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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Veleni e di Veleno


   Dopo pranzo, andarono al serpentario. Il luogo era fresco e semibuio, con vetrine illuminate lungo tutte le pareti. Dietro ai vetri, lucertole e serpenti di ogni specie strisciavano e si arrampicavano su tronchi di legno e sassi. Dudley e Piers volevano vedere i giganteschi e Velenosi cobra e i grossi pitoni capaci di stritolare un uomo. Dudley fu molto veloce nell'individuare il serpente più grosso di tutti. Avrebbe potuto benissimo avvolgersi due volte intorno alla macchina di zio Vernon e ridurla alle dimensioni di un bidone per la spazzatura, ma al momento non sembrava in vena. Anzi, era profondamente addormentato. Dudley rimase con il naso spiaccicato contro il vetro, a contemplarne le spire brune e lucenti.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   Alcuni risero; Harry colse lo sguardo di Seamus e Seamus ammiccò. Ma Piton non lo trovò affatto divertente.
‘Sta' seduta!’ ordinò secco a Hermione. ‘Per tua norma e regola, Potter, asfodelo e artemisia insieme fanno una pozione soporifera talmente potente da andare sotto il nome di Distillato della Morte Vivente. Un bezoar è una pietra che si trova nella pancia delle capre e che salva da molti Veleni. Per quanto riguarda l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum, sono la stessa pianta, nota anche con il semplice nome di aconito. Be'? Perché non prendete appunti?’
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘E anche noi, vero?’
‘Certo che no’ disse Hermione. ‘Su questa carta c'è scritto tutto quel che ci serve sapere. Sette bottiglie: tre contengono Veleno, due vino, una ci farà attraversare sani e salvi il fuoco nero e una ci aiuterà a superare quello viola per tornare indietro’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Non sarà mica Veleno?’ fece Harry tutto ansioso. ‘No... ma sembra ghiaccio’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    «… e, come lei può vedere, alcuni di questi Veleni potrebbero far sembrare…»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)


    Da una vecchia insegna stradale di legno, appesa sopra a un negozio di candele Velenose, capì di trovarsi a Notturn Alley. Questo non lo aiutò affatto, dato che non aveva mai sentito parlare di un posto del genere. Pensò di non aver detto abbastanza chiaramente la sua destinazione, con tutta quella cenere che gli era entrata in bocca nel camino dei Weasley. Cercando di non perdere la calma, si interrogò sul da farsi.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Hagrid avanzava verso di loro attraverso quel mare di libri. In un attimo separò Weasley e Malfoy. Il primo aveva un labbro spaccato, mentre l’altro era stato colpito a un occhio da un volume dell’Enciclopedia dei funghi Velenosi. Stringeva ancora in mano il vecchio libro di trasfigurazione di Ginny. Lo lanciò alla ragazzina, con un guizzo maligno negli occhi. «Tieni, ragazzina… prendi il tuo libro… è tutto quel che tuo padre riesce a darti!»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Piton scoccò un’occhiata di puro Veleno a Harry e Ron mentre veniva trascinato fuori del suo ufficio e i due rimasero soli con la professoressa McGranitt, che li stava ancora guardando come un’aquila inferocita.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Quattro per ogni vaschetta… lì c’è una grossa riserva di vasi… il concime è nei sacchi, là… e fate attenzione ai Tentacoli Velenosi, stanno mettendo i denti».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Era una voce, una voce che gelava il sangue, una voce così Velenosa da togliere il respiro, una voce gelida come il ghiaccio.