedere come avrebbe risposto: con loro grande sorprESa, stava sorridendo. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Se fossi in te, Pix, toglierei quella cicca DAlla toppa» disse in tono amabile. «O Mastro Gazza non riuscirà a prendere le sue scope». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Gazza era il custode di Hogwarts, un mago fallito DAl pESsimo carattere, perennemente in guerra contro gli studenti e anche contro Pix. Comunque, Pix non prEStò attenzione alle parole del profESsor Lupin e, anzi, fece una fragorosa pernacchia spruzzando saliva DAppertutto. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Il profESsor Lupin sospirò ed EStrasse la bacchetta magica. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Ecco un piccolo, utile incantESimo» disse rivolto alla classe. «Vi prego di osservare attentamente». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Con la forza di un proiettile, la pallottola di gomma DA masticare schizzò fuori DAlla toppa e s'infilò su per la narice sinistra di Pix, che sobbalzò e filò via imprecando. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Grazie, Dean» disse il profESsor Lupin mettendo via la bacchetta. «Procediamo». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Ripartirono. I ragazzi ora guarDAvano il trasanDAto profESsor Lupin con un nuovo rispetto. Lui li guidò lungo un secondo corridoio e si fermò DAvanti alla porta della sala profESsori. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Entrate, prego» disse il profESsor Lupin aprendola. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
La sala, una stanza lunga, rivEStita di legno, piena di vecchie sedie scompagnate, era vuota, tranne che per un insegnante. Il profESsor Piton era seduto in una poltrona bassa, e alzò lo sguardo mentre la classe entrava. Aveva gli occhi scintillanti e una smorfia antipatica sul viso. Mentre il profESsor Lupin entrava e chiudeva la porta alle sue spalle, Piton disse: Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Si alzò e si allontanò, con il manto nero che fluttuava alle sue spalle. Giunto sulla soglia, si voltò e disse: «Forse nESsuno ti ha avvertito, Lupin, Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
ma in quESta classe c'è Neville Paciock. Ti consiglio di non affiDArgli compiti troppo difficili. A meno che la signorina Granger non gli borbotti suggerimenti nell'orecchio». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Neville si fece paonazzo. Harry fissò Piton: era già abbastanza spiacevole che maltrattasse Neville durante le sue ore, figuriamoci DAvanti agli altri insegnanti. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Il profESsor Lupin inarcò le sopracciglia. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Speravo che Neville mi assistESse nella prima fase dell'operazione» osservò, «e sono certo che lo farà egregiamente». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Allora» disse il profESsor Lupin radunando la classe verso l'altro capo della stanza, occupato solo DA un vecchio armadio in cui gli insegnanti tenevano i mantelli di ricambio. Mentre il profESsor Lupin si avvicinava, l'armadio ondeggiò all'improvviso, sbattendo contro il muro. Alcuni ragazzi balzarono indietro, spaventati. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Niente paura» commentò il profESsore con la massima calma. «C'è un Molliccio lì dentro». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Quasi tutti sembravano convinti che ci fosse DA aver paura, eccome. Neville rivolse al profESsor Lupin un'occhiata di puro terrore, e Seamus Finnigan fissò con apprensione la maniglia che aveva prESo a sbatacchiare. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«I Mollicci amano i luoghi chiusi e oscuri» spiegò il profESsor Lupin. «Gli armadi, gli spazi sotto i letti, le antine sotto i lavandini... Una volta ne ho incontrato uno che si era insediato in una pendola. QuESto si è trasferito lì dentro ieri pomeriggio, e ho chiESto al PrESide di lasciarcelo per poter fare un po' di pratica con voi del terzo anno. Allora, la prima domanDA che dobbiamo porci è quESta: che cos'è un Molliccio?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Non avrei saputo dirlo meglio» approvò il profESsor Lupin, e Hermione sorrise radiosa. «Quindi il Molliccio che sta lì al buio non ha ancora assunto una forma. Non sa ancora che cosa spaventerà la persona DAll'altra parte della porta. NESsuno sa che aspetto ha un Molliccio quando è solo, ma quando lo farò uscire, diventerà immediatamente ciò di cui ciascuno di noi ha più paura. QuESto significa» disse il profESsor Lupin, ben deciso a ignorare il farfugliare terrorizzato di Neville, «che abbiamo un grosso vantaggio sul Molliccio prima di cominciare. Hai capito quale, Harry?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Cercare di rispondere a una domanDA con Hermione al fianco che saltellava DA un piede all'altro, la mano per aria, era piuttosto spiazzante, ma Harry ci provò. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Precisamente» disse il profESsor Lupin, e Hermione abbassò il braccio, un po' delusa. «È sempre meglio avere compagnia quando si ha a che fare con un Molliccio. Così lo si confonde. Che cosa diventerà, un caDAvere senza tESta o una lumaca carnivora? Una volta ho visto un Molliccio commettere l'errore di cercare di spaventare due persone contemporaneamente. Alla fine si è trasformato in mezza lumaca. Nemmeno lontanamente spaventoso. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«L'incantESimo per rESpingere un Molliccio» continuò Lupin, «è semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente. Ora proveremo l'incantESimo senza le bacchette magiche. Dopo di me, prego... Riddikulus!» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Bene» disse il profESsor Lupin. «Molto bene. QuESto però era il meno, temo. Vedete, la parola DA sola non basta. Ed è qui che entri in campo tu, Neville». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
L'armadio tremò di nuovo, anche se non tanto quanto Neville, che avanzò con l'aria di un conDAnnato a morte. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Bene, Neville» disse il profESsor Lupin. «Innanzitutto: qual è la cosa che ti fa più paura al mondo?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Scusa, Neville, non ho capito» disse il profESsor Lupin incoraggiante. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Piton». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Quasi tutti risero. Anche Neville sorrise a mo' di scusa. Il profESsor Lupin, invece, parve impensierito. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Piton... mmm... Neville, tu vivi con la nonna, vero?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«No, no, mi hai fraintESo» disse il profESsor Lupin con un sorriso. «Mi chiedevo solo se puoi dirci che genere di abiti porta di solito tua nonna». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Be'... ha sempre lo stESso cappello. Un cappello alto con un avvoltoio Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
impagliato in cima. E un vEStito lungo... quasi sempre verde... e a volte un collo di volpe» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«E la borsetta?» gli suggerì il profESsor Lupin. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Va bene» disse il profESsor Lupin. «RiESci a immaginarti bene quESti vEStiti, Neville? RiESci a vederli con l'occhio della mente?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Quando il Molliccio uscirà DAll'armadio, Neville, e ti vedrà, assumerà l'aspetto del profESsor Piton» disse Lupin. «E tu alzerai la bacchetta, così, griderai Riddikulus e ti concentrerai al massimo sugli abiti di tua nonna. Se tutto va bene, ci ritroveremo DAvanti il profESsor Molliccio Piton con tanto di cappello, avvoltoio, vEStito verde e borsa grande rossa». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Se Neville ce la fa, è probabile che il Molliccio concentri la sua attenzione su ciascuno di noi, a turno» prosegui il profESsor Lupin. «Vorrei che tutti voi ora vi soffermaste a pensare qual è la cosa che più vi fa paura, e a immaginare come fare per renderla comica...» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Nella stanza scESe il silenzio. Harry rifletté... di cosa aveva più paura in assoluto? Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Il suo primo pensiero andò a Voldemort, un Voldemort ancora al culmine dei suoi poteri. Ma prima ancora di cominciare a pensare a un possibile contrattacco DA sferrare contro un MolliccioVoldemort, una cosa orribile affiorò nella sua mente fluttuando... Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Una mano luciDA, in decomposizione, che scivolava fuori DA un mantello nero... un lungo rESpiro spezzato che usciva DA una bocca invisibile... poi un freddo cosi pungente che era come annegare... Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Harry rabbrividì, poi si guardò attorno, nella speranza che nESsuno si fosse accorto di niente. Molti dei suoi compagni avevano gli occhi chiusi. Ron stava borbottando fra sé «strappagli le zampe». Harry era sicuro di sapere a cosa alludeva. Ciò che Ron temeva di più erano i ragni. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Siete pronti?» chiESe il profESsor Lupin. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Harry si sentì invadere DA un'onDAta di paura. Non era pronto. Come si poteva rendere meno spaventoso un Dissennatore? Ma non voleva chiedere altro tempo: tutti gli altri avevano risposto di sì e si stavano rimboccando le maniche. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Neville, noi tutti faremo un passo indietro» disse il profESsor Lupin. «Ti sgombriamo il campo, d'accordo? Sarò io a chiamare il prossimo... ora Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Al tre, Neville» disse il profESsor Lupin, puntando la bacchetta verso la maniglia dell'armadio. «Uno... due... tre... ora!» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Un getto di scintille sprizzò DAlla punta della bacchetta di Lupin e colpì la maniglia. L'armadio si spalancò. Ne uscì il profESsor Piton, arcigno e minaccioso, gli occhi che lampeggiavano, puntati su Neville. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Si udì come uno schiocco di frusta. Piton barcollò; ora indossava un lungo abito orlato di pizzo, in tESta aveva un alto cappello con sopra un avvoltoio mangiato DAlle tarme, e agitava una grossa borsa scarlatta. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
I ragazzi scoppiarono a ridere; il Molliccio si fermò, confuso, e il profESsor Lupin urlò: Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Calì avanzò con fare deciso. Piton le girò intorno. Si udì un altro schiocco, e al suo posto comparve una mummia tutta fasciata, gronDAnte sangue. Il suo volto senza occhi era rivolto verso Calì e la cosa cominciò ad avanzare verso di lei, molto lentamente, strascicando i piedi, le braccia rigide che si alzavano... Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Una benDA si dipanò DAi piedi della mummia, che inciampò, cadde in avanti e perse la tESta, che rotolò via. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Seamus!» ruggì il profESsor Lupin. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Seamus prESe il posto di Calì. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Crack! Al posto della mummia c'era una donna con i capelli neri lunghi fino a terra e il volto scheletrico e verDAstro: una banshee, la strega delle brughiere. L'ESsere spalancò la bocca e un suono disumano riempì la stanza, un lungo gemito ululante che fece drizzare i capelli a Harry... Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Crack! La banshee si trasformò in un topo, che corse in tondo cercando di prendersi la coDA e poi crack! diventò un serpente a sonagli, che si contorse prima di diventare crack! una pupilla insanguinata. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Riddikulus!» gridò Ron con rabbia, e le zampe del ragno scomparvero; la bEStia prESe a rotolare su se stESsa; LavanDA Brown strillò balzando all'indietro; il corpo rotolò fino ai piedi di Harry, che levò la bacchetta, pronto, quando... Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Di qua!» ESclamò il profESsor Lupin all'improvviso, correndo in avanti. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Il ragno senza zampe era sparito. Per un attimo, tutti si guarDArono intorno per capire dov'era finito. Poi videro una sfera di un bianco argenteo galleggiare a mezz'aria DAvanti a Lupin, che disse «Riddikulus!» quasi pigramente. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Avanti, Neville, finiscilo!» disse Lupin, mentre il Molliccio cadeva a terra sotto forma di scarafaggio. Crack! Ricomparve Piton. QuESta volta Neville avanzò con aria decisa. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Riddikulus!» gridò, e tutti per un brevissimo istante ebbero una seconDA visione di Piton vEStito di pizzo. Poi Neville scoppiò a ridere. Il Molliccio ESplose e si dissolse in mille volute di fumo. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Eccellente!» tuonò il profESsor Lupin mentre la classe applaudiva. «Eccellente, Neville. Siete stati tutti bravi... vediamo un po'... cinque punti per ciascuno ai Grifondoro che hanno affrontato il Molliccio, dieci a Neville perché l'ha fatto due volte... e cinque per ciascuno a Hermione e Harry». Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Chiacchierando eccitati, i ragazzi uscirono DAlla sala profESsori. Harry però non si sentiva soddisfatto. Il profESsor Lupin gli aveva deliberatamente impedito di affrontare il Molliccio. Perché? Era perché aveva visto Harry svenire sul treno, e credeva che non fosse in grado di farcela? Credeva forse che Harry avrebbe perso conoscenza un'altra volta? Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
Ma nESsuno degli altri sembrava aver notato nulla. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Visto come l'ho sfiDAta, quella banshee?» urlò Seamus. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«Chissà come mai il profESsor Lupin ha paura delle sfere di cristallo» si chiESe LavanDA pensierosa. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«E stata la più bella lezione di DifESa contro le Arti Oscure che abbiamo mai seguito, vero?» disse Ron eccitato mentre tornavano in classe a prendere le borse. Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
«E per te che cosa sarebbe diventato?» le chiESe Ron riDAcchiando. «Un compito in cui prendi nove invece dei tuoi soliti dieci?» Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3) |
In un lampo, DifESa contro le Arti Oscure diventò la lezione più amata. Solo Draco Malfoy e la sua banDA di Serpeverde avevano qualcosa di sgradevole DA dire sul profESsor Lupin. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«GuarDAte un po' i suoi vEStiti» ripeteva Malfoy in un sussurro quando passava il profESsor Lupin. «Si vESte come il nostro vecchio elfo domEStico». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Ma nESsun altro baDAva agli abiti lisi e rattoppati del profESsor Lupin. Le lezioni che seguirono furono interESsanti quanto la prima. Dopo i Mollicci, studiarono i Berretti Rossi, piccole, malvagie creature simili ai goblin che si aggiravano ovunque vi fosse stato uno spargimento di sangue, nelle segrete dei castelli e nelle buche dei campi di battaglia dESerti, in attESa di colpire con un randello chi si era smarrito. DAi Berretti Rossi passarono ai Kappa, tetre creature acquatiche che sembravano scimmie squamose, con mani palmate pronte a strangolare gli ignari nuotatori negli stagni. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry dESiderava solo che anche altri corsi fossero altrettanto piacevoli. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Il peggiore di tutti era Pozioni. Piton in quel periodo era particolarmente vendicativo, e nESsuno aveva dubbi sul perché. La storia del Mollìccio che aveva assunto le sue sembianze, e di come Neville gli aveva fatto indossare gli abiti di sua nonna, si era propagata per tutta la scuola alla velocità del fulmine. Piton non la trovò affatto divertente. I suoi occhi lampeggiavano minacciosi solo a sentir nominare il profESsor Lupin, e strapazzava Neville più che mai. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry era arrivato a temere anche le ore che trascorreva nella torretta soffocante della profESsorESsa Cooman, decifrando forme e simboli sbilenchi, cercando di ignorare gli enormi occhi dell'insegnante che si riempivano di lacrime tutte le volte che lo guarDAva. La profESsorESsa Cooman non riusciva a piacergli, anche se gran parte della classe la trattava con un rispetto che sconfinava nella reverenza. Calì Patil e LavanDA Brown avevano cominciato a frequentare la torre all'ora di pranzo, e tornavano sempre con un irritante atteggiamento di superiorità, come se sapESsero cose ignote agli altri. Avevano cominciato anche a parlare sottovoce quando si rivolgevano a Harry, come se fosse sul letto di morte. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
A nESsuno piaceva DAvvero Cura delle Creature Magiche, che, dopo la prima lezione tutta emozioni e colpi di scena, era diventata EStremamente tediosa. Hagrid sembrava aver perso la fiducia in se stESso. Ora passavano lezioni intere a imparare come baDAre ai Vermicoli, che probabilmente erano tra le creature più noiose del mondo. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
All'inizio di ottobre, comunque, Harry ebbe qualcos'altro a cui pensare, qualcosa di così piacevole DA compensare le lezioni insoddisfacenti. Si avvicinava la stagione del Quidditch, e Oliver Baston, capitano della squadra dei Grifondoro, un giovedì sera indisse una riunione per discutere le tattiche per il nuovo campionato. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Una squadra di Quidditch era formata DA sette giocatori: tre Cacciatori, il cui compito consisteva nel segnare i punti facendo passare la Pluffa (una palla rossa grande come un pallone DA calcio) in uno degli anelli posti all'altezza di quindici metri alle due EStremità del campo; due Battitori, provvisti di mazze robuste per rESpingere i Bolidi (due pESanti palle nere che sfrecciavano in giro cercando di colpire i giocatori); un Portiere, che difendeva le reti, e il Cercatore, che aveva il compito più difficile, quello di prendere il Boccino d'Oro, una pallina alata grossa come una noce la cui La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
cattura poneva fine alla partita e guaDAgnava alla squadra del Cercatore centocinquanta punti extra. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«QuESta è la nostra ultima possibilità la mia ultima possibilità di vincere la Coppa del Quidditch» disse camminando avanti e indietro. «Alla fine di quESt'anno me ne andrò. Non avrò un'altra occasione. Il Grifondoro non vince DA sette anni. Ok, siamo stati sfortunatissimi: prima gli incidenti, poi l'annullamento del torneo l'anno scorso...» Baston deglutì, come se il ricordo gli facESse venire ancora un groppo in gola. «Ma sappiamo anche che la nostra è la squadra migliore della scuola» disse, battendo col pugno sul palmo della mano, con l'antico bagliore fanatico negli occhi. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Il punto è» continuò Baston, riprendendo a camminare avanti e indietro «che la Coppa del Quidditch avrebbe dovuto ESsere nostra negli ultimi due anni. DA quando Harry è entrato in squadra, ho pensato che ce l'avESsimo in tasca. Ma non abbiamo vinto, e quESt'anno è l'ultima possibilità che abbiamo di vedere il nostro nome inciso sul trofeo...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Oliver, quESto è il nostro anno» disse Fred. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ce la faremo, Oliver!» ESclamò Angelina. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Carica di determinazione, la squadra riprESe gli allenamenti, tre sere la settimana. Il tempo era sempre più freddo e umido, le notti più buie, ma né fango né vento né pioggia potevano offuscare la meravigliosa visione di La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Una sera dopo gli allenamenti Harry tornò nella sala comune del Grifondoro intirizzito e indolenzito, ma soddisfatto di com'erano anDAte le cose, e trovò la stanza pervasa DA un ronzio eccitato. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Che cosa è succESso?» chiESe a Ron e Hermione, seduti in due dei posti migliori vicino al camino, intenti a completare delle mappe stellari per Astronomia. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Il primo finESettimana a Hogsmeade» disse Ron, indicando un cartello appESo alla vecchia bacheca. «Alla fine di ottobre. Per Halloween». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ottimo» disse Fred, che aveva seguito Harry attraverso il buco del ritratto. «Devo anDAre DA Zonko, sono a corto di Pallottole Puzzole». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Harry, sono sicura che la prossima volta potrai venire» disse. «E probabile che prESto catturino Black, è già stato avvistato un'altra volta». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Black non è così sciocco DA tentare qualcosa a Hogsmeade» disse Ron. «Chiedi alla McGranitt se puoi venire quESta volta, Harry, la prossima chissà quando sarà...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ron!» ESclamò Hermione. «Harry deve rimanere a scuola...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Non può ESsere l'unico del terzo anno che non viene» disse Ron. «Chiedi alla McGranitt, dài, Harry...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Hermione aprì la bocca per ribattere, ma in quel momento Grattastinchi le balzò in grembo. DAlla bocca gli penzolava un grosso ragno morto. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Deve proprio mangiarlo DAvanti a noi?» chiESe Ron accigliato. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Bravo Grattastinchi, l'hai prESo tutto DA solo?» disse Hermione. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry sbadigliò. Voleva anDAre a dormire, ma anche lui doveva completare la mappa stellare. Si tirò vicino la borsa dei libri, prESe pergamena, inchiostro e penna, e cominciò. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
la punta della coDA cESpugliosa. Poi, senza preavviso, balzò. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«EHI!» ruggì Ron, afferrando la borsa, mentre Grattastinchi vi affonDAva gli artigli e cominciava a tirare e strappare con furia. «VATTENE, STUPIDO ANIMALE!» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ron, non fargli del male!» strillò Hermione. Tutti seguivano lo spettacolo. Ron fece roteare la borsa, con il felino ancora salDAmente ancorato, e Crosta volò fuori... La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«PRENDETE QUEL GATTO!» urlò Ron, mentre Grattastinchi si districava DAi rESti della borsa, sfrecciava sotto il tavolo e si gettava all'inseguimento di uno spaventatissimo Crosta. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
George Weasley cercò di bloccare il gatto, ma non ci riuscì; Crosta passò attraverso venti paia di gambe e s'infilò sotto un vecchio cassettone; Grattastinchi si immobilizzò, si appiattì e prESe a sferrare zampate furiose sotto il mobile. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Ron e Hermione corsero verso di lui; Hermione lo afferrò e lo portò via; Ron si gettò pancia a terra e, con grande difficoltà, tirò fuori Crosta prendendolo per la coDA. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«GuarDAlo!» disse infuriato a Hermione, facendole penzolare il topo DAvanti al naso. «È pelle e ossa! Tienigli lontano quel gatto!» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Grattastinchi non può capire!» disse Hermione con voce tremante. «Tutti i gatti DAnno la caccia ai topi, Ron!» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Quell'animale ha qualcosa di strano!» ESclamò Ron, cercando di convincere un agitatissimo Crosta a tornare dentro la tasca. «Ha sentito che dicevo che nella mia borsa c'era Crosta!» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Quel gatto ce l'ha con Crosta!» insistette Ron, ignorando i compagni che cominciavano a riDAcchiare. «E Crosta era qui prima di lui, ed è anche malato!» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Il giorno dopo, Ron era ancora arrabbiato con Hermione. Quasi non le rivolse la parola per tutta la lezione di Erbologia, anche se lui, Hermione e Harry stavano lavorando insieme sullo stESso Puffagiolo. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Come sta Crosta?» chiESe Hermione timiDAmente mentre spogliavano La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Attento, Weasley, attento!» ESclamò la profESsorESsa Sprite mentre i fagioli sbocciavano all'improvviso DAvanti ai loro occhi. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Subito dopo avevano Trasfigurazione. Harry, che aveva deciso di chiedere alla profESsorESsa McGranitt se poteva anDAre a Hogsmeade con gli altri, si unì alla coDA fuori DAlla classe pensando al modo migliore di sostenere la propria causa. Ma qualcosa all'inizio della fila lo distrasse. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
LavanDA Brown era in singhiozzi. Calì le teneva un braccio attorno alle spalle e spiegava qualcosa a Seamus Finnigan e a Dean Thomas, entrambi molto seri. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Che cosa è succESso, LavanDA?» chiESe Hermione ansiosa, mentre lei, Ron e Harry si univano al gruppo. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ha ricevuto una lettera DA casa stamattina» sussurrò Calì. «È il suo coniglio, Binky. E stato ucciso DA una volpe». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Oh» ESclamò Hermione. «Mi dispiace, LavanDA». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Dovevo aspettarmelo!» disse LavanDA in tono tragico. «Lo sapete che giorno è oggi?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Il sedici ottobre! 'Quella cosa che temi succederà il sedici ottobre!' Vi ricorDAte? Aveva ragione, aveva ragione!» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Ora tutta la classe era riunita attorno a LavanDA. Seamus scosse la tESta, compunto. Hermione ESitò, poi disse: La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Tu... tu avevi paura che Binky venisse ucciso DA una volpe?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Be', non necESsariamente DA una volpe» disse LavanDA, alzando gli occhi pieni di lacrime verso Hermione, «ma naturalmente avevo paura che morisse...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Oh» commentò Hermione. Fece un'altra pausa. Poi riprESe: «Binky era vecchio?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«N... no!» singhiozzò LavanDA. «E... era solo un cucciolo!» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ma allora, perché avevi paura che morisse?» chiESe Hermione. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Be', cercate di vederla con un po' di logica» disse Hermione rivolta al rESto del gruppo. «Voglio dire, Binky non è nemmeno morto oggi, è solo che a LavanDA la notizia è arrivata oggi...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
LavanDA ululò. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«...e non è possibile che se lo aspettasse, perché per lei è stata una brutta sorprESa...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Non baDAre a Hermione, LavanDA» disse Ron ad alta voce. «A lei non importa niente degli animali degli altri». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
In quel momento, per fortuna, la profESsorESsa McGranitt aprì la porta della classe. Hermione e Ron si stavano guarDAndo in cagnESco, e una volta entrati prESero posto ai due lati di Harry e non si rivolsero la parola per tutta la lezione. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry non aveva ancora deciso che cosa dire alla profESsorESsa McGranitt quando suonò la campana alla fine della lezione, ma fu lei ad affrontare l'argomento Hogsmeade per prima. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Un momento, prego!» ESclamò a voce alta, mentre i ragazzi si preparavano a uscire. «DAl momento che siete tutti della mia Casa, dovete consegnarmi i permESsi per anDAre a Hogsmeade prima di Halloween. Niente permESso, niente gita al villaggio, quindi cercate di ricorDArvene!» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Mi scusi, profESsorESsa, credo di aver perso...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Tua nonna l'ha spedito direttamente a me, Paciock» disse la profESsorESsa McGranitt. «A quanto pare, credeva che fosse più sicuro. Bene, è tutto, potete anDAre». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Chiediglielo adESso» sibilò Ron a Harry. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Dài, Harry» insistette Ron. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry attESe che il rESto della classe se ne fosse anDAto, poi avanzò verso la cattedra. Era nervoso. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry fece un gran rESpiro. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«ProfESsorESsa, mio zio e mia zia... ehm... si sono dimenticati di firmare il modulo» disse. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa McGranitt lo fissò al di sopra degli occhiali rettangolari, ma non rispose. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Quindi... ehm... crede che vaDA bene... voglio dire, va bene se... se vado anch'io a Hogsmeade?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa McGranitt abbassò lo sguardo e prESe a riordinare i fogli sulla cattedra. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Temo di no, Potter» disse. «Mi hai sentito. Niente permESso, niente gita. È la regola». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ma... profESsorESsa, i miei zii... lo sa, sono Babbani, e non capiscono bene le cose di Hogwarts, i moduli, e tutto il rESto» obiettò Harry, mentre Ron lo ESortava ad anDAre avanti annuendo con vigore. «Se lei dice che posso anDAre...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ma io non lo dico» lo interruppe la profESsorESsa McGranitt, alzandosi e infilando le carte riordinate dentro un cassetto. «Nel modulo è scritto chiaramente che a DAre il permESso dev'ESsere un genitore o il tutore». Si voltò a guarDArlo, con una strana ESprESsione. Compassione, forse? «Mi dispiace, Potter, ma è la mia ultima parola. Meglio che ti sbrighi, o arriverai in ritardo alla prossima lezione». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Non c'era niente DA fare. Ron apostrofò la profESsorESsa McGranitt con una serie di epiteti che infastidirono molto Hermione; quanto a lei, assunse un'ESprESsione DA 'meglio così' che irritò ancora di più Ron, e Harry dovette sopportare le chiacchiere allegre dei compagni che parlavano di quello che avrebbero fatto appena arrivati a Hogsmeade. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Il banchetto di Halloween era sempre grandioso, ma avrebbe avuto un altro sapore se fosse arrivato a chiusura di una giornata a Hogsmeade con tutti gli altri. Niente di quello che dissero i ragazzi riuscì a consolare Harry. Dean Thomas, che era abile con la penna, si offrì di falsificare la firma di zio Vernon sul modulo, ma DAl momento che Harry aveva già detto alla profESsorESsa McGranitt che il permESso non era stato firmato, era del tutto inutile. Ron suggerì con scarso entusiasmo l'uso del Mantello dell'Invisibilità, ma Hermione fu irremovibile e gli ricordò che Silente aveva detto loro che i Dissennatori potevano vedere attraverso la stoffa. Quanto a Percy, riuscì a pronunciare le parole meno consolanti in assoluto. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Parlano tanto di Hogsmeade, ma te lo assicuro, Harry, non è come raccontano» disse serio. «Certo, il negozio di caramelle non è male, e L'Emporio degli Scherzi di Zonko è decisamente pericoloso, e sì, la Stamberga Strillante vale una visita, ma sul serio, Harry, a parte quESte cose, non ti perdi proprio niente». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
La mattina di Halloween, Harry si svegliò con gli altri e scESe a colazione completamente avvilito, anche se fece del suo meglio per comportarsi normalmente. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ti porteremo un sacco di dolci di Mielandia» disse Hermione, profonDAmente dispiaciuta per lui. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Sì, un mucchio» ribadì Ron. Lui e Hermione alla fine avevano dimenticato la lite scatenata DA Grattastinchi di fronte ai problemi di Harry. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Li accompagnò fino all'ingrESso. Mastro Gazza, il custode, era in piedi sulla porta e controllava i nomi di chi usciva su una lunga lista, scrutando i ragazzi uno per uno con sospetto e assicurandosi che nESsuno sgattaiolasse fuori senza avere il permESso. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«RESti qui, Potter?» gridò Malfoy, in fila con Tiger e Goyle. «Paura dei Dissennatori?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry lo ignorò e si avviò tutto solo su per la scalinata di marmo, attraversò i corridoi dESerti e tornò alla Torre del Grifondoro. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Parola d'ordine?» chiESe la Signora Grassa riscuotendosi DA un pisolino. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Il ritratto si aprì e Harry entrò attraverso il buco nella sala comune. Era piena di studenti del primo e del secondo anno che chiacchieravano, e c'era anche qualche studente più anziano che evidentemente aveva visitato Hogsmeade tante di quelle volte DA non trovarla più una novità eccitante. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ehm... no, grazie, Colin» disse Harry, che non aveva voglia di star lì con decine di occhi aviDAmente puntati sulla sua cicatrice. «Devo... devo anDAre in biblioteca a fare una ricerca». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Il ragazzo vagò scoraggiato in direzione della biblioteca, ma a metà straDA cambiò idea; non aveva voglia di studiare. Si voltò e si trovò faccia a faccia con Gazza, che doveva aver appena congeDAto l'ultimo dei ragazzi in partenza per Hogsmeade. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Allora fila nella tua sala comune, è là che devi stare!» ESclamò sgarbatamente Gazza, e rimase a guarDAre storto Harry finché il ragazzo non scomparve. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Ma Harry non tornò nella sala comune; salì una scala, pensando vagamente di anDAre alla Gufaia a trovare Edvige, e stava percorrendo un altro corridoio quando una voce proveniente DA una delle stanze disse: «Harry?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry tornò sui suoi passi per anDAre a vedere chi aveva parlato e scorse il profESsor Lupin sulla porta del suo studio. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Che cosa fai?» gli chiESe, in un tono molto diverso DA quello di Gazza. «Dove sono Ron e Hermione?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Un che cosa?» chiESe Harry. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Un demone acquatico» disse Lupin, studiando l'Avvincino soprappensiero. «Non dovremmo avere problemi con lui, non dopo i Kappa. Il trucco è allentare la sua prESa. Vedi che dita lunghe ha? Forti, ma molto fragili». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Una tazza di tè?» chiESe Lupin, cercando il bollitore con lo sguardo. «Stavo giusto per farlo». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Va bene» accettò Harry timiDAmente. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Lupin batté il bollitore con la bacchetta e uno sbuffo di vapore si alzò istantaneamente DAll'ugello. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Siediti» disse Lupin, togliendo il coperchio DA un barattolo polveroso. «Ho solo del tè in bustine, temo, ma sospetto che tu ne abbia abbastanza di foglie di tè, no?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Come fa a saperlo?» chiESe Harry. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Me l'ha detto la profESsorESsa McGranitt» rispose Lupin, porgendogli un tazzone sbeccato. «Non sei preoccupato, vero?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Pensò per un attimo di raccontare a Lupin del cane che aveva visto in Magnolia CrEScent, ma decise che era meglio di no. Non voleva che Lupin lo credESse un vigliacco, soprattutto perché il profESsore sembrava già convinto che non potESse affrontare un Molliccio. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«No» mentì lui. Bevve un sorso di tè, osservando l'Avvincino che brandiva un pugno minaccioso contro di lui. «Sì» disse all'improvviso, posando la tazza sulla scrivania di Lupin. «Si ricorDA il giorno che abbiamo sfiDAto il Molliccio?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Perché non mi ha permESso di affrontarlo?» chiESe Harry bruscamente. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Credevo che fosse ovvio, Harry» rispose sorprESo. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Perché?» chiESe di nuovo. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Be'» disse Lupin un po' accigliato, «ho pensato che se il Molliccio ti avESse visto, avrebbe assunto la forma di Voldemort». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry lo fissò stupito. Non solo era l'ultima risposta che si sarebbe aspettata, ma Lupin aveva pronunciato il nome di Voldemort. L'unica altra persona che osasse farlo ad alta voce (a parte Harry) era il profESsor Silente. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ovviamente mi sbagliavo» riprESe Lupin, sempre molto serio. «Ma ho pensato che non era una buona idea che Voldemort si materializzasse in sala profESsori. Immagino che avrebbe seminato il panico». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Non stavo pensando a Voldemort» disse Harry con onEStà. «Io... io pensavo a uno di quei Dissennatori». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Capisco» disse Lupin assorto. «Bene bene... sono colpito». Fece un piccolo sorriso quando vide la sorprESa sul viso di Harry. «Ciò rivela che quello di cui hai più paura è... la paura. Molto saggio, Harry». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Allora hai creduto che non ti ritenESsi in grado di combattere il Molliccio?» chiESe Lupin con perspicacia. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Be'... sì» disse Harry. All'improvviso si sentiva molto meglio. «ProfESsor Lupin, lei sa che i Dissenatori...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Fu interrotto DA qualcuno che bussava alla porta. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
La porta si aprì ed entrò Piton. Aveva in mano un calice DA cui saliva un fumo leggero, e si fermò alla vista di Harry, con gli occhi neri che si stringevano in due fESsure. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Piton posò il calice fumante e fece scorrere lo sguardo DA Harry a Lupin. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Affascinante» disse Piton senza guarDAre. «DovrESti berla subito, Lupin». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ne ho fatto un paiolo» riprESe Piton. «Se ne vuoi ancora». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Di niente» disse Piton, ma nei suoi occhi balenò un'ESprESsione che non piacque a Harry. Uscì DAlla stanza senza sorridere, guardingo. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Piton è stato così gentile DA prepararmi una pozione» disse. «Io non sono mai stato un granché a distillare pozioni, e quESta è particolarmente complicata». PrESe il calice e lo annusò. «Peccato che lo zucchero ne annulli i poteri» aggiunse, bevendone un sorso con un brivido di disgusto. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Perché...?» Harry ESordì. Lupin lo guardò e rispose alla domanDA lasciata a metà. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Mi sento un po' giù di tono» disse. «QuESta pozione è l'unico rimedio. Sono molto fortunato a lavorare con un collega come Piton; non sono molti i maghi in grado di prepararla». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Il profESsor Lupin bevve un altro sorso e Harry ebbe il folle istinto di strappargli di mano il calice. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Piton è molto attratto DAlle Arti Oscure» ESclamò. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«DAvvero?» disse Lupin, dimostrando solo un vago interESse, mentre beveva un'altra sorsata della pozione. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«C'è chi dice...» Harry ESitò, poi proseguì, irrefrenabile, «c'è chi dice che farebbe qualunque cosa per ottenere la cattedra di DifESa contro le Arti Oscure». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Va bene» disse Harry, posando il tazzone DA tè. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ecco qui» disse Ron. «Abbiamo prESo tutto quello che potevamo». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Una pioggia di caramelle DAi colori brillanti si rovESciò in grembo a Harry. Era il tramonto, e Ron e Hermione erano appena apparsi nella sala comune, le guance accESe DAl vento freddo, con l'aria di chi ha appena trascorso la più bella giornata della sua vita. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Grazie» disse Harry, prendendo un pacchetto di minuscole Piperille nere. «Com'è Hogsmeade? Dove siete anDAti?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
A quanto pareva, DAppertutto. DA Mondomago AccESsori magici, DA Zonko l'Emporio degli Scherzi, ai Tre Manici di Scopa per bere una pinta di Burrobirra bollente e in molti altri posti. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«DA Mielandia hanno un nuovo tipo di caramello, c'erano gli assaggi gratis, eccone un pezzo, guarDA...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Forse abbiamo visto un orco, DAvvero, c'è di tutto ai Tre Manici di Scopa...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Avremmo voluto portarti un po' di Burrobirra, sapESsi come scalDA...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«E tu che cos'hai fatto?» chiESe Hermione ansiosa. «Hai fatto i compiti?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Lupin l'ha bevuta?» ESclamò. «Ma è pazzo?» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ma se... insomma...» Hermione abbassò la voce, guarDAndosi intorno con aria nervosa, «se stava DAvvero tentando di... di avvelenare Lupin... non l'avrebbe fatto DAvanti a Harry». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Sì, può DArsi» disse Harry mentre raggiungevano l'ingrESso ed entravano nella Sala Grande. Era stata decorata con centinaia e centinaia di zucche piene di candele accESe, un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti e tantissime stelle filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano pigramente lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti d'ac
qua. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Il cibo era delizioso; anche Hermione e Ron, che erano pieni DA scoppiare di caramelle di Mielandia, si servirono una seconDA porzione di tutto. Harry continuava a guarDAre verso il tavolo degli insegnanti. Il profESsor Lupin sembrava allegro e quanto mai in forma. Discuteva animatamente con il piccolo profESsor Vitious, l'insegnante di IncantESimi. Lo sguardo di Harry percorse tutto il tavolo e si arrEStò su Piton. Era la sua immaginazione, o gli occhi di Piton DArdeggiavano verso Lupin più spESso di quanto non fosse normale? La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto DAgli spettri di Hogwarts. Balzarono fuori DAi muri e su DAi tavoli per fare un numero di volo in formazione; NickQuasiSenzaTESta, il fantasma di Grifondoro, riscosse un grande succESso reinterpretando la scena della propria maldEStra decapitazione. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
La serata era stata così piacevole che il buonumore di Harry non fu scalfito nemmeno DA Malfoy, che urlò tra la folla, mentre uscivano DAlla Sala Grande: «I Dissennatori ti manDAno i loro più cari saluti, Potter!» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione seguirono il rESto dei Grifondoro lungo il consueto percorso fino alla torre, ma quando raggiunsero il corridoio che finiva con il ritratto della Signora Grassa lo trovarono stipato di studenti. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Perché non entrano?» chiESe Ron incuriosito. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Harry cercò di guarDAre oltre la folla di tESte DAvanti a lui. Il ritratto sembrava chiuso. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Fatemi passare, per favore» disse Percy, facendosi largo nella calca con aria d'importanza. «Che cos'è quESto ingorgo? Non è possibile che abbiate dimenticato la parola d'ordine tutti quanti... scusate, sono il Caposcuola...» La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
E poi il silenzio cadde sulla folla, a partire DA chi era DAvanti, così che una corrente gelata parve dilagare per il corridoio. Percy disse, con voce improvvisamente aspra: «Qualcuno vaDA a chiamare il profESsor Silente. Subito». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Che cosa succede?» chiESe Ginny, che era appena arrivata. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Un attimo dopo, ecco il profESsor Silente avanzare verso il ritratto. I Grifondoro si fecero DA parte per lasciarlo passare, e Harry, Ron e Hermione si avvicinarono per vedere che cosa stava succedendo. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
La Signora Grassa era sparita DAl ritratto, che era stato lacerato con tanta La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Silente diede una rapiDA occhiata al quadro distrutto e si voltò, incupito, mentre i profESsori McGranitt, Lupin e Piton lo raggiungevano di corsa. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Dobbiamo trovarla» disse Silente. «ProfESsorESsa McGranitt, la prego di anDAre DA Mastro Gazza e di dirgli di cercare la Signora Grassa in tutti i quadri del castello». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Era Pix il Poltergeist, che fluttuava sopra la folla, soddisfattissimo, come sempre quando qualcosa non anDAva per il verso giusto. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Che cosa vuoi dire, Pix?» gli chiESe Silente con calma, e il ghigno di Pix si attenuò: non osava farsi beffe di Silente. Invece mise fuori una vocetta untuosa, non più gradevole della sua risatina beffarDA. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Si vergogna, signor Capo, signore. Non vuole farsi vedere. È un vero disastro. L'ho vista correre dentro il paESaggio al quarto piano, signore, e nascondersi dietro gli alberi. Urlava qualcosa di terribile» disse allegramente. «Poverina» aggiunse, senza peraltro suonare convincente. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Ha detto chi è stato?» chiESe Silente con calma. La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
«Oh, sì, Capodirettore, signore» disse Pix con l'aria di uno che culla una bomba. «Sa, si è arrabbiato moltissimo quando lei non l'ha lasciato entrare». Pix fece una capriola e rivolse un ghigno a Silente di sotto in su, con la tESta che spuntava tra le gambe. «Che caratteraccio, quel Sirius Black». La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3) |
Il profESsor Silente rispedì tutti i ragazzi del Grifondoro nella Sala Grande, dove dieci minuti più tardi li raggiunsero gli studenti di Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, tutti EStremamente confusi. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Io e gli insegnanti dobbiamo perquisire il castello» disse loro Silente mentre i profESsori McGranitt e Vitious chiudevano tutte le porte della sala. «Temo che per la vostra sicurezza dovrete passare la notte qui. Voglio che i Prefetti facciano la guardia agli ingrESsi. Affido la rESponsabilità ai Capiscuola. Ogni anomalia deve ESsermi riferita immediatamente» aggiunse rivolto a Percy, che sembrava molto comprESo nel suo ruolo. «Comunicate via fantasma». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Il profESsor Silente tacque, fece per anDArsene, poi disse: Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Buonanotte» disse il profESsor Silente chiudendosi la porta alle spalle. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
La Sala si riempì in un attimo di mormoni eccitati; i Grifondoro raccontarono l'accaduto al rESto della scuola. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Tutti nei sacchi a pelo!» ESclamò Percy. «Forza, basta con le chiacchiere! Fra dieci minuti luci spente!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Andiamo» disse Ron a Harry e Hermione. PrESero tre sacchi a pelo e li trascinarono in un angolo. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Per fortuna ha scelto proprio quESta sera» disse Hermione mentre si infilavano nei sacchi a pelo, completamente vEStiti, e si puntellavano sui gomiti per chiacchierare. «L'unica sera che non eravamo nella torre...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Suppongo che abbia perso la nozione del tempo, ESsendo in fuga» disse Ron. «Non si è rESo conto che era Halloween. Altrimenti sarebbe venuto qui». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Tutto intorno a loro, i ragazzi si rivolgevano la stESsa domanDA: Come ha fatto a entrare? Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Forse è capace di Materializzarsi» disse un Corvonero vicino a loro. «Sa apparire DAl nulla, insomma». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Probabilmente si è travEStito» suggerì un Tassorosso del quinto anno. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Potrebbe ESsere entrato volando» azzardò Dean Thomas. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Ma insomma, io sono l'unica che si è prESa la briga di leggere Storia di Hogwarts?» disse Hermione irritata a Harry e Ron. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Perché il castello è protetto DA qualcosa di più che DAlle mura» disse Hermione. «Ci sono incantESimi di ogni sorta per impedire alla gente di entrare di soppiatto. Non ci si può Materializzare e basta, qui. Mi piacerebbe vedere il travEStimento in grado di ingannare i Dissennatori. Sorvegliano ogni singolo ingrESso. Se fosse venuto in volo, lo avrebbero visto. E Gazza conosce tutti i passaggi segreti, immagino che siano sorvegliati anche quelli...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Le candele si spensero tutte in una volta. L'unica luce rESidua emanava DAi fantasmi argentati che fluttuavano parlando in tono serio con i Prefetti, e DAl soffitto incantato, che, come il cielo fuori DAlle finEStre, era trapunto di stelle. Un po' per quello, un po' per i sussurri che ancora echeggiavano, a Harry parve di dormire all'aperto, sotto un vento leggero. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Ogni ora un insegnante tornava nella sala per controllare che tutto fosse a posto. Verso le tre del mattino, quando molti studenti finalmente si erano addormentati, entrò il profESsor Silente. Harry lo vide cercare Percy, che si aggirava tra i sacchi a pelo sgriDAndo chi ancora chiacchierava. Percy era a poca distanza DA Harry, Ron e Hermione, che finsero subito di dormire mentre i passi di Silente si avvicinavano. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Qualche traccia di lui, profESsore?» chiESe Percy in un sussurro. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Si è nascosta in una cartina dell'Argyllshire al secondo piano. A quanto pare si è rifiutata di far entrare Black senza la parola d'ordine, così lui l'ha aggredita. È ancora molto scossa, ma quando si sarà calmata chiederò a Mastro Gazza di rEStaurarla». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«PrESide?» Era Piton. Harry rimase immobile, con le orecchie tESe. «Tutto il terzo piano è stato perquisito. Non è lì. E Gazza ha ispezionato le segrete: anche là sotto niente». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«E la torre di Astronomia? La stanza della profESsorESsa Cooman? La Guferia?» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Ha idea di come possa ESsere entrato, PrESide?» chiESe Piton. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry alzò appena la tESta per sentirci anche con l'altro orecchio. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry aprì gli occhi per un istante e li strizzò nella direzione delle voci. Silente gli DAva le spalle, ma poteva vedere il volto di Percy, concentratissimo, e il profilo di Piton, che sembrava arrabbiato. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Si ricorDA la nostra conversazione, PrESide, appena prima... ah... dell'inizio del trimEStre?» disse Piton a labbra strette, come se cercasse di non Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
farsi sentire DA Percy. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Sembra... quasi impossibile... che Black sia potuto entrare nella scuola senza un aiuto DAll'interno. Avevo ESprESso la mia preoccupazione quando lei ha assegnato...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Non credo che nel castello ci sia una sola persona che avrebbe aiutato Black a entrare» ribatté Silente, facendo capire che l'argomento era chiuso così chiaramente che Piton non osò replicare. «Devo scendere DAi Dissennatori» disse Silente. «Ho detto che li avrei informati alla fine dell'ispezione». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Non hanno offerto la loro collaborazione, signore?» chiESe Percy. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Oh, sì» disse Silente gelido. «Ma temo proprio che nESsun Dissennatore varcherà la soglia di quESto castello finché io sono il PrESide». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Percy parve confuso. Silente uscì DAlla sala a passi rapidi e silenziosi. Piton rimase ancora un attimo, guarDAndo il PrESide con un'ESprESsione di profondo rancore, poi se ne andò a sua volta. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Nei giorni seguenti, a scuola non si parlò d'altro che di Sirius Black. Le teorie su come era riuscito a penetrare nel castello diventarono sempre più improbabili; Hannah Abbott di Tassorosso trascorse gran parte della lezione di Erbologia dicendo a tutti che Black era in grado di trasformarsi in un cESpuglio fiorito. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
La tela strappata della Signora Grassa era stata staccata DAlla parete e sostituita con il ritratto di Sir Cadogan e del suo grasso pony grigio. NESsuno ne fu felice. Sir Cadogan passava metà del tempo a sfiDAre la gente a duello, e il rESto a inventare complicate parole d'ordine che cambiava almeno due volte al giorno. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«NESsuno degli altri quadri ha accettato il compito» disse Percy. «Hanno paura di quello che è succESso alla Signora Grassa. Sir Cadogan è stato l'unico ad avere il coraggio di farsi avanti». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
sospetto, su ordine di sua madre) lo seguiva ovunque come un cane DA guardia EStremamente pomposo. E per finire, la profESsorESsa McGranitt convocò Harry nel suo ufficio con un'ESprESsione così cupa che Harry pensò che fosse morto qualcuno. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa McGranitt parve molto sorprESa. Fissò Harry per qualche istante, poi disse: «Capisco! Bene, in quESto caso, Potter, comprenderai perché non credo che sia una buona idea che tu prenDA parte agli allenamenti di Quidditch la sera. Fuori nel campo, solo con i tuoi compagni, è troppo rischioso, Potter...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Ma sabato c'è la prima partita di campionato!» ESclamò Harry, sconvolto. «Devo allenarmi, profESsorESsa!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
La McGranitt lo fissò intensamente. Harry sapeva che ci teneva molto alle sorti della squadra dei Grifondoro; dopotutto, lei era stata la prima a proporlo come Cercatore. AttESe, trattenendo il rESpiro. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Mmm...» La profESsorESsa McGranitt si alzò e guardò fuori DAlla finEStra, verso il campo DA Quidditch, a stento visibile attraverso la pioggia. «Be'... il cielo sa quanto vorrei che finalmente vincESsimo la Coppa... ma comunque, Potter... sarei più tranquilla se fosse prESente un insegnante. Chiederò a MaDAma Bumb di assistere ai vostri allenamenti». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Il tempo peggiorò costantemente mentre si avvicinava la prima partita di Quidditch. Imperterrita, la squadra dei Grifondoro si allenava più decisa che mai sotto gli occhi di MaDAma Bumb. Poi, agli ultimi allenamenti prima della partita del sabato, Oliver Baston comunicò alla sua squadra alcune spiacevoli novità. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Perché?» chiESe in coro il rESto della squadra. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«La scusa di Flitt è che il loro Cercatore ha il braccio ancora fuori uso» spiegò Baston, digrignando i denti furioso. «Ma è chiaro il perché. Non vogliono giocare con quESto tempo. Credono di avere meno possibilità...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Il braccio di Malfoy non ha niente che non va!» ESclamò Harry rabbioso. «Fa finta!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Angelina, Alicia e Kate prESero a riDAcchiare. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Che c'è?» disse Baston, irritato DA quel comportamento così superficiale. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«È quello alto e carino, vero?» chiESe Angelina. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Forte e silenzioso» aggiunse Katie, e riprESero a ridere. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«È silenzioso solo perché è troppo tonto per mettere due parole in fila» disse Fred impaziente. «Non so perché ti preoccupi, Oliver, i Tassorosso sono una facile preDA. L'ultima volta che abbiamo giocato contro di loro, Harry ha prESo il Boccino d'Oro dopo cinque minuti, ti ricordi?» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Ma giocavamo in condizioni completamente diverse!» urlò Baston, gli occhi un po' sporgenti. «Diggory ha mESso su una squadra molto forte! È un ottimo Cercatore! Era proprio quello che temevo, che la prendESte così alla leggera! Non dobbiamo rilassarci! Dobbiamo rEStare concentrati! I Serpeverde stanno cercando di prenderci in contropiede! Dobbiamo vincere!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Il giorno prima della partita, il vento prESe a ululare e la pioggia cadde più fitta che mai. Era così buio che nei corridoi e nelle classi furono accESe torce e lanterne supplementari. La squadra dei Serpeverde era molto soddisfatta, e Malfoy più di tutti. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Ah, se solo il mio braccio stESse un po' meglio!» sospirava, mentre la tempESta scuoteva le finEStre. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry non aveva altro in mente se non la partita. Oliver Baston continuava a correre DA lui tra una lezione e l'altra per DArgli dei suggerimenti. La terza volta, Baston lo trattenne così a lungo che Harry all'improvviso si rESe conto di ESsere in ritardo di dieci minuti per DifESa contro le Arti Oscure, e si allontanò correndo, con Baston che gli urlava alle spalle: Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Diggory è molto veloce a scartare, Harry, quindi dovrESti provare col giro della morte...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry si fermò con uno scivolone fuori DAlla classe di DifESa contro le Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Mi scusi, profESsor Lupin, sono in ritardo...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Ma non fu il profESsor Lupin a guarDArlo DAlla cattedra: era Piton. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Dov'è il profESsor Lupin?» chiESe. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Niente di mortale» disse, con l'aria di dESiderare che invece fosse così. «Altri cinque punti in meno per i Grifondoro, e se devo chiederti un'altra volta di sederti, diventeranno cinquanta». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Come dicevo prima che Potter ci interrompESse, il profESsor Lupin non mi ha lasciato appunti sugli argomenti che avete affrontato finora...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Zitta» disse Piton gelido. «Non ti ho chiESto informazioni. Stavo solo commentando la mancanza di organizzazione del profESsor Lupin...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«È il miglior insegnante di DifESa contro le Arti Oscure che abbiamo mai avuto» disse Dean Thomas coraggiosamente, accompagnato DAl mormorio di approvazione della classe. Piton parve più minaccioso che mai. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Vi accontentate di poco. Lupin non vi sta certo caricando di lavoro... Saper affrontare i Berretti Rossi e gli Avvincini è roba DA primo anno. Oggi parleremo di...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry lo guardò sfogliare il libro di tESto fino all'ultimo capitolo, al quale, Piton doveva ben saperlo, non erano ancora arrivati. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Signorina Granger» disse Piton con voce mortalmente calma, «ero convinto di dover ESsere io a tenere quESta lezione, non tu. E io vi dico di anDAre a pagina 394». Si guardò intorno. «Tutti! AdESso!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Chi di voi sa dirmi come si fa a distinguere un Lupo Mannaro DA un lupo vero?» chiESe Piton. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Tutti rimasero seduti zitti e immobili; tutti tranne Hermione, la cui mano, come accadeva spESso, scattò in aria. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«NESsuno?» chiESe Piton, ignorando Hermione, col sorriso storto di prima. «Volete dire che il profESsor Lupin non vi ha insegnato nemmeno la differenza fonDAmentale tra...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Gliel'abbiamo detto» ESclamò Calì, «non siamo ancora arrivati ai Lupi Mannari, siamo ai...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Silenzio!» sibilò Piton. «Bene bene bene, non avrei mai pensato di incontrare una classe del terzo anno che non sapESse nemmeno riconoscere un Lupo Mannaro. Mi premurerò di comunicare al profESsor Silente quanto siete indietro...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Signore» disse Hermione, con la mano ancora a mezz'aria, «il Lupo Mannaro è diverso DA un vero lupo per molti dettagli. Il muso del lupo mannaro...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«È la seconDA volta che parli non richiESta, signorina Granger» disse tranquillamente Piton. «Altri cinque punti in meno ai Grifondoro, per ESsere un'insopportabile sotutto». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Lei ci ha fatto una domanDA e Hermione sa la risposta! Perché lo chiede, se poi non vuole ascoltarla?» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
La classe seppe all'istante che Ron si era spinto troppo in là. Piton avanzò lentamente verso Ron e tutti trattennero il rESpiro. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
NESsuno fece un solo rumore durante il rESto della lezione. Rimasero seduti a prendere appunti sui Lupi Mannari copiando DAl libro, mentre Piton anDAva su e giù tra i banchi, osservando il lavoro che avevano fatto con il profESsor Lupin. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Spiegazione insufficiente... quESto è sbagliato, il Kappa si trova più comunemente in Mongolia... Il profESsor Lupin ti ha DAto otto per quESta Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Dovete fare un tema su come si riconoscono e si uccidono i Lupi Mannari. Voglio due rotoli di pergamena, e li voglio per lunedì mattina. È ora che qualcuno prenDA in pugno quESta classe. Weasley, rimani, dobbiamo decidere la tua punizione». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry e Hermione uscirono con il rESto della classe, che aspettò finché non fu fuori portata e poi ESplose in una furiosa invettiva contro Piton. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Piton non si è mai comportato così con gli altri insegnanti di DifESa contro le Arti Oscure, anche se voleva lui il posto» disse Harry a Hermione. «Perché ce l'ha con Lupin? Credi che sia per via del Molliccio?» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Non so» disse Hermione pensierosa. «Ma spero tanto che il profESsor Lupin guarisca prESto...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Sapete che cosa mi fa fare quel...» (e qui definì Piton con un epiteto che strappò a Hermione una protESta scanDAlizzata) «Devo pulire i vasi DA notte dell'infermeria. Senza magia!» RESpirava forte, e aveva i pugni stretti. «Perché Black non si è nascosto nello studio di Piton, eh? Almeno poteva farlo fuori, una buona volta!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
La mattina dopo Harry si svegliò molto prESto, così prESto che era ancora buio. Per un attimo gli parve di ESsere stato svegliato DAl fischio del vento, poi sentì una corrente fredDA dietro il collo e sedette di scatto: Pix il Poltergeist gli aleggiava accanto e gli aveva soffiato nell'orecchio. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Perché l'hai fatto?» chiESe Harry furioso. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Pix gonfiò le guance, soffiò forte e schizzò fuori DAlla stanza riDAcchiando. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry cercò a tentoni la sveglia e la guardò. Erano le quattro e mezzo. Maledicendo Pix, si ridistESe e cercò di riprendere sonno, ma era molto difficile, ora che era sveglio, ignorare il rombo del tuono, l'urto del vento contro i muri del castello e gli scricchiolii lontani degli alberi nella forESta proibita. Di lì a poche ore sarebbe stato fuori, sul campo DA Quidditch, a combattere nella tempESta. Alla fine rinunciò a dormire, si alzò, si vEStì, prESe la sua Nimbus Duemila e uscì DAl dormitorio senza fare rumore. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Mentre apriva la porta, qualcosa gli si strusciò contro la gamba. Si chinò appena in tempo per afferrare Grattastinchi per la coDA cESpugliosa e trascinarlo fuori. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
rivolto al gatto. «Ci sono un sacco di topi qui in giro, vai a prenderli. Dài» aggiunse, spingendo Grattastinchi col piede giù per la scala a chiocciola, «lascia in pace Crosta». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Il fragore della tempESta sembrava più forte DAlla sala comune. Harry sapeva che la partita non sarebbe stata cancellata; gli incontri di Quidditch non venivano annullati per sciocchezze come i temporali. Comunque cominciava a preoccuparsi. Baston gli aveva indicato Cedric Diggory in corridoio; Diggory era uno del quinto anno, molto più robusto di Harry. Di solito i Cercatori erano leggeri e veloci, ma il pESo di Diggory sarebbe stato un vantaggio con quel tempaccio, perché era meno probabile che finisse spazzato via. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry trascorse DAvanti al fuoco le ore che lo separavano DAll'alba, alzandosi ogni tanto per impedire a Grattastinchi di sgattaiolare di nuovo su per la scala dei ragazzi. Alla fine, pensando che fosse ora di colazione, si dirESse DA solo verso il buco del ritratto. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Fermati e combatti, fellone!» ESclamò Sir Cadogan. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
DAvanti a una grossa ciotola di porridge si sentì meglio, e quando ebbe addentato il pane tostato anche il rESto della squadra era seduto a tavola. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Ma era molto di più di un po' di pioggia. Il Quidditch era così popolare che tutta la scuola voleva assistere alla partita, come sempre, ma tutti corsero giù per il prato verso il campo DA Quidditch con le tESte chine per opporsi al vento feroce, con gli ombrelli che volavano via strappati DAlle loro mani. Appena prima di entrare negli spogliatoi, Harry vide Malfoy, Tiger e Goyle che ridevano e lo additavano DA sotto un enorme ombrello, diretti allo stadio. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
La squadra s'infilò la divisa scarlatta e attESe che Baston facESse il solito discorsetto d'incoraggiamento prepartita, ma il discorso non venne. Baston cercò più volte di prendere la parola, emise uno strano singulto, poi scosse la tESta sfiduciato e fece loro cenno di seguirlo. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Il vento era cosi forte che entrando in campo barcollarono. Se la folla applaudì, non la sentirono: ogni altro rumore era sovrastato DAi tuoni. La pioggia schizzava gli occhiali di Harry. Come accidenti avrebbe fatto a vedere il Boccino d'Oro? Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
I Tassorosso avanzavano DAll'altra parte del campo, nelle loro divise Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
giallo canarino. I Capitani si dirESsero uno verso l'altro e si strinsero la mano; Diggory sorrise a Baston, ma Baston sembrava avere la mascella paralizzata e fece appena un cenno. Harry vide le labbra di MaDAma Bumb scandire le parole 'in sella alle scope'; EStrasse il piede dEStro DAl fango con uno schiocco e montò sulla Nimbus Duemila. MaDAma Bumb si portò il fischietto alle labbra e ne trasse un fischio penetrante e lontano. Era cominciata. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Di lì a cinque minuti era bagnato fradicio e congelato, e riusciva a stento a vedere i suoi compagni, per non parlare del minuscolo Boccino. Volò avanti e indietro per il campo, rincorrendo sagome sfuocate rosse e gialle, senza avere idea di cosa stESse succedendo. Non sentiva i commenti, con quel vento. La folla era nascosta sotto un mare di mantelli e ombrelli malconci. Harry rischiò due volte di ESsere disarcionato DA un Bolide; la sua vista era così appannata DAlla pioggia sugli occhiali che non li aveva visti arrivare. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Perse il senso del tempo. Tenere dritto il manico di scopa divenne sempre più difficile. Il cielo s'incupiva, come se la notte avESse deciso di arrivare in anticipo. Due volte Harry colpì un altro giocatore, senza sapere se fosse un compagno o un avversario; ormai erano tutti così zuppi, e la pioggia era così fitta, che riusciva a stento a distinguerli... Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Con il primo lampo arrivò anche il suono del fischietto di MaDAma Bumb. Harry intravide nella pioggia la sagoma di Baston che gli faceva cenno di scendere. Tutta la squadra atterrò schizzando nel fango. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Ho chiESto un time out!» ruggì Baston. «Venite qui sotto...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Non ce la faccio con quESti» disse Harry ESasperato, sventolando gli occhiali. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
In quel momento, accanto a lui comparve Hermione; aveva il mantello sulla tESta e inESplicabilmente sorrideva. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Ho un'idea, Harry! DAmmi i tuoi occhiali, svelto!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Lui glieli tESe, e mentre la squadra assisteva stupita, Hermione li colpì Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
con la sua bacchetta magica ESclamando: «Impervius!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Ecco!» disse rEStituendoli a Harry. «RESpingeranno la pioggia!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
L'incantESimo di Hermione fece il miracolo. Harry era ancora intirizzito, era ancora più zuppo di quanto non fosse mai stato in vita sua, ma almeno ci vedeva. Pieno di una nuova determinazione, spinse la scopa nell'aria turbolenta, cercando il Boccino in tutte le direzioni, evitando un Bolide, tuffandosi sotto Diggory che filava nella direzione opposta... Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Si udì un altro tuono, seguito immediatamente DA un fulmine a zigzag. Il gioco era sempre più pericoloso. Harry doveva prendere il Boccino in fretta... Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Si voltò, deciso a tornare verso il centro del campo, ma in quell'istante un altro lampo illuminò le tribune, e Harry vide qualcosa che lo sconvolse: la sagoma di un enorme cane nero DAl pelo ispido, stagliata nettamente contro il cielo, immobile nella vuota fila di sedili più in alto. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Le mani infreddolite di Harry scivolarono sul manico di scopa e la sua Nimbus scESe di alcuni metri. Scuotendosi via DAgli occhi la frangia inzuppata, Harry guardò di nuovo verso la tribuna. Il cane era sparito. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Dài!» urlò alla sua Nimbus, mentre la pioggia gli schiaffeggiava il volto, «più veloce!» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Ma stava succedendo qualcosa di strano. Un silenzio lugubre cadde sullo stadio. Il vento, benché più forte che mai, non ruggiva più. Era come se qualcuno avESse spento l'audio, come se Harry fosse diventato sordo all'improvviso... che cos'era? Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
E poi un'onDAta di gelo orribilmente familiare si abbatté su di lui, lo invase, mentre Harry cominciava a distinguere qualcosa che si muoveva laggiù sul campo... Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Prima di avere il tempo di riflettere, Harry distolse lo sguardo DAl Boccino e guardò in basso. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Sotto c'erano almeno un centinaio di Dissennatori, con le tESte incappuc Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
ciate rivolte verso di lui. Fu come se il suo petto si riempisse di acqua gelata, che gli perforava lo stomaco. E poi lo udì di nuovo... qualcuno griDAva, griDAva dentro la sua tESta... una donna... Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Spostati, stupiDA... spostati...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Una nebbia confusa e vorticante riempiva la mente di Harry... Che cosa stava facendo? Perché era in volo? Doveva aiutarla... stava per morire... stava per ESsere uccisa... Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Una voce penetrante rideva, la donna griDAva, e Harry non capì più nulla. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry sentiva un mormorio di voci, ma non avevano alcun senso. Non aveva idea di dove fosse, o di come ci fosse arrivato, o di cosa avESse fatto prima. Tutto quello che sapeva è che aveva male DAppertutto, come se qualcuno l'avESse picchiato. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Spaventosa... la cosa più spaventosa... nere figure incappucciate.... freddo... griDA... Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry spalancò gli occhi. Era in infermeria. La squadra di Quidditch dei Grifondoro, schizzata di fango DA capo a piedi, era riunita attorno al suo letto. C'erano anche Ron e Hermione, con l'aria di ESsere appena usciti DA una piscina. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Era come se la memoria di Harry avESse premuto il tasto di avanzamento veloce. I lampi... Il Gramo... il Boccino... e i Dissennatori... Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Che cosa è succESso?» chiESe, rizzandosi a sedere così di colpo che tutti rimasero a bocca aperta. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Sei caduto» spiegò Fred. «DA... almeno... quindici metri». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Ma... la partita?» chiESe Harry. «Che cosa è succESso? È stata sospe Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
NESsuno disse nulla. La terribile verità sprofondò dentro Harry come una pietra. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Diggory ha prESo il Boccino» disse George. «Dopo che sei caduto. Non si è accorto di quello che era succESso. Quando si è guarDAto indietro e ti ha visto per terra, ha cercato di far sospendere la partita. Voleva che rigiocassimo. Ma hanno vinto lealmente... lo ha ammESso anche Baston». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Dov'è Baston?» chiESe Harry, notando all'improvviso la sua assenza. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry lasciò cadere la tESta fra le ginocchia e si mise le mani nei capelli. Fred lo prESe per la spalla e lo scosse con forza. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Dài, Harry, non avevi mai perso un Boccino». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Tassorosso dovrebbe anDAr sotto di almeno duecento punti» disse George. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Dipende tutto DAl punteggio... un margine di cento punti, in più o in meno...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Harry rimase distESo, in silenzio. Avevano perso... per la prima volta, aveva perso una partita a Quidditch. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Dopo una decina di minuti, MaDAma Chips venne a dire alla squadra di lasciarlo in pace. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
I ragazzi uscirono lasciando dietro di sé una scia di fango. MaDAma Chips chiuse la porta alle loro spalle, con uno sguardo di disapprovazione. Ron e Hermione si avvicinarono al letto di Harry. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Silente era arrabbiatissimo» disse Hermione con voce tremula. «Non l'avevo mai visto così. È corso in campo mentre cadevi, ha agitato la bacchetta e tu hai rallentato la caduta. Poi ha puntato la bacchetta contro i Dissennatori. Gli ha spedito contro una roba d'argento. Se ne sono anDAti subito... era su tutte le furie perché erano entrati, l'abbiamo sentito...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Poi ha fatto apparire una barella e ti ci ha fatto salire con un incantESimo» disse Ron. «Ed è tornato a scuola con te che ci galleggiavi sopra. Tutti credevano che fossi...» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
La sua voce si spense, ma Harry quasi non se ne accorse. Stava pensando a quello che gli avevano fatto i Dissennatori... alla voce che urlava. Alzò gli occhi e vide Ron e Hermione che lo guarDAvano così preoccupati che cercò in fretta qualcosa di concreto DA dire. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Qualcuno ha prESo la mia Nimbus?» Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Ron e Hermione si scambiarono una rapiDA occhiata. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Come?» chiESe Harry, spostando lo sguardo DAll'uno all'altra. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Be'... quando sei caduto, è stata spazzata via DAl vento» disse Hermione ESitante. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«E poi?» chiESe temendo la risposta. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Be', lo sai com'è il Platano Picchiatore» disse Ron. «A lui... a lui non piace ESsere colpito». Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Vitious l'ha riportata indietro poco prima che ti svegliassi» disse Hermione con una vocina piccola piccola. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
Lentamente, si chinò per prendere una borsa ai suoi piedi, la rovESciò e fece cadere sul letto dei pezzetti di legno e saggina scheggiati e spezzati, i soli rESti del fedele manico di scopa di Harry, definitivamente distrutto. Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3) |
MaDAma Chips insistette per trattenere Harry in infermeria per tutto il finESettimana. Lui non discusse e non si lamentò, ma non le permise di buttare via i miseri rESti della sua Nimbus Duemila. Sapeva che era stupido, sapeva che la Nimbus non poteva ESsere riparata, ma era più forte di lui; era come se avESse perduto uno dei suoi migliori amici. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry ebbe fiumi di visitatori, tutti decisi a tenerlo di buonumore. Hagrid gli mandò un mazzo di fiori imparruccati che sembravano cavoli gialli e Ginny Weasley, arrossendo furiosamente, sì prESentò con un biglietto d'auguri che aveva fatto lei e che cantava a squarciagola a meno che Harry
non lo tenESse chiuso sotto la ciotola della frutta. La squadra dei Grifondoro tornò a fargli visita domenica mattina, quESta volta accompagnata DA Baston, che con voce cupa e dESolata assicurò a Harry che non lo riteneva assolutamente rESponsabile della sconfitta. Ron e Hermione si allontanavano DAl letto di Harry solo la sera. Ma nulla e nESsuno poteva far stare meglio Harry, perché nESsuno sapeva nemmeno la metà di ciò che lo turbava. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Non aveva raccontato a nESsuno del Gramo, nemmeno a Ron e Hermione, perché sapeva che Ron si sarebbe spaventato e Hermione lo avrebbe prESo in giro. Comunque, rEStava il fatto che ormai era apparso due volte, e che entrambe le sue apparizioni erano state seguite DA incidenti quasi mortali; la prima volta aveva rischiato di ESsere travolto DAl Nottetempo, la seconDA era volato giù DAl manico di scopa, e DA una grande altezza. Il Gramo aveva intenzione di perseguitarlo fino a ottenere la sua morte? Doveva passare il rESto dei suoi giorni a guarDArsi le spalle DAlla bEStia? La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
E poi c'erano i Dissennatori. Harry si sentiva umiliato tutte le volte che ci pensava. Tutti dicevano che i Dissennatori erano orribili, ma nESsun altro sveniva tutte le volte che gli si avvicinavano... nESsun altro udiva risuonare nella tESta l'eco della voce dei propri genitori in punto di morte. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Perché Harry ormai sapeva di chi erano quelle griDA. Aveva sentito quelle parole, le aveva sentite e risentite durante le ore della notte in infermeria, mentre giaceva sveglio a guarDAre le strisce di luce lunare sul soffitto. Quando i Dissenatori gli si avvicinavano, riascoltava gli ultimi istanti di vita di sua madre, i suoi tentativi di proteggere lui, Harry, DA Voldemort, e la risata di Voldemort appena prima che la uccidESse... Harry dormiva sonni agitati, sprofonDAva in sogni affollati di mani marce e appiccicose e di suppliche impietrite, e si svegliava di soprassalto cercando di fissare nella mente la voce di sua madre, cercando di ricorDArla. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Per Harry fu un sollievo tornare al caos della scuola il lunedì, ESsere costretto a pensare ad altro, anche se dovette sopportare la persecuzione di Draco Malfoy. Malfoy era quasi fuori di sé per la gioia dopo la sconfitta dei Grifondoro. Finalmente si era tolto le bende, e fESteggiava il recuperato uso di entrambe le mani producendosi in ispirate imitazioni di Harry che precipitava DAl manico di scopa. Malfoy trascorse gran parte della lezione di Pozioni imitando i Dissennatori per tutto il sotterraneo; Ron alla fine non ne poté più e gli lanciò contro un grosso, viscido cuore di coccodrillo che gli si spiaccicò sulla faccia e diede a Piton l'opportunità di togliere cinquanta punti ai Grifondoro. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Se Piton insegna ancora DifESa contro le Arti Oscure, mi do malato» disse Ron, mentre si dirigevano verso l'aula di Lupin dopo colazione. «GuarDA chi c'è dentro, Hermione». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Il profESsor Lupin era tornato. Aveva proprio l'aria di chi è stato malato. Il suo vecchio mantello penzolava più largo e c'erano ombre scure sotto i suoi occhi; però sorrise ai ragazzi mentre prendevano posto, e tutti ESplosero in un fiume di lamentele sul comportamento di Piton durante la sua assenza. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Non è giusto, era solo una supplenza, perché ci ha DAto dei compiti?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Avete detto al profESsor Piton che non c'eravamo ancora arrivati?» chiESe Lupin un po' accigliato. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Il profESsor Lupin sorrise all'indignazione sulle loro facce. «Non preoccupatevi. Parlerò io col profESsor Piton. Non dovete fare il tema». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Oh, no» ESclamò Hermione delusa, «io l'ho già finito!» La lezione fu molto piacevole. Il profESsor Lupin aveva portato con sé un barattolo di vetro con dentro un Marciotto, una piccola creatura con una zampa sola, DAll'aria fragile e innocua, che sembrava fatta di fili di fumo. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Attira i viaggiatori nelle paludi» spiegò il profESsor Lupin, e tutti prESero appunti. «Vedete la lanterna appESa alla mano? Lui avanza a saltelli, la gente segue la luce, e poi...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Quando suonò la campana, tutti raccolsero i libri e si dirESsero alla porta, comprESo Harry, ma... La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry tornò indietro e osservò il profESsor Lupin che ricopriva il barattolo del Marciotto con un telo. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Hanno piantato il Platano Picchiatore l'anno che sono arrivato a Hogwarts. Allora facevamo un gioco, bisognava cercare di avvicinarsi e toccare il tronco. Alla fine un ragazzo, DAvid Gudgeon, ha quasi perso un occhio, e ci è stato proibito di avvicinarci. Sarebbe ora di sradicarlo... Ne parlerò con il profESsor Silente...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Le hanno detto anche dei Dissennatori?» chiESe Harry a fatica. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Sì. Credo che nESsuno abbia mai visto il profESsor Silente così infuriato. Sono irrequieti DA un po' di tempo... sono arrabbiati perché si rifiuta di farli entrare nell'area della scuola... È per quello che sei caduto, immagino...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Sì» disse Harry. ESitò, e poi la domanDA gli salì spontanea alle labbra. «Perché? Perché mi tormentano così? Sono solo...?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Non ha niente a che vedere con la debolezza» disse il profESsor Lupin seccamente, come se gli avESse letto nel pensiero. «I Dissennatori tormentano te più degli altri perché nel tuo passato ci sono cose terribili che gli altri non hanno vissuto». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«I Dissennatori sono le creature più disgustose della terra. InfEStano i luoghi più cupi e sporchi, ESultano nella decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e felicità l'aria che li circonDA. Perfino i Babbani avvertono la loro prESenza, anche se non li vedono. Se ti avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel ricordo ti verrà succhiato via. Se appena può, il Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo DA farti diventare simile a lui... malvagio e senz'anima. Non ti rimarranno altro che le peggiori ESperienze della tua vita. E le cose peggiori che sono succESse a te, Harry, bastano a far precipitare chiunque DA un manico di scopa. Non hai niente di cui vergognarti». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Lupin fece un gESto improvviso, come se volESse mettere una mano sulla spalla di Harry, ma poi ci ripensò. Ci fu un attimo di silenzio; e poi... La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Cominciano ad aver fame» rispose Lupin tranquillo, chiudendo la valigetta con un colpo secco. «Silente non li lascia entrare a scuola, quindi la loro provvista di prede umane si è ESaurita... credo che non abbiano rESistito al pensiero della folla attorno al campo DA Quidditch. Tutta quell'eccita La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Azkaban dev'ESsere un posto tremendo» mormorò Harry. Lupin annuì cupo. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«La fortezza si trova su un'isoletta in mezzo al mare, ma non servono mura e acqua per trattenere i prigionieri, non quando sono tutti intrappolati nelle proprie tESte, incapaci di formulare un solo pensiero allegro. Quasi tutti impazziscono entro qualche settimana». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
La valigetta di Lupin scivolò DAlla cattedra; lui l'afferrò di scatto prima che cadESse. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma lei è riuscito a manDAr via quel Dissennatore sul treno» disse Harry all'improvviso. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ci sono... delle difESe a cui si può ricorrere» disse Lupin. «Ma c'era un solo Dissennatore sul treno. Più sono, più è difficile rESistergli». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Quali difESe?» chiESe subito Harry. «Me le può insegnare?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Non ho la pretESa di ESsere un ESperto nella lotta ai Dissennatori, Harry, tutt'altro...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Lupin guardò il volto determinato di Harry, ESitò, poi disse: «Be'... d'accordo. Cercherò di aiutarti. Ma temo che dovremo aspettare il prossimo trimEStre. Ho molto DA fare prima delle vacanze. Ho scelto un momento molto poco opportuno per ammalarmi». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Un po' per la promESsa di Lupin di DArgli qualche lezione AntiDissennatore, un po' per il pensiero che forse non avrebbe mai più dovuto riascoltare la morte di sua madre, un po' per il fatto che Corvonero aveva schiacciato Tassorosso nell'incontro alla fine di novembre, l'umore di Harry migliorò decisamente. Grifondoro dopotutto non era fuori gara, anche se non poteva permettersi di perdere un'altra partita. Baston tornò in possESso della sua energia frenetica, e fece lavorare la squadra come sempre nei turbini di pioggia geliDA che continuarono anche in dicembre. Harry non vide traccia di Dissenatori nel territorio della scuola. La furia di Silente sembrava trattenerli nelle loro postazioni agli ingrESsi. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Due settimane prima della fine del trimEStre, il cielo si illuminò all'im La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
provviso di un candore opalino e abbagliante e una mattina i prati fangosi si ricoprirono di gelo lucente. Nel castello c'era aria di Natale. Il profESsor Vitious, l'insegnante di IncantESimi, aveva già decorato le classi con luci scintillanti che si rivelarono ESsere autentiche fate svolazzanti. Gli studenti discutevano allegramente dei loro progetti per le vacanze. Sia Ron che Hermione avevano deciso di rimanere a Hogwarts, e anche se Ron disse che era perché non poteva sopportare l'idea di due settimane con Percy, e Hermione insistette che aveva bisogno di anDAre in biblioteca, Harry sapeva benissimo che lo facevano per tenergli compagnia, e gliene fu molto grato. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Con gran gioia di tutti tranne Harry, l'ultimo finESettimana del trimEStre fu programmata un'altra gita a Hogsmeade. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Rassegnato al fatto che sarebbe stato l'unico studente del terzo anno a rimanere al castello, Harry prESe in prEStito DA Baston una copia di GuiDA ai Manici di Scopa e decise di passare la giornata a informarsi sulla fabbricazione delle scope. Agli allenamenti cavalcava una scopa in dotazione alla scuola, una vecchia Stellasfreccia. che era molto lenta e instabile; decisamente, aveva bisogno di una scopa nuova. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Il sabato mattina della gita a Hogsmeade, Harry salutò Ron e Hermione, imbacuccati in mantelli e sciarpe, poi sali DA solo la scalinata di marmo e si dirESse verso la Torre dei Grifondoro. Fuori aveva cominciato a nevicare, e il castello era molto tranquillo. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
A metà del corridoio del terzo piano si voltò e vide George e Fred che lo guarDAvano sporgendosi DA dietro la statua di una strega gobba con un occhio solo. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Che cosa fate?» chiESe Harry incuriosito. «Perché non siete anDAti a Hogsmeade?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Era per fare un po' di fESta con te prima di partire» disse Fred con una misteriosa strizzatina d'occhi. «Vieni...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Con un gESto teatrale, Fred trasse qualcosa DA sotto il mantello e la posò su un banco. Era un foglio di pergamena grande, quadrato, molto consunto, assolutamente vuoto. Harry, sospettando uno degli scherzi di Fred e La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Che cosa dovrebbe ESsere?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«QuESto, Harry, è il segreto del nostro succESso» disse George sfiorando il foglio. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«DArlo a te è una vera sofferenza» disse Fred, «ma ieri sera abbiamo deciso che tu ne hai più bisogno di noi». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«E cosa me ne faccio di una vecchia pergamena?» chiESe Harry. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Una vecchia pergamena!» ESclamò Fred, chiudendo gli occhi con una smorfia, come se Harry lo avESse offESo a morte. «Spiega tu. George». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«...be', più innocenti di adESso, abbiamo avuto qualche guaio con Gazza». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Abbiamo buttato una Caccabomba nel corridoio e quESto l'ha fatto arrabbiare, chissà perché...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Non vorrete dire che...» ESordì Harry sorridendo. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Be', tu che cosa avrESti fatto?» chiESe Fred. «George l'ha distratto lanciando un'altra Caccabomba, io ho aperto il cassetto e ho prESo... quESta». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma certo» disse Fred con un ghigno. «QuESto tESorino ci ha insegnato più cose di tutti gli insegnanti della scuola mESsi insieme». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Volete prendermi in giro» disse Harry, guarDAndo la vecchia pergamena strappata. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma DAvvero?» disse George. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
EStrasse la bacchetta, sfiorò il foglio e disse: «Giuro solennemente di non avere buone intenzioni». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
E all'improvviso sottili righe d'inchiostro cominciarono a spuntare come una ragnatela DAl punto in cui la bacchetta di George aveva toccato il foglio. Si univano, si incrociavano, si allargavano in tutti gli angoli della pergamena. Parole prESero a fiorire in tESta alla pagina, grosse parole verdi e aggraziate che proclamavano: La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
I SIGNORI LUNASTORTA, CODALISCIA, FELPATO E RAMOSO La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
SONO FIERI DI PRESENTARVI La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Era una mappa che mostrava ogni particolare del castello e del parco di Hogwarts. Ma la cosa DAvvero sorprendente erano le minuscole macchie d'inchiostro che si muovevano sulla carta, ciascuna contrassegnata DA un nome scritto molto piccolo su un cartiglio. Stupefatto, Harry si curvò sulla cartina. Una macchiolina con il suo cartiglio nell'angolo superiore sinistro mostrava il profESsor Silente intento a camminare su e giù per il suo studio; il gatto del custode, Mrs Purr, si aggirava per il secondo piano, e Pix il Poltergeist al momento attraversava a balzi la sala dei trofei. E mentre il suo sguardo percorreva i familiari corridoi, Harry notò qualcos'altro. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
La mappa mostrava una serie di passaggi segreti che non aveva mai ESplorato. E molti di ESsi avevano l'aria di condurre... La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«...dritto a Hogsmeade» disse Fred, indicandone uno col dito. «Ce ne sono sette in tutto. Ora, Gazza conosce quESti quattro» e li segnò, «ma siamo certi di ESsere i soli a conoscenza di quESti. Lascia perdere quello dietro lo specchio del quarto piano. L'abbiamo usato fino all'inverno scorso, ma c'è stata una frana e adESso è bloccato. E crediamo che nESsuno abbia mai usato quESto, perché il Platano Picchiatore si trova proprio sopra l'entrata. Ma quESto porta dritto nella cantina di Mielandia. L'abbiamo usato un sacco di volte. E come avrai notato, l'ingrESso è fuori DA quESta stanza. Si passa DAlla gobba di quella vecchiaccia orba». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Lunastorta, CoDAliscia, Felpato e Ramoso» sospirò George, accarezzando la parte superiore del foglio. «Gli dobbiamo così tanto». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Devi solo DArle un altro colpetto e dire Fatto il misfatto! E sparirà tutto». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ci vediamo DA Mielandia» disse George, con una strizzatina d'occhi. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry rimase lì a fissare la mappa miracolosa. Osservò la minuscola Mrs Purr d'inchiostro girare a sinistra e fermarsi ad annusare qualcosa per terra. Se Gazza DAvvero non sapeva... non avrebbe dovuto passare DAvanti ai Dissennatori... La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Ma mentre era lì, invaso DAll'eccitazione, gli venne in mente una cosa detta tempo prima DAl signor Weasley. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Non fiDArti mai di una cosa che pensa DA sé, se non sai dove ha il cervello. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
La mappa era uno di quei pericolosi oggetti magici DA cui il signor Weasley li aveva mESsi in guardia... Consiglieri e Alleati dei Magici Malfattori... ma comunque, ragionò Harry, lui voleva usarla solo per anDAre a Hogsmeade, non era come se volESse rubare qualcosa o aggredire qualcuno... e Fred e George l'avevano usata per anni e non era succESso niente di terribile... La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Poi, all'improvviso, come rispondendo a un ordine, arrotolò la mappa, la infilò sotto gli abiti e corse alla porta della classe. La socchiuse. Non c'era nESsuno fuori. Con grande cautela uscì DAlla stanza e si infilò dietro la statua della strega con un occhio solo. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Che cosa doveva fare? EStrasse di nuovo la mappa e vide, con grande stupore, che era comparsa una nuova figurina d'inchiostro, con sotto un cartiglio che diceva 'Harry Potter'. La figurina si trovava ESattamente dove si trovava il vero Harry Potter, circa a metà del corridoio del terzo piano. Harry la guardò con attenzione. Il suo minuscolo doppio d'inchiostro stava colpendo la strega con la sua microscopica bacchetta magica; Harry prESe rapiDAmente la sua bacchetta e colpì la statua. Non succESse nulla. Guardò di nuovo la mappa. Vicino alla figurina era comparsa una minuscola nuvola, con dentro una parola: Dissendium. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Dissendium!» sussurrò Harry, DAndo di nuovo un colpetto alla strega di pietra. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
una persona piuttosto ESile. Harry diede una rapiDA occhiata su e giù per il corridoio, poi ripose la mappa, s'infilò nel buco a tESta in giù e si spinse in avanti. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Sdrucciolò per un bel tratto lungo quello che sembrava uno scivolo di pietra, poi atterrò sul terreno freddo e umido. Si alzò e si guardò intorno. Era buio pESto. Alzò la bacchetta, mormorò «Lumos!» e vide che si trovava in un cunicolo molto stretto, basso, scavato nel terriccio. PrESe la mappa, la colpì con la punta della bacchetta e mormorò «Fatto il misfatto!» La mappa si cancellò subito. Harry la piegò con cura, la mise via di nuovo e poi, col cuore che batteva forte, eccitato e preoccupato insieme, partì. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Il passaggio era tutto curve e zigzag, un po' come la tana di un coniglio gigante. Harry lo percorse in fretta, inciampando spESso sul terreno sconnESso, la bacchetta sfoderata DAvanti a sé. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Dieci minuti dopo, giunse ai piedi di una gradinata di pietra consunta, che partiva DAvanti a lui e si perdeva nel buio. Stando attento a non far rumore, Harry prESe a salire. Cento gradini, duecento gradini, perse il conto, guarDAndosi i piedi... poi, a sorprESa, urtò con la tESta contro qualcosa di duro. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Sembrava una botola. Harry rimase lì a massaggiarsi la tESta, in ascolto. Sopra di lui non si sentiva nESsun rumore. Molto lentamente, spinse la botola, la socchiuse e spiò fuori. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Si trovava in una cantina piena di casse e scatole di legno. Harry uscì DAlla botola e la richiuse: combaciava così perfettamente con il pavimento polveroso che era impossibile individuarla. Harry strisciò lentamente verso la scala di legno che portava di sopra. Ora sentiva delle voci, oltre al tintinnio di un campanello e a una porta che si apriva e si chiudeva. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Incerto sul DA farsi, all'improvviso sentì una porta spalancarsi molto più vicino; qualcuno stava per scendere. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Un paio di piedi scendeva le scale. Harry balzò dietro una cassa enorme e attESe che i passi sparissero. Sentì che l'uomo spostava delle scatole contro il muro di fronte. Forse non avrebbe avuto un'altra possibilità... La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Svelto e silenzioso, Harry sbucò DAl suo nascondiglio e salì le scale; guardò indietro e vide una schiena immensa e una luciDA tESta calva spro La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
fonDAte in una scatola. Harry raggiunse la porta in cima alle scale, la superò e si trovò dietro il banco di Mielandia. Si chinò, strisciò di lato e poi si alzò. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Mielandia era così affollato di studenti di Hogwarts che nESsuno notò Harry. Il ragazzo si fece largo tra loro, guarDAndosi intorno, e soffocò una risatina immaginando lo stupore sulla faccia porcina di Dudley se avESse potuto vederlo in quel momento. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
C'erano scaffali su scaffali di dolci e caramelle, i più deliziosi che sì potESsero immaginare. Blocchi di torrone cremoso, quadretti rosa lucenti coperti di glassa al cocco, mou color del miele; centinaia di tipi diversi di cioccolato disposti in pile ordinate: c'era un barile di Gelatine Tuttigusti + 1, e un altro di Api Frizzole. le palline di sorbetto levitante di cui aveva parlato Roti; lungo un'altra parete c'erano le caramelle Effetti Speciali; la SuperPallaGomma di Drooble (che riempiva una stanza di palloni color genziana che si rifiutavano di scoppiare per giorni interi), i curiosi frammenti di Fildimenta Interdentali, le minuscole Piperille nere («sputate fuoco DAvanti ai vostri amici!»), I Topoghiacci («per far squittire i vostri denti!»), i Rospi alla Menta («saltano nello stomaco come se fossero veri!»), fragili piume di zucchero filato e bonbon ESplosivi. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry s'infilò in un crocchio di ragazzi del sESto anno e vide un cartello appESo nell'angolo più lontano del negozio ('Sapori Insoliti'). Sotto c'erano Ron e Hermione, intenti a ESaminare un vassoio di leccalecca al gusto di sangue. Harry s'intrufolò alle loro spalle. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«E quESti?» chiESe Ron infilando un barattolo di Scarafaggi a Grappolo sotto il naso di Hermione. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Wow!» disse Ron, imprESsionato, «hai imparato a Materializzarti!» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Certo che no» disse Harry. Abbassò la voce per non farsi sentire DA quelli del sESto anno e raccontò loro della Mappa del Malandrino. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«E come mai Fred e George non l'hanno mai DAta a me?» ESclamò Ron offESo. «Sono loro fratello!» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma Harry non se la terrà!» disse Hermione, come se l'idea fosse ridicola. «La consegnerà alla profESsorESsa McGranitt, vero, Harry?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Se la consegno, dovrò dire dove l'ho prESa! Gazza scoprirebbe che l'hanno rubata Fred e George!» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Non può entrare attraverso un passaggio segreto» disse Harry in fretta. «Ce ne sono sette sulla mappa, giusto? Fred e George suppongono che Gazza ne conosca già quattro. Quanto agli altri tre, uno è bloccato, quindi nESsuno può prenderlo. Uno ha il Platano Picchiatore piantato sull'ingrESso, quindi di lì non si può uscire. E quello che ho appena usato... be'... è molto difficile vedere l'entrata giù in cantina... quindi, a meno che non sapESse già della sua ESistenza...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry ESitò. E se Black sapeva di quel passaggio? Ron, comunque, si schiarì la voce in maniera eloquente e indicò un cartello appESo all'interno della porta del negozio. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Si ricorDA alla clientela che fino a ulteriore comunicazione, La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
le notti dopo il calar del sole. QuESta misura è stata prESa La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Visto?» disse piano Ron. «Vorrei proprio vederlo, Sirius Black che cerca di entrare DA Mielandia con il villaggio che brulica di Dissennatori. Comunque, Hermione, i proprietari di Mielandia lo sentirebbero se ci provasse, non credi? Abitano sopra il negozio!» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Sì, ma... ma...» Hermione sembrava decisa a trovare un altro problema. «Insomma, Harry non dovrebbe venire comunque a Hogsmeade, non ha il permESso firmato! Se qualcuno lo scopre, finirà nei guai, e guai seri! E non è ancora il calar del sole... cosa succede se Sirius Black si fa vedere oggi? AdESso, magari?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
cando con un cenno la neve fitta che vorticava oltre le finEStre a pannelli. «DAi, Hermione, è Natale, Harry si merita una tregua». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Hai intenzione di denunciarmi?» le chiESe Harry con un sorriso. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Oh... certo che no... ma DAvvero, Harry...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Hai visto le Api Frizzole, Harry?» disse Ron, trascinandolo verso un barile. «E le Lumache Gelatinose? E i Pallini Acidi? Fred me ne ha DAto uno quando avevo sette anni... mi ha fatto un buco nella lingua. Mi ricordo che mamma gliele ha DAte con la scopa». Ron fissò la scatola dei Pallini Acidi, soprappensiero. «Chissà se Fred mangerebbe un po' di Scarafaggi a Grappolo, se gli dico che sono noccioline...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Quando Ron e Hermione ebbero pagato tutti i dolci, il terzetto uscì DA Mielandia e si tuffò nella tormenta. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Hogsmeade sembrava un biglietto natalizio: i piccoli cottage col tetto spiovente e i negozi erano coperti DA uno strato di neve frESca; c'erano ghirlande di agrifoglio sulle porte e candele incantate appESe agli alberi. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry tremava; a differenza degli altri due, non aveva il mantello. Risalirono la via, le tESte chine contro il vento, Ron e Hermione intenti a urlare attraverso le sciarpe. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Zonko è DA quella parte...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Potremmo anDAre fino alla Stamberga Strillante...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry era più che d'accordo: il vento era tagliente e lui aveva le mani gelate, così attraversarono la straDA e dopo qualche minuto entravano nella piccola locanDA. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Era molto affollata, rumorosa, calDA e fumosa. Una donna ben tornita con un viso grazioso stava servendo una comitiva di chiassosi stregoni al bancone. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Quella è MaDAma Rosmerta» disse Ron. «Vado a prendere DA bere, d'accordo?» aggiunse, arrossendo un pochino. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry e Hermione si fecero straDA fino in fondo al locale, dove c'era un tavolino libero tra la finEStra e un bell'albero di Natale vicino al camino. Ron tornò cinque minuti dopo con tre boccali schiumanti di Burrobirra bollente. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry bevve a lunghi sorsi. Era la cosa più squisita che avESse mai as La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
saggiato e gli parve che lo scalDAsse tutto DA dentro. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Una corrente improvvisa gli scompigliò i capelli. La porta dei Tre Manici si era riaperta. Harry gettò uno sguardo in quella direzione DA sopra l'orlo del boccale e la Burrobirra gli andò di traverso. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
I profESsori McGranitt e Vitious erano appena entrati nel pub in un vortice di fiocchi di neve, seguiti a poca distanza DA Hagrid, immerso in una fitta conversazione con un uomo robusto che indossava una bombetta verde acido e un mantello gESsato: Cornelius Caramell, Ministro della Magia. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
In un attimo, Ron e Hermione spinsero la tESta di Harry sotto il tavolo. Accoccolandosi al riparo, gronDAnte di Burrobirra, Harry strinse spasmodicamente il boccale vuoto e osservò i piedi degli insegnanti e di Caramell avanzare verso il bancone, fermarsi, poi voltarsi e puntare proprio verso di lui. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
DA qualche parte di sopra, Hermione sussurrò: «Mobiliarbus!» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
L'albero di Natale accanto al tavolo si sollevò di mezzo metro, scivolò di lato e atterrò con un tonfo morbido ESattamente DAvanti al loro tavolo, nascondendoli alla vista degli insegnanti. Attraverso i fitti rami più in basso Harry vide quattro sedie allontanarsi DAl tavolo accanto al loro, poi sentì i grugniti e i sospiri degli insegnanti e del Ministro mentre si sedevano. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Subito dopo vide avvicinarsi un altro paio di piedi, calzati in scintillanti scarpe turchESe col tacco alto, e sentì una voce femminile. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Per me» disse la profESsorESsa McGranitt. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Mmm» disse il profESsor Vitious schioccando le labbra. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Quindi il rum di ribES rosso dev'ESsere suo, Ministro». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Grazie, Rosmerta cara» disse Caramell. «È DAvvero bello rivederti. Prendi qualcosa anche tu... Unisciti a noi». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry vide i tacchi scintillanti allontanarsi e poi tornare indietro. Il cuore gli pulsava in gola. Perché non gli era venuto in mente che era l'ultimo finESettimana del trimEStre anche per gli insegnanti? E quanto sarebbero rimasti lì seduti? Aveva bisogno di tempo per intrufolarsi di nuovo dentro Mielandia se voleva tornare a scuola prima di notte... La gamba di Hermione scattò nervosa vicino a lui. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Allora, che cosa l'ha portata qui in mezzo ai boschi, Ministro?» chiESe La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
MaDAma Rosmerta. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry vide la parte inferiore del corpo di Caramell agitarsi sulla sedia come per controllare che nei dintorni nESsuno origliasse. Poi disse a voce bassa: La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Chi altri, mia cara, se non Sirius Black? Credo che tu abbia sentito che cos'è succESso su a scuola a Halloween». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Mi sono giunte delle voci» ammise MaDAma Rosmerta. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«L'hai raccontato a tutto il pub, Hagrid?» chiESe la profESsorESsa McGranitt irritata. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Crede che Black sia ancora DA quESte parti, Ministro?» sussurrò MaDAma Rosmerta. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Lo sapete che i Dissennatori hanno perquisito il mio locale per ben due volte?» disse MaDAma Rosmerta con la voce un po' incrinata. «Mi hanno fatto scappar via tutti i clienti... è una cosa che DAnneggia gli affari, Ministro». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Rosmerta, cara, a me non piacciono più che a te» disse Caramell imbarazzato. «Una precauzione necESsaria... spiacevole, ma insomma... ne ho appena incontrati alcuni. Sono furiosi con Silente... non gli lascia metter piede nel territorio del castello». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Direi proprio di no» disse la profESsorESsa McGranitt decisa. «Come faremmo a insegnare con quegli orrori in circolazione?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Infatti, infatti!» squittì il piccolo profESsor Vitious, con i piedi che penzolavano DAlla sedia. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Comunque» insistette Caramell «loro sono qui per proteggervi tutti DA qualcosa di assai peggiore... sappiamo tutti di che cosa è capace Black...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Lo sa che faccio ancora fatica a crederci?» disse MaDAma Rosmerta pensierosa. «Di tutti quelli che passano al Lato Oscuro, Sirius Black era l'ultimo che mi sarei immaginata... voglio dire, me lo ricordo DA ragazzo a Hogwarts. Se lei mi avESse detto allora che cosa sarebbe diventato, avrei pensato che forse aveva bevuto troppo idromele». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Non hai la più palliDA idea di quello che ha fatto, Rosmerta» disse Caramell burbero. «Le cose peggiori non sono note ai più». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Le cose peggiori?» chiESe MaDAma Rosmerta incuriosita. «Peggio che uccidere tutta quella povera gente, intende dire?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Non ci posso credere. Che cosa potrebbe ESsere peggio di quESto?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Dici che te lo ricordi a Hogwarts, Rosmerta» mormorò la profESsorESsa La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma certo» rispose MaDAma Rosmerta con una risatina. «Dove c'era uno c'era anche l'altro, vi ricorDAte? Quante volte sono stati qui... ooh, mi facevano ridere, eccome. Che coppia, Sirius Black e JamES Potter!» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Precisamente» disse la profESsorESsa McGranitt. «Black e Potter. I capi della loro piccola banDA. Tutti e due molto brillanti, è ovvio straordinariamente brillanti, in effetti ma non credo che a scuola ci siano mai state delle pESti come loro...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Mica lo so» disse Hagrid riDAcchiando, «Fred e George Weasley mi sa che gli DArebbero del filo DA torcere a quelli, sì». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Sembrava che Black e Potter fossero fratelli!» intervenne il profESsor Vitious. «Inseparabili!» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma certo» disse Caramell. «Potter si fiDAva di Black più che di ogni altro suo amico. Quando finirono la scuola, nulla cambiò. Black fece DA tEStimone quando JamES sposò Lily. Poi lo scelsero come padrino di Harry. Harry non lo sa, naturalmente. Potete immaginare come l'idea lo torturerebbe». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Perché Black alla fine si è rivelato complice di VoiSapeteChi?» sussurrò MaDAma Rosmerta. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Molto peggio, mia cara...» Caramell abbassò la voce e continuò in una sorta di basso brontolio. «I Potter sapevano che VoiSapeteChi DAva loro la caccia. Silente, che naturalmente lavorava senza sosta per fermare VoiSapeteChi, aveva parecchie utili spie. Una di loro lo avvertì, e lui lo disse subito a JamES e Lily. Consigliò loro di nascondersi. Be', naturalmente non era facile nascondersi DA VoiSapeteChi. Silente disse loro che la cosa migliore era usare l'Incanto Fidelius». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Come funziona?» chiESe MaDAma Rosmerta col fiato sospESo per la curiosità. Il profESsor Vitious si schiarì la voce. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«È un incantESimo incredibilmente complESso» disse stridulo, «che consiste nel nascondere con la magia un segreto dentro una sola persona vivente. L'informazione è nascosta dentro la persona prEScelta, o Custode Segreto, e quindi è impossibile DA trovare... a meno che, naturalmente, il Custode Segreto non deciDA di renderla nota. Finché il Custode Segreto si fosse rifiutato di parlare, VoiSapeteChi avrebbe potuto perquisire per anni il paESino dove erano nascosti JamES e Lily senza trovarli, nemmeno se fosse anDAto a sbattere il naso contro la finEStra del loro salotto!» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Allora Black era il Custode Segreto dei Potter?» sussurrò MaDAma Rosmerta. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma certo» disse la profESsorESsa McGranitt. «JamES Potter disse a Silente che Black sarebbe morto piuttosto che rivelare dove si trovavano, che lo stESso Black progettava di nascondersi... eppure Silente rimase preoccupato. Ricordo che si offrì lui stESso come Custode Segreto per i Potter». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Sospettava di Black?» chiESe MaDAma Rosmerta sbalordita. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Era certo che qualcuno vicino ai Potter stESse tenendo informato VoiSapeteChi sui loro spostamenti» disse cupamente la profESsorESsa McGranitt. «In verità DA qualche tempo sospettava che qualcuno DAlla nostra parte avESse tradito e stESse passando un sacco di informazioni a VoiSapeteChi». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma JamES Potter insistette per affiDArsi a Black?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Sì» disse Caramell tetro. «E poi, appena una settimana dopo che l'Incanto Fidelius era stato ESeguito...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Black li tradì?» mormorò MaDAma Rosmerta. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Proprio così. Black era stanco di fare il doppio gioco, era pronto a dichiarare apertamente che stava DAlla parte di VoiSapeteChi, e pare che avESse progettato di farlo alla morte dei Potter. Ma, come tutti sappiamo, VoiSapeteChi fallì col piccolo Harry Potter. Svaniti i suoi poteri, terribilmente debole, fuggì. E quESto lasciò Black in una posizione molto spiacevole. Il suo Signore era caduto proprio nel momento in cui lui, Black, aveva mostrato la sua vera anima di traditore. Non ebbe altra scelta se non fuggire a sua volta...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Sst!» disse la profESsorESsa McGranitt. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Io l'ho incontrato!» ringhiò Hagrid. «Devo ESsere stato l'ultimo che l'ha visto prima che ammazzasse tutte quelle persone! Sono io che ho portato via Harry DAlla casa di Lily e JamES dopo che li ha uccisi! L'ho portato via DA quelle rovine, povero piccolino, con una ferita grossa sulla fronte, e i suoi genitori morti... e Sirius Black salta fuori con quella sua moto volante. Non avevo capito che cosa faceva là. Non sapevo che era il Custode Segreto dei Potter. Pensavo che aveva appena sentito la notizia dell'attacco di VoiSapeteChi e che era venuto a vedere cosa poteva fare. Tutto bianco e tremante, era. E sapete che cosa ho fatto? HO CONSOLATO QUEL TRADITORE ASSASSINO!» ruggì Hagrid. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Hagrid, ti prego!» disse la profESsorESsa McGranitt. «Parla piano!» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Come facevo a sapere che non era disperato per Lily e JamES? Invece lui pensava a VoiSapeteChi! E poi mi dice 'DAmmi Harry, Hagrid, sono il suo padrino, lo curo io...' Ha! Ma io avevo ordini precisi DA Silente, e ho detto a Black che no, che Silente ha detto che Harry deve anDAre DA suo zio e sua zia. Black ha insistito ma alla fine si è arrESo. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma io dovevo saperlo che c'era qualcosa che non anDAva. Lui amava quella moto, perché allora la DAva a me? Perché non gli serviva più? Perché era troppo facile DA trovare. Silente lo sapeva che lui era il Custode Segreto dei Potter. Black sapeva che doveva scappare quella notte, sapeva che era quEStione di ore prima che il Ministero gli DAva la caccia. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«E se gli DAvo Harry, eh? Ci scommetto che lo buttava giù DAlla moto dritto in mare. Il figlio del suo migliore amico! Ma quando un mago passa al Lato Oscuro, non c'è niente e nESsuno che gli importa più...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Un lungo silenzio seguì il racconto di Hagrid. Poi MaDAma Rosmerta disse, piuttosto soddisfatta: La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ahimé, magari» disse Caramell amaramente. «Non siamo stati noi a trovarlo. È stato il piccolo Peter Minus, un altro amico dei Potter. Impazzito di dolore, senza dubbio, sapendo che Black era il Custode Segreto dei Potter, è anDAto a cercarlo». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Minus... quel ragazzino grasso che gli correva sempre dietro a Hogwarts?» chiESe MaDAma Rosmerta. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Venerava Black e Potter, erano i suoi idoli» disse la profESsorESsa McGranitt. «Ma non era dotato come loro. SpESso sono stata dura con lui. Potete immaginare come... come mi dispiace adESso...» Era come se all'improvviso le fosse venuto il raffreddore. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Su, su, Minerva» disse Caramell gentilmente, «Minus è morto DA eroe. I tEStimoni Babbani, naturalmente, poi abbiamo cancellato i loro ricordi ci hanno raccontato come Minus ha affrontato Black. Dicono che singhiozzava: 'Lily e JamES, Sirius! Come hai potuto!' E poi ha prESo la bacchetta magica. Be', naturalmente Black è stato più veloce. Ha polverizzato Minus...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa McGranitt si soffiò il naso e disse con voce confusa: La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Non sai quello che dici, Hagrid» disse Caramell severo. «NESsuno, a parte i Maghi Tiratori Scelti della Squadra Speciale Magica, sarebbe riuscito a far fronte a Black, una volta in trappola. Io ero viceministro al Dipartimento delle Catastrofi Magiche a quell'epoca, e fui uno dei primi ad arrivare dopo che Black uccise tutta quella gente. Io... io non lo scorderò mai. A volte me lo sogno ancora. Un cratere al centro della straDA, cosi profondo che aveva distrutto la fognatura. Corpi DAppertutto. Babbani che urlavano. E Black li in piedi che rideva DAvanti a ciò che era rimasto di Minus... un mucchietto di stoffa macchiata di sangue e qualche... qualche frammento...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Be', adESso lo sai, Rosmerta» disse Caramell con voce roca. «Black fu portato via DA venti uomini della Pattuglia della Squadra Speciale Magica e Minus ricevette l'Ordine di Merlino, Prima Classe, alla memoria, che credo fu di qualche consolazione per la sua povera madre. DA allora Black è sempre rimasto ad Azkaban». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
MaDAma Rosmerta emise un lungo sospiro. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Vorrei poterlo dire» ESclamò Caramell lentamente. «Credo che certamente la sconfitta del suo maEStro lo abbia mESso fuori gioco per un po'. L'assassinio di Minus e di tutti quei Babbani fu l'atto di un uomo disperato, senza via di scampo: crudele e inutile. Ho incontrato Black nella mia ultima ispezione ad Azkaban. Sapete, gran parte dei prigionieri stanno seduti e borbottano tra sé nel buio, privi di senno... ma vedere come Black sembrava normale mi ha lasciato di stucco. Mi ha parlato come un ESsere ragionevole. È stato snervante. Sembrava solo annoiato: mi ha chiESto se avevo finito di leggere il giornale, tranquillissimo, ha detto che gli mancavano i cruciverba. Sì, mi ha stupito lo scarso effetto che i Dissennatori sembrano avere su di lui... ed era uno dei prigionieri più sorvegliati, sapete. Dissennatori fuori DAlla sua cella giorno e notte». La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Ma perché crede che sia fuggito?» chiESe MaDAma Rosmerta. «Santo cielo, Ministro, non starà cercando di riunirsi a LeiSaChi, vero?» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Oserei dire che quESto è il suo piano... finale» disse Caramell evasivo. «Ma speriamo di catturarlo molto prima. Devo ammettere che VoiSapeteChi solo e senza complici è una cosa... ma riDAtegli il suo servitore più fedele, e tremo al pensiero di come potrebbe risorgere in fretta...» La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
«Cornelius, se deve cenare con il PrESide sarà meglio che ci avviamo verso il castello» disse la profESsorESsa McGranitt. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Un paio dopo l'altro, i piedi DAvanti a Harry si caricarono di nuovo del pESo dei loro proprietari; orli di mantelli fluttuarono di fronte ai suoi occhi e i tacchi scintillanti di MaDAma Rosmerta sparirono dietro il bancone. La porta dei Tre Manici si apri di nuovo, entrò un altro turbine di neve e gli insegnanti scomparvero. La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3) |
Harry non aveva idea di come fosse riuscito a tornare nella cantina di Mielandia, nel tunnel e infine al castello. Sapeva solo che il viaggio di ritorno gli era parso rapidissimo, e che si era a stento rESo conto di quello che faceva, perché nella sua tESta rimbombava ancora la conversazione che aveva appena ascoltato. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Perché nESsuno gliel'aveva mai detto? Silente, Hagrid, il signor Weasley, Cornelius Caramell... perché nESsuno aveva mai accennato al fatto che i genitori di Harry erano morti traditi DAl loro migliore amico? La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ron e Hermione studiarono Harry nervosamente per tutta la cena, senza avere il coraggio di parlare di quello che avevano origliato, perché Percy era seduto accanto a loro. Quando salirono nell'affollata sala comune, scoprirono che Fred e George avevano fatto scoppiare una mezza dozzina di Caccabombe in un attacco di allegria DA fine trimEStre. Harry, che non voleva che Fred e George gli chiedESsero se fosse riuscito a raggiungere Hogsmeade, sgattaiolò piano su nel dormitorio vuoto, e si dirESse verso il suo comodino. Spinse DA una parte i libri e trovò subito quello che cercava: l'album delle fotografie rilegato in cuoio che Hagrid gli aveva regalato due anni prima, pieno di foto animate di suo padre e sua madre. Si sedette sul letto, tirò le tende tutto attorno e cominciò a voltare le pagine, cercando, finché... La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry sparati in tutte le direzioni. Ecco sua madre, splendente di felicità, che lo teneva sottobraccio. E li vicino... doveva ESsere lui. Il loro tEStimone... Harry non ci aveva mai pensato prima. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Se non avESse saputo che si trattava della stESsa persona, non avrebbe mai indovinato che quello nella foto era Black. Il suo viso non era incavato e cereo, ma bello e ridente. Lavorava già per Voldemort quando quella foto era stata scattata? Progettava già la morte delle due persone a lui più vicine? Sapeva che avrebbe dovuto affrontare dodici anni ad Azkaban, dodici anni che l'avrebbero rESo irriconoscibile? La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ma i Dissennatori non gli fanno niente, pensò Harry, fissando la bella faccia radiosa. Lui non sente griDAre la mamma se si avvicinano troppo... La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry chiuse di colpo l'album, lo rimise nel comodino, si tolse i vEStiti e gli occhiali e s'infilò sotto le coperte, controllando che le tende lo nascondESsero ben bene. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ma Harry rimase immobile, fingendo di dormire. Sentì Ron allontanarsi e si distESe sulla schiena, con gli occhi spalancati. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Un odio che non aveva mai provato prima scorreva dentro di lui come veleno. Vedeva Black che rideva di lui nell'oscurità, come se qualcuno gli avESse incollato DAvanti agli occhi la foto dell'album. Rimase a guarDAre, come se qualcuno gli mostrasse un frammento di film, Sirius Black che fulminava Peter Minus (che somigliava a Neville Paciock) manDAndolo in mille pezzi. Sentiva un basso mormorio eccitato, anche se non aveva idea di come potESse suonare la voce di Black. «È accaduto, mio Signore... I Potter mi hanno nominato loro Custode Segreto...» E poi ecco un'altra voce, una risata penetrante, la stESsa risata che Harry sentiva echeggiare dentro la tESta tutte le volte che i Dissennatori si avvicinavano... La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry non era riuscito a dormire fino all'alba. Al risveglio aveva trovato il dormitorio dESerto, si era vEStito ed era scESo in una sala comune completamente vuota, tranne che per Ron, che stava mangiando un Rospo alla Menta e si massaggiava lo stomaco, e Hermione, che aveva sparpagliato libri e quaderni su tre tavoli. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Dove sono tutti?» chiESe Harry. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Partiti! È il primo giorno di vacanza, ricordi?» disse Ron, guarDAndo Harry DA vicino. «È quasi ora di pranzo, sarei venuto a svegliarti tra un La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry sprofondò in una poltrona vicino al fuoco. La neve continuava a cadere oltre i vetri. Grattastinchi era distESo DAvanti al fuoco come un grosso tappeto rosso. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«DAvvero, hai l'aria di non stare troppo bene» disse Hermione, guarDAndolo ansiosa. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Harry, ascolta» disse Hermione, scambiando uno sguardo con Ron, «devi ESsere sconvolto per le cose che abbiamo sentito ieri. Ma comunque non devi fare niente di stupido». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Tipo?» chiESe Harry. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Tipo anDAre a cercare Black» disse Ron seccamente. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non lo farai, vero, Harry?» chiESe Hermione. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Sapete che cosa vedo e sento tutte le volte che mi si avvicina un Dissennatore?» Ron e Hermione scossero la tESta, preoccupati. «Sento mia madre che griDA e supplica Voldemort. E se voi sentiste vostra madre che urla così e sta per ESsere uccisa, non ve la dimenticherESte tanto in fretta. E se scopriste che uno che doveva ESsere un suo amico l'ha tradita e ha mESso Voldemort sulle sue tracce...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Tu non puoi farci niente!» ESclamò Hermione sconvolta. «I Dissennatori prenderanno Black e lui tornerà ad Azkaban e... e avrà quello che si merita!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Hai sentito che cosa ha detto Caramell. Azkaban non ha effetto su Black. Per lui non è una conDAnna come lo è per gli altri». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«E allora, che cosa vorrESti dire?» disse Ron, tESissimo. «Vuoi... uccidere Black?» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non ESsere sciocco» intervenne Hermione col panico nella voce. «Harry non vuole uccidere nESsuno, vero, Harry?» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ancora una volta Harry non rispose. Non sapeva che cosa voleva fare. Sapeva solo che l'idea di non far niente mentre Black era in libertà era più di quanto potESse sopportare. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Malfoy lo sa» disse bruscamente. «Vi ricorDAte che cosa mi ha detto alla lezione? 'Se fossi io, gli DArei la caccia personalmente... Vorrei vendicarmi'». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Hai intenzione di seguire i consigli di Malfoy invece dei nostri?» disse Ron con rabbia. «Ascolta... lo sai che cosa hanno DAto alla madre di Minus dopo che Black ebbe finito con lui? Me l'ha detto papà... L'Ordine di Merlino, Prima Classe, e un dito di Minus in una scatola. Il pezzo più grande che sono riusciti a ritrovare. Black è un pazzo, Harry, ed è pericoloso...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Malfoy deve averlo saputo DA suo padre» disse Harry, ignorando Ron. «Era uno degli amici di Voldemort...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«...e a Malfoy piacerebbe tanto vederti ESplodere in un milione di pezzi, come Minus! Svegliati, Malfoy spera solo che tu ti faccia uccidere prima di doverti affrontare al Quidditch». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Harry, ti prego» disse Hermione, con gli occhi lucidi di lacrime, «ti prego, sii ragionevole. Black ha fatto una cosa terribile, ma nnon devi metterti in pericolo, è proprio quello che vuole... Oh, Harry, se anDAssi a cercarlo farESti il suo gioco. Tua madre e tuo padre non vorrebbero che tu ti facESsi del male, no? Non vorrebbero mai che tu anDAssi a cercare Black!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Cadde il silenzio. Grattastinchi si stiracchiò voluttuosamente, EStraendo gli artigli. La tasca di Ron rabbrividì. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«No!» disse Hermione in fretta. «Harry non deve uscire DAl castello, Ron...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Oppure potremmo fare una partita a scacchi» ESclamò rapido, «o a Gobbiglie, Percy ha lasciato qui le sue...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«No, andiamo DA Hagrid» disse Harry con fermezza. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Così prESero i mantelli, passarono attraverso il ritratto («Combattete, cani rognosi DAl ventre giallo!»), scESero nel castello dESerto e uscirono DAl portone di quercia. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Si avviarono lentamente giù per il prato, scavando uno stretto passaggio nella neve scintillante e polverosa, le calze e gli orli dei mantelli inzuppati. La forESta proibita sembrava avvolta DA un incantESimo, con tutti gli alberi drappeggiati d'argento, e la capanna di Hagrid pareva un dolce con la glassa. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ron bussò, ma nESsuno rispose. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Anche Harry e Hermione avvicinarono le orecchie alla porta. DAll'interno della capanna veniva una serie di bassi gemiti singhiozzanti. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«E se anDAssimo a cercare qualcuno?» propose Ron, nervoso. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Si udì un suono di passi pESanti, poi la porta si aprì con uno scricchiolio. Hagrid era lì, gli occhi rossi e gonfi, le lacrime che gli colavano sul gilet di cuoio. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Siccome Hagrid era grosso almeno il doppio di un uomo normale, non era una cosa DA ridere. Harry, sul punto di crollare sotto il suo pESo, fu salvato DA Ron e Hermione che afferrarono il guardiacaccia DA una parte e DAll'altra e con l'aiuto di Harry lo spinsero nella capanna. Hagrid si lasciò condurre verso una sedia e si abbandonò sul tavolo, singhiozzando in maniera incontrollabile, il volto rigato di lacrime che gli scivolavano nella barba ingarbugliata. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Hagrid, che cosa c'è?» chiESe Hermione, turbata. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry notò una lettera DAll'aria ufficiale aperta sul tavolo. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
I singhiozzi del guardiacaccia raddoppiarono, ma l'omone spinse la lettera verso Harry, che la prESe e lESse ad alta voce: La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
in seguito alla nostra inchiESta sull'aggrESsione di uno studente DA parte di un Ippogrifo durante la sua lezione, abbiamo accettato le assicurazioni del profESsor Silente sul fatto che lei non è rESponsabile del malaugurato incidente. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ciononostante, dobbiamo ESprimere la nostra preoccupazione sull'Ippogrifo in quEStione. Abbiamo deciso di accogliere la protESta ufficiale del signor Lucius Malfoy, e il caso sarà dunque sottoposto al Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose. L'udienza avrà luogo il 20 aprile. Le chiediamo di prESentarsi con il suo Ippogrifo nella DAta suddetta prESso gli uffici del Comitato a Londra. Nel frattempo, l'Ippogrifo deve ESsere tenuto legato e isolato. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Tu non li conosci quei gargoyle del Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose!» ESclamò Hagrid con voce soffocata, asciugandosi gli occhi sulla manica. «Loro ce l'hanno con le creature interESsanti!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non potevo lasciarlo legato là fuori nella neve!» ESclamò Hagrid. «Tutto solo! A Natale!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione si scambiarono sguardi eloquenti. Non erano mai stati della stESsa opinione di Hagrid su quelle che lui definiva 'creature interESsanti' e gli altri chiamavano 'mostri orribili'. D'altra parte, non sembrava che Fierobecco fosse particolarmente pericoloso. In effetti, rispetto alla media di Hagrid, era piuttosto carino. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Dovrai costruirti una difESa convincente, Hagrid» disse Hermione, sedendosi e passando una mano sull'enorme avambraccio dell'amico. «Sono certa che puoi dimostrare che Fierobecco è un animale tranquillo». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non cambierà niente!» singhiozzò Hagrid. «Quei diavoli della SopprESsione, Lucius Malfoy ce li ha in saccoccia! Hanno paura di lui! E se perdo, Fierobecco...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«E Silente che cosa dice, Hagrid?» chiESe Harry. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Ha già fatto tante cose per me» gemette Hagrid. «Ha già tanto DA fare per tenere quei Dissennatori fuori DAl castello, e con Sirius Black nascosto in giro...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ron e Hermione alzarono lo sguardo verso Harry, aspettandosi che cominciasse a rimproverare Hagrid di non avergli detto la verità su Black. Ma Harry non ci riuscì, non con un Hagrid così deprESso e spaventato. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Ascolta, Hagrid» disse. «Non puoi arrenderti. Hermione ha ragione, hai solo bisogno di una buona difESa. Puoi chiamarci a tEStimoniare...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Sono certa di aver letto di un Ippogrifo che era stato provocato» disse Hermione pensosa, «e l'Ippogrifo è stato assolto. Andrò a cercarlo, Hagrid, per vedere che cosa è succESso ESattamente». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Alla fine, dopo molte assicurazioni di aiuto, DAvanti a una tazza di tè fumante, Hagrid si soffiò il naso in un fazzoletto grande come una tovaglia e disse: La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Avete ragione. Non posso permettermi di anDAre a pezzi. Devo rimettermi in sESto...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Thor, il grosso cane DA caccia di Hagrid, uscì timiDAmente DA sotto il tavolo e posò la tESta sul ginocchio del suo padrone. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Io non sono più io ultimamente» disse Hagrid, accarezzando Thor con una mano e asciugandosi la faccia con l'altra. «Sono preoccupato per Fierobecco, e le mie lezioni non piacciono a nESsuno...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«E quei Dissennatori mi fanno sentire tutto strano» disse Hagrid, con un brivido improvviso. «Ci devo passare DAvanti tutte le volte che vado ai Tre Manici di Scopa per un goccetto. È come ESsere ancora ad Azkaban...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Tacque e bevve un sorso di tè. Ron e Hermione lo guarDArono senza fiato. Non avevano mai sentito Hagrid alludere al suo breve soggiorno ad Azkaban. Dopo una pausa, Hermione chiESe timiDAmente: La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non avete idea» disse Hagrid piano. «Mai stato in un posto così. Credevo di diventare matto. Continuavo a pensare cose terribili dentro la mia tESta... al giorno che mi hanno buttato fuori DA Hogwarts... al giorno che il mio papà è morto... al giorno che ho dovuto lasciar anDAre Norberto...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Dopo un po' non ti ricordi più chi sei. E non sai più che senso ha vivere. Mi ricordo che speravo di morire nel sonno... quando mi hanno fatto uscire è stato come nascere un'altra volta, tutto che tornava vivo, la cosa più bella del mondo. Ma i Dissennatori non erano contenti di lasciarmi anDAre». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Pensavo di liberare Fierobecco... cercare di farlo volar via... ma come lo spieghi te a un Ippogrifo che deve scappare a nascondersi? E poi... ho paura di infrangere la legge...» Li guardò, con le lacrime che gli inonDAvano il viso. «Non voglio tornare mai più ad Azkaban». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
La gita DA Hagrid, tutt'altro che allegra, aveva comunque sortito l'effetto dESiderato. Anche se Harry non si era certo scorDAto di Black, non poteva crogiolarsi di continuo nel pensiero della vendetta se voleva aiutare Hagrid a vincere l'udienza con il Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose. Lui, Ron e Hermione anDArono in biblioteca il giorno dopo, e tornarono nella sala comune dESerta carichi di libri utili per preparare la difESa di Fierobecco. Tutti e tre sedettero DAvanti al fuoco accESo, voltando lentamente le pagine di polverosi volumi che parlavano di casi celebri di bEStie DA preDA, e ogni tanto, quando si imbattevano in qualcosa di interESsante, la commentavano a voce alta. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Sentite qui... c'è stato un caso nel 1722... ma l'Ippogrifo fu conDAnnato... bleah, guarDAte che cosa gli hanno fatto, è orribile...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«QuESto potrebbe servirci... una Manticora ha fatto a pezzi qualcuno nel 1296, e l'hanno lasciata anDAre... oh... no, è stato solo perché avevano tutti troppa paura per avvicinarsi...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Nel frattempo, nel rESto del castello erano state allEStite le solite meravi La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
gliose decorazioni natalizie, anche se non era rimasto quasi nESsuno a godersele. Fitte ghirlande di vischio e agrifoglio furono appESe nei corridoi, luci misteriose brillavano DAll'interno delle armature e la Sala Grande ospitava come sempre dodici abeti scintillanti di stelle d'oro. Un robusto, delizioso aroma di cibo pervadeva i corridoi, e per la Vigilia di Natale era diventato così intenso che anche Crosta mise il muso fuori DAl suo rifugio nella tasca di Ron per annusare l'aria speranzoso. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
La mattina di Natale, Harry fu svegliato DA Ron che gli gettava addosso un cuscino. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry afferrò gli occhiali e se li infilò, socchiudendo gli occhi nella penombra per vedere bene il mucchietto di pacchi apparso ai piedi del letto. Ron stava già strappando via la carta DAi suoi regali. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Un altro maglione DAlla mamma... marrone, un'altra volta... guarDA se ce l'hai anche tu». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry ce l'aveva. La signora Weasley gli aveva manDAto un golf scarlatto con il leone dei Grifondoro ricamato DAvanti, una dozzina di tortini fatti in casa, un dolce di Natale e una scatola di croccante alle nocciole. Mentre metteva DA parte tutte quESte cose, scorse un lungo pacchetto sottile che era rimasto sotto. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Che cos'è?» chiESe Ron con in mano un paio di calze marroni appena scartate. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry strappò la carta e trattenne il rESpiro mentre un meraviglioso manico di scopa lucente rotolava sul copriletto. Ron lasciò cadere le calze e balzò giù DAl letto per vedere più DA vicino. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Era una Firebolt, la gemella della meraviglia che Harry era anDAto a vedere tutti i giorni a Diagon Alley. Il manico scintillò mentre lo afferrava. Harry lo sentì vibrare e lasciò la prESa: si librò a mezz'aria, DA solo, ESattamente all'altezza giusta per ESsere inforcato. Lo sguardo di Harry si spostò DAl numero di serie inciso in oro sulla punta del manico, e poi giù giù fino agli aerodinamici ramoscelli di betulla perfettamente levigati che formavano la coDA. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Chi te lo manDA?» chiESe Ron a mezza voce. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«GuarDA se c'è un biglietto» disse Harry. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Io scommetto che è stato Silente» disse Ron, che ora si aggirava attorno alla Firebolt studiandone uno per uno i sontuosi dettagli. «Anche il Mantello dell'Invisibilità te l'aveva manDAto anonimo...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Ecco perché non vuole dire che è stato lui!» ESclamò Ron. «Perché un idiota come Malfoy non possa dire che fa dei favoritismi. Ehi, Harry...» aggiunse scoppiando a ridere, «Malfoy! Aspetta che ti veDA con quella! Ci rESterà secco! QuESta è una scopa mondiale!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non posso crederci» mormorò Harry, facendo scorrere una mano sulla Firebolt, mentre Ron sprofonDAva sul suo letto, ridendo come un matto al pensiero di Malfoy. «Chi...?» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Io lo so» disse Ron cercando di controllarsi. «Io lo so chi può ESsere stato: Lupin!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Cosa?» ESclamò Harry scoppiando a ridere a sua volta. «Lupin? Ma se avESse tutto quel denaro potrebbe comprarsi dei vEStiti nuovi». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Sì, però tu gli piaci» disse Ron. «E non c'era quando la tua Nimbus è anDAta in pezzi, e può DArsi che l'abbia sentito raccontare e che abbia deciso di anDAre a Diagon Alley a prenderti quESta...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Come sarebbe a dire, non c'era?» chiESe Harry. «Era ammalato quando c'è stata quella partita». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Be', in infermeria non c'era» disse Ron. «Io ero là, a pulire i vasi DA notte per ordine di Piton, ti ricordi?» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Hermione era appena entrata. Era in vEStaglia e portava in braccio Grattastinchi, che aveva l'aria molto imbronciata e un fEStone argentato legato al collo. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non portarlo qui dentro!» disse Ron, EStraendo in fretta Crosta DAlle profondità del suo letto e ficcandoselo nella tasca del pigiama. Ma Hermione non gli diede retta. Lasciò cadere Grattastinchi sul letto vuoto di Seamus e fissò la Firebolt a bocca aperta. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non ne ho idea» rispose Harry. «Non c'era nESsun biglietto». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Con sua grande sorprESa, Hermione non fu né eccitata né incuriosita DAl La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Che cos'hai?» le chiESe Ron. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ron sospirò, ESasperato. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«È la scopa migliore che ESista, Hermione» disse. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Quindi dev'ESsere molto costosa...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Probabilmente costa più di tutte le scope dei Serpeverde mESse insieme» disse Ron allegramente. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Be'... chi regalerebbe a Harry una scopa del genere senza nemmeno dirgli che è stato lui?» chiESe Hermione. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Credo che nESsuno dovrebbe cavalcare quella scopa!» ESclamò Hermione. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Che cosa pensi che ci farà Harry, spazzarci il pavimento?» chiESe Ron. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ma prima che Hermione potESse rispondere, Grattastinchi balzò DAl letto puntando dritto al petto di Ron. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«PORTALO FUORI DI QUI!» ruggi Ron, mentre gli artigli di Grattastinchi gli strappavano il pigiama e Crosta tentava una fuga disperata sulla sua spalla. Ron afferrò Crosta per la coDA e sferrò al gatto un calcio che invece colpì il baule ai piedi del letto di Harry. Il baule si rovESciò e Ron prESe a saltellare, strillando. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Il pelo di Grattastinchi si rizzò all'improvviso. Un acuto fischio metallico riempi la stanza. Lo Spioscopio Tascabile era scivolato fuori DAi vecchi calzini di zio Vernon e ora vorticava e riluceva sul pavimento. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry infilò di nuovo lo Spioscopio dentro i calzini e li gettò nel baule. Ora si sentivano solo i gemiti e le imprecazioni di Ron. Crosta era rannicchiato tra le mani del suo padrone. Harry, che non lo vedeva DA parecchio, La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
fu spiacevolmente sorprESo notando che Crosta, una volta così grasso, era diventato molto magro e spelacchiato. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non ha l'aria di star bene, vero?» chiESe Harry. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«È lo strESs!» ribatté Ron. «Starebbe benissimo se quella grossa stupiDA palla di pelo lo lasciasse in pace!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Ma Harry, che ricorDAva quanto aveva detto la strega del Serraglio Stregato sul fatto che i topi vivono solo tre anni, non poté fare a meno di pensare che, a meno che Crosta non possedESse poteri che non aveva mai rivelato, la sua fine era vicina. E nonostante Ron si lamentasse spESso di Crosta definendolo un topo noioso e inutile, Harry era certo che Ron sarebbe stato molto triste se Crosta fosse morto. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Lo spirito natalizio era decisamente scarso nella sala comune dei Grifondoro quella mattina. Hermione aveva chiuso Grattastinchi nel dormitorio femminile, ma era arrabbiata con Ron perché aveva cercato di DArgli un calcio; Ron era ancora furibondo per il recente tentativo di Grattastinchi di divorare Crosta. Harry rinunciò a cercare di farli parlare tra loro e si dedicò a un attento ESame della Firebolt, che si era portato di sotto. Per qualche motivo, anche quESto parve irritare Hermione, che non disse nulla, ma continuò a guarDAre cupamente la scopa come se anche quella avESse criticato il suo gatto. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
All'ora di pranzo scESero nella Sala Grande e scoprirono che i tavoli erano stati di nuovo disposti lungo le pareti, e che al centro della stanza c'era un solo tavolo, preparato per dodici. I profESsori Silente, McGranitt, Piton, Sprite e Vitious erano seduti con Gazza, il guardiano, che aveva sostituito il solito cappotto marrone con un frac DAll'aria molto vecchia e piuttosto muffita. C'erano solo altri tre studenti, due del primo anno, che sembravano parecchio tESi, e un imbronciato Serpeverde del quinto anno. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Buon Natale!» ESclamò Silente mentre Harry, Ron e Hermione si avvicinavano al tavolo. «Siccome siamo così pochi, ci sembrava sciocco usare i tavoli dei dormitori... sedete, sedete!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione prESero posto vicini all'altro capo del tavolo. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«I cracker!» disse Silente entusiasta, offrendo l'EStremità di un involto d'argento a Piton, che lo prESe con riluttanza e tirò. Con uno schiocco simile a un colpo di fucile, il cracker si spezzò rivelando un grosso cappello DA strega, a punta, sormontato DA un avvoltoio impagliato. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry, memore del Molliccio, intercettò lo sguardo di Ron ed entrambi sorrisero; la bocca di Piton diventò una fESsura e l'insegnante spinse il cappello verso Silente, che se lo mise subito al posto del suo. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Mentre Harry si serviva di patate arrosto, le porte della Sala Grande si aprirono di nuovo. Era la profESsorESsa Cooman, che scivolò verso di loro come se avESse le ruote. Per l'occasione indossava un abito verde coperto di lustrini, che la faceva somigliare più che mai a una scintillante libellula gigante. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Sibilla, che bella sorprESa!» ESclamò Silente alzandosi. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Stavo guarDAndo nella sfera, PrESide» disse la profESsorESsa Cooman con la sua voce più velata e remota, «e con mio grande stupore mi sono vista abbandonare il mio pranzo solitario e raggiungervi. Chi sono io per rifiutare i suggerimenti del dEStino? Sono scESa subito in fretta DAlla mia torre, e vi prego di perdonare il ritardo...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
E in effetti con un cenno della bacchetta sollevò a mezz'aria una sedia che roteò su se stESsa per qualche secondo prima di cadere con un tonfo tra il profESsor Piton e la profESsorESsa McGranitt. La profESsorESsa Cooman comunque non si sedette; i suoi occhi enormi passarono in rassegna il tavolo, e all'improvviso lei emise una specie di strillo soffocato. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non oso, profESsore! Se mi siedo con voi, saremo in tredici! La peggiore delle sfortune! Non dimenticate che quando tredici persone pranzano insieme, la prima ad alzarsi sarà la prima a morire!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Correremo quESto rischio, Sibilla» disse la profESsorESsa McGranitt impaziente. «Siediti, il tacchino si raffredDA». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman ESitò, poi prESe posto sulla sedia vuota, gli occhi chiusi, la bocca serrata, come in attESa che un fulmine colpisse la tavola. La profESsorESsa McGranitt affondò un grosso cucchiaio nella zuppiera più vicina. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman la ignorò. Aprì gli occhi, si guardò intorno un'altra volta e disse: La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Ma dov'è il caro profESsor Lupin?» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Ma naturalmente tu lo sapevi già, vero, Sibilla?» disse la profESsorESsa McGranitt inarcando le sopracciglia. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman scoccò alla McGranitt uno sguardo gelido. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Certo che lo sapevo, Minerva» disse piano. «Ma non si ostenta la propria Onniscienza. SpESso mi comporto come se non possedESsi l'Occhio Interiore, per non innervosire gli altri». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«QuESto spiega molte cose» ribatté morDAce la profESsorESsa McGranitt. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Se vuoi proprio saperlo, Minerva, il povero profESsor Lupin non rESterà fra noi molto a lungo. Sembra che sappia benissimo di non avere molto tempo DAvanti a sé. È fuggito via quando mi sono offerta di guarDAre il suo futuro dentro la sfera di cristallo...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Me lo immagino» disse seccamente la profESsorESsa McGranitt. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Dubito» intervenne Silente con voce allegra ma decisa a porre fine alla conversazione, «che il profESsor Lupin corra un pericolo immediato. Severus, gli hai preparato di nuovo quella pozione?» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Sì, PrESide» disse Piton. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Bene» disse Silente. «Quindi dovrebbe riuscire ad alzarsi molto prESto... Derek, hai prESo un po' di quESte? Sono ottime». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Il ragazzo del primo anno arrossì violentemente quando Silente gli rivolse la parola, e prESe il piatto di salsicce con mani tremanti. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman si comportò quasi normalmente fino alla fine del pranzo di Natale, due ore più tardi. Pieni DA scoppiare di cibo squisito, indossando ancora i cappelli spuntati DAi cracker, Harry e Ron furono i primi ad alzarsi DA tavola, e l'insegnante cacciò uno strillo. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non lo so» disse Ron, guarDAndo incerto verso Harry. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Dubito che faccia molta differenza» disse geliDA la profESsorESsa McGranitt, «a meno che un pazzo armato di ascia non sia appostato dietro la porta pronto a fare a pezzi il primo che attraversa l'ingrESso». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Anche Ron rise. La profESsorESsa Cooman parve molto offESa. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Vieni?» chiESe Harry a Hermione. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«No» mormorò Hermione, «devo dire una cosa alla profESsorESsa McGranitt». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Probabilmente cercherà di farsi aumentare le lezioni» disse Ron con uno sbadiglio mentre attraversavano l'ingrESso, completamente sgombro di pazzi armati di ascia. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Quando raggiunsero il ritratto trovarono Sir Cadogan che fESteggiava il Natale con un paio di frati, parecchi precedenti direttori di Hogwarts e il suo grasso pony. Sollevò il cimiero e brindò a loro alzando un calice di idromele. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Altrettanto a voi, mESsere!» ruggì Sir Cadogan, mentre il dipinto si spostava per lasciarli passare. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry andò dritto nel dormitorio, prESe la Firebolt e il Kit di Manutenzione che Hermione gli aveva regalato per il suo compleanno, li portò di sotto e cercò di trovare qualcosa DA fare alla Firebolt: ma non c'erano ramoscelli DA potare, e il manico splendeva talmente che era inutile luciDArlo. Lui e Ron rimasero lì ad ammirarla DA tutte le parti, finché il ritratto non si aprì lasciando entrare Hermione, accompagnata DAlla profESsorESsa McGranitt. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Anche se la McGranitt era la rESponsabile del Grifondoro, Harry l'aveva vista solo una volta nella sala comune, ed era stato per DAre un annuncio molto serio. Lui e Ron la fissarono, stringendo entrambi la Firebolt. Hermione li superò, si sedette, prESe il libro più vicino e vi nascose la faccia. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Allora è quESto, vero?» disse la profESsorESsa McGranitt senza preamboli, avvicinandosi al fuoco e osservando la Firebolt. «La signorina Granger mi ha appena informato che qualcuno ti ha regalato un manico di scopa, Potter». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry e Ron guarDArono Hermione. Videro la sua fronte diventare rossa oltre il margine del libro, che teneva a rovEScio. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Posso?» disse la profESsorESsa McGranitt, e senza aspettare la risposta prESe la Firebolt DAlle loro mani. La ESaminò con cura DAlla punta alla coDA. «Mmm. E non c'era nESsun biglietto, Potter? Niente? NESsun mESsaggio di nESsun genere?» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«No» disse Harry in tono inESprESsivo. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Capisco...» disse la profESsorESsa McGranitt. «Be', temo che dovrò portarla via, Potter». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«C... che cosa?» ESclamò Harry balzando in piedi. «Perché?» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Dobbiamo controllare che non abbia il malocchio» disse la profESsorESsa McGranitt. «Io non sono un'ESperta, ma credo che MaDAma Bumb e il profESsor Vitious la smonteranno...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«La smonteranno?» ripeté Ron, come se la profESsorESsa McGranitt fosse pazza. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non ha niente che non va» disse Harry con un tremito nella voce. «DAvvero, profESsorESsa...» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Non puoi saperlo, Potter» ribatté la profESsorESsa McGranitt in tono gentile, «non finché non l'hai provata, e comunque, temo che quESto sia fuori quEStione finché non saremo sicuri che non sia stata manomESsa. Ti terrò informato». La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa McGranitt girò sui tacchi e portando con sé la Firebolt riattraversò il buco del ritratto, che si chiuse alle sue spalle. Harry rimase a guarDAre nel vuoto anche quando fu sparita, con il barattolo di Lucido per manici ancora stretto in mano. Ron si voltò come una furia verso Hermione. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Perché sei anDAta a dirlo alla McGranitt?» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Hermione gettò via il libro. Era ancora tutta rossa in faccia, ma si alzò e guardò Ron con aria di sfiDA. La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
«Perché pensavo, e la profESsorESsa McGranitt è d'accordo con me, che probabilmente è stato Sirius Black a manDAre quella scopa a Harry!» La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3) |
Harry sapeva che Hermione aveva agito con le migliori intenzioni, ma quESto non gli impedì di arrabbiarsi con lei. Per poche, brevi ore era stato il proprietario di uno dei migliori manici di scopa del mondo, e ora, grazie alla sua intromissione, non sapeva se l'avrebbe mai più rivisto. Era certo che al momento non ci fosse niente che non anDAva nella Firebolt, ma in che condizioni sarebbe stata dopo aver subito ogni genere di tESt antimalocchio? Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Anche Ron era furioso con Hermione. Per quello che lo riguarDAva, smontare una Firebolt nuova di zecca non era niente di meno che un crimine. Hermione, sempre convinta di aver agito per il meglio, prESe a evitare la sala comune. Harry e Ron immaginarono che si fosse rifugiata in biblioteca, e non cercarono di convincerla a tornare. Dopotutto furono contenti quando gli altri fecero ritorno a scuola subito dopo il primo dell'anno, e la Torre dei Grifondoro fu di nuovo affollata e rumorosa. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Hai passato un buon Natale?» chiESe, e poi, senza aspettare una risposta, si sedette, abbassò la voce e disse: «Ho riflettuto un po' durante le vacanze, Harry. Dopo l'ultima partita, sai. Se i Dissennatori vengono anche alla prossima... voglio dire... non possiamo rischiare che tu... be'...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Ci sto lavorando» disse Harry in fretta. «Il profESsor Lupin ha detto che mi avrebbe insegnato a tenere lontani i Dissennatori. Dovremmo cominciare quESta settimana, ha detto che dopo Natale avrebbe trovato il tempo». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Ah!» ESclamò Baston illuminandosi. «Bene, in quESto caso... non volevo certo perdere un Cercatore come te, Harry. Hai già ordinato una scopa nuova?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Una Firebolt? No! DAvvero? Una... una Firebolt vera?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Sirius Black» disse Harry stancamente. «Pare che mi dia la caccia. Quindi la McGranitt crede che possa averla manDAta lui». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Trascurando il fatto che un celebre assassino dESse la caccia al suo Cercatore, Baston disse: Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Ma Black non avrebbe potuto comprare una Firebolt! È un evaso! Tutto il paESe lo sta cercando! Come avrebbe potuto entrare DA AccESsori di Prima Qualità per il Quidditch e comprare un manico di scopa?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Il giorno dopo ricominciarono le lezioni. L'ultima cosa che si potESse dESiderare era passare due ore all'aperto in una geliDA mattina di gennaio, ma Hagrid aveva preparato un falò pieno di Salamandre per divertirli, e trascorsero una lezione insolitamente piacevole raccogliendo legna secca e foglie per alimentare il fuoco, mentre le bEStiole scorrazzavano su e giù per i ceppi incandEScenti che si sgretolavano. La prima lezione di Divinazione del nuovo trimEStre fu molto meno divertente; la profESsorESsa Cooman era passata alla Lettura della Mano, e informò subito Harry che aveva le linee della vita più brevi che avESse mai visto. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Era a DifESa contro le Arti Oscure che Harry aveva DAvvero voglia di anDAre; dopo la conversazione con Baston, voleva cominciare le lezioni Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
AntiDissennatori il più prESto possibile. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Ah, sì» disse Lupin quando Harry gli ricordò la promESsa alla fine della lezione. «Fammi un po' vedere... cosa ne dici di giovedì sera alle otto? La classe di Storia della Magia dovrebbe ESsere grande abbastanza... Dovrò pensare bene a come possiamo fare... non possiamo far entrare nel castello un vero Dissennatore per fare ESercizio...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Cos'era quel 'mmm'?» chiESe Ron seccato. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«AdESso mi spieghi» ribatté Ron. «Mi stavo chiedendo che cos'ha Lupin, e tu...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Se non vuoi dircelo, non dircelo» ESclamò Ron. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Non lo sa» commentò Ron, guarDAndola. «Sta solo cercando di convincerci a parlarle di nuovo». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Alle otto di giovedì sera, Harry uscì DAlla Torre dei Grifondoro e si dirESse verso la classe di Storia della Magia. Era buia e vuota quando arrivò, ma accESe le lanterne con la bacchetta magica e dopo soli cinque minuti apparve il profESsor Lupin con una grossa cassa DA imballaggio, che posò sulla scrivania del profESsor Rüf. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Che cos'è?» chiESe Harry. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Un altro Molliccio» rispose Lupin, togliendosi il mantello. «È DA martedì che setaccio il castello, e per fortuna l'ho trovato nascosto nello scheDArio di Mastro Gazza. È la cosa più simile a un Dissennatore che abbiamo. Appena ti vedrà, il Molliccio si trasformerà in un Dissennatore, quindi potremo ESercitarci con lui. Quando non lo usiamo posso tenerlo nel mio ufficio, sotto la scrivania c'è un armadietto che gli piacerà». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«D'accordo» disse Harry, cercando di DAre l'imprESsione di non ESsere preoccupato, ma anzi assolutamente felice che Lupin avESse trovato un così valido sostituto di un vero Dissennatore. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Allora...» Il profESsor Lupin EStrasse la bacchetta e fece cenno a Harry di imitarlo. «L'incantESimo che cercherò di insegnarti è magia molto avanzata, Harry... molto al di sopra del Fattucchiere Ordinario. Si chiama Incanto Patronus». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Come funziona?» chiESe Harry nervoso. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Be', quando funziona correttamente, evoca un Patronus» spiegò Lupin, «che è una specie di AntiDissennatore. Un guardiano che fa DA schermo fra te e il Dissennatore». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Harry ebbe un'improvvisa visione di se stESso rannicchiato dietro una figura formato Hagrid armata di una grossa mazza. Il profESsor Lupin riprESe: «Il Patronus è una forza positiva, una proiezione delle cose di cui si alimenta il Dissennatore: la speranza, la felicità, il dESiderio di sopravvivere. Ma non può provare la disperazione come i veri ESseri umani, quindi i Dissennatori non sono in grado di fargli del male. Devo però avvertirti, Harry, che l'incantESimo potrebbe ESsere troppo avanzato per te. Molti maghi qualificati incontrano serie difficoltà». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Che aspetto ha un Patronus?» chiESe Harry curioso. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Con un incantESimo che funziona soltanto se ti concentri con tutte le tue forze su un solo ricordo molto felice». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Harry cercò un ricordo felice. Di sicuro nulla di quanto gli era succESso DAi Dursley poteva anDAre. Alla fine scelse la prima volta che aveva cavalcato un manico di scopa. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«L'incantESimo è quESto». Lupin si schiarì la voce: «Expecto Patronum!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Qualcosa schizzò fuori all'improvviso DAlla punta della sua bacchetta; sembrava un filo di gas argenteo. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«L'ha visto?» ESclamò Harry eccitato, «è succESso qualcosa!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Sì» disse Harry, stringendo forte la bacchetta e spostandosi al centro della classe dESerta. Cercò di mantenere il pensiero fisso sul volo, ma qualcos'altro continuava a interferire... rischiava di risentire sua madre in ogni istante... ma non doveva pensarci, altrimenti l'avrebbe risentita DAvvero, e non voleva... o invece voleva? Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Un Dissennatore si levò lentamente, il viso incappucciato rivolto verso Harry, una mano spettrale e coperta di croste che tratteneva il mantello. Le lanterne tutto intorno guizzarono e si spensero. Il Dissennatore uscì DAlla cassa e prESe ad avanzare in silenzio verso Harry, traendo rESpiri rotti e profondi. Un'onDAta di gelo pungente invEStì il ragazzo... Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Ma la classe e il Dissennatore si stavano dissolvendo... Harry cadeva di nuovo in una fitta nebbia bianca, e la voce di sua madre era più acuta che mai, ed echeggiava dentro la sua tESta... Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Harry tornò alla vita. Era distESo sul pavimento, a pancia in su. Le lanterne della classe erano di nuovo accESe. Non dovette chiedere che cos'era succESso. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Stai bene?» gli chiESe Lupin. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Ecco...» Lupin gli porse una Cioccorana. «Mangiala prima di riprovare. Non mi aspettavo che ce la facESsi la prima volta. In effetti mi sarei stupito se ti fosse riuscito». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Sta peggiorando» mormorò Harry staccando la tESta della rana con un morso. «QuESta volta l'ho sentita più forte... e lui... Voldemort...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Continuiamo!» ESclamò Harry deciso, ficcandosi in bocca il rESto della Cioccorana. «Devo farlo! E se i Dissennatori si prESentano alla partita contro i Corvonero? Non posso permettermi di cadere di nuovo. Se perdiamo quell'incontro perderemo la Coppa del Quidditch!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Harry rifletté e decise che i suoi sentimenti quando il Grifondoro aveva vinto la Coppa delle Case l'anno prima si potevano proprio definire di grande felicità. Brandì di nuovo la bacchetta con forza, e riprESe il suo posto al centro della classe. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Pronto?» gli chiESe Lupin afferrando il coperchio della cassa. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Pronto» rispose Harry, tentando con tutte le sue forze di riempirsi la tESta di pensieri allegri sulla vittoria dei Grifondoro, e non di pensieri cupi su quello che sarebbe succESso una volta aperta la cassa. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Vai!» disse Lupin sollevando il coperchio. La stanza diventò di nuovo geliDA e buia. Il Dissennatore avanzò rantolando; una mano in putrefazione si tESe verso Harry... Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Una nebbia bianca oscurò i suoi sensi... grandi forme sfocate si muovevano attorno a lui... poi si udì una nuova voce, la voce di un uomo, che griDAva, prESo DAl panico... Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Il rumore di qualcuno che si precipita fuori DA una stanza... una porta che si spalanca... una risatina acuta... Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Lupin lo stava schiaffeggiando. QuESta volta Harry ci mise un po' di più a capire perché era distESo sul polveroso pavimento di una classe. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Ho sentito mio padre» mormorò. «È la prima volta che lo sento... ha cercato di affrontare Voldemort per DAre a mia madre il tempo di fuggire...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Harry all'improvviso si accorse che aveva il viso bagnato di lacrime. Chinò il capo più che poteva e si asciugò le guance con un lembo del vEStito, fingendo di allacciarsi la scarpa, per non farsi vedere DA Lupin. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Hai sentito JamES?» chiESe Lupin con una strana voce. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Io... sì, in realtà» disse Lupin. «Eravamo amici a Hogwarts. Ascolta, Harry... forse per quESta sera dovremmo lasciar perdere. QuESto incantESimo è troppo avanzato... Non dovevo nemmeno proporti di provarci...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«No!» ESclamò Harry. Si rialzò. «Proverò un'altra volta! Non penso a cose abbastanza felici, ecco cos'è... aspetti...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Si spremette le meningi. Un ricordo molto, molto felice... uno DA poter Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Il momento in cui aveva scoperto che era un mago, e che avrebbe lasciato casa Dursley per anDAre a Hogwarts! Se non era quello un ricordo felice, allora... Concentrandosi molto intensamente su ciò che aveva provato quando aveva capito che se ne sarebbe anDAto DA Privet Drive, Harry si alzò e affrontò ancora una volta la cassa. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Pronto?» chiESe Lupin, con l'aria di agire contro ogni buonsenso. «Ti sei concentrato? D'accordo... vai!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Alzò il coperchio della cassa per la terza volta, e il Dissennatore ne uscì; la stanza divenne fredDA e buia... Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
L'urlo dentro la sua tESta era ricominciato, solo che quESta volta era come se uscisse DA una radio male sintonizzata. Diminuiva, aumentava, diminuiva di nuovo... e Harry vide ancora il Dissennatore... si era fermato... e poi una grande ombra argentea ESplose DAlla punta della bacchetta di Harry, si alzò fluttuando tra lui e il Dissennatore, e anche se Harry si sentiva le gambe molli, era ancora in piedi... anche se non sapeva per quanto avrebbe rESistito... Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Qualcosa si spezzò sonoramente, e il Patronus nebuloso di Harry sparì assieme al Dissennatore; Harry si lasciò cadere su una sedia, ESausto come se avESse appena corso per un miglio, le gambe tremanti. Con la coDA dell'occhio vide il profESsor Lupin che a colpi di bacchetta costringeva il Molliccio a rientrare nella cassa; era tornato di nuovo un globo argenteo. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Eccellente!» disse Lupin avvicinandosi. «Eccellente, Harry! DAvvero un buon inizio!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Mangialo tutto, o MaDAma Chips mi farà a pezzi. Ci vediamo la prossima settimana alla stESsa ora?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Ok» disse Harry. Diede un morso al cioccolato e guardò Lupin che spegneva le lanterne, che si erano riaccESe dopo la scomparsa del Dissennatore. Gli era appena venuta in mente una cosa. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«ProfESsor Lupin» disse. «Se conosceva mio padre, allora deve aver co Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Sì, lo conoscevo» rispose brevemente. «O almeno così credevo. È meglio che tu vaDA, Harry, si sta facendo tardi». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Harry uscì DAlla classe, percorse il corridoio e girò un angolo, poi fece una deviazione dietro un'armatura e si sedette sul piedistallo per finire il cioccolato, dESiderando di non aver nominato Black, visto che chiaramente Lupin non era entusiasta dell'argomento. Poi il pensiero di Harry tornò a sua madre e suo padre... Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Si sentiva ESausto e stranamente svuotato, anche se era così pieno di cioccolato. Per quanto terribile fosse ascoltare gli ultimi istanti di vita dei suoi genitori ripetersi nella sua tESta, erano le sole volte che aveva sentito le loro voci DA quando era molto piccolo. Ma non sarebbe mai stato in grado di far apparire un vero Patronus se parte di luì dESiderava riascoltare i suoi genitori... Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Si alzò, si ficcò in bocca l'ultimo pezzo di cioccolato e si dirESse verso la Torre dei Grifondoro. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Corvonero giocò contro Serpeverde una settimana dopo l'inizio del trimEStre. Vinse Serpeverde, anche se di stretta misura. Secondo Baston, era un bene per Grifondoro, che si sarebbe piazzato secondo se a sua volta avESse battuto Corvonero. Quindi Baston portò il numero degli allenamenti a cinque la settimana. Con le lezioni AntiDissennatore di Lupin, che DA sole erano più faticose di sei allenamenti di Quidditch, Harry aveva solo una sera la settimana per fare i compiti. Anche così, non parve accusare lo sforzo tanto quanto Hermione, il cui immenso carico di lavoro cominciava a farsi sentire. Tutte le sere, senza eccezioni, Hermione era in un angolo della sala comune, con parecchi tavoli coperti di libri, schemi di Aritmanzia, dizionari di rune, diagrammi di Babbani che sollevavano oggetti pESanti e quaderni su quaderni di appunti fitti fitti; quasi non parlava con nESsuno, e quando veniva interrotta scattava, nervosissima. «Come fa?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
bisbigliò Ron rivolto a Harry una sera, mentre quESt'ultimo finiva un tema complicato sui Veleni Irriconoscibili per Piton. Harry alzò gli occhi. Hermione si vedeva a stento dietro una pila di libri in bilico. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«A star dietro a tutte le lezioni!» disse Ron. «QuESta mattina l'ho sentita che parlava con la profESsorESsa Vector, quella di Aritmanzia. Discutevano della lezione di ieri, ma Hermione non può ESserci anDAta, perché era con noi a Cura delle Creature Magiche! Ed Ernie McMillan mi ha detto che non ha mai perso una lezione di Babbanologia, ma metà delle ore coincidono con Divinazione, e non ne ha mai saltata una neanche di quelle!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Harry non aveva tempo di lambiccarsi sul mistero dell'orario impossibile di Hermione; doveva finire il tema per Piton. Due secondi dopo, comunque, fu interrotto di nuovo, quESta volta DA Baston. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Brutte notizie, Harry. Sono appena stato DAlla profESsorESsa McGranitt a parlare della Firebolt. Lei... ehm... si è un po' arrabbiata con me. Mi ha detto che non capivo che cos'è più importante. Ha detto che m'importava di più di vincere la Coppa che della tua vita. Solo perché le ho detto che non era un problema se la scopa ti disarcionava, purché prima tu fossi riuscito a prendere il Boccino». Baston scosse la tESta incredulo. «DAvvero, dovevi sentire come urlava... neanche avESsi detto una cosa terribile... poi le ho chiESto quanto tempo pensava di tenersela...» Fece una smorfia e imitò la voce severa della profESsorESsa McGranitt: «'Per tutto il tempo necESsario, Baston'... credo che sia ora di ordinarti una scopa nuova, Harry. C'è un modulo in fondo a GuiDA ai Manici di Scopa... potrESti prendere una Nimbus Duemilauno, come quella di Malfoy». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Non ho intenzione di comprare niente che sia buono per Malfoy» disse Harry con voce sorDA. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Gennaio si trasformò quietamente in febbraio, senza alcun cambiamento nel tempo, ancora freddo pungente. La partita contro i Corvonero si avvicinava, ma Harry non aveva ancora ordinato una scopa nuova. Ormai chiedeva alla profESsorESsa McGranitt notizie della Firebolt dopo ogni lezione di Trasfigurazione, con Ron ritto al suo fianco, speranzoso, e Hermione che li superava guarDAndo DAll'altra parte. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«No, Potter, non puoi ancora riaverla» gli disse la profESsorESsa McGranitt la dodicESima volta, prima ancora che aprisse bocca. «Abbiamo controllato quasi tutte le maledizioni principali, ma il profESsor Vitious ritiene che la scopa potrebbe ESsere infEStata DA un IncantESimo di Lancio. Te lo Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
A peggiorare le cose, le legioni AntiDissennatore non stavano anDAndo affatto bene come sperava. Per parecchie volte di fila, Harry riuscì a produrre una confusa ombra argentata tutte le volte che il MolliccioDissennatore gli si avvicinava, ma il suo Patronus era troppo debole per scacciarlo. Non faceva altro che aleggiare come una nuvola semitrasparente, prosciugando le energie di Harry che lottava per trattenerlo. Harry era arrabbiato con se stESso e si sentiva in colpa per il suo segreto dESiderio di risentire le voci dei genitori. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Pretendi troppo DA te stESso» disse il profESsor Lupin severo la quarta settimana di lezioni. «Per un mago di tredici anni, anche un Patronus confuso è un gran risultato. E poi non svieni più, no?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Credevo che un Patronus... schiacciasse i Dissennatori, o roba del genere» disse Harry scoraggiato. «Che li facESse sparire...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Un vero Patronus lo fa» disse Lupin. «Ma tu hai fatto grandi progrESsi in pochissimo tempo. Se i Dissennatori si fanno vedere alla prossima partita di Quidditch, sarai in grado di tenerli a baDA abbastanza a lungo DA riuscire a tornare a terra». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Ho la massima fiducia in te» disse Lupin sorridendo. «Ecco... ti sei meritato una bibita... arriva DAi Tre Manici di Scopa... non credo che tu l'abbia mai assaggiata...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
EStrasse due bottiglie DAlla valigia. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Oh... Ron e Hermione me ne hanno portata un po' quando sono anDAti a Hogsmeade» mentì rapido Harry. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Capisco» disse Lupin, sospettoso. «Be'... beviamo alla vittoria di Grifondoro contro Corvonero! Anche se io non dovrei tenere per nESsuno, ESsendo un insegnante...» aggiunse in fretta. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Bevvero la Burrobirra in silenzio, finché Harry non decise di chiedere qualcosa a cui pensava DA un po'. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Il profESsor Lupin abbassò la bottiglia, pensieroso. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Mmm... be', i soli a saperlo non sono in grado di raccontarcelo. Vedi, il Dissennatore abbassa il cappuccio solo per usare la sua arma EStrema, la peggiore». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Oh, no» disse Lupin. «È molto peggio. Puoi ESistere anche senza l'anima, sai, purché il cuore e il cervello funzionino ancora. Ma non avrai più nESsuna idea di te stESso, nESsun ricordo... nulla. Non è possibile guarire. ESisti e basta. Come un guscio vuoto. E la tua anima se n'è anDAta per sempre... è perduta». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Lupin prESe un altro sorso di Burrobirra e poi disse: Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«È la sorte che attende Sirius Black. C'era scritto stamattina sulla Gazzetta del Profeta. Il Ministero ha DAto ai Dissennatori il permESso di procedere se lo trovano». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Harry per un attimo rimase colpito all'idea che a qualcuno venisse succhiata via l'anima DAlla bocca. Ma poi pensò a Black. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Lo credi DAvvero?» gli chiESe Lupin quasi casualmente. «Credi DAvvero che qualcuno possa meritare una cosa del genere?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Sì» rispose Harry in tono di sfiDA. «Per... per certe cose...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Avrebbe voluto dire a Lupin della conversazione su Black che aveva origliato ai Tre Manici di Scopa, di come Black aveva tradito sua madre e suo padre, ma per farlo avrebbe dovuto rivelare di ESsere anDAto a Hogsmeade senza permESso, e sapeva che a Lupin quESto non sarebbe piaciuto. Così finì la sua Burrobirra, ringraziò Lupin e uscì DAll'aula di Storia della Magia. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Harry quasi rimpianse di aver chiESto che cosa c'era sotto il cappuccio di un Dissennatore. La risposta era così orribile, e lui era così assorto a chiedersi che cosa si dovESse provare a farsi succhiar via l'anima, che a metà delle scale andò a sbattere dritto contro la profESsorESsa McGranitt. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«GuarDA dove vai, Potter!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Mi scusi, profESsorESsa...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Sono appena venuta a cercarti nella sala comune dei Grifondoro. Be', allora, abbiamo fatto tutto quello che ci veniva in mente, e sembra che non abbia niente che non va... hai un vero amico DA qualche parte, Potter...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
splendiDA come sempre. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Posso riaverla?» chiESe Harry debolmente. «Sul serio?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«DAvvero» rispose la profESsorESsa McGranitt con un sorriso. «Direi che hai bisogno di prendere confidenza con lei prima della partita di sabato, o no? E, Potter... cerca di vincere, d'accordo? O saremo fuori gioco per l'ottavo anno di fila, come il profESsor Piton è stato così carino DA ricorDArmi non più tardi di ieri sera...» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Ammutolito, Harry portò la Firebolt di sopra, nella Torre dei Grifondoro. Mentre girava un angolo, vide Ron che sfrecciava verso di lui con un sorriso DA un orecchio all'altro. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Te l'ha DAta? Ottimo! Senti, mi fai fare un giro? Domani?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Sì, d'accordo» disse Ron. «AdESso è nella sala comune che studia, tanto per cambiare». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Le ho scritte!» piagnucolava Neville, «ma il foglietto dev'ESsermi caduto!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Bella storia!» ruggì Sir Cadogan. Poi, vedendo Harry e Ron: «Buonasera, miei giovani cavalieri! Mettete in ceppi quESto babbeo che sta cercando di forzare l'ingrESso alle vostre stanze!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Ho perso le parole d'ordine!» disse loro Neville dESolato. «Mi ero fatto dire tutte le parole d'ordine che usava quESta settimana, visto che continua a cambiarle, e adESso non so dove sono finite!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Stiletto!» disse Harry a Sir Cadogan, che fu molto deluso e si spostò malvolentieri per lasciarli entrare nella sala comune. Un improvviso mormorio d'eccitazione si propagò tra i ragazzi, e in un attimo Harry si ritrovò circonDAto DA una piccola folla eccitata. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Dove l'hai prESa, Harry?» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«I Corvonero non avranno scampo, hanno tutti delle ScopalinDA Sette!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Dopo una decina di minuti, durante i quali la Firebolt passò di mano in mano e fu ammirata DA tutte le angolazioni, la folla si disperse e Harry e Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Ron videro Hermione, la sola a non ESsersi precipitata su di loro, china sui libri, bene attenta a evitare i loro occhi. Harry e Ron si avvicinarono al suo tavolo e alla fine lei alzò lo sguardo. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Me l'hanno riDAta» disse Harry con un sorriso, alzando la Firebolt. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Visto, Hermione? Non aveva niente che non anDAva!» disse Ron. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Be'... ma poteva anche non ESsere così!» disse Hermione. «Voglio dire, Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
almeno adESso sai che è sicura!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«La porto io!» si offrì Ron entusiasta. «Devo DAre a Crosta il suo Sciroppo Ratto». Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
PrESe la Firebolt e reggendola come se fosse fatta di vetro la portò via, verso la scala dei ragazzi. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Posso sedermi, allora?» Harry chiESe a Hermione. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Come fai a cavartela con tutta quESta roba?» le domandò. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Oh, be'... sai... studio tanto» disse Hermione. DA vicino, Harry notò che aveva l'aria stanca quasi quanto Lupin. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Perché non lasci perdere un paio di materie?» le chiESe mentre lei spostava i libri per cercare il vocabolario runico. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Non potrei mai!» rispose Hermione scanDAlizzata. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«Aritmanzia sembra spaventosa» disse Harry, prendendo uno schema numerico DAll'aria molto complicata. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Ma Harry non scoprì mai che cosa ci fosse di tanto meraviglioso nell'Aritmanzia. In quel preciso istante, un urlo strozzato echeggiò DAlla scala dei ragazzi. Tutti i prESenti tacquero e fissarono l'ingrESso, pietrificati. Poi risuonarono passi frettolosi, sempre più forti... e alla fine comparve Ron, trascinando un lenzuolo. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«GUARDA!» urlò, avvicinandosi al tavolo di Hermione. «GUARDATE!» gridò, scuotendo il lenzuolo DAvanti agli amici. Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
«CROSTA! GUARDATE! CROSTA!» Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3) |
Ron era furioso perché Hermione non aveva mai prESo sul serio i tentativi di Grattastinchi di divorare Crosta, non si era preoccupata di tenerlo d'occhio e tentava ancora di farlo passare per innocente, visto che gli suggeriva di cercare il topo sotto i letti dei ragazzi. Hermione, DA parte sua, sosteneva che Ron non aveva nESsuna prova che Grattastinchi avESse mangiato Crosta, che i peli rossi potevano ESsere lì DA Natale, e che Ron era sempre stato prevenuto nei confronti del gatto, fin DA quando Grattastinchi gli era balzato in tESta al Serraglio Stregato. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Ron in effetti aveva prESo molto male la scomparsa del topo. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Dài, Ron, non facevi che ripetere quanto era noioso Crosta» disse Fred per consolarlo. «Era giù DA secoli, se ne stava anDAndo. Probabilmente è stato meglio per lui sparire cosi, in un boccone. Non deve aver sentito niente». Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Fred!» ESclamò Ginny indignata. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Il suo momento di gloria» disse Fred, incapace di rEStar serio. «Che la cicatrice sul dito di Goyle sia perenne tributo alla sua memoria. Dài, Ron, vai a Hogsmeade e comprati un topo nuovo. A cosa serve lamentarsi?» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Nell'EStremo tentativo di rincuorare Ron, Harry lo convinse ad accompagnarlo all'ultimo allenamento dei Grifondoro prima della partita contro i Corvonero, così alla fine avrebbe potuto fare un giro sulla Firebolt. La cosa parve distrarre per un attimo Ron DAl pensiero di Crosta («Splendido! Posso provare a fare qualche goal?»), e così i due ragazzi si dirESsero insieme verso il campo. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
MaDAma Bumb, che continuava ad assistere agli allenamenti dei Grifondoro per tenere d'occhio Harry, fu colpita DAlla Firebolt quanto gli altri. Prima del decollo la prESe, la studiò DA vicino ed ESprESse il suo giudizio tecnico. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Che equilibrio! Se la serie Nimbus ha un difetto, è un piccolo solco nella coDA: spESso dopo qualche anno comincia a fare attrito. Hanno anche modernizzato il manico, è un po' più sottile delle ScopalinDA, mi ricorDA le vecchie Frecce d'Argento, peccato che abbiano smESso di produrle, io ci ho imparato a volare, ed era una gran bella vecchia scopa anche quella...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Ehm... MaDAma Bumb? Le spiace rEStituire la Firebolt a Harry? Dovremmo proprio allenarci...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Oh... certo... ecco, Potter» disse MaDAma Bumb. «Vado a sedermi con Weasley...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Lei e Ron uscirono DAl campo e prESero posto sulle tribune, mentre la squadra dei Grifondoro si riuniva attorno a Baston per le istruzioni finali prima della partita del giorno dopo. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Harry, ho appena scoperto chi sarà il Cercatore di Corvonero. Cho Chang. È una del quarto anno, ed è bravina... Speravo che non fosse in forma, ha avuto qualche problema...» Baston ESprESse il suo disappunto per la completa riprESa di Cho Chang, poi disse: «D'altra parte, cavalca una Comet DuecentosESsanta, che sarà semplicemente ridicola vicino alla Firebolt». Dedicò alla scopa di Harry uno sguardo di fervente ammirazione, poi disse: «Ok, andiamo...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Era come sognare. La Firebolt girava al minimo tocco, sembrava obbedire ai suoi pensieri più che alla sua prESa; filava per il campo a una tale velocità che lo stadio diventò una macchia verde e grigia; Harry la fece voltare così bruscamente che Alicia Spinnet urlò, poi si tuffò in una pic Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry si voltò e inseguì un Bolide fino alla porta; lo superò senza sforzo, vide il Boccino sfrecciare DA dietro Baston e di lì a dieci secondi lo teneva stretto in mano. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
La squadra urlò di gioia. Harry lasciò anDAre il Boccino, gli diede un vantaggio di un minuto, poi scattò all'inseguimento, slalomando fra gli altri; lo vide rotolare vicino al ginocchio di Katie Bell, fece un giro della morte e lo afferrò di nuovo. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Fu l'allenamento più riuscito di tutti; la squadra, contagiata DAlla prESenza della Firebolt, provò le sue tattiche migliori senza errori, e quando atterrò di nuovo, Baston non ebbe una sola critica DA fare, cosa che, come fece notare George Weasley, non era mai succESsa prima di allora. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Sì» rispose Harry, pensando al suo debole Patronus e dESiderando che fosse più forte. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Be', speriamo di no» disse Baston. «Comunque... buon lavoro a tutti. Torniamo alla Torre... a letto prESto...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Io rESto qui ancora un po', Ron vuole fare un giro sulla Firebolt» disse Harry a Baston, e mentre il rESto della squadra si avviava agli spogliatoi, Harry andò verso Ron, che superò con un balzo la barriera e gli venne incontro. MaDAma Bumb si era addormentata. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Eccola qui» disse Harry, e tESe la Firebolt a Ron. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Ron, con ESprESsione EStatica, montò la scopa e filò nell'oscurità che si infittiva. Harry si spostò al bordo del campo per guarDArlo, e la notte calò prima che MaDAma Bumb si dEStasse con un sussulto, sgriDAsse Harry e Ron per non averla svegliata e insistESse per farli tornare al castello. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry si mise in spalla la Firebolt e lui e Ron uscirono DAllo stadio buio, discutendo l'anDAtura straordinariamente regolare della scopa, la sua fenomenale accelerazione e la sua precisione nelle svolte. Erano a metà straDA quando Harry, guarDAndo a sinistra, vide qualcosa che gli mozzò il fiato: due occhi che scintillavano nell'oscurità. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Che cosa succede?» chiESe Ron. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry indicò gli occhi. Ron EStrasse la bacchetta e mormorò: «Lumos!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Vattene via!» ruggì Ron, chinandosi per raccogliere un grosso sasso, ma prima che lo potESse lanciare, Grattastinchi sparì con un guizzo della lunga coDA rossiccia. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Visto?» disse Ron furioso, lasciando cadere il sasso. «Continua a lasciarlo anDAre dove vuole. Probabilmente adESso sta manDAndo giù Crosta con un paio di uccelli...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry non disse niente. RESpirò a fondo lasciandosi pervadere DAl sollievo; per un attimo aveva creduto che quegli occhi appartenESsero al Gramo. Ripartirono alla volta del castello. Vergognandosi un po' di quell'attacco di panico, Harry non disse nulla a Ron, e non si guardò né a dEStra né a sinistra finché non furono nella Sala d'IngrESso bene illuminata. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
La mattina dopo Harry scESe a colazione con gli altri ragazzi del suo dormitorio, tutti convinti che la Firebolt meritasse una sorta di drappello d'onore. Quando Harry entrò nella Sala Grande, tutti si voltarono a guarDAre la Firebolt, e si diffuse un mormorio di eccitazione. Harry vide con enorme soddisfazione che la squadra dei Serpeverde sembrava colpita DA un fulmine. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Anche Baston si pavoneggiava nella gloria riflESsa della Firebolt. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Mettila qui, Harry» disse, posando la scopa in mezzo al tavolo e voltandola in modo che il nome fosse ben visibile. Alcuni ragazzi di Corvonero e Tassorosso si avvicinarono per DArle un'occhiata, Cedric Diggory andò a complimentarsi con Harry per aver acquistato una sostituta così straordinaria della Nimbus, e la fiDAnzata di Percy, Penelope Light di Corvonero, chiESe se poteva prenderla in mano. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Su, su, Penny, niente sabotaggi!» disse Percy cordialmente, mentre la ragazza ESaminava la Firebolt DA vicino. «Io e Penelope abbiamo fatto una scommESsa» disse agli altri. «Dieci galeoni sul risultato della partita!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Harry, fai in modo di vincere» disse Percy con un sussurro frettoloso. «Io non ce li ho, dieci galeoni. Sì, vengo, Penny!» E si affrettò a raggiungerla DAvanti a una fetta di pane tostato. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
fredDA voce strascicata. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Ha un sacco di effetti speciali, vero?» chiESe Malfoy, con gli occhi che brillavano maligni. «Peccato che non abbia anche un paracadute, nel caso si avvicini un Dissennatore». Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Tiger e Goyle riDAcchiarono. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Peccato che non ti possa spuntare un braccio in più, Malfoy» rispose Harry. «Così forse ce la farESti a prendere il Boccino». Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
La squadra dei Grifondoro scoppiò in una sonora risata. Gli occhi pallidi di Malfoy diventarono due fESsure, e il ragazzo si allontanò. Lo guarDArono raggiungere il rESto della squadra di Serpeverde, che si riunì a confabulare, certo per chiedere a Malfoy se la scopa di Harry fosse DAvvero una Firebolt. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Alle undici meno un quarto, la squadra di Grifondoro si avviò agli spogliatoi. Il tempo non avrebbe potuto ESsere più diverso DA quello della partita contro Tassorosso. Era una giornata limpiDA e frESca, con un venticello leggero; quESta volta non ci sarebbero stati problemi di visibilità, e Harry, seppur nervoso, cominciava ad avvertire l'eccitazione che solo una partita di Quidditch poteva portare con sé. Udirono il rESto della scuola che prendeva posto nello stadio. Harry si tolse la divisa scolastica nera, EStrasse la bacchetta DAlla tasca e la infilò nella maglietta che avrebbe indossato sotto la divisa DA Quidditch. Sperava solo di non averne bisogno. All'improvviso si chiESe se il profESsor Lupin sarebbe stato tra la folla a guarDAre. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Sapete che cosa dobbiamo fare» disse Baston mentre si preparavano a uscire DAgli spogliatoi. «Se perdiamo quESta partita, siamo fuori gara. Voi... comportatevi come all'allenamento di ieri e andrà tutto bene!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Uscirono in campo, accolti DA un tumultuoso applauso. La squadra di Corvonero, vEStita di blu, era già schierata a metà campo. Il loro Cercatore, Cho Chang, era l'unica ragazza della squadra. Era più bassa di Harry di almeno tutta la tESta, e Harry non poté fare a meno di notare, pur tESo com'era, che era molto carina. Lei sorrise a Harry mentre le squadre si fronteggiavano dietro i loro capitani, e lui avvertì una lieve stretta DAlle parti dello stomaco, una cosa che non aveva nulla a che fare con i nervi. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Baston, DAviES, stringetevi la mano» disse MaDAma Bumb spiccia, e Baston tESe la mano al capitano di Corvonero. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry si librò a mezz'aria e la Firebolt scattò più alta e più veloce di ogni altra scopa; il suo cavaliere fece un giro di prova sopra lo stadio e prESe a guarDArsi in giro in cerca del Boccino, ascoltando la cronaca affiDAta all'amico dei gemelli Weasley, Lee JorDAn. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Sono partiti, e l'attenzione di tutti in quESta partita è puntata sulla Firebolt che Harry Potter cavalca per Grifondoro. Secondo la GuiDA ai Manici di Scopa, la Firebolt sarà la scopa prEScelta DAlle squadre nazionali alla Coppa del Mondo di quESt'anno...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«JorDAn, ti dispiacerebbe dirci che cosa succede in campo?» lo interruppe la voce della profESsorESsa McGranitt. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Sicuro, profESsorESsa... stavo DAndo solo qualche informazione in più... la Firebolt, tra parentESi, monta un IncantESimo Autofrenante e...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«JorDAn!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Ok, ok, Grifondoro in possESso di palla, Katie Bell di Grifondoro sfreccia verso la porta...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry oltrepassò Katie puntando nella direzione opposta e guarDAndosi in giro in cerca di uno scintillio dorato. Cho Chang se ne accorse subito, lo tallonava. Era una giocatrice ESperta: continuava a tagliargli la straDA, costringendolo a cambiare direzione. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry spinse in avanti la Firebolt mentre giravano attorno alle porte di Corvonero, e Cho rimase indietro. Proprio mentre Katie segnava il primo goal della partita, e i giocatori di Grifondoro ESultavano, lo vide: il Boccino era quasi a terra e svolazzava vicino a una delle barriere. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry scESe in picchiata; Cho lo vide e si lanciò al suo inseguimento. Harry accelerò, pervaso DAll'eccitazione; le picchiate erano la sua specialità, mancavano solo tre metri... Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
In quel momento un Bolide, colpito DA uno dei Battitori di Corvonero, balzò fuori DAl nulla. Harry deviò e lo evitò per un pelo. In quei pochi cruciali istanti, il Boccino sparì. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
DAi tifosi di Grifondoro si alzò un grosso «Oooooh» di delusione e DAll'ala di Corvonero ESplose un fragoroso applauso per il Battitore. George Weasley manifEStò il suo disappunto sparando il secondo Bolide direttamente contro il Battitore avversario, che fu costretto a rovESciarsi a mezz'aria per evitarlo. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Grifondoro è in vantaggio per ottanta a zero, e guarDAte quella Firebolt come fila! Potter la sta mettendo DAvvero alla prova, guarDAte come la fa Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
girare, e la Comet di Chang non è certo all'altezza, la precisione e l'equilibrio della Firebolt sono DAvvero straordinari in quESti lunghi...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«JORDAN! TI PAGANO PER FARE PUBBLICITÀ ALLE FIREBOLT? VAI AVANTI CON LA CRONACA!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Corvonero si riscosse; segnò tre reti, lasciando a Grifondoro un vantaggio di soli cinquanta punti. Se Cho avESse prESo il Boccino prima di Harry, Corvonero avrebbe vinto. Harry planò verso il basso, evitando di stretta misura un Cacciatore di Corvonero, e scrutò il campo, in ansia. Un brillio d'oro, un palpito di piccole ali... il Boccino era laggiù, attorno alla porta di Grifondoro... Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry accelerò, gli occhi incollati al frammento d'oro DAvanti a lui. Ma un attimo dopo Cho apparve DAl nulla e gli sbarrò la straDA... Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«HARRY, NON È IL MOMENTO DI FARE IL GENTILUOMO!» ruggì Baston, mentre Harry deviava per evitare l'urto. «FALLA CADERE DALLA SCOPA, SE DEVI!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry si voltò e vide Cho che sorrideva. Il Boccino era sparito di nuovo. Harry puntò verso l'alto la Firebolt e prESto fu a oltre sESsanta metri. Con la coDA dell'occhio, vide che Cho lo seguiva... aveva deciso di marcarlo stretto invece di anDAre a cercare il Boccino... benissimo... se voleva inseguirlo, doveva subirne le conseguenze... Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Si tuffò di nuovo in picchiata, e Cho, convinta che avESse visto il Boccino, cercò di stargli dietro; Harry si rialzò bruscamente e lei continuò a precipitare; lui scattò di nuovo, veloce come un proiettile, e poi lo vide per la terza volta. Il Boccino scintillava alto sul campo, DAlla parte di Corvonero. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Tre Dissennatori, tre alti, neri Dissennatori incappucciati, guarDAvano verso di lui. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Non indugiò a pensare. S'infilò una mano sotto la divisa, EStrasse la bacchetta e ruggì: Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Qualcosa di enorme, di un bianco argenteo, spuntò DAlla punta della bacchetta. Harry sapeva di averla puntata direttamente verso i Dissennatori ma non si fermò a vedere che cosa succedeva; con la mente ancora miracolosamente sgombra, guardò DAvanti a sé, c'era quasi, tESe la mano che ancora stringeva la bacchetta e riuscì a stento a serrare le dita attorno al minuscolo Boccino che si divincolava. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
MaDAma Bumb fischiò, Harry si voltò a mezz'aria e vide sei macchie scarlatte che puntavano su di lui. Un attimo dopo, tutta la squadra lo abbracciava così forte che quasi lo fece cadere DAlla scopa. In basso echeggiavano le urla dei Grifondoro tra la folla. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Così si fa!» ripeteva Baston urlando. Alicia, Angelina e Katie avevano baciato Harry, Fred lo teneva così stretto che la tESta rischiava di saltargli via. Nel caos più totale, la squadra riuscì a scendere a terra. Harry smontò DAlla scopa e vide un branco schiamazzante di tifosi di Grifondoro che correvano in campo, Ron in tESta. Prima di rendersene conto, si trovò circonDAto DA una folla fEStante. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Benfatto, Harry!» disse Percy entusiasta. «Ho vinto dieci galeoni! Devo anDAre a cercare Penelope, scusa...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Maledettamente bravo!» ESplose Hagrid sulle tESte dei Grifondoro che si accalcavano. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry si voltò e vide il profESsor Lupin, insieme scosso e compiaciuto. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Forse perché... ehm... non erano Dissennatori» disse il profESsor Lupin. «Vieni a vedere...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Guidò Harry via DAlla folla, finché non giunsero in vista dell'EStremità del campo. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry guardò la scena stupefatto. Per terra, in un mucchio aggrovigliato, c'erano Malfoy, Tiger, Goyle e Marcus Flitt, il capitano dei Serpeverde, che lottavano per liberarsi dei loro lunghi mantelli neri col cappuccio. A quanto pareva, Malfoy doveva ESsere salito sulle spalle di Goyle. La profESsorESsa McGranitt, furiosa come non mai, era in piedi di fronte a loro. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«DAvvero un tiro spregevole!» urlava. «Un basso, vile tentativo di sabotare il Cercatore dei Grifondoro! Siete tutti puniti, e cinquanta punti in meno per Serpeverde! Ne parlerò con il profESsor Silente, non dubitate! Ah, eccolo che arriva!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Fu il miglior suggello alla vittoria dei Grifondoro. Ron, che si era fatto largo tra la folla al fianco di Harry, era piegato in due DAlle risate mentre Malfoy cercava di districarsi DAl mantello in cui era ancora impigliata la tESta di Goyle. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Andiamo, Harry!» disse George avvicinandosi, «andiamo a fESteggiare! Nella sala comune di Grifondoro, subito!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«D'accordo» disse Harry, felice come non lo era DA secoli. Lui e il rESto della squadra, ancora in divisa scarlatta, guiDArono la folla fuori DAllo stadio e verso il castello. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Era come se avESsero già vinto la Coppa del Quidditch; la fESta proseguì per tutto il giorno, fino a sera tarDA. Fred e George Weasley scomparvero per un paio d'ore e tornarono con bracciate di bottiglie di Burrobirra, Zuccotti di zucca e parecchi sacchetti pieni di dolci di Mielandia. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Con un piccolo aiuto di Lunastorta, CoDAliscia, Felpato e Ramoso» sussurrò Fred all'orecchio di Harry. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Solo una persona non si unì ai fESteggiamenti. Hermione, incredibile ma vero, rimase seduta in un angolo, cercando di leggere un libro enorme intitolato Vita domEStica e abitudini sociali dei Babbani inglESi. Harry si allontanò DAl tavolo dove Fred e George avevano cominciato a fare i giocolieri con le bottiglie di Burrobirra e le si avvicinò. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Sei venuta alla partita?» le chiESe. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Ma certo» rispose Hermione con una strana voce acuta, senza alzare gli occhi. «E sono contenta che abbiamo vinto, e credo che tu sia stato bravissimo, ma devo finire quESto libro per lunedì». Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Dài, Hermione, vieni a mangiare qualcosa» disse Harry, cercando Ron con lo sguardo e chiedendosi se l'amico fosse abbastanza di buonumore DA seppellire l'ascia di guerra. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Non posso, Harry, ho ancora quattrocentoventidue pagine DA leggere» disse Hermione, in tono lievemente isterico. «Comunque...» Anche lei guardò DAlla parte di Ron, «lui non mi vuole». Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Non c'era niente DA ribattere, visto che Ron scelse proprio quel momento per dire ad alta voce: «Se Crosta non fosse stato appena divorato, avrebbe potuto mangiare un po' di quESte Mosche al Caramello, gli piacevano tanto...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Hermione scoppiò in lacrime. Prima che Harry potESse dire o fare qualcosa, si infilò il libro sottobraccio e tra i singhiozzi corse verso la scala che portava al dormitorio delle ragazze. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Non puoi lasciarla un po' in pace?» chiESe Harry a Ron, piano. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
La fESta dei Grifondoro finì solo quando la profESsorESsa McGranitt comparve in vEStaglia scozzESe e retina sui capelli, all'una di notte, insistendo perché anDAssero tutti a dormire. Harry e Ron salirono nel dormitorio, discutendo la partita. Alla fine, ESausto, Harry s'infilò nel letto, chiuse le tende del balDAcchino per intercettare un raggio di luna, si distESe e scivolò quasi immediatamente nel sonno... Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Fece un sogno molto strano. Camminava in una forESta, con la Firebolt in spalla, seguendo qualcosa di un bianco argenteo che scivolava tra gli alberi DAvanti a lui e che Harry intravedeva a fatica tra le foglie. Ansioso di raggiungere la cosa, si affrettò, ma la sua preDA accelerava. Harry prESe a correre e altrettanto fece la cosa. Ora correva, e DAvanti sentiva un frastuono di galoppo... poi svoltò in una radura e... Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry si svegliò di colpo, come se qualcuno gli avESse DAto uno schiaffo. Disorientato, nell'oscurità totale, trafficò con le tende. Sentiva dei movimenti attorno a sé, e la voce di Seamus Finnigan DAll'altra parte della stanza ESclamò: «Che cosa succede?» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Harry credette di sentire sbattere la porta del dormitorio. Alla fine riuscì a dividere le tende, le aprì di scatto e nello stESso istante Dean Thomas accESe la lanterna. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Ron era seduto sul letto, terrorizzato, e le sue tende erano tutte lacerate DA una parte. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Sicuro che non fosse un sogno, Ron?» chiESe Dean. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«GuarDA le tende! Te l'ho detto, era qui!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Balzarono giù DAl letto. Harry raggiunse per primo la porta del dormitorio, e filarono tutti giù per le scale. Si aprirono porte, echeggiarono voci assonnate... Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Chi ha griDAto?» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
La sala comune era illuminata DAl barlume del fuoco ormai quasi spento, ancora ingombra dei rESti della fESta. Era dESerta. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Cos'è tutto quESto baccano?» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«La profESsorESsa McGranitt ci ha detto di anDAre a dormire!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Alcune ragazze erano scESe DAlla loro scala, sbadigliando e infilandosi la vEStaglia. Anche i ragazzi comparvero un po' alla volta. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Magnifico, ricomincia la fESta?» ESclamò allegramente Fred Weasley. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Sulla sala comune scESe il silenzio. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Sciocchezze!» ESclamò Percy stupefatto. «Hai mangiato troppo, Ron... hai avuto un incubo...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Era la profESsorESsa McGranitt. Sbatté il ritratto alle sue spalle entrando nella sala comune e si guardò intorno furente. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Sono felice che Grifondoro abbia vinto la partita, ma la cosa sta diventando ridicola! Percy, DA te mi aspettavo di più!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Certo non sono stato io a DAr loro il permESso, profESsorESsa!» disse Percy, indignato. «Stavo proprio dicendo loro di tornare a letto! Mio fratello Ron ha avuto un incubo...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«NON ERA UN INCUBO!» urlò Ron. «PROFESSORESSA, MI SONO SVEGLIATO E SlRIUS BLACK ERA SOPRA DI ME CON UN PUGNALE IN MANO!» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa McGranitt lo fissò incredula. «Non dire sciocchezze, Weasley, come avrebbe fatto a passare attraverso il ritratto?» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Glielo chieDA!» disse Ron, puntando un dito tremante verso il retro del quadro di Sir Cadogan. «Gli chieDA se ha visto...» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
GuarDAndo Ron con sospetto, la profESsorESsa McGranitt riaprì il ritratto e uscì. Tutta la sala comune tESe le orecchie, il fiato sospESo. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Ma certo, MaDAma!» strillò Sir Cadogan. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«DA... DAvvero?» disse la profESsorESsa McGranitt. «Ma... la parola d'ordine?» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa McGranitt tornò DAll'altra parte del ritratto, dove l'attendeva una folla turbata. Era bianca come gESso. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
«Chi mai» disse con voce spezzata, «chi mai è stato di una stupidità così abissale DA scrivere le parole d'ordine della settimana e DA lasciarle in giro?» Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Calò il silenzio totale, rotto solo DA una specie di pigolio. Neville Paciock, tremando DAlla punta dei capelli ai piedi calzati in soffici pantofole, alzò lentamente la mano. Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3) |
Quella notte nESsuno dormì nella Torre del Grifondoro. Sapevano che il castello sarebbe stato perquisito un'altra volta, e tutta la Casa rimase sveglia nella sala comune, in attESa di scoprire se Black era stato catturato. La profESsorESsa McGranitt tornò all'alba per far sapere ai ragazzi che era riuscito a fuggire. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Il giorno dopo riconobbero ovunque i segni di una sorveglianza più stretta. Il profESsor Vitious stava insegnando alle porte principali a riconoscere Sirius Black DA una grossa foto; Gazza anDAva su e giù per i corridoi a inchioDAre assi DAppertutto, DAlle minuscole crepe nelle pareti alle tane di topo. Sir Cadogan era stato licenziato. Il suo ritratto era stato riportato su al solitario pianerottolo del settimo piano, e la Signora Grassa era tornata. Era stata rEStaurata DA mani ESperte, ma era ancora molto nervosa, e aveva accettato di tornare al lavoro solo con la garanzia di una protezione speciale. Un gruppo di scontrosi troll guardiani era stato reclutato per sorvegliarla. Marciavano per il corridoio in un drappello minaccioso, parlando a grugniti e confrontando la misura delle loro mazze. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry non poté fare a meno di notare che la statua della strega orba al terzo piano era rimasta incustodita. Pareva che Fred e George avESsero avuto ragione nel dire che solo loro e ora Harry, Ron e Hermione sapevano del passaggio segreto al suo interno. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Credi che dovremmo dirlo a qualcuno?» chiESe Harry a Ron. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Sappiamo che non entra DA Mielandia» tagliò corto Ron. «Lo avremmo saputo se qualcuno fosse penetrato nel negozio». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry fu felice che Ron la pensasse così. Se bloccavano anche la strega orba, non sarebbe mai più potuto anDAre a Hogsmeade. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
In un baleno Ron diventò una celebrità. Per la prima volta, tutti dedicavano più attenzione a lui che a Harry, ed era chiaro che Ron si stava godendo il momento. Ancora parecchio scosso DAgli eventi della notte, era comunque felice di raccontare l'accaduto a chiunque glielo chiedESse, con gran ricchezza di particolari. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«...Stavo dormendo quando ho sentito un rumore, come una cosa che si strappava, e credevo che fosse un sogno, insomma. Ma poi c'era uno spiffero... Mi sono svegliato e una tenDA del mio letto non c'era più... Mi sono girato... e l'ho visto in piedi sopra di me... come uno scheletro, con una massa di capelli sporchi... e aveva un coltello lunghissimo, almeno trenta centimetri... e mi ha guarDAto, e io l'ho guarDAto, e poi io ho urlato e lui è fuggito». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry si era chiESto la stESsa cosa. Perché Black, una volta sbagliato letto, non aveva mESso a tacere Ron e cercato lui? Black aveva dimostrato dodici anni prima che non aveva alcuno scrupolo a uccidere persone innocenti, e quESta volta si era trovato di fronte a cinque ragazzi disarmati, quattro dei quali addormentati. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Forse sapeva che sarebbe stato difficile uscire di nuovo DAl castello dopo che tu ti eri mESso a griDAre e avevi svegliato tutti» disse Harry pensieroso. «Avrebbe dovuto uccidere tutta la Casa per riuscire a ripassare DAl buco del ritratto... poi avrebbe incontrato gli insegnanti...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Neville era nella disgrazia più totale. La profESsorESsa McGranitt era così arrabbiata con lui che gli aveva interdetto qualunque futura gita a Hogsmeade, lo aveva punito e aveva proibito a tutti di dirgli la parola d'ordine per entrare nella Torre. Il povero Neville era costretto ad aspettare tutte le sere fuori DAlla sala comune che qualcuno lo facESse entrare, mentre i troll della sorveglianza lo fissavano minacciosi. NESsuna di quESte punizioni, comunque, uguagliava quella che sua nonna aveva in serbo per lui. Due giorni dopo l'incursione di Black, spedì a Neville la cosa peggiore che uno studente di Hogwarts potESse ricevere per colazione: una Strillettera. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
I gufi della scuola planarono nella Sala Grande portando la posta come al solito, e a Neville andò il boccone di traverso mentre un grosso gufo at terrava DAvanti a lui con una lettera scarlatta nel becco. Harry e Ron, che erano seduti di fronte, riconobbero subito la lettera: Ron ne aveva ricevuta una così DA sua madre l'anno prima. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Non glielo dovette ripetere due volte. Neville afferrò la busta e tenendola DAvanti a sé come se fosse una bomba corse fuori DAlla sala, mentre il tavolo dei Serpeverde scoppiava a ridere. Sentirono la Strillettera che partiva nell'ingrESso: la voce della nonna di Neville, prodigiosamente aumentata di volume di almeno cento volte, che strillava ai quattro venti come il nipote aveva coperto di vergogna tutta la famiglia. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry strappò la busta mentre Edvige trangugiava i cornflakES di Neville. Il biglietto diceva: L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Cari Harry e Ron,
cosa ne dite di venire a prendere il tè DA me oggi pomeriggio verso le sei? Vengo a prendervi io al castello. ASPETTATE ME NELL'INGRESSO, NON DOVETE USCIRE DA SOLI. Saluti, Hagrid L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
E così alle sei del pomeriggio Harry e Ron uscirono DAlla Torre dei Grifondoro, superarono di corsa i troll della sorveglianza e scESero nella Sala d'IngrESso. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«So già tutto» disse Hagrid, aprendo la porta e incamminandosi DAvanti a loro. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
La prima cosa che videro entrando nella capanna di Hagrid fu Fierobecco, allungato sulla coperta patchwork di Hagrid, le enormi ali ripiegate strette accanto al corpo, che si gustava un grosso piatto di furetti morti. Distogliendo lo sguardo DA quella visione sgradevole, Harry vide un enorme vEStito peloso marrone e un'orrenDA cravatta gialla e arancione penzolare nell'armadio di Hagrid. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«A cosa servono, Hagrid?» chiESe. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Per l'udienza di Fierobecco contro il Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose» disse Hagrid. «È quESto venerdì. Io e lui andiamo a Londra insieme. Ho prESo due cuccette sul Nottetempo...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry fu sopraffatto DAi sensi di colpa. Si era completamente dimenticato che il procESso a Fierobecco era così vicino, e a giudicare DAllo sguardo imbarazzato di Ron, anche lui se n'era scorDAto. Avevano dimenticato anche la loro promESsa di aiutare Hagrid a preparare la difESa dell'Ippogrifo; l'arrivo della Firebolt l'aveva cancellata DAlle loro menti. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Ho qualcosa DA discutere con voi due» disse Hagrid, sedendosi tra loro con aria insolitamente seria. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Cosa?» chiESe Harry. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Perché non sta bene, ecco perché. È venuta qui a trovarmi tante volte DA Natale. Si sente sola. Prima non ci parlavate, con lei, per via della Firebolt, adESso non ci parlate perché il suo gatto...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Perché il suo gatto ha fatto come fanno tutti i gatti» continuò Hagrid ostinato. «Ha pianto tante volte, sapete. È un brutto momento per lei. Troppi impegni, se volete saperlo, con tutto il lavoro che sta cercando di fare. Ma ha trovato lo stESso il tempo di aiutarmi con il caso di Fierobecco, sapete... ha trovato della roba DAvvero buona... credo che lui ha qualche possibilità adESso...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Hagrid, avremmo dovuto aiutarti anche noi... scusa...» ESordì Harry imbarazzato. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Non ti rimprovero mica!» disse Hagrid, rESpingendo le scuse di Harry. «Con tutto quello che c'hai avuto per la tESta, ti ho visto che ti allenavi a Quidditch a tutte le ore del giorno e della notte... ma ve lo devo dire, credevo che a voi due vi importava di più della vostra amica che di una scopa o di un topo. Ecco». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry e Ron si guarDArono, entrambi a disagio. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Era DAvvero sconvolta, poverina, quando Black ti ha aggredito, Ron. Lei si che ha il cuore al posto giusto, lei, e voi due che non ci parlate nemmeno...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Ah, be', la gente a volte è un po' stupiDA quando ci parli dei suoi animali» disse Hagrid saggiamente. Alle sue spalle, Fierobecco sputò qualche osso di furetto sul cuscino. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Passarono il rESto della visita a discutere delle aumentate possibilità di Grifondoro di vincere la Coppa del Quidditch. Alle nove, Hagrid li riaccompagnò al castello. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Hogsmeade, il prossimo finESettimana!» disse Ron, sporgendosi sopra la folla di tESte per leggere il nuovo avviso. «Cosa ne dici?» sussurrò a Harry mentre anDAvano a sedersi. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Harry!» disse una voce nel suo orecchio dEStro. Harry sobbalzò e cercò con lo sguardo Hermione, che era seduta al tavolo dietro di loro e si apriva un varco nel muro di libri che la nascondeva. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Harry, se torni a Hogsmeade... dirò della mappa alla profESsorESsa McGranitt!» dichiarò Hermione. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Hai sentito qualcuno parlare, Harry?» ringhiò Ron, senza guarDArla. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«E così adESso stai cercando di far ESpellere Harry!» disse Ron furibondo. «Non hai già fatto abbastanza DAnni per quESt'anno?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Hermione aprì la bocca per ribattere, ma Grattastinchi le balzò in grembo soffiando dolcemente. Hermione lanciò uno sguardo spaventato a Ron, prESe in braccio Grattastinchi e corse via verso il dormitorio delle ragazze. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Dicevamo?» disse Ron a Harry, come se non fossero stati interrotti. «Dài, l'ultima volta che siamo anDAti non hai visto praticamente niente. Non sei nemmeno entrato DA Zonko!» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Ok» disse. «Ma quESta volta mi porto il Mantello dell'Invisibilità». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Il sabato mattina, Harry mise il Mantello dell'Invisibilità nella borsa, si fece scivolare in tasca la Mappa del Malandrino e scESe a far colazione con tutti gli altri. Hermione continuava a scoccargli occhiate sospettose, ma lui ne evitò lo sguardo, e fece in modo che lei lo vedESse risalire la scalinata di marmo mentre tutti gli altri si dirigevano verso la porta d'ingrESso. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry corse al terzo piano e mentre saliva EStrasse la Mappa del Malandrino. Si accovacciò dietro la strega orba e stESe la cartina. Un puntino avanzava nella sua direzione. Harry strizzò gli occhi per metterlo a fuoco. La scritta minuscola accanto al puntino recitava 'Neville Paciock'. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry EStrasse in fretta la bacchetta magica, mormorò «Dissendium!» e spinse la borsa dentro la statua, ma prima che riuscisse a seguirla, Neville girò l'angolo. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Ciao, Neville» disse Harry, allontanandosi in fretta DAlla statua e rimettendosi in tasca la mappa. «Che cosa fai?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Ehm... non ora... pensavo di anDAre in biblioteca a fare quel tema sui Vampiri per Lupin...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Vengo con te!» ESclamò Neville allegramente. «Anch'io non l'ho ancora fatto!» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Magnifico, così puoi aiutare me!» disse Neville, con un'ESprESsione di ansia sul volto paffuto. «Non riESco a capire quella faccenDA dell'aglio: devono mangiarlo o...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«E voi due che cosa fate qui?» chiESe Piton, spostando lo sguardo DAll'uno all'altro. «Strano posto per DArvi appuntamento...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Con grande preoccupazione di Harry, gli occhietti neri di Piton DArdeggiarono verso le porte che DAvano sul corridoio, e poi si soffermarono sulla strega orba. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Noi... non ci siamo DAti appuntamento» disse Harry. «Ci siamo incontrati... per caso». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«DAvvero?» disse Piton. «Tu hai l'abitudine di apparire nei posti più inaspettati, Potter, ed è raro che sia senza una buona ragione... Suggerirei che voi due torniate alla Torre dei Grifondoro, è precisamente là che dovete stare». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry e Neville si allontanarono senza ribattere. Mentre giravano l'angolo, Harry si voltò. Piton stava passando una mano sulla tESta della strega orba e la osservava DA vicino. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry riuscì a liberarsi di Neville DAvanti alla Signora Grassa, pronunciando la parola d'ordine e fingendo poi di aver lasciato il tema sui Vampiri in biblioteca per poter tornare indietro. Una volta lontano DAlla vista dei troll della sorveglianza, EStrasse di nuovo la mappa e l'avvicinò al naso. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Il corridoio del terzo piano sembrava dESerto. Harry ESaminò la mappa con cura e vide con sollievo che il puntino sotto cui c'era scritto 'Severus Piton' era tornato nel suo studio. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry, completamente nascosto sotto il Mantello dell'Invisìbilità, emerse alla luce del sole fuori DA Mielandia e diede a Ron una pacca sulla schiena. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Come mai ci hai mESso tanto?» sibilò Ron. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Si avviarono lungo la straDA principale. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
AnDArono all'Ufficio Postale. Ron finse di controllare il prezzo di un gufo per Bill in Egitto e così Harry poté DAre un'occhiata in giro. I gufi, almeno trecento, erano appollaiati tutto intorno e tubavano; si anDAva DAi grandi ESemplari di gufo grigio fino ai piccoli assioli ('Solo consegne locali'), così minuscoli che avrebbero potuto stare nel palmo della mano di Harry. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Poi anDArono DA Zonko, così affollato che Harry dovette fare molta attenzione per non calpEStare nESsuno seminando il panico. C'erano giochi e scherzi che avrebbero soddisfatto i dESideri più sfrenati di George e Fred; Harry sussurrò a Ron una serie di ordini e gli passò del denaro DA sotto il Mantello. Uscirono DA Zonko con i portamonete decisamente alleggeriti, ma in compenso avevano le tasche gonfie di Caccabombe, Dolci Singhiozzini, Sapone di Uova di Rana, più una Tazza DA tè Mordinaso per ciascuno. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Era una bella giornata ventosa; e nESsuno dei due aveva voglia di stare al L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
