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Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
   0) Introduzione (14 citazioni)
   1) IL MAGO E IL PENTOLONE SALTERINO (40 citazioni)
   2) LA FONTE DELLA BUONA SORTE (58 citazioni)
   3) LO STREGONE DAL CUORE PELOSO (42 citazioni)
   4) BABÀ RABA E IL CEPPO GHIGNANTE (61 citazioni)
   5) LA STORIA DEI TRE FRATELLI (32 citazioni)
   6) Conclusione (15 citazioni)
   7) Note (27 citazioni)
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LA FONTE DELLA BUONA SORTE


   In un giardino incantato chiuso da alte mura e protetto da potenti magie, in cima a un colle scorreva la Fonte della Buona Sorte.
    Una volta all'anno, tra l'alba e il tramonto del giorno più lungo, un solo infelice aveva il privilegio di intraprendere il viaggio alla Fonte, bagnarvisi e ricevere Buona Sorte per il resto della vita.
    In quel giorno, centinaia di persone giungevano da ogni parte del regno per essere davanti alle mura del giardino prima dell'alba. Maschi e femmine, ricchi e poveri, giovani e vecchi, con poteri magici e senza, si ammassavano nella notte, ognuno con la speranza di essere l'eletto a entrare nel giardino.
    Tre streghe, ognuna col proprio fardello di pene, s'incontrarono ai margini della folla e aspettando l'alba si raccontarono a vicenda le proprie disgrazie.
    La prima, di nome Asha, era malata di un morbo che nessun Guaritore sapeva curare. Sperava che la Fonte la risanasse e le garantisse una vita lunga e felice.
    La seconda, di nome Altheda, era stata derubata da un mago malvagio della casa, dell'oro e della bacchetta. Sperava che la Fonte la liberasse dall'impotenza e dalla povertà.
    La terza, di nome Amata, era stata abbandonata da un uomo che amava caramente e pensava che il suo cuore non ne sarebbe mai guarito. Sperava che la Fonte la sollevasse dal dolore e dalla nostalgia.
    Le tre donne ebbero pietà l'una dell'altra e decisero che, se la fortuna le avesse scelte, si sarebbero unite e avrebbero cercato di arrivare alla Fonte insieme.
    Il cielo fu squarciato dai primi raggi del sole e nel muro si aprì una fessura. La folla si accalcò, e ognuno gridava il proprio diritto alla benedizione della Fonte. Dal giardino uscirono dei rampicanti, serpeggiarono tra la gente e si attorcigliarono alla prima strega, Asha, che afferrò il polso della seconda strega, Altheda, che si strinse alla veste della terza, Amata.
    E Amata s'impigliò nell'armatura di un cavaliere dall'aspetto lugubre, in groppa a un cavallo magro fino all'osso.
    I rampicanti tirarono dentro le tre streghe attraverso la fessura e il cavaliere venne disarcionato e trascinato insieme a loro.
    Le urla furiose della folla delusa si levarono nell'aria del mattino, poi tacquero quando le mura del giardino si richiusero.
    Asha e Altheda si arrabbiarono con Amata, che si era inavvertitamente portata dietro il cavaliere.
    «Solo uno può bagnarsi nella Fonte! Sarà già difficile decidere chi sarà tra noi, ci mancava anche un altro!»
    Ora, Messer Senzafortuna, come il cavaliere era conosciuto nelle terre fuori dalle mura, si avvide che quelle erano streghe e, poiché egli non possedeva alcun potere magico, né particolare abilità a giostrare o a tirar di scherma, né alcunché che lo distinguesse, era certo di non aver speranza di battere le tre donne nella corsa alla Fontana. Dichiarò pertanto la propria intenzione di tornare fuori dalle mura.
    Questa volta fu Amata ad arrabbiarsi.
    «Cuore pavido!» lo rimbeccò. «Sfodera la tua spada, Cavaliere, e aiutaci a raggiungere la meta!»
    E così le tre streghe e il misero cavaliere si inoltrarono per il giardino incantato, dove erbe rare, frutta e fiori crescevano in abbondanza ai lati di sentieri assolati. Non incontrarono ostacoli finché giunsero ai piedi del colle in cima al quale stava la Fonte.
    Lì, però, trovarono una mostruosa Serpe bianca, gonfia e cieca, attorcigliata alla base del colle. Al loro arrivo, essa voltò l'orrenda faccia su di loro e pronunciò le seguenti parole:
    Datemi la prova del vostro dolore.
    Messer Senzafortuna sfoderò la spada e cercò di uccidere la bestia, ma la lama si spezzò. Allora Altheda le tirò delle pietre e Asha e Amata provarono ogni incantesimo che potesse domarla o stordirla, ma il potere delle loro bacchette non ebbe più efficacia delle pietre dell'amica né della lama del cavaliere: la Serpe non li lasciava passare.
    Il sole si levò sempre più alto nel cielo e Asha, disperata, cominciò a piangere.
