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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Goyle


   ‘Chi?’ ‘Be', preferisco non nominarlo, se posso. Tutti preferiscono, tutti’. ‘E perché?’ ‘Per tutti i garGoyle, Harry, la gente è ancora terrorizzata. Oh, povero me, quant'è difficile! Vedi, c'era questo mago che poi ha... ha preso la via del male. Tutto il male che riesci a immaginare. Il peggio. Il peggio del peggio. Il suo nome era...’
Il custode delle chiavi (Cap. 4 Harry Potter 1)

   ‘Per tutti i garGoyle, Harry. Continuo a dimenticare quanto poco sai... Certo che... non conoscere il Quidditch!’
‘Non farmi sentire ancora più a disagio’ lo pregò Harry. E raccontò a Hagrid del ragazzino pallido che aveva incontrato nel negozio di Madama Mcclan.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Oh, questo è Tiger e questo Goyle’ fece il ragazzo pallido con noncuranza, notando lo sguardo di Harry. ‘E io mi chiamo Malfoy. Draco Malfoy’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   coraggio di quanto non se ne sentisse addosso, visto che Tiger e Goyle erano molto più grossi di lui e di Ron.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

    Goyle fece per prendere le Cioccorane posate vicino a Ron... Questi fece un balzo in avanti, ma non aveva fatto in tempo a sfiorare Goyle che quest'ultimo emise un grido lacerante.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)


   Goyle faceva roteare Crosta, ululando, e quando finalmente il topo si staccò andando a sbattere contro il finestrino, tutti e tre
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Malfoy si presentò con aria tracotante, quando venne chiamato il suo nome, e fu esaudito immediatamente: il cappello gli aveva appena sfiorato la testa quando gridò: ‘SERPEVERDE!’
Malfoy andò a unirsi ai suoi amici Tiger e Goyle, con aria molto compiaciuta.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Proviamo ancora. Potter, dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi una pietra bezoar?’
Hermione alzò di nuovo la mano più in alto che poteva senza alzarsi dalla sedia, ma Harry non aveva la più pallida idea di che cosa fosse un bezoar. Cercò di ignorare Malfoy, Tiger e Goyle che si sbellicavano dalle risate.
‘Non lo so, signore’.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   Draco Malfoy e i suoi amici Tiger e Goyle nascosero un ghigno dietro la mano. Piton finì di fare l'appello e alzò lo sguardo sulla classe. Aveva gli occhi neri come quelli di Hagrid, ma del tutto privi del suo calore. Erano gelidi e vuoti, e facevano pensare a due tunnel immersi nel buio.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘Certo che ne ha sentito parlare’ disse Ron voltandosi bruscamente. ‘Io sono il suo secondo, e il tuo chi è?’
Malfoy squadrò Tiger e Goyle valutandone la stazza.
‘Tiger’ disse. ‘Ti va bene a mezzanotte? Ci troviamo nella sala dei trofei, che non è mai chiusa a chiave’.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Fred e George erano appena scomparsi quando si presentò qualcuno molto meno gradito: era Malfoy, regolarmente seguito da Tiger e Goyle.
‘L'ultimo pasto, Potter? Stai per prendere il treno e tornare dai Babbani?’
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   A Harry non sfuggirono le facce trionfanti di Malfoy, Tiger e Goyle, mentre si allontanava come inebetito dietro alla professoressa Mcgranitt, in direzione del castello. Sarebbe stato espulso, lo sapeva benissimo. Voleva dire qualcosa per difendersi, ma la voce sembrava non volergli uscire. La professoressa Mcgranitt procedeva a passo veloce senza neanche degnarlo di uno sguardo. Per tenerle dietro, doveva correre. Ecco, era tutto finito. Non aveva resistito neanche due settimane. Entro dieci minuti avrebbe fatto le valige.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Niente Tiger e Goyle a salvarti l'osso del collo quassù, eh, Malfoy?’ lo apostrofò Harry.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Che cosa succede qui?’
‘Professoressa, Malfoy mi ha preso la Ricordella’.
Tutto corrucciato, Malfoy rimise prontamente la palla sul tavolo. ‘Stavo solo guardando’ disse, e se la svignò con Tiger e Goyle al seguito.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Lasciarono la sala velocemente, impazienti di scartare il pacco in separata sede prima dell'inizio delle lezioni, ma nella sala d'ingresso trovarono l'accesso alle scale sbarrato da Tiger e Goyle. Malfoy afferrò il pacco dalle mani di Harry e cominciò a tastarlo.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)


   Malfoy, Tiger e Goyle passarono di corsa accanto all'abete, spargendone gli aghi dappertutto e sfoderando un sorriso compiaciuto.
‘Gliela faccio vedere io’ disse Ron digrignando i denti contro Malfoy che ormai gli dava le spalle. ‘Uno di questi giorni, gliela faccio vedere io...’.
‘Li odio tutti e due, Malfoy e Piton’ disse Harry.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Parlando guardava dalla parte di Harry. Tiger e Goyle ridacchiarono. Harry, che stava dosando della polvere di spina dorsale di pesce-leone, li ignorò. Dal tempo della partita a
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘Forza, Harry!’ gridava Hermione, salita in piedi sul suo sedile per seguire con lo sguardo il ragazzo mentre si avventava contro Piton. E non si accorse nemmeno di Malfoy e Ron che si rotolavano a terra sotto il suo sedile, né dei tonfi e delle grida provenienti da Neville, Tiger e Goyle, trasformatisi in un unico vortice di pugni.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Malfoy, Tiger e Goyle si sbellicarono dalle risate, ma Ron, sempre senza osare distogliere lo sguardo dal gioco, sibilò: ‘Cantagliele, Neville’.
‘Ehi, Paciock, se il cervello valesse tanto oro quanto pesa, saresti più povero di Weasley... ed è tutto dire!’
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Qualcuno gli aveva dato una botta alla nuca. Era Malfoy.
‘Uh, Weasley, scusa tanto, non t'avevo visto’.
E Malfoy rivolse un largo, maligno sorriso a Tiger e Goyle.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Abbiamo vinto! Hai vinto! Abbiamo vinto!’ gridò Ron, mollandogli una pacca sulla schiena. ‘E io ho fatto un occhio nero a Malfoy, mentre Neville si batteva da solo contro Tiger e Goyle! ancora in coma, ma Madama Chips dice che non ha niente. L'avevamo detto che gliel'avremmo fatta vedere noi, a quelli del Serpeverde! Sono tutti nella sala di ritrovo che ti aspettano. Abbiamo organizzato una festa: Fred e George hanno sgraffignato dalle cucine un po' di dolci e altra roba buona’.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

    A Harry era passato di mente che non erano ancora usciti i risultati degli esami; ma quelli puntualmente arrivarono. Con loro grande sorpresa, sia lui che Ron erano stati promossi con ottimi voti; quanto a Hermione, com’era da prevedere, risultò l’alunna migliore dell’anno. Persino Neville riuscì a passare per il rotto della cuffia: i buoni voti che aveva preso in Erbologia avevano compensato quelli disastrosi in Pozioni. Avevano sperato che Goyle, stupido quasi quanto cattivo, venisse buttato fuori; ma anche lui venne promosso. Era un gran peccato ma, come disse Ron, nella vita non si poteva avere tutto.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Siete stati visti!» sibilò Piton mostrandogli il titolo di testa: UNA FORD ANGLIA VOLANTE SCONCERTA I BABBANI. Cominciò a leggere ad alta voce: «’Due Babbani, a Londra, affermano di aver visto una vecchia automobile volare sopra la torre dell’ufficio postale… a mezzogiorno, a Norfolk, la signora Hetty Bayliss, mentre stava stendendo il bucato… il signor Angus Fleet, di Peebles, ha riferito alla polizia…’ sei o sette Babbani in tutto. Sbaglio o tuo padre lavora nell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani?» chiese alzando lo sguardo su Ron con un sorriso ancor più maligno. «Per tutti i garGoyle… proprio suo figlio…»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Nel cortile risuonò, sonora e aspra, la voce di Draco Malfoy. Si era fermato proprio dietro a Colin, scortato, come sempre quando era a Hogwarts, da quei due teppisti di grossa stazza che erano suoi amici Tiger e Goyle.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Tiger e Goyle ridacchiavano come due ebeti.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)


    «Ma di che cosa stai parlando, Harry? Forse sei un po’ stanco? Per tutti i garGoyle… guarda che ora è! Abbiamo lavorato per quasi quattro ore! Non l’avrei mai detto… il tempo è volato, non pare anche a te?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Per tutti i garGoyle!» esclamò Madama Chips.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Harry scomparve rapidamente dietro al suo calderone, tirò fuori dalla tasca uno dei fuochi d’artificio Filibuster di Fred e lo colpì leggermente con la bacchetta magica. Quello cominciò a sibilare e a crepitare. Ben sapendo di avere soltanto pochi secondi, Harry si raddrizzò in piedi, si fece coraggio, lo lanciò in aria, e quello andò a infilarsi dritto dritto nel calderone di Goyle.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    La pozione di Goyle esplose, inondando la classe. Tutti gridavano, colpiti dagli schizzi di Pozione Dilatante. Malfoy se ne prese uno spruzzo in faccia, e il naso cominciò a gonfiarglisi come un pallone; Goyle brancolava per la stanza, con le mani sugli occhi, che gli erano diventati come due scodelle, e Piton cercava di riportare la calma e di capire cosa fosse successo. Nella confusione generale, Harry vide Hermione sgattaiolare furtivamente fuori dall’aula.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Quando tutti ebbero sorseggiato l’antidoto e fu posto rimedio alle varie tumefazioni, Piton si avvicinò al calderone di Goyle e trovò i resti contorti del fuoco d’artificio. Di colpo cadde il silenzio.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Di questo passo, rimarremo soli» disse Ron a Harry e a Hermione. «Noi, Malfoy, Tiger e Goyle. Bella vacanza che ci si prepara!»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Infatti anche Tiger e Goyle, che facevano sempre tutto quel che diceva Malfoy, avevano firmato per restare in collegio durante le vacanze. Ma a Harry sorrideva l’idea che la maggior parte degli studenti partisse. Era stanco di vedersi evitato quando qualcuno lo incontrava per i corridoi, come se da un momento all’altro dovesse tirar fuori le zanne o schizzare veleno; stanco di essere chiacchierato, segnato a dito, insultato.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Dobbiamo ancora procurarci un pezzetto delle persone nelle quali dobbiamo trasformarci» disse in tono molto pratico, come se li stesse mandando al supermercato a comperare detersivo per i piatti. «Naturalmente il massimo sarebbe che riusciste a procurarvi qualcosa di Tiger e Goyle; sono i migliori amici di Malfoy, e lui, con loro, vuoterà il sacco. E poi c’è da accertarsi che i veri Tiger e Goyle non spuntino come funghi mentre noi stiamo facendo il terzo grado al loro capo.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Ho pensato a tutto» proseguì senza riprender fiato, ignorando le facce sbigottite di Harry e Ron. Mostrò loro due soffici pasticcini al cioccolato. «Li ho riempiti di una semplice Pozione Soporifera. Basta fare in modo che Tiger e Goyle li trovino. Lo sapete quanto sono golosi; non resisteranno e li mangeranno di certo. Una volta che si saranno addormentati strappategli alcuni capelli e nascondeteli».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «La pozione sarebbe inutile senza i capelli di Tiger e Goyle» disse con tono perentorio. «Voi volete interrogare Malfoy, non è vero?»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)


