Magie e Incantesimi: La Natura della Magia

(anche Spells and Charms: The Nature of Magic by Amy Z)
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Testo Originale

La magia nella saga di Harry Potter non è una questione di desideri, i personaggi degli altri libri che hanno questo tipo di magia solitamente la ottengono grazie a un oggetto incantato, e tutto quello che devono fare è esprimere un desiderio per far si che la magia cominci a verificarsi. Nell’universo di JKR (è questo è il fatto che è alla base dei libri, che sono costruiti attorno ad un sistema educativo), la magia è un talento ma anche una disciplina che una persona può padroneggiare solo dopo un grande studio e un duro lavoro. Ci sono altri universi magici nei quali il concetto di scuola di magia suonerebbe strano.

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Se siete stati ingannati dal titolo, mettete via le bacchette, perché non parlerò specificatamente della materia Incantesimi, e anche lascerò volontariamente da parte la vessante domanda a proposito della differenza tra Incantesimi e Trasfigurazione (ad esempio perché le chiavi alate sono un incantesimo e i pezzi degli scacchi giganti in movimento una trasfigurazione?).
Piuttosto, parlerò degli incantesimi in senso generale, come sinonimo di stregonerie.

JKR non spende molto tempo a spiegare la teoria della magia (forse il libro di Adalbert Incant sarà il prossimo libro di scuola ad essere rilasciato se chiesto molto gentilmente) quindi dobbiamo trarre le nostre conclusioni dagli incantesimi che vediamo.

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La magia ha le sue proprie leggi. Non deve adattarsi alla fisica o a qualsiasi altro sistema che noi conosciamo, ma deve essere coerente a sé stessa. Possiamo credere ad un Mantello dell’Invisibilità, ma se poi ci sono casi in cui non funziona, abbiamo bisogno di una ragione plausibile, per esempio un occhio magico (HP CdF 19), o poteri sconosciuti ma credibili come l’inspiegabile capacità di Silente di vedere attraverso le persone (HP CdS 14).

Possiamo credere che si possano evocare utensili dal nulla come le “centinaia di soffici sacchi a pelo viola” (HP PdA 19), “manette pesanti” (HP PdA 19), ma ci deve essere una ragione coerente per cui i Weasley non possano semplicemente evocare tutte le cose per le quali bisognerebbe pagare. Anche se le leggi della magia nell'universo di Harry Potter sono raramente esplicitate, esse hanno un alto livello di coerenza interna; se non l’avessero, noi lettori troveremmo buchi narrativi in ogni capitolo invece dell’occasionale "come funziona esattamente un incanto fidelius?", che è marginale.

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Alcune delle leggi sembrano essere:

Il mondo è pieno di magia che si manifesta in natura, a parte quella creata dall'uomo
Ci sono piante magiche (mandragole, tranelli del diavolo, etc..) e animali (vedi Animali Fantastici e Dove Trovarli) così come le persone magiche. Se ci sono oggetti magici in natura non lo sappiamo; i libri di Harry Potter sono zeppi di oggetti magici, ma la maggior parte sembrano essere stati incantati (ad esempio, la Ford Anglia volante) o creati (ad esempio la pietra filosofale) dagli uomini.
Ci sono poi molti oggetti le quali proprietà magiche possono essere di origine umana o no (le sfere di cristallo, lo specchio delle brame).

Non è possibile riportare i morti in vita (HP CdF 36)

Meno sicura è la legge secondo la quale non è possibile ridare l’anima alle vittime di un bacio di un dissennatore. (HP PdA 12).

Caius Marcius riprende questa domanda in modo più esauriente in “I Limiti della Magia”.

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Gli incantesimi, o almeno alcuni di essi, si comportano come un’energia fisica, con forze, controforze e vettori molto simili a quelli osservabili negli oggetti fisici. Un incantesimo può essere “deviato” o “fatto rimbalzare” come successe a Voldemort con l’Avada Kedavra contro Harry (HP CdF 33).

Due incantesimi possono collidere come palle da biliardo

Getti di luce irruppero da entrambe le bacchette, cozzarono a mezz’aria e rimbalzarono indietro ad angoli diversi: quella di Harry colpì Goyle in faccia, e quella di Malfoy colpì Hermione. - HP CdF 18


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Svariati incanti fatti contemporaneamente creano una forza fisica
La tempesta di schiantesimi che i maghi del Ministero scagliarono verso le teste di Harry, Ron ed Hermione nel bosco dopo la Coppa del Mondo creò un vento che agitò i capelli (HP CdF 9).

