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Harry Potter e La Pietra Filosofale (2184 citazioni)
Harry Potter e La Camera dei Segreti (3199 citazioni)
Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (4329 citazioni)
Harry Potter e il Calice di Fuoco (6144 citazioni)
Harry Potter e l'Ordine della Fenice (9042 citazioni)
Harry Potter e il Principe Mezzosangue (5824 citazioni)
Harry Potter e i Doni della Morte (6958 citazioni)
Le fiabe di Beda il Bardo (289 citazioni)
Il Quidditch Attraverso i Secoli ( citazioni)
Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli ( citazioni)
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Ricerca di Travers


   Nel suo ufficio, al nono piano, Mr Dursley sedeva sempre con la schiena rivolta alla finestra. Se così non fosse stato quella mattina avrebbe avuto ancor più difficoltà a concentrarsi sui suoi trapani. Lui non vide i gufi volare a sciami in pieno giorno, ma la gente per strada sì. E li additavano, guardandoli a bocca aperta, passare a tutta velocità, uno dopo l'altro sopra le loro teste. La maggior parte di quella gente non aveva mai visto un gufo neanche di notte. Ciononostante, Mr Dursley ebbe il privilegio di una mattinata perfettamente normale, del tutto immune dai gufi. Uscì dai gangheri con cinque persone diverse. Fece molte telefonate importanti e qualche altro urlaccio. Fino all'ora di pranzo, il suo umore si mantenne ottimo. A quel punto decise che, per sgranchirsi le gambe, avrebbe atTraversato la strada per andarsi a comperare una ciambella dal fornaio di fronte.
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   AtTraversò la strada a precipizio e raggiunse in tutta fretta il suo ufficio; intimò alla segretaria di non disturbarlo per nessuna ragione, afferrò il telefono, e aveva quasi finito di fare il numero di casa quando cambiò idea. Mise giù il ricevitore, si lisciò i baffi, pensando... no, era stato uno stupido. Potter non era poi un nome così insolito. Era certo che esistessero miriadi di persone chiamate Potter che avevano un figlio di nome Harry. E poi, ora che ci pensava, non era neanche tanto sicuro che suo nipote si chiamasse proprio Harry. Del resto, non lo aveva neanche mai visto. Avrebbe potuto chiamarsi Harvey. O Harold. Non c'era ragione di impensierire Mrs Dursley; se la prendeva tanto ogni volta che le si parlava della sorella! E non poteva darle torto: se l'avesse avuta lui, una sorella così... E tuttavia, quella gente avvolta nei mantelli...
Il bambino sopravvissuto (Cap. 1 Harry Potter 1)

   Una volta che si fu vestito, atTraversò l'ingresso diretto in cucina. Il tavolo scompariva quasi completamente sotto la pila dei regali di compleanno di Dudley. Sembrava proprio che Dudley fosse riuscito a ottenere il nuovo computer che desiderava tanto, per non parlare del secondo televisore e della bici da corsa. Il motivo preciso per cui Dudley voleva una bici da corsa era un mistero per Harry, visto che Dudley era molto grasso e detestava fare moto, a meno che - inutile dirlo - non si trattasse di prendere a pugni qualcuno. Il punching-ball preferito di Dudley era Harry, quando riusciva ad acchiapparlo, il che non era facile. Non sembrava, ma Harry era molto veloce. Forse per il fatto che viveva in un ripostiglio buio Harry era sempre stato piccolo e mingherlino per la sua età. E lo sembrava ancor più di quanto in realtà non fosse, perché non aveva altro da indossare che i vestiti smessi di Dudley, e Dudley era circa quattro volte più grosso di lui. Harry aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio di occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo aveva preso a pugni sul naso. L'unica cosa che a Harry piaceva del proprio aspetto era una cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta. Per quanto ne sapeva, l'aveva da sempre, e la prima domanda che ricordava di aver mai rivolto a zia Petunia era stata come se la fosse fatta.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   Dudley spalancò la bocca inorridito, ma il cuore di Harry balzò di gioia. Ogni anno, per il compleanno di Dudley, i genitori portavano lui e un suo amico fuori per tutto il giorno, in giro per parchi, a fare scorpacciate di hamburger o al cinema. Ogni anno Harry rimaneva con Mrs Figg, una vecchia signora mezza matta che viveva due Traverse più avanti. Harry detestava quella casa. Puzzava di cavolo e Mrs Figg lo costringeva a guardare le fotografie di tutti i gatti che aveva posseduto in vita sua.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

   ‘N-n-non... voglio... che... venga... pure lui!’ gridò Dudley tra un finto singhiozzo e l'altro. ‘Lui rovina s-s-sempre tutto!’ E lanciò a Harry un'occhiata malevola atTraverso uno spiraglio tra le braccia della madre.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)


   Invece, il giorno che fu trovato sul tetto delle cucine della scuola, passò un guaio terribile. La banda di amici di Dudley lo stava rincorrendo, come al solito, quando, con immensa sorpresa di Harry e di tutti, lui si era ritrovato seduto sul comignolo. I Dursley avevano ricevuto una lettera molto indignata della direttrice, la quale li informava che Harry aveva dato la scalata all'edificio scolastico. Eppure, lui aveva soltanto cercato (come gridò a zio Vernon atTraverso la porta sprangata del ripostiglio) di saltare dietro i grossi bidoni della spazzatura fuori della cucina. E credeva che, a metà di quel salto, una folata di vento lo avesse sollevato in aria.
Vetri che scompaiono (Cap. 2 Harry Potter 1)

    La fuga del boa constrictor brasiliano costò a Harry il castigo più lungo mai ricevuto fino a quel momento. Quando finalmente gli fu permesso di uscire dal ripostiglio, erano ormai iniziate le vacanze estive e Dudley aveva già rotto la nuova cinepresa, mandato a sbattere l'aeroplanino telecomandato, e la prima volta che aveva provato la bicicletta da corsa aveva investito l'anziana Mrs Figg che atTraversava Privet Drive con le stampelle.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   ‘FUORI!’ tuonò zio Vernon prendendoli entrambi per la collottola e scaraventandoli nell'ingresso; poi sbatté loro la porta di cucina in faccia. Immediatamente, i due ragazzi ingaggiarono una lotta furibonda ma silenziosa per decidere chi dovesse guardare dal buco della serratura. Vinse Dudley, per cui Harry, con gli occhiali che gli pendevano da un orecchio, si stese a pancia in sotto sul pavimento per ascoltare atTraverso la fessura della porta.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   Avrebbe aspettato il postino all'angolo di Privet Drive per farsi consegnare la posta del numero quattro. Il cuore gli batteva forte mentre atTraversava con cautela l'ingresso diretto verso la porta.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   Sabato la cosa cominciò a sfuggire di mano. Ventiquattro lettere indirizzate a Harry trovarono il modo di entrare in casa avvolte e nascoste dentro ognuna delle due dozzine di uova che il lattaio, perplesso, aveva consegnato a zia Petunia atTraverso la finestra del soggiorno. Mentre zio Vernon faceva telefonate inferocite all'ufficio postale e alla latteria, cercando qualcuno con cui prendersela, zia Petunia, in cucina, sminuzzava le lettere col frullatore.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   L'interno era orribile; c'era un forte odore di alghe, atTraverso le fessure delle pareti di legno fischiava il vento e il caminetto era umido e vuoto. C'erano solo due stanze.
Lettere da nessuno (Cap. 3 Harry Potter 1)

   In quel momento, la barca urtò dolcemente la banchina del porto. Hagrid ripiegò il giornale, ed entrambi risalirono la scaletta di pietra che portava sulla strada. I passanti guardavano Hagrid con tanto d'occhi, mentre i due atTraversavano la cittadina diretti alla stazione. Harry non sapeva dar loro torto. Non soltanto Hagrid era due volte più alto del normale, ma continuava ad additare cose del tutto comuni, come i parchimetri, dicendo ad alta voce: ‘Vedi, Harry? Questa è la roba che si inventano i Babbani!’
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Doris Crockford strinse un'ultima volta la mano a Harry e Hagrid gli fece strada atTraverso il bar; uscirono in un piccolo cortile circondato da un muro, dove non c'era altro che un bidone della spazzatura e qualche erbaccia.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Sorrise allo stupore di Harry. AtTraversarono l'arco. Harry gettò una rapida occhiata alle sue spalle e vide l'arco rimpicciolirsi, ridiventando un muro compatto.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Quando atTraversarono la porta d'argento, una coppia di?folletti si inchinò davanti a loro e li introdusse in un grande salone marmoreo. Un centinaio di altri folletti seduti su alti scranni dietro un lungo bancone scribacchiavano su grandi libri mastri, pesavano le monete su bilance di bronzo, ed esaminavano pietre preziose con la lente. Le porte erano troppo numerose per poterle contare, e altri folletti erano occupati ad aprirle e richiuderle per fare entrare e uscire le persone. Hagrid e Harry si avvicinarono al bancone.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)


   ‘Se chiunque non sia un folletto della Gringott provasse a farlo, verrebbe risucchiato atTraverso la porta e rimarrebbe prigioniero dentro’ disse Unci-unci.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   Era ormai pomeriggio avanzato e il sole era basso sull'orizzonte quando Harry e Hagrid si misero sulla via del ritorno ripercorrendo Diagon Alley, riatTraversarono il muro, fino al Paiolo magico, ormai deserto. Lungo il tragitto, Harry non disse una parola; non notò nemmeno quanta gente li guardasse a bocca aperta, in metropolitana, carichi com'erano di tutti quei pacchi dalle forme bizzarre, e con la civetta candida addormentata sulle ginocchia. Su per un'altra scala mobile, fuori di nuovo, giù verso Paddington Station; Harry si rese conto di dove si trovavano soltanto quando Hagrid gli batté sulla spalla.
Diagon Alley (Cap. 5 Harry Potter 1)

   ‘Giù la testa!’ gridò Hagrid quando le prime barche raggiunsero la scogliera; i ragazzi obbedirono e i battelli li trasportarono atTraverso una cortina d'edera che nascondeva una grande apertura sul davanti della scogliera stessa. Poi atTraversarono un lungo tunnel buio, che sembrava portare dritto sotto il castello, e infine raggiunsero una sorta di porto sotterraneo dove si arrampicarono tra scogli e sassi.
Il binario nove e tre quarti (Cap. 6 Harry Potter 1)

   Harry aveva di nuovo le gambe pesanti come il piombo, ma solo perché era stanco e con la pancia piena. Aveva troppo sonno per stupirsi del fatto che i ritratti lungo i corridoi bisbigliavano e si facevano segno, al loro passaggio, o che un paio di volte Percy fece passare i ragazzi atTraverso porte nascoste dietro a pannelli scorrevoli e arazzi appesi alle pareti. Salirono altre scale, sbadigliando e strascicando i piedi, e Harry stava già chiedendosi quanto avrebbero dovuto camminare ancora, quando si fermarono di colpo.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Harry, che cominciava a sentire caldo e sonno, alzò di nuovo lo sguardo verso il tavolo delle autorità. Hagrid era tutto intento a bere dal suo calice. La professoressa Mcgranitt conversava con il professor Silente. Il professor Raptor, con il suo assurdo turbante, parlava con un altro insegnante dai capelli neri e untuosi, il naso adunco e la pelle giallastra.
Accadde all'improvviso. L'insegnante dal naso adunco guardò dritto negli occhi di Harry, oltre il turbante di Raptor, e un dolore acuto atTraversò la cicatrice sulla fronte del ragazzo.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Harry, con la strana sensazione che le gambe gli fossero diventate di piombo, si mise in fila dietro a un ragazzo dai capelli color sabbia, e Ron dietro di lui. Uscirono dalla stanza, atTraversarono di nuovo la sala d'ingresso, oltrepassarono un paio di doppie porte, ed entrarono nella Sala Grande.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   La professoressa Mcgranitt era tornata. Uno a uno, i fantasmi si dileguarono atTraversando la parete di fronte.
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   Si sentì mancare il fiato, e come lui tutti gli altri. Una ventina di fantasmi erano appena entrati nella stanza, atTraversando la parete in fondo. Di color bianco perlaceo e leggermente trasparenti, scivolavano per la stanza parlando tra loro e quasi senza guardare gli allievi del primo anno. Sembrava che stessero discutendo. Quello che assomigliava a un monaco piccolo e grasso stava dicendo: ‘Io dico che bisogna perdonare e dimenticare; dobbiamo dargli un'altra possibilità...’
Il cappello Parlante (Cap. 7 Harry Potter 1)

   ‘Su col morale’ disse Ron. ‘Piton non fa altro che togliere punti a Fred e a George. Posso venire con te a trovare Hagrid?’
Alle tre meno cinque avevano lasciato il castello e avanzavano atTraverso il parco. Hagrid viveva in una casetta di legno al limitare della foresta proibita. Fuori della porta erano poggiati una balestra e un paio di stivali di gomma.
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)

   Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era assai sgradevole quando uno di loro, all'improvviso, scivolava atTraverso una porta che un ragazzo stava cercando di aprire. Nick-Quasi-Senza-Testa era sempre felice di indicare ai Grifondoro la giusta direzione, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a trabocchetto. Ti tirava in testa il cestino della carta straccia, ti sfilava il tappeto da sotto i piedi, ti lanciava addosso pezzi di gesso oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso e strillava: ‘PRESO!’
Il maestro delle Pozioni (Cap. 8 Harry Potter 1)


   ‘CORRETE!’ gridò Harry e tutti e quattro si misero a correre per la galleria, senza guardarsi indietro per vedere se Gazza li stesse seguendo. Girarono dietro lo stipite di una porta, percorsero un corridoio, e poi un altro, Harry in testa, senza la minima idea di dove si trovassero o di dove stessero andando. Passarono atTraverso un arazzo, lacerandolo, e si ritrovarono in un passaggio nascosto, lo percorsero a precipizio e sbucarono vicino all'aula di Incantesimi, che sapevano essere lontana mille miglia dalla sala dei trofei.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Hermione non aveva nessuna intenzione di darsi per vinta così facilmente. Seguì Ron atTraverso il passaggio, sibilandogli contro la propria ira, come un'oca inferocita.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Harry non riusciva a capacitarsi che potessero esistere persone tanto invadenti.
‘Andiamo’ disse a Ron. Fece cadere il ritratto della Signora Grassa e si arrampicò atTraverso il passaggio che si era aperto nel muro.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Sono le undici e mezzo’ bisbigliò finalmente Ron. ‘Dobbiamo andare’.
Si infilarono la vestaglia, presero ciascuno la propria bacchetta magica e atTraversarono la stanza della torre, scesero per la scala a chiocciola e raggiunsero la sala di ritrovo di Grifondoro. Dal camino, arrivava ancora il bagliore di alcuni tizzoni, che trasformava le poltrone in ombre nere e contorte. Avevano quasi raggiunto il buco coperto dal ritratto, quando, dalla poltrona più vicina, si sentì una voce: ‘Non ci posso credere, Harry! Ma che cosa stai facendo?’
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   Hermione Granger era nervosa quanto Neville al pensiero di volare. Il volo non era certo una cosa che si potesse imparare a memoria sui libri. Intendiamoci bene, non che lei non ci avesse mai provato. Giovedì, durante la colazione, li aveva rintontiti a forza di leggere notizie e informazioni sul volo in un libro della biblioteca intitolato Il Quidditch atTraverso i secoli. Neville pendeva letteralmente dalle sue labbra, nel disperato tentativo di carpire qualcosa che potesse aiutarlo a reggersi in sella alla scopa, ma gli altri furono più che contenti quando l'arrivo della posta interruppe la conferenza di Hermione.
Il duello di mezzanotte (Cap. 9 Harry Potter 1)

   ‘Percy’ sibilò Ron spingendo Harry dietro a un grosso grifone di pietra.
Tuttavia, guardando meglio, non videro Percy, bensì Piton, il quale atTraversò il corridoio e sparì dalla vista.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Harry si stava servendo una patata farcita, quando il professor Raptor entrò nella sala di corsa, con il turbante di Traverso e il terrore dipinto in volto. Tutti gli sguardi erano puntati su di lui mentre si avvicinava alla sedia del professor Silente, inciampava sul tavolo e con un filo di voce diceva: ‘Un mostro... nei sotterranei... pensavo di doverglielo dire’.
E si accasciò a terra svenuto.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   ‘I Cacciatori si lanciano la Pluffa e segnano quando la fanno passare atTraverso gli anelli’ recitò Harry. ‘Insomma... sarebbe un po' come la pallacanestro su manici di scopa con sei anelli, ho capito bene?’
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   Mancava poco alle sette e faceva già scuro quando Harry lasciò il castello per avviarsi al campo di Quidditch. Non era mai stato dentro allo stadio. Tutt'intorno c'erano centinaia di sedili a gradinate, per dar modo agli spettatori di vedere dall'alto lo svolgimento della partita. A ciascuna delle estremità del campo c'erano tre pali d'oro con degli anelli in cima. A Harry ricordarono i bastoncini di plastica atTraverso i quali i ragazzini dei Babbani soffiavano le bolle di sapone; ma questi erano alti circa quindici metri.
Halloween (Cap. 10 Harry Potter 1)

   ‘Chissà cosa pensa di fare Harry’ bofonchiò Hagrid. Stava guardando atTraverso il binocolo. ‘Direi che ha perso il controllo della sua scopa, direi... ma non può mica aver...’
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)


   Harry si sentiva irrequieto. Avrebbe voluto riavere Il Quidditch atTraverso i secoli per distrarsi dal pensiero della partita dell'indomani, che lo rendeva nervoso. Ma perché mai doveva aver paura di Piton? Alzandosi, comunicò a Ron e a Hermione che intendeva andargli a chiedere di restituirglielo.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   ‘Che cosa nascondi là dietro, Potter?’
Era il volume Il Quidditch atTraverso i secoli. Harry glielo mostrò.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Da quando Harry e Ron l'avevano salvata dal mostro, Hermione era diventata un po' meno rigida per quanto riguardava l'osservanza delle regole, il che la rendeva molto più simpatica. La vigilia della prima partita di Harry, si trovavano tutti e tre fuori nel cortile gelido, durante la ricreazione, e lei aveva fatto apparire per incanto un fuoco di un azzurro splendente, che si poteva trasportare tenendolo in un barattolo della marmellata. Ci si stavano scaldando tutti e tre la schiena, quando Piton atTraversò il cortile. Harry notò immediatamente che zoppicava. I tre ragazzi si strinsero intorno al fuoco per impedirne la vista; erano sicuri che fosse proibito. Purtroppo, l'espressione colpevole che portavano dipinta in faccia attirò l'attenzione di Piton. Il professore venne avanti. Non aveva notato il fuoco, ma sembrava che stesse cercando un pretesto per rimproverarli.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Era veramente una fortuna, per Harry, essere diventato amico di Hermione. Senza di lei, non avrebbe saputo come fare con i compiti, visto che Baston imponeva alla squadra allenamenti frequenti con breve preavviso. Lei gli aveva anche prestato il libro Il Quidditch atTraverso i secoli, una lettura molto interessante.
Il Quidditch (Cap. 11 Harry Potter 1)

   Il silenzio fu rotto da un grido lacerante, da far gelare il sangue nelle vene. Proveniva dal libro! Harry si affrettò a richiuderlo, ma il grido continuò ancora: un'unica nota acuta, ininterrotta, assordante. Arretrando, il ragazzo inciampò e urtò la lampada che si spense all'istante. Terrorizzato, udì dei passi lungo il corridoio all'esterno. Ripose nello scaffale il libro urlante e se la diede a gambe. Incrociò Gazza quasi sulla porta. Lo sguardo di quegli occhi pallidi e furenti lo atTraversò da parte a parte senza vederlo: Harry sgattaiolò sotto il braccio alzato del guardiano, e spiccò una corsa furibonda per il corridoio, con le grida del libro che gli risonavano ancora nelle orecchie.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Scivolò fuori dal dormitorio, scese per le scale, atTraversò la sala di ritrovo e si arrampicò su per il buco coperto dal ritratto.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   ‘P come Prefetto! Infilatelo anche tu, dai, ce li siamo messi tutti! Anche Harry ne ha avuto uno’.
‘Ma io... non... voglio...’ bofonchiò, mentre i gemelli gli infilavano a forza il maglione dalla testa, mandandogli gli occhiali di Traverso.
Lo specchio delle brame (Cap. 12 Harry Potter 1)

   Quando andarono giù da Hagrid per dirgli tutto, trovarono Thor seduto fuori della porta con la coda bendata. Hagrid parlò loro atTraverso la finestra.
‘Non vi faccio entrare’ spiegò. ‘Norberto è in vena di dispetti... ma io so bene come trattarlo’.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   ‘C'era qualcuno che spiava atTraverso le tendine... un ragazzino... è partito di corsa verso la scuola’.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   Malfoy era a pochi metri di distanza e si era fermato di colpo per ascoltare. Quanto aveva udito di quel che avevano detto? A Harry non piacque affatto l'espressione della sua faccia. Ron e Hermione fecero litigando la strada fino all'aula di Erbologia, e alla fine la ragazza acconsentì a scendere da Hagrid con gli altri due durante la ricreazione. Quando si udì la campana del castello che annunciava la fine della lezione, tutti e tre lasciarono cadere contemporaneamente gli attrezzi da giardinaggio e si affrettarono ad atTraversare il parco fino al margine della foresta. Hagrid li accolse col volto arrossato per l'eccitazione.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   Neanche loro capirono mai come fecero a trascinare quella cassa su fino al castello. Era quasi mezzanotte quando sollevarono la cassa con dentro Norberto per farle salire la scalinata di marmo e la trascinarono atTraverso l'ingresso e lungo i corridoi bui. Poi un'altra scala, e un'altra ancora: neppure la scorciatoia che conosceva Harry servì a facilitare il compito.
Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia (Cap. 14 Harry Potter 1)

   Fiorenzo rallentò l'andatura e si mise ad andare al passo, consigliò Harry di tenere giù la testa per schivare gli eventuali rami bassi, ma non dette risposta alla sua domanda. Avanzarono in silenzio atTraverso gli alberi, e Harry pensò che il centauro non volesse più parlargli. Ma mentre atTraversavano un punto dove il bosco era particolarmente fitto, il centauro si fermò di colpo.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   E così, Harry si incamminò verso il folto della foresta insieme a Malfoy e a Thor. Camminarono per quasi mezz'ora, addentrandosi sempre di più, fino a quando seguire il sentiero divenne quasi impossibile, tanto erano fitti gli alberi. A Harry sembrò che le macchie di sangue si facessero più frequenti. C'erano schizzi sulle radici di un albero, come se quella povera creatura ferita si aggirasse là attorno. Davanti a sé, atTraverso i rami intricati di un'antica quercia, Harry scorse di nuovo una radura.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   Avanzavano in silenzio, occhi a terra. Di tanto in tanto, un raggio di luna, filtrando atTraverso i rami alti degli alberi, illuminava una macchia di sangue blu-argenteo sulle foglie secche.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   Si avviarono atTraverso il parco immerso nell'oscurità. Neville non la smetteva di tirare su col naso. Intanto, Harry si domandava quale sarebbe stato il loro castigo. Doveva essere qualcosa di veramente orribile, altrimenti Gazza non avrebbe avuto quel tono gongolante.
La Foresta proibita (Cap. 15 Harry Potter 1)

   ‘Dobbiamo... ehm... dobbiamo venire con voi per atTraversare?’
Il cavaliere nero annuì. Ron si voltò verso i suoi compagni.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘E adesso, che cosa facciamo?’ sussurrò Harry.
‘Ma è chiaro, no?’ disse Ron. ‘Dobbiamo iniziare a giocare e via via atTraversare la stanza fino ad arrivare dall'altra parte’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   Ma non per nulla Harry era il Cercatore più giovane da un secolo a quella parte: aveva un vero e proprio talento per avvistare cose che gli altri non vedevano neppure. Dopo aver zigzagato per circa un minuto atTraverso quel turbine di piume di tutti i colori dell'arcobaleno, notò una grossa chiave argentata che aveva un'ala piegata, come se fosse stata già catturata e infilata bruscamente nella serratura.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   Inspirò profondamente, si coprì il viso con le braccia e spiccò la corsa per atTraversare la camera. Si aspettava di sentirsi piombare addosso da un momento all'altro becchi acuminati e artigli, ma non accadde nulla. Raggiunse incolume il portone. Tirò la maniglia, ma quello era chiuso a chiave.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Pensate che ci attaccheranno se atTraversiamo la camera?’ disse Ron.
‘Probabilmente’ rispose Harry. ‘Non sembrano molto cattivi, ma immagino che se scendessero tutti insieme in picchiata... Be', non c'è nient'altro da fare... Parto io’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   Allora si calò atTraverso l'imboccatura, fino a quando non rimase appeso solo per le punte delle dita. Poi, rivolgendosi a Ron che era rimasto di sopra, disse: ‘Se mi succede qualcosa, non venitemi dietro. Andate dritti filati alla voliera dei gufi e mandate Edvige da Silente. Siamo intesi?’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘E chi se ne importa!’ gridò Harry. ‘Ma non capite? Se Piton si porta via la Pietra, Voldemort torna! Non avete sentito che cosa è successo quando ha tentato di fargli le scarpe? Non ci sarà più una Hogwarts da cui essere espulsi! La raderà al suolo, o la trasformerà in una scuola di Magia Nera! Ormai, perdere punti non ha più importanza, non lo capite? O credete forse che, se il Grifondoro vince il campionato dei dormitori, lui lascerà in pace noi e le nostre famiglie? Se mi pescano prima che io riesca a prendere la Pietra, be', dovrò tornarmene dai Dursley e aspettare che Voldemort mi venga a cercare. Come dire che morirò un po' prima del previsto, visto che io con la Magia Nera non voglio aver niente a che fare! Guardate: io stanotte passo atTraverso quella botola, e nulla di quel che direte potrà fermarmi! Ve lo ricordate o no, che Voldemort ha ucciso i miei genitori?’
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘per stanotte’ disse Harry quando si fu accertato che la professoressa McGranitt non era più a tiro di voce. ‘Stanotte Piton ha intenzione di passare atTraverso la botola. Ha trovato tutto quello che gli occorre, e per di più adesso Silente è fuori circolazione. E' stato lui a mandare quel gufo: ci scommetto che al Ministero della Magia resteranno a bocca aperta quando vedranno arrivare Silente’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Ma che cosa ti frulla per la testa?’ chiese Ron. Ma Harry, atTraversando speditamente il parco diretto verso la foresta, non rispose.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘E anche noi, vero?’
‘Certo che no’ disse Hermione. ‘Su questa carta c'è scritto tutto quel che ci serve sapere. Sette bottiglie: tre contengono veleno, due vino, una ci farà atTraversare sani e salvi il fuoco nero e una ci aiuterà a superare quello viola per tornare indietro’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘Ho capito!’ esclamò. ‘Quella più piccola ci farà atTraversare il fuoco nero... per raggiungere la Pietra’.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   ‘E qual è che ci farà tornare indietro atTraversando le fiamme viola?’
Hermione indicò una bottiglia panciuta, all'estremità destra della fila.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

   Hermione si voltò, si diresse dritta filata verso il fuoco viola e lo atTraversò.
Harry inspirò profondamente e prese la bottiglia più piccola. Volse il viso verso le fiamme nere.
La botola (Cap. 16 Harry Potter 1)

    Per la prima volta un fremito di paura atTraversò il volto di Raptor.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Sbatté di nuovo le palpebre. Lentamente, come atTraverso una bruma, mise a fuoco il volto sorridente di Albus Silente.
L'uomo dai due volti (Cap. 17 Harry Potter 1)

    Zio Vernon tornò a sedersi, ansimando come un rinoceronte sfiatato e guardando Harry di Traverso con i suoi occhietti penetranti.
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

    Harry usci dalla stanza passando per la porta sul retro. Era una luminosa giornata di sole. AtTraversò il prato e si lasciò cadere sulla panchina del giardino, canticchiando tra sé: «Tanti auguri a me… tanti auguri a me…»
Il peggior compleanno (Cap. 1 Harry Potter 2)

   Harry riuscì a non cacciare un urlo, ma ci andò molto vicino. La piccola creatura che si trovava sul letto aveva enormi orecchie da pipistrello e due occhi verdi sporgenti, grandi come palle da tennis. Harry capì all’istante che era stato lui, quella mattina, a guardarlo atTraverso la siepe del giardino.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    «Basta così!» gridò Harry afferrando l’elfo per un braccio. «Non puoi dirlo, capisco. Ma perché stai avvertendo proprio me?» Un pensiero improvviso e spiacevole gli atTraversò la mente. «Aspetta un po’… è qualcosa che ha a che fare con Vol… scusa… con Tu-Sai-Chi, è vero? Basta che tu faccia di sì o di no con la testa» aggiunse in fretta, perché la testa di Dobby tornò a lanciarsi pericolosamente contro il muro.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

    Aprì gli occhi. La luna splendeva atTraverso l’inferriata. Ed effettivamente c’era qualcuno che lo fissava attonito da dietro le sbarre: qualcuno con il viso coperto di lentiggini, i capelli rossi e un lungo naso.
L'avvertimento di Dobby (Cap. 2 Harry Potter 2)

   «Ron!» esclamò in un soffio Harry, strisciando verso la finestra e aprendola in modo da poter parlare atTraverso le sbarre. «Ron, come hai… che cosa…?»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Finalmente, ansimanti, i ragazzi raggiunsero il pianerottolo e portarono il baule atTraverso la stanza fino alla finestra. Fred risalì in macchina e cominciò a tirare insieme a Ron, mentre Harry e George spingevano da dentro. Un centimetro dopo l’altro, il baule scivolò fuori.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Harry atTraversò di corsa la stanza mentre si accendeva la luce sul pianerottolo; afferrò la gabbia di Edvige, si precipitò alla finestra e la consegnò a Ron. Si stava arrampicando di nuovo sul cassettone, quando zio Vernon mollò un pugno sulla porta che, non essendo chiusa a chiave, si spalancò.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    «Quella è la strada principale» disse George guardando in giù atTraverso il parabrezza. «Tra dieci minuti siamo arrivati… meno male, sta albeggiando…»
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    L’automobile continuava ad abbassarsi. Ora, atTraverso gli alberi, brillava il contorno di un sole rosso vivo.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    La signora Weasley stava atTraversando il cortile a passo di marcia, gettando lo scompiglio tra i polli, e per quanto fosse una donna bassa, rotondetta e dal viso gentile, in quel momento assomigliava notevolmente a una tigre dai denti a sciabola.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    «Anche i Babbani hanno gli gnomi da giardino, sai?» disse Harry a Ron mentre atTraversavano il prato.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    AtTraversarono il giardino, affrettandosi a rientrare.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Sgusciarono fuori dalla cucina e atTraversarono uno stretto corridoio fino a una scala zigzagante che conduceva ai piani superiori. Al terzo c’era una porta socchiusa: Harry fece in tempo a vedere un paio di occhi scuri e luminosi che lo guardavano fisso prima che la porta si chiudesse con uno scatto.
La Tana (Cap. 3 Harry Potter 2)

