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Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
   1) Posta via gufo (109 citazioni)
   2) Il grosso errore di zia Marge (132 citazioni)
   3) Il Nottetempo (170 citazioni)
   4) Il Paiolo Magico (188 citazioni)
   5) Il Dissennatore (282 citazioni)
   6) Artigli e foglie di tè (265 citazioni)
   7) Il Molliccio nell'armadio (197 citazioni)
   8) La fuga della Signora Grassa (225 citazioni)
   9) Una Grama sconfitta (226 citazioni)
   10) La Mappa del Malandrino (258 citazioni)
   11) La Firebolt (226 citazioni)
   12) Il Patronus (200 citazioni)
   13) Grifondoro contro Corvonero (159 citazioni)
   14) L'ira di Piton (221 citazioni)
   15) La finale di Quidditch (204 citazioni)
   16) La profezia della professoressa Cooman (192 citazioni)
   17) Gatto, topo e cane (197 citazioni)
   18) Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (67 citazioni)
   19) Il servo di Voldemort (203 citazioni)
   20) Il bacio dei Dissennatori (78 citazioni)
   21) Il segreto di Hermione (348 citazioni)
   22) Ancora posta via gufo (182 citazioni)
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La finale di Quidditch


   «Mi ha... mi ha mandato questa» disse Hermione, e tese la lettera.
   Harry la prese. La pergamena era umida, ed enormi lacrime avevano fatto sbavare l'inchiostro in parecchi punti, tanto che si faceva fatica a leggere.
   Cara Hermione,
abbiamo perso. Mi hanno dato il permesso di riportarlo a Hogwarts. La data dell'esecuzione deve essere ancora fissata.
A Becco Londra è piaciuta.
Non dimenticherò l'aiuto che ci hai dato.
Hagrid

   «Non possono farlo» disse Harry. «Non possono. Fierobecco non è pericoloso».
   «Il padre di Malfoy ha terrorizzato quelli del Comitato finché non si sono decisi» disse Hermione asciugandosi gli occhi. «Lo sapete che tipo è. Quelli sono un branco di vecchi rammolliti tremebondi, e hanno avuto paura. Ci sarà l'appello, comunque, c'è sempre. Ma non vedo speranze... non cambierà niente».
   «Sì, invece» disse Ron deciso. «Questa volta non dovrai fare tutto da sola, Hermione. Ti darò una mano».
   «Oh, Ron!»
   Hermione gettò le braccia al collo di Ron e scoppiò a piangere senza ritegno. Ron, terrorizzato, l'accarezzò sulla testa, in imbarazzo. Alla fine Hermione si staccò da lui.
   «Ron, mi dispiace tanto per Crosta...» singhiozzò.
   «Oh... be'... era vecchio» disse Ron, decisamente sollevato che l'avesse lasciato andare. «Ed era proprio inutile. Non si sa mai, magari adesso i miei mi compreranno un gufo».
   Le misure di sicurezza imposte agli studenti dopo la seconda incursione di Black impedivano a Harry, Ron e Hermione di andare a trovare Hagrid la sera. L'unica occasione per parlare con lui era la lezione di Cura delle Creature Magiche.
   L'omone sembrava stordito dallo shock del verdetto.
   «È tutta colpa mia. Non ho saputo cosa dire. Erano tutti li seduti con i loro vestiti neri e continuavano a cadermi gli appunti e mi sono dimenticato tutte le date che mi avevi cercato, Hermione. E poi Lucius Malfoy si è alzato in piedi e ha fatto il suo discorso, e il Comitato ha fatto quello che diceva lui...»
   «C'è ancora l'appello!» esclamò Ron. «Non devi arrenderti, ci daremo da fare!»
   Stavano tornando al castello con il resto della classe. Davanti videro Malfoy, con Tiger e Goyle, che continuava a voltarsi e a ridere sprezzante.
   «Non va bene, Ron» disse Hagrid tristemente mentre raggiungevano i gradini del castello. «Lucius Malfoy il Comitato ce l'ha in pugno. Posso solo fare una cosa, che quello che resta a Becco da vivere sia più felice che mai. Glielo devo...»
   Hagrid si voltò e tornò di corsa alla capanna, il viso sepolto nel fazzoletto.
   «Guarda come frigna!»
   Malfoy, Tiger e Goyle si erano fermati appena dentro il castello ad ascoltare.
   «Avete mai visto una cosa cosi patetica?» disse Malfoy. «E dovrebbe essere il nostro insegnante!»
   Furibondi, Harry e Ron scattarono verso Malfoy, ma Hermione fu più rapida e... SCIAFF!
   Schiaffeggiò Malfoy con tutte le sue forze. Malfoy barcollò. Harry, Ron, Tiger e Goyle rimasero impietriti mentre Hermione rialzava la mano.
   «Non osare mai più dire che Hagrid è patetico, tu, mostro... tu, razza di brutto...»
   «Hermione!» disse Ron debolmente, cercando di trattenerle la mano.
   «Vai via, Ron!»