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Ehm… professor Allock?» balbettò Hermione. «Volevo… prendere questo libro dalla biblioteca. Solo per una lettura propedeutica». Gli porse il pezzo di carta con la mano che le tremava leggermente. «Ma il fatto è che il libro si trova nel Reparto Proibito della biblioteca e quindi serve che un insegnante mi firmi l’autorizzazione… Sono sicura che mi aiuterà a capire quel che lei dice nel suo A spasso con gli spiriti a proposito dei Veleni ad azione ritardata…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Quando entrarono in campo furono accolti da un boato, soprattutto applausi, perché il Tassorosso e il Corvonero erano ansiosi di vedere battuto il Serpeverde, ma in mezzo alla folla, questi ultimi fecero sentire anche i loro fischi e le loro grida. Madama Bumb, l’insegnante di Quidditch, chiese a Flitt e a Baston di scambiarsi una stretta di mano, cosa che loro fecero lanciandosi occhiate Velenose e stringendo un bel po’ più del necessario.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Infatti anche Tiger e Goyle, che facevano sempre tutto quel che diceva Malfoy, avevano firmato per restare in collegio durante le vacanze. Ma a Harry sorrideva l’idea che la maggior parte degli studenti partisse. Era stanco di vedersi evitato quando qualcuno lo incontrava per i corridoi, come se da un momento all’altro dovesse tirar fuori le zanne o schizzare Veleno; stanco di essere chiacchierato, segnato a dito, insultato.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Dei molti, spaventosi animali e mostri che popolano la nostra terra, nessuno è più insolito e micidiale del Basilisco, noto anche come il Re dei Serpenti. Questo serpente, che può raggiungere dimensioni gigantesche e che vive molte centinaia di anni, nasce da un uovo di gallina covato da un rospo. Esso uccide in modo portentoso: oltre alle zanne, che contengono un potente Veleno, anche lo sguardo del Basilisco provoca morte istantanea. I ragni fuggono davanti al Basilisco, perché è il loro nemico mortale e il Basilisco fugge solo quando ode il canto del gallo, che gli è fatale.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Harry balzò in piedi, pronto al combattimento. La testa del Basilisco ciondolava, il corpo si afflosciava e si attorcigliava, sbattendo contro i pilastri. Harry vide le immense cavità sanguinanti di quelli che erano stati i suoi occhi, vide la sua bocca spalancarsi tanto da inghiottirlo tutto intero, mostrando una fila di denti lunghi come la sua spada, sottili, lucidi, Velenosi…
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)


    Mentre il sangue caldo gli inzuppava le braccia, avvertì un dolore lancinante proprio sopra al gomito. Una lunga zanna Velenosa si stava conficcando sempre più a fondo nel suo braccio e si spezzò dentro, quando il Basilisco si rovesciò sul fianco e ricadde a terra con uno spasimo.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Harry si afflosciò lungo la parete e cadde. Afferrò la zanna che gli spargeva il Veleno nel corpo e se la strappò dal braccio. Ma era tardi, lo sapeva. Lento, ma inesorabile, un dolore incandescente si irradiava dalla ferita. Mentre lasciava cadere il frammento di zanna e guardava il suo stesso sangue inzuppargli i vestiti, gli si annebbiò la vista. La stanza si dissolse in un turbinio di colori opachi.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Era sparito. La bacchetta di Harry cadde a terra poi fu il silenzio. Silenzio, salvo il gocciolio continuo dell’inchiostro che trasudava ancora dal diario. Il Veleno del Basilisco, attraversandolo, l’aveva bruciato, producendo un buco che ancora sfrigolava.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

   E scaraventò via la cornetta come se fosse un ragno Velenoso.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Due enormi rospi violetti dall'aria bavosa si stavano facendo una scorpacciata di tafani morti. Una tartaruga gigante con il carapace tempestato di pietre preziose luccicava vicino alla finestra. Parecchie lumache Velenose di color arancione strisciavano lente su per la parete del loro terrario di vetro, e un grasso coniglio bianco continuava a trasformarsi in un cappello a cilindro e poi di nuovo in coniglio, accompagnando ogni metamorfosi con uno schiocco secco. Poi c'erano gatti di tutti i colori, una rumorosa gabbia di corvi, un cestino di buffe palle di pelo color crema che ronzavano forte e, sul bancone, una grande gabbia piena di lustri topi neri che giocavano a saltare la corda con le lunghe code pelate.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Non ho messo il Veleno in quel cioccolato, sapete...»