    Ebbe la sensazione di essere risucchiato in un gigantesco imbuto. Gli sembrò di girare vorticosamente… il rombo nelle orecchie era assordante… Cercò di tenere gli occhi aperti, ma il turbinio delle fiamme verdi lo faceva sentir male… Qualcosa di duro gli colpì il gomito, e lui se lo strinse al corpo, continuando a roteare… Poi gli parve che delle mani gelide lo stessero schiaffeggiando… Socchiuse gli occhi e atTraverso gli occhiali vide una fila confusa di camini, con dietro delle stanze… 1 panini al prosciutto gli ballavano nello stomaco… Chiuse gli occhi, desiderando per l’ennesima volta di fermarsi e poi… cadde a faccia in giù su una fredda pietra e senti gli occhiali andare in frantumi.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    In una teca di vetro c’erano una mano avvizzita, appoggiata su un cuscino, un mazzo di carte macchiate di sangue e un occhio di vetro che lo guardava fisso. Dalle pareti, maschere dall’espressione maligna sembravano spiarlo, sopra al bancone era accatastato un assortimento di ossa umane e dal soffitto pendevano strumenti arrugginiti e acuminati. Ma la cosa peggiore di tutte era che la strada stretta e buia che Harry intravedeva atTraverso la vetrina polverosa decisamente non era Diagon Alley.
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    L’uomo che lo seguiva non poteva essere che suo padre. Aveva lo stesso viso pallido e appuntito, e gli stessi occhi freddi e grigi. Il signor Malfoy atTraversò il negozio guardando distrattamente gli oggetti esposti, suonò il campanello sul bancone e raccomandò al ragazzo: «Non toccare niente, Draco».
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    Hagrid avanzava verso di loro atTraverso quel mare di libri. In un attimo separò Weasley e Malfoy. Il primo aveva un labbro spaccato, mentre l’altro era stato colpito a un occhio da un volume dell’Enciclopedia dei funghi velenosi. Stringeva ancora in mano il vecchio libro di trasfigurazione di Ginny. Lo lanciò alla ragazzina, con un guizzo maligno negli occhi. «Tieni, ragazzina… prendi il tuo libro… è tutto quel che tuo padre riesce a darti!»
Alla libreria "Il Ghirigoro" (Cap. 4 Harry Potter 2)

    La mattina dopo ci volle la mano di dio per riuscire a partire. Si erano alzati al canto del gallo, ma non si sa come tutti avevano un mucchio di cose da fare. Mamma Weasley correva di qua e di là in cerca di calzini spaiati e di penne d’oca; nel trambusto, tutti si scontravano su e giù per le scale, mezzi svestiti e masticando panini, e poco mancò che il signor Weasley non si rompesse il collo inciampando in una gallina di passaggio mentre atTraversava il cortile per caricare in macchina il baule di Ginny.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Arrivarono alla stazione di King’s Cross alle undici meno un quarto. Il signor Weasley atTraversò di corsa la strada per procurarsi i carrelli portabagagli e poi, tutti insieme, si precipitarono in stazione.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Già l’anno prima Harry aveva preso l’Espresso per Hogwarts. Il difficile era arrivare al binario nove e tre quarti, ben nascosto agli occhi dei Babbani. Per riuscirci bisognava passare atTraverso la robusta barriera che divideva le banchine nove e dieci. Non faceva male, ma era un’impresa che richiedeva molta concentrazione perché i Babbani non si accorgessero che uno spariva.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Prima Percy» disse mamma Weasley guardando nervosamente il grande orologio della stazione, dal quale risultava che avevano soltanto cinque minuti per scomparire tutti quanti disinvoltamente atTraverso la barriera.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Ron sussultò guardando atTraverso il parabrezza e Harry si voltò appena in tempo per vedere un ramo grosso quanto un pitone che si abbatteva sull’auto. L’albero contro cui si erano schiantati era partito all’attacco. Aveva il tronco piegato in due e i suoi rami nodosi percuotevano ogni centimetro quadrato dell’automobile.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    AtTraverso il mare di cappelli neri a punta dell’uniforme di Hogwarts, Harry vide una lunga fila di allievi del primo anno dall’aria spaurita che stava facendo il suo ingresso. Tra questi c’era Ginny, riconoscibile per via dei capelli rossi marca Weasley. Nel frattempo la professoressa McGranitt, una strega occhialuta con i capelli raccolti in uno stretto chignon, sistemava il famoso Cappello Parlante su uno sgabello di fronte ai nuovi arrivati.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Se avesse gridato sarebbe stato meglio. Harry non sopportava la delusione che si avvertiva nella sua voce. Per qualche ragione non riuscì a guardarlo negli occhi e quindi parlò fissando le sue ginocchia. Gli disse tutto, tranne il fatto che il signor Weasley possedeva un’auto stregata, facendo sembrare che a lui e a Ron era capitato per caso di trovare un’auto volante, parcheggiata fuori della stazione. Sapeva che Silente non l’avrebbe bevuta, ma il preside non fece domande sull’automobile. Quando Harry ebbe terminato il racconto continuò semplicemente a guardarli atTraverso gli occhiali.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    «Ma ti rendi conto quanto siamo stati sfortunati?» disse Ron con la bocca piena di pollo e prosciutto. «Fred e George devono aver fatto volare quella macchina almeno cinque o sei volte e nessun Babbano li ha mai visti, a loro». Inghiottì e dette un altro grosso morso al tramezzino. «Ma perché non siamo riusciti a passare atTraverso la barriera?»
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Ma le sue parole vennero interrotte da un’improvvisa raffica di applausi, quando il ritratto della Signora Grassa lasciò aperto il varco. Sembrava che l’intero dormitorio di Grifondoro fosse sveglio: erano tutti pigiati nella sala comune circolare, in piedi sopra i tavoli sbilenchi e sulle molli poltrone, in attesa del loro arrivo. Alcune braccia si tuffarono atTraverso l’apertura lasciata dal quadro per tirare dentro Harry e Ron, e a Hermione non rimase che affrettarsi a seguirli.
Il Platano Picchiatore (Cap. 5 Harry Potter 2)

    Harry, Ron e Hermione lasciarono insieme il castello, atTraversarono il fazzoletto d’orto e si diressero verso le serre dove venivano custodite le piante magiche. Per lo meno, dalla Strillettera una cosa buona era venuta: sembrava che Hermione pensasse che i suoi amici fossero stati puniti abbastanza ed era tornata amichevole come sempre.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    Avvicinandosi alle serre videro il resto della classe in attesa della professoressa Sprite. I tre ragazzi avevano appena fatto in tempo a unirsi ai compagni quando lei apparve atTraversando il prato a gran passi, accompagnata da Gilderoy Allock. Portava una bracciata di bende e con un’altra fitta al cuore Harry vide da lontano che il Platano Picchiatore aveva molti rami fasciati.
Gilderoy Allock (Cap. 6 Harry Potter 2)

    «Be’, la Pluffa — una palla rossa, piuttosto grossa — serve per fare goal. Tre Cacciatori per ogni squadra si lanciano la Pluffa e cercano di farla passare atTraverso i pali all’estremità del campo: sono tre lunghi pali con in cima degli anelli».
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    Ma non ci fu verso che Colin smettesse di tempestarlo di domande mentre atTraversavano i prati che degradavano verso il campo da gioco e Harry riuscì a levarselo di torno soltanto quando arrivò agli spogliatoi. Colin gli gridò dietro con la sua vocetta stridula: «Vado a scegliermi un posto in prima fila, Harry!» e spiccò una corsa verso le tribune.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Fuori dai piedi, Colin!» gli gridò Harry infuriato. Poi, insieme a Hermione, trascinò Ron fuori dello stadio e poi giù, atTraverso i campi, verso il limitare della foresta.
Mezzosangue e mezze voci (Cap. 7 Harry Potter 2)

    «Salve, salve» rispose lui sobbalzando e guardandosi intorno. Di Traverso sui lunghi capelli ondulati portava un magnifico cappello piumato e indossava una tunica con una gorgiera che nascondeva la sua testa quasi del tutto recisa dal collo. Era pallido come un cencio e atTraverso il suo corpo diafano Harry poteva vedere il cielo scuro e la pioggia che veniva giù a catinelle.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    Nick si fermò di scatto e Harry gli passò atTraverso. Avrebbe voluto non averlo fatto: fu come passare sotto una doccia gelata.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Stai attento a non passare atTraverso gli spettri» disse Ron nervoso, e si avviarono lungo il bordo della pista da ballo. Passarono accanto a un gruppo di malinconiche suore, a un uomo stracciato in catene e al Frate Grasso, un allegro fantasma del Tassorosso, che stava parlando con un cavaliere con una freccia conficcata in fronte. Harry non fu sorpreso di vedere che gli altri fantasmi facevano largo intorno al Barone Sanguinario, un fantasma dei Serpeverde, macilento, dallo sguardo fisso, coperto di macchie di sangue argenteo.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    Harry guardò esterrefatto un fantasma corpulento avvicinarsi al tavolo, piegarsi e atTraversare un salmone puzzolente a bocca spalancata.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    «Riesci a sentire il sapore, se ci passi atTraverso?» gli chiese Harry.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    AtTraverso le pareti del sotterraneo irruppero una dozzina di cavalli-fantasma, montati da cavalieri senza testa. Il pubblico applaudì entusiasta; anche Harry cominciò ad applaudire, ma smise subito alla vista della faccia di Nick-Quasi-Senza-Testa.
La festa di complemorte (Cap. 8 Harry Potter 2)

    La punta del lungo naso aquilino di Silente si trovava a poco più di un centimetro dal pelo di Mrs Purr. La stava osservando da vicino, atTraverso i suoi occhiali a mezzaluna e le sue dita tastavano e premevano con garbo. Anche la McGranitt era china sulla bestiola, quasi altrettanto vicina, e i suoi occhi erano due fessure. Piton si teneva in disparte dietro di loro, per metà in ombra, e sul volto aveva l’espressione più strana che si potesse immaginare: era come se stesse facendo di tutto per non sorridere. Quanto ad Allock, gironzolava di qua e di là avanzando ipotesi.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    Storia della Magia era la materia più noiosa del programma. La teneva il professor Rüf, l’unico insegnante fantasma, e la cosa più eccitante mai accaduta durante le sue lezioni era il suo ingresso in aula atTraverso la lavagna. Decrepito e avvizzito, molti dicevano che non si era accorto di essere morto. Era accaduto semplicemente che un giorno, alzatosi per andare a lezione, aveva lasciato il proprio corpo su una poltrona davanti al camino, nella stanza dei professori; ma anche così, le sue abitudini non erano minimamente cambiate.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    Harry si rialzò in piedi e si avvicinò alla finestra, accanto al messaggio scritto sulla parete. Hermione indicava il pannello di vetro in alto, dove una ventina di ragni si davano alla fuga azzuffandosi per passare atTraverso una piccola fenditura. Un lungo filo argenteo pendeva a mo’ di fune, come se tutti, nella fretta di andarsene, se ne fossero serviti per arrampicarsi.
La scritta sul muro (Cap. 9 Harry Potter 2)

    Ora la pioggia cadeva più fitta. Al fischio di Madama Bumb Harry scalciò con forza sollevandosi in aria, e subito udì il sibilo che tradiva la presenza del Bolide alle sue spalle. Il ragazzo volò sempre più in alto. Descrisse ampie curve e scese a capofitto, si mosse a spirale, a zig-zag e si capovolse. Anche se lievemente stordito, riusciva a tenere gli occhi bene aperti. La pioggia picchiettava sui suoi occhiali e, quando Harry dovette fare una capriola per evitare un’altra picchiata feroce del Bolide, gli si infilò su per le narici. Da terra, gli giungeva l’eco delle risate della folla; si rendeva conto di essere molto ridicolo, ma il Bolide fellone era pesante e non poteva cambiare direzione rapidamente come lui. Cominciò a salire e scendere in picchiata lungo tutto il perimetro dello stadio, cercando di distinguere, atTraverso il fitto lenzuolo di pioggia argentea, la porta del Grifondoro, dove Adrian Pucey stava cercando di superare Baston…
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    AtTraverso la fitta barriera di gambe che lo circondavano, Harry intravide Fred e George Weasley che cercavano di cacciare il Bolide in una scatola, ma quello opponeva ancora una fiera resistenza.
Il bolide fellone (Cap. 10 Harry Potter 2)

    «Sono io» disse chiudendosi la porta alle spalle. Da dentro il gabinetto si udì qualcosa cadere rumorosamente dentro l’acqua e un respiro soffocato; poi Harry vide l’occhio di Hermione sbirciare atTraverso il buco della serratura.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Una settimana dopo, Harry, Ron e Hermione stavano atTraversando la Sala d’Ingresso quando videro un gruppo di studenti intorno alla bacheca della scuola, intenti a leggere una pergamena che era appena stata affissa. Seamus Finnigan e Dean Thomas, eccitatissimi, gli fecero cenno di avvicinarsi.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Ron lo trascinò fuori dalla sala e Hermione li seguì. Quando atTraversarono il portone, tutti si ritrassero facendogli ala, come se temessero di prendersi un contagio. Harry non aveva la più pallida idea di quel che stesse accadendo, e Ron e Hermione non gli diedero spiegazioni fino a che non lo ebbero trascinato nella sala di ritrovo del Grifondoro. Allora Ron lo costrinse a sedere in poltrona e disse: «Tu sei un Rettilofono… Perché non ce l’hai detto?»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    Salì le scale e poi svoltò per un altro corridoio, particolarmente buio; le torce erano state spente da un forte spiffero gelato che soffiava atTraverso una finestra semichiusa. Giunto a metà strada, inciampò e cadde sopra qualcosa che giaceva sul pavimento.
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Ah, c’è Potter picchiatello!» chiocciò il folletto passando davanti a Harry a tutta velocità e mandandogli di Traverso gli occhiali. «Che cosa sta facendo Potter? Perché Potter si aggira furtivo…»
Il Club dei Duellanti (Cap. 11 Harry Potter 2)

    «Presto, una medicina per il mal di stomaco!» grugnì Ron, e senza altre storie atTraversarono di corsa la sala comune dei Serpeverde, si lanciarono contro la parete di pietra e atTraversarono il passaggio segreto, sperando ardentemente che Malfoy non si fosse accorto di nulla. Harry rimpiccioliva e sentiva i piedi sciacquare dentro le enormi scarpe di Goyle e i vestiti ballargli addosso. Fecero di volata le scale verso la sala d’ingresso, che era avvolta nell’oscurità: dall’armadio dove erano rinchiusi Tiger e Goyle provenivano dei colpi soffocati. Lasciarono le scarpe fuori dall’armadio e, con i soli calzini ai piedi, fecero di corsa la scalinata di marmo, dritti al bagno di Mirtilla Malcontenta.
La Pozione Polisucco (Cap. 12 Harry Potter 2)

    «Andiamo a vedere» disse Harry, e tirandosi gli abiti sopra le caviglie atTraversarono la grande pozza d’acqua, fino alla porta con su scritto GUASTO. Come sempre ignorarono l’avviso ed entrarono.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    «Ma se qualcuno ti tira addosso qualcosa non può certo farti male» disse Harry in tono ragionevole. «Voglio dire che l’oggetto ti passerebbe atTraverso, non è così?»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Ma, decisamente, aveva detto la cosa sbagliata. Mirtilla si gonfiò tutta e strillò: «Molto bene! Allora facciamo che tutti tirino libri addosso a Mirtilla, tanto lei non sente dolore! Dieci punti se le atTraversi lo stomaco! Cinquanta se le atTraversi la testa! Benone, ha, ha, ha! Ma che gioco divertente! Per tutti, tranne che per me!»
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    «Be’, non è un’informazione che ci torni particolarmente utile» commentò Ron. Poi, abbassando la voce: «Cinquanta punti se riesci a farlo passare atTraverso il naso di Mirtilla».
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    A Harry sembrò di essere rimasto lì almeno un’ora. L’unica cosa che riusciva a scorgere era Riddle, appostato vicino alla porta, immobile come una statua, spiare atTraverso la fessura. La tensione dell’attesa si allentò, e proprio mentre Harry cominciava a desiderare di tornare al presente, udì qualcosa muoversi fuori della porta.
Il diario segretissimo (Cap. 13 Harry Potter 2)

    Il tragitto atTraverso i corridoi bui e deserti non fu piacevole. Spesso Harry aveva girovagato per il castello di notte, ma non l’aveva mai visto cosi frequentato, dopo il tramonto. Insegnanti. Prefetti e fantasmi pattugliavano i corridoi a coppie per controllare che non si tenessero attività insolite. Il Mantello dell’invisibilità non impediva ai due ragazzi di fare rumore e ci fu un momento di particolare tensione quando Ron urtò qualcosa con il piede a pochi metri dal luogo dove Piton montava la guardia. Per fortuna Piton starnutì quasi nello stesso momento in cui Ron si faceva sfuggire un’imprecazione. Raggiungere e aprire le porte di quercia dell’ingresso principale fu un vero sollievo.
Cornelius Caramell (Cap. 14 Harry Potter 2)

    «Non vogliamo più correre rischi» aveva detto Madama Chips severa, parlandogli atTraverso una fessura della porta. «No, mi dispiace, ma il rischio che l’aggressore si rifaccia vivo per dare il colpo di grazia a queste persone è troppo grosso…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    AtTraversare il castello evitando gli insegnanti di ronda, fu ancora una volta un’impresa ardua. Ma alla fine raggiunsero la Sala d’Ingresso, tirarono il chiavistello del portone di quercia, lo socchiusero e, cercando di evitare il minimo scricchiolio, sgattaiolarono fuori, sui campi illuminati dalla luna.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    «Naturalmente» disse all’improvviso Ron mentre atTraversavano i prati, «può anche darsi che arriviamo fino alla foresta e scopriamo che non c’è niente da seguire. Può darsi che quei ragni andassero da tutt’altra parte. Lo so che parevano avviati in quella direzione, ma sai com’è…»
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Tesero le orecchie. Alla loro destra, a una certa distanza, la ‘grossa cosa’ si apriva un varco atTraverso gli alberi, spezzando rametti al passaggio.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    «Prendi Thor!» gridò Harry tuffandosi sul sedile anteriore. Ron afferrò il cane per la pancia e lo lanciò, ululante, sul sedile posteriore. Le portiere sbatterono. Ron non toccò neanche l’acceleratore, ma il veicolo non aveva bisogno di lui. Parti con un rombo, urtando altri ragni. Risalirono il pendio a tutta velocità, uscirono dalla fossa e ben presto atTraversarono la foresta, con i rami che sbattevano contro i finestrini. L’automobile, con grande sagacia, seguiva il percorso migliore, scegliendo i passaggi meno angusti, lungo un tragitto che aveva tutta l’aria di conoscere bene.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Avanzavano a tutta velocità atTraverso il sottobosco; Thor latrava rumorosamente sul sedile posteriore e quando passarono molto vicino a una grossa quercia Harry vide lo specchio retrovisore esterno staccarsi di schianto dall’ala. Dopo dieci minuti di quella frastornante gimcana gli alberi si fecero più radi e Harry riuscì a intravedere di nuovo qualche fazzoletto di cielo.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Poi la macchina inchiodò così all’improvviso che per poco i ragazzi non furono scaraventati contro il parabrezza. Erano arrivati al limitare della foresta. Thor, che non vedeva l’ora di scendere, si lanciava contro il finestrino e quando Harry aprì la portiera schizzò via atTraverso gli alberi, verso la casa di Hagrid, con la coda tra le zampe. Uscì anche Harry e Ron, che sembrava aver recuperato l’uso degli arti, dopo un paio di minuti lo seguì con il collo ancora rigido e lo sguardo fisso. Harry diede un colpetto di gratitudine all’automobile mentre questa ingranava la marcia indietro e tornava a immergersi nella foresta.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Quando furono più vicini al castello Harry sistemò con cura il mantello per assicurarsi che fossero nascosti fino ai piedi e socchiuse il portone cigolante. RiatTraversarono con cautela la Sala d’Ingresso quindi risalirono la scalinata di marmo, trattenendo il fiato mentre percorrevano i corridoi pattugliati da vigili sentinelle. Finalmente furono in salvo nella sala comune dei Grifondoro, dove il fuoco si era consumato lasciando soltanto un mucchio di braci tremolanti. Si tolsero il mantello e salirono la scala a chiocciola che portava al dormitorio.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    Tirò su le gambe e si sedette sul letto, appoggiato ai cuscini, guardando la luna che, atTraverso la finestra della torre, lo inondava di luce.
Aragog (Cap. 15 Harry Potter 2)

    A Percy andò di Traverso un sorso di tè.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    «Il Basilisco uccide le persone con lo sguardo. Ma nessuno era morto… perché nessuno l’ha guardato dritto negli occhi. Colin lo ha visto atTraverso l’obbiettivo della macchina fotografica. Lo sguardo del Basilisco gli ha bruciato la pellicola, ma Colin è rimasto soltanto pietrificato. Justin… Justin deve aver visto il Basilisco atTraverso Nick-Quasi-Senza-Testa! Nick ne è stato investito in pieno, ma non poteva mica morire di nuovo… e accanto a Hermione e all’altra ragazza, il Prefetto dei Corvonero, è stato trovato uno specchio. Hermione aveva capito che il mostro era un Basilisco. Sono pronto a scommettere che ha avvertito la prima persona che ha incontrato di non girare un angolo senza prima averci guardato dietro con uno specchio! Così quella ragazza ha tirato fuori lo specchietto… e…»
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Si nascosero; sopra la loro testa sentirono il trambusto di centinaia di piedi; poi la porta della sala venne spalancata. Spiando atTraverso le pieghe ammuffite dei mantelli, i due ragazzi videro entrare gli insegnanti. Alcuni avevano l’aria perplessa, altri apparivano decisamente spaventati. Infine arrivò la professoressa McGranitt.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Siccome Harry non riusci a pensare a niente di meglio e voleva disperatamente avere qualcosa da fare, acconsentì. Intorno a loro, gli altri Grifondoro erano così tristi e sconsolati e talmente dispiaciuti per i Weasley che nessuno cercò di fermarli quando si alzarono, atTraversarono la sala e uscirono passando per il buco del ritratto.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Quando Harry bussò, all’interno cadde un improvviso silenzio. Poi la porta venne socchiusa di pochi millimetri e i due ragazzi videro uno degli occhi di Allock che sbirciava atTraverso la fessura.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Quel che videro li raggelò. Harry riuscì a intravedere soltanto la sagoma di qualcosa di immenso, tutto spire, steso di Traverso nel tunnel. Era immobile.
La Camera dei Segreti (Cap. 16 Harry Potter 2)

    Al pilastro più vicino era appoggiato un ragazzo alto dai capelli neri. I contorni della sua figura erano stranamente sfocati, come se Harry lo vedesse atTraverso una finestra appannata. Ma come non riconoscerlo?
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Era sparito. La bacchetta di Harry cadde a terra poi fu il silenzio. Silenzio, salvo il gocciolio continuo dell’inchiostro che trasudava ancora dal diario. Il veleno del Basilisco, atTraversandolo, l’aveva bruciato, producendo un buco che ancora sfrigolava.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Gli rispose il grido soffocato dell’amico e dopo l’ultima curva scorsero la sua faccia ansiosa scrutare atTraverso il grosso varco che era riuscito ad aprire nel mucchio di massi.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Ginny!» Ron allungò un braccio atTraverso il varco per aiutarla a passare per prima. «Sei viva! Non riesco a crederci! Cos’è successo?»
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    Fanny aveva seguito Ginny atTraversando il varco.
L'erede di Serpeverde (Cap. 17 Harry Potter 2)

    «Lo stesso dell’altra volta, Lucius» disse Silente. «Ma questa volta Voldemort ha agito atTraverso un’altra persona. Servendosi di questo diario».
Un premio per Dobby (Cap. 18 Harry Potter 2)

   Ne uscì un libro. Harry ebbe appena il tempo di notare la bella copertina verde, con sopra inciso a lettere d'oro il titolo Il Libro Mostro dei Mostri, prima che il volume scattasse in equilibrio sul bordo dandosi alla fuga di Traverso sul letto come un granchio bizzarro.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Il libro cadde dal letto con un tonfo sordo e atTraversò rapido la stanza. Harry lo seguì, guardingo. Il libro si era nascosto nello spazio buio sotto la sua scrivania. Pregando che i Dursley fossero ancora profondamente addormentati, Harry si mise a quattro zampe e si tese verso il dono.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Harry si voltò verso gli altri uccelli. Uno dei due, una grossa civetta candida, era la sua Edvige. Anche lei portava un grosso pacco, e sembrava estremamente soddisfatta di sé. Diede a Harry un colpetto affettuoso col becco mentre lui la liberava del fardello, poi volò atTraverso la stanza per raggiungere Errol.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Harry non riconobbe il terzo gufo, un bell'animale fulvo, ma capì all'istante da dove veniva perché, oltre a un terzo grosso pacco, portava una lettera con il sigillo di Hogwarts. Quando Harry gli prese il pacco, il gufo arruffò le piume con aria d'importanza, spalancò le ali e spiccò il volo nella notte atTraverso la finestra.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Harry, benché ancora piuttosto piccolo e mingherlino per la sua età, era cresciuto di qualche centimetro nell'ultimo anno. I suoi capelli nerissimi, comunque, erano quelli di sempre: ostinatamente in disordine, qualunque cosa facesse. Gli occhi dietro le lenti erano verdi e brillanti, e sulla fronte, chiaramente visibile atTraverso il ciuffo, c'era una sottile cicatrice a forma di saetta.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Harry atTraversò la stanza buia, oltrepassò la grande gabbia vuota di Edvige e andò verso la finestra aperta. Si sporse sul davanzale: l'aria fresca della notte era piacevole sulla faccia dopo tutto quel tempo passato sotto le coperte. Edvige era via da due notti ormai. Harry non era preoccupato, era stata lontana da casa altrettanto a lungo prima di allora, ma sperava che tornasse presto: era l'unica creatura vivente in quella casa che non si scomponesse alla sua vista.
Posta via gufo (Cap. 1 Harry Potter 3)

   Harry faceva colazione ogni mattina al Paiolo magico, osservando gli altri ospiti: buffe streghette di campagna, in città per un giorno di shopping; maghi dall'aspetto venerabile che discutevano l'ultimo articolo su Trasfigurazione Oggi; stregoni dall'aria selvatica, nani rauchi e una volta perfino una fattucchiera, che ordinò un piatto di fegato crudo parlando atTraverso un pesante passamontagna di lana.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Così pagarono i gelati e atTraversarono la strada fino al Serraglio Stregato.
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   Non richiesta, l'immagine della bestia nell'ombra di Magnolia Crescent gli atTraversò la mente. Che fare quando si prepara il Peggio...
Il Paiolo Magico (Cap. 4 Harry Potter 3)

   «Va tutto bene, Grattastinchi» lo blandì Hermione atTraverso i vimini. «Ti farò uscire sul treno».
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Un attimo dopo l'atTraversarono ritrovandosi sul binario nove e tre quarti davanti all'Espresso di Hogwarts, un treno a vapore scarlatto, che sbuffava fumo su un binario affollato di streghe e maghi che salutavano i loro figli.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   «Quelli del primo anno da questa parte!» gridò una voce familiare. Harry, Ron e Hermione si voltarono e all'altro capo della banchina videro la sagoma gigantesca di Hagrid, che riuniva i nuovi, spaventatissimi studenti per la tradizionale Traversata del lago.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Mentre la carrozza atTraversava una maestosa cancellata in ferro battuto, affiancata da colonne di pietra sormontate da cinghiali alati, Harry vide altri due Dissennatori torreggianti e incappucciati che facevano la guardia ai lati dell'ingresso. Un'ondata di freddo malessere minacciò di assalirlo di nuovo; appoggiò la schiena al sedile bitorzoluto e chiuse gli occhi finché non furono passati. La carrozza prese velocità sul lungo viale che saliva al castello; Hermione si sporse dal finestrino a guardare le torri e i torrioni avvicinarsi. Infine, la carrozza si fermò, e Ron e Hermione scesero.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Hermione diede una spinta a Ron per farlo muovere, e i tre si unirono alla folla che sciamava per le scale, atTraversava i portoni di quercia ed entrava nella Sala d'Ingresso illuminata da torce fiammeggianti, da cui partiva una maestosa scalinata di marmo che portava ai piani superiori.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Ron rimase a guardare la professoressa McGranitt che spingeva Harry e Hermione via dalla folla rumorosa; insieme i tre atTraversarono la Sala d'Ingresso, salirono le scale e si incamminarono lungo un corridoio.
Il Dissennatore (Cap. 5 Harry Potter 3)

   Finirono in fretta la colazione, salutarono Fred e George e riatTraversarono la sala. Mentre passavano accanto al tavolo dei Serpeverde, Malfoy fece ancora finta di svenire. Le risate seguirono Harry fino all'ingresso.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Lo inseguirono lungo il corridoio, guidati dal clangore dell'armatura. Ogni tanto lo vedevano correre atTraverso un quadro davanti a loro.
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   Ron e Hermione non si parlavano. Harry marciò accanto a loro in silenzio mentre atTraversavano i prati scendendo verso la capanna di Hagrid, al
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Io ho il permesso di atTraversare i prati!» esclamò Harry piccato. «Sirius Black non ha ancora superato la sorveglianza dei Dissennatori, no?»
Artigli e foglie di tè (Cap. 6 Harry Potter 3)

   «Ottimo» disse Fred, che aveva seguito Harry atTraverso il buco del ritratto. «Devo andare da Zonko, sono a corto di Pallottole Puzzole».
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   George Weasley cercò di bloccare il gatto, ma non ci riuscì; Crosta passò atTraverso venti paia di gambe e s'infilò sotto un vecchio cassettone; Grattastinchi si immobilizzò, si appiattì e prese a sferrare zampate furiose sotto il mobile.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Ron atTraversò la sala comune, salì le scale e sparì nel dormitorio dei ragazzi.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Il banchetto di Halloween era sempre grandioso, ma avrebbe avuto un altro sapore se fosse arrivato a chiusura di una giornata a Hogsmeade con tutti gli altri. Niente di quello che dissero i ragazzi riuscì a consolare Harry. Dean Thomas, che era abile con la penna, si offrì di falsificare la firma di zio Vernon sul modulo, ma dal momento che Harry aveva già detto alla professoressa McGranitt che il permesso non era stato firmato, era del tutto inutile. Ron suggerì con scarso entusiasmo l'uso del Mantello dell'Invisibilità, ma Hermione fu irremovibile e gli ricordò che Silente aveva detto loro che i Dissennatori potevano vedere atTraverso la stoffa. Quanto a Percy, riuscì a pronunciare le parole meno consolanti in assoluto.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Harry lo ignorò e si avviò tutto solo su per la scalinata di marmo, atTraversò i corridoi deserti e tornò alla Torre del Grifondoro.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Il ritratto si aprì e Harry entrò atTraverso il buco nella sala comune. Era piena di studenti del primo e del secondo anno che chiacchieravano, e c'era anche qualche studente più anziano che evidentemente aveva visitato Hogsmeade tante di quelle volte da non trovarla più una novità eccitante.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   Dopodiché non ebbe scelta: si voltò e riatTraversò il buco del ritratto.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Meglio scendere, sapete, il banchetto comincia fra cinque minuti...» Corsero via atTraverso il buco del ritratto e si tuffarono nella folla, continuando a parlare di Piton.
La fuga della Signora Grassa (Cap. 8 Harry Potter 3)

