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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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    Poi Bill, togliendo il lenzuolo dal braccio per controllare il suo taglio, disse: «Be’, non ci ha aiutato questa notte, chiunque l’abbia evocato. Ha messo in fuga i Mangiamorte nell’istante in cui l’hanno visto. Si sono Smaterializzati tutti prima che riuscissimo ad avvicinarci tanto da smascherarne uno. Siamo riusciti ad afferrare i Roberts prima che toccassero terra, però. Gli stanno modificando la memoria proprio adesso».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Mangiamorte?» chiese Harry. «Che cosa sono i Mangiamorte
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Ma se erano i Mangiamorte, perché si sono Smaterializzati quando hanno visto il Marchio Nero?» chiese Ron. «Vederlo avrebbe dovuto fargli piacere, no?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Usa il cervello, Ron» disse Bill. «Se erano davvero Mangiamorte, hanno fatto davvero una gran fatica per riuscire a restar fuori da Azkaban quando Tu-Sai-Chi cadde, e hanno detto un sacco di balle sul fatto che lui li aveva obbligati a uccidere e torturare. Scommetto che avrebbero ancora più paura di tutti noi messi insieme se tornasse. Hanno negato di aver mai avuto niente a che fare con lui quando ha perso i suoi poteri, e sono tornati alla vita di tutti i giorni… Non credo che sarebbe molto soddisfatto di loro, no?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Allora… chiunque abbia evocato il Marchio Nero…» disse Hermione lentamente, «l’ha fatto per dimostrare il suo sostegno ai Mangiamorte, o per spaventarli?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)


    «La tua supposizione vale quanto la nostra, Hermione» disse il signor Weasley. «Ma ti dirò una cosa… solo i Mangiamorte potevano sapere come evocarlo. Sarei molto sorpreso se la persona che l’ha fatto non fosse stata un tempo un Mangiamorte, anche se ora non lo è… Sentite, è molto tardi, e se vostra madre viene a sapere cos’è successo si spaventerà da morire. Dormiremo qualche ora e poi cercheremo di prendere una Passaporta domattina presto per andarcene di qui».
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Sì, ma lo era davvero?» disse Harry, voltandosi per guardare dalla finestra il cielo sempre più chiaro. «È strano, no…? Mi fa male la cicatrice, e tre giorni dopo i Mangiamorte sono in marcia, e il marchio di Voldemort è di nuovo su in cielo».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Karkaroff» disse Sirius. «Harry, era un Mangiamorte. Lo sai che cosa sono i Mangiamorte, vero?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Ho sentito dire cose molto strane» rispose lentamente. «I Mangiamorte ultimamente sembrano un po’ più attivi del solito. Si sono fatti vedere alla Coppa del Mondo di Quidditch, no? Qualcuno ha evocato il Marchio Nero… e poi… hai sentito parlare di quella strega del Ministero della Magia che è scomparsa?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

   Quella sera Harry, Ron e Hermione salirono alla Guferia a cercare Leo: Harry voleva scrivere a Sirius per dirgli che era riuscito a superare incolume la prova del drago. Lungo le scale, Harry aggiornò Ron su tutto quello che Sirius gli aveva detto di Karkaroff. Sulle prime Ron fu sconvolto dalla notizia che Karkaroff era stato un Mangiamorte, ma quando entrarono nella Guferia decretò che avrebbero dovuto sospettarlo fin dall’inizio.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Non lo so» borbottò Harry, «ultimamente succedono cose strane, no? C’era scritto anche sulla Gazzetta del Profeta… il Marchio Nero alla Coppa del Mondo, e i Mangiamorte e il resto…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Sei un ragazzo sveglio, Potter» disse. L’occhio magico tornò a vagare sulla Mappa del Malandrino. «È possibile che Crouch la pensi così» disse lentamente. «Alquanto possibile… ultimamente sono circolate strane voci… corroborate da Rita Skeeter, naturalmente. Fanno innervosire parecchie persone, credo». Un cupo sorriso gli increspò la bocca storta. «Oh, se c’è una cosa che odio» sussurrò, più rivolto a se stesso che a Harry, mentre l’occhio magico era immobile sull’angolo in basso a sinistra del foglio, «è un Mangiamorte rimesso in libertà…»
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Be’, tempi come quelli fanno tirar fuori il meglio a certe persone, e il peggio ad altre. I principi di Crouch potevano anche essere sani all’inizio; non saprei. Fece una rapida carriera al Ministero, e prese a impartire misure molto severe contro i sostenitori di Voldemort. Gli Auror furono investiti di nuovi poteri: il potere di uccidere invece di catturare, per esempio. E io non fui l’unico a essere consegnato ai Dissennatori senza processo. Crouch combatteva la violenza con la violenza, e autorizzava l’uso delle Maledizioni Senza Perdono contro i sospetti. Oserei dire che divenne spietato e crudele quanto molti del Lato Oscuro. Aveva i suoi sostenitori, badate: moltissima gente era convinta che stesse affrontando le cose nella maniera giusta, e c’erano un sacco di maghi e streghe che premevano perché diventasse Ministro della Magia. Quando Voldemort scomparve, parve che fosse solo questione di tempo prima che Crouch ottenesse la massima carica. Ma poi accadde una vera disgrazia…» Sirius fece un sorriso cupo. «Il figlio di Crouch fu sorpreso con un gruppo di Mangiamorte che erano riusciti a farsi rilasciare da Azkaban. A quanto pareva volevano trovare Voldemort e innalzarlo di nuovo al potere».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Suo figlio era davvero un Mangiamorte?» chiese Harry.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Non ne ho idea» rispose Sirius, ingollando altro pane. «Ero anch’io ad Azkaban quando lo portarono. Queste sono quasi tutte cose che ho scoperto dopo essere uscito. Quando fu arrestato, il ragazzo era senza dubbio in un gruppo di Mangiamorte: ma può darsi che si fosse trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, come quell’elfa domestica».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)


    «Sì, ho sentito dire che è diventata un po’ una mania» annuì Sirius. «Secondo me crede ancora che se riesce a catturare un altro Mangiamorte tornerà popolare come una volta».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «lo credo che abbiano ragione tutti e due» rispose Sirius, guardandoli pensieroso. «Da quando ho scoperto che Piton insegnava qui, mi sono chiesto come mai Silente gli ha offerto un lavoro. Piton è sempre stato attratto dalle Arti Oscure, a scuola era celebre per questo. Era un tipo viscido, untuoso, coi capelli appiccicaticci» aggiunse Sirius, e Harry e Ron si scambiarono un sorrisetto. «Quando è arrivato a scuola, conosceva più incantesimi di metà degli allievi del settimo anno e faceva parte di una banda di Serpeverde che sono diventati quasi tutti Mangiamorte».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Sirius alzò le mani e prese a elencare i nomi. «Rosier e Wilkes: furono entrambi uccisi dagli Auror l’anno prima della caduta di Voldemort. I Lestrange, marito e moglie: si trovano ad Azkaban. Avery: ho sentito dire che è riuscito a togliersi dai guai sostenendo che aveva agito sotto la Maledizione Imperius, è ancora in libertà. Ma per quel che ne so, Piton non è mai nemmeno stato accusato di essere un Mangiamorte. Non che questo conti molto. Molti di loro non furono mai catturati. E Piton è certo abbastanza abile e astuto da tenersi fuori dai guai».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Be’» rispose Sirius lentamente, «non escludo che Malocchio abbia perquisito gli uffici di ogni singolo insegnante quando è arrivato a Hogwarts. Prende sul serio la sua Difesa contro le Arti Oscure, Moody. Non so se esiste qualcuno di cui si fida, e con le cose che ha visto non mi sorprende. Ma c’è da dire una cosa a favore di Moody, che non ha mai ucciso se poteva evitarlo. Ha sempre consegnato prigionieri vivi, per quanto era possibile. Era duro, ma non è mai sceso al livello dei Mangiamorte. Crouch, però… è di un’altra pasta… sarà davvero malato? E se sì, perché ha fatto la fatica di trascinarsi fino all’ufficio di Piton? E se no… che cos’ha in mente? Che cosa doveva fare di tanto importante alla Coppa del Mondo da non mettere piede in Tribuna d’Onore? Che cosa faceva mentre avrebbe dovuto prendere parte al Torneo come giudice?»
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «No!» urlò Karkaroff, tendendo le catene che lo legavano alla sedia. «Ve lo assicuro! Severus Piton è un Mangiamorte
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Silente si alzò. «Ho già deposto a questo proposito» disse chiaramente. «Severus Piton è stato un Mangiamorte, è vero. Però è tornato dalla nostra parte prima della caduta di Voldemort e ha fatto la spia per noi, a suo rischio e pericolo. Ora non è un Mangiamorte più di quanto lo sia io».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Ludovic Bagman, sei stato condotto qui al cospetto del Tribunale della Legge Magica per rispondere di accuse connesse alle attività dei Mangiamorte» disse Crouch. «Abbiamo ascoltato le testimonianze contro di te, e stiamo per raggiungere un verdetto. Hai qualcosa da aggiungere alla tua deposizione prima che la sentenza venga emessa?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Harry non credeva alle sue orecchie. Ludo Bagman un Mangiamorte?
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «E si fida di Piton?» chiese Ron. «Si fida veramente di Piton, anche se sa che era un Mangiamorte
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Non mi preoccupo di lei» disse Hermione alle sue ginocchia. «Sto solo pensando… ricordate quello che mi ha detto ai Tre Manici di Scopa? “So cose a proposito di Ludo Bagman che vi farebbero arricciare i capelli”. È a questo che alludeva, no? Ha fatto la cronaca del suo processo, sapeva che aveva passato delle informazioni ai Mangiamorte. E anche Winky, ricordate… “Il signor Bagman è un mago cattivo”. Il signor Crouch dev’essere stato furente che se la sia cavata, deve averne parlato a casa».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)


    L’aria si riempì all’improvviso del fruscio di mantelli. Tra le tombe, dietro il tasso, in ogni angolo in ombra, si Materializzavano maghi. Erano tutti incappucciati e mascherati. E uno a uno si fecero avanti… lenti, cauti, come se non credessero ai loro occhi. Voldemort rimase in silenzio, in attesa. Poi uno dei Mangiamorte cadde in ginocchio, arrancò verso Voldemort, e baciò l’orlo della sua nera veste.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    I Mangiamorte alle sue spalle fecero lo stesso: ciascuno si avvicinò a Voldemort avanzando sulle ginocchia e gli baciò la veste, prima di alzarsi e ritrarsi in un cerchio silenzioso con al centro la tomba di Tom Riddle, Harry, Voldemort, e il fagotto singhiozzante e fremente che era Codaliscia. Però lasciarono dei vuoti nel cerchio, come in attesa di altre persone. Voldemort, invece, aveva l’aria di non aspettarsi l’arrivo di altri. Guardò i volti incappucciati, e anche se non c’era vento, un fruscio parve diffondersi nel cerchio, scosso da un tremito improvviso.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Benvenuti, Mangiamorte» disse Voldemort piano. «Tredici anni… tredici anni dall’ultima volta che ci siamo incontrati. Eppure rispondete alla mia chiamata come se fosse ieri… siamo ancora uniti sotto il Marchio Nero, allora! Vero?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Il Mangiamorte a terra si contorse e urlò; Harry era certo che la sua voce avrebbe raggiunto le case nelle vicinanze… fa’ che arrivi la polizia, pensò disperato… chiunque… qualunque cosa…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Voldemort levò la bacchetta. Il Mangiamorte torturato rimase a terra, boccheggiante.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Eppure sei fuggito davanti al mio Marchio, quando un Mangiamorte fedele l’ha inviato in cielo la scorsa estate» rispose Voldemort con voce melliflua, e Malfoy tacque all’improvviso. «Si, so tutto, Lucius… mi hai deluso… mi aspetto un servizio più leale in futuro».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Avanzò ancora. Oltrepassò in silenzio alcuni dei Mangiamorte, ma davanti ad altri si fermò, e si rivolse loro.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «E qui abbiamo sei Mangiamorte assenti… tre morti per servirmi. Uno troppo vile per fare ritorno… la pagherà. Uno che credo mi abbia lasciato per sempre… verrà ucciso, naturalmente… e uno, il mio servo più fedele, che è già rientrato al mio servizio».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    I Mangiamorte si agitarono; Harry vide i loro occhi dardeggiare di lato per guardarsi a vicenda attraverso le maschere.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Silenzio. Poi il Mangiamorte alla destra di Codaliscia fece un passo avanti, e la voce di Lucius Malfoy risuonò da sotto la maschera.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)


    Voldemort scoppiò in una risatina dolce al suo orecchio, poi tolse il dito e continuò a parlare, rivolto ai Mangiamorte. «Avevo fatto male i miei conti, amici miei, lo ammetto. Il mio maleficio fu deviato dall’insensato sacrificio di quella donna, e mi rimbalzò contro. Fui strappato via dal mio corpo, diventai meno che spirito, meno del più miserabile fantasma… eppure ero vivo. Che cosa fossi, nemmeno io lo so… Io, che mi sono spinto più in là di ogni altro sul sentiero che conduce all’immortalità. Conoscete il mio obiettivo: dominare la morte. E allora fui messo alla prova, e a quanto pare uno o più dei miei esperimenti funzionarono… perché non ero morto, anche se il maleficio avrebbe dovuto uccidermi. Comunque, ero inerme come la più debole creatura, e non potevo fare nulla… perché non avevo corpo, e qualunque incantesimo in grado di aiutarmi richiedeva l’uso di una bacchetta…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Ricordo solo di aver costretto infinitamente me stesso, istante dopo istante, senza mai dormire, a esistere… Presi dimora in un luogo remoto, in una foresta, e aspettai… certo uno dei miei fedeli Mangiamorte avrebbe cercato di ritrovarmi… uno di loro sarebbe venuto a compiere la magia a me impossibile, a restituirmi un corpo… ma attesi invano…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Il brivido percorse di nuovo il circolo di Mangiamorte in ascolto. Voldemort lasciò che il silenzio incombesse spaventoso su di loro prima di riprendere. «Mi era rimasto solo un potere. Potevo impossessarmi dei corpi altrui. Ma non osavo andare dove altri umani erano numerosi, perché sapevo che gli Auror erano ancora all’estero, impegnati a cercarmi. A volte abitavo gli animali — i serpenti, naturalmente, erano i miei preferiti — ma non stavo molto meglio dentro di loro che in forma di puro spirito, perché i loro corpi erano poco adatti a compiere magie… e quando li possedevo ciò abbreviava loro la vita; nessuno è durato a lungo…
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Di nuovo silenzio; nulla si muoveva, nemmeno le foglie del tasso. I Mangiamorte erano immobili, gli occhi lucenti nelle maschere puntati su Voldemort, e su Harry.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Il servo morì quando lasciai il suo corpo, e mi ritrovai debole come non mai» riprese Voldemort. «Tornai al mio nascondiglio remoto, e non fingerò con voi di non aver temuto, allora, di non riuscire mai a riguadagnare i miei poteri… sì, quella fu forse la mia ora più cupa… non potevo sperare che mi venisse mandato un altro mago da possedere… e avevo smesso di sperare, ormai, che uno dei miei Mangiamorte si preoccupasse di ciò che era stato di me…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Mi disse che il Torneo Tremaghi si sarebbe tenuto a Hogwarts quest’anno. Mi disse che sapeva di un Mangiamorte fedele che avrebbe avuto una gran voglia di aiutarmi, se solo fossi riuscito a mettermi in contatto con lui. Disse molte cose… ma gli strumenti che usai per esercitare l’Incantesimo della Memoria su di lei erano potenti, e quando le ebbi strappato tutte le informazioni utili, la sua mente e il suo corpo erano entrambi irreparabilmente rovinati. Ormai era servita al suo scopo. Non potevo possederla. Me ne liberai».
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Be’… ma usando le informazioni di Bertha Jorkins, naturalmente. Usando il mio fedele Mangiamorte, di stanza a Hogwarts, per assicurarmi che il nome del ragazzo venisse inserito nel Calice di Fuoco. Usando il mio Mangiamorte per assicurarmi che il ragazzo vincesse il Torneo — che toccasse la Coppa Tremaghi per primo — la Coppa che il mio Mangiamorte aveva trasformato in una Passaporta, che lo avrebbe portato qui, lontano dall’aiuto e dalla protezione di Silente, tra le mie braccia aperte. Ed eccolo qui… il ragazzo che tutti voi avete creduto fosse stato la mia fine…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    E poi tutto passò. Si ritrovò abbandonato contro le funi che lo legavano alla pietra tombale del padre di Voldemort, a guardare quegli occhi rosso vivo attraverso una specie di nebbiolina. La notte echeggiava delle risate dei Mangiamorte.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Vedete, credo, che sciocchezza è stata credere che questo ragazzo sarebbe mai potuto essere più forte di me» disse Voldemort. «Ma io voglio che non ci siano dubbi nella mente di nessuno. Harry Potter mi è sfuggito per una circostanza fortunata. E io ora dimostrerò il mio potere uccidendolo, qui e ora, davanti a tutti voi, ora che non c’è nessun Silente ad aiutarlo e nessuna madre a morire per lui. Gli darò un’opportunità. Potrà battersi, e voi non avrete più dubbi su chi di noi è il più forte. Ancora un po’, Nagini» sussurrò, e il serpente si allontanò strisciando nell’erba, verso il punto in cui i Mangiamorte stavano in piedi, in attesa.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Ci fu un rapido istante, forse, in cui Harry soppesò l’idea di darsi alla fuga, ma la gamba ferita tremò sotto il suo peso mentre si alzava sulla tomba ricoperta di erbacce, mentre i Mangiamorte serravano i ranghi, formando un cerchio più stretto attorno a lui e Voldemort, colmando gli spazi lasciati dai compagni assenti. Codaliscia uscì dal cerchio, si avvicinò al corpo di Cedric e fece ritorno con la bacchetta di Harry, che gli ficcò rudemente in mano senza guardarlo. Poi riprese il suo posto nel cerchio di Mangiamorte in attesa.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    A quelle parole Harry ricordò, come se appartenesse a una vita precedente, il Club dei Duellanti a Hogwarts che aveva frequentato per poco tempo due anni prima… tutto ciò che aveva imparato era l’Incantesimo di Disarmo, Expelliarmus… e a cosa sarebbe servito, anche se vi fosse riuscito, privare Voldemort della sua bacchetta, quando era circondato da Mangiamorte in una proporzione di almeno trenta a uno? Non aveva mai imparato nulla che potesse rivelarglisi utile in quella circostanza. Sapeva di trovarsi di fronte alla cosa contro la quale Moody lo aveva sempre messo in guardia… l’inesorabile Maledizione Avada Kedavra — e Voldemort aveva ragione — sua madre questa volta non era lì a morire per lui… era decisamente inerme…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    I Mangiamorte ridevano di nuovo. La bocca senza labbra di Voldemort era piegata in un sorriso. Harry non s’inchinò. Non aveva intenzione di permettere a Voldemort di giocare con lui prima di ucciderlo… non gli avrebbe dato quella soddisfazione…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «Ho detto inchinati» disse Voldemort levando la bacchetta: e Harry senti la spina dorsale piegarsi come se un’enorme mano invisibile lo spingesse inesorabilmente in avanti, e i Mangiamorte risero più forte che mai.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    E poi cessò. Harry rotolò a terra e si rimise in piedi a fatica; era scosso da un tremito incontrollabile, come Codaliscia quando gli era stata tagliata la mano; barcollò di lato, contro il muro di Mangiamorte che assistevano alla scena, ed essi lo sospinsero indietro, verso Voldemort, ancora.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «Ti rifiuti?» chiese Voldemort piano, e questa volta i Mangiamorte non risero. «Ti rifiuti di dire di no? Harry, l’obbedienza è una virtù che devo insegnarti prima che tu muoia… forse un’altra piccola dose di dolore…»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «Non stiamo giocando a nascondino, Harry» disse la voce gelida di Voldemort, avvicinandosi, mentre i Mangiamorte sghignazzavano. «Non puoi nasconderti da me. Vorrebbe forse dire che sei stanco del nostro duello? Vorrebbe forse dire che preferisci che vi ponga fine ora, Harry? Vieni fuori, Harry… vieni fuori a giocare, allora… farò in fretta… forse sarà perfino indolore… non saprei… non sono mai morto…»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    E poi — nulla avrebbe potuto preparare Harry per ciò che vide — si sentì alzare da terra. Lui e Voldemort furono entrambi sollevati per aria, le bacchette ancora unite da quel filo di luce d’oro scintillante. Volarono via dalla lapide del padre di Voldemort, e si posarono su un lembo di terreno spianato, privo di tombe… I Mangiamorte urlavano, chiedevano ordini a Voldemort; si stringevano, ricostituivano il cerchio attorno a Harry e Voldemort, e il serpente strisciava ai loro piedi, alcuni estrassero le bacchette…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    Il filo d’oro che univa Harry e Voldemort andò in mille pezzi; le bacchette rimasero unite, mentre un centinaio di raggi disegnarono archi sopra di loro, incrociandosi tutto attorno, finché i due non si trovarono rinchiusi in una rete d’oro a forma di cupola, una gabbia di luce, oltre la quale i Mangiamorte si aggiravano come sciacalli, le loro urla stranamente soffocate…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «Non intervenite!» urlò Voldemort ai Mangiamorte, e Harry vide i suoi occhi rossi dilatarsi dallo stupore per quanto stava accadendo, lo vide lottare per spezzare il filo di luce che univa ancora la sua bacchetta a quella di Harry; Harry strinse più forte la sua, con tutt’e due le mani, e il filo d’oro rimase intatto. «Non intervenite se non ve lo ordino!»
