La storia dei Doni della Morte link
Xenophilius Lovegood, padre di
Luna Lovegood, rivela a
Harry,
Hermione e
Ron l'esistenza di questi tre oggetti magici, creati secondo la leggenda dalla Morte stessa, attraverso i quali il possessore sarebbe diventato il "Padrone" o "Conquistatore della morte". I tre Doni della Morte vengono descritti ne La Storia dei Tre Fratelli, presente nel libro
Le fiabe di Beda il Bardo, che
Silente lascia in eredità ad
Hermione dopo la propria morte.
Essa parla di tre fratelli che, per attraversare un fiume impetuoso, utilizzarono la loro magia, sottomettendo la Morte, che colpiva chiunque attraversava il fiume a nuoto. Apparsa a loro sottoforma di una figura incappucciata la morte si trovò costretta ad elargire loro dei "premi" per averla battuta, e dona quindi loro i Doni. I pochissimi che ne sono a conoscenza nel mondo magico più che come semplice fiaba ritengono che se posseduti tutti e tre dalla stessa persona essi (i Doni) darebbero un immenso potere alla persona in questione, rendendola praticamente invincibile e capace di qualsiasi cosa ("vincitrice della morte", appunto).
Nel corso della storia, tuttavia, l'unico dei tre Doni di cui si hanno chiare tracce è il primo, la
Bacchetta di Sambuco.
I tre Doni della Morte sono, dunque:
- La
Bacchetta di Sambuco
- La
Pietra della Resurrezione
- Il
Mantello dell'Invisibilità
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Il vero potere dei Doni della Morte link
Alla fine del settimo volume della saga di
Harry Potter,
Albus Silente rivela ad
Harry che solo colui che non teme la morte può riunire i Doni ed essere il Padrone della Morte stessa. È quindi lui,
Harry, il vero padrone della morte poiché non la teme e non cerca di fuggirle, contrariamente a
Silente stesso e a
Lord Voldemort. Implicitamente nel settimo libro viene spiegato che il più ambito dei 3 Doni è, come è facile immaginare, la
Bacchetta di Sambuco che ha lasciato per la storia magica una catena di omicidi compiuti solo per ottenerla. È una bacchetta di incommensurabile potenza che però sembra essere portatrice della morte dei suoi possessori.
La
Pietra della Resurrezione è un Dono ambiguo che può essere bramato o rifiutato a seconda del desiderio che si annida nell'animo del mago:
Lord Voldemort per esempio, pur essendo il proprietario per diritto di nascita della
Pietra della Resurrezione (la pietra si trova nell'anello di
Orvoloson Gaunt come un gioiello) avendo sempre temuto la morte non la riconosce e la trasforma, invece, in un
Horcrux; invece
Albus Silente viene trascinato dalla brama di usarla allo scopo di reincontrare sorella e genitori in modo da poter chiedere loro perdono per aver abbandonato i suoi doveri, e indossa, delirando, l'anello che era stato nel frattempo intriso da
Voldemort di una maledizione che gli costerà la vita.
Ma è il terzo Dono, il
Mantello dell'Invisibilità, che sembra essere il più particolare: nessuno sembra avere un'attrazione particolare per quel mantello, in quanto una parte sostanziosa della comunità magica sa come rendersi invisibile, e di certo benché potenti le proprietà del
Mantello dell'Invisibilità non sembrano essere così attraenti come quelle della
Bacchetta di Sambuco o della
Pietra della Resurrezione. Eppure, come nella storia dei tre fratelli Peverell raccontata ne
Le fiabe di Beda il Bardo così come nelle vicende di
Harry è il possessore del
Mantello ad avere il vero successo. Il
Mantello, che si tramanda di padre in figlio, sembra essere associato a persone di grande nobiltà d'animo che non ricercano il potere o la gloria, che sembrano prive di grandi poteri magici, ma che grazie alla protezione del
Mantello dell'Invisibilità possono arrivare a compiere imprese e a scansare pericoli tali da dimostrare un valore così grande da sconfiggere qualsiasi potere, come il terzo fratello Peverell della fiaba, che fu l'unico a riuscire veramente a sconfiggere la morte finché l'ebbe voluto, sfuggendole fino all'ultimo.
Alla fine di tutto, è questo il grande insegnamento che si trae dalla storia dei Doni: il più idoneo al Potere è colui che non lo cerca o che ci si trova senza averlo cercato; sarà
Albus Silente ad esplicitarlo allo stesso
Harry.
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Il simbolo dei Doni della Morte link
Il simbolo dei Doni della Morte costituisce una sorta di occhio triangolare dalla pupilla verticale. In esso vi è infatti un triangolo al cui interno vi sono un cerchio ed una linea che spacca in due triangolo e cerchio. La linea raffigura la
Bacchetta di Sambuco, il cerchio raffigura la
Pietra Della Resurrezione ed il triangolo il
Mantello dell'Invisibilità.
Poiché
Gellert Grindelwald aveva disegnato il simbolo dei Doni su un muro della scuola di magia di Durmstrang, il simbolo è da alcuni erroneamente considerato il marchio di
Grindelwald.
Doni della Morte è presente 31 volte nelle nostre citazioni dai Libri di Harry Potter.
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