    Allora la grande Serpe posò il muso sul suo volto e bevve le sue lacrime. Placata la propria sete, la Serpe scivolò via e svanì in una buca del terreno.
    Gioendo alla sparizione della Serpe, le tre streghe e il cavaliere presero a salire per il colle, certi di poter raggiungere la Fonte prima del mezzogiorno.
    A metà dell'erta, tuttavia, s'imbatterono in una frase incisa nel terreno.
    Datemi i frutti della vostra fatica.
    Messer Senzafortuna prese l'unica moneta che possedeva e la posò sul pendio erboso, ma la moneta rotolò via e si perse. Le tre streghe e il cavaliere continuarono a salire, ma dopo ore e ore di cammino non erano avanzati di un sol passo; la cima del colle non era più vicina e l'iscrizione stava sempre davanti a loro.
    Il sole si alzò sulle loro teste e cominciò a scendere verso il lontano orizzonte. I quattro erano ormai scorati, ma Altheda marciò più veloce e più forte degli altri e li spronò a seguire il suo esempio, nonostante non avanzasse affatto per la collina.
    «Coraggio, amici, non cedete!» li esortò, asciugandosi il sudore dalla fronte.
    Come le gocce caddero lucenti a terra, l'iscrizione che bloccava il loro cammino sparì, ed essi videro che riuscivano di nuovo a salire.
    Felici per aver superato il secondo ostacolo, corsero più veloci che poterono verso la vetta, finché finalmente intravidero la Fonte, luccicante come cristallo, in una cornice di fiori e di alberi.
    Ma prima che potessero raggiungerla, incontrarono un ruscello che bloccava loro il passaggio. Nelle profondità dell'acqua limpida una pietra liscia recava le seguenti parole:
    Datemi il tesoro del vostro passato.
    Messer Senzafortuna cercò di attraversare il ruscello a bordo del proprio scudo, ma lo scudo affondò. Le tre streghe lo tirarono fuori dall'acqua, poi tentarono a loro volta di superare il torrente con un balzo, ma il torrente non le lasciava passare, e intanto il sole scendeva sempre più basso nel cielo.
    Perciò si misero a riflettere sul significato del messaggio sulla pietra. Amata fu la prima a comprendere: con la bacchetta estrasse dalla propria mente tutte le memorie dei giorni felici passati con l'amante fuggito e le lasciò cadere nell'acqua. Il torrente le portò via e un passaggio di pietre affiorò. Le tre streghe e il cavaliere finalmente raggiunsero la vetta.
    La Fonte scintillava davanti a loro, tra le erbe e i fiori più rari e più belli che avessero mai visto. Il cielo era infiammato di rosso ed era ormai tempo di decidere chi tra di loro si sarebbe bagnato alla Fonte.
    Ma prima che potessero giungere a una decisione, la fragile Asha cadde a terra. Esausta per lo sforzo di scalare la vetta, era in fin di vita.
    I tre amici l'avrebbero portata alla Fonte, ma Asha era in mortale agonia e li supplicò di non toccarla.
    Allora Altheda corse a raccogliere tutte le erbe che ritenne più adatte, le mescolò nella borraccia di Messer Senzafortuna e versò la pozione nella bocca di Asha.
    Immediatamente Asha riuscì ad alzarsi. Non solo, ma tutti i sintomi del suo terribile morbo erano spariti.
    «Sono guarita!» esclamò. «Non ho più bisogno della Fonte. Lasciate che sia Altheda a bagnarsi!»
    Ma Altheda era intenta a raccogliere altre erbe nella veste.
    «Se sono in grado di curare questa malattia, potrò guadagnare tutto l'oro che voglio! Lasciate che sia Amata a bagnarsi!»
    Messer Senzafortuna s'inchinò e mostrò la Fonte ad Amata, ma ella scosse il capo: ogni suo rimpianto per l'amante le era stato portato via dal ruscello e ora capiva quanto egli fosse stato crudele e infedele, e che essersene liberata era una ragione bastante per essere felice.
    «Buon signore, siete voi a dovervi bagnare, in ricompensa della vostra cavalleria!» disse a Messer Senzafortuna.
    Così il cavaliere sferragliò negli ultimi raggi del tramonto e si bagnò nella Fonte della Buona Sorte, esterrefatto di essere stato scelto tra centinaia e. stordito dalla propria incredibile fortuna.
    Quando il sole scese oltre l'orizzonte, Messer Senzafortuna uscì dall'acqua della Fonte rivestito della gloria del suo trionfo e, con la sua armatura arrugginita, si gettò ai piedi di Amata, che era la donna più gentile e più bella su cui avesse mai posato gli occhi. Fulgido di successo, le chiese la mano e il cuore e Amata, non meno felice di lui, capì di aver trovato l'uomo che li meritava.