   «Mmm...» La professoressa McGranitt si alzò e guardò fuori dalla finestra, verso il campo da Quidditch, a stento visibile atTraverso la pioggia. «Be'... il cielo sa quanto vorrei che finalmente vincessimo la Coppa... ma comunque, Potter... sarei più tranquilla se fosse presente un insegnante. Chiederò a Madama Bumb di assistere ai vostri allenamenti».
Una Grama sconfitta (Cap. 9 Harry Potter 3)

   Un raggio di sole invernale atTraversò la classe, illuminando i capelli grigi di Lupin e i segni sul suo giovane volto.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Era una mappa che mostrava ogni particolare del castello e del parco di Hogwarts. Ma la cosa davvero sorprendente erano le minuscole macchie d'inchiostro che si muovevano sulla carta, ciascuna contrassegnata da un nome scritto molto piccolo su un cartiglio. Stupefatto, Harry si curvò sulla cartina. Una macchiolina con il suo cartiglio nell'angolo superiore sinistro mostrava il professor Silente intento a camminare su e giù per il suo studio; il gatto del custode, Mrs Purr, si aggirava per il secondo piano, e Pix il Poltergeist al momento atTraversava a balzi la sala dei trofei. E mentre il suo sguardo percorreva i familiari corridoi, Harry notò qualcos'altro.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   «Non può entrare atTraverso un passaggio segreto» disse Harry in fretta. «Ce ne sono sette sulla mappa, giusto? Fred e George suppongono che Gazza ne conosca già quattro. Quanto agli altri tre, uno è bloccato, quindi nessuno può prenderlo. Uno ha il Platano Picchiatore piantato sull'ingresso, quindi di lì non si può uscire. E quello che ho appena usato... be'... è molto difficile vedere l'entrata giù in cantina... quindi, a meno che non sapesse già della sua esistenza...»
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Harry tremava; a differenza degli altri due, non aveva il mantello. Risalirono la via, le teste chine contro il vento, Ron e Hermione intenti a urlare atTraverso le sciarpe.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Harry era più che d'accordo: il vento era tagliente e lui aveva le mani gelate, così atTraversarono la strada e dopo qualche minuto entravano nella piccola locanda.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Una corrente improvvisa gli scompigliò i capelli. La porta dei Tre Manici si era riaperta. Harry gettò uno sguardo in quella direzione da sopra l'orlo del boccale e la Burrobirra gli andò di Traverso.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   L'albero di Natale accanto al tavolo si sollevò di mezzo metro, scivolò di lato e atterrò con un tonfo morbido esattamente davanti al loro tavolo, nascondendoli alla vista degli insegnanti. AtTraverso i fitti rami più in basso Harry vide quattro sedie allontanarsi dal tavolo accanto al loro, poi sentì i grugniti e i sospiri degli insegnanti e del Ministro mentre si sedevano.
La Mappa del Malandrino (Cap. 10 Harry Potter 3)

   Così presero i mantelli, passarono atTraverso il ritratto («Combattete, cani rognosi dal ventre giallo!»), scesero nel castello deserto e uscirono dal portone di quercia.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «Dubito che faccia molta differenza» disse gelida la professoressa McGranitt, «a meno che un pazzo armato di ascia non sia appostato dietro la porta pronto a fare a pezzi il primo che atTraversa l'ingresso».
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   «Probabilmente cercherà di farsi aumentare le lezioni» disse Ron con uno sbadiglio mentre atTraversavano l'ingresso, completamente sgombro di pazzi armati di ascia.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   La professoressa McGranitt girò sui tacchi e portando con sé la Firebolt riatTraversò il buco del ritratto, che si chiuse alle sue spalle. Harry rimase a guardare nel vuoto anche quando fu sparita, con il barattolo di Lucido per manici ancora stretto in mano. Ron si voltò come una furia verso Hermione.
La Firebolt (Cap. 11 Harry Potter 3)

   Un raggio di luce atTraversò l'erba, colpì un albero e ne illuminò i rami; lì, accovacciato tra le foglie nuove, c'era Grattastinchi.
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   La professoressa McGranitt lo fissò incredula.
«Non dire sciocchezze, Weasley, come avrebbe fatto a passare atTraverso il ritratto?»
Grifondoro contro Corvonero (Cap. 13 Harry Potter 3)

   I gufi della scuola planarono nella Sala Grande portando la posta come al solito, e a Neville andò il boccone di Traverso mentre un grosso gufo at terrava davanti a lui con una lettera scarlatta nel becco. Harry e Ron, che erano seduti di fronte, riconobbero subito la lettera: Ron ne aveva ricevuta una così da sua madre l'anno prima.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Malfoy all'improvviso scorse Ron. Il suo volto pallido fu atTraversato da un ghigno malvagio.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Di ritorno a Mielandia, giù per i gradini della cantina, sotto il pavimento di pietra, atTraverso la botola... Harry si sfilò il Mantello, se lo ficcò sottobraccio e corse, corse lungo il passaggio segreto... Malfoy sarebbe arrivato prima... quanto ci avrebbe messo a trovare un insegnante? Ansimando, il fianco trafitto da un dolore acuto, Harry non rallentò finché non raggiunse lo scivolo di pietra. Doveva lasciare lì il Mantello, che lo avrebbe tradito se Malfoy aveva fatto la spiata a un insegnante. Lo nascose in un angolo buio, poi prese a salire, più veloce che poteva, le mani sudate che sdrucciolavano sui lati dello scivolo. Raggiunse l'interno della gobba della strega, la colpì con la bacchetta e si issò fuori; la gobba si chiuse, e proprio mentre Harry balzava fuori da dietro la statua, sentì dei passi rapidi avvicinarsi.
L'ira di Piton (Cap. 14 Harry Potter 3)

   Superarono i troll della sorveglianza, dissero la parola d'ordine alla Signora Grassa (Spettegolone) e atTraversarono il buco del ritratto per entrare nella sala comune.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   E così cominciarono. Harry si sentiva un idiota a fissare con sguardo ebete la sfera di cristallo, cercando di tenere sgombra la mente quando pensieri del tipo 'che cosa stupida' continuavano ad atTraversargliela. Le risatine di Ron e i mormorii perplessi di Hermione certo non contribuivano.
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   «Grifondoro in possesso di palla. Alicia Spinnet di Grifondoro ha la Pluffa e si dirige verso la porta di Serpeverde, vai così, Alicia! Argh, no... Pluffa intercettata da Warrington, Warrington di Serpeverde atTraversa il campo... WHAM! Bel colpo di Bolide per George Weasley, Warrington perde la Pluffa, la prende Johnson, Grifondoro è di nuovo in possesso, forza, Angelina... bel dribbling su Montague... stai giù, Angelina, è un Bolide!... E SEGNA! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO!»
La finale di Quidditch (Cap. 15 Harry Potter 3)

   Il penultimo esame, il giovedì mattina, fu Difesa contro le Arti Oscure. Il professor Lupin aveva architettato la prova più insolita che avessero mai affrontato: una sorta di corsa a ostacoli all'aperto, in cui dovevano atTraversare una piccola vasca che conteneva un Avvincino, superare una serie di buche piene di Berretti Rossi, farsi strada lungo un sentiero nella palude ignorando i consigli maliziosi di un Marciotto e infine arrampicarsi dentro un vecchio tronco e combattere contro un Molliccio.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   Hermione non attese il resto della frase; atTraversò la stanza, aprì con una spinta il ritratto della Signora Grassa e sparì dalla loro vista.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   Scesero a cena con tutti gli altri, ma alla fine non tornarono alla Torre di Grifondoro. Harry aveva nascosto il Mantello sotto i vestiti; doveva tenere le braccia incrociate per nascondere il rigonfio. S'infilarono in una stanza vuota accanto alla Sala d'Ingresso, in ascolto, finché non furono certi che fosse deserta. Sentirono ancora qualcuno atTraversare l'ingresso di corsa, e una porta che sbatteva. Hermione fece capolino dalla porta.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   Camminando molto vicini in modo che nessuno li vedesse, atTraversarono l'ingresso in punta di piedi, coperti dal Mantello, poi scesero i gradini di pietra fino al prato. Il sole già calava dietro la foresta proibita, spruzzando d'oro le cime degli alberi.
La profezia della professoressa Cooman (Cap. 16 Harry Potter 3)

   Le dita si strinsero, Harry si sentì soffocare, gli occhiali di Traverso.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   Passi attutiti echeggiarono atTraverso il pavimento... qualcuno camminava al piano di sotto.
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   «Questa volta non sei all'altezza di te stessa, Hermione» disse. «Ne hai azzeccata una su tre, temo. Non ho aiutato Sirius a entrare nel castello e di sicuro non voglio vedere Harry morto...» Uno strano tremito gli atTraversò il viso. «Ma non negherò che sono un Lupo Mannaro».
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   «Non sai quante volte ho visto James sparire lì sotto...» disse Lupin agitando di nuovo la mano, impaziente. «Il fatto è che sulla Mappa del Malandrino ti si vede anche se indossi un Mantello dell'Invisibilità. Vi ho visto atTraversare il parco ed entrare nella capanna di Hagrid. Venti minuti dopo, vi siete congedati da Hagrid e siete tornati al castello. Ma con voi
Gatto, topo e cane (Cap. 17 Harry Potter 3)

   «Severus era molto curioso di sapere dove andavo tutti i mesi» spiegò Lupin a Ron, Harry e Hermione. «Eravamo nello stesso anno, sapete, e non... ehm... non ci amavamo molto. Quello che gli piaceva meno di tutti era James. Era geloso, credo, del talento di James sul campo di Quidditch... comunque, Piton mi aveva visto atTraversare il parco con Madama Chips una sera mentre mi accompagnava al Platano Picchiatore per trasformarmi. Sirius pensò che sarebbe stato... ehm... divertente dire a Piton che bastava premere il nodo sul tronco con un lungo bastone e avrebbe potuto seguirmi. Be', naturalmente Piton lo fece... se fosse riuscito ad arrivare fin qui, avrebbe incontrato un Lupo Mannaro completamente sviluppato... ma tuo padre, che aveva scoperto cosa aveva fatto Sirius, segui Piton e lo fece tornare indietro, mettendo a repentaglio la propria vita... Piton però riuscì a vedermi, alla fine del tunnel. Silente gli proibì di raccontare agli altri che cosa aveva visto, ma da allora seppe che cos'ero...»
Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso (Cap. 18 Harry Potter 3)

   Senza perdere tempo a riflettere, Harry atTraversò la stanza in tre passi e bloccò la porta.
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   «Era come se qualcuno mi avesse acceso un fuoco nella testa, e i Dissennatori non potevano spegnerlo... non era una sensazione piacevole... era un'ossessione... ma mi diede forza, mi snebbiò la mente. Così, una sera, quando aprirono la porta della mia cella per portarmi il cibo, scivolai alle loro spalle in forma di cane... è molto più difficile per loro avvertire le emozioni di un animale, è difficile tanto da confonderli... io ero magro, abbastanza magro da passare atTraverso le sbarre... da cane nuotai fino alla terraferma e da allora ho vissuto nella foresta... tranne quando sono venuto a vedere la partita di Quidditch, naturalmente... voli bene come tuo padre, Harry...»
Il servo di Voldemort (Cap. 19 Harry Potter 3)

   Il volto tormentato di Black si aprì nel primo vero sorriso che Harry vi avesse scorto finora. La differenza era sorprendente, come se una persona più giovane di dieci anni brillasse atTraverso la maschera incavata; per un attimo, riapparve l'uomo che aveva riso al matrimonio dei genitori di Harry.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Black fece passare Piton atTraverso il buco, poi si ritrasse e lasciò uscire Harry e Hermione. Finalmente furono tutti fuori.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Troppo tardi. Minus si era trasformato. Harry vide la sua coda pelata scattare atTraverso la manetta sul braccio teso di Ron, e udì uno zampettare tra l'erba.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Black perdeva sangue; era ferito sul muso e sulla schiena, ma alle parole di Harry si rialzò, e dopo un attimo il rumore delle sue zampe svanì nel silenzio mentre si allontanava di corsa atTraverso il prato.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Alla debole luce del suo informe Patronus, vide un Dissennatore arrestarsi, molto vicino. Non riuscì ad atTraversare la nuvola di nebbiolina argentea che Harry aveva evocato. Una viscida mano morta scivolò fuori da sotto il mantello. Fece un gesto come per spingere da parte il Patronus.
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   E poi, atTraverso la nebbia che lo stava per sommergere, credette di vedere una luce argentea che diventava sempre più intensa... cadde in avanti
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   Radunando le forze che gli restavano, Harry alzò appena la testa e vide un animale nella luce, che galoppava atTraverso il lago. Con lo sguardo offuscato dal sudore, Harry cercò di capire che cos'era... era splendente come un unicorno. Lottando per non perdere conoscenza, Harry lo vide rallentare al piccolo trotto fino a fermarsi una volta raggiunta l'altra riva. Per un attimo, Harry vide nella luce irradiata dall'animale qualcuno che salutava il suo ritorno... alzava la mano per accarezzarlo... qualcuno dall'aria stranamente familiare... ma non poteva essere...
Il bacio dei Dissennatori (Cap. 20 Harry Potter 3)

   «In effetti, è proprio questa la versione di Black» disse Silente, osservando attentamente Piton atTraverso gli occhialetti a mezzaluna.
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Era in piedi vicino a Hermione nella Sala d'Ingresso deserta e una cascata di luce d'oro inondava il pavimento di pietra atTraversando le porte spalancate. Guardò Hermione stupefatto, la catena con la clessidra che gli segava il collo.
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Cercando di tenere a mente le sue parole, Harry partì a gran velocità seguito da Hermione. Tagliarono atTraverso gli orti fino alle serre, si fermarono un momento al riparo, poi ripartirono, velocissimi, attorno al Platano Picchiatore, e verso la foresta...
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Qualcuno bussò alla porta davanti. Il drappello d'esecuzione era arrivato. Hagrid si voltò e tornò nella capanna, lasciando socchiusa la porta sul retro. Harry vide l'erba appiattirsi a tratti attorno alla capanna e udì tre paia di piedi che si allontanavano. Lui, Ron e Hermione se n'erano andati... ma l'Harry e la Hermione nascosti tra gli alberi poterono sentire quello che succedeva atTraverso la porta aperta.
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Avanzarono lungo il limitare della foresta, mentre l'oscurità s'infittiva attorno a loro, finché non furono nascosti da un ciuffo di alberi atTraverso i quali si distingueva chiaramente il Platano.
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Una sagoma scura sfrecciò atTraverso il prato e il suo grido echeggiò nell'aria immobile della sera.
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Anche Harry sedette. Raccontò quello che aveva visto: come, mentre il Dissennatore più vicino si chinava verso di lui, una grande sagoma d'argento era arrivata al galoppo atTraverso il lago e aveva costretto tutti i Dissennatori alla fuga.
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   E dalla punta della bacchetta esplose non una nuvola di vapore informe, ma un accecante, abbagliante animale d'argento. Harry socchiuse gli occhi per cercare di vedere cos'era. Sembrava un cavallo. Galoppava silenzioso allontanandosi da lui, atTraverso la superficie nera del lago; lo vide abbassare il capo e caricare i Dissennatori che sciamavano... ora inseguiva le ombre nere sul terreno, e i Dissennatori cadevano all'indietro, si disperdevano, si ritiravano nell'oscurità... erano spariti.
Il segreto di Hermione (Cap. 21 Harry Potter 3)

   Scivolarono atTraverso la porta alle loro spalle e discesero una stretta scala a chiocciola. Giunti in fondo, udirono delle voci. Si appiattirono contro il muro, in ascolto. Sembravano Caramell e Piton. Avanzavano rapidi nel corridoio ai piedi della scala.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

   Harry lesse e rilesse la lettera di Sirius per tutto il viaggio fino alla Stazione di King's Cross. La teneva ancora stretta in mano quando insieme a Ron e Hermione riatTraversò la barriera del binario nove e tre quarti. Harry vide subito zio Vernon. Era a una certa distanza dai signori Weasley e li squadrava sospettoso: quando la signora Weasley abbracciò Harry per salutarlo, i suoi peggiori sospetti su di lei furono confermati.
Ancora posta via gufo (Cap. 22 Harry Potter 3)

    Di sopra, Frank voltò a destra, e vide subito dov’erano gli intrusi: proprio alla fine del corridoio c’era una porta socchiusa, e una luce intermittente brillava atTraverso la fessura, disegnando una lunga lama d’oro sul pavimento nero. Frank si avvicinò, impugnando con forza il bastone. Da quella distanza, riusciva già a vedere uno spicchio della camera.
Casa Riddle (Cap. 1 Harry Potter 4)

    Si alzò a sedere, una mano ancora sulla fronte, l’altra tesa nel buio a cercare gli occhiali sul comodino. Li inforcò e mise lentamente a fuoco la stanza, illuminata dal debole, nebuloso chiarore che filtrava dalla strada atTraverso le tende.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Harry sfiorò di nuovo la cicatrice con le dita. Faceva ancora male. Accese la lampada, scivolò fuori dal letto, atTraversò la stanza, aprì l’armadio e si guardò nello specchio all’interno dello sportello. Un ragazzo smilzo di quattordici anni ricambiò il suo sguardo, i verdi occhi brillanti perplessi sotto i capelli neri spettinati. Esaminò più da vicino la cicatrice a forma di saetta del suo riflesso. Sembrava normale, ma bruciava ancora.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Harry si avvicinò al libro, lo raccolse e guardò uno dei maghi segnare un goal spettacolare lanciando la palla atTraverso un cerchio all’altezza di quindici metri. Poi chiuse il volume con un colpo secco. Nemmeno il Quidditch — secondo Harry, lo sport più bello del mondo — riusciva a distrarlo in quel momento. Posò sul comodino I Magnifici Sette, si avvicinò alla finestra e tirò le tende per osservare la strada di sotto.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Harry balzò dal letto, atTraversò la stanza di corsa e si sedette alla scrivania; prese un pezzo di pergamena, intinse la penna d’aquila nell’inchiostro, scrisse Caro Sirius, poi si interruppe cercando le parole giuste, ancora stupito per non aver pensato subito a lui. In realtà non c’era granché da stupirsi: dopotutto, aveva scoperto che Sirius era il suo padrino solo due mesi prima.
La Cicatrice (Cap. 2 Harry Potter 4)

    Suonarono alla porta. Zio Vernon si alzò dalla sedia e atTraversò l’ingresso. Veloce come un fulmine, mentre sua madre era alle prese con il bollitore, Dudley rubò il resto del pompelmo di zio Vernon.
L'invito (Cap. 3 Harry Potter 4)

    «Vengono in macchina, vero?» abbaiò zio Vernon atTraverso il tavolo.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    Harry passò quasi tutto il pomeriggio nella sua camera; non riusciva a sopportare la vista di zia Petunia che ogni pochi secondi spiava atTraverso le tendine, come se fosse stato dato l’allarme su un rinoceronte in fuga. Finalmente, alle cinque meno un quarto, Harry scese in salotto.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    «Loro… sono arrivati con la Polvere Volante» disse Harry reprimendo a fatica la voglia matta di ridere. «Possono viaggiare atTraverso i camini… solo che questo è murato… un momento…»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    Si avvicinò al camino e gridò atTraverso i pannelli: «Signor Weasley? Mi sente?»
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    Il fuoco elettrico sfrecciò atTraverso la stanza mentre il camino chiuso esplodeva, espellendo il signor Weasley, Fred, George e Ron in una nube di calcinacci e schegge vaganti. Zia Petunia strillò e cadde all’indietro, addosso al tavolino; zio Vernon la afferrò prima che toccasse terra e fissò a bocca spalancata i Weasley, che avevano tutti i capelli rosso vivo, compresi Fred e George, identici fino all’ultima lentiggine.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    «Ci vediamo» disse Harry, mettendo un piede nelle fiamme verdi, che erano piacevoli come un caldo respiro. In quel momento, però, dietro di lui si levò un terribile rumore, il rumore che si fa quando qualcosa ti va per Traverso, e zia Petunia prese a strillare.
Ritorno alla Tana (Cap. 4 Harry Potter 4)

    Avevano fatto solo pochi passi quando Grattastinchi, il gatto di Hermione, fulvo e dalle zampe alquanto storte, scattò fuori dal giardino, la coda a scovolo ritta in aria, inseguendo quella che sembrava una patata fangosa con le gambe. Harry riconobbe uno gnomo: alto a stento venticinque centimetri, aveva piedini callosi che scalpicciavano rapidissimi mentre sfrecciava atTraverso il cortile e si tuffava di testa in uno degli stivali di gomma sparpagliati attorno alla porta. Harry udì lo gnomo ridacchiare come un pazzo mentre Grattastinchi infilava una zampa nello stivale, tentando di afferrarlo. Contemporaneamente, dal giardino sul lato opposto della casa si levò un fracasso tremendo: Bill e Charlie, con le bacchette sguainate, avevano incominciato un duello tra due vecchi tavoli che fluttuavano a mezz’aria, facendoli cozzare uno contro l’altro nel tentativo di abbattersi a vicenda. Fred e George facevano il tifo; Ginny rideva e Hermione guardava in disparte, incerta se divertirsi o preoccuparsi.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    La signora Weasley puntò la bacchetta verso il cassetto delle posate, che si aprì di scatto. Harry e Ron si ritrassero rapidi mentre parecchi coltelli ne uscivano a schiera, atTraversavano la cucina a volo radente e cominciavano ad affettare le patate, che la pentola aveva appena riversato nel lavandino.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    Harry e Ron uscirono dalla cucina, e con Hermione e Ginny atTraversarono lo stretto ingresso e salirono le scale traballanti che zigzagavano atTraverso la casa e portavano ai piani di sopra.
I Tiri Vispi di Fred e George (Cap. 5 Harry Potter 4)

    «Be’, divertitevi» disse la signora Weasley, «e comportatevi bene» gridò ai gemelli che si allontanavano, ma i due non si voltarono e non risposero. «Manderò Bill, Charlie e Percy verso mezzogiorno» disse la signora Weasley al signor Weasley mentre lui, Harry, Ron, Hermione e Ginny seguivano Fred e George atTraverso il cortile buio.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Percorsero faticosamente l’umido viale scuro che portava al villaggio, il silenzio rotto solo dai loro passi. Il cielo si illuminava molto lentamente mentre atTraversavano il villaggio, e il nero d’inchiostro si diluiva in un blu fondo. Harry aveva le mani e i piedi congelati. Il signor Weasley continuava a controllare l’ora.
La Passaporta (Cap. 6 Harry Potter 4)

    Si avviarono per la brughiera deserta, senza riuscire a vedere granché atTraverso la nebbiolina. Dopo circa venti minuti, cominciarono a intravedere una piccola casa di pietra vicino a un cancello. Al di là, Harry distinse a stento le sagome spettrali di centinaia e centinaia di tende, erette sul fianco di un grande campo che saliva dolcemente verso un fitto bosco all’orizzonte. Salutarono i Diggory e si avvicinarono alla casa.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Dovrebbe» disse il signor Weasley sorridendo e guidandoli atTraverso il cancello su per il campeggio, «ma Ludo è sempre stato un po’… be’… rilassato in fatto di sicurezza. In compenso non si potrebbe desiderare un Direttore dell’Ufficio per lo Sport più entusiasta. Giocava a Quidditch nella Nazionale Inglese, sapete. Ed è stato il miglior Battitore che le Vespe di Winbourne abbiano mai avuto».
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Dopo un breve giro nella tenda delle ragazze, che era leggermente più piccola di quella dei maschi, anche se priva dell’odore di gatto, Harry, Ron e Hermione si accinsero ad atTraversare il campeggio con il bollitore e le pentole.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    Al ritorno, carichi d’acqua, riatTraversarono il campeggio più lentamente. Qua e là videro facce più familiari: altri studenti di Hogwarts con le loro famiglie. Oliver Baston, l’ex capitano della squadra di Quidditch della Casa di Grifondoro, che aveva appena lasciato Hogwarts, trascinò Harry fino alla tenda dei genitori per presentarlo, e gli disse in tono eccitato che era appena stato ingaggiato nella riserva della squadra del Puddlemore United. Poi furono salutati da Ernie Macmillan, uno del quarto anno di Tassorosso, e un po’ più in là videro Cho Chang, una ragazzina molto graziosa che giocava da Cercatrice per la squadra di Corvonero. Salutò Harry con la mano e gli sorrise, e lui si rovesciò parecchia acqua addosso per rispondere al saluto. Più che altro per far smettere Ron di fare smorfie, Harry indicò in fretta un bel gruppo di ragazzi che non aveva mai visto prima.
Bagman e Crouch (Cap. 7 Harry Potter 4)

    «Cosa?» urlò Harry, guardandosi attorno affannosamente atTraverso l’Omniocolo. «Ma Levski ha la Pluffa!»
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    Un medimago atTraversò il campo, le dita infilate nelle orecchie, e diede a Mustafà un calcio negli stinchi. Quest’ultimo parve tornare in sé; atTraverso l’Omniocolo, Harry vide che sembrava straordinariamente imbarazzato, e gridava contro le Veela, che avevano smesso di danzare e sembravano riottose.
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    I Lepricani si erano rialzati a mezz’aria e questa volta formarono una mano gigante, che faceva un gesto molto maleducato rivolto alle Veela dall’altra parte del campo. Per tutta risposta le Veela persero il controllo. Si slanciarono atTraverso il campo scagliando quelle che sembravano manciate di fuoco contro i Lepricani. Harry vide atTraverso l’Omniocolo che non erano affatto belle, in quel momento: al contrario, i loro volti si allungavano in affilate teste d’uccello dai becchi feroci, e lunghe ali squamose spuntavano dalle loro spalle…
La Coppa del Mondo di Quidditch (Cap. 8 Harry Potter 4)

    «Andiamo» disse Fred, prendendo per mano Ginny e trascinandola verso il bosco. Harry, Ron, Hermione e George li seguirono. Una volta raggiunti gli alberi si voltarono: videro i maghi del Ministero cercare di atTraversare la calca per raggiungere i maghi incappucciati al centro, ma era un’impresa difficile. Parevano non voler scagliare incantesimi che rischiassero di far precipitare i Roberts.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Harry, Ron e Hermione si voltarono di scatto. Draco Malfoy era lì accanto a loro, solo, appoggiato a un albero, decisamente rilassato. Le braccia incrociate, in apparenza aveva seguito la scena del campeggio atTraverso gli alberi.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Harry si voltò — Ron stava raccogliendo in fretta il suo miniKrum — e tutti e tre sfrecciarono atTraverso la radura; ma prima che potessero fare più di qualche passo affrettato, una serie di scoppiettii annunciò l’arrivo di una ventina di maghi, che apparvero dal nulla e li circondarono.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    «Amos, fai attenzione!» dissero alcuni maghi allarmati, mentre Diggory raddrizzava le spalle, alzava la bacchetta, atTraversava la radura e spariva nell’oscurità. Hermione lo guardò scomparire con le mani sulla bocca.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Guidò Harry, Ron e Hermione atTraverso la folla e poi di nuovo nel campeggio. Ora era tutto tranquillo; non c’era traccia dei maghi mascherati, anche se alcune tende distrutte fumavano ancora.
Il Marchio Nero (Cap. 9 Harry Potter 4)

    Udirono voci concitate mentre si avvicinavano al punto in cui si trovavano le Passaporte, e quando lo raggiunsero trovarono un gran numero di maghi e streghe attorno al custode Basil, tutti che insistevano per andarsene dal campeggio il più presto possibile. Il signor Weasley ebbe una frettolosa discussione con Basil; si misero in coda, e riuscirono a prendere un vecchio pneumatico per tornare al Col dell’Ermellino prima ancora che il sole sorgesse. Tornarono indietro atTraverso Ottery St Catchpole diretti alla Tana nella luce dell’alba, parlando molto poco, tanto erano esausti, e pensando con desiderio alla colazione. Alla curva del sentiero, La Tana apparve ai loro occhi, e un grido echeggiò nell’aria.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    «Perché tutte le cose che ho sono schifezze?» esclamò Ron furibondo, atTraversando la stanza per disimpastare il becco di Leo.
Caos al Ministero (Cap. 10 Harry Potter 4)

    Il viaggio fu scomodo, poiché vennero tutti stipati nel retro dei taxi coi loro bauli. Grattastinchi ci mise un po’ a riprendersi dai fuochi d’artificio, e Harry, Ron e Hermione arrivarono a Londra seriamente graffiati. Furono molto sollevati di scendere a King’s Cross, anche se la pioggia cadeva più fitta che mai, e per trasportare i bauli atTraverso la strada affollata e dentro la stazione si inzupparono fino all’osso.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Harry era ormai abituato a raggiungere il binario nove e tre quarti. Si trattava semplicemente di camminare dritti atTraverso l’apparentemente solida barriera che separava i binari nove e dieci. L’unica parte complicata era farlo così da non dare nell’occhio, in modo da evitare di attirare l’attenzione dei Babbani. Quel giorno lo fecero a gruppi; Harry, Ron e Hermione (i più vistosi, dal momento che avevano Leo e Grattastinchi) andarono per primi; si appoggiarono alla barriera con aria noncurante, chiacchierando tranquillamente, e scivolarono di lato atTraverso di essa… e il binario nove e tre quarti si materializzò davanti a loro.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    Quelli del primo anno per tradizione approdavano al castello di Hogwarts atTraversando il lago in barca con Hagrid.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

    «Oooh, non mi piacerebbe affatto atTraversare il lago con questo tempo» disse Hermione convinta, tremando mentre avanzavano lentamente lungo la banchina buia col resto della folla. Un centinaio di carrozze senza cavallo erano schierate in attesa fuori dalla stazione. Harry, Ron, Hermione e Neville si arrampicarono con sollievo in una di esse, la porta si chiuse con un colpo secco e, qualche momento dopo, la lunga processione di carrozze si fece strada rombando e schizzando acqua su per il sentiero che conduceva al castello di Hogwarts.
Sull'Espresso di Hogwarts (Cap. 11 Harry Potter 4)