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    La sua voce era remota e rimbombante. Harry guardò Voldemort… i suoi occhi rossi dilatati erano ancora colmi di sorpresa… non era più preparato di Harry a ciò che stava accadendo… e poi udì, molto fioche, le urla terrorizzate dei Mangiamorte che si aggiravano attorno al perimetro della cupola d’oro…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    Lei e le altre due sagome d’ombra presero a misurare a grandi passi le pareti interne della rete d’oro, mentre i Mangiamorte aleggiavano all’esterno… e le vittime di Voldemort sussurravano girando attorno ai duellanti, sussurravano parole d’incoraggiamento a Harry, e sibilavano parole che Harry non riusciva a udire contro Voldemort.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    E Harry corse come non aveva mai corso in tutta la vita, urtando due Mangiamorte esterrefatti; sfrecciò zigzagando tra le lapidi, avvertì le loro maledizioni che lo inseguivano, li sentì colpire le pietre tombali… scansava incantesimi e lapidi, precipitandosi verso il corpo di Cedric, senza più avvertire il dolore alla gamba, tutto il suo essere concentrato su ciò che doveva fare…
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «Impedimento!» urlò, puntando furiosamente la bacchetta indietro, contro i Mangiamorte che gli stavano alle calcagna.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «E sono venuti i Mangiamorte… e poi abbiamo duellato…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    Moody si lasciò sfuggire un lungo, basso fischio. «E i Mangiamorte? Sono tornati?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    Ma Harry all’improvviso ricordò. Avrebbe dovuto dirlo a Silente, avrebbe dovuto dirlo subito… «C’è un Mangiamorte a Hogwarts! C’è un Mangiamorte qui… è stato lui a mettere il mio nome nel Calice di Fuoco, è stato lui a fare in modo che arrivassi fino alla fine…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Io so chi è il Mangiamorte» disse piano.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Allora li ha perdonati?» disse. «I Mangiamorte che sono rimasti in libertà? Quelli che hanno sfuggito Azkaban?»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Te l’ho detto, Harry… te l’ho detto. Se c’è una cosa che odio più di ogni altra, è un Mangiamorte rimasto in libertà. Hanno voltato le spalle al mio padrone, quando aveva più bisogno di loro. Mi aspettavo che li punisse. Mi aspettavo che li torturasse. Dimmi che ha fatto loro del male, Harry…» Il volto di Moody a un tratto s’illuminò di un sorriso folle. «Dimmi che ha detto loro che io, io solo sono rimasto fedele… pronto a rischiare tutto per consegnargli la cosa che desiderava più di ogni altra… te».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    Harry fissò Moody, stupefatto. Non riusciva a capire come fosse possibile… l’amico di Silente, il celebre Auror… colui che aveva catturato tanti Mangiamorte… non aveva senso… nessun senso…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Il Signore Oscuro non è riuscito a ucciderti, Potter, e lo desiderava tanto» sussurrò Moody. «Prova a pensare come mi ricompenserà, quando scoprirà che l’ho fatto io al posto suo. Io ti ho consegnato a lui — tu, la cosa di cui più di ogni altra aveva bisogno per rigenerarsi — e poi ti ho ucciso per lui. Verrò onorato più di ogni altro Mangiamorte. Sarò il suo più caro, il suo più intimo sostenitore… più vicino di un figlio…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Tornammo alla tenda» disse Crouch. «Poi li sentimmo. Sentimmo i Mangiamorte. Quelli che non erano mai stati ad Azkaban. Quelli che non avevano mai sofferto per il mio padrone. Gli avevano voltato le spalle. Non erano finiti in schiavitù come me. Erano liberi di andare a cercarlo, ma non lo fecero. Si limitavano a prendersi gioco dei Babbani. Il rumore delle loro voci mi svegliò. La mia mente non era cosi limpida da anni. Ero furioso. Avevo la bacchetta. Volevo aggredirli per la loro infedeltà al mio padrone. Mio padre era uscito dalla tenda, era andato a liberare i Babbani. Winky ebbe paura, vedendomi così arrabbiato. Usò la magia in suo potere per tenermi legato a lei. Mi fece uscire dalla tenda, mi spinse nella foresta, lontano dai Mangiamorte. Io cercai di trattenerla. Volevo tornare al campeggio. Volevo mostrare a quei Mangiamorte che cos’era la vera fedeltà al Signore Oscuro, e punirli per il loro tradimento. Usai la bacchetta rubata per scagliare in cielo il Marchio Nero.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    Respirò profondamente e cominciò a raccontare. Mentre parlava, le immagini di tutto ciò che era accaduto quella notte parvero levarsi davanti ai suoi occhi: vide la superficie scintillante della pozione che aveva fatto risorgere Voldemort, vide i Mangiamorte Materializzarsi tra le tombe, vide il corpo di Cedric disteso a terra accanto alla Coppa.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Harry riprese; spiegò come Voldemort era sorto dal calderone e riferì tutto ciò che ricordava del discorso di Voldemort ai Mangiamorte. Poi raccontò come lo aveva slegato, gli aveva restituito la bacchetta e si era preparato al duello.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Quando abbiamo detto al signor Caramell che avevamo catturato il Mangiamorte responsabile dei fatti di questa sera» disse Piton a bassa voce, «è stato come se fosse a rischio la sua sicurezza personale. Ha insistito per convocare un Dissennatore che lo scortasse dentro il castello. L’ha condotto su nell’ufficio dove Barty Crouch…»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Senta, io ho visto Voldemort tornare!» gridò Harry. Cercò di scendere dal letto, ma la signora Weasley lo trattenne. «Ho visto i Mangiamorte! Posso dirvi i loro nomi! Lucius Malfoy…»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Stai solo ripetendo i nomi di coloro che furono accusati di essere Mangiamorte tredici anni fa!» esclamò Caramell irato. «Puoi benissimo aver letto quei nomi nelle vecchie cronache dei processi! Per l’amor del cielo, Silente, il ragazzo ci ha rifilato una storia pazzesca anche alla fine dell’anno scorso, le sue frottole stanno diventando sempre più colossali, e tu le bevi ancora! Il ragazzo sa parlare con i serpenti, Silente, e tu credi ancora che sia degno di fiducia?»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Ecco» disse Piton con voce roca. «Ecco. Il Marchio Nero. Non è netto come un’ora fa, quando è diventato scuro, ma si vede ancora. Ogni Mangiamorte è stato marchiato a fuoco così dal Signore Oscuro. Era un modo per riconoscerci, e per convocarci a lui. Quando lui toccava il Marchio di qualunque Mangiamorte, dovevamo Smaterializzarci, e Materializzarci immediatamente al suo fianco. È dall’inizio dell’anno che questo Marchio ha cominciato a diventare più evidente. Anche quello di Karkaroff. Perché crede che Karkaroff sia fuggito stanotte? Abbiamo sentito entrambi il marchio bruciare. Abbiamo capito entrambi che era tornato. Karkaroff teme la vendetta del Signore Oscuro. Ha tradito troppi dei suoi vecchi compagni per essere certo di essere il benvenuto».
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Che cos’era che Piton aveva fatto su ordine di Silente, la notte del ritorno di Voldemort? E perché… perché… Silente era così convinto che Piton fosse davvero dalla loro parte? Era la loro spia, l’aveva detto Silente nel Pensatoio. Piton era diventato una spia contro Voldemort, “a suo rischio e pericolo”. Era quello il compito che si era assunto di nuovo? Aveva preso contatto con i Mangiamorte, forse? Aveva finto di non essere mai davvero passato dalla parte di Silente, di aver semplicemente, come Voldemort stesso, aspettato l’occasione propizia?
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Sei proprio sicuro che sia lui, Lupin?» borbottò. «Sarebbe un bell’affare se portassimo via un Mangiamorte con le sue sembianze. Dovremmo chiedergli qualcosa che solo il vero Potter può sapere. A meno che qualcuno non abbia con sé un po’ di Veritaserum…»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    «Oblunghe, sì. Solo che ultimamente abbiamo dovuto smettere di usarle perché la mamma ci ha scoperto ed è andata su tutte le furie. Fred e George hanno dovuto nasconderle tutte per evitare che la mamma le buttasse via. Ma ci sono state parecchio utili prima che la mamma ci beccasse. Sappiamo che alcuni membri dell’Ordine stanno seguendo dei noti Mangiamorte, li tengono d’occhio, insomma…»
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «Non avresti dovuto sopravvivere!» rispose Sirius. «Nessuno, tranne i suoi Mangiamorte, doveva sapere che era tornato. Ma tu sei sopravvissuto per raccontarlo».
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Be’, prima di tutto che Voldemort voglia ricostruire il suo esercito» disse Sirius. «In passato aveva grossi numeri ai suoi ordini: maghi e streghe che aveva costretto a seguirlo con la prepotenza o con incantesimi, i suoi fedeli Mangiamorte, un’enorme varietà di creature Oscure. Hai sentito che progettava di reclutare i giganti; be’, sono solo uno dei gruppi a cui fa la corte. Certamente non cercherà di impossessarsi del Ministero della Magia solo con una decina di Mangiamorte».
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Capisci il problema» disse Lupin. «Finché il Ministero insiste che non c’è nulla da temere da parte di Voldemort, è difficile convincere la gente del suo ritorno, soprattutto perché nessuno ci vuole credere. In più, il Ministero conta molto sul fatto che La Gazzetta del Profeta non riporta nessuno di quelli che definiscono i pettegolezzi di Silente, così gran parte della comunità magica è completamente ignara di tutto ciò che è successo, e questo la rende facile preda dei Mangiamorte, se usano la Maledizione Imperius».
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Ma se Voldemort sta cercando di reclutare altri Mangiamorte, dovrebbe diffondersi la notizia che è tornato, no?» chiese Harry disperato.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Si» disse Sirius. «Stupido idiota… si è unito ai Mangiamorte».
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    «I tuoi genitori erano… erano anche loro Mangiamorte
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Harry si sentì mozzare il fiato, come se avesse appena sbattuto contro qualcosa di duro. L’ultima volta che aveva visto quei freddi occhi grigi era stato attraverso le fessure di un cappuccio da Mangiamorte, e l’ultima volta che aveva sentito la voce beffarda di quell’uomo era stato in un cupo cimitero, mentre Lord Voldemort lo torturava. Harry non riusciva a credere che Lucius Malfoy osasse guardarlo in faccia; non riusciva a credere che fosse lì, al Ministero della Magia, o che Cornelius Caramell stesse parlando con lui, quando solo qualche settimana prima Harry aveva detto a Caramell che Malfoy era un Mangiamorte.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Signor Weasley» disse Harry lentamente, «se Caramell incontra dei Mangiamorte come Malfoy, e li incontra da solo, come facciamo a sapere che non gli hanno scagliato una Maledizione Imperius?»
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Questo è Edgar Bones… il fratello di Amelia Bones, hanno preso lui e la sua famiglia, era un gran mago… Sturgis Podmore, accidenti, com’era giovane… Caradoc Dearborn, scomparso sei mesi dopo, non abbiamo mai ritrovato il corpo… Hagrid, naturalmente, è sempre lo stesso… Elphias Doge, l’hai conosciuto, mi ero dimenticato che portava sempre quello stupido cappello… Gideon Prewett, ci sono voluti cinque Mangiamorte per uccidere lui e suo fratello Fabian, hanno combattuto da eroi… spostatevi, spostatevi…»
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Oh, Molly, andiamo, è ora che ti abitui a sentirlo… Ascolta, non posso promettere che nessuno si farà del male, nessuno può prometterlo, ma adesso siamo molto meglio organizzati. Allora non facevi parte dell’Ordine, non capisci. Eravamo schiacciati venti a uno dai Mangiamorte, ci venivano a cercare uno alla volta…»
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Malfoy si allontanò rivolgendo un sorrisetto mellifluo a Harry, che all’improvviso si sentì male. Malfoy sapeva qualcosa? Suo padre dopotutto era un Mangiamorte; aveva informazioni sul destino di Hagrid che non erano ancora giunte alle orecchie dell’Ordine? Fece di corsa il giro del tavolo per raggiungere Ron e Hermione, che erano accovacciati sull’erba poco lontano e cercavano di convincere un Asticello a restare fermo per poterlo disegnare. Harry prese piuma e pergamena, si accoccolò vicino a loro e riferì in un sussurro quello che Malfoy aveva appena detto.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Ne dubito» rispose Sirius. «La conosco di fama e sono sicuro che non è una Mangiamorte…»
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Sì, ma il mondo non è diviso in brava gente e Mangiamorte» disse Sirius con un sorriso ironico. «Lo so che è un brutto soggetto, però… dovresti sentire Remus quando parla di lei».
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Nell’ultima quindicina di giorni ci aveva pensato molto. A volte gli era sembrata solo un’idea folle, come la sera in cui Hermione l’aveva proposta, ma altre volte si era ritrovato a pensare agli incantesimi che gli erano stati più utili durante i vari incontri con le Creature Oscure e i Mangiamorte… di fatto, aveva cominciato a progettare lezioni…
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    «Il problema» disse a Harry, «è che fino a quando V-Voldemort… — oh, per l’amor del cielo, Ron — …non esce allo scoperto, Sirius deve restare nascosto. Voglio dire, quegli stupidi del Ministero non capiranno che è innocente finché non crederanno a quello che ha sempre detto di lui Silente. E una volta che quegli scemi cominceranno a catturare i veri Mangiamorte, sarà chiaro che Sirius non lo è… insomma, non ha nemmeno il Marchio, per dirne una».
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    «Sono sicura che troveremo una sera che vada bene per tutti» proseguì Hermione, con una nota di impazienza, «ma vedete, è una cosa importante, stiamo parlando di come difenderci dai Mangiamorte di V-Voldemort…»
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    «Le cicatrici dei Mangiamorte. Voldemort ne tocca una, e tutte le cicatrici bruciano, così gli altri sanno che devono andare da lui».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Una volta nelle vicinanze, basta con la magia. Un po’ perché a loro non ci piacciono i maghi e non volevamo farci saltare la mosca al naso troppo presto, un po’ perché Silente ci aveva avvisato che Voi-Sapete-Chi stava cercando anche lui i giganti. Ha detto che di sicuro ci aveva già mandato un messaggero, a quelli. Ha detto anche di stare molto attenti a non attirare l’attenzione, che magari c’erano dei Mangiamorte in giro».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Mangiamorte?» suggerì subito Harry.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Come fai a sapere che erano Mangiamorte?» chiese Ron.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Be’, non erano i giganti che ci preoccupavano» rispose Hagrid, «ma i Mangiamorte. Silente ci aveva detto di non mischiarci con loro se potevamo evitarlo, e il problema era che lo sapevano che noi eravamo lì… figurati se Golgomath non gliel’aveva detto. Di notte, quando i giganti dormivano e noi volevamo strisciare nelle caverne, Macnair e quell’altro giravano per le montagne a cercarci. È stata dura impedire a Olympe di saltarci addosso» disse Hagrid, con gli angoli della bocca che gli sollevavano la barba incolta, «aveva una gran voglia di attaccarli… è forte, quando si arrabbia, Olympe… una tosta, sapete… dev’essere perché è francese…»
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Cosa? Ah… Ah, sì, certo. La terza notte dopo la morte di Karkus siamo usciti dalla nostra caverna e siamo tornati giù nella valle, con gli occhi bene aperti per i Mangiamorte. Abbiamo girato un paio di caverne, niente… e poi, tipo alla sesta, abbiamo trovato tre giganti nascosti».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    IL MINISTERO TEME CHE BLACK SIA IL “PUNTO DI RIFERIMENTO” PER GLI EX Mangiamorte
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Hermione aprì il giornale con un gesto secco e prese a leggere l’articolo all’interno mentre Harry si guardava intorno nella Sala Grande. Non riusciva a capire come mai i suoi compagni di scuola non fossero spaventati, o perlomeno non stessero discutendo della terribile notizia in prima pagina, ma erano pochi quelli che leggevano il giornale tutte le mattine come Hermione. Eccoli là, tutti a parlare di Quidditch e chissà quali altre sciocchezze, quando fuori da quelle mura altri dieci Mangiamorte avevano ingrossato le file di Voldemort.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Si guardarono per qualche secondo, poi Hermione riprese il giornale, lanciò un’occhiata torva alle foto dei dieci Mangiamorte evasi e infine balzò in piedi.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Nei giorni seguenti il fatto che Hagrid era in verifica divenne di pubblico dominio, ma con grande indignazione di Harry quasi nessuno ne fu turbato; al contrario alcuni ragazzi, tra i quali spiccava Draco Malfoy, furono decisamente contenti. Quanto alla strana morte di un oscuro dipendente dell’Ufficio Misteri ricoverato al San Mungo, Harry, Ron e Hermione sembravano gli unici a esserne al corrente e a preoccuparsene. C’era solo un argomento di conversazione nei corridoi, ormai: la fuga dei dieci Mangiamorte. La storia si era finalmente diffusa nella scuola grazie ai pochi che leggevano il giornale. Girava voce che alcuni evasi fossero stati visti a Hogsmeade, si nascondessero nella Stamberga Strillante e stessero per introdursi a Hogwarts, come aveva già fatto una volta Sirius Black.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    I ragazzi che venivano da famiglie di maghi erano cresciuti sentendo pronunciare i nomi dei Mangiamorte con altrettanto timore di quello di Voldemort; i crimini che avevano commesso durante il suo regno di terrore erano leggendari. C’erano parenti delle vittime tra gli studenti di Hogwarts, che si ritrovavano loro malgrado a godere di una sorta di macabra fama riflessa: Susan Bones, i cui zii e cugini erano tutti morti per mano di uno di quei dieci, disse cupa durante la lezione di Erbologia che capiva bene come doveva sentirsi Harry.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Era vero che i mormorii intorno a Harry erano aumentati in quei giorni, eppure credette di riconoscere un leggero cambiamento di tono. Sembravano più curiosi che ostili, e un paio di volte fu certo di aver udito frammenti di discorsi che esprimevano insoddisfazione per la versione del Profeta sulla fuga dei Mangiamorte da Azkaban. Tra la paura e la confusione, i dubbiosi sembravano optare per la sola spiegazione plausibile: quella che Harry e Silente sostenevano fin dall’anno prima.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Era felice di vedere che tutti, compreso Zacharias Smith, lavoravano ancora più intensamente da quando sapevano che c’erano altri dieci Mangiamorte in libertà, ma in nessuno il miglioramento fu vistoso quanto in Neville. La fuga degli aggressori dei suoi genitori aveva provocato in lui una strana trasformazione, a dire il vero un po’ inquietante. Non una volta aveva accennato all’incontro con Harry, Ron e Hermione nel reparto riservato del San Mungo e, seguendo il suo esempio, anche loro non ne avevano parlato. E non aveva detto una parola sull’evasione di Bellatrix e dei suoi amici torturatori. In effetti, Neville non diceva quasi più niente durante le riunioni dell’ES, ma si dedicava senza posa a ogni incantesimo e contromaledizione che Harry spiegava, il viso paffuto contratto per la concentrazione, indifferente alle ferite e agli incidenti, lavorando più duro degli altri. Migliorava così in fretta che dava quasi ai nervi, e quando Harry insegnò loro il Sortilegio Scudo (per riflettere fatture minori in modo che rimbalzassero contro l’assalitore) solo Hermione s’impadronì dell’incantesimo prima di Neville.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Era un Mangiamorte» insisté Ron. «E non abbiamo mai avuto la prova che abbia davvero cambiato bandiera».