    Ma con grande sorpresa di Harry e Ron, la fase numero uno dell’operazione andò liscia come Hermione aveva previsto. Dopo il tè, si attardarono nella Sala d’Ingresso deserta in attesa di Tiger e Goyle che, rimasti soli al tavolo dei Serpeverde, si stavano rimpinzando di una quarta porzione di zuppa inglese. Harry aveva appoggiato i pasticcini al cioccolato sulla balaustra delle scale. Quando videro Tiger e Goyle uscire dalla Sala Grande, Harry e Ron si nascosero in fretta dietro a un’armatura, accanto al portone principale.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Ma si può essere così idioti?» bisbigliò Ron in tono estatico quando Tiger indicò allegramente a Goyle i pasticcini e li afferrò. Ridendo come due ebeti, fecero sparire i dolci in un sol boccone. Per un attimo masticarono ingordamente con aria di trionfo: poi, senza cambiare faccia, andarono giù come birilli.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    La parte più complicata fu nasconderli dentro l’armadio, dalla parte opposta della stanza. Poi, una volta che li ebbero messi al sicuro tra secchi e stracci, Harry strappò un paio di peli dalle irsute sopracciglia di Goyle e Ron strappò alcuni capelli a Tiger. Gli portarono via anche le scarpe, perché le loro erano troppo piccole per piedi di quella misura. Poi, ancora esterrefatti per quel che erano riusciti a fare, si affrettarono a raggiungere il bagno di Mirtilla Malcontenta.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Harry le mostrò i peli di Goyle.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Bene. E io ho trafugato questi abiti di ricambio dalla lavanderia» disse Hermione indicando un sacchetto. «Una volta che sarete diventati Tiger e Goyle, avrete bisogno di taglie più grandi».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Harry lasciò cadere il pelo di Goyle nel bicchiere di mezzo e Ron il capello di Tiger nell’ultimo. In entrambi, la pozione cominciò a sibilare e a schiumare: quella di Goyle assunse il color cachi, tipico dei fantasmi, mentre quella di Tiger divenne marrone scuro.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Così com’era iniziato, tutto cessò di colpo. Harry si stese faccia a terra sul freddo pavimento di pietra, ascoltando il cupo gorgogliare di Mirtilla. Si tolse le scarpe con difficoltà e si alzò in piedi. Dunque, ecco come ci si sentiva nei panni di Goyle. Con la grossa mano tremante si tolse i calzoni che gli arrivavano due palmi sopra le caviglie, si infilò quelli nuovi e si allacciò le scarpe di Goyle, che sembravano due barche. Fece per togliersi i capelli dagli occhi, ma sentì soltanto peli ispidi e corti che gli crescevano lungo la bassa attaccatura della fronte. Poi si rese conto che gli occhiali gli davano fastidio, perché ovviamente Goyle non ne aveva bisogno. Se li tolse e chiese: «Tutto bene, voi due?» con la voce bassa e gracchiante di Goyle.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Harry aprì la porta e andò a guardarsi allo specchio incrinato. Goyle lo fissava con occhi ottusi e infossati. Harry si grattò l’orecchio. Così faceva Goyle.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «È meglio che ci avviamo» disse Harry allentando il cinturino dell’orologio che gli stava segando il grosso polso da Goyle. «Dobbiamo ancora scoprire dov’è la sala di ritrovo dei Serpeverde. Speriamo soltanto di incontrare qualcuno da seguire…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Ron, che era rimasto a fissare Harry, disse: «Non sai quanto sia strano vedere Goyle che pensa». Bussò alla porta di Hermione. «Svelta, dobbiamo andare…»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Ecco, così sei proprio Goyle» osservò Ron. «Questa è la sua faccia ogni volta che un insegnante gli fa una domanda».
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Harry e Ron scesero di corsa la scala di pietra e si trovarono immersi nell’oscurità; i loro passi erano particolarmente rumorosi, perché i grossi piedi di Tiger e Goyle pestavano pesantemente il pavimento: i due ragazzi cominciarono a pensare che la cosa non sarebbe stata poi così facile come avevano sperato.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    La risata forzata di Harry e Ron arrivò in ritardo, ma Malfoy sembrò soddisfatto; magari Tiger e Goyle non erano di quelli che capivano al volo.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Lo sai che non ce l’ho, Goyle, quante volte te lo devo ripetere?» sbottò Malfoy. «E mio padre non vuole dirmi niente sull’ultima volta che la Camera è stata aperta. Certo, è successo cinquant’anni fa, e quindi prima che lui fosse a Hogwarts, ma conosce la storia nei minimi particolari e dice che fu messo tutto a tacere; per cui, se io ne sapessi troppo apparirebbe sospetto. Una cosa, però, la so: l’ultima volta che la Camera dei Segreti è stata aperta è morto un mezzosangue. Perciò scommetto che è soltanto questione di tempo: anche questa volta uno di loro ci rimetterà la pelle… Spero proprio che sia la Granger» concluse tutto soddisfatto.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Sì, Azkaban… la prigione dei maghi, Goyle!» disse Malfoy fissandolo incredulo. «Parola mia, Goyle, se tu fossi appena un po’ più lento andresti all’indietro!»
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Harry-Goyle cercò di fare assumere al suo viso ebete un’espressione preoccupata.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Presto, una medicina per il mal di stomaco!» grugnì Ron, e senza altre storie attraversarono di corsa la sala comune dei Serpeverde, si lanciarono contro la parete di pietra e attraversarono il passaggio segreto, sperando ardentemente che Malfoy non si fosse accorto di nulla. Harry rimpiccioliva e sentiva i piedi sciacquare dentro le enormi scarpe di Goyle e i vestiti ballargli addosso. Fecero di volata le scale verso la sala d’ingresso, che era avvolta nell’oscurità: dall’armadio dove erano rinchiusi Tiger e Goyle provenivano dei colpi soffocati. Lasciarono le scarpe fuori dall’armadio e, con i soli calzini ai piedi, fecero di corsa la scalinata di marmo, dritti al bagno di Mirtilla Malcontenta.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    Alzando gli occhi, Harry vide Malfoy chinarsi e afferrare qualcosa. Con sguardo avido, lo mostrò a Tiger e Goyle: Harry capì che aveva agguantato il diario di Riddle.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Una sola persona sembrava godere dell’atmosfera di terrore e di sospetto: Draco Malfoy se ne andava in giro tutto tronfio come se fosse stato appena nominato Caposcuola. Harry comprese cosa lo rendeva tanto contento solo durante la lezione di Pozioni, una quindicina di giorni dopo che Silente e Hagrid se n’erano andati, quando, seduto proprio dietro di lui, lo udì per caso gongolare malignamente con Tiger e Goyle.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

   Forse non era un tipo di gran compagnia, ma la presenza del professor Lupin nello scompartimento si rivelò utile. A metà pomeriggio, proprio mentre la pioggia cominciava a cadere confondendo i profili delle colline che scorrevano oltre il finestrino, risuonarono dei passi nel corridoio, e sulla soglia comparvero le tre persone meno gradite a Harry e ai suoi amici: Draco Malfoy, accompagnato dai suoi scherani, Vincent Tiger e Gregory Goyle.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Draco Malfoy e Harry erano nemici sin dal momento in cui si erano incontrati durante il primo viaggio verso Hogwarts. Malfoy, che aveva un viso pallido, appuntito e beffardo, era nella Casa dei Serpeverde; giocava da Cercatore nella squadra di Quidditch del Serpeverde, lo stesso ruolo di Harry nel Grifondoro. Tiger e Goyle sembravano essere al mondo solo per
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   eseguire gli ordini di Malfoy. Erano entrambi grossi e muscolosi; Tiger era più alto, con un taglio di capelli a scodella e il collo taurino, Goyle aveva ispidi capelli corti e lunghe braccia scimmiesche.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Tiger e Goyle ridacchiarono come due troll.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Andiamo» disse a Tiger e Goyle in tono risentito, e il terzetto spari.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Oh, no, ehm... professore». Poi fece un cenno d'intesa a Tiger e Goyle, e li guidò su per i gradini, dentro il castello.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   limitare della foresta proibita. Fu solo quando riconobbe tre schiene fin troppo familiari che si rese conto che avrebbero dovuto seguire la lezione con i Serpeverde. Malfoy stava parlando animatamente con Tiger e Goyle, che ridacchiavano. Harry era sicuro di sapere di cosa stavano parlando.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Malfoy, Tiger e Goyle non ascoltavano; stavano parlottando e Harry a
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   La classe applaudì, tutti tranne Malfoy, Tiger e Goyle, che sembravano profondamente irritati.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Bravo, Harry!» ruggì Hagrid, mentre tutti tranne Malfoy, Tiger e Goyle lo festeggiavano. «Ok, c'è qualcun altro che vuole provare?»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Malfoy, Tiger e Goyle avevano scelto Fierobecco. Si era inchinato a Malfoy, che ora gli accarezzava il becco con aria sprezzante.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «È tutta colpa di Malfoy!» ribatté Dean Thomas. Tiger e Goyle gli mostrarono i pugni con aria minacciosa.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Harry teneva d'occhio il tavolo dei Serpeverde. Un bel gruppo che comprendeva Tiger e Goyle era immerso in un fitto conciliabolo. Harry era sicuro che stessero mettendo a punto la loro versione di come Malfoy era
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Sì» disse Malfoy inalberando un cipiglio coraggioso. Ma Harry lo vide strizzare l'occhio a Tiger e a Goyle quando Pansy distolse lo sguardo.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Tiger e Goyle scoppiarono a ridere alla vista di Neville che sudava mescolando febbrilmente la sua pozione. Hermione gli suggeriva cosa fare a mezza voce, cercando di non farsi vedere né sentire da Piton. Harry e Ron
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   «Che cosa voleva dire Malfoy?» mormorò Harry a Ron, ficcando le mani sotto il getto ghiacciato che sprizzava da una bocca di garGoyle. «Perché dovrei vendicarmi di Black? Non mi ha fatto niente, non ancora».