   Le carrozze avanzarono pesantemente atTraverso i cancelli, fiancheggiati da statue di cinghiali alati, e su per il ripido viale, oscillando pericolosamente in quella che stava diventando in fretta una tempesta. La fronte contro il finestrino, Harry vide Hogwarts avvicinarsi, le molte finestre illuminate confuse e tremolanti al di là della fitta cortina di pioggia. Un fulmine dardeggiò nel cielo mentre la loro carrozza si fermava davanti ai grandi portoni di quercia in cima alla rampa di gradini di pietra. Chi era a bordo delle carrozze davanti a loro già si affrettava a salire e a entrare nel castello; anche Harry, Ron, Hermione e Neville balzarono giù e sfrecciarono per gli scalini, alzando lo sguardo solo quando si trovarono al riparo nell’imponente Sala d’Ingresso illuminata dalle torce con la sua grandiosa scalinata di marmo.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Pix, scendi SUBITO!» abbaiò la professoressa McGranitt, raddrizzandosi il cappello a punta e gettando un’occhiataccia in su atTraverso gli occhiali con la montatura squadrata.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Harry, Ron e Hermione atTraversarono sdrucciolando la Sala d’Ingresso e atTraversarono la doppia porta sulla destra, con Ron che borbottava inviperito a mezza voce mentre si spingeva via dalla faccia i capelli inzuppati.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Harry guardò il tavolo degli insegnanti. Sembrava che ci fossero più posti vuoti del solito. Hagrid, naturalmente, stava ancora tentando di atTraversare il lago con quelli del primo anno; la professoressa McGranitt probabilmente stava sovrintendendo all’asciugatura del pavimento dell’ingresso, ma c’era anche un altro posto vuoto, e Harry non riuscì a capire chi altri mancasse.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Harry scrutò il tavolo con maggiore attenzione. Il minuscolo professor Vitious, l’insegnante di Incantesimi, era seduto su una grossa pila di cuscini accanto alla professoressa Sprite, l’insegnante di Erbologia, che aveva il cappello di Traverso sui capelli neri svolazzanti; stava parlando con la professoressa Sinistra di Astronomia. Accanto sedeva il giallastro, aquilino, untuoso insegnante di Pozioni, Piton — la persona meno gradita a Harry di tutta Hogwarts. Il disgusto di Harry per Piton era pari solo all’odio di Piton per lui, un odio che, se possibile, era aumentato l’anno prima, quando Harry aveva aiutato Sirius a fuggire sotto il lungo naso di Piton… Piton e Sirius erano nemici fin dai tempi della scuola.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Vicino a Piton c’era un posto vuoto, che Harry immaginò fosse quello della professoressa McGranitt. Oltre, esattamente al centro del tavolo, sedeva il professor Silente, il Preside, i capelli argentei e la barba fluente che brillavano alla fiamma delle candele, gli splendidi abiti verde cupo ricamati di numerose stelle e lune. Silente posava il mento sulle lunghe dita sottili, fissando il soffitto atTraverso gli occhiali a mezzaluna come se fosse perso nei suoi pensieri. Anche Harry guardò il soffitto che rifletteva per magia il cielo fuori, e non l’aveva mai visto così tempestoso. Nuvole nere e viola lo atTraversavano vorticando, e mentre rimbombava un altro tuono, saettò un fulmine.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Non fece in tempo a finire la frase che le porte della Sala Grande si aprirono, e cadde il silenzio. La professoressa McGranitt guidò una lunga fila di ragazzini del primo anno fino all’altro capo del salone. Se Harry, Ron e Hennione erano bagnati, non era niente a confronto dei nuovi arrivati: sembrava che invece di arrivare in barca avessero atTraversato il lago a nuoto. Tutti tremavano di freddo e nervosismo mentre sfilavano lungo il tavolo degli insegnanti e si fermavano davanti al resto della scuola — tutti tranne il più piccolo, un ragazzino coi capelli color topo, avvolto in quello che Harry riconobbe come il cappotto di pelliccia di talpa di Hagrid. Il cappotto era così grande per lui che sembrava avviluppato in un tendone nero e peloso: il suo faccino spuntava da sopra il collo, quasi dolorosamente eccitato. Quando ebbe preso posto accanto ai suoi terrorizzati coetanei, incrociò lo sguardo di Colin Canon, alzò entrambi i pollici e articolò: «Sono caduto nel lago!» Sembrava decisamente divertito per l’accaduto.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il piccolo Dennis Canon barcollò in avanti, inciampando nella pelliccia di talpa di Hagrid, proprio mentre quest’ultimo scivolava nella Sala atTraverso una porta dietro il tavolo degli insegnanti. Alto due volte un uomo normale, e largo almeno tre, Hagrid, con la sua lunga barba nera aggrovigliata e incolta, aveva un aspetto vagamente inquietante — una falsa impressione, perché Harry, Ron e Hermione sapevano che Hagrid era di natura assai gentile. Il gigante fece loro l’occhiolino mentre sedeva all’estremità del tavolo degli insegnanti e guardava Dennis Canon infilarsi il Cappello Parlante. Lo squarcio vicino all’orlo si spalancò…
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    La pioggia tamburellava ancora pesantemente contro le alte, scure finestre. Un altro tuono scosse i vetri, e il soffitto tempestoso fu atTraversato da un bagliore che illuminò i piatti d’oro mentre gli avanzi della prima portata sparivano e venivano sostituiti all’istante da altre pietanze.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Un sordo clunk echeggiò nella Sala un passo sì e uno no. Lo sconosciuto raggiunse l’estremità del tavolo, voltò a destra e zoppicò vistosamente verso Silente. Un altro lampo atTraversò il soffitto. Hermione trattenne il respiro.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Silente si risedette e si voltò a parlare con Malocchio Moody. Ci fu un gran fracasso di sedie spostate e colpi secchi mentre tutti gli studenti si alzavano e sciamavano nella Sala d’Ingresso atTraverso le doppie porte.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    «Ma ci sono stati dei morti!» disse Hermione in tono petulante, mentre atTraversavano una porta nascosta da un arazzo e imboccavano un’altra scalinata più stretta.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il ritratto si apri come una porta rivelando un’apertura nel muro, che tutti atTraversarono. Un fuoco scoppiettante riscaldava la sala comune circolare, piena di tavoli e poltrone soffici. Hermione scoccò uno sguardo cupo alle fiamme che danzavano allegramente, e Harry la sentì distintamente mormorare “lavoro da schiavi”, prima di dar loro la buonanotte e di sparire al di là della porta che conduceva al dormitorio femminile.
Il Torneo TreMaghi (Cap. 12 Harry Potter 4)

    Il rimbombo di una campana echeggiò dal castello atTraverso i prati umidi, segnalando la fine della lezione, e la classe si divise; i Tassorosso rientrarono per andare a Trasfigurazione, e i Grifondoro presero la direzione opposta e percorsero il prato in discesa verso la piccola capanna di legno di Hagrid, che si trovava al limitare della Foresta Proibita.
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    «Miei cari, è giunto il momento di prendere in esame le stelle» annunciò l’insegnante. «Il movimento dei pianeti e gli eventi misteriosi che rivelano solo a coloro che comprendono i passi della danza celestiale. Il destino umano può essere decifrato atTraverso i raggi planetari, che si mescolano…»
Malocchio Moody (Cap. 13 Harry Potter 4)

    Lavanda sobbalzò e arrossì. Stava mostrando a Calì il suo oroscopo completo sotto il banco. Evidentemente l’occhio magico di Moody riusciva a vedere atTraverso il legno massiccio, oltre che dietro la testa.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Alla fine, il silenzio fu rotto non da Ron, che sembrava temporaneamente ammutolito, ma da un dolce picchiettio contro il vetro. Harry guardò atTraverso la sala comune ormai vuota e vide, illuminata dalla luce lunare, una civetta candida come la neve appollaiata sul davanzale.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    «Edvige!» gridò, poi scattò in piedi e atTraversò di corsa la stanza per aprire la finestra.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Edvige gli lanciò un’occhiata profondamente offesa e decollò atTraverso la finestra aperta, schiaffeggiandolo sulla testa con l’ala tesa mentre partiva.
Le Maledizioni Senza Perdono (Cap. 14 Harry Potter 4)

    Mentre riatTraversavano la Sala d’Ingresso con gli altri studenti di Hogwarts, diretti alla Sala Grande, Harry vide Lee Jordan che saltava su e giù per riuscire a veder meglio la nuca di Krum. Parecchie ragazze del sesto anno si stavano frugando freneticamente in tasca mentre camminavano («Oh, non ci posso credere, non ho nemmeno una penna», «Credi che mi firmerà il cappello col rossetto?»)
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    Ma le cose non stavano proprio così. Mentre la ragazza atTraversava la Sala, molte teste maschili si voltarono, e alcuni parvero perdere l’uso della parola, proprio come Ron.
Il Calice di Fuoco (Cap. 16 Harry Potter 4)

    «Grazie, Severus» disse Silente con decisione, e Piton tacque, anche se i suoi occhi scintillavano maligni atTraverso lo schermo degli unti capelli neri.
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    «Non avrebbe potuto atTraversare la Linea dell’Età» disse secca la professoressa McGranitt. «Sono sicura che siamo tutti d’accordo su questo punto…»
I Quattro Campioni (Cap. 17 Harry Potter 4)

    Scesero, atTraversarono in fretta l’Ingresso senza guardare dentro la Sala Grande, e ben presto si trovarono a percorrere il prato in direzione del lago, dove era ormeggiata la nave di Durmstrang, sagoma nera riflessa nell’acqua. Era una mattinata gelida, e camminarono mangiando, mentre Harry raccontava a Hermione che cosa era successo esattamente dopo che aveva lasciato il tavolo di Grifondoro la sera prima. Con suo immenso sollievo, Hermione accettò la sua storia senza riserve.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    A Harry rimbombavano le orecchie. Voleva ridurre Piton in mille viscidi pezzi con un incantesimo, per quella mostruosa ingiustizia. Lo superò, raggiunse con Ron il fondo del sotterraneo, e scaraventò la borsa dei libri sul tavolo. Anche Ron tremava di rabbia — per un istante, fu come se tutto tra loro fosse tornato normale, ma poi Ron si voltò e si sedette con Dean e Seamus, lasciando Harry solo al suo tavolo. Dalla parte opposta, Malfoy voltò le spalle a Piton e premette la spilla con un ghigno. POTTER FA SCHIFO lampeggiò ancora una volta atTraverso la stanza.
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    Il signor Olivander scagliò con la bacchetta di Cedric una scia di anelli di fumo d’argento atTraverso la stanza, si disse soddisfatto e poi esclamò: «Signor Krum, prego».
la Pesa delle Bacchette (Cap. 18 Harry Potter 4)

    «Se n’è andata» disse Hermione, guardando dritto atTraverso Harry verso la fine della High Street. «Perché non andiamo a berci una Burrobirra ai Tre Manici di Scopai Fa un po’ freddo, no? Non sei obbligato a parlare con Ron!» aggiunse seccata, interpretando correttamente il suo silenzio.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Era molto difficile spostarsi tra la folla con addosso il Mantello dell’Invisibilità, perché potevi pestare per sbaglio i piedi a qualcuno, cosa che tendeva ad attirare domande inopportune. Harry avanzò lentamente verso un tavolo libero nell’angolo mentre Hermione andava a prendere le bibite. AtTraversando il pub, Harry notò Ron seduto con Fred, George e Lee Jordan. Resistendo all’impulso di dargli una bella manata sulla nuca, finalmente raggiunse il tavolo e si sedette.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Hagrid e Moody si alzarono per uscire. Harry agitò la mano, poi gli venne in mente che Hagrid non poteva vederlo. Moody però si fermò, l’occhio magico puntato verso l’angolo nel quale si trovava Harry. Diede un colpetto a Hagrid nel fondoschiena (non riuscendo a raggiungere la sua spalla), gli borbottò qualcosa, e poi entrambi riatTraversarono il pub diretti al tavolo di Harry e Hermione.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    «Sì, può vedere atTraverso i Mantelli dell’Invisibilità» disse tranquillamente Moody. «E a volte si è rivelato utile, te lo assicuro».
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Quella sera alle undici e mezzo Harry, che aveva finto di andare a dormire presto, indossò di nuovo il Mantello dell’Invisibilità e sgattaiolò giù per le scale e atTraverso la sala comune. Erano rimasti in pochi. I fratelli Canon erano riusciti a impossessarsi di un bel mucchio di spille TIFA PER CEDRIC DIGGORY e stavano cercando di stregarle in modo da trasformare gli slogati in SOSTIENI HARRY POTTER. Fino a quel momento, comunque, tutto quello che erano riusciti a fare era bloccarle su POTTER FA SCHIFO. Harry li superò, raggiunse il buco del ritratto e attese per un minuto circa, con un occhio all’orologio. Poi Hermione aprì la Signora Grassa dall’esterno come avevano stabilito. Le scivolò accanto sussurrando «Grazie!» e atTraversò il castello.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Harry cadde all’indietro, gli occhiali di Traverso, stringendosi addosso il mantello. Una voce molto vicina disse: «Ahia! Chi è là?»
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    Harry afferrò una delle spille POTTER FA DAVVERO SCHIFO dal tavolo e la scagliò con violenza atTraverso la stanza. La spilla colpì Ron sulla fronte e rimbalzò a terra.
L'ungaro Spinato (Cap. 19 Harry Potter 4)

    E così si allenarono. Non pranzarono, ma cercarono un’aula vuota, e qui Harry tentò con tutte le sue forze di attirare a sé svariati oggetti atTraverso la stanza. Aveva ancora qualche difficoltà. I libri e le penne continuavano a perdere potenza a metà strada e a cadere a terra come sassi.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Il librone decollò dalla mano di Hermione, atTraversò la stanza volando e Harry lo afferrò.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Si alzò, notando vagamente che le sue gambe sembravano fatte di zucchero filato. Attese. E poi sentì il fischietto suonare. Usci dall’ingresso della tenda, il panico crescente dentro di lui. Ed ecco che oltrepassava gli alberi, ecco che entrava nello steccato atTraverso un’apertura.
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    Attese, ogni fibra del suo corpo che sperava, pregava… se non avesse funzionato… sembrava che vedesse ogni cosa intorno atTraverso una sorta di barriera trasparente e luccicante, come una foschia di calore, che faceva fluttuare in modo strano il recinto e le centinaia di facce attorno a lui…
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Draghi!» esclamò in tono disgustato, trascinando dentro Harry. La tenda era divisa in cubicoli; Harry distinse l’ombra di Cedric atTraverso la tela, ma Cedric non sembrava ferito gravemente; era seduto, almeno. Madama Chips esaminò la spalla di Harry, parlando in tono arrabbiato per tutto il tempo. «L’anno scorso i Dissennatori, quest’anno i draghi, cos’altro faranno entrare a scuola l’anno prossimo? Sei molto fortunato… è piuttosto superficiale… devo ripulirla prima di medicarla, però…»
La Prima Prova (Cap. 20 Harry Potter 4)

    «Si, signore, sì!» esclamò Dobby. Afferrò la mano di Harry e lo trascinò dentro le cucine, passando tra quattro lunghi tavoli di legno disposti esattamente sotto ognuno dei quattro tavoli delle Case che si trovavano di sopra, nella Sala Grande. Al momento erano sgombri, visto che la cena era terminata, ma immaginò che un’ora prima fossero stati coperti di piatti che venivano spediti su, atTraverso il soffitto, ai loro corrispondenti.
Il Fronte di Liberazione degli Elfi Domestici (Cap. 21 Harry Potter 4)

   «Potter! Weasley! Volete stare attenti!» La voce irritata della professoressa McGranitt sibilò come una frusta atTraverso l’aula di Trasfigurazione il giovedì, e Harry e Ron sobbalzarono e la guardarono.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    «Giusto» disse Fred. Si voltò e gridò atTraverso la sala comune: «Ehi! Angelina!»
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Uscirono. Ron smise di tastarsi le sopracciglia e guardò Harry atTraverso le rovine fumanti del suo castello di carte.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Doveva solo dire a Cho che voleva parlarle a quattr’occhi, tutto qui… corse atTraverso i corridoi affollati, cercandola, e (più in fretta del previsto) la trovò che usciva da una lezione di Difesa contro le Arti Oscure.
La Prova Inaspettata (Cap. 22 Harry Potter 4)

    Le pareti della Sala erano tutte coperte di brina d’argento scintillante, con centinaia di ghirlande di edera e vischio che s’incrociavano atTraverso il nero soffitto stellato. I tavoli delle Case erano spariti; al loro posto ce n’erano un centinaio più piccoli, illuminati da lanterne, e ciascuno ospitava una dozzina di persone.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    «Bei calzini, Potter» ringhiò Moody passandogli accanto, l’occhio magico che scrutava atTraverso l’abito di Harry.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Fingendo di avere sete, Harry e Ron si allontanarono dal tavolo, costeggiarono la pista da ballo e uscirono nella Sala d’Ingresso. Il portone era ancora aperto, e le luci danzanti delle fatine nel giardino delle rose baluginavano e scintillavano mentre loro due scendevano i gradini. Poi si trovarono circondati da cespugli, tortuosi sentieri ornamentali e grandi statue di pietra. Harry sentì un gocciolio: sembrava proprio una fontana. Qua e là, panchine intagliate ospitavano ragazzi e ragazze. Harry e Ron s’incamminarono lungo uno dei viottoli tortuosi atTraverso i cespugli di rose, ma avevano fatto pochi passi quando udirono una voce sgradevolmente familiare.
Il Ballo del Ceppo (Cap. 23 Harry Potter 4)

    Il guaio era che il 24 febbraio sembrava molto più vicino visto da questo versante del Natale, e lui non aveva ancora fatto niente per decifrare l’indovinello dentro l’uovo d’oro. Quindi cominciò a tirar fuori l’uovo dal baule tutte le volte che saliva al dormitorio, ad aprirlo e ad ascoltare attentamente, nella speranza che questa volta l’ululato avrebbe avuto un senso. Si sforzò di pensare che cosa gli ricordava quel suono, a parte trenta Seghe Musicali, ma non aveva mai sentito niente del genere. Chiuse l’uovo, lo scosse vigorosamente e lo riaprì per vedere se i rumori erano cambiati, ma niente da fare. Cercò di interrogare l’uovo, strillando più forte dei suoi gemiti, ma non successe nulla. Arrivò a scagliare l’uovo atTraverso la stanza, anche se non si aspettava davvero che servisse.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Il sabato, lui, Ron e Hermione uscirono insieme dal castello, e si diressero al cancello atTraverso il parco freddo e bagnato. Mentre passavano davanti alla nave di Durmstrang ancorata nel lago, videro Viktor Krum salire in coperta, con addosso solo un costume da bagno. Era davvero magro, ma evidentemente molto più forte di quel che sembrava, perché si arrampicò sul fianco della nave, tese le braccia e si tuffò dritto nel lago.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Grazie» disse Harry, ben sapendo che non poteva essere tutto lì, perché Bagman avrebbe potuto congratularsi con lui anche davanti a Ron e Hermione. Ma Bagman non pareva avere una gran fretta di vuotare il sacco. Harry lo guardò gettare un’occhiata nello specchio ai goblin, che stavano studiando lui e Harry in silenzio atTraverso gli scuri occhi a fessura.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    Cominciò a correre e li precedette su per la strada, atTraverso i cancelli fiancheggiati da cinghiali alati, e poi su per i prati fino alla capanna di Hagrid.
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Insomma, Hagrid, se stai cercando di ottenere il consenso universale, temo che resterai chiuso in questa capanna per un sacco di tempo» disse Silente, che ora lo scrutava con sguardo deciso atTraverso gli occhialetti a mezzaluna. «Da quando sono diventato Preside di questa scuola, non ho passato una settimana senza ricevere almeno un gufo di protesta per il modo in cui la dirigo. Ma che cosa dovrei fare? Barricarmi nel mio studio e rifiutarmi di parlare con chicchessia?»
Lo Scoop di Rita Skeeter (Cap. 24 Harry Potter 4)

    «Ho chiuso gli occhi quando sei entrato» disse lei, strizzando gli occhi atTraverso gli occhiali spessi. «Sono secoli che non vieni a trovarmi».
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Harry mise l’uovo sotto la superficie schiumosa e lo aprì… e questa volta non si lamentò. Ne usci invece un suono gorgogliante, una canzone le cui parole non si riuscivano a distinguere atTraverso l’acqua.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    «Lo so che non poteva, Gazza!» esplose Piton. «Sigillo il mio ufficio con un incantesimo che solo un mago potrebbe spezzare!» Piton guardò su per le scale, diritto atTraverso Harry, e poi giù nel corridoio sottostante. «Voglio che tu venga ad aiutarmi a cercare l’intruso, Gazza».
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Il cuore di Harry ebbe un tuffo. Moody riusciva a vedere atTraverso i Mantelli dell’Invisibilità… soltanto lui poteva cogliere la bizzarria della situazione… Piton in camicia da notte, Gazza con l’uovo stretto tra le mani, e lui, Harry, imprigionato nella scala sopra di loro. La fessura obliqua che Moody aveva per bocca si spalancò dalla sorpresa. Per qualche secondo, lui e Harry si guardarono negli occhi. Poi Moody chiuse la bocca e rivolse di nuovo l’occhio azzurro su Piton.
L'Uovo e l'Occhio (Cap. 25 Harry Potter 4)

    Lui, Ron e Hermione erano seduti in fondo alla classe di Incantesimi con un tavolo tutto per loro. Quel giorno dovevano esercitarsi nell’opposto dell’Incantesimo di Appello: l’Incantesimo di Esilio. A causa del rischio di brutti incidenti quando gli oggetti continuavano a volare per la stanza, il professor Vitious aveva dato a ciascuno una pila di cuscini con cui fare esercizio, perché non facessero del male a nessuno se non arrivavano a destinazione. Era giusto, in teoria, ma in pratica non funzionava granché. La mira di Neville era cosi scarsa che continuava a spedire per sbaglio atTraverso la stanza cose molto più pesanti: come il professor Vitious, per esempio.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Esiliò un cuscino che atTraversò in volo la stanza e atterrò nello scatolone dove avrebbero dovuto finire tutti quanti. Harry guardò Hermione, riflettendo… era vero che Piton gli aveva salvato la vita una volta, ma la cosa strana era che Piton lo detestava a morte, proprio come aveva detestato il padre di Harry quando erano stati compagni di scuola. Piton adorava togliere punti a Harry, e certamente non aveva mai perso l’occasione per punirlo, o per suggerire la sua sospensione dalla scuola.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    «A me piacerebbe sapere che cos’ha fatto Piton della sua prima possibilità, se adesso è alla seconda» rispose Harry cupo, e il suo cuscino, con sua gran sorpresa, volò atTraverso la stanza e atterrò con precisione su quello di Hermione.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    La prima sorsata di gelido lago fu come un soffio vitale. La testa non gli girava più; inghiottì altra acqua e la sentì scorrere atTraverso le branchie, inviando ossigeno al cervello. Tese le mani davanti a sé e le guardò. Erano verdi e spettrali sott’acqua, ed erano diventate palmate. Si contorse per guardarsi i piedi nudi: si erano allungati ed erano anch’essi palmati; era come se gli fossero cresciute delle pinne.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    A Harry venne quasi un infarto. Si voltò di scatto e vide Mirtilla Malcontenta che fluttuava confusamente davanti a lui, guardandolo atTraverso le spesse lenti perlacee.
La Seconda Prova (Cap. 26 Harry Potter 4)

    Si trasformò di nuovo nell’enorme cane nero prima che uscissero dalla caverna, e i tre amici ridiscesero lungo il fianco della montagna con lui, atTraversarono la landa cosparsa di massi e raggiunsero lo steccato. Qui Sirius permise loro di accarezzargli la testa a turno, prima di voltarsi e dirigersi di corsa verso il limitare del villaggio.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Harry, Ron e Hermione riatTraversarono Hogsmeade e puntarono verso Hogwarts.
Il Ritorno di Felpato (Cap. 27 Harry Potter 4)

    Leo era troppo piccolo per trasportare un prosciutto intero su per la montagna da solo, così Harry chiese anche l’aiuto di due allocchi di palude della scuola. Quando furono decollati nella luce del tramonto, tre bizzarre sagome che trasportavano insieme il grosso pacco, Harry si appoggiò al davanzale, guardando il parco, le cupe cime fruscianti degli alberi della Foresta Proibita, e le vele agitate della nave di Durmstrang. Un gufo reale atTraversò in volo il filo di fumo che saliva dal camino di Hagrid; planò verso il castello, circumnavigò la Guferia e sparì. Guardando in giù, Harry vide Hagrid scavare con foga davanti alla capanna. Si chiese che cosa stesse facendo; era come se stesse preparando un nuovo orticello. In quel momento Madame Maxime sbucò dal carro di Beauxbatons e raggiunse Hagrid. Cercò di coinvolgerlo in una conversazione. Hagrid si appoggiò alla pala, ma non sembrava desideroso di prolungare la chiacchierata, perché Madame Maxime poco dopo tornò alla sua carrozza.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Hermione veniva verso di loro atTraverso il prato. Aveva le mani coperte di bende e l’aria tristissima. Pansy Parkinson la osservava con occhi attenti.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Così quella sera alle otto e mezzo Harry lasciò Ron e Hermione nella Torre di Grifondoro e scese le scale. Mentre atTraversava la Sala d’Ingresso, Cedric sali dalla sala comune di Tassorosso.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Discesero il prato buio fino allo stadio di Quidditch, passarono atTraverso una fessura tra le tribune ed entrarono in campo.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Dobbiamo solo atTraversare il labirinto?» chiese Fleur.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    «Laggiù» disse Harry, superando Silente e facendogli strada atTraverso gli alberi. Non sentiva più la voce di Crouch, ma sapeva dove era diretto; non era molto più in là della carrozza di Beauxbatons… da qualche parte lì intorno…
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Levò la bacchetta e la puntò verso la capanna di Hagrid. Harry vide qualcosa di argenteo sfrecciare fuori dalla punta e dirigersi atTraverso gli alberi come un uccello spettrale. Poi Silente si curvò di nuovo su Krum, gli puntò contro la bacchetta e sussurrò: «Innerva».
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    Hagrid era così di malumore che Harry fu contento di separarsi da lui davanti alla Signora Grassa. AtTraversò il buco de! ritratto, si arrampicò su nella sala comune e raggiunse in fretta l’angolo in cui sedevano Ron e Hermione per raccontare loro l’accaduto.
La Follia del Signor Crouch (Cap. 28 Harry Potter 4)

    La porta della Guferia si spalancò. Fred e George atTraversarono la soglia, poi si fermarono di botto alla vista di Harry, Ron e Hermione.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    «Ci vediamo a cena!» disse Hermione, diretta ad Aritmanzia, mentre Harry e Ron andavano verso la Torre Nord, a Divinazione. Ampie strisce di abbagliante luce solare atTraversavano il corridoio entrando a fiotti dalle alte finestre. Il cielo era di un azzurro così luminoso che sembrava smaltato.
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Harry scese dal dorso del gufo… lo guardò svolazzare atTraverso la stanza e posarsi su una poltrona voltata verso il fuoco… c’erano due forme scure sul pavimento davanti alla poltrona… entrambe si agitavano…
il Sogno (Cap. 29 Harry Potter 4)

    Si sentiva molto più tranquillo ora che si trovava nell’ufficio di Silente, sapendo che di lì a poco gli avrebbe raccontato il suo sogno. Guardò la parete dietro la scrivania. Il Cappello Parlante, rattoppato e strappato, si trovava su una mensola. Una bacheca di vetro lì accanto racchiudeva una splendida spada d’argento, con grossi rubini incastonati nell’elsa, e Harry la riconobbe: era quella che aveva estratto dal Cappello Parlante al secondo anno. La spada era appartenuta a Godric Grifondoro, fondatore della Casa di Harry. La fissò, ricordando come era venuta in suo aiuto quando ormai credeva che ogni speranza fosse perduta, e fu allora che notò una macchia di luce argentata danzare e vibrare sulla teca di vetro. Si volse a cercarne la fonte, e vide una lama di luce di un biancore argenteo scintillare da un armadio nero alle sue spalle: lo sportello non era stato chiuso bene. Harry esitò, lanciò un’occhiata a Fanny, poi si alzò, atTraversò l’ufficio e aprì lo sportello dell’armadio.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Si!» esclamò Karkaroff. «C’era Travers… è stato complice dell’assassinio dei McKinnon! Mulciber… si era specializzato nella Maledizione Imperius, ha costretto tantissime persone a fare cose orribili! Rookwood, che era una spia, e passava a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato informazioni utili dall’interno del Ministero!»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Ma Travers e Mulciber li abbiamo già presi» disse Crouch. «Molto bene, Karkaroff, se questo è tutto, verrai ricondotto ad Azkaban mentre decidiamo…»
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Per un po’ né Silente né Harry parlarono. Silente guardava fisso atTraverso!a stanza; ogni tanto avvicinava la bacchetta alla tempia e aggiungeva un altro lucente pensiero argenteo alla massa fremente contenuta nel Pensatoio.
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    «Voldemort?» chiese Silente, guardando Harry al di sopra del Pensatoio. Era il tipico sguardo penetrante che Silente gli aveva rivolto in altre occasioni, e che faceva sempre provare a Harry la sensazione che il Preside vedesse atTraverso di lui, in un modo impossibile perfino per l’occhio magico di Moody. «Ancora una volta, Harry, posso solo rivelarti i miei sospetti».
Il Pensatoio (Cap. 30 Harry Potter 4)

    Decisamente perplesso, Harry si alzò. I Dursley non potevano certo essere là dentro, vero? AtTraversò la Sala e aprì la porta.
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    La formula magica schizzò nella nebbiolina, lasciandola intatta. Si disse che avrebbe dovuto saperlo; l’Incantesimo Reductor funzionava con gli oggetti solidi. Che cosa sarebbe successo se avesse atTraversato la nebbia? Valeva la pena di tentare, o doveva tornare sui suoi passi?
La Terza Prova (Cap. 31 Harry Potter 4)

    Un lampo di luce verde saettò atTraverso le palpebre di Harry, e sentì qualcosa di pesante cadere a terra accanto a lui; il dolore alla cicatrice raggiunse un tale picco che fu preso da un conato di vomito, e poi diminuì; terrorizzato all’idea di ciò che stava per vedere, apri gli occhi che gli bruciavano.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Harry capì ciò che Codaliscia stava per fare un secondo prima che accadesse: serrò disperatamente gli occhi, ma non poté fermare l’urlo che squarciò la notte, che lo atTraversò come se anche lui fosse stato trafitto dal pugnale. Udì qualcosa cadere a terra, udì gli ansiti angosciati di Codaliscia, poi un tonfo rivoltante, mentre qualcosa veniva gettato nel calderone. Harry non osava guardare… ma la pozione era diventata di un rosso bruciante, la luce splendeva atTraverso le sue palpebre serrate…
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    Harry non poté far nulla per evitarlo, era legato troppo stretto… atTraverso gli occhi socchiusi, lottando invano con le corde che lo avvincevano, vide il lucente pugnale d’argento tremare nella mano rimasta a Codaliscia. Avvertì la punta penetrare nell’incavo del braccio destro, e il sangue scorrere lungo la manica della veste strappata. Codaliscia, sempre ansimando di dolore, si frugò in tasca, estrasse un’ampolla di vetro e la riempì del sangue che scorreva dalla ferita di Harry.
Carne, Sangue e Ossa (Cap. 32 Harry Potter 4)

    I Mangiamorte si agitarono; Harry vide i loro occhi dardeggiare di lato per guardarsi a vicenda atTraverso le maschere.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    «Poi… quattro anni fa… i mezzi per il mio ritorno parvero assicurati. Un mago — giovane, sciocco e ingenuo — atTraversò la mia strada vagando nella foresta che avevo eletto a mia abitazione. Oh, parve proprio l’opportunità che sognavo… perché lui insegnava alla scuola di Silente… fu facile piegarlo al mio volere… mi riportò in questo paese, e dopo un po’ presi possesso del suo corpo, per sorvegliarlo da vicino mentre eseguiva i miei ordini. Ma il mio piano fallì. Non riuscii a rubare la Pietra Filosofale. Non sarei riuscito ad assicurarmi l’immortalità. Fui ostacolato… ostacolato ancora una volta da Harry Potter…»
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    E poi tutto passò. Si ritrovò abbandonato contro le funi che lo legavano alla pietra tombale del padre di Voldemort, a guardare quegli occhi rosso vivo atTraverso una specie di nebbiolina. La notte echeggiava delle risate dei Mangiamorte.
I Mangiamorte (Cap. 33 Harry Potter 4)