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    S’incamminarono verso Mondomago. Un piccolo gruppo di abitanti del villaggio stava guardando un grande manifesto affisso alla vetrina. Si spostarono quando Harry e Cho si avvicinarono, e Harry si ritrovò ancora una volta a fissare le immagini dei dieci Mangiamorte evasi. Il manifesto, Per ordine del Ministero della Magia, offriva una ricompensa di mille galeoni a qualunque mago o strega che fornisse informazioni utili alla cattura dei fuggiaschi.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «È strano» disse Cho a bassa voce, gli occhi fissi sulle foto, «ricordi quando quel Sirius Black è fuggito, e Hogsmeade era piena di Dissennatori che lo cercavano? Adesso ci sono dieci Mangiamorte in libertà e non c’è un solo Dissennatore in giro…»
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Non gli dispiaceva che non ci fossero Dissennatori in circolazione, ma in effetti la loro assenza dava da pensare. Non solo avevano lasciato fuggire i Mangiamorte, ma non si prendevano nemmeno la briga di cercarli… ormai sembrava che i Dissennatori fossero davvero fuori dal controllo del Ministero.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Non sono l’unico testimone» ringhiò Harry. «C’erano anche almeno una decina di Mangiamorte. Vuole i nomi?»
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Non vedo l’ora» sospirò Rita, frugando nella borsa e guardandolo come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto. «Un titolone: Potter accusa. Sottotitolo: Harry Potter fa i nomi dei Mangiamorte ancora fra noi. E poi, sotto una tua bella foto, Harry Potter, 15 anni, adolescente disturbato, sopravvissuto all’attacco di Voi-Sapete-Chi, ieri ha provocato una tempesta accusando rispettabili ed eminenti membri della comunità dei maghi di essere Mangiamorte…»
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Precisamente» rispose Hermione. «La vera storia. Tutti i fatti, tali e quali Harry li riferisce. Le racconterà tutti i particolari, le dirà i nomi dei Mangiamorte che ha visto lì, le descriverà l’aspetto di Voldemort adesso… oh, si controlli» aggiunse in tono sprezzante, lanciando un tovagliolino attraverso il tavolo. Rita, infatti, al nome di Voldemort aveva fatto un tale balzo che si era versata addosso metà del suo Whisky Incendiario.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Per Harry non fu semplice parlare della notte in cui Voldemort era tornato. Rita lo incalzò perché raccontasse ogni dettaglio e lui le disse tutto quello che ricordava, conscio che era un’opportunità enorme per far sapere al mondo la verità. Si chiedeva come avrebbe reagito la gente. Immaginava che per molti sarebbe stata la conferma che lui era del tutto fuori di senno, anche perché la sua intervista sarebbe apparsa di seguito a pure idiozie sugli Snorticoli Cornuti. Ma la fuga di Bellatrix Lestrange e dei suoi amici Mangiamorte gli aveva messo addosso il desiderio ardente di fare qualcosa, che funzionasse o no…
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Giusto» convenne Neville con un cenno, «e anche i suoi Mangiamorte… la gente deve sapere…»
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Entrarono nella Sala Grande per colazione proprio nel momento in cui i gufi recapitavano la posta del mattino. Hermione non era l’unica ad aspettare con ansia la sua Gazzetta del Profeta: quasi tutti volevano altre notizie sui Mangiamorte evasi, che nonostante i molti avvistamenti non erano ancora stati catturati. Hermione diede uno zellino al gufo e aprì trepidante il giornale, mentre Harry si versava il succo d’arancia; visto che aveva ricevuto un solo biglietto in tutto l’anno, quando il primo gufo atterrò davanti a lui con un piccolo tonfo, pensò a un errore.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Se c’era bisogno di qualcos’altro per completare la felicità di Harry, fu la reazione di Malfoy, Tiger e Goyle. Li vide confabulare in biblioteca più tardi quel pomeriggio: erano in compagnia di un ragazzo allampanato che, sussurrò Hermione, si chiamava Theodore Nott. Si voltarono verso Harry mentre lui cercava dei libri sullo Svanimento Parziale. Goyle fece scrocchiare minaccioso le nocche e Malfoy bisbigliò qualcosa di indubbiamente malevolo a Tiger. Harry sapeva benissimo perché si comportavano così: aveva citato tutti i loro padri tra i Mangiamorte.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Ero Tu-Sai-Chi» rispose Harry, e tese le mani davanti al viso, per assicurarsi che non fossero più bianche come la morte. «Era con Rookwood, è uno dei Mangiamorte fuggiti da Azkaban, ricordi? Rookwood gli ha appena detto che Bode non può averlo fatto».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Tanto meglio, Potter» disse Piton gelido, «perché tu non sei né speciale né importante, e non sta a te scoprire che cosa l’Oscuro Signore dice ai suoi Mangiamorte».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Mi dice una cosa, signore?» domandò Harry, accalorandosi di nuovo. «Perché chiama Voldemort l’Oscuro Signore? Ho sempre sentito solo i Mangiamorte chiamarlo così».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Mi è appena venuta in mente una cosa» disse Ron con voce soffocata. «Il fratello di Sirius era un Mangiamorte, no? Avrà confidato a Sirius come fare per impadronirsi di quell’arma!»
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Alcuni Mangiamorte scoppiarono a ridere; una sferzante voce femminile si alzò tra le figure nell’ombra a sinistra di Harry per esclamare trionfante: «L’Oscuro Signore sa sempre tutto!»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Il cerchio dei Mangiamorte si strinse: ormai erano a meno di un metro da Harry e dai suoi amici; la luce delle loro bacchette quasi lo accecava.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Altri Mangiamorte risero, la donna più di tutti.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Ma i Mangiamorte non colpirono.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Non aveva ancora finito la frase quando la Mangiamorte strillò: «Accio profe…»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    La mente di Harry lavorava spedita. I Mangiamorte volevano quella polverosa sfera di vetro di cui a lui non importava nulla. A lui interessava soltanto portare fuori di lì gli amici sani e salvi, evitando che pagassero un prezzo terribile per la sua stupidità…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Hai bisogno di farti convincere?» chiese, il petto che si sollevava e si abbassava rapido. «Benissimo… prendete la più piccola» ordinò ai Mangiamorte accanto a lei. «Che guardi mentre la torturiamo. Ci penso io».
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Nient’affatto» rispose Harry, gli occhi che andavano rapidi da un Mangiamorte all’altro, cercando un anello debole, una via di fuga. «Perché Voldemort ci tiene tanto?»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Molti Mangiamorte sibilarono.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Possibile?» disse Malfoy, malignamente divertito; alcuni Mangiamorte scoppiarono di nuovo a ridere, e Harry approfittò del chiasso per bisbigliare a Hermione, muovendo appena le labbra: «Spacca gli scaffali…»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Ma davvero?» chiese Harry. Dietro di lui intuì, più che sentire, Hermione trasmettere il messaggio agli altri, e continuò a parlare per distrarre i Mangiamorte. «Voleva che venissi a prenderla? E perché?»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «CORRETE!» urlò Harry, mentre gli scaffali oscillavano minacciosi e altre sfere di vetro cadevano in pezzi. Agguantò Hermione e la trascinò via, proteggendosi la testa con un braccio mentre scaffali e sfere rovinavano a terra. Dal polverone emerse un Mangiamorte che si lanciò su di lui, ma Harry gli tirò una gomitata sul volto mascherato; tutt’attorno era un coro di urla, gemiti di dolore e schianti, mentre gli scaffali cadevano e le voci spettrali di Veggenti sgorgavano dalle sfere…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Mentre la porta si spalancava, Harry, Hermione e Neville si tuffarono sotto i tavoli, e da lì videro l’orlo della veste di due Mangiamorte avvicinarsi rapidamente.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Non appena Harry vide piegarsi le ginocchia dei due Mangiamorte, puntò la bacchetta e gridò: «STUPEFICIUM!»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Uno zampillo di luce rossa colpì il Mangiamorte più vicino, che barcollò all’indietro e urtò contro una pendola, facendola cadere. Il secondo però riuscì a schivare l’incantesimo con un balzo e puntò la bacchetta contro Hermione, che stava uscendo allo scoperto per prendere meglio la mira.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Le bacchette di Harry e del Mangiamorte schizzarono via verso la porta della Sala delle Profezìe; un attimo dopo stavano correndo tutti: il Mangiamorte in testa, Harry alle calcagna e Neville dietro, chiaramente inorridito dal risultato del suo incantesimo.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Uno zampillo di luce rossa volò oltre il Mangiamorte per centrare una vetrinetta appesa al muro, piena di clessidre di varie forme, che cadde e si infranse in un torrente di vetro, poi tornò sulla parete, perfettamente riparata, poi ricadde e si frantumò…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Il Mangiamorte aveva recuperato la bacchetta, finita sul pavimento accanto alla scintillante campana di vetro. Harry si tuffò dietro un altro tavolo. Il suo avversario si voltò, ma il cappuccio gli era scivolato sugli occhi impedendogli di vedere; se lo strappò con la mano libera e gridò: «STUP…»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «STUPEFICIUM!» lo precedette Hermione, che li aveva raggiunti. Lo zampillo di luce rossa centrò in pieno il Mangiamorte, che si bloccò col braccio ancora sollevato: la bacchetta cadde tintinnando, e lui barcollò all’indietro contro la campana di vetro. Harry si aspettava di sentire uno schianto, invece la testa del Mangiamorte attraversò la campana come se fosse una bolla di sapone, e l’uomo si afflosciò con la schiena sul tavolo e la testa immersa nel turbinoso pulviscolo scintillante.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Guardate!» esclamò Neville, fissando inorridito la testa del Mangiamorte dentro la campana di vetro.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Sul tozzo collo muscoloso del Mangiamorte c’era la testa grottesca di un neonato; e poi, mentre sbalorditi lo guardavano rialzarsi, la testa s’ingrandì tornando alle dimensioni originali, e cranio e guance si ricoprirono di fitti peli neri…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Il Mangiamorte scosse la testa tentando di schiarirsi le idee, ma prima che riuscisse a riprendersi, quella tornò a rimpicciolirsi…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Il Mangiamorte aveva estratto la testa dalla campana di vetro. Aveva un aspetto assurdo, con la testa di neonato che strillava disperatamente e le braccia robuste che mulinavano in tutte le direzioni, mancando Harry per un pelo. Harry levò la bacchetta, ma Hermione gli bloccò il braccio.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Venite!» ordinò; lasciando il mostruoso Mangiamorte con la testa da neonato a brancolare dietro di loro, corsero verso la porta aperta all’altro capo della stanza, quella che conduceva nell’oscuro atrio circolare.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Erano a metà strada quando Harry vide altri due Mangiamorte attraversare la stanza nera; subito scartò a sinistra, s’infilò in un piccolo ufficio buio e ingombro e si richiuse la porta alle spalle.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Collo…» cominciò Hermione, ma prima che potesse completare l’incantesimo, la porta si era spalancata e i due Mangiamorte avevano fatto irruzione.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «LO ABBIAMO PRESO!» urlò il Mangiamorte più vicino. «IN UN UFFICIO…»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Petrificus Totalus!» urlò Harry, mentre il secondo Mangiamorte alzava la bacchetta. Braccia e gambe dell’incappucciato si bloccarono di colpo, facendolo cadere faccia in giù sul pavimento, rigido come un pezzo di legno.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    La bacchetta del Mangiamorte ammutolito da Hermione eseguì un brusco movimento di frusta, e una fiammeggiante stria purpurea colpì il petto della ragazza che lanciò un sommesso «Oh!» e crollò a terra, dove rimase immobile.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Harry cadde in ginocchio accanto a lei, mentre Neville strisciava in fretta verso di loro sotto la scrivania, la bacchetta tesa davanti a sé. Il Mangiamorte gli tirò un calcio violento, spezzandogli la bacchetta e centrandogli il naso. Con un ululato di dolore, Neville si ritrasse premendosi una mano sul viso. Harry si voltò di scatto, levando la bacchetta, e vide che il Mangiamorte si era strappato il cappuccio e aveva la bacchetta puntata su di lui. Harry riconobbe la lunga, pallida faccia storta già vista sul La Gazzetta del Profeta: Antonin Dolohov, il mago che aveva assassinato i Prewett.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Uno schianto fuori dalla porta, e Dolohov si voltò: il Mangiamorte con la testa da neonato era apparso sulla soglia, strillando e agitando alla cieca i grossi pugni. Harry colse l’occasione al volo: «PETRIFICUS TOTALUS!»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Hermione!» Harry la scrollò, mentre il Mangiamorte con la testa da neonato barcollava via di nuovo. «Hermione, svegliati…»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Per un po’ rimasero in silenzio; Harry tese l’orecchio, ma sentì solo i mugolii e i tonfi del Mangiamorte dalla testa di neonato nella stanza accanto.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Neville, non siamo lontani dall’uscita» bisbigliò dopo qualche istante, «la stanza rotonda è qui accanto… se tu riuscissi a raggiungerla e a trovare la porta giusta prima dei Mangiamorte, potresti portare Hermione nel corridoio e nell’ascensore… poi trovare qualcuno… dare l’allarme…»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Harry sbirciò cauto fuori. Il Mangiamorte con la testa da neonato continuava a urlare e agitarsi, rovesciando pendole e tavoli, frignante e confuso, mentre la vetrinetta — che Harry sospettava fosse stata piena di Gira Tempo — continuava a cadere, rompersi e aggiustarsi.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Trascinò Ron verso una porta, ma l’avevano quasi raggiunta quando se ne spalancò un’altra, e irruppero tre Mangiamorte, guidati da Bellatrix Lestrange.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Harry si voltò: erano tornati nella Stanza dei Cervelli, dove tante altre porte si aprivano in ogni parete. Sentì molti passi affrettati nell’atrio alle loro spalle: a quanto pareva, altri Mangiamorte si erano uniti ai primi.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Si voltò in tempo per vederla volare all’indietro: cinque Mangiamorte avevano fatto irruzione; Luna urtò un tavolo, vi scivolò sopra e atterrò dall’altro lato, afflosciandosi sul pavimento, immobile come Hermione.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Per un momento ogni cosa sembrò raggelarsi. Quasi senza volerlo, Harry, Ginny, Neville e tutti i Mangiamorte si voltarono a guardare la vasca: simile a un pesce volante, un cervello schizzava fuori dal liquido verde; rimase sospeso un attimo a mezz’aria, poi volò roteando verso Ron mentre nastri di immagini in movimento se ne staccavano, srotolandosi come la pellicola di un film…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Soffocherà!» urlò Ginny, bloccata a terra dalla caviglia rotta… poi uno zampillo di luce rossa esplose dalla bacchetta di un Mangiamorte e la centrò in pieno viso. Ginny si afflosciò da un lato e restò immobile.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «SDUPEFISCIUM!» urlò Neville, ruotando su se stesso e agitando la bacchetta di Hermione contro i Mangiamorte sempre più vicini. «SDUPEFISCIUM, SDUPEFISCIUM!»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Un Mangiamorte gli lanciò uno Schiantesimo che non lo colpì per un soffio. Ormai erano rimasti soltanto lui e Harry contro i cinque Mangiamorte. Due di loro scagliarono fiotti di luce argentea che partirono come frecce e li mancarono, ma aprirono un cratere nella parete. Inseguito da Bellatrix Lestrange, Harry corse verso il centro della stanza tenendo la sfera di vetro alta sopra la testa, con l’unico pensiero di allontanare i Mangiamorte dagli amici.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Parve funzionare, perché lo inseguirono tutti, rovesciando sedie e tavoli, ma non osarono lanciare incantesimi per paura di colpire la sfera. Harry si tuffò oltre l’unica porta aperta, quella da dov’erano entrati i Mangiamorte, pregando in cuor suo che Neville restasse insieme a Ron e trovasse un modo per liberarlo. Ma aveva fatto solo pochi passi quando sentì il pavimento svanire sotto i suoi piedi…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Stava cadendo, rimbalzava da un ripido gradino di pietra all’altro, finché con un tonfo mozzafiato atterrò di schiena nella cavità dove si trovava la piattaforma con l’arco di pietra. Le risate dei Mangiamorte echeggiarono nella stanza, e alzando lo sguardo Harry vide scendere verso di lui i cinque che lì avevano attaccati nella Stanza dei Cervelli, mentre altrettanti sbucavano da varie porte e cominciavano a scendere agilmente la gradinata. Si alzò a fatica sulle gambe, così tremanti da reggerlo a stento, la sfera ancora miracolosamente intatta nella mano sinistra, la bacchetta nella destra. Indietreggiò, guardandosi attorno, cercando di tenere sotto tiro tutti i Mangiamorte. Le sue caviglie urtarono qualcosa di solido: aveva raggiunto la piattaforma. Vi salì a ritroso.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    I Mangiamorte si fermarono e lo fissarono. Alcuni ansimavano quanto lui. Uno era coperto di sangue; Dolohov, liberato dall’Incantesimo Petrificus, sogghignava puntandogli la bacchetta dritto in faccia.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Alcuni Mangiamorte risero.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «SDUPEFISCIUM!» gridò Neville, puntando la bacchetta su un Mangiamorte dopo l’altro. «SDUPEFISCIUM! SDUPE…!»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Uno dei Mangiamorte più robusti gli arrivò alle spalle e gli bloccò le braccia lungo i fianchi. Neville si divincolò e tirò calci disperamente, suscitando molte risate.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «LO SCIÒ!» ruggì Neville, divincolandosi con tanta forza dalla presa soffocante del Mangiamorte che questi urlò: «Qualcuno lo Schianti!»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Neville urlò e ritrasse così bruscamente le gambe contro il petto che per un attimo il Mangiamorte sostenne tutto il suo peso. Lo lasciò cadere sul pavimento, dove rimase a contorcersi, urlando di dolore.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Harry non dovette riflettere: non aveva scelta. La sfera sembrava aver assorbito il calore della sua mano mentre la tendeva verso i Mangiamorte e Malfoy si faceva avanti per afferrarla.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Malfoy si voltò, la bacchetta levata, ma Tonks gli aveva già spedito contro uno Schiantesimo. Senza aspettare di scoprire se lo avesse centrato, Harry saltò giù dalla piattaforma, fuori tiro. I Mangiamorte erano concentrati sui membri dell’Ordine, che scendevano in fretta i gradini di pietra facendo piovere su di loro un incantesimo dopo l’altro. Attraverso i corpi in corsa e i lampi di luce, Harry vide Neville strisciare lontano dalla mischia, e schivando un raggio di luce rossa si tuffò sul pavimento per raggiungerlo.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Il Mangiamorte premeva così forte sulla gola di Harry da levargli il fiato. Lacrimando Harry si guardò intorno: Sirius duellava con un Mangiamorte a tre metri di distanza; Kingsley ne stava affrontando due; Tonks, ancora a metà discesa, sparava incantesimi contro Bellatrix… e nessuno di loro sembrava rendersi conto che lui stava per morire. Puntò la bacchetta all’indietro, al fianco del Mangiamorte, ma non aveva abbastanza fiato per pronunciare un incantesimo; la mano libera dell’uomo si protese verso la sfera…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Neville, incapace di pronunciare correttamente gli incantesimi, aveva infilato la bacchetta di Hermione in una fessura del cappuccio, dritto in un occhio del Mangiamorte. Urlando di dolore, l’uomo lasciò andare Harry che ruotò su se stesso e ansimò: «STUPEFICIUMÌ»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Il Mangiamorte crollò all’indietro e perse il cappuccio: era Macnair, l’aspirante boia di Fierobecco, e aveva un occhio gonfio e insanguinato.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Grazie!» disse Harry a Neville, scostandolo quando Sirius e il Mangiamorte passarono accanto a loro, duellando con tale accanimento che non si vedevano quasi le loro bacchette. All’improvviso il piede di Harry calpestò qualcosa di tondo e duro che per poco non lo fece scivolare: dapprima temette che gli fosse caduta la sfera, ma poi vide l’occhio magico di Moody rotolare sul pavimento.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Dolohov ritrasse la bacchetta per compiere il solito movimento di frusta. Harry scattò in piedi urlando: «Petrificus Totalus!» Ancora una volta, le braccia e le gambe di Dolohov s’irrigidirono e il Mangiamorte cadde a terra con un tonfo.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Silente scese i gradini in fretta, passando accanto a Neville e Harry, che ormai non avevano più alcuna intenzione di andarsene. Era già ai piedi della gradinata quando i Mangiamorte più vicini si accorsero della sua presenza e urlarono un avvertimento. Uno tentò di scappare, arrampicandosi come una scimmia sui gradini di pietra. L’incantesimo di Silente lo trasse indietro senza sforzo, come se lo avesse agganciato con una lenza invisibile…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Silente aveva raggruppato la maggior parte dei restanti Mangiamorte al centro della stanza, immobilizzandoli, a quel che pareva, con corde invisibili; zoppicando, Malocchio Moody aveva raggiunto Tonks e tentava di farla rinvenire; dietro la piattaforma ancora esplodevano lampi di luce, grugniti e grida… Kingsley si era sostituito a Sirius nel duello con Bellatrix.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «E così hai rotto la mia profezia?» chiese a voce bassa, scrutandolo con gli spietati occhi rossi. «No, Bella, non dice il falso… vedo la verità nella sua mente indegna… mesi di preparativi, mesi di sforzi… e ancora una volta i miei Mangiamorte hanno permesso a Harry Potter di tagliarmi la strada…»
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    «Se vorrai scendere nell’Ufficio Misteri, Cornelius» intervenne Silente — che pareva rincuorato sullo stato di salute di Harry — facendosi avanti perché i nuovi arrivati notassero la sua presenza (qualcuno alzò la bacchetta, altri si limitarono a fissarlo sbalorditi; le statue dell’elfo domestico e del goblin applaudirono, e Caramell fece un tale balzo che le sue pantofole si staccarono dal pavimento), «vi troverai parecchi Mangiamorte evasi rinchiusi nella Camera della Morte, bloccati da un Incantesimo Antismaterializzante, in attesa che tu decida che cosa farne».
