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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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    «Harry Potter» disse la creatura con voce così acuta da trapanare i muri. «È tanto tempo che Dobby voleva conoscerla, signore… E un tale onore…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Dobby, signore. Solo Dobby, l’elfo domestico» disse la creatura.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Oh, sì, signore» rispose Dobby tutto compunto. «Dobby è venuto a dirle, signore… è difficile, signore… Dobby non sa da che parte cominciare».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Offendere Dobby?» singulto l’elfo. «Mai un mago ha chiesto a Dobby di accomodarsi… da pari a pari…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Dobby scosse la testa. Poi, all’improvviso, saltò su e prese furiosamente a capocciate la finestra gridando: «Cattivo Dobby! Cattivo Dobby
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)


    «Dobby doveva punirsi, signore» disse l’elfo che era diventato strabico a furia di testate. «Dobby ha quasi parlato male della famiglia, signore…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «La famiglia di maghi di cui Dobby è al servizio, signore… Dobby è un elfo domestico… costretto a servire per sempre una sola casa e una sola famiglia…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Dobby rabbrividì.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Oh, no, signore, no… Dobby dovrà punirsi molto severamente per essere venuto a trovarla, signore. Dobby dovrà chiudersi le orecchie nello sportello del forno per quel che ha fatto. Se mai loro venissero a saperlo, signore…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Dobby ne dubita, signore. Dobby deve continuamente punirsi per qualcosa, signore. E loro lasciano fare Dobby, signore. A volte gli ricordano di darsi qualche castigo in più…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Un elfo domestico deve ottenerla, la libertà, signore. E la famiglia non darà mai la libertà a DobbyDobby servirà la famiglia fino alla morte, signore…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Subito dopo Harry desiderò di non aver parlato. Dobby si sciolse di nuovo in gemiti di gratitudine.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Harry Potter chiede se può aiutare DobbyDobby ha sentito parlare della sua grandezza, signore, ma della sua bontà Dobby non sapeva niente…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Harry Potter è umile e modesto» disse Dobby reverente, e i suoi occhi rotondi erano raggianti. «Harry Potter non parla del suo trionfo su Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Dobby si mise le mani sulle orecchie da pipistrello e mugolò: «Ah, non pronunci quel nome, signore! Non pronunci quel nome!»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)


    Dobby si chinò verso Harry, gli occhi spalancati come fari.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Dobby ha sentito dire» disse con voce rauca, «che Harry Potter ha incontrato l’Oscuro Signore una seconda volta, appena poche settimane fa… che Harry Potter è riuscito a sfuggirgli di nuovo!»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Harry annui e subito gli occhi di Dobby si riempirono di lacrime.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Ah, signore!» ansimò asciugandosi la faccia con l’angolo della federa lercia che aveva addosso. «Harry Potter è valente e audace! Ha già affrontato coraggiosamente così tanti pericoli! Ma Dobby è venuto per proteggere Harry Potter, per avvertirlo, anche se poi gli toccherà chiudersi le orecchie nello sportello del forno… Harry Potter non deve tornare a Hogwarts».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «No, no, no!» squitti Dobby scuotendo la testa così forte da far sbatacchiare le orecchie di qua e di là. «Harry Potter deve rimanere qui, dove è al sicuro. Lui è troppo grande, troppo buono per essere perduto. Se Harry Potter torna a Hogwarts, correrà un pericolo mortale».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «C’è un complotto, Harry Potter. Un complotto per far succedere le cose più terribili, quest’anno, alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts» sussurrò e prese a tremare all’improvviso. «Dobby lo sa da mesi, signore. Harry Potter non deve mettersi in pericolo. Lui è troppo importante, signore!»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Dobby emise un buffo singhiozzo e picchiò disperatamente la testa contro il muro.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Basta così!» gridò Harry afferrando l’elfo per un braccio. «Non puoi dirlo, capisco. Ma perché stai avvertendo proprio me?» Un pensiero improvviso e spiacevole gli attraversò la mente. «Aspetta un po’… è qualcosa che ha a che fare con Vol… scusa… con Tu-Sai-Chi, è vero? Basta che tu faccia di sì o di no con la testa» aggiunse in fretta, perché la testa di Dobby tornò a lanciarsi pericolosamente contro il muro.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Lentamente, Dobby scosse il capo.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Gli occhi di Dobby erano spalancati e sembrava cercassero di suggerire qualcosa. Ma Harry era completamente in alto mare.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)


    Dobby scosse il capo, e i suoi occhi erano più spalancati che mai.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Dobby annuì.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Albus Silente è il più grande direttore che Hogwarts abbia mai avuto. Dobby lo sa, signore. Dobby ha sentito dire che Silente è grande quanto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato quando era al culmine della sua forza. Ma, signore» e qui la voce di Dobby divenne un sussurro concitato, «ci sono poteri che Silente non può… poteri che nessun mago per bene…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    E prima che Harry potesse fermarlo Dobby saltò giù dal letto, afferrò la lampada dalla scrivania e cominciò a darsela in testa con guaiti assordanti.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Svelto! Nell’armadio!» sussurrò Harry spingendoci dentro Dobby, richiudendo lo sportello e infilandosi a letto proprio nel momento in cui la maniglia della porta si abbassava.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Harry, tutto tremante, fece uscire Dobby dall’armadio.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Amici che neanche scrivono a Harry Potter?» disse Dobby maliziosamente.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Dobby si dondolò sui piedi.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Harry Potter non deve arrabbiarsi con DobbyDobby lo ha fatto per il suo bene…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Dobby ce le ha qui, signore» disse l’elio. Allontanandosi agilmente dalla portata di Harry, tirò fuori dalla federa che aveva indosso un gran fascio di buste. Harry riconobbe la scrittura nitida di Hermione, gli scarabocchi disordinati di Ron e anche due righe buttate giù in fretta che sembravano di Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)


    Dobby sbirciò Harry con ansia.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Harry Potter non deve arrabbiarsi… Dobby sperava… se Harry Potter pensava di essere stato dimenticato dagli amici… forse Harry Potter non avrebbe più voluto tornare a scuola, signore…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Ma Harry non lo ascoltava. Cercò di afferrare le lettere, ma con un salto Dobby si portò fuori tiro.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Harry Potter le avrà, signore, se darà a Dobby la sua parola d’onore che non tornerà a Hogwarts. Ah, signore, è un rischio che non deve affrontare! Dica che non ci tornerà, signore!»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Allora Harry Potter non lascia a Dobby altra scelta» disse l’elfo tristemente.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Prima che Harry potesse fare un gesto, Dobby era volato verso la porta della camera, l’aveva spalancata e si era fiondato giù per le scale.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Il capolavoro di pasticceria di zia Petunia, la montagna di panna cosparsa di violette di zucchero, stava galleggiando in aria, vicino al soffitto. In cima a un armadio, nell’angolo, stava accovacciato Dobby.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Dobby… ti prego…»
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Dobby gli lanciò un’occhiata tragica.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Allora Dobby deve farlo, signore, per il bene di Harry Potter».
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Il dolce cadde a terra con uno schianto da infarto. La panna imbrattò finestre e muri e il piatto andò in frantumi. Con uno schiocco come una frustata Dobby svanì nel nulla.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    A che scopo uscire dalla stanza con un incantesimo se poi a Hogwarts lo avrebbero espulso per averlo fatto? Ma la vita a Privet Drive non era mai stata così insopportabile. Ora che i Dursley sapevano che non sarebbero stati trasformati in scarafaggi, lui aveva perso la sua unica arma. Dobby poteva anche averlo salvato da eventi orribili a Hogwarts, ma per come stavano andando le cose probabilmente lui sarebbe morto comunque: di fame.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Sognò di essere in mostra, in uno zoo, dentro una gabbia con su un cartello: ‘Mago Minorenne’. La gente lo guardava stralunata, mentre lui, debole e affamato, se ne stava rannicchiato su un pagliericcio. Tra la folla vedeva la faccia di Dobby, gridava per chiedergli aiuto, ma Dobby rispondeva: «Qui Harry Potter è al sicuro, signore!» e svaniva. Allora apparivano i Dursley, e Dudley picchiava contro le sbarre della gabbia ridendogli in faccia.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Harry raccontò tutto di Dobby, dell’avvertimento che gli aveva dato, del disastro del dolce guarnito di violette. Quando ebbe terminato ci fu un lungo silenzio sbalordito.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    «Be’» disse Fred, «mettiamola cosi: gli elfi domestici hanno poteri magici propri, ma in genere non possono usarli senza il permesso del loro padrone. Mi sa che il vecchio Dobby è stato mandato per impedirti di tornare a Hogwarts. Qualcuno ha pensato di farti uno scherzo. Sai di nessuno, a scuola, che ce l’abbia con te?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Harry taceva. A giudicare dal fatto che Draco Malfoy aveva in genere il meglio del meglio, la sua famiglia doveva nuotare nell’oro, oro di maghi. Non gli riusciva difficile immaginare Malfoy aggirarsi tutto tronfio in un grande maniero. E anche mandare il servo di famiglia per impedire a Harry di tornare a Hogwarts suonava come il genere di cose di cui Malfoy poteva essere capace. Era forse stato ingenuo, Harry, a prendere sul serio Dobby?