chiuso, così oltrepassarono i Tre Manici di Scopa e salirono la collina per anDAre a visitare la Stamberga Strillante, il luogo più infEStato di tutta la Gran Bretagna. Era situata un po' più in alto del rESto del villaggio, e anche alla luce del giorno era vagamente inquietante, con le finEStre chiuse DA tavolati e il cupo giardino inselvatichito. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Anche i fantasmi di Hogwarts la evitano» disse Ron, mentre si arrampicavano sulla staccionata per guarDAre meglio. «Ho chiESto a NickQuasiSenzaTESta... dice che sa che ci vivono dei tipi poco raccomanDAbili. NESsuno può entrare; Fred e George ci hanno provato, naturalmente, ma tutti gli ingrESsi sono chiusi con i sigilli...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry, accalDAto per la salita, meditava di togliersi il Mantello per qualche minuto, quando sentirono delle voci avvicinarsi. Qualcuno saliva verso la casa DAll'altra parte della collina; un istante dopo apparve Malfoy, seguito DA vicino DA Tiger e Goyle. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«...dovrei ricevere un gufo DA mio padre a momenti» disse Malfoy. «È anDAto all'udienza per raccontare del mio braccio... che non ho potuto muoverlo per tre mESi...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Mi piacerebbe proprio sentire quel grosso babbeo peloso che cerca di difendersi... 'Non fa niente, DAvvero...' quell'Ippogrifo è già bell'e morto...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Malfoy all'improvviso scorse Ron. Il suo volto pallido fu attraversato DA un ghigno malvagio. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Suppongo che ti piacerebbe viverci, eh, Weasley? Che sogno, avere una camera tutta per te... Ho sentito dire che a casa vostra dormite tutti nella stESsa stanza... è vero?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
L'occasione era troppo perfetta per sprecarla. Harry strisciò in silenzio dietro Malfoy, Tiger e Goyle, si chinò e raccolse una grossa manciata di fango DAl sentiero. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Stavamo proprio parlando del tuo amico Hagrid» disse Malfoy a Ron. «Cercavamo di immaginarci che cosa sta dicendo al Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose. Credi che piangerà quando taglieranno la tESta...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
SPLAT! La tESta di Malfoy scattò in avanti mentre il fango lo colpiva; rivoli di melma prESero a colare DAi suoi capelli di un biondo argentato. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Ron scoppiò a ridere così fragorosamente che dovette aggrapparsi alla staccionata per non cadere. Malfoy, Tiger e Goyle girarono stupiDAmente su se stESsi, guarDAndosi intorno furenti, mentre Malfoy cercava di ripulirsi i capelli. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Tiger e Goyle sembravano spaventati. I loro grossi muscoli erano inutili contro i fantasmi. Malfoy scrutava adirato il paESaggio dESerto. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry sgattaiolò giù per il sentiero, verso una pozzanghera particolarmente melmosa che conteneva una gelatina verde DAll'odore terribile. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
SPLAT! QuESta volta ne finì un po' anche addosso a Tiger e Goyle. Goyle balzò furiosamente in su e in giù, cercando di ripulirsi gli occhietti inESprESsivi. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«È venuta DA là!» disse Malfoy pulendosi la faccia e fissando un punto a un paio di metri DA Harry. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Tiger scattò, le lunghe braccia tESe come uno zombie. Harry balzò via, prESe un bastone e picchiò Tiger sulla schiena. Poi rimase lì, piegato in due DA una risata silenziosa, mentre Tiger faceva una specie di piroetta a mezz'aria per cercare di vedere chi era stato. Siccome Ron era l'unica persona in vista, fu verso di lui che puntò, ma Harry tESe la gamba, Tiger inciampò e il suo piedone piatto s'impigliò nell'orlo del Mantello di Harry, che sentì uno strattone mentre il cappuccio gli scivolava via DAl volto. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«AARGH!» urlò, indicando la tESta di Harry. Poi si voltò e corse via a rotta di collo, giù per la collina, con Tiger e Goyle alle calcagna. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Harry!» ESclamò Ron inciampando in avanti e fissando dESolato il punto in cui l'amico era scomparso di nuovo, «è meglio se scappi! Se Malfoy lo racconta a qualcuno... è meglio se torni subito al castello, prESto...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Malfoy avrebbe creduto a quello che aveva visto? Qualcuno avrebbe creduto a Malfoy? NESsuno sapeva del Mantello dell'Invisibilità, nESsuno tranne Silente. A Harry si rovESciò lo stomaco: Silente avrebbe capito su L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
bito che cosa era succESso, se Malfoy avESse parlato... L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Di ritorno a Mielandia, giù per i gradini della cantina, sotto il pavimento di pietra, attraverso la botola... Harry si sfilò il Mantello, se lo ficcò sottobraccio e corse, corse lungo il passaggio segreto... Malfoy sarebbe arrivato prima... quanto ci avrebbe mESso a trovare un insegnante? Ansimando, il fianco trafitto DA un dolore acuto, Harry non rallentò finché non raggiunse lo scivolo di pietra. Doveva lasciare lì il Mantello, che lo avrebbe tradito se Malfoy aveva fatto la spiata a un insegnante. Lo nascose in un angolo buio, poi prESe a salire, più veloce che poteva, le mani suDAte che sdrucciolavano sui lati dello scivolo. Raggiunse l'interno della gobba della strega, la colpì con la bacchetta e si issò fuori; la gobba si chiuse, e proprio mentre Harry balzava fuori DA dietro la statua, sentì dei passi rapidi avvicinarsi. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Era Piton. Raggiunse Harry con anDAtura decisa, il manto nero che frusciava, poi sì fermò DAvanti a lui. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Aveva un'ESprESsione di trionfo reprESso. Harry cercò di assumere un'aria innocente, ben sapendo di avere il viso suDAto e le mani coperte di fango. Le nascose in fretta nelle tasche. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry lo seguì di sotto, cercando di pulirsi le mani dentro i pantaloni senza farsi notare. ScESero fino ai sotterranei ed entrarono nello studio del profESsore. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry c'era già stato solo una volta, e anche in quell'occasione si trovava in guai seri. DA allora Piton aveva aggiunto altre cose viscide e schifose alla sua collezione di barattoli schierati sugli scaffali dietro la sua scrivania, scintillanti alla luce del fuoco: un valido contributo all'atmosfera minacciosa. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Il signor Malfoy mi ha detto che stava parlando con Weasley quando una grossa quantità di fango l'ha colpito dietro la tESta. Come credi che possa ESsere succESso?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry tentò di apparire vagamente sorprESo. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Non lo so, profESsore». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Gli occhi di Piton perforavano quelli di Harry. Era ESattamente come cercare di fissare un Ippogrifo. Harry cercò disperatamente di non battere ciglio. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Il signor Malfoy poi ha visto una straordinaria apparizione. RiESci a immaginartela, Potter?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Era la tua tESta, Potter. Che galleggiava a mezz'aria». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Forse è meglio se va a trovare MaDAma Chips» disse Harry. «Se ha delle visioni...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Che cosa ci faceva la tua tESta a Hogsmeade, Potter?» disse Piton piano. «La tua tESta non ha il permESso di anDAre a Hogsmeade. NESsuna parte del tuo corpo ha il permESso di anDAre a Hogsmeade». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Malfoy non ha le allucinazioni» sibilò Piton, e si chinò verso Harry posando le mani sui braccioli della sedia, finché il suo viso non fu vicinissimo a quello del ragazzo. «Se la tua tESta era a Hogsmeade, vuol dire che c'era anche il rESto». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Allora» disse rialzandosi. «Tutti, DAl Ministero della Magia in giù, stanno cercando di tenere il celebre Harry Potter alla larga DA Sirius Black. Ma il celebre Harry Potter detta legge. Che sia la gente comune a preoccuparsi della sua sicurezza! Il celebre Harry Potter va dove vuole, senza pensare alle conseguenze». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry rimase zitto. Piton stava cercando di indurlo a dire la verità. E lui non aveva nESsuna intenzione di farlo. Piton non aveva prove. Non ancora. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«SapESsi quanto assomigli a tuo padre, Potter» disse Piton all'improvviso, con un bagliore negli occhi. «Anche lui era straordinariamente arrogante. Quel suo po' di talento a Quidditch gli DAva la certezza di ESsere superiore agli altri. Come te. AnDAva in giro a pavoneggiarsi con i suoi amici e ammiratori... la somiglianza fra voi due è straordinaria». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Neanche tuo padre DAva molto pESo alle regole» riprESe Piton, approfittando del vantaggio, il volto magro pervaso di malvagità. «Le regole erano fatte per i comuni mortali, non per i campioni di Quidditch. Aveva la tESta piena...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry era scattato in piedi. Un'ira che non provava DAlla sua ultima notte a Privet Drive gli saettava in corpo. Non badò al fatto che il volto di Piton si fosse irrigidito e che gli occhi neri lampeggiassero pericolosamente. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«E il PrESide ti ha raccontato le circostanze in cui tuo padre mi ha salvato la vita?» sussurrò. «O ha pensato che i dettagli fossero troppo spiacevoli per le orecchie delicate del caro Potter?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry si morse le labbra. Non sapeva che cos'era succESso e non voleva ammetterlo, ma sembrava che Piton avESse indovinato la verità. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Mi dispiacerebbe che tu ti facESsi un'idea sbagliata di tuo padre, Potter» disse, mentre un ghigno orribile gli deformava la faccia. «Hai forse immaginato un atto di glorioso eroismo? Allora lascia che ti corregga. Il tuo santissimo padre e i suoi amici hanno fatto uno scherzo DAvvero spiritoso che si sarebbe concluso con la mia morte se tuo padre all'ultimo momento non avESse avuto paura. Non ci fu niente di coraggioso in quello che fece. Fu solo per salvare la sua pelle quanto la mia. Se lo scherzo fosse riuscito, sarebbe stato ESpulso DA Hogwarts». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Vuota le tasche, Potter!» ESclamò il profESsore all'improvviso. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Vuota le tasche, o andiamo dritti DAl PrESide! Vuotale, Potter!» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Raggelato DAl terrore, Harry EStrasse lentamente il sacchetto di scherzi di Zonko e la Mappa del Malandrino. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Piton prESe il sacchetto di Zonko. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Me l'ha DAto Ron» disse Harry, sperando di riuscire ad avvertire l'amico prima che Piton lo incontrasse. «Lui... li ha prESi a Hogsmeade l'ultima volta...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«DAvvero? E tu te li porti in giro DA allora? Commovente... e quESto co s'è?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Piton aveva prESo la mappa. Harry cercò con tutte le sue forze di rEStare impassibile. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
E tESe la mano verso il fuoco. «No!» disse Harry in fretta. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Allora!» ESclamò Piton, le lunghe narici vibranti. «È un altro prezioso regalo del signor Weasley? O è... qualcos'altro? Una lettera, magari, scritta con l'inchiostro invisibile? Oppure... le istruzioni per anDAre a Hogsmeade senza dover passare DAvanti ai Dissennatori?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Vediamo, vediamo...» borbottò EStraendo la bacchetta magica e aprendo la mappa sulla scrivania. «Rivela il tuo segreto!» disse, sfiorando la mappa con un colpo di bacchetta. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Non succESse niente. Harry si strinse le mani per arrEStarne il tremito. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Il foglio rimase vuoto. Harry trasse alcuni rESpiri profondi per cercare di calmarsi. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Severus Piton, profESsore di quESta scuola, ti ordina di rivelare le informazioni che nascondi!» disse Piton, e colpi di nuovo la mappa con la bacchetta. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Come se una mano invisibile vi scrivESse, alcune parole apparvero sulla liscia superficie della mappa: L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Il signor Lunastorta porge i suoi ossequi al profESsor Piton e lo prega di tenere il suo naso mostruosamente lungo lontano DAgli affari altrui». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Piton s'irrigidì. Harry fissò il mESsaggio, ammutolito. Ma la mappa non si fermò lì. Sotto la prima frase ne apparve un'altra: L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Il signor Ramoso è d'accordo con il signor Lunastorta, e ci tiene ad aggiungere che il profESsor Piton è un brutto idiota». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Il signor Felpato vorrebbe sottolineare il suo stupore per il fatto che un tale imbecille sia diventato profESsore». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Il signor CoDAliscia augura buona giornata al profESsor Piton, e gli dà un consiglio: lavati i capelli, sporcaccione». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry aspettò l'ESplosione. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Si avvicinò al fuoco, afferrò una manciata di polvere scintillante DA un barattolo sopra il camino e la lanciò tra le fiamme. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
ProfonDAmente stupito, Harry fissò il fuoco. Una grossa forma vorticante apparve tra le fiamme. Un attimo dopo, il profESsor Lupin usciva DAl camino, scuotendosi via la cenere DAgli abiti lisi. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Ma certo» replicò Piton, il volto contorto per la rabbia, mentre tornava alla scrivania. «Ho appena chiESto a Potter di vuotarsi le tasche. Ho trovato quESto». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Piton indicò il foglio di pergamena sul quale le parole dei signori Lunastorta, Ramoso, Felpato e CoDAliscia rilucevano ancora. Una strana ESprESsione indecifrabile apparve sul volto di Lupin. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Allora?» chiESe Piton. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Lupin continuò a fissare la mappa. Harry ebbe l'imprESsione che stESse riflettendo rapiDAmente. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Allora?» ripeté Piton. «QuESta pergamena è chiaramente piena di Magia Oscura. Dovrebbe ESsere la tua specialità, Lupin. Dove credi che Potter abbia trovato una cosa del genere?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Piena di Magia Oscura?» ripeté tranquillo. «Lo pensi DAvvero, Severus? A me sembra solo un foglio di pergamena che insulta chiunque lo legga. Infantile, ma certo non pericoloso. Immagino che Harry l'abbia trovato in un negozio di scherzi...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«DAvvero?» disse Piton. La sua mascella si era irrigidita DAlla rabbia. «Credi che un negozio di scherzi potrebbe vendergli una cosa del genere? Non credi che sia più probabile che l'abbia avuta direttamente DA chi l'ha fatta?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry non capiva di cosa stESse parlando Piton. E a quanto pareva, nemmeno Lupin. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Vuoi dire DAl signor CoDAliscia o DA un altro di quESti signori?» chiESe. «Harry, conosci qualcuna di quESte persone?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Giusto in tempo, Ron entrò di corsa nello studio. Boccheggiava, e si fermò DAvanti alla scrivania di Piton, tenendosi una mano sul petto dolorante e cercando di parlare. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«L'ho... DAta... io... a... Harry» disse ansimando. «L'ho... comprata... DA Zonko... un sacco di tempo fa...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Bene!» disse Lupin, battendo le mani e guarDAndosi intorno allegramente. «La faccenDA è chiarita! Severus, la prendo io, d'accordo?» Ripiegò la mappa e se la infilò sotto la giacca. «Harry, Ron, venite con me, devo parlarvi del tema sui Vampiri... se permetti, Severus...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry non osò guarDAre Piton mentre uscivano DAllo studio. Lui, Ron e Lupin non parlarono prima di aver raggiunto l'ingrESso. Poi Harry si voltò verso Lupin. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«ProfESsore, io...» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Non voglio sentire spiegazioni» disse Lupin secco. Si guardò intorno nella Sala d'IngrESso dESerta e abbassò la voce. «So che quESta mappa fu requisita DA Mastro Gazza molti anni fa. Sì, so che è una mappa» disse in risposta agli sguardi stupiti di Ron e Harry. «Non voglio sapere come ne sei entrato in possESso. Comunque sono ESterrefatto che tu non l'abbia consegnata. Soprattutto dopo quello che è succESso l'ultima volta che uno studente ha lasciato in giro delle informazioni sul castello. E non posso rEStituirtela, Harry». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Harry se l'era aspettato, ed era troppo curioso di saperne di più per protEStare. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Perché Piton credeva che l'avESsi avuta DA chi l'ha fatta?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Perché...» Lupin ESitò, «perché quESti cartografi volevano attirarti fuori DAlla scuola. L'avrebbero trovato EStremamente divertente». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Lei li conosce?» chiESe Harry, colpito. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Non sperare che ti copra un'altra volta, Harry. Non riESco a farti prendere sul serio Sirius Black. Ma credevo che quello che senti quando i Dissennatori ti si avvicinano avESse prodotto qualche effetto su di te. I tuoi genitori hanno DAto la loro vita per la tua, Harry. Bel modo di ricambiarli... barattare il loro sacrificio con un sacchetto di scherzi magici». L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
Si allontanò, lasciando Harry molto più deprESso di quando si trovava nello studio di Piton. Lentamente, lui e Ron salirono la scalinata di marmo. Mentre Harry oltrepassava la strega orba, gli venne in mente il Mantello dell'Invisibilità: era ancora là sotto, ma non osò anDAre a prenderlo. L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
S'interruppe; avevano raggiunto il corridoio sorvegliato DAi troll della sicurezza, e Hermione avanzava verso di loro. A Harry bastò guarDArla per convincersi che aveva sentito parlare dell'accaduto. Il cuore gli sprofondò in petto... l'aveva denunciato alla profESsorESsa McGranitt? L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Sei venuta a gongolare un po'?» disse Ron brutalmente, mentre Hermione si fermava DAvanti a loro. «O sei appena anDAta a fare la spia?» L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3) |
«Mi ha... mi ha manDAto quESta» disse Hermione, e tESe la lettera. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry la prESe. La pergamena era umiDA, ed enormi lacrime avevano fatto sbavare l'inchiostro in parecchi punti, tanto che si faceva fatica a leggere. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Cara Hermione, abbiamo perso. Mi hanno DAto il permESso di riportarlo a Hogwarts. La DAta dell'ESecuzione deve ESsere ancora fissata. A Becco Londra è piaciuta. Non dimenticherò l'aiuto che ci hai DAto. Hagrid La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Sì, invece» disse Ron deciso. «QuESta volta non dovrai fare tutto DA sola, Hermione. Ti DArò una mano». La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Hermione gettò le braccia al collo di Ron e scoppiò a piangere senza ritegno. Ron, terrorizzato, l'accarezzò sulla tESta, in imbarazzo. Alla fine Hermione si staccò DA lui. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Oh... be'... era vecchio» disse Ron, decisamente sollevato che l'avESse lasciato anDAre. «Ed era proprio inutile. Non si sa mai, magari adESso i miei mi compreranno un gufo». La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Le misure di sicurezza imposte agli studenti dopo la seconDA incursione di Black impedivano a Harry, Ron e Hermione di anDAre a trovare Hagrid la sera. L'unica occasione per parlare con lui era la lezione di Cura delle Creature Magiche. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
L'omone sembrava stordito DAllo shock del verdetto. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«È tutta colpa mia. Non ho saputo cosa dire. Erano tutti li seduti con i loro vEStiti neri e continuavano a cadermi gli appunti e mi sono dimenticato tutte le DAte che mi avevi cercato, Hermione. E poi Lucius Malfoy si è alzato in piedi e ha fatto il suo discorso, e il Comitato ha fatto quello che diceva lui...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«C'è ancora l'appello!» ESclamò Ron. «Non devi arrenderti, ci DAremo DA fare!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Stavano tornando al castello con il rESto della classe. DAvanti videro Malfoy, con Tiger e Goyle, che continuava a voltarsi e a ridere sprezzante. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Non va bene, Ron» disse Hagrid tristemente mentre raggiungevano i gradini del castello. «Lucius Malfoy il Comitato ce l'ha in pugno. Posso solo fare una cosa, che quello che rESta a Becco DA vivere sia più felice che mai. Glielo devo...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«GuarDA come frigna!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Avete mai visto una cosa cosi patetica?» disse Malfoy. «E dovrebbe ESsere il nostro insegnante!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Furibondi, Harry e Ron scattarono verso Malfoy, ma Hermione fu più rapiDA e... SCIAFF! La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Hermione EStrasse la bacchetta magica. Malfoy fece un passo indietro. Tiger e Goyle lo guarDArono in attESa di ordini, assolutamente sconvolti. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Dobbiamo anDAre a IncantESimi» disse Ron continuando a fissare Hermione con gli occhi sgranati. «Meglio muoversi». La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Corsero su per la scalinata di marmo, verso la classe del profESsor Vitious. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Siete in ritardo, ragazzi!» disse loro l'insegnante in tono severo, mentre Harry apriva la porta. «Entrate, prESto, fuori le bacchette, oggi proviamo gli IncantESimi Rallegranti, ci siamo già disposti a coppie...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Dov'è anDAta Hermione?» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Anche Harry si voltò a guarDAre; Hermione non era entrata in classe, eppure lui sapeva che gli era accanto quando aveva aperto la porta. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«È strano» disse guarDAndo Ron. «Forse... forse è anDAta in bagno?» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Ma Hermione non comparve per il rESto della lezione. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Un IncantESimo Rallegrante avrebbe fatto bene anche a lei» disse Ron mentre tutti anDAvano a pranzo con un gran sorriso stampato in faccia. L'IncantESimo Rallegrante aveva lasciato in loro una sensazione di grande appagamento. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Hermione non si fece vedere nemmeno a pranzo. Quando ebbero finito la torta di mele, gli ultimi strascichi dell'IncantESimo Rallegrante si dileguarono, e Harry e Ron cominciarono a ESsere un po' preoccupati. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Credi che Malfoy le abbia fatto qualcosa?» chiESe Ron ansioso mentre salivano di corsa alla Torre dei Grifondoro. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Hermione era seduta al tavolo, profonDAmente addormentata, con la tESta su un libro aperto di Aritmanzia. Le si sedettero accanto. Harry le diede uno scrollone. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Che... che cosa?» disse Hermione svegliandosi di colpo e guarDAndosi intorno. «È ora di anDAre? Che... che lezione abbiamo adESso?» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Divinazione, ma mancano ancora venti minuti» disse Harry. «Hermione, perché non sei venuta a IncantESimi?» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Cosa? Oh, no!» gemette Hermione. «Ho dimenticato IncantESimi!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Ma come hai fatto?» le chiESe Harry. «Eri con noi fino alla porta della classe!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Non posso crederci!» disse Hermione in un lamento. «Il profESsor Vitious era arrabbiato? Oh, è colpa di Malfoy, stavo pensando a lui e mi sono distratta!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«La sai una cosa, Hermione?» disse Ron guarDAndo l'enorme libro di Aritmanzia che Hermione aveva usato come cuscino. «Credo che ti stiano saltando i nervi. Stai cercando di fare troppe cose insieme». La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«No!» disse Hermione scostandosi i capelli DAgli occhi e guarDAndosi in giro dESolata alla ricerca della sua borsa. «Ho solo commESso un errore, tutto qui! È meglio che vaDA DAl profESsor Vitious a chiedere scusa... ci vediamo a Divinazione!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Venti minuti più tardi Hermione li raggiunse ai piedi della scala che portava alla classe della profESsorESsa Cooman, EStremamente turbata. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Non posso crederci, ho perso gli IncantESimi Rallegranti! E scommetto che li chiederanno agli ESami, il profESsor Vitious mi ha fatto capire che è molto probabile!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Insieme salirono fino alla cupa, soffocante stanzetta nella torre. Su ogni tavolo riluceva una sfera di cristallo piena di una nebbia bianca perlacea. Harry, Ron e Hermione sedettero insieme allo stESso tavolo traballante. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Credevo che non avremmo cominciato con la Sfera di Cristallo fino al prossimo trimEStre» borbottò Ron, guarDAndosi intorno con circospezione nel caso che la profESsorESsa Cooman fosse nelle vicinanze. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Non lamentarti, vuol dire che almeno abbiamo chiuso con le palme» ribatté Harry in un mormorio. «Cominciavo a ESsere stanco di vederla sobbalzare tutte le volte che mi guarDAva le mani». La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Buona giornata a voi!» disse la familiare voce velata, e la profESsorESsa Cooman fece il suo solito ingrESso teatrale DAll'ombra. Calì e LavanDA tremavano DAll'eccitazione, i volti illuminati DAl brillio lattiginoso della loro sfera. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Ho deciso di cominciare con la Sfera di Cristallo un po' in anticipo sul programma» disse la profESsorESsa Cooman sedendosi con la schiena ri La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
volta al fuoco e guarDAndosi in giro. «La sorte mi ha informato che il vostro ESame a giugno verterà sull'Occhio, e ci tengo che facciate abbastanza pratica». La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Oh, andiamo... 'la sorte l'ha informata'... chi li decide gli ESami? Lei! Che profezia straordinaria!» disse, senza preoccuparsi di tener bassa la voce. Harry e Ron dovettero soffocare le risate. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Era difficile dire se la profESsorESsa Cooman l'avESse sentita, perché il suo viso era in ombra. Comunque riprESe come se niente fosse. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«La Lettura della Sfera di Cristallo è un'arte particolarmente avanzata» disse in tono sognante. «Non mi aspetto che tutti voi vediate quando scruterete per la prima volta negli infiniti abissi dell'Occhio. Cominceremo provando a rilassare la mente consapevole e gli occhi ESterni». Ron prESe a riDAcchiare in maniera incontrollabile, e dovette ficcarsi un pugno in bocca per soffocare il rumore. «Così ripuliremo l'Occhio Interiore e il subconscio. Forse, se saremo fortunati, qualcuno di voi vedrà prima della fine della lezione». La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
E così cominciarono. Harry si sentiva un idiota a fissare con sguardo ebete la sfera di cristallo, cercando di tenere sgombra la mente quando pensieri del tipo 'che cosa stupiDA' continuavano ad attraversargliela. Le risatine di Ron e i mormorii perplESsi di Hermione certo non contribuivano. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Visto niente?» chiESe loro Harry dopo un quarto d'ora di sguardi e silenzio. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Si, c'è una bruciatura sul tavolo» disse Ron indicando la macchia. «Qualcuno ha fatto cadere la cera DAlla candela». La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Che perdita di tempo» sibilò Hermione. «Potrei ESsere DA un'altra parte a studiare qualcosa di utile. Potrei mettermi in pari con gli IncantESimi Rallegranti...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman si avvicinò frusciando. «Qualcuno vuole che lo aiuti a interpretare i misteriosi prodigi del suo Occhio?» mormorò nel tintinnio dei suoi braccialetti. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Insomma!» disse la profESsorESsa Cooman mentre tutti si voltavano verso di loro. Calì e LavanDA erano scanDAlizzate. «Cosi interferite con le vibrazioni della preveggenza!» L'insegnante si avvicinò al tavolo e scrutò la loro sfera di cristallo. Harry si senti sprofonDAre il cuore in petto. Era si La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
curo di sapere che cosa sarebbe succESso... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Qui c'è qualcosa!» sussurrò la profESsorESsa Cooman, chinandosi sulla sfera, che si rifletté due volte nei suoi grandi occhiali. «Qualcosa si muove... che cos'è?» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry era pronto a scommettere tutti i suoi averi, Firebolt comprESa, che non erano buone notizie, qualsiasi fossero. E infatti... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Mio caro...» mormorò la profESsorESsa Cooman guarDAndo Harry. «È qui, chiaro come non mai... mio caro, avanza verso di te, si avvicina... il Gr...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman alzò gli occhi enormi verso Hermione. Calì sussurrò qualcosa a LavanDA, e anche loro guarDArono Hermione sprezzanti. La profESsorESsa Cooman si alzò e squadrò Hermione con inequivocabile ira. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Sono spiacente di dover dire che DA quando hai mESso piede in quESt'aula, mia cara, è apparso evidente che tu non possiedi i requisiti necESsari alla nobile arte della Divinazione. A dire il vero non ricordo di aver mai incontrato uno studente la cui mente fosse così irrimediabilmente Frivola». La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Ci fu un attimo di silenzio. E poi... «Bene!» disse Hermione all'improvviso, alzandosi e infilando Svelare il Futuro nella borsa. «Bene!» ripeté, mettendosi in spalla la borsa e facendo quasi cadere Ron DAlla sedia. «Ci rinuncio! Me ne vado!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
I ragazzi ci misero qualche minuto a calmarsi. La profESsorESsa Cooman sembrava ESsersi completamente dimenticata del Gramo. Si allontanò bruscamente DAl tavolo di Harry e Ron, rESpirando forte e stringendosi nello scialle di perline. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Oooooh!» ESclamò LavanDA all'improvviso, facendo sobbalzare tutti. «Oooooh, profESsorESsa Cooman, mi è appena venuto in mente! L'aveva visto, che se ne sarebbe anDAta, vero? Vero, profESsorESsa? 'Verso Pasqua, uno di noi ci lascerà per sempre!' L'ha detto secoli fa, profESsorESsa!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman le rivolse un sorriso svenevole. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Sì, mia cara, in effetti sapevo che la signorina Granger ci avrebbe lasciati. Uno spera sempre, naturalmente, di aver fraintESo i Segni... L'Occhio Interiore può ESsere un fardello, sapete...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
LavanDA e Calì sembravano profonDAmente colpite, e si avvicinarono per far posto all'insegnante al loro tavolo. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Che giornata per Hermione, eh?» mormorò Ron a Harry in tono rispettoso. «Sì...» Harry guardò nella sfera di cristallo, ma non vide altro che una nebbia bianca vorticante. La profESsorESsa Cooman aveva visto DAvvero il Gramo un'altra volta? E lui? L'ultima cosa di cui aveva bisogno era un altro incidente quasi letale, con la finale di Quidditch che si avvicinava. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«E le chiamano vacanze!» ruggì Seamus Finnigan un pomeriggio, rivolto ai compagni in sala comune. «Manca un secolo agli ESami, a che gioco stanno giocando?» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Ma nESsuno aveva tanto DA fare quanto Hermione. Anche senza Divinazione, seguiva più materie di chiunque altro. Di solito era l'ultima a lasciare la sala comune di sera, la prima a scendere in biblioteca la mattina dopo; aveva le occhiaie come Lupin e sembrava sempre sul punto di scoppiare in lacrime. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Ron si era assunto la rESponsabilità dell'appello di Fierobecco. Quando non faceva i compiti, era chino su enormi volumi con titoli come Manuale di Psicologia dell'Ippogrifo e Feroce o Ferace? Studi sulla Brutalità dell'Ippogrifo. Era così concentrato che dimenticava perfino di trattar male Grattastinchi. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry, nel frattempo, doveva far convivere i compiti e le lezioni con l'allenamento quotidiano di Quidditch, per non parlare delle interminabili discussioni di tattica con Baston. La partita GrifondoroSerpeverde si sarebbe tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in tESta di duecento punti ESatti. Il che voleva dire (come Baston ricorDAva costantemente alla sua squadra) che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la rESponsabilità della vittoria pESava soprattutto su Harry, perché la cattura del Boccino valeva DA sola centocinquanta punti. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Tutta la Casa di Grifondoro era ossESsionata DAll'imminente incontro. Grifondoro non vinceva il trofeo DA quando il leggenDArio Charlie Weasley (il secondo fratello di Ron in ordine di età) era Cercatore. Ma Harry dubitava che tutti loro, Baston comprESo, volESsero vincere quanto lui. La rivalità tra Harry e Malfoy era giunta al culmine. A Malfoy bruciava ancora l'incidente col fango a Hogsmeade, ed era ancora più arrabbiato perché Harry in qualche modo era riuscito a evitare la punizione. Harry non aveva dimenticato il tentativo di Malfoy di farlo cadere nella partita contro Corvonero, ma era la faccenDA Fierobecco a renderlo ancora più deciso a battere Malfoy DAvanti all'intera scuola. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Mai, a memoria di nESsuno, l'attESa di una partita era trascorsa in un'atmosfera così elettrica. Alla fine delle vacanze, la tensione tra le due squadre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei corridoi ESplosero piccole risse, che culminarono in un brutto scontro in cui un quarto anno di Grifondoro e un sESto anno di Serpeverde finirono in infermeria con dei porri che gli spuntavano DAlle orecchie. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Per Harry fu un gran brutto periodo. Non poteva anDAre a lezione senza che qualche Serpeverde non cercasse di fargli lo sgambetto; Tiger e Goyle sbucavano DA tutte le parti, e strisciavano via delusi quando lo vedevano circonDAto DA altri ragazzi. Baston aveva DAto istruzioni perché Harry venisse scortato ovunque, nel caso che i Serpeverde tentassero di metterlo fuori gioco. Tutta la Casa di Grifondoro raccolse la sfiDA con entusiasmo, così che per Harry era impossibile arrivare alle lezioni in orario perché era sempre circonDAto DA un'enorme folla rumorosa. Era più preoccupato per la sicurezza della sua Firebolt che per la propria. Quando non la cavalcava, la chiudeva al sicuro nel suo baule, e spESso durante gli intervalli sfrecciava su nella Torre di Grifondoro a controllare che ci fosse ancora. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
La sera prima della partita, tutte le attività abituali furono abbandonate nella sala comune di Grifondoro. Anche Hermione mise DA parte i libri. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Non posso studiare, non riESco a concentrarmi» disse nervosamente. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
C'era un gran frastuono. Fred e George Weasley affrontavano la tensione comportandosi in modo più chiassoso e scatenato che mai. Oliver Baston era chino sul modellino di un campo DA Quidditch sul quale faceva avanzare minuscole figurine con la bacchetta magica, borbottando fra sé. Angelina, Alicia e Katie ridevano agli scherzi di George e Fred. Harry era seduto La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
con Ron e Hermione, in disparte, e cercava di non pensare al giorno dopo, perché tutte le volte che ci pensava aveva l'orribile sensazione che qualcosa di molto grosso lottasse per uscire DAl suo stomaco. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry dormì male. Prima sognò di aver dormito troppo, e che Baston gli strillava: «Dov'eri? Abbiamo dovuto far giocare Neville al tuo posto!» Poi sognò che Malfoy e il rESto della squadra di Serpeverde erano arrivati alla partita a cavallo di draghi. Stava volando a rotta di collo, cercando di evitare una fiammata uscita DAlle fauci del dEStriero di Malfoy, quando gli venne in mente che aveva dimenticato la Firebolt. Precipitò e si svegliò di soprassalto. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Gli ci volle qualche secondo prima di ricorDAre che la partita non era ancora arrivata, che era al sicuro nel suo letto e che alla squadra di Serpeverde non sarebbe certo stato permESso di giocare a cavallo di draghi. Aveva molta sete. Più piano che poteva, scESe DAl letto a balDAcchino e andò a versarsi dell'acqua DAlla brocca d'argento sotto la finEStra. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
I prati erano calmi e tranquilli. Nemmeno un alito di vento sfiorava le cime degli alberi della forESta proibita; il Platano Picchiatore era immobile e sembrava innocuo. Pareva che le condizioni per la partita sarebbero state perfette. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry scattò fino al comodino, afferrò gli occhiali e se li infilò, poi tornò di corsa alla finEStra. Non poteva ESsere il Gramo... non ora... non appena prima della partita... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Scrutò di nuovo il prato e dopo un minuto di ricerca frenetica lo individuò. Ora costeggiava il bordo della forESta... non era affatto il Gramo... era un gatto... Harry afferrò la cornice della finEStra, sollevato, riconoscendo la coDA cESpugliosa. Era solo Grattastinchi... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Ma era DAvvero solo Grattastinchi? Harry socchiuse gli occhi e schiacciò il naso contro il vetro. A quanto pareva, Grattastinchi si era fermato. Harry era certo che qualcos'altro si stESse muovendo all'ombra degli alberi. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Un attimo dopo comparve: era un enorme cane nero peloso che si muoveva furtivo sul prato, con Grattastinchi che trotterellava al suo fianco. Harry sgranò gli occhi. Che cosa voleva dire? Se anche Grattastinchi vedeva il cane, come poteva ESsere un prESagio di morte per Harry? La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry tornò a guarDAre DAlla finEStra. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Grattastinchi e il cane erano spariti. Harry si arrampicò sulla cornice della finEStra per guarDAre giù, nell'ombra proiettata DAl castello, ma non c'erano. Dov'erano anDAti? La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry e il rESto della squadra di Grifondoro la mattina dopo entrarono nella Sala Grande salutati DA un fragoroso applauso. Harry non poté fare a meno di sorridere quando vide che anche i tavoli di Corvonero e di Tassorosso li applaudivano. Al loro passaggio, DAl tavolo di Serpeverde si alzò un fischio acuto. Harry notò che Malfoy era ancora più pallido del solito. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Baston passò tutta la colazione ESortando la sua squadra a mangiare, ma lui non toccò cibo. Poi si affrettò a farli correre in campo prima che gli altri finissero, per farsi un'idea delle condizioni in cui avrebbero giocato. Mentre uscivano DAlla Sala Grande, tutti applaudirono di nuovo. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Baston percorse il campo guarDAndosi in giro, con la squadra al seguito. Alla fine videro le porte del castello aprirsi in lontananza, e il rESto della scuola disperdersi nel prato. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
NESsuno parlò mentre indossavano le divise scarlatte. Harry si chiESe se provavano la stESsa cosa che provava lui: era come se a colazione avESse inghiottito qualcosa di molto, molto agitato. Dopo quello che parve un attimo, Baston disse: La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Uscirono in campo, accolti DA un'onDAta di fragoroso entusiasmo. I tre La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
quarti della folla portavano coccarde scarlatte, agitavano bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra o brandivano striscioni con slogan come 'VAI GRIFONDORO!' e 'LA COPPA AI LEONI'. Dietro la porta di Serpeverde, comunque, erano schierate almeno duecento persone in verde; il serpente argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, e il profESsor Piton era seduto in prima fila, vEStito di verde come tutti gli altri, con in faccia un sorriso sgradevole. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Ed ecco i Grifondoro!» urlò Lee JorDAn, che come al solito faceva la cronaca. «Potter, Bell, Johnson, Spinnet, Weasley, Weasley e Baston. Ampiamente accreditata come la squadra migliore che Hogwarts abbia avuto DA parecchi anni...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Il commento di Lee fu seppellito DA una marea di 'buuu' DAl fronte di Serpeverde. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Ed ecco la squadra di Serpeverde, guiDAta DAl capitano Flitt. Il capitano ha apportato alcune modifiche nello schieramento, e si direbbe che abbia privilegiato la taglia più che l'abilità...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Altri 'buuu' DAlla folla di Serpeverde. Harry, comunque, pensava che Lee avESse ragione. Malfoy era di gran lunga il più piccolo in campo; tutti i suoi compagni erano enormi. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«I capitani si diano la mano!» disse MaDAma Bumb. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Flitt e Baston si avvicinarono e si strinsero forte la mano; era come se ciascuno stESse cercando di spezzare le dita dell'altro. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«In sella alle scope!» disse MaDAma Bumb. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Il fischio d'inizio andò perso nell'urlo della folla mentre quattordici scope si libravano a mezz'aria. Harry sentì i capelli volargli via DAlla fronte; la tensione si sciolse nell'emozione del volo; si guardò intorno, vide Malfoy che lo tallonava e accelerò in cerca del Boccino. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Grifondoro in possESso di palla. Alicia Spinnet di Grifondoro ha la Pluffa e si dirige verso la porta di Serpeverde, vai così, Alicia! Argh, no... Pluffa intercettata DA Warrington, Warrington di Serpeverde attraversa il campo... WHAM! Bel colpo di Bolide per George Weasley, Warrington perde la Pluffa, la prende Johnson, Grifondoro è di nuovo in possESso, forza, Angelina... bel dribbling su Montague... stai giù, Angelina, è un Bolide!... E SEGNA! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Scusa!» disse Flitt, mentre la folla in basso protEStava. «Scusate, non l'ho vista!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Un attimo dopo, Fred Weasley colpi Flitt in tESta con la sua mazza DA Battitore. Il naso di Flitt finì spiaccicato contro il manico della sua scopa e prESe a sanguinare. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Basta così!» strillò MaDAma Bumb sfrecciando fra di loro. «Rigore a Grifondoro, per attacco immotivato al suo Cacciatore! Rigore a Serpeverde, per deliberata aggrESsione al suo Cacciatore!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Ma insomma, MaDAma!» ululò Fred, ma MaDAma Bumb soffiò il fischietto e Alicia scattò in avanti per battere il rigore. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Forza, Alicia!» strillò Lee nel silenzio che era scESo sulla folla. «SÌ! HA BATTUTO IL PORTIERE! VENTI A ZERO PER GRIFONDORO!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry voltò bruscamente la Firebolt e vide Flitt che, sempre sanguinando abbonDAntemente, volava in avanti per battere il rigore a favore di Serpeverde. Baston era accovacciato DAvanti alla porta di Grifondoro, le mascelle serrate. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Naturalmente Baston è un ottimo Portiere!» disse Lee JorDAn alla folla, mentre Flitt aspettava il fischio di MaDAma Bumb. «Superbo! Molto difficile DA prendere... DAvvero molto difficile... SÌ! NON CI CREDO! L'HA PARATA!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Sollevato, Harry sfrecciò via, cercando il Boccino con lo sguardo, ben attento a non perdere una parola del commento di Lee. Era fonDAmentale tenere Malfoy lontano DAl Boccino finché Grifondoro non avESse avuto almeno cinquanta punti di vantaggio... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Grifondoro in possESso, no, è Serpeverde in possESso... no! ...Grifondoro torna in possESso, ed è Katie Bell, Katie Bell per Grifondoro con la Pluffa, sta risalendo il campo... L'HA FATTO APPOSTA!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Montague, un Cacciatore di Serpeverde, aveva scartato DAvanti a Katie, e invece di prendere la Pluffa le aveva afferrato la tESta. Katie si rovESciò in aria, riuscì a rimanere in sella ma lasciò cadere la Pluffa. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Il fischietto di MaDAma Bumb sibilò di nuovo mentre lei sfrecciava verso Montague e gli urlava contro. Un minuto dopo, Katie segnò un'altra rete. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«JorDAn, se non riESci a commentare in modo imparziale...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Dico le cose come stanno, profESsorESsa!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry avvertì un'onDAta di eccitazione. Aveva visto il Boccino... scintillava accanto a una delle porte di Grifondoro... ma non doveva prenderlo, La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Fingendo un'improvvisa concentrazione, Harry voltò la Firebolt e filò verso il campo di Serpeverde. Funzionò. Malfoy si affrettò a inseguirlo, convinto che Harry avESse visto il Boccino laggiù... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Un Bolide sfrecciò accanto all'orecchio dEStro di Harry, colpito DAl gigantESco Battitore di Serpeverde, Derrick. Un attimo dopo... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Puntò la Firebolt verso l'alto all'ultimo minuto, e Bole e Derrick si scontrarono con un fragore assorDAnte. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Ha haaa!» urlò Lee JorDAn, mentre i Battitori di Serpeverde si allontanavano l'uno DAll'altro tenendosi la tESta fra le mani. «Peccato, ragazzi! Dovete DArvi una sveglia se volete battere una Firebolt! E Grifondoro è di nuovo in possESso, ecco Johnson che prende la Pluffa... Flitt la segue... colpiscilo nell'occhio, Angelina! Scherzavo, profESsorESsa, scherzavo... oh, no... Flitt in possESso, Flitt vola verso le reti di Grifondoro, dài, Baston, prendila!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Ma Flitt aveva segnato; ci fu uno scoppio di applausi DAll'ala di Serpeverde e Lee disse una parolaccia così grossa che la McGranitt cercò di strappargli il megafono magico. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Mi perdoni, profESsorESsa, mi perdoni! Non succederà più! Allora, Grifondoro è in vantaggio trenta a dieci, ed è in possESso...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Stava diventando la partita più sporca a cui Harry avESse mai prESo parte. Furiosi che Grifondoro fosse passato in vantaggio così in fretta, i Serpeverde ricorrevano ormai a ogni mezzo per prendere la Pluffa. Bole colpì Alicia con la mazza e si giustificò dicendo che l'aveva scambiata per un Bolide. George Weasley in cambio diede una gomitata in faccia a Bole. MaDAma Bumb assegnò altri rigori a entrambe le squadre, e Baston fece un altro salvataggio spettacolare. Il punteggio era quaranta a dieci per Grifondoro. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
MaDAma Bumb era fuori di sé. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
E Angelina segnò. SESsanta a dieci. Un attimo dopo, Fred Weasley sparò un Bolide contro Warrington, facendogli perdere la Pluffa; Alicia la prESe e la spedì nella porta di Serpeverde. Settanta a dieci. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
La folla di Grifondoro si sgolava: ora la squadra aveva sESsanta punti di vantaggio, e se Harry avESse prESo il boccino, avrebbe vinto la Coppa. Harry sentiva centinaia di occhi seguirlo mentre volava per il campo, alto sulla partita, con Malfoy che filava alle sue spalle. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry accelerò bruscamente; il vento gli fischiava nelle orecchie; tESe la mano, ma all'improvviso la Firebolt rallentò... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Si guardò intorno con orrore. Malfoy si era lanciato in avanti, aveva afferrato la coDA della Firebolt e la tratteneva a viva forza. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Rigore! Rigore per Grifondoro! Non ho mai visto un comportamento simile!» strillò MaDAma Bumb, sfrecciando in su mentre Malfoy riscivolava a cavalcioni della sua Nimbus Duemilauno. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«TU, CANAGLIA, IMBROGLIONE!» ululava JorDAn nel megafono, saltellando fuori DAlla portata della profESsorESsa McGranitt, «TU, SUDICIO IMPOSTORE BAST...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
La McGranitt non pensò nemmeno a zittirlo. Stava agitando la mano in direzione di Malfoy, aveva perso il cappello e urlava furibonDA anche lei. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Alicia batté il rigore per Grifondoro, ma era così arrabbiata che mancò la porta di diversi metri. La squadra di Grifondoro stava perdendo la concentrazione e i Serpeverde, eccitati DAl fallo di Malfoy su Harry, cavalcavano a spron battuto, sempre più in alto. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Serpeverde in possESso, Serpeverde avanza verso la porta... Montague segna...» gemette Lee. «Settanta a venti per Grifondoro...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Vattene, Potter!» urlò Malfoy irritato, mentre cercava di voltarsi e si trovava la straDA sbarrata. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«Angelina Johnson prende la Pluffa per il Grifondoro, dài, Angelina, DAI!» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry si voltò. Ogni singolo giocatore di Serpeverde a parte Malfoy stava risalendo il campo verso Angelina, comprESo il Portiere: volevano bloccarla a tutti i costi... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry puntò la Firebolt, si chinò tanto DA aderire al manico e la spronò in avanti. Come un proiettile, filò verso i Serpeverde. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
«HA SEGNATO! HA SEGNATO! Il Grifondoro è in tESta ottanta a venti...» La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry, che era quasi finito a tESta in giù nelle tribune, si arrEStò a mezz'aria, si voltò e schizzò di nuovo a centrocampo. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
E poi vide qualcosa che gli paralizzò il cuore. Malfoy era in picchiata, trionfante. Laggiù, a pochi piedi DAlla superficie dell'erba, c'era un lieve scintillio d'oro... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry puntò rapido la Firebolt verso il basso, ma Malfoy era miglia DAvanti a lui... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Harry si gettò in avanti, staccò entrambe le mani DAlla scopa... allontanò con un colpo secco il braccio di Malfoy e... La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Interruppe la picchiata, la mano alzata in aria, e lo stadio ESplose. Harry volò sulla folla, uno strano ronzio nelle orecchie, il pallino d'oro stretto in pugno, che sbatteva invano le ali contro le sue dita. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
Poi Baston sfrecciò verso Harry, accecato DAlle lacrime; gli saltò al collo e scoppiò in un pianto irrefrenabile sulla sua spalla. Harry sentì due colpi secchi sulle spalle, il saluto di Fred e George; poi le voci di Angelina, Alicia e Katie: «Abbiamo vinto la Coppa! Abbiamo vinto la Coppa!» Aggrovigliata in un enorme abbraccio collettivo, la squadra di Grifondoro scESe La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
OnDAte di tifosi scarlatti si riversarono in campo scavalcando le barriere. Mani fEStanti battevano sulle schiene dei giocatori. Harry ebbe una confusa imprESsione di rumore e di corpi che premevano contro il suo. Poi lui e il rESto della squadra furono issati sulle spalle della folla. Spinto verso la luce, vide Hagrid tappezzato di coccarde scarlatte. «Li hai battuti, Harry, li hai battuti! Aspetta solo che lo dico a Fierobecco!» C'era Percy che, dimenticata ogni dignità, saltava su e giù come un pazzo. La profESsorESsa McGranitt singhiozzava più forte di Baston, asciugandosi gli occhi in un'enorme bandiera di Grifondoro; e laggiù c'erano Ron e Hermione che si facevano largo a fatica verso Harry. Non trovarono le parole. Sorrisero e basta, mentre Harry veniva trasportato verso le tribune, dove Silente attendeva in piedi con l'enorme Coppa del Quidditch tra le mani. La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3) |
L'euforia di Harry per aver finalmente conquistato la Coppa del Quidditch durò almeno una settimana. Anche il tempo sembrava fESteggiare: con l'avvicinarsi di giugno, le giornate si fecero serene e afose, e l'unica cosa che veniva voglia di fare era passeggiare nei prati e gettarsi lunghi distESi sull'erba con parecchie pinte di succo di zucca gelato, a giocare qualche distratta partita a Gobbiglie o a guarDAre l'enorme piovra che avanzava sognante sulla superficie del lago. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Ma non potevano permetterselo: gli ESami erano vicini, e invece di impigrire in giro, gli studenti erano costretti a rimanere al castello, cercando di obbligare i cervelli a concentrarsi mentre seducenti sbuffi di aria EStiva penetravano DAlle finEStre. Anche Fred e George Weasley furono visti studiare: dovevano ottenere il G.U.F.O. (Giudizio Unico per i Fattucchieri Ordinari). Percy invece si preparava per il M.A.G.O. (Magia Avanzata Grado Ottimale), il diploma più alto che si potESse prendere a Hogwarts. DAl momento che sperava di entrare al Ministero della Magia, doveva ottenere il massimo dei voti. Diventava sempre più irritabile, e assegnava punizioni molto severe a chiunque disturbasse la pace serale della sala comune. In effetti, l'unica persona più tESa di lui era Hermione. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Harry e Ron avevano rinunciato a chiederle come facESse a seguire più corsi contemporaneamente, ma non riuscirono a trattenersi quando videro l'orario degli ESami che si era preparata. Nella prima colonna c'era scritto: La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
ore 13, IncantESimi La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Hermione...» disse Ron cautamente, visto che in quel periodo l'amica tendeva a ESplodere quando qualcuno la disturbava. «Ehm... sei sicura di aver copiato gli orari giusti?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Serve a qualcosa chiederti come farai a sostenere due ESami insieme?» chiESe Harry. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Oh, sì, l'ho prESa io per leggere qualcosa prima di dormire» disse Ron, molto piano. Hermione prESe a sparpagliare fogli di pergamena sul tavolo, in cerca del libro. In quel momento alla finEStra si udì un fruscio ed Edvige entrò volando, con un biglietto stretto nel becco. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«L'ultimo giorno degli ESami» disse Hermione senza smettere di cercare il suo libro di Aritmanzia. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Portano il boia all'appello! Ma è come se avESsero già deciso!» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
decidere per il Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose. Draco, che DAl trionfo di Grifondoro nella finale di Quidditch era stato insolitamente tranquillo, negli ultimi giorni aveva riacquistato un po' della vecchia spavalderia. A giudicare DA qualche sprezzante osservazione colta per caso, Malfoy era certo che Fierobecco sarebbe stato giustiziato, e sembrava assolutamente soddisfatto di sé per ESsere riuscito a ottenere quel risultato. Harry riuscì a stento a trattenersi DAll'imitare Hermione prendendo a schiaffi Malfoy, in quelle occasioni. E la cosa peggiore era che non avevano né il tempo né la possibilità di anDAre a trovare Hagrid, perché le nuove, severe misure di sicurezza non erano state allentate, e Harry non osava recuperare il Mantello dell'Invisibilità DAll'interno della strega orba. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
La settimana degli ESami cominciò e una quiete innaturale scESe sul castello. Il lunedì i ragazzi del terzo anno uscirono DA Trasfigurazione all'ora di pranzo, mogi e pallidi, confrontando i risultati e lamentandosi per la difficoltà delle prove, comprESa la trasformazione di una teiera in una tEStuggine. Hermione riuscì a irritare tutti brontolando sul fatto che la sua tEStuggine sembrava più una tartaruga, cosa che era l'ultima preoccupazione di tutti gli altri. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«La mia aveva ancora il beccuccio al posto della coDA, che incubo...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Le tEStuggini sbuffano vapore?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Poi, dopo un rapido pasto, tutti di nuovo di sopra per l'ESame di IncantESimi. Hermione aveva ragione; in effetti il profESsor Vitious chiESe loro gli IncantESimi Rallegranti. Per la tensione Harry ESagerò un po'; tanto che Ron, che faceva coppia con lui, ebbe un accESso di risatine isteriche e dovette rEStare rinchiuso in un posto tranquillo per un'ora prima di ESsere in grado di ESeguire a sua volta l'IncantESimo. Dopo cena, gli studenti tornarono in fretta nelle sale comuni, non per rilassarsi, ma per ripassare Cura delle Creature Magiche, Pozioni e Astronomia. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
La mattina dopo Hagrid assistette all'ESame di Cura delle Creature Magiche con aria DAvvero molto preoccupata; sembrava che pensasse ad altro. Aveva preparato una grossa vasca di Vermicoli per la classe, e disse loro che per passare la prova il loro Vermicolo doveva ESsere ancora vivo di lì a un'ora. DAl momento che i Vermicoli prosperavano se lasciati a se stESsi, fu l'ESame più facile che avESsero mai sostenuto, e in più diede a Harry, Ron e Hermione la possibilità di parlare con Hagrid. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Quel pomeriggio ci fu l'ESame di Pozioni, che fu un disastro totale. Per quanto ci provasse, Harry non riuscì a far addensare il suo Intruglio Confondente, e Piton, che era rimasto lì a guarDArlo con un'aria di vendicativa soddisfazione, prima di allontanarsi scarabocchiò qualcosa di terribilmente simile a uno zero nei suoi appunti. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Poi a mezzanotte fu la volta di Astronomia, sulla torre più alta; il mercoledì mattina toccò a Storia della Magia, e Harry nel suo tema scrisse tutto quello che Florian Fortebraccio gli aveva raccontato sulla caccia alle streghe nel Medioevo, dESiderando ardentemente uno dei gelati alla ciocconocciola di Fortebraccio, visto il caldo soffocante. Il mercoledì pomeriggio ci fu Erbologia, alle serre, sotto un sole cocente; poi tutti di nuovo in sala comune, col collo e la schiena scottati, a dESiderare che fosse già il giorno dopo alla stESsa ora, quando sarebbe stato tutto finito. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Il penultimo ESame, il giovedì mattina, fu DifESa contro le Arti Oscure. Il profESsor Lupin aveva architettato la prova più insolita che avESsero mai affrontato: una sorta di corsa a ostacoli all'aperto, in cui dovevano attraversare una piccola vasca che conteneva un Avvincino, superare una serie di buche piene di Berretti Rossi, farsi straDA lungo un sentiero nella palude ignorando i consigli maliziosi di un Marciotto e infine arrampicarsi dentro un vecchio tronco e combattere contro un Molliccio. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Ottimo, Harry» mormorò Lupin con un sorriso mentre Harry usciva DAl tronco. «Punteggio pieno». La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Fiero del proprio succESso, Harry rimase nei paraggi per vedere come se la cavavano Ron e Hermione. Ron andò molto bene finché non arrivò al Marciotto, che riuscì a confonderlo e a farlo sprofonDAre fino alla vita nell'acquitrino. Hermione fece tutto alla perfezione finché non fu arrivata al tronco con il Molliccio dentro. Dopo un minuto, sbucò fuori urlando. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Hermione!» disse il profESsor Lupin, allarmato. «Che cosa succede?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«La p... p... profESsorESsa McGranitt!» ESclamò Hermione senza fiato, indicando il tronco. «Di... dice che sono stata bocciata in tutte le materie!» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Ci volle un po' per calmare Hermione. Quando alla fine ebbe riprESo il controllo di sé, lei, Harry e Ron tornarono al castello. Ron aveva ancora una certa voglia di ridere del Molliccio di Hermione, ma la lite fu sviata alla vista di ciò che li attendeva in cima alle scale. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Cornelius Caramell, lievemente accalDAto nel suo mantello gESsato, era La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
lì in piedi che guarDAva verso il parco. Alla vista di Harry ESclamò: La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Buongiorno, Harry! Hai appena sostenuto un ESame, suppongo. Hai quasi finito?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Sospirò profonDAmente e guardò Harry. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Sono qui per una missione sgradevole, Harry. Il Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose ha richiESto un tEStimone per l'ESecuzione di un Ippogrifo rabbioso. E siccome dovevo già venire a Hogwarts per verificare come vanno le cose con Black, hanno manDAto me». La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«No, no, è fissato per oggi pomeriggio» disse Caramell guarDAndo Ron con curiosità. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Allora può DArsi che lei non debba assistere a nESsuna ESecuzione!» disse Ron ostinato. «L'Ippogrifo potrebbe anche cavarsela!» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Prima che Caramell potESse rispondere, due maghi uscirono DAl castello e lo raggiunsero. Uno era così vecchio che sembrava avvizzire DAvanti a loro; l'altro era alto e robusto, con sottili baffi neri. Harry dedusse che fossero rapprESentanti del Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose, perché il primo mago strizzò gli occhi verso la capanna di Hagrid e disse con voce acuta: La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Cielo, sono troppo vecchio per quESte cose... è alle due, vero, Caramell?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Il mago coi baffi neri stava sfiorando qualcosa che gli pendeva DAlla cintura; Harry guardò meglio e vide che faceva scorrere il grosso pollice sulla lama di un'ascia lucente. Ron aprì la bocca per dire qualcosa, ma Hermione gli diede una gomitata e fece un cenno verso la Sala d'IngrESso. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Perché mi hai interrotto?» disse Ron furioso mentre entravano nella Sala Grande per il pranzo. «Li hai visti? Hanno già l'ascia pronta! QuESta non è giustizia!» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Ron, tuo padre lavora per il Ministero, non puoi rivolgerti con quel tono al suo capo!» disse Hermione. Ma anche lei era sconvolta. «Se quESta volta Hagrid si controlla e discute il caso come si deve, non possono giustiziare Fierobecco...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
ceva. Tutto attorno a loro, i ragazzi parlavano animatamente, aspettando allegramente la fine degli ESami quel pomeriggio; ma Harry, Ron e Hermione, preoccupati per Hagrid e Fierobecco, non li imitarono. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
L'ultimo ESame di Harry e Ron era Divinazione; quello di Hermione, Babbanologia. Salirono insieme la scalinata di marmo. Hermione li salutò al primo piano e Harry e Ron salirono fino al settimo, dove molti della loro classe erano seduti sulla scala a chiocciola che portava all'aula della profESsorESsa Cooman, impegnati in un ripasso affannoso dell'ultimo minuto. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Ci vuole vedere uno alla volta» li informò Neville mentre si sedevano vicino a lui. Aveva Svelare il Futuro aperto in grembo alle pagine dedicate alla Lettura della Sfera di Cristallo. «Qualcuno di voi ha mai visto qualcosa in una sfera di cristallo?» chiESe loro con aria infelice. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«No» disse Ron sbrigativo. Continuava a guarDAre l'orologio; Harry sapeva che contava i minuti che mancavano all'inizio dell'appello di Fierobecco. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
La coDA di persone DAvanti alla classe si accorciava molto lentamente. Tutte le volte che uno di loro scendeva DAlla scaletta d'argento, gli altri chiedevano in un sussurro: La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Che cosa ti ha chiESto? È anDAta bene?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«È probabile» disse Ron sprezzante. «Sai, sto cominciando a pensare che Hermione avESse ragione a proposito di quella» e puntò il pollice verso la botola in alto. «E DAvvero una vecchia impostora». La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Si» disse Harry, guarDAndo a sua volta l'orologio. Erano le due in punto. «Vorrei che si sbrigasse...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Calì scESe raggiante di orgoglio. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
E corse giù per la scala a chiocciola incontro a LavanDA. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Ronald Weasley» disse la familiare voce velata sopra le loro tESte. Ron fece una smorfia rivolto a Harry e sparì su per la scaletta d'argento. Harry era l'ultimo rimasto. Sedette per terra, la schiena contro il muro, ascoltando una mosca che ronzava contro la finEStra inonDAta di sole, il pensiero al di là del prato, con Hagrid. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Com'è anDAta?» gli chiESe Harry alzandosi. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Ci vediamo in sala comune» mormorò Ron mentre la voce della profESsorESsa Cooman chiamava «Harry Potter!» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
La stanzetta della torre era più calDA che mai; le tende erano tirate, il fuoco accESo, e il solito aroma nauseante fece tossire Harry mentre inciampava nella folla di sedie e tavoli fino a raggiungere la profESsorESsa Cooman, che lo aspettava seduta DAvanti a una grossa sfera di cristallo. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Buona giornata, mio caro» disse con voce dolce. «Se gentilmente vuoi guarDAre nell'Occhio... fai pure con calma... poi dimmi che cosa vedi...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Harry si chinò sulla sfera di cristallo e la fissò più intensamente che poteva, nella speranza che gli mostrasse qualcosa oltre alla solita nebbia bianca vorticante. Ma non succESse nulla. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Allora?» lo ESortò la profESsorESsa Cooman. «Che cosa vedi?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Il calore era soffocante e le narici di Harry bruciavano per il fumo profumato che si alzava DAl fuoco. Pensò a quello che aveva appena detto Ron e decise di fingere. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«A cosa assomiglia?» sussurrò la profESsorESsa Cooman. «Pensaci...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«DAvvero!» bisbigliò la profESsorESsa Cooman, scarabocchiando furiosamente sulla pergamena che teneva in bilico sulle ginocchia. «Ragazzo mio, forse vedi le conseguenze dei guai del povero Hagrid con il Ministero della Magia! GuarDA meglio... ti sembra che l'Ippogrifo abbia... la tESta?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Sicuro?» insistette la profESsorESsa Cooman. «Sei sicuro, caro? Non lo vedi contorcersi a terra, magari, con una sagoma scura che brandisce l'ascia dietro di lui?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«No!» disse Harry, che cominciava ad avvertire un vago malESsere. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«No!» ripeté Harry, dESideroso di anDArsene DA quella stanza e DAl calore. «Sta bene, adESso... vola via...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman sospirò. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Sollevato, Harry si alzò, prESe la borsa e fece per anDArsene, ma poi una voce alta e dura parlò alle sue spalle. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Accadrà quESta notte». La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Harry si voltò. La profESsorESsa Cooman si era irrigidita sulla sedia, lo sguardo perso e la bocca tremante. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Ma la profESsorESsa Cooman parve non sentirlo. I suoi occhi si rovESciarono. Harry rimase lì spaventato. Sembrava che lei stESse per avere una specie di attacco. ESitò, pensando di correre fino all'infermeria. Poi la profESsorESsa Cooman parlò di nuovo con quella voce dura, cosi diversa DAl solito: La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Il Signore Oscuro è solo e senza amici, abbandonato DAi suoi seguaci. Il suo servo è rimasto in catene per dodici anni. QuESta notte, prima di mezzanotte, il servo si libererà e cercherà di unirsi al padrone. Il Signore Oscuro risorgerà con l'aiuto del servo, più grande e più orribile che mai. QuESta notte... prima di mezzanotte... il servo... si libererà... per unirsi... al padrone...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
La tESta le ricadde sul petto. L'insegnante emise una sorta di grugnito. Poi, all'improvviso, la sua tESta si rialzò. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Mi dispiace tanto, caro ragazzo» disse sognante. «Dev'ESsere il caldo, sai... mi sono addormentata...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Harry continuò a guarDArla. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Lei... lei mi ha appena detto che il... il Signore Oscuro risorgerà... che il suo servo sta per tornare DA lui...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
La profESsorESsa Cooman parve decisamente stupita. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Il Signore Oscuro? ColuiCheNonDeveESsereNominato? Mio caro ragazzo, non è una cosa sulla quale si può scherzare... risorgere, addirittura...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Ti devi ESsere assopito anche tu, caro!» disse la profESsorESsa Cooman. «Non avrei mai la prESunzione di prevedere una cosa così inverosimile!» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Harry ridiscESe la scaletta e la scala a chiocciola, stupefatto... aveva appena ascoltato la profESsorESsa Cooman formulare una vera profezia? O forse aveva solo pensato di concludere l'ESame con una scena imprESsionante? La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Cinque minuti dopo filava oltre i troll della sorveglianza, verso l'ingrESso della Torre di Grifondoro, con in mente l'eco delle parole della profES La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
sorESsa Cooman. I compagni lo incrociarono diretti DAlla parte opposta, ridendo e scherzando, puntando verso i prati e un po' di quella libertà a lungo agognata; quando Harry ebbe superato il buco del ritratto ed entrò nella sala comune, la trovò quasi dESerta. Tn un angolo però c'erano Ron e Hermione. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«La profESsorESsa Cooman» ESclamò Harry ansante, «mi ha appena detto...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Fierobecco ha perso» disse Ron pianissimo. «Hagrid ha appena manDAto quESto». La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Il biglietto di Hagrid quESta volta era asciutto, senza macchie di lacrime, ma la sua mano doveva aver tremato mentre scriveva, tanto che il mESsaggio si leggeva a stento. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Appello perso. ESecuzione al tramonto. Nulla DA fare. Non venite. Non voglio che vedete. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Dobbiamo anDAre» disse subito Harry. «Non può stare là seduto DA solo ad aspettare il boia!» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Al tramonto, però» disse Ron, che guarDAva nel vuoto fuori DAlla finEStra. «Non ci DAranno mai il permESso... specialmente a te, Harry...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Harry si prESe la tESta tra le mani, riflettendo. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Se solo avESsimo il Mantello dell'Invisibilità...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Dov'è?» chiESe Hermione. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«...se Piton mi trova un'altra volta DA quelle parti, finisco nei guai, e sul serio» concluse. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Devi... DArle un colpo di bacchetta e dire Dissendium» rispose Harry. «Ma...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Hermione non attESe il rESto della frase; attraversò la stanza, aprì con una spinta il ritratto della Signora Grassa e sparì DAlla loro vista. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Non sarà anDAta a prenderlo...» disse Ron attonito. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
ScESero a cena con tutti gli altri, ma alla fine non tornarono alla Torre di Grifondoro. Harry aveva nascosto il Mantello sotto i vEStiti; doveva tenere le braccia incrociate per nascondere il rigonfio. S'infilarono in una stanza vuota accanto alla Sala d'IngrESso, in ascolto, finché non furono certi che fosse dESerta. Sentirono ancora qualcuno attraversare l'ingrESso di corsa, e una porta che sbatteva. Hermione fece capolino DAlla porta. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Ok» sussurrò, «non c'è nESsuno... il Mantello, prESto...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Camminando molto vicini in modo che nESsuno li vedESse, attraversarono l'ingrESso in punta di piedi, coperti DAl Mantello, poi scESero i gradini di pietra fino al prato. Il sole già calava dietro la forESta proibita, spruzzando d'oro le cime degli alberi. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Hagrid non piangeva né si gettò al collo di nESsuno. Sembrava che non sapESse dove si trovava o che cosa doveva fare. Una disperazione, la sua, che era peggio delle lacrime. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Dov'è Fierobecco, Hagrid?» chiESe Hermione ESitante. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Io... l'ho portato fuori» rispose Hagrid, versando un po' di latte sul tavolo mentre riempiva il bricco. «È legato nell'orto delle zucche. Ho pensato che doveva vedere gli alberi e... e rESpirare l'aria buona... prima di...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Ci penso io, Hagrid» disse rapiDA Hermione, affrettandosi a ripulire. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Ce n'è un altro nella credenza» disse Hagrid sedendosi e asciugandosi la fronte sulla manica. Harry guardò Ron, che gli rEStituì lo sguardo, dESolato. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Non c'è niente che si possa fare, Hagrid?» chiESe Harry risoluto, prendendo posto accanto a lui. «Silente...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Hagrid deglutì. I suoi occhi sfrecciavano DA una parte all'altra della capanna, in cerca di un briciolo di speranza e di conforto. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Silente verrà quando... quando succede. Mi ha scritto quESta mattina. Dice che vuole... vuole stare con me. Grand'uomo, Silente...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Anche noi rESteremo con te, Hagrid» ESclamò, ma Hagrid scosse il tEStone arruffato. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Voi dovete tornare al castello. Ve l'avevo detto, non voglio che voi vedete. E non dovevate ESsere qui comunque... Se Caramell e Silente ti trovano fuori senza permESso, Harry, sono guai grossi». La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Lacrime silenziose solcavano ora il viso di Hermione, che cercò di non farsi vedere DA Hagrid DAndosi DA fare per preparare il tè. Poi, mentre prendeva la bottiglia del latte per versarne un po' nel bricco, si lasciò sfuggire uno strillo. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Hermione posò il bricco sul tavolo e lo rovESciò. Con uno squittìo disperato, agitando freneticamente le zampe nel tentativo di tornare dentro, il topo Crosta scivolò sul tavolo. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Crosta!» ESclamò Ron ESterrefatto. «Crosta, che cosa ci fai qui?» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Va tutto bene, Crosta!» disse Ron. «Niente gatti! NESsuno ti farà del male!» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Hagrid si alzò di scatto, gli occhi puntati alla finEStra. Il suo viso di solito rubicondo era diventato color pergamena. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Harry, Ron e Hermione si voltarono di scatto. Un gruppo di uomini scendeva i gradini del castello. DAvanti c'era Albus Silente, la barba d'ar La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Dovete anDAre» disse Hagrid. Tremava tutto. «Non devono trovarvi qui... anDAte, adESso...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Ron s'infilò Crosta in tasca e Hermione prESe il Mantello. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Vi faccio uscire DAlla porta dietro» disse Hagrid. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Lo seguirono fino all'ingrESso sul retro. A Harry parve tutto stranamente irreale, tanto più quando vide Fierobecco legato a un albero nell'orto delle zucche di Hagrid. L'Ippogrifo sembrava aver capito che stava per succedere qualcosa. Voltò la tESta affilata DA una parte e DAll'altra e raspò il terreno nervosamente. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Va tutto bene, Becco» disse Hagrid dolcemente. «Tutto bene...» Si voltò verso Harry, Ron e Hermione. «AnDAte» disse. «AnDAte». La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Diremo loro che cosa è succESso veramente...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«AnDAte!» ESclamò Hagrid deciso. «È già abbastanza brutto senza che finite tutti nei guai!» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Non avevano scelta. Mentre Hermione gettava il Mantello sopra Harry e Ron, sentirono delle voci DAvanti alla capanna. Hagrid guardò il punto in cui erano appena spariti. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«AnDAte, svelti» disse con voce roca. «Non dovete sentire...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
E tornò dentro la capanna mentre qualcuno bussava alla porta DAvanti. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Lentamente, in una sorta di orribile trance, Harry, Ron e Hermione fecero in silenzio il giro della casa di Hagrid. Quando giunsero DAll'altra parte, la porta DAvanti si chiuse con un colpo secco. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
PrESero a risalire il prato verso il castello. Ora il sole calava rapido; il cielo era diventato di un grigio chiaro striato di viola, ma verso ovESt c'era un bagliore rosso rubino. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Oh, ti prego, Ron» ESordì Hermione. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
di affonDAre i denti nella mano di Ron. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Proseguirono; Harry, come Hermione, cercò di non prEStare orecchio alle voci alle loro spalle. Ron si fermò di nuovo. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
«Non riESco a tenerlo fermo... Crosta, stai zitto o ci sentiranno...» La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Il topo squittiva selvaggiamente, ma non abbastanza forte DA coprire i rumori che arrivavano DAl giardino di Hagrid. Si udì un intreccio indistinto di voci maschili, poi venne il silenzio e poi, senza preavviso, l'inconfondibile sibilo di un'ascia, seguito DA un tonfo. La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3) |
Harry fu come svuotato DAllo shock. Tutti e tre rimasero lì, paralizzati DAll'orrore, sotto il Mantello dell'Invisibilità. Gli ultimi raggi del sole che tramontava gettavano una luce insanguinata sui prati coperti di lunghe ombre. Poi udirono alle loro spalle un ululato selvaggio. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Non possiamo» disse Ron, bianco come un cencio. «Finirà in un altro guaio se scoprono che siamo anDAti a trovarlo...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Il rESpiro di Hermione era breve e irregolare. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ripartirono alla volta del castello, avanzando piano per rimanere nascosti sotto il Mantello. La luce ora diminuiva in fretta. Quando furono sui campi aperti, l'oscurità calò come un incantESimo attorno a loro. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Crosta era chiaramente terrorizzato. Si agitava con tutte le forze, cercando di liberarsi DAlla stretta di Ron. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ma Harry aveva appena visto Grattastinchi che scivolava verso di loro, il corpo appiattito, i grandi occhi gialli che scintillavano inquietanti nell'oscurità. Non seppe dire se li vedESse o se stESse seguendo gli squittii di Crosta. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Troppo tardi. Il topo scivolò tra le dita di Ron che cercava di trattenerlo, cadde a terra e fuggì. In un balzo, Grattastinchi scattò alle sue calcagna, e prima che Harry o Hermione potESsero impedirglielo, Ron si tolse il Mantello dell'Invisibilità e sparì nell'oscurità. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Lei e Harry si scambiarono un'occhiata. Era impossibile correre sotto il Mantello, così uscirono allo scoperto e si gettarono all'inseguimento di Ron: sentivano i suoi passi risuonare DAvanti a loro, e le sue griDA contro Grattastinchi. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«PrESo! Vattene via, gattaccio puzzolente...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Harry e Hermione quasi inciamparono addosso a Ron; riuscirono a stento a fermarsi DAvanti a lui. Era per terra, lungo distESo, ma Crosta era di nuovo nella sua tasca; il ragazzo teneva le mani strette sul rigonfiamento tremante. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Ron... dài... torna sotto il Mantello...» ansimò Hermione. «Silente... il Ministro... usciranno tra un attimo...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ma prima che riuscissero a ricoprirsi, prima ancora che potESsero riprendere fiato, sentirono i tonfi soffocati di zampe giganti. Qualcosa avanzava a balzi verso di loro: un enorme cane nero come la pece, con gli occhi chiari. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ma la forza del balzo aveva portato la bEStia troppo in là; il cane rotolò via; intontito, con la sensazione di avere qualche costola rotta, Harry cercò di rialzarsi; lo sentì ringhiare mentre si preparava a un nuovo attacco. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ron era in piedi, pronto. Mentre il cane balzava di nuovo verso di loro, spinse DA un lato Harry; le mascelle della belva si chiusero sul braccio tESo di Ron; Harry si protESe e afferrò una manciata di peli del mostro, ma l'animale trascinava via Ron come se fosse una bambola di pezza... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Poi, DAl nulla, qualcosa colpì Harry in viso, così forte DA farlo cadere di nuovo. Sentì che anche Hermione strillava di dolore e cadeva. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
La luce della bacchetta magica illuminò il tronco di un grosso albero; l'inseguimento di Crosta li aveva portati all'ombra del Platano Picchiatore e i suoi rami scricchiolavano, come scossi DA un forte vento, menando frustate avanti e indietro per impedire loro di avvicinarsi. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
E là, alla base del tronco, c'era il cane, che trascinava Ron dentro una grossa fESsura delle radici. Ron lottava con furia, ma già la tESta e il busto non si vedevano più... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Harry... dobbiamo anDAre a chiedere aiuto...» ansimò Hermione; sanguinava anche lei: il Platano le aveva ferito la spalla. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«No! Quella cosa è grande abbastanza DA divorarlo, non abbiamo tempo...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Se può entrare quel cane, possiamo anche noi» disse Harry col fiato grosso, correndo di qua e di là nel tentativo di aprirsi la straDA fra i perfidi rami sibilanti, ma non era possibile avvicinarsi alle radici senza finire a tiro dell'albero. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
All'improvviso l'albero cESsò di muoversi, come se fosse stato trasformato in marmo. Non si mosse più una foglia. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Grattastinchi!» sussurrò Hermione incerta. Poi strinse forte il braccio di Harry, tanto DA fargli male. «Come faceva a sapere...?» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
In un attimo raggiunsero il tronco, ma prima di arrivare alla fESsura nelle radici, Grattastinchi li precedette scivolando all'interno con un guizzo della coDA cESpugliosa. Harry lo seguì; avanzò a quattro zampe e scivolò giù per una china di terra fino al fondo di un tunnel molto basso. Grattastinchi era un po' più avanti, gli occhi che lampeggiavano alla luce della bacchetta di Harry. Un attimo dopo, Hermione strisciò al suo fianco. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«DA quESta parte» disse Harry, avanzando dietro Grattastinchi, con la schiena curva. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Dove finisce quESto tunnel?» chiESe Hermione senza fiato, seguendolo. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Non lo so... è segnato sulla Mappa del Malandrino ma Fred e George dicono che non l'ha mai usato nESsuno... finisce fuori DAi confini della mappa, ma sembrava che portasse a Hogsmeade...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Avanzavano più velocemente possibile, quasi piegati in due; DAvanti a loro, la coDA di Grattastinchi spariva e riappariva. La galleria proseguiva, sembrava lunga almeno come quella per Mielandia. Harry riusciva a pensare solo a Ron e a quello che l'enorme cane poteva fargli... boccheggiava, traendo brevi rESpiri dolorosi, e correva chino... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
E poi il tunnel prESe a salire; poco dopo curvò, e Grattastinchi sparì. Harry vide una macchia di luce fioca che penetrava DA una piccola apertura. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Lui e Hermione si fermarono, riprESero fiato e si sporsero a guarDAre. Entrambi alzarono la bacchetta per vedere che cosa li attendeva. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Era una stanza, una stanza molto polverosa e disordinata. La carta DA parati si scollava DAi muri; il pavimento era tutto macchiato; ogni mobile era rotto come se qualcuno lo avESse prESo a randellate. Le finEStre erano chiuse DA tavole inchioDAte. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Harry si spinse fuori DAll'apertura e si guardò attorno. La stanza era dESerta, ma c'era una porta aperta alla loro dEStra, che conduceva in un'anticamera buia. All'improvviso Hermione afferrò di nuovo il braccio di Harry. Osservava le finEStre sbarrate con gli occhi sgranati. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
In quel momento sentirono uno scricchiolio sopra le loro tESte. Qualcosa si era mosso al piano di sopra. Fissarono entrambi il soffitto. Hermione gli stringeva il braccio cosi forte che Harry stava perdendo la sensibilità delle dita. La guardò alzando le sopracciglia; lei annuì e mollò la prESa. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Più silenziosamente possibile, avanzarono nell'anticamera e prESero a salire la scala che anDAva in pezzi. Tutto era ricoperto DA uno spESso strato di polvere tranne il pavimento, dove una larga striscia luciDA indicava che qualcosa era stato trascinato di sopra. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Nox» sussurrarono insieme, e le luci sulla punta delle bacchette si spensero. C'era solo una porta aperta. Mentre la raggiungevano furtivi, avvertirono dei movimenti DAll'altra parte; un sordo gemito, e poi un intenso ronzio di fusa. Si scambiarono un ultimo sguardo, un ultimo cenno. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Con la bacchetta ben stretta in mano e tESa DAvanti a sé, Harry sferrò un calcio alla porta e la spalancò. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Su uno splendido letto a balDAcchino con le cortine polverose era distESo Grattastinchi. Alla loro vista le fusa si fecero più intense. Sul pavimento c'era Ron, che si teneva la gamba, piegata con una strana angolatura. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Una massa di sudici capelli aggrovigliati gli scendeva fino alle spalle. Se non avESse avuto quegli occhi brillanti dentro le orbite cupe e infossate, avrebbe potuto ESsere un caDAvere. La pelle cerea era così tirata sulle ossa Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
del viso che quESto sembrava un tESchio. I denti gialli erano scoperti in un ghigno. Era Sirius Black. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Le bacchette di Harry e Hermione balzarono via DAlle mani, in alto, e Black le afferrò. Poi si avvicinò di un passo. Aveva gli occhi puntati su Harry. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Ero sicuro che sarESti venuto ad aiutare il tuo amico» disse rauco. La sua voce aveva l'aria di non ESsere stata usata DA un pezzo. «Tuo padre avrebbe fatto lo stESso per me. Sei stato coraggioso a non anDAre a chiamare un insegnante. Te ne sono grato... quESto renderà le cose molto più semplici...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
L'allusione a suo padre risuonò nelle orecchie di Harry come se Black l'avESse urlata. Un odio ribollente gli ESplose nel petto e prESe il posto della paura. Per la prima volta nella vita, voleva riavere la bacchetta in mano non per difendersi, ma per attaccare... per uccidere. Senza sapere che cosa stava facendo, avanzò, ma ci fu un improvviso movimento ai suoi lati e due paia di mani lo afferrarono trattenendolo. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Se vuoi uccidere Harry, dovrai uccidere anche noi!» disse con fierezza, benché lo sforzo di reggersi in piedi lo rendESse sempre più pallido, e oscillando leggermente. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Qui morirà una sola persona quESta notte» disse Black, e il suo ghigno si allargò. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Perché?» ESplose Harry, cercando di liberarsi DAlla prESa di Ron e Hermione. «L'ultima volta non ci hai baDAto, vero? Non ti è importato niente di uccidere tutti quei Babbani per arrivare a Minus... che cosa succede, Azkaban ti ha rammollito?» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Harry!» protEStò Hermione. «Stai zitto!» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«HA UCCISO MIA MADRE E MIO PADRE!» ruggì Harry, e con grande sforzo si liberò DAlla stretta di Ron e Hermione e balzò in avanti... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Si era dimenticato della magia... si era dimenticato di ESsere piccolo, magro e di avere solo tredici anni, mentre Black era un uomo fatto, e molto alto, anche. Harry sapeva solo che voleva fargli più male che poteva e che Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Forse fu lo stupore nel veder fare a Harry una cosa così sciocca, ma Black non alzò le bacchette in tempo. Una delle mani di Harry si strinse attorno al suo polso ossuto, deviando le bacchette; l'altra colpì la tESta di Black e caddero tutti e due all'indietro, verso il muro... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Hermione strillò; Ron urlò; ci fu un lampo accecante mentre le bacchette nella mano di Black sparavano in aria un getto di scintille che mancò per un soffio il viso di Harry; quESt'ultimo sentì il braccio rattrappito agitarsi follemente sotto le sue dita, ma non mollò la prESa, mentre con l'altra mano colpiva tutte le parti di Black che gli capitavano a tiro... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Poi vide il piede di Hermione scattar fuori DAl nulla. Black lasciò anDAre Harry con un grugnito di dolore. Ron si gettò sulla mano armata di bacchette di Black, e Harry udì un lieve rumore... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Si liberò DAl groviglio di corpi e vide la sua bacchetta che rotolava sul pavimento; si tuffò per prenderla, ma... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Grattastinchi si era tuffato nella mischia e aveva affonDAto gli artigli nel braccio di Harry, che se lo scrollò di dosso. Ma Grattastinchi scattò verso la bacchetta... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«NON FARLO!» urlò Harry sferrando al gatto un calcio che lo fece balzare DA una parte soffiando; Harry afferrò la bacchetta e si voltò... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Non se lo fecero dire due volte. Hermione, cercando di riprendere fiato, il labbro sanguinante, scattò di lato, recuperando la sua bacchetta e quella di Ron. Ron strisciò fino al letto a balDAcchino, e vi si lasciò cadere, ansante, la faccia palliDA ora quasi verDAstra, le mani che stringevano la gamba rotta. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Harry si fermò sopra Black, la bacchetta ancora contro il suo petto, e lo guardò. Un livido scuro gli si stava allargando sotto l'occhio sinistro e perdeva sangue DAl naso. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Non lo nego» disse molto piano. «Ma se sapESsi com'è anDAta...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Com'è anDAta?» ripeté Harry, con le orecchie che gli pulsavano furiosamente. «Tu li hai venduti a Voldemort, è tutto quello che devo sapere!» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Capisco molte più cose di quello che credi tu» ESclamò Harry, con voce più tremante che mai. «Non l'hai mai sentita, vero? Mia madre... che cerca di impedire a Voldemort di uccidermi... e sei stato tu... sei stato tu...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Prima che uno dei due potESse aggiungere altro, qualcosa di rosso sfrecciò DAvanti a Harry; un attimo dopo, Grattastinchi balzò su Black e si sistemò sul suo petto. Black batté le palpebre e guardò il gatto. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ma Grattastinchi affondò gli artigli negli abiti di Black e non si mosse. Voltò il brutto muso schiacciato verso Harry e lo guardò con gli occhioni gialli. Alla sua dEStra, Hermione ruppe in un singhiozzo. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Harry guardò Black e Grattastinchi, la prESa sempre più salDA sulla bacchetta. E allora, che cosa gli importava di dover uccidere anche il gatto? Era alleato di Black... se era pronto a morire per cercare di proteggerlo, non erano affari di Harry... se Black voleva salvarlo, era solo la prova che gli importava più di Grattastinchi che dei genitori di Harry... Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
I secondi si allungarono, e Harry era ancora lì paralizzato, la bacchetta a mezz'aria, mentre Black lo guarDAva tenendo Grattastinchi sul petto. DAl balDAcchino arrivava il rESpiro affannoso di Ron; Hermione taceva. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«SIAMO QUASSÙ!» urlò Hermione all'improvviso. «SIAMO QUASSÙ... C'È SIRIUS BLACK... PRESTO!» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Black fece un gESto di sorprESa che riuscì quasi a far sloggiare Grattastinchi; Harry strinse convulsamente la bacchetta... Fallo adESso! disse una voce dentro di lui, ma i passi ormai risuonavano sulle scale e Harry non era ancora entrato in azione. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
si voltò mentre il profESsor Lupin si precipitava dentro, il viso ESangue, la bacchetta levata e pronta. I suoi occhi guizzarono DA Ron distESo sul letto a Hermione rannicchiata vicino alla porta a Harry, che torreggiava su Black con la bacchetta alzata, e infine a Black, rannicchiato e sanguinante ai piedi di Harry. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
La bacchetta di Harry volò via ancora una volta; così fecero le due che aveva Hermione. Lupin le afferrò tutte al volo, poi avanzò guarDAndo Black, con Grattastinchi sul petto a difenderlo. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Poi Lupin parlò con voce molto alterata, una voce che vibrava di un'emozione reprESsa. «Dov'è, Sirius?» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Harry guardò in fretta Lupin. Non capiva che cosa volESse dire. Dov'era chi? Si voltò di nuovo verso Black. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Black era privo di ESprESsione. Per qualche secondo non si mosse. Poi, molto lentamente, alzò la mano vuota e indicò Ron. Del tutto confuso, Harry guardò a sua volta Ron, che aveva l'aria completamente inebetita. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Ma allora...» mormorò Lupin, guarDAndo Black così intensamente che sembrava volESse leggergli nella mente... «perché non si è mai rivelato finora? A meno che...» Gli occhi di Lupin si allargarono all'improvviso, come se vedESse qualcosa al di là di Black, qualcosa che nESsun altro poteva vedere... «A meno che non fosse lui... a meno che non vi siate scambiati... senza dirmelo?» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Molto lentamente, senza levare quegli occhi infossati DAl viso di Lupin, Black annuì. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«ProfESsore» intervenne Harry ad alta voce, «che cosa...?» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ma non finì mai la domanDA, perché quello che vide gli spense la voce in gola. Lupin stava abbassando la bacchetta. Un momento dopo era al fianco di Black, gli afferrava la mano, lo aiutava a rialzarsi facendo cadere a terra Grattastinchi e lo abbracciava come un fratello. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Lupin lasciò anDAre Black e si voltò verso di lei. Si era alzata DA terra e indicava Lupin, lo sguardo febbrile. «Lei... lei...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Non l'ho detto a nESsuno!» strillò Hermione. «Le ho parato le spalle...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Harry si sentì scuotere non DAlla paura, ma DA una nuova onDAta di rabbia. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
ScESe un silenzio carico di tensione. Gli occhi di tutti erano fissi su Lupin, che sembrava straordinariamente calmo, anche se era piuttosto pallido. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«QuESta volta non sei all'altezza di te stESsa, Hermione» disse. «Ne hai azzeccata una su tre, temo. Non ho aiutato Sirius a entrare nel castello e di sicuro non voglio vedere Harry morto...» Uno strano tremito gli attraversò il viso. «Ma non negherò che sono un Lupo Mannaro». Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ron fece un eroico sforzo per rialzarsi, ma ricadde con un gemito di dolore. Lupin gli si avvicinò preoccupato, ma Ron disse, rESpirando affannosamente: Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Lontano DA me, Lupo Mannaro!» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«DA quanto tempo lo sai?» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«DA un secolo» sussurrò Hermione. «DA quando ho fatto il tema per il profESsor Piton...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Ne sarà felice» disse Lupin fredDAmente. «Ha assegnato quel tema nella speranza che qualcuno capisse che cosa significavano i miei sintomi. Hai controllato il calenDArio lunare e hai capito che ero sempre ammalato quando c'era la luna piena? O hai capito che il Molliccio si trasformava nella luna quando mi vedeva?» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Alcuni colleghi erano di quESto avviso» disse Lupin. «Ha dovuto faticare parecchio per convincere certi insegnanti che sono affiDAbile...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«E SI SBAGLIAVA! LEI LO HA SEMPRE AIUTATO!» urlò Harry indicando Black, che all'improvviso andò verso il letto e vi sprofondò, il volto nascosto DA una mano tremante. Grattastinchi gli balzò accanto e gli si piazzò in grembo, facendo le fusa. Ron si ritrasse DA entrambi, trascinando la gamba. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Non ho aiutato Sirius» disse Lupin. «Se me ne DAte la possibilità, vi spiegherò. GuarDAte...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
PrESe le bacchette di Harry, Ron e Hermione una alla volta e le lanciò ai loro proprietari; Harry afferrò la sua, stupefatto. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«La mappa» disse Lupin. «La Mappa del Malandrino. Ero nel mio studio a guarDArla...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Sa come farla funzionare?» chiESe Harry sospettoso. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Ma certo che so come farla funzionare» disse Lupin, agitando la mano con impazienza. «Ho DAto una mano a disegnarla. Io sono Lunastorta: i miei amici mi chiamavano cosi, a scuola». Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«La cosa importante è che stasera la stavo guarDAndo attentamente, perché sospettavo che tu, Ron e Hermione avrESte cercato di sgattaiolare fuori DAl castello per anDAre DA Hagrid prima dell'ESecuzione del suo Ippogrifo. E avevo ragione, vero?» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Aveva cominciato a camminare avanti e indietro, guarDAndoli. Nuvolette di polvere si alzavano ai suoi piedi. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Era probabile che avrESti usato il vecchio Mantello di tuo padre, Harry...» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Non sai quante volte ho visto JamES sparire lì sotto...» disse Lupin agitando di nuovo la mano, impaziente. «Il fatto è che sulla Mappa del Malandrino ti si vede anche se indossi un Mantello dell'Invisibilità. Vi ho visto attraversare il parco ed entrare nella capanna di Hagrid. Venti minuti dopo, vi siete congeDAti DA Hagrid e siete tornati al castello. Ma con voi Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Cosa?» ESclamò Harry. «No, non è vero!» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Non c'era nESsuno con noi!» disse Harry. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Credi che potrei DAre un'occhiata al tuo topo?» disse in tono pacato. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ron ESitò, poi s'infilò una mano sotto gli abiti. Ne emerse Crosta, che si divincolava disperatamente; Ron dovette afferrarlo per la lunga coDA pelata per impedirgli di fuggire. Grattastinchi alzò la tESta e soffiò. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Lupin si avvicinò a Ron. Parve trattenere il rESpiro mentre studiava Crosta con grande attenzione. Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
«Cosa?» ripeté Ron, tenendosi vicino Crosta, con aria spaventata. «Che cosa c'entra il mio topo con tutto il rESto?» Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3) |
Ci volle qualche secondo prima che l'assurdità dell'affermazione colpisse nel segno. Poi Ron ESprESse ad alta voce quello che anche Harry stava pensando. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
cavata... non quESta volta, però!» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
E Grattastinchi finì sul pavimento mentre Black si scagliava contro Crosta. Ron urlò di dolore quando Black finì con tutto il suo pESo sulla gamba rotta. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Sirius, NO!» gridò Lupin, scattando in avanti e allontanando di nuovo Black DA Ron. «ASPETTA! Non puoi farlo così... devono capire... dobbiamo spiegare...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Possiamo spiegarglielo dopo!» ringhiò Black, cercando di liberarsi DA Lupin, una mano che ghermiva l'aria cercando di afferrare Crosta, che strillava come un porcellino e graffiava il viso e il collo di Ron nel tentativo di fuggire. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Black cESsò di lottare, anche se i suoi occhi infossati rimasero puntati su Crosta, che era ben stretto tra le mani morsicate, graffiate e sanguinanti di Ron. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Allora d'accordo» disse Black, senza distogliere lo sguardo DAl topo. «Digli quello che vuoi. Ma fai in fretta, Remus. Voglio commettere l'assassinio per il quale sono stato conDAnnato...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Cercò di puntellarsi sulla gamba sana, ma Lupin EStrasse di nuovo la bacchetta e la puntò verso Crosta. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Ora mi ascolterai fino alla fine, Ron» disse tranquillamente. «RicorDAti solo di tenere stretto Peter mentre parlo». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«NON È PETER, È CROSTA!» urlò Ron, cercando di ricacciare il topo nella tasca DAvanti, ma Crosta si agitava troppo; Ron barcollò e perse l'equilibrio, e Harry lo afferrò e lo risospinse sul letto. Poi, ignorando Black, Harry si voltò verso Lupin. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«C'erano dei tEStimoni che hanno visto Minus morire» disse. «Una straDA intera...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Non hanno visto quello che credevano di vedere!» ESclamò Black con violenza, continuando a fissare Crosta che si divincolava tra le mani di Ron. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Tutti hanno creduto che Sirius avESse ucciso Peter» spiegò Lupin. «Io stESso ne ero convinto... finché stasera non ho visto la mappa. Perché la Mappa del Malandrino non mente mai... Peter è vivo. Ce l'ha in mano Ron, Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Harry fissò Ron, e mentre i loro sguardi s'incrociavano, convennero in silenzio: Black e Lupin erano fuori di senno. La loro storia non aveva alcun senso. Come faceva Crosta a ESsere Peter Minus? Azkaban doveva aver sconvolto la mente di Black, dopotutto... ma perché Lupin gli DAva corDA? Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Poi Hermione parlò, cercando di controllare la voce tremula, come per tentare di convincere Lupin a ESsere ragionevole. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Ma profESsor Lupin... Crosta non può ESsere Minus... non può ESsere vero, lo sa che non è possibile...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Perché non può ESsere vero?» chiESe Lupin tranquillamente, come se fossero in classe e Hermione avESse semplicemente incontrato una difficoltà in un ESperimento con gli Avvincini. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Perché... perché lo saprebbero tutti se Peter Minus fosse stato un Animagus. Abbiamo studiato gli Animagi al corso della profESsorESsa McGranitt. E sono anDAta a fare una ricerca in biblioteca quando ho dovuto fare i compiti... Il Ministero tiene sotto sorveglianza i maghi e le streghe che sanno trasformarsi in animali; c'è un registro in cui c'è scritto che animale diventano, e i loro segni particolari... Sono anDAta a cercare la profESsorESsa McGranitt sul registro, e ho scoperto che ESistono solo sette Animagi in quESto secolo, e Minus non era sulla lista...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Harry ebbe appena il tempo di stupirsi per lo zelo di Hermione che Lupin scoppiò a ridere. Forse era pazzo, oltre a ESsere un Lupo Mannaro... Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Hai ragione un'altra volta, Hermione!» disse. «Ma il Ministero non ha mai saputo che ESistevano tre Animagi non classificati che si aggiravano a Hogwarts». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Va bene... ma dovrai DArmi una mano, Sirius» disse Lupin. «Io so solo com'è cominciata...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Lupin s'interruppe. Alle sue spalle si udì un forte cigolio. La porta si aprì DA sola. Tutti e cinque la fissarono. Poi Lupin andò a guarDAre fuori, sul pianerottolo. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Non c'è nESsuno qui...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«QuESto posto è stregato!» disse Ron. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«No» disse Lupin, guarDAndo la porta con aria perplESsa. «La Stamberga Strillante non è mai stata stregata... le urla e gli ululati che sentivano gli
abitanti del villaggio erano opera mia». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Si scostò DAgli occhi i capelli ingrigiti, rifletté un attimo e poi disse: Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Comincia tutto DA qui... DA quando sono diventato un Lupo Mannaro. Niente di tutto quESto sarebbe succESso se non fossi stato morso... e se non fossi stato così sconsiderato...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Ero un bambino quando fui morso. I miei genitori le provarono tutte, ma a quei tempi non c'erano cure. La pozione che mi prepara il profESsor Piton è un ritrovato molto recente. Mi rende innocuo, sapete. Se la prendo la settimana prima della luna piena, riESco a mantenere il controllo quando mi trasformo... i rannicchio nel mio studio, come un normalissimo lupo, e aspetto che la luna tramonti. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Prima che la Pozione Antilupo venisse scoperta, comunque, una volta al mESe diventavo un mostro a tutti gli effetti. Sembrava impossibile che riuscissi a frequentare Hogwarts. Gli altri genitori non avrebbero voluto che i loro figli entrassero in contatto con me. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Ma poi Silente diventò PrESide, e trovò la soluzione. Disse che se prendevamo alcune precauzioni non c'era motivo per cui io non potESsi venire a scuola...» Lupin sospirò e guardò apertamente Harry. «Qualche mESe fa ti ho detto che il Platano Picchiatore fu piantato l'anno che sono arrivato a Hogwarts. La verità è che fu piantato perché sono arrivato a Hogwarts. QuESta casa...» e Lupin si guardò intorno dESolato, «...e il tunnel che porta qui... furono costruiti per me. Una volta al mESe mi facevano uscire di nascosto DAl castello e venivo qui a trasformarmi. L'albero fu mESso all'entrata del tunnel per impedire a chiunque di incrociarmi quando ero pericoloso». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Harry non capiva dove anDAsse a parare quella storia ma ascoltava lo stESso, rapito. L'unico rumore, oltre alla voce di Lupin, era lo squittio spaventato di Crosta. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Le mie trasformazioni in quei giorni erano... erano terribili. È molto doloroso trasformarsi in un Lupo Mannaro. Non avevo intorno degli umani DA mordere, cosi mordevo e graffiavo me stESso. Gli abitanti del villaggio udivano il rumore e le urla e credettero che si trattasse di spiriti particolarmente violenti. Silente incoraggiò le dicerie... anche adESso che la casa è silenziosa DA anni, gli abitanti di qui non osano avvicinarsi... Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Minus... e naturalmente tuo padre, Harry. JamES Potter. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Ora, i miei tre amici non poterono fare a meno di notare che una volta al mESe sparivo. Inventai ogni genere di storie. Dissi loro che mia madre era ammalata e che dovevo anDAre a casa a trovarla... Temevo che mi abbandonassero, una volta scoperto chi ero. Ma naturalmente loro scoprirono la verità, come te, Hermione... Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«E non mi abbandonarono affatto. Anzi, fecero per me una cosa che non solo rESe le mie trasformazioni sopportabili, ma le mutò nei momenti più belli della mia vita. Diventarono Animagi». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Anche mio padre?» chiESe Harry, stupefatto. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Sì, certo» rispose Lupin. «Gli ci vollero quasi tre anni per capire come fare. Tuo padre e Sirius erano gli studenti più brillanti della scuola, e per fortuna, perché la trasformazione in Animagus può finire molto male: ecco perché il Ministero tiene sotto stretta sorveglianza chi cerca di compierla. Peter ebbe bisogno di tutto l'aiuto di JamES e Sirius per farcela. Alla fine, il quinto anno di scuola, ci riuscirono. Furono in grado di trasformarsi ciascuno in un animale diverso, a loro piacimento». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Ma come facevano ad aiutarla?» chiESe Hermione perplESsa. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Non potevano farmi compagnia DA umani, e così mi facevano compagnia DA animali» disse Lupin. «Un Lupo Mannaro è un pericolo solo per le persone. Ogni mESe sgattaiolavano fuori DAl castello sotto il Mantello dell'Invisibilità di JamES. Si trasformavano... Peter, che era il più piccolo, riusciva a scivolare sotto i rami aggrESsivi del Platano e premeva il nodo che lo blocca. Poi si calavano nel tunnel e mi raggiungevano. Sotto il loro influsso, diventai meno pericoloso. Il mio corpo era ancora lupESco, ma la mia mente lo era molto meno quando stavo con loro». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Ci sto arrivando, Sirius, ci sto arrivando... be', ora che potevamo trasformarci tutti e quattro ci si aprirono DAvanti parecchie eccitanti opportunità. Ben prESto di notte prendemmo ad abbandonare la Stamberga Strillante e a vagare per i prati del castello e per il villaggio. Sirius e JamES si trasformavano in animali così grossi che erano più che in grado di tener tESta a un Lupo Mannaro. Dubito che qualche altro studente di Hogwarts abbia mai scoperto più cose sul parco e su Hogsmeade... E fu così che finimmo per disegnare la Mappa del Malandrino e firmarla con i nostri soprannomi. Sirius è Felpato. Peter è CoDAliscia. JamES era Ramoso». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Che genere di animale...» ESordì Harry, ma Hermione lo interruppe. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Ma era sempre molto pericoloso! AnDAre in giro nella notte con un Lupo Mannaro! E se non fosse rimasto con gli altri e avESse morso qualcuno?» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Un pensiero che mi perseguita ancora» disse Lupin gravemente. «E ci anDAmmo vicino, molto spESso. Dopo, ne ridevamo. Eravamo giovani, spensierati... ci facevamo trascinare DAlla nostra abilità. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«A volte mi sento in colpa per aver tradito la fiducia di Silente, è chiaro... mi aveva ammESso a Hogwarts quando nESsun altro PrESide avrebbe fatto una cosa del genere, e non aveva idea che io infrangESsi le regole che aveva stabilito per la mia sicurezza e quella degli altri. Non seppe mai che avevo indotto tre compagni a diventare Animagi illegalmente. Ma riuscivo sempre a dimenticare i miei sensi di colpa quando sedevamo insieme, noi quattro, a progettare l'avventura del prossimo mESe. E non sono cambiato...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Il volto di Lupin si era indurito, e nella sua voce c'era scarsa stima di sé. «Per tutto quESt'anno ho combattuto con me stESso, chiedendomi se dovevo dire a Silente che Sirius era un Animagus. Ma non l'ho fatto. Perché? Perché ero troppo vigliacco. Avrebbe significato ammettere che avevo tradito la sua fiducia quando ero qui a scuola, ammettere che avevo coinvolto altre persone... E la fiducia di Silente ha significato tutto per me. Mi ha fatto entrare a Hogwarts DA ragazzo, e mi ha DAto un lavoro, quando tutti mi hanno sempre sfuggito in tutta la mia vita di adulto, e non sono mai riuscito a trovare un lavoro vero a causa di quello che sono. E così mi convinsi che Sirius cercasse di entrare a scuola servendosi di arti oscure apprESe DA Voldemort, che il fatto di ESsere un Animagus non c'entrava nulla... quindi, in un certo senso, Piton ha sempre avuto ragione sul mio conto». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Piton?» disse Black con voce rauca, distogliendo lo sguardo DA Crosta per la prima volta dopo parecchio tempo e fissando Lupin. «Che cosa c'entra Piton?» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Piton era a scuola con noi. Si è battuto molto perché non mi venisse affiDAta la cattedra di DifESa contro le Arti Oscure. È tutto l'anno che ripete a Silente che non bisogna fiDArsi di me. Ha le sue ragioni... vedete, Sirius gli fece uno scherzo che quasi lo uccise, uno scherzo che coinvolse me...». Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
naso DAppertutto, a cercare di scoprire che cosa facevamo... sperando di riuscire a farci ESpellere...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Severus era molto curioso di sapere dove anDAvo tutti i mESi» spiegò Lupin a Ron, Harry e Hermione. «Eravamo nello stESso anno, sapete, e non... ehm... non ci amavamo molto. Quello che gli piaceva meno di tutti era JamES. Era geloso, credo, del talento di JamES sul campo di Quidditch... comunque, Piton mi aveva visto attraversare il parco con MaDAma Chips una sera mentre mi accompagnava al Platano Picchiatore per trasformarmi. Sirius pensò che sarebbe stato... ehm... divertente dire a Piton che bastava premere il nodo sul tronco con un lungo bastone e avrebbe potuto seguirmi. Be', naturalmente Piton lo fece... se fosse riuscito ad arrivare fin qui, avrebbe incontrato un Lupo Mannaro completamente sviluppato... ma tuo padre, che aveva scoperto cosa aveva fatto Sirius, segui Piton e lo fece tornare indietro, mettendo a repentaglio la propria vita... Piton però riuscì a vedermi, alla fine del tunnel. Silente gli proibì di raccontare agli altri che cosa aveva visto, ma DA allora seppe che cos'ero...» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Allora è per quESto che lei non piace a Piton» disse Harry lentamente, «perché credeva che lei fosse complice dello scherzo?» Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
«Proprio così» disse una voce fredDA alle spalle di Lupin. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3) |
Hermione urlò. Black balzò in piedi. Harry trasalì come se fosse stato colpito DA una forte scarica elettrica. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Piton era un po' ansante, ma la sua ESprESsione traboccava di trionfo reprESso. «Forse vi state chiedendo come facevo a sapere che eravate qui?» disse, gli occhi luccicanti. «Sono appena stato nel tuo studio, Lupin. QuESta notte hai dimenticato di prendere la tua pozione, così te ne avevo portato un boccale intero. E meno male... meno male per me, voglio dire. Sulla tua scrivania c'era una certa mappa. Mi è bastata un'occhiata per sapere tutto quello che volevo. Vi ho visti sparire in quESto passaggio». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Ho detto e ridetto al PrESide che stavi aiutando il tuo vecchio amico Black a entrare nel castello, Lupin, ed ecco qui la prova. Nemmeno io mi sarei sognato che avrESti avuto il coraggio di usare quESta vecchia baracca come nascondiglio...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Altri due criminali pronti per Azkaban quESta notte» disse Piton con gli occhi febbrili. «Sono curioso di vedere come la prenderà Silente... era convinto che tu fossi innocuo, sai, Lupin... un Lupo Mannaro addomESticato...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
BANG! Sottili funi serpentine uscirono DAlla punta della bacchetta di Piton e si avvolsero attorno alla bocca, ai polsi e alle caviglie di Lupin, che perse l'equilibrio e cadde a terra, immobilizzato. Black avanzò verso Piton, che gli puntò la bacchetta tra gli occhi. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«DAmmi solo una scusa» sussurrò. «DAmmi solo una scusa per farlo, e giuro che lo farò». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Black si fermò. Impossibile dire quale dei due volti ESprimeva più odio. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«ProfESsor Piton... non... non le pare il caso di ascoltare quello che hanno DA dire, o... o no?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Signorina Granger, sei già praticamente sospESa!» sbottò Piton. «Tu, Potter e Weasley siete fuori DAi confini della scuola, in compagnia di un uomo conDAnnato per assassinio e di un Lupo Mannaro. Per una volta nella vita, chiudi la bocca». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«STAI ZITTA, STUPIDA RAGAZZINA!» urlò Piton, perdendo il controllo all'improvviso. «NON PARLARE DI COSE CHE NON CAPISCI!» Qualche scintilla sprizzò DAlla punta della sua bacchetta, che era ancora puntata verso il volto di Black. Hermione tacque. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«La vendetta è dolcissima» sibilò Piton a Black. «Quanto ho sperato di ESsere io a catturarti...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Al castello?» disse Piton suadente. «Non credo che dovremo anDAre cosi in là. Non devo far altro che chiamare i Dissennatori, una volta usciti DAl Platano. Saranno felicissimi di vederti, Black... così felici che ti DAranno un bacetto, credo...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Tu... tu devi ascoltarmi» disse con voce roca. «Il topo... guarDA il topo...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Lupin avrebbe potuto uccidermi cento volte quESt'anno» disse Harry. «Sono rimasto solo con lui per ore, a prendere lezioni di difESa contro i Dissennatori. Se DAvvero stava aiutando Black, perché non mi ha finito allora?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«SILENZIO! NON PERMETTO CHE MI SI PARLI CON QUESTO TONO!» strillò Piton, più folle che mai. «Tale padre tale figlio, Potter! Ti ho appena salvato la vita, dovrESti ringraziarmi in ginocchio! Ti sarebbe stato proprio bene se ti avESse ucciso! SarESti morto come tuo padre, sei troppo arrogante per credere che potrESti ESserti sbagliato sul conto di Black... ora fuori DAi piedi, o ti ci spedirò io... FUORI DAI PIEDI, POTTER!» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Harry decise in un lampo. Prima che Piton potESse fare anche solo un passo verso di lui, alzò la bacchetta. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Expelliarmus!» gridò. Ma la sua non fu la sola voce a urlare. Si udì un lampo che fece tremare la porta sui cardini; Piton fu sollevato DA terra e Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Harry si guardò intorno. Ron e Hermione avevano cercato di disarmare Piton ESattamente nello stESso istante. La bacchetta di Piton disegnò un alto arco a mezz'aria e atterrò sul letto, vicino a Grattastinchi. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Non dovevate farlo» disse Black, guarDAndo Harry. «Dovevate lasciarlo a me...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Lupin lottava per liberarsi DAlle funi. Black si chinò in fretta e lo slegò. Lupin si rialzò e si strofinò le braccia, dove le corde avevano lasciato il segno. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Allora è giunto il momento di DArti qualche prova» disse Black. «Tu, ragazzo... DAmmi Crosta. AdESso». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Andiamo» disse debolmente, «sta cercando di dire che è fuggito DA Azkaban solo per mettere le mani su Crosta? Insomma...» Guardò Harry e Hermione, in cerca di sostegno. «D'accordo, diciamo che Minus sapeva trasformarsi in un topo... ci sono milioni di topi al mondo... come fa a sapere qual è quello che cercava se è rimasto chiuso ad Azkaban?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Sai, Sirius, è una domanDA intelligente» disse Lupin rivolto a Black, un po' accigliato. «Come hai fatto a scoprire dov'era?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Black infilò una delle mani simili ad artigli sotto il vEStito ed EStrasse un foglio di carta stropicciato, che distESe e mostrò agli altri. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Era la fotografia di Ron e della sua famiglia che era apparsa sulla Gazzetta del Profeta l'EState prima, e lì, sulla spalla di Ron, c'era Crosta. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Come l'hai avuta?» chiESe Lupin a Black, interdetto. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«DA Caramell» disse Black. «Quando è venuto per l'ispezione ad Azkaban l'anno scorso, mi ha DAto il suo giornale. E in prima pagina c'era Peter... sulla spalla del ragazzo... l'ho riconosciuto subito... quante volte l'ho visto trasformarsi? E la diDAscalia diceva che il ragazzo sarebbe tornato a Hogwarts... dove c'era Harry...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Che cos'ha che non va?» chiESe Ron in tono di sfiDA. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Ma certo» sussurrò Lupin, «è così semplice... così astuto... se l'è tagliato DA solo?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Appena prima di trasformarsi» disse Black. «Quando l'ho stanato, ha urlato che avevo tradito Lily e JamES, per farsi sentire DA tutta la straDA. Poi, prima che potESsi scagliargli una maledizione, ha fatto saltare la straDA tenendo la bacchetta dietro la schiena, ha ucciso tutti nel raggio di sei metri ed è filato via nelle fogne insieme agli altri topi...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Senta, probabilmente Crosta si è azzuffato con un altro topo. È nella mia famiglia DA secoli...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«DA dodici anni, in effetti» disse Lupin. «Non ti sei mai chiESto come mai è vissuto così a lungo?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Però al momento non ha l'aria molto sana, vero?» disse Lupin. «Scommetto che sta perdendo pESo DA quando ha sentito dire che Sirius era tornato in libertà...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Ma non era vero, Harry rifletté all'improvviso... Crosta aveva cominciato a non star bene prima di incontrare Grattastinchi... fin DAl ritorno di Ron DAll'Egitto... DA quando Black era fuggito... Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«QuESto gatto non è pazzo» disse Black con voce rauca. TESe una mano ossuta ad accarezzare la tESta soffice di Grattastinchi. «È l'ESemplare più intelligente della sua specie che io abbia mai incontrato. Ha riconosciuto subito Peter per quello che era. E quando ha incontrato me, ha capito che non ero un cane. Ci ha mESso un po' a fiDArsi... alla fine, sono riuscito a spiegargli chi stavo cercando, e mi ha aiutato...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Ha cercato di portarmi Peter, ma non ce l'ha fatta... così ha rubato per me le parole d'ordine per la Torre di Grifondoro... Per quello che ho capito, le ha prESe DAl comodino di un ragazzo...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
La lucidità di Harry parve vacillare sotto il pESo di tutte quelle rivelazioni. Era assurdo... eppure... Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Ma Peter ha intuito che cosa stava succedendo ed è scappato... QuESto Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
QuESte parole fecero rinsavire Harry. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«E perché ha finto di ESsere morto?» disse furioso. «Perché sapeva che lei stava per ucciderlo come aveva ucciso i miei genitori!» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«È vero» rispose Black, guarDAndo Crosta con odio. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Harry» disse Lupin in fretta, «non capisci? Per tutto quESto tempo abbiamo creduto che Sirius avESse tradito i tuoi genitori e Peter lo avESse scoperto... ma era il contrario, non capisci? Peter ha tradito tuo padre e tua madre... Sirius ha scoperto Peter...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Indicò Black, che scosse la tESta lentamente; gli occhi infossati all'improvviso divennero molto lucidi. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Harry... è come se li avESsi uccisi» mormorò, rauco. «Io ho convinto Lily e JamES a scegliere Peter al mio posto all'ultimo momento, li ho convinti a scegliere lui come Custode Segreto invece di me... È colpa mia, lo so... La notte in cui morirono, avevo deciso di anDAre DA Peter, per assicurarmi che stESse bene, ma quando sono arrivato al suo nascondiglio, non c'era più. Eppure non c'erano segni di lotta. Qualcosa non anDAva. Mi sono spaventato. Ho deciso di anDAre subito DAi tuoi genitori. E quando ho visto la loro casa distrutta e i loro corpi... ho capito quello che doveva aver fatto Peter. Quello che io avevo fatto». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Basta così» intervenne Lupin, con una nota di durezza nella voce che Harry non aveva mai sentito prima. «C'è un modo sicuro per provare quello che è veramente succESso. Ron, DAmmi quel topo». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Che cosa gli farà se glielo do?» chiESe Ron, tESissimo. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Lo costringerò a mostrarsi» disse Lupin. «Se è DAvvero un topo, non gli succederà niente». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Ron ESitò, ma alla fine tESe Crosta e Lupin lo prESe. Crosta cominciò a squittire ininterrottamente, agitandosi e contorcendosi, gli occhietti neri sporgenti. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Sei pronto, Sirius?» chiESe Lupin. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Black aveva già prESo la bacchetta di Piton DAl letto. Si avvicinò a Lupin e all'agitatissimo topo, e i suoi occhi umidi all'improvviso parvero bruciare. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Insieme?» chiESe piano. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Un lampo di luce blu e bianca sprizzò DA tutte e due le bacchette; per un attimo, Crosta rimase paralizzato a mezz'aria, una piccola sagoma nera che si contorceva follemente. Ron urlò. Il topo cadde per terra; ci fu un altro lampo di luce accecante e poi... Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Fu come vedere la riprESa accelerata di un albero che crESce. DAl suolo si levò una tESta; spuntarono braccia e gambe; un attimo dopo, nel punto in cui era caduto Crosta comparve un uomo che cercava di farsi piccolo piccolo e si torceva le mani. Grattastinchi soffiava e sibilava sul letto, col pelo ritto sulla schiena. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Era un ometto molto basso, poco più alto di Harry e Hermione. I suoi sottili capelli incolori erano in disordine e in mezzo alla tESta aveva una larga chiazza calva. Aveva l'aspetto raggrinzito di un uomo grasso che avESse perso molto pESo in poco tempo. La sua pelle sembrava sporca e malaticcia, come il pelo di Crosta, e qualcosa del topo era rimasto attorno al naso puntuto, agli occhietti acquosi. Si guardò intorno, il rESpiro rapido e irregolare. Harry vide i suoi occhi scattare verso la porta e tornare su tutti loro. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Be', ciao, Peter» disse Lupin in tono affabile, come se gli capitasse spESso di vedere un topo trasformarsi in un vecchio compagno di scuola. «È tanto che non ci si vede». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«S... Sirius... R... Remus...» Anche la voce di Minus era uno squittio DA topo. I suoi occhi DArdeggiarono di nuovo verso la porta. «I miei amici... I miei vecchi amici...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Stavamo facendo una chiacchierata, Peter, su ciò che accadde la notte in cui Lily e JamES morirono. Può DArsi che tu ti sia perso i momenti più interESsanti mentre eri lì che squittivi sul letto...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Remus» ansimò Minus, e Harry vide il sudore che gli imperlava la faccia palliDA, «non credergli, ti prego... ha cercato di uccidermi, Remus...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Lo abbiamo sentito dire» ESclamò Lupin, più fredDAmente. «Vorrei chiarire una o due quEStioni con te, Peter, se sei così gentile DA...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«È venuto a cercare di uccidermi un'altra volta!» squittì Minus all'improvviso, indicando Black, e Harry vide che usava il dito medio, perché non aveva più l'indice. «Ha ucciso Lily e JamES e ora ucciderà anche me... devi aiutarmi, Remus...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Il viso di Black era più che mai simile a un tESchio mentre fissava Minus con quegli occhi impenetrabili. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«NESsuno cercherà di ucciderti finché non avremo chiarito un po' di cose» disse Lupin. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Chiarire?» gemette Minus guarDAndosi freneticamente intorno un'altra volta e studiando le finEStre sbarrate e, ancora una volta, l'unica porta. «Sapevo che sarebbe venuto a cercarmi! Sapevo che sarebbe tornato per me! Sono dodici anni che aspetto!» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Sapevi che Sirius sarebbe fuggito DA Azkaban?» chiESe Lupin, la fronte aggrottata. «Quando nESsuno c'era mai riuscito?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Possiede poteri oscuri che tutti noi possiamo solo sognarci!» strillò Minus con voce penetrante. «Come ha fatto altrimenti a uscire di là? Immagino che ColuiCheNonDeveESsereNominato gli abbia insegnato qualche trucchetto!» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Minus si ritrasse come se Black avESse brandito una frusta contro di lui. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Non so... cosa intendi dire, Sirius...» balbettò Minus, il rESpiro più affannoso che mai. Ora aveva tutto il volto luccicante di sudore. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Non sono dodici anni che ti nascondi DA me» disse Black. «Tu ti nascondi DAgli antichi sostenitori di Voldemort. Ho sentito delle voci ad Azkaban, Peter... Credono tutti che tu sia morto, perché altrimenti dovrESti spiegare molte cose... Li ho sentiti griDAre nel sonno. Sembrano convinti che il doppiogiochista abbia fatto il doppio gioco anche con loro. Voldemort è arrivato ai Potter seguendo le tue informazioni... e Voldemort là è caduto. E non tutti i suoi sostenitori sono finiti ad Azkaban, vero? Ce ne sono ancora molti liberi, che aspettano la loro occasione, fingendo di aver capito l'errore commESso... se mai venissero a sapere che sei ancora vivo, Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Non so... di che cosa parli...» disse di nuovo Minus, con voce più stridula che mai. Si asciugò il viso sulla manica e guardò Lupin. «Tu non puoi credere a quESta... a quESta follia, Remus...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Devo ammettere, Peter, che ho qualche difficoltà a capire perché un uomo innocente voglia passare dodici anni DA topo» disse Lupin tranquillamente. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Innocente, ma spaventato!» squittì Minus. «Se i seguaci di Voldemort mi DAvano la caccia, era perché ho fatto rinchiudere ad Azkaban uno dei loro uomini migliori: la spia, Sirius Black!» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Come osi?» ringhiò, improvvisamente simile all'enorme cane che era stato. «Io, la spia di Voldemort? Quando mai ho strisciato attorno a persone più forti e potenti di me? Ma tu, Peter... non capirò mai come ho fatto a non vedere che la spia fin DAll'inizio eri tu. Ti è sempre piaciuto avere dei grandi amici che ti proteggESsero, vero? Eravamo noi... io e Remus... e JamES...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Io, una spia... devi ESsere impazzito... mai... non so come fai a dire una cosa...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Lily e JamES ti hanno scelto come Custode Segreto solo perché gliel'ho detto io» ringhiò Black in tono così velenoso che Minus fece un passo indietro. «Credevo che fosse un piano perfetto... un inganno... Voldemort avrebbe di certo DAto la caccia a me, non avrebbe mai immaginato che avESsero scelto una creatura debole e ottusa come te... dev'ESsere stato il momento più bello della tua misera vita, dire a Voldemort che potevi consegnargli i Potter». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Minus borbottava distrattamente; Harry colse alcune parole, come 'incredibile' e 'follia', ma quello che notò fu il colore cinereo del suo volto e il modo in cui i suoi occhi continuavano a saettare verso le finEStre e la porta. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«ProfESsor Lupin» intervenne Hermione timiDAmente. «Posso... posso dire una cosa?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Be'... Crosta... voglio dire, quESto... quESt'uomo... sono tre anni che vive nel dormitorio di Harry. Se lavora per LeiSaChi, perché non ha mai cercato di fare del male a Harry prima d'ora?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Te lo dico io perché» disse Black. «Perché non hai mai fatto niente per nESsuno se non hai il tuo tornaconto. Voldemort si nasconde DA quindici anni, dicono che sia mezzo morto. Non avevi intenzione di commettere un assassinio proprio sotto il naso di Albus Silente per un mago in rovina, uno che ha perso tutto il suo potere, vero? Volevi ESsere sicuro che fosse il più forte di tutti prima di tornare DA lui, vero? Altrimenti perché ti sarESti trovato una famiglia di maghi? Per tenere le orecchie bene aperte, vero, Peter? Così, se il tuo vecchio protettore riconquistava la sua forza ed era possibile riunirsi a lui...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Ehm... Signor Black... Sirius?» disse Hermione timiDAmente. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Black sussultò e guardò Hermione come se sentirsi chiamare 'signore' fosse una cosa DA tempo dimenticata. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Mi scusi se glielo chiedo, ma come... come ha fatto a uscire DA Azkaban, se non ha usato la magia nera?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Ma Lupin lo zittì con uno sguardo. Black guardò Hermione appena rabbuiato, ma non come se fosse arrabbiato con lei. Sembrava piuttosto soppESare la risposta. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Non so come ho fatto» disse lentamente. «Immagino che l'unico motivo per cui non sono impazzito è che sapevo di ESsere innocente. Non era un bel pensiero, quindi i Dissennatori non sono riusciti a portarmelo via... ma mi ha conservato il senno, e non ho perso me stESso... mi ha aiutato a mantenere i miei poteri... così quando tutto è diventato... troppo... sono riuscito a trasformarmi nella mia cella... sono diventato un cane. I Dissennatori, sapete, non ci vedono...» Deglutì. «Vanno a tentoni verso le persone captando le loro emozioni... capivano che le mie emozioni erano meno... meno umane, meno complESse quando ero un cane... ma naturalmente hanno pensato che stESsi perdendo la tESta come tutti gli altri là dentro, e non si sono preoccupati. Ma ero debole, molto debole, e non avevo alcuna speranza di allontanarli DA me senza una bacchetta magica... Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Minus scuoteva la tESta e muoveva le labbra senza dire niente, ma fissava Black come se fosse ipnotizzato. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«...pronto a colpire nel momento in cui fosse stato sicuro di avere degli alleati... pronto a consegnare loro l'ultimo Potter. Se avESse DAto loro Harry, chi avrebbe osato dire che aveva tradito Voldemort? Sarebbe stato riaccolto con grandi onori... Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
A Harry venne in mente quello che il signor Weasley aveva detto alla signora Weasley: Le guardie dicono che parla nel sonno... sempre le stESse parole... 'È a Hogwarts'. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Era come se qualcuno mi avESse accESo un fuoco nella tESta, e i Dissennatori non potevano spegnerlo... non era una sensazione piacevole... era un'ossESsione... ma mi diede forza, mi snebbiò la mente. Così, una sera, quando aprirono la porta della mia cella per portarmi il cibo, scivolai alle loro spalle in forma di cane... è molto più difficile per loro avvertire le emozioni di un animale, è difficile tanto DA confonderli... io ero magro, abbastanza magro DA passare attraverso le sbarre... DA cane nuotai fino alla terraferma e DA allora ho vissuto nella forESta... tranne quando sono venuto a vedere la partita di Quidditch, naturalmente... voli bene come tuo padre, Harry...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Credimi» disse Black con voce roca. «Credimi, Harry. Non ho mai tradito JamES e Lily; sarei morto piuttosto che tradirli». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Minus era caduto in ginocchio, come se il cenno di Harry avESse decretato la sua conDAnna a morte. Strisciò sulle ginocchia, prostrato, le mani giunte. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«I miei vEStiti sono già abbastanza sporchi senza che li tocchi tu» disse Black. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Remus!» squittì Minus, voltandosi verso Lupin, contorcendosi supplichevole DAvanti a lui. «Tu non ci credi... Sirius non ti avrebbe detto che avevano cambiato programma?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Non se avESse pensato che fossi io la spia, Peter» disse Lupin. «Sup Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
pongo che tu non me l'abbia detto per quESto, vero, Sirius?» disse in tono noncurante guarDAndo al di sopra di Minus. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Ma certo» disse Black, e il fantasma di un sorriso balenò sul suo volto scavato. Anche lui prESe a rimboccarsi le maniche. «Lo uccidiamo insieme?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Voi non... voi...» ESalò Minus, strisciando verso Ron. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Ron... non sono stato un buon amico... un bravo animaletto? Non lascerai che mi ucciDAno, Ron, vero... stai DAlla mia parte, vero?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Se sei stato migliore DA topo che DA umano, non c'è molto di cui anDAr fieri, Peter» disse Black in tono asciutto. Ron, sempre più pallido per il dolore, trascinò la gamba rotta fuori DAlla portata di Minus. Minus si voltò sulle ginocchia, inciampò in avanti e afferrò l'orlo dell'abito di Hermione. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Hermione strappò l'abito DAlla prESa di Minus e arretrò contro il muro con aria orripilata. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«COME OSI RIVOLGERTI A HARRY?» ruggì Black. «COME OSI GUARDARLO? COME OSI PARLARE DI JAMES DAVANTI A LUI?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Harry» sussurrò Minus, avanzando verso di lui con le mani tESe, «Harry, JamES non mi avrebbe voluto morto... JamES avrebbe capito, Harry... avrebbe avuto pietà di me...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Black e Lupin fecero un passo avanti, afferrarono Minus per le spalle e lo ributtarono a terra. Rimase lì seduto, contorcendosi DAl terrore, a guarDArli. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Tu hai venduto Lily e JamES a Voldemort» disse Black, che a sua volta tremava tutto. «Lo neghi?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Sirius, Sirius, che cosa potevo fare? Il Signore Oscuro... non avete idea... possiede armi che non immaginate... ero spaventato, Sirius, non sono mai stato coraggioso come te e Remus e JamES. Non volevo che succedESse... ColuiCheNonDeveESsereNominato mi ha costretto...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«NON MENTIRE!» urlò Black. «GLI PASSAVI INFORMAZIONI DA UN ANNO QUANDO LILY E JAMES SONO MORTI! ERI LA SUA SPIA!» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Lui... lui stava conquistando tutto!» disse Minus ansante. «Che... che cosa c'era DA guaDAgnare a dirgli di no?» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Che cosa c'era DA guaDAgnare a combattere il mago più malvagio che sia mai ESistito?» chiESe Black, un'ira terribile stampata in viso. «Solo vite innocenti, Peter!» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«E ALLORA AVRESTI DOVUTO MORIRE!» ruggì Black. «MEGLIO MORIRE CHE TRADIRE I TUOI AMICI! NOI PER TE LO AVREMMO FATTO!» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«AvrESti dovuto capirlo» disse Lupin piano. «Se Voldemort non ti avESse ucciso, l'avremmo fatto noi. Addio, Peter». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«No!» urlò Harry. Corse DAvanti a Minus, di fronte alle bacchette. «Non potete ucciderlo» disse col fiato mozzo. «Non potete». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Harry, quESta feccia è il motivo per cui sei orfano» ESclamò Black irato. «QuESto viscido sudicio ESsere ti avrebbe guarDAto morire senza battere ciglio. L'hai sentito. La sua pelle schifosa per lui contava più di tutta la tua famiglia». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Lo so» disse Harry ansimando. «Lo porteremo al castello. Lo consegneremo ai Dissennatori. Può anDAre ad Azkaban... ma non uccidetelo». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Harry!» ESclamò Minus, abbracciandogli le ginocchia. «Tu... grazie... è più di quello che merito... grazie...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Stammi lontano» disse Harry sprezzante, allontanando DA sé le mani di Minus con una smorfia di disgusto. «Non lo faccio per te. Lo faccio perché... non credo che mio padre avrebbe voluto che loro... diventassero assassini... solo per colpa tua». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
NESsuno si mosse né fece un rumore tranne Minus, che aveva il rESpiro affannoso e le mani che annaspavano sul petto. Black e Lupin si guarDAro Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
no. Poi, con un solo gESto, abbassarono le bacchette magiche. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Può anDAre ad Azkaban» ripeté Harry. «Se c'è qualcuno che merita di stare laggiù, è proprio lui...» Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Harry ESitò. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Harry si tolse di mezzo. Funi sottili scattarono quESta volta DAlla bacchetta di Lupin, e un attimo dopo Minus si contorceva per terra, legato e imbavagliato. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Harry guardò la misera figura sul pavimento e annui in modo che Minus potESse vederlo. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«Bene» disse Lupin assumendo all'improvviso un'aria efficiente. «Ron, io non so aggiustare le ossa bene come MaDAma Chips, quindi è meglio se per adESso ci limitiamo a immobilizzarti la gamba finché non potremo accompagnarti in infermeria». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Si avvicinò a Ron, si chinò, batté la gamba rotta con la bacchetta e mormorò Ferula. Delle bende si avvolsero attorno alla gamba di Ron, legandola stretta a una stecca. Lupin lo aiutò ad alzarsi; Ron spostò cautamente il pESo sulla gamba, senza una smorfia. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«E il profESsor Piton?» chiESe Hermione con una vocina sottile, guarDAndo Piton lungo distESo per terra. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Mormorò Mobilicorpus. Come se una serie di fili invisibili fossero stati legati ai suoi polsi, al collo e alle ginocchia, Piton si rizzò in piedi, la tESta ciondolante simile a quella di una grottESca marionetta. Rimase sospESo a pochi centimetri DA terra, con i piedi che pendevano flosci. Lupin raccolse il Mantello dell'Invisibilità e se lo infilò al sicuro in tasca. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
«E due di noi dovrebbero incatenarsi a quESto qui» disse Black, DAndo un colpetto a Minus con la punta del piede. «Per sicurezza». Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Black fece apparire DAl nulla delle pESanti manette; prESto Minus fu di nuovo in piedi, il braccio sinistro incatenato al dEStro di Lupin, il dEStro al sinistro di Ron. Ron aveva un'ESprESsione risoluta. Sembrava aver prESo la vera identità di Crosta come un insulto personale. Grattastinchi balzò giù DAl letto con leggerezza e precedette gli altri fuori DAlla stanza, la coDA cESpugliosa ben diritta. Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3) |
Harry non aveva mai fatto parte di un gruppo più strano. Grattastinchi apriva la straDA giù per le scale; seguivano Lupin, Minus e Ron, simili a concorrenti di una gara a tre gambe. Poi veniva il profESsor Piton, aleggiando sinistramente a mezz'aria, le punte dei piedi che urtavano ogni gradino mentre scendeva, sorretto DAlla sua stESsa bacchetta che Black gli puntava contro. Harry e Hermione chiudevano il corteo. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Tornare nel tunnel fu complicato. Lupin, Minus e Ron dovettero mettersi di lato per riuscirci; Lupin aveva sempre Minus a tiro di bacchetta. Harry li vide avanzare goffamente nel tunnel uno a uno. Grattastinchi era ancora il primo della fila. Harry entrò subito dopo Black, che faceva galleggiare Piton DAvanti a loro; il profESsore continuava a picchiare la tESta ciondolante contro il soffitto basso. Harry aveva l'imprESsione che Black non facESse nESsuno sforzo per evitarlo. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Sai che cosa significa?» chiESe improvvisamente Black a Harry, mentre procedevano lentamente lungo il tunnel. «Consegnare Minus?» Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Sì...» disse Black. «Ma io sono anche... non so se nESsuno te l'ha mai detto... io sono il tuo padrino». Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Be'... i tuoi genitori mi hanno nominato tuo tutore» disse Black seccamente. «Se fosse succESso qualcosa a loro...» Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Harry rimase in attESa. Black intendeva dire quello che anche lui pensava? Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Lo capisco, naturalmente, se vuoi rEStare con i tuoi zii» disse Black. «Ma... be'... riflettici. Una volta che avranno riconosciuto la mia innocenza... se tu volESsi una... una casa diversa...» Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Qualcosa parve ESplodere in fondo allo stomaco di Harry. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Cosa... vivere con te?» chiESe, battendo la tESta contro una roccia che sporgeva DAl soffitto. «Lasciare i Dursley?» Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Certo, lo sapevo che non avrESti voluto» disse Black in fretta. «Capisco, credevo solo che...» Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Black si voltò a guarDArlo; la tESta di Piton strisciava contro il soffitto, ma Black non ci fece caso. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Lo dESideri DAvvero?» chiESe. «Sul serio?» Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Il volto tormentato di Black si aprì nel primo vero sorriso che Harry vi avESse scorto finora. La differenza era sorprendente, come se una persona più giovane di dieci anni brillasse attraverso la maschera incavata; per un attimo, riapparve l'uomo che aveva riso al matrimonio dei genitori di Harry. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
I prati ora erano immersi nell'oscurità. L'unica luce proveniva DAlle lontane finEStre del castello. Si avviarono senza dire una parola. Minus continuava ad ansimare e ogni tanto piagnucolava. La tESta di Harry era tutta un ronzio. Avrebbe detto addio ai Dursley. Avrebbe vissuto con Sirius Black, il migliore amico dei suoi genitori... si sentiva stordito... se avESse detto ai Dursley che anDAva a vivere con il criminale che avevano visto alla televisione! Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Risalirono i prati in silenzio, mentre le luci del castello si facevano sempre più grandi. Piton continuava a galleggiare in maniera bizzarra DAvanti a Black, con il mento che gli sobbalzava sul petto. E poi... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Una nuvola passò. All'improvviso sul suolo si allungarono tenui ombre. Il gruppo fu bagnato DAlla luce della luna. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Black rimase immobile. TESe un braccio per bloccare Harry e Hermione. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Harry vide la sagoma di Lupin che si irrigidiva. Poi braccia e gambe prESero a tremare. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Oh, cielo» ESclamò Hermione col fiato mozzo. «QuESta sera non ha prESo la pozione! Non è innocuo!» Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Si udì un terribile ringhio. La tESta di Lupin si stava allungando. Anche il corpo. Le spalle gli si incurvarono. I peli spuntarono a vista d'occhio sul suo viso e sulle mani, che si trasformarono in zampe artigliate. Il pelo di Grattastinchi era di nuovo ritto e il gatto indietreggiò... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Mentre il Lupo Mannaro alzava la tESta e faceva scattare le lunghe zanne, Black scomparve DAl fianco di Harry. Si era trasformato. L'enorme cane simile a un orso fece un balzo in avanti. Mentre il Lupo Mannaro si liberava delle manette che lo tenevano legato, il cane lo prESe per la collottola e lo spinse indietro, lontano DA Ron e DA Minus. Erano avvinti, mascella contro mascella, gli artigli che sferravano colpi laceranti... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Harry rimase lì, paralizzato DAlla scena, troppo concentrato sulla lotta per notare qualunque altra cosa. Fu l'urlo di Hermione ad avvertirlo... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Minus si era tuffato in avanti per afferrare la bacchetta magica caduta a Lupin. Ron, in precario equilibrio sulla gamba benDAta, cadde. Ci fu uno schiocco, un lampo di luce... E Ron giacque a terra immobile. Un altro schiocco... Grattastinchi volò per aria e ricadde a terra. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Expelliarmus!» gridò Harry, puntando la propria bacchetta contro Minus; la bacchetta di Lupin volò per aria e sparì. «RESta dove sei!» urlò Harry, correndo in avanti. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Troppo tardi. Minus si era trasformato. Harry vide la sua coDA pelata scattare attraverso la manetta sul braccio tESo di Ron, e udì uno zampettare tra l'erba. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Risuonarono un ululato e un ringhio tonante; Harry si voltò e vide il Lupo Mannaro che fuggiva di gran carriera nella forESta... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Harry e Hermione corsero DA Ron e si curvarono su di lui. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Che cosa gli ha fatto?» mormorò Hermione. Gli occhi di Ron erano semichiusi; la bocca spalancata. Era senz'altro vivo, sentivano il suo rESpiro, ma lui non DAva segno di riconoscerli. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Harry si guardò intorno, disperato. Black e Lupin spariti tutti e due... a far loro compagnia c'era solo Piton, ancora sospESo a mezz'aria, privo di sensi. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Sarà meglio che li portiamo al castello e che avvertiamo qualcuno» disse Harry scostandosi i capelli DAgli occhi e cercando di riflettere. «Vieni...» Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Ma poi, DA un punto invisibile udirono un gemito, un uggiolio: un cane che soffriva... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Ebbe un attimo di incertezza, ma al momento non potevano fare nulla per Ron, e a giudicare DAl rumore, Black era in difficoltà... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Harry partì di corsa, Hermione lo seguì. L'uggiolio sembrava provenire DAl prato vicino alla riva del lago. Scattarono in quella direzione, e Harry, correndo più che poteva, sentì il gelo senza capire che cosa significava... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
L'uggiolio cESsò bruscamente. Mentre raggiungevano la riva del lago capirono perché: Sirius era nuovamente umano. Era in ginocchio, le mani sopra la tESta. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
E poi Harry li vide. Dissennatori, almeno un centinaio, che scivolavano in una massa nera attorno al lago, verso di loro. Si voltò di scatto, mentre il familiare freddo gelido gli pervadeva le viscere e la nebbia cominciava a offuscare i suoi occhi; altri ancora ne apparivano DAll'oscurità, DA tutte le parti; li stavano accerchiando... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Hermione, pensa a qualcosa di allegro!» urlò Harry, alzando la bacchetta e battendo furiosamente le palpebre per cercare di snebbiarsi la vista, scuotendo la tESta per svuotarla DAl debole urlo che aveva cominciato a levarsi dentro di lui... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Si costrinse a pensare a Black e solo a Black, e prESe a ripetere: Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Una scia sottile di fumo sfuggì DAlla sua bacchetta e aleggiò come una nebbiolina DAvanti a lui. Nello stESso istante, Harry sentì Hermione cadere al suo fianco. Era solo... completamente solo... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Harry sentì le ginocchia premere contro l'erba fredDA. La nebbia stava per accecarlo. Con uno sforzo enorme, lottò per ricorDAre... Sirius era innocente... innocente... staremo bene... andrò a vivere con lui... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Alla debole luce del suo informe Patronus, vide un Dissennatore arrEStarsi, molto vicino. Non riuscì ad attraversare la nuvola di nebbiolina argentea che Harry aveva evocato. Una visciDA mano morta scivolò fuori DA sotto il mantello. Fece un gESto come per spingere DA parte il Patronus. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Sentiva che lo stavano osservando, udiva il loro rESpiro spezzato come un vento maligno tutto intorno. Il Dissennatore più vicino parve studiarlo. Poi alzò entrambe le mani... e abbassò il cappuccio. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Dove avrebbero dovuto ESserci gli occhi c'era solo pelle sottile, grigia, butterata, tESa su orbite vuote. Ma c'era la bocca... un buco informe che si spalancava e risucchiava l'aria in un rantolo. Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
La nebbia bianca lo accecava. Doveva lottare... expecto Patronum... non vedeva niente... e a grande distanza sentì l'urlo familiare... expecto Patronum... cercò a tentoni Sirius nella foschia, e trovò il suo braccio... non l'avrebbero prESo... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Ma due mani robuste e appiccicose all'improvviso si strinsero attorno al collo di Harry. Costrinsero il suo viso a voltarsi verso l'alto... avvertì l'alito dell'ESsere... per prima cosa si sarebbe sbarazzato di lui.... ne fiutò l'alito putrido... sua madre urlava nella sua tESta... sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe sentito... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
A faccia in giù, troppo debole per muoversi, scosso DAlla nausea e DAi brividi, Harry aprì gli occhi. La luce accecante illuminava l'erba attorno a lui... L'urlo si era arrEStato, il freddo arretrava... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Qualcosa stava rESpingendo i Dissennatori... girava attorno a lui, a Black e a Hermione... i rantoli e i risucchi dei Dissennatori svanirono. Se ne stavano anDAndo... l'aria era di nuovo tiepiDA... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
Radunando le forze che gli rEStavano, Harry alzò appena la tESta e vide un animale nella luce, che galoppava attraverso il lago. Con lo sguardo offuscato DAl sudore, Harry cercò di capire che cos'era... era splendente come un unicorno. Lottando per non perdere conoscenza, Harry lo vide rallentare al piccolo trotto fino a fermarsi una volta raggiunta l'altra riva. Per un attimo, Harry vide nella luce irradiata DAll'animale qualcuno che salutava il suo ritorno... alzava la mano per accarezzarlo... qualcuno DAll'aria stranamente familiare... ma non poteva ESsere... Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3) |
«Una faccenDA spaventosa... spaventosa... è un miracolo se non è morto nESsuno... mai sentito niente di simile... per tutti i fulmini, meno male che c'era lei, Piton...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ordine di Merlino, SeconDA Classe, direi. Anche Prima Classe, se solo ci riESco!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Black li aveva stregati, l'ho capito subito. Un IncantESimo Confundus, a giudicare DAl loro comportamento. Sembravano convinti che potESse ESsere innocente. Non erano rESponsabili delle loro azioni. D'altra parte, il loro intervento avrebbe potuto consentire a Black di fuggire... Credo che fossero convinti di poterlo catturare DA soli. L'hanno passata liscia in un sacco di occasioni prima d'ora... e temo che si siano fatti un'alta opinione di se stESsi... e naturalmente il PrESide ha sempre concESso a Potter un'eccESsiva li Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Si, ma è un bene concedergli un trattamento così speciale? Personalmente cerco di trattarlo come tutti gli altri studenti. E qualunque altro studente verrebbe sospESo, come minimo, per aver mESso a repentaglio le vite dei suoi amici come ha fatto lui. Ci pensi, Ministro: contro tutte le regole della scuola, dopo tutte le precauzioni prESe per proteggerlo, uscire di notte, farsi complice di un Lupo Mannaro e di un assassino... e ho anche ragione di credere che abbia fatto visita illegalmente a Hogsmeade...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry rimase distESo ad ascoltare, con gli occhi chiusi. Si sentiva molto confuso. Le parole che udiva sembravano viaggiare molto lentamente DAlle orecchie al cervello, le capiva a stento. Si sentiva le membra come piombo; le palpebre erano troppo pESanti per aprire gli occhi... avrebbe voluto stare lì distESo su quel comodo letto per sempre... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Quello che mi stupisce di più è il comportamento dei Dissennatori... DAvvero non ha idea di cosa li ha costretti a ritirarsi, Piton?» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«No, Ministro... quando sono arrivato stavano già tornando alle loro postazioni vicino agli ingrESsi...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Ci fu una pausa. La mente di Harry parve muoversi un po' più rapiDA, e in fondo allo stomaco il ragazzo avvertì una sensazione strana, come un morso... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Tutto era leggermente sfocato. Qualcuno gli aveva sfilato gli occhiali. Era distESo al buio, nell'infermeria. All'altra EStremità della corsia, riconobbe MaDAma Chips che gli DAva le spalle e si curvava su un letto. Harry socchiuse gli occhi. I capelli rossi di Ron spuntavano sotto il braccio di MaDAma Chips. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry girò la tESta sul cuscino. Nel letto alla sua dEStra giaceva Hermione. Era illuminata DAlla luna. Anche lei aveva gli occhi aperti. Sembrava pietrificata, e quando si accorse che Harry era sveglio, si premette un dito sulle labbra, poi indicò la porta. Era socchiusa, e DAl corridoio arrivavano le voci di Cornelius Caramell e di Piton. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
MaDAma Chips percorse a rapidi passi la corsia buia fino al letto di Harry, che si voltò a guarDArla. Portava il più grosso pezzo di cioccolato che avESse mai visto. Sembrava un piccolo macigno. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ah, sei sveglio!» disse sbrigativa. Posò il cioccolato sul comodino di Harry e prESe a farlo a pezzi con un martelletto. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Come sta Ron?» chiESero Harry e Hermione in coro. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ce la farà» disse MaDAma Chips cupa. «Quanto a voi due... rESterete qui finché non avrò deciso che... Potter, che cosa credi di fare?» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry si era seduto, si era rimESso gli occhiali e aveva afferrato la bacchetta. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Devo vedere il PrESide» disse. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Potter» disse MaDAma Chips in tono suadente, «va tutto bene. Hanno prESo Black. È rinchiuso di sopra. I Dissennatori ESeguiranno il Bacio DA un momento all'altro...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry balzò fuori DAl letto. Hermione lo segui. Ma il suo grido era echeggiato nel corridoio; un attimo dopo, entrarono Cornelius Caramell e Piton. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Harry, Harry, che cosa c'è?» disse Caramell agitato. «DovrESti ESsere a letto... ha prESo del cioccolato?» chiESe con ansia a MaDAma Chips. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ministro, mi ascolti!» ESclamò Harry. «Sirius Black è innocente! Peter Minus ha solo fatto finta di morire! L'abbiamo visto stanotte! Non può permettere che i Dissennatori facciano quella cosa a Sirius, lui è...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Ma Caramell scosse la tESta con un piccolo sorriso. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Harry, Harry, sei molto confuso, hai vissuto un'ESperienza terribile, ora sdraiati di nuovo, è tutto sotto controllo...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«No!» urlò Harry. «AVETE PRESO L'UOMO SBAGLIATO!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ministro! ProfESsore!» disse arrabbiata MaDAma Chips. «Devo insistere perché ve ne andiate. Potter è un mio paziente, e non deve ESsere disturbato!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Macché disturbato, sto cercando di spiegargli che cosa è succESso!» ribatté Harry furibondo. «Se solo mi ascoltassero...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Ma MaDAma Chips gli ficcò a tradimento un grosso pezzo di cioccolato in bocca. Harry quasi soffocò, e lei ne approfittò per costringerlo a tornare a letto. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ora, la prego, Ministro, quESti ragazzi hanno bisogno di cure. Per favore, anDAte via...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«ProfESsor Silente, Sirius Black...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Per l'amor del cielo!» ESclamò MaDAma Chips in tono isterico. «QuESta è un'infermeria o che cosa? PrESide, devo insistere...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Suppongo che le abbia raccontato la stESsa favola che ha ficcato in tESta a Potter» sibilò Piton. «Qualcosa a proposito di un topo, e di Minus che sarebbe vivo...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«In effetti, è proprio quESta la versione di Black» disse Silente, osservando attentamente Piton attraverso gli occhialetti a mezzaluna. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«E la mia tEStimonianza non conta niente?» ringhiò Piton. «Peter Minus non era nella Stamberga Strillante, e non c'era traccia di lui nel parco». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Perché lei era privo di sensi, profESsore!» intervenne Hermione. «Non è arrivato in tempo per sentire...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Avanti, Piton» disse Caramell, turbato, «la signorina è sconvolta, dobbiamo ESsere pazienti...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Vorrei parlare con Harry e Hermione DA solo» ripeté Silente in tono brusco. «Cornelius, Severus, Chips, per favore, lasciateci soli». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«PrESide!» farfugliò MaDAma Chips. «Hanno bisogno di cure e di riposo...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
MaDAma Chips, imbronciata, si dirESse verso il suo ufficio all'altro capo della corsia e sbatté la porta. Caramell consultò il grosso orologio d'oro appESo al panciotto. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«I Dissennatori dovrebbero ESsere arrivati» disse. «Andrò loro incontro. Silente, ci vediamo di sopra». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Spero che non creDA a una parola della storia di Black, vero?» sussurrò, gli occhi fissi sul volto di Silente. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Vorrei parlare con Harry e Hermione DA solo» ripeté Silente per la terza volta. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Sirius Black ha dimostrato di ESsere capace di uccidere a sedici anni» borbottò. «Non se l'è dimenticato, PrESide, vero? Non ha dimenticato che una volta ha tentato di uccidere me?» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Piton girò sui tacchi e oltrepassò la porta che Caramell teneva ancora aperta per lui e che si chiuse alle loro spalle. Silente si voltò verso Harry e Hermione. Entrambi prESero a parlare nello stESso momento. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«ProfESsore, Black dice la verità... abbiamo visto Minus...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«...è fuggito quando il profESsor Lupin si è trasformato in un Lupo Mannaro...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«...la zampa DAvanti, voglio dire, il dito, se l'è tagliato via...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ora tocca a voi ascoltare, e vi prego di non interrompermi, perché abbiamo pochissimo tempo» disse con calma. «Non c'è una straccio di prova a sostegno della storia di Black, eccetto la vostra parola... e la parola di due maghi di tredici anni non convincerà nESsuno. Tantissimi tEStimoni, una straDA intera, hanno giurato di aver visto Sirius uccidere Minus. Io stESso ho fornito al Ministero la prova che Sirius era il Custode Segreto dei Potter». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Lupin può dirle...» ESclamò Harry, senza riuscire a trattenersi. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Il profESsor Lupin al momento è nel cuore della forESta e non può dire niente a nESsuno. Quando sarà tornato umano, sarà troppo tardi, Sirius sarà peggio che morto. Devo aggiungere che i Lupi Mannari godono di una così scarsa fiducia prESso gran parte di noi che il suo sostegno conterà pochissimo... e il fatto che lui e Sirius siano vecchi amici...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ascoltami, Harry. È troppo tardi, mi capisci? Devi ammettere che la versione del profESsor Piton è molto più convincente della vostra». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry fissò il volto grave del mago e si sentì il terreno mancare sotto i piedi. Si era abituato all'idea che Silente potESse risolvere qualunque problema. Si aspettava che Silente tirasse fuori una soluzione così, DAl nulla. E invece... la loro ultima speranza era svanita. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Quello che ci occorre» disse Silente con calma, lo sguardo azzurro che si spostava DA Harry a Hermione, «è più tempo». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ma...» ESordì Hermione. E poi sgranò gli occhi. «OH!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ora, attenzione» disse Silente, parlando molto piano e scandendo bene le parole. «Sirius è chiuso nell'ufficio del profESsor Vitious al settimo piano. La tredicESima finEStra a dEStra della Torre OvESt. Se tutto va bene, riuscirete a salvare più di una vita innocente stanotte. Ma ricorDAte tutti e due che non dovete farvi vedere. Signorina Granger, tu conosci la legge... sai qual è la posta in gioco... nondovetefarvivedere». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry non aveva idea di che cosa stESse succedendo. Silente si voltò e guardò verso di loro mentre si avviava verso la porta. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Ma Hermione stava trafficando con il colletto dell'abito, DA cui EStrasse una catena d'oro molto lunga e sottile. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Harry, vieni qui» disse in tono febbrile. «PrESto!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry avanzò verso di lei, perplESso. Hermione teneva la catena tESa DAvanti a sé. Harry vide penzolare una piccola clESsidra scintillante. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Che cosa succede?» chiESe Harry, completamente smarrito. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Hermione fece girare la clESsidra tre volte. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Il buio si dissolse. Harry ebbe la sensazione di volare all'indietro, a grandissima velocità. Un turbine velocissimo di colori e forme gli sfrecciò accanto, le orecchie gli pulsavano, cercò di griDAre ma non riuscì a sentire Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Era in piedi vicino a Hermione nella Sala d'IngrESso dESerta e una cascata di luce d'oro inonDAva il pavimento di pietra attraversando le porte spalancate. Guardò Hermione stupefatto, la catena con la clESsidra che gli segava il collo. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Cosa... come... Hermione, che cosa è succESso?» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Siamo tornati indietro nel tempo» sussurrò Hermione, sfilando la catena DAl collo di Harry. «Di tre ore...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry cercò a tentoni la propria gamba e la pizzicò forte. Gli fece parecchio male, il che parve EScludere la possibilità che si trattasse di un sogno molto strano. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Sst! Ascolta! Viene qualcuno! Credo... credo che potremmo ESsere noi!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Dei passi nell'ingrESso... sì, siamo noi che andiamo DA Hagrid!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Mi stai dicendo» sussurrò Harry, «che siamo qui dentro in quESto armadio e siamo anche fuori?» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Tacque, rEStando in ascolto. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Siamo scESi per i gradini...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Hermione si sedette su un secchio rovESciato. Aveva l'aria molto preoccupata, ma Harry voleva ancora qualche risposta. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Dove hai prESo quella clESsidra?» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«È una GiraTempo» sussurrò Hermione, «e me l'ha DAta la profESsorESsa McGranitt il primo giorno di scuola quESt'anno. E DA allora che la uso per riuscire a frequentare tutte le lezioni. La profESsorESsa McGranitt mi ha fatto giurare di non dirlo a nESsuno. Ha dovuto scrivere un sacco di lettere al Ministero della Magia per farmene avere una. Ha dovuto spiegare che sono una studentESsa modello, e che non l'avrei mai usata assolutamente per altro se non per lo studio... La giro e ho delle ore in più, è così che rie Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Più o meno a quESt'ora dev'ESsere succESso qualcosa che vuole che cambiamo» disse lentamente. «Che cosa è succESso? Tre ore fa stavamo anDAndo DA Hagrid...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«AdESso sono tre ore fa, e noi stiamo anDAndo DA Hagrid» disse Hermione. «Ci siamo appena sentiti passare...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry aggrottò la fronte. Era come se si stESse strizzando il cervello. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Silente ha detto... ci ha detto qual è la finEStra... la finEStra dello studio di Vitious! Dove tengono chiuso Black! Dobbiamo far volare Fierobecco fino alla finEStra e salvare Sirius! Sirius può fuggire con Fierobecco... possono fuggire insieme!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
DA quello che Harry riusciva a vedere del suo viso, Hermione sembrava terrorizzata. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Sembra che non ci sia nESsuno... dài, andiamo...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry apri la porta dell'armadio. L'ingrESso era dESerto. Più in fretta possibile, cercando di non far rumore, sfrecciarono fuori DAll'armadio e scESero i gradini di pietra. Le ombre si stavano già allungando, le cime degli alberi della forESta proibita ancora una volta bagnate d'oro. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Se qualcuno sta guarDAndo fuori DAlla finEStra...» gemette Hermione, fissando il castello alle loro spalle. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Correremo» disse Harry deciso. «Dritti nella forESta, d'accordo? Dovremo nasconderci dietro un albero e stare a vedere...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«D'accordo, ma facciamo il giro delle serre!» disse Hermione senza fiato. «Non dobbiamo passare DAvanti alla casa di Hagrid, o ci vedrà! Ormai ci siamo quasi!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Cercando di tenere a mente le sue parole, Harry partì a gran velocità seguito DA Hermione. Tagliarono attraverso gli orti fino alle serre, si fermarono un momento al riparo, poi ripartirono, velocissimi, attorno al Platano Picchiatore, e verso la forESta... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Bene» sussurrò, «dobbiamo anDAre fino DA Hagrid... non farti vedere, Harry...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Si addentrarono in silenzio fra gli alberi, tenendosi ai bordi della forESta. Poi. di fronte alla capanna di Hagrid, sentirono qualcuno bussare alla porta. Si ripararono in fretta dietro una grossa quercia e si sporsero appena per spiare. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«È la cosa più strana che ci sia mai succESsa» disse Harry con fervore. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«No!» rispose Hermione. «Se lo portiamo via adESso, quelli del Comitato penseranno che sia stato Hagrid a liberarlo! Dobbiamo aspettare finché non avranno visto che è legato fuori!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ci rESteranno non più di sESsanta secondi» disse Harry. L'imprESa sembrava impossibile. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
In quel momento, DAll'interno della capanna provenne un fragore di porcellana in frantumi. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
E infatti qualche minuto dopo sentirono lo strillo sorprESo di Hermione. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«No!» rispose Hermione in un sussurro terrorizzato. «Non capisci? Stiamo infrangendo una delle leggi magiche più importanti! NESsuno dovrebbe cambiare il tempo, nESsuno! Hai sentito Silente, se ci vedono...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ma ci vedrebbero solo Hagrid e gli altri tre, insomma, noi stESsi!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Harry, che cosa pensi che farESti se vedESsi entrare te stESso in casa di Hagrid?» chiESe Hermione. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Credo... che penserei di ESsere impazzito» disse Harry, «o che è in atto una Magia Oscura...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Proprio così! Non capirESti, e forse attaccherESti te stESso! Non capisci? La profESsorESsa McGranitt mi ha raccontato le cose orribili che sono succESse quando i maghi hanno interferito col tempo... tantissimi hanno finito per uccidere i loro sé passati o futuri per errore!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Ma Hermione gli fece un cenno e indicò il castello. Harry spostò appena la tESta per riuscire a vedere chiaramente l'ingrESso lontano. Silente, Caramell, il vecchio membro del Comitato e Macnair il boia stavano scendendo i gradini. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
E in effetti, qualche istante dopo, la porta sul retro della capanna di Hagrid si apri, e Harry vide se stESso, Ron e Hermione uscire con Hagrid. Fu senza dubbio la sensazione più strana della sua vita, stare lì dietro l'albero e vedersi nell'orto delle zucche. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Va tutto bene, Becco» disse Hagrid. «Tutto bene...» Poi si voltò verso Harry, Ron e Hermione. «AnDAte. AnDAte». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Diremo loro che cosa è succESso veramente...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«AnDAte! È già abbastanza brutto senza che finite tutti nei guai!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«AnDAte, svelti. Non dovete sentire...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Qualcuno bussò alla porta DAvanti. Il drappello d'ESecuzione era arrivato. Hagrid si voltò e tornò nella capanna, lasciando socchiusa la porta sul retro. Harry vide l'erba appiattirsi a tratti attorno alla capanna e udì tre paia di piedi che si allontanavano. Lui, Ron e Hermione se n'erano anDAti... ma l'Harry e la Hermione nascosti tra gli alberi poterono sentire quello che succedeva attraverso la porta aperta. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Dov'è la bEStia?» ESclamò la geliDA voce di Macnair. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry si nascose mentre il volto di Macnair appariva alla finEStra di Hagrid e guarDAva Fierobecco. Poi udirono Caramell. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Noi... ehm... dobbiamo leggerti l'avviso di ESecuzione, Hagrid. Farò in fretta. E poi tu e Macnair dovrete firmarlo. Macnair, anche lei deve ascoltare, è la procedura...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Il volto di Macnair sparì DAlla finEStra. Ora o mai più. «Aspettami qui» sussurrò Harry a Hermione. «Vado io». Mentre Caramell ricominciava a parlare, Harry scattò DA dietro l'albero, saltò la staccionata in un balzo, atterrò nell'orto delle zucche e si avvicinò a Fierobecco. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«È stato stabilito DAl Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose che l'ESecuzione dell'ippogrifo Fierobecco, d'ora in poi definito il conDAnnato, abbia luogo il sei giugno al calar del sole...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Attento a non abbassare le palpebre, Harry incrociò una volta ancora l'orgoglioso sguardo arancione di Fierobecco e s'inchinò. Fierobecco cadde sulle ginocchia squamose e poi si rialzò. Harry prESe a trafficare con la corDA che legava Fierobecco alla staccionata. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«...conDAnnato a morte per decapitazione. La sentenza verrà ESeguita DAl boia nominato DAl Comitato stESso. Walden Macnair...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«...DAvanti ai tEStimoni. Hagrid, firma qui...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry tirò la corDA con tutte le sue forze, ma Fierobecco aveva puntato le zampe DAvanti. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Be', facciamola finita» disse la voce acuta del membro del Comitato DAll'interno della capanna. «Hagrid, forse sarebbe meglio se rEStassi qui...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«No, io... io voglio stare con lui... non voglio che DA solo...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Fierobecco, muoviti!» sibilò Harry, strattonando la corDA attorno al collo dell'lppogrifo, che prESe a camminare, agitando le ali irritato. Erano ancora a tre metri DAlla forESta, in piena vista DAlla porta sul retro. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Un momento, prego, Macnair» ESclamò Silente. «Deve firmare anche lei». I passi si arrEStarono. Harry tirò la corDA. Fierobecco fece schioccare il becco e avanzò un po' più in fretta. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Il volto pallido di Hermione spuntò DA dietro un albero. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry sentì la voce di Silente, che continuava a parlare dentro la capanna. Diede un altro strattone alla corDA. Fierobecco ruppe in un trotto riottoso. Ormai erano vicino agli alberi... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«PrESto! PrESto!» gemette Hermione scattando DA dietro l'albero, afferrando a sua volta la corDA e tirando con Harry per costringere Fierobecco a muoversi più in fretta. Il ragazzo guardò indietro: ora era impossibile vederli DA casa di Hagrid; il giardino del guardiacaccia non si vedeva più. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Dov'è?» ESclamò la voce squillante del membro del Comitato. «Dov'è la bEStia?» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Si udì un sibilo e il colpo di un'ascia. A quanto pareva, il boia l'aveva scagliata con rabbia contro la staccionata. E poi venne l'ululato, e quESta volta sentirono le parole di Hagrid tra i singhiozzi. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«È scappato! È scappato! Benedetto il suo beccuccio, è scappato! Deve ESsersi liberato! Becco, bravo ragazzo!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Fierobecco cominciò a tirare la corDA, deciso a tornare DA Hagrid. Harry e Hermione rafforzarono la prESa puntando i piedi per terra per cercare di trattenerlo. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Qualcuno l'ha slegato!» ringhiò il boia. «Dobbiamo frugare il parco, la forESta...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Macnair, se Fierobecco è stato DAvvero portato via DA qualcuno, crede che il ladro sia partito a piedi?» disse Silente, ancora più divertito. «Semmai frughi i cieli, se vuole... Hagrid, mi andrebbe una tazza di tè. O un bel bicchiere di brandy». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Na... naturale, profESsore» disse Hagrid, ESausto DAlla felicità. «Entri, entri...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«E adESso?» sussurrò Harry guarDAndosi attorno. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Dobbiamo rEStare qui nascosti» disse Hermione, molto turbata. «Dobbiamo aspettare finché non tornano al castello. Poi aspettiamo il momento giusto per far volare Fierobecco fino alla finEStra di Sirius. Mancano almeno un paio d'ore... Oh... sarà difficile...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Gettò uno sguardo nervoso oltre la propria spalla, verso il cuore della forESta. Il sole stava tramontando. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«D'accordo» convenne Hermione, stringendo la prESa sulla corDA di Fierobecco. «Ma dobbiamo fare in modo che non ci veDAno, Harry, ricorDAti...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Avanzarono lungo il limitare della forESta, mentre l'oscurità s'infittiva attorno a loro, finché non furono nascosti DA un ciuffo di alberi attraverso i quali si distingueva chiaramente il Platano. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
E poi videro altre due figure materializzarsi DAl nulla. Harry guardò se stESso e Hermione rincorrere Ron. Poi vide Ron tuffarsi. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«PrESo! Vattene via, gattaccio puzzolente...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ecco Sirius!» disse Harry. La grossa sagoma del cane era spuntata DAlle radici del Platano. Lo videro far cadere Harry, poi afferrare Ron... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Visto DA qui sembra ancora peggio, vero?» disse Harry osservando il cane che spingeva Ron tra le radici. «Ahia... guarDA, l'albero mi ha appena colpito... e anche te... è strano...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Il Platano scricchiolava e assEStava frustate con i rami più bassi; si videro sfrecciare DA tutte le parti, nel tentativo di raggiungere il tronco. E poi l'albero si immobilizzò. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Nell'istante in cui scomparvero, l'albero riprESe ad agitarsi. Qualche attimo dopo, sentirono dei passi vicini. Silente, Macnair, Caramell e il vecchio membro del Comitato risalivano verso il castello. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Appena dopo che siamo scESi nel passaggio!» disse Hermione. «Se solo Silente fosse venuto con noi...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
GuarDArono i quattro uomini salire le scale del castello e sparire. Per qualche minuto la scena rimase dESerta. Poi... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Osservarono Lupin che raccoglieva un ramo spezzato e premeva il nodo sul tronco. L'albero cESsò di lottare, e anche Lupin scomparve nella fESsura tra le radici. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Se solo avESse prESo il Mantello» disse Harry. «È lì per terra...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Se corrESsi a prenderlo adESso, Piton non potrebbe mai impadronirsene e...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Come fai a sopportarlo?» chiESe Harry aspramente. «Come fai a star lì a guarDAre e basta?» ESitò. «Vado a prendere il Mantello!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Hermione riuscì a trattenere Harry per i vEStiti appena in tempo. Proprio in quel momento sentirono una canzone. Era Hagrid che saliva al castello, cantando a squarciagola e barcollando un po'. Aveva con sé una grossa bottiglia. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Visto?» sussurrò Hermione. «Visto che cosa sarebbe succESso? Dobbiamo stare nascosti! No, Fierobecco!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
L'Ippogrifo stava cercando disperatamente di raggiungere Hagrid. Anche Harry afferrò la corDA, sforzandosi di trattenere Fierobecco. Seguirono con lo sguardo Hagrid che zigzagava verso il castello, un po' brillo. Fierobecco cESsò di agitarsi e chinò il tEStone, malinconico. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ecco fatto» disse Hermione piano. «Siamo tutti là sotto... e adESso dobbiamo solo aspettare di uscire...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Afferrò il capo della corDA che legava Fierobecco e lo annodò con cura attorno all'albero più vicino, poi si sedette sul terreno asciutto e si abbracciò le gambe. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Harry, c'è una cosa che non capisco... perché i Dissennatori non hanno prESo Sirius? Ricordo che sono arrivati, e poi credo di ESsere svenuta... ce n'erano tanti...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Poteva ESsere solo una cosa, per riuscire a mettere in fuga i Dissennatori» disse Harry. «Un vero Patronus. Uno potente». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ma doveva ESsere un mago molto potente per far fuggire tutti quei Dissennatori... Se il Patronus brillava tanto, non era illuminato anche in faccia? Non hai visto...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Guardò Hermione e vide che lei lo guarDAva a bocca aperta con un misto di ansia e compassione. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Forse era solo una visione» disse Harry. «Ma DA quello che ho visto... sembrava proprio lui... ho delle foto di lui...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Lo so che sembra una follia» disse Harry in tono inESprESsivo. Si voltò a guarDAre Fierobecco che affonDAva il becco nel terreno, apparentemente in cerca di vermi. Ma il suo sguardo era assente. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Stava pensando a suo padre, e ai suoi più vecchi amici... Lunastorta, CoDAliscia, Felpato e Ramoso... Quella notte erano tutti nel parco? CoDAliscia era ricomparso proprio quella sera, quando tutti pensavano che fosse morto... era così impossibile che suo padre avESse fatto lo stESso? Era una visione, quella al di là del lago? La sagoma era troppo lontana per vedere distintamente... eppure si era sentito sicuro, per un attimo, prima di perdere i sensi... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Le foglie sopra le loro tESte frusciarono appena nella brezza. La luna Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
spariva e riappariva dietro le nuvole di passaggio. Hermione sedeva con il viso rivolto al Platano, in attESa. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Lei e Harry si alzarono. Fierobecco levò il capo. Videro Lupin, Ron e Minus che uscivano barcollando DAlla fESsura tra le radici. Poi fu la volta di Hermione, poi di Piton, privo di sensi, che fluttuava stranamente. Poi arrivarono Harry e Black. Si misero tutti in cammino verso il castello. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Il cuore di Harry prESe a battere molto forte. Guardò il cielo. DA un momento all'altro quella nuvola si sarebbe spostata rivelando la luna... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Harry» mormorò Hermione, come se sapESse ESattamente che cosa passava per la tESta dell'amico, «dobbiamo stare tranquilli. Non dobbiamo farci vedere. Non possiamo fare niente...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
La luna spuntò DA dietro la nuvola. Videro le piccole sagome nel prato fermarsi. Poi distinsero un movimento... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Hermione!» ESclamò all'improvviso Harry. «Dobbiamo muoverci!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«No, non per intervenire! Lupin sta per correre nella forESta, dritto verso di noi!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«PrESto!» gemette, correndo a slegare Fierobecco. «PrESto! Dove andremo? Dove ci nasconderemo? I Dissennatori stanno per arrivare...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«DA Hagrid!» disse Harry. «Ora non c'è nESsuno... andiamo!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
La capanna era in vista. Harry si lanciò verso la porta e la spalancò; Hermione e Fierobecco si precipitarono dentro; Harry li seguì di corsa e chiuse la porta col catenaccio. Thor, il cane di Hagrid, prESe ad abbaiare forte. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry guardò fuori DAlla finEStra. DA lì era molto più difficile vedere che cosa succedeva. Fierobecco parve molto felice di ritrovarsi in casa di Hagrid. Si sedette DAvanti al fuoco, ripiegò le ali con aria soddisfatta e si preparò a fare un bel sonnellino. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«È meglio se ESco, sai» disse Harry lentamente. «Non vedo niente... così non riusciremo a capire quando è ora...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Non ho intenzione di fare nulla» disse Harry in fretta. «Ma se non vediamo che cosa succede, come faremo a sapere quando è ora di anDAre a liberare Sirius?» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry guardò verso il lago, col cuore che gli batteva furiosamente. Chiunque fosse stato a manDAre quel Patronus, sarebbe apparso DA un momento all'altro. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Per una frazione di secondo rimase lì, indeciso, DAvanti alla porta della capanna di Hagrid. Non devi farti vedere. Ma lui non voleva ESsere visto. Voleva capire... doveva sapere... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Ed ecco i Dissennatori. Affioravano DAll'oscurità DA tutte le parti, scivolando attorno alle rive del lago... si allontanavano DAl punto in cui si trovava Harry, anDAvano verso la riva opposta... non doveva avvicinarsi... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry cominciò a correre. Non aveva alcun pensiero in tESta, tranne che suo padre... se era lui... se era DAvvero lui... doveva sapere, doveva scoprirlo... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
C'era un cESpuglio vicinissimo all'acqua. Harry vi si nascose e spiò con ansia tra le foglie. Sull'altra riva i barlumi d'argento si spensero all'improvviso. Paura ed eccitazione lo invasero... DA un momento all'altro... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Dài!» mormorò senza distogliere lo sguardo. «Dove sei? Dài, papà...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Ma non venne nESsuno. Harry alzò lo sguardo verso il cerchio di Dissennatori DAll'altra parte del lago. Uno di loro si stava abbassando il cappuccio. Era ora che il salvatore apparisse... ma nESsuno sarebbe corso in Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
suo aiuto, quESta volta... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
E poi fu tutto chiaro. Harry capì. Non aveva visto suo padre: aveva visto se stESso... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry si lanciò fuori DAl cESpuglio ed EStrasse la bacchetta. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
E DAlla punta della bacchetta ESplose non una nuvola di vapore informe, ma un accecante, abbagliante animale d'argento. Harry socchiuse gli occhi per cercare di vedere cos'era. Sembrava un cavallo. Galoppava silenzioso allontanandosi DA lui, attraverso la superficie nera del lago; lo vide abbassare il capo e caricare i Dissennatori che sciamavano... ora inseguiva le ombre nere sul terreno, e i Dissennatori cadevano all'indietro, si disperdevano, si ritiravano nell'oscurità... erano spariti. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Si fermò sulla riva. I suoi zoccoli non lasciavano tracce sul suolo morbido mentre guarDAva Harry con i grandi occhi d'argento. Lentamente, abbassò il capo sormontato DAlle grandi corna. E Harry capì... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Ma mentre tendeva le dita tremanti verso la creatura, quESta sparì. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry rimase lì, con la mano ancora tESa. Poi, con un tuffo al cuore, sentì un rumore alle sue spalle: si voltò di scatto e vide Hermione che correva verso di lui, trascinando Fierobecco. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Che cos'hai fatto?» disse furiosa. «Avevi detto che guarDAvi e basta!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ho appena salvato la vita a tutti noi...» disse Harry. «Mettiti lì, dietro quel cESpuglio... adESso ti spiego». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Harry, non ci posso credere... hai evocato un Patronus che ha cacciato via tutti quei Dissennatori! QuESta è magia molto, molto avanzata...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«QuESta volta sapevo che potevo farcela» disse Harry, «perché l'avevo già fatto... Ha senso tutto quESto?» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Non so... Harry, guarDA Piton!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Insieme spiarono oltre il cESpuglio, verso l'altra riva. Piton era tornato in sé. Aveva fatto apparire delle barelle e vi sistemava i corpi inanimati di Harry, Hermione e Black. Una quarta barella, senza dubbio quella di Ron, Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
fluttuava già al suo fianco. Poi, con la bacchetta tESa DAvanti a sé, le fece partire a mezz'aria in direzione del castello. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Va bene, è quasi ora» disse Hermione tESa, guarDAndo l'orologio. «Ci rEStano circa quarantacinque minuti prima che Silente chiuDA la porta dell'infermeria. Dobbiamo salvare Sirius e rientrare prima che qualcuno si accorga che non ci siamo...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
AttESero, osservando le nuvole in viaggio riflESse nel lago, mentre il cESpuglio accanto a loro sussurrava al vento. Fierobecco, annoiato, aveva riprESo a cercare vermi. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Credi che sia già lassù?» chiESe Harry, controllando l'ora. Guardò verso il castello e prESe a contare le finEStre sulla dEStra della Torre OvESt. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«GuarDA!» mormorò Hermione. «Chi è quello? Qualcuno sta tornando indietro!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry fissò lo sguardo nell'oscurità. L'uomo correva sul prato, verso uno degli ingrESsi. Qualcosa di lucente brillava alla sua cintura. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Macnair!» ESclamò Harry. «Il boia! Sta anDAndo a chiamare i Dissennatori! Forza, Hermione...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Hermione posò le mani sulla groppa di Fierobecco e Harry l'aiutò. Poi appoggiò il piede su uno dei rami più bassi del cESpuglio e si issò a cavalcioni DAvanti a lei. PrESe la corDA che penzolava DAl collo dell'animale e la legò DAll'altra parte del collare, ottenendo un paio di redini. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
L'animale si levò dritto nel buio. Harry gli strinse i fianchi con le ginocchia, mentre le grandi ali si spalancavano potenti. Hermione si teneva molto stretta alla vita di Harry e sussurrava: «Oh, no... non mi piace... DAvvero, non mi piace...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Harry incitò Fierobecco. Volarono lentamente verso i piani alti del castello... Harry diede uno strattone alla corDA, verso sinistra, e Fierobecco piegò DA quella parte. Harry cercò di contare le finEStre che scorrevano DAvanti a loro... Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Fierobecco rallentò e si ritrovarono immobili, a parte il fatto che continuavano ad anDAre su e giù mentre l'Ippogrifo agitava le ali per rimanere sospESo a mezz'aria. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Eccolo!» disse Harry riconoscendo Sirius mentre si alzavano verso la finEStra. Si tESe in avanti e, quando le ali di Fierobecco si abbassarono, ne approfittò per bussare forte sul vetro. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Black alzò gli occhi e rimase sbalordito. Balzò DAlla sedia, corse alla finEStra e cercò di aprirla, ma era bloccata. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Stai indietro!» gli gridò Hermione, ed EStrasse la bacchetta magica, reggendosi con la mano sinistra agli abiti di Harry. «Alohomora!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
La finEStra si spalancò. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Come... come...?» disse Black debolmente, guarDAndo l'Ippogrifo. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Sali, non abbiamo molto tempo» disse Harry afferrando il collo sottile di Fierobecco per farlo star fermo. «Devi anDArtene di qui. Stanno arrivando i Dissennatori. Macnair è anDAto a chiamarli». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Black si puntellò con le mani ai lati della finEStra e si spinse fuori. Era una fortuna che fosse tanto magro. In un attimo riuscì a lanciare una gamba oltre il dorso di Fierobecco e a salire sull'Ippogrifo, dietro Hermione. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Vai, Fierobecco, su» disse Harry agitando la corDA. «Su alla torre... dài!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Un solo battito delle ali possenti dell'Ippogrifo ed eccoli di nuovo in volo, all'altezza della cima della Torre OvESt. Fierobecco atterrò con uno scalpiccio sui bastioni, e Harry e Hermione scivolarono immediatamente giù DAl suo dorso. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Sirius, è meglio se vai, prESto» disse Harry ansimando. «Saranno nello studio di Vitious DA un momento all'altro e scopriranno la tua fuga». Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Fierobecco raspò le pietre con la zampa, agitando la tESta. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Che cosa è succESso all'altro ragazzo, Ron?» chiESe Sirius concitato. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Si rimetterà prESto... è ancora privo di sensi, ma MaDAma Chips dice che lo farà star meglio. PrESto... vai!» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Ma Black continuava a guarDAre Harry. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Ci rivedremo» disse. «Sei... DAvvero il figlio di tuo padre, Harry...» Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
Colpì i fianchi di Fierobecco con i talloni; Harry e Hermione fecero un balzo indietro mentre le enormi ali si dispiegavano di nuovo. L'Ippogrifo prESe il volo. DAvanti agli occhi di Harry lui e il suo cavaliere diventarono sempre più piccoli, poi una nuvola passò DAvanti alla luna... e sparirono. Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3) |
«Harry!» Hermione lo tirò per la manica e guardò l'orologio. «Abbiamo ESattamente dieci minuti per tornare nell'infermeria senza che nESsuno ci veDA... prima che Silente chiuDA a chiave la porta...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«D'accordo» disse Harry, distogliendo lo sguardo DAl cielo, «andiamo...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Scivolarono attraverso la porta alle loro spalle e discESero una stretta scala a chiocciola. Giunti in fondo, udirono delle voci. Si appiattirono contro il muro, in ascolto. Sembravano Caramell e Piton. Avanzavano rapidi nel corridoio ai piedi della scala. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«...sperare solo che Silente non faccia difficoltà» stava dicendo Piton. «Il Bacio verrà ESeguito immediatamente?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Non appena Macnair toma con i Dissennatori. Tutta quESta faccenDA di Black è stata molto imbarazzante. Non vedo l'ora di informare La Gazzetta del Profeta che finalmente l'abbiamo prESo... Credo che vorranno intervistarla, Piton... e una volta che il giovane Harry sarà tornato in sé, mi aspetto che racconti alla Gazzetta come lei l'ha salvato, con tutti i particolari...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry strinse i denti. Colse di sfuggita il sorriso compiaciuto di Piton mentre, al fianco di Caramell, oltrepassava il nascondiglio suo e di Hermione. Il suono dei loro passi si spense. Harry e Hermione attESero qualche istante per ESsere eerti che i due si fossero DAvvero allontanati, poi prESero a correre nella direzione opposta; giù per una scala, poi un'altra, lungo un nuovo corridoio... poi sentirono una risatina DAvanti a loro. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Si precipitarono in una classe dESerta alla loro sinistra. Appena in tempo. Pix procedeva a balzi nel corridoio, ridendo come un pazzo, e sembrava di ottimo umore. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Aspettarono finché la voce maligna di Pix non si spense in lontananza, poi scivolarono di nuovo fuori DAlla porta e riprESero a correre. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Hermione... che cosa succederà... se non torniamo dentro... prima che Silente chiuDA la porta?» disse Harry ansante. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Erano alla fine del corridoio dell'infermeria. «Ok, sento la voce di Silente» disse Hermione, tESa. «Dài, Harry!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Silente uscì DAlla stanza ed EStrasse la bacchetta per chiudere a chiave la porta. PrESi DAl panico, Harry e Hermione scattarono. Silente li guardò e un gran sorriso comparve sotto i lunghi baffi d'argento. «Allora?» disse piano. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ben fatto. Credo...» TESe l'orecchio per ascoltare i rumori provenienti DAll'infermeria. «Sì, credo che anche voi siate fuggiti... entrate... vi chiuderò dentro...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry e Hermione entrarono. L'infermeria era vuota a parte Ron, che giaceva ancora immobile nell'ultimo letto. Mentre la serratura scattava alle loro spalle, Harry e Hermione anDArono in punta di piedi verso i loro letti. Hermione si infilò di nuovo la GiraTempo sotto il vEStito. Un attimo dopo, MaDAma Chips usciva a grandi passi DAl suo ufficio. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«È uscito il PrESide? Ora posso occuparmi dei miei pazienti?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Era di pESsimo umore. Harry e Hermione pensarono bene di prendere il loro cioccolato senza opporsi. MaDAma Chips li sorvegliò per assicurarsi che lo mangiassero. Ma Harry riusciva a stento a deglutire. Lui e Hermione attESero, le orecchie tESe, i nervi a fior di pelle... E poi, mentre tutti e due prendevano il quarto pezzo di cioccolato, sentirono un lontano ruggito di rabbia echeggiare DA un punto sopra di loro... Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Che cos'era?» chiESe MaDAma Chips allarmata. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Risuonarono scoppi di voci irate, sempre più forti. MaDAma Chips fissò la porta. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Dev'ESsersi Smaterializzato, Severus, avremmo dovuto lasciare qualcuno di guardia nella stanza... quando si saprà...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«NON SI È SMATERIALIZZATO!» ruggì Piton, ora molto vicino. «NON CI SI PUÒ MATERIALIZZARE O SMATERIALIZZARE IN QUESTO CASTELLO! SONO SICURO CHE C'ENTRA POTTER!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Caramell, Piton e Silente entrarono nella corsia. Solo Silente sembrava tranquillo. Anzi, sembrava che si stESse divertendo. Caramell pareva arrabbiato. Ma Piton era fuori di sé. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«ProfESsor Piton!» strillò MaDAma Chips. «Si controlli!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Andiamo, Piton, sia ragionevole» disse Caramell, «quESta porta era chiusa a chiave, abbiamo appena visto...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«L'HANNO AIUTATO A FUGGIRE, LO SO!» ululò Piton, indicando Harry e Hermione. Aveva la faccia deformata DAlla rabbia e sputacchiava saliva DAppertutto. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Basta così, Severus» disse Silente tranquillo. «Pensa a quello che dici. QuESta porta è chiusa DA quando sono uscito DAll'infermeria, dieci minuti fa. MaDAma Chips, quESti ragazzi si sono allontanati DAi loro letti?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ma certo che no!» ESclamò MaDAma Chips incollerita. «Sono rimasta con loro DA quando lei se n'è anDAto!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Visto, Severus?» disse Silente con calma. «A meno che tu non stia insinuando che Harry e Hermione possono trovarsi in due luoghi diversi nello stESso momento, temo che sia assolutamente inutile turbarli più di cosi». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Piton rimase lì, furibondo, lo sguardo che correva DA Caramell, profonDAmente turbato DAl suo comportamento, a Silente, i cui occhi scintillavano dietro gli occhiali. Piton si voltò di scatto, con il mantello che frusciava alle sue spalle, e uscì rapido DAll'infermeria. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Il ragazzo sembra piuttosto instabile» disse Caramell guarDAndo nella sua direzione. «Se fossi in lei, Silente, ci starei attento». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Non è il solo!» sbuffò Caramell. «La Gazzetta del Profeta avrà di che sbizzarrirsi! Avevamo Black sotto chiave e ci è scivolato fra le dita un'altra volta! Ora ci manca solo che trapeli la storia della fuga di quell'Ippogrifo e sarò lo zimbello di tutti! Be'... meglio che vaDA a informare il Ministero...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«E i Dissennatori?» chiESe Silente. «Saranno allontanati DAlla scuola, mi auguro...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Oh, sì, dovranno anDArsene» rispose Caramell passandosi distrattamente le dita fra i capelli. «Non avrei mai immaginato che avrebbero cercato di Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
somministrare il Bacio a un ragazzo innocente... del tutto incontrollabili... no, li farò rispedire ad Azkaban quESta notte stESsa... forse dovremmo pensare a qualche drago per l'ingrESso della scuola...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Hagrid lo apprezzerebbe di sicuro» commentò Silente sorridendo a Harry e Hermione. Mentre lui e Caramell uscivano DAll'infermeria, MaDAma Chips corse alla porta e la chiuse di nuovo a chiave. Borbottando furiosa fra sé, tornò nel suo ufficio. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
DAll'altro capo della corsia si levò un debole gemito. Ron si era svegliato. Lo videro alzarsi a sedere, massaggiarsi la tESta e guarDArsi intorno. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Cosa... cosa è succESso?» gemette. «Harry... perché siamo qui? Dov'è Black? Che cosa succede?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Quando Harry, Ron e Hermione uscirono DAll'infermeria la mattina dopo a mezzogiorno, trovarono il castello semidESerto. Grazie alla calura opprimente e alla fine degli ESami tutti si stavano godendo un'altra visita a Hogsmeade. Né Ron né Hermione avevano voglia di anDArci, comunque, così vagarono per i prati assieme a Harry, discutendo ancora gli eventi straordinari della notte passata e chiedendosi dove fossero Sirius e Fierobecco in quel momento. Seduto vicino al lago, dove la piovra gigante muoveva pigramente i tentacoli sull'acqua, Harry si distrasse guarDAndo verso la riva opposta. Solo la notte prima il cervo era venuto al galoppo verso di lui proprio DA laggiù... Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Un'ombra cadde su di loro. Alzarono lo sguardo e videro un Hagrid con gli occhi cisposi che si asciugava la faccia suDAta con uno dei suoi fazzoletti formato tovaglia e sorrideva. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Lo so che non devo ESsere felice dopo tutto quello che è succESso ieri notte» disse. «Voglio dire, Black che è fuggito di nuovo e tutto il rESto... ma la sapete una cosa?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Cosa?» chiESero i ragazzi, fingendosi incuriositi. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Becco! È scappato! È libero! Ho fESteggiato tutta la notte!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«È meraviglioso!» ESclamò Hermione lanciando a Ron un'occhiata di rimprovero, visto che pareva lì lì per scoppiare a ridere. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Sì... forse non l'avevo legato bene» disse Hagrid, guarDAndo i prati con aria felice. «Ero in pensiero stamattina, però... pensavo che magari incontrava il profESsor Lupin nel parco, ma Lupin ieri notte ha detto che non ha mai mangiato niente...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Non avete sentito?» disse Hagrid col sorriso un po' meno largo. Abbassò la voce, anche se non c'era nESsun altro in vista. «Ehm... Piton l'ha detto a tutti i Serpeverde stamattina... ormai lo sanno tutti... il profESsor Lupin è un Lupo Mannaro, ecco. E ieri notte era libero nel parco... adESso sta facendo le valigie, naturale». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Sta facendo le valigie!» ESclamò Harry allarmato. «Perché?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Va via, no?» disse Hagrid, sorprESo per la domanDA. «Ha DAto le dimissioni stamattina prESto. Dice che non deve succedere un'altra volta». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Vado DA lui» disse a Ron e a Hermione. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ma se ha DAto le dimissioni...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Non m'importa. Voglio vederlo lo stESso. Ci troviamo qui». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
La porta dello studio di Lupin era aperta. L'insegnante aveva già mESso via quasi tutte le sue cose. L'acquario vuoto dell'Avvincino era vicino alla sua vecchia valigia consunta, che era aperta e quasi colma. Lupin era chino su qualcosa sopra la scrivania, e alzò lo sguardo solo quando Harry bussò alla porta. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ti ho visto arrivare» disse Lupin sorridendo. Indicò la pergamena DAvanti a lui. Era la Mappa del Malandrino. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ho appena parlato con Hagrid» disse Harry. «Dice che lei ha DAto le dimissioni. Non è vero, eh?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Temo di sì» rispose Lupin. Cominciò ad aprire i cassetti della scrivania e a EStrarne il contenuto. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Perché?» chiESe Harry. «Il Ministero della Magia non crederà che lei abbia aiutato Sirius, vero?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«No. Il profESsor Silente è riuscito a convincere Caramell che stavo cercando di salvarvi la vita». Sospirò. «Per Severus è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Credo che la perdita dell'Ordine di Merlino sia stata un duro colpo per lui. E così quESta mattina a colazione lui si è fatto sfuggire... ehm... per caso che sono un Lupo Mannaro». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Non se ne andrà solo per quESto!» disse Harry. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Domani a quESt'ora, cominceranno ad arrivare i gufi spediti DAi genitori... non vorranno che un Lupo Mannaro sia l'insegnante dei loro figli, Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Lei è il miglior insegnante di DifESa contro le Arti Oscure che abbiamo mai avuto!» ESclamò Harry. «Non se ne vaDA!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Lupin scosse la tESta senza parlare. Continuò a vuotare i cassetti. Poi, mentre Harry cercava di pensare a una buona ragione per indurlo a rimanere, Lupin disse: Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«DA quello che mi ha detto il PrESide quESta mattina, ieri notte hai salvato un sacco di persone, Harry. Se c'è una cosa di cui sono fiero, è quanto hai imparato. Raccontami del tuo Patronus». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Come fa a saperlo?» chiESe Harry, confuso. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Che cos'altro avrebbe potuto rESpingere i Dissennatori?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry spiegò a Lupin che cos'era succESso. Quando ebbe concluso, Lupin sorrise di nuovo. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ecco... l'ho portato via DAlla Stamberga Strillante ieri notte» disse, riconsegnando a Harry il Mantello dell'Invisibilità. «E...» ESitò, poi gli tESe anche la Mappa del Malandrino. «Non sono più un tuo insegnante, quindi non mi sento in colpa a rEStituirti anche quESta. A me non serve, e credo che tu, Ron e Hermione troverete il modo di usarla». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry prESe la mappa con un gran sorriso. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Mi ha detto che Lunastorta, CoDAliscia, Felpato e Ramoso avrebbero voluto attirarmi fuori DAlla scuola... ha detto che l'avrebbero trovato divertente». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ed è quello che avremmo fatto» disse Lupin, chinandosi per chiudere la valigia. «Non ho alcun dubbio: JamES sarebbe stato molto deluso se suo figlio non avESse mai scoperto nESsuno dei passaggi segreti che portano fuori DAl castello». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Era il profESsor Silente. Non parve sorprESo di vedere Harry. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Grazie, PrESide». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Lupin prESe la sua vecchia valigia e l'acquario vuoto dell'Avvincino. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Be'... addio, Harry» disse sorridendo. «Farti DA insegnante è stato un Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
vero piacere. Sento che ci incontreremo di nuovo prima o poi. PrESide, non c'è bisogno che mi accompagni al cancello, ce la faccio...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry ebbe l'imprESsione che Lupin volESse partire il più in fretta possibile. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Allora addio, Remus» disse Silente laconico. Lupin spostò appena l'acquario dell'Avvinano per poter stringere la mano a Silente. Poi, con un ultimo cenno a Harry e un breve sorriso, uscì DAllo studio. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry prESe posto nella sedia rimasta vuota e fissò il pavimento con aria tetra. Sentì la porta che si chiudeva e alzò gli occhi. Silente era ancora lì. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Perché sei così triste, Harry?» disse piano. «DovrESti ESsere molto fiero di te dopo la scorsa notte». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Non è servito a niente?» ripeté Silente con calma. «È servito a tutto, Harry. Hai DAto una mano a scoprire la verità. Hai salvato un uomo innocente DA un dEStino orribile». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Orribile. Qualcosa si mosse nella memoria di Harry. Più grande e più orribile che mai... La profezia della profESsorESsa Cooman! Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«ProfESsor Silente... ieri, all'ESame di Divinazione, la profESsorESsa Cooman è diventata molto... molto strana». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«DAvvero?» commentò Silente. «Ehm... vuoi dire più strana del solito?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Sì... le è venuta una voce profonDA e le roteavano gli occhi e ha detto... ha detto che il servo di Voldemort aveva intenzione di tornare DA lui prima di mezzanotte... ha detto che il servo lo avrebbe aiutato a riprendere il potere». Harry fissò Silente di sotto in su. «E poi è tornata normale, e non si ricorDAva niente di quello che aveva detto. Era... stava facendo una profezia vera?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Lo sai, Harry, che credo proprio di sì?» disse pensieroso. «Chi l'avrebbe mai detto? E con quESta le sue vere profezie salgono a due. Dovrei offrirle un aumento di stipendio...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ma...» Harry lo guardò sbalordito. Come faceva Silente a prenderla con tanta flemma? «Ma... io ho impedito a Sirius e al profESsor Lupin di uccidere Minus! Allora è colpa mia se Voldemort ritorna!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Non è così» disse Silente tranquillo. «La tua ESperienza con la GiraTempo non ti ha insegnato niente, Harry? Le conseguenze delle nostre azioni sono sempre così complicate, così mutevoli, che predire il futuro è DAvvero molto difficile... La profESsorESsa Cooman, che Dio la benedica, ne è la prova vivente. Hai compiuto un gESto molto nobile risparmiando la Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Minus ti deve la vita. Hai manDAto a Voldemort un aiutante che è in debito con te... quando un mago salva la vita a un altro mago, quESto crea un certo legame fra i due... e dubito molto che Voldemort voglia un servitore indebitato con Harry Potter». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Non voglio nESsun legame con Minus!» ESclamò Harry. «Ha tradito i miei genitori!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«QuESta è magia della più profonDA e impenetrabile, Harry. Ma credimi... forse verrà un giorno in cui sarai molto felice di aver salvato la vita a Minus». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Credevo che fosse stato mio padre a far apparire il mio Patronus. Voglio dire, quando mi sono visto DAll'altra parte del lago... ho pensato che fosse lui quello che vedevo». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Un errore comprensibile» disse Silente con dolcezza. «Credo che tu sia stufo di sentirtelo dire, ma somigli a JamES in maniera straordinaria. A parte gli occhi... hai gli occhi di tua madre». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry scosse la tESta. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Credi che le persone scomparse che abbiamo amato ci lascino mai del tutto? Non credi che le ricordiamo più chiaramente che mai nei momenti di grande difficoltà? Tuo padre è vivo in te, Harry, e si mostra soprattutto quando hai bisogno di lui. Altrimenti come avrESti fatto a evocare proprio quel Patronus? Ramoso è tornato a correre la notte scorsa». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«La notte scorsa Sirius mi ha raccontato tutto di come sono diventati Animagi» disse Silente sorridendo. «Un risultato eccezionale... e sono anche riusciti a farlo a mia insaputa. E poi mi è venuta in mente la forma assolutamente insolita assunta DAl tuo Patronus quando ha attaccato Malfoy alla partita di Quidditch contro i Corvonero. Quindi ieri notte hai visto tuo padre, Harry... l'hai trovato dentro di te». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
E Silente uscì DAllo studio, lasciando Harry solo con i suoi confusi pensieri. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
NESsuno a Hogwarts seppe la verità su ciò che accadde la notte in cui Sirius, Fierobecco e Minus scomparvero, a parte Harry, Ron, Hermione e il profESsor Silente. Mentre si avvicinava la fine del trimEStre, Harry sentì molte teorie diverse su ciò che era succESso veramente, ma nESsuna di ESse si avvicinava alla verità. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Malfoy era furibondo per la faccenDA di Fierobecco. Era convinto che Hagrid avESse trovato il modo di far sparire l'Ippogrifo e metterlo al sicuro, e sembrava offESo per il fatto che lui e suo padre fossero stati mESsi nel sacco DA un guardiacaccia. Percy Weasley, nel frattempo, aveva DA dire la sua sulla fuga di Sirius. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Se riuscirò a entrare al Ministero, avrò un sacco di proposte DA fare per l'Applicazione della Legge sulla Magia!» disse all'unica persona che lo stava a sentire, la sua fiDAnzata Penelope. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Benché il tempo fosse perfetto, benché l'atmosfera fosse così allegra, benché sapESse che avevano fatto l'impossibile per aiutare Sirius a rEStare libero, Harry non aveva mai affrontato la fine della scuola con il morale così basso. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Di certo non era l'unico a rammaricarsi per la partenza del profESsor Lupin. Tutta la classe di DifESa contro le Arti Oscure si rattristò alla notizia delle sue dimissioni. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Non era solo la partenza del profESsor Lupin a opprimere Harry. Non riusciva a fare a meno di pensare alla profezia della profESsorESsa Cooman. Continuava a chiedersi dove fosse Minus, se aveva già trovato rifugio DA Voldemort. Ma la cosa che lo abbatteva di più era la prospettiva di tornare DAi Dursley. Per forse mezz'ora, una gloriosa mezz'ora, aveva creduto che sarebbe anDAto a vivere con Sirius... il migliore amico dei suoi genitori... sarebbe stata la cosa più bella del mondo, a parte riaverli. E se nESsuna nuova voleva decisamente dire buona nuova, perché significava che Sirius era riuscito a nascondersi, Harry non poteva non sentirsi deprESso quando pensava alla casa che avrebbe potuto avere, un dESiderio ormai impossibile DA realizzare. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
I risultati degli ESami furono annunciati l'ultimo giorno del trimEStre. Harry, Ron e Hermione erano stati promossi in tutte le materie. Harry fu Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
stupito di ESsersela cavata in Pozioni. Aveva il fonDAto sospetto che Silente fosse intervenuto per impedire a Piton di bocciarlo. Il comportamento di Piton verso Harry durante l'ultima settimana era stato piuttosto preoccupante: Harry non riteneva possibile che l'avversione dell'insegnante nei suoi confronti potESse aumentare, ma di sicuro era così. Un muscolo si contraeva in maniera sgradevole a un angolo della bocca sottile di Piton tutte le volte che guarDAva Harry, e l'insegnante fletteva di continuo le dita, come se morisse DAlla voglia di stringergliele attorno al collo. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Percy aveva ottenuto il suo M.A.G.O. a pieni voti; Fred e George erano riusciti a strappare una manciata di G.U.F.O. per ciascuno. La Casa di Grifondoro, intanto, grazie soprattutto alla sua spettacolare prEStazione nella Coppa del Quidditch, aveva vinto la Coppa delle Case per il terzo anno di fila. E così il banchetto di fine trimEStre fu celebrato in un trionfo di decorazioni scarlatte e dorate, e il tavolo dei Grifondoro fu il più rumoroso di tutti, perché tutti fESteggiavano. Perfino Harry riuscì a dimenticare per un po' il ritorno DAi Dursley che lo attendeva l'indomani, mangiando, bevendo, chiacchierando e ridendo assieme agli altri. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
La mattina dopo, mentre l'ESprESso di Hogwarts si allontanava DAlla stazione, Hermione comunicò a Harry e Ron alcune sorprendenti novità. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Sono anDAta a trovare la profESsorESsa McGranitt quESta mattina prima di colazione. Ho deciso di lasciar perdere Babbanologia». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ma hai passato l'ESame con il massimo dei voti e anche di più!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Lo so» sospirò Hermione, «ma non posso reggere un altro anno come quESto. Quella GiraTempo mi stava facendo impazzire. L'ho rEStituita. Senza Babbanologia e Divinazione, riuscirò a riavere un orario normale». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Non riESco ancora a credere che tu non ce l'abbia detto» disse Ron imbronciato. «Dovremmo ESsere tuoi amici». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Avevo promESso di non dirlo a nESsuno» disse Hermione in tono severo. Cercò lo sguardo di Harry, che guarDAva Hogwarts sparire DAlla vista al di là di una montagna. Due mESi interi prima di rivederla... Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Oh, su con la vita, Harry!» ESclamò Hermione malinconica. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Si, ci stavo pensando anch'io» intervenne Ron. «Harry, devi venire DA noi. Sistemo le cose con mamma e papà e poi ti chiamo. AdESso lo so come si usa un feletono...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Telefono, Ron» lo corrESse Hermione. «DAvvero, tu dovrESti anDAre a lezione di Babbanologia il prossimo anno...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«QuESt'EState c'è la Coppa del Mondo di Quidditch! Cosa ne dici, Harry? Vieni DA noi, e andremo a vederla! Di solito a papà DAnno i biglietti in ufficio». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Ma fu solo nel tardo pomeriggio che accadde la cosa che lo rESe DAvvero felice... Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Harry» disse Hermione all'improvviso, lanciando un'occhiata al di sopra della sua spalla. «Che cos'è quella cosa lì fuori DAl finEStrino?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry si voltò e guardò fuori. Qualcosa di grigio e molto piccolo appariva e spariva oltre il vetro. Si alzò per vedere meglio e si accorse che era un piccolo gufo che trasportava una lettera decisamente troppo grande per lui. Il gufo, in effetti, era così piccolo che continuava a rovESciarsi a mezz'aria, sbatacchiato di qua e di là DAlla corrente del treno. Harry aprì rapido il finEStrino, tESe il braccio e lo afferrò. Sotto le dita sembrava un Boccino molto soffice. Lo tirò dentro cautamente. Il gufo lasciò cadere la lettera sul sedile di Harry e prESe a svolazzare nello scompartimento, evidentemente molto soddisfatto di aver portato a termine la sua missione. Edvige fece schioccare il becco in tono di dignitosa disapprovazione. Grattastinchi si mise seduto e prESe a seguire il volo del gufo con i suoi grandi occhi gialli. Ron, che se n'era accorto, afferrò il gufo e lo mise al sicuro, fuori DAlla portata del gatto. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry prESe la lettera. Era indirizzata a lui. Strappò la busta ed ESclamò: «È di Sirius!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Cosa?» ESclamarono Ron e Hermione eccitati. «Leggila ad alta voce!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Caro Harry,
Spero che quESta lettera ti venga recapitata prima che tu arrivi DAi tuoi zii. Non so se sono abituati alla posta via gufo. Io e Fierobecco siamo in clandEStinità. Non ti dirò dove, nel caso che quESto mESsaggio finisca nelle mani sbagliate. Ho qualche dubbio sull'affiDAbilità del gufo, ma è il migliore che ho trovato, e sembrava impaziente di affrontare la missione. Credo che i Dissennatori mi stiano ancora cercando, ma non hanno alcuna speranza di trovarmi qui dove sono. Sto progettando di farmi vedere al più prESto DA alcuni Babbani, molto lontano DA Hogwarts, di modo che venga tolta la sorveglianza al castello. C'è una cosa che non sono riuscito a dirti nel nostro unico breve incontro. Sono stato io a manDArti la Firebolt... Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ah!» ESclamò Hermione trionfante. «Visto? Te l'avevo detto che era lui!» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Il gufetto, che ora tubava allegramente nella sua mano, gli aveva beccato un dito in quello che a suo parere era un gESto di affetto. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Grattastinchi ha portato l'ordine all'Ufficio Gufi per conto mio. Ho usato il tuo nome, ma ho DAto disposizione di prelevare il denaro DAl sotterraneo numero 711 della Gringott, il mio. Ti prego di accettarla come dono del tuo padrino per il tuo tredicESimo compleanno.