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   Malfoy li oltrepassò, scortato da Tiger e Goyle. Fece una smorfia a Harry e sparì.
Il Molliccio nell'armadio (Cap. 7 Harry Potter 3)

   «Resti qui, Potter?» gridò Malfoy, in fila con Tiger e Goyle. «Paura dei Dissennatori?»
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Ma era molto di più di un po' di pioggia. Il Quidditch era così popolare che tutta la scuola voleva assistere alla partita, come sempre, ma tutti corsero giù per il prato verso il campo da Quidditch con le teste chine per opporsi al vento feroce, con gli ombrelli che volavano via strappati dalle loro mani. Appena prima di entrare negli spogliatoi, Harry vide Malfoy, Tiger e Goyle che ridevano e lo additavano da sotto un enorme ombrello, diretti allo stadio.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Tu non li conosci quei garGoyle del Comitato per la Soppressione delle Creature Pericolose!» esclamò Hagrid con voce soffocata, asciugandosi gli occhi sulla manica. «Loro ce l'hanno con le creature interessanti!»
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «Una volta però ha morsicato Goyle!» disse Ron sconsolato. «Ti ricordi, Harry?»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Il suo momento di gloria» disse Fred, incapace di restar serio. «Che la cicatrice sul dito di Goyle sia perenne tributo alla sua memoria. Dài, Ron, vai a Hogsmeade e comprati un topo nuovo. A cosa serve lamentarsi?»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Draco Malfoy si era avvicinato per vedere meglio, con Tiger e Goyle alle spalle.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Tiger e Goyle ridacchiarono.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Harry guardò la scena stupefatto. Per terra, in un mucchio aggrovigliato, c'erano Malfoy, Tiger, Goyle e Marcus Flitt, il capitano dei Serpeverde, che lottavano per liberarsi dei loro lunghi mantelli neri col cappuccio. A quanto pareva, Malfoy doveva essere salito sulle spalle di Goyle. La professoressa McGranitt, furiosa come non mai, era in piedi di fronte a loro.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Fu il miglior suggello alla vittoria dei Grifondoro. Ron, che si era fatto largo tra la folla al fianco di Harry, era piegato in due dalle risate mentre Malfoy cercava di districarsi dal mantello in cui era ancora impigliata la testa di Goyle.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Harry, accaldato per la salita, meditava di togliersi il Mantello per qualche minuto, quando sentirono delle voci avvicinarsi. Qualcuno saliva verso la casa dall'altra parte della collina; un istante dopo apparve Malfoy, seguito da vicino da Tiger e Goyle.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Tiger e Goyle sogghignarono.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   L'occasione era troppo perfetta per sprecarla. Harry strisciò in silenzio dietro Malfoy, Tiger e Goyle, si chinò e raccolse una grossa manciata di fango dal sentiero.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Ron scoppiò a ridere così fragorosamente che dovette aggrapparsi alla staccionata per non cadere. Malfoy, Tiger e Goyle girarono stupidamente su se stessi, guardandosi intorno furenti, mentre Malfoy cercava di ripulirsi i capelli.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Tiger e Goyle sembravano spaventati. I loro grossi muscoli erano inutili contro i fantasmi. Malfoy scrutava adirato il paesaggio deserto.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   SPLAT!
Questa volta ne finì un po' anche addosso a Tiger e Goyle. Goyle balzò furiosamente in su e in giù, cercando di ripulirsi gli occhietti inespressivi.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «AARGH!» urlò, indicando la testa di Harry. Poi si voltò e corse via a rotta di collo, giù per la collina, con Tiger e Goyle alle calcagna.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Stavano tornando al castello con il resto della classe. Davanti videro Malfoy, con Tiger e Goyle, che continuava a voltarsi e a ridere sprezzante.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Malfoy, Tiger e Goyle si erano fermati appena dentro il castello ad ascoltare.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Schiaffeggiò Malfoy con tutte le sue forze. Malfoy barcollò. Harry, Ron, Tiger e Goyle rimasero impietriti mentre Hermione rialzava la mano.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Hermione estrasse la bacchetta magica. Malfoy fece un passo indietro. Tiger e Goyle lo guardarono in attesa di ordini, assolutamente sconvolti.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Per Harry fu un gran brutto periodo. Non poteva andare a lezione senza che qualche Serpeverde non cercasse di fargli lo sgambetto; Tiger e Goyle sbucavano da tutte le parti, e strisciavano via delusi quando lo vedevano circondato da altri ragazzi. Baston aveva dato istruzioni perché Harry venisse scortato ovunque, nel caso che i Serpeverde tentassero di metterlo fuori gioco. Tutta la Casa di Grifondoro raccolse la sfida con entusiasmo, così che per Harry era impossibile arrivare alle lezioni in orario perché era sempre circondato da un'enorme folla rumorosa. Era più preoccupato per la sicurezza della sua Firebolt che per la propria. Quando non la cavalcava, la chiudeva al sicuro nel suo baule, e spesso durante gli intervalli sfrecciava su nella Torre di Grifondoro a controllare che ci fosse ancora.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

    «Dove sei stato, Barty?» disse Bagman. «Perché non eri alla partita? La tua elfa ti aveva anche tenuto il posto… Per tutti i garGoyle!» Bagman aveva appena notato Winky distesa ai suoi piedi. «Che cosa è successo a lei?»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Draco Malfoy era comparso sulla porta. Dietro di lui c’erano Tiger e Goyle, i suoi enormi scagnozzi, entrambi cresciuti, a quanto pareva, di almeno una trentina di centimetri durante l’estate. Evidentemente avevano origliato la conversazione dalla porta, che Dean e Seamus avevano lasciato socchiusa.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Vai a mangiare cacca, Malfoy!» disse Ron, dello stesso colore del vestito mentre lo strappava dalle mani dell’altro. Malfoy scoppiò in una risata di scherno; Tiger e Goyle ridacchiarono stupidamente.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Con un’ultima risata, Malfoy fece un cenno a Tiger e Goyle e scomparvero tutti e tre.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Era Draco Malfoy. I Serpeverde erano arrivati: Tiger e Goyle sghignazzarono in segno di approvazione.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    Harry, Ron e Hermione si voltarono. Malfoy, Tiger e Goyle erano lì, e tutti e tre parevano gongolare per qualcosa.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    Moody prese a zoppicare verso Tiger, Goyle e il furetto, che emise uno squittio spaventato e scattò via, filandosela verso i sotterranei.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    I passeggeri sbarcarono; i ragazzi videro le sagome passare davanti alle luci dei boccaporti. Tutti, notò Harry, sembravano della taglia di Tiger e Goyle… ma poi, mentre si avvicinavano, risalendo i prati nella luce che si riversava fuori dalla Sala d’Ingresso, vide che la loro stazza in realtà era dovuta al fatto che indossavano mantelli di pelliccia ispida. Ma l’uomo che li guidava portava una pelliccia di un altro tipo; liscia e argentea, come i suoi capelli.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Viktor Krum e i suoi compagni di Durmstrang si erano seduti al tavolo di Serpeverde. Harry notò che Malfoy, Tiger e Goyle erano molto compiaciuti per questo; Malfoy si chinò in avanti per dire qualcosa a Krum.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Ah, guardate, ragazzi, c’è il campione» disse a Tiger e Goyle nell’istante in cui arrivò a portata di Harry. «Avete i vostri libri degli autografi? Meglio chiedere una firma adesso, perché dubito che sarà in circolazione ancora a lungo… metà campioni del Tremaghi sono morti… quanto pensi che resisterai, Potter? Dieci minuti dall’inizio della prima prova, scommetto».