    Qualcuno più grosso e forte di Harry un po’ lo spingeva un po’ lo trasportava di peso atTraverso la folla terrorizzata; Harry la udì trattenere il fiato, urlare e gridare mentre l’uomo che lo sosteneva si faceva strada e lo riportava al castello. Su per il prato, oltre il lago e la nave di Durmstrang, Harry non udiva altro che il respiro affannoso dell’uomo che lo aiutava a camminare.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «La Coppa era una Passaporta» disse Harry mentre atTraversavano la Sala d’Ingresso. «Ha portato me e Cedric in un cimitero… e c’era Voldemort… Voldemort…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Non è stato facile, Harry, guidarti atTraverso queste prove senza suscitare sospetti. Ho dovuto ricorrere a ogni grammo di astuzia in mio possesso, in modo che il mio intervento non fosse riconoscibile nella tua vittoria. Silente si sarebbe alquanto insospettito se tu te la fossi cavata troppo facilmente. Purché tu entrassi in quel labirinto, possibilmente con un vantaggio dignitoso… allora sapevo che avrei avuto una possibilità di sbarazzarmi degli altri campioni e spianarti la strada. Ma ho dovuto anche combattere contro la tua stupidità. La seconda prova… è stato allora che ho più temuto che non ce la facessimo. Ti tenevo d’occhio, Potter. Sapevo che non avevi risolto l’indovinello dell’uovo, cosi ho dovuto darti un altro suggerimento…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «E allora che cosa potevo fare? Fornirti l’informazione atTraverso un’altra fonte ignara. Al Ballo del Ceppo mi avevi raccontato che un elfo domestico di nome Dobby ti aveva fatto un regalo di Natale. Ho chiamato l’elfo in sala professori perché venisse a prendere delle vesti da lavare. Ho inscenato una conversazione a voce alta con la professoressa McGranitt sugli ostaggi che erano stati scelti, e le ho chiesto se era dell’opinione che Potter avrebbe pensato di ricorrere all’Algabranchia. E il tuo amichetto elfo è corso dritto alla dispensa di Piton e si è affrettato a venirti a cercare…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Naturalmente questa sera nel labirinto per te è stato più facile di quanto non avrebbe dovuto» disse Moody. «E questo perché ero di pattuglia attorno al perimetro, potevo vedere atTraverso le siepi esterne e sono riuscito a eliminare parecchi ostacoli dal tuo percorso. Ho Schiantato Fleur Delacour quando è passata. Ho scagliato l’Incantesimo Imperius su Krum, in modo che eliminasse Diggory, e ti lasciasse libero il cammino verso la Coppa».
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Padron Barty, padron Barty» disse Winky singhiozzando atTraverso le dita. «Tu non deve dirglielo, noi finisce nei guai…»
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Giunsero i maghi del Ministero. Scagliarono Schiantesimi ovunque. Uno atTraversò gli alberi e raggiunse me e Winky. Il legame che ci univa fu spezzato. Fummo entrambi Schiantati.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    «Rimanemmo io e mio padre, soli in casa. E allora… e allora…» Crouch roteò il capo, e un ghigno folle gli atTraversò il volto. «Il mio padrone venne a prendermi.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    Il sorriso si diffuse sul volto di Crouch, come se stesse rievocando il ricordo più bello della sua vita. AtTraverso le dita di Winky si vedevano i suoi occhi marroni impietriti. Sembrava troppo sconvolta per parlare.
Veritaserum (Cap. 35 Harry Potter 4)

    Dentro c’era Sirius. Aveva il volto pallido ed emaciato come quando era fuggito da Azkaban. Con un rapido movimento atTraversò la stanza. «Harry, stai bene? Lo sapevo… sapevo che qualcosa del genere… che cosa è successo?»
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Si udì un morbido frullo d’ali. Fanny la fenice si librò dal trespolo, atTraversò in volo l’ufficio e atterrò sul ginocchio di Harry.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    Harry prese il calice e bevve qualche sorsata. Gli venne subito sonno. Tutto attorno a lui divenne sfuocato: sembrava che le lampade dell’infermeria ammiccassero atTraverso le tende, sembrava che il suo corpo affondasse sempre più giù nel calore del materasso di piuma. Prima ancora di finire la pozione, prima di poter dire un’altra parola, la stanchezza lo fece sprofondare nel sonno.
Le Strade si Dividono (Cap. 36 Harry Potter 4)

    «Ricordatevi di Cedric. Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto è ciò che è facile, ricordate cos’è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver atTraversato il cammino di Voldemort. Ricordatevi di Cedric Diggory».
L'Inizio (Cap. 37 Harry Potter 4)

    «Lasciami… andare!» boccheggiò Harry. Per qualche istante lottarono: Harry tirava le dita a salsiccia dello zio con la mano sinistra, e con la destra manteneva una salda presa sulla bacchetta alzata; poi Harry sentì una fitta acuta alla sommità della testa: zio Vernon guaì e lo lasciò andare come se avesse ricevuto una scarica elettrica. Una forza invisibile sembrava aver atTraversato suo nipote, rendendo impossibile trattenerlo.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    «Be’, questa sì che è una notizia» rispose Harry, che si stava arrabbiando, e prima che i Dursley potessero richiamarlo indietro, si voltò, atTraversò il prato, scavalcò il muretto del giardino e marciò su per la strada.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    Be’, pensò Harry mentre atTraversava Magnolia Crescent, svoltava in Magnolia Road e puntava verso il parco giochi sempre più buio, si era comportato (più o meno) secondo i consigli di Sirius. Almeno aveva resistito alla tentazione di legare il baule alla scopa e partire da solo per la Tana. In fondo si era comportato anche troppo bene, considerato come si sentiva deluso e arrabbiato per essere bloccato in Privet Drive da tanto tempo, ridotto a nascondersi tra le aiuole nella speranza di scoprire qualcosa su Lord Voldemort. Tuttavia era piuttosto irritante sentirsi dire di non agire d’impulso da uno che aveva trascorso dodici anni ad Azkaban, la prigione dei maghi, era evaso, aveva cercato di commettere l’omicidio per il quale era stato condannato in origine e poi era fuggito con un Ippogrifo rubato.
Dudley Dissennato (Cap. 1 Harry Potter 5)

    Ma in quel preciso istante un allocco calò in picchiata atTraverso la finestra. Mancò di poco la testa di zio Vernon, planò in cucina, lasciò cadere ai piedi di Harry la grossa busta di pergamena che reggeva nel becco, si voltò con grazia, sfiorò appena la cima del frigorifero con la punta delle ali, poi sfrecciò fuori di nuovo e si librò sopra il giardino.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    «Dove credi di andare?» urlò zio Vernon. Quando Harry non rispose, atTraversò a balzi la cucina per bloccare la porta che dava nel corridoio. «Non ho finito con te, ragazzo!»
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Ignorando l’urlo angosciato “GUFI!” di zio Vernon, Harry atTraversò la stanza di corsa e spalancò la finestra. Il gufo tese la zampa, alla quale era legato un piccolo rotolo di pergamena, scosse le piume, e ripartì non appena Harry ebbe preso la lettera. Con mani tremanti, Harry srotolò il secondo messaggio, che era scritto molto in fretta, tutto macchiato, con l’inchiostro nero.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Zio Vernon spostò lo sguardo da lei a Dudley a Harry, come nella speranza che qualcuno stesse per urlare “Pesce d’aprile!” Poiché nessuno lo fece, aprì di nuovo la bocca, ma la fatica di trovare altre parole gli fu risparmiata dall’arrivo del terzo gufo della serata. Filò atTraverso la finestra ancora aperta come una palla di cannone piumata e atterrò con un acciottolio sul tavolo di cucina, facendo sobbalzare dallo spavento tutti e tre i Dursley. Harry gli sfilò dal becco una seconda busta dall’aria ufficiale e la strappò mentre il gufo tornava a volteggiare nella notte.
Un pacco di gufi (Cap. 2 Harry Potter 5)

    Ma Edvige non tornò la mattina dopo. Harry passò la giornata in camera sua e ne uscì solo per andare in bagno. Tre volte quel giorno zia Petunia gli spinse del cibo nella stanza, atTraverso la gattaiola che zio Vernon aveva installato tre estati prima. Tutte le volte che Harry la sentiva avvicinarsi cercava di interrogarla sulla Strillettera, ma avrebbe potuto interrogare la maniglia, per le risposte che ottenne. Per il resto, i Dursley si tennero alla larga. Harry non vedeva l’utilità di obbligarli a subire la sua compagnia; un’altra lite non avrebbe sortito nulla, se non forse il risultato di farlo arrabbiare tanto da costringerlo a compiere altre magie illegali.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Malocchio Moody, che aveva lunghi capelli brizzolati e un grosso pezzo di naso mancante, strizzò sospettoso gli occhi scompagnati. Un occhio era piccolo, scuro e lucente, l’altro grande, rotondo e blu elettrico: l’occhio magico che poteva vedere atTraverso le pareti, le porte e la parte posteriore della sua stessa testa.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    «Non atTraversiamo le nuvole!» gridò Tonks rabbiosa. «Ci inzupperemo, Malocchio!»
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Prese Harry per un braccio e lo guidò dalla macchia erbosa atTraverso la strada e sul marciapiede; Lupin e Tonks li seguirono, trasportando in due il baule di Harry; il resto della scorta, tutti con le bacchette sfoderate, li affiancava.
L’avanguardia (Cap. 3 Harry Potter 5)

    Harry atTraversò il lugubre pianerottolo, girò la maniglia a forma di testa di serpente e aprì la porta.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    «Si mangia giù in cucina» sussurrò la signora Weasley, raggiungendoli alla base delle scale. «Harry, caro, se atTraversi l’ingresso in punta di piedi, è oltre quella porta là…»
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Le tende di velluto tarlate davanti alle quali Harry era passato prima si erano dischiuse, ma non c’era nessuna porta dietro. Per un istante, Harry credette di guardare atTraverso una finestra oltre la quale una vecchia con una cuffia nera urlava e urlava come sotto tortura. Poi capì che era solo un ritratto in grandezza naturale, ma il più realistico e il più sgradevole che avesse mai visto.
Grimmauld Place, numero dodici (Cap. 4 Harry Potter 5)

    Era poco meno tetra dell’ingresso di sopra, una stanza cavernosa con le pareti di pietra viva. La luce proveniva per lo più da un gran fuoco all’altra estremità. Una cortina di fumo di pipa aleggiava nell’aria come vapori di battaglia, atTraverso cui affioravano indistinte le forme minacciose di pesanti pentole e padelle di ferro appese al soffitto buio. Molte sedie erano state stipate nella stanza per la riunione, attorno a un lungo tavolo di legno, carico di rotoli di pergamena, calici, bottiglie di vino vuote, e un mucchio di quelli che sembravano stracci. Al capo del tavolo il signor Weasley e il suo figlio maggiore Bill parlavano piano, con le teste vicine.
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Eh?» fece Mundungus, scrutando cupo Harry atTraverso i capelli rossicci impastati. «Accidenti, allora è arrivato. Sicuro… stai bene, Harry?»
L’Ordine della Fenice (Cap. 5 Harry Potter 5)

    «Kreacher» spiegò Ron spegnendo la luce. «La prima notte che ero qui è entrato alle tre del mattino. Fidati, non è bello svegliarsi e trovarlo che si aggira per la stanza». S’infilò nel letto, si sistemò sotto le coperte, poi si voltò a guardare l’amico nell’oscurità; Harry ne distinse la sagoma alla luce della luna che filtrava atTraverso la finestra incrostata. «Comunque… che cosa ne pensi?»
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Harry si prese tutto il tempo che osò per chiudere la porta del salotto: voleva sentire che cosa succedeva di sotto. Sirius era evidentemente riuscito a chiudere le tende sul ritratto della madre, perché quella smise di urlare. Lo sentì atTraversare l’ingresso, poi udì il tintinnio della catena della porta d’ingresso e infine una voce profonda che riconobbe per quella di Kingsley Shacklebolt: «Hestia mi ha appena dato il cambio, quindi adesso il mantello di Moody ce l’ha lei, ho pensato di lasciare un rapporto per Silente…»
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Sirius atTraversò la stanza e raggiunse l’arazzo che Kreacher aveva tentato di proteggere. Occupava tutta la parete. Harry e gli altri lo seguirono.
La Nobile e Antichissima Casata dei Black (Cap. 6 Harry Potter 5)

    Ron era disteso sulla schiena, a braccia aperte, con la bocca spalancata, profondamente addormentato. Non si mosse nemmeno quando Harry atTraversò la stanza, uscì sul pianerottolo e richiuse piano la porta. Cercando di non pensare alla prossima volta in cui avrebbe visto Ron, se non fossero più stati compagni di scuola a Hogwarts, Harry discese piano le scale, passò sotto le teste degli antenati di Kreacher e scese in cucina.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Scesero in una stazione nel cuore di Londra, e vennero trascinati fuori dal treno da una marea di uomini in giacca e cravatta e donne armate di valigette. Salirono la scala mobile, atTraversarono la barriera (il signor Weasley fu deliziato dalla colonnina che inghiottì il suo biglietto) ed emersero in una larga strada fiancheggiata da edifici imponenti e già piena di traffico.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Il pavimento della cabina tremò. Stavano sprofondando lentamente nel suolo. Harry guardò preoccupato il marciapiede che sembrava alzarsi oltre i vetri della cabina finché l’oscurità non si chiuse sopra di loro. Poi non vide nulla; sentiva solo il sordo cigolio della cabina che scendeva atTraverso la terra. Dopo circa un minuto, anche se a lui parve molto di più, una luce dorata illuminò i suoi piedi e salì lungo il suo corpo, fino a illuminarlo in viso. Dovette strizzare le palpebre per impedire agli occhi di lacrimare.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Voltarono un angolo, atTraversarono una massiccia porta a due battenti di quercia e sbucarono in un open space sovraffollato, diviso in cubicoli, che ronzava di chiacchiere e risate. I promemoria sfrecciavano tra i pannelli divisori come razzi in miniatura. Un cartello sbilenco sul cubicolo più vicino diceva: Quartier Generale degli Auror.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Fece un cenno a Harry e lo guidò fuori dal cubicolo di Kingsley, atTraverso una seconda porta di quercia, in un altro passaggio, voltò a sinistra, avanzò lungo un altro corridoio, voltò a destra in un corridoio fiocamente illuminato e decisamente squallido, e alla fine raggiunse un vicolo cieco, dove una porta sulla sinistra era socchiusa, rivelando un armadio per scope, e un’altra sulla destra recava un’ossidata targa di ottone: Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Un promemoria era appena sfrecciato atTraverso la porta e si era posato in cima al tostapane singhiozzante. Il signor Weasley lo aprì e lesse ad alta voce.
Il Ministero della Magia (Cap. 7 Harry Potter 5)

    Harry lasciò cadere lo sguardo sulla sedia al centro della stanza, coi braccioli coperti di catene. Aveva visto quelle catene animarsi e legare chiunque prendesse posto tra loro. I suoi passi echeggiarono forte atTraverso il pavimento di pietra. Quando si sedette cautamente sull’orlo della sedia, le catene tintinnarono minacciose, ma non lo legarono. Preso da una leggera nausea, guardò in su, verso le persone sedute sulle panche in alto.
L’udienza (Cap. 8 Harry Potter 5)

    Silente avanzava con serenità nell’aula, sfoggiando una lunga veste blu mezzanotte e un’espressione di calma perfetta. La lunga barba e i capelli d’argento scintillavano alla luce delle torce mentre si avvicinava a Harry e guardava in su verso Caramell atTraverso gli occhiali a mezzaluna posati a metà del naso adunco.
L’udienza (Cap. 8 Harry Potter 5)

    Harry si sentì mozzare il fiato, come se avesse appena sbattuto contro qualcosa di duro. L’ultima volta che aveva visto quei freddi occhi grigi era stato atTraverso le fessure di un cappuccio da Mangiamorte, e l’ultima volta che aveva sentito la voce beffarda di quell’uomo era stato in un cupo cimitero, mentre Lord Voldemort lo torturava. Harry non riusciva a credere che Lucius Malfoy osasse guardarlo in faccia; non riusciva a credere che fosse lì, al Ministero della Magia, o che Cornelius Caramell stesse parlando con lui, quando solo qualche settimana prima Harry aveva detto a Caramell che Malfoy era un Mangiamorte.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    «Quei due!» esclamò Hermione furibonda, fissando il soffitto, atTraverso il quale si sentivano Fred e George in preda alle risate nella stanza di sopra. «Non badarci, Ron, sono solo invidiosi!»
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Per qualche motivo, Harry scoprì di non aver voglia di guardare Hermione. Si voltò verso il suo letto, raccolse la pila di abiti puliti che la signora Weasley vi aveva posato e atTraversò la stanza diretto al suo baule.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    La fatica di inventare un oggetto che non aveva riposto gli fu risparmiata. Sirius aveva appena detto: «Che cos’hai lì, Malocchio?» e Moody si era voltato verso di lui. Harry atTraversò la cucina, scivolò oltre la porta e salì le scale prima che qualcuno potesse richiamarlo.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Non ebbe risposta, ma i singhiozzi continuarono. Salì i gradini rimasti due alla volta, atTraversò il pianerottolo e aprì la porta del salotto.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Tutta l’aria parve sparire dai polmoni di Harry; si sentì come se stesse precipitando atTraverso il pavimento; il cervello gli si gelò. Ron morto, no, non era possibile…
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Il corpo del signor Weasley sostituì quello di Bill, gli occhiali di Traverso, un rivolo di sangue che gli colava sul volto.
Le pene della Signora Weasley (Cap. 9 Harry Potter 5)

    Ma poiché Ron rimaneva perplesso, uno strano pensiero atTraversò la mente di Harry.
Luna Lovegood (Cap. 10 Harry Potter 5)

    La Sala d’Ingresso era splendente di torce ed echeggiava dei passi degli studenti che atTraversavano il pavimento di pietra diretti alla doppia porta sulla destra, che portava nella Sala Grande, al banchetto d’inizio anno.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    Harry non capì di che cosa parlava ma non glielo chiese; la sua attenzione era stata catturata dalla professoressa Caporal, appena comparsa dietro il tavolo, che si faceva strada fino all’estremità e sedeva nel posto che avrebbe dovuto occupare Hagrid. Ciò significava che quelli del primo anno dovevano aver atTraversato il lago e raggiunto il castello; infatti qualche istante dopo si aprirono le porte e dalla Sala d’Ingresso entrò una lunga fila di bambini dall’aria spaventata. In testa c’era la professoressa McGranitt, che reggeva uno sgabello sul quale era posato un antico cappello da mago, pieno di toppe e rammendi, con un ampio strappo vicino al bordo sfilacciato.
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Sì, sicuro» disse Nick-Quasi-Senza-Testa, con tono saputo, curvandosi su di lei atTraverso Neville (che trasalì; è molto spiacevole avere un fantasma che ti atTraversa). «Il Cappello si sente tenuto a dare alla scuola i necessari consigli tutte le volte che avverte…»
La nuova canzone del Cappello Parlante (Cap. 11 Harry Potter 5)

    «Perché siamo prefetti!» esclamò Hermione, atTraversando il buco del ritratto. «Sta a noi stroncare questo genere di cose!»
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    Erano arrivati ai piedi della scalinata di marmo. Una fila di Corvonero del quarto anno atTraversava la Sala d’Ingresso; avvistarono Harry e si affrettarono a stringersi tra loro, come se avessero paura che potesse attaccare gli isolati.
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    «Che cosa succederebbe» chiese lei in tono gelido quando uscirono dalla classe per l’intervallo (Rüf fluttuò via atTraverso la lavagna), «se quest’anno mi rifiutassi di prestarvi i miei appunti?»
La Professoressa Umbridge (Cap. 12 Harry Potter 5)

    La giornata era diventata fresca e ventosa e, atTraversando il prato che scendeva fino alla capanna di Hagrid al limitare della foresta proibita, sentirono qualche rara goccia di pioggia sul viso. La professoressa Caporal aspettava la classe a una trentina di metri dalla capanna; davanti a lei c’era un lungo tavolo su cavalletti carico di bastoncini. Harry e Ron si stavano avvicinando, quando un alto scoppio di risate risuonò alle loro spalle: si voltarono e videro Draco Malfoy che avanzava, circondato dalla solita banda di compari di Serpeverde. Doveva appena aver detto qualcosa di molto divertente, perché Tiger, Goyle, Pansy Parkinson e gli altri continuarono a sghignazzare di cuore mentre si radunavano attorno al tavolo; e a giudicare da come lo guardavano, Harry indovinò l’argomento della battuta senza troppe difficoltà.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Accidenti, chissà come dev’essere, una vita difficile» commentò Harry, sarcastico. Ron rise, ma Hermione s’incupì. Insieme si trascinarono atTraverso l’orto. Il cielo sembrava ancora incapace di decidere se voleva piovere o no.
Punizione con Dolores (Cap. 13 Harry Potter 5)

    «Io non andrei da quella parte se fossi in te» disse Nick-Quasi-Senza-Testa, atTraversando una parete appena davanti a Harry che scendeva per il corridoio. «Pix sta tramando uno spassoso scherzo ai danni della prossima persona che passerà davanti al busto di Paracelso a metà del corridoio».
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    AtTraversò la stanza e aprì la finestra; Hermes volò dentro, atterrò sul tema di Ron e tese una zampa a cui era fissata una lettera. Ron la prese e l’allocco partì subito, lasciando orme d’inchiostro sul disegno della luna Io.
Percy e Felpato (Cap. 14 Harry Potter 5)

    Percorsero la strada principale e superarono l’Emporio degli Scherzi di Zonko, dove non furono sorpresi di trovare Fred, George e Lee Jordan; passarono davanti all’ufficio postale, dal quale i gufi partivano a intervalli regolari; infine svoltarono in una Traversa in fondo alla quale c’era una piccola locanda. Una consunta insegna di legno pendeva da una staffa arrugginita sopra la porta, con l’effigie di una testa di cinghiale mozza che gocciolava sangue su un panno bianco. Il vento fece cigolare l’insegna. I tre esitarono sulla porta.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    Harry ricordò che Hagrid aveva nominato quel pub al primo anno: «C’è tanta gente bizzarra, alla Testa di Porco» aveva detto, spiegando come aveva vinto un uovo di drago a uno sconosciuto incappucciato. All’epoca Harry si era chiesto come mai Hagrid non avesse trovato strano che lo sconosciuto fosse rimasto a viso coperto durante il loro incontro; ma vide che nascondere la faccia andava di moda, alla Testa di Porco. Al bancone c’era un uomo con la testa completamente avvolta in sporche bende grigie, che riusciva comunque a ingollare infiniti bicchieri di una sostanza fumante e incandescente atTraverso una fessura all’altezza della bocca; due figure incappucciate sedevano a un tavolo accanto a una finestra: Harry avrebbe detto che erano Dissennatori, se non fosse stato per il loro forte accento dello Yorkshire; e in un angolo in ombra accanto al camino sedeva una strega coperta da capo a piedi da un fitto velo nero. Si distingueva solo la punta del suo naso, che formava una piccola protuberanza nel velo.
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    Fece una pausa, guardò di Traverso Harry e proseguì: «E con questo intendo dire imparare a difenderci sul serio, non solo in teoria, ma con veri incantesimi…»
Alla Testa di Porco (Cap. 16 Harry Potter 5)

    Lei indicò la finestra. Harry si voltò. Edvige era appollaiata sullo stretto davanzale e lo fissava atTraverso il vetro spesso, con una lettera legata alla zampa. Harry non capiva: avevano appena fatto colazione, come mai non l’aveva consegnata allora, come al solito? Anche molti altri compagni indicavano Edvige.
Decreto Didattico Numero Ventiquattro (Cap. 17 Harry Potter 5)

    «Non ti sembra che sia diventato… in qualche modo… imprudente… da quando è confinato a Grimmauld Place? Non credi che stia… in un certo senso… vivendo atTraverso di noi?»
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Che cosa vuol dire “vivendo atTraverso di noi”?» ribatté Harry.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    AtTraversarono a passo svelto i campi bui, scivolando e inciampando sui prati fangosi, senza parlare. Harry pensava. Che cos’era che Voldemort voleva fosse fatto e che non si stava facendo abbastanza in fretta?
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    «Mimbulus mimbletonia» disse la voce di Ron, e Harry si riscosse appena in tempo per arrampicarsi nella sala comune atTraverso il buco dietro il ritratto.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Le loro vesti turbinavano e sventolavano mentre atTraversavano la porzione di prato allagato che li separava dalle due ore di Erbologia, dove riuscirono a stento a sentire quello che la professoressa Sprite diceva, per via della pioggia che batteva sul tetto della serra. Nel pomeriggio, la lezione di Cura delle Creature Magiche dovette essere spostata dai prati spazzati dalla tempesta a un’aula vuota al pianterreno, e con grande sollievo della squadra Angelina li aveva cercati a pranzo per avvertirli che l’allenamento di Quidditch era annullato.
L'esercito di Silente (Cap. 18 Harry Potter 5)

    Ci fu un mormorio di assenso e tutti si fecero avanti per prenderne uno dal cestino. Harry lanciò a Hermione un’occhiata di Traverso.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Harry era ottimista sulle possibilità di Grifondoro; dopotutto non erano mai stati battuti dalla squadra di Malfoy. Bisognava ammettere che le prestazioni di Ron non erano all’altezza di quelle di Baston, ma si stava impegnando davvero molto. Il suo punto debole era la tendenza a perdere fiducia quando commetteva un errore; se lasciava passare un tiro si agitava e aumentavano le possibilità che sbagliasse di nuovo. D’altra parte, Harry aveva visto Ron fare alcune parate davvero spettacolari quando era in forma; durante un allenamento memorabile si era appeso con una sola mano alla scopa e aveva calciato via la Pluffa dalla porta così forte che quella aveva atTraversato il campo ed era finita nella porta avversaria. L’intera squadra dichiarò che era una parata degna di quella di Barry Ryan, il Portiere della Nazionale Irlandese, contro il miglior Cacciatore della Polonia, Ladislaw Zamojski. Persino Fred aveva detto che Ron poteva ancora rendere fieri lui e George, e che stavano prendendo in seria considerazione l’ipotesi di ammettere di essere suoi parenti, cosa che, gli assicurò Fred, cercavano di negare da quattro anni.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Ron parve riprendersi appena mentre atTraversavano la Sala Grande. Si toccò perplesso dove Hermione l’aveva baciato, come se non fosse sicuro di che cosa era successo. Era troppo distratto per notare altro, ma Harry lanciò un’occhiata curiosa alle spille passando accanto al tavolo di Serpeverde, e stavolta distinse le parole che vi erano incise:
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Con la sgradevole sensazione che non volesse dire nulla di buono, sospinse Ron atTraverso la Sala d’Ingresso, giù per le scale di pietra e fuori, nell’aria gelida.
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    «O forse» incalzò Malfoy, lanciando un’occhiata maligna di Traverso mentre se ne andava, «ti ricordi di quanto puzzava la casa di tua madre, e il porcile dei Weasley te la fa tornare in mente…»
Il serpente e il leone (Cap. 19 Harry Potter 5)

    Sgattaiolarono atTraverso il ritratto e si strinsero in fretta sotto il Mantello (Ron era cresciuto tanto che dovette chinarsi per non lasciar fuori i piedi) e poi, senza far rumore e con cautela, scesero le molte rampe di scale, fermandosi di tanto in tanto per controllare sulla mappa la presenza di Gazza e di Mrs Purr. Ebbero fortuna: non videro nessuno a parte Nick-Quasi-Senza-Testa, che fluttuava distratto canticchiando qualcosa che somigliava orribilmente a Perché Weasley è il nostro re. AtTraversarono furtivi la Sala d’Ingresso e si ritrovarono sui prati coperti di neve. Con un gran tuffo al cuore, Harry vide piccoli quadrati di luce dorata, e una spirale di fumo che saliva dal comignolo di Hagrid. Prese a camminare a passo svelto, con gli altri due che inciampavano e si urtavano alle sue spalle. Marciarono spediti nella neve alta finché non raggiunsero la porta di legno. Quando Harry alzò il pugno e bussò tre volte, dentro un cane cominciò ad abbaiare freneticamente.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    Hagrid parve pensarla allo stesso modo; atTraversò la stanza e scostò appena la tenda.
Il racconto di Hagrid (Cap. 20 Harry Potter 5)

    La McGranitt lo guardava atTraverso le lenti storte come se ciò che vedeva la terrorizzasse.
L'occhio del serpente (Cap. 21 Harry Potter 5)

    Harry sapeva che si riferiva all’orologio che non indicava l’ora, ma la posizione e le condizioni dei diversi membri della famiglia Weasley, e con un tuffo al cuore pensò che la lancetta del signor Weasley doveva essere puntata su pericolo mortale. Ma era molto tardi. La signora Weasley probabilmente dormiva e non stava guardando l’orologio. Harry si sentì gelare ripensando al Molliccio che si trasformava nel corpo senza vita del signor Weasley, gli occhiali di Traverso, il volto coperto di sangue… ma non sarebbe morto… non era possibile…
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Quando Ron si svegliò, Harry finse di essersi goduto anche lui un sonno ristoratore. I loro bauli arrivarono da Hogwarts durante il pranzo, così poterono vestirsi da Babbani per andare al San Mungo. Tutti tranne Harry erano chiassosamente felici e ciarlieri mentre scambiavano le vesti con jeans e felpe. Quando Tonks e Malocchio arrivarono per scortarli atTraverso Londra, li salutarono con calore: risero di cuore alla vista della bombetta che Malocchio portava sulle ventitré per nascondere l’occhio magico e gli assicurarono che Tonks, nonostante i capelli rosa acceso e di nuovo corti, avrebbe attirato l’attenzione molto meno di lui in metropolitana.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Harry non rispose; per fortuna scesero alla fermata dopo, una stazione nel cuore di Londra, e nel trambusto della discesa lasciò che Fred e George si mettessero tra lui e Tonks, che guidava il gruppo. Tutti la seguirono sulla scala mobile; Moody chiudeva la fila zoppicando, con il cappello di Traverso e una mano nodosa infilata tra i bottoni della giacca, stretta intorno alla bacchetta. Harry credette di avvertire l’occhio nascosto che lo fissava. Per evitare altre domande sul suo sogno, chiese a Malocchio dov’era nascosto il San Mungo.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Erano arrivati davanti a un vecchio grande magazzino, di mattoni rossi, chiamato Purge Dowse Ltd. Il luogo aveva un’aria trascurata e misera; nelle vetrine c’erano solo alcuni manichini scheggiati con le parrucche di Traverso, disposti a caso, vestiti alla moda di dieci anni prima. Enormi cartelli sulle porte polverose dicevano Chiuso per ristrutturazione. Harry udì distintamente una grossa signora carica di pacchetti dire alla sua amica mentre passavano: «Non è mai aperto, quel posto…»
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Harry pensò che Tonks non poteva farsi sentire dal manichino se parlava a voce così bassa atTraverso un vetro, con gli autobus che passavano e il frastuono della strada. Poi gli venne in mente che i manichini non sentivano comunque. Un secondo dopo spalancò la bocca sbalordito vedendo che il manichino annuiva appena e faceva cenno di avvicinarsi con il dito snodato; Tonks prese Ginny e la signora Weasley per i gomiti, entrò nella vetrina e svanì.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Dài» grugnì Moody, con un’altra botta nella schiena di Harry, e insieme passarono atTraverso quello che parve un velo di acqua fredda, per uscirne caldi e asciutti dalla parte opposta.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    Un mago dall’aria afflitta teneva la sua bambina per la caviglia, mentre lei svolazzava con le immense ali piumate che le erano spuntate sulla schiena atTraverso il pagliaccetto.
L'ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche (Cap. 22 Harry Potter 5)

