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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Drago, di Draghi e di Dragon


   SCUOLA di MAGIA e
STREGONERIA di HOGWARTS
Uniforme
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di Drago o simili)
Un mantello invernale (nero con alamari d'argento)
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere
contrassegnati da una targhetta con il nome.
Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli Incantesimi, Volume primo, di Miranda Gadula
Storia della Magia, di Bathilda Bath
Teoria della Magia, di Adalbert Incant
Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro
Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di Dante Tremante
Altri accessori
1 bacchetta magica
1 calderone (in peltro, misura standard 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d'ottone
Gli allievi possono portare anche un gufo, oppure un gatto, oppure un rospo.
Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l'uso di manici di scopa personali.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Hagrid’ disse Harry ansimando un poco mentre correva per tenergli dietro, ‘mi dicevi che alla Gringott ci sono i Draghi?’
‘Be', così dicono’ rispose Hagrid. ‘Perbacco, mi piacerebbe tanto avere un Drago’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Magie... incantesimi’ disse Hagrid, sfogliando il giornale mentre parlava. ‘Dicono che a guardia delle camere blindate ci sono dei Draghi. E poi bisogna trovare la strada... Vedi, la Gringott si trova centinaia di chilometri sotto Londra. Molto più giù della metropolitana. Anche se riesci a mettere le mani su un bel bottino, prima di rivedere la luce fai a tempo a crepare di fame’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Harry avrebbe voluto avere altre quattro paia di occhi. Strada facendo, si girava di qua e di là nel tentativo di vedere tutto e subito: i negozi, le cose esposte all'esterno, la gente che?faceva le spese. Mentre passavano, una donna grassottella, appena uscita da una farmacia, scuoteva la testa commentando: ‘Fegato di Drago diciassette falci l'etto: roba da matti!’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   A Harry bruciavano gli occhi per via dell'aria fredda che gli sferzava la faccia, ma li tenne bene aperti. A un certo punto, pensò di aver visto una fiammata in fondo a un passaggio e si girò per vedere se era un Drago, ma troppo tardi: scesero ancora più giù, superando un lago sotterraneo dove, dal soffitto e dal pavimento, spuntavano enormi stalattiti e stalagmiti.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)


   ‘Alzi il braccio. Così’. Misurò il braccio di Harry dalla spalla?alla punta delle dita, poi dal polso al gomito, dalla spalla a terra,?dal ginocchio all'ascella e poi prese anche la circonferenza della testa. E intanto diceva: ‘Ogni bacchetta costruita da Olivander ha il nucleo fatto di una potente sostanza magica, Mr Potter. Usiamo peli di unicorno, penne della coda della fenice e corde del cuore di Draghi. Non esistono due bacchette costruite da Olivander che siano uguali, così come non esistono due unicorni, due Draghi o due fenici del tutto identici. E naturalmente, non si ottengono mai risultati altrettanto buoni con la bacchetta di un altro mago’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Può bastare così’ disse, e il metro a nastro si afflosciò sul pavimento. ‘Allora, Mr Potter, provi questa. Legno di faggio e corde di cuore di Drago. Nove pollici. Bella flessibile. La prenda e la agiti in aria’.
Harry prese la bacchetta e, sentendosi un po' sciocco, la agitò debolmente, ma Mr Olivander gliela strappò quasi subito di mano.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Albus Silente, attuale preside di Hogwarts. Considerato da molti il più grande mago dell'era moderna, Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di Drago e per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel. Il professor Silente ama la musica da camera e il bowling.’
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Charlie è in Romania a studiare i Draghi e Bill in Africa a lavorare per la Gringott’ disse Ron. ‘Hai mai sentito parlare della Gringott? Ne ha scritto molto La Gazzetta del Profeta, ma non credo che siano notizie che arrivano nel mondo dei Babbani... qualcuno ha cercato di rapinare una camera di massima sicurezza’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Harry si chiese se Hagrid l'aveva fatto apposta a cambiare argomento. Mentre Ron raccontava a Hagrid che lavoro faceva Charlie con i Draghi, Harry prese un pezzetto di carta che era stato lasciato sul tavolo, sotto la teiera. Era il ritaglio di un trafiletto dalla Gazzetta del Profeta:
ULTIMISSIME SULLA RAPINA ALLA GRINGOTT
Proseguono le indagini sulla rapina avvenuta alla Gringott il 31 luglio scorso a opera di ignoti maghi o streghe dalle Arti Oscure. Oggi i folletti della Gringott hanno ripetutamente affermato che nulla è stato trafugato. Anzi, la camera di sicurezza che i rapinatori avevano preso di mira era stata svuotata il giorno stesso.
‘Ma tanto non vi diremo che cosa conteneva; quindi, se non volete guai, non ficcate il naso in questa faccenda’: così ha dichiarato oggi pomeriggio il folletto portavoce della Gringott. Harry ricordò che, sul treno, Ron gli aveva detto che qualcuno aveva cercato di rapinare la Gringott, ma senza dire in che data.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   ‘La Coppa del Quidditch porterà il nostro nome, quest'anno’ disse Baston felice mentre arrancavano verso il castello. ‘Non mi sorprenderebbe che tu diventassi più bravo di Charlie Weasley, e lui avrebbe potuto giocare per la nazionale, se non se ne fosse andato a caccia di Draghi’.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   ‘L'ho trovato!’ bisbigliò. ‘Ho trovato Flamel! Ve l'avevo detto che quel nome l'avevo già letto da qualche parte! stato sul treno, venendo qui a Hogwarts. State a sentire: "Il Professor Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di Drago e per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel"!’
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Ma vi fu un intoppo. La mattina dopo, la mano di Ron si era gonfiata fino a diventare il doppio dell'altra. Il ragazzo non era certo di far bene ad andare da Madama Chips: e se si fosse accorta che si trattava di un morso di Drago? Comunque, al pomeriggio non aveva più scelta: la ferita era diventata di un brutto color verde. A quanto sembrava, le zanne di Norberto erano avvelenate.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   I tre accostarono le teste per leggere il messaggio, che diceva:
Ron, come stai? Grazie della lettera. Sarei lieto di prendere con me il Dorsorugoso norvegese, ma non sarà facile farlo arrivare fin qui. Credo che la cosa migliore sia affidarlo a certi amici miei che verranno a trovarmi la settimana prossima. Il problema è che non debbono farsi vedere a trasportare un Drago di nascosto.
Potresti far salire il Dorsorugoso sulla torre più alta, a mezzanotte di sabato? Loro possono venirti incontro lì e portarselo via finché fa buio.
Mandami una risposta al più presto.
Tanti baci,
Charlie
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Mi ha morso!’ disse mostrando loro la mano fasciata in un fazzoletto insanguinato. ‘Non riuscirò a tenere in mano una penna d'oca per una settimana. Ve lo dico io: il Drago è l'animale più orribile che ho mai visto, ma da come lo tratta Hagrid, si direbbe un tenero coniglietto bianco. Quando Norberto mi ha morso, Hagrid mi ha rimproverato che l'avevo spaventato. E quando sono uscito gli stava cantando la ninnananna’.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)


   ‘Ma no! Charlie... tuo fratello! In Romania. Quello che studia i Draghi. Potremmo mandare Norberto da lui. Charlie potrebbe allevarlo e poi liberarlo nella foresta!’
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Ho deciso di chiamarlo Norberto’ disse guardando il Drago con gli occhi lucidi. ‘Mi riconosce davvero: guardate. Norberto! Norberto! Dov'è la mamma?’
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Ma non posso’ rispondeva Hagrid. ‘troppo piccolo. Morirebbe’. Guardarono il Drago. Nel giro di una settimana la sua lunghezza si era già triplicata. Dalle narici continuavano a uscirgli volute di fumo. Hagrid aveva trascurato i suoi doveri di guardiacaccia, tanto da fare aveva con il Drago. Il pavimento era coperto di bottiglie di brandy vuote e di penne di pollo.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   Harry corse alla porta e guardò fuori. Anche a distanza, era impossibile non riconoscerlo.
Malfoy aveva visto il Drago.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Senti un po', Hermione, quante volte in vita nostra potremo vedere schiudersi un uovo di Drago?’
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   E così, adesso avevano un'altra cosa di cui preoccuparsi, e cioè quel che sarebbe potuto accadere a Hagrid se qualcuno avesse scoperto che nascondeva nella sua capanna un Drago di contrabbando.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Ma che cosa farai, quando si schiude?’ chiese Hermione.
‘Be', mi sono dato un po' alla lettura’ disse Hagrid estraendo un librone da sotto il materasso. ‘In biblioteca ho preso questo:
Allevare Draghi per lavoro e per hobby... Naturalmente è un pochino superato, ma dentro c'è proprio tutto. Bisogna tenere l'uovo nel caminetto acceso, perché a quanto pare le mamme Drago scaldano i loro piccoli col fiato... Poi, quando si schiude, ogni mezz'ora bisogna dare al piccolo un secchio di brandy mescolato a sangue di pollo. E qui, vedete?, spiega come riconoscere le diverse specie dall'uovo...
Il mio, sembra, è un Dorsorugoso di Norvegia. Una specie molto rara’.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘E che, in Gran Bretagna esistono Draghi selvatici?’ chiese Harry.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Ma è contro le nostre leggi’ disse Ron. ‘L'allevamento dei Draghi è stato dichiarato fuori legge dalla Convenzione degli Stregoni del 1709, questo lo sanno tutti. difficile non farsi notare dai Babbani se alleviamo un Drago in giardino, e comunque non si possono addomesticare: troppo pericoloso. Dovreste vedere le bruciature che si è beccato Charlie in Romania coi Draghi selvatici’.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Draghi!’ sussurrò. ‘Hagrid stava consultando la letteratura sui Draghi! Guardate qui: Specie di Draghi della Gran Bretagna e dell'Irlanda... Dall'uovo agli inferi: guida pratica per l'allevatore di Draghi’.
‘Hagrid ha sempre desiderato un Drago, me lo ha detto fin dalla prima volta che ci siamo conosciuti’ disse Harry.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)


   Purtroppo pareva che gli insegnanti la pensassero come Hermione. Li caricarono di tanti di quei compiti per le vacanze di Pasqua, che quanto a divertimento le vacanze di Pasqua non assomigliarono di certo a quelle di Natale. Era difficile rilassarsi con Hermione accanto che recitava i dodici usi del sangue di Drago e si esercitava nei movimenti della bacchetta magica. Bofonchiando e sbadigliando, Harry e Ron trascorsero la maggior parte del tempo libero con la ragazza in biblioteca cercando di portare a termine i compiti delle vacanze.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘In castigo!’ gridò. ‘E venti punti in meno a Serpeverde! Come ti permetti di andare in giro di notte a questo modo!’
‘Professoressa, lei non capisce... sta arrivando Harry Potter... ha un Drago!’
