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Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
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    «Questo? Si chiama Pensatoio» rispose Silente. «A volte, e sono certo che conosci questa sensazione, ho l’impressione di avere semplicemente troppi pensieri e troppi ricordi stipati nella mente».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Quando mi capita» proseguì Silente «uso il Pensatoio. Basta travasare i pensieri in eccesso dalla propria mente, versarli nel bacile e esaminarli a piacere. Diventa più facile riconoscere trame e collegamenti, sai, quando assumono questa forma».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Estrasse la bacchetta e infilò la punta tra i propri capelli d’argento, vicino alla tempia. Quando la tolse, parve che dei capelli vi restassero attaccati; ma Harry si accorse che si trattava di una striscia scintillante della stessa strana sostanza bianco-argentea che riempiva il Pensatoio. Silente aggiunse quel pensiero fresco agli altri, e Harry, esterrefatto, vide il proprio volto galleggiare nel bacile.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Silente pose le lunghe mani sui lati del Pensatoio e lo fece ruotare, come un cercatore d’oro che setaccia la sabbia per scoprire frammenti del prezioso metallo… e Harry vide il proprio volto trasformarsi gradualmente in quello di Piton, che aprì la bocca e parlò al soffitto, mentre la sua voce echeggiava appena. «Sta tornando… anche quello di Karkaroff… più forte e nitido che mai…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Un collegamento che avrei potuto fare anche da solo» sospirò Silente, «ma non importa». Sbirciò Harry al di sopra degli occhiali a mezzaluna; il ragazzo guardava a bocca aperta il viso di Piton, che continuava a roteare. «Stavo usando il Pensatoio quando Caramell è venuto all’appuntamento, e l’ho riposto in gran fretta. È indubbio che non ho chiuso bene lo sportello dell’armadio. Era naturale che attirasse la tua attenzione».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)


    La luce che emanava dal Pensatoio riverberò sul viso di Silente, e all’improvviso Harry fu colpito da quanto fosse vecchio. Sapeva, ovvio, che Silente era avanti con gli anni, ma per qualche ragione non pensava mai a lui come a un vecchio.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Silente si alzò e prese a camminare su e giù dietro la scrivania. Ogni tanto si puntava la bacchetta alla tempia, prelevava un altro scintillante pensiero d’argento e lo aggiungeva al Pensatoio. I pensieri là dentro cominciarono a vorticare così in fretta che Harry non riuscì a distinguere nulla; era solo un turbine confuso di colore.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Per un po’ né Silente né Harry parlarono. Silente guardava fisso attraverso!a stanza; ogni tanto avvicinava la bacchetta alla tempia e aggiungeva un altro lucente pensiero argenteo alla massa fremente contenuta nel Pensatoio.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Voldemort?» chiese Silente, guardando Harry al di sopra del Pensatoio. Era il tipico sguardo penetrante che Silente gli aveva rivolto in altre occasioni, e che faceva sempre provare a Harry la sensazione che il Preside vedesse attraverso di lui, in un modo impossibile perfino per l’occhio magico di Moody. «Ancora una volta, Harry, posso solo rivelarti i miei sospetti».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Ehm… posso chiederle… di quel tribunale in cui sono stato… nel Pensatoio
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Harry rimase ancora una volta seduto in silenzio, gli occhi fissi al turbolento contenuto del Pensatoio. C’erano altre due domande che moriva dalla voglia di fare… ma riguardavano le colpe di persone viventi…
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Bene» disse Harry in fretta, tornando a scrutare il contenuto del Pensatoio, che vorticava più lentamente ora che Silente aveva smesso di riversarvi altri pensieri. «E… ehm…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Ma il Pensatoio parve formulare la domanda al suo posto. Il volto di Piton affiorò di nuovo. Silente gli gettò un’occhiata, poi alzò lo sguardo verso Harry.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Silente era in piedi davanti al Pensatoio, il viso illuminato dal basso dalle macchie di luce argentea, e sembrava più vecchio che mai. Fissò Harry per un attimo, e poi disse: «Buona fortuna per la terza prova».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Tutto ciò che Harry aveva visto nel Pensatoio, quasi tutto quello che Silente gli aveva raccontato e mostrato dopo, l’aveva confidato a Ron e Hermione: e naturalmente a Sirius, al quale aveva spedito un gufo nell’istante in cui era uscito dall’ufficio di Silente. Quella sera Harry, Ron e Hermione rimasero di nuovo alzati fino a tardi in sala comune a ridiscutere il tutto finché a Harry non cominciò a girare la testa, e capì che cosa intendeva Silente parlando di una mente cosi affollata di pensieri che sarebbe stato un sollievo riversarli altrove.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)