   Hermione estrasse la bacchetta magica. Malfoy fece un passo indietro. Tiger e Goyle lo guardarono in attesa di ordini, assolutamente sconvolti.
   «Andiamo» borbottò Malfoy, e un attimo dopo i tre scomparvero nel corridoio che portava ai sotterranei.
   «Hermione!» disse di nuovo Ron, turbato e ammirato insieme.
   «Harry, sarà meglio che tu lo batta alla finale di Quidditch!» disse Hermione con voce acuta. «Sarà meglio, perché se Serpeverde vince non riuscirò a sopportarlo!»
   «Dobbiamo andare a Incantesimi» disse Ron continuando a fissare Hermione con gli occhi sgranati. «Meglio muoversi».
   Corsero su per la scalinata di marmo, verso la classe del professor Vitious.
   «Siete in ritardo, ragazzi!» disse loro l'insegnante in tono severo, mentre Harry apriva la porta. «Entrate, presto, fuori le bacchette, oggi proviamo gli Incantesimi Rallegranti, ci siamo già disposti a coppie...»
   Harry e Ron corsero fino a un banco nella fila dietro e aprirono le borse. Ron si guardò alle spalle.
   «Dov'è andata Hermione?»
   Anche Harry si voltò a guardare; Hermione non era entrata in classe, eppure lui sapeva che gli era accanto quando aveva aperto la porta.
   «È strano» disse guardando Ron. «Forse... forse è andata in bagno?»
   Ma Hermione non comparve per il resto della lezione.
   «Un Incantesimo Rallegrante avrebbe fatto bene anche a lei» disse Ron mentre tutti andavano a pranzo con un gran sorriso stampato in faccia. L'Incantesimo Rallegrante aveva lasciato in loro una sensazione di grande appagamento.
   Hermione non si fece vedere nemmeno a pranzo. Quando ebbero finito la torta di mele, gli ultimi strascichi dell'Incantesimo Rallegrante si dileguarono, e Harry e Ron cominciarono a essere un po' preoccupati.
   «Credi che Malfoy le abbia fatto qualcosa?» chiese Ron ansioso mentre salivano di corsa alla Torre dei Grifondoro.
   Superarono i troll della sorveglianza, dissero la parola d'ordine alla Signora Grassa (Spettegolone) e attraversarono il buco del ritratto per entrare nella sala comune.
   Hermione era seduta al tavolo, profondamente addormentata, con la testa su un libro aperto di Aritmanzia. Le si sedettero accanto. Harry le diede uno scrollone.
   «Che... che cosa?» disse Hermione svegliandosi di colpo e guardandosi intorno. «È ora di andare? Che... che lezione abbiamo adesso?»
   «Divinazione, ma mancano ancora venti minuti» disse Harry. «Hermione, perché non sei venuta a Incantesimi?»
   «Cosa? Oh, no!» gemette Hermione. «Ho dimenticato Incantesimi!»
   «Ma come hai fatto?» le chiese Harry. «Eri con noi fino alla porta della classe!»
   «Non posso crederci!» disse Hermione in un lamento. «Il professor Vitious era arrabbiato? Oh, è colpa di Malfoy, stavo pensando a lui e mi sono distratta!»
   «La sai una cosa, Hermione?» disse Ron guardando l'enorme libro di Aritmanzia che Hermione aveva usato come cuscino. «Credo che ti stiano saltando i nervi. Stai cercando di fare troppe cose insieme».
   «No!» disse Hermione scostandosi i capelli dagli occhi e guardandosi in giro desolata alla ricerca della sua borsa. «Ho solo commesso un errore, tutto qui! È meglio che vada dal professor Vitious a chiedere scusa... ci vediamo a Divinazione!»
   Venti minuti più tardi Hermione li raggiunse ai piedi della scala che portava alla classe della professoressa Cooman, estremamente turbata.
   «Non posso crederci, ho perso gli Incantesimi Rallegranti! E scommetto che li chiederanno agli esami, il professor Vitious mi ha fatto capire che è molto probabile!»
   Insieme salirono fino alla cupa, soffocante stanzetta nella torre. Su ogni tavolo riluceva una sfera di cristallo piena di una nebbia bianca perlacea. Harry, Ron e Hermione sedettero insieme allo stesso tavolo traballante.
   «Credevo che non avremmo cominciato con la Sfera di Cristallo fino al prossimo trimestre» borbottò Ron, guardandosi intorno con circospezione nel caso che la professoressa Cooman fosse nelle vicinanze.
   «Non lamentarti, vuol dire che almeno abbiamo chiuso con le palme» ribatté Harry in un mormorio. «Cominciavo a essere stanco di vederla sobbalzare tutte le volte che mi guardava le mani».
   «Buona giornata a voi!» disse la familiare voce velata, e la professoressa Cooman fece il suo solito ingresso teatrale dall'ombra. Calì e Lavanda tremavano dall'eccitazione, i volti illuminati dal brillio lattiginoso della loro sfera.