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Un odio che non aveva mai provato prima scorreva dentro di lui come Veleno. Vedeva Black che rideva di lui nell'oscurità, come se qualcuno gli avesse incollato davanti agli occhi la foto dell'album. Rimase a guardare, come se qualcuno gli mostrasse un frammento di film, Sirius Black che fulminava Peter Minus (che somigliava a Neville Paciock) mandandolo in mille pezzi. Sentiva un basso mormorio eccitato, anche se non aveva idea di come potesse suonare la voce di Black. «È accaduto, mio Signore... I Potter mi hanno nominato loro Custode Segreto...» E poi ecco un'altra voce, una risata penetrante, la stessa risata che Harry sentiva echeggiare dentro la testa tutte le volte che i Dissennatori si avvicinavano...
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   bisbigliò Ron rivolto a Harry una sera, mentre quest'ultimo finiva un tema complicato sui Veleni Irriconoscibili per Piton. Harry alzò gli occhi. Hermione si vedeva a stento dietro una pila di libri in bilico.
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Lily e James ti hanno scelto come Custode Segreto solo perché gliel'ho detto io» ringhiò Black in tono così Velenoso che Minus fece un passo indietro. «Credevo che fosse un piano perfetto... un inganno... Voldemort avrebbe di certo dato la caccia a me, non avrebbe mai immaginato che avessero scelto una creatura debole e ottusa come te... dev'essere stato il momento più bello della tua misera vita, dire a Voldemort che potevi consegnargli i Potter».
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

    Eppure… eppure… Harry, irrequieto, tornò verso il letto e vi si sedette, toccandosi di nuovo la cicatrice. Non era il dolore a preoccuparlo; male fisico e ferite non erano una novità per lui. Una volta aveva perso le ossa del braccio destro, e gli erano ricresciute tutte, dolorosamente, in una notte. Poco tempo dopo lo stesso braccio era stato dilaniato da una zanna Velenosa lunga trenta centimetri. Solo l’anno prima Harry aveva fatto un volo di quindici metri da un manico di scopa volante. Era abituato agli incidenti più bizzarri: erano inevitabili, se frequentavi la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e avevi il dono di attirarti un sacco di guai.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)


    Piton esaminò Goyle, il cui volto assomigliava a qualcosa che sarebbe stato di casa in un libro sui funghi Velenosi.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Alcuni dei professori rinunciarono a insegnar loro granché quando le loro menti erano cosi evidentemente altrove; il minuscolo professor Vitious li lasciò giocare durante la sua lezione del mercoledì, e lui stesso rimase a lungo a parlare con Harry del perfetto Incantesimo di Appello che aveva usato nella prima prova del Torneo Tremaghi. Altri insegnanti non furono così generosi. Nulla avrebbe mai distolto il professor Rüf, per esempio, dall’arrancare tra i suoi appunti sulle rivolte dei goblin: visto che Rüf non aveva permesso nemmeno alla propria morte di impedirgli di continuare a insegnare, sospettavano che una cosetta come il Natale non lo avrebbe dissuaso. Era incredibile come riuscisse a far sembrare le più turpi e sanguinarie rivolte dei goblin noiose come la relazione di Percy sui fondi di calderone. Anche i professori McGranitt e Moody li fecero lavorare fino all’ultimo, e Piton, naturalmente, li avrebbe lasciati giocare in classe tanto quanto avrebbe nominato Harry suo erede universale. Fissandoli con aria cattiva, li informò che li avrebbe messi alla prova sugli antidoti ai Veleni nel corso dell’ultima lezione del trimestre.