    Hermione non parlava da dieci minuti. Era seduta con la fronte tra le mani, a guardarsi le ginocchia. Anche lei sembrava avere urgente bisogno di un Pensatoio.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Davanti a Harry giaceva un uomo pallido, con vaghe lentiggini e un ciuffo di capelli biondi. Sapeva chi era. L’aveva visto nel Pensatoio di Silente, l’aveva visto mentre i Dissennatori lo portavano via e lui cercava di convincere Crouch della sua innocenza… ma ora era segnato attorno agli occhi, e sembrava molto più vecchio…
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    Che cos’era che Piton aveva fatto su ordine di Silente, la notte del ritorno di Voldemort? E perché… perché… Silente era così convinto che Piton fosse davvero dalla loro parte? Era la loro spia, l’aveva detto Silente nel Pensatoio. Piton era diventato una spia contro Voldemort, “a suo rischio e pericolo”. Era quello il compito che si era assunto di nuovo? Aveva preso contatto con i Mangiamorte, forse? Aveva finto di non essere mai davvero passato dalla parte di Silente, di aver semplicemente, come Voldemort stesso, aspettato l’occasione propizia?
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Allora Harry ricordò. Aveva visto Bellatrix Lestrange dentro il Pensatoio di Silente, il misterioso bacino nel quale pensieri e ricordi potevano essere conservati: una donna alta e scura con le palpebre pesanti, che al proprio processo si era alzata e aveva proclamato perenne fedeltà a Lord Voldemort, il suo orgoglio per aver cercato di ritrovarlo dopo la sua caduta e la certezza che un giorno sarebbe stata ricompensata per tanta lealtà.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

   Harry boccheggiò. Non poté farne a meno: la vasta segreta in cui era entrato gli era terribilmente familiare. Non solo l’aveva già vista, ma c’era già stato. Quello era il luogo che aveva visitato dentro il Pensatoio di Silente, il luogo in cui aveva visto i Lestrange condannati all’ergastolo ad Azkaban.
L’udienza (Cap. 8 Harry Potter 5)

    Harry sbirciò dentro. L’armadio era occupato da un grosso e antiquato scaldabagno, ma nello spazio sotto i tubi Kreacher si era creato una specie di nido. Un groviglio di stracci e vecchie coperte puzzolenti era ammucchiato sul pavimento e un piccolo incavo mostrava il punto in cui Kreacher si acciambellava ogni notte. Qua e là c’erano croste di pane raffermo e vecchi pezzi ammuffiti di formaggio. In un angolo brillavano piccoli oggetti e monete che Kreacher, immaginò Harry, aveva salvato, come fanno le gazze, dalla gran pulizia di Sirius; era anche riuscito a recuperare le foto di famiglia incorniciate d’argento che Sirius aveva gettato via in estate. I vetri erano rotti, ma le piccole figure in bianco e nero lo guardavano ancora con arroganza, compresa (Harry sentì una piccola fitta allo stomaco) la donna scura dalle palpebre pesanti che aveva visto processare nel Pensatoio di Silente: Bellatrix Lestrange. A quanto pareva, la sua era la foto preferita di Kreacher; l’aveva messa davanti alle altre e aveva aggiustato alla meglio il vetro con il Magiscotch.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Calò un silenzio sgradevole. I due si scambiarono un’occhiataccia sopra il Pensatoio.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Piton estrasse la bacchetta da una tasca interna e Harry s’irrigidì sulla sedia, ma Piton si limitò ad avvicinarsi la bacchetta alla tempia, la punta affondata all’attaccatura dei capelli unti. Quando la ritrasse, venne via anche una sostanza argentea, tesa fra la tempia e la bacchetta come uno spesso filo di ragnatela, che si spezzò e cadde con grazia nel Pensatoio, dove turbinò, né gassosa né liquida. Ancora per due volte Piton avvicinò la bacchetta alla tempia e ripeté l’operazione, poi, senza alcun commento, sollevò con cautela il Pensatoio e lo ripose su uno scaffale lontano, tornando a fronteggiare Harry con la bacchetta puntata.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «Bene» borbottò Harry. Prese la sua borsa e corse alla porta. Mentre la apriva si voltò a guardare Piton, che gli dava le spalle: stava raccogliendo i propri pensieri dal Pensatoio e se li rimetteva con cura dentro la testa. Harry uscì senza aggiungere altro, chiudendo con attenzione la porta. La cicatrice gli pulsava dolorosamente.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Gli dava la schiena, e come al solito stava rimuovendo alcuni dei suoi pensieri per versarli nel Pensatoio di Silente. Lasciò cadere l’ultimo filo argenteo nel bacile di pietra e si voltò verso di lui.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)