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   Allora scesero di nuovo la scala a chiocciola, col cuore leggero, adesso che si erano liberati del Drago. Norberto se n'era andato, Malfoy era in castigo... ormai, che cosa avrebbe potuto guastare la loro felicità?
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘Credo di sapere che cosa è successo’ disse a un certo punto la Mcgranitt. ‘Non ci vuole certo un genio per capirlo. Avete raccontato a Malfoy chissà quali balle a proposito di un Drago, nel tentativo di attirarlo fuori del letto e di combinare qualche pasticcio. Comunque, l'ho già pescato. Presumo vi sembri divertente che Paciock, qui, abbia sentito le vostre storie e ci abbia anche creduto!’
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   A parte i loro stessi passi, l'unico altro rumore era un lieve gocciolio di acqua che scorreva lungo le pareti. Lo stretto corridoio procedeva in discesa, e a Harry ricordò molto la Gringott. Con uno spiacevole tuffo al cuore, gli tornarono in mente i Draghi che si diceva montassero la guardia alle camere di sicurezza nella banca dei maghi. Se avessero incontrato un Drago, un Drago adulto... con Norberto era già stata abbastanza dura...
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Può darsi’ rispose Hagrid aggrottando le sopracciglia nello sforzo di ricordare. ‘Sì... Mi ha chiesto che mestiere facevo e io gli ho detto che facevo il guardiacaccia qui... Allora ha chiesto di che genere di creature mi occupavo. Io gliel'ho detto... e ho anche detto che avevo sempre desiderato avere un Drago... Poi... non ricordo tanto bene, perché quello non faceva che offrirmi da bere. Vediamo... sì, allora ha detto che lui aveva un uovo di Drago e se lo volevo potevamo giocarcelo a carte... Però dovevo promettergli che lo tenevo bene: non voleva che finiva al chiuso in qualche casa... Allora io gli ho detto che, dopo Fuffi, tenere un Drago era la cosa più facile del mondo...’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Non è mica una cosa tanto strana, di gente bizzarra ce n'è tanta al pub della "Testa di Porco", giù al villaggio. Poteva essere un trafficante di Draghi, no? Comunque, in faccia non l'ho mai visto, si è sempre tenuto il cappuccio’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘A voi non sembra un po' strano’ proseguì Harry mentre risalivano il declivio erboso, ‘che la cosa che Hagrid più desidera al mondo sia un Drago, e che si presenti uno sconosciuto che per caso si ritrova un uovo di Drago in tasca? Quanta gente c'è che va in giro con in tasca uova di Drago, visto che è vietato dalla legge dei maghi? stato fortunato a incontrare Hagrid, non vi pare? Oh, ma perché non ci ho pensato prima?’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    «È stata… tutta… colpa… mia… maledetto me!» singhiozzò con la faccia tra le mani. «Sono stato io a dire a quel malvagio come sfuggire alla sorveglianza di Fuffi! Proprio io gliel’ho detto! Era l’unica cosa che non sapeva, e io gliel’ho detta! Tu potevi morire! E tutto per un uovo di Drago! Giuro che non berrò più neanche un goccio! Mi meritavo d’essere buttato fuori e mandato a vivere fra i Babbani!»
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Bill era il più grande dei fratelli Weasley. Lui e Charlie, il secondogenito, avevano già lasciato Hogwarts. Harry non li aveva mai incontrati, ma sapeva che Charlie era in Romania a studiare i Draghi e Bill in Egitto a lavorare per la Gringott, la banca dei maghi.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)


    «Sei tutto fetente!» disse Hagrid burbero, scrollandogli di dosso la fuliggine con tale energia da farlo quasi cadere in un barile di guano di Drago. «Ma che ti piglia, vagolare per Notturn Alley… Posto infame, Harry… Non mi garba che ti fai vedere qui…»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    La professoressa Sprite era in piedi dietro a un bancone poggiato su due cavalietti, al centro della serra. Sul bancone erano posate circa venti paia di paraorecchi di colore diverso. Quando Harry ebbe preso posto tra Ron e Hermione l’insegnante disse: «Oggi rinvaseremo le manDragole. Allora, chi sa dirmi le proprietà della manDragola?»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «La manDragola è un efficace ricostituente» disse Hermione che, come al solito, sembrava avere inghiottito tutto il libro di testo. «Si usa per riportare nella condizione originale le persone che sono state trasfigurate o sottoposte a un incantesimo».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Ottimo. Dieci punti per il Grifondoro» disse la professoressa Sprite. «La manDragola è un componente fondamentale della maggior parte degli antidoti. Ma è anche pericolosa. Chi sa dirmi perché?»
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Il pianto della manDragola è fatale a chiunque lo ascolti» disse prontamente.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Proprio così. Altri dieci punti» disse la professoressa Sprite. «Ora, le manDragole che abbiamo qui sono tutte molto giovani».
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Così dicendo indicò una fila di vaschette profonde, e tutti si sporsero in avanti per vedere meglio. Dentro, tutte in fila, vi crescevano un centinaio di pianticelle ricche di ciuffi color verde marcio. A Harry, che non aveva la minima idea di quel che intendesse Hermione quando aveva parlato del ‘pianto’ della manDragola, non parvero particolarmente degne di nota.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    La professoressa Sprite prese un grosso vaso da sotto il tavolo e vi ficcò dentro la manDragola, sotterrando il pupo sotto uno strato di concime nero e umido e lasciando fuori soltanto i ciuffi di foglie. Poi si scrollò la terra dalle mani, dette il segnale convenuto e si tolse i paraorecchi.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Poiché le nostre manDragole sono solo piantine da semenzaio, il loro pianto ancora non uccide» disse tranquilla, come se non avesse fatto niente di più emozionante che annaffiare una begonia. «Però possono mettervi fuori combattimento per molte ore e poiché sono sicura che nessuno di voi vuole perdersi il primo giorno di lezioni, quando ci lavorate assicuratevi di indossare correttamente i paraorecchi. Quando sarà ora di interrompere, vi farò il solito cenno.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Quell’Allock è veramente eccezionale, non trovate?» disse Justin garrulo mentre cominciavano a riempire i vasi di concime allo sterco di Drago. «È un tipo terribilmente coraggioso. Avete letto i suoi libri? Io sarei morto di paura se fossi stato intrappolato in una cabina telefonica da un lupo mannaro; ma lui no, ha mantenuto il sangue freddo e… zac… Semplicemente fantastico.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Dopo di che non ebbero molte altre occasioni di parlare. Avevano indossato di nuovo i paraorecchi e dovevano concentrarsi sulle manDragole. A sentire la professoressa Sprite sembrava una cosa estremamente facile, ma non lo era affatto. Alle manDragole non piaceva venire fuori da sotto terra, ma non sembrava piacergli neanche tornarci dentro. Si dimenavano, scalciavano, battevano i piccoli pugni e digrignavano i denti; Harry passò dieci minuti buoni a cercare di cacciarne una particolarmente grassa in un vaso.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Sterco» imprecava furioso, «gran caccole sfrigolanti di Drago… cervelli di rana… intestini di topo… non ne posso più… tanto per fare un esempio… dov’è il modulo… ecco…»
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Riusciremo a curarla, Gazza» disse Silente con grande pazienza. «Ultimamente, la professoressa Sprite è riuscita a procurarsi alcune ManDragole. Non appena saranno cresciute farò una pozione che riporterà in vita Mrs Purr».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Lasci fare a me» si mise in mezzo Allock. «Devo averla fatta centinaia di volte. La Pozione ricostituente alla manDragola so prepararla a occhi chiusi …»
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    Harry sorrise debolmente. Provocare confusione di proposito durante la lezione di Pozioni di Piton era pericoloso almeno quanto cacciare un dito nell’occhio di un Drago addormentato.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Ma la mattina dopo la neve che aveva cominciato a cadere di notte si era trasformata in una tormenta così fitta che l’ultima lezione di Erbologia del trimestre fu sospesa. La professoressa Sprite voleva mettere calze e sciarpe alle manDragole, un’operazione delicata che non si sentiva di affidare a nessuno, ora che era diventato così importante che le manDragole crescessero in fretta per riportare in vita Mrs Purr e Colin Canon.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Un sole pallido aveva ricominciato a brillare su Hogwarts. Nel castello, l’umore tendeva allo speranzoso. Dopo l’aggressione a Justin e a Nick-Quasi-Senza-Testa gli attentati non si erano più ripetuti e Madama Chips era lieta di far sapere che le manDragole stavano diventando lunatiche e scontrose, il che significava che stavano rapidamente uscendo dall’infanzia.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

   Harry, Ron e Hermione avevano sempre saputo dell’incresciosa simpatia di Hagrid per le creature grandi e mostruose. Durante il primo anno a Hogwarts, Hagrid aveva tentato di allevare un Drago nella sua capanna di legno e i tre non avrebbero dimenticato tanto facilmente il gigantesco cane a tre teste da lui battezzato Fuffi. Se poi, da ragazzo, Hagrid avesse sentito dire che da qualche parte, nel castello, si nascondeva un mostro, Harry era certo che avrebbe fatto carte false pur di dargli un’occhiata. Probabilmente aveva pensato che era un peccato tenere il mostro rinchiuso tanto a lungo e che meritava di sgranchirsi le sue innumerevoli zampe. Poteva vederlo, il tredicenne Hagrid, cercare di infilargli guinzaglio e collare. Ma era altrettanto sicuro che non avesse mai voluto uccidere.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Alla fine decisero di non dirgli niente a meno che non si verificasse un’altra aggressione, e visto che i giorni passavano e la voce disincarnata non si faceva sentire, cominciarono a sperare che non ci sarebbe mai stato bisogno di chiedergli perché era stato espulso. Erano circa quattro mesi che Justin e Nick-Quasi-Senza-Testa erano stati pietrificati e quasi tutti sembravano dell’idea che l’aggressore, chiunque fosse, avesse rinunciato una volta per tutte. Pix si era finalmente stancato di canticchiare È Potter canaglia che infuria e si scaglia; un giorno, alla lezione di Erbologia, Ernie Macmillan chiese a Harry con grande gentilezza di passargli un secchio di funghi; e a marzo, nella Serra numero Tre, molte manDragole fecero festa a lungo e rumorosamente, il che rese molto felice la professoressa Sprite.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Quando il baccano si fu placato la professoressa McGranitt disse: «La collega Sprite mi ha informato che le manDragole sono finalmente pronte per essere raccolte. Stanotte saremo in grado di rianimare le persone che sono state pietrificate. Inutile ricordarvi che una di loro potrebbe essere in grado di dirci chi, o che cosa, li ha aggrediti. Ho la speranza che quest’anno tremendo si concluderà con la cattura del colpevole».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Sono secoli che non la vediamo, professoressa» proseguì Harry precipitosamente, mollando un pestone a Ron, «e… be’… pensavamo di sgattaiolare in infermeria per andarle a dire che le manDragole sono quasi pronte, e… ehm… di non preoccuparsi».
