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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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   ‘Ciao’ disse il ragazzo. ‘Anche tu a Hogwarts?’
‘Sì’ rispose Harry.
‘Mio padre, nel negozio qui accanto, mi sta comperando i libri, e mia madre sta guardando le bacchette magiche, un po' più avanti’ disse il ragazzo. Aveva una voce annoiata e strascicata. ‘Dopo li trascinerò via per andare a vedere le scope da corsa. Non capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di personali. Penso che costringerò mio padre a comperarmene una e la porterò dentro di straforo, in un modo o nell'altro’.
A Harry ricordò molto Dudley.
‘E tu ce l'hai, un manico di scopa tuo?’ proseguì il ragazzo.
‘No’ disse Harry.
‘Sai giocare a Quidditch?’
‘No’ rispose di nuovo Harry chiedendosi in cuor suo di che cosa mai stesse parlando.
‘Io sì. Papà dice che sarebbe un delitto se non mi scegliessero per far parte della squadra del mio dormitorio, e devo dire che sono proprio d'accordo. Tu sai già in quale dormitorio andrai a stare?’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Bene, penso che ci rivedremo a Hogwarts’ si congedò il ragazzo, sempre con la stessa parlata lenta e strascicata.
Harry gustò in silenzio il gelato che Hagrid gli aveva comperato (cioccolato e lamponi con granella di noccioline).
‘Che cosa c'è?’ chiese Hagrid.
‘Niente’ mentì Harry. Si fermarono per acquistare pergamena e penne d'oca. Harry divenne di un umore un po' più allegro quando trovò una bottiglia d'inchiostro che, scrivendo, cambiava colore. Una volta fuori dal negozio chiese: ‘Hagrid, che cos'è il Quidditch?’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Per tutti i gargoyle, Harry. Continuo a dimenticare quanto poco sai... Certo che... non conoscere il Quidditch!’
‘Non farmi sentire ancora più a disagio’ lo pregò Harry. E raccontò a Hagrid del ragazzino pallido che aveva incontrato nel negozio di Madama Mcclan.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Allora, che cos'è il Quidditch?’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘il nostro sport. Lo sport dei maghi. come... come il calcio nel mondo dei Babbani: tutti seguono il Quidditch. Si gioca in aria, cavalcando manici di scopa, e con quattro palle... difficile spiegare le regole’.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)


   ‘Cinque’ precisò Ron. Per qualche ignota ragione, aveva assunto un'espressione depressa. ‘Io sono il sesto della nostra famiglia a frequentare Hogwarts. Puoi ben dire che mi tocca essere all'altezza di un sacco di aspettative. Bill e Charlie hanno già finito... Bill era capoclasse e Charlie capitano della squadra di Quidditch. E adesso Percy è prefetto. Fred e George sono un po' dei perdigiorno, ma hanno ottimi voti e tutti li trovano davvero spiritosi. In famiglia, ci si aspetta che io sia all'altezza degli altri, ma se poi ci riesco, nessuno la considererà una grande impresa, visto che loro l'hanno fatto prima di me. E poi, con cinque fratelli, non riesci mai a metterti un vestito nuovo. Io mi vesto con gli abiti smessi di Bill, uso la vecchia bacchetta di Charlie e il vecchio topo di Percy’.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Qual è la tua squadra del cuore di Quidditch?’ chiese Ron. ‘Ehm... non ne conosco nessuna’ ammise.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   ‘Le prove di Quidditch si terranno durante la seconda settimana dell'anno scolastico. Chiunque sia interessato a giocare per la squadra del suo dormitorio è pregato di contattare Madama Bumb.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Tuo padre sarebbe stato orgoglioso’ disse. ‘Anche lui era un ottimo giocatore di Quidditch’.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Hai mai assistito a una partita di Quidditch, Potter?’ gli chiese tutto euforico.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Hermione Granger era nervosa quanto Neville al pensiero di volare. Il volo non era certo una cosa che si potesse imparare a memoria sui libri. Intendiamoci bene, non che lei non ci avesse mai provato. Giovedì, durante la colazione, li aveva rintontiti a forza di leggere notizie e informazioni sul volo in un libro della biblioteca intitolato Il Quidditch attraverso i secoli. Neville pendeva letteralmente dalle sue labbra, nel disperato tentativo di carpire qualcosa che potesse aiutarlo a reggersi in sella alla scopa, ma gli altri furono più che contenti quando l'arrivo della posta interruppe la conferenza di Hermione.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   millantava avventure mirabolanti che finivano sempre con lui che sfuggiva per un pelo ai Babbani, volando via a bordo di un elicottero. Ma non era il solo: a sentire Seamus Finnigan, pareva che da bambino non avesse fatto altro che scorrazzare per la campagna a cavallo del suo manico di scopa. E anche Ron raccontava a chiunque fosse disposto ad ascoltarlo di quella volta che, a cavallo della vecchia scopa di Charlie, era quasi andato a sbattere contro un deltaplano. Chiunque provenisse da una famiglia di maghi non faceva che parlare del Quidditch. Ron aveva già avuto una grossa discussione con Dean Thomas, che apparteneva al loro dormitorio, a proposito delle partite di calcio. Non riusciva a capire che cosa ci fosse di tanto eccitante in un gioco che prevedeva una sola palla e dove non era permesso volare. Harry lo aveva sorpreso a stuzzicare il poster della squadra di calcio del cuore di Dean, nella speranza di far muovere i giocatori.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Non sai ancora se ti renderai veramente ridicolo’ disse Ron con grande buonsenso. ‘Comunque, ho sempre sentito Malfoy vantarsi di quanto è bravo a giocare a Quidditch, ma scommetto che sono tutte balle’.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Forse per tutte le cose che aveva da fare, con gli allenamenti di Quidditch tre sere a settimana oltre alla gran quantità di compiti, Harry stentava a credere che fossero passati quasi due mesi da quando era arrivato a Hogwarts. Al castello, si sentiva come a casa sua, molto più di quanto non gli fosse mai accaduto a Privet Drive. Anche le lezioni stavano cominciando a diventare sempre più interessanti, ora che avevano imparato a padroneggiare le nozioni fondamentali.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   ‘La Coppa del Quidditch porterà il nostro nome, quest'anno’ disse Baston felice mentre arrancavano verso il castello. ‘Non mi sorprenderebbe che tu diventassi più bravo di Charlie Weasley, e lui avrebbe potuto giocare per la nazionale, se non se ne fosse andato a caccia di draghi’.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)


   ‘Questo’ disse Baston, ‘è il Boccino d'Oro, ed è la palla più importante di tutte. molto difficile prenderla perché è velocissima e non si distingue bene. Compito del Cercatore è acchiapparla. Tu devi muoverti a zigzag tra Cacciatori, Battitori, Bolidi e Pluffa per prendere il Boccino prima del Cercatore dell'altra squadra, perché chi lo prende per primo guadagna alla sua squadra altri centocinquanta punti, e quindi la squadra vince quasi sempre. Ecco perché ai Cercatori vengono fischiati tanti falli. Una partita di Quidditch termina soltanto quando il Boccino viene acchiappato, e quindi può andare avanti per intere settimane... Mi pare che il record sia stato di tre mesi, e hanno dovuto fare continue sostituzioni perché i giocatori potessero riposarsi un po'. Questo è tutto. Domande?’
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Aprì la cassetta che conteneva quattro palle di dimensioni diverse. ‘Bene’ disse Baston. ‘Ora, il Quidditch è abbastanza facile da capire, anche se giocare non lo è altrettanto. Ci sono sette giocatori per parte. Tre di loro si chiamano Cacciatori’.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Mancava poco alle sette e faceva già scuro quando Harry lasciò il castello per avviarsi al campo di Quidditch. Non era mai stato dentro allo stadio. Tutt'intorno c'erano centinaia di sedili a gradinate, per dar modo agli spettatori di vedere dall'alto lo svolgimento della partita. A ciascuna delle estremità del campo c'erano tre pali d'oro con degli anelli in cima. A Harry ricordarono i bastoncini di plastica attraverso i quali i ragazzini dei Babbani soffiavano le bolle di sapone; ma questi erano alti circa quindici metri.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Quel giorno, Harry ebbe molte difficoltà a rimanere concentrato sulle lezioni. Continuava ad andare con la mente al dormitorio dove si trovava il suo manico di scopa nuovo fiammante, riposto sotto il letto, o a vagare per il campo di Quidditch dove quella sera avrebbe imparato a giocare. Trangugiò la cena senza neanche far caso a quel che stava mangiando e poi si precipitò su per le scale, seguito da Ron, per andare a scartare finalmente la sua Nimbus Duemila.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Per fortuna, Harry aprì prima la lettera, perché dentro c'era scritto:
NON APRIRE IL PACCO A TAVOLA.
Esso contiene la tua nuova Nimbus Duemila, ma non voglio che gli altri sappiano che hai ricevuto in dono un manico di scopa, altrimenti ne vorranno uno anche loro.
Oliver Baston ti aspetta questa sera alle sette al campo di Quidditch, per il tuo primo allenamento. M. Mcgranitt Harry ebbe difficoltà a nascondere la gioia mentre porgeva il biglietto a Ron perché lo leggesse.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Giù, sugli spalti, Dean Thomas stava gridando: ‘Arbitro, mandalo fuori! Espulsione! Cartellino rosso!’
‘Guarda che non siamo mica a una partita di calcio’ gli ricordò Ron. ‘A Quidditch non si possono espellere i giocatori... E poi, che cos'è un cartellino rosso?’
Ma Hagrid era dello stesso parere di Dean.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Per le undici, tutta la scolaresca era sugli spalti, intorno al campo di Quidditch. Molti erano armati di binocoli. Anche se i sedili potevano sollevarsi in aria, a volte era comunque difficile seguire quel che succedeva in campo.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Harry andò a dormire con quella domanda che gli ronzava per la testa. Neville russava forte, ma lui non riuscì ad addormentarsi. Cercò di liberarsi la mente - aveva bisogno di dormire, doveva farlo, tra qualche ora avrebbe giocato la sua prima partita a Quidditch - ma non era facile dimenticare l'espressione di Piton quando lui gli aveva visto la gamba.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Harry si sentiva irrequieto. Avrebbe voluto riavere Il Quidditch attraverso i secoli per distrarsi dal pensiero della partita dell'indomani, che lo rendeva nervoso. Ma perché mai doveva aver paura di Piton? Alzandosi, comunicò a Ron e a Hermione che intendeva andargli a chiedere di restituirglielo.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘Che cosa nascondi là dietro, Potter?’
Era il volume Il Quidditch attraverso i secoli. Harry glielo mostrò.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)


   Harry imparò così che esistevano settecento modi di commettere un fallo a Quidditch, e che durante una partita di campionato mondiale, nel 1473, si erano verificati tutti quanti; che in genere i Cercatori erano i giocatori più piccoli e più veloci e che gli incidenti più gravi sembravano capitare proprio a loro; che sebbene i giocatori morissero di rado durante una partita di Quidditch, si aveva notizia di arbitri svaniti nel nulla e ricomparsi nel deserto del Sahara a distanza di mesi.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Era veramente una fortuna, per Harry, essere diventato amico di Hermione. Senza di lei, non avrebbe saputo come fare con i compiti, visto che Baston imponeva alla squadra allenamenti frequenti con breve preavviso. Lei gli aveva anche prestato il libro Il Quidditch attraverso i secoli, una lettura molto interessante.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   All'inizio di novembre cominciò a fare molto freddo. Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago divenne una lastra di gelido metallo. Tutte le mattine il terreno era coperto di brina. Dalle finestre delle scale dei piani superiori si vedeva Hagrid intento a scongelare i manici di scopa nel campo da Quidditch, infagottato in un lungo pastrano di fustagno, guanti di pelo di coniglio ed enormi stivali foderati di castoro. La stagione del Quidditch era iniziata. Quel sabato, Harry avrebbe giocato la sua prima partita dopo settimane di allenamento: Grifondoro contro Serpeverde. Se avesse vinto, il Grifondoro avrebbe rimontato la classifica, passando al secondo posto nel campionato dei dormitori.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘Senti, tu l'hai avuto tutto per te la notte scorsa. Lasciami guardare ancora un po'!’
‘Ma tu ti vedi semplicemente con in mano la coppa di Quidditch! Che cosa c'è di tanto interessante? Io voglio vedere i miei genitori’.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘Sono... Porto il distintivo, come quello che usava Bill... e tengo in mano la coppa del dormitorio, e la coppa del Quidditch... Sono anche capitano della squadra di Quidditch!’
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Quidditch, Malfoy era diventato, se possibile, ancora più antipatico. Deluso per la sconfitta del Serpeverde, aveva cercato di suscitare l'ilarità di tutti con una battuta, e cioè che la volta successiva
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Il pomeriggio seguente, quando Ron e Hermione gli augurarono buona fortuna all'ingresso dello spogliatoio, Harry era ben consapevole che i due si stavano domandando se l'avrebbero mai rivisto vivo. E quel pensiero non era precisamente consolante. Mentre si infilava la tenuta da Quidditch e inforcava la sua Nimbus Duemila, Harry non sentì quasi una parola del discorsetto d'incitamento pronunciato da Oliver Baston.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   La mattina seguente, a lezione di Difesa dalle Arti Oscure, mentre ricopiavano diverse ricette per la cura del morso di lupo mannaro, Harry e Ron continuarono a parlare di quel che avrebbero fatto con una Pietra Filosofale se l'avessero avuta. Solo quando Ron disse che ci si sarebbe comprato un'intera squadra di Quidditch, a Harry tornò in mente Piton e la partita imminente.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Parlando a bassa voce, in modo che nessun altro sentisse, Harry rivelò ai due amici dell'improvviso, infausto desiderio di Piton di fare l'arbitro di Quidditch.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Il che era un'ottima cosa, pensò Harry, ma lui aveva un motivo diverso per desiderare di trovarsi accanto a Piton mentre giocava a Quidditch...
Il resto della squadra rimase indietro per chiacchierare come sempre accadeva al termine dell'allenamento; invece Harry si diresse dritto filato verso la sala di ritrovo di Grifondoro, dove trovò Ron e Hermione che giocavano a scacchi. Gli scacchi erano l'unico gioco in cui a Hermione capitasse mai di perdere, il che, secondo Harry e Ron, ogni tanto le faceva bene.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)


   A quelle parole, George Weasley cadde per davvero dalla scopa.
‘L'arbitro è Piton?’ esclamò con la bocca ancora impastata di fango. ‘E da quando in qua fa l'arbitro per le partite di Quidditch? Se per caso superiamo il Serpeverde, sarà tutt'altro che imparziale’.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   Avevano quasi abbandonato ogni speranza di trovare Flamel nei libri della biblioteca, sebbene Harry fosse sempre sicuro di aver letto quel nome chissà dove. All'inizio del trimestre, si rimisero a sfogliare libri ogni volta che avevano ricreazione. Harry aveva ancor meno tempo a disposizione degli altri due, perché erano ricominciati gli allenamenti di Quidditch.
Nicolas Flamel (Cap. 13 Harry Potter 1)

