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Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
   1) Casa Riddle (109 citazioni)
   2) La Cicatrice (44 citazioni)
   3) L'invito (99 citazioni)
   4) Ritorno alla Tana (99 citazioni)
   5) I Tiri Vispi di Fred e George (111 citazioni)
   6) La Passaporta (88 citazioni)
   7) Bagman e Crouch (164 citazioni)
   8) La Coppa del Mondo di Quidditch (161 citazioni)
   9) Il Marchio Nero (262 citazioni)
   10) Caos al Ministero (115 citazioni)
   11) Sull'Espresso di Hogwarts (120 citazioni)
   12) Il Torneo TreMaghi (161 citazioni)
   13) Malocchio Moody (157 citazioni)
   14) Le Maledizioni Senza Perdono (183 citazioni)
   15) Beauxbatons e Durmstrang (164 citazioni)
   16) Il Calice di Fuoco (203 citazioni)
   17) I Quattro Campioni (143 citazioni)
   18) la Pesa delle Bacchette (229 citazioni)
   19) L'ungaro Spinato (183 citazioni)
   20) La Prima Prova (217 citazioni)
   21) Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (185 citazioni)
   22) La Prova Inaspettata (186 citazioni)
   23) Il Ballo del Ceppo (253 citazioni)
   24) Lo Scoop di Rita Skeeter (198 citazioni)
   25) L'Uovo e l'Occhio (176 citazioni)
   26) La Seconda Prova (229 citazioni)
   27) Il Ritorno di Felpato (212 citazioni)
   28) La Follia del Signor Crouch (282 citazioni)
   29) il Sogno (166 citazioni)
   30) Il Pensatoio (204 citazioni)
   31) La Terza Prova (267 citazioni)
   32) Carne, Sangue e Ossa (54 citazioni)
   33) I Mangiamorte (100 citazioni)
   34) Prior Incantatio (69 citazioni)
   35) Veritaserum (165 citazioni)
   36) Le Strade si Dividono (206 citazioni)
   37) L'Inizio (180 citazioni)
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Carne, Sangue e Ossa


   Harry sentì i piedi urtare il suolo; la gamba ferita cedette e lui cadde in avanti; la mano lasciò finalmente andare la Coppa Tremaghi. Alzò la testa.
    «Dove siamo?» disse.
    Cedric scosse la testa. Si tirò su, aiutò Harry ad alzarsi, e si guardarono intorno.
    Quel luogo non faceva assolutamente parte del territorio di Hogwarts; era chiaro che avevano viaggiato per chilometri — forse centinaia di chilometri — perché anche le montagne che circondavano il castello erano sparite. Si trovavano in un cimitero buio e abbandonato; il profilo nero di una chiesetta era riconoscibile oltre un grande tasso alla loro destra. Alla loro sinistra s’innalzava una collina, sul cui versante Harry riuscì a distinguere la sagoma di una bella dimora antica.
    Cedric guardò la Coppa Tremaghi, poi alzò gli occhi verso Harry.
    «A te qualcuno aveva detto che la Coppa era una Passaporta?» chiese.
    «No» disse Harry. Stava osservando il cimitero. Era immerso nel silenzio, e vagamente inquietante. «Questo dovrebbe far parte della prova?»
    «Non lo so» rispose Cedric. Il suo tono di voce era teso. «Fuori le bacchette, che ne dici?»
    «Sì» disse Harry, lieto che a suggerirlo fosse stato Cedric.
    Estrassero le bacchette; Harry continuava a guardarsi intorno. Aveva di nuovo la strana sensazione di essere osservato.
    «Arriva qualcuno» disse all’improvviso.
    Aguzzando gli occhi nell’oscurità, videro una sagoma avanzare decisa tra le tombe, verso di loro. Harry non riuscì a distinguerne il viso; ma da come camminava e teneva le braccia, capì che stava trasportando qualcosa. Chiunque fosse, era basso, e indossava un mantello con il cappuccio abbassato per nascondere il volto. E man mano che la distanza tra loro si riduceva, vide che la cosa tra le braccia della persona sembrava un neonato… o era solo un fagotto di abiti?
    Harry abbassò appena la bacchetta e gettò un’occhiata obliqua a Cedric. Cedric gli rispose con uno sguardo interrogativo. Entrambi tornarono a studiare la sagoma che si avvicinava.
    Si fermò accanto a un’alta lapide di marmo, a un paio di metri di distanza. Per un attimo, tutti e tre si limitarono a guardarsi.
    E poi, senza preavviso, la cicatrice di Harry esplose di dolore. Era un male che non aveva mai provato prima; la bacchetta gli cadde dalle dita mentre si portava le mani sul viso; le ginocchia cedettero; cadde a terra accecato dal dolore, la testa stava per spaccarglisi in due.
    Da molto lontano sopra di lui, una voce fredda e acuta disse: «Uccidi l’altro».