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    Ancora vaghi sono i particolari degli eventi che hanno condotto a questo spettacolare voltafaccia, ma si nutrono fondati sospetti che giovedì sera Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e un gruppo di suoi seguaci (noti come Mangiamorte) si siano introdotti nello stesso Ministero della Magia.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «No» disse Luna. I suoi occhi sporgenti, così stranamente nebulosi, lo scrutarono. «Immagino di no. L’uomo che i Mangiamorte hanno ucciso era il tuo padrino, vero? Me l’ha detto Ginny».
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Harry e Ron passarono la maggior parte del viaggio giocando a scacchi magici, mentre via via Hermione leggeva ad alta voce qualche frammento del Profeta, fitto di articoli su come respingere i Dissennatori, tentativi del Ministero per rintracciare i Mangiamorte e lettere di gente isterica che sosteneva di aver visto Lord Voldemort passare davanti a casa quella mattina…
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Sono stati i Mangiamorte» spiegò Caramell. «I seguaci di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. E… e sospettiamo l’implicazione di un Gigante».
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    «Sì, Bellatrix, sono rimasto» disse Piton, tradendo per la prima volta un’ombra di impazienza. «Avevo un lavoro comodo che ho preferito a una visita ad Azkaban. Stavano catturando i Mangiamorte, lo sai. La protezione di Silente mi ha tenuto fuori di prigione, è stata molto opportuna e io l’ho usata. Lo ripeto: il Signore Oscuro non è dispiaciuto che io sia rimasto, quindi non vedo perché debba esserlo tu.
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Credo che tu voglia sapere anche» continuò a voce un po’ più alta, perché Bellatrix dava segno di volerlo interrompere, «come mai mi sono frapposto tra il Signore Oscuro e la Pietra Filosofale. La risposta è facile. Lui non sapeva se poteva fidarsi di me. Pensava, come te, che da fedele Mangiamorte fossi diventato il tirapiedi di Silente. Era in condizioni pietose, molto debole, e condivideva il corpo di un mago mediocre. Non osò rivelarsi a un alleato del passato, se quell’alleato poteva consegnarlo a Silente o al Ministero. Rimpiango profondamente che non abbia avuto fiducia in me. Sarebbe tornato al potere tre anni prima. Invece io ho visto solo l’avido, inetto Raptor che tentava di rubare la Pietra e, lo ammetto, ho fatto tutto ciò che potevo per ostacolarlo».
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Rifletti!» esclamò Piton, di nuovo impaziente. «Rifletti! Aspettando due ore, solo due ore, ho fatto in modo di poter restare a Hogwarts come spia! Da allora, lasciando credere a Silente che tornavo dalla parte del Signore Oscuro solo perché mi era stato ordinato, ho potuto passare informazioni su Silente e sull’Ordine della Fenice! Pensaci, Bellatrix: il Marchio Nero si stava rafforzando da mesi, sapevo che lui stava per tornare, tutti i Mangiamorte lo sapevano! Ho avuto un sacco di tempo per pensare a cosa volevo fare, per progettare la mia mossa successiva, per fuggire come Karkaroff, no?
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Ho avuto ordine di restare indietro» rispose Piton. «Forse sei in disaccordo con il Signore Oscuro, forse credi che Silente non se ne sarebbe accorto se mi fossi unito ai Mangiamorte per combattere l’Ordine della Fenice? E… perdonami… parli di rischi… Hai affrontato sei ragazzini, no?»
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Ho recitato bene la mia parte»rispose Piton. «E tu trascuri la più grande debolezza di Silente: deve credere il meglio delle persone. Gli ho raccontato una storia di profondissimo rimorso quando sono entrato a far parte del corpo insegnanti, fresco dei miei giorni di Mangiamorte, e lui mi ha accolto a braccia aperte, anche se, come dicevo, mi ha tenuto lontano dalle Arti Oscure per quanto ha potuto. Silente è stato un grandissimo mago… oh, sì, lo è stato» (perché Bellatrix aveva fatto un verso sarcastico), «anche il Signore Oscuro lo ammette. Sono felice di dire, tuttavia, che sta invecchiando. Il duello con il Signore Oscuro sostenuto il mese scorso lo ha scosso. Dopo di allora ha riportato una brutta ferita, perché le sue reazioni sono più lente di un tempo. Ma in tutti questi anni non ha mai smesso di avere fiducia in Severus Piton, ed è qui che sta il mio grande valore per il Signore Oscuro».
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    Nonostante i portavoce del Ministero si siano finora rifiutati persino di confermare l’esistenza di un luogo simile, un crescente numero di appartenenti alla comunità magica crede che i Mangiamorte, ora detenuti ad Azkaban per irruzione in edificio pubblico e tentato furto, stessero cercando di rubare una profezia. La natura di tale profezia è ignota, anche se è opinione diffusa che essa riguardi Harry Potter, l’unico che sia sopravvissuto all’Anatema che Uccide, e presente al Ministero nella notte in questione. Alcuni arrivano a definire Potter il ‘Prescelto’, convinti che la profezia lo indichi come il solo che riuscirà a liberarci di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    Molti sembrano rassicurati dalla nuova, ferma presa di posizione del Ministero a proposito della sicurezza degli studenti. La signora Augusta Paciock ha dichiarato: «Mio nipote Neville, tra l’altro un buon amico di Harry Potter, che in giugno ha combattuto i Mangiamorte al suo fianco al Ministero e…»
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    La comunità magica attualmente è minacciata da un’organizzazione che si fa chiamare i Mangiamorte. Osservare le seguenti semplici regole di sicurezza vi aiuterà a proteggere voi, la vostra famiglia e la vostra casa da attacchi esterni.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    4. Concordate parole d’ordine con gli amici più stretti e i famigliari in modo da individuare i Mangiamorte che assumessero sembianze altrui tramite la Pozione Polisucco (vedi pagina 2).
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    7. Segnalazioni non confermate suggeriscono che i Mangiamorte attualmente possano servirsi di Inferi (vedi pagina 10). Qualunque avvistamento di un Inferius, o incontro con lo stesso, deve essere riferito al Ministero IMMEDIATAMENTE.
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    «Signore… ho ricevuto via gufo un opuscolo del Ministero della Magia sulle misure di sicurezza che dovremmo tutti adottare contro i Mangiamorte…»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Per futura informazione, Harry, è lampone… sebbene naturalmente, se fossi un Mangiamorte, mi sarei assicurato di indagare sulla mia marmellata preferita prima di impersonare me stesso».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Mio caro Horace» rispose Silente, divertito, «se i Mangiamorte fossero davvero venuti a farti visita, sulla casa sarebbe stato imposto il Marchio Nero».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Allora, tutte queste precauzioni contro gli intrusi, Horace… sono per i Mangiamorte o per me?» chiese Silente.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Che cosa potrebbero volere i Mangiamorte da un povero vecchio malridotto come me?» domandò Lumacorno.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «E tutta questa gente sa dove trovarla per mandarle la roba?» domandò Harry, che non poté fare a meno di chiedersi come mai i Mangiamorte non avessero ancora rintracciato Lumacorno se cesti di dolci, biglietti per le partite e visitatori avidi dei suoi consigli e delle sue opinioni riuscivano a trovarlo.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Be’, sì, è vero che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato non ha mai cercato lo scontro con Silente» ammise a malincuore. «E suppongo che si possa dedurre che, siccome non mi sono unito ai Mangiamorte, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato non può comunque annoverarmi tra i suoi amici… nel qual caso, potrei essere più al sicuro stando un po’ più vicino a Silente… Non posso far finta che la morte di Amelia Bones non mi abbia scosso… Se lei, con tutti i suoi contatti al Ministero e la protezione…»
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Ma mentre stavo dai Dursley» lo interruppe Harry, a voce più alta, «ho capito che non posso rinchiudermi o… o crollare. Sirius non l’avrebbe voluto, no? E comunque, la vita è troppo breve… Guardi Madama Bones, guardi Emmeline Vance… Io potrei essere il prossimo, vero? Ma se è così» disse con forza, guardando Silente dritto negli occhi azzurri che scintillavano alla luce della bacchetta, «farò in modo di portare con me tutti i Mangiamorte che posso, e anche Voldemort, se ci riesco».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «No che non lo sanno» lo interruppe Silente. «Ci sono solo due persone in tutto il mondo che conoscono fino in fondo il contenuto della profezia su te e Lord Voldemort, e sono tutt’e due qui in questo armadio delle scope puzzolente e pieno di ragnatele. È vero, tuttavia, che molti hanno indovinato, e a ragione, che Voldemort ha mandato i suoi Mangiamorte a rubare una profezia, e che questa profezia riguarda te.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Be’, sai, visto il panico per Tu-Sai-Chi, saltano fuori strane cose in vendita dappertutto, cose che dovrebbero proteggere da Tu-Sai-Chi e dai Mangiamorte. Puoi immaginare di che genere: sedicenti pozioni protettive che in realtà sono sugo di arrosto con un po’ di pus di Bubotubero, o fatture difensive che in realtà ti fanno cascare le orecchie… Be’, perlopiù i ciarlatani sono gente come Mundungus Fletcher, che non hanno mai lavorato onestamente un giorno della loro vita e approfittano del terrore che c’è in giro, ma ogni tanto vien fuori qualcosa di veramente pericoloso. L’altro giorno Arthur ha sequestrato una scatola di Spioscopi maledetti che quasi di sicuro sono stati messi lì da un Mangiamorte. Quindi capisci, è un lavoro molto importante, e io gli dico che è sciocco che senta la mancanza dei suoi traffici con le prese e i tostapane e tutta quanta quella spazzatura Babbana»concluse la signora Weasley con uno sguardo severo, come se fosse stato Harry a suggerire che fosse naturale avere nostalgia delle prese.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    «Sì» rispose la voce stanca del signor Weasley. «Ma lo direi anche se fossi un Mangiamorte, cara. Fammi la domanda!»
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    «Non riesco ancora a capire perché dobbiamo fare questo teatrino tutte le volte che tomi a casa» protestò la signora Weasley, ancora rossa in faccia mentre aiutava il marito a sfilarsi il mantello. «Voglio dire, un Mangiamorte avrebbe potuto strapparti a forza la risposta prima di assumere le tue sembianze!»
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    Era strano, davvero, visto che era stato un Mangiamorte camuffato il primo a dire a Harry che sarebbe potuto diventare un buon Auror, ma in qualche modo l’idea si era impadronita di lui, e non riusciva proprio a pensare a un altro futuro. In più, gli era sembrato davvero il suo destino da quando aveva ascoltato la profezia un mese prima… Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive… Non sarebbe stato all’altezza della profezia, e non avrebbe offerto a se stesso la miglior probabilità di sopravvivere, se si fosse unito a quei maghi altamente specializzati il cui mestiere era trovare e uccidere Voldemort?
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    «I Dissennatori hanno attaccato ancora» annunciò, mentre la signora Weasley gli passava una grossa fetta di torta. «Ed è stato scoperto il corpo di Igor Karkaroff in una capanna, su a nord. Ci avevano messo il Marchio Nero… Be’, francamente mi stupisco che Karkaroff sia rimasto in vita per un anno intero dopo aver abbandonato i Mangiamorte. Mi ncordo che il fratello di Sirius, Regulus, ha resistito solo qualche giorno».
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Diagon Alley era cambiata. Le colorate, scintillanti vetrine stracolme di libri di magia, ingredienti di pozioni e paioli erano sparite, interamente coperte da grandi cartelloni del Ministero della Magia. La maggior parte dei cupi annunci erano ingrandimenti delle istruzioni del Ministero distribuite nel corso dell’estate, ma altri recavano foto in bianco e nero di pericolosi Mangiamorte ricercati. Bellatrix Lestrange sghignazzava dalla facciata della farmacia più vicina. Alcune vetrine erano sprangate, comprese quelle della gelateria di Florian Fortebraccio. D’altro canto, lungo la strada era sorto un certo numero di banchetti dall’aria squallida. Il più vicino, costruito subito fuori dal Ghirigoro sotto una sudicia tenda a righe, aveva un’insegna di cartone appesa davanti:
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Davvero?»chiese Harry. Fece un passo avanti e scrutò il liscio volto arrogante che, nonostante il pallore, somigliava tanto a quello della sorella. Ormai era alto come lei. «Cosa fa, va a chiamare un po’ di amici Mangiamorte per farci fuori?»
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «È quello che mi chiedo anch’io, non lo so!» sbottò Harry, frustrato. «Ma ha in mente qualcosa e credo che dovremmo prendere la faccenda sul serio. Suo padre è un Mangiamorte e…»
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «È un Mangiamorte» rispose Harry lentamente. «Ha preso il posto di suo padre come Mangiamorte
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «C’è qualcos’altro. Abbiamo visto Malfoy fare un salto di un metro quando Madama McClan ha cercato di toccargli il braccio sinistro. Credo che sia stato tatuato col Marchio Nero. Credo che abbia sostituito suo padre come Mangiamorte».
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Era come Harry aveva sospettato. Tutti i presenti erano stati invitati perché avevano a che fare con qualche persona famosa o influente: tutti tranne Ginny. Zabini, interrogato dopo McLaggen, aveva per madre una strega di celebre bellezza (da quello che Harry riuscì a capire, si era sposata sette volte, e ciascuno dei suoi mariti era morto in circostanze misteriose lasciandole montagne d’oro). Poi fu il turno di Neville: furono dieci minuti molto difficili, perché i genitori di Neville, due noti Auror, erano stati torturati fino alla follia da Bellatrix Lestrange e da un paio di vecchi compari Mangiamorte. Alla fine, Harry ebbe l’impressione che Lumacorno avesse sospeso il giudizio, in attesa di capire se il ragazzo possedeva un po’ del talento dei genitori.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Io non conterei su un invito» intervenne Zabini. «Appena sono arrivato mi ha chiesto del padre di Nott. Erano vecchi amici, a quanto pare, ma quando ha sentito che era stato arrestato al Ministero non è parso contento, e Nott non è stato invitato. Non credo che Lumacorno sia interessato ai Mangiamorte».
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Non ora, Hermione» scandì Harry in un eloquente tono cupo. Sperava che tutti pensassero che fosse stato coinvolto in qualcosa di eroico, possibilmente con un paio di Mangiamorte e un Dissennatore. Naturalmente Malfoy avrebbe raccontato la storia più diffusamente che poteva, ma c’era sempre una probabilità che non raggiungesse troppe orecchie di Grifondoro.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Lui, Ron e Hermione passarono tutto l’intervallo a lambiccarsi su cosa avrebbe insegnato Silente a Harry. Ron pensava che molto probabilmente sarebbero stati incanti e fatture spettacolari, cose che i Mangiamorte non potevano conoscere. Hermione ribatté che erano illegali, e riteneva assai più probabile che Silente volesse insegnare a Harry la magia difensiva avanzata. Dopo l’intervallo, andò ad Aritmanzia mentre Harry e Ron tornavano nella sala comune, dove attaccarono di malavoglia i compiti di Piton. I quali si rivelarono così complicati che non avevano ancora finito quando Hermione li raggiunse per l’ora buca dopo pranzo (anche se lei accelerò di parecchio il processo). Avevano appena concluso quando suonò la campana per la doppia ora pomeridiana di Pozioni e i tre intrapresero la familiare discesa verso la segreta che tanto a lungo era stata di Piton.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «’Stanley Picchetto, bigliettaio del popolare mezzo di trasporto magico, il Nottetempo, è sospettato di attività da Mangiamorte. Il signor Picchetto, 21 anni, è stato tratto in arresto la notte scorsa dopo un’irruzione nella sua casa di Glapham…’»
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Stan Picchetto un Mangiamorte?» ripeté Harry, ricordando il ragazzo foruncoloso incontrato per la prima volta tre anni prima. «Impossibile!»