   «Ho deciso di cominciare con la Sfera di Cristallo un po' in anticipo sul programma» disse la professoressa Cooman sedendosi con la schiena ri
   volta al fuoco e guardandosi in giro. «La sorte mi ha informato che il vostro esame a giugno verterà sull'Occhio, e ci tengo che facciate abbastanza pratica».
   Hermione sbuffò.
   «Oh, andiamo... 'la sorte l'ha informata'... chi li decide gli esami? Lei! Che profezia straordinaria!» disse, senza preoccuparsi di tener bassa la voce. Harry e Ron dovettero soffocare le risate.
   Era difficile dire se la professoressa Cooman l'avesse sentita, perché il suo viso era in ombra. Comunque riprese come se niente fosse.
   «La Lettura della Sfera di Cristallo è un'arte particolarmente avanzata» disse in tono sognante. «Non mi aspetto che tutti voi vediate quando scruterete per la prima volta negli infiniti abissi dell'Occhio. Cominceremo provando a rilassare la mente consapevole e gli occhi esterni». Ron prese a ridacchiare in maniera incontrollabile, e dovette ficcarsi un pugno in bocca per soffocare il rumore. «Così ripuliremo l'Occhio Interiore e il subconscio. Forse, se saremo fortunati, qualcuno di voi vedrà prima della fine della lezione».
   E così cominciarono. Harry si sentiva un idiota a fissare con sguardo ebete la sfera di cristallo, cercando di tenere sgombra la mente quando pensieri del tipo 'che cosa stupida' continuavano ad attraversargliela. Le risatine di Ron e i mormorii perplessi di Hermione certo non contribuivano.
   «Visto niente?» chiese loro Harry dopo un quarto d'ora di sguardi e silenzio.
   «Si, c'è una bruciatura sul tavolo» disse Ron indicando la macchia. «Qualcuno ha fatto cadere la cera dalla candela».
   «Che perdita di tempo» sibilò Hermione. «Potrei essere da un'altra parte a studiare qualcosa di utile. Potrei mettermi in pari con gli Incantesimi Rallegranti...»
   La professoressa Cooman si avvicinò frusciando.
«Qualcuno vuole che lo aiuti a interpretare i misteriosi prodigi del suo Occhio?» mormorò nel tintinnio dei suoi braccialetti.
   «Non ho bisogno di aiuto» bisbigliò Ron. «È chiaro quello che vuol dire. Ci sarà un sacco di nebbia stanotte».
   Harry e Hermione scoppiarono a ridere.
   «Insomma!» disse la professoressa Cooman mentre tutti si voltavano verso di loro. Calì e Lavanda erano scandalizzate. «Cosi interferite con le vibrazioni della preveggenza!» L'insegnante si avvicinò al tavolo e scrutò la loro sfera di cristallo. Harry si senti sprofondare il cuore in petto. Era si
   curo di sapere che cosa sarebbe successo...
   «Qui c'è qualcosa!» sussurrò la professoressa Cooman, chinandosi sulla sfera, che si rifletté due volte nei suoi grandi occhiali. «Qualcosa si muove... che cos'è?»
   Harry era pronto a scommettere tutti i suoi averi, Firebolt compresa, che non erano buone notizie, qualsiasi fossero. E infatti...
   «Mio caro...» mormorò la professoressa Cooman guardando Harry. «È qui, chiaro come non mai... mio caro, avanza verso di te, si avvicina... il Gr...»
   «Oh, santo cielo!» disse Hermione a voce alta. «Non sarà ancora quel ridicolo Gramo!»
   La professoressa Cooman alzò gli occhi enormi verso Hermione. Calì sussurrò qualcosa a Lavanda, e anche loro guardarono Hermione sprezzanti. La professoressa Cooman si alzò e squadrò Hermione con inequivocabile ira.
   «Sono spiacente di dover dire che da quando hai messo piede in quest'aula, mia cara, è apparso evidente che tu non possiedi i requisiti necessari alla nobile arte della Divinazione. A dire il vero non ricordo di aver mai incontrato uno studente la cui mente fosse così irrimediabilmente Frivola».
   Ci fu un attimo di silenzio. E poi...
«Bene!» disse Hermione all'improvviso, alzandosi e infilando Svelare il Futuro nella borsa. «Bene!» ripeté, mettendosi in spalla la borsa e facendo quasi cadere Ron dalla sedia. «Ci rinuncio! Me ne vado!»
   E tra lo stupore di tutta la classe, Hermione si avviò verso la botola, l'apri con un calcio, e spari giù per la scala.
   I ragazzi ci misero qualche minuto a calmarsi. La professoressa Cooman sembrava essersi completamente dimenticata del Gramo. Si allontanò bruscamente dal tavolo di Harry e Ron, respirando forte e stringendosi nello scialle di perline.
   «Oooooh!» esclamò Lavanda all'improvviso, facendo sobbalzare tutti. «Oooooh, professoressa Cooman, mi è appena venuto in mente! L'aveva visto, che se ne sarebbe andata, vero? Vero, professoressa? 'Verso Pasqua, uno di noi ci lascerà per sempre!' L'ha detto secoli fa, professoressa!»