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Harry non sapeva se Hagrid volesse farsi perdonare per gli Schiopodi Sparacoda, o se fosse perché ne erano rimasti solo due, o perché stava cercando di dimostrare di essere all’altezza della professoressa Caporal, ma comunque da quando era tornato al lavoro aveva continuato le lezioni sugli unicorni. Saltò fuori che Hagrid sugli unicorni la sapeva lunga quanto sui mostri, anche se era chiaro che trovava deludente la loro mancanza di zanne Velenose.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Il corpo di Codaliscia, naturalmente, era poco adatto a essere posseduto, poiché tutti lo credevano morto, e avrebbe attirato troppa attenzione se fosse stato visto. Comunque, era il servo robusto di cui avevo bisogno, e, benché come mago sia scarso, riuscì a eseguire le istruzioni che gli diedi, che mi restituirono un corpo rozzo e debole, un corpo che potessi abitare in attesa degli ingredienti essenziali a una vera rinascita… uno o due incantesimi di mia creazione… un piccolo aiuto dalla mia cara Nagini» — gli occhi rossi di Voldemort si soffermarono sul serpente che continuava a strisciare in cerchio — «una pozione ottenuta bollendo sangue di unicorno, e il Veleno di serpente fornito da Nagini… ben presto fui restituito a una forma quasi umana, e fui abbastanza in forze da poter viaggiare.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Una o due volte, sembrò che Sirius fosse sul punto di parlare, stringendo la spalla di Harry, ma Silente glielo impedì con un cenno. Harry ne fu felice, perché era più facile andare avanti ora che aveva cominciato. Fu perfino un sollievo, come se qualcosa di Velenoso gli venisse sottratto. Continuare a parlare gli costò ogni briciola di determinazione che possedeva, ma capiva che una volta finito si sarebbe sentito meglio.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Va bene, sentite, dovete stare attenti, perché i Doxy mordono e i loro denti sono Velenosi. Ho qui una bottiglia di antidoto, ma preferirei che nessuno ne avesse bisogno».
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    «Vogliamo fare degli esperimenti con il Veleno dei Doxy per le nostre Merendine Marinare» spiegò George a Harry sottovoce.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    «Semi di Tentacula Velenosa» continuò George. «Ci servono per le Merendine Marinare, ma sono una Sostanza Non Commerciabile di Classe C e quindi abbiamo avuto qualche difficoltà a procurarceli».
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Malocchio Moody stava annusando una coscia di pollo con quel che gli restava del naso; evidentemente non riconobbe alcuna traccia di Veleno, perché strappò via una striscia di carne con i denti.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «S-scusate» disse, boccheggiando. «Non ci avevo ancora provato… non sapevo che sarebbe successo così… non preoccupatevi, comunque, la Puzzalinfa non è Velenosa» aggiunse, teso, mentre Harry ne sputava una boccata per terra.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)


    «La sai una cosa?» disse Seamus infervorato, scoccando a Harry un’occhiata Velenosa. «Ha ragione. Io non voglio più stare in dormitorio con lui, è pazzo».
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Il livello generale della prova è stato penoso. Se questo fosse stato l’esame, la maggior parte di voi sarebbe stata bocciata. Confido in uno sforzo molto maggiore nel prossimo tema sulle diverse varietà di antidoti ai Veleni o dovrò cominciare a dare punizioni a quei somari che hanno preso una “D”».
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Io ho suggerito il Veleno» borbottò cupo Ron.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Harry non rispose subito. Finse di consultare una pagina di AntiVeleni Asiatici, perché non voleva dire quello che aveva in mente.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    «Be’» disse lentamente, quando non poté più far finta di trovare interessante AntiVeleni Asiatici, «sì, io… ci ho pensato, un po’».