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Non sembrerebbe» commentò Hermione, che stava ancora leggendo. «Qui dice che è stato arrestato dopo che l’hanno sentito parlare dei piani segreti dei Mangiamorte in un pub». Alzò lo sguardo, turbata. «Se fosse stato vittima della Maledizione Imperius, non sarebbe andato in giro a spettegolare dei loro piani, no?»
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Non proprio…» Hermione scorreva le pagine interne. «Oh, guarda, c’è tuo padre, Ron… sta bene!» aggiunse in fretta, perché Ron si era voltato, in ansia. «Dice solo che è andato a far visita a casa Malfoy. ‘La seconda perquisizione della residenza del Mangiamorte non sembra aver sortito alcun risultato. Arthur Weasley dell’Ufficio Intercettazione e Confisca di Incantesimi Difensivi e Oggetti Protettivi Contraffatti ha dichiarato che la sua squadra è intervenuta in seguito a una soffiata’».
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Harry la fissò. Si sentì sprofondare, ricordando l’aggressione dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo di Quidditch. Ron venne in suo aiuto.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «E tu che ne sai, scusa?» ribatté Harry, accalorandosi. «Se fosse stato un Mangiamorte in erba non si sarebbe vantato di essere un ‘Mezzosangue’, no?»
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «I Mangiamorte non possono essere tutti Purosangue, non ne sono rimasti abbastanza» insistette Hermione. «Per la maggior parte saranno Mezzosangue che si fanno passare per puri. Sono solo i Babbani di nascita che detestano, sarebbero felici di permettere a te e a Ron di unirvi a loro».
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Non mi permetterebbero mai di diventare un Mangiamorte!» esclamò Ron indignato, e un pezzetto di salsiccia volò via dalla forchetta che brandiva contro Hermione, atterrando sulla testa di Ernie Macmillan. «Tutti quelli della mia famiglia sono traditori del proprio sangue! Per i Mangiamorte è orrendo quanto essere nati Babbani!»
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Poteva essere destinata a un sacco di gente» osservò Harry. «A Silente… i Mangiamorte sarebbero lieti di liberarsi di lui, dev’essere uno dei loro bersagli preferiti. O a Lumacorno… Silente sostiene che Voldemort lo voleva davvero dalla sua, e non possono essere contenti che stia dalla parte opposta. Oppure…»
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Avrà usato un complice» insistette Harry. «Tiger o Goyle… oppure, adesso che ci penso, un altro Mangiamorte, avrà un mucchio di compari migliori di Tiger e Goyle ora che si è unito…»
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Oh, e naturalmente lo sa anche Malfoy» disse Harry agli altri due, che avevano deciso di far finta di essere sordi tutte le volte che lui tirava fuori la teoria Malfoy-è-un-Mangiamorte.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Confido che tu abbia notato pure che Tom Riddle era già del tutto autonomo, incline all’isolamento e privo di amici. Non volle aiuto o compagnia per andare a Dìagon Alley. Preferì agire da solo. Il Voldemort adulto è uguale. Sentirai molti dei suoi Mangiamorte sostenere di godere della sua fiducia, di essere i soli vicini a lui, perfino di capirlo. Sono degli illusi. Lord Voldemort non ha mai avuto un amico, e non credo che ne abbia mai voluto uno.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Molto» assentì il signor Weasley. «Non mi peserebbe se ottenessimo dei risultati, ma abbiamo arrestato tre persone negli ultimi due mesi e temo che nessuno di loro sia un vero Mangiamorte… ma non andarlo a dire in giro, Harry»aggiunse in fretta, improvvisamente molto più sveglio.
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    «Temo di sì» rispose il signor Weasley. «So che Silente ha cercato di fare appello direttamente a Scrimgeour per Stan… Voglio dire, tutti quelli che l’hanno interrogato convengono che è un Mangiamorte come questo mandarancio… ma le alte cariche vogliono dare l’impressione di fare progressi, e ‘tre arresti’ suona meglio di ‘tre arresti erronei con successivo rilascio’… Ma anche questo è top secret…»
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    «Sì, e c’è chi direbbe che è vostro dovere controllare che le persone siano davvero Mangiamorte prima di metterle in galera» ribatté Harry, con rabbia crescente. «Lei sta facendo quello che faceva Barty Crouch. Non capite mai, voi, vero? Prima Caramell, che fa finta che tutto vada benone mentre la gente viene assassinata sotto il suo naso, poi lei che sbatte dentro quelli sbagliati e vuole far la scena di aver arruolato il Prescelto!»
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    Harry la guardò a bocca aperta. «Me l’ero dimenticato! Ma questo prova che Malfoy è un Mangiamorte. Altrimenti come potrebbe essere in contatto con Greyback e dirgli cosa fare?»
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Col passare del tempo, raccolse attorno a sé un gruppo di amici zelanti; li definisco così per mancanza di una definizione migliore, anche se, come ho già accennato, Riddle non provava alcun affetto per loro. Questo gruppo esercitava una sorta di fascino oscuro all’interno del castello. Erano una compagnia eterogenea: un misto di deboli in cerca di protezione, ambiziosi in cerca di gloria condivisa, e di bruti che gravitavano attorno a un capo in grado di mostrare loro forme più sofisticate di crudeltà. In altre parole, erano i precursori dei Mangiamorte, e difatti alcuni di loro divennero i primi Mangiamorte, dopo aver lasciato Hogwarts.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Quindi tu pensi che Lumacorno sìa un Mangiamorte?» chiese Ginny.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «E che cosa ne sarà di quelli a cui tu dai ordini? Che cosa succederà a coloro che si definiscono — o così dicono le voci — i Mangiamorte
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Be’, è stato aggredito da un lupo mannaro. Corre voce che la madre si sia rifiutata di aiutare i Mangiamorte. Il bambino aveva solo cinque anni ed è morto al San Mungo, non sono riusciti a salvarlo».
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    «Poi, due anni dopo, tu mi dicesti che la notte in cui Voldemort era tornato nel suo corpo aveva fatto una dichiarazione illuminante e terribile ai suoi Mangiamorte: ‘Io, che mi sono spinto più in là di ogni altro sul sentiero che conduce all’immortalità’. Questo mi riferisti. ‘Più in là di ogni altro’. E io pensai di aver capito che cosa intendeva, anche se i Mangiamorte no: si riferiva ai suoi Horcrux, al plurale, Harry, che non credo alcun altro mago abbia mai posseduto. Eppure tutto tornava: Lord Voldemort sembrava essere diventato meno umano col passare degli anni, e la trasformazione che aveva subito mi sembrava comprensibile solo se la sua anima fosse stata mutilata oltre i confini di quello che potremmo definire il male corrente…»
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    «È essenziale che tu lo capisca!» gridò Silente. Si alzò e prese a camminare per la stanza, la veste scintillante che frusciava e ondeggiava a ogni passo: Harry non l’aveva mai visto così agitato. «Cercando di ucciderti, Voldemort stesso ha designato la persona eccezionale seduta davanti a me e le ha dato gli strumenti per agire! È colpa di Voldemort se sei riuscito a leggere nei suoi pensieri, nelle sue ambizioni, se comprendi perfino il linguaggio serpentesco con cui dà gli ordini; eppure, Harry, nonostante il tuo privilegiato accesso al mondo di Voldemort (tra l’altro, un dono per il quale qualunque Mangiamorte sarebbe capace di uccidere), non sei mai stato sedotto dalle Arti Oscure. Mai, nemmeno per un istante, hai mostrato il minimo desiderio di diventare uno dei suoi!»
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    Sospeso nel buio sopra la scuola c’era il vivido teschio verde con la lingua di serpe, il marchio lasciato dai Mangiamorte tutte le volte che entravano in un edificio… tutte le volte che uccidevano…
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «No» rispose. «Ho dei rinforzi. Ci sono i Mangiamorte nella sua scuola, stanotte».
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Silenzio. Harry era imprigionato nel proprio corpo invisibile, paralizzato, e fissava entrambi, le orecchie tese nello sforzo di cogliere i rumori della battaglia lontana dei Mangiamorte. Davanti a lui Draco Malfoy guardava Albus Silente che, cosa incredibile, sorrise.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «Qualcuno sta proprio dando battaglia» commentò Silente affabile. «Ma stavi dicendo… sì, sei riuscito a far entrare i Mangiamorte nella mia scuola, cosa che, lo devo ammettere, ritenevo impossibile… Come hai fatto?»
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «Molto bene» mormorò Silente. «Così i Mangiamorte passando da Magie Sinister sono riusciti a entrare nella scuola per aiutarti… Un piano astuto, un piano molto astuto… E, come hai detto tu stesso, proprio sotto il mio naso…»
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Ma all’improvviso dei passi rimbombarono per le scale e un attimo dopo Malfoy fu spinto da parte. Quattro persone vestite di nero si precipitarono fuori, sui bastioni. Sempre paralizzato, gli occhi fissi, senza poter battere ciglio, Harry vide terrorizzato quattro sconosciuti; a quanto pareva i Mangiamorte avevano vinto la battaglia di sotto.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «Fallo» ringhiò lo sconosciuto più vicino a Harry, un omone dalle gambe lunghe con grigi capelli arruffati e le basette; era a disagio nella stretta veste nera da Mangiamorte. Aveva una voce come Harry non ne aveva mai udite: una sorta di abbaiare rasposo. Emanava un forte odore misto di polvere, sudore e, inconfondibile, sangue. Le mani sudicie avevano lunghe unghie giallastre.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «No» intervenne il quarto Mangiamorte in tono secco. Aveva una faccia greve e volgare. «Abbiamo ricevuto degli ordini. Deve farlo Draco. Ora, Draco, sbrigati».
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «Che vuol dire, eh, che vuol dire?» urlò il Mangiamorte, a un tratto violento. «Sempre lo stesso, eh, Silly, parli parli e non fai niente, niente, non so nemmeno perché il Signore Oscuro si prende la briga di ucciderti! Avanti, Draco, fallo!»
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    «Draco, fallo o spostati. Uno di noi…» strillò la donna, ma in quel preciso istante la porta si spalancò ancora una volta e apparve Piton, la bacchetta in pugno. Guardò la scena, da Silente accasciato contro il muro ai quattro Mangiamorte, a Malfoy.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Piton non rispose. Avanzò e spinse rudemente Malfoy di lato. I tre Mangiamorte si ritrassero senza una parola. Perfino il lupo mannaro era intimorito.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Afferrò Malfoy per il colletto e lo spinse oltre la porta, davanti agli altri; Greyback e i due fratelli tarchiati li seguirono, gli ultimi due ansanti di eccitazione. Harry si rese conto che riusciva di nuovo a muoversi; ciò che ora lo teneva paralizzato contro la parete non era magia, ma orrore e raccapriccio. Scagliò da parte il Mantello dell’Invisibilità nello stesso momento in cui il Mangiamorte dalla faccia volgare, l’ultimo a lasciare la cima della Torre, spariva oltre la porta.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Il Mangiamorte si contorse come se fosse stato colpito nella schiena da qualcosa di duro e cadde, rigido come una statua di cera. Non aveva ancora toccato terra quando Harry lo scavalcò e corse giù per la scala buia.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Harry sentì Greyback crollargli addosso; con uno sforzo immane lo spinse via da sé, e si chinò appena in tempo per evitare uno spruzzo di luce verde. Si gettò a capofitto nella mischia. I suoi piedi finirono su qualcosa di molle e scivoloso, e barcollò: due corpi erano distesi a faccia in giù in una pozza di sangue. Non c’era tempo per indagare. Harry vide una massa di capelli rossi che danzava come una fiamma davanti a lui: Ginny stava scansando una dopo l’altra le fatture scagliate da Amycus, il Mangiamorte goffo, che ridacchiava: «Crucio… Crucio… Non puoi ballare per sempre, carina…»
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    La sua maledizione colpì in pieno petto Amycus, che squittì come un maiale: lo sollevò da terra e lo scagliò contro la parete opposta, dove cadde alle spalle di Ron, della professoressa McGranitt e di Lupin, ciascuno impegnato contro un Mangiamorte. Più in là, Harry vide Tonks combattere contro un enorme mago biondo che scagliava anatemi ovunque: rimbalzavano sulle pareti, spaccavano la pietra, mandavano in frantumi la finestra più vicina…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Prendi quella!» urlò la professoressa McGranitt, e Harry scorse la Mangiamorte, Alecto, che sfrecciava lungo il corridoio con le braccia sopra la testa e il fratello alle calcagna. Harry si lanciò all’inseguimento, ma il suo piede s’impigliò in qualcosa e un attimo dopo era steso sulle gambe di qualcuno: vide il pallido volto tondo di Neville, a terra.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Lo so, li seguo!» esclamò Harry, scagliando una fattura contro l’enorme Mangiamorte biondo che provocava gran parte dello scompiglio. L’incantesimo lo colpì al volto e l’uomo ululò di dolore; si voltò, barcollò e poi scappò via dietro fratello e sorella.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Scivolò oltre l’angolo, le scarpe rese sdrucciolevoli dal sangue; Piton aveva un vantaggio immenso… possibile che fosse già entrato nell’Armadio dentro la Stanza delle Necessità, o l’Ordine era riuscito a conquistarlo, impedendo ai Mangiamorte la ritirata da quella parte? Non udiva altro che i propri passi e il proprio cuore martellante, ma infine individuò un’impronta insanguinata, prova che almeno uno dei Mangiamorte era diretto verso la porta principale… forse la Stanza delle Necessità era davvero bloccata…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Girò un altro angolo e una maledizione gli volò addosso: si tuffò dietro un’armatura che esplose. Vide i due fratelli Mangiamorte imboccare la scalinata di marmo e scagliò delle fatture, ma riuscì solo a colpire alcune streghe imparruccate in un ritratto sul pianerottolo, che scapparono strillando nei dipinti vicini. Balzò oltre l’armatura in pezzi e udì urlare ancora; altri nel castello sembravano essersi svegliati…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Si precipitò verso una scorciatoia, sperando di superare i due Mangiamorte in fuga e di avvicinarsi a Piton e Malfoy, che ormai dovevano aver raggiunto il parco; ricordandosi di saltare il gradino evanescente a metà della scala nascosta, attraversò un arazzo in fondo e uscì in un corridoio occupato da diversi Tassorosso sconvolti, in pigiama.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Harry attraversò di corsa la Sala d’Ingresso e uscì nel parco buio; distinse appena tre figure che correvano sul prato, dirette ai cancelli oltre i quali avrebbero potuto Smaterializzarsi… a giudicare dal loro aspetto erano l’enorme Mangiamorte biondo e, un po’ più avanti, Piton e Malfoy…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Un altro lampo, urla, fiotti di luce, e Harry capì: Hagrid era sbucato dalla sua capanna e stava cercando di bloccare i Mangiamorte. Anche se ogni respiro pareva squarciargli i polmoni e la fitta nel petto era come fuoco, Harry accelerò mentre una voce nella testa gli ripeteva: Hagrid no… anche Hagrid no…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Qualcosa lo colpì forte nella schiena e lui cadde in avanti; sbatté la faccia a terra, il sangue schizzò dalle narici. Rotolò, la bacchetta in pugno, sapendo che i Mangiamorte superati con la scorciatoia si stavano avvicinando…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    E poi vide la vasta sagoma di Hagrid, illuminata dalla luce della mezzaluna sbucata all’improvviso da dietro le nuvole. Il Mangiamorte biondo cercava di colpirlo con una maledizione dopo l’altra, ma la forza immane e la pelle indurita che aveva ereditato dalla madre gigantessa proteggevano Hagrid. Piton e Malfoy, tuttavia, continuavano a correre; ben presto sarebbero stati al di là dei cancelli, in grado di Smaterializzarsi…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Ma Piton schivò la maledizione, facendo cadere Harry prima che riuscisse a completarla. Harry si rialzò mentre il Mangiamorte alle sue spalle urlava «Incendio!»; udì un’esplosione e una luce arancione si riversò su di loro: la casa di Hagrid era in fiamme.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Bloccato ancora, e ancora e ancora, finché non imparerai a tenere la bocca sigillata e la mente chiusa, Potter!» lo canzonò Piton, deviando ancora una volta la maledizione. «Adesso vieni!» urlò al Mangiamorte biondo. «È ora di andare, prima che arrivino dal Ministero…»
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    E Harry sentì il suolo tremare sotto il suo viso mentre fratello, sorella e il Mangiamorte biondo obbedivano e correvano verso i cancelli. Un urlo inarticolato di rabbia gli sfuggì: in quel momento non gli importava di vivere o morire. Si rialzò e barcollò alla cieca verso Piton, l’uomo che ormai odiava quanto Voldemort stesso…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Ma cosa è successo, Harry? Ho visto quei Mangiamorte che scappavano dal castello, ma che cosa diavolo ci faceva Piton con loro? Dov’è andato… ci stava correndo dietro?»
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Dev’essere così, che Silente ha detto a Piton di andare con i Mangiamorte» ragionò, tranquillo. «Mica deve farsi scoprire. Dai, ti riporto a scuola. Andiamo, Harry…»
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Harry non cercò di ribattere né di spiegarsi. Stava ancora tremando senza riuscire a fermarsi. Hagrid avrebbe saputo la verità presto, troppo presto… Risalendo verso il castello, vide molte finestre illuminate: immaginò i ragazzi che andavano di stanza in stanza, raccontandosi che i Mangiamorte erano entrati, che il Marchio brillava sopra Hogwarts, che qualcuno doveva essere stato ucciso…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Le porte di quercia erano aperte, la luce inondava il viale e il prato. Lenti, incerti, ragazzi in vestaglia scendevano cauti i gradini, guardandosi intorno nervosi, in cerca di tracce dei Mangiamorte che erano fuggiti nella notte. Gli occhi di Harry erano fissi sul terreno ai piedi della torre più alta: credette di scorgere una sagoma scura raggomitolata nell’erba, anche se era davvero troppo lontano. Mentre fissava muto il punto in cui pensava che si trovasse il corpo di Silente, vide un gruppo di persone avanzare da quella parte.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    «Neville è in infermeria, però Madama Chips pensa che si riprenderà completamente, e il professor Vitious è stato steso, ma sta bene, è solo un po’ scosso. Ha insistito per andare a prendersi cura dei Corvonero. Ed è morto un Mangiamorte, è stato colpito da un Anatema che Uccide di quelli che il grosso biondo scagliava da tutte le parti… Harry, se non avessimo avuto la tua pozione Felix, credo che saremmo stati uccisi, tutte le maledizioni ci mancavano…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «… sono arrivati altri Mangiamorte… e poi Piton… È stato Piton. Con l’Avada Kedavra». Harry non riuscì a continuare.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «È tutta colpa mia» proruppe all’improvviso la professoressa McGranitt. Era disorientata e tormentava il fazzoletto umido. «Colpa mia. Io ho mandato Filius a cercare Piton stanotte, l’ho fatto chiamare perché venisse ad aiutarci! Se non l’avessi avvertito di quanto stava succedendo, forse non si sarebbe mai alleato con i Mangiamorte. Non credo che sapesse che erano qui prima che glielo dicesse Filius».