    Si voltò. La luce veniva dal Pensatoio sulla scrivania. Il suo contenuto bianco-argenteo fluttuava e turbinava. I pensieri di Piton… quelli che voleva tenere segreti nel caso che Harry fosse riuscito a superare le sue difese…
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Fissò il Pensatoio con crescente curiosità… quali pensieri Piton era tanto ansioso di nascondergli?
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Superò la breve distanza che ancora lo separava dal Pensatoio e rimase immobile, lo sguardo immerso nelle sue profondità. Esitò, le orecchie tese, poi estrasse di nuovo la bacchetta. Nell’ufficio e nel corridoio regnava il più assoluto silenzio.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Immerse la punta della bacchetta nel fluido argenteo, che prese a turbinare rapido, e quando si sporse sul Pensatoio vide che il suo contenuto era diventato trasparente. Ancora una volta guardava una stanza dall’alto, attraverso un foro circolare nel soffitto… Per la precisione, e a meno di non sbagliarsi di grosso, quella era la Sala Grande.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Prese fiato e tuffò il viso dentro i pensieri di Piton. Un attimo dopo, il pavimento dell’ufficio sussultò, rovesciandolo a capofitto nel Pensatoio
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Si sentì sollevare e la giornata estiva svanì; fluttuava verso l’alto attraverso una tenebra gelida, la mano di Piton sempre stretta attorno al braccio. Poi, con la sensazione di aver fatto una capriola a mezz’aria, atterrò in piedi sul pavimento di pietra del sotterraneo accanto al Pensatoio, nel cupo ufficio dell’attuale insegnante di Pozioni.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    E si lanciò in una tirata contro Marietta Edgecombe, cosa che Harry trovò molto riposante: non doveva fare altro che accigliarsi, annuire e dire «Certo» e «Proprio così» ogni volta che Ron si fermava a riprendere fiato, lasciando la mente libera di indugiare, sempre più depressa, sulla scena vista nel Pensatoio.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Si sforzò di convincersi che Piton se l’era meritato, ma Lily non aveva forse chiesto: «Che cosa ti ha fatto?» E James aveva risposto: «È più il fatto che esiste, non so se mi spiego». James aveva dato inizio a tutto solo perché Sirius si annoiava. Rammentò quando, in Grimmauld Place, Lupin aveva detto che Silente lo aveva nominato prefetto nella speranza che riuscisse a tenere sotto controllo James e Sirius… ma da quanto aveva visto nel Pensatoio, Lupin era rimasto lì a guardare…
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Dopo essere rimasto per un po’ a pensare alla giornata che lo aspettava, si alzò in silenzio, andò alla finestra accanto al letto di Neville e contemplò la gloriosa mattinata. Il cielo era di un luminoso blu opalescente appena velato. In lontananza vedeva l’alto faggio sotto il quale James un tempo aveva tormentato Piton. Non era sicuro di che cosa potesse dirgli Sirius per giustificare quello che aveva visto nel Pensatoio, ma desiderava disperatamente ascoltare la sua versione dei fatti, qualunque circostanza attenuante, qualunque cosa potesse scusare il comportamento del padre…
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Poteva immaginarsi la reazione della professoressa McGranitt se fosse stato sorpreso nell’ufficio della Umbridge poche ore dopo che lei si era esposta in quel modo per lui… Tutto sommato, niente gli impediva di tornare nella Torre di Grifondoro e sperare che durante le vacanze estive gli capitasse la possibilità di parlare con Sirius della scena del Pensatoio… niente, a parte il fatto che la sola idea di seguire quella ragionevole linea di condotta lo faceva sentire come se avesse del piombo nello stomaco… E poi c’erano Fred e George, che avevano già preparato il loro piano diversivo, per non parlare del coltello regalatogli da Sirius, che al momento si trovava nella sua borsa insieme al Mantello dell’Invisibilità.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)


    I due si scambiarono un’occhiata stupefatta, ma Harry non aveva tempo per sentirsi a disagio; le ginocchia gli facevano sempre più male e temeva che fossero già passati almeno cinque minuti dall’inizio dell’azione diversiva; George gliene aveva garantiti soltanto venti. Perciò, senza indugiare, raccontò quello che aveva visto nel Pensatoio.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Ma non posso! Mi ammazzerebbe!» esclamò Harry, turbato. «Voi non l’avete visto quando siamo usciti dal Pensatoio».