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Be’, non è il caso che tu canti vittoria» disse Harry con aria di trionfo. «Questa volta non è morto nessuno, neanche il gatto. Fra qualche ora sarà pronta la pozione di manDragola e tutti quelli che sono stati pietrificati torneranno normali».
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «La signorina Weasley dovrebbe salire immediatamente in infermeria» interruppe Silente con voce ferma. «È stata una prova terribile per lei. Non ci saranno punizioni. Maghi più vecchi e saggi di lei sono stati messi nel sacco da Voldemort». Avanzò verso la porta e l’aprì. «Riposo a letto e, perché no?, una grossa tazza di cioccolata bollente. A me fa tornare sempre il buonumore» aggiunse con una garbata strizzatina d’occhi. «Vedrai che Madama Chips è ancora sveglia. Sta distribuendo la pozione di manDragola… Credo che le vittime del Basilisco stiano per svegliarsi da un momento all’altro».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

   Harry si sentì gelare. Sapeva che Hagrid non gli avrebbe mai spedito di proposito qualcosa di pericoloso, ma d'altra parte Hagrid aveva una percezione del pericolo ben diversa dalla media. Era famoso per aver addomesticato ragni giganti, aver comprato un malefico cane a tre teste e aver fatto entrare di nascosto uova di Drago illegali nella sua capanna.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Gli occhi gli si riempirono di lacrime. Norberto era il cucciolo di Drago che Hagrid una volta aveva vinto alle carte.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Harry dormì male. Prima sognò di aver dormito troppo, e che Baston gli strillava: «Dov'eri? Abbiamo dovuto far giocare Neville al tuo posto!» Poi sognò che Malfoy e il resto della squadra di Serpeverde erano arrivati alla partita a cavallo di Draghi. Stava volando a rotta di collo, cercando di evitare una fiammata uscita dalle fauci del destriero di Malfoy, quando gli venne in mente che aveva dimenticato la Firebolt. Precipitò e si svegliò di soprassalto.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Gli ci volle qualche secondo prima di ricordare che la partita non era ancora arrivata, che era al sicuro nel suo letto e che alla squadra di Serpeverde non sarebbe certo stato permesso di giocare a cavallo di Draghi. Aveva molta sete. Più piano che poteva, scese dal letto a baldacchino e andò a versarsi dell'acqua dalla brocca d'argento sotto la finestra.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   somministrare il Bacio a un ragazzo innocente... del tutto incontrollabili... no, li farò rispedire ad Azkaban questa notte stessa... forse dovremmo pensare a qualche Drago per l'ingresso della scuola...»
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    Bill si alzò sorridendo e strinse anche lui la mano a Harry. Bill fu piuttosto una sorpresa. Harry sapeva che lavorava per la banca dei maghi, la Gringott, che era stato Caposcuola di Hogwarts, e aveva sempre immaginato che fosse una versione più vecchia di Percy: irritabile se si trattava di infrangere delle regole e deciso a trattare tutti dall’alto in basso. Invece Bill era — non c’era altra definizione — forte. Era alto, con lunghi capelli stretti in una coda. Portava un orecchino da cui pendeva una specie di zanna. I suoi vestiti non sarebbero sembrati fuori posto a un concerto rock, a parte il fatto che gli stivali non erano di cuoio ma di pelle di Drago.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Come va, Harry?» disse il più vicino dei due con un sorriso, tendendo una manona che Harry strinse, sentendo calli e vesciche sotto le dita. Doveva essere Charlie, che lavorava con i Draghi in Romania. Charlie aveva la stessa corporatura dei gemelli, più basso e più robusto di Percy e Ron, che erano entrambi alti e smilzi. Aveva una larga faccia aperta, segnata dalle intemperie e così lentigginosa che sembrava quasi abbronzato; le sue braccia erano muscolose, e su una spiccava una grossa scottatura lucente.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Sì, qualcuno potrebbe scaricarci di nuovo della cacca di Drago, eh, Perce?» disse Fred.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Io guadagno cento sacchi di galeoni l’anno» gridò uno di loro. «Faccio il killer di Draghi per il Comitato per la Soppressione delle Creature Pericolose!»
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Pus, Finnigan, pus» ripeté la professoressa Sprite, «ed è estremamente prezioso, quindi non sprecatelo. Dovete raccogliere il pus, dicevo, in queste bottiglie. Mettetevi i guanti di pelle di Drago, può fare strane cose alla pelle se non è diluito, il pus di Bubotubero».
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    «Solo perché non sono proprio carini non vuol dire che non servono a niente» ribatté Hermione. «Il sangue di Drago è straordinariamente magico, ma non per questo vorresti avere un Drago come animale di compagnia, no?»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    Harry e Ron fecero un gran sorriso a Hagrid, che scoccò loro un sorriso furtivo da sotto la barba cespugliosa. Hagrid sarebbe andato matto per un Drago di compagnia, come Harry, Ron e Hermione sapevano fin troppo bene. Ne aveva avuto uno per un breve periodo durante il loro primo anno, un malvagio Dorsorugoso di Norvegia che rispondeva al nome di Norberto. Hagrid semplicemente adorava le creature mostruose: più letali erano, meglio era.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    «È un Drago!» strillò istericamente una ragazzina del primo anno.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Hagrid si era appena rialzato e voltato. Se prima era arrossito, non era niente in confronto a quello che gli stava succedendo ora. Alzandosi con molta cautela, in modo che Hagrid non li vedesse, Harry, Ron e Hermione sbirciarono dalla finestra e videro che Madame Maxime e gli studenti di Beauxbatons erano appena usciti dalla carrozza, anche loro diretti al banchetto. Non sentirono le parole di Hagrid, ma si era rivolto a Madame Maxime con lo sguardo rapito e velato che Harry gli aveva visto solo in una circostanza: quando contemplava il cucciolo di Drago, Norberto.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Lì intorno in mezzo» indicò Hagrid. «Ehm… forse è meglio che vi mettete i guanti di pelle di Drago, così, per precauzione, insomma. Harry… vieni qui e aiutami con questo grosso qua…»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Sì… carpine e fibra di cuore di Drago?» esclamò rivolto a Krum, che annuì. «E parecchio più spessa del solito… piuttosto rigida… dieci pollici e un quarto… Avis!»
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Draghi.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Quattro enormi Draghi completamente sviluppati, dall’aria malvagia, si impennavano in uno spazio recintato da spesse assi di legno, ruggendo e sbuffando: torrenti di fuoco sprizzavano nel cielo buio dalle loro bocche spalancate e zannute, sorrette dai colli tesi a quindici metri di altezza. Ce n’era uno di un blu argenteo con lunghe corna appuntite, che ringhiava e tentava di mordere i maghi a terra; uno verde ricoperto di scaglie lisce, che si contorceva e pestava i piedi con tutte le sue forze; uno rosso con una strana frangia d’oro lucente attorno al muso, che sparava nuvole di fuoco a forma di fungo nell’aria; e uno nero gigantesco, più simile a un lucertolone degli altri, il più vicino a loro.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Almeno trenta maghi, sette o otto per ciascun Drago, cercavano di tenerli sotto controllo, tirando le catene agganciate a pesanti collari di cuoio fissati attorno al collo e alle zampe dei bestioni. Ipnotizzato, Harry guardò in su, molto in alto, e vide gli occhi del Drago nero, dalle pupille verticali come quelle di un gatto, sporgere per la paura o la furia, non sapeva dire perché… emetteva un suono terribile, un urlo stridente, quasi un ululato…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Harry vide tutti i GuardaDraghi estrarre le bacchette magiche.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Stupeficium!» urlarono in coro, e gli Schiantesimi sfrecciarono nell’oscurità come razzi infiammati, esplodendo in una pioggia di stelle sulla pelle squamosa dei Draghi
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Harry vide il Drago più vicino barcollare pericolosamente sulle zampe dietro; la mascella si aprì in un gemito improvvisamente muto; le narici d’un tratto furono prive di fiamme, pur continuando a fumare; poi, molto lentamente, cadde: parecchie tonnellate di nerboruto Drago nero squamato si schiantarono a terra con un tonfo che, Harry lo avrebbe giurato, fece tremare gli alberi dietro di lui.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    I GuardaDraghi abbassarono le bacchette e avanzarono verso le bestie afflosciate, ciascuna delle quali aveva le dimensioni di una collinetta. Si affrettarono a stringere le catene e a fissarle saldamente a pioli di ferro che piantarono in profondità nel terreno con le loro bacchette.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Di che razza sono, Charlie?» chiese Hagrid, contemplando il Drago più vicino — quello nero — quasi con reverenza. Gli occhi del mostro erano ancora semiaperti. Harry vide una striscia di un giallo brillante sotto la rugosa palpebra nera.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Charlie si guardò attorno; Madame Maxime si stava avvicinando allo steccato, e fissava i Draghi.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Ho pensato solo che le piaceva vederli» disse Hagrid scrollando le spalle, senza smettere di fissare rapito i Draghi.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Spero solo che starà bene anche dopo aver affrontato questi qua» disse Charlie cupo, guardando verso il recinto dei Draghi. «Non ho avuto il coraggio di dire a mia madre in che consiste la prima prova, è già così agitata…» Charlie imitò la voce ansiosa di sua madre. «“Come hanno potuto permettere che partecipasse a quel torneo, è troppo, troppo giovane! Credevo che fossero tutti al sicuro, credevo che ci sarebbe stato un limite d’età!” Era una fontana dopo quell’articolo della Gazzetta del Profeta su di lui. “Piange ancora per i suoi genitori! Oh, poverino, e io non l’ho mai saputo!”»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Harry ne aveva avuto abbastanza. Certo che Hagrid non avrebbe sentito la sua mancanza, con le attrattive di quattro Draghi e di Madame Maxime a tenerlo occupato; si voltò in silenzio e s’incamminò di ritorno verso il castello.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Non sapeva se essere contento di aver visto ciò che lo aspettava o no. Forse cosi era meglio. Ora il primo shock era passato. Forse se avesse visto i Draghi per la prima volta martedì, sarebbe svenuto secco davanti a tutta la scuola… ma forse sarebbe svenuto comunque… avrebbe avuto come unica arma la bacchetta — che al momento non sembrava niente più che una strisciolina di legno — contro un Drago sputafuoco alto quindici metri, squamoso e irto di punte. E doveva superarlo. Davanti a tutti. Come?