   La professoressa Cooman le rivolse un sorriso svenevole.
   «Sì, mia cara, in effetti sapevo che la signorina Granger ci avrebbe lasciati. Uno spera sempre, naturalmente, di aver frainteso i Segni... L'Occhio Interiore può essere un fardello, sapete...»
   Lavanda e Calì sembravano profondamente colpite, e si avvicinarono per far posto all'insegnante al loro tavolo.
   «Che giornata per Hermione, eh?» mormorò Ron a Harry in tono rispettoso. «Sì...»
Harry guardò nella sfera di cristallo, ma non vide altro che una nebbia bianca vorticante. La professoressa Cooman aveva visto davvero il Gramo un'altra volta? E lui? L'ultima cosa di cui aveva bisogno era un altro incidente quasi letale, con la finale di Quidditch che si avvicinava.
   Le vacanze di Pasqua non furono proprio distensive. Quelli del terzo anno non avevano mai avuto tanti compiti. Neville Paciock sembrava sull'orlo di una crisi di nervi, e non era il solo.
   «E le chiamano vacanze!» ruggì Seamus Finnigan un pomeriggio, rivolto ai compagni in sala comune. «Manca un secolo agli esami, a che gioco stanno giocando?»
   Ma nessuno aveva tanto da fare quanto Hermione. Anche senza Divinazione, seguiva più materie di chiunque altro. Di solito era l'ultima a lasciare la sala comune di sera, la prima a scendere in biblioteca la mattina dopo; aveva le occhiaie come Lupin e sembrava sempre sul punto di scoppiare in lacrime.
   Ron si era assunto la responsabilità dell'appello di Fierobecco. Quando non faceva i compiti, era chino su enormi volumi con titoli come Manuale di Psicologia dell'Ippogrifo e Feroce o Ferace? Studi sulla Brutalità dell'Ippogrifo. Era così concentrato che dimenticava perfino di trattar male Grattastinchi.
   Harry, nel frattempo, doveva far convivere i compiti e le lezioni con l'allenamento quotidiano di Quidditch, per non parlare delle interminabili discussioni di tattica con Baston. La partita GrifondoroSerpeverde si sarebbe tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in testa di duecento punti esatti. Il che voleva dire (come Baston ricordava costantemente alla sua squadra) che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la responsabilità della vittoria pesava soprattutto su Harry, perché la cattura del Boccino valeva da sola centocinquanta punti.
   «Quindi devi prenderlo solo se siamo in vantaggio di più di cinquanta punti» ripeteva Baston a Harry. «Solo se siamo sopra di più di cinquanta punti, Harry, altrimenti vinciamo la partita ma perdiamo la coppa. Hai ca
   pito, vero? Devi prendere il Boccino solo se...»
   «LO SO, OLIVER!» urlò Harry.
   Tutta la Casa di Grifondoro era ossessionata dall'imminente incontro. Grifondoro non vinceva il trofeo da quando il leggendario Charlie Weasley (il secondo fratello di Ron in ordine di età) era Cercatore. Ma Harry dubitava che tutti loro, Baston compreso, volessero vincere quanto lui. La rivalità tra Harry e Malfoy era giunta al culmine. A Malfoy bruciava ancora l'incidente col fango a Hogsmeade, ed era ancora più arrabbiato perché Harry in qualche modo era riuscito a evitare la punizione. Harry non aveva dimenticato il tentativo di Malfoy di farlo cadere nella partita contro Corvonero, ma era la faccenda Fierobecco a renderlo ancora più deciso a battere Malfoy davanti all'intera scuola.
   Mai, a memoria di nessuno, l'attesa di una partita era trascorsa in un'atmosfera così elettrica. Alla fine delle vacanze, la tensione tra le due squadre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei corridoi esplosero piccole risse, che culminarono in un brutto scontro in cui un quarto anno di Grifondoro e un sesto anno di Serpeverde finirono in infermeria con dei porri che gli spuntavano dalle orecchie.
   Per Harry fu un gran brutto periodo. Non poteva andare a lezione senza che qualche Serpeverde non cercasse di fargli lo sgambetto; Tiger e Goyle sbucavano da tutte le parti, e strisciavano via delusi quando lo vedevano circondato da altri ragazzi. Baston aveva dato istruzioni perché Harry venisse scortato ovunque, nel caso che i Serpeverde tentassero di metterlo fuori gioco. Tutta la Casa di Grifondoro raccolse la sfida con entusiasmo, così che per Harry era impossibile arrivare alle lezioni in orario perché era sempre circondato da un'enorme folla rumorosa. Era più preoccupato per la sicurezza della sua Firebolt che per la propria. Quando non la cavalcava, la chiudeva al sicuro nel suo baule, e spesso durante gli intervalli sfrecciava su nella Torre di Grifondoro a controllare che ci fosse ancora.
   La sera prima della partita, tutte le attività abituali furono abbandonate nella sala comune di Grifondoro. Anche Hermione mise da parte i libri.