   ‘Non è soltanto la mano’ sussurrò, ‘anche se mi sento come se mi stesse per cadere. Malfoy ha detto a Madama Chips che voleva prendere in prestito uno dei miei libri, e con questa scusa è venuto a farsi quattro risate alla faccia mia. Non ha smesso un attimo di minacciare di spifferare da che cosa sono stato morso... Io avevo detto che era stato un cane, ma non penso che la Chips mi abbia creduto. Non avrei proprio dovuto picchiarlo, alla partita di Quidditch: è per questo che adesso se la prende con me’ concluse Ron.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   Ma anche il Quidditch non lo divertiva più. Durante gli allenamenti i compagni di squadra non gli rivolgevano la parola, e se dovevano parlare di lui, lo chiamavano ‘il Cercatore’.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Dimissioni?’ tuonò Baston. ‘E a che cosa servirebbero? Come facciamo a riacquistare punti, se non vinciamo a Quidditch?’
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   Era un po' tardi per rimediare al danno, ma Harry giurò a se stesso che da allora in poi non si sarebbe più immischiato in cose che non lo riguardavano. Doveva piantarla di andarsene in giro di nascosto a cacciare il naso qua e là. Provava tanta vergogna che andò da Baston a offrirgli le sue dimissioni dalla squadra di Quidditch.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   Il mattino seguente, passando accanto alle gigantesche clessidre che segnavano il punteggio di Grifondoro, gli studenti in un primo momento pensarono che si trattasse di un errore. Com'era possibile che il dormitorio avesse improvvisamente centocinquanta punti meno del giorno prima? Poi cominciò a spargersi la voce: Harry Potter, il famoso Harry Potter, l'eroe di ben due partite a Quidditch, aveva fatto perdere loro tutti quei punti. Lui e un altro paio di imbecilli del primo anno.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Cinquanta?’ esclamò Harry con voce strozzata: avrebbero perso il vantaggio, quel vantaggio che avevano conquistato con l'ultima partita a Quidditch.
‘Cinquanta punti a testa’ precisò la Mcgranitt, respirando pesantemente con quel suo naso a punta.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   Mentre aspettava il loro ritorno, Ron si era addormentato nella sala di ritrovo immersa nell'oscurità. Quando Harry lo svegliò bruscamente, scuotendolo, gridò alcune parole sconnesse a proposito di un fallo a Quidditch. Ma nel giro di pochi secondi era perfettamente sveglio, e ascoltava Harry spiegare a lui e a Hermione che cosa era successo nella foresta.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Rilassati, Harry: Hermione ha ragione, la Pietra è al sicuro fino a che c'è in giro Silente. In ogni caso, non abbiamo mai avuto alcuna prova che Piton abbia scoperto come eludere la sorveglianza di Fuffi. Una volta si è quasi fatto strappare una gamba: vedrai che aspetterà prima di riprovarci. E prima che Hagrid abbandoni Silente, Neville avrà fatto in tempo a entrare nella nazionale di Quidditch’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    «No, no, no! Sono stato io. La tua amica Granger mi ha urtato involontariamente quando è corsa ad appiccare fuoco a Piton, durante la partita a Quidditch. Con quello spintone ha interrotto il mio contatto visivo con te: ancora pochi secondi, e sarei riuscito a disarcionarti dalla scopa. Anzi, ci sarei riuscito anche prima, se Piton non avesse continuato a borbottare controincantesimi nel tentativo di salvarti».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    «Sì, Silente lo va strombazzando ai quattro venti» disse Ron tutto orgoglioso. «Senti, devi rimetterti in piedi per la festa di fine anno di domani. Il conteggio dei punti è stato ultimato, e naturalmente i Serpeverde hanno vinto: tu mancavi all’ultima partita di Quidditch e, senza di te, il Corvonero ci ha stracciati… Ma almeno il rinfresco sarà ottimo».
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Quella fu la serata più felice della sua vita: meglio ancora che aver vinto a Quidditch, meglio del Natale, meglio che sconfiggere i mostri di montagna… quella serata, non l’avrebbe dimenticata mai più.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Hogwarts gli mancava così tanto che era come avere costantemente mal di stomaco. Gli mancava il castello con i suoi passaggi segreti e i suoi fantasmi, le lezioni (anche se magari non quelle di Piton, il professore di Pozioni), la posta consegnata via gufo, i banchetti nella Sala Grande, i sonni nel suo letto a baldacchino nel dormitorio della torre, le visitine al guardiacaccia Hagrid nella capanna vicino alla foresta proibita, e soprattutto il Quidditch, lo sport più popolare nel mondo dei maghi (sei alti pali alle porte, quattro palle volanti e quattordici giocatori a cavallo di un manico di scopa).
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Tutti i libri di magia, la bacchetta magica, gli abiti, il calderone e il suo superbo manico di scopa Nimbus Duemila erano stati chiusi a doppia mandata da zio Vernon in un armadio nel sottoscala nel momento stesso in cui Harry era arrivato a casa. Che gliene importava ai Dursley se lui perdeva il ruolo nella squadra di Quidditch perché non si era allenato per tutta l’estate? Era forse affar loro se tornava a scuola senza aver fatto i compiti delle vacanze? I Dursley erano quello che i maghi chiamavano Babbani (senza neanche una goccia di sangue di mago nelle vene) e per loro un mago in famiglia rappresentava la vergogna più nera. Zio Vernon aveva addirittura messo un lucchetto alla gabbia di Edvige, la civetta di Harry, per impedirle di portare messaggi a chiunque facesse parte del mondo dei maghi.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Niente cartoline, niente regali e, per giunta, avrebbe trascorso la serata a far finta di non esistere. Il suo sguardo sconsolato si posò sulla siepe. Non si era mai sentito cosi solo. Più di qualsiasi altra cosa avesse lasciato a Hogwarts, più ancora del Quidditch, Harry aveva nostalgia dei suoi migliori amici, Ron Weasley e Hermione Granger. Ma loro non sembravano sentire la sua mancanza. Nessuno dei due gli aveva scritto per tutta l’estate, anche se Ron aveva detto che lo avrebbe invitato a passare qualche giorno da lui.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    «La tua squadra di Quidditch?» chiese Harry.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Harry, Ron, Fred e George pensavano di risalire la collina fino a un piccolo campo recintato di proprietà dei Weasley. Era circondato da alberi che lo nascondevano alla vista del villaggio sottostante, il che significava potersi allenare a Quidditch, purché non volassero troppo alto. Non potevano usare vere palle da Quidditch perché se avessero raggiunto il villaggio in qualche lancio troppo audace sarebbe stato difficile dare spiegazioni; così si esercitavano lanciandosi delle mele. A turno usavano la Nimbus Duemila, la scopa volante di Harry, che era la migliore di tutte; la vecchia Stella Cadente di Ron spesso veniva superata in volo da farfalle sfaccendate.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Harry, Ron e Hermione si avviarono lungo l’acciottolato della via tortuosa. Le monete d’oro, d’argento e di bronzo tintinnavano allegramente nella borsa di Harry e reclamavano di essere spese. Fu cosi che comprò tre grossi gelati alla fragola e al burro di noccioline che divorarono tutti felici, gironzolando e guardando le vetrine. Ron si fermò estasiato di fronte a una divisa completa dei Cannoni di Chudley esposta da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, finché Hermione non li trascinò a comprare inchiostro e pergamena al negozio accanto. Nella bottega di Scherzi da maghi incontrarono Fred, George e Lee Jordan che facevano rifornimento di Favolosi Fuochi d’Artificio Freddi del dottor Filibuster con Innesco ad Acqua, e in un piccolo negozio di cianfrusaglie, pieno di bacchette magiche rotte, di traballanti bilance d’ottone e di vecchi mantelli tutti impataccati trovarono Percy, immerso nella lettura di un noiosissimo libretto dal titolo: Prefetti che hanno conquistato il potere.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Terminato il pranzo uscirono in cortile: il cielo era tutto nuvoloso. Hermione si sedette su un gradino di pietra e sprofondò di nuovo nella lettura di In viaggio con i vampiri. Harry e Ron rimasero a parlare di Quidditch per qualche minuto prima che Harry si rendesse conto che qualcuno lo stava osservando attentamente. Alzando lo sguardo scorse il ragazzo mingherlino, dai capelli color topo che la sera prima aveva visto provarsi il Cappello Parlante. Lo fissava come pietrificato. Si teneva stretta quella che sembrava una comune macchina fotografica da Babbani e quando Harry lo guardò arrossì violentemente.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Perciò, fra una cosa e l’altra, Harry fu molto contento che fosse arrivato il week-end. Lui, Ron e Hermione volevano andare a trovare Hagrid il sabato mattina. Ma proprio quel sabato Harry fu svegliato da Oliver Baston, il capitano della squadra di Quidditch del Grifondoro, diverse ore prima di quanto avrebbe voluto.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Allenamento di Quidditch!» disse Baston. «Giù dalle brande!»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Tra brividi e sbadigli Harry scese dal letto e cominciò a cercare la tuta da Quidditch.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «No» rispose Harry in tono deciso, guardandosi intorno per controllare che nella stanza non ci fosse nessuno. «Scusami, Colin, ma ho fretta… allenamento di Quidditch».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Oh, che bello! Aspettami! Non ho mai visto una partita di Quidditch
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Non ho capito bene come si gioca a Quidditch» proseguì Colin col fiato corto. «È vero che si gioca con quattro palle? E che due palle svolazzano qua e là cercando di buttare giù i giocatori?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Sì» disse infine Harry rassegnandosi a spiegare le complicate regole del Quidditch. «Si chiamano Bolidi. Ogni squadra ha due Battitori muniti di mazze per allontanare i Bolidi. I Battitori del Grifondoro sono Fred e George Weasley».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Statemi bene a sentire tutti» disse guardandoli torvo. «L’anno scorso avremmo dovuto vincere il Campionato di Quidditch. Siamo senz’altro la squadra migliore. Ma purtroppo, a causa di circostanze indipendenti dalla nostra volontà…»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Inforcò il suo manico di scopa, si dette la spinta e si sollevò in volo. L’aria fredda del mattino gli sferzò la faccia, svegliandolo assai più del lungo sermone di Baston. Era meraviglioso trovarsi di nuovo sul campo di Quidditch. Sorvolò lo stadio a tutta velocità, facendo a gara con Fred e George.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Ah!» replicò Flitt, «ma io ho un permesso speciale del professor Piton. Il sottoscritto, professor S. Piton, autorizza la squadra del Serpeverde ad allenarsi oggi sul campo di Quidditch per l’istruzione del suo nuovo Cercatore».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Non mi sento più i muscoli» gemette sprofondando nel letto. «Mi ha fatto strofinare quattordici volte la coppa del Quidditch prima di essere soddisfatto. E poi ho avuto un altro attacco di lumache e ho vomitato tutto sopra un Premio Speciale per i Servigi resi alla Scuola. Mi ci sono voluti secoli per togliere tutta quella bava… Come è andata con Allock?»
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Preside, secondo me Potter non sta dicendo tutta la verità» disse. «Sarebbe bene che egli venisse privato di certi privilegi fino a che non si decide a vuotare il sacco. Personalmente, ritengo che fintanto che non si sente disposto a essere sincero dovrebbe essere espulso dalla squadra di Quidditch di Grifondoro».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Ma insomma, Severus!» disse la professoressa McGranitt con voce tagliente. «Non vedo il motivo di impedire al ragazzo di giocare a Quidditch. La gatta non è stata colpita alla testa da un manico di scopa. Non ci sono prove che Potter abbia fatto qualcosa di male».
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    «Allora, Harry» disse Allock mentre Hermione ripiegava il biglietto e con dita tremanti lo riponeva nella cartella, «domani, se non sbaglio, si gioca la prima partita di Quidditch della stagione. Grifondoro contro Serpeverde, vero? Mi dicono che sei molto bravo. Anch’io giocavo come Cercatore. Mi chiesero di entrare nella Nazionale, ma ho preferito dedicare la vita a combattere le Forze Oscure. Se dovessi sentire il bisogno di allenarti un po’ privatamente, non esitare a chiedermelo. Sono sempre felice di trasmettere la mia esperienza a giocatori meno abili…»
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Sabato mattina Harry si svegliò di buon’ora e rimase a letto pensando all’imminente partita a Quidditch. Lo innervosiva il pensiero di quel che avrebbe detto Baston se il Grifondoro avesse perso, ma anche l’idea di dover affrontare una squadra che montava le più veloci scope da corsa reperibili sul mercato. Mai come in quel momento aveva desiderato battere i Serpeverde. Rimase mezz’ora steso a letto a rimuginare tutti questi pensieri, poi si alzò, si vestì e scese a fare colazione. Era presto, e nella Sala Grande trovò gli altri compagni di squadra del Grifondoro seduti intorno al lungo tavolo semideserto, taciturni e tesi.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    Quando entrarono in campo furono accolti da un boato, soprattutto applausi, perché il Tassorosso e il Corvonero erano ansiosi di vedere battuto il Serpeverde, ma in mezzo alla folla, questi ultimi fecero sentire anche i loro fischi e le loro grida. Madama Bumb, l’insegnante di Quidditch, chiese a Flitt e a Baston di scambiarsi una stretta di mano, cosa che loro fecero lanciandosi occhiate velenose e stringendo un bel po’ più del necessario.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Prima otteniamo una confessione da Malfoy, meglio è» disse Ron con tono aggressivo. «Sapete cosa penso? Che era talmente fuori di sé dopo la partita a Quidditch che se l’è presa con Colin».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Queste parole furono seguite da un animato mormorio; poi Ernie prosegui: «Vi ricordate quel che era scritto sui muri? Temete, Nemici dell’Erede. Potter ha avuto una specie di battibecco con Gazza. Sappiamo che subito dopo la gatta di Gazza ha subito un attentato. Quel ragazzo del primo anno, Canon, ha infastidito Potter durante la partita di Quidditch, scattandogli foto mentre lui era lungo disteso nel fango. E non passano poche ore che anche Canon viene aggredito».
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Quel che intendesse Allock quando parlava di sostegno morale fu chiaro la mattina del 14 febbraio, a colazione. La notte prima Harry non aveva dormito molto per via di un allenamento notturno di Quidditch e quando arrivò trafelato al tavolo dei Grifondoro era in leggero ritardo. Per un attimo credette di avere varcato la porta sbagliata.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Ma l’unica cosa per cui Harry sentiva di essere tagliato era il Quidditch. Alla fine scelse le stesse nuove materie di Ron, pensando che se lui si fosse rivelato una schiappa almeno avrebbe avuto un amico da cui farsi aiutare.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    La prossima partita di Quidditch il Grifondoro l’avrebbe giocata contro i Tassorosso. Baston insisteva per allenare la squadra tutte le sere dopo cena, per cui Harry non aveva tempo per altro che non fossero il Quidditch e i compiti. Ma le sessioni di allenamento stavano migliorando, o quantomeno si facevano più all’asciutto, e la sera della vigilia dell’incontro Harry salì nel suo dormitorio per posare il manico di scopa con la sensazione che le probabilità dei Grifondoro di vincere la coppa non erano mai state tanto alte.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Condizioni perfette per il Quidditch» disse Baston entusiasticamente al tavolo della colazione, riempiendo di uova strapazzate i piatti dei giocatori. «Dacci dentro, Harry, devi fare una colazione decente».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Aveva appena lasciato la Sala Grande insieme a Ron e Hermione per andare a prendere il suo equipaggiamento da Quidditch, quand’ecco che un’altra angoscia si aggiunse al già nutrito elenco delle sue preoccupazioni. Non aveva fatto in tempo a poggiare un piede sul primo gradino della scala di marmo che la udì di nuovo: «Uccidere adesso… fare a pezzi… squartare…»
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    Harry non si mosse, indeciso, cercando di udire di nuovo la voce, ma ormai tutti stavano uscendo dalla Sala Grande parlando a voce alta e imboccavano la porta principale diretti al campo di Quidditch.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «D’ora in avanti, tutti gli studenti rientreranno nelle sale comuni entro le sei di sera. Nessuno di loro dovrà lasciare il dormitorio dopo quell’ora. Un insegnante vi scorterà alle lezioni. Nessuno studente deve usare il bagno se non è accompagnato da un insegnante. Tutti gli allenamenti e le partite di Quidditch dovranno essere rinviati. Le attività serali sono soppresse».
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Ricominciano le partite di Quidditch!» tuonò Baston saltando sulla sedia.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