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Chi è là?» ripeté Karkaroff, molto sospettoso, guardandosi intorno nell’oscurità. Harry rimase immobile, in silenzio. Dopo un minuto. Karkaroff sembrò convincersi che si fosse trattato di un qualche animale; si guardò attorno all’altezza della vita, come se si aspettasse di veder spuntare un cane. Poi scivolò di nuovo al riparo degli alberi, e prese ad avanzare verso il luogo in cui si trovavano i Draghi.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «… e adesso Hagrid mi ha appena fatto vedere che cosa succederà nella prima prova, e si tratta di Draghi, Sirius, e io sono perduto» concluse disperato.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Sirius lo scrutò ansiosamente, con occhi che non avevano ancora perso lo sguardo fosco e spiritato che Azkaban gli aveva impresso. Aveva lasciato parlare Harry tino allo sfinimento senza interromperlo, ma ora disse: «Coi Draghi possiamo vedercela. Harry, ma ci arriveremo tra un minuto: non posso restare molto… sono penetrato in una casa di maghi per usare il fuoco, ma potrebbero tornare da un momento all’altro. Devo metterti in guardia da alcune cose».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Cosa?» esclamò Harry. sentendo l’umore scendere ancora di qualche tacca… non poteva certo esserci in arrivo niente di peggio dei Draghi.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Mi sembra davvero un ottimo piano» disse Harry sconsolato. «Dovranno solo stare in un angolo e lasciar fare ai Draghi».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Giusto, i Draghi» disse Sirius, parlando molto in fretta. «C’è un modo, Harry. Non farti tentare da uno Schiantesimo: i Draghi sono forti e hanno una magia troppo potente per essere abbattuti così. Servono una mezza dozzina di maghi insieme per sopraffare un Drago…»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Harry udì un piccolo pop nel fuoco alle sue spalle, e seppe che Sirius se n’era andato. Fissò la parte più bassa della scala a chiocciola: chi aveva deciso di fare una passeggiatina all’una del mattino e aveva impedito a Sirius di dirgli come fare a superare un Drago?
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

   Harry si alzò la domenica mattina, e si vestì così distrattamente che ci mise un po’ ad accorgersi che stava cercando di infilarsi il cappello sul piede al posto del calzino. Quando finalmente ebbe sistemato tutti gli abiti sulle parti giuste del corpo, andò a cercare Hermione, e la trovò nella Sala Grande al tavolo di Grifondoro, dove stava facendo colazione con Ginny. Troppo irrequieto per mangiare, Harry attese che Hermione ingollasse la sua ultima cucchiaiata di porridge, poi la trascinò fuori per un’altra passeggiata. Mentre facevano un altro lungo giro attorno al lago, le raccontò tutto dei Draghi, e quasi tutto quello che aveva detto Sirius.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Pur allarmata per gli avvertimenti di Sirius a proposito di Karkaroff, Hermione continuava a pensare che i Draghi fossero il problema più urgente.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Fecero tre volte il giro del lago, cercando di pensare a un incantesimo semplice che potesse soggiogare un Drago. Ma non gliene venne in mente nessuno, così si rinchiusero in biblioteca. Qui Harry sfilò dagli scaffali tutti i libri sui Draghi che riusci a trovare, e tutti e due si misero a consultarli uno dopo l’altro.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «I Draghi sono estremamente difficili da uccidere, a causa dell’antica magia che intride la loro spessa pelle, che solo gli incantesimi più potenti sono in grado di perforare… ma Sirius ha detto che ne basta uno semplice…»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Proviamo con dei libri di incantesimi semplici, allora» disse Harry, gettando via Uomini Che Amano Troppo i Draghi.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Tornò al tavolo con una pila di libri di formule magiche, li posò e cominciò a scorrerli uno per uno, con Hermione che sussurrava ininterrottamente al suo fianco. «Be’, ci sono gli Incantesimi di Scambio… ma a cosa serve Scambiare? A meno che tu non scambi le sue zanne con gomma da masticare o roba del genere, così diventerebbe meno pericoloso… il guaio è che come dice il libro non c’è molto che possa trapassare la pelle di Drago… ti suggerirei di Trasfigurarlo, ma una cosa così grossa, non hai la minima speranza, dubito che anche la professoressa McGranitt… a meno che tu non debba scagliare l’incantesimo su di te… Forse per attribuirti dei poteri in più? Ma quelli non sono incantesimi semplici, voglio dire, non ne abbiamo fatto nemmeno uno in classe, io so solo che esistono perché faccio i test di G.U.F.O. per esercitarmi…»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Ma tutto quello che successe quando Hermione tacque fu che il cervello di Harry si riempì di una specie di vuoto ronzio, che non lasciava spazio alla concentrazione. Scorse senza speranza l’indice di Incantesimi-base per chi ha poco tempo: rasatura istantanea… ma i Draghi non avevano il pelo… alito pepato… probabilmente avrebbe solo aumentato la gittata del fuoco di un Drago… lìngua cornuta… proprio quello di cui aveva bisogno, regalargli un’arma in più…
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    In qualche modo, gli faceva bene sapere che trovarsi lì e affrontare un Drago era meglio che essere ancora a Privet Drive con Dudley; lo faceva sentire un po’ più tranquillo. Finì a fatica la pancetta (la gola non gli funzionava molto bene), e mentre lui e Hermione si alzavano vide Cedric Diggory allontanarsi dal tavolo di Tassorosso.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Cedric non sapeva ancora dei Draghi… era il solo campione a non sapere, se Harry aveva ragione di pensare che Madame Maxime e Karkaroff lo avrebbero detto a Fleur e Krum…
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Cedric» disse Harry, «la prima prova è con i Draghi».
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Draghi» disse Harry parlando in fretta, nel caso che il professor Vitious uscisse a vedere che cosa stava facendo Cedric. «Ce ne sono quattro, uno per ciascuno, e dobbiamo superarli».
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Non è importante» disse Harry in fretta: sapeva che Hagrid sarebbe finito nei guai se avesse detto la verità. «Ma non sono solo io a saperlo. Maxime e Karkaroff hanno visto i Draghi, ormai lo sapranno anche Fleur e Krum…».
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Harry lo guardò incredulo. Era sicuro che Cedric non glielo avrebbe chiesto se avesse visto i Draghi con i suoi occhi. Harry non avrebbe lasciato nemmeno il suo peggior nemico ad affrontare quei mostri impreparato — be’, forse Malfoy o Piton…
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Harry lo seguì, chiedendosi che cosa gli sarebbe successo. E se Moody voleva sapere come aveva fatto a scoprire i Draghi? Sarebbe andato da Silente e avrebbe denunciato Hagrid, o si sarebbe limitato a trasformare Harry in un furetto? Be’, poteva essere più facile superare un Drago sotto le sembianze di un furetto, Harry ridletté depresso, sarebbe stato molto più piccolo, molto meno visibile da un’altezza di quindici metri…
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Allora… hai saputo dei Draghi, vero?»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Allora… hai già idea di come farai a superare il tuo Drago
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    E poi tutto andò al suo posto. La cosa che faceva meglio era volare. Doveva superare il Drago via aria. Per riuscirci, aveva bisogno della sua Firebolt. E per avere la sua Firebolt, aveva bisogno di…
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Cosa credi che stia facendo?» ribatté Harry infuriato. «Continua a venirmi in mente uno schifoso Drago enorme, chissà perché… Ok, ci riprovo…»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Be’, adesso sappiamo cosa fare la prossima volta che non riesco a imparare un incantesimo» esclamò Harry, lanciando a Hermione il Dizionario delle Rune per riprovare, «basta che mi minacci con un Drago. Pronti…» Levò ancora una volta la bacchetta. «Accio Dizionario!»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Quella sera Harry si era concentrato così tanto per imparare l’Incantesimo di Appello che un po’ della sua paura cieca lo aveva abbandonato. La mattina dopo, comunque, tornò tutta intera. L’atmosfera nella scuola era di grande tensione ed eccitazione. Le lezioni sarebbero terminate a mezzogiorno, dando modo a tutti gli studenti di scendere al recinto dei Draghi, anche se naturalmente non sapevano ancora che cosa avrebbero trovato laggiù.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Harry si sentiva stranamente isolato da tutti, sia che gli augurassero buona fortuna sia che sibilassero «Teniamo pronta una scatola di fazzoletti, Potter» al suo passaggio. Era talmente nervoso che si chiese se nel momento di affrontare il Drago non avrebbe semplicemente perso la testa, scagliando incantesimi su tutti quanti.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Il tempo si comportava in modo più stravagante che mai: filava via a grandi blocchi, così che un momento gli sembrava di essere seduto in classe per la prima lezione, Storia della Magia, e il momento dopo stava andando a pranzo… e poi (dov’era finita la mattinata? Le ultime ore senza Draghi?) ecco che la professoressa McGranitt gli correva incontro nella Sala Grande. Un sacco di ragazzi gli puntarono gli occhi addosso.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Lo stava guidando verso il luogo in cui si trovavano i Draghi, lungo il limitare della Foresta, ma quando si avvicinarono alla macchia di alberi oltre la quale lo steccato sarebbe stato chiaramente visibile, Harry vide che era stata eretta una tenda: l’ingresso era davanti a loro e nascondeva i Draghi.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    La ragazza infilò una mano tremante nel sacchetto ed estrasse un minuscolo, perfetto modellino di Drago: un Gallese Verde. Attorno al collo aveva appeso il numero due. E Harry seppe, dal fatto che Fleur non diede segno di sorpresa, ma piuttosto una determinata rassegnazione, che aveva avuto ragione: Madame Maxime le aveva detto che cosa la aspettava.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Bene, ci siamo!» disse Bagman. «Ciascuno di voi ha estratto il Drago che dovrà affrontare, e i numeri si riferiscono all’ordine in cui li sfiderete, capito? Ora, fra un attimo vi devo lasciare, perché farò la telecronaca. Signor Diggory, lei è il primo, non deve far altro che entrare nel recinto quando sente un fischio, d’accordo? Ora… Harry… posso dirti due parole? Fuori?»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    E poi, dopo circa quindici minuti, Harry udì il frastuono assordante che poteva significare solo una cosa: Cedric aveva superato il suo Drago e afferrato l’uovo d’oro.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Guardò giù il mucchio di uova, e riconobbe quello d’oro, che brillava contro i compagni color granito, tutti ammucchiati al sicuro tra le zampe davanti del Drago. «Ok» si disse Harry, «tattica diversiva… andiamo…»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Harry si alzò ancora di qualche metro, e il Drago emise un ruggito esasperato. Per lui Harry era come una mosca, una mosca che desiderava scacciare; la sua coda si dibatté di nuovo, ma ora era troppo in alto per raggiungerlo… sputò fuoco nell’aria, e lui lo schivò… le sue mascelle si spalancarono…
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    E poi il Drago si levò, spalancando finalmente le grandi ali di cuoio nero, larghe come quelle di un piccolo aeroplano — e Harry si tuffò. Prima che il Drago avesse capito ciò che aveva fatto, o dove fosse sparito, Harry sfrecciava verso il suolo a velocità massima, verso le uova ora non più difese dalle zampe anteriori armate di artigli — ecco che levava le mani dalla Firebolt — ecco che afferrava l’uovo d’oro…
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Grazie, Hagrid» disse Harry ad alta voce, in modo che Hagrid non continuasse a blaterare rivelando che gli aveva mostrato i Draghi in anticipo.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Draghi!» esclamò in tono disgustato, trascinando dentro Harry. La tenda era divisa in cubicoli; Harry distinse l’ombra di Cedric attraverso la tela, ma Cedric non sembrava ferito gravemente; era seduto, almeno. Madama Chips esaminò la spalla di Harry, parlando in tono arrabbiato per tutto il tempo. «L’anno scorso i Dissennatori, quest’anno i Draghi, cos’altro faranno entrare a scuola l’anno prossimo? Sei molto fortunato… è piuttosto superficiale… devo ripulirla prima di medicarla, però…»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Sei stato il migliore, davvero, non c’è paragone. Cedric ha fatto una cosa strana, ha Trasfigurato una pietra per terra… l’ha trasformata in un cane… voleva che il Drago lo inseguisse. Be’, è stata una gran bella Trasfigurazione, e ha funzionato, in un certo senso, perché ha preso l’uovo, ma si è anche bruciato: il Drago ha cambiato idea a metà strada e ha deciso che preferiva acchiappare lui, se l’è cavata per un pelo. E quella Fleur ha tentato una specie di incantesimo, credo che volesse ipnotizzarlo o roba del genere; be’, ha funzionato, un po’, almeno, il Drago era tutto insonnolito, ma poi ha sbuffato, ed è venuto fuori un gran getto di fuoco, e la sua gonna ha preso fuoco: l’ha spenta facendo uscire dalla bacchetta un po’ d’acqua. E Krum — non ci crederai, ma non gli è nemmeno venuto in mente di volare! Probabilmente è stato il migliore dopo di te, comunque. L’ha beccato nell’occhio con un incantesimo. Solo che quello si è messo a calpestare tutto dal dolore e ha schiacciato metà delle uova vere; gli hanno tolto dei punti, non doveva danneggiarle».