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    «Mio padre sostiene attivamente ogni iniziativa antiministeriale!» si vantò Luna Lovegood, alle spalle di Harry; evidentemente aveva origliato la sua conversazione mentre Justin Finch-Fletchley cercava di sbrogliarsi dalle vesti che gli erano volate sopra la testa. «Dice sempre che si aspetta qualsiasi cosa da Caramell; pensa solo a tutti i goblin che ha fatto assassinare! E ovviamente usa l’Ufficio Misteri per mettere a punto terribili Veleni che somministra di nascosto a quelli che non sono d’accordo con lui. E poi c’è il suo Sferzatore Unghiobulare…»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    L’unica preoccupazione reale di Harry era che le tattiche della squadra di Serpeverde per far perdere le staffe a Ron ancor prima di entrare in campo funzionavano benissimo. Harry sopportava i loro commenti Velenosi da oltre quattro anni, perciò i bisbigli del tipo «Ehi, Potty, ho sentito che Warrington ha giurato di buttarti giù dalla scopa, sabato» non gli facevano neanche il solletico, invece di gelargli il sangue. «Warrington? Con la mira che ha, mi preoccuperei di più se puntasse qualcuno accanto a me» ribatteva, facendo ridere Ron e Hermione e cancellando il sorrisetto dalla faccia di Pansy Parkinson.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Posso esserle d’aiuto, professoressa McGranitt?» chiese, con il suo tono più Velenosamente dolce.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Non hai intenzione di mangiarla, vero, Hagrid?» chiese Ron, chinandosi a guardarla meglio. «Sembra Velenosa».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    Invece non videro l’Inquisitore Supremo da nessuna parte mentre marciavano a fatica nella neve. Hagrid li aspettava sul limitare della foresta. Non aveva un aspetto rassicurante: i lividi che sabato notte erano stati violacei ora si erano tinti di un giallo verdastro e alcuni dei tagli sembravano sanguinare ancora. Harry non capiva: forse era stato attaccato da qualche creatura dotata di un Veleno che impediva alle ferite di guarire? Tanto per completare l’infausto quadretto, Hagrid portava in spalla qualcosa che assomigliava a mezza mucca morta.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    La seguirono, superando le figure silenziose di Neville, Dean e Seamus, fuori dal dormitorio e giù per le scale a chiocciola fino alla sala comune, oltre il ritratto della Signora Grassa e lungo il corridoio illuminato dalla luna. Harry sentiva che il panico poteva traboccare da un momento all’altro; voleva correre, chiamare Silente; il signor Weasley sanguinava mentre loro camminavano così tranquilli; e se quelle zanne (Harry cercò in tutti i modi di non pensare “le mie zanne”) fossero state Velenose? Incrociarono Mrs Purr, che li guardò con gli occhi simili a lampadine soffiando leggermente, ma la McGranitt disse «Sciò!» e la gatta scivolò via nell’ombra. Dopo pochi minuti giunsero al gargoyle di pietra a guardia dell’ufficio di Silente.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Di qua!» gridò la signora Weasley, sovrastando i rintocchi dello stregone nell’angolo, e tutti si misero in fila con lei davanti a una bionda paffuta seduta a una scrivania con il cartello Informazioni. La parete alle sue spalle era coperta di avvisi e locandine che dicevano cose del tipo: TENETE I CALDERONI PULITI: LE VOSTRE POZIONI NON DIVENTERANNO Veleni e UN ANTIDOTO NON APPROVATO DA UN GUARITORE QUALIFICATO PUÒ ESSERE LETALE. Cera anche un grande ritratto di una strega dai lunghi boccoli argentei, con la scritta:
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Be’, ogni volta che ci provano comincio a sanguinare come un matto» rispose in tono leggero il signor Weasley, prendendo la bacchetta dal comodino ed evocando sei sedie accanto al letto. «A quanto pare nelle zanne di quel serpente c’era un Veleno insolito, che non fa rimarginare le ferite. Sono sicuri di trovare un antidoto, comunque: hanno avuto casi peggiori del mio, e nel frattempo non devo fare altro che prendere una Pozione Rimpolpasangue ogni ora. Invece quel tipo laggiù…» disse, abbassando la voce e accennando al letto di fronte, in cui giaceva un uomo verdastro e malaticcio che fissava il soffitto «…è stato morso da un lupo mannaro, poveretto. Non c’è cura».