   Oltre ai suoi amici, la cosa di Hogwarts che a Harry mancava di più era il Quidditch, lo sport più popolare del mondo della magia: altamente pericoloso, molto eccitante, si giocava su manici di scopa. Harry eccelleva nel Quidditch; era il più giovane giocatore degli ultimi cento anni. Una delle
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Dopo aver riempito la borsa di galeoni d'oro, falci d'argento e zellini di bronzo ritirati dalla sua camera blindata alla Gringott, Harry dovette esercitare un notevole autocontrollo per non spendere tutto in una volta. Solo continuando a ripetersi che lo aspettavano ancora cinque anni a Hogwarts, e quanto sgradevole sarebbe stato dover chiedere ai Dursley il denaro per i libri di incantesimi, riuscì a trattenersi dal comprare un magnifico set di Gobbiglie d'oro massiccio (un gioco magico simile alle biglie, in cui le sferette spruzzavano un liquido puzzolente sulla faccia dell'avversario quando perdeva un punto). Fu tremendamente tentato anche dal perfetto, commovente modellino della galassia in una grande sfera di vetro, che gli sarebbe servito per non dover seguire più nemmeno una lezione di Astronomia. Ma la cosa che più mise alla prova la fermezza di Harry comparve nel suo negozio preferito, Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, una settimana dopo il suo arrivo al Paiolo magico.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Prezzo su richiesta... Harry preferì non pensare a quanto potesse costare la Firebolt. Non aveva mai desiderato nulla cosi ardentemente, ma non aveva mai perso una partita a Quidditch sulla sua Nimbus Duemila, e a che cosa serviva vuotare la camera blindata alla Gringott per la Firebolt, quando possedeva già un'ottima scopa? Non chiese il prezzo, ma tornò a vederla quasi tutti i giorni.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Mentre i giorni passavano, Harry prese a cercare Ron o Hermione dappertutto. Molti studenti di Hogwarts arrivavano a Diagon Alley, con l'inizio della scuola ormai cosi vicino. Harry incontrò Seamus Finnigan e Dean Thomas, due del Grifondoro, da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch, dove anche loro occhieggiavano la Firebolt; e fuori dal Ghirigoro incrociò Neville Paciock, un ragazzino tondo e distratto. Harry non si fermò a chiacchierare: Neville a quanto pareva aveva perso la lista dei libri e sua nonna, una vecchietta terribile, lo stava sgridando.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Impiegarono quasi dieci minuti per riprendere Crosta, che si era rifugiato sotto un cestino della carta straccia davanti ad Accessori di Prima Qualità per il Quidditch. Ron si ficcò in tasca il topo tremante e si alzò massaggiandosi la testa.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Draco Malfoy e Harry erano nemici sin dal momento in cui si erano incontrati durante il primo viaggio verso Hogwarts. Malfoy, che aveva un viso pallido, appuntito e beffardo, era nella Casa dei Serpeverde; giocava da Cercatore nella squadra di Quidditch del Serpeverde, lo stesso ruolo di Harry nel Grifondoro. Tiger e Goyle sembravano essere al mondo solo per
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Comunque, vedremo come riderà Malfoy dopo la prima partita a Quidditch» disse Fred. «Grifondoro contro Serpeverde, il primo incontro della stagione, ti ricordi?»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   L'unica volta che Harry e Malfoy si erano trovati di fronte in una partita a Quidditch, Malfoy ne era uscito decisamente malconcio. Un po' rincuorato, Harry si servì di salsicce e pomodori fritti.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   All'inizio di ottobre, comunque, Harry ebbe qualcos'altro a cui pensare, qualcosa di così piacevole da compensare le lezioni insoddisfacenti. Si avvicinava la stagione del Quidditch, e Oliver Baston, capitano della squadra dei Grifondoro, un giovedì sera indisse una riunione per discutere le tattiche per il nuovo campionato.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Una squadra di Quidditch era formata da sette giocatori: tre Cacciatori, il cui compito consisteva nel segnare i punti facendo passare la Pluffa (una palla rossa grande come un pallone da calcio) in uno degli anelli posti all'altezza di quindici metri alle due estremità del campo; due Battitori, provvisti di mazze robuste per respingere i Bolidi (due pesanti palle nere che sfrecciavano in giro cercando di colpire i giocatori); un Portiere, che difendeva le reti, e il Cercatore, che aveva il compito più difficile, quello di prendere il Boccino d'Oro, una pallina alata grossa come una noce la cui
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Oliver Baston era un corpulento ragazzo di diciassette anni che frequentava il settimo e ultimo anno a Hogwarts. C'era una sorta di quieta disperazione nella sua voce quando si rivolse ai sei compagni di squadra negli spogliatoi gelidi ai confini del campo di Quidditch già immerso nelle tenebre.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Questa è la nostra ultima possibilità la mia ultima possibilità di vincere la Coppa del Quidditch» disse camminando avanti e indietro. «Alla fine di quest'anno me ne andrò. Non avrò un'altra occasione. Il Grifondoro non vince da sette anni. Ok, siamo stati sfortunatissimi: prima gli incidenti, poi l'annullamento del torneo l'anno scorso...» Baston deglutì, come se il ricordo gli facesse venire ancora un groppo in gola. «Ma sappiamo anche che la nostra è la squadra migliore della scuola» disse, battendo col pugno sul palmo della mano, con l'antico bagliore fanatico negli occhi.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Il punto è» continuò Baston, riprendendo a camminare avanti e indietro «che la Coppa del Quidditch avrebbe dovuto essere nostra negli ultimi due anni. Da quando Harry è entrato in squadra, ho pensato che ce l'avessimo in tasca. Ma non abbiamo vinto, e quest'anno è l'ultima possibilità che abbiamo di vedere il nostro nome inciso sul trofeo...»
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Harry che si immaginava finalmente nell'atto di vincere la grossa Coppa del Quidditch d'argento.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   La professoressa McGranitt parve molto sorpresa. Fissò Harry per qualche istante, poi disse: «Capisco! Bene, in questo caso, Potter, comprenderai perché non credo che sia una buona idea che tu prenda parte agli allenamenti di Quidditch la sera. Fuori nel campo, solo con i tuoi compagni, è troppo rischioso, Potter...»
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Mmm...» La professoressa McGranitt si alzò e guardò fuori dalla finestra, verso il campo da Quidditch, a stento visibile attraverso la pioggia. «Be'... il cielo sa quanto vorrei che finalmente vincessimo la Coppa... ma comunque, Potter... sarei più tranquilla se fosse presente un insegnante. Chiederò a Madama Bumb di assistere ai vostri allenamenti».
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Il tempo peggiorò costantemente mentre si avvicinava la prima partita di Quidditch. Imperterrita, la squadra dei Grifondoro si allenava più decisa che mai sotto gli occhi di Madama Bumb. Poi, agli ultimi allenamenti prima della partita del sabato, Oliver Baston comunicò alla sua squadra alcune spiacevoli novità.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Harry cercò a tentoni la sveglia e la guardò. Erano le quattro e mezzo. Maledicendo Pix, si ridistese e cercò di riprendere sonno, ma era molto difficile, ora che era sveglio, ignorare il rombo del tuono, l'urto del vento contro i muri del castello e gli scricchiolii lontani degli alberi nella foresta proibita. Di lì a poche ore sarebbe stato fuori, sul campo da Quidditch, a combattere nella tempesta. Alla fine rinunciò a dormire, si alzò, si vestì, prese la sua Nimbus Duemila e uscì dal dormitorio senza fare rumore.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Il fragore della tempesta sembrava più forte dalla sala comune. Harry sapeva che la partita non sarebbe stata cancellata; gli incontri di Quidditch non venivano annullati per sciocchezze come i temporali. Comunque cominciava a preoccuparsi. Baston gli aveva indicato Cedric Diggory in corridoio; Diggory era uno del quinto anno, molto più robusto di Harry. Di solito i Cercatori erano leggeri e veloci, ma il peso di Diggory sarebbe stato un vantaggio con quel tempaccio, perché era meno probabile che finisse spazzato via.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Ma era molto di più di un po' di pioggia. Il Quidditch era così popolare che tutta la scuola voleva assistere alla partita, come sempre, ma tutti corsero giù per il prato verso il campo da Quidditch con le teste chine per opporsi al vento feroce, con gli ombrelli che volavano via strappati dalle loro mani. Appena prima di entrare negli spogliatoi, Harry vide Malfoy, Tiger e Goyle che ridevano e lo additavano da sotto un enorme ombrello, diretti allo stadio.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Harry spalancò gli occhi. Era in infermeria. La squadra di Quidditch dei Grifondoro, schizzata di fango da capo a piedi, era riunita attorno al suo letto. C'erano anche Ron e Hermione, con l'aria di essere appena usciti da una piscina.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Harry rimase disteso, in silenzio. Avevano perso... per la prima volta, aveva perso una partita a Quidditch.
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   «Cominciano ad aver fame» rispose Lupin tranquillo, chiudendo la valigetta con un colpo secco. «Silente non li lascia entrare a scuola, quindi la loro provvista di prede umane si è esaurita... credo che non abbiano resistito al pensiero della folla attorno al campo da Quidditch. Tutta quell'eccita
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Ma se i Dissennatori vengono a un'altra partita di Quidditch... io devo saperli combattere...»
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «...e a Malfoy piacerebbe tanto vederti esplodere in un milione di pezzi, come Minus! Svegliati, Malfoy spera solo che tu ti faccia uccidere prima di doverti affrontare al Quidditch».
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «Ma Black non avrebbe potuto comprare una Firebolt! È un evaso! Tutto il paese lo sta cercando! Come avrebbe potuto entrare da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch e comprare un manico di scopa?»
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Continuiamo!» esclamò Harry deciso, ficcandosi in bocca il resto della Cioccorana. «Devo farlo! E se i Dissennatori si presentano alla partita contro i Corvonero? Non posso permettermi di cadere di nuovo. Se perdiamo quell'incontro perderemo la Coppa del Quidditch
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Sono morti» si disse deciso. «Sono morti e ascoltare i loro echi non li riporterà indietro. Meglio che ti controlli se vuoi quella Coppa del Quidditch».
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Corvonero giocò contro Serpeverde una settimana dopo l'inizio del trimestre. Vinse Serpeverde, anche se di stretta misura. Secondo Baston, era un bene per Grifondoro, che si sarebbe piazzato secondo se a sua volta avesse battuto Corvonero. Quindi Baston portò il numero degli allenamenti a cinque la settimana. Con le lezioni AntiDissennatore di Lupin, che da sole erano più faticose di sei allenamenti di Quidditch, Harry aveva solo una sera la settimana per fare i compiti. Anche così, non parve accusare lo sforzo tanto quanto Hermione, il cui immenso carico di lavoro cominciava a farsi sentire. Tutte le sere, senza eccezioni, Hermione era in un angolo della sala comune, con parecchi tavoli coperti di libri, schemi di Aritmanzia, dizionari di rune, diagrammi di Babbani che sollevavano oggetti pesanti e quaderni su quaderni di appunti fitti fitti; quasi non parlava con nessuno, e quando veniva interrotta scattava, nervosissima. «Come fa?»
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   «Un vero Patronus lo fa» disse Lupin. «Ma tu hai fatto grandi progressi in pochissimo tempo. Se i Dissennatori si fanno vedere alla prossima partita di Quidditch, sarai in grado di tenerli a bada abbastanza a lungo da riuscire a tornare a terra».
Il Patronus (Cap. 12 Harry Potter 3)