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La magia utilizza l’energia

ma il suo Patronus era troppo debole per scacciarlo. Non faceva altro che aleggiare come una nuvola semitrasparente, prosciugando le energie di Harry che lottava per trattenerlo. - HP PdA 12


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Allo stesso modo, ci sono alcuni elementi base della magia che riguardano la meccanica: E' necessario pronunciare correttamente le formule in caso contrario, potrebbe succedere qualsiasi altra cosa (HP PF 10), imparare i movimenti del polso ( HP PF 10), aggiungere ingredienti di pozioni nel modo e nelle proporzioni giuste (HP PF 7) e al momento giusto (HP PF 8).

La bacchetta è necessaria per la maggior parte degli incantesimi.

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Tuttavia, la magia è molto di più che pura meccanica.

Ma quella era la parte facile, temo. Vedi, la parola da sola non basta. - Lupin in HP PdA 7


Le parole sono solo uno degli ingredienti per un incantesimo, e c’è tanta magia che si può imparare dai libri. Un elemento intangibile e cruciale per la maggior parte degli incantesimi è l’intenzione, che può anche rendere le parole non necessarie. Alcuni incantesimi non sembrano richiedere affatto le parole (per esempio, Piton che evoca delle funi (HP PdA 19) e le funi compaiono e poi volano verso di lui alla schioccare delle sue dita, anche se questo potrebbe solo essere un’omissione della Rowling, visto che è faticoso trovare un termine semi-latino ogni volta che qualcuno agita la bacchetta.

“Accio” è una formula sufficiente per evocare qualsiasi cosa si stia pensando, senza pronunciarne il nome; Molly evoca infatti delle caramelle mou molle lingua (HP CdF 6) e Harry la coppa Tremaghi (HP CdF 34) in questo modo. Del resto, l’intenzione è fondamentale anche quando si pronuncia il nome; altrimenti, “Accio Firebolt” appellerebbe qualsiasi Firebolt al mondo che non è bloccata, ma questo non succede; l’incantesimo appella solo quella alla quale Harry sta pensando, cioè la sua.

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Anche gli oggetti incantati risponderanno più o meno forte a seconda della volontà del mago; la scopa di Neville all’inizio non risponde al “su!” mentre Harry, che è portato per il volo, non ha paura dell’altezza e che “non vedeva l’ora di imparare a volare più di ogni altra cosa”, ottiene l’effetto immediato (HP PF 9). Anche se la speculazione di Harry sul fatto che le scope, come i cavalli, possano percepire la paura può essere falso, ma è vero che i sentimenti di Neville non corrispondono alle sue parole, e la sua volontà di mantenere i piedi a terra sembra ostacolare la sua capacità di comandare la scopa. La capacità di sapersi concentrare sotto pressione è quindi molto importante per fare magie.

“Harry – tu sei un grande mago, lo sai.”
“Non sono bravo quanto te,” disse Harry, molto imbarazzato per quello che lei aveva detto.
“Io!” disse Hermione. “Libri! E astuzia! Ci sono cose più importanti – l’amicizia, il coraggio e..” - HP PF 17


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Un altro elemento necessario per molti incantesimi è, per mancanza di una parola più precisa, il carattere. In alcuni casi la personalità ha bisogno di una certa esperienza, come con gli sforzi di Harry per trovare un ricordo felice abbastanza da creare un vero e proprio Patronus, dal momento che “funziona solo se sei concentrato, con tutte le tue forze, su un singolo ricordo felice” (Lupin, HP PdA 12).

Per altri casi sono le qualità personali come l’indipendenza e la forza di volontà che consentono ad Harry di resistere alla maledizione cruciatus. Meno nobilmente, Harry è testardo, il che lo aiuta a con la maledizione imperius. La sua voce interiore esita nel fare qualcosa di così inutile come saltare sulla scrivania solo perché Moody lo ha detto: “Una cosa veramente stupida da fare…non credo che la farò, grazie” (HP CdF 15).

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Forse alcuni incantesimi richiedono caratteristiche decisamente malvagie; per esempio, forse solo a coloro che possono attingere ad una riserva interiore di sadismo può riuscire bene la maledizione cruciatus. L’intricata interazione della magia con l’indole del mago è fondamentale nell’universo della Rowling; lei scrive a proposito dei cambiamenti di Harry, non solo nella pratica della magia, ma anche nel diventare adulto, e le sue avventure esplorano l’esperienza e le emozioni umane e il suo carattere sempre più profondo, come le magie. In caso contrario, i libri non sarebbero così incantevoli.