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «E quando è arrivato nel cuore della battaglia si è messo con i Mangiamorte?» chiese Harry, che voleva tutti i particolari della doppiezza e dell’infamia di Piton, febbrilmente deciso a mettere insieme altre ragioni per odiarlo e giurargli vendetta.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Non so di preciso come sia andata» raccontò la professoressa McGranitt con aria assente. «È tutto così confuso… Silente ci aveva detto che avrebbe lasciato la scuola per qualche ora e che dovevamo pattugliare i corridoi per sicurezza… Remus, Bill e Ninfadora dovevano unirsi a noi… e così abbiamo fatto. Sembrava tutto tranquillo. Tutti i passaggi segreti che portavano fuori erano coperti. Sapevamo che nessuno poteva arrivare in volo. C’erano potenti incantesimi a proteggere tutti gli ingressi al castello. Non so ancora come siano potuti entrare i Mangiamorte…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Comunque» riprese Ginny, «evidentemente stava controllando che la via fosse libera per far uscire i Mangiamorte, perché non appena ci ha visto ha gettato qualcosa per aria ed è diventato buio, buio pesto…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Per fortuna» intervenne Lupin, rauco, «Ron, Ginny e Neville ci hanno incrociato quasi subito e ci hanno raccontato tutto. Abbiamo trovato i Mangiamorte qualche minuto dopo, diretti verso la Torre di Astronomia. Malfoy evidentemente non si aspettava che ci fossero altri di guardia; e a quanto pare aveva finito la sua scorta di Polvere Buiopesto. È scoppiata una battaglia, loro si sono divisi e noi li abbiamo inseguiti. Uno di loro, Gibbon, è fuggito e ha cominciato a salire le scale della Torre…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Ero fuori dall’ufficio di Piton. Sì» mormorò Hermione, gli occhi scintillanti di lacrime, «con Luna. Siamo rimaste lì per un secolo e non è successo niente… Non sapevamo come stava andando di sopra, Ron aveva preso la Mappa del Malandrino… Era quasi mezzanotte quando il professor Vitious è sceso di corsa nei sotterranei. Gridava qualcosa sui Mangiamorte nel castello, non credo che si sia nemmeno accorto che io e Luna eravamo lì. È corso nell’ufficio di Piton e abbiamo sentito che gli diceva di seguirlo e aiutare gli altri, e poi c’è stato un tonfo sordo e Piton è uscito di corsa dalla sua stanza e ci ha visto e… e…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Sono stata una stupida, Harry!» esclamò Hermione con un sussurro acuto. «Ha detto che il professor Vitious era svenuto e che dovevamo andare ad aiutarlo mentre lui… mentre lui andava a combattere contro i Mangiamorte…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Nessuno di noi è riuscito a passare» continuò Ron, «e quel Mangiamorte grosso continuava a sparare fatture dappertutto, rimbalzavano sui muri e ci mancavano per un soffio…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «L’ho visto correre verso di noi, ma subito dopo la fattura del Mangiamorte gigante mi ha sfiorato e mi sono abbassata e non ho capito più niente» intervenne Ginny.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Evidentemente conosceva un incantesimo a noi ignoto» sussurrò la McGranitt. «Dopotutto… era l’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure… Ho pensato solo che avesse fretta di inseguire i Mangiamorte fuggiti sulla Torre…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Be’, il Mangiamorte grosso aveva appena scagliato una fattura che aveva fatto crollare metà del soffitto, e aveva anche infranto l’incantesimo che bloccava le scale»rispose Lupin. «Ci siamo tutti lanciati avanti — quelli che erano ancora in piedi, cioè — e allora Piton e il ragazzo sono emersi dalla polvere… naturalmente nessuno di noi li ha attaccati…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Li abbiamo lasciati passare» confermò Tonks con voce sepolcrale, «pensavamo che fossero inseguiti… Un attimo dopo, gli altri Mangiamorte e Greyback sono tornati e abbiamo ripreso a combattere… Credo di aver sentito Piton gridare qualcosa, ma non so cosa…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «C’è una cosa che lei dovrebbe sapere prima che arrivino quelli del Ministero, però. Madama Rosmerta è vittima della Maledizione Imperius, stava aiutando Malfoy e i Mangiamorte, è così che la collana e l’idromele avvelenato…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Alla tavola di Serpeverde, Tiger e Goyle borbottavano tra loro. Corpulenti com’erano, sembravano stranamente soli senza l’alta figura pallida di Malfoy che li strapazzava. Harry non gli aveva dedicato molti pensieri. La sua ostilità era tutta per Piton, ma non aveva dimenticato la paura nella voce di Malfoy in cima a quella Torre, e nemmeno il fatto che aveva abbassato la bacchetta prima che arrivassero gli altri Mangiamorte. Harry non credeva che Malfoy avrebbe ucciso Silente. Lo disprezzava per la sua infatuazione per le Arti Oscure, ma ora una minuscola goccia di pietà si mescolava alla sua avversione. Si chiese dove fosse in quel momento, e che cosa Voldemort lo stesse costringendo a fare sotto la minaccia di ucciderlo insieme ai genitori.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

    «Qualcuno ha inflitto uno Stupeficium a un Mangiamorte sulla cima della Torre dopo la morte di Silente. C’erano anche due manici di scopa, lassù. Il Ministero sa fare due più due, Harry».
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   Il lampo di luce verde illuminò ogni angolo della sala. Charity crollò con uno schianto sul tavolo, che vibrò e cigolò. Molti dei Mangiamorte balzarono indietro nelle sedie. Draco cadde dalla sua.
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   Uno dei Mangiamorte sputò per terra. Charity Burbage si ritrovò di nuovo di fronte a Piton.
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   Piton osservò il viso capovolto. Tutti i Mangiamorte ora guardavano la prigioniera, come se avessero avuto il permesso di dare sfogo alla loro curiosità. Quando si trovò rivolta verso il fuoco, la donna implorò, con voce rotta e piena di terrore: «Severus! Aiutami!»
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   Si levò un boato di risa di scherno. Molti si sporsero per scambiarsi occhiate divertite; alcuni picchiarono i pugni sul tavolo. L'enorme serpente, disturbato dal frastuono, aprì la bocca e sibilò irritato, ma i Mangiamorte non lo sentirono, tanto esultavano per l'umiliazione di Bellatrix e dei Malfoy. Il volto di Bellatrix, solo un attimo prima roseo per la felicità, si chiazzò sgradevolmente di rosso.
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   «Lo spero» disse Harry, «perché quando avrò diciassette anni, tutti Mangiamorte, Dissennatori, forse perfino Inferi, che sono cadaveri soggiogati dalla magia di un Mago Oscuro potranno trovarvi e vi aggrediranno di sicuro. E se ricordate l'ultima volta che avete avuto a che fare con dei maghi, forse ammetterete di aver bisogno d'aiuto».
La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7)

   «La Traccia, la Traccia!» esclamò Malocchio, impaziente. «L'incantesimo che intercetta l'attività magica di chi ha meno di diciassette anni, il mezzo del Ministero per scoprire le pratiche magiche dei minori! Se tu, o chiunque attorno a te, getta un incantesimo per farti uscire da qui, O'Tusoe lo saprà, e anche i Mangiamorte.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «L'unico vantaggio che abbiamo è che Tu-Sai-Chi non sa che ti trasferiamo stanotte. Abbiamo lasciato trapelare una falsa traccia al Ministero: sono convinti che resterai qui fino al trenta. Ma abbiamo a che fare con Tu-Sai-Chi, quindi non possiamo contare sul fatto che sbagli data; deve aver messo un paio di Mangiamorte a pattugliare i cieli in questa zona, tanto per stare sul sicuro. Così abbiamo attribuito a una dozzina di case diverse ogni protezione possibile. Potrebbero tutte essere il tuo nascondiglio designato, ognuna ha qualche legame con l'Ordine: la mia, quella di Kingsley, quella della zia di Molly, Muriel... chiaro, no?»
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «Non serve!» abbaiò Moody. «Con Tu-Sai-Chi là fuori e mezzo Ministero dalla sua? Potter, se siamo fortunati avrà abboccato e starà progettando di sorprenderti il trenta, ma sarebbe un pazzo se non avesse un paio di Mangiamorte di guardia, io ce li avrei. Forse non riescono ad arrivare a te o a questa casa finché l'incantesimo di tua madre tiene, ma sta per infrangersi, e sanno più o meno dove ti trovi. La nostra sola speranza è usare delle esche. Nemmeno Tu-Sai-Chi può dividersi in sette».
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «Zitto» ringhiò Moody. «Come ti ho già detto, verme smidollato, qualunque Mangiamorte incontriamo vorrà catturare Potter, non ucciderlo. Silente ha sempre detto che Tu-Sai-Chi voleva finire Potter di persona. Sono i guardiani che si devono preoccupare, i Mangiamorte saranno ben lieti di ucciderli».
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Quasi avesse indovinato il suo stato d'animo, Moody spiegò: «I Mangiamorte si aspetteranno di vederti su una scopa. Piton ha avuto un sacco di tempo per raccontargli tutto quello che non aveva mai detto su di te, quindi se incontriamo dei Mangiamorte crediamo che punteranno uno dei Potter che sembrano a loro agio su una scopa. D'accordo» continuò, dopo aver annodato il sacco con i vestiti dei falsi Potter e avviandosi verso l'uscita sul retro, «mancano tre minuti alla partenza. Inutile chiudere, non terrà fuori i Mangiamorte quando verranno a vedere... Su...»
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   La moto sfrecciò in avanti; Harry vide i Mangiamorte incappucciati rompere il cerchio prima che Hagrid piombasse su di loro.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «Fermati... FERMATI!» gridò Harry. Ma quando si voltò di nuovo, due getti di luce verde gli sfiorarono l'orecchio sinistro: quattro Mangiamorte si erano separati dal cerchio e li inseguivano, mirando alla vasta schiena di Hagrid. Il pilota scartò, ma i Mangiamorte non mollarono; scagliarono altre maledizioni e Harry dovette abbassarsi nel sidecar per evitarle. Si voltò e gridò «Stupeficium!» e un lampo di luce rossa partì dalla sua bacchetta, aprendo un varco tra i quattro inseguitori.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Una parete, una solida parete di mattoni, eruppe dal tubo di scappamento. Allungando il collo, Harry la vide espandersi a mezz'aria. Tre Mangiamorte scartarono e la evitarono, ma il quarto non fu così fortunato: sparì e poi cadde come un masso dietro il muro, la scopa in mille pezzi. Uno dei compagni rallentò per salvarlo, ma entrambi furono inghiottiti dall'oscurità insieme alla parete quando Hagrid si chinò sul manubrio e accelerò.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Altri Anatemi che Uccidono volarono oltre la testa di Harry, scagliati dai due Mangiamorte rimasti; miravano a Hagrid. Harry rispose con nuovi Schiantesimi: rosso e verde cozzarono a mezz'aria in una pioggia di scintille multicolori e Harry pensò follemente ai fuochi d'artificio e ai Babbani di sotto che non potevano avere idea di che cosa stava accadendo...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «Ci riproviamo, Harry, resisti!» urlò Hagrid, premendo un secondo pulsante. Questa volta dal tubo di scappamento sbucò un'enorme rete, ma i Mangiamorte erano all'erta e la evitarono. Anche quello che si era fermato a soccorrere il compagno stordito li raggiunse: sbucò all'improvviso dal buio, e adesso erano in tre a inseguire la moto, scagliando maledizioni.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Con un inconfondibile boato, dal tubo si sprigionò fuoco di drago, incandescente e azzurro, e la moto scattò in avanti come un proiettile in un fracasso di metallo lacerato. Harry vide i Mangiamorte deviare per evitare la scia mortifera di fiamme e allo stesso tempo sentì il sidecar ondeggiare paurosamente: i giunti di ferro che lo fissavano alla moto si erano spaccati per la forza dell'accelerazione.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   ma almeno ancora in volo: Harry ebbe un solo istante di sollievo prima che altre maledizioni gli sfrecciassero accanto. I tre Mangiamorte si avvicinavano.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   L'incantesimo colpì in pieno petto il Mangiamorte al centro: per un istante l'uomo rimase assurdamente a braccia spalancate, a mezz'aria, come se avesse sbattuto contro una barriera invisibile: uno dei compagni rischiò di urtarlo...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Poi il sidecar cominciò a precipitare. Il terzo Mangiamorte scagliò una maledizione così vicina che Harry dovette abbassarsi sotto il bordo della carrozzeria: sbatté contro il sedile e gli saltò via un dente...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Una mano enorme lo afferrò per i vestiti e lo estrasse dal sidecar in caduta libera; Harry trascinò con sé lo zaino, si arrampicò sul sedile della moto e si ritrovò schiena a schiena con Hagrid. Mentre sfrecciavano in alto, lontano dai due Mangiamorte superstiti, Harry sputò sangue, puntò la bacchetta verso il sidecar e urlò: «Confringo!»
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Provò una tremenda fitta allo stomaco per Edvige quando lo vide esplodere; il Mangiamorte più vicino fu scaraventato giù dalla scopa e scomparve; l'altro rimase indietro e sparì alla vista.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «Non è un problema, continua a volare» urlò di rimando Harry. Altri due Mangiamorte erano affiorati dal buio e si avvicinavano.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Le maledizioni ripresero a sfrecciare nello spazio che li separava, mentre Hagrid sterzava e zigzagava; Harry capì che non osava premere di nuovo il pulsante del fuoco di drago, con lui così in bilico. Spedì una raffica di Schiantesimi contro gli inseguitori, ma riuscì solo a rallentarli. Scagliò loro un'altra fattura bloccante: il Mangiamorte più vicino scartò per evitarla e il cappuccio gli cadde indietro. Alla luce rossa dello Schiantesimo seguente Harry riconobbe il volto stranamente inespressivo di Stanley Picchetto... Stan...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   L'urlo del Mangiamorte ancora celato raggiunse Harry sopra il tuono del
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Ma Harry aveva paura: il Mangiamorte incappucciato aveva urlato «È
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Poi la cicatrice in fronte gli arse come fuoco: su ciascun lato della moto apparve un Mangiamorte, e due Anatemi che Uccidono, scagliati da dietro, lo mancarono di un soffio...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Hagrid emise un ruggito di terrore e sterzando si buttò con la moto in un tuffo verticale. Aggrappandosi stretto, Harry spedì Schiantesimi a caso nel vortice della notte. Vide un corpo cadere in volo e seppe di aver colpito un Mangiamorte, ma poi udì uno schianto e vide scintille volare dal motore; la moto girava in una spirale, senza più controllo...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Con un urlo rabbioso, Hagrid si lanciò dalla moto sul Mangiamorte; terrorizzato, Harry li vide precipitare, il loro peso era troppo per la scopa...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Era finita: non vedeva né sentiva dove fosse Voldemort; scorse un altro Mangiamorte che usciva di scena vorticando e udì: «Avada...»
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Il dolore della cicatrice lo costrinse a chiudere gli occhi, ma la sua bacchetta agì di propria iniziativa. Si sentì tirare la mano come da un enorme magnete, intravide uno schizzo di fuoco dorato attraverso le palpebre socchiuse, udì un crac e un grido di rabbia. Il Mangiamorte superstite imprecò; Voldemort urlò «No!»; in qualche modo, Harry si ritrovò col naso a un centimetro dal pulsante del fuoco di drago; lo premette con la mano libera e la moto eruttò altre fiamme, precipitando verso il suolo.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «No» rispose Harry, mentre la cicatrice gli pulsava come una ferita aper ta. «Mangiamorte, un sacco... ci hanno inseguito...»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Mangiamorte? Come sarebbe, Mangiamorte? Credevo che non sapessero che ti trasferivano stanotte, credevo...»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «I Mangiamorte ci stavano aspettando» le raccontò Harry. «Ci hanno circondato appena dopo il decollo... sapevano che era per stanotte... non so cosa è successo agli altri. Ci hanno inseguito in quattro, siamo riusciti a scappare e poi ci ha raggiunto Voldemort...»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Harry raccontò in breve che i Mangiamorte alle sue calcagna l'avevano riconosciuto come il vero Harry, avevano abbandonato la caccia e dovevano aver chiamato Voldemort, che era apparso appena prima che lui e Hagrid raggiungessero il rifugio di casa Tonks.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Sì, Harry» ribatté Lupin con doloroso ritegno, «e davanti a un gran numero di Mangiamorte! Perdonami, ma è stata una mossa molto insolita già allora, in pericolo di vita. Ripeterla stanotte davanti ai Mangiamorte che ti hanno visto in quella prima occasione o ne hanno sentito parlare è stato quasi un suicidio!»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Certo che no» rispose Lupin, «ma i Mangiamorte... insomma, chiunque si sarebbe aspettato una reazione adeguata! L'Expelliarmus è un incantesimo utile, Harry, ma i Mangiamorte sono convinti che sia la tua firma, e io ti consiglio di non farlo diventare tale!»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Ron è stato straordinario» disse Tonks con calore, separandosi da Lupin. «Meraviglioso. Ha Schiantato un Mangiamorte, dritto in testa, e quando miri a un bersaglio mobile in sella a una scopa volante...»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Aspettare?» concluse Bill. «Preferisci che lo prendano i Mangiamorte
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «E siccome siamo una ventina, questo sminuisce enormemente il potere dell'Incanto Fidelius. Sono venti possibilità in più che i Mangiamorte estorcano il segreto a qualcuno. Non possiamo aspettarci che regga ancora a lungo».
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Ma Piton ormai avrà rivelato l'indirizzo ai Mangiamorte, no?» chiese Harry.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

    «E non hanno ancora convocato un'udienza per tutta quella magia minorile che ho usato per sfuggire ai Mangiamorte?» urlò Harry al signor Weasley, all'altro capo del tavolo. Quest'ultimo scosse la testa. «Perché sanno che non ho avuto scelta o perché non vogliono che dica al mondo che Voldemort mi ha assalito?»
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «I Mangiamorte probabilmente hanno ripulito il campo, per questo nessuno l'ha trovato» disse Ron saggiamente.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Ma sì!» esclamò Ron, deluso perché Harry non aveva colto l'acume del suo piano. «Senti, quando noi tre non torneremo a Hogwarts, tutti penseranno che io e Hermione siamo con te, giusto? Il che vuol dire che i Mangiamorte andranno dritti dalle nostre famiglie per vedere se sanno dove sei».
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   Finalmente trovarono Ron, che afferrò la mano libera di Hermione. Harry la sentì vorticare su se stessa: vista e udito si spensero, l'oscurità lo sommergeva; sentiva solo la mano di Hermione mentre veniva strizzato fra spazio e tempo, lontano dalla Tana, lontano dai Mangiamorte in picchiata, lontano, forse, da Voldemort stesso...
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   I due operai fecero un gesto identico e Harry istintivamente li imitò: tutti e tre estrassero le bacchette. Ron, in ritardo di qualche secondo, si gettò sul tavolo e spinse Hermione sulla panca. Le maledizioni dei Mangiamorte fracassarono la parete di piastrelle alle spalle di Ron, mentre Harry, ancora invisibile, urlava: «Stupeficium!»