    «Caro, sei sicuro di star bene?» insisté la signora Weasley preoccupata, mentre atTraversavano la macchia di prato incolto al centro di Grimmauld Place. «Sei così pallido… ma hai riposato questa mattina? Adesso vai su e dormi un paio d’ore prima di cena, d’accordo?»
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Tutti gli altri passarono la mattina successiva ad appendere le decorazioni natalizie. Harry non ricordava di aver mai visto Sirius tanto di buonumore; cantava addirittura le carole, deliziato di avere ospiti per Natale. Harry sentiva la sua voce echeggiare atTraverso il pavimento nel freddo salotto in cui sedeva da solo, a guardare dalla finestra il cielo che si faceva sempre più bianco, annunciando neve, e provò un piacere un po’ perverso all’idea di dare agli altri la possibilità di parlare di lui, cosa che di sicuro stavano facendo. Quando all’ora di pranzo sentì la signora Weasley che chiamava dolcemente il suo nome su per le scale, si ritirò ancora più in alto e la ignorò.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Il viaggio fino al San Mungo fu piuttosto veloce, dato che c’era poco traffico. Un piccolo gruppo di streghe e maghi avanzava furtivo verso l’ospedale nella strada altrimenti deserta. Harry e gli altri scesero dall’auto, e Mundungus svoltò dietro l’angolo per aspettarli. Si avviarono disinvolti verso la vetrina con il manichino vestito di nylon verde, poi, a uno a uno, entrarono atTraverso il vetro.
Natale nel reparto riservato (Cap. 23 Harry Potter 5)

    Sia Sirius che Piton abbassarono le bacchette. Harry spostò lo sguardo dall’uno all’altro. Entrambi ostentavano un’espressione di puro disprezzo, tuttavia l’ingresso inaspettato di tanti testimoni parve ricondurli alla ragione. Piton ripose la bacchetta e atTraversò la cucina, passando davanti ai Weasley senza una parola. Sulla soglia si voltò.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Stavano atTraversando Hogsmeade, coperta di neve. Harry intravide la Testa di Porco in fondo alla sua stradina laterale, l’insegna con la testa di cinghiale mozzata che cigolava nel vento freddo, mentre la neve cadeva sul grande parabrezza dell’autobus. Alla fine si fermarono davanti ai cancelli di Hogwarts.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Vide zio Vernon che chiudeva a martellate la buca delle lettere… cento Dissennatori atTraversavano il lago fluttuando e venivano verso di lui… correva lungo un corridoio senza finestre insieme al signor Weasley… si stavano avvicinando alla porta nera e liscia alla fine del corridoio… Harry si aspettava di entrare… ma il signor Weasley lo guidava verso sinistra, giù per una rampa di scale di pietra…
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    AtTraversò la sala comune, evitò George che cercava di ficcargli in testa un Cappello Decapitato e raggiunse la quiete e l’aria fresca della scala di pietra che portava ai dormitori dei ragazzi. Aveva di nuovo la nausea, come la notte in cui aveva avuto la visione del serpente, ma pensò che se si fosse disteso per un po’ sarebbe stato meglio.
Occlumanzia (Cap. 24 Harry Potter 5)

    Hagrid era accanto al portone nella Sala d’Ingresso, e aspettava il passaggio di una folla di Corvonero. Aveva il volto ancora tumefatto come il giorno in cui era tornato dalla missione e un nuovo taglio gli atTraversava il naso.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    «Precisamente» rispose Hermione. «La vera storia. Tutti i fatti, tali e quali Harry li riferisce. Le racconterà tutti i particolari, le dirà i nomi dei Mangiamorte che ha visto lì, le descriverà l’aspetto di Voldemort adesso… oh, si controlli» aggiunse in tono sprezzante, lanciando un tovagliolino atTraverso il tavolo. Rita, infatti, al nome di Voldemort aveva fatto un tale balzo che si era versata addosso metà del suo Whisky Incendiario.
Lo scarabeo in trappola (Cap. 25 Harry Potter 5)

    Un centinaio di Dissennatori si avvicinavano a Harry atTraverso il lago… contrasse il viso per concentrarsi… si avvicinavano… vedeva i buchi neri sotto i loro cappucci… eppure vedeva ancora Piton in piedi davanti a lui, gli occhi fissi sul suo viso, che mormorava a mezza voce… e in qualche modo l’immagine di Piton si faceva più chiara, e quella dei Dissennatori sfumava…
Visto e imprevisto (Cap. 26 Harry Potter 5)

    «So che a lezione di Astronomia avete imparato i nomi dei pianeti e delle loro lune» proseguì Fiorenzo, «e avete tracciato le mappe del movimento delle stelle atTraverso il cielo. Di quei movimenti, i centauri hanno dipanato i segreti nel corso dei secoli, e le nostre scoperte ci hanno insegnato che nel cielo è possibile intravedere il futuro…»
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Un lampo argenteo atTraversò la stanza, risuonò un botto simile a uno sparo e il pavimento tremò; una mano afferrò Harry per la collottola e lo costrinse a gettarsi a terra, mentre esplodeva una seconda saetta argentea; parecchi ritratti urlarono, Fanny stridette e l’aria si riempì di polvere. Tossendo, Harry vide una figura scura accasciarsi a terra davanti a lui, sentì uno strillo e un tonfo, qualcuno gridò «No!», un vetro andò in frantumi, e poi un trepestio frenetico, un grugnito… infine silenzio.
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Non appena le dita di Silente gli presero il polso, un dolore lancinante atTraversò la cicatrice sulla fronte di Harry, e di nuovo il ragazzo provò un desiderio terribile di colpire Silente con uno scatto serpentino, di morderlo, di fargli del male…
Il centauro e la spia (Cap. 27 Harry Potter 5)

    Si aprì. Era dentro la stanza circolare dalle molte porte… La atTraversò senza esitare, spinse una porta identica alla prima, e anche quella si aprì…
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Immerse la punta della bacchetta nel fluido argenteo, che prese a turbinare rapido, e quando si sporse sul Pensatoio vide che il suo contenuto era diventato trasparente. Ancora una volta guardava una stanza dall’alto, atTraverso un foro circolare nel soffitto… Per la precisione, e a meno di non sbagliarsi di grosso, quella era la Sala Grande.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Harry si mosse così in fretta che, se fosse stato solido, avrebbe rovesciato parecchi tavoli. Invece scivolò come in sogno atTraverso due corridoi tra i banchi, e ne risalì un terzo… La nuca del ragazzo bruno era più vicina: si raddrizzava, riponeva la piuma, prendeva il rotolo di pergamena per rileggere quello che aveva scritto…
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Si sentì sollevare e la giornata estiva svanì; fluttuava verso l’alto atTraverso una tenebra gelida, la mano di Piton sempre stretta attorno al braccio. Poi, con la sensazione di aver fatto una capriola a mezz’aria, atterrò in piedi sul pavimento di pietra del sotterraneo accanto al Pensatoio, nel cupo ufficio dell’attuale insegnante di Pozioni.
Il peggior ricordo di Piton (Cap. 28 Harry Potter 5)

    Aveva fatto appena in tempo a rimettersi il Mantello dell’Invisibilità quando Gazza entrò di corsa nell’ufficio. Sembrava fuori di sé dalla gioia e borbottava febbrilmente mentre atTraversava la stanza, apriva un cassetto della scrivania e vi frugava dentro.
Orientamento professionale (Cap. 29 Harry Potter 5)

    La notte prima aveva percorso ancora una volta il corridoio dell’Ufficio Misteri. Aveva atTraversato la stanza circolare, poi quella piena di ticchettii e luci danzanti, fino a trovarsi di nuovo dentro lo stanzone zeppo di scaffali ricolmi di polverose sfere di vetro.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    «Sì, hai ragione» disse Harry, senza nemmeno rendersi conto di quello che diceva. Cho Chang aveva appena atTraversato il cortile, evitando con cura di guardarlo.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Furono costretti a correre per tenergli dietro atTraverso il prato, voltandosi a ogni passo per guardarsi alle spalle. Arrivati all’altezza della capanna, Hermione puntò automaticamente verso la porta. Ma Hagrid proseguì, tuffandosi nell’ombra dei primi alberi, dove si fermò a recuperare un arco appoggiato a un tronco. Quando si rese conto che non lo avevano seguito, si voltò.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Era molto faticoso perché i rami e i cespugli spinosi, che Hagrid atTraversava come se fossero ragnatele, si avvinghiavano ai vestiti di Harry e Hermione, al punto che ogni volta ci volevano minuti per districarsi. In breve Harry ebbe braccia e gambe coperte di graffi e tagli. Ormai la foresta era così buia che di Hagrid vedeva solo una massiccia sagoma scura davanti a sé. In quel silenzio soffocato ogni suono sembrava minaccioso. Lo schiocco di un ramo spezzato diventava un’esplosione e il più piccolo fruscio, anche se a provocarlo era un passerotto innocente, spingeva Harry a scrutare ansioso le ombre. Gli venne in mente che non si era mai spinto così all’interno della foresta senza incontrare qualche creatura, e di colpo la loro assenza gli parve estremamente sospetta.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    Il torso nudo di un uomo parve per un attimo fluttuare verso di loro atTraverso la screziata penombra verde, ma dopo un momento videro che all’altezza della vita si univa fluido al corpo di un cavallo baio. Il centauro aveva un volto fiero, zigomi alti e lunghi capelli neri. Come Hagrid, era armato: una faretra piena di frecce e un lungo arco in spalla.
Grop (Cap. 30 Harry Potter 5)

    La sua mente fu atTraversata dal ricordo di una mazza che volava in aria e atterrava di schianto sul duro cranio di un troll… sorridendo, chinò il capo e cominciò a scrivere.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Il suo cervo argenteo scaturì dalla punta della bacchetta e atTraversò la Sala al galoppo. Tutti gli esaminatori si voltarono a seguirlo con lo sguardo, e quando si dissolse in una foschia luminosa, il professor Tofty batté entusiasta le mani nodose.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Riavvicinò l’occhio al telescopio e lo mise a fuoco per individuare Venere, ma quando guardò di nuovo la mappa per segnarne la posizione, qualcosa lo distrasse; si bloccò, la piuma sospesa sulla pergamena, e scrutò nell’oscurità. Cinque sagome stavano atTraversando il prato. Se fossero state immobili, e se il chiaro di luna non avesse scintillato sulle loro teste, sarebbe stato impossibile distinguerle. Anche da lontano fu sicuro di riconoscere il modo di camminare della più tozza, che sembrava guidare il gruppetto.
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    AtTraversò il pavimento di pietra e varcò anche la seconda porta… chiazze di luce danzanti, lo strano ticchettio, ma non c’era tempo di esplorare, doveva sbrigarsi…
I G.U.F.O. (Cap. 31 Harry Potter 5)

    Harry si sentì atTraversare da un’ondata di collera bruciante; come poteva ricordargli quell’errore clamoroso proprio in quel momento?
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Kreacher si fermò. Harry riusciva appena a distinguerne la testa calva atTraverso la foresta di gambe di sedie davanti a lui.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «Ha usato l’ultima che avevo per interrogare Potter» rispose lui, osservandola gelido atTraverso la cortina unticcia di capelli neri. «Non l’avrà consumato tutto? Le avevo spiegato che tre gocce sarebbero bastate».
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    «E… mi… one… no!» biascicò Ron atTraverso il bavaglio.
Fuori dal camino (Cap. 32 Harry Potter 5)

    Una freccia atTraversò l’aria sibilando per conficcarsi con un suono sordo e minaccioso in un tronco, sopra la sua testa. Un improvviso scalpitare di zoccoli fece rimbombare l’aria e tremare il terreno; la Umbridge lanciò un grido e spinse Harry davanti a sé come scudo…
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Lo scalpitare dei centauri e i tonfi del gigante diventarono sempre più deboli. Mentre Harry tendeva l’orecchio, sentì una fitta lancinante atTraversargli la cicatrice e un’ondata di terrore lo sommerse.
Lotta e fuga (Cap. 33 Harry Potter 5)

    Una fessura di soffusa luce dorata toccò i loro piedi e si allargò, alzandosi fino a illuminarli completamente. Harry piegò le ginocchia e levando la bacchetta per quanto poteva, stretto com’era, scrutò atTraverso il vetro per vedere se qualcuno li stava aspettando. L’Atrium però sembrava deserto. La luce era più tenue che di giorno; i camini incassati nei muri erano spenti, ma quando l’ascensore si fermò senza un sussulto Harry vide che i simboli dorati continuavano a muoversi sinuosi sul soffitto blu scuro.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    «Non lo so…» Harry deglutì. «Nei sogni varcavo la porta in fondo al corridoio degli ascensori ed entravo in una stanza buia: è questa. Poi la atTraversavo ed entravo in una stanza che… scintilla, tipo. Dobbiamo provarne un po’» aggiunse in fretta. «Riconoscerò la strada giusta quando la vedrò. Muoviamoci».
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    «No» disse Hermione. Si fece avanti per scrutare nella vasca atTraverso la fiancata. «Sono cervelli».
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    Sembrava spaventata, molto più che nella Stanza dei Cervelli, ma per Harry l’arco, pur vecchio com’era, aveva una sua bellezza. E quel velo che continuava a incresparsi lo incuriosiva: provava l’impulso sempre più forte di salire sulla piattaforma e atTraversarlo.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

    «Non lo so, ma di sicuro era pericoloso» rispose lei decisa, tracciando una croce fiammeggiante sulla porta che avevano appena atTraversato.
L'Ufficio Misteri (Cap. 34 Harry Potter 5)

   Forme nere affioravano dal nulla circondandoli, bloccando ogni via di fuga, gli occhi scintillanti atTraverso le fessure dei cappucci, dodici bacchette puntate contro di loro. A Ginny sfuggì un gemito di orrore.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Oh, sa come giocare, il piccolo piccolo Potter» disse la donna, fissandolo con occhi folli atTraverso le fessure del cappuccio. «Benissimo, allora…»
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Harry fissò gli occhi grigi di Malfoy, scintillanti atTraverso le fessure del cappuccio. Era per quella profezia che i suoi genitori erano morti e lui aveva la cicatrice a forma di saetta? Teneva fra le mani la risposta?
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «STUPEFICIUM!» lo precedette Hermione, che li aveva raggiunti. Lo zampillo di luce rossa centrò in pieno il Mangiamorte, che si bloccò col braccio ancora sollevato: la bacchetta cadde tintinnando, e lui barcollò all’indietro contro la campana di vetro. Harry si aspettava di sentire uno schianto, invece la testa del Mangiamorte atTraversò la campana come se fosse una bolla di sapone, e l’uomo si afflosciò con la schiena sul tavolo e la testa immersa nel turbinoso pulviscolo scintillante.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Erano a metà strada quando Harry vide altri due Mangiamorte atTraversare la stanza nera; subito scartò a sinistra, s’infilò in un piccolo ufficio buio e ingombro e si richiuse la porta alle spalle.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Diversi Schiantesimi atTraversarono la stanza: Harry si tuffò oltre la porta che aveva davanti, scaricò Ron senza troppi complimenti e tornò indietro per aiutare Neville a trarre in salvo Hermione: appena in tempo per riuscire a sbattere la porta in faccia a Bellatrix.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Prendete Potter!» strillò Bellatrix, lanciandosi verso di lui. Harry la schivò e atTraversò di corsa la stanza, sapendo di essere al sicuro finché loro rischiavano di colpire la profezia…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Malfoy si voltò, la bacchetta levata, ma Tonks gli aveva già spedito contro uno Schiantesimo. Senza aspettare di scoprire se lo avesse centrato, Harry saltò giù dalla piattaforma, fuori tiro. I Mangiamorte erano concentrati sui membri dell’Ordine, che scendevano in fretta i gradini di pietra facendo piovere su di loro un incantesimo dopo l’altro. AtTraverso i corpi in corsa e i lampi di luce, Harry vide Neville strisciare lontano dalla mischia, e schivando un raggio di luce rossa si tuffò sul pavimento per raggiungerlo.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    «Harry, prendi la profezia, agguanta Neville e vattene!» urlò Sirius, correndo verso Bellatrix. Harry non vide che cosa accadde dopo, perché Kingsley atTraversò il suo campo visivo duellando col butterato e non più mascherato Rookwood; un altro raggio verde gli passò sopra la testa mentre si tuffava verso Neville…
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Harry si voltò. Albus Silente era comparso sopra di loro, stagliato sulla soglia della Stanza dei Cervelli, la bacchetta levata, il volto pallido e furente. Harry si sentì atTraversare da una sorta di scarica elettrica… erano salvi.
Oltre il velo (Cap. 35 Harry Potter 5)

    Il getto di luce rossa del suo stesso Schiantesimo gli rimbalzò contro, costringendolo a buttarsi ancora dietro la fontana. Un orecchio del goblin atTraversò al volo la stanza.
L’unico che abbia mai temuto (Cap. 36 Harry Potter 5)

    Harry esitò, poi lentamente atTraversò la stanza cosparsa di ingranaggi d’argento e schegge di legno, e si sedette davanti alla scrivania.
La profezia perduta (Cap. 37 Harry Potter 5)

    Mentre atTraversava il prato, diretto alla capanna di Hagrid, il sole rovente lo colpì come una fiammata. Molti studenti distesi sull’erba a prendere il sole, chiacchierare, leggere Il Profeta della Domenica e mangiare dolci alzarono lo sguardo al suo passaggio: alcuni lo chiamarono o lo salutarono, ansiosi di mostrare che anche loro, come Il Profeta, avevano deciso di considerarlo un eroe. Harry non rivolse la parola a nessuno. Non aveva idea di quanto sapessero degli avvenimenti di tre giomi prima, ma era riuscito a evitare le domande e preferiva che continuasse così.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Sirius non aveva con sé lo specchio quando ha atTraversato l’arco, sussurrò una vocina dentro la sua testa. Per questo non funziona…
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Corse fuori dal dormitorio, giù per la scala a chiocciola, a stento si accorse di urtare contro i muri; atTraversò di volata la sala comune vuota e il buco del ritratto, ignorando la Signora Grassa che gli gridò: «Il banchetto sta per cominciare, sai! Devi sbrigarti!»
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Harry tenne aperta la porta per lasciarlo passare, ma Nick preferì atTraversare il muro.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Ne era così convinto che si voltò verso la porta, certo, per un attimo, che avrebbe visto un Sirius perlaceo e trasparente, ma raggiante, atTraversarla per venirgli incontro.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    E fluttuò fuori dalla stanza, lasciando Harry solo, a fissare senza vederla la parete che Nick aveva appena atTraversato.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Perdere la speranza di poter rivedere Sirius e parlare ancora con lui fu come perderlo di nuovo. A passi lenti, oppresso dal dolore, riatTraversò il castello deserto chiedendosi se si sarebbe mai sentito di nuovo felice.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Harry fu sorpreso di scoprire che quella notizia non gli faceva né caldo né freddo. Il desiderio di conquistare Cho apparteneva a un passato ormai scomparso; provava la stessa sensazione per molte cose che gli erano sembrate importanti prima della morte di Sirius… la settimana trascorsa dall’ultima volta che aveva visto il suo padrino sembrava infinitamente lunga; si stendeva atTraverso due universi, quello con Sirius, e quello senza di lui.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Comunque, quando il controllore segnalò a lui, Ron e Hermione che potevano atTraversare senza rischi la barriera magica fra la piattaforma nove e la piattaforma dieci, trovò una sorpresa dall’altro lato: un gruppo di persone che non si sarebbe mai aspettato di vedere.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Accennò col pollice alle proprie spalle; a quanto pareva, l’occhio magico stava guardando atTraverso la nuca e la bombetta. Harry tese il collo a sinistra per vedere le persone indicate da Malocchio, e scorse proprio i tre Dursley… con l’aria inorridita alla vista del suo comitato di accoglienza.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Lui e il signor Weasley precedettero il gruppetto atTraverso la stazione, verso i Dursley, che sembravano aver messo le radici. Hermione si liberò con dolcezza dall’abbraccio della madre per unirsi a loro.
La seconda guerra comincia (Cap. 38 Harry Potter 5)

    Ma Narcissa non l’ascoltava: era scivolata in un varco tra le sbarre arrugginite e già atTraversava la strada di corsa.
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    Ma l’altra era corsa avanti. Strofinandosi la mano, Bella ricominciò a correre, tenendosi ora a distanza mentre si addentravano nel labirinto deserto di case di mattoni. Infine Narcissa imboccò una strada chiamata Spinner’s End, sulla quale la torreggiante ciminiera sembrava incombere come un gigantesco dito ammonitore. I suoi passi echeggiarono sull’acciottolato davanti a finestre sprangate e rotte, finché giunse all’ultima casa, dove una luce tenue baluginava atTraverso le tende di una stanza al piano terra.
Spinner's End (Cap. 2 Harry Potter 6)

    «Ah, buonasera, Harry» disse Silente, posando lo sguardo su di lui atTraverso gli occhiali a mezzaluna con intensa soddisfazione. «Ottimo, ottimo».
Lettera e testamento (Cap. 3 Harry Potter 6)

    I mobili tornarono volando al loro posto; i soprammobili si ricomposero a mezz’aria; le piume schizzarono dentro i loro cuscini; i libri strappati si ripararono atterrando sui loro scaffali; le lanterne a olio planarono sui tavolini e si riaccesero. Un’ampia collezione di comici d’argento infrante volarono scintillando atTraverso la sala e si posarono, intatte e lustre, su una scrivania; strappi, incrinature e buchi si ripararono ovunque; le pareti si ripulirono.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    Silente atTraversò la stanza. Quando la porta si fu chiusa alle sue spalle, calò il silenzio. Dopo qualche istante Lumacorno si alzò, ma parve incerto sul da farsi. Scoccò uno sguardo furtivo a Harry, poi andò verso il fuoco per scaldarsi l’ampio sedere.
Horace Lumacorno (Cap. 4 Harry Potter 6)

    A Ron andò di Traverso un pezzo di pane e Hermione trattenne il respiro.
Un eccesso di flebo (Cap. 5 Harry Potter 6)

    «È talmonte jontile» fece le fusa un’adorante Fleur, accarezzando il naso a Bill. Alle spalle di Fleur, Ginny fece finta di vomitare nella propria tazza. A Harry andarono di Traverso i fiocchi d’avena e Ron gli batté forte sulla schiena.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Tom annuì cupo e tornò ad asciugare i bicchieri; Harry, Hermione, Hagrid e i Weasley atTraversarono la sala e uscirono nel gelido cortiletto sul retro, dove c’erano i bidoni dell’immondizia. Hagrid alzò l’ombrello rosa e batté su un certo mattone nel muro, che si aprì subito per far posto a un arco, che dava su una tortuosa via acciottolata. Oltrepassarono l’ingresso e si fermarono a osservare la scena.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    Avvicinarono le teste. Dalle estremità dei fili la voce di Malfoy proveniva forte e chiara, come atTraverso una radio.
La deviazione di Draco (Cap. 6 Harry Potter 6)

    «Ti ha colpito un Gorgosprizzo?»chiese Luna comprensiva, scrutando Harry atTraverso gli enormi occhiali colorati.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Fuori dai finestrini, il tempo era incerto come lo era stato per tutta l’estate; atTraversavano banchi di nebbia fredda alternati alla debole, chiara luce del sole. Fu durante uno di questi momenti luminosi, quando il sole era quasi allo zenit, che Ron e Hermione finalmente entrarono nello scompartimento.
Il Lumaclub (Cap. 7 Harry Potter 6)

    Finalmente raggiunsero la scalinata del castello e mentre i grandi battenti di quercia si spalancavano sull’enorme Sala d’Ingresso lastricata, un’esplosione di chiacchiere, risate, piatti e bicchieri li accolse atTraverso la porta della Sala Grande. Harry si chiese se doveva rimettersi il Mantello dell’Invisibilità, guadagnando così il proprio posto alla lunga tavola di Grifondoro (che purtroppo era la più lontana dalla Sala d’Ingresso) senza farsi notare.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Non fu la sola a notare la mano destra di Silente, nera e come priva di vita. Sussurri atTraversarono la Sala; Silente, interpretandoli nel giusto modo, si limitò a sorridere e fece scivolare la manica viola e oro sulla ferita.
Il trionfo di Piton (Cap. 8 Harry Potter 6)

    Neville abbassò la testa. La professoressa McGranitt lo scrutò atTraverso gli occhiali quadrati.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    Ron parve un po’ a disagio e cominciò a giocare con il Frisbee Zannuto che Hermione aveva sequestrato al ragazzo del quarto anno. Quello sfrecciò atTraverso la sala comune ringhiando e tentando di staccare frammenti di tappezzeria. Grattastinchi lo seguì con i suoi occhi gialli, e soffiò quando il Frisbee si avvicinò troppo.
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «Bene, bene, bene…» cominciò Lumacorno. La sua sagoma enorme tremava atTraverso i densi vapori vibranti. «Fuori le bilance, tutti quanti, e gli ingredienti, e non dimenticate la vostra copia di Pozioni Avanzate…»
Il Principe Mezzosangue (Cap. 9 Harry Potter 6)

    «E l’ho fatto» ribatté Silente tranquillo. «Ti ho detto tutto quello che so. Da questo momento in poi, lasceremo le salde fondamenta dei fatti e viaggeremo insieme atTraverso le torbide paludi della memoria, per addentrarci nel folto delle più audaci congetture. D’ora in poi, Harry, potrei clamorosamente sbagliarmi tanto quanto Humphrey Ruttus, convinto che i tempi fossero maturi per un calderone di formaggio».
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «Mio Dio, che orrore!» esclamò una voce di ragazza, chiarissima atTraverso la finestra aperta, come se fosse stata nella stanza accanto a loro. «Tuo padre non potrebbe far radere al suolo quella baracca, Tom?»
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «A lei piace guardare quel Babbano» rispose Orfin con espressione malvagia, fissando la sorella terrorizzata. «Sta sempre in giardino quando lui passa, lo spia atTraverso la siepe, non è vero? E ieri sera…»
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    «Il nonno di Voldemort, sì» completò Silente. «Orvoloson, suo figlio Orfin e sua figlia Merope erano gli ultimi dei Gaunt, una famiglia magica molto antica nota per una vena di squilibrio e violenza che fiorì atTraverso le generazioni a causa della loro abitudine di sposarsi tra cugini. La mancanza di buonsenso unita a una smisurata tendenza allo sperpero fecero sì che il denaro di famiglia fosse dilapidato parecchie generazioni prima della nascita di Orvoloson. Lui, come hai visto, finì nello squallore e nella miseria, con un carattere pessimo, una straordinaria dose di arroganza e orgoglio, e un paio di cimeli di famiglia che aveva cari quanto suo figlio, e parecchio più di sua figlia».
La casa di Gaunt (Cap. 10 Harry Potter 6)

    A Ron andò di Traverso un grosso pezzo di aringa. Hermione lo degnò di un solo sguardo prima di tornare a rivolgersi a Harry.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    I gufi postali planarono atTraverso le finestre punteggiate dalla pioggia, spruzzando tutti di goccioline. Un sacco di ragazzi ricevevano più posta del solito; i genitori, preoccupati, volevano avere notizie dei figli e rassicurarli a loro volta che a casa andava tutto bene. Harry non riceveva posta dall’inizio della scuola: l’unico che gli scriveva con una certa regolarità era morto e Harry, anche se aveva sperato che Lupin gli mandasse una lettera ogni tanto, finora era rimasto deluso. Fu molto sorpreso dunque di vedere la candida Edvige volteggiare tra tutti i gufi marroni e grigi. Atterrò davanti a lui con un grosso pacco quadrato. Un attimo dopo arrivò un pacco identico per Ron, schiacciando il suo minuscolo, sfinito portatore, Leotordo.
Una mano da Hermione (Cap. 11 Harry Potter 6)

    Era vero solo in parte; in effetti, Harry aveva visto suo padre usare la fattura contro Piton, ma non aveva mai raccontato a Ron e Hermione di quella particolare visione nel Pensatoio. Ora, tuttavia, una meravigliosa ipotesi gli atTraversò la mente. Possibile che il Principe Mezzosangue fosse…?
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    Si rimboccarono di nuovo le sciarpe sulle facce e uscirono dal negozio di dolci. Il vento era tagliente come un coltello affilato dopo il calore zuccherino di Mielandia. La strada non era molto affollata; nessuno si fermava a chiacchierare, tutti correvano verso le loro destinazioni. Facevano eccezione due individui un po’ più avanti, fuori dai Tre Manici di Scopa. Uno era molto alto e magro; atTraverso le lenti coperte di pioggia Harry riconobbe il barista che lavorava nell’altro pub di Hogsmeade, la Testa di Porco. Quando i ragazzi si avvicinarono, il barista avvolse più stretto il mantello attorno al collo e se ne andò lasciando l’uomo più basso ad armeggiare con qualcosa che teneva in braccio. Erano a pochi metri da lui quando Harry lo riconobbe.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    A Harry andò di Traverso la Burrobirra; si era dimenticato di essere il proprietario del numero dodici di Grimmauld Place.
Argento e Opali (Cap. 12 Harry Potter 6)

    «Eccomi» annunciò Silente allegro, indicando un’alta figura poco distante che atTraversava la strada davanti a un carro del latte trainato da cavalli.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    «Bel vestito, signore»osservò Harry senza riuscire a trattenersi. Silente si limitò a ridacchiare. Seguirono a breve distanza la sua versione più giovane, fino ad atTraversare il cancello di ferro di un cortile spoglio, davanti a un edificio squadrato e tetro circondato da alte ringhiere. Silente salì i pochi gradini fino al portone e bussò una volta. Dopo qualche istante la porta fu aperta da una ragazza trasandata in grembiule.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Riddle esitò, poi atTraversò la stanza e aprì di colpo l’anta dell’armadio. Sullo scaffale più alto, sopra una fila di abiti lisi, una scatoletta di cartone tremava e si scuoteva come se vi fossero intrappolati dei topi.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