   «Non posso studiare, non riesco a concentrarmi» disse nervosamente.
   C'era un gran frastuono. Fred e George Weasley affrontavano la tensione comportandosi in modo più chiassoso e scatenato che mai. Oliver Baston era chino sul modellino di un campo da Quidditch sul quale faceva avanzare minuscole figurine con la bacchetta magica, borbottando fra sé. Angelina, Alicia e Katie ridevano agli scherzi di George e Fred. Harry era seduto
   con Ron e Hermione, in disparte, e cercava di non pensare al giorno dopo, perché tutte le volte che ci pensava aveva l'orribile sensazione che qualcosa di molto grosso lottasse per uscire dal suo stomaco.
   «Andrà tutto bene» gli disse Hermione, anche se sembrava decisamente terrorizzata.
   «Hai una Firebolt!» disse Ron.
   «Sì...» disse Harry, lo stomaco contratto.
   Fu un sollievo quando Baston all'improvviso si alzò e disse: «Squadra! A letto!»
   Harry dormì male. Prima sognò di aver dormito troppo, e che Baston gli strillava: «Dov'eri? Abbiamo dovuto far giocare Neville al tuo posto!» Poi sognò che Malfoy e il resto della squadra di Serpeverde erano arrivati alla partita a cavallo di draghi. Stava volando a rotta di collo, cercando di evitare una fiammata uscita dalle fauci del destriero di Malfoy, quando gli venne in mente che aveva dimenticato la Firebolt. Precipitò e si svegliò di soprassalto.
   Gli ci volle qualche secondo prima di ricordare che la partita non era ancora arrivata, che era al sicuro nel suo letto e che alla squadra di Serpeverde non sarebbe certo stato permesso di giocare a cavallo di draghi. Aveva molta sete. Più piano che poteva, scese dal letto a baldacchino e andò a versarsi dell'acqua dalla brocca d'argento sotto la finestra.
   I prati erano calmi e tranquilli. Nemmeno un alito di vento sfiorava le cime degli alberi della foresta proibita; il Platano Picchiatore era immobile e sembrava innocuo. Pareva che le condizioni per la partita sarebbero state perfette.
   Harry posò il calice e stava per tornare a letto quando qualcosa catturò la sua attenzione. Un animale si aggirava sul prato d'argento.
   Harry scattò fino al comodino, afferrò gli occhiali e se li infilò, poi tornò di corsa alla finestra. Non poteva essere il Gramo... non ora... non appena prima della partita...
   Scrutò di nuovo il prato e dopo un minuto di ricerca frenetica lo individuò. Ora costeggiava il bordo della foresta... non era affatto il Gramo... era un gatto... Harry afferrò la cornice della finestra, sollevato, riconoscendo la coda cespugliosa. Era solo Grattastinchi...
   Ma era davvero solo Grattastinchi? Harry socchiuse gli occhi e schiacciò il naso contro il vetro. A quanto pareva, Grattastinchi si era fermato. Harry era certo che qualcos'altro si stesse muovendo all'ombra degli alberi.
   Un attimo dopo comparve: era un enorme cane nero peloso che si muoveva furtivo sul prato, con Grattastinchi che trotterellava al suo fianco. Harry sgranò gli occhi. Che cosa voleva dire? Se anche Grattastinchi vedeva il cane, come poteva essere un presagio di morte per Harry?
   «Ron!» sibilò Harry. «Ron! Svegliati!»
   «Mmm?»
   «Devi dirmi se vedi qualcosa!»
   «È ancora buio, Harry» mormorò Ron intontito. «Che cosa stai blaterando?»
   «Laggiù...»
   Harry tornò a guardare dalla finestra.
   Grattastinchi e il cane erano spariti. Harry si arrampicò sulla cornice della finestra per guardare giù, nell'ombra proiettata dal castello, ma non c'erano. Dov'erano andati?
   Un grugnito rumoroso gli disse che Ron si era riaddormentato.
   Harry e il resto della squadra di Grifondoro la mattina dopo entrarono nella Sala Grande salutati da un fragoroso applauso. Harry non poté fare a meno di sorridere quando vide che anche i tavoli di Corvonero e di Tassorosso li applaudivano. Al loro passaggio, dal tavolo di Serpeverde si alzò un fischio acuto. Harry notò che Malfoy era ancora più pallido del solito.
   Baston passò tutta la colazione esortando la sua squadra a mangiare, ma lui non toccò cibo. Poi si affrettò a farli correre in campo prima che gli altri finissero, per farsi un'idea delle condizioni in cui avrebbero giocato. Mentre uscivano dalla Sala Grande, tutti applaudirono di nuovo.
   «Buona fortuna, Harry!» gridò Cho Chang. Harry si sentì arrossire.
   «Ok... niente vento... è fin troppo sereno, il sole potrebbe abbagliarvi, state attenti... il terreno è duro, bene, il decollo sarà veloce...»
   Baston percorse il campo guardandosi in giro, con la squadra al seguito. Alla fine videro le porte del castello aprirsi in lontananza, e il resto della scuola disperdersi nel prato.