    Un sibilo, e una seconda voce urlò le parole nella notte: «Avada Kedavra!»
    Un lampo di luce verde saettò attraverso le palpebre di Harry, e sentì qualcosa di pesante cadere a terra accanto a lui; il dolore alla cicatrice raggiunse un tale picco che fu preso da un conato di vomito, e poi diminuì; terrorizzato all’idea di ciò che stava per vedere, apri gli occhi che gli bruciavano.
    Cedric era disteso a terra al suo fianco, a braccia aperte. Era morto.
    Per un secondo lungo un’eternità, Harry fissò il viso di Cedric, i suoi occhi grigi aperti, vacui e privi di espressione come le finestre di una casa abbandonata, la bocca socchiusa in un’espressione di vaga sorpresa. E poi, prima che la mente di Harry potesse accettare ciò che aveva davanti agli occhi, prima che potesse provare altro che sorda incredulità, si sentì trarre in piedi.
    L’uomo basso col mantello aveva deposto il fagotto, acceso la bacchetta e stava trascinando Harry verso la lapide di marmo. Harry vide il nome inciso tremare alla luce della bacchetta prima che l’uomo lo contringesse a voltarsi e lo scaraventasse contro la pietra.
   
    TOM RIDDLE
    L’uomo col mantello legò strettamente Harry con funi apparse dal nulla, assicurandolo da capo a piedi alla pietra tombale. Harry udì un respiro corto e affannato dall’interno del cappuccio; si divincolò, e l’uomo lo colpì — lo colpì con una mano che aveva un dito in meno. E Harry capì chi c’era sotto il cappuccio. Era Codaliscia.
    «Tu!» disse, senza fiato.
    Ma Codaliscia non rispose: controllava che le funi fossero ben strette, armeggiando attorno ai nodi con dita scosse da un tremito incontrollabile. Una volta sicuro che Harry era legato così bene da non potersi muovere di un centimetro, Codaliscia estrasse un pezzo di stoffa nera dall’interno del mantello e glielo ficcò bruscamente in bocca; poi, senza dire una parola, si voltò e corse via. Harry non riusciva a emettere un suono, né a girarsi per vedere dall’altra parte della pietra tombale; vedeva solo ciò che si trovava davanti a lui.
    Il corpo di Cedric era disteso a sei metri di distanza. Un po’ più in là, lucente nell’oscurità, giaceva la Coppa Tremaghi. La bacchetta di Harry era a terra, ai suoi piedi. Il fagotto di stoffe che Harry aveva scambiato per un neonato era poco più in là, vicino alla tomba. Sembrava che si agitasse furiosamente. Harry lo osservò, e la cicatrice gli bruciò di nuovo… e all’improvviso seppe che non voleva vedere che cosa c’era lì dentro… non voleva che il fagotto venisse aperto…
    Udì dei rumori e guardò in giù: un serpente gigantesco strisciava nell’erba, aggirando la pietra tombale a cui era legato. Il respiro rapido e affannoso di Codaliscia diventava di nuovo più forte. Era come se stesse spingendo qualcosa di pesante. Poi tornò nel campo visivo di Harry, che lo vide spingere un calderone di pietra ai piedi della tomba. Era pieno di quella che sembrava acqua — Harry ne sentì lo sciacquio — ed era più grande di qualunque calderone Harry avesse mai usato; un enorme ventre di pietra abbastanza vasto da contenere un uomo adulto seduto.
    La cosa dentro il fagotto si agitava sempre di più, come se cercasse di liberarsi. Codaliscia stava trafficando con una bacchetta alla base del calderone. All’improvviso sotto di esso scoppiettò un fuoco. Il grosso serpente scomparve strisciando nell’oscurità.
    Il liquido nel calderone parve scaldarsi molto in fretta. La superficie prese non solo a ribollire, ma anche a emettere scintille ardenti, come se fosse incendiata. Il vapore si addensava, offuscando la sagoma di Codaliscia che alimentava il fuoco. I movimenti sotto il mantello divennero più frenetici. E Harry udì di nuovo la voce fredda e acuta.
    «Muoviti!»
    Tutta la superficie dell’acqua era coperta di scintille. Sembrava incrostata di diamanti.
    «È pronta, mio signore».
    «Ora…» disse la voce fredda.
    Codaliscia aprì il fagotto per terra, rivelandone il contenuto, e Harry si lasciò sfuggire un urlo che fu soffocato dal tappo di tessuto che gli sigillava la bocca.
    Era come se Codaliscia avesse rivoltato una pietra per rivelare qualcosa di brutto, viscido e cieco: anzi, peggio, cento volte peggio. La cosa che Codaliscia aveva portato fin li aveva la forma di un bambino rannicchiato, ma Harry non aveva mai visto nulla di meno simile a un bambino. Era privo di capelli e coperto di squame palpitanti, di un cupo nero rossastro. Le braccia e le gambe erano sottili e deboli, e il viso — nessun bambino al mondo poteva avere un viso del genere — era piatto e serpentino, con occhi rossi scintillanti.