    Harry si alzò. Mentre atTraversava la stanza, il suo sguardo cadde sul tavolino sul quale l’ultima volta era posato l’anello di Orvoloson Gaunt, ma l’anello non c’era più.
Il Riddle segreto (Cap. 13 Harry Potter 6)

   La mattina dopo Harry aveva Erbologia alla prima ora. In Sala Grande non aveva raccontato a Ron e Hermione della serata con Silente per paura di essere udito dagli altri, e così li ragguagliò mentre atTraversavano l’orto diretti alle serre. Il vento brutale era finalmente cessato; la strana nebbia era tornata e i ragazzi impiegarono un po’ più tempo del solito a trovare la serra giusta.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    Harry si incamminò lentamente verso il castello, da solo, atTraversando la folla che esultava per lui, avvilito; era sicuro che, se Ron avesse vinto la partita, lui e Hermione sarebbero subito tornati amici. Non sapeva come fare a spiegarle che Ron ce l’aveva con lei perché aveva baciato Viktor Krum, anche perché l’oltraggio era avvenuto tanto tempo prima.
Felix Felicis (Cap. 14 Harry Potter 6)

    «Era grande e aveva quattro zampe» mormorò Harry, atTraversato da un pensiero improvviso. «Ehi… non poteva essere…»
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    Harry atTraversò il cortile verso il giardino incolto e coperto di neve, con Scrimgeour che gli zoppicava al fianco. Sapeva che era stato Capo dell’Ufficio Auror; era duro e segnato dalle battaglie, molto diverso dal corpulento Caramell con la sua bombetta.
Un Natale molto gelato (Cap. 16 Harry Potter 6)

    «Proprio così» rispose Silente. «Non abbiamo ricordi che ce lo mostrino, ma possiamo esserne abbastanza sicuri. Voldemort gettò uno Stupeficium sullo zio, gli prese la bacchetta e atTraversò la valle diretto alla ‘casa grande lassù’. Là uccise l’uomo Babbano che aveva abbandonato sua madre strega e, per buona misura, i nonni Babbani, cancellando così gli ultimi indegni Riddle e vendicandosi del padre che non l’aveva mai voluto. Poi tornò alla catapecchia dei Gaunt, eseguì la complicata magia per innestare un falso ricordo nella mente dello zio, posò la bacchetta di Orfin accanto al proprietario privo di sensi, intascò l’antico anello e se ne andò».
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Harry cadde di nuovo atTraverso la superficie argentea, e questa volta atterrò davanti a un uomo che riconobbe subito.
Un ricordo lumacoso (Cap. 17 Harry Potter 6)

    Ed eccola lì, scarabocchiata atTraverso una lunga lista di antidoti.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    «Quassù» rispose Harry, e lo guidò atTraverso la sala comune oltre la porta, verso la scala dei ragazzi.
Sorprese di compleanno (Cap. 18 Harry Potter 6)

    Sfilò la coppa dall’indice di Voldemort e la depose con dolcezza nella scatola, troppo concentrata a sistemarla per accorgersi dell’ombra che atTraversò il volto di Voldemort quando l’oggetto gli venne sottratto.
La richiesta di Lord Voldemort (Cap. 20 Harry Potter 6)

    «Sì!» rispose lei, facendo andar di Traverso la colazione sia a Harry che a Ron, «ma non è morto… è Mundungus, è stato arrestato e spedito ad Azkaban! Pare che abbia impersonato un Inferius durante un tentativo di furto… e un certo Octavius Pepper è sparito… Oh, che cosa orribile, un bambino di nove anni è stato arrestato per aver cercato di uccidere i nonni, pensano che fosse sotto la Maledizione Imperius…»
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    Il fantasma di una ragazza era sorto dal water in un cubicolo alle loro spalle e galleggiava a mezz’aria, fissandoli atTraverso grossi occhiali bianchi e tondi.
La stanza delle necessità (Cap. 21 Harry Potter 6)

    «Che cosa ci facevi lassù con lei?» strillò Lavanda Brown, atTraversando Harry con lo sguardo per fissare Ron e Hermione che uscivano insieme dal dormitorio dei maschi. Harry senti Ron farfugliare qualcosa e si allontanò di corsa.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Il ritratto si richiuse dietro Harry, non prima che lui avesse udito Dean ribattere irritato… Con crescente euforia, Harry atTraversò il castello. Non dovette fare attenzione, perché non incontrò nessuno, ma la cosa non lo sorprese affatto: quella sera era la persona più fortunata di tutta Hogwarts.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Quando mise piede sull’ultimo gradino gli venne in mente che sarebbe stato molto piacevole arrivare da Hagrid atTraverso l’orto. Non si trovava proprio sulla strada, ma gli fu chiaro che era un capriccio da seguire, quindi lo fece. Nell’orto fu lieto, ma non del tutto sorpreso, di trovare il professor Lumacorno immerso in conversazione con la professoressa Sprite. Harry si appostò dietro un basso muretto di pietra, in pace con il mondo, e ascoltò le loro chiacchiere.
Dopo il funerale (Cap. 22 Harry Potter 6)

    Harry quasi non si accorse che avevano atTraversato il buco del ritratto ed erano entrati nella sala comune invasa dal sole; notò solo di striscio il gruppetto di ragazzi del settimo anno, finché Hermione esclamò: «Katie! Sei tornata! Stai bene?»
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    La tentazione di bere un’altra sorsata di Felix Felicis si rafforzava giorno dopo giorno, perché quello era di sicuro un caso in cui valeva la pena, come diceva Hermione, di ‘ritoccare un po’ le circostanze’. Le giornate fragranti scivolarono dolcemente atTraverso maggio; ogni volta che Harry incrociava Ginny, Ron stava sempre fra i piedi. Harry si ritrovò a sperare in un colpo di fortuna perché Ron si convincesse che nulla l’avrebbe potuto rendere più felice dell’amore tra il suo migliore amico e sua sorella, e li lasciasse da soli insieme per più di qualche secondo. Ma non c’era alcuna possibilità dell’una o dell’altra cosa, finché incombeva l’ultima partita della stagione; Ron voleva sempre discutere di tattica con Harry e non pensava ad altro.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    AtTraversò il bagno sorreggendo Malfoy, e sulla soglia si voltò per sibilare con furia gelida: «E tu, Potter… tu aspettami qui».
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Ron gli consegnò il suo Pozioni Avanzate. Harry corse avanti e tornò nella sala comune. Li afferrò la borsa di scuola, ignorando gli sguardi stupefatti di molti ragazzi che avevano già finito di cenare, si scaraventò di nuovo atTraverso il buco del ritratto e corse lungo il corridoio del settimo piano.
Sectumsempra (Cap. 24 Harry Potter 6)

    Corse fuori dalla sala comune e atTraversò a razzo il settimo piano, incrociando solo Pix, che con aria annoiata gli gettò addosso pezzetti di gesso e ridacchiò sonoramente scansando la sua fattura difensiva. Quando Pix fu sparito, il silenzio calò nei corridoi; mancavano solo quindici minuti al coprifuoco e quasi tutti erano già tornati nelle sale comuni.
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    E se ne andò, atTraversando di corsa il buco del ritratto, diretto alla Sala d’Ingresso.
La veggente spiata (Cap. 25 Harry Potter 6)

    «Dopo di me, direi» soggiunse Silente, e atTraversò l’arco; Harry, alle sue spalle, si affrettò ad accendere la bacchetta.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    «Quindi dovremo atTraversare il lago per prenderlo?»
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    «Oh, sì, credo di sì. Voldemort aveva bisogno di creare un mezzo per atTraversare il lago senza suscitare l’ira delle creature che vi aveva collocato, nel caso avesse voluto vedere o portar via il suo Horcrux».
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    «Quindi le cose là dentro non ci faranno nulla se atTraversiamo il lago con la barca di Voldemort?»
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    «Voldemort non avrà pensato al peso, ma alla quantità di potere magico che atTraversava il suo lago. Immagino che questa barca sia stata incantata perché un mago alla volta possa usarla».
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    Ma poi nel buio esplose il fuoco: rosso e oro, un anello di fuoco che circondò la roccia, e gli Inferi che stringevano Harry inciamparono e barcollarono, senza osare atTraversare le fiamme per raggiungere l’acqua. Lasciarono andare Harry, che urtò il suolo, scivolò sulla roccia e cadde, sbucciandosi le braccia, ma si tirò su vacillando, alzò la bacchetta e si guardò intorno.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    Harry passò l’avambraccio graffiato sopra la pietra: ottenuto il suo tributo di sangue, l’arco si riaprì all’istante. AtTraversarono la caverna più esterna e Harry aiutò Silente a tornare dentro la gelida acqua di mare che riempiva la fenditura nella scogliera.
La caverna (Cap. 26 Harry Potter 6)

    «L’altro si trova da Magie Sinister» continuò Malfoy, «formano una specie di passaggio. Montague mi ha detto che quando è rimasto chiuso in quello di Hogwarts era come intrappolato in una specie di limbo. Non riusciva a farsi sentire da nessuno, ma a volte ascoltava quello che succedeva a scuola, e altre volte quello che succedeva nel negozio, come se l’Armadio viaggiasse dall’una all’altro. Alla fine è riuscito a Materializzarsi e a venir fuori, anche se non aveva mai dato l’esame. Per poco non ci lasciava le penne. Hanno pensato tutti che fosse una bellissima storia, ma io sono stato l’unico a capire cosa significasse… nemmeno Sinister lo sapeva… l’unico a capire che si poteva raggiungere Hogwarts atTraverso gli Armadi, se avessi aggiustato quello rotto».
La torre (Cap. 27 Harry Potter 6)

    Si precipitò verso una scorciatoia, sperando di superare i due Mangiamorte in fuga e di avvicinarsi a Piton e Malfoy, che ormai dovevano aver raggiunto il parco; ricordandosi di saltare il gradino evanescente a metà della scala nascosta, atTraversò un arazzo in fondo e uscì in un corridoio occupato da diversi Tassorosso sconvolti, in pigiama.
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Harry atTraversò di corsa la Sala d’Ingresso e uscì nel parco buio; distinse appena tre figure che correvano sul prato, dirette ai cancelli oltre i quali avrebbero potuto Smaterializzarsi… a giudicare dal loro aspetto erano l’enorme Mangiamorte biondo e, un po’ più avanti, Piton e Malfoy…
La fuga del Principe (Cap. 28 Harry Potter 6)

    Una mano molto più piccola e calda aveva stretto la sua e la tirava verso l’alto. Obbedì senza pensarci. Solo atTraversando la folla, senza guardare, capì da un leggero profumo di fiori nell’aria che era Ginny a guidarlo verso il castello. Voci incomprensibili lo circondavano, singhiozzi e urla e gemiti trafiggevano la notte, ma Harry e Ginny andarono avanti, salirono i gradini fino alla Sala d’Ingresso: facce galleggiavano ai margini del campo visivo di Harry, ragazzi lo guardavano furtivi, interrogativi, e i rubini di Grifondoro scintillavano sul pavimento come gocce di sangue mentre i due si facevano strada verso la scalinata di marmo.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Madama Chips deglutì, si premette le dita sulla bocca, gli occhi dilatati. Da qualche parte, fuori, nella notte, una fenice cantava in un modo che Harry non aveva mai sentito prima: un doloroso lamento di terribile bellezza. E Harry capì, come aveva capito altre volte ascoltando una fenice cantare, che la musica era dentro di lui, non fuori: era il suo stesso strazio mutato per magia in canto che echeggiava nel parco e atTraverso le finestre del castello.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «L’ho visto atTraversare di corsa la barriera stregata come se non ci fosse» proseguì Lupin. «Ho cercato di seguirlo, ma sono stato scagliato indietro, come Neville…»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Infatti» ringhiò Harry furioso, «ma per aiutarli, non per fermarli… Scommetto che bisognava avere il Marchio Nero per atTraversare la barriera… E poi cos’è successo quando è tornato di sotto?»
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    Come Harry aveva sospettato, la sala comune era affollatissima. Al suo arrivo calò il silenzio. Vide Dean e Seamus seduti lì vicino: il dormitorio doveva essere vuoto, o quasi. Senza rivolgere la parola a nessuno, senza incrociare lo sguardo di nessuno, atTraversò la stanza e varcò la porta, diretto di sopra.
Il lamento della Fenice (Cap. 29 Harry Potter 6)

    «Voldemort usa le persone a cui i suoi nemici tengono. Ti ha già usato una volta come esca, e solo perché sei la sorella del mio migliore amico. Pensa a quanto più grande sarà il pericolo che correrai se continuiamo a stare insieme. Lo verrà a sapere, lo scoprirà. Cercherà di arrivare a me atTraverso di te».
La tomba bianca (Cap. 30 Harry Potter 6)

   Piton annuì senza dare spiegazioni. Voltarono a destra, in un ampio viale. L'alta siepe svoltò con loro, sparendo in lontananza oltre i poderosi battenti del cancello di ferro che sbarrava la strada. Nessuno dei due si fermò; in silenzio, levarono il braccio sinistro in una sorta di saluto e atTraversarono senza esitare il metallo scuro, come se fosse fumo.
L’ascesa del Signore Oscuro (Cap. 1 Harry Potter 7)

   Harry atTraversò la camera e fece scivolare via il frammento di specchio da sopra il giornale. Lo aprì: quella mattina, quando aveva preso il quotidiano ancora arrotolato dal gufo postino, aveva dato solo un'occhiata alla prima pagina e dopo aver visto che non parlava di Voldemort l'aveva gettato sul letto. Harry era sicuro che il Ministero faceva pressione sul Profeta perché sopprimesse le notizie su Voldemort. Solo ora, quindi, notò ciò che gli era sfuggito.
In memoriam (Cap. 2 Harry Potter 7)

   Ci fu un breve silenzio nel quale l'eco distante di Hagrid che abbatteva una porta di legno parve vibrare atTraverso gli anni. Zia Petunia guardava zio Vernon; Dudley fissava Harry. Infine zio Vernon scoppiò: «E il mio lavoro? E la scuola di Dudley? Naturalmente di tutto questo non importa niente a un manipolo di maghi fannulloni...»
La partenza dei Dursley (Cap. 3 Harry Potter 7)

   Harry guardò le file di scarpe e di ombrelli e ricordò quando tutte le mattine apriva gli occhi e vedeva la parte di sotto della scala, quasi sempre adorna di un paio di ragni. Quelli erano i tempi prima che scoprisse la sua vera identità; prima che sapesse com'erano morti i suoi genitori o perché spesso succedevano strane cose attorno a lui. Ma Harry ricordava ancora i sogni che l'avevano perseguitato, anche in quei giorni: sogni confusi atTraversati da lampi di luce verde e una volta zio Vernon quasi si schiantò con l'auto quando Harry lo raccontò da una motocicletta volante...
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   «Kingsley, credevo che stessi sorvegliando il Primo Ministro Babbano» gridò atTraverso la stanza.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Il dolore della cicatrice lo costrinse a chiudere gli occhi, ma la sua bacchetta agì di propria iniziativa. Si sentì tirare la mano come da un enorme magnete, intravide uno schizzo di fuoco dorato atTraverso le palpebre socchiuse, udì un crac e un grido di rabbia. Il Mangiamorte superstite imprecò; Voldemort urlò «No!»; in qualche modo, Harry si ritrovò col naso a un centimetro dal pulsante del fuoco di drago; lo premette con la mano libera e la moto eruttò altre fiamme, precipitando verso il suolo.
I sette Potter (Cap. 4 Harry Potter 7)

   Ted Tonks alzò gli occhi al soffitto, come se potesse atTraversarlo con lo sguardo e vedere il cielo.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   La signora Weasley si era appena chinata sul figlio quando Lupin afferrò Harry per un braccio e lo trascinò rudemente in cucina, dove Hagrid stava ancora tentando di far passare la sua mole atTraverso la porta di servizio. «Ehi!» esclamò quest'ultimo, indignato. «Mollalo! Molla Harry!»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Hermione, evidentemente c'È stata una fuga di massa che il Ministero ha messo a tacere. Quando l'ho maledetto è caduto il cappuccio a Travers, un altro che dovrebbe essere dentro. Ma a voi com'È andata, Remus? Dov'È George?»
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   «Harry, dammi una mano!» gridò Hagrid roco dalla porta in cui si era incastrato di nuovo. Lieto di avere qualcosa da fare, Harry lo liberò, atTraversò la cucina vuota e tornò nel salotto, dove la signora Weasley e Ginny erano ancora affaccendate attorno a George. La madre aveva fermato l'emorragia e alla luce delle lampade Harry vide un foro netto al posto dell'orecchio.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Nessuno parlò, nessuno si mosse. Harry sentì qualcosa dentro di sé cadere, cadere e atTraversare la terra, lasciarlo per sempre.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

    atTraverso la stanza, tenendo il tredicesimo sospeso. «A Malocchio».
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Mentre atTraversava il cortile buio, l'enorme, scheletrico Thestral alzò gli occhi, agitò le gigantesche ali da pipistrello e riprese a brucare. Harry si fermò al cancello che dava nel giardino e fissò le piante troppo cresciute, strofinandosi la fronte in fiamme e pensando a Silente.
Il Guerriero caduto (Cap. 5 Harry Potter 7)

   Ron marciò fino al piano di sotto, atTraversò la cucina ancora affollata e uscì nel cortile, con Harry dietro. Hermione li seguì, spaventata.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   La videro tutti insieme: una striscia luminosa volò atTraverso il giardino fino sul tavolo, dove si mutò in una lucente donnola d'argento che si rizzò sulle zampe posteriori e parlò con la voce del signor Weasley.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   I nuovi arrivati atTraversarono il cortile diretti al giardino e alla tavola illuminata, dove tutti sedevano in silenzio, guardandoli. Quando Scrimgeour
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Il Ministro non parlò mentre atTraversavano la cucina in disordine e raggiungevano il salotto. Il giardino era ancora immerso in una morbida, dorata luce serale, ma in casa era già buio. Harry accese con la bacchetta le lampade a olio, che illuminarono la stanza sciupata ma accogliente. Scrimgeour prese posto nella poltrona sfondata del signor Weasley, lasciando gli amici a strizzarsi fianco a fianco sul divano. Poi parlò.
Il testamento i Albus Silente (Cap. 7 Harry Potter 7)

   Dal nulla, una alla volta, figure dai colori vivaci cominciarono ad apparire al limitare del cortile. Nel giro di pochi minuti, una processione prese a serpeggiare atTraverso il giardino diretta al padiglione. Fiori esotici e uccelli incantati fluttuavano sui cappelli delle streghe, sulle cravatte dei maghi brillavano gemme preziose; il chiacchiericcio eccitato divenne sempre più forte, soffocando il ronzio delle api man mano che la folla si avvicinava alla tenda.
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Li guidò atTraverso la pista vuota, guardando a destra e a sinistra: Harry era sicuro che volesse stare alla larga da Krum. Dall'altro lato del tendone, gran parte dei tavoli erano occupati: il più libero era quello dove Luna era seduta da sola.
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Harry non sapeva da dove cominciare, ma non ce ne fu bisogno. In quel momento, qualcosa di grosso e argenteo arrivò dall'alto atTraverso la tenda sulla pista. Aggraziata e lucente, la lince atterrò lieve in mezzo ai ballerini esterrefatti. Le teste si voltarono, i più vicini rimasero assurdamente paralizzati a metà della danza. Poi il Patronus parlò con la voce forte e fonda di Kingsley Shacklebolt.
Il matrimonio (Cap. 8 Harry Potter 7)

   Voltò le spalle a Ron e Hermione, fingendo di studiare il vecchio arazzo dell'albero genealogico dei Black. Poi Hermione cacciò un urlo: Harry sfoderò di nuovo la bacchetta, si voltò e vide un Patronus argenteo planare atTraverso la finestra del salotto e atterrare davanti a loro, dove assunse le sembianze della donnola che parlava con la voce del padre di Ron.
Un nascondiglio (Cap. 9 Harry Potter 7)

   Corse giù per le scale, due gradini alla volta, gli amici alle calcagna. Fecero tanto rumore che atTraversando l'ingresso svegliarono il ritratto della madre di Sirius.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Il sole era sorto; la luce li abbagliava anche atTraverso le sudicie finestre del pianerottolo.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Varcarono la soglia insieme, guardandosi attorno. La stanza di Regulus era un po' più piccola di quella di Sirius, ma aveva la stessa atmosfera di trascorsa grandeur. Là dove Sirius aveva cercato di sottolineare il proprio contrasto con il resto della famiglia, Regulus si era sforzato di rimarcare la sua appartenenza. I colori di Serpeverde, smeraldo e argento, erano ovunque, a drappeggiare il letto, le pareti e le finestre. Lo stemma dei Black era dipinto con straordinaria cura sopra il letto, assieme al suo motto, Toujours pur. Sotto c'era una collezione di ritagli di giornale ingialliti, attaccati insieme a formare un lacero collage. Hermione atTraversò la stanza per esaminarli.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   Rilesse la lettera, ma non riuscì a coglierne più senso della prima volta, e si ridusse a fissare la grafia. Lei scriveva le g proprio come lui: le cercò tutte, parola per parola, e ciascuna gli parve un amichevole saluto scorto atTraverso un velo. Era un cimelio incredibile, la prova che Lily Potter era esistita, esistita davvero, che la sua mano calda un tempo si era mossa su quella pergamena, tracciando con l'inchiostro quelle lettere, quelle parole, parole su di lui, Harry, suo figlio.
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «Non ti capisco, Kreacher» disse infine. «Voldemort ha cercato di ucciderti, Regulus è morto per lottare contro di lui, ma tu sei stato contento lo stesso di tradire Sirius e consegnarlo a Voldemort? Sei andato da Narcissa e Bellatrix e hai passato informazioni a Voldemort atTraverso di loro...»
Il racconto di Kreacher (Cap. 10 Harry Potter 7)

   «I Mangiamorte sono passati atTraverso tutti quegli incantesimi di protezione?» chiese Harry, ricordando la loro efficacia la notte che era precipitato nel giardino dei Tonks.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Se le è cercate» ribatté Harry. Immagini frammentarie si inseguivano nella sua mente: Sirius che cadeva atTraverso il velo; Silente spezzato, sospeso a mezz'aria; un lampo di luce verde e la voce di sua madre che implorava pietà...
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   «Non sei proprio nella posizione di poterci minacciare» osservò Harry. Gettò via il giornale, atTraversò la cucina a grandi passi e si mise in ginoc chio davanti a Mundungus, che cessò di lottare, terrorizzato. Ron si alzò ansante e guardò Harry puntare con determinazione la bacchetta contro il naso del mago. Mundungus puzzava di sudore rancido e fumo; aveva i capelli impastati e gli abiti pieni di macchie.
La mazzetta (Cap. 11 Harry Potter 7)

   Hermione rimase a bocca aperta; a Ron andò di Traverso la zuppa. «Domani?» ripeté Hermione. «Non dici sul serio, Harry, vero?»
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   Mentre Ron e Hermione ridevano, un lampo di dolore atTraversò la cicatrice. Harry portò la mano alla fronte: vide che Hermione stringeva gli occhi e cercò di farlo passare come un gesto per spostarsi i capelli.
La Magia è Potere (Cap. 12 Harry Potter 7)

   «Ah, Mafalda!» esclamò la Umbridge guardando Hermione. «Ti ha mandato Travers, vero?»
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Harry atTraversò la stanza di corsa e lo afferrò, ma nel momento in cui lo toccò capì che non era affatto uno specchio. Silente sorrideva pensoso dalla lucida copertina di un libro. A prima vista, Harry non aveva notato la riccioluta scritta verde che atTraversava il cappello: 'Vita e Menzogne di Albus Silente', e nemmeno il nome dell'autore stampato sul petto: 'Rita Skeeter, autrice del bestseller Armando Dippet: Maestro o Mentecatto?' Harry aprì il libro a caso e vide una foto a tutta pagina di due ragazzi che ridevano come matti, le braccia l'uno attorno alle spalle dell'altro. Silente aveva i capelli lunghi fino alla vita e una barbetta ispida simile a quella di Krum che aveva tanto irritato Ron. Il ragazzo che si sbellicava silenziosamente accanto a lui aveva un'espressione allegra e ribelle. I suoi capelli biondi ricadevano a boccoli sulle spalle. Harry si chiese se fosse il giovane Doge, ma prima che riuscisse a leggere la didascalia la porta dell'ufficio si aprì.
La Commissione per il Censimento dei nati babbani (Cap. 13 Harry Potter 7)

   Harry aprì gli occhi e fu accecato da una luce verde e oro; non sapeva che cosa fosse successo, sapeva solo di essere disteso tra foglie e rametti. Si sforzò di inspirare aria nei polmoni che sentiva compressi, batté le palpebre e scoprì che quel bagliore sgargiante era la luce del sole che pioveva atTraverso un tetto di foglie. Poi qualcosa si mosse vicino al suo viso. Si mise carponi, pronto ad affrontare una piccola creatura feroce, ma si accorse che era il piede di Ron. Si guardò intorno e vide che loro due e Hermione erano distesi in una foresta, soli.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   Aprì gli occhi, ansante, la fronte che pulsava. Era svenuto contro il fianco della tenda; era scivolato sulla tela e adesso era disteso a terra. Guardò Hermione; il suo cespuglio di capelli oscurava la piccola macchia di cielo visibile atTraverso i rami scuri in alto.
Il ladro (Cap. 14 Harry Potter 7)

   «Stai parlando di Tu-Sai-Chi, giusto? Non di te?» domandò Ron. Stava tormentando la catena dell'Horcrux che aveva al collo: Harry fu atTraversato dal desiderio di usarla per strangolarlo.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   Una corrente elettrica atTraversò Harry, facendogli formicolare ogni singolo nervo.
La vendetta del folletto (Cap. 15 Harry Potter 7)

   «Guarda quel simbolo» disse, indicando in cima a una pagina. Sopra quello che Harry dedusse essere il titolo della storia (non sapendo leggere le rune, non ne era sicuro) c'era un simbolo che sembrava un occhio triangolare, la pupilla atTraversata da una riga verticale.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   La neve era più compatta: era dura e scivolosa dove la gente aveva camminato tutto il giorno. Davanti a loro, alcuni abitanti del villaggio atTraversavano la piazza, brevemente illuminati dai lampioni. Udirono uno scoppio di risa e musica pop quando la porta del pub si aprì e si richiuse; poi sentirono intonare una carola dentro la chiesa.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «Andiamo» disse, dopo aver guardato a sufficienza, e s'incamminarono verso la chiesa. Quando ebbero Traversato la strada, Harry si voltò e vide che la statua era ridiventata un monumento ai Caduti.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   «'L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte'...» Un terribile pensiero gli atTraversò la mente e con esso una specie di panico. «Non è un'idea da Mangiamorte? Che ci fa, lì?»
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Non appena si alzò, ebbe il desiderio di andarsene: non riusciva a stare lì un momento di più. Cinse le spalle di Hermione, lei gli passò il braccio attorno alla vita, si girarono in silenzio e sì allontanarono atTraverso la neve, oltre la tomba della madre e della sorella di Silente, verso la chiesa buia e il cancello del cimitero.
Godric’s Hollow (Cap. 16 Harry Potter 7)

   Avanzarono verso la donna, che immediatamente si voltò e si avviò un po' zoppicante nella direzione da cui erano venuti. Oltrepassate numerose case, entrò in un cancello. La seguirono lungo il vialetto atTraverso un giardino incolto quasi quanto quello che avevano appena lasciato. Trafficò per un momento con una chiave davanti alla porta, la aprì e si fece da parte per lasciarli entrare.
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   Lei annuì di nuovo. Harry percepì il medaglione contro la pelle; la cosa al suo interno che a volte ticchettava o batteva si era risvegliata; la sentì pulsare atTraverso l'oro freddo. Sapeva, sentiva che ciò che l'avrebbe distrutta era vicino?
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

   E poi la cicatrice si aprì e lui era Voldemort, atTraversava di corsa la
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

    stanza fetida, le lunghe dita bianche stringevano il davanzale, scrutava l'uomo stempiato e la donnina contorcersi e sparire. Urlò di rabbia, un urlo che si mescolò con quello della ragazza, atTraverso i giardini bui, sopra il suono delle campane che annunciavano il Natale...
Il Segreto di Bathilda (Cap. 17 Harry Potter 7)

    infilò nella saccoccia di Hagrid appesa al collo. Non ne poteva più di metterci oggetti rotti e inutili. La sua mano sfiorò il vecchio Boccino atTraverso il Mokessino e per un attimo Harry dovette lottare contro la tentazione di prenderlo e buttarlo via. Impenetrabile, inutile come tutte le cose lasciate da Silente...
Vita e Menzogne di Albus Silente (Cap. 18 Harry Potter 7)

   «Il Silente che credevamo di conoscere non voleva sottomettere i Babbani con la forza!» gridò Harry, e la sua voce echeggiò atTraverso la cima della collina deserta, e un gruppo di merli si alzò in volo strillando e disegnando spirali nel cielo perlaceo.
Vita e Menzogne di Albus Silente (Cap. 18 Harry Potter 7)

   Nevicava quando Hermione cominciò il suo turno di veglia, a mezzanotte. I sogni di Harry furono confusi e tormentati: Nagini vi scivolava dentro e fuori, prima atTraverso un gigantesco anello spezzato, poi atTraverso una corona di elleboro. Si svegliò più volte, nel panico, convinto che qualcuno l'avesse chiamato in lontananza, scambiando il vento che frustava la tenda per il suono di passi o di voci.
La cerva d’argento (Cap. 19 Harry Potter 7)

   «Credi che sia la loro e siano andati via per le vacanze?» chiese Hermione, spiando atTraverso la finestra di una piccola cucina ordinata con i gerani sul davanzale. Ron sbuffò.
Xenophilius Lovegood (Cap. 20 Harry Potter 7)

   «'Dopo qualche tempo, i fratelli giunsero a un fiume troppo profondo per guadarlo e troppo pericoloso per atTraversarlo a nuoto. Tuttavia erano versati nelle arti magiche, e così bastò loro agitare le bacchette per far comparire un ponte sopra le acque infide. Ne avevano percorso metà quando si trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata.
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Ovvero, il possessore della Bacchetta deve vincerla al proprietario precedente, se vuole esserne il vero padrone» spiegò Xenophilius. «Avrete certamente saputo di come la Bacchetta passò a Egbert l'Egregio, dopo che uccise Emeric il Maligno. E di come Godelot morì nelle proprie segrete dopo che il figlio Hereward gli ebbe tolto la Bacchetta. O del terribile Loxias, che prese la Bacchetta a Barnabas Deverill, dopo averlo assassinato. La scia di sangue della Bacchetta di Sambuco atTraversa le pagine della storia magica».
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   Mentre i tre amici non lo guardavano, Xenophilius estrasse la bacchetta. Harry si accorse del loro errore appena in tempo: si lanciò di lato, spingendo Ron e Hermione al sicuro mentre lo Schiantesimo di Xenophilius atTraversava la stanza e colpiva il corno di Erumpent.
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Non te l'avevo detto che non c'era fretta, Travers?» disse una voce aspra. «Che questo svitato farneticava come al solito?»
La storia dei tre fratelli (Cap. 21 Harry Potter 7)