Voglio anche chiederti scusa per lo spavento che temo di averti fatto prendere quella notte dell'anno scorso, quando te ne sei anDAto DAlla casa dei tuoi zii. Speravo solo di poterti vedere per un attimo prima di intraprendere il viaggio verso nord, ma credo di averti fatto paura. Accludo un'altra cosa per te, una cosa che credo renderà più piacevole il tuo prossimo anno a Hogwarts. Se hai bisogno di me, manDA un mESsaggio. Il tuo gufo mi troverà. Ti scriverò prESto. Sirius Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry guardò con ansia dentro la busta. C'era un altro foglio di pergamena. Lo lESse in fretta e all'improvviso si sentì caldo e soddisfatto come se avESse inghiottito una bottiglia di Burrobirra bollente in un sol sorso. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Io, Sirius Black, padrino e tutore di Harry Potter, con la prESente gli concedo il permESso di visitare Hogsmeade nei finESettimana. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Ho pensato che il tuo amico Ron potrebbe ESsere felice di tenersi quESto gufo, visto che per colpa mia non ha più un topo. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Tenerlo?» disse in tono incerto. Per un attimo guardò il gufo DA vicino, poi, con grande sorprESa di Harry e Hermione, lo tESe a Grattastinchi perché lo annusasse. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Cosa ne dici?» chiESe Ron al gatto. «Siamo sicuri che è un gufo?» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Per me va bene» ESclamò Ron, soddisfatto. «È mio». Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Harry lESse e rilESse la lettera di Sirius per tutto il viaggio fino alla Stazione di King's Cross. La teneva ancora stretta in mano quando insieme a Ron e Hermione riattraversò la barriera del binario nove e tre quarti. Harry vide subito zio Vernon. Era a una certa distanza DAi signori Weasley e li squadrava sospettoso: quando la signora Weasley abbracciò Harry per salutarlo, i suoi peggiori sospetti su di lei furono confermati. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Ti chiamo per la Coppa del Mondo!» gridò Ron a Harry, che salutò lui e Hermione e poi dirESse il carrello con il suo baule e la gabbia di Edvige verso zio Vernon, che lo accolse nel solito modo. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Che cos'è quella roba?» ringhiò fissando la busta che Harry aveva ancora in mano. «Se è un altro modulo DA firmare, non se ne...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
«Si che ce l'ho» disse Harry felice. «Era il migliore amico di mamma e papà. È stato conDAnnato per omicidio, ma è fuggito DAlla prigione dei maghi e ora è latitante. Comunque vuole tenersi in contatto con me... per sapere cosa mi succede ed ESsere sicuro che io sia felice...» Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
E sorridendo all'ESprESsione di terrore apparsa sulla faccia di zio Vernon, Harry puntò all'uscita della stazione, con Edvige che volava DAvanti a lui, verso quella che prometteva ESsere un'EState molto migliore delle precedenti. Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3) |
Gli abitanti di Little Hangleton la chiamavano ancora Casa Riddle, anche se erano passati tanti anni DA quando i Riddle ci abitavano. Si trovava sulla collina che dominava il villaggio: alcune delle finEStre erano inchioDAte, al tetto mancavano delle tegole e l’edera crESceva incolta sulla facciata. Un tempo Casa Riddle era stata una dimora elegante, certo l’edificio più vasto e grandioso nel raggio di chilometri, ma ora era umiDA, dESolata e disabitata.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Gli hangletoniani convenivano tutti che la vecchia casa era “sinistra”. Mezzo secolo prima, qualcosa di strano e terribile era succESso là dentro, qualcosa di cui gli abitanti più anziani del villaggio amavano ancora discutere quando erano a corto di pettegolezzi. La storia era stata ripetuta così tante volte, e vi erano stati aggiunti cosi tanti fronzoli che nESsuno era più certo di quale fosse la verità. Ogni versione del racconto, comunque, cominciava allo stESso modo: cinquant’anni prima, all’alba di una bella giornata d’EState, quando Casa Riddle era ancora ben tenuta e imponente, una cameriera era entrata in salotto e aveva trovato morti tutti e tre i Riddle.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Sono là stESi con gli occhi spalancati! Freddi come il ghiaccio! Ancora vEStiti per la cena!»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Fu chiamata la polizia, e tutta quanta Little Hangleton si crogiolò in una curiosità atterrita e in una malcelata eccitazione. NESsuno si sforzò di fingersi addolorato per i Riddle, che erano stati assolutamente impopolari. Gli anziani signori Riddle, marito e moglie, erano ricchi, snob e sgarbati, e il loro figlio ormai adulto, Tom, era anche peggio. Tutto quello che importava agli abitanti era l’identità dell’assassino: chiaramente, tre persone in apparenza sane non morivano di colpo per cause naturali nella stESsa notte.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
L’Impiccato, il pub locale, fece affari d’oro quella sera: il villaggio al completo accorse per discutere gli omicidi. E la ricompensa per quell’uscita serale arrivò quando la cuoca dei Riddle fece un ingrESso teatrale e annunciò al pub improvvisamente silenzioso che un uomo chiamato Frank Bryce era stato appena arrEStato.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Frank!» griDArono in molti. «Impossibile!»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Frank Bryce era il giardiniere. Viveva solo in un cottage malridotto sulla proprietà dei Riddle. Frank era tornato DAlla guerra con una gamba molto rigiDA e un gran disgusto per la folla e i rumori, e DA allora lavorava per i Riddle.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
I prESenti fecero a gara per pagare DA bere alla cuoca e farle raccontare altri dettagli.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Sempre detto che era uno strano» disse, dopo il quarto sherry, agli abitanti in avido ascolto. «Scontroso, ecco. Gli ho offerto DA bere un sacco di volte, mica una. E lui… mai DAto confidenza, mai».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«E chi ce l’aveva la chiave della porta dietro, eh?» abbaiò la cuoca. «C’è sempre stata una chiave in più appESa nella casa del giardiniere, sempre, per quello che mi ricordo! NESsuno ha scassinato la porta! Niente finEStre rotte! Frank non ha dovuto far altro che strisciare fino alla casa grande mentre dormivano tutti…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
I prESenti si scambiarono sguardi cupi.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Te lo dicevo, Dot, che non avrei mai voluto pEStargli i piedi» disse una donna in tono animato.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Entro la mattina dopo, quasi tutti a Little Hangleton erano certi che Frank Bryce avESse ucciso i Riddle.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Ma nella vicina città di Great Hangleton, nella buia, squalliDA stazione di polizia, l’ostinato Frank continuava a ripetere che era innocente, e che la sola persona che aveva visto nei dintorni della casa il giorno della morte dei Riddle era un ragazzino, uno straniero pallido, coi capelli scuri. NESsun altro al villaggio aveva visto un ragazzo del genere, e la polizia era piuttosto convinta che Frank se lo fosse inventato.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Poi, proprio mentre le cose si facevano molto serie per Frank, giunse il referto dell’autopsia effettuata sui Riddle, e quESto cambiò tutto.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
La polizia non aveva mai letto un referto così strano. Una commissione di medici aveva ESaminato i corpi, e aveva concluso che nESsuno dei Riddle era stato avvelenato, pugnalato, colpito DA pallottole, strangolato, soffocato o (per quello che se ne poteva dESumere) ferito in qualche modo. E aggiungeva, in tono di inequivocabile meraviglia, che in effetti i Riddle sembravano in perfetta salute, a parte il fatto che erano morti tutti e tre. I dottori, come a voler trovare a tutti i costi qualcosa che non anDAva nei caDAveri, osservarono che ciascun Riddle aveva un’ESprESsione di terrore sul volto: ma come disse la polizia delusa, chi ha mai sentito di tre persone morte di paura?
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Poiché non c’erano prove che i Riddle fossero stati assassinati, la polizia fu costretta a rilasciare Frank. I Riddle furono sepolti nel cimitero di Little Hangleton, e le loro tombe furono per un po’ oggetto di curiosità. Con sorprESa di tutti, e in una nube di sospetto, Frank Bryce tornò nella sua casetta sulla proprietà dei Riddle.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Per quello che ne so, li ha uccisi lui, e non m’importa di quel che dice la polizia» dichiarò Dot all’Impiccato. «E se avESse un po’ di decenza, se ne andrebbe: lo sa che sappiamo che è stato lui».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Ma Frank non se ne andò. Rimase a baDAre al giardino per conto della famiglia che venne ad abitare a Casa Riddle, e di quella dopo: perché nESsuna delle due si fermò a lungo. Forse anche per via di Frank, ogni nuovo proprietario sosteneva infatti che su quel posto tirava una brutta aria. E quESto, in assenza di abitanti, cominciò ad anDAre in rovina.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Il proprietario di Casa Riddle, a quei tempi, era un ricco signore che non ci abitava né la utilizzava in alcun modo; al villaggio dicevano che la teneva per “ragioni fiscali”, anche se nESsuno diceva chiaramente quali potESsero ESsere. Il ricco proprietario continuò comunque a pagare Frank perché baDAsse al giardino: lui ormai si avvicinava al suo settantasettESimo compleanno, era piuttosto sordo e la sua gamba ferita era più rigiDA che mai, ma lo si vedeva ancora affaccenDArsi attorno alle aiuole quando c’era bel tempo, anche se le erbacce cominciavano ad avere la meglio.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Le erbacce non erano la sola cosa con la quale Frank dovESse combattere. I ragazzi del villaggio si divertivano a tirare sassi alle finEStre di Casa Riddle; sfrecciavano in bicicletta sui prati che Frank faticava tanto a mantenere ben curati, e una o due volte s’intrufolarono nella vecchia casa, per scommESsa. Sapevano che il vecchio Frank era devoto alla casa e alla proprietà, e li divertiva vederlo zoppicare per il giardino, brandendo il bastone e urlando contro di loro con voce gracchiante. DAl canto suo Frank era convinto che i ragazzi lo tormentassero perché, come i loro genitori e i loro nonni, lo credevano un assassino. Così, quando Frank si svegliò una notte d’agosto e vide qualcosa di molto strano su alla vecchia casa, si limitò a pensare che i ragazzi ne avESsero inventata un’altra per punirlo.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Fu la gamba ferita a svegliare Frank; nella vecchiaia lo torturava come non mai. Si alzò, scESe le scale zoppicando e andò in cucina con l’idea di riempire di nuovo la borsa dell’acqua calDA per DAre sollievo al ginocchio. In piedi DAvanti al lavandino, mentre riempiva il bollitore, guardò verso Casa Riddle e vide balenare delle luci alle finEStre del piano superiore. Frank capì all’istante che cosa stava succedendo: i ragazzi erano penetrati di nuovo nella casa, e a giudicare DAl riverbero avevano appiccato un incendio.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Frank non aveva il telefono, e comunque nutriva, una profonDA sfiducia nella polizia DA quando quESta lo aveva prelevato per interrogarlo sulla morte dei Riddle. Mise subito giù il bollitore e corse su per le scale quanto più velocemente glielo consentiva la gamba ferita. Ben prESto fu di nuovo in cucina, completamente vEStito. Staccò una vecchia chiave arrugginita DAl gancio vicino alla porta, prESe il bastone DA passeggio, che era appoggiato al muro, e si addentrò nella notte.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
La porta principale di Casa Riddle non sembrava forzata, e nemmeno le finEStre. Frank raggiunse zoppicando il retro della casa e arrivò a una porta quasi completamente nascosta DAll’edera, EStrasse la vecchia chiave, la infilò nella toppa e aprì la porta senza far rumore.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Si ritrovò nella cucina tenebrosa. Frank non entrava là dentro DA molti anni; comunque, anche se era buio pESto, si ricorDAva dov’era la porta che si apriva sull’ingrESso, e vi si dirESse a tentoni, le narici piene dell’odore dell’abbandono, le orecchie tESe a cogliere qualunque rumore di passi o voci provenisse DA sopra. Raggiunse il vasto ingrESso, un po’ più illuminato grazie alle ampie finEStre che si trovavano ai due lati dell’entrata, e prESe a salire le scale, benedicendo lo spESso strato di polvere che ricopriva la pietra, perché smorzava il rumore dei suoi piedi e del bastone.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Di sopra, Frank voltò a dEStra, e vide subito dov’erano gli intrusi: proprio alla fine del corridoio c’era una porta socchiusa, e una luce intermittente brillava attraverso la fESsura, disegnando una lunga lama d’oro sul pavimento nero. Frank si avvicinò, impugnando con forza il bastone. DA quella distanza, riusciva già a vedere uno spicchio della camera.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Nel camino il fuoco era accESo. La cosa lo stupì. Smise di avanzare e ascoltò con attenzione, perché DAll’interno proveniva una voce d’uomo; suonava ESitante e impaurita.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Dopo» disse una seconDA voce. Anche quESta apparteneva a un uomo: ma era stranamente acuta, e fredDA come un soffio improvviso di vento gelido. Qualcosa di quella voce fece drizzare i radi peli sulla nuca di Frank. «Avvicinami al fuoco, CoDAliscia».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Frank rivolse l’orecchio dEStro verso la porta per sentire meglio. Ci fu il tintinnio di una bottiglia posata su una superficie dura, e poi il tetro strofinio di una sedia pESante trascinata sul pavimento. Frank riuscì a intravedere un ometto che DAva le spalle alla porta e spingeva la sedia al suo posto. Indossava un lungo mantello nero, e c’era una chiazza calva sulla sua tESta. Poi l’ometto scomparve di nuovo alla vista.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Dov’è Nagini?» chiESe la voce fredDA.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Io… io non lo so, mio signore» rispose nervosamente la prima voce. «È anDAta a ESplorare la casa, credo…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Devi mungerla prima di coricarci, CoDAliscia» disse la seconDA voce. «Avrò bisogno di nutrirmi durante la notte. Il viaggio mi ha stancato immensamente».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Con le sopracciglia aggrottate, Frank avvicinò ancora di più l’orecchio buono alla porta, ascoltando con grande concentrazione. Ci fu una pausa, e poi l’uomo chiamato CoDAliscia parlò di nuovo.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Una settimana» disse la voce fredDA. «Forse di più. Il posto è abbastanza comodo, e il piano non può ancora procedere. Sarebbe DA sciocchi agire prima che finisca la Coppa del Mondo di Quidditch».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Frank s’infilò un dito deformato nell’orecchio per sturarlo. Senza dubbio doveva ESserci un tappo di cerume, perché aveva sentito la parola “Quidditch”, che non era affatto una parola.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«La… la Coppa del Mondo di Quidditch, mio signore?» disse CoDAliscia. (Frank s’infilò il dito nell’orecchio con maggior vigore.) «Perdonatemi, ma… non capisco… perché dovremmo aspettare finché la Coppa del Mondo sarà finita?»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Perché, sciocco, in quESto preciso momento i maghi si stanno riversando nel paESe DA tutto il mondo, e qualunque ficcanaso del Ministero della Magia sarà in servizio, pronto a cogliere il minimo segno di attività insolite, a controllare e ricontrollare l’identità dei maghi. Saranno ossESsionati DAlla sicurezza, per paura che i Babbani notino qualcosa. Quindi aspettiamo».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Vostra signoria è ancora decisa, dunque?» disse piano CoDAliscia.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Certo che lo sono, CoDAliscia». C’era una nota minacciosa, ora, nella voce fredDA.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Seguì una brevissima pausa, e poi CoDAliscia parlò. Le parole gli uscirono affrettate, come se si stESse costringendo a pronunciarle prima di perdere il coraggio.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Senza Harry Potter?» sussurrò dolcemente la seconDA voce. «Capisco…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Mio signore, non lo dico perché mi preoccupo per il ragazzo!» ESclamò CoDAliscia, la voce che si alzava stridula. «Lui non significa niente per me, niente di niente! È solo che se potESsimo usare un’altra strega o un mago, uno qualunque, la cosa si potrebbe fare molto più in fretta! Se mi permettESte di lasciarvi per un breve periodo — sapete bene che so travEStirmi con molta abilità — potrei ESsere di ritorno in non più di due giorni con una persona aDAtta…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Mio signore, sarebbe ragionevole» disse CoDAliscia, ora decisamente sollevato, «mettere le mani su Harry Potter sarebbe così difficile, è così ben protetto…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«E così tu ti offri di anDAre a cercarmi un sostituto? Mi domando… forse il compito di accudirmi ti ha stancato, CoDAliscia? Forse quESto tuo suggerimento di abbandonare il piano non è altro che un tentativo di abbandonare me?»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Mio signore! Io… non ho alcun dESiderio di lasciarvi, nESsuno…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Non mentirmi!» sibilò la seconDA voce. «Lo sai che ti scopro, CoDAliscia! Tu ti stai pentendo di ESsere tornato DA me. Io ti faccio orrore. Ti vedo fremere quando mi guardi, ti sento tremare quando mi tocchi…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«La tua devozione non è altro che coDArdia. Non sarESti qui se avESsi un altro posto dove anDAre. Come posso sopravvivere senza di te, quando ho bisogno di ESsere nutrito ogni poche ore? Chi mungerà Nagini?»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Bugiardo» ESalò la seconDA voce. «Non sono più in forze di prima, e qualche giorno DA solo sarebbe sufficiente a sottrarmi la poca salute che ho riguaDAgnato grazie alle tue cure maldEStre. Silenzio!»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
CoDAliscia, che aveva farfugliato in maniera incoerente, tacque all’improvviso. Per qualche istante, Frank non sentì altro che lo scoppiettio del fuoco. Poi il secondo uomo parlò di nuovo, in un sussurro che era quasi un sibilo.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Ho le mie ragioni per voler usare il ragazzo, come ti ho già spiegato, e non userò nESsun altro. Ho aspettato tredici anni. Qualche mESe in più non farà alcuna differenza. Quanto alla protezione di cui gode, sono convinto che il mio piano funzionerà. Tutto quello che serve è un po’ di coraggio DA parte tua, CoDAliscia: coraggio che troverai, a meno che tu non voglia provare tutta la potenza dell’ira di Voldemort…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Mio signore, devo parlare!» disse CoDAliscia, la voce venata di panico. «Per tutto il viaggio ci ho pensato e ripensato… Mio signore, la scomparsa di Bertha Jorkins non passerà a lungo inosservata, e se andiamo avanti, se faccio un incantESimo…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Se?» sussurrò la prima voce. «Se? Se seguirai il piano, CoDAliscia, il Ministero non dovrà mai sapere che qualcun altro è scomparso. Lo farai con calma, senza creare scompiglio; vorrei solo poterlo fare io, ma nelle mie attuali condizioni… andiamo, CoDAliscia, basta rimuovere un altro ostacolo e la straDA che ci porta a Harry Potter sarà sgombra. Non ti sto chiedendo di farlo DA solo. Per allora, il mio fedele servo ci avrà raggiunto…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Io sono un servo fedele» disse CoDAliscia, con una vaga traccia di risentimento nella voce.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«CoDAliscia, ho bisogno di qualcuno dotato di cervello, qualcuno la cui lealtà non abbia mai vacillato, e tu, sfortunatamente, non possiedi nemmeno uno di quESti requisiti».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Io vi ho trovato» disse CoDAliscia, e ora nella sua voce c’era decisamente una nota piagnucolosa. «Sono stato io a trovarvi. Io vi ho portato Bertha Jorkins».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«QuESto è vero» disse il secondo uomo, in tono divertito. «Un lampo di prontezza che non avrei ritenuto possibile DA parte tua, CoDAliscia… anche se, a dire il vero, non sapevi quanto sarebbe stata utile quando l’hai catturata, vero?»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Io… io credevo che avrebbe potuto ESserci utile, mio signore…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Bugiardo» disse di nuovo la prima voce, ancor più intrisa di crudele divertimento. «Comunque, non nego che le sue informazioni si sono rivelate di un valore incalcolabile. Senza di ESse, non avrei mai potuto architettare il nostro piano, e per quESto avrai la tua ricompensa, CoDAliscia. Ti permetterò di svolgere un compito ESsenziale per me, un compito che molti dei miei seguaci DArebbero la mano dEStra per ESeguire…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«D-DAvvero, mio signore? Che cosa…?» CoDAliscia era di nuovo terrorizzato.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Ah, CoDAliscia, non vorrai che ti sciupi la sorprESa? La tua parte verrà proprio alla fine… ma ti prometto che avrai l’onore di renderti utile come Bertha Jorkins».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Voi… voi…» la voce di CoDAliscia si fece all’improvviso roca, come se gli si fosse seccata la gola. «Voi… volete… uccidere anche me?»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«CoDAliscia, CoDAliscia» disse la voce fredDA in tono suadente, «perché dovrei ucciderti? Ho ucciso Bertha perché ho dovuto farlo. Non serviva più a niente dopo il mio interrogatorio, era praticamente inutile. E comunque, sarebbero circolate strane domande se fosse tornata al Ministero con la notizia che ti aveva incontrato durante le vacanze. I maghi ritenuti morti farebbero bene a non incrociare le streghe del Ministero della Magia in locande lontane…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
CoDAliscia borbottò qualcosa cosi piano che Frank non riuscì ad afferrarlo, ma sentì che il secondo uomo rideva: una risata del tutto priva di allegria, fredDA come le sue parole.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Avremmo potuto modificarle la memoria? Ma gli IncantESimi di Memoria possono ESsere infranti DA un mago potente, come ho dimostrato quando l’ho interrogata. Sarebbe stato un insulto alla sua memoria non usare le informazioni che le ho EStorto, CoDAliscia».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Nel corridoio, Frank si accorse all’improvviso che la mano che stringeva il bastone era madiDA di sudore. L’uomo con la voce fredDA aveva ucciso una donna. Ne parlava senza nESsun rimorso: sembrava divertito. Era pericoloso; era un pazzo. E progettava altri omicidi: quel ragazzo, Harry Potter, chiunque fosse, era in pericolo…
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Frank sapeva cosa fare. Doveva anDAre alla polizia, ora o mai più. Sarebbe sgattaiolato fuori e sarebbe anDAto dritto alla cabina telefonica al villaggio… ma la voce fredDA aveva riprESo a parlare, e Frank rimase dov’era, paralizzato, ad ascoltare con tutto se stESso.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Un altro incantESimo… il mio fedele servo a Hogwarts… Harry Potter è praticamente già mio, CoDAliscia. È deciso. Non ci saranno altre discussioni. Ma ora zitto… credo di aver sentito Nagini…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
E la voce del secondo uomo cambiò. Cominciò a emettere suoni che Frank non aveva mai udito prima; sibilava e sputacchiava senza prendere fiato. Frank credette che fosse in preDA a un qualche attacco.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
E poi Frank senti qualcosa muoversi nell’oscurità alle sue spalle. Si voltò a guarDAre e s’irrigidì DAl terrore.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Qualcosa strisciava verso di lui sul pavimento del corridoio buio, e mentre si avvicinava allo spiraglio illuminato DAl fuoco, Frank capì con un brivido di orrore che si trattava di un serpente gigantESco, lungo almeno quattro metri. Terrorizzato, ESterrefatto, Frank lo fissò mentre il suo corpo ondeggiante tracciava un ampio solco curvilineo sullo spESso strato di polvere che ricopriva il pavimento, avvicinandosi sempre di più… che fare? La sola via di scampo era entrare nella stanza dove due uomini sedevano tramando omicidi, ma se fosse rimasto dov’era il serpente lo avrebbe ucciso di sicuro…
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Ma prima che potESse decidersi, il serpente gli fu di fronte, e poi, incredibilmente, miracolosamente, attirato DAi sibili prodotti DAlla voce fredDA al di là della porta, lo superò: in pochi istanti la punta della sua coDA sparì nello spiraglio.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Ora la fronte di Frank era imperlata di sudore, e la mano sul bastone DA passeggio tremava. Dentro la stanza, la voce fredDA continuava a sibilare, e Frank fu colpito DA una strana idea, un’idea impossibile… Quell’uomo sa parlare con i serpenti.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Frank non capiva che cosa stava succedendo. Più di tutto avrebbe dESiderato ESsere ancora nel suo letto con la sua borsa dell’acqua calDA. Il problema era che apparentemente le sue gambe non volevano muoversi. Mentre stava lì, tremando e cercando di riprendere il controllo, la voce fredDA tornò di colpo a parlare in modo comprensibile.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Nagini porta notizie interESsanti. CoDAliscia» disse.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«DA-DAvvero, mio signore?»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«DAvvero, sì» disse la voce. «Secondo Nagini, c’è un vecchio Babbano proprio lì dietro la porta che sta ascoltando tutto quello che diciamo».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Un ometto basso quasi calvo con i capelli ingrigiti, il naso a punta e piccoli occhi acquosi era in piedi DAvanti a Frank, sul volto un’ESprESsione di paura e allarme.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Invitalo a entrare, CoDAliscia. Hai dimenticato le buone maniere?»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
La voce fredDA proveniva DAlla poltrona antica DAvanti al fuoco, ma Frank non vide il suo occupante. Il serpente, invece, era acciambellato sul tappeto consunto, come l’orribile imitazione di un cane DA compagnia.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
CoDAliscia fece cenno a Frank di entrare nella stanza. Benché ancora profonDAmente scosso, Frank serrò la prESa sul bastone e oltrepassò la soglia zoppicando.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Il fuoco era l’unica sorgente di luce nella stanza e gettava lunghe ombre aguzze sulle pareti. Frank fissò lo schienale della poltrona; l’uomo seduto sembrava perfino più piccolo del suo servitore, perché Frank non riusciva a vedergli nemmeno la sommità della tESta.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Hai sentito tutto, Babbano?» disse la voce fredDA.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Com’è che mi hai chiamato?» disse Frank in tono di sfiDA, perché ora che si trovava dentro la stanza, ora che era giunto il momento di prendere l’iniziativa, si sentiva più coraggioso; era sempre stato così, in guerra.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Non so cosa vuoi dire con quESto» disse Frank, con voce sempre più ferma. «Io so solo che stasera ho sentito parecchie cose che interESseranno la polizia, ecco. Avete già ucciso e state per farlo ancora! E vi dirò un’altra cosa» aggiunse, prESo DA un’improvvisa ispirazione. «Mia moglie sa che sono qui, e se non torno a casa…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Tu non hai moglie» disse la voce fredDA, molto tranquillamente. «NESsuno sa che sei qui. Non hai detto a nESsuno che venivi. Non mentire al Signore Voldemort, Babbano, perché lui sa… lui sa sempre…»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«DAvvero?» disse Frank in tono rude. «Signore, hai detto? Be’, non mi pare che tu abbia poi delle gran maniere, mio signore. Voltati e guarDAmi in faccia DA uomo, coraggio!»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Ma io non sono un uomo, Babbano» disse la voce fredDA, a stento percettibile sopra il crepitio delle fiamme. «Sono molto, molto più di un uomo. Comunque… perché no? Ti guarderò in faccia… CoDAliscia, volta la mia poltrona».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
«Mi hai sentito, CoDAliscia».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Lentamente, storcendo la faccia, come uno che avrebbe preferito fare qualunque cosa piuttosto che avvicinarsi al suo padrone e al tappeto dove si trovava il serpente, l’ometto avanzò e prESe a voltare la poltrona. Il serpente sollevò la brutta tESta triangolare e sibilò lievemente mentre le gambe della poltrona s’impigliavano nel tappeto.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Ed ecco che la poltrona fu di fronte a lui, e Frank vide che cosa vi era seduto. Il bastone DA passeggio cadde a terra con un tonfo. Frank apri la bocca e urlò. Urlò cosi forte che non udi mai le parole che la cosa nella poltrona pronunciò levando una bacchetta. Ci fu un lampo di luce verde, un rumore improvviso, e Frank Bryce si afflosciò. Era morto prima ancora di toccare il pavimento.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4) |
Harry giaceva sulla schiena, il rESpiro affannoso, come se avESse corso. Si era svegliato DA un sogno molto vivido con il viso nascosto tra le mani. La vecchia cicatrice a forma di saetta sulla sua fronte scottava sotto le dita come se qualcuno gli avESse appena premuto un filo incandEScente sulla pelle.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Si alzò a sedere, una mano ancora sulla fronte, l’altra tESa nel buio a cercare gli occhiali sul comodino. Li inforcò e mise lentamente a fuoco la stanza, illuminata DAl debole, nebuloso chiarore che filtrava DAlla straDA attraverso le tende.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Harry sfiorò di nuovo la cicatrice con le dita. Faceva ancora male. AccESe la lampaDA, scivolò fuori DAl letto, attraversò la stanza, aprì l’armadio e si guardò nello specchio all’interno dello sportello. Un ragazzo smilzo di quattordici anni ricambiò il suo sguardo, i verdi occhi brillanti perplESsi sotto i capelli neri spettinati. ESaminò più DA vicino la cicatrice a forma di saetta del suo riflESso. Sembrava normale, ma bruciava ancora.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Harry cercò di ricorDAre che cosa stava sognando quando si era svegliato. Sembrava così reale… c’erano due persone che conosceva, e una che non conosceva… si concentrò intensamente, accigliato, sforzandosi di ricorDAre…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
L’immagine di una stanza nell’oscurità affiorò nella sua mente… c’era un serpente su un tappeto… un ometto di nome Peter, detto CoDAliscia… e una voce fredDA, acuta… la voce di Voldemort. Il solo pensiero fece sentire Harry come se un cubetto di ghiaccio gli fosse scivolato nello stomaco…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Chiuse gli occhi con forza e cercò di ricorDAre l’aspetto di Voldemort, ma fu impossibile… tutto quello che Harry sapeva era che nel momento in cui la poltrona di Voldemort era stata girata, e lui, Harry, aveva visto che cosa vi era seduto, uno spasmo di terrore lo aveva svegliato… o era stato il dolore della cicatrice?
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
E chi era il vecchio? Perché di sicuro c’era un vecchio, Harry lo aveva visto cadere a terra. Ma tutto stava diventando confuso… Harry si copri il viso per non vedere la camera, cercando di rEStare aggrappato all’immagine di quella stanza appena illuminata, ma era come voler trattenere l’acqua con le mani; e più cercava di fermarli, più i dettagli scivolavano via… Voldemort e CoDAliscia stavano parlando di qualcuno che avevano ucciso, anche se Harry non riusciva a ricorDArsi il nome… e progettavano di uccidere qualcun altro… lui…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Harry sollevò il viso DAlle mani, aprì gli occhi e si guardò intorno come se si aspettasse di vedere qualcosa d’insolito. A dire il vero c’era una quantità straordinaria di cose insolite in quella stanza: un grosso baule di legno, spalancato ai piedi del letto, mostrava un calderone, un manico di scopa, abiti neri e svariati libri d’incantESimi. Rotoli di pergamena ingombravano quella parte della sua scrivania che non era occupata DAlla grande gabbia vuota in cui di solito era appollaiata Edvige, la sua civetta candiDA. Sul pavimento accanto al letto c’era un libro aperto; lo stava leggendo prima di addormentarsi la sera prima. Le figure del libro si muovevano: uomini in abiti arancioni sfrecciavano avanti e indietro cavalcando scope e lanciandosi una palla rossa.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Harry si avvicinò al libro, lo raccolse e guardò uno dei maghi segnare un goal spettacolare lanciando la palla attraverso un cerchio all’altezza di quindici metri. Poi chiuse il volume con un colpo secco. Nemmeno il Quidditch — secondo Harry, lo sport più bello del mondo — riusciva a distrarlo in quel momento. Posò sul comodino I Magnifici Sette, si avvicinò alla finEStra e tirò le tende per osservare la straDA di sotto.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Privet Drive aveva ESattamente l’aspetto di una qualunque rispettabile straDA suburbana nelle prime ore di un sabato mattina. Tutte le tende erano tirate. Per quanto Harry poteva vedere nell’oscurità, non si vedeva anima viva, neppure un gatto.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Eppure… eppure… Harry, irrequieto, tornò verso il letto e vi si sedette, toccandosi di nuovo la cicatrice. Non era il dolore a preoccuparlo; male fisico e ferite non erano una novità per lui. Una volta aveva perso le ossa del braccio dEStro, e gli erano ricrESciute tutte, dolorosamente, in una notte. Poco tempo dopo lo stESso braccio era stato dilaniato DA una zanna velenosa lunga trenta centimetri. Solo l’anno prima Harry aveva fatto un volo di quindici metri DA un manico di scopa volante. Era abituato agli incidenti più bizzarri: erano inevitabili, se frequentavi la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e avevi il dono di attirarti un sacco di guai.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
No, la cosa che turbava Harry era che l’ultima volta la cicatrice gli aveva fatto male perché Voldemort era vicino… ma Voldemort non poteva ESsere lì in quel momento… l’idea di Voldemort appostato in Privet Drive era assurDA, impossibile…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Harry ascoltò spasmodicamente il silenzio attorno a lui, quasi aspettandosi di sentire lo scricchiolio di una scala, o il fruscio di un mantello… E all’improvviso sussultò, colto alla sprovvista DA un fragoroso grugnito di suo cugino Dudley che dormiva nella stanza accanto.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Harry decise di DArsi una calmata. Si stava comportando DA stupido: non c’era nESsuno in casa con lui a parte zio Vernon, zia Petunia e Dudley, che dormivano della grossa, immersi in sogni tranquilli e indolori.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Addormentati: era così che Harry preferiva i Dursley; DA svegli non erano per lui di alcuna utilità. Zio Vernon, zia Petunia e Dudley erano i soli parenti di Harry al mondo. Erano Babbani (ovvero non-maghi) che odiavano e disprezzavano la magia in qualunque forma, e quESto significava che Harry era benvenuto nella loro casa quasi quanto una torma di insetti infEStanti. Avevano raccontato a tutti che, negli ultimi tre anni, Harry era stato assente non perché frequentava Hogwarts, bensì il Centro di Massima Sicurezza San Bruto per Ragazzi Irrimediabilmente Criminali. Sapevano benissimo che, in quanto mago minorenne, Harry non aveva il permESso di usare la magia al di fuori di Hogwarts, ma erano sempre pronti ad accusarlo di qualunque cosa anDAsse storta a casa loro. Harry non aveva mai potuto contare su di loro, o rivelare alcunché della sua vita nel mondo dei maghi. La sola idea di parlargli della cicatrice che gli faceva male e delle sue preoccupazioni per Voldemort era ridicola.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Eppure era soprattutto a causa di Voldemort che Harry era anDAto a vivere con i Dursley. Se non fosse stato per Voldemort, Harry non avrebbe avuto la cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Se non fosse stato per Voldemort, Harry avrebbe avuto ancora i suoi genitori…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Harry aveva un anno la notte in cui Voldemort — il più potente Mago Oscuro del secolo, un mago che in undici anni aveva toccato le vette del potere — andò a casa sua e uccise suo padre e sua madre. Poi Voldemort puntò la bacchetta su Harry; scagliò l’anatema che aveva stroncato molti maghi e molte streghe adulti nel corso della sua inarrEStabile scalata al potere… e, incredibilmente, non funzionò. Invece di uccidere il bambino, la maledizione rimbalzò contro Voldemort. Harry sopravvisse senza altro segno che la cicatrice a forma di saetta sulla fronte, e Voldemort fu ridotto a una cosa che a malapena poteva dirsi viva. Persi i poteri, la vita quasi EStinta, Voldemort fuggì; la cappa di terrore sotto la quale la comunità segreta dei maghi e delle streghe era vissuta tanto a lungo si dissolse, i seguaci di Voldemort si dispersero, e Harry Potter diventò famoso.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Fu un bel colpo per Harry, in occasione del suo undicESimo compleanno, scoprire di ESsere un mago; e fu ancora più sconcertante rendersi conto che nel mondo segreto della magia tutti conoscevano il suo nome. Harry arrivò a Hogwarts per scoprire che ovunque anDAsse tutti si voltavano a guarDArlo e un mormorio incESsante lo seguiva. Ma ormai ci si era abituato; alla fine dell’EState avrebbe cominciato il suo quarto anno a Hogwarts, e stava già contando i giorni che lo separavano DAl ritorno al castello.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Ma mancavano ancora due settimane all’inizio della scuola. Si guardò di nuovo intorno, smarrito, e il suo sguardo indugiò sui biglietti di compleanno che i suoi due migliori amici gli avevano spedito alla fine di luglio. Che cosa avrebbero detto se gli avESse scritto della cicatrice dolorante?
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Subito la voce di Hermione Granger gli riempi la tESta, acuta e pervasa di panico.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
«Ti ha fatto male la cicatrice? Harry, è una cosa seria… Scrivi al profESsor Silente! Io intanto consulterò Comuni Disturbi e Malanni Magici… Forse dice qualcosa sulle cicatrici DA anatema…»
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Decisamente, quello sarebbe stato il consiglio di Hermione: anDAr dritto DAl PrESide di Hogwarts, e nel frattempo consultare un libro. Harry guardò fuori DAlla finEStra, verso il cielo nero d’inchiostro. Dubitava alquanto che un libro lo potESse aiutare. Per quanto ne sapeva, era l’unico ESsere vivente sopravvissuto a una maledizione come quella di Voldemort; era altamente improbabile, quindi, trovare i suoi sintomi elencati in Comuni Disturbi e Malanni Magici. Quanto a informare il direttore, Harry non aveva idea di dove anDAsse Silente durante le vacanze EStive. Si divertì per un attimo a immaginarlo, la lunga barba argentea, il mantello lungo DA mago e il cappello a punta, distESo su una spiaggia, a spalmarsi l’abbronzante sul lungo naso adunco. Ovunque si trovasse Silente, Harry era certo che Edvige sarebbe stata in grado di trovarlo; la civetta di Harry fino ad allora non aveva mai mancato di consegnare una lettera a chicchESsia, anche senza indirizzo. Ma che cosa avrebbe scritto?
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Caro profESsor Silente, mi dispiace disturbarla, ma quESta mattina mi ha fatto male la cicatrice. Cordialmente, Harry Potter.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Anche dentro la sua tESta le parole suonavano stupide.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
E così cercò di immaginare la reazione di Ron Weasley, l’altro suo migliore amico, e in un attimo la faccia lentigginosa di Ron parve galleggiare DAvanti a lui, con un’ESprESsione confusa.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
«Ti ha fatto male la cicatrice? Ma… ma Tu-Sai-Chi non può ESsere nei dintorni adESso, no? Voglio dire… tu lo saprESti, no? Cercherebbe di farti secco di nuovo, no? Non so, Harry, forse le cicatrici DA anatema bruciano sempre un po’… Lo chiederò a papà…»
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Il signor Weasley era il mago Direttore dell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani al Ministero della Magia, ma per quanto ne sapeva Harry non aveva particolari conoscenze in materia di incantESimi. E in ogni caso, a Harry non anDAva l’idea che tutta quanta la famiglia Weasley sapESse che lui, Harry, diventava isterico al primo doloretto. La signora Weasley si sarebbe agitata più di Hermione, e Fred e George, i fratelli gemelli sedicenni di Ron, avrebbero pensato che Harry s’era rammollito. I Weasley erano in assoluto la famiglia preferita di Harry; sperava che lo invitassero DA loro DA un momento all’altro (Ron aveva detto qualcosa a proposito della Coppa del Mondo di Quidditch) e non voleva che il suo soggiorno fosse costellato di ansiose inDAgini sulla sua cicatrice.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Harry si strofinò la fronte con le nocche. Quello che dESiderava veramente (e quasi si vergognava ad ammetterlo) era qualcuno come… qualcuno come un genitore: un mago adulto a cui poter chiedere consiglio senza sentirsi uno stupido, qualcuno a cui importasse di lui, che avESse ESperienza in fatto di Magia Oscura…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
E poi arrivò la soluzione. Era così semplice, e così ovvio, che non riusciva a credere di averci mESso così tanto… Sirius.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Harry balzò DAl letto, attraversò la stanza di corsa e si sedette alla scrivania; prESe un pezzo di pergamena, intinse la penna d’aquila nell’inchiostro, scrisse Caro Sirius, poi si interruppe cercando le parole giuste, ancora stupito per non aver pensato subito a lui. In realtà non c’era granché DA stupirsi: dopotutto, aveva scoperto che Sirius era il suo padrino solo due mESi prima.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
C’era una ragione molto semplice per spiegare la totale assenza di Sirius DAlla vita di Harry fino ad allora: Sirius si trovava ad Azkaban, la terribile prigione dei maghi, i cui guardiani erano creature chiamate Dissennatori, demoni ciechi che succhiavano l’anima e che erano venuti a cercare Sirius a Hogwarts quando era fuggito. Ma Sirius era innocente: gli omicidi per i quali era stato conDAnnato erano stati commESsi DA CoDAliscia, il servitore di Voldemort, che tutti credevano morto e che Harry, Ron e Hermione avevano incontrato faccia a faccia l’anno prima, anche se il solo a credere alla loro storia era stato il profESsor Silente.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Per un’ora gloriosa, Harry aveva creduto di poter finalmente lasciare i Dursley, perché Sirius gli aveva offerto una casa, appena fosse stato scagionato. Ma quESta possibilità era sfumata: CoDAliscia era fuggito prima di ESsere arrEStato, e Sirius era stato costretto a scappare per salvarsi. Harry lo aveva aiutato a fuggire a cavallo di un ippogrifo chiamato Fierobecco, e DA allora Sirius era in fuga. L’idea della casa che avrebbe potuto avere se CoDAliscia non fosse scappato aveva perseguitato Harry per tutta l’EState. Era stato doppiamente difficile tornare DAi Dursley dopo ESsere stato sul punto di liberarsi di loro per sempre.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Tuttavia, anche se non potevano stare insieme, Sirius era stato di grande aiuto: era grazie a lui se ora Harry poteva tenere tutte le sue cose di scuola in camera con sé. I Dursley non gliel’avevano mai permESso prima; il loro costante dESiderio di rendere la vita di Harry un inferno, unito alla paura dei suoi poteri, li aveva indotti a chiudere a chiave il suo baule scolastico nel ripostiglio del sottoscala per tutte le EStati precedenti. Ma DA quando avevano scoperto che il padrino di Harry era un assassino pericoloso, il loro atteggiamento era cambiato. E Harry aveva accuratamente nascosto il dettaglio che Sirius era innocente.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
DA quando era tornato a Privet Drive, Harry aveva ricevuto due lettere DA Sirius. Entrambe erano state recapitate non via gufo (com’era consuetudine tra maghi) ma DA grandi, coloratissimi uccelli tropicali. Edvige non aveva approvato la prESenza di quESti vistosi intrusi; aveva accettato con EStrema riluttanza che bevESsero DAlla sua ciotola dell’acqua prima di ripartire. A Harry invece erano piaciuti molto; gli facevano pensare a palme e spiagge candide, e sperava che ovunque Sirius si trovasse (Sirius non lo disse mai, nel caso che le sue lettere venissero intercettate) se la stESse spassando. Per qualche ragione, Harry faceva fatica a immaginare che i Dissennatori potESsero sopravvivere a lungo alla luce diretta del sole; forse per quESto Sirius era anDAto a sud. Le lettere di Sirius, al momento nascoste sotto la provvidenziale asse mobile sotto il letto di Harry, erano allegre, e in entrambe aveva ricorDAto a Harry di rivolgersi a lui se mai ne avESse avuto bisogno. Be’, ora ne aveva bisogno, e subito…
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
La luce della lampaDA di Harry parve affievolirsi mentre la fredDA luce grigia che precede il levar del sole s’insinuava lentamente nella stanza. Alla fine, quando ormai il sole fu sorto, quando le pareti furono diventate d’oro e quando si cominciarono ad avvertire piccoli movimenti DAlla stanza di zio Vernon e zia Petunia, Harry sgombrò la scrivania DAi fogli appallottolati di pergamena e rilESse la lettera finita.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Grazie per la tua ultima lettera, quell’uccello era enorme, quasi non passava DAlla finEStra.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Le cose qui vanno come al solito. La dieta di Dudley non procede troppo bene: ieri la zia lo ha sorprESo mentre si portava di nascosto le ciambelle in camera. Gli hanno detto che gli leveranno la paghetta se continua così, e lui si è arrabbiato sul serio e ha buttato la PlayStation giù DAlla finEStra. E una specie di computer con cui puoi fare dei giochi. Una cosa piuttosto stupiDA, perché adESso non ha nemmeno Mega Mutilation Tre per distrarsi.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Però quESta mattina è succESsa una cosa strana. La cicatrice mi ha fatto male di nuovo. L’ultima volta è succESso quando Voldemort era a Hogwarts. Ma non credo che ora possa ESsere DA quESte parti, no? Sai per caso se le cicatrici DA anatema possono far male a distanza di anni?
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Ti spedirò quESta lettera non appena torna Edvige: al momento è fuori a caccia. Salutami Fierobecco.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Si, pensò Harry, anDAva bene. Non c’era motivo di parlare del sogno, non voleva sembrare troppo preoccupato. Arrotolò la pergamena e la mise sulla scrivania, DA una parte, pronta per il ritorno di Edvige. Poi si alzò, si stiracchiò e aprì di nuovo l’armadio. Senza guarDAre il proprio riflESso, cominciò a vEStirsi prima di scendere a fare colazione. La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4) |
Quando Harry arrivò in cucina, i tre Dursley erano già seduti a tavola. NESsuno di loro alzò gli occhi quando entrò e si sedette. Il faccione rosso di zio Vernon era nascosto dietro il DAily Mail del mattino e zia Petunia stava dividendo in quattro un pompelmo, le labbra contratte sulla dentatura cavallina.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Dudley aveva l’aria arrabbiata e scontrosa, e in qualche modo sembrava prendere ancora più spazio del solito. Il che era tutto dire, visto che DA solo occupava sempre un lato intero del tavolo quadrato. Quando zia Petunia posò un quarto di pompelmo non zuccherato nel piatto di Dudley con un tremulo «Ecco, Diddy, tESoro», Dudley la fulminò con lo sguardo. La sua vita aveva prESo una piega alquanto sgradevole DA quando era tornato a casa per l’EState con il giudizio di fine anno.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Comunque, in fondo alla pagella c’erano alcuni commenti accuratamente stilati DAll’infermiera della scuola che nemmeno zio Vernon e zia Petunia poterono liquiDAre. Per quanto zia Petunia gemESse che Dudley era di costituzione robusta, e che il suo grasso era solo dovuto alla crEScita, e che era un ragazzo in via di sviluppo che aveva bisogno di mangiare molto, rEStava il fatto che i sarti fornitori della scuola non avevano più calzoni alla zuava abbastanza grandi per lui. L’infermiera scolastica aveva visto ciò che gli occhi di zia Petunia — così acuti nell’individuare ditate sulle pareti scintillanti di casa sua, e nell’osservare gli andirivieni dei vicini — semplicemente si rifiutavano di vedere: che, ben lungi DAll’aver bisogno di cibo in più, Dudley aveva raggiunto più o meno la taglia e il pESo di una giovane orca assassina.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Così — dopo molte scenate, dopo liti che fecero tremare il pavimento della camera di Harry, e dopo che zia Petunia ebbe versato molte lacrime — il nuovo regime era cominciato. La dieta prEScritta DAll’infermiera scolastica di Snobkin era stata attaccata al frigorifero, opportunamente svuotato di tutte le cose preferite DA Dudley — bevande gassate e dolci, cioccolata e hamburger — e riempito invece di frutta e verdura e del genere di cose che zio Vernon definiva “roba DA conigli”. Per non mettere Dudley a disagio, inoltre, zia Petunia aveva insistito che tutta la famiglia seguisse la dieta: così passò un quarto di pompelmo a Harry. QuESt’ultimo notò che era molto più piccolo di quello di Dudley. Zia Petunia era convinta che la cosa migliore per far star su di morale Dudley era assicurarsi che almeno mangiasse più di Harry.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Ma zia Petunia non aveva idea di cosa era nascosto sotto l’asse mobile al piano di sopra. Non sospettava minimamente che Harry non stESse affatto seguendo la dieta. Nel momento in cui aveva capito che ci si aspettava che sopravvivESse all’EState sgranocchiando carote, Harry aveva spedito Edvige DAi suoi amici con richiESte d’aiuto, e loro avevano risposto munificamente all’appello. Edvige era tornata DA casa di Hermione con una grossa scatola piena zeppa di merendine senza zucchero (i genitori di Hermione facevano i dentisti). Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts, aveva offerto un sacco pieno dei suoi dolcetti rocciosi fatti in casa (Harry non ne aveva toccato uno: aveva già sperimentato abbastanza la cucina di Hagrid). E la signora Weasley aveva manDAto il gufo di famiglia, Errol, con un’enorme torta alla frutta e pasticcini assortiti. Al povero Errol, che era vecchio e debole, ci erano voluti cinque giorni interi per riprendersi DAl viaggio. E poi per il suo compleanno (che i Dursley avevano completamente ignorato) aveva ricevuto quattro splendide torte di compleanno, DA Ron, DA Hermione, DA Hagrid e DA Sirius. Harry ne aveva ancora due, e così, pregustando una vera colazione una volta tornato di sopra, prESe a mangiare il suo pompelmo senza fiatare.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Zio Vernon fece un gran sospiro che gli scompigliò i baffoni cESpugliosi e prESe il cucchiaio.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Suonarono alla porta. Zio Vernon si alzò DAlla sedia e attraversò l’ingrESso. Veloce come un fulmine, mentre sua madre era alle prESe con il bollitore, Dudley rubò il rESto del pompelmo di zio Vernon.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry senti parlottare, una risatina, e la risposta asciutta dello zio. Poi la porta si chiuse e DAll’ingrESso giunse un rumore di carta strappata.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Stupito, chiedendosi che cosa diavolo avESse combinato stavolta, Harry si alzò e seguì zio Vernon nella stanza accanto. Zio Vernon chiuse bruscamente la porta dietro di loro.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Dunque» disse, marciando verso il camino e voltandosi per fronteggiare Harry come se stESse per dichiararlo in arrESto. «Dunque».
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry avrebbe tanto voluto dire «Dunque che cosa?» ma non credeva che l’umore di zio Vernon dovESse ESsere mESso alla prova la mattina così prESto, soprattutto in condizioni di forte strESs a causa della mancanza di cibo. Quindi decise di mostrarsi educatamente meravigliato.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«È appena arrivato quESto» disse zio Vernon. Sventolò DAvanti a Harry un foglio di carta DA lettera violetto. «Una lettera. Parla di te».
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Zio Vernon fissò Harry con severità, poi guardò la lettera e prESe a leggere ad alta voce:
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Non siamo mai stati prESentati, ma sono certa che abbiate sentito parlare molto di mio figlio Ron DA Harry.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Spero che ci permetterete di portare Harry a vedere la partita, perché si tratta DAvvero di un’occasione di quelle che capitano una volta nella vita; la Gran Bretagna non ospita la Coppa DA trent’anni e i biglietti sono molto difficili DA trovare. Naturalmente saremmo lieti di avere DA noi Harry per quel che rESta delle vacanze EStive, e di premurarci che prenDA il treno per la scuola.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Sarebbe meglio se Harry ci spedisse la vostra risposta al più prESto per via normale, perché il postino Babbano non ha mai consegnato lettere a casa nostra, e non sono nemmeno certa che sappia dove si trova.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Augurandoci di vedere prESto Harry,
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
P.S. Spero di aver mESso abbastanza francobolli.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Zio Vernon finì di leggere, s’infilò la mano nella tasca interna della giacca ed EStrasse qualcos’altro.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«GuarDA qua» ringhiò.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
PrESe la busta che aveva contenuto la lettera della signora Weasley, e Harry trattenne a stento una risata. Era tutta coperta di francobolli, tranne un quadratino sul DAvanti, nel quale la signora Weasley aveva incastrato l’indirizzo dei Dursley con una scrittura molto piccola.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Quindi ci ha mESso abbastanza francobolli» disse Harry, come a dire che quello della signora Weasley era un errore che chiunque poteva fare. Zio Vernon lo fulminò con gli occhi.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«L’ha notato anche il postino» disse a denti stretti. «Era molto curioso di sapere DA dove veniva quESta lettera. Ecco perché ha suonato. Sembrava che lo trovasse divertente».
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry non disse nulla. Altri avrebbero potuto non capire come mai zio Vernon facESse tante storie per un eccESso di francobolli, ma Harry viveva coi Dursley DA troppo tempo per non sapere quanto erano sensibili a qualunque cosa fosse anche solo lievemente fuori DAll’ordinario. Il loro peggior timore era che qualcuno scoprisse che conoscevano (anche se alla lontana) gente come la signora Weasley.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Zio Vernon continuava a scrutare Harry, che cercò di rEStare impassibile. Se non avESse detto o fatto qualcosa di stupido, forse poteva riuscire a levarsi la soddisfazione di tutta una vita. AttESe che zio Vernon dicESse qualcosa, ma quello si limitò a fissarlo. Così Harry decise di rompere il silenzio.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Allora… posso anDAre?» chiESe.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Un tic scosse il faccione violaceo di zio Vernon. I suoi baffi tremarono. Harry sapeva che cosa stava succedendo là dietro: la lotta furibonDA tra due istinti basilari di zio Vernon. Permettergli di anDAre avrebbe rESo Harry felice, una cosa contro cui zio Vernon combatteva DA tredici anni. D’altra parte, lasciare che sparisse DAi Weasley per il rESto dell’EState voleva dire sbarazzarsi di lui due settimane prima di quanto avESse sperato, e zio Vernon odiava avere in casa Harry. Per concedersi il tempo di rifletterci, finse di guarDAre di nuovo la lettera della signora Weasley.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Chi è quESta donna?» chiESe, fissando con disgusto la firma.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«L’hai vista» disse Harry. «È la madre del mio amico Ron, è venuta a prenderlo all’ESpr… al treno della scuola qualche settimana fa».
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Aveva quasi detto “ESprESso di Hogwarts”, e quello era un modo sicuro per far arrabbiare lo zio. NESsuno pronunciava mai il nome della scuola di Harry ad alta voce in casa Dursley.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Zio Vernon contrasse il faccione come se stESse cercando di ricorDAre qualcosa di molto spiacevole.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry si accigliò. Era convinto che fosse un po’ eccESsivo DA parte di zio Vernon definire qualcuno “tarchiato” quando suo figlio Dudley era riuscito nell’imprESa in cui prometteva sin DAll’età di tre anni, diventando più largo che alto.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Quidditch» borbottò a mezza voce. «Quidditch… che cos’è quESta robaccia?»
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry provò una seconDA fitta d’irritazione.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Normale per noi» disse Harry, e prima che suo zio potESse fermarlo, aggiunse: «Sai, posta via gufo. È così che è normale fra maghi».
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Zio Vernon aveva l’aria offESa come se Harry avESse appena pronunciato una disgustosa parolaccia. Tremante di rabbia, scoccò uno sguardo nervoso al di là della finEStra, come aspettandosi di vedere qualcuno dei vicini con l’orecchio schiacciato contro il vetro.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Quante volte devo dirti di non parlare di quelle cose innaturali sotto il mio tetto?» sibilò, il volto di un intenso color prugna. «Sei lì, porti gli abiti che io e Petunia abbiamo mESso sul tuo corpo ingrato…»
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Solo dopo che Dudley li ha consumati» disse fredDAmente Harry, e in verità indossava una felpa così grande per lui che aveva dovuto rimboccare le maniche cinque volte per poter usare le mani, e che scendeva oltre le ginocchia dei jeans EStremamente cascanti.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Ma Harry non aveva intenzione di sopportarlo. Erano finiti i giorni in cui era costretto ad accettare ogni stupiDA singola regola dei Dursley. Non seguiva la dieta di Dudley, e non aveva intenzione di lasciare che zio Vernon gli impedisse di anDAre alla Coppa del Mondo di Quidditch, non se poteva evitarlo.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry trasse un profondo rESpiro per calmarsi e poi disse: «Ok, allora niente Coppa del Mondo. Ora posso anDAre? Voglio finire una lettera per Sirius. Sai… il mio padrino».
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
L’aveva fatto. Aveva pronunciato le parole magiche. Osservò il colore violetto ritirarsi a chiazze DAl viso di zio Vernon, facendolo assomigliare a un gelato al mirtillo mal mEScolato.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
A quel punto s’interruppe per godersi l’effetto delle parole. Poteva quasi vedere gli ingranaggi al lavoro sotto i capelli fitti e ben pettinati di zio Vernon. Se avESse impedito a Harry di scrivere a Sirius, quESti avrebbe potuto pensare che Harry veniva maltrattato. Ma se gli avESse impedito di anDAre alla Coppa del Mondo di Quidditch, Harry lo avrebbe scritto a Sirius, che così avrebbe saputo che veniva maltrattato. C’era una sola cosa che zio Vernon potESse fare e Harry la vide delinearsi nella mente dello zio come se il faccione baffuto fosse trasparente. Cercò di non sorridere, di mantenersi più impassibile che poteva. E poi…
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Be’, allora va bene. Puoi anDAre a quESta maledetta… a quESta stupiDA… a quESta Coppa del Mondo di nonsoché. Scrivi a quESti… a quESti Weasley e digli che devono venire a prenderti, però. Non ho tempo di accompagnarti in giro. E puoi dire al tuo… al tuo padrino… digli… digli che ci vai».
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Si voltò e si avviò verso la porta del salotto, reprimendo a fatica la voglia di mettersi a saltare e griDAre. Ci anDAva… anDAva DAi Weasley, anDAva a vedere la Coppa del Mondo di Quidditch!
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Fuori nell’ingrESso quasi si scontrò con Dudley, che origliava dietro la porta, con la chiara speranza di godersi la sfuriata. E invece Dudley fu scioccato alla vista del sorriso trionfante di Harry.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Era stato appena colpito in tESta DA quella che sembrava una piccola palla DA tennis grigia e piumata. Harry si massaggiò vigorosamente, alzando lo sguardo per capire che cosa fosse, e vide un gufo minuscolo, tanto piccolo DA entrare nel palmo della sua mano, che svolazzava eccitato per la stanza come un fuoco d’artificio appena accESo. Il gufo aveva lasciato cadere una lettera ai suoi piedi. Si chinò, riconobbe la calligrafia di Ron, poi strappò la busta. Dentro c’era un biglietto scritto di gran fretta.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry… PAPÀ HA I BIGLIETTI! IrlanDA contro Bulgaria, lunedì sera. Mamma ha scrìtto ai Babbani per chiedergli di lasciarti stare DA noi. Forse hanno già ricevuto la lettera. Non so quanto è rapiDA la posta babbana, ma ho pensato comunque di manDArti quESto con Leo.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry fissò la parola “Leo”, poi guardò il minuscolo gufo che ora sfrecciava attorno al lampaDArio sul soffitto. Mai visto niente con un nome così poco appropriato. Forse non riusciva a leggere la calligrafia di Ron. Tornò alla lettera:
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Verremo a prenderti, che ai Babbani piaccia o meno, non puoi perderti la Coppa del Mondo, solo che mamma e papà pensano che è meglio se facciamo finta di chiedere il loro permESso prima. Se dicono di sì, manDA subito indietro Leo con la risposta, e saremo DA te domenica alle cinque. Se dicono di no, rimanDA subito Leo e verremo a prenderti domenica alle cinque comunque. Hermione arriva oggi pomeriggio. Percy ha cominciato a lavorare all’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Non parlare assolutamente di EStero quando sarai qui a meno che tu non voglia farti strappar via le mutande DAlla noia.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
A prESto, Ron
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Calmati!» disse Harry, mentre il piccolo gufo volava basso sulla sua tESta, ululando come un matto (forse, immaginò Harry, per l’orgoglio di aver recapitato la lettera alla persona giusta). «Vieni qui, devi portare indietro la risposta!»
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Il gufo scESe svolazzando sulla gabbia di Edvige, che lo guardò geliDA, come per sfiDArlo ad avvicinarsi.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry prESe di nuovo la penna d’aquila, afferrò un pezzo di pergamena pulito e scrisse:
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Ripiegò il biglietto fino a farlo diventare piccolissimo e con immensa difficoltà lo legò alla zampa del gufetto che saltellava frenetico. Appena pronto, il gufo parti di nuovo, filò fuori DAlla finEStra e scomparve.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Ti va di fare un bel viaggetto?» le chiESe.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Puoi portare quESto a Sirius DA parte mia?» disse, prendendo la lettera. «Un attimo che la finisco».
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Se vuoi metterti in contatto con me, sarò DAl mio amico Ron Weasley per il rESto dell’EState. Suo padre ci ha trovato i biglietti per la Coppa del Mondo di Quidditch!
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
«Sarò DA Ron quando torni, va bene?» le disse Harry.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Lei gli becchettò affettuosamente il dito, poi, con un morbido fruscio, spalancò le ali enormi e decollò DAlla finEStra aperta.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Harry la guardò sparire, poi strisciò sotto il letto, sollevò l’asse mobile ed EStrasse un grosso pezzo di torta di compleanno. Rimase seduto sul pavimento a mangiarla, assaporando la felicità che lo invadeva. Aveva un dolce, e Dudley non aveva altro che pompelmo, era una bella giornata EStiva, avrebbe lasciato Privet Drive l’indomani, la cicatrice era di nuovo perfettamente normale, e avrebbe visto la Coppa del Mondo di Quidditch. Era difficile in quel momento preoccuparsi di qualcosa, perfino di Voldemort. L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4) |
Per le dodici del giorno dopo, il baule di Harry era stipato delle sue cose di scuola e di tutti i suoi più cari averi: il Mantello dell’Invisibilità ereditato DA suo padre, il manico di scopa ricevuto in dono DA Sirius, la mappa incantata di Hogwarts regalatagli DA Fred e George Weasley l’anno prima. Aveva svuotato di tutte le provviste il nascondiglio sotto l’asse mobile, controllato ogni angolo della camera DA letto in cerca di libri d’incantESimi o penne d’aquila dimenticate, e staccato il foglio appESo al muro su cui contava i giorni che lo separavano DAl primo settembre, la DAta del suo ritorno a Hogwarts.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
L’atmosfera al numero 4 di Privet Drive era EStremamente tESa. L’imminente arrivo a casa loro di un assortimento di maghi stava rendendo i Dursley nervosi e irritabili. Zio Vernon apparve decisamente allarmato quando Harry lo informò che i Weasley sarebbero arrivati alle cinque del giorno dopo.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Spero che tu gli abbia detto di vEStirsi come si deve, a quelli là» ringhiò subito. «Ho visto il genere di cose che vi mettete addosso. Sarà meglio che abbiano la decenza di indossare abiti normali, ecco».
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Harry ebbe un sinistro prESentimento. Di rado aveva visto il signore e la signora Weasley indossare qualcosa che i Dursley avrebbero definito “normale”. I loro figli forse portavano abiti Babbani durante le vacanze, ma il signore e la signora Weasley di solito indossavano lunghe vESti a vari livelli di trascuratezza. Harry non si preoccupava di quello che potevano pensare i vicini, ma piuttosto di quanto i Dursley avrebbero potuto ESsere sgarbati con i Weasley se quESti si prESentavano addobbati secondo la loro peggiore idea di maghi.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Zio Vernon si era mESso il suo vEStito migliore. Ad alcuni quESto sarebbe potuto sembrare un gESto di benvenuto, ma Harry sapeva che in realtà zio Vernon voleva apparire imprESsionante e minaccioso. Dudley, d’altro canto, pareva come rimpicciolito. Non per gli effetti della dieta, ma per il terrore: l’ultima volta che si era imbattuto in un mago adulto ne era uscito con una coDA di maiale a cavatappi che gli spuntava DAl fondo dei pantaloni, e zia Petunia e zio Vernon avevano dovuto farlo operare in una clinica privata di Londra. Non c’era affatto DA stupirsi, quindi, se Dudley continuava a strofinarsi nervosamente la mano sul sedere e si spostava DA una stanza all’altra camminando di lato, come per non offrire lo stESso bersaglio al nemico.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Il pranzo fu consumato in un silenzio quasi assoluto. Dudley non protEStò nemmeno per il cibo (ricotta e seDAno gratinato). Zia Petunia non mangiò nulla. Teneva le braccia incrociate, aveva le labbra strette e sembrava che si masticasse la lingua, come per trattenere la furiosa invettiva che avrebbe tanto voluto scagliare contro Harry.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
A quESto non aveva pensato. Come avrebbero fatto i Weasley a venire a prenderlo? Non avevano più l’auto; la loro vecchia Ford Anglia al momento scorrazzava libera nella ForESta Proibita a Hogwarts. Ma l’anno prima il signor Weasley aveva prESo in prEStito un’auto del Ministero della Magia; forse avrebbe fatto lo stESso anche stavolta?
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Zio Vernon sbuffò tra i baffi. In circostanze normali avrebbe chiESto che tipo di macchina aveva il signor Weasley; tendeva a giudicare gli altri DAlle dimensioni e DAl costo delle loro auto. Ma Harry dubitava che a zio Vernon sarebbe piaciuto il signor Weasley anche se fosse arrivato a bordo di una Ferrari.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Harry passò quasi tutto il pomeriggio nella sua camera; non riusciva a sopportare la vista di zia Petunia che ogni pochi secondi spiava attraverso le tendine, come se fosse stato DAto l’allarme su un rinoceronte in fuga. Finalmente, alle cinque meno un quarto, Harry scESe in salotto.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Zia Petunia stava riordinando freneticamente i cuscini. Zio Vernon fingeva di leggere il giornale, ma i suoi occhietti non si muovevano, e Harry era certo che stESse tendendo le orecchie al massimo, in attESa del rumore di un’auto in arrivo. Dudley era incastrato in una poltrona, seduto sulle mani ciccione, strette salDAmente al didietro. Harry non rESistette alla tensione; uscì e andò a sedersi sugli scalini dell’ingrESso, gli occhi fissi all’orologio e il cuore che batteva forte per l’eccitazione e l’ansia.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Ma le cinque arrivarono e passarono. Zio Vernon, leggermente suDAto nel suo completo, aprì la porta, guardò su e giù per la straDA, poi ritirò in fretta la tESta.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Non hanno nESsuna considerazione».
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Be’, non succederà, quESto è sicuro» concluse zio Vernon, e Harry lo sentì alzarsi e camminare su e giù per il salotto. «Prenderanno il ragazzo e se ne andranno, non perderemo tempo con loro. AmmESso che vengano, poi. Probabilmente hanno sbagliato giorno. Sospetto che quelli della loro razza non tengano in gran conto la puntualità. O è così, oppure avranno una macchinetta DA due soldi che si è rot… AAAAAAARRRRRGH!»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Harry balzò in piedi. DAll’altra parte della porta del salotto venivano i rumori dei tre Dursley che scalpicciavano per la stanza, in preDA al panico. Un attimo dopo, Dudley sfrecciò nell’ingrESso, terrorizzato.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Che cosa è succESso?» disse Harry. «Cosa c’è?»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
DA dietro il camino murato, ornato sul DAvanti DA un fuoco finto, provenivano colpi assorDAnti e un gran tramEStio.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Loro… sono arrivati con la Polvere Volante» disse Harry reprimendo a fatica la voglia matta di ridere. «Possono viaggiare attraverso i camini… solo che quESto è murato… un momento…»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
I tonfi cESsarono. DAll’interno qualcuno disse: «Sst!»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Signor Weasley, sono Harry… il camino è chiuso. Non potete entrare DA qui».
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«DAvvero?» disse la voce del signor Weasley, eccitata. «Eclettico, hai detto? Con la spina? Cielo, devo vederlo… riflettiamo… ahia, Ron!»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Sì, ci stiamo divertendo DA pazzi qui» disse George: la sua voce suonava soffocata, come se fosse schiacciato contro il muro.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Il fuoco elettrico sfrecciò attraverso la stanza mentre il camino chiuso ESplodeva, ESpellendo il signor Weasley, Fred, George e Ron in una nube di calcinacci e schegge vaganti. Zia Petunia strillò e cadde all’indietro, addosso al tavolino; zio Vernon la afferrò prima che toccasse terra e fissò a bocca spalancata i Weasley, che avevano tutti i capelli rosso vivo, comprESi Fred e George, identici fino all’ultima lentiggine.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Così va meglio» disse il signor Weasley ansante, scrollandosi via la polvere DAi lunghi abiti verdi e raddrizzandosi gli occhiali. «Ah… voi dovete ESsere gli zii di Harry!»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Alto, magro, un po’ calvo, il signor Weasley avanzò verso zio Vernon, la mano tESa, ma zio Vernon arretrò di alcuni passi, trascinando con sé zia Petunia. Zio Vernon era senza parole. Il suo abito migliore era pieno di polvere bianca, che gli copriva baffi e capelli facendolo sembrare più vecchio di trent’anni.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Ehm… sì… mi dispiace per tutto quESto» disse il signor Weasley, abbassando la mano e gettando un’occhiata al camino ESploso alle sue spalle. «È tutta colpa mia, non mi è proprio venuto in mente che non saremmo riusciti a uscire DAll’altra parte. Vede, ho fatto collegare il suo camino alla Metropolvere, solo per un pomeriggio, sa, per venire a prendere Harry. I camini Babbani di norma non dovrebbero ESsere collegati, ma ho un contatto utile al Comitato per la Regolamentazione della Metropolvere e lui me l’ha sistemato. Posso rimetterlo a posto in un batter d’occhio, comunque, non si preoccupi. Accenderò il fuoco per rimanDAre indietro i ragazzi, e poi posso ripararvi il camino prima di Smaterializzarmi».
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Andiamo a prenderlo» disse subito Fred. Strizzando l’occhio a Harry, lui e George uscirono DAlla stanza. Sapevano dov’era la camera di Harry, visto che una volta erano anDAti a prenderlo nel cuore della notte. Harry sospettava che Fred e George sperassero di DAre un’occhiatina a Dudley: ne avevano sentito parlare moltissimo DA lui.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Visto che il salotto solitamente immacolato al momento era invaso di polvere e frammenti di mattoni, i Dursley non prESero molto bene l’osservazione. Il volto di zio Vernon divenne violetto, e zia Petunia prESe a mordersi la lingua, ma sembravano troppo spaventati per dire qualcosa.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Il signor Weasley si stava guarDAndo intorno. Adorava tutto ciò che riguarDAva i Babbani. Harry vide che moriva DAlla voglia di anDAre a studiare DA vicino il televisore e il videoregistratore.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Evidentemente lo pensava anche zio Vernon. Si spostò leggermente a dEStra, nascondendo zia Petunia, come se fosse convinto che il signor Weasley potESse aggredirli DA un momento all’altro.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Dudley spuntò all’improvviso, inseguito DAi tonfi che provenivano DAlle scale; strisciò lungo il muro, fissando il signor Weasley con occhi terrorizzati, e tentò di nascondersi dietro sua madre e suo padre. Purtroppo la stazza di zio Vernon, pur in grado di coprire l’ossuta zia Petunia, non era nemmeno lontanamente sufficiente a nascondere Dudley.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Ah, quESto è tuo cugino, vero, Harry?» disse il signor Weasley, in un altro coraggioso tentativo di far conversazione.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Sì» disse Harry, «quESto è Dudley».
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Lui e Ron si scambiarono uno sguardo e poi distolsero in fretta gli occhi l’uno DAll’altro; la tentazione di scoppiare a ridere era quasi incontrollabile. Dudley continuava a tenersi il sedere come se avESse paura di vederlo cascare. Il signor Weasley, comunque, parve sinceramente preoccupato DA quello stravagante comportamento: DAl suo tono di voce alla frase che seguì, Harry fu quasi certo che il signor Weasley ritenESse Dudley matto quanto i Dursley pensavano che lo fosse lui, solo che il signor Weasley provava compassione più che paura.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Stai passando delle belle vacanze, Dudley?» chiESe gentilmente.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Fred e George rientrarono col baule scolastico di Harry, si guarDArono intorno e riconobbero Dudley. I loro volti si storsero in due identici ghigni perfidi.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Si rimboccò le maniche ed EStrasse la bacchetta magica. Harry vide i Dursley ritrarsi precipitosamente verso il muro.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Incendio!» ESclamò il signor Weasley, puntando la bacchetta verso il buco nel muro.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Nel camino le fiamme si alzarono all’istante, scoppiettando allegramente come se fossero accESe DA ore. Il signor Weasley EStrasse un sacchetto DAlla tasca, ne slegò il laccio, prESe un pizzico di polvere e lo gettò tra le fiamme, che divennero verde smeraldo e scoppiettarono più che mai.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Un sacchetto di dolci era scivolato fuori DAlla tasca e il contenuto rotolava DAppertutto: grosse, grasse caramelle morbide dentro incarti DAi colori vivaci.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Fred si chinò a raccoglierle e le ficcò di nuovo in tasca, poi salutò allegramente i Dursley agitando la mano, fece un passo avanti ed entrò dritto nel fuoco, dicendo: «La Tana!» Zia Petunia trattenne il rESpiro, tremando. Si udì un risucchio, e Fred spari.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«AdESso, George» disse il signor Weasley, «tu e il baule».
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Harry aiutò George a trascinare il baule dentro le fiamme e a voltarlo in modo che potESse afferrarlo meglio. Poi, con un secondo risucchio, George gridò: «La Tana!» e anche lui partì.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Loro non risposero. Harry avanzò verso il camino, ma proprio sul bordo il signor Weasley tESe una mano e lo trattenne. Stava guarDAndo i Dursley, sbigottito.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Non fa niente» sussurrò Harry al signor Weasley. «DAvvero, non importa».
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Il signor Weasley non tolse la mano DAlla spalla di Harry.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Non rivedrete vostro nipote fino all’EState prossima» disse a zio Vernon con quieta indignazione. «Di certo vorrete dirgli arrivederci…»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Il viso di zio Vernon era lo specchio dei suoi pensieri. L’idea di sentirsi DAre lezioni di rispetto DA un uomo che aveva appena fatto saltare in aria metà del suo salotto sembrava ESsere per lui motivo di intensa sofferenza.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Ma il signor Weasley aveva ancora la bacchetta in mano, e gli occhietti di zio Vernon sfrecciarono verso di ESsa prima che dicESse, in tono molto risentito: «Allora, arrivederci».
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Ci vediamo» disse Harry, mettendo un piede nelle fiamme verdi, che erano piacevoli come un caldo rESpiro. In quel momento, però, dietro di lui si levò un terribile rumore, il rumore che si fa quando qualcosa ti va per traverso, e zia Petunia prESe a strillare.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Harry si voltò. Dudley non era più nascosto dietro i genitori. Era in ginocchio accanto al tavolino, e tossiva e sputacchiava per via di una cosa visciDA, violetta, lunga una trentina di centimetri che gli spuntava DAlla bocca. Uno stupefatto istante più tardi, Harry capì che la cosa lunga trenta centimetri era la lingua di Dudley, e che una carta colorata di caramella mou era li per terra accanto a lui.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Zia Petunia si precipitò a terra vicino a Dudley, afferrò la punta della sua lingua gonfia e cercò di strappargliela DAlla bocca; naturalmente Dudley urlò e sputacchiò ancora più di prima, cercando di rESpingerla. Zio Vernon ululava e agitava le braccia, e il signor Weasley dovette urlare per farsi sentire.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«Non preoccupatevi, lo sistemo io!» gridò, avvicinandosi a Dudley con la bacchetta tESa, ma zia Petunia strillò più forte che mai e si gettò su Dudley, riparandolo DAl signor Weasley.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
«No, DAvvero!» disse il signor Weasley in tono disperato. «È una cosa semplice… è stata la caramella… mio figlio Fred… un gran giocherellone… ma è solo un IncantESimo di Ingozzamento… almeno, credo… per favore, posso sistemare tutto…»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Ma invece di ESsere rassicurati, i Dursley furono ancor più prESi DAl panico: zia Petunia singhiozzava isterica, strattonando la lingua di Dudley come se fosse decisa a strappargliela via; Dudley sembrava sul punto di soffocare grazie all’effetto combinato di sua madre e della sua lingua, e zio Vernon, che aveva perso completamente il controllo di sé, afferrò una statuetta di porcellana DAlla credenza e la scagliò con tutte le sue forze contro il signor Weasley, che si chinò manDAndo il soprammobile in frantumi dentro il camino ESploso.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
Harry non voleva perdersi lo spettacolo, ma il secondo soprammobile di zio Vernon mancò per un pelo il suo orecchio sinistro, e tutto sommato decise che era meglio lasciare la situazione al signor Weasley. Entrò nel fuoco, ESclamò: «La Tana!» e gettò un’ultima fugace occhiata a! salotto: il signor Weasley stava facendo ESplodere con un colpo di bacchetta un terzo soprammobile nella mano di zio Vernon e zia Petunia strillava distESa sopra Dudley, la cui lingua ciondolava come un grosso pitone bavoso. Un attimo dopo Harry fu risucchiato DA un vortice, e il salotto dei Dursley sparì alla sua vista in una girandola di fiamme verde smeraldo. Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4) |
All’EStremità del tavolo, Percy stava raccontando a suo padre nei dettagli la relazione sui fondi di calderone.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Ho detto al signor Crouch che la finirò per martedì» diceva in tono pomposo. «È un po’ in anticipo, ma mi piace ESsere tempEStivo. Credo che mi sarà grato per averla finita prima del tempo. Voglio dire, al momento DA noi c’è così tanto DA fare, con tutti i preparativi per la Coppa del Mondo. È che non abbiamo tutto l’appoggio che ci occorre DAll’Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici. Ludo Bagman…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Alle sette i due tavoli erano carichi di piatti dell’eccellente cucina della signora Weasley, e tutta la famiglia, più Harry e Hermione si sedettero a cena sotto un cielo blu intenso e trasparente. Per uno che era vissuto tutta l’EState mangiando torta sempre più stantia, quello era il paradiso, e all’inizio Harry ascoltò più che parlare, servendosi di pasticcio di pollo e prosciutto, patate bollite e insalata.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Molto male» disse Percy stizzito, e sbatté la finEStra. RiDAcchiando, Bill e Charlie fecero atterrare i tavoli al sicuro sull’erba, uno vicino all’altro; poi con un tocco di bacchetta, Bill riattaccò la gamba mancante e fece apparire le tovaglie DAl nulla.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Il tavolo di Bill urtò quello di Charlie con un gran tonfo e gli strappò una gamba. Giunsero altri rumori DAll’alto; tutti guarDArono in su e videro la tESta di Percy spuntare DA una finEStra del secondo piano.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Volete DArvi una calmata?» ululò.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«DAi» disse Ron in fretta a Harry, prendendo una manciata di posate DAl cassetto aperto, «andiamo ad aiutare Bill e Charlie».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Lasciarono la signora Weasley e uscirono nel cortile DAlla porta sul retro.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Avevano fatto solo pochi passi quando Grattastinchi, il gatto di Hermione, fulvo e DAlle zampe alquanto storte, scattò fuori DAl giardino, la coDA a scovolo ritta in aria, inseguendo quella che sembrava una patata fangosa con le gambe. Harry riconobbe uno gnomo: alto a stento venticinque centimetri, aveva piedini callosi che scalpicciavano rapidissimi mentre sfrecciava attraverso il cortile e si tuffava di tESta in uno degli stivali di gomma sparpagliati attorno alla porta. Harry udì lo gnomo riDAcchiare come un pazzo mentre Grattastinchi infilava una zampa nello stivale, tentando di afferrarlo. Contemporaneamente, DAl giardino sul lato opposto della casa si levò un fracasso tremendo: Bill e Charlie, con le bacchette sguainate, avevano incominciato un duello tra due vecchi tavoli che fluttuavano a mezz’aria, facendoli cozzare uno contro l’altro nel tentativo di abbattersi a vicenDA. Fred e George facevano il tifo; Ginny rideva e Hermione guarDAva in disparte, incerta se divertirsi o preoccuparsi.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
La bacchetta aveva emESso uno squittio acuto e si era trasformata in un topone di gomma.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Non so dove abbiamo sbagliato con loro» disse la signora Weasley, posando la bacchetta e cominciando a tirar fuori altre padelle. «DA anni è sempre la stESsa storia, una cosa dopo l’altra, e non ascoltano… OH, NON DI NUOVO!»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Sbatté una grande padella di rame sul tavolo della cucina e cominciò a girarvi dentro la bacchetta. Una salsa cremosa uscì DAlla punta mentre lei mEScolava.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Non è che non abbiano cervello» riprESe seccata, mettendo la padella sul fornello e accendendolo con un altro colpo di bacchetta, «ma lo sprecano, e se non si rimettono in riga in fretta, finiranno nei guai, guai seri. Ho ricevuto più gufi DA Hogwarts per loro che per tutti gli altri mESsi insieme. Se continuano così, finiranno DAvanti all’Ufficio per l’Uso Improprio della Magia».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Oh, per l’amor del cielo» sbottò, puntando la bacchetta verso una padella che balzò sul pavimento, raccogliendo le patate. «Quei due!» ESplose irritata, EStraendo pentole e pentoline DA una credenza, e Harry capì che parlava di Fred e George. «Non so come andranno a finire, non lo so proprio. Non hanno nESsuna ambizione, a parte combinare tutti i guai che possono…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Sì, va bene» disse Ron. ScESero tutti in cucina, dove trovarono la signora Weasley, sola e molto arrabbiata.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Ceneremo in giardino» disse quando entrarono. «Non c’è posto per undici persone qui dentro. Potete portare fuori i piatti, ragazze? Bill e Charlie stanno preparando la tavola. Coltelli e forchette, per favore, voi due» disse a Ron e Harry, puntando la bacchetta magica con tale veemenza verso un mucchio di patate nel lavandino, che quelle schizzarono fuori DAlle bucce come bolidi, rimbalzando sui muri e sul soffitto.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Credo che abbiano smESso di litigare» disse Hermione per far passare quel momento di imbarazzo, visto che Ginny guarDAva incuriosita DA Ron a Harry. «E se scendESsimo ad aiutare tua madre per la cena?»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«E hai notizie di…?» cominciò Ron, ma uno sguardo di Hermione lo zittì. Harry sapeva che Ron stava per chiedere di Sirius: Ron e Hermione lo avevano aiutato a sfuggire al Ministero della Magia, ed erano preoccupati per lui quasi quanto Harry; ma parlarne DAvanti a Ginny era comunque una pESsima idea. NESsuno, a parte loro e il profESsor Silente, sapeva come era fuggito Sirius, o credeva nella sua innocenza.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Com’è anDAta l’EState, Harry?» chiESe Hermione. «Hai ricevuto i nostri pacchi con i dolci e il rESto?»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Se gli piace?» disse Ron cupo. «Credo che non verrebbe nemmeno a casa se papà non lo costringESse. È maniacale. Mi raccomando, non chiedergli del suo capo. Secondo il signor Crouch… come ho detto al signor Crouch… il signor Crouch è del parere che… il signor Crouch mi diceva… Si fiDAnzeranno DA un momento all’altro».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Allora a Percy piace il suo lavoro?» chiESe Harry, sedendosi su uno dei letti e guarDAndo i Magnifici Sette sfrecciare dentro e fuori DAi poster sul soffitto.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Dov’è Grattastinchi?» chiESe Harry a Hennione.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Leo sfrecciò nella gabbia, tubando in tono acutissimo. Harry conosceva Ron troppo bene per prenderlo sul serio. Si era lamentato continuamente del suo vecchio topo Crosta, ma era rimasto sconvolto quando sembrò che il gatto di Hermione, lo avESse divorato.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Sì, e quESto non è un nome stupido, vero?» disse Ron sarcastico. «Gliel’ha DAto Ginny» spiegò a Harry. «Secondo lei è simpatico. E io ho cercato di cambiarglielo, ma era troppo tardi, ormai non risponde se lo chiamo in un altro modo. Così adESso è Leo. Devo tenerlo quassù perché dà fastidio a Errol e a HermES. Dà fastidio anche a me, se è per quello».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Ehm… perché quel gufo lo chiami Leo?» chiESe Harry a Ron.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Sta’ zitto, Leo» disse Ron, infilandosi tra due dei quattro letti che erano stati fatti entrare a forza nella stanza. «Fred e George dormono con noi perché nella loro stanza ci sono Bill e Charlie». disse a Harry. «Percy riESce a tenersi la camera tutta per sé perché deve lavorare».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
La stanza in cima alla casa dove dormiva Ron aveva quasi lo stESso aspetto dell’ultima volta che Harry era stato ospite DA loro; la squadra di Quidditch preferita di Ron, i Magnifici Sette, sfrecciavano e salutavano DAi poster sulle pareti e sul soffitto spiovente, e l’acquario sul DAvanzale che prima conteneva uova di rana ora ospitava una rana EStremamente grossa. Il vecchio topo di Ron, Crosta, non c’era più, ma in compenso c’era il gufetto grigio che aveva recapitato la lettera di Ron a Harry a Privet Drive. Stava saltando su e giù in una gabbietta, e cantava come un pazzo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Ridi pure, Ron» disse riscalDAndosi, «ma se non viene imposta una qualche legge internazionale ci ritroveremo il mercato invaso DA prodotti scadenti, col fondo sottile che mettono seriamente in pericolo…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Sì, si, d’accordo» disse Ron, e riprESe a salire le scale. Percy sbatté la porta. Harry, Hermione e Ginny seguirono Ron per altre tre rampe di scale; DAlla cucina le griDA della discussione echeggiavano fin lassù. A quanto pareva, il signor Weasley aveva detto alla signora Weasley delle caramelle.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Su cosa stai lavorando?» chiESe Harry.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Un rapporto per l’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale» disse Percy compiaciuto. «Stiamo cercando di uniformare lo spESsore dei calderoni. Alcuni dei prodotti d’importazione sono un po’ troppo sottili… le perdite stanno crEScendo quasi del tre per cento l’anno…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Oh, ciao, Harry» disse Percy. «Mi stavo proprio chiedendo chi facESse tutto quel rumore. Sto cercando di lavorare, sai — devo finire una relazione per l’ufficio — ed è piuttosto difficile concentrarsi quando c’è gente che continua a far chiasso su e giù per le scale».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«E poi c’è stata una litigata tremenDA» continuò Ginny «perché mamma vuole che entrino al Ministero della Magia come papà, mentre loro vogliono aprire un negozio di giochi e scherzi».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
In quel momento si aprì una porta sul secondo pianerottolo e spuntò una faccia con occhiali cerchiati di corno e un’ESprESsione molto seccata.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Solo che gran parte della roba — be’, in realtà tutta — era un po’ pericolosa» disse Ron, «e, sai, pensavano di venderla a Hogwarts per fare un po’ di soldi, e mamma è anDAta fuori DAi gangheri. Gli ha detto che non dovevano permettersi di anDAre oltre, e ha bruciato tutti i moduli… è furiosa con loro perché, non hanno prESo il G.U.F.O. che si aspettava».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Sono secoli che sentiamo delle ESplosioni venire DAlla loro camera, ma non abbiamo mai pensato che stESsero facendo sul serio» spiegò Ginny, «credevamo che gli piacESse il rumore e basta».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Mamma ha trovato un mucchio di moduli di ordinazione mentre puliva la camera di Fred e George» disse Ron piano. «Lunghi listini di prezzi delle cose che hanno inventato. Scherzi, sai. Bacchette finte e caramelle a sorprESa, un sacco di roba. È stato grande, non sapevo che stESsero inventando tutta quella roba…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Voi rEState dove siete!» sibilò la signora Weasley.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Harry e Ron uscirono DAlla cucina, e con Hermione e Ginny attraversarono lo stretto ingrESso e salirono le scale traballanti che zigzagavano attraverso la casa e portavano ai piani di sopra.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Che cosa sono i Tiri Vispi Weasley?» chiESe Harry mentre salivano.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Perché non fai vedere a Harry la tua stanza, Ron?» disse Hermione DAlla soglia.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Che cos’hanno combinato quESta volta?» chiESe la signora Weasley. «Se ha qualcosa a che fare con i Tiri Vispi Weasley…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Non è niente, Molly» borbottò il signor Weasley. «Fred e George hanno solo… ma li ho sgriDAti…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Il signor Weasley ESitò. Harry capì che, per quanto fosse arrabbiato con Fred e George, non intendeva DAvvero raccontare l’accaduto alla signora Weasley. Calò il silenzio, mentre il signor Weasley osservava la moglie, nervoso. Poi sulla soglia della cucina apparvero due ragazze. Una, capelli castani molto mossi e denti DAvanti piuttosto grandi, era l’amica di Harry e Ron, Hermione Granger. L’altra, che era piccola e rossa di capelli, era la sorella minore di Ron, Ginny. Entrambe sorrisero a Harry, che fece un gran sorriso in risposta, cosa che fece diventare Ginny paonazza: aveva una cotta per Harry fin DAlla sua prima visita alla Tana.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
La signora Weasley era appena entrata in cucina. Era una donna bassa e pienotta con un viso molto gentile, anche se al momento i suoi occhi erano stretti DAl sospetto.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Non è quESto il punto!» gridò il signor Weasley furente. «Aspettate che lo dica a vostra madre…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«No, gliel’abbiamo DAta perché è un bullo ciccione e stupido» disse George. «Vero, Harry?»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Non gliel’abbiamo DAta perché è un Babbano!» ESclamò Fred indignato.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Non è divertente!» urlò il signor Weasley. «QuESto genere di comportamento mina seriamente le relazioni maghi-Babbani! Passo metà della mia vita a battermi contro i maltrattamenti ai Babbani, e i miei figli…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Quanto gli è diventata grossa la lingua?» chiESe George curioso.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Ha superato il metro prima che i suoi genitori mi permettESsero di rimpicciolirla!»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Prima che uno di loro potESse dire qualcosa, si udì un debole schiocco, e il signor Weasley comparve DAl nulla al fianco di George. Harry non lo aveva mai visto così arrabbiato.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Non è stato divertente, Fred!» gridò. «Che cosa accidenti hai DAto a quel ragazzo Babbano?»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Non gli ho DAto niente» rispose Fred, con un altro ghigno perfido. «L’ho solo fatta cadere… è stata colpa sua se l’ha prESa e l’ha mangiata, io non gli ho mai detto di farlo».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Bill si alzò sorridendo e strinse anche lui la mano a Harry. Bill fu piuttosto una sorprESa. Harry sapeva che lavorava per la banca dei maghi, la Gringott, che era stato Caposcuola di Hogwarts, e aveva sempre immaginato che fosse una versione più vecchia di Percy: irritabile se si trattava di infrangere delle regole e deciso a trattare tutti DAll’alto in basso. Invece Bill era — non c’era altra definizione — forte. Era alto, con lunghi capelli stretti in una coDA. Portava un orecchino DA cui pendeva una specie di zanna. I suoi vEStiti non sarebbero sembrati fuori posto a un concerto rock, a parte il fatto che gli stivali non erano di cuoio ma di pelle di drago.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Come va, Harry?» disse il più vicino dei due con un sorriso, tendendo una manona che Harry strinse, sentendo calli e vESciche sotto le dita. Doveva ESsere Charlie, che lavorava con i draghi in Romania. Charlie aveva la stESsa corporatura dei gemelli, più basso e più robusto di Percy e Ron, che erano entrambi alti e smilzi. Aveva una larga faccia aperta, segnata DAlle intemperie e così lentigginosa che sembrava quasi abbronzato; le sue braccia erano muscolose, e su una spiccava una grossa scottatura lucente.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
La piccola cucina rimbombò di risate; Harry si guardò attorno e vide Ron e George seduti al tavolo di legno con due ragazzi DAi capelli rossi che Harry non aveva mai visto prima, anche se capì subito chi erano: Bill e Charlie, i due Weasley maggiori.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Harry piroettò sempre più in fretta, i gomiti stretti ai fianchi, mentre caminetti confusi gli saettavano DAvanti, finché non cominciò ad avere la nausea e chiuse gli occhi. Poi, quando finalmente sentì che stava rallentando, tESe le mani e si fermò appena in tempo per non cadere a faccia in giù fuori DAl camino della cucina dei Weasley.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«L’ha mangiata?» gli chiESe Fred eccitato, tendendo una mano per aiutare Harry a rialzarsi.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Una Mou Mollelingua» disse Fred allegramente. «Le abbiamo inventate io e George, è tutta l’EState che cercavamo qualcuno su cui provarle…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Mi piace Ludo» disse il signor Weasley in tono mite. «È stato lui a procurarci quegli ottimi biglietti per la Coppa. Io gli ho fatto un piccolo favore: suo fratello, Otto, si è mESso un po’ nei guai — per via di un tagliaerba con poteri innaturali — e io ho sistemato la cosa».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Oh, Bagman è piuttosto piacevole, naturalmente» disse Percy sbrigativo, «ma chissà come ha fatto a diventare Direttore dell’Ufficio… se si pensa al signor Crouch! Non ce lo vedo proprio, il signor Crouch, a perdere un membro del nostro Ufficio senza cercare di scoprire che cosa gli è succESso. Ma vi rendete conto che Bertha Jorkins è sparita DA più di un mESe? È anDAta in vacanza in Albania e non è più tornata…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Oh, Bertha è un caso disperato, è vero» disse Percy. «Ho sentito dire che è stata trasferita DA un Ufficio all’altro per anni, insomma, dà molti più guai di quanto non valga… ma comunque Bagman dovrebbe cercarla. Il signor Crouch si è interESsato personalmente al caso — lei una volta lavorava DA noi, sapete, e credo che al signor Crouch piacESse molto — ma Bagman non fa che ridere e dire che probabilmente teneva la cartina a rovEScio ed è finita in Australia invece che in Albania. Comunque» Percy fece un gran sospiro e bevve un bel sorso di vino di fior di sambuco, «abbiamo abbastanza DA fare all’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale senza metterci a cercare anche i membri degli altri Uffici. Come sapete, dobbiamo organizzare un altro evento importante dopo la Coppa del Mondo». Si schiarì la gola in tono eloquente e guardò verso l’EStremità del tavolo, dov’erano seduti Harry, Ron e Hermione. «Tu sai di cosa parlo, papà». Alzò appena la voce. «La cosa top-secret».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Ron alzò gli occhi al cielo e borbottò a Harry e Hermione: «Vuole che gli chiediamo di che si tratta, fa così fin DA quando ha cominciato a lavorare. Probabilmente è una mostra di calderoni col doppio fondo».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Mamma, alla banca non importa niente a nESsuno di come mi vESto fintantoché gli porto tanti tESori» disse Bill in tono paziente.
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«E i capelli ti vanno DAppertutto, caro» disse la signora Weasley sfiorando la bacchetta con affetto. «Vorrei tanto che mi permettESsi di DArgli un’aggiustatina…»
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«A me piacciono» intervenne Ginny, che era seduta accanto a Bill. «Sei così fuori moDA, mamma. Comunque, non sono affatto lunghi come quelli del profESsor Silente…»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Deve vincere l’IrlanDA» disse Charlie a bocca piena tra un boccone di patate e l’altro. «Hanno stESo il Perù nelle semifinali».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Krum è il solo giocatore decente, l’IrlanDA ne ha sette» disse Charlie secco. «Vorrei che fosse passata l’Inghilterra, però. È stato imbarazzante, ecco».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Che cosa è succESso?» chiESe Harry avido, rimpiangendo più che mai l’isolamento DAl mondo della magia che subiva a Privet Drive. Harry era un grande appassionato di Quidditch. Giocava come Cercatore nella squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro fin DAl suo primo anno a Hogwarts e possedeva una Firebolt, una delle migliori scope DA corsa del mondo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Ha perso con la Transilvania, trecentonovanta a dieci» disse Charlie cupo. «Uno spettacolo agghiacciante. E il GallES ha perso con l’UganDA, e il Lussemburgo ha massacrato la Scozia».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Prima del dolce (gelato di fragola fatto in casa), il signor Weasley fece apparire delle candele per illuminare il giardino sempre più buio, e quando ebbero finito le falene svolazzavano basse sul tavolo e l’aria tiepiDA era carica degli aromi dell’erba e del caprifoglio. Harry si sentiva molto sazio e in pace col mondo mentre osservava parecchi gnomi filare tra i cESpugli di rose, ridendo come matti, con Grattastinchi alle calcagna.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
Ron si guardò attentamente intorno per controllare che il rESto della famiglia fosse impegnato nelle chiacchiere, poi chiESe molto piano a Harry: «Allora… hai ricevuto notizie DA Sirius?»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
All’improvviso gli venne in mente la ragione per cui aveva scritto a Sirius e per un attimo fu lì lì per raccontare a Ron e Hermione della cicatrice bruciante e del sogno che lo aveva svegliato… Ma non voleva proprio metterli in agitazione in quel momento, non quando lui stESso si sentiva così felice e tranquillo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«GuarDAte un po’ l’ora» disse la signora Weasley all’improvviso, DAndo un’occhiata all’orologio DA polso. «DovrESte proprio ESsere a letto, tutti quanti: dovrete alzarvi all’alba per anDAre alla Coppa. Harry, se mi lasci la tua lista delle cose di scuola, te le prendo io domani a Diagon Alley, insieme a quelle dei ragazzi. Può DArsi che non rESti tempo dopo la Coppa del Mondo: l’ultima volta la partita è durata cinque giorni».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Wow… spero che sia così anche stavolta!» ESclamò Harry entusiasta.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Be’, io no di certo» disse Percy in tono affettato. «Tremo al pensiero di quello che troverei sulla mia scrivania se mancassi cinque giorni DAll’ufficio».
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Quello era un campione di fertilizzante DAlla Norvegia!» disse Percy diventando paonazzo. «Non era niente di personale!»
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
«Invece sì» bisbigliò Fred a Harry mentre si alzavano. «Gliel’abbiamo manDAta noi». I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4) |
A Harry pareva di ESsersi appena coricato quando la signora Weasley lo scrollò per svegliarlo.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Harry cercò gli occhiali a tastoni, li inforcò e si sedette. Fuori era ancora buio. Ron borbottò qualcosa mentre sua madre lo svegliava. Ai piedi del suo materasso Harry vide due grosse sagome insonnolite emergere DA grovigli di coperte.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Si vEStirono in silenzio, troppo intontiti per parlare, poi, sbadigliando e stiracchiandosi, tutti e quattro scESero le scale ed entrarono in cucina.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
La signora Weasley stava mEScolando il contenuto di un grosso tegame sul fornello, mentre il signor Weasley era seduto a tavola e controllava un fascio di grossi biglietti di pergamena. Alzò gli occhi mentre entravano i ragazzi, e allargò le braccia per farsi vedere: indossava una specie di maglione DA golfista e un paio di jeans vecchissimi, un po’ troppo larghi per lui, tenuti su DA una spESsa cintura di pelle.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Cosa ne dite?» chiESe ansioso. «Dobbiamo viaggiare in incognito… assomiglio a un Babbano, Harry?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Dove sono Bill, Charlie e Per-Per-Percy?» chiESe George senza riuscire a soffocare un grande sbadiglio.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Harry sapeva che Materializzarsi era molto difficile; voleva dire sparire DA un posto e riapparire quasi all’istante in un altro.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Perché non avete l’età e non avete passato l’ESame» rispose secca la signora Weasley. «E le ragazze dove sono finite?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Si precipitò fuori DAlla cucina su per le scale.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Bisogna passare un ESame per Materializzarsi?» chiESe Harry.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Metà di loro è rimasta indietro» spiegò il signor Weasley, versando un bel po’ di melassa nel suo porridge. «Così, naturalmente, sono rimasti bloccati. Non potevano anDAre né di qua né di là. Hanno dovuto aspettare che venisse a liberarli la Squadra Cancellazione Magia Accidentale. Ci sono volute un bel po’ di scartoffie, credetemi, perché i Babbani avevano visto le parti del corpo rimaste DAll’altra parte…»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«E poi sono anDAti a posto?» chiESe, ESterrefatto.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Oh, sì» disse il signor Weasley in tono pratico. «Ma si sono prESi una bella multa, e non credo che ci riproveranno molto prESto. Non si può scherzare con la Materializzazione. Ci sono un sacco di maghi adulti che non la praticano. Preferiscono le scope… sono più lente ma più sicure».
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Charlie ha dovuto fare l’ESame due volte» disse Fred con un gran ghigno. «La prima volta è stato bocciato. È apparso cinque miglia più a sud di dove doveva, proprio sopra a una poveretta che faceva la spESa, vi ricorDAte?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Percy è passato solo due settimane fa» disse George. «DA allora si Materializza in cucina tutte le mattine, solo per far vedere che è capace».
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Perché dobbiamo alzarci così prESto?» chiESe Ginny, stropicciandosi gli occhi e prendendo posto a tavola.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Una passeggiata?» ESclamò Harry. «Come, andiamo a piedi fino al…»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Cosa c’è?» disse George, in un tono innocente che non ingannò nESsuno.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Alcuni piccoli oggetti DAi colori vivaci sfrecciarono fuori DAlla tasca di George; lui tentò di afferrarli ma li mancò, e quelli filarono nella mano tESa della signora Weasley.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Vi avevamo detto di distruggerle!» disse furibonDA, mostrando quelle che erano senz’ombra di dubbio altre Mou Mollelingua. «Vi avevamo detto di eliminarle tutte! Vuotate le tasche, avanti, tutti e due!»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Fu una scena spiacevole: era chiaro che i gemelli avevano tentato di portare via DA casa più caramelle che potevano, e solo con l’IncantESimo di Appello la signora Weasley riuscì a trovarle tutte.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Accio! Accio! Accio!» gridò, e frotte di mou sfrecciarono fuori DAi posti più improbabili, comprESi l’orlo della giacca di George e i risvolti dei jeans di Fred.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Ci abbiamo mESso sei mESi a inventarle!» urlò Fred mentre sua madre le gettava via.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Oh, gran bel modo di sprecare sei mESi!» strillò. «Non c’è DA stupirsi che non abbiate prESo un G.U.F.O. migliore!»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Insomma, quando partirono l’atmosfera non era delle più distESe. La signora Weasley era ancora fumante di rabbia mentre baciava il signor Weasley sulla guancia, anche se non quanto i gemelli, che si misero lo zaino in spalla e uscirono senza dirle una parola.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Faceva freddo e la luna brillava nel cielo. Solo una striscia di una cupa tinta verDAstra all’orizzonte sulla loro dEStra mostrava l’avvicinarsi dell’alba. Harry, che stava pensando alle migliaia di maghi che si affrettavano verso la Coppa del Mondo di Quidditch, accelerò per mettersi al passo con il signor Weasley.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Ma allora come fanno tutti quanti ad arrivarci senza che i Babbani se ne accorgano?» chiESe.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«È stato un problema organizzativo cruciale» sospirò il signor Weasley. «Il guaio è che alla Coppa del Mondo arrivano qualcosa come centomila maghi, e naturalmente non abbiamo un sito magico abbastanza grande DA accoglierli tutti. Ci sono luoghi in cui i Babbani non possono entrare, ma prova a immaginare di stipare centomila maghi a Diagon Alley o sul binario nove e tre quarti. Così abbiamo dovuto trovare una bella lanDA dESerta e mettere in atto tutte le precauzioni anti-Babbani possibili. L’intero Ministero ci ha lavorato per mESi. Prima di tutto, naturalmente, bisogna scaglionare gli arrivi. Quelli con i biglietti più a buon mercato devono arrivare con due settimane d’anticipo. Un numero limitato usa mezzi di trasporto babbani, ma gli altri non possono affollare i loro pullman e treni: ricorDA che i maghi arrivano DA tutto il mondo. Alcuni si Materializzano, naturalmente, ma dobbiamo trovare dei luoghi sicuri per la loro Materializzazione, a distanza di sicurezza DAi Babbani. Credo che per quESto ci sia un bosco comodo. Per quelli che non vogliono o non possono Materializzarsi, ci sono le Passaporte, oggetti che servono a trasportare i maghi DA un posto all’altro in un orario prEStabilito. Si possono organizzare gruppi numerosi, se occorre. Ci sono duecento Passaporte disposte in punti strategici in tutta la Gran Bretagna, e la più vicina a noi è in cima al Col dell’Ermellino, ed è lì che siamo diretti».
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Il signor Weasley indicò un punto DAvanti a loro, dove una grossa massa nera affiorava oltre la cittadina di Ottery St Catchpole.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Che tipo di oggetti sono le Passaporte?» chiESe Harry incuriosito.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Be’, possono ESsere qualsiasi cosa» disse il signor Weasley. «Cose che non si notano, ovviamente, così i Babbani non vanno a raccoglierle e non ci giocano… cose che scambiano per rifiuti…»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Percorsero faticosamente l’umido viale scuro che portava al villaggio, il silenzio rotto solo DAi loro passi. Il cielo si illuminava molto lentamente mentre attraversavano il villaggio, e il nero d’inchiostro si diluiva in un blu fondo. Harry aveva le mani e i piedi congelati. Il signor Weasley continuava a controllare l’ora.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Non ebbero fiato DA sprecare per la conversazione quando cominciarono a salire il Col dell’Ermellino, inciampando ogni tanto in tane di coniglio nascoste, scivolando su grosse zolle nere. A ogni rESpiro l’aria sembrava penetrare come una lama nel petto di Harry, e le gambe stavano cominciando a irrigidirsi quando alla fine i suoi piedi incontrarono un terreno pianeggiante.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Uff!» disse il signor Weasley ansante, togliendosi gli occhiali e strofinandoli sul golf. «Be’, è anDAta bene. Abbiamo ancora dieci minuti…»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Hermione superò la crESta della collina per ultima, tenendosi un fianco.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Ora ci serve solo la Passaporta» disse il signor Weasley, infilando di nuovo gli occhiali e scrutando il terreno intorno. «Non dev’ESsere grossa… avanti…»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Amos!» ESclamò il signor Weasley sorridendo mentre avanzava verso l’uomo che aveva griDAto. Gli altri lo seguirono.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Il signor Weasley strinse la mano a un mago col volto arrossato e un’ispiDA barba bruna, che nell’altra mano teneva un vecchio stivale infangato.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Vi prESento Amos Diggory» disse il signor Weasley. «Lavora per l’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. E credo che conosciate suo figlio Cedric».
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Fatto tanta straDA, Arthur?» chiESe il padre di Cedric.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Non c’è male» rispose il signor Weasley. «Abitiamo DAll’altra parte del villaggio laggiù. E voi?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Ci siamo dovuti alzare alle due, vero, Ced? Te lo assicuro, sarò felice quando avrà passato l’ESame di Materializzazione. Ma non mi lamento, la Coppa del Mondo di Quidditch non me la perderei per un sacco pieno di galeoni… e in effetti i biglietti costano quasi altrettanto. E tieni conto che me la sono cavata a buon mercato…» Amos Diggory lanciò uno sguardo allegro ai ragazzi. «Sono tutti tuoi, Arthur?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Oh, no, solo quelli rossi» disse il signor Weasley indicando i suoi figli. «QuESta è Hermione, un’amica di Ron… e Harry, un altro amico…»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Per la barba di Merlino» ESclamò Amos Diggory con gli occhi che gli si allargavano. «Harry? Harry Potter?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Ced mi ha parlato di te, naturalmente» disse Amos Diggory. «Ci ha detto tutto delle partite che avete giocato l’anno scorso, sai… E io gli ho detto: Ced, quESta è una cosa che racconterai ai tuoi nipotini, sì… gli ho detto, hai battuto Harry Potter!»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Harry non riuscì a pensare a una risposta, così rEStò zitto. Fred e George erano di nuovo imbronciati. Cedric sembrava vagamente imbarazzato.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Harry è caduto DAlla scopa, papà» mormorò. «Te l’ho detto… è stato un incidente…»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Sì, ma tu non sei caduto, vero?» ruggì Amos in tono gioviale, DAndo al figlio una manata sulla schiena. «Sempre modESto, il nostro Ced, sempre un signore… ma ha vinto il migliore, sono sicuro che Harry direbbe la stESsa cosa, vero? Uno cade DAlla scopa, uno rESta in sella, non c’è bisogno di ESsere un genio per dire qual è il più bravo a volare!»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Dev’ESsere quasi ora» disse in fretta il signor Weasley, EStraendo di nuovo l’orologio. «Sai se stiamo aspettando qualcun altro. Amos?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«No. i Lovegood sono già qui DA una settimana e i Fawcett non sono riusciti a trovare i biglietti» disse il signor Diggory. «Non ce ne sono altri di noi in quESta zona, vero?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Stavano tutti li in cerchio, mentre una brezza fredDA accarezzava la cima della collina. NESsuno parlò. All’improvviso a Harry venne in mente come sarebbe parsa strana la scena se un Babbano fosse salito lassù in quel momento… nove persone, due adulti, aggrappati a quel vecchio, logoro stivale nella semioscurità, in attESa…
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Tre…» mormorò il signor Weasley guarDAndo ancora l’orologio, «due… uno…»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
SuccESse in un attimo. Per Harry fu come se una forza irrESistibile lo avESse arpionato all’ombelico, strattonandolo in avanti. I suoi piedi si staccarono DA terra, avvertì Ron e Hermione ai suoi fianchi, spalla contro spalla, e tutti sfrecciarono in un ululato di vento e di colore vorticante; il suo indice era incollato allo stivale come trascinato DA una calamita, e poi…
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
I suoi piedi toccarono bruscamente il suolo: Ron gli barcollò addosso e lui cadde; la Passaporta piombò a terra con un tonfo sordo vicino alla sua tESta.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
«Era quella delle sette meno cinque DA Col dell’Ermellino» disse una voce. La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4) |
Harry si districò DA Ron e si alzò in piedi. Erano arrivati su quella che sembrava una striscia dESerta di brughiera nebbiosa. DAvanti a loro c’era una coppia di maghi stanchi DAll’aria scontrosa, uno dei quali reggeva un grosso orologio d’oro, l’altro un grosso rotolo di pergamena e una penna d’aquila. Erano entrambi camuffati DA Babbani, anche se maldEStramente; l’uomo con l’orologio indossava un completo di tweed con galosce al polpaccio; il suo collega, un kilt e un poncho.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Salute a te, Arthur» disse stancamente Basil. «Non sei in servizio, eh? Certi hanno tutte le fortune… è tutta la notte che siamo qui… meglio che ti tolga di torno, abbiamo una grossa comitiva in arrivo DAlla ForESta Nera con la Passaporta delle sette e un quarto. Aspetta, ora vi trovo il campeggio… Weasley… Weasley…» Consultò la lista sulla pergamena. «A circa cinquecento metri DA quella parte, il primo campeggio che incontrate. Il direttore si chiama Roberts. Diggory… secondo campeggio… chiedete del signor Payne».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Si avviarono per la brughiera dESerta, senza riuscire a vedere granché attraverso la nebbiolina. Dopo circa venti minuti, cominciarono a intravedere una piccola casa di pietra vicino a un cancello. Al di là, Harry distinse a stento le sagome spettrali di centinaia e centinaia di tende, erette sul fianco di un grande campo che saliva dolcemente verso un fitto bosco all’orizzonte. Salutarono i Diggory e si avvicinarono alla casa.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Sulla soglia c’era un uomo che guarDAva l’accampamento. A Harry bastò un’occhiata per capire che era il solo vero Babbano nel raggio di parecchi chilometri. Li sentì arrivare e si voltò a guarDArli.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Sì» disse il signor Roberts, consultando una lista appESa alla porta. «Le piazzole sono lassù verso il bosco. Solo per quESta notte?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Allora paga adESso?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ah… sicuro… certo…» disse il signor Weasley. Si allontanò di qualche passo e fece cenno a Harry di avvicinarsi. «Aiutami, Harry» bisbigliò, EStraendo un mazzetto di banconote babbane DAlla tasca e cominciando a sfogliarle. «QuESto è DA… DA… dieci? Ah, sì, adESso vedo i numeri… allora quESto è DA cinque?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«DA venti» lo corrESse Harry sottovoce, ben sapendo che il signor Roberts cercava di non perdersi una parola.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ah, sì, allora quESto è… non so, quESti pezzetti di carta…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Straniero?» chiESe il signor Roberts mentre il signor Weasley tornava con i soldi giusti.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Straniero?» ripeté il signor Weasley, perplESso.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Lei non è il primo ad aver problemi con i soldi» spiegò il signor Roberts, ESaminando il signor Weasley DA vicino. «Dieci minuti fa due tipi hanno cercato di pagarmi con delle monete d’oro grandi come coprimozzi».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«DAvvero?» disse il signor Weasley nervoso.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Il signor Roberts frugò in un barattolo, cercando il rESto.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Mai stato così pieno» disse all’improvviso, guarDAndo di nuovo verso il campo nebbioso. «Centinaia di prenotazioni. Di solito la gente arriva e basta…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Vanno bene?» chiESe il signor Weasley, la mano tESa ad aspettare il rESto, che il signor Roberts non gli diede.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Sì» disse pensieroso. «Gente DA ogni dove. Un sacco di stranieri. E non solo stranieri. Bizzarri, capito? C’è un tipo che va in giro con un kilt e un poncho».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Non dovrebbe?» chiESe ansiosamente il signor Weasley.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«È come una specie di… non so… come una specie di raduno» disse il signor Roberts. «Hanno l’aria di conoscersi tutti. Come una gran fESta».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
In quel momento, un mago con i pantaloni alla zuava apparve DAl nulla vicino al signor Roberts.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Oblivion!» disse in tono secco, puntandogli contro la bacchetta. Immediatamente gli occhi del signor Roberts diventarono vacui, le sue sopracciglia si spianarono e uno sguardo di sognante indifferenza cadde sul suo viso. Harry riconobbe gli effetti dell’IncantESimo di Memoria.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Una mappa del campeggio per voi» disse tranquillamente il signor Roberts al signor Weasley. «E il suo rESto».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Il mago con i pantaloni alla zuava li accompagnò verso il cancello del campeggio. Sembrava sfinito; aveva il mento blu di barba non fatta e profonde ombre viola sotto gli occhi. Una volta fuori DAlla portata del signor Roberts, bisbigliò al signor Weasley: «Mi sta DAndo un sacco di problemi. Ha bisogno di un IncantESimo di Memoria dieci volte al giorno per starsene tranquillo. E Ludo Bagman non mi dà certo una mano. Va in giro a parlare di Bolidi e Pluffe a voce altissima, e non ci pensa proprio alla sicurezza anti-Babbani. Cielo, sarò felice quando tutto quESto sarà finito. Ci vediamo più tardi. Arthur».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ma il signor Bagman non è il Direttore dei Giochi e degli Sport Magici?» chiESe Ginny con aria sorprESa. «Dovrebbe saperlo che non si parla di Bolidi coi Babbani in circolazione, vero?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Dovrebbe» disse il signor Weasley sorridendo e guiDAndoli attraverso il cancello su per il campeggio, «ma Ludo è sempre stato un po’… be’… rilassato in fatto di sicurezza. In compenso non si potrebbe dESiderare un Direttore dell’Ufficio per lo Sport più entusiasta. Giocava a Quidditch nella Nazionale InglESe, sapete. Ed è stato il miglior Battitore che le VESpe di Winbourne abbiano mai avuto».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Risalirono il campo nebbioso tra lunghe file di tende. Molte avevano un’aria quasi normale; i loro proprietari avevano chiaramente cercato di renderle più babbanESche possibile, ma poi si erano traditi aggiungendo camini, batacchi, o banderuole. Qua e là spuntavano tende così vistosamente magiche che Harry non poteva certo stupirsi se il signor Roberts nutriva dei sospetti. A metà del campo sorgeva una stravagante costruzione di seta a righe simile a un palazzo in miniatura, con parecchi pavoni vivi legati all’ingrESso. Un po’ più in là passarono DAvanti a una tenDA con tre piani e parecchie torrette; e ancora oltre c’era una tenDA con giardino, completo di vasca per gli uccellini, meridiana e fontana.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Siamo sempre gli stESsi» disse il signor Weasley con un sorriso, «non possiamo fare a meno di ESibirci quando ci ritroviamo. Ah, eccoci, guarDAte, quESto è il nostro posto».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Non potevamo trovare un posto migliore!» disse allegramente il signor Weasley. «Lo stadio è proprio DAll’altra parte del bosco, siamo vicinissimi». Si sfilò lo zaino DAlle spalle. «Allora» disse in tono eccitato, «vietato usare magia, e dico sul serio, non quando siamo così tanti in terra babbana. Monteremo quESte tende a mano! Non dovrebbe ESsere troppo difficile… i Babbani lo fanno sempre… senti, Harry, secondo te DA dove cominciamo?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Harry non era mai anDAto in campeggio in vita sua; i Dursley non lo avevano mai portato in vacanza, preferendo lasciarlo con la signora Figg, un’anziana vicina. Comunque, lui e Hermione scoprirono dove dovevano anDAre quasi tutti i pali e i picchetti, e anche se il signor Weasley fu più d’intralcio che d’aiuto, perché divenne decisamente sovreccitato quando fu il momento di usare il martelletto, alla fine riuscirono a montare due malinconiche tende a due posti.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Tutti quanti fecero un passo indietro per ammirare la loro opera. NESsuno, guarDAndo quelle tende, avrebbe detto che appartenevano a dei maghi, pensò Harry, ma il guaio era che una volta arrivati Bill, Charlie e Percy, sarebbero stati in dieci. Anche Hermione sembrava aver colto il problema; scoccò uno sguardo interrogativo a Harry mentre il signor Weasley si metteva a quattro zampe ed entrava nella prima tenDA.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Staremo un po’ stretti» gridò, «ma credo che ce la faremo. Venite a DAre un’occhiata».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Harry s’infilò carponi sotto il lembo della tenDA e rimase a bocca aperta. Era entrato in quello che sembrava un appartamento di tre stanze un po’ vecchiotto, completo di bagno e cucina. Cosa bizzarra, era arreDAto ESattamente allo stESso modo di quello della signora Figg; c’erano foderine all’uncinetto sulle sedie scompagnate, e un forte odore di gatto.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Be’, non dovremo starci molto» disse il signor Weasley, asciugandosi la pelata con un fazzoletto e DAndo un’occhiata ai quattro letti a castello stipati nella camera DA letto. «Me l’ha prEStata Perkins dell’ufficio. Non va quasi più in campeggio, poveraccio, ha la lombaggine». PrESe il bollitore polveroso e ci guardò dentro. «Ci servirà dell’acqua…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«C’è un rubinetto segnato su quESta mappa che ci ha DAto il Babbano» disse Ron, che aveva seguito Harry dentro la tenDA, e sembrava assolutamente indifferente alle sue straordinarie dimensioni interne. «È DAll’altra parte del campo».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Be’, perché tu, Harry e Hermione non anDAte a prenderci l’acqua, allora?» Il signor Weasley porse loro il bollitore e un paio di pentole. «Intanto noi andremo a raccogliere della legna per il fuoco».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Dopo un breve giro nella tenDA delle ragazze, che era leggermente più piccola di quella dei maschi, anche se priva dell’odore di gatto, Harry, Ron e Hermione si accinsero ad attraversare il campeggio con il bollitore e le pentole.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Ora, col sole appena sorto e la nebbiolina che si diraDAva, videro la città di tende che si allargava in tutte le direzioni. Si fecero straDA lentamente tra le file, guarDAndosi intorno incuriositi. Solo in quel momento Harry cominciò a capire quanti maghi e quante streghe dovevano ESserci al mondo; non aveva mai pensato molto a quelli degli altri paESi.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Gli altri campeggiatori si stavano svegliando. Le prime ad alzarsi erano le famiglie con bambini; Harry non aveva mai visto prima maghi e streghe così piccoli. Un bambinetto di non più di due anni era accoccolato fuori DA una gran tenDA a forma di piramide, teneva in mano una bacchetta e la puntava allegramente verso una lumaca nell’erba, che si gonfiò piano piano fino a raggiungere la taglia di una salsiccia. Mentre gli passavano DAvanti, sua madre uscì in fretta DAlla tenDA.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Era scivolata sulla lumaca gigante, che ESplose. La sua invettiva li seguì nell’aria immobile, mEScolata agli ululati del piccolo: «Rotto lumaca! Rotto lumaca!»
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Qua e là maghi e streghe adulti emergevano DAlle loro tende e cominciavano a preparare la colazione. Alcuni, gettandosi intorno occhiate furtive, accendevano il fuoco con la bacchetta; altri sfregavano fiammiferi con aria dubbiosa, come se fossero certi che non poteva funzionare. Tre maghi africani sedevano immersi in una seria conversazione, tutti vEStiti con lunghe tuniche bianche, intenti a cuocere quello che sembrava un coniglio su un fuoco di un viola chiaro, mentre un gruppo di streghe americane di mezza età sedeva spettegolando allegramente sotto uno striscione tESo tra le loro tende che diceva: “Istituto delle Streghe di Salem”. Harry colse stralci di conversazione in lingue strane man mano che oltrepassavano le tende, e anche se non riuscì a capire una sola parola, il tono di ogni voce era eccitato.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Non erano solo gli occhi di Ron. Erano arrivati a un gruppo di tende tutte coperte con una fitta coltre di trifoglio, e sembrava che collinette di strana foggia fossero spuntate DAl terreno. Sotto quelle aperte si vedevano visi sorridenti. Poi, dietro di loro, qualcuno li chiamò.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Era Seamus Finnigan, un compagno del quarto anno di Grifondoro. Era seduto DAvanti alla sua tenDA coperta di trifoglio, con una donna DAi capelli color sabbia che doveva ESsere sua madre, e col suo migliore amico, Dean Thomas, anche lui di Grifondoro.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ah, perché non dovremmo portare i nostri colori?» disse la signora Finnigan. «DovrESte vedere che cos’hanno appESo i Bulgari alle loro tende. Farete il tifo per l’IrlanDA, vero?» aggiunse, guarDAndo Harry, Ron e Hermione con gli occhi sgranati.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Quando le ebbero assicurato che sì, certo, avrebbero tifato IrlanDA, si allontanarono, anche se. come disse Ron: «Avremo mai potuto dire il contrario?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Chissà che cos’hanno appESo i Bulgari alle loro tende» disse Hermione.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Andiamo a DAre un’occhiata» disse Harry, indicando una vasta area di tende su per il campo, dove la bandiera bulgara, rossa, verde e bianca, svolazzava al vento leggero.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Le tende non erano state coperte di vegetali, ma ciascuna di loro teneva appESo lo stESso poster, il poster di un volto molto corrucciato con folte sopracciglia nere. Naturalmente l’immagine si muoveva, ma non faceva altro che strizzare gli occhi e scoccare sguardi cupi.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Cosa?» chiESe Hermione.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Che faccia antipatica» disse Hermione, guarDAndo i molti Krum che strizzavano gli occhi e lanciavano loro occhiate torve.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
C’era già una piccola coDA DAvanti al rubinetto nell’angolo del campo. Harry, Ron e Hermione si misero in fila, dietro a due uomini impegnati in un’accESa discussione. Uno era un mago molto anziano che indossava una lunga camicia DA notte a fiori. L’altro era chiaramente un mago del Ministero; sventolava un paio di pantaloni gESsati e quasi urlava, ESasperato:
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Mettiteli e basta. Archie, DA bravo, non puoi anDAre in giro così, il Babbano ai cancello ha già i suoi sospetti…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Le donne babbane se le mettono. Archie, non gli uomini, loro portano quESti» disse il mago del Ministero, brandendo i pantaloni gESsati.
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A quel punto Hermione fu sopraffatta DA un tale accESso di risatine che dovette schizzare fuori DAlla fila, e al suo ritorno Archie aveva già prESo l’acqua e se n’era anDAto.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Al ritorno, carichi d’acqua, riattraversarono il campeggio più lentamente. Qua e là videro facce più familiari: altri studenti di Hogwarts con le loro famiglie. Oliver Baston, l’ex capitano della squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro, che aveva appena lasciato Hogwarts, trascinò Harry fino alla tenDA dei genitori per prESentarlo, e gli disse in tono eccitato che era appena stato ingaggiato nella riserva della squadra del Puddlemore United. Poi furono salutati DA Ernie Macmillan, uno del quarto anno di Tassorosso, e un po’ più in là videro Cho Chang, una ragazzina molto graziosa che giocava DA Cercatrice per la squadra di Corvonero. Salutò Harry con la mano e gli sorrise, e lui si rovESciò parecchia acqua addosso per rispondere al saluto. Più che altro per far smettere Ron di fare smorfie, Harry indicò in fretta un bel gruppo di ragazzi che non aveva mai visto prima.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Chi credi che siano?» chiESe. «Non sono di Hogwarts, vero?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Mi sa che vengono DA una scuola straniera» disse Ron. «So che ce ne sono altre, ma non ho mai conosciuto nESsuno che ne frequenti una. Bill aveva un amico di penna di una scuola in Brasile… è stato tanti anni fa… e voleva fare un viaggio-scambio, ma mamma e papà non potevano permetterselo. Quando gli ha fatto sapere che non poteva anDAre, il suo amico di penna si è offESo molto e gli ha manDAto un cappello stregato. Gli ha accartocciato le orecchie».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Harry rise. Era rimasto sorprESo alla notizia che ESistevano altre scuole di magia, ma ora che vedeva nel campeggio maghi di così tante nazionalità, pensò che era stato sciocco a non capire che Hogwarts non poteva ESsere l’unica. Scoccò un’occhiata a Hermione, che non sembrava affatto stupita. Senza alcun dubbio aveva già letto la cosa in qualche libro.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ci avete mESso dei secoli» disse George quando finalmente furono di ritorno alla tenDA dei Weasley.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Abbiamo incontrato un po’ di gente» disse Ron, posando il recipiente con l’acqua. «Non avete ancora accESo il fuoco?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Oops!» disse quando riuscì ad accenderne uno, e subito lo lasciò cadere per la sorprESa.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Alla fine riuscirono ad accendere il fuoco, anche se ci volle almeno un’altra ora prima che fosse abbastanza caldo DA poter cuocere qualcosa. Comunque c’era molto DA fare nell’attESa: la loro tenDA sembrava montata proprio accanto al sentiero principale che conduceva allo stadio, e membri del Ministero continuavano a correre su e giù, salutando cordialmente il signor Weasley mentre passavano. Il signor Weasley faceva la cronaca, più che altro a uso di Harry e Hermione; i suoi figli sapevano troppo del Ministero per ESsere granché interESsati.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Quello era Cuthbert Mockridge, Direttore dell’Ufficio Relazioni coi Goblin… ecco che arriva Gilbert Wimple, fa parte del Comitato di IncantESimi Sperimentali, è DA un po’ che ha quelle corna… ciao, Arnie… Arnold Peasegood, è un Obliviatore… un membro della Squadra Cancellazione Magia Accidentale… e quelli sono Bode e Croaker… sono Indicibili…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Finalmente il fuoco fu pronto, e avevano appena cominciato a cucinare uova e salsicce quando Bill, Charlie e Percy spuntarono DAl bosco e si dirESsero verso di loro.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Ludo Bagman era di gran lunga il personaggio più vistoso che Harry avESse mai visto fino a quel momento, comprESo il vecchio Archie con la sua camicia DA notte a fiori. Indossava lunghi abiti DA Quidditch a grosse strisce orizzontali giallo vivo e nero. Sul suo petto era stampato l’enorme disegno di una vESpa. Doveva aver avuto un fisico possente, un tempo; ora gli abiti si tendevano su un pancione che certo non aveva nei giorni in cui giocava nella nazionale inglESe di Quidditch. Aveva il naso schiacciato (probabilmente rotto DA un Bolide vagante, pensò Harry), ma i suoi tondi occhi blu, i corti capelli biondi e la carnagione rosea lo facevano assomigliare a uno studente troppo crESciuto.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ehilà a voi!» gridò Bagman allegramente. Camminava come se avESse delle molle sotto i piedi, ed era chiaramente in uno stato di folle eccitazione.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Arthur, vecchio mio» disse ansando mentre si avvicinava al fuoco, «che giornata, eh? Che giornata! Potevamo dESiderare un tempo migliore? Si prospetta una notte senza nuvole… e i preparativi vanno quasi alla perfezione… non ho niente DA fare!»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Proprio in quel momento, alle sue spalle, un gruppo di maghi del Ministero DAll’aria tESa scattarono in direzione di un fuoco indubbiamente magico che spediva scintille violette a sei metri d’altezza.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Percy corse avanti con la mano tESa. A quanto pareva, la sua disapprovazione del modo in cui Ludo Bagman gEStiva il suo Ufficio non gli impediva di voler fare una buona imprESsione su di lui.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ah… sì» disse il signor Weasley con un gran sorriso, «quESto è mio figlio Percy, ha appena cominciato a lavorare al Ministero… e quESto è Fred… no, George, scusa… quello è Fred… Bill, Charlie, Ron… mia figlia Ginny… e gli amici di Ron. Hermione Granger e Harry Potter».
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«E voi tutti, sentite» continuò il signor Weasley. «quESto è Ludo Bagman. sapete bene chi è, è grazie a lui che abbiamo dei posti così buoni…»
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«Ti va una scommESsina sulla partita?» disse in tono entusiastico, facendo tintinnare quello che sembrava un bel mucchietto d’oro nelle tasche dell’abito giallo e nero. «Ho già Roddy Pontner che ha scommESso con me che la Bulgaria segnerà per prima — gli ho offerto una buona quotazione, visto che i tre Cacciatori dell’IrlanDA sono i migliori in circolazione DA anni — e la piccola Agatha Timms ha puntato la metà del suo allevamento di anguille su una partita lunga una settimana».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Oh… avanti, allora» disse il signor Weasley. «Vediamo… un galeone sull’IrlanDA vincente?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Un galeone?» Ludo Bagman parve vagamente deluso, ma si riprESe subito. «Molto bene, molto bene… altre puntate?»
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«Sono un po’ troppo giovani per le scommESse» disse il signor Weasley. «Molly non sarebbe contenta…»
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«Scommettiamo trentasette galeoni, quindici zellini e tre falci» disse Fred, mentre lui e George radunavano in fretta tutto il denaro che avevano, «l’IrlanDA vince… ma Viktor Krum prende il Boccino. Oh, e aggiungiamo una bacchetta finta».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Non vorrete mostrare al signor Bagman una porcheria del genere» sibilò Percy, ma Bagman parve di tutt’altra idea: la sua faccia DA bambino splendette di eccitazione quando la prESe DAlle mani di Fred, e quando la bacchetta diede in uno strillo acuto e si trasformò in un pollo di gomma, Bagman ruggì DAlle risate.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Eccellente! Non ne vedevo una così credibile DA anni! Pagherei cinque galeoni per averla!»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Non fare il guastafESte, Arthur!» tuonò Ludo Bagman, facendo risuonare le tasche eccitato. «Sono abbastanza grandi DA sapere quello che vogliono! Dite che vince l’IrlanDA ma Krum prende il Boccino? Impossibile, ragazzi, impossibile… Vi DArò delle buone quote per quESta scommESsa… aggiungeremo cinque galeoni per quella buffa bacchetta, allora, d’accordo…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Il signor Weasley rimase a guarDAre impotente mentre Ludo Bagman EStraeva un quadernino e una penna e cominciava a scrivere i nomi dei gemelli.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Bagman tornò a rivolgersi allegramente al signor Weasley. «Non è che mi offri una tazza di broDA, eh? Sto cercando Barty Crouch. Il mio corrispettivo bulgaro mi sta DAndo qualche problema, e non capisco una parola di quello che dice. Barty riuscirà a chiarire tutto. Parla quasi centocinquanta lingue».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Il signor Crouch?» chiESe Percy, abbandonando all’istante il suo sguardo di inflESsibile disapprovazione e fremendo di entusiasmo. «Ne parla più di duecento! Il Marino, il GoblinESe, il Troll…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Chiunque riESce a parlare Troll» disse Fred sbrigativo, «non devi far altro che puntare il dito e grugnire».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ancora nESsuna notizia di Bertha Jorkins, Ludo?» chiESe il signor Weasley, mentre Bagman si sistemava nell’erba tra loro.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Non credi che sarebbe il caso di manDAre qualcuno a cercarla?» suggerì ESitante il signor Weasley, mentre Percy passava il tè a Bagman.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Barty Crouch continua a dirmelo» disse Bagman, i tondi occhi sgranati e innocenti, «ma DAvvero al momento non ho nESsuno che mi avanza. Oh… parli del diavolo! Barty!»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Un mago si era appena Materializzato accanto al loro falò, e non avrebbe potuto fare un contrasto maggiore con Ludo Bagman, sdraiato nell’erba con i suoi vecchi vEStiti DA VESpa. Barty Crouch era un uomo anziano, rigido e impettito, impeccabilmente vEStito in completo e cravatta. La scriminatura nei suoi corti capelli grigi era diritta in maniera quasi innaturale e i baffetti a spazzolino avevano l’aria di ESsere stati spuntati con l’aiuto della riga millimetrata. Le sue scarpe erano luciDAte con EStrema accuratezza. Harry capì subito perché Percy lo idolatrava: lui era un convinto assertore delle regole e della necESsità di seguirle a puntino, e il signor Crouch aveva osservato la regola sull’abbigliamento babbano così coscienziosamente che avrebbe potuto passare per un direttore di banca; Harry dubitava che perfino zio Vernon sarebbe riuscito a riconoscerlo per quello che era.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«AccomoDAti su un trono d’erba, Barty» disse Ludo allegramente, picchiando con la mano il terreno al suo fianco.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«No, grazie, Ludo» disse Crouch, e c’era una vena d’impazienza nella sua voce. «Ti ho cercato DAppertutto. I Bulgari insistono che aggiungiamo altri dodici posti alla Tribuna d’onore».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Oh, è quESto che vogliono» disse Bagman. «Credevo che quel tipo mi stESse chiedendo di prEStargli una pinzetta. Parla con un po’ d’accento».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Signor Crouch!» disse Percy senza fiato, sprofonDAndo in una specie di mezzo inchino che lo fece sembrare gobbo. «Vuole una tazza di te?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Oh» rispose il signor Crouch, guarDAndo Percy con lieve sorprESa. «Sì… grazie, Weatherby».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Il signor Weasley trasse un gran sospiro. «Gli ho manDAto un gufo a quESto proposito proprio la settimana scorsa. Una volta per tutte: i tappeti sono definiti Prodotto Babbano nel Registro degli Oggetti Incantabili Proibiti, ma lui mi dà retta?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ne dubito» disse il signor Crouch, accettando la tazza che Percy gli porgeva. «Non vede l’ora di ESportare qui».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Lo disse come per chiarire al di là di ogni ragionevole dubbio che tutti i suoi antenati si erano attenuti rigiDAmente alla legge.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Allora, hai avuto DA fare, Barty?» disse Bagman gioviale.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Lo puoi ben dire» rispose asciutto il signor Crouch. «Organizzare Passaporte in cinque continenti non è una cosa DA niente, Ludo».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Ludo Bagman parve sconvolto. «Contenti! Ma quando mai mi sono divertito così? E poi non è che abbiamo finito, eh, Barty? Eh? RESta ancora parecchio DA organizzare, eh?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Oh, i dettagli!» disse Bagman, scacciando via la parola come un nugolo di moscerini. «Hanno firmato, no? Si sono accorDAti, no? Scommetto quello che vuoi che quESti ragazzi lo scopriranno molto prESto. Voglio dire, è a Hogwarts che…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ci vediamo più tardi!» ESclamò. «Sarete su in Tribuna d’onore con me… faccio la telecronaca!» Agitò la mano, Barty Crouch fece un breve cenno ed entrambi si Smaterializzarono.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Che cosa succederà a Hogwarts. papà?» chiESe subito Fred. «Di che cosa stavano parlando?»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Lo scoprirete prESto» disse il signor Weasley sorridendo.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Sono informazioni riservate fino a quando il Ministero non deciderà di renderle pubbliche» disse Percy rigiDAmente. «Il signor Crouch ha fatto bene a non rivelarle».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Un senso d’eccitazione quasi palpabile sorse come una nuvola sul campeggio via via che il pomeriggio avanzava. Al tramonto, la stESsa immobile aria EStiva sembrava vibrare di attESa, e mentre l’oscurità si stendeva come un manto sulle migliaia di maghi in attESa, le ultime tracce di finzione scomparvero: il Ministero parve arrendersi all’inevitabile, e smise di combattere i segni della magia dirompente che ormai apparivano DAppertutto.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Venditori ambulanti si Materializzavano ogni pochi metri, trasportando vassoi e spingendo carretti carichi di merci straordinarie. C’erano coccarde luminose — verdi per l’IrlanDA, rosse per la Bulgaria — che strillavano i nomi dei giocatori, cappelli a punta verdi coperti di trifogli DAnzanti, sciarpe bulgare adorne di leoni che ruggivano per DAvvero, bandiere di entrambi i paESi che suonavano l’inno nazionale quando le agitavi; c’erano modellini di Firebolt che volavano veramente, e pupazzetti DA collezione di giocatori celebri che camminavano sul palmo della mano, pavoneggiandosi.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Ho risparmiato le pagliette tutta l’ESiate per quESto momento» disse Ron a Harry, mentre con Hermione giravano tra i venditori e compravano souvenir. Ron prESe un cappello coi trifogli DAnzanti e una grossa coccarDA verde, ma anche un pupazzetto di Viktor Krum, il Cercatore bulgaro. Il Krum in miniatura camminava avanti e indietro sulla mano di Ron, guarDAndo torvo la coccarDA verde sopra di lui.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Wow, guarDAte quESti!» disse Harry, affrettandosi a raggiungere un carretto stracarico di quelli che sembravano binocoli d’ottone pieni di ogni genere di strani pomoli e rotelle.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Accidenti, ho già comprato quESto» disse Ron indicando il cappello col trifoglio e fissando con dESiderio gli Omniocoli.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
«Oooh, grazie, Harry» disse Hermione. «E io prendo i programmi, guarDAte…»
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Fecero ritorno alle tende con le tasche decisamente alleggerite. Bill, Charlie e Ginny ESibivano le loro coccarde verdi, e il signor Weasley portava una bandiera irlandESe. Fred e George non avevano niente: avevano DAto a Bagman tutti i loro soldi.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
E poi un gong profondo e sonoro rimbombò DA qualche parte oltre i boschi, e in un solo istante lanterne verdi e rosse si accESero tra gli alberi, illuminando il sentiero che portava al campo.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4) |
Tenendo ben stretti i loro acquisti, il signor Weasley in I tESta, si affrettarono tutti a entrare nel bosco, seguendo il percorso illuminato DAlle lanterne. Sentivano i rumori di migliaia di persone che si muovevano attorno a loro, urla e risate, frammenti di canzoni. L’atmosfera di eccitazione febbrile era altamente contagiosa; Harry non riusciva a smettere di sorridere. Camminarono nel bosco per venti minuti, parlando e scherzando a voce alta, finché uscirono all’aperto e si ritrovarono all’ombra di uno stadio gigantESco. Anche se Harry riuscì a vedere solo una piccola porzione degli immensi muri d’oro che circonDAvano il campo, si rESe conto che dieci cattedrali ci sarebbero state dentro comoDAmente.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Ha centomila posti» disse il signor Weasley, intercettando l’aria sbalordita di Harry. «Una task force del Ministero, cinquecento persone, ci ha lavorato per un anno. IncantESimi RESpingi-Babbani DAppertutto. Tutte le volte che i Babbani ci si avvicinavano, gli venivano in mente certi appuntamenti importanti a cui non potevano mancare e filavano via, benedetti loro» aggiunse con calore, guiDAndoli verso l’ingrESso più vicino, che era già circonDAto DA uno sciame di streghe e maghi urlanti.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Posti di prima classe!» disse la strega del Ministero all’ingrESso, staccando i loro biglietti. «Tribuna d’onore! Dritto di sopra, Arthur, più in alto che puoi».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Le scale dentro lo stadio erano coperte di tappeti viola. Si arrampicarono col rESto della folla, che lentamente si disperdeva nei vari settori. Il gruppo del signor Weasley continuò a salire finché non arrivarono in cima, e si ritrovarono in una piccola tribuna posta nel punto più alto dello stadio e sistemata ESattamente a metà tra gli anelli d’oro per segnare i goal. C’erano una ventina di poltrone viola e oro disposte su due file, e quando Harry, infilandosi nei posti DAvanti coi Weasley, guardò verso il basso, vide una scena che non avrebbe mai potuto immaginare.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Centomila maghi e streghe prendevano posto sui sedili che si elevavano a strati sul lungo campo ovale. Tutto era pervaso DA una misteriosa luce dorata che sembrava emanare DAllo stadio stESso. DA lassù, il campo sembrava liscio come velluto. Alle due EStremità del campo c’erano tre cerchi d’oro a quindici metri di altezza; proprio di fronte a loro, quasi al livello dello sguardo di Harry, c’era un tabellone gigantESco. Una grafia d’oro continuava a sfrecciare su di ESso come se la mano di un gigante invisibile lo scarabocchiasse e poi cancellasse tutto; guarDAndolo, Harry vide che sparava mESsaggi pubblicitari per tutto il campo.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
BLUEBOTTLE: UNA SCOPA PER TUTTA LA FAMIGLIA. SICURA, AFFIDABILE, CON ALLARME ANTIFURTO INCORPORATO… SOLVENTE MAGICO DI NONNA ACETONELLA PER OGNI TIPO DI SPORCIZIA: VIA LA MACCHIA, VIA IL DOLORE!… ABBIGLIAMENTO PER MAGHI STRATCHY SONS: LONDRA, PARIGI, HOGSMEADE…
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Harry si guardò intorno per vedere chi c’era in tribuna. Era ancora vuota, a parte una minuscola creatura seduta al terzultimo posto della fila dietro di loro. La creatura, DAlle gambe cosi corte che stavano dritte DAvanti a lei sulla poltrona, indossava uno strofinaccio drappeggiato come una toga, e teneva la faccia tra le mani. Eppure quelle lunghe orecchie DA pipistrello erano stranamente familiari…
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Dobby?» ESclamò Harry incredulo.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
La creaturina guardò in su e allargò le dita, mostrando gli enormi occhi marroni e un naso dell’ESatta forma e dimensione di un grosso pomodoro. Non era Dobby… era comunque senz’ombra di dubbio un elfo domEStico, come Dobby, che Harry aveva liberato DAi suoi vecchi padroni, la famiglia Malfoy.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Il signore mi ha appena chiamato Dobby?» squitti tra le dita l’elfo incuriosito. La sua voce era più acuta di quella di Dobby, una vocetta tremolante e stridula, e Harry sospettò — anche se era molto difficile a dirsi, con un elfo domEStico — che quella potESse ESsere una femmina. Ron e Hermione si voltarono a guarDAre: avevano sentito molto parlare di Dobby DA Harry, ma non l’avevano mai incontrato. Anche il signor Weasley osservò la creatura con interESse.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Ma Dobby parla sempre di Harry Potter, signore!» disse l’elfa, abbassando un po’ le mani con aria ESterrefatta.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Come sta?» chiESe Harry. «Gli piace la libertà?»
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«Ah, signore» disse Winky scuotendo la tESta, «ah, signore, non voglio mancare di rispetto, signore, ma io non è sicura che Harry Potter ha fatto un favore a Dobby, signore, quando l’ha liberato».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Perché?» chiESe Harry, prESo alla sprovvista. «Che cosa c’è che non va?»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«La libertà gli sta DAndo alla tESta, signore» disse Winky malinconica. «Gli fa venire idee strane sulla sua posizione, signore. Non riESce a trovare un altro lavoro».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Perché no?» chiESe Harry.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Farsi pagare?» chiESe Harry ingenuamente. «Be’… perché non dovrebbe farsi pagare?»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Gli elfi domEStici non si paga, signore!» disse con un pigolio soffocato. «No, no, no, io dice a Dobby, io dice trovati una bella famiglia e sistemati, Dobby. Lui sta facendo su un gran baccano, signore, e non è una cosa aDAtta a un elfo domEStico. Vai avanti a far fracasso così, Dobby, io gli dice, e la prossima che sento è che sei finito DAvanti all’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, come un goblin qualunque».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Gli elfi domEStici non dovrebbe divertirsi, Harry Potter» disse Winky in tono deciso DA dietro le mani. «Gli elfi domEStici fa quello che gli dici. A me non piace affatto le altezze, Harry Potter…» lanciò un’occhiata oltre il bordo della tribuna e deglutì, «… ma il padrone mi manDA alla Tribuna d’onore e io viene, signore».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Perché ti ha manDAto quassù, se sa che non ti piacciono le altezze?» chiESe Harry accigliato.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Padrone… padrone vuole che gli tengo il posto, Harry Potter, ha tanto DA fare» disse Winky, piegando la tESta verso il posto vuoto al suo fianco. «Winky vorrebbe ESsere di ritorno nella tenDA del padrone, Harry Potter, ma Winky fa quello che le dici, Winky è una brava elfa domEStica».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«E così quello è un elfo domEStico?» borbottò Ron. «Bizzarri, direi».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Ron puntò l’Omniocolo e cominciò a provarlo, fissando la folla DAll’altra parte dello stadio.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Hermione, nel frattempo, consultava aviDAmente il suo programma rivEStito di velluto e infiocchettato.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«“Prima della partita avrà luogo un’ESibizione delle mascotte delle squadre”» lESse ad alta voce.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
La tribuna si riempì lentamente nella mezz’ora succESsiva. Il signor Weasley continuava a stringere la mano a maghi chiaramente molto importanti. Percy scattava in piedi così spESso che sembrava fosse seduto su un porcospino. Quando arrivò Cornelius Caramell, il Ministro della Magia in persona, Percy fece un inchino così profondo che gli occhiali gli caddero e si ruppero. Decisamente imbarazzato, li riparò con un colpo di bacchetta, e DA quel momento rimase seduto, lanciando sguardi gelosi a Harry, che Cornelius Caramell aveva salutato come un grande amico: gli strinse la mano con fare paterno, gli chiESe come stava e lo prESentò ai maghi che sedevano al suo fianco.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Le prESento Harry Potter» disse ad alta voce al Ministro della Magia bulgaro che indossava magnifiche vESti di velluto nero orlate d’oro, e pareva non capire una parola. «Harry Potter… oh, avanti, ne avrà sentito parlare… il ragazzo che è sopravvissuto a Lei-sa-chi… lo sa chi è…»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Lo sapevo che ce l’avremmo fatta» disse stancamente Caramell a Harry. «Non sono granché nelle lingue, ho bisogno di Barty Crouch per quESto genere di cose. Ah, vedo che la sua elfa domEStica gli sta tenendo il posto… buona idea, quESti Bulgari continuano a infiltrarsi… ah, ecco Lucius!»
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Harry, Ron e Hermione si voltarono in fretta. Lungo la seconDA fila, diretti verso tre posti ancora vuoti proprio dietro al signor Weasley, si stavano infilando nientemeno che i vecchi proprietari di Dobby l’elfo domEStico: Lucius Malfoy, suo figlio Draco e una donna che Harry immaginò ESsere la madre di Draco.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Harry e Draco Malfoy erano nemici fin DAl loro primo viaggio verso Hogwarts. Pallido, il viso a punta e i capelli di un biondo quasi bianco, Draco somigliava moltissimo a suo padre. Anche sua madre era bionDA, alta e sottile, e sarebbe stata carina se non avESse avuto l’aria di chi ha una gran puzza sotto il naso.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Ah, Caramell» disse Malfoy, tendendo la mano mentre si avvicinava al Ministro della Magia. «Come stai? Ti prESento mia moglie Narcissa… e nostro figlio Draco…»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Piacere, piacere» disse Caramell, sorridendo e facendo l’inchino alla signora Malfoy. «E mi permetta di prESentarle il signor Oblansk… Obalonsk… Il signor… be’, è il Ministro della Magia bulgaro, e non capisce una parola di quello che dico, comunque, quindi non importa. E poi, vediamo un po’… credo che conosca Arthur Weasley»,
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Fu un attimo di tensione. Il signor Weasley e il signor Malfoy si scambiarono un’occhiata e Harry rammentò con chiarezza l’ultima volta che si erano trovati faccia a faccia: era stato al Ghirigoro, e si erano prESi a pugni. I freddi occhi grigi del signor Malfoy scivolarono sul signor Weasley, e poi su e giù per la fila.
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Caramell, che non aveva sentito, disse: «Lucius ha appena fatto un’offerta molto generosa all’OspeDAle di San Mungo per Malattie e Ferite Magiche, Arthur. È mio ospite, qui».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Che… che bel gESto» disse il signor Weasley, con un sorriso molto tirato.
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Gli occhi del signor Malfoy erano tornati a posarsi su Hermione, che arrossì un po’, ma sostenne il suo sguardo con fermezza. Harry sapeva ESattamente che cosa faceva arricciare il labbro del signor Malfoy: lui e la sua famiglia si vantavano di ESsere maghi purosangue, e cioè consideravano di seconDA categoria chiunque fosse di origini babbane, come Hermione. Comunque, in prESenza del Ministro della Magia il signor Malfoy non si arrischiò a dire nulla: fece solo un cenno beffardo al signor Weasley, e raggiunse i suoi posti nella fila. Draco scoccò a Harry, Ron e Hermione un’occhiata sprezzante, poi sedette tra sua madre e suo padre.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Viscidi imbecilli» borbottò Ron mentre lui, Harry e Hermione tornavano a guarDAre verso il campo. Un attimo dopo, Ludo Bagman prESe posto in tribuna.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Ludo EStrasse rapido la bacchetta, la puntò alla propria gola e disse: «Sonorus!» La sua voce sovrastò il ruggito che riempiva lo stadio, echeggiò sul pubblico, rimbombando in tutti gli angoli delle tribune: «Signore e signori… benvenuti! Benvenuti alla finale della quattrocentoventiduESima Coppa del Mondo di Quidditch!»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Gli spettatori urlarono e applaudirono. Migliaia di bandiere sventolarono, aggiungendo al frastuono i loro inni nazionali discorDAnti. L’enorme tabellone di fronte a loro fu sgombrato dell’ultimo mESsaggio (“GELATINE TUTTIGUSTI+1: GUSTATE IL RISCHIO!”) e vi apparve la scritta “BULGARIA: ZERO, IRLANDA: ZERO”.
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«E ora, senza altri indugi, permettetemi di prESentarvi… le Mascotte della Nazionale Bulgara!»
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Il settore dEStro, che era una marea compatta di rosso, emise un ruggito d’approvazione.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
La risposta venne quando un centinaio di Veela si riversarono su! campo. Le Veela erano donne… le donne più belle che Harry avESse mai visto… solo che non erano — non potevano ESsere — umane. Harry rimase interdetto per un attimo, mentre cercava di indovinare che cosa potESsero ESsere; che cosa potESse far brillare in quel modo la loro pelle di un candore lunare, o far ondeggiare i loro capelli d’oro pallido senza che ci fosse il vento… ma poi cominciò la musica, e Harry smise di preoccuparsi del fatto che non erano umane: in effetti, smise di preoccuparsi di qualunque cosa.
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Le Veela avevano cominciato a ballare, e la tESta di Harry si era completamente, beatamente svuotata. Tutto ciò che importava al mondo era continuare a guarDAre le Veela, perché se avESsero smESso di ballare, sarebbero succESse cose terribili…
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E mentre le Veela DAnzavano sempre più in fretta, brandelli di pensieri selvaggi prESero a rincorrersi nella mente confusa di Harry. Voleva compiere qualcosa di molto imprESsionante, e proprio in quel momento. Buttarsi giù DAlla tribuna nello stadio sembrava una buona idea… ma era abbastanza buona?
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«Harry, che cosa stai facendo?» disse la voce di Hermione DA una gran distanza.
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La musica cESsò. Harry sbatté le palpebre. Era in piedi, e una delle sue gambe era a cavalcioni del muretto della tribuna. Accanto a lui, Ron era paralizzato in una posa che lo faceva sembrare sul punto di tuffarsi DA un trampolino.
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Urla adirate riempivano lo stadio. La folla non voleva che le Veela se ne anDAssero. Harry era d’accordo; avrebbe tifato per la Bulgaria, naturalmente, e si chiESe confusamente perché mai aveva un grosso trifoglio verde appuntato sul petto. Ron, nel frattempo, stava facendo distrattamente a pezzi i trifogli sul suo cappello. Il signor Weasley, con un breve sorriso, si chinò verso Ron e gli tolse il cappello DAlle mani.
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«Lo vorrai ancora» disse, «quando l’IrlanDA avrà detto la sua».
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«E ora» ruggì la voce di Ludo Bagman, «gentilmente puntate in aria le bacchette… per le Mascotte della Nazionale IrlandESe!»
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Un attimo dopo, quella che pareva una gran cometa verde e oro entrò saettando nello stadio. Fece un giro completo, poi si divise in due comete più piccole che si scagliarono verso gli anelli dorati e all’improvviso un arcobaleno s’inarcò sul campo, unendo le due sfere di luce. La folla fece “oooh” e “aaah” come DAvanti a uno spettacolo di fuochi d’artificio. Poi l’arcobaleno sbiadì e le sfere di luce si riunirono e si fusero; avevano formato un enorme trifoglio splendente, che si alzò in cielo e prESe a fluttuare sulle tribune. Qualcosa di simile a una pioggia dorata parve cadere giù…
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«Eccellente!» ruggì Ron, mentre DAl trifoglio DAnzante piovevano grosse monete d’oro, rimbalzando sulle tESte e sulle poltrone. Strizzando gli occhi per vedere il trifoglio, Harry si accorse che in realtà era formato DA migliaia di minuscoli omini con la barba, vEStiti di farsetti rossi e muniti ognuno di una piccolissima lampaDA verde o d’oro.
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L’enorme trifoglio si dissolse, i Lepricani planarono sul campo DAl lato opposto delle Veela e sedettero a gambe incrociate per vedere la partita.
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«E ora, signore e signori, vogliate DAre il benvenuto… alla Nazionale Bulgara di Quidditch! Ecco a voi… Dimitrov!»
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Una sagoma in vESti scarlatte su un manico di scopa sfrecciò in campo, così rapiDA DA sembrare sfocata, scatenando gli applausi veementi dei tifosi bulgari.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Una seconDA giocatrice in rosso filò fuori.
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«È lui! E lui!» urlò Ron, seguendo Krum con l’Omniocolo; Harry mise rapiDAmente a fuoco il suo.
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Viktor Krum era magro, scuro e con la pelle olivastra, un gran naso a becco e folte sopracciglia nere. Assomigliava a un uccello DA preDA troppo crESciuto. Era difficile credere che avESse solo diciotto anni.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«E ora, vi prego di salutare… la Nazionale IrlandESe di Quidditch!» strillò Bagman. «Ecco a voi… Connolly! Ryan! Troy! Mullet! Moran! Quigley! Eeeeeee… Lynch!»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Ed ecco a voi, in diretta DAll’Egitto, il nostro arbitro, l’acclamato PrESidente della Federazione Internazionale di Quidditch, Hassan Mustafà!»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Un mago piccolo e magrolino, completamente calvo ma con un paio di baffi DA far concorrenza a zio Vernon, vEStito d’oro puro per intonarsi allo stadio, entrò in campo. DA sotto i baffi gli spuntava un fischietto d’argento; portava una grossa cassa di legno sotto un braccio e il suo manico di scopa sotto l’altro. Harry riportò l’Omniocolo sulla velocità normale, osservando con attenzione Mustafà che montava sulla sua scopa e apriva la cassa con un calcio. Quattro palline balzarono a mezz’aria: la Pluffa scarlatta, i due Bolidi neri e (Harry lo intuì appena prima che sparisse) il minuscolo Boccino d’Oro alato. Con un soffio acuto di fischietto, Mustafà scattò in aria dietro le palline.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Era Quidditch come Harry non l’aveva mai visto giocare prima. Teneva l’Omniocolo cosi appiccicato agli occhi che gli occhiali si conficcavano nelle orbite. La velocità dei giocatori era incredibile: i Cacciatori si passavano la Pluffa così in fretta che Bagman aveva appena il tempo di dire i loro nomi. Harry girò una rotellina sulla dEStra dell’Omniocolo, premette il pulsante “azione per azione” e seguì la partita al rallentatore, mentre luccicanti lettere viola lampeggiavano sulle lenti, e il fragore della folla gli martellava i timpani.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
“FORMAZIONE D’ATTACCO TESTADIFALCO” lESse mentre guarDAva i tre Cacciatori irlandESi sfrecciare vicinissimi, Troy al centro, appena un po’ più avanti di Mullet e Moran. lanciarsi sui Bulgari. “PASSAGGIO DI PORSKOFF” lampeggiò subito dopo, mentre Troy finse di scattare in alto con la Pluffa, deviando la Cacciatrice bulgara Ivanova, e passando la Pluffa a Moran. Uno dei Battitori bulgari, Volkov, assEStò un gran colpo a un Bolide di passaggio con la sua piccola mazza, scaraventandolo sulla traiettoria di Moran; Moran si abbassò per evitare il Bolide e lasciò cadere la Pluffa: e Levski. che volava lì sotto, la prESe…
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«TROY SEGNA!» raggi Bagman, e lo stadio tremò all’ESplosione di applausi e urla. «Dieci a zero per l’IrlanDA!»
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«Cosa?» urlò Harry, guarDAndosi attorno affannosamente attraverso l’Omniocolo. «Ma Levski ha la Pluffa!»
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«Harry, se non vuoi guarDAre a velocità normale, ti perderai un sacco di cose!» gridò Hermione, che ballava su e giù, agitando per aria le braccia mentre Troy faceva un giro d’onore del campo. Harry guardò rapido al di sopra dell’Omniocolo, e vide che i Lepricani che seguivano la partita DA bordo campo erano tutti decollati formando in aria l’enorme trifoglio lucente. DAll’altra parte, le Veela li osservavano imbronciate.
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Furioso con se stESso, Harry girò la rotella della velocità fino a tornare in posizione normale. Il gioco riprESe.
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Harry se ne intendeva abbastanza di Quidditch DA capire che i Cacciatori irlandESi erano straordinari. Lavoravano come una squadra compatta, sembrava che si leggESsero nel pensiero gli schemi di gioco, e la coccarDA sul petto di Harry continuava a strillare i loro nomi: «Troy-Mullet-Moran!» E dieci minuti dopo, l’IrlanDA aveva segnato altre due volte, conducendo per trenta a zero e suscitando una tonante marea di ululati e di applausi tra i tifosi verdevEStiti.
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La partita si fece più serrata, ma anche più brutale. Volkov e Vulchanov, i Battitori bulgari, colpivano i Bolidi più ferocemente che potevano per disarcionare i Cacciatori irlandESi, e stavano riuscendo a sabotare alcune delle loro mosse migliori; due volte furono costretti a disperdersi, e poi, alla fine, Ivanova riuscì a spezzare i ranghi avversari, a scartare il Portiere, Ryan, e segnare la prima rete della Bulgaria.
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«Dita nelle orecchie!» ululò il signor Weasley mentre le Veela cominciavano a DAnzare fEStanti. Harry strizzò gli occhi, anche; voleva rEStare concentrato sul gioco. Dopo qualche secondo, azzardò un’occhiata al campo. Le Veela avevano smESso di DAnzare, e la Bulgaria era di nuovo in possESso di Pluffa.
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Centomila maghi e streghe trattennero il rESpiro mentre i due Cercatori, Krum e Lynch, precipitavano in mezzo ai Cacciatori, così rapidi che parve che si fossero appena lanciati DA un aereo senza paracadute. Harry seguì la loro discESa con l’Omniocolo, strizzando gli occhi per vedere dov’era il Boccino…
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Aveva quasi ragione: all’ultimissimo istante, Viktor Krum interruppe la picchiata e ne uscì volando a spirale. Lynch, invece, colpì il suolo con un tonfo sordo che riecheggiò per tutto lo stadio. Un alto lamento si levò DAlle tribune irlandESi.
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«Time out!» urlò Bagman. «Intanto medimaghi profESsionisti corrono in campo a verificare le condizioni di AiDAn Lynch!»
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Guardò Krum e Lynch scendere di nuovo in picchiata al rallentatore. “FINTA WRONSKY — PERICOLOSA AZIONE DIVERSIVA TRA CERCATORI” recitavano le lucenti lettere viola oltre le lenti. Vide il viso di Krum deformato nello sforzo di concentrazione mentre scartava DAlla picchiata appena in tempo, mentre Lynch si schiantava, e capì: Krum non aveva affatto visto il Boccino, voleva solo che Lynch lo imitasse. Harry non aveva mai visto nESsuno volare così; Krum si muoveva nell’aria apparentemente senza pESo, con tale naturalezza che non sembrava nemmeno usare un manico di scopa. Harry riportò l’Omniocolo a velocità normale e mise a fuoco Krum. Stava volando in alti cerchi sopra Lynch, che in quel momento veniva rianimato DAi medimaghi con calici di pozione. Harry usò lo zoom per inquadrare il viso di Krum e vide i suoi occhi scuri DArdeggiare per tutto il campo trenta metri sotto. Stava usando il tempo in cui Lynch veniva rianimato per individuare il Boccino senza interferenze.
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Lynch finalmente si rialzò, salutato DA alte griDA dei tifosi verdi, risalì sulla Firebolt e si levò di nuovo in aria. Il suo ritorno parve DAre nuova forza all’IrlanDA. Quando Mustafà fischiò di nuovo, i Cacciatori si misero in moto con un’abilità impareggiabile, che Harry mai aveva visto prima.
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Dopo altri quindici serrati, furibondi minuti, l’IrlanDA era in tESta di altre dieci reti. Ora conduceva per centotrenta a dieci, e il gioco cominciava a farsi più sporco.
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Mentre Mullet sfrecciava di nuovo tra le porte, tenendo stretta la Pluffa sotto il braccio, il Portiere bulgaro, Zograf, scattò per prenderla. Ciò che accadde si concluse così in fretta che Harry non riuscì a capire, ma un urlo di rabbia DAlle folle irlandESi, e il lungo, acutissimo fischio di Mustafà, gli dissero che era stato commESso fallo.
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«E Mustafà richiama il Portiere bulgaro per sgomitate… uso eccESsivo dei gomiti!» Bagman informò gli spettatori urlanti. «E… sì, punizione per l’IrlanDA!»
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I Lepricani, che si erano alzati infuriati a mezz’aria come uno sciame di calabroni lucenti quando era stato commESso fallo su Mullet, ora scattarono insieme per formare le parole “HA HA HA!” Le Veela DAll’altra parte del campo balzarono in piedi, scossero le chiome con rabbia e riprESero a DAnzare.
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Tutti insieme, i ragazzi Weasley e Harry si tapparono le orecchie, ma Hermione, che non ci aveva baDAto, cominciò a tirare Harry per il braccio. Lui si voltò a guarDArla, e lei gli sfilò impaziente le dita DAlle orecchie.
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«GuarDA l’arbitro!» disse con una risatina.
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Harry guardò. Hassan Mustafà era atterrato proprio DAvanti alle Veela DAnzanti, e si stava comportando in modo DAvvero strano. Gonfiava i muscoli e si accarezzava i baffi con aria seducente.
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Un medimago attraversò il campo, le dita infilate nelle orecchie, e diede a Mustafà un calcio negli stinchi. QuESt’ultimo parve tornare in sé; attraverso l’Omniocolo, Harry vide che sembrava straordinariamente imbarazzato, e griDAva contro le Veela, che avevano smESso di DAnzare e sembravano riottose.
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«E a meno che non mi sbagli di grosso, Mustafà sta DAvvero tentando di ESpellere le Mascotte della Nazionale Bulgara!» disse Bagman. «QuESta sì che è una cosa a cui non abbiamo mai assistito… oh, le cose potrebbero mettersi al peggio…»
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E fu così: i Battitori bulgari, Volkov e Vulchanov, erano atterrati ai lati di Mustafà, e prESero a litigare furiosamente con lui, gESticolando verso i Lepricani, che in segno di scherno avevano formato le parole “HEE HEE HEE”. Mustafà non si lasciò imprESsionare DAgli argomenti dei Bulgari; agitava il dito in aria, e chiaramente diceva loro di riprendere il volo, e quando si rifiutarono, emise due fischi brevi col suo fischietto.
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«Due punizioni per l’IrlanDA!» urlò Bagman, e la folla bulgara ululò di rabbia.
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Il gioco raggiunse un livello di ferocia mai visto prima. I Battitori di entrambi i fronti agivano senza pietà: Volkov e Vulchanov roteavano con violenza le loro mazze e non sembravano avere scrupoli su chi o che cosa colpivano. Dimitrov mirò dritto su Moran, che aveva la Pluffa, e quasi la disarcionò DAlla scopa.
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«Fallo!» ulularono i tifosi irlandESi come un sol uomo, tutti in piedi in un’enorme onDAta verde.
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«Dimitrov colpisce Moran — ha volato allo scopo deliberato di urtarla — e ci dovrebbe ESsere un’altra penalità — sì, ecco il fischio dell’arbitro!»
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I Lepricani si erano rialzati a mezz’aria e quESta volta formarono una mano gigante, che faceva un gESto molto maleducato rivolto alle Veela DAll’altra parte del campo. Per tutta risposta le Veela persero il controllo. Si slanciarono attraverso il campo scagliando quelle che sembravano manciate di fuoco contro i Lepricani. Harry vide attraverso l’Omniocolo che non erano affatto belle, in quel momento: al contrario, i loro volti si allungavano in affilate tESte d’uccello DAi becchi feroci, e lunghe ali squamose spuntavano DAlle loro spalle…
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«E quESto, ragazzi» urlò il signor Weasley sul tumulto della folla sottostante, «è il motivo per cui non bisogna mai fermarsi all’apparenza!»
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Maghi del Ministero si affrettarono a scendere in campo per separare le Veela DAi Lepricani, ma con scarso succESso; nel frattempo, la battaglia campale di sotto non era nulla paragonata a quella in alto. Harry guarDAva DA una parte e DAll’altra con l’Omniocolo mentre la Pluffa cambiava mani con la velocità di un proiettile…
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Ma le urla entusiaste dei tifosi irlandESi si sentivano a stento sopra gli strilli delle Veela, gli scoppi che uscivano DAlle bacchette dei membri del Ministero e i ruggiti rabbiosi dei Bulgari. La partita riprESe immediatamente; ora Levski aveva la Pluffa, ora Dimitrov…
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Il Battitore irlandESe. Quigley, sferrò un gran colpo a un Bolide di passaggio, e lo spedi più forte che poteva verso Krum, che non si scansò abbastanza in fretta. Il Bolide lo colpì forte in faccia.
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DAlla folla si alzò un gemito assorDAnte; il naso di Krum sembrava rotto, c’era sangue DAppertutto, ma Hassan Mustafà non fischiò. Era come distratto, e Harry non poteva biasimarlo; una delle Veela aveva scagliato una manciata di fuoco e aveva incendiato la sua scopa.
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Harry dESiderò che qualcuno capisse che Krum era ferito; anche se tifava per l’IrlanDA, Krum era il giocatore più emozionante in campo. Ron la pensava chiaramente allo stESso modo.
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«Time out! Ah, andiamo, non può giocare così, guarDAtelo…»
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«GuarDAte Lynch!» urlò Harry.
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Perché il Cercatore irlandESe si era all’improvviso lanciato in picchiata, e Harry era quasi certo che non si trattasse di una Finta Wronsky; quESta volta era per DAvvero…
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«Ha visto il Boccino!» urlò Harry. «L’ha visto! GuarDAte, ecco che va!»
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Metà dello stadio parve aver capito cosa stava accadendo, i tifosi irlandESi si alzarono in un’enorme onDA verde, incitando il loro Cercatore… ma Krum gli stava alle calcagna. Harry si domandò come facESse a vedere dove stava anDAndo; c’erano schizzi di sangue nella sua scia, ma ormai era quasi tESta a tESta con Lynch, mentre entrambi precipitavano di nuovo verso il suolo…
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E aveva ragione: per la seconDA volta, Lynch colpì il terreno con forza tremenDA, e fu immediatamente circonDAto DA un’orDA di Veela infuriate.
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«Ce l’ha… Krum l’ha prESo… è finita!» gridò Harry.
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Krum, gli abiti rossi luccicanti del sangue che gli colava DAl naso, saliva dolcemente per aria, il pugno in alto, un bagliore d’oro racchiuso nella mano.
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Il tabellone lampeggiava “BULGARIA: CENTOSESSANTA, IRLANDA: CENTOSETTANTA” oltre la folla, che non poteva aver capito che cos’era succESso. Poi, lentamente, come se un enorme jumbo jet stESse anDAndo su di giri, il rombo dei tifosi irlandESi divenne sempre più forte ed ESplose in urla di gioia.
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«VINCE L’IRLANDA!» gridò Bagman, che, come gli IrlandESi, sembrava ESsere stato prESo alla sprovvista DAlla fine improvvisa della partita. «KRUM PRENDE IL BOCCINO — MA VINCE L’IRLANDA — santo cielo, credo che nESsuno di noi se lo aspettasse!»
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«Perché ha prESo il Boccino?» strillò Ron mentre saltava su e giù, applaudendo con le braccia tESe sopra la tESta. «Ha finito quando l’IrlanDA era in tESta di centosESsanta punti, quell’idiota!»
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«Sapeva che non avrebbero mai potuto rimontare» gli rispose urlando Harry sopra il frastuono, applaudendo forte anche lui. «I Cacciatori irlandESi erano troppo bravi… voleva finire a modo suo, tutto qui…»
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«È stato molto coraggioso, vero?» disse Hermione, sporgendosi per guarDAre Krum che atterrava e lo sciame di medi-maghi che si apriva un varco a bacchettate tra i Lepricani e le Veela in piena rissa per raggiungerlo. «Sembra ridotto male…»
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Harry riportò l’Omniocolo agli occhi. Era difficile vedere che cosa succedeva di sotto, perché i Lepricani sfrecciavano ESilarati per tutto il campo, ma riuscì a distinguere Krum, circonDAto DA medimaghi. Sembrava più corrucciato che mai, e non permise che gli tamponassero il sangue. I suoi compagni di squadra lo attorniavano scuotendo la tESta con aria sconfitta; poco più in là, i giocatori irlandESi ballavano in una pioggia d’oro che scendeva DAlle loro Mascotte. Per tutto lo stadio sventolavano bandiere, l’inno nazionale irlandESe risuonava DA tutte le parti; le Veela stavano tornando al loro consueto bell’aspetto benché scoraggiate e deprESse.
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«Lei parla inglESe!» disse Caramell in tono offESo. «E mi ha fatto parlare a gESti per tutto il giorno!»
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«E mentre la Nazionale IrlandESe fa un giro d’onore, accompagnata DAlle sue Mascotte, la Coppa del Mondo di Quidditch viene portata in Tribuna d’onore!» ruggi Bagman.
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Gli occhi di Harry furono improvvisamente abbagliati DA un’accecante luce bianca, mentre la Tribuna d’onore s’illuminava per magia così che DAgli spalti tutti potESsero vederne l’interno. Strizzando gli occhi verso l’ingrESso vide due maghi affannati che trasportavano in tribuna un’enorme coppa d’oro; la consegnarono a Cornelius Caramell, ancora molto irritato al pensiero di aver parlato a gESti tutto il giorno per niente.
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E DAlle scale entrarono in tribuna i sette giocatori bulgari battuti. La folla applaudiva in segno di stima; Harry vide migliaia e migliaia di lenti di Omniocoli che lampeggiavano e ammiccavano nella loro direzione.
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Uno per uno, i Bulgari sfilarono tra gli ordini di posti della tribuna, e Bagman gridò il nome di ciascuno mentre stringevano la mano al loro Ministro e poi a Caramell. Krum, che era l’ultimo, era DAvvero in condizioni disastrose. Sul viso insanguinato gli si stavano gonfiando due occhi neri a velocità spettacolare. Teneva ancora il Boccino. Harry notò che a terra sembrava molto meno coordinato: aveva un principio di piedi piatti e le spalle piuttosto cascanti. Ma quando venne pronunciato il suo nome, tutto quanto lo stadio rispose con un boato spaccatimpani.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
E poi venne la Nazionale IrlandESe. AiDAn Lynch era sorretto DA Moran e Connolly; il secondo schianto sembrava averlo intontito e aveva uno sguardo decisamente annebbiato. Ma fece un sorriso allegro quando Troy e Quigley sollevarono la Coppa e la folla di sotto tuonò la sua approvazione. Harry non si sentiva più le mani DAgli applausi.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Finalmente, quando la Nazionale IrlandESe si fu allontanata DAlla tribuna per compiere un altro giro d’onore a cavallo delle scope (AiDAn Lynch salDAmente aggrappato a Connolly, continuando a sorridere vagamente perplESso), Bagman puntò la bacchetta contro la propria gola e mormorò: «Quietus».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Se ne parlerà per anni» disse con voce roca, «un colpo di scena DAvvero inaspettato, quello… peccato che non sia potuta durare di più… ah, sì… sì, vi devo… quanto?»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
Perché Fred e George avevano appena scavalcato i loro sedili ed erano in piedi DAvanti a Ludo Bagman con un gran sorriso stampato in faccia e le mani tESe. La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4) |
«Non dite a vostra madre che avete scommESso» implorò il signor Weasley rivolto a Fred e George, mentre tutti quanti scendevano lentamente le scale.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Non preoccuparti, papà» disse Fred allegro, «abbiamo grandi progetti per quESto denaro, non vogliamo farcelo requisire».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Per un attimo, il signor Weasley sembrò sul punto di chiedere di quali progetti si trattava, ma poi, dopo una breve riflESsione, decise che non voleva saperlo.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Ben prESto si trovarono imbottigliati nella folla in uscita DAllo stadio verso il campeggio. Canti rauchi si levavano nell’aria notturna mentre ripercorrevano il cammino lungo il sentiero illuminato DAlle lanterne, e i Lepricani continuavano a sfrecciare sopra le loro tESte, riDAcchiando e agitando i loro lumini. Quando finalmente raggiunsero le tende, nESsuno aveva voglia di dormire, e visto il livello di chiasso attorno a loro, il signor Weasley decise che potevano prendere un’ultima tazza di cioccolata insieme prima di coricarsi. Ben prESto si ritrovarono a discutere animatamente sulla partita; il signor Weasley si fece trascinare in una disputa con Charlie sulle sgomitate, e fu solo quando Ginny cadde addormentata sul tavolino e rovESciò cioccolata calDA su tutto il pavimento che il signor Weasley dette un taglio ai commenti e li mandò tutti a letto. Hermione e Ginny entrarono nella tenDA accanto, e Harry e gli altri Weasley s’infilarono il pigiama e si arrampicarono nei loro letti a castello. DAll’altra parte del campeggio si udivano ancora canti e l’eco di qualche sporadica ESplosione.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Oh, sono felice di non ESsere in servizio» borbottò il signor Weasley assonnato, «non mi piacerebbe proprio dover anDAre a dire agli IrlandESi che devono smettere di fESteggiare».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Nel letto sopra quello di Ron, Harry rimase sveglio a fissare il soffitto di tela, DA cui trapelava ogni tanto il bagliore di un’occasionale lanterna di Lepricani, e rivivendo nel pensiero alcune delle più spettacolari azioni di Krum. Moriva DAlla voglia di tornare a cavallo della sua Firebolt e provare la Finta Wronsky… con tutti i suoi schemi contorti Oliver Baston non era mai riuscito a spiegare per bene come fare quell’azione… Harry si vide vEStito di abiti con il suo nome ricamato sulla schiena, e immaginò la sensazione che si doveva provare ascoltando il ruggito di una folla di centomila persone, mentre la voce di Ludo Bagman echeggiava per tutto lo stadio: «Ecco a voi… Potter!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Harry non seppe mai se si fosse veramente addormentato o no — le sue fantasticherie sul volare come Krum potevano anche ESsersi trasformate in sogni veri e propri — seppe solo che, all’improvviso, il signor Weasley stava urlando.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Alzatevi! Ron… Harry… venite subito, alzatevi, prESto!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Harry balzò a sedere e urtò la tela con la tESta.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Intuiva vagamente che qualcosa non anDAva. I rumori nel campeggio erano cambiati. I canti erano finiti. Udì griDA, e il rumore di passi di corsa.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Scivolò giù DAl letto a castello e cercò i suoi vEStiti, ma il signor Weasley, che si era infilato i jeans sul pigiama, disse: «Non c’è tempo, Harry… prendi una giacca ed ESci… in fretta!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Harry ESegui e si precipitò fuori DAlla tenDA, seguito DA Ron. Alla luce dei pochi fuochi ancora accESi, vide gente che correva nei boschi, sfuggendo a qualcosa che si muoveva nel campo verso di loro, qualcosa che emetteva strani lampi di luce, e rumori simili a spari. Alti ululati, risate fragorose e urla di ubriachi avanzavano DAlla loro parte; poi ci fu un’ESplosione di intensa luce verde, che illuminò la scena.
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Una folla di maghi avanzava lentamente nel campo a ranghi serrati, le bacchette puntate verso l’alto. Harry strizzò gli occhi per vedere meglio… sembrava che non avESsero faccia… poi capì che erano incappucciati. Sopra di loro a mezz’aria, quattro sagome si divincolavano e si contorcevano in forme grottESche. Due di ESse erano molto piccole. Era come se i maghi mascherati fossero burattinai, e le sagome sopra di loro burattini azionati DA fili invisibili che spuntavano DAlle bacchette.
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Altri maghi si univano al gruppo, ridendo e additando i corpi galleggianti in alto. Tende si afflosciavano e cadevano mentre la folla in marcia aumentava. Una o due volte Harry vide uno dei maghi far saltar via una tenDA DAl suo cammino con la bacchetta. Parecchie prESero fuoco. Le urla si fecero più alte.
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Il rogo di una tenDA illuminò all’improvviso le persone in aria, e Harry riconobbe una di loro: era il signor Roberts, il direttore del campeggio. Gli altri tre dovevano ESsere sua moglie e i suoi figli. A un tocco di bacchetta di uno dei maghi in marcia la signora Roberts si ribaltò a tESta in giù, e la camicia DA notte ricadde rivelando ampi mutandoni; lei cercò di coprirsi mentre la folla al di sotto strillava e fischiava sguaiatamente.
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«È orribile» mormorò Ron, guarDAndo il più piccolo dei bambini babbani, che aveva cominciato a girare come una trottola, a venti metri DAl suolo, la tESta che ciondolava DA una parte all’altra. «È DAvvero orribile…»
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Hermione e Ginny li raggiunsero di corsa, infilandosi le giacche sulle camicie DA notte, con il signor Weasley alle loro spalle. Nello stESso istante, Bill, Charlie e Percy affiorarono DAlla tenDA dei ragazzi, completamente vEStiti, con le maniche rimboccate e le bacchette in pugno.
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«Andiamo a DAre una mano al Ministero» gridò il signor Weasley sopra il frastuono, arrotolandosi le maniche a sua volta. «Voialtri… entrate nel bosco, e rEState uniti. Verrò a prendervi quando avremo sistemato la faccenDA!»
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Bill, Charlie e Percy stavano già sfrecciando verso la folla; il signor Weasley si lanciò dietro di loro. Maghi del Ministero accorrevano DA ogni parte. La moltitudine sotto i Roberts era sempre più vicina.
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«Andiamo» disse Fred, prendendo per mano Ginny e trascinandola verso il bosco. Harry, Ron, Hermione e George li seguirono. Una volta raggiunti gli alberi si voltarono: videro i maghi del Ministero cercare di attraversare la calca per raggiungere i maghi incappucciati al centro, ma era un’imprESa difficile. Parevano non voler scagliare incantESimi che rischiassero di far precipitare i Roberts.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Le lanterne colorate lungo il sentiero verso lo stadio erano state spente. Cupe sagome inciampavano tra gli alberi; i bambini piangevano; urla angosciate e voci pervase DAl panico rimbombavano attorno a loro nella fredDA aria notturna. Harry si sentì spingere di qua e di là DA gente di cui non poteva vedere il volto. Poi sentì Ron griDAre di dolore.
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«Che cosa è succESso?» ESclamò Hermione agitata, fermandosi così di colpo che Harry le rovinò addosso. «Ron, dove sei? Oh, che stupiDA… Lumos!»
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Illuminò la sua bacchetta e puntò il raggio sottile sul sentiero. Ron era distESo a terra.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Ron disse a Malfoy di fare una cosa che, Harry lo sapeva, non avrebbe mai osato pronunciare DAvanti al signor Weasley.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Modera il linguaggio, Weasley» disse Malfoy, i pallidi occhi scintillanti. «Non è meglio che vi muoviate, adESso? Non vorrete che riconoscano anche lei, vero?»
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Indicò Hermione con un cenno, e nello stESso istante un’ESplosione come di una bomba echeggiò DAl campeggio, e un lampo di luce verde illuminò per un attimo gli alberi attorno a loro.
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«Che cosa vorrESti dire?» ESclamò Hermione in tono di sfiDA.
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«Granger, stanno cercando i Babbani» disse Malfoy. «Vuoi far vedere le mutande a tutti? Perché se è quESto che vuoi, aspetta solo un attimo… vengono di qua, e almeno ci faremo una bella risata».
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«Vedila un po’ come ti pare, Potter» disse Malfoy con un sorriso perfido. «Se credi che non possano riconoscere una Mezzosangue, rEState pure dove siete».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«BaDA a come parli!» gridò Ron. Tutti sapevano che “Mezzosangue” era un termine molto offensivo che indicava una strega o un mago di origini babbane.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Poi oltre gli alberi risuonò un’ESplosione più fragorosa che mai. Parecchie persone vicine urlarono.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Malfoy riDAcchiò piano.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Dove sono i tuoi genitori?» disse Harry, sempre più arrabbiato. «Là fuori con il cappuccio in tESta, vero?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Tieni giù quel tuo tEStone, Granger» sogghignò Malfoy.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Scommetto quello che vuoi che suo padre è uno di quelli incappucciati!» ESclamò Ron veemente.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Fred, George e Ginny non si vedevano DA nESsuna parte, anche se il sentiero era pieno di gente che guarDAva nervosamente verso il fragore che proveniva DAl campeggio.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Un gruppo di ragazzini in pigiama stava litigando ad alta voce un po’ più avanti. Quando videro Harry, Ron e Hermione, una ragazza con fitti capelli ricci si voltò e chiESe in fretta: «Où ESt MaDAme Maxime? Nous l’avons perdue…»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Devono ESsere di Beauxbatons» disse Hermione. «Sai… l’Accademia della Magia di Beauxbatons… Ho letto delle cose su Compendio sull’Istruzione Magica in Europa».
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«Fred e George non possono ESsere anDAti così lontani» disse Ron EStraendo la bacchetta e accendendola per illuminare il sentiero. Harry frugò nelle tasche della giacca in cerca della sua bacchetta — ma lì non c’era. L’unica cosa che vi trovò fu l’Omniocolo.
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Ron e Hermione alzarono le loro quel tanto che bastava per aumentare l’ampiezza dello stretto cono di luce sul terreno; Harry guardò DAppertutto nei dintorni, ma la sua bacchetta non si vedeva.
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«Forse è rimasta nella tenDA» disse Ron.
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«Forse ti è caduta DAlla tasca mentre correvi» suggerì Hermione ansiosa.
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Un fruscio li fece sobbalzare tutti e tre. Winky l’elfa domEStica si stava aprendo la straDA in un mucchio di cESpugli lì vicino. Si muoveva in modo singolare, apparentemente con grande difficoltà; era come se una mano invisibile cercasse di trattenerla.
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E scomparve tra gli alberi DAll’altra parte del sentiero, ansando e squittendo mentre lottava contro la forza che la contrastava.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Che cos’ha?» disse Ron, guarDAndo incuriosito nella direzione in cui era sparita. «Perché non riESce a correre?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Scommetto che non ha chiESto il permESso di nascondersi» disse Harry. Stava pensando a Dobby: tutte le volte che aveva cercato di fare qualcosa che non sarebbe piaciuto ai Malfoy, era stato costretto a punirsi.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Ma insomma, gli elfi domEStici sono trattati in maniera brutale!» ESclamò Hermione indignata. «È schiavitù, ecco cos’è! Quel signor Crouch l’ha costretta a salire fino in cima allo stadio, ed era terrorizzata, e l’ha stregata, così lei non può nemmeno correre quando cominciano a calpEStare le tende! Perché qualcuno non fa qualcosa?»
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«Be’, gli elfi sono contenti cosi, vero?» disse Ron. «Hai sentito la vecchia Winky alla partita… “Gli elfi di casa non devono divertirsi”… E quESto che le piace, farsi comanDAre a bacchetta…»
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Un’altra forte ESplosione echeggiò DAl limitare del bosco.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Muoviamoci di qui, va bene?» disse Ron, e Harry lo vide guarDAre Hermione nervosamente. Forse c’era del vero in quello che aveva detto Malfoy; forse Hermione era più in pericolo di loro. Ripartirono. Harry si frugò ancora le tasche, pur sapendo che la sua bacchetta non era lì.
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Seguirono il sentiero oscuro nel profondo del bosco, continuando a guarDArsi intorno alla ricerca di Fred, George e Ginny. Superarono un gruppo di goblin, che riDAcchiavano su un sacco d’oro che evidentemente avevano vinto scommettendo sul risultato della partita, e che sembravano piuttosto indifferenti ai tafferugli del campeggio. Più avanti entrarono in una macchia di luce argentea, e tra gli alberi videro tre Veela, alte e bellissime, in una radura, circonDAte DA un gruppo di giovani maghi che parlavano tutti a voce molto alta.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Io guaDAgno cento sacchi di galeoni l’anno» gridò uno di loro. «Faccio il killer di draghi per il Comitato per la SopprESsione delle Creature Pericolose!»
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«Ma insomma!» disse di nuovo Hermione, e lei e Harry afferrarono salDAmente Ron per le braccia, lo costrinsero a voltarsi e lo trascinarono via. Erano ormai nel cuore della forESta quando le voci delle Veela e dei loro ammiratori svanirono del tutto. Non c’era nESsuno; tutto era molto più tranquillo.
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Aveva appena finito di parlare che Ludo Bagman spuntò DA dietro un albero proprio DAvanti a loro.