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    «lo a te t’ho scritto, perché tu no?» chiese Hagrid mentre Harry gli trotterellava accanto (per ogni falcata degli enormi stivali del guardiacaccia lui doveva fare tre passi). Harry gli raccontò di Dobby e dei Dursley.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    «Giù le mani!» disse ad alta voce, e poi: «Dobby
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Harry Potter è tornato a scuola» bisbigliò tristemente. «Dobby aveva avvertito Harry Potter. Ah, signore, perché non avete dato retta a Dobby? Perché Harry Potter non è tornato a casa quando ha perso il treno?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Le labbra di Dobby tremarono e Harry fu colto da un improvviso sospetto.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Proprio così, signore» disse Dobby annuendo vigorosamente, con le orecchie sbatacchiati. «Dobby si è nascosto e ha aspettato Harry e ha sprangato l’entrata, e dopo Dobby si è dovuto stirare le mani» — mostrò a Harry dieci lunghe dita bendate — «ma a Dobby non importava niente, signore, perché pensava che Harry Potter era salvo, e Dobby non si è neanche sognato che Harry Potter arrivasse a scuola per un’altra strada!»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Dobby è rimasto così sconvolto quando ha sentito che Harry Potter era tornato a Hogwarts che ha fatto bruciare il pranzo del suo padrone! Dobby non aveva mai ricevuto una frustata come quella, signore…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Hai quasi rischiato di farci espellere, a me e a Ron» disse arrabbiato. «E meglio che tu sparisca prima che mi tornino a posto le ossa, Dobby, altrimenti ti strangolo».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Dobby fece un debole sorriso.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Dobby è abituato alle minacce di morte, signore. Dobby ne riceve cinque volte al giorno, quando è a casa».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Perché indossi quel coso, Dobby?» chiese curioso.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Questo, signore?» chiese Dobby attorcigliando un altro pizzo della federa. «Questo è un segno della schiavitù dell’elfo della casa, signore. Dobby può essere liberato soltanto se il padrone gli regala dei vestiti veri, signore. La famiglia sta bene attenta a non passare a Dobby neanche un calzino, signore, perché altrimenti lui sarebbe libero di lasciare la casa per sempre».
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Si asciugò gli occhi gonfi e disse d’un tratto: «Harry Potter deve andare a casa! Dobby pensava che il suo Bolide bastasse a fargli…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Ammazzarla no, signore, ammazzare lei mai!» disse Dobby sconvolto. «Dobby vuole salvare la vita a Harry Potter! Meglio essere rimandato a casa, gravemente ferito, che rimanere qui, signore! Dobby voleva solo che Harry Potter si facesse abbastanza male da essere mandato a casa!»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Ah, se solo Harry Potter sapesse!» gemette Dobby inondando di altre lacrime la sua federa cenciosa. «Se lui sapesse cosa significa per noi, per noi ultimi, per noi schiavi, per noi che siamo la feccia del mondo della magia! Dobby ricorda com’era quando Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era al culmine del suo potere, signore! Noi elfi della casa eravamo trattati come vermi, signore! Naturalmente Dobby viene ancora trattato così, signore» ammise asciugandosi la faccia sulla federa, «ma in generale, per la gente della mia specie, signore, la vita è migliorata da quando lei ha trionfato su Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Harry Potter è sopravvissuto e il potere del Signore Oscuro si è infranto, ed è sorto un nuovo giorno, signore, e Harry Potter ha brillato come un raggio di speranza per quelli di noi che pensavano che i giorni Oscuri non avrebbero mai avuto fine, signore… E ora a Hogwarts stanno per accadere cose terribili, forse stanno già accadendo, e Dobby non può lasciare che Harry Potter rimanga qui ora che la storia sta per ripetersi, ora che la Camera dei Segreti è di nuovo aperta…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Dobby si raggelò, inorridito, poi afferrò la caraffa dell’acqua dal comodino e se la diede in testa, rotolando via. Un attimo dopo strisciava sul letto, gli occhi strabici, borbottando: «Cattivo Dobby, cattivissimo Dobby…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Allora esiste una Camera dei Segreti?» sussurrò Harry. «E… dicevi che è stata già aperta una volta? Raccontami tutto, Dobby
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Dobby protese la mano verso la caraffa dell’acqua, ma Harry gli afferrò il polso. «Ma io non sono figlio di Babbani… come può la Camera dei Segreti rappresentare un pericolo per me?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Ah, signore, non chieda altro, signore, al povero Dobby» balbettò l’elfo con gli occhi che si dilatavano nel buio. «Oscuri eventi si tramano in questo luogo, ma Harry Potter non deve essere qui quando accadranno. Torni a casa, Harry Potter. Torni a casa, Harry Potter, non deve immischiarsi in queste cose, è troppo pericoloso…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Chi è, Dobby?» chiese Harry continuando a stringergli il polso per impedirgli di colpirsi di nuovo con la caraffa. «Chi l’ha aperta l’ultima volta?»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Dobby non può, signore, Dobby non può, Dobby non deve dire!» squittì l’elfo. «Harry Potter deve tornare a casa, signore, deve tornare a casa!»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Harry Potter rischia la vita per i suoi amici!» mugolò Dobby in una sorta di estasi sconsolata. «Così nobile! Così valoroso! Ma lui deve salvarsi, deve, Harry Potter non deve…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Dobby si impietrì un’altra volta e le sue orecchie da pipistrello cominciarono a tremare. Anche Harry l’udì. Era il rumore di passi fuori nel corridoio.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Dobby deve andare!» ansimò l’elfo terrorizzato; si udì uno schiocco, e il polso che Harry stringeva svani. Harry ricadde pesantemente sul letto, con gli occhi rivolti alla porta buia dell’infermeria, mentre i passi si avvicinavano.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Harry si vestì più in fretta che poté e si avviò di gran carriera verso la torre dei Grifondoro, ansioso di raccontare a Ron e a Hermione di Colin e di Dobby. Ma non li trovò. Partì alla loro ricerca, chiedendosi dove si fossero cacciati e sentendosi un po’ offeso dal loro disinteresse per la sorte del suo braccio.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Ma c’è dell’altro» disse Harry guardando Hermione sminuzzare alcune foglie di Erba fondente e gettarle nella pozione. «Dobby è venuto a trovarmi nel bel mezzo della notte».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Ron e Hermione alzarono gli occhi, stupiti. Harry raccontò tutto quel che gli aveva detto — o che non gli aveva detto — Dobby. 1 due ragazzi ascoltarono a bocca aperta.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Questo spiega tutto» disse Ron con voce trionfante. «Lucius Malfoy deve aver aperto la Camera quando studiava qui e ora ha spiegato al caro Draco come si fa. E evidente. Peccato che Dobby non ti abbia detto di che tipo di mostro si tratta. Mi chiedo come sia possibile che nessuno l’abbia mai incontrato in giro per la scuola».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «E così è stato Dobby a impedirci di salire sul treno e a romperti il braccio…» Scosse il capo. «Sai una cosa, Harry? Se non la smette di cercare di salvarti la pelle finisce che ti ammazza».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Tutt’a un tratto Harry si ricordò a chi assomigliava Ginny. Si stava dondolando impercettibilmente avanti e indietro sulla sedia, proprio come faceva Dobby quando era lì lì per rivelare un segreto.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Sulla soglia c’era Lucius Malfoy con la faccia contorta dalla rabbia. E rannicchiato sotto il suo braccio, tutto avvolto in bende, c’era Dobby.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Malfoy si precipitò dentro quasi travolgendo Harry. Dobby lo seguiva a passettini, aggrappato all’orlo del suo mantello, con uno sguardo di terrore servile.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Gli porse il libriccino nero forato al centro e rimase a osservare attentamente Malfoy. Harry, invece, osservava Dobby.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Ma dietro di lui, Dobby continuava a indicare prima il diario e poi il suo padrone, e a colpirsi la testa.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Ce ne andiamo, Dobby
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Harry afferrò il diario e si precipitò fuori della stanza. Si udivano ancora le grida di dolore di Dobby, che si allontanavano lungo il corridoio. Rapido, sperando che il suo piano funzionasse, si tolse una scarpa, si sfilò il calzino sudicio e infangato e ci infilò dentro il diario. Poi spiccò una corsa lungo il corridoio immerso nel buio.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Vieni, Dobby! Ti ho detto, vieni!»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Il padrone ha dato a Dobby un calzino» disse l’elfo estasiato. «Il padrone lo ha dato a Dobby» ripeté.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Dobby ha un calzino» fece ancora l’elfo, incredulo. «Il padrone l’ha tirato e Dobby l’ha preso, e così, DobbyDobby è libero».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Ma Dobby esclamò: «Non farà del male a Harry Potter!»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Si udì uno scoppio fragoroso e Malfoy si ritrovò scaraventato all’indietro. Precipitò per le scale, ruzzolando tre gradini alla volta e atterrando come un ammasso informe sul pianerottolo. Si rialzò, livido in volto, e tirò fuori la bacchetta magica, ma Dobby alzò un lungo dito minaccioso.