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Tiger e Goyle scoppiarono docilmente a ridere, ma Malfoy non poté andare avanti perché Hagrid spuntò da dietro la capanna, portando una torre pericolante di cassette, ciascuna delle quali conteneva uno Schiopodo molto grosso. Con orrore della classe, Hagrid spiegò che la ragione per cui gli Schiopodi si ammazzavano a vicenda era un eccesso di energia repressa, e che la soluzione era che ciascuno di loro mettesse un guinzaglio a uno Schiopodo e lo portasse a fare una passeggiatina. La sola cosa buona del progetto fu che distrasse completamente Malfoy da Harry.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Getti di luce irruppero da entrambe le bacchette, cozzarono a mezz’aria e rimbalzarono indietro ad angoli diversi: quella di Harry colpì Goyle in faccia, e quella di Malfoy colpì Hermione. Goyle ululò e si portò le mani al naso, dove stavano eruttando grosse orribili bolle; Hermione, gemendo terrorizzata, si teneva la bocca.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «… e ha colpito Goyle: guardi…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Piton esaminò Goyle, il cui volto assomigliava a qualcosa che sarebbe stato di casa in un libro sui funghi velenosi.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «In infermeria, Goyle» disse tranquillamente.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Ma gli Schiopodi, si dedusse, non andavano in letargo, e non apprezzarono il fatto di venire costretti prima a entrare, poi a essere rinchiusi in casse imbottite di cuscini. Ben presto Hagrid si trovò a strillare: «Niente paura, insomma, niente paura!» mentre gli Schiopodi zampettavano furiosi nell’orto delle zucche, costellato dai resti bruciacchiati delle casse. Gran parte dei ragazzi — Malfoy, Tiger e Goyle per primi — si erano rifugiati nella capanna di Hagrid passando per la porta sul retro e vi si erano barricati; Harry, Ron e Hermione, invece, furono tra quelli che rimasero all’aperto a cercare di aiutare Hagrid. Insieme riuscirono a bloccare e legare nove Schiopodi, anche se a costo di numerosi tagli e scottature; alla fine ne rimase solo uno.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Un gruppo di Serpeverde sali dai gradini della loro sala comune sotterranea. Davanti c’era Malfoy; indossava un abito di velluto nero con il colletto alto, che secondo Harry lo faceva assomigliare a un vicario. Pansy Parkinson stringeva il braccio di Malfoy, avvolta in un abito rosa pallido molto sontuoso. Tiger e Goyle erano vestiti di verde tutti e due; sembravano sassi color muschio, e nessuno dei due, Harry fu lieto di notare, era riuscito a trovare un’accompagnatrice.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Era vero, anche se era solo perché Harry, Ron e Hermione avevano scoperto nel bagno guasto di Mirtilla il luogo adatto per preparare in segreto la Pozione Polisucco, una miscela proibita che aveva trasformato Harry e Ron in copie viventi di Tiger e Goyle per un’ora, in modo da permettere loro di intrufolarsi nella sala comune di Serpeverde.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Malfoy, Tiger e Goyle erano davanti alla classe insieme a Pansy Parkinson e alla sua banda di ragazze di Serpeverde. Guardavano qualcosa che Harry non riuscì a vedere e sghignazzavano con tutta l’anima. Il muso da carlino di Pansy spuntò eccitato da dietro la vasta schiena di Goyle mentre Harry, Ron e Hermione si avvicinavano.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Hermione non si fece vedere a Erbologia. Mentre Harry e Ron uscivano dalla serra per andare a lezione di Cura delle Creature Magiche, videro Malfoy, Tiger e Goyle scendere i gradini di pietra davanti al castello. Dietro di loro, Pansy Parkinson e il suo gruppetto parlavano a bassa voce ridacchiando. Come vide Harry, Pansy gridò: «Potter, ti sei mollato con la tua ragazza? Come mai a colazione era così sconvolta?»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Bene, vediamo come siete andati!» disse Hagrid. «Contate le monete! E non è il caso di rubarle, Goyle» aggiunse, stringendo gli occhi nerissimi. «È oro dei Lepricani. Sparisce dopo qualche ora».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Goyle si svuotò le tasche, decisamente imbronciato. Si scoprì che lo Snaso di Ron era stato il più bravo di tutti, e Hagrid lo premiò con un blocco enorme di cioccolato di Mielandia. La campana del pranzo echeggiò nel parco; il resto della classe s’incamminò verso il castello, ma Harry, Ron e Hermione rimasero indietro per aiutare Hagrid a rimettere gli Snasi nelle loro cassette. Harry notò Madame Maxime che li guardava dalla finestra della carrozza.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Fai in fretta, sì?» gli gridò dietro Krum mentre Harry filava via dalla Foresta e correva su per il parco immerso nell’oscurità. Erano completamente soli; Bagman, Cedric e Fleur erano scomparsi. Harry corse all’impazzata su per i gradini di pietra, varcò il portone di quercia e schizzò su per la scalinata di marmo, diretto al secondo piano. Cinque minuti dopo correva verso un garGoyle di pietra eretto a metà di un corridoio vuoto.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Era la parola d’ordine per la scala nascosta che portava all’ufficio di Silente: o almeno lo era due anni prima. Nel frattempo evidentemente era cambiata, perché il garGoyle di pietra non prese vita e non balzò di lato, ma rimase lì immobile, scrutando Harry con sguardo malvagio.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Piton era appena spuntato dalla scala nascosta dietro il garGoyle di pietra. Il muro si stava ancora chiudendo alle sue spalle mentre faceva segno a Harry di tornare indietro. «Che cosa ci fai qui, Potter?»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Harry si aspettava che Silente facesse qualche domanda, ma, con suo gran sollievo, non lece nulla del genere. «Guidami» disse immediatamente, e s’incamminò dietro a Harry lungo il corridoio, lasciando Pìton in piedi accanto al garGoyle: era brutto il doppio.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Harry aveva oltrepassato senza accorgersene il garGoyle di pietra che sorvegliava l’ingresso dell’ufficio di Silente. Sbatté le palpebre, si guardò attorno, capì che cos’aveva fatto e tornò sui suoi passi per fermarsi davanti alla statua. Poi gli venne in mente che non sapeva la parola d’ordine.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Il garGoyle non si mosse.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Il garGoyle rimase immobile.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Il garGoyle prese vita e balzò da un lato. Harry strizzò gli occhi.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Harry e Hermione si avvicinarono. Malfoy, Tiger e Goyle erano all’ombra di un albero. Tiger e Goyle erano intenti a far la guardia; entrambi avevano un sorriso perfido. Malfoy si teneva la mano vicino alla bocca e vi parlava dentro.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Al tavolo di Serpeverde, Malfoy, Tiger e Goyle ridevano di lui, si picchiavano la testa con le dita, facevano grottesche smorfie da matti e dardeggiavano la lingua come serpenti.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «E qui» Voldemort si avvicinò alle sagome incappucciate più robuste, «abbiamo Tiger… ti comporterai meglio questa volta, vero, Tiger? E tu, Goyle
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Lo stesso vale per te, Nott» continuò piano Voldemort oltrepassando una figura curva all’ombra di Goyle.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Erano arrivati davanti al garGoyle di pietra. Silente pronunciò la parola d’ordine, la statua balzò di lato, e lui e Harry si lasciarono trasportare dalla scala a chiocciola fino alla porta di quercia. Silente l’aprì.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Avery… Nott… Tiger… Goyle…»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Tutti quanti in Sala erano rivolti a Silente, stupefatti e sconvolti… o meglio, quasi tutti. Al tavolo di Serpeverde, Harry vide Draco Malfoy bofonchiare qualcosa a Tiger e Goyle. Harry sentì lo stomaco contrarsi per la rabbia, una rabbia folle e bruciante. Si costrinse a guardare di nuovo verso Silente.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Silente si voltò con gravità verso Harry, e levò di nuovo il calice. Quasi tutti in Sala Grande lo imitarono subito. Mormorarono il suo nome, come avevano mormorato quello di Cedric, e bevvero alla sua salute. Ma da uno spazio vuoto tra le persone in piedi, Harry notò che Malfoy, Tiger, Goyle e molti degli altri Serpeverde erano rimasti seduti al loro posto in segno di sfida, senza toccare i calici. Silente, che dopotutto non possedeva occhi magici, non li vide.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Tiger e Goyle erano alle sue spalle. Tutti e tre sembravano più compiaciuti, arroganti e minacciosi che mai.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Il ghigno si allargò. Tiger e Goyle si scambiarono un’occhiata complice.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Non si era trovato vicino a Malfoy da quando l’aveva visto confabulare con Tiger e Goyle durante il discorso di Silente su Cedric. Udì qualcosa risuonargli nelle orecchie. La sua mano afferrò e strinse la bacchetta sotto la veste.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Malfoy, Tiger e Goyle erano distesi sulla soglia, privi di sensi. Lui, Ron e Hermione erano in piedi. Ciascuno di loro aveva scagliato un incantesimo diverso. E non erano i soli.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Avevamo pensato di venire a vedere che cos’avevano in mente quei tre» disse Fred in tono pratico, urtando Goyle per entrare nello scompartimento. Brandiva la bacchetta, e così George, che si premurò di inciampare in Malfoy mentre entrava alle spalle di Fred.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Ron, Harry e George calciarono, rotolarono e spinsero i corpi svenuti di Malfoy, Tiger e Goyle — tutti e tre assai malridotti, visto il miscuglio di incantesimi che li avevano bersagliati — nel corridoio, poi tornarono nello scompartimento e chiusero la porta.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Il resto del viaggio fu abbastanza piacevole. Harry si scoprì a desiderare che continuasse per tutta l’estate, in modo da non arrivare mai a King’s Cross… ma come aveva imparato quell’anno nel modo più duro, il tempo non rallenta quando ti aspetta qualcosa di sgradevole, e ben presto — troppo presto — l’Espresso di Hogwarts rallentò e si fermò sul binario nove e tre quarti. Il rumore e la confusione consueti riempirono i corridoi mentre gli studenti cominciavano a scendere. Ron e Hermione scavalcarono con difficoltà Malfoy, Tiger e Goyle, trascinando i bauli.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    Uscì dallo scompartimento prima che potessero aggiungere qualcosa, scavalcando Malfoy, Tiger e Goyle, che erano ancora lunghi distesi, coperti di ammaccature di incantesimi.