    La cosa sembrava quasi innocua; levò le braccine e le mise attorno al collo di Codaliscia, che lo sollevò. Nel farlo, il cappuccio gli ricadde indietro, e nel bagliore del fuoco Harry vide l’espressione di disgusto sul volto pallido e debole di Codaliscia mentre portava la creatura fino alla bocca del calderone. Per un istante, Harry vide la malvagia faccia piatta illuminata dalle scintille che danzavano sulla superficie della pozione. E poi Codaliscia vi immerse la creatura. Quella scomparve sotto la superficie con un sibilo; Harry udì il suo corpo fragile cadere sul fondo con un tonfo lieve.
    Lascialo annegare, pensò Harry, con la cicatrice che gli bruciava insopportabilmente, ti prego… lascialo annegare…
    Codaliscia parlò. La sua voce tremava, sembrava spaventato più di quanto non potesse tollerare. Levò la bacchetta, chiuse gli occhi e parlò alla notte. «Osso del padre, donato a sua insaputa, rinnoverai il figlio!»
    La superficie della tomba ai piedi di Harry si infranse. Paralizzato dall’orrore, Harry vide un sottile filo di polvere levarsi nell’aria all’ordine di Codaliscia, e ricadere dolcemente nel calderone. Lo specchio adamantino dell’acqua s’infranse con un sibilo; sprigionò scintille in tutte le direzioni, e divenne di un intenso blu venefico.
    Ed ecco che Codaliscia si mise a piagnucolare. Estrasse un lungo, sottile pugnale d’argento dall’interno della veste. La sua voce si spezzò in singhiozzi impietriti. «Carne… del servo… donata con l’assenso… rinnoverai… il tuo signore».
    Tese la mano destra davanti a sé: la mano priva di un dito. Strinse forte il pugnale nella sinistra, e lo levò in alto.
    Harry capì ciò che Codaliscia stava per fare un secondo prima che accadesse: serrò disperatamente gli occhi, ma non poté fermare l’urlo che squarciò la notte, che lo attraversò come se anche lui fosse stato trafitto dal pugnale. Udì qualcosa cadere a terra, udì gli ansiti angosciati di Codaliscia, poi un tonfo rivoltante, mentre qualcosa veniva gettato nel calderone. Harry non osava guardare… ma la pozione era diventata di un rosso bruciante, la luce splendeva attraverso le sue palpebre serrate…
    Codaliscia gemeva e si lamentava per il dolore. Harry non capì di averlo di fronte finché non ne avvertì il respiro affannoso sul volto.
    «S-sangue del nemico… preso con la forza… farai risorgere… il tuo avversario».
    Harry non poté far nulla per evitarlo, era legato troppo stretto… attraverso gli occhi socchiusi, lottando invano con le corde che lo avvincevano, vide il lucente pugnale d’argento tremare nella mano rimasta a Codaliscia. Avvertì la punta penetrare nell’incavo del braccio destro, e il sangue scorrere lungo la manica della veste strappata. Codaliscia, sempre ansimando di dolore, si frugò in tasca, estrasse un’ampolla di vetro e la riempì del sangue che scorreva dalla ferita di Harry.
    Poi tornò barcollando al calderone e lo versò. Il liquido divenne di colpo di un bianco accecante. Codaliscia, compiuta la sua opera, cadde in ginocchio, poi scivolò su un fianco e rimase a terra, a reggersi il moncherino sanguinante, singhiozzando e gemendo.
    Il calderone ribolliva, schizzando dappertutto le scintille simili a diamanti, di una lucentezza così abbagliante che trasformava tutto il resto in un unico velluto nero. Non accadde nulla…
    Fa’ che sia annegato, pensò Harry, fa’ che tutto sia andato storto…
    E poi, all’improvviso, le scintille che emanavano dal calderone si spensero. Al loro posto si levò un’ondata densa che cancellò tutto davanti a Harry, nascondendo Codaliscia, Cedric o altro che non fosse il vapore che fluttuava a mezz’aria… è andata male, pensò… è annegato… per favore… per favore, fa’ che sia morto…
    Ma poi, con un sussulto di terrore, vide nella nebbia la sagoma scura di un uomo alto e scheletrico, che si ergeva lentamente dall’interno del calderone.
    «Vestimi» disse la voce fredda e acuta e Codaliscia, tra lamenti e singhiozzi, reggendosi il braccio mutilato, strisciò a raccogliere da terra la veste nera, si alzò, e con una sola mano la protese al di sopra del capo del suo signore.
    L’uomo magro uscì dal calderone, fissando Harry… e Harry a sua volta fissò il viso che da tre anni infestava i suoi incubi. Più bianco di un teschio, con grandi, lividi occhi rossi, il naso piatto come quello di un serpente, due fessure per narici…
    Voldemort era risorto.
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