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Ben fatto, tutti quanti!» esclamò Ludo Bagman, entrando saltellando nella tenda, soddisfatto come se fosse stato lui a superare un Drago. «Ora, solo due parole veloci. Avete una bella pausa lunga prima della seconda prova, che avrà luogo la mattina del 24 febbraio alle nove e mezza — ma nel frattempo vi diamo qualcosa a cui pensare! Se guardate le uova d’oro che tenete in mano, vedrete che si aprono… vedete il segno? Dovete risolvere l’indovinello che c’è nel vostro uovo, perché vi dirà qual è la seconda prova, e vi permetterà di prepararvi! È tutto chiaro? Sicuri? Bene, allora potete andare!»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Harry uscì dalla tenda, raggiunse Ron e insieme camminarono lungo il limitare della Foresta, parlando fitto; Harry voleva sapere nel dettaglio che cos’avevano fatto gli altri campioni. Poi, mentre aggiravano il ciuffo di alberi dietro il quale Harry aveva visto i Draghi ruggire per la prima volta, una strega gli si parò davanti all’improvviso.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Congratulazioni, Harry!» disse con un gran sorriso. «Chissà se hai voglia di dirmi una parolina… Cos’hai provato affrontando il Drago? Che cosa ne pensi dei punteggi, secondo te sono giusti?»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

   Quella sera Harry, Ron e Hermione salirono alla Guferia a cercare Leo: Harry voleva scrivere a Sirius per dirgli che era riuscito a superare incolume la prova del Drago. Lungo le scale, Harry aggiornò Ron su tutto quello che Sirius gli aveva detto di Karkaroff. Sulle prime Ron fu sconvolto dalla notizia che Karkaroff era stato un Mangiamorte, ma quando entrarono nella Guferia decretò che avrebbero dovuto sospettarlo fin dall’inizio.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    «Avrei dovuto arrangiarmi da solo anche per superare il Drago» sussurrò Harry, in modo che solo Hermione lo sentisse, e lei gli sorrise con aria colpevole.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Era quasi l’una del mattino quando finalmente Harry salì in dormitorio con Ron, Neville. Seamus e Dean. Prima di chiudere le tende del suo letto a baldacchino. Harry sistemò il modellino dell’Ungaro Spinato sul tavolo accanto al letto, e quello sbadigliò, si acciambellò e chiuse gli occhi. Davvero, pensò Harry tirando le tende, Hagrid aveva ragione, dopotutto… erano a posto, i Draghi
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Nel complesso, Harry dovette ammettere che anche con l’imbarazzante prospettiva di dover aprire il ballo, la vita era decisamente migliorata dopo la prima prova. Nei corridoi non era più il bersaglio di tante battute sarcastiche, e sospettava che la cosa avesse parecchio a che fare con Cedric: doveva aver detto ai Tassorosso di lasciare in pace Harry, in cambio della soffiata sui Draghi. Circolavano anche meno spille TIFA PER CEDRIC DIGGORY. Draco Malfoy, naturalmente, citava ancora l’articolo di Rita Skeeter tutte le volte che se ne presentava l’occasione, ma suscitava sempre meno risate. E ad aumentare il senso di benessere di Harry, sulla Gazzetta del Profeta non erano apparse pagine su Hagrid.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «Ma certo» disse Harry, gettando brani di fegato di Drago in una grossa ciotola di metallo e impugnando il coltello per tagliarne degli altri. «Non può continuare con la storia del piccolo eroe tragico, alla lunga è noioso».
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Congratulazioni per essere riuscito a superare lo Spinato, chiunque abbia messo il tuo nome in quel Calice non deve essere troppo felice adesso! Volevo suggerirti un Incantesimo Conjunctivitus, visto che gli occhi sono il punto debole dei Draghi
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Gli altri regali di Harry furono molto più soddisfacenti dei calzini spaiati di Dobby: con l’ovvia eccezione di quello dei Dursley, che consisteva in un unico fazzoletto di carta — un minimo storico. Harry pensò che si ricordassero bene la Mou Mollelingua. Hermione gli aveva regalato un libro intitolato Squadre di Quidditch della Gran Bretagna e dell’Irlanda; Ron, un sacchetto pieno di Caccabombe; Sirius, un utile coltellino munito di accessori per aprire ogni serratura e disfare ogni nodo; e Hagrid, una gran scatola di dolci che comprendeva tutti i suoi preferiti: Gelatine Tuttigusti+1, Cioccorane, SuperPallaGomme di Drooble e Api Frizzole. C’era anche, naturalmente, il solito pacco della signora Weasley, con un nuovo golf (verde, con un Drago ricamato: Harry immaginava che Charlie le avesse raccontato tutto dello Spinato) e una gran quantità di tortini fatti in casa.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Senti…» Cedric abbassò la voce mentre Ron spariva. «Mi hai detto dei Draghi, quindi ti devo un favore. Sai l’uovo d’oro? Il tuo ulula quando lo apri?»
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Senti, Harry» disse (sempre a voce bassissima), «questa cosa mi fa star male… tu ci sei finito dentro, nel Torneo, non ti sei fatto avanti da solo… e se» (la sua voce era così bassa che Harry dovette avvicinarsi per sentire), «… se posso darti una mano… una spintarella nella direzione giusta… tu mi piaci proprio… come hai superato quel Drago!… Be’, basta che tu lo dica».
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Il giovedì sera Harry scivolò fuori dal letto, indossò il Mantello, sgattaiolò di sotto e, proprio come aveva fatto la sera che Hagrid lo aveva portato dai Draghi, attese che il buco del ritratto si aprisse. Stavolta era Ron ad aspettare fuori per dire la parola d’ordine alla Signora Grassa (’Frittelle di banana’). «Buona fortuna» mormorò entrando nella sala comune mentre Harry usciva di soppiatto.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Lui, Ron e Hermione erano seduti in biblioteca mentre fuori il sole tramontava, sfogliando febbrilmente pagine e pagine di incantesimi, nascosti l’uno all’altro da enormi pile di libri. Harry aveva un gran tuffo al cuore tutte le volte che su una pagina vedeva la parola «acqua», ma quasi sempre era roba del tipo «Prendete due pinte d’acqua, mezza libbra di foglie di manDragola a pezzetti e un tritone…»
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Correndo giù per il prato vide che i sedili che a novembre avevano circondato la staccionata dei Draghi ora erano disposti sulla riva opposta, schierati in tribune colme fino a scoppiare che si riflettevano nel lago di sotto; il chiacchiericcio eccitato della folla echeggiava stranamente sull’acqua mentre Harry correva a gambe levate dall’altra parte del lago, verso i giudici, che erano seduti a un altro tavolo ricoperto d’oro, sulla riva. Cedric, Fleur e Krum erano accanto al tavolo dei giudici, e guardavano Harry sfrecciare verso di loro.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «Finora nessuno ha cercato di aggredirmi, a parte un Drago e un paio di Avvincini» disse Harry.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Edvige non fece ritorno fino alla fine delle vacanze di Pasqua. La lettera di Percy era infilata in un pacco di uova di Pasqua spedite dalla signora Weasley. Quella di Harry e quella di Ron erano grandi come uova di Drago, e ripiene di mou fatto in casa. Invece quello di Hermione era più piccolo di un uovo di gallina. Quando lo vide, rimase a bocca aperta.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Tu mi hai detto dei Draghi» disse Cedric. «Sarei crollato alla prima prova se non mi avessi detto che cosa mi aspettava».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    «Chi ha messo il tuo nome nel Calice di Fuoco, sotto il nome di una scuola diversa? Io. Chi ha terrorizzato qualunque persona che pensavo potesse farti del male o impedirti di vincere il Torneo? Io. Chi ha convinto Hagrid a mostrarti i Draghi? Io. Chi ti ha aiutato a capire qual era il solo modo per superare il Drago? Io».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Chi ha detto a Cedric di aprirlo sott’acqua? Io. Contavo sul fatto che ti avrebbe passato l’informazione. Le persone oneste sono così facili da manovrare, Potter. Ero sicuro che Cedric avrebbe voluto restituirti il piacere, visto che gli avevi detto dei Draghi, e così ha fatto. Ma anche allora, Potter, anche allora sembrava probabile che avresti fallito. Io sono stato di guardia tutto il tempo… tutte quelle ore in biblioteca. Non hai capito che il libro di cui avevi bisogno è rimasto sempre nel tuo dormitorio? Ce l’avevo messo io parecchio tempo prima, l’avevo dato al giovane Paciock, non ricordi? Magiche Piante Acquatiche del Mediterraneo e Loro Proprietà. Ti avrebbe detto tutto quello che ti serviva sull’Algabranchia. Mi aspettavo che chiedessi aiuto a tutti, ma proprio tutti. Paciock te l’avrebbe detto in un secondo. Ma invece no… no… quel tuo tocco di orgoglio e indipendenza avrebbe potuto rovinare tutto quanto.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Tieni fuori la bacchetta» disse a Harry mentre entravano in Wisteria Walk. «Non badare allo Statuto di Segretezza adesso, scoppierà un pandemonio comunque, tanto vale farsi impiccare per un Drago che per un uovo. Altroché Ragionevole Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni… questo era precisamente ciò che temeva Silente… Che cosa c’è là in fondo alla via? Oh, è solo il signor Prentice… non mettere via la bacchetta, ragazzo, devo continuare a ripeterti che io sono inutile?»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    «CHI HA DOVUTO SUPERARE Draghi E SFINGI E TUTTE QUELLE ALTRE SCHIFEZZE L’ANNO SCORSO? CHI HA VISTO LUI CHE TORNAVA? CHI HA DOVUTO SFUGGIRGLI? IO!»