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «…e poi» raccontava Mundungus con voce strozzata e con le lacrime che gli scorrevano sul viso, «e poi, se mi credete, quello mi dice, fa: “Ehi, Dung, dov’è che hai preso “sto mucchio di rospi? Perché un figlio di Bolide mi ha rubato tutti i miei!” E allora io ci dico: “Ti han rubato i tuoi rospi, Will? Allora ce n’avrai bisogno di nuovi, eh?” E credetemi, ragazzi, quell’imbecille di un garGoyle si ricompra tutti i suoi rospi da me per un bel mucchio di soldi più di quanto li aveva pagati prima…»
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Dovremmo pattugliare i corridoi ogni tanto» disse a Harry e Neville, «e possiamo punire chi si comporta male. Non vedo l’ora di beccare Tiger e Goyle per qualcosa…»
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «Costringerò Goyle a scrivere cento volte la stessa frase, lo ucciderà, lui odia scrivere» disse Ron allegro. Abbassò la voce per imitare il ringhio sordo di Goyle e, contraendo il viso in un’espressione dolorosamente concentrata, fece il gesto di scrivere per aria. «Io… non… devo… assomigliare… al sedere… di un babbuino».
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Harry si voltò a guardare: se l’aspettava, ma ciò non rese affatto più piacevole la vista di Draco Malfoy che gli rivolgeva un sorrisetto compiaciuto tra i suoi compari Tiger e Goyle.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Sogghignando, Malfoy scoccò a Harry un ultimo sguardo maligno e se ne andò, con Tiger e Goyle che si trascinavano alle sue spalle. Hermione chiuse violentemente la porta dello scompartimento e si voltò a guardare Harry: come lui, aveva registrato le parole di Malfoy e ne era altrettanto turbata.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Poco lontano, Draco Malfoy, seguito da una piccola banda di compari tra cui Tiger, Goyle e Pansy Parkinson, spingeva via alcuni intimoriti allievi del secondo anno, di modo che lui e i suoi amici potessero avere una carrozza per sé. Qualche istante dopo, Hermione emerse ansante dalla folla.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    «È stato davvero ingiusto» disse Hermione per consolarlo; prese posto vicino a Harry e si servì di carne e purè. «La tua pozione non era nemmeno lontanamente orrida come quella di Goyle; quando l’ha versata, la fiaschetta è andata in frantumi e gli si è incendiato il vestito».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    La giornata era diventata fresca e ventosa e, attraversando il prato che scendeva fino alla capanna di Hagrid al limitare della foresta proibita, sentirono qualche rara goccia di pioggia sul viso. La professoressa Caporal aspettava la classe a una trentina di metri dalla capanna; davanti a lei c’era un lungo tavolo su cavalletti carico di bastoncini. Harry e Ron si stavano avvicinando, quando un alto scoppio di risate risuonò alle loro spalle: si voltarono e videro Draco Malfoy che avanzava, circondato dalla solita banda di compari di Serpeverde. Doveva appena aver detto qualcosa di molto divertente, perché Tiger, Goyle, Pansy Parkinson e gli altri continuarono a sghignazzare di cuore mentre si radunavano attorno al tavolo; e a giudicare da come lo guardavano, Harry indovinò l’argomento della battuta senza troppe difficoltà.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Harry aveva stretto l’Asticello così forte che quello si era quasi spezzato, e per vendicarsi gli aveva sferrato un gran colpo alla mano con le dita affilate, lasciandovi due tagli profondi. Harry mollò la presa. Tiger e Goyle già sghignazzavano all’idea che Hagrid venisse licenziato e risero ancora più forte quando l’Asticello fuggì a tutta velocità verso la foresta, un omino mobile di legno ben presto inghiottito fra le radici degli alberi. Quando la campana echeggiò lontana sul parco, Harry arrotolò il ritratto insanguinato dell’Asticello e marciò a Erbologia con la mano avvolta nel fazzoletto di Hermione e la risata di scherno di Malfoy che ancora gli risuonava nelle orecchie.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Tiger, Goyle e Pansy Parkinson sghignazzarono e strillarono. Ron, inforcata la sua scopa, decollò scalciando il suolo e Harry lo seguì, guardando le sue orecchie che arrossivano.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Harry, Ron e Hermione si scambiarono un’occhiata, a disagio. Malfoy stava confabulando con Tiger e Goyle; di sicuro non avrebbe resistito all’opportunità di raccontare storie su Hagrid a un membro del Ministero.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Lei ha l’aria di sapere quello che fa, in ogni caso» osservò la professoressa Umbridge, tracciando un vistoso segno di spunta sulla tavoletta. A Harry non piacque l’enfasi che pose sul “lei”, e gli piacque ancora meno che rivolgesse la domanda seguente a Goyle: «Ho sentito dire che qualcuno si è fatto male durante una lezione: è vero?»
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Goyle fece un sorriso stupido. Malfoy si affrettò a rispondere.
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Sai, non sono sicuro di volere un insegnante così scemo» disse Ron a Hermione, con un sorrisetto. Si rivolse a Harry. «Vediamo» cominciò, imitando Goyle che si concentrava. «Uh… primo anno: hai salvato la Pietra Filosofale dalle mani di Tu-Sai-Chi».
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    Ai lati della porta della sala professori c’erano due garGoyle di pietra. Quando Harry fu vicino, uno di essi gracchiò: «Dovresti essere in classe, ragazzino».
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Ooooh, è urgente!» disse l’altro garGoyle con voce stridula. «Be’, questo sistema tutto, vero?»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «A quanto pare è urgente» intervenne subdolo il secondo garGoyle.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    Malfoy fece una faccia grottesca, con la bocca aperta e gli occhi al cielo. Tiger e Goyle scoppiarono nella loro risata simile a un grugnito e Pansy Parkinson squittì deliziata.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Aiutami!» disse Harry a Ron. Riuscì a passare un braccio attorno al collo di Neville e a trascinarlo via, lontano dai Serpeverde. Tiger e Goyle avevano fatto un passo avanti, i pugni in guardia, pronti alla rissa. Ron afferrò il braccio di Neville e insieme a Harry riuscì a trascinarlo nella fila di Grifondoro. Neville era paonazzo; la pressione del braccio di Harry sulla sua gola rendeva incomprensibili le strane parole che gli uscivano dalle labbra.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Ho dovuto fermarti» si giustificò Harry senza fiato, recuperando la borsa. «Tiger e Goyle ti avrebbero fatto a pezzi».
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Allora, ho avuto solo adesso la formazione ufficiale di Serpeverde» disse Angelina, consultando una pergamena. «I Battitori dell’anno scorso, Derrick e Bole, sono andati via, ma a quanto pare Montague li ha rimpiazzati con i soliti gorilla, invece che con gente brava a volare. Sono due tipi che si chiamano Tiger e Goyle, non so molto di loro…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Tiger e Goyle sono dello stesso stampo» confermò Harry.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    La squadra di Serpeverde li stava aspettando. Anche loro portavano le spille d’argento a forma di corona. Il nuovo Capitano, Montague, era un tipo alla Dudley Dursley, con avambracci come prosciutti pelosi. Alle sue spalle erano appostati Tiger e Goyle, quasi altrettanto grossi, che battevano stolidamente le palpebre nella luce facendo oscillare le loro nuove mazze da Battitori. Malfoy era su un lato, e la sua testa biondo platino luccicava. Incrociò lo sguardo di Harry e ghignò, picchiettando la spilla a forma di corona sul petto.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…Pucey passa a Warrington, Warrington a Montague, Montague ripassa a Pucey… Johnson interviene, Johnson in possesso di Pluffa, passa a Bell, buona mossa… invece no, un Bolide di Goyle di Serpeverde colpisce Bell e la Pluffa ripassa a Pucey…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Che cosa preferisce il buio?» chiese Malfoy a Tiger e Goyle, con una punta di panico nella voce. «Che cosa ha detto che preferisce il buio? Avete sentito?»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «Quella specie di garGoyle ripugnante, ignobile e bugiarda!» esplose Hermione mezz’ora più tardi, mentre tornavano al castello lungo i solchi tracciati prima nella neve. «Visto che cosa vuole fare? Odia gli ibridi, e cerca di far passare Hagrid per una specie di troll ritardato solo perché sua madre era una gigantessa… oh, non è giusto, non è stata affatto una brutta lezione… voglio dire, capirei se fossero stati Schiopodi Sparacoda, ma i Thestral vanno bene… in effetti, per gli standard di Hagrid sono dolcissimi!»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «Sì, Weasley, ci stavamo proprio chiedendo…» disse una voce venata di perfidia. Senza che nessuno di loro avesse sentito i passi attutiti dalla neve, Malfoy, Tiger e Goyle erano arrivati alle loro spalle. «Credi che se avessi visto qualcuno tirare le cuoia vedresti meglio la Pluffa?»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    La seguirono, superando le figure silenziose di Neville, Dean e Seamus, fuori dal dormitorio e giù per le scale a chiocciola fino alla sala comune, oltre il ritratto della Signora Grassa e lungo il corridoio illuminato dalla luna. Harry sentiva che il panico poteva traboccare da un momento all’altro; voleva correre, chiamare Silente; il signor Weasley sanguinava mentre loro camminavano così tranquilli; e se quelle zanne (Harry cercò in tutti i modi di non pensare “le mie zanne”) fossero state velenose? Incrociarono Mrs Purr, che li guardò con gli occhi simili a lampadine soffiando leggermente, ma la McGranitt disse «Sciò!» e la gatta scivolò via nell’ombra. Dopo pochi minuti giunsero al garGoyle di pietra a guardia dell’ufficio di Silente.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Il garGoyle si animò e fece un balzo di lato; la parete al suo fianco si aprì rivelando una scala a chiocciola di pietra in continuo movimento, come una scala mobile. Tutti e tre salirono sui gradini; la parete si chiuse con un tonfo e salirono a spirale fino alla lucida porta di quercia con il batacchio a forma di grifone.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Se c’era bisogno di qualcos’altro per completare la felicità di Harry, fu la reazione di Malfoy, Tiger e Goyle. Li vide confabulare in biblioteca più tardi quel pomeriggio: erano in compagnia di un ragazzo allampanato che, sussurrò Hermione, si chiamava Theodore Nott. Si voltarono verso Harry mentre lui cercava dei libri sullo Svanimento Parziale. Goyle fece scrocchiare minaccioso le nocche e Malfoy bisbigliò qualcosa di indubbiamente malevolo a Tiger. Harry sapeva benissimo perché si comportavano così: aveva citato tutti i loro padri tra i Mangiamorte.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Furono davanti al garGoyle di pietra nel giro di pochi minuti. Harry continuava a chiedersi se avevano catturato qualcun altro. Pensò a Ron — la signora Weasley lo avrebbe strozzato — e a come ci sarebbe rimasta male Hermione se l’avessero espulsa prima del G.U.F.O. E per Seamus quella era stata la prima riunione… e Neville era così migliorato…
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Ape Frizzola» cantilenò la Umbridge; il garGoyle si scostò, la parete si spalancò e i due salirono la scala mobile di pietra. Quando raggiunsero la lucida porta col batacchio a forma di grifone, la Umbridge, sempre tenendo stretto Harry, entrò senza nemmeno bussare.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Bene, bene» disse calorosamente Caramell. «Tale madre, tale figlia, eh? Su, cara, guardami, non essere timida, sentiamo cos’hai da dire… Per tutti i garGoyle galoppanti!»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    «Silente non ci metterà molto a ricomparire» disse fiducioso Ernie Macmillan, dopo aver ascoltato la storia di Harry mentre tornavano da Erbologia. «Non sono riusciti a eliminarlo quando eravamo al secondo anno e non ci riusciranno neanche stavolta. Il Frate Grasso mi ha detto» e abbassò la voce con tono da cospiratore, costringendo Harry, Ron e Hermione ad avvicinarsi per sentirlo, «che ieri sera, dopo averlo cercato in lungo e in largo nel castello e tutt’attorno, la Umbridge ha tentato di rientrare nel suo ufficio, però non è riuscita a superare il garGoyle. L’ufficio del Preside è sigillato, per lei». Ernie ridacchiò. «A quanto pare, la cosa non le è piaciuta».