   «Agli spogliatoi» disse Baston asciutto.
   Nessuno parlò mentre indossavano le divise scarlatte. Harry si chiese se provavano la stessa cosa che provava lui: era come se a colazione avesse inghiottito qualcosa di molto, molto agitato. Dopo quello che parve un attimo, Baston disse:
   «Ok, è ora, andiamo...»
   Uscirono in campo, accolti da un'ondata di fragoroso entusiasmo. I tre
   quarti della folla portavano coccarde scarlatte, agitavano bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra o brandivano striscioni con slogan come 'VAI GRIFONDORO!' e 'LA COPPA AI LEONI'. Dietro la porta di Serpeverde, comunque, erano schierate almeno duecento persone in verde; il serpente argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, e il professor Piton era seduto in prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia un sorriso sgradevole.
   «Ed ecco i Grifondoro!» urlò Lee Jordan, che come al solito faceva la cronaca. «Potter, Bell, Johnson, Spinnet, Weasley, Weasley e Baston. Ampiamente accreditata come la squadra migliore che Hogwarts abbia avuto da parecchi anni...»
   Il commento di Lee fu seppellito da una marea di 'buuu' dal fronte di Serpeverde.
   «Ed ecco la squadra di Serpeverde, guidata dal capitano Flitt. Il capitano ha apportato alcune modifiche nello schieramento, e si direbbe che abbia privilegiato la taglia più che l'abilità...»
   Altri 'buuu' dalla folla di Serpeverde. Harry, comunque, pensava che Lee avesse ragione. Malfoy era di gran lunga il più piccolo in campo; tutti i suoi compagni erano enormi.
   «I capitani si diano la mano!» disse Madama Bumb.
   Flitt e Baston si avvicinarono e si strinsero forte la mano; era come se ciascuno stesse cercando di spezzare le dita dell'altro.
   «In sella alle scope!» disse Madama Bumb.
   Il fischio d'inizio andò perso nell'urlo della folla mentre quattordici scope si libravano a mezz'aria. Harry sentì i capelli volargli via dalla fronte; la tensione si sciolse nell'emozione del volo; si guardò intorno, vide Malfoy che lo tallonava e accelerò in cerca del Boccino.
   «Grifondoro in possesso di palla. Alicia Spinnet di Grifondoro ha la Pluffa e si dirige verso la porta di Serpeverde, vai così, Alicia! Argh, no... Pluffa intercettata da Warrington, Warrington di Serpeverde attraversa il campo... WHAM! Bel colpo di Bolide per George Weasley, Warrington perde la Pluffa, la prende Johnson, Grifondoro è di nuovo in possesso, forza, Angelina... bel dribbling su Montague... stai giù, Angelina, è un Bolide!... E SEGNA! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO!»
   Angelina alzò il pugno mentre filava a bordo campo; il mare scarlatto sotto di lei urlava di gioia...
   «AHIA!»
   Angelina fini quasi disarcionata mentre Marcus Flirt la urtava.
   «Scusa!» disse Flitt, mentre la folla in basso protestava. «Scusate, non l'ho vista!»
   Un attimo dopo, Fred Weasley colpi Flitt in testa con la sua mazza da Battitore. Il naso di Flitt finì spiaccicato contro il manico della sua scopa e prese a sanguinare.
   «Basta così!» strillò Madama Bumb sfrecciando fra di loro. «Rigore a Grifondoro, per attacco immotivato al suo Cacciatore! Rigore a Serpeverde, per deliberata aggressione al suo Cacciatore!»
   «Ma insomma, Madama!» ululò Fred, ma Madama Bumb soffiò il fischietto e Alicia scattò in avanti per battere il rigore.
   «Forza, Alicia!» strillò Lee nel silenzio che era sceso sulla folla. «SÌ! HA BATTUTO IL PORTIERE! VENTI A ZERO PER GRIFONDORO!»
   Harry voltò bruscamente la Firebolt e vide Flitt che, sempre sanguinando abbondantemente, volava in avanti per battere il rigore a favore di Serpeverde. Baston era accovacciato davanti alla porta di Grifondoro, le mascelle serrate.
   «Naturalmente Baston è un ottimo Portiere!» disse Lee Jordan alla folla, mentre Flitt aspettava il fischio di Madama Bumb. «Superbo! Molto difficile da prendere... davvero molto difficile... SÌ! NON CI CREDO! L'HA PARATA!»
   Sollevato, Harry sfrecciò via, cercando il Boccino con lo sguardo, ben attento a non perdere una parola del commento di Lee. Era fondamentale tenere Malfoy lontano dal Boccino finché Grifondoro non avesse avuto almeno cinquanta punti di vantaggio...
   «Grifondoro in possesso, no, è Serpeverde in possesso... no! ...Grifondoro torna in possesso, ed è Katie Bell, Katie Bell per Grifondoro con la Pluffa, sta risalendo il campo... L'HA FATTO APPOSTA!»