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Quelle carrozze non erano senza cavalli. C’erano delle creature tra le stanghe. Se avesse dovuto dar loro un nome, probabilmente li avrebbe definiti cavalli, eppure avevano qualcosa di rettile. Erano completamente privi di carne, i manti neri aderivano allo scheletro, di cui era visibile ogni osso. Avevano teste di Drago, con occhi senza pupille bianchi e sgranati. Dal garrese spuntavano vaste ali nere della consistenza del cuoio, come di pipistrelli giganti. Immobili e tranquille nell’oscurità, le creature avevano un aspetto misterioso e sinistro. Harry non riusciva a capire come mai le carrozze venissero tirate da quegli orribili cavalli quando in realtà erano in grado di muoversi da sole.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Per quanto fosse amareggiato dal comportamento del suo Preside, Harry fu in qualche modo tranquillizzato nel vedere Silente davanti a tutti loro. Tra l’assenza di Hagrid e la presenza di quei cavalli simili a Draghi, sentiva che il ritorno tanto atteso a Hogwarts era pieno di sorprese inaspettate, come note stonate in una canzone familiare. Ma questo, almeno, era come doveva essere: il loro Preside che si alzava per salutarli tutti prima del banchetto d’inizio anno.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Nessuno si stupì quando la professoressa Sprite tenne un discorsetto sull’importanza dei G.U.F.O. Harry avrebbe preferito che i professori la smettessero; cominciava a provare un senso di ansia e confusione tutte le volte che ricordava quanti compiti doveva fare, sensazione che peggiorò drammaticamente alla fine della lezione, quando la professoressa Sprite assegnò un altro tema. Stanchi e intrisi del forte odore di cacca di Drago, il fertilizzante preferito della Sprite, un’ora e mezza dopo i Grifondoro si avviarono a ranghi compatti verso il castello, e nessuno di loro parlò molto: era stata un’altra lunga giornata.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Harry ricordò che Hagrid aveva nominato quel pub al primo anno: «C’è tanta gente bizzarra, alla Testa di Porco» aveva detto, spiegando come aveva vinto un uovo di Drago a uno sconosciuto incappucciato. All’epoca Harry si era chiesto come mai Hagrid non avesse trovato strano che lo sconosciuto fosse rimasto a viso coperto durante il loro incontro; ma vide che nascondere la faccia andava di moda, alla Testa di Porco. Al bancone c’era un uomo con la testa completamente avvolta in sporche bende grigie, che riusciva comunque a ingollare infiniti bicchieri di una sostanza fumante e incandescente attraverso una fessura all’altezza della bocca; due figure incappucciate sedevano a un tavolo accanto a una finestra: Harry avrebbe detto che erano Dissennatori, se non fosse stato per il loro forte accento dello Yorkshire; e in un angolo in ombra accanto al camino sedeva una strega coperta da capo a piedi da un fitto velo nero. Si distingueva solo la punta del suo naso, che formava una piccola protuberanza nel velo.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    «Per non parlare» disse Cho (gli occhi di Harry saettarono verso di lei, che lo guardava sorridendo, e il suo stomaco fece un’altra capriola), «delle prove che ha dovuto superare durante il Torneo Tremaghi l’anno scorso… Draghi, sirene, Acromantula e tutto il resto…»
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    «Non con il Drago» intervenne subito Michael Corner. «Quello è stato un gran bel volo…»
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    Ottobre passò tra raffiche di vento e scrosci d’acqua, e novembre arrivò, freddo come ferro ghiacciato, con grandi gelate ogni mattina e piogge che tagliavano mani e viso. Il cielo e il soffitto della Sala Grande si fecero di un grigio tenue e perlaceo, le montagne attorno a Hogwarts si coprirono di neve e la temperatura nel castello si abbassò tanto che molti studenti indossavano spessi guanti di pelle di Drago nei corridoi, tra una lezione e l’altra.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Per forza, è carne di Drago» disse Hagrid. «Ma non l’ho mica presa per mangiare».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    La bistecca di Drago sfuggì dalle dita di Hagrid e gli scivolò sul petto con un suono umidiccio.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    Hagrid si strozzò con il tè e contemporaneamente lasciò la bistecca; una gran quantità di saliva, tè e sangue di Drago si sparse sul tavolo mentre Hagrid tossiva e sputacchiava, e la bistecca si spiaccicava a terra.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Ma ho capito che non serviva a niente ancora prima di parlare. Lui era seduto lì con l’elmo di Karkus e ci guardava male. È enorme, uno dei più grossi. Capelli neri, denti neri e una collana di ossa. Certe sembravano umane. Insomma. Io ci provo, prendo una grande pelle di Drago e dico “Un dono per il Gurg dei giganti…” nemmeno finisco e mi ritrovo appeso per i piedi: due dei suoi amici mi avevano preso».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    Hagrid indicò la tazza da cui stava bevendo, con una mano ancora premuta sulla bistecca di Drago che reggeva sull’occhio. La Umbridge guardava lui, adesso, studiando ogni particolare del suo aspetto.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    Hagrid si tolse in fretta la bistecca di Drago dall’occhio, e secondo Harry fu un errore, perché in quel modo si vedevano chiaramente i lividi neri e violacei, per non parlare della quantità di sangue sia fresco sia rappreso. «Oh… ho avuto un piccolo incidente» disse debolmente.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Motivi di salute» ripeté la professoressa Umbridge. I suoi occhi vagarono sul volto pallido e gonfio di Hagrid; gocce di sangue di Drago cadevano lente e silenziose sul suo panciotto. «Capisco».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    «Oh, non ti preoccupare, ho un mucchio di lezioni in cantiere» disse entusiasta Hagrid, recuperando dal tavolo la bistecca di Drago e schiaffandosela di nuovo sull’occhio. «Ho tenuto da parte un paio di creature apposta per l’anno del G.U.F.O.; aspetta e vedrai, sono una chicca».
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    Un paio d’occhi fissi, bianchi e lucenti si aprirono nel buio e un momento dopo il muso e il collo da Drago, e poi il corpo scheletrico di un grande cavallo alato nero emersero dall’oscurità. Studiò i ragazzi per qualche istante, agitando la lunga coda, poi chinò la testa e cominciò a strappare la carne della mucca morta con le zanne appuntite.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    MALATTIE CONTAGIOSE: VAIOLO DI Drago, NAUSEA DA SVANIMENTO, SCROFUNGULUS ECCETERA
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Un grande Drago nero ruggiva davanti a lui… suo padre e sua madre lo salutavano da uno specchio incantato… Cedric Diggory giaceva a terra con gli occhi sbarrati, fissi su di lui…
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    «E non so come fai a sopportarlo… è terribile» concluse bruscamente, mettendo troppo letame di Drago sul suo vassoio di semi di Stridiosporo che si contorsero e squittirono infastiditi.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Qualcosa lo aveva afferrato alle caviglie, facendogli fare una caduta spettacolare… prima di fermarsi, scivolò in avanti per quasi due metri. Qualcuno rideva alle sue spalle. Rotolò sulla schiena e vide Malfoy nascosto in una nicchia, dietro un orrido vaso a forma di Drago.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Draghi formati da scintille verdi e oro sfrecciavano nei corridoi emettendo vampe roventi e botti assordanti; girandole rosa shocking grandi quasi due metri sibilavano nell’aria, simili a pericolosi dischi volanti; razzi dalle lunghe code di luccicanti stelle argentate rimbalzavano sui muri; bengala tracciavano parolacce a mezz’aria; petardi esplodevano dappertutto come mine; e invece di consumarsi e svanire — o fermarsi e spegnersi — tutte quelle meraviglie pirotecniche sembravano acquistare energia e velocità.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    A metà delle scale, Gazza e la Umbridge sembravano paralizzati dall’orrore. Harry vide una delle girandole più grandi decidere che le occorreva più spazio di manovra e roteare verso di loro con un sibilo sinistro. I due si chinarono di scatto con uno strillo atterrito e la girandola sfrecciò fuori dalla finestra alle loro spalle. Nel frattempo, diversi Draghi e un grosso pipistrello violetto che emetteva minacciosi sbuffi di fumo approfittarono della porta aperta in fondo al corridoio per svignarsela verso il secondo piano.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Ma guarda» commentò sarcastica la professoressa McGranitt quando un Drago entrò nella sua aula, sparando botti e sputando fiamme. «Signorina Brown, le dispiacerebbe correre a informare la Preside che abbiamo in classe un fuoco d’artificio fuggiasco?»
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Sciocchezze!» sbuffò Hermione. «Tanto varrebbe comprare gli artigli di Drago in polvere di Harold Dingle».
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Dingle vende artigli di Drago in polvere?» chiese interessato Ron.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «L’artiglio di Drago sì!» protestò Ron. «Dicono che è incredibile, che per qualche ora ti manda il cervello a mille, diventi sveglissimo… fammene provare un pizzico, Hermione, dài, non può far male…»
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    «Pelle di Drago di prima qualità, fratellino» rispose Fred, dando uno strattone alla cerniera. «Gli affari vanno a gonfie vele, e così abbiamo deciso di farci un regalo».
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Naturalmente aveva pensato che la lunga campagna e la tensione delle elezioni lo avessero fatto impazzire. Sentirsi rivolgere la parola da un ritratto era stato spaventoso, anche se nulla in confronto a quando un sedicente mago era saltato fuori dal camino e gli aveva stretto la mano. Era rimasto senza parole per tutto il tempo in cui Caramell gli aveva spiegato cortesemente che esistono ancora streghe e maghi nascosti nel mondo, e l’aveva rassicurato che non avrebbe dovuto preoccuparsi per loro, visto che il Ministero della Magia si prendeva cura dell’intera comunità magica ed evitava che la popolazione non magica sospettasse della sua esistenza. Era un mestiere difficile, aveva detto Caramell, che comprendeva tutto, dalle regole sull’uso responsabile delle scope volanti al monitoraggio della popolazione dei Draghi (qui il Primo Ministro ricordava di essersi aggrappato alla scrivania per non cadere). Poi Caramell aveva dato una pacca paterna sulla spalla del Primo Ministro ancora sotto shock.
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    «Oh, quasi dimenticavo» aveva aggiunto Caramell. «Stiamo importando tre Draghi e una sfinge dall’estero per il Torneo Tremaghi, una faccenda di routine, ma l’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche mi dice che secondo le leggi dobbiamo informarvi se introduciamo nel paese creature altamente pericolose».
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    «Io… che cosa… Draghi?» aveva farfugliato il Primo Ministro.