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Draco Malfoy era sbucato da dietro una porta, con Tiger e Goyle alle calcagna. La sua pallida faccia aguzza era accesa di malizia.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Lo so che i prefetti non possono togliersi punti fra di loro, Re dei Furboni» ghignò Malfoy. Tiger e Goyle ridacchiarono. «Ma i membri della Squadra d’Inquisizione…»
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Si allontanò sghignazzando, seguito da Tiger e Goyle.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Naturalmente l’importante non è quello che sai» lo sentirono dire a Tiger e Goyle a voce alta davanti all’aula di Pozioni pochi giorni prima degli esami, «ma chi conosci. E mio padre è amico da anni del Capo della Commissione Magica d’Esame… la vecchia Griselda Marchbanks è venuta da noi a cena, sapete…»
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Hermione uscì tremando dalla stanza con Anthony Goldstein, Gregory Goyle e Daphne Greengrass. Una volta terminato, gli studenti non tornavano lì, perciò Harry e Ron non sapevano come se la fosse cavata.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «GarGoyle galoppanti!» urlò il professor Tofty, che a sua volta pareva del tutto dimentico dell’esame. «Senza preavviso! Un comportamento vergognoso!»
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Era appena giunto in fondo alla scala di marmo, nella Sala d’Ingresso, quando Malfoy, Tiger e Goyle emersero dalla porta sulla destra che conduceva alla sala comune di Serpeverde. Harry si bloccò; e così pure Malfoy e gli altri due. Gli unici suoni erano quelli che arrivavano dall’esterno, al di là del portone aperto: grida, risate, spruzzi.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Ti credi in gamba, Potter» ringhiò Malfoy, facendosi avanti insieme a Tiger e Goyle. «Ma aspetta. Ti sistemerò io. Non puoi mandare mio padre in prigione…»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Sì, professor Piton» annuì lei, facendosi scivolare dalle spalle il mantello da viaggio. «In pratica sono come nuova. Voi due: Tiger… Goyle…»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Tenete» la professoressa McGranitt consegnò la borsa a Tiger e il mantello a Goyle, «portate queste cose nel mio ufficio».
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Il giorno dopo, il viaggio sull’Espresso per Hogwarts fu movimentato sotto diversi punti di vista. Per cominciare, Malfoy, Tiger e Goyle — che evidentemente aspettavano da tutta la settimana l’occasione di colpire senza insegnanti fra i piedi — tesero un agguato a Harry mentre tornava dal bagno. E avrebbero forse avuto successo, se non lo avessero attaccato davanti a uno scompartimento pieno di membri dell’ES, che accorsero in suo aiuto. Quando Ernie Macmillan, Hannah Abbott, Susan Bones, Justin Finch-Fletchley, Anthony Goldstein e Terry Steeval finirono di usare l’ampia gamma di fatture e incantesimi che Harry aveva loro insegnato, Malfoy, Tiger e Goyle somigliavano a tre lumaconi strizzati nella divisa di Hogwarts; dopo di che Harry, Ernie e Justin li infilarono nella rastrelliera dei bagagli e li lasciarono lì a spurgare. «Muoio dalla voglia di vedere la faccia di sua madre quando scenderà dal treno» commentò soddisfatto Ernie, osservando Malfoy contorcersi sopra di lui. Non gli aveva mai perdonato i punti sottratti a Tassorosso nel breve periodo di gloria della Squadra d’Inquisizione.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Invece la mamma di Goyle sarà contenta» osservò Ron, giunto a vedere che cosa succedeva. «È molto più carino del solito… a proposito, Harry, è arrivato il carrello, e se vuoi qualcosa…»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Harry afferrò la maniglia e spinse forte; Zabini, ancora aggrappato alla maniglia, cadde in grembo a Gregory Goyle. Nella confusione che seguì Harry s’infilò nello scompartimento, balzò sul sedile momentaneamente vuoto di Zabini e si issò sulla reticella portabagagli. Fu una fortuna che Goyle e Zabini si ringhiassero addosso, attirando l’attenzione di tutti, perché Harry era quasi sicuro che il Mantello, ondeggiando, gli avesse scoperto piedi e caviglie; addirittura, per un terribile istante aveva creduto di vedere gli occhi di Malfoy seguire la sua scarpa da tennis che sfrecciava verso l’alto, ma poi Goyle chiuse la porta con violenza e si tolse di dosso Zabini, che cadde al proprio posto tutto scompigliato, Vincent Tiger tornò al suo fumetto e Malfoy, sogghignando, si distese su due sedili con la testa in grembo a Pansy Parkinson. Harry rimase scomodamente rannicchiato sotto il Mantello per assicurarsi che ogni centimetro del suo corpo restasse nascosto, e osservò Pansy accarezzare i lisci capelli biondi sulla fronte di Malfoy con il sorriso compiaciuto di chi pensa che chiunque sarebbe stato felice di trovarsi al suo posto. Le lanterne che dondolavano dal soffitto gettavano una luce vivida sulla scena: Harry riusciva a leggere ogni singola parola del fumetto di Tiger, proprio sotto di lui.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Solo ingraziarsi la gente ben ammanicata» rispose Zabini, che continuava a guardare torvo Goyle. «Non che sia riuscito a trovarne molta».
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Rannicchiato sulla reticella sotto il suo Mantello, Harry sentì il cuore battere più forte. Che cosa avrebbero detto Ron e Hermione? Tiger e Goyle guardavano Malfoy stupefatti: evidentemente non avevano la minima idea dei suoi progetti più grandi e più importanti. Perfino Zabini aveva concesso a una vaga curiosità di intaccare la sua faccia sprezzante. Pansy riprese ad accarezzare lentamente i capelli di Malfoy, stordita.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Tiger e Goyle stavano a bocca aperta come due doccioni. Pansy fissava Malfoy come se niente e nessuno le avesse mai ispirato tanta reverenza.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Harry era così impegnato a fissarlo che non si accorse che Goyle si protendeva per prendere il suo baule: mentre lo tirava giù, colpì Harry forte sulla tempia. Lui si lasciò sfuggire un gemito e Malfoy alzò lo sguardo verso la reticella, accigliato.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    I corridoi si riempirono. Harry, bloccato lì finché la via non fosse tornata libera, si augurò che Ron e Hermione prendessero anche i suoi bagagli. Infine, con un ultimo sobbalzo, il treno si fermò. Goyle spalancò la porta e si fece largo con violenza in una folla di piccoli del secondo anno, spingendoli di lato; Tiger e Zabini lo seguirono.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Lo sapevo» esultò. «Ho sentito il baule di Goyle sbatterti contro. E mi è sembrato di vedere qualcosa di bianco lampeggiare per aria dopo che Zabini è tornato…» Il suo sguardo indugiò sulle scarpe da tennis di Harry. «Sei stato tu a bloccare la porta quando Zabini è tornato dentro, immagino».