   Montague, un Cacciatore di Serpeverde, aveva scartato davanti a Katie, e invece di prendere la Pluffa le aveva afferrato la testa. Katie si rovesciò in aria, riuscì a rimanere in sella ma lasciò cadere la Pluffa.
   Il fischietto di Madama Bumb sibilò di nuovo mentre lei sfrecciava verso Montague e gli urlava contro. Un minuto dopo, Katie segnò un'altra rete.
   «TRENTA A ZERO! VI STA BENE, BRUTTI IMBROGLIONI...»
   «Jordan, se non riesci a commentare in modo imparziale...»
   «Dico le cose come stanno, professoressa!»
   Harry avvertì un'ondata di eccitazione. Aveva visto il Boccino... scintillava accanto a una delle porte di Grifondoro... ma non doveva prenderlo,
   non ancora. E se lo vedeva Malfoy...
   Fingendo un'improvvisa concentrazione, Harry voltò la Firebolt e filò verso il campo di Serpeverde. Funzionò. Malfoy si affrettò a inseguirlo, convinto che Harry avesse visto il Boccino laggiù...
   WHOOSH.
   Un Bolide sfrecciò accanto all'orecchio destro di Harry, colpito dal gigantesco Battitore di Serpeverde, Derrick. Un attimo dopo...
   WHOOSH.
   Il secondo Bolide sfiorò il gomito di Harry. L'altro Battitore, Bole, si avvicinava.
   Harry ebbe una visione fugace di Bole e Derrick che filavano verso di lui con le mazze levate...
   Puntò la Firebolt verso l'alto all'ultimo minuto, e Bole e Derrick si scontrarono con un fragore assordante.
   «Ha haaa!» urlò Lee Jordan, mentre i Battitori di Serpeverde si allontanavano l'uno dall'altro tenendosi la testa fra le mani. «Peccato, ragazzi! Dovete darvi una sveglia se volete battere una Firebolt! E Grifondoro è di nuovo in possesso, ecco Johnson che prende la Pluffa... Flitt la segue... colpiscilo nell'occhio, Angelina! Scherzavo, professoressa, scherzavo... oh, no... Flitt in possesso, Flitt vola verso le reti di Grifondoro, dài, Baston, prendila!»
   Ma Flitt aveva segnato; ci fu uno scoppio di applausi dall'ala di Serpeverde e Lee disse una parolaccia così grossa che la McGranitt cercò di strappargli il megafono magico.
   «Mi perdoni, professoressa, mi perdoni! Non succederà più! Allora, Grifondoro è in vantaggio trenta a dieci, ed è in possesso...»
   Stava diventando la partita più sporca a cui Harry avesse mai preso parte. Furiosi che Grifondoro fosse passato in vantaggio così in fretta, i Serpeverde ricorrevano ormai a ogni mezzo per prendere la Pluffa. Bole colpì Alicia con la mazza e si giustificò dicendo che l'aveva scambiata per un Bolide. George Weasley in cambio diede una gomitata in faccia a Bole. Madama Bumb assegnò altri rigori a entrambe le squadre, e Baston fece un altro salvataggio spettacolare. Il punteggio era quaranta a dieci per Grifondoro.
   Il Boccino era sparito di nuovo. Malfoy continuava a stare alle calcagna di Harry che sorvolava la partita cercando di individuare la pallina scintillante: quando Grifondoro fosse stato in vantaggio di cinquanta punti...
   Katie segnò. Cinquanta a dieci. Fred e George Weasley le sfrecciarono
   intorno, le mazze levate, in caso che un Serpeverde meditasse vendetta. Bole e Derrick approfittarono dell'assenza di Fred e George per sparare entrambi i Bolidi contro Baston; lo colpirono allo stomaco, uno dopo l'altro, e Baston rotolò nell'aria, stretto alla scopa, col fiato mozzo.
   Madama Bumb era fuori di sé.
   «Non si attacca il Portiere se la Pluffa non è nell'area di rigore!» strillò contro Bole e Derrick. «Rigore per Grifondoro!»
   E Angelina segnò. Sessanta a dieci. Un attimo dopo, Fred Weasley sparò un Bolide contro Warrington, facendogli perdere la Pluffa; Alicia la prese e la spedì nella porta di Serpeverde. Settanta a dieci.
   La folla di Grifondoro si sgolava: ora la squadra aveva sessanta punti di vantaggio, e se Harry avesse preso il boccino, avrebbe vinto la Coppa. Harry sentiva centinaia di occhi seguirlo mentre volava per il campo, alto sulla partita, con Malfoy che filava alle sue spalle.
   E poi lo vide. Il Boccino brillava sei metri più in alto.
   Harry accelerò bruscamente; il vento gli fischiava nelle orecchie; tese la mano, ma all'improvviso la Firebolt rallentò...
   Si guardò intorno con orrore. Malfoy si era lanciato in avanti, aveva afferrato la coda della Firebolt e la tratteneva a viva forza.
   «Tu...»