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Io sono l’arma, pensò Harry, e fu come se nelle vene gli scorresse un Veleno che lo raggelava, facendolo sudare mentre assecondava il dondolio del treno nella galleria buia. È me che Voldemort sta cercando di usare, ecco perché mi sorvegliano ovunque vada, non è per proteggere me, ma gli altri, solo che non funziona, non possono seguirmi dappertutto a Hogwarts… ho attaccato io il signor Weasley la notte scorsa, sono stato io. Voldemort mi ha costretto a farlo e ora potrebbe essere dentro di me, e ascoltare i miei pensieri…
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    «Be’, sai, sulle ferite non magiche funzionano bene» osservò Hermione. «Immagino però che in quel Veleno di serpente ci sia qualcosa che li scioglie. Dove sarà la sala da tè?»
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Ma la rabbia nei suoi confronti continuava a pulsare nelle vene di Harry come Veleno. Liberarsi della rabbia? Era più facile tagliarsi le gambe…
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Harry lo ricambiò con la sua occhiata più Velenosa. Si sentiva il cuore in gola, ma il cervello stranamente freddo e lucido.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Uscì alla cieca nel corridoio affollato, dove rimase inerte, sballottato dalla folla, mentre il panico lo invadeva come un gas Velenoso e la sua testa sembrava galleggiare, incapace di pensare al da farsi…
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Gliel’ho già spiegato» replicò imperturbabile Piton. «La mia provvista di Veritaserum è finita. A meno che non voglia avvelenare Potter — e le assicuro che in tal caso avrebbe tutta la mia simpatia — non posso aiutarla. Purtroppo la maggior parte dei Veleni agisce troppo in fretta e non lascia alla vittima il tempo di dire la verità».
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Sembra morta» commentò Hermione con espressione nauseata. «Ma ci sono ferite che non si possono guarire… vecchie maledizioni… e ci sono Veleni senza antidoto…»
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Ormai gli incantesimi non verbali erano richiesti non solo a Difesa contro le Arti Oscure, ma anche a Incantesimi e a Trasfigurazione. Spesso, in sala comune o durante i pasti, Harry sorprendeva i compagni paonazzi e tesi come se avessero preso una dose eccessiva di No-Pupù-No-Pipì. Ma sapeva che in realtà stavano cercando di formulare gli incantesimi senza pronunciarli ad alta voce. Uscire per andare alle serre era un sollievo: durante Erbologia avevano a che fare con piante estremamente pericolose, ma almeno potevano ancora imprecare ad alta voce se la Tentacula Velenosa li aggrediva alle spalle.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Hermione recitò tutto d’un fiato: «La-Terza-Legge-di-Golpalott-dice-che-l’antidoto-per-un-Veleno-composto-è-maggiore-della-somma-degli-antidoti-di-ciascuno-dei-singoli-componenti».