Infine, la magia richiede un’innata attitudine ad essa. Può accadere che i babbani agitino le bacchette o ordinino alle scope “su!” senza che ottengano la minima risposta.

Alcuni oggetti magici rispondono ai babbani – da qui la necessità di della Legge per la Protezione dei Babbani, per proteggere i babbani incauti da oggetti incantati come le pinzette da zucchero che possono pizzicargli il naso (HP CdS 3 e 4).
Ma altri, sicuramente, rispondono solo ai maghi o alle streghe, altrimenti non ci sarebbe così tanta differenza tra i babbani e la comunità magica.

«Senti» disse in tono deciso, «prendilo, o ti sparo un incantesimo. Adesso ne so di belli.» - HP CdF 37


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Una breve nota sulle fatture, incantesimi e maledizioni. Si possono affatturare, incantare e maledire sia persone che oggetti.

Proprio come “incantesimo” e “magia”, questi termini per “incantesimo non molto bello” vengono utilizzati più o meno intercambiabilmente, anche se “maledizione” è generalmente riservato agli incantesimi molto distruttivi come le maledizioni senza perdono.

“Incantesimo” può sembrare una parola leggera per un orecchio babbano (almeno per il mio), ma la McGranitt usa questo termine per descrivere le cose che lei ha paura che Sirius Black abbia fatto alla Firebolt di Harry (HP PdA 11), così come il “Maleficio Eiettore” (HP PdA 12) ha un suono tutt’altro che piacevole.

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Note: This piece is not about the class Charms, and I've left aside the vexing question of the difference between Charms and Transfiguration (e.g., why are winged keys a Charm and giant moving chesspieces are a Transfiguration?). Rather, I'm looking at Charms in the general sense, as a synonym for spells, that is, magic in general.

It would also be interesting to compare JKR's vision of magic to other authors'. However, I haven't the Comparative Magical Theories background to spend much time on this area. One point I do notice is that unlike in some books, magic in HP is not a matter of wishes or anything so simple; perhaps the characters in books that feature this kind of magic have gotten a hold of a wizard-Charmed object so that for them, all they have to do is make a wish and magical things begin to occur. In JKR's universe (and this is in fact the very basis for the books, which are structured around an educational system), magic is a talent but also a discipline--a technology that one can master only with a great deal of study and hard work. There are other magical universes in which a school for witchcraft and wizardry would be an odd concept.

JKR doesn't spend much time giving us Magical Theory (maybe Adalbert Waffling's book will be the next Schoolbook to be released if we ask very nicely); we have to draw our own conclusions from the spells we see. Magic has its own laws. It doesn't have to fit physics or any other system we know, but it has to be internally consistent. We can believe in an Invisibility Cloak, but if there are then cases where it doesn't work, we require a plausible a reason why (e.g., a magical eye (GF19), or powers unknown but believable, such as Dumbledore's as-yet-unexplained ability to see through them (CS14)). We can believe that one can conjure useable items out of thin air (e.g., "hundreds of squashy purple sleeping bags" (PA9), "heavy manacles" (PA19)), but there must then be a consistent reason why the Weasleys can't simply conjure up all the things that usually require money. Even though the laws of magic in the HP universe are seldom made explicit, they have a high level of internal consistency; if they did not, we readers would be finding holes in every chapter instead of the occasional "how does the Fidelius Charm work, exactly?" that surfaces.

Some of the laws seem to be:

The world is full of naturally-occurring magic aside from that created by humans. There are magical plants (mandrakes, Devil's Snare, etc.) and animals (dozens; see FB) as well as magical people. Whether there are any naturally-occurring magical objects is unknown; the books are filled with magical objects, but most seem to be enchanted (e.g. flying Ford Anglia) or created (e.g., the Philosopher's Stone) by humans. There are many whose magical properties may be human in origin or not (crystal balls, the Mirror of Erised).

It is not possible to bring the dead back to life (GF36)

Less definitively, it is not possible to re-ensoul victims of a Dementor's Kiss (PA12)

Caius Marcius takes up this question more exhaustively in Limitations of Magic.