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Harry Potter ha liberato Dobby» strillava l’elfo levando lo sguardo verso Harry, mentre la luce della luna, dalla finestra più vicina, si rifletteva nei suoi occhi a palla. «Harry Potter ha liberato Dobby
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «E il minimo che potessi fare per te, Dobby» gli disse Harry sorridendo. «Basta che mi prometti di non cercare mai più di salvarmi la vita».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Devo chiederti soltanto una cosa, Dobby» disse Harry mentre l’elfo si infilava il calzino con mani tremanti. «Mi avevi detto che tutto questo non aveva niente a che fare con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, ti ricordi? Bene…»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Era un indizio, signore» disse Dobby spalancando gli occhi come se fosse la cosa più ovvia. «Dobby le stava dando un indizio. Prima di cambiare nome, l’Oscuro Signore poteva essere nominato senza paura, capisce?»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    Dobby gettò le braccia intorno alla vita di Harry e lo strinse forte. «Harry Potter è molto, molto più grande di quanto sapeva Dobby!» singhiozzò. «Addio, Harry Potter!»
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

    «Dobby?» esclamò Harry incredulo.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    La creaturina guardò in su e allargò le dita, mostrando gli enormi occhi marroni e un naso dell’esatta forma e dimensione di un grosso pomodoro. Non era Dobby… era comunque senz’ombra di dubbio un elfo domestico, come Dobby, che Harry aveva liberato dai suoi vecchi padroni, la famiglia Malfoy.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «Il signore mi ha appena chiamato Dobby?» squitti tra le dita l’elfo incuriosito. La sua voce era più acuta di quella di Dobby, una vocetta tremolante e stridula, e Harry sospettò — anche se era molto difficile a dirsi, con un elfo domestico — che quella potesse essere una femmina. Ron e Hermione si voltarono a guardare: avevano sentito molto parlare di Dobby da Harry, ma non l’avevano mai incontrato. Anche il signor Weasley osservò la creatura con interesse.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «Ma anch’io conosce Dobby, signore!» squitti l’elfa. Si riparava il viso come se la luce l’accecasse, anche se la Tribuna d’onore non era molto illuminata. «Mi chiamo Winky, signore… e il signore…» i suoi occhi marrone scuro diventarono grandi come piattini mentre si posavano sulla cicatrice di Harry, «il signore è certo Harry Potter!»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «Ma Dobby parla sempre di Harry Potter, signore!» disse l’elfa, abbassando un po’ le mani con aria esterrefatta.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «Ah, signore» disse Winky scuotendo la testa, «ah, signore, non voglio mancare di rispetto, signore, ma io non è sicura che Harry Potter ha fatto un favore a Dobby, signore, quando l’ha liberato».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «Gli elfi domestici non si paga, signore!» disse con un pigolio soffocato. «No, no, no, io dice a Dobby, io dice trovati una bella famiglia e sistemati, Dobby. Lui sta facendo su un gran baccano, signore, e non è una cosa adatta a un elfo domestico. Vai avanti a far fracasso così, Dobby, io gli dice, e la prossima che sento è che sei finito davanti all’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, come un goblin qualunque».
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «E non hai visto Dobby» rispose Harry convinto.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Harry, Ron e Hermione si voltarono in fretta. Lungo la seconda fila, diretti verso tre posti ancora vuoti proprio dietro al signor Weasley, si stavano infilando nientemeno che i vecchi proprietari di Dobby l’elfo domestico: Lucius Malfoy, suo figlio Draco e una donna che Harry immaginò essere la madre di Draco.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «Scommetto che non ha chiesto il permesso di nascondersi» disse Harry. Stava pensando a Dobby: tutte le volte che aveva cercato di fare qualcosa che non sarebbe piaciuto ai Malfoy, era stato costretto a punirsi.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Winky cominciò a oscillare avanti e indietro, il respiro rotto e affannoso. A Harry ricordò Dobby nei suoi momenti di terrorizzata disobbedienza.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Ma Harry ha liberato Dobby, ed era al settimo cielo» obiettò Hermione. «E abbiamo sentito dire che adesso chiede lo stipendio!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «D-Dobby?» disse, boccheggiando.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Sì, è proprio Dobby, signore, sì!» disse la vocina acuta da un punto imprecisato nei dintorni del suo ombelico. «Dobby sperava tanto di vedere Harry Potter, signore, e Harry Potter è venuto a trovarlo, signore!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Dobby lo lasciò andare e fece qualche passo indietro, sorridendogli da sotto in su, gli enormi occhi verdi a forma di palline da tennis traboccanti di lacrime di felicità. Aveva quasi lo stesso aspetto che ricordava Harry: naso a matita, orecchie da pipistrello, mani e piedi lunghi — tutto tranne gli abiti, che erano molto diversi. Quando Dobby lavorava per i Malfoy, indossava sempre la stessa vecchia federa sudicia. Ora, invece, portava il più stravagante assortimento di vestiti che Harry avesse mai visto; era ancora peggio dei maghi camuffati da Babbani alla Coppa del Mondo. In testa aveva un copriteiera con attaccato un bel numero di spille vistose; una cravatta a disegni di ferri di cavallo sul petto nudo, un paio di quelli che sembravano pantaloncini da calcio taglia bambino, e calzini spaiati. Uno era quello che Harry aveva usato per far sì che Lucius Malfoy liberasse Dobby; l’altro era a strisce rosa e arancioni.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Dobby, che cosa ci fai qui?» disse Harry stupefatto.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Dobby è venuto a lavorare a Hogwarts, signore!» strillò Dobby eccitato. «Il professor Silente ha trovato un lavoro a Dobby e a Winky, signore!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Si, signore, sì!» esclamò Dobby. Afferrò la mano di Harry e lo trascinò dentro le cucine, passando tra quattro lunghi tavoli di legno disposti esattamente sotto ognuno dei quattro tavoli delle Case che si trovavano di sopra, nella Sala Grande. Al momento erano sgombri, visto che la cena era terminata, ma immaginò che un’ora prima fossero stati coperti di piatti che venivano spediti su, attraverso il soffitto, ai loro corrispondenti.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Almeno un centinaio di piccoli elfi gremivano la cucina: sorridevano, si inchinavano e facevano riverenze mentre Dobby guidava Harry. Portavano tutti la stessa uniforme: uno strofinaccio con ricamato il blasone di Hogwarts, drappeggiato a mo’ di toga.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Dobby si fermò davanti al focolare di mattoni.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Winky, signore!» disse. Winky era seduta su uno sgabello vicino al fuoco. A differenza di Dobby, evidentemente non era andata in cerca di vestiti particolari. Indossava un grazioso completino e un cappellino blu coordinato, con dei buchi per far posto alle sue grandi orecchie. Comunque, mentre ciascun pezzo della stravagante collezione di abiti di Dobby era così pulito e ben tenuto che sembrava nuovo di zecca, era chiaro che Winky non si prendeva affatto cura dei suoi vestiti. C’erano macchie di minestra sulla camicetta e una bruciatura sulla gonna.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Oh, santo cielo» disse Hermione. Lei e Ron avevano seguito Harry e Dobby all’altro capo della cucina. «Winky, non piangere, ti prego, non…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Ma Winky gemette più forte che mai. Dobby sorrise a Harry.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Da quanto tempo sei qui, Dobby?» gli chiese Harry, mentre Dobby serviva il tè.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Solo da una settimana, Harry Potter, signore!» disse Dobby allegramente. «Dobby è venuto a trovare il professor Silente, signore. Signore, è molto difficile per un elfo domestico che è stato licenziato trovare un nuovo lavoro, signore, davvero molto difficile…»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Dobby ha girato il paese per due anni interi, signore, cercando di trovare lavoro» strillò Dobby. «Ma Dobby non ha trovato lavoro, signore, perché Dobby vuole essere pagato, adesso!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    A queste parole gli elfi domestici sparsi per la cucina, che avevano guardato e ascoltato con interesse, distolsero tutti lo sguardo, come se Dobby avesse detto qualcosa di volgare e imbarazzante.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Hermione invece disse: «Meglio per te, Dobby