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «… e quindi» concluse Lumacorno, «voglio che ciascuno di voi prenda una di queste fiale sulla mia cattedra. Contengono un Veleno al quale dovete creare un antidoto prima della fine della lezione. Buona fortuna, e non dimenticate i guanti protettivi!»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Irritato, Harry stappò il Veleno che aveva preso dalla cattedra di Lumacorno, un liquido di un rosa sgargiante, lo versò nel calderone e vi accese sotto il fuoco. Non aveva la minima idea di che cosa fare. Guardò Ron, che aveva copiato tutte le sue mosse e ora stava lì con espressione idiota.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    A Harry bastarono cinque minuti per capire che la sua reputazione di miglior artefice di pozioni della classe stava per crollare. Lumacorno aveva sbirciato speranzoso nel suo calderone durante il primo giro della segreta, pronto a profondersi in esclamazioni estasiate come al solito, e invece aveva ritratto in fretta la testa, tossendo, soffocato dall’odore di uova marce. Hermione non avrebbe potuto essere più soddisfatta; non aveva tollerato di essere superata in ogni prova di Pozioni. Al momento stava decantando gli ingredienti del suo Veleno, che si erano misteriosamente separati, in dieci diverse fiale di cristallo. Per evitare quello spettacolo irritante, Harry si chinò sul libro del Principe Mezzosangue e voltò alcune pagine con inutile energia.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Harry fissò le parole per un istante. Una volta, molto tempo prima, non aveva sentito parlare di bezoar? Piton non l’aveva nominato nella primissima lezione di Pozioni? ‘Una pietra che si trova nella pancia delle capre e che salva da molti Veleni’.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Quindi il Veleno era nel vino?» domandò Fred piano.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «O potrebbe essere innocente» aggiunse Ginny. «Il Veleno avrebbe potuto trovarsi nella bottiglia: in quel caso probabilmente era destinato allo stesso Lumacorno».
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Be’, intanto avrebbero dovuto tutte e due essere letali e non lo sono state per pura fortuna. E poi né il Veleno né la collana sembrano aver raggiunto la persona che doveva essere uccisa. Naturalmente» aggiunse meditabonda, «questo rende il colpevole ancora più pericoloso, in un certo senso, perché sembra che non gli importi quanta gente fa fuori prima di colpire il bersaglio».
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Penso che ha cento e cento idee, con un cervello come il suo» rispose Hagrid con fermezza. «Ma non sa chi ha mandato la collana e nemmeno chi ha messo il Veleno in quel vino, se no li avevano già presi, no? Quello che a me mi preoccupa» proseguì, a bassa voce e guardandosi indietro (Harry, per sicurezza, controllò che non ci fosse Pix sul soffitto), «è quanto tempo Hogwarts può stare aperta se c’è qualcuno che ce l’ha con i ragazzi. È la stessa storia della Camera dei Segreti, no? Ci sarà panico, altri genitori che ritirano i ragazzi, e in un baleno quelli del Consiglio…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Ricordava di aver messo nella cioccolata della padrona qualcosa che si rivelò non essere zucchero, ma un Veleno letale e poco noto» continuò Silente. «Fu stabilito che non l’aveva fatto con intenzione, ma essendo vecchia e confusa…»
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Commovente, commovente» mormorò Lumacorno distratto, gli occhi fissi sulle luci lontane della capanna di Hagrid. «Ma il Veleno di Acromantula è molto prezioso… Se la bestia è appena morta forse non si è ancora essiccato… È ovvio, non farei nulla che possa turbare Hagrid… ma se ci fosse un modo per procurarsene un po’… Insomma, è praticamente impossibile prendere il Veleno a un’Acromantula quando è viva…»
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Deve aver spremuto da Aragog un sacco di ottimo Veleno,pensò Harry, perché Lumacorno si avvicinò all’orlo della fossa con un cipiglio soddisfatto e declamò con voce lenta e solenne: «Addio, Aragog, re degli aracnidi, la cui lunga e fedele amicizia non sarà dimenticata da coloro che ti conobbero! Anche se il tuo corpo si decomporrà, il tuo spirito aleggia nei luoghi tranquilli e fitti di ragnatele della tua Foresta natia. Possano i tuoi discendenti dai molti occhi prosperare e i tuoi amici umani trovare consolazione per la perdita che hanno subito».
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    «Non ci sono Veleni, le ho fatte provare tutte» assicurò a Harry, versando quasi tutta la bottiglia in uno dei boccali grossi come secchi di Hagrid. «Ho fatto assaggiare ogni bottiglia a un elfo domestico dopo quello che è successo al tuo povero amico Rupert».