   Alle undici meno un quarto, la squadra di Grifondoro si avviò agli spogliatoi. Il tempo non avrebbe potuto essere più diverso da quello della partita contro Tassorosso. Era una giornata limpida e fresca, con un venticello leggero; questa volta non ci sarebbero stati problemi di visibilità, e Harry, seppur nervoso, cominciava ad avvertire l'eccitazione che solo una partita di Quidditch poteva portare con sé. Udirono il resto della scuola che prendeva posto nello stadio. Harry si tolse la divisa scolastica nera, estrasse la bacchetta dalla tasca e la infilò nella maglietta che avrebbe indossato sotto la divisa da Quidditch. Sperava solo di non averne bisogno. All'improvviso si chiese se il professor Lupin sarebbe stato tra la folla a guardare.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   Era come se avessero già vinto la Coppa del Quidditch; la festa proseguì per tutto il giorno, fino a sera tarda. Fred e George Weasley scomparvero per un paio d'ore e tornarono con bracciate di bottiglie di Burrobirra, Zuccotti di zucca e parecchi sacchetti pieni di dolci di Mielandia.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   «Non ti rimprovero mica!» disse Hagrid, respingendo le scuse di Harry. «Con tutto quello che c'hai avuto per la testa, ti ho visto che ti allenavi a Quidditch a tutte le ore del giorno e della notte... ma ve lo devo dire, credevo che a voi due vi importava di più della vostra amica che di una scopa o di un topo. Ecco».
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Passarono il resto della visita a discutere delle aumentate possibilità di Grifondoro di vincere la Coppa del Quidditch. Alle nove, Hagrid li riaccompagnò al castello.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Sapessi quanto assomigli a tuo padre, Potter» disse Piton all'improvviso, con un bagliore negli occhi. «Anche lui era straordinariamente arrogante. Quel suo po' di talento a Quidditch gli dava la certezza di essere superiore agli altri. Come te. Andava in giro a pavoneggiarsi con i suoi amici e ammiratori... la somiglianza fra voi due è straordinaria».
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Neanche tuo padre dava molto peso alle regole» riprese Piton, approfittando del vantaggio, il volto magro pervaso di malvagità. «Le regole erano fatte per i comuni mortali, non per i campioni di Quidditch. Aveva la testa piena...»
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   «Harry, sarà meglio che tu lo batta alla finale di Quidditch!» disse Hermione con voce acuta. «Sarà meglio, perché se Serpeverde vince non riuscirò a sopportarlo!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Che giornata per Hermione, eh?» mormorò Ron a Harry in tono rispettoso. «Sì...»
Harry guardò nella sfera di cristallo, ma non vide altro che una nebbia bianca vorticante. La professoressa Cooman aveva visto davvero il Gramo un'altra volta? E lui? L'ultima cosa di cui aveva bisogno era un altro incidente quasi letale, con la finale di Quidditch che si avvicinava.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Harry, nel frattempo, doveva far convivere i compiti e le lezioni con l'allenamento quotidiano di Quidditch, per non parlare delle interminabili discussioni di tattica con Baston. La partita GrifondoroSerpeverde si sarebbe tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in testa di duecento punti esatti. Il che voleva dire (come Baston ricordava costantemente alla sua squadra) che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la responsabilità della vittoria pesava soprattutto su Harry, perché la cattura del Boccino valeva da sola centocinquanta punti.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   C'era un gran frastuono. Fred e George Weasley affrontavano la tensione comportandosi in modo più chiassoso e scatenato che mai. Oliver Baston era chino sul modellino di un campo da Quidditch sul quale faceva avanzare minuscole figurine con la bacchetta magica, borbottando fra sé. Angelina, Alicia e Katie ridevano agli scherzi di George e Fred. Harry era seduto
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Ondate di tifosi scarlatti si riversarono in campo scavalcando le barriere. Mani festanti battevano sulle schiene dei giocatori. Harry ebbe una confusa impressione di rumore e di corpi che premevano contro il suo. Poi lui e il resto della squadra furono issati sulle spalle della folla. Spinto verso la luce, vide Hagrid tappezzato di coccarde scarlatte. «Li hai battuti, Harry, li hai battuti! Aspetta solo che lo dico a Fierobecco!» C'era Percy che, dimenticata ogni dignità, saltava su e giù come un pazzo. La professoressa McGranitt singhiozzava più forte di Baston, asciugandosi gli occhi in un'enorme bandiera di Grifondoro; e laggiù c'erano Ron e Hermione che si facevano largo a fatica verso Harry. Non trovarono le parole. Sorrisero e basta, mentre Harry veniva trasportato verso le tribune, dove Silente attendeva in piedi con l'enorme Coppa del Quidditch tra le mani.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   L'euforia di Harry per aver finalmente conquistato la Coppa del Quidditch durò almeno una settimana. Anche il tempo sembrava festeggiare: con l'avvicinarsi di giugno, le giornate si fecero serene e afose, e l'unica cosa che veniva voglia di fare era passeggiare nei prati e gettarsi lunghi distesi sull'erba con parecchie pinte di succo di zucca gelato, a giocare qualche distratta partita a Gobbiglie o a guardare l'enorme piovra che avanzava sognante sulla superficie del lago.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   decidere per il Comitato per la Soppressione delle Creature Pericolose. Draco, che dal trionfo di Grifondoro nella finale di Quidditch era stato insolitamente tranquillo, negli ultimi giorni aveva riacquistato un po' della vecchia spavalderia. A giudicare da qualche sprezzante osservazione colta per caso, Malfoy era certo che Fierobecco sarebbe stato giustiziato, e sembrava assolutamente soddisfatto di sé per essere riuscito a ottenere quel risultato. Harry riuscì a stento a trattenersi dall'imitare Hermione prendendo a schiaffi Malfoy, in quelle occasioni. E la cosa peggiore era che non avevano né il tempo né la possibilità di andare a trovare Hagrid, perché le nuove, severe misure di sicurezza non erano state allentate, e Harry non osava recuperare il Mantello dell'Invisibilità dall'interno della strega orba.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   «Severus era molto curioso di sapere dove andavo tutti i mesi» spiegò Lupin a Ron, Harry e Hermione. «Eravamo nello stesso anno, sapete, e non... ehm... non ci amavamo molto. Quello che gli piaceva meno di tutti era James. Era geloso, credo, del talento di James sul campo di Quidditch... comunque, Piton mi aveva visto attraversare il parco con Madama Chips una sera mentre mi accompagnava al Platano Picchiatore per trasformarmi. Sirius pensò che sarebbe stato... ehm... divertente dire a Piton che bastava premere il nodo sul tronco con un lungo bastone e avrebbe potuto seguirmi. Be', naturalmente Piton lo fece... se fosse riuscito ad arrivare fin qui, avrebbe incontrato un Lupo Mannaro completamente sviluppato... ma tuo padre, che aveva scoperto cosa aveva fatto Sirius, segui Piton e lo fece tornare indietro, mettendo a repentaglio la propria vita... Piton però riuscì a vedermi, alla fine del tunnel. Silente gli proibì di raccontare agli altri che cosa aveva visto, ma da allora seppe che cos'ero...»
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   «Era come se qualcuno mi avesse acceso un fuoco nella testa, e i Dissennatori non potevano spegnerlo... non era una sensazione piacevole... era un'ossessione... ma mi diede forza, mi snebbiò la mente. Così, una sera, quando aprirono la porta della mia cella per portarmi il cibo, scivolai alle loro spalle in forma di cane... è molto più difficile per loro avvertire le emozioni di un animale, è difficile tanto da confonderli... io ero magro, abbastanza magro da passare attraverso le sbarre... da cane nuotai fino alla terraferma e da allora ho vissuto nella foresta... tranne quando sono venuto a vedere la partita di Quidditch, naturalmente... voli bene come tuo padre, Harry...»
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   «La notte scorsa Sirius mi ha raccontato tutto di come sono diventati Animagi» disse Silente sorridendo. «Un risultato eccezionale... e sono anche riusciti a farlo a mia insaputa. E poi mi è venuta in mente la forma assolutamente insolita assunta dal tuo Patronus quando ha attaccato Malfoy alla partita di Quidditch contro i Corvonero. Quindi ieri notte hai visto tuo padre, Harry... l'hai trovato dentro di te».
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Percy aveva ottenuto il suo M.A.G.O. a pieni voti; Fred e George erano riusciti a strappare una manciata di G.U.F.O. per ciascuno. La Casa di Grifondoro, intanto, grazie soprattutto alla sua spettacolare prestazione nella Coppa del Quidditch, aveva vinto la Coppa delle Case per il terzo anno di fila. E così il banchetto di fine trimestre fu celebrato in un trionfo di decorazioni scarlatte e dorate, e il tavolo dei Grifondoro fu il più rumoroso di tutti, perché tutti festeggiavano. Perfino Harry riuscì a dimenticare per un po' il ritorno dai Dursley che lo attendeva l'indomani, mangiando, bevendo, chiacchierando e ridendo assieme agli altri.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   «Quest'estate c'è la Coppa del Mondo di Quidditch! Cosa ne dici, Harry? Vieni da noi, e andremo a vederla! Di solito a papà danno i biglietti in ufficio».
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    «Una settimana» disse la voce fredda. «Forse di più. Il posto è abbastanza comodo, e il piano non può ancora procedere. Sarebbe da sciocchi agire prima che finisca la Coppa del Mondo di Quidditch».
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    Frank s’infilò un dito deformato nell’orecchio per sturarlo. Senza dubbio doveva esserci un tappo di cerume, perché aveva sentito la parola “Quidditch”, che non era affatto una parola.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    «La… la Coppa del Mondo di Quidditch, mio signore?» disse Codaliscia. (Frank s’infilò il dito nell’orecchio con maggior vigore.) «Perdonatemi, ma… non capisco… perché dovremmo aspettare finché la Coppa del Mondo sarà finita?»
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    Harry si avvicinò al libro, lo raccolse e guardò uno dei maghi segnare un goal spettacolare lanciando la palla attraverso un cerchio all’altezza di quindici metri. Poi chiuse il volume con un colpo secco. Nemmeno il Quidditch — secondo Harry, lo sport più bello del mondo — riusciva a distrarlo in quel momento. Posò sul comodino I Magnifici Sette, si avvicinò alla finestra e tirò le tende per osservare la strada di sotto.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Il signor Weasley era il mago Direttore dell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani al Ministero della Magia, ma per quanto ne sapeva Harry non aveva particolari conoscenze in materia di incantesimi. E in ogni caso, a Harry non andava l’idea che tutta quanta la famiglia Weasley sapesse che lui, Harry, diventava isterico al primo doloretto. La signora Weasley si sarebbe agitata più di Hermione, e Fred e George, i fratelli gemelli sedicenni di Ron, avrebbero pensato che Harry s’era rammollito. I Weasley erano in assoluto la famiglia preferita di Harry; sperava che lo invitassero da loro da un momento all’altro (Ron aveva detto qualcosa a proposito della Coppa del Mondo di Quidditch) e non voleva che il suo soggiorno fosse costellato di ansiose indagini sulla sua cicatrice.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Come forse Harry vi avrà detto, la finale della Coppa del Mondo di Quidditch si terrà il prossimo lunedì sera, e mio marito Arthur è appena riuscito a procurarsi dei posti di tribuna grazie alle sue conoscenze all’Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    «Quidditch» borbottò a mezza voce. «Quidditch… che cos’è questa robaccia?»
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Ma Harry non aveva intenzione di sopportarlo. Erano finiti i giorni in cui era costretto ad accettare ogni stupida singola regola dei Dursley. Non seguiva la dieta di Dudley, e non aveva intenzione di lasciare che zio Vernon gli impedisse di andare alla Coppa del Mondo di Quidditch, non se poteva evitarlo.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    A quel punto s’interruppe per godersi l’effetto delle parole. Poteva quasi vedere gli ingranaggi al lavoro sotto i capelli fitti e ben pettinati di zio Vernon. Se avesse impedito a Harry di scrivere a Sirius, questi avrebbe potuto pensare che Harry veniva maltrattato. Ma se gli avesse impedito di andare alla Coppa del Mondo di Quidditch, Harry lo avrebbe scritto a Sirius, che così avrebbe saputo che veniva maltrattato. C’era una sola cosa che zio Vernon potesse fare e Harry la vide delinearsi nella mente dello zio come se il faccione baffuto fosse trasparente. Cercò di non sorridere, di mantenersi più impassibile che poteva. E poi…
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Si voltò e si avviò verso la porta del salotto, reprimendo a fatica la voglia di mettersi a saltare e gridare. Ci andava… andava dai Weasley, andava a vedere la Coppa del Mondo di Quidditch!
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Se vuoi metterti in contatto con me, sarò dal mio amico Ron Weasley per il resto dell’estate. Suo padre ci ha trovato i biglietti per la Coppa del Mondo di Quidditch!
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    Harry la guardò sparire, poi strisciò sotto il letto, sollevò l’asse mobile ed estrasse un grosso pezzo di torta di compleanno. Rimase seduto sul pavimento a mangiarla, assaporando la felicità che lo invadeva. Aveva un dolce, e Dudley non aveva altro che pompelmo, era una bella giornata estiva, avrebbe lasciato Privet Drive l’indomani, la cicatrice era di nuovo perfettamente normale, e avrebbe visto la Coppa del Mondo di Quidditch. Era difficile in quel momento preoccuparsi di qualcosa, perfino di Voldemort.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    La stanza in cima alla casa dove dormiva Ron aveva quasi lo stesso aspetto dell’ultima volta che Harry era stato ospite da loro; la squadra di Quidditch preferita di Ron, i Magnifici Sette, sfrecciavano e salutavano dai poster sulle pareti e sul soffitto spiovente, e l’acquario sul davanzale che prima conteneva uova di rana ora ospitava una rana estremamente grossa. Il vecchio topo di Ron, Crosta, non c’era più, ma in compenso c’era il gufetto grigio che aveva recapitato la lettera di Ron a Harry a Privet Drive. Stava saltando su e giù in una gabbietta, e cantava come un pazzo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Che cosa è successo?» chiese Harry avido, rimpiangendo più che mai l’isolamento dal mondo della magia che subiva a Privet Drive. Harry era un grande appassionato di Quidditch. Giocava come Cercatore nella squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro fin dal suo primo anno a Hogwarts e possedeva una Firebolt, una delle migliori scope da corsa del mondo.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «No, no, è lontanissimo» spiegò il signor Weasley sorridendo. «Dobbiamo camminare solo un po’. Ma è molto difficile per un gran numero di maghi riunirsi senza attirare l’attenzione dei Babbani. Dobbiamo fare molta attenzione a come viaggiamo in qualunque circostanza, e per un evento importante come la Coppa del Mondo di Quidditch…»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Faceva freddo e la luna brillava nel cielo. Solo una striscia di una cupa tinta verdastra all’orizzonte sulla loro destra mostrava l’avvicinarsi dell’alba. Harry, che stava pensando alle migliaia di maghi che si affrettavano verso la Coppa del Mondo di Quidditch, accelerò per mettersi al passo con il signor Weasley.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Cedric Diggory era un ragazzo molto bello di circa diciassette anni. Era capitano e Cercatore della squadra di Quidditch della Casa di Tassorosso a Hogwarts.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Tutti risposero «Ciao» tranne Fred e George, che fecero appena un cenno. Non avevano mai veramente perdonato a Cedric di aver sconfitto la loro squadra, Grifondoro, nel primo incontro di Quidditch dell’anno passato.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    «Ci siamo dovuti alzare alle due, vero, Ced? Te lo assicuro, sarò felice quando avrà passato l’esame di Materializzazione. Ma non mi lamento, la Coppa del Mondo di Quidditch non me la perderei per un sacco pieno di galeoni… e in effetti i biglietti costano quasi altrettanto. E tieni conto che me la sono cavata a buon mercato…» Amos Diggory lanciò uno sguardo allegro ai ragazzi. «Sono tutti tuoi, Arthur?»
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    «Dovrebbe» disse il signor Weasley sorridendo e guidandoli attraverso il cancello su per il campeggio, «ma Ludo è sempre stato un po’… be’… rilassato in fatto di sicurezza. In compenso non si potrebbe desiderare un Direttore dell’Ufficio per lo Sport più entusiasta. Giocava a Quidditch nella Nazionale Inglese, sapete. Ed è stato il miglior Battitore che le Vespe di Winbourne abbiano mai avuto».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Al ritorno, carichi d’acqua, riattraversarono il campeggio più lentamente. Qua e là videro facce più familiari: altri studenti di Hogwarts con le loro famiglie. Oliver Baston, l’ex capitano della squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro, che aveva appena lasciato Hogwarts, trascinò Harry fino alla tenda dei genitori per presentarlo, e gli disse in tono eccitato che era appena stato ingaggiato nella riserva della squadra del Puddlemore United. Poi furono salutati da Ernie Macmillan, uno del quarto anno di Tassorosso, e un po’ più in là videro Cho Chang, una ragazzina molto graziosa che giocava da Cercatrice per la squadra di Corvonero. Salutò Harry con la mano e gli sorrise, e lui si rovesciò parecchia acqua addosso per rispondere al saluto. Più che altro per far smettere Ron di fare smorfie, Harry indicò in fretta un bel gruppo di ragazzi che non aveva mai visto prima.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Ludo Bagman era di gran lunga il personaggio più vistoso che Harry avesse mai visto fino a quel momento, compreso il vecchio Archie con la sua camicia da notte a fiori. Indossava lunghi abiti da Quidditch a grosse strisce orizzontali giallo vivo e nero. Sul suo petto era stampato l’enorme disegno di una vespa. Doveva aver avuto un fisico possente, un tempo; ora gli abiti si tendevano su un pancione che certo non aveva nei giorni in cui giocava nella nazionale inglese di Quidditch. Aveva il naso schiacciato (probabilmente rotto da un Bolide vagante, pensò Harry), ma i suoi tondi occhi blu, i corti capelli biondi e la carnagione rosea lo facevano assomigliare a uno studente troppo cresciuto.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Ludo estrasse rapido la bacchetta, la puntò alla propria gola e disse: «Sonorus!» La sua voce sovrastò il ruggito che riempiva lo stadio, echeggiò sul pubblico, rimbombando in tutti gli angoli delle tribune: «Signore e signori… benvenuti! Benvenuti alla finale della quattrocentoventiduesima Coppa del Mondo di Quidditch
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «E ora, signore e signori, vogliate dare il benvenuto… alla Nazionale Bulgara di Quidditch! Ecco a voi… Dimitrov!»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «E ora, vi prego di salutare… la Nazionale Irlandese di Quidditch!» strillò Bagman. «Ecco a voi… Connolly! Ryan! Troy! Mullet! Moran! Quigley! Eeeeeee… Lynch!»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «Ed ecco a voi, in diretta dall’Egitto, il nostro arbitro, l’acclamato Presidente della Federazione Internazionale di Quidditch, Hassan Mustafà!»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Era Quidditch come Harry non l’aveva mai visto giocare prima. Teneva l’Omniocolo cosi appiccicato agli occhi che gli occhiali si conficcavano nelle orbite. La velocità dei giocatori era incredibile: i Cacciatori si passavano la Pluffa così in fretta che Bagman aveva appena il tempo di dire i loro nomi. Harry girò una rotellina sulla destra dell’Omniocolo, premette il pulsante “azione per azione” e seguì la partita al rallentatore, mentre luccicanti lettere viola lampeggiavano sulle lenti, e il fragore della folla gli martellava i timpani.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Harry se ne intendeva abbastanza di Quidditch da capire che i Cacciatori irlandesi erano straordinari. Lavoravano come una squadra compatta, sembrava che si leggessero nel pensiero gli schemi di gioco, e la coccarda sul petto di Harry continuava a strillare i loro nomi: «Troy-Mullet-Moran!» E dieci minuti dopo, l’Irlanda aveva segnato altre due volte, conducendo per trenta a zero e suscitando una tonante marea di ululati e di applausi tra i tifosi verdevestiti.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «E mentre la Nazionale Irlandese fa un giro d’onore, accompagnata dalle sue Mascotte, la Coppa del Mondo di Quidditch viene portata in Tribuna d’onore!» ruggi Bagman.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Gettò le braccia al collo del marito, e la Gazzetta del Profeta cadde a terra. Harry guardò in giù e lesse il titolo: SCENE DI TERRORE ALLA COPPA DEL MONDO DI Quidditch, completo di una foto balenante in bianco e nero del Marchio Nero sopra le cime degli alberi.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Vieni a fare una partita a Quidditch nell’orto, Harry» disse Ron. «Andiamo… tre contro tre, giocano anche Bill, Charlie, Fred e George… puoi provare la Finta Wronsky…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Ron» disse Hermione con un tono di voce del tipo non-credo-che-tu-sia-molto-sensibile, «Harry non ha voglia di giocare a Quidditch adesso… è preoccupato, e stanco… abbiamo tutti bisogno di andare a dormire…»
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Sì, mi va di giocare a Quidditch» disse Harry all’improvviso. «Aspetta, vado a prendere la Firebolt».
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Parecchi dei loro amici vennero a salutarli mentre il pomeriggio avanzava, compresi Seamus Finnigan, Dean Thomas e Neville Paciock, un ragazzo molto distratto dalla faccia tonda che era stato cresciuto da una formidabile nonna strega. Seamus portava ancora la coccarda dell’lrlanda. Un po’ della magia sembrava essersi consumata; strillava ancora «Troy! Mullet! Moran!» ma in tono molto debole e sfinito. Dopo una mezz’oretta, Hermione, stanca delle interminabili chiacchiere sul Quidditch, si seppellì di nuovo nel Manuale di Incantesimi, volume quarto, e cominciò a cercare di imparare un Incantesimo di Appello.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «È altresì mio doloroso dovere informarvi che la Coppa del Quidditch quest’anno non avrà luogo».
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Pare che i guai del Ministero della Magia non siano ancora finiti, scrive Rita Skeeter, inviato speciale. Recentemente sotto accusa per lo scarso controllo alla Coppa del Mondo di Quidditch, e ancora incapace di giustificare la sparizione di una delle sue streghe, il Ministero è sprofondato di nuovo nell’imbarazzo ieri a opera di Arnold Weasley, dell’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    Nelle due settimane che seguirono, Harry fece del suo meglio per non stare in pensiero per Sirius. A dire il vero, non poteva fare a meno di guardarsi attorno ansiosamente tutte le mattine quando arrivavano i gufi postini, e la sera prima di addormentarsi non riusciva a scacciare le orribili visioni di Sirius circondato dai Dissennatori in qualche buia strada di Londra, ma durante il giorno cercava di non pensare al suo padrino. Desiderò di avere ancora il Quidditch a distrarlo; nulla funzionava meglio di un bell’allenamento intenso su una mente turbata. D’altra parte, le lezioni diventavano più difficili e impegnative di quanto non fossero mai state, in particolare Difesa contro le Arti Oscure.
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Non è un idiota, è solo che non ti piace perché ha battuto Grifondoro a Quidditch» disse Hermione. «Ho sentito dire che è uno studente davvero brillante… ed è anche un Prefetto».
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    Scrutarono ansiosamente i prati sempre più bui, ma nulla si muoveva; tutto era immobile, silenzioso e piuttosto normale. Harry cominciava ad aver freddo. Sperava che si muovessero… forse gli studenti stranieri stavano preparando un ingresso teatrale… gli venne in mente quello che aveva detto il signor Weasley al campeggio prima della Coppa del Mondo di Quidditch: “Siamo sempre i soliti, non riusciamo a fare a meno di esibirci…”
Beauxbatons e Durmstrang (Cap. 15 Harry Potter 4)

    «Per l’amor del cielo, Ron, è solo un giocatore di Quidditch!» disse Hermione.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Solo un giocatore di Quidditch?» disse Ron, guardandola come se non riuscisse a credere alle sue orecchie. «Hermione… è uno dei migliori Cercatori del mondo! Non sapevo che andasse ancora a scuola!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Per Bagman risuonò una salva di applausi molto più sonora che per Crouch, forse a causa delia sua fama di Battitore, o semplicemente perché aveva un aspetto molto più amabile. Lui rispose con un cenno gioviale della mano. Bartemius Crouch non sorrise né salutò quando venne annunciato il suo nome. Ricordandolo col suo abito inappuntabile alla Coppa del Mondo di Quidditch, Harry ridletté che vestito da mago aveva un’aria strana. I suoi baffi a spazzolino e la scriminatura severa sembravano parecchio stravaganti vicino ai lunghi capelli e alla barba bianca di Silente.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Harry, che aveva giocato a Quidditch contro Warrington, scosse la testa disgustato. «Non possiamo avere un campione di Serpeverde!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Nell’Ingresso si udirono applausi e grida. Tutti si voltarono sulle sedie e videro entrare Angelina Johnson con un sorriso imbarazzato. Angelina, una ragazza nera alta che giocava da Cacciatrice nella squadra di Quidditch di Grifondoro, li raggiunse, si sedette e disse: «Be’, fatto! Ho appena consegnato il mio nome!»
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Avanzò verso il fuoco. Da vicino, Harry pensò che sembrava malato. C’erano ombre scure sotto i suoi occhi, e la sua pelle segnata aveva un’aria fragile e avvizzita che non c’era alla Coppa del Mondo di Quidditch.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Potrai ripagare Diggory per l’ultima partita a Quidditch, Harry!» strillò Katie Bell, un’altra dei Cacciatori di Grifondoro.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    I Tassorosso, che di solito erano in ottimi rapporti con i Grifondoro, erano diventati decisamente freddi nei loro confronti: una lezione di Erbologia bastò a dimostrarlo. Evidentemente i Tassorosso sentivano che Harry aveva rubato la gloria al loro campione; un sentimento inasprito, forse, dal fatto che la casa di Tassorosso molto di rado si copriva di gloria, e che Cedric era uno dei pochi ad avergliene conferita, quando aveva battuto Grifondoro a Quidditch. Ernie Macmillan e Justin Finch-Fletchley, con i quali Harry di solito andava molto d’accordo, non gli rivolsero la parola anche se stavano trapiantando Bulbi Balzellanti allo stesso tavolo: in compenso risero in maniera piuttosto sgradevole quando uno dei Bulbi Balzellanti si divincolò dalla presa di Harry e lo schiaffeggiò. Nemmeno Ron gli rivolgeva la parola: Hermione sedeva tra di loro, sforzandosi di fare conversazione, ma anche se tutti e due le rispondevano normalmente, evitavano di guardarsi. Harry pensò che perfino la professoressa Sprite sembrava fredda con lui: ma d’altra parte era la Direttrice della casa di Tassorosso.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Poteva capire l’atteggiamento dei Tassorosso, anche se non gli piaceva; avevano il loro campione da sostenere. Non si aspettava altro che biechi insulti dai Serpeverde — era estremamente impopolare tra loro e lo era sempre stato, perché con i colori di Grifondoro li aveva battuti un’infinità di volte, sia a Quidditch che nella Coppa delle Case. Ma aveva sperato che i Corvonero sarebbero stati disposti a tifare per lui come per Cedric. Invece no: i Corvonero parevano convinti in gran parte che avesse imbrogliato il Calice solo perché era avido di celebrità.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