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Grazie, signorina!» disse Dobby rivolgendole un sorriso a trentadue denti. «Ma gran parte dei maghi non vogliono un elfo domestico che vuole la paga, signorina. “Gli elfi domestici non fanno così” dicono, e hanno chiuso la porta in faccia a Dobby! A Dobby piace lavorare, ma vuole mettersi dei vestiti e vuole essere pagato, Harry Potter… a Dobby piace essere libero!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Gli elfi domestici di Hogwarts avevano cominciato a tenersi a distanza da Dobby, come se avesse una malattia contagiosa. Winky rimase dov’era, anche se il volume del suo pianto si alzò decisamente.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «E poi, Harry Potter, Dobby va a trovare Winky, e scopre che anche Winky è stata liberata, signore!» disse Dobby incantato.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Dobby riprese il suo racconto, urlando per sovrastare gli strilli di Winky. «E poi a Dobby è venuta l’idea, Harry Potter, signore! “Perché Dobby e Winky non trovano lavoro insieme?” dice Dobby. “Dove c’è abbastanza lavoro per due elfi domestici?” dice Winky. E Dobby pensa, e poi gli viene in mente, signore! A Hogwarts! Così Dobby e Winky sono venuti a trovare il professor Silente, signore, e il professor Silente ci ha presi!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Dobby fece un gran sorriso, e lacrime di felicità gli inumidirono di nuovo gli occhi.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «E il professor Silente dice che pagherà Dobby, signore, se Dobby vuole essere pagato! E così Dobby è un elfo libero, signore, e Dobby guadagna un galeone alla settimana e ha un giorno libero al mese!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Il professor Silente ha offerto a Dobby dieci galeoni la settimana, e i finesettimana di riposo» disse Dobby, con un improvviso piccolo brivido, come se la prospettiva di tanti agi e ricchezze fosse spaventosa, «ma Dobby gli ha fatto abbassare il prezzo, signorina… A Dobby piace la libertà, signorina, ma lui non pretende troppo, signorina, preferisce il lavoro».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Winky ha qualche difficoltà ad adattarsi, Harry Potter» squittì Dobby in tono confidenziale. «Winky dimentica che non è più legata al signor Crouch; adesso può dire quello che pensa, ma non vuole farlo».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Oh no, signore, no» disse Dobby, improvvisamente serio. «Fa parte della schiavitù dell’elfo domestico, signore. Noi tiene i loro segreti e sta zitti, signore, noi tiene alto l’onore della famiglia, e non parla mai male di loro… anche se il professor Silente ha detto a Dobby che non è severo su questa cosa. Il professor Silente ha detto che noi è liberi di… di…» parve improvvisamente nervoso, e fece cenno a Harry di avvicinarsi. Harry si curvò in avanti e Dobby sussurrò: «Ha detto che noi è liberi di chiamarlo… vecchio rimbambito se ci va, signore!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Scoppiò in una risatina spaventata. «Ma Dobby non vuole, Harry Potter» continuò, tornando a parlare normalmente, e scuotendo la testa tanto che le orecchie sbatacchiarono di qua e di là. «A Dobby piace tanto il professor Silente, signore, ed è fiero di tenere i suoi segreti per sé».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Uno sguardo vagamente terrorizzato invase gli occhi enormi di Dobby.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «DobbyDobby potrebbe» disse in tono dubbioso. Raddrizzò le piccole spalle. «Dobby potrebbe dire a Harry Potter che i suoi vecchi padroni erano… cattivi Maghi Oscuri!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Dobby per un istante fu scosso da un tremito, sconvolto dalla sua stessa audacia: poi corse al tavolo più vicino e cominciò a picchiarci la testa contro, molto forte, e a squittire «Dobby cattivo! Dobby cattivo!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Harry afferrò Dobby per il nodo della cravatta e lo allontanò dal tavolo.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Grazie, Harry Potter, grazie» disse Dobby senza fiato, massaggiandosi la testa.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Allenamento!» squittì Winky furiosa. «Tu dovrebbe vergognarti, Dobby, di parlare così dei tuoi padroni!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Loro non è più i miei padroni, Winky!» esclamò Dobby in tono di sfida. «A Dobby non importa più di quello che loro pensa!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Oh, tu è un elfo cattivo, Dobby!» gemette Winky mentre le lacrime riprendevano a scorrerle sul viso. «Il mio povero signor Crouch, che cosa farà senza Winky? Ha bisogno di me, ha bisogno del mio aiuto! Io ha curato i Crouch per tutta la vita, e mia madre l’ha fatto prima di me, e la mia nonna prima di lei… oh, che cosa direbbe loro due se sapesse che Winky è stata liberata? Oh, che vergogna, che vergogna!» Seppellì di nuovo il viso nella gonna e ululò.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Non riuscirono a cavarle un’altra parola sensata. La lasciarono al suo pianto, e finirono di bere il tè mentre Dobby chiacchierava allegramente della sua vita di elfo liberato e dei progetti che aveva per i risparmi.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Dobby si compra presto un golfino, Harry Potter!» disse tutto felice, indicando il petto nudo.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Sai che cosa ti dico, Dobby?» disse Ron, che sembrava aver preso in gran simpatia l’elfo. «Ti regalerò quello che la mia mamma mi farà per Natale. Me ne regala sempre uno. Ti piace il marrone, vero?»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Dobby ne fu felicissimo.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Grazie mille!» disse Harry agli elfi, tutti radunati attorno alla porta per dar loro la buonanotte. «Ci vediamo, Dobby
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Harry Potter… Dobby può venire a trovarti qualche volta, signore?» chiese Dobby esitante.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Ma certo che puoi» gli rispose Harry, e Dobby sorrise radioso.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «È la cosa migliore che sia potuta capitare a quegli elfi» disse Hermione, precedendo gli altri su per la scalinata di marmo. «Il fatto che Dobby sia venuto a lavorare qui, intendo. Gli altri elfi vedranno com’è felice, ora che è libero, e piano piano capiranno che è proprio quello che desiderano anche loro!»
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Sì, be’, Percy non vorrebbe lavorare con nessuno che abbia senso dell’umorismo, no?» esclamò Ron, addentando un cremino al cioccolato. «Percy non riconoscerebbe una battuta di spirito nemmeno se ballasse nuda davanti a lui con il copriteiera di Dobby in testa».
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Dobby!» strillò Harry, ritraendosi così in fretta dall’elfo che quasi cadde dal letto. «Non farlo mai più!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Dobby è spiacente, signore!» squittì Dobby ansioso, balzando indietro, le lunghe dita premute sulla bocca. «Dobby vuole solo augurare a Harry Potter Buon Natale e dargli un regalo, signore! Harry Potter ha detto che Dobby poteva venire a trovarlo una volta o l’altra, signore!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «No, è solo Dobby» borbottò Harry. «Tornate a dormire».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Nooo… i regali!» esclamò Seamus, notando il grosso mucchio ai piedi del suo letto. Ron, Dean e Neville decisero che ormai che erano svegli potevano anche loro dedicarsi all’apertura dei pacchi. Harry si voltò di nuovo verso Dobby, in piedi accanto al suo letto, ancora nervoso per aver spaventato Harry. C’era un ciondolo natalizio legato all’occhiello in cima al copriteiera.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Dobby può dare a Harry Potter il suo regalo?» squitti esitante.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Era una bugia; non aveva comprato proprio niente per Dobby, ma aprì in fretta il baule ed estrasse un paio di calzini appallottolati particolarmente sformati. Erano i più vecchi e i più orrendi che avesse, giallo senape, ed erano appartenuti a zio Vernon. Erano superbitorzoluti perché Harry da un anno li usava per avvolgerci il suo Spioscopio. Estrasse lo Spioscopio e diede i calzini a Dobby, dicendo: «Scusa, mi sono dimenticato di impacchettarli…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Ma Dobby ne fu davvero deliziato.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «I calzini sono i vestiti preferitissimi di Dobby, signore!» disse, sfilandosi quelli vecchi e mettendosi quelli di zio Vernon. «Io ne ha sette adesso, signore… ma, signore…» disse, gli occhi sgranati, dopo aver tirato su al massimo i calzini che ora sfioravano l’orlo dei pantaloncini, «loro ha fatto uno sbaglio al negozio, Harry Potter, loro ti ha dato due calzini uguali!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Ah no, Harry, come hai fatto a non accorgertene!» disse Ron, ghignando dal suo letto coperto di carta da regalo. «Sai che cosa ti dico, Dobby? Ecco… prendi questi due, così puoi mescolarli come si deve. E qui c’è il tuo golfino».