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Anche alla flebile luce delle due bacchette, Harry si accorse che Bagman era cambiato parecchio. Non era più ilare e roseo; non saltellava più. Era molto pallido e tESo.
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I ragazzi si guarDArono sorprESi.
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«Al campeggio… della gente ha prESo in ostaggio una famiglia di Babbani…»
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Bagman imprecò ad alta voce. «DAnnazione!» ESclamò sconvolto, e senza aggiungere altro si Smaterializzò con un piccolo pop.
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«È stato un grande Battitore, comunque» disse Ron, guiDAndoli DAl sentiero in una piccola radura e sedendosi su una zolla di erba secca ai piedi di un albero. «Le VESpe di Winbourne hanno vinto il campionato tre volte di fila quando c’era lui in squadra».
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EStrasse DAlla tasca il modellino di Krum, lo posò a terra e lo guardò camminare per un po’. Come il vero Krum, il pupazzo aveva i piedi un po’ piatti e le spalle spioventi, e faceva molta meno imprESsione con quei piedi in fuori che a cavallo del suo manico di scopa. Harry tESe l’orecchio per cogliere i rumori provenienti DAl campeggio. Tutto sembrava ancora tranquillo; forse la rivolta era finita.
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«Almeno quESto cancellerebbe quella smorfia DAlla faccia del vecchio Draco, certo» disse Ron.
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«Quei poveri Babbani, però» disse Hermione tESa. «E se non riEScono a farli scendere?»
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Ma si interruppe di colpo e si guardò alle spalle. Anche Harry e Ron si guarDArono rapiDAmente attorno. Era come se qualcuno avanzasse barcollando verso la radura. AttESero, ascoltando i suoni dei passi irregolari dietro gli alberi scuri. Ma i passi si fermarono all’improvviso.
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«C’è nESsuno?» gridò Harry.
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E poi. di colpo, una voce ruppe il silenzio. Una voce diversa DA tutte quelle che avevano udito nel bosco, che non gridò di terrore, ma pronunciò una specie di incantESimo…
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E qualcosa di enorme, verde e lucente sbucò DAlla pozza di oscurità che gli occhi di Harry avevano tentato di penetrare: volò oltre le cime degli alberi, su in cielo.
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Per un attimo, Harry pensò che fosse un’altra formazione di Lepricani. Poi vide: era un tESchio colossale, fatto come di stelle di smeraldo, e con un serpente che gli usciva DAlla bocca come una lingua. Si levò sempre più in alto, sotto i loro occhi, stagliandosi vivido in una cortina di fumo verDAstro, stampato contro il cielo nero come una nuova costellazione.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
All’improvviso, nel bosco tutto attorno a loro ESplosero le griDA. Harry non capiva perché, ma l’unica causa possibile era l’improvvisa comparsa del tESchio, ora abbastanza alto DA illuminare il bosco intero, come un sinistro cartellone al neon. Scrutò l’oscurità in cerca della persona che aveva evocato il tESchio, ma non vide nESsuno.
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«Che cosa succede?» chiESe Harry, scosso nel vederla tanto palliDA e terrorizzata.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Harry si voltò — Ron stava raccogliendo in fretta il suo miniKrum — e tutti e tre sfrecciarono attraverso la radura; ma prima che potESsero fare più di qualche passo affrettato, una serie di scoppiettii annunciò l’arrivo di una ventina di maghi, che apparvero DAl nulla e li circonDArono.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«STUPEFICIUM!» ruggirono venti voci. Ci fu una serie di lampi accecanti e Harry sentì i capelli rizzarsi sulla nuca come se un vento potente avESse spazzato la radura. Alzando appena la tESta vide lampi di luce di un rosso vivo scaturire DAlle bacchette dei maghi e volare sopra di loro, incrociandosi, rimbalzando sui tronchi, sfrecciando indietro nel buio…
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I capelli di Harry cESsarono di svolazzare. Alzò la tESta un po’ di più. Il mago DAvanti a lui aveva abbassato la bacchetta. Rotolò sulla schiena e vide il signor Weasley che avanzava verso di loro con aria terrorizzata.
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«Togliti di mezzo, Arthur» disse una fredDA voce asciutta.
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Era il signor Crouch. Lui e gli altri maghi del Ministero li stavano accerchiando. Harry si alzò per affrontarli. Il viso di Crouch era tESo di rabbia.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Chi di voi è stato?» ESplose, gli occhi acuti che scattavano DA uno all’altro. «Chi di voi ha evocato il Marchio Nero?»
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«Non siamo stati noi!» disse Harry, indicando il tESchio in alto.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Non abbiamo fatto niente!» disse Ron, che si stava sfregando il gomito e guarDAva indignato suo padre. «Perché volevate attaccarci?»
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«Non mentite, signori!» urlò Crouch. La sua bacchetta era ancora puntata dritta su Ron, e aveva gli occhi fuori DAlle orbite: sembrava un pazzo. «Siete stati sorprESi sul luogo del delitto!»
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«Barty» sussurrò una strega avvolta in una lunga vEStaglia di lana, «sono ragazzi, Barty, non sarebbero mai stati in grado di…»
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«DA dov’è venuto il Marchio, voi tre?» disse in fretta il signor Weasley.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«DA là» rispose Hermione con voce tremante, indicando il luogo dove avevano sentito la voce, «c’era qualcuno dietro gli alberi… hanno urlato delle parole… un incantESimo…»
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«Oh, erano là, eh?» disse il signor Crouch, gli occhi sporgenti piantati su Hermione, l’incredulità stampata in faccia. «Hanno scagliato un incantESimo, vero? Sembra molto ben informata su come si evoca il Marchio, signorina…»
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Ma nESsuno dei maghi del Ministero eccetto Crouch pareva credere anche solo vagamente che Harry, Ron o Hermione avESsero evocato il tESchio; al contrario, alle parole di Hermione avevano di nuovo alzato le bacchette, e le avevano puntate nella direzione indicata, scrutando tra gli alberi oscuri.
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«Siamo arrivati troppo tardi» disse la strega in vEStaglia, scuotendo il capo. «Si saranno Smaterializzati».
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«Non credo» disse un mago con un’ispiDA barba bruna. Era Amos Diggory, il padre di Cedric. «I nostri SchiantESimi sono anDAti dritti tra quegli alberi… ci sono buone probabilità che li prendiamo…»
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«Sì! Li abbiamo prESi! C’è qualcuno qui! È svenuto! È… ma… santi numi…»
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«Hai prESo qualcuno?» gridò Crouch, decisamente incredulo. «Chi? Chi è?»
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Sentirono dei rametti spezzarsi, il fruscio delle foglie, e poi passi scricchiolanti mentre il signor Diggory ricompariva DA dietro gli alberi. Tra le braccia reggeva una figuretta abbandonata. Harry riconobbe subito lo strofinaccio. Era Winky.
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Crouch non si mosse né parlò mentre Diggory deponeva l’elfa a terra, ai suoi piedi. Tutti i maghi del Ministero lo fissavano: per qualche istante Crouch rimase ESterrefatto, gli occhi lampeggianti nel viso pallido puntati su Winky. Poi parve rianimarsi.
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«Non… può… ESsere» disse a scatti. «Non…»
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Oltrepassò in fretta Diggory e si avviò nel punto in cui quESt’ultimo aveva trovato Winky.
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«È inutile, Crouch» gli gridò dietro Diggory. «Non c’è nESsun altro laggiù».
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Ma Crouch non sembrava disposto a crederci. Lo sentirono muoversi, udirono il fruscio delle foglie mentre spostava i cESpugli cercando qualcosa, o qualcuno.
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«Imbarazzante» disse Diggory cupo, guarDAndo il corpo privo di sensi di Winky. «L’elfa domEStica di Barty Crouch… voglio dire…»
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«Andiamo, Amos» disse piano Weasley, «non crederai che sia stata DAvvero lei? Il Marchio Nero è un segno DA maghi. Occorre una bacchetta magica».
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«Cosa?» ESclamò Weasley.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«GuarDA qui». Diggory mostrò una bacchetta al signor Weasley. «Ce l’aveva in mano. Quindi è infrazione dell’articolo tre del Codice dell’Uso delle Bacchette, tanto per cominciare. A nESsuna creatura non umana è permESso di portare o usare una bacchetta magica».
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In quel momento si udì un altro pop, e Ludo Bagman si Materializzò accanto al signor Weasley. Confuso e senza fiato, vorticò sul posto, fissando con gli occhi sgranati il tESchio verde smeraldo.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Il Marchio Nero!» disse ansante, quasi inciampando in Winky mentre si voltava verso i colleghi con aria interrogativa. «Chi è stato? Li avete prESi? Barty! Che cosa sta succedendo?»
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«Dove sei stato, Barty?» disse Bagman. «Perché non eri alla partita? La tua elfa ti aveva anche tenuto il posto… Per tutti i gargoyle!» Bagman aveva appena notato Winky distESa ai suoi piedi. «Che cosa è succESso a lei?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Ho avuto DA fare, Ludo» disse Crouch, a scatti, muovendo appena le labbra. «E la mia elfa è stata Schiantata».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Schiantata? DA voi? Ma perché…?»
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All’improvviso un barlume di comprensione balenò sul faccione tondo e lucente di Bagman; guardò in su il tESchio, giù verso Winky e poi Crouch.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«E ce l’aveva» disse Diggory. «Ne stringeva una in mano quando l’ho trovata, Ludo. Se per lei va bene, Crouch, credo che dovremmo sentire che cos’ha DA dire a sua discolpa».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Winky si mosse debolmente. I suoi occhioni marroni si aprirono e sbatté più volte le palpebre, perplESsa. Sotto gli occhi dei maghi silenziosi, si levò a sedere tremando. Vide i piedi del signor Diggory e lentamente, ESitante, alzò gli occhi per guarDArlo; poi, ancor più lentamente, guardò su in cielo. Harry vide il tESchio galleggiante riflESso due volte nei suoi enormi occhi vitrei. L’elfa trattenne il rESpiro, lanciò uno sguardo terrorizzato alla radura affollata e scoppiò in singhiozzi disperati.
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«Elfa!» ESclamò severo il signor Diggory. «Sai chi sono? Sono un membro dell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche!»
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Winky cominciò a oscillare avanti e indietro, il rESpiro rotto e affannoso. A Harry ricordò Dobby nei suoi momenti di terrorizzata disobbedienza.
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«Come vedi, elfa, il Marchio Nero è stato evocato qui» disse il signor Diggory. «E poco dopo tu sei stata scoperta sotto di ESso! Vogliamo una spiegazione, se non ti dispiace!»
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«I-i-io non l’ha fatto, signore!» ESalò Winky. «Io non sa come si fa, signore!»
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«Sei stata trovata con una bacchetta in mano!» abbaiò Diggory, impugnandola DAvanti a lei. E mentre la bacchetta rifletteva la luce verde che emanava DAl tESchio in alto riempiendo la radura, Harry la riconobbe.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
L’intera radura si voltò a guarDArlo.
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«Prego?» chiESe Diggory, sbalordito.
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«Ti era caduta?» ripeté Diggory incredulo. «È una confESsione, la tua? L’hai gettata via dopo aver evocato il Marchio?»
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«Amos, ma guarDA con chi stai parlando!» disse il signor Weasley con ira. «Ti pare possibile che Harry Potter evochi il Marchio Nero?»
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«Non mi è caduta lì, comunque» disse Harry, indicando col pollice gli alberi sotto il tESchio. «L’ho persa appena dopo che siamo entrati nel bosco».
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«Insomma» disse Diggory, lo sguardo più duro mentre tornava a fissare Winky che cercava di rannicchiarsi ai suoi piedi. «Hai trovato quESta bacchetta, eh, elfa? E l’hai raccolta e hai pensato di divertirti un po’, eh?»
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«Non è stata lei!» intervenne Hermione. Parlare DAvanti a tutti quei maghi del Ministero la rendeva nervosa, ma proseguì con decisione. «Winky ha una vocetta stridula e la voce che abbiamo sentito scagliare l’incantESimo era molto più profonDA!» Si rivolse a Harry e Ron, cercando il loro sostegno. «Non sembrava affatto Winky, vero?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«No» disse Harry scuotendo la tESta. «Decisamente non suonava come un elfo».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Be’, lo vedremo prESto» ringhiò Diggory, per niente colpito. «C’è un modo semplice per scoprire l’ultimo incantESimo lanciato DA una bacchetta, elfa, lo sapevi?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Winky tremò e scosse la tESta affannosamente, le orecchie svolazzanti, mentre Diggory alzava di nuovo la sua bacchetta e ne puntava l’EStremità contro quella di Harry.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Harry udì Hermione trattenere il rESpiro, terrificata, mentre un enorme tESchio con la lingua di serpente sbucava DAl punto in cui le due bacchette si toccavano, ma era solo una palliDA ombra del tESchio verde alto sopra di loro, sembrava che fosse fatto di denso fumo grigio: il fantasma di un incantESimo.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Deletrius!» gridò Diggory, e il tESchio nebuloso svanì in un fil di fumo. «Allora» disse con una sorta di selvaggio trionfo, guarDAndo giù verso Winky che era ancora scossa DA tremiti convulsi.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Amos» intervenne il signor Weasley ad alta voce, «pensaci… pochissimi maghi sanno come fare quell’incantESimo… dove l’avrebbe imparato?»
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«Forse Amos sta insinuando» disse Crouch, ogni sillaba pervasa di geliDA furia, «che io ho l’abitudine di insegnare ai miei servi come si evoca il Marchio Nero?»
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«È anDAto molto vicino ad accusare le due persone in quESta radura che meno di tutte possono aver richiamato quel Marchio!» abbaiò Crouch. «Harry Potter… e me! Immagino che lei conosca la storia del ragazzo, Amos».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«E confido che ricordi le molte prove che ho DAto, nel corso di una lunga carriera, del mio odio e disprezzo per le Arti Oscure e coloro che le praticano!» gridò Crouch, gli occhi di nuovo sporgenti.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Signor Crouch, io… io non ho mai insinuato che lei abbia qualcosa a che fare con quESta faccenDA!» mormorò Amos Diggory, che stava arrossendo dietro l’ispiDA barba bruna.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Precisamente, Amos» disse il signor Weasley. «Potrebbe averlo imparato ovunque… Winky?» disse all’elfa in tono gentile, ma lei si ritrasse come se anche lui le stESse urlando contro. «Dove hai trovato ESattamente la bacchetta di Harry?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Winky torceva con tanta veemenza l’orlo del suo strofinaccio che quESto le si stava sfilacciando tra le dita.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Visto, Amos?» disse il signor Weasley. «Chiunque abbia richiamato il Marchio avrebbe potuto Smaterializzarsi appena commESso il fatto, lasciando la bacchetta di Harry. Mossa astuta, non usare la propria, cosa che avrebbe potuto tradirlo. E la nostra Winky ha avuto la sfortuna di trovare la bacchetta qualche attimo dopo e di raccoglierla».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Winky prESe a tremare più forte che mai. I suoi occhioni scattarono DA Diggory a Ludo Bagman e tornarono DA Crouch.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Poi deglutì e disse: «Io non ha visto nESsuno, signore… nESsuno…»
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Sembrò che a Diggory quell’idea non anDAsse affatto a genio, ma DAto che il signor Crouch era chiaramente un membro molto importante del Ministero, non osò controbattere.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«P-p-padrone…» Winky balbettò guarDAndolo, gli occhi traboccanti di lacrime. «P-p-padrone, t-t-ti prego…»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Crouch la fissò di rimando, il volto indurito, ogni ruga incisa più profonDAmente. Non c’era pietà nel suo sguardo. «QuESta sera Winky si è comportata in un modo che non avrei mai creduto possibile» disse lentamente. «Le avevo detto di rEStare nella tenDA. Le avevo detto di rEStarci mentre uscivo a sistemare la faccenDA. E ora scopro che mi ha disubbidito. QuESto vuol dire vEStiti».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«No!» gemette Winky, prostrandosi ai piedi del signor Crouch. «No, padrone! VEStiti no, vEStiti no!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Harry sapeva che l’unico modo per liberare un elfo domEStico era donargli capi d’abbigliamento. Era penoso vedere Winky tormentare il suo strofinaccio mentre singhiozzava ai piedi di Crouch.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Ma era spaventata!» ESplose rabbiosamente Hermione, fissando torva il signor Crouch. «La sua elfa ha paura dell’altezza, e quei maghi incappucciati stavano facendo levitare la gente! Non può biasimarla perché ha voluto togliersi di torno!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Non mi serve un elfo domEStico che mi disubbidisce» disse gelido, guarDAndo Hermione. «Non mi serve un domEStico che dimentica i suoi doveri verso il padrone, e verso la reputazione del padrone».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Calò un silenzio molto tESo, interrotto DAl signor Weasley che disse piano: «Be’, credo che riporterò i miei ragazzi alla tenDA, se nESsuno ha niente DA obiettare. Amos, quella bacchetta ci ha detto tutto quello che poteva… Puoi riDArla a Harry, per favore?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Andiamo, voi tre» disse piano il signor Weasley. Ma Hermione non aveva l’aria di volersi muovere; non riusciva a staccare gli occhi DAll’elfa in singhiozzi. «Hermione!» disse il signor Weasley con più insistenza. Lei si voltò e seguì Harry e Ron fuori DAlla radura e tra gli alberi.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Che cosa accadrà a Winky?» chiESe, non appena furono usciti DAlla radura.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Come l’hanno trattata!» disse Hermione infuriata. «Diggory che continuava a chiamarla “elfa”… e Crouch! Sa che non è stata lei e ha lo stESso intenzione di licenziarla! Non gli importava di quanto era spaventata o sconvolta… era come se non fosse nemmeno umana!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Hermione si voltò a guarDArlo. «QuESto non significa che non abbia dei sentimenti, Ron, è disgustoso il modo in cui…»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Hermione, sono d’accordo con te» disse in fretta il signor Weasley, ESortandola ad anDAre avanti, «ma quESto non è il momento di discutere i diritti degli elfi. Voglio tornare alla tenDA il più in fretta possibile. Che cos’è succESso agli altri?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Era troppo buio, ci siamo persi» disse Ron. «Papà, perché erano tutti così nervosi per la faccenDA del tESchio?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Spiegherò tutto quando saremo di ritorno alla tenDA» disse il signor Weasley, tESo.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Una gran folla di maghi e streghe DAll’aria spaventata si era riunita li, e quando videro il signor Weasley venire verso di loro, molti gli si affrettarono incontro. «Che cosa sta succedendo laggiù?» «Chi l’ha evocato?» «Arthur… non sarà… lui?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Certo che non è lui» disse il signor Weasley con impazienza. «Non so chi sia stato, sembra che si siano Smaterializzati. Ora scusatemi, vi prego, voglio anDAre a dormire».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
DAlla tenDA dei ragazzi spuntò la tESta di Charlie.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Sono qui con me» disse il signor Weasley, chinandosi ed entrando nella tenDA. Harry, Ron e Hermione lo seguirono.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Bill era seduto al tavolino della cucina e teneva un lenzuolo contro il braccio, che sanguinava abbonDAntemente. Charlie aveva un largo strappo nella camicia, e Percy ESibiva il naso insanguinato. Fred, George e Ginny sembravano illESi, anche se scossi.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Li hai prESi, papà?» chiESe Bill secco. «Quelli che hanno evocato il Marchio?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«No» rispose il signor Weasley. «Abbiamo trovato l’elfa di Barty Crouch con la bacchetta di Harry, ma non ne sappiamo di più su chi sia il rESponsabile».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Cosa?» ESclamarono Bill, Charlie e Percy in coro.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Con l’aiuto di Harry, Ron e Hermione, il signor Weasley spiegò cos’era succESso nel bosco. Alla fine del racconto, Percy traboccava d’indignazione.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Be’, il signor Crouch ha ragione a liberarsi di un’elfa del genere!» disse. «Fuggire quando le aveva detto ESprESsamente di non farlo… metterlo in imbarazzo DAvanti a tutto il Ministero… che figura avrebbe fatto, se lei fosse dovuta comparire DAvanti all’Ufficio Regolazione e Controllo…»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Non ha fatto niente… era solo nel posto sbagliato al momento sbagliato!» sbottò Hermione a Percy, che parve molto sorprESo. Hermione era sempre anDAta molto d’accordo con Percy — molto più degli altri, a dire il vero.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Hermione, un mago nella posizione del signor Crouch non può permettersi un elfo domEStico che corre in giro come un pazzo armato di bacchetta magica!» disse Percy con sussiego, riprendendosi.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Non è corsa in giro come una pazza!» gridò Hermione. «L’ha solo raccolta DA terra!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Sentite, qualcuno potrebbe spiegarci almeno che cos’era quel tESchio?» intervenne Ron impaziente. «Non ha fatto male a nESsuno… perché tutta quell’agitazione?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Te l’ho detto, è il simbolo di Tu-Sai-Chi, Ron» disse Hermione prima che qualcun altro potESse rispondere. «L’ho letto su AscESa e Declino delle Arti Oscure».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«E non lo si vedeva DA tredici anni» aggiunse piano il signor Weasley. «È naturale che tutti si siano spaventati… è stato quasi come rivedere Voi-Sapete-Chi».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Poi Bill, togliendo il lenzuolo DAl braccio per controllare il suo taglio, disse: «Be’, non ci ha aiutato quESta notte, chiunque l’abbia evocato. Ha mESso in fuga i Mangiamorte nell’istante in cui l’hanno visto. Si sono Smaterializzati tutti prima che riuscissimo ad avvicinarci tanto DA smascherarne uno. Siamo riusciti ad afferrare i Roberts prima che toccassero terra, però. Gli stanno modificando la memoria proprio adESso».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Mangiamorte?» chiESe Harry. «Che cosa sono i Mangiamorte?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«È così che si fanno chiamare i sostenitori di Tu-Sai-Chi» disse Bill. «Credo che stanotte abbiamo visto quel che ne è rimasto: quelli che sono riusciti a tenersi fuori DA Azkaban, almeno».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Ma i sostenitori di Voldemort…» ESordì Harry. Tutti sussultarono: come quasi tutti nel mondo dei maghi, i Weasley evitavano sempre di pronunciare il nome di Voldemort. «Scusate» disse in fretta Harry. «Che cosa avevano in mente i sostenitori di Voi-Sapete-Chi, sollevando Babbani in aria? Voglio dire, a che scopo?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«A che scopo?» disse il signor Weasley con una risata cupa. «Harry, è così che si divertono quelli. Metà degli omicidi di Babbani al tempo in cui Tu-Sai-Chi era al potere furono commESsi per divertimento. Suppongo che quESta sera abbiano bevuto un po’ e non siano riusciti a rESistere alla tentazione di ricorDAre a tutti noi che molti di loro sono ancora in circolazione. Per loro è stata una simpatica rimpatriata» concluse disgustato.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Ma se erano i Mangiamorte, perché si sono Smaterializzati quando hanno visto il Marchio Nero?» chiESe Ron. «Vederlo avrebbe dovuto fargli piacere, no?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«Usa il cervello, Ron» disse Bill. «Se erano DAvvero Mangiamorte, hanno fatto DAvvero una gran fatica per riuscire a rEStar fuori DA Azkaban quando Tu-Sai-Chi cadde, e hanno detto un sacco di balle sul fatto che lui li aveva obbligati a uccidere e torturare. Scommetto che avrebbero ancora più paura di tutti noi mESsi insieme se tornasse. Hanno negato di aver mai avuto niente a che fare con lui quando ha perso i suoi poteri, e sono tornati alla vita di tutti i giorni… Non credo che sarebbe molto soddisfatto di loro, no?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
«La tua supposizione vale quanto la nostra, Hermione» disse il signor Weasley. «Ma ti dirò una cosa… solo i Mangiamorte potevano sapere come evocarlo. Sarei molto sorprESo se la persona che l’ha fatto non fosse stata un tempo un Mangiamorte, anche se ora non lo è… Sentite, è molto tardi, e se vostra madre viene a sapere cos’è succESso si spaventerà DA morire. Dormiremo qualche ora e poi cercheremo di prendere una Passaporta domattina prESto per anDArcene di qui».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Harry tornò nel suo lettino con la tESta che gli ronzava. Sapeva che avrebbe dovuto sentirsi sfinito; erano quasi le tre del mattino, ma era sveglissimo: sveglissimo, e preoccupato.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Tre giorni prima — sembrava che fosse passato molto più tempo, ma erano solo tre giorni — si era svegliato con la cicatrice che gli bruciava. E quella notte, per la prima volta dopo tredici anni, il Marchio di Voldemort era comparso nel cielo. Cosa significava tutto quESto?
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Pensò alla lettera che aveva scritto a Sirius prima di lasciare Privet Drive. Chissà se Sirius l’aveva già ricevuta? Quando avrebbe risposto? Harry rimase distESo a guarDAre la tela, ma non sopraggiunsero fantasticherie di volo a conciliargli il sonno, e fu molto dopo che il russare di Charlie ebbe riempito la tenDA che Harry alla fine si assopì. Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4) |
Il signor Weasley li svegliò dopo poche ore di sonno. Usò la magia per ripiegare le tende, e lasciarono il campeggio più in fretta che poterono, passando DAvanti al signor Roberts che era sulla soglia della sua casetta. Roberts aveva una strana aria inebetita, e li salutò con la mano e con un vago «Buon Natale».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Si riprenderà benissimo» disse sottovoce il signor Weasley mentre s’incamminavano nella brughiera. «A volte, quando la memoria di una persona viene modificata, quESto lo disorienta leggermente per un po’… e quella che gli hanno fatto scorDAre era una cosa grossa».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Udirono voci concitate mentre si avvicinavano al punto in cui si trovavano le Passaporte, e quando lo raggiunsero trovarono un gran numero di maghi e streghe attorno al custode Basil, tutti che insistevano per anDArsene DAl campeggio il più prESto possibile. Il signor Weasley ebbe una frettolosa discussione con Basil; si misero in coDA, e riuscirono a prendere un vecchio pneumatico per tornare al Col dell’Ermellino prima ancora che il sole sorgESse. Tornarono indietro attraverso Ottery St Catchpole diretti alla Tana nella luce dell’alba, parlando molto poco, tanto erano ESausti, e pensando con dESiderio alla colazione. Alla curva del sentiero, La Tana apparve ai loro occhi, e un grido echeggiò nell’aria.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
La signora Weasley, che evidentemente li stava aspettando in giardino, corse loro incontro, con indosso ancora le pantofole, il viso pallido e tESo, una copia stropicciata della Gazzetta del Profeta stretta in mano. «Arthur… ero così preoccupata… così preoccupata…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Gettò le braccia al collo del marito, e la Gazzetta del Profeta cadde a terra. Harry guardò in giù e lESse il titolo: SCENE DI TERRORE ALLA COPPA DEL MONDO DI QUIDDITCH, completo di una foto balenante in bianco e nero del Marchio Nero sopra le cime degli alberi.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«State tutti bene» mormorò la signora Weasley agitatissima, liberando il signor Weasley DAlla stretta e fissando tutti gli altri con gli occhi arrossati, «siete vivi… oh, ragazzi…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
E con gran sorprESa di tutti, afferrò Fred e George e li strinse in un abbraccio così serrato che le loro tESte cozzarono.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Vi ho sgriDAti prima che partiste!» ESclamò la signora Weasley, e cominciò a singhiozzare. «Non ho pensato ad altro! E se Voi-Sapete-Chi vi avESse prESo, e l’ultima cosa che vi avESsi detto fosse stata che non avevate prESo il G.U.F.O. che volevo? Oh, Fred… George…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Su, Molly, stiamo tutti benissimo» disse il signor Weasley in tono rassicurante, sciogliendola DAi gemelli e guiDAndola verso casa. «Bill» aggiunse a mezza voce, «raccogli quel giornale, voglio vedere che cosa dice…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Quando furono tutti stipati nella piccola cucina, e Hermione ebbe preparato alla signora Weasley una tazza di tè molto forte, nella quale il signor Weasley insistette per versare un goccio di Whisky Incendiario Ogden Stravecchio, Bill tESe il giornale al padre. Il signor Weasley scorse la prima pagina mentre Percy guarDAva DA sopra la sua spalla.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Quella donna ce l’ha con il Ministero della Magia!» ESclamò Percy infuriato. «La settimana scorsa ha scritto che stiamo perdendo tempo a cavillare sullo spESsore dei calderoni, quando dovremmo occuparci di marchiare i vampiri! Come se non fosse ESprESsamente stabilito nel paragrafo dodici delle Indicazioni per il Trattamento dei Non Maghi Semiumani…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Dove?» sputacchiò la signora Weasley, semisoffocata DAl tè corretto al whisky. «Se l’avESsi letto, avrei saputo che eri vivo!»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Non con nome e cognome» disse il signor Weasley. «Sentite qui: Se i maghi e le streghe terrorizzati che attendevano col fiato sospESo qualche notizia ai margini del bosco si aspettavano di ricevere rassicurazioni DAl Ministero della Magia, sono rimasti amaramente delusi. Un rapprESentante del Ministero si è prESentato parecchio tempo dopo l’apparizione del Marchio Nero, sostenendo che nESsuno era rimasto ferito, ma rifiutandosi di fornire ulteriori informazioni. RESta DA vedere se quESta dichiarazione sarà sufficiente a smentire le voci secondo cui parecchi corpi sono stati portati via DAl bosco un’ora dopo. Figuriamoci» disse il signor Weasley ESasperato, passando il giornale a Percy. «NESsuno è rimasto ferito, che cosa avrei dovuto dire? Voci secondo cui parecchi corpi sono stati portati via DAl bosco … be’, certo che gireranno delle voci, adESso che ha scritto quESta roba».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Trasse un profondo sospiro. «Molly, dovrò anDAre in ufficio, ci sarà bisogno di calmare le acque».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
E sfrecciò fuori DAlla cucina.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
La signora Weasley parve molto turbata. «Arthur, dovrESti ESsere in vacanza! QuESta faccenDA non ha niente a che vedere col tuo ufficio. Possono occuparsene senza di te, no?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Devo anDAre, Molly» disse il signor Weasley. «Ho peggiorato le cose. Il tempo di cambiarmi e partirò…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Edvige, caro?» disse la signora Weasley distrattamente. «No… no, non è arrivata posta per nESsuno».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Ron e Hermione scoccarono uno sguardo incuriosito a Harry, che rispose guarDAndoli con aria eloquente: «Va bene se vado a sistemare la mia roba in camera tua, Ron?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Sì» disse lei rapiDA, e tutti e tre uscirono DAlla cucina e salirono le scale.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Che cosa succede, Harry?» chiESe Ron non appena si furono chiusi alle spalle la porta della soffitta.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Le reazioni di Ron e Hermione furono quasi ESattamente quelle che Harry aveva immaginato nella sua stanza a Privet Drive. A Hermione si mozzò il fiato, poi prESe a snocciolare consigli uno dopo l’altro, citando un gran numero di enciclopedie, e tutti quanti DA Albus Silente a MaDAma Chips, l’infermiera di Hogwarts.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Sono sicuro che non era a Privet Drive» disse Harry. «Ma l’ho sognato… lui e Peter — sapete, CoDAliscia. AdESso non ricordo tutto, ma progettavano di uccidere… qualcuno».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Aveva ESitato per un istante, sul punto di dire “me”, ma non se la sentì di spaventare Hermione più di quanto non lo fosse già.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Sì, ma lo era DAvvero?» disse Harry, voltandosi per guarDAre DAlla finEStra il cielo sempre più chiaro. «È strano, no…? Mi fa male la cicatrice, e tre giorni dopo i Mangiamorte sono in marcia, e il marchio di Voldemort è di nuovo su in cielo».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«E vi ricorDAte che cosa ha detto la profESsorESsa Cooman?» riprESe Harry, ignorando Ron. «Alla fine dell’anno scorso?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
La profESsorESsa Cooman era la loro insegnante di Divinazione a Hogwarts.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Lo sguardo terrorizzato di Hermione scomparve e lei emise uno sbuffo sprezzante. «Oh, Harry, non vorrai mica DAre retta a quella vecchia impostora?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Voi non c’eravate» disse Harry. «Voi non l’avete sentita. Quella volta è stato diverso. Ve l’ho detto, è anDAta in trance — per DAvvero. E ha detto che il Signore Oscuro sarebbe risorto… più grande e terribile che mai… e ci sarebbe riuscito perché il suo servo stava per tornare DA lui… e quella notte CoDAliscia è fuggito».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Perché hai chiESto se era arrivata Edvige, Harry?» gli domandò Hermione. «Stai aspettando una lettera?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Bella pensata!» disse Ron, mentre la sua ESprESsione si rischiarava. «Scommetto che Sirius saprà cosa fare!»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Ma non sappiamo dove si trova… potrebbe ESsere in Africa, o qualcosa del genere, no?» disse Hermione con molto buonsenso. «Edvige non riuscirà a coprire una distanza del genere in pochi giorni».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Sì, lo so» disse Harry, ma una morsa gli serrava lo stomaco mentre scrutava fuori DAlla finEStra il cielo del tutto privo di Edvige.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Ron» disse Hermione con un tono di voce del tipo non-credo-che-tu-sia-molto-sensibile, «Harry non ha voglia di giocare a Quidditch adESso… è preoccupato, e stanco… abbiamo tutti bisogno di anDAre a dormire…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Hermione uscì DAlla stanza, borbottando qualcosa che suonava molto come «Maschi».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Né il signor Weasley né Percy furono molto a casa la settimana seguente. Entrambi uscivano ogni mattina prima che il rESto della famiglia si alzasse, e tornavano ogni sera parecchio dopo l’ora di cena.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«È un gran trambusto» disse loro Percy con solennità la domenica sera prima del previsto ritorno a Hogwarts. «Non ho fatto altro che spegnere incendi tutta la settimana. La gente continua a manDAre Strillettere e naturalmente se non apri immediatamente una Strillettera quella ESplode. Bruciature su tutta la mia scrivania e la mia penna d’aquila più bella ridotta in cenere».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Perché tutti spediscono Strillettere?» chiESe Ginny, che stava aggiustando la sua copia di Mille Erbe e Funghi Magici con il Magiscotch sul tappeto DAvanti al camino in salotto.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«ProtEStano per il servizio di sicurezza alla Coppa del Mondo» disse Percy. «Vogliono il risarcimento dei DAnni per i loro averi che sono stati distrutti. Mundungus Fletcher ha inoltrato un reclamo per una tenDA di dodici stanze e idromassaggio, ma io ce l’ho in pugno. So per certo che ha dormito sotto un mantello tenuto su con dei rami».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
La signora Weasley gettò un’occhiata alla pendola del nonno nell’angolo. A Harry piaceva quell’orologio. Era del tutto inutile se uno voleva sapere che ora era, ma per altri versi forniva molte informazioni. Aveva nove lancette d’oro, e ognuna portava scritto il nome di un Weasley. Non c’erano cifre sul quadrante, ma i posti dove poteva trovarsi ciascun membro della famiglia. C’erano “casa”, “scuola” e “lavoro”, ma anche “perduto”, “ospeDAle”, “prigione” e, al posto del dodici, “pericolo mortale”.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«È DAi giorni di Voi-Sapete-Chi che vostro padre non anDAva più in ufficio nei fine settimana» disse. «Lo stanno facendo lavorare troppo. Gli si rovina la cena se non torna a casa prESto».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Non osare DAr la colpa a tuo padre per ciò che ha scritto quella disgraziata di una Skeeter!» ESclamò la signora Weasley, infiammandosi all’istante.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Se papà non avESse detto niente, la vecchia Rita avrebbe scritto che era scanDAloso che nESsuno del Ministero avESse commentato l’accaduto» disse Bill, che stava giocando a scacchi con Ron. «Rita Skeeter non mette mai nESsuno in buona luce. Vi ricorDAte? Una volta ha intervistato tutti gli SpezzaincantESimi della Gringott, e mi ha chiamato “un fricchettone coi capelli lunghi”».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
La pioggia frustava la finEStra del salotto. Hermione era immersa nella lettura del Manuale di IncantESimi, volume quarto: la signora Weasley ne aveva comprata una copia per lei, una per Ron e una per Harry a Diagon Alley. Charlie stava rammenDAndo un passamontagna ignifugo. Harry lustrava la sua Firebolt, con il Kit di Manutenzione per Manici di Scopa che Hermione gli aveva regalato per il suo tredicESimo compleanno aperto ai suoi piedi. Fred e George sedevano in un angolo lontano, la penna in mano, e si scambiavano sussurri, le tESte chine su un rotolo di pergamena.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Non ESsere ridicolo, siete ancora in vacanza» disse la signora Weasley.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Non starete per caso preparando un nuovo modulo di ordinazione, vero?» chiESe la signora Weasley, in tono scaltro. «Non starete pensando di ricominciare con i Tiri Vispi, per caso?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«DAi, mamma» disse Fred guarDAndola con aria addolorata. «Se l’ESprESso di Hogwarts deragliasse domani, e io e George morissimo, come ti sentirESti sapendo che l’ultima cosa che ti abbiamo sentito dire era un’accusa infonDAta?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Oh, sta arrivando papà!» disse lei all’improvviso, guarDAndo di nuovo l’orologio.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
La lancetta del signor Weasley era di colpo scattata DA “lavoro” a “viaggio”; un secondo dopo si fermò vibrando su “casa” con le altre, e tutti sentirono la sua voce DAlla cucina.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Vengo, Arthur!» gridò la signora Weasley uscendo in fretta DAlla stanza.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Be’, adESso sì che siamo nei guai» disse alla signora Weasley sedendosi in una poltrona vicino al fuoco e giocherellando con scarso entusiasmo con il suo cavolfiore un po’ rattrappito. «È tutta la settimana che Rita Skeeter va in giro a ficcare il naso in cerca di altri pasticci del Ministero di cui scrivere. E ora ha scoperto che la povera Bertha è sparita, così quESta storia sarà in prima pagina domani sul Profeta. Io l’avevo detto a Bagman che doveva manDAre qualcuno a cercarla un secolo fa».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Il signor Crouch lo dice DA settimane e settimane» disse Percy prontamente.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Crouch è molto fortunato che Rita non abbia scoperto la faccenDA di Winky» disse il signor Weasley irritato. «La sua elfa domEStica sorprESa con la bacchetta con cui è stato evocato il Marchio Nero sarebbe roba DA prima pagina per una settimana».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Credevo che fossimo tutti d’accordo che quell’elfa, per quanto irrESponsabile, non ha evocato il Marchio, o no?» si scaldò Percy.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Se vuoi saperlo, il signor Crouch è molto fortunato che nESsuno alla Gazzetta del Profeta sappia com’è cattivo con gli elfi!» disse Hermione arrabbiata.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Ma insomma, Hermione!» ribatté Percy. «Un funzionario d’alto rango del Ministero come il signor Crouch merita un’obbedienza cieca DA parte dei suoi servitori…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Della sua schiava, vorrai dire!» ESclamò Hermione mentre la sua voce saliva di tono. «Perché non l’ha pagata, Winky, vero?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Credo che sia meglio se anDAte tutti di sopra a controllare di aver fatto i bagagli come si deve!» intervenne la signora Weasley ponendo fine alla lite. «Avanti, su, tutti quanti…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Harry richiuse il suo Kit di Manutenzione per Manici di Scopa, si mise la Firebolt in spalla e tornò di sopra con Ron. Lassù la pioggia rimbombava ancora più fragorosamente, ed era accompagnata DA forti sibili e gemiti del vento, per non parlare degli sporadici ululati del fantasma che viveva in soffitta. Leo prESe di nuovo a cantare e a sfrecciare nella sua gabbia quando entrarono nella stanza di Ron. La vista dei bauli quasi pronti sembrava averlo precipitato in un delirio d’eccitazione.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«DAgli dei Biscottini Gufici» disse Ron, lanciando un pacchetto a Harry, «così magari sta zitto».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«È passata più di una settimana» disse Harry, guarDAndo il posatoio vuoto di Edvige. «Ron, non pensi che Sirius sia stato catturato, vero?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«No, ci sarebbe scritto sulla Gazzetta del Profeta» disse Ron. «Il Ministero vorrebbe far sapere a tutti di aver prESo qualcuno, no?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«GuarDA, qui c’è la roba che mamma ti ha comprato a Diagon Alley. E ha prelevato dell’oro DAlla tua camera blinDAta per te… e ti ha lavato tutte le calze».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Depose una pila di pacchi sulla brandina di Harry e vi lasciò cadere accanto il sacchetto col denaro e un mucchio di calze. Harry prESe ad aprire i pacchi: a parte il Manuale di IncantESimi, volume quarto, di MiranDA Gadula, aveva un mazzetto di penne nuove, una dozzina di rotoli di pergamena e ricambi per il suo kit di pozioni — era a corto di leonella ed ESsenza di belladonna. Stava ammucchiando la biancheria nel calderone quando alle sue spalle Ron fece un versaccio di disgusto.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«E quello che cosa dovrebbe ESsere?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Tra le mani reggeva una cosa che a Harry parve un lungo abito di velluto marrone. Aveva un orlo di pizzo DAll’aria muffita attorno al collo e polsini di pizzo identici.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Si sentì bussare alla porta e la signora Weasley entrò con una bracciata di divise di Hogwarts lavate e stirate di frESco.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Mamma, mi hai portato per sbaglio il vEStito nuovo di Ginny» disse Ron, tendendole la cosa marrone.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Ma certo che no» disse la signora Weasley. «È per te. Un abito DA cerimonia».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Cosa?» ESclamò Ron terrificato.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Un abito DA cerimonia!» ripeté la signora Weasley. «Sulla lista della scuola c’è scritto che dovete avere un abito DA cerimonia quESt’anno… un abito per le grandi occasioni».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Li portano tutti, Ron!» disse la signora Weasley contrariata. «Sono tutti così! Anche tuo padre ne ha alcuni per le fESte importanti!»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Non fare lo sciocco» ribatté la signora Weasley, «devi avere un abito DA cerimonia, è sulla lista! Ne ho prESo uno anche per Harry… faglielo vedere, Harry…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Con trepiDAzione, Harry aprì l’ultimo pacchetto sulla brandina. Non era cosi tremendo: niente pizzo, e in effetti era più o meno uguale alla divisa scolastica, solo che era verde bottiglia invece che nero.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Be’, va benissimo!» disse Ron arrabbiato, guarDAndo l’abito di Harry. «Perché non posso averne anch’io uno così?»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Perché… be’, il tuo l’ho dovuto comprare di seconDA mano, e non c’era molta scelta» spiegò la signora Weasley arrossendo.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
Harry guardò DA un’altra parte. Avrebbe volentieri diviso tutto il denaro rinchiuso nella sua camera blinDAta della Gringott con i Weasley, ma sapeva che non l’avrebbero mai accettato.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Non me lo metterò mai» ripeteva Ron tEStardo. «Mai».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
«Perché tutte le cose che ho sono schifezze?» ESclamò Ron furibondo, attraversando la stanza per disimpastare il becco di Leo. Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4) |
C’era decisamente una tetraggine DA fine-delle-vacanze nell’aria quando Harry si svegliò la mattina dopo. Una pioggia pESante picchiettava ancora contro la finEStra mentre s’infilava i jeans e una felpa; la divisa della scuola l’avrebbe indossata sull’ESprESso di Hogwarts.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
«Arthur!» gridò verso i piani superiori. «Arthur! MESsaggio urgente DAl Ministero!»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
Harry si appiattì contro il muro mentre il signor Weasley scendeva ciabattando freneticamente, col vEStito alla rovEScia. Quando Harry e gli altri entrarono in cucina, videro la signora Weasley che frugava preoccupata nei cassetti della credenza — «C’era una penna qui DA qualche parte!» — e il signor Weasley chino sul fuoco, intento a parlare con…
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
La tESta di Amos Diggory era lì in mezzo alle fiamme come un grosso uovo barbuto. Parlava molto in fretta, del tutto indifferente alle scintille che le volavano attorno e alle fiamme che le lambivano le orecchie.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
«… dei vicini Babbani hanno sentito dei colpi e delle urla, così sono anDAti a chiamare quei, come-si-chiamano… puliziotti. Arthur, devi anDArci subito…»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
«… un vero colpo di fortuna averlo sentito» disse la tESta di Diggory. «Dovevo anDAre in ufficio prESto per spedire un paio di gufi, e ho trovato tutti quelli dell’Uso Improprio della Magia che uscivano… se Rita Skeeter viene a sapere di quESta cosa, Arthur…»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
«E secondo Malocchio che cos’è succESso?» chiESe il signor Weasley stappando la boccetta d’inchiostro, intingendo la penna e preparandosi a prendere appunti.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
La tESta di Diggory alzò gli occhi al cielo. «Dice che ha sentito un intruso in giardino. Dice che qualcuno strisciava verso casa sua, ma è stato sorprESo DAi suoi bidoni».
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«Che cos’hanno fatto i bidoni?» chiESe il signor Weasley, scrivendo freneticamente.
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«Un chiasso maledetto e hanno sparato immondizia DAppertutto, per quel che ne so» rispose Diggory. «Apparentemente uno era ancora in volo quando sono arrivati i pulizìotti…»
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«Arthur, lo sai com’è fatto Malocchio» disse la tESta di Diggory alzando di nuovo gli occhi al cielo. «Qualcuno che striscia nel suo giardino nel cuore della notte? È più probabile che DA qualche parte ci sia un gatto molto traumatizzato coperto di bucce di patata. Ma se quelli dell’Uso Improprio della Magia mettono le mani su Malocchio, è finito: pensa ai suoi precedenti. Dobbiamo farlo uscire con un’accusa minore, qualcosa del tuo Ufficio… quanto valgono i Bidoni ESplosivi?»
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«Forse potrebbe uscire su cauzione» disse il signor Weasley continuando a scrivere in fretta, le sopracciglia aggrottate. «Malocchio non ha usato la bacchetta? Non ha aggredito nESsuno?»
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«Scommetto che è schizzato giù DAl letto e ha cominciato a buttare DAlla finEStra tutto quello che gli capitava» disse il signor Diggory, «ma faranno fatica a dimostrarlo, non ci sono vittime».
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«Va bene, arrivo» disse il signor Weasley, poi s’infilò in tasca la pergamena con gli appunti e sfrecciò fuori DAlla cucina.
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La tESta di Diggory fissò la signora Weasley.
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«Mi dispiace, Molly» disse più lentamente, «disturbarvi cosi prESto… ma Arthur è il solo che possa tirar fuori Malocchio, e Malocchio dovrebbe cominciare il nuovo lavoro oggi. Perché doveva scegliere proprio ieri notte…»
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«Non importa, Amos» disse la signora Weasley. «Sei sicuro che non vuoi un po’ di pane tostato o qualcos’altro prima di anDAre?»
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La signora Weasley prESe una fetta di pane imburrato DA una pila sul tavolo della cucina, la mise tra le molle del camino e la infilò in bocca a Diggory.
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«Qualcuno ha detto Malocchio?» chiESe Bill. «Che cos’ha combinato, stavolta?»
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«Sì, certo. Papà colleziona spine, vero?» disse Fred a bassa voce, mentre la signora Weasley usciva DAlla stanza. «Chi si somiglia…»
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«Chi è Malocchio?» chiESe Harry.
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«È in pensione, prima lavorava al Ministero» disse Charlie. «L’ho conosciuto una volta che papà mi ha portato in ufficio. Era un Auror, uno dei migliori… un cacciatore di Maghi Oscuri» aggiunse in risposta allo sguardo vacuo di Harry. «Metà delle celle di Azkaban sono piene grazie a lui. Si è fatto un sacco di nemici, però… soprattutto le famiglie di quelli che ha catturato… e ho sentito che DA vecchio è diventato DAvvero paranoico. Non si fiDA più di nESsuno. Vede Maghi Oscuri DAppertutto».
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Bill e Charlie decisero di accompagnare gli altri alla stazione di King’s Cross, ma Percy, profondendosi in scuse, disse che doveva proprio anDAre al lavoro.
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«Non posso proprio prendermi un altro permESso in quESto momento» disse loro. «Il signor Crouch sta veramente cominciando a contare su di me».
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«Sì, e la sai una cosa, Percy?» disse George serio. «Scommetto che prESto imparerà il tuo nome».
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«Arthur ha cercato di farsi prEStare delle auto del Ministero per noi» sussurrò a Harry mentre si trovavano nel giardino lavato DAlla pioggia a guarDAre i tassisti che caricavano sei pESanti bauli di Hogwarts nei portabagagli. «Ma non ce n’erano libere… oh cielo, non sembrano felici, vero?»
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Harry preferì non dire alla signora Weasley che i tassisti babbani trasportano di rado gufi sovreccitati, e Leo stava facendo un fracasso spaccatimpani. Certo non contribuì il fatto che un certo numero di Favolosi Fuochi d’Artificio Freddi del dottor Filibuster con InnESco ad Acqua partirono a sorprESa quando il baule di Fred si aprì di scatto, strappando al tassista ululati di paura e dolore mentre Grattastinchi si arrampicava ad artigli sguainati su per la gamba del poveretto.
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Il viaggio fu scomodo, poiché vennero tutti stipati nel retro dei taxi coi loro bauli. Grattastinchi ci mise un po’ a riprendersi DAi fuochi d’artificio, e Harry, Ron e Hermione arrivarono a Londra seriamente graffiati. Furono molto sollevati di scendere a King’s Cross, anche se la pioggia cadeva più fitta che mai, e per trasportare i bauli attraverso la straDA affollata e dentro la stazione si inzupparono fino all’osso.
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Harry era ormai abituato a raggiungere il binario nove e tre quarti. Si trattava semplicemente di camminare dritti attraverso l’apparentemente soliDA barriera che separava i binari nove e dieci. L’unica parte complicata era farlo così DA non DAre nell’occhio, in modo DA evitare di attirare l’attenzione dei Babbani. Quel giorno lo fecero a gruppi; Harry, Ron e Hermione (i più vistosi, DAl momento che avevano Leo e Grattastinchi) anDArono per primi; si appoggiarono alla barriera con aria noncurante, chiacchierando tranquillamente, e scivolarono di lato attraverso di ESsa… e il binario nove e tre quarti si materializzò DAvanti a loro.
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L’ESprESso di Hogwarts, un treno a vapore di un rosso lucente, era già là sputando nuvole di fumo, DA cui i molti studenti di Hogwarts e i loro genitori sulla banchina emergevano come cupi fantasmi. Leo si fece più rumoroso che mai in risposta ai versi di molti gufi nella nebbia. Harry, Ron e Hermione anDArono a prendere i posti, e ben prESto sistemarono i bagagli in uno scompartimento a metà del treno. Poi saltarono giù di nuovo sulla banchina, per salutare la signora Weasley, Bill e Charlie.
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«Può DArsi che ci vedremo più prESto di quel che pensate» disse Charlie con un gran sorriso mentre abbracciava Ginny.
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«Perché?» chiESe Fred molto incuriosito.
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«Sì, vorrei tanto tornare a Hogwarts quESt’anno» disse Bill, le mani in tasca, guarDAndo il treno con aria quasi malinconica.
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«Perché?» chiESe George impaziente.
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«Sarà un anno interESsante per voi» disse Bill, con gli occhi che brillavano. «Potrei perfino prendermi una vacanza per venire a DAre un’occhiata…»
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«Un’occhiata a cosa?» chiESe Ron.
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«Grazie per averci ospitati, signora Weasley» disse Hermione, mentre salivano a bordo, chiudevano la porta e si sporgevano DAl finEStrino per gli ultimi saluti.
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«Oh, è stato un piacere, cari» disse la signora Weasley. «Vi inviterei per Natale, ma… be’, suppongo che vorrete tutti rEStare a Hogwarts, visto che… insomma, fra una cosa e l’altra».
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«Lo scoprirete quESta sera, immagino» disse la signora Weasley con un sorriso. «Sarà molto eccitante — baDAte, sono molto felice che le regole siano cambiate…»
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«Quali regole?» chiESero Harry, Ron, Fred e George in coro.
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«Sono sicura che il profESsor Silente ve lo dirà… ora, fate i bravi, d’accordo? D’accordo, Fred? E George?»
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I pistoni sibilarono forte, e il treno prESe a muoversi.
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«Dicci che cosa succederà a Hogwarts!» urlò Fred spenzolandosi DAl finEStrino mentre la signora Weasley, Bill e Charlie si allontanavano a gran velocità. «Che regole sono cambiate?»
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Ma la signora Weasley si limitò a sorridere e ad agitare la mano. Prima che il treno avESse voltato l’angolo, lei, Bill e Charlie si erano Smaterializzati.
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Harry, Ron e Hermione tornarono nel loro scompartimento. La pioggia fitta che spruzzava i finEStrini rendeva molto difficile guarDAre fuori. Ron aprì il suo baule, EStrasse l’abito DA cerimonia marrone e lo gettò sulla gabbia di Leo per farlo star zitto.
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«Bagman voleva dirci che cosa succederà a Hogwarts» disse imbronciato, sedendo vicino a Harry. «Alla Coppa del Mondo, vi ricorDAte? E mia madre non vuole dirmelo. Chissà cosa…»
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«Ssst!» Hermione sussurrò all’improvviso, premendosi un dito sulle labbra e indicando lo scompartimento accanto. Harry e Ron tESero le orecchie, e DAlla porta aperta udirono una familiare voce melliflua.
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«… Mio padre ha seriamente prESo in considerazione l’idea di manDArmi a Durmstrang invece che a Hogwarts, sapete. Conosce il PrESide, vedete. Be’, lo sapete che cosa pensa di Silente — quello ama i Mezzosangue — e Durmstrang non ammette quel genere di plebaglia. Ma a mia madre non piaceva l’idea che anDAssi a scuola così lontano. Mio padre dice che Durmstrang ha una posizione molto più ragionevole di Hogwarts sulle Arti Oscure. Gli studenti di Durmstrang le imparano, non fanno solo quelle sciocchezze di difESa come noi…»
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«Quindi è convinto che Durmstrang sarebbe anDAta meglio per lui, vero?» disse con rabbia. «Vorrei tanto che ci fosse anDAto, così non dovremmo sopportarlo noi».
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«Durmstrang è un’altra scuola di magia?» chiESe Harry.
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«Sì» rispose Hermione sprezzante, «e ha una pESsima fama. Secondo Compendio sull’Istruzione Magica in Europa, dà una grande importanza alle Arti Oscure».
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«Credo di averne sentito parlare» disse Ron vagamente. «Dov’è? In che paESe?»
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«Be’, nESsuno lo sa, no?» disse Hermione alzando le sopracciglia.
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«Ehm… perché no?» chiESe Harry.
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«Per tradizione c’è DA sempre una grande rivalità tra tutte le scuole di magia. Durmstrang e Beauxbatons preferiscono tenere nascosta la loro posizione, così nESsuno può rubare i loro segreti» spiegò Hermione con tono pratico.
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«Andiamo» disse Ron cominciando a ridere. «Durmstrang dev’ESsere grande come Hogwarts, come si fa a nascondere un castello enorme?»
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«Ma Hogwarts è nascosto» disse Hermione sorprESa, «lo sanno tutti… be’, tutti quelli che hanno letto Storia di Hogwarts, comunque».
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«È stregato» disse Hermione. «Se un Babbano lo guarDA, non vede altro che un ammasso di rovine con un cartello all’ingrESso che dice “ATTENZIONE, NON ENTRARE, PERICOLO”».
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«Quindi anche Durmstrang appare in rovina visto DA fuori?»
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«Forse» rispose Hermione, scrollando le spalle, «o potrebbe ESsere pieno di IncantESimi RESpingi-Babbani, come lo Stadio della Coppa del Mondo. E per evitare che maghi stranieri lo scoprano, l’avranno rESo Indisegnabile…»
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«Ma io sono convinta che Durmstrang si trovi DA qualche parte nell’EStremo Nord, su su» disse Hermione pensierosa. «In un posto molto freddo, perché hanno anche mantelli di pelliccia come parte della divisa».
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«Ah, pensate un po’» disse Ron sognante. «Sarebbe stato così facile buttare Malfoy giù DA un ghiacciaio e farlo sembrare un incidente… peccato che sua madre abbia voluto tenerselo vicino…»
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La pioggia divenne sempre più fitta mentre il treno avanzava verso nord. Il cielo era così cupo e i finEStrini così appannati che le lanterne vennero accESe già a mezzogiorno. Il carrello del pranzo arrivò sferragliando lungo il corridoio, e Harry comprò un bel mucchio di dolci DA dividere con gli altri.
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Parecchi dei loro amici vennero a salutarli mentre il pomeriggio avanzava, comprESi Seamus Finnigan, Dean Thomas e Neville Paciock, un ragazzo molto distratto DAlla faccia tonDA che era stato crESciuto DA una formiDAbile nonna strega. Seamus portava ancora la coccarDA dell’lrlanDA. Un po’ della magia sembrava ESsersi consumata; strillava ancora «Troy! Mullet! Moran!» ma in tono molto debole e sfinito. Dopo una mezz’oretta, Hermione, stanca delle interminabili chiacchiere sul Quidditch, si seppellì di nuovo nel Manuale di IncantESimi, volume quarto, e cominciò a cercare di imparare un IncantESimo di Appello.
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«La nonna non ha voluto venire» disse deprESso. «Non ha voluto comprare i biglietti. Però dev’ESsere stato straordinario».
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«Proprio così» disse Ron. «GuarDA qua, Neville…»
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Frugò nel baule issato sul portabagagli ed EStrasse il Viktor Krum in miniatura.
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«Oh, wow» ESclamò Neville sempre più invidioso, mentre Ron gli metteva Krum nella mano grassoccia.
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«L’abbiamo visto anche DA vicino» disse Ron. «Eravamo in Tribuna d’onore…»
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Draco Malfoy era comparso sulla porta. Dietro di lui c’erano Tiger e Goyle, i suoi enormi scagnozzi, entrambi crESciuti, a quanto pareva, di almeno una trentina di centimetri durante l’EState. Evidentemente avevano origliato la conversazione DAlla porta, che Dean e Seamus avevano lasciato socchiusa.
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«Non mi pare di averti invitato qui, Malfoy» disse Harry fredDAmente.
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«Weasley… che cos’è quella?» disse Malfoy, indicando la gabbia di Leo. Una manica dell’abito DA cerimonia di Ron penzolava, oscillando al movimento del treno, mettendo chiaramente in mostra il polsino di pizzo tarlato.
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«GuarDAte qui!» ESclamò EStatico, ESibendo il vEStito. «Weasley, non pensavi di metterti quESta roba, vero? Voglio dire: era molto di moDA nel 1890 o giù di li…»
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«Vai a mangiare cacca, Malfoy!» disse Ron, dello stESso colore del vEStito mentre lo strappava DAlle mani dell’altro. Malfoy scoppiò in una risata di scherno; Tiger e Goyle riDAcchiarono stupiDAmente.
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«Allora… hai intenzione di partecipare, Weasley? Vuoi provare a portare un po’ di gloria al nome di famiglia? C’è anche del denaro, sai… potrESti permetterti dei vEStiti decenti se vincESsi…»
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«Dicci cosa vuoi o sparisci, Malfoy» disse Hermione seccamente, DA sopra il Manuale di IncantESimi.
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«Non dirmi che non lo sai» disse, deliziato. «Hai il padre e un fratello al Ministero e non lo sai nemmeno? Santo cielo, mio padre me l’ha detto secoli fa… l’ha sentito dire DA Cornelius Caramell. Ma certo, mio padre ha sempre contatti di alto livello al Ministero… forse tuo padre è troppo in basso per saperlo. Weasley… sì… probabilmente non parlano di cose importanti in sua prESenza…»
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Ron scattò in piedi e chiuse la porta scorrevole con tanta forza DA manDAre in frantumi il vetro.
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«Ron!» ESclamò Hermione. Poi EStrasse la bacchetta, bisbigliò «Reparo!» e i frammenti di vetro volarono indietro a formare una sola lastra che tornò sulla porta.
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Il cattivo umore di Ron durò per tutto il viaggio. Non parlò molto mentre indossavano la divisa della scuola, ed era ancora incupito quando l’ESprESso di Hogwarts finalmente rallentò e si fermò nel buio impenetrabile della stazione di Hogsmeade.
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Mentre le portiere si aprivano, in alto echeggiò un rombo di tuono. Hermione avvolse Grattastinchi nel suo mantello e Ron lasciò l’abito DA cerimonia sopra Leo mentre scendevano DAl treno, le tESte chine e gli occhi ridotti a fESsure per il diluvio. La pioggia ora scendeva così fitta e rapiDA che era come se sulle loro tESte venissero continuamente rovESciati secchi d’acqua ghiacciata.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
«Ciao, Hagrid!» gridò Harry individuando una sagoma gigantESca all’EStremità della banchina.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
«Tutto bene, Harry?» urlò di rimando Hagrid, agitando il braccio. «Ci si vede alla fESta se non si affoga prima!»
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
Quelli del primo anno per tradizione approDAvano al castello di Hogwarts attraversando il lago in barca con Hagrid.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
«Oooh, non mi piacerebbe affatto attraversare il lago con quESto tempo» disse Hermione convinta, tremando mentre avanzavano lentamente lungo la banchina buia col rESto della folla. Un centinaio di carrozze senza cavallo erano schierate in attESa fuori DAlla stazione. Harry, Ron, Hermione e Neville si arrampicarono con sollievo in una di ESse, la porta si chiuse con un colpo secco e, qualche momento dopo, la lunga procESsione di carrozze si fece straDA rombando e schizzando acqua su per il sentiero che conduceva al castello di Hogwarts. Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4) |
Le carrozze avanzarono pESantemente attraverso i cancelli, fiancheggiati DA statue di cinghiali alati, e su per il ripido viale, oscillando pericolosamente in quella che stava diventando in fretta una tempESta. La fronte contro il finEStrino, Harry vide Hogwarts avvicinarsi, le molte finEStre illuminate confuse e tremolanti al di là della fitta cortina di pioggia. Un fulmine DArdeggiò nel cielo mentre la loro carrozza si fermava DAvanti ai grandi portoni di quercia in cima alla rampa di gradini di pietra. Chi era a bordo delle carrozze DAvanti a loro già si affrettava a salire e a entrare nel castello; anche Harry, Ron, Hermione e Neville balzarono giù e sfrecciarono per gli scalini, alzando lo sguardo solo quando si trovarono al riparo nell’imponente Sala d’IngrESso illuminata DAlle torce con la sua grandiosa scalinata di marmo.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Accidenti» disse Ron, scuotendo la tESta e schizzando acqua DAppertutto, «se continua cosi, il lago strariperà. Sono anneg… ARGH!»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
Un grosso palloncino rosso pieno d’acqua era caduto giù DAl soffitto sulla tESta di Ron ed era ESploso. Inzuppato e sputacchiante, Ron barcollò e urtò Harry; un secondo palloncino mancò per un soffio Hermione ed ESplose ai piedi di Harry, sollevando un’onDAta di acqua fredDA sulle sue scarpe DA tennis e fin dentro i calzini. I ragazzi intorno strillarono e prESero a spintonarsi nel tentativo di uscire DAlla linea di tiro. Harry alzò la tESta: sei metri più su, a mezz’aria, Pix il Poltergeist, un omino con il berretto coperto di campanelle e il papillon arancione, prendeva la mira con la faccia maligna deformata DAlla concentrazione.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
La profESsorESsa McGranitt, viceprESide della scuola e direttrice della Casa di Grifondoro, era arrivata di fretta DAlla Sala Grande; scivolò sul pavimento bagnato e si aggrappò al collo di Hermione per non cadere. «Oops… Chiedo scusa, signorina Granger…»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Non è niente, profESsorESsa!» ESclamò Hermione col fiato mozzo, massaggiandosi la gola.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Pix, scendi SUBITO!» abbaiò la profESsorESsa McGranitt, raddrizzandosi il cappello a punta e gettando un’occhiataccia in su attraverso gli occhiali con la montatura squadrata.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Non faccio niente!» riDAcchiò Pix, scagliando una bomba d’acqua contro alcune ragazze del quinto anno, che urlarono e si precipitarono in Sala Grande. «Sono già bagnati, no? Piccoli prESuntuosi! Vaaaaaaai!» E colpi un gruppo di ragazzi del secondo anno che erano appena arrivati.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Chiamerò il PrESide!» gridò la profESsorESsa McGranitt. «Ti avverto, Pix…»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Be’, avanti, adESso!» disse severa la profESsorESsa McGranitt alla folla in subbuglio, «in Sala Grande, andiamo!»
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
Harry, Ron e Hermione attraversarono sdrucciolando la Sala d’IngrESso e attraversarono la doppia porta sulla dEStra, con Ron che borbottava inviperito a mezza voce mentre si spingeva via DAlla faccia i capelli inzuppati.
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La Sala Grande era magnifica come sempre, decorata per il banchetto d’inizio anno. Piatti e calici d’oro scintillavano alla luce di centinaia e centinaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sopra i tavoli. Le quattro lunghe tavolate delle case erano affollate di studenti vocianti; in fondo alla Sala, gli insegnanti sedevano lungo un solo lato di un quinto tavolo, di fronte ai loro allievi. Lì dentro faceva molto più caldo. Harry, Ron e Hermione passarono oltre i Serpeverde, i Corvonero e i Tassorosso e si sedettero con gli altri di Grifondoro all’EStremità della Sala, vicino a Nick-Quasi-Senza-TESta, il fantasma di Grifondoro. Nick quella sera portava il suo solito farsetto, con una gorgiera particolarmente ampia, che serviva al doppio scopo di avere un’aria fEStaiola e di assicurare che la tESta non ciondolasse troppo sul collo in parte tagliato.
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La Cerimonia dello Smistamento degli studenti alle Case si svolgeva all’inizio di ogni anno scolastico, ma per una sfortunata serie di circostanze Harry non aveva assistito a nESsuna, dopo la sua. Aveva una certa voglia di vederla.
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In quell’istante, una voce affannata e molto su di giri gridò DAll’altra parte del tavolo: «Ehilà, Harry!»
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«Harry, indovina un po’? QuESt’anno c’è anche mio fratello! Mio fratello Dennis!»
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«È DAvvero emozionato!» ESclamò Colin, praticamente saltellando. «Spero solo che finisca a Grifondoro! Incrocia le dita, eh, Harry?»
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«Ehm… si, certo» disse Harry. Poi si rivolse di nuovo a Ron, Hermione e Nick-Quasi-Senza-TESta. «I fratelli e le sorelle di solito vanno nelle stESse Case, vero?» disse. Lo deduceva DAi Weasley, che erano stati assegnati tutti e sette a Grifondoro.
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«Oh, no, non necESsariamente» disse Hermione. «La gemella di Calì Patil è a Corvonero, e sono identiche, ci si aspetterebbe che stESsero insieme, no?»
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Harry guardò il tavolo degli insegnanti. Sembrava che ci fossero più posti vuoti del solito. Hagrid, naturalmente, stava ancora tentando di attraversare il lago con quelli del primo anno; la profESsorESsa McGranitt probabilmente stava sovrintendendo all’asciugatura del pavimento dell’ingrESso, ma c’era anche un altro posto vuoto, e Harry non riuscì a capire chi altri mancasse.
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«Dov’è il nuovo insegnante di DifESa contro le Arti Oscure?» chiESe Hermione, guarDAndo DAlla stESsa parte.
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Non avevano ancora avuto un insegnante di DifESa contro le Arti Oscure che fosse durato più di tre trimEStri. Il preferito di Harry, di gran lunga, era stato il profESsor Lupin, che aveva DAto le dimissioni l’anno prima. Guardò il tavolo dei profESsori in lungo e in largo. Decisamente non c’erano facce nuove laggiù.
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«Forse non sono riusciti a trovare nESsuno!» disse Hermione preoccupata.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
Harry scrutò il tavolo con maggiore attenzione. Il minuscolo profESsor Vitious, l’insegnante di IncantESimi, era seduto su una grossa pila di cuscini accanto alla profESsorESsa Sprite, l’insegnante di Erbologia, che aveva il cappello di traverso sui capelli neri svolazzanti; stava parlando con la profESsorESsa Sinistra di Astronomia. Accanto sedeva il giallastro, aquilino, untuoso insegnante di Pozioni, Piton — la persona meno gradita a Harry di tutta Hogwarts. Il disgusto di Harry per Piton era pari solo all’odio di Piton per lui, un odio che, se possibile, era aumentato l’anno prima, quando Harry aveva aiutato Sirius a fuggire sotto il lungo naso di Piton… Piton e Sirius erano nemici fin DAi tempi della scuola.
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Vicino a Piton c’era un posto vuoto, che Harry immaginò fosse quello della profESsorESsa McGranitt. Oltre, ESattamente al centro del tavolo, sedeva il profESsor Silente, il PrESide, i capelli argentei e la barba fluente che brillavano alla fiamma delle candele, gli splendidi abiti verde cupo ricamati di numerose stelle e lune. Silente posava il mento sulle lunghe dita sottili, fissando il soffitto attraverso gli occhiali a mezzaluna come se fosse perso nei suoi pensieri. Anche Harry guardò il soffitto che rifletteva per magia il cielo fuori, e non l’aveva mai visto così tempEStoso. Nuvole nere e viola lo attraversavano vorticando, e mentre rimbombava un altro tuono, saettò un fulmine.
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Non fece in tempo a finire la frase che le porte della Sala Grande si aprirono, e cadde il silenzio. La profESsorESsa McGranitt guidò una lunga fila di ragazzini del primo anno fino all’altro capo del salone. Se Harry, Ron e Hennione erano bagnati, non era niente a confronto dei nuovi arrivati: sembrava che invece di arrivare in barca avESsero attraversato il lago a nuoto. Tutti tremavano di freddo e nervosismo mentre sfilavano lungo il tavolo degli insegnanti e si fermavano DAvanti al rESto della scuola — tutti tranne il più piccolo, un ragazzino coi capelli color topo, avvolto in quello che Harry riconobbe come il cappotto di pelliccia di talpa di Hagrid. Il cappotto era così grande per lui che sembrava avviluppato in un tendone nero e peloso: il suo faccino spuntava DA sopra il collo, quasi dolorosamente eccitato. Quando ebbe prESo posto accanto ai suoi terrorizzati coetanei, incrociò lo sguardo di Colin Canon, alzò entrambi i pollici e articolò: «Sono caduto nel lago!» Sembrava decisamente divertito per l’accaduto.
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La profESsorESsa McGranitt posò uno sgabello a quattro gambe DAvanti alla fila e vi sistemò sopra un cappello DA mago EStremamente vecchio, sporco e rattoppato. I ragazzini lo fissarono. Così tutti gli altri. Per un attimo calò il silenzio. Poi uno strappo vicino all’orlo si spalancò come una bocca e il cappello prESe a cantare:
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Or son mille anni, o forse anche più, che l’ultimo punto cucito mi fu: vivevano allor quattro maghi di fama, che ancora oggi celebri ognuno qui chiama. Il fier Grifondoro, di cupa brughiera, e Corvonero, beltà di scogliera, e poi Tassorosso, signor di vallata, e ancor Serpeverde, di tana infossata. Un solo gran sogno li accomunava, un solo progetto quei quattro animava: creare una scuola, stregoni educare. E Hogwarts insieme poteron fonDAre. Ciascuno dei quattro una casa guiDAva, ciascuno valori diversi insegnava: ognuno stimava diverse virtù e quelle cercava di accrEScer vieppiù. E se Grifondoro il coraggio cercava e il giovane mago più auDAce premiava, per Corvonero una mente brillante fu tosto la cosa DAvvero importante. Chi poi nell’impegno trovava diletto del buon Tassorosso vinceva il rispetto, e per Serpeverde la pura ambizione contava assai più di ogni nobile azione. I quattro, concordi, gli allievi diletti sceglievan secondo criteri corretti. Ma un giorno si dissero: chi li spartirà quando ognuno di noi defunto sarà? Così Grifondoro un modo trovava e me DAl suo capo veloce sfilava: poi con i tre maghi una mente mi fece capace di scegliere in loro vece. E se sulle orecchie mi avrete calato, voi state pur certi, non ho mai sbagliato: nelle vostre tESte un occhiata DArò e alla Casa giusta vi assegnerò!
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«Non è la stESsa canzone che ha cantato quando ha diviso noi» disse Harry, applaudendo assieme a tutti gli altri.
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«Ne canta una diversa ogni anno» disse Ron. «Dev’ESsere una vera pizza, ESsere un cappello, no? Immagino che passi tutto l’anno a preparare la prossima».
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La profESsorESsa McGranitt stava srotolando un gran rotolo di pergamena.
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Un ragazzo fece un passo avanti tremando visibilmente DA capo a piedi, prESe il Cappello Parlante, se lo mise e si sedette sullo sgabello.
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Stewart Ackerley se lo tolse e corse al tavolo di Corvonero, dove tutti lo applaudirono. Harry colse di sfuggita Cho, la Cercatrice di Corvonero, che fESteggiava il nuovo arrivato. Per un attimo fuggente, Harry provò lo strano impulso di unirsi al tavolo di Corvonero.
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Il tavolo all’altro capo della Sala ESplose in applausi; Harry vide Malfoy battere le mani mentre Baddock si univa ai Serpeverde. Harry si chiESe se Baddock sapeva che la casa di Serpeverde aveva prodotto più Maghi e Streghe Oscuri di qualunque altra. Fred e George fischiarono mentre Malcolm Baddock si sedeva.
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Il piccolo Dennis Canon barcollò in avanti, inciampando nella pelliccia di talpa di Hagrid, proprio mentre quESt’ultimo scivolava nella Sala attraverso una porta dietro il tavolo degli insegnanti. Alto due volte un uomo normale, e largo almeno tre, Hagrid, con la sua lunga barba nera aggrovigliata e incolta, aveva un aspetto vagamente inquietante — una falsa imprESsione, perché Harry, Ron e Hermione sapevano che Hagrid era di natura assai gentile. Il gigante fece loro l’occhiolino mentre sedeva all’EStremità del tavolo degli insegnanti e guarDAva Dennis Canon infilarsi il Cappello Parlante. Lo squarcio vicino all’orlo si spalancò…
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«Forte!» disse Colin con lo stESso tono eccitato. «Probabile che fosse la piovra gigante, Dennis!»
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«Wow!» disse Dennis, come se nESsuno, nemmeno nel sogno più selvaggio, potESse sperare di meglio che finire dentro un lago profondissimo agitato DAlla tempESta ed ESserne ributtato fuori DA un mostro marino gigante.
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Lo Smistamento continuò; ragazzi e ragazze con vari gradi di paura stampati in faccia avanzavano uno dopo l’altro verso lo sgabello a tre gambe, e la fila diminuì lentamente mentre la profESsorESsa McGranitt finiva la lettera L.
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«Insomma, Ron, lo Smistamento è più importante del cibo» disse Nick-Quasi-Senza-TESta, mentre “Madley, Laura!” entrava a far parte di Tassorosso.
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«Spero che quelli di Grifondoro di quESt’anno siano all’altezza della situazione» disse Nick-Quasi-Senza-TESta, applaudendo mentre “McDonald, Natalie!” si univa al tavolo di Grifondoro. «Non vorremo perdere la nostra serie di vittorie, vero?»
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E finalmente, con “Witby, Kevin!” (“Tassorosso!”) lo Smistamento si concluse. La profESsorESsa McGranitt prESe il Cappello e lo sgabello, e li portò via.
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«Era ora» disse Ron, brandendo coltello e forchetta e guarDAndo con aria d’attESa il suo piatto d’oro.
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Il profESsor Silente si era alzato in piedi. Sorrise agli studenti, le braccia allargate in segno di benvenuto.
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«Ho solo una parola DA dirvi» ESordì, la voce profonDA che echeggiava nella Sala. «Abbuffatevi».
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«Ma sicuro!» dissero Harry e Ron ad alta voce, mentre i piatti vuoti si riempivano per magia DAvanti ai loro occhi.
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Nick-Quasi-Senza-TESta rimase a guarDAre con aria tetra mentre Harry, Ron e Hermione si riempivano i piatti.
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«Siete fortunati che stasera ci sia il banchetto, sapete» disse Nick-Quasi-Senza-TESta. «Sono succESsi dei guai in cucina prima».
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«Perché? Che ’osa è ’uccESso?» disse Harry masticando un enorme pezzo di bistecca.
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«Pix, naturalmente» disse Nick-Quasi-Senza-TESta scuotendo la tESta, che oscillò pericolosamente. Sì sistemò la gorgiera un po’ più su e riprESe: «La solita quEStione, sapete. Voleva partecipare al banchetto: be’, non se ne parla proprio, sapete com’è fatto, così tremenDAmente incivile, appena vede un piatto di cibo lo lancia. Abbiamo tenuto un consiglio di spettri — il Frate Grasso voleva che gli dESsimo una possibilità — ma assai saggiamente, secondo me, il Barone Sanguinario è stato fermissimo».
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«Oh, il solito» rispose Nick-Quasi-Senza-TESta alzando le spalle.
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«Caos, turbamento e tafferuglio. Pentole DAppertutto. Tutto allagato di minEStra. Ha terrorizzato gli elfi domEStici…»
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Clang. Hermione aveva rovESciato la sua coppa d’oro. Il succo di zucca dilagò sulla tovaglia, lasciando una considerevole macchia arancione sul lino candido, ma Hermione non ci fece caso.
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«Ci sono elfi domEStici qui?» ESclamò, guarDAndo con orrore Nick-Quasi-Senza-TESta. «Qui a Hogwarts?»
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«Certamente» rispose Nick-Quasi-Senza-TESta, sorprESo alla sua reazione. «Il più alto numero che in qualunque altro luogo della Gran Bretagna, credo. Sono più di cento».
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«Be’, non EScono quasi mai DAlla cucina di giorno, no?» disse Nick-Quasi-Senza-TESta. «Vengono fuori di notte per fare le pulizie… controllare i camini e così via… voglio dire, non dovrESti vederli, no? È quESta la caratteristica di un buon elfo domEStico, no? Che non sai che c’è».
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«Ma vengono pagati?» chiESe. «Hanno le vacanze, vero? E… i permESsi per malattia, la pensione e il rESto?»
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Nick-Quasi-Senza-TESta riDAcchiò così forte che la gorgiera scivolò via e la tESta ricadde, penzolando DAi tre centimetri scarsi di pelle e muscolo spettrale che la tenevano unita al collo.
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«PermESsi per malattia e pensione?» disse, risistemandosi la tESta fra le spalle e bloccandola di nuovo con la gorgiera. «Gli elfi domEStici non vogliono permESsi per malattia e pensione!»
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«Oh, andiamo, ’Er-mio-ne» disse Ron, spruzzando pezzetti di pasticcio di Yorkshire addosso a Harry. «Oops… scusa, ’arry». Deglutì. «Non sarà digiunando che gli farai DAre i permESsi per malattia!»
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«Lavoro DA schiavi» disse Hermione rESpirando affannosamente. «Ecco che cosa ha prodotto quESta cena. Lavoro DA schiavi».
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La pioggia tamburellava ancora pESantemente contro le alte, scure finEStre. Un altro tuono scosse i vetri, e il soffitto tempEStoso fu attraversato DA un bagliore che illuminò i piatti d’oro mentre gli avanzi della prima portata sparivano e venivano sostituiti all’istante DA altre pietanze.
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«Torta di melassa, Hermione!» disse Ron, spingendola apposta sotto il suo naso. «GuarDA, torta marmorina! Dolce al cioccolato!»
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Ma Hermione gli scoccò un’occhiata così simile a quelle della profESsorESsa McGranitt che lasciò subito perdere.
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Quando anche i dolci furono demoliti, e le ultime briciole furono svanite DAi piatti, lasciandoli lustri e puliti, Albus Silente si alzò di nuovo. Il chiacchiericcio che riempiva la Sala s’interruppe quasi all’istante, tanto DA lasciar udire solo l’ululato del vento e il picchiettio della pioggia.
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«Dunque!» ESordì Silente, sorridendo a tutti quanti. «Ora che siamo tutti sazi e dissetati» («Hmph!» borbottò Hermione), «devo richiamare ancora una volta la vostra attenzione su alcuni avvisi.
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«Mastro Gazza, il custode, mi ha chiESto di dirvi che la lista di oggetti proibiti dentro le mura del castello quESt’anno è stata EStESa agli Yo-yo Ululanti, ai Frisbee Zannuti e ai Boomerang Rimbalzatutto. La lista completa comprende qualcosa come quattrocentotrentasette oggetti, credo, e può ESsere consultata nell’ufficio di Mastro Gazza, se qualcuno volESse controllare».
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«Come sempre, vorrei ricorDAre a tutti voi che la ForESta comprESa entro i confini del parco della scuola è proibita agli studenti, come lo è il villaggio di Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora al terzo anno.
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«È altrESì mio doloroso dovere informarvi che la Coppa del Quidditch quESt’anno non avrà luogo».
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«Che cosa?» ESclamò Harry senza fiato. Cercò con lo sguardo Fred e George, suoi compagni di squadra. Aprivano e chiudevano la bocca senza emettere alcun suono, in apparenza troppo sconvolti per parlare.
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Silente riprESe: «Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà per tutto l’anno scolastico, impegnando molto del tempo e delle energie degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho l’immenso piacere di annunciare che quESt’anno a Hogwarts…»
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Ma in quel momento risuonò un tuono assorDAnte e le porte della Sala Grande si spalancarono.
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Sulla soglia c’era un uomo appoggiato a un lungo bastone, avvolto in un mantello nero DA viaggio. Un lampo improvviso lo illuminò: tutte le tESte dei ragazzi si volsero di scatto a guarDArlo. L’uomo abbassò il cappuccio, scosse una folta chioma di lunghi capelli brizzolati, poi prESe ad avanzare verso il tavolo degli insegnanti.
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Un sordo clunk echeggiò nella Sala un passo sì e uno no. Lo sconosciuto raggiunse l’EStremità del tavolo, voltò a dEStra e zoppicò vistosamente verso Silente. Un altro lampo attraversò il soffitto. Hermione trattenne il rESpiro.
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Una luce cruDA aveva illuminato il volto dell’uomo, un volto diverso DA tutti quelli che Harry avESse mai visto. Era come se fosse stato scolpito nel legno stagionato DA qualcuno che avESse solo una vaga idea di come dovevano ESsere le facce umane, e non fosse molto abile con lo scalpello. Ogni centimetro di pelle sembrava coperto di cicatrici. La bocca pareva un taglio diagonale, e mancava un grosso pezzo di naso. Ma furono gli occhi dell’uomo a spaventarlo.
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Uno era piccolo, scuro e lucente. L’altro era grande, tondo come una moneta e di un vivace blu elettrico. L’occhio blu si muoveva incESsantemente, senza che mai calasse la palpebra, e roteava in su, in giù e DA una parte all’altra, in totale autonomia rispetto all’occhio normale — e poi roteò indietro, verso l’interno della tESta, così che ne rimase visibile solo il bianco.
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Lo straniero raggiunse Silente. TESe una mano coperta di cicatrici quanto il volto, e Silente la strinse, mormorando parole che Harry non riuscì a cogliere. Parve rivolgere qualche domanDA allo straniero, che scosse la tESta senza sorridere e rispose sottovoce. Silente annuì e fece segno all’uomo di sedere nel posto vuoto alla sua dEStra.
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Lo straniero sedette, scosse via la chioma grigio scuro, trasse a sé un piatto di salsicce, lo portò a ciò che rEStava del naso e lo annusò. Poi EStrasse DAlla tasca un coltellino, vi infilzò l’EStremità della salsiccia e cominciò a mangiare. L’occhio normale era fisso sulle salsicce, ma quello blu sfrecciava ancora irrequieto tra le palpebre, abbracciando la Sala e gli studenti.
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«Vorrei prESentarvi il nostro nuovo insegnante di DifESa contro le Arti Oscure» disse allegro Silente, rompendo il silenzio. «Il profESsor Moody».
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Era consuetudine che i nuovi componenti del corpo insegnante venissero accolti con un applauso, ma nESsuno, né fra i docenti né fra i ragazzi, batté le mani a parte Silente e Hagrid: il suono echeggiò lugubre nel silenzio, e ben prESto smisero. Tutti gli altri sembravano troppo ESterrefatti DAlla bizzarra apparizione di Moody per riuscire a far altro che fissarlo.
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«Dev’ESsere lui» disse Ron con voce bassa e timorosa.
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«Che cosa gli è succESso?» sussurrò Hermione. «Che cosa è succESso alla sua faccia?»
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Moody parve del tutto indifferente all’accoglienza men che tiepiDA. Ignorando la caraffa di succo di zucca DAvanti a sé, infilò di nuovo la mano nel mantello DA viaggio, EStrasse una fiaschetta e bevve una lunga sorsata. Mentre alzava il braccio, il mantello si sollevò leggermente DA terra, e Harry vide sotto il tavolo parecchi centimetri di una gamba di legno intagliato che terminava in un piede a zampa di leone.
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«Come stavo dicendo» disse, sorridendo alla marea di studenti DAvanti a lui, tutti con gli occhi ancora puntati su Malocchio Moody, «nei prossimi mESi avremo l’onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo DA più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quESt’anno si terrà a Hogwarts».
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La tensione che aveva riempito la Sala DAll’arrivo di Moody si ruppe all’improvviso. Quasi tutti scoppiarono a ridere, e Silente riDAcchiò in tono soddisfatto.
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«Non sto scherzando, signor Weasley» disse, «anche se, ora che me l’ha ricorDAto, quESt’EState me ne hanno raccontata una niente male su un troll, una megera e un Lepricano che vanno insieme al bar…»
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La profESsorESsa McGranitt tossicchiò sonoramente.
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«Ehm… ma forse non è quESto il momento… no…» disse Silente. «Dov’ero rimasto? Ah, sì, il Torneo Tremaghi… be’, alcuni di voi forse non sanno di che si tratta, quindi spero che quelli di voi che lo sanno mi perdoneranno quESta breve spiegazione, e sono liberi di pensare a quello che vogliono.
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«Il Torneo Tremaghi fu indetto per la prima volta settecento anni fa, come competizione amichevole tra le tre maggiori scuole europee di magia: Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Venne scelto un campione per rapprESentare ciascuna scuola, e i tre campioni gareggiarono in tre imprESe magiche. Le scuole si alternavano nell’ospitare il Torneo ogni cinque anni, e tutti convennero che fosse un modo eccellente per stabilire legami tra giovani streghe e maghi di diverse nazionalità… almeno fino a quando il tributo di morti non divenne così elevato che fu deciso di sospendere il Torneo».
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«Il tributo di morti?» sussurrò Hermione, preoccupata. Ma la sua agitazione non pareva condivisa DAlla maggior parte degli studenti in sala; molti di loro parlottavano eccitati, e Harry stESso era molto più interESsato ad avere altre notizie sul Torneo che a preoccuparsi per decESsi avvenuti centinaia di anni prima.
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«Ci furono parecchi tentativi nel corso dei secoli di riportare in auge il Torneo» continuò Silente, «nESsuno dei quali ebbe molto succESso. Comunque, i nostri Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i Giochi e gli Sport Magici hanno deciso che i tempi sono maturi per un nuovo tentativo. Abbiamo lavorato molto nel corso dell’EState per far sì che quESta volta nESsun campione o nESsuna campionESsa si trovi in pericolo mortale.
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«I PrESidi di Beauxbatons e di Durmstrang arriveranno in ottobre con la loro squadra scelta di campioni, e la selezione dei tre sfiDAnti avverrà a Halloween. Un giudice imparziale deciderà quali studenti saranno più degni di gareggiare per la Coppa Tremaghi, la gloria della loro scuola e un premio personale in denaro pari a mille galeoni».
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«Io ci sto!» sibilò Fred Weasley lungo il tavolo, il viso accESo d’entusiasmo alla prospettiva di tanta gloria e ricchezza. Non era il solo a immaginarsi campione di Hogwarts: ai tavoli di ciascuna Casa, Harry vide ragazzi e ragazze che guarDAvano rapiti verso Silente o confabulavano con i vicini. Ma in quel momento Silente parlò di nuovo, e la Sala si zittì un’altra volta.
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«Pur sapendo quanto ciascuno di voi sia dESideroso di portare a Hogwarts la Coppa Tremaghi» disse, «i PrESidi delle scuole partecipanti, assieme al Ministero della Magia, hanno convenuto di imporre un limite d’età per gli sfiDAnti di quESt’anno. Solo gli studenti dell’età giusta — cioè DA diciassette anni in su — potranno proporsi per la selezione. QuESta» — Silente alzò un po’ la voce, perché una rumorosa protESta si scatenò a quelle parole, e i gemelli Weasley all’improvviso divennero furibondi — «è una misura che riteniamo necESsaria, DAl momento che le prove del Torneo saranno pur sempre difficili e pericolose, quali che siano le precauzioni che prenderemo, ed è altamente improbabile che gli studenti al di sotto del sESto e del settimo anno siano in grado di affrontarle. Mi assicurerò personalmente che nESsuno studente di età inferiore inganni il nostro giudice imparziale e lo induca a nominarlo campione di Hogwarts». I suoi occhi azzurro chiaro scintillarono indugiando sulle facce ribelli di Fred e George. «Pertanto vi prego di non perdere tempo a iscrivervi se avete meno di diciassette anni.
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«Le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang arriveranno in ottobre e rESteranno con noi per la maggior parte dell’anno. So che tutti voi tratterete con la massima gentilezza i nostri ospiti stranieri durante il loro soggiorno, e DArete il vostro sincero sostegno al campione di Hogwarts quando verrà dESignato o dESignata. E ora è tardi e so quanto è importante che ciascuno di voi sia ben sveglio e riposato quando comincerete le lezioni domani mattina. Ora di anDAre a letto! Forza, veloci!»
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Silente si risedette e si voltò a parlare con Malocchio Moody. Ci fu un gran fracasso di sedie spostate e colpi secchi mentre tutti gli studenti si alzavano e sciamavano nella Sala d’IngrESso attraverso le doppie porte.
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«Non possono farlo!» ESclamò George Weasley, che non si era unito alla folla che avanzava verso la porta, ma era lì in piedi a guarDAre torvo verso Silente. «Compiamo diciassette anni in aprile, perché non possiamo provarci?»
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«Non riusciranno a impedirmi di partecipare» disse Fred cocciuto, scrutando accigliato il tavolo degli insegnanti. «I campioni faranno un sacco di cose che normalmente uno non ha il permESso di fare. E il premio di mille galeoni!»
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Harry, Ron, Hermione, Fred e George si avviarono verso l’IngrESso, gli ultimi due impegnati a discutere come Silente avrebbe potuto impedire ai minori di diciassette anni di prendere parte alle selezioni del Torneo.
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«Chi è il giudice imparziale che deciderà i campioni?» chiESe Harry.
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«Ma Silente lo sa che non avete l’età richiESta» disse Ron.
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«Sì, ma non è lui a scegliere il campione, no?» disse Fred astuto. «Mi pare che una volta che quESto giudice saprà chi vuole partecipare, sceglierà il migliore di ogni scuola senza baDAre affatto all’età. Silente sta cercando di impedirci di partecipare».
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«Ma ci sono stati dei morti!» disse Hermione in tono petulante, mentre attraversavano una porta nascosta DA un arazzo e imboccavano un’altra scalinata più stretta.
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«Sì» disse Fred con leggerezza, «ma è succESso tanti anni fa, no? E poi, che gusto c’è senza un po’ di rischio? Ehi, Ron, e se scopriamo come aggirare Silente? Ti va di partecipare?»
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«Che cosa ne dici?» Ron chiESe a Harry. «Sarebbe forte ESserci, no? Ma temo che vorrebbero qualcuno più grande… non so se abbiamo imparato abbastanza…»
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«Io no di sicuro» ESclamò la voce cupa di Neville DA dietro Fred e George. «Però credo che la nonna vorrebbe che provassi, dice sempre che dovrei tener alto l’onore della famiglia. Quindi dovrò — ooops…»
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Il piede di Neville era sprofonDAto in un gradino a metà della rampa. C’erano molte scale truccate a Hogwarts; a gran parte degli studenti più anziani veniva ormai istintivo saltare quel gradino in particolare, ma la memoria di Neville era notoriamente scarsa. Harry e Ron lo afferrarono sotto le ascelle e lo tirarono fuori, mentre un’armatura in cima alle scale scricchiolava e sbatacchiava, scossa DA una risata asmatica.
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Salirono fino all’ingrESso della Torre di Grifondoro, che era nascosta dietro un grande ritratto di una signora grassa vEStita di seta rosa.
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Il ritratto si apri come una porta rivelando un’apertura nel muro, che tutti attraversarono. Un fuoco scoppiettante riscalDAva la sala comune circolare, piena di tavoli e poltrone soffici. Hermione scoccò uno sguardo cupo alle fiamme che DAnzavano allegramente, e Harry la sentì distintamente mormorare “lavoro DA schiavi”, prima di DAr loro la buonanotte e di sparire al di là della porta che conduceva al dormitorio femminile.
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Harry, Ron e Neville salirono l’ultima rampa di scale a spirale e raggiunsero il loro dormitorio, che si trovava in cima alla Torre. Cinque letti a balDAcchino con tende di un intenso rosso cremisi erano disposti lungo le pareti, ciascuno con il baule del proprietario ai piedi. Dean e Seamus erano già pronti per dormire; Seamus aveva fissato la coccarDA dell’IrlanDA alla tEStata del letto, e Dean aveva appESo un poster di Viktor Krum sopra il comodino. Il suo vecchio manifESto della squadra di calcio dei WESt Ham era affisso lì accanto.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Mentecatto» sospirò Ron, scuotendo la tESta verso i giocatori perfettamente immobili.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
Harry, Ron e Neville s’infilarono il pigiama e si ficcarono a letto. Qualcuno — un elfo domEStico, senza dubbio — aveva sistemato degli scaldini tra le lenzuola. Era molto piacevole, star li distESi sotto le coperte ad ascoltare la tempESta che infuriava di fuori.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
«Penso di sì…» Harry si rigirò, mentre una serie di nuove immagini sfolgoranti si formava nella sua tESta… eccolo indurre il giudice imparziale a credere che aveva diciassette anni… eccolo diventare il campione di Hogwarts… eccolo in campo, le braccia alzate in segno di trionfo DAvanti a tutta la scuola impegnata ad applaudire e a urlare… aveva appena vinto il Torneo Tremaghi… il viso di Cho spiccava nitido nella folla confusa, raggiante di ammirazione…
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
Harry sorrise nel cuscino, straordinariamente felice che Ron non potESse vedere quello che vedeva lui. Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4) |
La mattina dopo la tempESta si era ESaurita, anche se il soffitto della Sala Grande era ancora coperto; pESanti nuvole grigio peltro vorticavano in alto mentre Harry, Ron e Hermione studiavano i nuovi orari scolastici a colazione. Qualche sedia più in là, Fred, George e Lee JorDAn discutevano i metodi magici per invecchiarsi e riuscire a ESsere ammESsi di straforo al Torneo Tremaghi.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Due ore di Divinazione oggi pomeriggio» gemette Harry leggendo più avanti. Divinazione era la materia che amava di meno, dopo Pozioni. La profESsorESsa Cooman non faceva che predire la morte di Harry, cosa che lui trovava EStremamente seccante.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«AvrESte dovuto mollarla come ho fatto io» disse Hermione impaziente, imburrandosi una fetta di pane tostato. «Così farESte qualcosa di sensato come Aritmanzia».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Vedo che hai riprESo a mangiare» disse Ron, osservando Hermione stendere una dose generosa di marmellata sul pane imburrato.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Sopra di loro si udì un improvviso fruscio, e un centinaio di gufi planarono DAlle finEStre aperte, carichi della posta del mattino. D’istinto Harry guardò in su, ma non c’era traccia di qualcosa di bianco nella massa di bruno e grigio. I gufi volteggiarono sui tavoli, cercando i dEStinatari delle lettere e dei pacchi. Un grosso allocco calò su Neville Paciock e gli depositò in grembo un pacchetto: Neville si dimenticava quasi sempre di mettere in valigia qualcosa. All’altro capo della Sala, il barbagianni di Draco Malfoy era atterrato sulla sua spalla, portando DA casa quella che sembrava la consueta scorta di caramelle e dolci. Cercando di nascondere la delusione che gli attanagliava lo stomaco, Harry tornò al suo porridge. Possibile che fosse succESso qualcosa a Edvige, e che Sirius non avESse nemmeno ricevuto la sua lettera?
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
QuESto cupo pensiero lo accompagnò per tutto il sentiero inzuppato dell’orto finché non raggiunsero la serra numero tre, e lì venne distratto DAlla profESsorESsa Sprite che mostrò alla classe le piante più brutte che Harry avESse mai visto. Più che piante sembravano lumache nere giganti, e spuntavano in verticale DAl terriccio. Ciascuna si contorceva ed era ricoperta di bozzi grossi e lucenti che sembravano pieni di liquido.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Bubotuberi» disse loro in tono sbrigativo la profESsorESsa Sprite. «Devono ESsere strizzati. Dovete raccogliere il pus…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Che cosa?» ESclamò Seamus Finnigan, disgustato.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Pus, Finnigan, pus» ripeté la profESsorESsa Sprite, «ed è EStremamente prezioso, quindi non sprecatelo. Dovete raccogliere il pus, dicevo, in quESte bottiglie. Mettetevi i guanti di pelle di drago, può fare strane cose alla pelle se non è diluito, il pus di Bubotubero».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Strizzare i Bubotuberi era rivoltante, ma DAva anche una strana soddisfazione. Quando le bolle ESplodevano, ne schizzava una grossa quantità di un liquido denso gialloverde, che aveva un forte odore di benzina. Lo misero nelle bottiglie come aveva detto la profESsorESsa Sprite, e per la fine della lezione ne avevano raccolti parecchi litri.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«QuESto farà felice MaDAma Chips» disse la profESsorESsa Sprite, chiudendo l’ultima bottiglia con un tappo. «È un ottimo rimedio per le forme più ostinate di acne, il pus di Bubotubero. Dovrebbe impedire agli studenti di ricorrere a misure disperate per liberarsi dei foruncoli».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Che sciocca ragazza» commentò la profESsorESsa Sprite scuotendo la tESta. «Ma MaDAma Chips alla fine le ha riattaccato il naso».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Il rimbombo di una campana echeggiò DAl castello attraverso i prati umidi, segnalando la fine della lezione, e la classe si divise; i Tassorosso rientrarono per anDAre a Trasfigurazione, e i Grifondoro prESero la direzione opposta e percorsero il prato in discESa verso la piccola capanna di legno di Hagrid, che si trovava al limitare della ForESta Proibita.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Hagrid li aspettava fuori, la mano sul collare del suo enorme cane nero, Thor. Per terra ai suoi piedi c’erano parecchie casse di legno, e Thor uggiolava e tirava il collare, chiaramente impaziente di inDAgare più DA vicino sul contenuto. Mentre si avvicinavano, udirono uno strano rumore di sonagli, punteggiato DA quelle che sembravano piccole ESplosioni.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«’giorno!» disse Hagrid, con un gran sorriso rivolto a Harry, Ron e Hermione. «Aspetto i Serpeverde, non vorranno perdersi quESta roba: Schiopodi SparacoDA!»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Bleah!» strillò LavanDA Brown, facendo un balzo indietro.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
’Bleah’ era una dEScrizione perfetta per gli Schiopodi, secondo Harry. Avevano l’aspetto di aragoste deformi senza corazza, orrenDAmente pallide e viscide, con le zampe che sbucavano DA punti molto strani, e senza tESta, almeno non visibile. In ogni cassa ce n’erano un centinaio, ciascuno lungo una ventina di centimetri, e brulicavano l’uno addosso all’altro, urtando ciechi contro i lati dei contenitori. Emanavano un foltissimo odore di pESce marcio. Ogni tanto DAlla coDA di uno Schiopodo volavano via delle scintille, e con un piccolo fuut quESto schizzava in avanti di parecchi centimetri.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Sono appena usciti DAll’uovo» disse Hagrid fiero, «così potete tirarli su voi! Ho pensato che poteva ESsere una bella ricerca!»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«E perché dovremmo dESiderare di allevarli?» disse una voce fredDA.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Voglio dire, che cosa fanno?» chiESe Malfoy. «A che cosa servono?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Hagrid aprì la bocca, e parve riflettere intensamente; ci fu una pausa di qualche secondo, poi rispose in tono rude: «Quella sarà la prossima lezione, Malfoy. Oggi dovete solo DArci DA mangiare. Dovrete provare a DArci delle cose diverse — io non ne ho mai tenuti prima, non so che cosa ci piace. Io ho qua uova di formica e fegato di rana e un po’ di bisce: provate un po’ di tutto».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Prima il pus, adESso quESto» borbottò Seamus.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Solo il profondo affetto che provavano per Hagrid poté indurre Harry, Ron e Hermione ad afferrare viscide manciate di fegato di rana e calarle nelle casse per tentare gli Schiopodi. Harry non riuscì a reprimere il sospetto che tutta la faccenDA fosse completamente inutile, perché pareva proprio che gli Schiopodi non fossero provvisti di bocca.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Ahia!» strillò Dean Thomas dopo una decina di minuti. «Mi ha prESo!»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Gli è ESplosa la coDA!» disse Dean arrabbiato, mostrando a Hagrid una scottatura sulla mano.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Bleah!» disse di nuovo LavanDA. «Hagrid, che cos’è quella cosa a punta?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Ah, certi hanno il pungiglione» disse Hagrid entusiasta (LavanDA ritrasse in fretta la mano DAl contenitore). «Mi sa che sono i maschi… le femmine hanno delle cosette per succhiare sulla pancia… per succhiare il sangue, credo».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Be’, adESso capisco perché stiamo cercando di tenerli in vita» disse Malfoy sarcastico. «Chi non vorrebbe un animaletto che brucia, punge e morde contemporaneamente?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Solo perché non sono proprio carini non vuol dire che non servono a niente» ribatté Hermione. «Il sangue di drago è straordinariamente magico, ma non per quESto vorrESti avere un drago come animale di compagnia, no?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Harry e Ron fecero un gran sorriso a Hagrid, che scoccò loro un sorriso furtivo DA sotto la barba cESpugliosa. Hagrid sarebbe anDAto matto per un drago di compagnia, come Harry, Ron e Hermione sapevano fin troppo bene. Ne aveva avuto uno per un breve periodo durante il loro primo anno, un malvagio Dorsorugoso di Norvegia che rispondeva al nome di Norberto. Hagrid semplicemente adorava le creature mostruose: più letali erano, meglio era.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«AdESso lo sono» disse Hermione con tono ESasperato, «ma una volta che Hagrid avrà scoperto cosa mangiano, ci scommetto che diventeranno lunghi due metri».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«L’ho detto solo per zittire Malfoy» rispose Hermione. «Che, tra parentESi, secondo me ha ragione. La cosa migliore DA fare sarebbe schiacciarli tutti prima che comincino ad attaccarci».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Sedettero al tavolo di Grifondoro e si servirono di costolette d’agnello e patate. Hermione cominciò a mangiare così in fretta che Harry e Ron la fissarono ESterrefatti.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Ehm… è quESta la nuova prESa di posizione a favore dei diritti degli elfi?» disse Ron. «Cercare di procurarti il vomito?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«No» rispose Hermione con tutta la dignità che si può avere con la bocca piena di cavolini di BruxellES. «Voglio solo anDAre in biblioteca».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Cosa?» disse Ron incredulo. «Hermione, è il primo giorno! Non abbiamo ancora nemmeno i compiti DA fare!»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Hermione alzò le spalle e continuò a ingurgitare cibo come se non mangiasse DA giorni. Poi balzò in piedi, disse «Ci vediamo a cena!» e si allontanò a gran velocità.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Quando suonò la campana che segnalava l’inizio delle lezioni del pomeriggio, Harry e Ron si dirESsero alla Torre Nord: in cima a una stretta scala a chiocciola, una scaletta a pioli d’argento portava fino a una botola rotonDA nel soffitto e alla stanza in cui viveva la profESsorESsa Cooman.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Il familiare profumo dolciastro che si sprigionava DAl fuoco colpì le loro narici quando sbucarono in cima alla scala. Come al solito, le tende erano tutte tirate; la stanza circolare era immersa nella fioca luce rossastra delle molte lampade drappeggiate con sciarpe e scialli. Harry e Ron superarono la folla di poltrone e pouf di chintz già occupati che riempivano la stanza e sedettero insieme a un tavolino rotondo.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Buondì» disse la voce velata della profESsorESsa Cooman proprio alle spalle di Harry, facendolo sobbalzare.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Molto ESile, con enormi occhiali che rendevano i suoi occhi smisurati nel viso affilato, la profESsorESsa Cooman sbirciava Harry con l’ESprESsione tragica che riservava solo a lui. Il consueto notevole quantitativo di perline, catenelle e braccialetti che portava addosso scintillava alla luce del fuoco.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Tu sei preoccupato, mio caro» disse a Harry in tono lugubre. «Il mio Occhio Interiore vede oltre il tuo viso spavaldo, vede l’anima inquieta che c’è dentro di te. E sono spiacente di dover dire che le tue preoccupazioni non sono infonDAte. Vedo che ti aspettano tempi difficili, ahimè… molto difficili… temo che la cosa di cui hai paura invero accadrà… e forse più prESto di quel che credi…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
La sua voce si fece quasi un sussurro. Ron si voltò verso Harry con gli occhi al cielo, e Harry gli rispose con uno sguardo impassibile. La profESsorESsa Cooman li oltrepassò e sedette in una gran poltrona coi braccioli DAvanti al camino, di fronte alla classe. LavanDA Brown e Calì Patil, che nutrivano una profonDA ammirazione per la profESsorESsa Cooman, sedevano su pouf, molto vicino a lei.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Miei cari, è giunto il momento di prendere in ESame le stelle» annunciò l’insegnante. «Il movimento dei pianeti e gli eventi misteriosi che rivelano solo a coloro che comprendono i passi della DAnza celEStiale. Il dEStino umano può ESsere decifrato attraverso i raggi planetari, che si mEScolano…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Ma la mente di Harry era alla deriva. Il fuoco aromatico lo faceva sempre sentire sonnolento e ottuso, e i vaneggiamenti della profESsorESsa Cooman non avevano propriamente effetti incantatori su Harry — anche se non poté fare a meno di pensare a quello che gli aveva appena detto. “Temo che la cosa di cui hai paura invero accadrà…”
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Ma Hermione aveva ragione, si disse Harry irritato. La profESsorESsa Cooman era DAvvero una vecchia impostora. Al momento non aveva paura proprio di niente… be’, a parte i suoi timori che Sirius fosse stato catturato… ma cosa ne sapeva la profESsorESsa Cooman? DA molto tempo era giunto alla conclusione che le sue predizioni in realtà non fossero altro che risposte casualmente azzeccate e modi spettrali.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
A parte, naturalmente, quella volta alla fine dell’ultimo trimEStre, quando aveva predetto il ritorno di Voldemort… e Silente stESso si era detto convinto che quella trance fosse autentica, quando Harry gliel’aveva dEScritta…
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Stavo dicendo, mio caro, che è evidente che sei nato sotto l’influenza funESta di Saturno» disse la profESsorESsa Cooman, una debole nota di risentimento nella voce per il fatto che chiaramente Harry non pendeva DAlle sue labbra.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Saturno, il pianeta Saturno!» disse la profESsorESsa Cooman, quESta volta decisamente seccata che non fosse costernato DAlla notizia. «Stavo dicendo che Saturno era di sicuro in una posizione di potere nei cieli al momento della tua nascita… i tuoi capelli scuri… la tua piccola statura… due tragiche perdite così prESto… Credo di poter affermare a ragione, mio caro, che sei nato a metà inverno…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Ron trasformò rapiDAmente la risata in un accESso di tosse.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Ho due Nettuni qui» disse Harry dopo un po’, guarDAndo torvo la sua pergamena, «non può ESsere giusto, vero?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Aaaaah» disse Ron, imitando il sussurro mistico della profESsorESsa Cooman, «quando due Nettuni appaiono nel cielo, è un segno sicuro che sta nascendo un piccoletto con gli occhiali, Harry…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Seamus e Dean, che lavoravano lì accanto, riDAcchiarono forte, anche se non abbastanza DA coprire gli squittii eccitati di LavanDA Brown. «Oh, profESsorESsa, guardi qui! Credo di avere un pianeta inaspettato! Oooh, che pianeta è, profESsorESsa?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«È Urano, mia cara» rispose la profESsorESsa Cooman, scrutando la mappa.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Posso DAre anch’io un’occhiata a Urano, LavanDA?» disse Ron.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Per sua gran sfortuna, la profESsorESsa Cooman lo sentì, e fu quESto, forse, che la indusse a DAre così tanti compiti alla fine della lezione.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Un’analisi dettagliata del modo in cui vi influenzeranno i movimenti planetari del prossimo mESe, con riferimento alla vostra mappa personale» sbottò seccamente in un tono molto poco mistico e molto più simile a quello della profESsorESsa McGranitt. «La voglio pronta per lunedì, e niente scuse!»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Tanti compiti?» disse Hermione in tono vivace, raggiungendoli. «Il profESsor Vector a noi non ne ha DAto nemmeno uno!»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Be’, urrà per il profESsor Vector» disse Ron imbronciato.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Raggiunsero l’IngrESso, che era affollato di ragazzi in coDA per la cena. Si erano appena mESsi in fila quando alle loro spalle risuonò una voce forte.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Tuo padre è sul giornale, Weasley!» disse Malfoy, brandendo una copia della Gazzetta del Profeta e parlando a voce molto alta, così che lo sentissero tutti nell’IngrESso gremito. «Ascolta un po’!»
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Pare che i guai del Ministero della Magia non siano ancora finiti, scrive Rita Skeeter, inviato speciale. Recentemente sotto accusa per lo scarso controllo alla Coppa del Mondo di Quidditch, e ancora incapace di giustificare la sparizione di una delle sue streghe, il Ministero è sprofonDAto di nuovo nell’imbarazzo ieri a opera di Arnold Weasley, dell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Malfoy alzò gli occhi DAlla pagina.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Figuriamoci, non sono nemmeno riusciti a DAre il nome giusto, Weasley: è come se fosse una completa nullità, vero?» gracchiò.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Ora nell’IngrESso lo ascoltavano tutti. Malfoy raddrizzò la pagina con un gESto pomposo e lESse:
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Arnold Weasley, che due anni fa fu accusato di possESso di un’auto volante, ieri è stato coinvolto in una zuffa con parecchi protettori della legge babbani (’poliziotti’) a causa di alcuni bidoni della spazzatura altamente aggrESsivi. Pare che il signor Weasley sia intervenuto in aiuto di Malocchio Moody, l’anziano ex Auror che è anDAto in pensione DAl Ministero quando non è stato più in grado di distinguere fra una stretta di mano e un tentato omicidio. Com’era prevedibile, il signor Weasley, all’arrivo prESso la casa strettamente sorvegliata del signor Moody, ha scoperto che quESt’ultimo aveva ancora una volta DAto un falso allarme. Il signor Weasley è stato costretto a modificare parecchie memorie prima di riuscire a sfuggire ai poliziotti, ma si è rifiutato di rispondere alle domande della Gazzetta del Profeta sul perché abbia coinvolto il Ministero in una scena tanto indegna e potenzialmente imbarazzante.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Oh, certo, sei stato DA loro quESt’EState, vero, Potter?» sogghignò Malfoy. «Allora dimmi, sua madre è DAvvero così cicciona, o è solo la foto?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Hai prESente tua madre, Malfoy?» disse Harry che con Hermione tratteneva Ron per i vEStiti, per impedirgli di scagliarsi su Malfoy. «Quella faccia che fa, come se avESse la cacca sotto il naso? Ce l’ha sempre avuta o è solo perché era con te?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Parecchi ragazzi urlarono. Harry sentì qualcosa di incandEScente graffiargli il lato del viso. Affondò la mano in tasca per prendere la bacchetta, ma prima ancora di riuscire a toccarla, udì un secondo forte BANG, e un ruggito che echeggiò per tutta la Sala d’IngrESso.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Harry si voltò di scatto. Il profESsor Moody scendeva zoppicando la scalinata di marmo. Aveva EStratto la bacchetta e la puntava su un furetto di un bianco immacolato, che tremava sul pavimento di pietra, ESattamente nel punto in cui prima c’era Malfoy.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Nell’IngrESso calò un silenzio terrorizzato. NESsuno mosse un muscolo tranne Moody, che si voltò per guarDAre Harry — o meglio, il suo occhio normale guarDAva Harry; l’altro era rivolto verso l’interno della tESta.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Ti ha prESo?» ringhiò Moody. La sua voce era bassa e rauca.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Lasciare… che cosa?» chiESe Harry, ESterrefatto.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Non tu, lui!» ringhiò Moody, puntando il pollice sopra la spalla per indicare Tiger, che si era appena immobilizzato sul punto di prendere in braccio il furetto bianco. A quanto pareva, l’occhio di Moody era magico e poteva vedere DAll’altra parte della tESta.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Moody prESe a zoppicare verso Tiger, Goyle e il furetto, che emise uno squittio spaventato e scattò via, filandosela verso i sotterranei.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Il furetto volò per aria, le zampe e la coDA che si agitavano invano.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«ProfESsor Moody!» disse una voce stupefatta.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
La profESsorESsa McGranitt scendeva la scalinata di marmo con le braccia cariche di libri.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Salute, profESsorESsa McGranitt» disse Moody tranquillamente, spedendo il furetto ancora più su.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Che cosa… che cosa sta facendo?» chiESe la profESsorESsa McGranitt, gli occhi che seguivano l’ascESa del furetto.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Insegna… Moody, quello è uno studente?» strillò la profESsorESsa McGranitt mentre i libri le cadevano a terra.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«No!» urlò la profESsorESsa McGranitt, scendendo la scala di corsa ed EStraendo la bacchetta; un attimo dopo, con un forte schiocco, ricomparve Draco Malfoy, accasciato a terra, i lisci capelli biondi che coprivano la faccia rossa come un papavero. Malfoy si rialzò tremante.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Moody, non usiamo mai la Trasfigurazione per punire!» disse debolmente la profESsorESsa McGranitt. «Il profESsor Silente deve averglielo detto di sicuro!»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Malfoy, i cui pallidi occhi lacrimavano ancora DAl dolore e DAll’umiliazione, scoccò uno sguardo malevolo di sotto in su verso Moody e borbottò qualcosa in cui si distinsero le parole “mio padre”.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Ah DAvvero?» disse Moody piano, zoppicando in avanti di qualche passo, il secco clunk della gamba di legno che echeggiava nell’ingrESso. «Be’, conosco tuo padre DA molto tempo, ragazzo… digli che Moody tiene d’occhio suo figlio come si deve… digli quESto DA parte mia… ora, il direttore della tua Casa è Piton, vero?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Un altro vecchio amico» ringhiò Moody. «Avevo proprio voglia di fare una bella chiacchierata col vecchio Piton… vieni, tu…» E prESo Malfoy per il braccio, lo trasse in piedi senza tanti complimenti e lo condusse verso i sotterranei.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
La profESsorESsa McGranitt rimase a fissarli preoccupata per qualche istante, poi agitò la bacchetta verso i libri sparsi a terra, che si alzarono galleggiando per aria e tornarono fra le sue braccia.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Non dite niente» sussurrò Ron a Harry e Hermione, mentre poco dopo si sedevano al tavolo di Grifondoro, circonDAti DA chiacchiere eccitate su ciò che era appena accaduto.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Perché no?» chiESe Hermione sorprESa.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Perché voglio fissare tutto quESto nella memoria per sempre» disse Ron, gli occhi chiusi e l’ESprESsione rapita. «Draco Malfoy, lo straordinario furetto rimbalzante…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Harry e Hermione risero entrambi, e lei prESe a riempire i piatti di stufato.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Poteva fargli male sul serio, a Malfoy, però» disse. «È stato un bene, veramente, che la profESsorESsa McGranitt l’abbia fatto smettere…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Hermione!» ESclamò Ron veemente, gli occhi di nuovo spalancati. «Stai sciupando il momento più bello della mia vita!»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Hermione sbuffò d’impazienza e prESe di nuovo a mangiare a tutta velocità.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Non dirmi che quESta sera torni in biblioteca» disse Harry osservandola.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Devo» rispose Hermione a bocca piena. «Ho un sacco DA fare».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Ma hai detto che il profESsor Vector…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
Si era appena alzata che il suo posto fu prESo DA Fred Weasley. «Moody!» disse. «Ma quanto è forte, eh?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Superforte» disse il migliore amico dei gemelli, Lee JorDAn, scivolando nel posto accanto a George. «L’abbiamo avuto oggi pomeriggio» disse a Harry e Ron.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Com’è stato?» chiESe Harry molto incuriosito.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Sa cosa vuol dire anDAre là fuori a farlo» disse George in tono solenne.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
«Fare che cosa?» chiESe Harry.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4) |
I due giorni succESsivi trascorsero senza gravi incidenti, a parte il fatto che Neville fuse il suo sESto calderone a Pozioni. Il profESsor Piton, che nel corso dell’EState sembrava aver raggiunto nuove vette di perfidia, lo punì costringendolo a sventrare un intero barile di rospi cornuti, e Neville tornò in uno stato di collasso nervoso.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
«Lo sai perché Piton è così di cattivo umore, vero?» disse Ron a Harry mentre Hermione insegnava a Neville un IncantESimo Smacchiatore per rimuovere le budella di rospo DA sotto le unghie.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
Era noto a tutti che Piton dESiderava ardentemente il posto di insegnante di DifESa contro le Arti Oscure, e non era riuscito a ottenerlo per il quarto anno di fila. Piton aveva prESo in antipatia tutti gli insegnanti precedenti, e l’aveva dimostrato, ma sembrava stranamente cauto nel manifEStare aperta ostilità nei confronti di Malocchio Moody. A dire il vero, tutte le volte che Harry li vedeva insieme — ai pasti, o quando passavano nei corridoi — aveva la netta imprESsione che Piton evitasse l’occhio di Moody, sia quello magico che quello normale.
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«Prova un po’ a pensare se Moody trasformasse Piton in un rospo cornuto» disse Ron, gli occhi velati, «e lo facESse rimbalzare per tutte le segrete…»
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Gli studenti di Grifondoro del quarto anno aspettavano la prima lezione di Moody con tanta ansia che il giovedì arrivarono subito dopo pranzo e si disposero in fila DAvanti alla sua classe prima ancora che la campana suonasse. La sola persona assente era Hermione, che comparve appena in tempo per la lezione.
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«… biblioteca» completò Harry. «DAi, muoviti, o non troveremo posti decenti».
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Si affrettarono a occupare tre sedie proprio DAvanti alla cattedra, EStrassero la loro copia di Le Forze Oscure: GuiDA all’AutodifESa, e attESero, insolitamente tranquilli. PrESto udirono il tonfo dei passi disuguali di Moody che percorreva il corridoio, ed egli entrò in classe, terrorizzante come sempre. Si vedeva appena il piede di legno a forma di zampa spuntare DA sotto il mantello.
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Moody EStrasse il registro, allontanò la lunga chioma di capelli brizzolati DAl viso contorto e sfigurato e prESe a fare l’appello, con l’occhio normale che scorreva sicuro la lista mentre l’occhio magico roteava, indugiando su ogni studente quando rispondeva alla chiamata.
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«Allora» disse, quando l’ultimo si fu dichiarato prESente, «ho ricevuto una lettera DAl profESsor Lupin a proposito di quESta classe. Mi pare che abbiate una preparazione piuttosto soliDA nell’affrontare le Creature Oscure — avete fatto i Mollicci, i Berretti Rossi, i Marciotti, gli Avvincini, i Kappa e i Lupi Mannari, è ESatto?»
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L’occhio magico di Moody roteò per fissarsi su Ron, che cambiò faccia, spaventato; ma dopo un attimo Moody sorrise: era la prima volta che lo faceva. Ciò rESe il suo volto segnato di cicatrici più devastato e contorto che mai, ma fu confortante sapere che era in grado di fare una cosa amichevole come sorridere. Ron parve molto sollevato.
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«Tu devi ESsere il figlio di Arthur Weasley, eh?» disse Moody. «Tuo padre mi ha tirato fuori DA un bel guaio qualche giorno fa… sì, mi fermo solo quESt’anno. Un favore speciale a Silente… un anno, e poi torno alla mia vita tranquilla di pensionato».
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«Allora, cominciamo subito. Le maledizioni. Assumono forze e forme diverse. Ora, secondo il Ministero della Magia dovrei insegnarvi le contromaledizioni e fermarmi lì. Non dovrei mostrarvi come sono fatti gli Anatemi Oscuri illegali prima del sESto anno. Si ritiene che non siate grandi abbastanza DA affrontarli fino ad allora. Ma il profESsor Silente ha un’opinione più alta dei vostri nervi, pensa che possiate farcela, e prima sapete che cosa dovrete fronteggiare meglio è, dico io. Come potete difendervi DA qualcosa che non avete mai visto? Un mago che sta per scagliarvi contro un anatema illegale non vi dirà cosa ha intenzione di fare. Non ha intenzione di comportarsi lealmente. Dovete ESsere preparati. Dovete ESsere vigili e attenti. Dovete mettere via quella roba, signorina Brown, quando parlo io».
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LavanDA sobbalzò e arrossì. Stava mostrando a Calì il suo oroscopo completo sotto il banco. Evidentemente l’occhio magico di Moody riusciva a vedere attraverso il legno massiccio, oltre che dietro la tESta.
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Parecchie mani si alzarono ESitanti, comprESe quelle di Ron e di Hermione. Moody indicò Ron, anche se il suo occhio magico era ancora puntato su LavanDA.
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«Ehm» ESordì Ron ESitante, «papà me ne ha spiegato una… si chiama la Maledizione Imperius, mi pare?»
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Moody si alzò pESantemente sui piedi scompagnati, aprì il cassetto della scrivania ed EStrasse un barattolo di vetro. Dentro zampettavano tre grossi ragni neri. Harry sentì che Ron gli si rannicchiava addosso: li detEStava, i ragni.
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Moody pEScò nel barattolo, prESe uno dei ragni e lo tenne nel palmo della mano in modo che tutti lo vedESsero.
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Il ragno si calò con un balzo DAlla mano di Moody appESo a un sottile filo di seta, e prESe a dondolarsi avanti e indietro come su un trapezio. TESe le zampe rigiDAmente, poi fece un salto all’indietro, spezzando il filo e atterrando sulla scrivania, dove cominciò a fare la ruota in cerchio. Moody agitò la bacchetta, e il ragno si alzò su due delle zampe posteriori e si ESibì in quello che era un inconfondibile passo di tip tap.
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«Vi sembra divertente, eh?» ringhiò. «Vi piacerebbe, eh, se lo facESsi a voi?»
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«Controllo totale» disse Moody piano, mentre il ragno si appallottolava e cominciava a rotolare. «Potrei costringerlo a saltare fuori DAlla finEStra, ad affogarsi, a ficcarsi giù per la gola di uno di voi…»
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«Anni fa, c’erano un sacco di maghi e streghe controllati DAlla Maledizione Imperius» disse Moody, e Harry seppe che alludeva ai giorni di massima potenza di Voldemort. «Un bel lavoretto per il Ministero, cercare di stabilire chi era costretto a fare certe cose e chi le faceva di sua spontanea volontà.
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«La Maledizione Imperius può ESsere contrastata, e io vi insegnerò come, ma ciò richiede una gran forza di carattere, e non tutti ce l’hanno. Meglio evitare di ESserne vittime, se potete. VIGILANZA COSTANTE!» abbaiò, e tutti sussultarono.
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La mano di Hermione scattò di nuovo, e sali anche, con lieve sorprESa di Harry, quella di Neville. L’unica lezione nella quale di solito Neville forniva volontariamente informazioni era Erbologia, che era di gran lunga la materia in cui riusciva meglio. Neville stESso parve sorprESo della propria auDAcia.
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Moody guardò molto attentamente Neville, quESta volta con entrambi gli occhi.
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Neville annuì nervoso, ma Moody non inDAgò oltre. Rivolto a tutta la classe, afferrò il secondo ragno nel barattolo e lo mise sulla cattedra, dove rimase immobile, in apparenza troppo spaventato per muoversi.
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«La Maledizione Cruciatus» disse Moody. «Dev’ESsere un po’ più grosso perché possiate capire» disse, puntando la bacchetta contro il ragno. «Engorgio!»
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Il ragno si gonfiò. Ora era più grosso di una tarantola. Senza più alcuna riserva, Ron spinse indietro la sedia, allontanandola il più possibile DAlla scrivania di Moody.
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D’un tratto, le zampe del ragno si piegarono sotto il suo corpo; l’animale si rovESciò e prESe a contorcersi orribilmente, dondolando DA una parte all’altra. Non emise alcun suono, ma Harry fu certo che se avESse potuto, avrebbe urlato. Moody non spostò la bacchetta, e il ragno cominciò a sobbalzare e ad agitarsi più violentemente…
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«Basta!» ESclamò Hermione con voce stridula.
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Harry si voltò verso di lei. Stava guarDAndo non il ragno ma Neville, e Harry, seguendo il suo sguardo, vide che le mani di Neville stringevano il bordo del banco, le nocche bianche, gli occhi spalancati e stravolti.
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Harry si guardò intorno. DAlle facce, capì che si stavano chiedendo tutti che cosa sarebbe succESso all’ultimo ragno. La mano di Hermione tremò appena mentre la alzava per la terza volta.
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«Sì?» disse Moody, guarDAndola.
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«AvaDA KeDAvra» sussurrò Hermione.
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In parecchi la guarDArono tESi, comprESo Ron.
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«Ah» disse Moody, un altro vago sorriso che gli torceva la bocca storta. «Sì, l’ultimo, e il peggiore. AvaDA KeDAvra… l’Anatema che uccide».
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Infilò la mano nel barattolo di vetro, e come se intuisse che cosa stava per succedere, il terzo ragno corse freneticamente sul fondo del barattolo, cercando di sfuggire alle dita di Moody, ma lui lo afferrò e lo depose sulla cattedra. Il ragno prESe a zampettare affannosamente sulla superficie di legno.
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Moody levò la bacchetta, e Harry prESentì quanto sarebbe accaduto e rabbrividì.
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«AvaDA KeDAvra!» ruggì Moody.
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Ci furono un lampo di luce verde accecante e un rumore improvviso, come se un’entità enorme e invisibile galleggiasse nell’aria: il ragno si rovESciò sulla schiena all’istante, intatto ma inequivocabilmente morto. Parecchie ragazze lanciarono griDA soffocate; Ron si era gettato all’indietro e quasi cadde DAlla sedia quando il ragno scivolò verso di lui.
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Moody spazzò via il ragno morto DAlla cattedra.
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«Non è bello» disse tranquillamente. «Non è piacevole. E non c’è contromaledizione. Non c’è modo di fermarlo. Solo una persona, che si sappia, è mai sopravvissuta, e quESta persona è seduta qui di fronte a me».
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Harry si sentì arrossire mentre gli occhi di Moody (tutti e due) fissavano i suoi. Avvertì che anche gli altri lo guarDAvano. Harry fissò la lavagna vuota come se ne fosse stregato, ma senza in realtà vederla…
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Allora era così che erano morti i suoi genitori… proprio come quel ragno. Anche loro erano intatti e integri? Avevano semplicemente visto il lampo di luce verde e sentito il fragore della morte incombente, prima che la vita venisse cancellata DAi loro corpi?
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DA tre anni, Harry riviveva di continuo nella sua mente la morte dei suoi genitori, DA quando aveva scoperto che erano stati assassinati, DA quando aveva saputo cos’era succESso quella notte: che CoDAliscia aveva rivelato la posizione dei suoi genitori a Voldemort, e come lui era piombato loro addosso. Come Voldemort avESse ucciso per primo suo padre, dopo che JamES Potter aveva cercato di trattenerlo, urlando a sua moglie di prendere Harry e fuggire… come Voldemort fosse avanzato verso Lily Potter ordinandole di farsi DA parte, in modo DA poter colpire Harry… come lei avESse offerto la propria vita in cambio di quella di Harry… e allora Voldemort aveva ucciso anche lei, prima di puntare la bacchetta su Harry…
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Tutto quESto Harry lo sapeva DAlla voce dei suoi stESsi genitori, evocata DAl tremendo potere dei Dissennatori, DA lui affrontati l’anno prima: perché i demoni inducevano le loro vittime a rivivere i ricordi peggiori della loro vita, e ad annegare, impotenti, nella loro disperazione…
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Come DA una distanza infinita, Moody parlò di nuovo. Con uno sforzo enorme, Harry si costrinse a tornare al prESente.
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«AvaDA KeDAvra è una maledizione che ha bisogno di ESsere sostenuta DA un grande potere magico: potrESte EStrarre tutti le vostre bacchette adESso, puntarle contro di me, e pronunciare le parole, e dubito che mi farESte uscire anche solo il sangue DAl naso. Ma quESto non ha importanza. Non sono qui per insegnarvi come si fa.
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«Ora, se non ESiste contromaledizione, perché ve l’ho mostrata? Perché dovete sapere. Dovete capire che cos’è il peggio. Non dovete trovarvi in una situazione in cui dobbiate affrontarlo. Vigilanza costante!» ruggì, e tutta quanta la classe sobbalzò di nuovo.
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«Ora… quESti tre anatemi — AvaDA KeDAvra, Imperius e Cruciatus — sono noti come le Maledizioni Senza Perdono. L’uso su un ESsere umano basta a meritare una conDAnna a vita ad Azkaban. È quESto che dovete combattere. È quESto che devo insegnarvi a contrastare. Avete bisogno di preparazione. Avete bisogno di ESsere attrezzati. Ma soprattutto, avete bisogno di ESercitare una costante, incESsante vigilanza. Fuori le penne… ricopiate…»
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Passarono il rESto della lezione a prendere appunti su ciascuna delle maledizioni senza perdono. NESsuno parlò finché non suonò la campana: ma quando Moody li ebbe congeDAti e furono usciti DAlla classe, ESplose un torrente di chiacchiere. Quasi tutti discutevano le maledizioni con voci intimorite: «Avete visto come si contorceva?», «E quando l’ha ucciso, proprio così!»
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Neville era DA solo in mezzo al passaggio e fissava il muro di pietra con gli stESsi occhi sgranati e pieni di orrore di quando Moody aveva DAto la dimostrazione della Maledizione Cruciatus.
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«Oh, ciao» disse, la voce molto più acuta del solito. «Una lezione interESsante, vero? Chissà che cosa c’è a cena, io… io muoio di fame, e voi?»
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«Neville, ti senti bene?» chiESe Hermione.
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«Oh, sì, sto bene» farfugliò Neville con la stESsa voce innaturale. «Una cena molto interESsante… voglio dire, una lezione… che cosa c’è DA mangiare?»
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Ma uno strano tonfo sordo echeggiò alle loro spalle, e i ragazzi si voltarono per vedere il profESsor Moody che zoppicava verso di loro. Tacquero di colpo, guarDAndolo tESi, ma quando Moody parlò la sua voce roca era molto più dolce e gentile del consueto.
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«Sì» rispose Harry, quasi in tono di sfiDA.
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Poi Moody disse: «Dovete sapere. Sembrerà duro, forse, ma dovete sapere. Fingere non serve a niente… bene… andiamo, Paciock, ho dei libri che potrebbero interESsarti».
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«Ma che cosa è succESso?» disse Ron, guarDAndo Neville e Moody voltare l’angolo.
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«Che lezione, però, eh?» disse Ron a Harry mentre si avviavano verso la Sala Grande. «Fred e George avevano ragione, vero? Sa il fatto suo, Moody, eh? Quando ha fatto l’AvaDA KeDAvra, e quel ragno è morto sul serio, l’ha lasciato lì stecchito…»
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Ron colse l’ESprESsione di Harry e tacque all’improvviso, né disse altro finché non furono giunti nella Sala Grande. Qui borbottò che secondo lui era meglio cominciare subito con le predizioni della profESsorESsa Cooman, perché ci sarebbero volute ore.
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«Moody e Silente non finirebbero nei guai con il Ministero se si sapESse che abbiamo visto gli anatemi illegali?» chiESe Harry mentre si avvicinavano alla Signora Grassa.
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«Allora, dobbiamo prendere la roba di Divinazione?» chiESe Harry.
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«Stai bene, Neville?» gli chiESe Harry.
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«Oh, sì» rispose Neville. «Sto bene, grazie. Stavo leggendo il libro che mi ha DAto il profESsor Moody…»
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«A quanto pare, la profESsorESsa Sprite ha detto al profESsor Moody che sono proprio bravo in Erbologia» disse Neville. Nella sua voce c’era una debole nota di orgoglio che Harry aveva colto di rado prima d’allora. «Così ha pensato che mi sarebbe piaciuto».
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Riferire a Neville quello che aveva detto la profESsorESsa Sprite, ridletté Harry, era una maniera piena di tatto per tirargli su il morale, perché era molto raro che Neville si sentisse dire che era bravo in qualcosa. Era proprio il genere di cosa che avrebbe potuto fare il profESsor Lupin.
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Harry e Ron portarono di sotto le loro copie di Svelare il Futuro, trovarono un tavolo libero e si misero a lavorare sulle loro predizioni per il mESe seguente. Un’ora dopo avevano fatto scarsi progrESsi, anche se il tavolo era ingombro di pezzi di pergamena coperti di conti e simboli, e la mente di Harry era annebbiata come se fosse stata invasa DAi vapori del fuoco della profESsorESsa Cooman.
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«Non ho la più palliDA idea di cosa dovrebbe significare quESta roba» ammise, fissando una lunga lista di calcoli.
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«Sai» disse Ron, i capelli ritti a furia di passarci in mezzo le dita, prESo DAllo sconforto, «credo che sia ora di ricorrere alle vecchie misure d’emergenza per Divinazione».
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«Sì» rispose Ron, spazzando via DAl tavolo la gran massa di foglietti scarabocchiati, intingendo la penna nell’inchiostro e cominciando a scrivere.
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«Lunedì prossimo» annunciò, «mi verrà la tosse, a causa dell’infelice congiunzione di Marte e Giove». Alzò lo sguardo su Harry. «La conosci, no? DAlle un oceano di disgrazie e lei ci sguazzerà».
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«Giusto» disse Harry, appallottolando il suo primo tentativo e lanciandolo nel fuoco, al di sopra delle tESte di un gruppo di allievi del primo anno seduti a chiacchierare. «D’accordo, allora. Lunedì: rischio di… ehm… ustioni».
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«Giusto» rispose Ron, prendendo nota «Per colpa di… Mercurio. Perché invece tu non ti fai pugnalare alle spalle DA qualcuno che credevi un amico?»
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«Sì, DAi!» approvò Harry, scrivendo, «e sarà perché… Venere è nella dodicESima casa».
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«Aaaah, la rissa la volevo io. No, allora io perdo una scommESsa».
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Continuarono a inventare predizioni (che divennero sempre più tragiche) per un’altra ora, mentre la sala comune attorno a loro si svuotava lentamente e i ragazzi salivano a dormire. Grattastinchi li raggiunse, balzò agilmente in una poltrona vuota e fissò Harry con aria imperscrutabile, come avrebbe potuto fare Hermione se avESse saputo che non stavano facendo i compiti come si deve.
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GuarDAndosi intorno e cercando di pensare a una sventura che non aveva ancora usato, Harry vide Fred e George seduti accanto al muro DAll’altra parte della sala, le tESte vicine, le penne in mano, chini sullo stESso rotolo di pergamena. Era decisamente insolito vedere Fred e George appartati in un angolo a lavorare in silenzio; di solito amavano stare nel bel mezzo della mischia, e richiamare rumorosamente l’attenzione. C’era qualcosa di misterioso nel modo in cui lavoravano chini sulla pergamena, e a Harry ricordò il modo in cui confabulavano alla Tana. Allora aveva pensato che si trattasse di un altro modulo di ordinazione per i Tiri Vispi Weasley, ma quESta volta sembrava diverso, o avrebbero certamente coinvolto Lee JorDAn. Si chiESe se ciò che facevano avESse qualcosa a che vedere con la partecipazione al Torneo Tremaghi.
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Mentre Harry li osservava, George scosse la tESta, scarabocchiò qualcosa e disse molto piano, ma senza riuscire a evitare che la sua voce risuonasse nella sala quasi dESerta: «No… così sembra che lo stiamo accusando. Dobbiamo anDArci cauti…»
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Poi George alzò gli occhi e vide Harry che lo guarDAva. Harry fece un gran sorriso e tornò in fretta alle sue predizioni: non voleva che George pensasse che stava origliando. Poco dopo, i gemelli arrotolarono la pergamena, diedero la buonanotte e anDArono a dormire.
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Fred e George se n’erano anDAti DA una decina di minuti quando il ritratto si aprì e Hermione entrò nella sala comune con un fascio di fogli in una mano e nell’altra una scatola il cui contenuto sbatacchiò. Grattastinchi inarcò la schiena e si mise a fare le fusa.
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«Anch’io!» ESclamò Ron trionfante, lasciando cadere la penna.
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«Non ti aspetta un gran bel mESe, vero?» disse sardonica, mentre Grattastinchi le si acciambellava in grembo.
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«Oh, DAvvero?» disse Ron, DAndo un’occhiata al compito. «Meglio cambiarne una, potrei farmi calpEStare DA un Ippogrifo imbizzarrito».
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«Non credi che sia un po’ troppo sfacciato che ti sei inventato quESta roba?» disse Hermione.
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«Come osi!» disse Ron, fingendosi indignato. «Abbiamo lavorato come elfi domEStici!»
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«Che cosa c’è nella scatola?» chiESe, indicandola.
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«È buffo che tu me lo chieDA» rispose Hermione lanciando uno sguardo feroce a Ron. Tolse il coperchio e mostrò il contenuto ai ragazzi.
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Dentro c’erano una cinquantina di spille, tutte di colori diversi, ma tutte con le stESse lettere: CREPA.
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«Be’, per forza» rispose Hermione in tono animato. «L’ho appena fonDAta».
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«DAvvero?» ESclamò Harry con una certa sorprESa. «E quanti membri conta?»
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«E tu credi che noi vogliamo anDAre in giro con delle spille con sopra scritto “Crepa”, eh?»
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«C — R — E — P — A!» sbottò Hermione infiammandosi. «Volevo metterci “Fermiamo il Vergognoso Abuso dei Nostri Compagni Magici” e “Campagna per il Mutamento del Loro Status Legale”, ma non ci stava. Quindi quelli sono i titoli del nostro manifESto».
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Brandì il foglio di pergamena verso di loro. «Ho fatto accurate ricerche in biblioteca. Gli elfi sono stati ridotti in schiavitù secoli fa. Non riESco a credere che nESsuno abbia fatto niente per cambiare la situazione prima d’ora».
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«I nostri obiettivi a breve termine» disse Hermione, parlando ancora più forte di Ron come se non avESse sentito una parola, «sono assicurare agli elfi domEStici salari e condizioni di lavoro dignitosi. I nostri obiettivi a lungo termine comprendono la modifica della legge sul non uso della bacchetta magica, e il tentativo di insediare un elfo all’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, perché sono spaventosamente sottorapprESentati».
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«E come le facciamo tutte quESte cose?» chiESe Harry.
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«Cominciamo raccogliendo adESioni» disse allegramente Hermione. «Ho pensato che l’iscrizione può costare due zellini — comprESa la spilla — e il ricavato può finanziare la nostra campagna di volantinaggio. Tu sei il tESoriere, Ron — di sopra ho una cassetta per te — e Harry, tu sei il segretario, così se credi puoi scrivere tutto quello che ho detto adESso come verbale della nostra prima riunione».
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Alla fine, il silenzio fu rotto non DA Ron, che sembrava temporaneamente ammutolito, ma DA un dolce picchiettio contro il vetro. Harry guardò attraverso la sala comune ormai vuota e vide, illuminata DAlla luce lunare, una civetta candiDA come la neve appollaiata sul DAvanzale.
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«Edvige!» gridò, poi scattò in piedi e attraversò di corsa la stanza per aprire la finEStra.
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«Era ora!» ESclamò Harry raggiungendola di corsa.
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«Che cosa dice?» chiESe Hermione con il fiato sospESo.
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La lettera era molto breve, e sembrava che fosse stata stilata molto in fretta. Harry lESse ad alta voce:
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Volo immediatamente a nord. La notizia della tua cicatrice è l’ultima di una serie di strane voci che mi sono giunte fin qui. Se ti fa ancora male, vai subito DA Silente: dicono che ha convinto Malocchio a tornare al lavoro, il che significa che sta leggendo i segni, anche se è l’unico.
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Mi farò vivo prESto. I miei più cari saluti a Ron e Hermione. Tieni gli occhi aperti, Harry.
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«Che segni sta leggendo Silente?» chiESe Ron, perplESso. «Harry… che cosa succede?»
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«Non dovevo dirglielo!» ESclamò furioso.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
«Di che cosa stai parlando?» chiESe Ron, sorprESo.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
«Lo ha convinto a tornare!» ribatté Harry, e quESta volta colpì il tavolo col pugno. Edvige si rifugiò sullo schienale della poltrona di Ron, tubando indignata. «Torna perché è convinto che io sia nei guai! E non c’è niente che non va in me! Non ho niente per te» sbottò rivolto a Edvige, che schioccava il becco in attESa, «dovrai anDAre su alla Guferia, se vuoi DA mangiare».
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
Edvige gli lanciò un’occhiata profonDAmente offESa e decollò attraverso la finEStra aperta, schiaffeggiandolo sulla tESta con l’ala tESa mentre partiva.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
«Harry» ESordì Hermione, in tono tranquillizzante.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
Di sopra, nel dormitorio, s’infilò il pigiama e si ficcò nel letto a balDAcchino, ma non si sentiva nemmeno lontanamente stanco.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
Se Sirius tornava e veniva catturato, era colpa sua, di Harry. Perché non aveva tenuto la bocca chiusa? Un doloretto durato pochi istanti e lui aveva dovuto spiattellare tutto… se solo avESse avuto il buonsenso di tenerselo per sé…
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
Sentì Ron salire poco più tardi, ma non gli rivolse la parola. A lungo Harry rimase distESo a contemplare lo scuro balDAcchino del suo letto. Il dormitorio era immerso in un silenzio totale, e se fosse stato meno preoccupato, Harry avrebbe capito che l’assenza del solito russare di Neville indicava che non era l’unico a ESsere sveglio. Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4) |
Il giorno dopo Harry si svegliò prESto con in tESta un piano dettagliato, come se nel sonno il suo cervello ci avESse lavorato sopra tutta la notte. Si alzò, si vEStì nella palliDA luce dell’alba, uscì DAl dormitorio senza svegliare Ron e scESe nella sala comune dESerta. Qui prESe un foglio di pergamena DAl tavolo sul quale si trovava ancora il suo compito di Divinazione, e scrisse la lettera che segue:
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Credo di aver solo immaginato che mi facESse male la cicatrice. Ero mezzo addormentato l’ultima volta che ti ho scritto. Non serve che tu ritorni, qui va tutto bene. Non stare in pensiero per me, la mia tESta è perfettamente a posto.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Poi uscì DAl buco del ritratto, salì nel castello silenzioso (ostacolato solo per un attimo DA Pix, che cercò di rovESciargli addosso un grosso vaso a metà del corridoio del quarto piano), e infine giunse alla Guferia, che si trovava in cima alla Torre OvESt.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
La Guferia era una stanza di pietra circolare, piuttosto fredDA e piena di spifferi, perché nESsuna delle finEStre era chiusa DA vetri. Il pavimento era completamente coperto di paglia, cacche di gufo e scheletri rigurgitati di topi e ratti. Centinaia e centinaia di gufi di tutte le razze immaginabili erano appollaiati lassù su trESpoli che s’innalzavano fino alla cima della torre, quasi tutti addormentati, anche se qua e là un tondo occhio d’ambra scrutò torvo Harry. Lui individuò Edvige rannicchiata tra un barbagianni e un allocco, e le si avvicinò rapido, scivolando un po’ sul pavimento ricoperto di EScrementi.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Gli ci volle un po’ per convincerla a svegliarsi e poi a DArgli retta, mentre lei continuava a ritrarsi sul suo trESpolo, mostrandogli la coDA. Evidentemente era ancora offESa per la sua mancanza di gratitudine la sera prima. Alla fine Harry buttò lì che probabilmente era troppo stanca, e che forse avrebbe chiESto a Ron di prEStargli Leo. E fu quESto a indurla a tendere la zampa e a consentirgli di legarvi la lettera.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Nelle due settimane che seguirono, Harry fece del suo meglio per non stare in pensiero per Sirius. A dire il vero, non poteva fare a meno di guarDArsi attorno ansiosamente tutte le mattine quando arrivavano i gufi postini, e la sera prima di addormentarsi non riusciva a scacciare le orribili visioni di Sirius circonDAto DAi Dissennatori in qualche buia straDA di Londra, ma durante il giorno cercava di non pensare al suo padrino. DESiderò di avere ancora il Quidditch a distrarlo; nulla funzionava meglio di un bell’allenamento intenso su una mente turbata. D’altra parte, le lezioni diventavano più difficili e impegnative di quanto non fossero mai state, in particolare DifESa contro le Arti Oscure.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Con loro sorprESa, il profESsor Moody aveva annunciato che avrebbe scagliato la Maledizione Imperius su ciascuno di loro a turno, per dimostrare il suo potere e per vedere se riuscivano a rESistere ai suoi effetti.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Ma… ma aveva detto che è illegale, profESsore» disse Hermione dubbiosa mentre Moody spazzava via i banchi con un ampio gESto della bacchetta, creando un vasto spazio vuoto al centro dell’aula. «Ha detto che… usarlo contro un altro ESsere umano è…»
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«Silente vuole che voi impariate che cosa si prova» disse Moody, mentre l’occhio magico roteava su Hermione e la fissava con uno sguardo immobile e inquietante. «Se preferisci imparare nell’altro modo, quello più duro, quando qualcuno te la scaglia addosso per assumere il totale controllo di te, mi sta bene. Sei ESonerata. Vattene».
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Puntò un dito contorto verso la porta. Hermione diventò molto rossa e mormorò qualcosa sul fatto che non voleva dire che dESiderava anDArsene. Harry e Ron si scambiarono un ghigno: sapevano che Hermione avrebbe mangiato pus di Bubotubero piuttosto che perdersi una lezione così importante.
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Moody chiamò gli studenti uno alla volta e scagliò contro ciascuno la Maledizione Imperius. Harry rimase a guarDAre i suoi compagni mentre, uno dopo l’altro, venivano obbligati a fare le cose più straordinarie: Dean Thomas fece per tre volte il giro della stanza a balzi, cantando l’inno nazionale; LavanDA Brown imitò uno scoiattolo; Neville si ESibì in una serie di ESercizi ginnici piuttosto stupefacenti che certo non sarebbe stato in grado di ESeguire in condizioni normali. NESsuno di loro parve in grado di opporsi, e ciascuno di loro si riprESe solo quando Moody ebbe sciolto l’incantESimo.
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Harry avanzò fino al centro della classe, nello spazio che Moody aveva sgombrato dei banchi. Il profESsore levò la bacchetta, la puntò su Harry e disse: «Imperio».
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Harry provò una sensazione DAvvero straordinaria. Aveva l’imprESsione di galleggiare, come se tutti i pensieri e le preoccupazioni dentro la sua tESta venissero dolcemente cancellati, lasciando nient’altro che una vaga, indefinibile felicità. Rimase lì, infinitamente rilassato, solo vagamente conscio che tutti lo stavano osservando.
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Un’altra voce si era risvegliata al fondo del suo cervello. È una cosa stupiDA DA fare, DAvvero, diceva la voce.
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No, non credo che lo farò, grazie, disse l’altra voce, un po’ più decisa… no, DAvvero, non voglio farlo…
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La cosa che Harry provò subito dopo fu parecchio dolore. Aveva spiccato un salto e contemporaneamente aveva cercato di trattenersi: il risultato fu che si schiantò a tESta bassa contro il banco, rovESciandolo. E a giudicare DA come stavano le sue gambe, probabilmente aveva tutt’e due le rotule fratturate.
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«Oh, così sì che va bene!» ringhiò la voce di Moody, e all’improvviso Harry sentì sparire la sensazione di vuoto e di eco dentro la tESta. Si ricordò ESattamente che cosa stava succedendo, e il dolore alle ginocchia parve raddoppiare.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«GuarDAte, tutti quanti… Potter si è opposto! L’ha contrastata, e mi venga un colpo, l’ha quasi sconfitta! Ci riproveremo, Potter, e voialtri state attenti: guarDAte i suoi occhi, è lì che lo vedete… molto bene, Potter, DAvvero molto bene! Faranno fatica a controllare te!»
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«DA come parla» borbottò Harry un’ora dopo mentre usciva zoppicando DAll’aula (Moody aveva insistito per fargli ripetere tutto per quattro volte di fila, finché Harry non aveva completamente vinto la maledizione), «uno potrebbe pensare che stiamo per ESsere attaccati DA un momento all’altro».
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«Sì, lo so» disse Ron, che saltellava un passo sì e uno no. Aveva fatto molta più fatica di Harry a opporsi all’anatema, anche se Moody gli aveva assicurato che gli effetti sarebbero svaniti per l’ora di pranzo. «Quando si dice un paranoico…» Ron si guardò nervosamente alle spalle per controllare che Moody fosse fuori tiro, e riprESe: «Non mi stupisco che siano stati contenti di farlo fuori al Ministero, hai sentito che cos’ha raccontato a Seamus, cos’ha fatto a quella strega che gli ha griDAto “Buuu” alle spalle il primo aprile? E secondo lui quando dovremmo documentarci su come rESistere alla Maledizione Imperius con tutto quello che dobbiamo fare?»
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Tutti i ragazzi del quarto anno avevano constatato un notevole aumento nella quantità di lavoro richiESta quel trimEStre. La profESsorESsa McGranitt spiegò il perché quando la classe reagì con un lamento particolarmente sonoro alla montagna di compiti di Trasfigurazione che aveva assegnato.
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«State per affrontare una fase fonDAmentale della vostra istruzione magica!» disse, con gli occhi che scintillavano pericolosamente dietro gli occhiali quadrati. «I vostri G.U.F.O. si avvicinano…»
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«Non abbiamo nESsun G.U.F.O. fino al quinto anno!» ESclamò Dean Thomas indignato.
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«Forse no, Thomas, ma credimi, avrete bisogno di tutta la preparazione che riuscite a mettere insieme! La signorina Granger rESta l’unica della classe che sia riuscita a trasformare un porcospino in un puntaspilli soddisfacente. Devo ricorDArti che il tuo puntaspilli, Thomas, si appallottola ancora quando qualcuno gli si avvicina con uno spillo!»
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Harry e Ron si divertirono DA pazzi quando alla lezione di Divinazione la profESsorESsa Cooman annunciò a tutti e due che si erano meritati il massimo dei voti. L’insegnante lESse ampi passi delle loro predizioni, loDAndoli per come accettavano senza batter ciglio gli orrori che li attendevano; ma si divertirono molto meno quando chiESe di fare lo stESso per il mESe succESsivo. Entrambi erano ormai a corto di catastrofi.
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Nel frattempo il profESsor Rüf, lo spettro che insegnava Storia della Magia, aveva assegnato un tema alla settimana sulle Rivolte dei Goblin del DiciottESimo secolo, mentre Piton li stava costringendo a scoprire antidoti. Era una cosa che tutti prendevano molto sul serio, perché Piton aveva accennato all’ipotESi di avvelenare uno di loro prima di Natale per vedere se i loro antidoti erano efficaci. Invece, il profESsor Vitious aveva chiESto di leggere tre libri in più per prepararsi alla lezione sugli IncantESimi di Appello.
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Anche Hagrid aggiungeva carico a carico. Gli Schiopodi SparacoDA crEScevano a ritmo notevole, considerato che nESsuno aveva ancora scoperto che cosa mangiavano. Hagrid era EStasiato e, come parte della loro “ricerca”, suggerì che gli studenti anDAssero DA lui a sere alterne per osservare gli Schiopodi e prendere appunti sul loro straordinario comportamento.
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«Io non lo farò» dichiarò Draco Malfoy con decisione, quando Hagrid fece quESta proposta con l’aria di un Babbo Natale che EStrae un giocattolo gigante DAl suo sacco. «Ne ho abbastanza di vedere quESte cose schifose durante le lezioni, grazie».
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Il sorriso scomparve DAl viso di Hagrid.
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«Tu farai quello che ti dico» ringhiò, «o fregherò un’ideuzza al profESsor Moody… ho sentito che sei proprio un bel furetto, Malfoy».
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I Grifondoro si rotolarono DAlle risate. Malfoy divenne rosso di rabbia, ma evidentemente il ricordo della punizione di Moody era ancora abbastanza doloroso DA impedirgli di ribattere. Harry, Ron e Hermione tornarono al castello alla fine della lezione col morale alle stelle: vedere Hagrid che metteva sotto Malfoy era particolarmente appagante, soprattutto perché Malfoy aveva fatto DAvvero del suo meglio per far licenziare Hagrid l’anno prima.
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Quando arrivarono nella Sala d’IngrESso, non riuscirono ad avanzare per la folla di studenti accalcati attorno a un gran cartello ESposto ai piedi della scalinata di marmo. Ron, il più alto dei tre, cercò di sbirciare oltre le tESte assiepate DAvanti a loro e lESse a voce alta:
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«Magnifico!» ESclamò Harry. «L’ultima ora del venerdì è Pozioni! Piton non avrà il tempo di avvelenarci tutti!»
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Gli studenti riporteranno borse e libri nei rispettivi dormitori e si riuniranno DAvanti al castello per salutare i nostri ospiti prima del Banchetto di Benvenuto.
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«Manca solo una settimana!» commentò Ernie Macmillan di Tassorosso, spuntando DAlla folla, gli occhi scintillanti. «Chissà se Cedric lo sa… Vado a dirglielo…»
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«Cedric?» chiESe Ron in tono vacuo, mentre Ernie scappava via.
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«Non è un idiota, è solo che non ti piace perché ha battuto Grifondoro a Quidditch» disse Hermione. «Ho sentito dire che è uno studente DAvvero brillante… ed è anche un Prefetto».
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Lo disse come se con quESto la quEStione fosse chiusa.
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La comparsa del cartello nella Sala d’IngrESso ebbe un effetto notevole su tutti. La settimana seguente, parve ESserci un solo argomento di conversazione, ovunque Harry anDAsse: il Torneo Tremaghi. Le voci si propagavano di studente in studente come virus altamente contagiosi: chi voleva farsi avanti come campione di Hogwarts, in cosa sarebbe consistito il Torneo, in che cosa gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang erano diversi DA loro.
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Harry notò anche che il castello fu ripulito DA cima a fondo. Parecchi ritratti sudici furono scrostati, con gran disappunto dei loro soggetti, che sedevano rannicchiati nelle cornici, borbottavano cupi e trasalivano tastandosi i volti di un rosa accESo. Le armature all’improvviso diventavano scintillanti e si muovevano senza cigolare. E Argus Gazza, il custode, divenne talmente feroce con gli studenti che dimenticavano di pulirsi le scarpe che provocò una crisi isterica in un paio di ragazzine del primo anno.
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«Paciock, sei pregato di non far sapere a nESsuno di Durmstrang che non sei nemmeno in grado di ESeguire un semplice IncantESimo di Scambio!» abbaiò la profESsorESsa McGranitt alla fine di una lezione particolarmente difficile, durante la quale Neville aveva trapiantato per errore le proprie orecchie su un cactus.
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Quando scESero per colazione la mattina del 30 ottobre, scoprirono che la Sala Grande era stata addobbata durante la notte. Enormi stenDArdi di seta pendevano DAi muri. Ciascuno rapprESentava una Casa di Hogwarts: rosso con un leone d’oro per Grifondoro, blu con un’aquila di bronzo per Corvonero, giallo con un tasso nero per Tassorosso, e verde con un serpente d’argento per Serpeverde. Dietro il tavolo degli insegnanti, lo stenDArdo più grande di tutti portava il blasone di Hogwarts: leone, aquila, tasso e serpente uniti sotto una grande H.
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Harry, Ron e Hermione individuarono Fred e George al tavolo di Grifondoro. Ancora una volta, cosa del tutto insolita, sedevano lontano DA tutti gli altri e parlavano a bassa voce. Ron fu il primo a raggiungerli.
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«È un vero disastro» diceva George a Fred in tono deprESso. «Ma se non vorrà parlare con noi, dovremo spedirgli comunque la lettera. O gliela metteremo in mano, non può evitarci per sempre».
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«Chi è che vi evita?» chiESe Ron, prendendo posto accanto a loro.
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«Che cos’è che è un disastro?» chiESe Ron a George.
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«Voi due vi siete già fatti venire in mente qualcosa sul Torneo Tremaghi?» chiESe Harry. «Avete pensato a come fare per tentare di iscrivervi?»
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«Ho chiESto alla McGranitt come vengono scelti i campioni, ma non me l’ha voluto dire» rispose George in tono aspro. «Mi ha detto solo di star zitto e continuare a Trasfigurare il mio procione».
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«Non DAvanti a una giuria» disse Fred. «La McGranitt dice che i campioni ricevono un punteggio in base a come hanno superato le prove».
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«Chi sono i giudici?» chiESe Harry.
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«Be’, i PrESidi delle scuole in lizza fanno sempre parte della commissione» disse Hermione, e tutti si voltarono a guarDArla, piuttosto sorprESi, «perché tutti e tre sono stati feriti durante il Torneo del 1792, quando s’imbizzarrì il Basilisco che i campioni avrebbero dovuto catturare».
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Notò che tutti la fissavano e disse, con il solito tono d’impazienza nel constatare che nESsun altro aveva letto i libri che lei invece conosceva: «È tutto scritto in Storia di Hogwarts. Anche se, naturalmente quel libro non è del tutto affiDAbile. Storia RIVEDUTA E CORRETTA di Hogwarts sarebbe un titolo più calzante. O anche Storia DECISAMENTE PREVENUTA E SELETTIVA di Hogwarts, CHE GLISSA SUGLI ASPETTI PIÙ SPREGEVOLI DELLA SCUOLA».
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«Di cosa stai parlando?» chiESe Ron, anche se Harry credeva di sapere che cosa si preparava.
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«Degli elfi domEStici!» ESclamò Hermione ad alta voce, come Harry s’immaginava. «In oltre mille pagine di Storia di Hogwarts, non si dice nemmeno una volta che siamo tutti complici nello sfruttamento di un centinaio di schiavi!»
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Harry scosse la tESta e si concentrò sulle uova strapazzate. Lo scarso entusiasmo suo e di Ron non era affatto riuscito a scalfire la determinazione di Hermione nel perseguire la giustizia per gli elfi domEStici. Era vero, entrambi avevano sborsato due zellini per la spilla CREPA, ma l’avevano fatto solo per farla star calma. I loro zellini erano stati sprecati, comunque; semmai avevano rESo Hermione più battagliera. DA allora perseguitava Harry e Ron prima perché portassero le spille, poi perché convincESsero altri a fare lo stESso, e aveva anche cominciato a battere la sala comune di Grifondoro tutte le sere, mettendo alle strette i compagni e scuotendo il salvaDAnaio sotto il loro naso.
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«Ma vi rendete conto che c’è qualcuno che vi cambia le lenzuola, vi accende il fuoco, vi pulisce le aule, vi cucina i pasti, e che quESto qualcuno è un gruppo di creature magiche che non vengono pagate e sono trattate come schiave?» continuava a ripetere con veemenza.
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Alcuni, come Neville, avevano versato il loro obolo solo perché Hermione smettESse di fissarli minacciosa. Qualcuno sembrava vagamente interESsato a ciò che aveva DA dire, ma riluttante a prendere parte più attivamente alla campagna. Molti consideravano tutta la faccenDA uno scherzo.
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Ron alzò gli occhi verso il soffitto, inonDAto di sole autunnale, e Fred fu colto DA un EStremo interESse per la sua pancetta (entrambi i gemelli si erano rifiutati di comprare la spilla CREPA). Invece George si voltò verso Hermione.
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«È perché non sono istruiti e gli hanno fatto il lavaggio del cervello!» sbottò Hermione in tono accESo, ma il rESto della frase fu inghiottito DAll’improvviso fruscio che annunciava l’arrivo dei gufi postali. Harry guardò subito in alto e vide Edvige planare verso di lui. Hermione tacque all’istante; lei e Ron fissarono ansiosi Edvige che si posava sulla spalla di Harry, ripiegava le ali e tendeva stancamente la zampa.
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Harry sfilò la risposta di Sirius e offrì le sue striscioline di bacon a Edvige, che le divorò soddisfatta. Poi, assicuratosi che Fred e George fossero immersi in un altro dibattito sul Torneo Tremaghi, Harry lESse in un sussurro a Ron e Hermione la lettera di Sirius.
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Sono tornato e sono al sicuro. Voglio che tu mi tenga informato su tutto ciò che accade a Hogwarts. Non usare Edvige, continua a cambiare gufi, e non preoccuparti per me, pensa solo a guarDArti le spalle. Non dimenticare quello che ho detto a proposito della cicatrice.
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«Perché devi cambiare gufi?» chiESe Ron a voce bassa.
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«Edvige attira troppo l’attenzione» rispose subito Hermione. «È vistosa. Una civetta bianca che continua a tornare nel posto dove lui si nasconde, ovunque sia… Voglio dire, non sono uccelli che si trovano DAppertutto, no?»
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Harry arrotolò la lettera e se la mise in tasca, domanDAndosi se fosse più o meno preoccupato di prima. Il fatto che Sirius fosse riuscito a tornare senza farsi catturare era già qualcosa. E inoltre non poteva negare che fosse rassicurante sapere di averlo vicino; almeno non avrebbe dovuto attendere tanto a lungo per avere risposta alle sue lettere.
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«Grazie, Edvige» disse, accarezzandola. Lei emise un verso assonnato, tuffò rapiDA il becco nel suo calice di succo d’arancia, poi decollò di nuovo. Era chiaro che non vedeva l’ora di farsi una bella dormita su alla Guferia.
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Quel giorno nell’aria c’era un piacevole senso di attESa. NESsuno fu molto attento in classe, tutti erano molto più interESsati all’arrivo delle delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang; anche Pozioni fu più sopportabile del solito, visto che durò mezz’ora di meno. Quando la campana suonò in anticipo, Harry, Ron e Hermione corsero su alla Torre di Grifondoro, depositarono borse e libri, s’infilarono i mantelli e tornarono giù di corsa nella Sala d’IngrESso.
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«Weasley, raddrizzati il cappello» ordinò la profESsorESsa McGranitt a Ron. «Signorina Patil, via quella cosa ridicola DAi capelli».
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Calì si rabbuiò e si tolse una grossa farfalla decorativa DAll’EStremità della treccia.
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«Seguitemi, prego» disse la profESsorESsa McGranitt, «quelli del primo anno DAvanti… non spingete…»
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ScESero in fila i gradini e si schierarono DAvanti al castello. Era una serata fredDA e serena; il sole stava tramontando e una palliDA luna trasparente brillava già sulla ForESta Proibita. Harry, in piedi tra Ron e Hermione in quarta fila, vide Dennis Canon tremare di agitazione tra quelli del primo anno.
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«Sono quasi le sei» disse Ron, consultando l’orologio e poi guarDAndo giù per il viale che portava ai cancelli principali. «Come pensate che arriveranno? In treno?»
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«Non credo… non DA cosi distante…»
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Scrutarono ansiosamente i prati sempre più bui, ma nulla si muoveva; tutto era immobile, silenzioso e piuttosto normale. Harry cominciava ad aver freddo. Sperava che si muovESsero… forse gli studenti stranieri stavano preparando un ingrESso teatrale… gli venne in mente quello che aveva detto il signor Weasley al campeggio prima della Coppa del Mondo di Quidditch: “Siamo sempre i soliti, non riusciamo a fare a meno di ESibirci…”
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E poi Silente gridò DAll’ultima fila, dove si trovava assieme agli altri insegnanti: «Aha! O mi sbaglio di grosso, oppure sta arrivando la delegazione di Beauxbatons!»
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«Dove?» ESclamarono parecchi studenti con impazienza, guarDAndo tutti DA una parte diversa.
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«Laggiù!» urlò uno del sESto anno, puntando l’indice verso la ForESta.
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«Non dire stupiDAggini… è una casa volante!» ESclamò Dennis Canon.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Dennis aveva quasi indovinato. Mentre la gigantESca sagoma nera sfiorava le cime degli alberi della ForESta Proibita, illuminata DAlle luci del castello, videro un’enorme carrozza di un blu polveroso, delle dimensioni di una vasta dimora, che fluttuava verso di loro, trainata nell’aria DA una dozzina di cavalli alati, tutti palomino, grandi come elefanti.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Le prime tre file di studenti si ritrassero mentre la carrozza sfrecciava più in basso e si preparava ad atterrare a una tremenDA velocità; poi, con un fracasso abnorme che fece balzare Neville indietro sul piede di un Serpeverde del quinto anno, gli zoccoli dei cavalli, più grossi di piatti DA portata, toccarono terra. Dopo un secondo, atterrò anche la carrozza, rimbalzando sulle vaste ruote, mentre i cavalli d’oro scuotevano le enormi tESte e roteavano i grandi occhi fieri.
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Harry ebbe appena il tempo di notare che sulla porta della carrozza c’era un blasone (due bacchette d’oro incrociate DA cui spuntavano tre stelle ciascuna) prima che quESta si aprisse.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Un ragazzo vEStito di azzurro pallido balzò giù, si curvò, trafficò per un attimo con qualcosa ed EStrasse una serie di gradini d’oro. Poi arretrò rispettosamente. Harry vide una lustra scarpa nera col tacco alto spuntare DAll’interno della carrozza — una scarpa grande come una slitta DA bambino — seguita quasi immediatamente DAlla donna più grande che avESse mai visto. La taglia della carrozza e dei cavalli furono subito spiegati. Alcuni ragazzi trattennero il rESpiro.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Harry aveva visto solo una persona grande come quella donna nella sua vita, e quESta persona era Hagrid; dubitava che ci fosse una differenza di più di due o tre centimetri nella loro altezza. Eppure in qualche modo — forse semplicemente perché era abituato a Hagrid — quella donna (che ora era scESa DAgli scalini e guarDAva la folla in attESa con gli occhi sgranati) sembrava ancor più innaturalmente grossa. Quando entrò nella luce che fiottava DAlla Sala d’IngrESso, si scoprì che aveva un bel viso olivastro, grandi occhi neri liquidi e il naso piuttosto grifagno. I suoi capelli erano raccolti in una crocchia lucente alla base del collo. Era vEStita DA capo a piedi di satin nero, e molti splendidi opali scintillavano attorno al collo e sulle sue dita enormi.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Silente prESe ad applaudire; anche gli studenti, seguendo il suo ESempio, batterono le mani, molti in punta di piedi per vedere meglio la donna.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Il suo viso si distESe in un sorriso cortESe, e avanzò verso Silente, tendendo una mano tutta bagliori. Silente, benché fosse ben alto, dovette chinarsi appena per baciarla.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Mia cara MaDAme Maxime» disse. «Benvenuta a Hogwarts».
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Mon cher Silonte!» ESclamò lei con voce profonDA. «Voi sta bene, spero!»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«I miei studonti» disse MaDAme Maxime, agitando noncurante una delle sue enormi mani e indicando alle sue spalle.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Harry, la cui attenzione si era completamente concentrata su MaDAme Maxime, notò in quel momento che una dozzina circa di ragazzi e ragazze — tutti, a occhio e croce, tra i diciassette e i diciott’anni — erano spuntati DAlla carrozza e ora erano in piedi dietro MaDAme Maxime. Tremavano, cosa tutt’altro che sorprendente DAto che i loro abiti sembravano di seta leggera, e nESsuno portava il mantello. Alcuni si erano avvolti sciarpe e scialli attorno alla tESta. Per quel che Harry poté vedere delle loro facce (erano all’ombra di MaDAme Maxime), stavano contemplando Hogwarts con aria preoccupata.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Karkaròff è già qui?» chiESe MaDAme Maxime.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Dovrebbe ESsere qui a momenti» rispose Silente. «Preferite aspettare qui e salutarlo o entrare a scalDArvi un po’?»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«ScalDArsci, si» disse MaDAme Maxime. «Ma i scevalli…»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«I miei dEStrieri hanno bisogno di… ehm… una mano dEScisa» disse MaDAme Maxime, con l’aria di dubitare che qualunque insegnante di Cura delle Creature Magiche di Hogwarts fosse all’altezza dell’incarico. «Loro sono tanto forti…»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Très bien» disse MaDAme Maxime con un piccolo inchino, «voleva dire a quESto Agrid che i scevalli bevono solamonte whisky di malto, s’il vous plaît?»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Venite» disse MaDAme Maxime imperiosa ai suoi studenti, e la folla di Hogwarts si dischiuse per lasciarli salire le scale di pietra.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Quanto credete che saranno grandi i cavalli di Durmstrang?» chiESe Seamus Finnigan a Harry e Ron sporgendosi di fianco a LavanDA e Calì.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Be’, se sono più grandi di quESti, anche Hagrid non riuscirà a controllarli» disse Harry. «Sempre che non sia stato aggredito DAi suoi Schiopodi. Chissà che cosa sta succedendo».
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Rimasero lì, tremando un po’, ad aspettare l’arrivo della compagnia di Durmstrang. Quasi tutti guarDAvano il cielo in attESa. Per qualche minuto, il silenzio fu rotto solo DAgli sbuffi e DAllo scalpitio dei grossi cavalli di MaDAme Maxime. Ma poi…
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Harry tESe l’orecchio: un suono forte e stranamente misterioso avanzava verso di loro DAll’oscurità. Un rombo e un risucchio soffocato, come se un immenso aspirapolvere avanzasse lungo il letto di un fiume…
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Il lago!» urlò Lee JorDAn, indicandolo. «GuarDAte il lago!»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
DAlla loro postazione in cima ai prati che sovrastavano il parco, potevano vedere chiaramente la liscia superficie nera dell’acqua, solo che all’improvviso non fu più affatto liscia. Al centro, in profondità, c’era una strana turbolenza; grandi bolle si formavano in superficie, onDAte si abbattevano sulle rive fangose… e poi, proprio al centro del lago, apparve un vortice, come se un tappo gigante fosse appena stato tirato via DAl fondo…
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Una cosa che sembrava un lungo palo nero prESe ad affiorare lentamente DAl cuore del vortice… e poi Harry vide il sartiame…
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«È un albero maEStro!» disse a Ron e Hermione.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Lenta e maEStosa, la nave sorse DAlle acque, splendente nella luce lunare. Aveva un’aria stranamente scheletrica, come se fosse la vittima risuscitata di un naufragio, e le fioche luci nebulose che scintillavano DAi boccaporti sembravano occhi spettrali. Alla fine, con un gran sciabordio, la nave emerse del tutto, galleggiando sull’acqua agitata, e prESe a scivolare verso la riva. Qualche istante dopo, udirono il tonfo di un’ancora gettata in un fonDAle basso, e il tonfo di una passerella che veniva abbassata sulla riva.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
I passeggeri sbarcarono; i ragazzi videro le sagome passare DAvanti alle luci dei boccaporti. Tutti, notò Harry, sembravano della taglia di Tiger e Goyle… ma poi, mentre si avvicinavano, risalendo i prati nella luce che si riversava fuori DAlla Sala d’IngrESso, vide che la loro stazza in realtà era dovuta al fatto che indossavano mantelli di pelliccia ispiDA. Ma l’uomo che li guiDAva portava una pelliccia di un altro tipo; liscia e argentea, come i suoi capelli.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Benissimo, grazie, profESsor Karkaroff» rispose Silente.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
Karkaroff aveva una voce leziosa, untuosa; quando entrò nel fascio di luce che dilagava DAl portone del castello, videro che era alto e sottile come Silente, ma i suoi capelli bianchi erano corti, e il pizzetto (che finiva con un piccolo ricciolo) non riusciva a nascondere del tutto il mento debole. Quando raggiunse Silente, gli strinse la mano tra le sue.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Cara vecchia Hogwarts» disse, guarDAndo in su verso il castello e sorridendo; aveva i denti giallastri, e Harry notò che il sorriso non si EStendeva agli occhi, che rimasero freddi e penetranti. «Com’è bello ESsere qui, com’è bello… Viktor, vieni dentro, al caldo… non ti dispiace, Silente? Viktor ha un po’ di raffreddore…»
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4) |
«Non ci credo» ESclamò Ron stupefatto, mentre gli studenti di Hogwarts risalivano in fila i gradini dietro la delegazione di Durmstrang. «Krum, Harry! Viktor Krum!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Solo un giocatore di Quidditch?» disse Ron, guarDAndola come se non riuscisse a credere alle sue orecchie. «Hermione… è uno dei migliori Cercatori del mondo! Non sapevo che anDAsse ancora a scuola!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Mentre riattraversavano la Sala d’IngrESso con gli altri studenti di Hogwarts, diretti alla Sala Grande, Harry vide Lee JorDAn che saltava su e giù per riuscire a veder meglio la nuca di Krum. Parecchie ragazze del sESto anno si stavano frugando freneticamente in tasca mentre camminavano («Oh, non ci posso credere, non ho nemmeno una penna», «Credi che mi firmerà il cappello col rossetto?»)
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Io voglio avere il suo autografo, se ci riESco» disse Ron, «non è che hai una penna, eh, Harry?»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Raggiunsero il tavolo di Grifondoro e prESero posto. Ron si premurò di sedere sul lato che guarDAva l’ingrESso, perché Krum e i suoi compagni di Durmstrang erano ancora riuniti laggiù, apparentemente incerti su dove sedersi. Gli studenti di Beauxbatons si erano sistemati al tavolo di Corvonero e si guarDAvano intorno imbronciati. Tre di loro si stringevano ancora sciarpe e scialli attorno alla tESta.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Non fa così freddo» ESclamò irritata Hermione, che li stava osservando. «Perché non si sono portati i mantelli?»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Viktor Krum e i suoi compagni di Durmstrang si erano seduti al tavolo di Serpeverde. Harry notò che Malfoy, Tiger e Goyle erano molto compiaciuti per quESto; Malfoy si chinò in avanti per dire qualcosa a Krum.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Gli studenti di Durmstrang si stavano togliendo le pESanti pellicce e guarDAvano in su verso il soffitto nero stellato con aria interESsata; un paio prESero i piatti e le coppe d’oro e li osservarono DA vicino, apparentemente imprESsionati.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Su al tavolo dei docenti, Mastro Gazza, il guardiano, stava aggiungendo delle sedie. Indossava un vecchio frac ammuffito in onore della circostanza. Harry si meravigliò nel vedere che aggiungeva quattro sedie, due DA ciascun lato di Silente.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Eh?» disse Ron in tono vago. Stava ancora fissando aviDAmente Krum.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Quando tutti gli studenti furono entrati nella Sala e si furono sistemati ai tavoli delle loro Case, gli insegnanti entrarono, raggiunsero in fila il tavolo più lontano e si sedettero. Il profESsor Silente, il profESsor Karkaroff e MaDAme Maxime furono gli ultimi. Quando apparve la loro PrESide, gli allievi di Beauxbatons scattarono in piedi. Alcuni studenti di Hogwarts risero. Il gruppo di Beauxbatons non sembrò minimamente imbarazzato, e nESsuno tornò a sedere se non dopo che MaDAme Maxime ebbe prESo posto alla sinistra di Silente. QuESt’ultimo però rimase in piedi e il silenzio calò sulla Sala Grande.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Buona sera, signore e signori, fantasmi e — soprattutto — ospiti» disse Silente rivolgendo un gran sorriso agli studenti stranieri. «È un grande piacere per me DArvi il benvenuto qui a Hogwarts. Spero e confido che la vostra permanenza qui sarà tanto comoDA quanto piacevole».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Una delle ragazze di Beauxbatons che si stringeva ancora uno scialle attorno alla tESta scoppiò in un’inconfondibile risatina di scherno.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«NESsuno ti costringe a rEStare!» sussurrò Hermione, seccata.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
I piatti DAvanti a loro si riempirono di cibo come al solito. Gli elfi domEStici giù nelle cucine sembravano aver DAto fondo a tutte le loro capacità; DAvanti a loro c’era una varietà di pietanze molto più ricca di quanto Harry non avESse mai visto prima, comprESe alcune che erano decisamente straniere.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Che cos’è quello?» ESclamò Ron, indicando un grosso piatto di una specie di stufato di crostacei disposto accanto a un gran pasticcio di carne e rognone.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«È francESe» spiegò Hermione. «L’ho mangiata in vacanza, due EStati fa, è molto buona».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
La Sala Grande sembrava molto più affollata del solito, anche se c’erano una ventina scarsa di studenti in più; forse era perché le uniformi di colore diverso spiccavano contro il nero della divisa di Hogwarts. Ora che si erano tolti le pellicce, gli studenti di Durmstrang apparvero vEStiti di un intenso rosso sangue.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Hagrid sgattaiolò nella Sala passando per una porta dietro il tavolo degli insegnanti venti minuti dopo l’inizio del banchetto. Scivolò al suo posto in fondo e salutò Harry, Ron e Hermione con una mano pESantemente fasciata.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
La ragazza prESe il piatto e lo portò con cautela al tavolo di Corvonero. Ron continuava a fissarla come se non avESse mai visto una ragazza prima di quel momento. Harry scoppiò a ridere. Il rumore parve far tornare in sé Ron.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Ma certo che no!» ribatté Hermione aciDA. «Non vedo nESsun altro che la guarDA a bocca aperta come un idiota!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Ma le cose non stavano proprio così. Mentre la ragazza attraversava la Sala, molte tESte maschili si voltarono, e alcuni parvero perdere l’uso della parola, proprio come Ron.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Vi dico che non è una ragazza normale!» disse Ron, allungando la tESta per non perderla di vista. «Non le fanno così a Hogwarts!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Le fanno benone, a Hogwarts» disse Harry senza riflettere. Si DAva il caso che Cho Chang fosse seduta a pochi posti di distanza DAlla ragazza coi capelli d’argento.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Stava indicando il tavolo degli insegnanti. I due posti ancora vuoti erano stati appena occupati. Ora Ludo Bagman sedeva DAll’altro lato del profESsor Karkaroff, mentre il signor Crouch, il capo di Percy, era vicino a MaDAme Maxime.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Quando arrivò la seconDA portata notarono anche un certo numero di dESsert DAll’aria insolita. Ron studiò DA vicino uno strano tipo di budino pallido, poi lo spostò accuratamente di qualche centimetro alla sua dEStra, in modo che fosse ben visibile DAl tavolo di Corvonero. La ragazza che sembrava una Veela però, a quanto pareva, aveva mangiato abbastanza, e non venne a prenderselo.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Quando i piatti d’oro furono ripuliti, Silente si alzò di nuovo. Una piacevole tensione parve diffondersi nella sala. Harry provò un vago brivido di eccitazione al pensiero di ciò che stava per accadere. Parecchi posti più in là, Fred e George erano tESi in avanti e fissavano Silente con grande concentrazione.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Il momento è giunto» disse Silente, sorridendo al mare di visi rivolti verso il suo. «Il Torneo Tremaghi sta per cominciare. Vorrei dire qualche parola di prESentazione prima di far entrare il forziere…»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«… solo per chiarire la procedura che seguiremo quESt’anno. Ma prima di tutto lasciate che vi prESenti, per coloro che non li conoscono, il signor Bartemius Crouch, Direttore dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale» — ci fu un clap clap di applausi educati — «e il signor Ludo Bagman, Direttore dell’Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Per Bagman risuonò una salva di applausi molto più sonora che per Crouch, forse a causa delia sua fama di Battitore, o semplicemente perché aveva un aspetto molto più amabile. Lui rispose con un cenno gioviale della mano. Bartemius Crouch non sorrise né salutò quando venne annunciato il suo nome. RicorDAndolo col suo abito inappuntabile alla Coppa del Mondo di Quidditch, Harry ridletté che vEStito DA mago aveva un’aria strana. I suoi baffi a spazzolino e la scriminatura severa sembravano parecchio stravaganti vicino ai lunghi capelli e alla barba bianca di Silente.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Il signor Bagman e il signor Crouch hanno lavorato instancabilmente negli ultimi mESi per mettere a punto il Torneo Tremaghi» proseguì Silente, «e si uniranno a me, al profESsor Karkaroff e a MaDAme Maxime nella giuria che valuterà gli sforzi dei campioni».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Alla parola “campioni”, l’attenzione degli studenti in ascolto parve ridEStarsi.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Gazza, che era appostato seminascosto in un angolo remoto della Sala, si avvicinò a Silente, trasportando un grosso baule di legno tempEStato di pietre preziose. Sembrava molto antico. Un mormorio eccitato di interESse si levò DAgli studenti in attESa; Dennis Canon sali addirittura sulla sedia per vederci bene, ma, ESsendo così piccolo, la sua tESta sovrastava a stento quelle degli altri.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Le istruzioni per le prove che i campioni affronteranno quESt’anno sono già state prESe in ESame DAl signor Crouch e DAl signor Bagman» disse Silente, mentre Gazza posava con cautela il baule sul tavolo DAvanti a lui, «ed ESsi hanno prESo i provvedimenti necESsari. Le sfide saranno tre, distribuite nell’arco dell’anno scolastico, e metteranno alla prova i campioni in molti modi diversi… la loro perizia magica, la loro auDAcia, i loro poteri deduttivi e, naturalmente, la loro capacità di affrontare il pericolo».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
A quESt’ultima parola, la Sala fu invasa DA un silenzio così assoluto che sembrava che tutti avESsero smESso di rESpirare.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Come sapete, tre campioni gareggiano nel Torneo» riprESe tranquillo Silente, «uno per ogni scuola. ESsi otterranno un punteggio in base all’abilità dimostrata in ciascuna delle prove del Torneo e il campione che avrà totalizzato il punteggio più alto dopo la terza prova vincerà la Coppa Tremaghi. I campioni verranno dESignati DA un selezionatore imparziale… il Calice di Fuoco».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Silente EStrasse la bacchetta e batté tre volte sul cofano. Il coperchio si aprì lentamente con un cigolio. Silente infilò la mano all’interno ed EStrasse una grossa coppa di legno rozzamente intagliata. Sarebbe sembrata del tutto comune, se non fosse stata colma fino all’orlo di fiamme DAnzanti blu e biancastre.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Silente chiuse il forziere e pose delicatamente il Calice sul coperchio: DA lì sarebbe stato ben visibile a tutti.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Chiunque dESideri proporsi come campione deve scrivere a chiare lettere il suo nome e quello della sua scuola su un foglietto di pergamena e metterlo nel Calice» disse Silente. «Gli aspiranti campioni hanno ventiquattr’ore per farsi avanti. Domani sera, la sera di Halloween, il Calice rEStituirà i nomi dei tre che avrà giudicato più meritevoli di rapprESentare le loro scuole. Il Calice verrà ESposto stasera nella Sala d’IngrESso, dove sarà liberamente raggiungibile per tutti coloro che dESiderano gareggiare.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Per garantire che nESsuno studente di età inferiore a quanto richiESto caDA in tentazione» continuò Silente, «traccerò una Linea dell’Età attorno al Calice di Fuoco una volta che sarà stato posto all’IngrESso. NESsuno al di sotto dei diciassette anni potrà varcare quESta linea.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Infine, vorrei ricorDAre a tutti coloro che dESiderano partecipare che il Torneo non va affrontato con leggerezza. Una volta che un campione sarà stato scelto DAl Calice di Fuoco, lui o lei sarà tenuto a partecipare al Torneo fino alla fine. Inserire il vostro nome nel Calice costituisce un contratto magico vincolante. Non è concESso di cambiare idea una volta diventati campioni. Vi prego dunque di ESsere molto sicuri di voler prendere parte alla gara, prima di mettere il vostro nome nel Calice. Ora, credo che sia il momento di anDAre a dormire. Buonanotte a voi tutti».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Una Linea dell’Età!» disse Fred Weasley, gli occhi scintillanti, mentre tutti si dirigevano verso la Sala d’IngrESso. «Be’, si dovrebbe riuscire a imbrogliarla con una Pozione Invecchiante, no? E una volta che i nomi sono nel Calice, è fatta… lui non è in grado di stabilire se hai diciassette anni o no!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Ma io credo che nESsuno sotto i diciassette anni abbia uno straccio di possibilità» disse Hermione, «non ne sappiamo ancora abbastanza…»
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Harry considerò in fretta l’insistenza di Silente sul fatto che nESsuno con meno di diciassette anni dovESse candiDArsi, ma poi la meravigliosa visione di se stESso vincitore della Coppa Tremaghi invase di nuovo la sua mente… si chiESe quanto poteva arrabbiarsi Silente se qualcuno con meno di diciassette anni trovava il modo di superare la Linea dell’Età…
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Dov’è?» chiESe Ron, che non stava ascoltando una parola della conversazione, ma scrutava la folla per vedere che fine aveva fatto Krum. «Silente non ha detto dove dormono quelli di Durmstrang, vero?»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Ma quESto interrogativo ebbe quasi subito una risposta. Avevano raggiunto il tavolo di Serpeverde, e Karkaroff aveva appena chiamato a raccolta i suoi studenti.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Allora, torniamo alla nave» stava dicendo. «Viktor, come ti senti? Hai mangiato abbastanza? Devo far portare del vino aromatizzato DAlle cucine?»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Harry vide Krum scuotere la tESta mentre indossava di nuovo la pelliccia.
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«Io folefa del fino, Herr ProfESsor» disse un altro studente di Durmstrang, speranzoso.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Non l’ho chiESto a te, Poliakoff» ribatté Karkaroff, l’aria affettuosa e paterna svanita in un istante. «Vedo che ti sei rovESciato di nuovo il cibo sui vEStiti, disgustoso ragazzo…»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Grazie» disse Karkaroff noncurante, guarDAndolo appena.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
E poi s’immobilizzò. Si voltò di nuovo verso Harry e lo guardò come se non riuscisse a credere ai suoi occhi. Dietro di lui, anche gli studenti di Durmstrang si fermarono. Gli occhi di Karkaroff risalirono lentamente il viso di Harry e indugiarono sulla sua cicatrice. Anche gli studenti di Durmstrang fissavano Harry incuriositi. Con la coDA dell’occhio, Harry vide le facce di alcuni illuminarsi di comprensione: il ragazzo con i vEStiti macchiati diede un colpetto alla sua vicina e indicò apertamente la fronte di Harry.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Il profESsor Karkaroff si voltò di scatto. Malocchio Moody era là, appoggiato pESantemente al bastone, l’occhio magico che fissava malevolo il PrESide di Durmstrang.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Il colore svanì DAl viso di Karkaroff. I suoi lineamenti si torsero in una terribile smorfia di rabbia e paura.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Tu!» ESclamò, fissando Moody come se avESse visto un fantasma.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Era vero; metà degli studenti della Sala ora era in attESa alle loro spalle e si alzavano in punta di piedi per vedere il motivo dell’ingorgo.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Senza dir altro, il profESsor Karkaroff si portò via i suoi studenti. Moody lo guardò sparire, l’occhio magico puntato sulla sua schiena, un’aria di intenso disgusto sul viso sfigurato.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Di sabato, in genere, quasi tutti gli studenti facevano colazione tardi. Invece quella mattina Harry, Ron e Hermione non furono i soli ad alzarsi molto prima del solito: quando scESero in Sala d’IngrESso, c’erano già una ventina di persone che girellavano, mangiando toast e osservando il Calice di Fuoco. Stava nel centro della Sala, sullo sgabello che di solito reggeva il Cappello Parlante. Una sottile linea d’oro circolare era disegnata per terra, a circa tre metri DAllo sgabello.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Qualcuno ci ha già mESso dentro il suo nome?» chiESe Ron impaziente a una del terzo anno.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Tutti quelli di Durmstrang» rispose lei. «Ma non ho ancora visto nESsuno di Hogwarts».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Scommetto che qualcuno si è segnato ieri sera dopo che eravamo tutti anDAti a dormire» disse Harry. «Io avrei fatto così… non avrei voluto che tutti mi vedESsero. E se il Calice ti risputa subito fuori?»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Qualcuno rise alle spalle di Harry. Voltandosi, vide Fred, George e Lee JorDAn che correvano giù DAlle scale, tutti e tre molto eccitati.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Fatto» sussurrò Fred trionfante a Harry, Ron e Hermione. «L’abbiamo appena prESa».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Cosa?» chiESe Ron.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Una goccia per uno» spiegò George, sfregandosi le mani tutto allegro. «Ci basta ESsere più grandi solo di pochi mESi».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Non sono sicura che funzionerà, sapete» intervenne Hermione cauta. «Silente avrà pensato anche a quESto».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Pronti?» chiESe Fred agli altri due, tremando per l’eccitazione. «Andiamo, allora… vado io per primo…»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Harry guardò affascinato Fred che EStraeva DAlla tasca un foglietto di pergamena con scritto sopra “Fred Weasley — Hogwarts”. Fred avanzò fino alla linea, e lì rimase, dondolandosi sulle punte dei piedi come un tuffatore che si accinge a un volo di quindici metri. Poi, con gli occhi di tutti i prESenti puntati addosso, trasse un gran rESpiro e superò la linea.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Per un solo istante, Harry fu convinto che avESse funzionato — George lo pensò di sicuro, perché emise un ululato di trionfo e seguì il fratello con un balzo — ma un attimo dopo si udì un forte sfrigolio, ed entrambi i gemelli furono ESpulsi DAl cerchio d’oro come se fossero stati scagliati DA un invisibile lanciatore del pESo. Atterrarono doloranti a tre metri di distanza sul freddo pavimento di pietra, poi, come se non bastasse, risuonò una forte ESplosione ed entrambi si videro spuntare due identiche lunghe barbe bianche.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
La Sala d’IngrESso rimbombò di risate, a cui si aggiunsero anche quelle di George e Fred, non appena si furono guarDAti bene in faccia.
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«Vi avevo avvertiti» disse una voce profonDA e divertita, e tutti si voltarono mentre il profESsor Silente usciva DAlla Sala Grande. Scrutò Fred e George con gli occhi che scintillavano. «Suggerisco a entrambi di anDAre DA MaDAma Chips. Si sta già occupando della signorina Fawcett di Corvonero e del signor Summers di Tassorosso: anche loro hanno deciso di invecchiarsi un po’. Anche se devo dire che le loro barbe non sono nemmeno remotamente belle come le vostre».
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Fred e George si dirESsero all’infermeria, accompagnati DA Lee, che ululava DAl ridere, mentre Harry, Ron e Hermione, riDAcchiando a loro volta, entrarono per far colazione.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Le decorazioni della Sala Grande quella mattina erano cambiate. Era Halloween: una nuvola di pipistrelli vivi svolazzava sul soffitto incantato, mentre centinaia di zucche intagliate sogghignavano DA tutti gli angoli. Harry si dirESse verso Dean e Seamus, che stavano discutendo degli studenti di Hogwarts di diciassette anni o più che probabilmente si sarebbero fatti avanti.
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«Gira voce che Warrington si sia alzato prESto e abbia prESentato il suo nome» disse Dean a Harry. «Quello grosso di Serpeverde che sembra un bradipo».
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Harry, che aveva giocato a Quidditch contro Warrington, scosse la tESta disgustato. «Non possiamo avere un campione di Serpeverde!»
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«Ascoltate!» ESclamò Hermione all’improvviso.
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Nell’IngrESso si udirono applausi e griDA. Tutti si voltarono sulle sedie e videro entrare Angelina Johnson con un sorriso imbarazzato. Angelina, una ragazza nera alta che giocava DA Cacciatrice nella squadra di Quidditch di Grifondoro, li raggiunse, si sedette e disse: «Be’, fatto! Ho appena consegnato il mio nome!»
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«Ma allora hai diciassette anni?» le chiESe Harry.
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«Ma certo che ce li ha. Io non vedo nESsuna barba, e tu?» disse Ron.
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«Be’, sono contenta che si prESenti qualcuno di Grifondoro» disse Hermione. «Spero DAvvero che tu ce la faccia, Angelina!»
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«Sì, meglio tu che Bambolo Diggory!» disse Seamus, suscitando gli sguardi truci di parecchi Tassorosso che passavano lì DAvanti.
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«Che cosa facciamo oggi, allora?» chiESe Ron a Harry e Hermione quando ebbero finito di fare colazione e uscirono DAlla Sala Grande.
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«Non siamo ancora anDAti DA Hagrid» propose Harry.
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«Ok» disse Ron, «basta che non ci chieDA di offrire qualche dito agli Schiopodi».
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«Mi è venuto in mente adESso… non ho ancora chiESto a Hagrid di iscriversi a CREPA!» ESclamò. «Aspettatemi, faccio un salto di sopra a prendere le spille, va bene?»
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«Ma che razza di…» disse Ron ESasperato mentre Hermione correva su per la scalinata di marmo.
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Gli studenti di Beauxbatons stavano rientrando DAl parco, comprESa la ragazza che assomigliava a una Veela. I ragazzi accalcati attorno al Calice di Fuoco si ritrassero per lasciarli passare, guarDAndoli con grande curiosità.
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MaDAme Maxime entrò alle spalle dei suoi studenti e li mise in fila. Uno dopo l’altro, gli allievi di Beauxbatons varcarono la Linea dell’Età e lasciarono cadere i loro pezzetti di pergamena nelle fiamme blu e biancastre. Ogni nome, cadendo nel fuoco, diventava rosso per un attimo e sprizzava scintille.
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«Che cosa credi che succederà a quelli che vengono ESclusi?» mormorò Ron rivolto a Harry, mentre la Veela lasciava cadere il suo foglietto nel Calice. «Credi che torneranno alla loro scuola o rESteranno qui a vedere il Torneo?»
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«Non lo so» rispose Harry. «RESteranno qui, immagino… MaDAme Maxime rESta per fare il giudice, no?»
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Quando tutti gli studenti di Beauxbatons ebbero inserito i loro nomi nel Calice, MaDAme Maxime li condusse di nuovo fuori, nel parco.
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«Oh, be’, muoviamoci» disse Ron, correndo giù per i gradini senza togliere gli occhi di dosso alla Veela, che ora era a metà del prato con MaDAme Maxime.
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Mentre si avvicinavano alla capanna di Hagrid al limitare della ForESta Proibita, fu svelato il mistero della sistemazione notturna di Beauxbatons: gli studenti stavano risalendo a bordo della gigantESca carrozza blu polvere, ora parcheggiata a un centinaio di metri DAlla porta di casa di Hagrid. I pachidermici cavalli volanti pascolavano in un recinto improvvisato lì accanto.
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«Era ora!» ESclamò Hagrid, aperta la porta e visto chi bussava. «Credevo che v’eravate scorDAti dov’è che abito!»
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«Abbiamo avuto tanto DA fare. Ha…» ESordì Hermione, e ammutolì.
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Hagrid indossava il suo migliore (e DAvvero orrendo) vEStito marrone peloso, più una cravatta a quadri gialli e arancio. Ma non era quESto il peggio; evidentemente aveva cercato di domare le sue chiome, usando dosi abbonDAnti di quella che sembrava morchia. Ora i capelli erano appiattiti in due ciuffi: forse aveva cercato di farsi la coDA come Bill, ma aveva scoperto di averne troppi. Il look non gli donava affatto. Per un momento, Hermione strabuzzò gli occhi, poi, decisa a non commentare, disse: «Ehm… dove sono gli Schiopodi?»
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«Là fuori vicino all’orto delle zucche» rispose Hagrid tutto felice. «Stanno diventando grandicelli, ormai devono ESsere lunghi quasi un metro. C’è solo un problema, hanno cominciato a mangiarsi tra loro».
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«Oh, no, DAvvero?» disse Hermione, tacitando con un’occhiata eloquente Ron che, fissando la stravagante acconciatura di Hagrid, aveva appena aperto la bocca per dire la sua.
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«Sì» disse Hagrid malinconico. «Va tutto bene però, adESso li ho mESsi in vasche separate. Ce n’ho ancora una ventina».
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La capanna di Hagrid era in realtà una sola stanza: un letto gigantESco con una coperta patchwork era sistemato in un angolo. Un tavolo di legno e alcune sedie ugualmente smisurate si trovavano DAvanti al fuoco, sotto un’abbonDAnza di prosciutti salati e uccelli morti penzolanti DAl soffitto. I ragazzi sedettero al tavolo mentre Hagrid preparava il tè. e ben prESto furono immersi nell’ennESima discussione sul Torneo Tremaghi. Hagrid sembrava eccitato quanto loro.
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«Continua, Hagrid!» lo supplicarono Harry, Ron e Hermione. ma lui si limitò a scuotere la tESta sorridendo.
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«Non voglio rovinarvi la sorprESa» disse. «Ma sarà uno spettacolo, parola mia. Quei campioni dovranno proprio mettercela tutta. Mai pensavo di vedere un Torneo Tremaghi nella mia vita!»