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Poi quelli del quinto e del settimo anno si radunarono nella Sala d’Ingresso mentre gli altri studenti andavano a lezione. Alle nove e mezzo furono richiamati, una classe alla volta, nella Sala Grande, allestita esattamente come Harry l’aveva vista nel Pensatoio, quando suo padre, Sirius e Piton avevano sostenuto il loro G.U.F.O.: i tavoli delle quattro Case erano spariti, sostituiti da banchi singoli, rivolti verso il tavolo degli insegnanti, occupato dalla professoressa McGranitt. «Potete cominciare» annunciò lei quando si furono tutti seduti in silenzio, e si voltò verso un’enorme clessidra posata accanto a lei sul tavolo insieme a piume, boccette d’inchiostro e pergamene di riserva.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Silente si alzò e passò oltre Harry, diretto all’armadietto nero vicino al trespolo di Fanny. Si chinò, fece scorrere un chiavistello ed estrasse il basso bacile di pietra dal bordo ricoperto di rune nel quale Harry aveva visto suo padre tormentare Piton. Tornò alla scrivania, vi posò il Pensatoio e si avvicinò la bacchetta alla tempia per estrarne fili di pensiero argentei e sottili come ragnatele e deporli nel bacile. Si sedette di nuovo e per un momento guardò i propri pensieri turbinare e fluttuare dentro il Pensatoio. Infine, con un sospiro, alzò la bacchetta e la infilò nella sostanza argentea.
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Professore» disse Harry a voce molto bassa, perché Silente, lo sguardo ancora fisso sul Pensatoio, sembrava immerso nei propri pensieri. «Questo significa… che cosa significa?»
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    Silente si alzò, girò intorno alla scrivania e raggiunse un armadietto vicino alla porta. Harry si voltò per seguirlo con gli occhi. Poi Silente tornò con in mano una familiare ciotola bassa di pietra, istoriata lungo il bordo. Posò il Pensatoio sulla scrivania davanti a Harry.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    Harry in effetti scrutava il Pensatoio con una certa ansia. Le sue esperienze precedenti con lo strano strumento che immagazzinava e rivelava pensieri e ricordi, pur altamente istruttive, erano anche state sgradevoli. L’ultima volta vi aveva visto molto più di quanto avrebbe desiderato. Ma Silente sorrideva.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «Questa volta entrerai nel Pensatoio con me… e, cosa ancora più insolita, col permesso di farlo».
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    Silente versò l’argenteo contenuto della bottiglia nel Pensatoio, dove questo vorticò scintillando, né liquido né gassoso.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    Era vero solo in parte; in effetti, Harry aveva visto suo padre usare la fattura contro Piton, ma non aveva mai raccontato a Ron e Hermione di quella particolare visione nel Pensatoio. Ora, tuttavia, una meravigliosa ipotesi gli attraversò la mente. Possibile che il Principe Mezzosangue fosse…?