    Le tre streghe e il cavaliere scesero insieme dal colle, a braccetto, e tutti e quattro vissero a lungo felici e contenti, senza mai sapere né sospettare che l'acqua della Fonte non possedeva alcun incantesimo.
    Il commento di Albus Silente su
La Fonte della Buona Sorte

    La Fonte della Buona Sorte è un classico intramontabile, tanto che fu il soggetto dell'unico tentativo di inserire una recita natalizia nelle celebrazioni festive di Hogwarts.
    L'allora insegnante di Erbologia, il Professor Herbert Beery,[4] devoto entusiasta del teatro amatoriale, propose un adattamento di questa amatissima fiaba come intrattenimento natalizio per insegnanti e studenti. Io ero allora un giovane insegnante di Trasfigurazione e Herbert mi affidò gli effetti speciali, che includevano la realizzazione di una Fonte della Buona Sorte funzionante e una collina erbosa in miniatura, che le nostre eroine e il nostro eroe dovevano fingere di scalare, mentre sprofondava lentamente nel palcoscenico e scompariva alla vista.
    Penso di poter dire, senza eccessiva vanità, che sia la Fonte sia il Colle fecero discretamente la loro parte. Ahimè, non altrettanto si può dire del resto del cast. Tralasciando per un momento il comportamento della gigantesca 'Serpe' messa a disposizione dal nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche, il Professor Silvanus Kettleburn, l'elemento umano fu un disastro. Il Professor Beery, nel suo ruolo di regista, era pericolosamente ignaro degli intrecci sentimentali che si consumavano sotto il suo naso. Non aveva idea che gli studenti che interpretavano Amata e Messer Senzafortuna erano stati fidanzati fino a un'ora prima del levarsi del sipario, momento scelto da 'Messer Senzafortuna' per spostare i propri affetti su 'Asha'.
    Basti dire che i nostri cercatori di Buona Sorte non arrivarono mai in vetta al Colle. Il sipario si era appena alzato quando la 'Serpe' del Professor Kettleburn - rivelando di essere un Ashwinder[5] sotto Incantesimo di Ingozzamento - esplose in una pioggia di scintille incandescenti e polvere, riempiendo la Sala Grande di fumo e frammenti di scenografia. Mentre le enormi uova infuocate che aveva deposto ai piedi del mio Colle incendiavano le tavole del palcoscenico, 'Amata' e 'Asha' si scagliarono l'una contro l'altra, duellando con tanto ardore che il Professor Beery cadde vittima di fuoco incrociato, gli insegnanti dovettero evacuare la Sala e l'inferno che si era scatenato sul palco rischiò di inghiottire tutto quanto. L'intrattenimento serale si concluse con un'infermeria piena; ci vollero diversi mesi prima che la Sala Grande perdesse l'aroma pungente del legno bruciato, e molto di più perché la testa del Professor Beery riassumesse le normali dimensioni, mentre il Professor Kettleburn fu messo in verifica.[6] Il Preside Armando Dippet vietò ogni futura rappresentazione, una tradizione non teatrale che Hogwarts è fiera di continuare tutt'oggi.
    Nonostante il nostro fiasco, La Fonte della Buona Sorte è probabilmente la più popolare delle fiabe di Beda, benché, come Il Mago e il Pentolone Salterino, abbia i suoi detrattori. Più di un genitore ha chiesto la rimozione di questa fiaba dalla biblioteca di Hogwarts, tra cui, curiosamente, un discendente di Brutus Malfoy nonché ex membro del Consiglio di Hogwarts, il signor Lucius Malfoy. Il signor Malfoy sottopose per iscritto la sua richiesta di bandire la fiaba:
    Qualsiasi opera, di carattere narrativo o meno, che raffiguri l'unione di maghi e Babbani dovrebbe essere bandita dagli scaffali di Hogwarts. Non desidero che mio figlio, influenzato dalla lettura di storie che incoraggiano il matrimonio tra maghi e Babbani, possa rischiare di sporcare la purezza della propria linea di sangue.
    Il mio rifiuto di rimuovere il libro dalla biblioteca fu appoggiato dalla maggioranza del Consiglio. Scrissi a Malfoy per spiegare la mia decisione:
    Le cosiddette famiglie Purosangue mantengono la propria presunta purezza negando, cancellando o nascondendo la presenza di Babbani o nati-Babbani nel proprio albero genealogico. Dopodiché cercano di imporre la loro ipocrisia su di noi, chiedendoci di bandire opere che parlano delle verità da loro negate. Non esistono maghi o streghe il cui sangue non sia mischiato a quello dei Babbani, pertanto ritengo tanto illogico quanto immorale togliere dal bagaglio di conoscenze dei nostri studenti opere che trattino tale argomento.[7]
    Questo scambio epistolare segnò l'inizio della lunga campagna di Lucius Malfoy per sollevarmi dalla posizione di Preside di Hogwarts, e della mia per sollevare lui da quella di Mangiamorte Preferito di Lord Voldemort.
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