   «Cavoli... pensi che fosse di nuovo quel simbolo? Il simbolo dei Doni?» «Perché no?» balbettò Harry, eccitato. «Orvoloson Gaunt era un vecchio imbecille ignorante che viveva come un maiale, l'unica cosa a cui teneva erano i suoi antenati. Se quell'anello era stato tramandato atTraverso i secoli, forse non sapeva cos'era veramente. Non c'erano libri in quella casa, e credetemi, non era tipo da leggere le fiabe ai suoi bambini. Gli piaceva pensare che i graffi sulla pietra fossero un blasone, perché secondo lui essere Purosangue ti rendeva praticamente un reale».
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Quindi Voldemort era in cerca della Bacchetta di Sambuco senza conoscerne il vero potere, senza aver capito che era una serie di tre elementi... perché era il Dono che non si poteva nascondere, la cui esistenza era più nota... la scia di sangue della Bacchetta di Sambuco atTraversa le pagine della storia magica...
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   La mattina dopo, disfarono la tenda e partirono sotto un terribile acquazzone. La pioggia li seguì fino alla costa, dove si accamparono quella notte, e non cessò per tutta la settimana, atTraverso paesaggi fradici che Harry trovava squallidi e deprimenti. Riusciva a pensare solo ai Doni della Morte. Era come se dentro di lui si fosse accesa una fiamma che nulla, né l'aperto scetticismo di Hermione né i dubbi insistenti di Ron, poteva estinguere. Eppure più il desiderio dei Doni ardeva dentro di lui, meno gioia gli dava. Lui ne attribuiva la colpa a Ron e Hermione: la loro risoluta indifferenza smorzava il suo morale quanto la pioggia incessante, ma nessuna delle due poteva erodere la sua sicurezza, che restava assoluta. La fiducia nei Doni e il desiderio di trovarli lo consumavano al punto da farlo sentire isolato dagli altri due e dalla loro ossessione per gli Horcrux.
I Doni della Morte (Cap. 22 Harry Potter 7)

   Mani ignote lo tirarono brutalmente in piedi. Prima che potesse impedirlo, qualcuno gli aveva frugato nelle tasche e tolto la bacchetta di prugnolo. Harry si tastò la faccia che gli faceva un male terribile ed era irriconoscibile al tatto: tesa, gonfia e dilatata come per una violenta reazione allergica. Gli occhi erano ridotti a fessure atTraverso cui vedeva a stento; perse gli occhiali quando lo spinsero fuori dalla tenda; riuscì a distinguere solo le
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   «Nei sotterranei» rispose Harry. «Si entra atTraverso il muro. è piena di teschi e cose del genere ed è sotto il lago, perciò la luce è verde».
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Indietreggiarono tutti, storditi dalla loro impresa. Harry, che ancora lottava per restare dentro la propria mente divisa in due, non riuscì a dire nulla: visioni frammentarie gli atTraversavano il cervello...
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Harry era davanti allo specchio sopra il camino, uno specchio grande, con una cornice dorata a volute. AtTraverso le palpebre semichiuse vide il proprio riflesso per la prima volta da quando aveva lasciato Grimmauld Place.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Bellatrix Lestrange passeggiò lentamente attorno ai prigionieri e si fermò alla destra di Harry per osservare Hermione atTraverso le palpebre pe santi.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Hermione urlò di nuovo; il suono atTraversò Harry come un dolore fisico. Senza quasi far caso alla cicatrice che bruciava, anche lui si mise a correre attorno alla cella, tastando le pareti in cerca di non sapeva cosa, sapeva solo, nell'intimo, che era inutile.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Ma Harry lo colpì sul braccio e Ron si zittì, agghiacciato dal proprio errore. Dei passi atTraversarono il soffitto sopra di loro: era Draco che scortava Unci-unci da Bellatrix.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Nuovi passi atTraversarono la stanza di sopra, poi il silenzio. Harry capì che erano in ascolto.
Villa Malfoy (Cap. 23 Harry Potter 7)

   Ron e Hermione, confusi ma impressionati, lo seguirono atTraverso il piccolo pianerottolo e bussarono alla porta di fronte a quella di Bill e Fleur. Un debole «Entrate!» fu la risposta.
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

   «Tornando all'altra bacchetta, quella che cambia proprietario atTraverso un omicidio. Quando Lei-Sa-Chi ha capito che la mia bacchetta aveva fatto qualcosa di strano, è venuto a chiederle di quell'altra, vero?»
Il fabbricante di bacchette (Cap. 24 Harry Potter 7)

    Mentre seguiva Bill nel salotto, lo atTraversò un pensiero assurdo, senza dubbio generato dal vino che aveva bevuto. Sembrava destinato a diventare per Teddy Lupin un padrino sconsiderato quanto Sirius Black lo era stato per lui.
Villa Conchiglia (Cap. 25 Harry Potter 7)

   «È Travers» sibilò il folletto all'orecchio di Harry, che però al momento non riusciva a ricordare chi fosse Travers. Hermione si erse in tutta la sua altezza e domandò, con il massimo disprezzo che riuscì a mettere insieme: «Che cosa vuole?»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Travers si bloccò, chiaramente offeso.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Soltanto salutarla» rispose Travers in tono freddo, «ma se la mia presenza non è gradita...»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «No, no, niente affatto, Travers» ribatté in fretta Hermione, cercando di riparare l'errore. «Come sta?»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Be'». Travers tossicchiò. «Avevo sentito dire che gli abitanti di Villa
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Il Signore Oscuro perdona coloro che l'hanno servito con la massima fedeltà» replicò lei in una splendida imitazione dei modi più sprezzanti di Bellatrix. «Forse il suo credito presso di lui non è pari al mio, Travers».
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Travers. «Finché chiedono l'elemosina pazienza, ma una di loro, la settimana scorsa, è arrivata a supplicarmi di perorare la sua causa al Ministero. 'Sono una strega, signore, sono una strega, mi consenta di dimostrarglielo!'» squittì, in una querula imitazione. «Come se volessi prestarle la mia bacchetta... a proposito, quale usa al momento, Bellatrix?» chiese, incuriosito. «Ho sentito che la sua è stata...»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «La mia. Eccola» rispose gelida Hermione, mostrando la bacchetta di Bellatrix. «Non so a quali voci lei abbia prestato orecchio, Travers, ma mi sembra assai male informato».
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Travers parve disorientato e si rivolse a Ron.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Travers protese due dita e strinse la mano a Ron come se avesse paura di sporcarsi.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Allora, che cosa porta lei e il suo ehm solidale amico in Diagon Alley così di buonora?» chiese Travers.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Anch'io, ahimÈ» sospirò Travers. «Oro, sudicio oro! Non possiamo farne a meno, eppure deploro la necessità di frequentare i nostri amici dalle lunghe dita».
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Andiamo?» suggerì Travers, facendo cenno a Hermione di precederlo.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Un Mangiamorte all'erta era l'ultima cosa di cui avevano bisogno, e il peggio era che, con Travers accanto a quella che credeva Bellatrix, Harry non poteva comunicare con Hermione o Ron. Si ritrovarono fin troppo presto ai piedi della scalinata di marmo che saliva alle grandi porte di bronzo. Come aveva detto Unci-unci, i folletti in livrea che di solito stavano ai lati dell'ingresso erano stati sostituiti da due maghi, entrambi forniti di lunghi e sottili bastoni dorati.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Ah, le Sonde Sensitive» sospirò Travers in modo teatrale, «molto rozze... ma efficaci!»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   E salì i gradini, con un cenno di saluto ai due maghi, che alzarono i bastoni d'oro e glieli fecero scorrere su e giù lungo il corpo. Le Sonde, come Harry sapeva, individuavano gli incantesimi dissimulanti e gli oggetti magici nascosti. Conscio di avere solo pochi istanti di tempo, puntò la bacchetta di Draco contro una guardia dopo l'altra e mormorò due volte «Confundo». I due maghi sussultarono lievemente quando l'incantesimo li colpì, ma Travers, che stava guardando l'atrio oltre il portone, non se ne accorse. Hermione salì i gradini con i lunghi capelli neri ondeggianti al vento.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Ma l'ha già fatto!» s'indignò Hermione con la voce imperiosa e arrogante di Bellatrix. Travers si voltò, le sopracciglia inarcate. La guardia era perplessa. Guardò la sottile Sonda dorata e poi il compagno, che disse, con voce un po' impastata: «Sì, li hai appena controllati, Marius».
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   C'erano due folletti in piedi davanti alle porte interne, che erano d'argento e recavano incisa la poesia che minacciava terribili ritorsioni contro gli eventuali ladri. Harry la contemplò, e all'improvviso fu atTraversato da un ricordo limpido: se stesso, in quel medesimo punto, il giorno del suo undicesimo compleanno, il compleanno più meraviglioso della sua vita, e Hagrid accanto a lui che tuonava: «Come ho detto, bisognerebbe davvero essere matti a cercare di rapinare questa banca». La Gringott quel giorno gli era parsa un luogo di prodigi, il deposito incantato di un tesoro che non aveva mai saputo di possedere, e nemmeno per un istante avrebbe potuto sognare che ci sarebbe tornato per rubare... Ma nel giro di pochi secondi erano nella vasta sala di marmo.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Il lungo bancone era presidiato da folletti seduti su alte scranne, che servivano i primi clienti della giornata. Hermione, Ron e Travers si avvicinarono a un vecchio folletto che stava osservando una spessa moneta d'oro atTraverso un monocolo. Hermione lasciò che Travers la precedesse con la scusa di illustrare a Ron le caratteristiche dell'atrio.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Il folletto gettò via la moneta, borbottò «Lepricani» e poi salutò Travers, che gli passò una minuscola chiave dorata; il folletto la esaminò e la restituì.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Il vecchio folletto si tirò indietro. Harry si guardò intorno. Non solo Travers era a poca distanza e li osservava, ma altri folletti avevano interrotto le loro occupazioni per fissare Hermione.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Una bacchetta nuova?» Travers si riavvicinò al bancone; i folletti intorno erano ancora all'erta. «Ma com'È possibile, a che fabbricante si è rivolta?»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Harry agì senza riflettere: puntò la bacchetta contro Travers e borbottò di nuovo: «Imperio».
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Oh, sì, certo» commentò Travers guardando la bacchetta di Bellatrix, «sì, molto bella. Funziona bene? Io sono convinto che le bacchette abbiano bisogno di un minimo di rodaggio, lei non trova?»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Riapparve in fondo al bancone e sgambettò lieto verso di loro, facendo tintinnare più che mai la borsa. Travers adesso era immobile, la bocca spalancata, e Ron stava attirando l'attenzione sul suo strano comportamento fissandolo con aria interrogativa.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Conosco gli ordini. La signora Lestrange desidera visitare la sua came ra... una famiglia molto antica... vecchi clienti... da questa parte, prego...» Sempre accompagnato dal tintinnio della borsa, corse verso una delle molte porte che conducevano fuori dalla sala. Harry si girò verso Travers, ancora inchiodato al suo posto con uno sguardo innaturalmente vacuo, e decise: con un lieve movimento della bacchetta lo costrinse a seguirli, mansueto, mentre varcavano la porta ed entravano in un corridoio di pietra grezza illuminato da torce.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «Siamo nei guai, hanno dei sospetti» disse Harry quando la porta si chiuse alle loro spalle, e si sfilò il Mantello dell'Invisibilità. Unci-unci balzò a terra; né Travers né Bongi mostrarono la minima sorpresa all'improvvisa comparsa di Harry Potter. «La Maledizione Imperius» spiegò lui in risposta alle confuse domande di Hermione e Ron, perché Travers e Bongi stavano fermi, imbambolati. «Credo di non averla fatta abbastanza forte, non so...»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   E un altro ricordo gli atTraversò la mente, la vera Bellatrix Lestrange che gli strillava addosso la prima volta che aveva tentato di usare una Maledizione Senza Perdono: «Devi volerlo, Potter!»
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Harry puntò la bacchetta contro Travers.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Partirono con uno strattone e presero subito velocità: sfrecciarono davanti a Travers, appiattito in una fessura della parete, poi il carrello cominciò a curvare per i labirintici passaggi, sempre in discesa. Lo sferragliare delle ruote era assordante: sbandavano tra le stalattiti, sprofondando sempre più sottoterra. Harry, con i capelli che gli volavano all'indietro, continuava a guardarsi alle spalle. Era come se avessero lasciato enormi impronte; più ci pensava, più gli sembrava sciocco aver travestito Hermione
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   Harry non era mai disceso così in profondità nella Gringott: presero un tornante a tutta velocità e videro davanti a loro, a pochi secondi di distanza, una cascata d'acqua che si rovesciava sui binari. Harry udì Unci-unci gridare «No!» ma nessuno frenò: la atTraversarono di slancio. L'acqua gli riempì occhi e bocca, non vedeva e non respirava; poi, con un terribile sussulto, il carrello si rovesciò e tutti ne furono sbalzati fuori. Harry udì lo schianto del vagone contro il muro del corridoio e Hermione che strillava qualcosa, poi si sentì scivolare a terra come privo di peso e atterrare senza dolore sul suolo di roccia.
La Gringott (Cap. 26 Harry Potter 7)

   «... è che non abbiamo più la spada» concluse Harry a denti stretti, facendosi colare il dittamo su una scottatura atTraverso il buco carbonizzato nei jeans.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

    C'era Silente, dietro tutto questo? Silente, che aveva sempre sospettato di lui, Silente, morto per ordine suo, Silente, di cui ora possedeva la bacchetta e che si protendeva ancora dall'ignominia della morte atTraverso il ragazzo, il ragazzo...
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Il lago, impossibile... anche se c'era una minima eventualità che Silente avesse scoperto alcuni dei suoi misfatti passati, atTraverso l'orfanotrofio.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Sarebbe andato prima alla baracca dei Gaunt, allora, portando Nagini con sé; non si sarebbe più separato dal serpente... Lasciò la stanza, atTraversò l'atrio e uscì nel giardino buio dove mormorava la fontana; chiamò in Serpentese il rettile che arrivò scivolando come una lunga ombra...
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   Un battito di ali enormi echeggiò atTraverso l'acqua scura: il drago aveva finito di bere e si era alzato in volo. Si fermarono per guardarlo salire sempre più in alto, nero contro il cielo che si abbuiava rapidamente, finché non sparì oltre una montagna vicina. Poi Hermione fece un passo avanti e si sistemò tra i due amici. Harry cercò di abbassare il più possibile il Mantello, e insieme girarono sul posto, vorticando nella tenebra opprimente.
Il nascondiglio finale (Cap. 27 Harry Potter 7)

   L'aria atTraverso la quale avrebbero dovuto spostarsi sembrava solidificata: non potevano Smaterializzarsi; i Mangiamorte avevano fatto le cose per bene. Il freddo mordeva sempre più a fondo le carni di Harry. Arretrò ancora con Ron e Hermione lungo la stradina laterale, seguendo i muri a tentoni, cercando di non far rumore. Poi i Dissennatori girarono l'angolo silenziosi: erano dieci o più, visibili perché fatti di un buio più denso di ciò che li circondava, con i loro mantelli neri e le mani putrefatte. Potevano sentire la paura? Sì, Harry ne era certo: adesso erano più rapidi e traevano quei respiri corti e rochi che detestava, assaporando la disperazione nell'a ria, sempre più vicini...
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   «Quando mia sorella aveva sei anni, fu aggredita da tre ragazzi Babbani. L'avevano vista fare magie, spiando atTraverso la siepe del giardino: era una bambina, non poteva controllarlo, nessuno ci riesce a quell'età. Erano spaventati, immagino. AtTraversarono a forza la siepe, e quando lei non riuscì a spiegare il trucco, esagerarono un po' nel tentativo di fermare la mostriciattola».
Lo specchio mancante (Cap. 28 Harry Potter 7)

   Svoltarono un angolo e davanti a loro si parò la fine del tunnel. Un'altra breve rampa di gradini saliva fino a una porta uguale a quella nascosta dietro il ritratto di Ariana. Neville la spinse e la atTraversò. Nel seguirlo, Harry lo sentì chiamare persone invisibili: «Guardate chi c'È! Non ve l'avevo detto?»
Il diadema perduto (Cap. 29 Harry Potter 7)

   In una parte remota della mente, quella connessa con la cicatrice ardente, vide Voldemort atTraversare rapido il lago scuro sulla spettrale barca verde... era quasi sull'isola del bacile di pietra...
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

    A queste parole, un'ira simile a dolore fisico atTraversò Harry da parte a parte, incendiando la cicatrice, e per un attimo lui guardò dentro un bacile colmo di una pozione che era diventata trasparente e vide che sotto la superficie non c'era alcun medaglione d'oro...
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

    guardò intorno atTraverso gli occhiali storti cerchiati di corno e disse: «Sono in ritardo? è già cominciato? L'ho saputo solo ora e...»
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Ma in quel momento la cicatrice esplose e la Stanza delle Necessità sparì: stava guardando atTraverso l'alto cancello di ferro con i cinghiali alati sui pilastri, oltre la distesa buia di prati e boschi, verso il castello illuminato. Nagini era avvolta intorno alle sue spalle. Era posseduto dal gelido, feroce senso di determinazione che precede un assassinio.
Il congedo di Severus Piton (Cap. 30 Harry Potter 7)

   Harry guardò nella direzione indicata dal dito trasparente di Nick e vide un fantasma alto che si accorse del suo sguardo, inarcò le sopracciglia e fluttuò via atTraverso una parete.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   E quando raggiunse la fine del corridoio, affiorò in lui il ricordo di un terzo ritratto di pietra: quello di un vecchio brutto stregone, a cui lui stesso aveva ficcato in testa una parrucca e una vecchia tiara ammaccata. La sorpresa lo atTraversò come una vampata di Whisky Incendiario e per poco non inciampò.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   Le pareti vibrarono di nuovo e Harry guidò i due amici atTraverso l'ingresso nascosto e giù per le scale nella Stanza delle Necessità. Non c'era nessuno, a parte tre donne: Ginny, Tonks e un'anziana strega con un cappello mangiucchiato dalle tarme, che Harry riconobbe all'istante come la nonna di Neville.
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

    con una parrucca e una tiara! è sopra una credenza, da queste parti...» Corsero lungo i corridoi adiacenti; Harry sentiva i passi degli amici risuonare atTraverso cataste pericolanti di cianfrusaglie, bottiglie, cappelli, casse, sedie, libri, armi, manici di scopa, mazze...
La battaglia di Hogwarts (Cap. 31 Harry Potter 7)

   E poi un corpo cadde atTraverso lo squarcio nel fianco della scuola, accompagnato da maledizioni scagliate dal buio, che finirono contro la parete dietro le loro teste.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Hermione urlò e Harry, voltatosi, non dovette chiedere perché. Un ragno mostruoso, grande come un'utilitaria, cercava di arrampicarsi atTraverso il grosso foro nella parete: uno dei discendenti di Aragog era sceso in campo.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   I gradini sotto i loro piedi si appiattirono a formare uno scivolo e lei, Ron e Harry volarono giù, senza poter controllare la velocità, ma così rapidi che gli Schiantesimi dei Mangiamorte passarono al di sopra delle loro teste. AtTraversarono l'arazzo in fondo e rotolarono a terra, andando a urtare la parete opposta.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Scesero di corsa un'altra scala e finirono in un corridoio affollato di duellanti. I ritratti ai due lati erano stipati di figure che urlavano consigli e incoraggiamenti, mentre i Mangiamorte, mascherati e no, lottavano contro studenti e insegnanti. Dean si era procurato una bacchetta, perché era alle prese con Dolohov, mentre Calì fronteggiava Travers. Harry, Ron e Hermione alzarono subito le bacchette, pronti ad aiutarli, ma i duelli erano così rapidi che rischiavano di colpire un amico. Rimasero all'erta, aspettando l'occasione per intervenire, quando sentirono un altissimo wiiiiiiiiiii! Harry alzò lo sguardo e vide Pix sfrecciare in alto scagliando baccelli di Pugnacio: i Mangiamorte si ritrovarono con la testa in un groviglio di tuberi verdi che si contorcevano come grassi vermi.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Harry, Ron e Hermione si lanciarono giù per la scalinata di marmo: udirono un rumore di vetro rotto alla loro sinistra e la clessidra di Serpeverde, che registrava i punti della Casa, riversò ovunque i suoi smeraldi, facendo scivolare chi vi correva sopra. Due corpi caddero dalla balconata e una macchia grigia che Harry prese per un animale atTraversò l'ingresso a quattro zampe per affondare i denti in uno dei caduti.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   «Oh, no...!» strillò Hermione, raggiungendo Harry con Ron e guardando il gigante che cercava di abbrancare la gente atTraverso la finestra.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Scattò, pensando quasi che così sarebbe riuscito a distanziare la morte stessa, ignorando i fiotti di luce che volavano nel buio, il rumore del lago che ruggiva come il mare, e il fruscio della Foresta Proibita anche se la notte era senza vento; atTraverso una terra che sembrava anch'essa ribellarsi, corse più veloce di quanto avesse mai fatto in vita sua, e fu lui ad avvistare per primo l'enorme albero, il Platano che proteggeva il segreto sotto le proprie radici con i rami pronti a schioccare come fruste.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Ron si guardò in giro, poi puntò la bacchetta verso un bastoncino per terra e disse: «Wingardium Leviosa!» Il rametto volò in alto, roteò nell'aria come se fosse stato colpito da una raffica di vento, poi schizzò contro il tronco atTraverso i minacciosi rami rotanti del Platano. Colpì un punto vicino alle radici e subito l'albero cessò di contorcersi.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

   Harry cominciò a pulsare: il dolore gli atTraversò la fronte e sentì quel senso controllato di furia crescere dentro Voldemort.
La bacchetta di Sambuco (Cap. 32 Harry Potter 7)

    cambiato. I ritratti appesi alle pareti erano vuoti. Non un solo preside era rimasto; evidentemente erano corsi tutti via, atTraverso i quadri che tappezzavano il castello, per assistere da vicino agli eventi.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Anche se Petunia non capiva la parola, non poteva fraintendere il tono. «Lily, su, andiamo via!» esclamò. Lily obbedì immediatamente alla sorella e si allontanò, scrutando torva Piton. Lui le guardò atTraversare il parco giochi, e Harry, il solo rimasto a osservarlo, ne riconobbe l'amara delusione, capì che era da molto che aspettava quel momento e che era andato tutto storto...
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   La scena sfumò di nuovo. Piton correva lungo il corridoio dell'Espresso per Hogwarts, che sferragliava atTraverso la campagna. Si era già cambiato e indossava la divisa: la prima occasione per liberarsi di quegli orrendi abiti Babbani. Finalmente si fermò, fuori da uno scompartimento in cui alcuni ragazzi chiassosi stavano chiacchierando. Rannicchiata nell'angolo vicino alla finestra c'era Lily, il volto premuto contro il vetro.
La storia del Principe (Cap. 33 Harry Potter 7)

   Sentì il cuore battere forte nel petto. Strano che, nel terrore della morte, pompasse più forte, tenendolo energicamente in vita. Ma doveva fermarsi, e presto. I suoi battiti erano contati. Quanti ne restavano, adesso che stava per alzarsi e atTraversare il castello per l'ultima volta, uscire nel parco e andare nella Foresta?
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   Il castello era deserto. Si sentì come uno spettro ad atTraversarlo da solo, come se fosse già morto. Le cornici dei ritratti erano ancora vuote; ovunque aleggiava una calma inquietante, come se tutta la linfa vitale rimasta
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   E si avviò. Il gelo dei Dissennatori non lo fermò; lo atTraversò insieme ai suoi compagni, che agirono per lui come Patroni, e insieme passarono tra i vecchi alberi che crescevano vicini, i rami intrecciati, le radici contorte sotto i piedi. Harry si strinse forte nel Mantello, addentrandosi nella Foresta buia, senza avere idea di dove fosse di preciso Voldemort, ma certo di trovarlo. Accanto a lui, quasi senza rumore, camminavano James, Sirius, Lupin e Lily, e la loro presenza era il suo coraggio, la ragione per cui riusciva a mettere un piede dopo l'altro.
Ancora la foresta (Cap. 34 Harry Potter 7)

   «Non fraintendermi» aggiunse, e il dolore gli atTraversò il viso, rendendolo di nuovo vecchio. «Li amavo. Amavo i miei genitori, amavo mio fratello e mia sorella, ma ero egoista, Harry, più egoista di quanto tu, che sei una persona tanto disinteressata, possa mai immaginare.
King’s Cross (Cap. 35 Harry Potter 7)

   E adesso urlarono, trionfanti, e pestarono i piedi, e atTraverso le palpebre
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   «Muoviti» ordinò Voldemort, e Hagrid barcollò in avanti, aprendosi la strada fra gli alberi fitti, riatTraversando la Foresta. I rami si impigliavano ai capelli e agli abiti di Harry, che però rimase immobile, la bocca spalancata, gli occhi chiusi, e al buio, tra i Mangiamorte accalcati attorno a loro e Hagrid che singhiozzava disperato, nessuno guardò se una vena pulsava nel collo scoperto di Harry Potter...
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    po' Harry capì dalla penombra, percepibile anche atTraverso le palpebre chiuse, che gli alberi cominciavano a diradarsi.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   I Mangiamorte si arrestarono: Harry li udì disporsi in fila di fronte al portone aperto della scuola. Anche atTraverso le palpebre chiuse riuscì a percepire la luce rossastra che gli pioveva addosso dall'ingresso. Attese. Da un momento all'altro le persone per le quali aveva cercato di morire l'avrebbero visto tra le braccia di Hagrid, apparentemente morto.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   AtTraverso gli occhi socchiusi, Harry vide Voldemort agitare la Bacchetta. Qualche istante dopo, da una delle finestre infrante del castello qualcosa di simile a un uccello deforme volò nella mezza luce e atterrò in mano a Voldemort. Lui scrollò l'oggetto muffito tenendolo per la punta e quello penzolò vuoto e lacero: era il Cappello Parlante.
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

   Vide Yaxley gettato a terra da George e Lee Jordan, vide Dolohov cadere urlando per mano di Vitious; vide Walden Macnair, scagliato atTraverso
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    Quell'anno l'autunno arrivò presto. La mattina del primo settembre era croccante e dorata come una mela, e quando la famigliola atTraversò la
La falla nel piano (Cap. 36 Harry Potter 7)

    I rampicanti tirarono dentro le tre streghe atTraverso la fessura e il cavaliere venne disarcionato e trascinato insieme a loro.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)

    Messer Senzafortuna cercò di atTraversare il ruscello a bordo del proprio scudo, ma lo scudo affondò. Le tre streghe lo tirarono fuori dall'acqua, poi tentarono a loro volta di superare il torrente con un balzo, ma il torrente non le lasciava passare, e intanto il sole scendeva sempre più basso nel cielo.
LA FONTE DELLA BUONA SORTE (Cap. 2 Harry Potter 8)

    Perché, dunque, una fiaba così macabra è sopravvissuta? A mio modo di vedere, Lo Stregone dal Cuore Peloso è rimasta intatta atTraverso i secoli perché parla agli abissi più oscuri di tutti noi. Riguarda una delle più grandi e meno riconosciute tentazioni della magia: la ricerca dell'invulnerabilità.
LO STREGONE DAL CUORE PELOSO (Cap. 3 Harry Potter 8)

    È atTraverso questa storia che molti di noi hanno scoperto per la prima volta che la magia non può resuscitare i morti. È stata una grande delusione e una grande sorpresa, perché da bambini credevamo che i nostri genitori fossero in grado di riportare in vita i nostri topini o gattini morti con un semplice cenno della bacchetta. Benché circa sei secoli siano trascorsi da quando Beda scrisse questa storia, e nonostante abbiamo trovato innumerevoli modi per mantenere un'illusione della presenza dei nostri cari,[13] nessun mago è mai riuscito a riunire corpo e anima dopo che la morte è avvenuta. Come scrive l'eminente filosofo mago Bertrand de Pensées-Profondes nel suo famoso trattato Uno studio delle possibilità di invertire gli effetti contingenti e metafisici della morte naturale, con particolare riguardo alla reintegrazione di essenza e materia: «Lasciate perdere. Non succederà mai».
BABÀ RABA E IL CEPPO GHIGNANTE (Cap. 4 Harry Potter 8)

    Che sia esistita una lavandaia capace di trasformarsi in un coniglio è dubbio; tuttavia, alcuni storici della magia hanno avanzato l'ipotesi che Beda si sia ispirato alla famosa fattucchiera francese Lisette de Lapin, condannata per stregoneria a Parigi nel 1422. Con grande meraviglia dei suoi carcerieri Babbani, che furono accusati di averla aiutata a scappare, Lisette sparì dalla propria cella la notte prima dell'esecuzione. Non è mai stato provato che Lisette fosse un Animagus e che sia riuscita a passare atTraverso le sbarre della finestra della cella, ma poco tempo dopo un grosso coniglio bianco fu visto atTraversare la Manica a bordo di un calderone sul quale era issata una vela, e in seguito un simile coniglio divenne un fidato consigliere alla corte di Enrico VI.[15]
BABÀ RABA E IL CEPPO GHIGNANTE (Cap. 4 Harry Potter 8)

   C'erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole. Dopo qualche tempo, i fratelli giunsero a un fiume troppo profondo per guadarlo e troppo pericoloso per atTraversarlo a nuoto. Tuttavia erano versati nelle arti magiche, e così bastò loro agitare le bacchette per far comparire un ponte sopra le acque infide. Ne avevano percorso metà quando si trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata.
LA STORIA DEI TRE FRATELLI (Cap. 5 Harry Potter 8)

    Resta la bacchetta, e qui gli ostinati che credono nel messaggio nascosto di Beda hanno per lo meno una qualche testimonianza storica alla quale appoggiarsi. Si dà infatti il caso che atTraverso i secoli ci siano stati maghi che hanno sostenuto - o per vanità, o per intimidire possibili nemici, o in assoluta buona fede - di possedere una bacchetta più potente del normale, una bacchetta addirittura 'invincibile'. Alcuni di loro hanno persino asserito che la bacchetta fosse di sambuco, come quella che avrebbe fabbricato la Morte. A tali bacchette sono stati attribuiti molti nomi, tra cui 'Bacchetta del Destino' o 'Stecca della Morte'.
LA STORIA DEI TRE FRATELLI (Cap. 5 Harry Potter 8)

    La maggior parte dei maghi e delle streghe preferiscono una bacchetta che li abbia 'scelti' a qualsiasi bacchetta di seconda mano, proprio perché questa potrebbe aver preso dal precedente proprietario abitudini incompatibili con lo stile di magia del nuovo padrone. La pratica generale di seppellire (o cremare) la bacchetta insieme al proprietario tende a far sì che nessuna bacchetta assorba conoscenze da troppi padroni. Chi crede nella Bacchetta di Sambuco, però, sostiene che a causa del modo in cui avrebbe cambiato proprietà - ogni padrone avrebbe infatti superato il precedente, di solito uccidendolo - essa non sia mai stata distrutta né seppellita, ma sia sopravvissuta atTraverso i secoli accumulando saggezza, forza e potere ben oltre il normale.
LA STORIA DEI TRE FRATELLI (Cap. 5 Harry Potter 8)