   La prospettiva di parlare faccia a faccia con Sirius fu la sola cosa che sostenne Harry per i quindici giorni che seguirono, l’unica luce in un orizzonte che non era mai stato più cupo. Lo shock di essere campione della scuola ormai si era un po’ attenuato, e cominciava a farsi strada la paura per ciò che lo attendeva. La prima prova era sempre più vicina; la sentiva acquattata davanti a lui come un mostro orrendo che gli sbarrava il cammino. I suoi nervi non avevano mai sofferto così tanto, nemmeno prima di un incontro di Quidditch, compreso l’ultimo contro Serpeverde, in cui Grifondoro aveva vinto la Coppa. Harry non riusciva a pensare a un dopo, era come se tutta la sua vita lo avesse condotto alla prima prova, e con questa dovesse finire…
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Finta Wronsky» la corresse Harry a denti stretti: oltre al fastidio nel sentir storpiare i termini del Quidditch, aveva provato una fitta di nostalgia al pensiero della faccia di Ron se avesse sentito Hermione parlare di False Wonky.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Ho sentito dire cose molto strane» rispose lentamente. «I Mangiamorte ultimamente sembrano un po’ più attivi del solito. Si sono fatti vedere alla Coppa del Mondo di Quidditch, no? Qualcuno ha evocato il Marchio Nero… e poi… hai sentito parlare di quella strega del Ministero della Magia che è scomparsa?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Il Quidditch» rispose depresso, «e mi sarà molto utile…»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Quella era solo un’altra partita a Quidditch, ecco tutto… solo un’altra partita a Quidditch, e lo Spinato era solo un’altra brutta squadra avversaria…
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Le labbra di Winky tremarono. Poi l’elfa scoppiò in lacrime, che zampillarono dai suoi grandi occhi marroni e le bagnarono gli abiti, proprio come alla Coppa del Mondo di Quidditch.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

    Harry non rispose. Sapeva perfettamente chi gli sarebbe piaciuto invitare, ma trovare il coraggio era un’altra cosa… Cho era un anno più grande di lui; era molto carina, era un’ottima giocatrice di Quidditch, ed era anche molto popolare. Ron parve capire che cosa stava succedendo nella testa di Harry.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Del tutto dimentico della cena, risalì lentamente fino alla Torre di Grifondoro, con la voce di Cho che gli risuonava nelle orecchie a ogni gradino. “Cedric… Cedric Diggory”. Cedric aveva cominciato quasi a piacergli: era disposto a sorvolare sul fatto che una volta lo aveva battuto a Quidditch, e che era bello, e famoso, e che era il campione preferito praticamente da tutti. Ora all’improvviso realizzò che Cedric in effetti era un inutile bamboccio che non aveva abbastanza cervello da riempirci un portauovo.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Gli altri regali di Harry furono molto più soddisfacenti dei calzini spaiati di Dobby: con l’ovvia eccezione di quello dei Dursley, che consisteva in un unico fazzoletto di carta — un minimo storico. Harry pensò che si ricordassero bene la Mou Mollelingua. Hermione gli aveva regalato un libro intitolato Squadre di Quidditch della Gran Bretagna e dell’Irlanda; Ron, un sacchetto pieno di Caccabombe; Sirius, un utile coltellino munito di accessori per aprire ogni serratura e disfare ogni nodo; e Hagrid, una gran scatola di dolci che comprendeva tutti i suoi preferiti: Gelatine Tuttigusti+1, Cioccorane, SuperPallaGomme di Drooble e Api Frizzole. C’era anche, naturalmente, il solito pacco della signora Weasley, con un nuovo golf (verde, con un drago ricamato: Harry immaginava che Charlie le avesse raccontato tutto dello Spinato) e una gran quantità di tortini fatti in casa.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Piegò appena le ginocchia per nascondersi dietro Harry, perché stava passando Fleur Delacour, favolosa nel suo abito di satin grigio argento, accompagnata dal capitano della squadra di Quidditch di Corvonero, Roger Davies. Quando furono scomparsi, Ron si raddrizzò di nuovo e guardò oltre le teste della folla.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Ron tacque. Non aveva nominato Krum dal ballo, ma il 26 dicembre Harry aveva trovato sotto il suo letto un braccino in miniatura che sembrava strappato via da una bambolina vestita con i colori della squadra di Quidditch della Bulgaria.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Un incubo assoluto» disse Bagman a Harry sottovoce, notando che anche Harry osservava i goblin. «Il loro inglese non è granché… è come essere di nuovo con tutti quei Bulgari alla Coppa del Mondo di Quidditch… ma almeno loro usavano un linguaggio dei segni che un altro essere umano poteva capire. Questi qua continuano a blaterare in Goblinese… e io so solo una parola di Goblinese. Bladvak. Vuol dire “piccone”. Non mi va di usarla perché non vorrei che pensassero che li sto minacciando». Esplose in una breve risata cavernosa.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Hermione Granger, una ragazza bruttina ma ambiziosa, sembra aver sviluppato un’inclinazione per i maghi celebri che Harry da solo non riesce a soddisfare. Fin dall’arrivo a Hogwarts di Viktor Krum, Cercatore della Nazionale Bulgara ed eroe della scorsa Coppa del Mondo di Quidditch, Hermione Granger gioca con i sentimenti di entrambi. Krum, palesemente innamorato cotto dell’ambigua ragazza, l’ha già invitata a fargli visita in Bulgaria durante le vacanze estive, e ripete: «Non ho mai provato niente di simile per nessun’altra».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «Sì, alla Coppa del Mondo di Quidditch» disse Harry, e si lanciò nel resoconto della comparsa del Marchio Nero, e del ritrovamento di Winky con la sua bacchetta stretta in mano, e dell’ira di Crouch.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Si passò una mano sul viso ispido per la barba non fatta, riflettendo. «Tutte queste assenze di Barty Crouch… si preoccupa che la sua elfa domestica gli tenga un posto alla Coppa del Mondo di Quidditch ma non si cura di andarci. Lavora sodo per ripristinare il Torneo Tremaghi, e poi smette di venire anche qui… non è da Crouch. Se è mai rimasto assente dal lavoro per malattia prima d’ora, mi mangio Fierobecco».
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Cadde un lungo silenzio. Harry stava pensando agli occhi sporgenti di Crouch che fissava la sua elfa domestica disobbediente nel bosco alla Coppa del Mondo di Quidditch. Forse per quello Crouch aveva reagito in modo tanto spropositato al ritrovamento di Winky sotto il Marchio Nero: aveva fatto riaffiorare in lui ricordi del figlio, e del vecchio scandalo, e della sua caduta in disgrazia al Ministero.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    «L’oro che ti avevo dato alla Coppa del Mondo di Quidditch» rispose Ron. «L’oro dei Lepricani che ti avevo dato per pagarmi l’Omniocolo. In Tribuna d’Onore. Perché non mi hai detto che era sparito?»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Di solito l’inizio del trimestre estivo significava per Harry allenamenti serrati in vista della partita finale di Quidditch della stagione. Quest’anno, invece, doveva prepararsi alla terza e ultima prova del Torneo Tremaghi, ma non sapeva ancora che cosa avrebbe dovuto fare. Finalmente, l’ultima settimana di maggio, dopo Trasfigurazione la professoressa McGranitt lo trattenne.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Dobbiamo scendere al campo di Quidditch stasera alle nove, Potter» gli disse. «Ci sarà il signor Bagman, e spiegherà la terza prova ai campioni».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Discesero il prato buio fino allo stadio di Quidditch, passarono attraverso una fessura tra le tribune ed entrarono in campo.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Il campo di Quidditch non era più liscio e piatto. Sembrava che qualcuno gli avesse costruito sopra un intrico di lunghe mura basse, che piegavano e s’incrociavano in tutte le direzioni.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Be’, cosa ne dite?» disse Bagman tutto felice, mentre Harry e Cedric superavano l’ultima siepe. «Crescono bene, vero? Date loro un mese e Hagrid riuscirà a farle diventare alte sei metri. Non preoccupatevi» aggiunse gioviale, notando l’espressione men che lieta dipinta sulla faccia di Harry e Cedric, «riavrete il vostro campo di Quidditch una volta finita la prova! Ora, suppongo che siale riusciti a immaginare che cosa abbiamo in mente…»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Non riusciva a credere di trovarsi nel bel mezzo di una conversazione del genere con Viktor Krum, il famoso giocatore internazionale di Quidditch. Era come se il diciottenne Krum fosse convinto che lui, Harry, era un suo pari — un autentico rivale…
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Grazie» disse Harry con un gran sorriso, e all’improvviso si sentì anche lui molto più alto. «Ti ho visto alla Coppa del Mondo di Quidditch. Quella Finta Wronsky, sei stato davvero…»
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Non era un Ludo Bagman sciupato, ma un Ludo Bagman giocatore di Quidditch, chiaramente al massimo della forma. Non aveva il naso rotto; era alto, atletico e muscoloso. Sembrava nervoso quando prese posto nella sedia incatenata, ma questa non lo legò come aveva legato Karkaroff, e Bagman, forse rincuorato, volse lo sguardo sulla folla che lo osservava, salutò con la mano un paio di conoscenti e tentò un sorrisetto.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Ma ve l’ho detto, non ne sapevo nulla!» gridò Bagman in tono convinto sovrastando il brusio della folla, gli occhi azzurri sgranati. «Nulla di nulla! Il vecchio Rookwood era un amico di mio padre… non mi è mai passato per la mente che fosse un alleato di Voi-Sapete-Chi! Credevo di raccogliere informazioni per il nostro partito! E Rookwood continuava a ripetere che più in là mi avrebbe procurato un incarico al Ministero… quando la mia stagione del Quidditch sarà finita, sapete… voglio dire, non posso continuare a farmi bersagliare da Bolidi per il resto dei miei giorni, no?»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Vogliamo solo complimentarci con il signor Bagman per la sua magnifica prova a favore dell’Inghilterra nell’incontro di Quidditch contro la Turchia di sabato scorso» disse la strega, tutto d’un fiato.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Signore e signori, tra cinque minuti vi chiederò di scendere al campo di Quidditch per la terza e ultima prova del Torneo Tremaghi. I campioni vogliano per favore seguire il signor Bagman giù allo stadio, adesso».
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Entrarono nel campo di Quidditch, che ormai era del tutto irriconoscibile. Una siepe alta sei metri correva per tutto il suo perimetro. C’era un’apertura proprio davanti a loro: l’ingresso dell’enorme labirinto. Il corridoio al di là era buio e sinistro.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Voldemort si chinò, e afferrò il braccio sinistro di Codaliscia; gli spinse la manica della veste oltre il gomito e Harry vide qualcosa sulla pelle, qualcosa di simile a un tatuaggio di un rosso vivo — un teschio, con un serpente che sbucava dalla bocca — la stessa immagine che era comparsa nel cielo alla Coppa del Mondo di Quidditch: il Marchio Nero. Voldemort lo studiò attentamente, ignorando il pianto incontrollabile di Codaliscia.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Lucius, mio viscido amico» mormorò, fermandosi di fronte a lui. «Mi dicono che non hai ripudiato le vecchie abitudini, anche se davanti al mondo presenti un volto rispettabile. Sei ancora pronto a prendere il comando in una battuta di caccia al Babbano, suppongo. Eppure non hai mai cercato di trovarmi, Lucius… le tue imprese alla Coppa del Mondo di Quidditch sono state divertenti, oserei dire… ma le tue energie non sarebbero state meglio indirizzate nel trovare e nel sostenere il tuo padrone?»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Ma come arrivare a Harry Potter? Perché è stato protetto meglio di quanto credo sappia lui stesso, protetto in modi architettati tempo fa da Silente, quando toccò a lui provvedere al futuro del ragazzo. Silente invocò un’antica magia per assicurare la protezione del ragazzo finché è affidato ai suoi parenti. Nemmeno io posso toccarlo quando è là… poi, naturalmente, ci fu la Coppa del Mondo di Quidditch… pensai che laggiù la sua protezione avrebbe potuto essere più labile, lontano dai parenti e da Silente, ma non ero ancora abbastanza forte da poter cercare di rapirlo nel bel mezzo di un’orda di maghi del Ministero. E poi il ragazzo sarebbe tornato a Hogwarts, dove è sotto il naso di quello sciocco filoBabbano da mane a sera. Allora, come fare per catturarlo?
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Voldemort levò la bacchetta, ma questa volta Harry era pronto; con i riflessi sviluppati dagli allenamenti di Quidditch, si gettò a terra di lato, rotolò dietro la lapide di marmo del padre di Voldemort, e la udì spezzarsi mentre il maleficio lo mancava.
Prior Incantatio (Cap. 34 Harry Potter 4)