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Gettò a Dobby un paio di calzini violetti che aveva appena scartato, e il golf lavorato ai ferri mandato dalla signora Weasley.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Dobby fu sopraffatto dall’emozione. «Signore è molto gentile!» squittì, gli occhi di nuovo colmi di lacrime, facendo un profondo inchino a Ron. «Dobby lo sapeva che il signore deve essere un grande mago, perché è il più grande amico di Harry Potter, ma Dobby non sapeva che era anche generoso di spirito, nobile, altruista…»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Dobby tese a Harry un pacchetto, che si rivelò contenere… calzini.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Dobby li fa lui con le sue mani, signore!» disse l’elfo allegramente. «Compra la lana con i soldi del suo stipendio, signore!»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Sono… sono davvero… be’, grazie, Dobby» disse Harry, e se li infilò, scatenando nell’elfo un nuovo pianto di gioia.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Dobby adesso deve andare, signore, noi sta già preparando la cena di Natale nelle cucine!» disse Dobby, e usci di corsa dal dormitorio, salutando Ron e gli altri con la mano.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Gli altri regali di Harry furono molto più soddisfacenti dei calzini spaiati di Dobby: con l’ovvia eccezione di quello dei Dursley, che consisteva in un unico fazzoletto di carta — un minimo storico. Harry pensò che si ricordassero bene la Mou Mollelingua. Hermione gli aveva regalato un libro intitolato Squadre di Quidditch della Gran Bretagna e dell’Irlanda; Ron, un sacchetto pieno di Caccabombe; Sirius, un utile coltellino munito di accessori per aprire ogni serratura e disfare ogni nodo; e Hagrid, una gran scatola di dolci che comprendeva tutti i suoi preferiti: Gelatine Tuttigusti+1, Cioccorane, SuperPallaGomme di Drooble e Api Frizzole. C’era anche, naturalmente, il solito pacco della signora Weasley, con un nuovo golf (verde, con un drago ricamato: Harry immaginava che Charlie le avesse raccontato tutto dello Spinato) e una gran quantità di tortini fatti in casa.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Oh… sì, me li ha fatti Dobby l’elfo domestico» disse Harry con un gran sorriso.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Dobby deve picchiare Harry Potter, signore, deve svegliarsi!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Harry Potter deve sbrigarsi!» strillò Dobby. «La seconda prova comincia fra dieci minuti, e Harry Potter…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Guardò l’orologio. Dobby aveva ragione. Erano le nove e venti. Un grosso peso morto parve sfondare il petto di Harry e invadergli lo stomaco.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Presto, Harry Potter!» squittì Dobby, tirando Harry per la manica. «Tu dovrebbe essere giù al lago con gli altri campioni, signore!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «È troppo tardi, Dobby» disse Harry disperato. «Non affronterò la seconda prova, non so come…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Harry Potter farà la seconda prova!» squittì l’elfo. «Dobby lo sapeva che Harry non aveva trovato il libro giusto, così Dobby l’ha fatto al posto suo!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Dobby lo sa, signore! Harry Potter deve andare dentro il lago e trovare quello rosso…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Il suo amico rosso, signore, quello rosso… quello rosso che ha regalato a Dobby il golfino!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Dobby si tirò il golfino marrone ristretto che portava sopra i pantaloncini.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Ciò che mancherà a Harry Potter, signore!» squittì Dobby. «E tempo un’ora…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «…“mala sorte avrà”» recitò Harry, fissando l’elfo, paralizzato dal terrore, «“ciò che fu preso mai ritornerà…” Dobby… che cosa devo fare?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Dobby» disse Harry agitatissimo, «ascoltami… ne sei sicuro?»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Non poteva fare a meno di ricordare che l’ultima volta che Dobby aveva cercato di “aiutarlo”, si era ritrovato senz’ossa nel braccio destro.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Dobby è molto sicuro, signore!» disse l’elfo convinto. «Dobby ascolta, signore, è un elfo domestico, va su e giù per il castello ad accendere le luci e pulire i pavimenti, Dobby ha sentito la professoressa McGranitt e il professor Moody in sala professori che parlavano della prossima prova… Dobby non può permettere che Harry Potter si perde il suo rosso!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    I dubbi di Harry svanirono. Balzando in piedi, si tolse il Mantello dell’Invisibilità, lo ficcò nella borsa, prese l’Algabranchia e se la mise in tasca, poi si precipitò fuori dalla biblioteca con Dobby alle calcagna.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Dobby dovrebbe essere in cucina, signore!» strillò Dobby mentre irrompevano in corridoio. «Si accorgeranno che Dobby non c’è… buona fortuna, Harry Potter, signore, buona fortuna!»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «A più tardi, Dobby!» gridò Harry, e sfrecciò lungo il corridoio e giù per le scale, facendo i gradini tre alla volta.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Be’…» cominciò Harry. Le avrebbe voluto dire di Dobby, ma aveva appena notato che Karkaroff lo stava osservando. Era il solo giudice a non essersi alzato dal tavolo; il solo giudice a non dar segno di soddisfazione e sollievo per il fatto che Harry, Ron e la sorellina di Fleur erano tornati sani e salvi. «Sì, proprio cosi» concluse Harry, alzando appena la voce in modo da farsi sentire da Karkaroff.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    La prossima volta che fosse andato a Hogsmeade, decise mentre risaliva la scalinata di pietra, avrebbe comperato a Dobby un paio di calzini per ogni giorno dell’anno.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Harry fissò Piton di rimando, deciso a non batter ciglio né ad assumere un’aria colpevole. In verità non aveva rubato nessuna di quelle due cose. Hermione aveva preso la pelle di Girilacco quando facevano il secondo anno — serviva loro per preparare la Pozione Polisucco — e mentre all’epoca Piton aveva sospettato di Harry, non era mai stato in grado di dimostrarlo. E l’Algabranchia naturalmente l’aveva rubata Dobby.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Harry non disse nulla. Tornò a guardare le sue radici di zenzero, brandì il coltello e cominciò ad affettarle di nuovo. Non gli piaceva affatto quella storia della Pozione della Verità, e non escludeva che Piton potesse propinargliene un po’. Represse un brivido al pensiero di ciò che sarebbe potuto uscire dalla sua bocca in quel caso… a parte il fatto che avrebbe messo nei guai un sacco di persone — Hermione e Dobby, tanto per cominciare — c’erano tutte le altre cose che teneva segrete… come il fatto che era in contatto con Sirius… e — lo stomaco gli si contorse al pensiero — i sentimenti che provava per Cho… Gettò anche le radici di zenzero nel calderone e si chiese se non fosse il caso di prendere esempio da Moody e cominciare a bere solo da una fiaschetta personale.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Entrarono da Stratchy Sons, Abbigliamento per Maghi per comprare un regalo a Dobby, e si divertirono a scegliere i calzini più orrendi, compreso un paio con stelle d’oro e d’argento lampeggianti, e un altro che strillava forte quando diventava troppo puzzolente. Poi, all’una e mezza, risalirono la High Street, oltrepassarono Mondomago e si diressero verso il limitare del villaggio.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

   Domenica dopo colazione Harry, Ron e Hermione salirono alla Guferia per spedire una lettera a Percy e chiedergli, come aveva suggerito Sirius, se avesse visto il signor Crouch ultimamente. Usarono Edvige, perché era tantissimo tempo che non le affidavano un incarico. Quando l’ebbero vista sparire dalla finestra della Guferia, scesero nelle cucine per portare a Dobby i suoi calzini nuovi.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Gli elfi domestici diedero loro un caloroso benvenuto, facendo inchini e riverenze e affannandosi a preparare di nuovo il tè. Dobby fu estasiato da! regalo.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Harry Potter è troppo buono con Dobby!» squittì, asciugandosi i lacrimoni dagli occhi enormi.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Mi hai salvato la vita con l’Algabranchia, Dobby, veramente» disse Harry.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Dobby, dov’è Winky?» chiese Hermione, guardandosi attorno.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Winky è laggiù vicino al fuoco, signorina» disse Dobby piano, le orecchie un po’ afflosciate.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Adesso Winky ne butta giù sei bottiglie al giorno» sussurrò Dobby a Harry.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Ma Dobby scosse la testa. «Per un elfo domestico è forte, signore» disse.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Winky si strugge, Harry Potter» mormorò Dobby in tono triste. «Winky vuole andare a casa. Winky crede ancora che il signor Crouch è il suo padrone, signore, e niente di quello che dice Dobby la convincerà che il professor Silente è il suo padrone adesso».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Winky non deve parlare così a Harry Potter!» disse Dobby adirato. «Harry Potter è coraggioso e nobile e Harry Potter non è un impiccione!»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Oh, per l’amor del cielo!» abbaiò Hermione. «Statemi bene a sentire, tutti quanti! Avete diritto quanto i maghi di essere infelici! Avete il diritto di ottenere salari e vacanze e abiti come si deve, non dovete fare tutto quello che vi si ordina: guardate Dobby
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Signorina, per favore, tiene Dobby fuori da questa faccenda» borbottò Dobby, con aria spaventata. I sorrisi allegri erano scomparsi dai volti degli elfi domestici. All’improvviso occhieggiarono Hermione come se fosse una pazza pericolosa.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Grazie per i calzini, Harry Potter!» gridò Dobby depresso. Stava in piedi presso il fuoco, vicino alla tovaglia bitorzoluta che era Winky.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Non possiamo rapire Mrs Purr?» propose Ron lunedì all’ora di pranzo, mentre giaceva lungo disteso nel bel mezzo della classe di Incantesimi: era appena stato Schiantato e risvegliato da Harry per la quinta volta di seguito. «Possiamo Schiantare lei qualche volta. Oppure puoi usare Dobby, Harry. Scommetto che farebbe qualunque cosa per aiutarti. Non è che mi lamenti» si alzò in piedi cautamente, massaggiandosi la schiena «ma mi fa male dappertutto…»
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    «E allora che cosa potevo fare? Fornirti l’informazione attraverso un’altra fonte ignara. Al Ballo del Ceppo mi avevi raccontato che un elfo domestico di nome Dobby ti aveva fatto un regalo di Natale. Ho chiamato l’elfo in sala professori perché venisse a prendere delle vesti da lavare. Ho inscenato una conversazione a voce alta con la professoressa McGranitt sugli ostaggi che erano stati scelti, e le ho chiesto se era dell’opinione che Potter avrebbe pensato di ricorrere all’Algabranchia. E il tuo amichetto elfo è corso dritto alla dispensa di Piton e si è affrettato a venirti a cercare…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Poppy» disse Silente a Madama Chips, «saresti così gentile da scendere nell’ufficio del professor Moody? Credo che troverai un’elfa domestica di nome Winky in uno stato di profonda prostrazione. Fai quello che puoi per lei, e riaccompagnala in cucina. Credo che Dobby si occuperà di lei».