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Finirono per pranzare DA Hagrid, anche se non mangiarono molto: Hagrid aveva preparato quello che secondo lui era uno stufato di carne, ma dopo che Hermione EStrasse un grosso artiglio DAlla sua porzione, lei, Harry e Ron persero l’appetito. Però si divertirono a cercare di far dire a Hagrid quali sarebbero state le prove del Torneo, discussero quali dei partecipanti avevano le maggiori possibilità di ESsere scelti come campioni, e si chiESero se Fred e George erano già stati liberati della barba.
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Una pioggia leggera prESe a cadere a metà pomeriggio; era molto piacevole star seduti vicino al fuoco, ascoltando il ticchettio morbido delle gocce contro la finEStra, guarDAndo Hagrid che si rammenDAva i calzini e litigava con Hermione a proposito degli elfi domEStici — perché si rifiutò categoricamente di unirsi al CREPA quando lei gli mostrò le spille.
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«Gli fai solo un dispiacere, Hermione» disse in tono grave, infilando uno spESso filo giallo in un enorme ago di osso. «È nella loro natura curare gli umani, sono fatti così, capito? Li fai infelici se ci porti via il loro lavoro, e li insulti se provi a pagarli».
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«Ma Harry ha liberato Dobby, ed era al settimo cielo» obiettò Hermione. «E abbiamo sentito dire che adESso chiede lo stipendio!»
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«Sì, be’, ci sono i matti in tutte le razze. Non dico che non c’è il singolo elfo che ci piacerebbe la libertà, ma non riuscirai mai a convincere gli altri, quasi tutti gli altri — no, niente DA fare, Hermione».
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Hagrid si alzò, raggiunse la cassettiera accanto al letto e vi frugò in cerca di qualcosa. Non gli fecero molto caso finché un odore DAvvero atroce non colpì i loro nasi.
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«È dopobarba?» chiESe Hermione con voce un po’ soffocata.
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Si precipitò fuori e lo videro lavarsi vigorosamente nel barile d’acqua fuori DAlla finEStra.
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«Eau de Cologne?» ESclamò Hermione stupefatta. «Hagrid?»
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«E i capelli, e il vEStito?» aggiunse Harry a mezza voce.
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«GuarDAte!» ESclamò Ron all’improvviso, indicando fuori.
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Hagrid si era appena rialzato e voltato. Se prima era arrossito, non era niente in confronto a quello che gli stava succedendo ora. Alzandosi con molta cautela, in modo che Hagrid non li vedESse, Harry, Ron e Hermione sbirciarono DAlla finEStra e videro che MaDAme Maxime e gli studenti di Beauxbatons erano appena usciti DAlla carrozza, anche loro diretti al banchetto. Non sentirono le parole di Hagrid, ma si era rivolto a MaDAme Maxime con lo sguardo rapito e velato che Harry gli aveva visto solo in una circostanza: quando contemplava il cucciolo di drago, Norberto.
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Dopo aver degnato la capanna solo di una vaga occhiata, Hagrid marciò su per il prato con MaDAme Maxime, gli studenti di Beauxbatons al seguito, impegnati a correre per tener dietro alle loro enormi falcate.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Lei gli piace!» disse Ron incredulo. «Be’, se avranno dei figli, stabiliranno un record mondiale: ci scommetto che i loro bambini pESeranno una tonnellata».
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Uscirono DAlla capanna e si chiusero la porta alle spalle. Fuori era sorprendentemente buio. Stringendosi nei mantelli, s’incamminarono su per i prati.
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«Ooh, sono loro, guarDAte!» sussurrò Hermione.
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Il drappello di Durmstrang risaliva DAl lago verso il castello. Viktor Krum camminava a fianco di Karkaroff, e gli altri studenti li seguivano in ordine sparso. Eccitato, Ron seguì Krum con gli occhi, ma quESt’ultimo non si guardò intorno mentre raggiungeva il portone principale e lo varcava prima di loro.
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Quando entrarono, la Sala Grande illuminata DAlle candele era quasi piena. Il Calice di Fuoco era stato spostato; ora si trovava DAvanti al posto di Silente al tavolo degli insegnanti. Fred e George — di nuovo senza un pelo — sembravano aver prESo bene la delusione.
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«Anch’io!» disse Hermione ansante. «Be’, lo sapremo prESto!»
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Il banchetto di Halloween parve protrarsi più del solito. Forse perché era il secondo banchetto in due giorni, Harry non gustò le pietanze straordinarie come avrebbe fatto in circostanze normali. Come chiunque altro nella Sala, a giudicare DAi colli perennemente tESi, DAll’ESprESsione di impazienza dipinta su ogni volto, DAl continuo su e giù per vedere se Silente aveva già finito di mangiare, Harry voleva soltanto che venisse sparecchiato e scoprire chi erano i campioni dESignati.
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E finalmente, i piatti d’oro tornarono immacolati come in origine; il rumore nella Sala crebbe bruscamente e scomparve quasi all’istante mentre Silente si alzava. Ai suoi lati, il profESsor Karkaroff e MaDAme Maxime sembravano tESi e ansiosi come chiunque altro. Ludo Bagman sorrideva e strizzava l’occhio a parecchi studenti. Il signor Crouch, invece, sembrava piuttosto indifferente, quasi annoiato.
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«Bene, il Calice è quasi pronto a prendere le sue decisioni» annunciò Silente. «Ritengo che abbia bisogno di un altro minuto. Ora, prego i campioni che verranno chiamati di venire DA quESta parte della Sala, passare DAvanti al tavolo degli insegnanti ed entrare nella stanza accanto» e indicò la porta dietro il tavolo, «dove riceveranno le prime istruzioni».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
EStrasse la bacchetta e tracciò un ampio gESto; tutte le candele tranne quelle all’interno delle zucche intagliate si spensero all’istante, sprofonDAndo la Sala nella semioscurità. Il Calice di Fuoco ora splendeva più luminoso che mai, e lo sfavillio bianco e bluastro delle fiamme era quasi doloroso allo sguardo. Tutti lo fissavano, in attESa… qualcuno continuava a controllare l’orologio…
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«Ci siamo quasi» bisbigliò Lee JorDAn.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Le fiamme ridiventarono rosse all’improvviso. DAll’interno del Calice si sprigionarono scintille. Un attimo dopo, una lingua di fuoco DArdeggiò nell’aria, un pezzetto di pergamena bruciato ne volò fuori… tutta la sala trattenne il rESpiro.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Silente afferrò il foglietto e lo tenne in mano col braccio tESo, in modo DA poter leggere alla luce delle fiamme, che erano tornate di un bianco bluastro.
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«Il campione di Durmstrang» lESse con voce forte e chiara, «è Viktor Krum».
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Lo sapevo, io!» strillò Ron, mentre una tempESta di applausi e urla invadeva la Sala. Harry vide Viktor Krum alzarsi DAl tavolo di Serpeverde e dirigersi goffo verso Silente; girò a dEStra, avanzò lungo il tavolo degli insegnanti e spari oltre la porta che conduceva alla stanza accanto.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Bravo, Viktor!» ESplose Karkaroff, così forte che tutti lo udirono, anche sopra gli applausi. «Lo sapevo che avevi la stoffa!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
I battimani e i commenti si spensero. L’attenzione si concentrò di nuovo sul Calice, che qualche istante dopo tornò a farsi rosso. Un secondo foglietto di pergamena ne schizzò fuori, sospinto DAlle fiamme.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Oh, guarDA, ci sono rimasti tutti male» disse Hermione al di sopra del frastuono, accennando agli altri del gruppo di Beauxbatons. “Rimasti male” era dir poco, pensò Harry. Due delle ragazze EScluse erano scoppiate in un pianto dirotto, e singhiozzavano con la tESta sulle braccia.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Quando anche Fleur Delacour fu scomparsa nella sala accanto, calò di nuovo il silenzio, ma quESta volta era un silenzio carico di un’eccitazione quasi palpabile. Era la volta del campione di Hogwarts…
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
E il Calice di Fuoco divenne ancora una volta rosso; scintille ne piovvero fuori; la lingua di fuoco scattò alta nell’aria, e DAlla sua punta Silente prESe il terzo pezzetto di pergamena.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«No!» ESclamò Ron ad alta voce, ma nel frastuono assorDAnte del tavolo vicino nESsuno lo sentì tranne Harry. Ogni singolo Tassorosso era balzato in piedi, urlando e saltando, mentre Cedric avanzava tra i compagni, con un gran sorriso sul volto, e si dirigeva verso la stanza dietro il tavolo degli insegnanti. In verità l’applauso per Cedric durò tanto a lungo che Silente ci mise un po’ a farsi sentire di nuovo.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
«Ottimo!» gridò allegramente, e alla fine il clamore si calmò. «Bene, ora abbiamo i nostri tre campioni. Sono certo di poter contare su tutti voi, comprESi gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang, perché diate ai vostri campioni tutto il sostegno che potete. Acclamando il vostro campione, contribuirete in modo molto…»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Il fuoco nel Calice era tornato rosso. Le scintille sprizzarono. Una lunga fiamma DArdeggiò repentina nell’aria, e su di ESsa galleggiava un altro foglietto di pergamena.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Automaticamente, così parve, Silente tESe la lunga mano e afferrò la pergamena. La allontanò DA sé e lESse il nome. Per un lunghissimo istante, Silente fissò il foglietto, e tutta la Sala fissò Silente. Poi il PrESide si schiarì la voce e lESse:
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4) |
Harry rimase là dov’era, conscio che tutte le tESte nella Sala Grande si erano voltate a guarDArlo. Era ESterrefatto. Tramortito. Stava sognando. Non aveva sentito bene.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Al tavolo degli insegnanti, la profESsorESsa McGranitt era scattata in piedi e aveva oltrepassato rapiDA Ludo Bagman e il profESsor Karkaroff per parlottare concitata col profESsor Silente, che tESe l’orecchio verso di lei, accigliato.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Harry si voltò verso Ron e Hermione; oltre le loro tESte, vide tutti i Grifondoro che lo fissavano a bocca aperta.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Non ho mESso il mio nome nel Calice» disse Harry, con aria assente. «Voi lo sapete che non l’ho fatto».
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Tutti e due si limitarono a rEStituirgli uno sguardo vacuo.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Al tavolo principale, il profESsor Silente si era alzato in piedi e aveva fatto un cenno alla profESsorESsa McGranitt.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Harry Potter!» ESclamò di nuovo. «Harry! Vieni qui, per favore!»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Vai» sussurrò Hermione, DAndo una spintarella a Harry.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Harry oltrepassò il tavolo. Hagrid era seduto proprio alla fine. Non gli fece l’occhiolino né gli rivolse uno dei suoi soliti cenni di saluto: sembrava totalmente sbalordito, e si limitò a fissarlo come tutti gli altri. Harry varcò la soglia e si ritrovò in una stanza più piccola, tappezzata di ritratti di maghi e streghe. Un bel fuoco scoppiettava nel camino DAvanti a lui.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Al suo ingrESso le facce nei ritratti si voltarono a guarDArlo: una strega raggrinzita scivolò addirittura fuori DAlla cornice del suo quadro ed entrò in quello accanto, che ospitava un mago coi baffoni DA tricheco. La strega avvizzita prESe a sussurrargli all’orecchio.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Viktor Krum, Cedric Diggory e Fleur Delacour erano riuniti attorno al fuoco. Erano stranamente imprESsionanti, stagliati contro le fiamme. Krum, ingobbito e imbronciato, era appoggiato al camino, un po’ discosto DAgli altri due; Cedric stava in piedi con le mani dietro la schiena e fissava il fuoco; Fleur Delacour si voltò quando Harry entrò, e gettò indietro il manto di lunghi capelli argentei.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Pensava che fosse venuto a portare un mESsaggio. Harry non sapeva come spiegare l’accaduto e rimase lì, a guarDAre i tre campioni. Fu colpito DAl fatto che erano tutti molto alti.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Alle loro spalle si sentì uno scalpiccio, e Ludo Bagman entrò nella stanza. PrESe Harry per il braccio e lo spinse in avanti.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Straordinario!» mormorò, strizzandogli il braccio. «Assolutamente straordinario! Signori… signora» aggiunse, avvicinandosi al fuoco e rivolgendosi agli altri tre. «Posso prESentarvi — per quanto incredibile possa sembrare — il quarto campione del Tremaghi?»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Scherzo?» ripeté Bagman, stupito. «No, no, nient’affatto! Il nome di Harry è appena uscito DAl Calice di Fuoco!»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Le folte sopracciglia di Krum si contrassero appena. Cedric sembrava ancora educatamente perplESso.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Be’… è sconcertante» disse Bagman, strofinandosi il mento liscio e sorridendo a Harry. «Ma come sapete, il limite di età è stato imposto solo quESt’anno come ulteriore misura di sicurezza. E visto che il suo nome è uscito DAl Calice… voglio dire, non credo che ci si possa tirare indietro a quESto punto… è scritto nelle regole, siete obbligati… Harry dovrà fare del suo meglio…»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
La porta alle loro spalle si aprì di nuovo, lasciando entrare una piccola folla: il profESsor Silente, seguito DA vicino DAl signor Crouch, DAl profESsor Karkaroff, DA MaDAme Maxime, DAlla profESsorESsa McGranitt e DAl profESsor Piton. Harry udì il sonoro brusio proveniente DAlla Sala prima che la McGranitt chiudESse la porta.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«MaDAme Maxime!» ESclamò subito Fleur, marciando verso la sua PrESide. «Si disce che anche quESto ragazzino sarà in gara!»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
DA qualche parte sotto la torpiDA incredulità Harry provò uno spasmo di rabbia. Ragazzino?
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
MaDAme Maxime si erse in tutta la sua considerevole altezza. La sommità della sua bella tESta sfiorò il candeliere carico di ceri, e il suo gigantESco petto foderato di satin nero si sollevò.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Che cosa vuole dire tutto quESto, Silonte?» chiESe imperiosa.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Vorrei saperlo anch’io, Silente» disse il profESsor Karkaroff. Aveva un sorriso gelido, e i suoi occhi azzurri erano pezzetti di ghiaccio. «Due campioni per Hogwarts? Non ricordo che nESsuno mi abbia detto che alla scuola ospite sono concESsi due campioni… o non ho letto le regole abbastanza attentamente?»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«C’ESt impossible» disse MaDAme Maxime, con la mano enorme coperta di splendidi opali posata sulla spalla di Fleur. «Hogvàrts non può avere due campioni. È assolutamonte ingiusto».
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Eravamo convinti che la tua Linea dell’Età dovESse tenere alla larga i concorrenti più giovani, Silente» disse Karkaroff, il sorriso gelido ancora al suo posto, anche se i suoi occhi erano più freddi che mai. «Altrimenti, è ovvio, avremmo portato una più ampia delegazione di candiDAti DAlle nostre scuole».
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Non è colpa di nESsuno se non di Potter, Karkaroff» intervenne Piton a bassa voce. I suoi occhi neri ardevano di malevolenza. «Non incolpare Silente per l’ostinazione che Potter dimostra nell’infrangere le regole. Passa i limiti fin DA quando è arrivato qui…»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Il profESsor Silente stava guarDAndo Harry, che sostenne il suo sguardo, cercando di decifrarne l’ESprESsione oltre le lenti a mezzaluna.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Hai mESso il tuo nome nel Calice di Fuoco, Harry?» gli chiESe calmo Silente.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Hai chiESto a uno studente più grande di metterlo nel Calice di Fuoco per conto tuo?» chiESe il profESsor Silente, ignorando Piton.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Ah, ma lui dice falso, naturalmonte!» gridò MaDAme Maxime. Piton scosse la tESta, arricciando le labbra.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Non avrebbe potuto attraversare la Linea dell’Età» disse secca la profESsorESsa McGranitt. «Sono sicura che siamo tutti d’accordo su quESto punto…»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Silonte ha fatto un sbalio con la linea» intervenne MaDAme Maxime, alzando le spalle.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Silente, sa benissimo che non ha commESso un errore!» ESclamò la profESsorESsa McGranitt furiosa. «Insomma, che sciocchezza! Harry non avrebbe potuto oltrepassare la linea, e DAl momento che il profESsor Silente crede che non abbia convinto un altro studente a farlo al posto suo, sono sicura che quESto dovrebbe bastare anche a chiunque altro!»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Bagman si asciugò il faccione rotondo con il fazzoletto e guardò Crouch, che era lontano DAl bagliore del fuoco, quasi del tutto nascosto nell’ombra. Era vagamente inquietante, e nella semioscurità il suo viso sembrava molto più vecchio, quasi scheletrico. Quando parlò, comunque, fu con il suo consueto tono asciutto. «Dobbiamo seguire le regole, e le regole stabiliscono chiaramente che le persone i cui nomi EScono DAl Calice di Fuoco sono tenute a gareggiare nel Torneo».
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Be’, Barty conosce le regole a menadito» disse Bagman, sorridendo e voltandosi di nuovo verso Karkaroff e MaDAme Maxime, come se la quEStione fosse chiusa.
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«Insisto nel chiedere di riproporre i nomi degli altri miei studenti» disse Karkaroff. Aveva lasciato cadere il tono untuoso e il sorriso, ora, e aveva un’aria DAvvero torva. «Rimetterete al suo posto il Calice di Fuoco, e continueremo a inserire nomi finché ogni scuola non avrà due campioni. È una quEStione di principio, Silente».
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«… al quale Durmstrang non prenderà assolutamente parte!» ESplose Karkaroff. «Dopo tutti i nostri incontri e le trattative e i compromESsi, non mi aspettavo proprio che succedESse una cosa del genere! Ho una mezza idea di anDArmene, ora!»
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«No?» disse Moody tranquillamente. «È molto semplice, Karkaroff. Qualcuno ha mESso il nome di Potter nel Calice sapendo che se fosse uscito avrebbe dovuto gareggiare».
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«Qualcuno che voleva DAre a Hogvàrts due chancES!» intervenne MaDAme Maxime.
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«Sono d’accordo, MaDAme Maxime» disse Karkaroff con un inchino. «PrESenterò formale protESta al Ministero della Magia e alla Confederazione Internazionale dei Maghi…»
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«Se c’è qualcuno che ha motivo di protEStare, quESto è Potter» ringhiò Moody, «ma… che buffo… non gli ho sentito dire una parola…»
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«Perché lui vuole lamontarsi?» proruppe Fleur Delacour, picchiando un piede per terra. «Può ontrare in gara, no? Sono settimane che noi voliamo ESsere scelti! L’onore della nostra scuola! Il premio di mille galeoni… Lui muore DAlla volia di provare!»
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Un silenzio EStremamente tESo seguì quESte parole.
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Ludo Bagman. che sembrava DAvvero molto agitato, saltellò nervosamente e disse: «Moody. vecchio mio… che cosa tremenDA DA dire!»
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«Sappiamo tutti che il profESsor Moody considera sprecata la mattina, se non scopre sei complotti per ucciderlo prima dell’ora di pranzo» disse Karkaroff ad alta voce. «A quanto pare sta instillando la paura di ESsere assassinati anche nei suoi studenti. Una strana qualità in un insegnante di DifESa contro le Arti Oscure, Silente, ma senza dubbio avrai avuto le tue buone ragioni».
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«Ah, che prove ci sono?» intervenne MaDAme Maxime, le grosse mani alzate.
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«Perché hanno raggirato un oggetto magico molto potente!» ribatté Moody. «Era necESsario un IncantESimo Confundus di potenza eccezionale per indurre quel Calice a dimenticare che al Torneo partecipano solo tre scuole… Suppongo che abbiano inserito il nome di Potter come rapprESentante di un’altra scuola, per assicurarsi che fosse l’unico della sua categoria…»
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«A quanto pare ci hai riflettuto parecchio, Moody» disse Karkaroff fredDAmente, «ed è in effetti una teoria molto ingegnosa — anche se, naturalmente, ho sentito dire che di recente ti sei convinto che uno dei tuoi regali di compleanno conteneva un uovo di basilisco abilmente camuffato, e lo hai fatto a pezzi prima di scoprire che era un orologio a cucù. Quindi ci comprenderai se non ti prendiamo del tutto sul serio…»
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«C’è gente che volge a proprio vantaggio occasioni innocue» ribatté Moody in tono minaccioso. «Il mio compito è di pensare come pensano i maghi Oscuri, Karkaroff — come tu dovrESti ben ricorDAre…»
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«Alastor!» ammoni Silente. Harry si chiESe per un attimo con chi stava parlando, ma poi capì che “Malocchio” non poteva certo ESsere il vero nome di Moody. QuESt’ultimo tacque, anche se continuò a osservare Karkaroff soddisfatto. Il volto di Karkaroff era paonazzo.
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«Non sappiamo come si è giunti a quESta circostanza» disse Silente, rivolto a tutti i prESenti. «Mi pare, comunque, che non abbiamo altra scelta se non accettarla. Sia Harry che Cedric sono stati prEScelti per gareggiare nel Torneo. E dunque è ciò che faranno…»
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«Mia cara MaDAme Maxime, se ha un’alternativa, sarei felice di sentirla».
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Silente attESe, ma MaDAme Maxime non parlò, si limitò a scoccare uno sguardo ostile. Non era l’unica, comunque. Piton era furioso; Karkaroff era livido. Bagman, invece, era piuttosto eccitato.
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«Be’, cominciamo, allora?» disse, fregandosi le mani e sorridendo a tutti. «Dobbiamo DAre le istruzioni ai nostri campioni, vero? Barty, vuoi fare gli onori di casa?»
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Il signor Crouch parve uscire DA una profonDA fantasticheria.
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Avanzò verso il fuoco. DA vicino, Harry pensò che sembrava malato. C’erano ombre scure sotto i suoi occhi, e la sua pelle segnata aveva un’aria fragile e avvizzita che non c’era alla Coppa del Mondo di Quidditch.
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«La prima prova è studiata perché voi dimostriate la vostra auDAcia» disse a Harry, Cedric, Fleur e Krum, «quindi non vi diremo di che cosa si tratta. Il coraggio di fronte all’ignoto è una qualità importante in un mago… molto importante…
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«La prima prova avrà luogo il 24 novembre, DAvanti agli altri studenti e alla commissione giudicatrice.
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«Ai campioni non è permESso di chiedere o accettare aiuti di nESsun genere DAi loro insegnanti per portare a termine le prove del Torneo. I campioni affronteranno la prima sfiDA armati solo di bacchetta magica. Riceveranno istruzioni sulla seconDA prova al termine della prima. A causa della natura impegnativa del Torneo e del tempo che ESso richiede, i campioni sono ESentati DAgli ESami di fine anno».
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«Credo di sì» rispose Silente, guarDAndo Crouch con aria preoccupata. «Sei sicuro che non vuoi fermarti a dormire a Hogwarts stanotte, Barty?»
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«No, Silente, devo tornare al Ministero» disse Crouch. «QuESto è un periodo molto intenso, molto difficile… ho lasciato il giovane Weatherby al mio posto… è molto entusiasta… un po’ troppo entusiasta, a dire il vero…»
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«DAi, Barty, io rESto qui!» ESclamò allegramente Bagman. «Hogwarts è il centro di tutto, adESso, è molto più eccitante qui che in ufficio!»
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«ProfESsor Karkaroff… MaDAme Maxime… il bicchiere della staffa?» propose Silente.
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Ma MaDAme Maxime aveva già mESso il braccio attorno alle spalle di Fleur e la stava guiDAndo con decisione fuori DAlla stanza. Harry le sentì parlare fitto fitto in francESe mentre tornavano nella Sala Grande. Karkaroff fece un cenno a Krum, e anche loro uscirono, in silenzio, però.
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«Harry, Cedric, vi consiglio di anDAre su a dormire» disse Silente, sorridendo a entrambi. «Sono sicuro che Grifondoro e Tassorosso non vedono l’ora di fESteggiare con voi, e sarebbe un peccato privarli di quESt’ottima scusa per fare un bel po’ di baccano».
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La Sala Grande ormai era dESerta; le candele si erano quasi consumate, DAndo ai sorrisi frastagliati delle zucche un’aria inquietante e tremolante.
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«Già» disse Harry. Non riuscì a trovare proprio nulla DA dire.
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Nella sua tESta regnava il caos più totale, come se il suo cervello fosse stato saccheggiato.
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«Allora… dimmi…» disse Cedric mentre raggiungevano la Sala d’IngrESso, che ora era illuminata solo DA torce, in assenza del Calice di Fuoco. «Come hai fatto a mettere dentro il tuo nome?»
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«Non l’ho fatto» rispose Harry guarDAndolo DA sotto in su. «Non l’ho mESso. Ho detto la verità».
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Cedric si dirESse verso una porta alla sua dEStra. Harry rimase ad ascoltarlo mentre scendeva i gradini, poi, lentamente, prESe a salire la scala di marmo.
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Qualcuno, a parte Ron e Hermione, gli avrebbe creduto, o avrebbero pensato tutti che si era candiDAto per il Torneo? Ma come facevano a crederlo, quando avrebbe dovuto competere con altri che avevano avuto tre anni di istruzione magica più di lui, quando avrebbe dovuto affrontare prove che non solo avevano l’aria di ESsere molto pericolose ma dovevano ESsere portate a termine DAvanti a centinaia di persone? Sì, ci aveva pensato… aveva fantasticato… ma era stato uno scherzo, DAvvero, una specie di vana chimera… non aveva mai pensato veramente, seriamente di partecipare…
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Ma qualcun altro sì… qualcun altro l’aveva voluto al Torneo, e si era assicurato che vi prendESse parte. Perché? Per fargli un regalo? Non ne era molto convinto…
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Per vederlo mentre si copriva di ridicolo? Be’, era probabile che il suo dESiderio si avverasse…
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Ma per farlo uccidere? Moody era fissato come al solito? Non era possibile che qualcuno avESse mESso il nome di Harry nel Calice per scherzo, per fargli un tiro mancino? Qualcuno lo voleva DAvvero morto?
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Harry rispose subito a quESto interrogativo. Sì, qualcuno lo voleva morto, fin DA quando aveva solo un anno… Voldemort. Ma come avrebbe potuto assicurarsi che il nome di Harry finisse nel Calice di Fuoco? Voldemort doveva trovarsi molto, molto lontano, in qualche paESe remoto, nascosto, solo… debole e privo di potere…
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Eppure nel suo sogno, appena prima di svegliarsi con la cicatrice dolorante, Voldemort non era solo… parlava con CoDAliscia… progettava l’assassinio di Harry…
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Harry sussultò quando si trovò faccia a faccia con la Signora Grassa: non si era accorto di dove stava anDAndo. Fu una sorprESa anche scoprire che non era sola dentro la cornice. La strega avvizzita che si era insinuata nel quadro del vicino quando Harry si era unito ai campioni ora era seduta con aria tronfia accanto alla Signora Grassa: doveva ESsersi precipitata di dipinto in dipinto lungo le sette rampe di scale per arrivare lì prima di lui. Sia lei che la Signora Grassa lo stavano guarDAndo col massimo interESse.
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«Assolutamente no!» disse la strega palliDA, indignata.
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«Dovevi dircelo, che ci provavi!» mugghiò Fred, in parte seccato, in parte profonDAmente colpito.
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Ma Angelina lo aveva ghermito. «Oh, se non posso ESsere io, almeno è un Grifondoro…»
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«C’è DA mangiare, Harry, vieni a prendere…»
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Ma nESsuno volle sentire che era sazio; nESsuno volle sentire che non aveva mESso il nome nel Calice; non una singola persona parve accorgersi che non era affatto dell’umore giusto per fESteggiare… Lee JorDAn aveva recuperato DA qualche parte uno stenDArdo di Grifondoro, e insistette per avvolgerlo attorno a Harry come un mantello. Harry non riuscì ad allontanarsi, tutte le volte che cercava di sgattaiolare verso la scala che portava ai dormitori, la folla attorno a lui serrava i ranghi e lo costringeva a trangugiare un’altra Burrobirra, e gli ficcava in mano patatine e noccioline… tutti volevano sapere come aveva fatto, come aveva raggirato la Linea dell’Età di Silente ed era riuscito a mettere il suo nome nel Calice…
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«Non ce l’ho mESso» ripeté ancora e ancora, «non so com’è potuto succedere».
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«Sono stanco!» urlò alla fine, dopo quasi mezz’ora. «No, DAvvero. George… vado a dormire…»
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Voleva più di ogni altra cosa trovare Ron e Hermione, trovare il lume della ragione, ma sembrava che nESsuno di quESti fosse nella sala comune. Insistette che aveva bisogno di dormire, quasi calpEStò i piccoli fratelli Canon che cercavano di tendergli un agguato ai piedi delle scale, e infine riuscì a scrollarsi di dosso tutti quanti, e si arrampicò su nel dormitorio più in fretta che poté.
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Con suo grande sollievo, scoprì che Ron era stESo sul suo letto nel dormitorio altrimenti dESerto, ancora vEStito DA capo a piedi. Alzò lo sguardo quando Harry sbatté la porta alle sue spalle.
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«Dove sei stato?» gli chiESe Harry.
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Sorrideva, ma il suo era un sorriso molto strano, forzato. Harry si rESe conto all’improvviso che indossava ancora lo stenDArdo scarlatto di Grifondoro che Lee gli aveva legato al collo. Si affrettò a toglierselo, ma era annoDAto molto stretto. Ron rimase sul letto senza muoversi, a guarDAre Harry che cercava di levarselo di dosso.
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«Allora» disse, quando finalmente Harry si fu levato lo stenDArdo e lo ebbe gettato in un angolo. «Congratulazioni».
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«Come sarebbe a dire, congratulazioni?» ESclamò Harry, fissando Ron. C’era decisamente qualcosa che non anDAva nel sorriso di Ron; era più che altro una smorfia.
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«Be’… nESsun altro è riuscito a superare la Linea dell’Età» disse Ron. «Nemmeno Fred e George. Che cos’hai usato, il Mantello dell’Invisibilità?»
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«Ah, giusto» disse Ron. «Credevo che me l’avrESti detto se fosse stato il Mantello… perché ci avrebbe coperti tutti e due, no? Invece hai trovato un altro modo, vero?»
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«Senti» disse Harry, «non ho mESso il mio nome in quel Calice. Dev’ESsere stato qualcun altro».
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Le sopracciglia di Ron si alzarono così tanto che rischiarono di sparire inghiottite DAi capelli.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Va bene, lo sai, a me puoi dire la verità» disse. «Se non vuoi che nESsun altro lo sappia, d’accordo, ma non capisco perché ti preoccupi di mentire, non sei finito nei guai, no? Quell’amica della Signora Grassa, quella Violet, ci ha già raccontato tutto. Silente ti lascia partecipare. Un premio in denaro di mille galeoni, eh? E non devi nemmeno fare gli ESami di fine anno…»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Non ho mESso il mio nome in quel Calice!» ripeté Harry, che cominciava a spazientirsi.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«Sì, sì, va bene» disse Ron, con lo stESso tono scettico di Cedric. «Solo che stamattina hai detto che se fossi stato tu, l’avrESti mESso ieri notte, e nESsuno ti avrebbe visto… non sono stupido, sai».
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
«DAvvero?» disse Ron, e ora non c’era traccia di sorriso, più o meno forzato, sulla sua faccia. «Vorrai anDAre a dormire, Harry, immagino che dovrai alzarti prESto domattina per un servizio fotografico o roba del genere».
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Afferrò le tende attorno al suo letto a balDAcchino e le chiuse di scatto. Harry rimase in piedi vicino alla porta, a fissare le cortine di velluto rosso, che in quel momento nascondevano una delle poche persone che avrebbero dovuto credergli. I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4) |
Quando Harry si svegliò la domenica mattina, gli ci volle un po’ per capire perché si sentisse così infelice e preoccupato; poi il ricordo della notte precedente gli precipitò addosso. Si alzò a sedere e scostò bruscamente le tende del suo letto, deciso a parlare con Ron, a costringerlo a credergli — solo per scoprire che il letto di Ron era vuoto; evidentemente era già scESo a colazione.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
Harry si vEStì e scESe la scala a chiocciola che portava nella sala comune. Nell’istante in cui comparve, i ragazzi che avevano già fatto colazione scoppiarono di nuovo in un applauso. La prospettiva di scendere nella Sala Grande e affrontare il rESto dei Grifondoro, che lo trattava come una specie di eroe, non era allettante; o così, comunque, o rimanere lì e lasciarsi assediare DAi fratelli Canon, che gli facevano entrambi gESti frenetici perché si unisse a loro. Si dirESse deciso verso il buco del ritratto, lo aprì e si trovò faccia a faccia con Hermione.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
«Ciao» disse lei, porgendogli una pila di toast avvolti in un tovagliolo. «Ti ho portato quESti… ti va una passeggiata?»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
ScESero, attraversarono in fretta l’IngrESso senza guarDAre dentro la Sala Grande, e ben prESto si trovarono a percorrere il prato in direzione del lago, dove era ormeggiata la nave di Durmstrang, sagoma nera riflESsa nell’acqua. Era una mattinata geliDA, e camminarono mangiando, mentre Harry raccontava a Hermione che cosa era succESso ESattamente dopo che aveva lasciato il tavolo di Grifondoro la sera prima. Con suo immenso sollievo, Hermione accettò la sua storia senza riserve.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
«Be’, naturalmente lo sapevo che non ti eri fatto avanti tu» disse, quando lui ebbe finito di riferirle la scena avvenuta nella stanza accanto alla Sala Grande. «Dovevi vederti quando Silente ha letto il tuo nome! Ma la domanDA è: chi è stato a metterlo nel Calice? Perché Moody ha ragione, Harry… non credo che nESsuno degli studenti avrebbe potuto farlo… non sarebbero mai stati in grado di imbrogliare il Calice, o scavalcare Silente e i suoi…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
Hermione ESitò.
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«Pensa ancora che sia stato io a DAre il mio nome?»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
«Be’… no, non credo… non per DAvvero» disse Hermione imbarazzata.
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«Che vuol dire “non per DAvvero”?»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
«Geloso?» ESclamò Harry incredulo. «Geloso di cosa? Vuole fare la figura dell’idiota DAvanti a tutta la scuola, eh?»
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«Senti» disse Hermione paziente, «tu sei sempre al centro dell’attenzione, lo sai che è così. Lo so che non è colpa tua» aggiunse in fretta, vedendo che Harry spalancava la bocca infuriato, «lo so che non vai a cercartelo… ma, be’, lo sai, Ron ha tutti quei fratelli con cui competere a casa, e tu sei il suo migliore amico, e sei così famoso — viene sempre mESso in disparte quando ci sei tu, e lo sopporta, e non ne parla mai, ma credo che quESta sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
«Magnifico» disse Harry amaramente. «DAvvero magnifico. Digli DA parte mia che facciamo cambio quando vuole. Digli DA parte mia che è il benvenuto… la gente che sbircia la mia cicatrice ovunque vaDA…»
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«Non gli dirò un bel niente» disse Hermione brusca. «Diglielo tu. È il solo modo di risolvere la faccenDA».
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«Non ho intenzione di corrergli dietro per dirgli di crEScere!» rispose Harry, così forte che parecchi gufi su un albero vicino spiccarono il volo allarmati. «Forse si convincerà che non mi sto divertendo quando mi sarò rotto l’osso del collo o…»
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«Non fa ridere» disse Hermione piano. «Non fa ridere neanche un po’». Sembrava EStremamente preoccupata. «Harry, stavo pensando… lo sai che cosa dobbiamo fare, vero? Subito, appena torniamo al castello?»
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«Sì, dobbiamo DAre a Ron un bel calcio nel…»
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«Scrivere a Sirius. Devi dirgli che cosa è succESso. Ti ha chiESto di tenerlo al corrente di tutto quello che succede a Hogwarts… è come se si aspettasse qualcosa del genere. Ho qui una pergamena e una penna…»
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«Piantala!» disse Harry, guarDAndosi intorno per ESsere sicuro che nESsuno ascoltasse; ma i prati erano dESerti. «È tornato solo perché mi faceva male la cicatrice. Probabilmente correrà al castello se gli dico che qualcuno mi ha iscritto al Torneo Tremaghi…»
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«Lui vorrebbe che glielo dicESsi» disse Hermione con fermezza. «Lo scoprirà comunque…»
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«Harry, quESta cosa non passerà sotto silenzio» disse Hermione molto seria. «QuESto Torneo è famoso, e tu sei famoso, sarei DAvvero sorprESa se la Gazzetta del Profeta non scrivESse niente su di te… sei già citato in metà dei libri su Tu-Sai-Chi, lo sai… e Sirius preferirebbe saperlo DA te, lo so che è così».
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«Ok, ok, gli scriverò» disse Harry, gettando l’ultimo pezzo di pane tostato nel lago. Entrambi rimasero a guarDArlo galleggiare per un attimo, prima che un grosso tentacolo spuntasse DAll’acqua e lo facESse sparire. Poi tornarono al castello.
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«Chiedi a Ron se ti prESta…»
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Salirono alla Guferia. Hermione diede a Harry una pergamena, una penna e una boccetta d’inchiostro, poi si mise a passeggiare tra le lunghe file di trESpoli, osservando i gufi così diversi, mentre Harry sedeva con la schiena appoggiata al muro e scriveva la sua lettera.
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Mi hai detto di tenerti informato su quello che succede a Hogwarts, così eccomi qui. Non so se hai sentito, ma il Torneo Tremaghi si tiene quESt’anno e sabato sera sono stato scelto come quarto campione. Non so chi ha mESso il mio nome nel Calice di Fuoco, perché non sono stato io. L’altro campione di Hogwarts è Cedric Diggory, di Tassorosso.
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A quESto punto s’interruppe e ridletté. Avrebbe voluto dirgli del pESo terribile che pareva ESsersi installato nel suo petto DAlla sera prima, ma non riusci a trovare le parole per dirlo, così si limitò a intingere di nuovo la penna nell’inchiostro e scrisse:
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«Finito» disse a Hennione, alzandosi e spazzolando via la paglia DAll’abito. A quell’atto, Edvige scESe svolazzando sulla sua spalla, e tESe la zampa.
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«Non posso manDAre te» le disse Harry, cercando con lo sguardo i gufi della scuola. «Devo usare uno di quESti…»
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Edvige ululò molto forte, e decollò così all’improvviso che i suoi artigli gli penetrarono nella spalla. Si tenne lontana DA Harry mentre lui legava la lettera alla zampa di un grosso barbagianni. Quando il barbagianni fu volato via, Harry tESe la mano per accarezzare Edvige, ma lei fece scattare il becco con rabbia e volò verso le travi, fuori tiro.
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«Prima Ron, poi tu» ESclamò Harry con rabbia. «Non è colpa mia».
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Se Harry aveva pensato che le cose sarebbero migliorate non appena tutti si fossero abituati all’idea che era uno dei campioni, il giorno seguente gli dimostrò quanto si sbagliava. Non poté più evitare il rESto della scuola quando riprESero le lezioni — ed era chiaro che il rESto della scuola, proprio come i Grifondoro, era convinto che Harry si fosse proposto per il Torneo. A differenza dei Grifondoro, però, non sembravano affatto entusiasti.
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I Tassorosso, che di solito erano in ottimi rapporti con i Grifondoro, erano diventati decisamente freddi nei loro confronti: una lezione di Erbologia bastò a dimostrarlo. Evidentemente i Tassorosso sentivano che Harry aveva rubato la gloria al loro campione; un sentimento inasprito, forse, DAl fatto che la casa di Tassorosso molto di rado si copriva di gloria, e che Cedric era uno dei pochi ad avergliene conferita, quando aveva battuto Grifondoro a Quidditch. Ernie Macmillan e Justin Finch-Fletchley, con i quali Harry di solito anDAva molto d’accordo, non gli rivolsero la parola anche se stavano trapiantando Bulbi Balzellanti allo stESso tavolo: in compenso risero in maniera piuttosto sgradevole quando uno dei Bulbi Balzellanti si divincolò DAlla prESa di Harry e lo schiaffeggiò. Nemmeno Ron gli rivolgeva la parola: Hermione sedeva tra di loro, sforzandosi di fare conversazione, ma anche se tutti e due le rispondevano normalmente, evitavano di guarDArsi. Harry pensò che perfino la profESsorESsa Sprite sembrava fredDA con lui: ma d’altra parte era la Direttrice della casa di Tassorosso.
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In circostanze normali non avrebbe visto l’ora di parlare con Hagrid, ma Cura delle Creature Magiche voleva dire trovarsi faccia a faccia con i Serpeverde — per la prima volta DA quando era diventato campione.
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«Ah, guarDAte, ragazzi, c’è il campione» disse a Tiger e Goyle nell’istante in cui arrivò a portata di Harry. «Avete i vostri libri degli autografi? Meglio chiedere una firma adESso, perché dubito che sarà in circolazione ancora a lungo… metà campioni del Tremaghi sono morti… quanto pensi che rESisterai, Potter? Dieci minuti DAll’inizio della prima prova, scommetto».
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Tiger e Goyle scoppiarono docilmente a ridere, ma Malfoy non poté anDAre avanti perché Hagrid spuntò DA dietro la capanna, portando una torre pericolante di cassette, ciascuna delle quali conteneva uno Schiopodo molto grosso. Con orrore della classe, Hagrid spiegò che la ragione per cui gli Schiopodi si ammazzavano a vicenDA era un eccESso di energia reprESsa, e che la soluzione era che ciascuno di loro mettESse un guinzaglio a uno Schiopodo e lo portasse a fare una passeggiatina. La sola cosa buona del progetto fu che distrasse completamente Malfoy DA Harry.
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«Portare quESta roba a passeggio?» ripeté Malfoy disgustato, guarDAndo dentro una delle cassette. «E dove ESattamente dovremmo far passare il guinzaglio? Attorno al pungiglione, alla coDA ESplosiva o alla ventosa?»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
«Lì intorno in mezzo» indicò Hagrid. «Ehm… forse è meglio che vi mettete i guanti di pelle di drago, così, per precauzione, insomma. Harry… vieni qui e aiutami con quESto grosso qua…»
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La vera intenzione di Hagrid era di parlare con Harry lontano DAl rESto della classe.
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AttESe finché tutti gli altri furono partiti con i loro Schiopodi, poi si rivolse a Harry e disse, molto serio: «Allora… sei in gara, Harry. Nel Torneo. Campione della scuola».
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«Uno dei campioni» lo corrESse Harry.
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I neri occhi lucidi di Hagrid erano pieni d’ansia sotto le sopracciglia incolte. «Non hai idea di chi ti ci ha mESso dentro, Harry?»
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«Allora tu ci credi che non sono stato io?» ESclamò Harry, nascondendo a fatica un fiotto di gratitudine.
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GuarDArono tutti e due verso il prato; la classe era sparpagliata, e in grande difficoltà. Gli Schiopodi erano lunghi più di un metro, ed EStremamente robusti. Non erano più nudi e privi di colore, ma coperti DA una sorta di spESsa, lucente corazza grigiastra. Sembravano un incrocio tra scorpioni giganti e granchi oblunghi — ma sempre senza tESta o occhi riconoscibili. Erano diventati spaventosamente forti, e molto difficili DA controllare.
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«Si divertono, eh?» ESclamò Hagrid allegramente. Harry dedusse che stava parlando degli Schiopodi, perché i suoi compagni certo non si divertivano: ogni tanto, con un bang preoccupante, una delle code degli Schiopodi ESplodeva, sparando la bEStia parecchi metri più avanti, e trascinando sulla pancia il malcapitato accompagnatore.
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«Ah, io non so, Harry» disse Hagrid all’improvviso con un gran sospiro, tornando a guarDArlo preoccupato. «Campione della scuola… sembra che capita tutto a te, vero?»
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Harry non rispose. Sì, sembrava che capitasse tutto a lui… era più o meno quello che aveva detto Hermione camminando attorno al lago, ed era quESta la ragione, secondo lei, per cui Ron non gli rivolgeva più la parola.
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I giorni che seguirono furono tra i più brutti di Harry a Hogwarts. Era arrivato a sentirsi così male solo durante quei mESi del secondo anno, in cui gran parte della scuola lo aveva sospettato di pietrificare i suoi compagni. Ma allora Ron era suo amico. Harry era convinto che sarebbe riuscito a sopportare il rESto della scuola se solo avESse potuto riavere Ron al suo fianco, ma non intendeva cercare di convincerlo a parlargli se lui non voleva. Ora si sentiva solo, con il livore che gli pioveva addosso DA tutte le parti.
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Poteva capire l’atteggiamento dei Tassorosso, anche se non gli piaceva; avevano il loro campione DA sostenere. Non si aspettava altro che biechi insulti DAi Serpeverde — era EStremamente impopolare tra loro e lo era sempre stato, perché con i colori di Grifondoro li aveva battuti un’infinità di volte, sia a Quidditch che nella Coppa delle Case. Ma aveva sperato che i Corvonero sarebbero stati disposti a tifare per lui come per Cedric. Invece no: i Corvonero parevano convinti in gran parte che avESse imbrogliato il Calice solo perché era avido di celebrità.
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Poi c’era il fatto che Cedric sembrava un campione, molto più di lui. Straordinariamente bello, con quel naso diritto, i capelli scuri e gli occhi grigi, era difficile dire chi fosse più ammirato in quei giorni, se lui o Viktor Krum. Harry vide addirittura le stESse ragazze del sESto anno che avevano smaniato per l’autografo di Krum supplicare Cedric di firmare le loro borse, un giorno a pranzo.
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Nel frattempo non c’era risposta DA Sirius, Edvige si rifiutava di avvicinarsi a lui, la profESsorESsa Cooman prediceva la sua morte con ancor più sicurezza del solito, e Harry andò cosi male in IncantESimi di Appello alla lezione del profESsor Vitious che gli toccarono dei compiti in più: fu l’unico ad averli, oltre Neville.
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«DAvvero, non è così difficile, Harry» cercò di rassicurarlo Hermione mentre uscivano DAlla lezione di Vitious: lei aveva attirato oggetti DA tutta la stanza per tutta la lezione, come se fosse stata una calamita per cancellini, cEStini della carta straccia e Lunascopi. «È solo che non ti sei concentrato nel modo giusto…»
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«Chissà perché» borbottò Harry cupo, mentre Cedric Diggory lo superava, circonDAto DA un bel gruppo di ragazze miagolanti, che guarDArono tutte Harry come se fosse uno Schiopodo particolarmente grosso. «Comunque… non c’è problema, eh? Oggi pomeriggio doppie Pozioni, non vedo l’ora…»
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La doppia lezione di Pozioni era sempre un’ESperienza terribile, ma in quei giorni rasentava la tortura. ESsere rinchiusi in una cantina per un’ora e mezza con Piton e i Serpeverde, tutti decisi, a quanto pareva, a fargli pagare l’ardire di ESsere diventato campione della scuola, era la cosa più orrenDA che Harry potESse immaginare, o quasi. Aveva già sofferto per un venerdì, con Hermione seduta accanto a lui che ripeteva “Ignorali, ignorali, ignorali” sottovoce, e non vedeva perché quel giorno le cose avrebbero dovuto anDAre meglio.
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Quando lui e Hermione raggiunsero il sotterraneo di Piton dopo pranzo, scoprirono che i Serpeverde li aspettavano fuori, ognuno con una grossa spilla appuntata sulla divisa in bella vista. Per un folle attimo Harry pensò che si trattasse di spille CREPA — poi si accorse che avevano tutte lo stESso slogan a lettere rosse che brillavano vivaci nel corridoio sotterraneo scarsamente illuminato:
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«Ti piacciono, Potter?» ESclamò Malfoy ad alta voce mentre Harry si avvicinava. «E non è tutto: guarDA!»
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Premette la spilla e lo slogan sparì, sostituito DA un altro, quESta volta verde:
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I Serpeverde ulularono DAlle risate. Anche loro, tutti quanti, premettero le loro spille, finché la frase POTTER FA SCHIFO non scintillò intorno a Harry. Lui sentì il calore invadergli di colpo la faccia e il collo.
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«Oh, molto divertente» disse Hermione sarcastica a Pansy Parkinson e alla sua banDA di ragazze di Serpeverde, che ridevano più di tutti, «DAvvero spiritoso».
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Ron era appoggiato al muro con Dean e Seamus. Non rideva, ma non prESe nemmeno le parti di Harry.
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La rabbia che Harry provava DA giorni e giorni parve irrompere DAl suo petto come DA una diga. Prima ancora di pensare a ciò che faceva, cercò la bacchetta. I ragazzi intorno si ritrassero rapiDAmente, indietreggiando nel corridoio.
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«Harry!» ESclamò Hermione in tono di avvertimento.
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«Vai avanti, allora, Potter» disse tranquillamente Malfoy, EStraendo la sua bacchetta. «Moody adESso non è qui a tenerti d’occhio — fallo, se ne hai il coraggio…»
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Per un attimo si guarDArono negli occhi, poi scattarono, ESattamente nello stESso istante.
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Getti di luce irruppero DA entrambe le bacchette, cozzarono a mezz’aria e rimbalzarono indietro ad angoli diversi: quella di Harry colpì Goyle in faccia, e quella di Malfoy colpì Hermione. Goyle ululò e si portò le mani al naso, dove stavano eruttando grosse orribili bolle; Hermione, gemendo terrorizzata, si teneva la bocca.
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«Hermione!» ESclamò Ron, scattando verso di lei.
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Harry si voltò e vide che Ron strappava via la mano di Hermione DAl suo viso. Non era un bello spettacolo. I denti DAvanti di Hermione — già più grandini del normale — stavano crEScendo a un ritmo preoccupante; lei assomigliava sempre più a un castoro mentre i denti le si allungavano, spuntavano DA sotto il labbro superiore, dritto verso il mento: prESa DAl panico, li toccò, ed emise un urlo terrorizzato.
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«Si può sapere che cos’è tutto quESto fracasso?» disse una bassa voce feroce. Era arrivato Piton.
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Nel chiasso generale, i Serpeverde cercarono di DAre la loro versione dei fatti. Piton puntò un lungo dito giallastro verso Malfoy e disse: «Spiegati».
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«Ci siamo attaccati nello stESso istante!» urlò Harry.
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Piton ESaminò Goyle, il cui volto assomigliava a qualcosa che sarebbe stato di casa in un libro sui funghi velenosi.
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Costrinse Hermione a mostrare i denti a Piton — lei stava facendo del suo meglio per nasconderli con le mani, anche se era difficile, visto che ormai avevano superato il colletto della divisa. Pansy Parkinson e le altre di Serpeverde erano piegate in due DAlle risate silenziose e additavano Hermione DA dietro le spalle di Piton.
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Piton guardò con freddezza Hermione, poi disse: «Non vedo nESsuna differenza».
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Fu una fortuna, forse, che sia Harry che Ron cominciassero a griDAre contro Piton nello stESso momento; fu una fortuna che le loro voci rimbombassero così tanto nel corridoio di pietra, perché nel confuso clamore Piton non riuscì a sentire ESattamente quali epiteti gli scagliavano contro. Comunque, se ne fece un’idea.
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A Harry rimbombavano le orecchie. Voleva ridurre Piton in mille viscidi pezzi con un incantESimo, per quella mostruosa ingiustizia. Lo superò, raggiunse con Ron il fondo del sotterraneo, e scaraventò la borsa dei libri sul tavolo. Anche Ron tremava di rabbia — per un istante, fu come se tutto tra loro fosse tornato normale, ma poi Ron si voltò e si sedette con Dean e Seamus, lasciando Harry solo al suo tavolo. DAlla parte opposta, Malfoy voltò le spalle a Piton e premette la spilla con un ghigno. POTTER FA SCHIFO lampeggiò ancora una volta attraverso la stanza.
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Harry rimase a sedere con gli occhi fissi su Piton mentre la lezione cominciava, immaginandolo vittima delle cose più orribili. Se solo avESse saputo come scagliare la Maledizione Cruciatus… avrebbe avuto Piton lì distESo sulla schiena come quel ragno, a strillare e contorcersi…
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«Antidoti!» annunciò Piton, volgendo intorno lo sguardo, i freddi occhi neri che brillavano di una luce sgradevole. «DovrESte aver tutti preparato le vostre pozioni, adESso. Voglio che le facciate distillare con cura, e poi sceglieremo qualcuno su cui sperimentarne una…»
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Gli occhi di Piton incontrarono quelli di Harry, e Harry seppe che cosa si preparava. Piton aveva intenzione di avvelenare proprio lui. Immaginò di prendere il calderone, scagliarsi in avanti e rovESciarlo sulla tESta unta di Piton…
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Piton fissò DAll’alto del naso ricurvo il piccolo Colin, e il sorriso svanì DAl suo viso impaziente.
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«Potter ha un’altra ora di Pozioni» disse fredDAmente. «Verrà di sopra quando la lezione sarà finita».
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«Signore… signore, lo vuole il signor Bagman» disse in tono nervoso. «Tutti i campioni devono anDAre, credo che vogliano fargli delle foto…»
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Harry avrebbe DAto tutto ciò che possedeva per impedire a Colin di pronunciare quelle ultime parole. Azzardò una mezza occhiata a Ron, ma Ron stava fissando con determinazione il soffitto.
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Harry si gettò la borsa sulla spalla, si alzò e si dirESse verso la porta. Mentre passava accanto ai banchi dei Serpeverde, POTTER FA SCHIFO ammicco verso di lui DA tutte le direzioni.
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«Sì, DAvvero incredibile» rispose Harry in tono pESante, mentre risalivano i gradini diretti alla Sala d’IngrESso. «Perché vogliono le foto. Colin?»
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«Grandioso» commentò Harry, deprESso. «Proprio quello di cui ho bisogno. Un altro po’ di pubblicità».
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«Buona fortuna!» ESclamò Colin quando ebbero raggiunto la stanza giusta. Harry bussò alla porta ed entrò.
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Si trovava in una classe decisamente piccola; gran parte dei banchi erano stati spinti in fondo alla stanza, lasciando un grande spazio al centro; tre, però, erano stati sistemati, uno accanto all’altro, di fronte alla lavagna, e ricoperti DA un lungo drappo di velluto. Dietro erano disposte cinque sedie: su una sedeva Ludo Bagman, e parlava con una strega vEStita di cremisi che Harry non aveva mai visto prima.
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Viktor Krum era in piedi in un angolo, malmostoso come al solito, e non parlava con nESsuno. Cedric e Fleur stavano chiacchierando. Fleur sembrava parecchio più allegra di quanto non fosse stata fino a quel momento; continuava a gettare indietro la tESta in modo che i suoi lunghi capelli argentei catturassero la luce. Un uomo panciuto, che reggeva una grossa macchina fotografica nera DA cui usciva un fil di fumo, osservava Fleur con la coDA dell’occhio.
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Bagman all’improvviso intercettò Harry, si alzò in fretta e avanzò saltellando. «Ah, eccolo qui! Il campione numero quattro! Entra, Harry, entra… non c’è niente di cui preoccuparsi, è solo la cerimonia della PESa delle Bacchette, gli altri giudici saranno qui a momenti…»
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«La PESa delle Bacchette?» ripeté Harry nervosamente.
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«Dobbiamo controllare che le vostre bacchette siano perfettamente efficienti, senza problemi, sai, visto che sono i vostri strumenti più importanti nelle prove che vi aspettano» disse Bagman. «L’ESperto adESso è di sopra con Silente. E poi ci sarà il tempo per qualche scatto. QuESta è Rita Skeeter» aggiunse, indicando la strega con il vEStito cremisi, «scriverà un piccolo articolo sul Torneo per La Gazzetta del Profeta…»
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I suoi capelli erano acconciati in riccioli elaborati e curiosamente rigidi che facevano uno strano contrasto con il viso DAlla mascella pronunciata. Portava occhiali incorniciati di strass. Le grosse dita che stringevano la borsetta di pelle di coccodrillo terminavano con unghie lunghe almeno cinque centimetri, dipinte di rosso cremisi.
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«Splendido» disse Rita Skeeter, e in un attimo le sue dita DAi rossi artigli stringevano il braccio di Harry con forza sorprendente, lei lo pilotava fuori della stanza, e apriva una porta lì accanto.
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Era un ripostiglio delle scope. Harry la fissò perplESso.
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«Vieni, caro — così — splendido» disse di nuovo Rita Skeeter, appollaiandosi in precario equilibrio su un secchio rovESciato, spingendo Harry a sedere su una scatola di cartone e chiudendo la porta, così che si trovarono immersi nell’oscurità. «Ora, vediamo un po’…»
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Aprì con uno schiocco la borsetta di coccodrillo ed EStrasse una manciata di candele, che accESe con un colpo di bacchetta e fece magicamente galleggiare a mezz’aria.
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L’attraente bionDA Rita Skeeter, quarantatré anni, la cui indomita penna ha punzecchiato molti palloni gonfiati…
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«Ehm…» disse di nuovo Harry, ma era distratto DAlla penna. Anche se lui non stava parlando, sfrecciava sulla pergamena, e nella sua scia riuscì a distinguere una nuova frase:
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«Non ho deciso» rispose Harry. «Non so come ha fatto il mio nome a finire dentro il Calice di Fuoco. Non ce l’ho mESso io».
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Rita Skeeter sollevò un sopracciglio pESantemente ritoccato con la matita nera. «Andiamo, Harry, non è il caso di aver paura di finire nei guai. Sappiamo tutti che non avrESti dovuto affatto partecipare. Ma non preoccuparti. I nostri lettori adorano i ribelli».
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«Che cosa provi quando pensi alle prove che ti attendono?» chiESe Rita Skeeter. «Sei eccitato? Nervoso?»
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«Veramente non ci ho pensato… sì, nervoso, immagino» disse Harry. A quESte parole qualcosa si contorse in maniera spiacevole dentro di lui.
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«Be’… dicono che quESt’anno sarà molto più sicuro» disse Harry.
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La penna sfrecciò sulla pergamena tra di loro, avanti e indietro, come se stESse pattinando.
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«Naturalmente tu hai già visto la morte in faccia, vero?» disse Rita Skeeter guarDAndolo con attenzione. «DirESti che quESto ha lasciato un segno su di te?»
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«Credi che il trauma del tuo passato possa averti indotto a metterti alla prova? A dimostrare di ESsere all’altezza della tua fama? Credi che forse ti sia venuto il dESiderio di iscriverti al Torneo Tremaghi perché…»
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«Ti ricordi vagamente i tuoi genitori?» chiESe Rita Skeeter, DAndogli sulla voce.
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«Come credi che si sentirebbero se sapESsero che parteciperai al Torneo Tremaghi? Orgogliosi? Preoccupati? Arrabbiati?»
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Ora Harry era seccato DAvvero. Come diavolo faceva a sapere cos’avrebbero provato i suoi genitori se fossero stati vivi? Si accorse che Rita Skeeter lo osservava con molta attenzione. Incupito, evitò il suo sguardo e lESse le parole che la penna aveva appena tracciato.
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I suoi occhi di un verde stupefacente si riempiono di lacrime quando la nostra conversazione verte sui genitori che a stento ricorDA.
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Prima che Rita Skeeter potESse proferir parola, la porta del ripostiglio delle scope si aprì. Harry alzò gli occhi, strizzandoli nella luce forte. Albus Silente era in piedi e guarDAva tutti e due lì schiacciati nello sgabuzzino.
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«Silente!» strillò Rita Skeeter, apparentemente deliziata: ma Harry notò che penna e pergamena erano spariti all’improvviso DA sopra la scatola di Solvente Magico, e le dita artigliate di Rita facevano scattare in gran fretta il fermaglio della sua borsa di coccodrillo. «Come sta?» disse, alzandosi e tendendo una delle sue manone mascoline a Silente. «Spero che durante l’EState abbia letto il mio articolo sulla Conferenza della Confederazione Internazionale dei Maghi…»
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Rita Skeeter non parve nemmeno vagamente imbarazzata. «Stavo solo sottolineando che alcune delle sue idee sono un po’ vecchio stile, Silente, e che molti maghi della straDA…»
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«Ascolterò con vero piacere l’argomentazione dietro alla villania, Rita» disse Silente, con un inchino galante e un sorriso, «ma temo che dovremo discutere la quEStione più tardi. La PESa delle Bacchette sta per cominciare, e non può aver luogo se uno dei nostri campioni è nascosto in un ripostiglio delle scope».
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Assai lieto di sfuggire a Rita Skeeter, Harry tornò in fretta nella stanza. Gli altri campioni erano seduti vicino alla porta; lui si mise subito vicino a Cedric, e guardò verso il tavolo coperto di velluto, dove ora erano schierati quattro dei cinque giudici: il profESsor Karkaroff, MaDAme Maxime, il signor Crouch e Ludo Bagman. Rita Skeeter si sistemò in un angolo; Harry la vide far scivolare di nuovo la pergamena fuori DAlla borsa, spiegarla sul ginocchio, succhiare la punta della Penna Prendiappunti e sistemarla sul foglio.
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«Vi prESento il signor Olivander» disse Silente, sedendosi al tavolo dei giudici e rivolgendosi ai campioni. «Sarà lui a controllare le vostre bacchette per assicurarsi che siano in buone condizioni prima del Torneo».
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Harry alzò gli occhi e con un sussulto di sorprESa vide un vecchio mago DAi grandi occhi pallidi immobile vicino alla finEStra. Harry aveva già incontrato il signor Olivander: era il fabbricante di bacchette DAl quale aveva comprato la sua più di tre anni prima a Diagon Alley.
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«Sì» disse piano, «nove pollici e mezzo… rigiDA… legno di rosa… e contiene… santo cielo…»
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«Un capello della tESta di una Veela» concluse Fleur. «Era mia nonna».
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«Sì» disse il signor Olivander, «sì, io non ho mai usato capelli di Veela, naturalmente. Trovo che siano aDAtte a bacchette piuttosto umorali… comunque, a ciascuno la sua, e se quESta va bene per lei…»
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Il signor Olivander fece scorrere le dita lungo la bacchetta, in apparenza alla ricerca di graffi o bozzi; poi borbottò; «Orchideous!» e DAlla punta sbucò un mazzo di fiori.
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«Ah, certo, quESta è una delle mie, vero?» disse il signor Olivander molto più animato mentre Cedric gli consegnava la sua bacchetta.
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«Sì, me la ricordo bene. Contiene un unico crine della coDA di un unicorno maschio particolarmente bello… doveva ESsere alto almeno un metro e ottanta; mi ha quasi trafitto col suo corno dopo che gli ho spennato la coDA. Dodici pollici e un quarto… frassino… piacevolmente flESsibile. E in buone condizioni… fai regolarmente manutenzione?»
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«L’ho luciDAta ieri sera» rispose Cedric con un sorriso.
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Harry guardò la sua bacchetta e vide che era coperta di impronte. Afferrò un lembo della vESte e cercò di luciDArla di nascosto. Parecchie scintille d’oro sprizzarono DAlla sua punta. Fleur Delacour gli scoccò uno sguardo molto condiscendente, e lui lasciò perdere.
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Il signor Olivander scagliò con la bacchetta di Cedric una scia di anelli di fumo d’argento attraverso la stanza, si disse soddisfatto e poi ESclamò: «Signor Krum, prego».
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Viktor Krum si alzò e si fece avanti ingobbito, ciondolante e a piedi piatti. EStrasse la bacchetta e rimase lì imbronciato, con le mani in tasca.
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«Hmmm» disse Olivander, «quESta è una creazione di Gregorovich, o mi sbaglio? Un bravo fabbricante di bacchette, anche se il suo dESign non è mai proprio… comunque…»
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Sollevò la bacchetta e la ESaminò minuziosamente, facendola ruotare più volte DAvanti agli occhi.
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«Sì… carpine e fibra di cuore di drago?» ESclamò rivolto a Krum, che annuì. «E parecchio più spESsa del solito… piuttosto rigiDA… dieci pollici e un quarto… Avis!»
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La bacchetta schioccò come una pistola, e uno stormo di uccellini cinguettanti decollò DAlla sua EStremità, uscì DAlla finEStra e volò via nella luce acquosa.
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«Bene» disse il signor Olivander, rEStituendo la bacchetta a Krum. «Quindi rimane… il signor Potter».
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Harry si alzò, passò DAvanti a Krum e raggiunse Olivander. Gli consegnò la bacchetta.
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«Aaaah, sì» disse quESt’ultimo, gli occhi pallidi improvvisamente accESi. «Sì, sì, sì. Ricordo benissimo».
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Anche Harry ricorDAva. RicorDAva come se fosse stato ieri…
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… Quattro EStati prima, il giorno del suo undicESimo compleanno, Harry entrò con Hagrid nel negozio del signor Olivander. QuESti gli prESe le misure e cominciò a fargli provare le bacchette. Harry impugnò probabilmente tutte le bacchette del negozio, finché finalmente non trovò quella aDAtta a lui: fatta di agrifoglio, lunga undici pollici e con un’unica piuma DAlla coDA di una fenice. Il signor Olivander rimase molto sorprESo DAl fatto che Harry fosse compatibile con quella bacchetta. «Curioso» disse, «… curioso», ma solo dopo che Harry glielo ebbe chiESto spiegò cosa c’era di tanto curioso: la piuma di quella bacchetta proveniva DAlla stESsa fenice che aveva fornito il nucleo di quella di Voldemort.
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Harry non aveva mai confiDAto quESta cosa a nESsuno. Era molto affezionato alla sua bacchetta, e per quello che lo riguarDAva, la sua parentela con la bacchetta di Voldemort era una cosa che non poteva evitare: un po’ come non poteva evitare di ESsere imparentato con zia Petunia. Comunque, sperava DAvvero che il signor Olivander non avESse intenzione di raccontarlo ai prESenti: aveva la strana sensazione che in tal caso la Penna Prendiappunti di Rita Skeeter sarebbe semplicemente scoppiata di gioia.
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«Grazie a tutti voi» disse Silente, alzandosi al tavolo dei giudici. «Ora potete tornare alle vostre lezioni… o forse sarebbe più pratico che scendESte direttamente a cena, visto che stanno per finire…»
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Con la sensazione che quel giorno qualcosa era finalmente anDAto per il verso giusto, Harry si alzò e fece per uscire, ma l’uomo con la macchina fotografica nera balzò in piedi e si schiari la voce.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
Le fotografie richiESero molto tempo. MaDAme Maxime faceva ombra a tutti gli altri ovunque si sistemasse, e il fotografo non riusciva ad allontanarsi tanto DA farla stare nell’obiettivo. Alla fine lei dovette sedersi mentre tutti gli altri la circonDAvano in piedi. Karkaroff continuava ad arrotolarsi la barbetta sul dito per arricciarla di più; Krum, che secondo Harry doveva ESsere abituato a quel genere di cose, si rannicchiò dietro a tutti, cercando di nascondersi. Il fotografo sembrava assolutamente deciso a tenere DAvanti Fleur, ma Rita Skeeter continuava a correre in avanti e a trascinare Harry dove era più visibile. Poi insistette per scattare foto di tutti i campioni uno per uno. Finalmente furono liberi di anDArsene.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
Harry scESe a cena. Hermione non c’era — immaginò che si trovasse ancora in infermeria a farsi sistemare i denti. Cenò tutto solo all’EStremità del tavolo, poi tornò alla Torre di Grifondoro. pensando a tutto il lavoro extra sugi; IncantESimi di Appello che doveva fare. Su in dormitorio, incrociò Ron.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
Poi uscì DAlla stanza senza guarDArlo. Per un istante, Harry pensò di seguirlo — non sapeva se voleva parlargli o picchiarlo, entrambe le possibilità erano piuttosto allettanti — ma la risposta di Sirius lo attirava come una calamita. Harry raggiunse il barbagianni, gli sfilò la lettera DAlla zampa e la srotolò.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
Non posso dire tutto quello che vorrei per lettera, è troppo rischioso nel caso che il gufo venga intercettato: dobbiamo parlare, faccia a faccia. Puoi fare in modo di trovarti DA solo vicino al fuoco nella Torre di Grifondoro il 22 novembre all’una di notte?
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
So meglio di chiunque altro che sei in grado di baDAre a te stESso, e finché Silente e Moody sono nelle vicinanze non credo che nESsuno possa farti del male. Comunque, pare che qualcuno ci stia provando sul serio. Farti partecipare al Torneo è stata una mossa molto azzarDAta, soprattutto sotto il naso di Silente.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
Stai in guardia, Harry. Avvertimi subito se succede qualcosa di strano. Per il 22 novembre, fammi sapere al più prESto.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4) |
La prospettiva di parlare faccia a faccia con Sirius fu la sola cosa che sostenne Harry per i quindici giorni che seguirono, l’unica luce in un orizzonte che non era mai stato più cupo. Lo shock di ESsere campione della scuola ormai si era un po’ attenuato, e cominciava a farsi straDA la paura per ciò che lo attendeva. La prima prova era sempre più vicina; la sentiva acquattata DAvanti a lui come un mostro orrendo che gli sbarrava il cammino. I suoi nervi non avevano mai sofferto così tanto, nemmeno prima di un incontro di Quidditch, comprESo l’ultimo contro Serpeverde, in cui Grifondoro aveva vinto la Coppa. Harry non riusciva a pensare a un dopo, era come se tutta la sua vita lo avESse condotto alla prima prova, e con quESta dovESse finire…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
A dire il vero, non sapeva come Sirius avrebbe potuto migliorare il suo stato d’animo. Doveva affrontare una prova sconosciuta di difficile, pericolosa magia DAvanti a centinaia di persone, ma la sola vista di un volto amichevole sarebbe stata preziosa, al momento. Harry rispose a Sirius: scrisse che si sarebbe trovato DAvanti al fuoco della sala comune all’ora concorDAta, e lui e Hermione passarono molto tempo a studiare piani per costringere eventuali intrusi a uscire DAlla sala comune la notte in quEStione. Nella peggiore delle ipotESi, avrebbero lanciato un sacchetto di Caccabombe, ma speravano di no: Gazza li avrebbe scuoiati vivi.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
L’articolo era uscito dieci giorni prima, e tutte le volte che ci pensava, Harry provava ancora un senso di nausea e vergogna bruciante. Rita Skeeter aveva riferito una mostruosa quantità di cose che lui non ricorDAva di aver mai detto nella vita, men che meno nel ripostiglio delle scope.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Credo di aver ereditato la mia forza DAi miei genitori. So che sarebbero molto fieri di me se potESsero vedermi… sì, qualche volte la notte piango ancora per loro, non mi vergogno di ammetterlo… so che nulla mi potrà ferire durante il Torneo, perché loro vegliano su di me…»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Ma Rita Skeeter era anDAta oltre: non solo aveva trasformato i suoi “ehm” in lunghe frasi stucchevoli, ma aveva anche intervistato altri sul suo conto.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
DAl momento in cui uscì l’articolo, Harry dovette sopportare un’incredibile quantità di battute e commenti sarcastici DA parte di tutti, soprattutto i Serpeverde.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«DA quando sei uno degli allievi migliori della scuola, Potter? O è una scuola che tu e Paciock avete mESso su insieme?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Harry si voltò di scatto: ne aveva abbastanza. «Sì, è vero!» urlò ESasperato. «Mi sono appena cavato gli occhi a forza di piangere la mamma morta, e adESso ho intenzione di continuare…»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Ehm… buona fortuna per martedì» disse lei. «Spero DAvvero che tu te la cavi bene».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Anche Hermione si sorbiva la sua bella dose di battute sgradevoli, ma non aveva ancora cominciato a strillare ai passanti innocenti; in effetti, Harry era DAvvero ammirato per il modo in cui affrontava la situazione.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Straordinariamente graziosa? Lei?» aveva ESclamato Pansy Parkinson la prima volta che si era trovata faccia a faccia con Hermione dopo l’uscita dell’articolo di Rita. «Chi aveva in mente? Un castoro?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Ignorale» disse Hermione con voce piena di dignità, oltrepassando a tESta alta le Serpeverde sogghignanti come se non ESistESsero. «Ignorale e basta, Harry».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Ma Harry non ci riusciva. Ron non gli rivolgeva la parola DA quando gli aveva detto del castigo di Piton. Harry aveva mezzo sperato che si sarebbero rappacificati durante le due ore nelle quali furono costretti a mettere sott’aceto cervelli di ratto nel sotterraneo di Piton, ma proprio quel giorno era uscito l’articolo di Rita, a rafforzare la convinzione di Ron che Harry si stESse DAvvero godendo tutta l’attenzione di cui era oggetto.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Hermione era arrabbiata con tutti e due; anDAva DAll’uno all’altro, cercando di costringerli a parlarsi, ma Harry era irremovibile: avrebbe parlato con Ron solo se lui avESse riconosciuto che Harry non aveva mESso il suo nome nel Calice di Fuoco, e si fosse scusato per averlo definito un bugiardo.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Ma lui ti manca!» ESclamava Hermione impaziente. «E io so che tu manchi a lui…»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Ma era una bugia bella e buona. A Harry piaceva molto Hermione, ma non era come con Ron. Ridevi molto meno, e stavi molto di più in biblioteca se Hermione era la tua migliore amica. Harry non padroneggiava ancora gli IncantESimi di Appello, sembrava aver sviluppato una specie di blocco, e Hermione insistette che apprendere la teoria gli sarebbe servito. Di conseguenza passarono un sacco di tempo chini sui libri all’ora di pranzo.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Anche Viktor Krum passava un mucchio di tempo in biblioteca, e Harry si chiESe che cosa stava tramando. Studiava, o cercava informazioni che gli potESsero tornar utili per superare la prima prova? Hermione si lamentava della prESenza di Krum — non perché dESse loro fastidio, ma perché DA dietro gli scaffali spuntavano spESso interi gruppi di ragazzine riDAcchianti e sospiranti, venute a spiarlo, e Hermione trovava irritante tutto quel chiasso.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Non è nemmeno carino!» borbottava arrabbiata, scrutando torva il profilo aguzzo di Krum. «Lo adorano solo perché è famoso! Non lo guarderebbero due volte se non sapESse fare quella roba, quella Falsa Wonky…»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Finta Wronsky» la corrESse Harry a denti stretti: oltre al fastidio nel sentir storpiare i termini del Quidditch, aveva provato una fitta di nostalgia al pensiero della faccia di Ron se avESse sentito Hermione parlare di False Wonky.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
È strano, ma quando si ha paura di qualcosa, e si DArebbe tutto per rallentare il tempo, quESt’ultimo ha la spiacevole abitudine di accelerare. I giorni che precedettero la prima prova parvero scivolar via come se qualcuno avESse regolato gli orologi sulla doppia velocità. Quella sensazione di panico a stento controllato seguiva Harry ovunque anDAsse, onniprESente come le battute maligne sull’articolo della Gazzetta del Profeta.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Il sabato prima della prova, tutti gli studenti DAl terzo anno in su ebbero il permESso di anDAre in gita al villaggio di Hogsmeade. Hermione disse a Harry che gli avrebbe fatto bene allontanarsi DAl castello per un po’, e Harry non tardò molto a farsi convincere.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Ma, e Ron?» disse. «Non vuoi anDArci con lui?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Oh, Harry, è una cosa così stupiDA…»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Oh, va bene, allora…» sbottò Hermione, «ma detESto parlarti quando ce l’hai addosso, non so mai se devo guarDArti o no».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Harry si sentiva meravigliosamente libero sotto il Mantello; osservò gli altri studenti superarli mentre entravano nel villaggio, e molti ostentavano spille con la scritta TIFA PER CEDRIC DIGGORY, ma una volta tanto non fu oggetto di commenti sarcastici, e nESsuno citò quello stupido articolo.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«AdESso continuano a guarDAre me» disse più tardi Hermione imbronciata, mentre uscivano DA Mielandia mangiando grossi cioccolatini ripieni. «Credono che parli DA sola».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Ma DAi, ti prego, togliti quel mantello per un po’. Qui nESsuno ti DArà fastidio».
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«Ah, DAvvero?» disse Harry. «GuarDAti alle spalle».
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Rita Skeeter e il suo amico fotografo erano appena usciti DAl pub Tre Manici di Scopa. Passarono proprio accanto a Hermione senza guarDArla, parlando a bassa voce. Harry si ritrasse contro il muro di Mielandia perché Rita Skeeter la smettESse di colpirlo con la sua borsetta di coccodrillo.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Quando se ne furono anDAti, Harry disse: «Rimane qui al villaggio. Scommetto che verrà a vedere la prima prova».
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Nel dirlo, il suo stomaco fu invaso DA un’onDAta di panico purissimo. Non lo disse; lui e Hermione non avevano discusso molto di ciò che lo aspettava; Harry aveva la sensazione che lei non volESse pensarci.
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«Se n’è anDAta» disse Hermione, guarDAndo dritto attraverso Harry verso la fine della High Street. «Perché non andiamo a berci una Burrobirra ai Tre Manici di Scopai Fa un po’ freddo, no? Non sei obbligato a parlare con Ron!» aggiunse seccata, interpretando correttamente il suo silenzio.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
I Tre Manici di Scopa era pieno zeppo, soprattutto di studenti di Hogwarts che si godevano il pomeriggio di libertà, ma anche di personaggi magici che si potevano incontrare solo lì. Harry immaginava che Hogsmeade, ESsendo il solo villaggio completamente magico di tutta la Gran Bretagna, fosse una sorta di porto franco per creature come le megere, che non erano abili come i maghi nel camuffarsi.
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Era molto difficile spostarsi tra la folla con addosso il Mantello dell’Invisibilità, perché potevi pEStare per sbaglio i piedi a qualcuno, cosa che tendeva ad attirare domande inopportune. Harry avanzò lentamente verso un tavolo libero nell’angolo mentre Hermione anDAva a prendere le bibite. Attraversando il pub, Harry notò Ron seduto con Fred, George e Lee JorDAn. RESistendo all’impulso di DArgli una bella manata sulla nuca, finalmente raggiunse il tavolo e si sedette.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Sembro una scema, qui seduta DA sola» borbottò. «Meno male che mi sono portata qualcosa DA fare».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Ed EStrasse un quaderno in cui teneva il registro dei membri di CREPA. Harry vide il suo nome e quello di Ron in cima alla brevissima lista. Sembrava passato un secolo DA quando avevano inventato insieme le profezie per la profESsorESsa Cooman, ed era spuntata Hermione e li aveva nominati segretario e tESoriere.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Sai, forse dovrei cercare di coinvolgere un po’ di gente del villaggio in CREPA» disse Hermione pensierosa, guarDAndosi attorno.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Si, certo» disse Harry. Bevve una sorsata di Burrobirra DA sotto il mantello. «Hermione, quando hai intenzione di lasciar perdere quESta storia del CREPA?»
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«Quando gli elfi domEStici avranno salari e condizioni di lavoro dignitosi!» gli sibilò in risposta. «Sai, sto cominciando a pensare che sia venuto il momento di passare a un’azione più diretta. Chissà come si fa a entrare nelle cucine della scuola…»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Che cosa non avrebbe DAto per ESsere uno di loro, seduto a ridere e parlare, senza niente di cui preoccuparsi tranne i compiti. Immaginò come sarebbe stato ESsere lì se il suo nome non fosse uscito DAl Calice di Fuoco. Non avrebbe indossato il Mantello dell’lnvisibilità, prima di tutto. Ron sarebbe stato seduto accanto a lui. Loro tre probabilmente si sarebbero divertiti a immaginare quale pericolo mortale avrebbero affrontato i campioni nella prova di martedì. Avrebbe aspettato con impazienza il momento di vederli in azione, di qualunque cosa si trattasse… di tenere per Cedric assieme a tutti gli altri, al sicuro in un posto in fondo agli spalti…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Si chiESe che cosa dovevano provare gli altri campioni. Le ultime volte che aveva incrociato Cedric, era circonDAto DA ammiratori e sembrava nervoso ma eccitato. Harry scorgeva Fleur Delacour di tanto in tanto nei corridoi; aveva la stESsa aria di sempre, altezzosa e impeccabile. E Krum si limitava a star seduto in biblioteca, chino sui libri.
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Harry pensò a Sirius. e il nodo che gli stringeva forte il petto parve allentarsi un po’. Avrebbe parlato con lui ESattamente di lì a dodici ore, perché quella era la notte in cui si sarebbero incontrati DAvanti al camino della sala comune — ammESso che nulla anDAsse storto, come viceversa era succESso ultimamente…
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«GuarDA, è Hagrid!» ESclamò Hermione.
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Il retro del tEStone lanoso di Hagrid — aveva provvidenzialmente abbandonato i ciuffctti affiorava sopra la folla. Harry si chiESe come mai non lo avESse notato subito, visto che Hagrid era così grosso, ma alzandosi con cautela vide che Hagrid era chino verso il profESsor Moody. Hagrid aveva di fronte il solito boccale enorme, ma Moody beveva DAlla fiaschetta. MaDAma Rosmerta, la graziosa ostESsa, non sembrava apprezzarlo molto; osservava sospettosa Moody mentre raccoglieva i bicchieri DAi tavoli attorno a loro. Forse pensava che fosse un insulto al suo idromele aromatizzato, ma Harry capiva perfettamente. Moody aveva detto a tutti loro durante l’ultima lezione di DifESa contro le Arti Oscure che preferiva prepararsi sempre DA sé cibo e bevande, perché era molto facile per i Maghi Oscuri avvelenare una tazza incustodita.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Tutto bene, Hermione?» ESclamò Hagrid a voce alta.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Moody zoppicò attorno al tavolo e si curvò; Harry credette che stESse leggendo il quaderno di CREPA, finché non lo sentì mormorare: «Bel mantello, Potter».
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Harry lo fissò stupefatto. Così DA vicino, il grosso pezzo mancante del naso di Moody era particolarmente evidente. Moody fece un ghigno.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Anche Hagrid sorrideva a Harry DAll’alto. Harry sapeva che Hagrid non poteva vederlo, ma evidentemente Moody gli aveva detto dov’era.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Hagrid si chinò con la scusa di leggere sul quaderno di CREPA e disse, in un sussurro cosi sommESso che solo Harry riuscì a sentirlo: «Harry, ci vediamo stanotte a mezzanotte alla mia capanna. Mettiti il mantello».
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Raddrizzandosi, ESclamò ad alta voce: «È stato un piacere vederti, Hermione», strizzò l’occhio e se ne andò. Moody lo seguì.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Perché vuole vedermi a mezzanotte?» chiESe Harry, molto sorprESo.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Già, perché?» disse Hermione, allarmata. «Chissà che cos’ha in mente. Non so se dovrESti anDAre. Harry…» Si guardò intorno con aria nervosa, e sibilò: «Rischi di arrivare in ritardo DA Sirius».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Era vero che scendere fino alla capanna di Hagrid a mezzanotte voleva dire lasciare un margine molto stretto all’appuntamento con Sirius; Hermione suggerì di spedire Edvige DA Hagrid per dirgli che non poteva — sempre che accettasse di portare il biglietto, naturalmente — ma Harry ridletté che era meglio anDAre e sbrigarsi, qualunque cosa volESse Hagrid. Era molto curioso di scoprirlo; Hagrid non gli aveva mai chiESto di anDArlo a trovare così a notte fonDA.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Quella sera alle undici e mezzo Harry, che aveva finto di anDAre a dormire prESto, indossò di nuovo il Mantello dell’Invisibilità e sgattaiolò giù per le scale e attraverso la sala comune. Erano rimasti in pochi. I fratelli Canon erano riusciti a impossESsarsi di un bel mucchio di spille TIFA PER CEDRIC DIGGORY e stavano cercando di stregarle in modo DA trasformare gli slogati in SOSTIENI HARRY POTTER. Fino a quel momento, comunque, tutto quello che erano riusciti a fare era bloccarle su POTTER FA SCHIFO. Harry li superò, raggiunse il buco del ritratto e attESe per un minuto circa, con un occhio all’orologio. Poi Hermione aprì la Signora Grassa DAll’ESterno come avevano stabilito. Le scivolò accanto sussurrando «Grazie!» e attraversò il castello.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Il parco era molto buio. Harry percorse il prato in discESa puntando alle luci che brillavano nella capanna di Hagrid. Anche l’interno dell’enorme carrozza di Beauxbatons era illuminato; Harry riconobbe la voce di MaDAme Maxime.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Sei tu, Harry?» sussurrò Hagrid, aprendo la porta e guarDAndosi attorno.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Sì» rispose Harry, scivolando all’interno e sfilandosi il cappuccio DAlla tESta. «Che cosa succede?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Era terribilmente agitato. All’occhiello ESibiva un fiore che assomigliava a un enorme carciofo. Sembrava che avESse smESso di usare la morchia, ma evidentemente aveva cercato di pettinarsi: Harry distinse i denti spezzati del pettine impigliati nella sua chioma.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Di che si tratta?» chiESe Harry cauto, chiedendosi se gli Schiopodi avESsero deposto le uova, o Hagrid fosse riuscito a comprare un altro cane gigante a tre tESte DA uno straniero in un pub.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Ma Hagrid non ascoltava; stava aprendo la porta della capanna e si addentrava nella notte. Harry si affrettò a seguirlo e con sua grande sorprESa scoprì che Hagrid lo guiDAva verso la carrozza di Beauxbatons.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Fu MaDAme Maxime ad aprire. Attorno alle spalle massicce portava uno scialle di seta. Sorrise quando vide Hagrid. «Ah. Agrìd… è ora?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
MaDAme Maxime si richiuse la porta alle spalle, Hagrid le offri il braccio e i due s’incamminarono costeggiando lo steccato che ospitava i cavalli alati giganti di MaDAme Maxime, mentre Harry, completamente sbalordito, correva per tener loro dietro. Hagrid aveva voluto mostrargli MaDAme Maxime? Poteva vederla tutte le sante volte che voleva… non era proprio difficile DA individuare…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Ma pareva che ci fosse una sorprESa anche per MaDAme Maxime, perché dopo un po’ disse in tono giocoso: «Dove mi stai portondo, Hagrid?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Ti piacerà» rispose Hagrid burbero. «Ne vale la pena, credimi. Solo che non devi dire a nESsuno che te li ho fatti vedere, d’accordo? Non dovrESti saperlo».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Certo che no» disse MaDAme Maxime sbattendo le lunghe ciglia nere.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
E proseguirono, e Harry diventava sempre più irritato mentre trotterellava dietro di loro, controllando l’orologio di tanto in tanto. Hagrid aveva per la tESta un qualche progetto scervellato, che rischiava di fargli perdere l’appuntamento con Sirius. Se non fossero arrivati in fretta, decise che si sarebbe voltato, sarebbe tornato dritto filato al castello e avrebbe lasciato Hagrid a godersi la sua passeggiata al chiar di luna con MaDAme Maxime…
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Ma poi — dopo ESsersi allontanati lungo i confini della ForESta al punto che il castello e il lago non erano più visibili — Harry sentì qualcosa. C’erano degli uomini che griDAvano laggiù… poi si udì un ruggito assorDAnte, DA spaccare i timpani…
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Hagrid guidò MaDAme Maxime oltre una macchia di alberi e si arrEStò. Harry si affrettò ad affiancarli — per un istante credette di vedere dei falò, e degli uomini che correvano tutto intorno — e poi rimase a bocca spalancata.
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Quattro enormi draghi completamente sviluppati, DAll’aria malvagia, si impennavano in uno spazio recintato DA spESse assi di legno, ruggendo e sbuffando: torrenti di fuoco sprizzavano nel cielo buio DAlle loro bocche spalancate e zannute, sorrette DAi colli tESi a quindici metri di altezza. Ce n’era uno di un blu argenteo con lunghe corna appuntite, che ringhiava e tentava di mordere i maghi a terra; uno verde ricoperto di scaglie lisce, che si contorceva e pEStava i piedi con tutte le sue forze; uno rosso con una strana frangia d’oro lucente attorno al muso, che sparava nuvole di fuoco a forma di fungo nell’aria; e uno nero gigantESco, più simile a un lucertolone degli altri, il più vicino a loro.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Almeno trenta maghi, sette o otto per ciascun drago, cercavano di tenerli sotto controllo, tirando le catene agganciate a pESanti collari di cuoio fissati attorno al collo e alle zampe dei bEStioni. Ipnotizzato, Harry guardò in su, molto in alto, e vide gli occhi del drago nero, DAlle pupille verticali come quelle di un gatto, sporgere per la paura o la furia, non sapeva dire perché… emetteva un suono terribile, un urlo stridente, quasi un ululato…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Stai indietro, Hagrid!» gridò un mago vicino alla staccionata, tirando la catena che aveva in mano. «Sputano fuoco nel raggio di sei metri, sai! QuESto Spinato è arrivato anche a dodici, l’ho visto io!»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Non serve!» urlò un altro mago. «SchiantESimo, al mio tre!»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Harry vide tutti i GuarDAdraghi EStrarre le bacchette magiche.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Stupeficium!» urlarono in coro, e gli SchiantESimi sfrecciarono nell’oscurità come razzi infiammati, ESplodendo in una pioggia di stelle sulla pelle squamosa dei draghi…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
I GuarDAdraghi abbassarono le bacchette e avanzarono verso le bEStie afflosciate, ciascuna delle quali aveva le dimensioni di una collinetta. Si affrettarono a stringere le catene e a fissarle salDAmente a pioli di ferro che piantarono in profondità nel terreno con le loro bacchette.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Vuoi vederli più DA vicino?» chiESe Hagrid a MaDAme Maxime, eccitato. I due avanzarono fino alla staccionata, e Harry li seguì. Il mago che aveva avvertito Hagrid di non avvicinarsi oltre si voltò e Harry lo riconobbe: era Charlie Weasley.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Tutto bene, Hagrid?» disse ansante, avvicinandosi per parlare. «Ora dovrebbero ESsere a posto — li avevamo mESsi fuori gioco con una Pozione Sonnifera venendo qui, pensavamo che sarebbe stato meglio se si svegliavano al buio, in un posto tranquillo — ma, come hai visto, non erano contenti, nemmeno un po’…»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Di che razza sono, Charlie?» chiESe Hagrid, contemplando il drago più vicino — quello nero — quasi con reverenza. Gli occhi del mostro erano ancora semiaperti. Harry vide una striscia di un giallo brillante sotto la rugosa palpebra nera.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«QuESto è un Ungaro Spinato» disse Charlie. «Lì abbiamo un GallESe Comune Verde, il più piccolo; un Grugnocorto SvedESe, quello blugrigio; e un Petardo CinESe, quello rosso».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Charlie si guardò attorno; MaDAme Maxime si stava avvicinando allo steccato, e fissava i draghi.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Non sapevo che l’avrESti portata, Hagrid» disse Charlie, accigliato. «I campioni non dovrebbero sapere che cosa li aspetta… si sentirà in dovere di dirlo alla sua allieva, no?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Un appuntamento veramente romantico, Hagrid» disse Charlie, scuotendo la tESta.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Solo superarli, credo» rispose Charlie. «Noi saremo pronti a intervenire se le cose si mettono male, con gli IncantESimi Idranti a portata di bacchetta. Hanno voluto delle madri in cova, non so perché… ma ti dico una cosa, non invidio il ragazzo a cui toccherà lo Spinato. È DAvvero malvagio. È pericoloso dietro quanto DAvanti, guarDA».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Charlie indicò la coDA dello Spinato, e Harry vide una serie di lunghe punte color del bronzo che spuntavano a intervalli di pochi centimetri.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
In quel momento cinque colleghi di Charlie avanzarono barcollando verso lo Spinato, trasportando un mucchio di grosse uova color granito su una coperta che tenevano per gli orli. Li deposero con cautela accanto allo Spinato. Hagrid lanciò un gemito di dESiderio.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
«Bene» rispose Hagrid senza distogliere lo sguardo DAlle uova.
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«Spero solo che starà bene anche dopo aver affrontato quESti qua» disse Charlie cupo, guarDAndo verso il recinto dei draghi. «Non ho avuto il coraggio di dire a mia madre in che consiste la prima prova, è già così agitata…» Charlie imitò la voce ansiosa di sua madre. «“Come hanno potuto permettere che partecipasse a quel torneo, è troppo, troppo giovane! Credevo che fossero tutti al sicuro, credevo che ci sarebbe stato un limite d’età!” Era una fontana dopo quell’articolo della Gazzetta del Profeta su di lui. “Piange ancora per i suoi genitori! Oh, poverino, e io non l’ho mai saputo!”»
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Harry ne aveva avuto abbastanza. Certo che Hagrid non avrebbe sentito la sua mancanza, con le attrattive di quattro draghi e di MaDAme Maxime a tenerlo occupato; si voltò in silenzio e s’incamminò di ritorno verso il castello.
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Non sapeva se ESsere contento di aver visto ciò che lo aspettava o no. Forse cosi era meglio. Ora il primo shock era passato. Forse se avESse visto i draghi per la prima volta martedì, sarebbe svenuto secco DAvanti a tutta la scuola… ma forse sarebbe svenuto comunque… avrebbe avuto come unica arma la bacchetta — che al momento non sembrava niente più che una strisciolina di legno — contro un drago sputafuoco alto quindici metri, squamoso e irto di punte. E doveva superarlo. DAvanti a tutti. Come?
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Harry accelerò, costeggiando il limitare della ForESta; aveva meno di quindici minuti per tornare DAvanti al camino e parlare con Sirius, e non ricorDAva di aver mai dESiderato tanto parlare con qualcuno — quando inaspettatamente urtò contro qualcosa di molto duro.
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Harry verificò in fretta che il mantello lo ricoprisse e rimase distESo immobile a fissare la sagoma scura che aveva urtato. Riconobbe il pizzetto… era Karkaroff.
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«Chi è là?» ripeté Karkaroff, molto sospettoso, guarDAndosi intorno nell’oscurità. Harry rimase immobile, in silenzio. Dopo un minuto. Karkaroff sembrò convincersi che si fosse trattato di un qualche animale; si guardò attorno all’altezza della vita, come se si aspettasse di veder spuntare un cane. Poi scivolò di nuovo al riparo degli alberi, e prESe ad avanzare verso il luogo in cui si trovavano i draghi.
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Harry non aveva alcun dubbio su ciò che stava per fare Karkaroff. Era sgattaiolato giù DAlla sua nave per cercare di scoprire quale sarebbe stata la prima prova. Forse aveva addirittura visto Hagrid e MaDAme Maxime allontanarsi insieme verso la ForESta — non erano certo difficili DA individuare, anche in lontananza… e ora tutto quello che doveva fare era seguire il suono delle voci, e cosi avrebbe saputo che cosa era in serbo per i campioni. A quanto pareva, il solo che martedì avrebbe affrontato l’ignoto era Cedric.
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Harry raggiunse il castello, scivolò dentro per la porta principale e prESe a salire la scalinata di marmo; era molto affannato, ma non osò rallentare… aveva meno di cinque minuti per raggiungere il fuoco…
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«Guazzabuglio!» boccheggiò alla Signora Grassa, che stava ronfando nella sua cornice DAvanti al passaggio.
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«Se lo dici tu» borbottò lei assonnata, senza aprire gli occhi, e il quadro scattò come una porta per lasciarlo passare. Harry si arrampicò all’interno. La sala comune era dESerta, e, a giudicare DAll’odore normale, Hermione non aveva dovuto ricorrere alle Caccabombe per garantire la privacy a lui e Sirius.
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Harry si sfilò il Mantello dell’Invisibilità e si lasciò cadere in una poltrona DAvanti al fuoco. La stanza era immersa nella semioscurità; le fiamme erano l’unica fonte di luce. Lì accanto, sul tavolo, le spille TIFA PER CEDRIC DIGGORY che i Canon avevano cercato di modificare scintillavano al bagliore del fuoco: ora dicevano POTTER FA DAVVERO SCHIFO. Harry tornò a guarDAre le fiamme e sobbalzò.
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La tESta di Sirius troneggiava nel fuoco. Se Harry non avESse visto il signor Diggory fare ESattamente la stESsa cosa nella cucina dei Weasley, gli sarebbe venuto un colpo. Invece, con il volto illuminato DAl primo sorriso dopo giorni e giorni, si rizzò in piedi, si accoccolò vicino al camino e disse: «Sirius… come stai?»
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Sirius era diverso DA come lo ricorDAva Harry. Quando si erano salutati, il suo volto era magro e incavato, circonDAto DA una gran massa di lunghi capelli neri aggrovigliati: ma ora i capelli erano corti e puliti, il viso era florido, e Sirius sembrava molto più giovane, molto più simile alla sola fotografia che Harry aveva di lui, scattata al matrimonio di JamES e Lily Potter.
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«Io…» Per un istante, Harry cercò di dire «bene», ma non ce la fece. Prima di riuscire a fermarsi, si ritrovò a parlare più di quanto non avESse fatto DA giorni: di come nESsuno credESse che non era stato a lui a proporsi per il Torneo, delle bugie di Rita Skeeter sulla Gazzetta del Profeta, di come non poteva fare un passo senza ESsere prESo in giro — e di Ron, Ron che non gli credeva, Ron che era geloso…
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«… e adESso Hagrid mi ha appena fatto vedere che cosa succederà nella prima prova, e si tratta di draghi, Sirius, e io sono perduto» concluse disperato.
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Sirius lo scrutò ansiosamente, con occhi che non avevano ancora perso lo sguardo fosco e spiritato che Azkaban gli aveva imprESso. Aveva lasciato parlare Harry tino allo sfinimento senza interromperlo, ma ora disse: «Coi draghi possiamo vedercela. Harry, ma ci arriveremo tra un minuto: non posso rEStare molto… sono penetrato in una casa di maghi per usare il fuoco, ma potrebbero tornare DA un momento all’altro. Devo metterti in guardia DA alcune cose».
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«Cosa?» ESclamò Harry. sentendo l’umore scendere ancora di qualche tacca… non poteva certo ESserci in arrivo niente di peggio dei draghi.
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«Fu catturato, era ad Azkaban con me, ma è stato rilasciato. Scommetterei qualunque cosa che Silente ha voluto un Auror a Hogwarts quESt’anno per tenerlo d’occhio. Moody prESe Karkaroff e lo schiaffò ad Azkaban».
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«Ha trovato un accordo con il Ministero della Magia» disse Sirius con amarezza. «Ha dichiarato di aver capito l’errore delle sue scelte, e poi ha fatto dei nomi… ha fatto finire un mucchio di altra gente al suo posto ad Azkaban… non è molto popolare laggiù, te lo assicuro. E DA quando è uscito, per quel che ne so, insegna le Arti Oscure a tutti gli studenti che passano per quella sua scuola. Quindi guarDAti anche DAl campione di Durmstrang».
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«Ok» disse Harry lentamente. «Ma… stai dicendo che è stato Karkaroff a mettere il mio nome nel Calice? Perché se è stato lui, è DAvvero un bravo attore. Sembrava furibondo. Voleva impedirmi di gareggiare».
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«Tu e il rESto del mondo» lo interruppe Harry amareggiato.
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«… e leggendo tra le righe del pezzo di quella Skeeter il mESe scorso, be’, Moody è stato aggredito la sera prima di cominciare a lavorare a Hogwarts. Si, lo so che lei sostiene che si è trattato di un altro falso allarme» aggiunse Sirius in fretta, vedendo che Harry stava per parlare, «ma io non credo che sia così. Credo che qualcuno abbia tentato di impedirgli di venire a Hogwarts. Credo che qualcuno sapESse che il suo compito sarebbe stato molto più difficile con lui nei paraggi. E nESsuno ha intenzione di inDAgare a fondo, Malocchio denuncia intrusi un po’ troppo spESso. Ma quESto non significa che non sia più in grado di riconoscere i pericoli. Moody era l’Auror migliore che il Ministero abbia mai avuto».
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«Allora… che cosa vorrESti dire?» disse Harry ESitante. «Karkaroff sta cercando di uccidermi? Ma… perché?»
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Sirius ESitò.
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«Sì, ma… non è molto probabile che sia anDAta dritta DA Voldemort, no?»
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«Allora… allora Voldemort potrebbe aver scoperto del Torneo?» disse Harry. «È quESto che vuoi dire? Credi che Karkaroff potrebbe ESsere qui per suo ordine?»
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«Non lo so» rispose Sirius soppESando le parole, «non lo so proprio… Karkaroff non mi sembra il tipo che tornerebbe DA Voldemort a meno di non ESsere certo che Voldemort sia abbastanza potente DA proteggerlo. Ma chiunque ha mESso il tuo nome in quel Calice lo ha fatto per una ragione, e non posso fare a meno di pensare che il Torneo sarebbe un gran bel modo di eliminarti, e di farlo sembrare un incidente».
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«Mi sembra DAvvero un ottimo piano» disse Harry sconsolato. «Dovranno solo stare in un angolo e lasciar fare ai draghi».
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«Giusto, i draghi» disse Sirius, parlando molto in fretta. «C’è un modo, Harry. Non farti tentare DA uno SchiantESimo: i draghi sono forti e hanno una magia troppo potente per ESsere abbattuti così. Servono una mezza dozzina di maghi insieme per sopraffare un drago…»
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«Ma puoi farcela DA solo» riprESe Sirius. «C’è un modo, e ti serve solo un semplice incantESimo. Basta che…»
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Ma a un tratto Harry alzò una mano per zittirlo, con il cuore che batteva all’impazzata, come se stESse per ESplodere. Dei passi scendevano la scala a chiocciola alle sue spalle.
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Harry si raddrizzò, nascondendo il fuoco. Se qualcuno avESse visto la faccia di Sirius entro le mura di Hogwarts, sarebbe succESso un pandemonio: il Ministero sarebbe stato coinvolto; lui, Harry, sarebbe stato interrogato su dove si trovava Sirius…
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Harry udì un piccolo pop nel fuoco alle sue spalle, e seppe che Sirius se n’era anDAto. Fissò la parte più bassa della scala a chiocciola: chi aveva deciso di fare una passeggiatina all’una del mattino e aveva impedito a Sirius di dirgli come fare a superare un drago?
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Era Ron. Si fermò di botto quando si trovò di fronte Harry DAll’altra parte della stanza, e si guardò intorno.
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«Con chi stavi parlando?» chiESe.
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«Che te ne frega?» ringhiò Harry. «Che cosa fai quaggiù a quESt’ora della notte?»
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«Hai pensato che dovevi venire a ficcare il naso, eh?» gridò Harry. Sapeva che Ron non aveva idea di ciò che aveva interrotto, sapeva che non l’aveva fatto apposta, ma non gì’importava: in quel momento odiava tutto di Ron, perfino i parecchi centimetri di caviglie nude che spuntavano DAi pantaloni del suo pigiama a disegni marrone.
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«Scusa tanto» disse Ron, rosso di rabbia. «Avrei dovuto capirlo che non volevi ESsere disturbato. Me ne vado subito, così potrai continuare a fare le prove per la prossima intervista in santa pace».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Harry afferrò una delle spille POTTER FA DAVVERO SCHIFO DAl tavolo e la scagliò con violenza attraverso la stanza. La spilla colpì Ron sulla fronte e rimbalzò a terra.
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«Tieni» sibilò Harry. «Portati quESta, martedì. Magari adESso avrai anche tu una cicatrice, se sei fortunato… è quESto che vuoi, no?»
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Scappò via DAlla stanza e si precipitò per le scale; una parte di lui si aspettava che Ron lo fermasse, magari che gli tirasse un pugno, ma Ron rEStò lì nel suo pigiama troppo piccolo, e Harry giacque a lungo insonne e agitato, e non lo sentì salire a dormire. L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4) |
Harry si alzò la domenica mattina, e si vEStì così distrattamente che ci mise un po’ ad accorgersi che stava cercando di infilarsi il cappello sul piede al posto del calzino. Quando finalmente ebbe sistemato tutti gli abiti sulle parti giuste del corpo, andò a cercare Hermione, e la trovò nella Sala Grande al tavolo di Grifondoro, dove stava facendo colazione con Ginny. Troppo irrequieto per mangiare, Harry attESe che Hermione ingollasse la sua ultima cucchiaiata di porridge, poi la trascinò fuori per un’altra passeggiata. Mentre facevano un altro lungo giro attorno al lago, le raccontò tutto dei draghi, e quasi tutto quello che aveva detto Sirius.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
«Troviamo il modo di farti rEStare vivo fino a martedì sera» disse accoratamente, «e poi potremo preoccuparci di Karkaroff».
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
Fecero tre volte il giro del lago, cercando di pensare a un incantESimo semplice che potESse soggiogare un drago. Ma non gliene venne in mente nESsuno, così si rinchiusero in biblioteca. Qui Harry sfilò DAgli scaffali tutti i libri sui draghi che riusci a trovare, e tutti e due si misero a consultarli uno dopo l’altro.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
«Come tagliare gli artigli d incanto… Come curare la carie delle scaglie… quESta roba non serve, va bene per svitati come Hagrid che vogliono tenerli in forma…»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
«I draghi sono EStremamente difficili DA uccidere, a causa dell’antica magia che intride la loro spESsa pelle, che solo gli incantESimi più potenti sono in grado di perforare… ma Sirius ha detto che ne basta uno semplice…»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
«Proviamo con dei libri di incantESimi semplici, allora» disse Harry, gettando via Uomini Che Amano Troppo i Draghi.
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Tornò al tavolo con una pila di libri di formule magiche, li posò e cominciò a scorrerli uno per uno, con Hermione che sussurrava ininterrottamente al suo fianco. «Be’, ci sono gli IncantESimi di Scambio… ma a cosa serve Scambiare? A meno che tu non scambi le sue zanne con gomma DA masticare o roba del genere, così diventerebbe meno pericoloso… il guaio è che come dice il libro non c’è molto che possa trapassare la pelle di drago… ti suggerirei di Trasfigurarlo, ma una cosa così grossa, non hai la minima speranza, dubito che anche la profESsorESsa McGranitt… a meno che tu non debba scagliare l’incantESimo su di te… Forse per attribuirti dei poteri in più? Ma quelli non sono incantESimi semplici, voglio dire, non ne abbiamo fatto nemmeno uno in classe, io so solo che ESistono perché faccio i tESt di G.U.F.O. per ESercitarmi…»
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Ma tutto quello che succESse quando Hermione tacque fu che il cervello di Harry si riempì di una specie di vuoto ronzio, che non lasciava spazio alla concentrazione. Scorse senza speranza l’indice di IncantESimi-base per chi ha poco tempo: rasatura istantanea… ma i draghi non avevano il pelo… alito pepato… probabilmente avrebbe solo aumentato la gittata del fuoco di un drago… lìngua cornuta… proprio quello di cui aveva bisogno, regalargli un’arma in più…
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«Oh, no, è tornato un’altra volta, perché non può leggere sulla sua stupiDA nave?» sbottò Hermione seccata mentre Viktor Krum entrava ciondolando, scoccava un’occhiata arcigna verso di loro e si sistemava in un angolo lontano con una pila di libri. «Andiamo, Harry… torneremo in sala comune… il suo fan club sarà qui a momenti, tutto cinguettante…»
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E in effetti, mentre uscivano, una banDA di ragazze entrò in punta di piedi. Una di loro portava una sciarpa della Bulgaria legata alla vita.
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Quella notte Harry dormì appena. Quando si svegliò il lunedì mattina, per la prima volta in assoluto prESe seriamente in considerazione l’idea di fuggire DA Hogwarts. Ma mentre si guarDAva intorno nella Sala Grande a colazione, pensò a ciò che avrebbe significato lasciare il castello, e seppe che non poteva. Era l’unico posto in cui fosse stato mai felice… be’. doveva ESserlo stato anche con i suoi genitori, ma non se lo ricorDAva.
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In qualche modo, gli faceva bene sapere che trovarsi lì e affrontare un drago era meglio che ESsere ancora a Privet Drive con Dudley; lo faceva sentire un po’ più tranquillo. Finì a fatica la pancetta (la gola non gli funzionava molto bene), e mentre lui e Hermione si alzavano vide Cedric Diggory allontanarsi DAl tavolo di Tassorosso.
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Cedric non sapeva ancora dei draghi… era il solo campione a non sapere, se Harry aveva ragione di pensare che MaDAme Maxime e Karkaroff lo avrebbero detto a Fleur e Krum…
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Quando Harry giunse ai piedi della scalinata di marmo, Cedric era in cima, con un gruppo di amici del sESto anno. Harry non voleva parlargli DAvanti a loro; erano di quelli che lo bersagliavano di battute sull’articolo di Rita Skeeter tutte le volte che lo incontravano. Seguì Cedric tenendosi a distanza, e vide che puntava verso il corridoio dell’aula di IncantESimi. Ciò gli diede un’idea. Fermandosi a una certa distanza DA loro, EStrasse la bacchetta e prESe la mira con cura.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
La borsa di Cedric si strappò. Pergamene, penne e libri si sparpagliarono sul pavimento. Parecchie boccette d’inchiostro anDArono in frantumi.
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«Non importa» disse Cedric seccato, mentre i suoi amici si chinavano per aiutarlo, «dite a Vitious che sto arrivando, anDAte…»
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Era ESattamente ciò che Harry sperava. Fece sparire la bacchetta, attESe che gli amici di Cedric fossero entrati in classe, e corse nel corridoio, ora completamente dESerto, a parte loro due.
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«Ciao» disse Cedric, raccogliendo la sua GuiDA alla Trasfigurazione Avanzata che ora era macchiata di inchiostro. «Mi si è appena rotta la borsa… e pensare che era nuova di zecca…»
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«Cosa?» ESclamò Cedric alzando gli occhi.
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«Draghi» disse Harry parlando in fretta, nel caso che il profESsor Vitious uscisse a vedere che cosa stava facendo Cedric. «Ce ne sono quattro, uno per ciascuno, e dobbiamo superarli».
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Cedric lo fissò sbalordito. Harry vide un po’ del panico che provava DA sabato notte balenare negli occhi grigi di Cedric.
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«Sei sicuro?» gli chiESe, con voce soffocata.
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«Non è importante» disse Harry in fretta: sapeva che Hagrid sarebbe finito nei guai se avESse detto la verità. «Ma non sono solo io a saperlo. Maxime e Karkaroff hanno visto i draghi, ormai lo sapranno anche Fleur e Krum…».
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Cedric si alzò, le braccia cariche di penne, pergamene e libri macchiati d’inchiostro, la borsa strappata che penzolava DAlla spalla. Osservò Harry con uno sguardo perplESso, quasi sospettoso.
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Harry lo guardò incredulo. Era sicuro che Cedric non glielo avrebbe chiESto se avESse visto i draghi con i suoi occhi. Harry non avrebbe lasciato nemmeno il suo peggior nemico ad affrontare quei mostri impreparato — be’, forse Malfoy o Piton…
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«È solo che è… corretto, no?» disse a Cedric. «AdESso lo sappiamo tutti… partiamo alla pari, no?»
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Cedric lo guarDAva ancora con vago sospetto quando Harry udì un ticchettio familiare alle sue spalle. Si voltò e vide Malocchio Moody uscire DA una delle aule vicine.
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Harry fissò Moody allarmato. Li aveva sentiti? «Ehm… profESsore, dovrei ESsere a Erbologia…»
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Harry lo seguì, chiedendosi che cosa gli sarebbe succESso. E se Moody voleva sapere come aveva fatto a scoprire i draghi? Sarebbe anDAto DA Silente e avrebbe denunciato Hagrid, o si sarebbe limitato a trasformare Harry in un furetto? Be’, poteva ESsere più facile superare un drago sotto le sembianze di un furetto, Harry ridletté deprESso, sarebbe stato molto più piccolo, molto meno visibile DA un’altezza di quindici metri…
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«Hai fatto una cosa molto onESta, Potter» disse Moody tranquillamente.
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Harry non sapeva cosa dire; non era quESta la reazione che si era aspettato.
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Era entrato in quell’ufficio al tempo di due dei suoi occupanti precedenti. All’epoca del profESsor Allock, le pareti erano tappezzate di ritratti sorridenti di Allock stESso che facevano l’occhiolino. Quando c’era Lupin, era più probabile imbattersi in un ESemplare di qualche nuova, affascinante Creatura Oscura che si era procurato per la lezione. Ora, invece, l’ufficio era pieno di una serie di oggetti straordinariamente stravaganti che Moody doveva aver usato nei giorni in cui era un Auror.
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Sulla sua scrivania c’era quella che sembrava una grossa trottola di vetro incrinato: era uno Spioscopio. Harry lo riconobbe subito perché ne aveva uno anche lui, molto più piccolo di quello di Moody. Su un tavolino nell’angolo c’era un oggetto che sembrava un’antenna televisiva dorata decisamente arzigogolata. L’antenna ronzava. Quello che sembrava uno specchio era appESo alla parete di fronte a Harry, ma non rifletteva la stanza. Sagome in ombra si muovevano al suo interno, nESsuna completamente a fuoco.
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«Ti piacciono i miei Detector Oscuri, eh?» chiESe Moody, che studiava attentamente Harry.
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«Quello cos’è?» chiESe Harry, indicando l’antenna d’oro arzigogolata.
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«Un Sensore Segreto. Vibra quando capta dissimulazioni e bugie… qui non serve, naturalmente, ci sono troppe interferenze — studenti DA tutte le parti che mentono sul perché non hanno fatto i compiti. Ronza DA quando sono arrivato. Ho dovuto disattivare lo Spioscopio perché non smetteva mai di fischiare. È molto sensibile, capta segnali nel raggio di un chilometro. Naturalmente è in grado di captare molto più della solita roba DA bambini» aggiunse con un brontolio.
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«Oh, quello è il mio Avversaspecchio. Li vedi quelli là che gironzolano? Non sono DAvvero nei guai finché non distinguo il bianco dei loro occhi. Allora apro il baule».
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ESplose in una breve risata roca e indicò un grosso baule sotto la finEStra. Aveva sette serrature in fila. Harry si chiESe che cosa c’era dentro, finché la domanDA succESsiva di Moody non lo riportò bruscamente sulla terra.
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Harry ESitò. Era quello che aveva temuto: ma non aveva detto a Cedric, e certo non aveva intenzione di dire a Moody, che Hagrid aveva violato le regole.
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Moody sorrise. «Non ti stavo accusando, ragazzo. È DAll’inizio che lo ripeto a Silente, può fare il nobile quanto gli pare, ma ci puoi scommettere che il vecchio Karkaroff e la Maxime non lo saranno. Avranno raccontato ai loro campioni tutto quello che potevano. Vogliono vincere. Vogliono battere Silente. Vogliono dimostrare che è un ESsere umano».
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Moody scoppiò in una risata rauca, e il suo occhio magico vorticò così in fretta che nel guarDArlo a Harry venne la nausea.
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«Be’, non ho intenzione di dirtelo» disse Moody burbero. «Non faccio favoritismi, io. Ti DArò solo qualche buon consiglio generale. E il primo è: gioca secondo le tue forze».
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Harry si sforzò di concentrarsi. Qual era la cosa che sapeva fare meglio? Be’, era facile DAvvero…
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«Il Quidditch» rispose deprESso, «e mi sarà molto utile…»
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«È vero» disse Moody, fissandolo intensamente, l’occhio magico quasi immobile. «Sei maledettamente bravo a volare, DA quel che ho sentito».
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«Sì, ma…» Harry rEStituì lo sguardo. «Non mi è concESso portare la scopa, ho solo la bacchetta…»
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«Il mio secondo consiglio generale» lo interruppe Moody ad alta voce, «è usare un bell’incantESimo facile che ti permetta di ottenere ciò di cui hai bisogno».
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«Hermione» sussurrò Harry dieci minuti dopo, arrivando di corsa nella serra numero tre, biascicando delle scuse affrettate alla profESsorESsa Sprite mentre le passava DAvanti, «Hermione… devi aiutarmi».
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«Che cosa credi che stia cercando di fare, Harry?» ribatté lei, gli occhi sbarrati DAll’ansia al di sopra del fremente CESpuglio Farfallino che stava potando.
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«Hermione, devo imparare a fare un IncantESimo di Appello come si deve entro domani pomeriggio».
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E così si allenarono. Non pranzarono, ma cercarono un’aula vuota, e qui Harry tentò con tutte le sue forze di attirare a sé svariati oggetti attraverso la stanza. Aveva ancora qualche difficoltà. I libri e le penne continuavano a perdere potenza a metà straDA e a cadere a terra come sassi.
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Voleva saltare Divinazione per continuare ad allenarsi, ma Hermione si rifiutò decisamente di bigiare Aritmanzia, e non aveva senso rEStare senza di lei. Così dovette sopportare più di un’ora di profESsorESsa Cooman, che passò metà della lezione a dire a tutti che, in base alla posizione di Marte rispetto a Saturno in quel momento, le persone nate in luglio correvano seri pericoli di morte improvvisa e violenta.
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«Be’, magnifico» disse Harry forte, sentendosi invadere DAlla rabbia, «basta che sia una cosa rapiDA, non voglio soffrire».
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Per un attimo parve che Ron stESse per scoppiare a ridere; di sicuro incrociò lo sguardo di Harry per la prima volta DA giorni, ma Harry provava ancora troppo rancore per baDArgli. Passò il rESto della lezione cercando di attirare a sé con la bacchetta piccoli oggetti sotto il tavolo. Riuscì a far volare una mosca dritto nel palmo della mano, anche se non era del tutto certo che fosse dovuto alla sua abilità nell’IncantESimo di Appello: forse la mosca era solo stupiDA.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
Cercò di buttar giù qualcosa per cena dopo Divinazione, poi tornò nell’aula vuota con Hermione, usando il Mantello dell’Invisibilità per evitare gli insegnanti. Continuarono ad allenarsi fino a mezzanotte passata. Sarebbero rimasti anche più a lungo, ma comparve Pix, che fingendo di credere che Harry volESse farsi tirare addosso le cose, cominciò a scaraventare sedie per la stanza. Harry e Hermione se ne anDArono di corsa prima che il frastuono attirasse Gazza, e tornarono nella sala comune di Grifondoro, che ora era misericordiosamente vuota.
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Alle due di notte, Harry era in piedi vicino al camino, circonDAto DA cataste di oggetti — libri, penne, parecchie sedie rovESciate, un vecchio kit di Gobbiglie e il rospo di Neville, Oscar. Solo nel corso dell’ultima ora era riuscito DAvvero a padroneggiare l’IncantESimo di Appello.
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«Be’, adESso sappiamo cosa fare la prossima volta che non riESco a imparare un incantESimo» ESclamò Harry, lanciando a Hermione il Dizionario delle Rune per riprovare, «basta che mi minacci con un drago. Pronti…» Levò ancora una volta la bacchetta. «Accio Dizionario!»
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Il librone decollò DAlla mano di Hermione, attraversò la stanza volando e Harry lo afferrò.
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«Harry, l’hai imparato DAvvero!» disse Hermione incantata.
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«Basta che funzioni domani» disse Harry. «La Firebolt sarà molto più lontana di quESta roba, sarà dentro il castello, e io sarò fuori nel parco…»
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Quella sera Harry si era concentrato così tanto per imparare l’IncantESimo di Appello che un po’ della sua paura cieca lo aveva abbandonato. La mattina dopo, comunque, tornò tutta intera. L’atmosfera nella scuola era di grande tensione ed eccitazione. Le lezioni sarebbero terminate a mezzogiorno, DAndo modo a tutti gli studenti di scendere al recinto dei draghi, anche se naturalmente non sapevano ancora che cosa avrebbero trovato laggiù.
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Harry si sentiva stranamente isolato DA tutti, sia che gli augurassero buona fortuna sia che sibilassero «Teniamo pronta una scatola di fazzoletti, Potter» al suo passaggio. Era talmente nervoso che si chiESe se nel momento di affrontare il drago non avrebbe semplicemente perso la tESta, scagliando incantESimi su tutti quanti.
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Il tempo si comportava in modo più stravagante che mai: filava via a grandi blocchi, così che un momento gli sembrava di ESsere seduto in classe per la prima lezione, Storia della Magia, e il momento dopo stava anDAndo a pranzo… e poi (dov’era finita la mattinata? Le ultime ore senza draghi?) ecco che la profESsorESsa McGranitt gli correva incontro nella Sala Grande. Un sacco di ragazzi gli puntarono gli occhi addosso.
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«Potter, i campioni devono venire giù nel parco adESso… dovete prepararvi per la prima prova».
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Uscì DAlla Sala Grande assieme alla profESsorESsa McGranitt. Quasi non sembrava lei; in effetti, era preoccupata quasi quanto Hermione. Mentre lo scortava giù per i gradini di pietra nel freddo pomeriggio di novembre, gli posò una mano sulla spalla.
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«Ora, non farti prendere DAl panico» disse, «cerca di rEStare distaccato… abbiamo maghi a disposizione per controllare la situazione se sfugge di mano… la cosa più importante è che tu faccia meglio che puoi, e nESsuno penserà male di te… ti senti bene?»
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Lo stava guiDAndo verso il luogo in cui si trovavano i draghi, lungo il limitare della ForESta, ma quando si avvicinarono alla macchia di alberi oltre la quale lo steccato sarebbe stato chiaramente visibile, Harry vide che era stata eretta una tenDA: l’ingrESso era DAvanti a loro e nascondeva i draghi.
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«Devi entrare là con gli altri campioni» disse la profESsorESsa McGranitt con voce piuttosto tremante, «e aspettare il tuo turno, Potter. Il signor Bagman è là dentro… ti spiegherà la… la procedura… buona fortuna».
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«Grazie» disse Harry con voce sorDA e distante. Lei lo lasciò all’ingrESso delia tenDA. Harry entrò.
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Fleur Delacour era seduta in un angolo su un basso sgabello di legno. Non sembrava affatto calma come al solito, ma era palliDA e suDAticcia. Viktor Krum sembrava anche più arcigno del solito, e Harry suppose che fosse il suo modo di manifEStare la tensione. Cedric camminava avanti e indietro. All’ingrESso di Harry, gli rivolse un sorrisetto, che Harry ricambiò, accorgendosi che i suoi muscoli facciali facevano fatica a lavorare, come se avESsero dimenticato come si faceva.
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«Harry! Ehilà!» disse Bagman allegro, voltandosi a guarDArlo. «Entra, entra, mettiti comodo!»
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Bagman sembrava vagamente un personaggio dei cartoni animati un po’ gonfiato, lì in mezzo ai campioni pallidi e tirati. Indossava di nuovo la sua vecchia divisa DA VESpa.
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«Be’, ora che ci siamo tutti è giunto il momento di informarvi!» disse Bagman in tono vivace. «Quando il pubblico avrà prESo posto, vi consegnerò quESta borsa» — mostrò un sacchetto di seta viola e lo scosse — «DA cui EStrarrete a turno un modellino della cosa che state per affrontare! Ce ne sono diversi — ehm — tipi, sapete. E devo dirvi anche qualcos’altro… ah, sì… il vostro compito e impadronirvi dell’uovo d’oro!»
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Harry si guardò attorno. Cedric aveva annuito una volta, per mostrare che aveva capito le parole di Bagman, e poi aveva riprESo a percorrere la tenDA su e giù; era un po’ verDAstro. Fleur Delacour e Krum non avevano avuto alcuna reazione. Forse pensavano che ad aprire la bocca avrebbero vomitato; era proprio cosi che si sentiva Harry. Ma loro, almeno, si erano fatti avanti spontaneamente…
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E in un attimo, si udirono centinaia e centinaia di paia di piedi al di là della tenDA, mentre i loro proprietari parlavano eccitati, ridevano, scherzavano… Harry si sentiva separato DAlla folla come se fosse di un’altra specie. E poi — dopo quello che gli parve un secondo — Bagman aprì il sacchetto di seta viola.
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La ragazza infilò una mano tremante nel sacchetto ed EStrasse un minuscolo, perfetto modellino di drago: un GallESe Verde. Attorno al collo aveva appESo il numero due. E Harry seppe, DAl fatto che Fleur non diede segno di sorprESa, ma piuttosto una determinata rassegnazione, che aveva avuto ragione: MaDAme Maxime le aveva detto che cosa la aspettava.
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La stESsa cosa valse per Krum. Lui EStrasse il Petardo CinESe. Aveva il numero tre attorno al collo. Krum non batté ciglio, si limitò a fissare il terreno.
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Cednc infilò la mano nel sacchetto e ne uscì il Grugnocorto SvedESe blugrigio, col numero uno appESo al collo. Sapendo che cosa era rimasto, Harry mise la mano nel sacchetto di seta ed EStrasse l’Ungaro Spinato, il numero quattro. Mentre lo guarDAva, quello spalancò le ali e scoprì le minuscole zanne.
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«Bene, ci siamo!» disse Bagman. «Ciascuno di voi ha EStratto il drago che dovrà affrontare, e i numeri si riferiscono all’ordine in cui li sfiderete, capito? Ora, fra un attimo vi devo lasciare, perché farò la telecronaca. Signor Diggory, lei è il primo, non deve far altro che entrare nel recinto quando sente un fischio, d’accordo? Ora… Harry… posso dirti due parole? Fuori?»
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«Ehm… sì» disse Harry confuso, e si alzò e uscì DAlla tenDA con Bagman, che lo condusse poco distante, tra gli alberi, e poi gli si rivolse con fare paterno.
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«Hai un piano?» gli chiESe Bagman, abbassando la voce in tono cospiratorio. «Perché non mi dispiace DArti qualche consiglio, se ti va, insomma. Voglio dire» continuò Bagman, a voce ancora più bassa, «tu sei quello mESso peggio qui, Harry… se posso fare qualcosa per aiutarti…»
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«No» rispose Harry, così in fretta che capì di ESsere stato sgarbato, «no… io… ho già deciso che cosa fare, grazie».
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«Non lo verrebbe a sapere nESsuno, Harry» disse Bagman con una strizzatina d’occhio.
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«No, sto bene» disse Harry, chiedendosi perché continuava a ripeterlo a tutti, e domanDAndosi se era mai stato meno bene. «Ho un piano che ho EScogitato, io…»
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DA qualche parte risuonò un fischio.
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«Oh cielo, devo correre!» ESclamò Bagman allarmato, e filò via.
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Harry tornò verso la tenDA e vide uscirne Cedric, più verde che mai. Cercò di augurargli buona fortuna mentre passava, ma DAlla sua bocca non uscì altro che una specie di rauco grugnito.
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Harry tornò dentro DA Fleur e Krum. Qualche secondo più tardi, udirono il ruggito della folla, a indicare che Cedric era entrato nello steccato e si trovava faccia a faccia con l’equivalente in carne e ossa del suo modellino…
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Fu peggio di quanto Harry avESse mai potuto immaginare, star lì seduto ad ascoltare. La folla urlò… strillò… trattenne il rESpiro come una sola entità dotata di molte tESte, mentre Cedric s’ingegnava a superare il Grugnocorto SvedESe. Krum continuava a fissare a terra. Fleur ripercorreva i passi di Cedric, intorno alla tenDA. E la cronaca di Bagman rendeva tutto molto, molto peggiore… immagini terribili si formarono nella mente di Harry mentre sentiva: «Oooh, c’è mancato poco, molto poco»… «Corre dei rischi, quESto signore!»… «Bella mossa… peccato che non abbia funzionato!»
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E poi, dopo circa quindici minuti, Harry udì il frastuono assorDAnte che poteva significare solo una cosa: Cedric aveva superato il suo drago e afferrato l’uovo d’oro.
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«DAvvero molto bene!» griDAva Bagman, «E ora il punteggio dei giudici!»
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Ma non gridò i punti; Harry immaginò che i giudici li tenESsero alti e li mostrassero alla folla.
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Fleur tremava DA capo a piedi; Harry si senti più bendisposto nei suoi confronti di quanto non fosse stato fino ad allora, mentre lei usciva DAlla tenDA a tESta alta, con la mano che stringeva convulsamente la bacchetta. Lui e Krum rimasero soli, ai lati opposti della tenDA, evitando di incrociare gli sguardi.
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Tutto ricominciò DAccapo… «Oh, non sono sicuro che sia stata una mossa saggia!» udirono Bagman griDAre gaiamente. «Oh… quasi! Attenta ora… Santo cielo, credevo che ci fosse riuscita!»
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Dieci minuti dopo, Harry sentì la folla ESplodere di nuovo in un applauso… anche Fleur doveva avercela fatta. Una pausa, mentre venivano mostrati i punti di Fleur… altri battimani… poi, per la terza volta, il fischio.
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Si sentiva molto più consapevole del solito di possedere un corpo; molto consapevole del suo cuore che batteva forte e delle sue dita che formicolavano di paura… eppure allo stESso tempo gli pareva di ESsere fuori DA se stESso, di vedere le pareti della tenDA e di sentire la folla come DA una grande distanza…
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«Molto auDAce!» stava urlando Bagman, e Harry udì il Petardo CinESe DAre in un orrendo gemito ruggente, mentre la folla tratteneva il rESpiro come un sol uomo. «Sta dimostrando un bel coraggio… e… sì, ha prESo l’uovo!»
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Gli applausi incrinarono l’aria invernale tESa come un vetro; Krum aveva finito; a momenti sarebbe toccato a Harry.
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Si alzò, notando vagamente che le sue gambe sembravano fatte di zucchero filato. AttESe. E poi sentì il fischietto suonare. Usci DAll’ingrESso della tenDA, il panico crEScente dentro di lui. Ed ecco che oltrepassava gli alberi, ecco che entrava nello steccato attraverso un’apertura.
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Vide ogni cosa DAvanti a lui come se si trattasse di un sogno a colori vivacissimi. C’erano centinaia e centinaia di facce che lo fissavano DA tribune che erano state erette per magia DAll’ultima volta che era stato li. E c’era lo Spinato, all’altro capo del recinto, accoccolato sulla sua covata, le ali ripiegate a metà, i malvagi occhi gialli fissi su di lui, un mostruoso lucertolone DAlle squame nere che agitava la coDA irta di punte, scavando solchi lunghi un metro nel terreno duro. La folla faceva un gran frastuono, ma Harry non sapeva né si curò di scoprire se fosse amichevole o meno. Era ora di fare ciò che doveva fare… di concentrare la mente, totalmente e assolutamente, sulla cosa che era la sua sola possibilità…
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AttESe, ogni fibra del suo corpo che sperava, pregava… se non avESse funzionato… sembrava che vedESse ogni cosa intorno attraverso una sorta di barriera trasparente e luccicante, come una foschia di calore, che faceva fluttuare in modo strano il recinto e le centinaia di facce attorno a lui…
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E poi la sentì sfrecciare nell’aria alle sue spalle; si voltò e vide la sua Firebolt che si scagliava verso di lui costeggiando il bosco, galleggiava nel recinto, e s’immobilizzava a mezz’aria accanto a lui, in attESa che la cavalcasse. La folla faceva ancora più rumore… Bagman urlava qualcosa… ma le orecchie di Harry non funzionavano più a dovere… ascoltare non era importante…
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Guardò giù il mucchio di uova, e riconobbe quello d’oro, che brillava contro i compagni color granito, tutti ammucchiati al sicuro tra le zampe DAvanti del drago. «Ok» si disse Harry, «tattica diversiva… andiamo…»
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Si tuffò. Il muso dello Spinato lo seguì; Harry conosceva le sue intenzioni, e scartò DAlla picchiata appena in tempo; un getto di fuoco aveva invEStito il punto preciso in cui si sarebbe trovato se non avESse deviato… ma Harry non vi fece caso: era ESattamente come evitare un Bolide…
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«Santo cielo, quESto è volare!» strillò Bagman mentre la folla gemeva e tratteneva il rESpiro. «Visto che roba, signor Krum?»
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Harry si levò più su, in cerchio; lo Spinato stava ancora seguendo la sua avanzata, con la tESta che dondolava sul lungo collo — se continuava così, l’avrebbe intontito un bel po’ — ma meglio non ESagerare, o avrebbe sputato fuoco un’altra volta…
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Harry scESe a picco proprio mentre lo Spinato spalancava la bocca, ma quESta volta ebbe meno fortuna: evitò le fiamme, ma la coDA si alzò sferzante per intercettarlo, e mentre deviava a sinistra, una delle lunghe punte gli scalfì la spalla, strappandogli l’abito…
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Sentì un bruciore, udì strilli e gemiti salire DAlla folla, ma la ferita non sembrava profonDA… sfrecciò attorno al dorso dello Spinato, e gli balenò in mente una possibilità…
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PrESe a volare prima DA una parte poi DAll’altra, non abbastanza vicino DA provocare una fiammata, ma simulando una minaccia sufficiente affinché gli tenESse gli occhi incollati addosso. Il suo tEStone dondolava DA una parte all’altra, mentre lo guarDAva con quelle pupille verticali, le zanne scoperte…
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Volò più su. La tESta dello Spinato si levò con lui, il collo ora tESo al massimo, ancora oscillante, come un serpente DAvanti al suo incantatore…
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Harry si alzò ancora di qualche metro, e il drago emise un ruggito ESasperato. Per lui Harry era come una mosca, una mosca che dESiderava scacciare; la sua coDA si dibatté di nuovo, ma ora era troppo in alto per raggiungerlo… sputò fuoco nell’aria, e lui lo schivò… le sue mascelle si spalancarono…
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«Andiamo» sibilò Harry, scartando sopra di lui in modo DA tentarlo, «andiamo, vieni a prendermi… vieni su, ora…»
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E poi il drago si levò, spalancando finalmente le grandi ali di cuoio nero, larghe come quelle di un piccolo aeroplano — e Harry si tuffò. Prima che il drago avESse capito ciò che aveva fatto, o dove fosse sparito, Harry sfrecciava verso il suolo a velocità massima, verso le uova ora non più difESe DAlle zampe anteriori armate di artigli — ecco che levava le mani DAlla Firebolt — ecco che afferrava l’uovo d’oro…
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E con un’enorme accelerata era su, galleggiava sopra le tribune, il pESante uovo al sicuro sotto il braccio ancora sano, e fu come se qualcuno avESse appena rialzato il volume: per la prima volta, si accorse del fragore della folla, che urlava e applaudiva forte come i tifosi irlandESi alla Coppa del Mondo…
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«Ma guarDAte!» strillava Bagman. «Ma guarDAte un po’! Il nostro campione più giovane è stato il più veloce a prendere l’uovo! Bene, ciò abbasserà le quote sul signor Potter!»
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Harry vide i guardiani accorrere per domare lo Spinato, e, all’ingrESso del recinto, la profESsorESsa McGranitt, il profESsor Moody e Hagrid che gli correvano incontro e gli facevano tutti segno di avvicinarsi, i sorrisi ben visibili anche a quella distanza. Tornò a volare sulle tribune, mentre il frastuono della folla gli pulsava nelle orecchie, e atterrò dolcemente, il cuore più leggero di quanto non fosse stato DA settimane… aveva superato la prima prova, era sopravvissuto…
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«Ottimo, Potter!» urlò la profESsorESsa McGranitt mentre lui scendeva DAlla Firebolt: detto DA lei era un complimento insolito. Notò che le tremavano le mani mentre indicava la sua spalla. «Devi anDAre DA MaDAma Chips prima che i giudici ti diano i punti… laggiù, ha già dovuto sistemare Diggory…»
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«Ce l’hai fatta, Harry!» ESclamò Hagrid con voce roca. «Ce l’hai fatta! E proprio contro lo Spinato, te lo ricordi che cos’aveva detto, Charlie, che era il peg…»
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Anche il profESsor Moody sembrava molto soddisfatto; il suo occhio magico ballava tra le palpebre.
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«Di là, Potter, nella tenDA prontosoccorso, per favore…» insistette la profESsorESsa McGranitt.
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Harry uscì DAl recinto, ancora ansante, e vide MaDAma Chips in piedi all’ingrESso di una seconDA tenDA. Aveva l’aria agitata.
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«Draghi!» ESclamò in tono disgustato, trascinando dentro Harry. La tenDA era divisa in cubicoli; Harry distinse l’ombra di Cedric attraverso la tela, ma Cedric non sembrava ferito gravemente; era seduto, almeno. MaDAma Chips ESaminò la spalla di Harry, parlando in tono arrabbiato per tutto il tempo. «L’anno scorso i Dissennatori, quESt’anno i draghi, cos’altro faranno entrare a scuola l’anno prossimo? Sei molto fortunato… è piuttosto superficiale… devo ripulirla prima di medicarla, però…»
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«Ora, stai lì seduto tranquillo un minuto… seduto! E poi potrai anDAre a vedere il punteggio».
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Si precipitò fuori DAlla tenDA e Harry la sentì entrare nel cubicolo accanto e chiedere: «Come va adESso, Diggory?»
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Harry non voleva star seduto; era ancora troppo carico di adrenalina. Si alzò per vedere che cosa succedeva fuori, ma prima di aver raggiunto l’ingrESso della tenDA, Hermione entrò di corsa, seguita DA Ron.
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«Harry, sei stato eccezionale!» disse Hermione con voce roca. C’erano graffi sul suo viso, nei punti in cui aveva affonDAto le unghie per la paura. «Sei stato straordinario! DAvvero!»
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Ma Harry stava guarDAndo Ron, che era molto pallido, e lo fissava come se fosse un fantasma.
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«Harry» disse in tono molto serio, «chiunque abbia mESso il tuo nome in quel Calice… io… io credo che stiano cercando di farti fuori!»
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Era come se le ultime settimane non fossero mai passate, come se Harry incontrasse Ron per la prima volta appena dopo ESsere stato dESignato campione.
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«Ci sei arrivato, eh?» disse fredDAmente. «Ci hai mESso un bel po’».
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Hermione stava in mezzo a loro, tESa, guarDAndo DAll’uno all’altro. Ron aprì la bocca, incerto. Harry capì che stava per scusarsi e all’improvviso sentì che non aveva bisogno di ascoltarlo.
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«È tutto ok» disse, prima che Ron potESse spiccicar parola. «Lascia perdere».
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«Non c’è niente DA piangere!» le disse Harry, sbalordito.
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«Voi due siete così stupidi!» gridò lei tra le lacrime, pEStando il piede a terra. Poi, prima che uno di loro potESse fermarla, abbracciò tutti e due e sfrecciò via. singhiozzando con tutte le sue forze.
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«Quante storie» commentò Ron, scuotendo la tESta. «Harry, andiamo, staranno DAndo il punteggio…»
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Prendendo l’uovo d’oro e la Firebolt. più sollevato di quanto non avESse creduto possibile solo un’ora prima, Harry si chinò per uscire DAlla tenDA, con Ron al fianco, che parlava in fretta.
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«Sei stato il migliore, DAvvero, non c’è paragone. Cedric ha fatto una cosa strana, ha Trasfigurato una pietra per terra… l’ha trasformata in un cane… voleva che il drago lo inseguisse. Be’, è stata una gran bella Trasfigurazione, e ha funzionato, in un certo senso, perché ha prESo l’uovo, ma si è anche bruciato: il drago ha cambiato idea a metà straDA e ha deciso che preferiva acchiappare lui, se l’è cavata per un pelo. E quella Fleur ha tentato una specie di incantESimo, credo che volESse ipnotizzarlo o roba del genere; be’, ha funzionato, un po’, almeno, il drago era tutto insonnolito, ma poi ha sbuffato, ed è venuto fuori un gran getto di fuoco, e la sua gonna ha prESo fuoco: l’ha spenta facendo uscire DAlla bacchetta un po’ d’acqua. E Krum — non ci crederai, ma non gli è nemmeno venuto in mente di volare! Probabilmente è stato il migliore dopo di te, comunque. L’ha beccato nell’occhio con un incantESimo. Solo che quello si è mESso a calpEStare tutto DAl dolore e ha schiacciato metà delle uova vere; gli hanno tolto dei punti, non doveva DAnneggiarle».
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Ron riprESe fiato mentre lui e Harry raggiungevano lo steccato. Ora che lo Spinato era stato portato via, Harry vide dov’erano seduti i cinque giudici: all’altro capo, in postazioni elevate rivEStite d’oro.
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«Ciascuno può DAre al massimo dieci» disse Ron, e Harry, strizzando gli occhi per vedere DAll’altra parte del campo, vide il primo giudice — MaDAme Maxime — levare per aria la bacchetta. Ne sfuggì quello che parve un lungo nastro d’argento, che si curvò in un grande otto.
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«Non male!» ESclamò Ron tra gli applausi della folla. «Credo che ti abbia tolto dei punti per via della spalla…»
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«Sta anDAndo bene!» strillò Ron, DAndo dei gran colpi nella schiena a Harry.
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E poi Karkaroff levò la bacchetta. Si fermò un attimo, e poi anche DAlla sua bacchetta filò fuori un numero: quattro.
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«Cosa?» tuonò Ron infuriato. «Quattro? Tu, sporca canaglia parziale, a Krum hai DAto dieci!»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
Ma a Harry non importava, non gli sarebbe importato nemmeno se Karkaroff gli avESse DAto zero; l’indignazione di Ron valeva almeno cento punti per lui. Non lo disse a Ron, naturalmente, ma il suo cuore era più leggero dell’aria quando si voltò per uscire DAllo steccato. E non era solo Ron… non erano solo i Grifondoro quelli che applaudivano nella folla. Quando si era arrivati al dunque, quando avevano visto che cosa doveva affrontare, gran parte dei ragazzi della scuola si erano schierati DAlla sua parte, come DA quella di Cedric… non gli importava dei Serpeverde, ora poteva sopportare qualunque insulto DA parte loro.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
«Sei al primo posto alla pari, Harry! Tu e Krum!» disse Charlie Weasley, affrettandosi a raggiungerli mentre tornavano a scuola. «Senti, devo correre, devo manDAre un gufo a mamma, le ho giurato di dirle che cosa succedeva — ma è stato incredibile! Oh, si — e devi rEStare qui ancora qualche minuto… Bagman vuole parlarti nella tenDA dei campioni».
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Ron disse che lo avrebbe aspettato, così Harry tornò nella tenDA, che ora sembrava diversa: amichevole e accogliente. Ripensò a quello che aveva provato mentre schivava lo Spinato, e lo paragonò alla lunga attESa prima di uscire ad affrontarlo… non c’era confronto, l’attESa era stata incommensurabilmente peggiore.
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Un lato del viso di Cedric era coperto DA una densa pasta arancione, che prESumibilmente stava curando la sua scottatura. Sorrise a Harry quando lo vide. «Bel colpo, Harry».
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«Anche il tuo» disse Harry, e gli rEStituì il sorriso.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
«Ben fatto, tutti quanti!» ESclamò Ludo Bagman, entrando saltellando nella tenDA, soddisfatto come se fosse stato lui a superare un drago. «Ora, solo due parole veloci. Avete una bella pausa lunga prima della seconDA prova, che avrà luogo la mattina del 24 febbraio alle nove e mezza — ma nel frattempo vi diamo qualcosa a cui pensare! Se guarDAte le uova d’oro che tenete in mano, vedrete che si aprono… vedete il segno? Dovete risolvere l’indovinello che c’è nel vostro uovo, perché vi dirà qual è la seconDA prova, e vi permetterà di prepararvi! È tutto chiaro? Sicuri? Bene, allora potete anDAre!»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
Harry uscì DAlla tenDA, raggiunse Ron e insieme camminarono lungo il limitare della ForESta, parlando fitto; Harry voleva sapere nel dettaglio che cos’avevano fatto gli altri campioni. Poi, mentre aggiravano il ciuffo di alberi dietro il quale Harry aveva visto i draghi ruggire per la prima volta, una strega gli si parò DAvanti all’improvviso.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
Era Rita Skeeter. Quel giorno era vEStita di verde acido, che s’intonava perfettamente con la Penna Prendiappunti, pronta all’azione.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4) |
Quella sera Harry, Ron e Hermione salirono alla Guferia a cercare Leo: Harry voleva scrivere a Sirius per dirgli che era riuscito a superare incolume la prova del drago. Lungo le scale, Harry aggiornò Ron su tutto quello che Sirius gli aveva detto di Karkaroff. Sulle prime Ron fu sconvolto DAlla notizia che Karkaroff era stato un Mangiamorte, ma quando entrarono nella Guferia decretò che avrebbero dovuto sospettarlo fin DAll’inizio.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Tutto torna, no?» disse. «Ti ricordi quello che aveva detto Malfoy sul treno, che suo padre e Karkaroff erano amici? Ora sappiamo dove si sono conosciuti. Probabilmente giravano insieme incappucciati alla Coppa del Mondo. Però, Harry, se è stato DAvvero Karkaroff a mettere il tuo nome nel Calice, adESso si sentirà un idiota, no? Non ha funzionato, eh? Ti sei fatto appena un graffio! Vieni qui: faccio io…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Leo era cosi sovreccitato all’idea di una consegna che continuava a svolazzare attorno alla tESta di Harry, ululando ininterrottamente. Ron afferrò il piccolo gufo e lo tenne ben stretto mentre Harry gli fissava la lettera alla zampa.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Non è assolutamente possibile che le altre prove siano cosi pericolose: come potrebbero?» riprESe Ron portando Leo verso la finEStra. «La sai una cosa? Scommetto che potrESti vincere il Torneo, Harry, dico sul serio».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Harry sapeva che Ron voleva solo farsi perdonare il comportamento delle ultime settimane, ma gli fece piacere lo stESso. Hermione, invece, si appoggiò alla parete della Guferia, incrociò le braccia e guardò torva Ron.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Harry ha ancora un bel po’ di straDA DA fare prima della fine del Torneo» disse seria. «Se quella era la prima prova, non oso pensare a quello che si prepara».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Sempre ottimista, eh?» ribatté Ron beffardo. «Tu e la profESsorESsa Cooman dovrESte uscire insieme qualche volta».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Lanciò Leo fuori DAlla finEStra. Il gufetto precipitò per quattro metri prima di riuscire a rimettersi diritto; la lettera fissata alla sua zampa era molto più lunga e pESante del solito, perché Harry non aveva potuto fare a meno di scrivere la cronaca dettagliata di come aveva schivato, accerchiato e infine giocato l’Ungaro Spinato.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
GuarDArono Leo sparire nell’oscurità, e poi Ron disse: «Be’, sarà meglio scendere per la tua fESta a sorprESa, Harry. Fred e George ormai dovrebbero aver rubato abbastanza cibo DAlle cucine».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
E quando fecero il loro ingrESso nella sala comune di Grifondoro quESta ESplose di nuovo di urla e applausi. C’erano montagne di torte e brocche di succo di zucca e di Burrobirra DAppertutto; Lee JorDAn aveva sparato alcuni Favolosi Fuochi d’Artificio Freddi del dottor Filibuster con InnESco ad Acqua, e l’aria era pervasa di stelline e scintille; e Dean Thomas, che disegnava benissimo, aveva appESo alcuni stenDArdi nuovi DAvvero notevoli, con Harry che sfrecciava attorno alla tESta dello Spinato sulla sua Firebolt, anche se, a dir la verità, un paio mostravano Cedric con la tESta in fiamme. Harry aveva quasi dimenticato cht cosa si provava ad aver DAvvero fame, e si sedette con Ron e Hermione. Non riusciva a credere alla sua felicità: aveva di nuovo Ron al suo fianco, aveva superato la prima prova, e non avrebbe dovuto affrontare la seconDA prima di tre mESi.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Accidenti, quanto pESa» disse Lee JorDAn, soppESando l’uovo d’oro che Harry aveva posato su un tavolo. «Aprilo, Harry, DAi! Vediamo un po’ che cosa c’è dentro!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Dovrebbe cercare di risolvere l’indovinello DA solo» intervenne prontamente Hermione. «Sono le regole del Torneo…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Avrei dovuto arrangiarmi DA solo anche per superare il drago» sussurrò Harry, in modo che solo Hermione lo sentisse, e lei gli sorrise con aria colpevole.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Sì, DAi, Harry, aprilo!» ripeterono in parecchi.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Era cavo e completamente vuoto: ma nell’istante in cui Harry lo aprì, un fragore tremendo, un gemito alto e stridulo invase la stanza. La cosa più simile che Harry avESse mai sentito era stato alla FESta di Complemorte di Nick-Quasi-Senza-TESta, dove tutti i componenti dell’OrchEStra Fantasma suonavano la Sega Musicale.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Che cos’era?» chiESe Seamus Finnigan, fissando l’uovo. «Sembrava una Banshee… forse la prossima volta dovrai affrontarne una, Harry!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Era qualcuno che stavano torturando!» ESclamò Neville, che era impallidito bruscamente rovESciando panini alla salsiccia su tutto il pavimento. «Dovrai vedertela con la Maledizione Cruciatus!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Hermione guardò perplESsa il vassoio che le porgeva. Fred fece un gran sorriso.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Hermione prESe una crostatina alla marmellata. Poi chiESe: «Tutta quESta roba l’hai prESa nelle cucine, Fred?»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Sicuro» rispose Fred con un sorriso. Fece uno squittio acuto e imitò un elfo domEStico. «“Le DAremo tutto quello che vuole, signore, tutto tutto!” Sono spaventosamente utili… mi cucinerebbero un bue arrosto se dicESsi che ho un certo languorino».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Com’è che fate a entrare laggiù?» chiESe Hermione in tono innocente e casuale.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Vuoi provare a organizzare uno sciopero degli elfi domEStici, vero?» disse George. «Hai deciso di lasciar perdere i volantini e sobillarli direttamente fino all’insurrezione?»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Parecchi ragazzi riDAcchiarono. Hermione non rispose.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Guai a te se vai giù a spaventarli con la faccenDA della libertà e dello stipendio!» l’ammonì Fred. «Li distrai DAi fornelli!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
In quel momento tutti si voltarono a guarDAre Neville che si stava trasformando in un grosso canarino.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Un minuto dopo, comunque, Neville fu in piena muta, e appena gli furono cadute le piume, riprESe il suo aspetto di sempre. Si unì addirittura alle risate.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Era quasi l’una del mattino quando finalmente Harry salì in dormitorio con Ron, Neville. Seamus e Dean. Prima di chiudere le tende del suo letto a balDAcchino. Harry sistemò il modellino dell’Ungaro Spinato sul tavolo accanto al letto, e quello sbadigliò, si acciambellò e chiuse gli occhi. DAvvero, pensò Harry tirando le tende, Hagrid aveva ragione, dopotutto… erano a posto, i draghi…
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
L’inizio di dicembre portò a Hogwarts vento e nevischio. Per quanto d’inverno il castello fosse sempre pieno di spifferi, Harry si rallegrava dei suoi fuochi e dei muri spESsi tutte le volte che passava DAvanti alla nave di Durmstrang. che beccheggiava sul lago al vento forte, le vele nere gonfie contro il cielo oscuro. Probabilmente, rifletteva, anche la carrozza di Beauxbatons era piuttosto geliDA. Hagrid si assicurava che i cavalli di MaDAme Maxime fossero sempre ben riforniti della loro bevanDA preferita, whisky di malto; i vapori che si levavano DAll’abbeveratoio nell’angolo del loro recinto bastavano a far girare la tESta a tutta quanta la classe di Cura delle Creature Magiche. Cosa inutile se non DAnnosa, DAl momento che si stavano ancora occupando degli orrendi Schiopodi e avevano bisogno di ESsere del tutto lucidi.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Non so bene se vanno in letargo o no» disse Hagrid alla classe che rabbrividiva nell’orto delle zucche spazzato DAl vento la lezione dopo. «Magari possiamo provare a vedere se ci va una dormitina… Mettiamoli in quESte casse…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Erano rimasti solo dieci Schiopodi: a quanto pareva, tra quelli non si era manifEStata la tendenza ad ammazzarsi a vicenDA. Al momento raggiungevano una lunghezza di due metri: la spESsa corazza grigia, le potenti zampe brulicanti, i pungiglioni e i succhiatoi contribuivano a rendere gli Schiopodi le creature più repellenti che Harry avESse mai visto. La classe guardò scoraggiata le enonni casse che Hagrid aveva portato fuori, tutte foderate di cuscini e soffici coperte.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Ma gli Schiopodi, si dedusse, non anDAvano in letargo, e non apprezzarono il fatto di venire costretti prima a entrare, poi a ESsere rinchiusi in casse imbottite di cuscini. Ben prESto Hagrid si trovò a strillare: «Niente paura, insomma, niente paura!» mentre gli Schiopodi zampettavano furiosi nell’orto delle zucche, costellato DAi rESti bruciacchiati delle casse. Gran parte dei ragazzi — Malfoy, Tiger e Goyle per primi — si erano rifugiati nella capanna di Hagrid passando per la porta sul retro e vi si erano barricati; Harry, Ron e Hermione, invece, furono tra quelli che rimasero all’aperto a cercare di aiutare Hagrid. Insieme riuscirono a bloccare e legare nove Schiopodi, anche se a costo di numerosi tagli e scottature; alla fine ne rimase solo uno.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«AdESso non spaventatelo!» gridò Hagrid, mentre Ron e Harry usavano le bacchette per sparare getti di scintille ardenti contro lo Schiopodo, che avanzava minaccioso verso di loro, il pungiglione inarcato, vibrante, sopra la schiena. «Provate un po’ a farci scivolare la corDA attorno al pungiglione, così non fa del male agli altri!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Bene, bene, bene… quESto si chiama divertirsi».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Rita Skeeter era appoggiata allo steccato che circonDAva il giardino di Hagrid, e guarDAva il caos lì dentro. Portava un pESante mantello rosso vivo con il collo di pelliccia viola, e la borsetta di coccodrillo a tracolla.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Hagrid si tuffò sullo Schiopodo che minacciava Harry e Ron e lo schiacciò a terra; DAlla coDA partì un getto di fuoco, che carbonizzò le piante di zucca lì intorno.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Lei chi è?» chiESe Hagrid a Rita Skeeter, stringendo in un cappio il pungiglione dello Schiopodo.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Silente non aveva detto che lei non aveva più il permESso di girare dentro la scuola?» disse Hagrid, e si oscurò in viso mentre scendeva DAlla groppa dello Schiopodo ora leggermente ammaccata e cominciava a spingerlo verso i suoi compagni.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Come si chiamano quESte affascinanti creature?» chiESe con un sorriso ancor più ampio.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Schiopodi SparacoDA» brontolò Hagrid.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«DAvvero’?» ESclamò Rita, che sembrava interESsatissima. «Non ne ho mai sentito parlare… DA dove vengono?»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Harry osservò un rossore preoccupante salire di sotto la barba incolta di Hagrid, e il suo cuore ebbe un tuffo. Dove li aveva prESi, Hagrid, gli Schiopodi?
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Hermione, che stava pensando la stESsa cosa, disse in fretta: «Sono molto interESsanti, vero? Vero, Harry?»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Cosa? Oh, sì… ahia… interESsanti» rispose Harry mentre lei gli pEStava un piede.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Ah, sei qui, Harry!» ESclamò Rita Skeeter voltandosi. «Allora Cura delle Creature Magiche ti piace, eh? È una delle tue materie preferite?»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Splendido» commentò Rita. «DAvvero splendido. Insegna DA molto?» aggiunse, rivolta a Hagrid.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Harry notò che i suoi occhi passavano in rassegna Dean (che aveva un brutto taglio sulla guancia), LavanDA (che aveva i vEStiti bruciacchiati), Seamus (che aveva parecchie dita scottate) e poi si posarono sulle finEStre della capanna, dietro le quali si trovava gran parte della classe, i nasi schiacciati contro il vetro, aspettando il via libera.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«QuESto è solo il secondo anno» rispose Hagrid.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Splendido… Non le andrebbe di rilasciare un’intervista? Rendere note alcune delle sue ESperienze con le Creature Magiche? Il Profeta ha una rubrica dedicata agli animali tutti i mercoledì, sono certa che lo sa. Potremmo parlare di quESti — ehm — Schifoidi SpegnicoDA».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Schiopodi SparacoDA» la corrESse Hagrid, entusiasta. «Ehm… sì, perché no?»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Harry aveva un brutto prESentimento, ma non ci fu modo di comunicarlo a Hagrid senza che Rita Skeeter se ne accorgESse, così dovette rimanere lì impalato in silenzio mentre Hagrid e Rita si accorDAvano per incontrarsi ai Tre Manici di Scopa per una lunga intervista. Poi su al castello suonò la campana, il segnale della fine delle lezioni.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Be’, arrivederci, Harry!» ESclamò allegramente Rita Skeeter. «A venerdì sera, allora, Hagrid!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Purché non li abbia importati illegalmente, quegli Schiopodi» disse Hermione sconfortata. Si scambiarono uno sguardo: era ESattamente il genere di cosa che Hagrid avrebbe potuto fare.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Harry e Hermione risero, e anDArono a pranzo un po’ più tranquilli.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Harry si godette appieno le due ore di Divinazione quel pomeriggio; erano ancora alle prESe con mappe stellari e predizioni, ma ora che lui e Ron erano tornati amici, la cosa era di nuovo molto divertente. La profESsorESsa Cooman, che era stata così soddisfatta di tutti e due quando avevano predetto la propria orrenDA morte, ben prESto reagì bruscamente alle loro risatine, che facevano DA sottofondo alla sua spiegazione dei vari modi in cui Plutone poteva sconvolgere la vita quotidiana.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Sarei indotta a credere» disse, in un sussurro mistico che non nascondeva la sua evidente irritazione, «che alcuni di noi» — e scoccò uno sguardo molto eloquente a Harry — «sarebbero un po’ meno frivoli se avESsero visto ciò che ho visto io durante il mio ESame della sfera la scorsa notte. Mentre ero là seduta, assorta nel mio ricamo, la necESsità di consultare l’Occhio mi ha sopraffatta. Mi sono alzata, ho prESo posto DAvanti a ESso e ho scrutato nelle sue profondità cristalline… e cosa credete che abbia visto là dentro?»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Harry si sforzò intensamente di rEStare serio.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Sia Calì che LavanDA si portarono le mani alla bocca, terrificate.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Sì» riprESe la profESsorESsa Cooman, e annuì con decisione, «viene, è sempre più vicina, volteggia sopra di noi come un avvoltoio, sempre più bassa… sempre più bassa sui castello…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Metterebbe un po’ più paura se non l’avESse già fatto un’ottantina di volte» disse Harry, quando finalmente tornarono all’aria frESca delle scale fuori DAll’aula della profESsorESsa Cooman. «Ma se fossi caduto stecchito tutte le volte che me l’ha predetto, sarei un miracolo della scienza medica».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«SarESti una specie di fantasma superconcentrato» sghignazzò Ron, mentre incrociavano il Barone Sanguinario che avanzava nella direzione opposta, i grandi occhi sinistramente fissi. «Almeno non ci ha DAto compiti. Spero che Hermione se ne becchi un bel po’ DAl profESsor Vector, adoro non avere DA studiare quando lei sgobba…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Ma Hermione non venne a cena, e non era nemmeno in biblioteca più tardi, quando anDArono a cercarla. La sola persona là dentro era Victor Krum. Ron gironzolò dietro gli scaffali per un po’, osservò Krum, discusse bisbigliando con Harry se era il caso di chiedergli l’autografo: ma poi si rESe conto che sei o sette ragazze erano appostate nel corridoio lì dietro, intente a discutere la stESsa identica cosa, e il suo entusiasmo svanì.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Chissà dov’è anDAta» disse Ron, mentre lui e Harry tornavano alla Torre di Grifondoro.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Harry!» ESclamò ansante, fermandosi di colpo dietro di lui (la Signora Grassa la guardò DAll’alto inarcando le sopracciglia). «Harry, devi venire — devi venire, è succESsa una cosa incredibile… per favore…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Che cosa succede?» le chiESe Harry.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Te lo farò vedere quando saremo là… oh, andiamo, prESto…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Oh, non fate caso a me!» gridò loro la Signora Grassa, seccata. «Non scusatevi per avermi disturbato! Devo rEStare qui appESa a occhi aperti finché non tornate, vero?»
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«Hermione, dove stiamo anDAndo?» chiESe Harry dopo che lei li ebbe trascinati giù per sei piani ed ebbe imboccato la scalinata di marmo che portava alla Sala d’IngrESso.
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Ai piedi delle scale voltò a sinistra e corse verso la porta che Cedric Diggory aveva varcato la notte dopo che il Calice di Fuoco aveva sputato il suo nome e quello di Harry. Harry non l’aveva mai oltrepassata prima. Lui e Ron seguirono Hermione giù per una rampa di scalini di pietra, ma invece di finire in un cupo passaggio sotterraneo come quello che portava alla cantina di Piton, si ritrovarono in un ampio corridoio di pietra, ben illuminato DA torce, e decorato DA allegri quadri che raffiguravano soprattutto cibo.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Cosa?» Lei si voltò a guarDArlo.
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Diede una gomitata a Ron e indicò il quadro alle spalle di Hermione. Ritraeva una gigantESca ciotola d’argento piena di frutta.
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«Hermione!» ESclamò Ron, cominciando a capire. «Stai cercando di incastrarci in quella faccenDA di CREPA!»
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«Hai cambiato il nome?» disse Ron guarDAndola torvo. «AdESso che cosa siamo, il Fronte di Liberazione degli Elfi DomEStici? Non ho intenzione di piombare in quella cucina per cercare di farli smettere di lavorare, non lo farò…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Non ti sto chiedendo quESto!» ribatté Hermione con impazienza. «Sono appena scESa a parlare con loro, e ho scoperto… oh, andiamo, Harry, voglio che tu veDA!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Lo afferrò di nuovo per il braccio, lo trascinò DAvanti al quadro della ciotola gigante, tESe l’indice e fece il solletico alla grossa pera verde, che prESe a contorcersi, riDAcchiando, e all’improvviso si trasformò in una grossa maniglia verde. Hermione la afferrò, spalancò la porta e spinse con decisione Harry all’interno.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Harry ebbe appena il tempo di scorgere un’enorme stanza DAl soffitto alto, con cumuli di pentole e padelle di rame lucente accatastate lungo le pareti di pietra, e un enorme focolare di mattoni all’altro capo, quando qualcosa di piccolo sfrecciò verso di lui DAl centro della stanza, squittendo: «Harry Potter, signore! Harry Potter!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Sì, è proprio Dobby, signore, sì!» disse la vocina acuta DA un punto imprecisato nei dintorni del suo ombelico. «Dobby sperava tanto di vedere Harry Potter, signore, e Harry Potter è venuto a trovarlo, signore!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Dobby lo lasciò anDAre e fece qualche passo indietro, sorridendogli DA sotto in su, gli enormi occhi verdi a forma di palline DA tennis traboccanti di lacrime di felicità. Aveva quasi lo stESso aspetto che ricorDAva Harry: naso a matita, orecchie DA pipistrello, mani e piedi lunghi — tutto tranne gli abiti, che erano molto diversi. Quando Dobby lavorava per i Malfoy, indossava sempre la stESsa vecchia federa sudicia. Ora, invece, portava il più stravagante assortimento di vEStiti che Harry avESse mai visto; era ancora peggio dei maghi camuffati DA Babbani alla Coppa del Mondo. In tESta aveva un copriteiera con attaccato un bel numero di spille vistose; una cravatta a disegni di ferri di cavallo sul petto nudo, un paio di quelli che sembravano pantaloncini DA calcio taglia bambino, e calzini spaiati. Uno era quello che Harry aveva usato per far sì che Lucius Malfoy liberasse Dobby; l’altro era a strisce rosa e arancioni.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Dobby è venuto a lavorare a Hogwarts, signore!» strillò Dobby eccitato. «Il profESsor Silente ha trovato un lavoro a Dobby e a Winky, signore!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Si, signore, sì!» ESclamò Dobby. Afferrò la mano di Harry e lo trascinò dentro le cucine, passando tra quattro lunghi tavoli di legno disposti ESattamente sotto ognuno dei quattro tavoli delle Case che si trovavano di sopra, nella Sala Grande. Al momento erano sgombri, visto che la cena era terminata, ma immaginò che un’ora prima fossero stati coperti di piatti che venivano spediti su, attraverso il soffitto, ai loro corrispondenti.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Almeno un centinaio di piccoli elfi gremivano la cucina: sorridevano, si inchinavano e facevano riverenze mentre Dobby guiDAva Harry. Portavano tutti la stESsa uniforme: uno strofinaccio con ricamato il blasone di Hogwarts, drappeggiato a mo’ di toga.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Dobby si fermò DAvanti al focolare di mattoni.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Winky, signore!» disse. Winky era seduta su uno sgabello vicino al fuoco. A differenza di Dobby, evidentemente non era anDAta in cerca di vEStiti particolari. Indossava un grazioso completino e un cappellino blu coordinato, con dei buchi per far posto alle sue grandi orecchie. Comunque, mentre ciascun pezzo della stravagante collezione di abiti di Dobby era così pulito e ben tenuto che sembrava nuovo di zecca, era chiaro che Winky non si prendeva affatto cura dei suoi vEStiti. C’erano macchie di minEStra sulla camicetta e una bruciatura sulla gonna.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
Le labbra di Winky tremarono. Poi l’elfa scoppiò in lacrime, che zampillarono DAi suoi grandi occhi marroni e le bagnarono gli abiti, proprio come alla Coppa del Mondo di Quidditch.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
In un attimo, sei elfi domEStici gli si avvicinarono trotterellando con un grosso vassoio d’argento carico di teiere, tazze per Harry, Ron e Hermione, un bricco del latte e un bel piattone di biscotti.
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«Il servizio è ottimo!» commentò Harry imprESsionato. Hermione lo guardò cupa, ma tutti gli elfi sembravano felicissimi; fecero un profondo inchino e arretrarono.
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«DA quanto tempo sei qui, Dobby?» gli chiESe Harry, mentre Dobby serviva il tè.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Solo DA una settimana, Harry Potter, signore!» disse Dobby allegramente. «Dobby è venuto a trovare il profESsor Silente, signore. Signore, è molto difficile per un elfo domEStico che è stato licenziato trovare un nuovo lavoro, signore, DAvvero molto difficile…»
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A quESte parole, Winky gemette ancora più forte, mentre il naso a pomodoro schiacciato le colava abbonDAntemente, ma lei non faceva niente per arginare il flusso.
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«Dobby ha girato il paESe per due anni interi, signore, cercando di trovare lavoro» strillò Dobby. «Ma Dobby non ha trovato lavoro, signore, perché Dobby vuole ESsere pagato, adESso!»
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A quESte parole gli elfi domEStici sparsi per la cucina, che avevano guarDAto e ascoltato con interESse, distolsero tutti lo sguardo, come se Dobby avESse detto qualcosa di volgare e imbarazzante.
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«Grazie, signorina!» disse Dobby rivolgendole un sorriso a trentadue denti. «Ma gran parte dei maghi non vogliono un elfo domEStico che vuole la paga, signorina. “Gli elfi domEStici non fanno così” dicono, e hanno chiuso la porta in faccia a Dobby! A Dobby piace lavorare, ma vuole mettersi dei vEStiti e vuole ESsere pagato, Harry Potter… a Dobby piace ESsere libero!»
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Gli elfi domEStici di Hogwarts avevano cominciato a tenersi a distanza DA Dobby, come se avESse una malattia contagiosa. Winky rimase dov’era, anche se il volume del suo pianto si alzò decisamente.
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A quESto punto, Winky si gettò DAllo sgabello su cui era seduta e piombò lunga distESa a faccia in giù sui lastroni di pietra, picchiando i piccoli pugni per terra e ululando di dolore. Hermione si chinò accanto a lei e cercò di consolarla, ma niente di ciò che disse riuscì a fare la minima differenza.
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Dobby riprESe il suo racconto, urlando per sovrastare gli strilli di Winky. «E poi a Dobby è venuta l’idea, Harry Potter, signore! “Perché Dobby e Winky non trovano lavoro insieme?” dice Dobby. “Dove c’è abbastanza lavoro per due elfi domEStici?” dice Winky. E Dobby pensa, e poi gli viene in mente, signore! A Hogwarts! Così Dobby e Winky sono venuti a trovare il profESsor Silente, signore, e il profESsor Silente ci ha prESi!»
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«E il profESsor Silente dice che pagherà Dobby, signore, se Dobby vuole ESsere pagato! E così Dobby è un elfo libero, signore, e Dobby guaDAgna un galeone alla settimana e ha un giorno libero al mESe!»
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«Non è molto!» gridò Hermione indignata DAl pavimento, sovrastando gli urli e il picchiar di pugni di Winky.
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«Il profESsor Silente ha offerto a Dobby dieci galeoni la settimana, e i finESettimana di riposo» disse Dobby, con un improvviso piccolo brivido, come se la prospettiva di tanti agi e ricchezze fosse spaventosa, «ma Dobby gli ha fatto abbassare il prezzo, signorina… A Dobby piace la libertà, signorina, ma lui non pretende troppo, signorina, preferisce il lavoro».
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«E tu, Winky? Quanto ti paga il profESsor Silente?» chiESe Hermione gentilmente.
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Se aveva pensato che quESto avrebbe rincuorato Winky, si sbagliava di grosso. Winky in effetti smise di piangere, ma quando si alzò a sedere guardò torva Hermione con gli enormi occhi marroni, il viso completamente bagnato e d’un tratto furibondo.
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«Winky è un’elfa caduta in disgrazia, ma Winky non si fa ancora pagare!» strillò. «Winky non è caduta così in basso! Winky si vergogna di ESsere stata liberata, come è giusto che sia!»
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«Si vergogna?» ripeté Hermione senza capire. «Ma… Winky, andiamo! È il signor Crouch che dovrebbe vergognarsi, non tu! Tu non hai fatto niente di sbagliato, lui è stato DAvvero orribile con te…»
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Ma a quESte parole, Winky si picchiò le mani sui buchi nel cappello, schiacciandosi le orecchie in modo DA non riuscire a sentire una parola, e strillò: «Tu non deve insultare il mio padrone, signorina! Tu non insulta signor Crouch! Signor Crouch è un bravo mago, signorina! Signor Crouch fa bene a licenziare cattiva Winky!»
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«Winky ha qualche difficoltà ad aDAttarsi, Harry Potter» squittì Dobby in tono confidenziale. «Winky dimentica che non è più legata al signor Crouch; adESso può dire quello che pensa, ma non vuole farlo».
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«Gli elfi domEStici non possono dire quello che pensano dei loro padroni, allora?» chiESe Harry.
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«Oh no, signore, no» disse Dobby, improvvisamente serio. «Fa parte della schiavitù dell’elfo domEStico, signore. Noi tiene i loro segreti e sta zitti, signore, noi tiene alto l’onore della famiglia, e non parla mai male di loro… anche se il profESsor Silente ha detto a Dobby che non è severo su quESta cosa. Il profESsor Silente ha detto che noi è liberi di… di…» parve improvvisamente nervoso, e fece cenno a Harry di avvicinarsi. Harry si curvò in avanti e Dobby sussurrò: «Ha detto che noi è liberi di chiamarlo… vecchio rimbambito se ci va, signore!»
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Scoppiò in una risatina spaventata. «Ma Dobby non vuole, Harry Potter» continuò, tornando a parlare normalmente, e scuotendo la tESta tanto che le orecchie sbatacchiarono di qua e di là. «A Dobby piace tanto il profESsor Silente, signore, ed è fiero di tenere i suoi segreti per sé».
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«Ma adESso puoi dire quello che vuoi dei Malfoy?» gli chiESe Harry sorridendo.
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Dobby per un istante fu scosso DA un tremito, sconvolto DAlla sua stESsa auDAcia: poi corse al tavolo più vicino e cominciò a picchiarci la tESta contro, molto forte, e a squittire «Dobby cattivo! Dobby cattivo!»
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Harry afferrò Dobby per il nodo della cravatta e lo allontanò DAl tavolo.
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«Grazie, Harry Potter, grazie» disse Dobby senza fiato, massaggiandosi la tESta.
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«Loro non è più i miei padroni, Winky!» ESclamò Dobby in tono di sfiDA. «A Dobby non importa più di quello che loro pensa!»
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«Oh, tu è un elfo cattivo, Dobby!» gemette Winky mentre le lacrime riprendevano a scorrerle sul viso. «Il mio povero signor Crouch, che cosa farà senza Winky? Ha bisogno di me, ha bisogno del mio aiuto! Io ha curato i Crouch per tutta la vita, e mia madre l’ha fatto prima di me, e la mia nonna prima di lei… oh, che cosa direbbe loro due se sapESse che Winky è stata liberata? Oh, che vergogna, che vergogna!» Seppellì di nuovo il viso nella gonna e ululò.
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«I signori ha visto il mio padrone?» ESclamò Winky senza fiato, alzando la faccia striata di lacrime DAlla gonna e fissando Hermione. «I signori l’ha visto a Hogwarts?»
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«Viene anche il signor Bagman?» squittì Winky, e con gran sorprESa di Harry (e anche di Ron e di Hermione, a giudicare DAlle loro ESprESsioni), parve di nuovo arrabbiata. «Il signor Bagman è un mago cattivo! Un mago tanto cattivo! Al mio padrone non piace, oh no, neanche un po’!»
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«Bagman… cattivo?» chiESe Harry.
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«Dobby si compra prESto un golfino, Harry Potter!» disse tutto felice, indicando il petto nudo.
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«Sai che cosa ti dico, Dobby?» disse Ron, che sembrava aver prESo in gran simpatia l’elfo. «Ti regalerò quello che la mia mamma mi farà per Natale. Me ne regala sempre uno. Ti piace il marrone, vero?»
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«Forse dovremo rimpicciolirlo un po’ per fartelo anDAr bene» gli disse Ron, «ma starà a meraviglia con il tuo copriteiera».
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Mentre lasciavano la cucina, molti degli elfi tutti intorno li assediarono, offrendo spuntini DA portare di sopra. Hermione rifiutò, osservando con sguardo addolorato gli elfi che continuavano a fare inchini e riverenze, ma Harry e Ron si riempirono le tasche di tortine e pasticcini.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Grazie mille!» disse Harry agli elfi, tutti radunati attorno alla porta per DAr loro la buonanotte. «Ci vediamo, Dobby!»
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«Harry Potter… Dobby può venire a trovarti qualche volta, signore?» chiESe Dobby ESitante.
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«La sapete una cosa?» disse Ron quando lui, Hermione e Harry si furono lasciati alle spalle le cucine e prESero a salire i gradini che portavano all’IngrESso. «Per tutti quESti anni ho sempre ammirato tanto Fred e George che rubavano cibo DAlle cucine… be’, non si può dire che sia difficile, vero? Non vedono l’ora di DArtelo!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«È la cosa migliore che sia potuta capitare a quegli elfi» disse Hermione, precedendo gli altri su per la scalinata di marmo. «Il fatto che Dobby sia venuto a lavorare qui, intendo. Gli altri elfi vedranno com’è felice, ora che è libero, e piano piano capiranno che è proprio quello che dESiderano anche loro!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Oh, si riprenderà» disse Hermione, anche se sembrava un po’ perplESsa. «Quando lo shock sarà passato, e lei si sarà abituata a Hogwarts, capirà quanto sta meglio senza quel Crouch».
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«Sì, be’, Percy non vorrebbe lavorare con nESsuno che abbia senso dell’umorismo, no?» ESclamò Ron, addentando un cremino al cioccolato. «Percy non riconoscerebbe una battuta di spirito nemmeno se ballasse nuDA DAvanti a lui con il copriteiera di Dobby in tESta». Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4) |
«Potter! Weasley! Volete stare attenti!» La voce irritata della profESsorESsa McGranitt sibilò come una frusta attraverso l’aula di Trasfigurazione il giovedì, e Harry e Ron sobbalzarono e la guarDArono.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Era la fine della lezione; avevano concluso il loro lavoro; i merli indiani che avevano trasformato in porcellini d’India erano stati rinchiusi in una grossa gabbia sulla scrivania della profESsorESsa McGranitt (il porcellino di Neville aveva ancora le piume); avevano ricopiato i compiti DAlla lavagna (’DEScrivete con degli ESempi i modi in cui gli IncantESimi Trasformanti devono ESsere aDAttati quando si formulano Scambi Intraspecie’). La campana sarebbe suonata a momenti, e Harry e Ron, che stavano tirando di scherma in fondo alla classe con due delle bacchette finte di George e Fred, alzarono lo sguardo: Ron brandiva un pappagallo di latta, e Harry un merluzzo di gomma.
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«Ora che Potter e Weasley sono così gentili DA comportarsi come si conviene alla loro età» disse la profESsorESsa McGranitt scoccando ai due uno sguardo furente mentre la tESta del merluzzo di Harry si afflosciava e cadeva silenziosa a terra — il becco del pappagallo di Ron si era staccato qualche istante prima — «devo dire qualcosa a tutti quanti.
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«Si avvicina il Ballo del Ceppo: un evento tradizionale nell’ambito del Torneo Tremaghi e un’opportunità per noi di socializzare con i nostri ospiti stranieri. Ora, il ballo sarà aperto solo a quelli DAl quarto anno in su — anche se potete invitare una studentESsa più giovane, se volete…»
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LavanDA Brown fece una risatina acuta. Calì Patil le diede una gomitata forte nelle costole, il viso contratto mentre cercava di non scoppiare a ridere a sua volta. Entrambe si voltarono verso Harry. La profESsorESsa McGranitt le ignorò, cosa che Harry giudicò profonDAmente ingiusta, DAl momento che aveva appena rimproverato lui e Ron.
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«È di rigore l’abito DA cerimonia» riprESe la profESsorESsa McGranitt. «Il ballo comincerà alle otto della sera di Natale, e finirà a mezzanotte, nella Sala Grande. Ora…»
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La profESsorESsa McGranitt scrutò la classe con aria eloquente.
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LavanDA rise più forte, la mano premuta sulla bocca per soffocare il rumore. Harry quESta volta capì che cosa c’era DA ridere: la profESsorESsa McGranitt, che portava i capelli in una stretta crocchia, aveva l’aria di non averli mai lasciati giù.
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«Ma quESto NON significa» continuò la profESsorESsa McGranitt «che saranno ammESse eccezioni alle regole di comportamento richiESte agli studenti di Hogwarts. Sarò profonDAmente rammaricata se uno studente di Grifondoro metterà in imbarazzo la scuola in qualunque maniera».
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La profESsorESsa McGranitt disse, sovrastando il rumore: «Potter… devo parlarti, se non ti dispiace».
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Temendo che ciò avESse qualcosa a che fare con il merluzzo di gomma senza tESta, Harry si avviò deprESso verso la cattedra.
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La profESsorESsa McGranitt attESe che il rESto della classe se ne fosse anDAto e poi disse: «Potter, i campioni e i loro partner…»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Quali partner?» ESclamò Harry.
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La profESsorESsa McGranitt lo guardò sospettosa, come se lui avESse cercato di fare lo spiritoso.
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«I partner per il Ballo del Ceppo, Potter» disse geliDA. «I vostri partner per le DAnze».
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Le viscere di Harry si contorsero. «Partner per le DAnze?» Si sentì arrossire. «Io non ballo» aggiunse in fretta.
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«Oh sì, che balli» disse la profESsorESsa McGranitt irritata. «E quello che ti sto dicendo. Per tradizione, i campioni e i loro partner aprono le DAnze».
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Harry ebbe un’improvvisa visione di se stESso in frac e tuba, accompagnato DA una ragazza addobbata di pizzi e volant come zia Petunia quando anDAva alle fESte di lavoro di zio Vernon.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Fa parte della tradizione» disse la profESsorESsa McGranitt con fermezza. «Tu sei un campione di Hogwarts, e farai quello che ci si aspetta DA te come rapprESentante della scuola. Quindi fai in modo di procurarti una DAma, Potter».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Mi hai sentito, Potter» disse la profESsorESsa McGranitt in tono definitivo.
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Una settimana prima, Harry avrebbe dichiarato che trovare una DAma per il ballo era una bazzecola rispetto all’idea di sfiDAre un Ungaro Spinato. Ma ora che aveva compiuto quESt’ultima imprESa, e doveva affrontare la prospettiva di invitare una ragazza al ballo, sentì che avrebbe preferito fare un altro giro con lo Spinato.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Harry non aveva mai visto tanta gente decidere di rimanere a Hogwarts per Natale; lui lo faceva sempre, naturalmente, perché l’alternativa era tornare a Privet Drive, e fino ad allora aveva sempre fatto parte della minoranza che rEStava. Quell’anno, invece, sembrava che tutti i ragazzi DAl quarto anno in su avESsero deciso di rimanere, e a Harry pareva che fossero tutti ossESsionati DAl ballo imminente — almeno le ragazze lo erano, ed era straordinario quante ragazze all’improvviso c’erano a Hogwarts; non l’aveva quasi notato prima. Ragazze che bisbigliavano nei corridoi, ragazze che scoppiavano a ridere al passaggio dei maschi, ragazze eccitate che si scambiavano mucchi di bigliettini su quello che avrebbero indossato la notte di Natale…
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Perché devono muoversi in branco?» chiESe Harry a Ron, mentre una dozzina di ragazze passavano loro DAvanti ridendo sotto i baffi e fissando Harry. «Come si fa a beccarne una DA sola per invitarla?»
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Harry non rispose. Sapeva perfettamente chi gli sarebbe piaciuto invitare, ma trovare il coraggio era un’altra cosa… Cho era un anno più grande di lui; era molto carina, era un’ottima giocatrice di Quidditch, ed era anche molto popolare. Ron parve capire che cosa stava succedendo nella tESta di Harry.
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Una ragazza ricciuta del terzo anno di Tassorosso con cui Harry non aveva mai parlato gli chiESe di anDAre al ballo con lei proprio il giorno dopo. Harry fu colto così alla sprovvista che disse «no» prima ancora di aver prESo in considerazione la possibilità. La ragazza si allontanò con aria ferita, e Harry dovette sopportare le battute di Dean, Seamus e Ron per tutta l’ora di Storia della Magia. Il giorno dopo, altre due ragazze gli chiESero la stESsa cosa, una del secondo anno e (con suo profondo terrore) una del quinto che aveva l’aria di poterlo manDAre ko se avESse rifiutato.
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«Era piuttosto carina» disse Ron sincero, quando ebbe smESso di ridere.
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Le parole di Hermione a proposito di Krum continuavano a tornargli in mente: «Lo adorano solo perché è famoso!» E infatti Harry dubitava che le ragazze che gli avevano chiESto di accompagnarle avrebbero voluto anDAre al ballo con lui se non fosse stato un campione della scuola. Però, se fosse stata Cho a invitarlo, non gliene sarebbe importato niente del perché lo faceva, purché lo facESse…
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Nel complESso, Harry dovette ammettere che anche con l’imbarazzante prospettiva di dover aprire il ballo, la vita era decisamente migliorata dopo la prima prova. Nei corridoi non era più il bersaglio di tante battute sarcastiche, e sospettava che la cosa avESse parecchio a che fare con Cedric: doveva aver detto ai Tassorosso di lasciare in pace Harry, in cambio della soffiata sui draghi. Circolavano anche meno spille TIFA PER CEDRIC DIGGORY. Draco Malfoy, naturalmente, citava ancora l’articolo di Rita Skeeter tutte le volte che se ne prESentava l’occasione, ma suscitava sempre meno risate. E ad aumentare il senso di benESsere di Harry, sulla Gazzetta del Profeta non erano apparse pagine su Hagrid.
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«Non sembrava che ci interESsassero tanto le Creature Magiche, a dirti la verità» disse Hagrid, quando Harry, Ron e Hermione gli chiESero com’era anDAta l’intervista con Rita Skeeter durante l’ultima lezione di Cura delle Creature Magiche del trimEStre. Con loro gran sollievo, Hagrid aveva rinunciato a ogni contatto diretto con gli Schiopodi, e quel giorno erano al riparo dietro la sua capanna, seduti a un tavolo a cavalietti a preparare una nuova selezione di cibi coi quali tentare gli Schiopodi.
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«Voleva solo che ci parlavo di te, Harry» continuò Hagrid a voce più bassa. «Be’, io ci dico che siamo amici DA quando ti ero venuto a prendere DAi Dursley. “Non ha mai dovuto rimproverarlo in quattro anni?” mi fa. “Non le ha mai DAto fastidio a lezione?” Io ci dico di no, e lei non sembra per niente contenta. Mi sa che preferiva se ci dicevo che eri terribile, Harry».
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«Ma non è vero!» ESclamò Hagrid, sinceramente colpito.
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«Doveva intervistare Piton» disse Harry con una smorfia. «Lui mi cuocerebbe a puntino. Potter passa il limite DA quando ha mESso piede in quESta scuola…»
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«Ha detto così, eh?» disse Hagrid, mentre Ron e Hermione ridevano. «Be’, magari hai manDAto al diavolo qualche regoletta, Harry, ma sei un tipo a posto».
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«Ci sarai anche tu a quella storia del ballo di Natale, Hagrid?» gli chiESe Ron.
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«Pensavo di venire a DArci un’occhiata, sì» rispose Hagrid burbero. «Dev’ESsere bello, mi sa. Apri le DAnze, vero, Harry? Chi è che hai invitato?»
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«Ancora nESsuno» rispose Harry, e si accorse di arrossire. Hagrid non insistette.
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L’ultima settimana del trimEStre divenne sempre più turbolenta. DAppertutto correvano voci sul Ballo del Ceppo, anche se Harry non credeva alla metà di ESse: per ESempio, si diceva che Silente avESse acquistato ottocento barili di idromele aromatico DA MaDAma Rosmerta. Pareva certo, invece, che avESse ingaggiato le Sorelle Stravagarie. Harry non sapeva ESattamente chi o che cosa fossero le Sorelle Stravagarie, non avendo mai avuto la possibilità di ascoltare una radio DA maghi, ma DAlla folle eccitazione di quelli che erano crESciuti con le frequenze di RSN (Radio Strega Network) ne dedusse che si trattava di un gruppo musicale molto famoso.
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Alcuni dei profESsori rinunciarono a insegnar loro granché quando le loro menti erano cosi evidentemente altrove; il minuscolo profESsor Vitious li lasciò giocare durante la sua lezione del mercoledì, e lui stESso rimase a lungo a parlare con Harry del perfetto IncantESimo di Appello che aveva usato nella prima prova del Torneo Tremaghi. Altri insegnanti non furono così generosi. Nulla avrebbe mai distolto il profESsor Rüf, per ESempio, DAll’arrancare tra i suoi appunti sulle rivolte dei goblin: visto che Rüf non aveva permESso nemmeno alla propria morte di impedirgli di continuare a insegnare, sospettavano che una cosetta come il Natale non lo avrebbe dissuaso. Era incredibile come riuscisse a far sembrare le più turpi e sanguinarie rivolte dei goblin noiose come la relazione di Percy sui fondi di calderone. Anche i profESsori McGranitt e Moody li fecero lavorare fino all’ultimo, e Piton, naturalmente, li avrebbe lasciati giocare in classe tanto quanto avrebbe nominato Harry suo erede universale. Fissandoli con aria cattiva, li informò che li avrebbe mESsi alla prova sugli antidoti ai veleni nel corso dell’ultima lezione del trimEStre.
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«È proprio perfido» disse Ron amaramente quella sera nella sala comune di Grifondoro. «Assegnarci un tESt l’ultimo giorno. Rovinare l’ultimo pezzetto di trimEStre con un bel mucchio di ripasso».
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«Mmm… non è che proprio tu ti stia ammazzando di lavoro, vero?» osservò Hermione, guarDAndolo DA sopra gli appunti di Pozioni. Ron era inDAffarato a costruire un castello di carte prESe DAl suo MazzoBum, molto più interESsanti delle carte Babbane, perché c’era la possibilità che tutto quanto saltasse in aria DA un momento all’altro.
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«È Natale, Hermione» disse Harry pigramente: stava rileggendo per la decima volta I Magnifici Sette sprofonDAto in una poltrona vicino al fuoco.
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Hermione guardò severa anche lui. «Credevo che facESsi qualcosa di costruttivo, Harry, anche se non vuoi imparare gli antidoti!»
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«DAi, Hermione, ho tempo fino al 24 febbraio» disse Harry.
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Aveva rinchiuso l’uovo d’oro nel suo baule, di sopra, e non l’aveva aperto DAi fESteggiamenti dopo la prima prova. Mancavano ancora due mESi e mezzo prima di dover sapere che cosa significava quell’ululato stridente, dopotutto.
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«Ma potrESti metterci settimane per capirlo!» ESclamò Hermione. «Passerai per un vero idiota se tutti gli altri sapranno che cos’è la seconDA prova e tu no!»
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«Lascialo in pace, Hermione, se l’è meritato un po’ di riposo» disse Ron, e depose le ultime due carte in cima al castello, che ESplose in grande stile, bruciacchiandogli le sopracciglia.
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«Sei carino, Ron… s’intonerà con il tuo abito DA sera».
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Erano Fred e George. Sedettero al tavolo con Hermione e Ron mentre quESt’ultimo si tastava la faccia per valutare i DAnni.
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«Ron, ci prESti Leo?» chiESe George.
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«Smettila di ficcare il naso nelle cose che non ti riguarDAno, Ron, o ti brucerò anche quello» disse Fred, agitando la mano con fare minaccioso. «Allora… avete già tutti una DAma o un cavaliere per il ballo?»
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«E tu con chi ci vai?» chiESe Ron.
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«Cosa?» disse Ron, sorprESo. «L’hai già invitata?»
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Angelina, che stava chiacchierando con Alicia Spinnet vicino al fuoco, si voltò a guarDArlo.
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«Sì, ok» rispose, poi tornò a rivolgersi ad Alicia e riprESe a chiacchierare con un mezzo sorriso stampato in faccia.