    «Ha preso qualcosa dalla tomba di suo padre, e da Codaliscia, e da me» rispose Harry. La testa gli si snebbiava; la cicatrice non faceva poi così male; ora vedeva distintamente il volto di Moody, anche se l’ufficio era buio. Udì ancora gemiti e grida dal lontano campo di Quidditch.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Ti ho chiesto» insisté Moody a voce bassa «se ha perdonato la feccia che non è mai andata a cercarlo. Quei codardi traditori che non sono nemmeno riusciti ad affrontare Azkaban per lui. L’infedele, indegna spazzatura che ha avuto il coraggio di saltellare mascherata alla Coppa del Mondo di Quidditch, ma che se l’è data a gambe alla vista del Marchio Nero quando l’ho sparato in cielo».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Dimmi della Coppa del Mondo di Quidditch» disse Silente.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Fu Winky a convincere mio padre» rispose Crouch, con la stessa voce monotona. «Le ci vollero mesi a persuaderlo. Erano anni che non uscivo di casa. Avevo amato il Quidditch. Lo lasci andare, gli disse. Porterà il Mantello dell’Invisibilità. Può vedere la partita. Gli lasci respirare un po’ d’aria fresca una volta tanto. Disse che mia madre avrebbe approvato. Disse a mio padre che mia madre era morta per darmi la libertà. Non mi aveva salvato per infliggermi una vita di prigionia. Alla fine lui accettò.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    Fred esitò, poi disse: «Vi ricordate che avevamo scommesso con lui alla Coppa del Mondo di Quidditch? Che avrebbe vinto l’Irlanda, ma Krum avrebbe preso il Boccino?»
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Ehm…» disse Harry, guardandola al di sopra di Squadre di Quidditch della Gran Bretagna e dell’Irlanda.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Ogni tanto cambiavano rotta seguendo le istruzioni di Malocchio. Harry stringeva gli occhi contro le folate di vento gelido che cominciavano a fargli dolere le orecchie; ricordava di aver provato tanto freddo a cavallo di una scopa solo una volta prima d’allora, durante la partita di Quidditch contro Tassorosso al terzo anno, che si era tenuta in piena tempesta. La scorta attorno a lui continuava a volteggiare come uno stormo di uccelli da preda giganti. Harry perse la nozione del tempo. Si chiese da quanto volassero; almeno da un’ora, pareva.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    «Settimo Livello, Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici, comprendente il Quartier Generale della Lega Britannico-Irlandese del Quidditch, il Club Ufficiale di Gobbiglie e l’Ufficio Brevetti Ridicoli».
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Le porte dell’ascensore si aprirono. Harry scorse un corridoio dall’aria trascurata, con numerosi poster di squadre di Quidditch appesi storti alle pareti. Uno dei maghi nell’ascensore, che trasportava una bracciata di manici di scopa, si districò a fatica, uscì e scomparve nel corridoio. Le porte si chiusero, l’ascensore sussultò e riprese a salire e la voce della donna annunciò:
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Harry guardò furtivo dentro le porte. Gli Auror avevano tappezzato le pareti dei loro cubicoli con un po’ di tutto, da ritratti di maghi ricercati e foto delle loro famiglie a poster delle loro squadre del cuore di Quidditch e articoli della Gazzetta del Profeta. Un uomo vestito di scarlatto con una coda di cavallo più lunga di quella di Bill era seduto con gli stivali sulla scrivania e dettava una relazione alla sua piuma. Un po’ oltre, una strega con una benda sull’occhio parlava con Kingsley Shacklebolt da sopra la parete del suo cubicolo.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Harry si scoprì a fantasticare su Hogwarts sempre più spesso via via che si avvicinava la fine delle vacanze; non vedeva l’ora di ritrovare Hagrid, di giocare a Quidditch, perfino di passeggiare tra i rettangoli dell’orto verso le serre di Erbologia; sarebbe stata una festa solo lasciare quella casa polverosa e muffita, dove metà degli armadi erano ancora sprangati e nell’ombra Kreacher sibilava insulti, anche se Harry stava bene attento a non lasciar indovinare questi suoi sentimenti a Sirius.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Io sono più bravo a Quidditch, disse la voce. Ma non sono più bravo in nient’altro.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Harry si ripulì le lenti degli occhiali con la mano libera da Oscar. Una ragazza molto graziosa con lunghi, lucidi capelli neri stava sulla soglia e gli sorrideva: Cho Chang, il Cercatore della squadra di Quidditch di Corvonero.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Corruzione nella Lega del Quidditch: così i Tornados stanno prendendo il comandoI segreti delle antiche rune svelatiSirius Black: colpevole o vittima?
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Harry non andò oltre. Caramell poteva avere molti difetti, ma Harry non se lo vedeva a dare ordine di cucinare goblin in crosta. Sfogliò il resto della rivista e lesse qua e là: l’accusa ai Tutshill Tornados di star vincendo il Campionato di Quidditch grazie a una combinazione di ricatti, manomissione illegale di scope e torture; un’intervista a un mago che sosteneva di essere volato sulla luna con una Tornado Sei e di aver riportato come prova un sacco pieno di rane lunari; e un articolo sulle antiche rune che almeno spiegava perché Luna prima stesse leggendo Il Cavillo alla rovescia. Secondo la rivista, le rune capovolte rivelavano un incantesimo per trasformare le orecchie del nemico in mandarini cinesi. In effetti, rispetto al resto degli articoli, il suggerimento che Sirius potesse davvero essere la voce solista degli Hobgoblin era decisamente plausibile.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    Silente riprese: «I provini per le squadre di Quidditch delle Case si terranno il…»
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Grazie infinite, professoressa Umbridge, è stato profondamente illuminante» disse, con un inchino. «Ora, come dicevo, i provini per il Quidditch si terranno…»
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Seamus non rispose subito; era molto impegnato ad assicurarsi che il poster della squadra di Quidditch dei Kenmare Kestrels fosse ben diritto. Poi disse, dando ancora la schiena a Harry: «La mamma non voleva che tornassi qui».
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Ciao» disse lei in tono spiccio, «bella estate?» E senza aspettare risposta: «Senti, sono diventata Capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro».
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Perché l’hai aggredita sulla sua squadra di Quidditch
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Be’, l’altra notte ho sognato che giocavo a Quidditch» disse Ron, contraendo il viso nello sforzo di ricordare. «Che cosa credi che voglia dire?»
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    Già in un’altra occasione Harry si era aspettato di venire bacchettato dalla professoressa McGranitt e invece si era visto assegnare alla squadra di Quidditch di Grifondoro. Sprofondò in una sedia di fronte a lei e prese uno Zenzerotto, confuso e spiazzato come quella volta.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Adesso se lo ricorda!» ringhiò Angelina. «Non ti ho detto che volevo fare un provino con la squadra al completo, e trovare qualcuno che andasse d’accordo con tutti? Non ti ho detto che avevo prenotato apposta il campo di Quidditch? E adesso tu hai deciso che non ci sarai!»
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Be’, io… io faccio parte della squadra di Quidditch di Grifondoro. E venerdì alle cinque dovevo essere al provino per il nuovo Portiere, e mi stavo… mi chiedevo se posso saltare la punizione quella sera e farla… farla un’altra sera… invece…»
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Sono in castigo!» urlò Harry ad Angelina, che si allontanò a grandi passi. «Credi che preferisca restare chiuso in una stanza con quella vecchia rospa invece di giocare a Quidditch
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Due cose sostennero Harry quel giorno. Il pensiero che era quasi la fine della settimana; e il fatto che, per quanto terribile dovesse essere l’ultimo castigo con la Umbridge, dalla finestra del suo ufficio si vedeva da lontano il campo di Quidditch, e con un po’ di fortuna sarebbe riuscito a scorgere qualcosa del provino di Ron. Raggi di luce piuttosto deboli, era vero, ma Harry era grato per qualunque cosa potesse illuminare la sua attuale oscurità; non aveva mai passato una prima settimana di scuola peggiore a Hogwarts.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    Harry prese la piuma e guardò oltre la finestra. Se spostava la sedia di appena qualche centimetro a destra… Con la scusa di avvicinarsi al tavolo, ci riuscì. Ora vedeva da lontano la squadra di Quidditch di Grifondoro che volteggiava su e giù per il campo e una mezza dozzina di sagome nere ai piedi delle tre alte porte, evidentemente in attesa del loro turno per fare i provini. Era impossibile dire quale fosse Ron da quella distanza.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    La pergamena luccicava di gocce di sangue e il dorso della mano gli bruciava di dolore. Quando Harry alzò di nuovo lo sguardo, era calata la notte e il campo di Quidditch non si distingueva più.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Sì, saluti» rispose Harry, e invece di voltare a destra prese a sinistra, imboccando un percorso più lungo ma più sicuro per la Guferia. Il suo umore migliorò quando, oltrepassando una finestra dopo l’altra, vide il cielo di un azzurro brillante: più tardi c’erano gli allenamenti, finalmente sarebbe tornato sul campo di Quidditch.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Le cime degli alberi della foresta proibita dondolavano alla brezza leggera. Harry le osservò, assaporando l’aria fresca sul viso, pensando al Quidditch che lo aspettava… poi lo vide. Un enorme cavallo alato, di quelli che trainavano le carrozze di Hogwarts, con le ali nere di cuoio spalancate come uno pterodattilo, si librò dagli alberi simile a un grottesco uccello gigante. Planò disegnando un grande cerchio, poi si tuffò di nuovo tra le chiome. Il tutto accadde così in fretta che Harry riuscì a stento a credere a ciò che aveva visto, se non per il cuore che gli martellava forte.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Sì» rispose Cho, guardandosi attorno in cerca di un gufo adatto. «Buone condizioni per il Quidditch. È tutta la settimana che non esco, e tu?»
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Ehm… per il Quidditch, dopo» rispose Harry con gioia, tirandosi vicino un gran vassoio di uova e pancetta.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Be’, possiamo farli stasera» disse Ron, mentre lui e Harry scendevano per i prati verso il campo di Quidditch, con le scope in spalla; le terribili minacce di Hermione che sarebbero stati bocciati a tutti i G.U.F.O. ancora risuonavano nelle loro orecchie. «E abbiamo anche domani. Si agita per i compiti, è il suo problema…» Ci fu una pausa e poi aggiunse, in tono appena più ansioso: «Credi che parlasse sul serio quando ha detto che non ci avrebbe lasciato copiare da lei?»
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Sì» rispose Harry. «Però è importante anche questo, dobbiamo allenarci se vogliamo continuare a far parte della squadra di Quidditch…»
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Mentre si avvicinavano al campo di Quidditch, Harry guardò alla sua destra, dove gli alberi della foresta proibita fremevano oscuri. Nulla si alzò in volo; il cielo era vuoto, a parte alcuni gufi che volteggiavano lontano attorno alla Torre della Guferia. Aveva già abbastanza preoccupazioni, il cavallo volante non gli faceva alcun male, e lo cacciò via dalla mente.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Presero delle palle dall’armadio dello spogliatoio e cominciarono ad allenarsi: Ron sorvegliava le tre alte porte, Harry giocava da Cacciatore e tentava di far passare la Pluffa oltre Ron. Ron era proprio bravo; bloccò i tre quarti dei tiri di Harry e giocava sempre meglio via via che si allenavano. Dopo un paio d’ore tornarono al castello per il pranzo, durante il quale Hermione annunciò senza giri di parole che li riteneva due irresponsabili; poi tornarono al campo di Quidditch per i veri allenamenti. Tutti i loro compagni, tranne Angelina, erano già nello spogliatoio.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Pronto a farci fare brutta figura, prefettuccio?» domandò Fred, sbucando tutto spettinato e con un ghigno malizioso dal collo della divisa da Quidditch.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Sapeva che metà delle persone a Hogwarts lo considerava strano, perfino pazzo; sapeva che La Gazzetta del Profeta faceva maligne allusioni a lui da mesi, ma vederle scritte così dalla grafia di Percy, sapere che Percy consigliava a Ron di lasciarlo perdere e anche di andare a fare la spia alla Umbridge, gli dava il senso della situazione come nient’altro. Conosceva Percy da quattro anni, era stato a casa sua per le vacanze estive, aveva diviso una tenda con lui alla Coppa del Mondo di Quidditch, si era visto perfino assegnare da lui i pieni voti nella seconda prova del Torneo Tremaghi l’anno prima, eppure ora Percy lo giudicava uno squilibrato, addirittura violento.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    «Be’, fai il bravo ragazzo e controllati, oggi» disse George. «Angelina darà fuori di matto se perdi un altro allenamento di Quidditch».
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

    «Perché la punizione non sembra sortire alcun effetto su di te!» rispose aspra la McGranitt. «Non un’altra parola, Potter! E quanto a te, signorina Johnson, limita le urla al campo di Quidditch, o rischierai il posto di Capitano!»
L'Inquisitore Supremo di Hogwarts (Cap. 15 Harry Potter 5)