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    Il Primo Ministro aveva sperato con tutte le sue forze che Draghi e sfingi fossero il peggio, e invece no. Meno di due anni dopo, Caramell era sbucato di nuovo dal fuoco, questa volta con la notizia che c’era stata un’evasione di massa da Azkaban.
L'altro ministro (Cap. 1 Harry Potter 6)

    «Sulle pareti? Di Drago» urlò il mago chiamato Horace, mentre fra scricchiolii e tintinnii assordanti il lampadario si riavvitava al soffitto.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Sì, di Drago» ripeté il mago, conversando amabilmente. «La mia ultima bottiglia, e i prezzi al momento sono alle stelle. Ma forse lo si può riciclare».
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    «Sì» rispose il professore senza guardare Malfoy, «mi spiace, ho saputo che è morto, anche se naturalmente c’era da aspettarselo, il vaiolo di Drago alla sua età…»
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Hermione batté Hagrid sulla spalla, senza trovare nulla da dire. Harry la capiva. Aveva visto Hagrid regalare un orsacchiotto a un feroce cucciolo di Drago, canticchiare canzoncine a scorpioni giganti armati di ventose e pungiglioni, tentare di ragionare con quel bruto gigantesco del suo fratellastro, ma quella era forse la più incomprensibile di tutte le sue fantasie mostruose: il gigantesco ragno, Aragog, che abitava nel fitto della Foresta Proibita e al quale lui e Ron erano sfuggiti per un soffio quattro anni prima.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Ho giocato come un sacco di cacca di Drago» bofonchiò Ron quando la porta si fu chiusa dietro Ginny.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Su, Harry, o sarai in ritardo per la prossima lezione»disse Lumacorno affabile, facendo scattare le serrature d’oro della sua valigetta di pelle di Drago.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Prese la valigetta di pelle di Drago, si rificcò in tasca il fazzoletto e marciò verso la porta della segreta.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    A questo punto la Felix Felicis diede a Harry come un colpo di gomito, facendogli notare che la scorta di alcol si stava rapidamente esaurendo. Lui non era ancora arrivato a eseguire l’Incantesimo Rabbocco senza pronunciarlo ad alta voce, ma quella sera l’idea di non riuscirci era ridicola: infatti Harry sorrise mentre, all’insaputa di Hagrid e Lumacorno (che si stavano scambiando racconti sul traffico illegale di uova di Drago), puntava di nascosto la bacchetta verso le bottìglie semivuote, che subito si riempirono.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Rimase senza fiato. Nonostante la fretta, il panico, la paura di ciò che lo aspettava nel bagno, non poté non restare intimidito davanti a quella visione. Si trovava in una stanza grande come una cattedrale: dalle alte finestre piovevano lame di luce su una sorta di città dai muri altissimi, fatta degli oggetti nascosti da generazioni di abitanti di Hogwarts. C’erano strade e vicoli delimitati da pile pericolanti di mobili rotti e danneggiati, messi via forse per occultare le prove di magie maldestre, oppure nascosti da elfi domestici decisi a mantenere alta la dignità del castello. C’erano migliaia e migliaia di libri, banditi o scarabocchiati o rubati. C’erano catapulte alate e Frisbee Zannuti, alcuni ancora abbastanza vitali da svolacchiare sulle montagne di altri oggetti proibiti; c’erano bottiglie sbeccate di pozioni rapprese, cappelli, gioielli, mantelli; c’erano gusci di uova di Drago, bottiglie tappate il cui contenuto scintillava ancora malvagio, diverse spade arrugginite e una pesante ascia macchiata di sangue.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Ma prima che potesse muoversi sentì un rapido rumore di passi. Il suo cuore sussultò: qualcuno aveva visto, qualcuno sapeva che avevano bisogno di aiuto… Guardandosi intorno scorse Madama Rosmerta che si affrettava verso di loro lungo la via buia, con soffici ciabattine dai tacchi alti ai piedi, avvolta in una vestaglia di seta ricamata a Draghi.
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Uno straordinario assortimento di persone aveva già preso posto: sciatti ed eleganti, vecchi e giovani. Harry non ne riconobbe la gran parte, ma alcuni sì, compresi i membri dell’Ordine della Fenice: Kingsley Shacklebolt, Malocchio Moody, Tonks dai capelli tornati miracolosamente di un accesissimo rosa, Remus Lupin, mano nella mano con lei, i signori Weasley, Bill sorretto da Fleur e seguito da Fred e George, che indossavano giacche di pelle di Drago nera. Poi c’erano Madame Maxime, che occupava da sola due sedie e mezzo, Tom, il padrone del Paiolo Magico, Arabella Figg, la vicina Maganò di Harry, la villosa bassista del gruppo magico le Sorelle Stravagarie, Ernie Urto, autista del Nottetempo, Madama McClan del negozio di vestiti di Diagon Alley, e alcune persone che Harry conosceva solo di vista, come il barista della Testa di Porco e la strega che spingeva il carrello dell’Espresso per Hogwarts. C’erano anche i fantasmi del castello, appena visibili alla splendente luce del sole, riconoscibili solo quando si muovevano, tremando evanescenti nell’aria luminosa.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   «Drago... corda di cuore di Drago».
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   Conobbi Albus Silente all'età di undici anni, il nostro primo giorno a Hogwarts. La reciproca attrazione fu senza dubbio dovuta al fatto che ci sentivamo entrambi estranei al luogo. Io avevo contratto il vaiolo di Drago poco prima di arrivare a scuola e ormai non ero più contagioso, ma il mio volto segnato dalle cicatrici e il colorito verdastro non incoraggiavano molti ad avvicinarsi. Per parte sua, Albus era giunto a Hogwarts col fardello di una celebrità indesiderata. Poco più di un anno prima suo padre Percival era stato condannato per la selvaggia aggressione ai danni di tre giovani Babbani, di cui molto s'era parlato.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Altre piume descriveranno i trionfi degli anni successivi. Gli incalcolabili contributi di Silente alla sapienza magica, tra i quali la scoperta dei dodici usi del sangue di Drago, avrebbero giovato a molte generazioni, come la saggezza di cui diede prova nelle numerose sentenze che emise come Stregone Capo del Wizengamot. Si dice inoltre che non vi fu mai duello magico paragonabile a quello tra Silente e Grindelwald nel 1945. Coloro che vi assistettero hanno scritto del terrore e della reverenza che provarono guardando quei due straordinari maghi darsi battaglia. Il trionfo di Silente e le sue conseguenze per il mondo magico sono considerati un punto di svolta nella storia magica, pari all'introduzione dello Statuto Internazionale di Segretezza o alla caduta di Colui-Che-Non-Deve-EssereNominato.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Albus Silente non fu mai superbo o vanesio; riusciva a trovare qualcosa di pregevole in ognuno, per quanto insignificante o derelitto, e sono convinto che i suoi precoci lutti l'avessero dotato di sconfinate umanità e compassione. La sua amicizia mi mancherà più di quanto io riesca a esprimere, ma la mia perdita è nulla rispetto a quella del mondo magico. Non si può mettere in dubbio che sia stato il più illuminante e il più amato di tutti i Presidi di Hogwarts. è morto come è vissuto: lavorando sempre per il bene superiore e, fino all'ultima ora, altrettanto pronto a tendere la mano a un bambino con il vaiolo di Drago quanto lo fu il giorno che lo conobbi.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   «Aveva cervello, anche se molti oggi dubitano che tutti i suoi trionfi fossero farina del suo sacco. Come rivelo nel capitolo sedici, Ivor Dillonsby sostiene che aveva già scoperto otto usi del sangue di Drago quando Silente 'prese in prestito' le sue ricerche».
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   «Tieniti forte, Ron» fece Tonks, e Harry lo vide scoccare una furtiva occhiata colpevole a Lupin prima di stringerle la vita con le mani. Hagrid avviò la moto con un colpo di pedale; il motore ruggì come un Drago e il sidecar cominciò a vibrare.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Con un inconfondibile boato, dal tubo si sprigionò fuoco di Drago, incandescente e azzurro, e la moto scattò in avanti come un proiettile in un fracasso di metallo lacerato. Harry vide i Mangiamorte deviare per evitare la scia mortifera di fiamme e allo stesso tempo sentì il sidecar ondeggiare paurosamente: i giunti di ferro che lo fissavano alla moto si erano spaccati per la forza dell'accelerazione.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Le maledizioni ripresero a sfrecciare nello spazio che li separava, mentre Hagrid sterzava e zigzagava; Harry capì che non osava premere di nuovo il pulsante del fuoco di Drago, con lui così in bilico. Spedì una raffica di Schiantesimi contro gli inseguitori, ma riuscì solo a rallentarli. Scagliò loro un'altra fattura bloccante: il Mangiamorte più vicino scartò per evitarla e il cappuccio gli cadde indietro. Alla luce rossa dello Schiantesimo seguente Harry riconobbe il volto stranamente inespressivo di Stanley Picchetto... Stan...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «Hagrid, spara ancora il fuoco di Drago, andiamo via di qui!»
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Il dolore della cicatrice lo costrinse a chiudere gli occhi, ma la sua bacchetta agì di propria iniziativa. Si sentì tirare la mano come da un enorme magnete, intravide uno schizzo di fuoco dorato attraverso le palpebre socchiuse, udì un crac e un grido di rabbia. Il Mangiamorte superstite imprecò; Voldemort urlò «No!»; in qualche modo, Harry si ritrovò col naso a un centimetro dal pulsante del fuoco di Drago; lo premette con la mano libera e la moto eruttò altre fiamme, precipitando verso il suolo.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Li scrutò tutti torva, con il viso ancora segnato dalle lacrime, come sfidandoli a contraddirla. Nessuno lo fece. A infrangere il silenzio erano solo i singhiozzi di Hagrid nascosto nel suo fazzoletto. Harry lo guardò: Hagrid, che aveva appena rischiato la vita per salvare la sua, Hagrid, a cui voleva tanto bene, di cui si fidava, Hagrid, che una volta aveva ceduto a Voldemort informazioni fondamentali in cambio di un uovo di Drago...
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Dragomir Gorgovich, Cacciatore, comprato dai Cannoni di Chudley per una cifra record due anni fa. Il più alto numero di Pluffe perse in una stagione».
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Ron passava tutte le sere con la bacchetta in mano, tamburellando ritmi diversi sopra la radiolina, mentre le manopole giravano. Ogni tanto intercettava consigli su come curare il vaiolo di Drago, e una volta un brano di Un calderone pieno di forte amor bollente. Ron picchiettava e intanto cercava di indovinare la parola d'ordine giusta, borbottandone sfilze a caso.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   «Noce e corda di cuore di Drago» sentenziò. «Dodici pollici e tre quarti. Rigida. Questa bacchetta apparteneva a Bellatrix Lestrange».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Ippocastano e corda di cuore di Drago. Nove pollici e un quarto. Fragile. Fui costretto a fabbricarla, poco dopo essere stato rapito, per Peter Minus. Sì, se l'hai conquistata, è più probabile che esegua i tuoi ordini, e meglio, di un'altra bacchetta».