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    Harry si era chiesto se Silente sarebbe tornato in tempo per la lezione di lunedì sera; non avendo avuto contrordini, si presentò fuori dal suo ufficio alle otto in punto, bussò, e fu invitato a entrare. Il Preside sedeva al proprio posto, insolitamente stanco; aveva la mano nera e bruciata come sempre, ma sorrise e gli fece segno di accomodarsi. Il Pensatoio era di nuovo sulla scrivania e gettava scintille di luce argentata sul soffitto.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Il ragazzo era un po’ seccato: se le loro lezioni erano tanto importanti, perché tra la prima e la seconda c’era stato un intervallo così lungo? Però non aggiunse altro su Draco Malfoy, ma guardò Silente versare i ricordi freschi nel Pensatoio e far roteare ancora una volta il bacile di pietra.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Fece roteare il contenuto del Pensatoio come Harry l’aveva visto fare in passato, come un cercatore d’oro setaccia la sabbia in cerca di pepite. Dalla vorticante massa argentea spuntò un vecchietto, che girava piano, opalescente come un fantasma ma molto più solido, con un ciuffo di capelli che gli copriva del tutto gli occhi.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Silente scosse con forza il Pensatoio e Caractacus Burke calò di nuovo nel vortice di ricordi da cui era affiorato.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Harry si chinò sul Pensatoio; il suo viso infranse la fresca superficie della memoria, e lui precipitò di nuovo nel buio… Qualche secondo più tardi i suoi piedi toccarono terra, aprì gli occhi e scoprì che lui e Silente si trovavano in una vecchia e animata strada di Londra.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Lo usava anche mio padre» disse Harry. «L’ho visto nel Pensatoio, contro Piton».
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    Le lampade nell’ufficio erano accese, i ritratti dei Presidi del passato russavano con dolcezza nelle cornici e il Pensatoio era ancora una volta pronto sulla scrivania. Le mani di Silente erano posate ai due lati, la destra annerita e bruciata come sempre. Non sembrava affatto guarita e Harry si domandò, forse per la centesima volta, che cosa avesse provocato una ferita così grave, però non lo chiese, visto che Silente aveva detto che alla fine l’avrebbe saputo. E, comunque, c’era un altro argomento che gli premeva discutere. Ma prima che potesse raccontare qualcosa su Piton e Malfoy, fu il Preside a parlare.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Non sono riuscito a trovare molti ricordi di Riddle a Hogwarts» continuò Silente, posando la mano rattrappita sul Pensatoio. «Pochi di coloro che lo conobbero allora sono disposti a parlare di lui, sono troppo spaventati. Quello che so l’ho scoperto dopo che se n’era andato da Hogwarts, con molti penosi sforzi, dopo aver braccato i pochi che potevano essere convinti a parlare, aver frugato tra vecchi documenti e interrogato altri testimoni sia Babbani che maghi.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Ho avuto molta fortuna a trovare questo» disse, versando la massa lucente nel Pensatoio, «come capirai presto. Andiamo?»
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Silente estrasse da una tasca interna un’altra fiala di cristallo e Harry tacque: il Preside aveva detto che era la memoria più importante che avesse raccolto. Notò che il contenuto sembrava difficile da vuotare nel Pensatoio, come se si fosse cagliato; i ricordi vanno a male?
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Per questo non ci vorrà molto» disse Silente quando infine ebbe vuotato la fiala. «Torneremo prima che tu te ne renda conto. Ancora una volta nel Pensatoio, allora…»
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Harry obbedì, e sedette come al solito davanti alla scrivania. Il Pensatoio era ancora una volta tra loro, insieme ad altre due bottigliette di cristallo piene di ricordi turbinosi.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Ma ora, Harry» proseguì Silente, «ora le cose si fanno più confuse e più strane. Se è stato difficile trovare prove sul ragazzo Riddle, è stato quasi impossibile trovare qualcuno disposto a raccontare i propri ricordi dell’uomo Voldemort. In effetti dubito che ci sia anima viva, a parte lui, che possa fornirci un resoconto completo della sua vita da quando lasciò Hogwarts. Tuttavia ho due ultimi ricordi che vorrei condividere con te». Silente indicò le due bottigliette di cristallo che scintillavano vicino al Pensatoio. «Sarò lieto di sapere se le conclusioni che ne ho tratto ti sembrano plausibili».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Silente picchiettò la bottiglia con la bacchetta, il tappo volò via e lui versò il ricordo vorticante nel Pensatoio, dicendo: «Dopo di te, Harry».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Harry si alzò mentre Silente versava l’ultimo ricordo nel Pensatoio.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Silente si alzò e si spostò verso l’armadietto dove ora teneva il Pensatoio, che allora era pieno di bottiglie. Dopo aver dato a Voldemort un calice di vino ed essersene versato uno per sé, tornò al suo posto.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    Senza più pensare all’ora, si avvicinò a Harry, gli prese di mano la bottiglia e andò all’armadietto dove teneva il Pensatoio.