   Hermione non parlò più delle lezioni di Difesa contro le Arti Oscure per ben due settimane. Le punizioni con la Umbridge erano finalmente terminate (Harry dubitava che le parole incise sul dorso della sua mano sarebbero mai svanite del tutto); Ron aveva fatto altri quattro allenamenti di Quidditch e durante gli ultimi due nessuno gli aveva urlato contro; e tutti e tre erano riusciti a far Evanescere i loro topi nell’ora di Trasfigurazione (Hermione in realtà era arrivata a far Evanescere anche un gattino). L’argomento venne affrontato di nuovo in una tempestosa sera di settembre, mentre erano in biblioteca a studiare gli ingredienti per le pozioni di Piton.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    Aveva ragione, naturalmente: Harry riusciva a malapena a stare al passo con i compiti, anche se adesso che non doveva più trascorrere tutte le sere in punizione con la Umbridge le cose andavano molto meglio. Ron era ancora più indietro di lui perché, se entrambi avevano gli allenamenti di Quidditch due volte alla settimana, Ron aveva anche i suoi doveri di prefetto. Hermione, invece, che seguiva più materie di loro, non solo aveva finito tutti i compiti, ma trovava anche il tempo di sferruzzare altri indumenti da elfo. Harry doveva ammettere che stava migliorando: ormai si riusciva quasi sempre a distinguere i berretti dai calzini.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    Davanti c’erano Neville, Dean e Lavanda, seguiti da Calì e Padma Patil con (lo stomaco di Harry fece un salto mortale all’indietro) Cho e una delle sue amiche ridoline; poi (da sola, e con aria così svagata che pareva fosse capitata lì per caso) Luna Lovegood; poi Katie Bell, Alicia Spinnet e Angelina Johnson, Colin e Dennis Canon, Ernie Macmillan, Justin Finch-Fletchley, Hannah Abbott e una ragazza di Tassorosso con una lunga treccia di cui Harry non sapeva il nome; tre ragazzi di Corvonero che era abbastanza sicuro si chiamassero Anthony Goldstein, Michael Corner e Terry Steeval; Ginny, seguita da un ragazzo alto, biondo e magro con il naso all’insù che Harry riconobbe vagamente come un membro della squadra di Quidditch di Tassorosso, e a chiudere la fila Fred e George Weasley con il loro amico Lee Jordan, tutti e tre muniti di grossi sacchetti di carta gonfi della mercanzia di Zonko.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    «Un momento» obiettò Angelina. «Dobbiamo assicurarci cne non interferisca con i nostri allenamenti di Quidditch».
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    «Sì, sì, l’abbiamo capito, il Quidditch» disse Hermione spazientita. «Bene. L’altra cosa da decidere è dove incontrarsi…»
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    Un cartello era stato affisso alla bacheca di Grifondoro, così grande da coprire tutto il resto: l’elenco dei libri usati di incantesimi in vendita, i continui memorandum di Argus Gazza sul regolamento, l’orario degli allenamenti di Quidditch, le offerte di scambio di figurine di Cioccorane, gli ultimi annunci dei Weasley in cerca di volontari, le date dei finesettimana a Hogsmeade e gli avvisi di oggetti smarriti. Il nuovo cartello era stampato in grossi caratteri neri, e in fondo, accanto a una firma precisa e vezzosa, c’era un sigillo dall’aria ufficiale.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Vi rendete conto che parlava anche del Quidditch?» disse Angelina senza ascoltarlo. «Dobbiamo andare a chiederle il permesso di riformare la squadra di Grifondoro!»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Sì, la Umbridge ha dato subito il permesso alla squadra di Quidditch di Serpeverde di continuare a giocare, gliel’ho chiesto per prima cosa questa mattina. Be’, è stato praticamente automatico, lei conosce benissimo mio padre, lui entra ed esce dal Ministero come gli pare… sarà interessante vedere se anche Grifondoro otterrà il permesso, non credete?»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Sì» rispose Harry furente. Piton aveva già assegnato dei compiti e quella sera c’era l’allenamento di Quidditch; questo significava un altro paio di notti insonni. Non gli sembrava possibile di essersi svegliato tanto felice, quella mattina. Ora provava solo il fervente desiderio che quella giornata finisse al più presto.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Niente Quidditch» annunciò Angelina in tono lugubre quando Harry, Ron e Hermione entrarono nella sala comune quella sera dopo cena.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «E questo sarebbe un lato buono?» sbottò Harry, mentre Ron guardava Hermione incredulo. «Niente Quidditch e compiti di Pozioni?»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Non un granché» rispose Harry, mentre Hermione allontanava Grattastinchi per impedirgli di incendiarsi i baffi. «Il Ministero ha imposto un altro decreto, per cui non è più permesso avere squadre di Quidditch…»
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Ho il permesso!» annunciò. «Posso ricostituire la squadra di Quidditch
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Il tempo non migliorò col passare delle ore, così, quando alle sette Harry e Ron scesero al campo di Quidditch per l’allenamento, in pochi minuti furono completamente zuppi, con i piedi che scivolavano sull’erba fradicia. Il cielo era cupo e tempestoso; raggiungere la luce e il calore degli spogliatoi fu un sollievo, anche se sapevano che sarebbe stato temporaneo. Trovarono Fred e George che discutevano se usare o no una delle loro Merendine Marinare per saltare l’allenamento.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Le loro vesti turbinavano e sventolavano mentre attraversavano la porzione di prato allagato che li separava dalle due ore di Erbologia, dove riuscirono a stento a sentire quello che la professoressa Sprite diceva, per via della pioggia che batteva sul tetto della serra. Nel pomeriggio, la lezione di Cura delle Creature Magiche dovette essere spostata dai prati spazzati dalla tempesta a un’aula vuota al pianterreno, e con grande sollievo della squadra Angelina li aveva cercati a pranzo per avvertirli che l’allenamento di Quidditch era annullato.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Ma Angelina intervenne: «La stagione di Quidditch sta per cominciare e abbiamo bisogno di allenarci!»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Era praticamente impossibile fissare un appuntamento regolare per gli incontri dell’ES, per via degli allenamenti di Quidditch di tre squadre diverse, che spesso venivano spostati a causa del maltempo, ma a Harry non dispiaceva. Se qualcuno li avesse tenuti d’occhio, sarebbe stato difficile ricavarne uno schema preciso.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    All’avvicinarsi della prima partita di Quidditch della stagione, Grifondoro contro Serpeverde, le riunioni dell’ES furono sospese perché Angelina pretese allenamenti quasi quotidiani. Il fatto che la Coppa di Quidditch non si tenesse da molto tempo aumentava di parecchio l’interesse e l’eccitazione per la partita; per Corvonero e Tassorosso il risultato era importante, perché naturalmente avrebbero incontrato entrambe le squadre nel corso dell’anno; e i Direttori delle Case in campo, malgrado tentassero di esibire un decoroso equilibrio, erano determinati a veder vincere la propria parte. Harry si rese conto di quanto la professoressa McGranitt tenesse a battere Serpeverde quando lei si astenne dall’assegnare compiti la settimana prima dell’incontro.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Piton non era meno partigiano; aveva prenotato il campo di Quidditch per gli allenamenti di Serpeverde così spesso che Grifondoro aveva difficoltà ad andare a giocare. Faceva anche orecchie da mercante alle varie testimonianze di fatture scagliate dai Serpeverde sui giocatori di Grifondoro nei corridoi. Quando Alicia Spinnet si presentò in infermeria con le sopracciglia così folte che le oscuravano la vista e le finivano in bocca, Piton sostenne che doveva aver tentato un Incantesimo Parruccone su se stessa e rifiutò di ascoltare i quattordici testimoni oculari che dichiaravano di aver visto il Portiere di Serpeverde, Miles Bletchley, colpirla alle spalle con un incantesimo mentre studiava in biblioteca.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Sì» disse la Umbridge, sempre sorridendo. «In effetti, Minerva, è stata proprio lei a farmi capire che era necessario un ulteriore emendamento… ricorda come mi ha scavalcato, quando non volevo consentire alla squadra di Quidditch di Grifondoro di ricomporsi? Ha portato il caso davanti a Silente, che ha insistito perché la squadra tornasse a giocare. Be’, non potevo accettarlo. Ho preso subito contatti con il Ministro, e lui ha convenuto che l’Inquisitore Supremo deve avere il potere di sottrarre privilegi agli allievi, o non avrebbe… o, per meglio dire, non avrei più autorità di un qualsiasi insegnante! E ora vede, Minerva, che avevo ragione a non volere che la squadra di Grifondoro si ricostituisse? Hanno dei caratteri spaventosi… stavo leggendo il Decreto, comunque… hem hem… All’Inquisitore Supremo è conferita la massima autorità sulle punizioni, sanzioni e soppressioni di privilegi riguardanti gli allievi di Hogwarts, nonché la facoltà di alterare punizioni, sanzioni e soppressioni di privilegi comminate da altri membri del personale. Firmato Cornelius Caramell, Ministro della Magia, Ordine di Merlino, Prima Classe eccetera eccetera».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Dunque… credo proprio che dovrò squalificare questi due dal gioco del Quidditch a tempo indeterminato» disse, guardando da Harry a George e viceversa.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «In giro» mugugnò Ron. Portava ancora la divisa da Quidditch.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «Di aver pensato di poter giocare a Quidditch» rispose Ron. «Domani mattina mi dimetto, per prima cosa».
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «…se non fossi un tale disastro a Quidditch…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Harry ripensò all’unica altra occasione in cui Malfoy era entrato nella foresta: nemmeno allora era stato molto coraggioso. Sorrise fra sé; dopo la partita di Quidditch, tutto ciò che dava fastidio a Malfoy a lui andava benissimo.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Harry, che non aveva avuto il cuore di dirle che era Dobby a portar via tutti i suoi lavori a maglia, si concentrò ancora di più sul tema di Storia della Magia. In ogni caso, non aveva voglia di pensare al Natale. Per la prima volta nella sua carriera scolastica desiderava ardentemente passarlo lontano da Hogwarts. Tra la squalifica dal Quidditch e il rischio che Hagrid fosse messo in verifica, provava un profondo risentimento nei confronti della scuola. L’unica cosa che aspettava con ansia erano le riunioni dell’ES, e quelle sarebbero state interrotte per le vacanze, visto che quasi tutti i componenti avrebbero passato il Natale con le famiglie. Hermione sarebbe andata a sciare con i suoi genitori, idea che divertì moltissimo Ron, che non aveva mai sentito di Babbani che si legavano assi di legno ai piedi per scivolare giù dalle montagne. Lui tornava alla Tana. Harry lo invidiò per molti giorni prima che Ron dicesse, rispondendo alla sua domanda su come sarebbe tornato a casa per Natale: «Ma vieni anche tu! Non te l’ho detto? La mamma mi ha scritto di invitarti settimane fa!»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «Be’, ovviamente è molto triste per la morte di Cedric. Poi immagino che sarà confusa perché le piaceva Cedric e adesso le piace Harry, e non riesce a capire chi le piace di più. E poi si sentirà in colpa, pensando che baciare Harry sia un insulto alla memoria di Cedric, e si preoccuperà di quello che gli altri potrebbero dire se cominciasse a uscire con lui. E probabilmente non capisce nemmeno bene che cosa prova per Harry, perché lui era con Cedric quando è morto, e quindi è tutto molto confuso e doloroso. Oh, e ha anche paura di essere buttata fuori dalla squadra di Quidditch di Corvonero perché sta volando malissimo».
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    «Be’» fece Harry riflettendoci. «È più grande… è un giocatore di Quidditch di fama internazionale…»
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Harry non voleva lasciare di nuovo Sirius con Kreacher come unica compagnia; in realtà, per la prima volta nella sua vita, non aveva voglia di tornare a Hogwarts. Andare a scuola voleva dire sottostare di nuovo alla tirannia di Dolores Umbridge, che senza dubbio era riuscita a imporre un’altra dozzina di decreti in loro assenza; non c’era il Quidditch, ora che era stato squalificato; con ogni probabilità il carico di compiti si sarebbe aggravato con l’avvicinarsi degli esami; e Silente restava più lontano che mai. Se non fosse stato per l’ES, Harry avrebbe chiesto volentieri a Sirius il permesso di lasciare Hogwarts e rimanere in Grimmauld Place.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Hermione aprì il giornale con un gesto secco e prese a leggere l’articolo all’interno mentre Harry si guardava intorno nella Sala Grande. Non riusciva a capire come mai i suoi compagni di scuola non fossero spaventati, o perlomeno non stessero discutendo della terribile notizia in prima pagina, ma erano pochi quelli che leggevano il giornale tutte le mattine come Hermione. Eccoli là, tutti a parlare di Quidditch e chissà quali altre sciocchezze, quando fuori da quelle mura altri dieci Mangiamorte avevano ingrossato le file di Voldemort.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    A Harry sembrava che la Umbridge lo privasse sistematicamente di tutto ciò che rendeva la vita a Hogwarts degna di essere vissuta: le visite a Hagrid, le lettere di Sirius, la sua Firebolt e il Quidditch. Si vendicò nel solo modo possibile: raddoppiando i suoi sforzi per l’ES.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Trovava molto difficile essere solidale con Ron, visto che lui avrebbe dato più o meno qualunque cosa per poter giocare nella prossima partita contro Tassorosso. Ron parve notare il tono di Harry, perché non nominò più il Quidditch durante la colazione, e nel modo in cui si salutarono poco dopo c’era un’ombra di gelo. Ron si avviò verso il campo di Quidditch e Harry, dopo aver tentato di lisciarsi i capelli specchiandosi nel dorso di un cucchiaino, andò da solo nella Sala d’Ingresso a incontrare Cho, chiedendosi con grande preoccupazione di che accidenti avrebbero parlato.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Si unirono alla fila delle persone che Gazza spuntava dall’elenco, sorridendo appena quando i loro sguardi s’incrociavano, ma senza parlare. Harry fu contento di uscire all’aria fresca: era più facile camminare in silenzio che stare lì fermi e impacciati. Era una giornata fresca, con una brezza leggera; quando passarono davanti allo stadio del Quidditch, Harry intravide Ron e Ginny in volo radente sugli spalti e sentì un’orribile stretta al cuore per non essere lì con loro.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    L’argomento “Coppa del Mondo di Quidditch” li accompagnò per tutto il viale e fuori dai cancelli. Harry stentava a credere quanto fosse facile parlare con lei (non più difficile, in effetti, che parlare con Ron e Hermione), e stava appena cominciando a sentirsi più sicuro e allegro, quando un manipolo di ragazze di Serpeverde, tra cui Pansy Parkinson, passò loro accanto.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Le ragazze passarono oltre, parlando e strillando in modo allusivo, con occhiate spudorate a Harry e Cho, lasciandosi alle spalle un silenzio imbarazzato. Harry non riuscì a trovare nient’altro da dire sul Quidditch, e Cho, un po’ rossa in viso, si guardava i piedi.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Si sedettero all’unico tavolo libero, vicino alla finestra appannata. Roger Davies, il Capitano della squadra di Quidditch di Corvonero, era seduto a mezzo metro da loro con una graziosa ragazza bionda. Si tenevano per mano. La scena mise Harry a disagio, soprattutto quando, guardandosi attorno, notò che in sala c’erano solo coppie, e tutte si tenevano per mano. Forse Cho si aspettava che anche lui la tenesse per mano.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Ehm… no…» disse piano. «Non… non ha avuto tempo di dire nulla. Ehm… allora… hai… vai a vedere spesso il Quidditch durante le vacanze? Tieni per i Tornados, vero?»
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Neville lasciò la frase in sospeso e tornò alla sua patata al forno. Seamus alzò il capo, ma quando incrociò lo sguardo di Harry si concentrò di nuovo sul piatto. Dopo un po’ Dean, Seamus e Neville andarono nella sala comune, lasciando Harry e Hermione in attesa di Ron, che non aveva ancora cenato per via dell’allenamento di Quidditch.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Il Quidditch era quasi l’unica cosa per cui valesse la pena stare in questo posto».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Ecco il problema del Quidditch» osservò Hermione in tono distratto, di nuovo china sulla sua traduzione runica, «crea tensione e conflitto tra le Case».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «Hermione» disse Harry scuotendo la testa, «sei brava sui sentimenti e tutto il resto, ma il Quidditch proprio non lo capisci».
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Harry avrebbe preferito buttarsi dalla Torre di Astronomia piuttosto che ammetterlo, ma dopo aver visto la partita il sabato successivo avrebbe dato qualunque somma di galeoni per infischiarsene anche lui del Quidditch.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Harry apprezzava Angelina per la fiducia che riponeva in Ron, ma era anche convinto che sarebbe stato più umano lasciarlo andare. Ron era uscito di campo accompagnato da un coro assordante di Perché Weasley è il nostro re cantato con gran gusto dai Serpeverde, che ormai erano i favoriti nella corsa alla Coppa di Quidditch.
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    Si guardò alle spalle, il cuore che batteva sempre più forte e rapido. Quanto ci sarebbe voluto a Piton per estrarre Montague dal water? E sarebbe tornato subito in ufficio o lo avrebbe accompagnato in infermeria? Era molto più probabile che lo accompagnasse… in fin dei conti Montague era il Capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde, e Piton avrebbe voluto assicurarsi che stesse bene.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    «Per l’allenamento di Quidditch» rispose Hermione.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Si voltò. Ginny Weasley, piuttosto spettinata, lo aveva raggiunto al tavolo della biblioteca dov’era seduto tutto solo. Era domenica sera tardi: Hermione era tornata alla Torre di Grifondoro per ripassare Antiche Rune, e Ron aveva l’allenamento di Quidditch.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    «Il fatto è» intervenne Sirius, «che James e Piton si sono odiati fin dal primo istante, è una di quelle cose… puoi capirlo, no? Perché James era tutto quello che Piton avrebbe voluto essere: popolare, un asso nel Quidditch… un asso praticamente in tutto. Mentre Piton era solo un piccolo stravagante immerso fino al collo nelle Arti Oscure, e James — credimi, Harry — ha sempre detestato le Arti Oscure».
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    Gazza si aggirava per i corridoi brandendo una frusta, ansioso di usarla sui colpevoli, ma ce n’erano così tanti che non sapeva da chi cominciare. La Squadra d’Inquisizione tentava di aiutarlo, ma ai suoi componenti continuavano a capitare gli incidenti più strani. Warrington della squadra di Quidditch di Serpeverde fu ricoverato in infermeria con un’orribile malattia della pelle, che pareva ricoperta di fiocchi d’avena; e il giorno dopo, con grande gioia di Hermione, Pansy Parkinson saltò tutte le lezioni perché le era spuntato un imponente palco di corna.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Sognavo di vederti giocare a Quidditch» mentì spudoratamente Harry. «E ti dicevo di sporgerti di più per prendere la Pluffa».
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    La partita conclusiva della stagione di Quidditch — Grifondoro contro Corvonero — si sarebbe svolta l’ultimo finesettimana di maggio. Serpeverde era stata sconfitta di misura da Tassorosso, ma Grifondoro non osava sperare in una vittoria, soprattutto per colpa (anche se naturalmente nessuno glielo diceva) delle disastrose prestazioni del suo Portiere. Ron sembrava tuttavia pervaso da un insolito ottimismo.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Hanno segnato un’altra volta?» chiese Hagrid, soffermandosi all’ombra degli alberi quando furono in vista del campo di Quidditch. «O è finita la partita?»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Una marea di studenti risaliva il pendio erboso, allontanandosi dal campo di Quidditch.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «HARRY! HERMIONE!» strillò Ron, agitando in aria entusiasta la coppa d’argento del torneo di Quidditch. «CE L’ABBIAMO FATTA! ABBIAMO VINTO!»
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Non sorrido» rispose in fretta Harry, e abbassò lo sguardo sui suoi appunti di Trasfigurazione, sforzandosi di restare serio. La verità era che Ron gli aveva appena ricordato un altro giocatore di Quidditch di Grifondoro che un tempo si era seduto sotto quello stesso albero, arruffandosi i capelli nello stesso modo. «Sono contento che abbiamo vinto, tutto qui».
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Alle due in punto, gli studenti del quinto anno entrarono nella Sala Grande e si sedettero davanti ai fogli d’esame, posati a faccia in giù sui banchi. Harry era esausto. Voleva solo farla finita e andare a letto, e l’indomani sarebbe andato con Ron sul campo di Quidditch e avrebbe fatto un giro sulla scopa dell’amico per assaporare la libertà dagli esami.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Harry gli voltò la schiena e guardò fuori dalla finestra. In lontananza vide lo stadio di Quidditch. Una volta Sirius vi era apparso sotto la forma di un arruffato cane nero, per vederlo giocare… probabilmente per vedere se era bravo quanto James… Harry non gliel’aveva mai chiesto…
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    «La mia vera forza, eh?» disse con voce tremante, fissando senza vederlo lo stadio di Quidditch. «Lei non ha idea… lei non sa…»
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    Il castello sembrava molto silenzioso, per essere domenica. A quanto pareva, erano tutti sul prato a godersi la fine degli esami e la prospettiva degli ultimi giorni di scuola liberi da ripassi e compiti. Percorse lentamente il corridoio deserto, guardando di tanto in tanto fuori dalle finestre; vide alcuni studenti svolazzare sopra il campo di Quidditch e qualcun altro che nuotava nel lago insieme alla piovra gigante.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    «Non più» rispose Ginny decisa. «Non gli è andata giù che Grifondoro abbia sconfitto Corvonero a Quidditch; è diventato così musone che l’ho mollato, e lui si è precipitato a consolare Cho». Si grattò il naso con la piuma, rigirò Il Cavillo e cominciò a controllare le risposte esatte. Ron era raggiante.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