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Era sicuro che l’esplosione fosse stata provocata da qualcuno che si Materializzava o si Smaterializzava. Era esattamente il rumore che faceva Dobby l’elfo domestico quando svaniva nel nulla. Possibile che Dobby fosse lì in Privet Drive? Che lo stesse seguendo proprio in quell’istante? Nel pensarlo, Harry si voltò a guardare Privet Drive, che però appariva completamente deserta. Ed era certo che Dobby non sapesse rendersi invisibile.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    «Dobby ha il suo gufo, signore!» annunciò una voce stridula.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Dobby?» disse Harry con voce assonnata, scrutando nell’oscurità verso la voce.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Dobby l’elfo domestico era in piedi accanto al tavolo sul quale Hermione aveva lasciato una dozzina di berretti di maglia. Le sue grandi orecchie a punta sporgevano da sotto quello che sembrava un insieme di tutti i berretti sferruzzati da Hermione; li portava uno sull’altro, così che la sua testa sembrava più lunga di un metro, e sulla cima sedeva Edvige, che tubava serena, evidentemente guarita.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Dobby si è offerto volontario per riportare il gufo di Harry Potter» squittì l’elfo, con espressione adorante. «La professoressa Caporal dice che ora sta benissimo, signore». Fece un inchino così profondo che il suo naso a matita sfiorò la superficie lisa del tappeto. Edvige, con uno stridio indignato, volò sul bracciolo della poltrona di Harry.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Grazie, Dobby!» disse Harry, accarezzando la testa di Edvige e cercando di liberarsi dell’immagine della porta nel sogno… era stata molto vivida. Tornò a guardare Dobby e si accorse che l’elfo portava anche molte sciarpe e innumerevoli calzini, così che i piedi sembravano troppo grossi per il corpo.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Oh no, signore» rispose allegramente Dobby. «Dobby ne ha prese anche per Winky, signore».
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Le orecchie di Dobby si afflosciarono un po’.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Winky beve ancora tanto, signore» disse malinconico, abbassando gli enormi occhi verdi, grandi come palle da tennis. «Ancora non vuole vestiti, Harry Potter. E nemmeno gli altri elfi domestici. Nessuno di loro pulirà più la Torre di Grifondoro, con tutti i berretti e calzini nascosti ovunque, per loro è un insulto, signore. Dobby fa tutto da solo, signore, ma a Dobby non importa, perché lui spera sempre di incontrare Harry Potter e stanotte è successo!» Dobby fece un altro profondo inchino. «Ma Harry Potter non sembra felice» proseguì, raddrizzandosi e guardandolo timidamente. «Dobby lo ha sentito mormorare nel sonno. Harry Potter stava facendo un brutto sogno?»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    L’elfo guardò Harry con i suoi immensi occhi sferici. Poi disse, molto serio, le orecchie basse: «Dobby vuole aiutare Harry Potter, perché Harry Potter ha liberato Dobby e Dobby è molto, molto più felice adesso».
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Non puoi aiutarmi, Dobby, ma grazie per l’offerta».
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Aspetta un momento… c’è una cosa che puoi fare per me, Dobby» disse lentamente.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Si aspettava di vedere svanire il sorriso dell’elfo, le sue orecchie abbassarsi; di sentirgli rispondere che era impossibile, o che avrebbe cercato un posto, ma senza molte speranze. Quello che non si aspettava era che Dobby facesse un saltello, agitando allegramente le orecchie e battendo le mani.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Dobby conosce un posto perfetto, signore!» esclamò contento. «Dobby l’ha sentito dire dagli altri elfi domestici quando è arrivato a Hogwarts, signore. Noi la chiamiamo Stanza Va-e-Vieni, signore, oppure Stanza delle Necessità!»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Perché è una stanza dove si può entrare» disse Dobby serio, «solo se c’è veramente bisogno. A volte c’è, a volte no, ma quando appare ha sempre tutto quello che serve a chi la cerca. Dobby l’ha usata, signore» continuò l’elfo, calando le orecchie con aria colpevole, «quando Winky era molto ubriaca; l’ha nascosta nella Stanza delle Necessità e ha trovato antidoti alla Burrobirra, un bel lettino da elfo per farla dormire, signore… e Dobby sa che il signor Gazza ci trova i detersivi quando li sta finendo, signore, e…»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Dobby pensa di sì, signore» rispose l’elfo, annuendo serio. «È una stanza strabiliante, signore».
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «È fantastico» disse Harry, col cuore che batteva forte. «È perfetto, Dobby. Quando puoi mostrarmi dov’è?»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Quando vuole, signore!» rispose Dobby, deliziato dall’entusiasmo di Harry. «Possiamo andare adesso, se vuole!»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Non stanotte, Dobby» disse riluttante, abbandonandosi di nuovo nella poltrona. «È una cosa molto importante… non voglio rovinare tutto, bisogna prepararla con cura. Senti, puoi dirmi dov’è di preciso questa Stanza delle Necessità, e come si fa a entrare?»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «No, è che… i piani di Dobby non sono sempre sicuri. Non era per colpa sua che avevi perso tutte le ossa del braccio?»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Quella stanza non è solo un’idea di Dobby; anche Silente la conosce, me ne ha parlato al Ballo del Ceppo».
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Si avviarono di fretta lungo il corridoio verso il luogo descritto da Dobby, una striscia di parete libera di fronte a un enorme arazzo che raffigurava lo sciocco tentativo di Barnaba il Babbeo di insegnare la danza classica ai troll.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Bene» bisbigliò Harry, mentre un troll mangiato dalle tarme smetteva di bastonare senza pietà l’aspirante maestro di ballo per guardarli. «Dobby ha detto di passare davanti a questa parete tre volte, concentrandoci su quello che ci serve».
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Harry, che non aveva avuto il cuore di dirle che era Dobby a portar via tutti i suoi lavori a maglia, si concentrò ancora di più sul tema di Storia della Magia. In ogni caso, non aveva voglia di pensare al Natale. Per la prima volta nella sua carriera scolastica desiderava ardentemente passarlo lontano da Hogwarts. Tra la squalifica dal Quidditch e il rischio che Hagrid fosse messo in verifica, provava un profondo risentimento nei confronti della scuola. L’unica cosa che aspettava con ansia erano le riunioni dell’ES, e quelle sarebbero state interrotte per le vacanze, visto che quasi tutti i componenti avrebbero passato il Natale con le famiglie. Hermione sarebbe andata a sciare con i suoi genitori, idea che divertì moltissimo Ron, che non aveva mai sentito di Babbani che si legavano assi di legno ai piedi per scivolare giù dalle montagne. Lui tornava alla Tana. Harry lo invidiò per molti giorni prima che Ron dicesse, rispondendo alla sua domanda su come sarebbe tornato a casa per Natale: «Ma vieni anche tu! Non te l’ho detto? La mamma mi ha scritto di invitarti settimane fa!»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Harry arrivò presto nella Stanza delle Necessità per l’ultima riunione dell’ES prima delle vacanze, e meno male, perché quando le torce si accesero vide che Dobby si era dato la pena di abbellire il locale con decorazioni natalizie. Era sicuro che fosse stato l’elfo: nessun altro avrebbe potuto appendere al soffitto cento medaglioni dorati, tutti con il ritratto di Harry e con la scritta: «BUON NATALE HARRY POTTER SIGNORE!»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «No» rispose Harry, «è stato Dobby, l’elfo domestico».
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Harry sognò di essere di nuovo nella stanza dell’ES. Cho lo stava accusando di averla attirata con l’inganno; diceva che le aveva promesso centocinquanta figurine delle Cioccorane se fosse venuta. Harry protestava… Cho gridava: «Cedric mi dava montagne di figurine delle Cioccorane, guarda!» Tivara fuori dal mantello manciate di figurine e le scagliava in aria. Poi si trasformava in Hermione, che diceva: «Gliel’hai promesso, Harry… io credo che faresti meglio a darle qualcos’altro… che ne dici della tua Firebolt?» e Harry ribatteva che non poteva dare a Cho la sua Firebolt perché ce l’aveva la Umbridge, e comunque tutta quella faccenda era ridicola, era andato nella stanza dell’ES solo per appendere delle decorazioni natalizie a forma di testa di Dobby
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Sirius e Lupin avevano donato a Harry una bellissima serie di libri dal titolo Magia Difensiva Pratica: Come Usarla contro le Arti Oscure, che contenevano splendide illustrazioni animate a colori di tutte le controfatture e dei sortilegi descritti. Harry sfogliò avido il primo volume e vide subito che gli sarebbe stato utilissimo nei suoi programmi per l’ES. Hagrid gli aveva mandato un portamonete marrone, peloso e dotato di zanne, che Harry presumeva dovessero fungere da dispositivo antifurto, ma che purtroppo impedivano di metterci dentro i soldi a meno di farsi amputare le dita. Il regalo di Tonks era un modellino perfettamente funzionante di Firebolt, che Harry guardò volare per la stanza, desiderando di riavere la sua; Ron gli aveva regalato una scatola enorme di Gelatine Tuttigusti+1; i signori Weasley il solito maglione fatto a mano e dei pasticci di carne, e Dobby un quadro davvero agghiacciante che Harry sospettava avesse dipinto lui stesso. L’aveva appena girato a testa in giù per vedere se migliorava quando, con un sonoro crac, Fred e George si Materializzarono ai piedi del suo letto.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Ma che cosa dovrebbe essere?» domandò Fred, guardando il dipinto di Dobby con la fronte aggrottata. «Sembra un gibbone con gli occhi pesti».