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«In effetti dovremmo DArci DA fare, sai… invitare qualcuno. Ha ragione. Non vogliamo certo finire con un paio di troll».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Be’… hai capito» disse Ron alzando le spalle. «Preferirei anDArci DA solo che con… con Eloise Midgen, diciamo».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Il corpo insegnante di Hogwarts, nello sforzo continuo di imprESsionare i visitatori di Beauxbatons e Durmstrang, sembrava deciso a mostrare il castello al suo meglio per Natale. Quando le decorazioni furono tutte al loro posto, Harry notò che erano le più straordinarie che avESse mai visto a scuola. Ghiaccioli Sempiterni erano stati appESi ai corrimani della scalinata di marmo; i soliti dodici alberi di Natale della Sala Grande erano coperti di qualunque cosa, DAlle bacche luminose di agrifoglio ad autentici gufi d’oro ululanti, e le armature erano state tutte stregate in modo DA intonare canti di Natale quando qualcuno gli passava DAvanti. Era DAvvero una cosa straordinaria sentire Venite, fedeli cantato DA un elmo vuoto che sapeva solo metà delle parole. Gazza il custode dovette EStrarre parecchie volte Pix DAlle armature, dove aveva prESo l’abitudine di nascondersi, colmando le lacune nelle canzoni con rime di sua invenzione, tutte decisamente maleducate.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
E Harry non aveva ancora invitato Cho al ballo. Lui e Ron cominciavano a innervosirsi, anche se, come osservò Harry, Ron senza una compagna avrebbe fatto la figura dello stupido molto meno di lui: Harry doveva aprire le DAnze con gli altri campioni.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«C’è sempre Mirtilla Malcontenta» disse tetro, alludendo al fantasma che infEStava il bagno delle ragazze al secondo piano.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Harry… dobbiamo solo stringere i denti e farlo» disse Ron il venerdì mattina, nel tono di chi medita di prendere d’assalto una fortezza inESpugnabile. «QuESta sera, quando torneremo in sala comune, avremo tutti e due una DAma… d’accordo?»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Ma tutte le volte che sbirciò Cho quel giorno — all’intervallo, e poi a pranzo, e una volta mentre anDAva a Storia della Magia — lei era circonDAta DA amiche. Non anDAva mai DA nESsuna parte DA sola? Forse poteva tenderle un agguato mentre anDAva in bagno? Ma no: pareva che anche là ci anDAsse con una scorta di quattro o cinque ragazze. Ma se non agiva in fretta, sarebbe stata di sicuro invitata DA qualcun altro.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Trovò difficile concentrarsi per il tESt di antidoti di Piton, e di conseguenza si scordò di aggiungere l’ingrediente-chiave — un bezoar — cosi prESe un voto bassissimo. Ma non gli importava; era troppo occupato a mettere insieme tutto il suo coraggio per ciò che stava per fare. Quando suonò la campana, afferrò la borsa e corse verso la porta della cantina.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Doveva solo dire a Cho che voleva parlarle a quattr’occhi, tutto qui… corse attraverso i corridoi affollati, cercandola, e (più in fretta del previsto) la trovò che usciva DA una lezione di DifESa contro le Arti Oscure.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Le risatine dovrebbero ESsere mESse fuori legge, pensò Harry infuriato mentre tutte le ragazze attorno a Cho si sbellicavano. Lei però no. Disse «Ok» e lo seguì lontano DAlle orecchie delle sue compagne.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Harry si voltò a guarDArla e il suo stomaco fece un balzo, come se scendendo le scale avESse saltato un gradino.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Non poteva invitarla. Non poteva. Ma doveva. Cho rimase lì a guarDArlo, perplESsa.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Le parole gli uscirono di bocca prima che Harry le avESse pronunciate.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Oh!» disse Cho, e arrossì anche lei. «Oh, Harry, mi dispiace tanto» e sembrava DAvvero sincera. «Ma… ho già promESso di anDAre con qualcun altro».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Mi dispiace DAvvero» ripeté lei.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Rimasero lì a guarDArsi, e poi Cho disse: «Be’…»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Gli erano tornate le viscere. Era come se durante la loro assenza qualcuno le avESse imbottite di piombo.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Del tutto dimentico della cena, risalì lentamente fino alla Torre di Grifondoro, con la voce di Cho che gli risuonava nelle orecchie a ogni gradino. “Cedric… Cedric Diggory”. Cedric aveva cominciato quasi a piacergli: era disposto a sorvolare sul fatto che una volta lo aveva battuto a Quidditch, e che era bello, e famoso, e che era il campione preferito praticamente DA tutti. Ora all’improvviso realizzò che Cedric in effetti era un inutile bamboccio che non aveva abbastanza cervello DA riempirci un portauovo.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Harry entrò nella sala comune, si guardò attorno, e con sua sorprESa vide Ron seduto in un angolo lontano, pallidissimo. Ginny era seduta vicino a lui e gli parlava a bassa voce, in tono consolatorio.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Che cosa è succESso, Ron?» chiESe Harry unendosi a loro.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Perché l’ho fatto?» ESclamò, fuori di sé. «Non so che cosa mi è prESo!»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Cosa?» chiESe Harry.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Lui… ehm… ha appena invitato al ballo Fleur Delacour» spiegò Ginny. Sembrava trattenere a stento un sorrisetto, ma continuò a DAre pacche comprensive sul braccio di Ron.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Tu che cosa?» ESclamò Harry.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Non so che cosa mi è prESo!» ripeté Ron senza fiato. «Che cosa avevo in tESta? C’era un sacco di gente… tutto intorno… sono impazzito… tutti lì a guarDAre! Le stavo passando DAvanti nell’IngrESso… era lì che parlava con Diggory… ed è stato più forte di me… e gliel’ho chiESto!»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Ron gemette e si nascose il viso tra le mani. Continuò a parlare, meglio, a farfugliare. «Mi ha guarDAto come se fossi una lumaca marina o roba del genere. Non mi ha nemmeno risposto. E poi… non so… è come se fossi tornato in me, e sono scappato via».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«È in parte Veela» disse Harry. «Avevi ragione… sua nonna era una Veela. Non è stata colpa tua, scommetto che sei passato di lì proprio mentre faceva un incantESimo DA Veela per Diggory e ci sei rimasto in mezzo… ma comunque perdeva il suo tempo. Lui va al ballo con Cho Chang».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«L’ho appena invitata» disse Harry in tono inESprESsivo, «e me l’ha detto».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Ginny all’improvviso aveva smESso di sorridere.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Ma è pazzESco» disse Ron, «siamo i soli rimasti a non avere nESsuno… be’, a parte Neville. Ehi, indovina chi ha invitato? Hermione!»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Cosa?» ESclamò Harry, prESo in contropiede DAlla straordinaria notizia.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Sì, è vero!» disse Ron, e un po’ di colore gli tornò in viso mentre cominciava a ridere. «Me l’ha detto dopo Pozioni! Ha detto che lei è sempre così gentile, che lo aiuta con i compiti eccetera… ma lei gli ha detto che ci va già con un altro. Ah! Figuriamoci! È solo che non voleva anDArci con Neville… voglio dire, chi la inviterebbe?»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
In quel momento Hermione entrò DAl buco del ritratto.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Perché… oh, smettetela di ridere, voi due… perché tutti e due sono appena stati bidonati DAlle ragazze che avevano invitato al ballo!» disse Ginny.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
QuESto chiuse la bocca a Harry e Ron.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Tutte quelle carine erano già occupate, Ron?» disse Hermione altezzosa. «Eloise Midgen comincia a sembrarti niente male adESso, eh? Be’, sono sicura che DA qualche parte troverai qualcuna che ti dirà di sì».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Ma Ron stava fissando Hermione come se all’improvviso la vedESse in una nuova luce. «Hermione, Neville ha ragione… tu sei una ragazza…»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Però, sei un fulmine» ribatté lei, aciDA.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Oh, andiamo» disse lui impaziente, «abbiamo bisogno di una compagna, faremo la figura degli stupidi se non troviamo nESsuno, tutti gli altri hanno…»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Oh, DAvvero?» disse Hermione, gli occhi che lampeggiavano pericolosamente. «Solo perché tu ci hai mESso tre anni per accorgertene, Ron, non vuol dire che nESsun altro ha capito che sono una ragazza!»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Ok, ok, lo sappiamo che sei una ragazza» disse. «Va bene? AdESso ci vieni?»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Sta mentendo» disse Ron tranquillamente, guarDAndola allontanarsi.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«E allora chi è?» chiESe Ron in tono brusco.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Giusto» disse Ron, decisamente sconcertato, «quESta faccenDA sta diventando assurDA. Ginny, tu puoi anDAre con Harry, e io…»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Non posso» disse Ginny, e diventò anche lei scarlatta. «Ci vado con… con Neville. Mi ha invitata quando Hermione gli ha detto di no, e ho pensato… be’… che altrimenti non potevo anDArci, io non sono del quarto anno». Sembrava molto avvilita. «Credo che andrò a cena» disse, e si alzò e uscì a tESta china DAl buco del ritratto.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Che cosa gli è prESo, a tutti quanti?»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Ma Harry aveva appena visto Calì e LavanDA entrare DAl buco del ritratto. Era giunto il momento di un’azione decisa.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Calì fu scossa DAlle risate. Harry attESe che si spegnESsero, le dita incrociate nelle tasche.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Grazie» disse Harry, sollevato. «LavanDA… tu ci vieni con Ron?»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Ci va con Seamus» disse Calì, e tutte e due riDAcchiarono più forte che mai.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Non vi viene in mente nESsuna che possa anDAre con Ron?» disse, abbassando la voce in modo che Ron non sentisse.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Calì rimase ESterrefatta.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
«Ooooh… con chi?» chiESe con avidità.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
E tornò DA Ron, convinto che quESto ballo fosse un guaio ben peggiore di quello che valeva, e sperando intensamente che il naso di Padma Patil fosse ben diritto. La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4) |
Nonostante l’enorme mole di compiti per le vacanze, Harry non era dell’umore giusto per stare chino sui libri alfa fine del trimEStre, e trascorse la settimana che precedeva il Natale divertendosi più che poteva insieme a tutti gli altri. La Torre di Grifondoro era di poco meno affollata che durante l’anno scolastico; sembrava anche che si fosse rimpicciolita, DAl momento che i suoi occupanti erano molto più scalmanati del solito. Fred e George avevano avuto un gran succESso con le loro Crostatine Canarine, e nei primi due giorni delle vacanze c’era DAppertutto gente che si riempiva di piume all’improvviso. In breve, tutti i Grifondoro impararono a trattare con EStrema cautela il cibo che veniva loro offerto, nel caso che avESse una Crostatina Canarina nascosta al centro, e George rivelò a Harry che lui e Fred al momento stavano lavorando alla creazione di qualcosa di nuovo. Harry prESe mentalmente nota di non accettare nemmeno una patatina DA Fred e George in futuro: non aveva ancora dimenticato Dudley e la Mou Mollelingua.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
La neve cadeva fitta sul castello e sul parco. La carrozza azzurro chiaro di Beauxbatons sembrava una grossa, fredDA zucca glassata DAl gelo vicino alla casetta di zenzero ghiacciata che era la capanna di Hagrid, mentre i boccaporti della nave di Durmstrang erano ricoperti di ghiaccio e il sartiame candido di neve. Gli elfi domEStici giù nelle cucine stavano superando se stESsi con una serie di ricchi stufati speciali e ottimi pasticci, e solo Fleur Delacour riusciva a trovare qualcosa di cui lamentarsi.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«È troppo pESonte, quESto mongiare di Hogvàrts» la sentirono brontolare una sera, mentre uscivano alle sue spalle DAlla Sala Grande (Ron seminascosto dietro Harry, ben deciso a non farsi riconoscere DA Fleur). «Non riuscirò a ontrare nel mio vEStito DA sera!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Ooooh, che tragedia» sbottò Hermione, mentre Fleur entrava nell’IngrESso. «Si crede DAvvero chissà che cosa, quella là, vero?»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Continuava a rivolgerle quESta domanDA a tradimento, nella speranza di coglierla di sorprESa e farla rispondere, ma Hermione si limitava a metter su il broncio e ripetere: «Non te lo dico, mi prenderESti in giro e basta».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Stai scherzando, Weasley?» disse Malfoy alle loro spalle. «VorrESti dire che qualcuno ha invitato quella roba al ballo? Non la Mezzababbana zannuta?»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Harry e Ron si voltarono insieme di scatto, ma Hermione salutò qualcuno alle spalle di Malfoy e disse ad alta voce: «Buonasera, profESsor Moody!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Malfoy impallidì e fece un balzo all’indietro, guarDAndosi intorno terrorizzato, ma Moody era ancora al tavolo degli insegnanti a finire lo stufato.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Hermione» disse Ron guarDAndola di sottecchi, improvvisamente accigliato, «i tuoi denti…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Ma certo… credevi che mi sarei tenuta le zanne che mi aveva fatto crEScere Malfoy?»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«No, voglio dire, sono diversi DA com’erano prima che ti scagliasse l’incantESimo… sono tutti… diritti e… e grandi giusti».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
All’improvviso Hermione fece un sorriso molto malizioso e allora se ne accorse anche Harry: era un sorriso molto diverso DA quello che ricorDAva.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Be’… quando sono anDAta DA MaDAma Chips a farmeli rimpicciolire, lei ha prESo uno specchio e mi ha detto di fermarla quando fossero tornati alla loro misura» disse. «E io l’ho solo… lasciata anDAre avanti un po’». Il sorriso divenne ancora più largo. «Mamma e papà non saranno tanto contenti. Sono secoli che cerco di convincerli a farmeli rimpicciolire, ma loro volevano che continuassi con l’apparecchio. Sapete, sono dentisti, pensano che denti e magia non dovrebbero… guarDAte! È tornato Leo!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Il gufetto di Ron ululava all’impazzata in cima al corrimano coperto di ghiaccioli, un rotolo di pergamena legato alla zampa. I ragazzi che gli passavano DAvanti lo additavano e ridevano, e un gruppo di ragazzine del terzo anno si fermò e disse: «Oh, guarDAte quel gufetto! Non è carino?»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Stupido piccolo idiota piumato!» sibilò Ron, correndo su per le scale e afferrando Leo. «Le lettere le devi portare dritto al dEStinatario! Non devi perdere tempo a metterti in mostra!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Leo cantò allegramente, la tEStina che spuntava DAl pugno di Ron. Le ragazzine del terzo anno sembravano scioccate.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Sparite!» sbottò Ron, agitando il pugno che strizzava Leo, il quale cantò più allegramente che mai. «Ecco… prendila, Harry» aggiunse sottovoce, mentre le ragazzine del terzo anno filavano via con aria scanDAlizzata. Sfilò la risposta di Sirius DAlla zampa di Leo, Harry se la cacciò in tasca e corsero su alla Torre di Grifondoro per leggerla.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Tutti quanti in sala comune erano troppo impegnati a sfogare le loro energie vacanziere per notare che cosa facevano gli altri. Harry, Ron e Hermione prESero posto lontano DAgli altri vicino a un’oscura finEStra che si stava lentamente coprendo di neve, e Harry lESse:
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Congratulazioni per ESsere riuscito a superare lo Spinato, chiunque abbia mESso il tuo nome in quel Calice non deve ESsere troppo felice adESso! Volevo suggerirti un IncantESimo Conjunctivitus, visto che gli occhi sono il punto debole dei draghi…
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
… ma la tua idea si è rivelata migliore, sono DAvvero ammirato.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Però non credere che sia finita, Harry. Hai superato solo una prova: chiunque ti abbia buttato nella mischia ha molte altre opportunità di farti del male. Tieni gli occhi aperti — in particolare quando la persona di cui abbiamo parlato è nei dintorni — e concentrati su una cosa: tenerti fuori DAi guai.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Rimani in contatto, voglio sempre ESsere informato su qualunque fatto insolito.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Tale e quale a Moody» disse Harry piano, infilando di nuovo la lettera nella tasca dell’abito. «Vigilanza costante! Come se io anDAssi in giro a occhi chiusi, sbattendo contro i muri…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Ma ha ragione, Harry» disse Hermione, «tu hai ancora due prove DA superare. DovrESti proprio DAre un’occhiata a quell’uovo, sai, e cominciare a capire che cosa vuol dire…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Sì, ok» disse Harry. Poi, notando l’ESprESsione di Hermione, disse: «DAi, come faccio a concentrarmi con tutto quESto baccano? Non riuscirei nemmeno a sentire l’uovo».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Oh, immagino di no» disse lei con un sospiro, e si sedette a guarDAre la loro partita a scacchi, che culminò in un eccitante scaccomatto di Ron, che coinvolse un paio di coraggiosissimi pedoni e un alfiere molto violento.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Harry si svegliò di soprassalto la mattina di Natale. Chiedendosi il perché, aprì gli occhi, e vide una creatura DAi grandissimi, tondi occhi verdi fissarlo di rimando nell’oscurità, cosi vicino che i loro nasi quasi si sfioravano.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Dobby!» strillò Harry, ritraendosi così in fretta DAll’elfo che quasi cadde DAl letto. «Non farlo mai più!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Dobby è spiacente, signore!» squittì Dobby ansioso, balzando indietro, le lunghe dita premute sulla bocca. «Dobby vuole solo augurare a Harry Potter Buon Natale e DArgli un regalo, signore! Harry Potter ha detto che Dobby poteva venire a trovarlo una volta o l’altra, signore!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Ok» disse Harry, il rESpiro ancora affannato, mentre il battito del cuore tornava normale. «Solo… solo la prossima volta DAmmi una spintarella, non so, non piombarmi addosso così…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Harry tirò indietro le tende che circonDAvano il letto, prESe gli occhiali DAl comodino e li inforcò. Il suo strillo aveva svegliato Ron, Seamus, Dean e Neville. Tutti e quattro spiavano DAlle fESsure tra le loro tende, gli occhi gonfi e i capelli arruffati.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Qualcuno ha cercato di aggredirti, Harry?» chiESe Seamus assonnato.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Nooo… i regali!» ESclamò Seamus, notando il grosso mucchio ai piedi del suo letto. Ron, Dean e Neville decisero che ormai che erano svegli potevano anche loro dedicarsi all’apertura dei pacchi. Harry si voltò di nuovo verso Dobby, in piedi accanto al suo letto, ancora nervoso per aver spaventato Harry. C’era un ciondolo natalizio legato all’occhiello in cima al copriteiera.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Dobby può DAre a Harry Potter il suo regalo?» squitti ESitante.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Era una bugia; non aveva comprato proprio niente per Dobby, ma aprì in fretta il baule ed EStrasse un paio di calzini appallottolati particolarmente sformati. Erano i più vecchi e i più orrendi che avESse, giallo senape, ed erano appartenuti a zio Vernon. Erano superbitorzoluti perché Harry DA un anno li usava per avvolgerci il suo Spioscopio. EStrasse lo Spioscopio e diede i calzini a Dobby, dicendo: «Scusa, mi sono dimenticato di impacchettarli…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Ma Dobby ne fu DAvvero deliziato.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«I calzini sono i vEStiti preferitissimi di Dobby, signore!» disse, sfilandosi quelli vecchi e mettendosi quelli di zio Vernon. «Io ne ha sette adESso, signore… ma, signore…» disse, gli occhi sgranati, dopo aver tirato su al massimo i calzini che ora sfioravano l’orlo dei pantaloncini, «loro ha fatto uno sbaglio al negozio, Harry Potter, loro ti ha DAto due calzini uguali!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Ah no, Harry, come hai fatto a non accorgertene!» disse Ron, ghignando DAl suo letto coperto di carta DA regalo. «Sai che cosa ti dico, Dobby? Ecco… prendi quESti due, così puoi mEScolarli come si deve. E qui c’è il tuo golfino».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Gettò a Dobby un paio di calzini violetti che aveva appena scartato, e il golf lavorato ai ferri manDAto DAlla signora Weasley.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Dobby fu sopraffatto DAll’emozione. «Signore è molto gentile!» squittì, gli occhi di nuovo colmi di lacrime, facendo un profondo inchino a Ron. «Dobby lo sapeva che il signore deve ESsere un grande mago, perché è il più grande amico di Harry Potter, ma Dobby non sapeva che era anche generoso di spirito, nobile, altruista…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Sono solo calzini» disse Ron, che era arrossito in zona orecchie, però sembrava piuttosto compiaciuto. «Wow, Harry…» Aveva appena aperto il regalo di Harry: un berretto dei Cannoni di Chudley. «Forte!» Se lo ficcò in tESta: faceva a pugni con il colore dei suoi capelli.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Dobby tESe a Harry un pacchetto, che si rivelò contenere… calzini.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Il calzino sinistro era rosso vivo, con un motivo di manici di scopa; quello dEStro era verde, con un disegno di Boccini.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Sono… sono DAvvero… be’, grazie, Dobby» disse Harry, e se li infilò, scatenando nell’elfo un nuovo pianto di gioia.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Dobby adESso deve anDAre, signore, noi sta già preparando la cena di Natale nelle cucine!» disse Dobby, e usci di corsa DAl dormitorio, salutando Ron e gli altri con la mano.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Gli altri regali di Harry furono molto più soddisfacenti dei calzini spaiati di Dobby: con l’ovvia eccezione di quello dei Dursley, che consisteva in un unico fazzoletto di carta — un minimo storico. Harry pensò che si ricorDAssero bene la Mou Mollelingua. Hermione gli aveva regalato un libro intitolato Squadre di Quidditch della Gran Bretagna e dell’IrlanDA; Ron, un sacchetto pieno di Caccabombe; Sirius, un utile coltellino munito di accESsori per aprire ogni serratura e disfare ogni nodo; e Hagrid, una gran scatola di dolci che comprendeva tutti i suoi preferiti: Gelatine Tuttigusti+1, Cioccorane, SuperPallaGomme di Drooble e Api Frizzole. C’era anche, naturalmente, il solito pacco della signora Weasley, con un nuovo golf (verde, con un drago ricamato: Harry immaginava che Charlie le avESse raccontato tutto dello Spinato) e una gran quantità di tortini fatti in casa.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Harry e Ron s’incontrarono con Hermione in sala comune, e scESero insieme a colazione. Passarono gran parte della mattinata nella Torre di Grifondoro, dove tutti si stavano godendo i loro regali, poi tornarono nella Sala Grande per un pranzo sontuoso, che comprendeva almeno cento tacchini e pudding di Natale, e montagne di Cracker Magici.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Nel pomeriggio uscirono nel parco; la neve era intatta, eccetto per i profondi solchi tracciati DAgli studenti di Durmstrang e Beauxbatons per salire al castello. Hermione decise di assistere alla battaglia a palle di neve di Harry e dei Weasley invece di prendervi parte, e alle cinque annunciò che tornava su alla Torre a prepararsi per il ballo.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Non ci fu il tè di Natale quel giorno, DAl momento che il ballo comprendeva un banchetto, cosi alle sette, quando ormai era difficile prendere bene la mira, tutti abbandonarono la battaglia a palle di neve e tornarono insieme in sala comune. La Signora Grassa era seduta nella cornice con la sua amica Violet del piano di sotto: entrambe erano decisamente brille, e scatole vuote di cioccolatini al liquore ingombravano la parte inferiore del quadro.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Fuci Latate, è quESta la parola giusta!» riDAcchiò quando le dissero la parola d’ordine, e scattò in avanti per lasciarli passare.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Harry, Ron, Seamus, Dean e Neville indossarono gli abiti DA cerimonia su nel dormitorio, tutti molto impacciati anche se mai quanto Ron, che si guarDAva atterrito nel lungo specchio nell’angolo. Non c’era niente DA fare: quel coso assomigliava tremenDAmente a un vEStito DA donna. In un disperato tentativo di farlo sembrare più maschile, scagliò un IncantESimo Tagliuzzante sui pizzi al collo e ai polsi. Funzionò a meraviglia: i pizzi erano spariti, anche se non aveva fatto un lavoro molto preciso, e gli orli erano ancora spaventosamente sfilacciati mentre si apprEStavano a scendere.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Non riESco ancora a capire come avete fatto voi due a beccarvi le ragazze più carine del nostro anno» mugugnò Dean.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Magnetismo animale» disse Ron cupamente, tirando i fili che penzolavano DAi polsini dell’abito.
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La sala comune aveva un’aria strana, così piena di ragazzi DAi vEStiti colorati invece della solita massa nera. Calì aspettava Harry ai piedi delle scale. In effetti era molto carina, con un abito rosa shocking, un nastro d’oro nella lunga treccia scura, e braccialetti d’oro che scintillavano ai polsi. Harry fu sollevato vedendo che non riDAcchiava.
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«Stai… ehm… bene» le disse ESitante.
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«Grazie» ribatté lei. «Padma ti aspetta nella Sala d’IngrESso» aggiunse, rivolta a Ron.
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«Va bene» disse Ron, guarDAndosi intorno. «Dov’è Hermione?»
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«Ok» disse Harry, che avrebbe tanto voluto poter rimanere in sala comune. Fred gli fece l’occhiolino quando gli passò DAvanti uscendo DAl buco del ritratto.
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Anche la Sala d’IngrESso era stipata di studenti che ciondolavano in attESa delle otto, quando le porte della Sala Grande si sarebbero aperte. I ragazzi che dovevano incontrarsi con i partner di case diverse si facevano largo tra la folla, cercandosi. Calì scorse sua sorella Padma e la guidò DA Harry e Ron.
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«Ciao» disse Padma, che era carina quanto Calì nel suo vEStito di un turchESe vivo. Non parve però troppo entusiasta di avere Ron come partner; i suoi occhi scuri indugiarono sul colletto e sui polsi sfilacciati dell’abito mentre lo squadrava DA capo a piedi.
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«Ciao» disse Ron senza guarDArla, scrutando la folla. «Oh, no…»
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Piegò appena le ginocchia per nascondersi dietro Harry, perché stava passando Fleur Delacour, favolosa nel suo abito di satin grigio argento, accompagnata DAl capitano della squadra di Quidditch di Corvonero, Roger DAviES. Quando furono scomparsi, Ron si raddrizzò di nuovo e guardò oltre le tESte della folla.
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«Ma dov’è Hermione?» ESclamò ancora una volta.
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Un gruppo di Serpeverde sali DAi gradini della loro sala comune sotterranea. DAvanti c’era Malfoy; indossava un abito di velluto nero con il colletto alto, che secondo Harry lo faceva assomigliare a un vicario. Pansy Parkinson stringeva il braccio di Malfoy, avvolta in un abito rosa pallido molto sontuoso. Tiger e Goyle erano vEStiti di verde tutti e due; sembravano sassi color muschio, e nESsuno dei due, Harry fu lieto di notare, era riuscito a trovare un’accompagnatrice.
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Il portone di quercia si aprì, e tutti si voltarono a guarDAre l’ingrESso degli studenti di Durmstrang con il profESsor Karkaroff. Krum era in tESta al gruppo, accompagnato DA una ragazza carina vEStita di azzurro che Harry non conosceva. Oltre le loro tESte vide che una parte del prato DAvanti al castello era stata trasformata in una sorta di grotta piena di luci fatate: centinaia di fatine in carne e ossa erano sedute nei cESpugli di rose fatti apparire sul posto, e svolazzavano sulla statua di Babbo Natale e le sue renne.
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Poi la voce della profESsorESsa McGranitt gridò: «I campioni qui, per favore!»
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Calì si risistemò i braccialetti, radiosa; lei e Harry dissero «Ci vediamo fra un attimo» a Ron e Padma, e avanzarono, mentre la folla chiacchierina si apriva per lasciarli passare. La profESsorESsa McGranitt, che indossava un abito DA sera scozzESe rosso, e si era sistemata una ghirlanDA di cardi piuttosto bruttina attorno alla tESa del cappello, disse loro di aspettare su un lato della porta mentre entravano tutti gli altri; dovevano fare il loro ingrESso nella Sala Grande in corteo una volta che il rESto degli studenti avESse prESo posto ai tavoli. Fleur Delacour e Roger DAviES si disposero vicino alla porta; DAviES sembrava così ESterrefatto per la fortuna di avere Fleur come partner che riusciva a stento a toglierle gli occhi di dosso. Anche Cedric e Cho erano vicini a Harry, che guardò altrove in modo DA non dover fare conversazione. Il suo sguardo invece cadde sulla ragazza al braccio di Krum… e rimase a bocca aperta.
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Ma non somigliava affatto a Hermione. Si era fatta qualcosa ai capelli; non erano più cESpugliosi, ma lisci e lucenti, e legati in un nodo elegante dietro la tESta. Indossava un abito di un morbido tESsuto blu pervinca, e aveva un portamento in qualche modo diverso — o forse era solo l’assenza della solita ventina di libri che di solito portava appESi alla schiena. Sorrideva, anche — piuttosto nervosamente, a dire il vero — e si notava moltissimo che i denti DAvanti erano rimpiccioliti. Harry non riusciva a capire come aveva fatto a non accorgersene prima.
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«Ciao, Harry!» ESclamò. «Ciao, Calì!»
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Calì fissava Hermione con uno sguardo incredulo assai poco lusinghiero. Non era la sola, comunque: quando si aprirono le porte della Sala Grande, il fan club di Krum in biblioteca entrò tutto impettito, scoccando a Hermione occhiate di profondo disgusto. Pansy Parkinson la guardò a occhi sbarrati entrando con Malfoy, e anche lui parve non riuscire a trovare un insulto DA rivolgerle. Ron le passò DAvanti senza guarDArla.
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Una volta che tutti si furono sistemati nella Sala Grande, la profESsorESsa McGranitt disse ai campioni e ai loro accompagnatori di mettersi in fila a coppie e di seguirla. Obbedirono, e la Sala Grande applaudì mentre facevano il loro ingrESso e avanzavano verso un grande tavolo rotondo all’altra EStremità della Sala, dove avevano prESo posto i giudici.
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Le pareti della Sala erano tutte coperte di brina d’argento scintillante, con centinaia di ghirlande di edera e vischio che s’incrociavano attraverso il nero soffitto stellato. I tavoli delle Case erano spariti; al loro posto ce n’erano un centinaio più piccoli, illuminati DA lanterne, e ciascuno ospitava una dozzina di persone.
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Harry si sforzò di non inciampare nei propri piedi. Calì aveva l’aria di divertirsi; rivolgeva gran sorrisi a tutti, portando Harry con tanta energia DA farlo sentire un cane DA ESibizione guiDAto a bacchetta. Scorse Ron e Padma mentre si avvicinava al tavolo dei giudici. Ron scrutava Hermione con gli occhi ridotti a fESsure. Padma era imbronciata.
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Silente sorrise allegramente mentre i campioni si avvicinavano al suo tavolo, ma Karkaroff ostentava un’ESprESsione molto simile a quella di Ron mentre guarDAva Krum e Hermione avvicinarsi. Ludo Bagman, che per l’occasione indossava una vESte di un viola accESo a grandi stelle gialle, batteva le mani con l’entusiasmo degli studenti; e MaDAme Maxime, che aveva sostituito la sua solita uniforme di satin nero con un abito DAll’ampia gonna di seta color lavanDA, applaudiva educatamente. Ma il signor Crouch, Harry notò all’improvviso, non c’era. Il quinto posto del tavolo era occupato DA Percy Weasley.
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Quando i campioni e i loro accompagnatori ebbero raggiunto il tavolo, Percy scostò la sedia vuota al suo fianco e fissò Harry con uno sguardo eloquente; Harry capì al volo e si sedette accanto a lui, che indossava un abito DA sera nuovissimo, blu marino, e un’ESprESsione di assoluto compiacimento.
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«Sono stato promosso» disse, prima ancora che Harry potESse chiederglielo, e DAl tono parve annunciare la sua elezione a Supremo Reggente dell’Universo. «Ora sono l’assistente personale del signor Crouch, e sono qui in sua vece».
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«Perché non è venuto?» chiESe Harry. Non aveva una gran voglia di sorbirsi una conferenza sui fondi di calderone per tutta la cena.
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«Mi dispiace dire che il signor Crouch non sta bene, non sta affatto bene. È così DAlla Coppa del Mondo. Non c’è DA stupirsi: troppo lavoro. Non è più quello di una volta, anche se è ancora piuttosto notevole, naturalmente, la tESta è rimasta eccezionale. Ma la Coppa del Mondo è stata un disastro per tutto il Ministero e il signor Crouch ha subito un grave colpo a causa del comportamento scorretto di quella sua elfa domEStica, Blinky o come accidenti si chiamava. Naturalmente l’ha allontanata subito dopo, ma — be’, come ho già detto, tira avanti, ha bisogno che qualcuno si prenDA cura di lui, e credo che DA quando lei se n’è anDAta il suo ménage familiare sia decisamente peggiorato. E poi abbiamo dovuto organizzare il Torneo, e ci sono stati gli strascichi della Coppa — con quella rivoltante Skeeter che ci ronza intorno continuamente — no, pover’uomo, si sta godendo un meritato, tranquillo Natale. Sono solo felice che sapESse di avere come sostituto qualcuno su cui contare».
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Harry aveva un gran dESiderio di chiedergli se il signor Crouch aveva smESso di chiamarlo “Weatherby”, ma rESistette alla tentazione.
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I lucenti piatti d’oro erano ancora vuoti, ma c’erano piccoli menu disposti di fronte a ciascuno dei commensali. Harry prESe il suo, ESitante, e si guardò attorno: non c’erano camerieri. Silente, però, passò attentamente in rassegna il proprio menu e poi disse con voce chiara, rivolto al suo piatto: «Costolette di maiale!»
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E le costolette di maiale apparvero. Colto il meccanismo, anche il rESto della tavolata fece le sue ordinazioni ai piatti. Harry guardò Hermione per vedere come reagiva a quel nuovo, più complicato modo di cenare — che doveva significare un sacco di lavoro in più per gli elfi domEStici — ma per una volta Hermione non sembrava concentrata suo CREPA: era immersa in una fitta conversazione con Viktor Krum, e pareva accorgersi a malapena di quello che mangiava.
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In quel momento Harry si sorprESe a pensare che non aveva mai veramente sentito parlare Krum prima, però al momento parlava eccome, e con molto entusiasmo.
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«Be’, noi anche abiamo un castello, anche se non grosso come qvESto, e non così comodo, io crede» stava spiegando a Hermione. «Noi abiamo solo qvatro piani, e i fuochi viene acESi solo per scopi di magia. Ma noi abiamo un parco più grosso di qvESto… anche se d’inverno noi ha molto poco luce, e così noi usiamo ESso non molto. Ma d’EState noi foliamo tutti i giorni, su lago, su montagna…»
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«Insomma, insomma, Viktor!» disse Karkaroff, con una risata che non si EStESe agli occhi gelidi. «Non raccontare anche il rESto, altrimenti la tua affascinante amica saprà dove trovarci!»
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«Be’, Silente» disse Karkaroff, scoprendo i denti ingialliti in tutto il loro splendore, «cerchiamo tutti di proteggere i nostri domini privati, no? Non vegliamo tutti gelosamente sulle case della conoscenza che ci sono state affiDAte? Non siamo giustamente fieri di ESsere i soli a conoscere i segreti della nostra scuola, non abbiamo ragione di proteggerli?»
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«Oh, non mi sognerei mai di pretendere di conoscere tutti i segreti di Hogwarts, Igor» disse Silente in tono amabile. «Solo stamattina, per ESempio, ho prESo la direzione sbagliata mentre anDAvo in bagno e mi sono ritrovato in una stanza di magnifiche proporzioni che non avevo mai visto prima, che ospitava una collezione di vasi DA notte DAvvero notevole. Quando sono tornato indietro per guarDAre meglio, ho scoperto che la stanza era sparita. Ma devo tenerla d’occhio. È probabile che sia accESsibile solo alle cinque e mezza del mattino. O che compaia solo quando la luna è a un quarto… o quando colui che la cerca ha la vEScica straordinariamente gonfia».
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Harry sbuffò nel suo piatto di goulash. Percy si accigliò, ma Harry avrebbe giurato che Silente gli avESse fatto l’occhiolino.
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Nel frattempo Fleur Delacour criticava le decorazioni di Hogwarts parlando con Roger DAviES.
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«Cosine DA nionte» disse in tono sbrigativo, guarDAndo le pareti scintillanti della Sala Grande. «Al palazzo di Beauxbatons abiamo sculture di ghiascio tutto intorno la Sala DA Pranzo a Natale. Non si sciolgono, naturalmonte… sono grondi statue di diamonte che brillano. E il mongiare è sempliscemonte superbe. E abiamo cori di ninfe dei boschi, mentre mongiamo. Non abiamo quelle brutte armature nei corridoi, e se un poltergeist mai ontra a Beauxbatons, viene ESpulso comme ça». E colpi sonoramente il tavolo con la mano.
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Roger DAviES la guarDAva parlare ipnotizzato, e non riusciva a centrare la bocca con la forchetta. Harry aveva l’imprESsione che DAviES fosse troppo occupato a contemplare Fleur per capire anche solo una parola di quello che stava dicendo.
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Harry si guardò intorno. Hagrid era seduto a un altro dei tavoli degli insegnanti; indossava di nuovo il suo orrendo vEStito marrone peloso, e scrutava il tavolo dei giudici. Harry lo vide agitare timiDAmente la mano e seguendo il suo sguardo vide MaDAme Maxime rispondergli, gli opali che scintillavano alla luce delle candele.
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Quando tutto il cibo fu consumato, Silente si alzò e chiESe agli studenti di imitarlo. Poi, a un colpo di bacchetta, i tavoli schizzarono via e si disposero lungo i muri, lasciando il pavimento sgombro. Silente fece apparire una piattaforma sopraelevata lungo la parete di dEStra. Sopra c’erano una batteria completa, parecchie chitarre, un liuto, un violoncello e alcune cornamuse.
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Le Sorelle Stravagarie salirono sul palcoscenico salutate DA applausi entusiasti; erano tutte eccezionalmente irsute e vEStite in lunghi abiti neri che erano stati accuratamente strappati e lacerati. PrESero gli strumenti, e Harry, che era così impegnato a guarDArle DA aver quasi dimenticato che cosa stava per succedere, all’improvviso si accorse che le lanterne su tutti gli altri tavoli si erano spente, e che gli altri campioni e i loro accompagnatori erano in piedi.
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«DAi!» sibilò Cali. «Dobbiamo ballare!»
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Alzandosi, Harry inciampò nel vEStito. Le Sorelle Stravagarie attaccarono una melodia lenta e lugubre; Harry avanzò sulla pista DA ballo bene illuminata, baDAndo bene a non incrociare lo sguardo di nESsuno (vide Seamus e Dean che lo salutavano con la mano e riDAcchiavano), e un attimo dopo, Calì lo aveva afferrato per le mani, gliene aveva sistemata una attorno alla propria vita e teneva ben stretta l’altra nella sua.
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Non era poi così male, pensò Harry, girando lentamente sul posto (era Calì a portare). Tenne gli occhi fissi sulle tESte degli spettatori, e ben prESto anche molti di loro li raggiunsero sulla pista DA ballo, così che i campioni non furono più al centro dell’attenzione. Neville e Ginny ballavano lì vicino — vide Ginny strizzare gli occhi mentre Neville le pEStava i piedi — e Silente volteggiava con MaDAme Maxime. La sproporzione tra i due era tale che la punta del cappello di Silente solleticava appena il mento di lei; comunque, MaDAme Maxime si muoveva con molta grazia per ESsere così robusta. Malocchio Moody era impegnato in un goffo two-step con la profESsorESsa Sinistra, che evitava nervosamente la sua gamba di legno.
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«Oh… sì, me li ha fatti Dobby l’elfo domEStico» disse Harry con un gran sorriso.
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«È così pauroso!» sussurrò Calì mentre Moody si allontanava un tonfo dopo l’altro. «Non credo che quell’occhio dovrebbe ESsere permESso!»
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«Oh… ma… quESta è proprio bella!» ESclamò Calì mentre le Sorelle Stravagarie attaccavano un’altra canzone, molto più veloce.
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«No, non mi piace» mentì Harry, e la condusse via DAlla pista, oltre Fred e Angelina, che ballavano con tanto entusiasmo che i ragazzi attorno a loro si scostavano per paura di ESsere travolti, verso il tavolo dove erano seduti Ron e Padma.
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«Come va?» chiESe Harry a Ron, prendendo posto e aprendo una bottiglia di Burrobirra.
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Ron non rispose. Stava fissando cupo Hermione e Krum che ballavano lì vicino. Padma era seduta con braccia e gambe incrociate, un piede che dondolava a tempo con la musica. Ogni tanto scoccava uno sguardo scontento a Ron, che la ignorava completamente. Calì si sedette di fronte a Harry, incrociò a sua volta gambe e braccia, e dopo pochi minuti fu invitata a ballare DA un ragazzo di Beauxbatons.
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«Cosa?» disse Harry, che stava guarDAndo Cho e Cedric.
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Hermione si avvicinò e si sedette sulla sedia lasciata vuota DA Calì. Era un po’ rossa in faccia.
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«Fa caldo, vero?» disse Hermione, sventolandosi con la mano. «Viktor è anDAto a prendere DA bere».
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«Viktor?» ESclamò. «Non ti ha ancora chiESto di chiamarlo Vicky?»
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Hermione lo guardò sorprESa.
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«Che cos’hai?» chiESe.
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«È di Durmstrang!» ESplose Ron. «Gareggia contro Harry! Contro Hogwarts! Tu… tu stai…» Ron evidentemente stava cercando parole abbastanza forti per definire il crimine di Hermione, «fraternizzando con il nemico, ecco che cosa stai facendo!»
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Ron fece finta di non sentire. «Immagino che ti abbia chiESto di accompagnarlo quando eravate tutti e due in biblioteca».
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«Che cosa è succESso… hai cercato di convincerlo a unirsi a CREPA, vero?»
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«No, non è vero! Se proprio lo vuoi sapere, lui… lui ha detto che veniva in biblioteca tutti i giorni per cercare di parlare con me, ma non trovava il coraggio!» disse precipitosamente Hermione, e arrossì tanto DA diventare dello stESso colore del vEStito di Calì.
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«Si, certo… quESto è quello che dice lui» disse Ron maligno.
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«E con ciò che cosa vorrESti dire?»
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Sembrava che Ron l’avESse schiaffeggiata. Quando parlò, la voce di Hermione tremava di rabbia. «Per tua informazione, non mi ha chiESto una singola cosa a proposito di Harry, non una…»
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«Non lo aiuterei mai a scoprire che cosa dice l’uovo!» ESclamò Hermione, fuori di sé. «Mai! Come hai potuto dire una cosa del genere… io voglio che Harry vinca il Torneo! Harry lo sa, vero, Harry?»
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Gli altri ragazzi cominciavano a guarDArli.
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«Ron» disse Harry piano, «non mi dà nESsun fastidio che Hermione sia venuta al ballo con Krum…»
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«Non chiamarlo Vicky!» Hermione balzò in piedi e corse via sulla pista DA ballo. Ben prESto scomparve tra la folla.
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«Hai intenzione di invitarmi a ballare?» gli chiESe Padma.
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«No» rispose Ron, continuando a guarDAre torvo nella direzione di Hermione.
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«Bene» sbottò Padma, e si alzò per anDAre a raggiungere Calì e il ragazzo di Beauxbatons, che riuscì a recuperare un amico tanto in fretta che Harry pensò che avESse usato un IncantESimo di Appello.
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«Non ne ho idea» rispose Ron ostinato, guarDAndolo di sottecchi. «L’hai persa, eh?»
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«Be’, se fedete lei, dite che ho DA bere» disse, e andò via dondolando.
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Percy si avvicinò scattante, sfregandosi le mani con aria molto pomposa. «Ottimo! È quESto lo scopo, sai… Cooperazione Magica Internazionale!»
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Con gran fastidio di Harry, prESe immediatamente il posto lasciato libero DA Padma. Il tavolo dei giudici era vuoto; il profESsor Silente ballava con la profESsorESsa Sprite; Ludo Bagman con la profESsorESsa McGranitt; MaDAme Maxime e Hagrid aprivano un ampio varco sulla pista mentre volteggiavano tra gli studenti e Karkaroff era sparito. Quando la canzone succESsiva fu finita, tutti applaudirono di nuovo, e Harry vide Ludo Bagman fare il baciamano alla profESsorESsa McGranitt e tornare tra la folla: in quel momento gli si avvicinarono Fred e George.
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«Che cosa credono di fare, infastidire un membro anziano del Ministero?» sibilò Percy, osservando con sospetto Fred e George. «Non hanno nESsun rispetto…»
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«Spero che i miei fratelli non la stESsero disturbando, signor Bagman» disse subito Percy.
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«Cosa? Oh, niente affatto, niente affatto!» disse Bagman. «No, mi stavano solo dicendo qualcosa di più di quelle loro bacchette finte. Forse posso DAr loro una mano per metterle in commercio. Ho promESso di metterli in contatto con un paio di conoscenze che ho all’Emporio degli Scherzi di Zonko…»
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Bagman aprì la bocca per chiedere qualcosa a Harry, ma Percy lo interruppe. «Come le sembra che stia anDAndo il Torneo, signor Bagman? Il nostro Ufficio è piuttosto soddisfatto… quell’intoppo con il Calice di Fuoco…» — scoccò un’occhiata a Harry — «è stato leggermente spiacevole, certo, ma DA allora pare che le cose siano filate lisce, non crede?»
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«Oh, sono certo che il signor Crouch si rimetterà molto in fretta» disse Percy solennemente, «ma nel frattempo sono più che disposto a DArgli una mano. Naturalmente non si tratta solo di venire ai balli» — rise con leggerezza — «oh no, ho avuto a che fare con ogni genere di cose saltate fuori durante la sua assenza: avete sentito che Alì Bashir è stato sorprESo a contrabbanDAre un carico di tappeti volanti nel paESe? E stiamo cercando di convincere i Transilvani a firmare il Bando Internazionale dei Duelli. Ho un incontro con il loro Capo della Cooperazione Magica all’inizio dell’anno nuovo…»
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«Andiamo a fare due passi» borbottò Ron a Harry, «andiamo via DA Percy…»
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Fingendo di avere sete, Harry e Ron si allontanarono DAl tavolo, costeggiarono la pista DA ballo e uscirono nella Sala d’IngrESso. Il portone era ancora aperto, e le luci DAnzanti delle fatine nel giardino delle rose baluginavano e scintillavano mentre loro due scendevano i gradini. Poi si trovarono circonDAti DA cESpugli, tortuosi sentieri ornamentali e grandi statue di pietra. Harry sentì un gocciolio: sembrava proprio una fontana. Qua e là, panchine intagliate ospitavano ragazzi e ragazze. Harry e Ron s’incamminarono lungo uno dei viottoli tortuosi attraverso i cESpugli di rose, ma avevano fatto pochi passi quando udirono una voce sgradevolmente familiare.
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«… non vedo che cosa c’è DA agitarsi tanto, Igor».
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«Severus, non puoi fingere che non stia succedendo niente!» La voce di Karkaroff era bassa e ansiosa, come se si sforzasse di non farsi sentire DA altri. «È diventato sempre più evidente negli ultimi mESi, sono DAvvero preoccupato, non posso negarlo…»
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Piton e Karkaroff svoltarono l’angolo. Piton aveva la bacchetta in mano, e faceva saltar via i cESpugli di rose, con un cipiglio decisamente ostile. DA molti dei cESpugli si levarono strilli e spuntarono sagome scure.
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«Dieci punti in meno per Tassorosso, Fawcett!» sibilò Piton a una ragazza in fuga. «E dieci punti in meno anche per Corvonero, Stebbins!» a un ragazzo che la segui di corsa. «E voi due che cosa state facendo?» aggiunse, notando Harry e Ron sul sentiero DAvanti a sé. Karkaroff, osservò Harry, parve piuttosto preoccupato di vederli lì. La mano gli corse nervosamente al pizzetto, e cominciò a riarrotolarselo sul dito.
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«Continuate a camminare, allora!» sibilò Piton, e li oltrepassò velocemente, il lungo mantello nero che ondeggiava alle sue spalle. Karkaroff lo seguì di corsa. Harry e Ron riprESero a scendere il sentiero.
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«E DA quando lui e Piton si DAnno del tu?» aggiunse Harry piano.
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Avevano raggiunto una grossa renna di pietra, su cui zampillava l’acqua scintillante di un’alta fontana. Su una panchina accanto spiccavano le nere sagome di due ESseri enormi, intenti a guarDAre l’acqua alla luce della luna. E poi Harry udì la voce di Hagrid.
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«L’ho capito DAl primo momento che ti ho vista» stava dicendo, con voce curiosamente roca.
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Harry e Ron rimasero paralizzati. Non era proprio il genere di situazione DA interrompere bruscamente… Harry si guardò intorno, su per il sentiero, e vide Fleur Delacour e Roger DAviES seminascosti dietro un cESpuglio di rose lì vicino. Diede un colpetto a Ron sulla spalla e fece cenno con la tESta verso di loro, per dire che potevano sgattaiolare via DA quella parte senza farsi notare (Fleur e DAviES gli parvero parecchio inDAffarati), ma Ron, gli occhi sgranati DAll’orrore alla vista di Fleur, scosse vigorosamente la tESta e trascinò Harry nell’ombra fitta dietro la renna.
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«Che cosa hai capito, Agrìd?» disse MaDAme Maxime, con voce talmente bassa che sembrava stESse facendo le fusa.
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Harry non aveva nESsuna intenzione di stare a sentire; Hagrid avrebbe detEStato ESsere spiato in una situazione del genere (Harry personalmente non l’avrebbe sopportato): potendo, si sarebbe infilato le dita nelle orecchie e avrebbe cominciato a canticchiare ad alta voce, ma non era certo una soluzione praticabile. Invece cercò di concentrarsi su uno scarabeo che zampettava lungo la schiena della renna di pietra, ma lo scarabeo non era abbastanza interESsante DA fargli ignorare le parole che seguirono.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Per me era mia mamma» disse Hagrid piano. «Era una delle ultime della Gran Bretagna. Certo che non me la ricordo tanto bene… è anDAta via, sai. Quando avevo tre anni. Non era il tipo materno, proprio no. Be’… non fa parte della loro natura, vero? Non so cosa ci è succESso… potrebbe anche ESsere morta per quello che ne so…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
MaDAme Maxime non disse niente. E Harry, suo malgrado, distolse gli occhi DAllo scarabeo e guardò oltre la renna, ascoltando… non aveva mai sentito Hagrid parlare della sua infanzia prima d’allora.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Al mio papà ci si è spezzato il cuore quando è anDAta via. Un piccoletto, era mio papà. A sei anni riuscivo a tirarlo su e metterlo in cima alla credenza se mi sgriDAva. Lo facevo ridere tanto…» La voce profonDA di Hagrid si spezzò. MaDAme Maxime lo ascoltava immobile, fissando, almeno in apparenza, la fontana argentata. «È stato lui a tirarmi su… ma è morto subito dopo che ho cominciato la scuola. DA allora ho dovuto arrangiarmi. Silente è stato un grande aiuto, sai. Tanto gentile con me, è stato…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Ma MaDAme Maxime si era improvvisamente alzata in piedi.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Eh?» ESclamò Hagrid smarrito. «No, non anDAre! Io… io non ne ho mai incontrato un altro prima d’ora!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Un altro che cosa, ESattamonte?» chiESe MaDAme Maxime, in tono gelido.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Se avESse potuto, Harry avrebbe detto a Hagrid che era meglio non rispondere; invece rimase lì nell’ombra, stringendo i denti, sperando con tutto se stESso che non succedESse… ma fu inutile.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Come osi!» strillò MaDAme Maxime. La sua voce rimbombò come una sirena nella quieta aria notturna; alle spalle di Harry, Fleur e Roger furono sbalzati via DAl loro cESpuglio di rose. «NESsuno mai ha insultato me in tutta la vita! Mezzagigonte? Moi? Ho solo le ossa grondi!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
E scappò; ampi sciami multicolori di fatine si levarono nell’aria mentre passava spazzando via i cESpugli. Hagrid rimase seduto sulla panchina a guarDArla. Era troppo buio per vedere la sua faccia. Poi, dopo un minuto, si alzò e si allontanò, non in direzione del castello, ma DAll’altra parte, nel parco oscuro, verso la sua capanna.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«DAi» disse Harry a Ron, molto piano. «Andiamo…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Che cosa c’è?» chiESe Harry.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Ron si voltò verso Harry, con ESprESsione DAvvero molto seria.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
DAll’occhiata di Ron capì all’istante che stava rivelando una volta ancora la sua scarsa conoscenza del mondo magico. Era stato crESciuto DAi Dursley, e quindi c’erano molte cose che i maghi DAvano per scontate e che per lui erano rivelazioni: ma quESte sorprESe erano diminuite DA quando era entrato a scuola. In quel momento, però, si rESe conto che la maggior parte dei maghi non avrebbe detto «E allora?» scoprendo che uno dei loro amici aveva per madre una gigantESsa.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Ti spiego quando siamo dentro» disse Ron piano. «DAi…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Fleur e Roger DAviES erano spariti, probabilmente in un cESpuglio più intimo. Harry e Ron fecero ritorno nella Sala Grande. Calì e Padma sedevano a un tavolo lontano con una folla intera di ragazzi di Beauxbatons, e Hermione stava ballando ancora con Krum. Harry e Ron prESero posto a un tavolo piuttosto lontano DAlla pista DA ballo.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Lo so, ma… accidenti, non mi meraviglio che non ci tenga a farlo sapere» rispose Ron, scuotendo la tESta. «Ho sempre creduto che fosse incappato in un brutto IncantESimo di Ingozzamento DA piccolo, o roba del genere. Non voleva parlarne…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Ma chi se ne importa se sua madre era una gigantESsa?»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Be’… a nESsuno di quelli che lo conoscono importerà niente, perché sanno che non è pericoloso» disse Ron lentamente. «Ma… Harry, sono malvagi, i giganti. È come ha detto Hagrid, è nella loro natura, sono come i troll… gli piace uccidere, lo sanno tutti. Comunque in Gran Bretagna non ce ne sono più».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Che cosa gli è succESso?»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Be’, si stavano EStinguendo comunque, e un sacco sono stati uccisi DAgli Auror. Dovrebbero ESserci dei giganti all’EStero, però… si nascondono soprattutto sulle montagne…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Ma chi vuole prendere in giro, quella Maxime?» disse Harry, osservando MaDAme Maxime seduta DA sola al tavolo dei giudici, con aria molto cupa. «Se Hagrid è un Mezzogigante, allora lo è anche lei. Ossa grandi… la sola cosa con ossa più grandi delle sue è un dinosauro».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Harry e Ron passarono il rESto della fESta a discutere di giganti nel loro angolino, visto che nESsuno dei due aveva alcuna voglia di ballare. Harry cercò di ignorare Cho e Cedric; quei due gli mettevano addosso una gran voglia di prendere a calci qualcosa.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Quando a mezzanotte le Sorelle Stravagarie smisero di suonare, tutti rivolsero loro un ultimo, sonoro scroscio di applausi, e cominciarono ad avviarsi verso la Sala d’IngrESso. Molti ragazzi dicevano che avrebbero voluto che il ballo durasse di più, ma Harry fu assolutamente felice di anDAre a dormire; per quello che lo riguarDAva, la serata non era stata granché divertente.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Fuori nella Sala d’IngrESso, Harry e Ron videro Hermione augurare la buonanotte a Krum prima che lui facESse ritorno alla nave di Durmstrang. Lei rivolse a Ron un’occhiata geliDA, e lo superò di corsa su per la scalinata di marmo, senza dire una parola. Harry e Ron la seguirono, ma a metà della scalinata Harry si sentì chiamare.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Era Cedric Diggory. Saliva di corsa le scale per raggiungerlo, mentre Cho aspettava di sotto nell’IngrESso.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Sì?» disse Harry fredDAmente.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Cedric ESitò, lasciando capire di voler parlare a quattr’occhi con Harry. Ron scrollò le spalle stizzito e continuò a salire DA solo.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Fatti un bagno, e… ehm… porta con te l’uovo, e… ehm… pensaci su nell’acqua calDA. Ti aiuterà a riflettere… fiDAti».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«E te ne dico un’altra» aggiunse Cedric. «Usa il bagno dei Prefetti. Quarta porta a sinistra della statua di Boris il Basito al quinto piano. La parola d’ordine è FrEScopino. Devo anDAre… volevo DAre la buonanotte…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Fece un altro gran sorriso a Harry e corse giù per le scale DA Cho.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Harry tornò alla Torre di Grifondoro DA solo. Era un consiglio EStremamente bizzarro. Perché mai un bagno avrebbe dovuto aiutarlo a capire che cosa voleva dire l’uovo ululante? Cedric lo stava prendendo in giro? Stava cercando di fargli fare la figura dell’idiota, cosi Cho per contro lo avrebbe ammirato ancora di più?
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
La Signora Grassa e la sua amica Vi russavano nel ritratto sopra il buco. Harry dovette strillare «Luci fatate!» per svegliarle, cosa che le irritò parecchio. Salì nella sala comune, e là trovò che Ron e Hermione stavano litigando furiosamente: a tre metri di distanza l’uno DAll’altra, si urlavano addosso, rossi in faccia.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Be’, se non ti va, lo sai qual è la soluzione, eh?» gridò Hermione; i capelli le stavano crollando DAlla crocchia elegante, e il suo volto era contratto DAlla rabbia.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Ron aprì e chiuse la bocca senza parlare come un pESce rosso fuori DAll’acqua, mentre Hermione girava sui tacchi e correva su per la scala delle ragazze. Ron si voltò a guarDAre Harry.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
«Be’» farfugliò, folgorato, «be’… quESto dimostra solo… non ha proprio capito…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Harry non disse nulla. Era troppo contento di ESsere di nuovo amico di Ron per dire la sua in quel momento: ma dentro di sé pensava che Hermione avESse capito molto più di Ron. Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4) |
Il 26 dicembre tutti si svegliarono tardi. La sala comune di Grifondoro era molto più tranquilla di quanto non fosse stata ultimamente, e frequenti sbadigli punteggiavano le pigre conversazioni. I capelli di Hermione erano di nuovo crESpi; confESsò a Harry di aver usato una gran quantità della Tricopozione Lisciariccio per il ballo, «ma è troppo complicato farlo tutti i giorni» concluse in tono pratico, grattando dietro le orecchie un Grattastinchi impegnato a fare le fusa.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Ron e Hermione parevano aver raggiunto un tacito accordo: non parlare della loro lite. Erano piuttosto amichevoli l’uno verso l’altra, anche se stranamente formali. Ron e Harry comunque le raccontarono subito della conversazione tra MaDAme Maxime e Hagrid, ma Hermione, a differenza di Ron, non trovò affatto spaventosa la notizia che Hagrid fosse un Mezzogigante.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Be’, me lo immaginavo» disse, alzando le spalle. «Sapevo che non poteva ESsere un gigante puro, perché sono alti sei metri. Ma sinceramente, tutta quESta agitazione per i giganti… Non possono ESsere tutti terribili… è lo stESso tipo di pregiudizio che la gente nutre nei confronti dei Lupi Mannari… è solo fanatismo, no?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Ron aveva l’aria di voler ribattere qualcosa di tagliente, ma forse non voleva scatenare un’altra lite, perché si accontentò di scuotere la tESta incredulo mentre Hermione non lo guarDAva.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Il guaio era che il 24 febbraio sembrava molto più vicino visto DA quESto versante del Natale, e lui non aveva ancora fatto niente per decifrare l’indovinello dentro l’uovo d’oro. Quindi cominciò a tirar fuori l’uovo DAl baule tutte le volte che saliva al dormitorio, ad aprirlo e ad ascoltare attentamente, nella speranza che quESta volta l’ululato avrebbe avuto un senso. Si sforzò di pensare che cosa gli ricorDAva quel suono, a parte trenta Seghe Musicali, ma non aveva mai sentito niente del genere. Chiuse l’uovo, lo scosse vigorosamente e lo riaprì per vedere se i rumori erano cambiati, ma niente DA fare. Cercò di interrogare l’uovo, strillando più forte dei suoi gemiti, ma non succESse nulla. Arrivò a scagliare l’uovo attraverso la stanza, anche se non si aspettava DAvvero che servisse.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Harry non aveva dimenticato il suggerimento di Cedric, ma i sentimenti men che amichevoli che nutriva nei suoi confronti al momento comportavano che preferiva non accettare il suo aiuto se poteva farne a meno. E comunque, se Cedric voleva DAvvero DArgli una mano, avrebbe dovuto ESsere molto più ESplicito. Lui, Harry, gli aveva detto ESattamente che cosa sarebbe succESso nella prima prova: e Cedric lo ricambiava dicendogli di farsi un bagno. Be’, non aveva bisogno di quella schifezza di suggerimento: e soprattutto non DA parte di uno che continuava a camminare per i corridoi mano nella mano con Cho. E così giunse il primo giorno del nuovo trimEStre, e Harry scESe per anDAre a lezione, carico di libri, pergamene e penne come al solito, ma anche con il pensiero fisso dell’uovo che gli pESava sullo stomaco, come se lo avESse mangiato.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
La neve era ancora alta nel parco, e nella classe di Erbologia le finEStre della serra erano coperte di una condensa così fitta che non si riusciva a vedere fuori. NESsuno aveva una gran voglia di anDAre a Cura delle Creature Magiche visto il tempo, anche se, come osservò Ron, gli Schiopodi probabilmente li avrebbero aiutati a scalDArsi, o rincorrendoli o sparando scintille con tanta forza DA appiccare il fuoco alla capanna di Hagrid.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Ma quando arrivarono, trovarono DAvanti alla porta una vecchia strega coi capelli grigi tagliati cortissimi e il mento molto pronunciato.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Mi chiamo profESsorESsa Caporal» disse lei in tono brusco, «e sono la vostra supplente di Cura delle Creature Magiche».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«È indisposto» rispose seccamente la profESsorESsa Caporal.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Harry udì alle sue spalle un suono di risate basse e sgradevoli. Si voltò: Draco Malfoy e il rESto dei Serpeverde erano in arrivo. Erano tutti giulivi, e nESsuno parve sorprESo di vedere la profESsorESsa Caporal.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«DA quESta parte, prego» disse quESt’ultima, avanzando lungo il recinto degli enormi cavalli di Beauxbatons, che tremavano di freddo. Harry, Ron e Hermione la seguirono, guarDAndo verso la capanna di Hagrid. Tutte le tende erano tirate. Hagrid era là dentro, solo e malato?
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Invece si» ribatté Harry infervorato. «Che cosa gli è succESso?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
La profESsorESsa Caporal finse di non sentirlo. Li guidò oltre il recinto che ospitava i cavalli di Beauxbatons, rannicchiati l’uno contro l’altro per difendersi DAl freddo, verso un albero al limitare della ForESta, dov’era legato un grosso, bell’ESemplare di unicorno.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Un coro di «Oooooh!» si levò DAlle ragazze.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Oh, è così bello!» sussurrò LavanDA Brown. «Come ha fatto? Devono ESsere difficilissimi DA catturare!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
L’unicorno era di un bianco cosi splendente che a confronto la neve sembrava grigia. Grattava il suolo nervosamente con gli zoccoli d’oro, gettando indietro la tESta cornuta.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«I ragazzi stiano indietro!» abbaiò la profESsorESsa Caporal, tendendo un braccio e urtando forte Harry in pieno petto. «Preferiscono il tocco femminile, gli unicorni. Le ragazze DAvanti, e avvicinatevi con cautela. Avanti, aDAgio!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Lei e le ragazze avanzarono lentamente verso l’unicorno, lasciando i ragazzi indietro, vicino alla staccionata, a guarDAre.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Nell’istante in cui la profESsorESsa Caporal fu fuori tiro, Harry si rivolse a Ron. «Che cosa credi che abbia? Non pensi che uno Schiopodo…?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Oh, non è stato aggredito, Potter, se è quESto che temi» disse Malfoy piano. «No, è solo che si vergogna troppo a far vedere quel suo brutto faccione».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Che stai dicendo?» ESclamò Harry brusco.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Malfoy infilò la mano nella tasca dell’abito e ne EStrasse un foglio di giornale piegato.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Ecco qui» disse. «Mi dispiace così tanto di ESsere io il latore, Potter…»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Sogghignò mentre Harry afferrava il foglio, lo spiegava e leggeva, con Ron, Seamus, Dean e Neville sopra la sua spalla. Era un articolo correDAto di una foto di Hagrid con l’aria decisamente imbarazzata.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
L’ERRORE GIGANTESCO DI SILENTE
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Albus Silente, eccentrico PrESide della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, non ha mai avuto paura di fare scelte discutibili in fatto di personale docente, scrive Rita Skeeter, inviato speciale. A settembre di quESt’anno ha assunto Alastor «Malocchio» Moody, il noto ex Auror iettatore, per insegnare DifESa contro le Arti Oscure, una decisione che ha fatto aggrottare molte fronti al Ministero della Magia, DAta la ben nota abitudine di Moody di aggredire chiunque faccia un movimento brusco in sua prESenza. Malocchio Moody, comunque, sembra gentile e rESponsabile, se confrontato con il semiumano che Silente ha assunto per insegnare Cura delle Creature Magiche.
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Rubeus Hagrid, che ammette di ESsere stato ESpulso DA Hogwarts al terzo anno, DA allora si gode il posto di guardiacaccia, lavoro garantitogli DA Silente. Lo scorso anno, però, Hagrid ha fatto uso della sua misteriosa influenza sul PrESide per assicurarsi anche il posto di insegnante di Cura delle Creature Magiche, DAvanti a parecchi candiDAti con migliori credenziali.
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Hagrid, decisamente enorme e feroce di aspetto, ha usato l’autorità DA poco acquisita per terrorizzare gli studenti a lui affiDAti con una succESsione di orrende creature. Mentre Silente finge di non vedere, Hagrid ha causato menomazioni a parecchi allievi durante una serie di lezioni che molti ammettono ESsere state «decisamente spaventose». «Io sono stato aggredito DA un Ippogrifo, e il mio amico Vìncent Tiger si è prESo un brutto morso DA un Vermicolo» dichiara Draco Malfoy, uno studente del quarto anno. «Tutti quanti detEStiamo Hagrid, ma abbiamo troppa paura per parlare».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Hagrid non intende comunque porre fine alla sua campagna intimiDAtoria. Nel corso della sua conversazione con un inviato della Gazzetta del Profeta il mESe scorso, ha ammESso di allevare creature che ha battezzato «Schiopodi SparacoDA»: si tratta di un incrocio altamente pericoloso tra una Manticora e un Fiammagranchio. La creazione di nuove razze di creature magiche è, come tutti sanno, un’attività generalmente tenuta sotto stretto controllo DAll’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Hagrid, a quanto pare, si considera al di sopra di quESte futili rEStrizioni.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Come se non bastasse, la Gazzetta del Profeta ha ora scoperto le prove del fatto che Hagrid non è — come ha sempre finto di ESsere — un mago purosangue. In effetti non è nemmeno un umano purosangue. Siamo in grado di rivelare in ESclusiva che sua madre è nientemeno che la gigantESsa Fridwulfa, il cui domicilio è attualmente sconosciuto.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Sanguinari e violenti, i giganti sono arrivati alla soglia dell’EStinzione combattendo gli uni contro gli altri nel corso dell’ultimo secolo. I pochi superstiti si sono uniti a Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato, e si sono macchiati di alcune delle più terribili stragi di Babbani del suo regno di terrore.
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Mentre molti dei giganti che hanno servito Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato sono stati uccisi DAgli Auror in lotta contro il Lato Oscuro, Fridwulfa non era tra di loro. È possibile che sia fuggita in una delle comunità di giganti ancora ESistenti tra monti stranieri. Se le sue bizzarrie nel corso delle lezioni di Cura delle Creature Magiche significano qualcosa, comunque, il figlio di Fridwulfa sembra aver ereditato la sua natura violenta.
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Per un bizzarro scherzo del fato, Hagrid pare aver stretto una salDA amicizia con il ragazzo che ha provocato la caduta di Voi-Sapete-Chi, costringendo di conseguenza la propria stESsa madre, come il rESto dei sostenitori di Voi-Sapete-Chi, a nascondersi. Forse Harry Potter non conosce la sgradevole verità sul suo grosso amico: ma Albus Silente certo ha il dovere di garantire che Harry Potter, con i suoi compagni, sia mESso in guardia contro i pericoli che corre chi frequenta Mezzigiganti.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Ma non era quESto a infastidire Harry.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Cosa vorrebbe dire, “Tutti quanti detEStiamo Hagrid”?» ESplose rivolto a Malfoy. «Che cosa sono quelle sciocchezze sul fatto che lui» e indicò Tiger, «sarebbe stato morso DA un Vermicolo? Non hanno nemmeno i denti!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Tiger riDAcchiava, decisamente compiaciuto.
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«Be’, credo che con quESto la carriera di insegnante di quel deficiente dovrebbe ESsere finita» disse Malfoy, con gli occhi che brillavano. «Mezzogigante… e io che pensavo che si fosse trangugiato una bottiglia di CrEScicrESci DA piccolo… ai nostri genitori quESta faccenDA non andrà proprio giù… avranno paura che si mangi i loro figli, ah, ah…»
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«Ehi, laggiù, state guarDAndo?»
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La voce della profESsorESsa Caporal raggiunse i ragazzi; le ragazze erano tutte attorno all’unicorno, e lo accarezzavano. Harry era così arrabbiato che l’articolo della Gazzetta del Profeta gli tremò fra le mani mentre si voltò a guarDAre (senza vederlo) l’unicorno, di cui la profESsorESsa Caporal stava elencando le molte proprietà magiche a voce alta, in modo che sentissero anche i ragazzi.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Spero tanto che rESti, quella donna!» disse Calì Patil a lezione finita, mentre stavano tornando al castello per pranzo. «È così che mi sono sempre immaginata Cura delle Creature Magiche… creature come si deve come gli unicorni, non dei mostri…»
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«E a Hagrid non pensi?» ESclamò Harry arrabbiato mentre salivano la scala.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
DA dopo il ballo Calì era molto fredDA con Harry. Lui sospettava che avrebbe dovuto dedicarle più attenzioni, ma lei pareva comunque ESsersi divertita un mondo. Di certo raccontava a tutti che si sarebbe incontrata con il ragazzo di Beauxbatons il prossimo fine settimana a Hogsmeade.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«È stata una gran bella lezione» commentò Hermione mentre entravano nella Sala Grande. «Non sapevo la metà delle cose che la profESsorESsa Caporal ci ha detto sugli uni…»
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«GuarDA qua!» ringhiò Harry, ficcandole sotto il naso l’articolo della Gazzetta del Profeta.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Hermione rimase a bocca aperta mentre leggeva. La sua reazione fu ESattamente la stESsa di Ron. «Come ha fatto quell’orriDA Skeeter a scoprirlo? Non è possibile che gliel’abbia detto Hagrid!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«No» rispose Harry, avanzando verso il tavolo di Grifondoro e lasciandosi cadere su una sedia, furioso. «Non l’ha mai detto nemmeno a noi, no? Suppongo che fosse così arrabbiata perché lui non gli ha detto un sacco di roba schifosa su di me che è anDAta in giro a ficcare il naso per vendicarsi».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Forse ha sentito quando lui l’ha detto a MaDAme Maxime al ballo» disse Hermione piano.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«L’avremmo vista in giardino!» ESclamò Ron. «E poi non ha più il permESso di girare a scuola, Hagrid ha detto che Silente l’ha buttata fuori…»
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«Forse ha un Mantello dell’Invisibilità» disse Harry, servendosi di pollo in umido con tanta veemenza che schizzò sugo DAppertutto. «È proprio il genere di cosa che farebbe, nascondersi nei cESpugli a spiare la gente».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Noi non l’abbiamo fatto apposta!» disse Ron indignato. «Non avevamo scelta! Quell’idiota, parlare della sua mamma gigantESsa dove chiunque poteva sentirlo!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Dobbiamo anDAre a trovarlo» disse Harry. «QuESta sera, dopo Divinazione. Dobbiamo dirgli che lo rivogliamo… Tu lo rivuoi?» scattò, rivolto a Hermione.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Io… be’, non voglio far finta che non sia stata una piacevole novità, seguire per una volta una vera lezione di Cura delle Creature Magiche… ma certo che voglio indietro Hagrid, è ovvio!» aggiunse in fretta Hermione, intimidita DAllo sguardo furibondo di Harry.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Così quella sera dopo cena il terzetto uscì di nuovo DAl castello e discESe i prati ghiacciati verso la capanna di Hagrid. Bussarono. A rispondere furono i latrati cavernosi di Thor.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Non rispose. Sentirono Thor grattare alla porta, mugolando, ma quella non si aprì. La tempEStarono per altri dieci minuti; Ron andò anche a bussare forte a una finEStra, ma non ci fu risposta.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Perché ci evita?» disse Hermione, quando finalmente si furono arrESi e s’incamminarono di nuovo verso la scuola. «Non crederà che c’importi che è un Mezzogigante?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Ma evidentemente a Hagrid importava. Per tutta la settimana non si fece vivo. Non comparve al tavolo degli insegnanti alle ore dei pasti, non lo videro svolgere i suoi compiti di guardiacaccia nel parco, e la profESsorESsa Caporal continuò a insegnare Cura delle Creature Magiche. Malfoy gongolava a più non posso.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Ti manca il tuo amichetto?» continuava a sussurrare a Harry tutte le volte che c’era un insegnante nei paraggi, in modo DA sfuggire alla vendetta. «Ti manca l’Uomo-Elefante?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
A metà di gennaio era prevista una gita a Hogsmeade. Hermione fu molto sorprESa che Harry contasse di anDArci.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Credevo che avrESti approfittato del fatto che la sala comune sarà tranquilla» disse. «Che ti sarESti mESso a lavorare sul serio su quell’uovo».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«DAvvero?» disse Hermione, colpita. «Bravo!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Lo stomaco di Harry si contorse per i sensi di colpa, ma lui decise di ignorarlo. Aveva ancora cinque settimane per risolvere l’indovinello dell’uovo, dopotutto, e praticamente erano secoli… e se anDAva a Hogsmeade, magari avrebbe incontrato Hagrid, e avrebbe potuto convincerlo a tornare.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Il sabato, lui, Ron e Hermione uscirono insieme DAl castello, e si dirESsero al cancello attraverso il parco freddo e bagnato. Mentre passavano DAvanti alla nave di Durmstrang ancorata nel lago, videro Viktor Krum salire in coperta, con addosso solo un costume DA bagno. Era DAvvero magro, ma evidentemente molto più forte di quel che sembrava, perché si arrampicò sul fianco della nave, tESe le braccia e si tuffò dritto nel lago.
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«È pazzo!» disse Harry, fissando la tESta scura di Krum che rispuntava in mezzo allo specchio d’acqua. «Dev’ESsere gelato, siamo in gennaio!»
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«DAlle sue parti fa molto più freddo» disse Hermione. «Magari qui per lui è abbastanza caldino».
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«È DAvvero simpatico, sai» disse. «Non è affatto come uno potrebbe immaginare, visto che è di Durmstrang. Mi ha detto che gli piace molto di più qui DA noi».
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Ron tacque. Non aveva nominato Krum DAl ballo, ma il 26 dicembre Harry aveva trovato sotto il suo letto un braccino in miniatura che sembrava strappato via DA una bambolina vEStita con i colori della squadra di Quidditch della Bulgaria.
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Harry tenne gli occhi bene aperti in cerca di Hagrid per tutta la High Street invasa DAl fango, e una volta scoperto che Hagrid non si trovava in nESsuno dei negozi suggerì una visita ai Tre Manici di Scopa.
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Il pub era affollato come al solito, ma una rapiDA occhiata a tutti i tavoli disse a Harry che Hagrid non c’era. Col cuore pESante, si avvicinò al bancone con Ron e Hermione, ordinò tre Burrobirre a MaDAma Rosmerta e si disse cupamente che dopotutto avrebbe fatto meglio a rEStare a casa ad ascoltare l’uovo ululante.
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«Ma non ci va mai in ufficio?» sussurrò Hermione all’improvviso. «GuarDAte!»
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Indicò lo specchio dietro il bancone, e Harry vi vide riflESso Ludo Bagman, seduto in un angolo nella penombra con un gruppo di goblin. Bagman parlava molto in fretta a voce bassa con i goblin, che tenevano tutti le braccia incrociate e avevano l’aria piuttosto minacciosa.
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Era DAvvero strano, pensò Harry, che Bagman si trovasse lì ai Tre Manici di Scopa in un fine settimana privo di eventi legati al Torneo Tremaghi, e quindi senza obblighi di giurato. Osservò Bagman nello specchio. Sembrava di nuovo tESo, quasi come la notte nella forESta prima della comparsa del Marchio Oscuro. Ma proprio in quell’istante Bagman guardò verso il bancone, vide Harry e si alzò.
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«Un attimo, un attimo!» Harry lo udì dire bruscamente ai goblin, e Bagman gli si avvicinò di fretta, il ghigno fanciullESco di nuovo al suo posto.
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«Harry!» ESclamò. «Come stai? Speravo proprio di incontrarti! Va tutto bene?»
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«Posso parlarti a quattr’occhi, Harry? È una cosa veloce» disse Bagman con insistenza. «Non potrESte lasciarci soli un attimo, voi due?»
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«Ehm… ok» disse Ron, e lui e Hermione anDArono a cercarsi un tavolo.
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Bagman guidò Harry lungo il bancone, il più lontano possibile DA MaDAma Rosmerta.
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«Be’, è solo che volevo complimentarmi di nuovo con te per la tua splendiDA ESibizione contro quello Spinato, Harry» disse Bagman. «DAvvero superbo».
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«Grazie» disse Harry, ben sapendo che non poteva ESsere tutto lì, perché Bagman avrebbe potuto congratularsi con lui anche DAvanti a Ron e Hermione. Ma Bagman non pareva avere una gran fretta di vuotare il sacco. Harry lo guardò gettare un’occhiata nello specchio ai goblin, che stavano studiando lui e Harry in silenzio attraverso gli scuri occhi a fESsura.
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«Un incubo assoluto» disse Bagman a Harry sottovoce, notando che anche Harry osservava i goblin. «Il loro inglESe non è granché… è come ESsere di nuovo con tutti quei Bulgari alla Coppa del Mondo di Quidditch… ma almeno loro usavano un linguaggio dei segni che un altro ESsere umano poteva capire. QuESti qua continuano a blaterare in GoblinESe… e io so solo una parola di GoblinESe. Bladvak. Vuol dire “piccone”. Non mi va di usarla perché non vorrei che pensassero che li sto minacciando». ESplose in una breve risata cavernosa.
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«Che cosa vogliono?» chiESe Harry, notando che i goblin stavano ancora osservando Bagman con molta attenzione.
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«Ehm… in effetti, non ho idea di dove sia» disse Bagman. «È che ha… smESso di venire a lavorare. Ormai manca DA un paio di settimane. Il giovane Percy, il suo assistente, dice che è ammalato. A quanto pare manDA istruzioni via gufo. Ma ti dispiace non farne parola con nESsuno, Harry? Perché Rita Skeeter è ancora lì che s’impiccia dove può, e io ci scommetto che trasformerebbe la malattia di Barty in qualcosa di sinistro. Probabilmente scriverebbe che è scomparso come Bertha Jorkins».
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«Si sa niente di lei?» chiESe Harry.
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«No» rispose Bagman, di nuovo tESo. «Ho delle persone che la stanno cercando, naturalmente…» (Era ora, pensò Harry), «ed è tutto molto strano. È sicuro che c’è arrivata, in Albania, perché là ha incontrato la sua seconDA cugina. E poi è partita per anDAre a sud a trovare una zia… e sembra che sia sparita senza lasciare alcuna traccia, per straDA. Che mi prenDA un colpo se capisco che cos’ha in tESta… non è proprio il tipo che fugge, comunque… però… ma che cosa facciamo, stiamo qui a parlare di goblin e di Bertha Jorkins? Veramente volevo chiederti» e abbassò la voce, «come va con l’uovo d’oro?»
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«Senti, Harry» disse (sempre a voce bassissima), «quESta cosa mi fa star male… tu ci sei finito dentro, nel Torneo, non ti sei fatto avanti DA solo… e se» (la sua voce era così bassa che Harry dovette avvicinarsi per sentire), «… se posso DArti una mano… una spintarella nella direzione giusta… tu mi piaci proprio… come hai superato quel drago!… Be’, basta che tu lo dica».
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«Dobbiamo risolvere gli indovinelli DA soli, no?» disse, ben attento a mantenere un tono di voce leggero, per non DAre l’imprESsione di star accusando il Capo dell’Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici di violare le regole.
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«Ha offerto una mano anche a Cedric?» chiESe Harry.
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«No» rispose, «lo… be’, come ho detto, ti ho prESo in simpatia. Ho pensato che potevo offrirti…»
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«Be’, grazie» disse Harry, «ma credo di ESserci quasi, con l’uovo… dovrebbero bastare un paio di giorni».
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Non era del tutto certo del motivo per cui stava rifiutando l’offerta di Bagman, a parte il fatto che Bagman era quasi un EStraneo, e che accettare il suo aiuto gli sembrava molto più un imbroglio che non chiedere consiglio a Ron, Hermione o Sirius.
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Bagman parve quasi offESo, ma non riuscì ad aggiungere altro, perché a quel punto comparvero Fred e George.
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«Salve, signor Bagman» disse Fred allegramente. «Possiamo offrirle DA bere?»
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Fred e George parvero delusi quasi quanto Bagman, che guarDAva Harry come se lo avESse crudelmente tradito.
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E corse fuori DAl pub. I goblin scivolarono tutti giù DAlle sedie e uscirono dopo di lui. Harry andò a raggiungere Ron e Hermione.
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«Che cosa voleva?» chiESe Ron.
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«Ma non dovrebbe!» ESclamò Hermione, molto turbata. «È uno dei giudici! E comunque, tu l’hai già scoperto… vero?»
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«Be’, non credo che a Silente piacerebbe sapere che Bagman ha cercato di convincerti a barare!» disse Hermione, con uno sguardo di profonDA disapprovazione. «Spero che stia cercando di aiutare anche Cedric!»
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«No, gliel’ho chiESto» disse Harry.
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Hermione scoccò a Ron uno sguardo del tipo non-si-scherza-su-quESte-cose e disse: «Buffo, dei goblin che cercano il signor Crouch… dovrebbero trattare con l’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche».
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«Ti DAi pena per quei poveri piccoli goblin, adESso, eh?» chiESe Ron a Hermione. «Stai pensando a fonDAre lo S.P.U.R.G.A. o qualcosa del genere? Società per la Protezione e l’Utilizzo Ragionevole dei Goblin Abietti?»
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«Ah, ah, ah» disse Hermione sarcastica. «I goblin non hanno bisogno di protezione. Non avete sentito quello che ci ha spiegato il profESsor Rüf sulle rivolte dei goblin?»
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«Be’, sono piuttosto bravi a trattare con i maghi» disse Hermione, sorseggiando un altro po’ di Burrobirra. «Sono molto abili. Non sono come gli elfi domEStici, che non si difendono mai».
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Rita Skeeter era appena entrata. Quel giorno era vEStita di giallo banana; le lunghe unghie erano dipinte di rosa shocking, ed era accompagnata DAl solito fotografo panciuto. PrESe DA bere per entrambi, e i due si fecero straDA tra la folla fino a un tavolo vicino. Harry, Ron e Hermione la guarDArono torvi mentre si avvicinava. Parlava in fretta e sembrava molto soddisfatta di qualcosa.
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«… non sembrava che avESse molta voglia di parlare con noi, eh, Bozo? Ora, perché, secondo te? E che cosa ci fa con un branco di goblin al seguito, comunque? Gli fa visitare la zona… che sciocchezza… è sempre stato un pESsimo bugiardo. Forse sta succedendo qualcosa? Credi che dovremmo inDAgare un po’? L’ex Capo degli Sport Magici caduto in disgrazia, Ludo Bagman… bell’attacco, Bozo… dobbiamo solo trovare una storia che gli si aDAtti…»
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Alcune persone si voltarono. Gli occhi di Rita Skeeter si dilatarono dietro gli occhiali tempEStati di pietre quando vide chi aveva parlato.
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«Harry!» ESclamò con un gran sorriso. «Ma è splendido! Perché non ti unisci a…?»
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Rita Skeeter inarcò le sopracciglia pESantemente ritoccate.
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Nel pub era calato il silenzio. MaDAma Rosmerta guarDAva DA dietro il bancone, senza accorgersi che il boccale che stava riempiendo di idromele già traboccava.
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Il sorriso di Rita Skeeter s’incrinò appena, ma un attimo dopo tornò smagliante; aprì con uno scatto la borsa di coccodrillo, EStrasse la Penna Prendiappunti e disse: «Cosa ne dici di un’intervista sull’Hagrid che conosci tu, Harry? L’uomo dietro i muscoli? La tua improbabile amicizia e le ragioni che la sostengono? Lo definirESti un surrogato della figura paterna?»
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«Siediti, stupiDA ragazzina, e non parlare di cose che non capisci» disse fredDAmente Rita Skeeter, guarDAndo Hermione con occhi improvvisamente duri. «So delle cose di Ludo Bagman che ti farebbero arricciare i capelli… non che ne abbiano bisogno…» aggiunse, con un’occhiata alla chioma crESpa di Hermione.
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«Andiamo» disse Hermione. «DAi, Harry… Ron…»
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Uscirono, seguiti DA parecchi sguardi. Quando furono sulla soglia, Harry si voltò. La Penna Prendiappunti di Rita Skeeter era in azione; sfrecciava avanti e indietro su un rotolo di pergamena posato sul tavolo.
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«Sarai tu la prossima vittima, Hermione» disse Ron a voce bassa e preoccupata mentre risalivano la straDA in fretta.
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«Deve solo provarci!» strillò Hermione; tremava di rabbia. «Le farò vedere! Una stupiDA ragazzina, quESto sarei? Oh, la pagherà, prima Harry, poi Hagrid…»
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«I miei genitori non leggono La Gazzetta del Profeta, non può costringere me a nascondermi!» ESclamò Hermione, camminando così in fretta che Harry e Ron le stavano dietro a fatica. L’ultima volta che l’avevano vista così arrabbiata, Hermione aveva DAto un ceffone a Draco Malfoy. «E nemmeno Hagrid! Non avrebbe mai dovuto farsi sconvolgere DA quella sottospecie di ESsere umano! Andiamo!»
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Cominciò a correre e li precedette su per la straDA, attraverso i cancelli fiancheggiati DA cinghiali alati, e poi su per i prati fino alla capanna di Hagrid.
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«Hagrid!» urlò Hermione, picchiando sulla porta. «Hagrid, adESso basta! Lo sappiamo che sei lì dentro! Non importa a nESsuno se tua madre era una gigantESsa, Hagrid! Non puoi permettere a quella visciDA Skeeter di farti quESto! Hagrid, vieni fuori, ti stai comportando…»
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«Buon pomeriggio» disse il PrESide in tono amabile, sorridendo.
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Hagrid era seduto al tavolo, sul quale erano posati due grossi boccali di tè. Era in uno stato pietoso. Aveva la faccia tutta a macchie, gli occhi gonfi, e quanto ai capelli era anDAto DA un EStremo all’altro: aveva rinunciato a tentare di domarli e cosi ora sembravano una parrucca di fil di ferro aggrovigliato.
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«Ci vuole dell’altro tè, credo» disse Silente, chiudendo la porta alle spalle del terzetto, EStraendo la bacchetta e facendola roteare un po’; un vassoio DA tè apparve ruotando a mezz’aria, assieme a un piatto di dolcetti. Silente fece planare il vassoio sul tavolo, e tutti si sedettero. Ci fu una breve pausa, e poi Silente disse: «Per caso hai sentito quello che stava griDAndo la signorina Granger, Hagrid?»
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Hermione arrossì, ma Silente le sorrise e riprESe: «Hermione, Harry e Ron sembrano ancora intenzionati a ESserti amici, a giudicare DAl modo in cui hanno cercato di sfonDAre la porta».
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«Ma certo che vogliamo ancora ESsere tuoi amici!» disse Harry, guarDAndo Hagrid. «Non crederai che le cose che dice quella schifosa di una Skeeter… scusi, profESsore» aggiunse in fretta, rivolto a Silente.
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«Ehm… d’accordo» disse Harry imbarazzato. «Volevo solo dire… Hagrid, come hai potuto credere che dESsimo pESo alle cose che quella… donna… ha scritto su di te?»
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Due grosse lacrime colarono DAgli occhi nero pece di Hagrid e caddero lentamente nella sua barba aggrovigliata.
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«QuESti tre amici sono la prova vivente di quello che ti stavo dicendo, Hagrid» disse Silente, sempre osservando il soffitto con grande attenzione. «Ti ho mostrato le lettere di innumerevoli genitori che ti ricorDAno DA quando erano studenti qui, e che mi dicono in termini inequivocabili che se ti licenziassi avrebbero qualcosa DA ridire…»
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«Non tutti» disse Hagrid con voce rauca. «Non tutti vogliono che rESto».
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«Insomma, Hagrid, se stai cercando di ottenere il consenso universale, temo che rESterai chiuso in quESta capanna per un sacco di tempo» disse Silente, che ora lo scrutava con sguardo deciso attraverso gli occhialetti a mezzaluna. «DA quando sono diventato PrESide di quESta scuola, non ho passato una settimana senza ricevere almeno un gufo di protESta per il modo in cui la dirigo. Ma che cosa dovrei fare? Barricarmi nel mio studio e rifiutarmi di parlare con chicchESsia?»
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«Hagrid, ma guarDA che parenti ho io!» ESclamò Harry con veemenza. «Pensa ai Dursley!»
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«Ottimo argomento» disse il profESsor Silente. «Mio fratello Aberforth è stato procESsato per aver praticato incantESimi inopportuni su una capra. Era su tutti i giornali, ma Aberforth si è nascosto? Certo che no! Ha tenuto la tESta alta ed è anDAto avanti a fare le sue cose come al solito! Certo, non sono proprio sicuro che sappia leggere, quindi potrebbe non ESsere stato coraggio, il suo…»
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«Torna a insegnare, Hagrid» disse Hermione piano, «ti prego, ritorna, ci manchi DAvvero».
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Silente uscì DAlla capanna, fermandosi solo per grattare Thor dietro le orecchie. Quando la porta si fu chiusa alle sue spalle, Hagrid prESe a singhiozzare con la faccia affonDAta nelle mani. Hermione continuò a DArgli dei colpetti sul braccio, e alla fine Hagrid alzò gli occhi, DAvvero molto rossi, e disse: «Grand’uomo, Silente… grand’uomo…»
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Hagrid si alzò, aprì un cassetto del comò e ne EStrasse la foto di un mago basso con i suoi stESsi occhi neri infossati, che sorrideva seduto sulla spalla di Hagrid. QuESt’ultimo era alto più di due metri, a giudicare DAl melo alle sue spalle, ma il suo viso era senza barba, giovane, rotondo e liscio: non dimostrava più di undici anni.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«QuESta è stata fatta subito dopo che ero entrato a Hogwarts» disse Hagrid con voce gracchiante. «Papà era arcicontento… certo che potevo anche non ESsere mica un mago, sapete, per via che la mia mamma… be’, insomma. Certo che non sono mai stato granché in magia, DAvvero… ma almeno non ha saputo che mi avevano buttato fuori. Sapete, è morto che facevo il secondo anno…
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«Silente è quello che è stato DAlla mia parte dopo che papà se n’è anDAto. Mi ha trovato il lavoro di guardiacaccia… si fiDA della gente, lui. Ci dà a tutti un’altra possibilità… è per quESto che è diverso DAgli altri PrESidi, ecco. Piglierebbe chiunque a Hogwarts, basta che ci hanno talento. Lo sa che la gente può venir fuori ok anche se le loro famiglie non erano… be’… proprio rispettabili. Ma alcuni non lo capiscono. Ce ne sono certi che te lo rinfacciano sempre… ci sono certi che farebbero finta di ESsere solo un po’ grossi invece di alzarsi e dire: sono quello che sono e non mi vergogno. “Non vergognarti mai” mi diceva il mio vecchio, “e se qualcuno te lo rinfaccia, è gente che non vale una cicca”. E ci aveva ragione. Io con lei non ci perdo più tempo, ve lo prometto. Ossa grandi… gliele do io, le ossa grandi».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Harry, Ron e Hermione si guarDArono nervosamente; Harry avrebbe preferito portare a passeggio cinquanta Schiopodi SparacoDA piuttosto che ammettere DAvanti a Hagrid di averlo sentito parlare con MaDAme Maxime, ma Hagrid continuò a parlare, senza accorgersi dell’effetto delle sue parole.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«La sai una cosa, Harry?» disse, alzando lo sguardo DAlla foto del padre, gli occhi molto luminosi. «La prima volta che ti ho visto mi ricorDAvi un po’ me. Niente mamma e papà, e credevi che a Hogwarts non ti ci sarESti mica ritrovato, ti ricordi? Non eri sicuro di ESsere all’altezza… e adESso guarDAti, Harry! Campione della scuola!»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Fissò un attimo Harry e poi disse, in tono molto serio: «Lo sai cosa mi piacerebbe, Harry? Mi piacerebbe se vinci, DAvvero. Fagli vedere, a quelli, che uno non deve ESsere purosangue per farcela. Non devi vergognarti di quello che sei. Fagli vedere che è Silente che ha ragione, a prendere tutti, basta che sanno fare le magie. Come va con quell’uovo, Harry?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
«Benissimo» rispose Harry. «DAvvero benissimo».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Mentire a Hagrid non era ESattamente come mentire a chiunque altro. Quel pomeriggio, più tardi, Harry tornò al castello con Ron e Hermione senza riuscire a cancellare DAlla mente la faccia felice di Hagrid al pensiero che lui vincESse il Torneo. Quella sera l’incomprensibile uovo pESò più che mai sulla coscienza di Harry, e al momento di anDAre a dormire aveva deciso: era giunto il momento di mettere DA parte l’orgoglio, e vedere se il suggerimento di Cedric valeva qualcosa. Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4) |
Visto che Harry non aveva idea di quanto dovESse durare il bagno per scoprire il segreto dell’uovo d’oro, decise di farlo di notte, quando avrebbe potuto prendersi tutto il tempo che voleva. Pur riluttante all’idea di accettare altri favori DA Cedric, decise anche di usare il bagno dei Prefetti; erano pochissime le persone ammESse là dentro, quindi era molto meno probabile che qualcuno lo disturbasse.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Harry preparò accuratamente il suo piano, perché era già stato sorprESo una volta DA Gazza il custode fuori DAl letto e nel posto sbagliato nel cuore della notte, e non dESiderava ripetere l’ESperienza. Il Mantello dell’Invisibilità, naturalmente, sarebbe stato fonDAmentale, e come ulteriore precauzione Harry pensò di portare con sé la Mappa del Malandrino, che, insieme al Mantello, era il mezzo più efficace che possedESse per infrangere le regole. Sulla mappa era riportata l’intera Hogwarts, comprESe le sue molte scorciatoie e i passaggi segreti, e, cosa più importante di tutte, mostrava le persone all’interno del castello, ferme o in movimento, come minuscoli puntini con tanto di nome, così che Harry avrebbe potuto individuare in tempo chiunque si fosse avvicinato al bagno.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Il giovedì sera Harry scivolò fuori DAl letto, indossò il Mantello, sgattaiolò di sotto e, proprio come aveva fatto la sera che Hagrid lo aveva portato DAi draghi, attESe che il buco del ritratto si aprisse. Stavolta era Ron ad aspettare fuori per dire la parola d’ordine alla Signora Grassa (’Frittelle di banana’). «Buona fortuna» mormorò entrando nella sala comune mentre Harry usciva di soppiatto.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Quella notte era strano muoversi sotto il Mantello, perché Harry teneva il pESante uovo sotto un braccio, e reggeva la mappa DAvanti al naso con l’altro. Comunque, i corridoi illuminati DAlla luna erano dESerti e silenziosi, e controllando la mappa a intervalli strategici, Harry si assicurò di non incontrare nESsuno che voleva evitare. Quando raggiunse la statua di Boris il Basito, un mago DAll’aria smarrita con i guanti infilati sulle mani sbagliate, individuò la porta giusta, le si avvicinò e borbottò la parola d’ordine, FrEScopino, proprio come gli aveva detto Cedric.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
La porta si aprì cigolando. Harry la oltrepassò, la chiuse a chiave e si sfilò il Mantello dell’Invisibilità, guarDAndosi attorno.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Il suo primo pensiero fu che valeva la pena di diventare Prefetto solo per poter usare quel bagno. Era illuminato dolcemente DA un magnifico candeliere accESo, ed era tutto di marmo bianco, comprESa quella che sembrava una piscina vuota rettangolare incassata al centro del pavimento. Almeno un centinaio di rubinetti d’oro si trovavano ai bordi della piscina, ciascuno con una pietra di colore diverso incastonata nel pomolo. C’era anche un trampolino. Lunghe tende di lino bianco pendevano alle finEStre; una grossa pila di soffici asciugamani candidi si ergeva in un angolo, e sulla parete c’era un solo dipinto con la cornice dorata. Ritraeva una sirena bionDA profonDAmente addormentata su una roccia, i lunghi capelli che le fluttuavano DAvanti al viso tutte le volte che russava.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Harry avanzò, guarDAndosi attorno, mentre i suoi passi rimbombavano. Per quanto splendido fosse il bagno — e benché avESse un gran dESiderio di provare un po’ di quei rubinetti — ora che si trovava lì non riusciva a scacciare l’idea che Cedric l’avESse prESo in giro. Come diavolo era possibile che tutto quESto lo aiutasse a risolvere il mistero dell’uovo? Alla fine depose uno dei soffici asciugamani, il Mantello, la mappa e l’uovo accanto alla vasca grande come una piscina, poi si inginocchiò e aprì alcuni rubinetti.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Ne scorse acqua mischiata a vari tipi di bagnoschiuma, anche se era un genere di bagnoschiuma che Harry non aveva mai provato prima. DA un rubinetto schizzavano bolle rosa e azzurre grandi come palloni DA calcio, un altro versava una schiuma candiDA così densa all’aspetto che pareva ci si potESse camminare sopra; un terzo spruzzava nubi violette DAll’aroma intenso che galleggiavano appena sopra l’acqua. Harry si divertì per un po’ ad aprire e chiudere i rubinetti, apprezzandone soprattutto uno, DAl getto che rimbalzava in ampi archi sulla superficie dell’acqua. Poi, quando la piscina fu piena di acqua calDA, schiuma e bolle (e ci mise pochissimo tempo, considerate le dimensioni), Harry chiuse tutti i rubinetti, si sfilò la vEStaglia, il pigiama e le pantofole, e scivolò dentro.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Era così profonDA che toccava appena, e fece un paio di vasche prima di tornare accanto al bordo e tenersi a galla fissando l’uovo. Per quanto piacevole fosse nuotare nell’acqua calDA e schiumosa con nuvole di vapore colorato che gli DAnzavano intorno, non gli venne alcun lampo di genio né ebbe un’improvvisa rivelazione.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Harry allungò le braccia, prESe l’uovo tra le mani bagnate e lo aprì. L’alto, stridulo gemito riempì il bagno, echeggiando contro le pareti di marmo, ma era incomprensibile come al solito, se non di più, a causa dell’eco. Lo richiuse di scatto, temendo che il rumore potESse attrarre Gazza e chiedendosi se non fosse proprio quello il piano di Cedric; e poi qualcuno parlò, facendolo sobbalzare tanto che l’uovo gli cadde e rotolò con un gran fracasso sul pavimento del bagno.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Harry aveva inghiottito un bel po’ di bolle per lo spavento. Si rimise diritto, sputacchiando, e vide il fantasma di una ragazza DAll’aria molto deprESsa seduto a gambe incrociate sopra un rubinetto. Era Mirtilla Malcontenta, che di solito singhiozzava nel tubo di scarico di un bagno tre piani più giù.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Mirtilla!» ESclamò Harry indignato. «Io… non ho niente addosso!»
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La schiuma era così densa che non si vedeva nulla, ma Harry aveva la sgradevole sensazione che Mirtilla lo avESse spiato DA uno dei rubinetti fin DAl suo arrivo.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Ho chiuso gli occhi quando sei entrato» disse lei, strizzando gli occhi attraverso gli occhiali spESsi. «Sono secoli che non vieni a trovarmi».
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«Sì… be’…» disse Harry, piegando appena le ginocchia, giusto per ESsere sicuro che Mirtilla non vedESse altro che la sua tESta. «Non dovrei venire nel tuo bagno, no? È uno di quelli delle femmine».
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«Una volta non ci baDAvi» disse Mirtilla malinconica. «Ci venivi sempre».
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Era vero, anche se era solo perché Harry, Ron e Hermione avevano scoperto nel bagno guasto di Mirtilla il luogo aDAtto per preparare in segreto la Pozione Polisucco, una miscela proibita che aveva trasformato Harry e Ron in copie viventi di Tiger e Goyle per un’ora, in modo DA permettere loro di intrufolarsi nella sala comune di Serpeverde.
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«E infatti mi sono beccato una punizione» disse Harry, cosa vera solo a metà: una volta Percy l’aveva sorprESo mentre usciva DAl bagno di Mirtilla. «Ho pensato che era meglio non tornarci, dopo».
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Controllò che Mirtilla avESse coperto bene gli occhiali con le mani prima di issarsi su DAlla vasca, avvolgersi l’asciugamano ben stretto e anDAre a prendere l’uovo.
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Una volta che fu tornato nell’acqua, Mirtilla spiò tra le dita e disse: «Avanti, DAi… aprilo sott’acqua!»
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Harry mise l’uovo sotto la superficie schiumosa e lo aprì… e quESta volta non si lamentò. Ne usci invece un suono gorgogliante, una canzone le cui parole non si riuscivano a distinguere attraverso l’acqua.
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«Devi mettere sotto anche la tESta» disse Mirtilla, che sembrava divertirsi moltissimo a DArgli ordini. «Avanti!»
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Harry trasse un bel rESpiro e scivolò sott’acqua. E poi, seduto sul fondo di marmo della vasca piena di bolle, udì un coro di voci misteriose che cantava dentro l’uovo aperto tra le sue mani:
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Vieni a cercarci dove noi cantiamo, che sulla terra cantar non possiamo, e mentre cerchi, sappi di già: abbiam prESo ciò che ti mancherà, hai tempo un’ora per poter cercare quel che rubammo. Non ESitare, che tempo un’ora mala sorte avrà: ciò che fu prESo mai ritornerà».
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Harry ritornò a galla e infranse la superficie coperta di bolle, scuotendosi via i capelli DAgli occhi.
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Ci vollero altri tre ascolti subacquei prima che Harry imparasse la canzone a memoria; poi rimase a galla per un po’, lambiccandosi il cervello, mentre Mirtilla stava lì seduta a guarDArlo.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Devo anDAre a cercare delle persone che non possono usare la loro voce sulla terraferma…» disse lentamente. «Ehm… chi potrebbero ESsere?»
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Non aveva mai visto Mirtilla Malcontenta così allegra, a parte il giorno in cui la dose di Pozione Polisucco aveva appioppato a Hermione un muso peloso e la coDA di un gatto.
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Harry si guardò intorno, pensando… se le voci si potevano sentire solo sott’acqua, allora potevano verosimilmente appartenere a creature subacquee. ESpose la teoria a Mirtilla, che gli rivolse un sorrisetto di superiorità.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Be’, è quello che pensava Diggory» disse. «È rimasto li a parlare DA solo per un secolo. Un secolo… erano sparite quasi tutte le bolle…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Cercando di non pensare a Mirtilla Malcontenta che finiva nel lago risucchiata DA un tubo assieme al contenuto di un water, Harry chiESe: «Be’, là sotto c’è qualcosa che ha voci umane? Aspetta…»
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Lo sguardo di Harry era caduto sulla sirena che russava appESa al muro. «Mirtilla, ci sono sirene là sotto, vero?»
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«Oooh, molto bene» replicò lei, gli spESsi occhiali che brillavano. «Diggory ci ha mESso molto di più! Eppure lei era sveglia…» — Mirtilla fece un cenno verso la sirena con una smorfia di disgusto sulla faccia triste — «che riDAcchiava e si metteva in mostra e agitava la coDA…»
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«È così, vero?» disse Harry eccitato. «La seconDA prova è anDAre a cercare le sirene nel lago e… e…»
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Ma all’improvviso capì quello che stava dicendo, e sentì l’entusiasmo svanire come se qualcuno avESse appena tirato via un tappo DAl suo stomaco. Non nuotava molto bene; non aveva mai avuto occasioni per farlo. Dudley aveva prESo lezioni quando era piccolo, ma zia Petunia e zio Vernon, senza dubbio nella speranza che prima o poi annegasse, non si erano preoccupati che Harry imparasse a sua volta. Un paio di vasche di quella piscina anDAvano benissimo, ma il lago era molto grande, e molto profondo… e le sirene di sicuro non vivevano in superficie…
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«Mirtilla» disse Harry lentamente, «come faccio a rESpirare?»
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«Perché insensibile?» disse Harry, ESterrefatto.
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«Parlare di rESpirare DAvanti a me!» disse lei con voce acuta, e la sua voce rimbombò contro le pareti del bagno. «Quando non posso… quando non… DA secoli…» Seppellì il viso nel fazzoletto e tirò su forte col naso.
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Harry si ricordò che Mirtilla era sempre stata permalosa sul fatto di ESsere morta, mentre nESsun altro fantasma a lui noto faceva tante storie. «Scusa» disse, impaziente. «Non volevo… È solo che mi sono dimenticato…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Oh, certo, è facile dimenticarsi che Mirtilla è morta» ribatté Mirtilla singhiozzando e guarDAndolo con gli occhi gonfi. «NESsuno ha sentito la mia mancanza, anche quando ero viva. Gli ci sono volute ore e ore per scoprire il mio corpo — lo so, ero là seduta ad aspettarli. Olive Hornby è venuta in bagno — “Sei ancora li a fare il muso, Mirtilla?” ha detto. “Perché il profESsor Dippet mi ha detto di venire a cercarti…” E poi ha visto il mio caDAvere… ooooh, non se l’è dimenticato finché è vissuta, ho fatto le cose per bene… l’ho seguita DAppertutto e gliel’ho ricorDAto, sissì, e una volta, al matrimonio di suo fratello…»
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Ma Harry non la ascoltava; stava pensando di nuovo alla canzone delle sirene. “Abbiamo prESo ciò che ti mancherà”. Suonava come se volESsero rubare qualcosa di suo, qualcosa che doveva riprendersi. Che cosa avrebbero portato via?
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«… e poi, naturalmente, è anDAta al Ministero della Magia perché smettESsi di perseguitarla, così sono dovuta tornare qui a vivere nel mio bagno».
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Recuperò l’uovo DAl fondo della vasca, si arrampicò fuori, si asciugò e si rimise il pigiama e la vEStaglia.
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«Verrai a trovarmi ancora nel mio bagno qualche volta?» chiESe Mirtilla Malcontenta in tono lugubre, mentre Harry raccoglieva il Mantello dell’Invisibilità.
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«Ehm… ci proverò» disse Harry, anche se dentro di sé pensava che sarebbe anDAto al bagno di Mirtilla solo se ogni altro bagno del castello fosse stato intasato. «Ci vediamo, Mirtilla… grazie per il tuo aiuto».
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Fuori, nel buio corridoio, Harry studiò la Mappa del Malandrino per controllare che la straDA fosse ancora libera. Sì, i puntini con i nomi di Gazza e Mrs Purr erano ancora al sicuro nei loro uffici… tutto sembrava immobile tranne Pix, che saltellava nella sala dei trofei al piano di sopra… Harry aveva fatto il primo passo verso la Torre di Grifondoro, quando qualcos’altro sulla mappa attrasse la sua attenzione… qualcosa di decisamente strano.
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Harry fissò la macchiolina. Il signor Crouch stava troppo male per anDAre a lavorare o per partecipare al Ballo del Ceppo: e allora che cosa stava facendo di nascosto a Hogwarts all’una del mattino? Harry guardò attentamente mentre il puntino girava per la stanza, fermandosi qua e là…
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Harry ESitò, riflettendo… e poi la curiosità prevalse. Si voltò e s’incamminò DAlla parte opposta, verso la scala più vicina. Voleva vedere che cosa stava combinando Crouch.
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ScESe le scale più piano che poteva, anche se i volti in alcuni ritratti si girarono incuriositi allo scricchiolio di un’asse, al fruscio del suo pigiama. Sgattaiolò lungo il corridoio, spinse di lato un arazzo a metà straDA e imboccò una scala più stretta, una scorciatoia che lo avrebbe portato due piani più in basso. Continuava a scrutare la mappa, perplESso… non era in carattere con il corretto, rigoroso signor Crouch intrufolarsi nell’ufficio di un’altra persona a quell’ora della notte…
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E poi, a metà della scala, senza pensare ad altro che al bizzarro comportamento del signor Crouch, Harry sprofondò dritto nello scalino infido che Neville dimenticava sempre di saltare. Annaspò e l’uovo d’oro, ancora umido per il bagno, gli scivolò DA sotto il braccio. Si lanciò in avanti per cercare di prenderlo al volo, ma era troppo tardi; l’uovo cadde giù per la lunga scala con un boato di grancassa a ogni gradino… il Mantello dell’Invisibilità scivolò via… Harry lo afferrò, e la Mappa del Malandrino gli sfuggì di mano e cadde giù per sei gradini, dove, sprofonDAto com’era nello scalino fino al ginocchio, non poteva arrivare a prenderla.
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L’uovo d’oro rotolò al di là dell’arazzo ai piedi della scala, si aprì di scatto e cominciò a ululare. Harry EStrasse la bacchetta e cercò di toccare la Mappa del Malandrino per cancellarla, ma era troppo lontana…
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Rimettendosi addosso il Mantello, Harry si rialzò, le orecchie tESe, gli occhi sbarrati DAlla paura… e quasi immediatamente…
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«Che cos’è quESto fracasso? Vuoi svegliare tutto il castello? Ti prenderò, Pix, ti prenderò, sai… e quESto cos’è?»
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I passi di Gazza si arrEStarono; si udì un tintinnio di metallo contro metallo, e l’ululato s’interruppe. Gazza aveva raccolto l’uovo e l’aveva chiuso. Harry rimase immobile, una gamba ancora incastrata profonDAmente nel gradino magico, in ascolto. DA un momento all’altro, Gazza avrebbe scostato l’arazzo, aspettandosi di vedere Pix… e non ci sarebbe stato nESsun Pix… ma se avESse salito le scale, avrebbe visto la Mappa del Malandrino… e, Mantello dell’Invisibilità o no, la mappa avrebbe mostrato un “Harry Potter” nel punto ESatto in cui si trovava lui.
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«Un uovo?» disse piano mastro Gazza ai piedi delle scale. «TESorino!» (Mrs Purr era evidentemente con lui). «QuESto è uno degli enigmi del Tremaghi! Appartiene a un campione della scuola!»
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Scostò bruscamente l’arazzo, e Harry vide il suo orrendo viso gonfio e i pallidi occhi sporgenti che scrutavano la scala oscura e, per Gazza, dESerta.
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«Ti nascondi, eh?» disse piano. «Vengo a prenderti, Pìx… hai rubato un enigma del Tremaghi, Pix… Silente ti butterà fuori di qui per quESto, sporco ladruncolo di un poltergeist…»
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Gazza prESe a salire le scale, l’ossuta gatta color polvere alle caviglie. Gli occhi a lampadina di Mrs Purr, così simili a quelli del suo padrone, erano fissi proprio addosso a Harry. Lui s’era già chiESto prima d’allora se il Mantello dell’Invisibilità funzionasse con i gatti… sopraffatto DAll’ansia, osservò Gazza avvicinarsi sempre di più avvolto nella vecchia vEStaglia di flanella. Cercò disperatamente di liberare la gamba imprigionata, ma riuscì solo a sprofonDAre ancora di qualche centimetro. A momenti, Gazza avrebbe visto la mappa o gli sarebbe venuto addosso…
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Gazza si fermò qualche gradino più in basso di Harry e si voltò. Ai piedi delle scale c’era l’unica persona in grado di peggiorare la situazione: Piton. Indossava una lunga camicia DA notte grigia e sembrava caDAverico.
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«È Pix, profESsore» sussurrò Gazza, malevolo. «Ha gettato quESt’uovo giù DAlle scale».
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Piton salì in fretta le scale e si fermò accanto a Gazza. Harry strinse i denti, certo che il cuore, che batteva tanto forte, lo avrebbe tradito DA un momento all’altro…
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«Pix?» disse piano Piton, guarDAndo l’uovo tra le mani di Gazza. «Ma Pix non avrebbe potuto entrare nel mio ufficio…»
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«QuESt’uovo era nel suo ufficio, profESsore?»
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«Sì, profESsore, era l’uovo…»
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«… L’ha tirato Pix, profESsore…»
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«… e quando sono passato DAvanti al mio ufficio, ho visto che le torce erano accESe e lo sportello di un armadio era aperto! Qualcuno ci ha frugato dentro!»
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«Lo so che non poteva, Gazza!» ESplose Piton. «Sigillo il mio ufficio con un incantESimo che solo un mago potrebbe spezzare!» Piton guardò su per le scale, diritto attraverso Harry, e poi giù nel corridoio sottostante. «Voglio che tu venga ad aiutarmi a cercare l’intruso, Gazza».
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Io… sì, profESsore… ma…»
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Gazza guardò con dESiderio su per le scale, passando DA parte a parte Harry, che capì che ESitava a rinunciare all’opportunità di incastrare Pix. Vai, lo supplicò in silenzio, vai con Piton… vai… Mrs Purr spiava DA dietro le gambe di Gazza… Harry ebbe la netta imprESsione che riuscisse a fiutarlo… perché aveva riempito la vasca con tutta quella schiuma profumata?
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«Il fatto è, profESsore» disse Gazza in tono supplichevole, «che il PrESide dovrà starmi a sentire quESta volta, Pix ha rubato a uno studente, potrebbe ESsere la mia occasione per farlo ESpellere DAl castello una volta per tutte…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Piton zittì all’improvviso. Lui e Gazza guarDArono giù, verso i piedi della scala. Harry vide Malocchio Moody avanzare zoppicando nello stretto spazio tra le loro tESte. Moody indossava il vecchio mantello DA viaggio sulla camicia DA notte, e si appoggiava al bastone come al solito.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Io e il profESsor Piton abbiamo sentito dei rumori, profESsore» disse subito Gazza. «Pix il poltergeist, che buttava roba in giro come al solito… e poi il profESsor Piton ha scoperto che qualcuno è penetrato nel suo uff…»
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Il cuore di Harry ebbe un tuffo. Moody riusciva a vedere attraverso i Mantelli dell’Invisibilità… soltanto lui poteva cogliere la bizzarria della situazione… Piton in camicia DA notte, Gazza con l’uovo stretto tra le mani, e lui, Harry, imprigionato nella scala sopra di loro. La fESsura obliqua che Moody aveva per bocca si spalancò DAlla sorprESa. Per qualche secondo, lui e Harry si guarDArono negli occhi. Poi Moody chiuse la bocca e rivolse di nuovo l’occhio azzurro su Piton.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Ho sentito bene, Piton?» chiESe lentamente. «Qualcuno è penetrato nel tuo ufficio?»
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«Non è importante» disse Piton fredDAmente.
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«Uno studente, direi» rispose Piton. Harry vide una vena pulsare in modo orribile sulla tempia unticcia di Piton. «È già succESso prima. Ingredienti di pozioni sono spariti DAlla mia dispensa privata… studenti che cercavano di preparare misture illegali, senza dubbio…»
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«Lo sai che non nascondo niente, Moody» disse, in tono calmo e minaccioso, «DAl momento che tu stESso hai frugato con gran cura nel mio ufficio».
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Il viso di Moody si contorse in un sorriso. «Privilegi DA Auror, Piton. Silente mi ha detto di tenere d’occhio…»
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«Si dà il caso che Silente si fidi di me» disse Piton a denti stretti. «Mi rifiuto di credere che ti abbia DAto ordine di perquisire il mio ufficio!»
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«Ma certo che Silente si fiDA di te» ringhiò Moody. «E un uomo fiducioso, vero? È convinto che a tutti sia dovuta una seconDA possibilità. Ma io… io dico che ci sono macchie che non vengono via, Piton. Macchie che non vengono mai via, capisci quello che voglio dire?»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Piton all’improvviso fece una cosa molto strana. Si afferrò convulsamente il braccio sinistro con la mano dEStra, come se gli facESse male.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Tu non hai l’autorità di manDArmi DA nESsuna parte!» sibilò Piton, lasciando anDAre il braccio di botto, come se fosse arrabbiato con se stESso. «Ho diritto quanto te di aggirarmi in quESta scuola di notte!»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Allora aggirati lontano DA qui» disse Moody, con voce carica di minaccia. «Spero tanto di incontrarti in un corridoio buio una volta o l’altra… a proposito, ti è caduto qualcosa…»
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Con una fitta di panico, Harry vide Moody indicare la Mappa del Malandrino, che si trovava ancora sulle scale, sei gradini sotto di lui. Mentre Piton e Gazza si voltavano a guarDAre, Harry gettò alle ortiche ogni precauzione: alzò le braccia sotto il Mantello e le agitò furiosamente rivolto a Moody per attirare la sua attenzione, e disse, muovendo solo le labbra: «È mia! Mia!»
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Piton si era protESo per prenderla, con una terribile ESprESsione di improvvisa consapevolezza…
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La mappa si alzò DA terra, scivolò tra le dita tESe di Piton e scESe le scale svolazzando a mezz’aria per atterrare in mano a Moody.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Colpa mia» disse Moody tranquillamente. «È mia… dev’ESsermi caduta prima…»
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Ma gli occhi neri di Piton DArdeggiarono DAll’uovo tra le braccia di Gazza alla mappa in mano a Moody, e Harry capì che stava facendo due più due, come solo lui sapeva…
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«Potter!» ringhiò Piton, poi voltò la tESta e fissò ESattamente il punto in cui si trovava Harry, come se all’improvviso riuscisse a vederlo. «Quell’uovo è l’uovo di Potter. Quel foglio di pergamena appartiene a Potter. L’ho visto prima, lo riconosco! Potter è qui! Potter, col suo Mantello dell’Invisibilità!»
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Piton tESe le mani come un cieco, e prESe a salire le scale; Harry avrebbe giurato che le sue larghe narici erano dilatate, nel tentativo di fiutarlo… Intrappolato, Harry si tirò indietro, cercando di evitare la punta delle dita di Piton, ma DA un momento all’altro…
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«Qui non c’è niente, Piton!» abbaiò Moody. «Ma sarò felice di riferire al PrESide con quanta prontezza hai pensato a Harry Potter!»
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«Cosa vorrebbe dire?» ringhiò Piton, voltandosi di nuovo a guarDAre Moody, le mani ancora tESe, a pochi centimetri DAl petto di Harry.
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«Vorrebbe dire che Silente è molto interESsato a sapere chi ce l’ha con quel ragazzo!» disse Moody, zoppicando più vicino ai piedi delle scale. «E anch’io, Piton… molto interESsato…» La luce della torcia baluginò sul suo viso straziato, così che le cicatrici e il pezzo di naso mancante parvero più fondi e cupi che mai.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Piton stava guarDAndo Moody, e Harry non riuscì a vederlo in faccia. Per un istante, nESsuno si mosse né parlò. Poi Piton abbassò lentamente le mani.
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«Ah, capisco» disse Moody dolcemente. «Ti stanno molto a cuore gli interESsi di Potter, vero?»
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«È l’idea migliore che ti sia venuta in tutta la notte» ribatté Moody. «Ora, Gazza, se vuole DArmi quell’uovo…»
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«No!» disse Gazza, stringendo l’uovo come se fosse il suo figlioletto primogenito. «ProfESsor Moody, quESta è la prova della slealtà di Pix!»
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Piton scESe le scale e oltrepassò Moody senza aggiungere una parola. Gazza richiamò Mrs Purr, che fissò Harry con sguardo vacuo per qualche altro istante prima di voltarsi e seguire il suo padrone. Col rESpiro ancora affannoso, Harry sentì Piton allontanarsi lungo il corridoio; Gazza tESe a Moody l’uovo, e sparì a sua volta, borbottando rivolto a Mrs Purr: «Non importa, carina… domattina andremo DA Silente… gli diremo che cos’ha combinato Pix…»
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«Che cos’è quESta cosa?» chiESe Moody, EStraendo la Mappa del Malandrino DAlla tasca e dispiegandola.
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«Una mappa di Hogwarts» disse Harry, sperando che Moody lo tirasse fuori prESto DAlla scala; la gamba gli faceva proprio male.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Per la barba di Merlino» sussurrò Moody, fissando la mappa, l’occhio magico che roteava impazzito. «QuESta… quESta sì che è una mappa, Potter!»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Sì, è… piuttosto utile» disse Harry. Gli occhi gli cominciavano a lacrimare DAl dolore. «Ehm… profESsor Moody, crede che potrebbe aiutarmi…?»
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Moody afferrò Harry per le braccia e tirò; la gamba di Harry si liberò DAl gradino infingardo, e lui si mise diritto su quello di sopra.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Moody continuava a osservare la mappa. «Potter…» disse lentamente, «non è che per caso tu abbia visto chi è entrato nell’ufficio di Piton, vero? Su quESta mappa, voglio dire?»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Be’, non è più qui» disse Moody, l’occhio che continuava a sfrecciare sulla mappa. «Crouch… ciò è molto… molto interESsante…»
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Non disse nulla per quasi un minuto, continuando a fissare il foglio. Harry capì che la notizia aveva per lui un preciso significato, e dESiderava tanto sapere qual era. Chissà se avrebbe osato chiederlo. Moody gli faceva un po’ paura… però lo aveva appena aiutato a evitare un bel mucchio di guai…
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Ehm… profESsor Moody… secondo lei perché il signor Crouch voleva DAre un’occhiata all’ufficio di Piton?»
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Moody distolse l’occhio magico DAlla mappa e lo fissò ancora vibrante su Harry. L’occhio sembrava passare Harry DA parte a parte, e lui ebbe l’imprESsione che Moody stESse valutando se rispondergli o no e quanto rivelargli.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Continuò a scrutare la pergamena. Harry bruciava DAlla voglia di saperne di più.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«ProfESsor Moody» disse di nuovo. «Crede… che quESto possa avere qualcosa a che fare con… forse il signor Crouch crede che stia succedendo qualcosa…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Che cosa?» chiESe Moody con voce secca.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Harry si chiESe quanto poteva dire. Non voleva che Moody sospettasse che aveva una fonte d’informazione al di fuori di Hogwarts; ciò avrebbe potuto portare a domande spinose su Sirius.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Non lo so» borbottò Harry, «ultimamente succedono cose strane, no? C’era scritto anche sulla Gazzetta del Profeta… il Marchio Nero alla Coppa del Mondo, e i Mangiamorte e il rESto…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Sei un ragazzo sveglio, Potter» disse. L’occhio magico tornò a vagare sulla Mappa del Malandrino. «È possibile che Crouch la pensi così» disse lentamente. «Alquanto possibile… ultimamente sono circolate strane voci… corroborate DA Rita Skeeter, naturalmente. Fanno innervosire parecchie persone, credo». Un cupo sorriso gli incrESpò la bocca storta. «Oh, se c’è una cosa che odio» sussurrò, più rivolto a se stESso che a Harry, mentre l’occhio magico era immobile sull’angolo in basso a sinistra del foglio, «è un Mangiamorte rimESso in libertà…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Harry lo fissò sbigottito. Possibile che Moody volESse dire proprio quello che pensava Harry?
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«E ora voglio fare una domanDA a te, Potter» disse Moody, in tono più pratico.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Il cuore di Harry sprofondò; lo sapeva che ci si sarebbe arrivati. Moody stava per chiedergli dove aveva prESo quella mappa, che era un oggetto magico alquanto dubbio — e la storia di come era finita nelle sue mani incolpava non solo lui, ma suo padre, Fred e George Weasley, e il profESsor Lupin, il loro ultimo profESsore di DifESa contro le Arti Oscure. Moody agitò la mappa DAvanti a Harry, che si preparò…
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Me la puoi prEStare?»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Oh!» disse Harry. Era molto affezionato alla sua mappa, ma d’altra parte era decisamente sollevato che Moody non gli chiedESse dove l’aveva prESa, e senza dubbio gli doveva un favore. «Sì, certo».
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Bravo ragazzo» ringhiò Moody. «Posso farne buon uso… potrebbe ESsere ESattamente ciò di cui avevo bisogno… su, a letto, Potter, andiamo…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Salirono insieme fino in cima alla rampa di scale, con Moody che ESaminava la mappa come se fosse un tESoro di cui non avESse mai visto l’uguale prima d’allora. Avanzarono in silenzio fino alla porta dell’ufficio di Moody, e qui quESt’ultimo si fermò e alzò gli occhi verso Harry. «Mai pensato a una carriera come Auror, Potter?»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«No» rispose Harry, prESo alla sprovvista.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«È il caso che tu ci pensi su» disse Moody annuendo, e guarDAndo Harry, pensieroso. «Si, DAvvero… e tra parentESi… suppongo che tu non stESsi portando quell’uovo a passeggio stanotte, eh?»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
Harry tornò lentamente alla Torre di Grifondoro, assorto: pensava a Piton, e a Crouch, e a quel che significava tutta la faccenDA… perché Crouch fingeva di ESsere ammalato, se poteva entrare a Hogwarts quando voleva? Cosa credeva che Piton nascondESse nel suo ufficio?
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
E Moody pensava che lui, Harry, dovESse diventare un Auror! Idea interESsante… ma dieci minuti dopo, mentre s’infilava piano nel letto a balDAcchino, l’uovo e il Mantello di nuovo al sicuro nel baule, Harry ridletté che valeva la pena di controllare quante cicatrici avESsero tutti gli altri prima di intraprendere quella carriera. L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4) |
«Avevi detto che avevi già risolto l’indovinello dell’uovo!» ESclamò Hermione indignata.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Lui, Ron e Hermione erano seduti in fondo alla classe di IncantESimi con un tavolo tutto per loro. Quel giorno dovevano ESercitarsi nell’opposto dell’IncantESimo di Appello: l’IncantESimo di ESilio. A causa del rischio di brutti incidenti quando gli oggetti continuavano a volare per la stanza, il profESsor Vitious aveva DAto a ciascuno una pila di cuscini con cui fare ESercizio, perché non facESsero del male a nESsuno se non arrivavano a dEStinazione. Era giusto, in teoria, ma in pratica non funzionava granché. La mira di Neville era cosi scarsa che continuava a spedire per sbaglio attraverso la stanza cose molto più pESanti: come il profESsor Vitious, per ESempio.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«ScorDAti l’uovo per un minuto, d’accordo?» sibilò Harry mentre il profESsor Vitious sfrecciava sopra di loro con aria rassegnata, atterrando in cima a un grosso stipo. «Sto cercando di raccontarti di Piton e Moody…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Quella lezione era la copertura ideale per una conversazione riservata, DAl momento che tutti quanti si divertivano troppo per prEStar loro attenzione. Ormai DA una mezz’ora Harry ripercorreva le sue avventure della notte prima sussurrando a spizzichi e bocconi.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Piton ha detto che Moody ha perquisito anche il suo ufficio?» mormorò Ron, gli occhi accESi d’interESse mentre ESiliava un cuscino con un colpo di bacchetta (quello si alzò a mezz’aria e portò via il cappello DAlla tESta di Calì). «Cosa… credi che Moody si trovi qui per tenere d’occhio Piton oltre che Karkaroff?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Be’, non so se è quello che Silente gli ha chiESto di fare, ma è quello che fa, senza dubbio» disse Harry, agitando la bacchetta senza far molta attenzione, così che il suo cuscino fece una specie di buffa capriola e cadde DAl tavolo. «Moody ha detto che Silente permette a Piton di rEStare qui solo perché gli sta DAndo una seconDA possibilità, o roba del genere…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Cosa?» ESclamò Ron, gli occhi sgranati, mentre il suo cuscino roteava in alto, rimbalzava contro il candelabro e ricadeva pESantemente sulla scrivania di Vitious. «Harry… forse Moody crede che sia stato Piton a mettere il tuo nome nel Calice di Fuoco!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Oh, Ron» disse Hermione, scuotendo il capo scettica, «una volta pensavamo che Piton stESse cercando di uccidere Harry, ed è saltato fuori che gli stava salvando la vita, ti ricordi?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
ESiliò un cuscino che attraversò in volo la stanza e atterrò nello scatolone dove avrebbero dovuto finire tutti quanti. Harry guardò Hermione, riflettendo… era vero che Piton gli aveva salvato la vita una volta, ma la cosa strana era che Piton lo detEStava a morte, proprio come aveva detEStato il padre di Harry quando erano stati compagni di scuola. Piton adorava togliere punti a Harry, e certamente non aveva mai perso l’occasione per punirlo, o per suggerire la sua sospensione DAlla scuola.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Non m’importa che cosa dice Moody» riprESe Hermione, «Silente non è uno stupido. Ha avuto ragione a fiDArsi di Hagrid e del profESsor Lupin, anche se un mucchio di gente non gli avrebbe DAto un lavoro, e allora perché non dovrebbe aver ragione a proposito di Piton, anche se Piton è un po’…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«… malvagio» concluse prontamente Ron. «Andiamo, Hermione, allora perché tutti quESti cacciatori di Maghi Oscuri frugano nel suo ufficio?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Perché il signor Crouch finge di ESsere ammalato?» disse Hermione, ignorando Ron. «È un po’ strano, no, che non ce la faccia a venire al Ballo del Ceppo ma riESca a venire quassù nel cuore della notte quando gli va?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«A te non piace Crouch per via di quell’elfa, Winky» disse Ron, e spedì un cuscino contro la finEStra.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«A me piacerebbe sapere che cos’ha fatto Piton della sua prima possibilità, se adESso è alla seconDA» rispose Harry cupo, e il suo cuscino, con sua gran sorprESa, volò attraverso la stanza e atterrò con precisione su quello di Hermione.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Per soddisfare il dESiderio di Sirius di sapere tutto ciò che di strano accadeva a Hogwarts, quella sera Harry gli spedì una lettera via gufo bruno, e gli raccontò tutto: che il signor Crouch era penetrato nell’ufficio di Piton, e della conversazione tra Moody e Piton. Poi rivolse tutta la sua attenzione al problema più urgente che gli stava DAvanti: come sopravvivere sott’acqua per un’ora il 24 febbraio.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
A Ron piaceva l’idea di usare ancora l’IncantESimo di Appello: Harry aveva parlato di rESpiratori DA sub, e Ron non capiva perché Harry non avrebbe dovuto farne arrivare uno DAlla più vicina città babbana. Hermione demolì il piano sottolineando che, nell’improbabile eventualità che Harry riuscisse a imparare come si usa un rESpiratore entro il tempo massimo di un’ora, sarebbe stato di certo squalificato per infrazione al Codice Internazionale di Segretezza Magica: era troppo sperare che nESsun Babbano avrebbe visto un rESpiratore filare per la campagna in direzione di Hogwarts.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Naturalmente, la soluzione ideale sarebbe che ti Trasfigurassi in un sottomarino» disse. «Se solo avESsimo già fatto Trasfigurazione umana! Ma non credo che si faccia prima del sESto anno, e può finire malissimo se non sai quello che fai…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Sì, non ho una gran voglia di anDArmene in giro con un periscopio che mi spunta DAlla tESta» disse Harry. «Ma potrei sempre aggredire qualcuno DAvanti a Moody, così potrebbe trasformarmi lui…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Però sceglierebbe lui in cosa trasformarti» disse Hermione serissima. «No, credo che la cosa migliore sia un incantESimo».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Così Harry, pensando che ben prESto ne avrebbe avuto abbastanza della biblioteca per tutta la vita, si seppellì di nuovo tra i volumi polverosi, alla ricerca di un incantESimo che consentisse a un ESsere umano di sopravvivere senza ossigeno. Comunque, anche se lui, Ron e Hermione fecero ricerche all’ora di pranzo, la sera e per tutti i fine settimana, anche se Harry chiESe alla profESsorESsa McGranitt il permESso di usare il Reparto Proibito, e domandò aiuto perfino all’irritabile MaDAma Pince con quella sua aria DA avvoltoio, non trovarono proprio niente che consentisse a Harry di trascorrere un’ora sott’acqua e di riuscire a raccontarlo.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Familiari sensazioni di panico prESero a tormentare Harry, che una volta ancora trovò difficile concentrarsi sulle lezioni. Il lago, che Harry aveva sempre DAto per scontato come una delle tante parti del parco, catturava il suo sguardo tutte le volte che si trovava vicino a una finEStra: una vasta massa di acqua gelata color grigio ferro, le cui cupe, ghiacciate profondità cominciavano a sembrare remote quanto la luna.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Proprio come prima della sfiDA contro lo Spinato, il tempo scivolava via come se qualcuno avESse stregato gli orologi. Mancava una settimana al 24 febbraio (c’era ancora tempo)… mancavano cinque giorni (prESto avrebbe trovato qualcosa)… tre giorni… (per favore, fa’ che trovi qualcosa… per favore…)
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
A meno due giorni, Harry cominciò a digiunare di nuovo. L’unica cosa buona della colazione il lunedì fu il ritorno del gufo bruno che aveva spedito a Sirius. Sfilò la pergamena, la srotolò e vide la lettera più breve che Sirius gli avESse mai scritto.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
ManDAmi la DAta del prossimo fine settimana a Hogsmeade via stESso gufo.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Fra due fine settimana» sussurrò Hermione, che aveva letto il mESsaggio DA sopra la spalla di Harry. «Tieni… prendi la mia penna e rimanDA subito indietro il gufo».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry scarabocchiò la DAta sul retro della lettera di Sirius, legò di nuovo quESt’ultima alla zampa del gufo bruno e lo guardò decollare. Che cosa si era aspettato? Un consiglio su come sopravvivere sott’acqua? Aveva pensato solo a raccontare a Sirius tutto di Piton e Moody, e così si era dimenticato di parlare dell’indovinello dell’uovo.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Perché vuole sapere del prossimo fine settimana a Hogsmeade?» chiESe Ron.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Non so» rispose Harry sorDAmente. La temporanea felicità che lo aveva pervaso alla vista del gufo era svanita. «Andiamo… Cura delle Creature Magiche».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry non sapeva se Hagrid volESse farsi perdonare per gli Schiopodi SparacoDA, o se fosse perché ne erano rimasti solo due, o perché stava cercando di dimostrare di ESsere all’altezza della profESsorESsa Caporal, ma comunque DA quando era tornato al lavoro aveva continuato le lezioni sugli unicorni. Saltò fuori che Hagrid sugli unicorni la sapeva lunga quanto sui mostri, anche se era chiaro che trovava deludente la loro mancanza di zanne velenose.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Quel giorno era riuscito a catturare due puledri di unicorno. A differenza degli ESemplari adulti, erano d’oro puro. Calì e LavanDA furono rapite alla loro vista, e anche Pansy Parkinson dovette fare uno sforzo per nascondere quanto le piacevano.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Sono più facili DA vedere degli adulti» disse Hagrid alla classe. «Diventano d’argento quando hanno due anni, e a quattro ci crESce il corno. Non diventano bianchi finché non sono crESciuti, più o meno a sette anni. DA cuccioli sono un po’ più tranquilli… quasi quasi ci piacciono anche i maschi… DAi, venite avanti, potete accarezzarli se vi va… DAteci un po’ di quESti zuccherini…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Harry» disse Hagrid, battendogli una manona sulla spalla, così che Harry piegò le ginocchia sotto il pESo, «mi preoccupavo prima di vederti alle prESe con quello Spinato, ma adESso lo so che puoi fare tutto quello che ti metti in tESta. Non ho proprio nESsun pensiero. Sarai bravissimo. Hai già risolto l’indovinello, vero?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry annuì, ma nel farlo fu sopraffatto DAl folle dESiderio di confESsare che non aveva idea di come sopravvivere in fondo al lago. Alzò gli occhi verso Hagrid: forse qualche volta doveva immergersi nel lago, per trattare con le creature che lo popolavano? Dopotutto si occupava di tutto il rESto del parco…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Vincerai» ringhiò Hagrid, battendo di nuovo sulla spalla di Harry, che si sentì sprofonDAre un altro po’ nel terreno fangoso. «Lo so. Me lo sento. Vincerai, Harry».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry non ebbe cuore di cancellare il sorriso lieto e fiducioso DAlla faccia di Hagrid. Fingendo di ESsere interESsato ai cuccioli di unicorni, si sforzò a sua volta di sorridere e andò con gli altri ad accarezzarli.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
La sera prima della seconDA prova, Harry si sentiva prigioniero di un incubo. Era pienamente consapevole che se anche per miracolo fosse riuscito a scoprire un incantESimo aDAtto, imparare a padroneggiarlo nel giro di una notte era un’imprESa disperata.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Come aveva fatto a ridursi così? Perché non si era mESso a lavorare prima sull’indovinello? Perché si era distratto in classe? E se un insegnante una volta avESse accennato a come rESpirare sott’acqua?
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Lui, Ron e Hermione erano seduti in biblioteca mentre fuori il sole tramontava, sfogliando febbrilmente pagine e pagine di incantESimi, nascosti l’uno all’altro DA enormi pile di libri. Harry aveva un gran tuffo al cuore tutte le volte che su una pagina vedeva la parola «acqua», ma quasi sempre era roba del tipo «Prendete due pinte d’acqua, mezza libbra di foglie di mandragola a pezzetti e un tritone…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Non credo che ci riusciremo» disse Ron con voce inESprESsiva DAll’altro capo del tavolo. «Non c’è niente. Niente. Quello che ci va più vicino è quella roba per prosciugare pozzanghere e stagni, quell’IncantESimo ESsiccante, ma non è nemmeno vagamente così potente DA svuotare il lago».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Eppure dev’ESserci qualcosa» borbottò Hermione, avvicinandosi una candela. Aveva gli occhi così stanchi che stava china sui minuscoli caratteri di Antichi Stregamenti e Incanti Obliati col naso a due centimetri DAlla pagina. «Non possono aver preparato una prova infattibile».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«E invece sì» disse Ron. «Harry, domani vai giù al lago, va bene, ci ficchi dentro la tESta, urli a quelle sirene di rEStituirti quello che ti hanno rubato e sta’ un po’ a vedere se lo ributtano fuori. È il meglio che tu possa fare, amico».
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«Un modo c’è!» disse Hermione contrariata. «Ci deve ESsere!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Sì, così potevi trasformarti in un pESce rosso quando ti anDAva!» disse Ron.
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«Ci vogliono anni per diventare Animagus, e poi devi iscriverti al registro» disse Hermione in tono vago, strizzando gli occhi per scrutare l’indice di Curiosi Dilemmi Magici e Loro Soluzioni. «Ce l’ha detto la profESsorESsa McGranitt, vi ricorDAte… bisogna iscriversi all’Ufficio per l’Uso Improprio della Magia… dichiarare in che tipo di animale sei in grado di trasformarti, e le tue caratteristiche, perché non puoi farlo quando ne hai voglia…»
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«Oh, quESto non serve» disse Hermione, chiudendo con un colpo secco Curiosi Dilemmi Magici e Loro Soluzioni. «Chi mai vorrebbe farsi crEScere il naso a riccioli?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry, Ron e Hermione alzarono lo sguardo. Fred e George erano appena spuntati DA dietro una scaffalatura.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Che cosa ci fate voi due qui?» chiESe Ron.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Perché?» domandò Hermione, sorprESa.
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Ron e Hermione fissarono Harry, che si sentì sprofonDAre lo stomaco. La profESsorESsa McGranitt avrebbe DAto una strigliata a Ron e Hermione per quanto lo stavano aiutando, quando avrebbe dovuto scoprire come affrontare la prova DA solo?
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Ci rivediamo in sala comune» disse Hermione a Harry alzandosi per anDAre via con Ron: erano tutti e due parecchio preoccupati. «Porta tutti i libri che riESci, ok?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Alle otto, MaDAma Pince aveva spento tutte le lampade e venne a cacciar via Harry DAlla biblioteca. Barcollando sotto il pESo di tutti i libri che riusciva a trasportare, Harry tornò nella sala comune di Grifondoro, trascinò un tavolo in un angolo e riprESe a cercare. Non c’era nulla in Mitiche Magie per Stregoni Stravaganti… nulla in GuiDA alla Stregoneria Medievale… nemmeno un accenno a gESta subacquee in Antologia degli IncantESimi del DiciottESimo Secolo, né in Allucinanti Abitatori degli Abissi, né in Poteri che Non Sapevate di Avere: Cosa Farvene ora che Avete Aperto gli Occhi.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Grattastinchi si arrampicò in grembo a Harry e si acciambellò, facendo le fusa. La sala comune si svuotò lentamente attorno a Harry. Tutti continuavano a fargli gli auguri per la mattina dopo con voci allegre e fiduciose come quella di Hagrid, tutti evidentemente convinti che stESse per mettere a segno un’altra stupefacente ESibizione come quella che era riuscito a compiere nella prima prova. Harry non riusciva a rispondere, si limitava ad annuire, con la sensazione che gli si fosse incastrata in gola una pallina DA golf. DAlle dieci a mezzanotte rimase solo nella stanza con Grattastinchi. Aveva sfogliato tutti i libri che rEStavano, e Ron e Hermione non erano tornati.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
È finita, si disse. Non puoi farcela. Domattina ti toccherà anDAre giù al lago e dire ai giudici…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Si vide mentre spiegava che non poteva affrontare la prova. Immaginò gli occhi di Bagman sgranati DAllo stupore, il sorriso giallastro e compiaciuto di Karkaroff. Riusciva quasi a sentire la voce di Fleur Delacour: «Lo sapevo… è troppo piccolo, è solamonte un ragazzino». Vide Malfoy far lampeggiare la spilla POTTER FA SCHIFO DAvanti alla folla, vide il volto mortificato e incredulo di Hagrid…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Dimenticando di avere in grembo Grattastinchi, Harry si alzò di botto; Grattastinchi soffiò irato mentre piombava a terra, rivolse a Harry uno sguardo di disgusto e se ne andò con la coDA a scovolo per aria, ma Harry stava già correndo su per la scala a chiocciola che portava al dormitorio… voleva prendere il Mantello dell’Invisibilità e tornare in biblioteca, sarebbe rimasto là tutta la notte, se ce n’era bisogno…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Con la punta della bacchetta accESa, sgattaiolò lungo gli scaffali, sfilando altri libri: libri di stregonerie e di incantESimi, libri sulle sirene e sui mostri marini, libri su maghi e streghe celebri, su invenzioni magiche, su qualunque cosa potESse comprendere una citazione di passaggio su come sopravvivere sott’acqua. Li portò tutti a un tavolo, poi si mise al lavoro, consultandoli alla debole luce della bacchetta, controllando l’orologio di quando in quando…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
L’una del mattino… le due… il solo modo di anDAre avanti era continuare a ripetersi: “Nel prossimo libro… nel prossimo… nel prossimo…”
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
La sirena del quadro nel bagno dei Prefetti rideva. Harry galleggiava come un tappo nell’acqua spumeggiante vicino alla sua roccia, mentre lei teneva la Firebolt in alto, fuori DAlla sua portata.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Vieni a prenderla!» riDAcchiava maliziosamente. «Vai, salta!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Non posso» disse Harry affannato, allungandosi verso la Firebolt, e cercando di non finire sott’acqua. «DAmmela!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Harry Potter deve sbrigarsi!» strillò Dobby. «La seconDA prova comincia fra dieci minuti, e Harry Potter…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Guardò l’orologio. Dobby aveva ragione. Erano le nove e venti. Un grosso pESo morto parve sfonDAre il petto di Harry e invadergli lo stomaco.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«PrESto, Harry Potter!» squittì Dobby, tirando Harry per la manica. «Tu dovrebbe ESsere giù al lago con gli altri campioni, signore!»
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«È troppo tardi, Dobby» disse Harry disperato. «Non affronterò la seconDA prova, non so come…»
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«Harry Potter farà la seconDA prova!» squittì l’elfo. «Dobby lo sapeva che Harry non aveva trovato il libro giusto, così Dobby l’ha fatto al posto suo!»
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«Cosa?» ESclamò Harry. «Ma tu non sai qual è la seconDA prova…»
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«Dobby lo sa, signore! Harry Potter deve anDAre dentro il lago e trovare quello rosso…»
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«Cosa?» ESclamò Harry senza fiato. «Hanno prESo… hanno prESo Ron?»
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«…“mala sorte avrà”» recitò Harry, fissando l’elfo, paralizzato DAl terrore, «“ciò che fu prESo mai ritornerà…” Dobby… che cosa devo fare?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Harry Potter deve mangiare quESto, signore!» strillò l’elfo, e s’infilò una mano nella tasca dei pantaloncini per EStrarne una pallottola di quelle che sembravano viscide code di ratto di un verde grigiastro. «Appena prima di entrare nel lago, signore… è Algabranchia!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Farà rESpirare Harry Potter sott’acqua, signore!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Non poteva fare a meno di ricorDAre che l’ultima volta che Dobby aveva cercato di “aiutarlo”, si era ritrovato senz’ossa nel braccio dEStro.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Dobby è molto sicuro, signore!» disse l’elfo convinto. «Dobby ascolta, signore, è un elfo domEStico, va su e giù per il castello ad accendere le luci e pulire i pavimenti, Dobby ha sentito la profESsorESsa McGranitt e il profESsor Moody in sala profESsori che parlavano della prossima prova… Dobby non può permettere che Harry Potter si perde il suo rosso!»
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I dubbi di Harry svanirono. Balzando in piedi, si tolse il Mantello dell’Invisibilità, lo ficcò nella borsa, prESe l’Algabranchia e se la mise in tasca, poi si precipitò fuori DAlla biblioteca con Dobby alle calcagna.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Dobby dovrebbe ESsere in cucina, signore!» strillò Dobby mentre irrompevano in corridoio. «Si accorgeranno che Dobby non c’è… buona fortuna, Harry Potter, signore, buona fortuna!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Nella Sala d’IngrESso c’erano pochi ritarDAtari, che avevano lasciato la Sala Grande dopo colazione e ora uscivano DAl portone di quercia per anDAre ad assistere alla seconDA prova. Rimasero sbigottiti alla vista di Harry che sfrecciava via, travolgendo Colin e Dennis Canon mentre balzava giù DAi gradini di pietra e si precipitava nel parco luminoso e gelato.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Correndo giù per il prato vide che i sedili che a novembre avevano circonDAto la staccionata dei draghi ora erano disposti sulla riva opposta, schierati in tribune colme fino a scoppiare che si riflettevano nel lago di sotto; il chiacchiericcio eccitato della folla echeggiava stranamente sull’acqua mentre Harry correva a gambe levate DAll’altra parte del lago, verso i giudici, che erano seduti a un altro tavolo ricoperto d’oro, sulla riva. Cedric, Fleur e Krum erano accanto al tavolo dei giudici, e guarDAvano Harry sfrecciare verso di loro.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Silente sorrise a Harry, ma Karkaroff e MaDAme Maxime non sembravano affatto contenti di vederlo… era ovvio DAi loro sguardi che erano convinti che non si sarebbe prESentato.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry si chinò, le mani sulle ginocchia, cercando di prendere fiato; aveva una fitta al fianco, come un coltello piantato tra le costole, ma non c’era tempo per liberarsene; Ludo Bagman si muoveva tra i campioni, disponendoli lungo la riva a tre metri di distanza l’uno DAll’altro. Harry era l’ultimo della fila, vicino a Krum, che indossava i calzoncini DA bagno e aveva la bacchetta pronta.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Tutto a posto, Harry?» sussurrò Ludo Bagman, mentre lo allontanava ancora un po’ DA Krum. «Sai quello che devi fare?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Bene, tutti i nostri campioni sono pronti per la seconDA prova, che comincerà al mio fischio. Hanno un’ora ESatta per recuperare ciò che è stato sottratto loro. Uno… due… tre!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Il fischio echeggiò acuto nell’acqua fredDA e immobile; le tribune risuonarono di urla e applausi; senza voltarsi a guarDAre che cosa facevano gli altri campioni, Harry si tolse le scarpe e le calze, EStrasse DAlla tasca la manciata di Algabranchia, se la ficcò in bocca ed entrò nel lago.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Era così freddo che sentì la pelle delle gambe bruciare come se fosse fuoco e non acqua ghiacciata. La vESte inzuppata lo appESantiva mentre avanzava sprofonDAndo; ora l’acqua gli arrivava oltre le ginocchia, e i piedi, che diventavano rapiDAmente insensibili, slittavano sul limo e sulle piatte pietre scivolose. Masticava l’Algabranchia più in fretta e con più vigore che poteva; era sgradevolmente visciDA e gommosa, come tentacoli di polpo. Quando l’acqua gli arrivava ormai alla vita si fermò, deglutì e aspettò che succedESse qualcosa.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Sentiva le risate della folla, e sapeva di avere un’aria stupiDA, lì a camminare nel lago senza mostrare alcuna traccia di poteri magici. Ciò che di lui era ancora asciutto era coperto di pelle d’oca; semisommerso DAll’acqua gelata, mentre un venticello crudele lo spettinava, Harry prESe a tremare violentemente. Evitò di guarDAre le tribune; le risate si facevano più alte, e si udivano fischi e griDA di scherno dei Serpeverde…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Poi, all’improvviso, Harry si sentì come se qualcuno gli stESse premendo un cuscino invisibile sul naso e sulla bocca. Cercò di inspirare, ma gli girava la tESta; aveva i polmoni vuoti, e d’un tratto provò un dolore acuto DA entrambi i lati del collo…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry si strinse le mani attorno alla gola, e avvertì due grossi tagli proprio sotto le orecchie, che sbatacchiavano nell’aria fredDA… aveva le branchie. Senza riflettere, fece l’unica cosa sensata: si tuffò in acqua.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
La prima sorsata di gelido lago fu come un soffio vitale. La tESta non gli girava più; inghiottì altra acqua e la sentì scorrere attraverso le branchie, inviando ossigeno al cervello. TESe le mani DAvanti a sé e le guardò. Erano verdi e spettrali sott’acqua, ed erano diventate palmate. Si contorse per guarDArsi i piedi nudi: si erano allungati ed erano anch’ESsi palmati; era come se gli fossero crESciute delle pinne.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
E nemmeno l’acqua sembrava più gelata… al contrario, si sentiva piacevolmente rinfrEScato, e leggerissimo… Harry si slanciò in avanti, stupito DAlla rapidità con cui avanzava, grazie ai piedi pinnati, e si accorse che ci vedeva chiaramente, senza aver più bisogno di sbattere le palpebre. Ben prESto non riuscì più a scorgere il fondo del lago: allora si rigirò e si tuffò dritto verso l’abisso.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Il silenzio premeva contro le orecchie mentre sprofonDAva in uno strano, tetro, nebuloso paESaggio. Vedeva solo nel raggio di tre metri, e mentre filava nell’acqua nuove immagini affioravano all’improvviso DAll’oscurità sempre più fitta; forESte di alghe nere aggrovigliate che oscillavano, vaste piane di fango coperto di scure pietre luccicanti. Nuotò sempre più giù, verso il centro del lago, gli occhi bene aperti, fissando l’acqua pervasa di un misterioso lucore grigiastro attorno a lui fino alle ombre più giù, dove diventava opaca.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Piccoli pESci saettavano oltrepassandolo come frecce d’argento. Una o due volte gli parve di vedere qualcosa di più grosso muoversi DAvanti a lui, ma quando si avvicinò, scoprì che non era altro che un grosso tronco annerito, o un fitto cESpo di alghe. Non c’era traccia degli altri campioni, di sirene, di Ron — né, per fortuna, della piovra gigante.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Alghe di un verde brillante si allungavano DAvanti a lui a vista d’occhio, alte più di mezzo metro, come un prato di erba molto crESciuta. Harry fissava DAvanti a sé senza strizzare gli occhi, cercando di distinguere le forme nell’oscurità… e poi, senza preavviso, qualcosa gli afferrò una caviglia.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry si voltò indietro e vide un Avvincino, un piccolo demone acquatico cornuto, spuntare DAlle alghe, le lunghe dita strette attorno alla sua gamba, le zanne puntute scoperte. Harry infilò in fretta la mano palmata nella vESte e frugò in cerca della bacchetta: il tempo di afferrarla, e altri due Avvincini erano affiorati DAl tappeto di alghe, si erano aggrappati alla vESte di Harry e tentavano di trascinarlo giù.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Relascio!» urlò Harry, ma non uscì alcun suono… una grossa bolla gli scivolò fuori DAlla bocca, e la bacchetta, invece di spedire scintille all’indirizzo degli Avvincini, scagliò loro quello che pareva un getto di acqua bollente, perché sulla loro pelle verde, nei punti colpiti, comparvero macchie di un vivido rosso. Harry sfilò la caviglia DAlla prESa dell’Avvincino e nuotò più veloce che poteva, sparando di quando in quando altri getti di acqua bollente oltre la spalla, dietro di sé, a caso; ogni tanto un Avvincino tentava di nuovo di afferrargli il piede, e scalciava forte; alla fine, sentì il piede cozzare contro un cranio cornuto e guarDAndo indietro vide l’Avvincino stordito allontanarsi nell’acqua, arrabbiato, mentre i suoi compagni alzavano i pugni contro Harry e ripiombavano tra le alghe.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry rallentò un po’, nascose la bacchetta sotto la vESte e si guardò intorno, tendendo di nuovo l’orecchio. Si voltò del tutto, il silenzio che premeva più forte che mai contro i timpani. Sapeva di trovarsi ancora più in basso, ora, ma nulla si muoveva, a parte le alghe oscillanti.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
A Harry venne quasi un infarto. Si voltò di scatto e vide Mirtilla Malcontenta che fluttuava confusamente DAvanti a lui, guarDAndolo attraverso le spESse lenti perlacee.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Mirtilla!» Harry cercò di griDAre: ma ancora una volta DAlla sua bocca non uscì altro che una grossa bolla. Mirtilla Malcontenta invece fece una risatina.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Continuò a nuotare per almeno una ventina di minuti. Stava passando sopra vaste distESe di fango nero, che vorticavano oscure mentre spostava l’acqua. Poi, finalmente, sentì un frammento del canto ammaliante delle sirene.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Hai tempo un’ora per poter cercare quel che rubammo. Non ESitare…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry nuotò più in fretta, e prESto vide una grossa roccia spuntare nell’acqua fangosa DAvanti a sé. Sopra c’erano disegni che raffiguravano il popolo sirenESco; i personaggi brandivano lance e inseguivano quello che sembrava la piovra gigante. Harry superò la roccia, seguendo la canzone delle sirene.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«…metà del tempo hai spESo, or non ti attarDAre se ciò a cui tieni vuoi recuperare…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Un mucchio di edifici di pietra viva macchiati di alghe apparvero all’improvviso DAll’oscurità, DA tutti i lati. Qua e là alle scure finEStre Harry vide dei volti… volti che non avevano alcuna somiglianza con il dipinto della sirena nel bagno dei Prefetti… Il popolo delle sirene aveva la pelle grigiastra e lunghe, arruffate chiome verde scuro. Gli occhi erano gialli, come i denti spezzati, e portavano spESse collane di ciottoli attorno al collo. Sguardi maligni seguirono Harry al suo passaggio; un paio di tritoni affiorarono DAlle caverne per osservarlo meglio, le potenti code pinnate d’argento che battevano l’acqua, le lance strette in mano.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry accelerò, guarDAndosi attorno, e ben prESto le caverne diventarono più numerose; c’erano giardini di alghe attorno ad alcune, e vide perfino un Avvincino domEStico legato a un palo fuori DA una porta. Il popolo delle sirene spuntava DA tutte le parti, osservandolo con curiosità, indicando le sue mani palmate e le branchie, parlottando e nascondendosi dietro le mani. Harry svoltò un angolo in fretta, e DAvanti ai suoi occhi comparve uno spettacolo molto strano.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Una folla di sirene e tritoni nuotava DAvanti alle case che fiancheggiavano quella che sembrava la versione sirenESca della piazza di un villaggio. Al centro cantava un coro di sirene, per attirare i campioni, e dietro si ergeva una statua molto rozza: un tritone gigantESco sbozzato in una roccia. Quattro persone erano legate strette alla sua coDA di pietra.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Ron stava tra Hermione e Cho Chang. C’era anche una ragazzina che non dimostrava più di otto anni, e la sua nube di capelli di un biondo argenteo convinse Harry che dovESse trattarsi della sorella di Fleur Delacour. Tutti e quattro sembravano immersi in un sonno profondo. Le loro tESte ciondolavano sulle spalle, e fili sottili di bollicine salivano DAlle loro bocche.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry si affrettò ad avvicinarsi ai prigionieri, aspettandosi quasi che i tritoni abbassassero le lance e lo attaccassero, ma quelli non fecero nulla. Le corde d’alga che tenevano avvinti gli ostaggi alla statua erano spESse, viscide e molto robuste. Per un furtivo istante Harry pensò al coltellino che Sirius gli aveva regalato a Natale: chiuso nel suo baule al castello a un quarto di miglia di distanza, non gli era di alcun aiuto.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Si guardò intorno. Molti dei tritoni che li circonDAvano erano armati di lance. Nuotò rapido verso uno alto più di due metri con una lunga barba verde e una collanina di denti di squalo, e cercò di chiedergli a gESti la lancia. Il tritone scoppiò a ridere e scosse il capo.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«ANDIAMO!» ESclamò Harry furioso (ma DAlla sua bocca non uscirono altro che bolle), e cercò di sfilare la lancia DAlla mano del tritone, ma quESt’ultimo la allontanò, scuotendo la tESta e ridendo.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry si voltò in fretta, guarDAndo nell’acqua. Qualcosa di affilato… qualunque cosa…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Sul fondo del lago c’erano un sacco di pietre. Si tuffò e ne afferrò una particolarmente tagliente, e tornò verso la statua. Cominciò a segare le funi che legavano Ron, e dopo parecchi minuti di duro lavoro finalmente si spezzarono. Ron, svenuto, si sollevò fluttuando DAl fondo del lago, sospinto DAlla corrente.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
All’improvviso, parecchie robuste mani grigie lo afferrarono. Una mezza dozzina di tritoni lo stavano allontanando DA Hermione: agitavano le tESte verdecrinite e ridevano.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Non se ne parla!» disse Harry arrabbiato: ma DAlla sua bocca uscirono solo due grosse bolle.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Cho aveva il capo posato sulla spalla di Hermione; la bambina coi capelli d’argento era pallidissima, di un verde spettrale. Harry lottò per rESpingere i tritoni, ma quelli risero più forte, trattenendolo. Harry si guardò intorno, disperato. Dov’erano gli altri campioni? Ce la faceva a portare su Ron e a tornare giù a recuperare Hermione e le altre? Sarebbe riuscito a ritrovarle? Guardò l’orologio per vedere quanto tempo gli rEStava: si era fermato.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Ma in quel momento i tritoni attorno a lui cominciarono a indicare eccitati qualcosa sopra di lui. Harry guardò in su e vide Cedric nuotare verso di loro. Attorno alla tESta aveva una bolla enorme, che faceva sembrare i suoi lineamenti stranamente larghi e deformati.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Infinitamente sollevato, Harry guardò Cedric EStrarre un coltello DAlla tasca e liberare Cho. La portò verso l’alto, finché sparirono.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry si guardò intorno, in attESa. Dov’erano Fleur e Krum? Il tempo stringeva e, secondo la canzone, gli ostaggi sarebbero stati perduti dopo un’ora…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
I tritoni prESero a strillare agitati. Quelli che immobilizzavano Harry allentarono la prESa e si volsero indietro. Harry si voltò e vide qualcosa di mostruoso che fendeva l’acqua sopra di loro: un corpo umano in calzoncini DA bagno, con la tESta di squalo… era Krum. Evidentemente si era Trasfigurato: però male.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
L’uomo-squalo nuotò diritto verso Hermione e prESe ad addentare e a mordere le funi: il guaio era che i nuovi denti di Krum si trovavano in una posizione difficile per mordere qualunque cosa più piccola di un delfino, e Harry era sicuro che se Krum non fosse stato attento, avrebbe tagliato in due Hermione. Sfrecciando in avanti, diede una gran botta sulla spalla di Krum, e gli tESe la pietra tagliente. Krum la afferrò e cominciò a liberare Hermione. Entro pochi secondi ce l’aveva fatta; prESe Hermione per la vita e, senza guarDArsi indietro, cominciò a risalire rapiDAmente con lei verso la superficie.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
E adESso? Harry pensò disperato. Se fosse stato sicuro che Fleur era in arrivo… Ma non c’era ancora traccia di lei. Non c’era nulla…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Raccolse la pietra che Krum aveva lasciato cadere, ma i tritoni si chiusero attorno a Ron e alla ragazzina, scuotendo di nuovo la tESta.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry EStrasse la bacchetta. «Toglietevi di mezzo!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
DAlla sua bocca uscirono solo bolle, ma ebbe la chiara imprESsione che i tritoni lo avESsero capito, perché all’improvviso cESsarono di ridere. I loro occhi giallastri erano puntati sulla bacchetta di Harry, e sembravano spaventati. Potevano anche ESsere in netta maggioranza, ma Harry capì DAlle loro ESprESsioni che di magia ne sapevano quanto la piovra gigante.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Vi do tempo fino al tre!» urlò Harry; emise un fiotto di bolle, ma levò tre dita tESe per assicurarsi che avESsero capito il mESsaggio. «Uno…» (abbassò un dito) «due…» (abbassò il secondo)…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Si dispersero. Harry scattò in avanti e prESe a colpire le funi che legavano la bambina alla statua; e finalmente fu libera. La prESe per la vita, afferrò il colletto dell’abito di Ron e si allontanò scalciando DAl fondo.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
La salita fu lentissima. Non poteva più usare le mani palmate per spingersi in avanti; agitava furiosamente le pinne, ma Ron e la sorellina di Fleur erano come sacchi pieni di patate che lo trascinavano in giù… puntò gli occhi verso il cielo, anche se sapeva di ESsere ancora molto in profondità, l’acqua sopra di lui era così scura…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
RESpirava con EStrema difficoltà. Sentì di nuovo male ai lati del collo… avvertì la sensazione dell’acqua che gli riempiva la bocca… eppure l’oscurità scemava a vista d’occhio… vide la luce del giorno sopra di lui…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry agitò le gambe così forte e così veloce che fu come se i suoi muscoli urlassero per protEStare; era come se il cervello gli si fosse impregnato d’acqua, non riusciva a rESpirare, aveva bisogno di ossigeno, doveva continuare a muoversi, non poteva fermarsi…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
E poi sentì la tESta infrangere la superficie del lago; l’aria pura, fredDA e meravigliosa, gli punse la faccia bagnata; la inghiottì, con la sensazione di non aver mai DAvvero rESpirato prima, e ansimando tirò su anche Ron e la bambina. Tutto intorno, tESte arruffate di capelli verdi affioravano DAll’acqua con lui, ma ora gli sorridevano.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Harry, scemo» disse Ron, «non avrai prESo sul serio quella canzone, eh? Silente non avrebbe permESso che nESsuno di noi annegasse!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry si sentì stupido e arrabbiato insieme. Per Ron anDAva tutto bene; lui dormiva, lui non si era accorto di come tutto era inquietante laggiù in fondo al lago, attorniati DA tritoni armati di lance che sembravano più che disposti a uccidere.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Andiamo» disse Harry in tono asciutto, «DAmmi una mano, non credo che sappia nuotare bene».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Trascinarono la sorellina di Fleur nell’acqua, verso la riva dove i giudici erano schierati a guarDAre, con venti tritoni che li scortavano come una guardia d’onore, cantando le loro terrificanti canzoni stridule.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry vide MaDAma Chips affannarsi attorno a Hermione, Krum, Cedric e Cho, tutti avvolti in pESanti coperte. Silente e Ludo Bagman rivolsero a Harry e Ron un gran sorriso DAlla riva mentre quESti si avvicinavano a nuoto, ma Percy, che era molto pallido e sembrava in qualche modo molto più giovane del solito, venne loro incontro schizzando acqua. Nel frattempo MaDAme Maxime cercava di trattenere Fleur Delacour, che era prESsoché isterica e lottava con le unghie e con i denti per tornare in acqua.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Sta bene!» cercò di dirle Harry, ma era così sfinito che riusciva a stento a parlare — figuriamoci a griDAre.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Percy afferrò Ron e lo trascinò a riva («Mollami, Percy, sto benissimo!»); Silente e Bagman rimisero in piedi Harry; Fleur si liberò DAlla prESa di MaDAme Maxime e abbracciò la sorella.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Venite qui, voi» disse MaDAma Chips; afferrò Harry e lo spinse verso Hermione e gli altri, lo avvolse così stretto in una coperta che gli parve di trovarsi dentro una camicia di forza, e lo costrinse a trangugiare una dose di pozione bollente. Un fiotto di vapore gli uscì DAlle orecchie.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Harry, sei stato grande!» gridò Hermione. «Ce l’hai fatta, hai trovato il modo, DA solo!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Be’…» cominciò Harry. Le avrebbe voluto dire di Dobby, ma aveva appena notato che Karkaroff lo stava osservando. Era il solo giudice a non ESsersi alzato DAl tavolo; il solo giudice a non DAr segno di soddisfazione e sollievo per il fatto che Harry, Ron e la sorellina di Fleur erano tornati sani e salvi. «Sì, proprio cosi» concluse Harry, alzando appena la voce in modo DA farsi sentire DA Karkaroff.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Tu ha scarabeo per la tESta, Herr-Mioni» disse Krum.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Pareva che Krum cercasse di attirare l’attenzione di Hermione, forse per ricorDArle che l’aveva appena salvata DAl lago, ma lei scacciò bruscamente lo scarabeo e disse: «Però hai superato il tempo massimo, Harry… Ci hai mESso un secolo a trovarci?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Harry si sentiva sempre più stupido. Ora che era fuori DAll’acqua, gli pareva perfettamente chiaro che le misure di sicurezza di Silente non avrebbero consentito la morte di un ostaggio solo perché il suo campione non si era fatto vedere. Perché non aveva prESo Ron, e via? Sarebbe stato il primo a tornare su… Cedric e Krum non avevano perso tempo a preoccuparsi degli altri; non avevano prESo sul serio la canzone delle sirene…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Silente era accovacciato accanto all’acqua, immerso in una fitta conversazione con quella che sembrava la leader del popolo delle sirene, una femmina DAll’aria particolarmente selvaggia e feroce. Stava facendo lo stESso tipo di rumori stridenti che emettevano i tritoni sott’acqua; era chiaro che Silente sapeva parlare sirenESco. Alla fine si rialzò, si rivolse ai colleghi giudici e disse: «Credo che sia necESsario un consulto prima di assegnare i punteggi».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
I giudici prESero a confabulare. MaDAma Chips era anDAta a salvare Ron DAgli abbracci convulsi di Percy; lo condusse DA Harry e DAgli altri, gli diede una coperta e un po’ di Pozione Pepata, poi andò a recuperare Fleur e la sorellina. Fleur aveva parecchi tagli sul viso e sulle braccia, e la vESte strappata, ma non gliene importava, e non voleva che MaDAma Chips glieli disinfettasse.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Sì» disse Harry, che al momento dESiderava con tutto il cuore di aver lasciato tutte e tre le ragazze legate alla statua.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Fleur si chinò, baciò Harry due volte su ciascuna guancia (lui si sentì bruciare la faccia, e non si sarebbe stupito se gli fosse uscito di nuovo il fumo DAlle orecchie), poi disse a Ron: «E anche tu… tu hai aiutato lui…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Signore e signori, abbiamo prESo una decisione. La Capitansirena Murcus ci ha raccontato che cosa è succESso in fondo al lago, e di conseguenza abbiamo deciso di assegnare un punteggio su base cinquanta a ciascuno dei campioni, come segue…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«La signorina Fleur Delacour, anche se ha dimostrato una padronanza eccellente dell’IncantESimo TEStabolla, è stata aggredita DAgli Avvincini mentre si avvicinava all’obiettivo, e non è riuscita a recuperare il suo ostaggio. Le assegniamo venticinque punti».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Applausi DAlle tribune.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Mi meritavo zero» disse Fleur con voce roca, scuotendo la splendiDA chioma.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Il signor Cedric Diggory, che a sua volta ha fatto uso dell’IncantESimo TEStabolla, è stato il primo a fare ritorno col suo ostaggio, anche se è riemerso un minuto oltre il tempo massimo di un’ora». Fragorosi evviva DAi Tassorosso in platea; Harry vide Cho scoccare a Cedric uno sguardo raggiante. «Quindi conquista quarantasette punti».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«Il signor Harry Potter ha usato l’Algabranchia con grande efficacia» continuò Bagman. «È tornato per ultimo, e ben oltre il tempo massimo di un’ora. Tuttavia, la Capitansirena ci informa che il signor Potter è stato il primo a raggiungere gli ostaggi, e che il ritardo nel suo ritorno è stato causato DAlla sua decisione di riportare indietro tutti gli ostaggi, e non solo il suo».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Sia Ron che Hermione rivolsero a Harry uno sguardo un po’ ESasperato, un po’ compassionevole.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Lo stomaco di Harry sussultò: ora era primo alla pari con Cedric. Ron e Hermione, colti di sorprESa, lo fissarono sbigottiti, poi scoppiarono a ridere e prESero ad applaudire forte con il rESto della folla.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Anche Fleur batteva le mani con grande vigore, ma Krum non sembrava affatto contento. Cercò di nuovo di parlare con Hermione, ma lei era troppo occupata a fESteggiare Harry per ascoltarlo.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
«La terza e ultima prova avrà luogo il ventiquattro giugno al tramonto» riprESe Bagman. «I campioni verranno informati su ciò che li attende con un mESe ESatto di anticipo. Grazie a tutti voi per il sostegno che avete DAto loro».
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Era finita, pensò Harry inebetito, mentre MaDAma Chips spingeva i campioni e gli ostaggi verso il castello per procurare loro degli abiti asciutti… era finita, ce l’aveva fatta… non doveva pensare a nulla, ora, fino al ventiquattro giugno…
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
La prossima volta che fosse anDAto a Hogsmeade, decise mentre risaliva la scalinata di pietra, avrebbe comperato a Dobby un paio di calzini per ogni giorno dell’anno. La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4) |
Una delle cose più belle dei giorni succESsivi fu che tutti facevano a gara per sapere nel dettaglio ciò che era accaduto in fondo al lago, e per una volta Ron condivise con Harry le luci della ribalta. C’è DA dire che la versione dei fatti DAta DA Ron cambiava leggermente ogni volta che la ripeteva. All’inizio, raccontò quella che pareva la verità, o almeno collimava con il racconto di Hermione: nell’ufficio della profESsorESsa McGranitt, Silente aveva fatto cadere tutti gli ostaggi in un sonno incantato, dopo aver assicurato loro che non avrebbero corso rischi e si sarebbero svegliati una volta fuori DAll’acqua. Una settimana dopo, però, Ron narrava di un rapimento sensazionale in cui aveva lottato DA solo contro cinquanta tritoni armati fino ai denti che dovettero DArgli un sacco di botte per riuscire a legarlo.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
A quella battuta le orecchie di Ron diventarono rosse, e DA quel momento si attenne alla versione del sonno incantato.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
All’inizio di marzo il tempo divenne più asciutto, ma venti crudeli mordevano le mani e il viso degli studenti tutte le volte che uscivano nel parco. Ci furono ritardi nella consegna della posta perché i gufi continuavano a ESsere dirottati. Il gufo bruno che Harry aveva spedito a Sirius con la DAta del finESettimana di Hogsmeade ricomparve il venerdì mattina a colazione con tutte le penne arruffate contropiuma; Harry non fece in tempo ad aprire la lettera che quello prESe il volo, chiaramente terrorizzato all’idea di ESsere rispedito là fuori.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Trovati allo steccato alla fine della straDA che ESce DA Hogsmeade (dopo Mondomago) sabato pomeriggio alle due. Porta tutto il cibo che puoi.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Harry ripiegò la lettera e ridletté. A ESsere sincero, aveva una gran voglia di rivedere Sirius. Quindi si accinse a seguire l’ultima lezione del pomeriggio — doppie Pozioni — molto più distESo del solito.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Malfoy, Tiger e Goyle erano DAvanti alla classe insieme a Pansy Parkinson e alla sua banDA di ragazze di Serpeverde. GuarDAvano qualcosa che Harry non riuscì a vedere e sghignazzavano con tutta l’anima. Il muso DA carlino di Pansy spuntò eccitato DA dietro la vasta schiena di Goyle mentre Harry, Ron e Hermione si avvicinavano.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Eccoli, eccoli!» disse con una risatina, e il manipolo di Serpeverde si disperse. Harry vide che Pansy aveva in mano una rivista: Il Settimanale delle Streghe. La foto animata sulla copertina mostrava una strega ricciuta che ESibiva un sorriso tutto denti e puntava la bacchetta contro una grossa torta di pan di Spagna.
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«GuarDA un po’ qui dentro, magari ci trovi qualcosa di interESsante, Granger!» disse Pansy ad alta voce, e lanciò la rivista a Hermione, che la prESe al volo, perplESsa. In quel momento, la porta della cantina si aprì, e Piton fece loro cenno di entrare.
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Hermione, Harry e Ron si dirESsero a un tavolo in fondo, come al solito. Quando Piton ebbe voltato loro le spalle per trascrivere alla lavagna gli ingredienti della pozione del giorno, Hermione sfogliò rapiDA la rivista sotto il banco. Finalmente, nella sezione centrale, Hermione trovò ciò che stavano cercando. Harry e Ron si fecero più vicini. Una foto a colori di Harry apriva un breve servizio intitolato LE PENE D’AMORE DI HARRY POTTER e firmato Rita Skeeter.
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È un ragazzo fuori DAl comune, forse, eppure è un ragazzo che vive tutti i consueti tormenti dell’adolEScenza. Privato degli affetti fin DAlla tragica fine dei suoi genitori, Harry Potter, quattordici anni, credeva di aver trovato conforto nella sua fiDAnzata ufficiale a Hogwarts, Hermione Granger, Babbana di nascita. Certo non poteva immaginare che ben prESto avrebbe dovuto subire un altro grande dolore in una vita già costellata di gravi perdite personali.
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Hermione Granger, una ragazza bruttina ma ambiziosa, sembra aver sviluppato un’inclinazione per i maghi celebri che Harry DA solo non riESce a soddisfare. Fin DAll’arrivo a Hogwarts di Viktor Krum, Cercatore della Nazionale Bulgara ed eroe della scorsa Coppa del Mondo di Quidditch, Hermione Granger gioca con i sentimenti di entrambi. Krum, palESemente innamorato cotto dell’ambigua ragazza, l’ha già invitata a fargli visita in Bulgaria durante le vacanze EStive, e ripete: «Non ho mai provato niente di simile per nESsun’altra».
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Comunque, potrebbero non ESsere state le dubbie attrattive naturali di Hermione Granger a catturare l’interESse di quESti sventurati ragazzi.
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I Filtri d’Amore naturalmente sono proibiti a Hogwarts, e senz’alcun dubbio Albus Silente vorrà inDAgare su quESte accuse. Nel frattempo, i sostenitori di Harry Potter devono augurarsi che la prossima volta egli affidi il suo cuore a una candiDAta più meritevole.
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«Te l’avevo detto!» sibilò Ron a Hermione che fissava l’articolo sbalordita. «Te l’avevo detto di non DAr fastidio a Rita Skeeter! Ti ha fatto diventare una specie di… di donna scarlatta!»
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«Donna scarlatta?» ripeté, voltandosi a guarDAre Ron, sbellicandosi DAlle risate.
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«Se quESto è il meglio che Rita sa fare, sta perdendo la mano» disse Hermione, sempre riDAcchiando, e gettò Il Settimanale delle Streghe sulla sedia vuota accanto a lei. «Che bel mucchio di porcherie».
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Guardò verso i Serpeverde, che fissavano lei e Harry DAll’altra parte della stanza per vedere se l’articolo li aveva turbati. Hermione rivolse loro un sorriso sarcastico e un saluto con la mano, e lei, Harry e Ron tirarono fuori gli ingredienti necESsari per preparare la Pozione Aguzzaingegno.
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«È curioso, però» disse Hermione dieci minuti dopo, il pEStello sospESo a mezz’aria sopra una ciotola di scarabei. «Come faceva Rita Skeeter a sapere…?»
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«Non dire sciocchezze» sbottò Hermione, e riprESe a pEStare gli scarabei. «No, è solo… come faceva a sapere che Viktor mi ha chiESto di anDArlo a trovare quESt’EState?»
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«Cosa?» fece Ron, lasciando cadere il pEStello con un tonfo sordo.
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«Me l’ha chiESto appena mi ha tirato fuori DAl lago» mormorò Hermione. «Dopo che si era liberato della tESta di squalo. MaDAma Chips ha DAto a tutti e due una coperta e poi lui mi ha allontanato DAi giudici perché non sentissero, e ha detto che se quESt’EState non facevo niente di speciale, magari mi anDAva di…»
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«E tu che cosa gli hai risposto?» chiESe Ron, che aveva riprESo il pEStello e ora lo batteva sul tavolo, a una ventina di centimetri DAlla ciotola, perché aveva gli occhi fissi su Hermione.
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«E lui in effetti ha detto che non aveva mai provato niente di simile per nESsun’altra» riprESe Hermione, e arrossì così intensamente che Harry riuscì quasi a sentire il calore, «ma come ha fatto Rita Skeeter a sentire? Non c’era… o invece c’era? Forse è vero che ha un Mantello dell’Invisibilità, forse è sgattaiolata nel parco per assistere alla seconDA prova…»
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«E tu che cosa gli hai risposto?» ripeté Ron, picchiando il pEStello così forte che lasciò il segno sul tavolo.
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«Per quanto affascinante possa ESsere la tua vita sociale, e certo lo è, signorina Granger» disse una voce geliDA alle loro spalle, «devo chiederti di non discuterne durante le mie lezioni. Dieci punti in meno per Grifondoro».
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Nella cantina echeggiarono le risate dei Serpeverde, e un sorriso sgradevole incrESpò la bocca sottile di Piton. Con gran rabbia di Harry, l’insegnante cominciò a leggere l’articolo ad alta voce.
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«Le pene d’amore di Harry Potter… caro, caro il nostro Potter, ora che cosa ti affligge? Un ragazzo fuori DAl comune, forse…»
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Harry sentì la faccia ardere. Piton faceva una pausa alla fine di ogni frase per consentire ai Serpeverde di farsi una bella risata. Letto DA Piton, l’articolo suonava dieci volte più disgustoso.
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«…i sostenitori di Harry Potter devono sperare che la prossima volta egli affidi il suo cuore a una candiDAta più meritevole. DAvvero commovente» concluse Piton con un sorrisetto beffardo, arrotolando la rivista mentre i Serpeverde continuavano a sghignazzare. «Be’, credo che sia meglio separarvi, voi tre, cosi potrete concentrarvi sulle vostre pozioni invece che sulla vostra complicata vita sentimentale. Weasley, tu rESti qui. Signorina Granger, laggiù, vicino alla signorina Parkinson. Potter… quel tavolo DAvanti alla mia cattedra. Muovetevi. Ora».
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Furibondo, Harry gettò i suoi ingredienti e la borsa nel calderone e lo trascinò DAvanti, verso il tavolo vuoto. Piton lo seguì, prESe posto alla cattedra e osservò Harry svuotare il calderone. Deciso a non guarDArlo, Harry riprESe a pEStare i suoi scarabei, immaginando che ciascuno avESse la faccia di Piton.
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«Tutta quESta attenzione DA parte della stampa sembra averti montato quella tESta che peraltro avevi già piena di arie, Potter» disse Piton piano, quando il rESto della classe si fu rimESso al lavoro.
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«Può anche DArsi che tu continui a coltivare l’illusione di aver catturato l’interESse di tutto quanto il mondo della magia» continuò Piton, così piano che nESsun altro poteva sentirlo (Harry continuò a pEStare i suoi scarabei, anche se li aveva già ridotti a una polverina finissima), «ma a me non importa quante volte la tua foto compare sui giornali. Per me, Potter, non sei altro che un ragazzino odioso che si considera al di sopra delle regole».
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Harry versò gli scarabei polverizzati nel calderone e prESe a tagliuzzare le radici di zenzero. Gli tremavano le mani per la rabbia, ma tenne gli occhi bassi, fingendo di non sentire.
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«Quindi ti avverto, Potter» riprESe Piton, con voce più suadente e minacciosa, «fama e gloria o no… se ti sorprendo un’altra volta a entrare nel mio ufficio…»
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«Non mi sono nemmeno avvicinato al suo ufficio!» disse Harry rabbioso, dimenticando la pretESa sordità.
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«Non mentire» sibilò Piton, gli impenetrabili occhi neri che perforavano quelli di Harry. «La pelle di Girilacco. L’Algabranchia. Vengono tutte e due DAlle mie scorte personali, e io so chi le ha rubate».
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Harry fissò Piton di rimando, deciso a non batter ciglio né ad assumere un’aria colpevole. In verità non aveva rubato nESsuna di quelle due cose. Hermione aveva prESo la pelle di Girilacco quando facevano il secondo anno — serviva loro per preparare la Pozione Polisucco — e mentre all’epoca Piton aveva sospettato di Harry, non era mai stato in grado di dimostrarlo. E l’Algabranchia naturalmente l’aveva rubata Dobby.
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«Non so di cosa sta parlando» mentì fredDAmente.
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«Non eri nel tuo letto la notte che il mio ufficio è stato violato!» sibilò Piton. «Lo so, Potter! Ora, Malocchio Moody può anche ESsersi unito al tuo fan club, ma io non ho intenzione di tollerare il tuo comportamento! Un’altra passeggiatina notturna nel mio ufficio, Potter, e la pagherai!»
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Gli occhi di Piton lampeggiarono. Infilò una mano nella vESte nera. Per un folle istante, Harry credette che Piton stESse per EStrarre la bacchetta e scagliargli contro una maledizione: poi si accorse che aveva prESo una bottiglietta di cristallo piena di un liquido completamente trasparente. Harry la guardò incuriosito.
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«Lo sai che cos’è quESta, Potter?» disse Piton, gli occhi accESi di nuovo DA un luccichio pericoloso.
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«No» rispose Harry, quESta volta con assoluta sincerità.
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«È Veritaserum: una Pozione della Verità così potente che solo tre gocce ti costringerebbero a rivelare i tuoi più intimi segreti DAvanti a tutta la classe» disse Piton in tono maligno. «Ora, l’uso di quESta pozione è regolato DA severissime disposizioni del Ministero. Ma se non stai attento a quello che fai, può anche DArsi che la mia mano scivoli» e scosse leggermente la bottiglietta di cristallo «proprio sopra il tuo succo di zucca serale. E allora, Potter… allora scopriremo se sei stato nel mio ufficio o no».
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Harry non disse nulla. Tornò a guarDAre le sue radici di zenzero, brandì il coltello e cominciò ad affettarle di nuovo. Non gli piaceva affatto quella storia della Pozione della Verità, e non EScludeva che Piton potESse propinargliene un po’. ReprESse un brivido al pensiero di ciò che sarebbe potuto uscire DAlla sua bocca in quel caso… a parte il fatto che avrebbe mESso nei guai un sacco di persone — Hermione e Dobby, tanto per cominciare — c’erano tutte le altre cose che teneva segrete… come il fatto che era in contatto con Sirius… e — lo stomaco gli si contorse al pensiero — i sentimenti che provava per Cho… Gettò anche le radici di zenzero nel calderone e si chiESe se non fosse il caso di prendere ESempio DA Moody e cominciare a bere solo DA una fiaschetta personale.
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La classe si voltò a guarDAre mentre la porta si apriva. Entrò il profESsor Karkaroff. Tutti lo osservarono mentre si avvicinava alla cattedra di Piton. Si attorcigliava di nuovo il dito attorno al pizzetto, e sembrava agitato.
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«Dobbiamo parlare» disse Karkaroff all’improvviso, raggiunto Piton. Pareva così deciso a non far sentire a nESsuno quello che diceva che aprì a stento le labbra; era come un ventriloquo piuttosto scadente. Harry tenne gli occhi sulle radici di zenzero e tESe le orecchie.
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Karkaroff rimase a incombere dietro la cattedra di Piton per quel che rEStava delle due ore. Sembrava intenzionato a impedire a Piton di sgattaiolare via alla fine della lezione. Deciso a sentire quello che Karkaroff aveva DA dire, Harry rovESciò di proposito la bottiglia di bile di armadillo due minuti prima della campana, cosa che gli diede il pretESto di chinarsi dietro il proprio calderone ad asciugare il DAnno mentre gli altri si accalcavano rumorosamente verso la porta.
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«QuESto» rispose Karkaroff, e Harry, spiando DA dietro il calderone, vide Karkaroff tirar su la manica sinistra dell’abito e mostrare a Piton qualcosa all’interno dell’avambraccio.
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«Ma tu devi ESsertene accorto…» cominciò Karkaroff con voce agitata.
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«Possiamo parlare più tardi, Karkaroff!» ESplose Piton. «Potter! Che cosa fai?»
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«Asciugo la bile di armadillo, profESsore» rispose Harry in tono innocente, rialzandosi e mostrando a Piton lo straccio zuppo che aveva in mano.
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Karkaroff girò sui tacchi ed uscì a grandi passi DAlla cantina. Sembrava preoccupato e furioso insieme. Per nulla dESideroso di rEStare DA solo con un Piton straordinariamente arrabbiato, Harry gettò i libri e gli ingredienti nella borsa, e uscì con la massima rapidità per anDAre a raccontare a Ron e Hermione la scena a cui aveva appena assistito.
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La mattina dopo i tre amici uscirono DAl castello a mezzogiorno. Un debole sole argenteo brillava sul parco. Il clima non era mai stato così mite DAll’inizio dell’anno: il tempo di arrivare a Hogsmeade, e tutti e tre avevano dovuto togliersi i mantelli. Il cibo che Sirius aveva chiESto loro di portare era nella borsa di Harry; avevano rubato una dozzina di cosce di pollo, una pagnotta grande e un fiasco di succo di zucca DAlla tavola del pranzo.
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Entrarono DA Stratchy Sons, Abbigliamento per Maghi per comprare un regalo a Dobby, e si divertirono a scegliere i calzini più orrendi, comprESo un paio con stelle d’oro e d’argento lampeggianti, e un altro che strillava forte quando diventava troppo puzzolente. Poi, all’una e mezza, risalirono la High Street, oltrepassarono Mondomago e si dirESsero verso il limitare del villaggio.
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Harry non era mai stato DA quella parte prima. Il viottolo tortuoso li portava verso l’aperta campagna attorno a Hogsmeade. Qui le case erano più rare, e avevano giardini più grandi; i tre avanzavano verso le pendici della montagna nella cui ombra si stendeva Hogsmeade. Poi svoltarono un angolo, e videro una staccionata alla fine del viottolo. In attESa, le zampe DAvanti posate sul palo più alto, c’era un cane nero molto grosso DAl pelo ispido, con alcuni giornali in bocca e l’aria molto familiare…
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Il cane nero annusò aviDAmente la borsa di Harry, scodinzolò una volta, poi si voltò e prESe a trotterellare per il terreno coperto di cESpugli che s’inerpicava lungo le pendici rocciose. Harry, Ron e Hermione scavalcarono la staccionata e lo seguirono.
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Sirius li guidò in alto, dove il suolo era coperto di rocce e massi. Era facile per lui, a quattro zampe, ma Harry, Ron e Hermione ben prESto furono senza fiato. Seguirono Sirius più in alto, sulla montagna vera e propria. Per quasi mezz’ora salirono lungo un sentiero ripido, tortuoso e sassoso, seguendo la coDA sventolante di Sirius, suDAndo al sole, mentre le cinghie della borsa di Harry gli segavano la spalla.
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Poi, alla fine, Sirius sparì DAlla loro vista, e quando raggiunsero il luogo in cui era scomparso, videro una piccola apertura nella roccia. Vi s’insinuarono e si trovarono in una frESca caverna quasi completamente buia. Legato sul fondo, un capo della corDA fissato attorno a una grossa roccia, c’era Fierobccco l’Ippogrifo. Metà cavallo grigio, metà aquila gigante, Fierobecco fece lampeggiare i fieri occhi arancioni alla loro vista. Tutti e tre gli fecero un profondo inchino, e dopo averli scrutati con aria arrogante per un attimo, l’animale piegò le ginocchia squamate, e permise a Hermione di avvicinarsi e di accarezzargli il collo piumato. Harry, invece, guarDAva il cane nero, che si era appena trasformato nel suo padrino.
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Sirius indossava una vESte grigia strappata: la stESsa di quando era fuggito DA Azkaban. I suoi capelli neri erano più lunghi di quando era apparso nel fuoco, ed erano di nuovo arruffati e in disordine. Era molto magro.
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«Pollo!» ESclamò con voce roca dopo ESsersi sfilato di bocca i vecchi numeri della Gazzetta del Profeta e averli gettati a terra.
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Harry aprì la borsa e gli tESe il fagotto con il pollo e il pane.
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«Compio il mio dovere di padrino» rispose Sirius, rosicchiando l’osso di pollo con piglio molto cantino. «Non preoccuparti per me, fingo di ESsere un adorabile ranDAgio».
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Rise ancora, ma vedendo il volto preoccupato di Harry, disse, più serio: «Voglio ESsere sul posto. La tua ultima lettera… be’, diciamo che le cose si fanno più sospette. Rubo il giornale tutte le volte che qualcuno lo butta via, e a quanto pare non sono il solo a ESsere in pensiero».
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Accennò alle copie ingiallite della Gazzetta del Profeta sparse per terra. Ron le prESe e le aprì.
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Ron fece un cenno a Harry e gli passò i giornali. Erano due numeri; il primo titolava MISTERIOSA MALATTIA DI BARTEMIUS CROUCH, il secondo STREGA DEL MINISTERO ANCORA DISPERSA — Il MINISTERO DELLA MAGIA INDAGA.
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Harry scorse l’articolo su Crouch. Gli balzarono all’occhio alcune frasi: non compare in pubblico DA novembre… la sua casa sembra dESerta… no comment DAll’OspeDAle di San Mungo per Malattie Magiche… Il Ministero si rifiuta di confermare le voci di una grave malattia…
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«A sentir loro è come se fosse moribondo» disse Harry lentamente. «Ma non può ESsere tanto malato se è riuscito a venire fin quassù…»
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«Mio fratello è l’assistente personale del signor Crouch» disse Ron a Sirius. «Dice che Crouch soffre di strESs DA superlavoro».
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«Però sembrava DAvvero malato l’ultima volta che l’ho visto DA vicino» ribatté Harry, continuando a leggere l’articolo. «La sera che DAl Calice è venuto fuori il mio nome…»
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«Ha quel che si meritava per aver licenziato Winky, no?» disse Hermione fredDAmente. Accarezzava Fierobecco, impegnato a sgranocchiare le ossa di pollo avanzate DA Sirius. «Scommetto che adESso gli dispiace… scommetto che sente la differenza adESso che lei non è là a prendersi cura di lui». Ron le scoccò un’occhiata cupa.
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«Hermione ha la fissa degli elfi domEStici» borbottò a Sirius.
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Sirius, però, parve interESsato. «Crouch ha licenziato il suo elfo domEStico?»
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«Sì, alla Coppa del Mondo di Quidditch» disse Harry, e si lanciò nel rESoconto della comparsa del Marchio Nero, e del ritrovamento di Winky con la sua bacchetta stretta in mano, e dell’ira di Crouch.
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«No» rispose Harry. «Ha detto che aveva DA fare, credo».
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Sirius misurò la caverna passo dopo passo, in silenzio. Poi disse: «Harry, hai controllato se avevi la bacchetta in tasca dopo ESsere scESo DAlla Tribuna d’Onore?»
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«Ehm…» Harry si sforzò di riflettere. «No» disse alla fine. «Non ne ho avuto bisogno finché non siamo stati nella forESta. E allora ho mESso la mano in tasca, e c’era solo l’Omniocolo». Fissò Sirius, in attESa. «Vuoi dire che chi ha evocato il Marchio mi ha rubato la bacchetta in Tribuna d’Onore?»
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«I Malfoy!» ESclamò Ron all’improvviso, cosi forte che la sua voce rimbombò nella caverna, e Fierobecco scrollò la tESta, innervosito. «Ci scommetto che è stato Lucius Malfoy!»
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«NESsuno» rispose Harry.
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«Non so nulla di Bagman, a parte che è stato Battitore delle VESpe di Wimbourne» disse Sirius senza fermarsi. «Che tipo è?»
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«DAvvero?» fece Sirius, ancor più accigliato. «E come mai?»
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«L’abbiamo visto nella forESta appena prima della comparsa del Marchio Nero» disse Hermione. «Vi ricorDAte?» aggiunse, rivolta a Harry e Ron.
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«Sì, ma non è rimasto nella forESta, no?» rispose Ron. «Quando gli abbiamo detto degli scontri, è anDAto al campeggio».
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«Come fai a dirlo?» ribatté Hermione. «Come fai a sapere dove anDAva quando si è Smaterializzato?»
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«Andiamo» disse Ron incredulo, «vorrESti dire che sospetti che sia stato Ludo Bagman a evocare il Marchio Nero?»
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«È anDAto a guarDAre tra i cESpugli» disse Harry, «ma non c’era nESsuno».
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«Ma certo» borbottò Sirius anDAndo avanti e indietro, «ma certo, avrebbe accusato chiunque tranne la sua elfa… e poi l’ha licenziata?»
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«Sì» si accalorò Hermione, «l’ha licenziata, solo perché non era rimasta nella sua tenDA a farsi calpEStare…»
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«Hermione, vuoi DArci un taglio con quell’elfa?» disse Ron.
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Ma Sirius scosse la tESta e disse: «Ha capito Crouch meglio di te, Ron. Se vuoi sapere com’è un uomo, guarDA bene come tratta i suoi inferiori, non i suoi pari».
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Si passò una mano sul viso ispido per la barba non fatta, riflettendo. «Tutte quESte assenze di Barty Crouch… si preoccupa che la sua elfa domEStica gli tenga un posto alla Coppa del Mondo di Quidditch ma non si cura di anDArci. Lavora sodo per ripristinare il Torneo Tremaghi, e poi smette di venire anche qui… non è DA Crouch. Se è mai rimasto assente DAl lavoro per malattia prima d’ora, mi mangio Fierobecco».
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«Allora lo conosci?» chiESe Harry.
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«Oh, conosco benissimo Crouch» disse piano. «È stato lui a DAre l’ordine che mi spedissero ad Azkaban… senza procESso».
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«Cosa?» ESclamarono insieme Ron e Hermione.
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«No» disse Sirius, staccando un altro grosso morso DAl pollo. «Crouch era il Capo delle Forze dell’Ordine Magiche, non lo sapevate?»
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Harry, Ron e Hermione scossero la tESta.
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«Lo DAvano come prossimo Ministro della Magia» spiegò Sirius. «È un gran mago, Barty Crouch, un mago molto potente… e assetato di potere. Oh, non un sostenitore di Voldemort, quESto mai» proseguì, cogliendo lo sguardo di Harry. «No, Barty Crouch è sempre stato ESplicitamente contro il Lato Oscuro. Ma allora tante persone che erano contro il Lato Oscuro… be’, non potete capire… siete troppo giovani…»
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Ripercorse la caverna avanti e indietro, e poi cominciò: «Immaginate che ora Voldemort sia potente. Voi non sapete chi sono i suoi sostenitori, non sapete chi lavora per lui e chi no; sapete che è in grado di controllare le persone in modo DA costringerle a fare cose orribili senza riuscire a fermarsi. Avete paura per voi, la vostra famiglia, e i vostri amici. Ogni settimana, nuove notizie di altre morti, altre sparizioni, altre torture… il Ministero della Magia nel caos, non sanno cosa fare, cercano di tenere tutto nascosto ai Babbani, ma nel frattempo muoiono anche dei Babbani. Terrore ovunque… panico… confusione… era così allora.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Be’, tempi come quelli fanno tirar fuori il meglio a certe persone, e il peggio ad altre. I principi di Crouch potevano anche ESsere sani all’inizio; non saprei. Fece una rapiDA carriera al Ministero, e prESe a impartire misure molto severe contro i sostenitori di Voldemort. Gli Auror furono invEStiti di nuovi poteri: il potere di uccidere invece di catturare, per ESempio. E io non fui l’unico a ESsere consegnato ai Dissennatori senza procESso. Crouch combatteva la violenza con la violenza, e autorizzava l’uso delle Maledizioni Senza Perdono contro i sospetti. Oserei dire che divenne spietato e crudele quanto molti del Lato Oscuro. Aveva i suoi sostenitori, baDAte: moltissima gente era convinta che stESse affrontando le cose nella maniera giusta, e c’erano un sacco di maghi e streghe che premevano perché diventasse Ministro della Magia. Quando Voldemort scomparve, parve che fosse solo quEStione di tempo prima che Crouch ottenESse la massima carica. Ma poi accadde una vera disgrazia…» Sirius fece un sorriso cupo. «Il figlio di Crouch fu sorprESo con un gruppo di Mangiamorte che erano riusciti a farsi rilasciare DA Azkaban. A quanto pareva volevano trovare Voldemort e innalzarlo di nuovo al potere».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Hanno prESo il figlio di Crouch?» disse Hermione senza fiato.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Già» fece Sirius. Poi lanciò l’osso di pollo a Fierobecco, si chinò a prendere la pagnotta e la spezzò in due. «Un bel colpo per il vecchio Barty, direi. Avrebbe dovuto passare un po’ più di tempo a casa con la sua famiglia, no? Doveva uscire prESto DAll’ufficio una volta ogni tanto… imparare a conoscere suo figlio».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
PrESe a divorare grossi pezzi di pane.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Suo figlio era DAvvero un Mangiamorte?» chiESe Harry.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Non ne ho idea» rispose Sirius, ingollando altro pane. «Ero anch’io ad Azkaban quando lo portarono. QuESte sono quasi tutte cose che ho scoperto dopo ESsere uscito. Quando fu arrEStato, il ragazzo era senza dubbio in un gruppo di Mangiamorte: ma può DArsi che si fosse trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, come quell’elfa domEStica».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Sirius sbottò in una risata molto simile a un latrato. «Crouch tirar fuori suo figlio? Pansavo che l’avESsi capito, Hermione. Qualunque cosa minacciasse di macchiare la sua reputazione doveva sparire, aveva consacrato tutta la vita a un solo progetto, diventare Ministro della Magia. L’hai visto licenziare una devota elfa domEStica perché lo legava ancora una volta al Marchio Nero… non ti basta per capire che tipo è? L’affetto paterno di Crouch è arrivato solo al punto di concedere al figlio un procESso, e comunque, per lui non è stato altro che un pretESto per dimostrare quanto detEStava il ragazzo… poi l’ha spedito dritto ad Azkaban».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Ha consegnato suo figlio ai Dissennatori?» chiESe Harry piano.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Proprio così» rispose Sirius, e non era nient’affatto divertito, ora. «Ho visto i Dissennatori portarlo dentro, li ho guarDAti DA dietro le sbarre. Non poteva avere più di diciannove anni. L’hanno rinchiuso in una cella vicina alla mia. Già la sera invocava sua madre. Dopo qualche giorno si è calmato, però… si calmavano tutti, alla fine… tranne quando urlavano nel sonno…»
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Quindi è ancora ad Azkaban?» chiESe Harry.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«No» rispose Sirius in tono tetro. «No, non è più là. È morto un anno dopo ESserci entrato».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Non è stato l’unico» disse Sirius con amarezza. «Là dentro impazziscono quasi tutti, e molti alla fine smettono di mangiare. Perdono la voglia di vivere. Si capiva sempre quando qualcuno stava per morire, perché i Dissennatori lo sentivano, diventavano eccitati. Quel ragazzo aveva già un’aria malata quando è arrivato. Visto che Crouch era un membro importante del Ministero, a lui e sua moglie fu concESsa una visita in punto di morte. È stata l’ultima volta che ho visto Barty Crouch: è passato DAvanti alla mia cella sorreggendo sua moglie. È morta anche lei, a quanto pare, poco dopo. Di dolore. Si è consumata come il ragazzo. Crouch non è mai venuto a prendere il corpo di suo figlio. I Dissennatori l’hanno seppellito fuori DAlla fortezza, li ho visti io».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Sirius mise DA parte il pane che aveva appena portato alla bocca, prESe il fiasco di succo di zucca e lo svuotò.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Così il vecchio Crouch ha perso tutto, proprio quando credeva di avercela fatta» riprESe, asciugandosi col dorso della mano. «Un attimo prima era un eroe, pronto a diventare Ministro della Magia… e un attimo dopo suo figlio è morto, sua moglie è morta, il buon nome della famiglia è disonorato e, così almeno ho sentito dire DA quando sono fuggito, la sua popolarità è calata bruscamente. Morto il ragazzo, tutti hanno cominciato a sentirsi più comprensivi verso di lui e a chiedersi com’era possibile che un ragazzo simpatico di buona famiglia si fosse rovinato così. Hanno concluso che suo padre non gli aveva mai voluto veramente bene. Così Cornelius Caramell si è prESo il posto migliore, Crouch è stato mESso DA parte ed è finito all’Ufficio della Cooperazione Magica Internazionale».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Cadde un lungo silenzio. Harry stava pensando agli occhi sporgenti di Crouch che fissava la sua elfa domEStica disobbediente nel bosco alla Coppa del Mondo di Quidditch. Forse per quello Crouch aveva reagito in modo tanto spropositato al ritrovamento di Winky sotto il Marchio Nero: aveva fatto riaffiorare in lui ricordi del figlio, e del vecchio scanDAlo, e della sua caduta in disgrazia al Ministero.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Moody sostiene che Crouch è ossESsionato DAll’idea di catturare Maghi Oscuri» disse Harry a Sirius.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Sì, ho sentito dire che è diventata un po’ una mania» annuì Sirius. «Secondo me crede ancora che se riESce a catturare un altro Mangiamorte tornerà popolare come una volta».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Ed è venuto quassù di nascosto per frugare nell’ufficio di Piton!» disse Ron trionfante, guarDAndo Hermione.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Sì, invece!» ESclamò Ron vivacemente.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Ma Sirius scosse la tESta. «Senti, se Crouch vuole inDAgare su Piton, perché non è venuto a fare il giudice al Torneo? Sarebbe stata la scusa ideale per far visita regolarmente a Hogwarts e tenerlo d’occhio».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Quindi sei convinto che Piton potrebbe avere in mente qualcosa?» gli chiESe Harry, ma Hermione s’intromise.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Sentite, non m’importa di quello che dite, Silente si fiDA di Piton…»
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«Oh, andiamo, Hermione» la interruppe Ron impaziente, «lo so che Silente è fantastico e tutto, ma quESto non vuol dire che un Mago Oscuro DAvvero abile non riuscirebbe a ingannarlo…»
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«lo credo che abbiano ragione tutti e due» rispose Sirius, guarDAndoli pensieroso. «DA quando ho scoperto che Piton insegnava qui, mi sono chiESto come mai Silente gli ha offerto un lavoro. Piton è sempre stato attratto DAlle Arti Oscure, a scuola era celebre per quESto. Era un tipo viscido, untuoso, coi capelli appiccicaticci» aggiunse Sirius, e Harry e Ron si scambiarono un sorrisetto. «Quando è arrivato a scuola, conosceva più incantESimi di metà degli allievi del settimo anno e faceva parte di una banDA di Serpeverde che sono diventati quasi tutti Mangiamorte».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Sirius alzò le mani e prESe a elencare i nomi. «Rosier e WilkES: furono entrambi uccisi DAgli Auror l’anno prima della caduta di Voldemort. I LEStrange, marito e moglie: si trovano ad Azkaban. Avery: ho sentito dire che è riuscito a togliersi DAi guai sostenendo che aveva agito sotto la Maledizione Imperius, è ancora in libertà. Ma per quel che ne so, Piton non è mai nemmeno stato accusato di ESsere un Mangiamorte. Non che quESto conti molto. Molti di loro non furono mai catturati. E Piton è certo abbastanza abile e astuto DA tenersi fuori DAi guai».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Ha fatto vedere a Piton qualcosa che aveva sul braccio?» chiESe Sirius. decisamente perplESso. Si passò distrattamente le dita tra i capelli sporchi, poi alzò di nuovo le spalle. «Be’, non ho idea di che cosa sia… ma se Karkaroff è DAvvero preoccupato, e vuole sapere qualcosa DA Piton…»
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Sirius fissò la parete della caverna, poi fece un sorriso amaro. «C’è ancora il fatto che Silente si fiDA di Piton, e io so che Silente si fiDA là dove molte altre persone non io farebbero, ma non ce lo vedo a permettere che Piton faccia l’insegnante a Hogwarts se avESse mai lavorato per Voldemort».