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    «No!» urlò Harry, che si era alzato per riempire il calice; invece lo lasciò cadere nel bacile, si gettò a terra accanto a Silente e lo rivoltò sulla schiena. Silente aveva gli occhiali storti, la bocca spalancata, gli occhi chiusi. «No» supplicò Harry, scuotendolo, «no, lei non è morto, aveva detto che non era Veleno, si svegli, si svegli… Reinnerva!»gridò, con la bacchetta puntata verso il petto di Silente; ci fu un lampo di luce rossa ma non accadde nulla. «Reinnerva… Signore… la prego…»
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    Harry si sfilò di tasca il Mantello e se lo gettò addosso prima di inforcare la sua scopa; Madama Rosmerta stava già caracollando verso il pub quando Harry e Silente decollarono. Durante il volo verso il castello, Harry tenne d’occhio Silente, pronto ad afferrarlo nel caso cadesse, ma la vista del Marchio Nero pareva averlo rinvigorito; era chino sulla scopa, lo sguardo puntato avanti, i lunghi capelli e la barba argentei fluttuanti nell’aria della notte. Anche Harry guardò: vide il teschio, e la paura si gonfiò dentro di lui come una bolla Velenosa, premendogli i polmoni, scacciandogli dalla mente ogni altra pena…
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

   «Non deve essere per forza una zanna di Basilisco» ribatté Hermione, paziente. «Dev'essere qualcosa di così devastante che l'Horcrux non possa autoripararsi. Il Veleno di Basilisco possiede un solo antidoto, estremamente raro...»
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Precisamente. Il nostro problema è che ci sono pochissime sostanze micidiali quanto il Veleno di Basilisco e sono tutte pericolose da portare in giro. è un problema che dovremo risolvere, però, perché strappare, schiac ciare o frantumare un Horcrux non basterà. Bisogna che sia impossibile ripararlo con la magia».
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   Santo cielo, fa schifo» commentò Ron dopo una sorsata di schiumoso caffÈ grigiastro. La cameriera lo sentì e gli scoccò un'occhiata inVelenita mentre si trascinava verso i nuovi clienti. Il più grosso dei due, biondo e robusto,
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   E così erano partiti. Harry se li immaginò, il vecchio elfo spaventato e il magro, scuro Cercatore così simile a Sirius... Kreacher sapeva come aprire l'ingresso nascosto della caverna nel sottosuolo, sapeva come richiamare la barchetta; questa volta era il suo amato Regulus che viaggiava con lui verso l'isola col bacile di Veleno...
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Gli scrivani erano ancora riuniti attorno ai resti del Detonatore Abbindolante, che continuava a fischiare piano, fumando. Harry corse via lungo il corridoio e sentì la giovane strega dire: «Scommetto che è sgattaiolato fin quassù dagli Incantesimi Sperimentali, sono così distratti, vi ricordate la papera Velenosa?»
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   «La spada può distruggere gli Horcrux! Le lame forgiate dai folletti assorbono solo ciò che le fortifica... Harry, quella spada è impregnata di Veleno di Basilisco!»
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «E dov'È che farete i vostri commerci di pozioni e Veleni quando il mio pub sarà chiuso? Che ne sarà dei vostri piccoli traffici?»
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   C'erano altri duelli lungo le scale e nell'ingresso, e Mangiamorte ovunque: Yaxley, vicino al portone, contro Vitious, e lì accanto uno mascherato contro Kingsley. Gli studenti correvano ovunque; alcuni sorreggevano o trascinavano gli amici feriti. Harry scagliò uno Schiantesimo contro il Mangiamorte mascherato, lo mancò e rischiò di colpire Neville, emerso dal nulla con una bracciata di Tentacula Velenosa, che si abbarbicò allegramente al Mangiamorte più vicino e cominciò ad avvilupparlo.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

    «Vostra Maestà» disse il Capitano, «questa stessa mattina, Sciabola è morto per aver mangiato un fungo Velenoso! Riportatelo in vita, Vostra Maestà, con la vostra bacchetta!»
BABÀ RABA E IL CEPPO GHIGNANTE (Cap. 4 Harry Potter 8)