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Dragomir Despard» rispose Hermione; avevano deciso che uno straniero inesistente sarebbe stato la copertura più sicura per Ron. «Parla pochissimo l'inglese, ma è in sintonia con gli scopi del Signore Oscuro. è venuto dalla Transilvania per vedere il nostro nuovo regime».
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Un Drago gigantesco era incatenato al pavimento, in modo da sbarrare l'accesso a quattro o cinque delle camere blindate più profonde. Le squame della bestia erano sbiadite e screpolate per la lunga prigionia nel sottosuolo; i suoi occhi erano di un rosa lattiginoso; entrambe le zampe posteriori erano strette in pesanti ceppi le cui catene erano assicurate alla roccia da enormi picchetti. Teneva le immense ali spinate lungo il corpo, ma se le avesse aperte avrebbero riempito tutta la caverna; girò verso di loro il brutto testone, ruggì con un fragore che fece tremare la roccia e sputò un getto di fuoco che li costrinse ad arretrare di corsa nel cunicolo.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Si affacciarono di nuovo oltre l'angolo scuotendo i Sonacci: il fragore, amplificato dalle pareti di roccia, era così forte che Harry si sentì il cranio vibrare. Il Drago lanciò un altro ruggito rauco e indietreggiò, e Harry vide che tremava; quando si avvicinarono notò le cicatrici di tagli feroci sul muso e capì che aveva imparato ad associare spade roventi al rumore dei Sonacci.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Lo scaffale sul quale era posata la coppa era fuori dalla portata di tutti loro, compreso Ron, che era il più alto. Il calore del tesoro incantato li investiva a ondate e il sudore scorreva sul viso e lungo la schiena di Harry, che cercava con tutte le forze un modo per raggiungere la coppa; poi sentì il Drago ruggire al di là della porta e un rumore metallico sempre più forte.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Il Drago imprigionato ruggì e un getto di fiamme volò al di sopra dei folletti: i maghi tornarono indietro di corsa, a testa bassa, e Harry fu colto da un'ispirazione, o forse dalla follia. Puntò la bacchetta contro i ceppi che incatenavano la bestia al suolo e urlò: «Relascio!»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Da questa parte!» urlò Harry, e senza smettere di scagliare Schiantesimi contro i folletti corse verso il Drago cieco. «Harry... Harry... cosa fai?» urlò Hermione. «Sali, dai, fa' presto...»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Il Drago non aveva capito di essere libero. Harry trovò col piede l'articolazione della zampa posteriore e gli montò sul dorso. Le squame erano dure come acciaio: la bestia non sembrava nemmeno essersi accorta di lui. Harry tese un braccio; Hermione si issò a cavalcioni; Ron si arrampicò dietro di loro e un attimo dopo il Drago si rese conto di non essere più incatenato.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   S'impennò con un ruggito; Harry si puntellò con le ginocchia, reggendosi più forte che poteva alle squame frastagliate. Il Drago aprì le ali, abbattendo come birilli i folletti urlanti, si alzò in aria e si lanciò nel cunicolo. Harry, Ron e Hermione, appiattiti sul suo dorso, grattavano contro il soffitto mentre i folletti tiravano pugnali che rimbalzavano sui fianchi del Drago.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Non usciremo mai, è troppo grosso!» urlò Hermione, ma il Drago spalancò la bocca ed eruttò altre fiamme, facendo esplodere il tunnel: soffitto e pavimento si sbriciolarono. A forza di artigli, la bestia cercò di aprirsi un varco. Harry chiuse gli occhi per ripararsi dal calore e dalla polvere: assordato dal crollo della roccia e dai ruggiti del Drago, non poteva far altro che restare aggrappato alla sua schiena, aspettandosi di venire disarcionato da un momento all'altro; poi udì Hermione gridare: «Defodio!»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Stava aiutando il Drago ad allargare il passaggio, scavando nella parete superiore intanto che la creatura si arrampicava verso l'aria più fresca, lontano dal rumore e dalle urla dei folletti: Harry e Ron le diedero man forte, facendo esplodere il soffitto con altri incantesimi. Superarono il lago sotterraneo, e l'enorme bestia che arrancava ringhiando sembrava avvertire la libertà e lo spazio davanti a sé. Alle loro spalle, il tunnel era invaso dalla coda aculeata del Drago, da cumuli di rocce, da gigantesche stalattiti spez zate, e il fragore dei folletti era più soffocato, man mano che il Drago si apriva la strada col fuoco...
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Infine, unendo i loro incantesimi alla forza bruta del Drago, sbucarono nell'ingresso di marmo. Folletti e maghi corsero a cercare riparo strillando e finalmente il Drago ebbe spazio per spiegare le ali: allungò la testa cornuta verso l'aria fresca e libera che sentiva oltre l'ingresso e partì. Con Harry, Ron e Hermione ancora aggrappati sul dorso, divelse le porte di metallo, lasciandole accartocciate a penzolare dai cardini, uscì barcollando in Diagon Alley e si librò nel cielo.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Non c'era modo di sterzare; il Drago non vedeva dove stava andando e Harry sapeva che se avesse cambiato bruscamente direzione o se si fosse rigirato a mezz'aria non sarebbero riusciti a restare aggrappati al suo vasto dorso. Eppure, mentre salivano sempre più su e Londra si spiegava sotto di loro come una mappa grigia e verde, il sentimento che riempiva il cuore di Harry era la gratitudine per una fuga che era sembrata impossibile. Schiacciato sul collo della bestia, si reggeva alle squame metalliche e la brezza fresca era un balsamo sulla sua pelle scottata e coperta di bolle. Le ali del Drago percuotevano l'aria come le pale di un mulino a vento. Dietro di lui, non sapeva se per la gioia o la paura, Ron imprecava a tutta voce e Hermione singhiozzava.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Dopo cinque minuti, il timore iniziale che il Drago se li scrollasse di dosso in parte svanì, perché sembrava che il suo unico scopo fosse allontanarsi il più possibile dalla prigione sotterranea. Ma come e quando sarebbero scesi restava un interrogativo abbastanza spaventoso. Harry non aveva idea di quanto potesse volare un Drago senza fermarsi, né di come questo Drago in particolare, che era semicieco, potesse trovare un buon posto per atterrare. Continuava a guardarsi attorno, immaginando di sentire la cicatrice formicolare...
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Il Drago sembrava avido di aria più fresca: continuò a salire finché si ri trovarono a volare tra batuffoli di gelide nuvole e Harry non riuscì più a distinguere i puntini colorati delle auto che entravano e uscivano dalla capitale. Volarono ancora, verso nord, sulla campagna divisa in rettangoli verdi e bruni, sopra strade e fiumi che si srotolavano nel paesaggio come nastri opachi e lucidi.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   «Non ne ho idea» gridò in risposta Harry. Aveva le mani intirizzite ma non osava spostarle. Da un po' si chiedeva che cos'avrebbero fatto se avessero visto la costa passare sotto di loro, se il Drago si fosse diretto verso il mare aperto: era gelato e stordito, oltre che disperatamente affamato e assetato. Quando, si chiese, aveva mangiato la bestia per l'ultima volta? Prima o poi avrebbe avuto bisogno di cibo. E se allora si fosse resa conto di avere sulla schiena tre umani del tutto commestibili?
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Il sole scese nel cielo, ormai color indaco; e ancora il Drago volava, paesi e città scorrevano sotto di loro e la sua ombra enorme scivolava sulla terra come una grande nuvola scura. Ogni parte del corpo di Harry doleva per lo sforzo di reggersi.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Harry guardò giù e scorse monti di un verde intenso e laghi color rame nel tramonto. Strizzò gli occhi per vedere oltre il fianco del Drago, e in effetti il paesaggio diventava più grande e dettagliato. Si chiese se la bestia avesse intuito la presenza di acqua fresca dai riflessi del sole.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Il Drago stava calando in grandi cerchi a spirale e pareva puntare verso uno dei laghi più piccoli.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Si lasciò scivolare sul fianco del Drago e si tuffò di piedi. Il salto era più alto di quanto si aspettava: urtò violentemente l'acqua, affondando come una pietra in un mondo gelido, verde, irto di canne. Scalciò per tornare in superficie e quando affiorò, ansimante, vide onde allargarsi in cerchio dai punti in cui erano caduti Ron e Hermione. Il Drago non si accorse di nulla: era già cinquanta metri più avanti e volava basso sul lago per raccogliere acqua nel muso segnato dalle cicatrici. Ron e Hermione riemersero, sputacchiando e senza fiato, dalle profondità del lago; il Drago continuò a dare
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Hermione guardò l'altra riva del lago, dove il Drago stava ancora bevendo.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   «Mi sembri Hagrid» rispose Ron. «È un Drago, Hermione, sa badare a se stesso. è di noi che dobbiamo preoccuparci».
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Un battito di ali enormi echeggiò attraverso l'acqua scura: il Drago aveva finito di bere e si era alzato in volo. Si fermarono per guardarlo salire sempre più in alto, nero contro il cielo che si abbuiava rapidamente, finché non sparì oltre una montagna vicina. Poi Hermione fece un passo avanti e si sistemò tra i due amici. Harry cercò di abbassare il più possibile il Mantello, e insieme girarono sul posto, vorticando nella tenebra opprimente.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   «Li hanno chiusi tutti prima dell'inizio dell'anno» spiegò Neville. «Non c'È modo di usarli adesso, con le maledizioni sugli ingressi e i Mangiamorte e i Dissennatori di guardia alle uscite». Si mise a camminare all'indietro, sorridendo, beandosi della loro presenza. «Ma non importa... è vero che siete entrati alla Gringott? E siete fuggiti su un Drago? Lo sanno tutti, tutti ne parlano, Terry Steeval è stato picchiato da Carrow perché lo ha urlato in Sala Grande a cena!»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Cosa ne avete fatto del Drago
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «Sicuro!» confermò Neville. «Ed è vera anche la storia del Drago
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   «ManDragole!» urlò Neville a Harry, voltandosi senza fermarsi. «Le buttiamo giù dalle mura... non gli piaceranno!»
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Malfoy afferrò Goyle Schiantato e lo trascinò con sé: Tiger li sorpassò tutti, terrorizzato; Harry, Ron e Hermione schizzarono dietro di lui, e il fuoco dietro di loro. Non era un fuoco normale; Tiger aveva usato una ma ledizione ignota a Harry: quando voltavano un angolo le fiamme li inseguivano come se fossero vive, coscienti, decise a ucciderli. Poi il fuoco si trasformò, formando un branco gigantesco di bestie feroci: serpenti fiammeggianti, Chimere e Draghi sorsero e ricaddero e risorsero, e i detriti secolari dei quali si stavano cibando venivano scagliati nelle loro fauci, lanciati in alto dai loro stessi artigli prima di essere consumati dall'inferno.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)