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   Il Mangiamorte biondo e grosso fu colpito in viso da un getto di luce rossa e si afflosciò, privo di sensi. Il suo compagno, non vedendo chi aveva scagliato l'incantesimo, ne spedì un altro: corde nere e lucide volarono dalla punta della sua bacchetta e legarono Ron dalla testa ai piedi. La cameriera strillò e corse verso l'uscita. Harry scagliò un altro Schiantesimo contro il Mangiamorte dalla faccia storta che aveva legato Ron, ma l'incanto fallì il colpo, rimbalzò contro la vetrina e colpì la cameriera, che cadde davanti alla porta.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «Expulso!» urlò il Mangiamorte, e il tavolo esplose scagliando Harry contro la parete: sentì la bacchetta scivolargli di mano e il Mantello cadergli di dosso.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «Petrificus Totalus!» gridò Hermione, fuori del suo campo visivo, e il Mangiamorte cadde rumorosamente in avanti come una statua sul miscuglio di tazze rotte, pezzi di tavolo e caffÈ. Hermione strisciò fuori da sotto la panca, scuotendosi i frammenti di vetro del portacenere dai capelli, tutta tremante.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   Le corde tagliate caddero. Ron si alzò e scrollò le braccia per riacquistare la sensibilità. Harry raccolse la bacchetta e si arrampicò sui detriti fino alla panca dov'era disteso il Mangiamorte biondo e grosso.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «Avrei dovuto riconoscerlo, c'era anche lui la notte che è morto Silente» osservò. Rivoltò con un piede il Mangiamorte più scuro di capelli; gli occhi dell'uomo scattarono da Harry a Ron a Hermione.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   Riportato il caffÈ al suo aspetto originario, risistemarono i Mangiamorte sulle panche, uno di fronte all'altro.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «Per quanto ne sai tu» lo rimbeccò Hermione. «E se i Mangiamorte hanno trovato un modo di imporla a un diciassettenne?»
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «Ma Harry non è stato vicino a un Mangiamorte nelle ultime ventiquattr'ore. Chi potrebbe avergli imposto la Traccia?»
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   Hermione non rispose. Harry si sentiva contaminato, infetto: era così che i Mangiamorte l'avevano individuato?
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «Hermione, che alternative abbiamo? è la soluzione migliore. Piton è un Mangiamorte solo. Se ho ancora addosso la Traccia, ci seguiranno a frotte, ovunque andiamo».
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   Lei non poté controbattere, ma era chiaro che le sarebbe piaciuto. Aprì la porta del caffÈ e Ron fece scattare il Deluminatore per riaccendere le luci. Poi, al tre di Harry, annullarono gli incantesimi sulle vittime e, prima che la cameriera o uno dei Mangiamorte potesse far altro che stiracchiarsi, girarono su se stessi e svanirono di nuovo nell'oscurità opprimente.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   Arrivò appena in tempo: chiuse a chiave con mani tremanti, si afferrò la testa che pulsava e cadde a terra, poi, in un'esplosione di dolore, avvertì la rabbia che non gli apparteneva pervadergli l'anima. Vide una stanza lunga, illuminata da un camino, e il Mangiamorte grosso e biondo che urlava e si contorceva sul pavimento, e una sagoma più sottile incombere su di lui, la bacchetta tesa, mentre Harry parlava con voce acuta, fredda, spietata.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   «Parlano tutti di Voldemort» osservò. «A quanto pare Regulus è stato un suo fan per qualche anno prima di unirsi ai Mangiamorte...»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Tutto torna!» esclamò Hermione. «Se era un Mangiamorte, era vicino a Voldemort, e se aveva aperto gli occhi forse lo voleva eliminare!»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Era un Mangiamorte» rispose Harry. «Me l'ha raccontato Sirius. Si unì a loro quando era molto giovane, poi ebbe paura e cercò di andarsene... e così lo uccisero».
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Capisco perché ti piacerebbe parlare con lei dei tuoi genitori, e anche di Silente» osservò Hermione. «Ma non ci sarebbe d'aiuto nella ricerca degli Horcrux, no?» Harry non rispose e lei aggiunse in fretta: «Harry, lo so che vuoi tanto andare a Godric's Hollow, ma io ho paura... mi spaventa la facilità con cui ci hanno trovato ieri i Mangiamorte. Sono sempre più convinta che dovremmo evitare il posto dove sono sepolti i tuoi genitori, sono sicura che si aspettano che tu ci vada».
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Dopo un altro quarto d'ora, tuttavia, dovette concludere che il resto della lettera di sua madre era sparito. Si era perso, nei sedici anni trascorsi da quando era stato scritto, o era stato portato via da chi aveva frugato nella stanza? Harry rilesse la prima parte, questa volta per capire come mai il secondo foglio potesse essere prezioso. Ai Mangiamorte non poteva certo interessare la sua scopa giocattolo... La sola cosa potenzialmente utile erano le informazioni su Silente. Sembra impossibile che Silente... cosa?
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Sono di sicuro dei Mangiamorte» commentò Ron affacciato alla finestra del salotto con Harry e Hermione. «Secondo voi lo sanno che siamo qui dentro?»
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   La presenza dei Mangiamorte là fuori accrebbe il malumore all'interno del numero dodici. Non avevano più avuto notizie di nessuno dopo l'apparizione del Patronus del signor Weasley e la tensione cominciava a essere palpabile. Inquieto e irascibile, Ron aveva preso la seccante abitudine di giocherellare col Deluminatore che teneva in tasca, mandando su tutte le furie Hermione, che ingannava l'attesa di Kreacher studiando Le Fiabe di Beda il Bardo.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Sì, ma siamo tutti sorvegliati. Ci sono un paio di Mangiamorte qui nella piazza...»
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Sarei arrivato tre giorni fa, ma ho dovuto seminare il Mangiamorte che mi pedinava» raccontò. «Voi siete venuti subito qui dopo il matrimonio?»
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «No» rispose Harry, «prima abbiamo incontrato due Mangiamorte in un caffÈ in Tottenham Court Road».
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Erano Mangiamorte o gente del Ministero?» domandò Hermione.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «I Mangiamorte hanno perquisito la Tana da cima a fondo» riprese Lupin. «Hanno trovato il demone, ma non hanno voluto avvicinarsi troppo... poi hanno interrogato per ore chi di noi era rimasto. Cercavano informazioni su di te, Harry, ma naturalmente nessuno al di fuori dell'Ordine sapeva che eri stato là.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Intanto che quelli devastavano la festa di nozze, altri Mangiamorte entravano con la forza in tutte le case del paese legate all'Ordine. Niente morti» aggiunse in fretta, anticipando la domanda, «ma sono stati spietati. Hanno incendiato la casa di Dedalus Lux, ma come sapete lui non c'era, e hanno usato la Maledizione Cruciatus sulla famiglia di Tonks. Sempre nel
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «I Mangiamorte sono passati attraverso tutti quegli incantesimi di protezione?» chiese Harry, ricordando la loro efficacia la notte che era precipitato nel giardino dei Tonks.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Devi capire, Harry, che adesso i Mangiamorte hanno dalla loro tutto il potere del Ministero» spiegò Lupin. «Possono compiere gli incantesimi più violenti senza paura di essere identificati o arrestati. Sono riusciti a far saltare ogni incanto difensivo che avevamo elaborato contro di loro e, una volta arrivati, sono stati molto espliciti sul motivo della loro visita».
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Quindi i Mangiamorte si sono impadroniti anche della Gazzetta del Profeta?» chiese Hermione, rabbiosa.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   Nel frattempo, all'interno del numero dodici, Harry era appena entrato nell'atrio. Aveva quasi perso l'equilibrio Materializzandosi sull'ultimo gradino appena fuori dalla porta e aveva temuto che i Mangiamorte potessero aver adocchiato il suo gomito che si era scoperto per un attimo. Chiuse la porta con cautela, si sfilò il Mantello dell'Invisibilità, lo ripiegò sul braccio
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Mangiamorte. Dentro ci sono le foto. Erano in cima alla Torre quando Piton ha ucciso Silente, quindi sono tutti pappa e ciccia. E poi» continuò Harry amareggiato, prendendo una sedia, «gli altri insegnanti non hanno alternative. Se dietro Piton ci sono il Ministero e Voldemort, dovranno scegliere se restare a insegnare o passare un bel po' di annetti ad Azkaban, nel caso più fortunato. Secondo me resteranno per cercare di proteggere gli studenti».
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Ci sono ancora un sacco di Mangiamorte che sorvegliano la casa» raccontò a Ron. «Più del solito. Come se sperassero di vederci uscire coi bauli di scuola per andare a prendere l'Espresso per Hogwarts».
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

    Mangiamorte con gli occhi gonfi che sorvegliavano la casa dall'altro capo della piazza avvolta nella foschia. Hermione si Smaterializzò con Ron, poi tornò indietro a prendere Harry.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Si voltarono e a Harry si strinse lo stomaco. Uno dei Mangiamorte che avevano assistito alla morte di Silente veniva verso di loro. I dipendenti del Ministero tacquero, gli sguardi a terra; Harry avvertì la paura propagarsi tra di loro. Il volto cupo e rozzo dell'uomo faceva uno strano contrasto con la splendida veste svolazzante, ricamata a ricchi fili d'oro. Qualcuno nella folla attorno agli ascensori gridò, in tono adulatore: «'Giorno, Yaxley!» Yaxley lo ignorò.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Inutile illudersi: aveva ragione, Harry ne era certo. Fu un duro colpo. Se Yaxley poteva entrare in casa, loro non avevano più modo di tornarci. In questo stesso istante forse ci stava portando altri Mangiamorte con la Materializzazione. Per quanto tetra e opprimente, quella dimora era stata il loro unico rifugio sicuro: addirittura, adesso che Kreacher era più felice e cordiale, quasi una specie di casa. Con una fitta di rimpianto che non aveva nulla a che vedere con il cibo, Harry immaginò l'elfo domestico affaccendato a preparare il pasticcio di rognone che loro tre non avrebbero mai mangiato.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «... il primo che ti è venuto in mente» concluse Harry, osservando la radura in apparenza deserta. Non poté fare a meno di pensare a cos'era successo l'ultima volta che si erano Materializzati nel primo posto che era venuto in mente a Hermione; i Mangiamorte li avevano trovati nel giro di pochi minuti. Era stata Legilimanzia? Voldemort e i suoi scagnozzi sapevano anche adesso dove Hermione li aveva portati?
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «Be', stavamo fuggendo dai Mangiamorte, no?» ribatté Hermione. «Ecco».
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   La cicatrice prese a pizzicare di nuovo. Temette che fosse a causa di quei pensieri e cercò di rivolgerli altrove. Pensò al povero Kreacher, che aveva atteso il loro ritorno e invece si era visto arrivare Yaxley. L'elfo avrebbe tenuto la bocca chiusa o avrebbe rivelato al Mangiamorte tutto quello che sapeva? Harry voleva credere che Kreacher fosse cambiato nell'ultimo mese, che sarebbe stato leale, ora, ma chi poteva dirlo? E se i Mangiamorte l'avessero torturato? Orribili immagini gli si affollarono nella mente e Harry tentò di respingere anche quelle, perché non poteva far nulla per Kreacher: lui e Hermione avevano già deciso di non tentare di Appellarlo; se con lui fosse comparso anche qualcuno del Ministero? Non potevano giurare che la Materializzazione elfica fosse immune allo stesso problema che aveva condotto Yaxley in Grimmauld Place attaccato alla manica di Hermione.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Un pesante scalpiccio e il rumore di pietre e rami spostati dissero loro che diverse persone stavano scendendo lungo il ripido pendio boscoso che conduceva alla stretta riva dove avevano montato la tenda. Estrassero le bacchette, in attesa. Gli incantesimi che avevano distribuito tutto attorno sarebbero dovuti bastare, nel buio quasi totale, a nasconderli da Babbani, maghi e streghe ordinari. Se invece si trattava di Mangiamorte, forse le loro difese stavano per essere messe alla prova per la prima volta dalla Magia Oscura.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Sapevo che sarebbero venuti a prendermi» rispose la voce pastosa di Ted, e Harry lo riconobbe: era il padre di Tonks. «Ho sentito che c'erano dei Mangiamorte in zona la settimana scorsa e ho deciso che era meglio darsela a gambe. Ho rifiutato di registrarmi come Nato Babbano per principio, quindi era solo questione di tempo, sapevo che alla fine avrei dovuto scappare. Mia moglie dovrebbe essere tranquilla, lei è Purosangue. E poi ho incontrato Dean, cos'È stato, qualche giorno fa, ragazzo?»
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Bravo ragazzo... scusa, folletto» si corresse Ted in fretta. «Non è che hai rinchiuso un Mangiamorte in una delle vecchie camere ad alta sicurezza, eh?»
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Capisco» fece Ted. «Immagino che tu non ti sia preso la briga di dirlo ai Mangiamorte».
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Cosa?» chiese, un po' arrabbiato un po' sollevato. «Credevo che come minimo avessi visto un Mangiamorte che apriva la tenda...»
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «'L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte'...» Un terribile pensiero gli attraversò la mente e con esso una specie di panico. «Non è un'idea da Mangiamorte? Che ci fa, lì?»
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «Non vuol dire sconfiggere la morte nel senso dei Mangiamorte, Harry» rispose Hermione con dolcezza. «Vuol dire... capisci... vivere oltre la morte. Dopo la morte».
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «È un gatto» disse Harry dopo qualche istante, «o un uccello. Se fosse un Mangiamorte, saremmo già stecchiti. Ma andiamo fuori di qui e rimettiamoci il Mantello».
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   «No, un manipolo di Mangiamorte l'ha accerchiato, ha detto Bill, ma è riuscito a fuggire. Adesso è latitante, come noi». Ron si grattò pensieroso il mento con la punta della bacchetta. «Non credi che sia stato lui a mandarci quella cerva?»
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   «Sarà preoccupato per quello che possono fare i Mangiamorte a lui e a Luna se scoprono che sono stato qui» osservò Harry.
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   «E adesso salta fuori che ci hai chiamato solo per farci saltare in aria!» ruggì il Mangiamorte. Seguì una raffica di colpi intercalati dagli urli di dolore di Xenophilius.
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Oh, spero che non lo uccidano!» gemette Hermione. «È per quello che ho voluto che i Mangiamorte vedessero Harry prima di venir via, così almeno sapevano che Xenophilius non aveva mentito!»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «... se non avesse appena tentato di venderci ai Mangiamorte, certo» concluse Ron.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Oh, perché ci siamo andati?» piagnucolò Hermione dopo qualche istante di silenzio. «Harry, avevi ragione, è stata un'altra Godric's Hollow, una totale perdita di tempo! I Doni della Morte... tutte sciocchezze... anche se» un pensiero improvviso la colpì «potrebbe essersi inventato tutto, no? Probabilmente non crede nemmeno ai Doni della Morte, voleva solo trattenerci fino all'arrivo dei Mangiamorte
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Alcuni sono cattivi quanto i Mangiamorte» li mise in guardia Ron. «Quelli che avevano preso me erano un po' sfigati, ma secondo Bill ce ne sono di molto pericolosi. A Radio Potter hanno detto...»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «... ci scusiamo per la temporanea assenza dalle frequenze radio, dovuta a qualche visitina di quei simpaticoni di Mangiamorte nella nostra zona».
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Cari ascoltatori, vi invito ora a unirvi a noi nell'osservare un minuto di silenzio in memoria di Ted Tonks, Dirk Cresswell, Bathilda Bath, Gonci e degli sconosciuti, ma non meno rimpianti, Babbani assassinati dai Mangiamorte».
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «E che cosa diresti, Royal, a quegli ascoltatori che obiettano che in tempi così pericolosi dovrebbe valere il motto 'prima i maghi'?» gli chiese Lee. «Direi che da 'prima i maghi' a 'prima i Purosangue', e infine a 'prima i Mangiamorte' il passo è breve» rispose Kingsley. «Siamo tutti esseri umani, no? Ogni vita umana ha lo stesso valore e merita di essere salvata». «Ben detto, Royal, ti garantisco il mio voto per il Ministero della Magia non appena saremo usciti da questo disastro» continuò Lee. «E ora passiamo la parola a Romulus per la nostra popolare rubrica: 'Amici di Potter'».
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Romulus, tu continui a sostenere, come hai fatto tutte le volte che hai partecipato al nostro programma, che Harry Potter è ancora vivo?» «Certamente» rispose Lupin con decisione. «Non ho alcun dubbio che la notizia della sua morte sarebbe stata diffusa con la massima sollecitudine dai Mangiamorte, perché sarebbe un colpo fatale per il morale di coloro che si oppongono al nuovo regime. Il Ragazzo Che è Sopravvissuto resta il simbolo di tutto ciò per cui stiamo lottando: il trionfo del bene, il potere dell'innocenza, il bisogno di continuare a resistere».
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Immagino che avere un fratellastro alto cinque metri sia d'aiuto se vuoi sfuggire ai Mangiamorte» commentò Lee.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Senza dubbio, Romulus» convenne Lee, «perciò vi suggeriamo di continuare a dimostrare la vostra dedizione all'uomo con la cicatrice a saetta ascoltando Radio Potter! E ora passiamo al mago che si sta dimostrando elusivo quanto Harry Potter. Ci piace riferirci a lui come al Mangiamorte Capo. Qui con noi, per commentare alcune delle voci più deliranti che circolano sul suo conto, ho il piacere di presentarvi il nostro nuovo collaboratore: Rodente».
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

    varie storie che circolano sul Mangiamorte Capo?»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   A Harry si rivoltò lo stomaco. L'aveva riconosciuto: Fenrir Greyback, il lupo mannaro che aveva il permesso di indossare vesti di Mangiamorte in cambio della sua mercenaria ferocia.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Harry immaginò di sapere perché Greyback non chiamava Voldemort. Il lupo mannaro poteva anche avere il permesso di indossare un abito da Mangiamorte quando volevano servirsi di lui, ma solo la cerchia più intima di Voldemort portava il Marchio Nero: questo sommo onore a Greyback non era stato concesso.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Li ho portati via tutti dalla Tana» spiegò. «Li ho trasferiti da zia Muriel. I Mangiamorte adesso sanno che Ron è con te, quindi prenderanno di mira la famiglia... non scusarti» lo anticipò vedendo la sua espressione. «Era solo questione di tempo, papà lo diceva da mesi. Siamo la più grande famiglia di traditori del sangue che esista».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «... e se vieni a casa nostra ti faccio vedere il corno, papà mi ha scritto ma non l'ho ancora visto, perché i Mangiamorte mi hanno portato via dall'Espresso per Hogwarts e non sono tornata a casa a Natale» continuò Luna accendendo il fuoco insieme a Dean.
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

    «È un altro Mangiamorte!» sussurrò Unci-unci, e Harry si accostò a Hermione per ripeterglielo all'orecchio.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Harry riconobbe la voce; era uno dei Mangiamorte che erano stati chiamati a casa di Xenophilius.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Il Mangiamorte era evidentemente offeso, ma meno sospettoso. Guardò dall'alto l'uomo che Ron aveva appena Schiantato.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Un Mangiamorte all'erta era l'ultima cosa di cui avevano bisogno, e il peggio era che, con Travers accanto a quella che credeva Bellatrix, Harry non poteva comunicare con Hermione o Ron. Si ritrovarono fin troppo presto ai piedi della scalinata di marmo che saliva alle grandi porte di bronzo. Come aveva detto Unci-unci, i folletti in livrea che di solito stavano ai lati dell'ingresso erano stati sostituiti da due maghi, entrambi forniti di lunghi e sottili bastoni dorati.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

    da Bellatrix, aver portato la sua bacchetta quando i Mangiamorte sapevano benissimo chi l'aveva rubata...
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Un urlo simile a quello di Voldemort quando aveva scoperto il furto della coppa lacerò l'aria: scosse tutti i nervi di Harry, e lui capì immediatamente che a provocarlo era stato il loro arrivo. Guardò gli amici sotto il Mantello e la porta dei Tre Manici di Scopa si spalancò: una decina di Mangiamorte avvolti nei mantelli e incappucciati si riversarono in strada, le bacchette pronte.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   Harry afferrò Ron per il polso prima che alzasse la sua. Ce n'erano troppi per Schiantarli e provandoci avrebbero rivelato la loro posizione. Un Mangiamorte agitò la bacchetta e l'urlo cessò. Continuò però a echeggiare tra le montagne in lontananza.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Accio Mantello!» ruggì un altro Mangiamorte.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Non sei sotto la tua coperta, eh, Potter?» urlò il Mangiamorte che aveva tentato l'incantesimo, e poi, ai suoi compagni: «Sparpagliatevi. è qui».