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «È la parola d’ordine per oltrepassare il garGoyle fuori dal suo studio» rispose Harry a bassa voce. «Ah! A Piton non farà piacere… Non potrò stare in castigo con lui!»
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Quando arrivarono nel corridoio, videro che a continuare la materia fino al livello M.A.G.O. erano solo una decina di ragazzi. Tiger e Goyle evidentemente non erano riusciti a ottenere il voto richiesto al G.U.F.O., ma quattro Serpeverde ce l’avevano fatta, compreso Malfoy. C’erano poi quattro Corvonero e un Tassorosso, Ernie Macmillan, che a Harry era simpatico nonostante i suoi modi pomposi.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «Be’, questo non può essere esatto» sbottò irritata, e Harry la sentì rimescolare il mazzo con vigore e ripartire, lasciandosi solo un sentore di sherry alle spalle. Aspettò finché non fu sicuro che se ne fosse andata, poi riprese a correre e raggiunse il punto del corridoio del settimo piano dove un isolato garGoyle si ergeva contro la parete.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «Pallini Acidi» disse Harry. Il garGoyle si spostò con un balzo; la parete alle sue spalle scivolò di lato rivelando una scala a chiocciola mobile di pietra, che con un costante movimento circolare trasportò Harry fino alla porta col battente d’ottone dell’ufficio di Silente.
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    Harry ne aveva già sperimentati alcuni. C’era una fattura che faceva crescere le unghie dei piedi a una velocità incredibile (l’aveva provata su Goyle in corridoio, con risultati esilaranti); un incantesimo che incollava la lingua al palato (l’aveva inflitto due volte, tra gli applausi generali, a un ignaro Argus Gazza); e, forse il più utile di tutti, il Muffliato,un comando che riempiva le orecchie degli altri di un ronzio indistinto, così da poter comodamente chiacchierare in classe senza essere ascoltati. L’unica a non trovarci niente di buffo era Hermione, che manteneva un’espressione di rigido disappunto e si rifiutava di proferir parola se Harry usava il Muffliato.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Avrà usato un complice» insistette Harry. «Tiger o Goyle… oppure, adesso che ci penso, un altro Mangiamorte, avrà un mucchio di compari migliori di Tiger e Goyle ora che si è unito…»
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Avrei avuto Tiger e Goyle se lei non li avesse puniti!»
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    «Abbassa la voce!» sbottò Piton, perché il tono di Malfoy era salito per l’agitazione. «Se i tuoi amici Tiger e Goyle questa volta intendono passare il G.U.F.O. in Difesa contro le Arti Oscure, devono studiare un po’ più di quanto non facciano al mo…»
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    «È una messinscena cruciale per ottenere il successo, Draco!» ribatté Piton. «Dove credi che sarei stato in tutti questi anni, se non avessi saputo fingere? Adesso ascoltami! Sei imprudente, a vagare così di notte, a farti sorprendere, e se pensi di poterti fidare di assistenti come Tiger e Goyle…»
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    «Senti, quello che faccio non ti interessa, tu e Goyle fate come dico io e state di guardia!»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Malfoy sta usando Tiger e Goyle come sentinelle. Ha appena litigato con Tiger. Voglio sapere… ecco».
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Ecco!» disse lui dopo un minuto. «È nella sala comune di Serpeverde, guarda… con la Parkinson e Zabini e Tiger e Goyle…»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Be’, d’ora in poi lo terrò d’occhio» decise. «E quando lo vedrò appostarsi da qualche parte con Tiger e Goyle che fanno la guardia fuori, mi metterò il Mantello dell’Invisibilità e andrò a vedere che cosa…»
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Benché determinato a sorprendere Malfoy, Harry non ebbe fortuna per le due settimane seguenti. Consultava la Mappa più spesso che poteva, facendo anche visite non necessarie in bagno tra una lezione e l’altra, ma non gli capitò mai di cogliere Malfoy in un luogo sospetto. In realtà vide Tiger e Goyle spostarsi per il castello da soli, fermandosi in corridoi deserti, però in quelle occasioni non solo Malfoy non era nelle vicinanze, ma era impossibile da individuare sulla Mappa. Era un vero mistero. Harry contemplò l’ipotesi che si allontanasse dai confini della scuola, ma non riusciva a capire come, visto l’altissimo livello di sorveglianza. Poteva solo supporre di avere difficoltà a trovare Malfoy tra le centinaia di puntolini neri sulla Mappa. Quanto al fatto che Malfoy, Tiger e Goyle sembravano andare ciascuno per la propria strada quando di solito erano inseparabili, è quello che succede quando si cresce: Ron e Hermione, rifletté malinconicamente Harry, ne erano la prova vivente.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Lei non rispose, ma si limitò a cancellare alcune delle sue frasi più deboli con aria stanca. Sorridendo, Harry corse fuori dal buco del ritratto, diretto all’ufficio del Preside. Il garGoyle balzò di lato alla menzione dei bignè al caramello; Harry salì la scala a chiocciola due gradini alla volta e bussò alla porta proprio mentre un orologio all’interno batteva le otto.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «La Pozione Polisucco. Ha rubato un po’ della Pozione Polisucco che Lumacorno ci ha mostrato alla prima lezione di Pozioni… Non sono svariati studenti che fanno il palo… sono Tiger e Goyle come al solito… sì, tutto torna!» esclamò, balzando in piedi e cominciando a camminare avanti e indietro. «Sono abbastanza stupidi da obbedire a Malfoy senza sapere che cos’ha in mente… e siccome lui non vuole che vengano visti fuori dalla Stanza delle Necessità, li ha convinti a prendere la Polisucco… Quelle due ragazze con cui l’ho visto quando non è venuto alla partita… Ah! Tiger e Goyle
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Costringe Tiger e Goyle a trasformarsi in ragazze?» sghignazzò Ron. «Accidenti… ci credo che non sembrano felici in questo periodo… mi stupisce che non gli dicano di andare al diavolo…»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    S’infilò il Mantello dell’Invisibilità non appena fu in un corridoio vuoto, ma non avrebbe dovuto preoccuparsi. Raggiunta la sua destinazione, la trovò deserta. Non sapeva se le probabilità di entrare nella Stanza fossero maggiori con Malfoy dentro o fuori, ma almeno il suo primo tentativo non sarebbe stato complicato dalla presenza di Tiger o Goyle nelle sembianze di ragazzine di undici anni.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Siccome era domenica mattina, quasi tutti gli studenti si trovavano nelle sale comuni, i Grifondoro in una torre, i Corvonero in un’altra, i Serpeverde nei sotterranei e i Tassorosso nella cantina vicino alle cucine. Qua e là uno studente isolato vagava per la biblioteca o in un corridoio… c’era un gruppetto fuori nel prato… e là, solo nel corridoio del settimo piano, c’era Gregory Goyle. Non c’era traccia della Stanza delle Necessità, ma Harry non se ne preoccupava; se Goyle stava facendo la guardia, la Stanza era aperta, che la Mappa lo sapesse o no. Quindi filò su per le scale, rallentando solo quando raggiunse l’angolo che svoltava nel corridoio, e lì cominciò ad avvicinarsi, molto lentamente, alla bambinetta che reggeva la pesante bilancia di ottone, la stessa che Hermione aveva aiutato con tanta gentilezza due settimane prima. Aspettò di trovarsi alle sue spalle prima di chinarsi su di lei e sussurrare: «Ciao… sei molto carina, lo sai?»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Goyle levò un acuto strillo di terrore, gettò per aria la bilancia e filò via. Era sparito molto prima che il rumore dell’oggetto che si fracassava avesse smesso di echeggiare nel corridoio. Ridendo, Harry si voltò a contemplare la parete vuota dietro la quale, ne era certo, Draco Malfoy stava immobile, ben sapendo che qualcuno di sgradito era là fuori, ma senza avere il coraggio di mostrarsi. L’idea diede a Harry una piacevolissima sensazione di potere, mentre si sforzava di ricordare quali formule non aveva ancora tentato.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Il suo ufficio non è qui» osservò Harry, «è dall’altra parte del castello, dietro il garGoyle…»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Ma Harry sfrecciava già nel corridoio, e dopo qualche minuto diceva ‘bignè al caramello’ al garGoyle di Silente, che si aprì sulla scala a chiocciola.
Gli Horcrux (Cap. 23 Harry Potter 6)

    Ebbe la fugace visione di una sfilata di vari Tiger e Goyle, tutti trasformati in ragazze.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Qualche giorno prima della partita contro Corvonero, Harry si ritrovò a scendere a cena da solo: Ron era corso in un bagno a vomitare, e Hermione era sfrecciata dalla professoressa Vector per parlarle di un errore che credeva di aver commesso nell’ultimo compito di Aritmanzia. Ormai per abitudine, si ritrovò a deviare per il corridoio del settimo piano, controllando la Mappa del Malandrino: per un attimo non riuscì a vedere Malfoy da nessuna parte, e pensò che fosse ancora nella Stanza delle Necessità. Ma poi scorse il minuscolo punto corrispondente in un bagno dei maschi al piano di sotto, in compagnia non di Tiger o Goyle, ma di Mirtilla Malcontenta.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Corse avanti, voltò l’angolo e si ritrovò nel corridoio dove il garGoyle faceva la guardia. Harry gli gridò la parola d’ordine e corse su per la scala a chiocciola tre gradini alla volta. Non bussò alla porta di Silente, la martellò; e la voce calma rispose «Avanti» dopo che Harry si era già precipitato nella stanza.