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    Harry si chinò obbediente sul Pensatoio e sentì i piedi staccarsi dal pavimento… cadde nel buio e per la seconda volta atterrò nell’ufficio di Lumacorno, molti anni prima.
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    L’isola non era più grande del suo ufficio: una distesa di piatta roccia scura sulla quale si trovava soltanto la fonte della luce verdognola, che da vicino era molto più brillante. Harry la scrutò a occhi socchiusi; all’inizio pensò a una sorta di lampada, ma poi si accorse che la luce proveniva da un bacile di pietra simile al Pensatoio, posto in cima a un piedistallo.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    Si rigirò il medaglione fra le dita. Non era grande come quello che aveva visto nel Pensatoio, e non recava segni, nessuna traccia della S elaborata del marchio di Serpeverde. Per giunta, dentro non c’era nulla, tranne un pezzetto di pergamena ripiegata infilato con cura nel posto in cui avrebbe dovuto esserci un ritratto.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

   «Scusa?» fece Ron, ma Harry aveva capito. L'immagine dipinta di Phineas Nigellus Black era in grado di viaggiare tra il ritratto in Grimmauld Place e quello nello studio del Preside a Hogwarts, la stanza circolare in cima alla Torre dove senza alcun dubbio in quel momento sedeva Piton, prendendo trionfale possesso della collezione di delicati strumenti d'argento di Silente, del Pensatoio di pietra, del Cappello Parlante e, se non era stata spostata altrove, della spada di Grifondoro.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Orvoloson Gaunt! Il nonno di Voi-Sapete-Chi! Nel Pensatoio! Con Silente! Orvoloson Gaunt sosteneva di discendere dai Peverell!»
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Harry guardò disperato la cornice vuota del ritratto di Silente, appesa dietro la sedia del Preside, poi le voltò le spalle. Il Pensatoio di pietra era al suo posto nell'armadio: Harry lo trasportò sulla scrivania e versò i ricordi di Piton nel grande bacile con le rune incise attorno al bordo. Fuggire nella testa di qualcun altro sarebbe stato un sollievo... nemmeno i pensieri di Piton potevano essere peggio dei suoi. I ricordi vorticarono, bianchi, argentei, strani, e senza esitare, con un sentimento di disperato abbandono, come se così potesse placare il dolore che lo torturava, Harry vi si immerse.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   E chiuse la porta. Harry uscì dal Pensatoio e qualche istante dopo era disteso sul tappeto di quella stessa stanza: Piton poteva essere appena uscito.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   La felicità sarebbe arrivata, pensò Harry, ma al momento era attutita dallo sfinimento, e il dolore per la perdita di Fred, Lupin e Tonks lo trapassava a intervalli regolari come una ferita fisica. Provava soprattutto uno straordinario sollievo e una gran voglia di dormire. Ma prima doveva spiegare a Ron e a Hermione, che gli erano rimasti al fianco così a lungo e meritavano la verità. Faticosamente, narrò ciò che aveva visto nel Pensatoio e ciò che era successo nella Foresta, e non avevano nemmeno cominciato a manifestare tutto il loro sconcerto quando finalmente arrivarono nel posto do ve erano diretti, anche se nessuno di loro l'aveva nominato.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Riuscì appena a scorgere il Pensatoio, ancora sulla scrivania dove l'aveva lasciato, e poi un fragore assordante lo fece gridare, pensare a maledizioni e Mangiamorte di ritorno, e alla rinascita di Voldemort...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)