   Harry era talmente furioso che avrebbe volentieri picchiato Malfoy, ma non riuscì a raggiungerlo. Malfoy ansimava per lo sforzo di trattenere la Firebolt, ma i suoi occhi scintillavano maligni. Aveva ottenuto quello che voleva: il Boccino era di nuovo scomparso.
   «Rigore! Rigore per Grifondoro! Non ho mai visto un comportamento simile!» strillò Madama Bumb, sfrecciando in su mentre Malfoy riscivolava a cavalcioni della sua Nimbus Duemilauno.
   «TU, CANAGLIA, IMBROGLIONE!» ululava Jordan nel megafono, saltellando fuori dalla portata della professoressa McGranitt, «TU, SUDICIO IMPOSTORE BAST...»
   La McGranitt non pensò nemmeno a zittirlo. Stava agitando la mano in direzione di Malfoy, aveva perso il cappello e urlava furibonda anche lei.
   Alicia batté il rigore per Grifondoro, ma era così arrabbiata che mancò la porta di diversi metri. La squadra di Grifondoro stava perdendo la concentrazione e i Serpeverde, eccitati dal fallo di Malfoy su Harry, cavalcavano a spron battuto, sempre più in alto.
   «Serpeverde in possesso, Serpeverde avanza verso la porta... Montague segna...» gemette Lee. «Settanta a venti per Grifondoro...»
   Harry ora marcava Malfoy così stretto che le loro ginocchia continuavano a urtarsi. Harry non aveva intenzione di lasciar avvicinare Malfoy al Boccino...
   «Vattene, Potter!» urlò Malfoy irritato, mentre cercava di voltarsi e si trovava la strada sbarrata.
   «Angelina Johnson prende la Pluffa per il Grifondoro, dài, Angelina, DAI!»
   Harry si voltò. Ogni singolo giocatore di Serpeverde a parte Malfoy stava risalendo il campo verso Angelina, compreso il Portiere: volevano bloccarla a tutti i costi...
   Harry puntò la Firebolt, si chinò tanto da aderire al manico e la spronò in avanti. Come un proiettile, filò verso i Serpeverde.
   «AAAAARGH!»
   Gli avversari si dispersero mentre la Firebolt sfrecciava contro di loro; Angelina aveva via libera...
   «HA SEGNATO! HA SEGNATO! Il Grifondoro è in testa ottanta a venti...»
   Harry, che era quasi finito a testa in giù nelle tribune, si arrestò a mezz'aria, si voltò e schizzò di nuovo a centrocampo.
   E poi vide qualcosa che gli paralizzò il cuore. Malfoy era in picchiata, trionfante. Laggiù, a pochi piedi dalla superficie dell'erba, c'era un lieve scintillio d'oro...
   Harry puntò rapido la Firebolt verso il basso, ma Malfoy era miglia davanti a lui...
   «Vai! Vai! Vai!» Harry spronò la scopa... stavano per raggiungere Malfoy... Harry si appiattì lungo il manico mentre Bole gli lanciava contro un Bolide... era alle calcagna di Malfoy... era pari...
   Harry si gettò in avanti, staccò entrambe le mani dalla scopa... allontanò con un colpo secco il braccio di Malfoy e...
   «Sì!»
   Interruppe la picchiata, la mano alzata in aria, e lo stadio esplose. Harry volò sulla folla, uno strano ronzio nelle orecchie, il pallino d'oro stretto in pugno, che sbatteva invano le ali contro le sue dita.
   Poi Baston sfrecciò verso Harry, accecato dalle lacrime; gli saltò al collo e scoppiò in un pianto irrefrenabile sulla sua spalla. Harry sentì due colpi secchi sulle spalle, il saluto di Fred e George; poi le voci di Angelina, Alicia e Katie: «Abbiamo vinto la Coppa! Abbiamo vinto la Coppa!» Aggrovigliata in un enorme abbraccio collettivo, la squadra di Grifondoro scese
   lentamente a terra, urlando a squarciagola.
   Ondate di tifosi scarlatti si riversarono in campo scavalcando le barriere. Mani festanti battevano sulle schiene dei giocatori. Harry ebbe una confusa impressione di rumore e di corpi che premevano contro il suo. Poi lui e il resto della squadra furono issati sulle spalle della folla. Spinto verso la luce, vide Hagrid tappezzato di coccarde scarlatte. «Li hai battuti, Harry, li hai battuti! Aspetta solo che lo dico a Fierobecco!» C'era Percy che, dimenticata ogni dignità, saltava su e giù come un pazzo. La professoressa McGranitt singhiozzava più forte di Baston, asciugandosi gli occhi in un'enorme bandiera di Grifondoro; e laggiù c'erano Ron e Hermione che si facevano largo a fatica verso Harry. Non trovarono le parole. Sorrisero e basta, mentre Harry veniva trasportato verso le tribune, dove Silente attendeva in piedi con l'enorme Coppa del Quidditch tra le mani.
   Se solo ci fosse stato un Dissennatore nei dintorni... Mentre un singhiozzante Baston passava la Coppa a Harry e lui la alzava in aria, sentì che avrebbe potuto far apparire il Patronus migliore del mondo.
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