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    Harry si alzò, mormorò «ci vediamo fra poco» a Ron, Hermione e Ginny e seguì la professoressa McGranitt lungo la corsia. I corridoi erano deserti e l’unico suono era il canto remoto della fenice. Passarono parecchi minuti prima che Harry si rendesse conto che non erano diretti nell’ufficio della McGranitt, ma in quello di Silente, e qualche altro secondo prima che capisse che, naturalmente, lei era la Vicepreside… quindi ora era la Preside… la stanza dietro il garGoyle adesso era sua…
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Alla tavola di Serpeverde, Tiger e Goyle borbottavano tra loro. Corpulenti com’erano, sembravano stranamente soli senza l’alta figura pallida di Malfoy che li strapazzava. Harry non gli aveva dedicato molti pensieri. La sua ostilità era tutta per Piton, ma non aveva dimenticato la paura nella voce di Malfoy in cima a quella Torre, e nemmeno il fatto che aveva abbassato la bacchetta prima che arrivassero gli altri Mangiamorte. Harry non credeva che Malfoy avrebbe ucciso Silente. Lo disprezzava per la sua infatuazione per le Arti Oscure, ma ora una minuscola goccia di pietà si mescolava alla sua avversione. Si chiese dove fosse in quel momento, e che cosa Voldemort lo stesse costringendo a fare sotto la minaccia di ucciderlo insieme ai genitori.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   «Ooh, sembri molto più appetitoso di Tiger e Goyle, Harry» commentò Hermione prima di notare le sopracciglia aggrottate di Ron. Arrossì e aggiunse: «Insomma, sai cosa voglio dire... la Pozione di Goyle sembrava moccio».
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

    «Già» riprese Neville. «È così che mi sono procurato questo» e indicò un taglio più profondo degli altri nella guancia. «Mi sono rifiutato. Ma ad alcuni piace; a Tiger e a Goyle, per esempio. è la prima volta che sono i migliori in qualcosa, probabilmente.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   Le prime vittime della battaglia giacevano sul pavimento: i due garGoyle di pietra che di solito sorvegliavano l'ingresso della sala professori erano stati fracassati da una fattura entrata da un'altra finestra rotta. I loro resti si agitavano debolmente a terra, e quando Harry scavalcò con un salto una delle teste spiccate dal corpo, quella gemette: «Oh, non preoccuparti per me... resterò qui a sgretolarmi...»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Quando tornarono nel corridoio, fu evidente che nei pochi minuti che avevano trascorso nella Stanza delle Necessità la situazione nel castello era decisamente peggiorata: pareti e soffitto erano sempre più squassati dalle vibrazioni; la polvere riempiva l'aria e dalla finestra più vicina Harry vide lampi di luce verde e rossa ai piedi del castello, il che voleva dire che i Mangiamorte erano prossimi a entrare. Guardando in giù vide Grop il gigante che brandiva un garGoyle di pietra strappato dal tetto e ruggiva il suo disappunto.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Si bloccò e si voltò. Tiger e Goyle erano dietro di lui, spalla a spalla, le bacchette puntate. Nel minuscolo spazio tra i loro volti beffardi scorse Draco Malfoy.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «È la mia bacchetta che hai in mano, Potter» osservò Malfoy, puntando la propria nella fessura tra Tiger e Goyle.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Bel piano» commentò Harry con finta ammirazione. Non poteva credere di esserci arrivato così vicino e di fallire per colpa di Malfoy, Tiger e Goyle. Indietreggiò lentamente verso il busto sul quale era posato storto l'Horcrux. Se solo fosse riuscito a metterci le mani prima che si scatenasse la lotta...
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Eravamo nascosti fuori in corridoio» grugnì Goyle. «Siamo bravi adesso con la Delusione! E poi» sul muso gli si allargò un ghigno stupido «sei arrivato te proprio lì davanti a noi e hai detto che cercavi un diademo! Cos'È un diademo?»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Non uccidetelo! NON UCCIDETELO!» gridò Malfoy a Tiger e Goyle, che puntavano tutti e due contro Harry: quell'istante di esitazione bastò.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   La bacchetta volò via di mano a Goyle e sparì nel torrione di oggetti accanto a lui; Goyle si mise a saltare stupidamente sul posto, cercando di recuperarla; Malfoy schivò il secondo Schiantesimo di Hermione, e Ron, apparso all'improvviso in fondo al passaggio, scagliò un Incantesimo Petrificus contro Tiger, ma lo mancò di un soffio.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Tiger si voltò di scatto e urlò di nuovo «Avada Kedavra!» Ron balzò via per evitare il getto di luce verde. Malfoy, disarmato, si riparò dietro un armadio con tre gambe mentre Hermione si lanciava verso di loro, colpendo Goyle con uno Schiantesimo.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Malfoy afferrò Goyle Schiantato e lo trascinò con sé: Tiger li sorpassò tutti, terrorizzato; Harry, Ron e Hermione schizzarono dietro di lui, e il fuoco dietro di loro. Non era un fuoco normale; Tiger aveva usato una ma ledizione ignota a Harry: quando voltavano un angolo le fiamme li inseguivano come se fossero vive, coscienti, decise a ucciderli. Poi il fuoco si trasformò, formando un branco gigantesco di bestie feroci: serpenti fiammeggianti, Chimere e draghi sorsero e ricaddero e risorsero, e i detriti secolari dei quali si stavano cibando venivano scagliati nelle loro fauci, lanciati in alto dai loro stessi artigli prima di essere consumati dall'inferno.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Malfoy, Tiger e Goyle erano spariti; Harry, Ron e Hermione si bloccarono: i mostri feroci li circondavano, sempre più vicini, con artigli e corna e code guizzanti, e il calore era solido come un muro.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Harry prese dal mucchio di ciarpame più vicino due manici di scopa che gli sembravano sufficientemente solidi e ne gettò uno a Ron, che trascinò Hermione in sella dietro di lui. Harry cavalcò la seconda scopa e scalciando forte a terra si levarono in volo, evitando il becco cornuto di un rapace infuocato che schioccò le mandibole a pochi centimetri da loro. Il fumo e il calore erano opprimenti: sotto, le fiamme maledette consumavano i traffici illeciti di generazioni di studenti, i colpevoli frutti di mille esperimenti vietati, i segreti di innumerevoli anime che avevano cercato rifugio in quella stanza. Harry non vide traccia di Malfoy, Tiger o Goyle: volò più basso che poté sui mostri di fiamma, ma non c'era altro che fuoco: che morte terribile... non aveva mai voluto questo...
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   E li scorse: Malfoy con le braccia attorno a Goyle svenuto, tutti e due appollaiati su una fragile torre di sedie carbonizzate. Si abbassò. Malfoy lo vide arrivare e alzò un braccio, ma appena lo afferrò Harry capì che era inutile: Goyle era troppo pesante e la mano di Malfoy, madida di sudore, gli scivolò subito dalla presa...
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

    loro, lui e Hermione tirarono Goyle sulla loro scopa e si alzarono di nuovo beccheggiando, mentre Malfoy si arrampicava dietro Harry.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «La porta, vai alla porta, la porta!» urlò Malfoy nell'orecchio di Harry, che accelerò, seguendo Ron, Hermione e Goyle nella marea di fumo nero, senza quasi riuscire a respirare: attorno a loro gli ultimi oggetti non ancora divorati dalle fiamme venivano scagliati in aria dai mostri del fuoco maledetto, come in una specie di celebrazione: coppe e scudi, una collana sfavillante e una vecchia tiara scolorita...
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Harry girò di nuovo, evitando il serpente che si slanciava su di lui, e si alzò verso il punto in cui sperava che fosse la porta: Ron, Hermione e Goyle non c'erano più. Malfoy strillava e si teneva così stretto da fargli male. Poi tra il fumo vide una macchia rettangolare nel muro e sterzò: un attimo dopo i suoi polmoni si riempirono di aria pulita e i due urtarono contro la parete opposta del corridoio.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Malfoy cadde dalla scopa e rimase disteso a faccia in giù; rantolava e tossiva, scosso dai conati. Harry si rigirò e si mise a sedere: la porta della Stanza delle Necessità era sparita e Ron e Hermione erano seduti a terra, ansimanti, accanto a Goyle ancora privo di sensi.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «No» lo interruppe Hermione, anche lei in piedi. Malfoy e Goyle rimasero accasciati sul pavimento del corridoio; erano senza bacchetta. «Re stiamo uniti. Io dico di andare... Harry, cos'hai appeso al braccio?»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   «Qui» disse Harry, e lo deposero in una nicchia lasciata vuota da un'armatura. Non sopportava di guardare Fred un attimo più del necessario; dopo essersi assicurato che il corpo fosse ben nascosto si lanciò dietro a Ron e Hermione. Malfoy e Goyle erano spariti, ma in fondo al corridoio ricoperto di polvere e di pietre, con i vetri delle finestre polverizzati, vide molte figure correre avanti e indietro: difficile dire se fossero amici o nemici. Voltato l'angolo, Percy lanciò un urlo belluino: «ROOKWOOD!» e si gettò dietro a un uomo alto che inseguiva due studenti.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Il castello era vuoto; anche i fantasmi si erano mescolati alla folla in lutto nella Sala Grande. Harry corse senza fermarsi, stringendo la fiala di cristallo che conteneva gli ultimi pensieri di Piton, e non rallentò finché non fu davanti al garGoyle di pietra a guardia dello studio del Preside.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   «Silente!» rispose senza riflettere, perché era lui che voleva vedere, e con sua sorpresa il garGoyle scivolò di lato, rivelando la scala a chiocciola.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Poi Neville per poco non lo urtò. Era con un altro e trasportavano un cadavere. Harry abbassò lo sguardo e avvertì un'altra fitta allo stomaco: Colin Canon, anche se minorenne, doveva essere riuscito a sgattaiolare indietro come Malfoy, Tiger e Goyle. Era piccolissimo da morto.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   Il garGoyle che sorvegliava l'ingresso dello studio del Preside era stato abbattuto; era lì tutto storto, con l'aria un po' stordita, e Harry si chiese se sarebbe riuscito a riconoscere la parola d'ordine.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)