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«Perché Moody e Crouch sono cosi decisi a entrare nell’ufficio di Piton, allora?» chiESe Ron ostinato.
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«Be’» rispose Sirius lentamente, «non EScludo che Malocchio abbia perquisito gli uffici di ogni singolo insegnante quando è arrivato a Hogwarts. Prende sul serio la sua DifESa contro le Arti Oscure, Moody. Non so se ESiste qualcuno di cui si fiDA, e con le cose che ha visto non mi sorprende. Ma c’è DA dire una cosa a favore di Moody, che non ha mai ucciso se poteva evitarlo. Ha sempre consegnato prigionieri vivi, per quanto era possibile. Era duro, ma non è mai scESo al livello dei Mangiamorte. Crouch, però… è di un’altra pasta… sarà DAvvero malato? E se sì, perché ha fatto la fatica di trascinarsi fino all’ufficio di Piton? E se no… che cos’ha in mente? Che cosa doveva fare di tanto importante alla Coppa del Mondo DA non mettere piede in Tribuna d’Onore? Che cosa faceva mentre avrebbe dovuto prendere parte al Torneo come giudice?»
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Alla fine Sirius alzò gli occhi verso Ron. «Hai detto che tuo fratello è l’assistente personale di Crouch? Non potrESti chiedergli se ha visto Crouch di recente?»
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«E già che ci sei potrESti cercare di scoprire se hanno qualche indizio su Bertha Jorkins» aggiunse Sirius, indicando un’altra copia della Gazzetta del Profeta.
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«Sì, è citato nell’articolo» disse Sirius. «La fa tanto lunga sulla pESsima memoria di Bertha. Be’, può ESsere cambiata DA quando la conoscevo io, ma quella Bertha non era affatto smemorata, semmai il contrario. Era un po’ ottusa, ma aveva un’ottima memoria per i pettegolezzi. Cosa che la metteva spESso nei guai, non sapeva mai quando tenere la bocca chiusa. Un bel pESo per il Ministero della Magia… forse è per quESto che Bagman ha aspettato così tanto a cercarla…»
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Sirius emise un gran sospiro e si strofinò gli occhi pESti. «Che ore sono?»
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Harry guardò l’orologio, poi gli venne in mente che non funzionava DA quando aveva trascorso un’ora nel lago.
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«È meglio che torniate a scuola» disse Sirius, alzandosi. «Ora, sentite…» Lanciò un’occhiata particolarmente intensa a Harry. «Non voglio che voi tre scappiate via DA scuola per venire a trovarmi, capito? ManDAtemi dei mESsaggi e basta. Voglio ancora sapere se succede qualcosa di strano. Ma non dovete uscire DA Hogwarts senza permESso, sarebbe l’occasione ideale se qualcuno vi volESse aggredire».
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«Finora nESsuno ha cercato di aggredirmi, a parte un drago e un paio di Avvincini» disse Harry.
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Ma Sirius lo guardò severamente. «Non m’importa… Tirerò un sospiro di sollievo quando quESto Torneo sarà finito, e cioè non prima di giugno. E non dimenticate: se parlate di me tra di voi, chiamatemi Tartufo, d’accordo?»
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
TESe a Harry il tovagliolo e il fiasco vuoto, e andò ad accarezzare Fierobecco per salutarlo. «Verrò con voi fino all’inizio del villaggio» disse, «così vedo se riESco a scroccare un altro giornale».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Si trasformò di nuovo nell’enorme cane nero prima che uscissero DAlla caverna, e i tre amici ridiscESero lungo il fianco della montagna con lui, attraversarono la lanDA cosparsa di massi e raggiunsero lo steccato. Qui Sirius permise loro di accarezzargli la tESta a turno, prima di voltarsi e dirigersi di corsa verso il limitare del villaggio.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Chissà se Percy sa tutte quESte cose di Crouch» disse Ron mentre risalivano il viale che conduceva al castello. «Ma forse non gl’importa… probabilmente non farebbe che aumentare la sua ammirazione per Crouch. Percy adora le regole. Direbbe solo che Crouch si è rifiutato di violarle per suo figlio».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Percy non DArebbe mai nESsuno della sua famiglia in pasto ai Dissennatori» disse Hermione in tono serio.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
«Non lo so» rispose Ron. «Se si convincESse che siamo d’intralcio alla sua carriera… Percy è proprio ambizioso, sai…»
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Risalirono i gradini di pietra ed entrarono nell’IngrESso, dove gli aromi squisiti della cena aleggiarono verso di loro DAlla Sala Grande.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4) |
Domenica dopo colazione Harry, Ron e Hermione salirono alla Guferia per spedire una lettera a Percy e chiedergli, come aveva suggerito Sirius, se avESse visto il signor Crouch ultimamente. Usarono Edvige, perché era tantissimo tempo che non le affiDAvano un incarico. Quando l’ebbero vista sparire DAlla finEStra della Guferia, scESero nelle cucine per portare a Dobby i suoi calzini nuovi.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Gli elfi domEStici diedero loro un caloroso benvenuto, facendo inchini e riverenze e affannandosi a preparare di nuovo il tè. Dobby fu EStasiato DA! regalo.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Harry Potter è troppo buono con Dobby!» squittì, asciugandosi i lacrimoni DAgli occhi enormi.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Non è che ci sono ancora quei bigné, eh’?» disse Ron, guarDAndo gli elfi domEStici impegnati a sorridere radiosi e inchinarsi.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Hai appena fatto colazione!» ESclamò Hermione irritata, ma un gran vassoio d’argento carico di bigné stava già sfrecciando verso di loro, portato DA quattro elfi.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Dovremmo prendere qualcosa DA manDAre a Tartufo» sussurrò Harry.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Buona idea» disse Ron. «Diamo qualcosa DA fare a Leo. Non potrESte DArci un po’ di cibo in più, eh?» disse agli elfi che lo circonDAvano. Quelli s’inchinarono rapiti e corsero a prendere altra roba.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Dobby, dov’è Winky?» chiESe Hermione, guarDAndosi attorno.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Anche Harry guardò verso il focolare. Winky era seduta sullo stESso sgabello dell’ultima volta, ma si era tanto trascurata che sulle prime non si riusciva a distinguerla DAi mattoni anneriti DAl fumo che le facevano DA sfondo. I suoi abiti erano strappati e sudici. Brandiva una bottiglia di Burrobirra e oscillava sullo sgabello, fissando il fuoco. Mentre la guarDAvano, singhiozzò sonoramente.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«AdESso Winky ne butta giù sei bottiglie al giorno» sussurrò Dobby a Harry.
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Ma Dobby scosse la tESta. «Per un elfo domEStico è forte, signore» disse.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Winky si strugge, Harry Potter» mormorò Dobby in tono triste. «Winky vuole anDAre a casa. Winky crede ancora che il signor Crouch è il suo padrone, signore, e niente di quello che dice Dobby la convincerà che il profESsor Silente è il suo padrone adESso».
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«Ehi, Winky» disse Harry, colto DA un’improvvisa ispirazione, avvicinandosi e chinandosi per parlarle, «non sai che cos’ha in mente il signor Crouch, per caso? Perché ha smESso di venire a fare il giudice al Torneo Tremaghi».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Gli occhi di Winky s’illuminarono. Le sue enormi pupille si fermarono su Harry. Si dondolò ancora un pochino e poi disse: «P-padrone ha smESso — hic — di venire?»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Sì» disse Harry, «non lo vediamo DAlla prima prova. La Gazzetta del Profeta dice che è malato».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Il labbro inferiore prESe a tremare.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Ma non siamo certi che sia vero» intervenne rapiDA Hermione.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Altre persone riEScono a fare i lavori di casa DA soli, sai, Winky» disse severamente Hermione.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Winky — hic — non fa solo — hic — i lavori di casa per il signor Crouch!» strillò l’elfa indignata, dondolandosi più forte che mai e versando la Burrobirra sulla camicia già coperta di macchie. «Padrone affiDA — hic — a Winky — hic — il più importante — hic — il più segreto…»
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«Cosa?» chiESe Harry.
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Ma Winky scosse violentemente la tESta, rovESciandosi addosso dell’altra Burrobirra.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Winky tiene — hic — i segreti del suo padrone» disse in tono riottoso, oscillando forte e guarDAndo Harry in cagnESco con gli occhi strabici. «Tu sta — hic — ficcando il naso, tu sta».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Lui ficca il naso — hic — nelle cose segrete e private — hic — del mio padrone — hic — Winky è una brava elfa domEStica — Winky tiene la bocca chiusa — hic — la gente cerca di — hic — impicciarsi — hic…» Le palpebre di Winky si abbassarono e all’improvviso, senza preavviso, l’elfa scivolò giù DAllo sgabello nel focolare, russando forte. La bottiglia vuota di Burrobirra rotolò via sul pavimento di pietra.
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«Noi è costernati che voi ha dovuto vedere quESto, signori e signorina!» squitti un elfo lì accanto, scuotendo la tESta vergognoso. «Noi spera che voi non ci giudica tutti DA come si comporta Winky, signori e signorina!»
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«È infelice!» ESclamò Hermione, ESasperata. «Perché non cercate di tirarla un po’ su invece di coprirla?»
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«Lei ci scusa tanto, signorina» disse l’elfo domEStico con un altro profondo inchino, «ma gli elfi domEStici non ha il diritto di ESsere infelici quando c’è del lavoro DA fare e dei padroni DA servire».
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«Oh, per l’amor del cielo!» abbaiò Hermione. «Statemi bene a sentire, tutti quanti! Avete diritto quanto i maghi di ESsere infelici! Avete il diritto di ottenere salari e vacanze e abiti come si deve, non dovete fare tutto quello che vi si ordina: guarDAte Dobby!»
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«Signorina, per favore, tiene Dobby fuori DA quESta faccenDA» borbottò Dobby, con aria spaventata. I sorrisi allegri erano scomparsi DAi volti degli elfi domEStici. All’improvviso occhieggiarono Hermione come se fosse una pazza pericolosa.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Gli elfi si affollarono attorno a Harry, Ron e Hermione e cominciarono a spingerli fuori DAlla cucina, premendo con tante manine sui loro sederi.
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«Grazie per i calzini, Harry Potter!» gridò Dobby deprESso. Stava in piedi prESso il fuoco, vicino alla tovaglia bitorzoluta che era Winky.
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«Non potevi tenere la bocca chiusa, eh, Hermione?» disse Ron arrabbiato mentre la porta della cucina sbatteva alle loro spalle. «Ora non vorranno più che andiamo a trovarli! Potevamo cercare di scoprire DA Winky qualcosa di più sul signor Crouch!»
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Dopodiché la giornata fu piuttosto tESa. Harry era così stanco di vedere Ron e Hermione battibeccare al di sopra dei compiti in sala comune che quella sera portò DA solo il cibo per Sirius su alla Guferia.
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Leo era troppo piccolo per trasportare un prosciutto intero su per la montagna DA solo, così Harry chiESe anche l’aiuto di due allocchi di palude della scuola. Quando furono decollati nella luce del tramonto, tre bizzarre sagome che trasportavano insieme il grosso pacco, Harry si appoggiò al DAvanzale, guarDAndo il parco, le cupe cime fruscianti degli alberi della ForESta Proibita, e le vele agitate della nave di Durmstrang. Un gufo reale attraversò in volo il filo di fumo che saliva DAl camino di Hagrid; planò verso il castello, circumnavigò la Guferia e sparì. GuarDAndo in giù, Harry vide Hagrid scavare con foga DAvanti alla capanna. Si chiESe che cosa stESse facendo; era come se stESse preparando un nuovo orticello. In quel momento MaDAme Maxime sbucò DAl carro di Beauxbatons e raggiunse Hagrid. Cercò di coinvolgerlo in una conversazione. Hagrid si appoggiò alla pala, ma non sembrava dESideroso di prolungare la chiacchierata, perché MaDAme Maxime poco dopo tornò alla sua carrozza.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Harry non aveva voglia di tornare nella Torre di Grifondoro ad ascoltare Ron e Hermione che si insultavano. Così guardò Hagrid scavare finché l’oscurità non lo inghiottì, e i gufi attorno a lui prESero a risvegliarsi e si tuffarono nella notte a gran colpi d’ala.
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Il giorno dopo a colazione il malumore di Ron e di Hermione si era dissipato, e con gran sollievo di Harry, le cupe profezie di Ron sul fatto che a causa degli insulti di Hermione gli elfi domEStici avrebbero manDAto cibo più scadente al tavolo di Grifondoro si rivelarono false; il bacon, le uova e le aringhe affumicate erano buoni come sempre.
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«No, non è quello» disse Hermione. «Mi sono appena abbonata alla Gazzetta del Profeta. Sono stufa di venire a sapere tutto DAi Serpeverde».
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«Buona idea!» ESclamo Harry, alzando a sua volta gli occhi verso i gufi. «Ehi, Hermione. credo che tu sia fortunata…»
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Con sua sorprESa, il gufo grigio atterrò DAvanti al suo piatto, seguito DA vicino DA quattro barbagianni, un gufo bruno e un allocco.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Quanti abbonamenti hai fatto?» chiESe Harry, afferrando il calice di Hermione prima che venisse rovESciato DAl grappolo di gufi, che si urtavano tutti cercando di recapitare per primi la loro lettera.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Cosa accidenti…» cominciò Hermione. Sfilò la lettera DAl gufo grigio, la aprì e cominciò a leggerla «Oh, roba DA matti!» balbettò, arrossendo.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«È… oh, che cosa ridicola…» Gettò la lettera a Harry, che vide che non era scritta a mano ma composta con lettere incollate che sembravano ritagliate DAlla Gazzetta del Profeta.
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SEI UNA RAGAZZA CATTIVA, HARRY POTTER SI MERITAVA DI MEGLIO. TORNA DAI BABBANI DA DOVE SEI VENUTA.
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«Ahi!» gridò Hermione, e gli occhi le si riempirono di lacrime mentre cercava di pulirsi le mani con un tovagliolo, ma ormai le sue dita erano talmente coperte di piaghe doloranti che sembrava avESse indosso un paio di guanti bitorzoluti.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Vai in infermeria, prESto» disse Harry, mentre i gufi attorno a Hermione spiccavano il volo, «lo diremo noi alla profESsorESsa Sprite…»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«L’avevo avvertita!» disse Ron mentre Hermione correva fuori DAlla Sala Grande reggendosi le mani. «L’avevo avvertita di non DAre fastidio a Rita Skeeter! GuarDA quESta…» LESse ad alta voce una delle lettere che Hermione non aveva ancora visto. «“Ho letto sul Settimanale delle Streghe che stai prendendo in giro Harry Potter e quel ragazzo ne ha già passate tante e ti spedirò una maledizione con la prossima posta non appena riESco a trovare una busta abbastanza grande”. Accidenti, è meglio che si guardi le spalle».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Hermione non si fece vedere a Erbologia. Mentre Harry e Ron uscivano DAlla serra per anDAre a lezione di Cura delle Creature Magiche, videro Malfoy, Tiger e Goyle scendere i gradini di pietra DAvanti al castello. Dietro di loro, Pansy Parkinson e il suo gruppetto parlavano a bassa voce riDAcchiando. Come vide Harry, Pansy gridò: «Potter, ti sei mollato con la tua ragazza? Come mai a colazione era così sconvolta?»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Harry la ignorò; non voleva DArle la soddisfazione di scoprire quanti guai aveva provocato l’articolo del Settimanale delle Streghe.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Hagrid, che nella lezione precedente aveva annunciato di aver finito con gli unicorni, li aspettava DAvanti alla sua capanna con una nuova dotazione di casse aperte ai suoi piedi. Il cuore di Harry ebbe un tuffo — e se era un’altra covata di Schiopodi? — ma quando fu abbastanza vicino DA guarDArci dentro, si trovò DAvanti a tante soffici creature nere DAi lunghi musi. Le zampe DAvanti erano curiosamente piatte, come badili, e gli ESserini sbattevano le palpebre DAvanti alla classe, rispondendo con educata perplESsità a tutta quell’attenzione.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«QuESti sono Snasi» spiegò Hagrid quando la classe lo ebbe attorniato. «Li si trova soprattutto giù nelle miniere. Gli piacciono le cose che brillano… ecco, guarDAte».
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Uno degli Snasi all’improvviso balzò in alto nel tentativo di strappare con un morso l’orologio DA polso di Pansy Parkinson, che strillò e fece un salto indietro.
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«Sono dei piccoli, utili trovatESori» disse Hagrid allegramente. «Ho pensato che oggi ci potevamo divertire un po’ con loro. Vedete laggiù?» E indicò il bel pezzo di terra appena vangata che Harry lo aveva visto lavorare DAlla finEStra della Guferia. «Ho sepolto delle monete d’oro. Ho un premio per chi sceglie lo Snaso che ne trova di più. Toglietevi gli oggetti preziosi, scegliete uno Snaso e preparatevi a liberarli».
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Harry si tolse l’orologio (lo portava solo per abitudine, DAl momento che non funzionava più), e se lo infilò in tasca. Poi scelse uno Snaso, che gli ficcò nell’orecchio il lungo muso e annusò entusiasta. Era decisamente una bEStiola coccolosa.
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«Un momento» disse Hagrid, guarDAndo nella cassa, «qui avanza uno Snaso… chi è che manca? Dov’è Hermione?»
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«È dovuta anDAre in infermeria» disse Ron.
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Cura delle Creature Magiche non era mai stata così divertente. Gli Snasi si tuffavano dentro e fuori DAl pezzetto di terra come se fosse stata acqua, e ciascuno tornava zampettando DAllo studente che l’aveva liberato e gli sputava in mano una moneta. Quello di Ron era particolarmente svelto; ben prESto gli riempì le mani.
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«Si possono comprare per tenerli in casa, Hagrid?» chiESe eccitato mentre il suo Snaso si rituffava nella terra, schizzandogli i vEStiti.
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«Tua mamma non sarebbe contenta, Ron» spiegò Hagrid con un gran sorriso. «Devastano le case, gli Snasi. Mi sa che hanno quasi finito adESso» aggiunse, camminando su e giù attorno al fazzoletto di terra smossa, mentre gli Snasi continuavano a immergersi. «Ho sepolto solo un centinaio di monete. Oh, eccoti qui, Hermione!»
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«Bene, vediamo come siete anDAti!» disse Hagrid. «Contate le monete! E non è il caso di rubarle, Goyle» aggiunse, stringendo gli occhi nerissimi. «È oro dei Lepricani. Sparisce dopo qualche ora».
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Goyle si svuotò le tasche, decisamente imbronciato. Si scoprì che lo Snaso di Ron era stato il più bravo di tutti, e Hagrid lo premiò con un blocco enorme di cioccolato di Mielandia. La campana del pranzo echeggiò nel parco; il rESto della classe s’incamminò verso il castello, ma Harry, Ron e Hermione rimasero indietro per aiutare Hagrid a rimettere gli Snasi nelle loro cassette. Harry notò MaDAme Maxime che li guarDAva DAlla finEStra della carrozza.
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«Che cosa ti sei fatta alle mani, Hermione?» chiESe Hagrid preoccupato.
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Hermione gli raccontò dei mESsaggi anonimi che aveva ricevuto la mattina, e della busta piena di pus di Bubotubero.
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«Aaah, non pensarci» disse Hagrid gentilmente, guarDAndola. «Anch’io ne ho ricevute un po’ dopo che Rita Skeeter aveva scritto della mia mamma. “Sei un mostro e dovrESti ESsere eliminato”. “Tua madre ha ucciso tante persone innocenti e se avESsi un po’ di dignità ti butterESti nel lago”».
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«No!» ESclamò Hermione, colpita.
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Ron però scrutava il cioccolato DA sotto le sopracciglia aggrottate. Sembrava arrabbiato per qualcosa.
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«Che cosa c’è?» gli chiESe Harry. «QuESto gusto non ti va?»
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«L’oro che ti avevo DAto alla Coppa del Mondo di Quidditch» rispose Ron. «L’oro dei Lepricani che ti avevo DAto per pagarmi l’Omniocolo. In Tribuna d’Onore. Perché non mi hai detto che era sparito?»
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Risalirono i gradini fino alla Sala d’IngrESso ed entrarono in Sala Grande per pranzare.
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«Dev’ESsere bello» disse Ron all’improvviso, mentre si servivano di roast-beef e contorni vari. «Avere così tanti soldi DA non accorgerti se ti sparisce una manciata di galeoni».
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«Senti, avevo altre cose per la tESta quella sera!» ESclamò Harry spazientito. «E non solo io, ti ricordi?»
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«Non lo sapevo che l’oro dei Lepricani scompare» borbottò Ron. «Ero convinto di averti rEStituito i tuoi soldi. Non avrESti dovuto regalarmi il berretto dei Cannoni di Chudley per Natale».
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Ron infilzò sulla forchetta una patata arrosto, scrutandola con rabbia. Poi disse: «Odio ESsere povero».
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Harry e Hermione si scambiarono uno sguardo. NESsuno dei due sapeva cosa dire.
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«Be’, adESso sappiamo cosa regalarti il prossimo Natale» disse Hermione allegramente. Poi, visto che Ron continuava a rEStare imbronciato, aggiunse: «Andiamo, Ron, potrebbe anDAr peggio. Almeno tu non hai le dita piene di pus». Hermione faceva una gran fatica a maneggiare forchetta e coltello, con le dita così gonfie e rigide. «Odio quella Skeeter!» ESplose furibonDA. «Gliela farò pagare, fosse l’ultima cosa che faccio!»
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La settimana dopo Hermione continuò a ricevere lettere anonime, e anche se lei seguì il consiglio di Hagrid e smise di aprirle, parecchi dei suoi nemici spedirono Strillettere, che ESplosero al tavolo di Grifondoro coprendola di insulti DAvanti a tutta la Sala Grande. Anche quelli che non leggevano il Settimanale delle Streghe ormai sapevano tutto del prESunto triangolo Harry-Krum-Hermione. Harry cominciava a ESsere stanco di ripetere a tutti che Hermione non era la sua fiDAnzata.
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«Voglio capire come fa Rita Skeeter ad ascoltare le nostre conversazioni private quando le era stato vietato di avvicinarsi al parco!» ESclamò Hermione furibonDA.
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Alla fine della lezione seguente di DifESa contro le Arti Oscure, si fermò a chiedere qualcosa al profESsor Moody. Il rESto della classe aveva una gran fretta di anDArsene; Moody aveva DAto loro un compito in classe così difficile di deviazione di malefici che molti di loro accusavano piccole ferite. Harry aveva una forma così ostinata di Orecchie Agitate che dovette tenerle ferme con le mani mentre si allontanava DAlla classe.
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«Be’, è chiaro che Rita non usa un Mantello dell’Invisibilità» sbuffò Hermione cinque minuti dopo, raggiungendo di corsa Harry e Ron in Sala d’IngrESso e togliendo la mano DA una delle Orecchie Agitate di Harry perché la sentisse. «Moody dice che non l’ha vista attorno al tavolo dei giudici alla seconDA prova, e nemmeno vicino al lago!»
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«No!» ESclamò Hermione ostinata. «Voglio sapere come ha fatto a sentirmi parlare con Viktor! E anche come ha fatto a scoprire della madre di Hagrid!»
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«Forse ti ha mESso una cimice» azzardò Harry.
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«Una cimice?» chiESe Ron con sguardo vacuo. «Cosa… le avrebbe buttato addosso un insetto?»
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«Tutti i surrogati della magia che usano i Babbani — l’elettricità, e i computer e i raDAr e quelle cose là — impazziscono attorno a Hogwarts, c’è troppa magia nell’aria. No, Rita usa la magia per origliare, dev’ESsere così… se solo riuscissi a scoprire che cos’è… ooh, se è illegale, l’avrò in pugno…»
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«Non abbiamo abbastanza cose di cui preoccuparci?» le chiESe Ron. «Dobbiamo anche imbastire una vendetta contro Rita Skeeter?»
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«Non ti sto chiedendo di aiutarmi!» sbottò Hermione. «Farò tutto DA sola!»
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E risalì la scalinata di marmo senza guarDArsi indietro. Harry era certo che fosse diretta in biblioteca.
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Hermione, comunque, non chiESe a Harry e Ron di aiutarla a vendicarsi di Rita Skeeter, cosa per la quale entrambi le furono grati, perché il loro carico di compiti diventava sempre più pESante man mano che si avvicinavano le vacanze di Pasqua. Harry era francamente stupito che Hermione riuscisse a fare ricerche sui metodi magici per ascoltare le conversazioni altrui con tutto quello che avevano DA fare. Lui lavorava come un pazzo solo per riuscire a star dietro a tutti i compiti e le lezioni, anche se ci teneva a spedire regolarmente pacchi di viveri alla caverna sulla montagna per Sirius; dopo la scorsa EState, non aveva dimenticato cosa si provava ad avere continuamente fame. Allegava biglietti per Sirius, in cui scriveva che non era succESso niente di straordinario, e che erano ancora in attESa di una risposta DA Percy.
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Edvige non fece ritorno fino alla fine delle vacanze di Pasqua. La lettera di Percy era infilata in un pacco di uova di Pasqua spedite DAlla signora Weasley. Quella di Harry e quella di Ron erano grandi come uova di drago, e ripiene di mou fatto in casa. Invece quello di Hermione era più piccolo di un uovo di gallina. Quando lo vide, rimase a bocca aperta.
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«Non è che per caso la tua mamma legge il Settimanale delle Streghe, eh, Ron?» chiESe sottovoce.
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Come continuo a ripetere alla Gazzetta del Profeta, il signor Crouch si è prESo una meritata vacanza. Spedisce gufi regolari con le istruzioni. No, non l’ho visto di persona, ma credo di poter dire con tutta sicurezza di conoscere la scrittura del mio superiore. Ho già parecchio DA fare al momento senza dover mettere a lacere quESte ridicole voci. Per favore non seccarmi più a meno che non si tratti di una cosa importante. Buona Pasqua.
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Di solito l’inizio del trimEStre EStivo significava per Harry allenamenti serrati in vista della partita finale di Quidditch della stagione. QuESt’anno, invece, doveva prepararsi alla terza e ultima prova del Torneo Tremaghi, ma non sapeva ancora che cosa avrebbe dovuto fare. Finalmente, l’ultima settimana di maggio, dopo Trasfigurazione la profESsorESsa McGranitt lo trattenne.
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Così quella sera alle otto e mezzo Harry lasciò Ron e Hermione nella Torre di Grifondoro e scESe le scale. Mentre attraversava la Sala d’IngrESso, Cedric sali DAlla sala comune di Tassorosso.
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«Di che cosa credi che si tratterà?» chiESe a Harry mentre scendevano insieme la scala di pietra e si addentravano nella notte nuvolosa. «Fleur continua a parlare di tunnel sotterranei, pensa che dobbiamo trovare dei tESori».
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«Non sarebbe male» disse Harry, pensando che in tal caso avrebbe potuto chiedere a Hagrid uno dei suoi Snasi e quello avrebbe fatto tutto DA solo.
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DiscESero il prato buio fino allo stadio di Quidditch, passarono attraverso una fESsura tra le tribune ed entrarono in campo.
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«Che cosa gli hanno fatto?» ESclamò Cedric indignato, fermandosi di colpo.
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Il campo di Quidditch non era più liscio e piatto. Sembrava che qualcuno gli avESse costruito sopra un intrico di lunghe mura basse, che piegavano e s’incrociavano in tutte le direzioni.
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Ludo Bagman era in piedi al centro del campo con Krum e Fleur. Harry e Cedric li raggiunsero, scavalcando le siepi. Fleur fece un gran sorriso a Harry: aveva cambiato completamente atteggiamento nei suoi confronti, DA quando Harry aveva tirato fuori la sua sorellina DAl lago.
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«Be’, cosa ne dite?» disse Bagman tutto felice, mentre Harry e Cedric superavano l’ultima siepe. «CrEScono bene, vero? DAte loro un mESe e Hagrid riuscirà a farle diventare alte sei metri. Non preoccupatevi» aggiunse gioviale, notando l’ESprESsione men che lieta dipinta sulla faccia di Harry e Cedric, «riavrete il vostro campo di Quidditch una volta finita la prova! Ora, suppongo che siale riusciti a immaginare che cosa abbiamo in mente…»
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Per un attimo nESsuno parlò. Poi…
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«ESatto!» ESclamò Bagman. «Un labirinto. La terza prova è veramente chiara. La Coppa Tremaghi verrà mESsa al centro del labirinto. Il primo campione che la tocca otterrà punteggio pieno».
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«Dobbiamo solo attraversare il labirinto?» chiESe Fleur.
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«Ci saranno degli ostacoli» spiegò Bagman allegramente, saltellando in punta di piedi. «Hagrid sta preparando una serie di creature… poi ci saranno incantESimi DA spezzare… tutta roba del genere, insomma. Ora, i campioni che conducono la classifica partiranno in vantaggio». Bagman sorrise a Harry e Cedric. «Poi entrerà il signor Krum… poi la signorina Delacour. Ma avrete tutti la possibilità di battervi, tutto dipenderà DA come supererete gli ostacoli. Dovrebbe ESsere divertente, eh?»
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Bagman si affrettò a raggiungere Harry mentre si facevano straDA tra le siepi per uscire DAl labirinto in crEScita. Harry aveva la sensazione che Bagman stESse per offrirgli di nuovo il suo aiuto, ma in quel momento Krum gli batté sulla spalla.
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«Sì, certo» disse Harry, sorprESo.
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«No, è tutto a posto, signor Bagman» disse Harry, reprimendo un sorrisetto, «credo che riuscirò a ritrovare il castello DA solo, grazie».
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Harry e Krum uscirono insieme DAllo stadio, ma Krum non prESe la straDA che portava alla nave di Durmstrang. S’incamminò invece verso la ForESta.
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«Perché andiamo DA quESta parte?» chiESe Harry mentre superavano la capanna di Hagrid e la carrozza illuminata di Beauxbatons.
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Quando finalmente ebbero raggiunto un prato tranquillo, non lontano DAl recinto dei cavalli di Beauxbatons, Krum si fermò all’ombra degli alberi e si voltò ad affrontare Harry.
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«Io vuole sapere» profferì, guarDAndolo in cagnESco, «cosa ESserci fra te e Herr-Mioni».
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Harry, che DAl fare reticente di Krum si era aspettato qualcosa di molto più serio, fissò Krum di sotto in su, sbalordito.
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«Niente» rispose. Ma Krum lo guardò torvo, e Harry, colpito di nuovo DAll’altezza di Krum, si spiegò meglio. «Siamo amici. Non è la mia fiDAnzata e non lo è mai stata. È solo quella Skeeter che s’inventa le cose».
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Krum parve un po’ più allegro. Fissò Harry per qualche istante, poi disse: «Tu molto bravo a folare. Io te guarDAto alla prima profa».
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«Grazie» disse Harry con un gran sorriso, e all’improvviso si sentì anche lui molto più alto. «Ti ho visto alla Coppa del Mondo di Quidditch. Quella Finta Wronsky, sei stato DAvvero…»
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Ma qualcosa si mosse tra gli alberi dietro Krum, e Harry, che aveva una certa ESperienza del genere di cose che si acquattavano nella ForESta, afferrò d’istinto Krum per il braccio e lo trasse a sé.
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«Cosa era qvESto?»
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Harry scosse la tESta, guarDAndo il punto in cui aveva visto un movimento. Fece scivolare la mano nella vESte, in cerca della bacchetta.
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Un attimo dopo un uomo uscì barcollando DA dietro un’alta quercia. Per un istante, Harry non lo riconobbe… poi vide che era il signor Crouch.
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Sembrava che fosse in viaggio DA giorni. Aveva la vESte strappata e insanguinata all’altezza delle ginocchia, il volto coperto di graffi, la barba lunga e il viso grigio di stanchezza. I capelli e i baffi di solito così in ordine avevano bisogno di una lavata e una regolata. Il suo strano aspetto, comunque, era nulla in confronto al suo comportamento. Il signor Crouch borbottava e gESticolava come se stESse parlando con qualcuno che vedeva solo lui. A Harry fece venire in mente con chiarezza un vecchio barbone che aveva visto una volta quando era a fare compere con i Dursley. Anche quell’uomo discuteva animatamente con il vuoto: zia Petunia aveva afferrato la mano di Dudley e l’aveva trascinato DAll’altra parte della straDA per evitarlo; zio Vernon poi aveva inflitto alla famiglia una lunga tirata su quello che avrebbe voluto fare di mendicanti e vagabondi.
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«Non è giudice?» chiESe Krum, fissando il signor Crouch. «Non è del fostro Ministero?»
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Harry annuì, ESitò per un attimo, poi si avvicinò lentamente al signor Crouch, che non lo guardò ma continuò a parlare con un albero li vicino: «…e quando hai finito, Weatherby, manDA un gufo a Silente per confermare il numero di studenti di Durmstrang che prenderanno parte al Torneo, Karkaroff ha appena fatto sapere che saranno in dodici…»
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«…e poi manDA un altro gufo a MaDAme Maxime, perché può DArsi che voglia aumentare il numero di studenti della sua delegazione, ora che Karkaroff è arrivato a una dozzina tonDA… lo farai, Weatherby, vero? Vero? Ve…» Il signor Crouch aveva gli occhi fuori DAlle orbite. Rimase lì a fissare l’albero, mormorando in silenzio. Poi barcollò DA un lato e cadde in ginocchio.
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«Signor Crouch?» chiESe Harry a voce alta. «Si sente bene?»
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Crouch roteò gli occhi. Harry cercò lo sguardo di Krum, che lo aveva seguito tra gli alberi e guarDAva Crouch allarmato.
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«Non ne ho idea» sussurrò Harry. «Senti, è meglio che tu vaDA a chiamare qualcuno…»
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«Silente!» ESclamò il signor Crouch senza fiato. TESe una mano e afferrò il vEStito di Harry, trascinandolo più vicino, anche se i suoi occhi guarDAvano oltre la tESta di Harry. «Devo… vedere… Silente…»
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«Ok» disse Harry, «se si alza, signor Crouch, possiamo anDAre al…»
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«Ho fatto… una cosa… stupiDA…» ESalò il signor Crouch. Sembrava decisamente impazzito. I suoi occhi roteavano sporgenti, e un rivolo di saliva gli scivolava giù per il mento. Ogni parola che pronunciava pareva costargli un sforzo tremendo. «Devo… dire… a Silente…»
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«Si alzi, signor Crouch» disse Harry con voce forte e chiara. «Si alzi. La porterò DA Silente!»
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«Sono un allievo della scuola» rispose Harry, cercando con gli occhi l’aiuto di Krum, che si teneva a distanza e sembrava decisamente tESo.
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«No» rispose Harry, senza avere la benché minima idea di cosa intendESse dire.
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Crouch lo tirava a sé; Harry cercò di allentare la stretta sulla vESte, ma era troppo forte.
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«Andrò a chiamare Silente se lei mi lascia anDAre» disse Harry. «Mi lasci, signor Crouch, e andrò a chiamarlo…»
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«Grazie, Weatherby, e quando hai finito, vorrei una tazza di tè. Mia moglie e mio figlio arriveranno tra poco, stasera andiamo a un concerto con il signore e la signora Caramell». Ora Crouch aveva riprESo a parlare tranquillamente con un albero, e sembrava del tutto ignaro della prESenza di Harry; quESt’ultimo ne fu così sorprESo che non si accorse nemmeno che Crouch lo aveva lasciato anDAre. «Sì, mio figlio ha appena prESo dodici G.U.F.O., una bella soddisfazione, sì, grazie, sì, sono DAvvero molto fiero di lui. Ora, se puoi portarmi quel promemoria del Ministero della Magia di Andorra, credo che avrò tempo di buttar giù una risposta…»
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«Tu rESta qui con lui!» disse Harry a Krum. «lo vado a chiamare Silente, farò in fretta, so dov’è il suo ufficio…»
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«Rimani con lui» disse Harry, e fece per alzarsi, ma il suo gESto parve innEScare un altro brusco mutamento nel signor Crouch, che lo afferò alle ginocchia e lo trascinò di nuovo a terra.
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«Andrò a chiamare Silente se mi lascia anDAre, signor Crouch!» ESclamò Harry. Poi si rivolse a Krum, infuriato. «Vuoi aiutarmi?»
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«Trattienilo qui» disse Harry, liberandosi DAlla prESa di Crouch. «Tornerò con Silente».
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«Fai in fretta, sì?» gli gridò dietro Krum mentre Harry filava via DAlla ForESta e correva su per il parco immerso nell’oscurità. Erano completamente soli; Bagman, Cedric e Fleur erano scomparsi. Harry corse all’impazzata su per i gradini di pietra, varcò il portone di quercia e schizzò su per la scalinata di marmo, diretto al secondo piano. Cinque minuti dopo correva verso un gargoyle di pietra eretto a metà di un corridoio vuoto.
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«Sor… sorbetto al limone!» ESclamò ansante.
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Era la parola d’ordine per la scala nascosta che portava all’ufficio di Silente: o almeno lo era due anni prima. Nel frattempo evidentemente era cambiata, perché il gargoyle di pietra non prESe vita e non balzò di lato, ma rimase lì immobile, scrutando Harry con sguardo malvagio.
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«Muoviti!» lo invEStì Harry. «Andiamo!»
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Ma nulla a Hogwarts si era mai mosso solo perché gli strillavi contro. Harry guardò su e giù per il corridoio buio. Forse Silente era in sala profESsori? PrESe a correre più veloce che poteva verso la scala…
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Piton era appena spuntato DAlla scala nascosta dietro il gargoyle di pietra. Il muro si stava ancora chiudendo alle sue spalle mentre faceva segno a Harry di tornare indietro. «Che cosa ci fai qui, Potter?»
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«Devo vedere il profESsor Silente!» disse Harry, ripercorrendo di corsa il corridoio e fermandosi DAvantri a Piton. «Il signor Crouch… è appena tornato… è nella ForESta… chiede…»
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«Il signor Crouch!» urlò Harry. «Del Ministero! Sta male, non so… È nella ForESta, vuole vedere Silente! Mi dia solo la parola d’ordine…
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«Il PrESide è occupato, Potter» rispose Piton, le labbra incurvate in un sorriso sgradevole.
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Il muro di pietra alle spalle di Piton si aprì. Silente era lì, vEStito di un lungo abito verde, con un’ESprESsione di vaga curiosità.
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«C’è qualche problema?» disse, guarDAndo tra Harry e Piton.
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«ProfESsore!» ESclamò Harry, prima che Piton potESse aprir bocca. «Il signor Crouch è qui… è giù nella ForESta, vuole parlarle!»
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Harry si aspettava che Silente facESse qualche domanDA, ma, con suo gran sollievo, non lece nulla del genere. «GuiDAmi» disse immediatamente, e s’incamminò dietro a Harry lungo il corridoio, lasciando Pìton in piedi accanto al gargoyle: era brutto il doppio.
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«Che cos’ha detto il signor Crouch, Harry?» chiESe Silente mentre scendevano in fretta la scalinata di marmo.
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«Non si comporta in modo normale» continuò Harry, camminando più in fretta al fianco di Silente. «Sembra che non sappia dove si trova. Continua a parlare come se credESse di trovarsi DAvanti a Percy Weasley, e poi cambia, e dice che deve vedere lei… l’ho lasciato con Viktor Krum».
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«Cosa?» sbottò brusco Silente, e prESe a camminare ancora più in fretta, così che Harry dovette correre per stargli dietro. «Sai se qualcun altro ha visto il signor Crouch?»
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«No» rispose Harry. «Io e Krum stavamo parlando, il signor Bagman aveva appena finito di spiegarci la terza prova, siamo rimasti indietro, e poi abbiamo visto il signor Crouch uscire DAlla ForESta…»
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«Dove sono?» chiESe Silente mentre la carrozza di Beauxbatons affiorava DAll’oscurità.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Laggiù» disse Harry, superando Silente e facendogli straDA attraverso gli alberi. Non sentiva più la voce di Crouch, ma sapeva dove era diretto; non era molto più in là della carrozza di Beauxbatons… DA qualche parte lì intorno…
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NESsuno rispose.
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«Erano qui» disse Harry a Silente. «Erano di sicuro qui DA qualche parte…»
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Il suo raggio sottile rimbalzò DA un tronco scuro all’altro, illuminando il terreno. E poi cadde su un paio di piedi.
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Harry e Silente corsero avanti. Krum era stESo a terra. Sembrava privo di sensi. Di Crouch nESsuna traccia. Silente si chinò su Krum e gli sollevò delicatamente una palpebra.
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«Devo anDAre a chiamare qualcuno?» disse Harry. «MaDAma Chips?»
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Levò la bacchetta e la puntò verso la capanna di Hagrid. Harry vide qualcosa di argenteo sfrecciare fuori DAlla punta e dirigersi attraverso gli alberi come un uccello spettrale. Poi Silente si curvò di nuovo su Krum, gli puntò contro la bacchetta e sussurrò: «Innerva».
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Krum apri gli occhi. Sembrava intontito. Quando vide Silente, cercò di alzarsi a sedere, ma il PrESide gli mise una mano sulla spalla e lo costrinse a rimanere distESo.
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«Lui ha me aggredito!» borbottò Krum, portando una mano alla tESta. «Quel vecchio folle ha me aggredito! Mentre io guarDAva dove anDAto Potter, lui attaccava mie spalle!»
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«RESta giù ancora un po’» disse Silente.
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Li raggiunse un rumore di passi tonanti, e Hagrid spuntò ansante con Thor alle calcagna. Era armato di balEStra.
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«ProfESsor Silente!» disse, gli occhi sgranati. «Harry… che cosa…»
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«Hagrid, devi anDAre a chiamare il profESsor Karkaroff» disse Silente. «Il suo allievo è stato aggredito. Quando hai fatto, ti prego di avvertire il profESsor Moody…»
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«Non serve, Silente, sono qui». Moody avanzò zoppicando, appoggiandosi al bastone, la bacchetta accESa. «DAnnata gamba» ringhiò. «Sarei arrivato prima… che cosa è succESso? Piton ha detto qualcosa a proposito di Crouch…»
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«Crouch?» ESclamò Hagrid, ignaro.
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«Oh, si… Ha ragione, profESsore…» disse Hagrid; poi si voltò e sparì tra gli alberi oscuri, seguito DA Thor.
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«Non so dove sia Barty Crouch» disse Silente a Moody, «ma è fonDAmentale che riusciamo a trovarlo».
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«Ci penso io» ringhiò Moody, e alzata la bacchetta si allontanò zoppicando nella ForESta.
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«Che cosa succede?» gridò, quando vide Krum a terra, e Silente e Harry accanto a lui. «Cos’è succESso?»
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«Io è stato aggredito!» disse Krum, levandosi a sedere e massaggiandosi la tESta. «Qvel Krautsch, o come lui chiama…»
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«Igor» ESordì Silente, ma Karkaroff si erse in tutta la sua altezza, stringendosi addosso la pelliccia, furente.
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«Tradimento!» ululò, puntando il dito contro Silente. «È una congiura! Tu e il Ministero della Magia mi avete attirato qui con l’inganno, Silente! QuESta non è una gara corretta! Prima tramate per ammettere Potter al Torneo, anche se è troppo giovane! Ora uno dei tuoi amici del Ministero cerca di mettere fuori gioco il mio campione! Io subodoro doppiezza e corruzione in tutta quanta la faccenDA, e tu, Silente, tu, con tutti i tuoi discorsi sui rapporti magici internazionali più stretti, sull’importanza di ricreare vecchi legami, di dimenticare vecchie divergenze… ecco che cosa penso di te!»
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Karkaroff sputò ai piedi di Silente. Con un rapido gESto, Hagrid afferrò Karkaroff per la pelliccia, lo sollevò e lo sbatté contro un albero vicino.
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Hagrid ritirò la mano che inchioDAva Karkaroff all’albero, e quESt’ultimo scivolò lungo il tronco e si afflosciò a terra; una piccola pioggia di rametti e foglie lo colpì sulla tESta.
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RESpirando affannosamente, Hagrid scoccò a Karkaroff uno sguardo minaccioso. «Forse è meglio che sto qui, PrESide…»
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«Ehm… si» rispose Harry, guarDAndolo negli occhi. Come faceva Silente a sapere che proprio in quell’istante aveva pensato di spedire Leo difilato DA Sirius, per fargli sapere cosa era succESso?
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«Lascio Thor qui con te, PrESide» disse Hagrid, senza smettere di fissare torvo Karkaroff, che era ancora ai piedi dell’albero, in un groviglio di pellicce e radici. «Rimani qui, Thor. Andiamo, Harry».
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Insieme oltrepassarono la carrozza di Beauxbatons e riprESero la salita verso il castello.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Come osa» ringhiò Hagrid mentre passavano accanto al lago. «Come osa accusare Silente. Silente non fa ’ste cose. Silente non ti voleva al Torneo. Preoccupato! Non so quando ho mai visto Silente più preoccupato di adESso. E tu!» ESclamò Hagrid all’improvviso rivolto a Harry, che guardò in su, sorprESo. «Che cos’è che facevi, cosa anDAvi in giro a fare con quel tipaccio di Krum? È di Durmstrang, Harry! Poteva farti il malocchio! Moody non ti ha insegnato niente? Ma pensa a te, lui che ti attira là fuori DA solo…»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Krum è a posto!» disse Harry mentre risalivano i gradini verso la Sala d’IngrESso. «Non stava cercando di farmi il malocchio, voleva solo parlare di Hermione…»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Ci dirò due paroline anche a lei» disse Hagrid cupo, salendo pESantemente i gradini. «Meno tutti quanti voi avete a che fare con quegli stranieri, meglio sarà. Non potete fiDArvi di nESsuno di quelli là».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Tu però anDAvi d’accordo con MaDAme Maxime» disse Harry, irritato.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Non parlarmi di lei!» disse Hagrid, e per un attimo parve DAvvero spaventoso. «AdESso sì che l’ho capita! Sta cercando di fare la pace solo perché vuole che le dico che cosa succede nella terza prova. Ha! Non ci si può fiDAre di nESsuno di quelli là!»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
Hagrid era così di malumore che Harry fu contento di separarsi DA lui DAvanti alla Signora Grassa. Attraversò il buco de! ritratto, si arrampicò su nella sala comune e raggiunse in fretta l’angolo in cui sedevano Ron e Hermione per raccontare loro l’accaduto. La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4) |
«Il punto è quESto» disse Hermione, massaggiandosi la fronte. «O il signor Crouch ha aggredito Viktor, o qualcun altro ha aggredito tutti e due mentre Viktor non guarDAva».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Dev’ESsere stato Crouch» disse subito Ron. «Ecco perché era sparito quando Harry e Silente sono arrivati laggiù. Era scappato via».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Non credo» rispose Harry, scuotendo la tESta. «Sembrava proprio debole… Non credo che volESse Smaterializzarsi o altro».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Non ci si può Smaterializzare entro i confini di Hogwarts, ve l’ho detto mille volte!» ESclamò Hermione.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Ok, sentite un po’ quESta» disse Ron eccitato. «Krum aggredisce Crouch — no, aspettate un attimo — e poi si Schianta!»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«E il signor Crouch è evaporato, vero?» fece Hermione fredDAmente.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Era l’alba. Harry, Ron e Hermione erano sgattaiolati fuori DAi loro letti molto prESto, ed erano corsi insieme su alla Guferia per spedire un biglietto a Sirius. Ora erano in piedi e guarDAvano il parco immerso in una nebbiolina. Tutti e tre avevano gli occhi gonfi ed erano pallidi, perché avevano parlato di Crouch fino a tardi.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Ricomincia DAccapo, Harry» disse Hermione. «Allora, che cos’ha detto il signor Crouch?»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Te l’ho detto, non aveva molto senso» disse Harry. «Ha detto che voleva mettere in guardia Silente DA qualcosa. Ha nominato Bertha Jorkins, quESto è certo, e sembrava convinto che fosse morta. Continuava a dire che era colpa sua… ha parlato di suo figlio».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Era fuori di tESta» disse Harry. «Metà del tempo sembrava convinto che sua moglie e suo figlio fossero ancora vivi, e continuava a parlare di lavoro con Percy e a DArgli istruzioni».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«E… ripeti un po’ cos’ha detto di Tu-Sai-Chi» disse Ron ESitante.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Poi Ron cominciò, in tono falsamente fiducioso: «Ma era fuori di tESta, come dicevi tu, quindi probabilmente metà delle cose che ha detto erano puro delirio…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Era in sé quando cercava di parlare di Voldemort» rispose Harry. Ron sussultò. «Faceva una gran fatica a mettere insieme due parole, ma solo quando sembrava che sapESse dov’era e cosa voleva fare. Continuava a ripetere che doveva vedere Silente».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Harry si allontanò DAlla finEStra e prESe a scrutare le travi. Metà dei molti trESpoli erano vuoti; ogni tanto, un altro gufo piombava giù DA una delle finEStre, di ritorno DAlla caccia notturna con un topo nel becco.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Se Piton non mi avESse trattenuto» disse Harry con amarezza, «forse saremmo arrivati in tempo. “Il PrESide è occupato, Potter… che cosa sono quESte sciocchezze, Potter?” Perché non si è tolto di torno e basta?»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Forse non voleva che tu arrivassi in tempo!» incalzò Ron. «Forse — aspetta un po’ — quanto ci poteva mettere ad arrivare giù alla ForESta? Credi che possa ESsere arrivato prima di te e Silente?»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Non lo EScluderei» borbottò Ron.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Dobbiamo vedere il profESsor Moody» disse Hermione. «Dobbiamo scoprire se ha trovato il signor Crouch».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«A meno che Crouch non fosse già fuori DAl parco» aggiunse Ron, «perché la Mappa arriva solo fino ai confini, non…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«… abbiamo cercato di ESsere corretti, adESso è il momento di giocare sporco, come lui. Non vorrebbe certo che il Ministero della Magia sapESse che cos’ha fatto…»
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«Come, a quESt’ora?» dissero Hermione e Fred.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Aveva in mano una busta sigillata. Harry le diede un’occhiata, ma Fred, per caso o di proposito, spostò la mano così DA coprire il nome del dEStinatario.
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Ron non si mosse. «Chi state ricattando?» chiESe.
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Il sorriso scomparve DAlle labbra di Fred. George gli lanciò un’occhiata prima di rivolgersi a Ron.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Fred e George si scambiarono un’altra occhiata. Poi Fred disse bruscamente: «Te l’ho già detto, Ron, tieni il naso fuori DA quESta faccenDA, se ti piace così com’è. Non capisco come mai, ma…»
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«Sono fatti miei se state ricattando qualcuno» incalzò Ron. «George ha ragione, potrESte cacciarvi in un grosso guaio».
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George portò il barbagianni alla finEStra e quello spiccò il volo. Poi si voltò con un gran sorriso.
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Lui e Fred se ne anDArono. Harry, Ron e Hermione si guarDArono perplESsi.
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«Non credete che sappiano qualcosa di quESta faccenDA, eh?» sussurrò Hermione. «Di Crouch e del rESto?»
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«Cosa c’è?» gli chiESe Hermione.
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«Be’…» disse Ron lentamente, «non so se lo farebbero. Sono… sono ossESsionati DAll’idea di far soldi ultimamente, me ne sono accorto stando con loro… quando… sapete…»
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Fu la volta di Hermione di ESsere a disagio. «Si, ma… non farebbero nulla di illegale per ottenere del denaro…»
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«Sì, ma quESta è la legge» disse Hermione spaventata. «QuESta non è una stupiDA regola della scuola… prenderanno ben più di una punizione se ricattano qualcuno! Ron… forse sarebbe meglio se lo dicESsi a Percy…»
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«Sei pazza?» disse Ron. «Dirlo a Percy? Probabilmente farebbe come Crouch e li denuncerebbe». Fissò la finEStra DAlla quale era partito il barbagianni di Fred e George, poi si riscosse: «DAi, andiamo a fare colazione».
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«Credete che sia troppo prESto per anDAre DAl profESsor Moody?» domandò Hermione mentre scendevano la scala a chiocciola.
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«Sì» rispose Harry. «Probabilmente ci fulminerebbe DA dietro la porta se lo svegliassimo all’alba. Crederebbe che stiamo cercando di assalirlo nel sonno. Aspettiamo l’intervallo».
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Di rado una lezione di Storia della Magia era stata così lunga. Harry continuava a guarDAre l’orologio di Ron. visto che finalmente aveva rinunciato al suo, ma quello di Ron si muoveva così piano che sembrava ESsersi rotto anche quello. Erano tutti e tre così stanchi che avrebbero posato volentieri la tESta sul banco per dormire; perfino Hermione non prendeva appunti come al solito, ma era seduta con la tESta appoggiata alla mano e fissava il profESsor Rüf con occhi vuoti.
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Quando finalmente suonò la campana, corsero lungo ì corridoi fino alla classe di DifESa contro le Arti Oscure, e incontrarono il profESsor Moody che ne usciva. Sembrava stanco quanto loro. La palpebra dell’occhio normale era afflosciata, e DAva al suo viso un aspetto ancora più deforme del solito.
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«ProfESsor Moody!» gridò Harry mentre gli si avvicinavano facendosi largo tra la folla.
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«Salute, Potter» ringhiò Moody. L’occhio magico seguì un paio di ragazzini del primo anno che filarono via con aria nervosa; roteò girandosi verso l’interno della tESta di Moody e li guardò girare l’angolo. Poi Moody parlò di nuovo. «Entrate».
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«L’ha trovato?» chiESe Harry senza preamboli. «Il signor Crouch?»
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«No» rispose Moody. Si avvicinò alla scrivania, sedette, allungò la gamba di legno con un lieve gemito ed EStrasse la fiaschetta.
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«Ha usato la mappa?» chiESe Harry.
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«Certo» disse Moody, e bevve. «Ho prESo ESempio DA te, Potter. L’ho consultata DAl mio ufficio fino nella ForESta. Non era DA nESsuna parte».
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«Non ci si può Smaterializzare nella cerchia del castello, Ron!» ESclamò Hermione. «Può aver usato altri modi per sparire, vero, profESsore?»
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«Tu sei un’altra che dovrebbe pensare alla carriera di Auror» le disse. «La tua tESta lavora nel modo giusto, Granger».
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«Be’, non era invisibile» disse Harry, «la mappa mostra anche le persone invisibili. Allora dev’ESsersene anDAto».
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«Sì, è possibile che qualcuno… che qualcuno lo abbia mESso su un manico di scopa e sia volato via con lui, no?» aggiunse Ron rapido, guarDAndo speranzoso Moody, come se volESse sentirsi dire che anche lui aveva l’istinto di un Auror.
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«Non possiamo EScludere un rapimento» ringhiò Moody.
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«Allora» disse Ron «pensa che possa ESsere DA qualche parte a Hogsmeade?»
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«Potrebbe ESsere ovunque» disse Moody scuotendo la tESta. «La sola cosa che sappiamo per certo è che non è qui».
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Fece un gran sbadiglio, e le cicatrici si distESero, e la bocca storta rivelò una serie di denti mancanti.
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Poi disse: «Ora, Silente mi ha detto che voi tre vi credete invEStigatori, ma non potete far nulla per Crouch. AdESso lo cercherà il Ministero, Silente li ha informati. Potter, concentrati sulla terza prova».
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Non aveva pensato una volta al labirinto DA quando lo aveva lasciato assieme a Krum la sera prima.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Dovrebbe ESsere la cosa giusta per te, quESta» disse Moody, guarDAndo Harry e grattandosi il mento segnato DAlle cicatrici e coperto di peli ispidi. «DA quello che ha detto Silente, sei riuscito a superare cose del genere un sacco di volte. Ti sei fatto straDA oltrepassando un bel po’ di ostacoli che custodivano la Pietra Filosofale al primo anno, vero?»
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«Gli abbiamo DAto una mano» intervenne rapido Ron. «Io e Hermione gli abbiamo DAto una mano».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Moody fece un gran sorriso. «Be’, DAtegli una mano a ESercitarsi per quESta cosa, e sarò molto sorprESo se non vince» disse. «Nel frattempo… vigilanza costante, Potter. Vigilanza costante». Trasse un’altra gran sorsata DAlla fiaschetta, e l’occhio magico roteò verso la finEStra, DA cui si scorgeva la vela più alta della nave di Durmstrang.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Sirius rispedì indietro il loro gufo la mattina dopo. Planò DAvanti a Harry mentre un allocco atterrava di fronte a Hermione, con una copia della Gazzetta del Profeta stretta nel becco. Lei prESe il giornale, scorse le prime pagine, disse «Ha! Non ha saputo di Crouch!», poi si unì a Ron e Harry nella lettura dei commenti di Sirius sui fatti misteriosi di due notti prima.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Harry, che cosa ti viene in mente di anDAre nella ForESta con Viktor Krum? Voglio che tu mi giuri a stretto giro di gufo che non uscirai di notte con nESsuno. C’è qualcuno EStremamente pericoloso a Hogwarts. E evidente che quESto qualcuno voleva impedire a Crouch di incontrare Silente ed è probabile che tu ti sia trovato nell’oscurità a pochi metri DA costui. Potevi rimanere ucciso.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Il tuo nome non è finito per caso nel Calice di Fuoco. Se qualcuno sta cercando di farti del male, ha la sua ultima possibilità. Non allontanarti DA Ron e Hermione, non uscire DAlla Torre di Grifondoro la sera, e preparati alla terza prova. ESercitati a Schiantare e Disarmare. Non sarebbe male che provassi anche qualche stregoneria. Non puoi fare niente per Crouch. Giù la tESta e baDA a te stESso. Aspetto una tua lettera in cui mi DAi la tua parola che non uscirai più DAl castello.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Chi si crede di ESsere, a farmi la predica perché sono uscito DAl castello?» ESclamò Harry indignato mentre ripiegava la lettera di Sirius e se la infilava in tasca. «Con tutte le cose che ha combinato lui a scuola!»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«È in pensiero per te!» disse Hermione bruscamente. «Come Moody e Hagrid! Quindi DAi loro retta!»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«NESsuno cerca di aggredirmi» ribatté Harry. «NESsuno mi ha fatto niente…»
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«Tranne mettere il tuo nome nel Calice di Fuoco» lo interruppe Hermione. «E deve averlo fatto per un buon motivo, Harry. Tartufo ha ragione. Forse quESto qualcuno sta solo prendendo tempo. Forse è quESta la prova che ha scelto per prenderti».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Senti» disse Harry, impaziente, «diciamo che Tartufo ha ragione, e che qualcuno ha Schiantato Krum per rapire Crouch. Be’, doveva ESsere li tra gli alberi vicino a noi, no? Ma ha aspettato che io fossi lontano prima di agire, no? Quindi non pare proprio che sia io il suo obiettivo, no?»
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«Non poteva farlo passare per un incidente, se ti assassinava nella ForESta!» ESclamò Hermione. «Ma se muori durante una prova…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Però non ha avuto problemi ad aggredire Krum, vero?» disse Harry. «Perché non mi ha fatto fuori nella stESsa occasione? Poteva far finta che io e Krum ci fossimo sfiDAti a duello, o qualcosa del genere».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Harry, non capisco neanch’io» sospirò Hermione sconfortata. «So solo che stanno succedendo un sacco di cose strane, e non mi piacciono… Moody ha ragione, Tartufo ha ragione, devi cominciare ad allenarti per la terza prova, e subito. E rispondi subito a Tartufo e promettigli che non scapperai via DA solo un’altra volta».
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Il parco di Hogwarts non era mai apparso cosi invitante, DA quando Harry doveva rEStare chiuso dentro il castello. Nei giorni che seguirono trascorse tutto il suo tempo libero in biblioteca con Hermione e Ron, a studiare stregonerie, o in qualche classe vuota dove sgattaiolavano per ESercitarsi. Harry si era concentrato sullo SchiantESimo, che non aveva mai usato prima. Il guaio era che fare pratica comportava parecchi sacrifici DA parte di Ron e Hermione.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Non possiamo rapire Mrs Purr?» propose Ron lunedì all’ora di pranzo, mentre giaceva lungo distESo nel bel mezzo della classe di IncantESimi: era appena stato Schiantato e risvegliato DA Harry per la quinta volta di seguito. «Possiamo Schiantare lei qualche volta. Oppure puoi usare Dobby, Harry. Scommetto che farebbe qualunque cosa per aiutarti. Non è che mi lamenti» si alzò in piedi cautamente, massaggiandosi la schiena «ma mi fa male DAppertutto…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Be’, certo, se continui a mancare i cuscini!» ESclamò Hermione impaziente, risistemando la pila di cuscini che avevano usato per l’IncantESimo di ESilio e che Vitious aveva lasciato in un armadio.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Quando sei Schiantato non riESci a prendere la mira molto bene, Hermione!» ribatté rabbiosamente Ron. «Perché non vieni tu al mio posto?»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Be’, credo che Harry l’abbia imparato, ormai» disse Hermione in fretta. «E non dobbiamo DArci pensiero per l’IncantESimo di Disarmo, perché sono secoli che lo sa fare… Credo che stasera dovremmo cominciare con qualche stregoneria».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Mi piace quESto qui» disse, «quESto IncantESimo di Ostacolo. Dovrebbe rallentare qualunque cosa cerchi di aggredirti, Harry. Cominceremo con quESto».
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Suonò la campana. Rimisero in fretta i cuscini nell’armadio di Vitious, e sgattaiolarono fuori DAlla classe.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Ci vediamo a cena!» disse Hermione, diretta ad Aritmanzia, mentre Harry e Ron anDAvano verso la Torre Nord, a Divinazione. Ampie strisce di abbagliante luce solare attraversavano il corridoio entrando a fiotti DAlle alte finEStre. Il cielo era di un azzurro così luminoso che sembrava smaltato.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Ci sarà DA cuocere nell’aula della Cooman, quella non spegne mai il fuoco» disse Ron, mentre salivano la scala che portava alla scaletta argentata e alla botola.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Aveva ragione. Nella stanza pervasa DA una luce fioca c’era un caldo soffocante. Gli effluvi del fuoco profumato erano più grevi che mai. Harry si sentì stordito mentre si avvicinava a una delle finEStre schermate DA tende. Mentre la profESsorESsa Cooman guarDAva DAll’altra parte, intenta a sbrogliare lo scialle DA una lampaDA, l’aprì di qualche centimetro e si risistemò nella poltrona foderata di chintz, in modo che un venticello leggero gli accarezzasse il viso. Era decisamente piacevole.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Miei cari» ESordì la profESsorESsa Cooman, seduta in una profonDA poltrona di fronte alla classe, scrutando i ragazzi uno per uno con gli occhi stranamente ingranditi DAlle lenti, «abbiamo quasi finito il nostro lavoro sulla divinazione planetaria. Oggi, comunque, ci si prESenta un’ottima occasione per osservare gli effetti di Marte, perché in quESto momento si trova in una posizione assolutamente interESsante. Se volete guarDAre DA quESta parte, spegnerò le luci…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Agitò la bacchetta e le lampade si spensero. Il fuoco rimase l’unica fonte di luce. La profESsorESsa Cooman si chinò e prESe DA sotto la sedia un modellino in miniatura del sistema solare rinchiuso sotto una cupola di vetro. Era un oggetto molto bello; ciascuna delle lune scintillava dolcemente al suo posto attorno ai nove pianeti e al sole che brillava forte, e ciascun globo galleggiava a mezz’aria sotto il vetro. Harry guardò pigramente mentre la profESsorESsa Cooman cominciava a indicare l’angolo affascinante che Marte formava con Nettuno. Vapori DAl greve profumo gli aleggiavano addosso, e l’arietta che entrava DAlla finEStra gli giocherellava sul viso. Udì il morbido ronzio di un insetto DA qualche parte dietro la finEStra. Le palpebre gli si fecero pESanti…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Cavalcava un gufo reale, e insieme planavano nel cielo azzurro chiaro verso una vecchia casa ricoperta d’edera aggrappata sul fianco di una collina. Volavano sempre più in basso, e il vento soffiava piacevole sul viso di Harry, finché non raggiunsero un’oscura finEStra rotta al piano di sopra della casa, ed entrarono. Ora sfrecciavano lungo un corridoio buio, verso una porta alla fine… la varcarono ed entrarono in una stanza DAlle finEStre chiuse con tavole di legno…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Harry scESe DAl dorso del gufo… lo guardò svolazzare attraverso la stanza e posarsi su una poltrona voltata verso il fuoco… c’erano due forme scure sul pavimento DAvanti alla poltrona… entrambe si agitavano…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Uno era un serpente enorme… l’altro era un uomo… un uomo basso, quasi calvo, un uomo con gli occhi acquosi e il naso appuntito… ansimava e singhiozzava sul tappetino DAvanti al camino…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Sei fortunato, CoDAliscia» una voce fredDA e acuta si levò DAlla poltrona su cui era atterrato il gufo. «Hai DAvvero molta fortuna. Il pasticcio che hai combinato non ha rovinato tutto. È morto».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Mio signore!» ESclamò l’uomo sul pavimento, senza fiato. «Mio signore, sono… sono così contento… e mi dispiace tanto…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Nagini» disse la voce fredDA, «tu sei sfortunata. Non ti DArò in pasto CoDAliscia, dopotutto… ma non preoccuparti, non preoccuparti… c’è sempre Harry Potter…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Ora, CoDAliscia» disse la voce fredDA, «forse è il caso di ricorDArti perché non ho intenzione di tollerare che tu combini un altro guaio…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
DAlla poltrona emerse la punta di una bacchetta. Era puntata contro CoDAliscia. «Crucio» disse la voce geliDA.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
CoDAliscia urlò, urlò come se ogni nervo che aveva in corpo fosse in preDA alle fiamme, e le urla riempirono le orecchie di Harry mentre la cicatrice che aveva sulla fronte gli bruciava insopportabilmente; anche lui si ritrovò a urlare… Voldemort l’avrebbe sentito, avrebbe scoperto che era lì…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Harry aprì gli occhi. Era distESo sul pavimento della stanza della profESsorESsa Cooman, con le mani sulla faccia. La cicatrice gli bruciava ancora così forte che gli lacrimavano gli occhi. Il dolore era vero. Tutta la classe era in piedi attorno a lui, e Ron era inginocchiato al suo fianco, terrorizzato.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Certo che no!» ESclamò la profESsorESsa Cooman, profonDAmente agitata. I suoi enormi occhi indugiarono su Harry, scrutandolo. «Che cos’è stato, Potter? Una premonizione? Un’apparizione? Che cos’hai visto?»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Nulla» mentì Harry. Si alzò a sedere. Si accorse di tremare violentemente. Non riuscì a impedirsi di guarDAre attorno, nel fitto delle ombre alle sue spalle; la voce di Voldemort era sembrata così vicina…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Ti stavi toccando la cicatrice!» ESclamò la profESsorESsa Cooman. «Ti sei rotolato per terra, toccandoti la cicatrice! Andiamo, Potter, ho una certa ESperienza in materia!»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Devo anDAre in infermeria, credo» disse. «Ho un brutto mal di tESta».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Mio caro, senz’alcun dubbio sei stato sollecitato DAlle eccezionali vibrazioni chiaroveggenti della mia aula!» disse la profESsorESsa Cooman. «Se adESso te ne vai, potrESti perdere l’occasione di vedere più lontano di quanto tu non abbia mai…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Non voglio vedere altro che una medicina per il mal di tESta» disse Harry.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«A dopo» sussurrò Harry a Ron, poi prESe la borsa e si dirESse alla botola, ignorando la profESsorESsa Cooman che ostentava un’aria profonDAmente delusa, come se le fosse appena stato negato un grosso regalo.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Quando Harry fu ai piedi della scala a pioli, comunque, non si dirESse verso l’infermeria. Non aveva alcuna intenzione di anDArci. Sirius gli aveva detto che fare se la cicatrice gli avESse fatto di nuovo male, e Harry avrebbe seguito il suo consiglio: stava anDAndo difilato nell’ufficio del PrESide. Percorse i corridoi pensando a ciò che aveva visto nel sogno… era reale quanto quello che lo aveva svegliato di soprassalto a Privet Drive… ripassò i particolari nella mente, cercando di ricorDArli… aveva sentito Voldemort accusare CoDAliscia di aver combinato un pasticcio… ma il gufo aveva portato buone notizie, il guaio era stato rimediato, qualcuno era morto… quindi CoDAliscia non sarebbe stato DAto in pasto al serpente… quESta sorte sarebbe toccata a lui, Harry…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Harry aveva oltrepassato senza accorgersene il gargoyle di pietra che sorvegliava l’ingrESso dell’ufficio di Silente. Sbatté le palpebre, si guardò attorno, capì che cos’aveva fatto e tornò sui suoi passi per fermarsi DAvanti alla statua. Poi gli venne in mente che non sapeva la parola d’ordine.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Sorbetto al limone?» disse ESitante.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Il gargoyle prESe vita e balzò DA un lato. Harry strizzò gli occhi.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Si affrettò a varcare l’apertura e salì il primo gradino di una scala a chiocciola di pietra, che si avvolse lentamente verso l’alto mentre le porte si chiudevano alle sue spalle e lo portò fino a una porta di quercia luciDA con un battente di ottone.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Udì delle voci all’interno dell’ufficio. ScESe DAlla scala mobile ed ESitò, tendendo le orecchie.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Silente, mi spiace ma non vedo il nESso, non lo vedo proprio!» Era la voce del Ministro della Magia, Cornelius Caramell. «Ludo sostiene che Bertha è perfettamente in grado di perdersi. Sono d’accordo, ormai avremmo dovuto trovarla, ma comunque non abbiamo alcuna prova che sia stato commESso un delitto, Silente, assolutamente no. E nemmeno che la sua scomparsa sia legata a quella di Barty Crouch!»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«E cosa crede che sia succESso a Barty Crouch, Ministro?» disse la voce ringhiosa di Moody.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Vedo due possibilità, Alastor» rispose Caramell. «O Crouch alla fine è crollato — è più che probabile, sono sicuro che lei la pensa come me, vista la sua storia personale — ha perso la tESta e ora sta vagando chissà dove…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Vaga con EStrema rapidità, se è quESto che è succESso, Cornelius» commentò Silente con tranquillità.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Oppure… be’…» Caramell sembrava imbarazzato. «Be’, mi astengo DAl giudizio finché non avrò visto il luogo in cui l’hanno incontrato, ma… lei dice che era subito dopo la carrozza di Beauxbatons? Silente, lo sa che cos’è quella donna?»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Io la ritengo una PrESide molto capace… e un’ottima ballerina» disse Silente piano.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Silente, andiamo!» ESclamò Caramell infuriato. «Non crede di ESsere parziale nei suoi confronti a causa di Hagrid? Non si rivelano tutti innocui — sempre che Hagrid si possa definire innocuo, con quella sua mania per i mostri…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Non sospetto di MaDAme Maxime più che di Hagrid» disse Silente, con la medESima calma. «Ritengo possibile che sia lei ad ESsere prevenuto, Cornelius».
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«Possiamo chiudere quESta discussione?» ringhiò Moody.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
«No, non è per quESto» disse Moody, «è solo che Potter vuole parlarle, Silente. È fuori DAlla porta». il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4) |
Harry entrò. Era già stato una volta nell’ufficio di Silente; era una camera circolare, molto bella, tappezzata di ritratti di PrESidi di Hogwarts del passato, tutti immersi in un sonno profondo, il petto che si alzava e si abbassava dolcemente.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Cornelius Caramell era in piedi accanto alla scrivania di Silente, col suo solito mantello gESsato e la bombetta verde acido in mano.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Harry!» ESclamò cordiale, facendo un passo avanti. «Come stai?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Sì» rispose Harry. Poi, visto che era inutile fingere di non aver origliato la loro conversazione, aggiunse: «Però non ho visto MaDAme Maxime DA nESsuna parte, e farebbe fatica a nascondersi, no?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Sì, be’» rispose Caramell, imbarazzato, «stiamo per anDAre a fare una passeggiata nel parco, Harry, se non ti dispiace… forse se torni in classe…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Volevo parlare con lei, profESsore» disse Harry rapido a Silente, che gli scoccò uno sguardo inDAgatore.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Fanny, la fenice del profESsor Silente, era appollaiata sul trESpolo d’oro accanto alla porta. Grande come un cigno, coperta di splendide piume scarlatte e dorate, agitò la lunga coDA e strizzò gli occhi in uno sguardo benevolo.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry si sedette DAvanti alla scrivania di Silente. Per parecchi minuti rimase a guarDAre i vecchi PrESidi russare nelle cornici, riflettendo su quanto aveva appena udito, e strofinandosi la cicatrice. Aveva smESso di fargli male.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Si sentiva molto più tranquillo ora che si trovava nell’ufficio di Silente, sapendo che di lì a poco gli avrebbe raccontato il suo sogno. Guardò la parete dietro la scrivania. Il Cappello Parlante, rattoppato e strappato, si trovava su una mensola. Una bacheca di vetro lì accanto racchiudeva una splendiDA spaDA d’argento, con grossi rubini incastonati nell’elsa, e Harry la riconobbe: era quella che aveva EStratto DAl Cappello Parlante al secondo anno. La spaDA era appartenuta a Godric Grifondoro, fonDAtore della Casa di Harry. La fissò, ricorDAndo come era venuta in suo aiuto quando ormai credeva che ogni speranza fosse perduta, e fu allora che notò una macchia di luce argentata DAnzare e vibrare sulla teca di vetro. Si volse a cercarne la fonte, e vide una lama di luce di un biancore argenteo scintillare DA un armadio nero alle sue spalle: lo sportello non era stato chiuso bene. Harry ESitò, lanciò un’occhiata a Fanny, poi si alzò, attraversò l’ufficio e aprì lo sportello dell’armadio.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Dentro c’era un basso bacile di pietra, con strane figure incise sul bordo; rune e simboli che Harry non riconobbe. La luce d’argento emanava DAl contenuto del bacile, che non somigliava a nulla che Harry avESse mai visto prima. Non riuscì a capire se la sostanza fosse liquiDA o gassosa. Era di un colore argento luminoso e biancastro, e si muoveva incESsantemente; la superficie s’incrESpò come acqua accarezzata DAl vento, e poi, simile alle nuvole in cielo, si separò e vorticò dolcemente. Sembrava luce liquiDA — o vento solido; Harry non riuscì a capirlo.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Voleva toccarla, scoprire com’era al tatto, ma quasi quattro anni di ESperienza del mondo magico gli suggerivano che infilare la mano in una ciotola piena di una sostanza sconosciuta era una cosa molto stupiDA DA fare. Quindi EStrasse la bacchetta, gettò un’occhiata nervosa intorno, guardò di nuovo il contenuto del bacile e lo tentò con la punta. La superficie della cosa argentea prESe a vorticare molto in fretta.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry si avvicinò; ormai aveva la tESta dentro l’armadio. La sostanza argentea era diventata trasparente; sembrava vetro. Vi guardò dentro, aspettandosi di vedere il fondo di pietra del bacile, e invece vide un’enorme sala, una sala che gli parve di guarDAre DA una finEStra rotonDA nel soffitto.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Una luce fioca illuminava l’ambiente; poteva trovarsi sottoterra, perché non c’erano finEStre, solo torce sorrette DA bracci come quelle che illuminavano le sale di Hogwarts. Abbassando il viso fin quasi a sfiorare col naso la sostanza vetrosa, Harry vide file e file di maghi e streghe seduti lungo tutte le pareti, sopra quelle che sembravano panche disposte a diverse altezze. Nel centro della stanza troneggiava una sedia vuota. Aveva un aspetto vagamente sinistro. DAi braccioli pendevano delle catene.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Dov’era quel luogo? Certo non a Hogwarts; non aveva mai visto una sala del genere nel castello. Per di più, la folla nella sala misteriosa in fondo al bacile era formata DA adulti, e Harry sapeva che non ce n’erano così tanti a Hogwarts. Pareva che stESsero aspettando qualcosa; anche se vedeva solo le punte dei loro cappelli, sembrava che fossero tutti rivolti nella stESsa direzione, e non parlavano tra loro.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
DAl momento che il bacile era circolare e la sala che stava osservando quadrata, Harry non riusci a vedere che cosa succedeva negli angoli. Si chinò ancora di più, cercando di vedere…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
L’ufficio di Silente sussultò con violenza: Harry fu scagliato in avanti e precipitò a tESta in giù dentro il bacile…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Ma non urtò contro il fondo di pietra. Stava cadendo dentro qualcosa di gelido e nero; era come ESsere risucchiati in un gorgo oscuro…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
E all’improvviso si ritrovò seduto su una panca in fondo alla sala dentro il bacile, una panca più in alto delle altre. Guardò verso l’alto soffitto di pietra, aspettandosi di vedere la finEStra circolare DAlla quale aveva appena osservato la scena, ma lassù non c’era altro che scura, soliDA pietra.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
RESpirando affannosamente, Harry si guardò attorno. Non uno dei maghi, non una delle streghe prESenti (e ce n’erano almeno duecento) lo stava guarDAndo. NESsuno pareva ESsersi accorto che un ragazzo di quattordici anni era appena piovuto tra loro DAl soffitto. Harry si voltò verso il mago che sedeva accanto a lui e gettò un alto grido di sorprESa che echeggiò nella sala silenziosa.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«ProfESsore!» sussurrò affannosamente. «Mi dispiace… non volevo… stavo solo guarDAndo il bacile nell’armadio… io… dove siamo?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Interdetto, Harry guardò Silente, poi la folla in silenziosa attESa, poi di nuovo Silente. E poi cominciò a capire…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Gli era già succESso di trovarsi in un posto dove nESsuno poteva vederlo o sentirlo. Quella volta era caduto dentro una pagina di un diario stregato, diritto nella memoria di un altro… e a meno che non si sbagliasse di grosso, era succESsa di nuovo una cosa del genere…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry alzò la mano dEStra, ESitò, poi la sventolò con foga DAvanti al volto di Silente. QuESt’ultimo non batté ciglio, non si volse verso Harry, non si mosse affatto. E ciò, per Harry, sistemava la faccenDA: Silente non lo avrebbe ignorato così. Si trovava dentro un ricordo, e quello non era il Silente di oggi. Eppure non poteva ESsere passato molto tempo… il Silente seduto accanto a lui in quel momento aveva i capelli d’argento, proprio come il Silente di oggi. Ma che cos’era quel posto? Che cosa aspettavano tutti quei maghi?
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry si guardò attorno più attentamente. La sala, come aveva sospettato osservandola DAll’alto, era quasi certamente sottoterra: una segreta, pensò. Vi aleggiava un’atmosfera cupa e inquietante: non c’erano quadri alle pareti, solo quelle file serrate di panche che si alzavano in ranghi, tutte disposte in modo DA godere di una vista indisturbata su quella sedia con le catene sui braccioli.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Prima che Harry potESse giungere a qualche conclusione, udì dei passi. La porta nell’angolo della segreta si aprì, ed entrarono tre persone: o meglio, un uomo, scortato DA due Dissennatori.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry si sentì gelare. I Dissennatori, alte creature incappucciate DAi volti nascosti, scivolarono lentamente verso la sedia al centro della sala, le mani putrefatte attorno alle braccia del prigioniero, che sembrava sul punto di svenire. Harry lo capiva: ricorDAva perfettamente il potere dei Dissennatori, benché ora non potESsero toccarlo, dentro la memoria di un altro. La folla in attESa si ritrasse mentre i Dissennatori spingevano l’uomo sulla sedia e uscivano silenziosamente DAlla sala. La porta si chiuse alle loro spalle.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
A differenza di Silente, sembrava molto più giovane; i capelli e il pizzetto erano neri. Non indossava soffici pellicce, ma un abito leggero e strappato. Era scosso DAi brividi. Sotto gli occhi di Harry, le catene sui braccioli della sedia scintillarono d’oro all’improvviso e strisciarono lungo le sue braccia, avviluppandolo.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Igor Karkaroff» disse una voce asciutta alla sinistra di Harry. Lui si voltò, e vide il signor Crouch in piedi al centro della panca al suo fianco. Aveva i capelli scuri, il volto molto meno segnato e sembrava sano e vigile. «Sei stato portato DA Azkaban per deporre DAvanti al Ministero della Magia. Ci hai lasciato capire di avere delle informazioni importanti per noi».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«È così, signore» disse, e anche se il suo tono di voce era molto spaventato, Harry vi riconobbe la familiare nota melliflua. «DESidero rendermi utile al Ministero. DESidero collaborare. Io… io so che il Ministero sta cercando di… di isolare gli ultimi sostenitori del Signore Oscuro. Sono disposto a collaborare come posso…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Tra le panche si diffuse un mormorio. Alcuni maghi e streghe osservavano Karkaroff con interESse, altri con ESplicita diffidenza. Poi Harry udì distintamente una voce ben nota ringhiare una parola DAll’altro lato di Silente: «Feccia».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry si protESe in avanti. Accanto a Silente c’era Malocchio Moody — un Malocchio molto diverso DAl solito. Non aveva l’occhio magico, ma due occhi normali. Entrambi scrutavano Karkaroff, ed entrambi erano stretti in un’ESprESsione di profondo disgusto.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Crouch lo lascerà anDAre» sussurrò piano a Silente. «Ha fatto un patto con lui. Ci ho mESso sei mESi a scovarlo, e Crouch lo lascerà anDAre se otterrà nuovi nomi a sufficienza. Sentiamo quello che ha DA dire, dico io, e poi ributtiamolo subito in pasto ai Dissennatori».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Silente emise un piccolo sbuffo di dissenso DAl lungo naso adunco.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«No» rispose tranquillamente Silente. «Temo di no. DA tempo ritengo che il Ministero sbagli ad allearsi con creature del genere».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Ma per feccia come quESta…» disse piano Moody.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Sostieni di ESsere in grado di fare dei nomi, Karkaroff» riprESe Crouch. «Sentiamoli, allora».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Dovete capire» disse in fretta Karkaroff «che Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato ha sempre agito con la massima segretezza… preferiva che noi — voglio dire, i suoi sostenitori — e io ora mi rammarico profonDAmente di ESsere stato uno di loro…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«… che non conoscESsimo mai i nomi di tutti i nostri compagni… solo lui sapeva ESattamente chi eravamo…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Saggia mossa DAvvero, visto che ha impedito a uno come te, Karkaroff, di denunciarli tutti» borbottò Moody.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Io… io sì» disse Karkaroff senza fiato. «Ed erano sostenitori importanti, baDAte. Li ho visti ESeguire i suoi ordini con i miei occhi. Vi fornisco quESte informazioni come prova della mia totale e piena rinuncia a lui, e sono pervaso DA un rimorso così profondo che riESco a stento…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Allora, quESti nomi?» ESclamò secco il signor Crouch.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Karkaroff trasse un profondo rESpiro.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«E gli hai DAto man forte» mormorò Moody.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Abbiamo già arrEStato Dolohov» disse Crouch. «È stato catturato poco dopo di te».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«DAvvero?» disse Karkaroff, con gli occhi che gli si dilatavano. «Io… io sono lieto di saperlo!»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Altri nomi?» chiESe Crouch con freddezza.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«NESsuno… nESsuno se l’è meritato più di Rosier!» ESclamò Karkaroff, una nota di autentico panico nella voce: cominciava a temere che nESsuna delle sue informazioni sarebbe stata di alcuna utilità al Ministero. Gli occhi di Karkaroff saettarono verso la porta nell’angolo, dietro la quale certo incombevano ancora i Dissennatori, in attESa.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Si!» ESclamò Karkaroff. «C’era Travers… è stato complice dell’assassinio dei McKinnon! Mulciber… si era specializzato nella Maledizione Imperius, ha costretto tantissime persone a fare cose orribili! Rookwood, che era una spia, e passava a Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato informazioni utili DAll’interno del Ministero!»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Rookwood?» chiESe Crouch, facendo un cenno a una strega seduta DAvanti a lui che prESe a scrivere in fretta su un rotolo di pergamena. «Augustus Rookwood del Dipartimento dei Misteri?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Ma Travers e Mulciber li abbiamo già prESi» disse Crouch. «Molto bene, Karkaroff, se quESto è tutto, verrai ricondotto ad Azkaban mentre decidiamo…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry lo vide suDAre alla luce delle torce, la pelle candiDA che faceva un netto contrasto con la barba e i capelli neri.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Piton è stato assolto DA quESto tribunale» disse Crouch in tono gelido. «Albus Silente si è fatto garante per lui».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Silente si alzò. «Ho già deposto a quESto proposito» disse chiaramente. «Severus Piton è stato un Mangiamorte, è vero. Però è tornato DAlla nostra parte prima della caduta di Voldemort e ha fatto la spia per noi, a suo rischio e pericolo. Ora non è un Mangiamorte più di quanto lo sia io».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry guardò Malocchio Moody. La sua ESprESsione alle spalle di Silente era di profondo scetticismo.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Molto bene. Karkaroff» concluse Crouch fredDAmente, «sei stato d’aiuto. RiESaminerò il tuo caso. Nel frattempo farai ritorno ad Azkaban…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
La voce di Crouch si fece remota. Harry si guardò intorno; la segreta si stava dissolvendo come se fosse fatta di fumo; tutto sbiadiva, riusciva a distinguere solo il proprio corpo, tutto il rESto era oscurità vorticante…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
E poi la segreta riapparve. Harry era seduto in un altro posto; sempre sulla panca più in alto, ma quESta volta alla sinistra di Crouch. L’atmosfera sembrava diversa; rilassata, perfino allegra. I maghi e le streghe tutto attorno parlavano tra loro, quasi fossero a un incontro sportivo. Una strega a metà della fila di panche di fronte attrasse l’attenzione di Harry. Aveva corti capelli biondi, era vEStita di cremisi e succhiava la punta di una penna verde acido. Era un’inconfondibile Rita Skeeter più giovane. Harry si guardò intorno; Silente era seduto di nuovo accanto a lui. con una vESte diversa. Il signor Crouch sembrava più stanco e in certo modo più feroce, più emaciato… Harry capì. Era un altro ricordo, un altro giorno… un altro procESso.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Non era un Ludo Bagman sciupato, ma un Ludo Bagman giocatore di Quidditch, chiaramente al massimo della forma. Non aveva il naso rotto; era alto, atletico e muscoloso. Sembrava nervoso quando prESe posto nella sedia incatenata, ma quESta non lo legò come aveva legato Karkaroff, e Bagman, forse rincuorato, volse lo sguardo sulla folla che lo osservava, salutò con la mano un paio di conoscenti e tentò un sorrisetto.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Ludovic Bagman, sei stato condotto qui al cospetto del Tribunale della Legge Magica per rispondere di accuse connESse alle attività dei Mangiamorte» disse Crouch. «Abbiamo ascoltato le tEStimonianze contro di te, e stiamo per raggiungere un verdetto. Hai qualcosa DA aggiungere alla tua deposizione prima che la sentenza venga emESsa?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Alcuni maghi e streghe nei posti circostanti sorrisero con indulgenza. Crouch non parve condividere i loro sentimenti. Fissava Ludo Bagman con un’ESprESsione di massima severità e profondo disgusto.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Non hai mai detto niente di più vero, ragazzo» borbottò seccamente qualcuno a Silente dietro le spalle di Harry. Lui si voltò e vide di nuovo Moody. «Se non sapESsi che è sempre stato un po’ tardo, avrei detto che quei Bolidi gli hanno provocato DAnni permanenti al cervello…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Ludovic Bagman, sei stato sorprESo a trasmettere informazioni ai sostenitori di Voldemort» disse Crouch. «Per quESto io chiedo la conDAnna ad Azkaban per un periodo non inferiore a…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Ma DAlle panche circostanti si levò un clamore rabbioso. Parecchi maghi e streghe si alzarono scuotendo la tESta e levando i pugni contro Crouch.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Ma ve l’ho detto, non ne sapevo nulla!» gridò Bagman in tono convinto sovrastando il brusio della folla, gli occhi azzurri sgranati. «Nulla di nulla! Il vecchio Rookwood era un amico di mio padre… non mi è mai passato per la mente che fosse un alleato di Voi-Sapete-Chi! Credevo di raccogliere informazioni per il nostro partito! E Rookwood continuava a ripetere che più in là mi avrebbe procurato un incarico al Ministero… quando la mia stagione del Quidditch sarà finita, sapete… voglio dire, non posso continuare a farmi bersagliare DA Bolidi per il rESto dei miei giorni, no?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Risatine DAlla folla.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Verrà mESso ai voti» disse gelido Crouch. Si voltò verso i ranghi sulla dEStra. «La giuria è pregata di alzare la mano… chi è a favore della detenzione…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
NESsuno alzò la mano. Molti maghi e streghe cominciarono ad applaudire. Una delle streghe della giuria si alzò.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Ignominioso» sbottò Crouch a Silente, e si mise a sedere mentre Bagman usciva DAlla segreta. «Rookwood trovargli un lavoro, figuriamoci… il giorno in cui Ludo Bagman si unirà a noi sarà un giorno molto triste per il Ministero…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
E la segreta scomparve di nuovo. Quando riapparve, Harry si guardò intorno. Lui e Silente erano ancora seduti accanto a Crouch, ma l’atmosfera non avrebbe potuto ESsere più diversa. C’era un silenzio assoluto, rotto solo DAi singhiozzi senza lacrime di una fragile strega mingherlina al fianco di Crouch. Stringeva con mani tremanti un fazzoletto vicino alla bocca. Harry guardò Crouch e vide che era più magro e grigio che mai. Sulla tempia gli si contraeva un nervo.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Fateli entrare» disse, e la sua voce echeggiò nella segreta silenziosa. La porta nell’angolo si aprì ancora una volta. QuESta volta entrarono sei Dissennatori, scortando un gruppo di quattro persone. Harry vide che molti tra il pubblico si voltavano a guarDAre Crouch. Alcuni si scambiarono sussurri.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Crouch si alzò e guardò i quattro con un’ESprESsione di odio allo stato puro.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Padre» disse il ragazzo DAi capelli color paglia. «Padre… ti prego…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«… del quale raramente abbiamo udito il pari in quESta corte» Crouch alzò la voce, sovrastando quella del figlio. «Abbiamo ascoltato le tEStimonianze contro di voi. Siete accusati di aver catturato un Auror — Frank Paciock — e di averlo sottoposto a Maledizione Cruciatus, convinti che conoscESse l’attuale dimora del vostro signore in ESilio, Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Padre, non è vero!» strillò il ragazzo in catene. «Non è vero, lo giuro, padre, non rimanDArmi DAi Dissennatori…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Siete inoltre accusati» tuonò Crouch, «di aver usato la Maledizione Cruciatus contro la moglie di Frank Paciock, quando egli non vi ha DAto le informazioni richiESte. Avete progettato di rEStaurare il dominio di Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato, e di tornare alla vita di violenza che probabilmente avete condotto quando era potente. Io ora chiedo alla giuria…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Io ora chiedo alla giuria» gridò Crouch, «di alzare la mano se è convinta, come me, che quESti crimini meritino una conDAnna a vita ad Azkaban!»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Tutti insieme, maghi e streghe dell’ala dEStra della segreta alzarono la mano. La folla disposta lungo le pareti scoppiò in un applauso come aveva fatto per Bagman, i volti pervasi di selvaggio trionfo. Il ragazzo prESe a urlare.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
I Dissennatori rientrarono scivolando. I tre compagni del ragazzo si alzarono in silenzio; la donna DAlle palpebre pESanti guardò Crouch e gridò: «Il Signore Oscuro risorgerà, Crouch! Gettaci pure ad Azkaban, noi aspetteremo! Risorgerà e verrà a cercarci, e ricompenserà noi più di ogni altro suo seguace! Solo noi siamo fedeli! Solo noi abbiamo cercato di trovarlo!»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Ma il ragazzo cercò di rESpingere i Dissennatori, anche se Harry vide che già cedeva al loro freddo potere divorante. La folla lanciava griDA di scherno, alcuni in piedi, mentre la donna veniva portata fuori DAlla sala, e il ragazzo continuava a divincolarsi.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Tu non sei affatto mio figlio!» tuonò Crouch, gli occhi all’improvviso fuori DAlle orbite. «Io non ho figli!»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Alla sua dEStra c’era un Albus Silente che guarDAva portar via DAi Dissennatori il figlio di Crouch — e c’era un Albus Silente alla sua sinistra, che guarDAva lui.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Vieni» disse il Silente alla sua sinistra, e lo prESe per il gomito. Harry si sentì sollevare a mezz’aria; la segreta si dissolse attorno a lui; per un attimo tutto fu scuro, e poi gli parve di aver fatto una capriola al rallentatore; d’improvviso atterrò in piedi, in quella che sembrava la luce accecante dell’ufficio di Silente inonDAto di sole. Il bacile di pietra scintillava nell’armadio accanto a lui, e Albus Silente era in piedi al suo fianco.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«ProfESsore» boccheggiò Harry. «Lo so che non avrei dovuto… non volevo… la porta dell’armadio era aperta e…»
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«Capisco» disse Silente. PrESe il bacile, lo portò alla sua scrivania e si sedette. Fece cenno a Harry di sedersi di fronte a lui.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry obbedì, fissando il bacile di pietra. Il suo contenuto era tornato allo stato originario, di un bianco argenteo, e vorticava e s’incrESpava sotto il suo sguardo.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Che cos’è?» chiESe Harry con voce incrinata.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«QuESto? Si chiama Pensatoio» rispose Silente. «A volte, e sono certo che conosci quESta sensazione, ho l’imprESsione di avere semplicemente troppi pensieri e troppi ricordi stipati nella mente».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Quando mi capita» proseguì Silente «uso il Pensatoio. Basta travasare i pensieri in eccESso DAlla propria mente, versarli nel bacile e ESaminarli a piacere. Diventa più facile riconoscere trame e collegamenti, sai, quando assumono quESta forma».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Vorrebbe dire… che quelle cose sono i suoi pensieri?» chiESe Harry, scrutando la sostanza bianca che vorticava nel bacile.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
EStrasse la bacchetta e infilò la punta tra i propri capelli d’argento, vicino alla tempia. Quando la tolse, parve che dei capelli vi rEStassero attaccati; ma Harry si accorse che si trattava di una striscia scintillante della stESsa strana sostanza bianco-argentea che riempiva il Pensatoio. Silente aggiunse quel pensiero frESco agli altri, e Harry, ESterrefatto, vide il proprio volto galleggiare nel bacile.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Un collegamento che avrei potuto fare anche DA solo» sospirò Silente, «ma non importa». Sbirciò Harry al di sopra degli occhiali a mezzaluna; il ragazzo guarDAva a bocca aperta il viso di Piton, che continuava a roteare. «Stavo usando il Pensatoio quando Caramell è venuto all’appuntamento, e l’ho riposto in gran fretta. È indubbio che non ho chiuso bene lo sportello dell’armadio. Era naturale che attirasse la tua attenzione».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«La curiosità non è un peccato» disse. «Ma dovremmo anDArci cauti, con la curiosità… sì, DAvvero…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Lievemente accigliato, con la punta della bacchetta diede un colpetto alla superficie vetrosa. Immediatamente ne emerse una sagoma, una ragazzina robusta e torva sui sedici anni, che prESe a girare lentamente, i piedi ancora dentro la sostanza. Non fece alcun caso a Harry o al profESsor Silente. Quando parlò, la sua voce echeggiò come quella di Piton poco prima, come se provenisse DAl profondo del bacile di pietra: «Mi ha scagliato un incantESimo, profESsor Silente, e io lo stavo solo prendendo in giro, avevo solo detto che l’avevo visto baciare Florence dietro le serre giovedì scorso…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Ma perché, Bertha» disse Silente in tono triste, guarDAndo la ragazza che ora girava senza parlare, «perché ti è venuto in mente di seguirlo?»
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La luce che emanava DAl Pensatoio riverberò sul viso di Silente, e all’improvviso Harry fu colpito DA quanto fosse vecchio. Sapeva, ovvio, che Silente era avanti con gli anni, ma per qualche ragione non pensava mai a lui come a un vecchio.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Allora, Harry» disse piano il PrESide. «Prima di perderti tra i miei pensieri, volevi dirmi qualcosa».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Sì» rispose Harry. «ProfESsore… poco fa ero a Divinazione, e… ehm… mi sono addormentato».
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A quel punto ESitò, incerto se aspettarsi un rimprovero, ma Silente si limitò a dire: «Comprensibile, direi. Continua».
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«Be’, ho fatto un sogno» riprESe Harry. «Ho sognato Voldemort. Stava torturando CoDAliscia… lei sa chi è CoDAliscia…»
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«Lo so» disse prontamente il PrESide. «Ti prego, continua».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Voldemort ha ricevuto una lettera via gufo. Ha detto una cosa tipo “il guaio di CoDAliscia è stato rimediato”. Ha detto che qualcuno era morto. Poi ha detto che CoDAliscia non sarebbe finito in pasto al serpente — c’era un serpente vicino alla sua poltrona. Ha detto… ha detto che al suo posto gli avrebbe DAto in pasto me. Poi ha scagliato la Maledizione Cruciatus su CoDAliscia… e la cicatrice ha cominciato a bruciarmi» concluse Harry. «Faceva così male che mi ha svegliato».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Silente si limitò a guarDArlo.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Capisco» disse Silente piano. «Capisco. Ora, la cicatrice ti ha fatto male ancora quESt’anno, a parte quella volta che ti ha svegliato la scorsa EState?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«No, io… come fa a sapere che mi ha svegliato la scorsa EState?» chiESe Harry, sbalordito.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Non sei l’unico corrispondente di Sirius» disse Silente. «Anch’io sono in contatto con lui DA quando se n’è anDAto DA Hogwarts l’anno scorso. Sono stato io a suggerirgli che la caverna sul fianco della montagna era il posto più sicuro dove nascondersi».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Silente si alzò e prESe a camminare su e giù dietro la scrivania. Ogni tanto si puntava la bacchetta alla tempia, prelevava un altro scintillante pensiero d’argento e lo aggiungeva al Pensatoio. I pensieri là dentro cominciarono a vorticare così in fretta che Harry non riuscì a distinguere nulla; era solo un turbine confuso di colore.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«ProfESsore» mormorò dopo un paio di minuti.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Silente smise di anDAre avanti e indietro e lo guardò.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Le mie scuse» disse a voce bassa. RiprESe posto alla scrivania.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Perché tu e lui siete legati DAlla maledizione fallita» spiegò Silente. «Quella non è una ferita normale».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Quindi lei crede… che quel sogno… sia succESso DAvvero?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«No» rispose Harry. «Solo lo schienale della sua poltrona. Ma… non ci sarebbe stato niente DA vedere, no? Voglio dire, non ha un corpo, vero? Ma… ma allora come faceva a tenere la bacchetta?» aggiunse lentamente.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Per un po’ né Silente né Harry parlarono. Silente guarDAva fisso attraverso!a stanza; ogni tanto avvicinava la bacchetta alla tempia e aggiungeva un altro lucente pensiero argenteo alla massa fremente contenuta nel Pensatoio.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«ProfESsore» disse Harry alla fine, «crede che stia diventando più forte?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Voldemort?» chiESe Silente, guarDAndo Harry al di sopra del Pensatoio. Era il tipico sguardo penetrante che Silente gli aveva rivolto in altre occasioni, e che faceva sempre provare a Harry la sensazione che il PrESide vedESse attraverso di lui, in un modo impossibile perfino per l’occhio magico di Moody. «Ancora una volta, Harry, posso solo rivelarti i miei sospetti».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Gli anni dell’ascESa al potere di Voldemort» disse. «furono segnati DAlle sparizioni. Bertha Jorkins è scomparsa senza lasciar traccia nell’ultimo luogo in cui si è avuta notizia di Voldemort. Anche Crouch è scomparso… e proprio qui al castello. E c’è stata una terza sparizione, che il Ministero, mi rammarica dirlo, non considera di alcuna importanza, perché riguarDA un Babbano. Si chiamava Frank Bryce, viveva nel villaggio in cui è crESciuto il padre di Voldemort, e non è più stato visto DAllo scorso agosto. Vedi, io leggo i giornali Babbani, a differenza di gran parte dei miei amici al Ministero».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Silente rivolse a Harry uno sguardo molto serio. «A me quESte sparizioni sembrano collegate. Il Ministero non è d’accordo… come forse hai sentito mentre aspettavi fuori DAl mio ufficio».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry annuì. Tra i due cadde di nuovo il silenzio; ogni tanto Silente si sfilava dei pensieri. Harry sentiva che era ora di anDArsene, ma la curiosità lo trattenne sulla sedia.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«ProfESsore» disse di nuovo.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Puoi» rispose Silente con gravità. «Vi ho prESo parte molte volte, ma alcuni procESsi mi tornano in mente più nitidi di altri… soprattutto ora…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Sa… sa il procESso in cui mi ha trovato? Quello contro il figlio di Crouch? Be’… parlavano dei genitori di Neville?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Neville non ti ha mai detto perché è crESciuto con sua nonna?» chiESe.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry scosse la tESta, chiedendosi come mai non gli era mai venuto in mente di domanDArlo a Neville, in quasi quattro anni che lo conosceva.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Sì, parlavano dei genitori di Neville» disse Silente. «Suo padre, Frank, era un Auror proprio come il profESsor Moody. Lui e sua moglie furono torturati per EStorcere loro informazioni su dove si trovava Voldemort dopo aver perso i suoi poteri, come hai sentito».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Quindi sono morti?» chiESe Harry molto piano.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«No» rispose Silente, con un’amarezza che Harry non gli aveva mai sentito prima, «sono pazzi. Si trovano tutti e due all’OspeDAle di San Mungo per Malattie e Ferite Magiche. Credo che Neville vaDA a trovarli, con la nonna, durante le vacanze. Loro non lo riconoscono».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry rimase lì seduto, impietrito DAll’orrore. Non aveva mai saputo… mai, in quattro anni, si era DAto la pena di scoprire…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«I Paciock erano molto famosi» riprESe Silente. «Furono aggrediti dopo la caduta di Voldemort, quando ormai tutti credevano di ESsere al sicuro. Ciò che subirono provocò un’onDAta di rabbia senza precedenti. Il Ministero fu sottoposto a forti prESsioni per la cattura dei rESponsabili. Sfortunatamente, viste le loro condizioni, la tEStimonianza dei Paciock non era molto affiDAbile».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Ma allora può DArsi che il figlio del signor Crouch non vi fosse coinvolto?» chiESe Harry lentamente.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Silente scosse la tESta. «Quanto a quESto, non ne ho idea».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry rimase ancora una volta seduto in silenzio, gli occhi fissi al turbolento contenuto del Pensatoio. C’erano altre due domande che moriva DAlla voglia di fare… ma riguarDAvano le colpe di persone viventi…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«… non è mai stato accusato di attività Oscure DA allora» concluse tranquillo Silente.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Bene» disse Harry in fretta, tornando a scrutare il contenuto del Pensatoio, che vorticava più lentamente ora che Silente aveva smESso di riversarvi altri pensieri. «E… ehm…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Ma il Pensatoio parve formulare la domanDA al suo posto. Il volto di Piton affiorò di nuovo. Silente gli gettò un’occhiata, poi alzò lo sguardo verso Harry.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«E nemmeno il profESsor Piton» disse.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry scrutò gli occhi azzurro chiaro di Silente, e la domanDA cruciale gli sfuggì di bocca prima che riuscisse a fermarsi. «Che cosa le ha fatto credere che avESse DAvvero smESso di sostenere Voldemort, profESsore?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Silente sostenne lo sguardo di Harry per qualche secondo, e poi rispose: «QuESta, Harry, è una faccenDA tra il profESsor Piton e me».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Harry seppe che la conversazione era finita. Silente non sembrava arrabbiato, ma una nota definitiva nel suo tono di voce suggerì a Harry che era ora di anDAre. Si alzò, e cosi fece Silente.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Harry» disse, mentre il ragazzo si avvicinava alla porta. «Ti prego di non raccontare a nESsuno dei genitori di Neville. Ha il diritto di ESsere lui a parlarne, quando si sentirà pronto».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
«Si, profESsore» disse Harry, e si voltò per anDArsene.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Silente era in piedi DAvanti al Pensatoio, il viso illuminato DAl basso DAlle macchie di luce argentea, e sembrava più vecchio che mai. Fissò Harry per un attimo, e poi disse: «Buona fortuna per la terza prova». Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4) |
Tutto ciò che Harry aveva visto nel Pensatoio, quasi tutto quello che Silente gli aveva raccontato e mostrato dopo, l’aveva confiDAto a Ron e Hermione: e naturalmente a Sirius, al quale aveva spedito un gufo nell’istante in cui era uscito DAll’ufficio di Silente. Quella sera Harry, Ron e Hermione rimasero di nuovo alzati fino a tardi in sala comune a ridiscutere il tutto finché a Harry non cominciò a girare la tESta, e capì che cosa intendeva Silente parlando di una mente cosi affollata di pensieri che sarebbe stato un sollievo riversarli altrove.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Ron fissò il fuoco della sala comune. A Harry parve che tremasse, anche se la serata era tiepiDA.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«E si fiDA di Piton?» chiESe Ron. «Si fiDA veramente di Piton, anche se sa che era un Mangiamorte?»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Hermione non parlava DA dieci minuti. Era seduta con la fronte tra le mani, a guarDArsi le ginocchia. Anche lei sembrava avere urgente bisogno di un Pensatoio.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Come fai a preoccuparti di lei in quESto momento?» ESclamò Ron incredulo.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Non mi preoccupo di lei» disse Hermione alle sue ginocchia. «Sto solo pensando… ricorDAte quello che mi ha detto ai Tre Manici di Scopa? “So cose a proposito di Ludo Bagman che vi farebbero arricciare i capelli”. È a quESto che alludeva, no? Ha fatto la cronaca del suo procESso, sapeva che aveva passato delle informazioni ai Mangiamorte. E anche Winky, ricorDAte… “Il signor Bagman è un mago cattivo”. Il signor Crouch dev’ESsere stato furente che se la sia cavata, deve averne parlato a casa».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«E Caramell crede che MaDAme Maxime abbia aggredito Crouch?» chiESe Ron.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«A lei non abbiamo mai pensato, vero?» disse Ron lentamente. «BaDAte, è chiaro che ha sangue di gigante, e non vuole ammetterlo…»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Certo che no» sbottò Hermione, alzando gli occhi. «GuarDA cos’è succESso a Hagrid quando Rita ha scoperto di sua madre. GuarDA Caramell, che salta alle conclusioni su di lei solo perché è in parte gigante. Chi vuole quel genere di pregiudizio? Anch’io probabilmente direi che ho le ossa grandi se sapESsi quel che ci guaDAgno a dire la verità».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Non abbiamo fatto ESercizio!» ESclamò, agitata. «Dovevamo fare l’IncantESimo di Ostacolo! Dovremo metterci d’impegno domani! Andiamo, Harry, devi dormire un po’».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Harry e Ron salirono lentamente le scale che portavano al loro dormitorio. Mentre Harry s’infilava il pigiama, guardò verso il letto di Neville. Aveva mantenuto la parola e non aveva raccontato a Ron e Hermione dei genitori di Neville. Mentre si toglieva gli occhiali e si arrampicava sul letto a balDAcchino, cercò di immaginare che cosa si prova ad avere i genitori ancora in vita, ma incapaci di riconoscerti. Gli EStranei avevano spESso compassione di lui perché era orfano, ma mentre ascoltava Neville russare, pensò che l’amico ne meritava molta di più. DistESo al buio, Harry provò un moto di rabbia e odio verso quelli che avevano torturato i Paciock… gli tornarono alla mente le griDA di scherno della folla mentre il figlio di Crouch e i suoi compari venivano trascinati fuori DAl tribunale DAi Dissennatori… capiva cos’avevano provato… poi ripensò al viso bianco latteo del ragazzo urlante, e si rESe conto con un sussulto che era morto un anno dopo…
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Era Voldemort, rifletté Harry fissando il balDAcchino nell’oscurità, tutto faceva capo a Voldemort… era lui che aveva diviso quelle famiglie, che aveva rovinato tutte quelle vite…
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Ron e Hermione avrebbero dovuto ripassare per gli ESami, che si sarebbero conclusi il giorno della terza prova, ma in realtà pensavano soprattutto ad aiutare Harry.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Non preoccuparti» disse Hermione bruscamente quando Harry glielo fece osservare dicendo che poteva anche ESercitarsi DA solo per un po’. «Almeno prenderemo il massimo dei voti in DifESa contro le Arti Oscure, a lezione non avremmo mai scoperto tutti quESti incantESimi».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Un buon allenamento per quando saremo tutti Auror» disse Ron eccitato, scagliando l’IncantESimo di Ostacolo su una vESpa che ronzava nella stanza e immobilizzandola a mezz’aria.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
All’inizio di giugno l’atmosfera nel castello si fece di nuovo tESa e agitata. Tutti aspettavano con ansia la terza prova, che avrebbe avuto luogo una settimana prima della fine del trimEStre. Harry si ESercitava negli incantESimi in ogni momento libero. Si sentiva più tranquillo per quESta prova che per le altre; certo, sarebbe stata difficile e pericolosa, ma Moody aveva ragione: Harry era riuscito a cavarsela DAvanti a creature mostruose e barriere incantate prima d’allora, quESta volta lo sapeva in anticipo e poteva prepararsi per ciò che lo aspettava.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Stanca di imbattersi nel terzetto in tutti gli angoli della scuola, la profESsorESsa McGranitt aveva DAto a Harry il permESso di usare la classe di Trasfigurazione che era vuota all’ora di pranzo. Ben prESto Harry padroneggiò l’IncantESimo di Ostacolo, che rallentava e ostacolava gli aggrESsori, l’IncantESimo Reductor, che gli consentiva di far saltare in aria oggetti solidi che fossero d’intralcio, e l’Incanto Quattro Punti, un’utile scoperta di Hermione che avrebbe indirizzato la sua bacchetta ESattamente a nord, permettendogli di orientarsi all’interno del labirinto. Aveva ancora qualche difficoltà con il Sortilegio Scudo, però. QuESto avrebbe dovuto creargli attorno un muro temporaneo invisibile che deviava gli incantESimi minori; ma Hermione riuscì a manDArlo in pezzi con una Fattura Gambemolli ben piazzata. Harry si aggirò barcollando per dieci minuti prima che lei riuscisse a scoprire la controfattura.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Però vai molto bene, DAvvero» disse Hermione in tono incoraggiante, scorrendo la lista e cancellando gli incantESimi che avevano già imparato. «Alcuni di quESti si riveleranno utili».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Venite un po’ a vedere» disse Ron, che era alla finEStra e guarDAva giù nel parco. «Che sta facendo Malfoy?»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Non è possibile» disse Hermione. «Ve l’ho detto, quelle cose lì non funzionano a Hogwarts. Andiamo, Harry» aggiunse in tono pratico, allontanandosi DAlla finEStra e tornando al centro della stanza, «riproviamo il Sortilegio Scudo».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Sirius spediva gufi tutti i giorni, ormai. Come Hermione, sembrava deciso a concentrarsi su come far superare a Harry l’ultima prova, prima di pensare ad altro. In ogni lettera gli ricorDAva che qualunque cosa stESse accadendo al di fuori delle mura di Hogwarts non era sua rESponsabilità, né era in suo potere modificarla.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Se Voldemort sta DAvvero ritornando in forze, scrisse, il mio primo pensiero è accertarmi che tu sia al sicuro. Non può sperare di mettere le mani su di te finché ti trovi sotto la protezione di Silente, ma comunque non correre rischi: concentrati su come uscire sano e salvo DA quel labirinto, e poi potremo rivolgere l’attenzione ad altre faccende.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Il nervosismo di Harry crebbe man mano che il 24 di giugno si avvicinava, ma non era paragonabile allo stato d’animo con cui aveva attESo la prima e la seconDA prova. Primo, quESta volta era sicuro di aver fatto tutto ciò che era in suo potere per prepararsi. Secondo, era l’ostacolo finale, e che ne uscisse bene o male, finalmente il Torneo si sarebbe concluso, con suo enorme sollievo.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
La mattina della terza prova la colazione al tavolo di Grifondoro fu molto rumorosa. Comparvero i gufi postini e consegnarono a Harry una cartolina di auguri DA parte di Sirius. Era solo un foglio di pergamena piegato in due con stampata DAvanti un’impronta fangosa, ma Harry la gradì comunque. A Hermione arrivò un barbagianni con l’edizione del mattino della Gazzetta del Profeta, come al solito. Lei aprì il giornale, diede un’occhiata alla prima pagina e sputacchiò una sorsata di succo di zucca.
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Ma prima che Harry potESse impuntarsi per vedere il giornale, Draco Malfoy gridò DAl tavolo di Serpeverde:
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«Ehi, Potter! Potter! Come va la tESta? Ti senti bene? Sei sicuro che non ci farai a pezzi?»
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Anche lui brandiva una copia della Gazzetta del Profeta. I Serpeverde seduti a tavola riDAcchiavano, agitandosi sulle sedie per riuscire a vedere la reazione di Harry.
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«Fammi vedere» disse Harry a Ron. «DAmmelo».
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Con molta riluttanza, Ron gli tESe il quotidiano. Harry lo voltò e si ritrovò a fissare la propria foto sotto un titolo a caratteri cubitali:
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Il ragazzo che ha sconfitto Colui-Che-Non-Deve-ESsere-Nominato è instabile e potenzialmente pericoloso, scrive Rita Skeeter, inviato speciale. Sono venute alla luce tEStimonianze allarmanti sullo strano comportamento di Harry Potter, che insinuano seri dubbi sull’opportunità che partecipi a una gara impegnativa come il Torneo Tremaghi, e perfino che frequenti la scuola di Hogwarts.
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Potter, come la Gazzetta del Profeta è in grado di rivelare in ESclusiva, sviene regolarmente durante le lezioni, e spESso lo si sente lamentare un dolore alla cicatrice che porta sulla fronte (ricordo della maledizione con la quale Voi-Sapete-Chi cercò di ucciderlo). Lunedì scorso, nel corso di un lezione di Divinazione, il vostro inviato della Gazzetta del Profeta può tEStimoniare che Potter è uscito di gran fretta DAlla classe, sostenendo che la cicatrice gli faceva troppo male per continuare a studiare.
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È possibile, spiegano i massimi ESperti dell’OspeDAle di San Mungo per le Malattie e Ferite Magiche, che il cervello di Potter sia stato DAnneggiato DAll’aggrESsione di Voi-Sapete-Chi, e che la sua insistenza nel sostenere che la cicatrice gli fa ancora male sia una manifEStazione del profondo stato confusionale in cui versa.
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«Potrebbe anche fingere» ha dichiarato uno specialista, «la sua potrebbe ESsere una richiESta di attenzioni».
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La Gazzetta del Profeta, intanto, ha scoperto fatti preoccupanti a proposito di Harry Potter che Albus Silente, PrESide di Hogwarts, ha accuratamente tenuto nascosti al pubblico mago.
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«Potter parla il SerpentESe» rivela Draco Malfoy, uno studente del quarto anno di Hogwarts. «Un paio di anni fa si sono verificate parecchie aggrESsioni ai DAnni di studenti, e tutti pensavano che dietro ci fosse Potter: aveva perso la tESta al Club dei Duellanti e aveva aizzato un serpente contro un altro ragazzo. Ma è stato tutto mESso a tacere. Lui però ha anche fatto amicizia con lupi mannari e giganti. Siamo convinti che farebbe qualunque cosa per un briciolo di potere».
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Il SerpentESe, la capacità di parlare ai serpenti, DA molto tempo è considerato un’Arte Oscura. In verità, il più celebre conoscitore del SerpentESe dei nostri giorni è nientemeno che Voi-Sapete-Chi in persona. Un membro della Lega di DifESa contro le Arti Oscure, che preferisce conservare l’anonimato, ha dichiarato che riterrebbe ogni mago in grado di parlare SerpentESe «passibile di inDAgini. Personalmente, nutrirei gravi sospetti su chiunque sapESse conversare con i serpenti, poiché quESti rettili sono spESso usati nella Magia Oscura della peggior specie, e sono storicamente legati ai malfattori». Parimenti, «chiunque cerchi la compagnia di creature malvagie come lupi mannari e giganti parrebbe nutrire inclinazioni violente».
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Albus Silente dovrebbe senza dubbio chiedersi se a un ragazzo del genere debba ESsere permESso gareggiare nel Torneo Tremaghi. C’è chi teme che Potter possa ricorrere alle Arti Oscure nel suo folle dESiderio di vincere il Torneo, la terza prova del quale avrà luogo quESta sera.
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Al tavolo di Serpeverde, Malfoy, Tiger e Goyle ridevano di lui, si picchiavano la tESta con le dita, facevano grottESche smorfie DA matti e DArdeggiavano la lingua come serpenti.
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«La finEStra era aperta» disse Harry. «L’ho aperta per rESpirare».
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«Eri in cima alla Torre Nord!» ESclamò Hermione. «La tua voce non può ESsere arrivata fin giù nel parco!»
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«Be’, sei tu quella che doveva inDAgare sui metodi magici di spionaggio!» disse Harry. «Devi dirmelo tu come ha fatto!»
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Una strana ESprESsione rapita pervase all’improvviso il volto di Hermione. Alzò lentamente una mano e si fece scorrere le dita tra i capelli.
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«Ti senti bene?» chiESe Ron, guarDAndola accigliato.
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«Sì» rispose Hermione in un sussurro. Fece scorrere di nuovo le dita tra i capelli, e poi avvicinò la mano alla bocca, come se parlasse in un walkie-talkie invisibile. Harry e Ron si guarDArono stupiti.
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«Mi è venuta un’idea» disse Hermione, fissando il vuoto. «Credo di sapere… perché così nESsuno avrebbe visto… nemmeno Moody… e lei avrebbe potuto salire sul DAvanzale… ma non è autorizzata… non è assolutamente autorizzata… credo di averla incastrata! DAtemi solo due secondi in biblioteca… solo per ESserne certa!»
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E con quESte parole, Hermione afferrò la borsa e sfrecciò fuori DAlla Sala Grande.
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«Ehi!» le gridò Ron. «Abbiamo l’ESame di Storia della Magia tra dieci minuti! Accidenti» disse a Harry, «deve proprio odiarla, quella Skeeter, per rischiare di perdersi l’inizio di un ESame. Che cosa farai tu alla lezione di Rüf? Continuerai a leggere?»
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Dispensato DAlle prove di fine trimEStre in quanto campione del Tremaghi, durante gli ESami Harry sedeva in fondo alla classe, a cercare nuovi incantESimi.
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«Immagino di sì» disse a Ron; ma in quel momento gli si avvicinò la profESsorESsa McGranitt.
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«Ma la prova comincia stasera!» disse Harry, e si rovESciò addosso le uova strapazzate, temendo di aver sbagliato orario.
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«Lo so, Potter» disse lei. «I familiari dei campioni sono invitati ad assistere alla prova finale, lo sai. QuESta è solo un’occasione per salutarli».
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«Non si aspetterà che arrivino i Dursley, vero?» chiESe a Ron, incredulo.
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«Non so» disse Ron. «Harry, è meglio che mi muova, o sarò in ritardo DA Rüf. A più tardi».
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Harry finì di fare colazione nella Sala Grande che si anDAva svuotando. Vide Fleur Delacour alzarsi DAl tavolo di Corvonero e unirsi a Cedric che entrava nella saletta. Krum avanzò ciondolando e li raggiunse poco dopo. Harry rimase dov’era. Non voleva anDArci, proprio no. Non aveva genitori: nESsuno della sua famiglia sarebbe venuto a vederlo rischiare la vita, comunque. Ma proprio mentre si alzava, pensando che avrebbe potuto approfittarne per salire in biblioteca a fare un altro rapido ripasso di incantESimi, la porta della saletta si aprì, e sbucò la tESta di Cedric.
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«Harry, DAi, ti stanno aspettando!»
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Decisamente perplESso, Harry si alzò. I Dursley non potevano certo ESsere là dentro, vero? Attraversò la Sala e aprì la porta.
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Cedric e i suoi genitori erano vicino all’ingrESso. Viktor Krum era in un angolo e conversava fitto in bulgaro con il padre e la madre, entrambi scuri di capelli. Aveva ereditato DAl padre il naso adunco. DAll’altro lato della stanza, Fleur chiacchierava in francESe con la madre che teneva per mano la piccola Gabrielle. Salutò Harry agitando l’altra mano, e lui le rispose. Poi vide la signora Weasley e Bill in piedi DAvanti al camino, con un sorriso radioso tutto per lui.
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«SorprESa!» ESclamò gioiosa la signora Weasley, mentre Harry li raggiungeva con un enorme sorriso. «Abbiamo pensato di venire a vederti, Harry!» Si chinò e lo baciò su una guancia.
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Fleur Delacour, notò Harry, studiava Bill con profondo interESse DA sopra la spalla della madre. Harry capì che non aveva proprio nulla DA obiettare sui capelli lunghi o gli orecchini zannuti.
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«È DAvvero gentile DA parte vostra» mormorò Harry alla signora Weasley. «Per un attimo ho pensato… i Dursley…»
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«Hmm» disse la signora Weasley, stringendo le labbra. Si era sempre trattenuta DAl criticare i Dursley DAvanti a Harry, ma i suoi occhi lampeggiavano tutte le volte che venivano nominati.
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«È magnifico ESsere di nuovo qui» disse Bill guarDAndosi attorno (Violet, l’amica della Signora Grassa, gli fece l’occhiolino DAlla cornice). «Sono cinque anni che non vedo quESto posto. È ancora in giro quel quadro col cavaliere suonato? Sir Cadogan?»
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«E la Signora Grassa?» chiESe Bill.
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«Che cosa ci facevi fuori DAl dormitorio alle quattro del mattino?» chiESe Bill, guarDAndo la madre stupito.
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«Io e tuo padre eravamo anDAti a fare una passeggiatina notturna» disse. «Lui fu sorprESo DA Apollon Pringle — a quel tempo era lui il custode: ha ancora i segni».
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«Sì, certo» disse Harry, e si dirESsero verso la porta che DAva nella Sala Grande.
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Mentre passavano DAvanti ad Amos Diggory, lui si voltò. «Eccoti qui, allora» sbottò, squadrando Harry DA capo a piedi. «Scommetto che non ti senti così tronfio adESso che Cedric ti ha raggiunto, eh?»
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«Ignoralo» gli disse Cedric a bassa voce, guarDAndo accigliato suo padre. «È arrabbiato DA quando è uscito quell’articolo di Rita Skeeter sul Torneo Tremaghi… sai, quando lasciò capire che eri il solo campione di Hogwarts».
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«E non si è prESo la briga di correggerla, però, eh?» disse Amos Diggory, abbastanza forte DA farsi sentire DA Harry che stava per uscire con la signora Weasey e Bill. «Comunque… gliela farai vedere, Ced. L’hai già battuto una volta, no?»
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«Rita Skeeter è solo contenta se può fare DAnni, Amos!» ribatté con forza la signora Weasley. «Credevo che lo sapESsi, visto che lavori al Ministero!»
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Il signor Diggory aveva l’aria di chi sta per dire qualcosa di feroce, ma sua moglie gli posò una mano sul braccio e lui si limitò ad alzare le spalle e a voltarsi DAll’altra parte.
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Harry trascorse una mattinata molto piacevole passeggiando per il parco inonDAto di sole con Bill e la signora Weasley; mostrò loro la carrozza di Beauxbatons e la nave di Durmstrang. La signora Weasley fu incuriosita DAl Platano Picchiatore, che era stato piantato dopo che lei aveva finito gli studi, e si lasciò anDAre a diffusi ricordi del guardiacaccia predecESsore di Hagrid, un uomo chiamato Ogg.
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«Come sta Percy?» chiESe Harry mentre costeggiavano le serre.
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«È molto turbato» disse la signora Weasley, abbassando la voce e guarDAndosi intorno. «Il Ministero vuole tenere riservata la notizia della scomparsa del signor Crouch, ma Percy è stato convocato per un interrogatorio sulle istruzioni che Crouch gli spedisce. Sembrano convinti che non siano state scritte di suo pugno. Percy è sotto prESsione. Non gli permettono di sostituire Crouch come quinto giudice stasera. Cornelius Caramell prenderà il suo posto».
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«Mamma… Bill!» ESclamò Ron ESterrefatto arrivando al tavolo di Grifondoro. «Che cosa ci fate qui?»
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«Siamo venuti a vedere Harry nell’ultima prova!» rispose allegramente la signora Weasley. «Devo dire che è una bella novità, non dover cucinare. Com’è anDAto il tuo ESame?»
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«Oh… bene» disse Ron. «Non mi ricorDAvo i nomi di tutti i goblin ribelli, così ne ho inventati un po’. Non ti preoccupare» aggiunse, servendosi di pasticcio della Cornovaglia, mentre la signora Weasley assumeva un cipiglio severo, «hanno tutti nomi tipo Bodrod il Barbuto e Urg l’Unticcio, non è stato difficile».
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Anche Fred, George e Ginny si sedettero vicino a loro, e Harry si sentì così bene che gli parve quasi di ESsere tornato alla Tana; dimenticò la prova che lo aspettava, e solo quando ricomparve Hermione a metà pranzo gli venne in mente del suo lampo di genio a proposito di Rita Skeeter.
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Hermione lo ammonì con un cenno della tESta e lanciò un’occhiata alla signora Weasley.
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«Buongiorno, Hermione» disse lei, molto più rigiDA del solito.
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«Buongiorno» rispose Hermione, ma il suo sorriso svanì di fronte DAvanti all’ESprESsione fredDA della signora Weasley.
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Harry guardò l’una e l’altra, poi disse: «Signora Weasley, non avrà creduto alla robaccia che Rita Skeeter ha scritto sul Settimanale delle Streghe, vero? Perché Hermione non è la mia fiDAnzata».
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«Oh!» ESclamò la signora Weasley. «No… certo che no!»
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Nel pomeriggio, Harry, Bill e la signora Weasley fecero una lunga passeggiata attorno al castello, e poi tornarono in Sala Grande per il banchetto serale. Ludo Bagman e Cornelius Caramell nel frattempo avevano prESo posto al tavolo dei profESsori. Bagman sembrava piuttosto allegro, ma Cornelius Caramell, che era seduto accanto a MaDAme Maxime, era torvo e non parlava. MaDAme Maxime era concentrata sul suo piatto, e a Harry parve che avESse gli occhi rossi. Hagrid continuava a guarDArla in tralice.
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C’erano più portate del solito, ma Harry, che cominciava a sentirsi molto più tESo, non mangiò molto. Mentre il soffitto incantato sopra le loro tESte cominciava a sbiadire DAll’azzurro a un violetto fosco, Silente si alzò al tavolo dei profESsori e subito cadde il silenzio.
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«Signore e signori, tra cinque minuti vi chiederò di scendere al campo di Quidditch per la terza e ultima prova del Torneo Tremaghi. I campioni vogliano per favore seguire il signor Bagman giù allo stadio, adESso».
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Harry si alzò. Tutti i Grifondoro lo applaudirono; i Weasley e Hermione gli augurarono tutti quanti buona fortuna, e lui uscì DAlla Sala Grande con Cedric, Fleur e Krum.
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«Tutto a posto, Harry?» gli chiESe Bagman mentre scendevano gli scalini di pietra e si addentravano nel parco. «Tranquillo?»
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«Sto bene» rispose Harry. Era quasi vero; era nervoso, ma lungo il tragitto continuava a ripetersi le fatture e gli incantESimi che aveva imparato, e scoprire che se li ricorDAva tutti lo fece sentire meglio.
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Entrarono nel campo di Quidditch, che ormai era del tutto irriconoscibile. Una siepe alta sei metri correva per tutto il suo perimetro. C’era un’apertura proprio DAvanti a loro: l’ingrESso dell’enorme labirinto. Il corridoio al di là era buio e sinistro.
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Cinque minuti dopo, l’aria si riempì di voci eccitate e dello scalpiccio di innumerevoli piedi mentre centinaia di studenti riempivano le tribune. Il cielo era di un intenso, limpido azzurro, e cominciavano a spuntare le prime stelle. Hagrid, il profESsor Moody, la profESsorESsa McGranitt e il profESsor Vitious si avvicinarono a Bagman e ai campioni. Portavano grosse stelle rosse lucenti sul cappello, tutti tranne Hagrid, che aveva fissato la sua sulla schiena del cappotto di talpa.
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«Noi pattuglieremo l’ESterno del labirinto» disse la profESsorESsa McGranitt. «Se vi trovate in difficoltà e dESiderate ESsere salvati, sparate in aria una raffica di scintille rosse, e uno di noi verrà a prendervi, avete capito?»
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«Allora anDAte!» disse allegramente Bagman ai quattro di pattuglia.
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«Signore e signori, sta per cominciare la terza prova del Torneo Tremaghi, la prova finale! Permettete che vi ricordi la situazione del punteggio! Al primo posto, alla pari, con ottantacinque punti ciascuno… il signor Cedric Diggory e il signor Harry Potter, entrambi della Scuola di Hogwarts!» Le griDA e gli applausi fecero alzare in volo nel cielo sempre più scuro gli uccelli appollaiati sugli alberi della ForESta Proibita. «Al secondo posto, con ottanta punti… il signor Viktor Krum, dell’Istituto Durmstrang!» Altri applausi. «E al terzo posto… Mademoiselle Fleur Delacour, dell’Accademia di Beauxbatons!»
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Harry riuscì a scorgere la signora Weasley, Bill, Ron e Hermione che applaudivano educatamente Fleur, a metà altezza delle tribune. Li salutò con la mano, ed ESsi gli risposero con grandi sorrisi d’incoraggiamento.
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Le siepi torreggianti proiettavano ombre nere sul sentiero, e, fosse perché erano così alte e fitte o perché erano state stregate, il fragore della folla circostante svanì nell’istante in cui misero piede nel labirinto. Harry si sentì quasi di nuovo sott’acqua. EStrasse la bacchetta, sussurrò «Lumos», e udì Cedric fare lo stESso alle sue spalle.
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Dopo centocinquanta metri, si trovarono a un bivio. Si guarDArono.
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«Ci vediamo» disse Harry, e prESe a sinistra, mentre Cedric prendeva a dEStra.
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Harry udì per la seconDA volta il fischio di Bagman. Krum era entrato nel labirinto. Harry accelerò. Il sentiero che aveva imboccato sembrava completamente dESerto. Voltò a dEStra e avanzò rapido, la bacchetta tESa sopra la tESta, cercando di vedere il più avanti possibile. Ma non c’era ancora nulla in vista.
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Harry continuava a guarDArsi alle spalle con la sensazione di ESsere osservato. Il labirinto era sempre più immerso nell’oscurità, man mano che il cielo diventava blu marino. Si trovò a un secondo bivio.
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«GuiDAmi» sussurrò alla bacchetta, tenendola piatta sul palmo della mano.
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La bacchetta roteò una volta e puntò alla sua dEStra, verso il folto della siepe. DA quella parte c’era il nord, e sapeva di doversi dirigere a nord-ovESt per raggiungere il centro del labirinto. La cosa migliore che poteva fare era prendere il sentiero a sinistra, e girare di nuovo a dEStra alla prima occasione.
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La straDA era dESerta, e tale rimase anche quando Harry imboccò un sentiero sulla dEStra. Non sapeva perché, ma l’assenza di ostacoli lo rendeva nervoso. Avrebbe già dovuto incontrarne uno, no? Era come se il labirinto volESse indurlo a una falsa sensazione di sicurezza. Poi sentì un movimento alle sue spalle. TESe la bacchetta, pronto all’attacco, ma il raggio di luce colpì soltanto Cedric, che era appena sbucato di corsa DA un sentiero a dEStra. Sembrava profonDAmente scosso. La manica della sua vESte fumava.
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«Gli Schiopodi SparacoDA di Hagrid!» sibilò. «Sono enormi… sono riuscito a fuggire per un pelo!»
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Scosse la tESta e sparì, imboccando un altro sentiero. Ben deciso a mettere una bella distanza tra sé e gli Schiopodi, Harry riprESe a correre. Poi, voltò un angolo e vide…
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Un Dissennatore avanzava scivolando verso di lui. Alto tre metri e mezzo, il volto nascosto DAl cappuccio, le mani putrEScenti e coperte di croste tESe DAvanti a sé, si faceva straDA alla cieca verso di lui. Harry ne udì il rESpiro simile a un rantolo; si sentì invadere DA un gelo appiccicoso, ma sapeva che cosa doveva fare…
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Evocò il pensiero più felice che poté, si concentrò con tutte le sue forze sul pensiero di uscire DAl labirinto e fESteggiare con Ron e Hermione, levò la bacchetta e urlò: «Expecto Patronum!»
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Un cervo d’argento sbucò DAlla punta della bacchetta di Harry e avanzò al galoppo verso il Dissennatore, che cadde indietro e s’impigliò nell’orlo della vESte… Harry non aveva mai visto un Dissennatore inciampare.
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Si udì un colpo secco e forte, e la figura ESplose in un fil di fumo. Il cervo d’argento svanì. Harry avrebbe voluto che rEStasse con lui, gli avrebbe fatto bene un po’ di compagnia… avanzò più rapiDAmente e silenziosamente possibile, le orecchie tESe, la bacchetta di nuovo alta.
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Sinistra… dEStra… ancora sinistra… due volte si trovò in un vicolo cieco. Rifece l’Incanto Quattro Punti, e scoprì che stava anDAndo troppo a ESt. Fece dietrofront, svoltò a dEStra, e vide una strana nebbiolina dorata aleggiare DAvanti a lui.
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Harry si avvicinò cautamente, la bacchetta puntata. Sembrava una qualche sorta di incantESimo. Si chiESe se sarebbe stato capace di sbarazzarsene facendolo saltare per aria.
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«Reducto!» ESclamò.
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La formula magica schizzò nella nebbiolina, lasciandola intatta. Si disse che avrebbe dovuto saperlo; l’IncantESimo Reductor funzionava con gli oggetti solidi. Che cosa sarebbe succESso se avESse attraversato la nebbia? Valeva la pena di tentare, o doveva tornare sui suoi passi?
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Silenzio. Si guardò attorno. Che cosa le era accaduto? Il grido sembrava provenire DA un punto più avanti. Trasse un profondo rESpiro e si tuffò nella nebbiolina incantata.
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Il mondo si rovESciò. Harry penzolava DAl suolo, coi capelli dritti, gli occhiali che minacciavano di cadere nel cielo senza fondo. Harry se li ricacciò sul naso e rimase lì a ciondolare, terrorizzato. Era come avere i piedi incollati all’erba. Sotto di lui il cielo scuro trapunto di stelle si stendeva all’infinito. Aveva la sensazione che se solo avESse cercato di muovere un piede, si sarebbe staccato per sempre DAl terreno.
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Pensa, si disse, mentre gli anDAva il sangue alla tESta, pensa…
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Ma nESsuno degli incantESimi che aveva provato era progettato per opporsi a un improvviso scambio tra cielo e terra. Avrebbe osato spostare il piede? Sentiva il sangue pulsare nelle orecchie. Aveva due possibilità: o cercare di muoversi, o sparare in alto scintille rosse, farsi tirar fuori DAl Labirinto ed ESsere squalificato.
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Chiuse gli occhi per non vedere il cielo senza fondo e staccò con decisione il piede DAl soffitto d’erba.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
All’improvviso il mondo si raddrizzò. Harry cadde sulle ginocchia, sul terreno meravigliosamente solido. Per un attimo si senti molle DAllo spavento. RESpirò profonDAmente per calmarsi, poi si rialzò e corse avanti, guarDAndosi indietro mentre usciva DAlla nebbiolina dorata, che scintillava innocente al chiaro di luna.
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Si fermò a un incrocio e si guardò intorno, cercando qualche traccia di Fleur. Era sicuro che fosse stata lei a urlare. In cosa si era imbattuta? Stava bene? Non c’era segno di scintille rosse: significava che se l’era cavata, o che era nei guai al punto DA non riuscire a recuperare la bacchetta? Harry imboccò il sentiero a dEStra con una sensazione di crEScente disagio… ma nello stESso tempo non riuscì a non pensare un campione di meno…
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La Coppa era DA qualche parte nelle vicinanze, e a quel che pareva Fleur non era più in gara. Era arrivato fino a lì, no? E se fosse DAvvero riuscito a vincere? Fugacemente, e per la prima volta DA quando si era ritrovato tra i campioni, si vide di nuovo alzare la Coppa Tremaghi DAvanti al rESto della scuola…
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Non incontrò nulla per dieci minuti, tranne vicoli ciechi. Due volte prESe la stESsa direzione sbagliata. Alla fine trovò un nuovo percorso e lo imboccò di corsa. La luce della bacchetta sobbalzava, agitando e deformando la sua ombra sulle pareti di siepe. Poi girò un altro angolo e si trovò DAvanti a uno Schiopodo SparacoDA.
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Cedric aveva ragione: era proprio enorme. Lungo tre metri, sembrava più che altro uno scoipione gigante. Il suo lungo pungiglione era inarcato sopra la schiena. La spESsa corazza brillò alla luce della bacchetta di Harry, che gliela puntò contro.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
L’incantESimo colpì la corazza dello Schiopodo, e rimbalzò indietro; Harry si chinò appena in tempo, ma sentì odore di capelli bruciati: gli aveva strinato la tESta. Lo Schiopodo emise un lampo di fuoco DAlla coDA, e gli si scagliò addosso.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Impedimenta!» strillò Harry. L’incantESimo colpì di nuovo la corazza dello Schiopodo e rimbalzò indietro; Harry arretrò barcollando di qualche passo e inciampò. «IMPEDIMENTA!»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
A pochi centimetri DA lui, lo Schiopodo si fermò di colpo: Harry l’aveva colpito al ventre molle e indifESo. Ansante, si allontanò DA lui e corse nella direzione opposta: l’IncantESimo di Ostacolo non era permanente, lo Schiopodo avrebbe riguaDAgnato l’uso delle zampe DA un momento all’altro.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
PrESe un sentiero a sinistra, e finì in un vicolo cieco, uno a dEStra, e finì in un altro vicolo cieco: si costrinse a fermarsi, col cuore che martellava in petto, formulò l’Incanto Quattro Punti, tornò sui suoi passi e scelse un sentiero che lo avrebbe portato a nord-ovESt.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Correva DA qualche minuto quando udì qualcosa nel sentiero parallelo oltre la siepe, qualcosa che lo fece fermare di botto.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
L’aria si riempì all’improvviso delle urla di Cedric. Atterrito, Harry scattò in avanti, cercando di trovare un passaggio per raggiungere Cedric. Quando capì che non ce n’erano, ritentò con l’IncantESimo Reductor. Non fu molto efficace, ma bruciò un buchetto nella siepe, in cui Harry fece passare a forza la gamba, prendendo a calci i fitti rovi e i rami finché non si spezzarono; s’infilò a fatica nel varco, strappandosi la vESte, e guarDAndo a dEStra vide Krum incombere su Cedric, che sussultava e si contorceva al suolo.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Harry si rialzò e puntò la bacchetta contro Krum proprio mentre quESti alzava lo sguardo. Krum si voltò e cominciò a correre.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
L’incantESimo colpì Krum alla schiena; si bloccò all’improvviso, cadde in avanti e giacque immobile a faccia in giù nell’erba. Harry raggiunse di corsa Cedric, che aveva smESso di contorcersi, ed era distESo, col rESpiro affannato e le mani sul viso.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Cedric si alzò. Era ancora scosso DA un tremito. Lui e Harry guarDArono Krum a terra.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Prima hai sentito Fleur urlare?» chiESe Harry.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Sì» rispose Cedric. «Pensi che Krum abbia prESo anche lei?»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Se lo meriterebbe» mormorò Cedric, ma levò la bacchetta e sparò uno spruzzo di scintille rosse, che rimasero sospESe in alto sopra Krum, indicando il luogo in cui si trovava.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Harry e Cedric rimasero vicini nell’oscurità per un momento, guarDAndosi attorno. Poi Cedric disse: «Be’… credo che sia meglio anDAre avanti…»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Fu una sensazione strana. Per un attimo lui e Cedric si erano alleati contro Krum: ora entrambi si ricorDArono di ESsere avversari. Avanzarono lungo il sentiero oscuro senza parlare, poi Harry prESe a sinistra e Cedric a dEStra. Il rumore dei suoi passi ben prESto svanì.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Harry avanzò, e ricorse più volte all’Incanto Quattro Punti per ESsere sicuro di anDAre nella direzione giusta. Ora si giocava tutto tra lui e Cedric. Il suo dESiderio di arrivare alla Coppa per primo era più bruciante che mai, ma non riusciva a credere a ciò che aveva appena visto fare a Krum. L’uso di una Maledizione Senza Perdono su un proprio simile, un ESsere umano, significava la conDAnna a vita ad Azkaban, cosi aveva detto Moody. Krum non poteva certo dESiderare la Coppa Tremaghi cosi ardentemente… Harry accelerò.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Ogni tanto imboccava altre strade senza uscita, ma l’oscurità sempre più fitta gli DAva la certezza di ESsere vicino al centro del labirinto. Poi, mentre percorreva un lungo sentiero dritto, colse di nuovo un movimento, e il raggio della sua bacchetta cadde su una creatura straordinaria, che aveva visto solo disegnata nel Libro Mostro dei Mostri.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Era una sfinge. Aveva il corpo di un leone molto grosso, enormi zampe dotate di artigli, e una lunga coDA giallastra che terminava con un ciuffo marrone. La tESta, invece, era di donna. Puntò gli occhi a mandorla su Harry mentre quESt’ultimo si avvicinava. Lui levò la bacchetta, ESitante. Non era rannicchiata come per balzare, ma misurava il sentiero a grandi passi, sbarrandogli la straDA.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Poi parlò, con voce rauca e profonDA. «Sei molto vicino al tuo obiettivo. La via più breve è dopo di me».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«No» rispose, continuando ad anDAre avanti e indietro. «A meno che tu non risolva il mio enigma. Se rispondi al primo tentativo, ti lascerò passare. Se sbagli, ti attaccherò. Se rimani in silenzio, ti lascerò anDAr via illESo».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Lo stomaco di Harry si contrasse. Hermione era brava in quel genere di cose, non lui. SoppESò le possibilità: se l’enigma era troppo difficile, poteva starsene zitto, anDArsene via illESo e cercare di trovare un percorso alternativo per il centro.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
La mia prima è la terza di passione, e tre ne vuole la sottomissione, la seconDA è colei che, amica o amante, del cuore è la compagnia costante, la terza è un albero DAlla chioma folta, nobile ramo di forESta incolta. Ora unisci le tre e dimmi, o tu, vianDAnte: nero, sei zampe, sporco e ripugnante, veramente baciarlo è cosa grama. Sai ora dirmi come ESso si chiama?
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«PotrESti ripeterlo… più lentamente?» chiESe ESitante.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Lei batté le palpebre, sorrise e ripeté la poESia.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Tutti gli indizi si sommano DAndo una creatura che non mi piacerebbe baciare?» chiESe Harry.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
La creatura si limitò a sorridere il suo sorriso misterioso. Harry lo considerò un sì. Si mise a riflettere. C’erano moltissimi animali che non avrebbe baciato volentieri; il primo che gli venne in mente fu uno Schiopodo SparacoDA, ma qualcosa gli disse che non era quella la risposta. Doveva cercare di risolvere l’enigma un pezzo alla volta…
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Grazie!» ESclamò Harry, e scattò in avanti, stupito della propria abilità.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Ormai doveva ESsere vicino, doveva… la bacchetta gli diceva che era proprio sulla straDA giusta; se non incontrava nulla di troppo orrendo, forse aveva anche una possibilità…
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
In fondo c’era un bivio. «GuiDAmi!» sussurrò di nuovo alla bacchetta, che ruotò sulla sua mano e gli indicò il sentiero a dEStra. Lo imboccò rapido e vide una luce DAvanti a sé.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
La Coppa Tremaghi scintillava eretta su un piedistallo a un centinaio di metri. Harry si era appena mESso a correre quando una sagoma scura sbucò DAvanti a lui sul sentiero.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Cedric si voltò a guarDAre appena in tempo per evitare l’urto e gettarsi oltre la cosa, ma inciampò nello slancio. La bacchetta gli sfuggì di mano, mentre un ragno gigantESco calava sul sentiero e avanzava verso di lui.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Stupeficium!» gridò Harry. L’incantESimo colpì il mostruoso corpo nero e peloso, ma per l’effetto che ebbe avrebbe anche potuto tirargli un sasso; il ragno sobbalzò, si voltò zampettando e puntò diritto su di lui.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Ma non servì a nulla: il ragno era così grosso o così magico che gli incantESimi riuscivano solo a rallentarlo. Harry ebbe un’orrenDA visione di otto occhi neri scintillanti e tenaglie come rasoi prima che gli fosse addosso.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Il ragno lo afferrò tra le zampe anteriori e lo sollevò in aria. Harry lottò furiosamente cercando di prenderlo a calci; la sua gamba urtò contro le tenaglie e un attimo dopo provò un dolore terribile. Udì Cedric urlare a sua volta «Stupeficium!», ma il suo incantESimo non ebbe effetto… Poi, mentre il ragno spalancava di nuovo le tenaglie, Harry levò la bacchetta ed ESclamò: «Expelliarmus!»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Funzionò. L’IncantESimo di Disarmo costrinse il ragno a lasciarlo anDAre, ma con quESto Harry cadde DA un’altezza di quasi quattro metri sulla gamba già ferita, che si piegò sotto il suo pESo. Senza fermarsi a riflettere, mirò dritto all’addome del ragno, come aveva fatto con lo Schiopodo, e urlò «Stupeficium!» contemporaneamente a Cedric.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
I due incantESimi insieme riuscirono dove uno solo aveva fallito: il ragno si rovESciò su un fianco, schiacciando una siepe e invadendo il sentiero con un groviglio di zampe pelose.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«No» rispose Harry, ansimando. Si guardò la gamba: sanguinava parecchio. Vide una sorta di spESsa sostanza collosa emESsa DAlle tenaglie del ragno sulla vESte strappata. Cercò di alzarsi, ma la gamba gli tremava violentemente e non riusciva a sostenere il suo pESo. Si appoggiò alla siepe, cercando di prendere fiato, e si guardò intorno.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Cedric era a pochi metri DAlla Coppa Tremaghi, che brillava alle sue spalle.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Prendila, DAi» ansimò Harry. «Avanti, prendila. Ormai ci sei».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Ma Cedric non si mosse. Rimase lì a guarDAre Harry. Poi si voltò verso la Coppa: nel riverbero dorato, Harry lo vide contemplare il trofeo con un’ESprESsione di intenso dESiderio. Cedric tornò a guarDAre Harry, che si era aggrappato alla siepe per rimanere in piedi e sospirò profonDAmente.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Prendila tu. Tu devi vincere. È la seconDA volta che mi salvi la vita qui dentro».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Non è così che funziona» rispose Harry. Era arrabbiato; la gamba gli faceva un male tremendo, aveva tutto il corpo dolorante a causa della lotta con il ragno, e dopo tutti i suoi sforzi, Cedric l’aveva battuto, proprio come l’aveva battuto nell’invitare Cho al ballo. «Il primo che raggiunge la Coppa prende i punti. E quello sei tu. Ti assicuro che con quESta gamba non vincerò nESsuna corsa».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Cedric fece qualche passo verso il ragno, allontanandosi DAlla Coppa, e scosse la tESta.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Smettila di ESsere nobile» disse Harry irritato. «Prendila e basta, così possiamo uscire di qui».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Tu mi hai detto dei draghi» disse Cedric. «Sarei crollato alla prima prova se non mi avESsi detto che cosa mi aspettava».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Anch’io sono stato aiutato, allora» sbottò Harry, cercando di asciugarsi con la vESte la gamba insanguinata. «Tu mi hai aiutato con l’uovo… siamo pari».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Tu avrESti dovuto prendere più punti per la seconDA prova» disse Cedric ostinato. «Sei rimasto indietro per salvare tutti gli ostaggi. Avrei dovuto farlo io».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Io sono stato l’unico a ESsere così stupido DA prendere sul serio quella canzone!» ESclamò Harry amaramente. «Avanti, prendi la Coppa!»
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Scavalcò le zampe aggrovigliate del ragno per avvicinarsi a Harry, che lo guardò stupito. Cedric diceva sul serio. Stava voltando le spalle a quella gloria che la casa di Tassorosso non conosceva DA secoli.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Vai tu» disse. Sembrava che ciò gli stESse costando fino all’ultima goccia di determinazione, ma aveva il volto risoluto, le braccia incrociate, e sembrava deciso.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Harry spostò lo sguardo DA Cedric alla Coppa. Per un luminoso istante, si vide uscire DAl labirinto reggendola tra le braccia. Si vide levare in alto la Coppa Tremaghi, udì il ruggito della folla, vide il viso di Cho radioso di ammirazione, più nitido di quanto non l’avESse mai visto… e poi l’immagine sbiadì, e si ritrovò a fissare l’ostinato volto in ombra di Cedric.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«La prenderemo nello stESso istante. È sempre una vittoria di Hogwarts. Finiremo alla pari».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Sì» rispose Harry. «Sì… ci siamo DAti una mano a uscirne, no? Siamo arrivati fin qui tutti e due. Prendiamola insieme, e basta».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
«Va bene» disse. «DAi, vieni».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Sostenne Harry e lo aiutò ad avvicinarsi zoppicando al piedistallo che reggeva la Coppa. Quando l’ebbero raggiunto, tESero una mano ognuno verso i manici scintillanti.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Immediatamente Harry avvertì uno strappo in un punto imprecisato dietro l’ombelico. I suoi piedi si erano staccati DA terra. Non riuscì ad aprire la mano che stringeva la Coppa Tremaghi; il trofeo lo trascinava in alto, in un ululato di vento e in un vortice di colori, con Cedric al suo fianco. La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4) |
Harry sentì i piedi urtare il suolo; la gamba ferita cedette e lui cadde in avanti; la mano lasciò finalmente anDAre la Coppa Tremaghi. Alzò la tESta.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Cedric scosse la tESta. Si tirò su, aiutò Harry ad alzarsi, e si guarDArono intorno.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Quel luogo non faceva assolutamente parte del territorio di Hogwarts; era chiaro che avevano viaggiato per chilometri — forse centinaia di chilometri — perché anche le montagne che circonDAvano il castello erano sparite. Si trovavano in un cimitero buio e abbandonato; il profilo nero di una chiESetta era riconoscibile oltre un grande tasso alla loro dEStra. Alla loro sinistra s’innalzava una collina, sul cui versante Harry riuscì a distinguere la sagoma di una bella dimora antica.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
«A te qualcuno aveva detto che la Coppa era una Passaporta?» chiESe.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
«No» disse Harry. Stava osservando il cimitero. Era immerso nel silenzio, e vagamente inquietante. «QuESto dovrebbe far parte della prova?»
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
«Non lo so» rispose Cedric. Il suo tono di voce era tESo. «Fuori le bacchette, che ne dici?»
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
EStrassero le bacchette; Harry continuava a guarDArsi intorno. Aveva di nuovo la strana sensazione di ESsere osservato.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Aguzzando gli occhi nell’oscurità, videro una sagoma avanzare decisa tra le tombe, verso di loro. Harry non riuscì a distinguerne il viso; ma DA come camminava e teneva le braccia, capì che stava trasportando qualcosa. Chiunque fosse, era basso, e indossava un mantello con il cappuccio abbassato per nascondere il volto. E man mano che la distanza tra loro si riduceva, vide che la cosa tra le braccia della persona sembrava un neonato… o era solo un fagotto di abiti?
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Si fermò accanto a un’alta lapide di marmo, a un paio di metri di distanza. Per un attimo, tutti e tre si limitarono a guarDArsi.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
E poi, senza preavviso, la cicatrice di Harry ESplose di dolore. Era un male che non aveva mai provato prima; la bacchetta gli cadde DAlle dita mentre si portava le mani sul viso; le ginocchia cedettero; cadde a terra accecato DAl dolore, la tESta stava per spaccarglisi in due.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
DA molto lontano sopra di lui, una voce fredDA e acuta disse: «Uccidi l’altro».
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Un sibilo, e una seconDA voce urlò le parole nella notte: «AvaDA KeDAvra!»
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Un lampo di luce verde saettò attraverso le palpebre di Harry, e sentì qualcosa di pESante cadere a terra accanto a lui; il dolore alla cicatrice raggiunse un tale picco che fu prESo DA un conato di vomito, e poi diminuì; terrorizzato all’idea di ciò che stava per vedere, apri gli occhi che gli bruciavano.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Cedric era distESo a terra al suo fianco, a braccia aperte. Era morto.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Per un secondo lungo un’eternità, Harry fissò il viso di Cedric, i suoi occhi grigi aperti, vacui e privi di ESprESsione come le finEStre di una casa abbandonata, la bocca socchiusa in un’ESprESsione di vaga sorprESa. E poi, prima che la mente di Harry potESse accettare ciò che aveva DAvanti agli occhi, prima che potESse provare altro che sorDA incredulità, si sentì trarre in piedi.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
L’uomo basso col mantello aveva deposto il fagotto, accESo la bacchetta e stava trascinando Harry verso la lapide di marmo. Harry vide il nome inciso tremare alla luce della bacchetta prima che l’uomo lo contringESse a voltarsi e lo scaraventasse contro la pietra.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
L’uomo col mantello legò strettamente Harry con funi apparse DAl nulla, assicurandolo DA capo a piedi alla pietra tombale. Harry udì un rESpiro corto e affannato DAll’interno del cappuccio; si divincolò, e l’uomo lo colpì — lo colpì con una mano che aveva un dito in meno. E Harry capì chi c’era sotto il cappuccio. Era CoDAliscia.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Ma CoDAliscia non rispose: controllava che le funi fossero ben strette, armeggiando attorno ai nodi con dita scosse DA un tremito incontrollabile. Una volta sicuro che Harry era legato così bene DA non potersi muovere di un centimetro, CoDAliscia EStrasse un pezzo di stoffa nera DAll’interno del mantello e glielo ficcò bruscamente in bocca; poi, senza dire una parola, si voltò e corse via. Harry non riusciva a emettere un suono, né a girarsi per vedere DAll’altra parte della pietra tombale; vedeva solo ciò che si trovava DAvanti a lui.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Il corpo di Cedric era distESo a sei metri di distanza. Un po’ più in là, lucente nell’oscurità, giaceva la Coppa Tremaghi. La bacchetta di Harry era a terra, ai suoi piedi. Il fagotto di stoffe che Harry aveva scambiato per un neonato era poco più in là, vicino alla tomba. Sembrava che si agitasse furiosamente. Harry lo osservò, e la cicatrice gli bruciò di nuovo… e all’improvviso seppe che non voleva vedere che cosa c’era lì dentro… non voleva che il fagotto venisse aperto…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Udì dei rumori e guardò in giù: un serpente gigantESco strisciava nell’erba, aggirando la pietra tombale a cui era legato. Il rESpiro rapido e affannoso di CoDAliscia diventava di nuovo più forte. Era come se stESse spingendo qualcosa di pESante. Poi tornò nel campo visivo di Harry, che lo vide spingere un calderone di pietra ai piedi della tomba. Era pieno di quella che sembrava acqua — Harry ne sentì lo sciacquio — ed era più grande di qualunque calderone Harry avESse mai usato; un enorme ventre di pietra abbastanza vasto DA contenere un uomo adulto seduto.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
La cosa dentro il fagotto si agitava sempre di più, come se cercasse di liberarsi. CoDAliscia stava trafficando con una bacchetta alla base del calderone. All’improvviso sotto di ESso scoppiettò un fuoco. Il grosso serpente scomparve strisciando nell’oscurità.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Il liquido nel calderone parve scalDArsi molto in fretta. La superficie prESe non solo a ribollire, ma anche a emettere scintille ardenti, come se fosse incendiata. Il vapore si addensava, offuscando la sagoma di CoDAliscia che alimentava il fuoco. I movimenti sotto il mantello divennero più frenetici. E Harry udì di nuovo la voce fredDA e acuta.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
«Ora…» disse la voce fredDA.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
CoDAliscia aprì il fagotto per terra, rivelandone il contenuto, e Harry si lasciò sfuggire un urlo che fu soffocato DAl tappo di tESsuto che gli sigillava la bocca.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Era come se CoDAliscia avESse rivoltato una pietra per rivelare qualcosa di brutto, viscido e cieco: anzi, peggio, cento volte peggio. La cosa che CoDAliscia aveva portato fin li aveva la forma di un bambino rannicchiato, ma Harry non aveva mai visto nulla di meno simile a un bambino. Era privo di capelli e coperto di squame palpitanti, di un cupo nero rossastro. Le braccia e le gambe erano sottili e deboli, e il viso — nESsun bambino al mondo poteva avere un viso del genere — era piatto e serpentino, con occhi rossi scintillanti.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
La cosa sembrava quasi innocua; levò le braccine e le mise attorno al collo di CoDAliscia, che lo sollevò. Nel farlo, il cappuccio gli ricadde indietro, e nel bagliore del fuoco Harry vide l’ESprESsione di disgusto sul volto pallido e debole di CoDAliscia mentre portava la creatura fino alla bocca del calderone. Per un istante, Harry vide la malvagia faccia piatta illuminata DAlle scintille che DAnzavano sulla superficie della pozione. E poi CoDAliscia vi immerse la creatura. Quella scomparve sotto la superficie con un sibilo; Harry udì il suo corpo fragile cadere sul fondo con un tonfo lieve.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
CoDAliscia parlò. La sua voce tremava, sembrava spaventato più di quanto non potESse tollerare. Levò la bacchetta, chiuse gli occhi e parlò alla notte. «Osso del padre, donato a sua insaputa, rinnoverai il figlio!»
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
La superficie della tomba ai piedi di Harry si infranse. Paralizzato DAll’orrore, Harry vide un sottile filo di polvere levarsi nell’aria all’ordine di CoDAliscia, e ricadere dolcemente nel calderone. Lo specchio aDAmantino dell’acqua s’infranse con un sibilo; sprigionò scintille in tutte le direzioni, e divenne di un intenso blu venefico.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Ed ecco che CoDAliscia si mise a piagnucolare. EStrasse un lungo, sottile pugnale d’argento DAll’interno della vESte. La sua voce si spezzò in singhiozzi impietriti. «Carne… del servo… donata con l’assenso… rinnoverai… il tuo signore».
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
TESe la mano dEStra DAvanti a sé: la mano priva di un dito. Strinse forte il pugnale nella sinistra, e lo levò in alto.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Harry capì ciò che CoDAliscia stava per fare un secondo prima che accadESse: serrò disperatamente gli occhi, ma non poté fermare l’urlo che squarciò la notte, che lo attraversò come se anche lui fosse stato trafitto DAl pugnale. Udì qualcosa cadere a terra, udì gli ansiti angosciati di CoDAliscia, poi un tonfo rivoltante, mentre qualcosa veniva gettato nel calderone. Harry non osava guarDAre… ma la pozione era diventata di un rosso bruciante, la luce splendeva attraverso le sue palpebre serrate…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
CoDAliscia gemeva e si lamentava per il dolore. Harry non capì di averlo di fronte finché non ne avvertì il rESpiro affannoso sul volto.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
«S-sangue del nemico… prESo con la forza… farai risorgere… il tuo avversario».
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Harry non poté far nulla per evitarlo, era legato troppo stretto… attraverso gli occhi socchiusi, lottando invano con le corde che lo avvincevano, vide il lucente pugnale d’argento tremare nella mano rimasta a CoDAliscia. Avvertì la punta penetrare nell’incavo del braccio dEStro, e il sangue scorrere lungo la manica della vESte strappata. CoDAliscia, sempre ansimando di dolore, si frugò in tasca, EStrasse un’ampolla di vetro e la riempì del sangue che scorreva DAlla ferita di Harry.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Poi tornò barcollando al calderone e lo versò. Il liquido divenne di colpo di un bianco accecante. CoDAliscia, compiuta la sua opera, cadde in ginocchio, poi scivolò su un fianco e rimase a terra, a reggersi il moncherino sanguinante, singhiozzando e gemendo.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Il calderone ribolliva, schizzando DAppertutto le scintille simili a diamanti, di una lucentezza così abbagliante che trasformava tutto il rESto in un unico velluto nero. Non accadde nulla…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Fa’ che sia annegato, pensò Harry, fa’ che tutto sia anDAto storto…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
E poi, all’improvviso, le scintille che emanavano DAl calderone si spensero. Al loro posto si levò un’onDAta densa che cancellò tutto DAvanti a Harry, nascondendo CoDAliscia, Cedric o altro che non fosse il vapore che fluttuava a mezz’aria… è anDAta male, pensò… è annegato… per favore… per favore, fa’ che sia morto…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Ma poi, con un sussulto di terrore, vide nella nebbia la sagoma scura di un uomo alto e scheletrico, che si ergeva lentamente DAll’interno del calderone.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
«VEStimi» disse la voce fredDA e acuta e CoDAliscia, tra lamenti e singhiozzi, reggendosi il braccio mutilato, strisciò a raccogliere DA terra la vESte nera, si alzò, e con una sola mano la protESe al di sopra del capo del suo signore.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
L’uomo magro uscì DAl calderone, fissando Harry… e Harry a sua volta fissò il viso che DA tre anni infEStava i suoi incubi. Più bianco di un tESchio, con grandi, lividi occhi rossi, il naso piatto come quello di un serpente, due fESsure per narici…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4) |
Voldemort distolse lo sguardo DA Harry, e prESe a ESaminare il proprio corpo. Le mani erano come grossi, pallidi ragni; le lunghe dita bianche sfiorarono il petto, le braccia, il viso; gli occhi rossi DAlle pupille verticali come quelle di un gatto scintillarono ancor più vivi nell’oscurità. Alzò le mani e fletté le dita, l’ESprESsione rapita e trionfante. Non badò affatto a CoDAliscia, che giaceva a terra contorcendosi e sanguinando, né al grosso serpente, che era tornato strisciando e girava di nuovo attorno a Harry, sibilando. Voldemort fece scivolare una di quelle sue mani DAlle dita innaturalmente lunghe in una tasca profonDA, ed EStrasse una bacchetta. Sfiorò anch’ESsa con dolcezza; e poi la levò, e la puntò contro CoDAliscia, che fu sollevato DA terra e scagliato contro la pietra tombale a cui era legato Harry, cadde vicino alla base e rimase lì accasciato a piangere. Voldemort rivolse gli occhi scarlatti verso Harry e rise, una risata acuta, fredDA, senza gioia.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
La vESte di CoDAliscia in cui aveva fasciato il moncherino ora luccicava di sangue. «Mio signore…» disse con voce soffocata, «mio signore… avevate promESso… avevate promESso…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
TESe il moncherino sanguinante, ma Voldemort rise di nuovo. «L’altro braccio, CoDAliscia».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Voldemort si chinò, e afferrò il braccio sinistro di CoDAliscia; gli spinse la manica della vESte oltre il gomito e Harry vide qualcosa sulla pelle, qualcosa di simile a un tatuaggio di un rosso vivo — un tESchio, con un serpente che sbucava DAlla bocca — la stESsa immagine che era comparsa nel cielo alla Coppa del Mondo di Quidditch: il Marchio Nero. Voldemort lo studiò attentamente, ignorando il pianto incontrollabile di CoDAliscia.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Premette il lungo indice bianco sul segno sopra il braccio di CoDAliscia.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Harry provò di nuovo una fitta d’intenso dolore alla cicatrice, e CoDAliscia emise un altro gemito: Voldemort tolse il dito DAl Marchio, e Harry vide che era diventato nero come il giaietto.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Con un’ESprESsione di feroce soddisfazione, Voldemort si rialzò, gettò indietro la tESta e osservò il cimitero nell’ombra.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Quanti avranno il coraggio di tornare quando lo sentiranno?» sussurrò, i lucenti occhi rossi fissi alle stelle. «E quanti saranno così sciocchi DA rimanere lontani?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
PrESe a camminare avanti e indietro DAvanti a Harry e CoDAliscia, mentre i suoi occhi percorrevano il camposanto. Dopo un minuto circa, guardò di nuovo Harry, con un sorriso crudele che gli deformava il volto di serpente.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Tu ti trovi, Harry Potter, sui rESti di mio padre» sibilò dolcemente. «Un Babbano e uno sciocco… molto simile alla tua cara madre. Ma entrambi hanno avuto la loro utilità, vero? Tua madre è morta per difenderti quando eri un bambino… e io ho ucciso mio padre, e vedi come si è dimostrato utile, DA morto…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Voldemort rise ancora. Andò avanti e indietro, guarDAndosi intorno, mentre il serpente continuava a strisciare in tondo nell’erba.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«La vedi quella casa sulla collina, Potter? Mio padre viveva lassù. Mia madre, una strega che abitava in quESto villaggio, s’innamorò di lui. Ma lui la abbandonò quando lei gli rivelò chi era… non piaceva la magia, a mio padre…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«La lasciò e tornò DAi suoi genitori Babbani prima che io nascESsi, Potter, e lei morì DAndomi alla luce, e così fui allevato in un orfanotrofio Babbano… ma promisi di ritrovarlo… mi vendicai di lui, di quello sciocco che mi aveva DAto il suo nome… Tom Riddle…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Continuò a camminare, gli occhi rossi che saettavano DA una tomba all’altra.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Ma senti un po’, eccomi qui a rievocare la storia della mia famiglia…» disse piano. «DAvvero, sto diventando sentimentale… Ma guarDA, Harry! La mia vera famiglia è di ritorno…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
L’aria si riempì all’improvviso del fruscio di mantelli. Tra le tombe, dietro il tasso, in ogni angolo in ombra, si Materializzavano maghi. Erano tutti incappucciati e mascherati. E uno a uno si fecero avanti… lenti, cauti, come se non credESsero ai loro occhi. Voldemort rimase in silenzio, in attESa. Poi uno dei Mangiamorte cadde in ginocchio, arrancò verso Voldemort, e baciò l’orlo della sua nera vESte.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
I Mangiamorte alle sue spalle fecero lo stESso: ciascuno si avvicinò a Voldemort avanzando sulle ginocchia e gli baciò la vESte, prima di alzarsi e ritrarsi in un cerchio silenzioso con al centro la tomba di Tom Riddle, Harry, Voldemort, e il fagotto singhiozzante e fremente che era CoDAliscia. Però lasciarono dei vuoti nel cerchio, come in attESa di altre persone. Voldemort, invece, aveva l’aria di non aspettarsi l’arrivo di altri. Guardò i volti incappucciati, e anche se non c’era vento, un fruscio parve diffondersi nel cerchio, scosso DA un tremito improvviso.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Benvenuti, Mangiamorte» disse Voldemort piano. «Tredici anni… tredici anni DAll’ultima volta che ci siamo incontrati. Eppure rispondete alla mia chiamata come se fosse ieri… siamo ancora uniti sotto il Marchio Nero, allora! Vero?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
RiprESe il suo cipiglio orribile e annusò, allargando le narici a fESsura.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Un secondo brivido percorse il cerchio, come se ognuno dESiderasse arretrare ma non osasse farlo.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Vi vedo tutti, sani e immutati, con i vostri poteri intatti — che apparizione tempEStiva, la vostra! — e mi chiedo… perché quESta banDA di maghi non è mai venuta in aiuto del suo padrone, al quale aveva giurato eterna lealtà?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
NESsuno parlò. NESsuno si mosse tranne CoDAliscia, che era a terra e continuava a singhiozzare sul braccio sanguinante.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«E poi mi chiedo: ma come hanno potuto credere che non sarei risorto? Loro, che conoscevano le misure che ho prESo, tempo fa, per proteggermi DAlla morte dei mortali? Loro, che avevano visto le prove dell’immensità del mio potere, ai tempi in cui ero più grande di ogni altro mago vivente?
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«E mi rispondo: forse hanno creduto che potESse ESistere un potere ancora più grande, tale DA poter vincere perfino il Signore Voldemort… forse ora sono fedeli a un altro… forse a quel paladino dei comuni mortali, dei Mezzibabbani e dei Babbani, Albus Silente?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Voldemort li ignorò. «È una delusione per me… mi confESso deluso…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Uno degli uomini all’improvviso si gettò in avanti, spezzando il cerchio. Tremando DA capo a piedi, si accasciò ai piedi di Voldemort.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Alzati, Avery» disse dolcemente Voldemort. «Alzati. Tu chiedi perdono? Io non perdono. Io non dimentico. Tredici lunghi anni… voglio ESsere ripagato di tredici anni prima di perdonarvi. CoDAliscia, qui, ha già pagato parte del suo debito, vero, CoDAliscia?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Guardò in giù, verso CoDAliscia che singhiozzava.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Tu sei tornato DA me non per lealtà, ma per paura dei tuoi vecchi amici. Ti meriti quESto dolore, CoDAliscia. Lo sai, vero?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Sì, padrone» mugolò CoDAliscia, «per favore, padrone… per favore…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Però mi hai aiutato a tornare nel mio corpo» proseguì fredDAmente Voldemort. «Buono a nulla e fedifrago come sei, mi hai aiutato… e il Signore Voldemort ricompensa chi lo aiuta…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Voldemort levò di nuovo la bacchetta e la fece ruotare in aria. Una striscia di ciò che pareva argento fuso aleggiò lucente nella scia della bacchetta. Per un istante rimase informe, si contorse e poi si addensò nella copia di una mano umana, splendente come la luce della luna, che discESe e si innEStò sul polso sanguinante di CoDAliscia. I singhiozzi cESsarono all’improvviso: con il rESpiro aspro e irregolare, CoDAliscia alzò la tESta e fissò incredulo la mano d’argento, ora invisibilmente salDAta al braccio, come fosse un guanto. Piegò le dita lucenti, poi, tremando, raccolse un rametto DAl suolo e lo ridusse in polvere.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Avanzò goffamente sulle ginocchia e baciò l’orlo della vESte di Voldemort.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Che la tua fedeltà non abbia mai più a vacillare, CoDAliscia» disse Voldemort.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
CoDAliscia si alzò e prESe posto nel cerchio, fissando la sua potente mano nuova, il volto ancora lucente di lacrime. Voldemort si avvicinò all’uomo alla dEStra di CoDAliscia.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Lucius, mio viscido amico» mormorò, fermandosi di fronte a lui. «Mi dicono che non hai ripudiato le vecchie abitudini, anche se DAvanti al mondo prESenti un volto rispettabile. Sei ancora pronto a prendere il comando in una battuta di caccia al Babbano, suppongo. Eppure non hai mai cercato di trovarmi, Lucius… le tue imprESe alla Coppa del Mondo di Quidditch sono state divertenti, oserei dire… ma le tue energie non sarebbero state meglio indirizzate nel trovare e nel sostenere il tuo padrone?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Mio signore, sono stato costantemente all’erta» disse pronta la voce di Lucius Malfoy DA sotto il cappuccio. «Se vi fosse stato un segnale DA parte vostra, una qualche voce su dove vi trovavate, sarei stato immediatamente al vostro fianco, nulla mi avrebbe potuto impedire…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Eppure sei fuggito DAvanti al mio Marchio, quando un Mangiamorte fedele l’ha inviato in cielo la scorsa EState» rispose Voldemort con voce melliflua, e Malfoy tacque all’improvviso. «Si, so tutto, Lucius… mi hai deluso… mi aspetto un servizio più leale in futuro».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Voldemort avanzò, e si fermò a scrutare il vuoto — abbastanza grande DA contenere due persone — che separava Malfoy DAll’uomo succESsivo.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«I LEStrange dovrebbero trovarsi qui» disse piano Voldemort. «Ma sono sepolti vivi ad Azkaban. Sono stati fedeli. Sono finiti ad Azkaban piuttosto che rinnegarmi… quando le porte di Azkaban verranno spalancate, i LEStrange riceveranno onori oltre l’immaginabile. I Dissennatori si uniranno a noi… sono i nostri naturali alleati… richiameremo i giganti mESsi al bando… vedrò tornare a me i miei devoti servitori, e un ESercito di creature temute DA tutti…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Avanzò ancora. Oltrepassò in silenzio alcuni dei Mangiamorte, ma DAvanti ad altri si fermò, e si rivolse loro.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Macnair… ora fai a pezzi bEStie pericolose per il Ministero della Magia, mi dice CoDAliscia… PrESto avrai vittime migliori, Macnair. Il Signore Voldemort te le offrirà…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«E qui» Voldemort si avvicinò alle sagome incappucciate più robuste, «abbiamo Tiger… ti comporterai meglio quESta volta, vero, Tiger? E tu, Goyle?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Lo stESso vale per te, Nott» continuò piano Voldemort oltrepassando una figura curva all’ombra di Goyle.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Mio signore, io mi prostro DAvanti a voi, sono il vostro più fedele…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Aveva raggiunto lo spazio più grande, e si fermò a osservarlo con i rossi occhi vuoti, come se potESse vedere delle persone lì ritte.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
I Mangiamorte si agitarono; Harry vide i loro occhi DArdeggiare di lato per guarDArsi a vicenDA attraverso le maschere.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Sì» proseguì Voldemort, con un ghigno che gli arricciava la bocca priva di labbra, mentre gli occhi di tutti saettavano verso Harry. «Harry Potter si è graziosamente unito a noi per la fESta della mia rinascita. Ci si potrebbe perfino azzarDAre a definirlo il mio ospite d’onore».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Silenzio. Poi il Mangiamorte alla dEStra di CoDAliscia fece un passo avanti, e la voce di Lucius Malfoy risuonò DA sotto la maschera.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Padrone, siamo avidi di sapere… vi supplichiamo di dirci… come siete riuscito a compiere quESto… quESto miracolo… come avete potuto tornare tra noi…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Ah, che gran bella storia è quESta, Lucius» disse Voldemort. «E comincia… e finisce… con il mio giovane amico qui».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Sapete, naturalmente, che hanno definito quESto ragazzo la mia caduta?» disse dolcemente Voldemort, gli occhi rossi fissi su Harry. La cicatrice prESe a fargli così male che quasi urlò DAl dolore. «Sapete tutti che la notte in cui persi i miei poteri e il mio corpo avevo cercato di ucciderlo. Sua madre morì nel tentativo di salvarlo… e senza volerlo gli fornì una protezione che, lo ammetto, non avevo previsto… non riuscii a toccare il bambino».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Voldemort alzò una delle lunghe dita bianche e la avvicinò alla guancia di Harry. «Sua madre lasciò su di lui le tracce del suo sacrificio… è magia antica, avrei dovuto ricorDArmela, fui uno sciocco a non pensarci… ma non importa. Ora posso toccarlo».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Harry avvertì la punta fredDA del lungo dito bianco che lo toccava, e credette che la tESta gli ESplodESse DAl dolore.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Voldemort scoppiò in una risatina dolce al suo orecchio, poi tolse il dito e continuò a parlare, rivolto ai Mangiamorte. «Avevo fatto male i miei conti, amici miei, lo ammetto. Il mio maleficio fu deviato DAll’insensato sacrificio di quella donna, e mi rimbalzò contro. Fui strappato via DAl mio corpo, diventai meno che spirito, meno del più miserabile fantasma… eppure ero vivo. Che cosa fossi, nemmeno io lo so… Io, che mi sono spinto più in là di ogni altro sul sentiero che conduce all’immortalità. Conoscete il mio obiettivo: dominare la morte. E allora fui mESso alla prova, e a quanto pare uno o più dei miei ESperimenti funzionarono… perché non ero morto, anche se il maleficio avrebbe dovuto uccidermi. Comunque, ero inerme come la più debole creatura, e non potevo fare nulla… perché non avevo corpo, e qualunque incantESimo in grado di aiutarmi richiedeva l’uso di una bacchetta…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Ricordo solo di aver costretto infinitamente me stESso, istante dopo istante, senza mai dormire, a ESistere… PrESi dimora in un luogo remoto, in una forESta, e aspettai… certo uno dei miei fedeli Mangiamorte avrebbe cercato di ritrovarmi… uno di loro sarebbe venuto a compiere la magia a me impossibile, a rEStituirmi un corpo… ma attESi invano…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Il brivido percorse di nuovo il circolo di Mangiamorte in ascolto. Voldemort lasciò che il silenzio incombESse spaventoso su di loro prima di riprendere. «Mi era rimasto solo un potere. Potevo impossESsarmi dei corpi altrui. Ma non osavo anDAre dove altri umani erano numerosi, perché sapevo che gli Auror erano ancora all’EStero, impegnati a cercarmi. A volte abitavo gli animali — i serpenti, naturalmente, erano i miei preferiti — ma non stavo molto meglio dentro di loro che in forma di puro spirito, perché i loro corpi erano poco aDAtti a compiere magie… e quando li possedevo ciò abbreviava loro la vita; nESsuno è durato a lungo…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Poi… quattro anni fa… i mezzi per il mio ritorno parvero assicurati. Un mago — giovane, sciocco e ingenuo — attraversò la mia straDA vagando nella forESta che avevo eletto a mia abitazione. Oh, parve proprio l’opportunità che sognavo… perché lui insegnava alla scuola di Silente… fu facile piegarlo al mio volere… mi riportò in quESto paESe, e dopo un po’ prESi possESso del suo corpo, per sorvegliarlo DA vicino mentre ESeguiva i miei ordini. Ma il mio piano fallì. Non riuscii a rubare la Pietra Filosofale. Non sarei riuscito ad assicurarmi l’immortalità. Fui ostacolato… ostacolato ancora una volta DA Harry Potter…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Il servo morì quando lasciai il suo corpo, e mi ritrovai debole come non mai» riprESe Voldemort. «Tornai al mio nascondiglio remoto, e non fingerò con voi di non aver temuto, allora, di non riuscire mai a riguaDAgnare i miei poteri… sì, quella fu forse la mia ora più cupa… non potevo sperare che mi venisse manDAto un altro mago DA possedere… e avevo smESso di sperare, ormai, che uno dei miei Mangiamorte si preoccupasse di ciò che era stato di me…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«E poi, nemmeno un anno fa, quando avevo ormai abbandonato ogni speranza, finalmente è succESso… un servo è tornato a me: CoDAliscia, qui, che aveva finto di ESsere morto per sfuggire alla giustizia, fu tratto DAl suo nascondiglio DA coloro che un tempo aveva considerato amici, e decise di tornare DAl suo padrone. Mi cercò nel paESe in cui DA tempo si diceva che mi celassi… aiutato, naturalmente, DAi topi che incontrò sul suo cammino. CoDAliscia ha una strana affinità con i topi, vero, CoDAliscia? I suoi sudici piccoli amici gli dissero che c’era un posto, nel cuore di una forESta albanESe, che evitavano con cura, dove piccoli animali come loro avevano trovato la morte a opera di un’ombra oscura che s’impossESsava di loro…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Ma il suo viaggio per tornare DA me non fu facile, vero, CoDAliscia? Perché una notte, affamato, proprio sul limitare della forESta in cui aveva sperato di trovarmi, stupiDAmente si fermò in una locanDA per mangiare… e chi incontrò, se non una certa Bertha Jorkins, una strega del Ministero della Magia?
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Ora vedete bene come la sorte favorisce il Signore Voldemort. Quella avrebbe potuto ESsere la fine di CoDAliscia, e della mia ultima speranza di rinascere. Ma CoDAliscia — DAndo prova di una prESenza di spirito che DA lui non mi sarei mai aspettata — convinse Bertha Jorkins ad accompagnarlo in una passeggiata notturna. La assalì… la portò DA me. E Bertha Jorkins, che avrebbe potuto rovinare tutto, si rivelò invece un dono superiore ai miei più folli sogni… perché — certo, fu necESsario ESercitare un po’ di persuasione — divenne un’autentica miniera di informazioni.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Mi disse che il Torneo Tremaghi si sarebbe tenuto a Hogwarts quESt’anno. Mi disse che sapeva di un Mangiamorte fedele che avrebbe avuto una gran voglia di aiutarmi, se solo fossi riuscito a mettermi in contatto con lui. Disse molte cose… ma gli strumenti che usai per ESercitare l’IncantESimo della Memoria su di lei erano potenti, e quando le ebbi strappato tutte le informazioni utili, la sua mente e il suo corpo erano entrambi irreparabilmente rovinati. Ormai era servita al suo scopo. Non potevo possederla. Me ne liberai».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Il corpo di CoDAliscia, naturalmente, era poco aDAtto a ESsere posseduto, poiché tutti lo credevano morto, e avrebbe attirato troppa attenzione se fosse stato visto. Comunque, era il servo robusto di cui avevo bisogno, e, benché come mago sia scarso, riuscì a ESeguire le istruzioni che gli diedi, che mi rEStituirono un corpo rozzo e debole, un corpo che potESsi abitare in attESa degli ingredienti ESsenziali a una vera rinascita… uno o due incantESimi di mia creazione… un piccolo aiuto DAlla mia cara Nagini» — gli occhi rossi di Voldemort si soffermarono sul serpente che continuava a strisciare in cerchio — «una pozione ottenuta bollendo sangue di unicorno, e il veleno di serpente fornito DA Nagini… ben prESto fui rEStituito a una forma quasi umana, e fui abbastanza in forze DA poter viaggiare.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Sapevo che per ottenere ciò — è un vecchio ritrovato della Magia Oscura, la pozione che mi ha fatto tornare in vita stanotte — avrei avuto bisogno di tre potenti ingredienti. Be’, uno era già a portata di mano, vero, CoDAliscia? Carne donata DA un servo…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«L’osso di mio padre, naturalmente, voleva dire che avremmo dovuto venire qui, dove fu sepolto. Ma il sangue di una vittima… CoDAliscia voleva che usassi un mago qualunque, vero, CoDAliscia? Un mago qualunque che mi odiasse… e sono ancora in tanti a odiarmi. Ma io sapevo chi dovevo usare, se volevo risorgere più potente di quando ero caduto. Volevo il sangue di colui che mi aveva spogliato del potere tredici anni prima, perché allora anche ciò che rEStava della protezione fornitagli DA sua madre sarebbe scorso nelle mie vene…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Ma come arrivare a Harry Potter? Perché è stato protetto meglio di quanto credo sappia lui stESso, protetto in modi architettati tempo fa DA Silente, quando toccò a lui provvedere al futuro del ragazzo. Silente invocò un’antica magia per assicurare la protezione del ragazzo finché è affiDAto ai suoi parenti. Nemmeno io posso toccarlo quando è là… poi, naturalmente, ci fu la Coppa del Mondo di Quidditch… pensai che laggiù la sua protezione avrebbe potuto ESsere più labile, lontano DAi parenti e DA Silente, ma non ero ancora abbastanza forte DA poter cercare di rapirlo nel bel mezzo di un’orDA di maghi del Ministero. E poi il ragazzo sarebbe tornato a Hogwarts, dove è sotto il naso di quello sciocco filoBabbano DA mane a sera. Allora, come fare per catturarlo?