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Possono uscire di casa, se lo desiderano davvero» lo contraddisse Harry. «Dobby l’ha fatto, ha lasciato i Malfoy per venire a mettermi in guardia tre anni fa. Dopo ha dovuto punirsi, ma l’ha fatto»,
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    All’improvviso, la porta della Stanza delle Necessità si aprì e si richiuse. Harry si voltò per vedere chi era entrato, ma non vide nessuno. Gli ci volle un momento prima di rendersi conto che i ragazzi più vicini alla porta erano ammutoliti. Un attimo dopo si sentì strattonare la veste all’altezza del ginocchio, e abbassando stupefatto lo sguardo vide Dobby l’elfo domestico che lo guardava da sotto i suoi otto berretti di lana.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Ciao, Dobby!» disse. «Che cosa fai… Cosa succede?»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    L’elfo aveva gli occhi sbarrati e tremava da capo a piedi. Gli studenti più vicini a Harry si erano zittiti, gli occhi fissi su Dobby. I pochi Patronus che erano riusciti a evocare svanirono in una nebbiolina perlacea, lasciando la stanza molto più buia di prima.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Harry Potter, signore…» squittì l’elfo, senza smettere di tremare. «Harry Potter, signore… Dobby viene per avvertire… ma gli elfi domestici non possono parlare…»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Si lanciò a capofitto contro il muro. Harry, ormai abituato alle autopunizioni di Dobby, fece per agguantarlo, ma l’urto fu attutito dagli otto berretti e l’elfo si limitò a rimbalzare sulla pietra. Hermione e qualche altra ragazza emisero strilli di paura e compassione.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Cos’è successo, Dobby?» chiese Harry, afferrandolo per un braccio sottile, per tenerlo alla larga da qualunque cosa potesse fargli del male.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Dobby si colpì con il pugno libero, e Harry si affrettò a bloccargli anche l’altro braccio.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Chi è “lei”, Dobby
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Ma sospettava di conoscere la risposta; soltanto una “lei” poteva terrorizzare Dobby fino a quel punto. L’elfo lo fissò strabuzzando gli occhi e mosse le labbra senza emettere suono.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Dobby annuì, e subito tentò di sbattergli la testa sulle ginocchia, ma con pari prontezza Harry tese le braccia per tenerlo a distanza.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «La Umbridge che cosa? Dobby… non avrà per caso scoperto di noi… dell’ES?»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    La risposta era scritta chiaramente sul viso sconvolto dell’elfo. Dato che aveva le braccia bloccate, Dobby tentò di prendersi a calci e cadde sulle ginocchia.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Dobby lanciò un ululato e cominciò a pestare i piedi nudi sul pavimento.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Harry sollevò di peso Dobby, che ancora tentava di procurarsi qualche ferita grave, e si mise in coda ai fuggiaschi.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Dobby…» disse. «Questo è un ordine: torna in cucina con gli altri elfi, e se lei ti chiede se mi hai avvertito, menti e rispondi di no! E ti proibisco di farti del male!» aggiunse. Lasciò andare l’elfo e uscì per ultimo dalla Stanza delle Necessità, sbattendosi la porta alle spalle.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Grazie, Harry Potter!» squittì Dobby e filò via. Harry si guardò intorno: i suoi compagni se la stavano svignando così alla svelta che per un momento intravide solo un turbinio di piedi in fondo al corridoio, e poi più nulla. Si slanciò verso destra; più avanti c’era un bagno, se fosse riuscito a raggiungerlo poteva fingere di essere sempre stato lì…
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Kreacher è come i maghi lo hanno fatto diventare, Harry» replicò Silente. «Sì, va compatito. La sua esistenza è stata miserabile come quella del tuo amico Dobby. È stato costretto a eseguire gli ordini di Sirius perché era l’ultimo discendente della famiglia dei suoi padroni, ma non provava la minima lealtà nei suoi confronti. E quali che siano le colpe di Kreacher, va detto che Sirius non ha fatto nulla per rendergli le cose più facili…»
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «Dobby» ringhiò Harry; quell’ingiustizia gli bruciava ancora. «Allora se un minorenne pratica la magia nella casa di un mago o di una strega adulti, il Ministero non lo può scoprire?»
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    «Kreacher non deve insultare Harry Potter davanti a Dobby, no, non deve, o Dobby gli chiuderà la bocca!» strillò Dobby.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Non riuscirono a scoprire che cosa di preciso avrebbe detto la padrona di Kreacher, perché in quel momento Dobby gli affondò il pugnetto nodoso in bocca e gli staccò metà dei denti. Harry e Ron balzarono giù dai letti e li separarono. I due elfi continuavano a cercare di colpirsi, istigati da Pix che svolazzava attorno alla lampada strillando: «Ficcagli le dita su per il nasino, sturalo bene e tiragli le orecchie…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Bella» si complimentò Ron, sollevando per aria Dobby così che gambe e braccia non facessero più contatto con Kreacher. «Un’altra fattura del Principe, eh?»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Sì»rispose Harry, torcendo il braccio raggrinzito di Kreacher in una mezza nelson. «Allora… vi proibisco di lottare! Be’, Kreacher, ti proibisco di litigare con Dobby. Dobby, so che non ho il permesso di darti ordini…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Dobby è un elfo domestico libero e può obbedire a chi gli pare e Dobby farà tutto quello che Harry Potter vuole!» singhiozzo Dobby, mentre le lacrime scorrevano dal faccino raggrinzito sul pullover.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Lo farà Dobby, Harry Potter!» squittì Dobby, gli occhi grandi come palline da tennis inondati di lacrime. «Dobby sarà onorato di aiutare Harry Potter!»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Sì, Harry Potter!» esclamò subito Dobby, con gli occhioni luccicanti. «E se Dobby sbaglia, Dobby si butterà dalla torre più alta, Harry Potter!»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Dobby apparve accanto a Kreacher, il cappello-copriteiera tutto storto.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Anche Dobby ha dato una mano, Harry Potter!» squittì, lanciando a Kreacher un’occhiata rancorosa. «E Kreacher dovrebbe dire a Dobby quando viene a trovare Harry Potter, così possono fare rapporto insieme!»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Harry esitò prima di rispondere, perché non le aveva detto di aver messo Kreacher e Dobby alle costole di Malfoy; quello degli elfi domestici era un argomento al quale lei era ipersensibile.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Dobby non dorme da una settimana, Harry Potter!» esclamò Dobby fiero, dondolando.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Non dormi, Dobby? Ma Harry, non puoi avergli detto di non…»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «No, certo che no» rispose subito Harry. «Dobby, puoi dormire, d’accordo? Ma qualcuno di voi due ha scoperto qualcosa?» si affrettò a chiedere prima che Hermione potesse intromettersi di nuovo.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Draco Malfoy è un ragazzaccio!»squittì Dobby arrabbiato. «Un ragazzaccio che… che…»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Rabbrividì dal fiocchetto del copriteiera alla punta dei calzini e poi corse vicino al fuoco, come per gettarvisi; Harry, che un po’ se lo aspettava, lo afferrò per la vita e lo tenne stretto. Per qualche istante Dobby si divincolò, poi si afflosciò.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Grazie, Harry Potter» ansimò. «Per Dobby è ancora difficile parlar male dei vecchi padroni…»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Harry lo lasciò andare; Dobby si raddrizzò il copriteiera e si rivolse a Kreacher in tono di sfida: «Ma Kreacher dovrebbe sapere che Draco Malfoy non è un buon padrone per un elfo domestico!»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Dobby, dimmelo tu» lo interruppe Harry. «Va dove non dovrebbe?»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Harry Potter, signore» rispose Dobby, gli occhioni grossi come globi lucenti alla luce del fuoco, «il ragazzo Malfoy non infrange regole che Dobby sia riuscito a scoprire, ma è molto attento a non farsi sorprendere. Fa visite regolari al settimo piano con svariati altri studenti, che fanno la guardia mentre lui entra…»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Dobby, sei mai riuscito a entrare e a vedere che cosa fa Malfoy?»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «No, Harry Potter, questo è impossibile» rispose Dobby.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Ci sarà pure un modo» tagliò corto Harry. «Sei stato bravissimo, Dobby».
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Fuori di qui» sbottò Harry, e Kreacher fece un ultimo profondo inchino e si Smaterializzò. «È meglio che vada a dormire anche tu, Dobby».
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Grazie, Harry Potter, signore» squittì Dobby felice, e svanì.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Che vorrei potermi Smaterializzare come un elfo domestico» rispose lui, fissando il punto in cui Dobby era sparito. «Avrei già in tasca quell’esame».
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

   Ron fece scattare il Deluminatore. Tre sfere di luce volarono di nuovo a mezz'aria, rivelando Dobby l'elfo domestico, che si era appena Materializzato tra loro.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Gli occhi grandi come palle da tennis di Dobby erano sgranati; tremava dalla punta dei piedi a quella delle orecchie. Era di nuovo nella casa dei suoi vecchi padroni ed era pietrificato dalla paura.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Harry Potter» squittì con la vocina tremula, «Dobby è venuto a salvarti».