Spells, at least some of them, behave like physical energy, with forces, counterforces, and vectors much like those seen in physical objects. A spell can be "deflected" and "rebound," as Voldemort's attempted Avada Kedavra against Harry in Y1 did (GF33). Two spells can collide like billiard balls: "Jets of light shot from both wands, hit each other in midair, and ricocheted off at angles -- Harry's hit Goyle in the face, and Malfoy's hit Hermione" (GF18). The storm of Stunning spells that the Ministry wizards send over Harry, Ron, and Hermione's heads in the wood after the World Cup create a wind that ripples their hair (GF9). Making magic uses energy as well. "[H]is Patronus was too feeble to drive the Dementor away. All it did was hover, like a semi-transparent cloud, draining Harry of energy as he fought to keep it there" (PA12).

Likewise, there are certain basic elements of magic that are a matter of mechanics: pronouncing words correctly (otherwise, you might end up with a buffalo on your chest, (PS10), learning wrist movements (PS10), adding Potions ingredients in just the right proportions (PA7) and at the right times (PS8). A wand is necessary for most magic.

However, magic is far more than mechanics.

"But that was the easy part, I'm afraid. You see, the word alone is not enough."
--Professor Lupin (PA7)

The words are just one ingredient of a spell, and there is only so much magic one can learn from books. An intangible and crucial element of most spells is intention, which can even make words unnecessary. Some wand-spells seem not to require an incantation at all (e.g. Snape conjuring up ropes, PA19; the rope-ends then fly to him with a click of his fingers), though this may just be Rowling omitting the incantation because she's tiring of coming up with a pithy quasi-Latin term every time someone waves a wand. "Accio" is enough to Summon whatever one is thinking of, without the noun; Molly Summons the Ton-Tongue Toffees (GF6) and Harry the Triwizard Cup (GF34) this way. For that matter, intention is key even when one does speak the noun; otherwise, "Accio Firebolt" would bring every Firebolt in the world that isn't nailed down, but it doesn't; it only brings the one Harry is thinking of, his own.

Even charmed objects will respond more or less strongly depending on the intention of the wizard; Neville's broom does not at first respond to "Up!" while Harry, who is a natural flier, is unafraid of heights, and has been "looking forward to learning to fly more than anything else," gets an instantaneous response (PS9). Although Harry's speculation that brooms, like horses, can sense fear may be tongue in cheek, it is true that Neville's feelings do not match his words, and his intention to keep his feet on the ground appears to hamper his ability to command the broom. An ability to concentrate one's mind under stress is therefore very important to making magic.

"Harry -- you're a great wizard, you know."
"I'm not as good as you," said Harry, very embarrassed, as she let go of him.
"Me!" said Hermione. "Books! And cleverness! There are more important things -- friendship and bravery and . . ."
--(PS17)

Another necessary element of many spells is, for lack of a more precise word, character. In some cases the personal element needed is some kind of experience, as with Harry's struggles to find a memory that is happy enough to make the Patronus incantation effective, since it "will work only if you are concentrating, with all your might, on a single, very happy memory" (Lupin, PA12). In others it is personal qualities such as the independence and will power that enable Harry to resist the Imperius Curse. Less nobly, Harry is stubborn, which also stands him in good stead vis-a-vis Imperius. His inner voice balks at doing something as pointless as jumping onto the desk just on Moody's say-so: "Stupid thing to do, really . . . . I don't think I will, thanks" (GF15). Perhaps some spells require downright evil characteristics; for example, perhaps only those who can call upon an inner reserve of sadism can successfully cast the Cruciatus. The intricate interaction of magic and character is crucial to Rowling's universe; she is writing about Harry's development, not only into a practitioner of magic, but into adulthood, and his adventures are as much explorations of human experience and emotion and his own deepening character as magical exploits. Otherwise the books would not be nearly so enchanting (pun intended).

Finally, magic requires innate magical ability. It may be that Muggles could wave wands and order broomsticks, "up!" without the slightest response. Some magical objects respond to Muggles--hence the necessity of the Muggle Protection Act, to protect unwary Muggles from enchanted objects such as sugar tongs that will clamp on their noses (CS3, CS4). But others, surely, respond only to a wizard/witch, or else there would be little difference between Muggles and magical folk.

"Take it, or I'll hex you. I know some good ones now."
--Harry (GF37)

A brief note on hexes, jinxes, and curses. One can hex/jinx/curse both people and objects. Just like "spell" and "charm," these terms for "not very nice spell" are used more or less interchangeably, though "curse" is generally reserved for very destructive spells such as the Unforgivable Curses. "Jinx" may have a light tone to the Muggle ear (it does to mine), but McGonagall uses the term to describe the things she fears Sirius Black might have done to Harry's Firebolt (PA11), such as a "Hurling Hex" (PA12), which are far from playful.








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(EID 46 - REV 3 By Charlotte_Mills)
August 10, 2017

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