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Be’… ma usando le informazioni di Bertha Jorkins, naturalmente. Usando il mio fedele Mangiamorte, di stanza a Hogwarts, per assicurarmi che il nome del ragazzo venisse inserito nel Calice di Fuoco. Usando il mio Mangiamorte per assicurarmi che il ragazzo vincESse il Torneo — che toccasse la Coppa Tremaghi per primo — la Coppa che il mio Mangiamorte aveva trasformato in una Passaporta, che lo avrebbe portato qui, lontano DAll’aiuto e DAlla protezione di Silente, tra le mie braccia aperte. Ed eccolo qui… il ragazzo che tutti voi avete creduto fosse stato la mia fine…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Voldemort avanzò lentamente e si voltò a guarDAre Harry. Levò la bacchetta. «Crucio!»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
Era un dolore al di là di quanto Harry avESse mai provato. Perfino le ossa erano in fiamme; la tESta stava per spaccarsi lungo la cicatrice, lo sentiva; gli occhi gli roteavano folli nella tESta; voleva che finisse… che si spegnESse… voleva morire…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
E poi tutto passò. Si ritrovò abbandonato contro le funi che lo legavano alla pietra tombale del padre di Voldemort, a guarDAre quegli occhi rosso vivo attraverso una specie di nebbiolina. La notte echeggiava delle risate dei Mangiamorte.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Vedete, credo, che sciocchezza è stata credere che quESto ragazzo sarebbe mai potuto ESsere più forte di me» disse Voldemort. «Ma io voglio che non ci siano dubbi nella mente di nESsuno. Harry Potter mi è sfuggito per una circostanza fortunata. E io ora dimostrerò il mio potere uccidendolo, qui e ora, DAvanti a tutti voi, ora che non c’è nESsun Silente ad aiutarlo e nESsuna madre a morire per lui. Gli DArò un’opportunità. Potrà battersi, e voi non avrete più dubbi su chi di noi è il più forte. Ancora un po’, Nagini» sussurrò, e il serpente si allontanò strisciando nell’erba, verso il punto in cui i Mangiamorte stavano in piedi, in attESa.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
«Ora slegalo, CoDAliscia, e riDAgli la bacchetta». I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4) |
CoDAliscia si avvicinò a Harry, che tentò affannosamente di rimettersi in piedi, di reggersi prima che le corde fossero slegate. CoDAliscia alzò la nuova mano d’argento, sfilò il tampone di tESsuto che imbavagliava Harry e poi, con un solo colpo, tagliò le funi che lo fissavano alla pietra tombale.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Ci fu un rapido istante, forse, in cui Harry soppESò l’idea di DArsi alla fuga, ma la gamba ferita tremò sotto il suo pESo mentre si alzava sulla tomba ricoperta di erbacce, mentre i Mangiamorte serravano i ranghi, formando un cerchio più stretto attorno a lui e Voldemort, colmando gli spazi lasciati DAi compagni assenti. CoDAliscia uscì DAl cerchio, si avvicinò al corpo di Cedric e fece ritorno con la bacchetta di Harry, che gli ficcò rudemente in mano senza guarDArlo. Poi riprESe il suo posto nel cerchio di Mangiamorte in attESa.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Ti è stato insegnato come ci si sfiDA a duello, Harry Potter?» chiESe Voldemort dolcemente, gli occhi rossi scintillanti nell’oscurità.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
A quelle parole Harry ricordò, come se appartenESse a una vita precedente, il Club dei Duellanti a Hogwarts che aveva frequentato per poco tempo due anni prima… tutto ciò che aveva imparato era l’IncantESimo di Disarmo, Expelliarmus… e a cosa sarebbe servito, anche se vi fosse riuscito, privare Voldemort della sua bacchetta, quando era circonDAto DA Mangiamorte in una proporzione di almeno trenta a uno? Non aveva mai imparato nulla che potESse rivelarglisi utile in quella circostanza. Sapeva di trovarsi di fronte alla cosa contro la quale Moody lo aveva sempre mESso in guardia… l’inESorabile Maledizione AvaDA KeDAvra — e Voldemort aveva ragione — sua madre quESta volta non era lì a morire per lui… era decisamente inerme…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Ora ci inchiniamo, Harry» disse Voldemort, curvandosi appena, senza distogliere il viso di serpente DA Harry. «Andiamo, bisogna osservare le regole nel dettaglio… Silente sarebbe lieto che facESsi sfoggio delle tue buone maniere… inchinati alla morte, Harry…»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
I Mangiamorte ridevano di nuovo. La bocca senza labbra di Voldemort era piegata in un sorriso. Harry non s’inchinò. Non aveva intenzione di permettere a Voldemort di giocare con lui prima di ucciderlo… non gli avrebbe DAto quella soddisfazione…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Ho detto inchinati» disse Voldemort levando la bacchetta: e Harry senti la spina dorsale piegarsi come se un’enorme mano invisibile lo spingESse inESorabilmente in avanti, e i Mangiamorte risero più forte che mai.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Molto bene» disse Voldemort dolcemente, e mentre alzava la bacchetta, si sollevò anche la prESsione che schiacciava Harry. «E ora affrontami, DA uomo a uomo… diritto e fiero, così come morì tuo padre…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Voldemort alzò la bacchetta, e prima che Harry potESse fare qualcosa per difendersi, prima ancora che potESse muoversi, fu di nuovo colpito DAlla Maledizione Cruciatus. Il dolore fu così intenso, così ardente che non seppe più dov’era… coltelli incandEScenti gli trafiggevano ogni centimetro di pelle, era certo che la tESta gli sarebbe ESplosa; urlò più forte che mai…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
E poi cESsò. Harry rotolò a terra e si rimise in piedi a fatica; era scosso DA un tremito incontrollabile, come CoDAliscia quando gli era stata tagliata la mano; barcollò di lato, contro il muro di Mangiamorte che assistevano alla scena, ed ESsi lo sospinsero indietro, verso Voldemort, ancora.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Una piccola pausa» disse Voldemort, le narici a fESsura dilatate DAll’eccitazione, «una piccola pausa… ti ha fatto male, vero, Harry? Non vuoi che lo faccia ancora, vero?»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Harry non rispose. Sarebbe morto come Cedric, glielo dicevano quegli spietati occhi rossi… sarebbe morto, e non poteva farci nulla… ma non aveva intenzione di asseconDAre quel mostro. Non avrebbe obbedito a Voldemort… non lo avrebbe supplicato…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Ti ho chiESto: vuoi che lo rifaccia?» ripeté Voldemort con voce dolce. «Rispondimi! Imperio!»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
E quESte parole ESplosero sulle labbra di Harry; echeggiarono nel cimitero, e la dimensione di sogno si dissolse all’improvviso, come se gli fosse stata gettata addosso dell’acqua fredDA — rapidi fecero ritorno i dolori che l’IncantESimo Cruciatus gli aveva lasciato in tutto il corpo — rapiDA fece ritorno la coscienza di dov’era, e che cosa stava affrontando…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Ti rifiuti?» chiESe Voldemort piano, e quESta volta i Mangiamorte non risero. «Ti rifiuti di dire di no? Harry, l’obbedienza è una virtù che devo insegnarti prima che tu muoia… forse un’altra piccola dose di dolore…»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Voldemort levò la bacchetta, ma quESta volta Harry era pronto; con i riflESsi sviluppati DAgli allenamenti di Quidditch, si gettò a terra di lato, rotolò dietro la lapide di marmo del padre di Voldemort, e la udì spezzarsi mentre il maleficio lo mancava.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Non stiamo giocando a nascondino, Harry» disse la voce geliDA di Voldemort, avvicinandosi, mentre i Mangiamorte sghignazzavano. «Non puoi nasconderti DA me. Vorrebbe forse dire che sei stanco del nostro duello? Vorrebbe forse dire che preferisci che vi ponga fine ora, Harry? Vieni fuori, Harry… vieni fuori a giocare, allora… farò in fretta… forse sarà perfino indolore… non saprei… non sono mai morto…»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Harry si rannicchiò dietro la pietra tombale, e seppe che era la fine. Non c’era alcuna speranza… alcun aiuto. E mentre sentiva Voldemort avvicinarsi, seppe una sola cosa, ed era al di là della paura o della ragionevolezza: non sarebbe morto rannicchiato lì come un bambino che gioca a nascondino; non sarebbe morto prostrandosi ai piedi di Voldemort… sarebbe morto in piedi come suo padre, e sarebbe morto cercando di difendersi, anche se nESsuna difESa era possibile…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Prima che il viso serpentino di Voldemort spuntasse DA dietro la lapide, Harry si rialzò… strinse forte la bacchetta, la tESe DAvanti a sé, e si scagliò DAll’altra parte della lapide, affrontando Voldemort.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Voldemort era pronto. Mentre Harry urlava «Expelliarmus», gridò «AvaDA KeDAvra!»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Un fiotto di luce verde sgorgò DAlla bacchetta di Voldemort mentre un fiotto di luce rossa ESplodeva DA quella di Harry: s’incontrarono a mezz’aria, e all’improvviso la bacchetta di Harry prESe a vibrare come percorsa DA una corrente elettrica; la mano gli si serrò attorno; nemmeno volendo l’avrebbe potuta lasciare… e un sottile raggio di luce ora univa le due bacchette, né rosso né verde, ma di un luminoso oro intenso. E Harry, seguendo il raggio con sguardo attonito, vide che anche le lunghe dita bianche di Voldemort stringevano una bacchetta che tremava e vibrava.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
E poi — nulla avrebbe potuto preparare Harry per ciò che vide — si sentì alzare DA terra. Lui e Voldemort furono entrambi sollevati per aria, le bacchette ancora unite DA quel filo di luce d’oro scintillante. Volarono via DAlla lapide del padre di Voldemort, e si posarono su un lembo di terreno spianato, privo di tombe… I Mangiamorte urlavano, chiedevano ordini a Voldemort; si stringevano, ricostituivano il cerchio attorno a Harry e Voldemort, e il serpente strisciava ai loro piedi, alcuni EStrassero le bacchette…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Non intervenite!» urlò Voldemort ai Mangiamorte, e Harry vide i suoi occhi rossi dilatarsi DAllo stupore per quanto stava accadendo, lo vide lottare per spezzare il filo di luce che univa ancora la sua bacchetta a quella di Harry; Harry strinse più forte la sua, con tutt’e due le mani, e il filo d’oro rimase intatto. «Non intervenite se non ve lo ordino!»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
E poi una musica ultraterrena e bellissima pervase l’aria… veniva DA ogni filo della rete intESsuta di luce che vibrava attorno a Harry e Voldemort. Era una musica che Harry riconobbe, anche se l’aveva udita solo una volta prima d’allora… il canto della fenice…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Per Harry fu la musica della speranza… la cosa più bella e benvenuta che avESse mai udito… gli parve che la canzone fosse dentro di lui invece che attorno a lui… era la musica che collegava a Silente, ed era quasi come se un amico gli stESse parlando all’orecchio…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Lo so, disse Harry alla musica, lo so che non devo… ma l’aveva appena pensato che la cosa divenne molto più difficile a farsi. La sua bacchetta prESe a vibrare più intensamente che mai… e anche il raggio tra lui e Voldemort cambiò… era come se grosse perle di luce scivolassero su e giù per il filo che univa le bacchette. Harry sentì la sua sussultare nella mano, mentre le perle di luce cominciavano a scorrere lente e decise DAlla sua parte… ora il raggio di luce si muoveva verso di lui, si allontanava DA Voldemort, e sentì la bacchetta vibrare rabbiosa…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Mentre la perla di luce si avvicinava alla punta della bacchetta di Harry, il legno tra le sue dita divenne così caldo che temette di vederlo prendere fuoco. Più la perla si avvicinava, più forte vibrava la bacchetta; era certo che non sarebbe sopravvissuta al contatto; aveva l’imprESsione che stESse per anDAre in pezzi tra le sue dita…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Concentrò ogni minima particella della mente sullo sforzo di ricacciare la perla indietro, verso Voldemort, le orecchie invase DAl canto della fenice, gli occhi ardenti, fissi… e lentamente, molto lentamente le perle si arrEStarono tremando, e poi, altrettanto lentamente, prESero a muoversi nella direzione opposta… ora era la bacchetta di Voldemort a vibrare foltissimo… era Voldemort ad apparire stupefatto, e quasi impaurito…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Una delle perle di luce vibrò a pochi centimetri DAlla punta della bacchetta di Voldemort. Harry non capiva il perché, non sapeva a cosa potESse servire… ma si concentrò più che mai sull’idea di costringere quella perla di luce ad arretrare fino alla bacchetta di Voldemort… e lentamente… molto lentamente… si mosse lungo il filo d’oro… tremò per un attimo… e poi entrò in contatto…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
All’istante, la bacchetta di Voldemort emise urla di dolore… poi — mentre gli occhi di Voldemort si dilatavano per lo stupore — una densa mano di fumo uscì volando DAlla punta e scomparve… il fantasma della mano che aveva creato per CoDAliscia… altre urla di dolore… e poi DAlla punta della bacchetta prESe a sbocciare qualcosa di molto più grosso, un enorme qualcosa grigiastro, che sembrava fatto del più denso e fitto fumo… era una tESta… ora un petto, delle braccia… il torso di Cedric Diggory.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Harry rischiò di lasciar cadere la bacchetta per lo spavento, ma l’istinto gli disse di tenerla ben stretta in modo DA non spezzare il filo di luce, anche se il denso spettro grigio di Cedric Diggory (era uno spettro? Sembrava così concreto) affiorava completamente DAll’EStremità della bacchetta di Voldemort, come se stESse uscendo a fatica DA un tunnel molto stretto… e quell’ombra di Cedric si alzò, e guardò il filo di luce d’oro nella sua lunghezza, e parlò.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«RESisti, Harry» disse.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
La sua voce era remota e rimbombante. Harry guardò Voldemort… i suoi occhi rossi dilatati erano ancora colmi di sorprESa… non era più preparato di Harry a ciò che stava accadendo… e poi udì, molto fioche, le urla terrorizzate dei Mangiamorte che si aggiravano attorno al perimetro della cupola d’oro…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Altre urla di dolore sgorgarono DAlla bacchetta… e poi DAlla punta affiorò qualcos’altro… l’ombra densa di una seconDA tESta, seguita subito DA braccia e busto… un vecchio che Harry aveva visto una volta in sogno si spingeva fuori DAll’EStremità della bacchetta come aveva fatto Cedric… e il suo fantasma, o la sua ombra, o quello che era, cadde accanto a quello di Cedric, e scrutò Harry e Voldemort, e la rete d’oro, e le bacchette unite, vagamente sorprESo, appoggiandosi al bastone DA passeggio…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Allora era DAvvero un mago?» disse il vecchio, gli occhi su Voldemort. «Mi ha ucciso, eh sì… stendilo, ragazzo…»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Ma già un’altra tESta affiorava… e quESta tESta, grigia come una statua di fumo, apparteneva a una donna… Harry, con le mani che tremavano mentre cercava di tenere ferma la bacchetta, vide la sagoma cadere a terra e rialzarsi come le altre, guarDAndosi attorno…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Non mollare adESso!» gridò, e la sua voce echeggiò come quella di Cedric, come DA molto lontano. «Non lasciare che ti prenDA, Harry… non mollare!»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Lei e le altre due sagome d’ombra prESero a misurare a grandi passi le pareti interne della rete d’oro, mentre i Mangiamorte aleggiavano all’ESterno… e le vittime di Voldemort sussurravano girando attorno ai duellanti, sussurravano parole d’incoraggiamento a Harry, e sibilavano parole che Harry non riusciva a udire contro Voldemort.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Ed ecco che un’altra tESta spuntava DAlla punta della bacchetta di Voldemort… e Harry nel vederla seppe di chi si trattava… lo seppe, come se non avESse attESo altro fin DAl momento in cui Cedric era apparso DAlla bacchetta… lo seppe, perché la donna che comparve era colei alla quale aveva pensato più spESso quella notte…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
L’ombra di fumo di una giovane donna DAi capelli lunghi cadde al suolo come Bertha poco prima, si rialzò e lo guardò… e Harry, con le braccia che tremavano follemente, guardò a sua volta il volto del fantasma di sua madre.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Tuo padre sta arrivando…» disse piano lo spettro. «Vuole vederti… andrà tutto bene… rESisti…»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
E lui venne… prima la tESta, poi il corpo… un uomo alto con i capelli spettinati come quelli di Harry, la sagoma di fumo e d’ombra di JamES Potter sbocciò DAlla punta della bacchetta di Voldemort, cadde a terra e si rialzò come aveva fatto sua moglie. Si avvicinò a Harry, lo guardò e parlò con la stESsa voce remota e rimbombante degli altri, però sottovoce, così che Voldemort, il volto livido di terrore mentre le sue vittime si aggiravano attorno a lui, non potESse sentire…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Quando il contatto s’interromperà, rimarremo qui solo per pochi istanti… ma ti DAremo il tempo… devi correre alla Passaporta, ti riporterà a Hogwarts… hai capito, Harry?»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Sì» disse Harry senza fiato, lottando per mantenere la prESa sulla bacchetta che gli scivolava tra le dita.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«ORA!» urlò Harry: non credeva di poter rESistere un istante di più. Puntò la bacchetta in alto con un potente strattone, e il filo d’oro si spezzò; la gabbia di luce svanì, il canto della fenice si spense… ma le sagome d’ombra delle vittime di Voldemort non scomparvero: accerchiarono Voldemort, nascondendo Harry alla sua vista…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
E Harry corse come non aveva mai corso in tutta la vita, urtando due Mangiamorte ESterrefatti; sfrecciò zigzagando tra le lapidi, avvertì le loro maledizioni che lo inseguivano, li sentì colpire le pietre tombali… scansava incantESimi e lapidi, precipitandosi verso il corpo di Cedric, senza più avvertire il dolore alla gamba, tutto il suo ESsere concentrato su ciò che doveva fare…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
«Schiantatelo!» udì Voldemort griDAre.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
A tre metri DA Cedric, Harry si tuffò dietro un angelo di marmo per evitare gli spruzzi di luce rossa e vide la punta dell’ala anDAre in pezzi, colpita DAll’incantESimo. Tenendo più stretta la bacchetta, sfrecciò fuori DA dietro l’angelo…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
DA uno strillo soffocato credette di aver fermato almeno uno di loro, ma non ci fu il tempo di voltarsi a guarDAre; balzò oltre la Coppa e si slanciò in avanti mentre sentiva altri DArdi saettare alle sue spalle; altri fiotti di luce gli volarono sopra la tESta mentre cadeva, tendendo la mano per afferrare il braccio di Cedric…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
La mano di Harry si chiuse sul polso di Cedric; solo una pietra tombale lo separava DA Voldemort, ma Cedric era troppo pESante DA trasportare, e la Coppa era irraggiungibile…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Gli occhi rossi di Voldemort DArdeggiarono nell’oscurità. Harry vide la sua bocca arricciarsi in un sorriso, lo vide levare la bacchetta.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Udì l’urlo di rabbia di Voldemort nello stESso istante in cui avvertì lo strappo dietro l’ombelico che significava che la Passaporta era in funzione: ed ecco che lo trascinava via in un vortice di vento e colori, e Cedric era con lui… stavano tornando indietro… Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4) |
Harry si sentì scagliare a terra; aveva il viso schiacciato nell’erba; il suo odore gli riempì le narici. Aveva chiuso gli occhi mentre la Passaporta lo trasportava, e li tenne chiusi. Non si mosse. Sembrava che tutto il fiato gli fosse stato sottratto a forza; la tESta gli girava così forte che il terreno sotto di lui gli parve dondolare come il ponte di una nave. Per cercare di rEStare fermo, si aggrappò più forte alle due cose che teneva ancora strette: il liscio, freddo manico della Coppa Tremaghi, e il corpo di Cedric. Sentiva che sarebbe scivolato via nell’oscurità che si addensava sulla soglia della sua mente se solo avESse mollato la prESa dell’uno o dell’altro. Lo spavento e la stanchezza lo trattennero a terra, a rESpirare l’odore dell’erba, in attESa… in attESa che qualcuno facESse qualcosa… che succedESse qualcosa… e intanto, la cicatrice era un dolore sordo sulla fronte…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Una cascata di rumori lo assordò e lo confuse, c’erano voci DAppertutto, uno scalpiccio di passi, urla… rimase dov’era, il viso contratto per il frastuono, come se si trattasse di un incubo che sarebbe passato…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Si ritrovò a guarDAre il cielo stellato, con Albus Silente chino su di lui. Le ombre scure della folla premevano attorno a loro, avvicinandosi a spintoni; Harry sentì il terreno vibrare sotto la tESta, scosso DAi loro passi.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Era tornato al limitare del labirinto. Vide le tribune innalzarsi sopra di lui, su di ESse le sagome di gente che si muoveva, le stelle in alto.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Harry lasciò anDAre la Coppa, ma strinse ancora più forte a sé il braccio di Cedric. Alzò la mano libera e afferrò Silente per un polso, mentre il volto del mago fluttuava, un attimo nitido, l’attimo dopo sfuocato.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Che cosa succede? Che cosa è succESso?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Il viso di Cornelius Caramell apparve sopra Harry, alla rovEScia; era pallido, sconvolto.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Harry, lascialo anDAre» sentì dire la voce di Caramell, e avvertì dita che cercavano di separarlo DAl corpo svuotato di Cedric, ma lui non voleva lasciarlo.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Va bene, Harry… adESso però lascialo…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Silente si curvò e, con una forza straordinaria per un uomo così vecchio e magro, sollevò Harry DA terra e lo rimise in piedi. Harry barcollò. La tESta gli pulsava. La gamba ferita non reggeva più il suo pESo. Le persone affollate attorno a lui si facevano avanti sgomitando, lottavano per avvicinarsi, incombevano minacciose su di lui… «Cos’è succESso?» «Che cos’ha che non va?» «Diggory è morto!»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Deve anDAre in infermeria!» disse Caramell ad alta voce. «Sta male, è ferito… Silente, i genitori di Diggory, sono qui, sono in tribuna…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Silente, Amos Diggory sta correndo DA quESta parte… ormai è vicino… non credi che dovrESti dirgli… prima che veDA…?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Strilli e singhiozzi isterici di ragazze… la scena parve guizzare stranamente DAvanti ai suoi occhi…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Silente ha detto di rEStare» disse Harry con voce incerta. La ferita gli pulsava tanto che credette di ESsere sul punto di vomitare; la sua vista era sempre più annebbiata.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Devi stenderti… andiamo, adESso…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Qualcuno più grosso e forte di Harry un po’ lo spingeva un po’ lo trasportava di pESo attraverso la folla terrorizzata; Harry la udì trattenere il fiato, urlare e griDAre mentre l’uomo che lo sosteneva si faceva straDA e lo riportava al castello. Su per il prato, oltre il lago e la nave di Durmstrang, Harry non udiva altro che il rESpiro affannoso dell’uomo che lo aiutava a camminare.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Che cosa è succESso, Harry?» chiESe infine l’uomo, trascinando Harry su per i gradini di pietra. Clunk. Clunk. Clunk. Era Malocchio Moody.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«La Coppa era una Passaporta» disse Harry mentre attraversavano la Sala d’IngrESso. «Ha portato me e Cedric in un cimitero… e c’era Voldemort… Voldemort…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«C’era il Signore Oscuro? E poi che cos’è succESso?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Ha fatto una pozione… si è riprESo il suo corpo…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Il Signore Oscuro si è riprESo il suo corpo? È tornato?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Gli sono sfuggito… la mia bacchetta… ha fatto una cosa strana… ho visto mia madre e mio padre… sono usciti DAlla sua bacchetta…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Entra qui, Harry… vieni qui, e siediti… ora ti sentirai meglio… bevi quESto…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Bevi… ti sentirai meglio… andiamo, ora, Harry, devo sapere ESattamente che cos’è succESso…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Ha prESo qualcosa DAlla tomba di suo padre, e DA CoDAliscia, e DA me» rispose Harry. La tESta gli si snebbiava; la cicatrice non faceva poi così male; ora vedeva distintamente il volto di Moody, anche se l’ufficio era buio. Udì ancora gemiti e griDA DAl lontano campo di Quidditch.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Che cosa ti ha prESo il Signore Oscuro?» gli domandò Moody.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Sangue» rispose Harry, alzando il braccio. La manica era strappata dove il pugnale di CoDAliscia l’aveva lacerata.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Come li ha trattati?» chiESe Moody piano. «Li ha perdonati?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Karkaroff?» ESclamò Harry agitato. «Dov’è? L’avete prESo? È prigioniero?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«No, non è vero» disse. «Non è stato lei… non può ESsere stato…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Ti assicuro di sì» disse Moody, e l’occhio magico roteò e si fermò sulla porta, e Harry capi che stava controllando che fuori non ci fosse nESsuno. Nello stESso tempo, Moody EStrasse la bacchetta e la puntò contro Harry.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Stava guarDAndo la bacchetta di Moody puntata verso di lui. Era un brutto scherzo, doveva ESsere così.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Ti ho chiESto» insisté Moody a voce bassa «se ha perdonato la feccia che non è mai anDAta a cercarlo. Quei coDArdi traditori che non sono nemmeno riusciti ad affrontare Azkaban per lui. L’infedele, indegna spazzatura che ha avuto il coraggio di saltellare mascherata alla Coppa del Mondo di Quidditch, ma che se l’è DAta a gambe alla vista del Marchio Nero quando l’ho sparato in cielo».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Te l’ho detto, Harry… te l’ho detto. Se c’è una cosa che odio più di ogni altra, è un Mangiamorte rimasto in libertà. Hanno voltato le spalle al mio padrone, quando aveva più bisogno di loro. Mi aspettavo che li punisse. Mi aspettavo che li torturasse. Dimmi che ha fatto loro del male, Harry…» Il volto di Moody a un tratto s’illuminò di un sorriso folle. «Dimmi che ha detto loro che io, io solo sono rimasto fedele… pronto a rischiare tutto per consegnargli la cosa che dESiderava più di ogni altra… te».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Lei non… non… non può ESsere lei…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Chi ha mESso il tuo nome nel Calice di Fuoco, sotto il nome di una scuola diversa? Io. Chi ha terrorizzato qualunque persona che pensavo potESse farti del male o impedirti di vincere il Torneo? Io. Chi ha convinto Hagrid a mostrarti i draghi? Io. Chi ti ha aiutato a capire qual era il solo modo per superare il drago? Io».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
L’occhio magico di Moody si era allontanato DAlla porta. Era puntato su Harry. La bocca obliqua si schiuse in un sorriso più turpe che mai.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Non è stato facile, Harry, guiDArti attraverso quESte prove senza suscitare sospetti. Ho dovuto ricorrere a ogni grammo di astuzia in mio possESso, in modo che il mio intervento non fosse riconoscibile nella tua vittoria. Silente si sarebbe alquanto insospettito se tu te la fossi cavata troppo facilmente. Purché tu entrassi in quel labirinto, possibilmente con un vantaggio dignitoso… allora sapevo che avrei avuto una possibilità di sbarazzarmi degli altri campioni e spianarti la straDA. Ma ho dovuto anche combattere contro la tua stupidità. La seconDA prova… è stato allora che ho più temuto che non ce la facESsimo. Ti tenevo d’occhio, Potter. Sapevo che non avevi risolto l’indovinello dell’uovo, cosi ho dovuto DArti un altro suggerimento…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Non è vero» disse Harry con voce roca. «È stato Cedric a DArmi la chiave…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Chi ha detto a Cedric di aprirlo sott’acqua? Io. Contavo sul fatto che ti avrebbe passato l’informazione. Le persone onESte sono così facili DA manovrare, Potter. Ero sicuro che Cedric avrebbe voluto rEStituirti il piacere, visto che gli avevi detto dei draghi, e così ha fatto. Ma anche allora, Potter, anche allora sembrava probabile che avrESti fallito. Io sono stato di guardia tutto il tempo… tutte quelle ore in biblioteca. Non hai capito che il libro di cui avevi bisogno è rimasto sempre nel tuo dormitorio? Ce l’avevo mESso io parecchio tempo prima, l’avevo DAto al giovane Paciock, non ricordi? Magiche Piante Acquatiche del Mediterraneo e Loro Proprietà. Ti avrebbe detto tutto quello che ti serviva sull’Algabranchia. Mi aspettavo che chiedESsi aiuto a tutti, ma proprio tutti. Paciock te l’avrebbe detto in un secondo. Ma invece no… no… quel tuo tocco di orgoglio e indipendenza avrebbe potuto rovinare tutto quanto.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«E allora che cosa potevo fare? Fornirti l’informazione attraverso un’altra fonte ignara. Al Ballo del Ceppo mi avevi raccontato che un elfo domEStico di nome Dobby ti aveva fatto un regalo di Natale. Ho chiamato l’elfo in sala profESsori perché venisse a prendere delle vESti DA lavare. Ho inscenato una conversazione a voce alta con la profESsorESsa McGranitt sugli ostaggi che erano stati scelti, e le ho chiESto se era dell’opinione che Potter avrebbe pensato di ricorrere all’Algabranchia. E il tuo amichetto elfo è corso dritto alla dispensa di Piton e si è affrettato a venirti a cercare…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
La bacchetta di Moody era ancora puntata al cuore di Harry. Alle sue spalle, sagome nebulose si muovevano nell’Avversaspecchio appESo alla parete. «Sei rimasto così a lungo in quel lago, Potter, che ho pensato che fossi annegato. Ma per fortuna Silente ha scambiato la tua imbecillità per nobiltà, e ti ha DAto un punteggio alto. Ho rESpirato di sollievo un’altra volta.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Naturalmente quESta sera nel labirinto per te è stato più facile di quanto non avrebbe dovuto» disse Moody. «E quESto perché ero di pattuglia attorno al perimetro, potevo vedere attraverso le siepi ESterne e sono riuscito a eliminare parecchi ostacoli DAl tuo percorso. Ho Schiantato Fleur Delacour quando è passata. Ho scagliato l’IncantESimo Imperius su Krum, in modo che eliminasse Diggory, e ti lasciasse libero il cammino verso la Coppa».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Harry fissò Moody, stupefatto. Non riusciva a capire come fosse possibile… l’amico di Silente, il celebre Auror… colui che aveva catturato tanti Mangiamorte… non aveva senso… nESsun senso…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Le forme nebulose nell’Avversaspecchio si precisavano, diventavano più definite. Harry vide la sagoma di tre persone dietro a Moody, tre persone che si avvicinavano. Ma Moody non stava guarDAndo. Il suo occhio magico era puntato su Harry.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Il Signore Oscuro non è riuscito a ucciderti, Potter, e lo dESiderava tanto» sussurrò Moody. «Prova a pensare come mi ricompenserà, quando scoprirà che l’ho fatto io al posto suo. Io ti ho consegnato a lui — tu, la cosa di cui più di ogni altra aveva bisogno per rigenerarsi — e poi ti ho ucciso per lui. Verrò onorato più di ogni altro Mangiamorte. Sarò il suo più caro, il suo più intimo sostenitore… più vicino di un figlio…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Io e il Signore Oscuro» disse Moody, e ormai sembrava completamente folle, chino su Harry con un orrendo sorriso storto sulle labbra «abbiamo molto in comune. Entrambi, per ESempio, abbiamo avuto padri molto deludenti… DAvvero molto deludenti. Entrambi abbiamo subito l’oltraggio, Harry, di prendere il nome DA quei padri. Ed entrambi abbiamo avuto il piacere… l’enorme piacere… di uccidere i nostri padri, per assicurare l’ascESa ininterrotta dell’Ordine Oscuro!»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Lei è pazzo» ESclamò Harry, senza riuscire a trattenersi. «Lei è pazzo!»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Moody levò la bacchetta, apri la bocca, Harry affondò la mano nella vESte…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Stupeficium!» Ci fu un lampo accecante di luce rossa, e con un’ESplosione fragorosa la porta dell’ufficio di Moody andò in pezzi…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Moody fu scagliato all’indietro e cadde sul pavimento. Harry, che non aveva smESso di fissare il punto in cui un attimo prima c’era il viso di Moody, vide Albus Silente, il profESsor Piton e la profESsorESsa McGranitt rEStituirgli lo sguardo DAll’Avversaspecchio. Si voltò e vide il terzetto in piedi sulla soglia, Silente in tESta, la bacchetta tESa.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
In quel momento, Harry comprESe fino in fondo per la prima volta perché si diceva che Silente era l’unico mago di cui Voldemort avESse mai avuto paura. L’ESprESsione di Silente mentre scrutava il corpo privo di sensi di Malocchio Moody era più terribile di quanto Harry avESse mai potuto immaginare. Non c’era alcun sorriso benevolo sul suo volto, alcun brillio ironico negli occhi dietro le lenti. Una fredDA furia era incisa in ogni tratto del suo viso antico; un senso di potere emanava DA lui, come se sprigionasse vapore bollente.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Entrò, infilò un piede sotto il corpo abbandonato di Moody e con un calcio lo rovESciò sulla schiena, in modo DA vederlo in faccia. Piton lo segui, guarDAndo l’Avversaspecchio, nel quale il suo volto era ancora visibile, intento a scrutare torvo la stanza.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
La profESsorESsa McGranitt andò subito DA Harry.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Vieni con me, Potter» sussurrò. La sua bocca sottile si contrasse come se stESse per piangere. «Andiamo… in infermeria…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Silente, dovrebbe proprio… guarDAlo… ne ha passate abbastanza stanotte…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Rimarrà, Minerva, perché deve capire» ribatté Silente asciutto. «Capire è il primo passo per accettare, e solo accettando si può guarire. Deve sapere chi lo ha condotto alle sofferenze di quESta notte, e perché».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Moody» disse Harry. Era ancora completamente incredulo. «Come può ESsere stato Moody?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«QuESto non è Alastor Moody» rispose piano Silente. «Tu non hai mai conosciuto Alastor Moody. Il vero Moody non ti avrebbe allontanato DA me dopo ciò che è succESso stanotte. Nel momento in cui ti ha portato via, ho capito… e vi ho seguiti».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Silente si chinò sul corpo afflosciato di Moody e infilò una mano nella sua vESte. EStrasse la fiaschetta di Moody e un mazzo di chiavi fissate a un anello. Poi si voltò verso la McGranitt e Piton.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Severus, per favore, portami la Pozione della Verità più potente che possiedi, e poi scendi in cucina e porta qui l’elfa domEStica di nome Winky. Minerva, gentilmente vai alla capanna di Hagrid, dove troverai un grosso cane nero nell’orto delle zucche. Porta il cane nel mio ufficio, digli che lo raggiungerò tra poco, poi torna qui».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Se Piton o la McGranitt trovarono quESte istruzioni stravaganti, non lo dettero a vedere. Entrambi uscirono immediatamente DAll’ufficio. Silente posò la fiaschetta sulla scrivania, si avvicinò al baule con sette serrature, infilò la prima chiave nella serratura, e lo aprì. Conteneva un gran numero di libri di magia. Silente chiuse il coperchio, infilò una seconDA chiave nella seconDA serratura, e lo riaprì. I libri di magia erano scomparsi; quESta volta conteneva un assortimento di Spioscopi rotti, penne e pergamena, e quello che sembrava un Mantello dell’Invisibilità argentato. Harry guardò attonito Silente infilare la terza, la quarta, la quinta e la sESta chiave nelle rispettive serrature, riaprendo ogni volta il baule che rivelava ogni volta un contenuto diverso. Poi infilò la settima chiave nella serratura, sollevò il coperchio, e Harry si lasciò sfuggire un urlo di sorprESa.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Si ritrovò a guarDAre in una specie di pozzo, una stanza sotterranea, e distESo al suolo tre metri più in basso, apparentemente immerso in un sonno profondo, magro e affamato, giaceva il vero Malocchio Moody. La gamba di legno era sparita, l’orbita che avrebbe dovuto accogliere l’occhio magico sembrava vuota sotto la palpebra, e gli mancavano ciuffi di capelli grigi. Harry, attonito, spostò lo sguardo DAl Moody addormentato nel baule al Moody svenuto distESo sul pavimento dell’ufficio.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Schiantato… controllato DAlla Maledizione Imperius… molto debole» sentenziò. «Naturalmente avevano bisogno di tenerlo in vita. Harry, buttami giù il mantello di quell’impostore, Alastor è gelato. MaDAma Chips dovrà occuparsi di lui, ma non sembra in pericolo immediato».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Harry ESeguì; Silente avvolse Moody nel mantello, e si arrampicò fuori DAl baule. Poi prESe la fiaschetta DAlla scrivania, svitò il tappo e la rovESciò. Un liquido denso e vischioso schizzò sul pavimento dell’ufficio.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Pozione Polisucco, Harry» disse Silente. «Vedi com’è tutto semplice e geniale. Perché Moody non beve mai se non DAlla sua fiaschetta, lo sanno tutti. L’impostore, naturalmente, aveva bisogno di tenere a portata di mano il vero Moody, in modo DA poter continuare a prepararsi la Pozione. Hai visto i suoi capelli…» Silente gettò uno sguardo al Moody in fondo al baule. «L’impostore glieli ha continuati a tagliare per tutto l’anno, vedi dove sono irregolari? Ma credo che nell’agitazione di quESta notte il nostro falso Moody si sia dimenticato di prenderla tanto spESso quanto avrebbe dovuto… allo scoccare dell’ora… ogni ora… vedremo».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Silente prESe la sedia DA sotto la scrivania e vi sedette, gli occhi puntati sul Moody svenuto sul pavimento. Anche Harry lo fissò. I minuti passarono in silenzio…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Poi, sotto gli occhi di Harry, il volto dell’uomo distESo a terra prESe a cambiare. Le cicatrici sparivano, la pelle diventava liscia; il naso mozzato tornò intero, e rimpicciolì. La lunga criniera di capelli grigi brizzolati si ritirava nella cute, e diventava color paglia. All’improvviso, con un sordo clunk, la gamba di legno cadde mentre una gamba normale ricrESceva al suo posto; un attimo dopo, la pupilla magica schizzò fuori DAll’occhio dell’uomo, sostituita DA un occhio vero; rotolò sul pavimento e continuò a roteare DA una parte all’altra.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
DAvanti a Harry giaceva un uomo pallido, con vaghe lentiggini e un ciuffo di capelli biondi. Sapeva chi era. L’aveva visto nel Pensatoio di Silente, l’aveva visto mentre i Dissennatori lo portavano via e lui cercava di convincere Crouch della sua innocenza… ma ora era segnato attorno agli occhi, e sembrava molto più vecchio…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Nel corridoio si udirono passi affrettati. Piton entrò con Winky alle calcagna. La profESsorESsa McGranitt era dietro di loro.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Crouch!» ESclamò Piton, rEStando immobile sulla soglia. «Barty Crouch!»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Santo cielo» disse la profESsorESsa McGranitt, fissando l’uomo distESo al suolo.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Sporca e scarmigliata, Winky sbirciò DA dietro le gambe di Piton. La sua bocca si spalancò e l’elfa emise uno strillo penetrante. «Padron Barty, padron Barty, che cosa fa tu qui?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«È solo Schiantato, Winky» disse Silente. «Fatti DA parte, per favore. Severus, hai portato la pozione?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Piton consegnò a Silente una bottiglietta di vetro colma di un liquido trasparente: il Veritaserum col quale aveva minacciato Harry in classe. Silente si alzò, si chinò sull’uomo a terra e lo mise a sedere contro il muro dietro l’Avversaspecchio, DAl quale le sagome riflESse di Silente, Piton e della McGranitt continuavano a scrutarli, cupe. Winky rimase in ginocchio, tremante, le mani sul viso. Silente aprì a forza la bocca dell’uomo e vi lasciò cadere tre gocce. Poi gli puntò la bacchetta contro il petto e disse: «Innerva».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Il figlio di Crouch aprì gli occhi. Aveva il viso molle, lo sguardo perso. Silente si inginocchiò accanto a lui, in modo DA guarDArlo dritto in faccia.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Mi senti?» chiESe a bassa voce.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Vorrei che ci dicESsi» disse piano Silente «come mai sei qui. Come hai fatto a fuggire DA Azkaban?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Crouch trasse un profondo rESpiro tremante, poi prESe a parlare in tono piatto e inESprESsivo. «Mi ha salvato mia madre. Sapeva di stare per morire. Ha convinto mio padre a salvarmi come ultimo dESiderio. Lui l’amava come non ha mai amato me. Acconsentì. Vennero a trovarmi. Mi diedero una dose di Pozione Polisucco che conteneva un capello di mia madre. Lei bevve una dose di Pozione Polisucco che conteneva un mio capello. Prendemmo l’uno le sembianze dell’altra».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Ma Crouch trasse un altro rESpiro profondo e riprESe, con la stESsa voce piatta: «I Dissennatori sono ciechi. Hanno avvertito una persona sana e una morente entrare ad Azkaban. Hanno avvertito una persona sana e una morente uscirne. Mio padre mi portò fuori di nascosto, travEStito DA mia madre, nel caso che qualche prigioniero guarDAsse DAlla porta della cella.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«E che cosa fece di te tuo padre una volta che ti ebbe riportato a casa?» chiESe Silente piano.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Inscenò la morte di mia madre. Un funerale privato, discreto. Quella tomba è vuota. L’elfa domEStica mi guarì. Poi dovetti rimanere nascosto. Dovevo ESsere controllato. Mio padre fu costretto a ricorrere a parecchi incantESimi per soggiogarmi. Quando ebbi riprESo le forze, pensai solo a ritrovare il mio maEStro… a tornare al suo servizio».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Come fece tuo padre a soggiogarti?» chiESe Silente.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Con l’IncantESimo Imperius» disse Crouch. «Ero in potere di mio padre. Ero costretto a indossare un Mantello dell’Invisibilità giorno e notte. Ero sempre con l’elfa domEStica. Era la mia governante e custode. Le facevo pena. Convinse mio padre a farmi qualche regalino. Come ricompensa della mia buona condotta».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«NESsuno ha mai scoperto che eri ancora vivo?» chiESe piano Silente. «NESsuno lo sapeva tranne tuo padre e l’elfa domEStica?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Sì» rispose Crouch, sbattendo di nuovo le palpebre. «Una strega dell’ufficio di mio padre. Bertha Jorkins. Venne DA noi con dei documenti DA far firmare a mio padre. Lui non era in casa. Winky la fece entrare e tornò in cucina, DA me. Ma Bertha Jorkins la sentì parlare con me. Venne a vedere. Ascoltò abbastanza DA indovinare chi si nascondeva sotto il Mantello dell’Invisibilità. Mio padre tornò. Lei lo affrontò. Lui le scagliò un potente IncantESimo della Memoria per farle dimenticare ciò che aveva scoperto. Troppo potente. Disse che le aveva DAnneggiato per sempre la memoria».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Fu Winky a convincere mio padre» rispose Crouch, con la stESsa voce monotona. «Le ci vollero mESi a persuaderlo. Erano anni che non uscivo di casa. Avevo amato il Quidditch. Lo lasci anDAre, gli disse. Porterà il Mantello dell’Invisibilità. Può vedere la partita. Gli lasci rESpirare un po’ d’aria frESca una volta tanto. Disse che mia madre avrebbe approvato. Disse a mio padre che mia madre era morta per DArmi la libertà. Non mi aveva salvato per infliggermi una vita di prigionia. Alla fine lui accettò.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Fu tutto studiato con la massima cura. Mio padre scortò me e Winky su in Tribuna d’Onore molto prESto. Winky doveva dire che stava tenendo il posto a mio padre. Io dovevo star lì seduto, invisibile. Quando tutti fossero scESi DAlle tribune, sarebbe toccato a noi. Winky sarebbe stata sola, in apparenza. NESsuno l’avrebbe mai saputo.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Ma Winky non sapeva che stavo diventando più forte. Cominciavo a contrastare l’IncantESimo Imperius di mio padre. A volte ero di nuovo me stESso, quasi. C’erano brevi periodi in cui mi pareva di sfuggire al suo controllo. Accadde lassù, in Tribuna d’Onore. Fu come svegliarsi DA un sonno profondo. Mi ritrovai in pubblico, nel bel mezzo della partita, e vidi una bacchetta spuntare DAlla tasca di un ragazzo DAvanti a me. Non avevo il permESso di tenere una bacchetta DA prima di Azkaban. La rubai. Winky non se ne accorse. Winky ha paura delle alte quote. Aveva il viso nascosto».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Cosi hai prESo la bacchetta» disse Silente, «e poi che cosa ne hai fatto?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Tornammo alla tenDA» disse Crouch. «Poi li sentimmo. Sentimmo i Mangiamorte. Quelli che non erano mai stati ad Azkaban. Quelli che non avevano mai sofferto per il mio padrone. Gli avevano voltato le spalle. Non erano finiti in schiavitù come me. Erano liberi di anDAre a cercarlo, ma non lo fecero. Si limitavano a prendersi gioco dei Babbani. Il rumore delle loro voci mi svegliò. La mia mente non era cosi limpiDA DA anni. Ero furioso. Avevo la bacchetta. Volevo aggredirli per la loro infedeltà al mio padrone. Mio padre era uscito DAlla tenDA, era anDAto a liberare i Babbani. Winky ebbe paura, vedendomi così arrabbiato. Usò la magia in suo potere per tenermi legato a lei. Mi fece uscire DAlla tenDA, mi spinse nella forESta, lontano DAi Mangiamorte. Io cercai di trattenerla. Volevo tornare al campeggio. Volevo mostrare a quei Mangiamorte che cos’era la vera fedeltà al Signore Oscuro, e punirli per il loro tradimento. Usai la bacchetta rubata per scagliare in cielo il Marchio Nero.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Giunsero i maghi del Ministero. Scagliarono SchiantESimi ovunque. Uno attraversò gli alberi e raggiunse me e Winky. Il legame che ci univa fu spezzato. Fummo entrambi Schiantati.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Quando Winky venne scoperta, mio padre capì che dovevo ESsere nei dintorni. Frugò nei cESpugli attorno a dove era stata ritrovata, e sentì che giacevo li. AttESe che gli altri membri del Ministero si allontanassero DAlla forESta. Mi pose di nuovo sotto l’IncantESimo Imperius, e mi portò a casa. Licenziò Winky. Lo aveva deluso. Aveva permESso che mi impossESsassi di una bacchetta. Mi aveva quasi lasciato fuggire».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Arrivò a casa nostra nel cuore della notte, tra le braccia del suo servo CoDAliscia. Il mio signore aveva scoperto che ero ancora vivo. Aveva catturato Bertha Jorkins in Albania. L’aveva torturata. E lei gli aveva detto molte cose. Gli aveva detto del Torneo Tremaghi. Gli aveva detto che Moody, l’anziano Auror, avrebbe insegnato a Hogwarts. La torturò finché non spezzò l’IncantESimo della Memoria che mio padre aveva scagliato su di lei. Gli disse che ero fuggito DA Azkaban. Gli disse che mio padre mi teneva prigioniero per impedire che anDAssi a cercare il mio signore. E così il mio signore seppe che ero ancora il suo fedele servitore: forse il più fedele di tutti. Concepì un piano sulla base delle informazioni che Bertha gli aveva fornito. Aveva bisogno di me. Giunse a casa nostra verso mezzanotte. Mio padre aprì la porta».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Il sorriso si diffuse sul volto di Crouch, come se stESse rievocando il ricordo più bello della sua vita. Attraverso le dita di Winky si vedevano i suoi occhi marroni impietriti. Sembrava troppo sconvolta per parlare.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Fu tutto molto rapido. Mio padre fu sottoposto alla Maledizione Imperius DAl mio signore. Ora era mio padre a ESsere imprigionato, sotto controllo. Il mio signore lo costrinse a continuare il suo lavoro come al solito, a comportarsi come se non ci fosse niente che non anDAva. E io fui liberato. Mi ridEStai. Fui di nuovo me stESso, vivo come non lo ero DA anni».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«E Voldemort che cosa ti chiESe di fare?» domandò Silente.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Mi chiESe se ero pronto a rischiare tutto per lui. Ero pronto. Era il mio sogno, la mia più grande ambizione, servirlo, dimostrargli la mia abilità. Mi disse che aveva bisogno di infiltrare a Hogwarts un suo servo fedele. Un servo che aiutasse Harry Potter a vincere il Torneo Tremaghi senza farsi notare. Un servo che vegliasse su Harry Potter. Che si assicurasse di fargli raggiungere la Coppa Tremaghi. Che trasformasse la Coppa in una Passaporta, che avrebbe portato DAl mio padrone la prima persona che l’avESse toccata. Ma prima…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Fummo io e CoDAliscia. Avevamo preparato in anticipo la Pozione Polisucco. Raggiungemmo la sua casa. Moody reagì lottando. Ci fu un’ESplosione. Riuscimmo a soggiogarlo appena in tempo. Lo infilammo a forza in un comparto del suo baule magico. Gli prendemmo dei capelli e li aggiungemmo alla Pozione. Io la bevvi e divenni il sosia di Moody. Gli prESi la gamba e l’occhio. Fui pronto ad affrontare Arthur Weasley quando venne a sistemare i Babbani che avevano sentito dei rumori. Feci muovere i bidoni della spazzatura nel cortile. Gli dissi che avevo sentito aggirarsi degli EStranei, che avevano fatto saltare i bidoni. Poi raccolsi gli abiti di Moody e i Detector Oscuri, li misi nel baule con Moody e partii per Hogwarts. Lo tenni in vita, sotto l’effetto della Maledizione Imperius. Volevo riuscire a interrogarlo. Per sapere del suo passato, imparare le sue abitudini, in modo DA poter ingannare anche Silente. Mi servivano anche i suoi capelli per preparare la Pozione Polisucco. Gli altri ingredienti erano facili DA trovare. Rubai la pelle di Girilacco DAlle cantine. Quando il rESponsabile delle Pozioni mi trovò nel suo ufficio, dissi che avevo avuto l’ordine di perquisirlo».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«E cosa ne fu di CoDAliscia dopo l’aggrESsione di Moody?» chiESe Silente.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«CoDAliscia tornò a prendersi cura del mio signore, a casa di mio padre, e a sorvegliare mio padre».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Sì. Dopo un po’ cominciò a contrastare la Maledizione Imperius proprio come avevo fatto io. C’erano momenti in cui capiva ciò che stava succedendo. Il mio signore decise che non era più prudente lasciarlo uscire di casa. Lo costrinse a inviare lettere al Ministero. Gli fece scrivere che era malato. Ma CoDAliscia trascurò i suoi doveri. Non lo sorvegliò abbastanza. Mio padre fuggì. Il mio signore suppose che fosse diretto a Hogwarts. Mio padre avrebbe detto tutto a Silente, avrebbe confESsato. Avrebbe ammESso di avermi fatto uscire di nascosto DA Azkaban.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Il mio padrone mi informò della fuga di mio padre. Mi disse di fermarlo a ogni costo. Così attESi e vegliai. Usai la mappa che avevo prESo a Harry Potter. La mappa che aveva quasi rovinato tutto».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«La mappa di Hogwarts di Potter. Potter mi ci ha visto. Una sera Potter mi ha visto rubare altri ingredienti per la Pozione Polisucco DAll’ufficio di Piton. Credeva che fossi mio padre, visto che abbiamo lo stESso nome di battESimo. Quella sera ho prESo a Potter la mappa. Gli ho detto che mio padre odiava i Maghi Oscuri. Potter ha creduto che mio padre stESse seguendo Piton.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Per una settimana attESi l’arrivo di mio padre a Hogwarts. Finalmente, una sera, sulla mappa comparve mio padre che entrava nel parco. Indossai il Mantello dell’Invisibilità, e gli anDAi incontro. Stava costeggiando la ForESta. Poi arrivarono Potter e Krum. AttESi. Non potevo fare del male a Potter, il mio padrone aveva bisogno di lui. Potter corse a chiamare Silente. Schiantai Krum. Uccisi mio padre».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«L’ho portato nella ForESta. L’ho coperto con il Mantello dell’Invisibilità. Avevo con me la mappa. Vidi Potter correre al castello. Incontrò Piton. Silente si unì a loro. Vidi Potter guiDAre Silente fuori DAl castello. Uscii DAlla ForESta, tornai sui miei passi, mi feci loro incontro. A Silente raccontai che Piton mi aveva detto dove anDAre.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Silente mi disse di anDAre a cercare mio padre. Tornai accanto al suo corpo. GuarDAi la mappa. Quando tutti se ne furono anDAti, Trasfigurai il corpo di mio padre. Divenne un osso… lo seppellii, indossando il Mantello dell’Invisibilità, nella terra appena smossa DAvanti alla capanna di Hagrid».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Calò un totale silenzio, rotto solo DAi singhiozzi irrefrenabili di Winky.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
«Mi sono offerto di portare la Coppa Tremaghi nel labirinto prima di cena» mormorò Barty Crouch. «L’ho trasformata in una Passaporta. Il piano del mio signore ha funzionato. È tornato potente e io sarò onorato DA lui al di là dei sogni di ogni mago».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Il sorriso folle gli illuminò di nuovo il viso, e la tESta gli ricadde sulla spalla mentre Winky ululava e singhiozzava al suo fianco. Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4) |
Quindi si rivolse alla profESsorESsa McGranitt. «Minerva, posso chiederti di rEStare qui di guardia mentre porto Harry di sopra?»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
«Ma certo» rispose la profESsorESsa McGranitt. Sembrava nauseata, come se avESse appena visto qualcuno vomitare, ma quando EStrasse la bacchetta e la puntò contro Barty Crouch, la sua mano era ferma.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
«Severus» Silente si volse verso Piton, «per favore, di’ a MaDAma Chips di venire qui. Dobbiamo portare Alastor Moody in infermeria. Poi vai nel parco, trova Cornelius Caramell e accompagnalo qui. Vorrà certo interrogare Crouch di persona. Digli che se ha bisogno di me mi troverà in infermeria tra mezz’ora».
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Piton annui in silenzio e uscì DAlla stanza.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Harry annuì. Si sentiva opprESso DA una sorta di stordimento e DA un senso di totale irrealtà, ma non gl’importava; ne era perfino contento. Non voleva dover pensare a nulla di ciò che era succESso DA quando aveva toccato la Coppa Tremaghi per la prima volta. Non voleva dover passare in rassegna i ricordi, frESchi e nitidi come fotografie, che continuavano a lampeggiare nella sua mente. Malocchio Moody dentro il baule. CoDAliscia, accasciato a terra, che si reggeva il moncherino. Voldemort che sorgeva tra i vapori del calderone. Cedric… morto… Cedric, che gli chiedeva di riportarlo DAi suoi genitori…
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
«ProfESsore» sussurrò Harry, «dove sono il signore e la signora Diggory?»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
«Sono con la profESsorESsa Sprite» rispose Silente. La sua voce, che era rimasta così calma per tutto il tempo dell’interrogatorio di Barty Crouch, per la prima volta s’incrinò. «È la direttrice della Casa di Cedric, e lo conosceva meglio di tutti».
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Erano arrivati DAvanti al gargoyle di pietra. Silente pronunciò la parola d’ordine, la statua balzò di lato, e lui e Harry si lasciarono trasportare DAlla scala a chiocciola fino alla porta di quercia. Silente l’aprì.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Dentro c’era Sirius. Aveva il volto pallido ed emaciato come quando era fuggito DA Azkaban. Con un rapido movimento attraversò la stanza. «Harry, stai bene? Lo sapevo… sapevo che qualcosa del genere… che cosa è succESso?»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Gli tremavano le mani mentre aiutava Harry a sistemarsi su una sedia DAvanti alla scrivania e prendeva posto accanto a lui.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
«Che cosa è succESso?» incalzò.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Silente cominciò a raccontargli tutto ciò che aveva detto Barty Crouch. Harry ascoltava solo a metà. Era tanto stanco che aveva male DAppertutto, e voleva solo rEStare lì seduto, tranquillo, per ore e ore, fino ad addormentarsi e non dover pensare o sentire più niente.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Si udì un morbido frullo d’ali. Fanny la fenice si librò DAl trESpolo, attraversò in volo l’ufficio e atterrò sul ginocchio di Harry.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
«Ciao, Fanny» disse piano Harry, accarezzando le belle piume dorate e scarlatte. Fanny strinse placiDAmente gli occhi. C’era qualcosa di confortante nel suo pESo caldo.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Silente aveva smESso di parlare. Sedette di fronte a Harry, dietro la scrivania. Lo guardò, e lui evitò il suo sguardo. Silente stava per interrogarlo. Stava per fargli rivivere tutto quanto.
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«Devo sapere che cos’è succESso dopo che hai toccato la Passaporta nel labirinto, Harry» disse Silente.
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Harry provò un moto di gratitudine per Sirius, ma Silente non fece caso a quello che aveva detto. Si protESe verso Harry. Con profonDA riluttanza, Harry alzò la tESta, e guardò quegli occhi azzurri.
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«Se pensassi di poterti aiutare» disse Silente con dolcezza, «facendo scendere su di te un sonno incantato, e permettendoti di posticipare il momento di ripensare a ciò che è accaduto stanotte, lo farei. Ma so quello che faccio. Attenuare il dolore per un po’ lo renderà più acuto quando alla fine lo sentirai. Ti sei dimostrato coraggioso ben al di là di quanto mi sarei aspettato DA te. Ti chiedo di dimostrare il tuo coraggio ancora una volta. Ti chiedo di raccontarci cos’è succESso».
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La fenice emise un verso dolce e tremulo. Vibrò nell’aria, e Harry avvertì come una goccia di liquido bollente scorrergli DAlla gola allo stomaco, riscalDAndolo e DAndogli forza.
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RESpirò profonDAmente e cominciò a raccontare. Mentre parlava, le immagini di tutto ciò che era accaduto quella notte parvero levarsi DAvanti ai suoi occhi: vide la superficie scintillante della pozione che aveva fatto risorgere Voldemort, vide i Mangiamorte Materializzarsi tra le tombe, vide il corpo di Cedric distESo a terra accanto alla Coppa.
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Una o due volte, sembrò che Sirius fosse sul punto di parlare, stringendo la spalla di Harry, ma Silente glielo impedì con un cenno. Harry ne fu felice, perché era più facile anDAre avanti ora che aveva cominciato. Fu perfino un sollievo, come se qualcosa di velenoso gli venisse sottratto. Continuare a parlare gli costò ogni briciola di determinazione che possedeva, ma capiva che una volta finito si sarebbe sentito meglio.
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Quando Harry disse che CoDAliscia lo aveva ferito al braccio col pugnale, comunque, Sirius reagì con veemenza; e Silente si alzò così in fretta che Harry sobbalzò: fece il giro della scrivania e chiESe a Harry di tendere il braccio. Harry mostrò a entrambi il punto in cui la vESte era strappata e il taglio sotto la stoffa.
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«Ha detto che il mio sangue lo avrebbe rafforzato più di quello di chiunque altro» disse Harry. «Ha detto che la protezione che mia… mia madre aveva lasciato su di me… che si sarebbe prESo anche quella. E aveva ragione: è riuscito a toccarmi senza farsi del male, mi ha toccato la faccia».
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Harry riprESe; spiegò come Voldemort era sorto DAl calderone e riferì tutto ciò che ricorDAva del discorso di Voldemort ai Mangiamorte. Poi raccontò come lo aveva slegato, gli aveva rEStituito la bacchetta e si era preparato al duello.
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Ma quando giunse al punto in cui il raggio di luce d’oro aveva unito la sua bacchetta a quella di Voldemort, si ritrovò con la gola bloccata. Cercò di continuare a parlare, ma il ricordo di ciò che era scaturito DAlla bacchetta di Voldemort gli invase la mente. Vide Cedric, vide il vecchio, Bertha Jorkins… sua madre… suo padre…
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«Le bacchette si sono unite?» chiESe, guarDAndo Harry e poi Silente. «Perché?»
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«L’IncantESimo Reversus?» disse Sirius bruscamente.
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«Proprio così» rispose Silente. «La bacchetta di Harry e quella di Voldemort hanno la stESsa anima. Entrambe contengono una piuma della coDA della stESsa fenice. Di quESta fenice, in effetti» aggiunse, indicando l’uccello oro e scarlatto appollaiato tranquillo sul ginocchio di Harry.
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«Sì» rispose Silente. «Il signor Ollivander mi ha scritto per dirmi che avevi comprato la seconDA bacchetta nell’istante in cui sei uscito DAl suo negozio quattro anni fa».
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«E che cosa succede quando una bacchetta incontra sua sorella?» chiESe Sirius.
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«Una delle bacchette costringe l’altra a emettere gli incantESimi che ha operato — al contrario. Prima il più recente… e poi quelli che l’hanno preceduto…»
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«Il che significa» disse Silente lentamente, gli occhi fissi sul volto di Harry, «che Cedric dev’ESsere riapparso sotto qualche forma».
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«Diggory è tornato in vita?» chiESe Sirius seccamente.
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«Non ESiste incantESimo che possa ridEStare i morti» rispose Silente con gravità. «Tutto quello che può ESsersi verificato è una sorta di eco. Un’ombra del Cedric vivente che affiora DAlla bacchetta… dico bene, Harry?»
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«I tuoi genitori?» chiESe piano Silente.
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La stretta di Sirius sulla spalla di Harry si fece così forte DA fargli male.
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«Gli ultimi omicidi compiuti DAlla bacchetta» disse Silente annuendo. «In ordine inverso. Ne sarebbero comparsi altri, naturalmente, se tu avESsi mantenuto il contatto. Allora, Harry, quESti echi, quESte ombre… che cos’hanno fatto?»
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Harry raccontò come le sagome spuntate DAlla bacchetta si erano spinte al limitare della rete d’oro, come Voldemort sembrava averne paura, come l’ombra di suo padre gli aveva detto cosa fare, e quella di Cedric aveva ESprESso il suo ultimo dESiderio.
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Si accorse all’improvviso che Fanny non era più sul suo ginocchio. La fenice si era posata a terra. La bella tESta indugiò contro la gamba di Harry, e grosse lacrime simili a perle stillarono DAgli occhi sulla ferita inflitta DAl ragno. Il dolore svanì. La pelle guarì. La gamba tornò sana.
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«Lo dirò ancora» disse Silente, mentre la fenice spiccava il volo e si posava di nuovo sul trESpolo vicino alla porta. «QuESta notte hai DAto prova di un coraggio ben superiore a quanto mi sarei aspettato DA te, Harry. Hai dimostrato un coraggio pari a quello di coloro che sono morti combattendo Voldemort al massimo del suo potere. Ti sei fatto carico della rESponsabilità di un mago adulto e ti sei scoperto pari a lui — e ora ci hai DAto ciò che abbiamo il diritto di aspettarci. Vieni con me in infermeria. Non voglio che torni in dormitorio stanotte. Una Pozione Sonnifera, e un po’ di pace… Sirius, ti andrebbe di rEStare con lui?»
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Sirius annuì. Si trasformò di nuovo nel grosso cane nero e uscì DAll’ufficio con Harry e Silente, scortandoli giù per una rampa di scale verso l’infermeria.
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Quando Silente aprì la porta, Harry vide la signora Weasley, Bill, Ron e Hermione riuniti attorno a una MaDAma Chips DAll’aria infastidita. A quanto pareva, volevano sapere DA lei dov’era Harry e che cosa gli era succESso.
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Tutti quanti si voltarono di scatto all’ingrESso di Harry, Silente e del cane nero, e la signora Weasley si lasciò sfuggire un grido soffocato. «Harry! Oh, Harry!»
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Fece per correre DA lui, ma Silente si frappose tra i due.
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«Molly» disse, con una mano alzata, «ti prego, ascoltami un attimo. Harry quESta notte ha vissuto ESperienze terribili. Ha appena dovuto riviverle per me. Ora ha solo bisogno di sonno, pace e tranquillità. Se dESidera che tutti voi rEStiate con lui» aggiunse, guarDAndo Ron, Hermione e anche Bill, «potete farlo. Ma non voglio che gli facciate domande finché non sarà pronto a rispondere, e certo non stasera».
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La signora Weasley annuì. Era molto palliDA.
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Si voltò verso Ron, Hermione e Bill come se stESsero facendo baccano e sibilò: «Sentito? Ha bisogno di calma!»
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«PrESide» disse MaDAma Chips, fissando il cane nero, «posso chiedere che cosa…?»
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«QuESto cane rimarrà con Harry per un po’» si limitò a dire Silente. «Le garantisco che è molto beneducato. Harry… aspetterò che tu vaDA a letto».
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Harry provò per Silente un moto inESprimibile di gratitudine per aver chiESto agli altri di non fargli domande. Non perché non li volESse lì, ma il pensiero di rispiegare tutto, l’idea di riviverlo un’altra volta era più di quanto potESse sopportare.
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«Tornerò a trovarti non appena avrò visto Caramell, Harry» disse Silente. «Vorrei che tu rimanESsi qui domani, finché non avrò parlato alla scuola». E uscì.
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Mentre MaDAma Chips lo accompagnava a un letto vicino, Harry vide il vero Moody distESo immobile all’EStremità della stanza. La gamba di legno e l’occhio magico erano posati sul comodino.
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«Sta bene?» chiESe Harry.
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«Si rimetterà» disse MaDAma Chips. Diede a Harry un pigiama e tirò le tende. Lui si svEStì, s’infilò il pigiama e andò a letto. Ron, Hermione, Bill, la signora Weasley e il cane nero spostarono le tende e sedettero al suo fianco. Ron e Hermione lo fissavano quasi guardinghi, come se avESsero paura di lui.
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MaDAma Chips, che era sparita alla volta del suo ufficio, tornò con un calice e vi versò una pozione viola DA una bottiglietta.
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Harry prESe il calice e bevve qualche sorsata. Gli venne subito sonno. Tutto attorno a lui divenne sfuocato: sembrava che le lampade dell’infermeria ammiccassero attraverso le tende, sembrava che il suo corpo affonDAsse sempre più giù nel calore del materasso di piuma. Prima ancora di finire la pozione, prima di poter dire un’altra parola, la stanchezza lo fece sprofonDAre nel sonno.
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Harry si svegliò così caldo e sonnolento che non aprì gli occhi: voleva riaddormentarsi subito. La stanza era ancora illuminata fiocamente. Doveva ESsere ancora notte, e aveva l’imprESsione di non aver dormito molto.
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«Perché urlano? Non può ESsere succESso qualcos’altro, vero?»
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«È la voce di Caramell» mormorò. «E quESta è Minerva McGranitt, vero? Ma perché litigano?»
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Ora anche Harry riusciva a sentirli: gente che griDAva e correva verso l’infermeria.
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«IncrEScioso, ma comunque, Minerva…» stava dicendo Cornelius Caramell ad alta voce.
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«Non avrESti mai dovuto portarlo nel castello!» urlò la McGranitt. «Quando lo scoprirà Silente…»
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Harry udì spalancarsi le porte dell’infermeria. Senza che nESsuno di quelli che si trovavano attorno al suo letto se ne accorgESse, Harry si alzò a sedere e inforcò gli occhiali.
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Caramell entrò a grandi passi. La profESsorESsa McGranitt e Piton lo seguivano DA vicino.
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«Dov’è Silente?» chiESe Caramell alla signora Weasley.
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«Non è qui» rispose lei seccamente. «QuESta è un’infermeria, Ministro. Non crede che farebbe meglio a…»
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«Che cos’è succESso?» chiESe in tono brusco, spostando lo sguardo DA Caramell alla profESsorESsa McGranitt. «Perché disturbate quESte persone? Minerva, mi meraviglio di te… ti avevo chiESto di fare la guardia a Barty Crouch…»
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Harry non aveva mai visto la profESsorESsa McGranitt perdere il controllo a quel modo. Aveva le guance chiazzate di rosso e le mani strette a pugno; tremava DAlla rabbia.
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«Quando abbiamo detto al signor Caramell che avevamo catturato il Mangiamorte rESponsabile dei fatti di quESta sera» disse Piton a bassa voce, «è stato come se fosse a rischio la sua sicurezza personale. Ha insistito per convocare un Dissennatore che lo scortasse dentro il castello. L’ha condotto su nell’ufficio dove Barty Crouch…»
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«Io gliel’ho detto che lei non sarebbe stato d’accordo, Silente!» sbottò la profESsorESsa McGranitt. «Gli ho detto che non avrebbe mai permESso a un Dissennatore di mettere piede nel castello, ma…»
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«Mia cara signora!» ruggì Caramell, anche lui arrabbiato come Harry non lo aveva mai visto. «In qualità di Ministro della Magia, spetta a me decidere se dESidero portare con me una scorta quando interrogo un elemento potenzialmente pericoloso…»
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Ma la voce della profESsorESsa McGranitt sovrastò quella di Caramell.
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Harry provò una sensazione di gelo allo stomaco mentre la profESsorESsa McGranitt si sforzava di trovare le parole per dEScrivere ciò che era succESso. Non dovette finire la frase. Lui sapeva che cosa doveva aver fatto il Dissennatore. Aveva DAto il suo bacio fatale a Barty Crouch. Gli aveva risucchiato l’anima DAlla bocca. Era peggio che morto.
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«Comunque, non è una gran perdita!» inveì Caramell. «Pare che sia rESponsabile di parecchie morti!»
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«Ma ora non può tEStimoniare, Cornelius» disse Silente. Fissava Caramell con insistenza, come se lo vedESse chiaramente per la prima volta. «Non può spiegare il motivo per cui ha ucciso quelle persone».
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«Perché le ha uccise? Be’, non è certo un mistero, o forse sì?» sbottò Caramell. «Era un pazzo furioso! DA ciò che mi hanno raccontato Minerva e Severus, era convinto di aver agito per ordine di Voi-Sapete-Chi!»
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«Voldemort gli ha DAto DAvvero degli ordini, Cornelius» disse Silente. «La morte di quelle persone è stata solo la conseguenza di un piano per rEStituire a Voldemort tutto il suo potere. Il piano è riuscito. Voldemort ha riavuto il suo corpo»,
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Fu come se qualcuno avESse colpito Caramell in pieno viso con qualcosa di pESante. Stordito, sbattendo le palpebre, guardò Silente come se non riuscisse a credere a ciò che aveva appena sentito.
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«Come certo Minerva e Piton ti avranno detto» disse Silente, «abbiamo ascoltato la confESsione di Barty Crouch. Sotto l’effetto del Veritaserum, ci ha raccontato come fu fatto uscire in segreto DA Azkaban, e come Voldemort — dopo aver apprESo DA Bertha Jorkins che era ancora vivo — venne a liberarlo DA suo padre e lo usò per catturare Harry. Il piano ha funzionato, ti dico. Crouch ha aiutato Voldemort a tornare».
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«Quando Harry stasera ha toccato la Coppa Tremaghi, è stato trasportato diritto DA Voldemort» disse Silente deciso. «Ha assistito alla rinascita di Voldemort. Ti spiegherò tutto nel mio ufficio».
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Ci fu un istante di silenzio, interrotto DAl ringhio di Sirius. I peli del collo erano ritti, e scopriva i denti contro Caramell.
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«Certo che credo a Harry» disse Silente. Ora i suoi occhi DArdeggiavano. «Ho ascoltato la confESsione di Crouch, e ho sentito il rESoconto di Harry: le due storie collimano e spiegano tutto ciò che è succESso dopo che Bertha Jorkins è scomparsa l’EState scorsa».
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Caramell aveva ancora quello strano sorriso. Di nuovo scoccò un’occhiata a Harry prima di replicare: «Sei disposto a credere che Voldemort sia tornato fiDAndoti della parola di un pazzo assassino e di un ragazzo che… be’…»
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Ron, Hermione, la signora Weasley e Bill sobbalzarono. NESsuno di loro si era accorto che Harry era sveglio.
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«E allora?» disse, guarDAndo Silente. «E se avESsi scoperto che hai taciuto certi fatti riguarDAnti il ragazzo? Parla SerpentESe, eh? E ha degli strani attacchi ovunque si trovi…»
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«Allora ammetti che quei dolori li ha avuti e li ha?» disse Caramell in fretta. «Mal di tESta? Incubi? Magari… allucinazioni?»
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«Ascoltami, Cornelius» disse Silente, facendo un passo verso Caramell, e ancora una volta parve emanare quell’indefinibile aura di potere che Harry aveva avvertito dopo che aveva stordito il giovane Crouch. «Harry è sano quanto te e me. Quella cicatrice che porta sulla fronte non ha DAnneggiato il suo cervello. Credo che gli faccia male quando Voldemort è vicino, o si sente particolarmente in vena di uccidere».
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Caramell fece un passo indietro, ma non parve meno ostinato. «Mi perdonerai, Silente, ma ho già sentito parlare di una cicatrice DA maledizione che si comporta come un campanello d’allarme…»
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«Senta, io ho visto Voldemort tornare!» gridò Harry. Cercò di scendere DAl letto, ma la signora Weasley lo trattenne. «Ho visto i Mangiamorte! Posso dirvi i loro nomi! Lucius Malfoy…»
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Piton fece un movimento improvviso, ma mentre Harry lo guarDAva, i suoi occhi tornarono su Caramell.
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«Malfoy è stato scagionato!» ESclamò Caramell, visibilmente offESo. «Una famiglia molto antica… donazioni per iniziative eccellenti…»
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«Stai solo ripetendo i nomi di coloro che furono accusati di ESsere Mangiamorte tredici anni fa!» ESclamò Caramell irato. «Puoi benissimo aver letto quei nomi nelle vecchie cronache dei procESsi! Per l’amor del cielo, Silente, il ragazzo ci ha rifilato una storia pazzESca anche alla fine dell’anno scorso, le sue frottole stanno diventando sempre più colossali, e tu le bevi ancora! Il ragazzo sa parlare con i serpenti, Silente, e tu credi ancora che sia degno di fiducia?»
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«Idiota!» urlò la profESsorESsa McGranitt. «Cedric Diggory! Crouch! La loro morte non è stata l’opera casuale di un pazzo!»
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«Non vedo alcuna prova del contrario!» urlò Caramell con uguale rabbia, paonazzo in volto. «A me pare che siate tutti decisi a diffondere un’onDAta di terrore che metterà in serio pericolo tutto ciò per cui abbiamo lavorato in quESti tredici anni!»
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Harry non riusciva a credere alle sue orecchie. Aveva sempre pensato a Caramell come a un uomo gentile, un po’ chiassoso, un po’ pomposo, ma fonDAmentalmente buono. E ora DAvanti a lui c’era un piccolo mago iroso, che si rifiutava categoricamente di accettare l’idea che il suo comodo mondo tranquillo potESse venire turbato… che si rifiutava di credere che Voldemort potESse ESsere risorto.
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«Voldemort è tornato» ripeté Silente, «Se accetti immediatamente quESto fatto, Caramell, e prendi i provvedimenti necESsari, può DArsi che siamo ancora in tempo a salvare la situazione. Il primo passo, il più importante, è sottrarre Azkaban al controllo dei Dissennatori…»
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«Assurdo!» urlò di nuovo Caramell. «DEStituire i Dissennatori! Mi caccerebbero via solo per averlo suggerito! Metà di noi dormono sonni tranquilli solo perché sanno che i Dissennatori fanno la guardia ad Azkaban!»
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«Tutti gli altri dormono sonni meno tranquilli, Cornelius, sapendo che hai affiDAto i più pericolosi seguaci di Voldemort alla sorveglianza di creature che si uniranno a lui nell’istante in cui lui glielo chiederà!» disse Silente. «Non rimarranno fedeli a te, Caramell! Voldemort può offrire loro molte più opportunità di te, la possibilità di ESercitare il loro potere e di divertirsi! Con i Dissennatori DAlla sua, e l’appoggio dei suoi vecchi sostenitori, farai molta fatica a impedirgli di riconquistare il potere che aveva tredici anni fa!»
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Caramell apriva e chiudeva la bocca come se le parole non riuscissero a ESprimere la sua indignazione.
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«La seconDA misura che devi prendere, e subito» lo incalzò Silente, «è manDAre mESsaggeri ai giganti».
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«MESsaggeri ai giganti?» strillò Caramell, ritrovando la favella. «Che follia è quESta?»
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«Tendi loro la mano dell’amicizia, ora, prima che sia troppo tardi» disse Silente, «o Voldemort li convincerà, come ha fatto in passato, che lui solo tra i maghi potrà rEStituire loro diritti e libertà!»
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«Tu… non puoi parlare seriamente!» ESclamò Caramell con voce soffocata, scuotendo la tESta e arretrando ancora DA Silente «Se la comunità magica avESse sentore del fatto che ho avvicinato i giganti… la gente li odia, Silente… la fine della mia carriera…»
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«Sei accecato» disse Silente alzando la voce, l’aura di potere palpabile attorno a lui, gli occhi DArdeggianti, «DAll’amore per la poltrona che occupi, Cornelius! DAi troppa importanza, come hai sempre fatto, alla cosiddetta purezza di sangue! Non riESci a vedere che non è importante ciò che si è alla nascita, ma ciò che si diventa! Il tuo Dissennatore ha appena distrutto l’ultimo membro di una famiglia di sangue purissimo e quanto mai antica — e guarDA che cos’ha scelto di fare quell’uomo della sua vita! Te lo dico ora: prendi i provvedimenti che ti ho suggerito, e verrai ricorDAto come uno dei più grandi e coraggiosi Ministri della Magia che abbiamo mai avuto. Scegli di non agire, e la storia ti ricorderà come l’uomo che si è fatto DA parte, quello che ha concESso a Voldemort una seconDA possibilità di distruggere il mondo che abbiamo cercato di ricostruire!»
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E poi calò il silenzio. MaDAma Chips era immobile ai piedi del letto, le mani sulla bocca. La signora Weasley era ancora accanto a Harry, la mano posata sulla sua spalla per impedirgli di alzarsi. Bill, Ron e Hermione fissavano Caramell, sbalorditi.
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«Se la tua ostinazione nel chiudere gli occhi ti conduce a quESto, Cornelius» rispose Silente, «allora qui le nostre strade si dividono. Devi comportarti come ritieni giusto. E io… io mi comporterò come ritengo giusto».
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«Ora, senti un po’, Silente» disse, agitando un dito minaccioso. «Ti ho lasciato carta bianca, sempre. Ho nutrito molto rispetto per te. Posso anche non ESsermi trovato d’accordo con alcune tue decisioni, ma sono stato generoso. Non sono molti coloro che ti avrebbero permESso di assumere lupi mannari, o di tenere Hagrid, o di decidere cosa insegnare ai tuoi studenti senza risponderne al Ministero. Ma se hai intenzione di agire contro di me…»
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«Il solo contro cui intendo agire» lo interruppe Silente, «è Voldemort. Se sei contro di lui, Cornelius, allora rEStiamo DAlla stESsa parte».
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A quESto, Caramell parve non trovare risposta. Oscillò avanti e indietro sui piccoli piedi per un attimo, rigirando la bombetta tra le mani.
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Alla fine, con un cenno di supplica nella voce, disse: «Non può ESsere tornato, Silente, non è possibile…»
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Piton si fece avanti e superò Silente, sollevando la manica della vESte. TESe l’avambraccio e lo mostrò a Caramell, che si ritrasse.
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«Ecco» disse Piton con voce roca. «Ecco. Il Marchio Nero. Non è netto come un’ora fa, quando è diventato scuro, ma si vede ancora. Ogni Mangiamorte è stato marchiato a fuoco così DAl Signore Oscuro. Era un modo per riconoscerci, e per convocarci a lui. Quando lui toccava il Marchio di qualunque Mangiamorte, dovevamo Smaterializzarci, e Materializzarci immediatamente al suo fianco. È DAll’inizio dell’anno che quESto Marchio ha cominciato a diventare più evidente. Anche quello di Karkaroff. Perché crede che Karkaroff sia fuggito stanotte? Abbiamo sentito entrambi il marchio bruciare. Abbiamo capito entrambi che era tornato. Karkaroff teme la vendetta del Signore Oscuro. Ha tradito troppi dei suoi vecchi compagni per ESsere certo di ESsere il benvenuto».
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Caramell si allontanò anche DA Piton. Scosse la tESta. Pareva che non avESse capito una parola di quello che Piton aveva detto. Fissò, apparentemente disgustato, l’orrendo marchio sul braccio di Piton, poi alzò gli occhi verso Silente e sussurrò: «Non so a che cosa state giocando tu e i tuoi colleghi, Silente, ma ne ho abbastanza. Non ho altro DA aggiungere. Mi metterò in contatto con te domani, per discutere la gEStione di quESta scuola. Ora devo tornare al Ministero».
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Era quasi alla porta quando si fermò. Si voltò, ripercorse la corsia e si fermò DAvanti al letto di Harry.
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«La tua vincita» disse asciutto, EStrasse un sacchetto gonfio DAlla tasca e lo lasciò cadere sul comodino di Harry. «Mille galeoni. Doveva ESserci una cerimonia di consegna, ma DAte le circostanze…»
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Si premette la bombetta in tESta e uscì DAlla stanza, sbattendo la porta. Non appena se ne fu anDAto, Silente si rivolse al gruppo che attorniava il letto di Harry.
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«C’è del lavoro DA fare» disse. «Molly… ho ragione di credere di poter contare su di te e su Arthur?»
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«Ma cerco» rispose la signora Weasley. Era pallidissima, ma decisa. «Lui sa com’è fatto Caramell. È solo per passione per i Babbani che Arthur è rimasto al Ministero per tutti quESti anni. Caramell è convinto che ad Arthur manchi il doveroso orgoglio di mago».
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«Allora ho bisogno di manDArgli un mESsaggio» disse Silente. «Tutti coloro che riusciamo a convincere della verità devono ESsere avvertiti immediatamente, e Arthur è in una buona posizione per avvicinare i membri del Ministero che non sono miopi come Cornelius».
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«Vado io DA papà» disse Bill, alzandosi. «Ci vado subito».
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«Ottimo» disse Silente. «Raccontagli cos’è succESso. Digli che fra breve mi metterò direttamente in contatto con lui. Dovrà comportarsi con discrezione, però. Se Caramell pensasse che interferisco…»
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Batté una mano sulla spalla di Harry, baciò sua madre sulla guancia, s’infilò il mantello e uscì rapido DAlla stanza.
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«Minerva» disse Silente, rivolto alla profESsorESsa McGranitt, «voglio vedere Hagrid nel mio ufficio il più prESto possibile. E anche — se acconsente a venire — MaDAme Maxime».
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La profESsorESsa McGranitt annuì, e uscì senza una parola.
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«Poppy» disse Silente a MaDAma Chips, «sarESti così gentile DA scendere nell’ufficio del profESsor Moody? Credo che troverai un’elfa domEStica di nome Winky in uno stato di profonDA prostrazione. Fai quello che puoi per lei, e riaccompagnala in cucina. Credo che Dobby si occuperà di lei».
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«Molto… molto bene» disse MaDAma Chips allarmata, e uscì.
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Silente si assicurò che la porta fosse chiusa, e che i passi di MaDAma Chips si fossero spenti, prima di parlare di nuovo.
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Piton non aveva urlato né si era ritratto, ma aveva un’ESprESsione di rabbia mista a terrore.
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«Lui!» ringhiò, fissando Sirius, il cui volto ESprimeva altrettanto disgusto. «Che cosa ci fa qui?»
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«È qui dietro mio invito» spiegò Silente, spostando lo sguardo DAll’uno all’altro, «come te, Severus. Ho fiducia in tutti e due. È ora che mettiate DA parte i vecchi dissapori e vi fidiate l’uno dell’altro».
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«Per il momento, mi basterà» disse Silente con un filo d’impazienza «che evitiate ogni aperta ostilità. Stringetevi la mano. Ora state DAlla stESsa parte. Abbiamo poco tempo, e se i pochi che sanno la verità non rEStano uniti, non c’è speranza per nESsuno di noi».
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«Per anDAre avanti quESto basterà» disse Silente, e si mise di nuovo tra i due. «Ora ho un compito per entrambi. L’atteggiamento di Caramell, anche se non giunge inaspettato, cambia tutto. Sirius, ho bisogno che tu parta subito. Devi avvertire Remus Lupin, Arabella Figg, Mundungus Fletcher — il vecchio gruppo. Nasconditi DA Lupin per un po’, ti cercherò lì».
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Voleva che Sirius rEStasse. Non voleva dirgli di nuovo addio così prESto.
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«Mi rivedrai molto prESto, Harry» gli disse Sirius. «Te lo prometto. Ma devo fare quello che posso, capisci, vero?»
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Era un po’ più pallido del solito e i suoi freddi occhi neri erano animati DA uno strano scintillio.
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«Devo anDAre giù» disse alla fine. «Devo vedere i Diggory. Harry… prendi il rESto della pozione. Vi rivedrò tutti più tardi».
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Harry ricadde sui cuscini. Hermione, Ron e la signora Weasley lo guarDAvano. NESsuno di loro parlò per parecchio tempo.
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«Devi bere il rESto della pozione, Harry» disse infine la signora Weasley. Nel prendere la bottiglietta e il calice sfiorò con la mano il sacco pieno d’oro sul comodino. «Dormi. Cerca di pensare a qualcos’altro per un po’… pensa a quello che comprerai con la tua vincita!»
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«Non voglio quell’oro» disse Harry con voce inESprESsiva. «Prendetelo voi. Chiunque può prenderlo. Non avrei dovuto vincerlo. Doveva ESsere di Cedric».
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Quello contro cui aveva lottato fin DA quando era uscito DAl labirinto minacciava ora di sopraffarlo. Avvertì un bruciore, come un solletico agli angoli interni degli occhi. Sbatté le palpebre e fissò il soffitto.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Ora il bruciore gli aveva invaso anche la gola. Si augurò che Ron stESse guarDAndo DA un’altra parte.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
La signora Weasley posò la pozione sul comodino, si chinò e circondò Harry con le braccia. Lui non ricorDAva di ESsere mai stato abbracciato così, come DA una mamma. Il pieno significato di tutto ciò che aveva visto quella notte sembrò precipitargli addosso mentre la signora Weasley lo stringeva a sé. Il viso di sua madre, la voce di suo padre, la vista di Cedric a terra, morto, tutto prESe a vorticare nella sua tESta, finché non contrasse il viso per cercare di opporsi al grido di dolore che lottava per uscire DAlla sua gola.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Si udì un rumore di porte sbattute. La signora Weasley e Harry si separarono. Hermione era in piedi vicino alla finEStra. Teneva qualcosa stretto in mano.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Harry la bevve in un sorso. L’effetto fu istantaneo. Onde pESanti e irrESistibili di un sonno senza sogni gli si rovESciarono addosso. Ricadde nei cuscini, e non pensò più. Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4) |
Ripensandoci, anche a un mESe di distanza, Harry scoprì di ricorDAre molto poco dei giorni seguenti. Era come se ne avESse passate troppe per riuscire ad accettare altro. I ricordi che aveva erano molto dolorosi. Il peggiore, forse, fu l’incontro con i Diggory che ebbe luogo la mattina dopo.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Non lo accusarono di quanto era accaduto; al contrario, lo ringraziarono per aver rEStituito loro il corpo di Cedric. Il signor Diggory fu scosso DAi singhiozzi per gran parte dell’incontro. Il dolore della signora Diggory pareva al di là delle lacrime.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Allora ha sofferto pochissimo» disse, quando Harry le ebbe raccontato com’era morto Cedric. «E dopotutto, Amos… è morto quando aveva appena vinto il Torneo. Doveva ESsere felice».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Quando si furono alzati, guardò Harry e disse: «AdESso baDA a te stESso».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Prendete quESto» le sussurrò. «Doveva ESsere di Cedric, è arrivato per primo, prendetelo…»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
La sera seguente Harry tornò alla Torre di Grifondoro. DA quanto gli avevano raccontato Ron e Hermione, Silente aveva parlato a tutta la scuola quella mattina a colazione. Aveva semplicemente chiESto che lasciassero in pace Harry, che nESsuno gli facESse domande o insistESse per farsi raccontare ciò che era succESso nel labirinto. Moltissimi, osservò Harry, lo scansavano nei corridoi evitando il suo sguardo. Alcuni sussurravano al suo passaggio, nascondendo la bocca con la mano. Immaginò che molti di loro avESsero creduto all’articolo di Rita Skeeter su quanto fosse disturbato e potenzialmente pericoloso. Forse stavano elaborando le loro teorie sulla morte di Cedric. Scoprì che non gliene importava granché. La cosa migliore era stare con Ron e Hermione mentre loro parlavano di altre cose, oppure lo lasciavano star lì in silenzio mentre giocavano a scacchi. Era come se tutti e tre avESsero stretto un patto che non aveva bisogno di parole. Ciascuno di loro era in attESa di un segnale, una parola su quanto stava succedendo al di fuori di Hogwarts, ed era inutile fare congetture finché non avESsero saputo qualcosa di certo. L’unica volta che affrontarono l’argomento fu quando Ron disse a Harry dell’incontro che la signora Weasley aveva avuto con Silente appena prima di tornare a casa.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«È anDAta a chiedergli se quESt’EState potevi venire subito DA noi» disse. «Ma lui vuole che tu torni DAi Dursley, almeno per ora».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Perché?» chiESe Harry.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Ha detto che Silente ha le sue buone ragioni» disse Ron, scuotendo la tESta cupamente. «Immagino che dobbiamo avere fiducia in lui, no?»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
A parte Ron e Hermione, l’unica persona con cui Harry riusciva a parlare era Hagrid. DAl momento che non c’era più un insegnante di DifESa contro le Arti Oscure, quelle ore di lezione erano rimaste vuote. Usarono quella del giovedì pomeriggio per anDAre a trovarlo alla sua capanna. Era una giornata limpiDA e soleggiata; Thor scattò fuori DAlla porta aperta sentendoli avvicinarsi, abbaiando e scodinzolando come un matto.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Una volta entrati, videro due tazzine grandi come secchi con il loro piattino troneggiare sul tavolo di legno DAvanti al camino.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Stavo bevendo una tazza con Olympe» disse Hagrid, «è appena anDAta via».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Chi?» chiESe Ron incuriosito.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«MaDAme Maxime, naturale!» rispose Hagrid.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Non so di cosa stai parlando» disse Hagrid in tono leggero, prendendo altre tazze DAlla credenza. Quando ebbe preparato il tè ed ebbe offerto un vassoio di biscotti pastosi, si abbandonò contro lo schienale della sedia e osservò Harry DA vicino con i suoi occhi nerissimi.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Stai bene?» chiESe con voce burbera.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Lo sapevo che tornava» disse Hagrid. Harry, Ron e Hermione lo guarDArono spaventati. «Lo sapevo DA anni, Harry. Lo sapevo che era là fuori ad aspettare l’occasione buona. Doveva succedere. Be’, adESso è succESso, e dobbiamo anDAre avanti. Combatteremo. Forse ce la facciamo a fermarlo in tempo. QuESto è il piano di Silente, comunque. Grand’uomo, Silente. Finché abbiamo lui, non sono preoccupato».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Hagrid sollevò le sopracciglia cESpugliose notando l’ESprESsione incredula stampata sui volti dei tre amici.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Il petto di Hagrid si gonfiò mentre guarDAva Harry. «Hai fatto quello che avrebbe fatto tuo padre, e non c’è lode più grande di quESta».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Harry gli rispose con un sorriso. Era la prima volta DA giorni che sorrideva.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Che cosa ti ha chiESto di fare Silente, Hagrid?» gli chiESe. «Ha manDAto la profESsorESsa McGranitt a chiedere a te e a MaDAme Maxime di incontrarlo… quella notte».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Mi ha trovato un lavoretto per l’EState» disse Hagrid. «Segreto, però. Non dovrei parlarne, neanche con voi tre. Olympe… MaDAme Maxime forse viene con me. Credo che viene. Credo che l’ho convinta».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Può DArsi» rispose evasivo. «Ora… volete venire con me a trovare l’ultimo Schiopodo? Stavo scherzando… stavo scherzando!» ripeté in fretta, guarDAndo le loro facce.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Fu con il cuore opprESso che Harry preparò il baule la sera prima del suo ritorno a Privet Drive. Temeva il Banchetto d’Addio, che di solito era l’occasione per grandi fESteggiamenti e il momento della proclamazione del vincitore della Coppa delle Case. Fin DA quando era uscito DAll’infermeria aveva evitato di entrare in Sala Grande quando era gremita, e aveva preferito mangiare quando era quasi vuota, per evitare gli sguardi dei suoi compagni.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Quando lui, Ron e Hermione entrarono nella Sala, videro subito che mancavano le consuete decorazioni. La Sala Grande di solito era addobbata con i colori della casa vincitrice in occasione della fESta di fine anno. Quella sera, invece, c’erano stenDArdi neri sulla parete dietro il tavolo degli insegnanti. Harry capì subito che erano lì in segno di rispetto per Cedric.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Il vero Malocchio Moody era al tavolo degli insegnanti; la gamba di legno e l’occhio magico erano tornati al loro posto. Era EStremamente nervoso, e sobbalzava tutte le volte che qualcuno gli rivolgeva la parola. Harry non poté biasimarlo: la sua paura di ESsere aggredito doveva ESsere ben aumentata in dieci mESi di prigionia nel proprio baule. La sedia del profESsor Karkaroff era vuota. Harry si chiESe, mentre prendeva posto con gli altri di Grifondoro, dove si trovava in quel momento, e se Voldemort era riuscito a raggiungerlo.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
MaDAme Maxime invece era lì. Era seduta vicino a Hagrid. Parlavano piano. Più in là, vicino alla profESsorESsa McGranitt, c’era Piton. I suoi occhi indugiarono su Harry per un istante, mentre Harry ricambiava lo sguardo. La sua ESprESsione era difficile DA interpretare. Sembrava acido e sgradevole come sempre. Harry continuò a osservarlo anche dopo che lui ebbe distolto lo sguardo.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Che cos’era che Piton aveva fatto su ordine di Silente, la notte del ritorno di Voldemort? E perché… perché… Silente era così convinto che Piton fosse DAvvero DAlla loro parte? Era la loro spia, l’aveva detto Silente nel Pensatoio. Piton era diventato una spia contro Voldemort, “a suo rischio e pericolo”. Era quello il compito che si era assunto di nuovo? Aveva prESo contatto con i Mangiamorte, forse? Aveva finto di non ESsere mai DAvvero passato DAlla parte di Silente, di aver semplicemente, come Voldemort stESso, aspettato l’occasione propizia?
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Fu Silente, alzandosi a porre fine alle riflESsioni di Harry. La Sala Grande, che era già meno rumorosa di quanto non fosse di solito al Banchetto d’Addio, cadde nel silenzio.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Siamo alla fine» ESordì Silente, facendo scorrere lo sguardo su tutti loro «di un altro anno».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Fece una pausa, e i suoi occhi si posarono sul tavolo di Tassorosso. Il loro era il tavolo più taciturno già DA prima che Silente si alzasse, e i loro volti erano anche i più tristi e pallidi della Sala.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Ci sono molte cose che vorrei dire a tutti voi stasera» disse Silente, «ma prima di tutto devo ricorDAre la perdita di una persona molto bella, che dovrebbe ESsere seduta qui» — e fece un gESto verso il tavolo di Tassorosso — «a godersi il Banchetto con noi. Vorrei che tutti voi, per favore, vi alzaste e brinDAste a Cedric Diggory».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Cedric era una persona che riuniva in sé molte delle qualità che distinguono la casa di Tassorosso» riprESe Silente. «Era un amico buono e fedele, un gran lavoratore, credeva nel gioco leale. La sua morte ha toccato tutti voi, che lo conoscESte o no. Credo che abbiate il diritto, dunque, di sapere ESattamente com’è succESso».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Cedric Diggory è stato assassinato DA Voldemort».
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Un sussurro terrorizzato spazzò la Sala Grande. Tutti fissarono Silente increduli e atterriti. Lui rimase perfettamente calmo a guarDArli confabulare, e poi tacere di nuovo.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Il Ministero della Magia» riprESe Silente, «non vorrebbe che ve lo dicESsi. È possibile che alcuni dei vostri genitori si scanDAlizzeranno per ciò che ho fatto: perché non vogliono credere al ritorno di Voldemort, o perché sono convinti che non dovrei dirvelo, giovani come siete. È mia convinzione, tuttavia, che la verità sia generalmente preferibile alle menzogne, e che ogni tentativo di fingere che Cedric sia morto in seguito a un incidente, o a un errore DA lui commESso, sia un insulto alla sua memoria».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Tutti quanti in Sala erano rivolti a Silente, stupefatti e sconvolti… o meglio, quasi tutti. Al tavolo di Serpeverde, Harry vide Draco Malfoy bofonchiare qualcosa a Tiger e Goyle. Harry sentì lo stomaco contrarsi per la rabbia, una rabbia folle e bruciante. Si costrinse a guarDAre di nuovo verso Silente.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«C’è qualcun altro che dev’ESsere ricorDAto in merito alla morte di Cedric» continuò Silente. «Naturalmente sto parlando di Harry Potter».
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Un mormorio percorse la Sala Grande, mentre poche tESte si voltavano DAlla parte di Harry prima di tornare rapide a Silente.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Harry Potter è riuscito a sfuggire a Voldemort» disse Silente. «Ha rischiato la vita per riportare il corpo di Cedric a Hogwarts. Ha dimostrato, in tutti i sensi, il coraggio che pochi maghi hanno mostrato nell’affrontare Voldemort, e per quESto io gli rendo onore».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Silente si voltò con gravità verso Harry, e levò di nuovo il calice. Quasi tutti in Sala Grande lo imitarono subito. Mormorarono il suo nome, come avevano mormorato quello di Cedric, e bevvero alla sua salute. Ma DA uno spazio vuoto tra le persone in piedi, Harry notò che Malfoy, Tiger, Goyle e molti degli altri Serpeverde erano rimasti seduti al loro posto in segno di sfiDA, senza toccare i calici. Silente, che dopotutto non possedeva occhi magici, non li vide.
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Quando tutti si furono rimESsi a sedere, Silente riprESe: «Lo scopo del Torneo Tremaghi era di approfondire e promuovere l’intESa tra maghi. Alla luce di quanto è accaduto — il ritorno di Voldemort — quESti legami sono più importanti che mai».
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Silente spostò lo sguardo DA MaDAme Maxime e Hagrid a Fleur Delacour e ai suoi compagni di Beauxbatons, a Viktor Krum e ai ragazzi di Durmstrang al tavolo di Serpeverde. Krum, osservò Harry, era guardingo, quasi spaventato, come se si aspettasse che Silente dicESse qualcosa di terribile.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Tutti gli ospiti di quESta Sala» disse Silente, e i suoi occhi indugiarono sugli studenti di Durmstrang, «saranno i benvenuti qui, in qualunque momento, quando vorranno venire. Ripeto ancora una volta a tutti voi: alla luce del ritorno di Voldemort, siamo forti solo se uniti, deboli se divisi.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«L’abilità di Voldemort nel seminare discordia e inimicizia è molto grande. Possiamo combatterla solo mostrando un legame altrettanto forte di amicizia e fiducia. Le differenze di abitudini e linguaggio non sono nulla se i nostri scopi sono gli stESsi e i nostri cuori sono aperti.
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«È mia convinzione — e non ho mai dESiderato tanto di sbagliarmi — che stiamo tutti per affrontare tempi oscuri e difficili. Alcuni di voi in quESta Sala hanno già subito terribili sofferenze a opera di Voldemort. Molte delle vostre famiglie sono state distrutte. Una settimana fa, uno studente ci è stato portato via.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«RicorDAtevi di Cedric. Quando e se per voi dovESse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto è ciò che è facile, ricorDAte cos’è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Voldemort. RicorDAtevi di Cedric Diggory».
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I bagagli di Harry erano pronti; Edvige era di nuovo rinchiusa nella sua gabbia, in cima al baule. Nella Sala d’IngrESso affollata, Harry, Ron e Hermione, insieme agli altri del quarto anno, aspettavano l’arrivo delle carrozze che li avrebbero portati alla stazione di Hosgmeade. Era un’altra bella giornata EStiva. Harry suppose che quella sera al suo arrivo Privet Drive sarebbe stata calDA e fronzuta, le aiuole un tripudio di colori. Ma il pensiero non gli suscitò alcuna gioia.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Si voltò. Fleur Delacour saliva di corsa i gradini di pietra DAvanti al castello. Dietro di lei, lontano nel parco, Harry vide Hagrid aiutare MaDAme Maxime a mettere i finimenti a due cavalli giganti. La carrozza di Beauxbatons era pronta a partire.
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«Au revoir, a prESto» disse Fleur avvicinandosi con la mano tESa. «Spera di trovare lavoro qui, per ameliorare il mio inglESe».
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L’umore di Harry non poté non migliorare un po’ mentre guarDAva Fleur correre nel prato verso MaDAme Maxime, i capelli argentei che scintillavano al sole.
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«Karkaroff gofernafa un bel niente» disse una voce burbera. «Stava in sua cabina e faceva laforare noi». Krum era venuto a dire addio a Hermione. «Posso con te parlare uno momento?» le chiESe.
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Ma lasciò che fosse Harry a sorvegliare l’arrivo delle carrozze, e passò i minuti seguenti allungando il collo al di sopra della folla per cercare di vedere che cosa facevano Krum e Hermione. I due tornarono molto prESto. Ron scoccò a Hermione uno sguardo penetrante, ma lei rimase impassibile.
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Krum alzò le spalle. TESe la mano come aveva fatto Fleur, strinse quella di Harry e poi quella di Ron.
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Ron sembrava preDA di un doloroso conflitto interiore. Krum aveva già cominciato ad allontanarsi, quando Ron non si trattenne più: «Mi fai l’autografo?»
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Hermione distolse lo sguardo e sorrise alle carrozze senza cavalli che risalivano pESantemente il viale, mentre Krum, sorprESo ma lusingato, firmava un foglio di pergamena per Ron.
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Durante il viaggio di ritorno a King’s Cross, il tempo non avrebbe potuto ESsere più diverso DA quello del viaggio di anDAta. Non c’era nemmeno una nuvola in cielo. Harry, Ron e Hermione erano riusciti a trovare uno scompartimento tutto per loro. Leo era stato di nuovo nascosto sotto l’abito DA sera di Ron, per impedirgli di continuare a ululare. Edvige dormicchiava, la tESta sotto l’ala, e Grattastinchi era acciambellato su un sedile vuoto come un grosso, peloso cuscino rossiccio. Harry. Ron e Hermione parlarono più a lungo e più liberamente del rESto della settimana, mentre il treno li portava sfrecciando verso sud. Era come se il discorso di Silente alla fESta di fine anno avESse sbloccato Harry. Era meno doloroso, ora, discutere dell’accaduto. Solo all’arrivo del carrello del pranzo interruppero le loro congetture sui provvedimenti che forse in quello stESso momento Silente stava prendendo per fermare Voldemort.
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Quando Hermione tornò DAl carrello, rimise il denaro nella borsa dei libri e ne sfilò una copia della Gazzetta del Profeta.
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Harry la guardò, senza sapere se voleva veramente scoprire che cosa c’era scritto, ma Hermione, intercettato il suo sguardo, disse tranquillamente: «Non c’è niente qui sopra. Puoi guarDAre anche tu, ma non c’è niente di niente. Controllo tutti i giorni. Solo un articoletto il giorno dopo la terza prova, che diceva che avevi vinto il Torneo. Non hanno nemmeno fatto cenno a Cedric. Non ne parlano proprio. Secondo me, Caramell li sta costringendo a starsene tranquilli».
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«Oh, Rita non ha scritto nemmeno una riga DAlla terza prova» rispose Hermione, in tono stranamente controllato. «In effetti» aggiunse, e ora la sua voce ebbe un lieve tremito, «Rita Skeeter non scriverà proprio niente per un po’. A meno che non voglia che io vuoti il sacco su di lei».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Harry ebbe l’imprESsione che Hermione morisse DAlla voglia di raccontarlo DA giorni, ma che si fosse trattenuta per via dell’accaduto.
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«Come faceva?» chiESe subito Harry.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Come hai fatto a scoprirlo?» chiESe Ron, fissandola stupefatto.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Be’, sei stato tu, veramente, a DArmi l’idea, Harry» rispose lei.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Io?» chiESe Harry, perplESso. «E come?»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Oh, non cimici elettroniche» disse Hermione. «No, vedete… Rita Skeeter» — la voce di Hermione tremò di tranquillo trionfo — «è un Animagus non iscritto al registro. Sa trasformarsi…» EStrasse DAlla borsa un barattolino di vetro sigillato. «… in uno scarabeo».
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«Non è possibile… stai scherzando…» sussurrò Ron. PrESe il barattolo e lo avvicinò agli occhi.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«No che non scherzo» disse Hermione, raggiante. «L’ho catturata sul DAvanzale dell’infermeria. GuarDAte bene, e vedrete che i segni attorno alle antenne sono identici a quei suoi orrendi occhiali».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Harry guardò bene, e vide che aveva ragione. Gli venne in mente qualcosa. «C’era uno scarabeo sulla statua la notte che abbiamo sentito Hagrid raccontare di sua madre a MaDAme Maxime!»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Proprio così» rispose Hermione. «E Viktor mi ha tolto uno scarabeo DAi capelli dopo che avevamo parlato vicino al lago. E se non mi sbaglio di grosso, Rita era appollaiata sul DAvanzale dell’aula di Divinazione il giorno che ti faceva male la cicatrice. È tutto l’anno che ronza in giro in cerca di storie».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Stava parlando con lei, e la teneva in mano» spiegò Hermione. «Lui sapeva, naturalmente. È così che lei ha ottenuto tutte quelle belle intervistine con i Serpeverde. A loro non importava che lei facESse qualcosa di illegale, pur di raccontarle cose orribili su di noi e su Hagrid».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Hermione sfilò il barattolo DAlla mano di Ron e sorrise allo scarabeo, che ronzò rabbioso contro il vetro.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Le ho detto che la lascerò uscire quando saremo tornati a Londra» disse Hermione. «Ho imposto un IncantESimo Infrangibile sul barattolo, sapete, così non può trasformarsi. E le ho detto che deve tenere la piuma chiusa in borsetta per un anno intero. Vediamo se riESce a perdere l’abitudine di scrivere tremende bugie sulla gente».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«DAvvero brillante, Granger» disse Draco Malfoy.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Allora» disse Malfoy lentamente, avanzando appena nello scompartimento e volgendo lo sguardo su di loro, un ghigno beffardo che gli incrESpava le labbra. «Tu hai catturato una giornalista patetica, e Potter è di nuovo il cocco di Silente. Magnifico».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Stiamo cercando di non pensarci, vero?» continuò Malfoy con voce morbiDA, guarDAndo tutti e tre, uno alla volta. «Stiamo cercando di far finta che non sia succESso?»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Non si era trovato vicino a Malfoy DA quando l’aveva visto confabulare con Tiger e Goyle durante il discorso di Silente su Cedric. Udì qualcosa risuonargli nelle orecchie. La sua mano afferrò e strinse la bacchetta sotto la vESte.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Fu come se qualcuno avESse fatto ESplodere una cassa di fuochi d’artificio nello scompartimento. Accecato DAl bagliore degli incantESimi che erano schizzati DA tutte le parti, assorDAto DA una serie di scoppi, Harry strizzò le palpebre, e guardò sul pavimento.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Malfoy, Tiger e Goyle erano distESi sulla soglia, privi di sensi. Lui, Ron e Hermione erano in piedi. Ciascuno di loro aveva scagliato un incantESimo diverso. E non erano i soli.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Un risultato interESsante» disse, guarDAndo Tiger. «Chi è stato a usare l’IncantESimo Furnunculus?»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Curioso» disse George con leggerezza. «Io ho usato la Fattura Gambemolli. A quanto pare non bisognerebbe mEScolarli. È come se gli fossero spuntati dei piccoli tentacoli su tutta la faccia. Be’, non lasciamoli qui, non fanno molto per migliorare l’arreDAmento».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Ron, Harry e George calciarono, rotolarono e spinsero i corpi svenuti di Malfoy, Tiger e Goyle — tutti e tre assai malridotti, visto il miscuglio di incantESimi che li avevano bersagliati — nel corridoio, poi tornarono nello scompartimento e chiusero la porta.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Qualcuno vuole giocare a Spara Schiocco?» propose Fred, EStraendo un mazzo di carte.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Erano nel bel mezzo della quinta partita quando Harry decise di fare la domanDA.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Bagman?» ESclamò Harry in tono brusco. «State dicendo che era coinvolto nel…»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Fred ESitò, poi disse: «Vi ricorDAte che avevamo scommESso con lui alla Coppa del Mondo di Quidditch? Che avrebbe vinto l’IrlanDA, ma Krum avrebbe prESo il Boccino?»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Be’, quell’idiota ci ha pagato con l’oro dei Lepricani che aveva prESo alle mascotte dell’IrlanDA».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Ma… dev’ESsere stato un incidente, no?» disse Hermione.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
George scoppiò in una risata molto amara. «Sì, è quello che abbiamo pensato anche noi, all’inizio. Abbiamo pensato che scrivendogli, dicendogli che aveva fatto un errore, avrebbe sganciato i nostri soldi. Ma niente DA fare. Ha ignorato la nostra lettera. Abbiamo cercato di parlargli un sacco di volte a Hogwarts, ma trovava sempre qualche scusa per sfuggirci».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Alla fine, è diventato odioso» aggiunse Fred. «Ci ha detto che eravamo troppo giovani per il gioco d’azzardo, e che non ci avrebbe DAto un bel niente».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Allora abbiamo chiESto che ci rEStituisse il nostro denaro» disse George, arrabbiato.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Non dirmelo» disse George. «Naturalmente alla fine abbiamo scoperto che cosa stava succedendo. Anche il padre di Lee JorDAn ha fatto fatica a ottenere DA Bagman il denaro che gli spettava. È venuto fuori che era nei pasticci con i goblin. Ha prESo in prEStito DA loro un sacco di denaro. Una loro banDA lo ha assalito nel bosco dopo la Coppa del Mondo e gli ha portato via tutto l’oro che aveva, e non è nemmeno bastato a coprire tutti i suoi debiti. L’hanno seguito fino a Hogwarts per tenerlo d’occhio. Ha perso tutto al gioco. Non ha più un galeone. E lo sapete quell’imbecille come ha cercato di risarcire i goblin?»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Come?» chiESe Harry.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Ha puntato su di te, amico» disse Fred. «Ha fatto una grossa giocata, scommettendo che avrESti vinto il Torneo. Contro i goblin».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Allora è per quello che cercava di aiutarmi a vincere!» ESclamò Harry. «Be’… ho vinto, no? Quindi può rEStituirvi il vostro denaro!»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«No» disse George, scuotendo il capo. «I goblin giocano sporco quanto lui. Dicono che tu hai pareggiato con Diggory, e Bagman aveva scommESso che sarESti stato il primo assoluto. Cosi è dovuto fuggire. È scappato subito dopo la terza prova».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Il rESto del viaggio fu abbastanza piacevole. Harry si scoprì a dESiderare che continuasse per tutta l’EState, in modo DA non arrivare mai a King’s Cross… ma come aveva imparato quell’anno nel modo più duro, il tempo non rallenta quando ti aspetta qualcosa di sgradevole, e ben prESto — troppo prESto — l’ESprESso di Hogwarts rallentò e si fermò sul binario nove e tre quarti. Il rumore e la confusione consueti riempirono i corridoi mentre gli studenti cominciavano a scendere. Ron e Hermione scavalcarono con difficoltà Malfoy, Tiger e Goyle, trascinando i bauli.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
I gemelli si voltarono. Harry aprì il baule ed EStrasse la vincita del Tremaghi.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Sei pazzo» disse George, cercando di rEStituirlo a Harry.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«No» disse Harry. «Prendetelo voi, e anDAte avanti con le vostre invenzioni. È per il negozio di scherzi».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Sentite» disse Harry con fermezza. «Se non lo prendete voi, lo butto in un tombino. Non lo voglio e non mi serve. Ma un po’ di risate mi farebbero bene. Un po’ di risate farebbero bene a tutti. Ho la sensazione che ben prESto ne avremo bisogno più del solito».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Harry» disse George debolmente, soppESando il sacchetto con il denaro, «ci devono ESsere un migliaio di galeoni qui dentro».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Solo una cosa, non dite a vostra madre dove li avete prESi… anche se può DArsi che non abbia più tanta voglia di farvi entrare al Ministero, adESso che ci penso…»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Harry» ESordì Fred, ma Harry EStrasse la bacchetta.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Senti» disse in tono deciso, «prendilo, o ti sparo un incantESimo. AdESso ne so di belli. Fatemi solo un favore, ok? Comprate a Ron un abito DA sera, e ditegli che è un regalo DA parte vostra».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Uscì DAllo scompartimento prima che potESsero aggiungere qualcosa, scavalcando Malfoy, Tiger e Goyle, che erano ancora lunghi distESi, coperti di ammaccature di incantESimi.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Zio Vernon lo stava aspettando oltre la barriera. La signora Weasley era lì vicina. Abbracciò stretto Harry quando lo vide, e gli sussurrò all’orecchio: «Credo che Silente ti lascerà venire DA noi più avanti. Teniamoci in contatto, Harry».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Ci vediamo, Harry» disse Ron, DAndogli una manata sulla schiena.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
«Arrivederci, Harry!» ESclamò Hermione, e poi fece una cosa che non aveva mai fatto prima: gli diede un bacio sulla guancia.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Harry gli strizzò l’occhio, si voltò verso zio Vernon e lo seguì in silenzio fuori DAlla stazione. Non era ancora il caso di preoccuparsi, si disse salendo sul sedile posteriore dell’auto dei Dursley.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4) |
Il giorno più caldo dell’EState — almeno fino a quel momento — volgeva al termine e un silenzio sonnacchioso gravava sulle grandi case quadrate di Privet Drive. Le automobili di solito scintillanti sostavano impolverate nei vialetti e i prati un tempo verde smeraldo si stendevano incartapecoriti e giallognoli, perché l’irrigazione era stata proibita a causa della siccità. In mancanza delle loro consuete occupazioni — lavare l’auto e falciare il prato — gli abitanti di Privet Drive si erano rintanati nella penombra delle loro case frESche, con le finEStre spalancate nella speranza di indurre una brezza inESistente a entrare. La sola persona rimasta all’aperto era un adolEScente che giaceva lungo distESo sulla schiena in un’aiuola fuori DAl numero quattro.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Era un ragazzo magro, occhialuto, DAi capelli neri, con l’aria sciupata e un po’ malsana di chi è crESciuto molto in poco tempo. I suoi jeans erano laceri e sporchi, la sua T-shirt larga e sbiadita, e le suole delle scarpe DA tennis si stavano scollando. L’aspetto di Harry Potter non lo rendeva caro ai vicini, persone convinte che la trascuratezza dovrebbe ESsere punita per legge, ma poiché quella sera si era nascosto dietro un grosso cESpuglio di ortensie, era del tutto invisibile ai passanti. In effetti, avrebbe potuto ESsere individuato solo se suo zio Vernon o sua zia Petunia avESsero ficcato la tESta fuori DAlla finEStra del salotto e guarDAto diritto dentro l’aiuola.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Nel complESso, Harry era convinto di aver avuto un’ottima idea a nascondersi lì. Forse non stava molto comodo, distESo sulla dura terra calDA, ma d’altra parte nESsuno lo guarDAva storto, né digrigliava i denti così forte DA impedirgli di ascoltare il notiziario, né gli sparava domande perfide, com’era succESso tutte le volte che aveva tentato di sedersi in salotto a guarDAre la televisione con gli zii.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Come se quESto pensiero fosse entrato fluttuando DAlla finEStra aperta, Vernon Dursley, lo zio di Harry, parlò all’improvviso.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Sono lieto di vedere che il ragazzo ha smESso di girarci fra i piedi. Dov’è, comunque?»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«GuarDAre il telegiornale…» disse, sprezzante. «Vorrei sapere che cos’ha DAvvero in tESta. Come se a un ragazzo normale potESse importare di quello che dicono al telegiornale… Dudley non ha idea di quello che succede; credo che non sappia nemmeno chi è il Primo Ministro! Comunque, non ci può ESsere qualcosa che riguarDA i suoi simili nel nostro telegiornale…»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Vernon, ssst!» disse zia Petunia. «La finEStra è aperta!»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Oh… sì… scusa, tESoro».
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
I Dursley tacquero. Harry ascoltò uno spot sui cereali Fruit ’n’ Bran mentre osservava la signora Figg, una vecchia matta amante dei gatti che abitava nella vicina Wisteria Walk, passare lemme lemme. Era accigliata e borbottava tra sé. Harry fu molto contento di ESsere nascosto dietro il cESpuglio, perché la signora Figg di recente aveva prESo l’abitudine di invitarlo a bere il tè tutte le volte che lo incontrava per la straDA. Aveva svoltato l’angolo ed era scomparsa, quando la voce di zio Vernon uscì di nuovo DAlla finEStra.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Dud è fuori per la merenDA?»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«DAi Polkiss» disse zia Petunia, affettuosa. «Ha tanti amichetti, gli vogliono tutti così bene…»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry soffocò a fatica uno sbuffo. I Dursley erano straordinariamente stupidi quando si trattava del figlio Dudley. Si erano bevuti tutte le sue ottuse bugie sul fatto di ESsere invitato a merenDA DA un membro diverso della sua banDA ogni sera delle vacanze EStive. Harry sapeva benissimo che Dudley non era invitato DA nESsuna parte a merenDA; lui e la sua banDA passavano tutte le sere a fare a pezzi il parco giochi, fumare agli angoli delle strade e tirar sassi alle auto e ai bambini di passaggio. Harry li aveva visti all’opera durante le sue passeggiate serali per Little Whinging; aveva trascorso gran parte dell’EState vagando per le strade a recuperare giornali DAi cEStini.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
L’attacco della sigla del notiziario delle sette raggiunse le orecchie di Harry e il suo stomaco si contrasse. Forse quella — dopo un mESe di attESa — sarebbe stata la sera giusta.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Un numero record di vacanzieri bloccati affolla gli aeroporti mentre lo sciopero degli addetti spagnoli ai bagagli entra nella seconDA settimana…»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Gli affibbierei una bella siESta eterna, io, a quelli là» ringhiò zio Vernon in coDA alla frase del giornalista, ma fuori, dentro l’aiuola, lo stomaco di Harry si rilassò. Se fosse succESso qualcosa, certo sarebbe stata la prima notizia; morte e distruzione erano più importanti dei vacanzieri bloccati.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Emise un lungo, lento rESpiro e scrutò il cielo di un azzurro luminoso. Tutti i giorni di quell’EState erano uguali: la tensione, l’attESa, il temporaneo sollievo, e poi la tensione che saliva di nuovo… e la domanDA si faceva sempre più insistente: perché non era ancora succESso nulla?
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Rimase in ascolto, nel caso ci fosse qualche piccolo indizio, non riconosciuto DAi Babbani per quello che era DAvvero: una scomparsa inspiegabile, forse, o qualche strano incidente… ma lo sciopero degli addetti ai bagagli fu seguito DAlla siccità nel Sud-ESt («Spero che il vicino stia ascoltando!» borbottò zio Vernon. «Lui e i suoi innaffiatoi accESi alle tre del mattino!»), poi un elicottero che aveva rischiato di precipitare in un campo nel Surrey, poi il divorzio di una celebre attrice DAl suo celebre marito («Come se a noi interESsassero le loro sordide storielle» disse tirando su col naso zia Petunia, che aveva seguito il caso morbosamente in tutte le riviste su cui era riuscita a mettere le ossute mani).
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry chiuse di nuovo gli occhi contro il cielo ormai fiammeggiante mentre il giornalista leggeva: «… e infine, Bungy il pappagallino ha trovato un nuovo modo per passare una frESca EState. Bungy, che vive alle Cinque Piume di Barnsley, ha imparato a fare lo sci d’acqua! Mary Dorkins ci è anDAta per noi».
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry aprì gli occhi. Se erano arrivati ai pappagallini dediti allo sci d’acqua, non ci sarebbe stato nient’altro che valESse la pena di ascoltare. Rotolò cauto sulla pancia e si alzò su gomiti e ginocchia, pronto a strisciar fuori DA sotto la finEStra.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Si era spostato forse di cinque centimetri quando succESsero parecchie cose in rapiDA sequenza.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Un forte, echeggiante crac infranse il silenzio sonnacchioso come un colpo di fucile; un gatto sgattaiolò fuori DA sotto un’auto parcheggiata e filò via; uno strillo, un’imprecazione sorDA e un rumore di porcellana infranta uscirono DAl salotto dei Dursley e, quasi fosse il segnale che aspettava, Harry balzò in piedi sfilando DAlla vita dei pantaloni una sottile bacchetta di legno come se sfoderasse una spaDA… ma prima che potESse raddrizzarsi del tutto, la sua tESta urtò contro la finEStra aperta dei Dursley. Il frastuono che seguì fece strillare zia Petunia ancora più forte.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry si sentì la tESta come spaccata in due. Con gli occhi lacrimanti, barcollò, tentando di mettere a fuoco la straDA per individuare la fonte del rumore, ma si era a stento rimESso in piedi quando due manone violacee si protESero DAlla finEStra per serrarsi attorno alla sua gola.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Mettila… via!» ringhiò zio Vernon nell’orecchio di Harry. «.AdESso! Prima… che… qualcuno… la… veDA!»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Lasciami… anDAre!» boccheggiò Harry. Per qualche istante lottarono: Harry tirava le dita a salsiccia dello zio con la mano sinistra, e con la dEStra manteneva una salDA prESa sulla bacchetta alzata; poi Harry sentì una fitta acuta alla sommità della tESta: zio Vernon guaì e lo lasciò anDAre come se avESse ricevuto una scarica elettrica. Una forza invisibile sembrava aver attraversato suo nipote, rendendo impossibile trattenerlo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Ansante, Harry cadde in avanti sul cESpuglio di ortensie, si rialzò e si guardò intorno. Non c’era traccia di ciò che aveva provocato la forte ESplosione, ma c’erano molte facce che sbucavano DA molte finEStre vicine. Harry infilò in fretta la bacchetta al suo posto nei jeans e cercò di assumere un’aria innocente.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Serata deliziosa!» urlò zio Vernon salutando con la mano la signora del numero sette di fronte, che lo guarDAva torva DA dietro le tende a rete. «Sentito che ritorno di fiamma? Io e Petunia ci siamo prESi un colpo!»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Continuò a sorridere in un modo orribile, maniacale, finché tutti i vicini curiosi non furono scomparsi DAlle varie finEStre; poi mutò il sorriso in una smorfia di rabbia, e fece cenno a Harry di avvicinarsi.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry mosse qualche passo avanti, baDAndo a fermarsi appena prima del punto in cui le mani tESe di zio Vernon avrebbero potuto riprendere a strangolarlo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Che cosa diavolo intendevi fare, ragazzo?» chiESe zio Vernon con voce rasposa, tremante di furia.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Che cosa intendevo fare in che senso?» ribatté Harry, gelido. Continuava a guarDAre a dEStra e sinistra lungo la straDA, nella speranza di vedere il rESponsabile dell’ESplosione.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Quel fracasso DA pistola proprio fuori DAlla nostra…»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Perché stavi appostato sotto la finEStra?»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Sì, sì, hai ragione, Petunia! Che cosa ci facevi sotto la nostra finEStra, ragazzo?»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Non fare il furbo con me, ragazzo! Voglio sapere che cos’hai DAvvero in mente… e non rifilarmi più quESte sciocchezze sul fatto che vuoi ascoltare il telegiornale! Sai perfettamente che i tuoi simili…»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«QuESto lo dite voi» replicò Harry.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
I Dursley lo guarDArono con gli occhi sbarrati per qualche istante, poi zia Petunia disse: «Sei un perfido piccolo bugiardo. Che cosa fanno…» e anche lei abbassò la voce, tanto che Harry dovette leggerle le labbra per il rESto della frase «…tutti quei gufi, se non portarti notizie?»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Aha!» ESclamò zio Vernon in un sussurro trionfante. «Vediamo come te la cavi adESso, ragazzo! Come se non lo sapESsimo, che tutte le notizie ti arrivano con quegli uccelli pEStilenziali!»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry ESitò un momento. Gli costava dire la verità, quESta volta, anche se gli zii non potevano sapere quanto soffriva ad ammetterlo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«I gufi… non mi stanno portando nESsuna notizia» confESsò, con voce piatta.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Be’, quESta sì che è una notizia» rispose Harry, che si stava arrabbiando, e prima che i Dursley potESsero richiamarlo indietro, si voltò, attraversò il prato, scavalcò il muretto del giardino e marciò su per la straDA.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Era nei guai, e lo sapeva. Avrebbe dovuto affrontare gli zii più tardi e pagare il prezzo della sua insolenza, ma al momento non gl’importava granché; aveva quEStioni molto più gravi per la tESta.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Era sicuro che l’ESplosione fosse stata provocata DA qualcuno che si Materializzava o si Smaterializzava. Era ESattamente il rumore che faceva Dobby l’elfo domEStico quando svaniva nel nulla. Possibile che Dobby fosse lì in Privet Drive? Che lo stESse seguendo proprio in quell’istante? Nel pensarlo, Harry si voltò a guarDAre Privet Drive, che però appariva completamente dESerta. Ed era certo che Dobby non sapESse rendersi invisibile.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Continuò a camminare, senza nemmeno pensare a che straDA stava facendo, perché di recente aveva battuto quelle vie così spESso che i piedi lo portavano automaticamente verso i suoi rifugi preferiti. Ogni due o tre passi si guarDAva alle spalle. Un ESsere magico era vicino a lui quando era distESo tra le begonie morenti di zia Petunia, ne era certo. Perché non gli aveva rivolto la parola, perché non aveva cercato un contatto, perché ora si nascondeva?
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Forse non era un rumore magico, dopotutto. Forse lui era così avido del minimo segno di contatto DA parte del suo mondo che aveva solo una reazione eccESsiva a rumori perfettamente ordinali. Poteva ESsere certo che non fosse stato il fragore di qualcosa che si rompeva in casa di un vicino?
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Provò la sorDA sensazione che lo stomaco gli sprofonDAsse e, prima che se ne rendESse conto, la disperazione che lo aveva afflitto tutta l’EState gli fu di nuovo addosso.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
L’indomani mattina avrebbe mESso la sveglia alle cinque, in modo DA poter pagare il gufo che consegnava La Gazzetta del Profeta: ma aveva senso continuare a comprarla? Harry DAva appena un’occhiata alla prima pagina e poi la gettava via; quando quegli idioti del giornale avESsero finalmente capito che Voldemort era tornato, sarebbe stata una notizia DA titoloni, ed era l’unico genere di notizie che gli interESsava.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Se avESse avuto fortuna, ci sarebbero stati anche i gufi dei suoi migliori amici Ron e Hermione, anche se la speranza che le loro lettere gli portassero notizie si era infranta DA tempo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Non possiamo dire molto di Tu-Sai-Chi, ovviamente… Ci è stato raccomanDAto di non scrivere niente d’importante nel caso che le lettere vaDAno perse… Abbiamo parecchio DA fare ma non posso spiegarti i dettagli… Stanno succedendo un sacco di cose, ti diremo tutto quando ci vedremo…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Ma quando si sarebbero visti? NESsuno pareva preoccuparsi di indicare una DAta precisa. Hermione aveva scribacchiato Spero che ci vedremo prESto in fondo al suo biglietto di auguri di compleanno, ma quanto prESto era prESto? Per quello che poteva dedurre Harry DAlle vaghe allusioni nelle loro lettere, Hermione e Ron si trovavano nello stESso posto, prESumibilmente a casa di Ron. Riusciva a stento a sopportare il pensiero di quei due che si divertivano alla Tana quando lui era bloccato in Privet Drive. In effetti, era così arrabbiato con loro che aveva gettato via senza aprirle le due scatole di cioccolatini di Mielandia che gli avevano manDAto per il suo compleanno. Più tardi se n’era pentito, dopo l’insalata appassita che zia Petunia aveva proposto a cena quella sera.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
E che cosa teneva Ron e Hermione tanto occupati? Perché lui, Harry, non era occupato? Non si era dimostrato capace di affrontare molte più cose di loro? Si erano dimenticati tutti di quello che aveva fatto? Non era stato lui a entrare nel cimitero, ad assistere all’assassinio di Cedric, a venire legato a quella lapide e a rischiare di ESsere ucciso?
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Non pensarci, si disse Harry con fermezza per la centESima volta. Era già abbastanza brutto continuare a rivisitare il cimitero negli incubi senza indugiare in quei pensieri anche nelle ore di veglia.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Svoltò l’angolo in Magnolia CrEScent; a metà della via passò DAvanti allo stretto vicolo sul lato di un garage dove per la prima volta aveva scorto il suo padrino. Sirius, almeno, sembrava capire quello che Harry provava. Bisognava ammetterlo, le sue lettere erano prive di vere notizie quanto quelle di Ron e Hermione, ma se non altro, invece di tormentarlo con vaghe allusioni, cercavano di metterlo in guardia e di consolarlo: So che dev’ESsere frustrante per te… Sta’ alla larga DAi pasticci e andrà tutto bene… Sta’ attento e non agire d’impulso…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Be’, pensò Harry mentre attraversava Magnolia CrEScent, svoltava in Magnolia Road e puntava verso il parco giochi sempre più buio, si era comportato (più o meno) secondo i consigli di Sirius. Almeno aveva rESistito alla tentazione di legare il baule alla scopa e partire DA solo per la Tana. In fondo si era comportato anche troppo bene, considerato come si sentiva deluso e arrabbiato per ESsere bloccato in Privet Drive DA tanto tempo, ridotto a nascondersi tra le aiuole nella speranza di scoprire qualcosa su Lord Voldemort. Tuttavia era piuttosto irritante sentirsi dire di non agire d’impulso DA uno che aveva trascorso dodici anni ad Azkaban, la prigione dei maghi, era evaso, aveva cercato di commettere l’omicidio per il quale era stato conDAnnato in origine e poi era fuggito con un Ippogrifo rubato.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry scavalcò con un salto il cancello chiuso del parco e s’incamminò nell’erba rinsecchita. Il parco era vuoto come le strade attorno. Quando fu alle altalene, si lasciò cadere sull’unica che Dudley e i suoi amici non erano ancora riusciti a distruggere, attorcigliò un braccio attorno alla catena e rimase lì a fissare ingrugnito il terreno. Non poteva più nascondersi nell’aiuola dei Dursley. L’indomani avrebbe dovuto pensare a un nuovo modo per ascoltare il telegiornale. Nel frattempo, l’unica sua prospettiva era un’altra notte di sonno disturbato, perché anche quando sfuggiva agli incubi su Cedric faceva sogni sconvolgenti di lunghi corridoi ciechi o che finivano contro porte chiuse a chiave, cosa che attribuiva alla sensazione di prigionia che provava DA sveglio. SpESso la vecchia cicatrice sulla fronte prudeva fastidiosa, ma Harry non s’illudeva più che Ron o Hermione o Sirius l’avrebbero trovato interESsante. In passato, il dolore alla cicatrice era stato il segnale d’avvertimento che Voldemort stava ridiventando forte, ma adESso che lui era tornato probabilmente gli avrebbero detto che era ovvio che fosse sempre irritata… niente di cui preoccuparsi… roba vecchia…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
L’ingiustizia di tutto quESto gli fece montare una rabbia quasi DA urlare. Se non fosse stato per lui, nESsuno avrebbe nemmeno saputo che Voldemort era tornato! E la sua ricompensa era rEStare prigioniero a Little Whinging per ben quattro settimane, completamente isolato DAl mondo magico, ridotto ad accucciarsi tra le begonie moribonde per sentir parlare di pappagallini che facevano sci d’acqua! Com’era possibile che Silente l’avESse dimenticato così facilmente? Perché Ron e Hermione erano in vacanza insieme e non avevano invitato anche lui? Quanto ancora doveva sopportare che Sirius gli dicESse di star calmo e fare il bravo, o rESistere alla tentazione di scrivere a quella stupiDA Gazzetta del Profeta per far notare che Voldemort era tornato? QuESti pensieri furibondi vorticavano nella tESta di Harry, e le sue viscere si contorcevano per la rabbia nell’afosa notte di velluto che calava attorno a lui, l’aria carica dell’odore di erba calDA e secca, unico rumore il sordo brontolio del traffico sulla straDA oltre le inferriate del parco.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Non sapeva quanto fosse rimasto seduto sull’altalena prima che un rumore di voci interrompESse le sue riflESsioni. Alzò lo sguardo. I lampioni delle strade attorno gettavano un bagliore nebuloso abbastanza intenso DA delineare un gruppo di persone che avanzavano nel parco. Uno cantava a gran voce una canzone volgare. Gli altri ridevano. Un dolce ticchettio si alzava DAlle costose bici DA corsa che spingevano.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry sapeva chi erano. La sagoma in tESta era senz’ombra di dubbio quella di suo cugino, Dudley Dursley, che si avviava verso casa accompagnato DAlla sua fedele banDA.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Dudley era enorme come sempre, ma un anno di dieta ferrea e la scoperta di un nuovo talento avevano sortito un certo cambiamento nel suo fisico. Come zio Vernon raccontava deliziato a chiunque lo ascoltasse, Dudley di recente era diventato il Campione di PESi Medi JuniorES Scolastici del Sud-ESt. La “nobile arte”, come la definiva zio Vernon, aveva rESo Dudley ancora più temibile di quanto non fosse apparso a Harry ai tempi della scuola elementare, quando lo aveva usato come primo punching-ball. Harry non era più neanche lontanamente intimorito DAl cugino, ma non pensava che il fatto che Dudley imparasse a prendere a pugni gli altri con crEScente precisione fosse DA osannare. I bambini del vicinato erano terrorizzati DA lui ancora più che DA “quel Potter” che, li avevano avvertiti, era un teppista incallito e frequentava il Centro di Massima Sicurezza San Bruto per Giovani Criminali Irrecuperabili.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry osservò le sagome scure solcare l’erba e si chiESe chi avevano picchiato quella sera. GuarDAtevi attorno, si scoprì a pensare mentre li studiava. Andiamo… guarDAtevi attorno… sono qui tutto solo… DAi, fatevi avanti…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Se gli amici di Dudley l’avESsero visto lì seduto, certo si sarebbero precipitati su di lui, e allora come si sarebbe comportato Dudley? Non avrebbe voluto perdere la faccia DAvanti alla banDA, ma sarebbe stato terrorizzato all’idea di provocare Harry… sarebbe stato proprio divertente assistere al dilemma di Dudley, schernirlo, osservarlo, incapace di reagire… e se uno degli altri avESse tentato di colpire Harry, lui era pronto. Aveva la sua bacchetta. Dovevano solo provarci… avrebbe adorato sfogare un po’ della sua frustrazione sui ragazzi che un tempo avevano rESo la sua vita un inferno.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Ma non si voltarono, non lo videro, erano quasi al cancello. Harry dominò l’impulso di chiamarli… cercare lo scontro non era una mossa astuta… non doveva usare la magia… avrebbe rischiato di nuovo l’ESpulsione.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Le voci della banDA di Dudley si spensero; i ragazzi erano fuori DAlla sua vista e puntavano verso Magnolia Road.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Ecco fatto, Sirius, pensò Harry debolmente. Niente d’impulsivo. Sono stato alla larga DAi guai. Proprio il contrario di quello che avrESti fatto tu.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Si alzò e si stiracchiò. Zia Petunia e zio Vernon sembravano convinti che quando Dudley si faceva vivo era l’ora giusta per rientrare a casa, e qualunque orario succESsivo era troppo tardi. Zio Vernon aveva minacciato di rinchiudere Harry nel capanno se fosse tornato a casa dopo Dudley, e così, soffocando uno sbadiglio, e ancora rabbuiato, Harry puntò verso il cancello del parco.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Magnolia Road, come Privet Drive, era piena di grandi case quadrate con prati perfettamente curati, tutte appartenenti a grandi proprietari quadrati che guiDAvano auto molto pulite simili a quella di zio Vernon. Harry preferiva Little Whinging di notte, quando le tende abbassate disegnavano macchie di colore come gioielli nell’oscurità e lui non correva il rischio di sentire borbottii di disapprovazione per il suo aspetto DA “delinquente”. Camminava in fretta, tanto che a metà di Magnolia Road la banDA di Dudley fu di nuovo in vista; si stavano congeDAndo all’imbocco di Magnolia CrEScent. Harry entrò nell’ombra di un grande albero di lillà e attESe.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Bel gancio dEStro, Big D» disse Piers.
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«Domani alla stESsa ora?» chiESe Dudley.
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«DA me, i miei sono fuori» rispose Gordon.
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Harry attESe che il rESto della banDA si allontanasse prima di muoversi. Quando le loro voci si furono spente di nuovo, girò l’angolo di Magnolia CrEScent e procedendo molto rapido si ritrovò ben prESto a tiro di voce DA Dudley, che passeggiava tranquillo, canticchiando un motivo stonato.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Quand’è che sei diventato Big D, eh?» chiESe Harry.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Bel nome» disse Harry, sorridendo e accorDAndo il passo a quello del cugino. «Ma per me sarai sempre Didino Piccino».
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«A lei non lo dici di chiudere la bocca. E vogliamo parlare di Patatino e Diduccio? QuESti almeno li posso usare?»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Dudley non disse niente. Lo sforzo di trattenersi DAl picchiare Harry sembrava richiedere tutto il suo autocontrollo.
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«Allora, a chi le avete DAte stasera?» chiESe Harry, col sorriso che svaniva. «A un altro bambino di dieci anni? Lo so che due sere fa avete picchiato Mark Evans…»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«AnDAva in cerca di botte» soffiò Dudley.
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«DAvvero? Ha detto che sembri un maiale a cui hanno insegnato a camminare sulle zampe di dietro? Perché quESta non è insolenza, Dud, è la verità».
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Un muscolo si contrasse nella mascella di Dudley. Per Harry era un’enorme soddisfazione sapere quanto stava facendo arrabbiare Dudley; era come se stESse dirottando la sua frustrazione sul cugino, la sola valvola di sfogo che aveva.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Voltarono a dEStra lungo lo stretto vicolo dove Harry aveva visto Sirius per la prima volta, una scorciatoia tra Magnolia CrEScent e Wisteria Walk. Era vuoto e molto più buio delle vie che collegava perché non c’erano lampioni. I loro passi suonavano smorzati tra le pareti di un garage DA un lato e un’alta staccionata DAll’altro.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Credi di ESsere un grand’uomo a portare in giro quella roba, vero?» disse Dudley dopo qualche secondo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Non sei stupido come sembri, eh, Dud? Ma immagino che se lo fossi non riuscirESti a camminare e parlare nello stESso tempo».
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry EStrasse la bacchetta. Vide Dudley guarDArla torvo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Non hai il permESso» disse subito il cugino. «Lo so che non ce l’hai. VerrESti ESpulso DA quella scuola di mostri dove vai».
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Non hai il coraggio di sfiDArmi senza quella, vero?» sibilò Dudley.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«E invece tu hai bisogno di quattro compari alle spalle per DArle a un bambino di dieci anni. E quel titolo di boxe che continui a sbandierare? Quanti anni aveva il tuo avversario? Sette, otto?»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Ne aveva sedici, per tua informazione» ribatté Dudley, «ed è rimasto secco per venti minuti dopo che l’ho stESo, ed era il doppio di te. Aspetta che dica a papà che hai tirato fuori quella cosa…»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Corri DA papà, adESso, eh? Il suo campioncino di boxe ha paura della brutta bacchetta di Harry?»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«AdESso è notte, Diddy. Si chiama così quando diventa tutto buio».
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Aveva smESso di camminare. Anche Harry si fermò e fissò il cugino. DA quel poco che riusciva a vedere, il faccione di Dudley ostentava un’ESprESsione di strano trionfo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Che cosa intendi dire?» chiESe di nuovo Harry, ma c’era una sensazione di gelo e di vuoto nel suo stomaco. La notte prima aveva rivisitato il cimitero in sogno.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Dudley ESplose in un’aspra risata canina, poi scelse una voce acuta e lamentosa.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Dudley indietreggiò contro il muro del vicolo. Harry gli stava puntando la bacchetta dritto contro il cuore. Sentiva quattordici anni di odio per Dudley pulsargli nelle vene: che cosa non avrebbe DAto per colpire subito, per stregare Dudley e costringerlo a strisciare a casa come un insetto, rimbambito, con le antenne che gli spuntavano…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Punta quella cosa DA un’altra parte!»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Puntala DA un’altra parte!»
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«TOGLI QUELLA COSA DA…»
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Qualcosa era succESso alla notte. Il cielo inDAco cosparso di stelle all’improvviso era diventato nero come la pece e privo di luci: le stelle, la luna, i lampioni nebulosi ai due capi del vicolo erano scomparsi. Il rombo lontano delle auto e il sussurro degli alberi erano spariti. La serata fragrante all’improvviso era fredDA e pungente. Erano circonDAti DA un’oscurità totale, impenetrabile, silenziosa, come se una mano gigante avESse gettato uno spESso mantello ghiacciato sull’intero vicolo, accecandoli.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Per un istante Harry credette di aver praticato la magia senza volerlo, nonostante avESse rESistito più che poteva. Poi la ragione ebbe la meglio: non aveva il potere di spegnere le stelle. Voltò la tESta DA una parte e DAll’altra, cercando di vedere qualcosa, ma l’oscurità premeva sui suoi occhi come un velo senza pESo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
La voce terrorizzata di Dudley ESplose nell’orecchio di Harry.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Harry rimase immobile, spostando lo sguardo cieco a dEStra e sinistra. Il freddo era così intenso che tremava tutto, sulle braccia gli era spuntata la pelle d’oca e i peli sulla nuca erano ritti. Spalancò gli occhi più che poteva, gettando intorno uno sguardo vacuo, senza vedere.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Era impossibile… non potevano ESsere lì… non a Little Whinging… TESe le orecchie… li avrebbe sentiti prima di vederli…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
C’era qualcosa nel vicolo oltre a loro due, qualcosa che faceva rESpiri lunghi, rochi, sonori. Harry, tremante nell’aria geliDA, avvertì un terribile fiotto di paura.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Un pugno colpì Harry alla tESta, alzandolo DA terra. Piccole luci bianche ESplosero DAvanti ai suoi occhi. Per la seconDA volta in un’ora Harry si sentì come se la sua tESta fosse stata spaccata in due; un attimo dopo atterrava con un gran tonfo sul terreno e la bacchetta gli sfuggiva di mano.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Dudley, sei un idiota!» urlò, gli occhi che lacrimavano DAl dolore mentre si rimetteva a fatica a quattro zampe, cercando freneticamente a tentoni nell’oscurità. Sentì Dudley sferrare pugni, colpire la staccionata del vicolo, barcollare.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Ci fu un orrendo urlo, come uno squittio, e i passi di Dudley si fermarono. Nello stESso momento, Harry sentì un gelo strisciante alle spalle, che poteva voler dire solo una cosa. Ce n’era più di uno.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Pronunciò l’incantESimo automaticamente, avido di luce che lo aiutasse nella sua ricerca. Con suo incredulo sollievo, la luce fiottò a pochi centimetri DAlla sua mano dEStra. La punta della bacchetta si era accESa. Harry la afferrò, si alzò barcollando e si voltò.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Gli si rovESciò lo stomaco.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Una sagoma incappucciata e torreggiante scivolava quieta verso di lui, incombente sul suolo, senza piedi o volto visibili sotto la vESte, succhiando la notte.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Uno sbuffo argenteo di vapore si sprigionò DAlla punta della bacchetta e il Dissennatore rallentò, ma l’incantESimo non aveva funzionato a dovere; inciampando nei propri piedi, Harry si ritrasse ancora. Il Dissennatore si chinava su di lui, e il panico gli annebbiò il cervello. Concentrati…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Un paio di mani grigie, viscide, coperte di croste scivolarono fuori DAlla vESte del Dissennatore, cercando di afferrarlo. Un sibilo riempì le orecchie di Harry.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
La sua voce risuonò debole e remota. Un altro sbuffo di fumo d’argento, più ESile del primo, si levò DAlla bacchetta: non riusciva a far altro, l’incantESimo non funzionava.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
C’era una risata dentro la sua tESta, una risata penetrante, acuta… sentiva il fiato putrido e freddo di morte del Dissennatore che gli riempiva i polmoni, affogandolo. Pensa… a qualcosa di bello…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Ma non c’era felicità in lui… le dita ghiacciate del Dissennatore si stavano serrando attorno alla sua gola. Il riso acuto diventava sempre più forte, e una voce parlò nella sua tESta: «Inchinati alla morte, Harry… forse non ti farà nemmeno male… io non posso saperlo… non sono mai morto…»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
E mentre lottava per rESpirare, i loro volti ESplosero nitidi nella sua mente.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Un enorme cervo d’argento spuntò DAlla punta della bacchetta di Harry; le sue corna colpirono il Dissennatore nel punto dove avrebbe dovuto ESserci il cuore; l’ESsere fu scagliato all’indietro, privo di pESo come l’oscurità, e di fronte al cervo che caricava ancora, scivolò via come un pipistrello, sconfitto.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«DA QUESTA PARTE!» urlò Harry al cervo. Voltandosi, scattò lungo la stradina, tenendo alta la bacchetta accESa. «DUDLEY? DUDLEY!»
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Aveva corso forse per una decina di passi quando li raggiunse: Dudley era rannicchiato a terra, le braccia strette sul volto. Un secondo Dissennatore era chino su di lui e gli stringeva i polsi nelle mani viscide, allontanandoli lentamente, quasi con affetto, curvando la tESta incappucciata verso il suo viso, pronto a baciarlo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«PRENDILO!» urlò Harry, e con una sorta di rombo sibilante il cervo che aveva evocato lo superò al galoppo. Il volto senz’occhi del Dissennatore era appena a qualche centimetro DA quello di Dudley quando le corna d’argento lo colpirono: volò in aria e, al pari del compagno, si allontanò fluttuando e fu inghiottito DAll’oscurità; il cervo trotterellò in fondo alla stradina e si dissolse in una nebbia perlacea.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
Luna, stelle e lampioni si riaccESero. Una calDA brezza spazzò il vicolo. Gli alberi frusciarono nei giardini vicini e il banale rombo delle auto in Magnolia CrEScent riempì di nuovo l’aria. Harry rimase immobile, con tutti i sensi all’erta, prendendo atto del brusco ritorno alla normalità. Dopo un momento, si rESe conto che la T-shirt gli si era incollata addosso; gronDAva di sudore.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
La signora Figg, la loro vicina, la vecchia matta, comparve ansimando. I capelli brizzolati le sfuggivano DAlla retina, una tintinnante borsa per la spESa le penzolava DAl polso e i suoi piedi erano mezzi fuori DAlle pantofole di feltro scozzESe. Harry fece per riporre in fretta la bacchetta al sicuro, ma…
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5) |
«Se n’è anDAto!» disse la signora Figg, torcendosi le mani. «È anDAto via perché doveva vedere uno per una partita di calderoni caduti DAlla coDA di una scopa! Gli ho detto che l’avrei spellato vivo se fosse anDAto via, e adESso guarDA! Dissennatori! È pura fortuna che io abbia mESso di guardia Mr TibblES! Ma non abbiamo tempo di stare a cincischiare! PrESto, adESso dobbiamo portarti indietro! Oh, i guai che ne verranno! Lo ucciderò!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Io sono una Maganò, Mundungus lo sa benissimo, e quindi come potevo aiutarti a rESpingere dei Dissennatori? Ti ha lasciato del tutto privo di protezione quando io lo avevo avvertito…»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«QuESto Mundungus mi seguiva? Un momento… è stato lui! Si è Smaterializzato DAvanti a casa mia!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Sì, sì, sì, ma per fortuna avevo fatto appostare Mr TibblES sotto una macchina perché non si sa mai, e Mr TibblES è venuto ad avvertirmi, ma quando sono arrivata a casa tua te n’eri anDAto… e adESso… oh, che cosa dirà Silente? Tu!» strillò rivolta a Dudley, ancora distESo per terra nel vicolo. «Tira su quel sederone, svelto!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Ma certo che conosco Silente, chi non conosce Silente? Ma andiamo… non sarò di nESsun aiuto se quelli tornano, non sono mai riuscita nemmeno a Trasfigurare una bustina del tè».
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Ci penso io». Harry prESe il braccio di Dudley e tirò. Con uno sforzo enorme riuscì a sollevarlo. Dudley sembrava lì lì per svenire. I suoi occhietti roteavano nelle orbite e il sudore gli imperlava il viso; non appena Harry lo lasciò anDAre, oscillò pericolosamente.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«PrESto!» ESclamò la signora Figg, agitata.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Harry si tirò uno dei braccioni di Dudley attorno alle spalle e lo trascinò verso la straDA, curvo sotto il pESo. La signora Figg camminava barcollando DAvanti a loro, scrutando ansiosa dietro l’angolo.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Tieni fuori la bacchetta» disse a Harry mentre entravano in Wisteria Walk. «Non baDAre allo Statuto di Segretezza adESso, scoppierà un pandemonio comunque, tanto vale farsi impiccare per un drago che per un uovo. Altroché Ragionevole REStrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni… quESto era precisamente ciò che temeva Silente… Che cosa c’è là in fondo alla via? Oh, è solo il signor Prentice… non mettere via la bacchetta, ragazzo, devo continuare a ripeterti che io sono inutile?»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Non era facile tenere ferma la bacchetta e trasportare Dudley allo stESso tempo. Harry inflisse al cugino un’impaziente gomitata nelle costole, ma Dudley sembrava aver perso ogni dESiderio di muoversi in modo autonomo. Era afflosciato sulla spalla di Harry, e i suoi piedoni si trascinavano.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Perché non mi ha detto che è una Maganò, signora Figg?» chiESe Harry, ansante per lo sforzo. «Tutte le volte che sono venuto a casa sua… perché non ha detto niente?»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Ordini di Silente. Io dovevo tenerti d’occhio senza dire niente, eri troppo giovane. Mi dispiace di averti offerto uno svago così deprimente, Harry, ma i Dursley non ti avrebbero mai permESso di venire se avESsero creduto che ti divertivi. Non è stato facile, sai… ma oh, parola mia» disse in tono tragico, torcendosi le mani un’altra volta, «quando lo saprà Silente… come ha potuto anDArsene, quel Mundungus, era di guardia fino a mezzanotte… dov’è? Come farò a dire a Silente che cosa è succESso? Io non sono capace di Materializzarmi».
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Ho una civetta, può prenderla in prEStito» gemette Harry, chiedendosi se la sua spina dorsale si sarebbe spezzata sotto il pESo di Dudley.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Harry, non capisci! Silente avrà bisogno di agire il più prESto possibile; il Ministero ha i suoi modi per individuare la magia minorile, lo sapranno già, credimi».
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Ci fu un sonoro crac e un forte odore di alcol misto a tabacco stantio riempì l’aria. Un uomo tarchiato con la barba lunga, avvolto in un cappotto lacero, apparve proprio DAvanti a loro. Aveva gambe corte e storte, lunghi capelli rossi in disordine e occhi gonfi e iniettati di sangue che gli conferivano uno sguardo dolente DA basset-hound. Reggeva un fagotto argenteo che Harry riconobbe subito. Un Mantello dell’Invisibilità.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Cosa succede, Figgy?» disse, guarDAndo prima la signora Figg, poi Harry e Dudley. «Non dovevi mica stare in incognito?»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Te lo do io l’incognito!» urlò la signora Figg. «Dissennatori, brutto ESsere inutile, razza di vile perditempo!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Accidenti» disse Mundungus debolmente, spostando lo sguardo DAlla signora Figg a Harry e viceversa. «Accidenti, io…»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«E tu vai in giro a comprare calderoni rubati! Non te l’avevo detto di non anDAre? Eh?»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Io… be’, io…» Mundungus era profonDAmente a disagio. «Era… era un’ottima occasione, sai…»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
La signora Figg alzò il braccio DA cui penzolava la borsa e colpì Mundungus sul volto e sul collo; a giudicare DAl rumore metallico, era piena di scatole di cibo per gatti.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Sì… certo… che sì!» urlò la signora Figg, percuotendo con la borsa di cibo per gatti qualunque parte di Mundungus riusciva a raggiungere. «E… sarà… meglio… che… lo… faccia… tu… e… puoi… anche… dirgli… perché… non… eri… qui… a… DAre… una… mano!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«DAtti una calmata!» urlò Mundungus, le braccia sopra la tESta, cercando di chinarsi. «Vado, vado!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Spero che Silente lo ammazzi!» disse la signora Figg furiosa. «AdESso andiamo, Harry, che cosa aspetti?»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Harry decise di non sprecare il fiato rESiduo per spiegare che sotto la mole di Dudley riusciva a stento a camminare. Diede uno strattone al cugino semisvenuto e barcollò in avanti.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Ti accompagno fino alla porta» disse la signora Figg mentre svoltavano in Privet Drive, «nel caso che ce ne fossero in giro degli altri… oh, parola mia, che catastrofe… e hai dovuto combatterli tu… e Silente aveva detto che dovevamo impedirti a tutti i costi di fare magie… be’, non serve piangere sulla pozione versata, immagino… e adESso… si Smaterializzi chi può!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Ma naturale» rispose la signora Figg impaziente. «Ti aspettavi che ti lasciasse anDAre in giro DA solo dopo quello che è succESso in giugno? Buon Dio, ragazzo, mi avevano detto che eri intelligente… bene… vai dentro e rEStaci» disse quando raggiunsero il numero quattro. «Immagino che qualcuno si metterà in contatto con te al più prESto».
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«E lei che cosa farà?» chiESe Harry in fretta.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Aspetti, non se ne vaDA ancora! Voglio sapere…»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Aspetti!» le urlò dietro Harry. Aveva un milione di domande DA fare a chiunque fosse in contatto con Silente, ma di lì a pochi istanti la signora Figg fu inghiottita DAll’oscurità. Accigliato, Harry si risistemò Dudley in spalla e risalì piano, a fatica, il vialetto del numero quattro.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
La luce dell’ingrESso era accESa. Harry infilò di nuovo la bacchetta nella cintura dei jeans, suonò il campanello e guardò la sagoma di zia Petunia diventare sempre più grande, stranamente deformata DAl vetro ondulato della porta d’ingrESso.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Diddy! Era ora, cominciavo a ESsere… a ESsere… Diddy, che cosa c’è?»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Harry diede un’occhiata sghemba a Dudley e scivolò DA sotto il suo braccio appena in tempo. Dudley si dondolò sul posto per un momento, la faccia verde pallido… poi aprì la bocca e vomitò sullo zerbino.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Lo zio arrivò a passi pESanti DAl salotto, coi baffoni DA tricheco che svolazzavano di qua e di là, come sempre quando era agitato. Aiutò subito zia Petunia a trascinare Dudley oltre la soglia evitando di calpEStare la pozza di vomito.
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«Che cos’hai, figliolo? Che cos’è succESso? La signora Polkiss ti ha DAto qualcosa di strano per merenDA?»
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«Perché sei tutto coperto di polvere, tESoro? Ti sei stESo per terra?»
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«Chiama la polizia, Vernon! Chiama la polizia! Diddy, tESoro, di’ qualcosa alla tua mamma! Che cosa ti hanno fatto?»
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In tutta quella confusione nESsuno parve notare Harry, cosa che gli anDAva benissimo. Riuscì a scivolare dentro appena prima che zio Vernon sbattESse la porta per chiuderla e, intanto che i Dursley avanzavano rumorosamente lungo il corridoio diretti in cucina, si spostò cauto e silenzioso verso le scale.
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Harry rimase paralizzato, il piede sulla scala, il volto contratto, pronto all’ESplosione.
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Con un misto di paura e rabbia, Harry spostò lentamente il piede DAlla scala e si voltò per seguire i Dursley.
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La cucina scrupolosamente pulita emanava un singolare, irreale luccichio dopo l’oscurità dell’ESterno. Zia Petunia sistemò Dudley su una sedia; era ancora molto verde e suDAticcio. Zio Vernon era in piedi DAvanti allo scolapiatti e scrutava Harry con gli occhietti ridotti a fESsure.
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«Che cos’hai fatto a mio figlio?» chiESe con un ringhio minaccioso.
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«Che cosa ti ha fatto, Diddy?» domandò zia Petunia con voce tremolante, pulendo il vomito con una spugna DAl giubbotto di pelle di Dudley. «È stata… è stata tu-sai-che-cosa, tESoro? Ha usato… la sua cosa?»
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«Non è vero!» ESclamò Harry secco, mentre zia Petunia ESalava un gemito e zio Vernon alzava i pugni. «Non gli ho fatto niente, non sono stato io, sono stati…»
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Ma in quel preciso istante un allocco calò in picchiata attraverso la finEStra. Mancò di poco la tESta di zio Vernon, planò in cucina, lasciò cadere ai piedi di Harry la grossa busta di pergamena che reggeva nel becco, si voltò con grazia, sfiorò appena la cima del frigorifero con la punta delle ali, poi sfrecciò fuori di nuovo e si librò sopra il giardino.
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«GUFI!» muggì zio Vernon con la vena della tempia che pulsava rabbiosa. Chiuse violentemente la finEStra della cucina. «ANCORA GUFI! NON VOGLIO PIÙ VEDERE GUFI IN CASA MIA!»
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Ma Harry stava già strappando la busta e sfilando la lettera, col cuore che batteva in un punto imprecisato DAlle parti del pomo d’ADAmo.
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Siamo stati informati che lei ha praticato l’Incanto Patronus alle nove e ventitré di quESta sera in una zona abitata DA Babbani e in prESenza di un Babbano.
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La gravità di quESta infrazione al Decreto per la Ragionevole REStrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni si è tradotta nella sua ESpulsione DAlla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. RapprESentanti del Ministero saranno tra breve al suo domicilio per distruggere la sua bacchetta.
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Poiché lei aveva già ricevuto un’ammonizione ufficiale per un precedente reato in base all’articolo 13 dello Statuto di Segretezza della Confederazione Internazionale dei Maghi, siamo spiacenti di informarla che la sua prESenza è richiESta per un’udienza disciplinare al Ministero della Magia alle ore 9 del 12 agosto.
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MafalDA Hopkirk
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Harry lESse tutta la lettera due volte. Aveva solo una vaga idea del fatto che zio Vernon e zia Petunia stESsero parlando. Dentro la sua tESta, tutto era gelato e stordito. Un solo fatto era penetrato nella sua coscienza come un DArdo paralizzante: era stato ESpulso DA Hogwarts. Era tutto finito. Non sarebbe mai tornato.
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Alzò lo sguardo sui Dursley. Zio Vernon era paonazzo, urlante, i pugni ancora levati; zia Petunia stringeva le braccia attorno a Dudley, che era in preDA ad altri conati.
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Il cervello temporaneamente inebetito di Harry parve risvegliarsi. RapprESentanti del Ministero saranno tra breve al suo domicilio per distruggere la sua bacchetta. Cera una sola cosa DA fare: doveva fuggire, e subito. Dove sarebbe anDAto, Harry non lo sapeva, ma era sicuro di una cosa: a Hogwarts o fuori, aveva bisogno della bacchetta. In uno stato simile al sogno, la EStrasse e si voltò per uscire DAlla cucina.
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«Dove credi di anDAre?» urlò zio Vernon. Quando Harry non rispose, attraversò a balzi la cucina per bloccare la porta che DAva nel corridoio. «Non ho finito con te, ragazzo!»
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«Tu adESso stai qui e mi spieghi come mai mio figlio…»
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«Se non ti levi di mezzo ti faccio un incantESimo» disse Harry, alzando la bacchetta.
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«Non puoi puntarla addosso a me!» sibilò zio Vernon. «Lo so che non hai il permESso di usarla fuori DA quel manicomio che chiami scuola!»
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Un tonfo rimbombante riempì la cucina. Zia Petunia urlò, zio Vernon gridò e si chinò, ma per la terza volta quella notte Harry cercò la fonte di un rumore che non aveva provocato lui. La individuò subito: un gufo stordito e arruffato era posato sul DAvanzale della cucina e aveva appena cozzato contro la finEStra chiusa.
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Ignorando l’urlo angosciato “GUFI!” di zio Vernon, Harry attraversò la stanza di corsa e spalancò la finEStra. Il gufo tESe la zampa, alla quale era legato un piccolo rotolo di pergamena, scosse le piume, e ripartì non appena Harry ebbe prESo la lettera. Con mani tremanti, Harry srotolò il secondo mESsaggio, che era scritto molto in fretta, tutto macchiato, con l’inchiostro nero.
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Silente è appena arrivato al Ministero e sta cercando di sistemare tutto. NON USCIRE DALLA CASA DEI TUOI ZII. NON FARE ALTRE MAGIE. NON CONSEGNARE LA BACCHETTA.
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Silente stava cercando di sistemare tutto… che cosa voleva dire? Quanto potere aveva Silente per contrastare il Ministero della Magia? C’era la possibilità che lui venisse riammESso a Hogwarts, allora? Un piccolo barlume di speranza si accESe nel petto di Harry, quasi subito soffocato DAl panico: come faceva a rifiutarsi di consegnare la bacchetta senza ricorrere alla magia? Avrebbe dovuto duellare con i rapprESentanti del Ministero e, in quel caso, sarebbe stato fortunato a sfuggire ad Azkaban, per non parlare dell’ESpulsione.
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La sua mente correva… poteva fuggire e rischiare di ESsere catturato DAl Ministero, o rEStare dov’era e aspettare che lo trovassero lì. Era molto più tentato DAlla prima ipotESi, ma sapeva che il signor Weasley aveva a cuore il suo interESse… e dopotutto Silente aveva sistemato cose ben peggiori in passato.
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«Bene» disse Harry. «Ho cambiato idea. RESto».
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Si sedette bruscamente al tavolo di cucina, di fronte a Dudley e a zia Petunia. I Dursley parvero spiazzati DAl suo improvviso cambiamento. Zia Petunia gettò un’occhiata disperata a zio Vernon. La vena nella tempia violacea di quESt’ultimo pulsava più forte che mai.
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«DA dove vengono tutti quESti maledetti gufi?» ringhiò.
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«Il primo era del Ministero della Magia, che mi ha ESpulso» disse Harry, calmo. Aveva le orecchie tESe per cogliere i rumori di fuori, nel caso che i rapprESentanti del Ministero si stESsero avvicinando, ed era più facile e meno rumoroso rispondere alle domande di zio Vernon che farlo arrabbiare e muggire. «Il secondo era del papà del mio amico Ron, che lavora al Ministero».
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«Il Ministero della Magia?» mugghiò zio Vernon. «Gente come te al governo? Oh, quESto spiega tutto, tutto, non c’è DA stupirsi che il paESe vaDA in malora».
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Quando Harry non rispose, zio Vernon lo guardò truce, poi sbottò: «E perché sei stato ESpulso?»
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«AHA!» ruggì zio Vernon, picchiando il pugno in cima al frigo, che si spalancò. Parecchie merendine ipocaloriche di Dudley si rovESciarono e caddero a terra. «Allora lo ammetti! Che cos’hai fatto a Dudley?»
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«Diccelo, tESoro» sussurrò zia Petunia.
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«Sì, è vero, però non l’ho usata…» ESordì Harry rabbioso, ma…
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«È diventato tutto buio» disse Dudley con voce roca, tremando. «Tutto buio. E poi ho s-sentito… delle cose. Dentro l-la tESta».
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Zio Vernon e zia Petunia si scambiarono sguardi di puro terrore. Se la cosa che meno amavano al mondo era la magia — seguita a ruota DAi vicini che violavano più di loro il divieto di usare l’acqua in giardino — la gente che sente delle voci era decisamente tra le ultime dieci. Era chiaro che credevano che Dudley stESse perdendo la tESta.
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«Che genere di cose hai sentito, caro?» sussurrò zia Petunia, molto palliDA, con le lacrime agli occhi.
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Ma Dudley sembrava incapace di spiegarlo. Rabbrividì di nuovo scuotendo il tEStone biondo e Harry, nonostante il senso di torpido terrore che era calato su di lui all’arrivo del primo gufo, provò una certa curiosità. I Dissennatori facevano rivivere a una persona i momenti peggiori della sua vita. Che cos’era stato costretto ad ascoltare il viziato, coccolato, prepotente Dudley?
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Accennò al proprio petto massiccio. Harry capì. Dudley stava ricorDAndo il gelo umido che riempie i polmoni quando speranza e felicità ti vengono risucchiate.
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«Va bene» disse zio Vernon con calma forzata. Zia Petunia posò una mano ansiosa sulla fronte di Dudley per sentire se aveva la febbre. «E poi che cos’è succESso, Dud?»
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«Come se non potESsi mai più ESsere felice» gli venne in soccorso Harry con voce inESprESsiva.
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«Allora!» ESclamò zio Vernon, ergendosi diritto, la voce tornata al suo pieno, notevole volume. «Tu hai scagliato qualche stupido incantESimo su mio figlio in modo che sentisse delle voci e credESse di ESsere… di ESsere conDAnnato all’infelicità o roba del genere, eh?»
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«Quante volte devo dirtelo?» disse Harry, con malumore e voce crEScenti. «Non sono stato io! Sono stati due Dissennatori!»
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«Due… che cosa sono quESte sciocchezze?»
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Due secondi di sonoro silenzio seguirono quESte parole prima che zia Petunia si premESse la mano sulla bocca come se si fosse lasciata sfuggire una parolaccia disgustosa. Zio Vernon la guardò con gli occhi sgranati. Il cervello di Harry turbinò. La signora Figg era un conto… ma zia Petunia?
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«Come fai a saperlo?» le chiESe, ESterrefatto.
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Harry era stupefatto. A parte uno sfogo di alcuni anni prima, nel corso del quale aveva urlato che la mamma di Harry era una svitata, non aveva mai sentito zia Petunia menzionare la sorella. Era sbalordito che avESse serbato quell’informazione sul mondo dei maghi per tanto tempo, quando in genere cercava con tutte le forze di fingere che non ESistESse.
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Zio Vernon aprì la bocca, la chiuse, la aprì un’altra volta, la richiuse, poi, come sforzandosi di ricorDAre come si fa a parlare, la aprì per la terza volta e gracchiò: «Allora… allora… loro… ehm… loro… ehm… loro ESistono DAvvero, quESti… ehm… Dissechecosa?»
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Zio Vernon spostò lo sguardo DA lei a Dudley a Harry, come nella speranza che qualcuno stESse per urlare “PESce d’aprile!” Poiché nESsuno lo fece, aprì di nuovo la bocca, ma la fatica di trovare altre parole gli fu risparmiata DAll’arrivo del terzo gufo della serata. Filò attraverso la finEStra ancora aperta come una palla di cannone piumata e atterrò con un acciottolio sul tavolo di cucina, facendo sobbalzare DAllo spavento tutti e tre i Dursley. Harry gli sfilò DAl becco una seconDA busta DAll’aria ufficiale e la strappò mentre il gufo tornava a volteggiare nella notte.
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«Basta… con quESti DAnnati… gufi» borbottò zio Vernon distrattamente, marciando sino alla finEStra per richiuderla con un colpo secco.
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In seguito alla nostra lettera di circa ventidue minuti fa, il Ministero della Magia ha rivisto la propria decisione di distruggere immediatamente la sua bacchetta. Può conservarla fino all’udienza disciplinare del 12 agosto prossimo, quando verrà prESa una decisione ufficiale.
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In seguito a una discussione con il PrESide della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, il Ministero ha convenuto che la quEStione della sua ESpulsione verrà anch’ESsa discussa in quell’occasione. Dovrà dunque considerarsi sospESo DAlla scuola fino a ulteriori inDAgini.
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MafalDA Hopkirk
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Harry lESse la lettera tre volte di fila. Il nodo di pena nel suo petto si allentò un po’ per il sollievo di sapere che non era ancora stato ESpulso definitivamente, anche se le sue paure non erano affatto bandite. Tutto sembrava dipendere DA quell’udienza del dodici agosto.
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«Allora?» chiESe zio Vernon, riportando Harry alla realtà. «Che cosa è succESso? Ti hanno conDAnnato a qualcosa? I tuoi simili ce l’hanno, la pena di morte?» aggiunse in un ritorno di ottimismo.
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«Devo anDAre a un’udienza» rispose Harry.
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«Be’, se quESto è tutto…» disse Harry, alzandosi. Non vedeva l’ora di trovarsi DA solo, per riflettere e magari spedire una lettera a Ron, Hermione o Sirius.
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«NO, COL CAVOLO CHE QUESTO È TUTTO!» mugghiò zio Vernon. «RIMETTITI SEDUTO!»
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«E adESso che cosa c’è?»
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«DUDLEY!» ruggì zio Vernon. «Voglio sapere ESattamente che cos’è succESso a mio figlio!»
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«VA BENE!» gridò Harry, e per la rabbia scintille rosse e d’oro sprizzarono DAlla punta della bacchetta che stringeva ancora in mano. Tutti e tre i Dursley si ritrassero, terrorizzati.
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«Io e Dudley eravamo nel vicolo tra Magnolia CrEScent e Wisteria Walk» disse Harry, parlando in fretta, lottando per controllarsi. «Dudley credeva di fare il furbo con me, così ho tirato fuori la bacchetta, ma non l’ho usata. Poi sono comparsi due Dissennatori…»
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«Ma che cosa SONO i Disseccatori?» chiESe zio Vernon, furioso. «Che cosa FANNO?»
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«Te l’ho detto, ti succhiano via la felicità» rispose Harry, «e se ci riEScono, ti baciano…»
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«Ti baciano?» ripeté zio Vernon, gli occhi quasi fuori DAlle orbite. «Ti baciano?»
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«È così che si dice quando ti risucchiano l’anima DAlla bocca».
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«L’anima? Non gli avranno prESo… ce l’ha ancora…»
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«Ma certo che non gli hanno prESo l’anima, ve ne accorgerESte» disse Harry, ESasperato.
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«Li hai battuti, vero, figliolo?» chiESe zio Vernon forte, con l’aria di chi cerca di riportare la conversazione su un piano che può comprendere. «Li hai sistemati col vecchio uno-due, vero?»
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WHOOSH. Con un gran chiasso, un sibilo di ali e una morbiDA spruzzata di fuliggine, un quarto gufo schizzò fuori DAl caminetto della cucina.
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«PER L’AMOR DI DIO!» ruggì zio Vernon, strappandosi manciate di peli DAi baffoni, cosa che non gli capitava di fare DA molto tempo. «NON VOGLIO QUESTI GUFI QUI, NON LO TOLLERO, TE LO RIPETO!»
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Ma Harry stava già sfilando un rotolo di pergamena DAlla zampa del gufo. Era così convinto che la lettera fosse di Silente che spiegava tutto — i Dissennatori, la signora Figg, che cosa stava combinando il Ministero, come lui, Silente, intendeva sistemare le cose — che per la prima volta nella vita fu deluso nel vedere la grafia di Sirius. Ignorando la tirata di zio Vernon contro i gufi, ancora in corso, e strizzando gli occhi DAvanti a una seconDA nuvola di fuliggine sollevata DAll’ultimo gufo che ripartiva su per il camino, Harry lESse il mESsaggio di Sirius.
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Arthur ci ha appena detto che cosa è succESso. Fai qualunque cosa, ma non uscire più di casa.
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Harry la trovò una risposta così inadeguata a tutto ciò che era accaduto quella notte che voltò la pergamena, cercando il rESto della lettera. Ma non c’era altro.
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Ecco che si stava arrabbiando di nuovo. NESsuno aveva intenzione di dirgli “ben fatto” per aver rESpinto DA solo due Dissennatori? Sia il signor Weasley che Sirius parlavano come se lui si fosse comportato male, come se stESsero risparmiando le sgriDAte fino a quando non avESsero potuto stabilire la gravità dei fatti.
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«Voglio la verità su quello che è succESso stanotte!» abbaiò zio Vernon. «Se sono stati i Disserratori a far del male a Dudley, come mai sei stato ESpulso? Hai fatto una tu-sai-che-cosa, l’hai ammESso!»
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Harry trasse un profondo rESpiro per calmarsi. La tESta cominciava a fargli male di nuovo. Voleva più di ogni altra cosa uscire DAlla cucina, allontanarsi DAi Dursley.
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«Ho fatto l’Incanto Patronus per liberarci DAi Dissennatori» disse, costringendosi a rEStare calmo. «È la sola cosa che funziona contro di loro».
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«Ma che cosa ci facevano dei Disseccatori a Little Whinging?» chiESe zio Vernon in tono offESo.
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La sua tESta pulsava nel bagliore del neon. La sua rabbia si sgonfiò. Si sentiva svuotato, ESausto. I Dursley lo fissavano, tutti e tre.
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«Sei tu» disse zio Vernon con violenza. «Deve aver a che fare con te, ragazzo, lo so. Perché altrimenti avrebbero dovuto saltar fuori qui? Perché mai dovevano ESsere in quel vicolo? Tu devi ESsere l’unico… l’unico…» Chiaramente non riusciva a pronunciare la parola “mago”. «L’unico tu-sai-cosa nel raggio di miglia».
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Ma alle parole di zio Vernon, il cervello sfinito di Harry era tornato in azione. Perché i Dissennatori erano venuti a Little Whinging? Come poteva ESsere una coincidenza il fatto che fossero arrivati nel vicolo dove sì trovava Harry? Erano stati manDAti? Il Ministero della Magia aveva perso il controllo sui Dissennatori? Avevano abbandonato Azkaban e si erano uniti a Voldemort, come aveva predetto Silente?
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«QuESti Disserratori sorvegliano una prigione di pazzi?» chiESe zio Vernon, spezzando di colpo il filo dei pensieri di Harry.
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Se solo la tESta avESse smESso di fargli male, se solo avESse potuto uscire DAlla cucina e raggiungere la sua stanza buia e pensare…
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«Oho! Sono venuti ad arrEStarti!» ESclamò zio Vernon, con l’aria trionfante di chi raggiunge una conclusione inconfutabile. «È così, vero, ragazzo? Sei in fuga DAlla legge!»
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«Deve averli manDAti lui» mormorò Harry, più a se stESso che a zio Vernon.
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«Come sarebbe? Chi deve averli manDAti?»
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Registrò vagamente quanto fosse strano che i Dursley, che si ritraevano, strizzavano gli occhi, trasalivano e piagnucolavano all’udire parole come “mago”, “magia” o “bacchetta”, potESsero ascoltare il nome del mago più malvagio di tutti i tempi senza il minimo tremore.
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«Lord… un momento» disse zio Vernon, il volto contratto, un’ESprESsione di crEScente comprensione negli occhi porcini. «Ho sentito quel nome… era quello che…»
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«Ma è sparito» disse zio Vernon impaziente, senza minimamente pensare che l’assassinio dei genitori di Harry potESse ESsere un argomento penoso. «L’ha detto quel tipo gigante. È sparito».
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Era molto strano, trovarsi lì in piedi nella cucina chirurgicamente asettica di zia Petunia, accanto al frigorifero ultimo modello e al televisore wide-screen, a parlare tranquillamente di Lord Voldemort con zio Vernon. L’arrivo dei Dissennatori a Little Whinging sembrava aver aperto una breccia nell’enorme muro invisibile che separava il mondo inESorabilmente non magico di Privet Drive DAl mondo al di là. Le due vite di Harry si erano in un certo modo fuse e tutto era stato rovESciato; i Dursley chiedevano dettagli del mondo magico, e la signora Figg conosceva Albus Silente; i Dissennatori veleggiavano per Little Whinging, e lui rischiava di non tornare mai più a Hogwarts. La tESta di Harry pulsò in modo ancor più doloroso.
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Stava guarDAndo Harry come non lo aveva mai guarDAto prima. E all’improvviso, per la primissima volta nella sua vita, Harry apprezzò a fondo il fatto che zia Petunia fosse la sorella di sua madre. Non avrebbe saputo dire perché quESto lo colpisse con tanta forza in quel momento. Sapeva solo di non ESsere l’unica persona nella stanza ad avere una vaga idea di ciò che poteva significare il ritorno di Lord Voldemort. Zia Petunia non l’aveva mai guarDAto così in tutta la sua vita. I suoi grandi occhi sbiaditi (così diversi DA quelli della sorella) non erano serrati per il disgusto o la rabbia: erano spalancati e colmi di paura. La furibonDA finzione che zia Petunia aveva sostenuto per tutta la vita di Harry — che non ESisteva la magia e non ESisteva mondo al di fuori di quello che abitava con zio Vernon — sembrava ESsere crollata.
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«Sì» disse Harry, rivolto direttamente a zia Petunia, quESta volta. «È tornato un mESe fa. Io l’ho visto».
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«Un momento» riprESe zio Vernon, spostando lo sguardo DAlla moglie a Harry e viceversa, chiaramente stordito e confuso DAlla comprensione senza precedenti che sembrava ESsere scattata fra loro. «Un momento. Dici che quESto Lord Voldchecosa è tornato».
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«E adESso sta manDAndo i Dissalatori a DArti la caccia?»
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«Capisco» disse zio Vernon, spostando lo sguardo DAlla palliDA moglie a Harry e tirandosi su i pantaloni. Sembrava che si stESse ingrossando; il suo faccione violetto si dilatava DAvanti agli occhi di Harry. «Be’, quESto decide tutto» disse, e il petto della camicia si tESe mentre lui si gonfiava, «puoi anDArtene DA quESta casa, ragazzo!»
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«Che cosa?» chiESe Harry.
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«Mi hai sentito: FUORI!» urlò zio Vernon, e perfino zia Petunia e Dudley sussultarono. «FUORI! FUORI! Avrei dovuto farlo anni fa! Gufi che trattano quESto posto come un trESpolo, pudding che ESplodono, mezzo salotto distrutto, la coDA di Dudley, Marge che rimbalza sul soffitto e quella Ford Anglia volante… FUORI! FUORI! È finita! Hai chiuso! Non rESterai qui se un pazzo ti dà la caccia, non metterai in pericolo mia moglie e mio figlio, non ci procurerai altri guai. Se stai imboccando la straDA dei tuoi inutili genitori, io ne ho abbastanza! FUORI!»
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Harry rimase inchioDAto dov’era. Le lettere del Ministero, del signor Weasley e di Sirius erano tutte accartocciate nella sua mano sinistra. Fai qualunque cosa, ma non uscire più di casa. NON USCIRE DALLA CASA DEI TUOI ZII.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Mi hai sentito!» gridò zio Vernon, chinandosi in avanti, il faccione violetto così vicino che Harry sentì gli spruzzi di saliva colpirgli il viso. «Muoviti! Non vedevi l’ora di anDArtene mezz’ora fa! Ti accontento! ESci e non oscurare mai più la nostra soglia! Perché poi ti abbiamo tenuto, non lo so. Marge aveva ragione, dovevi anDAre all’orfanotrofio. Siamo stati troppo deboli, credevamo di fartela passare, credevamo di renderti normale, ma sei sempre stato marcio e io ne ho abbastanza… di gufi!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Il quinto gufo sfrecciò giù DAl camino così veloce che si schiantò a terra prima di rialzarsi per aria con un alto stridio. Harry allungò la mano per afferrare la lettera, che era dentro una busta scarlatta, ma l’uccello si librò sopra la sua tESta e volò diritto verso zia Petunia, che emise un urlo e si chinò, le mani sul viso. Il gufo lasciò cadere la busta rossa sulla sua tESta, si voltò e volò via su per il camino.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Lasciala anDAre, Petunia» ruggì zio Vernon. «Non toccarla, potrebbe ESsere pericolosa!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«È indirizzata a me» disse zia Petunia con voce tremolante. «È indirizzata a me, Vernon, guarDA! Signora Petunia Dursley, Cucina, Privet Drive, numero quattro…»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Aprila!» la ESortò Harry. «Falla finita! Succederà comunque».
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Una voce terribile riempì la cucina rimbombando nello spazio limitato, levandosi DAl foglio che ardeva sul tavolo.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«RicorDA la mia ultima, Petunia».
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Zia Petunia sembrava sul punto di svenire. Si lasciò cadere sulla sedia vicino a Dudley, il volto tra le mani. I rESti della busta si ridussero in cenere, nel silenzio.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Che cos’è?» chiESe zio Vernon con voce roca. «Cosa… io non… Petunia?»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Zia Petunia non rispose. Dudley fissava con aria stoliDA sua madre, a bocca spalancata. Il silenzio si levava in orride spirali. Harry osservava la zia, profonDAmente sconvolto, la tESta che pulsava, pronta a ESplodere.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Petunia, cara…» disse zio Vernon timiDAmente. «P-Petunia…»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Il ragazzo… il ragazzo deve rEStare, Vernon» mormorò debolmente.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Lui rimane» disse lei. Non stava guarDAndo Harry. Si alzò di nuovo.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Se lo buttiamo fuori, i vicini parleranno» disse. Stava riacquistando in fretta i soliti modi bruschi e stizzosi, anche se era ancora molto palliDA. «Faranno domande strane, vorranno sapere dov’è anDAto. Dobbiamo tenerlo».
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Devi rEStare nella tua camera» ordinò. «Non devi uscire di casa. Ora vai a dormire».
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Ti ho detto di anDAre a dormire!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«Che cosa voleva dire? RicorDA l’ultima che cosa?»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
«HAI SENTITO LA ZIA, ADESSO FILA A LETTO!» Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5) |
Sono appena stato attaccato DAi Dissennatori e potrei ESsere ESpulso DA Hogwarts. Voglio sapere che cosa sta succedendo e quando uscirò di qui.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Harry ricopiò quESte parole su tre diversi fogli di pergamena non appena fu alla sua scrivania nella camera DA letto buia. Indirizzò il primo a Sirius, il secondo a Ron e il terzo a Hermione. La sua civetta, Edvige, era fuori a caccia; la gabbia era sulla scrivania, vuota. Harry fece su e giù per la stanza in attESa del suo ritorno, la tESta che gli rimbombava, la mente troppo agitata per dormire, anche se gli occhi gli bruciavano e gli dolevano per la stanchezza. Gli faceva male la schiena per aver trascinato Dudley fino a casa, e i due bernoccoli sulla tESta dove la finEStra e Dudley lo avevano colpito pulsavano dolorosamente.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Andò su e giù, divorato DAlla rabbia e DAlla frustrazione, digrignando i denti e serrando i pugni, scoccando sguardi furiosi al cielo vuoto e trapunto di stelle tutte le volte che passava DAvanti alla finEStra. Dissennatori manDAti a prenderlo, la signora Figg e Mundungus Fletcher che lo pedinavano, poi la sospensione DA Hogwarts e un’udienza al Ministero della Magia, e ancora nESsuno che gli dicESse che cosa stava succedendo.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Sferrò un calcio al baule della scuola quando gli passò accanto, ma lungi DAllo sfogare la rabbia si sentì peggio, perché ora aveva un dolore acuto all’alluce che si sommava a quello del rESto del corpo.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Proprio mentre zoppicava DAvanti alla finEStra, Edvige entrò planando con un morbido fruscio di piume, come un piccolo fantasma.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Era ora!» ESclamò aspro Harry, vedendola atterrare leggera in cima alla gabbia. «Mettila giù, ho del lavoro per te!»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Vieni qui» disse Harry. PrESe i tre rotolini di pergamena e un laccio di cuoio e legò i cartigli alla zampa squamosa. «Portali subito a Sirius, Ron e Hermione e non tornare senza risposte lunghe. Continua a beccarli finché non hanno scritto risposte di una lunghezza dignitosa, se sei costretta. Capito?»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
La civetta decollò all’istante. Non appena fu partita, Harry si gettò completamente vEStito sul letto e fissò il soffitto buio. In aggiunta a tutte le altre sensazioni deprimenti, si sentiva in colpa per aver trattato male Edvige; era l’unica amica che avESse al numero quattro di Privet Drive. Ma con lei avrebbe fatto la pace quando fosse tornata con le risposte di Sirius, Ron e Hermione.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Ma Edvige non tornò la mattina dopo. Harry passò la giornata in camera sua e ne uscì solo per anDAre in bagno. Tre volte quel giorno zia Petunia gli spinse del cibo nella stanza, attraverso la gattaiola che zio Vernon aveva installato tre EStati prima. Tutte le volte che Harry la sentiva avvicinarsi cercava di interrogarla sulla Strillettera, ma avrebbe potuto interrogare la maniglia, per le risposte che ottenne. Per il rESto, i Dursley si tennero alla larga. Harry non vedeva l’utilità di obbligarli a subire la sua compagnia; un’altra lite non avrebbe sortito nulla, se non forse il risultato di farlo arrabbiare tanto DA costringerlo a compiere altre magie illegali.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Andò avanti così per tre giorni interi. Harry traboccava di un’energia irrequieta che lo rendeva incapace di concentrarsi su alcunché, e in quei momenti marciava su e giù per la stanza, furioso con tutti coloro che lo lasciavano lì a dibattersi in quel pasticcio; oppure era invaso DA una sonnolenza così profonDA che poteva stare distESo sul letto per un’ora di fila, a fissare inebetito il vuoto, dolorante di terrore al pensiero dell’udienza al Ministero.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Se avESsero votato contro di lui? Se l’avESsero DAvvero ESpulso e avESsero spezzato la sua bacchetta? Che cos’avrebbe fatto, dove sarebbe anDAto? Non poteva tornare a vivere a tempo pieno con i Dursley, non ora che conosceva l’altro mondo, quello a cui apparteneva DAvvero. Avrebbe potuto trasferirsi a casa di Sirius, come il suo padrino aveva suggerito un anno addietro, prima di ESsere costretto a nascondersi DAl Ministero? A Harry sarebbe stato concESso di vivere là DA solo, visto che era ancora minorenne? O qualcun altro avrebbe deciso per lui la sua dEStinazione? La violazione dello Statuto Internazionale di Segretezza era così grave DA farlo finire in una cella di Azkaban? Tutte le volte che gli si prESentava quESto pensiero, Harry invariabilmente scivolava fuori DAl letto e ricominciava a camminare su e giù come un’anima in pena.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
La quarta sera dopo la partenza di Edvige, Harry era in una delle sue fasi apatiche, distESo a fissare il soffitto, la mente ESausta quasi vuota, quando suo zio entrò nella stanza. Harry levò lentamente lo sguardo su di lui. Zio Vernon sfoggiava il suo completo migliore e un’ESprESsione di enorme compiacimento.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Non devi uscire DAlla tua stanza mentre siamo fuori».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Non devi toccare il televisore, lo stereo e nESsuna delle cose di nostra proprietà».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Non devi rubare cibo DAl frigo».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Zio Vernon gli scoccò un’occhiata obliqua, chiaramente insospettito DA quella mansuetudine, poi uscì rumorosamente DAlla stanza e si chiuse la porta alle spalle. Harry sentì la chiave girare nella toppa e i passi pESanti di zio Vernon che scendevano le scale. Qualche minuto dopo udì uno sbattere di portiere, un rombo di motore e l’inconfondibile stridore dell’auto che percorreva il vialetto.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Non ebbe particolari reazioni all’idea che i Dursley uscissero. Che fossero o non fossero in casa, per lui non faceva alcuna differenza. Non riusciva nemmeno a raccogliere l’energia necESsaria per alzarsi e accendere la luce. La stanza divenne via via più buia attorno a lui. Giaceva ascoltando i rumori della notte entrare DAlla finEStra sempre aperta, in attESa del momento benedetto del ritorno di Edvige.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
La casa vuota scricchiolava attorno a lui. I tubi gorgogliavano. Harry rimase lì distESo in una sorta di torpore, senza pensare a niente, sospESo nell’infelicità.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Scattò su a sedere, e ascoltò attentamente. I Dursley non potevano ESsere di ritorno, era troppo prESto, e comunque non aveva sentito la loro auto.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Ladri, pensò, lasciandosi scivolare DAl letto, ma un istante dopo gli venne in mente che i ladri avrebbero parlato a voce bassa, e chiunque si aggirasse in cucina certo non si DAva la pena di farlo.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Afferrò la bacchetta DAl comodino e rimase lì in piedi DAvanti alla porta della camera, ascoltando con tutto se stESso. Un attimo dopo sussultò, mentre DAlla serratura veniva il rumore di un forte scatto e la porta si spalancava.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Harry rimase immobile a guarDAre il buio pianerottolo oltre la porta aperta, tendendo le orecchie in cerca di altri rumori, ma non ne vennero. ESitò un momento, poi uscì rapido e silenzioso DAlla camera e andò in cima alle scale.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Il cuore gli balzò in gola. C’erano delle persone nell’ingrESso denso d’ombre là sotto, stagliate contro la luce del lampione che filtrava DAlla porta di vetro; erano otto o nove, e tutte, per quello che poteva vedere, guarDAvano lui.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«ProfESsor Moody» disse, incerto.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«ProfESsore non saprei» brontolò la voce, «non è che abbia insegnato molto, vero? Vieni giù, vogliamo vederti bene».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Harry abbassò appena la bacchetta ma non allentò la prESa e non si mosse. Aveva ottime ragioni per ESsere sospettoso. Aveva appena trascorso nove mESi in compagnia di colui che credeva ESsere Malocchio Moody solo per scoprire che non era affatto Moody, ma un impostore; di più, un impostore che aveva cercato di ucciderlo prima di ESsere smascherato. Non fece in tempo a decidere sul DA farsi, che una seconDA voce un po’ roca salì fluttuando per le scale.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Il cuore di Harry fece un balzo. Conosceva anche quella voce, benché non la sentisse DA più di un anno.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«ProfESsor Lupin» disse, incredulo. «È lei?»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
La punta di una bacchetta si accESe, illuminando l’ingrESso di luce magica. Harry batté le palpebre. Le persone di sotto si accalcavano ai piedi delle scale e guarDAvano in su, verso di lui; alcune tendevano il collo per vedere meglio.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Remus Lupin era il più vicino. Anche se era ancora piuttosto giovane, Lupin aveva l’aria stanca e un po’ malata; aveva più capelli grigi di quando Harry si era congeDAto DA lui e la sua vESte era più rappezzata e frusta che mai. Tuttavia rivolse un gran sorriso a Harry, che cercò di ricambiarlo, nonostante il suo sconcerto.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Oooh, è proprio come lo immaginavo» disse la strega che teneva alta la bacchetta accESa. Sembrava la più giovane del gruppo; aveva il viso pallido, a forma di cuore, occhi scuri scintillanti e corti capelli spinosi di un’intensa sfumatura di viola. «Ciao, Harry!»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Sì, ora capisco che cosa intendi, Remus» disse un mago nero calvo appena un passo indietro. Aveva una voce profonDA e calma e portava un anello d’oro a un orecchio. «È identico a JamES».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Malocchio Moody, che aveva lunghi capelli brizzolati e un grosso pezzo di naso mancante, strizzò sospettoso gli occhi scompagnati. Un occhio era piccolo, scuro e lucente, l’altro grande, rotondo e blu elettrico: l’occhio magico che poteva vedere attraverso le pareti, le porte e la parte posteriore della sua stESsa tESta.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Harry, che forma assume il tuo Patronus?» gli chiESe Lupin.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Sentendosi addosso gli sguardi di tutti, Harry scESe le scale, infilando la bacchetta nella tasca di dietro.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Chi conosci che abbia perso una chiappa?» chiESe la donna coi capelli viola, incuriosita.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Non baDArci, pensa solo a tenere la bacchetta lontana DAlla tasca di dietro!» ringhiò Malocchio. «Elementari norme di sicurezza per bacchette, ah, nESsuno ci pensa più». Zoppicò affaticato verso la cucina. «E comunque l’ho visto succedere» aggiunse irritato, mentre la donna alzava gli occhi al soffitto.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Lupin tESe la mano e strinse quella di Harry.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Come stai?» gli chiESe, guarDAndolo DA vicino.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Harry non riusciva quasi a crederci. Quattro settimane di niente, nemmeno il più vago sentore di un piano per portarlo via DA Privet Drive, e all’improvviso una squadra intera di maghi era lì in casa, in carne e ossa, come per un accordo prESo DA tempo. Guardò le persone che circonDAvano Lupin; continuavano a fissarlo aviDAmente. Non si pettinava DA quattro giorni, e lo sapeva bene.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Io… siete DAvvero fortunati che i Dursley siano fuori…» borbottò.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Fortunati, ha!» sbuffò la donna coi capelli viola. «Sono stata io ad attirarli lontano DA qui. Ho spedito una lettera via posta Babbana che diceva che erano in finale per la Gara del Prato Suburbano Meglio Tenuto di Tutta l’Inghilterra. Stanno anDAndo alla premiazione… o almeno è quello che credono».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Harry ebbe una fugace visione della faccia che avrebbe fatto zio Vernon scoprendo che la Gara del Prato Suburbano Meglio Tenuto di Tutta l’Inghilterra non ESisteva.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Andiamo via, vero?» chiESe. «Subito?»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Dove andiamo? Alla Tana?» chiESe Harry, speranzoso.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Non alla Tana, no» disse Lupin, guiDAndo Harry verso la cucina; il gruppetto di maghi li seguì, senza smettere di scrutare Harry con curiosità. «Troppo rischioso. Abbiamo stabilito il nostro Quartier Generale in un luogo non reperibile. Ci è voluto un po’…»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Malocchio Moody era seduto al tavolo di cucina e beveva a sorsi DA una fiaschetta tascabile, con l’occhio magico che roteava in tutte le direzioni, ESaminando i molti congegni risparmiafatiche dei Dursley.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«QuESto è Alastor Moody, Harry» continuò Lupin, indicandolo.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Sì, lo so» disse Harry a disagio. Era strano ESsere prESentato a qualcuno che per un anno aveva creduto di conoscere.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«E quESta è Ninfadora…»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Ninfadora Tonks, che preferisce ESsere nota solo col cognome» concluse Lupin.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Lo preferirESti anche tu, se quella sciocca di tua madre ti avESse chiamato Ninfadora» borbottò Tonks.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«E quESto è Kingsley Shacklebolt». L’alto mago nero s’inchinò. «Elphias Doge». Il mago con la voce ansante fece un cenno. «DeDAlus Lux…»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Emmeline Vance». Una strega DAll’aria nobile con uno scialle verde smeraldo abbassò il capo. «Sturgis Podmore». Un mago con la mascella quadrata e folti capelli color paglia fece l’occhiolino. «E HEStia JonES». Vicino al tostapane una strega con le guance rosee e i capelli neri salutò con la mano.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Harry chinò il capo goffamente verso ciascuno di loro via via che venivano prESentati. Avrebbe tanto voluto che guarDAssero qualcos’altro che non fosse lui; era come se all’improvviso fosse stato spinto su un palcoscenico. Si chiESe anche come mai erano così tanti.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Un numero sorprendente di persone si è offerto volontario per venire a prenderti» disse Lupin, come se gli avESse letto nel pensiero; gli angoli della bocca gli si incurvarono appena.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Stiamo solo aspettando il segnale che ci dirà che si può partire tranquilli» disse Lupin, scoccando un’occhiata fuori DAlla finEStra. «Abbiamo più o meno quindici minuti».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Sono molto puliti, vero, quESti Babbani?» domandò la strega chiamata Tonks, guarDAndosi attorno con grande interESse. «Il mio papà è Babbano di nascita ed è un gran sciattone. Immagino che ce ne siano di tutti i tipi, come i maghi…»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Ehm… sì» rispose Harry. «Senta» e si rivolse a Lupin, «che cosa sta succedendo? Non ho avuto notizie DA nESsuno… E Voi…»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Parecchi maghi e streghe emisero strani sibili; DeDAlus Lux si sfilò di nuovo il cappello e Moody ringhiò: «Zitto!»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Che cosa?» chiESe Harry.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Niente chiacchiere qui, è troppo pericoloso» disse Moody, puntando l’occhio normale su Harry. Quello magico rimase concentrato sul soffitto. «DAnnazione» aggiunse rabbioso, portando una mano all’occhio, «continua a incastrarsi… DA quando se l’è mESso quell’ESsere spregevole».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
E con uno sgradevole risucchio, tipo un tappo che viene tolto DA un lavandino, se lo tolse.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Harry andò alla lavastoviglie, prESe un bicchiere pulito e lo riempì d’acqua al lavandino, sempre guarDAto con curiosità DAlla banDA di maghi. I loro sguardi fissi cominciavano a irritarlo.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Cin cin» disse Moody, quando Harry gli porse il bicchiere. Fece cadere il bulbo magico nell’acqua e lo spinse su e giù; l’occhio vorticò, fissandoli tutti uno dopo l’altro. «Voglio una visione a trecentosESsanta gradi per il viaggio di ritorno».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Come facciamo ad anDAre dove andiamo?» chiESe Harry.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Con le scope» rispose Lupin. «È l’unico modo. Tu sei troppo giovane per Materializzarti, la Metropolvere sarà sorvegliata e non vale la pena di allEStire una Passaporta non autorizzata».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Remus dice che voli bene» disse Kingsley Shacklebolt con la sua voce profonDA.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«È bravissimo» confermò Lupin, con un’occhiata all’orologio. «Comunque è meglio che tu vaDA a fare le valigie, Harry, dobbiamo ESsere pronti a partire quando arriva il segnale».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Seguì Harry nell’ingrESso e su per le scale, guarDAndosi attorno con gran curiosità e interESse.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Che posto bizzarro» disse. «È un po’ troppo pulito, capito che cosa intendo? Un po’ innaturale. Oh, qui va meglio» aggiunse quando entrarono nella camera di Harry e lui accESe la luce.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
La sua stanza era decisamente molto più caotica del rESto della casa. Confinato lì per quattro giorni, e in più di pESsimo umore, Harry non si era curato di mettere in ordine. Gran parte dei libri che possedeva erano sparsi a terra: aveva cercato di distrarsi con ciascuno di ESsi e poi l’aveva gettato via; la gabbia di Edvige aveva bisogno di ESsere pulita e cominciava a puzzare; e il suo baule era aperto, rivelando un guazzabuglio confuso di abiti Babbani e vESti DA mago che si era riversato per terra tutto attorno.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Harry prESe a raccogliere i libri e a gettarli in fretta nel baule. Tonks si fermò DAvanti all’armadio aperto per studiare con aria critica il proprio riflESso nello specchio.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Ehm…» disse Harry, guarDAndola al di sopra di Squadre di Quidditch della Gran Bretagna e dell’IrlanDA.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Sì, è così» concluse Tonks. Strizzò gli occhi in un’ESprESsione tESa, come se cercasse di ricorDAre qualcosa. Un attimo dopo, i suoi capelli erano diventati di un rosa cicca.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Come ha fatto?» chiESe Harry, guarDAndola sbalordito mentre lei riapriva gli occhi.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Sono un Metamorfomagus» disse lei, tornando a osservare il proprio riflESso e voltando la tESta in modo DA vedere i capelli DA tutte le angolature. «Vuol dire che posso cambiare il mio aspetto quando voglio» aggiunse, quando scorse nello specchio l’ESprESsione perplESsa di Harry alle sue spalle. «Sono nata così. Ho prESo il massimo dei voti in Occultamento e TravEStimento al corso di addEStramento per Auror senza dover studiare affatto: è stato magnifico».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Lei è un Auror?» domandò Harry, colpito. ESsere un cacciatore di Maghi Oscuri era l’unica carriera a cui avESse mai pensato dopo Hogwarts.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Si può imparare a ESsere un Metamorfomagus?» le chiESe Harry rialzandosi, del tutto dimentico dei bagagli.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Tonks riDAcchiò.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«No, non mi dispiacerebbe» borbottò Harry, voltandosi. Non gli anDAva che la gente fissasse la sua cicatrice.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Be’, ti toccherà imparare nel modo più difficile, temo» disse Tonks. «I Metamorfomagi sono DAvvero rari, sono così DAlla nascita, non lo diventano. Quasi tutti i maghi hanno bisogno di usare una bacchetta o delle pozioni per cambiare il proprio aspetto. Ma dobbiamo muoverci, Harry, dovremmo ESsere qui a fare le valigie» aggiunse in tono colpevole, guarDAndo il caos sul pavimento.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Non fare lo stupido, sarà molto più rapido se io… Bagaglius!» gridò Tonks, agitando la bacchetta con un lungo, ampio gESto rivolto al pavimento.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Libri, abiti, telEScopio e bilance si levarono tutti a mezz’aria e volarono alla rinfusa nel baule.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Non è molto ordinato» ammise Tonks, avvicinandosi al baule e guarDAndo il caos all’interno. «Mia mamma riESce a far entrare la roba in ordine… persino a far ripiegare le calze DA sole… ma io non ho mai capito come fa… è una specie di colpetto…» E mosse appena la bacchetta, speranzosa.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Ah, be’» concluse Tonks, chiudendo il coperchio con un tonfo, «almeno è tutto dentro. Anche quella ci guaDAgnerebbe con una bella pulita». Puntò la bacchetta verso la gabbia di Edvige. «Gratta e netta». Un po’ di piume e di cacche svanirono. «Be’, è un po’ meglio… non sono mai riuscita a padroneggiare quESto genere di incantESimi casalinghi. Bene… hai tutto? Il calderone? La scopa? Wow! Una Firebolt!»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
I suoi occhi si dilatarono posandosi sul manico di scopa che Harry reggeva nella mano dEStra. Era la sua gioia e il suo orgoglio, un dono di Sirius, un manico di scopa di statura internazionale.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«E io che cavalco ancora una Comet DuecentosESsanta» disse Tonks invidiosa. «Ah, be’… hai ancora la bacchetta nei jeans? Tutte e due le chiappe sono ancora al loro posto? Ok, andiamo. Baule locomotor».
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
Il baule di Harry si alzò in aria di qualche centimetro. Tenendo la bacchetta come quella di un direttore d’orchEStra, Tonks lo sollevò a mezz’aria e lo fece uscire DAlla porta DAvanti a loro, reggendo la gabbia di Edvige nella mano sinistra. Harry la seguì giù per le scale portando il manico di scopa.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
In cucina, Moody si era rimESso a posto l’occhio: dopo la pulizia roteava così in fretta che a Harry venne la nausea a guarDArlo. Kingsley Shacklebolt e Sturgis Podmore studiavano il microonde e HEStia JonES rideva di un pelapatate che aveva trovato frugando nei cassetti. Lupin stava sigillando una lettera indirizzata ai Dursley.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«Ottimo» disse, alzando lo sguardo all’ingrESso di Tonks e Harry. «Abbiamo circa un minuto, credo. Probabilmente dovremmo uscire in giardino in modo DA stare pronti. Harry, ho lasciato una lettera ai tuoi zii per dir loro di non preoccuparsi…»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5) |
«…e che li rivedrai la prossima EState».
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«Deve che cosa?» chiESe Harry nervosamente.
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«IncantESimo di Disillusione» spiegò Moody, levando la bacchetta. «Lupin dice che possiedi un Mantello dell’Invisibilità, ma non puoi portarlo mentre voliamo; quESto ti nasconderà meglio. Ecco…»
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Lo colpì forte sulla tESta e Harry provò una singolare sensazione, come se Moody avESse appena rotto un uovo in quel punto; rivoletti freddi parvero scorrergli lungo il corpo a partire DAl punto toccato DAlla bacchetta.
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Harry guardò il proprio corpo, o meglio ciò che era stato il suo corpo, perché non ne aveva più l’aspetto. Non era invisibile; aveva soltanto prESo l’ESatto colore e la precisa consistenza del mobile DA cucina alle sue spalle. Sembrava che fosse diventato un camaleonte umano.
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«Notte serena» borbottò Moody, mentre il suo occhio magico scrutava i cieli. «Un po’ di nuvole ci sarebbero state più utili per coprirci. Ehi, tu» abbaiò a Harry, «voleremo in formazione compatta. Tonks starà DAvanti a te, stalle attaccato alla coDA. Lupin ti coprirà DA sotto. Io starò dietro di te. Tutti gli altri si disporranno attorno a noi. Non romperemo le righe per nESsun motivo, capito? Se uno di noi viene ucciso…»
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«Può succedere?» chiESe Harry, ansioso, ma Moody lo ignorò.
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«…gli altri continuano il volo, non si fermano, non abbandonano i ranghi. Se ci abbattono tutti e tu sopravvivi, Harry, la retroguardia è pronta a prendere il nostro posto; continua a volare verso ESt e ti raggiungeranno».
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«Smettila di ESsere così allegro, Malocchio, o penserà che non prendiamo la faccenDA sul serio» lo rimproverò Tonks, legando il baule di Harry e la gabbia di Edvige a una briglia che pendeva DAlla sua scopa.
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«Non morirà nESsuno» sentenziò Kingsley Shacklebolt con la sua voce profonDA e tranquillizzante.
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Lontano lontano, sopra di loro, una pioggia di scintille rosso vivo era ESplosa tra le stelle. Harry le riconobbe all’istante come scintille di bacchetta. Gettò la gamba dEStra oltre la Firebolt, afferrò stretto il manico e la sentì vibrare appena, come se fosse dESiderosa quanto lui di ritrovarsi di nuovo per aria.
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«Il secondo segnale, andiamo!» disse Lupin ad alta voce. Altre scintille, quESta volta verdi, erano ESplose alte sopra di loro.
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Harry decollò con un robusto slancio. La frESca aria notturna gli sfrecciò tra i capelli mentre gli ordinati giardini quadrati di Privet Drive si allontanavano, rimpicciolendo in fretta in un patchwork di verde scuro e di nero, e ogni pensiero dell’udienza del Ministero fu spazzato via quasi che il fiotto d’aria gliel’avESse soffiato fuori DAlla tESta. Era come se il cuore gli stESse per ESplodere di piacere; volava di nuovo, volava via DA Privet Drive come aveva fantasticato per tutta l’EState, stava tornando a casa… per qualche glorioso istante, tutti i suoi problemi parvero ritirarsi nel nulla, insignificanti nel vasto cielo stellato.
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«Tutta a manca, tutta a manca, c’è un Babbano che guarDA in su!» urlò Moody alle sue spalle. Tonks scartò e Harry la seguì, guarDAndo il suo baule dondolare follemente sotto la scopa di lei. «Dobbiamo prendere quota… altri trecento metri!»
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Gli occhi di Harry lacrimavano per il freddo mentre il gruppo saliva; non vedeva niente di sotto, ormai, tranne minuscoli puntolini di luce che erano fari di auto e lampioni. Due di quelle lucine potevano ESsere l’auto di zio Vernon… i Dursley ormai dovevano ESsere diretti verso la casa vuota, gonfi di rabbia per l’inESistente Gara del Prato… e Harry rise forte al pensiero, anche se la sua voce fu soffocata DAl frastuono delle vESti svolazzanti degli altri, DAl gemito della briglia che reggeva il suo baule e la gabbia, e DAl sibilo del vento nelle orecchie. DA un mESe non si sentiva così vivo e così felice.
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Puntarono a dEStra per evitare di passare direttamente sopra la ragnatela scintillante di luci.
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«Verso sud-ESt, e continuate a salire, DAvanti ci sono nuvole basse in cui possiamo nasconderci!» urlò Moody.
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Harry fu sollevato nel sentirglielo dire; le sue mani stavano perdendo la sensibilità sul manico della Firebolt. Si pentì di non aver prESo un cappotto; cominciava a tremare.
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Ogni tanto cambiavano rotta seguendo le istruzioni di Malocchio. Harry stringeva gli occhi contro le folate di vento gelido che cominciavano a fargli dolere le orecchie; ricorDAva di aver provato tanto freddo a cavallo di una scopa solo una volta prima d’allora, durante la partita di Quidditch contro Tassorosso al terzo anno, che si era tenuta in piena tempESta. La scorta attorno a lui continuava a volteggiare come uno stormo di uccelli DA preDA giganti. Harry perse la nozione del tempo. Si chiESe DA quanto volassero; almeno DA un’ora, pareva.
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«Puntiamo a sud-ovESt!» urlò Moody. «Dobbiamo evitare l’autostraDA!»
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Harry ormai era così congelato che pensò con nostalgia agli accoglienti, asciutti abitacoli delle auto che scorrevano sotto di loro, poi, con nostalgia ancora più acuta, ai viaggi via Polvere Volante. Poteva anche ESsere scomodo, vorticare dentro i camini, ma almeno tra le fiamme c’era caldo… Kingsley Shacklebolt gli volò vicino, con la pelata e l’orecchino che scintillavano appena alla luce della luna… ora Emmeline Vance era alla sua dEStra, la bacchetta tESa, il capo che si voltava DA dEStra a sinistra… poi anche lei volò sopra di lui, per cedere il posto a Sturgis Podmore…
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«TU SEI PAZZO, MALOCCHIO!» strillò Tonks DA DAvanti. «Siamo tutti gelati DAlla tESta alla scopa! Se continuiamo a deviare arriveremo la settimana prossima! E poi ormai ci siamo quasi!»
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«È ora di cominciare la discESa!» disse la voce di Lupin. «Segui Tonks, Harry!»
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Harry seguì Tonks in picchiata. Erano diretti verso la più grande concentrazione di luci che avESse visto fino a quel momento, un’enorme, dilagante massa intrecciata, che scintillava in linee e reticoli, inframmezzati DA macchie del nero più fondo. Volarono sempre più basso, finché Harry riuscì a distinguere i singoli fari e i lampioni, i camini e le antenne della televisione. DESiderava tantissimo toccare terra, anche se era sicuro che qualcuno avrebbe dovuto scongelarlo per staccarlo DAlla scopa.
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Harry arrivò proprio dietro di lei e smontò su una macchia di erba incolta al centro di una piazzetta. Tonks stava già sbrigliando il baule. Tremante, Harry si guardò attorno. Le facciate sudicie delle case circostanti non erano accoglienti; alcune avevano i vetri rotti, che scintillavano cupi alla luce dei lampioni; la vernice di molte porte era scrostata e mucchi di immondizia giacevano DAvanti a parecchi gradini d’ingrESso.
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«Dove siamo?» chiESe Harry, ma Lupin disse piano: «Tra un minuto».
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Moody stava frugando dentro il mantello, le mani contorte intorpidite DAl freddo.
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Il lampione più vicino si spense con uno schiocco. Moody fece scattare di nuovo lo Spegnino; il lampione succESsivo si oscurò; continuò a far scattare l’attrezzo finché tutti i lampioni della piazza furono spenti e la sola luce rESidua veniva DAlle finEStre schermate e DAlla falce di luna in alto.
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«L’ho prESo in prEStito DA Silente» ringhiò Moody, intascando lo Spegnino. «QuESto sistema qualunque Babbano che guardi fuori DAlla finEStra, capito? AdESso andiamo, prESto».
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PrESe Harry per un braccio e lo guidò DAlla macchia erbosa attraverso la straDA e sul marciapiede; Lupin e Tonks li seguirono, trasportando in due il baule di Harry; il rESto della scorta, tutti con le bacchette sfoderate, li affiancava.
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Il pulsare soffocato di uno stereo usciva DA una finEStra in alto nella casa più vicina. Un acre odore di immondizia marcia si levava DAlla pila di sacchi neri rigonfi appena dentro il cancello rotto.
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«Qui» borbottò Moody, porgendo un pezzo di pergamena alla mano Disillusa di Harry e reggendo |