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Puoi Smaterializzarti fuori dalla cantina?» chiese a Dobby, che annuì, facendo sbatacchiare le orecchie.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Dobby annuì di nuovo.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Bene, Dobby, voglio che tu prenda Luna, Dean e il signor Olivander, e li porti... li porti da...»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «E poi torna» continuò Harry. «Puoi farlo, Dobby
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Afferrarono le dita tese dell'elfo. Con un altro sonoro crac Dobby, Luna,
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Dobby!» urlò, e anche Bellatrix si immobilizzò. «Tu! Tu hai fatto cadere il lampadario...?»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Dobby non ha padroni!» strillò l'elfo. «Dobby è un elfo libero, Dobby È
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Ron, prendi... e VAI!» urlò, lanciandogli una bacchetta; poi si chinò a estrarre Unci-unci da sotto il lampadario. Issatosi su una spalla il folletto gemente, ancora aggrappato alla spada, Harry afferrò la mano di Dobby e girò sul posto per Smaterializzarsi.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Era sparito nell'ignoto; non poteva che ripetere il nome della destinazione e sperare che bastasse per arrivarci. Il dolore alla fronte lo trafiggeva e il peso del folletto lo opprimeva; sentiva la lama della spada di Grifondoro urtargli la schiena; la mano di Dobby si contrasse nella sua; si chiese se l'elfo stava cercando di assumere la guida, di trascinarli nella giusta direzione, e tentò, stringendogli le dita, di fargli capire che per lui andava bene...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   E poi colpirono il suolo e inalarono aria salata. Harry cadde in ginocchio, lasciò la mano di Dobby e depose dolcemente a terra Unci-unci.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Dobby, quella è Villa Conchiglia?» sussurrò, stringendo le due bacchette che aveva tolto ai Malfoy, pronto a combattere. «Siamo arrivati nel posto giusto? Dobby
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Dobby
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Dobby... no... AIUTO!» urlò Harry verso la villa, verso la gente che si muoveva laggiù. «AIUTO!»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

    Dobby. L'elfo tese le braccine verso di lui con aria di supplica. Harry lo prese e lo distese su un fianco sopra l'erba fresca.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Dobby, no, non morire, non morire...»
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Fu come sprofondare in un vecchio incubo; per un attimo si ritrovò inginocchiato accanto al corpo di Silente ai piedi della torre più alta di Hogwarts, ma in realtà stava fissando un corpo minuscolo rannicchiato sull'erba, trafitto dal pugnale d'argento di Bellatrix. Harry continuava a ripetere «Dobby... Dobby...» pur sapendo che l'elfo era in un luogo da cui non poteva essere richiamato.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Harry guardò di nuovo Dobby. Sfilò la lama appuntita dal corpo dell'elfo, poi si tolse il giaccone e lo coprì.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Sentì il mare che si frangeva sulle rocce lì vicino, mentre gli altri parlavano, discutendo argomenti che non lo interessavano, prendendo decisioni. Dean portò in casa Unci-unci ferito, Fleur corse con loro; Bill stava suggerendo dove seppellire l'elfo. Harry disse di sì senza badarci. Guardò il piccolo corpo e la cicatrice pizzicò e bruciò, e in una parte della sua mente, visto come dal lato sbagliato di un lungo telescopio, Voldemort stava punendo coloro che erano rimasti a Villa Malfoy. La sua rabbia era terribile, eppure il dolore di Harry per Dobby parve attenuarla, come fosse una tempesta lontana, all'orizzonte di un vasto oceano silenzioso.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   La cicatrice bruciava, ma lui dominava il dolore; lo provava, ma ne era distaccato. Aveva finalmente imparato a controllarlo, a chiudere la mente a Voldemort, proprio come Silente aveva voluto che apprendesse da Piton. Voldemort non era riuscito a possedere Harry quando era divorato dal dolore per Sirius, e adesso i suoi pensieri non potevano penetrarlo mentre piangeva Dobby. Il dolore, sembrava, scacciava Voldemort... anche se Silente avrebbe detto che era l'amore...
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Harry avvolse l'elfo più stretto nel suo giaccone. Ron si sedette sul bordo della tomba e si tolse calze e scarpe, che infilò sui piedi nudi di Dobby. Dean offrì un berretto di lana, che Harry gli calzò con cautela sulla testa, coprendogli le orecchie da pipistrello.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Harry appoggiò l'elfo nella tomba, dispose le minuscole membra in modo che sembrasse riposare, poi risalì e guardò per l'ultima volta il piccolo corpo. Si sforzò di non crollare al ricordo del funerale di Silente, le file e file di sedie d'oro e il Ministro della Magia davanti a tutti, la litania dei successi di Silente, la maestosità della tomba di marmo bianco. Sentiva che Dobby meritava un funerale altrettanto grandioso, e invece giaceva lì in una rozza buca tra i cespugli.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Grazie infinite, Dobby, per avermi salvato da quel sotterraneo. è ingiusto che tu sia morto, eri tanto buono e coraggioso. Ricorderò sempre ciò che hai fatto per noi. Spero che ora tu sia felice».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Si voltò e guardò trepidante Ron, che si schiarì la gola e disse con voce roca: «Sì... grazie, Dobby».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Addio, Dobby». Non riuscì ad aggiungere altro, ma Luna aveva già detto tutto. Bill alzò la bacchetta e la pila di terra accanto alla tomba si levò e ricadde con precisione nello scavo, un piccolo cumulo rossastro.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Si guardò intorno: c'erano delle grosse pietre bianche, levigate dal mare, a segnare il bordo delle aiuole. Ne prese una delle più grandi, s'inginocchiò e la depose, come un cuscino sulla terra, in corrispondenza della testa di Dobby. Poi si frugò la tasca in cerca della bacchetta.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Qui giace Dobby, un Elfo Libero.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Sentì l'autorità nella propria voce, la convinzione, il senso di decisione che avevano preso possesso di lui quando scavava la tomba di Dobby. Lo stavano fissando tutti, perplessi.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

    fango e del sangue di Dobby. «Poi devo vederli subito».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Dobby non avrebbe più potuto dire loro chi l'aveva mandato nel sotterraneo, ma Harry sapeva che cosa aveva visto. Un penetrante occhio azzurro l'aveva guardato dal frammento di specchio e l'aiuto era arrivato. 'A Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre'. Si asciugò le mani, indifferente alla bellezza della scena fuori dalla finestra e al mormorio degli altri in salotto. Guardò l'oceano e, in quell'alba, si sentì più vicino di quanto non fosse mai stato al cuore di tutto quanto.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Unci-unci non rispose. Harry pensò che lo stesse canzonando perché si era comportato come un Babbano, ma non gl'importava che il folletto approvasse la faccenda della tomba di Dobby. Si preparò per il suo attacco.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Lo sapevi che è stato Harry a liberare Dobby?» chiese. «Lo sapevi che sono anni che lottiamo per la liberazione degli elfi?» Ron si agitò sul bracciolo. «Non puoi desiderare la sconfitta di Tu-Sai-Chi più di quanto la desideriamo noi, Unci-unci!»
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   Guidò Ron e Hermione giù per le scale. Vide Bill, Fleur, Luna e Dean seduti al tavolo in cucina con le loro tazze di tÈ. Lo fissarono tutti quando si affacciò sulla soglia, ma lui rivolse loro solo un cenno del capo e uscì nel giardino, con i due amici alle spalle. Harry tornò al tumulo rossiccio che copriva Dobby. Il dolore dentro la testa diventava sempre più intenso e gli costò una grande fatica chiudere fuori le visioni che lo assediavano, ma sapeva di dover resistere solo un altro poco. Avrebbe ceduto molto presto, perché aveva bisogno di verificare la sua teoria. Adesso doveva fare solo un ultimo piccolo sforzo, per spiegarla a Ron e Hermione.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Ecco!» esclamò Ron in fretta, prima che Hermione potesse ribattere. «Se non era Silente, spiegami come mai Dobby sapeva che eravamo in quel sotterraneo!»
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   Ci fu una pausa, e tutti cercarono di pensare a come aggirare il problema. Harry guardò la tomba di Dobby al di là della finestra. Luna stava sistemando accanto alla lapide un mazzetto di lavanda in un vasetto di marmellata.
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   Piccoli germogli verdi spuntavano ormai nella terra rossa della tomba di Dobby; entro un anno il tumulo sarebbe stato coperto di fiori. La pietra bianca col nome dell'elfo era già segnata dalle intemperie. Harry si rese conto che non avrebbero potuto trovare un luogo più bello per far riposare Dobby, ma il pensiero di lasciarlo lì gli faceva male al cuore. Guardando la sua tomba, si chiese di nuovo come aveva fatto a sapere dove andare a salvarli. Portò inconsapevolmente le dita alla saccoccia che teneva ancora al collo e tastò il frammento di specchio dove era certo di aver visto l'occhio di Silente. Poi il rumore di una porta lo fece voltare.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «È il suo occhio quello che ho visto nello specchio». Nella stanza calò il silenzio. Harry e il barista si fissarono. «Lei ci ha mandato Dobby».
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   Harry rimase in silenzio. Non era il momento di manifestare i dubbi che lo arrovellavano da mesi. Aveva fatto la sua scelta scavando la tomba per Dobby; aveva deciso di proseguire lungo il tortuoso, rischioso sentiero tracciato per lui da Albus Silente, di accettare che non gli fosse stato detto tutto ciò che avrebbe voluto sapere, ma di fidarsi e basta. Non nutriva alcun desiderio di dubitare ancora, non voleva sentir dire nulla che lo distogliesse dal suo scopo. Incrociò lo sguardo di Aberforth, straordinariamente simile a quello del fratello: gli occhi azzurri sembravano passare ai raggi X l'oggetto del loro esame, proprio allo stesso modo, e Harry pensò che Aberforth sapesse che cosa stava pensando e lo disprezzasse per questo.
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   Dobby, no? Non possiamo chiedergli di morire per noi...»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)