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   Sei Mangiamorte corsero verso di loro: Harry, Ron e Hermione si infilarono a tutta velocità nella strada laterale più vicina e i Mangiamorte li mancarono per pochi centimetri. Attesero nel buio, ascoltando i passi dei Mangiamorte che correvano avanti e indietro, proiettando con le bacchette raggi di luce lungo la strada.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   Mangiamorte urlò: «Sappiamo che sei qui, Potter, non hai scampo! Ti troveremo!»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «E i Dissennatori?» gridò un altro Mangiamorte. «Liberiamoli, lo troveranno subito!»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   L'aria attraverso la quale avrebbero dovuto spostarsi sembrava solidificata: non potevano Smaterializzarsi; i Mangiamorte avevano fatto le cose per bene. Il freddo mordeva sempre più a fondo le carni di Harry. Arretrò ancora con Ron e Hermione lungo la stradina laterale, seguendo i muri a tentoni, cercando di non far rumore. Poi i Dissennatori girarono l'angolo silenziosi: erano dieci o più, visibili perché fatti di un buio più denso di ciò che li circondava, con i loro mantelli neri e le mani putrefatte. Potevano sentire la paura? Sì, Harry ne era certo: adesso erano più rapidi e traevano quei respiri corti e rochi che detestava, assaporando la disperazione nell'a ria, sempre più vicini...
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   I Dissennatori si ritirarono, ricomparvero le stelle e i passi dei Mangiamorte divennero più sonori; ma prima che Harry, in preda al panico, riuscisse a decidere che fare, udì un rumore di catenacci, una porta si aprì sulla sinistra della stradina e una voce roca chiamò: «Potter, qui dentro, presto!»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Quello non era il tuo Patronus!» ribatté un Mangiamorte. «Quello era un cervo, era di Potter!»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Non è quello che ho visto io...» osservò il Mangiamorte, ma non era più tanto sicuro.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Non preoccuparti per noi» ribatté un Mangiamorte, «bada a te stesso, hai violato il coprifuoco!»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Ripeto che ho visto un Patronus cervo!» urlò il primo Mangiamorte. «Cervo?» tuonò il barista. «È una capra, idiota!»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «D'accordo, ci siamo sbagliati» ammise il secondo Mangiamorte. «Viola ancora il coprifuoco e non saremo così indulgenti!»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   I Mangiamorte tornarono verso High Street. Hermione gemette di sollievo, uscì da sotto il Mantello e si lasciò cadere su una sedia traballante. Harry chiuse con cura le tende, poi tirò via il Mantello da sé e Ron. Sentirono il barista sprangare di nuovo la porta di sotto e salire le scale.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Con un cervello del genere potresti essere un Mangiamorte, ragazzo.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Li hanno chiusi tutti prima dell'inizio dell'anno» spiegò Neville. «Non c'È modo di usarli adesso, con le maledizioni sugli ingressi e i Mangiamorte e i Dissennatori di guardia alle uscite». Si mise a camminare all'indietro, sorridendo, beandosi della loro presenza. «Ma non importa... è vero che siete entrati alla Gringott? E siete fuggiti su un drago? Lo sanno tutti, tutti ne parlano, Terry Steeval è stato picchiato da Carrow perché lo ha urlato in Sala Grande a cena!»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «I due Mangiamorte assunti come insegnanti?»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   Il Mangiamorte fu sollevato da terra. Si contorse in aria come un uomo che annega, ululando per il dolore, e poi, in un frastuono di vetri rotti, crollò sulle ante di una libreria e si afflosciò a terra, privo di sensi.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Un fruscio, un tintinnio di vetri: Amycus si stava riprendendo. Prima che Harry o Luna potessero intervenire, la professoressa McGranitt si alzò, puntò la bacchetta contro il Mangiamorte stordito e disse: «Imperio».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Lo so, professoressa, ma se Voldemort e i Mangiamorte si concentreranno sui confini della scuola, non si occuperanno di chi si Smaterializza dalla Testa di Porco».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Oh, certo» commentò la professoressa McGranitt. «Dimenticavo che voi Mangiamorte avete i vostri mezzi di comunicazione privati».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   E mentre se ne andava, la sentirono borbottare: «Tentacula. Tranello del Diavolo. E baccelli di Pugnacio... sì, voglio proprio vederli, i Mangiamorte, contro quelli».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

    i Mangiamorte migliori».
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «non sono sordo, l'ha sentito tutta Hogsmeade. E non è venuto in mente a nessuno di tenere qualche Serpeverde in ostaggio? Avete messo al sicuro i figli dei Mangiamorte. Non sarebbe stato più furbo tenerli qui?»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Quando tornarono nel corridoio, fu evidente che nei pochi minuti che avevano trascorso nella Stanza delle Necessità la situazione nel castello era decisamente peggiorata: pareti e soffitto erano sempre più squassati dalle vibrazioni; la polvere riempiva l'aria e dalla finestra più vicina Harry vide lampi di luce verde e rossa ai piedi del castello, il che voleva dire che i Mangiamorte erano prossimi a entrare. Guardando in giù vide Grop il gigante che brandiva un gargoyle di pietra strappato dal tetto e ruggiva il suo disappunto.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Ma si interruppe perché urla e grida e l'inconfondibile fragore di un duello riempirono il corridoio. Harry si guardò intorno e si sentì mancare: i Mangiamorte erano entrati a Hogwarts. Fred e Percy stavano duellando contro due uomini mascherati e incappucciati.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Hai fatto una battuta, Perce!» gridò Fred, quando il Mangiamorte con cui stava combattendo crollò colpito da tre diversi Schiantesimi. O'Tusoe era caduto a terra e minuscole spine gli spuntavano dappertutto; sembrava che si stesse trasformando in una specie di riccio di mare. Fred guardò il
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   L'aria esplose. Erano tutti vicini: Harry, Ron, Hermione, Fred e Percy, i due Mangiamorte ai loro piedi, uno Schiantato, l'altro Trasfigurato; e in quella frazione di secondo, quando il pericolo pareva temporaneamente lontano, il mondo andò in pezzi. Harry si sentì volare e non poté far altro che tenersi stretto con tutte le forze a quel sottile bastoncino di legno che era la sua sola e unica arma, e ripararsi la testa con le braccia: udì le urla dei suoi compagni senza sapere che cosa stava succedendo...
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Ha portato degli amici!» gridò Harry, guardando dallo squarcio nella parete: altri ragni giganti si arrampicavano, liberati dalla Foresta Proibita nella quale erano evidentemente penetrati i Mangiamorte. Harry scagliò Schiantesimi contro di loro e abbatté il primo della fila, che cadde sui suoi compagni, trascinandoseli dietro. Altre maledizioni volarono sopra la testa di Harry, così vicine che ne sentì la forza spostargli i capelli.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Voglio aiutarlo... voglio uccidere i Mangiamorte...»
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Comparvero due Mangiamorte mascherati, ma ancora prima che alzassero le bacchette, Hermione gridò: «Glisseo!»
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   I gradini sotto i loro piedi si appiattirono a formare uno scivolo e lei, Ron e Harry volarono giù, senza poter controllare la velocità, ma così rapidi che gli Schiantesimi dei Mangiamorte passarono al di sopra delle loro teste. Attraversarono l'arazzo in fondo e rotolarono a terra, andando a urtare la parete opposta.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Duro!» gridò Hermione, puntando la bacchetta contro l'arazzo, che si trasformò in pietra: con due sonori, spaventosi tonfi i Mangiamorte si accasciarono dall'altra parte.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Scesero di corsa un'altra scala e finirono in un corridoio affollato di duellanti. I ritratti ai due lati erano stipati di figure che urlavano consigli e incoraggiamenti, mentre i Mangiamorte, mascherati e no, lottavano contro studenti e insegnanti. Dean si era procurato una bacchetta, perché era alle prese con Dolohov, mentre Calì fronteggiava Travers. Harry, Ron e Hermione alzarono subito le bacchette, pronti ad aiutarli, ma i duelli erano così rapidi che rischiavano di colpire un amico. Rimasero all'erta, aspettando l'occasione per intervenire, quando sentirono un altissimo wiiiiiiiiiii! Harry alzò lo sguardo e vide Pix sfrecciare in alto scagliando baccelli di Pugnacio: i Mangiamorte si ritrovarono con la testa in un groviglio di tuberi verdi che si contorcevano come grassi vermi.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Là c'È qualcuno di invisibile!» urlò un Mangiamorte mascherato.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Draco era sul pianerottolo e stava supplicando un altro Mangiamorte mascherato. Passando, Harry Schiantò il Mangiamorte: Malfoy si voltò con un sorriso verso il suo salvatore e Ron gli sferrò un pugno da sotto il Mantello. Malfoy cadde all'indietro sopra il Mangiamorte, la bocca sanguinante, stupefatto.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   C'erano altri duelli lungo le scale e nell'ingresso, e Mangiamorte ovunque: Yaxley, vicino al portone, contro Vitious, e lì accanto uno mascherato contro Kingsley. Gli studenti correvano ovunque; alcuni sorreggevano o trascinavano gli amici feriti. Harry scagliò uno Schiantesimo contro il Mangiamorte mascherato, lo mancò e rischiò di colpire Neville, emerso dal nulla con una bracciata di Tentacula Velenosa, che si abbarbicò allegramente al Mangiamorte più vicino e cominciò ad avvilupparlo.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Urla di orrore lacerarono l'aria; i duellanti si dispersero, i Mangiamorte come gli Hogwartiani, e schizzi di luce rossa e verde volarono in mezzo ai mostri, che tremarono e s'impennarono, più terrificanti che mai.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Ho dato istruzioni molto precise ai miei Mangiamorte. Catturare Potter. Uccidere i suoi amici più ne abbattono, meglio è ma non lui.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «... scappato?» Non c'era pietà nel tono di Lily. «Troppo tardi. Ti ho giu stificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte... vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l'ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?»
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Io... io vengo con un avvertimento... no, una richiesta... la prego...» Silente agitò la bacchetta. Foglie e rami continuarono ad agitarsi nella notte attorno a loro, ma dove loro due si fronteggiavano calò il silenzio. «Quale richiesta potrebbe farmi un Mangiamorte
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   E poi Harry volava accanto a Piton su un manico di scopa in una notte limpida: era accompagnato da altri Mangiamorte incappucciati e davanti a loro c'erano Lupin e un Harry che in verità era George... un Mangiamorte alzò la bacchetta e la puntò sulla schiena di Lupin...
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Ma l'incantesimo diretto alla mano del Mangiamorte la mancò e colpì George...
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

    e Dolohov entrarono in una radura: Harry riconobbe il posto dove un tempo viveva il mostruoso Aragog. I resti della sua enorme ragnatela erano ancora lì, ma l'orda di discendenti che aveva generato era stata portata via dai Mangiamorte, a combattere per la loro causa.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   Un fuoco ardeva al centro della radura e la sua luce guizzante ricadeva su una folla di Mangiamorte vigili e silenziosi. Alcuni erano ancora incappucciati e mascherati, altri a volto scoperto. Due giganti sedevano ai margini del gruppo, gettando ombre enormi sulla scena, i volti feroci, rozzamente sbozzati come nella roccia. Harry vide Fenrir, appiattato nell'ombra, che si rosicchiava le unghie; il grosso, biondo Rowle si tamponava il labbro sanguinante. Vide Lucius Malfoy, sconfitto e spaventato, e Narcissa, gli occhi infossati, colmi di ansia.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   L'illusione svanì rapida com'era arrivata. I giganti ruggirono, i Mangiamorte si alzarono tutti insieme e si levarono urla, esclamazioni, perfino risate. Voldemort era rimasto immobile, ma i suoi occhi rossi individuarono Harry e lo guardarono venire avanti. Tra loro c'era solo il fuoco.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   Nessuno dei Mangiamorte si mosse. Aspettavano: tutto aspettava. Hagrid si divincolava, Bellatrix ansimava, Harry pensò inspiegabilmente a Ginny, al suo sguardo luminoso, alle loro labbra che si toccavano...
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   Voldemort si stava alzando. Molti Mangiamorte si allontanavano da lui, tornando tra la folla che circondava la radura. Solo Bellatrix era rimasta inginocchiata accanto a lui.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Harry chiuse di nuovo gli occhi e considerò ciò che aveva visto. I Mangiamorte si erano affollati attorno a Voldemort, che doveva essere caduto a terra. Era successo qualcosa quando aveva colpito Harry con l'Anatema che Uccide. Anche lui era crollato? Evidentemente sì. Ed entrambi erano rimasti privi di sensi per un po', ed entrambi adesso erano tornati in sé...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Muoviti» ordinò Voldemort, e Hagrid barcollò in avanti, aprendosi la strada fra gli alberi fitti, riattraversando la Foresta. I rami si impigliavano ai capelli e agli abiti di Harry, che però rimase immobile, la bocca spalancata, gli occhi chiusi, e al buio, tra i Mangiamorte accalcati attorno a loro e Hagrid che singhiozzava disperato, nessuno guardò se una vena pulsava nel collo scoperto di Harry Potter...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   I due giganti seguivano i Mangiamorte; Harry sentì gli alberi scricchiolare e cadere al loro passaggio; facevano tanto rumore che gli uccelli si alzarono in volo strillando e perfino le risate dei Mangiamorte furono coperte. Il corteo vittorioso continuò a marciare verso il terreno aperto e dopo un
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Hagrid non riuscì a continuare, ma scoppiò di nuovo in lacrime. Harry si chiese quanti centauri assistessero al loro corteo; non osò aprire gli occhi per vedere. Alcuni Mangiamorte li insultarono. Poco dopo Harry capì dall'aria più fresca che avevano raggiunto il limitare della Foresta.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Abbiamo vinto la battaglia. Avete perso metà dei vostri combattenti. I miei Mangiamorte vi superano in numero e il Ragazzo Che è Sopravvissuto è morto. La guerra deve finire. Chiunque continui a resistere, uomo, donna o bambino, verrà ucciso insieme a tutti i membri della sua famiglia. Uscite dal castello, ora, inginocchiatevi davanti a me e verrete risparmiati. I vostri genitori e i vostri figli, i vostri fratelli e sorelle vivranno e saranno perdonati, e vi unirete a me nel nuovo mondo che costruiremo insieme».
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Andiamo» ordinò Voldemort. Harry sentì che si muoveva e Hagrid fu costretto a seguirlo. Aprì appena gli occhi e lo vide marciare davanti a loro, con l'enorme serpente Nagini sulle spalle, libero dalla gabbia incantata. Ma Harry non poteva estrarre la bacchetta nascosta sotto gli abiti senza farsi vedere dalla scorta di Mangiamorte nel buio che lentamente sbiadiva...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Harry richiuse gli occhi. Sapeva che si stavano avvicinando al castello e tese le orecchie per captare, sopra le voci allegre dei Mangiamorte e i loro passi pesanti, segni di vita dall'interno.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   I Mangiamorte si arrestarono: Harry li udì disporsi in fila di fronte al portone aperto della scuola. Anche attraverso le palpebre chiuse riuscì a percepire la luce rossastra che gli pioveva addosso dall'ingresso. Attese. Da un momento all'altro le persone per le quali aveva cercato di morire l'avrebbero visto tra le braccia di Hagrid, apparentemente morto.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Le voci di Ron, Hermione e Ginny erano peggio di quella della McGranitt; Harry non desiderava altro che gridare, rispondere, ma si costrinse a restare in silenzio, e le loro urla furono come un segnale: la folla di sopravvissuti si scatenò, urlando ingiurie contro i Mangiamorte, finché...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Ah, sì, ricordo» mormorò Voldemort, guardando Neville che cercava di rialzarsi, disarmato e allo scoperto, nella terra di nessuno tra i sopravvissuti e i Mangiamorte. «Ma tu sei un Purosangue, vero, mio coraggioso ragazzo?» gli chiese, e Neville si alzò in piedi davanti a lui, le mani vuote chiuse a pugno.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Mostri spirito e ardimento, e discendi da una nobile stirpe. Sarai un Mangiamorte molto prezioso. Abbiamo bisogno di gente come te, Neville Paciock».
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    Puntò la Bacchetta contro Neville, che s'irrigidì, poi gli ficcò in testa il Cappello, che gli cadde sugli occhi. La folla davanti al castello fu percorsa da un fremito e come un sol uomo i Mangiamorte levarono le bacchette, per tenere a bada i combattenti di Hogwarts.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Dai confini del parco si alzò un frastuono: centinaia di persone varcavano le mura sciamando e correvano verso il castello, levando alte grida di guerra. Nello stesso momento, Grop arrivò a passi pesanti da dietro la scuola e chiamò: «HAGGER!» Al suo grido risposero i ruggiti dei giganti di Voldemort, che caricarono Grop come elefanti, facendo tremare la terra. Poi un rumore di zoccoli, il vibrare degli archi, e una pioggia di frecce cadde sui Mangiamorte, che ruppero i ranghi, urlando sorpresi. Harry prese il Mantello dell'Invisibilità, se lo gettò addosso e balzò in piedi.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Regnava il caos. I centauri scatenati stavano disperdendo i Mangiamorte, tutti cercavano di scappare dai piedi dei giganti, e sempre più vicini risuonavano i rinforzi arrivati da chissà dove; Harry vide enormi creature alate planare attorno alle teste dei giganti di Voldemort; i Thestral e Fierobecco l'Ippogrifo cercavano di cavar loro gli occhi mentre Grop li riempiva di
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    pugni; tanto i difensori di Hogwarts quanto i Mangiamorte di Voldemort furono costretti a rientrare nel castello. Harry scagliava maledizioni contro tutti i Mangiamorte che gli passavano vicino, tramortendoli senza che sapessero chi o che cosa li aveva colpiti; i loro corpi venivano calpestati dalla folla in ritirata.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Menavano fendenti e pugnalate alle caviglie e agli stinchi dei Mangiamorte, i faccini animosi e cattivi, e i Mangiamorte ripiegavano, schiacciati dalla pura forza dei numeri, sopraffatti dagli incantesimi, strappandosi le frecce dalla carne, colpiti alle gambe dagli elfi, o semplicemente cercando di fuggire ma inghiottiti dall'orda che avanzava.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Il sole sorgeva su Hogwarts e la Sala Grande ardeva di vita e di luce. Harry era una parte indispensabile in quelle manifestazioni di giubilo e lutto, dolore ed esultanza mescolati. Volevano che fosse lì con loro, il loro capo e simbolo, il loro salvatore e la loro guida, e che non avesse dormito, che bramasse la compagnia di pochi intimi non passò per la mente a nessuno. Doveva parlare con i famigliari delle vittime, stringere loro le mani, guardare le loro lacrime, ricevere i loro ringraziamenti, ascoltare le notizie che rimbalzavano da ogni dove col procedere del mattino: in tutto il paese quelli che erano stati colpiti da una Maledizione Imperius erano tornati in sé, i Mangiamorte fuggivano o venivano catturati, gli innocenti di Azkaban liberati, e Kinsgley Shacklebolt era stato nominato Ministro della Magia ad interim...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Riuscì appena a scorgere il Pensatoio, ancora sulla scrivania dove l'aveva lasciato, e poi un fragore assordante lo fece gridare, pensare a maledizioni e Mangiamorte di ritorno, e alla rinascita di Voldemort...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    Questo scambio epistolare segnò l'inizio della lunga campagna di Lucius Malfoy per sollevarmi dalla posizione di Preside di Hogwarts, e della mia per sollevare lui da quella di Mangiamorte Preferito di Lord Voldemort.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)