   Harry rimase entro i confini del giardino della Tana per le poche settimane che seguirono. Passò gran parte delle giornate a giocare a Quidditch due contro due nell’orto dei Weasley (lui e Hermione contro Ron e Ginny; Hermione era tremenda e Ginny brava, quindi erano ragionevolmente equilibrati) e le serate a mangiare triple porzioni di tutto ciò che la signora Weasley gli metteva davanti.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Il giorno dopo quel tetro compleanno, arrivarono da Hogwarts le lettere e le liste dei libri. Quella di Harry recava una sorpresa: era stato nominato Capitano della squadra di Quidditch.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Irritato, ma assolutamente certo di avere ragione, Harry afferrò una pila di divise da Quidditch sporche e uscì; la signora Weasley insisteva da giorni perché non aspettassero l’ultimo momento per lavare le loro cose e preparare i bagagli. Sul pianerottolo urtò Ginny, che tornava nella sua stanza con una pila di vestiti puliti.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Ci sarà anche Tonks?» chiese Harry, consegnandole la divisa da Quidditch.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Agitò le mani in aria, come per scacciare grosse falene invisibili. Harry e Neville si scambiarono uno sguardo e si affrettarono a parlare di Quidditch.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    «Coloro che desiderano entrare a far parte delle squadre di Quidditch devono dare i loro nomi ai direttori delle Case, come al solito. Stiamo cercando anche nuovi cronisti, che dovranno fare lo stesso.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    «Sono certa che il professor Lumacorno potrà prestarteli» lo tranquillizzò lei. «Molto bene, Potter, ecco il tuo orario. Oh, tra l’altro, venti giovani di belle speranze si sono già iscritti alle selezioni per la squadra di Quidditch di Grifondoro. Ti passerò la lista a tempo debito e potrai fissare le prove a tuo piacimento».
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Tornarono nella sala comune. C’erano solo cinque o sei allievi del settimo anno, tra cui Katie Bell, l’unica giocatrice rimasta della squadra di Quidditch a cui Harry si era unito il primo anno.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «Questa mattina abbiamo i provini di Quidditch!»ribatté Ron. «E in più dovremmo studiare quell’incantesimo Aguamenti,per Vitious! E poi, spiegare che cosa? Come facciamo a dirgli che odiavamo la sua stupida materia?»
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Ci andremo dopo il Quidditch» le assicurò Harry. Hagrid mancava pure a lui, anche se, come Ron, era convinto di star meglio senza Grop. «Ma le selezioni potrebbero durare tutta la mattina, vista la gente che si è messa in lista». Si sentiva un po’ nervoso all’idea di affrontare la prima prova della sua carriera di Capitano. «Non so perché la squadra all’improvviso è così popolare».
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    «Oh, andiamo, Harry» sbottò Hermione. «Non è il Quidditch che è popolare, sei tu! Non sei mai stato così interessante come ora, e nemmeno così attraente, a dirtela tutta».
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Cinque minuti dopo, quando si alzarono dalla tavola di Grifondoro per scendere al campo di Quidditch, passarono accanto a Lavanda Brown e Calì Patil. Dopo quel che aveva detto Hermione, Harry non fu stupito di vedere che le due grandi amiche bisbigliavano con aria afflitta; piuttosto, lo sorprese il fatto che, quando Ron le affiancò, Calì diede all’improvviso una gomitata a Lavanda, che si voltò e rivolse a Ron un gran sorriso. Lui la guardò sbattendo le palpebre, poi sorrise a sua volta, incerto, e prese a camminare quasi a passo di marcia. Harry si trattenne dal ridere, ricordando che anche Ron l’aveva fatto dopo che Malfoy gli aveva spaccato il naso; Hermione invece fu fredda e distante lungo tutta la strada fino allo stadio sotto la fresca pioggerellina, e andò a sedersi nelle tribune senza augurare in bocca al lupo a Ron.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Harry la fissò. Si sentì sprofondare, ricordando l’aggressione dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo di Quidditch. Ron venne in suo aiuto.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Be’, ho avuto gli allenamenti di Quidditch, professore» si scusò Harry, che in verità programmava gli allenamenti ogni volta che Lumacorno gli mandava il piccolo invito adorno di nastro violetto. In questo modo Ron non veniva escluso, e lui e Ginny si facevano quattro risate pensando a Hermione intrappolata con McLaggen e Zabini.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    Harry si disse che non poteva reggere un’altra selezione a pieni ranghi. Con uno sconforto che aveva poco a che fare col Quidditch, un giorno bloccò Dean Thomas dopo Trasfigurazione. Gran parte della classe se n’era già andata, anche se parecchi uccelli gialli cinguettanti, tutti opera di Hermione, sfrecciavano ancora per la stanza; nessun altro era riuscito a far apparire dal nulla più di una piuma.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Harry rimase a lungo sveglio a contemplare il baldacchino del letto, e a cercare di convincersi che i suoi sentimenti per Ginny erano quelli di un fratello maggiore. Erano vissuti o no come fratello e sorella per tutta l’estate, giocando a Quidditch, prendendo in giro Ron e ridendo insieme di Bill e Flebo? Ormai la conosceva da anni… era naturale che si sentisse protettivo… naturale che desiderasse vegliare su di lei… che volesse squartare Dean un pezzo alla volta per averla baciata… no… quel particolare sentimento fraterno avrebbe dovuto dominarlo…
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Harry rimase a lungo sveglio nell’oscurità. Non voleva perdere la partita; non solo era la sua prima da Capitano, ma era deciso a battere Draco Malfoy a Quidditch, anche se non aveva ancora prove dei suoi sospetti su di lui. Ma se Ron avesse giocato come negli ultimi allenamenti, le probabilità di vincere erano molto scarse.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Lei si allontanò furiosa; Harry la guardò andar via senza rimpianti. Hermione non aveva mai veramente capito che il Quidditch era una cosa seria. Poi si voltò a guardare Ron, che schioccò le labbra.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Ginny e Demelza erano già in divisa da Quidditch e aspettavano nello spogliatoio.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Harry abbozzò un sorriso, ma mentre indossava la divisa scarlatta non pensava al Quidditch. Malfoy aveva già sostenuto una volta di non poter giocare per via di un infortunio, ma aveva fatto in modo che la partita venisse spostata a un momento più opportuno per i Serpeverde. Come mai adesso era felice di mandare avanti una riserva? Stava davvero male, o fingeva?
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «No!» esclamò Calì, elettrizzata dal pettegolezzo. «Be’, ti piacciono i giocatori di Quidditch, eh? Prima Krum, poi McLaggen…»
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    «Mi piacciono i giocatori di Quidditch molto bravi»la corresse Hermione, sempre sorridente. «Be’, ci vediamo… Devo andare a prepararmi per la festa…»
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    «Quidditch!» sbottò lei con rabbia. «I maschi non sanno pensare ad altro? Cormac non mi ha fatto una sola domanda su di me, no, ma mi sono dovuta sorbire le Cento Grandi Parate di Cormac McLaggen Non-Stop, fin da quando… Oh, no, ecco che arriva!»
Il voto infrangibile (Cap. 15 Harry Potter 6)

    Di conseguenza, Lumacorno tornò a trattarlo con il consueto calore, come se non fosse successo niente. Harry attese un invito a uno dei suoi festini serali, questa volta deciso ad accettare, anche a costo di spostare gli allenamenti di Quidditch. Purtroppo però non arrivò alcun invito. Harry controllò con Hermione e Ginny: nessuna delle due ne aveva ricevuti, né, per quanto ne sapevano, nessun altro. Non poté fare a meno di chiedersi se Lumacorno non fosse poi smemorato come sembrava, ma solo deciso a non offrire a Harry altre occasioni per interrogarlo.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Harry batté con la bacchetta sulla Mappa, borbottò «Fatto il misfatto»anche se non era vero, e si vestì, meditabondo. Ci doveva essere un motivo per le periodiche sparizioni di Malfoy, ma non riusciva a immaginarlo. Il modo migliore per scoprirlo sarebbe stato pedinarlo, ma anche con il Mantello dell’Invisibilità era un’idea poco realistica; aveva le lezioni, gli allenamenti di Quidditch, i compiti e Materializzazione; non poteva seguire Malfoy tutto il giorno in giro per la scuola senza che la sua assenza venisse notata.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Qualcuno magari ce l’ha con la squadra di Quidditch di Grifondoro?» suggerì Hagrid preoccupato. «Prima Katie, adesso Ron…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Non riesco a immaginare nessuno che cerchi di far fuori un’intera squadra di Quidditch» dichiarò George.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Be’, non credo che sia il Quidditch, ma penso che ci sia un nesso fra le due aggressioni» mormorò Hermione.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Ah… già… il Quidditch…» mormorò, riponendo la bacchetta nella cintura dei jeans e passandosi stancamente una mano tra i capelli. «Già… potrebbe non farcela».
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    La notizia dell’avvelenamento di Ron si diffuse in fretta il giorno dopo, ma non provocò lo scalpore suscitato dall’attacco a Katie. Tutti sembravano pensare che fosse stato un incidente, visto che in quel momento Ron si trovava nella stanza dell’insegnante di Pozioni, e siccome gli era stato somministrato un antidoto sul posto non era successo niente di grave. In effetti i Grifondoro erano molto più interessati alla partita di Quidditch contro Tassorosso: molti di loro volevano vedere Zacharias Smith, che era il Cacciatore avversario, ricevere la meritata punizione per i suoi commenti durante la partita inaugurale.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Harry tuttavia non era mai stato meno interessato al Quidditch; era ossessionato da Draco Malfoy. Continuava a controllare la Mappa del Malandrino appena poteva, e a volte andava dove si trovava Malfoy, ma non l’aveva ancora sorpreso a combinare qualcosa di strano. E c’erano sempre quei momenti inesplicabili in cui Malfoy svaniva dalla Mappa…
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Harry però non ebbe molto tempo per meditare sull’argomento, tra gli allenamenti di Quidditch, i compiti e il continuo pedinamento di Cormac McLaggen e Lavanda Brown.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Nel frattempo, Lavanda si avvicinava furtiva a Harry per parlare di Ron, cosa che Harry trovava quasi altrettanto estenuante delle conferenze sul Quidditch di McLaggen. All’inizio era molto seccata perché nessuno aveva pensato di dirle che Ron era in infermeria — «Insomma, sono la sua ragazza!» — ma purtroppo aveva deciso di perdonare a Harry questa dimenticanza ed era ansiosa di discutere con lui dei sentimenti di Ron, un’esperienza spiacevolissima che Harry avrebbe volentieri evitato.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Essere avvelenato secondo te è interessante? Comunque… mi spiace, devo andare… sta arrivando McLaggen per parlare di Quidditch» e sfrecciò dentro una porta mascherata da muro e corse giù per la scorciatoia verso l’aula di Pozioni, dove grazie al cielo né Lavanda né McLaggen potevano seguirlo.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    La mattina della partita di Quidditch contro Tassorosso, Harry fece un salto in infermeria prima di scendere in campo. Ron era molto agitato: Madama Chips non gli voleva dare il permesso di vedere l’incontro, pensando che l’avrebbe sovreccitato.
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Oh…» fece Harry, intanto che la scena nella sua mente implodeva. «Sì… be’, ho visto Malfoy aggirarsi con due ragazze che non sembravano aver voglia di stare con lui, ed è la seconda volta che non viene al campo di Quidditch con il resto della scuola. Ha saltato anche l’ultima partita, ti ricordi?» Harry sospirò. «Vorrei averlo seguito, adesso, l’incontro è stato un tale disastro…»
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    Al buio, Harry pensò che era la terza volta che finiva in infermeria per una ferita da Quidditch. Al terzo anno era caduto dalla scopa per la presenza dei Dissennatori attorno al campo, e prima ancora tutte le ossa gli erano state rimosse dal braccio da quella frana del professor Allock… quello era stato l’infortunio più doloroso, finora… Ricordava il tormento di far ricrescere una manciata di ossa in una sola notte, un disagio non alleviato da una visita inaspettata nel cuore della…
Roba da elfi (Cap. 19 Harry Potter 6)

    «Non voglio che la mia squadra di Quidditch finisca di nuovo sottosopra!» rispose lui in fretta, ma Hermione pareva ancora sospettosa, e lui provò un gran sollievo quando una voce alle loro spalle gridò «Harry!», dandogli una scusa per voltarsi.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Ah» fece Harry, richiamato bruscamente alla realtà. Tra il corso di Materializzazione, il Quidditch, l’avvelenamento di Ron, la frattura al cranio e la decisione di scoprire che cosa stava combinando Malfoy, si era quasi dimenticato del ricordo di Lumacorno che Silente gli aveva chiesto di procurarsi… «Be’, l’ho chiesto al professor Lumacorno alla fine di Pozioni, signore, ma, ehm, non ha voluto darmelo».
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «La squadra di Quidditch» rispose lei. «Se Ginny e Dean non si parlano…»
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Le due settimane successive videro i migliori allenamenti di Quidditch che Harry avesse mai fatto da Capitano. La squadra era così contenta di essersi liberata di McLaggen, così lieta di riavere finalmente Katie, che tutti volavano molto bene.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    «Ma signore…» balbettò Harry, guardandolo disperato. «Il Quidditch… l’ultima partita della…»
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    «Oh, non far finta di capire il Quidditch» sbottò Ginny, «farai solo una figuraccia».
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Harry guardò Ginny, Ron e Hermione: il volto di Ron era contratto come se la luce del sole lo accecasse. Quello di Hermione era lucido di lacrime, ma Ginny non piangeva più. Incrociò gli occhi di Harry con la stessa espressione dura e ardente di quando lo aveva abbracciato dopo aver vinto la Coppa di Quidditch senza di lui, e lui seppe che in quel momento si capivano alla perfezione e che, quando lui le avesse detto che cosa avrebbe fatto, non avrebbe detto ‘sta’ attento’ o ‘non farlo’, ma avrebbe accettato la sua decisione, perché non si sarebbe aspettata da lui niente di meno. E così si preparò a dire quello che doveva da quando Silente era morto.
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   Gli ci volle un'altra ora per vuotarlo, gettar via le cose inutili e dividere il resto in pile, a seconda di quanto gli sarebbero servite da quel momento in poi. Le vesti di scuola e da Quidditch, il calderone, la pergamena, le piume e gran parte dei libri di testo finirono ammucchiati in un angolo. Chissà che cosa ne avrebbero fatto gli zii; li avrebbero bruciati nel cuore della notte, probabilmente, come prove di un crimine orrendo. Gli abiti Babbani, il Mantello dell'Invisibilità, il kit per le pozioni, alcuni libri, l'album di foto che gli aveva regalato Hagrid, un pacco di lettere e la bacchetta andarono a riempire un vecchio zaino. In una tasca sul davanti c'erano la Mappa del Malandrino e il medaglione col messaggio firmato 'R.A.B.' Il medaglione meritava il posto d'onore non perché fosse prezioso in sé era privo di valore ma per quello che era costato impossessarsene.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   «Anche se l'Anatema l'avesse mancato, è comunque caduto da trecento metri di altezza» fece notare Hermione, soppesando Squadre di Quidditch della Gran Bretagna e dell'Irlanda.
Il demone in pigiama (Cap. 6 Harry Potter 7)

   «Credo» proseguì lentamente «che c'entri con il Quidditch. Ci dev'essere un legame, ma non riesco... non riesco a capire quale».
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Con il Quidditch?» ripeté Ron. «Non vuoi dire Gorgovich, vero?»
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Non c'era mai entrato. Era piccola ma luminosa. Su una parete c'era un grande manifesto del complesso delle Sorelle Stravagarie, e sull'altra la foto di Gwenogjones, Capitano della squadra femminile delle Holyhead Arpies. Cera una scrivania davanti alla finestra aperta, che dava sull'orto dove una volta avevano giocato a Quidditch due contro due con Ron e Hermione e dove ora campeggiava un enorme tendone bianco perlaceo. La bandiera d'oro in cima arrivava all'altezza della finestra.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «'A Harry James Potter'» lesse, e le viscere di Harry si contrassero per l'improvvisa agitazione, «'lascio il Boccino che catturò nella sua prima partita di Quidditch a Hogwarts, in memoria delle ricompense che perseveranza e abilità meritano''».
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Cosa?» esclamarono in coro Harry e Ron; entrambi consideravano pressoché nulla la cultura di Hermione sul Quidditch.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Il Boccino che ho catturato nella mia primissima partita a Quidditch. Non ricordate?»
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   «Un cugino» borbottò Harry, ma Krum non lo stava ascoltando. Alla sua comparsa era serpeggiata una certa agitazione, soprattutto fra le cugine Veela: in fondo era un celebre giocatore di Quidditch. Mentre gli invitati continuavano ad allungare il collo per vederlo meglio, Ron, Hermione, Fred e George percorsero il tappeto di fretta.
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   «Ha fatto la tua bacchetta! Ecco perché mi sembrava... il Quidditch...» Krum era sempre più insospettito.
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Un piccolo sbuffo di polvere si levò dal copriletto quando lei si sedette per leggere gli articoli. Nel frattempo Harry aveva notato un'altra foto, in cui i giocatori di una squadra di Quidditch di Hogwarts salutavano con la mano, sorridenti. Si avvicinò e vide il serpente sul loro petto: Serpeverde. Regulus, immediatamente riconoscibile, era il ragazzo seduto al centro della prima fila; aveva gli stessi capelli neri e l'aria un po' altera del fratello, anche se era più basso, più magro e decisamente meno attraente di Sirius.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Grazie, grazie per il regalo di Harry! è di gran lunga il suo preferito. Ha solo un anno e già sfreccia in giro sulla sua scopa giocattolo, è tutto contento, ti mando una foto così puoi vederlo. Sai benissimo che si alza da terra di neanche un metro, ma ha rischiato di uccidere il gatto e ha mandato in mille pezzi un orrendo vaso che Petunia mi ha regalato per Natale (nessun rimpianto). Naturalmente James lo trova buffissimo, dice che diventerà un grande giocatore di Quidditch, ma abbiamo dovuto mettere via tutti i soprammobili e quando vola non possiamo levargli gli occhi di dosso.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Nei boschi dove hanno tenuto la Coppa del Mondo di Quidditch» ri spose Hermione. «Cercavo un posto riparato, nascosto, ed è stato...»
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Questa volta fece a meno di infilarci la mano e ricorse subito a un Incantesimo di Appello. La tenda affiorò in un groviglio bitorzoluto di tela, corda e picchetti. Harry la riconobbe, anche per l'odore di gatto: era la stessa in cui avevano dormito la sera della Coppa del Mondo di Quidditch.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Ebbe una visione confusa di arazzi colorati, lampade e molte facce. Un attimo dopo lui, Ron e Hermione furono abbracciati, strizzati, salutati con pacche sulla schiena, i capelli arruffati, le mani strette da più di una ventina di persone: era come se avessero appena vinto una finale di Quidditch.
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   Con un boato, un'ondata di persone si lanciò ai piedi delle scale; Harry si ritrovò schiacciato contro la parete mentre i membri dell'Ordine della Fenice, dell'Esercito di Silente e della sua vecchia squadra di Quidditch lo oltrepassavano di corsa, tutti con le bacchette sfoderate, pronti a riversarsi nel castello.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   «Non volevo dire... è solo che non voglio che ti prendano in giro... gli piaci, tu piaci a James Potter!» Sembrava che le parole gli venissero strappate contro la sua volontà. «E non È... tutti pensano... il Grande Campione di Quidditch...» L'amarezza e il disgusto lo rendevano incoerente, e le sopracciglia di Lily erano sempre più inarcate.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)